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Il sistema di bilancio negli Enti Locali

Il bilancio di previsione e
le verifiche sugli equilibri
Il sistema di bilancio negli Enti Locali
Il bilancio di previsione e
le verifiche sugli equilibri

• Il DUP: elementi essenziali ed il parere dell’organo di revisione.


• Il Bilancio di Previsione e la costituzione degli equilibri di bilancio dopo la L.
n. 145/2018 (Legge di Bilancio per il 2019).
• Gli strumenti per la salvaguardia degli equilibri di bilancio a preventivo: il
FCDE, il Fondo “contenzioso”, altri fondi per la copertura delle c.d. passività
potenziali.
• Il risultato presunto di amministrazione e il ripiano del disavanzo presunto
• Le variazioni al bilancio e correlate verifiche sul mantenimento degli
equilibri
• La salvaguardia degli equilibri in corso di gestione e l’assestamento
generale di bilancio
Il DUP: elementi essenziali ed il parere
dell’organo di revisione
Il ciclo integrato della programmazione
LA SEZIONE STRATEGICA
FORMULAZIONE DI OBIETTIVI
STRATEGICI
Missione 09 – Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente
Obiettivo strategico Indirizzo strategico Contributo GAP Risultati attesi
2.2) Incrementare la 2) Citta sostenibile Associazione YY Migliorare la qualità
sostenibilità dell’ambiente di vita
ambientale dei
trasporti
2.3) Potenziare il 2) Citta sostenibile =====
sistema del verde

Missione 03 – Ordine pubblico e sicurezza


Obiettivo strategico Indirizzo strategico Contributo GAP Risultati attesi
2.1) Incrementare il 2) Citta sostenibile Associazione YY Ridurre il numero di
livello di sicurezza incidenti stradali
delle strade
3.1) Incrementare il 3) Citta sicura ===== Ridurre il numero di
livello di sicurezza episodi di violenza
della città
LA SEZIONE OPERATIVA
DAGLI OBIETTIVI STRATEGICI A QUELLI
OPERATIVI
Missione 09 – Sviluppo sostenibile e tutela del territorio e dell’ambiente
Programma 02 – Tutela, valorizzazione e recupero ambientale
Obiettivo Obiettivi operativi Tempi Risultati attesi
strategico
2.3) Potenziare il Riqualificare gli spazi verdi esistenti 2015 N.ro di interventi di
sistema del verde riqualificazione
Aumento delle superfici a verde 2017 Mq. di superfici
pubblico realizzate
2.2) Incrementare Bicibus 2016 Adesioni al progetto
la sostenibilità
ambientale dei Piste ciclabili 2017 Km. Piste ciclabili
trasporti realizzate

Revisione del sistema di 2015 Redazione nuovo piano


circolazione stradale urbano del traffico
IL PRINCIPIO DELLA PROGRAMMAZIONE

Art. 151 (Principi generali):

•“Gli enti locali ispirano la propria gestione al principio della


programmazione. A tal fine presentano il Documento Unico di
Programmazione entro il 31 luglio di ogni anno e deliberano il
bilancio di previsione finanziario entro il 31 dicembre, riferiti
ad un orizzonte temporale almeno triennale.

•Le previsioni di bilancio sono elaborate sulla base delle linee


strategiche contenute nel documento unico di
programmazione, osservando i principi contabili generali…”
IL PRINCIPIO DELLA PROGRAMMAZIONE

In sintesi

•Predisposizione e presentazione DUP al


Consiglio entro il 31 luglio

•La G.C. presenta la nota di aggiornamento al


DUP entro il 15 NOVEMBRE

•APPROVAZIONE BILANCIO ENTRO IL 31


DICEMBRE
IL PRINCIPIO DELLA PROGRAMMAZIONE

PROCEDURA

•Approvazione Schema/Proposta da parte


della Giunta

•Presentazione (comunicazione) al Consiglio

•Eventuale NOTA DI AGGIORNAMENTO da


parte della Giunta

•Approvazione DUP da parte del Consiglio


DISCIPLINARE CON IL REGOLAMENTO DI CONTABILITÀ
• le modalità di presentazione, che possono avvenire
attraverso il deposito, l'invio della proposta di
deliberazione, la semplice trasmissione del documento o
una specifica seduta consiliare.
• lasso temporale tra la presentazione e l'esame in Consiglio
comunale.
• le modalità attraverso cui si esprimono le richieste di
modifica al documento proposto dalla Giunta.
• Eventuale obbligo di parere dell’Organo di Revisione
Tre i punti fermi:

1) È necessario il parere dei revisori a supporto della


deliberazione della Giunta per il Consiglio

2) Il DUP deve essere deliberato dal Consiglio (e non solo


comunicato)

3) In mancanza nella legge dell’indicazione di un termine


per l’adozione del Consiglio, spetta al regolamento di
contabilità definire la tempistica, tenendo conto che la
deliberazione deve essere adottata in tempo utile per
consentire l’approvazione dell’eventuale nota di
aggiornamento entro il 15 novembre
Procedura

“Con riferimento al procedimento di approvazione del DUP e della


relativa nota di aggiornamento, dal vigente quadro normativo
risulta:
1. il DUP è presentato dalla Giunta entro il 31 luglio “per le
conseguenti deliberazioni. Pertanto il Consiglio riceve, esamina,
discute il DUP presentato a luglio e delibera. La deliberazione
del Consiglio concernente il DUP può tradursi:
 in una approvazione, nel caso in cui il documento di
programmazione rappresenta gli indirizzi strategici e
operativi del Consiglio;
 in una richiesta di integrazioni e modifiche del
documento stesso, che costituiscono un atto di indirizzo
politico del Consiglio nei confronti della Giunta, ai fini
della predisposizione della successiva nota di
aggiornamento.
La deliberazione del DUP presentato a luglio costituisce una fase
necessaria del ciclo della programmazione dell’ente;
Procedura

2) l’assenza di un termine per la deliberazione concernente il DUP è


finalizzata al rispetto dell’autonomia nell’esercizio della funzione di
programmazione e di indirizzo politico, fermo restando che il Consiglio
deve assumere “le conseguenti deliberazioni”.

Il termine del 15 novembre per l’aggiornamento del DUP comporta la


necessità, per il Consiglio di deliberare il DUP in tempi utili per la
presentazione dell’eventuale nota di aggiornamento.

La deliberazione consiliare concernente il DUP non è un adempimento


facoltativo anche se non è prevista alcuna sanzione
Procedura

3) la nota di aggiornamento al DUP, è eventuale, in quanto


può non essere presentata se sono verificate entrambe le
seguenti condizioni:

 il DUP è già stato approvato in quanto rappresentativo


degli indirizzi strategici e operativi del Consiglio;

 non sono intervenuti eventi da rendere necessario


l’aggiornamento del DUP già approvato;
Procedura

4) se presentato, lo schema di nota di


aggiornamento al DUP si configura come lo
schema del DUP definitivo. Pertanto è predisposto
secondo i principi previsti dall’allegato n. 4/1 al
DLgs 118/2011;
Procedura

5) lo schema di nota di aggiornamento al DUP e lo


schema di bilancio di previsione sono presentati
contestualmente entro il 15 novembre,
unitamente alla relazione dell’organo di
revisione, secondo le modalità previste dal
regolamento dell’ente;
Procedura

6) la nota di aggiornamento, se presentata, è oggetto di


approvazione da parte del Consiglio. In quanto
presentati contestualmente, la nota di aggiornamento
al DUP e il bilancio di previsione possono essere
approvati contestualmente, o nell’ordine indicato.
Procedura

la disciplina concernente la presentazione del DUP si


applica anche agli enti in gestione commissariale.

in caso di rinvio del termine di presentazione del DUP, la


specifica disciplina concernente i documenti di
programmazione integrati nel DUP deve essere rispettata.
DUP - IL DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE

ART. 9 – BIS D.L. 113/2016 convertito in LEGGE 160/2016


MODIFICA ART. 174 TUEL
a) all'articolo 174, comma 1: 1) le parole: "ed alla
relazione dell'organo di revisione" sono soppresse; 2)
dopo le parole: "entro il 15 novembre di ogni anno"
sono aggiunte le seguenti: "secondo quanto stabilito
dal regolamento di contabilità«

Modalità di approvazione del DUP disciplinata dal


Regolamento di contabilità

Parere Organo di revisione solo sul documento finale


DUP

Il DUP è lo strumento che permette l’attività di guida


strategica ed operativa degli enti locali e consente di
fronteggiare in modo permanente, sistemico e unitario le
discontinuità ambientali e organizzative.

Il DUP costituisce, nel rispetto del principio del


coordinamento e coerenza dei documenti di bilancio,
il presupposto necessario di tutti gli altri documenti di
programmazione
Principio Contabile della Programmazione del Bilancio
Allegato n. 4/1 al D.Lgs 118/2011

8.3. Inammissibilità e improcedibilità delle deliberazioni non coerenti con


il documento unico di programmazione degli enti locali

Il regolamento di contabilità deve disciplinare i


casi di inammissibilità e di improcedibilità per le
deliberazioni di consiglio e di giunta che non
sono coerenti con le previsioni e i contenuti
programmatici del DUP degli enti locali.
DUP
Al fine di procedere al riordino, gestione e valorizzazione del
proprio patrimonio immobiliare l’ente, con apposita delibera
dell’organo di governo individua, redigendo apposito elenco, i
singoli immobili di proprietà dell'ente.
Tra questi devono essere individuati:
– quelli non strumentali all’esercizio delle proprie funzioni istituzionali,
– quelli suscettibili di valorizzazione ovvero di dismissione.

Sulla base delle informazioni contenute nell’elenco deve


essere predisposto il “Piano delle alienazioni e valorizzazioni
patrimoniali” quale parte integrante del DUP
DUP SEMPLIFICATO

Viene prevista, nell’esempio n. 1 dell’appendice


tecnica al principio 4/1, una struttura tipo di
DUP semplificato che, come precisato dal
medesimo principio contabile, gli enti locali con
popolazione fino a 5.000 abitanti possono
utilizzare anche parzialmente.
DUP SEMPLIFICATO

Si tratta di un modello facoltativo, in tutto o in


parte, come peraltro confermato dalla
Commissione Arconet nel corso della seduta
dell’11 aprile 2018 nella quale è stata
approvata la proposta di DUP semplificato.
DUP SEMPLIFICATO

Si consiglia l’utilizzo integrale del modello, che


è completo ed aderente al principio contabile
4/1 e, quindi, la sua adozione ne garantisce la
correttezza formale e sostanziale.

Il D.M. del 18 maggio 2018 ha previsto


un’ulteriore semplificazione per i Comuni con
popolazione fino a 2.000 abitanti
DUP SEMPLIFICATO

La popolazione di riferimento è quella calcolata


in base al comma 2 dell’art. 156 del TUEL,
ovvero considerando la popolazione residente
alla fine del penultimo anno precedente
secondo i dati dell'ISTAT (mentre per i comuni
di nuova istituzione si utilizza l'ultima
popolazione disponibile)
LE NOVITÀ DEL NUOVO DUP SEMPLIFICATO

Parte prima ‐ analisi della situazione interna ed


esterna dell’ente:
1. risultanze dei dati relativi alla popolazione, al
territorio ed alla situazione socioeconomica
dell’ente;
2. modalità di gestione dei servizi pubblici locali;
3. sostenibilità economico finanziaria dell’ente;
gestione risorse umane; vincoli di finanza pubblica.
LE NOVITÀ DEL NUOVO DUP SEMPLIFICATO
Parte seconda ‐ indirizzi generali relativi alla programmazione per il
periodo di bilancio:

 entrate;
 spese;
 raggiungimento equilibri della situazione corrente e generali del bilancio
e relativi equilibri in termini di cassa;
 principali obiettivi delle missioni attivate;
 gestione del patrimonio con particolare riferimento alla programmazione
urbanistica e del territorio e piano delle alienazioni e della valorizzazione
dei beni patrimoniali;
 obiettivi del gruppo amministrazione pubblica;
 piano triennale di razionalizzazione e riqualificazione della spesa;
 altri eventuali strumenti di programmazione.
LE NOVITÀ DEL NUOVO DUP SEMPLIFICATO

Ulteriori semplificazioni vengono previste per i


Comuni sotto i 2.000 abitanti
Infatti viene eliminata l’analisi della situazione
socio‐economica, della popolazione e del
territorio, così come non viene richiesta la
suddivisione per missione degli obiettivi
strategici.
LE NOVITÀ DEL NUOVO DUP SEMPLIFICATO

Ai comuni con popolazione fino a 2.000 abitanti è consentito di redigere il


Documento unico di programmazione semplificato (DUP) in forma
ulteriormente semplificata attraverso l'illustrazione, delle spese
programmate e delle entrate previste per il loro finanziamento, in parte
corrente e in parte investimenti.
Il DUP dovrà in ogni caso illustrare:
a) l'organizzazione e la modalità di gestione dei servizi pubblici ai cittadini
con particolare riferimento alle gestioni associate;
b) la coerenza della programmazione con gli strumenti urbanistici vigenti;
c) la politica tributaria e tariffaria;
d) l'organizzazione dell'ente e del suo personale;
e) il piano degli investimenti ed il relativo finanziamento;
f) il rispetto delle regole di finanza pubblica.
LE NOVITA’ DELLA PROGRAMMAZIONE

Novità introdotta dal D.M. del 18 maggio 2018:


Prevede che nel DUP deve essere data evidenza se il
periodo del mandato amministrativo non coincide con
l'orizzonte temporale di riferimento del bilancio di
previsione.
Si riprende la funzione originaria del DUP, che è appunto
quella di essere un documento unico di programmazione
di tutta l’attività dell’ente.
Salvi specifici termini previsti dalla normativa vigente, si
considerano approvati, in quanto contenuti nel DUP,
senza necessità di ulteriori deliberazioni, i seguenti
documenti:
LE NOVITA’ DELLA PROGRAMMAZIONE
1) programma triennale ed elenco annuale dei lavori pubblici di cui all’art. 21
del D.Lgs. n. 50/2016 (per lo schema di programma vedasi il Decreto n. 14
del 16 gennaio 2018 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti);
2) piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari di cui all’art. 58, comma
1 del D.L. n. 112/2008;
3) programma biennale di forniture di beni e servizi di cui all’art. 21, comma 6,
del D.Lgs. n. 50/2016 (per lo schema di programma vedasi il Decreto n. 14
del 16 gennaio 2018 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti);
4) piano triennale di razionalizzazione e riqualificazione della spesa di cui
all’art. 2, comma 594, della Legge n. 244/2007;
5) piano triennale di razionalizzazione e riqualificazione della spesa di cui
all'art. 16, comma 4, del D.L. n. 98/2011, che ricordiamo è facoltativo;
6) programmazione triennale del fabbisogno di personale di cui all’art. 6,
comma 4, del D.Lgs. n. 165/2001;
7) programma degli incarichi di collaborazione autonoma previsto dall’art. 3,
comma 55 della Legge n. 244/2007).
LE NOVITA’ DELLA PROGRAMMAZIONE
6) programmazione triennale del fabbisogno di personale di cui all’art. 6,
comma 4, del D.Lgs. n. 165/2001;

in base all’art. 48 del TUEL, rientra nella competenza


della Giunta Comunale.
L’inserimento di tale programmazione nel DUP, senza
un’apposita deliberazione della Giunta, “spoglierebbe”
quest’ultima di una competenza che la legge le
attribuisce.
Si consiglia di provvedere in ogni caso con una apposita
deliberazione della Giunta, corredata del parere
preventivo dell’organo di revisione dell’ente.
Verificare la posizione del Regolamento dell’Ente
Termini previsti per l’approvazione definitiva del programma
triennale delle opere pubbliche

"Successivamente alla adozione, il programma


triennale e l'elenco annuale sono pubblicati sul profilo
del committente. Le amministrazioni possono
consentire la presentazione di eventuali osservazioni
entro trenta giorni dalla pubblicazione di cui al primo
periodo del presente comma.
Termini previsti per l’approvazione definitiva del programma
triennale delle opere pubbliche
Sono stati inseriti, nella parte relativa al Documento
Unico di Programmazione, la correlazione con la
programmazione degli acquisti di beni e servizi svolta
in conformità al programma biennale di forniture e
servizi di cui all'art. 21, comma 6 del decreto
legislativo n. 50 del 2016 e al programma triennale
dei lavori pubblici e ai suoi aggiornamenti annuali di
cui all'art. 21 del decreto legislativo n.50 del 2016,
oltre al piano triennale di contenimento della spesa
di cui all'art. 2, commi 594 e 599, della legge n.
244/2007.
Termini previsti per l’approvazione definitiva del programma
triennale delle opere pubbliche

L'approvazione definitiva del programma triennale,


unitamente all'elenco annuale dei lavori, con gli eventuali
aggiornamenti, avviene entro i successivi trenta giorni dalla
scadenza delle consultazioni, ovvero, comunque, in assenza
delle consultazioni, entro sessanta giorni dalla pubblicazione
di cui al primo periodo del presente comma, nel rispetto di
quanto previsto al comma 4 del presente articolo
9° DECRETO CORRETTIVO CONTABILITA’ ARMONIZZATA

Modifiche rilevanti apportate al principio contabile applicato


concernente la programmazione di bilancio hanno riguardato
il Documento Unico di Programmazione (DUP)
Nel DUP devono essere inseriti tutti quegli ulteriori strumenti
di programmazione relativi all’attività istituzionale dell’ente di
cui il legislatore, compreso quello regionale e provinciale,
prevede la redazione ed approvazione e che tali documenti
sono approvati con il DUP, senza necessità di ulteriori
deliberazioni
Riferimento esplicito al programma triennale ed elenco
annuale dei lavori pubblici e al programma biennale di
forniture e servizi previsti dall’art. 21 del nuovo Codice dei
contratti pubblici.
CONFLITTI DI SCADENZE

1) i termini di adozione o approvazione dei singoli documenti di


programmazione previsti dalla normativa vigente sono antecedenti
l’adozione o l’approvazione del DUP: in tale caso i documenti di
programmazione devono essere adottati o approvati autonomamente
dal DUP, fermo restando il successivo inserimento degli stessi nel DUP;
2) i termini di adozione o approvazione dei singoli documenti di
programmazione previsti dalla normativa vigente sono successivi
all’adozione o all’approvazione del DUP: in tale caso i documenti di
programmazione possono essere adottati o approvati
autonomamente dal DUP, fermo restando il successivo inserimento
degli stessi nella nota di aggiornamento al DUP;
3) non sono previsti dalla legge termini di adozione o approvazione dei
singoli documenti di programmazione previsti dalla normativa vigente:
in tale caso i documenti di programmazione devono essere inseriti nel
DUP.
CONFLITTI DI SCADENZE

la semplificazione amministrativa introdotta,


ovvero la possibilità di approvare i documenti
di programmazione unitamente al DUP senza
ulteriori deliberazioni, riguarda tutti gli enti e
non solo quelli con popolazione non superiore
ai 5 mila abitanti.
I documenti di programmazione da inserire nel DUP
La nuova disciplina semplificata che riguarda il DUP, pone degli
interrogativi su quali documenti di programmazione vadano inseriti nel
DUP di luglio e nella relativa nota di aggiornamento di novembre.

A tale riguardo, considerato che nella nota di aggiornamento del DUP, che
la Giunta deve presentare al Consiglio entro il 15 novembre, devono essere
inseriti tutti i documenti di programmazione definitivi

in riferimento al DUP che la Giunta deve presentare al Consiglio entro il 31


luglio, in quali delle tre casistiche ricadono i principali documenti di
programmazione previsti dalla legislazione nazionale, fermo restando che
tali documenti possono essere comunque modificati in sede di
approvazione della nota di aggiornamento del DUP, nel rispetto
ovviamente della specifica disciplina prevista dalla legge.
I documenti di programmazione da inserire nel DUP

PROGRAMMA TRIENNALE ED ELENCO ANNUALE DEI LAVORI


PUBBLICI

E’ il documento di programmazione che, in relazione al DUP,


presenta maggiori problemi, in quanto per tale programma è
prevista una fase di adozione e una di approvazione, con un
termine intercorrente tra le due fasi che non è perentorio, non
essendo previste sanzioni.
I documenti di programmazione da inserire nel DUP

PROGRAMMA TRIENNALE ED ELENCO ANNUALE DEI LAVORI


PUBBLICI

Per tale programma la normativa non prevede una specifica


scadenza, pertanto dovrà essere inserito già nel DUP di
luglio senza ulteriori deliberazioni. Si pone però il problema
se nel DUP di luglio occorra inserire il programma adottato o
quello approvato. L’IFEL, con una nota di orientamento del 24
luglio 2018, analizza proprio tale aspetto e fornisce diverse
alternative procedurali.
I DOCUMENTI DI PROGRAMMAZIONE DA INSERIRE NEL DUP

Programma triennale ed elenco annuale dei lavori pubblici

La procedura consigliabile potrebbe essere quella di inserire


nel DUP di luglio il programma adottato (senza ulteriori
deliberazioni) e nella nota di aggiornamento il programma
definitivamente approvato (senza ulteriori deliberazioni e
previo espletamento degli obblighi di pubblicazione e
consultazione), anche eventualmente modificato rispetto al
piano adottato, anche al fine di tenere conto, eventualmente,
delle osservazioni presentate.
ITER DI APPROVAZIONE PROGRAMMA TRIENNALE ED ELENCO ANNUALE DEI LAVORI
PUBBLICI
In quale casistica rientra l'approvazione del programma triennale
delle opere pubbliche? L'articolo 5, comma 6 del Dm 14/2018
(Regolamento recante procedure e schemi‐tipo per la redazione
e la pubblicazione del programma triennale dei lavori pubblici,
del programma biennale per l'acquisizione di forniture e servizi
e dei relativi elenchi annuali e aggiornamenti annuali) precisa
che, dopo aver adottato il piano, assolto agli obblighi di
pubblicazione, consentito (in via facoltativa) la presentazione
delle osservazioni, gli enti locali procedono all'approvazione
definitiva del piano entro 60 giorni dalla pubblicazione e
comunque «entro novanta giorni dalla data di decorrenza degli
effetti del proprio bilancio o documento equivalente, secondo
l'ordinamento proprio di ciascuna amministrazione

Il termine ultimo (l'unico ancorato ad una data) per


l'approvazione del piano è quindi fissato nei tre mesi successivi
alla data di approvazione del bilancio
ITER DI APPROVAZIONE PROGRAMMA TRIENNALE ED ELENCO ANNUALE DEI LAVORI
PUBBLICI

I motivi possono essere sintetizzati nelle seguenti


considerazioni:
a) l'articolo 21, comma 1, del codice degli appalti
impone che i piani siano approvati in coerenza con
il bilancio di previsione;
b) fino a quando il bilancio non viene approvato e
non è definito l'ammontare delle risorse
disponibili per la realizzazione delle opere
pubbliche, non è possibile dare corso
compiutamente alla programmazione delle opere
pubbliche e analogo discorso vale anche per il
programma delle forniture di beni e servizi.
ITER DI APPROVAZIONE PROGRAMMA TRIENNALE ED ELENCO ANNUALE DEI LAVORI
PUBBLICI

A spianare la strada a questa impostazione è l'eliminazione del piano delle


opere pubbliche quale allegato al bilancio, documento espunto
dall'elencazione dell'articolo 172 del Tuel sin dal 2015.
La difficoltà di delineare una programmazione degli investimenti in via
anticipata rispetto alla quantificazione delle risorse è infatti sempre stato il
punto debole del rapporto tra i due ambiti di pianificazione, che ha
portato in passato gli enti o ad approvare piani delle opere pubbliche del
tutto “avulsi” dal bilancio (i cosiddetti «piani dei sogni») oppure ad
apportare modifiche sostanziali al piano adottato, per adeguare quello
definitivamente approvato alle effettive disponibilità finanziarie.
Secondo la recente lettura interpretativa, quindi, non è il Dup a imporre i
termini per l'approvazione del piano delle opere pubbliche, termini che
sono invece sganciati dal Dup e indicati dall’articolo 5, comma 6.
ITER DI APPROVAZIONE PROGRAMMA TRIENNALE ED ELENCO ANNUALE DEI LAVORI
PUBBLICI

Quale rapporto con il bilancio e il Dup?

Se dunque il termine ultimo di approvazione del programma delle opere


pubbliche è fissato in data successiva all'approvazione del documento
unico di programmazione (o della sua nota di aggiornamento), trova
applicazione la seconda casistica disciplinata dal punto 8.2 del principio
contabile allegato 4/1, che prevede l'autonoma approvazione del piano e
il successivo inserimento nella nota di aggiornamento al Dup.

Come inserire nella nota di aggiornamento al Dup approvata insieme al


bilancio un piano che, a rigore, potrebbe non essere ancora approvato?

Due ipotesi:
ITER DI APPROVAZIONE PROGRAMMA TRIENNALE ED ELENCO ANNUALE DEI LAVORI
PUBBLICI

1) non includere nel Dup (o nota di aggiornamento) approvato insieme al


bilancio il programma delle opere pubbliche. Al momento
dell'approvazione del piano si procederà con un ulteriore aggiornamento
del Dup;

oppure

2) approvare il programma delle opere pubbliche contestualmente alla


nota di aggiornamento al Dup e al bilancio entro il 31/12 (opzione questa
non vietata dal Dm 14/2018 e che comunque garantisce la coerenza del
programma con il bilancio, come imposto dall'articolo 21, comma 1, del
Codice), soluzione questa che appare la più indicata.
ITER DI APPROVAZIONE PROGRAMMA TRIENNALE ED ELENCO ANNUALE DEI LAVORI
PUBBLICI
• non vi è alcun obbligo di inserire nel Dup di luglio il programma triennale
delle opere pubbliche e il programma biennale delle forniture di beni e
servizi. Il documento potrà limitarsi a fornire indicazioni sulla spesa per
investimenti e sugli interventi da programmare, fermo restando l'obbligo di
procedere, in sede di nota di aggiornamento, a inserire il piano una volta
approvato;

• l'iter di adozione e approvazione del programma opere pubbliche è


sganciato da quello del Dup e del bilancio, dovendo garantire solo il rispetto
del termine ultimo di 90 giorni dall'approvazione del bilancio stesso;

• gli enti possono avviare l'iter di approvazione del piano anche prima
dell'approvazione del bilancio, purché sia garantita la coerenza del piano
approvato (e non anche di quello adottato) con il bilancio stesso.
I DOCUMENTI DI PROGRAMMAZIONE DA INSERIRE NEL DUP

Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari

La normativa non individua un termine di approvazione ma


precisa che tale documento deve essere allegato al bilancio di
previsione, che ha una scadenza successiva al DUP. Tuttavia,
considerato che il principio contabile applicato 4/1 prevede,
nel contenuto minimo della Sezione Operativa del DUP, anche
tale documento di programmazione, è necessario prevedere il
piano in questione già nel DUP di luglio, senza ulteriori
deliberazioni.
I DOCUMENTI DI PROGRAMMAZIONE DA INSERIRE NEL DUP

Piano triennale di razionalizzazione delle dotazioni


strumentali, delle autovetture di servizio e dei beni immobili
ad uso abitativo o di servizio
•Non essendo prevista dalla normativa alcuna scadenza, tale
documento dovrà essere inserito già nel DUP di luglio senza
ulteriori deliberazioni.
Piano triennale di razionalizzazione e riqualificazione della
spesa
•Essendo prevista dalla normativa una scadenza antecedente
al termine fissato per il DUP di luglio, tale documento dovrà
essere autonomamente deliberato e successivamente inserito
nel predetto DUP.
I DOCUMENTI DI PROGRAMMAZIONE DA INSERIRE NEL DUP

Piano triennale dei fabbisogni di personale


•La normativa di riferimento non prevede
alcun termine di approvazione, pertanto, tale
documento dovrà essere inserito nel DUP di
luglio senza ulteriori deliberazioni.
•Attenzione alle nuove soglie del turn over non
ancora stabilite per il triennio a venire
I DOCUMENTI DI PROGRAMMAZIONE DA INSERIRE NEL DUP

Piano triennale dei fabbisogni di personale


•In base all’art. 48 del TUEL, l’ approvazione del Piano triennale dei
fabbisogni di personale rientra nella competenza della Giunta Comunale.
•Evidentemente, l’inserimento di tale programmazione nel DUP, senza
un’apposita deliberazione della Giunta, “spoglierebbe” quest’ultima di una
competenza che la legge le attribuisce.
•Tale problema, non viene risolto dal fatto che lo schema di DUP, che
contiene il piano triennale dei fabbisogni di personale, viene approvato
dalla Giunta, posto che l’approvazione definitiva spetta comunque al
Consiglio.
I DOCUMENTI DI PROGRAMMAZIONE DA INSERIRE NEL DUP

Programma degli incarichi di collaborazione


autonoma
•Non essendo prevista dalla normativa alcuna
scadenza, tale documento dovrà essere
inserito già nel DUP di luglio senza ulteriori
deliberazioni.
Il Bilancio di Previsione e la costituzione degli
equilibri di bilancio dopo la L. n. 145/2018
(Legge di Bilancio per il 2019).
DELIBERAZIONE N. 19/SEZAUT/2019/INPR

Legge di bilancio 2019,:


a) la nuova regola fiscale concernente la verifica della situazione di equilibrio (art. 1,
commi 819‐826);
b) il libero utilizzo degli avanzi di amministrazione, con specifico riguardo alle condizioni
ed ai limiti che regolano l’applicazione dell’avanzo per gli enti in disavanzo (art. 1 commi
897‐900 legge di bilancio 2019) ;
c) la corretta programmazione delle risorse con particolare riferimento alle importanti
novità in tema di prenotazione/costituzione del Fondo pluriennale vincolato (art. 1
commi co. 909‐911) fin dall’avvio della fase della progettazione;
d) le varie misure di semplificazione e flessibilità dei bilanci, aventi ad oggetto deroghe al
progressivo, prestabilito, incremento dell’accantonamento al Fondo crediti di dubbia
esigibilità (co. 1015‐1018), lo stralcio dei crediti fino a € 1.000 iscritti a ruolo tra il 2.000
ed il 2010, così come previsto dall’art. 4 del d.l. 23.10.2018, n. 119 convertito dalla legge
17.12.2018, n. 136 ed il rientro dall’eventuale disavanzo derivante dall’automatico
annullamento in base ad un regime temporale differenziato rispetto alla generale
disciplina ex art. 188 TUEL (art. 11‐bis, comma 6 d.l. 135/2018;

56
DELIBERAZIONE N. 19/SEZAUT/2019/INPR

Legge di bilancio 2019,:


…;
e) l’utilizzo, a regime, dei proventi da alienazione dei beni patrimoniali per il pagamento
delle rate di mutuo (art. 11‐bis co 4 d.l. n.135/2018) e l’eliminazione dell’obbligo di
concorrere al fondo ammortamento titoli di stato;
f) le nuove fattispecie di anticipazioni di liquidità disciplinate e previste dai commi da 849
a 858 da utilizzare per il pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili maturati alla data
del 31 dicembre 2018, relativi a somministrazioni, forniture, appalti e a obbligazioni per
prestazioni professionali, che non costituiscono indebitamento ai sensi dell'articolo 3,
comma 17, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, e da concedersi, per gli enti locali,
entro il limite massimo di tre dodicesimi delle entrate accertate nell'anno 2017 afferenti
ai primi tre titoli di entrata del bilancio

57
DELIBERAZIONE N. 19/SEZAUT/2019/INPR

L’articolo 1, commi da 819 a 830, della legge di bilancio 2019


ha introdotto per gli enti territoriali nuove disposizioni in tema
di equilibrio di bilancio, prevendendo che gli stessi, a
decorrere dal 2019, soddisfano tale condizione laddove risulti
verificato un risultato di competenza dell’esercizio non
negativo. Nello specifico è stato sancito il superamento delle
norme in materia di rispetto del principio di pareggio di
bilancio basate sull’articolo 9 della legge n. 243/2012, a
favore di un risultato di competenza dell'esercizio non
negativo desumibile dal prospetto della verifica degli equilibri
allegato al rendiconto di gestione. La nuova regola si applica
agli Enti locali dal 2019 a differenza delle Regioni a statuto
ordinario per le quali decorre solo dall’anno 2021

58
Calcolo del nuovo «vincolo di bilancio»
+ avanzo/– disavanzo applicato al bilancio
+ Fpv di entrata
+ accertamenti entrate finali
‐ impegni spese finali
‐ Fpv di spesa
‐ fondo anticipazioni di liquidità
= risultato di competenza ≥ 0
‐ risorse accantonate stanziate nel bilancio di previsione
‐ risorse vincolate nel bilancio
= equilibrio di bilancio
+/‐ variazione accantonamenti effettuata in sede di rendiconto
= equilibrio complessivo
59
IL NUOVO PAREGGIO DI BILANCIO

«Semplificazione delle regole di finanza pubblica» co. 822

LO STATO SI RISERVA, COMUNQUE, EX ART. 17, CO. 13,


DELLA L. 196/2009, DI PROVVEDERE AD EVENTUALI E
SUCCESSIVE MODIFICHE DELLA DISCIPLINA «QUALORA
RISULTINO, NEL CORSO DI CISCUN ANNO, ANDAMENTI DI
SPESA DEGLI ENTI NON COERENTI CON GLI IMPEGNI
ASSUNTI CON L’UNIONE EUROPEA»
DELIBERAZIONE N. 19/SEZAUT/2019/INPR

Altra novità di rilievo introdotta dalla legge di bilancio per il


2019 riguarda la più ampia possibilità di utilizzo dell’avanzo
di amministrazione risultante dall’esercizio precedente, sia
pure con alcune limitazioni applicabili in particolare agli enti
in disavanzo. Anche in questo caso la nuova disciplina
introduce una misura di flessibilità nella gestione delle risorse
da riconnettersi ai principi di diritto affermati dalla Corte
costituzionale con le già ricordate sentenze n. 247 del 2017 e
n. 101 del 2018

61
LA LEGGE 145/18 HA APERTO ALLA POSSIBILITA’ DI INTEGRALE APPLICAZIONE DELL’AVANZO
DI AMMINISTRAZIONE COMPRESO L’AVANZO DI AMMINISTRAZIONE DERIVANTE DA
INDEBITAMENTO

1. SI TRATTA DI UNA RILEVANTE OPPORTUNITA’ DA SFRUTTARE PER L’APPLICAZIONE


INTEGRALE ANZITUTTO DELL’AVANZO VINCOLATO E DESTINATO AGLI INVESTIMENTI.

2. OVVIAMENTE CIO’ VALE ANCHE PER L’AVANZO C.D. LIBERO, NEL RISPETTO DELL’ORDINE DI
PRIORITA’ EX ART. 187 DEL TUEL:
a) per la copertura dei debiti fuori bilancio; b) per i provvedimenti necessari per la
salvaguardia degli equilibri ex art. 193 ove non possa provvedersi con mezzi ordinari;
c) per il finanziamento di spese di investimento; d) per il finanziamento delle spese
correnti a carattere non permanente; e) per l'estinzione anticipata dei prestiti E
TENENDO CONTO DELL’IMPOSSIBILITA’ IN CASO DI SITUAZIONI EX ART. 195 e 222 DEL
TUEL (fatto salvo l'utilizzo per i provvedimenti di riequilibrio ex art. 193) E DI NON
CONGRUITA’ del FCDE (EX ALLEGATO 4/2) MA ANCHE DELLA NECESSITA’ DI VERIFICARE
GLI ANDAMENTI DEI CREDITI/FCDE E DI EVENTUALI RISCHI POTENZIALI

3. RAFFORZAMENTO, DI FATTO, DELLA FACOLTA’ DI IMPIEGARE L'EVENTUALE QUOTA DEL
RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE “SVINCOLATA”, IN OCCASIONE DELL'APPROVAZIONE
DEL RENDICONTO, SULLA BASE DELLA DETERMINAZIONE DELL'AMMONTARE DEFINITIVO
DELLA QUOTA DEL RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE ACCANTONATA PER IL FONDO
CREDITI DI DUBBIA ESIGIBILITÀ, PER FINANZIARE LO STANZIAMENTO RIGUARDANTE IL
FONDO CREDITI DI DUBBIA ESIGIBILITÀ NEL BILANCIO DI PREVISIONE DELL'ESERCIZIO
SUCCESSIVO A QUELLO CUI IL RENDICONTO SI RIFERISCE (OPPORTUNITÀ DI FINANZIARE
LA SPESA CORRENTE IN UNA FASE SUCCESSIVA ALL’APPROVAZIONE DEL BILANCIO)

4. FACOLTA’ DI VELOCIZZARE L’APPLICAZIONE MEDIANTE L’ISTITUTO DELL’AVANZO DI


AMMINISTRAZIONE PRESUNTO EX ART. 187 DEL TUEL COMMA 3 E SEGG., ALLEGATO 9,
ALLEG. 4/2, PRINCIPIO 9.2 ED ALLEG. 4/1 DEL DLGS 118/2011 PRINCIPIO 9.11.4 DEL
D.LGS. 118/2011
DELIBERAZIONE N. 19/SEZAUT/2019/INPR
Il risultato di amministrazione deve essere accertato con
l'approvazione del rendiconto dell'ultimo esercizio chiuso e
deve essere sufficiente a coprire: la quota accantonata,
quella vincolata
quella destinata agli investimenti.
Nel caso in cui detto risultato – voce “A” del prospetto
dimostrativo del risultato di amministrazione (prospetto A
dell’allegato 10 al d.lgs. n. 118/2011) non sia sufficiente a
comprendere le predette quote, l'ente deve considerarsi in
disavanzo di amministrazione. (art. 187, co. 1, TUEL). A loro
volta, l’avanzo o il disavanzo di amministrazione trovano
evidenziazione contabile nella voce “E ‐ totale parte
disponibile” del menzionato prospetto dimostrativo

64
DELIBERAZIONE N. 19/SEZAUT/2019/INPR

Gli enti potranno trovarsi in situazione di avanzo (lett. A e


lett. E positive) ovvero in una situazione “graduata” di
disavanzo che consegue a due distinte ipotesi di cui: una
“moderata” in cui il risultato di amministrazione è positivo,
ma incapiente delle quote accantonate, vincolate e destinate
(lett. A positiva e lett. E negativa) ed una più grave in cui
l’Ente chiude l’esercizio già con il risultato di amministrazione
negativo (lett. A e lett. E negativi).

65
DELIBERAZIONE N. 19/SEZAUT/2019/INPR

L'utilizzo dell'avanzo disponibile è prioritariamente destinato


alla salvaguardia degli equilibri di bilancio e della sana e
corretta gestione finanziaria dell'ente, mentre il disavanzo
deve essere iscritto come posta a sé stante nel primo
esercizio del bilancio di previsione secondo le modalità
previste dall'art. 188 TUEL e deve essere ripianato nei modi
ordinari di cui al medesimo articolo.

66
Gli strumenti per la salvaguardia degli equilibri
di bilancio a preventivo: il FCDE, il Fondo
“contenzioso”, altri fondi per la copertura delle
c.d. passività potenziali
La Relazione del Collegio

Fondo crediti di dubbia esigibilità”


• L’Organo di revisione ha verificato che tutte le entrate, anche quelle di
dubbia e difficile esazione sono state previste per intero/per una
percentuale uguale o superiore a quella prevista dal Principio contabile
applicato concernente la contabilità finanziaria (paragrafo 3.3, come
modificato dall’art. 1, comma 882, della Legge di bilancio per il 2018). A
fronte delle entrate per le quali non è certa la riscossione integrale, è stata
iscritta in bilancio un’apposita posta contabile denominata
“Accantonamento al ‘Fcde’”.
• A tale riguardo, l’Organo di revisione attesta che l’ammontare del “Fondo
crediti dubbia esigibilità” iscritto tra le spese è costituito/non è costituito
nel rispetto di quanto previsto dal principio della competenza finanziaria
ed ammonta ad Euro ____________.
• Il Principio contabile n. 4/2 prevede ora che lo stanziamento a Fcde risulti
almeno pari al 75% per il 2018, al 85% per il 2019 e al 95% per il 2020, di
quello determinabile con i metodi previsti nel Principio contabile stesso.
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

Il principio applicato della contabilità finanziaria prevede


espressamente che il fondo crediti di dubbia esigibilità è “un
fondo rischi, diretto ad evitare che le entrate di dubbia esigibilità,
previste ed accertate nel corso dell’esercizio, possano finanziare
delle spese esigibili nel corso del medesimo esercizio” (allegato
4/2 al d.lgs. 118/2011 esempio n. 5)
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

Infatti il FCDE è stato istituito per evitare l’impegno di spese


esigibili nell’esercizio, finanziate da accertamenti non esigibili nel
corso del medesimo esercizio. Tale obiettivo non si ottiene
facendo riferimento alla capacità di riscossione degli
accertamenti e dei residui ma, come previsto dal principio
contabile, facendo riferimento alla capacità di riscossione delle
sole entrate di competenza dell’esercizio.
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

Sono accertate per intero anche le entrate di dubbia e


difficile esazione, per le quali non è certa la riscossione
integrale:

• Sanzioni amministrative al codice della strada;


• I proventi derivanti dalla lotta all’evasione.

FONDO CREDITI DI DUBBIA ESIGIBILITA’


Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

L’ammontare del F.C.D.E. è determinato in considerazione:

 della dimensione degli stanziamenti relativi ai crediti che


si prevede si formeranno nell’esercizio;
 della loro natura;
 dell’andamento del fenomeno negli ultimi cinque esercizi
precedenti (la media del rapporto tra incassi e
accertamenti per ciascuna tipologia di entrata).
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

Il principio contabile prevede che non siano soggette a


svalutazione le poste relative a:
- trasferimenti da altre P.A.
- entrate assistite da fideiussione
- entrate tributarie che, in via eccezionale, possono essere
ancora accertate per cassa
- entrate riscosse per conto di un altro ente

Il fondo crediti di dubbia esigibilità è accantonato dall’ente


beneficiario finale.
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.
• Va allegato al bilancio di previsione (e successive variazioni)
un prospetto dimostrativo della quantificazione, da presentare
a livello di TIPOLOGIA di entrata.

• E’ facoltà dell’Ente determinare il F.C.D.E. anche ad un livello


di Piano dei conti inferiore (singolo Capitolo di Entrata), ma la
quantificazione va rendicontata a livello di tipologia sulla base
dell’apposito prospetto.

• L‘ENTE E’ LIBERO di individuare quali siano le entrate di


dubbia esigibilità, su cui quantificare il Fondo, distinguendole
da quelle certe, e motivando la scelta.
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

L’esclusione dal calcolo del Fondo di crediti


ulteriori rispetto a quelli stabiliti dal principio
contabile (crediti da altre amministrazioni
pubbliche, crediti assistiti da fidejussione e le
entrate tributarie che sono accertate per cassa)
deve essere debitamente motivata.
CORTE DEI CONTI SEZIONE REGIONALE DI
CONTROLLO PER LA LOMBARDIA 279/2017/PRSE
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

RIFERIMENTO AL QUINQUENNIO PRECEDENTE

Si considerano gli esercizi chiusi al momento della


predisposizione del bilancio quindi, ai fini della
quantificazione del F.C.D.E. sul bilancio 2018,
QUINQUENNIO 2012/2016

INDIVIDUATA LA % DI NON RISCOSSO SUL


QUINQUENNIO, si applica la stessa alle 3 annualità
considerate dal bilancio
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

Determinate le % di NON RISCOSSO sulle singole


Tipologie di Entrata, e quantificati quindi i singoli importi da
accantonare a complemento LA SOMMA di tutte le singole
voci determina

Il F.C.D.E. MINIMO

richiesto dalla norma da monitorarsi nel corso dell’esercizio


in base all’andamento, almeno in sede di verifica degli
equilibri
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

• INSERIMENTO GRADUALE SUL BILANCIO DI


PREVISIONE
• 1° anno (2015) quota pari al 36%
• 2° anno (2016) quota pari al 55%
• 3° anno (2017) quota pari al 70%
• Comma 882 della Legge di Bilancio 2018
• 4° anno (2018) quota pari al 75%
• 2019 (85%) legge bilancio 2019 80%
• 2020 (95%)
• 2021(100%)
Legge bilancio 2019

SOSTANZIALE CONFERMA PER IL FCDE SIA PER QUANTO CONCERNE LA MISURA DI


ACCANTONAMENTO, SIA PER QUANTO RIGUARDA LE METODOLOGIE DI COMPUTO
QUINDI:

‐ CONFERMATO L’INCREMENTO DELLA % DI ACCANTONAMENTO DEL FCDE AL BILANCIO


DI PREVISIONE (ex comma 882 della L. 205/2017 ed allegato 4/2 del D.Lgs. 118/2011)
ovvero 75% per il 2018, 85% per il 2019, 95% per il 2020, 100% a decorrere dal 2021.

‐ In sede di Rendiconto la conservazione minima del FCDE pari alla formula FCDE
accantonato al 1/1 – utilizzi del FCDE + accantonamento al Bil. 2018 si limita
all’esercizio 2018 (ex allegato 4/2 del D.Lgs. 118/2011).

‐ UNICA NOVITA’, CO. 1015‐1017, CIRCA LA POSSIBILITA’ DI RIDUZIONE CON VARIAZIONE


DI BILANCIO, PER IL SOLO 2019, DELL’ACCANTONAMENTO DEL FCDE ALL’80% (ANZICHE’
85%) QUALORA RICORRANO SPECIFICI REQUISITI IN MATERIA DI TEMPESTIVITA’ DEI
PAGAMENTI
Requisito per riduzione aliquota FCDE. fattispecie A

CONDIZIONI ESAUSTIVE E NON ALTERNATIVE CHE CONSENTONO LA RIDUZIONE (CO.


1015) – fattispecie A):

1. L’indicatore annuale di tempestività dei pagamenti 2018 calcolato e pubblicato secondo


le modalità stabilite dal DPCM del 22/9/14 (GU 265/14) deve rispettare i termini di
pagamento delle transazioni commerciali ex art. 4 del D.Lgs. 231/2002 ovvero
l’indicatore deve essere ≤ 0 (poiché misura il ritardo medio);

2. Le fatture ricevute e scadute nell’esercizio 2018 sono state pagate per un importo > del
75% del totale ricevuto (si faccia riferimento ai report della piattaforma elettronica del
MEF);

3. Il debito commerciale residuo rilevato al 31/12/18 si è ridotto del 10% rispetto a quello
del 2017 oppure è pari a zero oppure è costituito solo da debiti oggetto di contenzioso
o contestazione.
Requisito per riduzione aliquota FCDE. fattispecie B

CONDIZIONI ESAUSTIVE E NON ALTERNATIVE CHE CONSENTONO LA RIDUZIONE (CO.


1016) – fattispecie B

1. L’indicatore annuale di tempestività dei pagamenti alla data del 30/6/19 calcolato e
pubblicato secondo le modalità stabilite dal DPCM del 22/9/14 (GU 265/14) rispetta i
termini di pagamento delle transazioni commerciali ex art. 4 del D.Lgs. 231/2002
ovvero l’ l’indicatore deve essere ≤ 0 ;

2. Le fatture ricevute e scadute nell’esercizio nel primo semestre 2019 sono state pagate
per un importo > del 75% del totale ricevuto (si faccia riferimento ai report della
piattaforma elettronica del MEF);

3. Il debito commerciale residuo rilevato al 30/6/2019: si è ridotto del 5% rispetto a


quello del 2018 oppure è pari a zero oppure è costituito solo da debiti oggetto di
contenzioso o contestazione.
GLI EQUILIBRI DI BILANCIO 2019‐2021 E LA L. 145/18

AI SENSI DEL COMMA 1017 LE FACOLTA’ DI RIDUZIONE DEL FCDE DI CUI ALLE
FATTISPECIE A) E B) NON SI APPLICANO:

‐ AGLI ENTI CHE CON RIFERIMENTO AGLI ESERCIZI 2017 E 2018 NON HANNO
PUBBLICATO SUL SITO WEB ENTRO I TERMINI PREVISTI DALLA LEGGE: L’INDICATORE
ANNUALE ED IL DEBITO COMMERCIALE RESIDUO (ENTRO IL 31/1 DELL’ES. SUCCESSIVO),
GLI INDICATORI TRIMESTRALI (ENTRO I 30 GG. SUCCESSIVI ALLA CHIUSURA DEL
TRIMESTRE);

‐ AGLI ENTI CHE NON HANNO TRASMESSO ALLA PIATTAFORMA DEI CREDITI
COMMERCIALI LE COMUNICAZIONI RELATIVE AL PAGAMENTO DELLE FATTURE NEI MESI
PRECEDENTI ALL’AVVIO DI SIOPE+ (EX ART. 14, CO. 8BIS E CO. 8TER) DELLA L. 196/2009.

La MISURA CO. 1015‐1017 DETERMINA UN PEGGIORAMENTO DELL’INDEBITAMENTO


NETTO PARI A 30MLN NEL 2019.
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

COME SI CALCOLA IL FCDE A BILANCIO?

1) Individuazione delle entrate stanziate che possono dare


luogo a crediti di dubbia e difficile esazione;

2) calcolare, per ciascuna entrata di cui al punto 1), la


media tra incassi in c/competenza e accertamenti degli
ultimi 5 esercizi
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

A) media semplice:
- Media fra totale incassato e totale accertato;
- Media dei singoli rapporti annui.
B) rapporto tra la sommatoria degli incassi di ciascun anno
ponderati con i seguenti pesi: 0,35 in ciascuno degli anni nel
biennio precedente e il 0,10 in ciascuno degli anni del primo
triennio - rispetto alla sommatoria degli accertamenti di ciascuna
anno ponderati con i medesimi pesi indicati per gli incassi;
C) media ponderata del rapporto tra incassi e accertamenti
registrato in ciascun anno del quinquennio con i seguenti pesi:
0,35 in ciascuno degli anni nel biennio precedente e il 0,10 in
ciascuno degli anni del primo triennio
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

Nel secondo anno di applicazione dei nuovi


principi la media è calcolata facendo riferimento:
 agli incassi (in c/competenza e in c/residui) e
agli accertamenti del primo quadriennio
 al rapporto tra gli incassi di competenza e gli
accertamenti dell’anno precedente.
E così via negli anni successivi.
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

• Dopo 5 anni dall’adozione del principio della


competenza finanziaria a regime è determinato sulla
base della media, calcolata come media semplice, tra gli
incassi in c/competenza e gli accertamenti nel
quinquennio precedente.
• E’ possibile determinare il rapporto tra incassi di
competenza e i relativi accertamenti, considerando
anche le riscossioni effettuate nell’anno successivo in
conto residui dell’anno precedente.
• In tal caso è necessario slittare il quinquennio di
riferimento per il calcolo della media, indietro di un anno.
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.
VERIFICA DEL FONDO NEL BILANCIO PREVENTIVO

L'esempio prevede che per le entrate ritenute a rischio, l'ente debba


estrapolare gli stanziamenti definitivi, gli accertamenti e gli incassi di
competenza.

Il Fondo crediti dubbia esigibilità deve infatti essere adeguato – per ogni
annualità del triennio – nel caso si rilevi un incremento delle previsioni di
entrata di dubbia esigibilità oppure nel caso in cui risultino accertamenti
superiori agli stanziamenti.

Se, ad esempio, l'ente si trova ad aumentare gli stanziamenti dei proventi da


recupero evasione per 250, a fronte di una percentuale di accantonamento a
fondo del 20%, il Fcde dovrà essere aumentato di 50 (250x20%).
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

VERIFICA DEL FONDO NEL BILANCIO PREVENTIVO

La riduzione del Fcde a preventivo, attraverso una riduzione della percentuale


di accantonamento, è ammessa quando le riscossioni in conto competenza
delle entrate, rapportate al maggiore tra lo stanziamento definitivo e gli
accertamenti, presentino un andamento migliore rispetto alla media del
quinquennio su cui era stata calcolata (come complemento a cento) la
percentuale del fondo, tenendo conto dell'eventuale abbattimento applicato.

Non è invece necessario modificare la percentuale di accantonamento al Fcde


nel caso in cui l'andamento delle riscossioni a competenza dovesse registrare
performance peggiori rispetto alla media quinquennale.
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

VERIFICA DEL FONDO NEL BILANCIO PREVENTIVO


È lecito inoltre domandarsi se l'ente, anche qualora non ricorra tale
circostanza, possa ridurre il Fcde a competenza, qualora risulti
stanziata in bilancio una quota superiore a quella minima prevista
dall'ordinamento (tenuto conto, anche, del meccanismo di gradualità
che consente di stanziare il 70% nel 2017 e l'85% nel 2018).
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

VERIFICA DEL FONDO NEL BILANCIO PREVENTIVO


Tale scelta, seppur non vietata dai principi, deve essere attentamente
valutata in relazione agli equilibri del pareggio e all'effettivo andamento
delle riscossioni, in quanto – oltre a dimostrare un peggioramento degli
equilibri di competenza - può tradursi in un differimento della copertura
del rischio su perdite agli esercizi successivi.
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

VERIFICA DEL FONDO NEL BILANCIO PREVENTIVO


Ricordiamo che l'incremento del Fcde deve essere finanziato con
entrate di competenza o anche, come già detto, dalle quote svincolate
dal Fcde del risultato di amministrazione, mentre non è possibile
utilizzare quote di avanzo libero ordinario, neanche se ciò si rendesse
necessario in sede di riequilibrio di bilancio. L'incremento del Fondo
crediti dubbia esigibilità, possibile anche in successive variazioni di
bilancio, è particolarmente appetibile in quegli enti che necessitino di
quote aggiuntive utili al rispetto del pareggio di bilancio.
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

ll F.C.D.E. è uno stanziamento di competenza ad


accantonamento delle entrate previste nell’esercizio

Trattandosi di FONDO, su tale stanziamento non è


possibile assumere impegni di spese.

Alla chiusura dell’esercizio, le somme stanziate


determinano economie, che confluiscono nella quota
ACCANTONATA dell’Avanzo di Amministrazione
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

In sede di rendiconto, fin dal primo esercizio di


applicazione del presente principio, l’ente accantona
nell’avanzo di amministrazione l’intero importo del fondo
crediti di dubbia esigibilità quantificato nel prospetto
riguardante il fondo allegato al rendiconto di esercizio.
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.
Come si determina il FCDE a Rendiconto?

Occorre calcolare, in corrispondenza di ciascuna categoria


di entrate che possa dare luogo a crediti di dubbia e difficile
esazione, la media del rapporto tra gli incassi (in c/residui)
e l’importo dei residui attivi all’inizio di ogni anno degli
ultimi 5 esercizi.

SI TRATTA DI DIMOSTRARE LA CAPACITA’ DELL’ENTE


DI RISCOSSIONE DEI PROPRI RESIDUI ATTIVI
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

IL F.C.D.E. al 31/12
DEVE ESSERE ACCANTONATO
ANCHE SE L’AVANZO NON HA CAPIENZA

Quindi in questo caso il risultato di amministrazione


potrebbe essere NEGATIVO, in quanto deve tenere conto
di tutti i fondi accantonati e vincolati

AVANZO/DISAVANZO

PARTE ACCANTONATA
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.
Vista l’esigenza di rendere graduale l’accantonamento nel bilancio di
previsione, in sede di rendiconto relativo all’esercizio 2015 e agli
esercizi successivi, fino al 2019, la quota accantonata nel risultato di
amministrazione per il fondo crediti di dubbia esigibilità può essere
determinata per un importo non inferiore al seguente:

+ Fondo crediti di dubbia esigibilità nel risultato di amministrazione al


1° gennaio dell'esercizio cui il rendiconto si riferisce;

- gli utilizzi del fondo crediti di dubbia esigibilità effettuati per la


cancellazione o lo stralcio dei crediti

+ l'importo definitivamente accantonato nel bilancio di previsione per il


Fondo crediti di dubbia esigibilità, nell'esercizio cui il rendiconto si
riferisce
Tale metodo di calcolo pur consentendo agli enti un minore
accantonamento in occasione del rendiconto (nel periodo 2015-2018)
di fatto non fa che rinviare al 2019 e agli anni successivi maggiori
oneri per l'accantonamento dell'intero importo inesigibile dei
residui attivi
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.
• La riduzione del fondo per le cancellazioni dei crediti può essere
disposta solamente per i crediti dichiarati inesigibili e non per quelli
insussistenti.
• La motivazione deve risultare dal riaccertamento ordinario dei
residui.
• L'utilizzo di questo metodo deve essere attentamente ponderato per
i “rischi” latenti che esso comporta, derivanti dal fatto che la
determinazione del fondo è del tutto sganciata dall'andamento dei
residui.
• Per questo è consigliato unicamente agli enti che, nel tempo,
mantengono un volume stabile di residui e che hanno determinato
correttamente il fondo in occasione del riaccertamento straordinario,
in quanto diversamente esso potrebbe tradursi in un rinvio al 2019
della sua effettiva copertura, ovvero in un accantonamento
eccessivo rispetto all'effettivo stock di residui.
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

• Si pensi, ad esempio, al Fcde accantonato nel bilancio di previsione


in base alle entrate che si prevedeva di accertare nell'esercizio.

• Considerato che lo stanziamento in parte spesa non può essere


modificato dopo il 30 novembre e che le entrate possono invece
essere accertate fino alla chiusura del rendiconto, può facilmente
accadere che l'ente non abbia accertato tutte le somme previste in
bilancio o, al contrario, ne abbia accertate molte di più di quelle
stanziate.

• In queste situazioni è chiaro che il Fcde accantonato nel preventivo


finisce per risultare troppo alto nel primo caso e troppo basso nel
secondo, in ogni caso non adeguato rispetto all'effettivo ammontare
dei residui.
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

Verifica del Fondo crediti dubbia esigibilità:

• in sede di salvaguardia degli equilibri, sarà effettuata la verifica rispetto ai


crediti maturati negli anni precedenti. Occorre accertarsi che l'accantonamento
effettuato in sede di approvazione dei risultati di amministrazione sia coerente
con il monitoraggio dei residui attivi;

• in sede di assestamento, sarà effettuata la verifica rispetto ai crediti in corso


di formazione, tenuto conto dell'andamento di riscossioni e variazioni sugli
stanziamenti di bilancio, al fine di verificare l'adeguatezza del Fondo crediti
dubbia esigibilità (Fcde) inserito nel bilancio preventivo.
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.
VERIFICA DEL FONDO SUI RESIDUI NEGLI EQUILIBRI

L'attività che deve essere svolta da ogni ente rispetto al Fondo crediti dubbia
esigibilità calcolato alla data del 31 dicembre 2016, in base all'articolo 193 del testo
unico degli enti locali, è quella di verificare eventuali squilibri nella gestione dei
residui attivi mantenuti nel conto di bilancio appena approvato, sui quali il Fondo
crediti dubbia esigibilità era stato calcolato.

Nel caso venissero riscontrate variazioni significative, l'ente sarà tenuto a vincolare
ulteriori quote di avanzo di amministrazione e, nelle more di tale adeguamento, non
sarà possibile utilizzare la propria quota di avanzo libero per altri scopi.

MA QUALI POSSONO ESSERE LE SITUAZIONI GESTIONALI CHE HANNO


PROVOCATO L'INCREMENTO DEL RISCHIO DI ESIGIBILITÀ DEI CREDITI
MANTENUTI A RESIDUO?
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

ESEMPI:

 contenziosi insorti in relazione a pretese creditorie dell'ente;

 domande di discarico presentate dal concessionario delle entrate;

 errori nel mantenimento del residuo attivo;

 fallimento di ditte verso le quali si vantavano i crediti.

In questa fase, non esistendo un metodo matematico per calcolare la quota di


rischio aggiuntiva o diminutiva rispetto a quella già contabilizzata, il
responsabile finanziario dovrà utilizzare un metodo discrezionale, basato
sul principio di prudenza, per determinare la quota da vincolare o
svincolare.
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

Nel caso in cui l'ente fosse tenuto a vincolare ulteriori somme, potrebbero
manifestarsi due diverse situazioni contabili:

l'ente dispone di quote di avanzo libero sufficienti: in questo caso la delibera


consiliare con cui viene effettuata la verifica degli equilibri dovrà disporre l'ulteriore
accantonamento a Fcde;
l'ente ha chiuso il rendiconto in disavanzo di amministrazione: in questo caso l'ente
dovrebbe incrementare la quota di accantonamento Fcde nella parte del bilancio di
competenza, non potendo disporre di quote di avanzo libero.

L'alternativa potrebbe essere rappresentata dalla ripartizione della maggiore quota


nel triennio, alla stregua del finanziamento di un maggior disavanzo di
amministrazione anche se l'assenza di indicazioni precise nei principi rende difficile
scegliere tra le due soluzioni.
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.

Può accadere che la verifica porti a uno svincolo della quota del Fondo crediti
dubbia esigibilità accantonata con il rendiconto. Ciò accade per effetto delle
riscossioni intervenute nell'esercizio 2017, che hanno ridotto lo stock di residui e
che, pertanto, legittimano la riduzione del Fcde.

Se, ad esempio, l'ente aveva accantonato il 30% dei residui attivi al 31 dicembre, di
importo pari a 1.000 (Fcde = 300), a seguito di riscossioni intervenute per 200, è
possibile ridurre l'accantonamento a 240 (pari al 30% di 800), svincolando 60.

Tale importo sarà trasferito dai fondi accantonati ai fondi liberi, salvo il rispetto di
vincoli sottostanti all'entrata (ad esempio nel caso di Fcde riferito a sanzioni del
Codice della Strada).
Fondo Crediti Di Dubbia Esigibilità.
Secondo quanto disposto dal punto 3.3 del principio contabile all. 4/2 lo
svincolo del Fondo crediti dubbia esigibilità è una facoltà e non un obbligo, per
cui l'ente può benissimo decidere di mantenere integro il fondo accantonato nel
risultato di amministrazione.

L'unico caso in cui lo svincolo risulta obbligatorio è quando l'importo del Fcde
supera l'importo dei residui attivi a cui è riferito.

Le somme svincolate possono (anche in questo caso si tratta di facoltà e non


di obbligo) essere utilizzate per finanziare il Fcde di competenza. Si ricorda
comunque che la quota svincolata del Fcde, posta a copertura del fondo
stanziato nel bilancio di previsione, non potrà essere portata in detrazione dalle
spese finali ai fini del pareggio di bilancio (punt oB3 circolare Mef n.17/2017).
IL FONDO CONTENZIOSI
GESTIONE CONTABILE DEL FONDO CONTENZIOSI LEGALI

art. 167, comma 3, del D.Lgs. n. 267/2000 (TUEL):


“E' data facoltà agli enti locali di stanziare nella missione "Fondi e
accantonamenti", all'interno del programma "Altri fondi", ulteriori
accantonamenti riguardanti passività potenziali, sui quali non è possibile
impegnare e pagare. A fine esercizio, le relative economie di bilancio
confluiscono nella quota accantonata del risultato di amministrazione,
utilizzabili ai sensi di quanto previsto dall'art. 187, comma 3. Quando si
accerta che la spesa potenziale non può più verificarsi, la corrispondente
quota del risultato di amministrazione è liberata dal vincolo”;
GESTIONE CONTABILE DEL FONDO CONTENZIOSI LEGALI

Paragrafo 5.2, lettera h), del principio contabile applicato concernente la contabilità
finanziaria (allegato n. 4/2 al D.Lgs. n. 118/2011)
“nel caso in cui l’ente, a seguito di contenzioso in cui ha significative probabilità di
soccombere, o di sentenza non definitiva e non esecutiva, sia condannato al
pagamento di spese, in attesa degli esiti del giudizio, si è in presenza di una
obbligazione passiva condizionata al verificarsi di un evento (l’esito del giudizio o
del ricorso), con riferimento al quale non è possibile impegnare alcuna spesa. In tale
situazione l’ente è tenuto ad accantonare le risorse necessarie per il pagamento
degli oneri previsti dalla sentenza, stanziando nell’esercizio le relative spese che, a
fine esercizio, incrementeranno il risultato di amministrazione che dovrà essere
vincolato alla copertura delle eventuali spese derivanti dalla sentenza definitiva. A
tal fine si ritiene necessaria la costituzione di un apposito fondo rischi. Nel caso in
cui il contenzioso nasce con riferimento ad una obbligazione già sorta, per la quale
è stato già assunto l’impegno, si conserva l’impegno e non si effettua
l’accantonamento per la parte già impegnata. L’accantonamento riguarda solo il
rischio di maggiori spese legate al contenzioso ”.
GESTIONE CONTABILE DEL FONDO CONTENZIOSI LEGALI

Con la deliberazione n. 103/2018 della sezione ligure della Corte dei conti
è stato precisato che quanto indicato dai principi contabili, che ricordiamo
hanno forza di legge, con riguardo al fondo spese contenziosi legali ha
carattere di specialità rispetto alla disciplina recata dall’art. 167 del TUEL
riguardo ai fondi spese potenziali in generale.
Pertanto, per quanto attiene ai fondi spese per contenziosi legali,
l’amministrazione deve effettuare tali accantonamenti. Infatti, “nel caso in
cui l’ente, a seguito di contenzioso in cui ha significative probabilità di
soccombere, o di sentenza non definitiva e non esecutiva, sia
condannato al pagamento di spese, in attesa degli esiti del giudizio, si è
in presenza di una obbligazione passiva condizionata al verificarsi di un
evento (l’esito del giudizio o del ricorso), con riferimento al quale non è
possibile impegnare alcuna spesa.
GESTIONE CONTABILE DEL FONDO CONTENZIOSI LEGALI

In tale situazione l’ente è tenuto ad accantonare le risorse necessarie per


il pagamento degli oneri previsti dalla sentenza, stanziando nell’esercizio
le relative spese che, a fine esercizio, incrementeranno il risultato di
amministrazione che dovrà essere vincolato alla copertura delle eventuali
spese derivanti dalla sentenza definitiva. A tal fine si ritiene necessaria la
costituzione di un apposito fondo rischi.” (§ 5.2, lettera h, del principio
contabile).
D’altra parte, quando si analizzano i fondi spese potenziali diversi dal
fondo rischi contenziosi legali, l’ente locale ha la facoltàdi effettuare gli
accantonamenti, dovendo comunque tenere in considerazione il principio
contabile generale della prudenza (principio generale n. 9 di cui
all’allegato n. 1 al D.Lgs. n. 118/2011).
GESTIONE CONTABILE DEL FONDO CONTENZIOSI LEGALI

Allocazione a bilancio del fondo contenziosi legali

Il fondo contenziosi legali è una specifica tipologia dei fondi rischi


previsti dall’art. 167, comma 3, del TUEL.

Il fondo deve essere allocato come di seguito indicato:


GESTIONE CONTABILE DEL FONDO CONTENZIOSI LEGALI

E‘ possibile impegnare e/o pagare sul capitolo del fondo


contenziosi legali ?
Sul capitolo di bilancio per il fondo contenziosi legali, come
indicato dall’art. 167, comma 3 del TUEL, per tutti i fondi
rischi, non è possibile né impegnare né tantomeno pagare
(quindi lo stanziamento di cassa del fondo deve essere
nullo);
lo stanziamento di competenza confluirà a fine esercizio
nella parte accantonata (non nella parte vincolata)
dell’avanzo di amministrazione
GESTIONE CONTABILE DEL FONDO CONTENZIOSI LEGALI

Qual è l’organo competente per l’utilizzo del fondo


contenziosi legali ?
A questa domanda si deve rispondere dopo aver precisato
se si intende utilizzare l’accantonamento nell’avanzo di
amministrazione, ovvero lo stanziamento nel bilancio di
previsione.
Chiaramente, il diverso utilizzo dei due accantonamenti
deriva soprattutto dalla anzianità dei contenziosi legali, in
quanto:

 in caso di contenziosi non recenti, per i quali è stato


effettuato nel corso degli anni l’accantonamento,
l’accantonamento è confluito nell’avanzo di
amministrazione;
GESTIONE CONTABILE DEL FONDO CONTENZIOSI LEGALI
 lo stanziamento nel bilancio di previsione (che
comunque a fine esercizio, in caso di mancato
utilizzo, confluirà anch’esso nel risultato di
amministrazione) è effettuato a seguito di due
diverse valutazioni: nuovi contenziosi, ovvero il
timore prudenziale che l’accantonamento già
effettuato nell’avanzo non sia sufficientemente
capiente per i contenziosi in essere.
Nel caso in cui l’ente locale sia destinatario di una
sentenza sfavorevole relativa a contenziosi
instauratisi negli anni passati, si dovrà applicare la
quota accantonata per tale scopo nell’avanzo di
amministrazione.
GESTIONE CONTABILE DEL FONDO CONTENZIOSI LEGALI

Ai sensi del paragrafo 9.2 del principio contabile applicato


concernente la contabilità finanziaria, le quote accantonate
dell’avanzo di amministrazione sono utilizzabili solo a
seguito del verificarsi dei rischi per i quali sono state
accantonate.
Lo stesso paragrafo precisa altresì come, qualora sia
accertato che la spesa potenziale non possa più
verificarsi, la corrispondente quota dell’avanzo viene
liberata dal vincolo di accantonamento.

L’applicazione della quota accantonata dell’avanzo di


amministrazione è di competenza del Consiglio comunale
e necessita del parere dell’organo di revisione.
GESTIONE CONTABILE DEL FONDO CONTENZIOSI LEGALI

Con riguardo alle modalità di contabilizzazione dell’applicazione della


quota accantonata dell’avanzo di amministrazione per i contenziosi
legali, appare utile anche la lettura del parere della sezione
campana della Corte dei conti n. 238/2017.
Nel caso invece di un contenzioso sorto recentemente, per il quale il
primo stanziamento dell’accantonamento sia stato effettuato nel
bilancio di previsione, ai sensi dell’art. 176 del TUEL, i prelevamenti
dai fondi spese potenziali, compreso il fondo rischi contenziosi
legali, sono di competenza della Giunta comunale e per tali prelievi
non è necessario il parere dell’organo di revisione.
Il prelevamento dal fondo spese potenziali si realizza operativamente
tramite uno storno tra lo stanziamento di competenza del fondo e lo
stanziamento di competenza del capitolo di spesa sulla quale
saranno poi registrati gli impegni.
GESTIONE CONTABILE DEL FONDO CONTENZIOSI LEGALI

Verifiche dell’organo di revisione sul fondo contenziosi legali


Come indicato al termine della lettera h) del paragrafo 5.2 del
principio contabile applicato concernente la contabilità finanziaria,
l’organo di revisione provvede a verificare la congruità degli
accantonamenti che stiamo analizzando.
Si ricorda come nella deliberazione n. 14/SEZAUT/2017/INPR della
sezione Autonomie della Corte dei conti siano state fornite agli
organi di revisione le linee guida per i controlli sul bilancio di
previsione finanziario 2017/2019. In tale deliberazione viene
precisato che “particolare attenzione deve essere riservata alla
quantificazione degli altri accantonamenti a fondi, ad iniziare dal
Fondo contenzioso, legato a rischi di soccombenza su procedure
giudiziarie in corso. Risulta essenziale procedere ad una costante
ricognizione e all’aggiornamento del contenzioso formatosi per
attestare la congruità degli accantonamenti, che deve essere
verificata dall’Organo di revisione”.
Il risultato presunto di amministrazione e il
ripiano del disavanzo presunto
Determinazione avanzo presunto

In occasione della predisposizione del bilancio di


previsione è necessario procedere alla
determinazione del risultato di amministrazione
presunto, che consiste in una previsione
ragionevole e prudente del risultato di
amministrazione dell’esercizio precedente e se
questo è negativo iscrivere in spesa la quota di
disavanzo
Il prospetto esplicativo del presunto risultato di Amministrazione

La prima parte del prospetto consente di determinare l’importo del risultato


di amministrazione per approssimazioni successive, attraverso:

a) L’indicazione del risultato di amministrazione iniziale dell'esercizio precedente a quello cui si


riferisce il bilancio, che costituisce un dato certo, determinato dall’ultimo consuntivo approvato;
b) Il calcolo del risultato di amministrazione dell’esercizio precedente a quello cui si riferisce il
bilancio alla data in cui si predispone lo schema di bilancio, determinato sulla base delle
registrazioni contabili alla data di elaborazione dello schema di bilancio;
c) La stima degli impegni e degli accertamenti che si prevede di registrare nel resto dell’esercizio in
corso, e delle variazioni dei residui attivi e passivi che si prevede di effettuare in sede di
riaccertamento. Sulla base di tali dati e dell’importo del fondo pluriennale vincolato di spesa
definitivamente stanziato in spesa dell’esercizio precedente (se il bilancio di previsione è predisposto nel
corso dell’esercizio cui si riferisce, si fa riferimento all’importo del fondo pluriennale cui
corrispondono impegni imputati agli esercizi successivi, determinato sulla base del preconsuntivo), si
determina il risultato di amministrazione presunto dell’esercizio precedente a quello cui si riferisce il
bilancio di previsione.
Allegato a) Risultato presunto di amministrazione

TABELLA DIMOSTRATIVA DEL RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE PRESUNTO


(ALL'INIZIO DELL'ESERCIZIO N DI RIFERIMENTO DEL BILANCIO DI PREVISIONE)*

1) Determinazione del risultato di amministrazione presunto al 31/12 N‐1:


(+) Risultato di amministrazione iniziale dell'esercizio N‐1 0,00
(+) Fondo pluriennale vincolato iniziale dell'esercizio N‐1 0,00
(+) Entrate già accertate nell'esercizio N‐1 0,00
(‐) Uscite già impegnate nell'esercizio N‐1 0,00
+/‐ Variazioni dei residui attivi già verificatesi nell'esercizio N‐1 0,00
‐/+ Variazioni dei residui passivi già verificatesi nell'esercizio N‐1 0,00
Risultato di amministrazione dell'esercizio N‐1 alla data di redazione del bilancio di
= previsione dell'anno N 0,00

+ Entrate che prevedo di accertare per il restante periodo dell'esercizio N‐1 0,00
‐ Spese che prevedo di impegnare per il restante periodo dell'esercizio N‐1 0,00
+/‐ Variazioni dei residui attivi, presunte per il restante periodo dell'esercizio N‐1 0,00
‐/+ Variazioni dei residui passivi, presunte per il restante periodo dell'esercizio N‐1 0,00
(1)
‐ Fondo pluriennale vincolato finale presunto dell'esercizio N‐1 0,00
(2)
= A) Risultato di amministrazione presunto al 31/12 N‐1 0,00

(1) Indicare l'importo del fondo pluriennale vincolato totale stanziato in entrata del bilancio di previsione per l'esercizio
N.

(2) Se negativo, le regioni indicano in nota la quota del disavanzo corrispondente al debito autorizzato e non contratto,
distintamente da quella derivante dalla gestione ordinaria.

Dm 1/8/2019
2) Composizione del risultato di amministrazione presunto al 31/12 N‐1:

(3)
Parte accantonata
(4)
Fondo crediti di dubbia esigibilità al 31/12/N‐1
(5)
Fondo ……..al 31/12/N‐1
Fondo ……..al 31/12/N‐1
B) Totale parte accantonata 0,00

Parte vincolata
Vincoli derivanti da leggi e dai principi contabili
Vincoli derivanti da trasferimenti
Vincoli derivanti dalla contrazione di mutui
Vincoli formalmente attribuiti dall'ente
Altri vincoli da specificare
C) Totale parte vincolata 0,00

Parte destinata agli investimenti


D) Totale destinata agli investimenti
E) Totale parte disponibile (E=A‐B‐C‐D) 0,00
(6)
Se E è negativo, tale importo è iscritto tra le spese del bilancio di previsione come disavanzo da ripianare

(3)
Non comprende il fondo pluriennale vincolato.
Indicare l'importo del fondo crediti di dubbia esigibilità risultante nel prospetto del risultato di amministrazione
allegato al consuntivo dell'esercizio N‐2, incrementato dell'accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità
(4) stanziato nel bilancio di previsione N‐1 (importo aggiornato), al netto degli eventuali utilizzi del fondo successivi
all'approvazione del consuntivo N‐2. Se il bilancio di previsione dell'esercizio N‐1 è approvato nel corso dell'esercizio
N, indicare, sulla base dei dati di preconsuntivo o di consuntivo, l'importo del fondo crediti di dubbia esigibilità del
prospetto del risultato di amministrazione del rendiconto dell'esercizio N‐1.
Indicare l'importo del fondo ...... risultante nel prospetto del risultato di amministrazione allegato al consuntivo
dell'esercizio N‐2, incrementato dell'importo realtivo al fondo ....... stanziato nel bilancio di previsione N‐1 (importo
(5) aggiornato), al netto degli eventuali utilizzi del fondo successivi all'approvazione del consuntivo N‐2. Se il bilancio di
previsione dell'esercizio N è approvato nel corso dell'esercizio N, indicare, sulla base dei dati di preconsuntivo o di
consuntivo, l'importo del fondo ............ indicato nel prospetto del risultato di amministrazione del rendiconto
dell'esercizio N.
In caso di risultato negativo, le regioni indicano in nota la quota del disavanzo corrispondente al debito autorizzato e
(6) non contratto, distintamente da quella derivante dalla gestione ordinaria e iscrivono nel passivo del bilancio di
previsione N l'importo di cui alla lettera E, distinduendo le due componenti del disavanzo. A decorrere dal 2016 si fa
riferimento all'ammontare del debito autorizzato alla data del 31 dicembre 2015.
(7)
3) Utilizzo quote vincolate del risultato di amministrazione presunto al 31/12/N‐1 :
Utilizzo quota vincolata
Utilizzo vincoli derivanti da leggi e dai principi contabili
Utilizzo vincoli derivanti da trasferimenti
Utilizzo vincoli derivanti dalla contrazione di mutui
Utilizzo vincoli formalmente attribuiti dall'ente
Utilizzo altri vincoli da specificare
Totale utilizzo avanzo di amministrazione presunto 0,00
(7) Indicare i riferimenti normativi delle quote vincolate del risultato di amministrazione iscritte in entrata del bilancio
di previsione N

Dm 1/8/2019
Allegato a/3) Risultato di amministrazione ‐ quote destinate

ELENCO ANALITICO DELLE RISORSE DESTINATE AGLI


INVESTIMENTI NEL RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE
PRESUNTO (*)
Cancellazione
di residui attivi
costituiti da
risorse
Impegni
Fondo destinate agli
eserc. N-1 Risorse
plurien. vinc. investimenti o
finanziati da Risorse destinate
Entrate al 31/12/N-1 eliminazione
entrate destinate agli
Risorse destinate finanziato da della
destinate agli investimenti
destinate agli entrate destinazione su
accertate investimenti nel risultato
agli investimen nell'esercizio destinate quote del
Capitolo di Capitolo nel risultato presunte al
Descriz. Descriz. investim ti accertate accertate risultato di
entrata di spesa o da quote di 31/12/ N-1
. nell'eserciz nell'esercizio amministrazion
destinate del amministraz applicate al
al 1/1/ N- io N -1 o da quote e (+) e
risultato di ione primo
1 (dato destinate del cancellazione di
amministraz presunto al esercizio del
presunto) risultato di residui passivi
ione ( dati 31/12/ N-1 bilancio di
amministrazi finanziati da
presunti) previsione
one risorse
destinate agli
investimenti (-)
(gestione dei
residui)
(f)=(a) +(b)
(a) (b) (c) (d) (e) (g)
-( c)-(d)-(e)

123
Allegato a/2) Risultato di amministrazione ‐ quote vincolate
ELENCO ANALITICO DELLE RISORSE VINCOLATE NEL RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE
PRESUNTO
Allegato obbligatorio nel caso in cui il bilancio di previsione approvato nel corso dell'esercizio N preveda l’utilizzo delle quote
accantonate del risultato di amministrazione presunto

Impegni Fondo plur.


Cancellazione
presunti vinc. al Cancellazione
nell'esercizio N-1
eserc. N-1 31/12/N-1 nell'esercizio N-1 di
di impegni Risorse
finanziati da finanziato da residui attivi vincolati o Risorse
finanziati dal vincolate
Entrate entrate entrate eliminazione del vincolo vincolate
fondo pluriennale presunte al
vincolate vincolate vincolate su quote del risultato di nel
Risorse vincolato dopo 31/12/N-1
Cap. di Capitolo accertate accertate accertate amministrazione (+) e risultato di
Descr. Descr. vinc. al l'approvazione applicate al
entrata di spesa nell'esercizio nell'esercizio nell'esercizio cancellazione amministra
1/1/ N-1 del rendiconto primo
N-1 (dati o da quote o da quote nell'esercizio N-1 di zione
dell'esercizio N-2 esercizio del
presunti) vincolate del vincolate del residui passivi finanziati presunto al
se non bilancio di
risultato di risultato di da risorse vincolate (-) 31/12/N-1
reimpegnati previsione
amministraz amministrazi (gestione dei residui):
nell'esercizio N-1
ione ( dati one (dati (dati presunti)
(+)
presunti) presunti)

(g)=(a)
+(b) -(
(a) (b) (c) (d) (e) (f) (i)
c)-(d)-(e)-
(f)
Vincoli derivanti
dalla legge
Vincoli derivanti da
Trasferimenti
Vincoli derivanti da
finanziamenti
Vincoli formalmente attribuiti
dall'ente
Altri vincoli
Totale risorse vincolate (h
0 0 0 0 0 0 0 0
+(h/1)+(h/2)+(h/3)+(h/4)+(h/5)
124
Il prospetto esplicativo del presunto risultato di Amministrazione
Allegato a/1) Risultato di amministrazione ‐ quote accantonate
ELENCO ANALITICO DELLE RISORSE ACCANTONATE NEL RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE
PRESUNTO (*)
Risorse
Risorse Variazione degli
Risorse Risorse accantonate
accantonate accantonamenti
accantonate accantonate nel presunte
Risorse stanziate nella che si prevede di
descrizi applicate al risultato di al 31/12/ N-1
Capitolo di spesa accantonate al spesa del effettuare in sede
one bilancio amministrazione applicate al
1/1/ N-1 dell'esercizio N-1 bilancio di rendiconto N-
presunto primo esercizio
(con segno -1) dell'esercizio N- 1 (con segno +/-) al 31/12/ N-1 del bilancio di
(2)
1
previsione
(e)=(a)+(b)+(
(a) (b) (c) (d) (f)
c)+(d)
Fondo anticipazioni liquidità
Fondo perdite società
partecipate
Fondo contezioso
Fondo crediti di dubbia
esigibilità
Accantonamento residui
perenti (solo per le regioni)
Altri accantonamenti(4)
Totale 0 0 0 0 0 0
(*) Allegato obbligatorio nel caso in cui il bilancio di previsione approvato nel corso dell'esercizio N preveda l’utilizzo delle quote
accantonate del risultato di amministrazione presunto
(1) Indicare, con il segno (-), l’utilizzo dei fondi accantonati attraverso l'applicazione in bilancio della corrispondente quota del
risultato di amministrazione.
(2) Indicare con il segno (+) i maggiori accantonamenti nel risultato di amministrazione effettuati in sede di predisposizione del
rendiconto, e con il segno (-) , le riduzioni degli accantonamenti effettuati in sede di predisposizione del rendiconto.
125
(4) I fondi di riserva e i fondi speciali non confluiscono nella quota accantonata del risultato di amministrazione.
AVANZO DI AMMINISTRAZIONE PRESUNTO
Articolo 187 Composizione del risultato di amministrazione ( cm 3°)

Le quote del risultato presunto derivanti dall'esercizio precedente,


costituite:

‐ da accantonamenti risultanti dall'ultimo consuntivo approvato;

‐ da fondi vincolati;

possono essere utilizzate prima dell'approvazione del conto


consuntivo mediante l'iscrizione di tali risorse, come posta a sé
stante dell'entrata, nel primo esercizio del bilancio di previsione
(per avanzo vincolato vedi alleg.9 dlgs118/2011) o con variazione
al bilancio.
AVANZO DI AMMINISTRAZIONE PRESUNTO

Articolo 187 Composizione del risultato di amministrazione (comma 3) e principio 9.2


dell’allegato 4/2

• Tale utilizzo è consentito, sulla base di una relazione del dirigente competente, anche
nell’esercizio provvisorio, esclusivamente per garantire la prosecuzione o l'avvio di
attività soggette a scadenza, la cui mancata attuazione determinerebbe danno per l'ente.
• A tal fine, la Giunta, dopo avere acquisito il parere dell’organo di revisione, delibera una
variazione del bilancio provvisorio in corso di gestione, che dispone l’utilizzo dell’avanzo
di amministrazione vincolato o accantonato determinato, sulla base di dati di pre‐
consuntivo dell’esercizio precedente, secondo le modalità previste dal presente principio.
• Nel corso dell’esercizio provvisorio, se il prospetto aggiornato del risultato di
amministrazione presunto evidenzi un disavanzo di amministrazione (lettera E) della
sezione 2 del prospetto), non è possibile proseguire la gestione secondo le regole
dell’esercizio provvisorio. E’ necessario che l’ente proceda all’immediata approvazione
del bilancio di previsione, iscrivendo tra le spese il disavanzo. Nelle more
dell’approvazione del bilancio di previsione, la gestione prosegue secondo le regole della
gestione provvisoria.
AVANZO DI AMMINISTRAZIONE PRESUNTO
• Articolo 187 Composizione del risultato di amministrazione

Le modalità di utilizzo dell’avanzo presunto ex comma 3quater:

Se il bilancio di previsione impiega quote vincolate del risultato di


amministrazione presunto (ai sensi del comma 3) entro il 31.1 la
Giunta verifica l’importo delle quote vincolate in predetto ris. di
amm. presunto sulla base di un preconsuntivo relativo alle
entrate ed alle spese vincolate (si veda prospetto dell’allegato
4/1, principio 9.11.4, tabella 1) ed approva l’aggiornamento
dell’allegato (9) al bil. di previsione.

Qualora la quota vincolata del ris. di amm. pres. fosse inferiore


rispetto a quanto applicato al bil. di previsione, l’ente provvede
immediatamente alle necessarie variazioni di bilancio che
adeguano l’impiego del ris. di amm. vincolato.
AVANZO DI AMMINISTRAZIONE PRESUNTO

Articolo 187 Composizione del risultato di amministrazione

Le modalità di utilizzo dell’avanzo presunto ex comma 3quinquies:

1° fattispecie: Le variazioni di bilancio che, in attesa dell'approvazione del consuntivo,


applicano predette quote vincolate o accantonate del ris. di amministrazione, sono
effettuate solo dopo l'approvazione del prospetto aggiornato (alleg. 9) del risultato di
amministr. presunto da parte della Giunta. Nel caso di quote vincolate sulla base di un
preconsuntivo relativo a predette entrate e spese vincolate (si vedano gli schemi di cui
all’allegato 4/1, principio 9.11.4)

2° fattispecie: Le variazioni consistenti nella mera reiscrizione di economie di spesa


derivanti da stanziamenti di bilancio dell’esercizio precedente corrispondenti ad entrate
vincolate, possono essere disposte dai dirigenti, se previsto nel Reg. di contabilità, o dal
RSF. Se tali variazioni sono effettuate in esercizio provvisorio è competente la Giunta
AVANZO DI AMMINISTRAZIONE PRESUNTO

Articolo 187 Composizione del risultato di amministrazione

Le modalità di utilizzo dell’avanzo presunto ex comma 3sexies:

Con provvedimento di variazione di bilancio, le quote del risultato presunto derivante


dall’esercizio precedente costituite dagli accantonamenti effettuati in predetto es.
precedente possono essere utilizzate prima dell’approvazione del consuntivo dell’es.
precedente, per le finalità cui sono destinate, QUALORA sia effettuata la verifica di tali
quote accantonate mediante verifica di tutte le entrate e le spese dell’esercizio
precedente sulla base di un preconsuntivo e sia approvato l’aggiornamento dell’allegato
(9) al bilancio di previsione in materia di RIS. DI AMM. PRESUNTO.
AVANZO DI AMMINISTRAZIONE PER LA SALVAGUARDIA DEGLI EQUILIBRI
Con riferimento al conseguimento degli equilibri in fase di adozione del bilancio di previsione si
ricorda la disciplina contenuta nel principio 9.2, alleg. 4/2:
Fermo restando che il bilancio di previsione deve essere approvato in equilibrio, senza utilizzare
l’avanzo libero, nel caso in cui il bilancio è approvato:
• successivamente all’approvazione del rendiconto dell’esercizio precedente;
• dopo o contestualmente alle scadenze previste dal regolamento e dalla legge per la verifica degli
equilibri di bilancio;
• risulta in modo inequivocabile che non sia possibile approvare il bilancio in equilibrio;
contestualmente alle procedure di approvazione del bilancio devono essere adottate le procedure
dell’articolo 193 del TUEL di controllo a salvaguardia degli equilibri per gli enti locali .

Pertanto, l’avanzo libero può essere utilizzato solo nell’ambito delle procedure dell’articolo 193 di
controllo a salvaguardia degli equilibri (per gli enti locali).
APPLICAZIONE AVANZO DI AMMINISTRAZIONE «PER GLI ENTI IN DISAVANZO»

SULLA QUESTIONE E’ INTERVENUTA CON DELIBERAZIONE 127/8.11.2018 LA


MEDESIMA CORTE CAMPANIA RILEVANDO ELEMENTI DI NOVITA’:

«a) in caso di incapienza del risultato di amministrazione (“Riga E” del


prospetto dimostrativo); b) e ove il disavanzo non sia applicato nella sua
interezza … per effetto di “norme spalma‐debiti”; c) … occorre limitarsi ad
applicare quote del risultato di amministrazione in una misura non superiore
a»:

il saldo di cui alla “Riga A” del prospetto di sintesi del risultato di


amministrazione (SCP) + il disavanzo concretamente applicato (sia pure ridotto
per effetto di norme “spalma‐debiti” nell’esercizio di riferimento) – il fondo
anticipazioni di liquidità straordinaria (FAL) al netto della quota di
ammortamento applicata all’esercizio di riferimento.
APPLICAZIONE AVANZO DI AMMINISTRAZIONE «PER GLI ENTI IN DISAVANZO»

SULLA QUESTIONE E’ INTERVENUTA CON DELIBERAZIONE 127/8.11.2018 LA


MEDESIMA CORTE CAMPANIA RILEVANDO ELEMENTI DI NOVITA’:

La predetta «sommatoria algebrica definisce lo spazio finanziario per


l’applicazione del risultato di amministrazione negli esercizi successivi, per
spesa obbligatoria divenuta esigibile negli anni successivi».

E’ da considerarsi spesa obbligatoria nella sua integralità (e sino a


concorrenza) la spesa di investimento, nel caso in cui l’ente abbia dato riscorso
ad anticipazioni straordinarie di liquidità (FAL), per il finanziamento di spesa di
diversa natura.
APPLICAZIONE AVANZO DI AMMINISTRAZIONE «PER GLI ENTI IN DISAVANZO»

«Alla luce di quanto esposto, in risposta al quesito in esame, può sottolinearsi che
l’orientamento sopra evidenziato riguarda esclusivamente la “spesa obbligatoria” (quote
vincolate/destinate ai sensi dell’art. 187 Tuel). Diversamente per la spesa “non
obbligatoria” il sistema, allo stato della disciplina vigente, non consente di applicare
l’avanzo di amministrazione, in caso di disavanzo da riaccertamento straordinario, in linea
con quanto già evidenziato, se non al netto del Fondo Anticipazione Liquidità e del Fondo
Crediti di dubbia esigibilità (SCP+DA‐FCDE‐FAL) ovvero solo se residua uno spazio possibile
(risorse effettive) al netto degli accantonamenti prudenziali previsti come obbligatori per
legge (in proposito vedi del. n. 238/2017/PAR di questa Sezione e sentenza n. 24/2018//EL
SSRR S.C.)».
APPLICAZIONE AVANZO DI AMMINISTRAZIONE «PER GLI ENTI IN DISAVANZO»
SULLA QUESTIONE INTERVENGONO ORA I COMMI 897 E 898 DELLA L. 145/18 IL QUALE
PREVEDE CON RIFERIMENTO AL «PROSPETTO DIMOSTRATIVO DEL RIS. DI AMM. EX
ALLEGATO 10 AL DLGS 118/2001» DUE FATTISPECIE:

COMMA 897
1. Se E (parte disponibile del ris. ) è negativo ma A è positivo (ris. > 0) ED È SUPERIORE
ALLA QUOTA MINIMA DI FCDE E FAL DI CUI SOTTO

E’ POSSIBILE APPLICARE AL BIL. DI PREV. LA QUOTA VINCOLATA, ACCANTONATA E DESTINATA


DEL RIS. DI AMM. PER UN IMPORTO NON SUPERIORE ALLA FORMULA CHE SEGUE:
RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE al 31/12 es. prec. (A) (+)
LA QUOTA MINIMA OBBLIGATORIA ACCANTONATA NEL RIS. DI AMM. A TITOLO DI FCDE E DI
FAL (‐)
IMPORTO DEL DISAVANZO DA RECUPERARE ISCRITTO NEL 1° ES. DEL BIL. DI PREVISIONE (+)
APPLICAZIONE AVANZO DI AMMINISTRAZIONE «PER GLI ENTI IN DISAVANZO»
SULLA QUESTIONE INTERVENGONO ORA I COMMI 897 E 898 DELLA L. 145/18 IL QUALE
PREVEDE CON RIFERIMENTO AL «PROSPETTO DIMOSTRATIVO DEL RIS. DI AMM. EX
ALLEGATO 10 AL DLGS 118/2001» DUE FATTISPECIE:

Nel caso precedente la norma prevede che:


‐ In assenza di esercizio provvisorio, nelle more dell’approvazione del rendiconto dell’es.
precedente il riferimento è al prospetto del risultato di amministrazione presunto
allegato al bilancio di previsione (allegato 9 al dlgs. 118/2011);

‐ In caso di esercizio provvisorio il riferimento è al prospetto di verifica del risultato di


amministrazione (allegato 10 al dlgs. 118/2011) effettuata sulla base dei dati di
preconsuntivo di cui all’art. 187, comma 3‐quater del TUEL;

‐ In caso di ritardo nell’approvazione del Rendiconto della Gestione NON E’ POSSIBILE


APPLICARE AL BILANCIO DI PREVISIONE LE QUOTE VINCOLATE, ACCANTONATE E
DESTINATE DEL RISULTATO DI AMMINISTRAZIONE, CIO’ FINO ALL’AVVENUTA
APPROVAZIONE.
DI FATTO SI APPLICA A QUESTA FATTISPECIE LA TEMPISTICA DI APPLICAZIONE GIA’ PREVISTA
IN CASO DI «ORDINARI» AVANZI DI AMM.
APPLICAZIONE AVANZO DI AMMINISTRAZIONE «PER GLI ENTI IN DISAVANZO»
SULLA QUESTIONE INTERVENGONO ORA I COMMI 897 E 898 DELLA L. 145/18 IL QUALE
PREVEDE CON RIFERIMENTO AL «PROSPETTO DIMOSTRATIVO DEL RIS. DI AMM. EX
ALLEGATO 10 AL DLGS 118/2001» DUE FATTISPECIE:

COMMA 898
2. Se E (parte disponibile del ris. ) < 0 ED A (ris.) < 0 O COMUNQUE DI IMPORTO INFERIORE
ALLA QUOTA MINIMA OBBLIGATORIA ACCANTONATA NEL RIS. DI AMM.

E’ POSSIBILE APPLICARE AL BIL. DI PREV. LA QUOTA VINCOLATA, ACCANTONATA E DESTINATA


DEL RIS. DI AMM. PER UN IMPORTO NON SUPERIORE ALL’IMPORTO DEL DISAVANZO DA
RECUPERARE ISCRITTO NEL 1° ES. DEL BIL. DI PREVISIONE (+).
Le variazioni al bilancio e correlate verifiche sul
mantenimento degli equilibri
l parere dell’organo di revisione sulle
variazioni dirigenziali
In via generale non è previsto il
coinvolgimento del organo di revisione nelle
variazioni di bilancio aventi natura
meramente gestionale, pertanto le variazioni
dirigenziali non necessitano del parere
dell’organo di revisione.
(art. 239 TUEL, primo comma, lett. b2)
Le variazioni dei dirigenti
art. 175, comma 5 quater del TUEL

• Nel rispetto di quanto previsto dai


regolamenti di contabilità, i responsabili
della spesa o, in assenza di disciplina, il
responsabile finanziario, possono
effettuare, per ciascuno degli esercizi del
bilancio:
Le variazioni dei dirigenti
art. 175, comma 5 quater del TUEL
a) le variazioni compensative del piano
esecutivo di gestione, anche in esercizio
provvisorio, fra capitoli di entrata della
medesima categoria e fra i capitoli di spesa
del medesimo macroaggregato, escluse le
variazioni dei capitoli appartenenti ai
macroaggregati riguardanti i trasferimenti
correnti, i contributi agli investimenti, e ai
trasferimenti in conto capitale, che sono di
competenza della Giunta.
Le variazioni dei dirigenti
art. 175, comma 5 quater del TUEL

Variazione di competenza dirigenziale ai sensi dell’art. 175.c.5 quater, lett.a)

MISSIONE/
CODICE DESCRIZIONE COMPETENZA CASSA
PROGRAMMA

03.01
Polizia Locale e U.1.03.02.05.001 Telefonia fissa + 3.000,00 + 3.000,00
Amministrativa

03.01
Polizia Locale e U.1.03.02.05.002 Telefonia mobile ‐3.000,00 ‐3.000,00
Amministrativa
Le variazioni dei dirigenti
art. 175, comma 5 quater del TUEL
b) le variazioni di bilancio fra gli stanziamenti
riguardanti il fondo pluriennale vincolato e gli
stanziamenti correlati, in termini di competenza
e di cassa, escluse quelle previste dall’articolo
3, comma 5, del decreto legislativo 23 giugno
2011, n. 118.
• Le variazioni di bilancio riguardanti le
variazioni del fondo pluriennale vincolato sono
comunicate trimestralmente alla giunta.
Le variazioni dei dirigenti
art. 175, comma 5 quater del TUEL

Variazione di competenza dirigenziale ai sensi dell’art. 175,c.5 quater, lett.b)

MISSIONE/
CODICE DESCRIZIONE COMPETENZA CASSA
PROGRAMMA

12.4
Interventi per i
soggetti a Altri assegni e
U.1.04.02.02.999 ‐15.000,00 ‐15.000,00
rischio di sussidi assistenziali
esclusione sociale
12.4
Interventi per i
soggetti a Fondo pluriennale
U.1.10.02.01.000 ‐+15.000,00
rischio di vincolato
esclusione sociale
Le variazioni dei dirigenti
art. 175, comma 5 quater del TUEL

c) le variazioni di bilancio riguardanti l’utilizzo della


quota vincolata del risultato di amministrazione
derivanti da stanziamenti di bilancio dell’esercizio
precedente corrispondenti a entrate vincolate, in
termini di competenza e di cassa, secondo le
modalità previste dall’articolo 187, comma 3-
quinquies;
Le variazioni dei dirigenti
Art. 187, comma 3 quinquies

Le variazioni di bilancio che, in attesa dell’approvazione del


consuntivo, applicano al bilancio:
 quote vincolate
 o accantonate del risultato di amministrazione,
sono effettuate solo dopo l’approvazione del prospetto
aggiornato del risultato di amministrazione presunto da parte
della Giunta di cui al comma 3-quater.
Le variazioni consistenti nella mera reiscrizione di economie di
spesa derivanti da stanziamenti di bilancio dell’esercizio
precedente corrispondenti a entrate vincolate, possono essere
disposte dai dirigenti se previsto dal regolamento di contabilità o,
in assenza di norme, dal responsabile finanziario.
In caso di esercizio provvisorio tali variazioni sono di competenza
della Giunta
 La quota di avanzo vincolato che può essere applicata con variazione dirigenziale deve
risultare da stanziamenti dell’esercizio precedente

 Può essere applicato, con variazione dirigenziale, sia l’avanzo vincolato certo sia
l’avanzo vincolato presunto purché derivi da stanziamenti dell’esercizio precedente

 In caso di applicazione dell’avanzo vincolato presunto da stanziamenti di bilancio


dell’esercizio precedente corrispondenti a entrate vincolate deve essere stato
approvato dalla Giunta il prospetto aggiornato del risultato di amministrazione
presunto

 ll bilancio di previsione deve essere stato approvato, in quanto in esercizio provvisorio


questa variazione è di competenza della giunta

 La variazione dirigenziale non può applicare avanzo accantonato

 La variazione dirigenziale non può applicare avanzo vincolato risultante dal rendiconto
approvato se non riguarda strettamente avanzo formatosi da stanziamenti di bilancio
dell’esercizio precedente concernenti entrate vincolate
Le variazioni dei dirigenti
art. 175, comma 5 quater del TUEL

d) le variazioni degli stanziamenti riguardanti i


versamenti ai conti di tesoreria statale
intestati all'ente e i versamenti a depositi
bancari intestati all'ente.

e) le variazioni necessarie per l’adeguamento


delle previsioni, compresa l’istituzione di
tipologie e programmi, riguardanti le partite
di giro e le operazioni per conto di terzi
Le variazioni dei dirigenti
art. 175, comma 5 quater del TUEL
Reimputazioni Parziali ECCEZIONE

Al solo fine di consentire una corretta reimputazione


all’esercizio in corso di obbligazioni da incassare o
pagare necessariamente prima del riaccertamento
ordinario, è possibile, con provvedimento del
responsabile del servizio finanziario, previa
acquisizione del parere dell’organo di revisione,
effettuare un riaccertamento parziale di tali residui”
(Principio contabile applicato della contabilità finanziaria
- paragrafo 9.1)
Le variazioni di Giunta, ex art. 175, comma 5° bis

In via generale non è previsto il


coinvolgimento del organo di revisione nelle
variazioni di bilancio aventi natura
meramente gestionale, pertanto le variazioni
della Giunta non necessitano del parere
dell’organo di revisione.
(art. 239 TUEL, primo comma, lett. b2)
Le variazioni di Giunta, ex art. 175, comma 5° bis

Eccezione:
la delibera di riaccertamento ordinario dei
residui
“Il riaccertamento ordinario dei residui trova specifica evidenza nel
rendiconto finanziario, ed è effettuato annualmente, con un’unica
deliberazione della giunta, previa acquisizione del parere dell’organo di
revisione, in vista dell’approvazione del rendiconto.”
(Principio contabile applicato della contabilità finanziaria ƥ 9.1)
Le variazioni di Giunta, ex art. 175, comma 5° bis

Eccezione
La delibera che applica l’avanzo vincolato al
bilancio provvisorio;
“Nel corso dell’esercizio provvisorio, per garantire la prosecuzione o l’avvio di attività soggette a
termini o scadenza, il cui mancato svolgimento determinerebbe danno per l’ente, è consentito l’utilizzo
delle quote vincolate dell’avanzo di amministrazione sulla base di una relazione documentata del
dirigente competente. A tal fine, dopo avere acquisito il parere dell’organo di revisione contabile la
Giunta delibera una variazione del bilancio provvisorio in corso di gestione, che dispone l’utilizzo
dell’avanzo di amministrazione vincolato determinato sulla base di dati di pre-consuntivo dell’esercizio
precedente.”
(Principio contabile applicato della contabilità finanziaria - paragrafo 8.11)

“L’utilizzo delle quote vincolate e accantonate del risultato di amministrazione è consentito anche nel
corso dell’esercizio provvisorio, esclusivamente per garantire la prosecuzione o l’avvio di attività
soggette a termini o scadenza, sulla base di una relazione documentata del dirigente competente. A tal
fine, la Giunta, dopo avere acquisito il parere dell’organo di revisione, delibera una variazione del
bilancio provvisorio in corso di gestione, che dispone l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione
vincolato o accantonato determinato, sulla base di dati di pre-consuntivo dell’esercizio precedente,
secondo le modalità previste dal presente principio
(Principio contabile applicato della contabilità finanziaria - paragrafo 9.2)
Le variazioni di Giunta, ex art. 175, comma 5° bis

• L’organo esecutivo con provvedimento


amministrativo approva le variazioni del piano
esecutivo di gestione, salvo quelle di cui al
comma 5-quater (cioè quelle di competenza dei
dirigenti)
Le variazioni di Giunta, ex art. 175, comma 5° bis

Ai fini della gestione, nel Piano esecutivo di


gestione;
 le tipologie sono ripartite in categorie, in
capitoli ed eventualmente in articoli;
i programmi sono ripartiti in titoli,
macroaggregati, capitoli ed eventualmente in
articoli

(Art. 165, commi 3 e 5 del TUEL)


Le variazioni di Giunta, ex art. 175, comma 5° bis

Sono pertanto variazioni di Peg di competenza


dell’organo esecutivo:
 Quelle che interessano categorie di entrata diverse
all’interno della medesima tipologia;
 Quelle che riguardano macroaggregati diversi
all’interno dello stesso programma;
 Quelle che variano capitoli di spesa all’interno dei
macroaggregati:
 Trasferimenti correnti
 Trasferimenti in conto capitale (art.175, 5° quater, lett. a)
 Contributi agli investimenti

(
Le variazioni di Giunta, ex art. 175, comma 5° bis
Variazione dell’organo esecutivo
ai sensi dell’art. 175, c.5 bis, primo periodo

MISSIONE/
CODICE DESCRIZIONE COMPETENZA CASSA
PROGRAMMA

01.03
Gestione
economica, Oneri per servizio
finanziaria, U.1.03.02.17.002 + 1.000,00 + 1.000,00
di tesoreria
programmazione e
provveditorato
01.03
Gestione Imposta
economica, regionale sulle
finanziaria, U.1.02.01.01.001 ‐ 1.000,00 ‐1.000,00
attività
programmazione e produttive (IRAP)
provveditorato
Le variazioni di Giunta, ex art. 175, comma 5° bis

… e le seguenti variazioni del bilancio di previsione non


aventi natura discrezionale, che si configurano come
meramente applicative delle decisioni del Consiglio, per
ciascuno degli esercizi considerati nel bilancio:
a) variazioni riguardanti l’utilizzo della quota vincolata e
accantonata del risultato di amministrazione nel
corso dell’esercizio provvisorio consistenti nella
mera reiscrizione di economie di spesa derivanti da
stanziamenti di bilancio dell’esercizio precedente
corrispondenti a entrate vincolate, secondo le
modalità previste dall’art. 187, comma 3 quinquies
Le variazioni di Giunta, ex art. 175, comma 5° bis

Applicazione avanzo vincolato e accantonato


derivante da stanziamenti di bilancio dell’esercizio precedente
corrispondenti a economie di spesa derivanti da entrate vincolate
 L’organo esecutivo procede ad applicare avanzo vincolato o accantonato solo nel corso
dell’esercizio provvisorio:.
 Nel corso dell’esercizio provvisorio è consentito l’utilizzo delle quote vincolate e accantonate
dell’avanzo di amministrazione solo per:
per garantire la prosecuzione o l’avvio di attività soggette a termini o scadenza, il cui
mancato svolgimento determinerebbe danno per l’ente;
e sulla base:
di una relazione documentata del dirigente competente
 La quota di avanzo vincolato e accantonato che può essere applicata con variazione dell’organo
esecutivo all’esercizio provvisorio deve derivare da stanziamenti dell’esercizio precedente
 Può essere applicato, con variazione dell’organo esecutivo, sia l’avanzo vincolato e accantonato
certo sia l’avanzo vincolato e accantonato presunto purché derivi da stanziamenti dell’esercizio
precedente
Le variazioni di Giunta, ex art. 175, comma 5° bis

Applicazione avanzo vincolato e accantonato


derivante da stanziamenti di bilancio dell’esercizio precedente
corrispondenti a economie di spesa derivanti da entrate vincolate
 In caso di applicazione dell’avanzo vincolato e accantonato presunto da stanziamenti di bilancio
dell’esercizio precedente corrispondenti a entrate vincolate deve essere stato precedentemente
approvato dalla Giunta il prospetto aggiornato del risultato di amministrazione presunto

 L’organo esecutivo non può applicare avanzo accantonato e vincolato al bilancio di previsione

 L’organo esecutivo non può applicare al bilancio provvisorio avanzo vincolato e accantonato
risultante dal rendiconto approvato se non riguarda strettamente avanzo formatosi da
stanziamenti di bilancio dell’esercizio precedente concernenti entrate vincolate
Le variazioni di Giunta, ex art. 175, comma 5° bis

b) variazioni compensative tra le dotazioni delle


missioni e dei programmi riguardanti l’utilizzo di
risorse comunitarie e vincolate, nel rispetto della
finalità della spesa definita nel provvedimento di
assegnazione delle risorse, o qualora le variazioni
siano necessarie per l'attuazione di interventi
previsti da intese istituzionali di programma o da altri
strumenti di programmazione negoziata, già
deliberati dal Consiglio;
Le variazioni di Giunta, ex art. 175, comma 5° bis

c) variazioni compensative tra le dotazioni delle


missioni e dei programmi limitatamente alle spese
per il personale, conseguenti a provvedimenti di
trasferimento del personale all’interno dell’ente;

d) variazioni delle dotazioni di cassa, salvo quelle


previste dal comma 5-quater, garantendo che il
fondo di cassa alla fine dell’esercizio sia non
negativo;
Le variazioni di Giunta, ex art. 175, comma 5° bis

e) variazioni riguardanti il fondo pluriennale vincolato di


cui all’articolo 3, comma 5 del decreto legislativo 23
giugno 2011, n. 118, effettuata entro i termini di
approvazione del rendiconto in deroga al comma 3.

Riaccertamento ordinario: variazioni che permettono di


assestare il fondo pluriennale vincolato con i correlati
capitoli di uscita sul bilancio chiuso e iscrivono il fondo
pluriennale vincolato in entrata negli esercizi successivi
con contestuale adeguamento dei capitoli di spesa per
gli impegni reimputati .
Le variazioni di Giunta, ex art. 175, comma 5° bis

Sono inoltre di competenza della giunta le variazioni


non compensative, nell’ambito dell’esercizio provvisorio
o della gestione provvisoria, che istituiscono nuovi
capitoli di entrata con stanziamento pari a zero
nell’ambito di tipologie per le quali già esistono
stanziamenti.

Paragrafo 8.13 del principio contabile applicato della


competenza finanziaria
Ai sensi dell'articolo 42 le variazioni di bilancio
possono essere adottate dall'organo esecutivo in
via d'urgenza opportunamente motivata, salvo
ratifica, a pena di decadenza, da parte dell'organo
consiliare entro i sessanta giorni seguenti e
comunque entro il 31 dicembre dell'anno in corso se
a tale data non sia scaduto il predetto termine.
Le variazioni in via d’urgenza della Giunta

Ai sensi dell’art 42 le variazioni di bilancio possono


essere adottate dall’organo esecutivo in vi d’urgenza
opportunamente motivata, salvo ratifica, a pena di
decadenza, da parte dell’organo consiliare entro i
sessanta giorni seguenti e comunque entro il 31
dicembre dell’anno in corso se a tale data non sia
scaduto il predetto termine.
Le variazioni della Giunta per il prelievo dei
fondi artt. 166 ‐176 TUEL
Art. 166, I e IIc: Nella missione “Fondi e
Accantonamenti”, all’interno del programma “Fondo
di riserva”, gli enti locali iscrivono un fondo di riserva
1. non inferiore allo 0,30 e non superiore al 2 per
prelevamenti cento del totale delle spese correnti di competenza
dal fondo di inizialmente previste in bilancio.
Il fondo è utilizzato, con deliberazioni dell'organo
riserva
esecutivo da comunicare all'organo consiliare nei
tempi stabiliti dal regolamento di contabilità, nei
casi in cui si verifichino esigenze straordinarie di
bilancio o le dotazioni degli interventi di spesa
corrente si rivelino insufficienti.
Le variazioni della Giunta per il prelievo dei
fondi artt. 166 ‐176 TUEL
2. Prelevamenti Art. 166, IV c.: “Nella missione “Fondi e
dal fondo di Accantonamenti”, all’interno del
cassa programma “Fondo di riserva”, gli enti
locali iscrivono un fondo di riserva di
cassa non inferiore all0 0,2 per cento
delle spese finali, utilizzato con
deliberazioni dell’organo esecutivo”

Art. 176: I prelevamenti dal fondo di riserva, dal


3. Prelevamenti fondo di riserva di cassa e dai fondi spese
dai fondi spese potenziali sono di competenza dell'organo
esecutivo e possono essere deliberati sino al 31
potenziali dicembre di ciascun anno.
Le variazioni di competenza del Consiglio

Su tutte le deliberazioni di variazione di competenza


del consiglio, è necessario acquisire il parere
dell’organo di revisione.

(art. 239, comma 1, lett. b2)


Le variazioni di competenza del Consiglio

Il Consiglio ha competenza nel variare le


tipologie di entrata e gli stanziamenti dei
programmi di spesa.
Inoltre ha competenza specifica:
 Nell’adozione della salvaguardia degli
equilibri di bilancio (31.7)
 Nell’assestamento generale di bilancio (31.7)
Le variazioni di competenza del Consiglio
Al Consiglio compete inoltre:

1. L’applicazione della quota del risultato di amministrazione


costituita dagli accantonamenti effettuati nel corso
dell'esercizio precedente, o risultanti dall'ultimo
rendiconto approvato, per le finalità cui sono destinate;

2. Nel corso dell’esercizio provvisorio o gestione provvisoria,


la variazione non compensativa che prevede l’istituzione
di una tipologia di entrata con stanziamento pari a zero
(nel caso di tipologie di entrata per le quali, in bilancio,
non sono previsti stanziamenti: paragrafo 8.13 del
principio contabile applicato della contabilità finanziaria).
Le variazioni di bilancio

Il termine per la deliberazione delle


variazioni
Il termine per la deliberazione delle
variazioni

Le variazioni al bilancio di previsione possono essere


deliberate non oltre il 30 novembre di ciascun anno fatte
salve le seguenti variazioni, che possono essere
deliberate sino al 31 dicembre di ciascun anno:
Il termine per la deliberazione delle
variazioni

a) l’istituzione di tipologie di entrata a destinazione


vincolata e il correlato programma di spesa
Variazione di competenza del consiglio che può essere
deliberata anche oltre il 30 novembre
Il termine per la deliberazione delle
variazioni
b) l’istituzione di tipologie di entrata senza vincolo di
destinazione, con stanziamento pari a zero, a
seguito di accertamento e riscossione di entrate non
previste in bilancio, secondo le modalità disciplinate
dal principio applicato della contabilità finanziaria
“nel caso di accertamento e/o riscossione di entrate per le quali, in bilancio, non è
prevista l'apposita “tipologia di entrata” e non è possibile procedere alla variazione
del bilancio essendo scaduti i termini di legge, l'operazione è registrata istituendo, in
sede di gestione, apposita voce, con stanziamento pari a zero. Tale procedimento è
diretto a garantire la corretta applicazione dell'articolo 7 del Decreto legislativo n. 118
del 2011, che prevede il divieto di imputazione provvisoria delle operazioni alle
partite di giro”.
Principio contabile applicato della contabilità finanziaria - paragrafo 3.4

Variazione di competenza dei dirigenti


Il termine per la deliberazione delle
variazioni
c) l’utilizzo delle quote del risultato di amministrazione
vincolato e accantonato per le finalità per le quali
sono stati previsti;
Variazione di competenza del Consiglio o dei dirigenti
d) quelle necessarie alla reimputazione agli esercizi in
cui sono esigibili, di obbligazioni riguardanti entrate
vincolate già assunte e, se necessario, delle spese
correlate;
Variazione di competenza del Consiglio

e) le variazioni delle dotazioni di cassa


Variazione di competenza della Giunta
Il termine per la deliberazione delle
variazioni
f) le variazioni di cui al comma 5-quater, lettera b), ovvero le
variazioni di bilancio fra gli stanziamenti riguardanti il fondo
pluriennale vincolato e gli stanziamenti correlati, in termini
di competenza e di cassa;
Variazione di competenza dei dirigenti

g) le variazioni degli stanziamenti riguardanti i versamenti ai


conti di tesoreria statale intestati all'ente e i versamenti a
depositi bancari intestati all'ente
Variazione di competenza dei dirigenti
h) I prelievi dal fondo di riserva, dal fondo di riserva di
cassa e dai fondi spese potenziali
Variazione di competenza della Giunta
Il termine per la deliberazione delle
variazioni

Variazioni che possono essere deliberate


entro il 15 dicembre di ciascun anno:
Variazione di PEG di competenza dell’organo esecutivo
fatte salve le variazioni correlate alle variazioni di bilancio previste al comma
3 dell’art. 175 TUEL, che possono essere deliberate sino
al 31 dicembre di ciascun anno
(art. 175, comma 9 TUEL)
Il termine per la deliberazione delle
variazioni
Variazioni che possono essere deliberate
nell’esercizio successivo
entro i termini previsti per l’approvazione del rendiconto

1. Variazioni adottate ai sensi dell’art. 3, comma 5 del D.


Lgs. 118/2011: riaccertamento ordinario di competenza
dell’organo esecutivo
2. Reimputazioni parziali effettuate dal responsabile del
servizio finanziario
Competenza dell’organo deputato a adottare
l’atto di variazione

Variazione adottata da organo incompetente


Provvedimento amministrativo illegittimo
Vizio di legittimità sanzionato con
l’annullabilità del provvedimento
L’atto annullabile produce i suoi effetti
(efficacia) fino all’azione di annullamento
La salvaguardia degli equilibri in corso di
gestione e l’assestamento generale di bilancio
Pareri sulle variazioni di bilancio e
salvaguardia degli equilibri

La Salvaguardia degli equilibri ex art. 193 TUEL


La salvaguardia degli equilibri di bilancio art. 193 del
TUEL

Gli Enti Locali rispettano durante la gestione e nelle variazioni di


bilancio il pareggio finanziario e tutti gli equilibri stabiliti in
bilancio per la copertura delle spese correnti e per il finanziamento
degli investimenti, secondo le norme contabili recate dal presente
testo unico, con particolare riferimento agli equilibri dii
competenza e di cassa di cui all’art. 162, comma 6.
La salvaguardia degli equilibri di bilancio art. 193 del
TUEL
Con periodicità stabilita dal regolamento di contabilità dell'ente locale,
e comunque almeno una volta entro il 31 luglio di ciascun anno,
l'organo consiliare provvede con delibera a dare atto del permanere
degli equilibri generali di bilancio o, in caso di accertamento negativo,
ad adottare, contestualmente
le misure necessarie a ripristinare il pareggio qualora i dati della
gestione finanziaria facciano prevedere un disavanzo, di gestione o di
amministrazione, per squilibrio della gestione di competenza, di cassa
ovvero della gestione dei residui;
i provvedimenti per il ripiano degli eventuali debiti di cui all'art.194;
le iniziative necessarie ad adeguare il fondo crediti di dubbia esigibilità
accantonato nel risultato di amministrazione in caso di gravi squilibri
riguardanti la gestione dei residui .
La salvaguardia degli equilibri di bilancio art. 193 del
TUEL
A fini del comma 2, fermo restando quando stabilito dall’art. 194, 2°, possono
Ai
essere utilizzate per l’anno in corso e per i due successivi le possibili economie di
spesa e tutte le entrate, ad eccezione di quelle provenienti dall’assunzione di
prestiti
p e di quelle con specifico vincolo di destinazione , nonché i proventi
derivanti da alienazione di beni patrimoniali disponibili e da altre entrate in
c/capitale con riferimento a squilibri di parte capitale.
Ove non possa provvedersi con le modalità sopra indicate è possibile impiegare
la quota libera del risultato d’amministrazione.
Per il ripristino degli equilibri di bilancio e in deroga all’art. 1, 169° L296/2006,
l’Ente può modificare le tariffe e le aliquote relative ai tributi di propria
competenza entro la data di cui al comma 2
La salvaguardia degli equilibri di bilancio art. 193 del
TUEL
La verifica dell’equilibrio di cassa
ALLA DATA DELLA
FONDO DI CASSA STIMA AL 31.12
SALVAGUARDIA

Fondo di cassa iniziale

Riscossioni

Pagamenti

Fondo di cassa finale

Art. 183, VIII comma, “Qualora lo stanziamento di cassa, per ragioni


sopravvenute, non consenta di far fronte all'obbligo contrattuale,
l'amministrazione adotta le opportune iniziative, anche di tipo contabile,
amministrativo o contrattuale, per evitare la formazione di debiti
pregressi “
La salvaguardia degli equilibri di bilancio art. 193
del TUEL
la verifica del rispetto del principio del pareggio
finanziario della gestione di competenza.
il totale complessivo delle entrate deve essere uguale al
totale delle spese, attraverso un confronto con le
previsioni assestate di entrata e di spesa, gli
accertamenti e gli impegni registrati alla data della
salvaguardia e il presumibile importo degli stessi alla
data del 31.12
La salvaguardia degli equilibri di bilancio art. 193
del TUEL
ENTRATE SPESE
Accertamenti Impegni

Alla data della Previsioni Alla data della


Previsioni Al 31.12 Al 31.12
salvaguardia Assestate salvaguardia
assestate
Fondo Pluriennale
Vincolato
Avanzo applicato Disavanzo
applicato
Titolo 1 Titolo 1
Titolo 2 Titolo 2
Titolo 3 Titolo 3
Titolo 4 Titolo 4
Titolo 5 Titolo 5
Titolo 6 Titolo 7
Titolo 7
Titolo 9

TOTALE GENERALE DELLE ENTRATE TOTALE GENERALE DELLE SPESE


La salvaguardia degli equilibri di bilancio art. 193
del TUEL
la verifica degli equilibri parziali della gestione*

EQUILIBRI PARZIALI DI BILANCIO

ALLA DATA DELLA SALVAGUARDIA PRESUNTO al 31.12

EQUILIBRIO CORRENTE

EQUILIBRIO INVESTIMENTI

EQUILIBRIO PARTITE
FINANZIARIE

EQUILIBRIO SERVIZI PER CONTO


TERZI E PARTITE DI GIRO

TOTALE
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del TUEL
l’analisi della gestione dei residui

GESTIONE DEI RESIDUI

STIMA DELLE VARIAZIONI DEI RESIDUI ATTIVI

STIMA DELLE VARIAZIONI DEI RESIDUI PASSIVI

RISULTATO DELLA GESTIONE RESIDUI (A+B)


La salvaguardia degli equilibri di bilancio art. 193
del TUEL

La verifica degli equilibri finanziari è data dal risultato della verifica


della gestione di competenza sommato al risultato della verifica
della gestione dei residui .

Se si ottiene un valore negativo, la gestione ha bisogno di misure di


riequilibrio.
A questo va ad aggiungersi la verifica dell’esistenza di debiti fuori
bilancio e l’adeguamento del fondo crediti di dubbia esigibilità in
caso di gravi squilibri riguardanti la gestione dei residui.
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del TUEL
L’adeguamento del Fondo Crediti di Dubbia esigibilità
accantonato nel risultato di amministrazione:
Avviene

Vincolando quote dell’avanzo di amministrazione


Se la cancellazione di residui attivi supera l’importo accantonato
nel risultato di amministrazione a titolo di FCDE

svincolando quote dell’avanzo di amministrazione


se la riscossione di residui attivi considerati di dubbia e difficile
esazione fa venir meno la necessità di creare un fondo crediti
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del TUEL

L’eventuale procedura di riequilibrio deve finanziare un


saldo che è pari a:

Presenza di Squilibrio della gestione di competenza


Presenza di Squilibrio della gestione dei residui
Necessità di adeguare l’accantonamento al FCDE
Necessità di finanziare Debiti Fuori Bilancio
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del TUEL
Ai fini del riequilibrio possono essere utilizzate per
l’anno in corso e per i due successivi:
1. Economie di spesa
2. Tutte le entrate ad eccezione di quelle
proveniente dall’assunzione prestiti e quelle
con specifico vincolo di destinazione
3. Proventi derivanti da alienazione beni patrimoniali
disponibili
4. Entrate in conto capitale per squilibri in conto capitale
5. In via residuale, ove non possa provvedersi con le
modalità di cui sopra, è possibile utilizzare l’avanzo
libero
Grazie per l’attenzione

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