parlamentare
Diritto Costituzionale
Alma Mater Studiorum – Università di Bologna
26 pag.
Quadro 8.1. L’interfaccia tra governo e parlamento: il ministro per i Rapporti con il Parlamento
• Il governo ruolo un ruolo essenziale nella programmazione dei lavori e di quasi tutti i
provvedimenti delle camere.
• Il coordinamento di queste attività spetta al ministro per i rapporti con il parlamento, previsto
per la prima volta nel 1954 e da allora è stato sempre presente, salvo che in un caso isolato. ‘
un ministro senza portafoglio.
• Compiti svolti da questo ministro:
- Ruolo di interfaccia tra governo e la maggioranza parlamentare e le forze di opposizione
- Indicazione delle priorità governative, delle posizioni di governo nella programmazione dei
lavori, presenta i provvedimenti di iniziativa governativa egli emendamenti governativi, pone la
questione di fiducia, su autorizzazione del presidente del Consiglio.
Quadro 8.2. l’applicazione della quota di tempo riservata all’opposizione: un bilancio non
esaltante
Quadro 8.4. Dal COPACO al COPASIR: alla ricerca di nuovi modelli per il controllo
parlamentare
• Legge 801/1977: istituisce il COPACO (Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti).
• La legge 124/2007: sostituisco il COPACO con il COPASIR (Comitato parlamentare per la
sicurezza della Repubblica).
• Il COPASIR è una forma di controllo bipartisan sia sull’attività dei servizi segreti, sia sull’uso
del segreto di stato.
• Molti dei poteri e prerogative del COPASIR si erano sviluppate nella prassi del COPACO.
• Composizione del COPASIR: 5 deputati e 5 senatori, nominati dai presidenti delle due camere
in modo da rispettare la composizione paritaria dell’organo tra maggioranza e opposizione
(tutti coloro che non hanno votato fiducia al governo, quindi anche gli astenuti). Il presidente
vie eletto dai membri del COPASIR e deve per forza essere membro dell’opposizione
2.4. Le audizioni
• Strumento ordinario a disposizione delle commissioni parlamentari per acquisire le
informazioni su le questioni che si tratteranno.
• Limite: gli unici soggetti che possono essere ascoltati sono dimembri di governo, dirigenti e
amministratori delle amministrazioni centrali e degli altri enti sottoposti a controllo
ministeriale. Sono tuttavia i ministri a decidere chi dovrà rispondere e a loro le commissioni si
devono rivolgere se vogliono procedere ad audizioni.
• Il novero di soggetti che si è andato ulteriormente restringendo con la privatizzazione degli enti
pubblici ed economici.
• Oggi questi strumenti si colorano di una connotazione ispettiva piuttosto che semplicemente
conoscitiva. Mentre l’obiettivo di acquisire semplicemente conoscenze viene perseguito
attraverso audizioni informali che si svolgono in sede appunto informale, senza pubblicità.
• Da finire
2.5. le interrogazioni
• Interrogazione: domanda che ogni singolo parlamentare può rivolgere al Governo, su un fatto
determinato, chiedendo informazioni particolari, documenti, notizie o di esprimere la propria
posizione politica.
• Alle interrogazioni il rappresentante del Governo interessato risponde in Assemblea, in
commissione o per iscritto, a seconda dell’opzione esercitata dall’interrogante.
• L’interrogante può solo replicare, intervenendo in Assemblea o in commissione, dichiarandosi
soddisfatto o insoddisfatto; nel caso di risposta scritta, si deve accontentare delle informazioni
ricevute.
• Contenuto delle interrogazioni: raramente riguardano accadimenti di particolare gravità (in
questo caso si parla di interrogazioni urgenti);nella maggior parte dei casi sono semplici
segnalazioni fatti o problemi che spesso si sono verificati nei collegi di provenienza del
parlamentare che ha posto la interrogazione.
• Interrogazioni a risposta immediata (introduce il question time tipico del parlamento inglese):
Una volta alla settimana viene riservato uno spazio della seduta dell’aula a interrogazioni
presentate da un deputato per ciascun gruppo parlamentare, entro mezzogiorno del giorno
precedente. A esse dovrebbero rispondere, alternativamente: il Presidente del consiglio dei
ministri o il vicepresidente del consiglio, due volte al mese; e i ministri competenti, una volta al
mese. Gli argomenti sono previamente conosciuti dai rappresentanti del governo.
2.6. le interpellanze
• Interpellanza: consiste in una domanda formulata al Governo da uno o più parlamentari.
• Differenza con l’interrogazione: l’interpellanza è una domanda motivata tesa a conoscere i
motivi o gli intendimenti della condotta del Governo in questioni che riguardino determinati
aspetti della sua politica.
• maggiore rilevanza politica —> per questo la risposta deve avere luogo necessariamente in
Assemblea.
• Obbiettivo dell’interpellanza: far conoscere la posizione politica del Governo su una data
questione.
• Sebbene in epoca statutaria lo strumento è risultato fondamentale, oggigiorno la prassi della
interpellanza risulta confusa con quella delle interrogazioni, gli oggetti delle interpellanze sono
i + disparati e spesso il governo risponde tardivamente a solo una parte di esse.
• Per rivitalizzare l’istituto i regolamenti delle camere hanno previsto una corsia preferenziale per
le interpellanze “urgenti”, che sono quelle presentate non da un singolo parlamentare, ma da un
gruppo parlamentare e da un numero significativo di parlamentari. La presentazione di questo
tipo di interpellanze fa sorgere un diritto ad ottenere una risposta in tempi brevi (per questo
sono stati stabiliti limiti numerici alla presentazione di interpellanze urgenti).
3. I PROCEDIMENTI DI INDIRIZZO
3.1. Indirizzo politico e programma di governo
• Potere di indirizzo politico: determinazione dei grandi obbiettivi della politica nazionale e
nell’approntamento dei mezzi per conseguire tali obbiettivi.
• Per quel che riguarda la funzione di indirizzo politico il nostro parlamento gioca un ruolo attivo
e importante in un circuito che lo vede concorre in questa funzione con il Governo, il corpo
elettorale, il presidente della repubblica e la corte costituzionale.
3.3. La mozione
• Mozione: atto non individuale (deve essere presentato alla camera da 10 deputati o dal
presidente di un gruppo, e al senato da 8 senatori) diretto a provocare un dibattito e una
deliberazione in Assemblea.
• È uno strumento polivalente: solitamente serve a definire indirizzi, ma può essere utilizzato per
sanzionare comportamenti o esaurire i suoi effetti all’interno delle camere (è questo il caso
dell’istituzione di commissioni non previste ne dalla legge ne dal regolamento).
• È il + incisivo tra gli atti di indirizzo.
• Ammissibilità della mozione: il giudizio di ammissibilità viene svolto dalla presidenza, che
deve accertare che l’atto rechi indicazioni al Governo su questioni sulle quali può impegnare la
propria responsabilità.
• Il testo della mozione si articola in:
- una premessa, che reca la motivazione dell’atto.
- un dispositivo che, a seconda dei casi, recita: “impegna il Governo”, se è un atto di indirizzo,
ovvero “delibera”, se è una decisione che produce i suoi effetti all’interno della Camera.
• La mozione è innanzitutto oggetto di una discussione di carattere generale, chiusa dalle
dichiarazioni del Governo e dalle repliche. Se sono state presentate più mozioni relative a fatti o
argomenti connessi, sono discusse insieme e sono poste ai voti secondo un ordine che eviti
preclusioni.
• Al Senato, dal 1988 il regolamento disciplina le mozioni a procedimento abbreviato: devono
essere presentata da 1/5 dei senatori (ogni senatore per evitare un uso ostruzionistico di questo
tipo speciale di mozione ne può sottoscrivere solo 6 all’anno), devono essere discusse entro 30
giorni dalla loro presentazione.
• Il valore degli indirizzi contenuti nelle mozioni è tutto lasciato al modo in cui si sviluppano i
rapporti tra le forze politiche e tra Governo e Camera e Senato, che, se vogliono, possono
chiamare a riferire sull’attuazione data a mozioni.
Quadro 8.7. L’istituzione di commissioni: un esempio della fungibilità degli atti di indirizzo
Al senato con mozioni è stata istituita al senato la commissione speciale per i diritti umani e con
mozioni parallele tra Camera e Senato è stata istituita la commissione Bozzi sulle forme
4. I PROCEDIMENTI FIDUCIARI
Quadro 8.11. Quand’è che il Consiglio dei ministri deve esprimere l’assenso alla posizione della
questione di fiducia?
Prassi applicativa delle disposizioni riguardanti la questione di fiducia da parte della legge
400/1988: vi sono casi in cui la questione di fiducia viene posta da un ministro in assenza di un
assenso da parte del Consiglio dei ministri—>prassi scorretta e che va a svilire l’istituto della
questione di fiducia ma difficilmente sanzionabile.
Quadro 8.12. Le divergenze tra Camera e Senato nella disciplina della questione di fiducia
• Conseguenza del fatto che ampio spazio viene lasciato alle fonti non scritte: regolamentazione
disomogenea tra i due rami del parlamento.
• Le disomogeneità sono:
- Ambito di applicazione: al Senato è + amplio (può essere posto su progetti di legge istitutivi di
inchieste parlamentari e anche sull’intero testo di un progetto di legge); alla camera è + ristretto
(non può essere posto per un intero progetto di legge e il regolamento vieta la posizione della
Quadro 8.16. La crisi della sede legislativa dall’inizio degli anni ’90 e la nuova prospettiva aperta
dalla riforma del regolamento del senato del 2017
• Nelle prime dieci legislature la maggior parte delle leggi venivano approvate in commissione in
sede legislativa. Questa tendenza si è invertita con l’accresciuto ruolo del governo e il
passaggio a un sistema maggioritario e l’uso a questo strumento si è ridotto sensibilmente.
• La riforma del senato del 2017 tra i suoi obiettivi ha quello di recuperare il ruolo decisivo che
avevano le commissioni con l’assegnazione preferenziale dei disegni di legge in sede
deliberante o redigente e con l’aumento del tempo riservato alle commissioni.
Quadro 8.19. la natura della legge di conversione (e la sua emendabilità): una legge come le
altre?
• 2 orientamenti sulla natura della legge di conversione e sui rapporti con il decreto legge:
4. Secondo questo orientamento la legge di conversione è ordinaria manifestazione del potere
legislativo delle camere e che possono arrivare fino a novare la fonte delle disposizioni
originariamente dettate dal decreto legge e a sanare tutti i vizi riguardanti il procedimento di
formazione.
5. Secondo questo orientamento la conversione è un procedimento legislativo specializzato e di
contenuto fortemente limitato, vista la necessaria connessione con il decreto-legge che vi deve
essere e quindi le eventuali violazioni del decreto-legge si trasferiscono sulla legge di
conversione.
• Si può ritenere che il primo orientamento sia riscontrabile nella prassi adottata al Senato,
mentre il secondo sia riscontrabile alla camera. Questo contrasto appare in via di soluzione, in
quanto il secondo orientamento è stato adottato sia dal presidente della repubblica che dalla