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VECCHIO

TESTAMENTO
SEGONDO LA VOLGATA TRADOTTO IN 1INGUA ITALIANA

E CON A N N O T A Z I O N I DICHIAIIATO
DA MONS.

ANTONIO MARTINI
ABCIV, DI FIRENZE CC.

VOL. V.

VENEZIA
GIROLAMO TASSO ED. TIP. CAIC. UT. IIB. E FOND. MDCCCXXX.

Tutte le note contrassegnate colV asterisco * si abbiano per Illustrazioni Variazioni e Postille finora inedite, tratte dai manoscritti del chiarissimo traduttore.

IL LIBRO PRIMO

In Curia Patriarchal Venetiis 3. Octobris 1828. Admitlitur JAC. PATR.

REGI.

PREFAZIONE
SOPRA

I QUATTRO LIBRI DE5 RE.

Al libro de* Giudici che finisce in Sansone , vanno dietro secondo T ordine de' tempi i libri de' Re; perocch questi cominciano dal pontificato di Heli, a cui succede Samuele, e nel tempo appunto della giudicatura di Samuele il popolo Ebreo chiese, ed ebbe un re. I Greci danno a questi quattro libri il titolo d libri de* Regni ; e con questo stesso titolo sono essi citati pi volte in varii scrittori,, e monumenti della Chiesa Latina. Presso gli Ebrei i due primi libri portano in fronte il nome di Samuele non per altra ragione, se non perh

questi cominciano dalla descrizione della nascita di Samuele , e dalla storia di quello che egli oper fino alla sua morte. Imperocch sebbene e Teodoreto, e molti altri spositori con buon fondamento attribuiscano a quel profeta una parte del primo libro, vale a dire i primi ventiquattro capitoli, ne* quali la vita e il governo di lui descrivonsi, e gli avvenimenti del regno, di Saulle fino alla morte dello stesso Samuele, il rimanente per ad altro autore certamente appartiene. Ma chi sia questo autore non possibile di determinarlo con sicurezza , quantunque non pochi dei nostri interpreti seguendo gli scrittori ebrei suppongano, che questa parte d'Istoria da' due profeti Gad e INathan ci sia stata trasmessa. Per quel che riguarda il terzo libro e il quarto, k pi comune opinione, che sembra anche molto plausibile, gli crede lavoro di Esdra, bench alcuni pia volentieri li crederebbono di Geremia. I due primi libri ( e lo stesso fu del terzo e del quarto ) erano presso gli Ebrei riuniti in un solo a* tempi ancora di s. Girolamo : ma la divisione tenuta nelle precedenti versioni latine fu osservata nella Chiesa Cristiana

anche dopo che ebbe ricevuta la traduzione del santo dottore. Ne' primi due libri contiensi la storia di Heli, di Samuee , di Saul primo re d'Israele, e di DavHde, che gli succedette nel trono. Negi altri due sono descritte le geste di Salonone , e de' suoi discendenti, che regiarono in Giuda fino a Sedecia , che fu 1 ultimo di questi re 5 e le azioni di Jercboam 9 e de' successori , i quali dopo il fuiesto scisma delle dieci trib regnarono in Israele fino ad Osca, il quale fu condotto prigioniero nell'Assiria Fanno sesto di Ezechia re di Giuda. Il primo libro adunque contiene la storia del popol & Dio dalla nascita di Samuele fino alla morte di Saulle. Samuele venne al mondo nel principio del pontificato di Heli ; onde riunendo insieme gli anni del governo di Heli, e quelli di Samuele e di Saulle, avremo il racconto delle cose avvenute pello spazio di circa cento quindici anni. Il secando libro abbraccia tutto il regno di Dayidde, che fu di anni quaranta. Il terzo ci d la storia di circa cento venticinque anni dalla fine del regno di David sino alla morte di Josaphat. Il quarto finalmente cominciando dalla morte di

Achab ci d la serie storica degli arvri m fino alla esaltazione di Joachim , owero Jeconia 17 anno trentasette dopo la tra^migrazione dilu a Babilonia, che fu il Quarantesimo quinto della cattivit degli Ebrei, onde un periodo comprende dicii> ea trecento trentaquattro anni. \ Quantunque in questa divina Storia le geste descrivansi non solo de' re di Quda discendenti di Davidde, ma anche le azioni di Jeroboam , e de' posteri di iui, i quali dopo la separazione delle dieci trib regnarono in Israele fino ad Osea ultimo di questi re $ contuttoci una particolare attenzione si ha in questi libri a tatto quello che riguarda Davidd, e la strpe di lui ; a Davidde figura del Cristo^ e alla stirpe di lui, dalla quale dovea nascere il Cristo secondo la carne. Imperocch noi dobbiam riflettere con s. Agostino, che il principale, il massimo ob*Jbietto di questi libri, come di tutte le Scritture, egli sempre il Cristo, e laChiesa di Cristo. Quella stessa Scrit-* tura ( dice il santo dottore ), nella quale sono ordinatamente descritti i regi, e le loro azioni, e gli avvenimenti del loro regno, quella Scrittura, la quale

Sembra tutta applicata a riferire con diligenza isterica i fatti, se coir ajuto dello Spirito divino si consideri, e si disamini, troverassi, che non meno intesa a prenunziare le cose future, che a narrare le passate, de Civikxvn. 1; e altrove: Io dico, che di quegli uomini non solo la lingua, ma anche la vita fu profetica, e che tutto quel regno della nazione ebrea fu in certo modo un gran profeta, perocch indirizzato a predire un altro magno profeta, cont. Faust. xxn. 24. l'termini, ch'io mi son prefisso in questo lavoro , non mi hanno permesso di stendermi nelle annotazioni quanto avrei voluto sopra tale argomento; non ho lasciato per di accennare sovente le relazioni, che hanno co* misteri di Cristo e della sua Chiesa i fatti che sono qui riferiti , tanto almeno che servir potesse di lume e cT incitamento ad un lettore pio c'attento, per andar pi innanzi colle proprie sue riflessioni. Ad un tal uomo, il quale mediti le Scritture secondo la direzione di quello Spirito , da cui furon dettate, e in esse cerchi di nutrir la sua

fede, e di animare la carit , qual con solazione non recher il vedere, come Dio, nelle cui mani sono i re, e i regni, e tutti gli umani avvenimenti, e le azioni stesse degli uomini, con infinita sapienza il tutto ordin e dispose in tal guisa , che quasi in un nobilissimo quadro delineata si avesse nella storia de' tempi antichi quella de* nuovi secoli, nei quali piacque alla bont di lui di rinovare le cose tutte in Cristo Ges? E per darne qui qualche esempio, quanto bella 'e compiuta e viva immagine del nostro Salvatore Divino fu il re e profeta Davidde, quel Davidde io dico, col nome del quale fu tante volte nei nostri libri santi annunziato il Messia! Davidde fin dalla prima sua giovinezza secondo il comando di Dio unto re d'Israello per mano di Samuele ; ma occulta la sua unzione, e ignoto il diritto, ch'egli ha al regno, ed ei rimane negletto nella casa del padre suo non solamente ascoso a'suoi sudditi, ma sprezzato ancora da' proprii fratelli. Egli gi re, ma al possesso del trono non potr giungere, se non dopo infinite umiliazioni, e dopo gravissimi patimenti. Egli perseguitato da Saul,

mal veduto da tutta la corte, costretto a rifuggirsi in paese straniero, non avendo dove posar la sua testa, accompagnato nei suoi disastri sol da una piccola schiera di gente povera e abbietta , per la quale , e per se trova appena il necessario sostentamento. Ma dopo una lunga serie di afflizioni e di travagli, Davidde riconosciuto e accolto come re prima dalla trib di Giuda , e dipoi da tutto Israele ; e rotto il muro di divisione de' due popoli , ne forma un sol popolo, e un sol regno : quindi vinte e prostrate le vicine avverse nazioni , trionfante, glorioso stende le sue conquiste fino agli ultimi termini stabiliti nelle antiche promesse. Tale in iscorcio la storia di Davidde ; storia , che insieme un' evidente parabola riguardo al Cristo, e allo spirituale regno del Cristo. Al Verbo di Dio fatto uomo furon date dal Padre in retaggio tutte le genti, e in dominio tutta la terra -, ma Cristo venne nella propria casa, e i suoi noi ricevettero (Joan, i.), e tutti i segni, e tutti i prodigi per mezzo de' quali il Padre avea voluto disporre gli Ebrei ad ascoltare e riconoscere il loro Re, servirono solo a condurre a lui una schiera

di poveri, e i men riputati della nazione > mentre dal gran numero , e particolarmente dai grandi, da' dottori, da' maestri della sinagoga egli disprezzato e contrariato perpetuamente. L' invidia e P odio di questi indegni fratelli gli spinge fino a voler la morte del Giusto , la morte del loro Re; e adempiendo tutto quel che era stato scritto di lui nei profeti, dopo una lunga persecuzione, dopo il pubblico solenne rifiuto lo mettono a morte, Ma la morte stessa di Cristo il principio della sua gloria, ed egli risuscitato , esaltato dal Padre, riconosciuto e adorato da molti degli Ebrei, che a lui si convertono , acclamato da'Gentili, che corrono in folla ad abbracciare la sua fede , forma dei due popoli uniti una sola chiesa, un sol regno, di cui egli capo, e re, e pastore. Sotto un altro aspetto il medesimo Davidde chiamato per divma elezione al trono d'Israele viene ad essere P immagine della gratuita vocazione de' santi al regno celeste. Davidde umiliato e perseguitato prima di giungere al trono dimostra lo stato di afflizione e di tribolazio-

ne, per cui debbon passare i santi per giungere alla gloria del cielo : Davidde regnante e glorioso esprime mirabilmente la felicit eterna de' santi, i quali a imitazione del celeste lor condottiere vinsero il mondo, e i nemici di lor salute. Ma considerata anche la iluda lettera, non havvi certamente istoria di alcun altro popolo, la quale comparare a questa si possa non solo per la infallibile sua autorit e certezza, ma per la grandezza eziandio degli avvenimenti, e soprattutto per la copia grandissima degli esempi o da imitare , o da fuggire, e per la salubrit degli u tilis si m i documenti, ond* essa rifiena. Imperocch il sacro Isterico non ha per suo fine di pascere la curiosit degli uomini, ma d far conoscere principalmente la previdenza e la sapienza e possanza di Dio , e di condurre gli uomini dalla considerazione di quello che avviene nel mondo, a rimirare in tutte le cose quella onnipotente volont , quella mano forte insieme e benefica , che di tutto dispone , e con mirabile economia il tutto ordina e indirizza ali' adempimento degli altissimi suoi disegni. Cos questa divina Istoria destinata assai pi a formare il

cuore dell' uomo , che ad ornare la mente: l'uomo stesso qui lodato non secondo i naturali talenti, non secondo le azioni o politiche , o militari, ma secondo quello che egli fu relativamente a Dio , alla piet , e alla virt. Quindi non solo colle parole , ma anche colla verit dei fatti ci viene qui insegnato, e quasi ci vien fatto toccar con mano, che la vera sapienza, la vera grandezza , la vera felicit dell' uomo non ha , n pu avere altro fondamento, che il timor santo di Dio , e l'osservanza della sua santa legge ; e i medesimi esempi istruiscono in questa Storia i piccoli egualmente, e 5 grandi 5 perocch quello che fa l'uomo lodevole e degno di stima negli occhi di Dio , al grande e al piccolo comune. Noi qui veggiamo come que' principi, i quali prevenuti da Dio colle sue misericordie , della potest conferita loro dal Re de' regi fecer uso per mantenere la piet e la religione, sono lodati, ed in benedizione la loro memoria : quelli per lo contrario, che fecero servire i doni di Dio alla superbia e ambizione, sono biasimati senza riguardo , e perch amarono la gloria degli uomini, perdereno la vera gloria , che quella che viene da Dio.

A queste grandi verit io desidero, che pongano mente tutti quelli che prenderanno per mano (Juest libri divini, affinch sperimentino com' essi non meno di qualnque altra Scrittura divinamente inspirata sono utili a insegnare , a redargu* re, a correggere, a Jormare alla giustizia , 2. Tim. m. 16.

LIBRO PRIMO DI SAMUELE OVVERO

DE- R E G I .
CAPO PRIMO.

D due mogli, che avea JLlcana , Anna, e Pke* nnna , Anna essendo gi sterile e afflitta pei mali trattamenti dell' emola , fa orazione al Signore in Silo in presenza di Heli, e conce" pisce Samuele , e slattatolo /' offerisce al Si* gnore, come ne avea fatto voto. I.JL uit vir unus de Uamathaim SopUim^de monte Ephraim^ et nomen ejus Elcna, filius Jeroham , filii Eliu, fi* Iti Thohu , filii Suph , Ephrataeus
i. V i fu un uomo della montagna di Ephraim , della citt di Ramathaini Sophim, che avea nome Elcana, figliuolo di Jerohani) figliuolo di Eliu, figliuolo di Thohiij figliuolo di Suph, Ephrateo :

Vers. i. D Rttmathairn Sojjliim. Ramlharh lo stesso , che Ramatka, la quale altrve chiamata semplicemente Raina , ovvero Ramah. Essa era abitata dalla famiglia di Zoph , o Zoplu della stirpe di Caath, onde qui detta Ramatha de'Sophm, cio Zophiani, o Sophiani. Essa era sopra la montagna di Ephrai*n ; onde Elcana detto Ephrateo , come domiciliato nella trib di Ephraim , ma era Levita d' origine.

vol r*

2. Et habuit duas uxores, nomen uni Anna, et nomen secundae Phenenna. Fueruntque Phenennae filii: Annae autem non erant liberi. 3. Et ascenderai vir ille de civitate sua statutis diebus, ut adorarci , et sacrificar et Domino exercituum i?i Silo : erant autem ibi duo filii iteli, Ophni, et Phinees sacerdotes Dmini. 4- Venit ergo dies, et immolavit Elcana, de* ditque Phenennae uxori suae, et cunctis filiis ejus, et filiabus partes :

2. Ed ebbe due mogli, una per nome Anna, la seconda per nome Phenenna. E Phenenna avea figliuoli, ma Anna non ne aveva. 3. E quest'uomo andava nei giorni determinati dalla sua citt ad adorare, e offerir sacrifizii al Signore degli eserciti a Silo : e ivi erano i due figliuoli di Eli, Ophni, e Phinees, sacerdoti del Signore. 4- Venuto adunque un d (solenne) Elcana offerse sacrifizio , e diede le parti a Phenenna sua moglie , e a tutti i igliuoli di lei, e figliuole:

Vers. ?.. Ebbe due mogli. Pu essere, che la sterilit di Anna lo inducesse a contrarre il secondo matrimonio ; e la poligamia non era contro la legge, e avea in suo favore 1' esempio di grandissimi e santissimi uomini. Vers. 3. Nel giorni determinali. Per la Pasqua, per la Pentecoste, e pella festa de' Tabernacoli, Elcana conduceva seco tutta la sua famiglia, le due mogli, e i figliuoli di Phenenna, bench la legg"; obbligasse i soli maschi gi adulti. Al Signor degli eserciti. Esercito del Signore son nelle Scritture gli Angeli, e anche le stelle, e i pianeti, ed esercito del Signore , egli il suo popolo , il popolo che ha Dio per suo re e condotti ve. Vers. 4- Diede le parti a Phenenna ec. Offerto al Signore il sangue della vittima pacifica, che spandevasi appi dell' altare , bruciato il grasso sul Fuoco , e data indi la loro parte ai sacer^ doti, del rimanente della vittima si faceva il banchetto sacro dat capo di famiglia. Vedi Deut, STI. n. e altrove. Elcana ne diede

5. Annae autem dedit partem unam^tristis^ quia Annam diligebat% Dominus autem con cluserat vulvam ejus. 6. Affligebat quoque eam aemula ejus, etvehementer angebat, in tantum., ut exprobraret> quod Dominus conclusisset vulvam ejus : 7. Sicque faciebat per singulos annos fum redeunte tempore ascender ent ad templum Domini: et sic provocabat eam \ porro il la fiebat, et non capiebat cibum. 8 Dixit ergo ei Elcana vir suus : Anna , curfles ? et quare non comedis ? et quam ob rem affligitur cor tuum? numquid non ego meHor libi sum quam decem filii ? 9. Surrexit autem Anna, postquam comederat, et biberat in Silo. EtHeli sacerdote

o. Diede poi una svola parte ad Anna, affililo, perch ei 1' amava : e il Signore Favea falla sterile. 6. Ed ella era anche inquietala, e lormenlata dalla sua rivale , a segno che questa le rinfacciava la sterilit man datale dal Signore: 7. E cos faceva lutti gli anni, allorch tornava la slagione di andare al tempio dei Signore : e cos la tribolava, ed ella piangeva, e non prendeva cibo. S.MaElcana suo marito le disse : Anna perch piangi tu? e perch non mangi ? e perch si affanna il cuor tuo ? non son' io qualche cosa di meglio per te, che dieci figliuoli ? 9. E Anna si alz dopo aver mangialo, e bevuto in Silo. E sedendo Heli sommo sacerdote

a Plienetina oltre la sua parte, le parti che ella dovea distribuire a' suoi figliuoli e figliuole. Vers. 5. Il Signore V avect fatta sterile. La fecondit , come una grafia, e la sterilit, come pena, sono attribuite a Dio nei libri santi, t

sedente super sellarti ante postes templi Do* mini, 10. Cum esset Anna amaro animo, oravit ad Dominum)Jiens lar* gter, 11. Et votimi vovit, dicensi Domine exer* cituum, si respiciens videris affliction em fa* mulae tuae, et recordatusjnei fueris, nec oblitus ancillae tuae, dederisc/ue servae tuae sexum virilem, dabo eum Ti omino omnibus diebus vitae ejus, et nmacula non ascendet super caput ejus.

sulla sua sedia davanti alla porta del tempio del Signore, 10. Anna colcuoreamareggiato and a pre gare il Signore, spargendo gran copia di lacrime, 11. E fece voto, e disse : Signor degli esercit , se tu volgerai 1' occhio a mirar T afflizione della tua serva, e ti ricorderai di me, e non lascerai dimenticala la tua serva, e darai alla tua schiava un figlio maschio, io l'offerir al Signore per tutti i giorni della sua vita, e il rasojo non passer sulla testa di lui.

Vers. g. Sedendo Heli ec. Heli stava a sedere alla porta dell'atrio del tabernacolo, e Anna and a mettersi presso alla stessa porta per fare orazione. Il tabernacolo chiamato tempio anche nel versetto 7; perch il luogo, dove Dio si onora, come il palazzo , il tempio, la reggia di Dio. Vers. io. Ando a pregare ec. Era il dopo pranzo (dice il Crisostomo ), il qual tempo dagli altri si d alla ricreazione, ma Anna lo d all'orazione. Ed degno della imitazione de'Cristiani il fare di questa donna, la quale nella grande sua afflizione non cerca conforto, o svagamento, e sollievo dagli uomini, ma da Dio, e dal!' orazione. * Anna ando a pregare il Signore. Costei che chiede un figliuolo a Dio condanna l'indolenza de' Cristiani, che o non lo pregano a conservargli ne' diritti di figli suoi, o a restituirvegli. Vers. n. Fece voto, e disse ec. Essa avea tutti i motivi di credere, che il marito, uomo religioso, e che 1' amava, non si sarebbe opposto alla promessa che facea al Signore. ,' offerir al Signore per tutti i giorni della tua vita. Il suo figliuolo dovea, come Levita, servire al tabernacolo a' tempi

12. Factam est autem , cum illa multipli* caret preces coram Domino , ut Heli observaret os ejus. 13. Porro Anna lo(juebatur in corde suo : tantumque labia illius movebantur^ et vox penitus non audiebatur. Aestimavit ergo eam Heli temulentam : i4^ Dixitf/ue ei : Us quequo ebria eris ? digere paullisper vinumt quo mades. 15. Respondens Anna : Nequaquam, inquit , domine mi : nam. mulier infelix nimis ego sum, vinumque^ et omne, quod inebriare potest, non bibi, sed

12. E avvenne, che, pregando ella, e ripregando dinanzi al Signore, Heli la stava osservando. 13. Or Arfna parlava in cuor suo: e si moveanosolamente le sue labbra, ma non si sentiva niente la voce. Credette perci Heli, che ella fosse briaca : 14. -E le disse : Sino a quando durer la tua ebbrezza ? Digerisci un po' il vino, di cui se'zeppa.; io. Rispose Anna : Non cosi,signor mio: perocch io sono una donna troppo infelice, e non ho bevuto n vino , n altra cosa , che possa inebriare, ma sta-

del suo turno, da' ventcinque, o da trent' anni fino a' cinquanta. Vedi Niun. iv. 2. vui. 24. Anna promette di darlo al tabernacolo , perch lo serva da' primi anni della vita sino alla morte, e di pib, che ella lo far Nazareo perpetuo. I LXX., oltre quelle parole il rasoio non passera sulla, testa dilu, hanno ancora queste Ei non hera vino, ne liquor, che possa inebriare, colls cjuali cose indicata la consacrazione de'Nazarei. Vers. 13. * Credette perci Heli ch? ella fosse briaca. S'inganna chi giudica de'servi del Signore, chi non comprende lo spirito per cui agiscono. Quindi i Giudei nella Pentecoste, non volendo cqnfessare i Discepoli di Ges Cristo ripieni di Spirile sauto gli spacciarono per briachi.

uffudi animam meam va spandendo 1' anima in conspectu Domini. mia nel cospetto del Si1.6. Ne reputes andiIam tuam quasi unam de filiabus Beliab. quia ex multitudine dolori^ et maeroris mei locuta sum usque in praesens. 17. Tunc Heli alt ei : Vade 'in pace , et Deus Israel det libi petitionem tuam quam rogasti eum. 18. Et illa dixit: Uti> nam invernai andila tua gratiam in oculis tuis. Et abiit mulier in viam suam, et comedit^ vultusque illius non sunt amplius in diversa mutati. i g. Et surrexerunt mane, et adoraverunt coram Domino : revergnore. 16. Non pensare, che la tua serva sia quasi una delle figlie di Belial: perocch la grandezza del dolore , e dell' afflizione mia mi ha fatto parlare sino adesso. 17. Allora Heli le disse : Va in pace, e il Dio dlsraele ti conceda l'effetto della petizionejChe hai fatto a lui. 18. Ed ella disse : Piaccia a Dio, che la tua serva tfovi grazia negli occhi tuoi. E se n'and la donna pel suo viaggio, e mangi , e il suo volto non fu pi or dt un colore, or di un altro. 19. E ta mattina alzatisi fecero adorazione dinanzi al Signore , e

Vers. 15. Stava spandendo V anima mia. Cio a dire i desiderii, i voti, le suppliche dettate da un cuore sommamente bramoso di ottenere quello che a Dio domanda. Vers. 16. Quasi una delle, figlie di Belial. Vedi Jud. xix. tsa. Vers. 18, il suo volto non fu pi or di un colore, or di im altro. Osservasi ci nelle persone afflitte profondamente, che cambiali di viso per cosi dire ad ogni momento , secondo che le riflessioni, che vaii facendo sopra le proprie sciagure, alterano , e straziano il loro spirito.

sique sun^ et venerimi in domum suam Ramatha. Cognovit autem Elcana Annam uxorem suam : et recordatus est ejus Dominus. 20. Et fac tum est post circulum dierum , concepii Anna , et peperit filium, vocavitque nomen ejus Samueb, eo quod a Domino postu* lasset eum. 21. Ascendit autem vir ejus Elcana, et omnis domus ejus, ut immolar et Domino hostiam solemnem^ et votum suum: 22. Et Anna non ascenda : dixit enim viro suo : Non vadam , donec ablactetur infans-> et ducam eum , ut appareat ante conspectum Domini, et maneat ibi jugiter.

partirono, e giunsero a casa loro a Hamatha. Ed Elcana conobbe Anna sua moglie : e il Signore $i ricord di lei, 20. E dopo un giro di giorni Anna concep e partor un figlio, e gli pose nome Samuele, perch lo avea domandato al Signore. 21. And poi Elcana suo marito con tutta la sua famiglia per immolare al Signore ostia solenne , (e sciorre) il suo voto : 22. MaAnnanon and, perch diss'ella a suo marito : Io non andr per sino a tanto che il bambino sa divezzato, e io lo conduca e lo presenti al cospetto del Signore , ed egli ivi si resti per sempre.

Vera. ab. Dopo un giro di giorni ec. Pu intendersi dell* intero giro di un anno. Ella concep qualche tempo dopo il ritorno a Ramatila, e dentro 1' anno partor. Gli pose nome Samuele. Volendo dire posto, ovvero dato dal Signore. Vers. sti. E sciorre il suo voto. Si pu ben credere , che e^li pure avesse fatto questo volo al Signore per impetrare un figliuolo da questa moglie.

20. Et alt ei Elcana vir suus : Fac quod bonum libi videtur^ et inane , donec ablactes eum : precordi u-, ut im pleat Dominus verbum suum . Man sit ergo mulier, et lactavit"filium.suum, donec amoveret eum a lacte. s&4 -E^ adduxit eum secum, postquani abla* ctaverat, in vitulis trib&s, et tribus; modus farinae, et amphora vini, et adduxit eum ad domum Domini in Silo, Puer autem erat adhuc infantulus: 26. Et immolaverunl vitulum , et oblulerunt puerum HelL 26. Et ait Anna. Obsecro , mi domine^ vivit animatila, damine: Ego

23. E dissele il suo marito Elcana: Fa quello che ti pare, e rimanti fino a tanto che lo divezzi: e io prego il Signore, che adempia la sua parola. La dorma adunque rimase a casa, e allatt il suo figliuolo sin che fu divezzato. 24. E divezzato che f u , lo men seco , e prese tre vitelli, e tre misure di farina , e un vaso pieno di vino, e menollo alla casa del Si-, gnore a Silo. Ora il fanciullo era tuttor piccolino: 25. E immolarono un vitello, i presentarono il fanciullo ad Meli. 26. E Anna disse: Si1 gnor mio , per 1' anima tua bada a me, o signo ^

Vers. 22. Per sino tanto che sia divezzato. Egli certo, che presso gli Ebrei i bambini si divezzavano molto pi fardi che tra noi : ma riguardo ad A.nna alcuni vogliono che ella continuasse ad allattarlo fino a' cinque anni, altri fino a1 tre, alti-i fino a' due. Ne'Machabei reggiamo uua madre che dice al figliuolo di averlo allattato per tre anni, lib. 2. vii. f.'j. Vers. ?,3. Cha adempia la sua parola. Vale a dire , avendoti conceduto il figliuolo, ti conceda ancora che ei viva , e cresca , e possa servire al Signore, come tu per questo lo domandasti, e come il sommo sacerdote ti promise, che Dio avrebbe fatla t vert. 17,

sum illa mulier, quae re : Io son quella dons leti coram te hicorans na che stava qui a te davanti, pregando il SiDominum. gnore. 27. Pro puero ista 27. Per aver questo oravi, et dedit mihi bambino io pregava , e Dominus petitionem il Signore mi ha concemeam, quam postulavi duto la grazia che io gli domandava. eum. 28. Per questo io pu28. Idcirco et ego commodavi eum Domi" re lo dono al Signore no cunctis diebus, qui- per tutti i giorni, pe* bus fuerit commodatus quali sar egli donato Domino. Et adorave- al Signore. E adorarorunt ibi Dominum. Et no ivi il Signore. E Anna or, e disse : oravit Anna, et ait :

Vers. 26. Per V anima, luci. Maniera di pregare, anzi di scongiurare. Fedi il.cap. xvn. 55. Vers. ?.8. Lo dono al Signore per tulli i giorni ec. Dio me lo ha dato , a Dio io lo rendo per tutti i suoi giorni ; imperocch per lutti i suoi giorni egli sar donato al Signore, e al suo tabernacolo.

C A P O II. Cantico d Anna in rendimento di grazie. Ella partorisce ancor tre figliuoli, e due figlie. A motivo de? peccati de* figliuoli di Heli , e per la troppa indulgenza del padre minacciato egli, e la sua famiglia; ed predetta la morte dei figliuoli. ' i. JCjxultavit cor meujjt in Domino, et exaltatum est cornu meum in Deo meo : di' latatum est os meum super inimicos meos : quia laetata sum in sa lutari tuo. .. 'sulta il cuor mio nel Signore, e la mia gloria s1 innalza sopra il mio Dio : si aperta la mia bocca verso de' miei avversarii: perocch mio gaudio si la salute che vien da te.

Vers. i. Esulta il cuor mo ec. Questo bellissimo cantico di Anna, il quale pi probabilmente fu recitato da lei, allorch fece a Dio 1' offerta del suo figliuolo ; questo cantico parte ringraziamento , parte profezia. Vedi quel che ne dice s. Agostino de civ. xvn. 4La mia gloria s1 innalza sopra il mio Do. Il mio Dio ij principio, l'origine, il fondamento della mia gloria. Si aperta la mia bocca ec. Adesso ho da poter rispondere a' miei emoli. Ella vuol parlar di Phenenna, e forse dei figliuoli di lei, a' quali dice, che se mai pi le rinfacciassero la sua sterilit, potrebbe chiuder la bocca, non tanto perch ha un figliuolo che la salva dall'obbrobrio di essere infeconda, quanto perch questo figliuolo , e questa salute 1' ha avuta da Dio. Non posso rattenermi di riferire la bella sposizione det Grisostomo hora, in. Io sono piena di gaudio, non perche sono salvala , ma perche sono salvala da te. Tali anime sante si rallegrano in Dio donatore pi che ne' doni di Dio, ed e proprio de' buoni fervi Vanteporre il Signore a tutte le cose loro: se pecchiamo non vogliamo aver dolor deW esser puniti, ma dell' aver esacerbato il Signore ; 9 f alcuna cora farem di buono, non ci

s. Non est snctiis, ut est Dominus : neque enim est alius extra te , et non est fortis , sicut Deus noster. 3. Nolite multiplica re loqui sublmia , glo riantes : recedant ve tera de ore vestro^ quia Deus scientiarum. Dominus est, et ipsi prae parantur cogitationes*

a. Non vi ha ehi sia santo, come il Signore: anzi nissuno lo fuori di te, e non vi ha chi eia forte , com* il Dio nostro. 3. Non vogliate far tante parole, va n tandem vi di cose grandi : non sia pi nella vostra bocca l'antico stile : perocch Dio che sa tutto egli il Signore , ed ei conduce ad effetto i suoi disegni.

rallegriamo per ragione del premio, ma per aver fallo cosa grata al Re de1 cieli. Per chi ha saviezza, e cosa pi terribile dell' inferno V offendere Dio , e cosa pi desiderabile di qualunque regno il piacere a Dio. Vers. 2. Non f' ha chi sia santo coin ec. Celebra la santit del Signore come queli1 attributo, di cui egli si gloria sovente nelle Scritture, e per cui egli degno dell' ossequio, e della venerazione , e delle adorazioni di tutte le creature. $on solamente nis&uno pu agguagliarlo nella santit ; ma nissuno santo fuori di lui, che santit increata e infinita, di cui qualche raggio traluce ne' Santi. E non v'ha chi sia forte ec. Questa fortezza di Dio, la quale infinitamente sorpassa tutte le forze create, posta qui per dinotare il sicuro rifugio che in lui trovano i giusti in qualunque persecuzione , o avversit. Vers. 3. Non vogliale far tante parole ec. Bench abbia in vista la precedente iattanza della sua emola, contuttoci notisi con qual moderazione , e circospczione ella ne parla , prendendo occasione di dare non tanto a lei, come a tutti gli uomini in generale un gran documento della umilt, colla quale convien* portarsi ne' tempi felici, e del riguardo che dee aversi per chi nell' avversit si ritrova. Imperocch ( dice ella ) il padrone di tutto egli Dio che tutto sa, e tutto vede, ed egli ben sa condurre ad effetto i suoi disegni. E quali disegni ? Quelli che ella espone vers. 4- 5., cio esaltare gli umili, abbattere i forti presuntuosi. Nissuno adunque s'iavauisca, u faccia il grande pe'be -

4- Arcus fortium su4. L* arco de' gran peratus est, et infirmi guerrieri si spezzato, accincti sunt robore. e i deboli si sono cinti di robustezza. 6. Repleti prius pro 5. Quei che erano pripanibus se locaverunt: mi nel!1 abbondanza, s et famelici saturati sono allogati per aver sunt, donec sterilis pe- pane: e quei che pativan perit plurimoSt et quae la fame , ebbero da sarnultos habebat filios, tollarsi: fin la sterile i&ftrmata est ebbe molti parti; e quella che avea molti figli* prde sua yirt. 6. dominus mortifi6. Il Signore d mor-i cai , et vivificat ; dedu* te, e rende la vita: con- cit ad inferos, et re- duce al sepolcro, e fuo-* ducit. ri ne tragge, Deut, 62.29.Tob,i3, 2. Sap. 16. i3,
ni olie egli pu perdere in un momento in pena della sua vanit, Nell' ultima parte di questo versetto ho prso lume da' LXX per fissare il senso della Volgata clic molto oscura. Senza che io lo dica, si osserveranno in questo cantico varie cose trasportate dipoi nel celebre cantico della Vrgine , Lue. i. Vers. 5, Fin la sterile ebbe molli parti. Anna ebbe cinque altri figliuoli dopo Samuele, donde apparisce ela fede di lei, e come lo spirito d Dio fu quegli che le mise in bocca tali parole "non solo per esaltare la misericordia, e bont di Dio verso di lei, ma anche per altro fine pi grande, come diremo. E quella che avea. inolii figli ec. Perde sua virt , non partor pi figliuoli,'divent sterile. Vedi Origene, liom. i. in lib. ' Reg. il quaie cred cogli Ebrei, che Phenenna non solo restasse sterile , ma perdesse anche i figliuoli che avea, lo che per da queste parole non si yileva. Ma in queste parole un altro avvenijnento assai pi importante predetto , ed quello della sinagoga, la quale diverr sterile , mentre la Chiesa delle genti partorir un immenso numero d figliuoli al vero Dio. Yedi s. Agostino pel luogo citato. " Vers. 6. Conduce al sepolcro ec. Letteralmente alV inferno; ma questo awme usato sovente a significare il sepolcro.-

7- Dominus pauperem facit, et ditat : humiliat, et sublevat. 8. Suscitai de pulvere egenum, et de stercore elevai pauperem ; ut sedeat cum principibus, et solium gloriae teneat : Domini enim sunt cardines terrae , et posuit super eos orbem. 9. Pedes sanctorum suorum servabit, et impii in tenebrs conticescent : qua non in fortitudine sua roborabitur vir.

7. Il Signore d la povert j e la ricche z* za : umilia ed esalta. 8. Dalla polvere solleva il mendico , e dal letamaio innalza il povero ; perch ei segga insieme co'principi, e occupi un trono di gloria : imperocch del Signore sono i cardini della terra , e sopra di questi pos il mondo. 9. Egli governer i piedi dei santi suoi: ma gli empii nelle lor tenebre saranno muti : perocch non sar forte 1* uomo pela propria sua forza,

Vers. 8. Del Signore sono i cardini della terra , e sopra, d questi ec. La terra non ha altro fondamento che la sostenti, se non il Signore , e la sua volont , per cui essa sussiste -, su questa base pos Dio il mondo allorch lo cre. La terra adunque, e tutto quello eho la riempie, nelle mani del Signore, onde non . meraviglia, s' ei pu fare in essa tutte le cose fin qui descritte. Vers. q. Egli governer i piedi de* santi suoi. Il custode dei suoi santi regger i loro passi, li guarder dalle cadute, cio dalle colpe. Gli empii nelle loro tenebre saranno muti, Gli empii nella cecit della lor mente saran coperti di confusipne, e di orrore, e non saprau far parola, ben lungi dal potere vantarsi, e insuperbirsi, come faceano una volta; perch qualunque fortezza abbia 1' uomo , non pu farlo forte contro Dio , e perch il Signora gli atterrir , li conquider , come segue. Yers. io. IL Signore giudicher La terra ec. Cio a d i r e : il Signore regner sopra tutta la terra ; imperocch giudicare, render giustizia , essendo uffizio del capo della repubblica , dinoia frequentemente la suprema polcst del goverao nelle Scrit-

10. Dominum formidabunt adversarii ejus, et super ipsos in coelis tonabit: Domi" nus judicabit fines terrae, et dabit imperium regi suo, et sublimabit cornu Christi sui. 11. Et obiit Elcana Ramatha in domum suam : puer autem erat minister in conspectu "Domini ante faciem jffeli, sacerdods. 12. Porro filii Iteli, filii Belial nescientes Dominum,

10. Il Signore sar terribile a'suoi avversari, e contro di essi tuoner dal cielo : il Signore giudicher la terra quant' essa grande; e dar l'impero al suo re, ed esalter la gloria del suo Cristo 11. Elcana poi se n' and a sua casa a Rama tha : e il fanciullo (Samuele) esercitava il ministero dinanzi al Signore sotto gli occhi di Heli sommo sacerdote. 12. Ma i figliuoli di Heli, figliuoli di Belial, non conoscevano il Signore,

ture. Or queste parole contengono una doppia profeza : in primo luogo possono intendersi di tre diverse persone; di Samuele, il quale fu giudice di tutta la terra santa ; onde per mezzo di lui Dio govern Israele : Dio di poi diede P impero a Saul eletto da lui al regno ; e finalmente lo stesso Signore esalt in gloria Davidde suo Cristo , cio unto re del popol di Dio. M il secondo senso avuto principalmente in mira dallo Spirito santo egli : il Signore regner sopra tutte le nazioni della trra, dalle quali sar conosciuto , e adorato mediante la predicazione del Vangelo : egli dar l'impero di tutte le genti al nuovo re costituito da lui, e innalzer a una gloria infinita v immprtale il suo Cristo dato da lui per re a tutti gli uomini. E cosa degna d'osservazione, che questa la prima volta che nella Scrittura si legge il nome di Cristo , o sia del Messia, come spiega il Caldeo. Vers. il. Esercitava il ministero. Serviva al tabernacolo in tutto quello che potea convenire a queli' et, e sotto il omino sacerdote Heli li formata alla funzioni del ministero.

13. Neque officium toacerdotum ad popu. tum : sed quicumque mmolasset victimam, veniebat puer sacerdotis, dum coquerentur caries , et habebat fuscinulam tridentem in manu sua ; .f\.Et mittebant eam in lebetem , vel in caidariam, aut in ollam, sive in cacabum : et omne, quod levabatfuscinula, tollebatsacerdos sibi : sic faciebant universo Israeli venien tium in Silo. 15. Etiam antequam adolernt adipem, veniebat puer sacerdotiS) et dicebat immolanti: Da mihi carnem^ ut co*

i-3. N l'ufiiio de'sftcerdoti riguardo al popolo : imperocch immolata che era da chicchessia la vittima, veniva il servo del sacerdote nel tempo che si cuocevan le carni,e aveva in mano una forchetta a tre punte ; 14. E la metteva nel pajuolo, o nella caldaja, o nella pentola o nella marmitta, e tutto quello ch? era tirato su dalla forchetta , lo pigliava per se il sacerdote : cos facevano a tutto Israele che andava a Silo. 16. Slmilmente prima che facesser bruciare il grasso, veniva il servo del sacerdote , e diceva a colui che face*

Vers. 12. Non conoscevano il Signore. Erano di quella razza d' uomini, i quali, come dice Paolo , professano di conoscer Dio, ma lo negano co' fall , ad Tit. i. io. Vers. 14 E tutto quella che era tirato su ec. La legge nen dava al sacerdote, se non la spalla, e il petto dell'ostia pacifica ; ma questo servo de'figliuoli di Heli pigliava in nome loro tutto quello che potea tirar fuori col suo forcnettone. Vers. 15. Slmilmente prima che facesser bruciare ec. Due altri disordini sono notati in questo versetto primo, esigere la parte sacerdotale prima che fosse fatto bruciare il grasso delr ostia pacifica sull* altare , e ci era contro la espressa lettera della legge, Levit. vii. ai. 3.; secondo, pretendere la carne cruda , quando per consuetudine soleva darsi gii cotta.

quam sacerdoti : non va immolazione t Damenim accipiama teear- mi della carne da far nem coctamt sed cru- cuocere pel sacerdte : perocch io non prendam. der da te carne cotta, ma cruda. 16. E quegli che face16. licebalque Illi mmolans: Incendatur va 1' immolazione , gli primum juxta^ morem diceva : Si faccia oggi hodie adeps, et lolle prima bruciare il grastbiquantumcumque de- so secondo il costume, siderai anima tua. Qui e poi prendi tutto quelrespondens ajebat ei: lo che vorrai. Ma .queNequaquam,nunc enim gli rispondeva, e diceva dabis, alioquin tollam a lui : No : tu me la darai adesso, altrimenti io vi. me la prender per forza. 17. Il peccato adun17. Erat ergo pecca tum puerorum grande que di que' figliuoli era nimis coram D omino \ grande formisura negli quia retrahebant homi- occhi del*Sigt)ore : penes a sacrificio Domi- rocch alienavan la genni. te dal far sacrifizio al Signore. 18. Samuel autem 18. E il giovinetto mnistrabat ante fa- Samuele esercitava il ciem Domini^ puer, ac- ministero dinanzi al Signore , cinto di un E* cinctus Ephod lineo. phod di lino.

Vers. 17. Il pestalo adunque di que* figliuoli era grande formisura ec. Notisi con qual forza lo Spirito santo descrive l'enormit delle colpe de' sacerdoti non tanto per quello che sono riguardo 9 Dio , quanto perch da Dio allontanano il popolo , cui servono di scandalo, e 4i rovina. Vedi Osea cap. ia.

19. Et tunicam parvam faciebat ei mater sua, guani afferebat statutis diebus, ascen deus cum viro suo , ut immolarci: hostiam solentiem. 20. Et benedixit He- li Elcanae, et uxori ejus , dixitque ei: Reddat tibi Dominus semen de muliere hac profoenore, cjuod commodasti Domino. Etabierunt in locum suum 21. Vistavit ergo Dominus A unam , et concepii^ et peperit tres filios, et duas filiasi et magnificatus est puer Samuel apud Dominum. 22. Heli autem erat senex valde, et audwit omnia , quae faci eban t filii sui ujiiverso Israeli : et quomodo darmie-

19. E sua madre gli faeeva una piccola- tonaca , e gliela portava da una solennit all'ai tra, andando con suo marito ad offerire il sacrifizio annuale. 20. Ed Heli benedisse Elcana, e sua moglie, e disse a lui : 11 Signore diati prole da questa donna in ricompensa di quella che tu hai imprestata al Signore. Ed eglino se n' andarono a casa loro. 21. Il Signore adunque visit Anna, la quale concep, e partor tre figliuoli, e duefiglie: e il giovinetto Sarnuele diventava grande presso il Signore. . 22. Ma Heli era molto vecchio, e riseppe tutto quel che facevano i suoifigliuoliverso tutto Israele ? e come dor-

Vers. 8. Cinto di un Ephod di lino. Quest'Ephod era lutt' altra cosa che quello del pontefice, Exod. xxvm. 6. Alcuni credono che questo Ephod fosse una larga cintura di lino , la quale dal collo scendeva a cingere sopra i fianchi la veste di lino propria de' Leviti. Vers. 11. E il giovinetto Satnuele diventava ec. Cresceva nella piet , e nella vera sapienza dinanzi a Dio ; ed era tanto pi ammirabile , perch taje si conservava i mezzo agli scandali de* gli stessi sacerdoti.

ant cum mulierbns, quae observabant ad ostium tabernaculi : 2 3 .Et dixit eis: Q uarefacitis res hujuscemodi, quas ego audio, res pessimas, ab omni populo ? 24. Mite, filii mei : non enim est bona fama , quam ego audio, ut transgredi faciatis populum Domini. 26. Si peccaverit vir in virum., placari ei potest Deus : si autem in Dominum peccar erit vir, quis orabitpro eo? Et non audierunt pacem patris sui: quia voluti Dominus occidere eos.

mirano colle donne , le quali vegliavano alla porta del tabernacolo: 23. E disse loro : Perch fate voi queste cose , cose pessime che 10 sento sparse per tutto il popolo ? 24. Guarda te ve n e, figliuoli miei : perocch mollo cattiva voce quella che io ho udito, che voi fate prevaricare 11 popolo del Signore. 26. Se un uomo pecca contro un altr'uomo, pu impetrarsi per lui piet da Dio : ma se contro Dio pecca un uomo , chi far (Trazione per lui ? Ma quelli non ascoltaroa la voce del padre loro: perch il Signore voleva ucciderg"-

Vcrs. 23. Le quali vegliavano ec. L'Ebreo militavano; Io che indica , che rendevano al tabernacolo tutti gli uffizii che convenivano al loro sesso, dimorando in qualche casa vicina allo stesso tabernacolo, passando i loro giorni nell'impiegarsi a lavorare nelle cose di uso sacro , e nella lettura della legge , e nell' orazione che facevano alla porta della casa del Signore. \ers.i3.Perche fate voi ec. E biasimato generalmente Heli, perch quand' era tempo di dar mano a rimedii forti, si content di fare a' figliuoli rei di tanti scandali una leggera riprensione. Vers. 26. Ma se contro Dio pecca un uomo ec. Se la pVende addrittura contro Dio chi 1' offende nelle cose che riguardano il suo culto, e il rispetto dovuto alle cose sante, le quali soun 5U-

26. Puer autem Sa- muel proficiebat, atque crescebat, et placet?at tam Domino, quam hominibus. 27. Venlt autem vir Dei ad Helt et alt ad eumi Haec dicit Dominus : Numquid non aperte revelatus sum domuipatris tui, cum essent in AEgypto in domo Pharaonis?

26. Or il giovinetto Samuele profittava, e cresceva , ed era grato tanto a Dia, come agli uomini. 27. Ma un uomo di Dio and a trovare Heli, e dissegli: Queste cose dice il Signore : non mi feci io sveltamente conoscere alla famiglia del padre tuo , mentre essi erano in Egitto in casa di Faraone? 28. E io lo elessi da 28. Et eieg eum ex omnibus tribubus Israel tutte le trib d1 Israele mihi in sacerdotemt ut per mio sacerdote, perte destinate a rendere Dio propizio a' peccati degli nomini ; onde ehi di tali cose ne fa occasione, e strumento per offendere il Signore , dove trover chi lo preghi per lui, e quali altri mezzi trover per placarlo ? Non vuol dirsi che simili peccati sieno irremissibili , ove abbiasi riguardo1 alla misericordia di Dio, che non ha termine, ma che difficilmente rimettonsi. Non ascoltaron la voce del padre loro , perche il Signore ec. Indurati nel male meritarono che Dio gli abbandonasse a?desiderii del loro cuore, come dice l'Apostolo, Rorn. i. a4-i e che egli sottraesse loro la grazia , senza di cui non poteano ravvedersi , n trar frutto delle ammonizioni paterne; perocch Dio avea determinato di punirli di morte , e di farne esempio di sua giustizia. Vers. 26. * Samuele cresceva ec. Chi vuol piacere al Signore procuri di crescer nella piet secondo il precetto di Paolo I. firn. iv. 15. ; e per tal modo con Samuele giunger a dominare la propria lingua, sicch neppure una di sue parole cada per terra quasi peccaminosa ed inut]le. Vers. 27. Un uomo di Dio. Non si sa chi fosse questo profeta del Signore. In casa di Faraone. Aronne era schiavo nell' Egitto non meno che gli altri Ebrei ridotti in tale stato dal tiranno Faraone. I servi non hanno casa propria, ma stanno ia casa altrui in misera soggezione. '

ascenderei ad altare meum, et adoleret mihi incensum, et portarei T&phod coram me\ et ded domui patris tui omnia de sacrificiis fi" liorum Israel 29. Quare calce nbje* cistis victimam meam, et munera mea, quae praecepi, ut offerrentfir in tempio: et magis honorasti filios tuos , quam me , ut comederetis primitias omnis sacrificii Israel popuU mei? So. Propterea alt Dominus Deus Israel: (i) Loquens locutus sum , ut domus tua , et domus patris tui ministrarci in conspectu
(i) 3. ll.gr., 7.

ch salisse al mio altare , e mi bruciasse l'incenso, e portasse l'Ephod dinanzi a me : e alla famiglia del padre tuo diedi porzione di tutto quel che sacrificassero i figliuoli d' Israele. 29. Per qual motivo avete voi dati de' calci alle mie vittime, e a* miei doni, che io ordi*nai che mi fossero offerttneltempio: e tu hai avuto maggior rispetto pel tuoi figliuoli che per me , col mangiarvi le primizie di tutti i sacrifizii d'Israele mio popolo ? n 30. Per questo dice il Signore Dio d'Israele : Io avea detto e ridetto , che la tua casa , e la casa del padre tuo avrebbe avuto il mini-

Vers. ig. Avete dat de* e Alci alle mie vittime. Avete calpestate come cosa profana e vile le vittime che a me si offerivano , mentre in vece di riguardarle come cosa sacra, e di ricevere con umilt e rispetto le parti dell' ostia assegnate a voi nella legge , avete preteso di far servire alla gola, e ali' avarizia il diritto del sacerdozio. * Col mangiarvi. Ingrassarvi delle primizie.

meo, usque in s empi' ternum. Nunc autem dicit Dominus: Ab sit hoc a me : sed quicumque glorificaverit me, glori~ ficabo eum : qui autem contemnunt me erunt gnobiles. 31. Ecce dies veniuiit, et praecidam brachium fauni, et brachium domus patris tuit ut non sit senex in do-

mo tua.
32. 'Et videbis aemutum tuum in tempio in universis prosperis I* <srael: et non senex in

stero dinanzi a me in eterno. Ma adesso dice il Signore: Lungi da me tal cosa : perocch chiunque dar gloria a me , far olio glorioso : ma quelli che mi disprezzeranno, saranno abbietti. 31. Ecco che viene il tempo, quando io troncher il tuo braccio , e il braccio della casa del padre tuo, talmente che non si trovi nella casa del padre tuo nissun vecchio. 32. E vedrai nel tempio il tuo emolo in mezzo a tutte le prosperit d* Israele : e non sa-

Vers. 3o. Che la tua casa, e la casa del padre ino avrebbe avuto ec. Dio avea promesso il sacerdozio alla famiglia di Aronne in perpetuo. Dalla famiglia di Eleazaro figliuolo di Aronne il pontificato passo nella famiglia d' Ithamar fratello dello stesso Eleazaro ; della qual famiglia era Heli. Non si sa n quando, n in qual modo avvenisse questo passaggio ; ma veggiamo che Dio lo avea promesso , e approvato. Della famiglia di Eleazaro furono pontefici Eleazaro figliuolo di Aronne , Phinees , Abisue, Bocci, Ozi, a cui successe Heli della casa d'Ithamar. Vers. 31. Jo troncher il tuo braccio, e il braccio ec. Per lo braccio di Heli alcuni intendono i due figliuoli, Ophni, e Phinees, e ci sembrami pi naturale che d'intendere il pontificato. Dice adunque Dio: Io troncher nel fiore de'loro anni le vite de' tuoi figliuoli, e le vite de' tuoi discendenti, i quali doveano sostenere la famiglia del padre tuo. Osservano g' interpreti, che Achitob, Achia , e Acbimelech , i quali suecedcrono ad Heli nel pontificato, vissero poco tempo, e Abiathar ultimo pontefice della slessa famiglia fu privato del sommo sacerdozio.

domo tua omnibus diebus. 33. Verumtamen non auferam penitus virum ex t ab altari meo ; sed ut deficiant oculi lui, et tabescat anima tua: et pars magna domus tuae morietur^cum ad vrilem aetate/n ve* nerit. 34. ffoc autem erit tibi signum , quod venturum est duobus filiis tuis , Ophni, et Phinees\ In die uno morientur ambo. 36. Etsuscitabo mihi sacerdotem fidelem, qui juxta cor meum, et animam meam faciet:et aedificabo ei domum fidelem, et ambulabit coram Christo meo cunctis diebus.

ra giammai nissun vecchio in tua casa. 3^. Io pero non lever interamente dal mio altare i tuoi discendenti ; ma sol perch vengan meno i tuoi occhi, e si consumi l'anima tua : e uria gran parte della tua casa morranno , in arrivando ali' et virile. 34 E segno di ci sar per te quello che accadr a' tuoi due figliuoli , Ophni e Phinees : In un sol giorno morranno ambedue. 35. E io mi creer n sacerdote fedele, il quale servir secondo il mio cuore, e secondo 1' anima mia : e io fonder a lui una casa durevole , ed egli camminer sempre dinanzi al mio Cristo.

Vers. 3a. Vedrai nel tempio il lito emolo. Tu (non nella tua persona , ma nella persona de' tuoi posteri ) vedrai la famiglia di Eleazaro elevata di nuovo alla suprema dignit del sacerdozio. Vers. 33. Non lever interagente al mio altare i tuoi discendenti, ma sol perche ec. La tua famiglia non perir intramente : vi saranno sempre de' tuoi discendenti che serviranno al jcnio altare; ma quanto acerba, e dolorosa sar per essi la memoria delle passate grandezze nella umiliazione, a cui saranno ridotti! Vers. 35, Jo mi creer un sacerdote fedele ec. Questi Sadoc che fu pontefice dopo Abiathar. A Sadoc promette Ko una

36. "Futurum est autem ut quicumque remanserit in domo tua , ven'iat^ ut oretur pro eo, et off erat nummum argenteum, et tortam panis , dicatque : Dmille me, ossecro, ad unam partem sacerdotalem, ut comedam uccellam panis

36. E avverr che chiunque rimarr di tua casa , verr per essere raccomandalo affin di ottenere una moneta d' argent , e un pezzo di pane, e dica: Ammettimi , ti prego, a una porzione sacerdotale, perch io abbia un boccon di pane da man-

famgli stabile permanente ; e in fatti il sommo sacerdozio duri* in quella famiglia sino alla schiavit di Babilonia, e dopo la stessa schiavit sino alla fine della repubblica ebrea. Camminer sempre davanti al mio Cristo. Far le funzioni del suo sacerdozio dinanzi ali' unto del Signore, dinanzi a Salomone eletto da me in re d'Israele. Ma tutto quello che qui promesso in favore del nuovo sacerdote della stirpe d' Aronne, con miglior ragione, e in un senso pi sublime s'intende del sacerdozio Cristiano. , Vers. 36. Chiunque rimarr d tua casa verr ec. E pateticamente descritta la somma miseria, a cui sar ridotta questa gran famiglia. Quei che rimarranno della tua stirpe, saran ridotti in tal povert, che non potendo sussistere, e non avendo pane per se, e pelle loro famiglie nel tempo , in coi non saranno di turno al servizio del tabernacolo , si faranno raccomandare , cercheranno intercessori per avere in limosina una piccola moneta <' argento , o un pezzo di pane , e chiederanno in grazia che sia data loro la giornaliera porzione , che si d a' sacerdoti, quando sono nell' attuale servizio. In vece di offerat sembra evidente dall' Ebreo che debba leggersi auferat.

C A P O III. Samuele chiamato per quattro volte dal Signore : rende conto ad Heli della rivelazione a s fatta, e per le sue profezie appoco appoco si fa conoscere a tutto Israele. * 1. JLuer autem Sa muelministrabat Domino coram Helt et sermo Domini erat pretiosus in diebus illis-, non erat visio manifesta. 2. Pactum est ergo in die quadam^ Helijacebat in loco suo, et oculi ejus caligaverant, nec poterant fiderei 3. Lucerna Dei antequam extingueretur, Samuel dormiebat in tempio Domini) ubi erat arca Dei. 1. a il giovinetto Samuele serviva al Signore sotto gli occhi di Heli, e di rado avveniva in que* giorni che parlasse il Signore: non era comune la profezia. 2. Or avvenne una volta , che mentre Heli dormiva nel luogo consuetof ( e gli occhi di lui erano ottenebrati, ed ei durava fatica a vedere ) : 3. Non essendo ancora spenta la lampana di Dio, Samuele dormiva nel tempio del Signore, dov'era l'arca di Dio.

Ver, i. Dirado avveniva che parlasse it Signore ec. frari erano i profeti in quel tempo , e Dio raramente manifestava i suoi voleri per mezzo di visioni. In tutto il libro dei Giudici so* Jio notati due Profeti, cap. iv., e TI. , e P Apostolo Pietro carat* terizza il tempo da Samuele in poi come il tempo de' profeti, Alti cap. i. 4. In mezzo alle tenebre dell' ignoranza , e della depravazione del costume spunt Samuele profeta del Signore,

4- Et vocavit Domi" nus Samuel: Qui respondens, aiti "Ecce ego. 5. Et cucurrit ad Heli, et dixih Ecce ego : vocasti enim me. Qui dixit : Non vocavi : revertere, et dormi Et abiit, et dormivi f. 6. Et adjecit Dominus rursum vocare Samuelem. Consurgensque Samuel abit ad Heli, et dixit: Ecce ego, (juia vocast. me. Qui respondit: Non vocavi te, fili mi: revertere, et dormi. 7. Porro Samuel necdum sciebatDominum, neque revelats eifuerat sermo Domini. 8. Et adjecit Dominus , et vocavit adhuc

4. E il Signore etriam Sani ueie ; il quale rispose : Eccomi. 5. E corse ad Beli, e disse : Eccomi , poich tu mi hai chiamato. E quegli disse : Non ti ho chiamato : vattene , e dormi. Ed egli se n*and a dormire. 6. E il Signore torn di nuovo a chiamar Samuele. E questi alzato* si and ad Heli, e disse: Eccomi, poich tu mi hai chiamato. E questi rispose : Figliuolo mio, io non ti ho chiamato : ritorna a dormire. 7. Or Samuele non avea ancora conoscenza del Signore , e non sapea distinguere la parola del Signore. 8. E il Signore torn di bel nuovo a chia-

Vers. 3. Non essendo ancora spenta la lampana ec. Verso il levar del sole si spegnevano le lampane del candelabro ; onde si vuol qui significare , che Dio fece sentir la sua voce a Samuele , mentr' era ancor notte. Dormiva nel tempio ... dove ec. Dormiva in un appartamelito, o sia in una casa vicina al tabernacolo, in cui era l'arca. Egli ave.a sua stanza non molto distante da quella di Heli. Vers. 7, Non avea ancor conoscenza del Signore Non era assuefatto a distinguere la voce di Dio , non avendo questi giammai parlato a lu per P avanti.

Samuelem tertia. .Qui consurgens, obiit ad iteli,. 9. Et ait : Ecce ego , quia vacasti me. Intelte xit ergo He li , quia Dominus vocaret puerum , et ait ad Samue* temi Vade, et dormi : et si deinceps vacaverit te ^dices: Loquere, Domine , quia audit servus tuus. Abiit ergo Samuel, etdormivit in loco suo. i o JE venit Dominus, et stetit: et vocavit, sicut vacaverat, secundo : Samuel, Samuel. Et ait Samuel: Loquere , Domine , quia auit servus tuus. \i.'Et dixit Dominus ad Samuelem: Ecce egofacio verbum in /srael, quod quicumque nudierit, dnnient ambae aures ejus*

mare per la terza Samuele. Ed egli si alz, e and da Heli, 9. E disse : Eccomi, poich tu ini hai chiamato. Comprese adunque Heli che il Signore avea chiamato il garzone, e disse a Samuele : Va, e dormi : e se in appresso li chiamer, tu dirai : Parla , o Signore , perocch il tuo servo sta ascoltando. And adunque Samuele al suo posto, e si addorment. 10. E il Signore venne, e s ferm : e chiamollo per due volte ( ome lo avea chiamato prima ) : Samuele , Samuele. Samuele disse: Parla, o Signore, perocch il tuo servo sta ascoltando. 11. E il Signore disse a Samuele: Ecco che io fo tal cosa in Israele, che a chiunque l'udir, fischieranno ambedue le orecchie.

Vers. ti. A chiunque Vudir, fischieranno ec. La metafora e presa da que] ch succede per esempio a chi sente repentinamente scoppiare un gran tuono, che ne rimane stordito, e ne

i 2. In die illa sustitubo adversum fieli omnia, quae locutus sum super domum ejus : incpiam, et complebo. ^.Praedixi enim ei, quodjudicaturus essent domum ejus in aeternum propter iniquittem, eo quod noverat indiane agere filios suos , et non corripuerit eos. 14. Idcirco juravi domili Hel, quod non expietur iniquitas domus ejus victimis, et muneribus usque in determini. 15. Dormivit autem Samuel usque mane, aperuitque ostia domus Domini. Et Samuel timebat indicare visione. Heli.

12. In quel giorno io porr in essere a danno di Heli tutte quelle cose che ho annunziate riguardo alla casa di lui: io principier, e finir. 13. Imperoccheio gli ho predetto che avrei esercitati i miei giudizii sopra la casa d lui in eterno per ragion della iniquit : perocch egli sapeva che i suoi figliuoli viveanoindegnamente, e non gli ha corretti. i4.Per questo ho giurato alla casa di Heli, che l'iniquit di questa casa non sar espiata in eterno colle vittime n co'doni. 15. E Samuele dormi sino alla mattina, e apri le porte della casa del Signore. E'Samuele non avea cuore di partecipare ad Heli la visione (del Signore).

porta il fischio lungamente nelle oreccnie. Dio*ripete a Samuele quello che avea fatto intimare ad Heli, cap. n. 27., ec. Vers. 14.1? iniquit di questa casa non sar espiata in eterno ec. In questo luogo , come In molti altri, la voce iniquit posta pe'gastighi, co'quali Dio volea gastigare l'iniquit della casa di Heli : da questi gastighi non potr sottrarsi questa famiglia, dice Dio , per mezzo di vittime, u di doni pfferti a me ; perocch io non mi placher.

16. IPocavt ergo He16. Heli pertanto li Samuelem , et dixit: chiam Salimele , e disSamuel fili mi! Qui se : Samuele figlio mio! respondens ci : Prete- Questi rispose: Eccosto sum. mi qui. 17. Et interro gavit 17. Heli gli domaneum : Quis est sermo , d : Che quello che ti quem locutus est Domi" ha detto il Signore ? ti nus ad te ? oro te , ne prego di non tenermecelaveris me : haec fa* lo nascoso : Dio ti facciaf tibi Deus et haec cia questo, e peggio, se addai , si absconderis mi nascondi una sola a me sermonem ex o- parola di tutte quelle jhnibm verbis', quae di- che sono state dette a eta sunt tihi* te. 18. Indicavit itaque 18.Samuele adunque ei Samuel unwersos rifer a lui tutte quante sermoneS) et non abs- le parole senza tacerne condit ab eo . Et ille veruna. E quegli risporespondit ; Dominus se : Egli il Signore : est: quod bonum est in iaccia quello che negli oculis sus,faciat. occhi suoi ben fatto. 19. Crevit autem Sa19. E Samuele cremuel, et Dominus erat sceva, e il Signore era
Vers. 15. Apr le porte della casa, del Signore. Dopo che il tabernacolo stava in un luogo fisso a Silo si crede che attorno i ali' atrio f$se alzata una muraglia, che avea davanti le sue por- j te : e anche la prima parte del tabernacolo, o sia il Santo sepa- 1 rato prima dall'atrio con un semplice velo, pu essere che avesse allora una porta murata. Samuele apriva la mattina o la porta dell' atrio, o anche quella del Santo. Vers. 18. Egli e, il Signore ec. Risposta degna di un sacerdote penitente, umiliato, e compunto de'suoi falli, e rassegnalo a tut- ' te le disposizioni della giustizia divina. Cosi comunemente i Padri, e g' interpreti, i quali credono che egli impetrasse la salute fieli' anima t non lasciando per Dio di punirlo e nella propria persona, e.i^ quella dei suoi, come avea gi predetto, Fedi Grisost. coni. Vilup, Vil. Mortasi, lib. HI.

cum eo, et non cecidit ex omnibms verbis e* jus in terram. 20. Et cognovit uni' versus Israel a Danusque Bersabee , quod fidelis Samuel propheta esset Domini. ai. Et addidit Dominus ut appareret in Silo , quoniam rev elatusfuerat Dominus Samueli in Silo^ juxta verbum Domini. Et evenit sermo Samuelis univrso Israeli

con lui, e di tutte le sue parole neppur una cadde per terra. 20. E conobbe tutto Israele da Da n sino a Bersabea, come Samuele era fede! profeta del Signore. 21. E il Signore torn ad apparire ( a hii ) in Silo, perocch in S^ lo si era manifestato il Signore a Samuele, secondo la parola del Signore. Ed ebbero effetto le parole di Samuele per tutto Israele.

C A P O IV. GV Israeliti sono trucidati da Filistei, e avendo condotto P arca negli alloggiamenti, di nuovo sono malmenati : presa l'arca, e sono uccisi i due figliuoli di HelL Udite le quali cose Hell cade per terra , e muore, e la nuora di lui partorisce e muore. \.J-Jt factum est i.V_./r avvenne in in diebus illis, conve- quel tempo che si raunerunt Philsthim in narono i Filistei per far
Vers. 2i. Perocch in Silo si era manifestalo ec. In Silo ( dove avea cominciato a manifestarseli!, e a parlargli ) contiuut) il Signore a parlare a Samuele. Quelle parole secondo la parola del Signore vogliono Intendersi cosi: Dio si era manifestato, si era fatto conoscere a lui colla sua parola , col parlargli.

pugnarti : et egressus est Israel obviam Philisthiim in praelium, et castrametatus estjuxta Lapide adjutorii. Porro Philisthiim ve* nerunt in Aphec, 2. Et instruxerunt aciem contra Israel. Inito autem certamine, terga verdi IsraelPhiKsthaeis: et caesa sunt in illo certamine passim per agros, quasi quatuor milita virorum, 3. Et reversus est populus ad castra : dixeruntque majores natu de Israeli Quare percussit nos Dominus hodie coram Philisthiim? Afferamus ad nos de Silo aream foederis Domini, et veniat in medium nostri , ut salvet nos de manu inimicorum nostrorum.

guerra : e Israele usc in campo per andar incontro a' Filistei, e combattergli, e pose gli alloggiamenti vicino alla Pietra del soccorso. E i Filistei giunsero ad Aphec, a.E ordinaron l'esercito in faccia ad Israele. E venuti che furono a battaglia, Israele volt le spalle a' Filistei, e furono trucidati in conflitto qua e l per i campi circa quattro mila uomini. 3. E tornato il popolo negli alloggiamenti, dissero i seniori d'Israele : Per qual motivo il Signore ci ha egli oggi malmenati in faccia ai Filistei ? Mepiamo tra noi da Silo l'arca del testamento del Signore, ed ella venga in mezzo a noi, affinch ci salvi dalle mani de'nos tri nemici. 4

Vers. i. Vicino alla pietra del soccorso. Cos chiamata dipoi, cap. va. 12. Vera. 3. Meniamo tra noi d Silo l'arca ec. Sapevano di qual soccorso la presenza dell' arca fosse stata per essi al passaggio del Giordano , alla presa di Gerico , ec. Essa era considerata come il trono di Dio abitante in mezzo al suo popolo.

4- Misti ergo populus in Silo, et tulerunt inde arcam foederis Domni exercituum sedentis super Cherubini: erantque duo filii Heli cum arca foederis I)ei, Ophni et Phinees. 5 Cumque venisset arcafoederisDomini in castra , vociferatus est omnis Israel clamore grandi, et personuit terra. 6. Et audierunt Philisthiim vocem clamoriS)dixeruntque\ Quaenam est haec vox elamoris magni in castri s fferaeorum? Et Cognoveruni, quod arca Domini venisset in ea' stra. 'j.Timueruntgue Philisthiim> dicentesi Venit Deus in castra. Et

4 M popolo adunque sped genie a Silo, e di l portarono 1' arca del testamento del Signore degli eserciti, il quale siede sopra i Cherubini: e i due figliuoli di Heli, Ophni, e Phinees,seguivano l'arca del testamento di Dio. 5. E allorch arrivo 1' arca del testamento del Signore negli alloggiamenti , sclam tutto Israele con alte grida, e ne rimbomb la terra. 6. E i Filistei udirono le alte grida , e dissero : Qual rumore , e schiamazzo grande quel che si sente nel campo degli Ebrei ? E intesero , com-' era arrivata l'arca del Signore negli alloggiamenti. 7. E i Filistei s'imrjaurirono, e dicevano : venuto Dio ne' loro

Vers. 5. * Allorch arrivo P arca, ... sciamo lutto Israele. Ah quante volte coli' esteriore della religione g' impenitenti credon sottrarsi a' tlagelli, mentre l'ipocrisia ne tira loro addosso de' pi terribili ! Avvenne cosi ad Israeli:, il quale meglio avreb.be adoprato, se rinunziato alle iniquit si fosse riconcilialo con orazioni , digiuni, e lagrime di contrizione eoa Dio , come gi feceio fcster , Giuditta , Ezechia, e i Niniviti.

ingemuerunt , dicentesi 8. F'ae nobis-, non enim fuit tanta exultado heri, et nudiustertius: vae nobis. Quis nos salvabit de manu deorum sublimium istorumi hi sunt di, qui percusserunt AEgyptum omni plaga in deserto. 9. Confortamini, et estote viri, Philisthiim, ne servatis Hebraeis, sicut et illi servierunt vobis: (i)confortaminij et beliate. io Pugn&verunt er go Philisthiim, et caesns est Israeli etfugit nusquisque in tabernacuMm suum , et facta est plaga magna
(i)Judic. 13. i.

alloggiamenti. E sospiravano, dicendo : 8. Guai a noi : perocch coloro non erano tanto allegri ieri, n ieri l'altro: guai a noi. Chi ci salver dalle mani di questi dei eccelsi? questi sono gli dei che iaccaron l'Egitto con ogni sorta di sciagure presso al deserto. 9. Fatevi cuore , o Filistei, e siate uomini per non essere servi degli Ebrei, come questi sono,stati servi vostri : fatevi cuore, e pugnate. lO.Combatteron pertanto i Filistei, e Israele fu sconfitto, e se ne fugg ciascuno alla sua tenda, e la rotta fu grande formisura : e perirono

Yers. 8, Coloro non erano tanto allegri ec. Sono parole de' Filistei, i quali prendono grande argomento di timore dalla grande allegria delle milizie ebree, le quali ( dicon essi ) non erano tanto piene di fidanza ne' d precedenti al P arrivo dell'arca. Dalle mani di questi dei eccelsi. I Filistei avvezzi alla pluralit degli dei attribuivano pi dei anche al popolo d'Israele : se pure non qui tesso il plurale in cambio del singolare. Vers. io. Alla sua tenda. Probabilmente vuol dire alla sua casa, ponendosi sovente nelle Scritture la voce tabernacolo , in vece di casa, e sembrando pi che verisimile ebe gli Ebrei dopo

nimis ; et ceciderunt de Israel triginta millia virorum. 11. Et arca Dei capta est: duo quoque filii He li mortui suntfphni et Phinees. 12. Currens autem vir de Beniamin ex acie venit in Silo in die illa , scissa veste , et conspersus pulvere caput. 13. Cumque ille venisset , Iteli sedebat super sellam contra viam spectans. Erat enim cor ejus pavens pro arca Dei. Vir autem ille postquam ingressus est, nunciavit urbi : et ululavit omnis civitas.

degl'Israeliti trenta mila pedoni. 11. E fu presa l'arca di Dio : e anche i due figliuoli di Heli, Ophni, e Phinees, furono uccisi. 12. E un uomo di Beniamin fuggito dalla battaglia arriv a Silo lo stesso giorno colla veste stracciata, e la testa coperta di polvere. 13. E all'arrivo di lui Heli era assiso sopra una seggiola guardando verso la strada. Perocch il suo cuore era pien di timore per l'arca di Dio. E giunto quell'uomo port la nuova nella citt : e tutta la citt si diede ad urlare.

una tal rotta si fuggissero non agli alloggiamenti ( i quali dovettero essere presi da' nemici, mentre fu presa l'arca che v' era dentro ), ma alle case loro. Vers. n. E fu presa /' arca.... e i dite figliuoli di ffli ec. Osserva s. Agostino, che P arca della legge non pu servir di difesa a1 trasgressori della legge, i quali sono condannati dalla legge che sta nelV arca. Vers. 13. Era pien di timore per V arca di Dio. Queste parole unite a quelle del versetto (8., dove si dice che ali* udir presa P arca egli cadde, e mor , dimostrano in Heli un gran capitale di piet , e di religione. Egli resse alP annunzio della strage del popolo , e della morte de* proprii figliuoli ; ma non potreggere al sentir 1' arca in mano de' nemici d'Israele, e del vero 3 *

14- -E' audivit Heli sonitum clamoris , dixitque: Quis est hic so7ius tumultus hujus? At ille Jestinavit, et venit, et nunciavt Heli. 15. Heli autem erat nonaginta et octo annorum, et oculi ejus caligaverant ; et ridere non poterat. 16'. Et dixit'ad Helii Ego sum, qui veni de praelio , et ego, qui de ade fugi hodie. Cui ille aiti Quid actum est, fili mi ? 17. Respondens autem ille, qui nunciabah Fugit^ inquit, Israel coram Philisthiim, et ruin magna facta est in populo : insuper et duo filii tuimortuisunt, Ophni et Phinees , et arca Dei capta est. 18. Cumque ille nominasset arcam Dei, cecidit de sella retror-

i4 Ed Heli ud lo strepito delle grida r e disse: Che significa questo romore, e turbamento ? Ma quegli in fretta arriv , e diede ad Heli la nuova. 15. Or Heli avea novant'otto anni, e gli occhi di lui erano ottenebrati , e non potea pi vedre. 16. E quegli disse ad Heli: Son io che vengo dalla battaglia, e io che oggi sono fuggito dal conflitto. Ed Heli gli disse ; Che avvenuto, figliuol mio ? 17. Rispose l'uomo che portava la nuova : Israele ha volte le spalle a' Filistei, e grande stata la strage del popolo : e oltre a questo sono morti anche i due tuoi figliuoli, Ophni, e Phinees, ed stata presa l'arca di Dio. 18. Appena quegli ebbe nominata l'arca di Dio, che ( Heli ) cadde

Dio. Credesi che ei sedesse presso alla porta del tabernacolo, come qaando parl ad Anna, cap. i. 9.

sum juxta ostium et fractis cervicibus mortuus st. Senex enim erat vir i et grandaevus: et judicavit Israel quadraginta annis. 19. Nurus autem ejus, ujcorPhinees, praegnans erat, vicinaque partui : et audito nuncio , quod capta est arca Dei, et mortuus esset socer suus, et vir suus , incurvavit set et peperit'. irruerant enim in eam dolores subiti. 20. In ipso autem momento mortis ejus, dixerunt ei > quae stabant circa eam'. Ne timea?, quia filium peperisti. Quae non respondit ej.st neque ani* madvertit. 21. Et vocavt puerum, Ichabod, diceno Translata est gloria de Israel : quia capta est arca Dei, et pro soce~ ro suo, et pro viro suo. 22. Et aiti Tr ansia-

dalla sua sedia alVindietro vicino alla'porta, e rottosi il collo mori. Perocch egli era vecchio, e di et decrepita: ed ei fu giudice d'Israele per quarant'ann 19. E la nuora di lui moglie di Phinees , era gravida e prossima al parto : e udita la nuova dell* arca di Dio presa, e della morte del suo suocero, e del suo marito, si chin, e partor:perocch era stata subitamente sorpresa da "doloso. E nel punto stesso, in cui ella moriva, le dissero quelle che le stavan d'intorno : Fatti animo ; tu hai partorito un figliuolo. Ma ella non diede loro risposta, n vi fece attenzione. 21. E al bambino diede il nome^ d' Ichabod, dicendo : E passata la gloria d'Israele : a mo tivo dell' essere stata presa l'arca di Dio, e per riflesso al suo suocero e al suo marito. 22. Ma ella disse :

ta est gloria ab Israeli passata la gloria d'Israeeo quod capta esset ar- le : per essere stata presa l'arca di Dio. ca Dei. C A P O V. Dagon una, e due volte cade per terra dinanzi aW arca, tronco il capo e le mani sul liminare. 1 Filistei infestati da malori, e da topi mandano via f arca. 1. Jfhilisthiim aii" *tem tulerunt arcam Dei, et asportaverunt eam a Lapide adjutorii in Azotum. 2. Tuleruntgue Phi Ksthim arcam Dei, et ntulerunt eam in templum Dagon , et statuerunt eam juxta Da"
gOTl.

1. IVXa i Filistei presero l'arca di Dio, e la trasportarono dalla Pietra del soccorso in Azoto. 2. E portarono i Filistei l'arca di Dio nel tempio di Dagon , e la collocarono vicino a Dagon.

Vere. 11. Ma ella disse : passata la gloria e<?..Bench ella avesse un gran dolore della perdita di un tal suocero , e del marito, contuttoci quello che ella disse : passata la gloria , j-e n1 e ita la gloria d1 Israele, ella lo disse rispetto all'arca del Si* gnore caduta nelle mani de'. Filistei. Cosi questa donna pi d tutte le sciagure domestiche deplora i pubblici infortunii, e la perdita fatta da Israele di un tal pegno della protezione divina T qual era 1' arca. Vers. a. Portaron P arca di Do nel tempio d Dagon. S per onorare il loro dio con questo bel dono , come dice s. Agostino de civ. svii. 4- e si per presentare a lui, come autore della loro vittoria, questa sii pregiata parte delle spoglie nemiche, come dice Giuseppe Anticf. lib. vu i. Questo dio Dagon credesi che fosse lo stesso, che la Venere di Ascalon detta anche Atergati, e DervetO) adorata sotto la figura di donna, la quale finiva in pesce.

3. Cumque surrexissent diluculo Azotii altera die, ecce Dagon jacebat pronus in terra ante arcam Domini: et tulerunt Dagon , et resttuerunt eum in locum suum. t\. Rursumque mane die altera consurgentes y invenerunt Dagon jacentem super faciem suam in terra coram arca Domini: caput autem. Dagon, et duae palmae manuum ejus abscissae erant super limen: 6. Porro Dagon so lus truncus remanserat in loco suo. Propter hanc causam non caicantsacerdotes Dagon, et omnes, qui bigrediuntur templum ejus, super limen Dagon in Azoto usque in hodiernum diem.

3. E il d Seguente alzatisi quelli di Azoto allo spuntare del d, ecco che Dagon giaceva boccone per terra dinanzi all'arca del Signo re : e presero Dagon, e lo rimisero al suo posto. 4 E di nuovo alzati la mattina seguente trovarono Dagon che giacca boccone per terra dinanzi ali' arca del Signore : ma il capo di Dagon , e le due mani troncate erano sulla soglia (del tempio) : 6. E il solo torso di Dagon era rimaso al suo posto. Questa la ragione, per cui fino al di d'oggi i sacerdoti di Dagon, e tutti quelli che entrano nel suo tempio non pongono il piede sulla soglia di Dagon in Azoto.

Vers. 5. Questa la ragione per cui ec. Dio vuole clic i Filistei medesimi attestino davanti a tutte 1' et seguenti quello che era avvenuto al loro dio, ed essi servono a questo fine coli' osservanza stabilita di non metter mai il piede su quella soglia, sulla quale aveau trovato il capo, e le mani mozze del loro dio.

6. Aggravata est autem manus Domni super A zotios , (i)^ demolitus est eos, et percussit in secretiori parte natium Azotum , et jines ejus. Et ebullierunt villae, et agri in medio regionls illius, et nati sunt rftures,. et facta est confusio morttis magnae in civitate. 7. Jfidentes autem viriAzotii hujuscemodi plagam dixerunt: Non mancai area Dei Israel apud nos: quoniam dura est manus ejus super nos , et super Dagon deum nostrum. 8. Et mittentes congregaverunt omnes satrapas Philisthinorum ad s e ^.et dixerunt: Quid fafiemus de arca Dei Israeli Responderunttjue Gethaei*. Circumducatur arca Dei Israel. Et circumduxerunt arcam Dei Israeli
(i) Ps. 77.66.

6. E la mano del Signore si f' sentir fieramente a qualli di Azoto e li desol ; e mand a quelli di Azoto, e del suo territoria un malo* re nelle parti deretane pi interne. E villaggi, e i campi in mezzo a quella regione ribollirono , e naequer de3 topi, e4a citt era sossopra pella gran mortalit. 7. Or reggendo gli uomini di Azoto questiflagellidissero : No resti presso di noi Par? ea del Dia d'Israele : perocch dura h la mano di lui sopra di noi, e sopra il nostro dio Dagon. 8. E mandaron gente per far adunare presso di loro tutti i satrapi de'Filistei, e dissero: Che fa rem noi dell'arca del Dia d'Israele ? Risposero quelli di Geth: Si meni attorno 1' arca del Dio d'Israele.E menaron attorno l'arca dei Dio d'Israele.

Vers. 8. Si meni attorno V arca, I Filistei credettero da principio che i loro mali venissero da cause naturali, e vollero fai

9, Illis autem cireumducejitibus eam, fiebat manus "Domini per singulas civitates interfectionis magnae nimis : et prcutiebat vir os unius cujus q u ur~ bis a parvo usque ad majorem, et computrescebant prominentes extales eorum. Inierunt<jue Gethaei consilium, et fecerunt sibi sedes pellicas. 10, Miserunt ergo arcami)ei in Accaron. Cumque venisset arca Dei in Ccaron, exclamaverunt Accaronitae, dicentes: Adduxerunt ad nos oream Dei I$mel, ut interficiat nos, et populum no' s trum. 11, Miserunt itaque^ et congregaverunt omnes satrapas Phili, stliinorum*. qui dixerunt'. Dimittite arcani Dei Israel, et reverta' tur in locum suum , et

9. E mntre quelli la menavano attorno, la mano del Signore iacea strage formisura grande in ciascheduna citt : e straziava dal piccolo al grande gli uomini di ciascuna citt , e uscivan lor fuori g' intestini, e s'imputridivano. E i Gethei tenner consiglio , e si fecer dei sedili di pelli. 10. Mandarono adunque l'arca di Dio in Aocaron. E arrivata che fu in Accaron l'arca di Dio, sclamarono gli Accaroniti, e dissero: Hanno condotta a noi l'arca del Dio d'Israele, perch ammazzi noi, e il nostro popolo. 11. Mandarono perci gente affin di fare adunare tutti i satrapi dei Filistei: i quali dissero: Rimandate l'arca del Dio d'Israele, ed ella torni al suo posto, e

andare l'arca per tutte le parti del loro paese , e vedere quello che ne avveniva. Vers. 9. Si fecero tle* sedili di pelli. A causa della malattia noiosissima che gli affliggeva, e impediva loro di sedere sopra il siudo legno, o sulla pietra , come si usava comunemente.

non nterficiat nos cum populo nostro. 12. Fiebat enim p avor martis in singulis urbibus, et gravissima valde manus Dei: viri quoque , qui mortui non fuerunt^ percudebantur in-secretior parte natiunt et ascendebat ululatus uniuscujusque civitatis incoelum.

non distrugga noi , e il nostro popolo. 12. Imperocch per ciascuna citt si spandeva un terror di morte, e la mano di Dio li premeva gagliardamente: e quegli ancora che non morivano , erano percossi nelle parti deretane pi interne : e da ciascheduna citt si alzavano le urla fino al cielo. C A P O VI. / Filistei per consiglio de* loro sacerdoti rimandano fino a Beihsames arca sopra un carro nuovo tirato da vacche , che davan latte , aggiuntivi i doni votivi, i topi di oro, e gli ani. 1 Bethsamiti immolan le vacche sopra il legname del carro : sono uccisi moltissimi del popolo , e della plebe dal Signore, per aver rimirato 1 arca di Do non con tutta la riverenza . \.JCuit ergo arca i. Stette adunque Domini in regione P hi" 1' arca del Signore nel lisihinorum septem paese de'Filistei sette mesi. mensibus.
Vers. 12.* Per ciascuna citta -si spandeva un terror di morte. Ce l'insegna la fede, e cel rammenta la Chiesa che P Eucaristia sinaholeggiata nell'arca, bench sorgente <li benedizioni pei buoni, ugualmente pei cattivi cagione d'immensi mali. Mon ,cst mali*, 'vita bonis.

z.EtvocaveruntPJiilisthiim sacerdoteS) et divinos dicentes : Quid faciemus de arca Domini ? indicate nobis quomodo remittamus eam in locum suum. Qui dxerunt: 3-. Si remittitis aream Dei Israel, nolite dimittere eamvacuam sed (juod debetis, reddite ei pro peccato , et tunc curabimink et scietis quare non recedat manus ejus a vobis. 4-QJ dxerunt'. Quid est, quod pro delicto reddere debeamus ei ? Responderuntque illi: 6. Juxta numerum provinciarum Philisthinorum, quinque anos aureos faciets, et quinque mures aureos\ qua plaga unafuit omnibus vobis, et satrapis vestris. Facietisque similitudines anorum vestrorum, et similitudi-

2. E i Filistei convocarono i sacerdoti e gF indovini, e dissero: Che dobbiam noi fare dell' area del Signore ? Insegnateci il modo di rimandarla al suo luogo, E quelli dissero: 3. Se voi rimandate l'arca del Dio d' Israele, non la rimandate senza nulla, ma rendete a lui quel che dovete per 10 peccato, e allora sarete risanati e conoscerete 11 perch la mano dilu non cessi di flagellarvi. 4- E quelli dissero : Che dobbiam noi rendergli per lo peccato ? Essi risposero : 6. Farete cinque ani di oro, e cinque topi di oro, secondo il numero delle provincie dei Filistei: perocch una stessa piaga avete sofferta tutti voi, e i vostri satrapi. E voi farete la figura degli ani vostri, e la figura de* topi, i

Vers. 3. Conoscerete il perche la mano di lui ec. Se rimandata l'arca co' presenti che noi diremo, cessano i vostri mali, voi potrete conoscere che essi sono effetto dell' ira del Dio degli Ebrei offeso per le irriverenze commesse da voi verso 1' arca.

tes murium qui demoliti sunt terrami et dabds Deo Israel gloram, s forte relevet manum suam a vobis, et a diis vestris, et a terra vestra. 6. Quare aggravati^ corda vestra, sicut aggravavit AEgyptus, et Pharao cor suum (i) ? Nonne postquam percussus est, tunc dim$it eos, et abierunt ? 7. Nunc ergo arrpte , et facile plaustrum novum unum : et duas vaccas foetas, quibus non est impositum jugum, fungile in plaustro , et recludite vitulos earum domi.
(i)Exod. i a, 31.

quali han devastata la terra, e darete gloria al Dio d'Israele : e forse egli ritirer di sopra voi la sua mano, e di sopra gli dei vostri, e le vostre terre. 6. Per qual ragione v' indurate voi in cuor vostro , come s'indur l'Egitto , e Faraone in cuor suo ? Non egli vero, che questi dopo che fu .flagellato, allora diede libert a coloro, ed essi se n9 andarono ? 7. Adesso pertanto date di mano ali' opera: e fate un carro nuovo, e mettete al carro due vacche che dieno il latte , e che non abbian mai tirato giogo, e chiudete nella staila le loro rede.

Vers. 5. Farete cinque ani iV oro ... secondo il numero ec. L cinque provincie sono le cinque satrapie altrove nominate del paese'de'Filistei, il quale era in tutto una piccola provincia. Queste figure degli ani, e de' topi venivano a significare, come le loro sciagure erano venute dal Dio, di cui era P arca, e da lui ne aspettavano la liberazione. Vers. 7. E chiudete nella stalla le loro rede. Questa circostanza dovea naturalmente render pi fiere, e indocili queste giovenche , che non erano state mai sotto il giogo.

8. Tolletisque arcam Domini, etponetis in plaustro , et vasa aurea, quae exsolvistis ei pro delicto, ponetis in capsellam ad latus ejus: et dimittite eam, ut vadat. 9. Et aspicietis: et si quidem per viamfinium suorum ascenderlicontra Bethsames, ipse fecit nobis hoc malum grande: sin autem, minime : sciemus, quia nequaquam manus ejus tetigit nos , sed easu accidit. 10. Fecerunt ergo illi hoc modo, et tollentes duas vaccas , quae lactabant vitulos, junxerunt ad plaustrum, vitulosque earum concluserunt domi. 11. Et posuerunt arcani Dei super plau-

8. E prenderete l'arca del Signore , e la metterete sul carro , e le figure d' oro offerte da voi per lo peccato le metterete in una cassetta accanto ad essa, poi lasciatela andare. 9. E starete osservando: e se prender la strada che mena al suo paese , e andr verso Bethsames , egli che ha fatto a noi male s grande : se no , la cosa sar altrimenti, e noi conosceremo che non la sua mano ci ha percossi, ma stato un accidente. 10. Quelli adunque fecero in tal guisa : e prese due vacche , che allattavano i loro vitelli, le misero al carro, e chiusero nella stalla i vitelli. . N 11. E misero 1* arca di Dio sul carro, e la

Vers. 8. Le figure d' oro. Quelle ordinate nel versetto 5. Vers. g. Se prender la strada del suo paese. Probabilmente fu messo il carro , e le due vacche al capo di due strade, delle quali una menava ad Accaron, donde era partita 1' arca ; 1' altra strada menaVa a Bethsames ; e stettero a osservare verso qual parte s'incamminassero le vacche, le quali naturalmente dovea volgersi verso Accaton.

ftrum , et capsellam, quae habebat mures aureos, et smiKtudi* nes anorum. 12. Ibant autem in directum vaccae per viam^ quae ducit Bethsames 3 et itinere uno. gradiebantur, pergentes, et mugentes / et non declinabant neque ad dexteram, neque ad sinistram ; sed et satrapae Phlisthiim sequebantur usque ad terminos Bethsames. 13. Porro Beihsami* tae metebant triticum in vattet et elevantes oculos suos viderunt arcam , et gavisi sunt, cum vidissent. j4- Et plaustrum venit in agrumJosueBethsamitae, et stetitib. Erat autem ibi lapis magnus, et conoideruntUgna plaustri, vaccasque imp' suerunt super ea h locaustum Domino.

cassetta contenente i topi d'oro, e le figure degli ani. i2.Orle vacche anda^ vano dirittamente per la strada che conduce a Bethsames, e seguivano lo stesso cammino, andando avanti, e muggendo ; e non piegavano n a destra, n a sinistra; e i satrapi deiFilistei eglino pure andavano lor dietro sino a' contini di Bethsames. 13. Or i Betbsamiti mietevano il grano nella valle, e alzando gli occhi videro l'arca, ed ebbero gran consolazione in vederla. i4* E il carro and nel campo di Giosu di Bethsames, e ivi si ferm, E ivi era urta gran pietra; e (i Bethsamiti) spezzarono il carro , e sopra il legname di esso misero le vacche in olocausto ai Signore.

Vcrs. i a. * Dirittamente- Addirittura. Vcrs. 14. Sopra il legname di esso misero le vacche in olocavttQ ai Signore. In un caso si straordinario pot permettersi ai Bethsamiti l'offerire le vacche stesse che aveau portato l'arca

15. "Levitae autem deposuerunt arcamDei, et capsellam, quae erat juxta eam, in qua erant vasa aurea , et. potuerunt super lapidem grandem. Viri autem Bethsamitae obtulerunt holocausta, et immolaveruni victimas in die illa Domino. i6.Et quinque stitra~ pae Philisthinorum viderunt , et reversi sunt in Accaron in die illa* 17. Hi sunt autem ani aurei, quos reddiderunt Philisthiim pro delieto Domino: Azotus unumt Gaza unum^ Ascalon unum, Geth unum , Accaron unum. 18. Et mures aureos secundum numerum urbium Philisthiim, quinque provinciarum, ab urbe murata usque

io. E i riceviti ^epo* sero T arca di Dio, e la cassetta che erale e canto, nella quale erano le figure d'oro, e la collocarono sopra quel- la gran pietra. E quel li di Bethsames offerir* no quel di degli olocausti, e immolarono vittime al Signore. lVE-t cinque satrapi dei Filistei videro, e tornaron lo stesso d ad Accaron. 1.7. Or questi sono gli ani d'oro offerti da1 Filistei al Signore per lo peccato ; uno per Azoto , uno per Gaza , uno per Ascalon , uno per Geth, uno per Accaron. 18. E tanti topi d' oro quante erano le citt delle cinque provincie de' Filistei , cominciando dalle citt mu-

in olocausto , bench la legge non permettesse gli olocausti, se non di animali maschi, e proibisse J' offerir sacrifizii fuori del tabernacolo. Havvi tutto il fondamento di credere che il sacrifzio fosse offerto da un sacerdote , perch Bethsames era citt sacerdotale; onde-nel versetto seguente si dice che i Leviti1 furono quelli cl\e levavon 1' arca dal carro. Vedremo sovente de' casi, ne' quali sono offerti de' sacrifizii in altri luoghi fuori del taberuacol.

ad villani, quae erat absque muro% et usque ad Abelmagnum super quemposuerunt aream Domni^ quae erat usque in illum diem in agro Josue Bethsamits. 19. Percussit autem de viris Bethsamitibus, eo quod vidissent aream Domni-, etpercussit de populo septuaginta viros^ et quinquaginta millia plebis.Luxitque populus, eo quod Dominus percussisset urbem plaga magna,

rate sino a' borghi senza muro , e sino ad Abelgrande, sulla quale posarono T arca del Signore , la quale era in quel giorno nel campo di Giosu Bethsamita. 19. Ma (il Signore) pun gli uomini di Beth sames, perch aveano guardato l'arca del Signore : e mise a morte settanta uomini del popolo, e cinquanta mila della plebe. E il popolo pianse per avere il Signore percosso la plebe con gran flagello.

Vers. 18. Cominciando dalle citta murale 'sino ' borghi. Gl'indovini avean ordinati cinque topi d'oro per le cinque citt <vers. 5. ; ma anche le piccole terre, e i villaggi che erano stati afflitti da quella peste, vollero offerire le figure di quegli animali. Ma perch non anche degli ani ? Probabilmente, perch quella malattia era stata solamente nelle cinque citt , .dove era stata l'arca. ' E fino ad Abel grande. Abel significa lutto , onde si crede, che questo nome fosse dato a quel luogo dopo la strage de'Bethsamiti. Tutti i borghi, castelli, ec. che sono nel paese de' Filistei sino ad Abel grande, che era a'confini del loro dominio, diedero ciascuno il loro topo d' oro. La quale era in quel giorno ec. L'arca pos quel giorno nel campo di Giosu Bethsamita sopra la gran pietra detta Abel grande. Non ho saputo vedere altro senso in questo luogo, sopra del quale si sono affaticati molto g' interpreti. Vers. i p. Il Signore pun gli uomini di Belhsames ec. La Scrittura dice, che il motivo di tal gastigo fu perch i Bethsamiti aveano guardata l'are, lo che s'interpreta dell' averla guardata eoa troppa curiosit, e con poco rispetto. Sappiamo , che era

. so. Et dixerunt viri Bethsamitae: Quis poterit stare in conspectu DomniDei sancti hujus? et ad quem ascendet a nobis?

20. E gli umini di Bethsames dissero: Chi potr stare al cospetto del Signore, di questo Dio santo ? E presso di chi andr egli partendo da noi ?

proibito a' Leviti sotto pena di morte di mirare scoperta 1' arca , e i vasi sacri che essi portavano ne' viaggi pel desgr-to. Nam. iv. 15. so. Or non pochi interpreti pretendono che i Bethsamiti aprissero 1' arca p er vedere, se i Filistei ne avessero tolto le tavole della legge. E mise a morte settanta uomini del popolo, e cinquanta, mila della plebe. Dall' Ebreo si pu dedurre , che non di soli Bethsamiti fu il numero della gente percossa da Dio. Ed egli troppo verisimile, che sparsa in poco tempo la nuova del ritorno dell' arca per tutti i luoghi ali' intorno, si affollassero a Bethsames g' Israeliti per vedere 1' arca, e moltissimi di questi cadessero nell' errore de' Bethsamiti, i quali son nominati distintamente, perch diedero i primi 1' esempio d'irreligiosa curiosit. I settanta uomini del popolo sono per comun sentimento settanta seniori o anziani. Quando questi soli fossero stati puniti di morte dal Signore per la colpa della moltitudine , la superba ignoranza degli uomini troverebbe forse che dire a un gastigo si grave per un delitto , il quale pu forse parere assai leggiero a noi ,-che n conosciamo i segreti giudizii di Dio ( i quali sono un abisso profondo al dir del profeta), n veggiamo i cuori degli uomini. La^ difficolt pertanto la stessa nel maggiore-, e nel minor nmero : perocch se furon degni di morte i settanta per tal peccato, lo furono ugualmente i cinquanta mila che in esso caddero oltre i settanta. Tvitto questo io lo dico rispetto a quegl' interpreti ( e non son pochi, n volgari ), i quali si sono affaticati per dimostrare , che i] testo ebreo pu intendersi in tal modo, che soli settanta uomini sieno effettivamente periti in tale occasione. Chi avesse genio di veder riunite tutte quest diverse sposizioni , le trover in un' opera stampata ultimamente a Roma ( Titres primitifs, Tom. I. Disc. Prl. pag. 206. 206. Not.J II rispetto che io professo alla versione Latina , e la natura stessa di questo lavoro non mi permettono di entrare in tali disquisizioni. Vers. 20. e ai. Chi potr stare al cospetto del Signore ec. La severit del gastigo risveglia in questi uomini una grande idea della santit di Dio, onde dicono : chi sar degno di stare davanti

zi.Mserunt^/ue nuncios adhabitatores Cariaih-iarim, dicentes : ReduxeruntPJiilisthiim arcam Domini, descendite, et reducite eam ad vos.

21. E spediron messi agli abitanti di Cariathtarim, che dieesserloro: I Filistei han ricondotta 1' arca del Signore : \'enite,e riportatela nel vostro paese.

C A P O VII. ' arca ricondotta a Gabaa in casa di Abinadab. G Israeliti alt esortazione di Samuele convertitisi al Signore vincono i Filistei , ,/acendo orazione per essi Samuele. i.~r enerunt ergo viri Cariath4arim, et reduxerunt arcam Domini, et intulerunt eam in domum Abinadab in Gabaa: Eleazarum autem filium ejus sanctificaverunt, ut custo~ direi arcam Domini. i. .rondarono adunque gli uomini di Ga* rialh-iarim, e condusser via l'arca del Signore , e la portarono dentro la casa di Abinadab in Gabaa : e consecrarono il suo figliuolo Eleazaro, perch custodisse l'arca del Signore.

a lui, e d servirlo ? Egli a gran ragione esige , che quei che lo servono sieno santi e senza colpa. Quindi conoscendosi indegni di avere V arca in casa loro, consultano , dove debbano mandarla : imperocch ci significano quelle parole : E presso di chi andr egli partendo da noi? Non possiamo sapere il perch non pensassero a rimandare 1' arca a Silo. Vers. i. Condussero via V arca del Signore ec. Sembra verisimile, che ci si facesse di consenso di Samuele, il quale, come vedremo, era gi divenuto giudice d'Israele. .ZVc^a casa di Abinadab in Gabaa. Una parte di Cariathiarim dovea avere il nome di Gabaa, che in ebreo significa lito-

2. Et factam est, ex qua die mansit arca Domni in Cariath-ia* rm, multiplicad sunt dies ( erat quippe jam annus vigesimus ) et requieviromnis domus Israel post Dominum. 3. Ait autem Samuel ad universam domum, Israel, dicens : (i) Si in toto corde vestro revertimini adDomnum, auferte deos alenosde medio vestri , Baalim , et Astaroth-. et praepa rate corda vestra Domino : et servite ei soli , et eruet vos de manu Philisthiim.
(i) Qeut. 6. 13. Matth. 4. io.

2. E dal d, in cui 11 arca del Signore fu posala in Cariath-iarim, era scorso assai tempo (perocch era gi Tanno vigesimo ) e tutta la casa d'Israele ebbe pace, seguendo il Signore. 3. Quando Samuele parl a tutta la casa d1 Israele , e disse : Se voi con tutto il cuor vostro tornate al Signore , togliete di mezzo a voi gli dei stranieri,Baal, e Astaroth : e preparate i vostri cuori al Signore, e servite a lui solo , ed egli vi liberer dalle mani dei Filistei.

go elevato ; onde pu aneli' essere , che in questo senso sia qui usato questo nome per significare , che la catfa di Abinadab era in un luogo elevato. E consacrarono il suo figliuolo Eleazaro. Credesi, che il padre suo Abinadab fosse morto. G' interpreti convengono in affermare con Giuseppe Ebreo , che Abinadab fosse della stirpe di Levi ; ma non si ha verun lume per crederlo della famiglia di Aaron ; onde egli sar stato consacrato al ministero dell' arca colle cerimonie ordinate pella consacrazione de'Leviti, Num. vin. "r Vers. 2, (Era gi V anno vigesimo) e tutta la casa d? Israele ec. Questo versetto non ha veruna relazione co' seguenti. Egli non vuol dir altro , se non che dopo la traslazione dell' arca a Cariath-iarim corsero venti anni ( tanti furon quelli del governo di Samuele ) anni di pace , e di prosperit , perch in tutto questo tempo Israele fu fedele al suo Dio. Indi cominciano a descriversi le geste di Samuele fatto giudice del popolo, e come egli rend la libert, e la pace agli Ebrei.

roi. r.

4 Abstuhrunt ergo filii Israel Baalim , et Astarothi et servierunt Domino solL 6. Dixit autem Sa* muel\ Congregate universum Israel in Masphat, ut orem pro vobis Dominum. 6. Et convenerunt in Masphath : hauseruntqu aquarii, et effudei;unt in conspectu Do* mini, et jejunaverunt in die illa, atque dixerunt ibi: Peccavi* mus. Judicavitque Samuel Israel in Masgkatk. 7. El audierunt Philisthiim, quod congregati essent filii Israel in Masphath, et ascenderunt satrapae Philijstnorum ' ad Israel.

4. Quindi i figliuoli d'Israele tolser via Baal, e Astarolli, e servirono al solo Signore. 6. E Samuele disse : Raunate lutto Israele a Ma s p ha Ih , affinch io preghi il Signore per voi. 6. E si adunarono a Masphath: e attinsero dell' acqua, e la sparsero dinanzi al Sig;npre,e digiunarono quel giorno, e ivi diceano : Abbiam peccato contro il Signore. E Samuele fece le funzioni di giudice d' Israele in Masphath. 7. E seppero i Filistei, come i figliuoli d'Israele erano congregati a Masphath , e mossero i satrapi de' Filistei contro Israele*. La qual

Vers. 6. E attnsero dell* acqua, e In sparsero dinanzi al Signore, Mi sembra, che quello che segue digiunarono ... dicendo : abbiam peccalo ce., possa determinare la significazione di questa cerimonia, sopra la quale discordano incredibilmente gl'interpreti. Quest'acqua fu versata davanti al Signore come simbolo delle lagrime di contrizione, le quali desideravano di spargere pe' loro peccati. Osservano qui g' interpreti i tre atti del penitente : la contrizione , la confessione , e la satisfazione. Fece le funzioni di giudice in ftfasphath. Secondo la pi comaae opinione fu egli ivi creato giudice , e comincio a esercitarvi il suo ministero.

Quod cum audssent cosa avendo udita i fifilii Israel, timuerunt gliuoli d3 Israele, temea facie Philisthinorum. rono F incontro dei Filistei. 8. Dixeruntgue ad 8. E dissero a SamuQSamuelem: Ne cesses le : Non intermettere pro nobis clamare ad di alzar la tua voce al Dominum Deum no- Signore Dio nostro per strum , ut salvet nos de noi,affinch ci salvi dalmanu Philisthinorum. le mani de'Filistei. 9. Tulit autem Sa9. E Samuele prese muel agnum lactentem un agnello di latte, e 1' unum , et obtult illum, offer in I ero in olocauholocaustum inlegrum sto al Signore : e alz Domino', et clamavit Samuele le sue voci al SamueladDominumpro Signore per Israele, e il Israel, et exaudwit Signore lo esaud. eum Dominus. 10. Factum est au10. Or egli avvenne, tem , cum Sawuel of- ebe mentre Samuele offerret holocaustum.Phi- feriva T olocausto al Silisthiim inierepraelium gnore, i Filistei assalicontra Israeli intonuit rono Israele ; ma il SiVers. p. L'offerse intero in olocausto al Signore. Pu Samuele aver offerto 1' olocausto per mezzo di alcuni de* sacerdoti, che certamente si dovean trovare n ei 1' adunanza generale del popolo a Maspha. Non v' ha cosa pii comune, che di attribuire a uno ci che per ordine di lui stato fatto. Alcuni uniscono la voce intero colla voce olocausto, e interpretano olocausto perfetto, e secondo tutte le cerimonie prescritte dalla legge. Ma pi verisimile sembra 1' altra sposizione , secondo la quale vuoisi dire , che 1' agnello fu offerto tutto intero senza dividerlo in parti, come era la legge dell' olocausto , Levit. i. i-i., e che cosi fu fatto per la strettezza del tempo , e la prossimit del nemico. Notisi, che <jaanto ali' agnello pasquale si volea , che ei fosse grandicello, e pi non poppasse: ma quanto alle altre vittime , passati i sette giorni dalla loro nascita, poteano offerirsi, fedi Exod\ xxxin. g., JLevit. xxn. 27.

autem Dominus fragore magno in die illa super Philisthiim, et exterruit eos, et caesi sunt a facie Israel. \\.(i)JLgressique viri Israel de Masphath, persecuti sunt Philisthaeos, et percusserunt eos usque ad locum , qui erat subter Bethchar. 12. Tulit autem Samuel lapidem unum, et posuit eum inter Masphath , et inter Seni et vocavit nomen loci illius Lapis adjutorii, 'fixiique : Huc usque auxilzatus est nobis Dominus.
(i)Eccli. 46. ai.

gnore tuon' con fracasso grande in quel d contro i Filistei, e gli atterri, e furono sconfitti da Israele. 11. E. i figliuoli d'Israele usciti di Masphalh,inseguirono i Filistei, trucidandoli sino al luogo che rimane al di sotto di Beihchar. 12. E Samuele prese una pietra, e la pose tra Masphath, e Sen : e diede a quel luogo il nome di pietra del soccorso. E disse : Sin qua ci ha soccorsi il Signore.

Veri, i a. Sin qua ci ha soccorsi il Signore. Questa 1* iscrizione, che fu scolpita su quella pietra. Simili monumenti abbiam veduto erigersi anche dagli altri santi uomini in memoria de' favori ricevuti da Dio. Vcrs. 13. e 14- Furono umiliati, e non lentaron pi ec. Si vede da queste poche parole, che fu grandissima questa vittoria, per cui ebbe pace Israele per lo spazio di venti anni. Le citta che furono restituite da' Filistei, erano quelle appartenenti alla trib di Dan, poste tra la citt di Accaron , e quella di Geth , e nel territorio della stessa citt di Geth. fedi Jud. xvui. i. Ac^aron e Geth restarono ai Filistei. * E fu pace fra Israele, e fra gli Amorrhei. Ricordiamoci che con questo nome posteriormente s'intendono i rimasugli de'Cananei lasciati in essere contro il volere di Dio dagl'Israeliti.

i 3. Et Immillati sunt Philsthiim, nec appo suerunt ultra, ut veni rent in terminos IsraeL Facta est itaque ma nus Domini super Philisthaeos cunctis die bus Samuelis. j 4- Et redditae sunt urbes, quas tulerant PliiUsthiim ab Israel Israeli, ab Accaron usque Geth, terminos suos-.liberavitquelsrael de manu Philisthinorum, eratque pax inter Israele t morrhaeum. 15. Judicabat quo" que Santuel Israele m cunctis diebus vitae suae. 16. Et ibat per singulos annos circuiens Bethel, et Gallala , et Masphat, et judicabat Israel in supradictis locis.

13. E i Filistei furono umiliati, e non tenia ron pi d entrare dentro i confini d'Israele, E la man del Signore si f sentire a' Filistei per tutto il tempo d Samuele. 14. E furon restituite ad Israele, le citt tolte a Israele da' Filistei, da Accaron fino a Geth coi suo territorio: ed egli liber Israele dal potere de'Filistei, e fu pace tra Israele e gli Amorrhei. 15. Or Samuele fu giudice d* Israele per tutto il tempo di sua vita. 16. E andava tutti gli anni in giro a Bethel , e a Galgala, e a Maspbath.ed esercitava la giudicatura d'Israele in questi luoghi.

Vers. t5. Samuele fu giudice n. per lutto il tempo della sua vita. Anche dopo che Sanile fu eletto re , Samuele continu ad avere una grande autorit presso del popolo , e anche presso di Saulle, come si vede in questa medesima storia. E sembra , cha riserbandosi Saulle quello che concerneva la guerra , Samuele giudicasse le liti occorrenti, e fosse il consigliere della nazione, e dello stesso re negli affari concernenti la religione , e lo stato. Samuele visse circa cento anni, e oa avea circa quaranta , allorch fu fatto giudice.

17. Revertebaturque in Ramatha : ibi enim erat domus ejus, et ibi judicabat Israelemt aedificavit etiam ibi altare Domino,

17. E si tornava a Ramatha : perocch ivi egli avea sua casa, eivi pur giudicava Israele ; vi edific eziandio un altare al Signore.

C A P O VUI. Inclinando aW avarzia i figliuoli di Samuele, il popolo chiede un re a somiglianza de* Gentili. Samuele per ordine del Signore predice loro il diritto del re, ma egli non ascoltato. i. JL actum est aui. \Jr Samuele estem cum senuisset Sa- sendo diventato vecchio muel, posuitfilios suos fece giudici d'Israele i suoi figliuoli. judices IsraeL
Vers. 16. Andava tutti gli anni in giro ec. Ci si d l'idea7 di un ottimo pastore di popoli, il quale senza pensare al proprio comodo va visitando tutte le parti del suo paese , offerendosi a tutti, affinch negli affari loro non abbiano a perdere il tempo, e consumarsi in ispese per andar a trovare il giudice. Questi nello stesso tempo prendeva notizia de' costumi della gente, de' disordini che potessero introdursi riguardo alla religione} ec. E osservano gl'interpreti, che le citt elette da lui per farvi residenza ogni anno una parte , erano sommamente a proposito e comodo , perch tutte le trib potessero godere del frutto di questa visita. Ver*. 17. E si tornava a Ramatha ec. Dopo che egli per ordine di Dio fu fatto giudice d'Israele non essendo questa vocazione compatibile coli'assiduo servigio del tabernacolo, al qual servigio era stato offerto dalla madre , dovea questo voto privato cdere a un bene maggiore , qual era il ben pubblico , e alla ordinazione di Dio. Aggiungasi , che in Rama egli edifici) un altare al Signore ; lo che non pu attribuirsi, se non a particolare permissione del Signore., il quale sia per consolazione di questo suo profeta, sia per ravvivare la piet nel popolo che concorreva a quella citt per trattare-con Samuele , dispenso in questa occorrenza dalla legge, Denl, xu. 3. 4- 5., ec.

a. Fuitfjue nomen fiHi ejus primogeniti Joliei, nomen secundi A bia , judicum in Bersabee. 5. "Et non ambulai?erunt filii illius in viis ejus\ sed declinaverunt post avaritiam, acce* peruntque munera, et perverterunt judicium. 4. Congregati ergo universi majores natu Israel venerimi in Samuelem in Ramatha. 6. Dixeruntque ei: Ecce tu senuisti, et fi' IH tui non ambulant in viis tuis : constitue nobis regem, utjudicet nos , sicut et universae habent nationes. Act. 3i. 21.

2. E il figliuolo di lu primogenito ch i ama vasi Joel, e il secondo Abia: e face ano le funzioni d giudici in Bersbee. 3. E i suoi figliuoli non balteron la strada che egli batteva ; ma furono inclinati ali*avarizia , ricevevano regali, e pervtrtiron la giustizia. 4. Congregatisi pertanto tutti i seniori d'Israele andarono a trovar Samuele a Ramatila. 6. E gli dissero : Tu sei ornai vecchio.e i tuoi figliuoli non batteron la strada , cui battevi tu: eleggi a "noi un re, il quale ci amministri la giustizia, come lo han tutte queste nazioni.

Vers. i. Samuele essendo diventalo vecchio fece giudici ce. Vale a dire fece suoi aiuti, suoi vicarii nel giudicare le cause i suoi figliuoli, affinch lo sollevassero in questo faticoso impiego. Egli avea circa sessant' anni, e continu a fare egli stesso le parti di giudice ; onde contato per 1* ultimo giudice d'Israele , Al ii xiii. : i figliuoli non continuarono ad assisterlo se non per u anno, o al pii due. Vers, 3. Furono inclinati alV avarzia ec. Dovoan essere saggi e virtuosi, finch vissero sotto la soggezione del padre -, perocch ei non gli avrebbe certamente destinati a tal uffizio. Da, sudditi s sostennero ; ma elevati in dignit caddero i Jigluoli del profeta, dice *. Gregorio,

6. Displicuit sermo in oculis Samuelis , eo quod dixis senti Da nobis regem, ut judicet nos. Et oravit Samuel ad Dominum. I.Dixit autem Dominus ad Samuelem: Audi vocem populi in omnibus , quae loquuntur libi : non enim te abjeceruntt sedmet ne regnem super eos.

6. Spiacque a Samuele questo parlare, e il dir che facevano ; dacci un re che ci giudichi. E Samuele fece orazione al Signore. 7. E il Signore disse a Samuele : Ascolta le parole di questo popolo in tutto quello ch'ei ti dice: perocch eglino han rigettato non te , ma me , perch io non regni sopra di loro. 8. Cosi hann'eglino 8. Juxta omnia ope* ra sua, quae fecrunt fatto in tutte le cose lo-

Vers. 5. Eleggi a noi un re ... come lo hanno ec. Notinsi le ragioni di si strana richiesta. Dicono, che Samuele vecchio , e che i figliuoli di lui degenerano dal padre : dipoi pprtan 1' esempio delle vicine nazioni : le due prime ragioni sono ingiuriose a Samuele ; la terza a Dio, il quale si era dichiarato re del suo popolo, e lo avea fin allora governato in maniera diversa da tutte le altre nazioni. Onde se queste aveano nn re, non era questa una ragione per essi di bramarlo, ma anzi di non volerlo giammai. La vecchiezza di Samuele non gli avrebbe permesso -di continuare a visitare il paese, come avea fatto per 1' innanzi, ma avrebbon potuto quelli che aveano affari, andare a trovarlo, come sotto gli altri giudici solevan fare. I mancamenti dei suoi figliuoli, sopra , de' quali mancamenti non avrebb' egli chiuso l'occhio , non dovean servire di pretesto per discacciare un uomo di Dio, un profeta benemerito della nazione pelle sue vittorie contro de' Filitei, e per la libert, e la pace reuduta ad Israele. Ma costoro abbagliati dallo splendore del diadema vogliono un re. Ed certamente da ammirarsi grandemente la pazienza di Samuele a si. mil proposta. Egli per si rivolge a Dio per seguire piuttosto la . volont di lui, che i dettami di sua prudenza.

Vers. y. Ascolta le parole di questo popolo ec. S. Girolamo afferma, che Sanile fu fatto re , -non perche Dio il volesse, ma per errore del popolo. In Osca cap. 8.

a' die i qua eduxi eos de AEgypto usque ad diem hanc : sicut dereliquerunt me, et ser* vierunt diis alienis> sic faciuit etiam tbi. 9.Nunc ergo votem eorum audi\ verumtamen contestare eos^ et praedic eis jus regis, fjui regnaturus est super eos. 10. Dixit itac/ue Samuel omnia verba Domini ad popuLum, qui petierat a se regem. 11. Et aiti Hoc erit jus regis , c/ui imperaturus est vobis : Filios vestros tollet, et ponet

ro dal Al in cui li trassi dall' Egitto sino a questo giorno: come glino abbandonarono me per servire agli dei stranieri , cos fanno anche a te. o,. Adesso adunque a scolta le loro parole : ma fa con essi le tue proposte , e annunzia loro i diritti del re,che regner sopra di essi. 10. Ripet adunque Samuele tutte le parole del Signore al popolo^ ehe gli avea chiesto un re. 11. E disse: Questo sar il diritto del re, il quale vi comander : Egli prender i vostri

Vers. 9. Annunzia loro i diritti ec. Do vuole , che Samuele prima di .condiscendere alla richiesta degli Ebrei, esponga loro i gravi pesi che avrebbon dovuto portare sotto la nuova maniera di governo. A quell'uomini ( dice s. Gregorio) , che,han fatto contro de* diritti di Dio , si propongono i diritti degli uomini ; e a questi che han disprezzali i consigli di clemenza, e di salute del loro Dio , s annunciano i duri, e insopportabili pesi della servit sotto gli uomini. Dio dice agli Ebrei : voi volete un re, come lo hanno le altre nazioni : avrete un re come quelle; ma udite prima quali diritti esercitino sopra de' loro sudditi i regi di queste nazioni. Il dispotismo fu in effetto la maniera di governo comune in oriente. Dio prevedendo che gl'Israeliti avrebbon fatta questa richiesta , avea prescritte altre regole a' futuri regi d'Israele , Deut. svii. i4-, ec. Gli Ebrei pero ebber non pochi principi, sotto i quali durissima fu la loro servita ; onde per loro sciagura provarono 1' adempimento di questa predizione.

in curribus suis , facietque sibi equites , et praecursores quadriga* rum suarum i 12. Et constituet si'bi tribunos, et centuriones , et aratores agrorum suorum, et messores segetum : etfabros armoruni, et crruum suorum. 13. Filias quoque vestras faciet sibi un* guentarias, etfocarias^ et panificas. 14. Agros quoque vestros, et vineas, et oliveta optima tolle, et dabit servi? suis. 15. Greges quoque vestras , et vinearum reditus addecimabit, ut det eunuchis , et famulis suis.

figliuoli, e li metter guidare i suoi cocchi, e gli far sue guardie a cavallo , e far gli andare innanzi ai suoi tiri a quattro cavalli. 12.E gli far suoi tribuni, e centurioni, e altri metter ad arare i suoi campi, e a mieter le biade, e a fabbricare armi, e cocchi. 13. le vostre figliuole impiegher a comporre gli unguenti, e a far la cucina, e il pane. i4- Prender eziandio i vostri campi , e le vigne, e gli uliveti migliori, e daragli a'suoi servi. 15. E addecimer le vostre biade, e i prodotti delle vigne in vantaggio dei suoi eunuchi, e servitori.

Vers. ii. Prender i vostri figliuoli ee. Anche a vostro dispetto ; lo che significato dalla voqe ebrea. Vers.. 14. * Prender, eziandio i vostri campi, e le vigne , e gli uliveti migliori. Con queste profetiche parole non intese mai il Signore approvare qualunque ingiusta violenza, che il re usasse con alcuno de' sudditi. Ed il celebre fatto di Naboth bastantemente lo mostra IH. Reg. xxr. Vers. 15. In vantaggio de' suoi eunuchi. La legge vietava di fare eunuco un Icraelita ; ma poteva un re farne venire da altri paesi.

i 6. Servos edam ve16. Ed eziandio mestros, et ancillas, et ju- ner via i vostri schiavenes optimos, etasinos vi, e le schiave, e l a gioauferet, et ponet in o- vent robusta , e gii asini, e gli adoprer pelpere suo : le sue faccende. 17. E addecimer an17. Greges quoque vestros addecimabit ; cora i vostri greggi; e voi sarete suoi servi. atque ertis ei servi. 18. E allora alzerete 18. Et clamabitis in die illa a facie regis le grida a causa del vovestri, quem elegistis stro re voluto da voi: e vobis : et non exaudiet il Signore allora non vi vos Dominus in die il" esaudir, perch avete la , quia petistis vobis chiesto un re. regem. 19. Nolut autem po19. Ma il popolo non pulus audire vocem volle dar retta alle paroSamuelis ; sed dixe- le di Samuele: anzi disrunt: Nequaquam: rex sero : Non cangeremo : ma avremo un re che enim erit super nos, ci governi, 20. E saremo noi pu20. Et erimus nos quoque, sicut omnes re, come tutte le genti: gentes, et judicabit nos il nostro re ci amminirex noster, et egredie- strer la giustizia,e antur ante nos, et pmgna- dr innanzi a noi, e com bit bella nostra pro no- batter per noi nelle bis. guerre che avremo. 21. Et aud&vit Sa21. E Samuele ascolmuel omnia vsrjba po- t tutte le parole del
Ver*. 1-7. E voi tarde suoi fervi. Questo solo abbraccia tutta le specie di durezze, e di avame; e tanto pi dovea esser penoso pegi Ebrei, i quali di nissuna cosa vantavaasi maggiormente , che della lor libert.

pul, et locutus est ea in auribus Domini. 22. Dixit autem Dominus adSamuelem^ i ) Audi vocem eorum , et consti tue super eos regem. Et alt Samuel ad viros Israeli Vadat unusquisgu in civitatem suam.

popolo, e le rifer al Signore. 22. E il Signore disse a Samuelet Fa a mo- do loro, e d loro un re. E Samuele disse agli uomini d'Israele : Se ne torni ciascuno alla sua citt.

C A P O IX. Sani andando in cerca dlie asine del padre, arriva dove era Samuele : pranza con lui , ed albergato da lui (juella notte. 1. JCjt erat vir de Beniamin nomine Cis : filius A biel, filii S eror> filii Bech'ora th , filii Aphia, filii viri Jemi~ ni tfortis robore. t. Ljravi un uomo di Beniamin per nome Cis , figliuolo di Abiel, figliuolo di Seror , fi* gHuolo di Bech*rath, figliuolo di Aphia , figliuolo di Jemini, uomo di molto valore. 2. E questi avea un 2. Et erat ei filius vocabulo Saul, electus, figliuolo per nome Saul
(i) Ofe. i3. n.
Vcrs, i. Figliuolo di Jemini. In altri luoghi vale lo stesso, che Beniaraita, o sia della trib di Beniamin , essendo Jemini un accorciamento di Beniamin ; ma qui varii interpreti lo prendono per nome proprio di uno degli ascendenti di Cis : perocch il Bonae della trib era gi stato detto. Cosi nel versetto 4- H paeto d Jemini qualche distretto, dove avea--le sue possessioni quest' uomo che dovea essere stato molto famoso.

et bonus : et non erat vir de filiis Israel meHor illo : ab humero, et rursum eminebatsuper omnem populum. 3. Perierant autem asnae Cis patris Sani. Et dixit Cis ad Saul filium suum : Tolle te* cum, unum depueris.et consurgens vade , et cjuaereasinas. Quicum transissent per moti" lem Ephraim, 4- Et per terram S alisa, et non inverna* sent, transierunt etiam per terram Salini, et non erant : sed et per terram Jemini, et mi* nime repererunt. 5. Cum autem venssent in terram Suph , dixit Saul ad puerum, qui erat cum eo : Veni^ et revertamur^ ne forte dimiserit pater meus asinas , et sollictus sit pro nobis. 6. Qui ait ei: Ecce vir Dei est in civitate hac,

inflori<3aet e ben fatto : e non v' era tra* figliuoli d'Israele ehi lo avvanlaggiasse.Erapi alto di tutta la gente dalle spalle in su. 3. Or eransi smarrite le asine di Cis padre di Saul. E Gis disse a Saul suofigliuolo:Prendi teeo uno dei servi, parti, e va in cerca delle asine. Ed eglino essendo passali pel monte Ephraim, 4. E per la terra di Salisa, senza averle trovate, scorsero anche il paese di Salini; ma non vi erano, e anche il paese di Jemini, ma nulla scoprirono. 5. Ed essendo arrivati alla terra di Supb, disse Saul al servo che era con lui; Vieni, torniamcene, perch non accada che il padre mo, non prendendosi pi pensiero delle asineria in pena per noi. 6.x E quegli disse a lui:E qui in questa eit-

Vt:rs. 5. Alla terra di Suph. Ella era vicina a Rnmatha patria di Samuele, ed era abitata da'djscendenti di Suph. fedi cap. i. i

vir nobilis', omne, quod loquitur, sine ambi' guitate venit : nunc ergo eamus illuc, si forte ndicet nobis de via nostra, propter quam venmus. 7. Dixitque Saul ad puerum suum: "Ecce ibimusi Quid feremus ad virum Dei ? panis defecit in sitarciis nostris , et sportulam non habemus, ut demus ho mini Dei, nec quidquam aliud. 8. Rursum puer respondit Sauli, et aiti Ecce inventa est in manumeaquarta pars stateris argenti, demus homini Dei , ut indicci nobis viam nostram. 9. ( Olim in Israel sic loquebatur unusquisque vadens consulere Deum : Venite , et eamus ad Videntem.

t un uomo di Dio, uomo celebre : tutto quel eh'egli dice, succede sicuramente : or noi andiamo l , se forse egli ci desse qualche indizio riguardo al fine del nostro viaggio. 7. E Saul disse al suo servo : Su via , anderemo : Che porterem noi ali' uomo di Dio ? non v' pi pane ne'nostri sacchi, e non abbiamo nissun presente di sorta da dare all'uomo di Dio. 8. Ma il servo replic a Saul, dicendo : Ecco un quarto di statere di argento che ho trovato, non so come, diamolo ali* uomo di Dio affinch ci dia lume pel nostro viaggio. p. ( In antico tutti quelli che in Israele anda vano a consultare Dio, cosi solean parlare: Venite, andiamo a trovare

Vers. 7. Che porterem noi alV uomo di Dio ? Si vede dalle Scritture 1' usanza di non andare a trovare un profeta, o un signor grande, o un re , senza presentargli qualche cosa in segno di venerazione. Vers. 8. Un quarto di statere. Di ci d'argento, che faceva circa tre quarti di un paolo,

Qui enim propheta di- il Veggente, Perocch citur hodie, vocabatur quelli che oggi si chiaman profeti : chiamaolim yidens.)
vansi allora i Veggen-

10. Et dixit Saul ad puerum suum: Optimus sermo tuus. Veni^ eamus. Et ierunt in civitatem, in qua erat vir Dei. 11. Cumque ascenderent clivum civitatis^ inveneruntpuellas egredientes ad hauriendam aquam, et dixerunt eis : ]$um hic est Videns? 12. Quae respondentes dixerunt illis : Hic est, ecce ante te: festina nunc\ hodie enim venit in civitatem, quia sacrificium est hodie populi in excelsa.

u.) 10. E Saul disse al

suo servo : Tu dici benissimo. Vieni, andiamo. E andarono nella citt, in cui stava 1' uomo di Dio. 11. E nel salir la collina della citt trovaron delle fanciulle , che andavano ad attigner acqua, e disser loro : Sta egli qui il Veggente ? 12. E quelli risposero, e dissero loro : Eccolo qui poco innanzi a te : va ora presto : perocch oggi egli venuto alla citt, perch oggi vi sacrifizio del popolo nel luogo eccelso.

Vers. g. * lenite, andiamo a trovare il veggente. Giacch solea cosi dirsi quando dal cielo s scarsa luce comunicavasi agli uomini, quanto pi dirsi or dovr dacch si manifestato quello che la vera luce che c'illumina, e ci avverte del rischio di quei che si rendon seguaci di cieche guide. Matth. xv. v. r4Vers. 12. Egli e venuto oggi alla, citta. Samuele stava mollo alla campagna in un luogo detto Najoth con altri profeti allevati da lui, come detto cap. xix. 19. Vi e sacrificio del popolo nel luogo eccelso. Dovea essere un sacrificio pacifico, del quale poi s faceva il convito. Samuele, come i gi veduto di sopra , avea eretto 1' altare in una vetta

13. Ingrediente^ urbem statim invenietis eum, antequam ascendatexcelsum ad vescen* cium: neque enim comesurus est populUs, donec itleveniat: quia ipse benedicithostiae^etdeinceps comedujit, qui vocali sunt. Nunc ergo conscendite, quia hodie reperietis eum i4- Et ascenderunt in civitatem. Cumque illi ambularent in me" dio urbis , apparuit Samuel egrediens ob viam eis, ut ascenderei in excelsum, 15. (i) Dominus au-, lem revelaverat auriculam Samuelis ante unam diem quam veniret Saul, dicensi .6. Hac ipsa hora, quae nunc est, cras mit" tam virum ad te de terra Beniamin, et unges
(i) Act, i3. ai,

13. Entrando in citt voi lo troverete subito, che non sar ancora andato al luogo eccelso per mangiare: il popolo poi non manger sino a tanto che egli sia col giunto: perocch egli benedice 1'ostia, e poi mangiano quelliche sono chiamati. Su via salite adesso , che oggi lo troverete. 14. Ed essi salirono alla citt. E mentre passavan pel mezzo di essa , comparve Samuele che andava loro incontro per poi salire al luogo eccelso. 16. Or il Signore un giorno prima della venuta di SaulFavearive lata a Samuele , dicendo : 16. Nella stessa ora che adesso, domane mander a te un uomo della terra di Beniamin,

del jrmnt, e ivi si offervan sacrifirli. Verr sovente fatta menzine dfi' luoghi, eccelsi, e frequentemente m njala parte , cora vedreato.

eum ducem super populum meum Israel : et salvabitpopulum meum de manu Philisthinorum : quia respexi populum.meum: venit enini clamor eorum ad me. 17. Cumque aspexisset Samuel Saulem, Dominus dixit ei: Ecce vir, quem dixeram ti" bi\ iste dominabitur populo meo. 18. Accessit autem Saul ad Samuelem in medio portae , et ait : Indica, oro mihi, ubi est domus Videntis. 19. "Et respondit SamuelSauK, dicens: Ego <sum Videns : Ascende ante me in excelsum , ut comedatis mecum hodie, et dimittam te mane : et omnia, quae sunt in corde tuo s indicabo tibi. 2o.E de asinis^quas nudiustertius perdidisti.nesollicitussis, quia nventae sunt. Et cujus erunt optima quaeque

e tu lo ungerai come capo del mio popolo d' Israele : ed egli salver il mio popolo dalle mani de9 Filistei : perocch io ho rivolto 1' occhio verso il mio popolo, le loro grida sono arrivate a me. 17. E quandoSamuele ebbe veduto Saul, il Signore gli disse : Ecco l'uomo, di cui io ti avea parlato : questi avr il comando del popol mio. 18. E Saul si appress a Samuele in mezzo alla porta, e disse : Di grazia insegnami, dove sia la casa del Veggente. i g. E Samuel rispose a Saul, e disse : Io sono il Veggente: incamminati dinanzi a me verso il luogo eccelso, perch oggi mangiate meco, e domattina ti rimander : e ti spiegher tutto quello che hai in cuor tuo. 20. E non prenderti fastidio riguardo alle asine smarrite tre giorni fa : perocch sono trovate. E di chi sar tut-

5 IsraR Nonne di, et to il meglio d Israele ? omni domai patris tui? Non sar egli tuo , e di tutta la casa del padre tuo? 21. Ma Saul rispose, 21. Respondens autem Saul ait: Hfumquid e disse : E non son io non filius Semini ego figliuolo di Jemini, delsum, de minima trib la minima trib d'IsraeIsrael, et cognatio meo. le, e la mia famiglia non novissima inter omnes dessa l'ultima di tutte famlKas de trib Be- quelle di Beniamin? per niamin ? quare ergo lo- qual motivo adunque cuius es mihi sermo- mi hai parlato in tal nem istum ? guisa? 22. Ma Samuele"^re22. Assumens itaque Samuel Saulem, etpue- se seco Saul, e il suo rum ejus, introduxit servo, e g' introdusse eos in trctinum, et de- nella sala , e li colloc dit eis locum in capite in cima a tutti quelli eorum, quifuerant in- che erano stati invitati: vitati: erant enim qua- or questi erano circa si triginta viri. trenta uomini. 23. E Samuele disse 23. Dixitque Samuel coquo : Da partem, al cuoco : Metti fuora quam dedi tibi.etprae- la porzione che io ti cepi> ut reponeres seor- diedi, e ti ordinai di tener in serbo presso di te. sum apud te.

Vera. 21. Della minima trib d'Israele. Ella non era stata giammai delle prime trib; ma dopo la guerra fatta contro d lei da tutte ;e altre trib, ella era divenuta la pi piccola di tutte. Vedi Jud.Tix. Forse appunto da questa volle Dio che fosse preso il primo re, affin di andar incontro alla gelosia delle altre trib. Vers. 2a. L colloco in cima a tutti ec. Da questo luogo, e da . Luca, cap. xtv. 7. 8., veggiamo che il primo posto era pi onorevole presso gli Ebrei, tra' Romani era i' ultimo . Plutarch. quae$t. conv. i. 3.

a4- Levavt autem coquus armum, etposuit ante Saul : dixitque Samuel: Ecce quod remansit ; pone ante te, et comede : quia de in* dustria servatum est tibi, quando populum vacavi. Et comedit Saul cum Samuel in die illa. 26. Et descenderunt de excelsa in oppidum et locutus est cum S aule in solario : stravitque Saul in solario , et dormivit. 26. Cumque mane surrexissent, et jam elucesceret^ vocavit Samuel Saulem in solario , dicens : surge , et dimittam te. Et surrexit Saul: egressique sunt ambo, ipse videlicet , et Samuel. 27. Cumque descenderent in extrema par* te civitatis, Samuel dixit ad Saul: Die puero , ut antecedat nos,

24.11 cuoco allora port una spalla, e la pos davanti a Saul, e disse Samuele : Ecco queli cheavanz,mettitelo dinanzi, e mangia : perocch fu serbato a posta per te, quand'io invitai il popolo . E Saul mangi quei giorno con Samuele. 26. E sceser dal luogo eccelso nella citt, e (Samuele) discorse con Saul sul solajo : e Saul si adagi sul solajo e dormi. 26. E la mattina essendosi alzato sulfardel giorno Samuele chia^ m Saul , che era sul solajx>, dicendo : Alzati, e io ti rimander. E Saul si alz : e usciron fuora ambedue , vale a dire egli, e Samuele. 27. E mentre scendevano nella parte infima della citt disse Samuele a Saul : Di'al servo che passi, e vada in-

Vers. a3. Sul solaio ce. Nella stessa maniera Rahab fece dormire gli esploratori sul iolaio, o tetto piano della casa. Vedi pure 2. Reg. xvi. 22.

et tranxeat : tu autem subsiste paulisper, ut indicem libi verbum Domini.

nanzi a noi, e tu fermati un pochette; affinch ip ti annunzi la parola del Signore.

C A P O X. Sani unto re da Samuele, e sono dati da lu alcuni segni che si verificano* Sanile profeta tra i profeti. Tirate le sorti confermato re da Samuele. La legge del regno scrtta in un libro si ripone dinanzi al Signore, i. JL ulit (i) autem Samuel lenticulam o lei, et effudit super caput ejus y et deosculatus est eum, et ait : Ecce, unxit te Dominus superhaereditatem suam in principem , et libera" bis populum suum de manibus inimicorum qui in circuitu ejus sunt. Et hoc tibi signum , quia unxit te Deus in principem.
(i) Ad. i3. ai.
Ver, i. E lo vers tul capo, L'uso d'tingere i re fu presso il pop! di Dio come una predizione de] Messa, il quale dovea essere insieme e re , e sacerdote, e profeta, alle quali sole persone era ristretta questa cerimonia. Vedi Aug. in Ps. 44- I"'- unzione de'sacerdoti faceasi coll'olio che descritto, Exod. xxx. a3., ec, e molti Padri hanno creduto , che lo stesso olio fosse adoperato alia consacrazione de' re.

i. Hi Salimele prese un vasetto di olio, e lo vers sul capo di lui, e baciollo, e disse : Ecco che il Signore ti ha unto come principe sopra la sua eredit, e tu libererai il suo popolo dalle mani dei suoi nemici che gli stanno ali' intorno. E questa sar la prova che avrai dell'averti unto il Signore, perch sii principe.

2. Cum abicris hodie a me, invenies duos viros juxta sepulcrum Rachel in finibus Beniamin in meridie, dicentque tibi : Inventae sunt asinae, ad quas ieras perquirendas : et ntermissis pater tuus asinis, solcitus est pro pobis^et dixit: Quid faciam de filio meo ? 3. Cumque abieris inde', et ultra transie' ris , et venies ad quercum Thabor> invenient te ibi tres viri ascen* dentes ad Deum in Betnei > unus portans tres haedos-, et alius tres tortas panis, et alius portans lagenam vini.

2. Oggi quando tu sarai partito da me, troverai due uomini presso al sepolcro di Rachele a'confni di Beniamin sul mezzod, i quali ti diranno : Sono state trovate le asine delle quali tu andavi in cerca, e il padre tuo, che non pensava pi alle asine, inquieto per voi, e dice : che far io pel mio figliuolo ? 3. E quando sarai partito di l, e sarai andato pi innanzi , e sarai giunto alla quercia di Thabor, ivi ti rincontreranno tre uomini, che saliranno ad adorare Dio in fiethel, uno che porter tre capretti, e un altro con tre focacce , e un altro con una bombola di vino.

E baciollo. In segno di riverenza , e vassallaggio. Dicesi che questa fosse in oriente la cerimonia , colla quale riconoscevasi il nuovo re. Nel Salmo t i . i a. in cambio di quelle parole della nostra Volgata apprehendile disciplinam, l'Ebreo legge Oscula-' mini filium : Baciate ilfgluolo , cio adoratelo come signore. Vers. 2. Presso al sepolcro di Rachele. Non lungi da Bethlehem, Gen. xxxv. 16. * Quando sarai partito da me troverai ce. Dietro al dettaglio di quanto gli avverr nel cammino vuole il profeta fare praticamente capire al nuovo re che qualsiasi avvenimento non e, che una disposizione ordinalissima della Provvidenza.

4* Cumque te salutaverini^ dabunt libi duos panes, et accipies de manu eorum. 6. Post haec venies in collem Dei, ubi est Stado Philsthinorum, et cum ngressus fueris ibi urbem , obvium ha* bebis gregem prophe* tarum descendentium de excelsa * et ante eos psalterium, et tympa num. Et tbiam , et ci* tharam , ipsosque prophetantes.

4- E dopo averti salutato ti daranno due pani, e dalla mano loro li prenderai. 6. Di l andrai al colle di Dio, dove il presidio de'Filistei: e quando sarai entrato nella citt, ti verr incontro una turba di profeti che scenderanno dal luogo eccelso, e profeteranno avendo innanzi a se lire, timpani, trombe , e cetre.

Vers. 3. Alla quercia di Thabor. Thabor qui nome o d uomo ( a cui apparteneva la quercia, o sa il querceto ) , ovvero nome di luogo -, ma diverso dal celebre monte Tbabpr. Ad adorare Dio in Belhel. Questo luogo celebre per 1' apparizione della misteriosa scala ( Gen. xxviu. 19.) era in grandissima venerazione presso gli Ebrei, i quali andavano a farvi orazione , e ( come si vede da questo luogo ) anche ad offerirvi sacrifizii in quel tempo, mentre 1' arra, e il tabernacolo di Dio non erano in luogo stabile. Vers. 5. Di l andrai al colle d Dio ec. Questo'colle di Dio era la parte pi elevata di Gabaa patria di Saul, e eredesi ebe fosse cos chiamata o per la sua elevazione, o perch era frequentata da' profeti. I Filistei vi tenevano presidio , ed cosa degna di riflessione che questi Filistei, Gentili come erano, non inquietavano i profeti, i quali nel luogo stesso aveano la loro stanza. Quanto a questi profeti ( de' quali sar fatta menzione altre volte) gliho eran uomini di piet , applicati allo studio delle cose divine, e ali' orazione, e viveano , almno la maggior parte , nel celibato. Vuoisi che Salimele fosse il primo a riunirgli in diverse scuole, come quelle che erano a Gerico, sul Giordano, a Najoth t a Betbel, e forse sul Carmelo. Si crede ebe non tutti avessero lo spirito profetico propriamente detto, no* ebe Pio lo comunicaste loro talvolta, e frequentemente inspirasse loro de'cantici, co'quali celebravano le laudi del Signore al suono di varii strumenti.

'-6. Et nsiliet in te Spiritus Domini^ et prophetabis cum eis , et mutaberis in virimi <* lium. 7. Quando ergo evenerint signa haec omnia libi, fac quaecumque invenerit manus tua, quia Dominus tecum est 8. Et descendes ante me in Gallala ( ego quippe descendam. ad te} , ut offeras oblationem , et immoles vietimas pacificasi (i) septem diebus expectabis donec veniam, ad te , et ostendam tibi quid factas. 9. Itaque cum aver' tsset humerum suum , ut abiret a Samuele,
(i)//i3.8.

6. E lo Spirita del Signore t'investir, e profeterai con essi, e arai mutato io altr'uomo, 7. Quando adunque ti saranno avvenuti tutti questi segni, fa tutto quello che ti occorrer di dover fare, perocch il Signore teco. 8. E tu scenderai prima di me a Galgala (perocch io verr a trovarti) per offerirvi sacrifizio al Signore, e immolerai ostie pacifiche: aspetterai sette giorni, sin a tanto ch' io venga a te , e si spieghi quel che tu debba fare. 9. Tosto adunque che egli ebbe volle le spalle per partirsi da Sa-

Vers. 6. E sarai mutato in ahr' uomo. Di uomo rustico, e guardiano di pecore diventerai profeta, e cantore di salmi, e sarai pieno di magnanimit, e di spirito generoso, qual conviensi a un prncipe. Vers. 8. E tu scenderai prima di me a Galgala ec. Di questo luogo assai difficile la sposizione migliore sembrami questa t che Samuele resta d' accordo con Saul, che nelle occasioni di affari grandi, e rilevanti Saul si trovi in Galgala , e ivi aspetti Sarauele per sette d'i ; perocch dentro tal tempo questi si sarebbe provato nello stesso luogo a dargli que' consigli, che Dio avesse a lui ispirati. Si fissano sette giorni, quanti potesser bastare per fare avvertir Samuele, e perch questi dopo aver consultato il Signore potesse giungere a Galgala.

mmutavt ei Deus cor alludi et venerunt omnia signa haec in die illa. io.Venerunt ad praedicta, collem, et ecce cuneus prophetarum obvius ei: et insiluit super eum Spritus Domini , et prophetavit in medio eorum. 11. Videntes autem omnes > qui noverant eum iteri, et nudiustertius, quod esset cum Prophetis, et prophetaret, dxerunt ad invicem: quaenam res accidit filio Cis ? num et Saul inter prophetas ? 12. Responditque alius ad alterum, dicens: Et quis pater eoruml propterea versum est in proverbiami ( i ) Num et Saul inter prophetas ?
(i) Infr. 19. 24.

muelc, il Signore cambi a lui il cuore in un altro; e tutti quei segni si verificarono in quel giorno. io. E giunsero al colle indicatogli, ed ecco una turba di profeti incontro a lui : e lo Spirito del Signore lo investi, e profet in mezzo a loro. 11. E tutti quelli che l'aveano conosciuto poco prima, veggendo com'egli era co*profeti, e profetava, disser tra loro: Che mai avvenuto al figliuolo di Cis ? egli anche Saul uno dei profeti? 12. E l'uno rispose ali' altro, e disse : E chi il padre di quelli? quindi pass in proverbio : E egli anche Saul un de' profeti?

Vers. ii. E egli anche Saul un de'profeti? La subitanea mutazione di Saul risveglio l'ammirazione di tutti ; onde prorompevano in queste paiole , le quali passarono in proverbio a significare un inaspettato, e repentiao cangiamento avvenuto in qualche per&ona,

13. Cessavit autem' praphetare, et venti ad excelsum. 14- Dixitque patruus S aut ad eum, et ad puerum ejus: Quo abististQuiresponderunti Quaerere asinas: quaS cum non reperissemus^ venimus ad Samuelem. 15. Et dixit ei patruus suus: Indica mihi quid dixerit tibi SamueL 16. Et alt Saul ad patruum suum: Indicavit nobis , quia inventae essent asinae. De sermone autem regni non indicavit ei, quem locutus faerat ei Samuel. l'j.Et convocavt Samuel populum ad Dominum in Maspha.

13. E fin di profetare , e and al luogo eccelso. 14. E lo zio di Saui disse a lui, e al suo servo : Boye siete stati ? Ed essi risposero : A cercare le asine : e no n avendole trovate, siamo andati da Samuele. 15. E suo zio gli disse : Raccontami quello che ti ha detto Samuele. 16". E Saul disse a suo zio : Egli ci f' sapere che le asine erano trovate. Ma non iscoperse a lui il discorso che avea tenuto con lui Samuele riguardo al regno. 17.E Samuele adun il popolo dinanzi al Signore in Maspha.

Vers. 12. E V uno rispose aW altro ... Echi "e il padre di quelli ? Cosi rispose taluno a chi faceva le meraviglie in reggendo Sanile tra'profeti. I padri degli altri profeti son eglino di una condizione superiore al padre di Saul ? Ovvero: chi il padre de'profeti? non egli Dio che comunica ad essi lo spirito di profezia? a che adunque maravigliarsi, se egli che padrone de'suoi doni, fa profeta anche Saul ? Vers. 17. Odiino il popolo dinanzi al Signore in Maspha. Alcuni interpretano queste parole dinanzi al Signore , come se a Maspha fosse stata trasferita 1' arca del Signore, e ivi si trovasse anche il sommo sacerdote rivestito del ra/ionale per constiltave il Signore sopra 1' affare importante di scegliere un ve per

roi. r.

18. Et alt ind filios Israeli Haec dicit Dominus Deus Israel : Ego eduxilsraeldeAEgypto , erui vos de manu AEgyptiorum, et de manu omnium regum, qui afflgebant vos.

19. Vos autem hodie projecistis Deum ve~ s trum, qui solus salvavit vos de universis malis, et tributationibus vestris, et dixi* sts : (i) Nequaquam : sed regem constitue super nos. Nunc ergo state coram Domino per tribus vestras , et per famiUas. \ 20. E Samuele tir a 20. Et applcavit Samuel omnes tribus I- sorte tutte le trib d'Israel) et cecidit sors sraele , e la sorte tocc trbui Benianiin. alla trib di Beniamin.
(i) Sup. 8. 19.

18. E disse a'figlinoli d'Israele : Queste cose dice il Signore Dio d'Israele : Io trassi Israele dall'Egitto, e TI liberai dalle mani degli Egiziani, e dalle mani di tutti i regi che vi opprimevano. 19. Ma voi oggi avete rigettato il vostro DicLi il quale solo vi salv da tutti i mali, e dalle vostre tribolazioni, e avete detto: Non pi cos : ma crea un re che ei governi. Or adunque ponetevi dinanzi al Signore trib per trib, e famiglia per famiglia.

tutto Israele. La cosa pu sser vera ; ma quelle sole parole non sono bastanti a darcene veruna certezza. Nel capo xx. de' Giudici, vers. i. si dice , ebe il popolo si aduno a Maspba dinanzi al Signore ; or certamente V arct, e il tabernacolo in quel tempo era a Silo ; e in altri luogb pure s legge, ebe fu consultato il Signore, nei quali luogbi non era n 1' arca, n il tabernacolo. Ve-* di cap. xxui. 9., xxx. *. Per la qual cosa altrove abbiam detto ebe questa frase dinanzi al Signore usata allorch si parla dell'adunanza del popolo, nella quale adunanza si considerava il Signore come presente in mezzo allo stesso popolo , e ci ebe ivi s risolveva, era riguardato come determinazione, e volere di Dio.

21. "Et applicuit trieum Reniamin, et co* gnationes ejus, et cecidit cognatio Metri^et pervenit aeque ad Saul filium Cis. Quaesierunt ergo eum, et non est nventus. 22. Et consuluerunt post haec Dominum^ utrumnam venturus esset illuc. Responditque Dominus: Ecce absconditus est domi. 23. Cucurrerunt itaque et tulerunt eum inde , stetitque in medio populi, et altiorfuit universo populi ab numero , et rursum. zll.Et alt Samuelad omnem populum: Certe videtis quem elegit Dominus , quoniam non sit similis illi in omni populo. Et clamavit omnis populus , et alt : Vivat rex. 26. Locutus est autem Samuel ad populum legem regni, et scripsit in libro, et reposuit coram Domino : et dimisit Samuel omnem populum, singulos in domum suam.

21. E Uro a sorte le famiglie delia trib di Beniamini, e tocc la sorte alla famiglia di Metri, e finalmente a Saul figliuolo di Gis.. E cercaron di lui, ma non lo trovarono. 22. E dipoi interrogarono il Signore, s' ei fosse per venir col. E ilSignore rispose: Guardale che egli nascosto in casa. 23. Corsero adunque e lo trasser di l : e si slette in mezzo al popolo, ed era pi allo di tutta la gente dalle spalle in su. 24. E Samuele disse a tutto il popolo : Certamente voi vedete chi l'eletto dal Signore, e com' ei non ha eguale in tutto il popolo. E grid tutto il popolo : Viva il re. 26. E Samuele espose al popolo la legge del regno, e la scrisse in libro, e lo deposit da vanti al Signore : e Samuele licenzi il popolo, perch andasser ciascuno a sua casa.

36. Sed etSaul obiit in domum suam in Gabaa : et obiit cum eo pars exerdtus, quorum tedierai Deus corda. 27. Filii autem BelialdixeruntiNum sal vare nos poterit iste? Et despexerunteum^t non attulerunt ei munera : ille vero dissirtulabat se audire.

26. E parimente Saul se n'and a casa sua in Gabaa : e and con lui una parte dell' esercito, quelli a' quali Dio avea toccato il cuore. 27. Ma i figliuoli di Belial dissero: Potr forse salvarci costui ? E lo disprezzarono, e non gli portaron doni, ed egli facea vista di non udire.

Vers. a5. Espose al popolo la legge del regno, e la scrisse in un libro ec. In questo libro , che non venuto sino a noi, do* vean contenersi le mutue obbligazioni del principe verso il popolo , e del popolo verso il principe. Vers. 26. Una parte dell1 esercito ec. Una parte dell' adunanza, nella quale era tutta la giovent atta al maneggio delle armi co'suoi capitani. Seguirono Saul, e lo accompagnarono a sua casa tutti quelli che temevano Dio, e in tutto quello che era stato fatto , riconoscevano la manifesta volont del Signore. Vers. 27. E non gli portaron dni. Secondo la consuetudine osservata riguardo a tutti i re dell' oriente ; cosi i Magi andando ad onorare il nuovo re de' Giudei, gli offersero i loro doni. Si vede che una parte del popolo, e non piccola era mal contenta del1' elezione di Saul , perch egli era d' una famiglia poco stimata ; onde noi credevano capace di far nulla di grande, n di sostenere colle proprie azioni la dignit del nome reale.

C A P O XI. Sani, essendo entrato in lui lo spirito del Signore , spezzati i suoi bovi, chiama il popolo al? armi , e vince Naas re degli Ammoniti., libera i cittadini di Jabes di Galaad j ed rinnovata la sua elezione in Galgala \.J2jt factam est quasi post mensem , a* scendt Naas Animo* nites, et pugnare eoepitadversumJabes Galaad. Dixeruntque omnes viri Jabes ad Naas : Habeto nosfoederatos, et serviemus ubi. 2. "Et respondit ad eos Naas Ammonites : In hoc feriamvobiscum foedus',ut eruam omnium vestrum oculos dextros, ponamque vos opprobrium in universo Israel. 3. Etdixeruntadeum seniores Jabes : Conce de nobis septem dies, 1. H* avvenne , che circa un mese dopo si mosse Naas Ammonite, e principi ad assediare Jabes di Galaad. E lutti gli uomini di Jabes dissero a Naas : Prendici in confederazione, e sarem tuoi servi. 2. Ma Naas Ammonite rispose loro : La confederazione che io far con voi sar di cavarvi a tutti quanti 1' occhio destro, e di rendervi T obbrobrio di tutto Israele. 3. i seniori d'Jabes gli dissero : Concedi a noisette giorni, affinch

Vers. i. E sarem tuoi servi. Tuoi tributarii. Vers. s. Di cavarvi a lutti quanti l'occhio destro. Cos li rendeva inetti alla guerra , perch 1' occhio sinistro restava ordinariamente coperto dallo scudo. Non voleva accecargli interamente, perch cosi non avrebbe potuto servirsene.

ut mittamus nuncios ad unwersos terminos /srael : et si non fuerit qui defendat nos} egredemur ad te. 4- Veneruntergo nuncii In Gabaa Saulist et locati sunt verba haec, audienf populo, et levavit omnis populus vocem suam, etftevit. 5. Et ecce Saul ve niebatsequens boves de agrore.t aiti Quid habet populus, quod plorai ? Et narraverunt ei ver ba virorum Ja&es. S.EtinsilivitSpiritus Domini in Saul^ cum audisset verba haec, et iratus est furor ejus nimis. 7. Et assumens utrumque bovem conci" dit in frusta, misitque in omnes terminos /-

mandiamo nunzii per tutto Israele : e se non vi sar chi prenda la nostra difesa,ci arrenderemo a te. 4- Venner pertanto i messaggieri a Gabaa (patria) di Saul, e riferirono queste cose dinanzi al popolo : e tutto il popolo alz la voce , e pianse. 6. Quand'ecco Saul tornava dal campo, seguendo i bovi, e disse : che ha egli il popolo che piange ? E raccontarono a lui le parole degli uomini di Jabes. 6. E lo Spirito del Signore investi Saul, udite che ebbe quelle parole, e si accese di furore stragrande. 7, E preso'l' ano e P altro bue li mise in pezzi, e li mand per tutte le parti d'Israele per ma-

Vers. 5. Sani tornava, dal campo seguendo i Itovi ec. Pei nostri tempi parr forse una strana cosa il vedere un re che va ad arar le sue terre ; ma per que' tempi non poteva parer cos. Davidde eletto re torna a pascer le pecore. Pe'Romani ancora noti era una novit il richiamare i consoli dal' aratro ; e lo stesso concetto ebbero i Greci riguardo ali' agricoltura. Dalle mani de? grandi capitani era coltivata la terra, la quale godeva di essere lavorata con vomere laureala, e da, un ^r^tore illustre pe? tuoi trionfi. Pila. xvui. 3,

srael per manum nun ciorum^dicens: Quicum que non exierlt, et secutusfuerit Saul, et Sa muel, sic fiet bobus ejus. Invasit ergo timor Domni populum, et egres si sunt quasi vir unus. 8. Et recensuit eos in Bezech : fueruntque filiorum Israel trecento, milia : virorum autem Juda triginta milita* g. Et dixerunt nun ciis, qui veneranti Sic dicetis viris , qui sunt in Jabes Galaad: Cras erit vobis salus, cum incaluerit sol. Venerunt ergo nuncii, et an-

no dei messagger, dicendo: Chiunque non si mover, e non andr dietro a Saul, e a Samuele , saran cos trattati i suoi bovi. Entr adunque nel popolo il timor del Signore, e s mossero, come se fo$sero un sol uomo. 8. Ed ei ne fece la rassegna a Bezech : ed erano ifigliuolid'Israele trecento mila : e gli uomini di Giuda trenta mila. 9. E dissero a que' messaggieri che eraa venuti : Direte cos agli uomini di Jabes di Galaad: Doraane, quando il sole scalder, sarete salvi* I messaggeri

Vers. 7. Preso /' no, e V altro bue li mise in pezzi ec. Saulle imita il fatto del Levita, Jud. xix. 20. Egli mandando i pezzi dei buoi uccisi per tutto Israele , vuol sigiiiicarc , che saran soggetti ali* anatema tutti i bovi di quelli che non si uniranno con lui alla difesa della patria.-Egli pero non ardisce d'intimare la morte a chi noi seguisse , perch nel cominciamento d' un regno non ancor ben sicuro era prudenza il procedere con molta moderazione; onde si contenta di minacciarli della perdita de'loro bovi. Vers. 8. E gli nomini di Giuda ec. A questa trib era stato promesso il regno d'Israele nella celebre profezia di Giacobbe. Contuttoci vedesi questa trib obbedire prontamente a Saulle , quantunque non mancassero a lui degli emoli che noi volevano per re.

nuntiaverunt viris Ja- adunque partirono, e portarono l'avviso a bes, qui laetati sunt. io. Et dixerunt: Mane exibimus ad vost et facietis nobis omne , quod placuerit vobis. i \.Etfactum est, cum dies crastinus venisset^ cnstituit Sani populum in tres partes : et ingressum est media castra in vigilia matutina , et percussit dmmon, usque dum nca~ lesceret dies : reliqui autem dispersi sunt ita^ut non relirquerntur in eis duo pariter. 12. Et ait populus ad Samuelem: ( i) Qus est iste, qui dixit : Saul num regnabit super nos ? liate viros, et in~ terficiemus eos. iZ.Et ait Saul: Non occidetur quisquam in die hac , quia hodie fecit Dominus salutem in Israel.
( i ) Slip. IO. I*T.

quelli di Jabes , i quali si rallegrarono, 10. E dissero ( a' nemici) : Domattina verremo a voi, e farete di noi quello che vi parr. 11. E venuto il d seguente , Saul fece tre parti del popolo: ed entr nel mezzo degli alloggiamenti nella vigilia del mattino, e trucid gli Ammoniti, fino a tanto che il sole principio a scaldare : e que' che restarono, furon dispersi in guisa che non se ne videro due insieme. 12. E il popolo disse a Saomele : Chi son coloro che hanno detto : Sar egli nostrore Saul? Dateci costoro, e li metteremo a morte. 13. Ma Saul disse: Non sar messo a morte nissuno in questo giorno , perch oggi il Signore ha salvato Israele.

Ver*, i o. Domattina verremo a, vi. Cosi dicono per ironia,

i4 Dixit autem Sa muladpopulumi Venite , et eamus in Gaigala , et innovemus ibi regnum. io. Etperrexit omnis populus in Galgala , et fecerunt ibi regem Saul coram Domino in Gaigala , et immolaverunt ibi victimas pacificas coram Domino. Et lae* tatus est tibi Saul, et cuncti viri Israel nimis.

14. E Salimele disse al popolo: Venite, andiamo a Galgala , e ivi confermiamo il regno. 15. E tutto il pop* lo and a Galgala, e in Galgala fecero re Saulle dinanzi al Signore, e immolarono ai Signore ostie pacifiche. E Saul e tutti gli uomini d' 1sraele fecero ivi gran festa. XII.

C A P O

Samuele per giudizio del popolo dichiarato in" nocente : rimprovera agV Israeliti la loro in* gratitudine : fa dei prodigi : gli esorta a star uniti al Signore , e dice che non cesser di pregare per essi. i. JLJixit autem Samuel ad universum /srael\ Ecce audivi vocem vestram juxta omnia , quae loculi estis ad me , et constitui super vos regem. Samuele disse a tutto Israele : Ecco che io ho ascoltate le vostre parole in tutto quello che mi avete domandato , e vi ho dato un re.

Vers.iS. Fecero re Sanile. Lo acclamarono di comun consenso per loro re. I LXX portano , che Saul fosse in quel luogo nuovamente unto da Samuele.

6 *

s.Et nunc rex graditur ante vosi ego autem senni, et incanni : porro filii mei vobiscum sunt. Itaque conversatus coram vobis ab adolescenda mea usque ad hanc diem, ecce praesto sum* 3. (i) Loquimini de me coram I) omino, et coram Christo ejus, utrum bovem cujusquam tulerim, autasinum: si quempiam calumniatus sum, s oppressi aliquem : si de manu cujusquam munus accepi-, et contemnam illud? hodie, restituamq u vobis. 4 Et dixerunti Non es calumniatus nos, neque oppressisi, neque tutisti de manu alicujus quippiam.

DE'RE a. El gi il re va innanzi a voi : ma io son vec-

chio, e canuto : e i miei figliuoli sono tra voi. Or a vendo io passata la mia vita con voi dalla mia adolescenza sino a questo giorno, eccomi ora presente. 3. E voi parlate pure di me dinanzi al Signore e dinanzi al suo Cristo se io ho preso il bue o P asino di qualche duno : se ho calunniato alcuno, o l'ho oppresso: se ho accettati doni da chicchessia : e io me ne priver quest'oggi, e ve li restituir. 4. E quelli dissero : Non hai calunniato, n oppresso alcuno, e non hai presa cosa veruna dalle mani di chicchessia.

6. Ed ei disse loro j 6. Dixitque ad eos : Testis est Dominus II Signore testimone


(i) E celi. 46. 22.
Vers. 2. / miei figliuoli sono tra voi. Sono oramai nulla pi, che uomini privati ; onde se avete da dolervi di essi, potete chiamarli dinanzi al re, affinch rendano ragione del loro operato. Vers. 3. Dinanzi al Signore , e dinanzi al suo Cristo. Io soa pronto a render conto di me , e del mio governo in questo ludgo dinanzi a Dio , e dinanzi al re nostro eletto e consacrato secoudo il voler dello tesso Signore.

adversum vos, et festis Christus ejus in die hac, quia non inveneritis in manu me.a quippiam. Et dixerunt : Testis 6. Et alt Samuel ad populum: Dominus, qui fecit Moysen, et Aaron, et eduxitpatres nostros de terra AEgypti.

7. Nunc ergo state, ut judicio contendam adversum vos coram Domino, de omnibus misericordiis Domini, quas fecit vobiscum, et cum patribus vestris: 8.(i) Quomodo Jacob ingressu? est in AEgyptum, et clamaverunt patres vestri ad Dominum: et misit Dominus Moysen et Aaron, et eduxit patres vestros de AEgypto, et collo* cavit eos in loco hoc. 9. Qui ooliti sunt Do" 9. Ed eglino si dimini Dei sui, (2) et tra-* menticarono del Signo(i) Ge. 46.5.

contro di voi, ed testimone il suo Cristo in questo di, come voi non avete trovato nulla nelle mie mani. E quelli dissero : Testimone. 6. E Samuele disse al popolo : (Testimone) il Signore che fece Mos,e Aronne, e trasse i padri nostri dalla terra d! E gitto. 7. Ora adunque state su, affinch io vi chiami in giudizio dinanzi al Signore per ragione di tutte le misericordie fatte dal Signore a voi, e a'padri vostri: 8. Come Giacobbe antr in Egitto, e i padri vostri al^aron le grida al Signore : e il Signore mand Mos , e Aronne, e trasse i padri vostri dall' Egitto , e l colloc in questo luogo.

(2) Judic. 4. 3.

Vers. 6. (' Testimone} il Signore ec. La parola Testimone , che abbiamo aggiunta , ai trova ne' LXX., ed necessario di ottinteuderla nella Volgata, come nel testo originale.

'didit eos in manu Sisa- r Dio loro , ed ei gli rae magistri militiae diede in poter di Sisara Hasor, et in manu Phi- capitano di Hasor, e in lisihinorum , et in ma- potere de' Filistei, e in nu regis Moab, et pu- potere del re di Moab, gnaverunt adversum i quali fecero ad essi guerra. eos. 10. E dipoi alzaron le io. Postea autem clajnaveruntad Dominum, voci al Signore , e diset dixerunt: Peccavi- sero : Abbiam peccato, mus, quia dereliquimus perch abbiamo abbanQominum^et servivimus donato il Signore, e abBaalim) et Astaroth: biam servito a Baal , e nunc ergo erue nos de ad Astaroth : adesso amanu inimicorum no- dunque liberaci tu dalstrorum , et serviemus le mani de' nostri nemici, e serviremo a te. ubi. 11. E il Signoreman11. ( i) Et misit^ Dominus Jerobaalt et Ba- d Jerobaal, e Badan, e dan , et Jephte, et Sa- Jephte e Samuel, e limuel^ et eruit vos de .berovvi dalle mani de* manu inimicorum ve- vostri nemici che vi cirstrorum per circuitum, condavano , e abitaste et iabitastis confiden- sen:&a timore. ter. 12. Ma ve'ggendo, co12. Videntes autem, quo d Naas rex filiorum me Naas re de' figliuoli Ammonvenisset adver- di Ammon si era mosso
(i) Judic.6. 14.
Vers. li. E Badan. Questo nowe non trovasi nella storia dei Giudici, e i LXX in luogo di esso hanno Barac. Ma comunemente g' interpreti affermano cogli Ebrei , che Badan Sansone, il quale fece tant' onore alla trib di t)an, onde sia inteso col nome di Danita per eccellenza, Be-Jan vuol dire abitante in Dan , Ben Dan figliuolo di Dan,

sum voSy dixistis mihi: (i) Nequaquam : sed rex imperabit nobis: cum Dominus Deus vester regnarci in vobis. 13. "Nunc ergo praesto est rex vester^quem elegistis, et petists : ecce dedit vobis Domi' nus regem. 1.4. Si timueritis Dominum , et servieritis ei, et audieritis vocem ejus , et non exasperaveritis os Domini: eritis et vos, et rex, qui imperai vobis, sequentes Dominum Deum vestrum : 15. Si autem non audientia vocem Domni^ sed exasperavefitis sermones ejus, erit manus Domini, super vos, et super patres vestros.
(i) Sup. 8. ig., et io. *g.

contro di voi, diceste a me : Non pi : un re sar quegli che comander a noi: mentre regnava sopra di voi il Signor re Dio vostro. i3. Or adunque ecco qui il vostro re eletto, e domandato da voi : ecco qui che il Signore vi ha dato un re. i4- Se voi temerete il Signore, e lo servirete e ascollerete la sua parola, e non irriterete la faccia del Signore : vivrete e voi , e il re che vi governa, seguendo il Signore Dio vostro: 16. Se poi non ascolterete la voce del Signore, ma contrarierete la sua parola, la man del Signore sar sopra di voi, come su' vostri padri.

Vers. 12. Ma reggendo, come Naas ... si era mosso ce. Sembra chiaro, die Naas avea mosso guerra agi' Israeliti, quando eglino domandarono un re , anzi che il timore di Naas gli avea mossi domandarlo. Creato il re , dovette Naas sospendere la guerra ; ma senfendo poi, come Saul era poco accetto a una parte della ua2on , riprese le armi.

16. Sed nunc state et videte rem isiam gran* dem, quam facturus est Dominus in conspectu vestro. \1*Numquid non messia tritici est hodie? Invocabo Dominum, et dabit voceS) et pluviasi et scietis , et videbitis, quia grande malumfeceritis vobis in conspectu Dominit petentes super vos regem. 18. Et clamvit Samuel ad Dominum ^ et dedit Dominus voces, et pluvias in illa die 19. Et timuit omnis populus nimis Dominum , etSamuelem: et dixit universus populus ad Samuelemi Ora pro servs tuis ad Dominum Deum tuum ut non moriamur: addidimus enim universis

16. Ma oggi ancora state su, e osservate questa cosa grande, che il Signore far dinanzi a voi. 17. Non egli adesso il tempo della messe eie 1 grano ? Io invocher il Signore , ed ei ci mander tuoni, e pioggia: e conoscerete , e vedrete, che un mal grande nel Cospetto del Signore vi siete fatto, chiedendo un re , che a voi sovrastasse. 18. Samuele alz la voce al Signore, e il Signre mand tuoni, e pioggia in quel gior* rjo. i g. E il popolo tutto tem sommamente il Signore, e Samuele e tutto il popolo disse a Samuele : Prega il Signore Dio tuo pe' tuoi servi, affinch non muojanio : perocch a tutti gli altri peccati nostri

Vers. 17. Non e egli adesso il tempo della messe del gran ? te. La mietitura del grano cadeva tra la fine di giugno , e il principio di luglio. Ora dice s. Girolamo, che n verso la fine di giugno, n nel mese di luglio egli non avea giammai veduta pioggia in qua'paesi, particolarmente nella Giudea. In Amo s cap. iv. 7.

peccatis nostris ma* lum, ut peteremus nobis regem* 20. Dixit autem Sa muel ad populum : JVolite limerei vosfecistis universum malum hoc verumtamen nolite recedere a tergo Domini, sed servite Domino in omni corde vestro. 21. Et nolite declina" re post vana, quae non proderunt vobis, neque eruent vos , quia vana ^unt. 22. Et non dereinquet Dominus populum suum, propter nomen suum magnum : qua juravit Dominus facere vos sibi pophim. 23. Absit autem a me hoc peccatum in Dominum, ut cessem orare pro vobis : et docebo vos viam bonam, et rectam

abbiamo aggiunto questo male di chiedere per noi un re. 20. Ma Samuele disse al popolo : Noti teme, te : voi avete fatto tutto questo male ; n ulladimeno non vi ritirate dalla sequela del Signore, ma servite il Signore con tutto il cuor vostro. 21. E non vi rivolgete verso le vanit , le quali non gioveranno a voi, e non vi libereranno, perch son vanit. 22. E il Signore non abbandoner il suo popolo per amore del suo nome grande : perch il Signore giur di farvi suo popolo. 23. Lungi poi da me di far queste peccato contro il Signore, ch'io cessi di orar per voi : io vi mostrer sempre la strada buona, e diritta.

Vers. ai. Vsrso le vanita. 1 falsi dei. Vers. a3. Lungi poi da me di far questo peccato contro ec. A gran ragiooe celebrano i Padri 1' animo grande, e l'ardente carit dimostrata qui da Samuele verso il popolo : Satnuele deposto dalla tua dignit , Samuele disprezzalo dice , che Dio lo guardi da questo peccalo di lasciare di far orazione pel popolo ,- egli crede peccato d rallentar V orazione pei suoi mala-

24. Igitur timete Do* minum, et servite ei in veritate , et ex toto cor* de vestro: vidistis enim magnifica, quae in vobis gesserit.

24. Per la qual cosa temete il Signore, e servitelo veracemente,e di tutto cuore : perocch avete veduto le grandi cose che, ha fatte tra
voi.

26. Che se voi ^vi o* a. Quod si perseve* raveritis in malitia , et stonerete nella malizia, vos et rex vester pa- perirete insieme e voi, e il vostro re. riter peribitis. A P O XIII. I Filistei vinti da S aut fanno grandi preparati" D di guerra contro Israele. Gli Ebrei spauriti si nascondono nelle caperne i Sanile perch offerse P olocausto senza aspettare f arrivo di Samuele , riprovato dal Signore. Cautele usate da' Filistei per ispogliare delle armi gli Israeliti.

i. filius unius anni erat Sani cum regnare coepisset ; duous autem annis regna* vit super JsraeL

i. I. igliuolo di un anno era Saul, quando cominci a regnare, e regn due anni sopra I
fa e le.

voli. Grisost. liom, t.decruce. et lai. ; vedi Greg. hom, \\.in Ezech. Vera. i. e 2. Figliuolo d' un arino era Sani quando ec. Questa Inusitata maniera di parlare ha dato luogo a varie sposizioni degli antichi e moderni interpreti: quella, che parmi preferibile ad ogni altra, perch assai piana e naturale, porta a tradurre iti tal guisa tutto il primo versetto, e la parte del secondo, in cui sta la difficolt: Era un anno che Sani avea principiato a regnare , e correva il secondo anno del suo regno in Israele quando egli fece la scella di lr mila Israeliti.

a. Et elegit sibi Saul Irla millia de Israel : et erant cum Saul duo millia in Maclimas, et in monte Bethel: mille autem cum Jonatha in Gabaa Beniamin. Porro ceterum populum remisit unum, q uem que in tabernacula sua. 3. Et percussit Jonathas stationem PJiilisthiJtorum, quae erat in Gabaa. Quod cum audissent Philisthiimt Saul cecinit buccina in omni terra, dicensi aU' diant Hebraei. 4- Et universus Israel audwit hujuscemodifamami Percussit Saul staonem Philisthinorum: et erexit se Israel adversus Phil-, sthiim. Clamavit ergo populus post Saul in Gallala.

a. E fece Saul la scella di tre mila Israeliti .e due mila stavano con Saul in Machmas, e sul monte Bethel : e mille erano con Gloriala in Gabaa di Beniamin : e rimand tutto il resto del popolo ognuno alle sue tende. 3. E Gionata trucid il presidio de' Filistei che era in Gabaa. E quando la nuova ne fu sparsa tra'Filistei, Saul fece notificarla colle trombe per tutto il paese, dicendo : Sappiano gli Ebrei. 4. E tutto Israele udi questa nuova : Saul ha distrutta la stagione de'Filistei : e Israele alz la testa contro dei Filistei. Quindi , che il popolo lev il grido dietro a Saul in Galgala.

Vers. 3. Fece notificarla colle trombe. Si dava il segno della vittoria colla tromba da un luogo ali' altro -, onde in poco tempo la novella si divulgava per tutta la Giudea. Sappiano gli Ebrei. Sembra questa la forinola, colla quale i trombetti annunziavano gli ordini di re. La parola Ebrei eredesi qui posta particolarmente per significare gl'Israeliti abitanti di l dal Giordano secondo la originaria significazione di pesta parola. Vedi Gcn. xiv. 13.

6. Et Philisthiim congregatsuntadpraeliandum contra Israel triginta millia curruum , et sex millia equitum, et reliquum vulgus , sicut arena , quae est in littore maris plurima. Et ascendentes , castrametati sunt in Machmas ad orientem Betbaven. 6. Quod cum vidissent viri Israel se in ardo positos ( afflictus enim erat populus)abS" conderunt se in speluncisj et in abditis^ in petris quoque, et in antri$>et in cisternis. 7. Hebraei autem raniierunt Jordanem in terram Gad, et Galaad. Cumque adhuc esset Saul in Galgala, universum populus perterritus estt qui seque* batur eum.

6. E i Filistei misero insieme per combattere cntro Israele trenta mila cocchi, e sei mila cavalli, e 1' altra turba in tanto numero, quante son le arene del mare. E si mossero, e posero il campo a Machmas dalla parte orientale di Belhaven. 6. Or in veggendo gli uomini d'Israele, come eran ridotti alle strette (perocch il popolo era disanimato) si nascosero nelle caverne, e nelle buche, e anche ne* massi e nelle grotte, e nelle cisterne. 7. E gli Ebrei passato il Giordano Entrarono nella terra di Gad, e di Galaad. Ma mentre Saul era tuttora in Gaigala, tutto il popolo che lo seguiva, s'impauri.

Vera. 4- Levo il grido dietro a Saul in Galgala. Invitandosi gli uni gli altri con grido di brio, e di zelo andavano a chiedere a Saul, che li conducesse contro il nemico. Ma questo brio popolare fu di corta durata, come si vede in appresso. Vers. 6. Di Belhaven. Cio di Bethel, la quale dipoi, cambiato nome, fu detta Bethaven dopo che ivi fu esposto il vitello d'oro.

8. E aspett'(Sani) 8. (i) Et expectavit 1 septem diebus juxta sette giorni secondo 1 ordine di Samuele, e non placitum Samuelis , et non venit Samuel in arriv Saniuele a GlgaGallala: dilapsusque la : e il popolo alla spicciolata se ne andava da est populus ab eo. lui. p.Disse adunque Saul: 9. Ait ergo Sauk offerte mihiholocaustum^ Menatemi V olocausto, et pacifica. Et obtulit e 1' ostia pacifica. E offerse l'olocausto. holocaustum. io. E finito che ebbe 10. Cumque complesset offerens holocau- di offerir l'olocausto, ecstum, ecce Samuel pe- co che veniva Samuelej niebat*. et egressus est e Saul gli usc incontro S aut obliarti ei, ut sa" per salutarlo. lutarci eum. (i) Supr. io. 8.
Vera. 7. E gli Ebrei passato il Giordano ec. Questi erano g Israeliti abitanti di l dal Giordano ( e per sono qui detti Ebrei, cio uomini di l) i quali essendosi anche essi raunati presso Saa a Galgala, uditi i preparativi grandi de' Filistei, per lo spavento tornarono alle case loro. Vers, 8. E aspetto (Sani) sette giorni secondo l'ordine di Sarnuele ec. Saul aspett per sette giorni, ma non interi ; perocch il settimo giorno egli offerse il sacrifizio, e questo appena era offerto, quando arriv Samuele. L'impazienza, e la precipitazione di Saulle potr parere scusabile in qualche modo negli occhi degli uomini per le ragioni che adduce Saulle, vers. 11. e i a . Ma Dio giudic altrimenti, Dio, che sempre giusto, e i giudizu del quale sono sempre retti e infallibili. Le scuse stesse, coli quali Saulle volle coprire la sua disobbedienza al comando di Dio, nascendo dalla stessa superbia che fu l'origine di sua disobbedienza, non iscusano il fallo, ma lo aggravano, come noto S. Gregorio. Nella stessa maniera dice s. Bernardo, che queli antica pre~ "variazione di Adamo, la quale tanto danno rec al mondo, avrebbe potuto conseguir piet e indulgenza, se fosse stata confessata , e non iscusata. ,, / i Ve. 9. * E offerti l'olocausto. Non anche l'ostia pacifica^

il. Locutusque est ad eum Samuel : Quid fecisti? Respondit S aul: Quia vidi v quod populus dilaberetur a me, et tu non veneras juxta placitosdies,porro Philisthiim congregatifuerant in Machmas% 12. J)ixi: Nunc de" scendent Phiiisthiim ad me inGalgala, et faciem Dominino/i placavi. Necessitate com* pulsus obtuli holocaustum. 13. Dixitque Samuel ad S aul-, ( i ) S tutte eg* sti, nec custodisti mandata Domini Dei lui, quae praecepit tbi. Quod si nonfecisses, jam nunc praeparasset Dominus regnum tuum super Israel in sempiternum : 14. Sed nequaquam regnumtuum ultra consurget. (2) Quaesivit Dominus sibi virum juxta cor suum: et prae(i) Inf. \5. 22.

11. E dissegli Samuele : Che hai tu fatto ? Rispose Saul : Perch io vidi che il popolo se n' andava alla spicciolata da me, e tu non eri giunto dentro i giorni stabiliti, e d'altra parte erano raunati i Filistei a Machmas, 12. Io dissi: Or ora verranno i Filistei contro di me a Galgala , e io non bo placato il Si* gnore. Spinto da necessit ho effetto T olocausto. 13. E Samuele disse a Saul : Stoltamente hai fatto , e non hai osservato 1' ordine dato a te dal Signore Dio tuo. Che se ci non avessi fatto, il Signore avrebbe fin da questo punto stabilito il tuo regno sopra Israele in sempiterno. i4- Ma non si sosterr lungamente il tuo regno. Il Signore si cercato un uomo secondo il cuor suo : e il Signore

(a) Infr. 16. i. Act. i3. aa.

cepit ei Dom7tns, ut esset dux super populum suum, eo quod non servaveris, quae praecepit Dominus. 15. Surrexit autem Samuel, et ascendit de Galgalis in Gabaa Beniamin. Et reliqui populi ascenderunt post S aut obviam populo, qui expugnabant eos venientes de Galgala in Gabaa in colle Beniamin. Et recensuit Sani populum , qui inventi fuerant cum eo, quasi sexcentos viros. 16. Et S aut, ei Jonathas filius ejus , populusque , qui nventus fuerat cum eis, erat in Gabad Beniamin : porro Philisthiim consederant tn Machmas. 17. Et egressi sunt ad praedandum de ca-

gli ha ordinato che egli sia condottiero del popolo suo, perch tu non hai osservati gli ordini del Signore. i6.E Samuele si par, ti, e da Gai gala and a Gabaa di Beniamin. E 1' altra gente andarono dietro a Saul contro quegli, i quali assalivan coloro che andavano da Galgala a Gabaa sul colle di Beniamin. E Saul fece la rassegna della gente, che si trovava con lui in numero di circa seicento uomini. 16. E Saul, e Gionata suo figliuolo , e la gente ch' era con essi, stavano in Gabaa di Beniamin : e i Filistei erano a Machmas. 17. E usciron tre schiere del campo de*

Vers. 14- II Signore si e cercato un uomo ec. Quest' uomo Davidde, uomo secondo il cuore di Dio, perch in tutto cercher di piacere a Dio, e di fare la sua volont. Vers. 15. Samuele s i par , e ... ando a Gabaa ec. Insieme con Saul, e colla poca gente che questi avea tuttora seco. - Contro quegli, i quali assalivano. Dovean essere qualche schiera di Filistei, che si erano portati sulla strada da Galgala a Gabaa.

stris Piilisthinorum tres cunei. Unus cuneus pergebat contra viam Ephra ad terram S aut: 18. Porro alius ingrediebatur per viam Bethoron: tertius autem verterat se ad iter termini imminentis valli Seboim contra deserlurn. 19. Porro faber ferrarus non inveniea tur in omni terra f<srael: caverant enim Philisthiim\ ne forte facerent Hebraei gladum, aut lanceam.

Filistei per andare al saccheggio. Una schiera prese la strada di Epbra verso la terra di Saul: 18. E un' altra camminava perla via di Bethoron : e la terza s'indirizz verso la strada del colle che sta sopra la valle di Seboim dirimpetto al deserto, 19. Or non trovavas in tutto il paese d' Israele un. fabbro da ferro : perocch aveano usata i Filistei questa cautela, affinch non potessero gli Ebrei farsi spade e lance.

Vers. ig. Non trovavasi in tutto Israele un fabbro da ferro. * Filistei non poterono condur via dalle trre degl'Israeliti i fabbri da ferro, e proibir loro di avere chi facesse spade , o lance ; non poteron , dico , far tanto a tempo di Sav*, e nemmeno nel tempo che governo Sanimele , il quale fu sempre ad essi supcriore , cap. vii. i3'. Dovette adunque ci essere avvenuto ne'te'mp anteriori o sotto Meli, o forse a tempo di Sansone. La mancanza de'lTabbri continu sotto Samuele, e forse allora f u , che gli Ebrei cominciarono a servirsi molto della fionda , e dell'arco; nelle, quali maniere di guerreggiare furono eccellenti. Cosi venne a rendersi di poco danno pegli Ebrei il non avere chi facesse spade , o lance, e poco, o nulla s'industriarono per rimettere in piedi questo mestiere, avvezzatisi a servirsi dell' opera de' fabbri FlLstei per acconciare gli strumenti della coltivazione : imperocch i Filistei aveano de' presidii sparsi in varii luoghi della Giudea , dove gli Ebrei trovavano fabbri pelle loro bisogne. Del rimanente quello che fecero i Filistei verso g' Israeliti, fu imitato da' Caldei, quando sotto Nabucodonosor s'impadronirono della Terra santa. Parimente tra le condizioni, colle quali Porsena die-

20. Descendebat ergo omnis Israel ad Philisthiim, ut exacueret unusquisque vomerem suum , et ligonem, et securim, et sarculum. 21. Retusae itaque erant acies vomerum, et ligonum , ef tridentum, etsecurium, usque ad sdmulum corrigen dum 22. Cumque venisset dies praelii, non est inventus ensis , et lancea in manu totius populi, qui erat cum Saut , et Jonaiha, excepto S aut, et Jonaiha filio ejus. 26. Egressa est autem statio Philisthiim, ut ifanscenderet in Machmas.

20. Per la qual cosa tulio Israele andava da' Filistei a far aguzzare i suoi vomeri, e le vanghe, e le scuri, e le aapPe21. Erano perci spuntati i vomeri, e le vanghe, e i forconi, eJe scuri ; non avendo nemmeno come aggiustare un pungiglione. 22.E venuto i! di della battaglia, tolto Saul, e Gionata suo figliuolo non v' ebbe di tutta la, gente ch' era con Saul e Gionata, chi avesse in mano una spada, od una lancia. 23. Or una schiera di Filistei si mosse per andare di l da Machmas.

d la pace ai Homani , una si fu , clie non potessero far liso feno, se non pev lavorare la terra, PUn* Uh. xxxiv, \l\.

C A P O

XIV.

donata confidando nel Signore col suo scudiere disperge i filistei : ma dopo la vittoria uvendo gustato un po di miele contro il giuramento del padre, per cui era condannato alla morte, difficilmente colf ajuto del popolo schiva il pericolo. 1. J-Jt accidit qua* dam die ut diceret Jonathas filius Saul ad adolescente arndgerum suum". Veni, et transeamus ad stationem Philisthinorum , quae est trans locum illum. P atri autem suo hoc ipsum non indicava. 2. Porro Saul mora" batur in extrem parte Gabaa sub malogranato, quae erat in Magron, et erat poplus cum eo quasi sexcentorum virorum.
1. i-^ avvenne che un giorno disse Gionata figliuolo di Saul al giova netto suo scudiere: Vieni, andiamo verso la stazione de'Filistei, che di l da quel luogo. Ma non diede parte di ci a suo padre. 2. Saul allora si stava ali' estremit dei territorio di Gabaa sotto il melogranato, che era in Magron, cavea seco una banda di circa secento uomini.

Vers. i. Vieni, andiamo verso la stazione de* Filistei ec. L'impresa di Gionata considerata co' soli lumi delt' umana prudenza, sarebbe temeraria, ma essa viene giustificata non solo dalP evento, rna anche dalla sua fede, e dalla speranza in Dio fondata sulle promesse generali fatte da Dio al suo popolo , e sulla promessa recente cap. tx. 16. della piena vittoria ebe Sanile dovea riportare sopra i Filistei.

3. Et Achias filius 'Achitobfratris Ichabod filii Phinees , (i) qui ortus fuerat ex Heli sacerdote Domini in Silo, portabat Ephod. . Sed et populus ignorabat\ quo isset Jonathas. 4. Erant autem iter ascen sus> per q uos nite~ batur Jonathas transre ad stationem Philisthinorum, eminente^ petrae ex utraque parte, et quasi in modum dentium scopuli Itine, et inde praerupti, nomen uni Boses , et nomen alteri Sene. o.Unus scopulus prominens ad aquilonem

3. E Achia figliuolo d Achitob fratello d' Ichabod figlinolo di Phinees , il quale era figliuolo di Heli sacerdote sommo del Signore in Silo, porta va l'Ephod. E il popolo ignorava, dove fosse andato (aionata. 4. E la salita, per cui Gionata tentava di arrivare alla stazione de'Filistei era tra i massi che uscivanin fuori dall'una e dall'altra parte, e scogli di qua e di l scoscesi, e fatti a similitudine di denti, de'quali uno avea nome Boses, e l'altro Sene. 6. Uno scoglio spuntava a settentrione di-

(i) Sup. 4' 21.


Vers. i. Sotto il melogranato, che era m Magron. Magrou era un luogo vicino a Machmas , e a Gabaa, Isa x. 28. Saulle co* suoi seccato uomini si stava vicino a Magron in un luogo che dovea essere celebre per le piante di meligranati, nel qual luogo era un sasso chiamato Rernmon, o dalle stesse piante che gli eran vicine, o dalla sua figura ; perocch Rernmon vale melogranato. Questo luogo era forte, e;^vi si rifuggirono i secento Bcalami ti dopo la loro sconfitfat:Jiid. xx. 4yVers. 3. Ackiafigliuolo di Achitob ec. Altrove Achia chiamato Achimelech cap, xxn. 9. Dicendosi, che egli portava VEphod, viene a significarsi, che egli era sommo sacerdote. Yers. 4- Uno avea nome Boses , V altro Sene, Boset significa sdrucciolo. Sene i pruni o le spine,

Vol V.

&x adverso Machmas, et alter ad meridiem contra Ga&aa. 6. Dixit autem Joathas ad adolescentem armigerum suum i Veni, transeamus ad stationem ncircumcisorum horUm , si forte faciat Dominus pro nobis : quia non est Domin difficile Sahare vel in multis y vel in fiaucis. 7. Dixitquc ei armi* gersuus: Wac omnia, quae placent animo etto ; perge, quo cups, ei ero tecuyt ubcum* que-vlueris. 8. Et alt Jonathas : fece n&s transimus ad uiros istos. Cumque apparuerimus eis , 9. Si taliter loculi fuerint ad nos : Manef tdonec veniamus ad vos ; stemus in loco nostro >nec ascendamus ad eos*

ritipelto a Maclimas; e 1' altro mezzod vergo Gaba. 6. Gir flsse G ioti a la al giovinetto suo scudiere : Vieni, andiamo alla stazione di questi intiirconcisi : chi sa che il Signore non sia con noi: perocch non difficile pel Signore il dar Vittoria aWa molta o alla poca gente. 7. E il Suo scudiere gli d&se j Fa tutto quello &e ti Iliace : t dove tu vuoi, e io sar teco dovunque ti parr. 8. E Gionata disse : Ecco che noi ci accostianio a coloro. E quando eglino ci avranno scoperti, 9. Se ci parlano in questa guisa : Fermatevi , sino a tanto che venghiamo a voi; arrestiamoci in quel luogo, e non andiamo tino a loro,

Vers. 6. Ghisa, che il Signore non sia con noi ec. Queste non contengono dubitazione, ma una preghiera di Cionaferole ; quindi per supcriore istinto determina i segni, secondo i 4*ii dovr assalire il nemico , o noti assalirlo.

10. S autem dijcernt: Ascendile ad nos: ascendamus,quia tra* didit eos Dominus in manibus nostris: Hoc erit nobis signum. 11. Apparuit igitur uterque stationi Phlisthinorum, dixeruntque Phlisthiim. En Hebraei egrediuntur de cavernis, in quibus absconditifuerant. 12. Et loculi sunt viri de sfattone ad Jo natham, et ad armigerum ejust dixeruntque: Ascendile ad nos, et ostendemus vobis rem. Et ait Jonathas ad armigerum suum: Ascendamus>'sequere me:(i) tradidit enim Dominus eos in manus IsraeL 13. Ascendit autem Jonathas manibus, et pedibus reptanSj et armiger. ejus post eum. itaque alii cadeant ante Jonatham, alios
(i) i. Mach. 4.. So.

10. Ma se diranno: Venite a noi: avanziamoci, perocch il Signore gli ha dati nelle mani nostre : Questo sar il nostro segnale. 11. furono scoper ti ambedue dalla stazione de'Filjstei, e dissero i Filistei ; Ecco gli E* brei che escono dalle caverne , nelle quali si erano nascosti. 12. E alcuni della stazione parlarono e dissero a Gionala, e al suo scudiere : Venite a noi e v' insegneremo qualche cosa. Gionata disse al suo scudie* re : Andiamo, seguimi : perocch il Signore gli ha dati nelle mani d' Israele. 13. E Gionata sal, rarificandosi colle ma* ni e coi piedi, e dietro a lu. il suo scudiere* Quindi altri cadevano appi di Gionata, altri

Vers. 12. fenile a jioi , e v* nfegncretn qualche cosa. E una ironia per dire a Gionata, e allo scudiere : Venite pure, e prove* rete il valore delle nostre spade.

armiger ejus interficie- ne uccideva il suo scubat, sequens eum, diere , andandogli appresso. i/}. Et faela est pla14. E questa fu la ga prima^qua percussit prima strage, nella quaJonathas, et armiger le furono messi a morejus, quasi viginti vi- te da Gionata, e dal suo rorum in media parte scudiere circa a venti jugeri, quam par boum uomini nella mela d'un in die arare consuevit. iugero, spazio che suole arare in un d un paio di bovi. 15. E tfactum est mirai 5. E lo sbigottimenculum in castri^, et per to fu grande negli alagrosi sed et omnis po- loggiamenti , e per la pulus statonis eorum, campagna : perocch qui ierant ad praedan- anche tutta la gente dum , obstuputt et con- di quella schiera che era turbata est terra : et andata a predare , s'imaccidit quasi mracu- pauri , e fu sommossa lum a Deo. la terra : e fu come un miracolo di Dio. 16. Et respexerunt 16. E gli esploratori speculatores Saul, qui di Saul, che erano a erant in Gabaa Benia- Gabaa di Beniamin, osmin, et ecce multitudo servarono , e videro la prostrata, et huc, it- moltitudine in iscompiglio, e che fuggiva in lucque diffugiens. questa,e in quella parte.
Vcrs. 13. Altri cadevano appi di Gionata ec. I LXX accennano, che la vista sola di Gionata gli atterriva ; onde erano uccisi da lui senza che ardissero di far resistenza. Vers. 15. E fu sommossa la terra. Alcuni da queste parole arguiscono , che Dio mandasse in quel punto an tremuoto ; altri ie spiegano dello sconvolgimento, e del tumulto, che fu in tutta le schiere de' Filistei sparse in varii luoghi del paese.

17. Et alt Saul populo, qui erat cum eo: requirite , et videte, qui s abierit ex nobis. Cumque recjuisissent, repsrtum est, non adesse Jonatham, et armigerum. ejus, 18. Et ait S aut ad Achiam: Applica arcam Dei. ( Erat enim ibi arca Dei in die illa cum filiis IsraeL ) 19. Cumque loqueretur Saul ad sacerdotem, tumultus magnus exortus est in castris Philisthinorum crescebatque paullatim, et clarlus resonabat. Et ait Saul ad sacerdotemi Contraile manum tuam. 20. Conclamavi ergo Saul, et omnis popu* lus , qui erat cum eo, et venerunt usque ad locum certaminis: et ecce versus fuerat gladius

17. E Saul disse alla gente, che era con lui ; Fate ricerca , e vedete chi siasi partito dei nostris E fatta ricerca trovarono , che mancava Gionata, e il suo scudiere. 18. E Saul disse ad AchiarVa dinanzi ali' arca di Dio , perocch era quivi allora 1' arca di Do co3 figliuoli d' Israele. 19. E mentre Saul parlava al sacerdote, si lev un gran tumulto nel campo de' Filistei : e appoco appoco cresceva, e si faceva sentire pi distintamente. E Saul disse al sacerdote: Abbassa le mani. 20. E allora Saul, e tutto il popolo che era con lui, gett un grido e andarono fino al luogo del tumulto : e videro, come ciascuno avea

Ver. 19. Abbassa le mani. II pontefice pregava il Signore dinanzi all'arca colle mani distese: Saulle gli dice: Non pi tempo di far orazione: Dio si dichiarato per noi: andiamo dietro a Gionata , e inseguiamo i nemici.

uniuscujusque ad pro ximum suum, et caedes magna nimis. ai. Sed et Hebraci^ quifuerant cum Philisthim Iteri, et nudius~ tertium, ascenderantque cum eis in eostris, reversi sunt, ut essent cum sraelt qui erant cum Sani et Jonatha. 22. Omnes quoque IsraeKtae, qui se absconderant in monte Ephraim, audiente$> quod fugissent PhiUsthaei, sociaverunt se eum suis in praeKo. Et erant tum Savi, quasi decem . mlia virorum. 23. Et salvavit Dominus in die illa Israeli pugna autem pervnit usque ad Bethaven; 24. Et viri Israel so ciati sunt sibi in die

rivolta la spada contro il vicino, e la strage era grande formisura. 1i. E oltre a questo quegli Ebrei, i quali 5 ne d precedenti erano Co'Filistei, e con essi eranp andati in campo, voltaron casacca unendosi cogli Israeliti, i quali erano con Saul, e con Gionata. 22. E tutti parimente gli Israeliti, i quali si erano nascosti nel monteEphraim,avendo saputo, come i Filistei si fuggivano, si congiunsero colla loro gente per combattere, onde Saul avea circa dieci mila uomini. 23. E il Signore salv in que) giorno israele : e i combattenti arrivarono sino a Be thave n: 24. gli uomini d'Israele si riunirono in

Vers, ai. Quegli Ebrei, i quali ne1 iti precedenti ec. Questi Ebrei secondo alcuni interpreti erano stati costretti dai Filistei a seguire 1' esercito come servi, e probabilmente per portare il bagglio. Ma la nostra Volgata sembra supporre, che fossero deertori Ebrei andati di spontanea volont a servire nel 1' esercito Filisteo, e clic, avendo veduto la vittoria dichiararsi pe'loro fratelli , si voltarono in loro favore.

illesi mdjuravt ftmtem Sa populum, diceno : fttaledictus vir, qui come&rit partem usque ad \esperam., donec ulcis(arde inimcis nieis. Et VOTI manducavit unive\sus populus pa-

ne
2 4. Qmneque terrae vui jus venijt in saltem, in qio erat mei super facem agri* 2>. Ingressum est itaquevopulus saltum, et apparuit fluens mei; nulhsque applicuitmanumad os suum; tintebatmim populus juramenum.

quel giorno : ma Saul con giuramento protest , e di*se J popolo : Maledetto^ 1* uomo , il quale manger pane prima della seca, ilno a tanto che io preti da .vendetta dei miei nemici. E tulio il popolo non mangi pane. 26. E tutta la ciurma del paese giunse in un bosco, dove il miele era sparso per terra. 26. Ed entrata la gente nel bosco, diede loro negli occhi il liquido miele : ma nissuuo se ne accost colla matjo alla bocca, perocch il fDOpolo ebbe tema del giu'atneirto.

Ver.V4. Maledetto l'uomo, il quale manger, pane. Il pane significaquahinque cibo ; onde Gionata per aver mangiato del jniele fugiudlcato trasgressore del comando del padre.. Bench ^orstf questa intimazione fosse un po' indiscreta ; contuttci non pu negali, che procedesse da buono zelo, come not s. Girolamo , ed airi , avendo voluto Sanile con questo digiuno render grazie a D della vittoria che gli avea dato, e impedire, che gettandosi il joplo su'viveri, e sulla preda, non si perdesse il frutto della sfessa vittoria. Ed certamente da ammirarsi in una moltitudiniJ pi di dieci mila uomini la esattezza nell' osservare questo d^uno con tutta la stanchezza, e 1' abbattimento di forze , in cui trovavano. Vers. 26. love il miele tra sparso per terra ec. Anche a* nostri giorni sirede nella Palestina questa gYande abbondanza di miele per reltkme de'mderni viaggiatri. Le api salvaticbe fanno il mile niia cavit degli alberi, o nelle buche de' massi, o elle iiperluredella terra.

27. Porro Jonathas non audierat, cum adjuraret pater ejus populum : extenditque summitatem virgae, quam habebat in ma* nu, et intinxit in fa* vum melis , et convertii manum suam ad os suum, et illuminati sunt oculi ejus. 28. Respondensque unus de populo, ait: Ju~ rejurando constrinxit pater tuuspopulumt di" cens: Maledictus, vir, qui comederit panem hodie : X defecerat autem populus) 25. Dxitque Jonathasi Turbavit pater meus terrama vidistis ipsi, quia illuminati sunt oculi mei, eo quod gustaverimpallulum de melle isto :

_ 27. Ma Gionata non ave a sentito, quanto il padre suo fece protesta al popolo con giramento : e stese la Junta del bastone, che ivea in mano, e la intime in un favo di miele , e se l'appress alla boica, e ricuper il lume degli occhi. 28. Ma uno dei popolo lo avvis , e isse: II padre tuo ha legato con giuramento il ppolo, dicendo : Maledetto l'uomo, che oggi nanger pane : or il lopo10 era senza forze 29. E disse Gittata* 11 padre mio ha sconvolta ogni cosa: vi avete veduto, come ' aver gustato un tantno di quel miele mi la penduto il lume cfegli occhi: 5o. Quanto >i, se il 5o. Quanto magis si comedisset populus de popolo avesse mangia-

i.

Vers. 27. Ricupero il lume degli occhi. un efflto naturale della eccessiva fatica, e ancor pi dell'inedia il far /erdere il lume degli occhi ; cosi era avvenuto a Gionata ; ODO dicesi, che con un poco di miele egli riebbe il vedere. Il mie salvatico estendo subacido assai, ancora un ottimo refrigerale. Vers, 28. * Ora il popolo era senza forze, t originale connette col precedente cos, E ( onde ) il popolo nza forze.

praeda inimicorum suorum, quam reperiti nonne major plaga facta fuisset in Philisthiim ? 3i. Percusserunt ergo in die illa Philisihaeos a Machmis usque in Ajalon : defatigatus est autem populus nimis : ,32. Et versus ad praedam , tulit oves, et boves, et vitulos^ et mactaverunt in terra: comeditque populus cum sanguine. SS.Nunciaverunt autem Sauli>dicentes,quod populus peccasset Domino , comedens cum sanguine. Qui ait-praevaricati estis ; volvite ad me jam nunc saxum grande. 34- Et dixit Saul : Dispergimini in vulgus, et diche eis, ut adducat ad me unusquisque bovem suum, et arietem, et occidite su-

lo delle cose predate af suoi nemici? non si sarebb'egli fatto pi gran macello de' Filistei ? 31. Inseguirono adunque in quel d i Filistei da Machmas fino ad Ajalon : ma il popolo era sommamente abbattuto di forze : 32. E datosi al saccheggio preser le pecore , e i bovi, e i vitelli, e gli scannaron per terra : e il popolo li mangi col sangue. 33. E fu riferito a Saul, come il popolo avea peccato contro il Signore, mangiando ('carne) con del sangue. Ed egli disse: Avete fatto male: rotola* te quaderne subito un gran sasso. 34-E soggiunse Saul: Andate attorno tra la gente, e dite loro, che ciascheduno meni qua il suo bue, e il suo ariete , e ammazzateli so-

Vers:32. Col sangue. La fretta, e il bisogno grande di mangiare fecero sV, che non badarono a lasciare uscire dagli animali uccisi tutto il sangue fino alle ultime gocce, come si usava secoudo la legge.

per istud, et vescmini: et non peccabitis Domi' no comedentes cum sanguine. Adduxt itaque omnis populus unusquisque bovem in manu suausque adnoctem et acciderunt ibi* 35. Aedificavit autem Saul altare Domino\ tuncque primum eoepitaedificare altare Domino. 36. %t dixit Sul. Irruamus super Philsthaeos nocte\ et vastemus eos usque dum illucescat mane nec relinquamus ex eis virum. Dixitque populus: Omne, quod bonum videtur in oculis tuis^fac. Et ait sacerdos : Accedamus huc ad Deum. Sy.Et consuluitSaul Dominum : Num persequar Philisthim ? si trades eos in manus Israel ? Et non respondit ei in die illa.

pra di questo sasso, e poi mangiateli: cosi non peccherete contro il Signore, mangiandoli con del sangue. Tutto il popolo adunque menaron ciascuno di propria mano i loro imoi sino che fu notte, e ivi gli scannarono. 35. E Saul edific un altare al Signore ; e allora fu, ch'ei principi a edificare altari al Signore. 36. Disse poi Saul : Diamo addosso a' Filistei stanotte , e facciamone macello sino al nuovo giorno, e non ne lasciamo testa. E il popolo disse : Fa tutto quello che ti piace. E il sacerdote disse : Accostiamoci qua a Dio. 3-7. E Saul interrog il Signore : Inseguir io i Filistei ? Li darai tu nelle mani d'Israele? Ma questa volta non ne ebbe risposta.

Vers. 36. Accostiamoci qua a Do, Ali' arca di Dio per consultarlo prima di far altra uosa.

38. Dixitque Saul i Applicate huc universos angulos populi : et scitote , et videte , per quem acciderit peccatum hoc hodie, 39. Vivit Dominus salvator Israeli quia si per Jonatham filium meumfactum ests absque retracthtione morie tur. Ad quod nullus contradhcit ei de omni populo. 40. Et alt ad universum Israeli Separamini vos in partem unamy et ego cum Jonatha filio meo ero in parte altera* Responditque populus ad Saul: Quod bonum videntur in oculis tuiSifac* 4i.Ef dixit Saul ad dominum Deum Israeli Domine Deus Israel, da indicium : quid est, quod non respoideris servo tuo hodie ? Si in me , aut in Jonatha fi~ li meo , est iniquitas haec , da ostensionem : autsihaec iniquitas est in populo tuo , da sanctitatem. Et deprehen-

38. E Saui disse:Fate che si accostino qua lutti i capi del popolo: e disaminate, e vedete per colpa di chi avven* ga oggi questo disordine. 3p. Viva il Signore salvator d'Israele , se il reo fosse Gionata mio figliuolo , egli morr senza remissione. Sopra di che nissuno di tutto il popolo gli contraddisse. 4o. Ed egli disse a tutto Israele: Mettetevi tutti voi da un lato, e io con Gionata mio figliuolo slar dall'altro lato. E il popolo rispose a Saul : Fa quello che a te piace. 4.1. E Saul disse al Signore Dio d'Israele : Signore Dio d'Israele, d a conoscere per qual motivo non hai data adesso risposta al tuo servo. Se la colpa viene da me, o da mio figliuolo Gionata , dallo a conoscere : che se questa colpa nel tuo popolo, fa conoscere la tua san-

$us est Jtonathas, et Savi) populus autem exivit. 42. Et ait Saul: Mitlite sortem inter me, et inter Jonatham filium meum. Et captus est Jonathas. 43.Dixit autem Saul ad Jonatham.'. Indica mihi,, (juid fecers. Et indicavt ei Jonathas, et aiti Gustans gustavi in summttem vrgae, quae erat in manu mea^ paullulum mellis\ et ecce ego morior. 44- E* <t Sauh Haec faciat mihi Deus, et haec addat, (juia morte mrieris Jonatha. 45. Dixitque populus ad Saul', Ergone Jonathas morietur^ui fecit salutem magnam in Israel ? Hoc nefas est: vivitDominus-, si ceciderit capillus de capite ejus in terram : quia Cum Deo operatus est hodie. Liberavit ergo

tit. E la sorte scopri Saul,e Gloriata , e assolv il popolo. 42. E Saul disse : Tirate le sorti sopra di me , e sopra Gonata mio figliuolo. E Gionata vi rest. 45. E Saul disse a Gionata : Dimmi quel che hai fatto: E Gionata confess, e gli disse: Gustai avidamente colla punta del bastone, che aveva in mano, un pochettino di miele; ed ecco ch'io mi muojo. 44. E Saul disse : II Signore faccia a me questo, e peggio, se tu, o Gionata, non andrai oggi alla morte. 45. Ma il popolo disse a Saul : dovr adunque morire Gionata, il quale ha salvato in tal guisa Israele? Co- ^, sa da non dirsi eli9 questa: viva il Signore, non cadr un capello della testa d lui per terra ; perocch egli

^ Vcrs, 44- -M Signore faccia a me ec. S. Ambrogio celebra la piet d Sani, il quale per non contravvenire al suo giuramento , per esempio degli altri condanna a morte il proprio figliuolo, bench innocente, serm, 36.

popuhis Jonatham, ut stato il braccio di Do non moreretur. in questo giorno. 11 popolo adunque salv Gionata dalla morte. f.Recessitque Saalt 4<S. E Saul si ritiro, nec pe*secutus estPh- e non insegu i Filistei: iUsthm: Porro Phli- e i Filistei tornarono stKiim abierunt in loca a'oro paesi.

sua.
47. EtSaul, confirmato regno super 1srael^ vugnabat per circuita i adversum omnesmhcos eius^contra Moab, et filios Ani" mon , et Edon, et reges S ob a , et Philisthaeos : et quocumque se verterat , superabat. 48. Congregatoque exercttUtpercssit Amalec , et eruit Israel de manu vastatorum ejus. 49- Fuerunt autem filii Saul Jonathas , et lessui, et Melchisua : et nomina duarum fi~ liarum ejus, nomen primogenitaeMerob, et no" meri minoris MichoL 47. E Saul, stabilito il suo regno in Israele, combatteva contro tutti i nemici che gli eran d'intorno, contro Moab, e contro i figliuoli di Arnmon , e di Edfom, e i re di Soba, e i Filistei: e in qualunque parte si rivolgesse, riportava vittoria. 48. E raunato l'esercito abbatt gli Amaleciti, e liber Israele dalle mani di quelli che lo desolavano. 49- E i figliuoli di Saul erano Gionata, e Jessui, e Melchisua: e delle due figlie di lui la primogenita ebbe nome Merob, e la minore Michol.

Vers. 47 Ire di Sobct. I re del paese d Soba, o Zoba erano a settentrione della Terra santa. Vedi 2. Reg. vui. 5. Vers, 49- Jessui. Chiamato Abinadab, i. Parai, vui. 33.

5o. Et nomen uxoris Sani Acliinoam fila Achimaas : et nomen principis militiae ejus Abner, filius JVer, patruelis SauL

5o. E la moglie di Saul si chiamava Achinoam figliuola di Achimaas : e il nome del capitano del suo esercito Abner figliuolo di Ner, cugino di Saul.. i. Porro Cis fuit 61. Perocch Cis fu pater Sani, et Ner pa- padre di Saul, e Nr ter Abner ,filiusAbiel. padre di Abner fu figliuolo di Abiel. 62. Erat autem bel62. E fu grossa guerlum potens adversum ra contro i Filistei per Philisthaeos omnibus tutto il tempo di SauL diebus SaulJSam quem- Conciossiaeh qualuncumcfue viderat Saul que uomo forteze atto virumfartem, etaptum alla guerra che Saul aad praelium, sociabat vesse veduto, lo prendeva seco. eum sibi. C A P O XV. Sanile mandato dal Signore a sterminare gli Amaleci salva il loro re Agag, e molta parte della preda: gli rinfacciata la sua disobedienza. E riprovato per la seconda volta ed escluso dal regno. Ucciso A. gag, Samuele piange la riprovazione di Sanile. i. J2it dixit Samuel ad Saul: Me misit Dominus , ut ungerem te in regem super populum ejus Israel: nunc ergo andi vocem Domini. i.*-** Sani u te disse a Saul : II Signore mi mand ad ungerti re del popol suo d'Israele : adesso pertanto ascolta* le parole dei Signore.

2. Haec dicit Domi" a. Queste cose dice nus exercituum : Re- il Signore degli esercicensui quaecumc/ue fe- ti : Io ho riandale tutcit Amalec Israeli: (i) te le cose fatte da Aquomodo restitit ei in malec ad Israele , e in via cum ascenderei de qual modo se gli oppose nel viaggio, mentre AEgypto. usciva delP Egitto. 3. Nunc ergo vade , 3. Tu dunque adeset percute Amalec, et so va, e fa strage di A demolire universa ejus: malec, e distruggi tutnon parcas ei, et non to quello che a lui apconcupiscas ex rebus partiene : non averne ipsius aliquid ; sed in- compassiore, e non deterfice a viro usque ad siderare nissuna delle mulierem^ etparvulum^ cose sue: ma uccidi uoatque lactentem, bovem> mini, e donne, i fanciulet opem, camelum, et li, e i bambini di latte, i buoi , e le pecore , asinum. i cammelli, e gli asini.
(i) Ejcocl 17. 8.
Vers. 2. Io ho riandate tutte le cose fatte fia Amalec. Parla Dio alla maniera degli uomini. Egli dice, che si richiamati alla 'memoria i mali trattameuti fatti dagli Amaleciti ad Israele fino ila! tempo, in cui nell'uscir che faceano gli Ebrei dall'Egitto, gli Amaleciti gli assalirono, e uccisero quei che eran restati indietro. Vedi Exotl. xvn. le)., xxv. in. Dio adunque fin da quel tempo in pena della loro crudelt gli avea condannati ali' esterminio. Sopra di che notisi come l giustizia divina lenta a punire ; perocch erano corsi gi circa quattrocento anni dall' uscita d'Israele dall' Egitto, quando Dio diede per mezzo di Samuele 1' ordine a Saulle di eseguire i suoi decreti ; ma quanto pi lenta, tanto pi terribile questa giustizia , come da questo stesso fatto vedremo. Vers. 3. Distruggi tutto quello die a lui appartiene, L'Ebreo: Sottometti alV anatema lutto quello che a lui appartiene. Sottomettere un popolo, o un paese ali' anatema vuol dire rovinarlo del tutto, e distruggerlo, metterlo a fuoco e a sangue. Questa sentenza pronunziata da colui che padrou della vita, e della

4. Praecepit itaque S qui populo , et recensuit eos quasi agnos : ducenta millia peditum, et decem millia virorum Juda. 6. Cumque venisset Saul usque ad civitatem Amalec, tetendit insidias in torrente. 6. tixitque S aut Ci' naeo : Abito, recedite, atque descendite ab Amalec : ne forte involvam te cum eo: tu enim fecisti misericordiam cum omnibus filiis I-

4- Saul adunque convoc il popolo, e ne fece la rassegna come di tanti agnelli : dugento mila pedoni, e diecimila combattenti di Giuda. 5. Indi Saul, giunto che fu presso alla citt di Amalec, pose un* imboscata nel torrente. 6. E Saul disse a' Cinei. Andate, ritiratevi, e separatevi da Amalec, affinch per disgrazia io non vi confonda con essi : perocch voi aveste compassione di tutti i

morte di tutti gli uomini, certamente severa , e quello che pu particolarmente fare a noi specie si il vedere, come in essa sono inclusi espressamente anche i bambini di latte. Ma guardia. moci di lasciarci guidare da una falsa compassione umana a giudicare dei giudizii di Dio. Questi bambini rei del peccato originale non eran eglino rei di morte ? Questi bambini in una pi lunga vita, che altro avrebbon fatto, se non aggiugnere a quello altri peccati per fare acquisto di pena pi atroce nell' altra vita ? A questi bambini pertanto non fu supplizio la mrte, ma benefizio di Dio. Egli voleva abolito il nome di Amalec, e perci i bambini stessi doveano esser compresi nell'anatema generale. Dal rigore delle vendette , colle quali egli talor punisce i suoi nemici nella vita presente, impariamo a temere i rigori riserbati ali' impenitenza nella vita futura. Vers. 4. Come di tanti agnelli. Come fa un pastore, che conta capo per capo i suoi agnelli. Sovente nelle Scritture gli eserciti sono paragonati a greggi di pecore : e tutto il popolo era un gregge , di cui Dio era il primo pastore. Vers. 5. Alla, citta di Amalec. La capitale degli Amaleciti, dove risedeva il loro re. * Pot un' imboscata nel torrente. Nella valle. La voce Naehal ha l'uno e 1' altro significato.

srael, cum ascenderent de AEgypto. Et reces* sit Cinaeus de medio Amalec. f.Percussitgue Saul Amalec, ab Hevla, donec venias ad Sur^quae est e regione AEgypti. 8. Et apprehendit A gag regem Amalec vivum\ omnem autem vulgus interfecit in ore gladiL 9. Et pepercit Saul, et populus A gag, et optimis gregibus ovium, et arme nforum,et vestibus , et arietibus , et universis , quae pulchra erant, nec voluerunt disperdere ea: qudquid vero vile fuit, et reprobum, hoc demoliti sunt. io. F actum est aulem verbum Domini ad Samuel dicens : ii.Poentetme,quod constituerim Saul regem : quia dereliquit me, et verba mea opere non impleviL Contristatusque est Samuel, et

figliuoli d'Israele quando uscivan d'Egitto. E i Cinei si ritirarono dagli malecti. 7. E $aul distrus&e Amalec da He vila sino a Sur, che sta dirimpetto all'Egitto. 8. E prese vivo Agag re di Amalec, e trucid tutto il popolo. 9. Ma Saul, e il popolo salvarono Agag, e i migliori greggi di pecore, e i bovi, e le vestimenta , e gli arieti, e tutte le cose belle, e non vollero mandarle a male : distrussero tutte le cose spregevoli, e buone a nulla. 10. E il Signore parl a Samuele, e disse: 11. Io mi pento di aver fatto re Saul, perch egli mi ha abbandonato, e non ha adempite le mie parole. E Samuele se ne afflisse, e

Vers. 6. Sanile disse a'Cine.ee. Vedi Num. x. 29., XXIY. 21., ec, Jud. i. 16. Questi discendenti di Jethro suocero di Mos abitavano di mezzo tra la trib di Giuda, e gli AmaJleciti.

clamavit ad Dominum tota nocte. 12. Cumque de nocte surrexisset Samuel, ut irei ad Scoti mane , nunciatum est Samueli, eo quod venisset Sani in Carmelum9 et erexisset sibifornicem triumphalem, etrever* sus transisset) descendissetane in Colgala. Venit ergo Samuel ad Sani, *t &wt offerebat holocaustum Domino de initiis praedarum< quae attuterai efr Amalsc.

alz le grida al Signore per tutta la notte, 12 E alzatosi Samuele prima del giorno per andare di buon'ora a Saul, fu recato avviso a Samuele , come Saul era andato sul C arni e 1 o, e si era fatto ergere un arco trionfale, e che partito di l era sceso a Galgala. And pertanto Samuele a trovaj Saul; ,e questi offeriva al Signore un olocausto del ,le primizie dfla preda fatta sopra gli Amale* citi. " -r3. Et cum venisset 13. E giunto che fu Samuel ad S aiti, dixit Samuele .presso Saul,

Vers, 11. Io mi vento di aver fatto re Sanile. La stessa espressione si ba Gen. vi. 6. Quando Dio offeso da' peccati dell' uomo lo priva de' suoi benefizii, si dice nelle Scritture, ebe Dio si pentito di quello che avea fatto prima in favore dello stesso uomo; ma Dio veramente mutando l'operazione esteriore, non muta contiglio, come dice s. Agostino conf. i. 4' 4lzo le grida al Signore per tutta la notte. Notisi la carit di questo profeta , il quale combatte ( per cosi dire ) colla sua orazione per tutta quanta la notte, affi n. di muovere a piet il Signore verso Saulle. Vers. 12. Era andato sul Carmelo, e si era fatto ergere e. Questo Carmelo non il famoso monte, di cui Jos. xu. 22. ; ma un altro monte nella parte meridionale di Giuda, a. Reg* xxv. 2. Ma osservisi a questo passo, come le prosperit, e gli onori fanno spiccare il naturale carattere dell' uomo : Saul non pi quelfr uomo si umile, ebe vedemmo ne' suoi principii ; egli fa alzare n monumento della vittoria, la quale attribuisce per conseguenza non a Dio, ma al proprio valore.

ei Sani: Benedictus tu Saulle gli disse : Benea Domino, impievi ver* detto sii tu dal Signo* bum Domini. re ; io ho eseguito il comando del Signore. 14' E Samuele disse : 14. Dixitque Samuel'. Et quae est haec vox E che voci di gre-ggi gregum, quae resonat sono quelle che risonain auribus meis, et ar- no alle mie orecchie, e mentorum; quam ego di armenti che io senaudio ? to? 16. E Saul disse: So16. Et ait Saul: De Amalec adduxerunt no stati condotti dal 'ea', peperai enimpopu* paese di Amalec: peroclus melioribus ovibus, ch il popolo ha serba* et armentis , ut immo- to il meglio delle pecolarentur Domino Deo re, e degli armenti per tuo\ reliqua vero occi* sacrificargli al Signore Dio tuo ; il resto poi lo dimus. uccidemmo. 16. Ma Samuete dis16. Ait autem Samuel ad Saul : sine me , et se a Saul : Dammi perindicabo tibi, quae l- missione , e io ti dir cuius sit Dominus ad quello che stanotte mi me nocte. Dixitque ei j ha detto il Signore. E quegli disse a lui: ParLoquere. la. 17. E Samuele disse: 17. Et ait Samuel: Nonne cum parvulus Non egli vero, che esVers. 13, * Ho eseguito il comando del Signore. E quale T e quanto rapido mai 1' acciecamento di spirito che vien dietro alA colpa fomentata dalla superbia? Disobbedisce Saul a Dio, e gli si vanta fedele, e pieno di zelo della sua gloria. Vers. 15. Il popolo ha serbalo il meglio ec. E qui, e nel versetto 11., e nel a4- Sanile cuopre la sua colpa col gettarla sopra del popolo ; e la colpa del popolo vuol coprire col pretesto della piet.

esses in oculis tuis, ea* puf in tribus tsraeljactus es, unxitque te Dominus in regem super Israeli 18. Et mist te Dominus in viam, et ait : Vade , et interface peccatores Amalec, et pugnabis contra eos usque ttd internecionem eo-

sendo tu piccolo negli occhi tuoi, sei stato fatto capo delle trib d'Israele , e il Signore ti unse in re d'Israele? 18. E il Signore ti ordin di partire ,e disse : Va, e uccidi i peccatori diAmalec,e combatterai contro di essi fino a sterminarli. 19. Per qual mbtivo adunque non hai tu ascoltata la voce del Signore , ma ti sei innamorato della preda , e hai fatto il male sotto gli occhi del Signore ? 20. E Saul disse a Samuele : Anzi io ho' ascoltata la voce del Signore, e seguitai la strada, per cui il Signore mi mand, e ho menato Agag re di Amalec, e ho trucidati gli Amaleciti. 21. Ma il popolp separ dalla preda delle pecore, e dei bovi (come) primizie di quelli che si sono uccisi, per immolargli al Signore Dio suo in ,Galgala. 22. E Samuele disse:

rum.
19. Quare ergo non audisti vocem Domini ; sed versus ad praedam es, etfecisti malum in oculis Domihi ? 20. Ef ait Saul ad Samuelent'. Imo audivi vocem Domini, et ambulavi in va, per quam mist me Dominus, et adduxi Agag regem Amalec > et Amalec interfer. 21. Tulit autem de praeda populus oves,e 6oves>primitias eorumt quae caesa sunt, ut immolet Domino Deo #uo in Galgalis. 22. Et ait Samueli

(i) Nmqud vult Dominus holocausta, et victimas, et non potius ut obediat voci Dom7ii? ME LI OR est enim obedientia, quam victimae: et auscultare magis, quam off erre adipem arietum : 23. Quoniam quasi peccatum Tiariolandi est, repugnare, et quasi scelusf idololatriae noile acquiescere. Pro eo ergo quod abjecisti sermonem Domini, abjecit te Dominus, ne sis rex.

Domanda forse il Signore olocausti, e vittime, e non piuttosto che s' obbedisca alla sua voce ? perocch pi vale l'obbedienza che le vitlime, e la docilit pi ette offerire il grasso deglr\arieli : 2^. Perocch il disobbedh\e come il peccato della divinazione, e il non volere soggettarsi collie il delitto d' idolatria : perch adunque tu hai rigettata la parola del Signore , il Signore ti ha rigettato dall'esser re. 24. E Sauldisse a Sa24. Dixitque Saulad Samuelem : Peccavi , muele : Ho peccato ,
(i) Slip. i3. i3. Eccles. 4. 17. Ose. 6. 6. Matth. 9. i3., et 12. 7.
Vers. 22. Pi vale i' obbedienza, che le vittime. L'obbedienza a' comandi di Dio, di assoluta necessit , 1' offerta delle vittime libera , e spontanea , dice s. Gregorio. Nella offerta delle vittime si offerisce a Dio la carne degli animali, nel!' obbedienza si sacrifica a Dio la propria nostra volont ; le vittime si offeriscono per lo peccato commesso , 1' obbedienza fa, che il peccato non si commetta, Moral, xxxni. io. Vers. a3. Il disobbedire e come il peccalo della divinazione ec. Samuele paragona il peccato della disobbcdienza a quello della divinazione, e dell' idolatria. Colui che viola l'espresso comandamento di Dio pretende in certo modo d'indovinare e decidere quello che sia meglio di fare, o il voler di Dio, o il proprio volere ; e in certo modo aueora egli idolatra, perch il suo proprio giudizio egli adora, preferendolo alla volont manifesta di Dio.

quiapravaricatus sum sermonem Domini, et verbo, tua, timeu popuIam, et obedens voci eorum. 26. Sed nunc porta, quaeso,peccatum meum, et revertere mecum, ut adorem Dominum. 26. Et alt Samuelad Saul : Non revertar te* cum i quia projecisti sermonem Domini et projecit te Dominus^ ne sis rex super IsraeL ; 27. Etconversus est Samuel, ut abiret ; ille autem apprehenditsummitatem pallii ejtts,quae et scissa est. a 8. Et alt ad eum Samuel: (i) Scidit Dominus regnum Israel a te hodie, et tradidit illudproxima tuo mello ri te.
(i) Inf. 28. 17.

mentre ho trasgredita la parola delSignore,e i tuoi dettami, avendo t imore del popolo, e facendo a modo di lui. 26. Ma tu adesso sopporta di grazia il mio peccato, e torna indietro con me, affinch io, adori il Signore. 26. E Samuele disse a Saul : Non torner indietro con te, perch tu hai rigettata la parola del Signore, e il Signore ha rigettatole dalJ'esser; re d'Israele. 27. E Samuele si vol* t per andarsene : ma quegli lo prese per l'orlo del suo mantello, il quale si strapp. 28. E disse a lui Samuele : II Signore ha strappato o^gi di mano a te il regno d'Israele, e lo ha dato ad un altro miglior di te.

' Ver*, i%.Adori il Signore. Sacrifichi al Signore; coii vers. 31. '" '"* Ma tu adesso sopporta il mio peccalo. Mirate in questo, dice s. Gregorio, il peccatore che simula conversione. Va a confsaie i suoi eccessi r quasi per depome la soma, ma pronto a ri-, pigliarsela, ove preveda scapito ne1 comodi, e negl'interessi.

'20. Porro triumphat&r in Israel non parct et poenitudine non flecfetur: neque enim homo est, ut agat poenitentiam. 3o. At ille alt Peccavi : sed nunc honora me coram senioribus populi mei, ei coram Israel, et revertere me* cum, ut adorem Dominum Deum tuum. , 31 .fieversus ergo Sa-* muel secutus est Saulem: et adoravit Saul Dominum. 32. Dixitgue Samuel: Adducite ad me Ag&g regem Amalec.Et oblatusestei Agagpinguis-

29. Or colui che in Israele trionfo, non perdoner, n si muover a pentimento: perocch egli non un uomo ehe abbia a pentirsi. 30. E quegli disse : Ho peccalo: ma tu adesso rendimi onore dinanzi a' seniori del mio popolo, e dinanzi ad Israele, e torna con me, affinch io adori il Signore Dio tuo. 31. Sanmele adundue torn seguendo Saul: e Saul ador il Signore. 32. E Samuele disse: Conducetemi Agag re di Ani alee. E lugli presentato Agag che era

Vers. 29. Or colui che in Israele trionfa ec. Colui che il sovrano pastore e condottiere d'Israele, e al quale tutte le vittorie debbono riportarsi, e tutti i trionfi , egli non. muter la sua risoluzione riguarda a te. Sembra, che con dare a Dio queli' epiteto di trionfatore Samuele voglia pungere la vanit di Saulle per 1' arco di trionfo che egli avea fatto alzare in monumento della vittoria, vers. 12. Ver*. 3o. Ho peccato- ma tu adesso rendimi onore ec. Ecco a' che si riduce tutta la penitenza di Saulle, dice s. Bernardo : Con ragione perci non s mosse a piet colui che vedeva il cuore: egli non poteva muoversi per una preghiera piena di falsit: appena avea detto Davidde: Ho peccato, che ftigli risposto: il Signore ha tolto da te il tuo peccato. E s. Gregorio lib. vi. 2. Si vede in qual modo si penia colui che tuttora e avis do di onore : f veramente fosse pentito del suo peccato T bramerebbe pi di essere dispregiato che onorato.

simus, ettremens. "Et grassissimo , e tremandixit Agag: Siccine se- te. E disse Agag : Cos adunque (mi) divide la parai amara mors ? morte amara ? 33. E disse Samuele: 33. Et alt Samuel: Sicut fecit absque libe- Siccome la tua spada ris mulierem gladius priv le madri di figli, tuus ; sic absque libe- cosi priva di figliuoli ris erit inter mulierem sar tra le donne la mater tua* Et in fru- madre tua. E Samuele sta concidit eum Sa* lo trucid in Galgala muel coram Domino in dinanzi al Signore. Calgalis. 34. Abiit autem Sa34- Indi Samuele se muel in Ramatila: Saul n'and a Ramatha : e veroascendit in dojnum Saul torn a casa sua suam in Gabaa. in Gabaa. 56. Et non vidit Sa35. E Samuele non muel ultra Saul usque and pi a vedere Saul ad diem martis suae. fino al d della sua nior Verumtamen lugebat te. Ma Samuele pia/N Samuel Sauiem^ quo- geva Saul, perch ilSiniam Dominum poeni- gnore si era pentito di tebat, quod constituis- averlo fatto re d'Israeset eum regem super le. IsraeL

Vers. 3a. Con adunque ec. Queste parole esprimono vivamente la costernazione di un' anima, la quale non conosce altri beni che quelli di questa vita, e tutti vede che le son tolti dalla morte. Vedi E celi, XLI. i, 2. Vers. 33. E Samuele lo trucid ec. Quando ci avesse fatto Samuele di sua propria mano, e non per mano altrui', credono molti, ch'egli non avrebbe fatto nulla di pi di quello che fecero i Leviti, Exod. xxxii. 5t8.,.Phinees Num. xxv. 8., Elia i.Reg. xvin. 4o. La sciagurata morte di questo Agag era stata predetta pi di quattrocento anni avanti. Vedi Num, xxiv. 7.

C A P O XVI, Riprovato Sanile, viene unto re Davidde il pi, piccolo tra i suoi fratelli : e sonando questi la cetra dinanzi a Sanile , mentre abitato dallo spirito cattivo, Sanile ne prova giovamento. . . i. Uixtque Dominus ad S amuelem-. Ifs(juefjuo tu luges Saul, cum ego projecerim eum, ne regnet super Israeli Imple cornu tuum oleo , et seni, ut mittam te ad Isai Bethlehemitem : providi enim in filiis ejus mihi regem. a. Et alt S amiteli Quomodo vadam ? audiet enim S&ul, et inter* ficiet me. Et alt Dominus : Vitulum de armento tolles in manu tua, et dices: Ad immolandum Domino veni. i. XL il Sign or e disse a Samuele: Fino a quando piangerai tu Saul mentre io lo ho rigettato , perch non regni sopra Israele ? Riempi di olio il tuo corno , e vieni, perch'io ti spedisca a casa cT Isai di Bethlehem : perocch tra' figliuoli di lui mi son provveduto un re, , 2. E Samuele disse: Come andr io? perocch saprallo Saul, e mi uccider. E il Signore disse : Condurrai colla tua mano un vitello di branco, e dirai : Son venuto per sacrificare al Signore.

Vers. i. Riempi cP olio il tuo corno. Gli antichi si servivano delle corna de' bovi assai comunemente per bere , e per tenervi dentro altri liquori, come 1' olio , ec. Yers. ?.. Son venuto per sacrificare al Signore. A Bethlehem non eravi n 1' arca , n il tabernacolo ; ma primieramente Samuele offerendo in quel luogo il suo sacrificio , obbediva a Dio,

Voi r.

5.Mi pocabis Isai ad victimam, et ego osten dam tibi quia factas, et unges quemcurnque monstravero ti&i* , 4- Fecit ergo Samuel sicut locutus est ei Dominus . Venitque ift Bethlehem, t^dmira* ti sunt seniores zittita tis, occurrentes ei, di^ xeruntquei Pacificusne est ingressns tuus ? 6. Et aiti Pacificar : ad immolandum Demi' no verdi sanctijicami~TW, etvcnite mecumut mmolem. Sajtetificavt etgo Isai, etfilios ejus, 4t vocapt eos ad sacrificium.

3, E inviterai Isai alla vittima, e io t'insegner quello che tu ab bi <3a fare , e ungerai quello cke io ti accenner. 4. Fece adunque Sa* , muele , come gli avea detto il Signore. E and a Bethlehem, e ne restarono mar a viglia ti i seniori della citt , e gli andarono incontro, e dissero : Porti tu paC?

\,,.

6. Ed -"^ disses Porto pace : sono venuto per offerire sacrifizioal Signore : purificatevi, e venite meco affinch jo faccia l'immolazione. Egli adunque purific Isai, e i suoi figliuoli, e chiamogli al sacrifizio. 6. Cumque ingressi 6. E mentre essi enessent, vidit Elia, et travano (Samuele) gct-

il quale per consegnenza lo dispcnsa"va dalla legge constine : in secondo luogo, gli Ebrei affermano, che nissun profeta era tenuto ali'osservanza delle leggi rituali ; onde il sacrifizio sempre ben fatto, dovunque si trova un profeta. Ver*. 5. Purifico Isai ec. Vale a dire: ordin loro di purificaHi col lavare le vesti, e colla continenza ; perocch comunemente si crede, che essendo arrivato Sarmiele k sera} il st* si offerisse la mattina seguente*

alt: Tfum coram Domi" no est Christs ejus ? 7. Et dixit Dominus ad Samuelm : Ne re spicias vnltum ejus, neque altitudinem staturae ejus: quoniam abjed eum, nec juxta intuitum hominis ego judico : homo enim videi ea, quae parent, (i) Dominus autem intuetur cor. 8. Et vocavit Isai Abinadab, et adduxit eum coram Samuele. Qui dixit-. Nec hunc elegit Dominus* g. Adduxit autem sai S anima , de quo aiti Etiam hunc non elegit Dominus. io. Adduxit itaque Isai septem flios suos coram Samuele : et ait
(i) Pi. 7. IO.

t gli occhi sopra Eliab, e disse : Sarebb'egli davanti al Signore l'unto di lui? 7. Ma il Signore disse a Samuele : Non badare al suo volto, n alla statura grande di lui, perocch io l'ho rigettato, e io non giudico Secondo quel che apparisce allo sguardo dell'uomo : perch l'uomo vede le cose che dar* negli occhi, ma il Signore mira il cuore. 8. E Isai chiamo A* binadab , e presentono a Samuele, il quale disse: neppur questo l'eletto del Signore. 9. E Isai gli condusse Samma ; e di lui quegli disse : Questo pure non l'eletto del Signore. 10. Isai adunque fece venire i suoi sette figliuoli dinanzi a Sa-

Vers. 6. SareW egli davanti al Signore V unto di lu ? Mentre entravano i figliuoli d'Isai nella stanza del convito, veduto il primogenito Eliab, Sarauele disse dentro di s : Sarebbe egli questo il re eletto da Dio ? Il Signore non gli avea ancor rivelato, quale precisamente de' figliuoli d'Isai fosse 1' eletto.

Samnel ad Isai : Non muele , e Samuel diselegit Dominus ex ~ se ad Isai : nissun di questi l'eletto dal Sistis. 11. Dxitque Samnel ad Isai-. Numt/uid jam completi sunt filii? Qui respondit: Adhuc reliquus est parvulus , et pascit oves. "Et alt Sa" muel ad Isai: Mitte, et adduc eum: nec enim discumbemus, prius* quam huc ille veniat. 12. Misit ergo, et ttdduxit eum. Erat autem rufus, et pulcher aspectu, decorale fa* eie. Et alt Dominus : Surge, unge eum: ipse est enim. 13. Tolti ergo Sainuelcornu olei, (i) et itnxt eum in medio fratrum ejus : et directus est Spiriti/s Domni a die illa in David, et deinceps:surgensque
gnore. 11. E Samuel disse ad Isai: Non hai tu altri figliuoli? E quegli rispose : resta ancora un fanciullo, che pasce fc pecore. Samuel disse ad Isai : Fallo condur qua.: conciossiach non ci metteremo a tavola , prima che egli venga. 12. Quegli allora mand a prenderlo, e lo present. Or egli era d pelo rosso, di bell'aspetto, e di viso avvenente. E il Signore disse : Su via, ungilo ; egli desso. io.Samuel adunque prese il corno dell' oJio, e alla presenza de* suoi fratelli lo unse : e da quel giorno in poi lo spirilo del Signore pos sopra Davidde : e

(i) 9.. Eeg. 7. 8. Ps. 77. 70. 88. ai. Act. 7. 46.13. 22.

\W,' i i . Efsta ancor ini fanciullo ec. Davidde ave* circa quindici anni,

Samuel obiit in Rama- Samuele parti e aud a Ramatila. 4- Spiritus autem 14. Ma si ritiro da Domini recessit a Sault Saul lo Spirito. del Siet exagitabat eum spi- gnore, e lo vessava (perritus nequam, a Domi- mettendo! o ! Signono. re) uno spirito'malo.

tha.

Vers. 13. Alla presenza de? suoi fratelli lo unse ec. Davidde fu unto per succedere a Saul, quando questi fosse morto. Questa unzione dovea farsi in- presenza di testimoni ; onde si nota che eran presenti i fratelli, e si crede anche tutti i convitati. Era per di grande importanza che il vero fine' di questa unzione s'ignorasse: quindi sembra molto verisimile l'opinione di molti, i quali dicono, che Samuele non dichiar per qual motivo ungesse Davidde, ma solo in generale fece intendere, che Dio destinava quel giovanetto a qualche cosa di grande. Lo Spirilo del Signore s poso sopra Davidde ec. Lo spirito di fortezza, di prudenza, di consiglio, di profeza ec., e questo spirito fu in lui permanente. Vers. 14. E lo vessava v- uno spirito malo. Molti padri e interpreti prendono letteralmente queste parole ; onde spiegano 7 che il demonio entr in Saul, e lo agitava , e lo tormentava secondo la permissione del Signore ora pi, ora meno. Questo cattivo angelo si serviva della malinconia di Saulle per riempierlo di timori, di sospetti, di nere immaginazioni. Egli sapeva quel che Dio avea pronunziato contro di lui, e la sua stessa coscienza agitata dalla viva memoria de' suoi trascorsi lo tormentava ancor pi che le minacce di Samuele. Di queste disposi/ioni d'animo si serviva il demonio contro di questo principe , onde lo trasportava fino al delirio, ali' insania, e al furore , come vedremo. Il suono dell' arpa di Davidde serviva a diradare le tenebre di Saulle, e rasserenarlo, e tranquillarlo talmente che il demonio veniva a perdere il principale strumento , di cui si valeva a tormentarlo. Gli effetti del suono sovra le passioni dell' animo sono notissimi; e la storia ci ha conservati innumerabili esempi di quello che abbia potuto particolarmente negli antichi tempi la musica a calmare, o accendere te stesse passioni ; ma dal modo stesso, onde descritto il cambiamento mirabile che avveniva in Saulle al suono dell' arpa di David , si pu intendere, che Dio , il quale guidava tutti i passi di questo garzone innocente destinato al tro o d'Israele , diede particolar virt a quel suo strumento , aflnch Saulle per proprio interesse il cercasse, e lo ritenesse presso di se, aprendogli cosi la strada a'futuri ingrandimenti. Giuseppe Ebreo scrive, che Davidde al suono dell'arpa cantava salmi.

16. E i cortigiani di * i.Dixeruntque servi Saul ad eum: Ecce Saul dissero a lui : EcspiritusDeimalus exa- co che tu sei travagliatofpermettendolo Dio) gitat te. da uno spirito malo. 16. Jubeat dominus 16. Se tu, signor nonoster, et servi fui, stro, il comandi, li serqui coram te sunt, quae- vi tuoi che stanno inreni hominem scientem torno a te, cercheranno psallere cithara, ut d| un uomo abile in so* quando arripuerit te nar T arpa , affinch spiritus J) omini malus, quando ti prende (perpsallat manu suat et le? mettendolo il Signore) lo spirito malo, ei lo viusferas. suoni, e tu ne risenta alleggiamento. 17. Mt dit Saul ad 17. E Saul ijlisse-4? Jtervos suos : Prvidete suoi servi : Trovatemi ergo mihi aliquem be- adunque qualcheduno ne psallentem, et ad- che suoni bene , e conducile eum ad me. ducetelo a me. 18. Et respondens 18. E uno de'servi unus de pueris^ait: Ec- disse : Poco fa ho veduce vidi filium Isai Be- to il figliuolo d'Isai di thlehemitem scientem Bethlehem che sa sonapsallere, et fortissi* re, dotato di gran formun robore, et virum tezza , e buono per la bellicosum , (i) et pru- guerra , prudente nel dentem in verbis, et parlare, e di bell'aspetvirum pulchrum\ et Do- to : e il Signore con lui. minus est cum eo. 19. Misitergo Saul 19. Saul adunque nnncios ad Isai, di" mand a dire a Isai :
(i) Inf. 5. a8.

vertA Mitte ad me David filium tuitm, yu est in pctscuis. . a>. Tulit itaque I&ai asiium plenum panibus, et lagenam vini, et hoedum de capris K nun, et misit per manun David filii sui Saitli. 21. Et vent David adSaul, et stelli coram eo : at ille dilexit eum nimis, et factas est ejus armiger. 22. Misit(]ue Saulad Isai, dicens : Stet Da~ vid in conspectu meo : invenit enim gratiam in ocidis meis. a 3. Igitur quando cumque spiritus Domini malus arrpiebat Saul, David tollebat citharam, et percutie-

mandami Davdde tuo figliuolo che va alla pastura 20 E Isai prese un asino carico di pane, e un otre di vino , e un capretto, e mand il tutto a Saulle per le mani di David suo figliuolo. 21. E David and a trovar Saul, e si present dinanzi a lui, ed ei gli pose grandissimo affetto, e lo fece suo scudiere. 22. E mand Saul a dire ad Isai : Si stia David presso di me : perch ha trovato grazia negli occhi miei. 23. Ogni volta pertantoche lo spirito ma lo (permettendolo il Signore) investiva Saul, Davidde prendeva V ar-

Ver. ao. Prese un asino carico d pane ec. Anche da questo luogo apparisce 1' Usanza di non andare dinanzi a' re senza qualche presente. Vers. 21. Lo fece suo scudiere. L'uffizio di portare le armi del principe era di gran considerazione. Saul lo diede a Davidde forse ancora , perch era di poco onote per lui che si dicesse, che egli non si serviva di Davidde, se non per sollevarlo dal brutto male che egli pativa. Credesi, che Davidde avesse allora venti anni ; onde pot aver gi dato pruave di coraggio , e di valore , come detto nel versetto 18.

batmami sua, et refocillabatur Saul,et levus Jiabebat ; recedebat enim ab eo spiritus malus.

pa, e la sonava , e Sani si riaveva , e sfavarne* no male, perch S5 ne andava da lui il nalo spirito.

G A P O XVII. Ratinati i Filistei per combattere contro Israele, Davidde colla sola frombola, uccide il gigante Goliath, il quale faceasi forte nelle sue armi, e nella sua robustezza ; e, messi infuga i Filistei, tagliatogli il capo, portolto a Saulle. i. \Jtongregantev autem Philsthiim a ^ gmina sua in praelium, * convenerunt in Sacho Judae, et castrametati sunt inter Sochot et Azecha in f-nibus Dommm. 2. Porro Saul, et fi' Ul Israel congregati venerunt in V'alleni terebinthi, et direxerunt aciem ad pugnandum cantra Phisthim. 5.Et PhUisthim sta* bant super montem ex parte hac, et Israel tabat supra montem ex altera parte : valUsque erat inter eos.

1. ITJLa i Filistei, messe insieme le loro schiere per combattere, si adunarono a Socho di Giuda , e poser il campo traSocho,e Azeca a' confini di Donimim.

2. E Saul co' figliuoli d'Israele uniti insieme andarono nella Valle del terebinto,eschieraron l'esercito per combattere i Filistei. 3. E i Filistei stavan sul monte da una parte, e Israele stava sul monte dall'altra parte :. e la valle li divideva.

4- Et egressus est vir spurius de castris Philisthtnorum, nomi' ne Goliath , de Geth, altitudinis sex cubitorum , et palmi : 6. Et cassis aerea super*caput ejus, et lorica squamata induebatur : porro pondus loricae ejus, quinque milita siclorum aeris erat: 6. Et ocreas aereas habebat in cruribus: et clypeus aereus tegebat humeros ejus : 7. Jastile autem hastae ejus erat quasi liciatorium texentium\ ipsum autemferrum liastae ejus sexcentos <scloj habeb&t ferri : et armiger ejus antecedebat^um.

4- Quando usc dagli alloggiamenti de' Filistei un uomo bastardo, per nome Goliath, di Geth , allo sei cubiti e un palmo. 5. E avea in lesta una celala di rame ,ed era vestito di una co* razza fatta a squamme, e il peso della corazza era del peso di cinque mila sicli di rame: 6. E avea agli stinchi gambiere di rame: e uno scudo di rame gli copriva le spalle: 7. E 1' asta della sua lancia era come un subbio da tessitore ; e il ferro della sua lancia pesava secento sieli : e innanzi a lui andava il suo scudiere.

Ver*. 4- Alto sei cubiti e un palmo. Cosi egli veniva ad avere la statura di due uomini, e pi. Vers. 5. Del peso di cinque mila scli di rame. Pi di dugento libbre romane , dando mezza oncia per siclo. E non qui necessario d'immaginare un siclo minore dell' ordinario , come taluni hanno fatto senza fondamento. Plinio racconta di aver veduto co' proprii occhi un certo Athanato entrare in iscena con una corazza di piombo che pesava cinquecento libbre, e coi coturni di peso eguale. Altri simili esempi son riferiti dal medesimo autore , Zi. vi. *6. Vers. 6. E uno scudo di rame 'gli copriva, le spalle. Cosi portavasi dagli antichi io scudo : se lo tiravano davanti, quando aveano a combattere.

7,*

8. Stanane clamabat adversum phalanges Israel, et dicebat eis: Quare venistis parati ad praelium? Numffuid ego non sum Philisthaeus , et vos servi Saul ? Eligite ex vobis virum , et descendat ad singulare certamen. 9. Si quiverit pugnare mecum, et percusserii me, erimus vobis servi : si autem ego praevaluero^ et percus3ero eum vos serv eritis , et servietis nobis. j io. Etajebat Phifa sthaeus-. Ego exprobraviagminibus Israellio* die : Date mihi virum^ et ineat mecum singulare certamen. 11. Audiens autem Saul, et omnes Israelitae sermones Philisthaei hujuscemodi stupebant, et metuebant nimis.

8. E stando in piedi gridava verso Je falangi d'Israele, e diceva loro: Per qual motivo siete voi venuti in ordine per la battaglia ? Non son io Filisteo, e voi servi di Saul? Scegliete uno di voi, e venga a combattere testa a testa. 9. Se egli avr forze da combatter con me, torrammi la vita, rioi sarem vostri servi : ma se io sar vincitore, e lo uccider, voi sarete schiavi, e servirete a noi. 10. E diceva il Filisteo: Io oggi ho svergognato le schiere d'Israele , dicendo : Datemi un uomo , che venga meco a battaglia testa a testa. 11. Ma Saul, e tutti gli Israeliti ali' udir le parole del Filisteo si sbigottivano, e temevano for misura.

Vcrs. 7. Come un subbio di tessitore. La maniera di tessere degli antichi era differente da quella che si usa oggigiorno, e perci non dee prendersi l'idea de' loro subbii da' nostri. Ma la grossezza della lancia di Goliath si pu concepire dal peso del ferro t che era di venticinque libbre.

12.David autem erat filius viri Ephrathaei , de qio (i) supra dicium est, de BetTilehem Juda , cui nomen erat I s ai , qui habebat octo filio? t et erat vir in diebus Saul senex , et grandaevus inter viros. 13. Abierunt autem tres filii ejus majores post Saul in proelium : et nomina trium filiorum ejus, qui perrexerunt ad bellum, Elab primogeniti/s, et secundus Abinadab, tertiusque Samma. \l^. David autem erat minimus. Tribus ergo majoribus secutis Saulem, 15. Abiit David, et reversus est a Saul, ut pasceret gregem patris sui in Bethlehem.
(i) Sup. 16. i.

12. Bravi quel Davidde figliuolo di un Ephratheo di Bethlehem di Giuda chiamato Isai, del quale si parlato di sopra, che aveva otto figliuoli , ed era vecchio, e dei pi avanzati in et a tempo di Saul. 13. E i tre figliuoli maggiori d lui erano andati alla guerra con Saul : e i nomi de5 tre figliuoli che eran iti alla guerra (sono) Rliab primogenito, Abinadab il secondo , Samma il terzo. i4- E David era il pi piccolo. Avendo adunque li tre maggiori seguito Saul, 15. David avea lasciato Saul, ed era tornato a pascolare la greggia del padre suo a Bethlehem.

. Vers. 15. David ... fra tornalo a pascolar la greggia ee. Bisogna supporre , che era gi qualche tempo che Davidde avea lasciata la corte per tornare al suo gregge , mentre Sanile noi riconobbe , vers. 55. 56., ec. Il cambiamento che pot esser seguito nella persona del giovane Davidde , che era in queli' et , in cui il corpo si va formando , e crescendo , e anche 1' abito di pastore, in cui egli comparve questa volta dinanzi a Saul, poterono renderlo poco riconoscibile.

16. Procedebat vero Philisthaeus mane, et vespere , et stabat qua* (traginta diebus 17. Dixit autem Isa ad David filium suum: Recipe fratribus tuis ephi polentae , et decem panes stos, et curre in castra ad fra" tres tuos, 18. "Et decem fo** mellas case Tias defe" res adtribunum:etfrtres tuos vsitabis, si ree f acanti et cum quibus ordinati sunt, disce. , 19. Sani autem, et illi, et omnes filii Israel in Valle terebinthi pu%nabant adversum Philsthim. 20. Surrext itaque ^avfl mane, et commendavit %re%em custoi, et onustus obiit, sicut praeceperat ei /sai. E/ verni ad locum Ma%ala, et ad exercitum . qui egressus ad pugnam vociferatus eratin certamne.

16. E il Filisteo usci* va fuori la mattina, e la sera , e continu per quaranta giorni. i ^.Or Isai disse a David suofigliuolo: Prendi un ephi di farina d'orzo, e questi dieci pani,e corri a portar gli ai tuoi fratel li agli alloggiamenti, 18. E porta al tribuno queste dieci caciuole; e vedi se i tuoi fratelli stan bene , e informati in quale squadr* sieno posti. i p. Ma Saul , e que^ (figliuoli d'hai), e tutt' i figliuoli d'Israele stavano in faccia 'Filistei alla Valle delterebinto, 20. Davidde pertanto levoss di gran mattino, eraccomsrnd la greggia al guardiano , e col suo carico and come gli avea ordinato Isai. E giunse al luogo^di Magala , e presso ali' esercito , il quale essendo uscito per combattere aveva alzato il grido della battaglia.

21. Direnerai enim

ai. Perocch Israele

aciem teraet, sedetPhi- aveva messe in ordine listhiim ex adverso fue- le sue schiere , e i Filistei dall'altra parte erarunt praeparati. no preparati. 22. Da videi e adunque 22. Derelinquens ergo David vasa , quae lasciata presso i bagaattuterai, sub manu gli la roba , che avea custodis ad sarcinas, portata, in manodiuaQ cucurrit ad locum cer- che lacustodisse, corse taminis, et interroga al luogo della battaglia, bat^ si omnia recte age- e s'informava , se tutto rentur erga fratres andasse bene pe'suoi fratelli. suos. 23. E mentr'ei parla25, Cumque adhuc ile loquere'tur eis, ap- va di questo, comparve paruit vir ille spurius quell'uomo bastardo,di ascendens, Goliath no- nome Goliath, Filisteo, mine , Philisthaeus* de di Geth, che usciva dal Geth, de castris Phli- campo de' Filistei : e sihinorum : et loquente ripetendo questi le soeo haec eadem verba, lite parole, lo ud Davidde. audivit David. 24. Or tutti gl'Israe*'*4. Omnes autem I* sraelitae, cum vidis- liti, veduto colui,lo fugsent virum ,fugerunt a givano : perocch ne afacie ejus, timentes veano gran paura. eum valde 26. E un uomo d* I^.Etdixtunusquispiam de Israel: Num sraele disse: Vedete voi vidisti vrum liunc, queli' uomo che usciqui ascenditi adexpro-^ to fuora ? egli viene ad brandum enim Israeli insultare Israele. Or ascendit, Vrum ergo, chiunque lo uccida , il qui percusserit eum, re lo far grandemente ditabitrex divtiisma* ricco, e gli dar la pro$ni$t et filiam suam pria sua figliuola, ed e

27. E la gente ripeteva a lui le stesse parole, dicendo : Questo, e questo si dar a chi lo uccida. 28. Ma mentre quegli parlava cosi con altri , avendolo udito Eliab, suo fratello maggiore , and in collera contro Davidde, e disse: Perch sei tu venuto qua , e hai abbandonate quelle poche pecore nel deserto ? io conosco la tua superbia, e la malvagit del tuo cuose : tu se' venuto a veder la battaglia. 29. Et dixt Davidi 29. David disse : Quid feci ? numquid che ho io fatto? ella non verbum est ? altro, che una parola ?

dabit ei , et domum patris ejus faciet absque tributo in Israet. 16. Et alt David ad viros, qui stabant secum , dicens: Quid dabitur viro, qui percusserii Philisthaeum hunc , et tulerit opprobrium de Israeli Quis enim est hic - Philistaeus incircumcisus , qui exprobravit acies Dei viventis? 27. Referebat autem ei populi!s eumdem sermonem dicens: Haec dabuntur viro, qui per* cusserit eum. 28. Quod cum audisset Eliab frater ejus majort loquente eo cum aliis , iratus est contra David.et alt: Quare venisti , et quare dereliquisti pauculas oves illas in deserto? ego novi superbiam tuam, et nequitiam cordis tui : quia ut videres praelium:', descenduti

senter in Israele la casa del padre suo da'tributi. 26. E Davidde disse alla genie, che eragli attorno : Che darann' eglino a chi uccider questo Filisteo, e torr l'obbrobrio da Israele ? Perocch chi egli questoFilisteo incirconciso , che vitupera le schiere di Dio vivo ?

Zo.Etdeclinavitpaullulum ab eo ad alium : dixitque eumdem sermonem. "Et respondit ei populus verbum sicut prius. 31. A udita sunt autem verba, quae locutus est David, et annunciata in conspectu Saul. 32. Ad quem cum fuisset adductus, locutus est ei: Non concidat cor cujusquam in eo : ego servus tuus vada, : et pugnabo adversus Philisthaeum. 33. Et alt Saul ad "David : Non vales resistere Philisthaeo isti, nec pugnare adversum eum : quia puer es, hic autem vir bellator est ab adolescenza sua. 34- Dixitque David Saul. ( i ) Pascebat servus tuus patris sui gregem , et veniebat leo, vel ursus, et tollebat arietem de medio gregis:
(i) Ecali. 47.5,

30. E si scost alquanto da lui, e and verso altri, e disse le stesse cose : e la gente gli diede la stessa risposta di prima. 31. Or le parole di David essendo state sentite, furono riportate a Saul. 32. Dinanzi al quale essendo egli stato condotto, gli disse : Nissuno si sbigottisca per ragione di colui : io tuo servo andr, e combatter con quel Filisteo. 33. Ma Saul disse a David: Tu non hai forza da stare appetto a quel Filisteo, n per com.' battere contro di lui, perch tu se' un giovane ito, ed egli un uomo guerriero fin dalla sua puerizia. 34. E Davidde disse a Saul : II tuo servo pascolava la greggia del padre suo, e veniva un lione, ed un orso, e prendeva un ariete di mezzo al gregge :

35. Et persequebar eos , et percutiebam, eruebamque de ore, eorum : et illi consurgebant adversum me , et appreliendebam mentum eorum., et suffocabarn ^ interficiebamque eos. 36*. Nam et leonem, et ursum interfeci ego servus tuus: erit igitur et Philistaeus hic incircumcisuS) quasi nus ex eis. Itfunc,. vadam, et auferam opprobrium populi : quoniam quis est iste Philisthaeus incircumcisus, qui ausus est maledi" cere exercitui Dei viventis ? Sy.JS/ aitDavid: Dominus , qui eripuit me de manu leonis', et de manu ursi, ipse me liberabit de manu Philisthaeihujus.Dixit autem SauladDavid: Va* de, et Dominus tecum sit. 38. Et induit S aut David vestimenti^ suis, et imposuit galeetm aeream super caput ejus et vestivit eum lorica.

35. E io gVinseguiva, e gli uccideva, strappando dalle lor fauci ( la preda) ; e quelli s voltavan contro di me , e io li prendeva per la gola e gli strangolava, e gli uccideva. 36. Perocch e un leone, e un orso ho ucciso io tuo servo : saradunque come uno di questi anche questo Filisteo incirconciso. Adesso io ander, etorr l'obbrobrio det~popl^ : perocch chi egli questo Filisteo incirconciso, che ha ardito di maledire T esercito di Dio vivo? 57. E soggiunse David : II Signore , che liberommi dal lione, e dall'orso, egli mi liberer dalle mani di questo Filisteo. E Saul disse a Davidde : Va, il Signore sia teco, 38. E Saul lo rivesti delle sue vesti, e gli mise in capo una celata di rame , e lo arm di corazza.

So,. Accmctus ergo David gladio ejus super vestem suam coepit tentare^ siarrnatusposset incedere : non enim habebat consuetudinem. Dixitque David ad Saul: Non possum sic incedere , quia non usum habeo. Et deposuit ea. 4o. Et tulit baculum suum, quem semper habebat in manibus, et elegt sibi quinque limpidissimos lapides de torrente^ et misit eos in peram pastoralem, quam habebat secum, etfundam manu tulit, et processit adversum Philisthaeum. 41 Ibat autem Philisthaeus incedens, et appropinquans adverSum David, et armiger ejus ante eum. 42. Cumque inspexisset Phlisthaeus, et v-

3p. Bavidde allora cintosi la spada di lui sopra la sua veste, cominci a far prova se potesse camminare cos armato: perocch non era avvezzo (a questo). E disse David a Saul : Io cos non pos^o muovermi , perch non son uso. E depose quelle cose. 40. E prese il suo bastone che avea sempre in mano , e scelse dal torrente cinque limpidissime pietre, e le mise nella sua taschetta da pastore che avea seco, e prese in mano la fionda, e and contro il Filisteo. 41. E il Filisteo si mosse con grave passo accostandosi verso David , e avea innanzi il suo scudiere. 42* E quando il Filisteo ebbe veduto e

Davidde qui una bella figura di Ges Cristo, come osserv s. Agostino serm. 197. de temp. Colui, il quale portava la fgura di Cristo, si avanzo per combattere, prese il bastone, ec.^ perocch il vero Davidde, il Cristo, andando a combattere contro il Goliath spirituale (contro il demnio J porto egli stesso la propri* Croce.

disset David) despexit eum. Erat enim adolescens rufuSy et puleher aspectu. 43. Et dixit Philisthaeus ad David-.lXumquid ego^.canis sum, quod tuteenisad me cum baculo Et maledixit Philisthkeus David in diis suis. 44* Dixitque ad Da vidi Veni ad me, et dabo carries tuas volatili* bus coeli, et bestiis terrae. 4&. Dixit autem Da vid ad Philisthaeum :. Tu venis ad me cum gladio, et hasta, et elypeo: ego autem venio ad te in nomine Domini exercituum, Dei agmnum Israel, quibus exprobrasti hodie, 46.E* dabit te Dominus in manu mea , et percutiam te , et auferam caput tuum a te : et dabo cadavera eavirorum Philisthiim hodie volatilibus coeli, et bestiis terrae ; ut sciai omnis terra, quia est Deus in IsraeL

squadrato Davidcte t Io dispreiz. Perocch era giovinetto rosso di pelo, e di bell'aspetto. 43. E disse il Filisteo a David: Son io un cane, che tu vieni verso di me col bastone ? E il Filisteo maledisse David (^giurando ) pe* suoi dei. 44-E disse a David : Vieni qua , e io dar il tuo carname agli uccelli dell' aria, e alle fiere della terra. 45. Ma David disse al Filisteo: Tu vieni a me colla spada , e colla lancia, e-eollo scudo : e 10 vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, del Dio delle schiere d'Israele, alle quali hai detta villania que* sfoggi, 46. E il Signore ti dar nelle mie mani, e ti uccider, e troncher 11 tuo capo : e dar oggi i cadaveri dei Filistei agli uccelli dell'aria, e alle fiere della terra ; affinch tutta la terra conosca , come v'ha un Dio in Israele.

47 Et noverit universa ecclesia haec.quia non in gladio , nec in hasta salvai Dominus-, ipsius enim est belhimt et tradet vos in manus nostras* 4&. Cum ergo surrexisset Philisthaeus> et veniret y et appropinquaret contra David , festinavit David> et cucurrit ad pugnarti ex adverso Piilisthaei. 49. Et misit manum suam in peram , tulitque unum lapide m , et unda jecit, et circumducens percussit PhlSthaeum in fronte : et infixus est lapis in fronte ejus, et cecidit in faciem suam super terram. bQ.(\)Praevaluitque David adversum Phili(i) Eccl. 47-4- * Mac. 4- Jo,

4? E tutta questa gente adunata comprenda che il Signore d salute non per mezzo della spada, o della lancia: perocch in man del Signore sta la guerra, ed egli daravvi nelle nostre mani. 48. Quando adunque il Filisteo si alz avvicinandosi a David, si affrett David, e corse verso il Filisteo per assalirlo. 49. E mise la mano nella taschetta, e ne cav una pietra, e la scagli, menata in giro la fionda, e percosse il Filisteo nella fronte : e la pietra rest fitta nella fronte di lui, ed ei cadde boccone per terra. 60. E Davidde ebbe vittoria del Filisteo,

Vers. 49- E la pietra resto fitta nella fronte di lui. Non si sa, se le celate pi antiche fosser tali ch coprissero il volto , ma quand' anche ci fosse , Diodoro Siculo afferma , che al colpo delle pietre scagliate dalla fionda non resisteva ri scudo , n celata, n veruna sorte d'arme difensiva, lib. v. 207.

staeum infunda, et la- mediante una fionda, e pide , percussumque una pietra, e percosso interfecit. Cumque gla- che ebbe il Filisteo, lo dium non haberet in uccise. E siccome egli manu David^ non avea spada alla mano, 61. Corse, e gettassi i. Cucurrittet stetit super Philisthaeum, et sul Filisteo, e prese la tulit gladium ejus, et sua spada, e sguainataeduxit eum de'vagina la lo fin, e tagli la sua sua , et interfecit eum , testa. Or veggendo i praeciditque caput e- Filistei, comedi pi forjus. Tidntes autem te di tutti loro era morPhilisthiim, quod mor- to, se ne fuggirono tuus esset fortissimus eorum, fugerunt. 62. Ma la gente d'I62. Et consurgerttes viri Israel et Juda vo- sraele e di Giuda si ciferati sunt, etpersecu- mossero, levando un ti, sunt Phlisthaeos u- grido, e inseguirono i sque dum venirent in Filistei sino ad arrivar vallem, et usque ad, nella valle , e sino alle portas Accaron, ceci- porte di Accaron , e fuderuntque vulnerati de ron feriti, e uccisi molPhilisthiim in via Sa- ti dei Filistei per la straraim, et usque ad Getht da di Saraim, e fino a et usque ad Accaron. G e t h , e f i n o ad Accaron. 63. E tornati indietro 63.f revertentes filii Israelpostquam per- i figliuoli d'Israele dosecuti fuerant Phili- po aver inseguito i sthaeos, invaserunt ca- Filistei , predarono il loro campo. stra eorum. 64. E David presala 64. Assumens autem David caput Philistaei, testa del Filisteo la por1 attuit illud in Jerusa- t a Gerusalemme, e 1

lem : arma vero ejus posuit in tabernaculo suo. 65. Eo autem tempore , quo viderat Saul David egredientem contra Philisthaeum , alt ad Abner principem milidae : De qua stirpe descendit hic adolescens, Abner? Dixitque Abner: Vivit anima tua , rex , si novi.

armi eli lui ripose nella sua tenda. 65. Or in quel punto, in cui.Saul avea veduto David, che andava contro il Filisteo , egli avea detto ad Abner capitano dell'esercito : Abner, di qual famiglia egli questo giovanotto? E Abner gli disse : Per la vita tua , o re, io noi so. 66. E il re disse : Informati , di chi sia figliuolo questo giovinetto. 67. E quando David, ucciso il Filisteo, torn indietro, Abner lo prese, e lo introdusse alla presenza di Saul, avendo egli in mano la testa del Filisteo. 68. E Saul gli disse : Giovinetto , di quale stirpe sei tu ? E David

56. Et alt rex: Interroga tu, cujus filius sit iste puer.
67. Cumque regres $us esset David, percusso Philisthaeo, tulit eum Abner, et ntroduxit corum S aule , caput Philisthaei habentem in manu. 68. Et ait ad eum Sauh De qua progenie es, o adolescens ? Di-

Vers. 54- tifi port a Gerusalemme. Bench la cittadella fosse in mano delli Jebusei, la citt era in potere degli Ebrei. Molti per sono di sentimento, che questo sia qui detto anticipatamente , e che la testa di Goliath non fosse portata da David a Gerusalemme , se non quando vi trasport 1' arca del Signore. E le armi di lui ripose nella sua tenda. Toltane la spada, la quale, come vedremo, fu da lui messa a Nobe nel tabernacolo del Signore in seguo i umile riconovscenza della vittoria.

xitque 'David : Filius disse : Io son figliuolo serv tal Isai Bethle del tuo servo Isai d Bethlehem. hemtae ego sum. C A P O XVIII. donata stringe amicizia intrinseca con David de: Sanile avendo udito il paragone che fa ceasi tra lui, e Davidde, non pu pivederlo onde agitato dal maligno spirito tenta di trafiggerlo, e d ad un altro la sua figlia Merob promessa a Davidde ; ma con cattivo fine gli promette per moglie l figliuola minore Mi* chol, purch egli uccida cento Filistei. i. JLjt factum est cum complesset toeji ad Saul, anima Jona thae conglutinata est animae David ,et d'ilexit eum Jonathas quasi animam suam. n.Tultqe eum S aut in die illa , et non concessit ei, ut revertere* tur in domum patris sui. 3. Inierunt autem David, et Jonaihs foedus : diligebat enim eum quasi animam suam. 1. M-J da quel punto, in cui (Davidde) ebbe parlalo conSaul,rar nima di Gionata rimase strettamente congiunta coli' anima di David, e Gionata amollo, come l'anima sua* 2. E allora Saul lo tenne seco , e non permise che ei se ne tornasse a casa di suo padre. 5. E David ferm stretta unione con Gionata : perocch lo amava^ come 1' anima propria.

Vera. i. V anima, d Gionata rimase strettamente congiwntn ec. Ci descrive la Scrittura divinamente la vera ^amicizia tra due persone sirnilmime di et ^ di piet, e di valore.

4- #tf* exspoliavit se Jonathas tunica, guaderai indutus, etdedit eam David, et reliqua vestimento, sua, usque ad gladium, et arcum suum, et usque ad balteum. . 6. Egrediebatur quoque David ad vmnia quaecumque misisset eum Saul, et prudenter se agekat: posuit' que eum Saul super viros belii, et acceptus erat in oculis universi populi, maxhneque in conspectu famulorum Saul. 6. Porro cum reverteretur, percussa Phifesthaeo, David egressae sunt mulierem de universis urbibus ! srael, cantantes, chorosque ducentes in oc* cursum Saul regis , in tympanis laetitiae, et in sislris. 7. Et praecinebant mulieres ludentes, atque dicentesi (i) Percussit Saul mille, et David decem milita.
(.)E^.4?. 7-

4 Quindi Gionata si spogli della tonaca, che avea addosso, e la diede a Davidde colle altre sue vestimenta, e sino la spada, e P arco suo, e il cingolo. 5. E David andava ad eseguire tutte le commissioni che da vagli Saul, e operava prudentemente : e Saul gli diede soprintendenza sopra la gente di guerra, ed egli era gradito a tutto il popolo, e particolarmente a tutti i servi di Saul. 6".Or quando tornava Davidde, ucciso il Filisi eo, uscivano le donne da tutte le citt d'Israele, cantando, e menando carole dinanzi al re Saul con istromenti di letizia, con timpani, e sistru 7. E le donne ballando inluonavano : Mille ne uccise Saul, e dieci mila Davidde.

8. Iratus est autem Saul nimis , et displicult in oculs ejus ser~ ?no iste , dixitque: Sederunt David decem milita , et mihi mille dederunt: quid ei superest, nisi solum regnum ? 9. Non rectis ergo oculis Saul aspiciebat David a die illa, et deinceps. 10. Post diem autem, alteram, nvasit spiritus Dei malus Saul, et proplietabat in medio domus suae: David aulempsallebat manu sua, sicut per singulos diesi tenebatque Saul lanceam, ti. Etmsiteam, putans quod configere posset David cum pariete: et declinavit Davit a facie ejus secundo.

8. Or Saulle n' ebbe sdegno grandissimo, e dispiacquero sommamente a lui queste parole, e disse: Ne han dati dieci mila a Davidde, e mille a me: che pi gli manca fuori del solo regno ? 9. Saul pertanto da quel giorno in poi non guardava $i buon occhio Davidde. 10. Ma il giorno appresso lo spirito malo ( permettendolo il Signore ) invase Saul, ed ei faceva il profeta in mezzo della sua casa, e David sonava, come soleva fare ogni di: e Saul avea in mano una lancia, 11. E la scagli, eredendo di poter conficcare Davidde nella muraglia: ma Davidde la schiv per due volte.

Vers. 7. Mille ne uscite Saul ec. La lode ..data a Davidde era giusta : perocch 1' avere ucciso un sol uomo come G^lialh , era come se egli avesse disfatto uiumezzo esercito; ma il paragone era indiscreto. Vedi il Grisostomo , Hom. i. de David ec. Vers. io. Ed ei faceva il profeta. Lo spirito malo, da cui era invasato, faceva, cV egli contraffacesse i profeti, parlando di cose astruse , e oscuramente , e con una maniera di entusiasmo. Non cosa nuova, che il diavolo cerchi d'imitare le opere di Dio.

12. Et^timuit Saul 12. E Sani ebbe tiDavid, eo quod Domi* more di Da videi e (veg nus esset cum eo , et a gedo ) come il Signore era con lui, ed erasi se recessisset. ritirato da s. 15. Saul adunque lo 13. A movit ergo eum Saul a se , et fecit eum allontan da s, e lo fetrbunum super mille ce capitano di mille uoviros : et egrediebatur, mini : ed egli andava e et intrabat in conspectu veniva, alla testa di pop'uli. quella gente. 14. E in tutte le co- i4- In omnibus quoque viis suis David se sue David si portava prudenter agebat, et con prudenza , e il SU Dominus erat cum eo. gnore era con lui. Sup. 16. i3. 16. Saul perci veg16. Vidit itaque Sault quod prudenti esset ni- gendo , quant' egli era mis , et coepit cavere prudente, cominci ad averne sospetto. eum. 16. Ma tutto Israele, 16. Omnis autem /srael, et Juda dilige e Giuda porlavan affetbat Davidi ipse enim to a Davidde : perocch ingrediebaturt et egre* egli andava, e veniva diebatur ante eos. innanzi ad essi. 17. E Saul disse a 17. Dlxitque Saul ad Davidi ecce filia mea David; Ors la mia fiMerob, ipsam dabo glia maggiore Merob
Vers. 13. Lo allontano da se , e lo fece capitano ec. Non potendo soffrire la sua presenza , sotto specie d' onore lo mise a un impiego pericoloso , iti cui sperava, che David o prima , o dopo lascerebbe la vita. Andava , e veniva alla testa di quella genie. Eseguiva coi soldati, clic erano sotto di lui, gli ordini che il re gli dava. Intendesi delle spedizioni militari, nelle quali Davidde era sempre alla testa de' suoi soldati,

libi uxorem : tantum" inodo est o vrforts,(i) et praetiare bella Domini. S aut autem reputabat^ diceno. Non sit manus mea in eum, sed sit super eum manus Philisihinorum. 18. Ait autem David ad Salti: Qui$ ego sum, aut (juae est vita mea, aut cognati o patris mei in Israeli ut fiam ge~ ner regis ? 19. J?actum est autem-tempus, cum, deberet dari Merob filia Saul David, data est Jladrleli Molathitae u*

xor.
20. Dilexit autem David Michel filia Saul altera* Et nuntatum est Saul, et placuit ei. 21. Dixitque S aut: Dabo eam illi, ut fiat ei in scandalum, et sii &Mf?ffre&/n manus P hi' lisihinorum,. Dfxitque

sar quella che io dar a le per consorte solo , che tu sii valoroso , e combatta nella guerra del Signore. Or Saulle macchinava, e diceva : Non sia la ma mano che lo abbatta, ma sa la mano de'Filistei. 18. Ma David disse a Saulj Chispn io, eguale slata la mia vita, e di qual condizione in Israele la famiglia del padre mio, che io abbia ad essere genero del re? 19. Or venuto il lem* po, in cui Merob figliuola di Saul dovea esser data Davidde, ella fu sposata ad HadrieleMo* lathite* 20. Ma Michol l'altra figliuola di Saul avea affetto per l>avid, e ne fu avvertito Saul, il quale n*ebbe piacere* 2i.E disse SauhGliela dar affinch sia a lui occasione d'inciampo, e i Filistei lo uccidano. E Saul disse a David: Per

!) Inf. s 5. 28.

Saui ad Daria1: iri duabus rebus gener meus eris hodie. <. w.EtmandavitSaul servis suis: loquimini ad David clam me, dicentes: Ecce places re g, et omnes servi ejus diligunt te : Nunc ergo esto gener regis. 2 3.' Et loculi sunt serv Saul in aurbus David omnia ' verba haec , ei ait David; parum videtur vobis generimi esse regis ? ego autem sum vir pauper, et tennis. 2 4. E t renuntiaverunt servi Saul i dicentes-, Hujuscemodi verba lo* cuius est "David. v&.Dixit autem Saul: Sic loquimini ad David: Non habet rex sponsaHa necesse, nisi tantum 'cenlum praeputa

due titoli tu sarai oggi mio genero, 22. E Saul ordin a1 suoi servi : Parlate a David senza mia saputa, e ditegli: Ors luse1 in grazia del re, e tutti i suoi servi ti amano : adesso adunque diventa genero del re. 23. E i servi di Saul dissero nell' orecchio a David tutte queste cose. Ma David replic : Sembra a voi piccola cosa l'esser genero del re ? E io son povero , e di basso stato. 24. E i servi di Saul ne fecero relazione a lui, dicendo : David ha detto questo, e questo. 26. Ma Saul disse : parlate a David in tal guisa : II re non ha bisogno di dote, vuol solarne n te la morte di cen-

Vers. 21. Per due titoli tu sarai mio genero. Un titolo era 1' aver ucciso il gigante -, l'altro titolo , che ei non esprime , perch non vuol dirglielo di propria bocca , ma farglielo intendere per mezzo de' cortigiani, spiegato nel versetto 25. Yers. 25. Il re non ha bisogno di dole. Si gi altre volte osservato, che presso gli Ebrei, come presso altre nazioni, lo sposo comperava , e pagava la moglie, e il prezzo ch' egli dava per essa ^ia in vantaggio del padre, come qui accennato chiaramente.

Philisthinorum, ut fiat ultio de inimicis regis. Porro Saul cogitabat tradere David in manus PhiUsthinorum. 26. Cumque renantiassent serpi ejus Da* vid verbo., quae dixerat Saul) placuit sermo in oculis David, ut fieret gener regis. 27 Et post paucos dies surgens David* abiit cum viris, qui sub eo erant. Et percusst ex Phlisthim ducentos viros, et attulit eorum praeputia, et annumerarii ea regi, ut esset gener ejus. Dedt itaque Saul ei Michol filiam suam uxorem. 28. ,t vidit Saul, et mtellexit, quod Dominus esset cum David. Mchol autem filia Saul diligebat eum. 29. Et Saul magis coepit liniere David : factusque est Saul inimicus David cunctis diebus. So. Et egressi sunt principes Philisthinorum. A princpio autem

10 Filistei per trar ven* detta de* suoi nemici. Ma Saulle avea in animo di dare Bavidde nelle mani dei Filistei. 26. Ma quando i servi di Saul ebbero riferito a Davidde quello ch'egli avea detto, piacque la csa a Davdde per diventare genero del re. 27. E di H a pochi giorni Davidde si mosse colla gente che avea al suo comando. E uccise dugento Filistei, e port i loro prepuzii, e 11 cont al re per esser fatto suo genero. Saul adunque gli diede per moglie la sua figlia Michol. 28. E Sau conobbe e intese, come il Signore era con David . E Michol figliuola di Saul lo amava. 29. E Saul principi ad avere anche maggior paura di Davidde : e Saul divent nimico perpetuo, di Davidde. 30. E i principi de1 Filistei si mossero . E fin dal principio delle

egressions eorum (i) prudentius se gerebat David, quam omnes servi Saul, et celebre /actum est nomen ejus nimis.

loro scorrerie, Pavidde si portava pi saggi amenle che tutti i servi di Saul, e divenne celebre grandemente il suo nome.

C A P O XIX. Sanile vuol uccider Davidde\ ma donata lo placa. Tenta nuovamente di trafiggerlo, men , tre quegli sonava /' arpa dinanzi a lui. Davidde per industria di Mchol fugge a Najoth presso Samuele. Sanile lo segue, e dopo i tre messi, che profetano, profeta anche Saulle. 1. Ljocutus est autem Saul ad Jonathan filium suumt et ad omnes servos s nos, ut oc,jcidernt David. Porro Jonathas filius Saul diligebat David vatde. 2. Et indicavit Jonathas David, dicens : Quaert Saulpatermeus occidere tei quapropter
(i) Sup. 14.

1. L Saul7parl a Gionata suo figliuolo, e a tutti i suoi servi perch uccidessero Da vidde. Ma Gionata figliuolo di Saul amava grandemente Davidde. 2. E Gionata ne diede avviso a Davidde, ducendo : Saul padre mio cerca di farti morire :

Vera. 3o. E i princpi de*Filistei si mossero ce. Di questa nuova guerra co' Filistei, a cui probabilmente diede impulso queliti che Davidde avea fatto contro di essi, non altro sappiamo, se non che in essa Davidde si segnal pi di tutti gli altri capitani di Saul, com' qui detto.

observa te, quaeso, ma* per la qualcosa ti prene, et manebis ctam, et go, sia sulle tue per domane, e va in luogo seabsconderis. greto, e nasconditi 3. Alla campagaa 3. Ego autem egrediens stabo juxta pa- dovunque vorrai, mentrem meumt in agro u- tre io ander trovare bicumquefueris: et ego mio padre ; e parler di loquar de te ad patrem te al padre mio, e ti fameum : et qo'dcmque r sapere tuUo quello che avr osservato. videro, nuntiabo tibi. 4- Gionata adunque 4- Locutus est ergo Jonathas de David bo- parl a Sanile suo pana ad Sani patrem dre in favor di Daviduum, dixitque ad eum: de , e gli disse : Non ne pecceS) rex, in ser- far male, o pe, a Davidvum tuuni David, quia eie tuo servo, perocch non peccavit tibi, et o- egli non ha fatto male pera ejus bona sunt tibi a te, e le sue operaziovalde. ni sono state a te molto utili. 6. Ed egli pose a re5. E t posuit animam #uam in manu sua, et pentaglio la propria vipercussitPhilisthaeum, ta, e uccise il Filisteo, etfeeit Dominus salu- lo che fu una grazia tem magnam universo grande fatta dal SignoIsraeli : Misti, et lae- re a tutto Israele: tu tatus es. Quare ergo lo vedesti, e ne provapeccas in sangune in- sti allegrezza. Perch ioxo, interficiens Da- adunque peccherai tu vidfliii est absque culpa? contro un sangue innocente, uccidendo Davidde che non ha colpa ? 6. Ci avendo udito 6* Quod cum audisset Saulf placatus voce SauJ placato alle paro-

Jonatha ]urvt j vivit Dominus, quia non oc* cidetur. 7. Vocavit Itaque Jonathas David, et ndi" cavit ei omnia verba haec : et introduxit Jo nathas David ad Saul, et fuit ante eum, sicut fuerat heri, et nudius" tertius. 8. M otum est autem rursum bellum : et egressus David^pugnavit adversum Philisthiim : percussitque eos plaga magna, et fugerunt a facie ejus. g. Et factas est sprtus Domini malus IM S aut. Sedebat autem in domo sua, et tenebat lanceam : porro David p s alleat manu sua.

le di Gio nata , giur : Viva il Signore, egli non morr. 7.Gionata allora chia* m Davidde, e gli raccont tutte queste cose: e Gionata introdusse Davidde a Sani, e (Bar vidde) si stette presso di lui} come pell'avanti. , 8. cominci di nuovo la guerra: e David and a combattere contro i Filistei, e ne fece gran macello, e fuggiron dal cospetto di lui.

. E lo sprito mala ( permettendolo il Si-? gnore ) entr in SauT. Or ei sedeva in casa sua avendo in mano una lancia, e David colla sua mano toccava il suo strumento. io. E Saul tent di .Q.'NisusqueestSaul configere David lancea conficcar Davidde nel in pariete, et declinava muro colla sua lancia, David a facie Saul: ma David schiv il colVers. 6. Placalo alle parole di Gionata. Questo cambiamento fu di poca durata, e non da dubitarsi, che il suo giuramento fosse sincero, ma ben presto ritornarono ad agitarlo P invidia , il timore di perdere il regno, la virtU stessa di Davidde-, che era a lui un pruno negli occhi.

luncea autem casso vui* nere periata est in parie tem> et Davidfugit, et salvatus est nocte illa. 11. Miste ergo Sani satellites suos in do mun David) ut custod rent eum^ et interficere* tur mane. 'Quod cum annuntiassetDavidMichol u&or $&a dicens : $fi$i$atp&peri$ te nocte hetC) eros morieris s
-1 a. fyeposuit eum per fenestram: porro ille a% ' et aufugit, afyue salvatus est 15. Tulit autem Miehl statuam, etposuit eam super lectum et pellem pitosam caprarum posuit ad vaput ejus, et operait eam ve* smeniis

po di Sul, la lancia senza fargli male and a percuotere il muro, e Bvid si fugg, e si salv per quella notte. li. Ma Saul mand le sue guardie alla casa di David per assicurar* si di sua persona, e far* lo morir la mattina. Ma Michel sua moglie aven* dogli xi ci Ttto parte, e avendogli detto : Se tu non ti metti in sicuro stanotte, domani sarai morto : 13. Lo cal per una finestra : ed egli and via, e si fugg, e si salv. 13. Ma Michol prese una statua , e la pose sul letto , e le mise al* torno al capo una pelle di capra col pelo , e sopra le mise le coperte.

Versa i Mando le tue guardie . per assicurarsi ec. Dio clie volea salvare Davidde, non permette, che Sani abbia tanto ardire di farlo ammazzare addirittura : quindi, bench queste guardie potessero ucciderlo facilmente, mentre egli stava nel suo lei- ' to, Saulle non le manda, se non per assicurarsi della sua persona, pensando forse , quando ei fosse mato preso, di condurlo in giudizio , e eoa qualche calunnia farlo condannare alla morte. Vers. 13. Michol prese una statua ec. Un fan-toccio, come quelli chiamati Bambole, fatti di stoppa , di cenci, ec. La testa di questo fantoccio fu involta da Michoi a una pelle di capra,

i^.MisitautemSaul apparitores, qui rape* rent David : etrespnsum est, quod aegrotaret. 15.. Rursumque misit Saitl nuncios, ut videreni David, dicens : Afferte eum ad me in lecto, ut occidatur. i S.Cumqua venisse/ti nuntii, inventum est simulacrum super lectum, et pellis caprarum ad caput ejus. 17. Dixitque S ani ad Michol: Quare sic illusisti mihi, et dimisisti inimicum meum, ut fugeret? Et respondit Michol ad Saul: Quia ipse locutus est mihi : Dimitte me, alioquin interficiam te. 18. David autem fugens salvatus est, et venit ad Samuel in Ratmatha, et nuntiavit ei omnia, quaefecerat sibi Saul\ et abierunt ipse,

i4- E Saul mand guardie a preridere David , e fu- risposto che era ammalato. 16. E spedi Saul di nuovo de'messi a vedere David, dicendo : Portatemelo nel suo letto, affinch io lo faccia morire. 16. E questi essendo venuti trovaron nel letto la statua , e la pelle di capra messale attorno al capo. 17. E Saul disse Michol : Perch mi hai tu burlato cos, e hai dato campo al nimico mio di fuggire? E Michol disse a Saul : Perch egli mi disse: Lasciami andare, altrimenti io ti ammazzer. 18. Ma David si fugg, e si pose in sicuro, e and a trovare Samuele a Ramatha , e gli raccont tutte le cose fatte a lui da Saul :

la quale col su lungo pelo rappresentava la capelliera di Davdde. 11 fantoccio era sotto le coperte del letto eccettuata la testa. Credesi composto in tale occasione il salmo tvui.

8 *

et Samuely et morati e partirono egli e Sa sunt in Najoth. muele, e si fermarono a Najoth. 19. Nuntiatum est 19. E vi fu chi rifer autem Sauli a dicenti- a Sani, e gli disse: Si sa bus : Ecce David in che David in Najoth Najoth in Ramatha di Ramatila. 20. Misit ergo S aut 20. Allora^Saul manlictores, ut raperent d delle guardie a prenDavid : qui eum vidis- dere David : ma queste seni cuneum propheta- avendo veduto un'adurum vatciritoritiumt et nanza di profeti che loSamuelemstantem su- davano Dio, e Samuele per eof, fatus est e- che era loro capo, lo tiam Spiritus Domini Spirito del Signore enin illis, et prophetare tr anche in essi , e Icoeperunt etiam ipsi. principiarono anch' eglino a lodare Dio. ai.- Quod cum nun21. Ed essendo stata datum esset Sauli, mi" riferita la cosa a Saul, sit et alios nuncios : spedi altri messi : ma prophetaverunt autem questi ancora si diedeet illi. Et rursum misit ro a lodar Dio. E manSaul tertios nuncios : donne altri per la terza qui et ipsi- prophetave- volta, i quali parimenrunt. Et iratus iracun* te si misero a lodar Dio. dia Sault E Saul ne concep grandissimo sdegno. 22. Abiit etiam ipse 22. And ancor eglr in Ramatka) et venit a Ramatila e si avanz usque adcisternamma' . sino alla gran cisterna,
Vers. 18. * David si fugg ... e and a trovar Samuele. Chi nelle angustie, o'pericoli cerca consolazione, e salute, ricorra per quanto pu a' serv del Signore, 9 u aspetti poi, se pur siano necessari!, prodigi.

gnam, quae est in Socho^ et interrogavi^ et dixit : In quo loco sunt Samuel, et David ? Dictumque est et: Ecce in Najoth sunt in Ra matha. 23. Et aliitin Najoth in Ramatila, et factus est etiam super eum Spiritus Domini, et am* bulabat ingrediens, et prophetabtjisque dum veniret in Najoth in Ramatila. zt^JEt exspoliavit etiam ipse se vestimentis suis : et praphetavit cum ceteris coram Samuele, et cecidit nudus tota die illa, et nocte. Unde et exivit proverium : (i) Mum et S aut inter prophetas ?
(i) $upr- io. i,

che in Socho , e do- mand, e disse : Bove sono Samuele, e Davidde ? E fugli risposto: Sono l in Najotb di Raniatha, 23. Ed egli si port a Najoth di Ramatila, e lo spirito del Signore entr anche in lui, e per viaggio cantava le laudi di Dio, fino che arriv a Najoth di Ramatha, 2/t.E si spogli di pi da s stesso "delle sue vestimenta : e cant le laudi del Signore con tutti gli altri dinanzi a Samuele, e stette nudo per terra tutto quel d e la notte. Donde ne venne il proverbio: E egli tra'profeti anche Saul ?

Vers. 4- $* spogli da se stesso delle sue vestimenta ... t ttcl ie nudo te. Si spogli della veste superiore, dell'abito da re, rimanendo colla sola veste interiore , colla sola tonaca. In questo stesso senso si usa la parola nudo, Jo. i. 7., e altrove.

^ A P O XX.
donata, rinnovata ? alleanza con Daviddet tenta inutilmente di riconciliarlo col padre : ma col segnale delle tre frecce lo libera datte mani di lui. i. JL ugitautemDavia de Najoth, quae est in Ramatha'.veniensque locutus est coram Jonet' iha. : Quid feci ? quae est iniqutas mea,- et quod pccatum meum in patrem tuum^ quia quaert animam meam? a. Qui dixit ei : Ab? $itt non morieris : neque enim faciet pater meus quidquam grande, vel parvum, nisi prius indicaveritmihit hunc ergo celavit me pater meus sermonem tantummodo ? nequaquam erit istud. 1. lYIa David si fuggi da Najoth , che presso Ramatha ; e and a parlare a Gloriata < e disse ) t Che ho fatt j io ? qual ei'iniquit, ^ il peccato commesso da me verso il padre tuo, che vuole la mia vita ? 2, Rispose quegli t Mai no : tu non morrai : imperocch non farebbe giammai il padre mio cosa alcuna o grande, o piccola, senza prima darmene parte: celer egli adunque a me il padre mo questa cosa solamente ? questo non sar mai.

Vers. i, David si fuggi da Najoth. Probabilmente ali' arrivo di Saul, e nel tempo che questi mutato da Dio in altro uomo cantava le laudi di lui. * "Vefs. 2. Non farebbe giammai il padre mio ec. Si pu argomentare da queste parole , ebe Gionata non era informato n di quello che avea fatto il padre per far prendere Davidde in sua casa, n delia gente mandata da lui a INajoth pe! medesimo fine.

3. Etjuravit rurmm Davidi. E t ille aie : Seti profecto poter tuus, quia inveiti gratiam in oculis tus, et diteti Nesciat hoc Jonathas, ne forte tristetur. Quinimo vivit Dominus i et vivit anima tua, quia uno tantum ( ut ita dicam ) gradu, ego morsque di vidimar. tf.Et aitJonathas ad "David : Quodcumque dixerit mihi anima tua, faciam tibL 6. Dixit autem David ad Jonathami Ecce eaiendae sunt crostino, et vgo ex more sedere solea juxta regem ad veGcndum r dimitte ergo me, ut abscondar in agro usque ad vesperam diei tertiaei

-~3. E fece nttovo giramento a Davidde. Ma questi asse: Sa certamente il padre tuo, com5 io ho trovata gra* zia negli occhi tuoi, e dir : Gionata non dee saper questo, affinch non ne abbia dispiace* re. Per altro (viva il Signore, e viva ? anima tua ) un solo gradino, per cos dire , v' ha tra me , e la morte. 4. E Gionata disse a David : Far io per te tutto quello che mi dirai. 5. E David disse a Gionata : Tu sai che domane son le cale ode , e io , secondo il costume, sono solito a sedere a tavola presso al re : lascia adunque che io mi nasconda alla campagna sino alla sera del terzo giorno.

Certi trasporti di bile contro Davidde Gionata pot credere, che fossero effetto del maligno spirito, da cui il padre era dominato. Finalmente questo giovane principe pieno di sincerit, e di carit verso Davidde non pu indursi a credere , che il padre usi seco finzione , o nutrisca odio s ingiusto , e ferale verso 1' amico. Vers. 5. Domane son le calende se. Il primo giorno del mese, il novilunio, pel quale erano ordinati de* sacrifzii, a'quali succedevano solenni conviti, come apparisce da questo luogo -, ma non era proibito di lavorare. Vedi Num. x, io., Pi. 81. 3.

6. Si respiciens requisierit me pater tuus, respondebis ei: Roga* vit me David, ut irei celeriter in Bethlehem civitatem suam ; (i) quia victimae solemnes ibi sunt universis con tribulibus suis. 7. Si digeriticene : pax erit servo tuo i si autem fuerit iratust scilo, quia completa est m alifia ejus. Q.Facergmisericordiam in servum tuum quia foedus Domini me famulum tuum tecum in* ire fecisti i si autem estiniquitas aliqua in me, tu me interface, et ad patrem tuum ne in* troducas me. 9. Et at Jonathas : Absit hoc a te : neque enim fieri potesti ut si
(i)c.a.4.

6. Se il padre tuo facendovi attenzione cercher di me, tu gli risponderai: David mi ha chiesto in grazia di andare prontamente a Belhlehem sua patria ; perocch vi un sacrifizio solenne per tutti quelli di sua trib. 7. $' egli dice : Bene sta j il tuo servo avr pace : ma s'egli ne prende ira,sappi, che la malizia di lui giunta al colmo. 8. Abbi adunque piet del tuo servo : dappoich hai fatto contrarre a me tuo servo una sacra alleanza con te: che se in me qualche colpa, tu dammi la morte , ma non introdurrai dal padre tuoi, 9. E Gionata disse : Lungi sia questo da te: perocch non pos-

Veri, 6. Davidde mi ha, chiesto in grazia, di andare a Beth-r lekern ec. Davidde pot effettivamente andare a Bethehem, e tornare il terzo giorno ; onde non qi veruna finzione. II sacrirfizio, di cui ci parla , e il convito che ne veniva appresso , probabilmente era di tutta la famiglia di David.

certe cognovero completarti esse patris meimalitiam contra tet non annuntiem tibi. io. nesponditque David ad Johathan : Quis renuntiabitmihi^si quid forte responderit tibi pater tuus dure de me? n Et ait Jonathas ad David : Veni, et egredamurforas in agrum. Cumque exissent ambo in agrum, 12. Ait Jonathas ad Davidi Domine Deus Israeli si investigavero ^entendam patris mei crostino* vel perendie, et aliquid boni fuerit super David, et non statim misero ad te, et notum tibi fecero^, 13. Haec faciat Dominus Jonathae> et haec addai* Si autem perseveraveritpatris mei ma> lilia adversum te, revelabo aurem tuam, et dimittam te, ut vadas in

siblle, che ove io conosca, che il mal animo del padre mio sia giunto aU'ultim segno contro di te , io non te lo faccia sapere. 10. E David rispose a Gionata : Chi mi recher l'avviso, ove per disgrazia il padre tuo ti dia qualche cattiva risposta riguardo a me? 11. E Gio nata disse a David : Vieni, andiamo fuori alla campagna. E quando furono ambedue alla campagna, 12. Disse Gionata a David: Signore Dio d'Israele , se io domani, o il giorno appresso scoprir quello che pensi padre mio , e vi sar qualche cosa di buon per Davidde, e non gliene dar subito parte, e non farollo sapere a lui, 13. Il Signore faccia questo e peggio a Gionata. E se il padre mio conserver tuttora il suo mal animo contro di te , io te lo confider , e ti dar licenza di

pace, et sit Dominus tecum, sicut fuit cum patremei \[\. Et si vxero, fa* cies mihi misericordiam Domini : s vero mortuus fiierd, 15. Non auferes misericordiam tuam,a domo mea usque in sempiternum, quando eror dcaverit Dominus inimicos David, unumyuemqUe de terra : auferatJonathan de domo sua,etrequirat Dominus de manu inimicorum David. ifi. Pepigli ergo Jonathas foedus cum domo David, et requisivit Dominus de manu inimicorum David. 17. Et addidit Jonathas dejerare David, eo <juoddiKgeretillum,sicutenim animam suam, ita dilgebat eum.

andartene in pace, e il Signore sia con te , come fu col padre mio: i4- E se io vivr, userai di tua gran bont verso di me : che se io morr,' io. Non lascerai di avere compassione in perpetuo della mia casa , allorch il Signore sterminer 1' un dopo l'altro dal mondo i nemici di David:(altrimnti) il Signore levi Gionata dalla sua casa, come punir i nemici di David. 16. Strinse adunque Gionata alleanza colla casa di David : ma il ^Signore fece vendetta de' nemici di David. 17. Fece di pi Gionata a David quest' altro giuramento, perch gli voleva bene, e veramente lo amava come l'anima propria.

'

Vera. 16. Strinse adunque Gionata alleanza ... ma il Signore ec. Ecco per quanto mi pare il vero senso di questo luogo : Gionata fece questa nuova alleanza con David per la mutua con-* servazione delle loro famiglie ; ma questa alleanza fu senza effetto , perch il Signore volle punir Sanile anche nella sua stirpe , per la persecuzione fatta a Davidde.

i&. -Dueitque ad eum 18,rE dissegli GionaJonathas : Cras calen- la : Domane soa le eadete sunt, et requireris: lende , e si cercher di te: 19. Requiretur .enim 19. Perots$iri cersessio tua usque peren* cher il perette tu non die. Dvscendes ergo f* sii al tuo post avelie stinus, et venies in lo il d seguente. Scendecum+ubi celandus es in rai pertanto in fretta al die* qua operori licet, et luogo, dove tu dei star sdebis juxta lapidem, nascosto il di lavoraticui nomen est Ezel. vo, e ti porrai presso alla pietra chiamata Ezel. 20. Et ego tres sa20. E io tirer tre gttas mittam juxta saette verso quella (pie* eum, et jaciam quasi e- tra), scoccandole come xercens me ad signum* per esercitarmi a tirar al segno. ai. E mander anche 21. Mittam quque et puerum, dicens eis un servo, a cui dir : Vade, et affer mihi fa- Va, e riportami le saet gittas. _ _ te. ai. Si dxeriTpnero : 22. Se io diro al serJEcce sgittae intra te vo : Bada, che le saette sunt, ltte eos : tu veni sono di qua da te, prenad me, quia pax libi dile , tu (allora) vieni a est, et nihil-est mali, vi- trovarmi, perocch tu vit Dominus. Si autem se5 sicuro , e non vi sic locutus fuero pueroi mal nissuno, viva il SiEcce sagittae ultra te gnore. Ma se io dir al
Vera. 19. Anche il ffi seguente ce. Il giorno dopo le cai end* ' doveva essere giorno di sabato, nel qual giorno Sanile invitava i suoi cortigiani, e i capitani, tra'quali era Davidde. Quiadi il giorno seguente detto giofrio lavorativo,

sunti vade in pace , ervo?Bada, che le saetquiadimisitteDominus. te sono di l da te: valtene in pace : il Signore ti manda via. s 3. De verbo autem, 23. Quanto poi a quod loculi sumus ego, quella che abbiam diet tu, sit Dominus inter scorso tra noi, il Signome, et te usque in sem* re ne sia (testimone) tra me, e te in eterno. piternum. 24. Davidde adunque 24. Absconditus est ergo David in agro, et stette nascosto alia camvenerunt calendae, et pagna, e vennero le ca- seditrex ad comeden* lende , e il re si assise dum panem* a mensa. 26. Cumque sedis set 26. E quando il re si rex super cathedram fu poslo a sedere sulla suam (secundum con- sua sedia , la quale, sesuetudinem), quae erat condo F uso, era vicina juxta' parietem, surre- al muro, Gloriata si alxit Jonatlias, et sedit zo, e Abner si assise acAbner ex latere Sault canto a Saul, e voto vivacuuscjue apparuit lo- desi il posto di Davdde, cus David. 26. Saul non disse 26. Et non estloeutus Sotil quidquam in die nulla quel giorno : pe* illa i . cogitabat enim, rocche si pens chefor* quod forte evenisset ei, se accaduto fosse a Daut non esset, mundus, vidde di non esser mondo, n purificato. nec purificatoti*
Vera. *5. E quando il re si fu posto a sederi ... Gionata si alz, e Abner s arsite ec. Gionata avea preso il suo posto alla destra del- padre ; entrato Abner , si alz in segno di rispetto , perch Abner era il generalissimo di Sani. Dopo Abner veniva il posto di Davidde ; indi gli altri principali capitani. Vera. $6. Di non essere mondo, ne purificalo. Pens, che Da-, vidde avesse contratta qualche immondezza, dalla quale non fos*

zi.CrnnqueiUuxisset dies secunda post calendas rursus apparuit vacuus locus David. Dixitque Saulad Jonatham filium suum : Cur non venitfilius Isainec heri, nec hodie ad vescendum ? 28. Responditque Jonathas Sauli i Rogavit me obnixe, ut iret in Bethlehem : 29. Et alt : Ditnitte metfuoniam sacrificium solemne est in civita te, unus de fratribus meis accersivit me: nurfc ergo s inveni gratiam in oculis tuis, vadam cito, et videro fratres meos. Ob hanc causam non venitadmensam regis. So.'IratusautemSaul adversum Jonathan, dixiteii Fili mulieris virum ultrot rapienti$t

27. Ma venuto 1' altro d dopo le calende, vdesi d nuovo il posto di Davidde rimaner voto. E Saul disse 'al suo figlio Gionata: Per qual motivo il figliuolo '$ Isai non venuta a mangiare n jeri, n ogg ? 28. E Gionata rispose a Saul: Mi ha pregato istantemente di lasciarlo andare a Bethlehem : 29. E ha detto : Permettimi ch* io" vada , mentre un sagrifzi solenne fassi nella citt, uno de' miei fratelli mi ha invitato : or adunque se io ho trovato grazia negli occhi tuoi; andr tosto, e rivedr i miei fratelli. Per questo egli non venuto alla mensa del re. 30. Ma Saul si adir contro Gionata , e gli disse : Figliuolo di donna che va a caccia di

se ancora purificato. Si vedalo, come molte di tali immondezze duravano sino alla sera. Ma da.ci, s'inferisce, che il convito et delle cacai delle ostie pacifche offerte in quel giorno.

numquid ignoro, quia diligis filium Isai in confusionem ignominia $ae matris tuae ? 3i. Omnibus enim diebus quibus filius I* sai vixeritsuperterrami non stabilieris tu, neque regnum tuum. Itaque jam nunc mitte, et addue eum ad me : quia filius martis est. 32* Itespondens 'au lem Jonathas SaulipatrisHo,ait: Quare mo* rittur ? quid fecit 33. "Et arrpuit Sani lanceam, ut percuteret cum. Et intellexit Jonathas> quod definitomi esset a patre siWt utinterficeret David. 34. Surrexii ergo Jonathas a mensa in ira furoris, et non comedi*

uomini, non so io forse che tu vuoi bene al figliuolo d* Isai per tua confusione , e pejr confusi o ne dell'indegna tua madre ? 01. Imperocch sino a tanto che il figliuolo d'Isai avr vita sopra la terra, tu non sarai sicuro detto stato tuo, n del tuo regno. Per la qual cosa fin da questo punto spedisci gente a condurlo a me : perocch e'gl dee morire. 62. Ma Gionata rispose a Saul padre suo e disse : Perch dovr agli morire ? che ha egli fatto ? 33. E Saulle die di piglio alla lancia per ferirlo. E riconobbe Gionata, come il padre suo era risoluto di uccider Davidde. 34 Gionata adunque si lev infuriato da mensa , e non gust ci-

Vers. 3o. * Saul si adir contro Gionata , e gli disse. Gionata coti attaccato dall'amico virtuoso, cos intrepido da asserirlo innocente, quantunque perseguitato, fino a riscuoterne contumelie, e strapazzi, gran rimprovero a molli, i quali per assai meno i ritiraQ da Cristo, si vergognano di seguirlo) e lo rionegaa o* fatti. . x

in die calendarum se* cunda partem. Contri status est enim super David, eo quod confadisset eum pater suus. 35. Cumque illuxsset mane, vent Jonathas in agrum juxta placitum Davidi etpuer parvulus cum eo. 36". Et alt ad puerum suum : yade, et affer mihi sagittas, quas ego jacio. Cumque puer cucurrisset, jecit aliam sagittam trans puerum. 67. Venit itaque puer ad locum jacuii, quod miserai Jonathas post tergum peri, et aiti Ecce ibi est sagitta porro ultra te. 38. Clamavitque iterum Jonathas post tergum pueri, dicens : Festina velociter, ne stteris. Collegit autem puer Jonathae sagittas, et attulit ad dominum suum. / 3p. Et. quid ageretur, penitus ignorabat: tantummodo enim Jona*

bo il secondo d delle calende . Perocch era afflitta per ragion di Davidde, e pel disonore fattogli dal suo padre. 35. E alla punta del d (seguente) and Gionata alla campagna, secondo il concerto fatto con Davidde, edracoa lui un piccolo garzo ne. 36. Al quale egli dis se : Va, e riportami le saette che io tiro. E mentre quegli andava di corsa, tir egli un'altra saetta di l da lui. 37. E il garzoncello essendo giunto al luogo della (prima) saetta lirata da Gionala, scia* m Gionata appresso a lui, e disse : Bada che la saelta l pi innanzi a te. 38. E di nuovo Gionata diede un grido die* tro al garzoncello, e disse: Fa presto : non ti trattenere. E il garzone di Gionata raccolse le saette , e por lolle al suo padrone. ,39. Ed ei non sapeva nulla affatto di che si trattasse: perch soli

thas, et David rem noverai. 4o. Dedit ergo Jonathas arma sua pufro, etdixit eh Vade, et defer in civitatem* , l.. Cumque abiisset puer^surrexit^avidde * foco, qui vergebat ad austrum, et cadens pronus in terram adoravit tertio : et osculantes se alterutrum ^ fieverunt pariter, David autem amplius* *'-'..42- J^ixt ergo Jonatkas ad David: Vade in pace : quaecumque juravimus ambo in nomine Domini, dicentes: "Dominus sit inter me, et te, et inter, semen, meum, et semen tuum, usque in sempiternum... 43. E* surrexit David, et obiit i sed et Jonaikas ingressum est civitatem.

Gionata, e David lo sapevano. 4o. Indi Gonala diede al servo le sue armi, e gli disse : Va e portale alla citt. 4** E partito il servo, si lev Davidde dal suo posto, che era verso mezzod, e s prostr boccone per terra , facendo riverenza per tre volte ; e baciandosi l'un l'altro piansproinsieme, ma pi Davidde. 42. Gionata adunque disse a Davidde : Va in pace : tutto quello che abbiam giurato nel nome del Signore noi due dicendo : li Signore sia (testimone) tra me e te, tra la mia stirpe , e la tua stirpe in eterno... 45. E David si mosse, e parti: e Gionata torn in citt*

V.=4at. Tutto qitelh eke abbiam giurato ec.i discorso non finUo, e questa reticenza miratilmente esprime il dolore dei d ainici neW loro separazione. Un luogo simile a questo t . Luca wjf.' 42-" ' '

C A P O XXI. Ddvidde fuggiasco va a Noe citt sacerdotale, dove stretto dalla fame mangia de* pani santificati, datigli da Achimelech, essendo ivi presente Doeg Idumeo : prende la spada di Goliath, e ritiratosi presso Achis re di Geth> per, timore si finge pazzo* i. .r enitautemDa* vid in Nobe ad Achimelech sacerdotem : et obstupuit Achimelech, eo quod venisset David. Et dixit ei\ Quare tu -soltts, et nullus est te tum ? 2. Et alt David ad Acmelec sacerdotem : Rg&~pFec$pU mihi sermonem, et dixit : Nemo sciai rem-t propter quam missus es a met et cujusmod praecepta tibi dederim: nam etpueris condixi in illum, et illum locum. i.V-Jr Davidde se n'and a Nobe a trovare il sacerdote Achimelech : e Achimelech si stup della venuta di David, e dissegli : perch sei tu solo , e non hai anima con te ? 2. E David disse ad Achimelech sacerdote : II re mi ha dato un' incumbenza, e ha detto : Nissuno sappia il motivo , per cui se'mandato da me, e quello ti ho ordinato i per questo ho detto alla mia gente di trovarsi nel tale, e tale luogo.

Vers. i. A trovare il sacerdote Achimelech- In s. Marco i pontefice , a cui ricorse Davidde , detto biatliar forse perch Abiathar figliuolo di Achimelech facesse le veci del padre am malato, ovvero perch tanto il padre, che il figliuolo aveano doppio nome. Perche sei tu fola ec. Quando Davidde si present al pontefice egli era solo, ed avea lasciali i compagni in qualche distanza da Nobe. -

3. Nunc ergo si quid 3, Or se hai qualche habes ad manum, vel cosa in pronto, quando quinque panes,da mihi, non fossero se non cinaut quid quid inveneris. que pani, dammeli: ovvero qualunque altra cosa potrai'trovare. 4 Et respondens sa* 4- Ma il sacerdote ricerdos ad David, ait spose a David, e gli disIlli : Ifon habeo laicos se : Io non ho in pronpanes ad manum, sed to pane da latisi, ma sotantum panem san etum: lamente del pah sani muJidi sunt pueri, to: se per la tua genmaxime a muneribus. te pura , particolare mente rispetto a donne. 5. E David rispose al 6. Et respondit David sacerdoti, et dixit ei : sacerdote , e gir disse: Equidem, fi de multe" Certamente per quel ribus agitur, continui- che aspetta a donne,noi mus nos ab iteri, etnu* ' siamo stati continenti diustertiuS) quando e~ jeri, e jeri l'altro quangrediebamur, etfuerunt do partimmo , e le ve* vasa puerorum sancta : stimentadella miagenVera. i. JR re mi ha data un' incumbenza, ec. Davdde pot errare credendosi lecite di dire una bugia per salvare la vita. Se egli avesse confessato di essere in disgrazia del re, potea temere, che Achimelech per timore dj Saulle non gli negasse ogni aiuto ; tutto ci non serve a canonizzar la menzogna, ma a diminuire la colpa. Ver s. 4- JPane da laici. Pana popolare, pane comune. I LXX tradussero pane profano. Se per la tua gente e pura. ce. Condiscendendo il pontefii,-e a dare, a David per uso suo , e de' compagni i pani della pro-, posizione, persuaso, che Dio ci permetteva nel gran bisogno, in cui si trovava David ea' suoi compagni, .chiede almeno che questi non sieno cibo di gente che abbia contratta qualche immondezza. ,, particolarmente pel commercio colle loro donne.

porro va haec pattata te sono state monde: est ; sed et ipsa hodie veralhentel'ttso(di quesanctificabitur in vasis. sti pani) ha del profano, ma sar oggi purificato col lavare le vesti. 6. Allora il sacerdote 6. (i) Dedit ergo ei sacerdos sanctificatum diede a lui il pane sanpanem : neque enim e- tificato : perocch altro rat ibi panis, nisi tan- pane non aveva egli, tum panes propositio~ fuori che i pani della nis^ui sublati fuerant proposizione, i quali a facie Dominit ut po" erano stati levati dalla nerentur panes calidi. presenza del Signore per mettervi i pani freschi.
(i) Matth. 12. 3. 4. Vers. 5. E le vestimento, della mia gente tono state monde Non abbiamo n io, n i miei compagni contratta impurit, per cui s abbia bisogno di lavar le vesti. Alcuni interpretano altrimenti , e vorrebbero che si traducesse : / corpi -della mia gente tono stati mndi ; ma non pu recarsi esempio del veccbio testamento , in cui l parla vcts significhi il corpo , bench in tal senso sia usata da Paolo , ?. Cor. iv. 7., t. Thess. iv. 4Meramente P usa d questi pani ec. Oscurissimo luogo egli questo : lo che ancora apparisce dalle tante maniere onde piegato dagli interpreti. Ecco in qual modo io l'intendo: 1' uso, e \\ toccamento stesso delle cose sante rendeva immondi coloro , a* quali era vietato lo stesso uso, e il toccamento. Davidde perci dice, che veramente i laici non possono toccare, n mangiare di quel pane senza contrarre una certa impurit ; ma che ed egli, e i suoi compagni toglieranno questa impurit mangiando il pane stesso con quel rispetto , che deesi alle cose sante , e non prima di avere purificato le loro vesti. Aggiunta questa purificazione alla continenza che tutti avean osservata , Davidde crede , che non sarebbe stato disapprovato da Dio l'uso di quel pane in tanta necessit. Vedi Exod. xxx. 29., Num. \i\. 21. Vers. 6. Altro pane non avea egli, fuori che ea. Ma non avrebbe egli potuto Davidde ricorrere ad altri in Nobe per aver del pane ? Rispondasi, cheJDavidde non volea darsi a conoscere , e per questo and solo, e segretamente a trovare il sommo sacerdote , e quello che successe ad Achimelech per aver dato a Vol V. 9

- 7. Erat autem ibi vir qaid&m de servis S aut in die illa.) intus in ta~ bernaculo Domini, et nomen ejus Doeg, Idu* maeus^ potentissimus pastorumSauL 8. DixitautemDavid ad Achimelech : Si ha" bes hic ad manum hastam , aut gladium ? quia gladum meumy et arma meanon tuli mecum : sermo enim regis urgebat. 9. Et dixit sacerdos : Ecce hic gladius GoUath Phlisthae, quem percus sisti in Valle Therebinthi, est involutus pallio postEphod: $i istum vis tollere> tallei neque enim hic est alius absque eo. Et ait Davidi Non est huic

7. Or si trov quivi in quel giorno dentro il tabernacolo del Signore un ceri' uomo servo di Saul, che chiamavasi Doeg, Idmeo, il pi facoltoso tra' pastori di Saul. 8. E Davidde disse ad Achimelech : Hai tu qui pronta una lancia, o una spada ? perocch io non ho preso meco la mia spada, n le mie armi : perch il comando del re era pressante. 9. E il sacerdote disse : Ecco qui la spada di Goliath, Filisteo, ucciso da te nella Valle di Terebinto, che involta in un panno dietro ali' Ephod : se vuoi prender questa, prendila : perch altra fuori di questa non ci . E

.lai quel tenue soccorso, dimostra, che prudentemente cercava di noa essere vedute in Nob da verun altro, bench tutte le sue cautele neppur bastassero. Vers. 7. Si trovo quivi ... dentro il tabernacolo ec. Questo Doeg (detto quivi Idmeo Q perch tale fosse di origine, o d i nascita, o perch avesse passato qualche tempo di sua vita nejIMdamea) ctedesi, che stesse nel tabernacolo per soddisfare a qualche suo voto, e ci sembra indicarsi dall' Ebreo , il quale porta legato davanti al Signore, cio ritenuto dinanzi al Signore , finch avesse sciolto il suo voto. Quindi ia vece di intus alcuni leggono tentili nella nostra Vulgata.

alter similis ; da mihi David disse : Dammela: non havvene altra sieum. mile a questa. io. Surrexit itaque io. Quindi David David) etfugit in die parti, e fugg in quel illa a facie Sani, et ve- giorno per timore di nit ad Achis regem Saul, e and a trovare Achis re di Geth : Geth: l. Dixeruntque ser11. E i servi di Achis vi Achis ad eum, cum veduto Davidde dissero vidissent David : Num- al re : Non egli costui quid non iste est David quel Davidde re del rex terrae ? Nnne huic (suo) paese ? Non cancantabant per thoros, tava n eglino in sua lodicentes: (i) Percussit de in mezzo alle danze, Saul mille, et David dicendo: Saul ne ha uccisi mille, e David dieci decem millia ? mila? 12. Ma David fece 12. Posuit autem David sermonem istos in gran riflessione a quecorde suo, et extimuit ste parole, ed entr in valde a facie Achis re- gran timore di Achis re gis Geth. di Geth.
(i) Sap. 18. 7. Eccli. 47.7,
Vers. io. Ando a trovare Achs re di Geth. A prima vista sembra temerario il partito preso da Davidde di andare a gettarsi nelle braccia di un re Filisteo dopo aver recati tanti danni, e sconfitte a quella nazione -, ma ne' casi disperati i consigli pi arditi son talora i migliori. Davidde non dovea lusingarsi di trovar rifugio contro di Saul negli altri vicini paesi, che erano in pace cogli Ebrei. Va a trovare questo re Filisteo, il quale potea credere sua ventura il togliere un tal campione a Israele , e averlo con s. Vers. ii. Re del (suo) paese. Considerato nel suo paese quasi come re per le sue azioni militari. La unzione datagli da Sanicele non era nota n a Sani, n agli Ebrei, e molto meno a' cortigiani di Achis.

13. Et immutavit os suum coram eis* et collabebatur inter manus eorum, et impingebat in ostia portae* dfiuebantque salivae ejus in barbam. \f\. Et alt Achis ad servos suos : Tidistis hominm insan um: quare adduxisds eum aa me? 15. An desunt nobis furiosi^ quod introduxistis istum, ut fugeret me praesente ; hiccine ingredietur domum tneam?

13. E contraiFece il suo volto dinanzi a coloro, e si lasciava cadere tra le loro mani, e urlava nelle porte, e gli scorrea la saliva per la barba. i4- E Achis disse a' suoi servi : Avete veduto che costui uno scemo di cervello : perch lo avete condotto a me? 15. Mancano a noi pazzi, che lo avete menato a far follie dinanzi a me? un tal personaggio entrer egli in mia casa ?

Vra. 13. Gli scorreva, la saliva per la barba. Come s' ci patisse di epilessia. Tedi Mare. ix. 17., Lue. ix. 19. Lo sputo di simili malati si credeva contagioso per chi li trattasse , ed erano fuggiti come arrabbiati, e furiosi. In questo tempo furono composti i Salmi xxxui., e LV.

C A P O

XXII.

Davidde accglie moltissime persone nella spelonca di Odollam : ndi va a trovare il re di Moab ; e per consiglio di G ad profeta se ne torna nel paese di Giuda. Ma Saulfa uccidere da Doeg Idumeo tutti i sacerdoti di Nobe, eccetto Abiathar, che si rifuggi presso a Da vidde. 1. jULbiit ergo David inde, etfuga in speluncam Odollam, Quod cum audissent fratres ejus, et omnis domus pdtris ejus, descenderunt ad eum illuc. \ 2. Et convenerunt ad eum omnes, qui erant in angustia constitutit et oppressi aere alieno, et amaro animo: et factas esteorum princeps, fueruntque cum eo qua" si quadringenti viri.
\. i J a vidde adunque and via , e si rifugg nella caverna di Odollam. La qual cosa essendo andata alle orecchie dei suoi fratelli, e di tutta la famiglia del padre suo, andar o n col a trovarlo. 2. E si raunarono presso di lui tulli quelli ch si trovavano in angustie, ed erano oppressi da debiti, e afflitti di spinto: e divent loro capo ed ebbe con se circa quattrocento uomini.

Vers. i. Nella caverna di Odollam. Ne fatta menzione anche nel libro n., cap. xxui. 13., e i. Parai, i. 15. Si notato altre volte, che ne'monti della Terra santa M>no frequentissime tali caverne, dwe si rifugge la gente in tempo di guerra, Vers. >.. Quelli che si trovavano in angustie , ed erano op~ pressi da debili ce. Era conosciuta da tulli la carit di Davdde

3. Et profectus est David inde in Maspha, quae est Moab, et dixit ad regem Moab : Maneat, oro, pater meusy et mater ma vobiscum, donec sciam^ quid faciaf mihi Deus

4 "Etreliquit eos an* te faciem regis Moab : manseruntquapud eum cunctis diebus, quibus David fuit in pfaesdio. 5. Dixitque G ad pro& Ma Gad profta fiheta ad David : Noli disse a David : rion istar manere in praesidio, pi nella fortezza , ma prficiscere, e$ vade in parti, e va nella terra

3. E partitosi da quel luogo and David a Maspha di Moab, e disse al re di Moab : Resti, ti prego, il padre mio, e la mia madre con voi sino a tanto che io sappia quello che Dio disponga di me. 4 E lasciogli presso al re di Moab : e ivi rimasero per tutto il tempo .che David si stette in quella fortezza.

verso de' poveri, e degli afflitti. Vanno perci a trovarlo un buon numero di costoro, e pu anche credersi, che molti di questi non avrebbono avuto difficolt d'impugnare per lui la spada contro Sanile. Ma Davidde divenuto quasi re di questi poveri, in tutta la sua condotta fa vedre quanto egli fosse alieno da ogni idea di ribellione contro del proprio sovrano, col quale non combatte giammai, se non colla pazienza, e colle dimostrazioni pit grandi di generosit, e di rispetto verso la persona reale. Egli ricetta tutti gli angustiati e afflitti, tutti quelli, i quali nella impotenza di pagare i loro debiti avrebbon dovuto darsi per iscliiavi, e li consola, e procura ad essi il modo di soddisfare i loro creditori, menandogli a far guerra sulle terre nemiche. Davidde anche per questo lato figur il Cristo , il quale con estrema benignit accolse , e fu il rifugio dei poveri, e de' miserabili, e a s g' invit. Vers. 3. Ando a Maspha di Moab. Cosi questa Maspha distinguesi dall' altra appartenente agli Ebrei, dove Samuele adunava il popolo* .Vedi cap. vu. 5.. Maspha significa una altura , una vendetta, una fortezza , e fortezza detto lo stesso luogo nel versetto 4-

tram Juda* Et profecto est David^ et venit iris alium Haret 5. Et audivit Sani, qwd apparuisset David, et viri, qui erant cum eo. Saul autem cum maneret in Gabaa, et esset in nemore, quod est in Ramat liastam manu tenens, cunctique serti ejus circumstarent eum, 7. Ait ad servossuos, qui assiste bant eh Audite nunc filii J emini : numquid omnibus vobis dabit filius I s ai agros, et vineast et universos vos faciet tribunos> et centurione^ , 8. Quoniam conjura* stis omnes adversum me et non estt qui mihi renuntiet, maxime cum et filius meus foedus inierit cum filio Isai ? Non est, 'qui vicem meam doleat ex vobis>

d Giuda. E Davidde part, and nella selva di Haret. 6. E Saulseppe che David,e la gente che lo seguiva, erano comparsi. Or Saulle stando in Gabaa , ed essendo una volta nel bosco, che a Rama , avendo in mano la lanciale intorno a s tutti i suoi servi, , 7. Disse a quelli che 10 corteggiavano : Ascoltate adesso, figliuoli di Jerrini : forse che 11 figliuolo d'Isai dar a voi tutti de' poderi, e delle vigne , ^ faravvi tutti tribuni e centurioni, 8. Che avete congiurato tutti contro di me, e non havvi chi mi rechi verun avviso, particolarmente dopo che il mio figliuolo ha fatto alleanza col figliuolo d' Isai ? JSon v' ha alcuno

Vers. 5. Nella selva di Haret. Il luogo detto Haret era a ponente di Gerusalemme, j. Girolamo. In un bosco vicino a tal luogo and a porsi Davidde co' suoi. Yers. 7. Ascoltale adesso , figliuoli di Jemini. Volge la parola particolarmente a quelli della sua trib, a quei di Benamin, come obbligati pi degli altri ad avere a cuore i suoi interessi.

nec qui annuntiet mihi ; eo guod suscitanerii filius meus servum menni adversum me, insidiante mihi usque hodie. 9. Respondenjt autem Doegtdumaeus^qui assistebat, et erat primus' inter servos Sauli Ti* di> inquit, filium Isaiin Noeapud Achimelech, filium Achitob saterdotemi '' i o. Qui consultai pro eo Dominum, et cibaria dedit eh sed et gladi&m Goliath Pllisthae de dil illi. ii.Miitergorexad accersendum Achimelech sacerdotem filium Achitob, et omnem domum patris ejus sa" cerdotum, qui erant in ISobe, qui universi ve~ nerunt ad regem.

di voi che compiangi la mia sorte, o mi dil consiglio : mentre il mio figliuolo ha animato contro di me il mio servo , il quale sino a quest' oggi mi tende insidie. g. Rispose Doeg Idumeo, che era presente, e il primo tra' servi di Saul, e disse : Io fidi il figliuolo d'Isai a Nube presso il sacerdote AchimeJeeh, figliuolo di Achitob : 10. Il quale consult il Signore per lai, e gli diede dei viveri: e di pi gli diede anche la spada di G olia Ih Filisteo. 11. Allora il re mand a chiamare Achimelech sacerdote, figliuolo di Achitob, e tutti i sacerdoti della casa d.i lui,che erano in N ohe, i quali tutti si presentarono al re.

Vere. 8. // mio figliuolo ha animalo contro d me ce. Giona ta non avea fatto altro che rifiutare di aver parte nel!' ingiusta violeaW persecuzione fatta da' Saul ali' amico innocente. Si pu inferire da queste parole, che Gionata dopo il fatto che raccon tato , cap. xx. 33., non si lasciava vedere da Saul.

12. "Et alt Saul ad A' r 12. !S Saul disse ad thimelech: Audi,fili A~ Achim^Ieelii Ascolta, fichitob. Qui respondit' gliuolo di Achitob. Ed egli rispose: Son qui, o Praesto sum, domine* signore. , 13. E dissegli Saul : 13. Dixitque ad eum Saulf. Quare conjura- Per qual motivo avete stis adversum me tu, et congiurato contro di filius Isai, et dedisti ei me tu, e ilfigliuolodipanes, et gladium, et sai, e tu gli hai dato dei pani, e la spada, e hai consuluistipro eoDeum, consultato Dio per.lui, ut consurgeret adversum me. insidiator us- affinch si levasse egli que hodie permanens ? a ribellione contro di me, e continuasse fino al d d'oggi? m. 14. E Achimelech ri14. Respondensque spose al re, e disse: E Achimelech regi, aiti chi vi ha tra tutti i tuoi Et qus in omnibus ser- servi fedele, come Da vis tuia, sicut David-fi" vid genero del re , e: delis. et gener regis, et pronto al tuo comando pergens ad imperium e rispettato nella tua tuum, et gloriosus in casa? domo tua ? 15. Ho io forse prini 6. Num hodie coepi cipiato adesso a consulpro eo consulere Deum? Dio per lui ? LunAbsit hoc ame\ ne su- tare gi da me tal cosa : e tu spicetur rex adversus o re , non sospettar di servum suum reni hu- tal cosa riguardo al tuo iuscemodi in universa servo, n riguardo a tutdomopatris mei', non ta la casa del padre enim scivit servus tuus mio : imperocch nulla Quidquam super hoc ha saputo il tuo servo negotio, vel modicum, di queste cose n poco, vd grande. n molto. 9 *

16. Dixitque rex : Jtforte morieris, Achimelch, tu, et omnis domus patris tui. 17. Et alt rex emissariis, fin circumsta'bant eum : Convertimi* ni y et interficite sacer dotes Domini-, nam manus eorum cum, David est: sciente st quod fugisset, et non indica" veruni mihi. Potuerunt Jautem servi regis extendere manus in sacerdotes Domini.
, i 8. Et alt rex ad iDoeg Convertere tu, et irfue in sacerdotes. Cpnversusque Doe g Idumaeus, rruit in sacerdotes , et truciclavit in, die illa octoginta quinque viros vestitos Ephod lineo.

16. E il re disse : Tu morrai senz'altro, AchmciechjLue tutta la casa del padre tuo. 17. E il re disse alle guardie, che gli erano * d'intorno : Circondate, e uccidete i sacerdoti del Signore ; perocch sono d'accordo con Davidde , e sapevano che egli era fuggito, e non me ne han dato parte. Ma i servi dei re non vollero stender le loro mani contro i sacerdoti del Signore. 18. E il re disse a Doeg : Va tu, e gettati sopra i sacerdoti. E Doeg Idumeo and , e si gett sopra i sacerdoti, e trucid in quel giorno ottantacinque uomini che portavano i' Ephod di lino.

Vers. 15. Ho io forse principialo adesso a consultare Dio per- lu? Vale a dire : Io ho ben consultato il Signore tante altre volte in occasione delle spedizioni militari intraprese da Davidde "in tuo servigio. Cosi insieme si giustifica , e rimette dinanzi agli echi di Saul gli obblighi ebe aveva a Davidde. , Vers. 17. Ma i serv 'del re non vollero stender le loro mani ec. Lodevole disobbedienza, mntre era evidente l'ingiustizia, VP empiet di simil comando. , Yers, 18. Cheportavan V Ephod d lino. Non chiaro , se avessero attualmente 1' Ephod , ovvero se debba intenderai solamente , che avessero diritto di portarlo. Pu essere, che ac co m-

10.- Nobe, autem civitajem sacer^oittm percussit in ore gladiit viTOS -, et muieres, et parvulos , et lactentes, .bovemque , e asinum , e pem i/s ore gladii. , 20. Kvadens autem unus filius Achimelech) fili Achitob , w/w,? 720/fte# er# Abiathartfu" gii ad David. 21. 1? annundavit ei, quod oecidisset Saul sacerdote^ Damini. 22 Et mt David ad Abiathar : S debant in die illa, cfuod cum ibi esset Doeg Idumaeus, proculdubio annuntiaret S auti \ ego sum reus omnium animarum patria tui. a3 Mane mecum, ne tim&os i s quis quae

io,. E in Nobe citt dei sacerdoti mise a fil di spada uomini, e donne, fanciulli, e bambini di latte, i bovi eziandio, e gli asini, e le pecore.
20. Ma un figliuolo di Achimelech, figliuolo di Achitob, che avea nome Abiathar, si rifuggi presso a Davidde, 21. E portogli la nuova che Saul avea uccisi i sacerdoti del Signore. 22. E disse David ad Abiathar : Io sapeva in quel d, che essendo iviDeg Idumeo, avrebbe senza dubbio avvertito Saul: io son reo della morte di tutta la casa del padre tuo. 23.Restatinieco: non temere: chi cercher la

pugnando il pontefice r cKe andava a trovare il re sdegnato contro di tutti loro , si mettessero questo sacro loro distintivo affine di amnollire l'animo di Saul co' riflessi della religione, e del rispetto dovuto a' ministri di essa. * E Doeg Idumeo ando, e s getto sopra i sacerdoti. Dunque l'istesso iniquo che avea promossa tanta scelleratezza le die. de 1' ultima niuno , permettendo sovente il Signore che alle pri me colpe ne seggano altre, e pi. detestabili. Vers. 19. E in jVb&e ... mise a fil di spada ec. Si vede ch* ei condanno la citt alFjnatema. In tal congiuntura credcsi che fosse trasportato il tabernacolo da Nobe a Gabaon.

sirit animam meam* ma vita, cercher anquaeret et animam che la tua, e meco putuam, mecumgue ser- re avrai salute. vaberis. C A P O XXIII. ,

Daviddedopo aver liberata Cella d Filistei, per non essere da qudi Cella dato nelle mani di Sauljugge nel deserto di Ziph, e^ gli Zipheilo tradiscono. Rinnovazione dell* alleanza tra David e donata. Sanile da dietro a David, Uguale liberato mediante una repentina scorreria de' Filistei. 1. Jdt annuntaverunt;David> dicentes : Jc& Philisthiim oppugnant Ceilam, et dirifilimi areas. 2, Consuluit ergo D vid Dominum^ dicens : Num vadam, etpercutiamPhttsthaepsistos? Et alt Dominus ad David \Tade : et percuties Philisthaeos, et Ceilam salvabis. i.Vj fu significato, e detto a David: Ecco che i Filistei assediano eila, e saccheggiano le aie. a. Davidde adunque consult il Signore, dicendo: Ander io, e vincer io questi Filistei ? E il Signore disse a David: Va, vincerai i Filistei, e salverai Ceila,

Vers. t. Assediano Cella, e saccheggiano le a*. Ceda c.tta della trib di Giuda in distanza di otto miglia da Eleuteropoli verso Hebron. Le aie, dove si radunavan le messi tagliate per batterle, eran fuori della citt. Vedi Jud. vi. 37. * Saccheeeano le aie. Le messi. Vers. a. Consult il Signore. Per meo di Abiathar che era con lui. e avea portato seco l'Ephod oli Urim , e Thumnum

3. Et dixerunt viri, qui erant cum David, ad eum : Ecce nos hic in Judaea consistente^ timemus : quanto magis , si ierimus in Ceilam adversum agnina Philisthinorum ? 4- Itursum ergo David consuluit Dominumi Qui respondens alt ei : surge, et vade in Ceilamt ego enim tradam Philisthaeos in manu tua. 6. Abiit ergo "David, et viri ejus in Ceilam, et pugnavit adversum PhilisthaeoS) et abegit fomenta eorum, et percussit eos plaga magna ; et salvavit David habitatores Ceilae. 6. Porro eo tempore, quofugiebat Abithar filius Achimelech ad

3. Ma la gente che era con David gli dissero : Tu vedi, come noi stando qui nella Giudea abbiam paura! quanto pi se andremo a Geila contro la squadra dei Filistei? 4* David adunque consult di bel nuovo il Signore , il quale rispose a lui , e disse : Parti, e va a Gela : pe* rocche io dar i Filistei nelle tue mani. 5. And adunque Davidde con sua gente a Ceila , e combatt contro i Filistei, e ne fece strage grande , e men via i loro giumenti, e salv David gli abitanti di Geila. 6. Or quando Abithar figliuolo Idi Achimelech si rifugg pres-

Vers. 3. Stando qui nella Giudea. Vale a dire nel cuore, e nel centro della Giudea, dov'era la boscaglia di Har<Jt. Ceila poi era a' confini della trib di Giuda. I compagni i Davidde gli dicono, che non sono sicuri nel mezzo di quel pase, e a tnolto maggiori pericoli saranno esposti andando a Ctiila a mettersi quasi tra due fuochi tra' Filistei, e Saullei Vers. 4- * Davidde consulto di bel nuovo il Signore. Avutane la risposta da Dio sarebbe stato delitto il consultarlo di nuovo con doppiezza di cuore ; ma David era troppo lontano dalle pessime disposizioni di Balaam , N uni. xxu. v. 22,

\)avidn Celam,-Ephod s^eoanJiabens descenderat y.Nuntiatum est autem Sauli, quod venisset David in Ceilam^et alt Sani: Tr&didit eum Deus in manus meas ; condususque estiintrogressus urbemt in qua partae, et serae sunt* 8. Etpraecepti Saul omni populo, ut ad pugnarti descenderet in Ceitam, et obsideret David, et viros ejus* ^, Quod cum David rescisset> quia prepararet ei Saul darti ma* Iam, dixit ad Abiathar ^sacerdote. : Applica phod. io.Et ait David: Do mine Deus Israd f audicit -famam servus iuus, quod disponat Saul venire in Ceitam, ut evertat urbem proptervue*

so Bavid a Ceila, vi and portando con s TE* phod. 7. fa dato avviso a Saul, come David era andato a Ceila, e disse: Iddio lo ha dato nelle mie mani ; egli chiuso , essendo eatrato in una citt che ha porte e serrature. 8. E Saul comand a tutto il popolo che partisse verso Geila per combattere, e che assediasse David, e la sua gente. g, E Datid, quand* ebbe inteso, come Saul preparava segretamente la sua rovina, disse ad Abiathar sacerdote : Porta qua l'Ephod. .10. E disse David: Signore Dio d* Israele , iji tuo Servo ha sentito dire che Saul si dispone a venire a Ceila per rovinare la citt per causa mia.

Vers. g. Port# qua VEphod. Porta qua l'Ephod, e mettilo so pr^U la tua persona per consultare U Signore per mezzo delPCrinat e Thummiin. Davidde suggerisce al pontefice le domande che questi dee fare al Signore. Il sacerdote rispondeva a nome del Signore.

l. Si tradentme viri Celae in manus efus? et si descende t $anl> sicut audivit servus tuus? Domine Deus Israeli indica servo tuo. Et alt Dominus** Descendet. 12. Dixitque David: Si tradent me viri Gei" lae , et viros , qui sunt mcum, in manus Saul? Et dixit Dominus: Tradent. 15. Surrexit ergo David, et viri ejus quasi seicenti, et egressi de Ceila, huc> atcjue illuc vagaantur incerti: nuntiatumque est Sauliy quod fuisset David de Ceila* et salvatus esset: quam ob rem dissimulavit exire. 14. Morabatur autem David in deserto in locisfrmissimis, mansit-

11. Gli abitanti di Ceila mi darann' eglino nelle sue mani ? e Saul Verr egli, come ha sentito dire il tuo servo? Signore Pio d5 Israele , d lume al tuo servo. E il Signore disse ; Ei verr. 12. E disse David: Gli abitanti di Cella darann'eglino me, e la gente che meco nelle mani di Saul ? E il Signore disse : Vi daranno. 13. Si mosse allora David, e i circa secento uomini di sua gente, e partiti da Cella andavano qua e l girando irresoluti. E fil portata la nuova a Saul, come David era fuggito da Geila , e si era salvato: per la qual cosa fece finta di non pi muoversi. i4 Ma Davidde se ne stava nel deserto in luoghi sicurissimi, e

Vcrs. 13. Fece finta di non pi muoversi. Parmi questo il vero senso della nostra Volgata. Saulle che avea veduto come David era informato di tutti i suoi movimenti, volle provare di addormentare il suo nemiqo , mostrando non pensar pi a lui ; ma non lasciava di cercarlo , e di tendergli insidie. Vedi il versello seguente.

que in monte solitudinis Ziph\n monte opaco: quaerebat eum tamen S aut cunctis diebus-, et non tradidit eum Deus in manus ejus. id. Et vidit David, quod egressus esset S aut, ut quaereret animam ejus. Porro David erat in deserto Ziph in silva. 16. Et surrexit Jonathas filius Saul, et obiit ad David in silvam, et confortavi manus ejus in Deo, dixitqueei\ 17. IVe timeasi neque eniminveniettema*nus Saul patris mei, et tu regnabis super Israel\ et ego ero tibi secundus : sed et Saul pater meus scit hoc.

abit sulla montagna del deserto d Ziph, montagna ombrosa: ma Saul cercava mai sempre di lui : e il Signore noi diede nelle sue mani. 15. E David avea saputo , come Saul si era mosso per torgli la vita. Ma David se ne stava nel Deserto di Ziph in una boscaglia. 16. Ma Gionata figliuolo di Saul parti, e and a trovare David alla boscaglia, e ravviv la sua fermezza in Dio, e gli disse: 17. Non temere; perocch Saul mio padre non ti metter addosso le mani, e tu regnerai sopra Israele , e io sar il tuo secondo : e ben sa ci anche Saul padre mio.

deva il nome da una e,tt. della tn

,.

10*. Percussit ergo tt ferge foedus coram Domino: mansitqueDa* vifi in silva : Jonathas autem reversus est in domum suoni* 19. (i) Ascenderunt autem Ziphaei ad Saul in Gabaa , dicentes : Nonne ecce David lati' tat apud nos in locis tutissimis silvae, in colle Hachla: quae est ad dexteram deserti? 20. Nunc ergo, sicut desideravit anima tuat utdescender'cs, descende : nostrum autem eritt ut tradamus eum in manus regis. 21. Dixitque Saul: Bencdicti vos a Domi* no, (jida doluistis vicem meam. 22. Abile ergo, oro, et diligentius praeparate, et curiosius agite, et considerate locumt
(i) /n/r. ai.;i.

18. E fermaron tulli due alleanza dinanz,i al Signore: e David rimase nel bosco, e Gionala torn a casa sua. io. Ma gli Ziphei andarono a trovar Saul in Gabaa, e gli dissero: Non sai tu che David sta fuggiasco presso di noi ne* luoghi pi forti della selva sul colle di Hachila, che sta alla destra del deserto ? 20.Ora pertanto come tu avevi voglia divenire, vieni : e toccher a noi il pensiero di darlo nelle mani del re. 21. E Saul disse: Benedetti voi dal Signore, che avete avuta piet della mia sorte. 22. Andate adunque, ve ne prego, e ponete ogni diligenza, e informatevi con premura

sarebbe il suo successre. Quello che avea detto Samuele a Sani, e insieme la "visibile provvidenza di Dio verso Davidde, 1' amore, e il concetto., in cui egli era presso del popolo , tutto questo era pi che sufficiente a far concepire a Saulle per cosa indubitata che David sarebbe re.

ubisitpes ejus, velquis maggiore, e assicurateviderit eum ibi: recogi* vi del luogo dov' ei po-^ tat enim de me, quod sa il piede , e di chi ivi callide insidier ei. 15 abbia veduto i percxcch egli sta in sospetto di me,che io astutamente gli tenda agguati. 23. Procurate di sa23. Considerate, et videte omnia latibula pere, e di osservare tutejus, in quibus abscon- ti i suoi nascondigli, ditur: et revertimini ad dov'ei si ritira, e torname ad rem certam , ut te a me eoa notizie sivadam vobiscum Quod cure , affinch io venga si edam in terram se con voi. Che se egli si abstruserit) perscruta' nasconder anche sothor eum in cunctis mil- terra , lo andr cercando io con tutte le schielibus Juda. re di Giuda. 24. At illi surgentes . 24. E quelli partiroabierunt in Ziph ante no , e andarono a Ziph Saul : David autem et innanzi a Saul: ma Daviri ejus erant in deser- vid , e i suoi erano nel to Maon in campestri deserto di Maon nella bus> ad dexteram Jes- pianura alla destra di Jesimon. mon. . .
.Vera. a3. Con tutte le schiere d Giuda. Letteralmente : con ti/jUtf le migliaia, o sia Chiliadi di Giuda. Le trib eran divise in bande di mille , e di cento uomini co' loro capLSembra , che Saul voglia far credere agli Ziphei, che anche la trib di Giuda tutta per lui contro Davidde. Alcuni per a man meglio di spiegare questo luogo cos : La cercher Ira tulle le Chiliadi di Giuda ; percb Saul supponesse , che tra la gente di quella trib, si occultasse Davidde. Yers. 4. Erano nel deserto d Maon ec. Questo era una parte dello stesso deserto di Ziph, ed era cosi nominato dalla citt di Maon nel fondo della trib di Giuda. Il luogo assai montuo&o, e pieno di ampie caverne.

26. Ivit ergo Satdt et sodi ejus ad quaerendum eum: et nuntiatum est David, statimque descendit ad pe tram , et versabatur in deserto Maom quod cum audisset Sani, persecutus est David in deserto Maon. 26. Et ibat S aut ad latus montis ex parte una '. David autem, et viri ejus erant in latere montis ex parte altera : porro "David desperabat, se posse evadere a facie Saul; itaque Saul, et viri ejus in modum coronae cingebant David, et viros ejus, ut caperent eos. 27. Et nuncius venit ad Saul dicens : Festina, et veni, quoniam infuderunt se Philisthiim super terram : 28. Reversus est ergo Saul desistehs persegui David, et perrexit in occursum Philisthinorum : propter hoc vocaverunt locum illum, Petram dividentem.

25. And adunque Saul colla sua gente in cerca di lui : e David ne ebbe avviso , e subito si ritir sul masso del deserto di Maon , dove abitava. E Saulavutane notizia and in traccia di David nel deserto di Maon. 26. E Saul andava costeggiando il monte da una parte: e David, e i suoi erano accanto al monte dall'altra parte : e David non avea speranza di poter fuggire dalle mani di Saul; perocch Saul, e la sua gente avea fatto come un cerchio intorno a David e a'suoi per farli prigioni. 27. Ma arriv a Saul un messo che disse: Affrettati, e vieni, perocch i Filistei hanno inondato il paese. . 28. Allora Saul, lasciando di tener dietro a David,se ne torn indietro , e and a far fronte a' Filistei : per questo fu dato a quel luogo il nome di Pietra di separazione.

C A P O

XXIV.

Davidde ascoso nella spelonca di Engaddi taglia il lembo della clamide di Saul, che an* dava in traccia, di hii, e impedisce che i suoi non lo uccidano. Sanile perci riconosce la sua colpa, e conoscendo che David dee esser re, fattosi giurar da lui che non distrugger la s ufamiglia, con esso si riconcilia. i. ^jlscendit ergo David inde ; et ha&itavit in locis tussimis Engaddi. a. Cumque reversus esset Sani, postquam pers&cutus est Phili sthaeos, nuntiaverunt eiy dicentes : Ecce David in deserto est Engttddi. 3.x Assumens ergo S aut trio, milla electorum virorum ex omni Israeli perrexit ad investigandum David, et viro s ejus, etiam super i.- Uavid pertanto si parti di l, e abit ne'luoghi pi sicuri di Engaddi. 2. E Saul tornato indietro dopo aver repressi i Filistei, ebbe avviso, e fugli detto : Sappi che David nel deserto di Engaddi. 3. Saul adunque presi seco tre nula uomini scelti da tutto Israele, and in traccia di David e della sua gente anche per dirupi scoscesi im-

Vera. 28. Pietra di separazione. Perch ivi il Signore miracolosamente avea separato Sanile da Davidde , il quale non potea non cadere nelle mani di lui, ae Dio opportunamente non avesse fatto venir la nuova dell' irruzione de' Filistei. Vers. i. Engaddi. Vicino al mare morto non lungi dalla pianura di Gerko.

abruptissimas petras, quae salis ibicibus per viete sunt. k.Et venit ad caulas ovium, quae se offere&ant vianti : eratque ibi spelunca, quam ingressum est Saul, ut purga" ret ventrem : porro Da' vid et viri ejus in interiore parte speluncae latebant. 6. Et dixerunt servi David ad eum: Ecce

praticabili a tutti fuorch alle eapre selvatiche, 4- E giunto a de'parchi di pecore che incontr nel cammino, dove era una spelonca, vi entr Saul per bisogno corporale : e David, e la sua gente erano ascosi nella parte pi interna della spelonca. 6. E i servi di David gli dissero: Ecco il gior-

Vers. 4- A de* parchi di pecore. Probabilmente erano caverne ( quali ne sono molte nel paese ), dove i pastori adunavano i loro bestiami nelle ore calde del giorno, e nella notte. Strabene scrive , che verso 1' Arabia , e l'Iturea si trovano aspri monti famosi per le loro vaste caverne, una delle 'quali pu dar ricovero a quattro mila uomini lib. xvi. Quindi nissuno si maraviglier, ebe David colla sua gente fosse nascosto nella caverna, in cui ntro Saul senza vedergli, a motivo della strettezza , e oscurit dell' ingresso. Vers. 5. Ecco il giorno, del quale il Signore disse a le ec. Non si legge n quando, n per qual modo il Signore avesse detto ci a Davidde. Ma supponendo, che i compagni di David dicano la verit, pu benissimo intendersi, che Dio per rincorare Davidde gli avesse fatto intendere, come egli avrebbe fatto s, che quel Sanile, il quale cercava con tanta rabbia la morte di lui T venisse a mettersi da se stesso nelle sue mani, talmente che fosse in potest di lui di farne quel che volesse , di perdonargli, o di ucciderlo. Ma Dio certamente con simile profezia non volea dire, che Davidde potesse ucciderlo lecitamente. I compagni e soldati di David, a' quali per loro consolazione Davidde avea raccontata la stessa profezia , presala nel senso peggiore incitano David a far sue vendette, giacch Dio glie ne d tutto il comodo ; ma questo principe illuminato dal Signore avea tutt' altro pensiero , e contento-di fare tutto quel che ei poteva per salvare la sua vita, si guard sempre dal tentar la minima cosa contraria ali' ossequio dovuto al proprio sovrano. 1 suoi sentimenti sopra di ci sono conformissimi alle massime pi pure dell' Evangelio. Fedi Rorn, xiu, i. 5.

dies, de qua locutus est Dominus ad- te : Ego tradam libi inimicum tuum, ut factas ei, sicut placuerit in oculs tus. Surrexit ergo David, et praccidit oram ela mydis Saul silenter. 6. Post haec pereussit cor suum David, eo quod abs.cidisset oram clamydis SauL 7. Dixitque ad viros ^uos'. Propidus sit mihi Dominus, ne faciam hanc rem 1)omino meo, christo Domini^ ut mittam manum meam in eum, quia christus Domini est. 8. Et confregit David viros suos sermonibus', etnon permisit eos, ut consurgerentinSaul'. , porro Saul exsurgens de spelunca, pergebat coepto itinere.

no, del quale il Signore disse a te : l ti dar nelle mani il tuo nemico, perch tu facci a lui quel che a te piacer , Allora Da vici si mosse, e senza far rumore tagli P estremit della clmide di Saul. 6. E dopo di ci Davidde ebbe rimorso in. cuor suo di aver tagliata . l'estremit della veste di Saul. 7. E disse alla sua gente > 11 Signore non permetta che io faccia tal cosa al Signore mio, al cristo del Signore, che stenda la mia mano contro di lui, perch figli il cristo del Signore. 8. E David attuti colle sue parole la sua gente : e non permise che si movessero contro di Saul. Ma Saul uscito dalla spelonca andava al suo viaggio.

Vers. 6. Ebbe rimorso ec. Bench queli' atto di tagliare na pezzetta della clamide reale fosse stato solo per dare a Saulle uua evidente riprova dell'animo suo, e cos'i ammollire il cuore di l u i ; coututtoci Davidde ne ebbe rimorso, perch l'atto stesso al primo aspetto pareva ingiurioso alla maest reale.

207

g?Surrexit autem et David post eum: et egressus de spelunca, clamavit post tergum Saul, dicens : Domine mi rex. EtrespexitSaul post se : et inclinane se David pronus in terram, adoravit : i o. Dixitque ad Sau: Quare auis verba hominum loquentium: David quaerit malum adversum te ? - 11. Ecce hodie viderunt oculi tui^ quod tradiderit te Dominus in manu mea in spelunca: et cogitavi, utocciderem te,sedpepercit tibioculus meus : dixi enim : Non extendam manum meam in dominum meum, quia christus l omini est.

9. E David si mosse dietro a lui, e uscito fuor della spelonca grid dietro a Saul, e disse : Signor mio re, E Saul si volse indietro : e David inchinandosi fino a terra lo ador/.

io. E disse a Saul : Perch dai tu retta alle parole di coloro che dcono : Davidde cerca di farti del male ? 11.Ecco che oggi hai veduto cogli occhi tuoi, come il Signore ti avea dato nelle mie mani in quella caverna : e io ebbi il pensiero di ucciderli , ma ti ho risparmiato: perocch ho detto: Non istender la mia mano contro il signor mio, perch egli il Cristo del Signore. 12. Quin potius i pa12. Anzi osserva, pater mi^vde, etcognosce dre mio, je mira un pezoram clamydis tuae in zo della tua clamide

Vei-s. 11. JE io ho avuto il pensiero di ucciderli. Non indegno della piet e umilt di Davidde di confessare , che un tal pensiero siagli passato per la mente sia dopo il suggerimento fattogli da' compagni, sia anche avanti; ma azione di grandissima generosit , e virtii P aver rigettato immediatamente un tal pensiero , com' detto in appresso. * Ed io ebbi il pensiero di ucciderli. Ed alcun (de'compagni ) mi ha detto ch' io ti uccidessi.

manu mea *. quoniam cum praescinderem summitatem clamydis tuae nolui extendere manum meam in te : animadverte, et vide, quoniam non est in manu mea malum^ neque iniquitas, neque peccavi in t : tu autem insidiarti animameaet ut ciuferas eam. 13. Judieet Dominus inter me, et teY et uhiscatur me Dominus ex le ; manus autem mea non sit in te. 14 Sicut et in proverbio antiquo dicitur : 'Ab mpiis egredietur impietas : manus ergo mea non sit in te. 16. Quem persequeris , rex Israeli quem
;

nella mia mano , e come tagliando l'estremit della tu clamide, non ho voluto stendere la mia mano contro di te: osserva , e intendi , come le mani mie sono monde dal. male e dalla iniquit, e non ho peccato contro di te ma tu mi tendi insidie per tornii la vita. 13. Sia giudice il Signore tra me , e te, e il Signore mi faccia giustizia riguardo a te: ma non si stenda la mano mia contro di te. 14. Come per antico proverbio si dice: Dagli empii verr l'empiet : la mano mia adunque non si stenda contro di te. 16. Chi colui, cui tu perseguiti, o,re d'I*

Vera. 1,4. Dagli empii verr V empiet.. Sono moltissime le sposizioni date dagl'interpreti a questo proverbio.Io lo prenderei nel senso pii semplice , che meglio lega con quel che segue, pitie adunque Davidde: Tu, signore, non mi hai fin qui conosciuto per empio : or degli empii proprio il commettere un' empiet, qual quella di attentare alla vita, e al regno del proprio sovrano: non temere adunque tal cosa dame: temi di quelli che ti 'stanno attorno >, e ti stimolano a commettere un' azione empia, togliendo la vita a un innocente , che ti ama e ti rispetta. Tutto questo discorso sommamente forte e affettuoso , e non meraviglia , s penetro il cuore dello stesso Saulle.

persequers canem mortuum persequeris , et, pulcem unum. 16. Sit "Dominus )w dcx, etjudicet inter me, et te, et videat, etjudicet causam meam, et eTiiat me de manu tua. 17. Cum autem complesset David loquens sermones hujuscemodi ad Saul, dixit Saut: Numquid vox haec tua est, fili mi Davidi Et elmvavit Saul vocem suam, etflevit. 18. Dixitque ad Dav\ Justior tu es, quam ego : tu enim tribuisti mihi bna * ego autem feddd libi mala, i g. Et. tu indicasti hodie, quaefeceris mihi bona*, quomodo tradde* rit me Dominus in ma num tuam, et non occideris me. 20. Quis enimcumin* veneritnimcum suum, dimitteteumin via bona ? Sed Dominus reddal libi vicissitudnem hanc pro eo, quod hodie operatus es in me.

Vol. r.

sraele ? chi perseguiti tu ? tu perseguiti un cane mortole una pulce. 16. Giudice sia il SU gnore , e pronunzi tra me , e te : e disamini, e giudichi la mia causa i e mi liberi dalle tue mani. 17. E finito che ebbe Davidde di parlare a Saul in tal guisa, disse Saul: E ella questa la tua voce, figliuol mio Davidde ? E Saul gett un grido, e pian* se. 18. E disse a David : Tu ee* pi giusto di me t perocch tu mi bai fatto del bene , e io ti ho renduto del male. 19. E tu mi hai oggi fatto vedere qual bene mi hai fatto : mentre avendomi dato il Signore nelle tue mani, tu pur non mi hai;ucciso. 20. Imperocch chi mai avendo in potere il suo nemico , lo lascer andarsene in pace? Ma renda a te bhtrecanibio il Signore per quello che tu hai fatto oggi per me. io

; ai. Et nunc, quia scio, ' quod certissime regnaturus sis, et habi" tunis in manu tua regnu Israel ; 22. Jura mihi in Do* mino, ne delas semn meumpostme, neque auferas nomen meum de domo patrs mei.

- 23. Et jravit David Sauli. Abiit ergo Saut in domum suam i et David) et viri ejus a* acendcrunt qd tudora loca,

21. E adesso siccome lo so che certissimamente tu ^regnerai , e sarai padrone del regno d'Israele; 22. Giurami pel Si* gnore, di non estinguere la mia stirpe dopo di me, e di non cancellare il mio nome dalla casa del padre mio. a 3. E David fece il giuramento a Saulle ; e dipoi Saul se n' and a casa sua : e David, e la sua gente salirono a1 luoghi pi sicuri.

C A P O XXV, Muore S affittele, ed pianto. Davidde minaccia . di uccider Tfabal, che avea ricusato di dargli de* viveri, ma si placa'alle parole di Abgail, la quale egli sposa dopo la morte di Nabal, come anche Achinoam ; ma Saul d a Phalt la sua figlia MichoL i. J.jl.ortotu$(i)est i Hi mor Samule, autem &amuel\ et con* e tutto Israele si adun gregatus est universum e lo pianse, e lo seppel(i)/n/r,a8.3. Eccli.tfi. 3. Vers. aa. E di non cancellare il mio nome ec, E di non levare dal mondo miei discendenti, i miei figliuoli , che portano il w>nie mo.

Israel^ et planxcrunt** Hrono in casa sua in eum, et sepelirunt eum Raitttflha. E David si in domo sua in Hama- mosse per andare nel >tha.Consur%ensque Da- deserto di Pharan. vid descendit in desertum Pharan. 2. Erat autem vir 2. Or eravi un uomo (juispiam in solitudine nella solitudine diMaon
' Vera. i. E mori Stimitele, e lutto Israele e. L' opinione pih probabile fissa il tempo della morte di Samuele due anni priifta della morte di Saul. Di questo grandissimo e santissimo uomo sarebbe giusto di tessere qui 1' elogio , riunendo quello ebe raccontato delle sue gesto in questo libro. La brevit , a cui mi obbliga di stringermi lo stesso fine di questo lavoro, non mi permette di'accennare, se non due eose meritevolissime di osservazioae in questo giudice e profeta del popol di Dio. I a prima V istituzione dei collegi, o. vogliamo dire accademie di profeti', nelle quali fiori lo studio della religione congiunto coli'orazione, e colla piet ; la qual istituzione cominciata da lui si mantenne sino alla scbiavitudine di Babilonia. La seconda consiste nella \elazione osservata da s. Agostino, e da altri tra la madre di Samuele col suofigliuolo, e i due testamenti : Anna sterile divie~ ne miracolosamente feconda,. e partorisce Samuele : cosi la sinagoga nel,tempo del suo maggiore abbassamento , e in mezzo atl'universale corruzione de'costumi., per cui rendeas come donna incapace d dare di s vermi frutto vitale , produce il Cristo. Ma secondo wn altro rapporto lo stesso Samuele figura la sinagoga , Ja quale dovea cedere il luogo alla Cbiesa di Cristo, come lo stesso Samuele il cedette a un personaggio pi grande, C di maggior dignit, vale a dire a Davidde figura del Messia fondatore di una nuova Cbiesa , e di un nuovo popolo composto di tutti i popoli della terra riuniti nella comune fede dello stesso Messia, Vedi s. Agostino de civ. xvu. i. 4 Le ossa di Samuele furono trasportate a Costantinopoli l'anno 4t5. di Cristo a tempo di Arcadie imperadore , come racconta s. Girolamo adv. Vigilant. Quello ebe qui notato , ebe Samuele fu sepolto in sua casa in Ramatba , dee intendersi non affatto letteralmente -, perocch ognun sa, ebe gli Ebrei non avrebbono mai sofferto di aver in casa "propria un sepolcro ; ma lo storico sacro vuol dire , ebe ei fu sepolto vicino a Ramatba nella sepoltura di sua famiglia. Nel deserto di Phetran, Tra'monti di Giuda, e il Sinai. Vvdi Gen. xiv. 16.

Maon, et possesso ejus in Carmelo ; et homo ille magnus nimis: erant" que ei oves tria milita, t mille caprae : et accidit, uttondereturgrex ejus in Carmelo. 3. Nomen autem viri illius erat Nabal ; et nomen uxoris ejus Abgali : cratque muUer illa prudentissimat et speciosa ; porro vir ejus durus, et pessimus, et malitiosns. Erat aute.m de genere Calce. 4 Cum ergo audisset David in deserto, quod tonderet Nabal gregem suum, 6. Misit decem juvenes^etdixiteis: Ascendile in Carmelum, et i>enietis ad Nabal, et alutabitis eum ex nomine meo pacfice, 6. Etdicetis: Sit fratribus meis, et libi pax, et domai tuae pax, et omnibus, quaecumque habes, sit pax.

che avea i suoi beni sul Carmelo; e quest'uomo era straricco* e avea tre mila pecore, e mille capre : e avvenne che si faceva la tosatura delle sue pecore sul Garmelo. 3. quest' uomo avea nome Nabal; e il nome di sua moglie era Abigail : donna di somma prudenza, e avvenente ; ma il marito di lei era crudo,e di cattivi fatti, e malvagio. E gli era della stirpe di Caleb. 4- David adunque avendo avuta notizia nej deserto, come Nabal tosava i suoi greggi, 6. Mand dieci giovani , e disse loro : Salite sul Carmelo, e andate a trovar NabaJ, e lo saluterete a mo nome con civilt, 6. E gli direte : La pace sia a' miei fratelli, e a te, e pace alla tua casa, e pace a tutto quello ch a te appartiene.

Vers. a. Che avea i suoi beni sul Canneto. Questo il Carmelo di Giuda, Vedi vap. xv. i a.

7. Andivi) quod tonderent pastores tui, qui erant nobiscum in dqserto: numquam eis ma* lesti fuimus : nec aliquando defuit qidquam eis de grege onini tempore, quo fuerunt nobiscum in Car* melo. 8. Interroga pueros tuos, et indicabunt tibi. Nunc ergo inveniant pueri ti*gratiam in oculis tuis : in die enim bona venimus : quodcumque invenerit manus tua, da servis tuist et filio tuo David. 9.Cumque venissent pueri David, locuti sunt ad Nabal omnia verb haec ex nomine David; et siluerunt. io. Respondens autem Nabal pueris David, ait : Quis est David ? et quis est filius Isai ? hodie increverunt servi, quifugunt dominos suos.

7. Ho* sentito dire , come i tuoi pastori fanno la tosatura; essi stavano con noi nel deserto, n mi gli abbiamo inquietati ; e non manc nulla de' loro greggi per tutto il tempo che furon con noi sul Carmelo. 8. Domandane a'tuoi servi, e te ne daranno conto. Trovin pertanto adesso i servi tuoi grazia dinanzi a te, dacch siam venuti in giorno d' allegria : e d ai tuoi servi, e a David tuo figliuolo qul che ti comodo di dare. 9. E i giovani di David andarono, e dissero tutto questo a Nabal da parte di David; e si tacquero. 10. Ma Nabal rispose ai giovani di David, e disse : Chi David ? Chi il figliuolo d'Isai? cresce oggimail numero dei servi, che scappano da'loro padroni.

Vcrs. 7. Ne mai gli abbiamo inquietali. Vedremo quanto sieno modeste queste parole , e come Davidde dica molto meno di quello che era in verit.

11. Tollam ergo panes meos, et aquas met, et carnea pecorum* quae occidi tonsoribus meiSi et dabo vi r/X cfuos nescio unde sint ? 12. Regressi sunt itaque pueri David per viam suam et reversi veneranti et nuiitiaverunt ei omnia .verbo. quae dixerat, , . 13. Tunc ait David pueris suis* Accingatur unusqw$que, gladio suo. "Et &ccinet*suht singuli gladils rft, accinctus~ que est et David ense suo: et secuti sunt Da~ vid quasi quadringenti furi \ porro ducenti re~ manserunt ad sarcnas. <4- 'Abiflwl. autem & xori Babai nuntiavitw nus de'pueris suis, diceno : Ecce David, misti nuncos de deserto, ut benedicrent domino nostro : et aversatus est eos.

n. Prender adunque io il mio pane e le mie acque , e le carni delle pecore che ho ucciso per quei che tosano, e darolle a gente, che non so donde vengano? 12. Ripigliarono adunque i servi di David la loro strada , e tornarono, e riferirono a lui tutto quello che gli avea detto. iS.AIlpra disse David alla sua gente : Si cinga ognuno la sua spada.E ognun se la cinse, David parimente si citisela sua spada: e andarono con David circa quattrocento uomini ; e rimaserodugento ai bagaglio. i4 Ma uno de' servi di Nabal rec alla moglie di lui Abigail questo avviso, e disse: Sappi che David"tna mandato dal deserto alcuni uomini a salutare il nostro padrone : e questi non gli ha guardati in viso.

. Vers. io. Cresce oggmai il numero de'servi ce. Fu atroce ingiuria di chiamare Uavidde , e i suoi compagni, servi fuggitivi che si eran sottratti al dominio del loro signore Saulle.

16. Homines isti boni satis fuerunt nobis, et non molesti', nec quidquam aliquando periit omni tempore, quofuimus conversati cum eis in deserto. 16. Pro muro erant nobis tam innocte,quam in die omnibus diebus, quibus pavmus apud eos greges. 17. Quamobrem considera, et recogita, quid facaS) quoniam completa est malitiaadversum virum tuum, et adversum domum tuam, et ipse est filius Belial^ ita ut nemo possit ei loqm. 18. Festnavit igitur Abigail, et tulli duceneos panes, et duos utres vini, et quinque arietes coctos, et quinque sala polentae, etcentum ligaturas uvae passoe, et ducentas massas caricarum, et posuit super asino?. 19. Dixitque pueris suis : Praecedite me : Ecce ego post tergum sequar vos \ viro affieni

15. Questa gente stata assai benigna vers di noi, e non ci ha inquietati, e non mancatomai nulla per tutto il tempo che siamo stati con loro nel deserto, 16. Erano per noi come una muraglia tanto ;di giorno, come di notte per tutto il tempo che siamo stati con loro pascendo i greggi. 17. Per la qual cosa pensa tu , e rifletti a quel che abbi da fare i perocch matura la perdizione pel tuo marito, e per la tua casa, ed egli un figliuolo di Bollai, e nissuno pu parlargli. 18. Abigail adunque si affrett , e prese dugento pani, e due otri di vino, e cinque arieti cotti, e cinque misure di farina d'orzo , e cento penzoli di uva secca, e dugento panieri di fichi secchi, e caric ( il tutto) sopra gli asini. 19. E disse a} suoi servi: Andate innanzi, e io verr appresso a voi ; ma non disse nui

suo Wabal non indicavil. 20. Cum ergo ascendisset asinumt et descenderet ad radices jnontis, David, et viri ejus descendebant in occursum ejus : quibus et illa occurrit. 21. Et at Davidi Vere frustra servavi omnia^quae hujus erant in deserto^ etnonperiit (juidfjuam de cunctis quae ad eum pertinebant ; et reddidit mihi mabim pro bono. 22. "Hecfaciat Deus inimicis David\ et haec addat^ si reliquero de omnibus, quae ad ipsum pertinente usque mane^ mingertem ad parielem. 23. Cum autem vidiyset Abitali David% fstinavitt etdescendit de

la al marito suo Nabal. 20. Quando adunque ella fu salita sull'asino, e scendeva alle falde del monte , David colla sua gente le veniva di contro: ed ella si avanz verso di loro. a i.E Davidde diceva: Veramente invano ho io salvato tutta la roba di colui nel deserto; e non per nulla di quel che era suo, ed ei mi ha re riduto male per bene. S2. Il Signore faccia questo , e peggio a' nemici di David, se di tutti quelli che a lui appartengono, io lascer \ivo fino a domani un cane. 23. Abigail veduto che ebbe David , scese in fretta dall'asino, e si

Vers. ig. Non dista nulla, al marito ec. In tali circostanze non pu non lodarsi 1' operato di questa donna, mentre si trattava di alvare non tanto s, quanto il marito, e la casa. Del ri<manente regola generale, che la moglie non disponga della roba del marito senza il consentimento di lui. Vers. 22. Se ... io lascer vvo sino a. domani un cane. Que* sta interpretazione della frase ebrea tenuta generalmente dar gl'interpreti.

asino, et procidit coram David super faciem suam, et adoravit super terram. 24. Et cecidit ad pe" des ejus, et dixit: In me sit, domine mi, haec iniquitas : loquatur, ob" secro, andila tua in auribus tuis : et audi verbafamulae tuae. 26. "Ne ponat, oro, dominus meus rex, cor suum super vrum istum inquum Nabal'. quoniam secundum nomen suum stultus est, et stultitia est cum eo. Ego autem andila tua non vidi pueros, domine mi, quos misist. 2 6. Nunc ergo domi' ne mi, vvt Dominus, et vivit anima tua, qui prohibuit te, ne'venires in sanguinem, et salva" vit manum tuam tibi. Et nunc fiant sicut Nabal inimici tui, et qui quaerunt domino meo malum.

gett boccone dinanzi a David per terra , e lo ador. 24. E prostrata a'suoi piedi disse : A me s'imputi , signor mo , questa iniquit : sia lecito, te ne prego, alla tua serva di parlare : e presta orecchio a quel che dice la tua schiava. 26. Non far caso, ti prego, signor mio re, di queli' iniquo uomo di Nabal: perch egli stolto, come porta il suo nome, e la stoltezza lo domina. Io poi tua serva non vidi gli uomini mandati da te , signor mio. 26. Ma adesso, signor mio, viva il Signore, e viva l'anima tua , egli ti ha impedito di spargere il sangue, ed egli ha trattenuta la tua mano. Sieno adesso come Nabal i tuoi nemici , e que'che cerca n di nuocere al mio signor*

Vrs. i5. Signore mio re. La parola re manca nel!1 Ebreo , nei LXX., e in altre versioni.

Vol V.

io *

27. Quaproplersuscipe Benedictionem hanc, quam attulit andila tua libi domino meo : et da pueris qui sequuntur te dominum meum. a 8. Auferiniquitatem jamulae tuae : faciens enim faciet Dominiis tibi do min o meo domum fidelem, qujta piatila Domini, domine mi* in praetiaris s (i) malifia ergo non inveniatur in te omnibus diebus vitae, tuae. zg. Si enim surrexit aliquando homo perseque ns te, et quaerens animam tuam erit ani" ma domini mei custo* ditoh quasi in fasciculo viventium apud Dominum Deum tuum: porro inimicorum tuorumanima roUtbitur, quasi in impetu, et circulo fon* doe.
(i) Supr. 16. i8.,e< 17. 17.

27. Per la qual cosa accetta la benedizione portata dalla tua serva. a te signor mio : e dalla a' servi che vengono dietro a te sigaore mio, 26. Rimetti alla tua serva questo peccato : imperocch sicuramente il Signore former per te, signor mio, una casa permanente, perch tu, signor mio, pel Signore cpmbatti i no sia adunque in te colpa veruna in tutto il tempo della tua vita. 20,. Perocch se mai venisse alcuno a perseguitarti , e cercasse di levarti la vita, sar l'anima del signor mio custodita nella serie de' viventi presso il Signore Dio tuo : ma l'anima de'tuoi nemici sar agitata , CQme in un impetuoso girar di fionda.

Vers. ag. Sar P anima del signor mio custodita nella serie de1 viventi. Sar custodita , e salvata 1' anima del mio signore nel fascetto che Dio ha fatto delle anime buone favorite, amate da lli, e che son di gran pregio negli occhi suoi. La metafora credasi tolta da quei fascetti di verghete d' argento, e d'oro che si

So. Cum ergo fecerit Dominus libi domino meo omnia, quae locutus est bona de le, et constiluerit te ducem super Israel, 31. Non erit tibi hoc in singultum, et in scrupulum cordis domino meo,quodeffuderissan' gunem innoxium, aut ipse te ultusfueris. Et cum benefecerit Dominus domino meo, recordaberis ancilae tuae. 3a. Et alt David ad Abigail : Benedictus Dominus Deus Israel, qui misit hodie te in occursum meum, et benedictum eloquium tiium. 33. Et benedicta tu, guae prohibuisti me hodie, ne irem ad sanguinem, et ulciscerer me manu mea.
legavano insieme prima che si avesse moneta battuta, e coniata. Questa similitudine bellissima: e non men bella e forte quella , colla quale Abigail rappresenta 1' abbandonamelo , la incostanza, 1' agitazione, a cui sono condannati da Dio i cattivi. Vera. 3o. JS^ ti avr cottituUo capo cP Israele. Nissun uomo potea pi dubitarne dopo che Saulle stesso lo avea predetto.

34. Alioquin, vivit Dominus Deus Israel, qui prohibuit me, ne rnalumfacerem tibi, ni" si cito venisses in occursum mihi, non rejnansisset ISabal usque ad lucem matutinarn mingens ad parietem. 3 b.Suscepit ergo D avid de manu efys omnia quae attulerfei, dixitque ei'. Vade pacifice in domum tum, ecce andivi vocem tuam, et honorati faciem tuam. 56. Verni autem Abigil ad J^abal : et ecce erat ei convvium in domo ejus, quasi convivum regis, etcorNabal jucundum: erat enim ebrius nimis : et non indicavit ei verbum pusilhim, aut grande usque mane. 3y. Dilucul autem c'/m, dgeSiSisset vinum Na&al, indicavit eiuxor suaverbahae^etemor* tuum est cor ejusintrinsecus.etfactus est qua" $ lapis.

34 Alt rimeriti ( viva il Signore Dio rl' Israele , che mi ha proibito di farti del male) se tu non fossi prontamente venuta incontro a me, non sarebbe rimaso di qui al mattino un cane di Nabal. 35. Quindi ricev Davidde dalle mani di lei tutto quello che ella avea portato, e dissele : Vattene in pace a casa tua : tu vedi com' io ti ho esaudita, e ho avuto riguardo per te. 3. E A biga il torn a casa di Nabal, e vide com' egli faceva banchetto in sua casa,quasi banchetto da re , e il cuore di Nabal era nell' allegria: perch egli era zeppo di vino : ed ella non gli parl, n poco n mollo sino alla mattina. 3y. Ma allo spuntar del di avendo Nabal digerito il suo vino , la moglie diede a lui parte di quel che era stato, e s fredd a lui il cuore, ed ei rimase come un sasso.

Sb.Cumque pertransissent decem dies i percussit Dominus Nabal, et mortuus est. 69. Quod cum audisset!) avid mortuum Nabal, alt: Benedictus Dominus,quijudicavit causam opprobrii mei de manulfabal, et servum .suum custodii?it a malo, \et malitiam Nabal reddidit Dominus in caput ejus. Misti ergo David, et locutus est ad Abigail, utsumereteam sibi in uxorem.

38. E di l a dieci giorni il Signore pun Nabal, e si mor. 69. E David avendo udito come era morto Nabal, disse : Benedetto il Signore , il quale ha giudicato la causa degl' insulti fattimi da Nabal, e ha preservalo il suo servo dal fare del male, e la malicia di Nabal l'ha fatta il Signore ricadere sulla sua testa. E David mand a parlare adAbigail per prenderla in moglie.

Vers. 3g. Benedetto il Signore ec. Davidde loda il Signore delle disposizioni di sua provvidenza , la quale sempre giusta avea punita la crudelt, e l' inumanit di Nabal uomo pessimo, e figliuolo di Belial , come lo chiamano i suoi servi, vers. 17. Or nou cosa indegna de' santi uomini 1' approvare per amore della giustizia i gastighi, co'quali Dio punisce i malvagi. Veggiamo nel1' Apocalisse i santi martiri domandare a Dio la vendetta del loro sangue nello stesso senso, in cui dicesi che il sangue d' Abele gridava vendetta. Cosi pure nel salino 67. si dice che il giusto si allegrer , quando vedr la vendetta. Il gastigo dato da Dio a Nabal dopo che questi con somma arroganza disprezz le preghiere di David, questo gastigo mostrava ancora che Dio favoriva la causa di David , la qual causa (dopo le replicate promesse, e dopo l'unzione fatta d questo principe per ordine di Dio da Samuele ) era causa di Dio : per la qual cosa non sia meraviglia , se questo uomo s mansueto, e benigno verso de' suoi nemici, beneica il Signore, ed esulti non per la sciagura di queli' infelice, di ma per 1' evidente pro.ezione di Dio in suo favore , e perch la giustizia divina , senza ch' egli vi avesse parte , punito avesse a terrore di tutti 1' uom peccatore.

4o. Et venerimi pueri David ad Abitali in Carmelum, et loculi sunt ad eam, dicentes : David misit nos ad te, ut accipiat te sibi in uxorem 4i* Quae consurgens adoravit prona in terram et ait; l&tefamula tua sit in anciUam, ut laveijyedes servorum domini mei.

42. Et festinavit, et Surrexit Abigail, et ascendit super asinumt et quinque puellae ierunt cum ea, pedssequae ejus, et secuta est nuncios David : et facta est illi uxor. 43. Sed et Achinoam 43. David parimente accepit David de Jez- prese Achinoam ( che rael: etfuit utraque u- era) di Jezrael : e furono l'una, e 1* altra sue xor ejus. consort. 44. S aut autem dedit 44. E Saul diede la Michol filiam suam, u~ sua figlia Michol moglie xorem David, Phalti di David,a Phalti figliuofilio Lais, qui erat de lo di Lais,che era di GalGaliim. lim.
Vers. 43 Achinoam (che era) di Jezrael. Una citt di Jezraei ra nella trib d'Issachar, un' altra nella trib di Giuda, e <juesia credesi, clic fosse la patria di Achiaoarn.

40. E andarono i mssi di David a trovare Abigail sul Carmelo, e le parlarono , e dissero: David ciba mandati a te , perch vuol prenderli in moglie. 41. Ed ella alzatasi s'inchin fino a toccar terra, e disse : Sia pure la tua serva in luogo di schiava per lavare i piedi de1 servi del mio signore. 42> ^ Abigail si mosse in fretta, e mont sull' asino , e andarono con lei cinque fanciulle che la servivano, e segu i messi di David, e divenne sua moglie.

C A P O

XXVI.

rii Ziphei tradiscono David, il quale toglie a Sanile la lanciale la coppa, mentre dormiva : per la qual cosa Saulle confessa la sua colpat e richiama Davidde, promettendogli pat. 1. JCtt (\] venerimi Ziphaei adSaul in Gabaa dicentes : Ecce , David absconditus est in colle Hachila, quae est ex adverso solitudinis. 2. Et surrexit Saul, et descendit in desertuii Ziphy et cum eo irta millia virorum de electis srael, ul quae" reret David in deserto Xiph. 3. Et casirametatus est Saul in Gabaa Ha
(i) Sup. a3. 19,

i. JLj andarono gli Ziphei a trovar Saul in Gabaa, e dissero : Sappi che Davidde sta nascosto nella collina di Hachila,che dirimpetto al deserto. a. E Saul si mosse, e and aldesertodi Ziph, avendo seco tremila uomini scelti d'Israele, per cercar David nel deserto di Ziph. 3. E Saul pose il campo in Gabaa di Ha-

Vers. 44- Diede la. ma figlia Michol ec. Saulle certamente pecc togliendo a David la sua moglie. Ed argomento della sua imprudenza il vedere T come dopo aver confessato, che egli sa, che David gli succeder nel regno, dopo aver pregato Davidde di aver compassione di sua famiglia , toglie adesso a lui la sua figlia, la quale dovea essere u pegno della fede , e dell' amist del genero. Di Gallim. Nella trib di Beuiamin. Vers. i. Andarono gli Ziphe ec. Il primo tradimento degli Ziphei chiama il' secondo ; perocch il timore del giusto sdegno di Dami g'incitava a procurare per lutti i modi la sua rovina.

chila, quae erat ex adverso solitudinis in va*. David, autem habitabat in deserto. Videns au* tem, quod venissetSaul post se in desertum, 4- Misitexploratores, et didicit, quod illuc venisset certissime. 6. "Et surrexit David clam, et venit ad locum ubi erat Saul: cumque vidisset locum, in mquo dormiebat Saul et Abver filius Ner, princeps militiae ejus, et S autem dormientem in tentorio, et reliquum vulgus per circuitum ejus,

6. Ait David ad Acfiimelech Hethaeum, et A bisai filium Serviae, fratrem Joab, dicens : Quis descendet mecum ad Saul in castra ? Dixitque Abisai: Ego descendam tecum. 7. Venerunt ergo Da7. Andarono adunque vid, et Abisai ad popu- David, e Abisai tra

chila, che era dirimpetto al deserto sulla strada : e David stava nel deserto. E sentendo che Saul andava cercandolo pel deserto, 4. Mando esploratori, e riseppe, com' egli era venuto certissimamente. 6. E David si mosse segretamente, e and dove era Saul : e avendo notato il luogo, in cui dormiva Saul,e Abner figliuolo di Ner, capitano de'suoi soldati, e Saul, che dormiva nella tenda, e intorno a lui tutta la sua gente , 6. Disse David ad Achimelech Hetheo, e ad Abisai figliuolo di Servia fratello di Joab: Chi verr meco nel campo di Saul ? E Abisai disse: Verr io con te.

Vers. 3. A Gabaa di Hachila. Gabaa vuol dire collina ; onde Gabaa di Heichila lo stesso che la collina di Achila, vers. i. Ver*. 5. E Saul'che dormiva nella tenda. I LXX intesero un carro coperto, ovvero una lettiga.

tum nocte, et invnerunt S aut jacentem, et dormientem in tentorio, et hastam fixam in terra ad caput ejus} Abner autem, et populum dormentes in circutuejus. 8. Dixitcfue Abisai ad David : Conclusit Deus inimicum tuum hodie in manus tuas : nunc ergo perfodiam eum lancea in terra semelt et secundo opus non erit. 9. Et dixit David ad Abisai : Ne interficias eum: quis enim extendet manum suam in christiani Domini, et in" nocens erit ? 10. Et dixit David: Vivit Dominus, quia nisi Dominus percusserit eum, aut dies ejus venerit ut moriatur, aut in praelium descendens perierit ; 11 .Propitius sit mihi Dominus ne extendani manum meam in diristumDomini: nunc igitur tolte hastam, quae est ad caput ejus, etscy*

quella gente d, notte tempo , e trovaron Saul che giaceva addormentato nella tenda con la sua lancia vicino al capezzale fitta in terra; e Abner , e Y altra gente che dormivano ali' intorno. 8. fi hisai disse a David : Oggi Do ti ha dato in balia il tuo nemico : or io lo conficcher in terra con un solo colpo di lancia , e non vi abbisogner il secondo. 9. Ma David disse ad Abisai: Non ammazzarlo : imperocch chi pu senza colpa stendere la sua mano contro il cristo del Signore ? 10. E soggiunse David: Viva il Signore : se il Signore non lo ucci* der,o non verr il giorno della sua morte , o non perir dando battaglia ; 11. 11 Signore mi far la grazia di non istendere la mia mano contro il cristo del Signore : ora dunque tu prendi l'asta, che pres

phum aquae, et abea- so alla sua testa , e la coppa dell' acqua, e anmus. 12. Tulit igitur David hastam etscyphum aquae, qui erat ad caput Saul, et abierunt : et non erat quisquam, , qui videret, etintelligeret, et evigilaret^sed o* nnes dormiebnt, quia sopor Domini rruerat super eos. 13. Cumque transisset David ex adverso, et stetisset in vertice tnonts de longe, et es~ set grande intervalium inter eos, 14 Clamavi* David ad populum, et ad Ab'ner filium Ner, dicens : Nonne respondebis,Abner ? Et respondens Abnery ait : Qus es tu, quiclamas, etinquietas regem ? io. Et ait David ad Abneri Numquid non vir tu es ? et quis alius
diamcene. 12. Davidde pertanto port via la lancia e la coppa dell' acqua che Saul avea presso al suo cap , e se n' andarono: e non eravi anima, che vedesse o sentisse , o vegliasse , ma tutti dormi vano, perch eran presi da sonno profondo. 13. E David essendo passato dalla parte opposta , e fermatosi in lontananza sulla cresta del monte , essendovi grande intervallo tra s, e loro, i4 Chiam con un grido quella gente, e Abner figliuolo di Ner, e disse : Non mi risponderai tu, o Abner ? E Abner rispose, e disse : Chi se'lu che gridi e inquieti il re ? 15. E David disse ad Abner: Non se*tu un uomo ? Ed havven' egli

Vera. 11. E la. coppct dell' acqua. Probbilmente Saul teueva qest' acqua .vicino a s per rinfrescarsi, quando si svegliava ; e in un paese caldo la cosa molto naturale.

similis lui in Israeli quare ergo non custodisti dominum tuum regem ? ingressus est ejtim unus de turba, ut interficeret regem dominum tuum. 16. IV07* est bonum hoc, quod fecisti: vivit Dominus, quoniam filii martis estis vos, qui non custodistis dominum vestrum christum Domini : nunc ergo vide ubi sit hasta regis, et ubi sit scyphus aquae, qui erat ad caput ejus, 17. Cognovit autem Saul vocem David, et dixit: Numquid vox haec tua, fili mi David ? et ait David : Vox mea, domile mi rex. 18. Et ait: Quam ob causam dominus meus persequitur servum suum ? Quid feci ? aut quod est malum in manu mea ? 19. Nunc ergo audi, oro, domine mi rex verba serv lui: Si Do-

un altro simile a te in Israele ? perch adunque non hai fatto buona guardia al signore tuo re ? perocch entrato uno del ppolo per uccidere il re tuo signore. 16. Non bene sta quello che tu hai fatto: viva il Signore, rei di morte siete voi, che non a vel e fatto buona guardia al signore vostro, al cristo del Signore : or tu guarda dove sia la lancia del re , e dove sia la coppa dell'acqua, ch'egli avea presso i suo capo. 17; E Saul riconobbe la voce di David, e disse : Non ella questa la tua voce , o David mio figliuolo ? E Daviddisse: Ell'lamia voce, signor mio re. 18. E soggiunse: Per qual ragione il signor mio perseguita il suo servo ? che ho fatt'io, o di qual delitto sono imbrattate le mie mani? 19. Or adunque ascolta di grazia , o re signor mio , le parole

minus incitai te adversum me, odoretur sacri* ficum: s autem filii hominum maledicti sunt in conspectu Domini, qui ejecerunt me hodiey ut non habitem in hereditate Domini^ dicen~ tes : Vade^ servi diis alienis.

20. Et nunc non ef~ fundatur sanguis meus in terram coram Domi' no-, quia egressus est rex Israel, ut tjuaerat pulicem unum , sicut persequitur perdix in montibus* 21. Et alt Saul : peccavi : reverterey fili mi David : nequaquam enim ultra tibi malefa-

del tuo servo : Se il Signore ti spinge contro di me, gradisca 1' odore del sacrifizio, ma se (sono,) i figliuoli degli uomini, essi son maledelti dinanzi al Signore, eglino che mi hanno oggi discacciato, per ch' io non abbia luogo nella ereclit del Signore, (Jieeido : Va, servi agli dei stranieri, 20.Ora adunque non sia sparso sopra la terra il sangue mio sotto gli occhi delSignore: imperocch si messo in viaggio un re d' Israele per andar in cerca di una pulce, come si va dietro ad una pernice pelle montagne. 21. E Saul disse : Ho peccato: torna, figliuol mio David : perocch io non ti far pi al-

Vers. 19, Se il Signore ti spinge contro d mo ec. Se il Signore quegli, che ti muove a voler la mia morte, eccomi pronto a sacrificarmi alla sua volont; solo prego , che grato gli sia il mio sacrifizio. Va, servi agli dei stranieri. Il disegno di costoro, e la loro intenzione si di farmi fuori del paese d'Israele , e che io non abbia pi parte col popolo del Signore ; e quando ci ottengano, poco lor preme che io abbandoni la religione de' padri miei, e per trovare sicuro rifugio in paese straniero, abbracci anche il culto de'falsi dei.

ciani, eo quod pretiosa. fuerit anima mea in oculis tuis hodie : apparet enim, quod stilile egerirti, et ignoraverim multa nimis. 22. Et respondens David) alt : Ecce hasta regis: transeat unus de pueris regis, et tollat eam. 26. Dominus autem retribuet unicuique secundum jus filiam suam, et fidem : tradidit enim te Dominus hodie in manum meam, et nolui extendere manum meam in christum Domini. z^.Et sicut magnificala est anima tua hodie in oculis meis, sic magnificetur anima mea in oculis Domini, et liberet me de omni angustia.

cuti male : mentre stata oggi, preziosa negli occhi tuoi la mia vita : imperocch manifesto come ho stoltamente operatele di moltissime cose sono stato ali' oscuro. 22. E David rispose, e disse: Ecco la lancia del re : venga uno de' servi del re a prenderla. 26. Ma il Signore dar il contraccambio ad ognuno secondo la sua giustizia, e fedelt : perocch oggi il Signore ti avea dato nelle mie mani, e io non ho voluto stender la mano contro il cristo del Signore. 24. E siccome preziosa negli occhi miei stata oggi la 1 u vita, cos preziosa sia la mia vita negli occhi del Signore, ed ei mi liberi da lutti i travagli.

Vers. "il. E di moltissime cose sono stalo ali1 oscuro. Non ho conosciuto la tua innocenza, la tua grandezza d'animo, la tua virt : non ho conosciuta la verit. E questa come la pi frequente, cos la peggiore ignoranza de'principi: dico la .peggiore, quando per loro colpa ( perch amano 1' adulazione , ^ que' che favoreggiano le loro passioni ) chiudono la porta alla verit .

26. Ait ergo Saul ad David : Benedictus t, fili mi David : et qui" demfaciens facies, et potens poteris. A bill autem David in viam suam, et Saul reversus est in locum suum.

26. Disse adunque Saul a David: Sii tu benedetto , figliuol mio David: e certamente farai fatti grandi, e sarai potentemente possente. E David se n'and al suo viaggio, e Saul a casa sua.

C 4 P O XXVII. David non avendo cuore di fidar si dell'incostanza di Saulle, si rifugge presso il re A MS, e ottiene da lui la citt di Siceleg, la quale da indi in poi fu ereditata da' re di Giuda, e ingannando il re Achs"faceva grandissime prede sopra gli Amalecitit e i luoghi vicini 1. J-Jt alt David in corde suo: Aliquando incidam una die in manus S auti nonne melius est utfugiam, et salver in terra Phlsthnorum ut desperet S aut, cessetgue me quaerere in cunctis finibus Israel ? furiant ergo manus ejus.
i. IVXa David diceva in cuor suo : Io cadr o prima , o dopo nelle mani di Saul: non egli meglio ch'io fugga, e mi salvi nel paese dei Filistei , affinch Saul perduta ogni speranza , finisca di andar cercandomi per tutto il paese d'Israele ? fuggir adunque dalle sue mani. 2.E David si mosse, e 2. Et surrexitDavidi et obiit ipse, etsexcen- coi secento uomini, che ti viri cum eo, ad Achis eran seco , and a tro-

filium Maach, regem GetJi. 3. "Et habitavitDavid cum Achis in Getti, ipse et viri ejus ; vir et domus ejus ; et David, et duae uxores ejus A chinoam Jezrahelitis, et Abigail uxor Ut ab al CarmelL 4. Et nuntiatum est Sauli, quod fugisset David in Geth, et non addidit ultra tjuaerere

Vare Achis figliuolo di Maoch, re di Geth. 3, E David fece sua dimora con Achis in Geth. egli, e la sua gente , ciascuno colla sua famiglia ,ed erano con David le sue due mogli^ Achinoam di Jezrael, e Abigail vedova di Nabal del Carmelo. 4- E Saul riseppe, come David era fuggito in Geth, e non si mosse pi per cercarlo. 6. Ma David disse ad Achis: Se io ho trovata grazia negli occhi tuoi, siami dato luogo in una delle cittdf questa regione per abitarvi : imperocch a qual fine star teco il tuo servo nella citt del re?

eum.
6. Dixit autem David ad Achis : Si inveni gratiam in oculis tuis, detur mihi locus in una urbium regionis hujus, titlwbiifim ibi i cur enim manet servus tuus in civitate regis tecum?

Vers. 2. Ando a trovare Achis ec. Davidde era gi stato a Gfith presso lo stesso re Achis ; e avea corso gran pericolo, come si veduto, cap. xxi. ; per la qual cosa convien credere , ch* ei fosse questa volta ben assicurato della buona fede , e amist di quel re. Achis dovea aver meglio pensato al vantaggio , che faceva a lui 1' avere seco un tal capitano , se non altro , per toglierlo a Saulle, e rendere sempre pi difficile la riconciliazione delP uno coli' altro. Quanto a Davidde, la risoluzione presa da lui di rifuggirsi presso questo re Filisteo, la crediamo dettata, e suggerita da Dio, il quale volea salvarlo, e serbarlo al trono ; ma volea, che ei si valesse de'mezzi umani anche pia straordinarii, e a prima vista pericolosissimi non solo per la salute temporale, ma anche per la religione di lui, e dei suoi compagni.

6. Dedit itaque ei A' chis in die HlaSiceleg: propter quam causam facta estSiceleg regum Juda, us}u in diem hanc. 7. Fuit autem nume" rus dierum, quibus habitavl David in regionePhilsthinorumt quatuor mnsum. 8. Et ascenditDavid, et Piri ejus, et agebant praedas de Gessuri,et de Gerzit et de Amalecitis : ^T* enim pagi ha" bitabantuT in terra antiquitiis, euntibus Sur usque ad terram AE$W&

6. Achis pertanto gli assegn subito Siceleg, e in questo modoSiceleg divent citt de'regi di Giuda , com' anche adesso. 7. E il tempo che David pass nel paese de' Filistei fu di quattro mesi.

8. E David si mosse colla sua gente,e mettevano saccomanno Gessuri, e Gerzi e gliAmalecli : perocch quei borghi in quel paese erano abitati anticamente sulla strada d Sur sino al paese di E* gitto. 9. ULtpercutiebatDa9. E David desolava vid omnem terram> nec lutto quel paese, e non

Ye. 5. A qual fine stara teco il tuo servo nella citt del re? Davidde trova una ragione assai speciosa per ottenere di far sua dimora lungi dalla reggia di Achis. Egli dice , che non conveninte , che un esule viva nella citt del re con un accompagnamento di soldati in tanto numero da farlo parete un altro re, onde potean nascerne sospetti, e diffidenze. Il fine di David si era di allontanare i suoi dal commercio cogl' idolatri, e dal pericolo d centrarne i mali costumi. Vers. 6. Gli assegno subito Siceleg. Da ci si vede qual conto facesse Achis del suo ospite questa Volta , disponendo Dio i cuori degli Domini secondo i {ini della sua sempre adorabile provvidenza. Siceleg fu prima .assegnata alla trib di Giuda, indi fu ceduta1 a quella di Simeon , Jos. xv., xix.; indi era stata occupata da' Filistei.

relinquebat viventem virum , et mulierem : iollensque oves, et bo* vest et asinos, et carnelos, et vestes^ revertebatur^ et veniebat ad Achis. i o. Dicebat autem ei Achis : in quem irndsti hodie ? Respondebat David : Contra meridiem Judae^ et contra meridiem Jerameel, et contra meridiem Ceni. 11. Virum, et mulierem non vivificabat David^ nec adducebat in Getti, dicens: Ne forte loquantur adversum nos. Haec fecit David :

vi lasciava vivo n uomo, n donna : e prendendo le pecore, e i bovi, e gli asini , e i cammelli, e le suppellettili, se ne tornava a trovare Achis. 10. E Achis diceagli: In qual parte hai tu oggi portata la guerra ? Rispondea David : Verso la parte meridionale di Giuda, vers la parte meridionale di Jerameel, e verso la parie meridionale di Ceni. 11. David non lasciava la vita a nissun uomo, o donna, n alquno ne conduceva Gelh, dicendo i Potrebbero parlare contro di noi.

Vers. p. Mettevano a saccomanno Gefsitri, e Gcrzi, e gli Amaleciti. I popoli di Gessuri, e di Gerzi erano un avanzo de' Cananei; onde erano addetti all'anatema non meno che gli avanzi degli Amaleciti -, quindi , che Davidde eseguendo la sentenza di Dio contro di queste genti facen loro giusta guerra. Vers. io. Verso la parie meridionale di Giuda ec. Davidde rispondeva alle interrogazioni di Achis con ambiguit , perocch dicea di essere andato a portar guerra verso certi luoghi ; lo che ra vero; ma Achis iiitendea, che egli avesse fatta guerra agl'Israeliti di .quei contorni, e tornava conto a/Davidde , che quegli cosi l'intendesse, quando realmente tutto il male cadeva sopra i Cananei , e sopra gli Amaleciti.' Bench adunque fin qui la sua finzione non fosse con danno di quel re, contuttocio fa d' uopo d confessare, che simili restrizioni mentali, e simili equivoci mascherando la verit l offendono, e sono vera menzogna.

Vol F.

li

et hoc erat decretum illi,omnibus diebus, quibus habilavit in regione Philisthnorum. 12. Credidit ergo Achis David, dicens : Multa mala operatus est contra populum suum Israeli erit igiturjmihi servus sempiternum. CAPO

Cosi fece David ; e questo fu il suo costume per tutto il tempo che abit nel paese de' Filistei. 12. Per la qual cosa Achis avea fidanza in Daviade, e diceva : Egli ha fatto gran male al suo popolo d'Israele:ei sar dunque per sempre mio servo. XXVIII.

/ Fifotei armano contro Sanile, e Davidde promeff**d AMs di esserci fedele m questa ' uerra* Swfa, che avea gi uccisi i maghi, 1 consulta l Pitonessa, ordinandole di far apparir Samuele, dalmate avisato della pros^ sima morte sua, e & sum. i JC actum est autem i* diebus tifa* congregaverunt Phili, stlim agnina sua, ut praeparair^ntur ad bellum contra Israel t difitque Ackisad Davidi gciens nunc scilo, quoniam mecumegredieris in castris tu, et viri tui. i. \Jr egli avvenne in quei giorni che i Filistei ratinarono le loro schiere per prepararsi alla guerra contro Israele : e Achis disse a David: Sappi per cosa certa che verraiineampo con me tu, e la tua gente.

Yers. i. e 2. Sappi per cosa certa , che verrai in campo con me fc* cMs persuaso ornai, che Daviddo nemico giurato di

2. Dixitque David ad 'Achis : nunc scies quae facturus est servus tuus. Et alt Achis ad David\ Et ego custodem capitis mei ponam te cunctis diebus. 3. (i) Samuel autem mortuus est^planxitque eum omnis Israel^ et sepeKerunt eum in Ramatha urbe sua. Et Saul bstulit magos, et \ariolos de terra. k.Congregatiquesunt PJiilisthiim^etvenerun^ et castrametati sunt in
(\) $up. a5. i. E celi. 46. a3.

2. David rispose ad Achis; Or tu saprai quel che sia per fare il tuo servo. E Achis disse a David : E io li fider la guardia della mia persona per sempre. 3. Or Samuele era morto, e tutto Israele lo avea pianto, e lo avean sepolto in Ramatha sua patria. E Saul avea discacciati dal paese i maghi, e g' indovini. 4. Ed essendosi raunati i Filistei andarono a porre il campo a

Sani, e del ppolo d'Israele gli dice, che vuol dargli una prora . della fede, che ha in lui col condurlo seco alla guerra dei Filistei contro Israele. Davidde , il quale certamente non volea conbattere contro il suo re, e contro la sua nazione, risponde in ta<mini ambigui al re mantenendolo nella persuasione, in cui lo avea tenuto fin allora; onde anche in questo il suo candore re^a appannato dalla finzione. Di mala voglia noi notiamo i falli di in uomo s grande, e s santo ; ma appunto perch falli di nom csi santo debbon notarsi, affinch non servano giammai di regola , e di pretesto alla passione, e ali' errore. Questi falli nelle vite <fci Santi sono ( per usare un' espressione di s. Agostino) come in in bellissimo, e candidissimo corpo i nei, e spariscono alla sfav$lante luce della loro carit verso Dio , e delle opere grandi fatte da essi a gloria del loro Signore. Vers. 3. Sani avea discacciati i maghi, e gV indovini. Saulls avea in ci seguito il comandamento di Dio, Levit. xix. 3i., JDeut xviu. 11. Si crede , ch' ei venisse a questa risoluzione pe: consiglio di Samuele ne' primi tempi del suo regno.

Sunam ! congregavi* autem et Saul universum Israel, et venit in Gelboe. 5. Et viit Saul castra Philisthim, et timuit,et expavil cor ejus nimis ; 6. Consulutque Dominum, et non respondit ei neque per somnia^ neque per sacerdotest neque per prophetas, 7. Dixitque Saulserpissuisi Quaerite mihi - fautieremiabentem (O Pythonem^etvadamad eanij et sciscitabor per Ulam. Et dixerunt serpi ejus ad eum: Est muiier Pythonem ha ens in Endar.

Sunam : Saul parimente raun tutto Israele, e and a Gelboe. 6. E Sani avendo veduto l'accampamento de'Filistei, ebbe timre, e il suo cuore si sbigott formisura ; 6. E consult il Signore, il quale non gli diede risposta n in sogno n per mezzo de' sacerdoti, n per-mezzo de5 profeti. 7. E Saul disse a'suoi servi: Cercatemi una donna, che abbia lo spirito di Piinone : e andr a trovarla, e consulter per mezzo di lei. E i suoi servi disser a lui. Havvi inEndor una donna che ha lo spirito di Pithone.

(i) Levt. 20. 27. Deut. 18. u. Ad. 16. 16.


: Vers. 4- "A Sunam. Nella trib d* Issachar. A. mezzod della ralle di Sunam sono i monti di Gelboe. Vers. 6. Non gli diede risposta ec. Cosi Dio puniva questo misero principe imbrattato^del sangue di tanti sacerdoti. Dicentosi qni, che Dio non gli diede risposta per mezzo dei sacerdoti, vanghiamo a intendere, che egli aveste creato un nuovo poiiteu' ce (perocch Abiathar era con Davidde) , e fatto un altro Ephod ' colPUrim, e Thummim, I profeti consultati da Saul possiam cre<lere, che fossero quelli, i quali dimoravano presso a Gabaa patria di Saul, ed eran discepoli di Samuele.

8. Matavit ergo ha* bitum suumpesttusque est aliis vestimentiS) et abiit ipse, et duo vir-i cum eo, veneruntque ad mulierem nocte, et alt illi : Divina mihi in Pythone, et suscita mihi quem dixero libi. g. Et alt muer ad eum : Ecce, tu nosti quantafecerit Saul, et quomodo eraserit magos, et hariolos de terra : quare ergo insdiaris animae meae, ut occidar ? 10. Etjuravit ei Saul in Domino, dicens : Vi" vit Dominus, quia non eveniet tibi qudquam mali propter hanc rem 11. Dixitque ei mu* lien Quem suscitabo tibi ? O ui ait : Samuelem mihi suscita.

8. Egli adunque si contraffece, e prese altre vesti, e and con due allri a trovare la donna di notte tempo, e le disse: Interroga per me lo spirito di Pitbone, e fammi apparir e colui ch* io ti dir. 9. E la donna disse a lui: Tu ben sai tutto quel che ha fatto Saul, e come ha sterminati dal paese i maghi, e g' indovini : perche adunque vieni tu a tentarmi per farmi perder la vita ? 10. E Saul le giur pel Signore , dicendo : Viva il Signore, non ti avverr nissun male per questo. 11. E la donna disse: Chi debb'io farli apparire ? E quegli rispose: Fammi apparirSamuele.

Yers. j. Cercatemi una donna, che abbia lo spirito di Pilhonc. Lo spirito di Pithone. vuol dire lo spirito di Apollo 7 divinit famosa presso i gentili per ragione de' suoi oracoli. Vedi gli Atti, cap. ivi. 16. Ma notisi sino a qual segno giunga 17 accecamento di questo re: egli avea cacciati dal regno i inaghi, e g* indovini : adesso, perch Dio non gli d risposta, fa cercare di una maga > come se la consolazione nel le sue inquietezze negatagli da Dio po* tesse Attenerla dal Demonio. Havvi in Endor ec. Questa citt era appi de' monti di (ielboe.

12. Cum autem vi* 'dsset mulier Saninelem, exclamavit voce magna, et dixit ad Saul: Quare imposuist, mihi ? Tu es enim Saul. 13. Dixitque ei rex i Noli timere : quid vidi" sti"* Et ait mulier ad Saul: Deos vidi ascen dentes de terra. .

t a. Ma la donna a vendo veduto apparir Samuele lev un grande strido, e disse a Saul : Perch mi hai tu ingannata ? tu se'Saul. 13. Ma il re disse: Non temere : che hai tu veduto? E la donna disse a Saul : Ho veduti egli dei uscir fuori della terra.

Vers. ii. Fammi apparir Samuele : ovvero Risuscitami Samuele. La negromanzia, cio Parte vanissima d'indovinare, e predire il futuro coi far comparire i morti, si vede usata ne7 secoli pi rmoti. Essa una prova della comune persuasione dell' immortalit dello spirito umano. Ma gran cosa! Sanile volea contro il voler del Signore consultare morto quel Samuele, che egli non avea voluto ascoltare, quando era vivo, e da parte di Dio gli parlava. Vers. 12. Hfa la donna avendo veduto apparir Samuele ec. Prima che la donna potesse dar di mano a' suoi incantesimi, Dio fece apparir Samuele , e questo fu il motivo , pr cui la maga si spaur, e grido. Io mi attengo in questo luogo alla sentenza assai Comune presso i padri, e gl'interpreti, e confermata eziandio uell' Ecclesiastico, cap. XLVI. 3. ff vero Samuele per divina disposizione apparve i e parlo a Sanile , e g' intimo quello che Dio avea decretato coatro di lui ; apparve, dico, non in virt deg* incantesimi di quella donna, i quali non erano ancora fatti, ma perch Dio volle, che dalla bocca di Samuele udisse Saul le minacce degl'imminenti gastighi, co' quali volea punire s le passate iniquit, e s ancora, 1' empiet di lui nel ricorrere alla Pitonssa. Siccome nello stesso punto, in cui Sanile chiese alla donna, che facesse apparir Samuele, nello stesso punto Samuele appar, e la donna piena di paura grid, e disse : Tu sei Sanile ; mi sembra perci molto probabile , che quella essendo informata di tutto quel che era passato tra Saul, e quel profeta, venisse a congetturare , che colui, che la interrogava, era il re. Vers. i3. Ho veduto degli dei uscir fuori ec. Il plurale qui messo pel singolare, come si vede anche da quel che segue : la stessa voce ebrea Elokim* usata a significare il vero Dio, gli dei falsi, gli Angeli, i giudici, i magistrati. Qui la donna vuol dire i

i.^.Dixitqueei\ Qualis estformaejus? Quae aiti p^r senex a&cendit, et ipse amictus_est pallio. EtintellexitSaul quod Samuel esset, et inclinavit se super faciem suam in terra, et adoravit. 15. Dixit autem &amueladSaul: (i) Quare inquietasti me* ut suscitarer ? Et alt S aut : Coarctor nimis: siquidem Phlisthiim pugnant adversum me, et Deus recessit a me, et exaudire me noluit, neque in manu prophetarum, neque per s omnia. Vocavi eg0j$>MtjQS.tendres miM qudfaciam.
(i) Eccl 46. a3.

i4- Ed ei le disse : Come egli fatto ? Disse colei : venuto un vecchio coperto con u mantello. E Saul comprese come quegli era Samuele , e s'inchin colla faccia sino a terra, e lo ador. 15. Ma Samuele disse a Saul : Perch m'inquieti tu,facendomi apparire ? E disse Saul t Io sono in angustie s perocch i Filistei mi han mossa guerra, e Dio si ritirato da ine, e non ha voluto esaudirmi n per mezzo di profeti, n per via d sogni. Ho adunque fatto apparir te perch mi dica quel che ho da fa-

che ha veduto un uomo divino, pieno di Maest , e di grandezza. Da tutto il racconto apparisce , che la donna vide Samuele., ma non ud la sua voce, forse perch Sanile non volle, ch' ella fosse presente, o perch da s stessa ella si ritir. Vedi vers. 21., Stulle ud la voce, ma non vide Samuele. Vers. iS.^Perche m' inquieti ec. Maniera di parlare figurata, ma adattata alle comuni idee degli uomini, i quali credono, che le anime de' defunti possano essere inquietate , allorch si cerca di fargli apparire. Ma forse meglio ancora si dir,, che Samuele voglia dire: Per qual motivo hai tu tentato cosa, la quale uon potrebbe, se non muovermi ad ira , avendo cercalo di farmi per

i6l Et alt Samuel: Quid interrogar me, cum Dominus recesserit a te, et transierit ad aemubim tuum ? 17. Faciet enim tibi Dominus, sicut locutus est in manu meat et scindei regnum tuum de manu tua, et dabit illud proxima tuo David : 18. Quia non obedisti voci Domini% neque f cisti iram furoris ejus in Amateci idcirco quod pateris, fecit tibi Domi" nus hodie. iQ.Etdabit Dominiis etiam Israel tecum in manus Philisthiim : eros autem tu, et filii tui mecum eritis : sed et castra Israel tradet Dominus in manusfliilisthiim.

16. E Samuelc rispose: Per qual motivo consulti me , mentre il Signore si ritirato d te , ed favorevole al tuo rivale ? 17. Perocch il Signore far quello che per mezzo mio ti predisse, e strapper di mano a te il regno , e darallo al tuo prossimo Davidde: 18.Perch tu non hai ubbidito alla voce del Signore, e non facesti quello che 1* ira di lu esigeva contro gli Amaleciti : per questo il Signore ha fatto oggi a t quello che tu patisci. 19. E il Signore d pi dar Israele con te nelle mani de5 Filistei: domane tu , e i tuoi figliuoli sarete con me: e anche il eam po d'Israele dar il Signore in preda a'FUiste.

vie illecite apparire risuscitalo ? Non fu u la maga , n Saul , che fecero apparir Sanati eie, ma Dio ; conluttoci egli vero , che Dio non fece apparir Salimele, se non per punire 1' empiet commessa da Saulle nel ricorrej-e alla Pitonessa. Ho adunque fatto apparir te ec. Vedesi , che Saul cred effetto dell* arte di quella donna l'apparizione di Samuele , da h sempre pi si conosce la sua cecit.

a o. Subitamente cadde Saul per terra disteso : perocch si sbigott alle parole di Sarnuele ed ra senza forze, non avendo preso cib per tutto quel giorno. 21. Ma quella donna torn a trovar Saul, che era turbato altamente, e gli disse : Ecco che la tua serva ha ubbidito alla tua parola, e ho messa in pericolo la mia vita, e ho prestato fede a quel che tu mi hai detto. 22. Adesso adunque ascolta anche tu la voce della tua serva, e ia ti porr davanti un^'pezzo di pane , onde ripigli le forze col mangiare, e possi far tuo viaggio. 26. Ma egli neg , 23. Qui renuit) et ait: Non comedam. Co6ge* disse : Non manger. 1 runt autem eum servi suoi servi per e la donsui> et mulier, et tan- na gli fecero violenza , dem audita voce eorum e finalmente facendo a
Yers.Tg. Domane tu , e i tuoi figliuoli sarete con me. Domane tu, e i tuoi figliuoli sarete tra' morti, sarete nell' altra vita, e nell' altro mondo : lo che non vuol dire , che Saul dovesse trovarsi nello stato , e nel luogo stesso, dove era Samuele, non potandosi dubitare , che Saul mor impenitente , togliendosi da s stesso la vita. Vcrs. 20. * Cadde ... disteso, Ouant' era lungo.

so. Stadmque Saul eecidit porrectus in ter* ram : extimuerat enim verba SamueliS) et robur non erat in eo, quia non comederat panem tota die illa. 21. Ingressa est ita* que mulier illa ad Saul ( conturbatus enim erat falde ), dixitque ad eum : Ecce obedivit andila tua voci tuae, et positi animam meam in manu mea: et audivi sermones tuos, quos locuius es ad me. 22* Hunc igitur audi et tu vocem ancillae tuae^ -et ponam coram te bucceUam panis, ut comedens canvalescas, et possis iter agere.

surrexit de terra, et se modo loro si alz da terra, e si pose a sededit super lectum. re sul letto. 24. Or la donna ave24. Mulier autem illa ~habebatvitulumpascua~ va in casa un vitello di lem in domo, et festina* serbatoio , e and in vit, et accidit eum: tol- fretta, e lo uccise, e pretensquefarinam miscuit sa della farina l impast, e ne fece pane sen* eamt et coxit azyma ; za lievito; 26. E lo pose davan26. Et '. posuit ante Saul,etante srvosejus. ti a Saul e a'suoi servi. Q ui cum comedisserit, Ed eglino mangiato che surrexerunt, et ambu- ebbero si partirono , e laverunt per totam no camminarono tutta notte. ctem illam* C A P O XXIX. Davidde andando co" Filistei a combattere contro Israele, rimandato indietro a Siceleg, temendo i principi, che nella battaglia non si voltasse contro di loro. i. \-/ongregatasunt ergo Philisthiim universa agmina in Aphec: >sed, et Israel castrametatus est super fontem, qui erat in Jezrhel i. VJr tutte quante le schiere de'Filistei si unirono insieme in Aphec t e Israele pose il campo presso alla fonlana , che era a Jezrahel.

Vers. i. In Aphec. Citt differente dall'altra dello stesso nome nella trib di Aser : questa era nella valle di Jezrahel tra i monte Thabor, e il Gelboe.

a. Et satrapae qui" 'dem Pjlisihiim ince* debant in centuriis, et millibus: David autem, etvirrjus erant in novissimo agmine cum Achis. 3. Dixeruntque prn* cipes Philisthiim ad Achis : Quid sibi volunt Heraei isti? Et aitAchis ad principes PkiUsthiim : Num ignoratis David, qui fuit servus Saul regis Israel, et est apud me multis diebus, vel annis, et non inveni in eo quidquam ex die, qua transfugit ad me* usque ad diem hane?
.

tem adversus eumprincipesPhilistTiiim, et di* xerunt ei: "Revertatur vir iste, et sedeat in loco suo, in quo constitui(i) i. Par. 12. 19,

4- ( O T/Yt sunt

au

'

a. E i satrapi de' Filistei andavano colle loro squadre di cento, e mille uomini : ma David, e la sua gente erano nella retroguardia con Achis. 5. E i principi de'Filistei dissero ad Achis : Che fan qui questi Ebrei ? E Achis disse a' principi de'Filis tei: Non conoscete voi David il quale era servo di Saul re d'Israele, e sta presso di me da molti di, o piuttosto anni,. e. non ho avuto da dolermi di - lui dal giorno, in cui si rifuggi presso di me sino a quest'ora ? 4* ^a * principi de* Filistei si sdegnarono contro di lui, e gli dissero : Torni addietro Costui, e se ne stia nel luogo da te asseguato

Vers. 3. Da molti (fi , o piuttsto anni. O bisogna dire, che Acliis esagerasse, e mentisse affin di persuadere i satrapi a fidarsi di David, o bisogna intendere, che David, il quale stette con lui soli quattro mesi, avea passato nel suo paese una parte del precedente anno, e una parte del corrente ; e questa seconda sposiZjone pare accennata nella versione de'LXX,, dove si legg E gi. il fecondo anno , dacch egli e con me.

sti eum, et non descendatnobiscum in praelium, ne fiat nobis adversarius, cum praetiari coeperimus : quomodo enim aliter poterit placare dominum suum, nisi in capitibus nostris* 6. Nonne iste est Da* vd, cui cantabant in choris, dicentes: Per cussit Sul in mifbus suis, et David in decem milibus suis ? 6. Vocavit ergo A* husTDavid, et ait ei\ Vivit Dominus: quia ' rectus es tu, et bonus in conspectu meo: et exltus tuus, et introitus tuus mecum est in ea* s tris i et non inveni in te quidquam mali ex die, qua venisti ad me usque in diem hanc ; sed satrapis non places.

gli, e non venga con noi alla battaglia, affitich non ci si rivolti contro quando vrem cominciata la zuffa: imperocch come potrebb'egl altrimentiracquistar la grazia del signor suo se non a spese delle nostre teste? 5. Non egli costui quel Davidde , di cui cantavasi in mezzo alle danze: Saul ne ha uccisi mille, e David dieci mila ? 6*. Achis pertanto chiam a se David , e gli disse: Viva il Signore: Tu se'uomo retto, e dabbene negli occhi miei : e tu andavi, e venivi nel mio campo senza che io abbia trovato in te alcun difetto dal giorno', in cui venisti a me sino a questo girno : ma i satrapi non ti gradiscono.

Vers. 4- jTorm addietro costui ce. Dio i serve de'suoi nemic p*r tirai1 fuori Davidde da un brutto passo, in <yii tratta vasi o di tlover tirate la spada contro il suo popolo , o di dover tradire- il *e suo ^protettore, e amico. Ed era tempo, che una simile allean4,1 quale potea servire a* nemici di occasione per iscreditarlo , fosse dsiolta.

7- Kevcrtere ergo, et vade in pace\ et non ojfendas oculos satrapo,rum Philisthiim. 8. Dixitque David ad Achs : Quid enim feci, et quid invtnisti in me servo tuo a die, qua fui in conspectu tuo, usque in diem hanc, ut non veniam, et pugnem contra inimicos domini mei regis ? 9. Respondens autem Achis, locutus est ad David : (i) Scio quia bonus es tu in oculis meis, sicut Angelus Deh sed principes Phi listhinorum dixerunt : Non ascendet nobiscum in praelium. 10. Igitur consurge mane tu% et servi domini fui, qui venerunt tecum: et cum de nocte surrexeritiS) et coe-

m!

7.Torna adunque indietro, e va U n e in pace, e non disgustare t satrapi dei Filistei. 8. E David disse ad Achis : ma e che ho fatt'io, e che hai tu trovato in me tuo servo dal giorno ch'io mi presentai al tuo cospetto sino a questo di, onde non debba venire , e non debba combattere contro i nemici del re sgnor mio ? 9. Ma Achis rispose, e disse a David : Io contesso, che tu sei buono negli occhi miei, come un Angelo di Dio : ma i satrapi de'Filistei hanno detto: Egli non verr con noi alla battaglia. 10. Per la qual cosa ai calici i buon'or a tu, ed i servi del tuo signore, che son venuti con te: e alzati che sarete pii'

(i) a. Reg. 14, 17., et 20. Item ig. 17.


Ver s. 7. * E non disgustare. E non offender la vista, Vers. 8. Ma e che ho falC io ec. Mostra di tenersLofleso della diffidenza de* satrapi, e disgustato della .loro risoluzione ; se egli avesse senza pi accettato il partito T avrebbe giustificati i* loro sospetti. ' "

pert dilucescere, per- ma che finisca la notte, andatevene, quando cogite. mincier a schiarirsi il giorno. 11. David pertanto si 11. Surrexit itaque r de nocte David, ipse et lev che era ancor notviri ejus ut proficisce- te, colla sua gente per rentur mane, etreverte partire al mattino, e torrentur ad terram Phili- nare nel paese de* Filisthiim : Phi&sthiim au- stei : e i Filistei andatem ascenderunt in rono a Jezrabel. JezraheL
C A P O

XXX.

In assenza di David, e de* suoi, gli Amalecit a* veano incendiata Sceleg, e portate via le spoglie ; ma David va loro dietro, e li mette a fil , di spada, e ricupera la predat la quale egli spartisce con eguaglianza a1 compagni, anche a quelli, i quali essendo stanchi eran rimasti al bagaglio. i. f 1+*Sumque (i) vei. Allorch David , nissent David, et viri e la sua gente arrivaroejus in Siceleg die [ter- no il terzo * giorno a
(i) i. Par, la. 20.
Vra. JQ. E i servi' del tuo signo f, che son venuti con te. 1 servi di Saul tuo re : imperocch , quantunque David i fosse allontanato dal dominio di Saul per fuggire un' ingiusta, e violenta persecuzione , ei non lasciava di riguardarlo tuttora come suo sovrano : e quanto a' compagni di David, questi non si erano _ ritirati dal loro paese, se nen o per affetto verso Davidde , o costretti dalla povert, e dalla miseria a cercar rifugio presso di lui ; onde tut^a quella schiera conservava 1* amor della patria, e l'ossequio al regnante.

ila, A malecitae impetum fecerant ex parte australi in Siceleg, et percusserant Siceleg, et succenderant eam igni. fi. "Et captivas duxerant mulieres ex ea, a minimo usque ad magnum\ et non interfeterant quemquam, sed secum duxerant, etyergebant itinere suo. 3. Cum ergo venis~ sent David, et viri ejus ad civitatem, et invenissent eam succensam igni, et uxores suas, et filios suoS) etfilias duQtas esse captivas : 4 levaverunt Davdt et populus, qui erat cum eo, voces suas, et planxerunt donec deficerent in eis lacrimae. 6. Siquidem, et duae uxores David captivae ductae fuerant, Achinoam Jezrahelites, et Abitali itxor tfaal CarmelL

Siceleg, gli Amaleciti avean fatto una scorreria dalla parte di mezzod sino a Siceleg , e aveano presa Siceleg e l'aveano incendiata. 2. E avean menate via prigioniere le donne, e i grandi e i piccoli : e non aveano ucciso nissuno, ma li conducevano con seco, e se n'andavano al loro viaggio. 3. Arrivati adunque David, e i suoi alla citt, e trovandola incendiata, e menate via prigioniere le loro mogli, e ifigli,e lefiglie: 4- Alzaron le strda David , e la gente che era con lu, e piansero a caldi occhi. 6. Imperocch anche le due mogli di David erano state fatte prigioniere, Achinoam di Jezrahel, e Abigail vedova di Nabal del CarmeIo.

Vers. i. * E non aveano ucciso nissuno. Ecco come il Sigtibre pone de' limiti alla malizia, ed alle passioni degli uomini, accio la rabbia , o prepotenza delle creature non possa nuocere al; trui, olire quello di'ei lor consente,

6.E4 contristatus est David falde : volebat enim eum populus Lapidare, quia andara erat anima uniuscujusque viri super filiis suist etfiliabus: confortatus est autem David in Do mino Deo suo. 7. Et ait adAbiathar sacerdotem filium^ A* cfiimeleci Applica ad me Ephod. Et applicavit Abiathar Ephod ad David; 8. Et consuluit David Dominum, dicens : Persequar latrunculos hoS) et comprehendam eos, an non ? Dixitque ei Dominus: Persequer&i absque dubio enim comprnendes eost et excuties praedam. Q.Abiit ergo David ipse* et sexcend viri, qui erant cum eo, et ve^ nerunt usque ad torrentem Besor: etlassiqui" dam snbstiterunt.

6. David s afflissc grandemente: perocch il popolo volea lapidarlo , essendo ciascuno a* mareggiato per ragione de'propriifigliuoli,e deJle figlie: ma David si confort nel Signore Dio suo. 7. E disse ad Abiathar sacerdote, figliuolo di Achimelech : Portami l'Ephod. E Abiathar port TKphod a David: 8. E David consult il Signore, e disse : Dar io dietro a que'ladroi ni, e li prender io, o no? E il Signore gli disse: Va dietro a loro: perocch sicuramente li prenderai, e terrai loro la preda. 9. And adunque David, e i secento uomini, che eran con lui, e si avanzafono sino al torrente Besor: ma alcuni si fermarono per la stanchezza.

Vers. 7. Portami P Ephod ec. Vale a dire: Porta qua P Ephod per rivestirtene dinanzi a me , e consultare il Signore. Tale il senso di queste parole per consentimento della massima parte degj'interpreti. E certamente vestirsi dell*Ephod, e consultare il Signore , erano funzioni proprie del sommo sacerdote.

t< Persecuttts est autem David ipse, et quadringenta viri i substiterant enim ducenti^ qui lassi transire non poterunt torrentem Be~ sor. 11. Et invenerunt vi" rumAEgyptiuminagro, et adduxerunt eum ad David : dederuntque ei pdnem^ut comederett et biberet aquam 12. Sed et fragmen massae caricarum, et duas ligaturas uvae passae. Quae cum comedisset, reversus est spiritus ejus, et refacil~ latm est non enim comedripanem, neque biberat aquam tribus diebus et tribus noeti" bus. 13. Dixit itaque ei Davide Cujus es tu? vel unde ? et quo pergis ? Qui ait : Piter .AEgyptius ego sum, ServusviriAmalecitae: dereliquit autem me do-

* ^o. David pertanto tir avanticon quattrocento uomini : perocch rimasero indietro dugento, i quali essendo stanchi noci poterono passare il torrente Besor. 11. E trovarono nella campagna un Egiziano, e lo menarono a David : diedero a colui pane da mangiaret e acqua da bere, 12. E parte di un canestro di fichi e due penzoli di uva passa. E quand'egli ebbe mangiato si riebbe, e si ristor : perocch per tre die tre notti non avea mangiato pane ; n bevuto acqua. __i3._Davfd allora gli disse: Dichi se'tu? e donde ? e dove vai ? Rispose quegli: Io sono schiavo Egiziano, e servo un Amalecital mio padrone mi ha lasciato , per-

Yers. 9. Sino al torrente Besor. Questo torrente si forma delle.acque, che cadono da'monti di Giuda, e va a gettarsi nel mare Mediterraneo presso alla citt di Gaza.

minus meus, quia aegroti&e coepi nudiusterdsr < i4 Siquidem nos eruptmus ad australem plagam Cerethi,et con. tra Judam: et ad meri" diem Caleb, et Siceleg succendimus igni. 15. Dixitque ei David : Potes me ducere ad cuneum istum ? Qui ait'.Jura miMperDeumt quod non occidas me, et non tradas me in manus domini mei, et ego ducamte ad cuneum istum. Et juravit ei David. 16. Qui cum duxisset eum, ecce illidiscumbebant super faciem univeraeterraet comede/ite>$, et bibente,9t et quasi festum celebrantes diem pro cuncta praeda, et spolus? quae ce* perant de terra Philisthiim, et de terra Juda.

ch cominciai ad aver male jeri l'altro. i4* Imperocch noi abbiam fatta una scorreria nella parte meridionale di Ceretbiv e verso Giuda, e al mezzod d Caleb , e abbiamo incendiata Siceleg. io. E David gli disse: /" Puoi tu^eondurmi, dove quella gente? Bisse egli : Giurami per Dio, che non mi ucciderai, e non mi darai nelle mani del mo padrone, e io ti condurr, dove quella gente. R Davidde giur. 16. E quegli avendo a lui fatta la guida, ecco che veggo n coloro sdrajat dappertutto sulla terra, che mangiavano, ebevevano, e quasi celebravano un d festivo per ragion di tutta la preda, e delle spoglie che aveari rau'nate nel paese de'Filistei, e-^ nel paese di Giuda.

VCM. 14. Di Certhi I Cerethei erano Filisti. A mezzod d Caleb. Verso Cariath-arbe, a sia Hebron, e Carith-*epher citt abitate da'posteri di Caleb nella trib di Giuda.

17. Et percussit eos David a vespere use/u ad vesperam alterius dici, et non evasit ex eis quisquam, nisi qua* dringent viri adolescentes, qui ascende" rant camelos, et fugerant. 18. Eruitergo David omnia, quae tulerant Amalecitae, et duas Mxores suas eruit. 19. Nec defuit quid' quam a parvo usque ad magnum tam de filiis, quam de filiabus^ et de spoliis : et quaecumque rapuerant, omnia reduxit David so. 'Et tulit universos greges, et armenia, et minavit ante faciem suam ; dixeruntque : Haec estpraedaDavid, 21. Verni autem David ad ducentos viros, qui lassi substiterant^ nec sequipotuerantDa-

17. E David diede loro addosso da quella sera sino alla sera del d seguente, e nssuno scamp , eccettuati quattrocento giovani, i quali saliron sopra i lor cammelli, e si diedero alla fuga. 18. Ripigli pertanto David tutto quel che avean portato via gli Amaleciti, e liber le sue due mogli. 19. E non manc cosa veruna o piccola , o grande, tanto riguardo a'figliuoli, e alle figliuole, come per riguarda alle spoglie: e David ricondusse tutte le cose che quelli avean portato via. 20. E prese tutti i greggi e tutto il bestiame grosso, e m anelo Ilo avanti a se ; e dissero : Questa la preda d David. 21.E and^David v*rso quei dugento, i quali si eran fermati pella stanchezza,e non avean

Vera. 20. Questa la preda di David. Cosi cantavano i soldati di David, qugli tiessi che poco prima voleau lapidarlo,

vd, et recdere eos jusseratin torrente Besor: qui egressi sunt obviam Davidi et populo, qui e rat cum eo. Accedens autem David ad popufam, sahitavit eos pacifice. 22. Respondensque omnis vir pessimus{ et iniquus, de virisi qui ierant cum David, dixit : quia non venerimi no* bscum non dabimus eis quidquam de prae" da, qu&meruimus : sed sufficiat unicuique uxor $uat et filii : quos cum acceperint, recedant. 2 5. Dixit autem Da vidi Non sic facietis fratres mei de his quae tradidit nobis Dominus> etcu&todivitnoS) et dedii latrunculos > gi eruperant adversum nos, in manus no $ (ras: 24. Nec audiet vos quisquam super sermone hoc : aequa enim pars erit descendentis

potuto seguirlo, e ai quali egli avea ordinato di riposarsi presso al torrente Besor : ed egiino andarono incontro a David, e alla gente che era con lui : e David accostatosi a loro li salut cortesemente. 22. E tutti i tristi, e cattivi uomini del numero, che era andato con David, presero a dire : Siccome eglino non son venuti con noi, non darem loro cosa veruna della prda, che abbia m ripresa: basti a ciascun di loro il riavere la sua moglie, e i figliuoli : e avuti questi se ne vadano. 23. Ma David disse : Non fate, cosi, fratelli miei, riguardo alle cose date a noi dal Signore: egli stato nostro custode , e ha dato nelle nostre mani i ladroni che si era n gettali sopra di noi: , 24. E nissuno vi mener buno questo parlare : perocch eguai porzione avr colui che

ad praelium^ et rema- combatte'nella mischia, nentis ad sarcinas% et e colui che rimane al bagaglio, e divideranno similiter divident. con eguaglianza. 26. da quel d in 26. Etfactum est hoc ex die illa% et deinceps poi fu questo un ponto cons titutum, et praefi- si abilito, e deciso, e quanitum, et quasi lex in si legge in Israele sino Israel usque in diem a questo d. hanc. 26. Venti ergo David 26. E David giunse in Siceleg, et misit do- a Siceleg, e della preda na de praeda seniori' mand doni a' seniori bus Juda proximis suis> di Giuda suoi parenti, dicens : Accipite bene- dicendo: Accattate quedictionem de praeda sta benedizione che parte della preda fatta hostium Domini : sopra i nemici del Signore : 27. His, qui erant in 27. ( Ne mand ) a Betheli etquiin Ramoth quelli ch'erano a Bethel, ad meridiem, et qui in e a quei di Ramoth verso mezzod, e a quelli Jether, di Jethcr. 28. E a quelli di A28. Et qui in Aroer, et qui in Sephamoth, et roer,e a quelli eli Sephamoth, e a quelli di fiqui in Esthamo, stiiamo,

Vers. a5. E da quel rft iti poi fu questo un punto stabilito ce Davidde rinnovo 1' antico costume, il quale divent dipoi legge immutabil presso gli Ebrei, fedi Num. xxxi. 7.7., Jos. xxn. 8. Vers. 26. Mand doni ec. Notisi in questo luogo la liberalit anzi la magnificenza , e insieme il buon cuore di David ; egli fa parte del bene datogli da Dio a tutti quelli ebe aveano ne* suoi affanni contribuito in qualunque modo a Sollevarlo.

29. Et qui in Rachai, et qui in urbibus Jera meel, et qui in urbibus Ceni, 5o. Et qui in Arama, et qui in lacu Asan, et qui in Atach, 31. Et qui in Helron^ et reliquisy qui erant in his locis, in quibus commeratus fuerat David ipset et viri ejus

29. E a quelli di Rachai, e a quelli delle citt di Tetanice], e delle citt di Geni, 30. E a quelli di Arama, e a quelli del lago di Asan, e a quelli di Atach, 31. E a quelli di Hebron, e a tutti quegli altri che stavano ne' luoghi, dove si era trattenuto David colla sua gente.

C A P O XXXI. Il corpo di Sanile ucciso co* suoi figliuoli nella battagliai appeso alle mura di Bethsan, troncatone il capo ; le armi poi nel tempio di Astharoth: ma quelli di Jabes, tolti i corpi di Saul, e de* figliuoli, li seppelliscono vicino a Jabes* 1. Jrhilisthiim autem pugnabant adver* sum Israeli etfugerunt viri Israel ante faciem Philisthiim, et cduerunt interfecd in monte Gelboe. 2. (i) Irrueruntque Philisthiim in S aut, et
(i) i. Par. 18, 3.

1. IVI a i Filistei vennero a battaglia cogl'Israeliti : e gli uomini d'Israele fuggirono dal cospetto de'Filiste, e furono trucidati-sul monte Gelboe. 2. E i Filistei s gettarono contro Saul : a

nfifos eius, et percusserunt Jonatham, et Abinadab, etMehhisua, filios Sani, 3, Totumque pondus praeUi versum est in Sauli et consecuti sunt eum viri sagittarii ; et vulneratus est velie' menter a sagittarii^ 4- (i) Dixitffue Saul ad armigerum suam : Evagina gladium tuumt et percute me : ne forte veniant incircumcisi st^ et interficianf. me itludentes mihi. Et noluit armiger ejus : fuerat enim nimio terrore perterrtus. Arripuit *taque Saul gladum, et irruit super eum.
.(i) i. Par. io. 4-

contro i suoi figliuoli, e ammazzaron Gionata, e Abinadab, e Meichisua figliuoli di Saul, 3. E tutto il forte della battaglia si volse contro di Saul, e lo inseguirono gli arcieri, ed ei rest gravemente ferito da loro. 4. E Saul disse al suo scudiere: Sfodera la tua spada, e uccidimi : affinch sovraggiungendo forse questi incirconcisi, non mi tolgano essi la vita, e mi faccian insulti. E lo scudiere non .volle (farlo): perocch era sbigottito sommamente : allora Saul die' di piglio alla spada ,- e gettovvisi sopra.

Vers. 4- Disse al suo scudiere* Gli Ebrei dicono , che questi era Doeg l'Idumeo. Sani die* di piglio alla spada ec. Cosi Sanile si uccise da -s stesso , onde dee riguardarsi come un' invenzione dell' Amalecita quello che egli racconta, Ob. n. cap. i. E deplorabile al sommo la cecit degli Ebrei, i quali nella luce delle Scritture non videro quello che al solo lume della debole ragione umana sidero, e confessarono i filosofi del Gentilesimo, Piatone, Aristotile , Cicerone , e molti altri, vale a dire, che 1' uomo non padrone della propria vita, che Dio ha posto V uomo in ^questo mondo per istarci insino a tanto che dallo stesso padron comune ordinato siagli di sloggiare per passare a un1 altra vita ; che il darsi la morte , ben lungi dal!' essere argomento di generosit, e

6. Quod cum vidisset armiger ejus, videlicet, quod mortuus esset Saul, irruit etiam ipse super gladium suum, et mortuus est cum eo. 6. Mortuus est erga Saul, et tres filii ejus, et armiger illius, et universi viri ejus in die illa pariter. . 7. ttdents }autem viri Israeli qui erant trans vallem, et trans Jordanem, quod fugissent viri Israelitae, et quod mortuus esset Saul, et filii ejus, reliquerunt civitates suas, et fugerunt : veneruntque Philisthiim, ethaiitaverunt ibi. 8. Facta autem die altera, venerunt Philisthiim, utspoUarentin" terfectos, et invenerunt

6. La qual csa veduta avendo il suo seudiere, cio che Saul era morto, si gett ancor gli sulla sua spada , e flior insieme con lui. 6. Mori adunque Saul, e tre suoi figliuo. li, e il suo scudiere, $ parimente tutti i suoi in quel giorno. 7. Ma veggendo gli uomini d'Israele , che stavan di l dalla valle, e di l dal Giordano, come g' Israeliti s'erano ^ati alla fuga , ed era morto Saul, e i suoi figliuoli, abbandonaron le loro citt, e fuggirono : e i Filistei andarono, e le abitarono. 8.E il d seguente andarono i Filistei a spogliare i morti, e trovaron Saul, e i tre suoi fi-

di fortezza, vera vilt, e fiacchezza di spirito, che cede 1 peo delle ciagure, n sa portare gli affanni, e le avversit con pazienza e coraggio. Gli Ebrei adunque, e sopra tutti lo storico Giuseppe canonizzano per un' azione eroica il suicidio di Sani ; ma la religine la condanna, e ci obbliga a riguardare la fine di questo misero principe come quella di un peccatore impenitente , a cui la morte temporale fu passaggio alla seconda, * jw funesta morte dell'anima. Veggasi s. Agostino%~i*&. i,j?'w. eap. xvu., e xxvui., dove tratta con molta dottrina, ed fopien*a tutto questo argomento, ''<-.",

Sani, et tres filios ejus jacentes in mente Gel* boe. 9. Et praeciderunt caput Saul, et spoliave ruttt eum armist et mi* veruni m terram Philisthinorum per circuitum , ut annuntiaretur in tempio idolorum, et in populis. 10. Etposuerunt arma ejus in tempio A" siharoth : corpus vero ejus suspenderunt in muro Bethsan. 11. (i) Quod cum audissent habitatores Jabe Galaadt quae cumque fecerant Phitisthm S aut, 12. Surrexerunt o* mnes viri fortissimo et ambulaverunt tota noctet et tulerunt cadaver Saul, et cadavera filio* rum ejus,de muro Bethsan-, veneruntque Ja(i) a, fo* M-

glitioli sul monte Gel* boe 9 E troncarono il capo a Saul, e lo spoglia rotto delle sue armi , e mandarono ali' intorno per tutto il paese tei Filistei ad annunciare tal nuova nel tempio degl' idoli, e a tutto il popolo. 10. le armi di lui collocarono nel tempio di Astbaroth;e appesero il suo corpo alle mura di Bethsan. 11. Ma avendo udito gli abitanti di Jabes di Galaad tutto -quello che i Filistei ave an fatto a Saul, 12. Si mossero tutti gli uomini pi valorosi e camminaron tutta notte, e levarono il cadavero di Saul, e i cadaveri de'suoi figliuoli dal* le mura di Bethsan, e se

Vers. t i . Ma avendo udito gti abitanti di Jobes e. Quei di Jabes conservarono memoria, e gratitudine di quello cha *\e fatto Saul per essi. Fedi cap. \i. u.

les Galaa, et combus* ne tornarono a tabe a di G ala ad, e ivi li bruciascruni ea ibi. rono. i3.E preser le loro 13. Et tulerunt ossa eorum, et sepelierunt in ossa e le seppellirono, nemore Jabest et jeju* nel bosco di Jabes, e di nayerunt septem die- giunarono per selle giorni. bus.

FINE DEL 11BRO PRIMO DE

RE.

Vers. 12. L bruciarono. Bruciarono le carni, che erano corrotte e imputridite, e misero a parte le ossa per seppellirle. - Vera*. 13. digiunarono per sette giorni. Il duolo era congiunto ordinariamente col digiuno , e il duplo durava sette giorni, E celi, xxii, 13.

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