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LE ANTENNE

Per poter irradiare le onde elettromagnetiche nello spazio occorre collegare il generatore a radiofrequenza a
un'antenna che, in relazione alla frequenza da irradiare, deve avere delle caratteristiche ben precise.
La stessa antenna può essere utilizzata per trasmettere e per ricevere segnali.
le antenne possono essere assimilate a dei trasduttori, in quanto in trasmissione trasformano energia di tipo
elettrico in onde elettromagnetiche, viceversa avviene in ricezione.
Le dimensioni di un'antenna dipendono dalla lunghezza d'onda dei segnali che essa deve trasmettere e
ricevere. È indispensabile quindi ricordare la relazione tra frequenza e lunghezza d'onda (lambda= c/f).
Le antenne si dividono in due categorie principali:
● Antenne omnidirezionali, che irradiano le onde elettromagnetiche in tutte le direzioni,
● antenne direttive che irradiano le onde elettromagnetiche prevalentemente in una direzione.
Per comprendere il fenomeno dell’irradiazione delle onde elettromagnetiche occorre preliminarmente
definire l'impedenza caratteristica dello spazio vuoto, che data da:
µ0
𝑅0 = 𝐸0
= 377Ω

Dove µ0 e 𝐸0 Rappresentano rispettivamente la permeabilità magnetica del vuoto e la costante dielettrica


del vuoto.
Il trasmettitore, attraverso una linea di trasmissione, invia il segnale all'antenna.
Lungo la linea di trasmissione i campi elettrici e i campi magnetici si annullano quasi completamente;
infatti, i conduttori sono molto vicini e sono percorsi da cariche elettriche di segno posto. Inoltre, la linea di
trasmissione provvista di schermatura che impedisce l'irradiazione.

La distribuzione dell’energia irradiata da un’antenna è denominata diagramma di radiazione. In figura


vediamo i diagrammi di radiazione nei casi ideali di antenna omnidirezionale e antenna direttiva.

Nei casi reali, invece, avremmo antenne omnidirezionali con irradiazione non esattamente omogenea in tutte le
direzioni e antenne direttive con irradiazione prevalente nella direzione desiderata, ma con irradiazione non
nulla anche nelle direzioni non desiderate.
L’antenna non è altro che un circuito RLC a parametri distribuiti, ciò significa che i conduttori che la
compongono hanno complessivamente una resistenza, un’induttanza e una capacità distribuita in tutta la loro
lunghezza.
La resistenza di radiazione dell’antenna è una resistenza fittizia che rappresenta a trasformazione dell’energia
a radiofrequenza in onde elettromagnetiche.
L’impedenza dell’antenna non è altro che il rapporto tra la tensione V e la corrente I nel punto di
𝑣
alimentazione 𝑍𝑟 = 𝐼 .
Se la tensione la corrente sono in fase l'antenna è risonante e l'impedenza d'antenna coincide con la resistenza di
radiazione. Se invece, vi è uno sfasamento tra la tensione la corrente, l'antenna non è risonante, pertanto è
presente una componente reattiva induttiva o capacitiva.
Per indicare la “qualità di un'antenna” si parla di guadagno. A tal fine è necessario definire un'antenna di
riferimento per poi vedere quanto sia migliore l'antenna in esame rispetto ad essa. Tale antenna di riferimento è
denominata radiale isotropico e rappresenta un'antenna ideale puntiforme che ha un’irradiazione sferica e
omogenea in tutte le direzioni.
Le migliori prestazioni si hanno quando l'antenna è risonante. La frequenza di risonanza è determinata dalle sue
dimensioni fisiche, quindi, esiste una relazione tra la lunghezza dell’antenna e la sua frequenza di risonanza.
In pratica, il conduttore per entrare in risonanza su una certa frequenza deve avere una lunghezza pari a:
λ
𝐿= 2

Questa lunghezza può anche essere variata artificialmente inserendo in serie ai conduttori d'antenna un
induttore o un condensatore, su questo principio funzionano gli accordatori d'antenna.
Le antenne si suddividono hertziane e marconiane. Le antenne hertziane non sono altro che i di poli,
λ
caratterizzati da una lunghezza complessiva dei due bracci pari a 2 .

I dipoli hertziani presentano una resistenza di radiazione presentano una resistenza di radiazione di 73 Ohm, se
alimentati esattamente al centro. Il diagramma di radiazione ideale del dipolo hertziano è rappresentato in tale
figura.

La distribuzione della corrente e della tensione all’interno del dipolo hertziano è costituita da un massimo di
corrente al centro del dipolo e un minimo alle estremità. Viceversa, la tensione presenta un minimo al centro e
un massimo alle estremità del dipolo.

Le antenne marconiane, dette anche semi dipoli, hanno una lunghezza pari a λ/4 e, sono alimentate alla base,
presentano una resistenza di radiazione di 36,5 Ohm.
Questa antenna è omnidirezionale e presenta, il diagramma di radiazione visto in figura. La distribuzione della
corrente e della tensione all'interno dell’antenna marconiana e costituita da un massimo di corrente alla base
dell'antenna e un minimo all'estremità. Viceversa, la tensione presente un minimo alla base e un massimo alle
estremità dell’antenna.

L'antenna è un circuito risonante, in quanto tale ha un fattore di merito Q (Quality Factor), pertanto possiamo
definire la banda passante di un'antenna come segue:
𝑓𝑈
𝐵𝑝 = 𝑄

dove f0 è la frequenza di picco.

La relazione che esprime il guadagno di un'antenna è

𝑃𝑖𝑟𝑟
𝐺= 𝑃𝑖𝑠𝑜

Il guadagno di un'antenna è dato dal rapporto tra la potenza irradiata dall'antenna in esame rispetto al guadagno
del radiale isotropico.
Il radiale isotropico irradia uniformemente in tutte le direzioni da un'ideale antenna puntiforme; pertanto,
l'energia irradiata a una certa distanza d dal radiale isotropico è data da:

𝑃
𝑃𝑖𝑠𝑜 = 2
4π𝑑

2
Dove P è la potenza trasmessa dal radiatore e 4π𝑑 è l’area della sfera di raggio d.

I FILTRI

Un filtro è un circuito selettivo in frequenza che lascia passare i segnali in una certa banda e blocca, oppure
attenua, i segnali al di fuori di tale banda:

● Filtri Passivi: utilizzano esclusivamente componenti passivi (resistenze, condensatori e induttanze)


● Filtri Attivi: oltre ai componenti passivi sfruttano le proprietà degli amplificatori operazionali.

Nei sistemi elettronici vengono utilizzati sia filtri attivi che passivi.

Da un punto di vista circuitale un filtro è un doppio bipolo:


Data una tensione di ingresso (sinusoidale) Vi, l’ampiezza e la fase della tensione di uscita Vo dipendono dalla
frequenza ω.

A seconda dell’andamento del modulo e della fase i filtri possono essere caratterizzati in:

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