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È una fenomenologia interdisciplinare e l’insieme delle teorie sulla cortesia discende dal
principio di cooperazione di Grice.
La CORTESIA è l’insieme delle norme e delle strategie linguistiche che sono adottate da una
comunità per mantenere armonia all’interno dell’interazione comunicativa. È un processo
socio-pragmatico complesso che implica il riferimento ai ruoli, alla distanza sociale, alla
partecipazione affettiva e da tutto ciò dipendono le scelte linguistiche del parlante.
Il termine “cortesia” etimologicamente deriva da corte indica una convivenza di modi
che rimandano all’ambiente cortigiano; mentre il termine inglese “politeness” deriva dal
latino polire rifinire.
Alcuni autori hanno notato che è difficile definire che cosa siano le norme di cortesia e che
queste possono essere meglio apprezzate quando non ci sono e dunque quando ci
troviamo di fronte a una situazione di scortesia linguistica.
Queste teorie si sono evolute per tappe:
- 1967 ERVIN GOFFMAN (antropologo) elabora il concetto di “faccia”, che è
fondamentale per la teoria di
- BROWN e LEVINSON, 1978 e rielaborata nel 1987.
Tra questi due poli si pongono altri due modelli:
- 1973 ROBIN LAKOFF che parte dal principio di cooperazione di Grice;
- 1983 GEOFFRY LEECH con il suo modello della cortesia.
La teoria di LAKOFF si articola intorno a 3 norme e parte dal presupposto che la cortesia
linguistica è qualcosa che si aggiunge al principio di cooperazione; le sue norme
permettono di spiegare molte delle violazioni che sono implicate nelle massime di Grice e
sono:
1. NON TI IMPORRE
2. OFFRI DELLE ALTERNATIVE
3. METTI IL TUO INTERLOCUTORE A PROPRIO AGIO.
Accanto a queste propone anche 2 principi di competenza pragmatica:
1. SII CHIARO
2. SII CORTESE
Molto spesso però nella situazione comunicativa queste due norme non possono essere
rispettate contemporaneamente, ma entrano in conflitto, tanto che colui che parla non
può essere chiaro e cortese allo stesso tempo e quando si trova nella situazione di conflitto
deve scegliere cosa fare. Generalmente si predilige la CORTESIA perché l’infrazione di una
regola di cortesia è più difficile da recuperare; quindi gerarchicamente la cortesia è più
importante rispetto alla chiarezza e questo giustificherebbe perché molti dei nostri scambi
comunicativi sono indiretti.
Es.
- 1: NON TI IMPORRE
Puoi chiudere la finestra? Interrogativa, proposta
Chiudi! Imperativa, scortese.
LAKOFF sostiene che queste 3 regole sono UNIVERSALI: valgono per tutte le culture e per
tutte le lingue; sono le consuetudini a cambiare.
Per esempio nelle società occidentali alcune domande si tende a non farle: non è cortese
fare domande sul proprio stipendio o preferenze politiche ecc., perché non sono
considerate “merce franca”. Ci sono invece altre culture in cui formulare le stesse
domande serve a rompere la barriera e ad esprimere un interesse e un atteggiamento
amichevole.
Nel 1983, qualche anno dopo, LEECH elabora un proprio modello della cortesia che è
composto da un principio di cooperazione, un principio di cortesia e 7 massime (del tatto,
della generosità, dell’approvazione, della modestia, dell’accordo, della partecipazione e
fàtica) e proprio perché sono norme che spesso entrano in conflitto Leech introduce delle
scale che permettono di trovare un accordo:
- scala dei costi e dei benefici
- Scala dell’autorità e della distanza sociale
- Scala dell’opzionalità
- Scala dell’indirettezza.
Es.
L’ imperativo non è sempre impositivo o svantaggioso.
Prendi un cioccolatino!
Il condizionale favorisce l’opzione.
Mi daresti una sigaretta?
Più la frase è cortese, maggiori saranno i benefici per il destinatario e viceversa.