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 Il Tempio di Cerreto Sannita e il mistero

del suo culto la soluzione potrebbe essere


scritta fra le stelle

 Etimologia di Cerreto Sannita

Claudio Conte
Il Tempio di Cerreto Sannita e il mistero del suo culto
la soluzione potrebbe essere scritta fra le stelle

Il Tempio italico di Cerreto Sannita (BN) e un tempio molto


particolare, situato a circa 560 metri di quota, e incastonato alle
pendici del Matese Sud Orientale. Ponendosi all’ingresso del tempio,
dando le spalle al portone dell’attuale chiesa della Madonna della
Libera, costruita sui suoi ruderi, vediamo ad ovest il Monte Cigno ed a
Est i monti che dominano e separano Cerreto da Morcone. Di fronte si
vede in lontananza ma non troppo, il Massiccio del Taburno-
Camposauro e le colline che dal Tempio, degradano fino alla Valle
Telesina nella porzione dove essa comincia a restringersi stretta fra il
Taburno e la montagna di Guardia - San Lupo, prima di aprirsi
nuovamente alla fine del Taburno in direzione di Benevento. Il Tempio
ha un orientamento unico fra quelli italici, il suo Azimut, ossia l’angolo
che si ottiene tracciando una retta immaginaria parallela alle sue
pareti piu lunghe e passante per il centro del tempio e pari a 162°,
molto piu vicino al Sud rispetto a tutti gli altri templi italici noti, per i
quali l’orientamento varia dai 100° di Pietrabbondante (IS) ai 158° di
Vastogirardi (IS). Ma il vero mistero e lo scopo principale di questo
lavoro, e contribuire ad individuare a quale divinita pagana fosse
dedicato l’antico edificio sacro.
Al momento attuale due sono le ipotesi che sono state avanzate
riguardo l’identita dei culti possibili, una vorrebbe che la divinita fosse
la Dea Flora e l’altra la Dea Mefite. Entrambe, in mancanza di elementi
storico documentali o archeologici, si basano su supposizioni e
interpretazioni personali e quindi, per forza di cose, generiche e poco
attendibili. In questa ricerca, ho cercato di partire dall’analisi di
diversi elementi chiave e certi, che elaborati singolarmente potessero
convergere tutti insieme su un’unica soluzione plausibile.
Questi elementi di partenza sono:

1. L’azimut del tempio di 162°

2. Il nome dell’attuale chiesa che ingloba il tempio: La


“Madonna della Libera”

3. Il nome della città dove ricade il tempio: Cerreto

4. Il nome della Località ove si trova il tempio: Campo dei Fiori


1. Osservazioni riguardo l’azimut di 162°

 L’ azimut del tempio non e collegabile a fenomeni solari (alba,


tramonto o zenit durante i solstizi o gli equinozi)
 Probabilmente riconducibile a qualche STELLA O COSTELLAZIONE
visibile nel periodo primaverile o estivo dato che la societa sannita e
non solo sannita, era fondamentalmente legata a pratiche agresti e
pastorali che si svolgevano principalmente in tali periodi.
 La Stella o la Costellazione deve presentare fenomeni particolari,
speciali ed unici, che compaiono in date fisse durante l’anno e dal
significato altamente simbolico e ripetibili nell’anno successivo

A questo punto, da non astronomo, ho cominciato ad indagare su quali


fossero le costellazioni visibili nel periodo primavera-estate di circa
2137 anni fa (anno di riferimento il 120 a.C), e successivamente quali
fossero quelle maggiormente visibili durante il periodo d’interesse e
molto meno in inverno. Delle 12 costellazioni che compaiono nel
periodo primavera - estate solo 3 sono tipicamente di questa
stagionalita e meglio osservabili proprio nella primavera di quel
periodo storico. Esse sono la Costellazione del Leone, La chioma di
Berenice e la Costellazione della Vergine.
Fra queste quella che piu ha stimolato il mio interesse, e stata la
costellazione della Vergine, poiche nel periodo a cui facciamo
riferimento, ossia IV-I secolo a.C e quella che disegna nella volta
celeste, col suo moto apparente da Est ad Ovest, l’arco piu ampio e
intero a cominciare dal mese di marzo dell’anno di riferimento -120,
rimanendo presente per tutte le notti a seguire fino alla fine del mese
di agosto, precisamente fino al 25-26 agosto, quando la stella Spica
compare e immediatamente scompare al tramonto del sole per poi
farsi rivedere distintamente, alla primavera successiva. Date queste
che ben si conciliano con l’inizio e la fine delle attivita agricole
.
La costellazione della vergine

La Vergine e forse la costellazione piu vecchia nota agli antichi e che


veniva denominata gia col medesimo nome. Essa rappresenta La
Grande Madre raffigurante Demetra per i Greci, oppure Cerere per i
romani e Kerres per i sanniti e gli italici in generale. Cerere e la Dea
della fecondazione e della fertilita della terra ha nella mano il simbolo
della vita, la stella Spica che in latino, significa Spiga in riferimento al
grano.
Spesso la costellazione della Vergine e associata anche alla figlia di
Cerere: Kore – Persefone, Dea duale, della Primavera per 6 mesi
all’anno e del Regno dei morti per i restanti 6. Proprio come la
costellazione della Vergine che si rende visibile nei mesi primaverili
per poi scomparire alla fine dell’estate. Il riapparire della Costellazione
nei cieli notturni di marzo ad Est, emergendo dall’orizzonte, coincide
con il mito del ritorno della Dea Kore, che riemergeva sulla Terra dalle
profondita degli Inferi, per ricongiungersi alla madre che finalmente,
ricolma di gioia per il ritorno della figlia, riprendeva a far fruttificare i
campi dopo il periodo di sterilita egelo invernale che rifletteva il suo
dolore per la separazione forzata dalla figlia mentre costei dimorava
nell’Ade col nome di Persefone.
La costellazione della Vergine e da sempre raffigurata come una donna
che porta in mano un fascio di spighe a sottolineare la correlazione
alla dea Cerere.

Costellazione della Vergine La Dea Cerere

Tra il 7 e l’8 marzo nei cieli del periodo di riferimento, avveniva un


fenomeno particolare che si ripeteva una volta all’anno. La stella
Spica «sorgeva» esattamente all’orizzonte ad Est mentre il Sole
era in fase di tramonto ad Ovest, questo fenomeno prende il nome di
Levata Acronica. Precisamente la stella diventa visibile in quella fase
del crepuscolo definito « nautico», ovvero quel momento del tramonto
di debole luminosita solare residua che gli antichi navigatori
utilizzavano per calcolare la propria posizione osservando, oltre le
stelle piu luminose gia chiaramente visibili dalle prime fasi del
tramonto, anche le altre fondamentali un po’ meno luminose e che si
rendono riconosibili solo quando la luce solare residua e molto debole
ma che ancora permette di distinguere “l’orizzonte”, ossia la linea che
separa il cielo dal mare, come una unica fascia scura.
«Levata acronica» della stella Spica della costellazione della
Vergine in data 7 marzo anno 120 a.c. ore 18:43 Località Madonna
della Libera Cerreto Sannita (BN)

Dal Tempio di Cerreto pero, a causa dell’impedimento visivo dovuto


alla presenza delle montagne che occludono la visuale ad Est, non era
possibile osservare il fenomeno della Levata acronica di Spica, ma era
comunque possibile stabilire il giorno esatto nel quale esso si
verificava, in quanto solo in quel giorno speciale la Stella , percorrendo
l’arco ideale nel cielo notturno da Est ad Ovest, al pari di quello che
traccia idealmente di giorno il Sole, si trovava esattamente alla
Mezzanotte ad un azimut di 162°, cioè proprio sulla linea di
orientamento del Tempio. Nelle due figure seguenti la prima è
puramente descrittiva, mentre la seconda è tratta da una simulazione
del software Stellarium e riporta tutti i dati astronimici.
2. OSSSERVAZIONI RIGUARDO IL NOME DELL’ATTUALE CHIESA
CHE INGLOBA IL TEMPIO: MADONNA DELLA LIBERA

Nel 496 a.C per ordine dei Libri sibillini, che i romani sembrerebbe
avessero acquistato dalla famosa Sibilla Cumana, la triade delle
divinità greche Demetra, la figlia Kore e Diòniso furono trasposte nei
nomi latini rispettivamente in: Cerere, Persefone chiamata anche
“Libera” e il dio Libero.
La Dea Libera divenne così la Dea latina corrispondente a
Persefone regina dell’Ade durante i 6 mesi invernali e
contemporaneamente, nei 6 mesi successivi era l’omologa Kore dea
della primavera e dell’agricoltura
Potrebbe quindi essere probabile che il “culto della Madonna della
Libera si sia sovrapposto a quello della dea pagana “Libera” correlata
al culto principale della madre Cerere alla quale il Tempio era
dedicato.
Queste considerazioni scaturiscono dal fatto che Il culto di Cerere e
inscindibile dalla figlia Libera in quanto la terra non dara frutti se non
quando la dea Libera non risalira dal Regno dei morti. Cerere non puo
far fruttificare la terra se non quando ella tornera a gioire insieme alla
figlia Libera.
Supporre che il tempio di Cerreto sia stato votato a Cerere risiede
anche dalla presenza di molte coincidenze toponomastiche
descritte di seguito.

CONSIDERAZIONI ETIMOLOGICHE DEL NOME DI CERRETO


La prima considerazione e che il Tempio si trova in un paese dal nome
Cerreto, che nell’etimologia del proprio nome Cerr-eto contiene la
stessa radice della divinita agreste Cer-ere latina (da cui il nome
cereali) o Kerr-es italica. Particolare e la coincidenza che il luogo in cui
fu trovata la tavola di Agnone fosse presso il Monte Cerr-o dove
probabilmente si trovava il Recinto sacro e il santuario dedicato Cer-
ere e dove oltre alla dea, venivano venerate anche altre divinita
principalmente cer-ealicole.
Inoltre c’e una chiesa della Madonna della Libera in Abruzzo e
precisamente a Pratola Peligna in provincia dell’Aquila, che si trova
alle falde del Monte «Cerr-ano» nome anch’esso ricollegabile
etimologicamente ad un antico culto di Cerere. Le coincidenze dei due
culti delle Madonna della Libera di Cerreto Sannita e quello presso
Monte Cerrano di Pratola Peligna, mi fanno supporre che entrambi
abbiano sostituito una precedente devozione alla Libera pagana, dea
agreste della fecondita, venerata spesso insieme alla madre Cerere
come avveniva ad esempio in tutta quella che fu la Magna Grecia. Il
nome di Cerreto quindi, potrebbe derivare proprio dal culto di Cerere
e l’attuale chiesa della Madonna della Libera si ricollegherebbe
all’antico culto di Libera che, in tutta la Magna Grecia, rappresentava
Kore la «Dea della primavera».
La trasposizione di Libera da Kore, compiuta dai romani, potrebbe
collegare il toponimo del luogo dove sorge il tempio, chiamato
«Campo Dei fiori» proprio alle qualita caratterizzanti principali della
dea, quale l’essere la portatrice della primavera e dei fiori.

"Io sono Kore: la giovinezza, l’innocenza, la leggerezza.


Sono la Dea del Fiore, una stagione nella natura e nella vita di
ogni donna.
Io ho conosciuto l’oscurità dell’Ade, ho assaggiato i chicchi della
melagrana ritrovando così il mio nome: Persefone, la
Terribile,Silenziosa Signora del Regno dei Morti.
Solo dopo aver varcato la soglia del buio,
traversato il mondo delle ombre, posso risalire alla luce
tenendo fra le mani la sacra melagrana,
simbolo dell’eterno ritorno" (Omero).
 C’e’ un ulteriore particolarita riguardo l’orientamento atipico
dell’antico Tempio.
Abbiamo visto che esso e orientato alla stella Spica esattamente alla
mezzanotte del 7 Marzo, giorno della Levata acronica della stella e che,
quella data, probabilmente poteva segnare l’inizio del periodo della
semina dei cereali.
Potrebbe inoltre essere plausibile l’ipotesi che in quel giorno, o meglio
quella notte fra il 7 e l’8 marzo e forse anche per qualche altra notte
successiva, si accendessero dei fuochi «sacri» con funzione certamente
religiosa, ma anche allo scopo di avvertire le popolazione delle valli
sottostanti, della venuta della Dea «Libera» e di conseguenza della
ripresa fruttificatrice della madre Cerere che avrebbe ridato fertilita ai
campi e quindi segnalava l’inizio dei lavori per la semina. Quei fuochi
sicuramente sarebbero stati visibili a chilometri di distanza dal
Tempio, ma credo che principalmente dovessero essere osservabili al
villaggio oppure ai villaggi, ai quali il tempio era di pertinenza. Quindi
probabilmente il nucleo “urbano” sannita principale, la Cerreto
originaria potrebbe trovarsi lungo l’azimut del tempio di Cerere.
Ebbene se si prolunga la linea dell’orientamento del Tempio lungo il
suo angolo di 162°, essa intercetta esattamente un luogo speciale per
la storia di Cerreto, ovvero la Cerreto Vecchia, la citta che si ritiene
fosse stata fondata nell’XI sec dagli “esuli” di Telesia costretti ad
abbandonare la propria citta distrutta dalle contese delle dinastie
normanne sul meridione d’Italia. La Cerreto Vecchia venne
successivamente rasa al suolo dal tremendo sisma del 1688 e poi
ricostruita in un altro luogo poco piu a valle e che costituisce l’attuale e
bellissima citta di Cerreto Sannita. La coincidenza fra l’orientamento
del Tempio e la Vecchia Cerreto, potrebbe anche suggerire l’ipotesi che
la fondazione nel periodo normanno di quella citta, altro non e che una
ri-fondazione sulle vestigia di un centro “urbano sannita” preesistente
e che quel luogo conservasse il toponimo originario di Cerreto in
quanto ricordo di citta sannita votata al culto della dea Cerere.
Il Tempio e’ orientato in direzione della Cerreto Vecchia distrutta dal
terremoto del 1688

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