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deputati - d conto delle principali politiche pubbliche e delle attivit svolte dalle Commissioni
parlamentari nella XVI legislatura, suddivise in Aree tematiche, a loro volta articolate per
Temi e Approfondimenti. L'accesso disponibile per Commissione ovvero per Area
tematica.
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riproduzione per fini non consentiti dalla legge. I contenuti originali possono essere riprodotti, nel rispetto della legge, a
condizione che sia citata la fonte.
Indice
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Il ciclo di bilancio
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Nella XVI Legislatura il sistema delle decisioni di bilancio e lassetto della contabilit
nazionale sono stati ampiamente riformati al fine di razionalizzare il processo di
programmazione economico-finanziaria e di allocazione delle risorse pubbliche,
aggiornandolo in ragione dellevoluzione della governance economica europea e delle
regole di bilancio derivanti dallappartenenza dellItalia allUnione europea e da accordi
internazionali quali il c.d. Fiscal compact , tenendo conto al contempo del nuovo assetto dei
rapporti tra lo Stato e le autonomie territoriali conseguente allattuazione del federalismo
fiscale .
Il riordino complessivo della materia stato attuato dalla nuova legge di contabilita' e
finanza pubblica - legge 31 dicembre 2009, n. 196 -, che ha definito un quadro regolatore
unitario delle fasi di costruzione delle decisioni di bilancio, declinando in modo nuovo il ruolo
del Governo - responsabile a livello europeo del rispetto dei vincoli finanziari ivi stabiliti -,
quello del Parlamento - detentore, ai sensi dellarticolo 81 della Costituzione, dello
specifico potere di approvazione del bilancio e titolare della funzione di controllo sullindirizzo
politico economico del Governo - e quello degli enti territoriali, per i quali stata prevista una
pi intensa partecipazione alla fase di definizione degli obiettivi economico-finanziari, in
stretta connessione con lattuazione dellarticolo 119 della Costituzione definita dalla
legge 5 maggio del 2009, n. 42, in materia di federalismo fiscale.
Il rafforzamento dei raccordi e delle procedure di consultazione e concertazione con le
amministrazioni locali ha costituito il corollario del pi stringente collegamento tra ciclo di
bilancio nazionale e meccanismi di coordinamento economico finanziario predisposti a livello
europeo.
Nel complesso, il processo riformatore - che ha visto il Parlamento protagonista nella
definizione di diversi interventi frutto diniziative legislative di origine parlamentare - si
svolto in tre fasi successive, strettamente connesse con il deterioramento del quadro
macroeconomico e delle prospettive di crescita, che ha reso sempre pi stringente lurgenza,
da un lato, di porre sotto controllo le dinamiche di aumento della spesa pubblica, e dallaltro
di sancire, anche sul piano costituzionale, la necessit di un equilibrio delle finanze
pubbliche.
In particolare, levoluzione della disciplina contabile si articolata nelle seguenti fasi:
1) la prima, che ha visto lapprovazione, alla fine del 2009, della predetta nuova legge di
contabilita' che ha aggiornato la precedente legge 468/1978, sistematizzando anche
alcune delle innovazioni introdotte in precedenza in via sperimentale, quali la
riclassificazione del bilancio e il metodo della programmazione triennale delle risorse;
2) la seconda, realizzata nel 2011 con lapprovazione della legge n. 39/2011, che ha
introdotto una serie di modifiche alla stessa legge n. 196/2009 volte ad assicurare la
coerenza dei contenuti degli strumenti di bilancio e del ciclo della programmazione
finanziaria delle amministrazioni pubbliche con le nuove regole e procedure stabilite
dall'Unione europea per favorire, nellambito del c.d. Semestre europeo , il coordinamento
ex ante delle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri e una pi stringente
sorveglianza fiscale;
3) la terza, anchessa conseguente agli ulteriori sviluppi della disciplina europea e parallela
alladozione del nuovo Trattato sulla stabilita' , il coordinamento e la governance
nel Patto di stabilita'interno, finalizzato a individuare le modalit attraverso cui gli Enti
locali e le Regioni concorrono al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica,
attraverso la definizione di vincoli specifici che gli enti sono tenuti a rispettare
congiuntamente a obblighi di informazione, comunicazione e certificazione nei confronti
del Ministero dellEconomia e delle Finanze, e a un sistema sanzionatorio in caso di
inadempienza;
nel Patto per la salute, volto a conseguire una corretta programmazione della spesa
sanitaria pubblica, esclusa dalla disciplina del Patto di stabilit interno, attraverso la
fissazione a monte dellammontare delle risorse statali da destinare al Servizio
sanitario nazionale e la definizione di regole per migliorare la qualit dei servizi e delle
prestazioni, sulla base di un modello di governo condiviso tra amministrazione
centrale e locale;
nella previsione di meccanismi di controllo (tetti) della crescita della spesa
Essa ribadisce lobbligo per le amministrazioni pubbliche, sancito ai sensi del nuovo comma
1 dellarticolo 97 della Costituzione, di assicurare lequilibrio dei bilanci, specificando
che tale equilibrio corrisponde all'obiettivo di medio termine ossia al valore del saldo
individuato sulla base dei criteri stabiliti dallordinamento dellUnione europea, che per lItalia
coincide, nel 2013, con il pareggio di bilancio calcolato in termini strutturali, ossi a corretto
per tenere conto degli effetti del ciclo economico e al netto delle misure una tantum.
Lequilibrio dei bilanci sintende conseguito, peraltro, quando il saldo strutturale, calcolato in
sede di consuntivo, evidenzia uno scostamento dallobiettivo di medio termine inferiore a
quello considerato significativo ai sensi dellordinamento dellUnione europea e dagli accordi
internazionali in materia (pari, in sostanza, allo 0,5 per cento del PIL), ovvero quando
assicura il rispetto del percorso di avvicinamento allobiettivo di medio termine nei casi di
eventi eccezionali che consentono il ricorso allindebitamento - e di scostamenti
dallobiettivo programmatico strutturale, ovvero quando evidenzia uno scostamento dal
medesimo percorso inferiore a quello considerato significativo.
In attuazione del nuovo primo comma dellarticolo 97 Cost., la legge ribadisce altres
lobbligo per le amministrazioni pubbliche di concorrere ad assicurare la sostenibilit del
debito pubblico, specificando che qualora il rapporto debito/PIL superi il valore di
riferimento definito dallordinamento dellUnione europea (60% del PIL), in sede di
definizione degli obiettivi si debba tenere conto della necessit di garantire una riduzione
delleccedenza rispetto a tale valore in coerenza con la nuova regola del debito contenuta
nel Patto di stabilit e crescita riformato e nel c.d. Fiscal compact. Tale regola prevede, in
particolare, che gli Stati il cui debito supera il 60% del PIL debbano adottare interventi per
ridurlo con un ritmo adeguato, assumendo come riferimento una diminuzione
delleccedenza di debito al ritmo di un ventesimo all'anno in media negli ultimi tre anni.
In attuazione della legge costituzionale n. 1 del 2012, la legge reca altres una regola
sulla spesa , stabilendo che il tasso annuo programmato di crescita della spesa delle
amministrazioni pubbliche non possa essere superiore a quello calcolato in coerenza con le
regole europee che prevedono un ancoraggio del tasso di crescita della spesa al livello del
PIL potenziale - e che, a tal fine, nei documenti di programmazione finanziaria debba essere
indicato, per il triennio di riferimento, il livello della spesa medesima delle amministrazioni
pubbliche.
La legge d quindi attuazione al secondo comma del nuovo articolo 81 della Costituzione,
che consente il ricorso allindebitamento al verificarsi di eventi eccezionali, previa
autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti. In
tale ambito specificato che per eventi eccezionali sintendono i periodi di grave
recessione economica relativi anche all'area dell'euro o all'intera Unione europea e gli
eventi straordinari, al di fuori del controllo dello Stato, ivi incluse le gravi crisi
finanziarie nonch le gravi calamit naturali, con rilevanti ripercussioni sulla situazione
finanziaria generale del Paese.
Quanto alla procedura di autorizzazione, si prevede che il Governo, qualora ritenga
indispensabile discostarsi temporaneamente dallobiettivo programmatico per fronteggiare i
suddetti gli eventi eccezionali, sentita la Commissione europea, presenti alle Camere una
relazione di aggiornamento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica e una specifica
richiesta di autorizzazione che indichi la misura e la durata dello scostamento,
stabilendo le finalit alle quali destinare le risorse disponibili in conseguenza dello stesso e
definendo al contempo il piano di rientro verso lobiettivo programmatico.
La legge reca, inoltre, una specifica disciplina tesa a far fronte a eventuali scostamenti
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Semestre europeo, avviato a partire dal gennaio 2011, il coordinamento ex ante delle
politiche economiche e di bilancio degli Stati membri.
La necessit di armonizzare ed allineare il sistema nazionale delle decisioni di bilancio alle
nuove regole adottate dall'Unione europea ha pertanto determinato un intervento legislativo
modificativo della disciplina dei contenuti degli strumenti di bilancio e del ciclo della
programmazione economico finanziaria nazionale delineati dalla nuova legge di contabilit e
finanza pubblica. In questa prospettiva la legge n. 39/2011 ha introdotto una serie di
modifiche alla legge n. 196/2009 volte ad assicurare la coerenza della programmazione
finanziaria delle amministrazioni pubbliche con le procedure ed i criteri stabiliti dall'Unione
europea.
Gli strumenti della programmazione di bilancio cos delineati dalla legge di contabilit sono:
Per quanto concerne, in particolare, gli strumenti di attuazione della politica di bilancio ossia il disegno di legge di stabilit e il disegno di legge di bilancio, che insieme compongono
la manovra triennale di finanza pubblica - la legge inteso, in linea di principio,
circoscrivere il contenuto proprio della legge di stabilit (ex legge finanziaria),
espandendo al contempo le potenzialit della legge di bilancio quale strumento di
politica economica, sia nella fase di allocazione delle risorse sia in quella gestionale.
Relativamente al bilancio dello Stato, viene in particolare istituzionalizzata la struttura del
bilancio in missioni e programmi, operata in precedenza in via sperimentale, con
lidentificazione dei programmi quali nuove unit di voto parlamentare, cui sono associati
specifici indicatori di risultato, nonch prevista una maggiore flessibilit nella allocazione e
gestione delle dotazioni finanziarie iscritte in bilancio, in cui le spese vengono ripartite in
rimodulabili e non rimodulabili. Il Governo vine inoltre delegato a completare la riforma del
bilancio, anche attraverso il potenziamento della funzione del bilancio di cassa, ferma
restando la redazione del bilancio in termini di competenza.
Innovazioni sono altres introdotte per il monitoraggio dei conti ed il sistema dei controlli,
anche a posteriori, della qualit e della correttezza della gestione, nonch in ordine alle
modalit di copertura finanziaria delle leggi.
Il rafforzamento degli strumenti per il monitoraggio e il controllo quantitativo e qualitativo
della spesa pubblica e per la diffusione del metodo della misurazione e della valutazione
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dei risultati delle politiche pubbliche, viene in particolare perseguito anche attraverso la
previsione, a regime, di un processo di spending review - da realizzarsi anche attraverso
la costituzione di appositi nuclei di analisi e valutazione della spesa pubblica e di una
specifica delega al Governo per il potenziamento dei controlli di ragioneria e la graduale
estensione a tutte le amministrazioni pubbliche del programma di analisi e valutazione della
spesa. Tale delega stata attuata con il decreto legislativo 30 giugno 2011, n. 123,
mentre specifiche norme in materia di revisione della spesa sono state poi adottate con il
decreto-legge 13 agosto 2011 n.138, che ha definito lavvio di un ciclo di spending review
finalizzato alla riduzione della spesa primaria delle amministrazioni statali.
La nuova legge di contabilit introduce, inoltre, norme volte favorire lesercizio delle attivit di
controllo parlamentare, prevedendo, tra laltro, laccesso da parte delle due Camere - sulla
base di apposite intese - alle banche dati delle amministrazioni pubbliche e ad ogni altra
fonte informativa gestita da soggetti pubblici rilevante ai fini del controllo della finanza
pubblica.Al fine di favorire lo svolgimento dellattivit istruttoria utile al controllo
parlamentare e di potenziare la capacit di approfondimento dei profili tecnici della
contabilit e della finanza pubblica da parte delle Commissioni parlamentari competenti, si
prevede l'altres adozione, da parte dei Presidenti della Camera e del Senato, di apposite
intese volte a promuovere attivit congiunte nonch l'integrazione delle attivit delle
strutture di supporto tecnico dei due rami del Parlamento. Inoltre, le Camere possono
stipulare apposite convenzioni con l'ISTAT per lacquisizione di dati ed elaborazioni
considerate necessarie per lesame dei documenti di finanza pubblica.
Approfondimenti
Dossier pubblicati
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Per le suddette finalit, il decreto legislativo n. 91/2011 reca rilevanti innovazioni alla
disciplina delle procedure contabili, cos sintetizzabili:
1. si dispone lobbligo, nei confronti delle predette pubbliche amministrazioni, di conformare
i propri ordinamenti finanziari e contabiliai principi generali contabili descritti
nellallegato 1 del decreto legislativo e definiti come regole fondamentali di carattere
generale;
2. si introduce, quale novit ai fini del consolidamento e monitoraggio dei conti nelle fasi di
previsione, gestione e rendicontazione, il Piano dei conti integrato, per gli enti che
adottano un regime di contabilit finanziaria, costituito da conti che rilevano,
contestualmente, entrate e spese, sia in termini di contabilit finanziaria, sia in termini di
contabilit economico patrimoniale.
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di prevedere una loro diversa ripartizione tra i diversi sottosettori del conto economico della
pubblica amministrazione lo Stato, nonch di recepire le raccomandazioni approvate dal
Consiglio europeo nel corso del primo semestre dellanno.
Qualora sia necessario procedere a una modifica degli obiettivi di finanza pubblica, il
Governo tenuto ad inviare, entro il 10 settembre, alla Conferenza permanente per il
coordinamento della finanza pubblica, per il preventivo parere, da esprimere entro il 15
settembre, le linee guida per la ripartizione degli obiettivi. Le linee guida sono altres
trasmesse, entro il 10 settembre, alle Camere, cui in seguito trasmesso anche il parere
espresso su di esse dalla Conferenza.
Quale norma di chiusura, la legge di contabilit prevede, infine, che il Governo, qualora per
le medesime finalit di aggiornamento previste per la presentazione della Nota, ovvero per il
verificarsi di eventi eccezionali, intenda aggiornare gli obiettivi programmatici di finanza
pubblica, ovvero in caso di scostamenti rilevanti degli andamenti di finanza pubblica tali da
rendere necessari interventi correttivi, sia tenuto a trasmettere una relazione al
Parlamento, recante le ragioni dell'aggiornamento ovvero degli scostamenti, nonch
lindicazione degli interventi correttivi che si intendono adottare.
Si ricorda, infine, che la legge di contabilit prevede che entro il 30 giugno di ciascun anno il
DEF sia integrato da un apposito allegato che il Ministro dell'economia tenuto a
trasmettere alle Camere - in cui sono riportati i risultati del monitoraggio degli effetti sui
saldi di finanza pubblica, sia per le entrate sia per le spese, derivanti dalle misure contenute
nelle manovre di bilancio adottate anche in corso d'anno, con indicazione degli
scostamenti rispetto alle valutazioni originarie e le relative motivazioni.
La fase di attuazione degli obiettivi programmatici contenuti nel DEF (o nella Nota di
aggiornamento) dovr essere realizzata in autunno, attraverso la presentazione alle Camere,
entro il 15 ottobre di ciascun anno, del disegno di legge di stabilit e del disegno di legge
del bilancio dello Stato, che compongono la manovra di finanza pubblica su base triennale.
Entro il successivo mese di gennaio dovranno essere presentati gli eventuali disegni di legge
collegati alla manovra di finanza pubblica, che sono stati a loro volta precedentemente
indicati nel DEF ovvero nella Nota di aggiornamento del medesimo.
Nella tabella che segue riassunto lintero ciclo di bilancio previsto dalla vigente normativa
contabile
Il ciclo di bilancio
Gennaio
Marzo
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Aprile
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Maggio
Giugno
Luglio
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Settembre
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Ottobre
(sessione di bilancio)
Novembre
(sessione di bilancio)
Dicembre
(sessione di bilancio)
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In allegato alla sezione riportata una nota metodologica che espone analiticamente i
criteri di formulazione delle previsioni tendenziali.
La terza sezione reca, infine, lo schema del Programma Nazionale di riforma (PNR) che,
in coerenza con il Programma di Stabilit, definisce gli interventi da adottare per il
raggiungimento degli obiettivi nazionali di crescita, produttivit, occupazione e sostenibilit
delineati dalla nuova Strategia Europa 2020. In tale ambito sono indicati:
In allegato al DEF ovvero alla Nota di aggiornamento del medesimo da presentare ogni
anno entro il 20 settembre sono indicati gli eventuali disegni di legge collegati alla
manovra di finanza pubblica, da presentarsi alle Camere entro il mese di gennaio di ogni
anno.
In base alla legge di contabilit nazionale, in allegato al DEF sono riportate una serie di
informazioni supplementari:
a) una relazione di sintesi sugli interventi realizzati nelle aree sottoutilizzate e sui risultati
conseguiti, in cui evidenziato il contributo dei fondi nazionali addizionali, con particolare
riguardo alla coesione sociale, alla sostenibilit ambientale, nonch alla ripartizione
territoriale degli interventi;
b) il Programma delle infrastrutture strategiche previsto dalla legge obiettivo, nonch lo
stato di avanzamento del medesimo programma relativo all'anno precedente, predisposto
dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti;
c) un documento, predisposto dal Ministro dell'ambiente, relativo allo stato di attuazione
degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra derivanti dagli
obblighi internazionali assunti dall'Italia in sede europea e internazionale, e sui relativi
indirizzi;
d) un documento recante lesposizione, con riferimento agli ultimi dati di consuntivo
disponibili, delle risorse del bilancio dello Stato destinate alle singole regioni, con
separata evidenza delle categorie economiche relative ai trasferimenti correnti e in conto
capitale agli enti locali e alle province autonome di Trento e di Bolzano;
e) il rapporto sullo stato di attuazione della legge di contabilit e finanza pubblica e
sullo stato di attuazione delle norme finalizzate allarmonizzazione delle regole contabili degli
enti territoriali, prevista dalla legge di attuazione del federalismo fiscale.
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E, infine, confermato il termine del 15 ottobre di ciascun anno entro il quale devono essere
presentati alle Camere del disegno di legge di stabilit e del disegno di legge del bilancio
dello Stato.
Vi , da ultimo, un ulteriore filone di modificazioni alla legge n. 196/09, ispirato a criteri di
prudenzialit della gestione finanziaria e diretto ad agevolare il controllo degli andamenti ed il
perseguimento degli obiettivi di finanza pubblica, al fine di favorire il contenimento della
spesa e la riduzione del debito pubblico. In questottica, la legge n. 39/2011 prevede tra
laltro, lesclusione della possibilit di utilizzare, per finalit di copertura di nuovi oneri
finanziari, le maggiori entrate che dovessero verificarsi in corso di esercizio rispetto a quelle
iscritte nel bilancio di previsione derivanti da variazioni degli andamenti a legislazione
vigente, prevedendo espressamente che tale eventuale extragettito sia finalizzato al
miglioramento dei saldi di finanza pubblica.
Altre innovazioni riguardano lestensione a tutte le spese iscritte nel bilancio dello Stato della
possibilit dintrodurre limiti alla loro evoluzione coerenti con la programmazione triennale
delle risorse, nonch la previsione di un rafforzamento del controllo sulla finanza pubblica
attraverso la possibilit, per le Camere, di acquisire dallISTAT, sulla base di apposite
convenzioni, dati ed elaborazioni necessari allesame dei documenti di finanza pubblica.
E' poi novellato l'articolo 42 della legge n. 196/2009: in luogo della previgente delega al
Governo per il passaggio al bilancio di sola cassa, introdotta una nuova delega tesa a
potenziare la funzione del bilancio di cassa, ferma restando, tuttavia, la redazione del
bilancio anche in termini di competenza.
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Tale disciplina sperimentale stata estesa anche al disegno di legge di bilancio per il
2010 dall'articolo 23, comma 21-quater del decreto-legge 1 luglio 2009, n. 78.
Il criterio della flessibilit delle risorse iscritte in bilancio stato infine recepito in modo
compiuto nella nuova legge di contabilit e finanza pubblca - legge n.196 del 31
dicembre 2009 - ai sensi della quale (art.23) in sede di formulazione degli schemi degli stati
di previsione i Ministri sono tenuti ad indicare, anche sulla base delle proposte dei
responsabili della gestione dei programmi, gli obiettivi di ciascun Dicastero e a quantificare le
risorse necessarie per il loro raggiungimento anche mediante proposte di rimodulazione
delle stesse risorse tra programmi appartenenti alla medesima missione di spesa.
Le proposte devono essere formulate sulla base della legislazione vigente, con esplicito
divieto di previsioni basate sul mero calcolo della spesa storica incrementale.
Il Ministro dell'economia e delle finanze valuta successivamente la congruit e la coerenza
tra gli obiettivi perseguiti da ciascun Ministero e le risorse richieste per la loro realizzazione,
tenendo anche conto dello stato di attuazione dei programmi in corso e dei risultati
conseguiti negli anni precedenti in termini di efficacia e di efficienza della spesa.
La nuova legge di contabilit ha inoltre introdotto disposizioni volte a configurare la legge di
bilancio come una legge di carattere sostanziale, idonea a modificare, seppur entro
precisi limiti, anche singole autorizzazioni di spesa disposte con atti di rango legislativo.
Infatti, ai sensi del medesimo articolo 23 della legge n. 196/09 con il disegno di legge di
bilancio, per motivate esigenze, possono cos essere rimodulate in via compensativa
all'interno di un programma o tra programmi di ciascuna missione le dotazioni
finanziarie relative ai fattori legislativi, nel rispetto dei saldi di finanza pubblica e fermo
restando il divieto di utilizzo degli stanziamenti di conto capitale per finanziare spese correnti.
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In apposito allegato allo stato di previsione della spesa sono indicate le autorizzazioni
legislative di cui si propone la modifica e il corrispondente importo.
La legge di contabilit definisce inoltre le spese rimodulabili e non rimodulabili del bilancio.
Le spese non rimodulabili sono quelle per le quali l'amministrazione non ha la
possibilit di esercitare un effettivo controllo, in via amministrativa, sulle variabili che
concorrono alla loro formazione, allocazione e quantificazione. Esse corrispondono alle
spese definite oneri inderogabili, in quanto vincolate a particolari meccanismi o
parametri che regolano la loro evoluzione, determinati sia da leggi sia da altri atti normativi.
Rientrano tra gli oneri inderogabili le spese obbligatorie, ossia:
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la manovra correttiva dei conti pubblici relativa al triennio 2011-2013, il quale ha previsto,
limitatamente al triennio 2011-2013, che con il disegno di legge di bilancio, per motivate
esigenze, potessero essere rimodulate le dotazioni finanziarie anche tra le missioni
di ciascun stato di previsione della spesa.
Tali variazioni possono riguardare soltanto le spese rimodulabili, riconducibili a quelle
disposte da fattori legislativi e alle spese di adeguamento al fabbisogno. L'ampliamento
dell'ambito della flessibilit di bilancio stato finalizzato ad assicurare alle amministrazioni
margini di manovra delle risorse necessari a far fronte alla riduzione lineare del 10 per cento
delle dotazioni finanziarie delle missioni di spesa di ciascun Ministero iscitte a legislazione
vigente nell'ambito delle spese rimodulabili disposta a decorrere dal 2011 dal medesimo
decreto-legge.
Successivamnete, il decreto legge 13 agosto 2011 n. 138, recante il completamento della
monovra correttiva per il conseguimento del pareggio di bilancio nel 2013, ha disposto,
allarticolo 1, comma 02, una ulteriore deroga alla norme di flessibilit delle dotazioni
finanziarie di bilancio di cui al citato articolo 23 della legge di contabilit e finanza
pubblica n. 196 del 2009 -, finalizzata a consentire alle Amministrazioni centrali maggiori
margini di manovra per il conseguimento degli obiettivi di progressiva riduzione della spesa
corrente primaria in rapporto al PIL, fissati al comma 01 del medesimo articolo.
In questa direzione, stato disposto che, limitatamente al quinquennio 2012-2016, nel
rispetto dell'invarianza dei saldi di finanza pubblica, possano essere rimodulate le
dotazioni finanziarie di ciascuno stato di previsione anche con riferimento alle spese
non rimodulabili quali, ad esempio, quelle relative al pagamento di stipendi, assegni,
pensioni e altre spese fisse. La misura della suddetta variazione delle dotazioni finanziarie
dei Ministeri deve essere tale da non pregiudicare il conseguimento delle finalit definite
dalle relative norme sostanziali. Essa, inoltre, non pu comunque essere superiore:
Entro questi limiti, dunque, nel rispetto dei saldi di finanza pubblica, possono essere variate con atto
amministrativo le dotazioni finanziarie degli stati di previsione della spesa di ciascun Ministero.
Tali variazioni, che non possono comunque disporre lutilizzo di stanziamenti di spesa in conto
capitale per finanziare spese correnti, sono disposte con decreto del Ministro dell'economia e delle
finanze, su proposta del Ministro competente. Il decreto di variazione deve essere trasmesso al
Parlamento per l'espressione del parere - entro quindici giorni - da parte delle Commissioni
competenti per materia e per i profili di carattere finanziario; decorso inutilmente il termine senza
che le Commissioni abbiano espresso detti pareri, i decreti possono essere adottati.
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legge 6 luglio 2012, n. 95, con riferimento alle somme stanziate nel bilancio dello Stato
relative ad autorizzazioni di spese pluriennali, al fine di avvicinare la fase contabile
dellimpegno a quella del pagamento, ed allineare, dunque, i pagamenti rispetto
allassunzione degli impegni. In particolare, larticolo 6, comma 15, dispone la reiscrizione
degli stanziamenti di spese pluriennali, totalmente non impegnate entro lanno, nella
competenza dell'esercizio successivo a quello terminale dell'autorizzazione medesima.
Tale possibilit - esclusa per le autorizzazioni di spese permanenti e per i fondi da ripartire limitata ai soli tre anni successivi a quello di prima iscrizione in bilancio. Qualora nei
suddetti tre anni le somme non risultino impegnate, lautorizzazione definanziata.
Relativamente alle autorizzazioni di spesa pluriennale, il successivo comma 16 prevede,
via sperimentale per il triennio 2013-2015, la possibilit di rimodulare, con legge di
bilancio, gli stanziamenti di competenza negli anni ricompresi nel bilancio pluriennale,
nel rispetto del limite complessivo della spesa autorizzata, assicurandone apposita evidenza,
per adeguarli alle corrispondenti autorizzazioni di cassa determinate in relazione al
piano finanziario dei pagamenti programmati, predisposto, anchesso in via sperimentale, dal
responsabile della gestione, ai sensi dellarticolo 6, comma 10, del medesimo D.L. n.
95/2012, ed avvicinare, dunque, in tal modo, la fase dellassunzione dellimpegno a quella
della disposizione del pagamento (ossia la competenza alla cassa).
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annuale: perch il periodo di tempo sui si riferisce di dodici mesi e coincide con
lanno solare (inizia il 1 gennaio e termina il 31 dicembre);
di previsione: perch viene predisposto e approvato prima dellinizio della gestione
e, pertanto, indica le entrate e le spese che si presume verranno effettuate.
l'ammontare presunto dei residui attivi o passivi alla chiusura dell'esercizio precedente
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distinta in spese correnti e spese dinvestimento. Per le spese correnti viene data
specifica indicazione delle spese di personale;
ripartita in spesa rimodulabile e spesa non rimodulabile (articolo 21, comma 5).
La distinzione della spesa del bilancio dello Stato nelle due categorie di spesa rimodulabile e
non rimodulabile stata formalizzata nella nuova legge di contabilit ai fini dellapplicazione
della disciplina della flessibilit del bilancio.
Secondo la definizione contenuta nellarticolo 21, comma 6, della legge di contabilit, le
spese non rimodulabili sono quelle per le quali l'amministrazione non ha la possibilit di
esercitare un effettivo controllo, in via amministrativa, sulle variabili che concorrono alla loro
formazione, allocazione e quantificazione.
Esse corrispondono alle spese definite come oneri inderogabili, vale a dire le spese
vincolate a meccanismi o parametri (determinati da leggi o da altri atti normativi) che ne
regolano autonomamente levoluzione. Gli oneri inderogabili sono costituiti esclusivamente
dalle spese obbligatorie, ossia quelle relative a particolari finalit espressamente elencate:
pagamento di stipendi, assegni, pensioni ed altre spese fisse, interessi passivi, obblighi
comunitari ed internazionali, ammortamento di mutui, nonch le spese vincolate a particolari
meccanismi o parametri, determinati da leggi ne regolano levoluzione.
Le spese rimodulabili sono individuate:
a) nelle spese derivanti da fattori legislativi, intendendo come tali quelle autorizzate
da espressa disposizione legislativa che ne determina l'importo, considerato quale limite
massimo di spesa, e il periodo di iscrizione in bilancio (la cui rimodulabilit disciplinata
dallarticolo 23 della legge di contabilit);
b) nelle spese di adeguamento al fabbisogno, ossia spese non predeterminate
legislativamente, ma quantificate tenendo conto delle esigenze delle amministrazioni.
La normativa contabile prevede che, sino all'esercizio della delega relativa al completamento
della revisione della struttura del bilancio, le spese rimodulabili e quelle non rimodulabili
siano indicate per ciascun programma di spesa, per macroaggregato e distinte per capitolo
in appositi allegati agli stati di previsione della spesa.
33
Si ricorda, infine, che larticolo 23 della legge di contabilit reca le disposizioni per la
formazione delle dotazioni finanziarie dei programmi di spesa del bilancio di previsione,
prevedendo che, in sede di formulazione degli schemi degli stati di previsione, i Ministri tenuto conto delle istruzioni fornite annualmente, con apposita circolare, dal Ministero
delleconomia e sulla base delle proposte dei responsabili della gestione dei programmi
debbano indicare gli obiettivi di ciascun Dicastero e quantificare le risorse necessarie per
il loro raggiungimento, con il divieto espresso di previsioni basate sul mero calcolo della
spesa storica incrementale.
Per quanto concerne la quantificazione delle risorse necessarie al raggiungimento degli
obiettivi dei rispettivi Dicasteri, si prevede, inoltre, che i Ministri competenti possono
proporre la rimodulazione delle risorse tra programmi appartenenti alla stessa
missione di spesa.
Una volta che i Ministri competenti hanno dato le loro indicazioni in merito agli obiettivi
perseguiti dal singolo Dicastero e alle risorse necessarie per il loro raggiungimento, la nuova
normativa contabile attribuisce al Ministro delleconomia e delle finanze il compito di
valutare la congruit e la coerenza tra gli obiettivi perseguiti da ciascun Ministro e le risorse
richieste per la loro realizzazione.
La normativa contabile prevede, inoltre, che per motivate esigenze, con il disegno di legge
di bilancio possano anche essere effettuate rimodulazioni delle dotazioni finanziarie
relative ai fattori legislativi, compensative allinterno di un programma o tra programmi
di una medesima missione di spesa. In tale ambito in ogni caso preclusa la possibilit di
utilizzare stanziamenti di spesa in conto capitale per il finanziamento di spese correnti. In
allegato a ciascuno stato di previsione della spesa devono essere indicate le autorizzazioni
legislative di cui si propone la modifica e il corrispondente importo.
Tali previsioni, che consentono di incidere, attraverso la legge di bilancio, sugli stanziamenti
determinati da specifiche autorizzazioni legislative di spesa, costituiscono uninnovazione
rilevante che configura il disegno di legge di bilancio come strumento atto anche ad
attuare scelte allocative in precedenza riservate alla legge finanziaria (ora legge di
stabilit).
Ulteriori interventi normativi adottati dopo lapprovazione della nuova legge di contabilit
hanno peraltro esteso le potenzialit della legge di bilancio, prevedendo altres un
ampliamento della discrezionalit amministrativa del Governo, con la possibilit per
questultimo di incidere con strumenti non legislativi sugli stanziamenti determinati con la
legge di bilancio.
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entrate tributarie;
35
economica e funzionale.
La nuova legge di contabilit prevede per che tali classificazioni si conformino ai criteri
adottati in contabilit nazionale per i conti del settore della pubblica amministrazione. E
pertanto prevista la presentazione, in allegato allo stato di previsione del Ministero
delleconomia, di un quadro contabile da cui risultino le categorie in cui viene classificata la
spesa secondo l'analisi economica e le classi, fino al terzo livello della classificazione
COFOG (comparti di attivit in cui si articolano le aree di intervento delle politiche pubbliche),
in cui viene ripartita la spesa secondo l'analisi funzionale.
In appendice a tale quadro contabile sono previsti appositi prospetti illustrativi degli incroci
tra i diversi criteri di classificazione.
Rispetto alla precedente normativa contabile, richiesto altres, in apposito prospetto, il
raccordo tra le classi COFOG e le missioni e i programmi di spesa, nonch tra il bilancio
dello Stato e il sistema di contabilit nazionale.
Tutti i suddetti prospetti devono essere aggiornati dopo lapprovazione della legge di
bilancio.
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In allegato al disegno di legge del bilancio di previsione altres presentata dal Ministro
dello sviluppo economico una relazione sulla destinazione alle aree sottoutilizzate delle
spese di investimento iscritte negli stati di previsione dei singoli Ministeri per interventi di
rispettiva competenza.
Per quanto concerne lapprovazione del disegno di legge di bilancio, larticolo 21
dispone:
Alla data di entrata in vigore della legge di bilancio, con decreto del Ministro dell'economia e
delle finanze, le unit di voto parlamentare sono ripartite in capitoli ai fini della gestione
e della rendicontazione.
Si ricorda, infine, che il bilancio a legislazione vigente presentato sia su base annuale, con
riferimento allanno successivo, sia su base pluriennale. L'articolo 22 della legge di
contabilit prevede che il bilancio pluriennale sia elaborato dal Ministro delleconomia, in
coerenza con gli obiettivi indicati nel Documento di economia e finanza (DEF), con
riferimento ad un periodo di tre anni. Esso redatto in termini di competenza e di cassa
(anzich in termini di sola competenza, come previsto in passato) ed organizzato per
missioni e programmi. La norma prevede lesposizione sia di un bilancio pluriennale a
legislazione vigente che di un bilancio pluriennale programmatico, nel quale si
evidenziano le previsioni dellandamento delle entrate e delle spese da conseguire in
ciascuno degli anni considerati, tenendo conto degli effetti degli interventi programmati nel
DEF. Il bilancio pluriennale viene integrato con gli effetti della legge di stabilit ed
aggiornato annualmente. E ribadito il principio in base al quale il bilancio pluriennale non
comporta autorizzazione a riscuotere le entrate e ad eseguire le spese ivi contemplate, in
coerenza con quanto previsto dallarticolo 21 della legge di contabilit, che esclude che le
previsioni di entrata e di spesa del secondo e del terzo anno del bilancio triennale
costituiscano limiti per le autorizzazioni di impegno e di pagamento.
37
il livello massimo del ricorso al mercato finanziario e del saldo netto da finanziare
in termini di competenza, per ciascun anno del bilancio pluriennale;
le variazioni delle aliquote, delle detrazioni e degli scaglioni e le altre misure che
incidono sul quantum della prestazione, afferenti a imposte dirette e indirette, tasse,
canoni, tariffe e contributi con effetti a partire dal 1 gennaio dellanno cui la legge di
stabilit medesima si riferisce.In relazione alle sole imposte, essa deve indicare altres
le correzioni conseguenti allandamento dellinflazione; fatta salva la normativa
specifica riferita ai tributi, alle addizionali e alle compartecipazioni delle regioni e degli
enti locali recata dalla legge delega per lattuazione del federalismo fiscale (legge n.
42/2009);
gli importi dei fondi speciali, iscritti in bilancio, contenenti le risorse, ripartite per
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ministeri, destinate alla copertura dei provvedimenti legislativi che si prevede saranno
approvati nel corso degli esercizi finanziari compresi nel bilancio pluriennale,
distintamente per la parte corrente e per la parte di conto capitale;
tre distinte tabelle, finalizzate ad indicare, per ciascuno degli anni considerati nel
bilancio pluriennale:
1. gli importi afferenti alle leggi di spesa di carattere permanente la cui quantificazione
rinviata alla legge di stabilit, aggregate per programma e per missione, con l
esclusione delle spese obbligatorie;
2. gli importi delle leggi di spesa in conto capitale a carattere pluriennale, aggregate
per programma e missione, con analitica evidenziazione dei rifinanziamenti, delle
riduzioni e delle rimodulazioni. Al riguardo, il disegno di legge di stabilit indica, in
apposito allegato, per ciascuna legge di spesa pluriennale,i residui di stanziamento in
essere al 30 giugno dell'anno in corso e, ove siano previsti versamenti in conti correnti
o contabilit speciali di tesoreria, le giacenze in essere alla medesima data.
3. gli importi delle riduzioni delle autorizzazioni legislative relative alla spesa di parte
corrente, aggregate per programma e per missione
4. limporto massimo da destinare ai contratti del pubblico impiego;
5. le regolazioni meramente quantitative rinviate alla legge stabilit dalle leggi vigenti;
6. aumenti di entrata o riduzioni di spesa, restando escluse quelle a carattere
ordinamentale ovvero organizzatorio;
7. le norme recanti misure correttive degli effetti finanziari delle leggi la cui attuazione
possa recare pregiudizio al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica;
8. le norme eventualmente necessarie a garantire lattuazione del patto di stabilit
interno.
Le disposizioni della legge di stabilit devono, di norma, essere articolate per missione ed
indicare il programma cui si riferiscono.
Al disegno di legge di stabilit allegato, a fini conoscitivi, un prospetto riepilogativo degli
effetti triennali sui saldi di finanza pubblica derivanti dalla manovra adottata, nonch
lindicazione dei provvedimenti legislativi adottati nel corso dell'esercizio per far fronte agli
effetti finanziari derivanti da leggi la cui attuazione sia risultata recare pregiudizio al
conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica nonch le ulteriori misure correttive da
adottare.
Il disegno di legge di stabilit accompagnato anche da una Relazione tecnico illustrativa
, la quale costituisce documento di raccordo tra il disegno di legge di bilancio e il conto
economico delle amministrazioni pubbliche
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regole di bilancio numeriche specifiche per Paese, che contribuiscono a far s che
la conduzione della politica di bilancio degli Stati membri sia coerente con i loro
rispettivi obblighi, espresse sotto forma di un indicatore sintetico dei risultati di bilancio,
come il disavanzo pubblico, il fabbisogno, il debito o uno dei relativi componenti
principali;
dispositivi di monitoraggio e analisi indipendente intesi a rafforzare la trasparenza
degli elementi del processo di bilancio;
meccanismi e regole che disciplinano le relazioni in materia di bilancio tra le autorit
dei sottosettori dell'amministrazione pubblica.
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La riforma costituzionale
Il disegno di legge costituzionale recante lintroduzione di tale principio nella Carta
costituzionale stato definitivamente approvato il 18 aprile 2012, ed ora divenuto la legge
costituzionale n.1/2012, pubblicata nella G.U. del 23 aprile 2012. Il testo scaturisce
dall'unificazione di sei proposte di iniziativa parlamentare e un disegno di legge governativo,
il cui esame iniziato presso la Camera dei deputati (A.C. 4205 e abbinate). Avendo
raggiunto il quorum dei due terzi dei componenti nella seconda votazione, sia alla Camera,
sia al Senato, la modifica costituzionale, che entrer in vigore dal 1 gennaio 2014, non
stata sottoposta a referendum popolare.
Quanto al contenuto, la citata legge costituzionale, novellando gli articoli 81, 97, 117 e 119
Cost., introduce il principio dellequilibrio tra entrate e spese del bilancio, cd. pareggio di
bilancio, correlandolo a un vincolo di sostenibilit del debito di tutte le pubbliche
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Dossier pubblicati
Disposizioni per l'attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell'articolo
81, sesto comma, della Costituzione - Legge 24 dicembre 2012, n. 243 - Schede di
lettura (17/01/2013)
Introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale - A.C. 4620
e abb. - Raccolta di dottrina (07/10/2011)
Legge 31 dicembre 2009, n. 196 - Legge di contabilit e finanza pubblica - Schede di
lettura (18/11/2011)
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Tale legge rinforzata n.243 del 2012 ha origine da una iniziativa legislativa parlamentare,
nella cui relazione illustrativa veniva rilevata come lesigenza di assicurare una tempestiva
definizione della disciplina di dettaglio del principio del pareggio di bilancio sia connessa
anche alla raccomandazione del Consiglio del 10 luglio 2012 sul Programma nazionale
di riforma 2012 dellItalia, la quale ha sollecitato il nostro Paese alladozione di
provvedimenti nel periodo 2012-2013 volti a garantire che il chiarimento delle
caratteristiche chiave del pareggio di bilancio inserito nella Costituzione, ivi compreso un
adeguato coordinamento tra i diversi livelli amministrativi, sia coerente con il quadro
dellUnione europea. La stessa relazione illustrativa sottolineava, inoltre, lurgenza del
provvedimento, la cui mancata approvazione nei tempi stabiliti ossia entro il 28 febbraio
2013 avrebbe costituito un fatto estremamente grave, che avrebbe disatteso sia gli
impegni assunti nellambito del Trattato sulla stabilit, sul coordinamento e sulla
governance nell'Unione economica e monetaria - cd. Fiscal compact, ratificato dallItalia
con la legge n. 114 del 23 luglio 2012 - sia lo stesso disposto della legge costituzionale.
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prevede lobbligo di riduzione della quota del debito pubblico eccedente il 60 per cento
del prodotto interno lordo ad un ritmo annuale medio nel triennio pari ad almeno un
ventesimo della medesima eccedenza. Nell'applicazione di tale parametro di riferimento si
tiene conto dell'influenza della congiuntura sul ritmo di riduzione del debito, nonch di alcuni
fattori rilevanti cui fa riferimento la legge in esame concernenti, tra laltro, le passivit
connesse allinvecchiamento della popolazione e il livello del debito privato.
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La durata del piano di rientro deve essere commisurata alla gravit degli eventi straordinari
e lo stesso deve essere attuato a decorrere dall'esercizio successivo a quelli per i quali
autorizzato lo scostamento, tenendo conto dell'andamento del ciclo economico. In conformit
al disposto costituzionale, la deliberazione con la quale ciascuna Camera autorizza lo
scostamento e approva il piano di rientro adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi
componenti.
Il piano di rientro pu essere aggiornato con le medesime modalit al verificarsi di
ulteriori eventi eccezionali, ovvero qualora, in relazione allandamento del ciclo
economico, il Governo intenda apportarvi modifiche.
Il meccanismo di correzione
Il Capo III della legge reca una specifica disciplina tesa a far fronte a eventuali scostamenti
degli andamenti di finanza pubblica rispetto agli obiettivi programmatici, diversi da
quelli gi considerati per il caso di eventi eccezionali, prevedendo a tal fine un meccanismo
di correzione volto ad assicurare il ritorno allobiettivo programmatico
A tale scopo, sintroduce una previsione generale volta a prevenire tale eventualit,
affidando al Ministro delleconomia e delle finanze leffettuazione di una attivit di
monitoraggio in corso danno sugli andamenti di finanza pubblica: qualora da tale attivit
emerga il rischio che si determinino scostamenti rispetto agli obiettivi programmatici il
Governo riferisce alle Camere, cui, pertanto spetteranno le conseguenti eventuali
determinazioni.
Qualora, ci nonostante, il Governo accerti, in base ai dati di consuntivo, che si verificato,
rispetto allobiettivo programmatico, uno scostamento negativo del saldo strutturale - riferita
al risultato dellesercizio precedente ovvero, in termini cumulati, a quelli dei due esercizi
precedenti - pari o superiore allo scostamento considerato significativo dallordinamento
dellUnione europea e al Fiscal compact, e qualora valuti che tale scostamento si possa
riflettere anche sugli obiettivi per lanno in corso e per quelli successivi del periodo di
programmazione, deve evidenziarne le cause ed indicare le misure correttive tali da
assicurare il ritorno allobiettivo programmatico entro lanno successivo a quello in cui si
rilevato lo scostamento.
Nei documenti di programmazione finanziaria sono indicate lentit e larticolazione
temporale delle misure correttive medesime a carico delle pubbliche amministrazioni
centrali, territoriali ed enti di previdenza, anche tenendo conto del rispettivo concorso allo
scostamento.
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Il Capo V reca, infine, le disposizioni volte a prevedere lequilibrio dei bilanci anche nei
confronti delle amministrazioni pubbliche non territoriali, distinguendo tra quelle che
adottano la contabilit finanziaria, per le quali lequilibrio si realizza quando le stesse
registrano un saldo non negativo tra entrate e spese finali, e quelle che adottano la
contabilit economico-patrimoniale, le quali si considerano in equilibrio quando risultano
conformi a criteri definiti con legge dello Stato, con la quale possono essere stabiliti ulteriori
criteri per il conseguimento dellequilibrio dei bilanci e per il recupero di eventuali disavanzi,
nonch le sanzioni conseguenti al mancato rispetto dellequilibrio.
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Le modalit di attuazione della nuova disciplina in materia di contenuto della legge di bilancio
sono rinviate alla legislazione ordinaria.
Approfondimenti
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Dossier pubblicati
Disposizioni per l'attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell'articolo
81, sesto comma, della Costituzione - Legge 24 dicembre 2012, n. 243 - Schede di
lettura (17/01/2013)
Legge 31 dicembre 2009, n. 196 - Legge di contabilit e finanza pubblica - Schede di
lettura (18/11/2011)
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Per concerne il c.d. Fiscal compact, larticolo 3 del Trattato, nellimpegnare le Parti
contraenti ad applicare e ad introdurre,entro un anno dalla sua entrata in vigore, con norme
vincolanti e a carattere permanente, preferibilmente di tipo costituzionale, e in aggiunta e
senza pregiudizio per gli obblighi derivanti dal diritto dellUE, la regola del pareggio (o
dellattivo) dibilancio prevede che la essa si consideri rispettata se il saldo strutturale
annuo della pubblica amministrazione pari all'obiettivo di medio termine specifico per il
paese, quale definito nel patto di stabilit e crescita rivisto, con il limite inferiore di un
disavanzo strutturale dello 0,5% del prodotto interno lordo ai prezzi di mercato.
Il medesimo articolo 3 prevede altres che qualora il rapporto debito pubblico/Pil risulti
significativamente al di sotto della soglia del 60%, e qualora i rischi per la sostenibilit a
medio termine delle finanze pubbliche siano bassi, il suddetto valore di riferimento possa
superiore allo 0,5% ma che in ogni caso non possa eccedere il limite dell1% del PIL.
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Si ricorda che unanaloga regola per la riduzione delleccedenza di debito prevista dall
articolo 4 del Fiscal compact, in base al quale qualora il rapporto debito pubblico/Pil superi
la soglia del 60%, le parti contraenti si impegnano a ridurlo mediamente di 1/20 allanno,
come previsto dallart. 2 del regolamento (CE) n. 1467/97 come modificato dal regolamento
(UE) n. 1177/2011, sopra illustrato.
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Per un Paese che non abbia raggiunto lobiettivo di medio termine e che presenti una
deviazione del saldo di bilancio rispetto al percorso di avvicinamento pari o superiore allo 0,5
per cento del PIL in un anno (o cumulativamente in due anni), lo scostamento viene
considerato significativo se la spesa al netto delle misure discrezionali sulle entrate ha un
impatto sul saldo pari ad almeno allo 0,5 per cento del PIL in un anno (o cumulativamente in
due anni).
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cosiddetto bilancio "a base zero" (zero base budgeting), principio su cui l'articolo 21 della
nuova legge di attuazione del pareggio di bilancio n.243/2012 intende avviare un'apposita
sperimentazione.
A tale finalit si aggiungono quella di agevolare il processo di contenimento della spesa
imposto alle amministrazioni centrali a seguito di interventi di riduzione lineare delle
dotazioni di bilancio, nonch, in via generale, quella di implementare nella Pubblica
Amministrazione le attivit di misurazione dei risultati raggiunti dallazione amministrativa e
di verifica dellefficienza dellorganizzazione amministrativa, anche mediante lindividuazione,
in relazione agli obiettivi di ciascun programma di spesa, di indicatori verificabili ex post.
Nel corso della XVI legislatura il processo di analisi e revisione della spesa stato dapprima
incorporato e reso permanente nel sistema delle decisioni di bilancio ad opera della nuova
legge di contabilit e finanza pubblica, legge n. 196/2009, e successivamente rilanciato,
anche in ragione delle persistenti esigenze di consolidamento dei conti pubblici, con misure
specifiche e nuove modalit operative introdotte in larga parte attraverso provvedimenti
d'urgenza.
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n.201/11 (c.d. Salva Italia), mentre altri altri profili che avrebbero dovuto essere approfonditi
nel programma medesimo - quali, ad esempio, l'individuazione di eventuali criticit nella
produzione ed erogazione dei servizi pubblici - sono stati presi in esame ed analizzati
nellambito di un Rapporto recante Elementi per una revisione della spesa pubblica
presentato nel maggio 2012 dal Ministro per i rapporti con il Parlamento.
Il medesimo decreto legge 138/2011, riproponendo, con talune varianti, quanto disposto dal
precedente decreto legge 98/2011, ha previsto, inoltre, che la Ragioneria generale dello
Stato dia inizio, a partire dall'anno 2012, d'intesa con i Ministeri interessati, a un ciclo di
spending review mirata alla definizione dei "costi standard" dei programmi di spesa
delle amministrazioni centrali dello Stato, prevedendo al contempo, per gli anni 2012 e
2013, una serie di obiettivi di riduzione delle spese relative alle missioni di ciascun
Ministero, nonch, per gli anni 2014, 2015 e 2016, di contenimento dellaumento in
termini nominali della spesa primaria del bilancio dello Stato, da realizzare nella misura
delle risorse finanziarie discendenti dallattuazione del citato programma per la
riorganizzazione della spesa pubblica e del ciclo di revisione della spesa mirato alla
definizione dei costi standard delle amministrazioni centrali.
Un successivo provvedimento, il decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 149, ha invece
inteso introdurre un controllo parlamentare sul grado di convergenza della spesa statale
ai fabbisogni standard dei programmi di spesa delle amministrazioni centrali e periferiche
dello Stato, che deve essere annualmente rendicontato alle Camere dal Governo.
Un ulteriore filone di interventi in materia di spendig review si registrato nell'utimo anno
della legislatura, anche a seguito della presentazione, in data 30 aprile 2012, del citato
Rapporto, che ha inteso affrontare il problema della spesa pubblica dal punto di vista delle
singole attivit, funzioni o organizzazioni nelle quali lofferta di beni e servizi al cittadino si
organizza.
Il Rapporto presenta unanalisi del livello e della struttura della spesa pubblica italiana,
evidenziando, in particolare, come lattuale dimensione della spesa e della sua struttura
costituisca oggi un ostacolo ad uno scenario di ripresa ciclica delleconomia. Limporto
presumibile della spesa che pu essere oggetto di revisione nel breve e lungo termine, la cd.
spesa aggredibile, viene quantificato in circa 295 miliardi di euro.
Pressoch contestualmente alla presentazione del Rapporto, il 3 maggio 2012, stata
adottata una Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri, che ha disciplinato lattivit
di revisione della spesa delle Amministrazioni centrali da realizzare nellarco del periodo1
giugno 31 dicembre 2012, al fine di conseguire un obiettivo di riduzione della spesa
indicato in un importo pari a 4,2 miliardi per lanno 2012.
La Direttiva ha indicato ai Dicasteri le linee da seguire per contenere le spese di gestione. Gli
interventi enunciati contempano la riduzione della spesa per acquisto di beni e servizi, la
revisione dei programmi di spesa, il ridimensionamento delle strutture dirigenziali
esistenti, la riduzione, anche mediante accorpamento, degli enti strumentali e vigilati e
delle societ pubbliche, la ricognizione degli immobili pubblici in uso alle pubbliche
amministrazioni al fine di possibili dismissioni, nonch la riduzione della spesa per locazioni,
leliminazione di spese di rappresentanza e per convegni.
Sulla base di questi indirizzi, ciascun Ministro stato chiamato a proporre, entro il 31 maggio
2012, un progetto contenente sia gli interventi di revisione e di riduzione della spesa
funzionali al raggiungimento dei risparmi previsti, sia le misure di razionalizzazione
organizzativa volte a conseguire risparmi futuri, ai fini dellassunzione da parte del
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Dossier pubblicati
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Piero Giarda, Dinamica, struttura e criteri di governo della spesa pubblica: un rapporto
preliminare, 24 gennaio 2012
Ministero economia e finanze, Rapporto sulla attivit di analisi e revisione delle
procedure di spesa e della allocazione delle relative risorse in bilancio - anno 2011,
Ministero economia e finanze, Rapporto di performance - Relazione al Parlamento anno 2011
Biagio Mazzotta, Nuove prospettive per la gestione e la decisione di bilancio, 26
novembre 2012
Presidenza del Consiglio dei Ministri - Spending review
Ragioneria generale dello Stato - Analisi e valutazione della spesa
Ministero dell'Economia e delle Finanze
Ragioneria Generale dello Stato
Corte dei conti
Istat
Revisione della spesa Rapporto Giarda 8 maggio 2012
Presidenza del Consiglio dei Ministri - Analisi di alcuni settori di spesa pubblica - marzo
2013
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