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agricoltura il trattore agricolo, detto anche trattrice agricola, (dal latino trahere, trainare) è definita


come centrale mobile di potenza, è un mezzo utilizzato in agricoltura per trainare un rimorchio o
agganciare delle attrezzature specifiche per i lavori agricoli. Appartenente alla famiglia delle macchine
agricole semoventi, in meccanica agraria è considerato una macchina motrice, mentre le macchine
agricole che eseguono i lavori trainate dal trattore (come l'aratro) o agganciate alla sua presa di
potenza (come lo spandiconcime) vengono dette macchine operatrici.

Indice

 1Storia
 2Tipologia
o 2.1Locomobili a vapore
o 2.2Trattori a testa calda (2T)
o 2.3Trattori moderni (4T)
 3Costruttori che hanno contribuito alla nascita del trattore moderno
o 3.1Canada
o 3.2Francia
o 3.3Germania
o 3.4Gran Bretagna
o 3.5Italia
o 3.6Stati Uniti
o 3.7Svizzera - Austria
o 3.8Scandinavia
o 3.9Altri paesi
 4Il trattore in Italia
 5Codice della strada
 6Veicoli derivati
 7Protezioni
 8Note
 9Bibliografia
 10Voci correlate
 11Altri progetti
 12Collegamenti esterni

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Trattore Deutz.
Il trattore nasce nel 1889 negli Stati Uniti d'America, sebbene i primi modelli siano poco maneggevoli e
molto pesanti. Il trattore, definito "centrale mobile di potenza", ha costituito il punto forte della
meccanizzazione agricola e della moderna agricoltura. Negli oltre 100 anni di storia, il trattore agricolo
si è migliorato, potenziato e completato. Infatti il miglioramento e la scoperta di nuove tecnologie hanno
accompagnato il trattore, permettendogli di acquisire un'importanza sempre maggiore. Gli ultimi esempi
di trattrici sono vere e proprie opere d'ingegno tecnologico, che offrono ogni tipo di comfort all'operatore
che le utilizza, limitando gli interventi faticosi e fastidiosi in ogni applicazione. Col passare del tempo il
trattore si è adeguato a tutte le esigenze degli utilizzatori e a tutti i vari tipi di attrezzi, offrendo una
sempre più ampia fascia d'applicazione. L'introduzione di nuovi dispositivi e organi come il
sollevamento idraulico, la presa di potenza, la doppia trazione e così via, hanno ampliato gli orizzonti
del trattore, facendolo diventare la macchina agricola per eccellenza. I primi trattori agricoli furono
i locomobili a vapore, successivamente i trattori a testacalda, i trattori diesel fino ad arrivare ai trattori di
oggi (trattore gommato e trattore a cingoli).

Tipologia[modifica | modifica wikitesto]
Locomobili a vapore[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Locomobile (veicolo).
Le prime macchine semoventi spinte con il motore a vapore fecero la loro comparsa nell'XIX secolo,
esse furono: le locomotive e le locomobili. Quest'ultime venivano impiegate per molteplici usi, ma la sua
più grande applicazione era nel settore agricolo, infatti era utilizzata principalmente per la trebbiatura
dei cereali e la pressatura dei foraggi, durante l'epoca del suo utilizzo, la locomobile ha subito
numerose modifiche strutturali, ma la costruzione che riscosse maggior successo e che si affermo nel
settore agricolo fu il modello detto: tipo locomotva.[1]
Questa tipologia di veicolo, antesignana del moderno trattore venne sostituita gradatamente dal trattore
Testa calda per via del costo di acquisto e mantenimento inferiore e comodità dell'utilizzo.

Locomobile a vapore.
Trattori a testa calda (2T)[modifica | modifica wikitesto]

SuperLandini, a testa calda.


Trattore cingolato Orsi Anteo.
Il trattore Diesel a testa calda, per la sua robustezza, affidabilità, economicità nei consumi e nella
manutenzione, ha ottenuto un buon successo nella prima metà del secolo scorso. Il "testa calda" è un
motore endotermico monocilindrico Diesel a iniezione, così detto perché l'accensione è ottenuta
mediante l'utilizzo di una superficie rovente, la testata (definita anche calotta o vaporizzatore). In pratica
si scalda il prominente “muso” del trattore, utilizzando una fiamma alimentata con petrolio o benzina, o
più spesso un bruciatore a gas liquido. Un tempo, in alcuni modelli, si usava anche la modalità di
accensione alternativa, con una piccola cartuccia d'esplosivo inserita nell'apposita fessura della stessa,
che si accendeva dando fuoco alla miccia (oppure, con un altro tipo, con una percussione tipo quella di
un fucile): l'esplosione che ne seguiva provocava l'avviamento. Perciò era d'uso anche il soprannome
di trattore a miccia. Uno dei vantaggi d'uso era la possibilità di usare combustibili molto economici,
come il petrolio non raffinato. Questi trattori sono caratterizzati anche da un grosso volano, che gli
esperti trattoristi utilizzano, con opportuni movimenti, per avviare il motore. I motori sono piuttosto
rumorosi e, dato il bassissimo numero di giri, emettono un suono inconfondibile. Per gli appassionati è
come un suono musicale: si parla di sentir cantare il motore.
I primi motori a testa calda nacquero a fine 1800, a 4 tempi, per passare dopo pochi anni alla modalità
a 2 tempi. Richard Hornsby & Son, Grantham UK, realizzano il primo trattore della storia con motore
principale testa calda, Herbert Akroyd Stuart che era stato brevettato nel 1891[2]. Il primo trattore
italiano di questo tipo fu realizzato nel 1924 dalla Bubba. Seguirono i trattori delle storiche
case Landini, OM e Pietro Orsi. Fuori d'Italia, i tedeschi Lanz Bulldog e i polacchi Ursus sono i più noti.
La produzione dei testa calda terminò in Italia nel 1959: ultimo modello l'Orsi O35, costruito in
pochissimi esemplari, sfortunato ultimo tentativo dell'azienda di insistere sulla linea dei testa calda
quando i concorrenti si erano già defilati, avendo definitivamente preferito più moderni motori Diesel. In
Argentina e in Polonia furono prodotti dei testa calda anche fino ai primi anni sessanta. Come per gli
altri tipi di trattori, esistevano testa calda adatti all'uso prettamente agricolo, originariamente con ruote
non gommate, e trattori cosiddetti stradali, usati per il traino di carri anche nelle zone portuali. Sono
stati pure costruiti, negli anni cinquanta, alcuni esemplari cingolati, come l'Orsi Anteo. La presenza di
grosse pulegge laterali rendeva inoltre questi mezzi adatti alla trebbiatura, con la trasmissione del moto
alla trebbiatrice, e da questa alla pressaforaggi (imballatore) tramite un'ampia cinghia. Ancora fino ai
primi anni ottanta, in molte campagne italiane, si potevano vedere in esercizio i vecchi Orsi o Landini
che trainavano o alimentavano le grosse macchine per la trebbiatura. Tuttora, nelle rassegne di
macchine agricole d'epoca sono solitamente presenti, ancora funzionanti, diversi trattori testa calda,
tenuti con particolare cura dagli affezionati proprietari.

Trattori moderni (4T)

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