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Parte 1
Trasformatore monofase
www.die.ing.unibo.it/pers/mastri/didattica.htm
(versione del 10-12-2013)
Schema di principio
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Flussi di induzione magnetica (2)
Equazioni interne
● Circuito primario
d c1 di d
v1 (t ) R1 i1 (t ) R1 i1 (t ) Ld 1 1 N1
dt dt dt
R1 resistenza dell’avvolgimento primario
● Circuito secondario
d c 2 di d
v 2 (t ) R2 i 2 (t ) R2 i 2 (t ) Ld 2 2 N 2
dt dt dt
R2 resistenza dell’avvolgimento secondario
● Circuito magnetico
N1 i1 N 2 i 2 R
R riluttanza del nucleo
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Equazioni in condizioni di regime sinusoidale
● Ipotesi
Il primario è alimentato da una tensione v1(t) sinusoidale
Il secondario è collegato a un carico lineare
E’ possibile trascurare gli effetti non lineari nel nucleo
In condizioni di regime tutte le grandezze dipendenti dal tempo
variano con legge sinusoidale
E’ possibile applicare la trasformata di Steinmetz alle equazioni
interne
V1 ( R1 jLd 1 )I1 jN1Φ
V2 ( R2 jLd 2 )I 2 jN 2Φ
N 1 I 1 N 2 I 2 RΦ
● Nel modello sviluppato fino a a questo punto si è tenuto conto solo degli
effetti dissipativi dovuti alle resistenze degli avvolgimenti
“perdite nel rame”
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Correnti parassite (1)
● Induzione magnetica B uniforme, ortogonale alle sezioni trasversali e
variabile con legge sinusoidale
B(t ) BM cos t
● Si può pensare che in ogni sezione trasversale del nucleo esistano dei
circuiti elettrici elementari
● Se S indica l’area della sezione racchiusa da un circuito elementare, il
flusso concatenato è
SBM cos t
Forza elettromotrice indotta
d
e SBM sen t EM sen t
dt
Se R è la resistenza di un circuito elementare,
la potenza media dissipata in un periodo è
1 EM2 2 S 2 BM2
Pd
2 R 2R
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pCP K CP f 2 BM2
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Perdite per isteresi
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Rappresentazione delle perdite nel ferro
● Per tenere conto delle perdite nel ferro si può modificare il modello
introducendo un terzo avvolgimento fittizio caricato da una resistenza Rf
● Il valore della resistenza e il numero di spire dell’avvolgimento vanno
scelti in modo che la potenza dissipata su Rf coincida con la potenza
dissipata a causa delle perdite nel ferro
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Trasformatore ideale (1)
v1 (t ) K v 2 (t )
1
i1 (t ) i 2 (t )
K
N1
K rapporto di trasformazione (rapporto spire)
N2
Potenza assorbita
1
p(t ) v1 (t ) i1 (t ) v 2 (t ) i 2 (t ) K v 2 (t ) i 2 (t ) v 2 (t ) i 2 (t ) 0
K
La potenza assorbita a primario viene trasferita integralmente in
uscita al secondario
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Trasformazione dell’impedenza di carico
2
N N N
V1 1 V2 V1 1 Z C I 2 1 Z C I1
N2 N2 N2
N2
I1 I2 2
N1 V N
Z eq 1 1 Z C
V2 Z C I 2 I1 N 2
L’impedenza equivalente ai terminali del primario di un trasformatore
ideale con il secondario caricato da un impedenza ZC è pari all’impe-
denza di carico moltiplicata per il quadrato del rapporto spire
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V2 1 V2 ZI 2
N1 N 2
V1 N N
N2 N2 V1 1 V2 1 ZI1
2
N2 N
N
I 2 1 I1 V
N2 1
N2 N V
I1 I2 2 I 2 2 N2 V1
N1 N1 Z I1 I2 2
N1 Z
N1
N
V2 2 V1 I N
N1 1 2
N1I1 N 2 I 2 R jK f Φ
N2
I1 I 2 I I a
N1
Corrente magnetizzante
RΦ
I
N1
La corrente magnetizzante coincide con la corrente che circolan-
do nell’avvolgimento primario con I2 0 produrrebbe il flusso
N1I RΦ
Corrente attiva
Kf
I a j Φ
N1
La corrente attiva determina le perdite nel nucleo
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Corrente magnetizzante e corrente attiva (2)
V1 ( R1 jLd 1 )I1 E1
N2 E’ possibile rappresentare
V2 ( R2 jLd 2 )I 2 E1
N1 queste equazioni mediante
un circuito equivalente
N2 1 1
I1 I 2 I I a j E1
N1 R0 X0
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Circuito equivalente (2)
V1 ( R1 jLd 1 )I1 E1
N2
V2 ( R2 jLd 2 )I 2 E1
N1
N2 1 1
I1 I 2 I I a j E1
N1 0
R X 0
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N12 N1
R12 R2 2 V12 V2
N2 N2
Si utilizza la proprietà di
trasferimento dell’impedenza
N12 N2
Ld 12 Ld 2 2 I12 I 2
N2 N1
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Circuiti equivalenti semplificati (1)
N12
R1cc R1 R12 R1 R2 2
N2
N12
L1cc Ld 1 L12 Ld 1 Ld 2 2
N2
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N 22 N 22
R2 cc R1cc 2
R1 2 R2
N1 N1
N 22 N 22
L2 cc L1cc Ld 1 2 Ld 2
N12 N1
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Circuiti equivalenti semplificati (3)
● Se I0 è trascurabile rispetto a
I1 (come avviene in generale
per un trasformatore in condi-
zioni nominali) è possibile sem-
plificare ulteriormente i circuiti
equivalenti eliminando il ramo
formato da R0 e X0
reti equivalenti di Kapp
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Indipendenza del flusso dalle condizioni di carico
● Dato che in genere i(t) è piccola rispetto alle altre correnti, in prima
approssimazione è possibile trattarla come sinusoidale, attribuendole
un valore efficace pari a quello della corrente distorta
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Distorsione della corrente magnetizzante (2)
t
i
i
t
33
i
it
fondamentale
3a armonica 5a armonica
34
Distorsione della corrente magnetizzante (4)
35
t
i
t 36
Distorsione della corrente magnetizzante (6)
i i t
it
iht
37
38
Distorsione del flusso (2)
i i
t
t
39
fondamentale
t
3a armonica 5a armonica
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Dati di targa
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i0 % cos 0
P0 Sn
100
Q0 P0 tan(arccos 0 )
V12n
R0
P0
V12n
X0
Q0
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Prova in cortocircuito (1)
● Se il secondario è chiuso in cortocircuito V2 = 0 V12 = 0
● L’impedenza R0 X0 è in parallelo con l’impedenza R12 Ld12
R0 e X0 possono essere trascurate perché normalmente R12 e Ld12
sono molto piccole
Corrente del primario
V1 V1
I1
R1 jLd 1 R12 jLd 12 R1cc jL1cc
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Prova in cortocircuito (3)
Sn Sn
I1 n I2n
V1n V20
P P
R1cc cc2 R2 cc 2cc
I1 n I 2n
Q Q
X 1cc 2cc X 2 cc 2cc
I1 n I2n
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Triangolo di cortocircuito
● Il funzionamento dei due circuiti equivalenti può essere rappresentato
mediante i seguenti diagrammi fasoriali
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Caduta di tensione (1)
● La caduta di tensione è definita come differenza tra i valori efficaci
della tensione del secondario a vuoto e a carico
V V20 V2
● La caduta di tensione percentuale è definita dalla relazione
V20 V2
V % 100
V20
● Per ottenere una valutazione approssimata della caduta di tensione si
può fare uso alla rete equivalente di Kapp riferita a secondario
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Rendimento
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Rendimento convenzionale (1)
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Rendimento convenzionale (3)
● Si assume che sia fissato il valore del fattore di potenza
● Si può verificare che al variare del valore efficace della corrente il
rendimento è massimo quando
d C PFe
0 I2 R2cc I 22 PFe
dI 2 R2cc
cioè quando le perdite nel rame e nel ferro sono uguali
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● Spesso per trasferire energia tra due linee si utilizzano due o più
trasformatori collegati in parallelo
Se il carico è variabile, utilizzando un solo trasformatore dimensio-
nato in funzione della potenza massima, si potrebbero avere periodi
in cui la potenza è molto inferiore alla potenza nominale ( basso
rendimento)
In questo caso conviene utilizzare più trasformatori che possano
essere inseriti progressivamente in parallelo tra loro all’aumentare
della potenza richiesta
In questo modo i trasformatori lavorano in condizioni più vicine a
quelle nominali ( migliore rendimento)
Inoltre la presenza di più trasformatori in parallelo consente di
garantire la continuità del servizio se è necessario scollegare uno
dei trasformatori per guasto o per manutenzione
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Parallelo di trasformatori (2)
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Parallelo di trasformatori (4)
● Le prime due condizioni impongono che si annulli la f.e.m. totale
agente nella maglia formata dai secondari dei trasformatori
● Questo consente di evitare che nel funzionamento a vuoto nella
maglia circoli una corrente che darebbe luogo a dissipazione
anche con potenza erogata nulla
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I 2 I 2a I 2b
I 2a Z cc2b
Z cc2a I 2a Z cc2b I 2b
I 2b Z cc2a
● A parità di valori efficaci delle correnti I2a e I2b, il valore efficace della
corrente nel carico è massimo quando le correnti sono in fase tra loro
● In questo caso risulta
I 2 I 2a I 2b
● Se inoltre si impone che entrambi i trasformatori funzionino a pieno
carico, e quindi che le correnti abbiano i valori nominali, deve valere la
condizione
Z cc2b I 2 na
Z cc2a I 2 nb
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Parallelo di trasformatori (6)
● Il rapporto tra le impedenze Z2cca e Z2ccb deve essere reale, quindi per
le loro parti reali e le loro parti immaginarie devono valere le condizioni
R2 cca I 2na R2 ccb I 2 nb
X 1cca I 2na X 1ccb I 2 nb
I trasformatori devono avere triangoli di cortocircuito uguali e quindi
tensioni di cortocircuito uguali
fattori di potenza di cortocircuito uguali
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