Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
10
AERCO
Associazione Emiliano-Romagnola Cori
RIVISTA “FARCORO”
ORGANO DELL’ ASSOCIAZIONE EMILIANO-ROMAGNOLA CORI (AERCO)
COMITATO DI REDAZIONE
Niccolò Paganini, Giovanni Acciai, Luca Buzzavi, Cristian Gentilini, Michele Napolitano
SOMMARIO
Presentazione, 3
Introduzione, 7
© AERCO – 2016
Tutti i diritti riservati / All rights reserved
Vietata per legge la riproduzione / Any unauthorized reproduction is prohibited by law
1
2
Presentazione
"Ci auto-inganniamo sempre a causa di questo maledetto orgoglio! Ma là, bene in fondo,
sotto la superficie della coscienza, una voce dolce e sommessa ci dice che qualcosa è
stonato… "
Tra tutti gli incubi che possono disturbare il sonno di un direttore di coro, quello relativo
alla sezione di apertura del Coro dei Pellegrini dal Tannhäuser di Richard Wagner è
sicuramente il peggiore. "Non c'è nessuno di noi in grado di dirigere o di ascoltare quel
brano senza avvertire quella forte tensione dovuta all’ansia dell’eventuale disastro sonoro
che potrebbe capitare dopo ogni battuta trascorsa…..", dice spesso un mio amico
americano, affermato direttore di coro. Il brutto sogno comincia dopo pochi secondi
dall’inizio, durante la lenta ed intensa introduzione che Wagner ha concepito per coro
maschile a cappella, quando la forza delle armonie virili spesso trascina gradualmente,
ma inevitabilmente, il suono verso il basso, come una registrazione eseguita dal
grammofono a manovella nei suoi spasimi sonori finali. Quando finalmente l'orchestra
entra, dopo circa due minuti, i muscoli del direttore sono tesi come le corde dell’arpa del
Tannhäuser, perché Wagner non avrebbe mai preso in considerazione che questa sezione
della sua opera potesse essere eseguita in tonalità multiple e differenti!
La voce umana è tra gli strumenti più flessibili. Le nostre voci possono variare
l’intonazione senza nessun vincolo ed effettuare le opportune regolazioni nel bel mezzo
di un’esecuzione senza doversi riaccordare come avviene per la maggior parte degli altri
strumenti. Eppure l’intonazione è senza dubbio uno dei problemi più noti e diffusi che
affrontano i cantanti. Poche persone veramente si accorgono quando un corista canta in
tono. Viceversa una pessima intonazione può svuotare una sala da concerto.
Ecco allora che il libro di Pier Paolo Scattolin si pone come mirabile compendio per
ovviare a queste lacune. Attraverso una serie di esercizi e ad un selezionato repertorio
didattico il coro acquisirà quell’intonazione che lo renderà sicuro e gradevole all’ascolto.
Usate il libro per trovare la soluzione più appropriata al problema. Il rimedio c’è,
ovviamente, anche se a volte il cammino sembra difficile e la meta lontana. Del resto i
latini, che erano saggi, usavano dire: per aspera sic itur ad astra!
Andrea Angelini
Presidente AERCO
3
INDICE DEI CAPITOLI
4
Esercizi a quattro voci
5
6
1. Introduzione
Questo libro di esercizi nasce dalla necessità nella pratica corale di sviluppare in
ciascun cantore la percezione acustica e l’emissione intonata della propria voce in
relazione al coro, cioè ad un contesto sonoro che è formato da più persone ed in cui
ciascun cantore si deve inserire per dare il proprio contributo in maniera corretta,
equilibrata ed efficace.
Per utilizzare al meglio questi esercizi occorre che i cantori parallelamente sviluppino
un buon livello di tecnica dell’emissione vocale attraverso una corretta respirazione e
impostazione timbrico-vocale, argomenti che non fanno parte della presente
trattazione.
E’ affidato a ciascun direttore la scelta, la possibilità di variare e quindi anche di
inventare esercizi a seconda delle caratteristiche del coro, del repertorio e degli
obiettivi tecnici che il coro si prefigge: questo manuale può essere utilizzato dal
direttore come un promemoria degli argomenti tecnici per sviluppare una metodica
prassi didattica sull’intonazione e la lettura corale.
Accanto agli esercizi ho inserito una serie di esempi musicali tratti, in genere, dal
repertorio corale più conosciuto e differenti per stile, epoca storica e provenienza
culturale: ho cercato di individuare (a puro scopo metodologico) un piccolo repertorio
musicale che abbia un forte valore propedeutico e didattico, in modo che
l’intonazione e lo sviluppo dello studio tecnico possa essere effettuato, proficuamente
e parallelamente all’esercizio, assieme alla lettura di alcuni frammenti di
composizioni d’autore: alcune di queste, studiate per intero e utilizzate in forma
graduale con un iter mirato, possono concorrere a costruire le basi del percorso
tecnico del coro; ogni direttore può individuare e scegliere le composizioni a seconda
delle necessità vocali e stilistiche del proprio coro.
Uno dei problemi musicali più delicati nell’attività corale è l’inserimento del cantore
in un contesto di uniformità rispetto all’emissione vocale e alla frequenza sonora della
propria sezione che è chiamata ad esprimersi armonicamente con le altre sezioni
corali.
Questi esercizi possono essere adoperati indipendentemente dal sistema intonativo
prescelto, per esempio quello temperato o quello naturale: essi, nello svilupparsi degli
argomenti, nella gradualità delle sovrapposizioni delle linee polifoniche e nella
modularità del loro uso, indicano una metodologia di studio, un percorso che aiuti il
coro a superare di volta in volta i problemi che il cantare a cappella comporta, come la
tenuta dell’intonazione ed il corretto rapporto fra le sezioni.
La modularità fra gli esercizi di una medesima sezione e l’interfacciabilità fra quelli a
due, tre e quattro voci sono alcune delle caratteristiche metodologiche di questo libro:
non è dunque necessario un percorso unidirezionale, soprattutto quando il coro ha già
una sua configurazione tecnica.
7
PIER PAOLO SCATTOLIN – Esercizi a due voci
Diverso è anche l’utilizzo che il direttore ne può fare: alcuni esercizi si prestano per
un breve riscaldamento, perché lì si sviluppa maggiormente il senso del “vocalizzo”.
Altri esercizi sono utilizzabili solo per uno studio tecnico dell’intonazione degli
intervalli, altri ancora per un momento di gioco o divertimento. Gli esempi musicali
tratti dal repertorio possono invece costituire la base per lo sviluppo di un repertorio
che il direttore individua come utile e appropriato alla situazione tecnica del coro.
Il direttore può utilizzare il materiale didattico anche per sviluppare gradualmente la
capacità di lettura dei cantori. Gli esercizi infatti possono essere utilizzati con
opportune trasformazioni ed elaborazioni per lo studio della lettura ritmica e per lo
sviluppo della prima vista. Anche in questo caso sarà il direttore a scegliere se
affidarsi ad un metodo in particolare o avviare subito alla lettura diretta dei simboli
notazionali. L’importante è riuscire a legare la percezione sonora di ascolto e di
emissione all’elemento della scrittura, alla visualizzazione scritta di un fenomeno
sonoro. Inizialmente può essere più facile ed immediato esercitare la lettura nella
tonalità di Do e collegare mnemonicamente il salto al nome delle note, principio
utilizzato in alcuni conosciuti e diffusi metodi come quelli di Kodaly e di Goitre.
Compete al direttore sciogliere ritmicamente gli esercizi per attivare la lettura non
solo sotto il profilo degli intervalli, ma anche dei valori e delle durate.
La lettura ritmica può essere esercitata sia sugli esercizi, sia sui frammenti dei brani
proposti negli esempi e anche su tutta la composizione.
*
Il libro quindi nasce anche con l’intento di sviluppare nel direttore, oltre che un
metodo di prova, anche la fantasia, assai importante per risolvere i problemi
“quotidiani” che ogni brano musicale crea; è necessario e doveroso nei confronti dei
cantori che il direttore si prepari, nello studio che precede la prova, ad organizzare e
poi eventualmente a saper efficacemente improvvisare la risoluzione dei problemi
tecnici che nella pratica del “farcoro” continuamente nascono.
La presenza di esempi musicali ha la funzione di calare gli esercizi proposti nella
pratica del repertorio corale: essi sono sono per un lato una sintesi degli argomenti
tecnici che il coro si trova ad affrontare nello studio del repertorio e dei vari stili di
scrittura, per un altro lato mostrano come un direttore possa esercitare il coro
direttamente sui brani musicali deliberatamente scelti per indirizzare lo studio corale
su un itinerario che faccia crescere con consapevolezza musicale ed estetica i cantori.
Gli esercizi si dividono principalmente e progressivamente secondo il numero delle
voci, divisi in tre sezioni secondo il numero delle parti vocali che svolgono tale
studio.
Nell’impostazione dell’esercizio si è cercato che i temi tecnici, divisi per capitoli,
fossero affrontati da ogni sezione vocale, per cui il medesimo esercizio in molti casi
appare ripetuto tante volte quante sono le parti polifoniche oppure suggerito nelle
“modalità esecutive”, che aiutano il direttore ad impostare lo studio. Inoltre è affidata
al direttore la definizione della tonalità in cui svolgere gli esercizi, i loro sviluppi e le
integrazioni necessarie per far esercitare tutte le sezioni sull’argomento didattico
proposto.
Negli esercizi a due voci è dedicato molto spazio al problema dell’unisono di sezione.
Alcuni esercizi a due voci si ritrovano anche in quelli a tre voci e quattro voci, con le
opportune modificazioni e integrazioni.
Si vuole con questo metodo dare alla sovrapposizione “polifonica” un percorso di
gradualità, che parte dalla convinzione e dalla constatazione che troppe volte ci
facciamo prendere dalla voglia di utilizzare se non addirittura esordire con grandi e
8
1. Introduzione
9
PIER PAOLO SCATTOLIN – Esercizi a due voci
Diventa quindi importante come il direttore sceglie il repertorio, che non solo deve
corrispondere alle posssibilità tecniche e alle caratteristiche vocali, culturali e di
ambiente del coro, ma che deve contenere un percorso che immetta gradualmente
temi tecnici ed espressivi nuovi e possibilmente sempre più impegnativi; occorre
gradualmente spostare sempre più in là l’orizzonte musicale senza che vi siano strappi
o tensioni innaturali.
Il direttore, anche nel momento del cosiddetto riscaldamento, può utilizzare quel
tempo non per i banali vocalizzi basati su schemi che rimangono inalterati di prova in
prova, ma per immettere temi tecnici, per preparare il coro ad affrontare nuovi
passaggi, aggiungendo gradualmente nuovi elementi: se all’inizio queste novità
possono sembrare difficoltose ai cantori, col tempo diventano un bagaglio tecnico
acquisito e a disposizione per superare gli ostacoli che ogni brano musicale, anche
quello più semplice, contiene o nasconde.
Avvertenza.
La numerazione degli esercizi consiste di tre numeri: il primo è il numero del capitolo
in cui si trova e che corrisponde al numero delle voci cui è rivolto specificamente il
capitolo. Il secondo numero indica la sezione del capitolo. Infine il terzo numero
indica il numero progressivo all’interno della sezione; per esempio l’esercizio 2.3.5
indica che è il quinto esercizio della sezione 3 del capitolo 2.
Quando appare anche una lettera minuscola (a,b,c etc.) significa che il medesimo
esercizio ha un’ulteriore elaborazione.
La numerazione degli esempi musicali è indicata con due numeri: il primo è il
numero progressivo generale, il secondo corrisponde alla sezione in cui si trova.
Gli esercizi, salvo indicazione diversa o presenza di testo, si intendono eseguiti
“vocalizzando”.
10
2.1 L’unisono della sezione
Lo studio dell’unisono in questi esercizi è diretto sia alle sezioni di voci pari sia a
quelle dispari e ha per obiettivo la ricerca da parte dei cantori di alcuni parametri
tecnici che d’ora in poi, per brevità, chiameremo “fondamentali”:
1. la collocazione di ciascun cantore nella medesima prestabilita frequenza;
2. la pronuncia delle vocali e delle consonanti col medesimo atteggiamento;
3. la rotazione delle vocali;
4. il sincronismo ritmico di alcune semplici figurazioni (le suddivisioni binarie e
ternarie, la nota col punto);
5. gli esercizi ritmici con alcune consonanti.
Per esercitare il coro a sintonizzarsi su una medesima frequenza il direttore può
sfruttare il fenomeno acustico del “battimento”, che è l’indicatore delle eventuali
difformità rispetto ad una frequenza scelta come base per l’esercizio.
Un primo passo per rendere consapevole il singolo cantore e la sezione di essere
all’unisono è proprio quello di ascoltare, anche smettendo di cantare per un breve
momento, cioè con l’ascolto passivo del cantore, per cogliere la presenza o meno di
questo fenomeno e giudicare con l’ascolto attivo, cioè cantando, se la posizione del
proprio suono emesso è in linea con quello della sezione; ovviamente il direttore deve
controllare se la sezione tiene la frequenza correttamente o se ha qualche oscillazione.
In pratica questo semplicissimo esercizio è l’inizio di un lungo e preciso cammino
nella pratica di ear training che riguarda lo sviluppo delle capacità percettive e di
emissione di ciascun cantore, quello che in termini semplici chiamiamo appunto
educazione dell’“orecchio”.
Questi esercizi dunque utilizzano il fenomeno del “battimento” come strumento di
controllo sia dell’intonazione della medesima sezione (“unisono di sezione”), sia
dell’intonazione di due o più sezioni.
E’ consigliabile, in genere, che inizialmente si tenga a lungo il medesimo suono nelle
posizioni centrali dei registri, per sviluppare successivamente e gradualmente le zone
lontane più acute e basse. In alcuni esercizi le sezioni maschili di tenore e basso per
poter cantare nel registro centrale della propria voce devono leggere la loro parte
un’ottava sotto.
11
PIER PAOLO SCATTOLIN – Esercizi a due voci
Es. 2.1.1
soprano o tenore
voce 1 &c Ó ˙ Ó ˙ Ó ˙ w w w
&c w Ó Ó Ó
contralto o basso
voce 2 w w ˙ ˙ ˙
vocalizzando
Modalità esecutiva:
1. questo stesso esercizio può essere utilizzato con ritornello per impostare correttamente ciascun
suono vocalico, tenendo conto per esempio che la lingua italiana distingue per le vocali E- O due
posizioni differenti dell’apparato modificatorio della bocca: aperta e chiusa. Si può iniziare dalla vocale
A, perché al centro del ciclo, che a puro scopo didattico, possiamo individuare nella successione dalle
vocali chiare a quelle scure: I-E-A-O-U. Nella stessa maniera si utilizzeranno anche suoni vocalici
caratteristici di altre lingue o di espressioni dialettali.
2. riguardo al parametro della dinamica, si può partire una prima volta dalla sonorità di mf per
raggiungere col diminuendo il pp; una seconda volta si può partire dal mp per raggiungere col
crescendo il ff. In seguito si può eseguire tutta la gamma iniziando per esempio dal p per raggiungere a
metà dell’esercizio il f e ritornare alla fine col p.
Il prossimo esercizio è il medesimo del precedente, ma per coro misto; tutte le voci
femminili sono riunite in un unico suono, altrettanto quelle maschili: le due sezioni
sono a distanza di ottava, ma l’orecchio di ciascuna sezione percepisce l’altra alla
medesima altezza di registro.
C’è un’altro aspetto cui è necessario che il direttore faccia attenzione nel fare gli
esercizi 2.1.1 e 2.1.2: il primo richiede l’unisono delle voci femminili o di quelle
maschili, il secondo, dal momento che le voci femminili si collocano a distanza di
ottava, è il primo esercizio armonico che il coro compie.
Osservazione. E’ basilare che i cosiddetti intervalli consonanti “perfetti” come
l’ottava e la quinta risultino impostati con sicurezza e consapevolezza all’orecchio di
ciascun cantore.
Es. 2.1.2
?c w w w ˙ ˙ Ó ˙
vocalizzando
tenore e basso Ó Ó
Modalità esecutiva: per questo esercizio si possono seguire le medesime indicazioni dell’esercizio
precedente (2.1.1).
Uno dei temi tecnici più importanti è il timbro del coro, che dipende oltre che dal
colore di ciascuna voce, anche dalla corretta impostazione delle vocali e dal preciso
sincronismo nei movimenti che determinano il passaggio da un suono vocalico
all’altro.
12
2.2 Gli intervalli
progressione e del canone è una efficace risorsa per creare sempre nuovi esercizi che
preparino il coro allo studio melodico e alla lettura del repertorio che esca dal contesto
tonale.
In quest’esempo musicale tratto dal Gloria (batt. 54-55) della “Missa brevis” di Knut
Nystedt si trovano i salti consecutivi di quarta eccedente e quinta diminuita
discendenti e distribuiti in una linea melodica discendente di un’ottava:
Ex. 15.2
j 3 œ
Vc ‰ œ œ
J œ j j j 4 ‰ J
œ œ œ œ œ
voce 1
F Quo f tuœ
?c ‰ œ œ œ j j j 3 œ ‰ J
- ni - am tu so - lus San - ctus,
voce 2 J J œ œ œ 4 œ
Qua - ni - am tu so - lus San - ctus, tu
Nella seconda battuta dell’esempio c’è un salto di nona che può a sua volta diventare
elemento di esercitazione.5
Nel prossimo esercizio gli intervalli melodici di terza maggiore della voce 1
rimangono inalterati per tutta la progressione; occorre fare attenzione anche
all’intervallo discendente di seconda maggiore fra il terzo e quarto suono, poiché
anch’esso non è percepito all’interno della scala tonale di Do magg..
In realtà solo la voce 2 percorre intervalli di seconda (maggiore e minore) nella scala
tonale. La prima nota di ogni battuta risulta un unisono fra le due voci: è utile
fermarsi, anche per poco tempo, per constatarne l’esattezza.
Es. 2.2.34
6 #œ œ
voce 1 &4
œ œ œ #œ œ
#œ œ #œ œ #œ #œ œ #œ #œ #œ #œ
6
&4 w. w.
w.
voce 2
& œ #œ #œ #œ œ œ #œ #œ #œ œ œ œ #œ œ #œ œ œ
4
œ
v1
& w. w. w.
v2
5
La composizione originale è quattro voci: le due voci femminili raddoppiano all’ottava superiore le
sezioni maschili.
33
PIER PAOLO SCATTOLIN – Esercizi a due voci
Es. 2.2.35
5
&4 #œ #œ #œ œ œ #˙
œ œ œ #œ œ ˙ œ
voce 1
f p f p f f p f p f
5
&4
w œ w œ w œ
voce 2
& œ œ #œ #œ #œ #œ #œ #œ œ œ #˙
4
˙ œ
v1
f p f p f f p f p f
v2 & w œ w œ w œ
Es. 2.2.36
L’esercizio precedente può essere elaborato mettendo delle pause al posto del suono,
in modo che il cantore possa prepararsi a compiere il salto “cantandosi dentro la nota
mancante”.
Successivamente il salto (di terza maggiore o di quarta eccedente) può essere
raggiunto senza la pausa.
5 Œ #œ #œ Œ
&4 #œ #œ #˙
œ œ œ œ ˙ œ
voce 1
f p p f f p p f
5
&4
w œ w œ w œ
voce 2
Œ Œ #œ #œ Œ Œ
4
& #œ #œ #˙
œ œ ˙ œ
v1
f p f f p f
&
w œ w œ w œ
v2
34
PIER PAOLO SCATTOLIN – Esercizi a due voci
sesto grado della scala: nel confronto fra la scala maggiore e quella minore si aprono
altri due due punti di differenziazione cromatica: il cambiamento del settimo grado,
cioè la sensibile che nella scala minore risulta bemollizzata e il passaggio dal sesto al
quinto grado della scala, che nel tono minore si trasforma in un intervallo di un
semitono rispetto al tono della scala maggiore.
Si introducono così altri momenti di differenziazione, che aumentano la capacità di
reazione del cantore nel momento della lettura delle alterazioni (in questo caso
discendenti).
Anche per quest’esercizio valgono le modalità esecutive del precedente.
Es. 2.7.2
&c œ œ œ œ œ œ ˙ ˙ œ œ œ œ œ ˙
œ œ œ bœ œ œ œ
voce 1
&c œ
w w œ œ œ œ œœ œ w w
voce 2
& ˙ bœ bœ œ œ bœ œ œ œ nœ œ œ œ bœ bœ œ œ nœ œ bœ œ ˙
7
v1
& œ bœ œ œ bœ œ œ n˙ b˙ n˙ b˙
œ ˙ ˙ ˙ ˙
v2
Es. 2.7.3a
&c bœ nœ w
voce 1
w œ #œ œ #œ œ #œ #œ œ bœ nœ
˙ ˙ w
&c ˙ #˙ #˙ #˙
˙ ˙
voce 2
& œ bœ œ bœ œ #œ #œ nœ #œ nœ #œ nœ w
v1
&˙ ˙ b˙ #˙ #˙ ˙ ˙ ˙
v2
52
2.7 I movimenti cromatici
Es. 2.7.3b
˙ ˙ w
voce 1 &c ˙ ˙ ˙ #˙ #˙ #˙
&c w bœ nœ w
voce 2
œ #œ œ #œ œ #œ #œ œ bœ nœ
&˙ ˙ bœ #œ #˙
6
v1
#˙ ˙ ˙ ˙
v2 & œ bœ œ bœ œ #œ #œ nœ #œ nœ #œ nœ w
Il prossimo esercizio, riprendendo arpeggi già utilizzati in esercizi precedenti,
prosegue nel raccordare il cromatismo del terzo grado con quello del secondo, come
ulteriore propagazione discendente dell’andamento semitonale.
Modalità esecutiva: alternare le sezioni delle due linee melodiche, in quanto ognuna di esse contiene un
“tema” didattico specifico.
Es. 2.7.4.
&c œ œ ˙ ˙
œ œ œ œ bœ œ bw nw b˙ n˙
voce 1
&c œœ œ œ b˙ ˙
w w œ bœ œ nœ b˙ ˙
voce 2
voce 1 & c œ œ œ œ œ bœ œ œ ˙ ˙ ˙ b˙ œ nœ bœ nœ w
&c œ œ œ œ b˙
w w œ bœ œ nœ œ bœ w
voce 2
Il prossimo esercizio utilizza il cromatismo nel passaggio anche dal quinto al sesto
grado della scala.
Es. 2.7.6
voce 1 &c œ œ œ bœ œ œ œ œ ˙. bœ
voce 2 &c w w œ bœ œ bœ
& œ œ n˙ œ bœ nœ œ œ œ bœ nœ bœ nœ ˙
4
v1
& œ nœ œ ˙
œ bœ œ œ bœ nœ œ ˙ ˙ ˙
v2
53
PIER PAOLO SCATTOLIN – Esercizi a due voci
68
3.1 L’unisono della sezione
Osservazione. Come negli esercizi a due voci, in alcuni casi le sezioni sono indicate
genericamente come voce 1, voce 2, voce 3, perché a seconda dell’organico e delle ragioni per
cui si effettua l’esercizio possono essere attribuite a varie voci con un semplice adeguamento
della chiave o una trasposizione delle note (o della tonalità): per esempio la voce 1 per soprano o
contralto (S/A), la voce 2 per contralto o tenore (A/T), la voce 3 per tenore o basso (T/B) etc.
Es. 3.1.1
v1 &c Ó ˙ Ó ˙ Ó ˙ ˙ Ó ˙ Ó ˙ Ó w w w
v2 &c ˙ Ó ˙ Ó ˙ Ó w w w Ó ˙ Ó ˙ Ó ˙
v3 &c w w w Ó ˙ Ó ˙ Ó ˙ ˙ Ó ˙ Ó ˙ Ó
Modalità esecutiva:
1. l’esercizio è scritto nelle chiavi di violino e quindi per voci pari femminili, ma può essere eseguito
all’ottava inferiore dalle voci maschili da sole e poi concomitantemente da voci maschili e femminili per lo
studio dell’intervallo di ottava fra le due sezioni;
2. si può impostare il medesimo esercizio salendo progressivamente di semitono fino ad una quinta e al
contrario scendendo sempre con progressione di semitono;
3. è consigliabile iniziare con l’uso della medesima vocale nelle tre sezioni e successivamente proseguire lo
sviluppo dell’uniformità impostativa delle vocali e del parametro della dinamica avviati negli esercizi a due
voci;15
4. l’esercizio sul cambio delle vocali può essere accompagnato da osservazioni sull’apparato modificatorio
della bocca, come la lingua, la mascella e anche la posizione della laringe con le variazioni di assetto a
seconda del suono vocalico prodotto.
14
vedi Parte I, cap. 2.1, p. 11.
15
vedi Parte I, esercizio 2.1.1, p. 12.
69
3.4 Le progressioni tonali
Es.3.4.2
&c œ ˙ œ œ ˙ œ w œ ˙ œ œ ˙
soprano
v1 œ
&c ˙
contralto o tenore
v2
˙ ˙ ˙ w ˙ ˙ ˙ ˙
w
?c œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ
tenore o basso
v3
Es. 3.4.3
&c œ œ œ œ w
œ œ œ œ
œ œ œ œ
soprano o contralto
v1 œ œ œ œ
&c
contralto o tenore
œ ˙ œ œ ˙ œ w œ ˙ œ œ ˙
v2
œ
?c ˙ ˙ ˙ ˙ w ˙ ˙ ˙
tenore o basso
v3 ˙
Es. 3.4.4
˙ ˙ ˙ w ˙ ˙ ˙
&c ˙ ˙
soprano
v1
&c œ œ œ œ w
œ œ œ œ
œ œ œ œ
contralto
v2 œ œ œ œ
?c œ œ ˙
œ ˙ w
basso
v3
œ ˙ œ œ œ ˙ œ
Es. 3.4.5
soprano o contralto
v1 &c œ ˙ œ œ ˙ œ w œ ˙ œ œ ˙ œ
contralto o tenore
&c œ w œ ˙
œ ˙ œ œ ˙ œ œ ˙
v2
œ
w
œ œ œ œ
?c œ œ œ œ
tenore o basso œ œ œ œ œ œ œ œ
v3
95
PIER PAOLO SCATTOLIN – Esercizi a tre voci
Es. 3.4.6
œ ˙ œ w
soprano o contralto
v1 &c œ ˙ œ œ ˙ œ œ ˙ œ
ww
contralto o tenore
&c œ œ
œ œ œ œ
œ œ œ œ œ w) œ ˙ œ œ ˙
v2
œ
(
œ œ ˙ œ w œ œ œ œ œ œ
?c œ ˙ œ œ
tenore o basso
v3
I prossimi tre esercizi (Es. 3.4.7-9) contengono progressioni nel modo minore.
Es. 3.4.7
b œ ˙ œ w œ ˙
&bb c œ ˙ nœ nœ œ ˙
soprano
v1 œ
b
&bb c ˙
contralto o tenore
v2
˙ ˙ ˙ w ˙ ˙ ˙ ˙
w
? bb c œ œ œ œ œ œ œ nœ nœ œ œ œ œ œ œ œ
tenore o basso
v3
b
Es. 3.4.8
b w
&bb c œ œ œ œ œ œ œ nœ
nœ œ œ œ
soprano o contralto
v1 œ œ œ œ
b
&bb c
contralto o tenore
œ ˙ nœ œ ˙ œ w œ ˙ nœ œ ˙
v2
œ
? bb c ˙ ˙ ˙ ˙ w ˙ ˙ ˙
tenore o basso
v3
b ˙
Es. 3.4.9
b ˙ ˙ ˙ w ˙ ˙ ˙
&bb c ˙ ˙
soprano
v1
b ww )
&bb c œ œ œ œ œ œ œ nœ
nœ œ œ œ
contralto
v2 ( œ œ œ œ
? bb c œ œ œ ˙
basso
v3
b ˙ nœ œ ˙ w nœ œ ˙ œ
Nota esecutiva: trasportando di un’ottava superiore la voce 3 anche i tenori possono cantare agevolmente.
Osservazione.
L’esercizio di tutte le sezioni anche nelle note estreme (gravi o acute) del registro assieme alla
sezione per la quale tali note sono più naturali è un efficace modo per “allungare” la tessitura di
ciascun cantore.
96
3.8 Il cromatismo
Es. 3.8.3
v1 & c ( ww ) w w w w w w
&c œ œ # œ œ # œ œ #œ œ œ œ bœ œ bœ œ bœ œ œ bœ
œ #œ œ #œ œ bœ w
v2
&c
w w w w w w w
v3
Modalità esecutiva: la nota tenuta della prima voce può essere sostituita con Sol3 (nell’esercizio è fra
parentesi), in modo che la nota pedale sia posta a metà strada circa del percorso cromatico della voce 2.
Es. 3.8.4
v2 &c w w w w w w w
œ w
v3
? c œbœ œ bœ œ bœ œ œ bœ œbœ œ #œ œ#œ œ œ #œ œ #œ œ #œ œ
Modalità esecutiva: quest’esercizio può essere cantato con varie disposizioni delle voci: S-A-TB, SA-T-B,
S-AT-B.
Es. 3.8.5
&c œ # œ œ œ # œ œ # œ œ # œ œ œ œb œ œ b œ œ b œ œ œ bœ œ bœ w
œ #œ
v1
v2 V c œ œbœ œ bœ œ bœ œ œ b œ œ b œ œ # œ œ# œ œ œ # œ œ # œ œ # œ œ
w
v3
?c w w w w w w w
Modalità esecutiva: quest’esercizio può essere cantato con varie disposizioni delle voci: SA-T-B; S-A
(all’ottava superiore)-TB.
Es. 3.8.6
&c
w w w w w w w
v1
121
PIER PAOLO SCATTOLIN – Esercizi a quattro voci
Ex. 67.4
Ú 72
b œœœ œ œ œ œ.
Soprano & b b 24 œJ œJ œJ œJ œ œ œ œ œ œ.
J
œ œ J J J
Pa-ter no-ster qui es in coe - lis, san - cti - fi-ce-tur no-men tu - um:
b j j j j
Contralto & b b 24 œj œj œj œj œ œ œ œ œ œ. œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ.
Pa-ter no-ster qui es in coe - lis, san - cti - fi-ce-tur no-men tu - um:
b œ œ. œ œ n œjœ œj n œ n œ n œ # œ .
Tenore V b b 24 œJ œJ œJ œJ œ œ œ œ J J
Pa-ter no-ster qui es in coe - lis, san - cti - fi-ce-tur no-men tu - um:
? b b 24 œj œj œj œj œ œ œ œ œ œ. œ œ j j
œ œ œ œ œ œ œJ œ .
Basso b J
Pa-ter no-ster qui es in coe - lis, san - cti - fi-ce-tur no-men tu - um:
Ex. 68.4
Osservazione.
Nella batt. 2 l’accordo di La magg. (che contiene il Do♯ in T) è molto vicino a quello di Do
magg. (che invece ha il Do in B ed S), e sono collegati dall’accordo di Sol magg.. Nella
batt. 6 il primo accordo ha un Re♯ in T e tramite l’accordo di Mi min. si collega all’accordo
di Si magg. che ha un Re♯ in A. Similmente si verifica (con l’alterazione della nota Do) a
batt. 18 fra le triadi di Do magg. del primo accordo e la triade di La magg. del terzo accordo.
Nella batt. 8 l’accordo di Si magg. ha un Re♯ in T e tramite l’accordo di La magg. si collega
a batt. 9 all’accordo di Re magg. in primo rivolto col Re in S e T. Nella batt. 21 abbiamo
due casi di alterazione: nel primo caso il primo accordo ha un Sol♯ in A e B e tramite
l’accordo di La min. si collega all’accordo di Mi magg. col Sol♯ in S. Nel secondo caso la
triade di La min., tramite l’accordo di Mi magg., si collega con la triade di La magg. con
l’alterazione ascendente del Do in T. Un caso di alterazione discendente si trova a batt. 14-
15 col cambiamento dalla triade maggiore a quella minore con l’alterazione del Sol♯ a Sol
in A.
5
Libro delle laudi spirituali, Roma 1589, attribuito a Giovanni De Macque.
144
4.2 Le cadenze
#˙ ˙ #w N˙ b˙ w N˙ ˙ w
S &
A & ˙ ˙ w b˙ ˙ bw ˙ ˙ w
˙ #˙ w b˙ ˙ bw ˙ ˙ w
T V
? ˙ w b˙ b˙ bw ˙ ˙ w
B ˙
I prossimi tre esercizi sono nella tonalità di Do min.. Anche in questo caso è possibile
impostare la ripetizione con una progressione di semitono ascendente e poi
discendente.
Es. 4.2.2a
Soprano & b˙ ˙ bw ˙ #˙ w ˙ ˙ w
& ˙ w #˙ #˙ #w ˙ #˙ w
n˙
Contralto
Tenore V ˙ ˙ w #˙ ˙ #w ˙ ˙ w
? ˙ w #˙ #˙ #w ˙ w
Basso
˙ ˙
S & b˙ ˙ w ˙ ˙ w ˙ #˙ w b˙ ˙ bw
A & b˙ ˙ bw ˙ #˙ w #˙ #˙ #w ˙ n˙ w
T V b˙ ˙ bw ˙ ˙ w #˙ ˙ #w ˙ ˙ w
B
? b˙ b˙ bw ˙ ˙ w #˙ #˙ #w ˙ ˙ w
167
PIER PAOLO SCATTOLIN – Esercizi a quattro voci
Es. 4.2.2b
˙ #˙ w
Soprano & ˙ n˙ w #˙ #˙ #w
Contralto & b˙ ˙ bw N˙ #˙ w ˙ ˙ w
Tenore V ˙ ˙ w #˙ ˙ #w ˙ ˙ w
? ˙ w #˙ #˙ #w ˙ w
Basso
˙ ˙
b˙ ˙ bw ˙ #˙ w #˙ #˙ #w N˙ n˙ w
S &
A & b˙ ˙ w ˙ ˙ w ˙ #˙ w b˙ ˙ bw
T V b˙ ˙ bw ˙ ˙ w #˙ ˙ #w N˙ ˙ w
B
? b˙ b˙ bw ˙ ˙ w #˙ #˙ #w N˙ ˙ w
b˙ ˙ bw
4.2.2c
b˙ ˙ bw N˙ #˙ w ˙ ˙ w
Soprano &
Contralto & ˙ ˙ w #˙ ˙ #w ˙ ˙ w b˙ ˙ bw
˙ #˙ w b˙ ˙ bw
Tenore V ˙ n˙ w #˙ #˙ #w
? ˙ w #˙ #˙ #w ˙ ˙ w b˙ b˙ bw
Basso
˙
(segue)
168
4.2 Le cadenze
˙ ˙ w ˙ #˙ w b˙ ˙ bw
S &
A &˙ ˙ w #˙ ˙ #w ˙ N˙ w
˙ #˙ w #˙ #˙ #w N˙ n˙ w
T V
?˙ w #˙ #˙ #w N˙ N˙ w
B ˙
Es. 4.2.3
S &˙ ˙ w ˙ ˙ w ˙ ˙ w ˙ ˙ w
A &˙ ˙ w b˙ ˙ w ˙ ˙ w b˙ ˙ bw
T V˙ ˙ w ˙ ˙ w ˙ ˙ w ˙ ˙ w
B
?˙ ˙ w ˙ ˙ bw ˙ ˙ w ˙ ˙ w
169
PIER PAOLO SCATTOLIN – Esercizi a quattro voci
4.4 Le modulazioni
Es. 4.4.1a
In quest’esempio si
S &œ œ œ œ w studia il passaggio da
un accordo di Do
maggiore a quello di
&œ œ œ œ œ ˙
La minore, usando
œ
A
l’alterazione di una
nota (Sol♯) che funge
T Vœ œ ˙ œ #œ ˙ da sensibile di La
min., come una nuova
œ
tonalità e mantenendo
?œ œ œ œ
œ ˙
B
una nota in comune ai
due accordi.
Nel prossimo esempio tratto dal corale O Mensch, bewein’ dein’ Sünde gross (BWV
402) di J.S. Bach la modulazione è fra le tonalità di Si♭magg. e Sol min..
Ex. 70.4
b œ œ œ U
S &bb œ œ œ œ œ
U
trüg' un - ser Sün - den schwe - re Bürd'
A & bbb œ œ œ œ nœ œ œ nœ œ
Uœ
trüg' un - ser Sün - den schwe - re Bürd'
b
T Vb b œ œ œ œ œ œ œ œ
œ nœ bœ Uœ
trüg' un - ser Sün - den schwe - re Bürd'
? bb œ. œ œ #œ
B b J
trüg' un - ser Sün - - - den schwe - re Bürd'
188
4.4 Le modulazioni
Es. 4.4.1b
b
S & b b œ ˙. w In quest’esercizio il passaggio al
rispettivo tono minore avviene con con
b due accordi di dominante, il primo
A &bb ˙ ˙ w
tendente a modulare al secondo grado
superiore e che si collega (cadenza
b
evitata) al secondo accordo di dominante
T Vb b œ œ ˙ w che definisce il relativo tono minore
rispetto a quella della tonalità di
partenza.
? bb œ n˙ w
B b nœ
Es. 4.4.1c
In quest’esempio si S &œ ˙ œ ˙ ˙ w
studia il passaggio da
un accordo di La min.
a quello di Do magg. A &œ ˙ œ œ ˙ ˙ w
ottenuto mediante
l’annullamento della
sensibile (Sol♯ nella
parte del tenore) con
T V œ #œ œ œ œ œ œ ˙ n˙ w
l’utilizzo al suo posto
del Sol che si trova ? œ œ œ œ ˙ w
nella scala minore B œ ˙
naturale.
Es. 4.4.1d
La stessa modulazione si può presentare con altre e diverse posizioni accordali o
“rivolti”.
œ w
S &œ œ ˙ œ #œ ˙ œ ˙
&w œ œ ˙ œ #œ ˙
œ œ ˙
A
˙ œ œ ˙ w œ œ ˙
T V œ #œ
?œ w œ #œ ˙
B œ ˙ œ œ ˙
189
4.5 Le progressioni modulanti
Es. 4.5.3a12
b Nœ œ œ œ bœ
S &bb œ œ œœ œœ œ˙ bw œ œ œ ˙ w
b j
& b b œ . œ œ . œj œ œœ j
œœ œ˙ œ nœ nœ œ . œ ˙ w
A
w
b œ œ œœ bœ
T Vb b œ œ œ œœœœ w œ œ œœ
œ œ nœ ˙ w
? b œ œœ œ bw œ. œœ. œ œ
B bb nœ nœ œ œ œ ˙ J J œ œ
˙
w
œ . œ œ . œj
Es. 4.5.3b
b b œ œ ˙
& œ
œ nœ#œ œ œ œ œ J œœ œ œœ w
œ ˙
S
b
& b œœ œ ˙ œ œ œ œ œ œœ
bœ œ œ w
œ œ œ nœ ˙
A
˙
b b œœœ . j œ œ œ œ œ w œ
T V œ œ œ œ œ œ nœ #œ œ . œj œ œ b œ w
? b œ œœ œ œ œ œ œ bœ œ . j w œ nœ bœ œ œ w
B b œ œœ œ ˙
Gli esercizi 4.5.2a-3b sono divisi in due sezioni: nella seconda sezione alcuni settori
vocali si scambiano la parte.
12
Come il precedente anche quest’esercizio è tratto dal corale O Mensch, bewein’ dein’ Sünde gross
(BWV 402) di J.S. Bach, batt. 2-4.
211
PIER PAOLO SCATTOLIN – Esercizi a quattro voci
Ex. 77.4
Soprano &C W w
Ó ˙ ˙ #˙ w ˙ #˙ w w
Plan - ge, plan - ge qua - - si vir - go,
&C W #w
Ó
˙ ˙ #˙ w ˙ n˙ w
w
Contralto
Tenore VC W w Ó ˙ ˙ ˙ w ˙ ˙ #w w
Plan - ge, plan - ge qua - - si vir - go,
?C W Ó ˙ ˙ ˙ w ˙ ˙ w
Basso
w w
Plan - ge, plan - ge qua - - si vir - go,
Un brano molto utile per lo sviluppo della tecnica cromatica e delle dissonanze con
uso di progressioni è O sacrum convivium! di Olivier Messiaen.
Ex. 78.4
#### # . œ œ j dim.
(Lent et expressif) (battre les croches)
9
# #œ nœ #œ œ œ ˙ œ. b œ œ n œ
Soprano & J œ nœ œ ˙ œ
F mens im-ple - tur gra - ti - a, mens im-ple - tur gra - ti - a. O
# ## # j
& # # œ . œ œ nœ j
dim.
Contralto œ œ ˙ bœ . œ œ bœ bœ œ b˙ œ
F mens im-ple - tur gra - ti - a, mens im-ple - tur gra - ti - a. O
#### # j j dim.
Tenore V # œ . œ œ #œ aœ œ ˙ nœ . œ œ n œ nœ #œ ˙ œ
F mens im-ple - tur gra - ti - a, mens im-ple - tur gra - ti - a. O
? #### # œ . œ œ œ j j dim.
Basso
# œ œ ˙ bœ . œ œ œ bœ œ n˙ œ
F mens im-ple - tur gra - ti - a, mens im-ple - tur gra - ti - a. O
# # #
& # ## nœ #œ œ n˙ nœ . nœ nœ . nœ n˙ .
13
S
n˙ . aœ . ‹œ œ œ
π
sa - crum, sa - crum, sa - crum, sa - crum, O sa - crum con -
#### #
& #
nœ . N˙ nœ . bœ nœ . bœ n˙ . ˙. #œ . œ œ œ
A
πO sa - crum con -
#### #
sa - crum, sa - crum, sa - crum, sa - crum,
V # aœ . ˙ nœ .
13
œ nœ . œ n˙ . ˙. œ. œ œ œ
T
π
sa - crum, sa - crum, sa - crum, sa - crum, O
sa - crum con -
? #### #
# nœ . a˙ nœ . œ nœ . œ #˙ .
13
˙. œ. œ œ œ
B
π
sa - crum, sa - crum, sa - crum, sa - crum, O
sa - crum con -
212
PIER PAOLO SCATTOLIN – Esercizi a quattro voci
> >
Soprano I
(ƒ)
qui tol - lis pec - ca - ta, pec - ca - ta mun - di,
3 > 2 >
& 4 ˙. ˙ œ œ ˙
# >œ >œ bœ bœ œ 4 œ œ
>œ > > >
Soprano II
3
& 4 ˙. ˙ œ œ ˙ ˙. bœ bœ nœ 4
>
Contralto I
3 bœ 2 œ œbœ œ
& 4 ˙. ˙ œ œ ˙ ˙. ˙ 4
>> >
Contralto II
3 ˙. ˙.
Tenore I V 4 ˙. ˙. 4
(ƒ)
2 œ b >œ >œ # >œ
qui tol - lis pec - ca - ta, pec - ca - ta mun-di,
3 ˙. ˙. ˙. œ ˙ bœ œ œ
Tenore II V 4 ˙. ˙. ˙. œ 4
(ƒ) > œ bœ ˙
? 3 >œ >œ >œ b >œ b >œ n >œ >œ # >œ # œ œ œ œ œb >œ
pec - ca - ta pec - ca - ta mun-di,
J J J J 4 nœ
Basso II 4
(ƒ)
qui tol - lis pec - ca - ta, qui tol - lis pec - ca - ta, pec - ca-ta, pec - ca - ta mun-di,
Nel brano O bone Jesu, op. 37 di J. Brahms sono presenti dinamiche differenziate
nelle sezioni in un andamento sostanzialmente omoritmico delle parti.
Ex. 88.4
w œ œ œ œ ˙
Moderato espressivo
Soprano I &b C ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ œ œ
p O bo - ne Je - su, o bo - ne Je - su,
&b C Ó ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ œ œ œ œ ˙
Soprano II w
πO bo - ne Je - su,
po bo - ne Je - su,
Contralto I &b C ˙ ˙ ˙ ˙ w ˙ ˙ œ œ œ œ ˙ œ œ
pO bo - ne Je - su, o bo - ne Je - su,
&b C Ó ˙ ˙ ˙ ˙
˙ w ˙ œbo - neœ Jeœ œ- su,˙
Contralto II
πO bo - ne Je - su,
po
(segue)
234
PIER PAOLO SCATTOLIN – Esercizi a quattro voci
Es. 4.11.2b
S & œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ #œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ #œ œ œ
& œ bœ œ œ œ bœ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ
œ œ œ œ œ œ œ œ
A
T V œ bœ œ œ œ bœ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ #œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ #œ œ œ
B
? œ bœ œ œ œ bœ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ
Es. 4.11.3
œ œ œ œ bbb
j j
œ œ
j j
& œ œ œ
j j œ œ j j
œ œ œ
Soprano j j j j œ œ œ œ œ œ
œ œ œ œ
& œj œ j
œ
j
œ
j
œ œ
j
œ œ
j
œ j
œ j
œ j
œ bbb
œ œ œ
Contralto
j j j œ œ œ œ œ œ
œ œ œ
j
œ
j
œ œ
j
œ œ
j
œ œ
j
œ œ
j
œ j
œ j
œ bbb
V œ œ œ œ
j j j j œ œ œ œ
Tenore œ œ œ œ
? œj œ œ œ
j
œ
j
œ j
œ j
œ œ œ bbb
j j œ œ j j
œ œ œ
j j j œ œ œ œ
œ œ œ œ œ
Basso
b œ œ
& b b œj œ nœ œ
j j
œ œ
3
j j
œ œ
j j œ œ j j
œ œ œ
S j j j œ œ œ œ œ œ
œ œ œ
b
& b b œj œ œ œ œ œ
j j
œ œ
j j
œ œ
j j œ nœ j j
œ œ œ
A
j j j œ œ œ œ œ œ
œ œ œ
b œ
j
œ
j
œ
j
œ j
œ j
œ j
œ œ
V b b œj œ
j œ œ œ œ j
œ œ œ
j j j œ œ œ œ
T œ œ œ
? bb j
œ
j
œ
j
œ œ
j
œ œ
j
œ j
œ j
œ j
œ
b œ œ œ œ
j j j j œ œ œ œ
œ œ
B œ œ œ œ
260
4.11 Gli abbellimenti
Es. 4.11.4a
S & œ œ œ œ œœ œ œœœœœ œœœœ œœœœœ œœœ œœœ œ œ œ œ œ
&
œ œ œ œ œœœœœœœœœœœœ œœœœœœœœœœœœ œ œ œ œ
A
T V œ œ œ œ œœœœœœœœœœœœ œœœœœœœœœœœœ œ œ œ œ
B
? œ œ œ œ œœœœœœœœœœœœ œœœœœœœœœœœœ œ œ œ œ
œ œ œ œ œ œ œ œ œ œœœ
Es. 4.11.4b
S & œ œ œ œ œœœ œœœœœ œœœ œ œ œ œ œ
& œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œœœœœ œ œ œ
œ œ œ œ œ œ œ œ
A
œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œœœœœ œ œ œ
T Vœ œ œ œ œ œ œ œ
œ œ œ œ œ œ œ œ œœœœ
B
? œ œ œ œ œœœœœœœœ œœœœ œ œ œ œ
Es. 4.11.5a
& ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙
˙ ˙
S
A & ˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙
˙ ˙
˙ ˙ ˙ ˙ ˙ ˙
T V˙ ˙
˙ ˙ ˙ ˙
B
?˙ ˙ ˙ ˙
261
PIER PAOLO SCATTOLIN – Esercizi a quattro voci
Es. 4.11.5b
&˙ ˙ ˙ ˙ ˙
S
˙ ˙ ˙
& ˙ ˙ ˙ ˙
˙ ˙ ˙
A
˙
˙ ˙ ˙ ˙
T V˙ ˙ ˙ ˙
˙ ˙ ˙ ˙
B
?˙ ˙ ˙ ˙
A &œ œ œ œ œ œ œ œ œœœœœœœœ w w
œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ
T Vœ œ œ œ œ œœœœœœœœ œ œ œ œ œ œ œ œ
B
?œ œ œ œ œ œ œ œ œœœœœœœœ œ œ œ œ œ œ œ œ œœœœœœœœ
Es. 4.11.6b
S & œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œœœœœœœœ
A & œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œœœœœœœœ
œ œ œ œ œ œ œ œ œœœœœœœœ w w
T V
B
?w w œ œ œ œ œ œ œ œ œœœœœœœœ
262
Indici
Indice generale
degli esempi musicali per autore
273
PIER PAOLO SCATTOLIN – Esercizi a quattro voci
Sanctae, n.12
Ingegneri Marc’Antonio Plange da Responsoria Hebdomadae 59 Ex.27.2
Sanctae, n.21
Killmayer Wilhelm Laudatu II (1969) 18 Ex.6.2
Klein Richard Rudolf Canone (salmo 117,1) 245 Ex.96.4
Kodály Zoltán Túrót ëszik a cigány 271 Ex.109.4
Lasso Orlando di Cantiones duarum vocum, n. 10 37 Ex.16.2
Lasso Orlando di Cantiones duarum vocum, n. 2 41 Ex.17.2
Lasso Orlando di Cantiones duarum vocum, n. 16 41 Ex.18.2
Lasso Orlando di Cantiones duarum vocum, n. 1 49 Ex.24.2
Lasso Orlando di Cantiones duarum vocum, n.6 50 Ex.26.2
Lasso Orlando di Cantiones duarum vocum, n. 1 59 Ex.28.2
Lasso Orlando di Cantiones duarum vocum, n.6 63 Ex.30.2
Lasso Orlando di Ego sum pauper da Cantiones Trium 97 Ex.48.3
Vocum, n.43
Leifs Jón Requiem 248 Ex.100.4
Ligeti György Lux aeterna 138 Ex.59.3
Ligeti György Lux aeterna 138 Ex.60.3
Martini Giovan Battista Tristis est anima mea 99 Ex.49.3
Martini Giovan Battista Canone 245 Ex.95.4
Messiaen Olivier O sacrum convivium 212 Ex.78.4
Nystedt Knud Gloria dalla Missa brevis 33 Ex.15.2
Ockeghem Johannes Si ambulem da Requiem (Graduale) 100 Ex.50.3
Orbán György Mater innocentiae da Horae 131 Ex.55.3
Pärt Arvo Solfeggio 240 Ex.93.4
Penderecki Krzysztof Agnus Dei 234 Ex.87.4
Penderecki Krzysztof Agnus Dei 15 Ex.2.2
Penderecki Krzysztof Benedicamus Domino 22-23 Ex.13.2
Petrassi Goffredo Tenebrae factae sunt 236 Ex.90.4
Petrassi Goffredo Nonsense n.1 237 Ex.92.4
Petrassi Goffredo Nonsense n.1 15 Ex.3.2
Petrassi Goffredo Nonsense n.1 16 Ex.4.2
Petrassi Goffredo Nonsense n.1 16 Ex.5.2
Pigarelli Luigi La Montanara 246 Ex.97.4
Pigarelli Luigi La Montanara 246 Ex.98.4
Poulenc Francis Belle et Ressemblante 232 Ex.85.4
da Sept Chansons, n.5
Poulenc Francis Belle et ressemblante, ibidem 21 Ex.10.2
Poulenc Francis Belle et ressemblante, ibidem 28 Ex.14.2
Poulenc Francis Litanies à la vierge noire 81 Ex.37.3
Poulenc Francis Litanies à la vierge noire 93 Ex.46.3
Poulenc Francis Litanies à la vierge noire 93 Ex.47.3
Poulenc Francis Litanies à la Vierge noire 131 Ex.56.3
Rachmaninov Sergei Bôgôroditsye Dyevo (op. 37 n.6) 247 Ex.99.4
Riley Terry Prayer central da Sun rings 75 Ex.34.4
Rossini Gioacchino O salutaris Hostia 141 Ex.63.4
Scattolin Pier Paolo Sarvi Rriggina 87 Ex.38.3
Scattolin Pier Paolo Lamentazioni 132 Ex.57.3
Scattolin Pier Paolo Lamentazioni 133 Ex.58.3
Scelsi Giacinto Sauh III 253 Ex.103.4
Scelsi Giacinto Canti popolari 272 Ex.110.4
Scelsi Giacinto Sauh III 61 Ex.29.3
Schumann Robert Zahnweh 142 Ex.64.4
Soto Francesco Frena il desire 140 Ex.61.4
da Il Quarto Libro delle Laudi
274
Indici
***
275
PIER PAOLO SCATTOLIN – Esercizi a quattro voci
Indice generale
degli esempi musicali per titolo
276
Indici
277
PIER PAOLO SCATTOLIN – Esercizi a quattro voci
278