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Alessandro Magno conquistò la Persia, morì nel 323 e il suo vasto impero viene

diviso tra i (successori di Alessandro Magno), i suoi φιλοι. Essi erano


affamati di potere, quindi iniziarono a farsi guerra tra di loro per vedere chi
dovesse andare al potere, così fecero guerra con gli (coloro che vennero
dopo). Alessandro Magno non aveva lasciato alcun testamento: la venne
lasciata a poi a per un breve tempo, poi ad
, infine a (primo re della ), cui
andarono la e progressivamente i restanti fino al Tauro.
Il padre di Seleuco, , non fu né , né ma, nonostante ciò, Seleuco
gli dedicò una città: sull’ , fondata nel 301 a.C. Oltre a questa fondò
altre città come: , e . In totale fondò circa
59 città ma la più importante è . Fu la capitale della , importantissima
anche dal punto di vista cristiano perché i cristiani vengono come chiamati come
tali per la prima volta proprio qui. Fu anche luogo dell’episcopato di Giovanni
Crisostomo. I ricchi parlavano il le persone più povere invece parlavano il
, che non era altro che il dialetto dell’ . Ad ci fu anche una
biblioteca importantissima fondata successivamente da (figlio di
detto ). Questo fu importante perché riuscì ad avere il
controllo non solo sulla , ma anche sull’ e le .A
sud della c’era un territorio veramente molto conteso che portò a varie guerre
nel corso degli anni: , la quale era contesa perché ai tempi della
non si era ancora capito se facesse parte della o dell’ .
Il fu caratterizzato dalla mescolanza di popoli. Dal punto di vista
amministrativo segue alcune , ma si grecizza: lo testimoniano
dei testi come ad esempio: il che afferma che nella
venivano utilizzate le tradizioni che facevano parte del .
Dal punto di vista delle facevano riferimento per di più alla
dei , in particolare con la . Dal punto di vista
economico, invece, un impulso molto importante lo diede il commercio, ad esempio
la .
Con detto anche Il Grande cambiarono le carte in gioco: si sente un vero
e proprio imitatore di Alessandro Magno. Egli regnò tra il 223 e il 187 e riuscì ad
ampliare il , risulterà essere prima vittorioso nei confronti dei
e successivamente riceverà una nella di (22
Giugno 217 a.C., nota anche come “ ”, in cui
sconfisse , assicurandosi per breve tempo il
) e sconfitto del tutto dai Romani. pur uscendone da
perdente, e pur perdendo la maggior parte delle terre, riesce però a reggere
il .
Il territorio di , in realtà, spettava a , successore di Alessandro
Magno, ma ‘ passò nelle mani di . Dato che scorreva buon
sangue tra e , decise di chiudere un occhio e di lasciare
a il territorio di . Si trattò di un errore importantissimo che portò
successivamente allo scoppio di ben , dal 276 al 168 a.C.:
− la durò dal 276 al 271 a.C., combattuta da (figlio di
)e e non portò ad alcun risultato di rilievo. La politica
tolemaica già nella prima guerra siriaca smise di ascriversi a un disegno di
coalizione con la Macedonia. Lo scontro con la Siria fu uno

− la durò dal 260 al 253 e si concluse con la vittoria di che


spostò più a la . Due paci separate con la e
con la (255 e 253, rispettivamente) posero al conflitto, a cui fece
seguito addirittura un’ tra ed suggellata dal matrimonio
tra e , figlia di , che comportava il ripudio della
precedente consorte, . Sembrava la delle alterne fra i tre
grandi regni ellenistici, ma proprio dal matrimonio tra e
doveva nascere il nuovo conflitto. aveva scelto la via di un
, poi rivelatosi infelice, nel nominare suo successore il figlio di
, , mentre intendeva le nozze con Berenice come ragione
d’intesa con i

− la durò dal 246 al 241, anche definita , combattuta tra


(figlio di )e . consolidò il suo potere
anche se riuscì ad ottenere alcune . E sempre intorno al
primo decennio della si verificò la , da
parte dei , del controllo della , dell’ e della ,
cioè delle regioni a sud–est ed est del Mar Caspio, tappe avanzate
dell’ in , all’interno di quel confine “ ”e
difficilmente difendibile che fu per Alessandro Magno l’ .

− la durò dal 219 al 217, combattuta tra il Grande e


(guerra testimoniata anche da Polibio). Inizialmente ebbe Antioco la
meglio su Tolomeo, ma poi iniziò a riportare : nella del 217,
nella di , anche definita “battaglia degli ” in riferimento
agli utilizzati dai e quelli usati dai .
Alla fine, vinse , considerato da Polibio un abile politico, mentre
, malgrado questa sconfitta, riuscì comunque a riprendersi il
territorio di

− la durò dal 202 al 195 a.C., combattuta di nuovo da e


. Nel 200 ottenne un’importante vittoria nella di
presso il fiume Giordano, grazie alla quale ottenne i possedimenti
dei in . Proprio a questo proposito nasceranno i conflitti
tra e . morì poi nel 187
− la e ultima durò dal 170 al a.C., combattuta tra e
. si era già scontrato con i Maccabei e, secondo
l’ , morì divorato e corroso da alcuni vermi all’interno del
proprio corpo. Il movente del conflitto concerneva come sempre il dominio
del territorio della . invase l’ e ottenne importanti
vittorie, spodestando quasi e prendendo nel 169 a.C. la corona a
. A questo punto giunsero i guidati da mentre
stava per invadere . prense un bastone di
legno e decise di disegnare sulla sabbia attorno ad un , che
dal quale non poteva senza aver preso una decisione: sestare o meno
dalla parte dei . giunse a conclusione che sarebbe stato
deleterio mettersi i così decise di interrompere l’assedio.

La storia delle guerre siriache è rivelatrice delle difficoltà in cui si dibattono i


recenti regni ellenistici. È tuttavia importante ricordare che tra la e la
c’è un’altra guerra, già menzionata precedentemente, ossia quella tra
e . Questa nacque dal risultato della ,
si espande oltre lo ei ciò non accettarono ciò, in
quanto unico . Questa sarebbe stata anche definita
perché fino al 192 ci sono stati ma senza armi. venne
prima alle da , poi a nel 189 da
. Nel 188 si verificò la , che determinò la
delle a nord della catena montuosa del . dovette
inoltre impegnarsi a pagare 15.000 talenti in conto–riparazioni, cessione della flotta
da guerra, riconsegnare gli , (morte per
avvelenamento: 183 a.C.) e riaprire i mercati del regno di a e alleati.
Nell’Asia minore di qua dal Tauro si ingrandirono i possedimenti di ;
acquisì la e la ; le che non erano state di o di
conservarono la loro . Quindi decise di le
conquiste tra (quelle più a sud) e dare le altre agli (quelle più a nord).
decise di regalare il regno ai nel 133 a.C.
si iniziò ad interessare dell’ , nella:
i. con , cugino di Alessandro Magno, , venne
dai nella di definita poi
(in particolare la prima) dal 229 al 228, combattuta la
regina del Regno illirico , la quale controllava anche la (ai
inizialmente la non interessava perché non portava alcun
guadagno dal punto di vista di ). Essi intervennero con due
: uno morì molto probabilmente avvelenato ma ciò non fu
possibile e di conseguenza venne dai .

III–II sec. a.C.

(come Roma si scontra con Antioco III)

− (IV–III sec. a.C.): e contro , re dei Molossi (primo


scontro con un re ellenistico, non per conquistare la terra. A cavallo tra 280–
275 a.C., si scontrò con un esercito di elefanti (arma prescelta dei
diadochi) e mai con )
conquista e ( con i Galli fino al II sec. a.C.).

− (ultimi decenni del III sec. a.C.): contro la regina


Teuta. Roma si interessò ai Balcani per il passo verso la Macedonia, la Grecia
e i regni ellenistici. Tale ha inizio nel 229–8 a.C. con la
guerra illirica, ma solo contro Pirro Roma porta a compimento il proprio
in (guerra provocata da Taranto
contro i Romani).

− (prima guerra punica (261–41 a.C.) combattuta prima dello


scontro con gli Illiri.

I. Fino all’‘800, i Romani erano visti come forza positiva dagli storici, forza
civilizzatrice. I teorici Mansen e De Sanctis sostenevano la teoria
dell’ , per cui i Romani sarebbero stati coinvolti in
guerre alle quali non avrebbero voluto neppure partecipare e al culmine della
quali ottennero la (es. con la donazione di Attalo III, i Romani non
avevano idea di cosa fare di tali regni).

Nel ‘900 i Romani non erano più visti coinvolti in , ma


l’ si sarebbe verificato per profitto materiale, politico e
religioso: i Romani furono chiamati a giustificare la propria forza. Autori
come (guerra fredda) ed hanno sostenuto che l’
risiedeva nella volontà di e del ,
il quale si alimentava da solo, sentendosi anche per
legittimati ad espandersi. Non a caso ogni anno si metteva in atto una
diversa campagna militare, si spedivano circa due eserciti consolari sino alla
, quando i Romani, stremati, non inviarono più .
era dunque quello di anche
: per cui i dovevano dare
responso se la guerra da combattere sarebbe stata giusta ( )o
; si usava lanciare la lancia nel territorio sacro e il risultato doveva
necessariamente essere favorevole e solo in quel caso la guerra sarebbe stata
giusta.
− : diritto dei attestato anche nelle fonti. Termini
ripetuti poiché i nemici di consuetudine facevano richieste abnormi di
restituzione maggiore rispetto alle proprie possibilità per accettare la
guerra in caso di rifiuto ( / : trattato/accordo con i
nemici, equo tanto per i nemici, quanto per i Romani, ma proprio i
vantaggi del dei Romani finivano per farli prevalere sui
nemici.

II. Oggi, invece, autori come Gabba individuano nell’


meccanismi di , nonché una ,
tradotta dalla volontà di ingraziarsi le divinità, data la necessità di spedire
ogni anno eserciti. ha affermato che la situazione di III–II sec. a.C.
nel Mediterraneo era in prevalenza quella di , poiché più potenze
concorrevano al potere e costituivano un impero grazie alle
. In realtà dopo la , i Romani furono
inarrestabili poiché i Cartaginesi rappresentarono un valido nemico da
fronteggiare e annientare nel Mediterraneo.

era egemone nel VI sec. a.C. tra le città fondate dai Fenici nel
Mediterraneo, molto forte nella e nella . Conflitti
tra e / , stesso giorno della battaglia di Salamina anche con
quelli di Imera. Tra e , lo storico Polibio (II sec. a.C.) racconta il
– siglato nel 509 a.C. (anno anche della nascita della
Repubblica e della costruzione del tempio di Giove Ottimo Massimo). Si tratta di
un trattato in traduzione greca, tradotto poi in latino moderno da un anziano di
Roma che sapeva leggere il latino arcaico.

318 a.C.: stipula del – che conferma i dati del


primo trattato

306 a.C.: stipula del , dal momento che Roma e Cartagine si


incontravano spesso sulle coste

278 a.C.: e contro , uno dei migliori generali dopo


Alessandro Magno.

Nel 282 a.C. tuttavia una città greca che sorgeva sulle rive calabresi del Golfo, ,
minacciata dai Lucani, richiese l’aiuto di Roma. I romani con gesto di sfida
inviarono una flotta davanti alle acque di Taranto. Nel 281 a.C. i avevano
affondato una nave romana e chiamarono contro i . Si tratta
dell’ in cui sono in perché entrambi devono
da , come anche nella , dove, i (mercenari
campani) chiamarono i contro i . Si verificò così lo scoppio di
una : in i Romani avrebbero costruito una per
fronteggiare . Essi misero a punto in poco tempo ciò che invece i
Cartaginesi avevano fatto in più tempo (di ciò non vi è alcuna ,
poiché si potrebbe supporre una in quel
momento o che i in realtà fossero già in ).

Lo scontro con i e la di si registrano dopo la


, nel 264 a.C. Pirro fu poi sconfitto anche a , recandosi poi
in , dove morì nel 272 a.C.

I iniziarono misero così in atto la loro politica d’ fuori ,


che durò dal 265 al 146 a.C.

263 a.C.: i conquistarono le città della , poi si diressero verso


.

249 a.C.: a dei ad opera dei .

241 a.C.: dei presso le : allestimento di una flotta di 200


quinquiremi che sconfisse la flotta cartaginese, a seguito della quale fu
costretta a chiedere la : il prevedeva che l’intera e le tra la
e l’ dovessero essere e il .
La divenne la che i Cartaginesi dovettero
abbandonare. Essi si spostarono poi in nel corso dei decenni successivi,
mentre i Romani fecero guerra ogni anno, ad eccezione del periodo compreso tra il
241–239 a.C.

238 a.C.: sostenne i contro i in una


aizzata contro la madrepatria e nella ,
divenuta poi di (come testimonia Polibio nel primo libro delle
Storie).

Dal 225 al 222 a.C. i Romani furono impegnati nella , a scapito


dei quali conquistarono parte della , ripetuta dopo la poiché
molti vennero in dai , dal
momento che portò alla . La conquista della
è seguita dalla fondazione di in
(es. Felsina/Bologna, città gallo–etrusca, Modena e Parma, cui seguì la costruzione
della via Emilia e i Fora (luoghi di tribunali, etc.).
Secondo alcune fonti questo esercito portò Roma in decadenza perché aveva
conosciuto l’ dei – :i dell’
non erano altro che vittime del forte pregiudizio di essere pigri e lussuriosi. Nell’88
a.C. essi avevano fatto strage di in e ciò fu visto in maniera
ancor più negativa. Essi fondarono città in Toscana come Lucca (territorio dei
Liguri insieme al Piemonte), colonie come Tortona, Furea, a nord–est dell’Italia,
Aquilea, città con la quale vennero stipulati per l’
con le .

216–201 a.C. ( di molte parti d’Italia da Roma verso )

i dalla , essi avevano occupato buona parte della


soprattutto grazie ad .

226–225 a.C.: firma del dell’ tra e per definire


l’ sulla .

220 a.C.: i attaccarono il loro territorio sotto la tutela romana. Così a


i Romani chiesero la e dichiararono .A
questo punto si susseguirono numerose per ; Quinto Fabio Massimo,
il “temporeggiatore”, era sempre stato visto in ottica positiva, avendo lo
che portò alla , poiché fino al 212 a.C. i vennero
ripetutamente . , infatti, nel 216 a.C. venne con
l’esercito romano nella . Nel frattempo, proseguiva la
(214–205 a.C.), che non portò ad alcuna né per i , né per
i allora guidati da .

212 a.C.: dei contro i


I assediarono , dove aveva trovato , dal
torpore, dall’ .

211 a.C.: impresa di , sconfitto nel 207 a.C.


Nello stesso anno è registrata la dell’ in e
l’ della in , conclusasi nel 202 a.C. con la , in
cui sconfisse ;i sobillarono , ,
contro i , i quali non sarebbero potuti intervenire senza chiedere il
permesso a Roma, secondo quanto emerge dalle testimonianze storico–letterarie di
Livio e Polibio.

II sec. a.C.: degli e dei

I sec. a.C.: di , da

Augusto rese l’ e Traiano fu il primo imperatore di quella


zona.

180–178 a.C.: e furono

133 a.C.: della roccaforte di , raccontata da Polibio, sebbene


numerose furono le fino ad Augusto.

(149–146 a.C.)

I non avevano modo di reagire a perché non avevano avuto


il dei . Essi non potevano spingersi . Proprio
nel 149 a.C. morì , convinto a voler . Solo
alla fine si ai :i videro questa reazione come
una , per questo essi inviarono ben presto circa
a e, non accettando la , decisero di definitivamente
.

(contro i Macedoni) – (contro


un usurpatore)
fine III – metà II sec. a.C.

(214–205 a.C.: nessun grande risultato)

(200–197 a.C.)
I erano decisi a fare la e non a dichiarare ma , re di
,e li chiamarono contro la . Probabilmente i mercanti
erano a con i per avere più .

Nel 198 a.C. gli scesero in contro e conseguirono la a


contro quest’ultimo. Si trattò della prima grande vittoria romana su
suolo ellenico, cui seguì la del 196 a.C., a seguito della quale i
furono costretti a la (loro dominio dalla , vinta
da nel 338 a.C.), dichiarando l’ della fino al 146 a.C.

(195–192 a.C.)

I non vennero accettati dai , dopo le conquiste della


e della di e del (zona d’ingresso in
) sino alla del 188 a.C.

La provincia di è una questione amministrativa e si differenzia dalla


( ), ossia di coloro che parlano l’ . Gli stretti del
furono da sempre contesi. si era appropriato di molte zone che il suo
antenato aveva preso successivamente alla morte di Alessandro Magno.
detto il Grande aveva compiuto una risalita dall’ all’ per
riappropriarsi del regno che gli spettava di diritto ma morì proprio contro i
del tempo dell’ . Al di là della visione dataci
dall’ i , riprese l’impero dei in mano,
sebbene non esistessero dei veri e propri ma più diritti di lancia o spada
come testimoniano anche le iscrizioni. Il simbolo dei era l’ , a forma
della quale avevano una voglia sulla pelle come per le
riportate. Altro simbolo di età ellenistica era la , stando a quanto afferma
Biagio Virgilio, il e la . La tra e gli
si creò per via di atteggiamenti presi dai quando si recò dai
e venne dagli stessi, diverso fu l’atteggiamento invece che i
riservarono al fratello . Il 168 a.C. è un anno di svolta per i :
unica situazione di tra e gli , che perdurò sino al 133 a.C.,
quando il regno di viene concesso ai , regno che giovò a
per l’attuazione della sua .I così la ,
dopo la morte dell’usurpatore , ossia . non aveva
attaccato gli a suo tempo, anzi l’opera di di quest’ultimo fu molto
rispettosa verso i , non essendosi scontrato con . cerca di
lo scontro anche con , con cui divideva la sfera d’influenza nella parte
di mare a sud–ovest dell’Asia Minore. invece non riconobbe mai le
di ma piuttosto le intenzioni propagandistiche fatto alle del 196
a.C. per (grazie a ) dalla
. si lasciò trascinare in tra gli nel 192 e nel 191 aprì la
, in cui i si schierarono con i Greci. In Grecia gli avevano
continuato tenacemente quella che avevano voluto e provocato. Dopo alcuni
successi, il popolo degli dovette cedere al nuovo attacco portatogli da
; alla dell’epirotica , roccaforte etolica, seguì,
nell’inverno del 188, la stipulazione di una pace, che imponeva agli l’
di assistere i in caso di guerra. Al 191 a.C. risalì la ,
combattuta da una parte dai , dall’altra da .
poi al a . La città di dovette pagare una forte
somma ai (fissa era infatti l’ ). Nell’ambito dei regni
ellenistici d’Oriente i preferirono seguire e, ove possibile assecondare,
accelerare e mettere a frutto , dovuti a
,a ,a o a incapacità di resistere alla
pressione di popoli d’Oriente in fase di deciso risveglio ed espansione. In
Macedonia, nel 151 e poi di nuovo nel 149 a.C., un uomo proveniente dall’Asia
minore, un certo , pretendendo d’essere , il figlio di
(defunto, quest’ultimo, già da diversi anni), s’incoronò re a , conseguendo poi
un rilevante successo sul pretore romano P. Iuvenzio, che perì in battaglia. Lo
– poteva contare sul rancore sempre vivissimo nei contro i
, nonché su accordi con , in i dal 149. Nel
168 sconfisse nuovamente la ,
figlio di ,a . arrivò fino a e si fece incoronare
faraone nel regno d’ e una volta arrivato fino ad nel 168, quando
stava assediando la città in funzione antitolemaica (allo scopo di
sconfiggere ) sebbene avrebbe fermato
quest’ultimo ponendolo di fronte ad un bivio: se schierarsi dalla parte dei o
. La regione della si distinse anche per il diffuso fenomeno della
, cui pose fine.

COMMENTO ALLE DI , E

Il re di cui si parla nell’antefatto (Liv. 31, 14) non è Antioco III ma , colui
che stipulò il . Nella contesa fra e , quest’ultimo approfittò
della di per ottenere la sua , sebbene il suo obiettivo
fosse principalmente quello di ottenere l’area della . nel
168 a.C. provò ad ottenere l’ . restò alla corte di , fuggì poi in
e lì venne per conto di (a
dimostrazione della sua piccolezza d’animo), mentre , nemico cortese dalla
grandezza d’animo, venne invece , a seguito del
famigerato . Nel 183 a.C. verrà così messo
.

Nel 198 a.C. gli (App., Maced. 1) iniziarono ad aiutare i . Durante la


, si schierarono dalla parte dei contro , mentre
durante la , inizialmente si dimostrarono ambigui e alla fine si schierarono
con i (accenno al tra e gli ) e durante la si
schierarono contro e anche nella sono gli a portare
in guerra contro . Quando i nel 168 a.C. compiono
un’ dell’ di questa ciò era dettato dall’ verso
gli dimostratisi poco coerenti e inaffidabili e anche nei conflitti con la
avevano avuto atteggiamenti molto mutevoli come della .
non avrebbe potuto continuare il tragitto per Roma perché continuamente
infastidito da , il quale aveva invaso il quando venne
privato della protezione della marina e dell’esercito.

La fine della permette la della , la


quale ebbe inizio l’anno seguente (200 a.C.). La facilitò le
contro i : quando venne a nel
297 a.C., ciò giovò ai contro .

La non modificava lo status di alcune . Le


o d’ continuavano ad avere durante i
. La città di era : essa non visse grandi in
quel periodo ma solo dibattiti interni come quello sulla con la città di
nel corso del II sec. Essi tennero in vita queste città: si trattava di dibattiti tra
personaggi che svolgevano ruoli di tra potenze, guidando i rapporti
tra varie città o regni ellenistici. La città di doveva contrattare
continuamente per la propria . L’ venne ottenuta grazie
alle di personaggi dell’ente con i (es. Eremias). Anche i
godevano dei per manifestare bontà e generosità. Durante
il II sec. a.C. fu un importante interlocutore con di ,
rappresentante presso Pergamo. mostrano il sussistente
tra il re di Siria ed . Si rammenta anzitutto quella edita da
Bregman. Tali iscrizioni documentano generalmente il dialogo al ritorno del
viaggio tra e . era più nelle grazie dei Romani che di
: egli rappresentava una sorta di adulatore dei Romani.
chiese grano, legno e l’esenzione dei prodotti esportati da al .
Le erano a conoscenza del fatto che gli erano molto generosi in
termini di e dunque ad un sarebbe convenuto non chiedere
un’ . Tali città avevano da gestire i complessi con le
, mentre si profilava anche . Talvolta, in queste epigrafi, la
pare iniziare ad avvertirsi. Un’altra epigrafe ritrovata fa riferimento al
decreto sulla festa di in merito alla per
l’anniversario della sua nascita, a prova del fatto che sussisteva un’ molto
, a testimonianza a sua volta dell’esistenza di una banca che acquisiva
talenti e li usava a scopi commerciali con garanti a validare tali procedure. Si
trattava di adibite a tale , che non potevano essere usate per
. L’elaborazione di questa epigrafe risalirebbe agli anni
antecedenti alla di , altri invece sostengono a contesti di persone
vive.

Essa risale a prima del 159 a.C. poiché poi


morì Eumene II, la cui morte costituì un
terminus ante quem. Al suo interno si fa
riferimento anche all’ambasceria presso
. Questa iscrizione è stata
studiata e commentata da Hermann negli
anni ‘60 e ritrovata in un pozzo, dunque in un
contesto domestico. Essa riporta l’episodio
dell’
avvenuto probabilmente intorno al 166 a.C.,
occasione in cui Eumene II faceva ritorno
dall’ambasceria presso i Romani per
incontrare a Eremias. Il re aveva donato
circa 160.000 medimni di grano e di legno:
importante testimonianza del
di , mentre
aveva chiesto un .

Essa comprende la lista di riservati a


Eremias.

Essa riporta gli alla prima


iscrizione: essa sarebbe collocata a e
conterrebbe la , a prova
della sua stessa generosità nella lotta contro i
barbari.
Egli per questo veniva ringraziato con
( e ,
testimoniando anche il
tra e : la città aveva fondato
, patria della madre dello stesso
Eumene) e con l’elezione di una , la cui
costruzione fu opera dallo stesso re.

Essa contiene il ,
compilato per il compleanno di :
occasione per cui il consiglio aveva deciso di
distribuire cereali e compiere un sacrificio, un
banchetto e organizzare una
degli secondo il
. Erano stati scelti uomini per la
distribuzione di cereali ,
ma tale aveva richiesto
senz’altro delle . I responsabili della
banca pubblica detenevano circa 30 talenti,
ottenuti dai prestiti commerciali per la
. Bisogna anche
considerare il possedimento di somme a
favore del mantenimento della memoria
pubblica del re Eumene II e come segno di
gratitudine verso Attalo III, figlio di Eumene.
Tale complessa procedura finanziaria fu
studiata dall'economista Migiotte. La
datazione dell'iscrizione resta tuttavia
discussa perché alcuni pensavano che
Eumene fosse morto mentre altri no. La
cronologia del decreto risale ad un momento
avanzato della costruzione del ginnasio.

Essa, conservata nel , risale


al periodo successivo al 196 a.C. (unica
datazione possibile) e, mentre tutte le altre
iscrizioni sono datate agli anni ‘60, essa
farebbe riferimento al suo interno all’anno
196 a.C., sebbene gli elementi interni risultino
molto vaghi e poco attendibili (è molto
probabile, infatti, che ammonti agli anni
successivi, ossia agli anni ‘60, alla stregua
delle altre iscrizioni). Il ,
località nei pressi di Mileto, aveva dedicato
ad un , al cui interno egli
sarebbe celebrato come concittadino.
È probabile che tale trattato sia datato al
alla del 196,
ossia l’unione di due città. Il testo si apre con
relative ad una ,
secondo le .
viene indicato come , ossia come
segretario che avrebbe dovuto occuparsi
dell’ . Gli
sono decretati
dalla città di , e non ,
che conservò la propria indipendenza anche
dopo la pace di Apamea, dunque, non
. Tale iscrizione dà
prova del
dell’iscrizione, compreso l’aiuto al re per la
costruzione di un edificio alla fine del quale
compaiono i nomi di due ambasciatori, tra cui
. Dati i buoni rapporti con ,
venne inviato come
, perché in grado di ottenere
maggiori . Con e
negli anni ’60 del II sec.
poté mantenere con entrambi perché
sussisteva una sorta di ,
testimoniata dalla presenza di
in (degli ) in
( ). La va inteso
come , attestata da Polibio
e concessi a per finanziare insegnanti e
permettere di l’ con
. Il grano era necessario
per la costruzione del ginnasio a Mileto. La
donazione di rappresenta
un’ per i mercanti di
Mileto, che si erano recati in Siria, per mezzo
di una “ ”( ), in modo da
fare affari con più facilità. Essa si connette al
tema sull’ (“ ”), ossia
la testimoniata dagli stessi
epigrafisti come Louis Robert e Veyne. Anche
a c’erano , che
infatti venivano sempre come
. Il
corpus di iscrizioni sollevò un problema
sull’ : in il
era mentre in poteva
essere un che desiderava
ottenere per la propria . Il
poteva essere tanto l’ ,
tanto colui che prendeva l’iniziativa come
Eremias che aveva avuto l’idea di costruire
un ginnasio e farlo finanziare da Eumene II.
In il non era altro che
un che otteneva dei per
la sua città, anche in , l’
ottenne sia da sia da
. Nel il
donava a particolari settori: i
divennero dell’
con l’avvento del e le donazioni
non vennero elargite più a tutte le città,
mentre in si donava anche se
non c’era veramente il bisogno. Soltanto dopo
l’ divenne ad esempio la figura del
o di un
(es. per ragioni di fede) o l’intera
comunità di appartenenza al genere umano.
Tutte queste idee erano legate al cristianesimo
e si collegavano anche alla di
, sebbene ciò creasse
problemi a livello sociale: gli schiavi liberati
finivano infatti per le strade a chiedere
l’elemosina. Dunque, l’ passò da
a .
L’esenzione dalle tasse per Mileto portò
vantaggio anche allo stesso donatore: i
entrarono nel regno
seleucide e ampliarono il ,
arrecando ricchezza, mentre divenne
una grazie al
contributo dell’ da parte dei ,
nuovo degli nel
166 a.C. La attesta che i ,a
degli , non erano grandi
, come conferma la stessa .
In realtà non ci fu una vera e propria
(concetto studiato da
numerosi epigrafisti e storici economici), dal
momento che l’unica eccezione
all’atteggiamento dei è data da
, il primo ad aver condotto
verso varie
. , in qualità di ,
venne inviato presso i , per i quali
nutriva una certa simpatia rispetto ai
(probabilmente per gli scontri con i
Tolomei), per cui nutriva .

Polibio è una delle assieme ad che lo lesse per le cose di


Siria, sebbene non si riconosca con certezza la dipendenza da Polibio, dal momento
che alcuni libri sulla Siria sono andati perduti. Egli nacque nel 200 a.C. e morì nel
118 a.C.: la sua cronologia deriva dalla lettura di varie opere. Svolse un
presso i all’inizio del II secolo e, in qualità di
, fu uno dei a ; seguì poi negli assedi di
e fu un / tra e . Egli intervenne per
migliorare le situazioni della città, infatti furono proprio le fonti epigrafiche a
definirlo benefattore. Iniziò la stesura delle dopo il 167 a.C., le quali narrano
gli della o nei libri da 6 a 15 e da 19
a 39. Non resta nulla del libro 40 ( dell’ ), di cui sono
soltanto più lunghi negli e altri frammenti più
brevi nei . Polibio è uno , che narra le di : la sua
opera si sviluppò attorno al modo in cui Roma in 53 anni divenne
per motivi di grande successo. Egli non aveva assistito
all’ della (64/63 a.C.) e neppure dell’ (31/30 a.C.) ma intuì il
culmine delle vicende in questione, mediante l’esposizione di una situazione
precaria. Polibio aveva assistito alle , narrate nei ,
per cui la divenne e si assisteva all’ della
, di cui fu vittima: nel 165 a.C. egli fu infatti della , ormai
nel 146 a.C. di e della provincia d’ .
La testimonianza di Polibio è utile riguardo la , un testo originale
non migliorato. Lo storico apparve ben informato sui in dalle
e dalle : non si trattava di ma
piuttosto di (grazie a Polibio è stato infatti possibile
recuperare il in , redatto nel 599
a.C. e fatto tradurre da un ). Polibio può essere definito uno
/ :

nel libro 34 delle sue egli si interessò prevalentemente a

− nel libro 2 a questioni sulla (altri esempi sono forniti da


, dallo spiccato gusto geografico, e da , storico e geografo:
entrambi avevano continuato l’opera rimasta incompiuta di Polibio)
− Polibio fornì alcune considerazioni sulla e nel libro 6 espose
considerazioni sulla , redatta dopo la battaglia di
Canne, nonostante la sconfitta subita da Roma, in seguito alla quale divenne
padrona del mondo conosciuto
− nel libro 36 della sua opera i da ed
affermò che se anche i fossero stati , il loro dominio
risulterebbe comunque incontestabile alla vigilia della Terza guerra punica.
Da qui si dispiega una sulla o
di :i ritenevano di essere ma Polibio era conoscenza del
fatto che dopo il 168 a.C. essi avevano cominciato ad avere di
: si tratta di un dibattito assai diffuso nella storiografia, basti
pensare a Livio, il quale afferma che i Romani furono corrotti dal vizio in
Asia, che portarono in patria dopo la pace di Apamea.

L’opera polibiana ebbe successo in , portata avanti da


(autore di opere storiche, con interesse geografico ed etnografico) e ; in
invece riprese il discorso di Polibio sulla nel
; nell’alto impero venne invece ripreso per gli da
. Secondo gli storici del ‘900 è nota una certa di Polibio
verso i ; diversamente Musti riteneva l’ assodata delle
, per cui non avrebbe avuto per Polibio
: tale giudizio variò in base ai sovrani verso
Roma poiché lo storico si dimostrò più volte . Le πόλεις, infatti,
divennero città autorizzate a passare da un re ellenistico direttamente ad un’
, pertanto è importante non commettere , ossia ad
una per creare scompiglio ed eliminare i nemici all’interno della
propria città. Per Polibio, quella di , era una : egli
sosteneva la ma riconosceva al tempo stesso che sussistevano
e felici anche senza di essa. Era infatti a conoscenza della ,o
meglio dell’ , di , divenute , verso le quali
provò diffidenza e ammirazione, ammirandone la complessità ma temendole come
realtà pericolose. Espresse invece un verso il creatore della
e verso l’ : un giudizio di ammirazione verso Filippo II
e Alessandro Magno, mentre espresse al tempo stesso la sua ostilità verso Antigono
Gonata e Filippo V, verso Perseo e Andrisco (pseudo–Filippo); criticò aspramente
Antioco III e Antioco IV, mentre mostrò simpatia per Demetrio I (suo
contemporaneo, re siriano, il quale si trovò come ostaggio a Roma, ma che riuscì a
scappare proprio grazie all’aiuto dello storico, uccidendo il fratellastro e divenendo
re); criticò Prussia II di Bitinia, in quanto troppo servile verso Roma, e mostrò
talvolta antipatia, talvolta simpatia nei confronti dei Tolomei (bisogna considerare
che la sua carriera ebbe inizio proprio presso la corte dei Tolomei).

aveva instaurato non solo con , ma anche con altre


(es. Ilio in Asia Minore, Cizico, etc.). Secondo Livio, aveva
ricevuto , per la mensa, utilizzati nel pritaneo della città.
era menzionata anche in un’ di
nome , onorato dalla città di Cizico. Inoltre, i si dicevano
discendenti ea c’era uno dei santuari più importanti.
e affermano che il si dissolse nell’arco
di un giorno nel 190, in seguito alla .
, autore di un’epitome sulle storie di , narrando gli episodi a
partire da , si soffermò sugli eventi del .
Viene definito l’ , perché presenta un punto di vista più e
rispetto a , .
I sono una narrazione della guerra di condotta dagli
contro e in ed e confluiti nel
, seppur non ritenuti dalla .
L’opera diviene del di .

Gneo Pompeo Magno partì verso la Siria nel 67 per una contro i
, di fatto della (fenomeno molto diffuso nel
Mediterraneo e diversi furono anche i popoli che la pirateria, ad
esempio con il a ( , ), comprati
dai Romani). I partivano dal delle coste per raggiungere il ;
Pompeo aveva ottenuto diverse importanti in e per questo
considerato tale. Pompeo era un , ma comunque restò da ; nel
77 aveva avuto il comando (romano che aveva preso potere in
, dove aveva sobillato una , dai suoi guidati dal suo
vice ), il quale nel 72 venne . Tra 72/71 aveva e
un’altra contro dal 73. Nel 70 assieme a aveva ottenuto il
, benché troppo giovane e senza
. Se non fosse per il fatto che fu
, sarebbe stato il più grande condottiero romano. Nel 67 si decise di
intraprendere da parte di una per debellare i , che
infestavano il Mediterraneo, avendo il di quest’ultima nelle mani
di , un potere straordinario. Egli avrebbe goduto della ,
compiendo in tre mesi un’immane dai ,
nell’arco di un tempo brevissimo in proporzione secolare. Nel 66 i suoi sostenitori
chiesero al di il anche alle , dal
momento che in restò un problema che già con e poi si era
avvertito: il da Pompeo, venne ed grazie alla
(azione di Pompeo contro , eliminato nel 63 per via
dei fra lui e i sovrani locali).
(89/88 – 85/84 a.C.)

, che aveva fatto una propria


(83 – 81 a.C.) politica siriaca contro Antioco in
Oriente.
che sfruttò tale spedizione in
(74 – 63 a.C.) , fra cui la che prese l’
della di , il 64,
dopo la di
.

è della tesi secondo cui la nel 64 è frutto di


vari tentativi avvenuti prima del 64; egli afferma infatti che negli anni precedenti si
erano accontentati di avere come , anche se sappiamo che non
fu ben in grado di gestire tutta la situazione che la stava attraversando in quel
periodo. Il fatto di tenere come fu dato in primis da .
riuscì a prendere il della a , figlio di
mentre venne catturato da che aveva fatto finta di aiutarlo
contro .
, capo arabo che mise sotto suo fratello, promettendogli
aiuto, fornito sottoforma di , riuscì a tenere il sotto la . Per
rivolgere tale a (di rimetterlo ), avrebbe
voluto farsi come . preferì incaricare la come
dell’ ma la stessa non era favorevole ad avere
come , da come afferma . Vedendo che non aveva
intenzione di il ma , sarebbe
stato inutile che ritornasse al . divenne
nel 67, alleato di Pompeo. Egli appoggiò , tant’è
vero che costruisce un e un .
Dopo l’emanazione della nel 66, divenne
al posto di Marcio.
tra il 64 e il 63 fu costretto ad andarsene. Ritorna il quale venne
da ma riuscì a governare solo per un anno, nel 65/64, finchè
, dopo aver sconfitto , riuscì a far diventare la e non solo,
.

DI E
e . Dopo che Tigrane fu ,
, figlio di , fu fatto re, ma ciò che gli
aveva concesso lo trasse subito indietro, ossia la della .
sarebbe stato l’ultimo re della e di ciò ne danno prova sia gli ,
sia le altre testimonianze epigrafiche e non.

è il predecessore di . si arrese a
sperando di essere in , ma , ricevuta una
considerevole dagli , non il potere di o
e non per un sul ma
degli stessi . Assieme alle figlie di ,
ricevette richiesta di andare a l’ , della
reggenza della . A quel punto malato e anche fu
(un’altra sosteneva che egli scappò), secondo altri ,
che probabilmente .

I primi anni della non sono molto tranquilli, la ,


infatti, era il per le contro i .
Nel 64 divenne e dopo neanche 9 anni, nel 55/53, la campagna di
finì male (gli venne dato dell’oro fuso da bere e sgozzato il capo).
Intorno al 40/39, venne occupata dai guidati dal , sconfitto da
.
Nel 27 Augusto divenne imperatore con il titolo di Ottaviano Augusto e si impegnò
a riorganizzare l’assetto di tutte le province romane dividendole in:
− guidate da un ( , che
diventerà appunto )

La non verrà , anzi seguirà una che era già
presente in e in , governata da un con
residenza ad . Le inizialmente sono poi vengono
ampliate da in .
Quindi Augusto avviò un’opera di , un vero e proprio
(veniva venerato lui stesso) e la creazione di un
( ).
Nel saggio di si parla della , la quale il 6 d.C. (dopo la )
entra a far parte della e a occuparsi di quest’ultima era
un .
si verificano dei cambiamenti:
− di quelli che erano , vicini
alla , come la città di (dà i natali a , più ad c’era
il del che era padre di Giulia, moglie di ).
Nel assistiamo ad un periodo prosperoso per la tranne per una
vicenda in particolare, quando i tra il 161 e il 162 invadono la dopo la
, quindi con l’inizio del di e del suo
fratello adottivo . Quest’ultimo venne ricordato per la che
fece contro i (162–166) e quando tornò portò la in , motivo per
il quale morì nel 169. Ma anche prese la e nel 180. Prima,
nel 175, ricorda l’ da parte di e anche quella
di tra il 193 e il 194.
divide la in :
i. :
:
Nel le cose cambiano per la di nel 224 della
.

Nasce nel 314 d.C. ad da una famiglia nobile, la quale lo indirizza verso
lo studio della retorica, per questo motivo venne mandato ad per
perfezionare lo studio della retorica. Fu educato come retore da .
Dopo il 340 lo troviamo come maestro di retorica a dove c’era
un’importante e famosa scuola di , poi si trasferisce a e poi
a (capitale sotto ).
Nel 354 si ritira ad fino al 393 quando muore durante il regno di
(che regna dal 379 al 395).
Lavorare al tempo di era veramente diverso rispetto a come lavorare al
tempo di , perché avevano totalmente tra di loro:
era (soprattutto per gli studi classici), a differenza invece di
che era . era , perciò riesce a trovare un’
con lo stesso .
Nel andavano di moda dei discorsi su ad esempio
l’ , della , dei , ma c’erano anche esercizi di stile
su alcuni momenti della .
scrive un discorso nel 363 dedicato a il
quale non aveva molta con gli , i quali erano rimasti legati al
con la figura di .
È maestro di retorica anche di (nasce a ,
sotto addirittura in una situazione di ).
Gli anche sotto si ribellarono gettando le statue della
famiglia imperiale e dell’imperatore stesso: atto considerato come .
Le opere di sono veramente molto grandi: basti pensare che ci è rimasto
tantissimo e questo è dovuto anche al fatto dei gusti di quel periodo, a
quanto pare , seppur abbastanza , piaceva a molti
ed è per questo motivo che ci sono rimaste gran parte delle opere.
É costituito da , da , da (addirittura considerato
il più ricco tra gli , contiene infatti più di 1500 lettere).
Dedica ben a : un amministratore di aveva iniziato
a fare un viaggio in e a devastare tutti : questa è del
384 e prende le di questi che sono stati
. Il in quest’opera è visto come qualcosa di .
Si contano:
i. di argomento vario ma anche di , scrive
delle cose che sono effettivamente lontane dalla realtà
ii. in omaggio a
iii. ( )
iv. (più di 1500) il cui è e cerca di imitare il più possibile gli
autori classici attici come Demostene, Isocrate, Platone ma anche autori della
prima età imperiale come Aristotele.

In vita, comunque, fu molto apprezzato dai , ma ha


addirittura degli antagonisti come ad esempio , ma
soprattutto che è un celebre oratore di .
Un momento della sua vita molto importante fu proprio l’ con ,
non sono , hanno delle età diverse, ricordiamo infatti che
ha 20 anni in meno rispetto a , oltre a ciò avevano anche una
, faceva parte della , a differenza
di che invece era un importante borghese.
ad un certo punto della sua vita, quando divenne , dichiarò
pubblicamente il il .
sente parlare di durante il primo soggiorno di a
negli anni 340–343. in un primo momento era troppo
giovane per seguire le sue lezioni. Poi si rincontrano : ci troviamo
tra il 348 e il 349. Ma ecco che c’è un altro problema perché non potè essere
direttamente studente di perché ciò gli venne proibito dal suo
che era geloso, per questo lui si fece dare tutti gli appunti delle
lezioni dai suoi allievi. A questo punto di vista quando va a
studiare a e invece va prima ad e poi a e
poi si rincontrano quando nel 355 viene nominato con delle
corrispondenze. Intanto fa una in tra il 362 e il 363.

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