SABATO — 11 FEBBRAIO 2023 – IL RESTO DEL CARLINO
URBINO E PROVINCIA
«Ho scelto la mia terra:
così do lavoro ai giovani»
Enrico Cancellieri coltiva assieme alla sua famiglia grani, farro e legumi:
«Ogni giorno da Pesaro a Mercatale, la nostra azienda esporta nel mondo»
SASSOCORVARO
«Alla terra non si rinuncia e io
sono tornato alle origini». Si po-
trebbe riassumere così la missio-
ne di Enrico Cancellieri, giova-
ne che abita a Pesaro con la sua
compagna ma che ha deciso,
da laureato in agraria, di lavora-
re a Mercatale nella terra della
sua famiglia. «La terra non si la-
scia, si coltiva e a me non pesa
affatto ogni giorno fare il percor-
so inverso che fanno altri miei
coetanei. C’è chi dall’entroterra
sceglie di lavorare sulla costa,
ma c’è anche chi fa il contra-
rio». Quando poi la scelta è fatta
con il cuore è facile che si rie-
sca bene nel proprio lavoro e
che i risultati arrivino. Enrico
produce infatti «sedici colture,
semi, cereali come il farro, legu-
mi come ceci e lenticchie. Pro-
dotti che sono apprezzati so-
prattutto all’estero, tra nord Eu-
La ricerca scende in campo nell’azienda Paiardini: ecco il lombrico «salva» colture
Progetto dell’Università di Urbino nei terreni coltivati a biologico e che danno grani, cereali e frutta pregiata. Il ruolo prezioso dei Nematodi per gli organismi nocivi
PEGLIO
Agricoltura biologica e sosteni-
bilità ambientale, si sa, non van-
no d’accordo con fertilizzanti e
insetticidi. In questa direzione
va il progetto di dottorato
dell’Università di Urbino all’inter-
no del programma Pon, Ricerca
e Innovazione 2014-2020 per te-
matiche Green, per la valorizza-
zione di percorsi su temi orienta-
ti alla conservazione dell’ecosi-
stema, alla biodiversità, alla ridu-
zione degli impatti del cambia-
mento climatico e alla promozio-
ne di uno sviluppo sostenibile.
Quando poi la sperimentazione
viene fatta in un’azienda «pura»
come quella di Tino Paiardini a
Peglio, che produce ceci, frutta
e grani pregiati che danno vita a
una pasta di straordinarie quali-
tà organolettica, tutto diventa
ancora più semplice: «Per noi è
un onore ospitare in campo la ri-
cerca. Per noi la terra è un valo-
re. Lo è per mia mamma, che an-
cora vive qui e che tanti consigli
saggi mi ha dato anche nel mio
lavoro di imprenditore, e lo è
per me che nonostante lavori
nella meccanica non ho mai vo-
luto lasciare la terra», dice Tino
Paiardini. Impegnata nella ricer-
ca è la dottoranda Linda Catani,
di Urbania, sotto il tutoraggio
ropa e Stati Uniti, dove c’è la cul-
tura del biologico e dove l’Italia
ha una altissima considerazione
perché è uno dei Paesi più seve-
ri e garantisti dell’autenticità
del biologico». Ceci e lenticchie
hanno qualità organolettiche
straordinarie: consistenza, mi-
neralità, persistenza gustativa
data dalla natura calcareo-argil-
losa dei terreni. «Sono prodotti
della tradizione – spiega ancora
Enrico – considerati poveri, ma
in realtà ricchi di gusto e di pro-
prietà organolettiche e salutisti-
che». Vere eccellenze che pren-
dono la via del nord o dell’Atlan-
tico, mentre i grani, aggiunge
ECCELLENZE
Ceci, lenticchie e
farro con pregiate
qualità organolettiche
apprezzati in Europa e
Stati Uniti
del gruppo di zoologia del Dipar-
timento di Scienze Biomolecola-
ri dell’Università di Urbino com-
posto dalle docenti Federica
Semprucci e Loretta Guidi. «Sul-
la conservazione e gestione
dell’ambiente – afferma Linda –
ho basato il mio percorso di stu-
di in triennale e magistrale. Cre-
do che sia necessario trovare
strategie alternative per sostitui-
re i prodotti di sintesi in agricol-
tura. Negli ultimi decenni, infat-
ti, l’abuso di questi prodotti ha
fortemente contaminato il suo-
lo compromettendone qualità
ecologica e redditività. A que-
sto scopo si cercano prodotti al-
ternativi naturali, a ridotto im-
patto ambientale e non tossici
per l’uomo. Numerosi nuovi pro-
dotti naturali hanno provato la
loro efficacia in laboratorio, tut-
tavia mancano ancora ricerche
in sistemi complessi per eviden-
ziarne gli effetti sulle comunità
di Nematodi, animali indicatori
della qualità del suolo».
Cosa sono i Nematodi del suo-
lo? «Sono piccolissimi vermi ci-
lindrici, invisibili a occhio nudo
ma dalla notevole importanza in
agricoltura, in quanto coinvolti
nel rimescolamento del terre-
no, nella sua mineralizzazione,
nell’accelerazione della degra-
dazione della materia organica
Enrico Cancellieri «sono acqui-
stati ad esempio da cooperative
note come la Girolomoni».
L’azienda Cancellieri è compo-
sta, dice Enrico «da Marino, mio
padre, Luigi, mio zio, me e mio
fratello Andrea Cancellieri.
L’azienda è nata dal nulla per vo-
lontà di Marino e Luigi agli inizi
degli anni 90; veniamo da gene-
razioni agricole in quanto anche
i nonni erano contadini anche
se mezzadri e quindi senza al-
cun terreno di proprietà. L’amo-
re per l’ambiente e l’etica ecolo-
gista ha spinto Luigi e Marino a
convertire in biologico sin da su-
bito i primi terreni aziendali pre-
si in affitto , infatti i nostri certifi-
cati riportano come data di pri-
ma certificazione il 1994, anche
se già aderivamo ai sistemi di
basso impatto ambientale ante-
cedenti i regolamenti del bio.
Abbiamo sempre avuto la cura
dell’ambiente come nostro
obiettivo principale ed abbiamo
Loretta Guidi, Tino Paiardini, Linda Catani, Paola ed Ennio Paiardini
e nell’aumento dell’azoto dispo-
nibile. Inoltre, hanno un’elevata
abbondanza e diversità morfolo-
gica e numerose strategie trofi-
che (erbivora, fungivora, batteri-
vora, onnivora) che consentono
loro di agire anche su organismi
nocivi per le colture. Il loro utiliz-
zo è facile ed economico e ciò li
L’IMPRENDITORE DI PEGLIO
«La terra è un valore
da preservare». La
dottoranda Linda
Catani: «Rimedio
facile ed economico»
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Da sinistra: Lorenzo, Enrico, Andrea e Luca Cancellieri
strutturato l’intera azienda attor-
no a questo cardine. Impieghia-
mo da oltre 25 anni tecniche col-
turali di minima lavorazione al fi-
ne di preservare la sostanza or-
ganica del terreno e ridurre le
emissioni». Una impresa che ha
generato lavoro: «Negli ultimi
anni abbiamo assunto – conclu-
de Enrico – due ragazzi residen-
ti vicino alla nostra azienda, Lu-
rende utili per la costruzione di
indici ecologici usati dalla co-
munità scientifica per la valuta-
zione della qualità ambientale».
Un progetto che vede la necessi-
tà di «sporcarsi le mani «Inevita-
bilmente, in quanto punta a va-
lutare l’effetto di composti natu-
rali sulla comunità di Nematodi
a vita libera testando, diretta-
mente in campo, la loro azione
– dice la ricercatrice –. Per farlo,
l’Università di Urbino ha stipula-
to una convenzione con l’azien-
da agricola biologica Paiardini,
nel comune di Peglio, che opera
nel rispetto della dimensione
ecologica e sociale del territo-
ca Moroni e Lorenzo Paladini.
Con queste assunzioni siamo
riusciti a realizzare il sogno mio
e di mio fratello di avere
un’azienda giovane che riesce a
dare uno stipendio a ragazzi del-
la zona pur insistendo in territo-
ri “difficili”in termini di coltiva-
zioni e rese e con i cinghiali che
fanno tanti danni».
Davide Eusebi
rio applicando i criteri della so-
stenibilità. Affascinato dal pro-
getto, il proprietario Tino Paiar-
dini che porta avanti l’azienda
con il motto “Come una volta“,
ha messo a disposizione delle
parcelle di terreno coltivabile
destinate alle nostre ricerche».
E come sta andando? «Il proget-
to triennale di dottorato è inizia-
to circa un anno fa e prevede un
tirocinio in azienda di sei mesi,
affiancati da un tutor aziendale.
L’anno scorso ho effettuato la
prima parte del mio tirocinio va-
lutando sul campo i possibili ef-
fetti dei composti naturali sulla
biodiversità tassonomica e fun-
zionale della nematofauna in
una coltura di leguminose (Ci-
cer arietinum), che nel passato
aveva dato una scarsa produzio-
ne in azienda. L’applicazione
dei composti naturali ha previ-
sto una concia delle sementi
non invasiva e un confronto pa-
rallelo e continuo tra parcelle di
terreno in cui sono stati piantati
semi con o senza trattamento. I
risultati, essendo al primo anno
di dottorato, sono promettenti
ma non ancora definitivi. Ci
aspettiamo che la mia ricerca in
futuro possa contribuire a mi-
gliorare la produttività delle col-
ture, rispettando la biodiversità
e il funzionamento ecosistemi-
co dei suoli».
Tiziano V. Mancini