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IN-TENDERE.

L’UMANA SOPHIA DI LUIGI PIRANDELLO

INTRODUZIONE

Si può partire dall’Apologia di Socrate in cui viene descritta un’Anthrophine Sofia (sapienza umana) che ha
l’uomo per soggetto, l’uomo per oggetto e rende umano chi la persegue. Il segreto di questa è Intendere.

Si parte da l’antico testo dell’Apologia di Socrate per poi proseguire il viaggio con Pirandello per due motivi
importanti:

- Non ci si rivolge al mistero dell’umano senza un iniziatore


- Per proseguire con un maestro severo (Edda Ducci)

Tutto ciò per riflettere su ciò che rende l’uomo uomo, su ciò che c’è in lui di perfettibile e ciò che consente
al perfettibile di concretarsi.

1. CAPITOLO – L’UOMO PER LA PAIDEIA


1.1.Un uomo che aveva qualcosa da dire, uomo, agli altri uomini

Sono preziosi quei uomini che si dedicano alla filosofia dell’educazione la quale si preoccupa per l’uomo. È
necessario (per affrontare l’opera) prendere delle precauzioni:

 La prima precauzione da prendere=


 Tracciare il profilo di una persona è una grande responsabilità (che qui viene assunta). Nel
tentativo di farlo bisogna prestare attenzione a non ridurre l’altro nelle anguste dimensioni
del nostro sentire bisogna, da questo, salvaguardarsi.
 La seconda precauzione da prendere (di carattere metodologico) =
 Far parlare Pirandello il più possibile attraverso coloro che lo hanno avvicinato per poter
meglio comprendere come egli viveva la sua umanità e quella degli altri.

Possiamo giungere ad un’immagine nitida nella sua complessità nonostante la difficoltà di scorgere
un’interpretazione/lettura univoca della sua letteratura/carriera/operato.

OBIETTIVO apparecchiare uno specchio nel quale Pirandello (se potesse) può riconoscersi (come fece
Domenico Vittorini in The Drama of Luigi Pirandello – che Pirandello stesso apprezzò tantissimo).

Pirandello diffida dal sapere chi veramente sia egli stesso (come Socrate non sapeva chi fosse
effettivamente). La sgarbatezza di Pirandello è sincerità. È necessario ascoltarlo con attenzione, la stessa
che lui impiegava per ascoltare gli altri, per penetrare nel loro essere.

Pirandello dice di sé UOMO CHE HA VOLUTO DIRE AGLI ALTRI QUALCHE COSA  Proviamo a capire il
senso.

Pirandello dà delle linee guida per imparare ad ascoltarlo, a conoscerlo:

- NON PROCEDERE GIUDICANDO L’OPERA, MA NEL PENETRARNE IL MISTERO, AVERE L’ACCORTEZZA


DI AMARE FINO A GIUNGERE AL RIVIVERE.
- IL RIVIVERE E’ ALLO STESSO TEMPO IL PUNTO DI PARTENZA, IL MEZZO (METODO) E IL PUNTO DI
ARRIVO (LA META).  Solo nel soffrire tale sforzo ci si sente autorizzati al parlare.
- Fare appello alle proprie risorse per produrre in noi una mimesi con l’autore che possa consentire il
rivivere, il giungere ad attivare le fibre del nostro essere.
1.2.Bisogno spirituale

Nel costruire lo specchio di una persona bisogna:

- Partire da una esigenza/domanda (che costituisce la prospettiva/angolazione impiegata nel


guardare il soggetto che lo specchio riflette).

A Pirandello spetta la posizione frontale

- L’angolatura da cui si parte segna il tragitto (inevitabile).


- È da evitare  Vedere immagine di Pirandello prima che Pirandello stesso sia avvicinato allo
specchio. Per evitare questo bisogna partire da:
 Testimonianze dirette di Pirandello (ricavate da interviste e prefazioni alle opere)
 Battute dei personaggi riconducibili al pensiero dell’autore

In quale misura il fare pirandelliano può essere considerato una Anthrophine Sophia?

- Risposta Pirandello (iniziano a delinearsi i tratti del viso)


L’agire artistico di Pirandello costituisce un esempio bello, potente di anthrophine sophia.
In una intervista del 1933 Pirandello sostiene di non essere un filosofo. Cerca sempre e solo di
creare uno sfondo umano dei personaggi umani.
Questo può aprire ulteriori sentieri per ascoltarlo:

 La Prefazione ai Sei personaggi in cerca d’autore propone la complessità nel creare su uno
sfondo umano dei personaggi umani
Pirandello si sforza di individuare dinamismi della sua poiesi (momento creativo dello
spirito).
Se Pirandello si limitasse a descrivere casi umani non potremmo parlare di lui come filosofo
dell’educativo.

Nelle sue opere è presente un tormento spirituale che non si contenta di rimanere
particolare  ma tenta di muovere attraverso la ricerca fino a giungere al concepire per la
propria creazione un valore che sia universalmente umano.

Il fare dell’autore è anche di carattere spirituale oltre che razionale. La ricerca di un dialogo
avviene sul piano in cui l’autore opera nel suo SENTIRSI VIVERE.
1.3.Soffrire l’uomo

Riprendiamo un sintagma nel fraseggio di Nietzsche adatto per descrivere un tratto importante del sentire
di Pirandello: SOFFRIRE L’UOMO.

SENTIRE= avvicinarci al sentire pneumatologico dell’altro attraverso il nostro. Ma si rischia di incorrere in:

- Una riduzione
- Un vano gonfiare di aggettivi che evocano solo l’incapacità per il nostro sentire di raggiungere
l’intensità di quello che si vorrebbe descrivere.  Il solo descrivere appare improprio per cogliere
un SENTIRE.

E’ NECESSARIO PROCEDERE RICERCANDO IL RIVIVERE PER TENTAR DI INTENDERE

Movimento che appare appropriato:

- AMBIENTARSI= rendersi adatti ad abitare il luogo  luogo dello spirito e con questo va abitato. In
tal luogo sorge nel sentire in sé veramente vivo il bisogno di spiegarsi nelle sue molteplici facce la
vita in generale e la propria in particolare.

Importante ricercare nella verità per trovare un senso al tanto soffrire che deve sopportare ogni umanità.

Tale ricerca (nella verità) della verità sulla condizione umana, sulla propria in primo luogo, che abilita al
sentire il teatro di Pirandello, coincide con il vivere in sé il travaglio e tormento che l’autore ha vissuto al
momento della creazione.

Soffrire in sé la propria umanità e quella degli altri come la propria e aver tanto cuore per poterlo fare senza
restarne soffocati.

PRIMO TRATTO DELL’ANTHROPHINE SOPHIA che delinea il volto di Pirandello.

Da tale sensibilità nascono tutti questi valori.

Se dal SOFFRIRE L’UOMO deriva una concezione del mondo, questa è frutto dell’applicazione
dell’intelletto a quel primigenio sentire.

VITA= CREAZIONE CONTINUA

ARTE= SUA PURA MANIFESTAZIONE (animata dalla fede nelle possibilità infinite della volontà umana)

Dal SENTIRE Pirandello ci conduce verso un’edificazione (continuo trasformarsi della sua esistenza
ragione – dell’uomo – del suo attaccamento all’esistenza stessa).

DRAMMATICITA’= Pirandello vuole costruire qualcosa che sia per l’uomo. Pirandello sostiene di guardare
gli uomini negli occhi andando oltre lo schermo delle convenzioni dietro cui ciascuno vuol sentirsi sicuro
della sua diversità.  Questo è il punto fermo che illumina la drammaticità stessa dell’uomo. Non è una
verità filosofica astratta, bensì il frutto di un sofferto riflettere sul concreto del vivere.

Pirandello non vuole che il suo operato possa esser considerato ideologico, bensì solo creativo e in quanto
tale sofferto. Egli rappresenta contrasti fra gli uomini su questioni e cose che sarebbero unanimamente
accolte e risolte se ciascuno le vedesse nel medesimo modo in cui l’altro le vede.

VERITA’= qualcosa da fare e da vivere intensamente coinvolgendo il proprio essere in un movimento di


sforzo e conquista continua.
1.4.Mimesi

SOFFRIRE L’UOMO= Arché (principio/sostanza originaria delle cose) della sua sophia umana. Contiene
spinta edificante.  Capacità descritta da molti osservatori che hanno avvicinato P.:

- ALBERTO MAGNI= la verità dell’umanità che irradia i volti.


- MIGLIORE BENEDETTO= conversazione di P. è così intima che l’interlocutore è tratto a considerare
quanto essa possa formare oggetto di curiosità per il pubblico o se debba rimanere custodia tra i
ricordi individuali.
- RICCI ROMEO= la semplicità è la chiave di volta di P. che non si serve di lustrini o altro. L’ansia della
verità pervade i suoi scritti.
- FRACCHIA UMBERTO= arte cerebrale (volontaria e meccanica).

Che sia vera vita quella di un personaggio (che rivive in Pirandello) lo dimostrano gli attori dandogli vita che
viene riconosciuta come tale dal pubblico.

VOLERSI COME ESSO SI VUOLE (volontà e necessità agiscono in sinergia).

È la potenziale vita del personaggio che attraverso gli attori e P. diventa vera vita.

MIMESI DEL PERSONAGGIO= attivazione vitale di tutte le fibre del proprio essere che si conformano
secondando gli elementi vitali del personaggio in un movimento sincero e disinteressato. È un processo
interiore i cui movimenti esteriori sono il frutto del reale movimento interiore.  Ricerca di trasparenza
nell’essere (impattare con il mistero del vivere). Incontro tra: vita spirituale e originalità razionale.
ATTORE= PERSONAGGIO  realtà connaturali, ciascuna con potere creativo sull’altra.
GERME VITALE= un artista vivendo accoglie in sé tanti germi della vita. Si inserisce nella fantasia per
divenire anch’esso una creatura viva in un piano di vita superiore alla volubile esistenza quotidiana.
ARTE= non può essere paragonata a nulla. È meglio della vita stessa. è vita liberata e indipendente.

La natura si serve da strumento della fantasia umana per proseguire la sua opera di creazione.

P. con BELLONCI= non è un ideologo, porta in scena conflitti di passioni. A P. importa l’umanità dei
personaggi. Gli uomini necessitano di costruirsi una propria vita, darsi dei limiti. Quando tale costruzione
pesa su un punto vivo della loro umanità, quando i limiti diventano costrizione, nasce il dramma.  Conflitti
di coscienza e moti di passione= che sono stati, sono e saranno suoi (dell’uomo del pubblico).

NASCITA DEL PERSONAGGIO= necessaria nello spirito dell’autore e perfettamente secondo natura,
garantisce possibilità per l’uomo di abitarlo spiritualmente. Il personaggio è per l’uomo un ambiente vitale
per la vita dello spirito, poiché espressione della vita stessa. Le modalità per abitare tale ambiente è la
MIMESI – ovvero rendere attuale la connaturalità vitale che segna l’uomo e il personaggio/ è il dare vita
spirituale allo spirituale per l’uomo/ connaturalità= fondamento mimesi. MIMESI significa condividere la
stessa natura. È un’attività spirituale dell’uomo che opera con materia spirituale umana. Far vivere un
personaggio quale esso si vuole (specialità di P.).

ORIO VERGANI= parla di specchio= PIRANDELLO è lo specchio dell’attore e del pubblico per questo si
parla di RISONANZA INTERIORE CHE HA L’OPERA.

PUBBLICO= unico critico. Ognuno può riconoscere un poco di sé stesso in ciò che P. dice in scena. Non
bisogna volgersi all’accademia, bensì agli uomini.

ARTE UMANA= va vissuta umanamente ed in quanto tale restituisce all’uomo la sua umanità.
Riconoscimento della realtà del personaggio come intenzionalità individuale. L’arte di P. è due volte umana.

TEATRO= comunione spirituale. Le realtà vitali richiedono una pienezza di attualità e non sopportano
nessuna forma di virtualità.
1.5. Iniziazione

1.6. Approdo al teatro

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