Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
rap
rap rapporto ambientale preliminare
Sommario
1. Introduzione 1.1 La Normativa Comunitaria e Nazionale in materia di VAS 1.2 La normativa regionale 2. Iter procedurale e metodologia della VAS 2.1 La valutazione: definizione di un modello 2.2 La VAS: fasi e processo 2.3 Cronoprogramma relativo alla procedura VAS 2.4 Elenco dei soggetti competenti in materia ambientale 3. Struttura, contenuti ed obiettivi del piano 3.1 Contenuti 3.2 Obiettivi e strategie del Piano Le idee di citt da realizzare 4. Individuazione dei piani e dei programmi pertinenti 4.1 Il piano territoriale regionale (PTR) 4.2 Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Napoli 4.3 Piano Stralcio dellAutorit di Bacino Nordoccidentale della Campania 4.4 Studio urbanistico dei comuni interessati dalla stazione Napoli-Afragola della linea ferroviaria ad Alta Velocit 4.5 Il piano ASI 4.6 Il sistema dei vincoli 5. Ambito territoriale di influenza 5.1 Inquadramento territoriale 5.2 Il processo formativo 5.3 Stato dellambiente naturale 5.4 Stato dellambiente urbano 5.5 Individuazione dellambito di influenza 6. Contenuti del rapporto ambientale 6.1 Metodologia e criteri adottati per la determinazione e valutazione degli impatti
2 3
6 7 8 9
11 11 13 14 15 16 16 18 19
21 21 23 28 32
36 37 38 39
1
rap rapporto ambientale preliminare
1. Introduzione
1.1 La Normativa Comunitaria e Nazionale in materia di VAS
La Valutazione Ambientale Strategica viene definita come: "Il processo sistematico inteso a valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni proposte - politiche, piani o iniziative nell'ambito di programmi ai fini di garantire che tali conseguenze siano incluse a tutti gli effetti e affrontate in modo adeguato fin dalle prime fasi del processo decisionale, sullo stesso piano delle considerazioni di ordine economico e sociale". Lapplicazione della VAS finalizzata ad integrare in modo sistematico nel processo di programmazione le conside razioni di carattere sociale ed economico con unadeguata considerazione del possibile degrado ambientale. La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) viene introdotta dalla Direttiva Europea 2001/42/CE che riguarda la valutazione degli effetti di determin ati piani e programmi sull'ambiente naturale. La Valutazione Ambientale Strategica (VAS) la valutazione delle conseguenze ambientali di piani e programmi, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile. Larticolo 1 della Direttiva 2001/42/CE in materia di VAS definisce quale obiettivo del documento quello di "garantire un elevato livello di protezione dellambiente e di contribuire allintegrazione di considerazioni ambientali allatto dellelaborazione e delladozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile". Pi precisamente, la valutazione ambientale prevede l'elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni e la messa a disposizione, del pubblico e delle autorit interessate, delle informazioni sulle decisioni prese. In base alla stessa Direttiva, la VAS ha come oggetto i piani e i programmi, preparati e/o adottati da unautorit competente, che possono avere effetti significativi sull'ambiente; si applica ai settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli. Secondo l'art. 5, il rapporto ambientale deve contenere l'individuazione, la descrizione e la valutazione degli effetti significativi che il piano o il programma potrebbero avere sull'ambiente, cos come le ragionevoli alternative. da garantire, al pubblico e alle autorit interessate, la possibilit di esprimere il proprio parere prima dell'adozione del piano/programma o dell'avvio della relativa procedura legislativa. La Valutazione Ambientale Strategica opera, infatti, sul piano program matico con lobiettivo di perseguire la sostenibilit ambientale delle scelte contenute negli atti di pianificazione ed indirizzo che guidano la trasformazione del territorio. In particolare la valutazione di tipo strategico si propone di verificare che gli obiettivi individuati nei piani siano coerenti con quelli propri dello sviluppo sostenibile, e che le azioni previste nella struttura degli stessi siano idonee al loro raggiungimento. In Italia la direttiva CE viene recepita dal Decreto Legislativo 152 del 2006, recante norme in materia ambientale, rappresenta attualmente lo strumento nazionale cardine per quel che riguarda le procedure di valutazione di piani, programmi e progetti in termini di salvaguardia ambientale e sostenibilit. Dalla sua prima stesura e approvazione, sono stati emanati alcuni decreti di modifica delle sue norme ed in particolare, per quel che riguarda la parte seconda relativa a VIA, VAS e AIA stato approvato in data 16 gennaio 2008 il decreto legislativo n. 4, che rivede sostanzialmente le procedure di valutazione, rendendole maggiormente aderenti a quanto definito dalla legislazione europea. La Valutazione Ambientale Strategica cos come appare attualmente, alla luce delle
2
rap rapporto ambientale preliminare
modifiche al D.Lgs. 152/08, richiede una fase preparatoria approfondita, che inizia con una verifica di assoggettabilit, ed un percorso maggiormente anticipativo rispetto alla stesura dei piani e dei programmi stessi: nella fase ex-ante del processo di valutazione, si richiede una maggior incisivit, una maggior connessione ed un maggior livello di anticipazione rispetto a quello che il percorso, a quelle che sono le scelte del piano e del programma in oggetto. Nello specifico, il presente documento rappresenta il Rapporto Ambientale Preliminare del processo di V.A.S. del Preliminare di Piano Urbanistico Comunale di Casoria. Il Rapporto Ambientale Preliminare (RAP), ai sensi del Dlgs. 152/06 (c. 1, art. 13), lo strumento attraverso cui, gi nella fase iniziale di redazione del PUC, lautorit procedente entra in consultazione con lautorit competente e gli altri soggetti competenti in materia ambientale per definire, in maniera congiunta, la struttura, la portata e il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale annesso al PUC in riferimento agli obiettivi del PUC e degli effetti che la sua attuazione potrebbe generare sullambiente e sul patrimonio culturale, e per acquisire dati, informazioni e proposte specifiche, utili per la redazione del Rapporto Ambientale e per lintegrazione della componente ambientale nella costruzione del PUC. E quindi uno strumento che mira a mettere in evidenza, in via preliminare, come la sostenibilit stata presa in considerazione nel processo di formazione del PUC e quale sia la probabile interazione tra gli obiettivi del piano e le componenti ambientali sulla base del quale, attraverso le consultazioni preliminari, grazie al supporto dellautorit competente e dei soggetti competenti in materia ambientale, lautorit procedente integra al meglio, nel processo di piano, le considerazioni ambientali e gli obiettivi di sostenibilit ambientale nel rispetto degli obiettivi di protezione ambientale e di sostenibilit indicati dalle norme e dai piani e programmi ambientali, europei, nazionali e regionali. Nella procedura di redazione del PUC si assumer che il Rapporto preliminare, definibile come il documento di scoping individuato dallart 5.1 della DGR 203/2010, costituisca parte integrante del Preliminare di Piano, previsto dal Regolamento Regione Campania n. 5/2011 (art. 3 comma 1 art. 7 comma 2), come documento a supporto della valutazione ambientale (o di sostenibilit) sulla base del quale definire, nellambito delle consultazioni preliminari, i contenuti del Rapporto Ambientale (Dlg 152/06 e art.5.1 DGR 2013/2010).
3
rap rapporto ambientale preliminare
Lart. 47 afferma che i piani territoriali di settore ed i piani urbanistici devono essere accompagnati dalla valutazione ambientale di cui alla direttiva 42/2001/CE del 27 giugno 2001, da effet tuarsi durante la fase di redazione del Piano (comma 1). Tale valutazione deve scaturire da un Rapporto Ambientale in cui siano individuati, descritti e valutati gli effetti significativi dellattuazione del Piano sullambiente e le alternative, alla luce degli obiettivi e dellambito territoriale di riferimento del Piano (comma 2). Pertanto, la valutazione ambientale di cui allart. 47 della L.R. Campania 16/2004 va intesa, a tutti gli effetti, come Valutazione Ambientale Strategica (VAS) di piani territoriali ed urbanistici, in quanto si riferisce esplicitamente alla Direttiva sulla VAS di cui si gi trattato. Daltra parte, la Deliberazione n. 421 del 12 marzo 2004 della Giunta Regionale della Campania fa esplicitamente riferimento alla VAS, tanto che ad essa allegato un Disciplinare delle procedure di Valutazione di impatto ambientale, Valutazione dincidenza, Screening, Sentito, Valutazione ambientale strategica, che individua quale organo preposto alla svolgimento della procedura di VAS il Comi tato Tecnico per lAmbiente (CTA). Tra i compiti del CTA vi quello di: individuare i piani e programmi da sottoporre a VAS; esaminare e verificare il Rapporto Ambientale; - verificare le consultazioni delle autorit e del pubblico e la relativa informazione; operare il monitoraggio. Si tratta, effettivamente, di alcune fasi previste dalla Direttiva 2001/42/CE che la normativa regionale ha fatto proprie. Inoltre, la stessa Deliberazione precisa che: la VAS deve concludersi anteriormente alladozione de l Piano; il CTA deve concludere le procedure valutative entro 90 giorni (poi ridotti a 60 giorni) dal deposito dello studio di VAS, emettendo un apposito parere motivato cui i proponenti sono tenuti ad attenersi. Detti tempi devono intendersi al netto del tempo impiegato dal ricorrente per produrre le integrazioni che eventualmente gli verranno richieste e tali integrazioni possono essere richieste una sola volta nella fase istruttoria; i proponenti devono allegare alla richiesta la documentazione tecnica amministrativa prevista dalle vigenti normative in materia, in formato cartaceo e su supporto informatico (CD-Rom) per la costituzione della banca dati di settore e per consentire la trasmissione al Comitato Tecnico per lAmbiente. In seguito allapprovazione della L.R. 16/2004, stata emanata dalla Giunta Regionale della Campania la Deliberazione n. 627 del 21 aprile 2005 relativa alla Individuazione delle organizzazioni sociali, culturali, ambientaliste, economico-professionali e sindacali di cui allart. 20 della legge regionale 22/12/2004 n. 16 (con allegato). La Deliberazione chiarisce, innanzitutto, che lelenco delle organizzazioni individuate (e, quindi, elencate nella Deliberazione stessa) non tassativo, ma indica i soggetti che devono necessariamente essere invitati ed ai quali devono essere assicurate le garanzie partecipative previste dalla L.R. 16/2004. Nulla esclude, quindi, che le Amministrazioni individuino altre organizzazioni oltre quelle indicate, nonch altre forme idonee per assicurare la pubblicit, la consultazione e la partecipazione dei cittadini. Le comunicazioni e gli avvisi alle organizzazioni devono essere inviati presso le sedi provinciali delle stesse, ove presenti. Qualora lassociazione non abbia una propria sede nel capoluogo della provincia nel cui territorio ricade il comune, questa non dovr necessariamente essere invitata. Tuttavia, nel procedimento di formazione del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, nonch nel procedimento di formazione del Piano Urbanistico Comunale e nel procedimento finalizzato alla stipula di Accordi di
4
rap rapporto ambientale preliminare
Programma che riguardino i comuni capoluogo di Provincia, sar necessario inoltrare le comunicazioni alle sedi regionali delle organizzazioni, affinch siano comunque assicurate loro adeguate garanzie partecipative. In particolare, relativamente alla consultazione delle organizzazioni nel procedimento di formazione del Piano Urbanistico Comunale (PUC), si precisa che le organizzazioni individuate intervengono nel procedimento nella fase propedeutica alla predisposizione della proposta di PUC da parte della Giunta Comunale. La consultazione avviene affinch le stesse possano presentare suggerimenti e proposte che lAmministrazione valuta per la definizione degli obiettivi e delle scelte strategiche di pianificazione, nonch per costruire un quadro conoscitivo condiviso del territorio. La loro consultazione avviene con le modalit stabilite negli statuti dei singoli Comuni; qualora tale forma di partecipazione non sia stata n prevista n disciplinata dallo Statuto comunale, le consultazioni potranno avvenire mediante questionari, assemblee ed audizioni, anche attraverso strumenti telematici. Relativamente ai piani da sottoporre a VAS, lInformativa del 7 febbraio 2005 della Giunta Regionale della Campania (Assessore allEcologia, tutela dellambiente, disinquinamento e protezione civile), Obbligo di applicazione Valutazione Ambientale Strategica, precisa che devono essere sottoposti a VAS tutti i piani ed i programmi (e loro varianti) previsti dallart. 3 della Direttiva 42/2001/CE, e cio che riguardano i seguenti settori: Agricolo; Forestale; Pesca; Energetico; Industriale; Trasporti; Gestione dei rifiuti; Gestione delle acque; Telecomunicazioni; Turistico; Pianificazione territoriale o destinazione dei suoli. Successivamente con la DGR 834 del 2007 sono stati forniti i primi indirizzi procedurali in materia di VAS, insieme al complesso degli indicatori di sostenibilit da tenere in conto durante lelaborazione del piano e con riferimento al programma di monitoraggio. Il DPGR n. 17 del 18/12/2009 ha introdotto il Regolamento di attuazione della VAS in Regione Campania, completato dalluscita successiva degli Indirizzi operativi e procedurali per lo svolgimento del la VAS in Regione Campania di cui alla DGR 5 marzo 2010 n. 203. Il Regolamento di attuazione della VAS in particolare dispone, allart. 5 comma 10, che: gli indicatori di efficacia individuati dalla tabella A per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) e della tabella B per la Pianificazione urbanistica comunale della delibera 11 maggio 2007, n. 834, sono da ritenersi facoltativi per i Piani territoriali e urbanistici comunali. Tali indicatori sono disapplicati per i PUA. Il rapporto ambientale, ai fini della VAS, deve fare esplicito riferimento solo agli indicatori previsti in materia ambientale dalla normativa vigente.
5
rap rapporto ambientale preliminare
conoscere i vari passaggi ed i risultati di sostenibilit conseguiti. Il documento inoltre necessario per impostare correttamente le successive fasi della valutazione in intermedia ed ex-post. B. La valutazione intermedia prende in considerazione: i primi risultati degli interventi (politiche-azioni) previsti dal piano/programma; - la coerenza con la valutazione ex ante; la pertinenza degli obiettivi di sostenibilit; - il grado di conseguimento degli stessi. Valuta altres la correttezza della gestione nonch la qualit della sorveglianza e della realizzazione. C. La valutazione ex post destinata a: illustrare lutilizzo delle risorse; lefficacia e lefficienza degli interventi (politiche -azioni) e del loro impatto; la coerenza con la valutazione ex ante. Essa deve altres consentire di ricavare degli insegnamenti in materia di coesione economica e sociale. Verte sui successi e gli insuccessi registrati nel corso dellattuazione, nonch sulle realizzazioni e sui risultati, compresa la loro prevedibile durata.
Integrazione dei risultati della valutazione nella decisione definitiva sul piano/programma
responsabile delle decisioni che da parte del pubblico, la comprensione delle interazioni tra lambiente e i problemi chiave del settore. Tali indicatori dovranno essere quantificati per contribuire a individuare e a spiegare i mutamenti nel tempo. Contribuire allo sviluppo della versione definitiva del piano/programma tenendo conto dei risultati della valutazione. A seguito dell'attivit di monitoraggio per il controllo e la valutazione degli effetti indotti dall'attuazione del Piano, l'elaborazione periodica di un bilancio sull'attuazione stessa, pu proporre azioni correttive attraverso l'utilizzo di procedure di revisione del Piano stesso.
Autorit procedente
60 giorni
8
rap rapporto ambientale preliminare
Rapporto ambientale e presentare le proprie osservazioni Autorit procedente Trasmette allautorit competente il materiale acquisito
Lautorit competente, in collaborazione con lautorit procedente, svolge attivit tecnico-istruttorie, acquisisce e valuta tutta la documentazione Autorit presentata, nonch le osservazioni, obiezioni e suggerimenti inoltrati ed 90 giorni competente esprime il proprio parere motivato; pu essere formulata una sola volta richiesta di integrazione documentale, che determina linterruzione dei termini procedimentali. Parere motivato Redazione della Dichiarazione di Autorit Revisione del PUC alla luce del Sintesi e del Programma di Misure 30 giorni procedente parere motivato per il Monitoraggio Ambientale Adozione del PUC corredato del Parere Motivato, della Dichiarazione di Sintesi e del Programma di Misure per il Monitoraggio Ambientale Autorit Pubblicazione del PUC adottato e di tutta la documentazione relativa alla VAS variab. procedente Approvazione del PUC (art.24 co.4 L.R. 16/2004)
Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Napoli Soprintendenza ai Beni Archeologi delle Provincie di Napoli e Caserta Autorit di Bacino Nordoccidentale della Campania ASL Napoli 3 ATO 2 Provincia di Napoli, Assessorato allUrbanistica Provincia di Napoli, Assessorato allAmbiente ENAC ENAV Comune di Napoli Comune di Volla Comune di Casalnuovo Comune di Afragola Comune di Cardito Comune di Frattamaggiore Comune di Arzano Comune di Casavatore
A fini consultivi saranno coinvolte anche le: Associazioni Ambientaliste presenti nel territorio comunale Organizzazioni Sindacali con sede nel territorio comunale Associazioni di Categoria presenti nel territorio comunale nonch Gli Ordini e i collegi professionali competenti presenti nel territorio le Associazioni culturali e del Terzo Settore presenti nel territorio comunale.
10
rap rapporto ambientale preliminare
LA CITTA PUBBLICA
compatibili con il tessuto urbano preesistente; Riconoscimento delle risorse locali e nel processo di riconoscimento elaborare le strategie di valorizzazione; Previsione di un sistema di valorizzazione dello spazio fisico naturale, attraverso la tutela delle aree ancora libere e destinate alle attivit agricole e la rinaturalizzazione di aree abbandonate.
Negli ultimi trentanni in Italia sono state realizzate numerose esperienze sia nel recupero e valorizzazione dei centri storici, che nel recupero di aree produttive dismesse e la riqualificazione di aree degradate, con esiti diversi, ma comunque sempre tentativi apprezzabili. La circostanza per cui a Casoria nessuna esperienza riuscita a concretizzarsi - si ricorda solo qualche tentativo - deve essere un elemento di approfondita riflessione. Dagli anni ottanta del secolo scorso, il dibattito sugli strumenti da utilizzare per il recupero delle aree oggetto della dismissione industriale ha prodotto esempi in Europa ed anche in Italia (tra laltro in momenti in cui le risorse finanziarie pubbliche non erano cos rare come nellattuale congiuntura). In tutti gli esempi si pu osservare che le azioni di riqualificazione non si limitavano alle aree che accoglievano la produzione, ma interessavano ambiti urbani pi ampi, si estendevano ad intere parti di citt. Tale aspetto vuole essere un invito alla riflessione sulla riconfigurazione degli ambiti urbani da riqualificare, evitando gli equivoci che possono formarsi da analisi superficiali e dal ripetere formule che non possono essere applicate in tutte le condizioni urbane. Tra tutte, lespressione zero consumo di suolo che molta fortuna disciplinare e pubblicistica ha avuto negli ultimi anni, assume scarso significato se utilizzata in riferimento al territorio del comune di Casoria. Si intende per consumo di suolo lurbanizzazione di aree sottratte alluso agricolo, e quindi facile comprendere che ci per Casoria gi avvenuto da molti anni, infatti restano poche aree residuali ancora coltivate come si vede dai paragrafi successivi certamente da tutelare. In questo quadro, la nuova idea di citt per Casoria deve partire dallobiettivo strategico di recuperare aree libere dal costruito e ci certo pi difficile, ma non impossibile, se tale idea verr perseguita con rigore e tenacia, e ci possibile solo, come accennato, trasformando per riqualificare lintero territorio comunale. Le trasformazioni dovranno perseguire delle precise idee di citt che rappresentano in sintesi, quasi in forma di slogan, gli obiettivi da perseguire con la costruzione del Piano Urbanistico Comunale.
12
rap rapporto ambientale preliminare
dei rispettivi organi competenti, nonch per la valutazione ambientale strategica previs ta dallart 47 della L.R. 16/04. In particolare, secondo le suddette linee guida, i PUC sono accompagnati da una procedura di Valutazione ambientale strategica nella quale siano adeguatamente considerati gli effetti sullintegrit strutturale e funzionale del territorio rurale e aperto, sul consumo di suolo e sui processi di frammentazione del territorio rurale, degli ecosistemi e degli habitat naturali e seminaturali, sia direttamente causati dalle azioni di piano che indirettamente indotti da queste, con particolare attenzione agli impatti di tipo cumulativo che le azioni di piano possono generare unitamente a quelle previste dagli altri piani che interessano il medesimo ambito, ed in relazione alle tendenze ed alle dinamiche territoriali di medio e lungo periodo che caratterizzano i territori interessati dal piano. Per quanto riguarda il Quadro dei Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS), intesi come uno strumento di articolazione e verifica delle strategie e delle politiche che incidono significativamente sugli assetti territoriali, il comune di Casoria compreso nel Sistema Territoriale di Sviluppo E2 Sistema a Dominante Urbano - industriale insieme ai comuni Arzano, Frattamaggiore, SantAntimo, Casavatore, Melito di Napoli, Grumo Nevano, Frattami nore e Casandrino. Il PTR propone per i Sistema Territoriale di Sviluppo E2 una Matrice degli indirizzi strategici ed in particolare risulta che: Costituiscono scelta strategica prioritaria da consolidare: B.5. Recupero aree dimesse C.6. Rischio da attivit estrattive. Costituiscono rilevante valore strategico da rafforzare: A.1. Interconnessione accessibilit attuale A.2. Programmi di interconnessione. C.2. Rischio sismico. D.2. Riqualificazione e messa a norma della citt; Costituiscono inter venti mirati di miglioramento ambientale e paesaggistico: B.1. Difesa della biodiversit. E.1. Attivit produttive per lo sviluppo industriale. Si deve evidenziare, inoltre, che il PTR individua gli interventi in programmazione per quanto riguarda le Politiche dei trasporti nellambito degli STS. Per lSTS E2 le principali invarianti progettuali sono: per il sistema stradale: il completamento della SS 87 di collegamento tra Napoli e Caserta (codice intervento 11); il prolungamento della Circumvallazione Esterna di Napoli (codice intervento 18); un nuovo collegamento stradale tra gli assi autostradali e la zona di Capodichino con ladeguamento della viabilit esistente (codice intervento 96); per il sistema ferroviario: - il raccordo ferroviario tra la linea Aversa-Napoli e la variante della linea di Cancello (codice intervento 25); la linea metropolitana Napoli-P.zza Di Vittorio-Casoria (codice intervento 27); la trasversale ferroviaria Quarto-Giugliano-Staz. AV/AC di Napoli-Afragola (codice intervento 28). Il quarto Quadro Territoriale di Riferimento, quello dei Campi Territoriali Complessi (CTC), individua nel territorio regionale ambiti prioritari dintervento, interessati da criticit per effetto di processi di infrastrutturazione funzionale ed ambientale particolarmente densi: su queste aree si determina la convergenza e lintersezione di programmi relativi ad interventi infrastrutturali e di mitigazione del rischio ambientale cos intensivi da rendere necessario il governo delle loro ricadute sul territo rio regionale, anche in termini di raccordo tra i vari livelli di pianificazione territoriale. Il Comune di Casoria ricade nel Campo Territoriale Complesso denominato Direttrice Nord Napoli Caserta che
14
rap rapporto ambientale preliminare
rappresenta il core dellarea metropolitana di Napo li ed caratterizzata da una molteplicit di interventi infrastrutturali che ne rappresentano una dorsale costituita da elementi lineari e da polarit attrattive di livello territoriale. In esso gli interventi principali riguardano la Strada Statale 87, i siti potenzialmente contaminati, la stazione TAV di Afragola e la metropolitana regionale. Tali obiettivi, allo scopo di verificare la coerenza tra il PUC in esame ed il PTR, saranno esaminati nelle successive matrici di coerenza insieme agli obiettivi degli altri piani e programmi relativi al territorio di Casoria.
La qualificazione del tessuto produttivo provinciale, sia a livello delle imprese, sia a livello delle aree industriali La riduzione dellimpatto ambientale degli insediamenti produttivi e il loro consumo di risorse non rinnovabili, La formazione di poli specialistici per attivit produttive di rilievo provinciale o sovra comunale, in particolare il polo integrato di Casoria-Afragola, come polo consolidato per funzioni miste produttive, logistiche e del commercio.
Censimento e nel Programma di messa in sicurezza redatti dalla Provincia di Napoli tra il 2000 e il 2002 (la documentazione, in corso di acquisizione, sar integrata nel Quadro conoscitivo definitivo).
4.4 Studio urbanistico dei comuni interessati dalla stazione Napoli-Afragola della linea ferroviaria ad Alta Velocit
Il Ministero dei Trasporti e della Navigazione, la Regione Campania, la Provincia di Napoli, il Comune di Napoli, le FS e la Societ TAV hanno sottoscritto, nellottobre 1997, lAccordo di Programma per la localizzazione della Nuova Stazione della Linea Alta Velocit nel Comune di Afragola. Larea dintervento posta a sud dellasse mediano Pomigliano -Lago Patria, in prossimit del grande Quadrifoglio degli svincoli, tra lo stesso asse mediano e lautostrada Milano - Napoli. Tale localizzazione stata analizzata in tutte le sue interrelazioni, al fine di definire il miglior contesto ed ottenere il massimo profitto, come risorsa per larea, non solo sotto la spetto trasportistico. La stazione Napoli-Afragola viene considerata, infatti, come una grande infrastruttura-attrezzatura di carattere metropolitano, motore per la realizzazione di interventi tesi allo sviluppo dellarea, secondo principi di riqualificazione ambientale. A tale scopo il Ministero dellAmbiente, per la salvaguardia del territorio e limpatto ambientale che tale infrastruttura pu provocare, ha richiesto la redazione di un piano urbanistico territoriale esteso ai cinque comuni maggiormente interessati dallintervento (Acerra, Afragola, Casoria, Casalnuovo, Caivano). Lo studio cerca di supplire alle carenze derivanti dalla pianificazione locale, mettendo in campo previsioni coerenti in un percorso strategico che uniformi e dettagli gli indirizzi della pianificazione provinciale. Tale piano si propone come strumento di programmazione per lintegrazione delle grandi infrastrutture ferro-gomma-aria-mare, interrelate con fattori dellambiente e del territorio. Esso promuove, in termini di concertazione, la compensazione-ricostruzione e la riqualificazione della mbiente che viene modificato dalla realizzazione dellopera. Il piano definisce, infatti, un sistema continuo di aree protette di interesse sovracomunale allinterno del quale gli spazi agricoli assolvono ad un ruolo strategico nella strutturazione e riconnessione dei parchi e delle attrezzature sportive: lambiente diventa risorsa produttiva.
Gli obiettivi
realizzazione di una grande infrastruttura di trasporto a livello nazionale (Linea AV) realizzazione di una attrezzatura di carattere metropolitano (stazione AV di Napoli Afragola), occasione e motore di sviluppo locale riqualificazione ambien tale e valorizzazione del paesaggio attraverso lu tilizzo delle aree agricole e dellambiente in genere come risorsa produttiva, mediante le proposte di: recupero della rete idrografica storica; sistemazione del parco agricolo nel Comune di Caivano; sistemazione del parco archeologico nellarea dellantica citt di Suessola. riassetto della rete stradale tutela delle aree non edificate o destinate a produzioni agricole definizione di tipologie progettuali che garantiscano un elevato livello di permeabilit delle nuove infrastrutture, per limitare leffetto barriera delle linee della stazione definizione di misure di salvaguardia che impediscano interventi abusivi
17
rap rapporto ambientale preliminare
definizione e localizzazione di funzioni di livello superiore, servizi e attivit terziarie realizzazione del Parco naturalistico, tecnologico e dei servizi (zto Fc del Piano) Gli Ambiti di attuazione Per alcune aree situate in posizione strategica in relazione alla stazione AV si ipotizza una trasformazione mediante formazione di comparto; tali aree sono individuate dagli ambiti territoriali 1 e 2. http://www.provincia.napoli.it/Micro_Siti/Assetto_territorio/REPOSITORY/IMMAGINI/Pianificazione_Ter ritoriale/studi_territoriali/TAV_-_P2_A32rit.jpgAmbito 1:
18
rap rapporto ambientale preliminare
Il Piano Regolatore Territoriale dellArea di Sviluppo Industriale della Provincia di Napoli stato approvato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri il 14 ottobre 1968. Esso individuava sette agglomerati ubicati, allepoca, in aree con caratteristiche ancora agricole. Il Piano dellAgglomerato di Casoria Arzano - Frattamaggiore stato oggetto di diverse varianti, la prima fu adottata con Deliberazione n. 144 del 5/4/1977 del Comitato Direttivo del Consorzio A.S.I. di Napoli ed approvata con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 9 del 16/5/1979, la seconda fu adottata con Deliberazione n. 213 del 14/7/1992 del Comitato Direttivo del Consorzio A.S.I. di Napoli ed approvata con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 54/26 del 30/5/1995, mentre lultima, in ordine di tempo, stata adottata con Delibera del Commissario Straordinario n. 343 del 18/7/2001, con controdeduzioni alle osservazioni approvate con Delibera del Commissario Straordinario n. 434 dell1/8/2002 ed adeguamento alle prescrizioni in sede di Conferenza dei Servizi per conclusione procedimento ex 10 L.R. n. 16/1998. Il Piano riguarda una piccola porzione del territorio di Casoria a confine con Arzano.
Viabilit - Ai sensi dellarticolo 41 -septies, commi 1 e 2 della legge urbanistica n. 1150/1942, articolo
aggiunto dallarticolo 19 della legge n. 765/1967, Fuori del perimetro dei centri abitati debbono osservarsi nelledificazione distanze minime a protezione del nastro stradale, misurate a partire dal ciglio della strada distanze stabilite successivamente con il D.M. 1 aprile 1968 che allart. 3 classifica le strade in: Autostrade: autostrade di qualunque tipo (legge 7 febbraio 1961, n. 59 , art. 4); raccordi autostradali riconosciuti quali autostrade ed aste di accesso fra le autostrade e la rete viaria della zona (legge 19 ottobre 1965, n. 1197 e legge 24 luglio 1961, n. 729 , art. 9); Strade di grande comunicazione o di traffico elevato: strade statali comprendenti itinerari internazionali (legge 16 marzo 1956, n. 371, allegato 1); strade statali di grande comunicazione (legge 24 luglio 1961, n. 729, art. 14); raccordi autostradali non riconosciuti; strade a scorrimento veloce (in applicazione della legge 26 giugno
19
rap rapporto ambientale preliminare
1965, n. 717, art. 7); Strade di media importanza: strade statali non comprese tra quelle della categoria precedente; strade provinciali aventi larghezza della sede superiore o eguale a m. 10,50; strade comunali aventi larghezza della sede superiore o eguale a m. 10,50; Strade di interesse locale: strade provinciali e comunali non c omprese tra quelle della categoria precedente. e allart. 4 fissa le seguenti distanze da osservarsi nella edificazione a partire dal ciglio della strada e da misurarsi in proiezione orizzontale: strade di tipo A) - m. 60,00; strade di tipo B) - m. 40,00; strade di tipo C) - m. 30,00; strade di tipo D) - m. 20,00. alle quali va aggiunta la larghezza dovuta alla proiezione di eventuali scarpate o fossi e di fasce di espropriazione risultanti da progetti approvati. Questo vincolo di inedificabilit da considerarsi assoluto per le aree situate al di fuori del centro abitato, perch, ai sensi del D.M. 1 aprile 1968, esclusa ogni possibilit di deroga alla distanza minima, mentre allinterno del centro abitato essa ridotta, per le autostrade a venticin que metri ed derogabile a mente dellarticolo 9, comma 1 della legge n. 729/1961. Per quanto concerne questo tema occorre, inoltre, tenere conto del Nuovo Codice della Strada (DL.vo 285/92 e s.m.i.) e del Regolamento di esecuzione ed attuazione del NCdS (DPR 495/92 e s.m.i.) che fissano i limiti riportati nelle seguenti: Linee ferroviarie , tramvie, ferrovie metropolitane e funicolari terresti Per quanto concerne le linee ferroviarie, le tramvie, le ferrovie metropolitane e le funicolari terresti vige quanto riportato agli art. 49 (metri trenta dal limite della zona di occupazione della pi vicina rotaia) e 51 (metri sei dalla pi vicina rotaia, da misurarsi in proiezione orizzontale) del D.P.R. n. 753/1980. Aereoporto Per laeroporto occorre fare riferi mento al D.Lgs. n. 151/2006 recante correzioni ed integrazioni al D.Lgs. n. 96/2005 che ha rivisto il Codice della Navigazione. In particolare lart. 5, Vincoli della propriet privata, sostituisce il quinto comma dell'articolo 707 del codice della navigazione con la seguente dizione: Nelle direzioni di atterraggio e decollo possono essere autorizzate opere o attivit compatibili con gli appositi piani di rischio, che i comuni territorialmente competenti adottano, anche sulla base delle eventuali direttive regionali, nel rispetto del regolamento dell'ENAC sulla costruzione e gestione degli aeroporti, di attuazione dell'Annesso XIV ICAO ed.. Pertanto si fatto riferimento allENAC per la definizione dellarea da sottoporre a vincolo aereoportuale. Cimiteri - Occorre fare riferimento allart. 338 del Testo unico delle leggi sanitarie approvato con R.D. n. 1265/34 e allart.57 del D.P.R. n. 285/90. Si , pertanto, considerata una fascia di rispetto di m100 dal cimitero intercomunale localizzato nel Comune di Elettrodotti, cabine e sottostazioni elettriche Occorre fare riferimento allart. 5 del D.P.C.M. 23 aprile 1992 che allart. 5 fissa le seguenti distanze di rispetto dagli elettrodotti per i fabbricati adibiti ad abitazione o ad altra attivit che compo rta tempi di permanenza prolungati: linee a 132 kV > 10 m linee a 220 kV > 18 m linee a 380 kV > 28 m Infine, sempre lart. 5 precisa che La distanza di rispetto dalle parti in tensione di una cabina o da una sottostazione elettrica deve essere uguale a quella prevista, mediante i criteri sopra esposti, per la pi alta tra le tensioni presenti nella cabina o sottostazione stessa. Metanodotti e gasdotti - Per i metanodotti ed i gasdotti occorre fare riferimento al D.M. 24 novembre 1984. Punti di captazione acque - Nelle zone di protezione delle aree di captazione, delimitate ai sensi del D.P.R. n. 236/1988, del D.Lgs. n.152/1999, del D.Lgs. n. 258/2000 e dellAccordo Stato Regioni del 12/12/02, va considerato un buffer di m 10 di tutela assoluta e di m 200 di rispetto. Acquedotti Occorre fare riferimento allallegato 4 delib. 4 feb. 1977 del Comitato dei Ministri per la tutela delle acque dallinquinamento; alla legge n. 319/1976 e al D.Lgs. n.152/1999.
20
rap rapporto ambientale preliminare
21
rap rapporto ambientale preliminare
IGM 1892
IGM 1907
La cartografia dellimmediato dopoguerra fissa uno stato che, da quel punto in poi, rappresenta la attuale forma del costruito, ovvero lambiente urbano reale e percepito della citt di Casoria. Sviluppatasi come espansione della prima corona dei comuni a Nord di Napoli, Casoria fu, nellimmediato dopoguerra ed almeno fino alla fine degli anni 70 un polo industriale di rilievo. Questa condizione, unita alla facilit di accesso dai comuni limitrofi e dal capoluogo, ha determinato una espansione edilizia e demografica notevolissima che ha portato il comune a risultare tra i pi densamente abitati ed edificati dellintera Provincia di Napoli. Tuttavia da almeno un ventennio le attivit produttive di tipo manifatturiero hanno in larga parte dismesso i loro stabilimenti cittadini, si sono cos determinate alcune aree dismesse di grande estensione su cui da decenni si ragiona, individuando le stesse giustamente come possibile momento di svolta per lintero comune. Dagli anni 80 si sviluppata unofferta produttiva di tipo differente, soprattutto legata alla grande distribuzione commerciale e allintrattenimento, utilizzando la prima superstrada dellhinterland la strada degli Americani, che conduce da Casoria al primo litorale domizio. Gran parte delledificazione recente (ultimi quarantanni) per accomunata da una bassa qualit urbana, prima ancora che edilizia. Mancano o sono marginalizzati gli spazi pubblici aperti, le piazze e le strade, che nella citt storica costituivano il luogo dellincontro olt re che della circolazione. Mancano adeguati spazi sistemati a verde, per lo sport, per essere realmente vissuti e che possano facilitare gli incontri. Mentre il dibattito sulle aree dismesse della citt fordista prosegue, nuove carie territoriali erodono il tessuto spaziale, non pi continuo, della Casoria moderna. In tale quadro, negli interstizi del magma urbano, anche in luoghi inaspettati si ritrovano aree che possono accogliere funzioni pubbliche, luoghi che se opportunamente trattati, da margina li possono diventare centrali in relazione ad attivit umane. Le infrastrutture di livello territoriale hanno accelerato ed innescato la formazione dellestesa saldature tra Napoli ed i comuni dellentroterra, che oggi insieme, configurano una periferia territoriale con tutte quello che pu implicare tale condizione in termini di vivibilit ed identit urbana dei vari comuni. Da quanto in sintesi illustrato si ha che vari fattori hanno determinato, a partire dagli anni ottanta, un intenso e caotico sviluppo che ha avuto come risultato il processo conurbativo e di saldatura tra i comuni dellarea nord occidentale di Napoli. I nodi e le dinamiche con cui i singoli comuni dellarea nord si sono sviluppati sono diverse e molteplici, allo stesso modo i fattori dinfluenza, in ogni caso la maggiore o minore vicinanza al capoluogo ha avuto il carattere di accelerazione dei processi di urbanizzazione, con conseguente incremento dei caratteri periferici e di perdita delle identit locali. Non mancano i cam panelli di allarme, come ad esempio la profonda crisi che vive il primo mall di concezione americana, lEuromercato, ed anche in questo caso il fenomeno con molta probabilit anticipatore e vissuto in
22
rap rapporto ambientale preliminare
termini pi drammatici e netti, cos come avvenuto per la dismissione dellindustria chimica, in anticipo a Casoria rispetto a quanto sarebbe accaduto nel giro di pochi anni a livello nazionale. Le infrastrutture viarie di livello territoriale, come detto, erano disegnate per assolvere a compiti esclusivamente trasportistici, non cercando alcuna relazione con i territori attraversati, che per dalla realizzazione di strumenti di collegamento con il capoluogo subiranno ogni ricaduta negativa. Unaltra condizione che ha caratterizzato i territori dei comuni dellarea a nord di Napoli, si ritrova nellincremento della rendita urbana dovuto alla facilit di collegamento con il capoluogo. La rendita il plus valore che le aree vedono svilupparsi sulla base di una maggiore capacit edificatoria. Nei territori dei comuni dellarea nord-occidentale, la rendita urbana si sviluppata in tutte le sue forme, da quella regolamentata conseguente al regime urbanistico, a quella quasi spontanea legata alla possibilit della realizzazione abusiva di insediamenti urbani a destinazione residenziale o commerciale. La rendita urbana, in Italia, ha esplicato i suoi effetti in forme patologiche, a cui il legislatore ha cercato di porre argine, con vari tentativi, mai realmente incisivi, in quanto sporadici e non inseriti in un quadro normativo coerente sul regime dei suoli. Nelle aree a nord di Napoli, e quindi anche nel territorio di Casoria, la rendita urbana, ai problemi generali accennati ha subito ulteriore vigore dalla realizzazione delle infrastrutture territoriali, insieme alla possibilit di edificare interi quartieri in modo abusivo e ci a sommarsi ad altre cause, dalla tolleranza nei confronti di tale fenomeno delle classi dirigenti, alla presenza di gruppi criminali organizzati che dal ciclo delledilizia abusiva ha tratto notevoli guadagni. La rendita urbana, nelle sue forme pi selvagge, pervade e determina la forma dello sviluppo del territorio di Casoria degli ultimi 50 anni.
morfologico da mettere in relazione ad una pi ampia fascia di basso strutturale, determinata da una grossa faglia a sviluppo regionale in direzione antiappenninica, cio SW- NE. Vista nel suo insieme, lintera Unit morfologica della Piana Campana corrisponde ad unarea di sprofondamento regionale che si estende dai Monti Lattari a Sud fino al M. Massico a Nord, che registra il suo massimo approfondimento in corrispondenza della Piana del Volturno. Il territorio, pur risultando pressoch pianeggiante, pu essere differenziato in due fasce che hanno subito un processo morfoevolutivo leggermente diverso. Distingueremo quindi un settore centrale e settentrionale da un settore meridionale. I settori centrale e settentrionale corrispondono alla zona di Piana costituita prevalentemente da prodotti piroclastici incoerenti giacenti sopra la formazione del Tufo Giallo Napoletano, di et compresa fra i 10 12.000 anni e il subattuale, contenenti livelli pi o meno discreti di materiale rimaneggiato dovuto al dilavamento e/o trasporto superficiale provenienti. Qui si registrano elevazioni comprese fra gli 81 e i 40 metri slm. La fascia meridionale corrisponde alla zona morfologicamente appena pi depressa, ed stata interessata in passato da esondazioni, ristagni d'acqua, emersione della falda. E' stata, quindi, sede di pi attiva rielaborazione idraulica dei sedimenti piroclastici operato nel corso del tempo dal corso dacqua del Fiume Sebeto che scorre in questa zona, il cui alveo stato parzialmente regimato e regolarizzato con opere di canalizzazione; solo in qualche tratto ancora possibile riconoscere il relitto dell'antico alveo. L'area del nucleo fondativo di Casoria corrisponde ad una porzione pi elevata del territorio comunale e presenta un'altitudine media di 60 metri circa s.l.m., superiore quindi rispetto a quella generale. Dall'analisi delle stratigrafie provenienti da varie aree del territorio comunale si evince che in questa zona la falda tufacea, che impostata al disotto della copertura piroclastica del IV ciclo flegreo, risulta morfologicamente rilevata rispetto ad altre zone. E' pensabile quindi che l'attuale topografia derivi da un modellamento della copertura piroclastica superficiale sull'antica superficie topografica definita dalla messa in posto del banco tufaceo, attenuandone le asperit. La conformazione morfologica sia della superficie che del sottosuolo ha forse favorito l'insediamento dell'antico nucleo abitato in questa zona. Dal punto di vista urbanistico molto interessante registrare una significativa alterazione dell'ambiente sottosuolo originato dall'intervento antropico che ha prodotto una presenza diffusa di cavit attraverso un'opera di cavazione intensa avviata tanto per fini edificatori che logistici. Infatti, parte del territorio di Casoria, come quello di numerosi altri comuni posti nella conurbazione napoletana, stato utilizzato, principalmente nel corso del XIX secolo e sino alla seconda decade del XX, per l'estrazione dal sottosuolo di materiali da costruzione (pozzolane, tufo). A parte la pozzolana, tufo e lapillo, furono prelevati in sotterraneo per fini edificatori preferibilmente nei luoghi stessi della loro utilizzazione; la cava di prestito cos realizzata stata utilizzata come vano ipogeo per la conservazione di derrate o materiali occorrenti alluso del tempo.
Geologia
La conformazione geologica del territorio comunale di Casoria si inquadra in un contesto regionale pi ampio. Larea situata in una zona di piana che, sotto il profilo geologico, rappresenta un ampio basso strutturale, unarea, cio, tettonicamente limitata a est dai rilievi dellAppennino campano; a ovest dal Mare Tirreno; a nord e a sud rispettivamente dai rilievi carbonatici del M. Massico e dei M. Lattari. Per quel che riguarda pi strettamente il territorio di Casoria, i terreni che lo conformano risultano essere di et molto giovane per essersi formati, almeno fino alle profondit significative ai fini urbanistici, non oltre 12.000 anni fa in unarea gi occupata da strutture e depositi vulcanici intercalati a depositi continentali e marini, che a loro volta avevano riempito una vasta insenatura
24
rap rapporto ambientale preliminare
marina, lantico golfo campano. Le formazioni piroclastiche che lo caratterizzano sono state originate tanto dallattivit esplosiva sia dei Vulcani recenti Flegrei quanto da quello dei vulcani archiflegrei; principalmente dai primi che prevalgono nella porzione pi superficiale della successione stratigrafica, la pi recente in ordine di tempo. Granulometricamente i depositi coprono tutte le classi dimensionali: cineriti, sabbie, lapilli, pomici, piroclastiti pi o meno addensate a secondo delle modalit di sedimentazione o dellintensit degli effetti termodiagenetici; nel complesso possono essere classificati nel complesso come terreni incoerenti. Ad essi si accompagnano nella parte un po pi profonda della successione stratigrafica piroclastiti di varia granulometria, disomogenee, che si presentano con aspetto e consistenza di tipo litoide o semilitoide per aver subito una fase di diagenizzazione postdeposizionale. Sono i cosiddetti tufi della formazione del Tufo Giallo Napoletano che affiorano estesamente nel territorio della provincia di Napoli e sono abbondantemente presenti nel sottosuolo. Per quel che riguarda le piroclastiti sciolte del segmento superiore (primi 10 metri in media) la loro emissione non stata sempre continua ma intervallata da periodi di inattivit dei centri eruttivi. Ci deducibile dalla naturale disposizione dei letti piroclastici che a luoghi conservano un andamento stratiforme. Quando lintervallo fra due fasi di emissione stato piuttosto lungo, si sono potute verificare le condizioni adatte alla trasformazione della parte pi superficiale del piroclastico in un vero e proprio humus, terreno agrario di tipo prevalentemente argilloso, dovuta alla prolungata esposizione della superficie deposizionale agli agenti atmosferici, con conseguente alterazione. Questa precisazione importante sotto un duplice aspetto: - sotto il profilo geologico costituisce un elemento di sicuro di riferimento per correlare i vari orizzonti piroclastici fra loro anche in punti diversi; - sotto il profilo geotecnico pu condizionare qualitativamente la caratterizzazione geomeccanica dei terreni per la scarsa resistenza alla compressione che quei terreni accusano. Oltre al suolo agrario dellattuale piano di campagna, sono stati individuati in stratigrafia alcuni orizzonti humificati (paleosuoli), uno attestato mediamente intorno ai 3 metri di profondit, un altro in corrispondenza del cappellaccio tufaceo, un altro ancora al disotto della facies pi propriamente ignimbritica. Tettonicamente larea, come detto, si impostata molto di recente; le grandi dislocazioni che hanno favorito la risalita delle vulcanoclastiti sono certamente di et pleistocenica, probabilmente del Pleistocene superiore.
Regi Lagni ed caratterizzata dalla presenza cospicua e bilanciata di tutti gli elementi chimici della fertilit, da un potere di imbibizione ottimale e dalla capacit di restare a lungo in tempera per le lavorazioni manuali e meccaniche. La presenza dei Regi Lagni a nord, a pochi chilometri di distanza, primo esempio italiano di bonifica del territorio risalente allepoca borbonica, recentemente oggetto, peraltro, di lavori di sistemazione ed ammodernamento, costituisce uno dei perni fondamentali della idrografia dellintero comprensorio. Le acque di irrigazione vengono prelevate da numerosi pozzi aziendali che hanno caratteristiche artesiane o semiartesiane, dovute proprio alla risalita della falda, peraltro molto ricca e relativamente superficiale: a seconda delle zone varia tra i 50 e i 70 m. di profondit. Essa fa parte del grande flusso idrico sotterraneo che, proveniente dalle propaggini dellAppennino, muove verso il mare interessando lintera pianura campana (cfr. par 4 b). La stessa ha una cadente piezometrica, ovviamente inclinata verso il mare, la cui pendenza media inferiore all1%, con portata globale piuttosto cospicua (qualche decina di lt./sec.). La sua captazione avviene principalmente attraverso pompe sommerse ad asse verticale e/o elettriche. Lintero territorio agricolo, pertanto, pu ritenersi a suscettivit irrigua. La superficie con potenzialit agricola disponibile sul solo territorio comunale assomma a complessivi Ha 126,44 circa, cio una superficie di gran lunga superiore a quella ufficialmente censita nel 2000 pari ad Ha 62,79 circa. Lo stesso censimento registra una composizione delle aziende che vede oltre il 50% di esse attestarsi su una superficie inferiore allettaro, che non rappresentano nemmeno lunit minima colturale Le indagini dirette effettuate durante la redazione del PUC 2008 hanno rilevato comunque un uso del suolo libero, pari a Ha 457,96 circa su una superficie comunale di Ha 1.140,21 circa, di tale composizione:
Il territorio non presenta idrografia superficiale e la falda localizzata per la maggior parte del territorio a profondit elevate (la falda idrica superficiale oscilla intorno ai 10-20 metri s.l.m.). Pertanto in relazione al piano campagna la falda risulta abbastanza profonda e per la maggior parte del territorio non supera i 40 metri mentre diventa pi superficiale nella zona della fraz. Di Arpino. La circolazione idrica tra laltro segue landamento geologico del territorio: infatti gli strati di sabb ia e di pomice sono interessati da una circolazione idrica tipicamente orizzontale, mentre negli strati di copertura la circolazione idrica diventa tipicamente verticale. La conformazione geologica e morfologica del territorio di Casoria influenza la circolazione idrica delle acque, sia in superficie che nel sottosuolo. I terreni che ne formano l'ossatura, sono costituiti da acquiferi permeabili per porosit primaria, anche se con coefficienti di permeabilit K localmente diversi a causa della variabilit dei litotipi. La permeabilit dei terreni incoerenti (pozzolane, sabbie, cineriti) piuttosto varia soprattutto in funzione della loro granulometria e dello stato di addensamento o costipazione: massima negli aggregati di scorie, sabbie e pomici; risulta piuttosto bassa in presenza di aggregati a grana pi fine come le cineriti; piuttosto assortita nelle pozzolane dove abbondante la frazione cinerea. La permeabilit generale pu subire limitazioni anche per la presenza di intercalazioni di paleosuoli ricchi di humus i quali si presentano quasi sempre piuttosto argillificati. Ne deriva, pertanto, una caratterizzazione idrogeologica nella quale la circolazione idrica sotterranea, generalmente uniforme, pu essere condizionata da livelli di impermeabili relativi che possono dar luogo a modelli di filtrazione variabile o anche a piccole falde sovrapposte. Il regime idrologico, e quindi anche la circolazione idrica al suolo e nel sottosuolo, dipende direttamente dai caratteri climatici dell'area; sono queste ultime, infatti, che rivestono notevole importanza negli equilibri di evapotraspirazione e di ricarica dellacquifero. Il territorio comunale dunque risulta privo di una rete idrografica superficiale, ad eccezione della presenza, lungo il confine sud-orientale del suo territorio, dellalveo del Fiume Sebeto. Nonostante la fama che ha avuto nei secoli sin dallantichit, quando pare fosse ricco di acque e finanche pescoso, attualmente ridotto ad un rigagnolo quasi privo di acque, per gran parte del suo corso canalizzato, ed assolutamente privo di importanza dal punto di vista idrografico.
Idrologia
Nel territorio comunale, la caratterizzazione idrogeologica del sottosuolo va riferita alla presenza dei complessi idrogeologici che sono stati individuati in sede di sondaggio, che sono: complesso delle cineriti argillificate, dei suoli e dei paleosuoli, a bassa permeabilit per porosit; complesso del tufo litoide coerente e semicoerente a permeabilit primaria (per porosit) medio-bassa ma ad elevata permeabilit secondaria (per fatturazione); complesso delle sabbie vulcaniche grossolane e/o dei livelli pomicei a permeabilit elevata per porosit. Per quel che riguarda la valutazione del rischio idrogeologico del sito, esiste una soglia di attenzione ai fini delluso del territorio che investe tre aspetti: fluttuazione del livello della falda freatica; interazione tra la freatica ed i terreni piroclastici in caso di sollecitazioni sismiche; erodibilit dei terreni piroclastici. Dalla lettura dei dati freatimetrici, emerge la presenza di una falda posizionata tra ca. 15 m s.l.m. e ca. 23 m s.l.m., con eccezione della zona sud-orientale, caratterizzata da un diverso regime idraulico. Tale modesto dislivello ha reso oltremodo difficile e, forse, inutile la determinazione delle
27
rap rapporto ambientale preliminare
curve isofretiche, in quanto i margini di incertezza sarebbero stati troppo elevati. Si quindi preferito optare per lindividuazione di curve indicanti mediamente la quota della falda idrica a partire dal piano campagna. Erodibilit dei terreni piroclastici Pozzolane, sabbie, cineriti, lapilli, pomici ecc. vengono rapidamente erosi vacuolizzando di fatto il sottosuolo secondo il meccanismo del sifonamento. Si consiglia pertanto, nell'ambito dell'ordinaria progettazione, ma anche e soprattutto nell'ambito dell'ordinaria manutenzione di servizi e sottoservizi, di assicurarsi che tutti i sistemi di deflusso, di drenaggio, di canalizzazione o di stoccaggio delle acque reflue e di dilavamento, degli acquedotti, dei pozzi, delle cisterne e di quant'altro possa prevedere una corrente o un accumulo idrico persistente, siano a tenuta. DATI ARPAC sullinquinamento della falda
precipitazioni
Maggio
Giugno
Agosto
Ottobre
Settembre
Fonte: Centro Agrometeorologico Regionale stazione di Marigliano Anno 2008 Riguardo latmosfera, il Comune si sta dotando di un sistema di monitoraggio della qualit dellaria costituito da due centraline fisse. Gli unici dati disponibili al momento derivano da una rete di monitoraggio ambientale composta da 7 stazioni collocate in altrettanti punti significativi della citt durante una campagna effettuata nel 2007 dallARPA Campania. Da questi dati emerge che:
28
rap rapporto ambientale preliminare
Novembre
Dicembre
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Luglio
la distribuzione puntuale delle concentrazioni di diossine nei suoli compresa tra 0.0000018 -0.000006 mg/kg, rientrando nei limiti previsti dalla normativa vigente in materia; la distribuzione puntuale delle concentrazioni di PCB nei suoli raggiunge, in corrispondenza del centro pi densamente abitato, il valore di 0.093 mg/kg > 0.06 mg/kg fissato dalla normativa, mentre in corrispondenza dei rimanenti 6 punti campionamento rimane contenuto nei limiti fissati. In particolare il campione di suolo CA04 stato prelevato in un'aiuola all'esterno dell'ADS, industria metallurgica che produce tondini metallici per cemento armato. L'area risulta estremamente soggetta al traffico veicolare, in particolar modo al transito di mezzi pesanti.
Altro elemento da sottolineare lesiguit del patrimonio abitativo storico, quello antecedente al 1946 rappresenta, infatti, solo l8,94% del totale, rispetto a quello pi recente, in gran parte privo di ogni qualit architettonica. Per quanto concerne la dotazione di servizi delle abitazioni occupate da persone residenti sono disponibili informazioni relative alla dotazione di acqua potabile, come di seguito specificato.
Dotazioni servizi delle abitazioni acqua potabile 23.941 di cui da acquedotto 23,503
29
rap rapporto ambientale preliminare
Da questi dati emerge che il 99,16% delle abitazioni dispone di acqua potabile, mentre lo 0,84% ne sprovvista. Delle prime il 98,17% lo riceve dallacquedotto comunale, l1,40% da pozzo e l1,22% da altra fonte. Le diverse fonti in qualche caso si sommano come facile verificare sommando le diverse percentuali che danno un valore maggiore di 100 (98,17+1,40+1,22=100,79). La quota parte che la riceve da pozzo sospetta in quanto tutti i pozzi dellarea, che servivano lacquedotto di Napoli, sono stati chiusi, perch inquinati, come pure risulterebbe inquinata la falda acqu ifera esistente. L81,58% delle abitazioni risulta, inoltre, dotata di una qualche forma di impianto di riscaldamento, mentre il 18,42% ne sprovvista. Delle prime il 17,58% dispone di un impianto centralizzato, il 60,60% di un impianto autonomo, il 9,53 di apparecchi singoli fissi che riscaldano buona parte dellabitazione ed il 16,52% di apparecchi singoli fissi che riscaldano solo una parte dellabitazione.
Abitazioni dotate di impianto di riscaldamento di cui impianto centralizzato di cui impianto fisso autonomo di cui con apparecchi singoli fissi che riscaldano tutta o la maggior parte dell'abitazione di cui con apparecchi fissi che riscaldano solo alcune parti dell'abitazione TOTALE
Il 99,02% della abitazioni dispone di acqua calda e solo lo 0,98% non ne dispone. Delle prime il 46,81% ne dispone con un impianto comune con quello del riscaldamento ed il 51,19% con un impianto specifico.
Tangenziale di Napoli.
3023C500 3023C501 3023C502 3023C503 3023C504 3023C505 3023C506 3023C507 3023C508 3023C509 3023C510 3023C511 3023C512 3023C513 3023C514 3023C515 3023C516 3023C517 3023C518 3023C519 3023C520 3023C521
PANARIELLO CIRO DESS SAS DI SEVERINO CLAUDIO & C. LIDIA DI GAUDIERO MARIA GRAZIA MARAFER SPIGNO GIUSEPPE CAMPANIA MACERO ECO AMBIENTE EX MONTEFIBRE ALFARANO RAFFAELE SRL ALMET SRL AUTODEMOLIZIONI GIUSEPPE SPIGNO TRANSIDER SUD S.R.L. GENTILE GAETANO LA CAMPANIA MACERO SRL LA NAPOLETANA STRACCI SNC di GRAZIANO G. & C. TRASFORMET SRL UNIPERSONALE METAL S.R.L. METALLURGICA MERIDIONALE S.R.L. REDERMET SRL SIDERMET SAS SO.CO.EDIL. SRL T.P.S. TECHNICAL PRINTER SERVICE SAS di VIOLA FRANCESCA & C.
Autodemolitore Autodemolitore Autodemolitore Autodemolitore Autodemolitore Impianti trattamento rifiuti Impianti trattamento rifiuti Attivit produttiva Attivit di gestione rifiuti Attivit di gestione rifiuti Attivit di gestione rifiuti Attivit produttiva Attivit di gestione rifiuti Attivit di gestione rifiuti Attivit di gestione rifiuti Attivit di gestione rifiuti Attivit di gestione rifiuti Attivit di gestione rifiuti Attivit di gestione rifiuti Attivit di gestione rifiuti Attivit di gestione rifiuti Attivit di gestione rifiuti
Resta comunque in fase di aggiornamento, da parte del Settore Ecologia regionale, il Piano di Bonifica Regionale predisposto dallARPAC, nel quale Allegato sono contenuti i precedenti siti. Il Piano infatti ha incluso altri siti quali:
cod. Da def. Da def. Da def. Da def. Denominazione IMI SUD (ex ADS) AREA RESIA Ex TUBI BONNA PV ESSO di Mauro e Pasquale Ciaramella Tipologia Attivit produttiva Attivit produttiva Attivit produttiva Attivit produttiva
Vanno, inoltre, annoverati tra i siti potenzialmente inquinati le seguenti aree industriali dismesse: larea della Rhodiatoce, in via Europa, di mq 141985,24; larea ex Tubi Bonna, di mq 43369,29; larea dellex Resia in via Principe di Piemonte, di mq 93410,32; larea ex A.D.S. in via Diaz, caratterizzata da accumulo di materiale inerte sul lato retros tante ai capannoni, di mq 61163,06. Si detto che le aree industriali dismesse rappresentano una risorsa per lo sviluppo della citt di Casoria. Allo stato attuale esse sono sicuramente una delle componenti forti dellimmagine e della forma urbana, con oltre 470 Ha di estensione territoriale. Inoltre, molte sono classificabili come siti potenzialmente inquinati, e quindi un loro possibile riuso richiederebbe una preventiva bonifica, auspicabile in ogni caso. Di seguito, si riporta lelenco delle princ ipali aree:
Area Dismessa Superficie mq Area potenzialmente inquinata 32
rap rapporto ambientale preliminare
ex Area Resia ex area A.D.S. ex area Rhodiatoce ex are C.G.S. ex area Tubi Bonna ex area SIP ex area militare ex mercato dei fiori ex Panariello Ciro TOTALE
93.410,32 72.571,68 141.985,24 18.069,53 43.369,29 41.258,09 20.032,07 38.547,49 2381,91 471.625,62
SI SI SI SI SI
33
rap rapporto ambientale preliminare
Tale modello si riferisce ad un processo dinamico finalizzato allanalisi dei sistemi locali e dei contesti attraverso indicatori relativi ai soggetti socioeconomici (Determinanti) che descrivono le attivit antropiche, origine di quelle Pressioni e di quegli Impatti da cui dipende lo Stato qualitativo del contesto ambientale. Il modello basa l'analisi delle pressioni e degli impatti su una serie di concetti concatenati. Esso prevede l'identificazione dei Determinanti sul territorio che descrivono i settori produttivi dal punto di vista della loro interazione con lambiente e perci come cause generatrici primarie delle pressioni ambientali, le eventuali Pressioni che descrivono i fattori in grado di influire sulla qualit dellambiente e che provocano un'alterazione dello Stato ambientale e quindi un Impatto sul territorio in termini di ripercussioni, sulluomo e sulla natura e i suoi ecosistemi, elaborando infine delle Risposte, cio un piano di misure atte al contenimento degli impatti e al ripristino laddove possibile della naturalit. Nellambito della valutazione degli impatti che le azioni di Piano possono esercitare sul territorio, in relazione agli obiettivi che il Piano stesso si pone, la scelta degli indicatori ambientali riveste un importante significato esplicativo per la quantificazione degli impatti. Il modello DPSIR si basa su una struttura di relazioni causa/effetto che lega tra loro i seguent i elementi:
Definizione Attivit antropica che potrebbe provocare effetti sull'ambiente (per esempio, agricoltura, 34
rap rapporto ambientale preliminare
Determinante
industria). Descrivono i settori produttivi dal punto di vista della loro interazione con lambiente e perci come cause generatrici primarie delle pressioni ambientali; Descrivono i fattori di pressione in grado di influire sulla qualit dellambiente; Descrive la qualit attuale e tendenziale dellambiente e delle sue risorse; L'effetto ambientale della pressione (ecosistemi modificati, ecc.) Descrive le ripercussioni, sulluomo e sulla natura e i suoi ecosistemi, dovute alla perturbazione; Sono tutti quegli interventi ed azioni (leggi, direttive, prescrizioni tecniche, ecc.) attuati per modificare, se necessario, gli indicatori precedenti nel contesto pi generale di sostenibilit dello sviluppo. La risposta sar tanto pi efficace quanto pi agir a monte della catena causale.
Tale modello offre uno strumento concettuale ed interpretativo di analisi dei fattori, fra loro interconnessi, che hanno un impatto sull'ambiente. Lo schema si basa su rapporti del tipo causa/effetto, dove le cause degli impatti sono di origine antropica e la individuazione degli impatti strettamente legata alla ricerca delle soluzioni possibili (risposte). Sulla base di questo modello, si ipotizzato di individuare gli indicatori pi significativi per il contesto di riferimento. Si scelto pertanto di dare abbastanza rilievo alla parte sulle condizioni socio economiche e di considerare con attenzione le problematiche ambientali connesse alla gestione ed al mantenimento del territorio. Altrettanta enfasi stata posta sugli aspetti di qualit dellacqua e dellaria, cos come, parlando dei rifiuti, delle sostan ze pericolose o ancora il problema del rumore. Questi sono infatti problemi che interessano in maniera particolare i centri urbani fortemente industrializzati e di medie o grandi dimensioni, come quella di Casoria.
= effetti positivi;
= effetti negativi;
= nessuna interazione.
Aria Acqua Flora, fauna e biodiversit Paesaggio urbano Agricoltura Suolo e sottosuolo Struttura demografica Struttura economica Salute pubblica Rifiuti Energia Mobilit
Aria Acqua Flora, fauna e biodiversit Paesaggio urbano Agricoltura Suolo e sottosuolo Struttura demografica Struttura economica Salute pubblica Rifiuti Energia Mobilit
36
rap rapporto ambientale preliminare
che contrastino il rilevato andamento negativo degli indicatori, operare la verifica degli stanziamenti siano effettuati per il proseguo delle azioni e la congruit delle spese previste. Il monitoraggio sar effettuato tenendo conto di un ristretto numero di indicatori e una tabella riassuntiva dovr indicare per ognuno di essi: obiettivi attesi, tipo di misurazione utilizzate, relativi tempi ed eventuali misure da intraprendere ed i soggetti responsabili dellazione. Lattivit di stesura del Rapporto di monitoraggio ha la finalit di conservare la memoria circa landamento dellimplementazione del Piano ed utile soprattutto per comprendere gli errori compiuti nella fase di realizzazione delle azioni, per avviare alloccorrenza la ricerca dei possibili rimedi e per individuare modifiche ed alternative alle azioni intraprese (feedback). In particolare il Piano di Monitoraggio partir con una fase analitica in cui si proceder a: acquisire i dati; elaborare gli indicatori; verificare il raggiungimento degli obiettivi generali del piano e valutarne lefficacia; individuare gli effetti inattesi e le eventuali cause di non raggiungimento degli obiettivi ipotizzati; elaborare le necessarie misure correttive. Tutto quanto analizzato costituir la Relazione di Monitoraggio, questo documento sar oggetto di consultazioni per poter determinare la necessit o meno di procedere a modificare lorientamento del PUC. Nel caso fosse necessario si proceder allaggiornamento d el PUC, diversamente tutto potr proseguire come previsto e nei tempi determinati si ricomincer ad elaborare la successiva relazione di monitoraggio.
Risorse idriche; Aria; Sistema natura, paesaggio e biodiversit; Agricoltura e attivit produttive; Sistemi insediativi Sistema infrastrutturale e mobilit; Rifiuti; Radiazioni.
b) Indicatori per la misurazione degli effetti derivanti dalle azioni del piano Il monitoraggio sar effettuato tramite la misurazione, con modalit e tempistica definite, di una serie di parametri (indicatori) opportunamente definiti che permettono di cogliere le alterazioni che pu subire lo stato dellambiente in conseguenza della ttuazione delle azioni di Piano, evidenziando eventuali condizioni di criticit non previste e rappresentando a tutti gli effetti la valutazione in -itinere e la valutazione ex-post. Per ciascun indicatore il Piano di monitoraggio definisce: lunit di misura; i riferimenti normativi; lo scopo dellindicatore; le modalit di calcolo o misurazione; la frequenza di misurazione; il responsabile del monitoraggio; lobiettivo prefissato (ove disponibile); lo stato attuale (ove disponibile). Il Piano di monitoraggio del PUC, organizzato per componenti ambientali, riportato nelle tabelle che seguono:
Suolo e sottosuolo indicatore u.m. Percentuale di superficie edificata
frequenza
responsabile
obiettivo
stato attuale
Ogni 5 anni
Comune
Risorse idriche indicatore u.m. Volumi di m3/an acqua no prelevata Consumo di m3/ut acqua enza procapite Percentuale di abitanti % serviti dalla rete fognaria Percentuale %
responsabile Comune
obiettivo -
stato attuale -
Dati Comune
Ogni 2 anni
Comune
Ogni 2 anni
Comune
Ogni 2 anni
Comune
39
dal Comune
Aria indicatore Concentrazio ne media dei parametri di qualit dellaria (NO2, PM10)
u.m.
calcolo
frequenza
responsabile
obiettivo
stato attuale
Ogni anno
Comune, ARPA
Sistema Natura, Paesaggio e Biodiversit indicatore u.m. calcolo Percentuale di ogni classe duso Uso reale del reale del suolo %, ha suolo rispetto alla superficie comunale Agricoltura indicatore Numero di aziende agricole u.m. calcolo Dati dei censimenti dellagricoltura Nazionali e/o regionali Dati dei censimenti dellagricoltura Nazionali e/o regionali
frequenza
responsabile
obiettivo
stato attuale
ogni 5 anni
Comune
frequenza
responsabile
obiettivo
stato attuale
n.
ogni 5 anni
Comune
ha
Ogni 5 anni
Comune
Sistema Insediativo indicatore u.m. Territorio urbanizzabile % sullurbanizza to Numero di n. residenti Numero di famiglie n. residenti e comp. composizion medi e
calcolo Superficie fondiaria urbanizzabile/terr itorio urbanizzato Tramite censimento Tramite censimento
responsabile Comune
obiettivo -
stato attuale -
ogni 10 anni
Comune
ogni 10 anni
Comune
40
rap rapporto ambientale preliminare
m2/ab .
ogni 5 anni
Comune
Sistema infrastrutturale e mobilit indicatore u.m. calcolo Dotazione di Calcolo della infrastrutture Km lunghezza di Trasporto
Rifiuti
responsabile Comune
obiettivo -
stato attuale -
u.m.
frequenza
responsabile
obiettivo
stato attuale
Ogni anno
Comune
u.m.
calcolo Stima del numero di abitanti localizzati entro le fasce di rispetto degli elettrodotti AT
frequenza
responsabile
obiettivo
stato attuale
Ogni 5 anni
c) Le risorse per lattivit di monitoraggio Per le attivit di valutazione, dovranno essere previste adeguate risorse umane, finanziarie e organizzative. Dovranno essere quindi definite la programmazione e la tempistica delle attivit, nonch le risorse umane, finanziarie e organizzative necessarie a sostenere i processi valutativi, tenendo conto delle esigenze del partenariato istituzionale ed economico-sociale. Lesplicitazione di risorse, attivit e tempistica sar espressa/potr essere espressa in piani di valutazione definiti dallamministrazione comunale e rivisti a cadenza almeno triennale.
41
rap rapporto ambientale preliminare
ambientale, quali le zone designate ai sensi delle direttive 79/409/ce e 92/43/ce - direttiva 42/2001/ce, allegato i, punto d) coerenza del piano con i criteri di sostenibilit (obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli stati membri, pertinenti al piano, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale - direttiva 2001/42/ce, allegato i, punto e) valutazione degli effetti a mbientali del piano (possibili effetti significativi sullambiente, compresi aspetti quali la biodiversit, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, lacqua, laria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anc he architettonico e archeologico, il paesaggio e linterrelazione tra i suddetti fattori. detti effetti comprendono quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi - direttiva 2001/42/ce, allegato i, punto f) le misure di mitigazione e compensazione ambientale (misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo pi completo possibile gli eventuali effetti negativi sullambiente dellattuazione del piano o del programma - direttiva 2001/42/ce, allegato i, punto g) la scelta degli indicatori e la raccolta dei dati: sintesi delle ragioni (sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e descrizione di come stata effettuata la valutazione, nonch le eventuali difficolt incontrate nella raccolta delle informazioni richieste - direttiva 001/42/ce, allegato i, punto h) il monitoraggio (descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio di cui allarticolo 10 - direttiva 2001/42/ce, allegato i, punto i) sintesi non tecnica allegati (asseverazione e pubblicizzazione)
43
rap rapporto ambientale preliminare