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Per l'interpretazione utilizzereremo il metodo ALS (Advanced Life Support) dell'IRC (Italian
Resuscitation Council) che prevede un approccio in cinque passi, modificato (aggiungeremo il 6°
step):
1) Valutare il paziente
2) Valutare l'ossigenazione (pO2)
3) Valutare il pH
4) Valutare l'anidride carbonica (pCO2)
5) Valutare il bicarbonato (HCO3)
6) Valutare il compenso atteso (disturbi semplici e complessi)
1) Valutare il paziente
Le condizioni cliniche del paziente ed il dato anamnestico sono i primi elementi da considerare
prima di cimentarsi nella diagnosi. La presenza di acidosi respiratoria cronica (BPCO) e/o la
presenza di condizioni che si associano ad alcalosi respiratoria cronica (es. gravidanza) sono
elementi necessari al fine di calcolare il compenso corretto. Inoltre, conoscere la storia clinica
del paziente, aiuta nella diagnosi. Ad esempio un paziente che abbia superato una fase di
arresto continuo avrà un'elevata probabilità di avere un'acidosi metabolica lattica mentre un
paziente ventilato eccessivamente potrà presentare una alcalosi respiratoria iatrogena.
2) Valutare l'ossigenazione
Il valore di pO2 è il secondo dato da valutare poichè un paziente ipossiemico non correttamente
trattato andrà incontro a complicanze molto rapidamente. Il valore di pO2 riscontrato deve
essere sempre confrontato con la percentuale di ossigeno che il paziente sta respirando. Per
capire meglio quest'ultima affermazione facciamo un esempio. Consideriamo la seguente emogas
in tre tipologie di pazienti differenti:
Paziente 1: ragazzo di 24 anni che si presenta per sensazione di dispnea. In anamnesi nessuna
patologia di rilievo, non assume farmaci, non farmacoallergia. Presenta ultimamente periodo
stressante (esami universitari). Emogas effettuata in aria ambiente (FiO2 = 21%).
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Paziente 2: donna di 78 anni giunta in Pronto Soccorso per febbre e tosse da alcuni giorni. Al
momento della emogas respirava ossigeno in ventimask 35%.
Paziente 3: ragazzo di 32 anni. Politrauma dinamica maggiore (motociclista sbalzato). L'emogas
viene effettuata con ossigeno in reservoir (FiO2 = 85%).
Il primo passo da fare è valutare il paziente. E' chiaro che il 3° paziente avrà una peggiore
ossigenazione dei tessuti periferici rispetto al 1° paziente nonostante i valori di pO2 siano gli
stessi. A buon senso si capisce, infatti, che avere una pO2 di 85 mmHg respirando in aria
ambiente è molto meglio che avere lo stesso valore respirando ossigeno in alta percentuale. C'è
modo di quantificare questa differenza? Ovviamente sì, mediante il rapporto P/F. Il rapporto
P/F si calcola dividendo la pO2 arteriosa per la FiO2 respirata.
3) Valutare il pH
Il valore di pH normale è compreso tra 7,35 e 7,45 e riflette la concentrazione di acidi [H+] nel
sangue. Mantenere il pH entro questi valori è fondamentale per un corretto funzionamento del
organismo. Gli enzimi, infatti, sono proteine e la conformazione di queste ultime, dalla quale
dipende il corretto funzionamento, è correlato strettamente al valore di pH. Il pH è
detto acido se è inferiore a 7,35 mentre è detto alcalino se è maggiore di 7,45.
[HCO3-]
pH=6,1+ --------------
k x [pCO2]
k è il coefficiente di solubilità della CO2.
Più elevato sarà il valore di HCO3- (numeratore) più alto sarà il valore del pH (alcalosi), mentre
più alto il valore di pCO2 (denominatore) più basso sarà il valore di pH (acidosi). Per gli stessi
motivi matematici, bassi valori di HCO3- causeranno acidosi, mentre bassi valori di pCO2
determineranno alcalosi.
Dal pH capiamo se il paziente è in equilibrio oppure no. Quanto più si discosta tale valore dalla
normalità, tanto più il paziente sarà in condizioni critiche.
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4) Valutare la pCO2
L'anidride carbonica rappresenta il prodotto finale del catabolismo tissutale. Dai tessuti
l'anidride carbonica viene trasportata, all'interno dei globuli rossi, ai polmoni e qui viene
eliminata attraverso la respirazione. La rimozione della CO2 prodotta dipende pertanto dalla
capacità del sangue di arrivare dai tessuti al polmone (portata cardiaca) e dalla capacità del
polmone di eliminare l'anidride carbonica (diffusione e ventilazione).
Se si verifica un accumulo di pCO2, ad esempio per una diminuzione della ventilazione
polmonare, avremo un'acidosi, mentre nel caso contrario si verificherà un'alcalosi. Dal momento
che il responsabile di tale alterazione è il polmone, si parlerà di acidosi o alcalosi respiratoria.
Cerchiamo di capire meglio perchè un accumulo di pCO2 determina acidosi mentre una eccessiva
eliminazione determina alcalosi.
Per fare ciò dobbiamo conoscere l'equazione che regola il sistema tampone dei bicarbonati:
[H+] [HCO3-]
Di fronte ad alterazioni del pH la prima cosa che dobbiamo fare è capire se tale disordine è
dovuto ad un'alterazione dei valori di pCO2, in altre parole dobbiamo capire se il disordine
primario è respiratorio o meno.
- Se il pH è < 7,35 (acidosi) ed i valori di pCO2 sono elevati (> 45 mmHg) ci troviamo di fronte
ad acidosi respiratoria, cioè il disordine primario che ha causato la diminuzione del pH è
l'aumento della CO2.
- Se il pH è > 7,45 (alcalosi) ed i valori di pCO2 sono bassi (< 35 mmHg) ci troviamo di fronte
ad alcalosi respiratoria, cioè il disordine primario che ha causato l'aumento del pH è la
diminuzione della CO2.
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Se una delle due suddette condizioni fosse veritiera e quindi aveste fatto diagnosi di acidosi o
alcalosi respiratoria, saltate il punto 5 e passate al punto 6.
Nel caso in cui fossero, invece, disattese le suddette ipotesi (es pH < 7,35 e pCO2 bassa o pH >
7,45 con pCO2 elevata) passare al punto 5.
5) Valutare l'HCO3-
Il bicarbonato rappresenta il maggior sistema tampone dell'organismo. Il compito di un tampone
è quello di ridurre al minimo le variazioni di [H+]. Una delle maggiori fonti di [H+] deriva dal
catabolismo degli alimenti.
I tamponi rappresentano un mezzo molto efficace, ma temporaneo, per rimuovere gli [H+]
dall'organismo. Perchè un sistema tampone sia efficiente è necessario che sia presente in grande
quantità e che sia rigenerabile ed il bicarbonato presenta entrambe queste caratteristiche.
Se l'eccesso di [H+] non viene eliminato attraverso i sistemi tampone, si lega con le proteine
dell'organismo alterandone la morfologia e quindi la funzione (processo che in tempi più o meno
brevi porta a morte cellulare).
- Se il pH è < 7,35 (acidosi) ed i valori di HCO3- sono bassi (< 22 mEq/l) ci troviamo di fronte
ad acidosi metabolica, cioè il disordine primario che ha causato la diminuzione del pH è una
perdita di bicarbonato (es. diarrea) o un aumento di acidi che consumano il sistema tampone
bicarbonato (es. chetoacidosi diabetica) facendo diminuire la concentrazione di HCO3- sierico.
- Se il pH è > 7,45 (alcalosi) ed i valori di HCO3- sono elevati (> 26 mEq/l) ci troviamo di fronte
ad alcalosi metabolica, cioè il disordine primario che ha causato l'aumento del pH è un aumento
di bicarbonato (es. iatrogeno) oppure una perdita di acidi (es. vomito).
L'alcalosi respiratoria si manifesta quando si verifica una diminuzione della pCO2 e ciò si verifica
in caso di iperventilazione:
- Stimolazione del sistema nervoso centrale (ansia, psicosi, febbre, stroke, infezioni, neoplasia,
trauma, dolore)
- Ipossia (elevate altitudini, polmonite, edema polmonare, anemia severa)
- Farmaci e ormoni (gravidanza/progesterone, salicilati)
- Stimolazione dei recettori toracici (versamento pleurico, insufficienza cardiaca, embolia
polmonare)
- Altre cause (sepsi, insufficienza epatica, iperventilazione meccanica, esposizione al caldo,
recupero di acidosi metabolica).
Per capire se l'acidosi è provocata da un aumento della quota acida o da una perdita di
bicarbonati dobbiamo introdurre il concetto di gap anionico (AG).
Gap anionico letteralmente significa disavanzo anionico, cioè disavanzo di ioni a carica negativa.
Nel nostro organismo le cariche positive (cationi) devono essere uguali a quelle negative (anioni)
per mantenere l'elettroneutralità. Le principali cariche positive sono date dal sodio (Na+) e dal
potassio (K+) mentre le principali cariche negative sono date dal cloro (Cl-) e dal bicarbonato
(HCO3-).
Se nel soggetto sano proviamo a sottrarre gli anioni ai cationi ci accorgiamo che il risultato non è
zero, come ci si potrebbe aspettare.
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AG = Cationi - Anioni = (Na + K) - (Cl + HCO3) = (140 + 4) - (104+25) = 15 (vn < 12-16)
(alcuni Autori preferiscono non considerare il potassio, in questo caso considerare il valore
normale di AG = 12)
Il valore di AG rappresenta la quota di anioni che normalmente non vengono misurati negli esami
sierici (proteine, solfati, fosfati). Se tali valori fossero misurati la differenza tra cationi e anioni
sarebbe zero.
Se l'acidosi è provocata da un aumento della quota acida, l'acido aggiunto si dissocia in [H+] e
nel suo anione corrispondente [A-]. Lo ione idrogeno reagisce con il tampone bicarbonato [HCO3]
riducendone così la quantità e l'anione [A-] ne prende il posto garantendo così
l'elettroneutralità. Un esempio pratico è dato dall'acidosi lattica.
Ipossia --> Acido Lattico = [H+] + [Lattato-] --> HCO3 + [H+] + [Lattato-] = H2O + CO2+ [Lattato-]
Assumiamo di aggiungere una quota di lattato in grado di ridurre HCO3- dal valore normale di 25
mEq/l a 15 mEq/l. La riduzione di HCO3 si farà sentire nell'equazione del calcolo dell'AG:
AG = Cationi - Anioni = (Na + K) - (Cl + HCO3) = (140 + 4) - (104+15) = 25 (vn < 12-16)
AG = Cationi - Anioni = (Na + K) - (Cl + HCO3) = (140 + 4) - (114+15) = 15 (vn < 12-16)
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CASI CLINICI
Caso Clinico 1
Uomo di circa 30 anni trovato privo di coscienza in un parco, in prossimità del paziente veniva
rilevato un laccio emostatico ed una siringa da insulina. Obiettivamente sono presenti multipli
segni di venipuntura a livello degli avambracci. Non evidenti segni di traumatismo. PA 90/60. FC
(frequenza cardiaca): 65/min. FR (frequenza respiratoria): 7/min. SaO2 94% (Reservoir FiO2
85%). GCS 10/15 (e2v2m5).
1 step: come sta il paziente? Il paziente è in uno stato di coma verosimilmente secondario a
dosaggio eccessivo di oppiacei. Non possono essere escluse altre sostanze di abuso concomitanti
(alcool, benzodiazepine, altro). Non sono presenti segni di traumatismo. La funzione cardiaca e
respiratoria sono depresse. Mi attendo bassi valori di pO2 e alti valori di pCO2 secondari ad
ipoventilazione centrale da intossicazione di oppiacei.
Viene effettuata un'emogas in saletta emergenza (ossigenoterapia in corso con reservoir, FiO2
85%):
pH = 7,22
pO2 = 85 mmHg
PCO2 = 70 mmHg
HCO3 = 28 mEq/l
SaO2 = 94%
2 step: valutare pO2. Ad una prima occhiata sia i valori di pO2 che di
saturazione sembrano nella norma. In realtà il paziente sta respirando ossigeno ad alto flusso e
per capire l'eventuale presenza di insufficienza respiratoria è necessario valutare il P/F.
P/F = 85/0,85 = 100 (vn > 300) è presente una grave insufficienza respiratoria che deve essere
risolta in tempi brevi.
4 step: valutare la pCO2. E' presente un incremento dei valori di pCO2 poichè il valore
riscontrato è > 45 mmHg. Il disturbo primario è un'acidosi respiratoria. Saltiamo direttamente al
punto 6.
5 step: valutare i valori di HCO3. Non necessario al momento poichè è già stata trovata la causa
del disturbo primario.
Caso Clinico 2
Paziente di 78 anni affetto da BPCO severa (diagnosticata con spirometria) seguito in ambiente
pneumologico in terapia con broncodilatatori per via inalatoria e cortisonici per via inalatoria e
per os. Si reca in Pronto Soccorso per dolore toracico di tipo puntorio che aumenta con i colpi di
tosse. Riferisce di essere caduto a terra 10 giorni fa riportando trauma del costato. All'obiettività
lieve dolenzia a livello della 5 costa dx, non si avvertono scrosci. PA 120/80. FC 70/r. SaO2 91%.
FR 14/min. L'ECG è nella norma.
1 step: come sta il paziente? Il paziente presenta una toracoalgia aspecifica verosimilmente
secondaria a frattura/infrazione costale. Le condizioni cliniche sono buone, la frequenza
respiratoria nella norma e saturimetria nei limiti inferiori verosimilmente in rapporto alla
condizione nota di BPCO. Ci aspettiamo i segni di una possibile ipoventilazione antalgica
secondaria al trauma. Essendo passati 10 giorni il rene dovrebbe aver già instaurato un buon
compenso.
2 step: valutare pO2. I valori di pO2 e di saturazione sono ai limiti inferiori della norma. Il P/F
risulta lievemente diminuito:
Il paziente potrebbe giovarsi di ossigenoterapia a basso flusso (i.e. occhialini 1-2 l/min) anche
se, in considerazione della patologia di base e dei valori di pCO2, anche un approccio più
consevativo è probabilmente più sicuro.
4 step: valutare la pCO2. E' presente un incremento dei valori di pCO2 poichè il valore
riscontrato è > 45 mmHg. Il disturbo primario è un'acidosi respiratoria. Saltiamo direttamente al
punto 6.
5 step: valutare i valori di HCO3. Non necessario al momento poichè è già stata trovata la causa
del disturbo primario.
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6 step: valutare il compenso atteso. La pCO2 è incrementata di 40 mmHg rispetto al valore
medio (80 - 40 = 40). Ci attendiamo un aumento di 1 mEq/l x 4 = 4 mEq/l del HCO3 rispetto al
suo valore medio (si utilizza come riferimento 25 mEq/L) in caso di disturbo acuto poichè la
pCO2 è aumentata di 4 volte 10. Ci aspettiamo un incremento di 3,5 x 4 = 14 mEq/l se il disturbo
è cronico.
Valore HCO3 atteso in acuto: 25 + 4 = 29 mEq
Valore HCO3 atteso in cronico: 25 + 14 = 39 mEq/l
Confrontando con il nostro valore (39 mEq) possiamo fare diagnosi di disturbo semplice: ACIDOSI
RESPIRATORIA CRONICA
Caso Clinico 3
Paziente di 20 anni condotta in Pronto Soccorso per evidente stato di agitazione. Non assume
farmaci. Storia di ansia nota da qualche mese. Le mani appaiono chiuse ed i polsi flessi, la
paziente riferisce di non riuscirle ad aprire. E' poco disposta al dialogo, piange ed urla ed è
presente evidente stato di agitazione. PA 150/90, FC 120/min (ritmo sinusale all'ECG), FR
30/min, SaO2 100% (AA, Aria Ambiente).
1 step: come sta la paziente? La paziente è probabilmente affetta da crisi acuta d'ansia con
iperventilazione secondaria (sospetto rafforzato dalla presenza di "mani ad ostetrico" tipiche di
tale alterazione. Ci aspettiamo valori alti di pO2 e bassi valori di pCO2 in relazione ad un
aumento della ventilazione. Potrebbe coesistere un'intossicazione volontaria sovrapposta (es.
stupefacenti eccitanti o alcool) che in questo momento non è possibile indagare.
pH = 7,64
pO2 = 120 mmHg
PCO2 = 20 mmHg
HCO3 = 21 mEq/l
SaO2 = 100 %
2 step: valutare pO2. I valori di pO2 e di saturazione sono nettamente aumentati. Il P/F risulta
elevato:
4 step: valutare la pCO2. E' presente una diminuzione dei valori di pCO2 poichè il valore
10
riscontrato è < 35 mmHg. Il disturbo primario è un'alcalosi respiratoria. Saltiamo direttamente al
punto 6.
5 step: valutare i valori di HCO3. Non necessario al momento poichè è già stata trovata la causa
del disturbo primario.
6 step: valutare il compenso atteso. La pCO2 è diminuita di 20 mmHg rispetto al valore medio
(40 - 20 = 20). Ci attendiamo una diminuzione di 2 mEq/l x 2 = 4 mEq/l del HCO3 rispetto al suo
valore medio (si utilizza come riferimento 25 mEq/L) in caso di disturbo acuto poichè la pCO2 è
diminuita di 2 volte 10. Ci aspettiamo una diminuzione di 5 x 2 = 10 mEq/l se il disturbo è
cronico.
Valore HCO3 atteso in acuto: 25 - 4 = 21 mEq
Valore HCO3 atteso in cronico: 25 - 10 = 15 mEq/l
Confrontando con il nostro valore (21 mEq) possiamo fare diagnosi di disturbo
semplice: ALCALOSI RESPIRATORIA ACUTA
DECORSO CLINICO: Si invita la paziente a respirare all'interno di un guanto per ottenere un re-
breathing dell'anidride carbonica al fine di riportarla a valori ottimali. La paziente si divincola
affermando di sentirsi soffocare. Viene reperito un accesso venoso e somministrato DIAZEPAM 10
mg in soluzione fisiologica 100 ml per via endovenosa che determina sedazione e
normalizzazione dei valori di emogas nel giro di 20-30 minuti. Al risveglio la paziente conferma
di aver avuto una crisi d'ansia in seguito a diverbio con il fidanzato. Riferisce di essere in cura da
uno psicanalista e nega assunzione di sostanze stupefacenti. Dopo un periodo di osservazione
viene dimessa ed inviata al Centro di Salute Mentale di appartenenza territoriale.
Caso Clinico 4
Paziente di 27 anni, primigravida alla 32ma settimana, condotta in Pronto Soccorso per
ipotensione ed astenia. Non assume farmaci. Da qualche giorno si alimenta poco per nausea.
Asintomatica al momento della visita, obiettività nella norma. PA 90/60, FC 95/min (ritmo
sinusale all'ECG), FR 23/min, SaO2 97% (AA, Aria Ambiente).
1 step: come sta la paziente? Il quadro della paziente non è chiaro, è ipotesa e lievemente
tachicardica. Ciò potrebbe essere legato unicamente alla disidratazione e alla ipoalimentazione,
ma potrebbe sottendere anche cause più importanti come un sanguinamento occulto. Per tale
motivo si opta per un'emogasanalisi al fine di ottenere un dato rapido di emoglobina (valore che
si ottiene di routine nei moderni emogasanalizzatori)
pH = 7,47
pO2 = 87 mmHg
PCO2 = 28 mmHg
HCO3 = 19 mEq/l
SaO2 = 97 %
Hb = 12,9 g/dl
2 step: valutare pO2. I valori di pO2 e di saturazione sono nella norma, come pure il P/F
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P/F = 87/0,21 = 414 (vn > 300)
4 step: valutare la pCO2. E' presente una diminuzione dei valori di pCO2 poichè il valore
riscontrato è < 35 mmHg. Il disturbo primario è un'alcalosi respiratoria. Saltiamo direttamente al
punto 6.
5 step: valutare i valori di HCO3. Non necessario al momento poichè è già stata trovata la causa
del disturbo primario.
6 step: valutare il compenso atteso. La pCO2 è diminuita di 12 mmHg rispetto al valore medio
(40 - 28 = 12). Ci attendiamo una diminuzione di 2 mEq/l x 1,2 = 2,4 mEq/l del HCO3 in caso di
disturbo acuto poichè la pCO2 è diminuita di 1,2 volte 10. Ci aspettiamo una diminuzione di 5 x
1,2 = 6 mEq/l se il disturbo è cronico.
Le pazienti gravide sono un ottimo esempio di alcalosi respiratoria cronica che è determinata
dagli effetti del progesterone che stimola la ventilazione minuto.
DECORSO CLINICO: Viene effettuata una visita ginecologica (con eco transvaginale) risultata
nella norma. La paziente viene trattenuta in osservazione breve e trattata con infusione di
soluzione fisiologica attraverso la quale si è assistito ad un incremento dei valori pressori ed una
diminuzione della frequenza e remissione della sintomatologia. Il controllo dell'emoglobina dopo
12 ore era stabile. La paziente viene dimessa.
Caso Clinico 5
Uomo di 21 anni condotto dall'ambulanza in Pronto Soccorso per febbre associata ad
obnubilazione. In anamnesi nulla di rilevante, i familiari riferiscono che nell'ultimo periodo
beveva molta acqua ed urinava spesso ma che tale stranezza era migliorata con la comparsa
della febbre. Condotto poichè dormiva troppo e non si svegliava. PA 90/60. FC: 115/min. FR:
37/min. SaO2 99%. GCS 10/15 (e2v2m5).
1 step: come sta il paziente? Il paziente è in uno stato di coma di ndd (non definita diagnosi),
anche se la riferita presenza di poliuria e polidipsia fa considerare l'ipotesi di un diabete
all'esordio precipitato dalla febbre. Per la presenza di febbre e obnubilazione del sensorio viene
prontamente ricercata ed esclusa rigidità nucale per escludere il sospetto di meningite. E'
presente una marcata iperventilazione che conferma il sospetto clinico di chetoacidosi con
iperventilazione secondaria.
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pH = 7,17
pO2 = 96 mmHg
PCO2 = 17 mmHg
HCO3 = 6 mEq/l
SaO2 = 100%
2 step: valutare pO2. I valori di pO2 che di saturazione sono nella norma/modicamente
aumentati
4 step: valutare la pCO2. E' presente una diminuzione dei valori di pCO2 che non giustifica
l'acidosi (durante un'acidosi respiratoria la pCO2 deve aumentare).
Si passa quindi allo step successivo.
5 step: valutare i valori di HCO3. E' presente una diminuzione dei valori di HCO3 che giustifica
l'acidosi. Il disturbo primario è un acidosi metabolica.
6 step: valutare il compenso atteso. L'HCO3 è diminuito di 19 mEq rispetto al valore medio (25
- 6 =19). Ci attendiamo una diminuzione di 1,2 x 19 = 22,8 (circa 29) mmHg di pCO2 rispetto al
suo valore medio. A differenza dei disturbi respiratori, nei disturbi metabolici (sia acidosi che
alcalosi) è previsto un compenso unico, non esiste il compenso acuto e cronico.
Confrontando con il nostro valore (17 mEq) possiamo fare diagnosi di disturbo semplice: ACIDOSI
METABOLICA
Il passaggio successivo consiste nel calcolare il GAP Anionico (AG). In questo paziente i valori
degli elettroliti sono i seguenti: Na = 145 mEq/L, K = 6 mEq/l, Cl = 95 mg/dl.
DECORSO CLINICO: Il paziente viene trattato mediante infusione generosa di soluzione fisiologica
ed insulina rapida in infusione continua per via endovenosa monitorando i valori di potassio e di
glicemia. Si ricovera in un reparto medico per prosecuzione delle cure.
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Caso Clinico 6
Paziente di 32 anni, viene in Pronto Soccorso per vomito incoercibile da circa 2 giorni. Cute e
mucose sono secche. PA 90/60, FC 95/min, SaO2 92 (aa), FR 10/min.
1 step: come sta il paziente?: il paziente presenta vomito ripetuto, i parametri emodinamici
sono nella norma, la frequenza respiratoria è bassa e la saturazione non così brillante per una
persona di 32 anni.
Viene effettuata un’emogasanalisi arteriosa in aria ambiente.
pH = 7,53
pO2 = 62 mmHg
pCO2 = 46,5 mmHg
HCO3 = 38 mEq/l
SaO2 92%
2 Step: valutare l’ossigeno. Il paziente presenta valori di ossigenazione ai limiti inferiori della
norma. Calcolando il P/F otterremo i seguenti valori:
P/F = 62 / 0.21 = 295 (vn > 300).
Il paziente presenta una lieve insufficienza respiratoria, come confermato dai valori di P/F.
4 Step: valutare la pCO2. I valori di pCO2 sono lievemente aumentati (vn 35-45) pertanto tale
alterazioni non può essere la responsabile del disturbo primario (con un aumento di pCO2 ci si
attende una acidosi non un’alcalosi).
5 Step: valutare HCO3. I valori di HCO3 sono aumentati (vn 22-26) che giustifica la presenza di
un pH alcalino: tale alterazione è responsabile del disturbo primario. Ci troviamo di fronte, cioè,
ad un’ALCALOSI METABOLICA
6 Step: calcolare il compenso atteso. Per ogni aumento di 1 mEq/l di HCO3 rispetto al suo
valore medio (25 mEq/l) ci attendiamo un aumento di pCO2 pari a 0,5 mmHg rispetto al suo
valore medio (40 mmHg). Il bicarbonato è aumentato di 13 mEq (38-25=13) pertanto ci
attendiamo, in caso di disturbo semplice, un aumento della pCO2 di 6,5 mmHg (13x0,5) rispetto
al suo valore medio e cioè 46,5 mmHg (40+6,5). Confrontando tale valore atteso con la nostra
emogas ci accorgiamo che i due dati combaciano e poniamo diagnosi di ALCALOSI METABOLICA
SEMPLICE
DECORSO CLINICO
Il paziente viene reidratato con 2000 ml di soluzione fisiologica (NaCl 0,9%) con reintegro della
volemia e normalizzazione del pH. La presenza di cloro in tale soluzione infatti determina la
perdita di bicarbonato a livello renale per garantire elettroneutralità. E’ importante ricordare
che l’ipoventilazione compensatoria, atta a ridurre l’eliminazione della pCO2 per contrastare
l’alcalosi metabolica, non può spingersi mai oltre i livelli che inducono ipossia. Tale alterazione,
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infatti, determina uno stimolo alla ventilazione più forte rispetto a quello provocato
dall’alcalosi.
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Disturbi complessi
Caso 1
L'approccio è il medesimo in 6 step. Per comodità non ripeteremo ogni singolo passaggio ma ci
limiteremo ad una sintesi.
pH = 7,24
pO2 = 44 mmHg
pCO2 = 28 mmHg
HCO3 = 12 mmol/L
SaO2 = 82%
Il pH è acido ed i bassi valori di pCO2 non giustificano tale acidosi che è invece giustificata dai
bassi valori di HCO3. Il disturbo primario è un acidosi metabolica. L'HCO3 è ridotto di 13 mEq
rispetto al valore normale (25-12 = 13). Ci attendiamo una diminuzione compensatoria della
pCO2 di 13 x 1,2 = 15,6 mmHg e cioè 40 - 15,6 = 24,4 mmHg. Il valore di pCO2 riscontrato (28
mmHg) è più alto del valore atteso (24,4): l'organismo non è, pertanto, in grado di eliminare
pCO2 a sufficienza per compensare l'acidosi metabolica. Ciò si verifica perchè è presente una
quota di acidosi respiratoria sovrapposta.
CONCLUSIONI: acidosi metabolica con acidosi respiratoria sovrapposta. Viene effettuata una
radiografia del torace che documenta la presenza di focolaio broncopneumonico bilaterale (che
giustifica l'acidosi respiratoria ipossiemica) mentre dagli esami laboratoristici si evidenzia
scompenso glicemico con chetonuria che giustifica l'acidosi metabolica.
Caso 2
Paziente di 72 anni affetto da BPCO in O2 terapia domiciliare a basso flusso. Da 3-4 giorni
aumento dell'espettorato con peggioramento della dispnea.
pH = 7,19
pO2 = 50 mmHg
PCO2 = 90 mmHg
HCO3 = 33 mEq/l
SaO2 = 88 %
Il pH è acido e gli alti valori di pCO2 lo giustificano, il disturbo primario è un'acidosi repiratoria.
Il valore atteso di HCO3 in acuto è 30 mEq mentre in cronico è 42,5 (vedete le sezioni precedenti
per i calcoli).
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Il valore di HCO3 riscontrato (33 mEq/l) è in mezzo a questi due valori. Le possibilià, in questo
paziente, sono 2: o ci troviamo di fronte ad un acidosi respiratoria cronica con riacutizzazione
(acidosi respiratoria acuta su cronica) oppure siamo di fronte ad un acidosi respiratoria cronica
associata a acidosi metabolica (che abbassa ulteriormente i valori di HCO3 attesi nel disturbo
cronico). Il dato anamnestico (tosse produttiva negli ultimi giorni) ci orienta verso la prima
ipotesi.
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