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I lK I.I A N A
MEMORIE
PRESTAMPE
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MEMORIE
PRESTAMPE
SOMMARIO
S. Salvigni, E. Lorenzini: Influenza dello scambio termico sul regime fluidodinamico: risultati sperimentali sulla transizione laminare-turbolenla in condotti
circolari
12
19
25
31
38
50
63
83
S. Iotteri, G. Costantinitles: Correlazioni tra condizioni di esercizio e manille uzione dei motori Diesel ferroviari ed evoluzione di alcune caratteristiche degli
oli nell'uso
88
1". Garzella: iejrigerazione di organi di forni industriali con ricupero del calore
mediante evaporazione dell'acqua di raffreddamento e utilizzo del vapore
prodotto
100
A. K u n k l : Esperienze
104
di lavaggio
chimica
dei generatori
di vapore
conseguente
. . . .
73
a rotture
112
120
130
F. Cottino: Apparato motore misto Diesel - Turbine a gas (Codag) con riduttore
a cambio di velocit
137
C. Codegone: Sull'inquinamento
pianti termici
144
B.W.B.
L. Pagliani: Affidabilit ed economia di esercizio nelle centrali termiche per riscaldamento ad acqua calda, con funzionamento automalico ih sequenza . .
149
161
Fig. 1 - Apparato di propulsione della potenza di 40.000 CV, costituito da un motore a 2 tempi con 10 cilindri 0 1060 tnm e
corsa stantuffi di 1900 mm, di una grandissima nave cisterna (253.000 tons d.w.).
1950
1970
Fig. 2 - Andamento de'la potenza per cilindro e della pressione media effettiva per i grane; motori a 2 tempi,
semplice eit'etto (valori di esercizio per motori marini).
tere progettativo, riguardanti specialmente gli organi delimitanti la camera di combustione in conseguenza del maggior carico termico cui questi sono
soggetti, nonch gli organi sollecitati meccanicamente dalla pressione massima di combustione che
pu raggiurgerc gli 85 kg/cmz.
La necessit di mantenere entro limiti di sicurezza In temperatura degli organi delimitagli la
camera di combustione, ha portato a soluzioni particolari: ad esempio per la camicia cilindro va sempre pi diffondendosi il tipo blindato costituito da
una parte interna di ghisa speciale avente particolari
caratteristiche di resistenza all'usura, e da una
parte esterna di acciaio che serve da blindaggio alla
parte di guisa e funge anche da parete esterna della
camera di circolazione dell'acqua di raffreddamento (fig. 3).
quindi per il basso consumo di combustibile, il motore Diesel viene preferito, nella propulsione navale,
anche per la semplicit della sua configurazione
costruttiva, infatti il motore Diesel una mrechina
composta da clementi multipli ai quali si pu fare
una manutenzione programmata, che non richiede
soste particolari della nave nei porti, mentre, per gli
apparati a turbina, la manutenzione viene fatta
generalmente in appositi periodi di sosta della
nave.
Naturalmente nella ricerca di elevate prestazioni
i progettisti ed i costruttori del Diesel hanno posto
anche la massima attenzione alla durata dei suoi
organi ed alla facilit di accesso per manutenzione
in modo da allungare al massimo l'intervallo tra
una manutenzione e l'altra: oggi pratica normale
OOOODOOi
OQOQODO
-B--4-
Per gli stantufi, con particolari accorgimenti costruttivi stato, fino ad oggi, possibile ad alcuni
costruttori tra i quali la FIAT, di mantenere la
soluzione con raffreddamento ad olio che indubbiamente la pi semplice, specialmente per quanto riguarda gli organi di adduzione del fluido refrigerante allo stantuffo e da quindi la massima sicurezza contro eventuali inquinamenti dell'olio lubrificante. Si nota per una tendenza a passare al raffreddamento ad acqua dello stantuffo, perch specialmente con i grandi diametri di stantuffo oggi
raggiunti, difficile mantenere, con l'olio, la ternpetura dello stantuffo entro limiti accettabili (fig; 4).
Ci dovuto, com' noto, al pi basso" coefficiente
di trasmissione del calore tra la parete e il fluido
refrigerante dell'olio rispetto all'acqua e al maggior
calore specifico di quest'ultima.
Oltre che per il suo elevate rendimento termico e
a disposizione del carico, o delle cabine per passeggeri, hanno portato alla richiesta di apparati
motori di altezza limitata.
Essi sono stati realizzati accoppiando due o pi
motori veloci e quindi di dimensioni relativamente
ridotte ad un riduttore di giri destinalo a portare la
zione di elevato rendimento che permettono di arrivare a rapporti di compressione dell'aria di alimentazione del motore fine a 3 circa.
I problemi principali che '. I sono dovuti affrontare
nello sviluppo dei motori di medio diametro sono
derivati essenzialmente dalle esigenze inderogabili
Fig. 5 - Apparato di propulsione della potenza di 12.000 CV costituito da quattro motori a 4 tempi di media velocit (450
giri/n) con 6 cilindri di 420 mm. e corsa delio stantuffo di 500 mm di una nave traghetto per treni e autoveicoli
(Ferrovie dello Stato).
1 : Motori principali ; 2 : Giunti ;':':Riduttori.
I consumi specifici di combustibile sono praticamente dello stesso valore di quelli che si hanno nei
motori lenti e cio 0,150-rO,155 kg/CVh.
II consumo di olio lubrificante,.che per i motori
veloci generalmente pi elevato di quello dei motori lenti, stato notevomente ridotto mediante
l'adozione di accorgimenti costruttivi particolari,
specialmente per quanto riguarda le fasce raschia
olio.
Il consumo di olio cos sceso a valori inferiori ad
1 g/CVh, cio di poco superiore a quanto si ha
nei motori lenti complessivamente per l'olio cilindri
e l'olio carter.
--'Siccome, a parit i potenza, con i motori di medi
diametro si ha un maggior numero di cilindri rispetto ai motori lenti, si dovuto studiare accuratamente l'accessibilit agli organi pi soggetti a
manutenzione come: valvole, sedi valvole e stani
Fig. 7 - Locomotiva azionata da un motore a 4 tempi (8 cilindri a V, diametro 210 mm, corsa 230 mm: potenza 1500 CV
a 1500 giri/min).
Sono pochi i motori nel mondo che hanno superato queste prove molto gravose e tra questi i motori ferroviari di progetto e costruzione italiana.
Anni
Problemi meccanici, Il motore ferroviario installato su di un complesso relativamente deformabile quale il telaio della locomotiva: esso pu
pertanto risentire degli sforzi anormali che possono
originarsi negli urti cui vanno soggette le ruote del
veicolo in corrispondenza delle giunzioni delle rotaie
o per difettose condizioni del binaria.
Sta diventando pertanto caratteristica peculiare
del motore ferroviario la sospensione elastica al
telaio generalmente su tre punti.
Ne consegue, nella trazione Diesel-elettrica, la
necessit di collegare ii generatore al motore con
m attacco frontale molto robusto che conferisca
una notevole compattezza al gruppo.
3) Produzione di energia elettrica
L'impiego del motore Diesel nel campo della
generazione di energia elettrica non limitato, come
potrebbe ritenersi, alle piccole potenze quali sono
richieste, ad esempio, per le centrali elettriche delle
navi, o per fornire energia ad aziende in localit
isolate; esso trova anche applicazione in centrali
di ragguardevole potenza sia di autoproduzione
che di alimentazione di reti di distribuzione urbana.
Tra le pi significative e recenti applicazioni realizzate con motori di concezione e fabbricazione
italiana dello stesso tipo di quelli che saranno costruiti nel nuovo Stabilimento di Trieste, ricorderemo la centrale elettrica della Municipalit della
citt di Freeport, nello Stato di New York.
In questa centrale sono stati installati, circa due
anni fa, 2 gruppi elettrogeni da 10.000 kW ciascuno funzionanti a -nafta da caldaia e che sono
utilizzati per servizio di base (fig. 9).
Questa centrale riveste notevole importanza per
noi italiani in quanto si tratta dei primi motori
Diesel lenti i cosidetti motori europei , come li
chiamano gli maericani importati in quel continente.
Si tratta di due motori FIAT a 6 cilindri di 900
mm di diametro giranti alla velocit di circa 124
giri/min accoppiati ad alternatori a 58 poli.
Per i gruppi elettrogeneratori di grande potenza i
problemi peculiari da risolvere riguardano generalmente un accurato studio delle, vibrazioni torsionali
per escludere da] campo di funzionamento eventuali
risonanze pericolose.
Il calcolo ha raggiunto un tale grado di perfezione
che possibile oggi calcolare con notevole precisione oltre che le frequenze proprie e le relative
risonanze, anche il valore effettivo delle sollecitazioni che esse provocano negli organi interessati
albero a manovelle e albero dell'alternatore e
prevedere quindi, con sufficiente approssimazione,
il funzionamento in esercizio.
Mi limiter a ricordare qui due tra i pi caratteristici impieghi dei motore Diesel di questi ultimi
anni: gli impianti di perforazione per la ricerca
del petrolio e gli impianti di emergenza delle centrali elettronuc'eari.
Impianti di perforazione pozzi di petrolio
Per questa applicazione vengano impiegati ino-
tori relativamente' veloci, con velocit di rotazione
tra i 1.000 e 1.500 giri/min per azionare, in alcuni
casi, anche con pi unit in parallelo e trasmissione
meccanica od elettrica, le sonde di perforazione
(fig. 10).
t /
L'esercizio molto gravoso in quanto questi motori vengono fatti funzionare a carichi elevati e
rapidamente variabili nonch in condizioni ambientali generalmente avverse. Infatti in molte di queste
applicazioni i motori funzionano completamente
esposti alle intemperie, sia ai Tropici che nelle zone
10
11
11 ruolo sempre pi importante che stanno assumendo, nel campo della produzione di energia, le
tecnologie relative alle apparecchiature termiche,
ha portato alla necessit di una sempre pi approfondita conoscenza dei fenomeni fisici fondamentali,
che caratterizzano lo scambio termico nelle sue varie
forme.
In conseguenza di precise richieste tecniche, in
particolare, si jioi sviluppata tutta una serie di
studi relativi ai fenomeni di scambio termico fra
fluidi in moto.
11 problema, considerato nel suo complesso,
senz'altro estremamente arduo, per cui i vari studiosi hanno dovuto fare ricorso, nell'impostare una
ricerca sistematica, a tutta una serie di semplificazioni la cui validit non sempre risultata accettabile ad un successivo esame critico, anche se
tuttavia innegabile il grandissimo sviluppo, che
pur con questo imperfetto modo di procedere, hanno
Lorenzini
Rimandando a [22] per una dettagliata descrizione sia della tecnica di misura impiegata sia della
12
f
" '
Le prove sono state condtte con il tubo in posizione verticale alimentando dal basso.
Nelle prove di riscaldamento la temperatura d'ingresso dell'acqua nel tubo di misura era mantenuta
costante a valori di 14-15C, ci -in considerazione
d quanto osservato da Lawrence [13, 14], relativamente alla possibile influenza l i tale fattore sullecondizioni di moto che si possono stabilire. Nelle
prove di raffreddamento si invece mantenuta costante la temperatura di uscita. 1 limiti ai salti
termici sono stati imposti da una parte dalla temi
peratura di inversione del coeliciente di dilatazione dell'acqua e dall'altra dal pericolo di formazione
di bolle.
Rimandando ad un successivo lavoro per una
analisi pi approfondita e per una discussione dei
risultati ottenuti in corrispondenza alle diverse prove, anche in vista d un confronto fra questi e i
risultati di ricerche condotte per via analitica, si
esamineranno ora i risultati stessi da un punto di
vista comparativo e cio sia mettendo a confronto
i risultati delle prove effettuate riscaldando con
quelli ottenuti viceversa raffreddando, sia operando
un confronto con i dati ottenuti in regime isotermico.
Esperienze in condizioni di riscaldamento
Con riferimento a prove condotte nel campo dei
numeri di Reynolds relativamente bassi, si presentano i risultati di tuttta una serie di esperienze
effettuate, per uno stesso numero di Reynolds,
variando il salto fra temperatura media di uscita
e di ingresso nel tubo onde mostrare come,' all'aumentare di questo parametro,. indicativo dell'entit dello scambio termico, l'influenza del campo termico sui parametri densit e viscosit diventi <
tale da modificare lo stato di perfetta ki mi ilarit
esistente in condizioni isotermiche, fino a provocare nel tubo addirittura condizioni di moto caratterizzate da fenomeni di turbolenza.
Le figure l-r5 mostrano appunto i risultati di
registrazioni relative ad. una serie di esperienze
condotte tutte per uno stesso valore della portata
e quindi del numero di Reynolds (valutato nelle
prove di riscaldamento, con riferimento alle condizioni de] fluido nella sezione di entrata) ma carat- terizzate da condizioni di scambio termico diverse.
Le figure si riferiscono a prove effettuate per un
numero di Reynolds di ~25Q.
Per salti termici fra uscita ed ingresso di pochi,
gradi praticamente il regime di moto ancora
completamente e perfettamente laminare (fig. 1) (*) :
aumentando tuttavia il salto termico si potuto
osservare che, in corrispondenza, ad un salto di 1
28-=-29C, il moto cessava di essere perfettamente
laminare ed appariva invece caratterizzato dalla
(') Per una corretta comprensione e -interpretaziune deHe figure presentate in questa nota indispensabile fare riferimento ad un precedente lavoro [22] nel quale, oltre alla descrizione della apparecchiatura e della tecnica sperimentale
impiegata, si davano precise Indicazioni circa l'interpreta'
zione dei risultati sperimentali ottenuti. Le figure riportatein questo lavoro sono copie delle registration! rilevate sullUipparecchiatura.
131
presenza di un tipo di disturbo a carattere oscillatorio (fig. 2) di caratteristiche simili a quelle che si
riscontralo in condizioni isotermiche per valori del
numera di Reynolds 830-f-850 (si confrontino, a
questo proposito, la fig. 2 del presente lavoro con
Ja fig. 5 presentata in [22] tenendo conto, ovviamente, che, per la diversa velocit del fluido nel
tubo di prova, le registrazioni sono state fatte con.
velocit di registrazione diverse).
Aiimenando il' salto termico, il fenomeno oscillatorio sembra divenire pi marcato (fig. 3) mantenendo successivamente praticamente quasi invariate le sue caratteristiche (fg. 4) fino a che, in
corrispondenza di un AT > 46C si pu osservare,
all'interno del condotto, l'insorgere di fenomeni di
turbolenza (fig. 5) del tutto simili a quelli rilevabili,
in condizioni isoterme, per numeri di Reynolds
> 2050-2100.
Le fig. l-r5, come si pi sopra precisato, sono
relative a prove condotte per un certo numero di
Reynolds di ~250, tuttavia, almeno da un punto
di vista qualitativo, sono rappresentative di tutte
In varie serie di prove condotte nel campo dei numeri di Reynolds 100 < Re < 850. Infatti, in questo campo, sistematicamente si poteva osservare che,
operando un riscaldamento, si aveva dapprima l'insorgere di un piccolo disturbo di natura oscillante
che poi, aumentando il riscaldamento, diventava
pi marcato fino eventualmente a generare uno
stato di vera e propria turbolenza nella corrente
fluida. Ci risulta ancora pi evidente dal grafico
di fg. 6; in questo diagramma, costruito in base ai
risultati delle varie serie di ricerche effettuate, si
vede appunto come, nel campo 100 < Re < 850,
esista tutta una zona (che tratteggiata nella
figura) corrispondente a condizioni di moto laminare caratterizzato da disturbi oscillatori pi o
meno ampi.
Al di sopra e al di sotto si hanno, invece, rispettivamente condizioni di marcata turbolenza e moto
laminare esente da disturbi apprezzabili. Le linee
che delimitano la zona tratteggiata sono state costruite per punti, come del resto risulta evidente
dal diagramma frutto di precise misure sperimentali.
Assai diversi, viceversa, apparivano i risultati
delle prove condotte nel campo 850 < Re < 2000;
infatti non si potevano apprezzare sostanziali differenze fra il regime di moto esistente in condizioni
isotermiche e quello esistente operando un riscaldamento avendosi, in ogni caso, un tipo di moto caratterizzato da fenomeni oscil'iatori e dalla presenza
di onde anche molto marcate e dall'andamento irregolare. Nelle prove condotte: riscaldando, le onde
erano solo pi inarcate e con andamento pi irregolare, non era tuttavia possibile rilevare l'insorgere di una turbolenza marcata o comunque del tipo
di quella rilevata o per numeri di Reynolds < 850
(fig. 5) in condizioni di riscaldamento o per numeri
di Reynolds > 2000 anche in condizioni isotermiche.
Una giustificazione al fatto che, aumentando il
numero di Reynolds al di sopra di 850, non si riuscisse, nelie condizioni sperimentali realizzate, a
generare un moto decisamente turbolento, ai contrario d quanto, viceversa, si aveva per numeri di
Reynolds pi bassi, pu essere trovata nella cemsi14
AT=7*
Fig. i
AT=30"
Fig. 2
Fig. 3
Fig. 1-2-3 - Prove effettuate riscaldando il fluido in moto
verso l'alto per diversi valori del alto termico AT (valore assoluto della differenza fra temperatura media di
uscita e di ingresso del condotto;; Re ~ 250.
portata e quindi, per un dato tubo e fluido, al numero di Reynolds, il coeflciente di scambio termico
in regime laminare cresce solo in modo proporzionale alla sua radice cubica [24].
In tal modo, disponendo di un certo salto termico
fra camicia e fluido, all'aumentare della portata
deve ovviamente diminuire il riscaldamento che il
fluido stesso subisce.
Ci, come si pi sopra ricordato, quanto si
poteva riscontrare anche sperimentalmente dalle
misure di temperatura direttamente effettuate; in
conseguenza di questo, avendosi all'interno del
fluido minori gradienti termici, le deformazioni del
profilo di velocit dovute alle variazioni della viscosit e soprattutto della densit con la temperatura,
erano assai pi ridotte e comunque tali da provocare
unicamente un'accentuazione dei fenomeni oscillatori, ma non tali da provocare l'insorgere della
turbolenza vera e proria.
Il non aver trovato, quindi, nel campo dei numeri di Reynolds pi elevati l'insorgere di una
turbolenza marcata deve perci imputarsi alla pratica impossibilit di realizzare, con l'apparecchiatura sperimentale a disposizione, dei salti termici
fra camicia e fluido sufficient emente elevati e comunque dell'ordine di parecchie decine o centinaia
di gradi centigradi.
AT=40*
Fig. 4
Fig. 5
Fig. 4-5 - Prove effettuate riscaldando il fluido in moto verso
l'alto per diversi valori del salto termico AT (valore
assoluto della differenza fra temperatura media di uscita
e di ingresso del condotto); Re a 250.
2000
scambio dipende essenzialmente da quello di convezione dell'acqua in moto laminare all'intern del
tubo di prova); infatti mentre il calore necessario
per provocare un certo AT fra ingresso ed uscita
cresce in modo direttamente proporzionale alla
Diversi da quelli ottenuti in condizioni di riscaldamento sono i risultati delle prove effettuate raffreddando. Innanzi tutto si deve osservare che,
nelle prove di raffreddamento, i primi fenomeni di
instabilit del moto si manifestavano* in maniera
pi netta e pi marcata di quanto non si avesse
nelle prove di riscaldamento e dimostravano abbastanza chiaramente di corrispondere a situazioni
di moto gi relativamente turbolente: in altre
parole, a parit di portata e quindi di numero di
Reynolds, era possibile constatare che, per condizioni di raffreddamento crescente, si aveva nel
moto uno stato di laminarit praticamente perfetta
fino ad un certo punto oltre il quale, spingendo ulteriormente le condizioni di raffreddamento, si poteva
constatare l'insorgere quasi improvviso di condizioni di rimescolamento turbolento all'interno del
fluido.
Un successivo aumento del raffreddamento aumentava di poco lo stato di turbolenza del resto
gi abbastanza marcata.
Quanto detto appariva tanto pi chiaramente
quanto pi alto era il numero di Reynolds (*)
relativo alla prova e appare chiaramente dall'esame
delle fig. 7-8-9 relative a prove condotte da Rey-
15
Fig. 7
Fig. 8
AT=41*
relativa ad una prova per un salto di poco superiore, rileva una turbolenza gi evidente, come del
resto si ha anche aum. ntando ulteriormente il raffreddamento (fig. 9).
A Reynolds particolarmente bassi, < 250, tuttavia era possibile osservare un certo intervallo fra
l'inizio di un moto non pi perfettamente laminare e
: l'insorgere di una vera e propria turbolenza.
Un esame pi accurato delle prove condotte proprio in questo campo dei numeri di Reynolds molto
bassi (esame condotto anche ricorrendo a prove
colorimetriche possibili togliendo localmente il rivestimento isolante del tubo e colorando l'acqua di una
delle 'u bottiglie di Mariotte usate nell'alimentazione dell'apparecchiatura) ha permesso non solo di
interpretare pi chiaramente i risultati relativi a
questo tipo di prove, ma di chiarire anche il meccanismo dell'insorgere della turbolenza quando in
: generale ci si trovi in condizioni di moto verticale
verso l'alto e di raffreddamento.
In questo caso infatti, la prima condizione di
instabilit si manifesta con il sorgere di fenomeni di
.asimmetria nel moto del fluido nel condotto; in
altre parole, l'instabilit corrisponde al passaggio
da un profilo di velocit assialsimmetrico ad un
profilo di velocit non pi simmetrico rispetto all'asse del condotto.
Queste condizioni di asimmetria potevano aversi
in zone pi o meno ampie del condotto e potevano
essere seguite o meno, a seconda dei valori del
numero di Reynolds e del salto termico AJT, da
zone a profilo li velocit simmetrico. Questo, del
resto, risulta anche dall'esame della fig. 10, relativa ad una prova condotta per Re ~ 190; in
questo-caso la curva-di registrazione mostra appunto un andamento quasi a spezzata corrispondente
proprio alla esistenza di profili di velocit asimmetrici nel condotto. Queste asimmetrie sono dovute
al fatto che, nelle-condizioni di moto e di raffreddamento realizzate, la convezione naturale si trova
ad agire in -direzione opposta al moto del fluido;
quando le condizioni operative sono tali che l'entit
dei fenomeni convettivi non pi trascurabile,
si determina una situazione di instabilit che poi si
manifesta con il-crearsi di un moto preferenziale
verso l'alto in una parte del condotto a svantaggio
Fig. 9
AT=40*
IFig. 7-8-9 - Prove effettuate raffreddando il fluido in moto
verso l'alto per diverti valori del alto remico AT (valore assoluto della differenza Ira temperatura medi di
uscita e di ingreno Ufi condotto); He ~ 250.
1t$
ft19
CoKhisioci
I risultati sperimentali ottenuti nel corso della
presente ricerca mostrano chiaramente l'influenza
dello scambio termico sul regime di moto che si
stabilisce in un condotto. Con particolare riferimento al problema della transizione laniinareturbnlento sono state effettuate prove sia riscaldando che raffreddando un fluido (acqua), che si
muove verso > alto in un tubo cilindrico disposto
verticalmente.
Assai diversi sono apparsi i risultati relativi ai due
tipi d prove. Il riscaldamento infatti sembrava
provocare dapprima l'insorgere di oscillazioni pi
o meno irregolari nella corrente fluida e questo
anche per numeri di Reynolds bassi, < 850, per i
quali viceversa in condizioni isoterme il moto appare perfettamente laminare; aumentando poi il
riscaldamento si poteva osservare che le oscillazioni aumentavano di intensit e di irregolarit fino
a provocare una accentuata turbolenza nel moto.
In fg. 6, in corrispondenza al campo 100 < Re < 850
si possono rilevare le condizioni per cui si innescano
dapprima i fenomeni oscillatori e poi la turbolenza.
Si deve osservare che i risultati relativi a questo tipo
di prove condotte in condizioni di riscaldamento
mostrano che il meccanismo, sia delle oscillazioni
che dell'insorgere della turbolenza, del tutto simile
a quello che si ha anche in regime isotermo per i
numeri di Reynolds tuttavia pi elevati [22].
Per le prove effettuate per numeri di Reynolds
> 850 non stato possibile rilevare una marcata
turbolenza ma solo una accentuazione dei fenomeni
di moto ondoso ed oscillante che, del resto, si verilicavano anche in condizioni isoterme, ma questo
apparso imputabile alla pratica impossibilit di
realizzare, con l'apparecchiatura usata, salti termici
fra camicia scaldante e fluido di prova sufficientemente elevati.
Operando viceversa, con raffreddamento si poteva, ancora una volta, anche per numeri di Reynolds bassi, alterare la perfetta laminarit del moto,
tuttavia, queste alterazioni apparivano provocate
dal manifestarsi, all'interno del fluido, di condizioni
di asimmetria nel moto e nel profilo di velocit.
Mentre per numeri di Reybolds < 250 queste condizioni di moto asimmetrico apparivano esistere e mantenersi all'interno della corrente fluida tanto che
era necessario aumentare il raffreddamento per provocare fenomeni di turbolenza, per numeri di Reynolds pi elevati sembravano provocare praticamente subito, all'atto del loro formarsi, un rimescolamento completo del fluido e quindi condizioni di
marcata turbolenza.
Diversamente poi da quanto avveniva nel riscaldamento, anche per numeri di Reyrolds compresi fra 850 e 2000 era possibile rilevare condizioni
di turbolenza senza che fossero necessari salti termici particolarmente elevati. La fig. 11 mostra
chiaramente un grafico dei risultati ottenuti nei
diversi casi.
[1] Salvigni S., Foraboschi K.P. - Ing. Cbim. Hai. 4, 54
(1968).
[2] Satvigni S. - Inf. Chim. l u i . 4, 76 (1968).
[3] Salvigni S. - XXIII CtHgr. i\az. ATI BoUfn* - (196*).
17
18
2. Depi aver esaminato schemi di altre apparecchiature, gi messe a punto per esperimenti di questo genere, si costruito il nostro apparato compleAbstract - First a specification of the apparali^
tamente di nuovo e con alcuni accorgimenti origifor experimental work is given.
Then a comparison is made, between .some obtained nali. Si posta grande attenzione a far s -;he esso
risultasse di costruzione stabile e rigida, non fosse
results and some others [9], and also with those
soggetto a vibrazioni e soprattutto fosse verificata
obtained by the Launder Jones' laniinarization
la bidtrnensionaiit) del flusso.
prediction. Agreement with the experiment [9] is not
In fig. 1 si ha una visione schematica d'insieme
good, instead with the new theory is reasonably good.
dell'apparecchiatura costruita. La galleria a vento
stata scelta del tipo a circuito aperto, che di pi
1. Si era gi affrontato in un precedente articolo
facile realizzazione.
teorico [l] il fenomeno della Saminarizzazione, -he
i1
Fig. 1
alla luce delle conoscenze attuali, pu essere definita come un allontanamento dello strato limite turbolento dalla sua normale struttura, pi che l'opposto della transizione naturale .
Semplicisticamente si pu dire che, quando uno
strato limite turbolento sottoposto ad una severa
accelerazione, ao pu regredire verso uno strato
limite laminare.
Vogliamo ora sottolineare l'importanza pratica
della conoscenza di questo fenomeno, ad esempio,
nei progetti di turbine a gas o di ugelli di missili.
Infatti il coefficiente di trasporto di calore avrebbe
un valore molto inferiore sopra le superfici in cui
esiste un flusso laminare (rispetto a quello sulle stesse
superfici con flusso turbolento), permettendo cos,
fra l'altro, una riduzione del quantitativo di gas per
il raffreddamento necessario.
In molti e interessanti lavori si indagato sulla
laminarizzazione sia sperimentalmente che teoricamente. Oltre agli articoli gi citati in [1] vogliamo
ricordare i lavori sperimentali f2-r41 e i lavori teorici
[5*8].
(*) Istituto di Fisica Tecnica, Universit di Bologna.
18
Kig. 2
sez.D-D
Fig. 3
Fig. 4
Fig. 5
J
p,
Fig1, fi a
Fip.
o
I'ijr. 76
Fig. 6c
Fig.
Fig. 8
0.4
10
Fig. 9
10
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Re
4
2
103
O n. dati
Qdmti di [9]
^ j
5
3
2
10*
10
-.a '
li
^\,
i \
fig. 11
In iig. 12 in un diagramma M + , ;/ + sono riportati
ancora i profili di velocit predetti teoricamente per
lo strato limite turbolento (linea continua) e quelli
trovati sperimentalmente. Esaminando attentamente il profilo che risulta dalla legge della parete e
quello sperimentale, evidente che il sottostrato
laminare di quest'ultimo si estende molto oltre lo
spessore predetto dalla soluzione turbolenta .
Questo viene a confermare ulteriormente quanto
gi detto in precedenza: vi , cio, un allontanamento delio strato limite turbolento dalle condizioni
normali per la sua struttura.
23
Simboli
20
t
E
l.K
Rex
Reu
10
10 c
10
Fig. 12
=
=
=
=
=
j di/
"
= viscosit cinematica.
Bibliografia
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(giugno 1969).
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heal transfer and boundary layer measurements in conical
nozzles - NASA TN D-4788 (1967).
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and Mass Transfer 7, 549, (1964).
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[5] Bradshaw P. - A note on reverse transition - NPL Aero
Rep. 1262 - A.R.C. 30186 (1968).
[6] Launder B.E., Lockwood F.C. - An aspect of heat transfer in accelerating turbulent boundary layers - J. Heat
Transfer 91, serie C, 229 (1969).
[7] Jones W.P., Launder B.E. - On the prediction of laminarescenl turbulent boundary layers - ASME-AIChE
Heat Transfer Conference Minn. 69-HT - 13 (Aug.
1969).
[8] Launder B.E., Jones W.P. - A note on Bradshaw's
hypothesis for laminarization - ASME-AIChE Heat
Transfer Conference .Minn. 69-HT - 12 (aug. 1969).
[9] Launder B.E., Stinchcirabe H.S. - Non-normal similar
turbulent boundary layers - Imperial College, Mech.
Eng. Dep. TWF/TN/21 (1967).
[10] Launder B.E., Jones W.P. - On the prediction of laminarization - A.B.C. London C.P. No 1036 (1969).
[11] Launder B.E., Jones W.P. K Sink flow turbulent boundary layers - J . Fluid Mech. 38, 817, (1969).
[12] Shaw R. - The influence of hole dimension on static pressure measurement - J . Fluid Mech. 7, 550 (1960).
[13] Quarmby A., Das H.K. - Measurement of skin friction
using a rectangular mouthed preston tube - Aeronautical
- R.A.S. 73, 228 (1969).
[14] Lorenzini Enrico - Strato limite turbolento su superfici
porose: alcuni risultali sperimentali - Acc. Sci. Bologna.
Riassunto - Sono state calcolate, riportando i risultati su appositi diagrammi, la velocit del suono
nella miscela bifase acqua-vapore. All'uopo si seno
utilizzate recenti e complicate formulazioni internazionali sulle propriet di tale sostanza, nelle varie
ipotesi con le quali si pu immaginare si sviluppi
il fenomeno della propagazione.
l'n confronto critico dei lavori teorici e sperimentali
effettuati in questo campo con la ricerca in oggetto,
permette di confermare la validit dei risultati qui
conseguiti anche nelle applicazioni tecniche, a patto
ili tenere in giusto conto le modalit con l? quali la
trasfoimozione avviene e le correzioni necessarie per
introdurre l'effetto dei fenomeni collaterali.
Ab?tract - The speeds of sound in two-phase mixture water-vapour haie been calculated and the results
have been plotted on suitable diagrams.
Modern and complicated international formulations
i,n the properties of this matter and theories which
describe the propagation phenomena have been used.
A critical comparison of theoretical and experimental research works in this field allows to confirm
the validity of the obtained results, also as far as the
technical applications are concerned. This is possible
only if the modes which are carachteristic of the
transformation are kept into account and the necessary
corrections due to side-phenomena are not neglected.
Generalit
La conoscenza della velocit del suono in un
fluido monofase presenta un notevole interesse in
quanto essa permette la valutazione dalla celeril
con cui si propagano, all'interno del fluido le perturbazioni di pressione nonch della velocit critica,
e quindi della portata, di condotti o di luci di
efflusso.
Nel caso di miscele bifasi liquido-vapore la grandezza velocit del suono non risulta definita cos
precisamente come nel caso di fluido monofase in
quanto il meccanismo di propagazione ' coinvolge
una successione di stati termodinamici i quali,
data la rapidit di evoluzione del fenomeno, possono
non essere di equilibrio.
Il problema stato esaminato da vari Autori
sia sotto il profilo teorico che sperimentale. Nel
primo caso si possono ricordare,- per il vapor acqueo,
C. Codegone [1], che ha impostato il problema nell'ipotesi di fenomeno sviluppantesi come successione di stati di equilibrio e A.L. Davies [2] che
invece espose la trattazione nei casi estremi in cui
le due fasi si trasformano in modo indipendente (in
condizione di metastabilit) ovvero con scambio di
calore e massa fra le stesse.
* =-
ZZT
(3)
la 2) diventa:
(*) Istituto di risica Tecnica, Politecnico di Torino.
e,
(4)
25
Questa espressione, valida per un fluido monofase, pu essere estesa anche ad un fluido bifase a
patto di effettuare corrette ipotesi sul meccanismo
eoi quale la trasformazione termodinamica si sviluppa. Si potr cos considerare che la trasformazione sia sufficientemente lenta da poterla considerare
come successione di stati di equilibrio oppure sia
via via pi rapida fino a ammettere che le due fasi
evolvano in maniera indipendente l'ima dall'altra.
Le relazioni che si ottengono sono le seguenti:
1) La trasformazione sufficientemente lenta
pi-r cui il fenomeno pu consideursi come successone di stati di equilibrio: si ha scambio di calore
e di massa fra le due fasi. L'esponente deil'isoentropicii Aa inserire nella (4) risulta [12]:
/>=
(6)
essendo :
Sp
7
".
enel caso ir, cui (l.r)
.r {Sss/Sp)sat
1
P
di',
dp
H r *
'dp
*'^j
ssa,-
dss
~dp~
(5)
UTJP
A *
sP
500
400
300
r
////
Q*
().+<-(--)
4) La trasformazione avviene nel campo delle
frequenze acustiche o ultraacustiche. Tale condizione corrisponde a considerare nulli gli scambi sia di
massa e di calore che di quantit di moto fra le
due fasi [19]. Nell'intorno della pressione atmosferica si ha che [8]:
per x > 10"*
per x < 10'*
per 10"f < x < 10"'
e, = csa
c s ='<ss,i
cs varia con gradualit fra
Q5
05
0.7
OS
(8)
con A, e kt opportuni valori dell'esponente delfisoentropica lungo le curve limiti.
L'espressione (8) stata utilizzata per i calcoli
numerici i cui risultati sono stati diagrammati nelle
figg. 1-8 assumendo l'ipotesi 1) e 3). L'ipotesi 2) porta
a risultati non molto dissimili dalla 3). I calcoli sono
stati limitati al campo di temperature di saturazione
0 -r 350C, essendo le formulazioni adottate insufficientemente precise nell'intorno delle eond'sioni
critiche [13], e i risaltati sono stati espressi, oltre
che in funzione del titolo x, anche della frazione di
vuoto a definita in assenza di velocit relativa fra
le due fasi:
(9)
27
10*
C s Qn/s]
350 *C
300 C
200 *C
ISO'C
100 "C
io-
10C /
io3
V?
1
|
J
\--""
f5-3j- _- ^
"" 1 ^
'
J!
.I?i'SJ
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//,'
J -
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"
"
"
"
10 150'C
t-
1
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1.
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o1
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50'C
01
<k
8.I
i
0.1
/ J.
.'
fi'
i
<t >
. pis
'
i /
Kr
ly
>
1
a.
g1
Fig. 7 - Velocit del suono e* in unit logaritmiche, in funzione della frazione di vuoto a per diversi valori di temperatura, nell'ipotesi di scambio di calore e di massa fra le
due fasi (ipotesi 1).
esame ed entro il campo qui sondato, alle aspettative ed agli intenti del compilatore. Ci verificabile dal confronto sia con altri diagrammi prece-
_l_
-Vi
18 M.
(10)
30
effettiva e velocit calcolata secondo l'ipotesi 4). Degno di nota per la semplicit e per un buon accordo
con alcuni dati sperimentali pure un modello matematico proposto da Fauske [19].
Bibliografia
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d'acqua saturo - L'Energia termica - Voi. IX (1941)
pagg. 185-190.
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and steam - Symposium on two phase flow Dynamics Eindhoven - Sett. 1967, pagg. 625-638.
[3] Andriano M. - Sull'evaporazione di un liquido nel passaggio attraverso ugelli - Atti e Rass. Tecnica della Soc.
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the ASME - Journal of basic Engineering - Vol. 86-2
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f5] Codegone C. - Sull'efflusso del vapore nei tubi di Venturi
Atti Ace. delle Scienze di Torino - Voi. 78 (1942-43)
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[8] Deich M.E., Filippov G.A., Stekol'shchikov E.V.,
Anisimova M.P. - Experimental study of the velocity of
sound in wet steam - Teploenergetika, - Vol. 14 (1967)
fase. 4, pagg. 45-48; Thermal Engineering - Vol. l 4
(1967) fase. 4, pagg. 59-63.
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[10] A formulation of the thermodynamic properties of ordinary
water substance, - VDI Dusseldorf, Febbr. 1967.
[11] Formulae for the specific isobaric heat capacity of ordinary
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[12] Gregorio P. - L'esponente delle isenlropiehe del vapor
d'acqua - Atti Acc. delle Scienze di Torino - Vol. 103
(1968-69) pagg. 349-365.
[13] Gregorio P., Merlini C. - Thermodynamic properties of
water in critical region - Part. II, PT IN 53, Politecnico
di Torino, Maggio 1968.
[14] Dvoraichenko V.V. - Influence of fluid compressibility
on the sonic velocity in a steam - liquid mixture in two
phase region - Teploenergetika - Vol. 16 (1969) fase. 4,
pagg. 68-71 ; Thermal Engineering - Vol. 16 (1969),
fase. 4, pagg. 99-103.
[15] Dvomicbenko V.V. - The speed of sound in two phase
zone - Teploenergetika - Vol. 13 (1966), fase. IO, pagg. 7276; Thermal Engineering - Vol. 13 (1966) fase. 10
pagg. 110-116.
[16] Capetti A. - Motori a vapore - V. Giorgio Torino, 1958.
[17] Brunelli P.E., Codegone C. - Corso di Fisica Tecnica Vol. II, P,I. Termocinetica - V. Giorgio - Torino,
(1964). .
[18] Fauske H.K. - Two phase, two and one component critical
flow - Symposium on two phase flow - Exeter - Giugno
1965, pagg. SG 101 - SG 104.
[19] Fauske H.K. - Propagation on pressure disturbance in
two phase flow - Symposium on two phase flow dynamics - Eindhoven - Settembre 1967, pagg. 639-652.
Egli fu Socio dell'Accademia dei Lincei, dell'Academia delle Scienze e dell'Accademia di Agrioltura di Torino, dell'Istituto Lombardo di Scienc e Lettere nonch della Societ degli Ingegneri
degli Industriali in Torino e negli Atti e nei perio,iici di codeste istituzioni si trova inserita la maggior parte dei suoi lavori. Oltre che due volte Rettore dell'Universit di Pavia, Egli fu pure Consigliere comunale e Sindaco di quella citt negli anni
1862 e 1863.
Sulla sua attivit riportammo, agli inizi di questa
nota, l'autorevole conciso giudizio di Quintino
Sella.
Che il Nostro avesse veramente creata una scuola emerge e dalla sua intensa attivit didattica e
scientifica e dagli allievi e collaboratori che Egli
form, primo dei quali coin'aquila vola Galileo
Ferraris.
Quanto all'anzidetta attivit, spaziante fra la
fisica-matematica, (in cui segu le orme del Mossotti)
[18 bis] le costruzioni civili, le tecnologie del calore
< dell'elettricit e lo studio delle macchine, baster
riprodurre l'elenco citato dal Sella, delle sue monografie e dei trattati:
1) Sulla teoria deila propagazione della luce,
Milano, 1840:
2) Sulla prospettiva delle macchine, Conio,
18^12;
3) Sul taglio delle pietre e sulle centine delle
volte, Pavia, 1844;
4) Sur la thorie de la chaleur (VII! Congrs
des savants italiens, L846);
5) Sull'equilibrio delle volte, Pavia, 1847:
6) Teoria geometrica degli ingranaggi, Milano,
185 'i;
7) Tecnologia del calore, Milano, 1865;
8) Tecnologia del calore e dell'elettricit, Torino, 1865:
9) Relazione sui Musei Industriali, Torino,
1869.
Delle numerose note e memorie citiamo alcune
fra le pi significative-elencandole secondo le fonti.
Comparvero sui Rendiconti dell'Istituto Lombardo
di Scienze e Lettere: nel 3856 Sull'influenza delle
diverse fasi di distribuzione del vapore sull'effetto
utile delle macchine motrici e soprattutto delle
locomotive; nel 1859 Sulla teoria delle macchine
a vapore ; nel 1861 Sulla teoria dei generatori di
vapore; nel 1864 Sul principio della conservazione della forza [19]; sulla Rivista 11 Politecnico : tutte nel 1866 Sugli essiccatoi a correnti
d'aria ; Di una applicazione dell'elettricit allo
studio dell'elasticit e resistenza dei materiali e
della stabilit delle costruzioni ; L'elettricit applicata all'accensione delle mine ; Nuvi elettromotori fondati sul principio delle induzioni elettrostatiche ed elettromagnetiche ; sugli Annali del
R. Museo Industriale Italiano: nel 1870 Le unit
di resistenza elettrica adoperate nelle applicazioni
tecniche, ridotte ad unit di misura assoluta ;
Essiccatoi ad inspirazione d'aria per lavoro meccanico e loro applicazione alla essiccazione delle
lane; nel 1871 Posta pneumatica; negli Atti
dell'Accademia delle Scienze di Torino: nel 1869
Sulle macciine dinamo-magneto-elettriche ; Indicazioni a distanza per rottura di circuito, applicate agli indicatori di temperature, nel 1873 Pirometro ad aria con manometro ad aria compressa .
5. Il miglior collaboratore del Prof. Codazza fu,
come s' detto, Galileo Ferraris e fu appunto questi
a succedere al Maestro nel 1879 sulla cattedra di
Fisica Industriale.
Del Ferraris tanto s' scritto che apparirebbe
superfluo intrattenere qui i lettori sulla sua figura [20].
Baster accennare che nato il 30 ottobre 1847
in quella cittadina di Livorno Piemonte che porta
ora il suo nome, comp in Torino alla Scuola del
Valentino gli studi di ingegneria laureandosi brillantemente nel 1869 con una tesi sulle trasmissioni
di energia telodinamiche dell'I lini (attuale cio
a distanza mediante funi e pulegge) confrontandole
con quelle ad aria compressa.
Dopo pochi mesi venne accolto dal Prof. Codazza
fra i suoi collaboratori e fra gli argomenti sviluppati dal Maestro mostr subito di prediligere quelli
ottici e gli elettrici, il cui intimo legame non poteva
non colpirlo e doveva pi tardi far sfolgorare il suo
genio di mirabili intuizioni.
Per ventun'anni Egli svolse una esemplare attivit di educatore, di scienziato e di cittadino.
Scrisse di Lui il Prof. Perucca, ricorrendo il centenario della nascita: Se il suo articolo del 1876
Sulle nuove macchine d'induzione si pu considerare la prima rivelazione del Ferraris elettrotecnico, il suo ottimo \'olunie Sulle propriet cardinali
degli strumenti diottrici pubblicato a Torino nel
1877, e due anni dopo tradotto in tedesco dal Lippicli, e altri due lavori di ottica che seguirono, e
una nota di termotecnica f21j, ci provano che tutti
i capitoli della fsica tecnica erano da Lui curati
con pari amore e pari competenza [22j.
I suoi capolavori, tutti inseriti negli Atti dell'Accademia deile Scienze di Torino, rimangono tuttavia
(fra P84 e l'87} le tre memorie sul trasformatore elettrico, colla nozione di sfasamento delle correnti e
delle tensioni applicate e con la conseguente definizione di potenza elettrica, e la breve nota dell'88
sul campo magnetico rotante, fondamento del motore asincrono, suggeritagli da un'idea balenata improvvisa nell'autunno del 1885 a motivo di una
analogia con la composizione delle luci polarizzate.
Nel 1889 tenne un corso, di cui fu poi incaricato,
su di una nuova disciplina, che Egli chiam Elettrotecnica , corso che attir molti allievi, affascinati
dalla chiarezza del Maestri e dalla novit degli
argomenti.
Molti pure gli onori e gli oneri che Gli attir Ja
conseguita fama: rappresentante dell'Italia in consessi e congressi e in memorabili Esposizioni internazionali; acclamato primo Presidente, nel 1896,
dell'Associazione Elettrotecnica Italiana, membro
di varie Accademie fra cui quella delle Scienze di
Torino e dei Lincei; consigliere comunale e assessore del Comune di Torino; senatore del Regno.
Ma esausto dall'eccessivo lavoro, dopo aver invano tentato di terminare una lezione, soccombette
fra il compianto generale il 7 settembre 1897, non
ancora cinquantenne.
33
I due magistrali trattati postumi: Teoria geometrica dei campi vettoriali e Principi scientifici
dell'elettr .tecnica costituiscono ancor oggi ottime
fonti di consultazione.
6. A succedere a Galileo Ferraris sulla cattedra
detta da alcuni anni di Fisica Tecnica fu chiamato
nel 1897 Luigi Luniluirdi, suo distintissimo allievo,
perfezionatosi da vari anni a Zurigo col Prof. Weber.
.Nel Museo Industriale il Prof. Lombardi arricch
le dotazioni del laboratorio installandovi in particolare una macchina di Linde per la liquefazione
dell'aria e aprendo cosi nuovi orizzonti alla disciplina, che, ridotta la parte di elettrologia, poteva
ora dare maggior respiro agli altri capitoli in rapido
sviluppo. Di ci traccia nel p-egevole volume
litografico che rispecchia il eorso.
Ma gi nel 190J. il Lombardi passava a Napoli
in quella Scuola di Applicazione per gli Ingegneri
quale ordinario prima di Fisica Tecnica e poi di
Elettrotecnica, iniziandovi una intensa e instancabile attivit ohe continu poi con ammirevole continuit nella Scuola di Ingegneria di Roma dove
fu chiamato nel 1921.
Rinviatilo per un'analisi della sua apprezzatisima opera ili campo elettrotecnico alla commemorazione che ne tenne il Prof. Rinaldo Sartori all'Accademia delle Scienze di Torino '23j.
7. In seguilo al trasferimento del Prof. Lombardi
venne chiamato a succedergli il Prof. Pietro Paolo
Morr.
"W'H-
cima
valore di I . .100 e nel caslanile altre piante da ci
per il valore ili I.. 150.
L'estimo si valuta a cent. 3(i per scudo, tutto compreso };. rali, comunali, provinciali, addizionali.
Si pattuisce di capitalizzare la rendita in ragione
di L. 100 per L. 5.
Si terr conto della tassa di registro .
Bibliografa
[t] Transunti Acr. Lncei - Serii' 3 - II (1877-78), p. 22/2'..
[2J Timoshciiko S.P. - History of strength of materials, New
York, 1953; Signorelli B. - Un documento inedito del
"701) / Hi un main* '!" /:..;;". Piemonte - Atti
Itnss. Ter. Sor. hip. Ardi. Torino, n. 9, 19fi9 - a pag. 25
del Doli. Uni. hip. Torino. L'esame in questione era
istituito per Ingegneri Militari.
|3J Uraida C. e coli. - Specializzazione e vita professionale nel
Sei e Settecento in Piemonte - Atti Rnss. Tee. Soc. lag.
Ai-ch. Turino, 1943, p. 73/173. Questi Autori mettono
in evidenza che nel Sei e nel Settecento non si faceva in
Piemonti- netta distinzione fra i titoli di Ingegnere e di
Architetto spesso trascritti nello stesso documento
per la stessa persona . Le incertezze di locuzione erano
etimologicamente l>en giustificate. Intatti dal gignerc Ialino viene appunto ingenium ed i moderni
vocaboli genio (militar", civile, navale, aeronautico,
ccc.) e ingegnere , quasi cio generatore di macchine
e di edifci, e quindi necessariamente capo dei costruttori, ed ( questo appunto il significato letterale del
greco nrchilektnn che gli slessi greci, col loro sentimento del bello, hanno reso anche sinonimo di artista.
Cfr. C. Codegone L'uomo e la mucchina Atti XXI
Cnngr. Nax. di Filosofia, Fisa, Apr. 1967, Vol. II,
pag. 12.
[4] Come invece accadeva fra il Sei e il Settecento a Milano,
ove lunghi e talorn gravosi erano i tirocini presso Ingegneri collegiali , vale a dire ufficialmente riconosciuti
membri dell'omonimo Collegio Cfr. G. Bozza e coll.,
Il cenlenarin del Politecnico di Milano (1863-1963),
pag. 68 e segg. Si veda pure; Codegone C, Ingegneri e
Architetti a Novara fra il Sei e l'Ottocento - Boll. Storico
per la Provincia di Novara n. 2, 1969.
[5] Tricomi I". - Commemorazione di Giovanni Plana Atti Acc. Se. Torino, Vh 9 (1964-65) p. 267-279.
[6] l'ugno G.M. - Storia del Politecnico Hi Torino - 1959,
pag. 23 e segg.
[7] Cavallari Murai A. - Carlo Promts - Atti Rass. Tee.
Soc. lng. Ardi. Torino, 1969, pag. 159.
[8] Del Volta, oltre alle mirabili scoperte in elettricit,
e qui da ricordare l'enunciazione della legge della dilatazione termica dell'aria, poi estesa dal Gay Lussac agli
altri gas. Dell'Avogadro in particolare nota la famosa
legge che chiari la composizione molecolare dei corpi.
[9J Degli italiani baster citare l'Amici per gli studi ottici,
il Nobili per i galvanometrici, il Melloni per quelli sulle
radiazioni termiche, l'astronomo Mossotti, fondatore
in Italia della fisico-matematica. Per quest'ultimo cfr.
C. Codegone, Boll. Stor. Prov. Novara, 1963, pag. 82.
[10] Codegone C. - Breve saggio sui fondamenti della Termodinamica - Atti Has. Tccrj. Soc. Ing. Arch. Torino, n. 9,
1948, pag. 163; Nicolas Leonard Sadi Carnot, ibid,
n. 4,1956. Cfr. pure Thuratcn R. - Hittoire de la machine
vapmr - Paris, 1882. - In Itali il primo trattato di
Termodinamica quello di Paolo di Saint Bobert,
Professore all'Accademia Militare'di Torino; redatto
in lingua francete ed completato da una notevole tabella delle propriet del vapor d'acqua ipeiiio citata
anche all'estero. Il (io titolo : Principe de Thermodynamiquf, Turin, lt>65.
;'
jj
*f
||
fi
"4
4
[24]
[25]
[26]
[27]
[28]
[29]
[30]
[31]
[32]
[33]
[34]
37
Bossaglia
dei motori attraverso l'aumento delle loro dimensioni, piuttosto che attraverso quello delle pressioni
medie effettive e delle velocit medie stantuffo.
Alla comparsa per di questi primi prototipi non
ha fatto seguito una vera e propria produzione di
motori di cos grandi dimensioni perch non ancora
maturi pe~ quell'epoca, per i numerosi problemi di
progettazione, fabbricazione, manutenzione, sistemaziune a bordo, ecc, che si sono presentati al
costruttore di allora. Si cos assistito per molti
anni ad un arresto nella corsa verso cilindrate pi
alte e verso diametri sensibilmente superiori a 750
nini.
:v.
. .
. .
Fig. 2 - Evoluzione dei collettori di lavaggio - A: Motori 900S - Costruzioni vecchie; B : Motori 900S - Costruzioni attuali;
C: Motori 1060S.
40
IT
1 soluzione
2 soluzione
3 soluzione
Fig-. 7 - Motore FIAT 1060 S - Evoluzione della testata stantuffo raffreddata ad olio.
]
I i
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pm. e. kg/cm1 )
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kg/cm
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0
1
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KO
60
70
1000
80
90
100
Velocita' motore (giri /min )
2000
Potsnza
3000
(Cv/cil)
110
4000
120
5000
I!
Motore 750 8
Motore 600 S
>//,
n 220 gtri/min
i
kg/on
(0
70
60
SO
0
C
350
3^J
30
300
250
1.2
0.1
0.8
170
04
1(0
150
.m..(kg/cm*)
1
(
I"ig. 11 - Confronto camere di combustione di vecchio e di nuovo tipo dei motori FIAT 750S e 600S - A: Vecchio tipo - B:
Nuovo tipo; - 1: Consumo specifico combustibile; 2: Pressione aria lavaggio; 3 : Temperatura gas ingTesso turbine;
4: Pressione di accensione; 5: Pressione massima di combustione.
/
/
/
/
0
0.5
1.0
1.5
Rapporto di mandato L
2.0
su modello $ 200
Lavaggio ideale
i1
A-A
4) Conclusioni
Fig. 12 - Rappresentazione geometrica lavaggio camicie a
10 feritoie e risultati delle prove di lavaggio sul modello
e sul motore al vero.
Dopo questa esposizione panoramica delle principali caratteristiche del motore oggetto di questa
memoria si pu concludere che per queste grandi
macchine, che nel passato hanno costituito oggetto
di perplessit principalmente sotto l'aspetto della
loro possibilit di realizzazione tecnica, non vi sono
attualmente problemi che ne possano condizionare
il funzionamento e soprattutto non vi sono dei limiti
ad un ulteriore sviluppo delle attuali prestazioni
che gi toccano il massimo dei 50.000 CV per
unit
La possibilit di costruire delle grandi strutture a
mezzo di precisissirne macchine utensili; l'impiego
di metodi di saldatura che approfittano delle pi
aggiornate tecniche in materia.; gli accorgimenti
ideati allo scopo di contenere le temperature degli
47
Fig. 13 - Confronto in pianta del lavaggio trasversale del motore FIAT 1060S con quello di un piccolo motore a 2 tempi
'la competizione.
05
1.0
15
Rapporto di mondata L
20
III
*A
VA
111
Fig. 14 - Rappresentazione geometrica lavaggio camicie a
10 feritoie e a 12 feritoie e risultati delle pro\i. di lavaggio
al banco dinamico.
48
ti 2 tempi di grande diametro - Bollettino Tecnico FIAT Grandi Motori - n. 3 - 1968 - Voi. XXI.
[2] Bossaglia C. - II motore a due tempi di alte prestazioni -
49
A H
I-'ip. 1
50
Fig. 2
ft
ft
iWWrAAAArWWi
Fig. 3
cio:
Kip. 1
flit
Fig. 5
Fig. 6
Nel muro analogico la prima parete vena simulata per mezzo di numero di resistenze NRt pari a
NR1 = a 400 = 289
e di un numero di condensatori NCX pari a
N(\ = p 50 = 44
La seconda parete verr quindi simulata con
iV/?2=ll1
Arr2=6
Supponendo poi che a monte e a valle del muro
A
V =
la somma dei coefficienti di convezione e di irragHint- ( inigiamento siano:
Da cui si ottieni*:
Al=lft
/,2=15
tempo di risposta analogico = Iiinl. ( i,u- V/Vu regime a cui corrispondono le resistenze termiche
tempo adimensionale di risposta tempo di ril
sposta analogico/(/?,,+ W+y?,,) C.
= 0,1
,=
10
J_
15" = 0C67
Le resistenze elettriche corrispondenti sono
R
88000
U,l
0)55,(
o _ a _H_ o 1
lie-
K,.
-=
88000
= 15,9 kn
= 10,6 kO
C\+Ct
Rin, = loo kn
Cim = 1 MF
In queste condizioni si ottiene
r-FT e d
V = 6 , 3 V AV,, = 1,13
Parete
Materiale
Spessore
Conducili.
Cai. Spec.
Peso Spec.
nini Ioni
0,24
0,6
0,18
1800
0,02
0,13
0,65
800
Resist.
Capacit
0,4
77,8
0,154
10,4
pieni
legno
52
/? ~ 0,554" ~^11Z
C\
77,8
= 0,88
"C
88,2
Tabella A
Rc = 3,3 kn = 0,0375 R
"^^^
Ru = 3 , 3 k n =0,0375
0,1
0,25
0,5
0,75
0,178
0,1920
0,1910
0,178
0,1220
0,07
0,0336
0,1431
0,1015
0,0630
0,1599
0,1279
0,1056
0,178
0,1737
0,1919
0,1910
0,25
0,178
0,5
0,1056
0,1279
0,1599
0,75
0,0650
0,1015
0,1431
0,0336
0,07
0,1220
0,178
0,178
0,9
0,178
Tabella B
Re = 6,8 kn = 0,077 R
"""-^--^
oc
Ru = 3,3 kn = 0,0375 R
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,185
0,194
0,197
0,177
0,116
0,068
0,0337
0,1807
0,1850
0,1434
0,1017
0,0697
0,1322
0,1069
0,25
0,5
0,1270
0,1470
0,1676
0,75
0,0930
0,1221
0,1601
0,0662
0,0960
0,142
0,1850
0,1873
0,1850
0,1801
0,198
0,200
0,185
TabeUa C
Rt =9,1 kil =0,1035 R
Ra = 3:5 kn = 0,0375 R
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,1870
0,199
0,197
0,1766
0,114
0,067
0,0297
0,180
0,1870
0,1377
0,1001
0,0703
0,1664
0,1313
0,1085
0,1870
0,1800
0,2082
0,2024
0,25
0,5
0,1356
0,1514
0,1745
0,75
0,1110
0,1360
0,1640
0,0822
0,1100
0,1530
0,1870
0,194
0,1870
53
Tabella D
Ru =3,3 kn = 0,0375 R
Hr = 13,5 kn =0,1535 R
~~-
oc
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,1930
0,2000
0,1970
0,1720
0,1120
0,0640
0,0300
0,1835
0,lfl30
0,1388
0,0987
0,0718
0,1687
0,1318
0,1114
0,2040
0,1930
P
0
0,25
0.5
0,1540
0,1675
0,1878
0,75
0,1240
0,1541
0,1853
0,1121
0,1390
0,1730
0,1930
0,1930
0,2200
0,2190
Tabella E
Ru = 3,3 kn = 0,375 R
R. = lOkQ = 0,205 R
a
P
0
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,1900
0,2020
0,1910
0,1600
0,1100
0,0620
0,0000
0,1895
0,1900
0,1397
0,0962
0,0000
0,1897
0,1670
0,1352
0,0000
0,1900
0,1851
0,2200
0,2100
0,25
0,5
0,1647
0,1783
0,75
0,1500
0,1721
0,1375
0,1540
0,1890
0,1900
0,2200
y,oooo
Tabella F
Re = 6,8 kn = 0,077 R
p
" - \
0
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,1890
0,2020
0,2060
0,1897
0,1380
0,0940
0,0608
0,1878
0,1890
0,1583
0,1223
0,0907
0,1725
0,1482
0,1270
0,1890
0,1878
0,2060
0,2020
0,25
54
Ru = 6,8 kn = 0,077 R
0,5
0,1271
0,1482
0,1725
0,75
0,0907
0,1223
0,1583
0,0608
0,0940
0,1380
0,1890
0,1897
0,1890
?e = 9,1 k
R, = 13,5
0
0,195C
0
0,25
0
0
0,19
0,25
0,5
0,l
0,75
0,l<
0,1.
Tabella G
Re = 9,lkft = 0,1035
0,1
0,25
0,5
0.75
0,9
0,1890
0,2040
0,2040
0,1899
0,1360
0,0890
0,0614
0.1908
0,1905
0,1555
0,1198
0,0942
0,1770
0,1439
0,1290
0,2040
0,1905
0,25
0,5
0,1372
0,1628
0,1778
0,75
0,1049
0,1339
0,1659
0,080
0,1100
0,1500
0,1905
0,1905
0,1920
0,2080
Tabella H
Ru = 6,8 kf = 0,077
oc
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,1950
0,2040
0,2020
0,1876
0,?3?0
0,0890
0,0590
0,1927
0,1950
0,1567
0,1179
0,0944
0,1779
0,1454
0,1286
0,2070
0,1950
0,25
0,5
0,1513
0,1760
0,1870
0,75
0,1283
0,1570
0,1786
0,1081
0,1360
0,1700
0,1950
0,1950
0,2070
0,2140
Tabella I
Re = 18 kl = 0,205 R
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,1970
0,2100
0,2000
0,1810
0,1280
0,0850
0,0570
0,1550
0,1157
0,0943
0,1800
0,1497
0,1285
0,2150
0,1970
0,2000
0,25
0,5
0,1650
0,1870
0,1920
0,75
0,1499
0,1850
0,1886
0,1340
0,1570
0,1885
0,1970
0,1970
0,2190
0,2220
SS
TabeUa L
Ru = 9,1 kfi = 0,1035
""^ -,
0
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,1970
0,2080
0,2120
0,1970
0,1470
0,1070
0,078
0,1818
0,1970
0,1625
0,1315
0,1067
0,1835
0,1517
0,1373
0,1970
0,1880
0,2120
0,2080
0,25
0,5
0,1373
0,1517
0,1835
0,75
0,1067
0,1315
0,1625
0,0780
0,1070
0,1470
0,1970
0,1970
0,1970
Tabella M
/? =9,1 kfi =0,1035/?
P
0
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,1970
0,2070
0,2070
0,1870
0,1450
0,1040
0,0760
0,1924
0,1970
0,1652
0,1288
0,1056
0,1789
0,1590
0,1377
0,1970
0,1949
0,2150
0,2100
0,25
0,5
0,1524
0,1673
0,1961
0,75
0,1282
0,1501
0,1765
0,1080
0,1320
0,1680
0,1970
0,2090
0,1970
Tabella N
Re = 18 kfi = 0,205 R
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,1990
0,2060
0,2060
0,1850
0,1400
0,1000
0,0740
0.197S
0,19S0
0,1637
0,1290
0,1062
0,1807
0,1571
0,1380
0,1990
0,1944
0,2200
0,2140
0,25
66
0,5
0,1645
0,1790
0,75
0,1501
0,1660
0,1867
0,1324
"0,1530
0,1830
0,1990
0,2130
0,1990
Tabella O
R = 13,5 kfl = 0,1535 J?
R,, = 1 3 , 5 k n =0,1535/?
0.1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,2050
0,2140
0,2160
0,2050
0,1640
0,1300
0,1035
0,1990
0,2050
0,179
O,L48O
0,1285
0,1965
0,1735
0,1571
0,2050
0,1990
0,2160
0,2140
0,25
0,5
0,1571
0,1735
0,1965
0,75
0,1.285
0,1480
0,1799
0,1035
0,1300
0,1640
0,2050
0,2050
0,2050
Tabella P
Ru = 1 3 , 5 k O = 0 , 1 5 3 5 / ?
Rc = 18 k n = 0 , 2 0 5 7?
0,J
0,25
0,5
0,75
0,9
0,2070
0,2140
0,2120
0,1980
0,1600
0,1240
0,1000
0,2035
0,2070
0,1780
0,1455
0,1234
0,1959
0,1704
0,1578
0,2070
0,2010
0,2220
0,2170
0,25
0,f
0,1717
0,1831
0,2035
0,75
0,1450
O,L679
0,1920
0,1280
0,1490
0,1810
0,2070
0,2150
0,2070
Tabella Q
Re = 18 kn = 0,205 R
_ = 18 kn = 0,205 li
0,1
0,25
0,5
0,75
0,9
0,2090
0,2170
0,2200
0,2090
0,1750
0,1450
0,1262
0,1889
0,1610
0,1449
0,1994
0,1821
0,1716
0,2170
0.2090
0,2090
0,25
0,5
0,1716
0,1821
0,1994
0,75
0,144C
0,1610
0,1889
0,1262
0,1450
0,1750
0,2090
0,2090
0,2090
0,1220
57
Tabella 1
R,IR
58
l>0
Ai
0,0375
0,0375
0,178
0,141
0,286
0,145
0,290
0,0770
0.0375
0,186
0,106
0,261
0,123
0,276
0,1035 .
0,0375
0,191
0,080
0,237
0,110
0,266
0,1535
0,0375
0,19..
0,072
0,?37
0,083
0.246
0,205
0,0375
0,194
0,039
0,203
-0,064
0,230
0,0375
0,077
0,185
0,133
0,255
0,153
0,276
0,077
0,077
0,190
0,123
0,253
0,130
0,260
0,1035
0,077
0,102
0,113
0,251
0,116
0,250
0,1535
0,077
0,196
0,083
0,222
0,091
0,229
0,205
0,077
0,197
0,075
0,217
0,065
0,210
0,0375
0,1035
0'189
0,139
0,248
0,157
0,266
0,077
0,1035
0,191
0,119
0,231
0,134
0,250
0,1035
0,1035
0,199
0,096
0,214
0,117
0,235
0,1535.
0,1035
0,198
0,077
0,201
0,092
0,216
0,205
0,1035
0,199
0,070
0,196
0,068
0,196
0,0375
0,1535
0,191
0,164
0,245
0,164
0,246
0,077
0,1535
0,195
0,136
0,22?
0,138
0,229
0,1035
0,1535
0,198
0,122
0,215
0,124
0,216
0,1535
0,1535
0,207
0,091
0,195
0,104
0,207
0,205
0,1535
0,208
0,066
0,176
0,076
0,186
0,0375
0,205
0,193
0,162
0,222
0,166
0,230
0,077
.0,205
0,200
0,140
0,206
0,144
0,210
0,1035
0,205
0,201
0,115
0,185
,-0,128
0,196
0,1535
0,205
0,208
0,114
0,194
0,110
0,186
0,205
0,205
0,211
0,072
0,157
0,087
0,173
Fig. A
Fig. C
T.A
A.O
*<<>&
e.
It
US
I.S
IS
( J . I
Fig. H
Fig. li
I Ofi
Jfr. fi
Fig. L
T.A
'
+ -O.4
-i-cjl
Fig. N
tati in funzione di tutte le combinazioni delle resistenze esterne adimensionali, nella tabella fi) seguente :
Esempio numerico
Fig. Q
ai
Fig. S
a2 = 0,2989 + 0,357
ti
+ 0,3156 4ti r
bi =
0,3163 0,37
ti
0>37
^ T
ti
"VWS5
C;%OE K ^
Fig. T
s-ila
M i
li
1 If
Sr*9l
y.
f
64
ni
***
Occorre, infine, osservare che i problemi di sollecitazione termica pi gravosi si riscontrano proprio
nel cielo.
In prossimit della mezzana, infatti, si presentano
le massime temperature e, di conseguenza, si hanno
i maggiori pericoli di sfondamento in condizioni di
combustione anomala [19], Mentre la temperatura
raggiunta in corrispondenza della cave di alloggiamento della prima fascia elastica, costituendo il
massimo valore cui soggetto il lubrificante, fornisce una misura del rischio di carbonizzazione dell'olio, con conseguente bloccaggio dell'anello. Perci, con il presente lavoro, ci si limiter a ricercare
una espressione analitica della temperatura del
generico punto del cielo, rinviando, per quei che
riguarda il mantello, di pi difficile schematizzazione, a metodi di calcolo approssimati [20],
Equazione di conduzione
Introdotto allora un sistema di assi (r, z) in direzione radiale ed assiale rspettivamente, la temperatura del generico punto T (r, z) dovr soddisfare
all'equazione di Fourier, la quale, con l'ipotesi, di
stazionariet (1).
(STjSt = 0), assume la forma:
Sr 2
Sr
= 0
b) (
j
= 0 per 0 <, rj <, 1 : ossia si trascura il
\ Sp / P = i f j u s s o dj calore attraverso l'aletta
superiore del primo anello, dal
mo nento che sussiste un gioco radiale tra stantuffo e cilindro, ripieno di gas di trafilamento.
ed
ed _
_
.
ossia si ritiene uniformemente distribuito il flusso di calore verso
il cielo dello stantuffo.
ed
"()
ed
(
J
''1=1
^i^r^+v-v
(5)
e,. = 7 ' n
T|_T
'' ~XoJ
(6)
X
proporzionali alle differenze di temperatura citate.
Queste grandezze sono state riportate nei grafici
di fig. 3, in funzione della distanza relativa interna
del porta-fascie dall'asse di simmetria p,- = dijd,
per diversi valori dello spessore relativo del cielo
e = 2s/d e del fattore di raffreddamento r = q,jq.
Successivamente, per avere una visione pi precisa della variazione della distribuzione di temperatura nel cielo, si calcolato il rapporto 9/0.., t r a la
caduta di temperatura 9, che si ha nel generico
punto, rispetto al punto centrale 0 ed il valore di
9, l( per le diverse condizioni illustrate nei grafici
delle figg. 4, 5, e 6.
Dai diagrammi della ig. 3 si pu allora ricavare
che, a parit di e ed r, un irrobustimento del portafascie, ottenuto diminuendo p ; , comporta una riduzione del salto di temperatura 9^ ; accompagnata
da un sensibile abbassamento della temperatura To
della mezzaria del cielo ed un leggero aumento di
TA. I tre grafici della fig. 4 che forniscono il valore
della caduta relativa di temperatura 8/9^ per
i ) = 0 ; i ) = 0 , 5 ; 7 j = l , in funzione della distanza p
del punto in esame dell'asse di simmetria, danno
una misura quantitativa della suddivisione della
caduta totale 0A) attraverso il cielo.
Si vede quindi che, oltre ad una generale diminuzione del livello di temperatura, l'irrobugtimento
del porta-fascie esercita una influenza sull'andamento delle isoterme, specialmente per i valori di
65
o.o
r.O.t
l\*0.0
E . 0,1 i.
0,2
0.'
i.O
t.l -
T o / <*7
~^1
0:
3.-
0.0.8
S/- 0.6
e 0.16
t.0,2i
3.8
0.
5.
t.0.32
OA
1.0
0,0
^ ft
0.2
Oft
0.7
o.e
I..3
Jim 0.7
0.6
o,a p io
Ofi
Ofi
3i
".i.0
.
3ft
1-
r.0.0
rmO.l
r.0,2
3.6
-^'
0.S
0.7
Iqd
0.0
*IT
0.
n-
Fig. 3 - Influenza delle dimensioni geometriche e delle condizioni di raffreddamento su alcune quantit adimensionali
proporzionali alle cadute di temperatura.
f .O
^*
"
.0
r =0.1
Q.
kl
ft-oE
5PO.
\V
2
q 1.0
0.0
0.2
o.t
Ofi
Ofi
0.0
, 0.0
.ni
* ^
0.1
a.'
e = 0 te
2C
3*
e cO. 32
0.0
0.2
O.i
O.S
0.
0.0
0,2
O.i.
0,6
0*
tO
0.0
= 0.5
E =0,24
S/ = 0.7
0.4
et
0.
5
o
2 0.B
Q
r=0. 0
r=0,1
r-0. 2 -^
"-
cj
1.0
0.0
0.2
O.i
0,6
'.0
00 i
o.o
n=
io
CI)
'02
= 0.7
r a
=0.7
o.i
N\
0.5
a. 0,6
Ul
Ofi
0.
0.2
e = 0.32
a
1
to
o.o
>.o
of
o,t
0.6
o.a j
io
Fig. 5 - Influenza dello spessore relativo del ciclo sulla caduta di temperatura.
0.0
0.1
0.6
Ofi
01
% 1.0
67
Nei diagrammi che seguono, ci si limiter a riportare i valori della temperatura del punto pi
significativo, ossia del punto centrale del cielo, al
variare dei principali parametri motoristici, con
l'intento di mettere in evidenza e di giustificare,
dove possibile, l'influenza esercitata da ognuno di
essi.
In fig. 8 si mostrano i rilievi eseguiti, al variare
del regime di rotazione e del carico, quest'ultimo
espresso come percentuale della potenza massima
fornita dal motore a quel dato regime. Si pu allora
constatare che l'influenza del numero di giri, a
parit di carico, sulla temperatura dello stantuffo
abbastanza sensibile. Si ha infatti, una variazione
media di temperatura di 6 -H 20C, per un incremento di 1000 giri al minuto nella velocit di rotazione, a sconda della percentuale del carico.
Questa influenza si pu spiegare facilmente, pensando che al crescere del numero di giri, a parit
di carico, aumenta la quantit di calore che si svi-
STRUMENTO
INDICATORE
ALIMENTATOLE
i!
Ij
GENE* ATORE
FILTRO
ii
j
COMMUTATORE
'-
RESISTENZA 01 MIS.
F=-----.
RIVELATORE
CARICO 25 V.
CARICO = SO /.
9
CARICO - 75 V.
CARICO = K0 V.
ANTICIPO ALL'ACCENSIONE
O It = .000 fi/t]
9 i) * tcco
n * 3000
JCUPCDAURA DELL'ACauA
[[]
i rilievi effettuati. La variazione media della temperatura dello stantuffo oscilla tra i 5,5 -f- 8,5C
per un cambiamento di 10C nella temperatura della
acqua di raffreddamento. Naturalmente i valori
pi elevati sono relativi ai pi bassi numeri di giri,
in quanto, in questo caso, essendo pi ridotto il
flusso di calore verso l'esterno, inferiore la differenza tra la temperatura dello stantuffo e quella
del mezzo refrigerante.
In fig. 10 si riporta, poi, l'andamento della temperatura delio stantuffo in funzione dell'angolo di
anticipo all'accensione, per un numero di giri mantenuto costante, a pieno carico.
La temperatura dell'acqua di raffreddamento
stata tenuta sugli 85C. Sulla parte superiore del
diagramma si sono tracciate anche le curve della
potenza in funzione dell'angolo di anticipo, in modo
da poter individuare il valore di anticipo ottimo
per ogni numero di giri. Dai rilievi effettuati risulti*;
It
! .
_.:p
fS,
'r]
j"
S
,5
Appendice
<S
l> m 5.000
9 i.ooo
9 n i.ooo ff/tj
'"a
it
volta note con sufficiente precisione le sollecitazioni tarmiche che si accompagnano a quelle meccaniche; ma anche dai produttori di oli lubrificanti
che potranno avere dati pi sicuri circa il livello di
temperatura a cui l'olio chiamato a funzionare,
in prossimit della prima fascia di tenuta.
i
,
K
j,
RAPPORTO AmtjCOMtUSTIBILE /!*!
Una soluzione particolare della (3) si ottiene facendo l'ipotesi che la t (p, i\) risulti dalla somma di
due funzioni, di cui una dipenda dalla sola ij:
T
= (i) + v \P, i)
Dovendo la u (ij) soddisfare alla (3), deve essere:
1 du3
~!*~ dr,2 ~~
e perci: u = C, + C2 >].
Per quel che riguarda la componente v (p, ig), la
si pu pensare come il prodotto di due funzioni,
l'una della sola p e l'altra della sola t\\
v (P, n) = / (P) g {i
che sostituita nella (3) da:
Ld
_L JtL 4. _L JL. -
*8
Poich il primo membro di questa relazione dipende solo da p ed il secondo solo da rj, entrambi i
membri dovranno essere uguali alla stessa costante,
che si indicher con n2.
Si hanno perci le due equazioni:
ap 2
p
rfp
'
L'integrale generale della prima (equazione di
Bessel di ordine 0) dato da:
/(p) = C3 Jo (u,p) + CtY0 (\ip)
dove con J o e Yo si sono indicate le funzioni Bessel
di prima e seconda specie di ordine 0; mentre quello
della seconda (equazione lineare a coefficienti costanti) :
si ottiene perci:
:V'o(HP)] [ C , e
Conclusioni
Nel concludere il presente lavoro, si intende sottolineare che stato chiarito il fatto che, accoppiando
una tecnica sperimentale progredita ad un procedimento di calcolo sufficientemente preciso, si
in grado di valutare con sicurezza l'influenza dei
vari parametri, motoristici e geometrici sui livelli e
sulla distribuzione della temperatura raggiunta
dallo stantuffo.
Si pensa quindi che questa via possa essere proficuamente seguita, non solo dai costruttori di stantuffi, che potranno risolvere con maggior sicurezza
i problemi di resistenza di un tale organo, una
70
(ir)
\ 5p / p Jj(o)
o
essendo
= 0 e lim Yx (#) = >, si ottiene
(a.2)
posto :
Qn = Un (eE|X" + Bn e |i")
(a.7)
le condizioni ai limiti (d), (e) ed (/) danno, moltiplicando entrambi membri per .'od^nP) P dp ed
integrando, tenendo presente che il termine r della
sommatoria si annulla quando r ^ n, perch
PP) fdp = 0 se a e ? sono radici della
equazione (a.4) con a2
ad f1
-^-i + A'Urfr-
= ~
7 [Cx
'0
r1
Qn An\ ./0([i,,
1'
B =-
Tx
-T=
da
77
tf-r-1
Izi
(a.3)
qd_
X
avendo posto:
9.*-**
1r
1
Pr)
Ossia:
jx J^p) = 0
(a.4)
Se perci si indica con pn una generica radice di
questa equazione trascendente, la (a.2) diventa:
1
ed
An
Qn
, ,
-f m =
r T
Pe'~9i* n=
r efW ,
la (8) pu scriversi:
(a.5)
dove la costante Bn vale, per la (a.3):
Bn =
Bi
1
(a.3)
Si + 1
La (a.5) fornisce una soluzione particolare della
(3), che soddisfa ormai a tutte le condizioni imposte
tranne quelle (d), (e) ed (/) relative alla faccia
i) = 1. Ma poich la (3) un'equazione differenziale
lineare, la somma di un certo numero di soluzioni
da ancora una soluzione, che nella sua forma pi
generale risulta:
i .
ed
1 * .
(a.6)
dove la sommatoria va estesa a tutte le radici della
equazione trascendente (a.4). Essendo:*
Ringraziamento
L'autore desidera ringraziare il Direttore del
CNPM, il prof. ing. Corrado Casci, per l'attenzione
con cui ha seguito il presente lavoro e per i suggerimenti e le discussioni che ha voluto dedicarvi.
Simbologia
Lettere latine:
A
= punto medio della zona di attacco del
porta-fascie al cielo dello stantuffo.
A', An = costanti d'integrazione
B, Bn = costanti d'integrazione
Bi
numero di Biot ( = \jdt)
Cv C a = (tostanti d'integrazione
d
= diametro del cielo dello stantuffo (mm)
/
= componente della temperatura, funzione
della sola p
g
= componente della temperatura, funzione
della sola IQ
J
= funzione di Bessel di 1' specie
n
0
q
Q
r
Rr
s
S
t
T
Tg
u
v
V
z
Indici
formule relative all'appendice
a
= grandezze relative al punto A
A
=
grandezze relative alla zona esterna del
e
porta-fascie
= grandezze relative ai gas presenti nel
cilindro
= grandezze relative alla zona interna del
porta-fascie
= termine generale della sommatoria (a.6)
= grandezze relative al punto 0
= grandezze relative alla zona di raffreddamento del cielo.
Lettere greche
a
= coefficiente di convezione liminare (kcal/
mahC)
a
= coefficiente di convezione liminare medio
tra gas e cielo dello stantuffo, definito
dalla relazione q = t (Tg T)
a0
= coefficiente di convezione liminare medio
tra olio e superficie inferiore del cielo
e
= spessore relativo del cielo ( = 2s/d)
y)
= coordinata adimensionale assiale ( = z/s)
X
= conducibilit termica dello stantuffo
(kcal/mhC)
fi
= costante d'integrazione
|i,,
= radice ennesima dell'equazione (a.4)
72
p
T
8
X
Bibliografia
[1] Gibson A.H. - Piston temperatures and heat flow in
high - speed petrol engines - Engineering. Vol. CXXI Jan 1926.
[2] Baker, Wright - A study of piston temperatures and their
relation to piston design. - Proc. Inst. Auto. Eng.
vol. 27 Nov, 1932.
[3] Huebbotter, Young - Flow of heat in pistons - Bull. n. 25
Purdue Univ. Eng. - Die. 1925.
[4] Gosslau F. - Enttvicklung von liolben fur Hohere Dauerleistungen auf Grund neuer Untersuchungen. - ATZ Jan.
43 - 1941 - S. 616.
[5J Willis, Anderson - Operating temperatures and stresses
in alluminiimi aircraft engine parts - S.A.E. Trans. 52 1944.
[6] Sanders, Schramm - Analysis of variation of piston
temperature with piston dimension... - Report NACA 895.
948.
[7] Casci C. - Temperatura dello stantuffo e del cilindro di
un motore Diesel monocilindro - Ren. 1st. Lomb. Arti
e Lettere voli. 88 - 1955.
[8] Flynn, Underwood - Adeguate piston cooling - Oil
cooling as a means of piston temperature control - SAE
Journal, vol. 53; 1945.
[9] Keyser, Miler - Piston and piston ring temperatures Jour. Inst. Petroleum, Vol. 25, 1939.
[10] Steinbuch K. - Berechnung von Kolben temperaturen Ingenieur - Archiv 17 - n. 5 - 1949.
[11] Mug K. - Die Messung un Berechnum von Kolbentemperaturen fur Dieselmotoren - Dissertazione ETM - Zurich
1936.
[12] Stotter A. - Der Wrmefluss in Kolben Verbrennungskraftmaschine - Dissertazione TH - Aachen - 1963.
[13] Gintsburg B. - Wrmebeanspruchng fiir verbrennungsmotoren - Arbeit n. 6 des Wiss. der UdSSR - 1958.
[14] Casci, Radaelli, FerrariJ- Su una particolare tecnica sperimentale per la determinazione della temperatura - ATA
Novembre 1966.
[15] Ferrari G. - Sulla determinazione della temperatura dello
Stantuffo di un motore a CI. - XVII Conv. Comunicazioni - Genova Ott. 1969.
[16] Essers, Heyer - Uber das Messung von Kolbentemperaturen - MTZ n. 6 e 9 - 1966.
[17] Kopke - Neuere Messungen von Kolbentemperaturen ATZ n. 2 - 1968.
[18] Lohner, Kruggel - Berechnung un Messung von Kolbentemperaturen - MTZ n. 7 - 1968.
[19] Calci, Ferrari - Analysis of the piston heat load during
knocking - Int. Comb. Eng. Conference - Bucharest
1970.
[20] Me Adams W.M. - Heat trasmission - Me Graw-Mill
Book Co - New York 1954.
80
820
Tf
'
(2)
(3)
= . (e
(4)
- j [K]x - [Ipj
Gfr
Po"
(6)
ove :
Qpdp
Po
(7)
Po risultano le difficolt
mentre dello stesso ordine
per il calcolo delle [6m]p.
E chiaro dunque, pur essendo possibile un calcolo matematico delle sollecitazioni termiche nel
cilindro, assai complessa ne appare la parametrizzazione e comunque si perde in un certo senso
l'aspetto fisico del fenomeno, anche a causa della
presenza delle citate funzioni trascendenti.
b) Risoluzione analogica
Essendo il problema in esame di tipo bidimensionale, in quanto oltre alla variabile > esiste la variabile p, necessario fare ricorso, per la programmazione sul calcolatore analogico, ad uno schema a
celle.
Approssimando l'equazione alle differenze finite
si pu scrivere, dividendo l'intervallo ra rb in
N parti uguali di ampiezza k:
o in altri termini:
(12)
Per quanto riguarda le condizioni al contorno,
procedendo in modo analogo si possono ottenere
dalle:
"V
(14)
le espressioni:
.v = PK % + QN . V - I
(15)
9 = Po K + Qo i
(16)
Costruito lo schema che consente il calcolo delle
temperature la valutazione delle sollecitazioni pu
essere fatta richiedendo in termini di differenze
finite le espressioni (4) (5) (6), ed in particolare
quella di [8m]p.
Dopo qualche passaggio si ottiene cos:
[6 m ] p =
(0)
conosciuta, note che siano le condizioni iniziali.
Una volta determinate le temperature si pu da
esse risalire alle tensioni ed in particolare alla tensione a. che risulta la pi pericolosa [5].
Sembrerebbe a prima vista che il computo delle
sollecitazioni risulti abbastanza agevole con l'impiego delle espressioni precedenti. In realt la de-
K e.)
rb
S,B,
(17)
ove:
V _
Po (!Po)
Pft (1Po)
ab
I SUPERFICIE
1
IMTEANA
>
'A
I
J
3
,
,
"
c1
C2
OS
V.V.
0A
a5
^ =
. . .
SUPERFICIE
ESTERNA
120//
I
V
X-cc
/
/
Le sollecitazioni che cos s ottengono sulla superficie interna ed esterna del cilindro (come noto,
le pi pericolose per il materiale [1]) sono riportate
in fig. 2 in cui positivi sono considerati gli sforzi
di tensione e negativi quelli di compresssione (2).
Questi grafici relativi sempre ad un transitorio
(2) Tutti i grafici riportati nella presente nota tono stati
ottenuti dallo scrivente con l'impiego del circuito analogico
riportato in fig. 1, sul calcolatore PACE 100 del Comitato
Nazionale pur l'Energia Nucleare.
75
. .
valore. In realt si preferisce qui seguire il procedimento inverso: fissata cio una certa durata T0
del transitorio, si cercher quale legge deve seguire
la % perch si produca il valore minimo tra i massimi dei diagrammi nel tempo delle tensioni e si determiner il valore minimo predetto.
Osservando l'andamento delle curve che rappresentano le sollecitazioni termiche conseguenti ad una
variazione lineare e ad una variazione brusca della
temperatura del vapore (figg. 2 e 3) lecito formulare
l'ipotesi che una opportuna combinazione dei due
processi di manovra possa condurre a sollecitazioni
pressoch costanti nel tempo e quindi ad una situazione ottimale di cimento termomeccanico.
Nella fig. 4 sono ripotati i risultati per diversi
valori di Xi>, che confermano la esistenza della condizione ottima predetta, la cui determinazione appare tanto pi suggestiva quanto pi elevato il
coefficiente di Fourier kv.
in appendice, per via matematica, si dimostra
che il punto comune a tutte le curve relative agli
sforzi termici a parit di Xv, beninteso si ha
in corrispondenza al valore:
** = -o J L < * + ! L
(i9)
e le condizioni ottime si hanno quando la temperatura del vapore varia bruscamente, nell'istante iniziale, di una frazione y del totale salto di temperatura fornita dalla
o*
v/=-fTs 7
(20)
L'espressione (20) consente alcune utili considerazioni: ricordando che S21 = p.t1 (p0l)2 T0, si
nota subito che, per un certo rotore, quanto pi
breve l'intervallo di tempo durante il quale si
deve esaurire il transitorio, tanto maggiore deve
essere la frazione di % da realizzare a gradino .
A parit di T0, y cresce al crescere di p0 (e cio
al diminuire dello spessore del cilindro) ed al diminuire di AV (quest'ultima dipendenza non immediatamente evidente, ma verificabile osservando
che una variazione di }. comporta una variazione
nello stesso senso di (Jtj).
Nota la (20) agevole determinare il valore delle
sollecitazioni (indipendenti da T per le ragioni precedentemente chiarite) in quanto risulta:
a1 _
OS
0<V
^ i
os.
-l
>
n-
S.3
=;
in cui Au calcolabile note che siano le caratteristiche del cilindro in esame (*). Conoscendo pertan(a) L'espressione di An(p) (la quale non giustificata per
brevit), nelle ipotesi a risulta:
MP)
= * J -j~
2
(21)
ove:
Xlj (Pi, Pi) = < / J (pnPi) Yj ((irepi) Jj (npi) Yj) ((inPi) (21")
con V[J) ed V(J) sono definiti in Appendice, potrebbe essere
tabellata senza eccessive difficolt.
campo NI < l, purch le curve corrispondenti sarebbero a derivata sempre crescente, per cui le
tensioni in corrispondenza all'istante T = T0 risulterebbero pi elevate di quelle relative alla semplice rampa, a loro volta superiori a quelle corrispondenti a Y0Pf
QA
-e
-QB
t*
77
(rispetto alla assenza di refrigerazione), che naturahncntc aumentano seppure in misura modesta al diminuire della temperatura del refrigerante.
Giova peraltro, osservare che lo svantaggio
lien maggiore di quanto pu apparire a prima vista,
in quanto, se la temperatura del refrigerante
diversa da quella del vapore, anche a regime sussistono degli sforzi termici a causa della presenza di
un flusso permanente di calore.
Analoghe considerazioni emergono osservando
Je figg. 8a ed 8b sull'influenza del valore di X,v
sulle sollecitazioni relative alla superfcie esterna,
ancorch di lieve entit. Tale risultato non deve
tuttavia trarre in inganno: basta infatti osservare
che, viceversa, in base alla fig. 9, molto sensibili
sono le variazioni provocate da Xw. sugli sforzi
termici relativi alla superfcie interna, tanto da
provocare per )., elevati, tensioni a regime quasi
doppie di quelle corrispondenti alla condizione di
superficie adiabatica.
-r
1 SUPERFICIE
]_ csriinM
09
I-
78
02
cs
V
a. O
2.
ft-c >,3
on
20 _
^'
="
O.2-
01
^.
7/
>
0.1
aa.
0,3
Q4
- - -
t-o
x
-03
-HQ1
I
OS /
C4
06
ca
I
Or
<C 0 3
OA
OS
ai
APPENDICE
Applicazione del teorema di Duhamel nell'ottimazione delie tensioni termiche transitorie in un cilindro indefinito con flusso di calore esclusivamente
radiale.
Con l'impiego dei parametri adimensionali definiti nel testo, l'equazione cui deve soddisfare la
temperatura nel cilindro durante il transitorio diviene:
i se
*e
_*e___L
~ sp* + T"ap~
Le condizioni iniziali siano:
ST
W*=0=FM
'
(A.2)
5) Conclusioni
I risultati ai quali si giunti, e di cui soltanto
i pi significativi sono stati qui riportati, consentono a parere di chi scrive conclusioni generali su un problema certamente importantissimo,
quasi del tutto trascurato nella letteratura tecnica.
Anzitutto stata dimostrata l'esistenza e la
convenienza di una variazione ottima della temperatura del vapore, ai fini di una riduzione delle
sollecitazioni termiche: questo risultato, ad esempio, pur non essendo completamente nuovo [3],
stato ottenuto dallo scrivente con considerazioni
in parte originali e di validit pi generale e tali da
consentire una pi immediata valutazione del
fenomeno dell'esistenza di yop, e della influenza che
su tale valore hanno i diversi parametri Xv, p0 etc.
Inoltre si voluto esaminare l'importanza e gli
effetti di flusso termico in corrispondenza alla superficie interna: al riguardo particolarmente benefica appare l'eventuale possibilit di inviare vapore
caldo nel foro centrale per ridurre, non solo i tempi
per i quali il transitorio si esaurisce, ma anche ed
in notevole misura l'entit degli sforzi termici.
Va ricordato anche che i risultati si riferiscono
al riscaldamento di un rotore: va da s che analoghe
considerazioni si possono ripetere per il raffreddamento (corrispondente ad es. ad una perdita di
carico nel caso di un turboalternatore). Non sono
per state messe in evidenza le relative conclusioni
perch di gran lunga minori sono, in questo caso,
le possibilit di controllo da parte dell'operatore
(che, in genere, pu agire solo chiudendo la valvola
di ammissione del vapore).
Giova infine rilevare che i grafici riportati nella
presente memoria si riferiscono al cilindro indefinito
e sono quindi soggetti a subire modifiche che potrebbero anche risultare di non trascurabile entit
quando, nel caso dell'analisi dei problemi connessi
con il controllo delle sollecitazioni termiche nei
rotori dei grossi gruppi turboalternatori, verr in
un prossimo lavoro esaminata anche l'influenza
di un gradiente assiale di temperatura.
Tabella
cotnenao
.n
cauimo* pm LI >IHMMJI
v(i)
UW
v(y)
UCY)
va>
_ vcy)
Or
VW-O
(9) M<oo
p.o
,sc,1(p)rV5
u{J)
(* + U ) V\J) ([**+ \\)V*{J)
(A.3)
(A.4)
(A.5)
8 = P (Poi) F C
= Vn Jx (p o (*) + X, /<, (Po
V{J) = II J , (ft.) \Jo (ft.)
(A.6)
(A.7)
(A.8)
(*) Le loluzioni negli altri cali li ottengono molto emplicemente imponendo \w => 0(6) ed annullando il coefficiente della funzione di Beasel di seconda specie (e).
79
T) /(0)
\\(?^^)JMLd^
o
.
'
+
(A.10)
(A.12)
Gn =
0
U problema si quindi ricondotto alla determinazione del minimo dei massimi del secondo membro della (A.13), al variare della funzione /(*').
Vcrrano qui considerate due famiglie di curve:
a) spezzata lineare
= Y + i n i T' < T
]
""
(A.14)
II risultato espresso dalla (A.20) appare di notevole importanza perch dimostra che le tensioni
in questo caso risultano costanti e pari al valore di
Yop<-
In realt, per valori prossimi allo 0, la dimostrazione cade in difetto perch le ipotesi assunte alla
base dei calcoli non sono pi accettabili. La curva
delle sollecitazioni differir dalla retta in prossimit dell'origine, ed in particolare avr uno dei due
andamenti indicati in fig. A.l.
Il valore di y effettivamente migliore sarebbe dunque leggermente inferiore a quello definito dalla A
(A.20) ma la ricerca di questa ulteriore approssima-
(A. 15)
7 . . .
Fig. A.I Andamento qualitativo delle sollecitazioni per piccoli valori del tempo.
G,,(P) = ,4 n ( P ) m l/
ToO l/m J a
1mini
(A.21)
da cui, integrando per serie tramite la sostituzione:
T" = -c'jm
+...+
1)
l]
(A.23)
facile verifcare che la (A.23) sempre minore
del termine Bn(5) definito dalla (A.22) (e quindi le
tensioni risultano minori di quelle reali) e maggiore
per qualunque m(8) delle tensioni determinate in
corrispondenza yop( (fig. A.2).
In conseguenza una siffatta variazione di %
sarebbe pi gravosa di quella precedentemente
calcolata.
Simboli impiegati
a
= diffusi t termica [m a /s]
/ (f)
= temperatura del vapore durante
il transitorio
k
= spessore del guscio generico costituente una cella dello schema
analogico [m]
k
= coefficiente di conduzione tarmica [kcal/m hC]
m
= ordine della parabola
r
= raggio [m]
v
= sollecitazione [kp/cm*]
t
= tempo [s]
(*n{9i
J, Y
iV
Pj, Qj, Sj
T
U(Y), V(Y)
(A.8)
Xii (pi, p2)
a
Sn
Q=T/TV
\ =rbnjk
(*
5
P =rjri,
= r a g g i o a d i m e n s i o n a l e p 0 = r a /r(,
P
Y
An{f)
fin(r)
Cn (p)
E
F(p)
=
=
=
=
pedici
a
b
interno
esterno
riferimento ad un particolare transitorio / (T)
indice generico
medio
81
XA
li
82
[2] Carslaw H.S. e Jaeger - Conduction of heat in solids Oxford Clarendon Press 1959.
[3] EndreBW.-Contrainteaapparaissantaucours de Vchaulfement de cyhndres creux a paroi paisse - Revue BrownBoveri - janvier 1958.
[4] Rogers A.E. e Connolly T.W. - Analog computation in
engineering design - Me. Graw-Hill 1960.
[5] Stecco S. - Problemi termici transitori nei rotori dei grossi
turboalternatori - (di prossima pubblicazione sulla Rivista di Ingegneria ).
[6] Strub R.A. - Regime transiioire dea temperatures et dea
tensions thermiquea dans un cylindre - Numero de Rcherches Sulzer 1961.
N.B. - Vedasi anche la bibliografia riportata in [5].
Premessa
Intendendo svolgere una serie di ricerche sperimentali sulla trasmissione de] calore per convezione
in fluidi entro condotti, abbiamo pensato di realizzare un dispositivo sperimentale atto ad affrontare
l'indagine con l'esecuzione di un numero relativamente limitato di prove.
Tale dispositivo consiste essenzialmente in un
trasformatore il cui secondario (realizzato on tubo
in acciaio) in corto circuito percorso dal fluido
a cui si cede calore. Regolando la portata del fluido
*: la potenza fornita al primario de] trasformatore,
il fluido da esaminare, dopo aver percorso il secondario, esce dal condotto con le caratteristiche
volute. Dal punto di vista operativo si dispone
quindi di un condotto in cui la quantit di calore
fornita per unit di lunghezza costante e le cui
spire non sono sotto tensione. Inoltre la messa a
regime del sistema assai rapida essendo il volano
d'acqua notevolmente piccolo.
All'inizio lo scopo del lavoro era soprattutto di
indagare sulla trasmissione di calore in fluido evaporante e intendiamo proseguire in questo senso.
Per adesso, ci siamo per limitati ad esaurire ]e
(*) Ass. ord. 1st. Fisica Gei, ed Applicata, Universit
di Pisa.
una vista complessiva. Come si pu notare, il serpentino (secondario del trasformatore) chiuso elettricamente, nella parte superiore da un blocco a cui
83
Fig. 2
Sul serpentino sono state saldate, a intervalli
regolari, 10 termocoppie con riferimento in ghiaccio
che forniscono le temperature di parete.
Due termocoppie poi, all'inizio e alla fine del
serpentino, anch'esse con riferimento in ghiaccio,
consentono il rilevamento della temperatura della
acqua sull'asse del condotto. Queste ultime, unitamente alla misura della portata d'acqua eseguita
per pesata, consentono di calcolare la potenza assorbita dal secondario e quindi di determinare il
rendimento di questa specie di caldaia ad induzione.
Tutte le misure eseguite con termocoppie in ferrocostantana sono state registrate su uno strumento
di tipo potenziometrico.
Risultati
I risultati delle prove eseguite con acqua distillata sono riportati nei grafici di fig. 3, 4, 5, 6. Per
essi in ascisse riportata la lunghezza progressiva
del condotto in cm e in ascisse le temperature in C.