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• A partire dagli anni ’70 la volatilità delle valute è divenuta una componente strutturale del sistema economico internazionale.
• Questo elemento condiziona gli equilibri delle imprese sotto i profili
– finanziario, esponendole a rischi di cambio e di tasso di interesse;
– reale, influenzando i comportamenti della domanda e la convenienza economica a produrre in determinati ambiti geografici.
• La dinamica del sistema monetario internazionale è determinata da diverse forze che condizionano i flussi di domanda e di offerta di valute. Gli equilibri
che ne derivano non sono influenzabili da nessuno dei partecipanti al mercato e la loro dinamica rappresenta una fonte di rischio non controllabile.
• La conoscenza degli elementi alla base degli equilibri monetari internazionali è quindi fondamentale per chi si occupa di finanza aziendale internazionale
(international corporate finance).
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Il presente capitolo richiama il contenuto di analogo corso tenuto dal Prof.A.Bertoni.
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• I cambi fra le valute risultavano quindi predeterminati sulla base dei rapporti di cambio fissati dalle Banche centrali.
• Ogni moneta nazionale aveva un contenuto di oro fissato per legge: una sterlina era rappresentata da 7,322 gr. d’oro, un dollaro americano da 1,505 gr.
D’oro, quindi il cambio della sterlina in dollari era di 4,865. Non tutte le monete erano però convertibili in oro, la lira italiana ad esempio doveva essere
prima convertita in una valuta convertibile (ad as. Sterlina, Dollaro, Marco…) e successivamente convertita in oro.
• In realtà non tutti i paesi adottarono il Gold Standard: molti paesi dell’Asia continuarono a mantenere l’argento come valuta principale (in ragione del fatto
che possedevano maggiori scorte di tale metallo prezioso).
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Fine degli accordi di Bretton Woods
Cause della crisi degli accordi:
• la crescita della massa monetaria in dollari non poteva soddisfare contemporaneamente le esigenze interne dell’economia USA e quelle esterne del
commercio internazionale,
• le riserve auree detenute dagli Stati Uniti raggiunsero il picco del 78% di tutte le riserve mondiali nel 1967, ma scesero al 21% nel 1971 (il finanziamento
del Vietnam del Sud nella Guerra del Vietnam “brucia” molte delle risorse degli USA),
• la ripresa post bellica dell’Europa e del Giappone è molto più repentina di quanto avessero previsto gli americani.
Nel periodo 1971-1973 gli USA abbandonarono la piena convertibilità del dollaro, decretando la fine degli accordi del 1944
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Il Sistema monetario Europeo e l’EURO
• A partire dal 1 gennaio 2002 le valute nazionali di 12 dei 15 paesi appartenenti all’unione europea sono state sostituite dall’EURO.
• L’introduzione fisica dell’EURO è solo l’ultimo di una serie di passaggi pianificati al fine di:
– far convergere le economie dei Paesi aderenti;
– costituire una banca centrale capace di condurre una politica monetaria unitaria;
– omogeneizzare le dinamiche economiche future dei singoli paesi partecipanti all’accordo.
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– Purtroppo, la dinamica dei cambi dell’euro è particolarmente volatile, come dimostra il grafico di
seguito.