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Schede Difettologiche

8. Schede Difettologiche

La parte centrale del Metodo della All’interno della scheda sono elenca-
Valutazione Numerica dello stato di de- ti:
grado MVN, consiste nelle Schede Difet- - la descrizione del difetto;
tologiche. - le cause che lo producono;
Sono lo strumento essenziale per - le correlazioni con altri difetti;
procedere nelle ispezioni visive: facilita- - gli interventi da effettuare;
no l’individuazione dei difetti e la com- - delle eventuali note;
prensione delle cause che li hanno pro- - le indagini sperimentali necessarie;
vocati. - i riferimenti bibliografici.
Le schede difettologiche contengono,
come riferimento, i parametri valutativi La numerazione delle schede difetto-
da assegnare per ogni singolo stato di logiche è progressiva, risultando tuttavia
degrado nel momento in cui si deve pas- le stesse suddivise per materiali diversi
sare dall’individuazione alla valutazione. (calcestruzzo, muratura, acciaio, legno).
Da questo momento, la relazione tra le Sono inoltre adottate le Schede di
schede difettologiche e le schede di valu- Completamento per l’intera struttura
tazione diventa evidente: infatti, per as- ponte, riferite agli elementi di continuità
segnare il valore ai coefficienti, si fa rife- (giunti), agli elementi accessori (parapet-
rimento alle schede difettologiche, dove ti, pali di illuminazione, scarichi, ecc.), a-
tali valori sono riportati con la spiegazio- gli elementi di appoggio (rulli, pendoli,
ne sintetica sulle modalità di scelta. ecc.).
Ogni singola scheda consente di arri-
vare all’individuazione dei difetti attra-
verso alcune immagini di riferimento che
ne possono facilitare il riscontro.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 88
Schede Difettologiche

MACCHIE DI UMIDITA’ PASSIVA 1.1


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
1 presente superficie superficie
Sempre = 1

DESCRIZIONE In ogni caso va verificata l’eventuale presenza di Fes-


Deriva dalla penetrazione dell’acqua di origine me- sure (difetti 1.14÷1.18).
teorica attraverso il calcestruzzo. Si presenta con
tracce di calcio rilasciate sulla superficie, che delimi- INTERVENTI
tano un’area di colorazione diversa dal materiale in- Se il fenomeno è contenuto, è sufficiente prevedere
tegro. Per umidità passiva si intende il fenomeno e- un trattamento superficiale di protezione cementizia
stinto e del quale restano tracce di vecchie macchie contenente inibitori di corrosione. Nei casi più gravi
biancastre (es. negli impalcati impermeabilizzati di potrà essere necessario procedere alla sostituzione
recente). del copriferro come indicato nella scheda Distacco
del copriferro – 1.5, fermo restando che giunti, scari-
CAUSE chi e impermeabilizzazioni siano già stati ripristinati
Sono di origini molteplici e legate a pregressi: nella loro funzionalità.
• mancanti o errati convogliamenti delle acque,
• carenze nell’impermeabilizzazione, NOTE
• scarichi insufficienti o deteriorati, Indagini:
• scarichi che hanno convogliato l’acqua diretta- - Misura dell’umidità mediante igrometro – 4.6
mente su parti strutturali, - Analisi dello ione cloro – 5.12.
• giunti inidonei o deteriorati,
• scossaline carenti o mancanti. Riferimenti bibliografici: (11), (23)

CORRELAZIONI
Le macchie di umidità rappresentano la prima fase di
uno stato di degrado che prelude al Cls dilava-
to/ammalorato – 1.3.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 89
Schede Difettologiche

MACCHIE DI UMIDITA’ ATTIVA 1.2


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
4 presente superficie superficie
Sempre = 1

DESCRIZIONE Se l’acqua proviene dalle guaine di alloggiamento dei


Deriva dalla penetrazione dell’acqua di origine me- cavi di precompressione, il fenomeno è riconducibile
teorica attraverso il calcestruzzo. Si presenta con a Umidità dall’interno – 1.27.
tracce di calcio rilasciate sulla superficie, che delimi- Il difetto può essere concomitante con altri stati di
tano un’area di colorazione diversa dal materiale in- degrado, quali Armatura ossidata – 1.6, e Lesioni a
tegro. Per umidità attiva si intende un fenomeno le- ragnatela modeste – 1.13.
gato a fattori meteorologici, con evidenti segni di In ogni caso va verificata l’eventuale presenza di Fes-
infiltrazione, tracce di scolo e presenze di efflore- sure (difetti 1.14÷1.18).
scenze e/o stalattiti.
INTERVENTI
CAUSE Si deve procedere alla sostituzione del copriferro
Sono di origini molteplici e tuttora presenti, legate a: come indicato nella scheda Distacco del copriferro –
• mancato o errato convogliamento delle acque, 1.5, previo intervento di ripristino di giunti, scarichi e
• carenze nell’impermeabilizzazione, impermeabilizzazioni.
• scarichi insufficienti o deteriorati,
• scarichi che convogliano l’acqua direttamente su NOTE
parti strutturali, Indagini:
• giunti inidonei o deteriorati, - Misura dell’umidità mediante igrometro – 4.6
• scossaline carenti o mancanti. - Analisi dello ione cloro – 5.12.

CORRELAZIONI Riferimenti bibliografici: (11), (23)


Le macchie di umidità rappresentano la prima fase di
uno stato di degrado che prelude al Cls dilava-
to/ammalorato – 1.3.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 90
Schede Difettologiche

CLS DILAVATO / AMMALORATO 1.3


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
2 presente superficie superficie
Sempre = 1

DESCRIZIONE portare a una riduzione della sezione resistente del


Tali fenomeni sono generati dalla percolazione di calcestruzzo, molto pericolosa nel caso si sviluppi su
acque superficiali. Si presenta prevalentemente sulle elementi portanti primari.
superfici verticali o inclinate prive di gocciolatoio. Inoltre, nelle armature completamente scoperte, si
Col termine dilavato si intendono colamenti sulla su- ha la riduzione della sezione dell’armatura
perficie e/o l’erosione della parte superficiale, men- per ossidazione e corrosione – Armatura ossida-
tre con ammalorato ci si riferisce ai fenomeni di ri- ta/corrosa 1.6 per il c.a. e Riduzione armatura di pre-
gonfiamento superficiale del cls, scagliamento, di- compressione – 1.26 per il c.a.p..
stacchi locali, ecc.. Talvolta sono anche presenti
tracce derivanti dall’ossidazione delle armature. INTERVENTI
Poiché la frequenza del difetto deriva dalla mancan-
CAUSE za o carenza nel convogliamento delle acque meteo-
La presenza di ambiente umido, con passaggio con- riche, è necessario prevederne il ripristino della fun-
tinuo di acqua, esalta il fenomeno nel caso di calce- zionalità.
struzzi particolarmente porosi. Il degrado per amma- Quando il difetto è particolarmente intenso ed este-
loramento è inoltre dovuto a fenomeni di carattere so si dovrà prevedere, su tutta la superficie
chimico sulle armature (carbonatazione del coprifer- dell’elemento interessato, la sostituzione del copri
ro o attacco da cloruri), aggravato da fenomeni fisici ferro con le modalità indicate nella scheda Distacco
(cicli di gelo e disgelo) e legato anche alle caratteri- del copriferro – 1.5.
stiche ambientali (classi di esposizione).
NOTE
CORRELAZIONI Indagini:
Le Macchie di umidità attiva – 1.2 sono una fase an- - Misura dell’umidità mediante igrometro – 4.6
teriore del degrado per ammaloramento. - Analisi dello ione cloro – 5.12.
La fase successiva, in caso di mancato ripristino, può
Riferimenti bibliografici: (1), (11), (23)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 91
Schede Difettologiche

VESPAI 1.4
Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la Solo Vista Inerte
2 presente superficie superficie superficiale dell’inerte distaccabile

DESCRIZIONE INTERVENTI
E’ un difetto molto evidente che si presenta con e- • Idrodemolizione dei calcestruzzi per tutta la pro-
sposizione dei granuli dell’inerte non perfettamente fondità del fenomeno.
avvolti nelle parti fini dell’impasto, con possibile di- • Ripristino e pulizia delle eventuali armature sco-
stacco anche manuale dei granuli stessi. Il difetto si perte.
può presentare anche su superfici non estese. • Ricostruzione dello strato di calcestruzzo aspor-
tato con malta o betoncino reoplastico, secondo
CAUSE le tecniche indicate nella scheda Distacco del co-
Il fenomeno, facilitato nel caso di calcestruzzi confe- priferro – 1.5.
zionati con mix design errati e/o granulometrie non
adeguate, trae origine da una non corretta modalità NOTE
di getto, per insufficiente vibratura, segregazione Indagini:
locale dovuta all’altezza del getto, insufficiente sigil- - Carotaggio del calcestruzzo – 5.8,
latura dei casseri. (per valutare la profondità del fenomeno).

CORRELAZIONI Riferimenti bibliografici: (11), (12)


La presenza di vespai, mancando la continuità super-
ficiale propria di un calcestruzzo ben confezionato,
implica una altissima permeabilità locale, con facile
accesso per gli agenti aggressivi. Si accompagna ad
altri tipi di degrado, quali Armatura ossidata/corrosa
– 1.6, Guaine in vista – 1.12 e Staffe scoper-
te/ossidate – 1.20.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 92
Schede Difettologiche

DISTACCO DEL COPRIFERRO 1.5


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
2 presente superficie superficie
Sempre = 1

2
DESCRIZIONE minima di 1,8 N/mm ed un pH dell’impasto pari a 12,6.
E’ un difetto che si manifesta inizialmente con lesioni pa- Ricostruzione del copriferro prevedendo una delle soluzio-
rallele agli spigoli o con rigonfiamento del cls in corrispon- ni sotto indicate:
denza dei ferri d’armatura. Successivamente si determina • con malta cementizia mono o bicomponente, fibrorin-
il distacco parziale o totale del copriferro con messa a nu- forzata a ritiro compensato da applicare a cazzuola od
2
do dell’armatura. a spruzzo, con forte adesione al supporto (≥ 2 N/mm ),
buona traspirabilità al vapore acqueo, resistente alla
CAUSE
penetrazione del CO2 e dei sali cloruri, contenente si-
Il deterioramento del copriferro deriva dal suo esiguo
nergie multiple anticorrosione. Resistenza meccanica a
spessore, dalla cattiva qualità del conglomerato, da una
compressione da 38 a 55 MPa, resistenza meccanica a
concentrazione di armatura (scarso interferro), dal feno-
flessione da 7 a 11 MPa e modulo elastico da 8000 a
meno della carbonatazione. L’aria, unita a umidità, pene-
24000 Mpa, secondo le esigenze progettuali;
trando all’interno del conglomerato comporta
• con malta o betoncino cementizio fibrorinforzato a
l’ossidazione dell’armatura, producendo un aumento di
ritiro compensato da colare in cassero o in situazioni
volume del ferro e la conseguente espulsione del coprifer- 2
confinate, con forte adesione al supporto (≥ 2 N/mm )
ro.
ed al tondino d’acciaio (pull - out ≥ 20 N/mm ), con
2

CORRELAZIONI buona traspirabilità al vapore acqueo, resistente alla


Cls dilavato/ammalorato – 1.3, Vespai – 1.4, Armatura os- penetrazione del CO2 e dei sali cloruri, contenente si-
sidata/corrosa – 1.6. nergie multiple anticorrosione, resistenza meccanica a
compressione da 65 a 90 MPa, resistenza meccanica a
INTERVENTI flessione da 7,5 a 11 MPa, modulo elastico da 26000 a
Rimozione del calcestruzzo ammalorato attraverso l’uso di 34000 Mpa, secondo le esigenze progettuali.
una idropulitrice ad acqua in pressione fino ad eliminare le
parti incoerenti o in fase di distacco. NOTE
Sostituzione delle parti di armatura che presentano un Indagini:
significativo degrado con riduzione di sezione. Trattamen- - Misure del diametro col calibro previa pulizia con mola
to dell’armatura a vista, dopo la necessaria pulizia mecca- - Valutazione della carbonatazione – 5.7
nica, mediante l’applicazione a pennello di malta cemen- - Valutazione del potenziale di corrosione – 7.3
tizia anticorrosiva, applicata a due mani, ed atta a riporta-
re il pH a 12. Il prodotto utilizzato dovrà avere un’adesione Riferimenti bibliografici: (1), (32), (33)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 93
Schede Difettologiche

ARMATURA OSSIDATA/CORROSA 1.6


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la Intaccata la se- Corrosa con
5 presente superficie superficie
Ossidata zione del ferro diminuz. di sez.

DESCRIZIONE Vespai – 1.4,


L’ossidazione dell’armatura si presenta o in modo
visibile in presenza di distacco del copriferro, difetto INTERVENTI
che va comunque riportato, o in modo invisibile, al- • Rimozione del calcestruzzo ammalorato attra-
lorchè il copriferro è carbonatato (in questo caso il verso l’uso di una idropulitrice ad acqua in pres-
copriferro appare visivamente intatto anche se tal- sione fino ad eliminare le parti incoerenti o in fa-
volta il distacco è già in atto e rilevabile con battiture se di distacco.
locali). • Sostituzione delle parti di armatura che presen-
tano una significativa riduzione del diametro.
CAUSE • Trattamento dell’armatura a vista, dopo la ne-
L’ossidazione è causata dal venir meno della passiva- cessaria pulizia meccanica o sabbiatura, median-
zione delle barre, a seguito della carbonatazione del te l’applicazione a pennello di una boiacca pro-
cls. tettiva ad alto potere passivante, contenente si-
Questo in particolar modo nel caso di calcestruzzi nergie multiple anticorrosione.
porosi o mal confezionati ed in ambienti aggressivi. • Ricostruzione della sezione utile del cls, utiliz-
L’ossidazione provoca una riduzione dell’adesione zando la tecnica riportata nella scheda Distacco
tra ferro e cls ed un successivo aumento di volume del copriferro – 1.5.
dell’armatura con riduzione del diametro della stes-
sa e distacco del copriferro. NOTE
Indagini:
CORRELAZIONI - Misure del diametro col calibro previa pulizia con
Cls dilavato/ammalorato – 1.3: è simile il processo di mola
sviluppo del degrado, ma le cause e l’apparenza del - Valutazione della carbonatazione – 5.7
fenomeno sono diverse, non avendosi qui passaggio - Valutazione del potenziale di corrosione – 7.3
continuo di acqua. Fenomeno ben distinto da Staffe
scoperte/ossidate – 1.20. Riferimenti bibliografici: (1), (32), (33)
Il degrado è ulteriormente evidenziato in presenza di

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 94
Schede Difettologiche

LESIONI CAPILLARI ANCORAGGI 1.7


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
1 presente superficie superficie
Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
E’ un difetto tipico delle strutture in c.a.p.. Si eviden- Rafforzamento locale con placcaggi anche in FRP (Fi-
ziano lesioni superficiali corte e ravvicinate sulle a- ber Reinforced Polymers) eventualmente preceduto
nime di travi o cassoni, in corrispondenza dalla ricostruzione del copriferro con una delle tecni-
dell’ancoraggio dei cavi. che evidenziate nella scheda Distacco del copriferro –
1.5.
CAUSE
Il problema nasce dalla scarsità dell’armatura di fret- NOTE
taggio (posta per il confinamento e la ripresa delle Indagini:
trazioni trasversali nei carichi concentrati del c.a.p.) - Indagini visive in corrispondenza delle testate
in corrispondenza dell’ancoraggio dei cavi, ove si
concentrano le azioni di precompressione. Riferimenti bibliografici:(23)
Tale difetto è maggiormente evidente in presenza di
umidità.

CORRELAZIONI
Questo difetto, di natura essenzialmente meccanica
e ben localizzato, non va confuso con Lesioni a ra-
gnatela modeste – 1.13, determinate da fenomeni di
ritiro del conglomerato.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 95
Schede Difettologiche

TESTATE DI ANCORAGGIO NON SIGILLATE 1.8


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Su ~ la metà ~ su tutte
2 Su una trave
delle travi le travi
Sempre = 1

DESCRIZIONE testate di ancoraggio, anche se i due difetti non sono


E’ un difetto specifico di elementi in c.a.p. a cavi localizzati sullo stesso concio della trave. Se la testa-
scorrevoli. Il difetto indica sia la vista degli ancoraggi ta è protetta da un tampone, allora è presente anche
dei cavi, in quanto non ricoperti da un getto protet- Distacco tamponi testate – 1.9.
tivo di calcestruzzo, sia l’ammaloramento o il dete-
rioramento dello stesso getto che funge da sigillatu- INTERVENTI
ra. • Rimozione del calcestruzzo ammalorato attra-
verso l’uso di una idropulitrice ad acqua in pres-
CAUSE sione fino ad eliminare le parti incoerenti o in fa-
Può derivare: se di distacco.
• da un errore in fase di costruzione, quando il ri- • Trattamento degli ancoraggi, dopo la necessaria
coprimento è completamente assente, pulizia meccanica o sabbiatura, mediante
• da un distacco dello stesso per ritiro del cls, l’applicazione a pennello di una boiacca protetti-
• dal dilavamento e dal conseguente ammalora- va ad alto potere passivante, contenente sinergie
mento della sigillatura causato dall’acqua prove- multiple anticorrosione.
niente dai giunti non impermeabili. • Inserimento dell’armatura di collegamento e ri-
costruzione della sigillatura, utilizzando una delle
CORRELAZIONI tecniche riportate al difetto Distacco del copri-
Il difetto rappresenta una delle cause per cui si veri- ferro – 1.5.
fica Umidità dall’interno – 1.27, anche se spesso le
testate, per esempio quelle degli impalcati, risultano NOTE
inaccessibili per il controllo. Il verificarsi del difetto Indagini:
per umidità dall’interno è comunque sintomo suffi- - Controlli visivi ravvicinati
ciente per indicare problemi sulla sigillatura delle
Riferimenti bibliografici: (23)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 96
Schede Difettologiche

DISTACCO TAMPONI TESTATE 1.9


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena Su ~ la metà ~ su tutte
1 presente delle travi le travi
Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
E’ un difetto specifico di elementi in c.a.p. a cavi • Rimozione del tampone ammalorato attraverso
scorrevoli. Si riferisce ai getti di calcestruzzo che co- l’uso di una idropulitrice ad acqua in pressione
prono le testate delle travi e si può presentare sia fino ad eliminare le parti incoerenti o in fase di
come un distacco vero e proprio, sia come una lesio- distacco.
ne tra il getto del tampone e quello della trave. • Trattamento degli ancoraggi, dopo la necessaria
pulizia meccanica o sabbiatura, mediante
CAUSE l’applicazione a pennello di una boiacca protetti-
Può essere dovuto all’assenza di armatura di colle- va ad alto potere passivante, contenente sinergie
gamento, oppure al ritiro del calcestruzzo del tam- multiple anticorrosione.
pone per accoppiamento del getto in tempi diversi • Inserimento dell’armatura di collegamento e ri-
da quelli della trave. costruzione del tampone utilizzando una delle
È aggravato dal percolamento o dall’infiltrazione tecniche riportate al difetto Distacco del copri-
dell’acqua meteorica proveniente da giunti non im-
ferro – 1.5.
permeabili.
NOTE
CORRELAZIONI
Indagini:
Può esserci la contemporanea presenza di Testate di
- Controlli visivi ravvicinati
ancoraggio non sigillate – 1.8.
Riferimenti bibliografici: (23)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 97
Schede Difettologiche

LESIONI SU ANIMA LUNGO CAVI 1.10


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la In media In media da In media
2 presente superficie superficie <1 1a3 >3

DESCRIZIONE INTERVENTI
E’ un difetto specifico di elementi in c.a.p. a cavi Ricoprimento delle lesioni superficiali, previa pulizia
scorrevoli. Si presenta con lesioni oblique, accompa- del calcestruzzo con una idropulitrice ad acqua .in
gnate talvolta da macchie di umidità che ne favori- pressione, con una delle tecniche utilizzate nella
scono l'individuazione. Si possono notare anche scheda Distacco del copriferro – 1.5.
tracce di fuoriuscita di boiacca di iniezione, che deve Verifica, dopo accurata analisi, dell’eventuale neces-
far sospettare una presenza d'acqua all'interno delle sità di procedere a:
guaine con pericolo di ossidazione dei cavi sotto ten- • riiniezione delle guaine.
sione. • Aggiunta di cavi di precompressione esterni alle
anime.
CAUSE
Il difetto può essere causato da una elevata concen- • Rinforzo dell’intradosso con FRP (Fiber Reinfor-
trazione di sforzi, in presenza di armatura trasversale ced Polymers), previo risanamento del bulbo
insufficiente, ovvero da precompressione anticipata stesso.
rispetto alla resistenza del calcestruzzo all’atto del • Inserimento, nella fase di risanamento del bulbo,
tiro. di barre d’acciaio Fe B 44K (ottenendo una trave
a “precompressione parziale”).
CORRELAZIONI
Questa tipologia di difetto, specificatamente legata NOTE
alla tecnica di precompressione, è diversa rispetto a Indagini:
Fessure diagonali - 1.16 e Fessure longitudinali - 1.1, - Indagini visive puntuali
fenomeni riscontrabili su qualsiasi tipo di struttura. - Saggi locali (apertura per accertare la presenza o
Questo difetto è altresì evidente con Umidità meno di iniezione, la presenza o meno di acqua e
dall’interno – 1.27. lo stato di precompressione all’interno)
Nell’ipotesi che sia iniziata la corrosione dei cavi di
precompressione, considerare il difetto Riduzione Riferimenti bibliografici: (23)
armatura di precompressione – 1.26.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 98
Schede Difettologiche

LESIONI LUNGO SUOLA DEL BULBO 1.11


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la In media In media da In media
2 presente superficie superficie <1 1a3 >3

DESCRIZIONE INTERVENTI
E’ un difetto specifico di elementi in c.a.p. a cavi • Rimozione del calcestruzzo ammalorato attra-
scorrevoli. Sono lesioni longitudinali all’intradosso verso l’uso di una idropulitrice ad acqua in pres-
delle travi, di solito in mezzeria, che seguono sione fino ad eliminare le parti incoerenti o in fa-
l’andamento dei cavi. A volte sono accompagnate da se di distacco.
macchie di umidità o stalattiti. Il difetto va esteso • Trattamento delle guaine a vista, se metalliche
anche a quelle lesioni all'intradosso dei solettoni, dei ed ossidate, dopo la necessaria pulizia meccanica
cassoni e degli archi in c.a.p.. o sabbiatura, mediante l’applicazione a pennello
di una boiacca protettiva ad alto potere passi-
CAUSE vante, contenente sinergie multiple anticorro-
Deriva dallo scarso ricoprimento in calcestruzzo delle sione.
guaine e dalla loro non perfetta iniezione, che de- • Ricoprimento delle guaine utilizzando la tecnica
termina l’ossidazione dei cavi e l’aumento di volume riportata nella scheda Distacco del copriferro –
del complesso; il fenomeno è incrementato dalla 1.5.
presenza di acqua all’interno delle guaine. • Eliminazione dell’acqua all’interno delle guaine e
completa riiniezione con boiacca cementizia.
CORRELAZIONI • Interventi sui cavi come in Lesione su anima lun-
Essendo il difetto localizzato all’intradosso delle travi go cavi – 1.10 ove necessario.
in c.a.p., non deve essere confuso con Fessure longi-
tudinali – 1.17. NOTE
Il difetto si può accompagnare a Umidità dall’interno Indagini:
– 1.27. - Saggi per controlli locali sia delle guaine che delle
La fase successiva di degrado è rappresentata da armature
Guaine in vista – 1.12.
Riferimenti bibliografici: (23)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 99
Schede Difettologiche

GUAINE IN VISTA 1.12


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
2 presente superficie superficie
Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
E’ un difetto specifico di elementi in c.a.p. a cavi • Rimozione del calcestruzzo ammalorato attra-
scorrevoli. verso l’uso di una idropulitrice ad acqua in pres-
Sono in evidenza le guaine per perdita del ricopri- sione fino ad eliminare le parti incoerenti o in fa-
mento di cls.. se di distacco.
Spesso, se la guaina è metallica, risulta anche ossida- • Trattamento delle guaine, se metalliche ed ossi-
ta. date, dopo la necessaria pulizia meccanica o
sabbiatura, mediante l’applicazione a pennello di
CAUSE una boiacca protettiva ad alto potere passivante,
Le guaine possono essere in vista per vari motivi: contenente sinergie multiple anticorrosione ed
• scarsità del copriferro o suo cattivo confeziona- inibitori di corrosione migratori organici.
mento e, quindi, facile distacco, • Ricoprimento delle guaine utilizzando la tecnica
• presenza di vespai, riportata nella scheda Lesioni lungo suola del
• guaine troppo vicine che hanno impedito il pas- bulbo – 1.11.
saggio del calcestruzzo.
NOTE
CORRELAZIONI Indagini:
Il difetto può apparire in concomitanza con Vespai – - Saggi di controllo ed apertura delle guaine
1.4 e, chiaramente, con Armatura ossidata – 1.6.
Nel caso di degrado molto avanzato e nell’ipotesi Riferimenti bibliografici: (20), (23)
che sia iniziata la corrosione dei cavi di precompres-
sione, considerare il difetto Riduzione armatura di
precompressione – 1.26.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 100
Schede Difettologiche

LESIONI A RAGNATELA MODESTE 1.13


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
1 presente superficie superficie
Sempre = 1

DESCRIZIONE Se il difetto riguarda una zona oggetto di una ripara-


E’ un difetto riscontrabile sulle strutture in calce- zione localizzata, si deve sicuramente fare riferimen-
struzzo o in c.a. e si presenta come una serie di le- to al Riprese successive deteriorate – 1.25. In tutti i
sioni modeste, diffuse ed ad andamento irregolare, casi in cui le lesioni sono a linee regolari e non pre-
molto evidenti in presenza di umidità. sentano l’andamento diffuso e superficiale qui evi-
denziato, trattandosi di altre cause e diverso peso
CAUSE nella valutazione, si dovrà procedere considerando
E’ dovuto solitamente al ritiro del cls a causa di una le schede riguardanti le lesioni riferite ai ferri
miscela non correttamente eseguita, ad una carenza d’armatura.
d’armatura superficiale oppure ad una non corretta
stagionatura dei getti ovvero a fenomeni di sollecita- INTERVENTI
zione indotta da traffico limitrofo durante le fase di La presenza delle lesioni implica effetti collaterali di
presa. più grave entità.
È quindi necessario operare una pulizia superficiale
CORRELAZIONI del calcestruzzo, con idropulitrice, e suo ripristino
Il difetto non deve essere confuso con tutti quegli utilizzando la tecnica riportata nella scheda Distacco
stati di fessurazione che hanno origini diverse dal del copriferro – 1.5.
fenomeno sopra descritto.
Il degrado Staffe scoperte/ossidate – 1.20 si riferisce NOTE
a lesioni in corrispondenza diretta con i ferri Indagini:
d’armatura, così come il Lesioni capillari ancoraggi – - Controlli visivi con percussioni locali
1.7 che appare sulle testate delle travi in c.a.p. e va
considerato a parte. Riferimenti bibliografici: (11), (12)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 101
Schede Difettologiche

FESSURE ORIZZONTALI 1.14


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
In media In media In media
2 <1 1÷3 >3
Capillare 1 ÷ 2 mm > 2 mm

DESCRIZIONE INTERVENTI
E’ riferito a lesioni sul calcestruzzo il cui andamento • Pulizia del calcestruzzo attraverso l’uso di una
è prevalentemente orizzontale; in questo difetto so- idropulitrice ad acqua in pressione fino ad elimi-
no comprese quelle lesioni che compaiono su: spal- nare le parti incoerenti o in fase di distacco.
le, pile (compresi i pulvini) e piedritti. • Saturazione delle fessure mediante una malta
Spesso sono isolate e visibili nelle costruzioni esegui- antiritiro dotata di buona adesione e ottime resi-
te per conci. stenze meccaniche.
• Eventuale ricostruzione del copriferro con una
CAUSE delle tecniche citate nella scheda Distacco del
Si registrano spesso in corrispondenza delle riprese copriferro – 1.5.
di getto per scarsità d’armatura di collegamento, dif-
ferenza di qualità tra i due getti e non preparazione NOTE
delle superfici delle riprese stesse. Indagini:
- Controlli visivi
CORRELAZIONI - Verifica dell’ampiezza e profondità della lesione
Il difetto non va confuso con le Fessure verticali, dia-
gonali, longitudinali e trasversali (1.15 ÷ 1.18). Riferimenti bibliografici: (11), (12)
La presenza della lesione implica effetti collaterali,
quali il passaggio di acqua, con conseguenze da ri-
cercare nelle schede Macchie di umidita’attiva – 1.2,
Cls dilavato/ammalorato – 1.3.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 102
Schede Difettologiche

FESSURE VERTICALI 1.15


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
In media In media In media
2 <1 1÷3 >3
Capillare 1 ÷ 2 mm > 2 mm

DESCRIZIONE INTERVENTI
E’ riferito a lesioni verticali che compaiono su: spalle, Per lesioni dovute a ritiro o a vecchi assestamenti in
pile e piedritti, spesso in corrispondenza a riprese di fase costruttiva:
getto o accostamento di getti diversi. • pulizia del calcestruzzo attraverso l’uso di una
idropulitrice ad acqua in pressione fino ad elimi-
CAUSE nare le parti incoerenti o in fase di distacco,
Per spalle e pile il fenomeno, con intervalli regolari • saturazione delle fessure mediante una malta
ed ampiezza contenuta, è dovuto a ritiro del calce- antiritiro dotata di buona adesione e ottime resi-
struzzo; stenze meccaniche,
Nel caso siano isolate e con ampiezza notevole, an- • eventuale ricostruzione del copriferro con una
che variabile, il fenomeno è dovuto ad assestamenti delle tecniche viste nella scheda Distacco del co-
delle fondazioni o spinte differenziali dei terreni. priferro – 1.5.
Nel caso dei piedritti le fessure sono di origine strut- Se trattasi di lesioni dovute ad assestamenti in atto o
turale e quindi potenzialmente pericolose. di lesioni di origine strutturale è necessario prevede-
re lavori di consolidamento e di rinforzo.
CORRELAZIONI
Il difetto non deve essere confuso con lesioni dovute NOTE
alla presenza dei ferri d’armatura, perché le cause Indagini:
sono diverse ed il degrado assume un’altra valenza. - Monitoraggi delle fessurazioni – 10.1 ÷ 10.3
Nel caso dei piedritti, la valenza G assegnata potreb-
be essere troppo bassa e si impone quindi una speci- Riferimenti bibliografici: (11), (12)
fica verifica strutturale.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 103
Schede Difettologiche

FESSURE DIAGONALI 1.16


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
In media In media In media
5 <1 1÷3 >3
Capillare 1 ÷ 2 mm > 2 mm

DESCRIZIONE INTERVENTI
E’ riferito a lesioni sul calcestruzzo il cui andamento Nelle spalle e nelle pile la tecnica di intervento è
è obliquo sia su pareti orizzontali sia verticali. quella descritta nella scheda Fessure orizzontali –
Nel caso delle travi corrisponde alla posizione del 1.14, mentre se si presenta in altri elementi ed ha
massimo taglio o alla posizione di piegamento delle origine strutturale è consigliata un’attenta indagine
armature. sperimentale sulla causa delle lesioni.
È prevedibile la necessità di rinforzo delle zone inte-
CAUSE ressate.
• In elementi come spalle o pile si presentano ge-
neralmente isolate e derivano prevalentemente NOTE
da assestamenti delle fondazioni o spinte diffe- Indagini:
renziali del terreno. - Monitoraggi delle fessurazioni – 10.1 ÷ 10.3
• Nelle travi, se presenti verso le zone d’appoggio, - Carotaggio del calcestruzzo – 5.8
o nei pulvini in c.a., sono d’origine strutturale (per valutare la profondità del fenomeno)
per sollecitazioni di flessione e taglio superiori a
quelle di progetto o carenze d’armature. Riferimenti bibliografici: (11), (12), (20), (21)
• Nelle solette hanno cause analoghe, con origine
solitamente nelle zone d’angolo.

CORRELAZIONI
L’andamento vario di alcune lesioni, specialmente
nelle spalle, rende difficile la distinzione con Fessure
orizzontali – 1.14 o Fessure verticali – 1.15.
Vanno quindi valutate con molta attenzione.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 104
Schede Difettologiche

FESSURE LONGITUDINALI 1.17


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
In media In media In media
2 <1 1÷3 >3
Capillare 1 ÷ 2 mm > 2 mm

DESCRIZIONE INTERVENTI
Il difetto si riferisce alle lesioni che compaiono su • Pulizia del calcestruzzo attraverso l’uso di una
impalcati, travi ed archi lungo i loro assi longitudina- idropulitrice ad acqua in pressione fino ad elimi-
li. nare le parti incoerenti o in fase di distacco.
• Saturazione delle fessure mediante una malta
CAUSE antiritiro dotata di buona adesione e ottime resi-
Si possono verificare per: stenze meccaniche.
• carenze d’armatura trasversale, • Eventuale ricostruzione del copriferro con una
• interasse tra i ferri troppo ampio, delle tecniche citate nella scheda Distacco del
• scarsa qualità del calcestruzzo, copriferro – 1.5.
• ritiro differenziale del calcestruzzo,
• riprese di getto. NOTE
Indagini:
CORRELAZIONI - Monitoraggi delle fessurazioni – 10.1 ÷ 10.3
L’andamento strettamente legato all’asse longitudi-
nale degli elementi considerati, rende il difetto ben Riferimenti bibliografici: (11), (12)
distinguibile dalle altre lesioni delle schede da 1.14 a
1.16.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 105
Schede Difettologiche

FESSURE TRASVERSALI 1.18


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
In media In media In media
5 <1 1÷3 >3
Capillare 1 ÷ 2 mm > 2 mm

DESCRIZIONE INTERVENTI
Il difetto si riferisce alle lesioni che compaiono su Nel caso di fessure stabilizzate e di scarsa entità:
impalcati, archi, travi e traversi, lungo i loro assi tra- • pulizia del calcestruzzo attraverso l’uso di una
sversali. idropulitrice ad acqua in pressione fino ad elimi-
nare le parti incoerenti o in fase di distacco,
CAUSE • saturazione delle fessure mediante una malta
Si possono verificare per: antiritiro dotata di buona adesione e ottime resi-
• carenze d’armatura, stenze meccaniche,
• interasse tra i ferri troppo ampio, • eventuale ricostruzione del copriferro con una
• scarsa qualità del calcestruzzo, delle tecniche della scheda Distacco del coprifer-
• ritiro del calcestruzzo, ro – 1.5.
• ripresa di conci successivi, Nel caso di lesioni strutturali (travi, traversi, solette)
• cedimenti differenziali. o dovute a movimenti delle fondazioni (per gli archi),
si ricorrerà a adeguati interventi di rinforzo e riabili-
CORRELAZIONI tazione.
Il difetto non deve essere confuso, specialmente
all’intradosso delle travi, con Staffe scoper- NOTE
te/ossidate – 1.20 o Armatura ossidata – 1.6. Indagini:
Può esserci la contemporanea presenza di Fessure - Monitoraggi delle fessurazioni – 10.1 ÷ 10.3
verticali – 1.15 e Fessure diagonali – 1.16.
Riferimenti bibliografici: (11), (12), (20)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 106
Schede Difettologiche

LESIONI / DISTACCO TRAVI - TRAVERSI 1.19


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
In poche ~ 50% della
3 zone totalità
~ ovunque Capillare > 1 mm Passante

DESCRIZIONE INTERVENTI
E’ un difetto che si rileva nella sezione d’incastro tra • Saturazione delle fessure mediante una malta
le travi ed i traversi, generalmente a tutt’altezza; la antiritiro dotata di buona adesione e ottime re-
lesione può essere capillare, oppure significativa fino sistenze meccaniche o resina epossidica.
a costituire un vero e proprio distacco. • Nei casi più gravi, rifacimento di nuovi traversi
La localizzazione del difetto è univoca e non lascia con relativa armatura di collegamento.
spazio a possibili errori di valutazione.
NOTE
CAUSE Indagini:
• Carenza d’armatura di collegamento, - Controlli visivi
• ritiro del calcestruzzo dei traversi,
• mancata preparazione delle superfici delle travi Riferimenti bibliografici: (11), (12), (20)
prima del getto dei traversi stessi,
• insufficiente vibrazione dei getti.

CORRELAZIONI
Se c’è distacco è possibile intravedere l’armatura,
nel qual caso bisognerà verificare ed eventualmente
riportare il difetto Armatura ossidata – 1.6.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 107
Schede Difettologiche

STAFFE SCOPERTE / OSSIDATE 1.20


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la Intaccata la Corrosa con
3 presente superficie superficie
Ossidata sez. del ferro diminuz. di sez.

DESCRIZIONE INTERVENTI
Si riferisce alla vista delle staffe in insufficienza o to- • Rimozione del calcestruzzo ammalorato attra-
tale mancanza di copriferro. verso l’uso di una idropulitrice ad acqua in pres-
L’ossidazione ne è una diretta conseguenza. sione fino ad eliminare le parti incoerenti o in
Riconoscibile anche dalla distribuzione regolare. fase di distacco.
• Trattamento delle armature, dopo la necessaria
CAUSE pulizia meccanica o sabbiatura, mediante
• L’assenza di copriferro è causata dalla mancanza l’applicazione a pennello di una boiacca protet-
di distanziatori in fase di getto. tiva ad alto potere passivante, contenente si-
• L’ossidazione è causata dal contatto con l’aria nergie multiple anticorrosione.
e/o l’acqua. • Ricoprimento delle staffe utilizzando la tecnica
riportata nella scheda Distacco del copriferro –
CORRELAZIONI 1.5.
La caratteristica del degrado in fase iniziale è tale da
non doversi confondere con altri tipi di difetti. NOTE
Indagini:
- Misure del diametro col calibro previa pulizia con
mola

Riferimenti bibliografici: (1), (11), (23)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 108
Schede Difettologiche

LESIONI ATTACCO PILASTRI 1.21


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
In poche ~ 50% del Tutto il > 2 mm o
2 zone perimetro perimetro
Capillare 1 ÷ 2 mm
passante

DESCRIZIONE INTERVENTI
E’ un difetto che si rileva nella sezione di collega- • Pulizia del calcestruzzo attraverso l’uso di una
mento tra i pilastri o i piedritti ed altri elementi; la idropulitrice.
lesione può essere capillare o significativa, fino a • Saturazione delle fessure mediante una malta
raggiungere un vero e proprio distacco. antiritiro dotata di buona adesione e ottime re-
La localizzazione del difetto è univoca. sistenze meccaniche.
• Eventuale ricostruzione con una delle tecniche
CAUSE della scheda Distacco del copriferro – 1.5.
• Carenza d’armatura di collegamento, • Ripristino e riconfinamento mediante l’uso di
• insufficiente e/o errato posizionamento elementi meccanici o FRP (Fiber Reinforced Pol-
dell’armatura di confinamento, ymers).
• insufficiente vibrazione dei getti.
NOTE
CORRELAZIONI Indagini:
La lesione si presenta isolata e (in sommità delle pi- - Controlli visivi
le) si rimanda a Vespai – 1.4; nei casi più gravi, Ar- - Carotaggio del calcestruzzo – 5.8
matura ossidata – 1.6. (per valutare la profondità del fenomeno)

Riferimenti bibliografici: (1), (11), (12)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 109
Schede Difettologiche

LESIONI ATTACCO TRAVE - SOLETTA 1.22


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
In poche ~ 50% della
2 zone totalità
~ ovunque Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
E’ un difetto che si rileva nella sezione di attacco tra • Pulizia del calcestruzzo attraverso l’uso di una
trave e soletta. idropulitrice.
Il distacco di solito è modesto. • Saturazione delle fessure mediante una malta
La localizzazione è univoca. antiritiro dotata di buona adesione e ottime re-
sistenze meccaniche.
CAUSE
Carenza d’armatura di collegamento, ritiro del calce- NOTE
struzzo, mancata preparazione delle superfici prima Indagini:
del getto o insufficiente vibrazione dei getti. - Controlli visivi
Nel caso di travi in c.a.p. il fenomeno è legato al riti-
ro ed al fluage. Riferimenti bibliografici: (1), (11), (12)

CORRELAZIONI
Nelle travi ad ala larga, se c’è infiltrazione d’acqua
nelle fessure, il difetto si può presentare assieme a
Macchie di umidità attiva – 1.2.
Se la soletta è stata realizzata con lastre prefabbrica-
te, il fenomeno può considerarsi fisiologico.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 110
Schede Difettologiche

ARMATURA LONGITUDINALE DEFORMATA 1.23


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

5 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Il difetto è presente in elementi strutturali dove i • Idrodemolizione interessante tutta la superficie
ferri di armatura longitudinali sono scoperti e infles- dello strato carbonatato, fino a raggiungere il
si. primo strato di barre verticali.
Nei casi più gravi, si può arrivare alla riduzione della • Sostituzione delle barre deformate opportuna-
sezione resistente del calcestruzzo. mente inghisate nella fondazione, se prossime
allo spiccato, e sovrapposte alle barre corrispon-
CAUSE denti ancora valide.
Quando i ferri subiscono una deformazione sin dalla • Inserimento di una staffatura tale che ne impedi-
costruzione per mancanza o errato posizionamento sca lo svergolamento.
delle staffe ed insufficiente confinamento dato dal • Ricoprimento con betoncino reoplastico secondo
copriferro, ovvero si manifesta dopo alcuni anni a le tecniche suggerite nella scheda Distacco del
causa del trasferimento del carico dal calcestruzzo copriferro – 1.5.
all’acciaio, per gli effetti differiti (viscosità).
NOTE
CORRELAZIONI Indagini:
Si può verificare la contemporanea presenza dei di- - Controlli visivi
fetti Cls dilavato/ammalorato – 1.3, Distacco del co-
priferro – 1.5, Armatura ossidata – 1.6. Riferimenti bibliografici: (20), (21)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 111
Schede Difettologiche

DISTACCO DEL TIMPANO 1.24


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
In poche ~ 50% della ~ tutta la
3 zone totalità superficie
Accennato Ben visibile Passante

DESCRIZIONE INTERVENTI
Per timpano si intende la parte ai lati del ponte so- • Rimozione delle parti che presentano delle lesio-
vrastante l’elemento strutturale portante (arco). ni o un collegamento inefficace con l’arco.
Il difetto consiste in un insieme di lesioni che provo- • Saturazione delle fessure mediante una malta
cano il distacco del timpano stesso dell’arco. antiritiro dotata di buona adesione e ottime resi-
stenze meccaniche.
CAUSE • Riparazione del timpano con una delle tecniche
Possono essere movimenti differenziali a livello delle consigliate nella scheda Distacco del copriferro –
fondazioni oppure effetti di sovraccarichi non previ- 1.5.
sti o dovuti alla spinta dell’eventuale rilevato di ri-
empimento, in concomitanza di un inadeguato colle- NOTE
gamento tra l’arco e il timpano. Indagini:
- Controlli visivi
CORRELAZIONI
Da non confondere con le lesioni descritte nelle Riferimenti bibliografici: (1), (11), (23)
schede delle Fessure (da 1.14 a 1.18).

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 112
Schede Difettologiche

RIPRESE SUCCESSIVE DETERIORATE 1.25


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

1 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE più il distacco o le lesioni tra il materiale vecchio ed il


Per riprese successive si intendono le riparazioni lo- nuovo.
calizzate inadeguate.
Si tratta di riempimento di vuoti, di intasamento di INTERVENTI
vespai o della ricostruzione del copriferro, di spigoli • Idrodemolizione superficiale dei calcestruzzi
distaccati o di generiche parti mancanti. ammalorati.
• Ripristino delle eventuali armature.
CAUSE • Ricostruzione dello strato di calcestruzzo aspor-
• Intervento di riparazione con scelta di materiali tato con malta o betoncino reoplastico secondo
inidonei. le tecniche indicate nella scheda Distacco del
• Cattiva esecuzione della riparazione (ad es. cavi- copriferro – 1.5.
tà riempite solo superficialmente o inadeguata
preparazione delle superfici di attacco). NOTE
• Insufficiente valutazione delle necessità struttu- Indagini:
rali in fase di riparazione. - Controlli visivi
• Mancata risoluzione delle cause del degrado.
Riferimenti bibliografici: (11), (20), (23)
CORRELAZIONI
Le riprese citate non sono da confondere con le ri-
prese di getto, che rappresentano invece fasi succes-
sive di uno stesso lavoro di costruzione.
Nelle zone dove il difetto è presente, possono rile-
varsi tutte le anomalie tipiche del cls quali dilava-
mento, ammaloramento e lesioni varie ed in

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 113
Schede Difettologiche

RIDUZIONE ARMATURA DI PRECOMPRESSIONE 1.26


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la Fino al 20 % > del 20 %
5 presente superficie superficie
Visibile
del diametro del diametro

DESCRIZIONE INTERVENTI
Lo stato di ossidazione delle armature di precom- Nel caso di evidenti riduzioni di sezione, potrebbe
pressione può arrivare a livelli critici, producendo essere necessario procedere con:
una riduzione di sezione delle armature stesse fino a • aggiunta di armatura lenta,
determinarne la rottura. • precompressione esterna,
• rinforzo con FRP (Fiber Reinforced Polymers).
CAUSE Va comunque preventivamente corretto lo smalti-
• Sistemi di impermeabilizzazione, di raccolta e mento delle acque e prevista una protezione isolan-
smaltimento delle acque mal progettati o mal te mediante verniciatura previa ricostituzione del
eseguiti. bulbo, utilizzando la tecnica riportata nel difetto Di-
• Mancanza o scarsità del copriferro. stacco del copriferro – 1.5.
• Guaine non correttamente intasate.
• Calcestruzzo poroso. NOTE
Talvolta la rottura è determinata da urti accidentali. Indagini:
- Indagini tramite endoscopico – 5.11
CORRELAZIONI - Valutazione del potenziale di corrosione – 7.3
Nel caso di acque provenienti dall'esterno mal con-
vogliate, contemporanea presenza di Cls dilava- Riferimenti bibliografici: (1), (23)
to/ammalorato - 1.3.
Possibile riscontrare anche Vespai - 1.4, Staffe sco-
perte/ossidate – 1.20. Nei cavi post-tesi il degrado
potrebbe iniziare dal fenomeno Umidità dall’interno
– 1.27.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 114
Schede Difettologiche

UMIDITA’ DALL’INTERNO 1.27


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
2 presente superficie superficie
Sempre = 1

DESCRIZIONE Questo tipo di fenomeno può manifestarsi in con-


Indica la presenza di umidità che fuoriesce comitanza con Lesioni su anima lungo cavi – 1.10,
all’esterno dopo lo scorrimento lungo le guaine, nel- Lesioni lungo suola del bulbo – 1.11 e Macchie di u-
le strutture in c.a.p. a cavi scorrevoli. midità attiva – 1.2 nelle zone immediatamente vici-
Talora è accompagnato da stalattiti la cui presenza, ne.
pur in assenza di umidità, è sintomo di un difetto da
lungo periodo. INTERVENTI
Più soggetti a questo tipo di degrado sono i cavi pa- Vedi scheda Lesioni su anima lungo cavi – 1.10.
rabolici, come le travi con ancoraggi in soletta. Controllo puntuale dell’ossidazione dei cavi con e-
ventualità di riiniezione delle guaine e ripristino
CAUSE dell’efficienza strutturale.
• Testate di ancoraggio non sigillate o mancanza
di impermeabilizzazione lungo le travi che favo- NOTE
riscono la penetrazione di acqua nel calcestruz- Indagini:
zo. - Saggi locali (apertura per accertare la presenza o
• Iniezione mancante o inefficiente delle guaine. meno di iniezione, la presenza o meno di acqua e
• Presenza di lesioni del cls sulla parte superiore lo stato di precompressione all’interno)
del bulbo. - Indagini tramite endoscopico – 5.11
- Valutazione del potenziale di corrosione – 7.3
CORRELAZIONI
Il difetto Macchie di umidità attiva – 1.2 non com- Riferimenti bibliografici: (23)
prende il passaggio di acqua lungo le guaine e quindi
non deve essere confuso con il degrado qui citato.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 115
Schede Difettologiche

ARMATURA SCOPERTA / OSSIDATA TESTATE 1.28


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la Armatura Armatura Armatura
2 presente superficie superficie scoperta ossidata corrosa

DESCRIZIONE INTERVENTI
Si tratta della mancanza del copriferro con conse- • Idrodemolizione dei calcestruzzi ammalorati e
guente ossidazione dell’armatura nelle strutture in carbonatati.
c.a.p.. • Ripristino delle armature o ricopertura con ma-
La localizzazione è ben definita e univoca ed è riferi- teriali incollati ad alta resistenza.
ta alle testate di travi, solette, solettoni e cassoni. • Ricostruzione del copriferro con malta o beton-
cino reoplastico secondo le tecniche indicate
CAUSE nella scheda Distacco del copriferro – 1.5.
La mancanza del copriferro è causata da distacco o
dilavamento del calcestruzzo ovvero da difetti in fa- NOTE
se esecutiva. Indagini:
L’ossidazione è causata dal venir meno della passiva- - Misure del diametro col calibro previa pulizia con
zione delle barre, a seguito del contatto con l’aria mola
(calcestruzzo carbonatato) in ambienti aggressivi.
Riferimenti bibliografici: (20), (23)
CORRELAZIONI
Non sono da utilizzare i difetti Armatura ossidata –
1.6 e Staffe scoperte/ossidate – 1.20.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 116
Schede Difettologiche

DANNI DA URTO 1.29


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Mostra Armatura
4 Sempre = 1 Visibile
l’armatura deformata

DESCRIZIONE Travi:
E’ riferito a rottura degli spigoli, asportazione del co- • Semplice rifacimento di spigoli e copriferro me-
priferro, deformazione delle armature, tranciamento diante gli interventi descritti nella scheda Di-
delle armature lente o di precompressione ovvero se stacco del copriferro – 1.5,
il punto di impatto è più alto, danneggiamenti di va- • nel caso di riduzione della sezione delle armatu-
ria entità fino allo sgretolamento dell’anima. re nel c.a., o del tranciamento dei cavi nel c.a.p.
(previa ricalcolazione della struttura), rinforzo
CAUSE delle travi mediante l’aggiunta di barre di pre-
Passaggio di automezzi fuori sagoma, incidenti stra- compressione esterna ovvero FRP (previa risa-
dali, urti di natanti o grossi oggetti trascinati dalla gomatura delle superfici in calcestruzzo con
corrente nell’alveo. malta o betoncino reoplastico). Nei casi più gravi
sostituzione della trave incidentata.
CORRELAZIONI Pilastri e spalle:
Gli urti possono generare difetti che si devono even- • Nei casi più lievi, semplice rifacimento di spigoli
tualmente citare assieme a questo e che dipendono e copriferro mediante gli interventi descritti nel-
in molti casi dal tempo trascorso dal momento la scheda Distacco del copriferro – 1.5,
dell’urto: Distacco del copriferro – 1.5, Armatura os- • nei casi di rottura o fuori piombo: demolizione e
sidata – 1.6, Guaine in vista – 1.12, Lesioni attacco ricostruzione.
pilastri – 1.21, Riduzione armatura di precompres-
sione – 1.26, ecc. NOTE
Indagini:
INTERVENTI - Prove di carico – 1.1 ÷ 1.2.
In funzione degli elementi strutturali interessati, gli
interventi di ripristino possono assumere le seguenti Riferimenti bibliografici: (20), (21)
tipologie.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 117
Schede Difettologiche

DANNI CAUSATI DAGLI APPARECCHI D’APPOGGIO 1.30


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Distacco di Vista delle
4 Sempre = 1 Accennato
materiale armature

DESCRIZIONE CORRELAZIONI :
Si possono riscontrare nelle zone di contatto degli Difetti o cattivo funzionamento appoggi: Difetti ap-
elementi strutturali con gli apparecchi di appoggio. parecchi d’appoggio in neoprene – 5.5, Difetti rulli -
Possono essere rappresentati come: pendoli (metallici o cls) – 5.6, Difetti carrelli (metalli-
• Rottura con distacco degli spigoli delle mensole ci) – 5.7.
Gerber.
• Lesioni con distacco in corrispondenza di pulvini INTERVENTI
o spalle. • Sollevamento dell'impalcato con l'uso di marti-
• Schiacciamento di baggioli. netti idraulici per garantirne l'uniformità (se il
sollevamento non è possibile dal basso verrà e-
CAUSE seguito, con accorgimenti appositi, dall'alto).
• Errato posizionamento iniziale dell'apparecchio. • Ricostruzione o regolarizzazione delle superfici
• Errato posizionamento delle armature. di appoggio in calcestruzzo con malte o betonci-
• Ritiro o fluage dell’impalcato superiore alle pre- ni reoplastici utilizzando le tecniche descritte
visioni. nella scheda Distacco del copriferro – 1.5.
• Accumulo di materiale proveniente dai giunti • Sostituzione degli apparecchi di appoggio.
che impedisce lo scorrimento.
NOTE
Indagini:
- Prove di carico – 1.1 ÷ 1.2.

Riferimenti bibliografici: (20), (21)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 118
Schede Difettologiche

FESSURE ORIZZONTALI 2.1


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

3 Sempre = 1 Capillare Qualche mm Qualche cm

DESCRIZIONE • Modifica ai rinfianchi (geometria, compattazione,


Riferite agli elementi verticali come spalle, pile e, nelle distribuzione dei carichi, elementi irrigidenti).
strutture ad arco, rinfianchi e timpani. Generalmente si • Ripristino della continuità dell’arco mediante nuovi
manifestano lungo i corsi di malta, percorrendo la parte elementi resistenti paralleli alla struttura originaria,
più debole in termini di resistenza meccanica, o ta- realizzati in acciaio o in cemento armato o con cavi
gliando direttamente i mattoni o gli elementi in pietra di contenimento post-tesati disposti all’estradosso.
della muratura.
Da non confondere con la polverizzazione dei corsi di NOTE
malta. Per capire se la causa del degrado sia ancora in essere è
utile un monitoraggio delle fessure, accompagnato da
CAUSE indagini geognostiche sul terreno di fondazione. Nel ca-
Nelle porzioni verticali possono essere generate da ce- so di murature storiche o particolarmente degradate è
dimenti delle fondazioni o da spinte sulle spalle eserci- opportuno eseguire prove di caratterizzazione meccani-
tate dal terreno o da eventi sismici. Si possono presen- ca dei materiali.
tare alle imposte a seguito di carichi non simmetrici
provenienti da campate contigue più lunghe o più cari- Indagini:
cate. Vibrazioni accentuate e ripetute derivanti da traf- - Monitoraggio - 10
fico possono incrementare tali effetti. - prove penetrometriche, carotaggi nel terreno- 9
- prove sulla muratura (quadro fessurativo, degrado,
INTERVENTI endoscopie, prove soniche, martinetti piatti per indi-
• Realizzazione di sottofondazioni in muratura o c.a., viduazione dei parametri elastici e della resistenza
oppure palificate o jet-grouting. meccanica, prova di estrazione con contrasto) – 4.1,
• Riempimento delle fessure mediante iniezioni di 4.2, 4.4, 4.8
boiacca a base calce/cemento dotata di buona ade- - prove di carico statiche e/o dinamiche sull’impalcato
sione alla muratura, buona resistenza meccanica, con mezzi pesanti e successiva verifica numerica- 1,
medio modulo elastico, buona resistenza agli agenti 2
chimici e ritiro ridotto. Riferimenti bibliografici: (4), (19), (27), (30)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 119
Schede Difettologiche

FESSURE VERTICALI 2.2


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

4 Sempre = 1 Capillare Qualche mm Qualche cm

DESCRIZIONE • Cuciture passanti con barre di armatura perpendi-


Le fessure ad andamento medio verticale su spalle, pi- colari alle fessure o agli elementi maggiormente ca-
le, rinfianchi e timpani nelle strutture ad arco, possono ricati.
presentare un tracciato zigzagante ed interessare i soli • Ripristino della continuità dell’arco mediante nuovi
giunti di malta tra i mattoni o i blocchi di pietra oppure elementi resistenti , in acciaio o in cemento armato
andamento continuo che taglia gli elementi della mura- o con cavi di contenimento post-tesati.
tura. Talora si presentano come un insieme organizzato • Intonaco armato con malta a medio modulo elasti-
di più fessure piccole, accostate, di cui va analizzata in co armata con rete metallica o in fibra di vetro.
dettaglio la geometria.
NOTE
CAUSE E’ utile un monitoraggio delle fessure, accompagnato
Nelle zone di imposta dell’arco, in presenza di disconti- da indagini geognostiche. Di fondamentale importanza
nuità geometriche o della tessitura muraria, possono la caratterizzazione meccanica in sito dei materiali. La
essere legate a cedimenti differenziali delle fondazioni valutazione accurata dei carichi in gioco e dei cedimenti
o a cedimenti/rotazioni delle strutture di contenimen- occorsi nel tempo consentirà una verifica statica con
to. Per pile o spalle molto alte o molto caricate, il difet- metodi numerici per determinare la resistenza ultima
to può essere sintomo di una situazione più grave che dell’arco e quindi il residuo margine di sicurezza.
potrebbe indicare un incipiente collasso per schiaccia-
mento della muratura. Indagini:
- monitoraggio - 10
INTERVENTI - prove penetrometriche, carotaggi nel terreno- 9
• Realizzazione di sottofondazioni in muratura o c.a. - prove sulla muratura (quadro fessurativo, degrado,
oppure palificate oppure jet-grouting. endoscopie, prove soniche, martinetti piatti per in-
• Riempimento delle fessure mediante iniezioni di dividuazione dei parametri elastici e della resistenza
boiacca a base calce/cemento dotata di buona ade- meccanica, prova di estrazione con contrasto) – 4.1,
sione alla muratura, buona resistenza meccanica, 4.2, 4.4, 4.8
medio modulo elastico, buona resistenza agli agenti - prove di carico statiche e/o dinamiche
chimici e ritiro ridotto. sull’impalcato con mezzi pesanti e successiva verifi-
• Cerchiatura delle pile con tessuti in fibra di carbo- ca numerica- 1, 2
nio. Riferimenti bibliografici: (4), (19), (27), (30)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 120
Schede Difettologiche

FESSURE DIAGONALI 2.3


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

4 Sempre = 1 Capillare Qualche mm Qualche cm

DESCRIZIONE fessure, o fasciature con tessuti di carbonio.


Il difetto si presenta come una o più fessure inclinate • Consolidamento della base con sottofondazioni,
che seguono a zig-zag i letti di malta orizzontali o pali, micropali, iniezioni o jet-grouting.
verticali interposti tra gli elementi della muratura, • Intonaco armato con malta a medio modulo elasti-
oppure come una lesione continua che passa attra- co armata con rete metallica o in fibra di vetro.
verso gli elementi stessi.
NOTE
Talora si presenta come un insieme di fessure di pic-
E’ utile un monitoraggio delle fessure, accompagnato
cola ampiezza, accostate e spesso ramificate di cui da indagini geognostiche. Di fondamentale importanza
va analizzato in dettaglio l’andamento per verificare la caratterizzazione meccanica in sito dei materiali. La
se si tratta di una traslazione oppure di una rotazio- valutazione accurata dei carichi in gioco e dei cedimenti
ne tra blocchi rigidi. La maggiore o minore inclina- occorsi nel tempo consentirà una verifica statica con
zione della fessura diagonale la riconduce ad uno dei metodi numerici per determinare la resistenza ultima
due casi precedenti. dell’arco e quindi il residuo margine di sicurezza.
CAUSE
Indagini:
Spesso è generata da cedimenti differenziali del ter-
- monitoraggio - 10
reno, da scalzamenti locali alla base, provocati da
- prove penetrometriche, carotaggi nel terreno- 9
piene, o da rotazioni parziali delle spalle, talora lega-
- prove sulla muratura (quadro fessurativo, degrado,
te a spinte non uniformi del terreno, o a vibrazioni endoscopie, prove soniche, martinetti piatti per in-
accentuate e ripetute. dividuazione dei parametri elastici e della resistenza
INTERVENTI meccanica, prova di estrazione con contrasto) – 4.1,
• Riempimento delle fessure mediante iniezioni di 4.2, 4.4, 4.8
boiacca a base calce/cemento dotata di buona ade- - prove di carico statiche e/o dinamiche
sione alla muratura, buona resistenza meccanica, sull’impalcato con mezzi pesanti e successiva verifi-
medio modulo elastico, buona resistenza agli agenti ca numerica- 1, 2
chimici e ritiro ridotto.
• Utilizzo di cuciture armate perpendicolari alle Riferimenti bibliografici: (4), (19), (27), (30)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 121
Schede Difettologiche

DISTACCO DEL TIMPANO 2.4


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

3 Sempre = 1 Modesto Qualche mm Qualche cm

DESCRIZIONE • Fasciature perpendicolari alle fessure realizzate


Il timpano è la parte verticale ai lati della struttura, con tessuti in fibra di carbonio oppure intonaci
posta al di sopra dell’arco, che racchiude il materiale armati.
di riempimento. Il difetto consiste nel distacco tra • Interventi di consolidamento della base con sot-
questa parte ed il sottostante arco, causa la diversa tofondazioni, pali, micropali, iniezioni o jet-
deformabilità. grouting.
Va notato che il timpano può offrire un notevole • Impermeabilizzazione dell’impalcato e drenaggio
contributo alla portata del ponte. del materiale di riempimento, uso di biocidi.

CAUSE NOTE
Il difetto può essere provocato da: E’ utile un monitoraggio delle fessure, accompagna-
• movimenti differenziali a livello delle fondazioni, to da indagini geognostiche del terreno di rinfianco e
• sovraccarichi eccessivi e localizzati che inducono riempimento e seguite da prove di laboratorio.
deformazioni nell’arco non consentite al timpa- E’ utile eseguire prove di carico statiche e/o dinami-
no, che per valutare la funzione statica del timpano al
• spinte sul timpano indotte dal riempimento, fine di acquisire dati per l’analisi statica con metodi
• vegetazione con radici invasive, numerici o grafici in grado di determinare la resi-
• infiltrazioni d’acqua e successivo fenomeno di stenza ultima dell’arco.
gelo e disgelo o presenza di radici spingenti.
Indagini:
CORRELAZIONI - monitoraggio - 10
Da non confondere con Polverizzazione 2.12. - pozzetti esplorativi nella zona dei riempimento
- prove sulla muratura (quadro fessurativo, rilievo
INTERVENTI del degrado, endoscopie). – 4.1, 4.2, 4.4, 4.8
• Saturazione degli spazi vuoti mediante applica-
zione di boiacca/malta a medio modulo elastico Riferimenti bibliografici: (4), (19), (30)
e a ritiro ridotto.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 122
Schede Difettologiche

MACCHIE DI UMIDITA’ / DI RISALITA 2.5


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ su tutta la
1 presente superficie superficie
Sempre = 1

DESCRIZIONE CORRELAZIONI
Si tratta di macchie di colore più o meno uniforme, Da non confondere con Dilavamento – 2.6, Efflore-
le quali si manifestano in genere con un tono più scenze – 2.10. Nel caso di acqua filtrante in modo
scuro del tessuto murario. La loro forma è estrema- consistente con ruscellamento superficiale, segnare
mente variabile e può dipendere dalla provenienza anche il difetto Dilavamento – 2.6.
dell’umidità che le genera e dal grado di omogeneità
del tessuto murario. Le murature miste, ad esempio, INTERVENTI
presentano macchie disomogenee a seconda dei di- • Eliminazione di eventuali ristagni d’acqua me-
versi materiali di cui sono composte (pietra, laterizio, diante drenaggi.
ecc.). • Impermeabilizzazione dell’impalcato ed eventua-
le impregnazione silossanica alla base del para-
CAUSE mento murario.
Queste macchie si trovano, per la maggior parte dei • Realizzazioni di tagli meccanici o iniezione di bar-
casi, nella parte bassa della muratura e sono conse- riera chimica silanica alla base delle murature.
guenza della risalita capillare di umidità dal suolo • Va favorita in ogni modo la traspirazione della
(macchie di risalita). Inoltre può accadere che anche muratura ad esempio con intonaci macroporosi.
la pioggia, se non raccolta ed allontanata in modo
efficace, possa penetrare nelle murature e generare NOTE
il degrado descritto (macchie di umidità). Indagini:
L’entità di tale fenomeno dipende dalla posizione - metodo ponderale
della muratura e dalla porosità del materiale. - misura dell’umidità mediante umidimetro o i-
grometro – 4.6
- rilievo mediante termo camera TIR – 11.3

Riferimenti bibliografici: (9), (13), (27), (29)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 123
Schede Difettologiche

DILAVAMENTO 2.6
Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
2 presente superficie superficie
Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Si tratta di macchie di colorazione diversa a seconda • Poiché il difetto deriva dalla mancanza di sistemi
del materiale sul quale si formano; generalmente adeguati di impermeabilizzazione/canalizzazione,
sono di colore scuro, ma si possono trovare alterna- è necessario integrarli o realizzarli, ove mancanti.
te ad altre di colore biancastro, causate da depositi • Una volta eliminata la causa di degrado, si pro-
di calcare. Il difetto, a differenza delle macchie di cede, alla pulizia delle superfici macchiate con
umidità, è generato dalla fuoriuscita o dallo scolo idonei strumenti, a seconda della tipologia della
dell’acqua da una o più zone, con successivo dilava- macchia e della qualità del materiale, ed alla suc-
mento. La forma della macchia dipende dal percorso cessiva stilatura dei giunti erosi.
intrapreso dall’acqua sulla superficie del ponte; in • In alcuni casi, per i materiali lapidei, si può pro-
genere tende ad allargarsi man mano che l’acqua cedere alla pulizia mediante idrosabbiatura a
scivola verso il basso lungo le superfici verticali. Può pressione variabile, a seconda delle caratteristi-
manifestarsi in un punto preciso oppure su una su- che specifiche della pietra.
perficie più ampia; in quest’ultimo caso il dilavamen-
to diffuso genera una serie di striature disomogenee NOTE
sulla superficie o delle stalattiti calcaree. Indagini:
- metodo ponderale
CAUSE - misura dell’umidità mediante umidimetro o i-
Le cause sono molteplici ma tutte legate al mancato grometro – 4.6
o erroneo convogliamento delle acque meteoriche. - rilievo mediante termo camera TIR – 11.3
Alcuni fattori che possono provocare tale fenomeno
sono: presenza di scarichi corti o rotti, o comunque Riferimenti bibliografici: (9), (13), (27), (29)
che espellano l’acqua direttamente su parti struttu-
rali, la difettosa tenuta dei giunti e la rottura della
scossalina.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 124
Schede Difettologiche

PORZIONI DI MURATURA MANCANTE 2.7


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
3 presente superficie superficie
Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
E’ determinato dalla mancanza o dalla rottura di • Ricostruzione delle parti mancanti mediante cu-
mattoni o pietre che appartengono ad elementi ci-scuci, utilizzando malte adeguate, a medio
strutturali, quali pile, spalle e archi. modulo elastico, in grado di non innescare rea-
zioni chimiche indesiderate.
CAUSE • E’ opportuno un collegamento meccanico tra
Se le lacune si presentano in corrispondenza di fessu- parte esistente e ripristino, realizzato anche con
re, le cause sono riconducibili a tensioni o sposta- l’uso di connettori metallici, comunque trattati
menti che le hanno generate. contro la ossidazione.
Mancanze o rotture localizzate possono derivare da: • L’eventuale vegetazione infestante va eliminata
• urti, con l’aiuto di un prodotto biocida prima di pro-
• disfacimento della malta, causato da abrasioni e cedere al ripristino della muratura.
da cattiva qualità o a piene del fiume,
• lento deterioramento dei materiali da costruzio- NOTE
ne, in primo luogo dovuto all’azione degli agenti La durabilità del materiale originario può essere in-
atmosferici, crementata mediante impregnazioni consolidanti a
• presenza di vegetazione infestante che, associata base di esteri silici.
all’umidità e al gelo, porta ad una disgregazione
del tessuto murario. Riferimenti bibliografici: (4), (9), (13), (27), (29)

CORRELAZIONI
Spesso associata a Polverizzazione - 2.12.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 125
Schede Difettologiche

RIPRESE SUCCESSIVE DETERIORATE 2.8


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

1 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Il fenomeno si presenta dove siano stati eseguiti in- • Rimozione degli interventi inappropriati o insuf-
terventi di semplice mascheratura dei dissesti, senza ficienti ed esecuzione di interventi risolutivi, do-
eliminazione delle cause scatenanti; con il passare po adeguata fase diagnostica.
del tempo il degrado si ripresenta con caratteristiche
analoghe. NOTE
Indagini:
CAUSE - verifica dell’estensione del fenomeno nelle zone
Errato intervento di manutenzione e/o ripristino che limitrofe mediante percussione
ha operato sugli effetti e non sulle cause. - misurazioni soniche – ultrasoniche – 4.4
- prelievo di muratura e prove di laboratorio – 4.5
- verifica di omogeneità con martello strumentato
– 4.7
- indagini tramite georadar – 11.1

Riferimenti bibliografici: (4), (9), (28), (30)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 126
Schede Difettologiche

MACCHIE DI COLORE SCURO 2.9


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
1 presente superficie superficie
Sempre = 1

DESCRIZIONE genera un processo chimico che porta alla formazio-


Strato superficiale di alterazione del materiale lapi- ne di uno strato di gesso che, cristallizzando, genera
deo o dei prodotti utilizzati per eventuali trattamen- la così detta crosta nera.
ti. Di spessore variabile, è duro, fragile e distinguibile
dalle parti sottostanti per le caratteristiche morfolo- CORRELAZIONI
giche e, spesso, per il colore. Può distaccarsi anche Da non confondere con le patine biologiche.
spontaneamente dal substrato che, in genere, si pre-
senta disgregato e\o pulverulento. INTERVENTI
Tende a formarsi nelle zone più riparate dalla piog- • Rimozione meccanica o manuale della crosta ne-
gia e dal vento. ra, cui farà seguito una eventuale ricoesione del-
Il problema correlato a questo fenomeno non è solo lo strato più superficiale della pietra su cui la cro-
estetico: tale forma di degrado, infatti, costituisce sta si è formata.
una barriera alla fuoriuscita dell’umidità dalla mura-
tura, concorrendo alla formazione di efflorescenze NOTE
all’interfaccia tra pietra e crosta nera, con conse- Indagini:
guente verificarsi di distacchi superficiali di materiale - prelievo di muratura e prove di laboratorio – 4.5
lapideo.
La durata del materiale originario può essere incre-
CAUSE mentata mediante impregnazioni consolidanti a base
La formazione delle croste nere è strettamente lega- di esteri silici.
ta ai fenomeni termoigrometrici: normalmente le
pietre si raffreddano più velocemente dell’aria per Riferimenti bibliografici: (4), (9), (28), (30)
cui l’aria calda ed umida tende a condensare sulle
superfici lapidee. L’anidride solforosa presente
nell’atmosfera

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 127
Schede Difettologiche

EFFLORESCENZE 2.10
Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
1 presente superficie superficie
Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Formazione di sostanze, generalmente di colore • Eliminazione di eventuali ristagni d’acqua me-
biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o diante drenaggi.
filamentoso, sulla superficie del manufatto. Nel caso • Rimozione meccanica o manuale dei depositi.
di efflorescenze saline, la cristallizzazione può talvol- • Realizzazioni di tagli meccanici o iniezione di bar-
ta avvenire all’interno del materiale provocando riera chimica silanica alla base delle murature.
spesso il distacco delle parti più superficiali: il feno- • Realizzazione di intonaci macroporosi.
meno prende allora il nome di criptoefflorescenza o • Realizzazione di impermeabilizzazioni in corri-
subefflorescenza. spondenza delle fondazioni.

CAUSE NOTE
L’acqua di risalita, passando per capillarità nella mu- Indagini:
ratura, porta in soluzione solfati, carbonati e nitrati. - prelievo di muratura e prove di laboratorio – 4.5
Quando l’acqua raggiunge la superficie esterna della - misura dell’umidità mediante umidimetro o i-
muratura evapora, depositando sulla superficie i cri- grometro – 4.6
stalli salini. Normalmente questo fenomeno si verifi- - rilievo mediante termo camera TIR – 11.3
ca nelle zone maggiormente esposte a sole e vento,
dove la facilità di evaporazione dell’acqua è maggio- Riferimenti bibliografici: (4), (9), (28), (30)
re.

CORRELAZIONI
Da non confondersi con Macchie di umidità / di risa-
lita – 2.5.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 128
Schede Difettologiche

PATINA BIOLOGICA 2.11


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
1 presente superficie superficie
Sempre = 1

DESCRIZIONE • Dopo 15 giorni abbondante lavaggio, con acqua


Strato sottile, morbido e omogeneo, aderente alla pulita a pressione moderata, della superficie trat-
superficie e di evidente natura biologica, di colore tata per eliminare ogni traccia di biocida.
variabile, per lo più verde. La patina biologica è co- L’efficacia del biocida, il sistema di applicazione
stituita prevalentemente da microrganismi cui pos- ed il livello di concentrazione della sostanza atti-
sono aderire polvere, terriccio, ecc. va saranno verificati a mezzo di campionature.
In particolare è facile riscontrare la presenza di or- • Verifica ed eventuale ripristino dell’imperme-
ganismi e microrganismi biologici quali alghe, oltre a abilizzazione sull’impalcato, degli scarichi.
patine discontinue di colore variabile (verde, nero, • Rimozione di eventuale vegetazione invasiva che
grigio) e di spessore pari a pochi millimetri. possa anche favorire l’ombreggiatura della pare-
Rientra in questo difetto anche la presenza di vege- te muraria.
tazione invasiva. • Eventuale applicazione di un intonaco deumidifi-
cante.
CAUSE
Presenza di acqua o di umidità sulla muratura o di NOTE
depositi humiferi. Indagini:
- prelievo di muratura e prove di laboratorio – 4.5
INTERVENTI
• Rimozione meccanica a mezzo di spatole e altri Riferimenti bibliografici: (9), (13), (28), (30)
strumenti (pennelli a setole rigide), di plastica o
di legno.
• Applicazione a spruzzo manuale di un biocida (ad
esempio ETO, ossido di etilene al 10% in miscela
gassosa di aria e CO2).

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 129
Schede Difettologiche

POLVERIZZAZIONE 2.12
Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la Profondità Profondità Profondità
3 presente superficie superficie < 1 cm < 5 cm > 5 cm

DESCRIZIONE • Ristilatura di tutti i giunti con malta dalle caratte-


Decoesione che si manifesta con la caduta sponta- ristiche chimico – fisiche compatibili con quella
nea del materiale sotto forma di polvere o granuli. esistente, eventualmente seguita da iniezioni di
Può portare alla completa distruzione e polverizza- boiacca a base calce/cemento dotata di buona ade-
zione dei corsi di malta o dei materiali lapidei costi- sione alla muratura, buona resistenza meccanica e
tuenti la muratura stessa. medio modulo elastico.
• Eventuali interventi di scuci – cuci nelle zone di
CAUSE muratura maggiormente colpite da tale fenome-
La concentrazione di acidi, creatasi dall’interazione no di degrado.
tra i gas presenti in atmosfera e l’acqua, sulle super- • Eventuale consolidamento del materiale origina-
fici comporta la formazione di sali e l’aggressione rio mediante impregnazioni a base di esteri silici.
della parte carbonatica, con conseguente decoesio-
ne del reticolo cristallino e caduta delle parti. NOTE
Indagini:
CORRELAZIONI - indagini tramite endoscopio – 4.1
Se molto intensa può portare al difetto Porzione di - prelievo di muratura e prove di laboratorio – 4.5
muratura mancante – 2.7. - misura dell’umidità mediante umidimetro o i-
grometro – 4.6
INTERVENTI - valutazione della resistenza dei giunti di malta
• Pulitura meccanica della superficie mediante con sclerometro – 4.8
spazzola morbida per asportare il materiale in- - rilievo mediante termo camera TIR – 11.3
coerente e lavaggio a pressione moderata.
Riferimenti bibliografici: (4), (9), (28), (30)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 130
Schede Difettologiche

ESFOLIAZIONE 2.13
Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
1 presente superficie superficie
Sempre = 1

DESCRIZIONE • Applicazione a spruzzo di un prodotto antisale,


Degrado che si manifesta con il distacco di uno o più per trasformare i sali in composti insolubili e
strati superficiali subparalleli fra loro (sfoglie), spesso quindi non più trasportabili per capillarità
seguito dalla caduta degli stessi. dall’acqua.
Le sfoglie possono essere di spessore variabile da • Ristilatura dei giunti con malta dalle caratteristi-
qualche millimetro a qualche centimetro; lo strato che chimico – fisiche compatibili con quella esi-
immediatamente sottostante la placca staccatasi stente.
spesso è ridotto in polvere. • Applicazione di apposito rinzaffo antisale e in se-
guito di intonaco macroporoso deumidificante.
CAUSE • Valutazione di un’eventuale presenza di ristagni
I gas contenuti nell’atmosfera reagiscono con l’acqua di acqua all’interno della muratura e se necessa-
meteorica trasformandosi in acidi. Questi, a loro vol- rio attuare gli idonei interventi atti a ridurre il fe-
ta, reagiscono con il carbonato di calcio, che costitui- nomeno.
sce i materiali litici, disgregandolo e producendo ges-
so (solfato idrato di calcio). NOTE
Indagini:
INTERVENTI - prelievo di muratura e prove di laboratorio – 4.5
Possibilità di applicazione di un intonaco deumidifi- - misura dell’umidità mediante umidimetro o i-
cante da eseguirsi dopo le seguenti operazioni: grometro – 4.6
• Rimozione del vecchio intonaco per circa un me- - valutazione della resistenza dei giunti di malta
tro di altezza oltre il segno del livello massimo con sclerometro – 4.8
raggiunto dall’umidità. - rilievo mediante termo camera TIR – 11.3
• Spazzolatura della superficie, per asportazione
del materiale incoerente rimasto. Riferimenti bibliografici: (4), (9), (28), (30)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 131
Schede Difettologiche

FESSURE LONGITUDINALI 2.14


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

4 <¼ della luce <½ della luce >½ della luce Capillare Qualche mm Qualche cm

DESCRIZIONE • Fasciature perpendicolari alle fessure realizzate


E’ riferito a fenditure che si presentano solamente con tessuti in fibra di carbonio oppure intonaci
sull’arco con andamento prevalentemente circonferen- armati.
ziale. Interessano la tessitura muraria sia lungo i corsi di • Ripristino della continuità dell’arco mediante la
malta che direttamente sui mattoni o sui blocchi di pie- messa in opera di tiranti trasversali alla struttura,
tra. realizzati in acciaio o in cemento armato o con cavi
di contenimento post-tesati.
CAUSE
Possono trovare origine in cedimenti differenziali in NOTE
direzione trasversale delle fondazioni o a seguito di si- Per capire se la causa del degrado sia ancora in essere è
tuazioni di carico fortemente sbilanciato (tracciati cur- utile un monitoraggio delle fessure, accompagnato da
vilinei) o rappresentare una discontinuità dell’opera indagini geognostiche sul terreno di fondazione.
tipica delle strutture con volte realizzate a settori af-
fiancati (impalcati molto larghi). In prossimità dei bordi Indagini:
dell’arco possono associarsi al distacco del timpano. - monitoraggio - 10
- prove penetrometriche, carotaggi nel terreno- 9
INTERVENTI - prove sulla muratura (quadro fessurativo, degrado,
• Realizzazione di sottofondazioni in muratura o c.a. endoscopie, prove soniche, martinetti piatti per in-
oppure palificate o jet-grouting. dividuazione dei parametri elastici e della resistenza
• Riempimento delle fessure mediante iniezioni di meccanica, prova di estrazione con contrasto) – 4.1,
malta o boiacca antiritiro dotata di buona adesione 4.2, 4.4, 4.8
alla muratura, ottima resistenza meccanica e alta - prove di carico statiche e/o dinamiche
resistenza agli agenti chimici. sull’impalcato con mezzi pesanti e successiva verifi-
ca numerica- 1, 2

Riferimenti bibliografici: (4), (19), (27), (30)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 132
Schede Difettologiche

FESSURE TRASVERSALI 2.15


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

5 Sempre = 1 Capillare Qualche mm Qualche cm

DESCRIZIONE • Ripristino della continuità dell’arco mediante nuovi


E’ riferito a fessure che si presentano nella muratura elementi resistenti paralleli alla struttura, come ad
con andamento prevalente lungo la direttrice dell’arco. esempio l’arco armato.
Interessano prevalentemente la tessitura muraria lun-
go i corsi di malta. NOTE
Per capire se la causa del degrado sia ancora in essere è
CAUSE utile un monitoraggio delle fessure, accompagnato da
Possono essere generate da cedimenti delle fondazioni indagini geognostiche sul terreno di fondazione. La
o da spinte sulle spalle esercitate dal terreno o da e- presenza contemporanea di più fessure alternate
venti sismici. Si possono presentare alle imposte a se- all’estradosso e all’intradosso dell’arco può indicare la
guito di carichi non simmetrici provenienti da campate formazione di un cinematismo di collasso, da valutare
contigue più lunghe o più caricate. Rappresentano attraverso una idonea modellazione agli elementi finiti
l’effetto di una rotazione tra segmenti, ossia una “cer- per determinare la resistenza e la deformazione ultima
niera cilindrica” dovuta ad eccesso di flessione. Più ra- dell’arco e quindi il residuo margine di sicurezza.
ramente rappresentano un fenomeno di scorrimento Indagini:
tra conci accostati, non abbastanza scabri, dovuti ad - monitoraggio - 10
eccessiva sollecitazione di taglio. - prove penetrometriche, carotaggi nel terreno- 9
- prove sulla muratura (quadro fessurativo, degrado,
INTERVENTI endoscopie, prove soniche, martinetti piatti per in-
• Realizzazione di sottofondazioni in muratura o c.a. dividuazione dei parametri elastici e della resistenza
oppure palificate o jet-grouting. meccanica, prova di estrazione con contrasto) – 4.1,
• Riempimento delle fessure mediante iniezioni di 4.2, 4.4, 4.8
malta o boiacca antiritiro dotata di buona adesione - prove di carico statiche e/o dinamiche
alla muratura, ottima resistenza meccanica e alta sull’impalcato con mezzi pesanti e successiva verifi-
resistenza agli agenti chimici. ca numerica- 1, 2
• Modifica ai rinfianchi (geometria, compattazione,
distribuzione dei carichi, elementi irrigidenti). Riferimenti bibliografici: (4), (19), (27), (30).

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 133
Schede Difettologiche

DIFETTI DI SALDATURE 3.1


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della
4 presente totalità
~ ovunque Sempre = 1

DESCRIZIONE CAUSE
Si manifestano lungo lo sviluppo dei cordoni di sal- Si tratta di difetti che risalgono all’esecuzione delle
datura. La loro pericolosità dipende dal fatto che ri- saldature. Possono derivare da:
ducono la sezione resistente aumentando il livello di • scelta non idonea dei materiali o delle tecniche
tensione medio, inducono concentrazione di tensio- di saldatura,
ne locale per effetto intaglio, possono costituire in- • condizioni in cui la stessa è stata eseguita,
nesco di rottura per fatica. • scarsa capacità del saldatore.
Possono essere di vario tipo:
• cricche, rappresentate da microlesioni o fessura- CORRELAZIONI
zioni superficiali sui cordoni di saldatura e nelle Da valutare attentamente se il difetto non sia da ri-
loro immediate vicinanze, ferire alla scheda Rottura di saldature – 3.2, soprat-
• inclusioni solide e gassose o soffiature superficia- tutto nel caso di presenza di cricche di saldatura.
li, che hanno l’aspetto di piccoli crateri,
• irregolarità superficiali sulle maglie del cordone, INTERVENTI
che, anziché essere disposte parallelamente una Fresatura del cordone e rifacimento, oppure esecu-
di seguito all’altra, hanno andamento irregolare, zione di un coprigiunto che funga da by-pass.
con variazioni del profilo del cordone, avvalla-
menti, ecc… NOTE
Da porre particolare attenzione se ci si trova in pre- Indagini:
senza di nodi, nel qual caso fare riferimento alla - esame macrografico delle saldature – 6.7,
scheda Lesioni ai nodi – 3.10. - liquidi penetranti - 6.2,
- metodi magnetoscopici – 6.3,
- esame saldature con metodo radiografico – 6.4.

Riferimenti bibliografici: (1), (4), (14)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 134
Schede Difettologiche

ROTTURA DI SALDATURE 3.2


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della
5 presente totalità
~ ovunque Sempre = 1

DESCRIZIONE maggiore profondità delle lesioni.


Il difetto consiste nella presenza di fessurazioni sui Spesso sono presenti in corrispondenza del difetto
cordoni di saldatura e/o nelle loro immediate vici- Lesioni ai nodi – 3.10, al quale si rimanda.
nanze (materiale di base).
Si può verificare nelle unioni di forza (nodi tra- INTERVENTI
ve/trave e trave/pilastro, nodi travi reticolari e nelle Gli interventi possono essere i seguenti, in ragione
parti metalliche di appoggi e giunti) e nelle unioni della gravità ed estensione del fenomeno:
correnti specie se discontinue. • fresatura e rifacimento del cordone,
La lesione generalmente riguarda l’intero spessore • inserimento di piatti o squadrette di rinforzo,
del cordone di saldatura. • saldatura di coprigiunti locali con funzione di by-
Queste discontinuità sono particolarmente pericolo- pass,
se perché interessano la sezione resistente della sal- • sostituzione dell’intero elemento interessato (in
datura o dell’elemento collegato e sono soggette a casi particolarmente gravi),
propagarsi per fatica. • rinforzo di tutti i nodi dello stesso tipo (nel caso
di strutture reticolari, se i fenomeni sono estesi
CAUSE ad alcuni nodi).
Possono essere insorte o nella fase iniziale per difet-
tosità della saldatura (cricche a freddo, cricche a cal- NOTE
do, strappi lamellari) o essere conseguenti a feno- Indagini:
meni di fatica o di eccessiva sollecitazione. - esame macrografico delle saldature – 6.7,
- polveri o liquidi penetranti – 6.2,
CORRELAZIONI - metodi magnetoscopici – 6.3,
Possono rappresentare una fase successiva di de- - esame saldature con metodo radiografico – 6.4.
grado rispetto alle cricche di saldatura (vedi Difetti di
saldature – 3.1), dalle quali si distinguono per la Riferimenti bibliografici: (1), (4), (14)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 135
Schede Difettologiche

SFOGLIAMENTO VERNICE 3.3


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
2 presente superficie superficie
Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Il difetto riguarda il distacco della vernice protettiva Il difetto di per sé ha un basso indice di gravità, tut-
degli elementi in acciaio, con esposizione diretta del tavia richiede un intervento per evitare l’insorgere
metallo. Si può manifestare come: dei difetti Corrosione – 3.11 e Ossidazione – 3.12.
• squamatura, tipo pelle di coccodrillo, Procedura:
• spellamento a strati, • asportazione della vernice distaccata,
• scollamento di strati, • pulizia degli elementi tramite sabbiatura o spaz-
• corrosione sotto la vernice, zolatura,
• difetto di stesura in corrispondenza di estremità, • applicazione di un nuovo ciclo protettivo com-
zone angolate o bullonature. prendente una base anticorrosiva (generalmente
zincanti a freddo),
CAUSE • riverniciatura.
E’ dovuto a cattiva esecuzione, ad attacco chimico o
dal naturale invecchiamento del materiale vernice. NOTE
Possono essere concause la presenza d’umidità e Indagini:
quella di agenti aggressivi (ambiente marino, indu- - misurazione dello spessore della vernice – 6.10,
striale, ecc.). - misura della forza di adesione del rivestimento
(Pull-Off)– 5.14,
CORRELAZIONI - analisi con spettrometro sulla composizione chi-
Si manifesta generalmente accompagnato a Corro- mica – 6.8.
sione – 3.11 e Ossidazione – 3.12 quando
l’intervento di recupero non è tempestivo. Riferimenti bibliografici: (1), (4), (14)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 136
Schede Difettologiche

DIFETTI CHIODATURA 3.4


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Più chiodi su Più chiodi su Difettosità Caduta di una Chiodo
5 Un chiodo
un elemento più elementi (testa o gam- delle due teste caduto
bo)

DESCRIZIONE INTERVENTI
Il difetto si rileva a vista solo quando una delle due • Asportazione del chiodo difettoso e sostituzione
teste o quando l’intero chiodo è caduto dalla posi- con chiodo di eguale diametro e caratteristiche.
zione originaria. È possibile rilevare a vista anche • Qualora la posizione non consentisse la ricalcatu-
una errata conformazione della testa ribattuta (che ra, sarà possibile in via eccezionale sostituire il
dovrebbe apparire come una calotta sferica regolare chiodo con un bullone ad attrito (classe 8.8 o
coassiale col gambo). 10.9) di pari diametro, chiuso con la coppia pre-
Altri difetti (mancanza di materiale, cricche, ecc.) scritta.
non sono generalmente rilevabili a vista, ma tramite È comunque da sconsigliare la commistione fra chio-
specifiche indagini. dature e bullonature nello stesso nodo, specie se di
rilevante importanza strutturale, e da evitare la
CAUSE commistione fra chiodature e saldature.
• Dimensionamento o conformazione non corretta
della giunzione. NOTE
• Ricalcatura non corretta del chiodo. Indagini:
• Eccesso di sollecitazione (sisma, urti o anomalo - analisi mediante emissioni acustiche – 6.5,
impiego della struttura) o sollecitazione anomala - verifica di integrità delle chiodature – 6.11.
(per esempio non planare con il piano di giun-
zione). Riferimenti bibliografici: (1), (4), (14)
Il fenomeno può essere esaltato da corrosione loca-
lizzata o fenomeni di fatica.

CORRELAZIONI
Possibile la contemporanea presenza di Deformazio-
ne anime / piattabande – 3.7.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 137
Schede Difettologiche

BULLONI ALLENTATI 3.5


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Meno del ~ 50% della
4 10% totalità
~ totalità Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Il difetto si manifesta quando la coppia di serraggio è • Serraggio dei bulloni con la coppia prescritta.
inferiore a quella prescritta. Si riscontra a vista se • Sostituzione dei bulloni mancanti o parti di esso.
manca il dado o se vi è uno spazio fra la piastra e la • Nel caso di struttura soggetta a vibrazioni dovrà
rondella; si riscontra immediatamente anche quan- essere impiegato un controdado o una rondella
do è possibile svitare il bullone a mano. Negli altri elastica.
casi si ricorre a chiave dinamometrica.
NOTE
CAUSE Indagini:
Le cause più frequenti sono le seguenti: - misura della forza di ancoraggio di bulloni e tas-
• dimensionamento o conformazione non corretta selli mediante Dynatest – 6.12,
della giunzione, - verifica della coppia di serraggio di bulloni ad at-
• serraggio non controllato all’atto del montaggio, trito – 6.13.
• assenza di rondella o rondella non adatta
all’impiego, Riferimenti bibliografici: (1), (4), (14)
• vibrazioni della struttura,
• urti.

CORRELAZIONI
Nei casi più gravi si arriva alla caduta del bullone.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 138
Schede Difettologiche

BULLONI TRANCIATI 3.6


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Più bulloni su Più bulloni su
5 Un bullone
un elemento più elementi
Sempre = 1

DESCRIZIONE allentati – 3.5. Nei casi più gravi si può verificare la


Il difetto consiste nella deformazione plastica del contemporanea presenza di Deformazione anime /
gambo dei bulloni, che può arrivare sino al trancia- piattabande – 3.7, Corrosione – 3.11.
mento degli stessi. Nei casi peggiori sono riscontrabi-
li anche deformazioni plastiche sui bordi dei fori (o- INTERVENTI
valizzazione per rifollamento) o lacerazioni degli e- • Sostituzione di bulloni danneggiati o mancanti
lementi collegati. con altri di pari diametro e classe.
• Sostituzione dei coprigiunti o di fazzoletti nel ca-
CAUSE so di ovalizzazione del foro o lacerazione delle
• Dimensionamento o conformazione non corretta lamiere.
della giunzione. • Rifacimento del nodo e sostituzione degli ele-
• Carichi superiori a quelli di progetto (per esem- menti collegati nei casi più gravi.
pio per urti o azioni sismiche o uso non corretto
della struttura). NOTE
• Serraggio insufficiente. Indagini:
Il fenomeno può essere esaltato dalla corrosione, da - misura della forza di ancoraggio di bulloni e tas-
fenomeni di fatica o eccessive vibrazioni della strut- selli mediante Dynatest – 6.12,
tura oppure da una non corretta esecuzione della - verifica della coppia di serraggio di bulloni ad at-
giunzione stessa. trito – 6.13.

CORRELAZIONI Riferimenti bibliografici: (1), (4), (14)


Una coppia di serraggio insufficiente può innescare il
difetto ed è quindi possibile la presenza di Bulloni

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 139
Schede Difettologiche

DEFORMAZIONE ANIME / PIATTABANDE 3.7


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
3 presente lunghezza lunghezza
Accennata 10 mm Oltre 10 mm

DESCRIZIONE INTERVENTI
Il difetto consiste nella perdita della forma della se- • Per piccole intensità è possibile tentare un rad-
zione originaria nei profilati aperti e può riguardare drizzamento con preriscaldamento.
sia l’ala che l’anima (imbozzamento). • Eliminazione con taglio della parte danneggiata
con sostituzione mediante saldatura o coprigiun-
CAUSE ti con funzione di by-pass.
• Urto di veicoli fuori sagoma (sovrappassi) o di • Sostituzione dell’elemento (nel caso vi sia una
natanti o tronchi e altri relitti trasportati dalla possibile perdita di stabilità).
corrente (ponti su fiumi o canali), frane.
• Deformazione impressa al montaggio per errate NOTE
tolleranze costruttive. Indagini:
• Incendio. - prove di carico – 1.1 e 1.2,
• Accumulo di prodotti di ossidazione. - prove con microdurometro Vickers – 6.1,
Si può verificare anche per carichi concentrati non - valutazione dello stato di tensione tramite
previsti o per fenomeni d’instabilità locale. In “Strain-Gauges” – 6.9.
quest’ultimo caso è indispensabile un’attenta ricerca
della causa. Riferimenti bibliografici: (1), (2), (4), (6), (9), (14)

CORRELAZIONI
Possibile contemporanea presenza di Sfogliamento
vernice–3.3, Difetti chiodatura–3.4, Bulloni allentati
– 3.5, Bulloni tranciati – 3.6, Corrosione – 3.11.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 140
Schede Difettologiche

DEFORMAZIONI PARETI TRAVI SCATOLARI 3.8


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
3 presente superficie superficie
Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Il difetto riguarda la perdita della forma della sezione • Verifica dell’adeguatezza degli spessori e degli
originaria nelle pareti laterali o di fondo di sezioni irrigidimenti delle lamiere nei confronti
scatolari. dell’instabilità.
In alcuni casi le deformazioni si presentano come • Nessuno per leggeri imbozzamenti localizzati.
onde in successione regolare lungo lo sviluppo delle • Riporto di piatti di rinforzo per la riparazione di
pareti (imbozzamento). Nei casi meno gravi difetti localizzati.
l’imbozzamento è rilevabile solo con l’osservazione • Sostituzione dell’elemento o rinforzo con irrigi-
con luce radente. dimenti nel caso in cui il fenomeno sia dovuto ad
instabilità.
CAUSE
• Urto di veicoli fuori sagoma (sovrappassi) o di NOTE
natanti o tronchi e altri relitti trasportati dalla Indagini:
corrente (ponti su fiumi o canali), frane. - prove di carico – 1.1 e 1.2,
• Fenomeni di instabilità locale (pareti o fondo - prove con microdurometro Vickers – 6.1,
realizzati con lamiere sottili o non sufficiente- - valutazione dello stato di tensione tramite
mente irrigidite). “Strain-Gauges” – 6.9.
• Carichi superiori a quelli previsti o carichi con-
centrati. Riferimenti bibliografici: (1), (2), (4), (6), (9), (14)
• Diminuzione della sezione resistente della parete
causata dalla corrosione.

CORRELAZIONI
Possibile contemporanea presenza di Sfogliamento
vernice – 3.3, Corrosione – 3.11.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 141
Schede Difettologiche

RISTAGNI D’ACQUA 3.9


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
1 presente superficie superficie
Sempre = 1

DESCRIZIONE CORRELAZIONI
Questo difetto indica la presenza di quantità d’acqua Probabile contemporanea presenza di Corrosione –
in zone di compluvio o all’interno di elementi nervati 3.11 e Ossidazione – 3.12.
(per esempio base dei pilastri). Può presentarsi an- Il verificarsi del fenomeno è direttamente legato al
che lungo profilati a I o a C disposti con l’asse forte in difetto Convogliamento acque assente – 5.24.
orizzontale. È rivelato dalla presenza di depositi, li-
mo e/o calcare sull’elemento stesso. INTERVENTI
L’accumulo, di per sé non dannoso, può innescare • Protezione degli elementi interessati eliminando
fenomeni più gravi di corrosione, specie per elemen- la causa all’origine con la creazione di un sistema
ti scatolari o tubolari il cui interno non sia ispeziona- di allontanamento delle acque.
bile. • Molto spesso sono sufficienti dei semplici fori di
drenaggio nei punti più bassi dell’elemento o al
CAUSE piede di elementi scatolari o tubolari.
Dipende da:
• mancanza di drenaggio dell’acqua, accompagna- NOTE
ta da imperfetta impermeabilizzazione, Indagini:
• irregolarità costruttive, - ispezione visiva.
• scarsa manutenzione dello smaltimento delle
acque, Riferimenti bibliografici: (1), (4), (14)
• imperfetta tenuta dei giunti.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 142
Schede Difettologiche

LESIONI AI NODI 3.10


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
1 solo Fino a 3 Oltre 3
5 nodo nodi nodi
Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Vengono definiti “nodi” i punti di convergenza e di Prima di decidere una strategia di intervento, è più
unione di elementi strutturali (puntoni, tiranti, travi, che mai necessaria una attenta ricalcolazione della
pilastri, ecc.). struttura, valutando altresì la possibilità di fenomeni
Le lesioni si presentano come danneggiamenti negli di fatica. I provvedimenti da adottare possono esse-
elementi di collegamento (vedi saldature, chiodatu- re, in ragione di gravità ed estensione del fenomeno:
re, bullonature) estesi eventualmente anche nelle • saldatura, previa opportuna sagomatura, dei
piastre di nodo (flange, fazzoletti, coprigiunti). lembi della lesione,
Da valutare attentamente le lesioni che interessano • rinforzo di tutta la zona circostante con elementi
gli elementi della struttura (le aste convergenti in un di acciaio idonei,
nodo o i fazzoletti). • nel caso di strutture reticolari è consigliabile, se i
fenomeni sono estesi ad alcuni nodi, il rinforzo di
CAUSE tutti i nodi dello stesso tipo,
• Dimensionamento o conformazione non corretta • nel caso di apparecchi di appoggio, sostituzione
della giunzione. degli stessi.
• Anomali incrementi dei carichi previsti o azioni
differenti da quelle di progetto (p.e. urti, sisma). NOTE
• Fenomeni di fatica e corrosione. Indagini:
- ispezione visiva,
CORRELAZIONI - prove di carico – 1.1 e 1.2,
Non va confuso, bensì valutato parallelamente, con - analisi con spettrometro sulla composizione chi-
Difetti di saldature – 3.1 e Rottura di saldature – 3.2. mica – 6.8,
Nel caso di apparecchi d’appoggio, vedi anche Difetti - valutazione dello stato di tensione tramite
rulli-pendoli – 5.6 e Difetti carrelli – 5.7. “Strain-Gauges” – 6.9.

Riferimenti bibliografici: (1), (2), (4), (6), (9), (14)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 143
Schede Difettologiche

CORROSIONE 3.11
Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
4 presente superficie superficie
Sempre = 1

DESCRIZIONE CORRELAZIONI
Si intende il processo elettrochimico al seguito del Il Convogliamento acque assente – 5.24 è spesso
quale il ferro costituente l’acciaio viene sottratto causa dell’instaurarsi del fenomeno di corrosione
all’elemento strutturale dando luogo a ossidi non che ha inizio con Ossidazione – 3.12.
aderenti e di volume maggiore del materiale di base Accompagnato spesso con Ristagni d’acqua – 3.9 e
con una riduzione apprezzabile (>5%) dello spessore Sfogliamento vernice – 3.3.
originario.
Si può presentare in diversi stadi d’evoluzione: INTERVENTI
• leggera riduzione di spessore, • Verifica dell’idoneità statica in presenza di ridu-
zioni di spessore.
• significativa riduzione dal punto di vista struttu-
rale, • Eventuali interventi di rafforzamento localizzati
con saldatura di piastre.
• perforazione del metallo.
• In casi gravi, sostituzione dell’elemento interes-
CAUSE sato.
Deriva dalla mancanza, dalla non idoneità o dal de- Ogni intervento deve essere accompagnato dalla ri-
terioramento della protezione (verniciatura o zinca- costituzione di un’ adeguata verniciatura protettiva e
tura) del metallo. dall’eliminazione delle cause di aggravamento.
In tali situazioni sono concause la presenza d’umidità
o di acqua stagnante e la non tempestività degli in- NOTE
terventi di manutenzione. Indagini:
Altre cause di aggravamento possono essere la pre- - ispezione visiva,
senza di correnti vaganti e di soluzioni saline (am- - prove di carico – 1.1 e 1.2,
biente marino o industriale, cloruri derivanti - controllo mediante correnti indotte – 6.6,
dall’utilizzo di sali antigelo). - analisi con spettrometro sulla composizione chi-
mica – 6.8.
Riferimenti bibliografici: (1), (2), (4), (6), (9), (14)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 144
Schede Difettologiche

OSSIDAZIONE 3.12
Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
2 presente superficie superficie
Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Si intende il processo elettrochimico al seguito del • Pulizia degli elementi dai prodotti di ossidazione.
quale il ferro costituente l’acciaio si combina con • Applicazione di una idonea protezione anticorro-
l’ossigeno atmosferico ricoprendo la superficie siva e riverniciatura.
dell’elemento interessato con ossidi più o meno a-
derenti. NOTE
Indagini:
Si può presentare in diversi stadi d’evoluzione: - ispezione visiva,
• ossidazione superficiale omogenea, - misure di spessore.
• rigonfiamento della superficie esterna,
• corrosione puntiforme (vaiolatura). Riferimenti bibliografici: (1), (4), (14)

CAUSE
Deriva dalla mancanza o dalla non idoneità o dal de-
terioramento della protezione, verniciatura o zinca-
tura, del metallo.
In tali situazioni sono concause la presenza d’umidità
e la non tempestività degli interventi di manutenzio-
ne.

CORRELAZIONI
Probabile presenza contemporanea di Sfogliamento
vernice – 3.3. L’ossidazione viene favorita nel caso di
presenza di Ristagni d’acqua – 3.9. Il fenomeno può
evolvere degenerando in Corrosione 3.11.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 145
Schede Difettologiche

MACCHIE DI UMIDITA’ 4.1


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la Oltre lo strato
3 presente estensione estensione
Superficiale superficiale
Profonda

DESCRIZIONE Gli interventi vengono poi stabiliti in base all’intensità


Derivano dalla percolazione dell’acqua di origine me- dell’eventuale degrado, riferendosi al valore del coef-
teorica sull’elemento strutturale considerato oppure ficiente K2:
dall’assorbimento di acqua dal terreno. • K2 = 0,2: nessun intervento,
L’umidità penetra all’interno della sezione e può rag- • K2 = 0,5 o 1: bisogna fare molta attenzione allo
giungere valori elevati, fino a favorire lo sviluppo di stato del degrado perché, se molto avanzato, si
funghi fino al marcimento dell’elemento stesso (per consiglia di considerare gli interventi descritti in
specie legnose non naturalmente durabili). Attacco da funghi – 4.2.

CAUSE NOTE
• Cattiva progettazione e/o esecuzione. L’aspetto fondamentale è la determinazione della
• Protezione insufficiente o completamente man- persistenza dello stato di umidità e dell’eventuale
cante. avanzamento del degrado.

CORRELAZIONI Indagini:
La presenza del difetto può essere riferita a Ristagni - si può usare un punteruolo per una prima verifica
d’acqua – 4.7. della consistenza del legno,
Se l’umidità persiste a lungo, può dare origine alla - determinazione del profilo resistografico – 8.3,
formazione di funghi (vedi Attacco da funghi – 4.2). - misura dell’umidità mediante umidimetro o i-
grometro – 8.7.
INTERVENTI
Fondamentalmente bisogna ripristinare o provvede- Riferimenti bibliografici: (9), (17)
re ad un’accurata protezione dagli agenti atmosferici
(per specie legnose non naturalmente durabili).

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 146
Schede Difettologiche

ATTACCO DI FUNGHI 4.2


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la Oltre lo strato
5 presente estensione estensione
Superficiale superficiale
Profondo

DESCRIZIONE - K2 = 0,2: nessun intervento.


Si manifesta con l’evidente presenza di corpi frutti- - K2= 0,5: verifica statica dell’elemento strut-
feri (funghi). turale, per valutare la necessità di un even-
Tuttavia, il corpo fruttifero non sempre è visibile: il tuale rinforzo o sostituzione.
legno può presentare delle fratture che formano - K2 = 1: sostituzione dell’elemento.
solchi perpendicolari tra di loro (carie). In tali zone, NOTE
la resistenza del legno viene ridotta fino a zero. L’aspetto fondamentale è la determinazione dello
stato di avanzamento del degrado e quindi della ridu-
CAUSE zione della sezione resistente efficace.
Persistenza (a lungo) dell’umidità del legno superio-
re al 20%. Indagini:
si può usare un punteruolo e un martello:
CORRELAZIONI - il punteruolo va conficcato nel legno, in corri-
Questo tipo di degrado rappresenta una fase succes- spondenza della zona interessata, valutando la
siva a Macchie di umidità – 4.1 e a Ristagni d’acqua – profondità con cui essa penetra rispetto alla di-
4.7. mensione della sezione,
- con il martello si può valutare la consistenza resi-
INTERVENTI dua del legno: una risposta sorda è indice di le-
• Adottare accorgimenti per proteggere il legno gno degradato; una risposta sonora indica legno
dal formarsi di eccessiva umidità. ancora sano,
• Fondamentalmente bisogna ripristinare o prov- - prove di carico – 1.1, 1.2,
vedere ad un’accurata protezione dagli agenti - valutazione di densità mediante indagini microsi-
atmosferici. smiche ed ultrasoniche – 8.1,
• Gli interventi vengono poi stabiliti in base - determinazione del profilo resistografico – 8.3
all’intensità dell’eventuale degrado, riferendosi - valutazione modulo elastico con Pilodyn – 8.4.
al valore del coefficiente K2:
Riferimenti bibliografici: (9), (17)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 147
Schede Difettologiche

ATTACCO DI INSETTI 4.3


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Limitata ~ 50% della ~ tutta la Oltre lo strato
4 presenza estensione estensione
Superficiale superficiale
Profonda

DESCRIZIONE INTERVENTI
Si presenta in forma di fori distribuiti sulla superficie • Asportazione della parte degradata.
esterna dell’elemento considerato. • Verifica statica della sezione resistente residua.
Le dimensioni variano da pochi millimetri di diame- • Trattamento antisettico opportuno nel caso che
tro fino ad un centimetro circa. l’elemento possa venire mantenuto in sito.
L’entità e l’estensione dell’attacco dipendono dal • Eventuale rinforzo o sostituzione.
tipo di insetto, dalla specie legnosa, dal tipo di legno
(alburno o durame), dalle condizioni ambientali, NOTE
ecc.. L’aspetto fondamentale è la determinazione dello
stato di avanzamento del degrado e quindi della ridu-
CAUSE zione della sezione resistente efficace.
Presenza, all’interno dell’elemento strutturale, di
larve di insetti lignivori che, man mano che si ciba- Indagini:
no, formano gallerie avanzando nel materiale. si può usare un semplice cacciavite e un martello:
I fori si formano sulla superficie esterna al momento - con il martello si può valutare la sonorità del le-
dello sfarfallio dell’insetto adulto. gno,
- la punta del cacciavite va conficcata nel legno, in
CORRELAZIONI corrispondenza della macchia, valutando la pro-
Possibile contemporaneità con Attacco da funghi – fondità con cui essa penetra rispetto alla dimen-
4.2. sione della sezione,
- prove di carico – 1.1 e 1.2,
- indagini tramite endoscopio – 8.5,
- prelievo di travi in legno – 8.6.

Riferimenti bibliografici: (9), (10), (17)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 148
Schede Difettologiche

FESSURAZIONI ELICOIDALI 4.4


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
<1/3 della <1/2 della >1/2 della <1/3 dello <1/2 dello >1/2 dello
2 lunghezza lunghezza lunghezza spessore spessore spessore

DESCRIZIONE INTERVENTI
Si verificano durante la stagionatura del legno. • Se la fessura interessa più della metà della lar-
Questo tipo di fessure è di origine fisiologica nel le- ghezza della sezione, si può ricorrere ad una pio-
gno massiccio e di scadente qualità, chiaro indice latura meccanica, previa opportuna verifica stati-
della direzione della fibratura del legno. ca.
Fino a che si estendono non oltre la metà dello spes- • Da evitare la stuccatura delle fessure, in quanto
sore della sezione resistente, non rappresentano un resa inefficace dai movimenti del legno stesso.
reale pericolo, fatto salvo la necessità di una verifica • Nessun intervento se le fessure sono protette
statica. dall’azione dell’acqua.
• Se la giacitura delle fessure è tale da costituire
CAUSE una trappola di umidità, è necessario valutare gli
Le fibre dell’albero in piedi, invece di seguire con il interventi descritti in Ristagni d’acqua – 4.7.
loro allineamento una direzione rettilinea parallela
all’asse midollare (e pertanto verticale), si susseguo- NOTE
no secondo un’elica. Indagini:
- misura della profondità e dell’inclinazione delle
CORRELAZIONI fessure con righello,
La localizzazione dell’elemento strutturale in zone - prove di carico – 1.1 e 1.2,
soggette all’azione dell’acqua, implica possibili Rista- - valutazione di densità mediante indagini microsi-
gni d’acqua – 4.7. smiche ed ultrasoniche – 8.1,
- valutazione delle tensioni – 8.2.

Riferimenti bibliografici: (9), (10), (17)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 149
Schede Difettologiche

FESSURAZIONI LONGITUDINALI (legno massiccio) 4.5


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
<1/3 dello <1/2 dello >1/2 dello
1 Sempre = 0,2
spessore spessore spessore

DESCRIZIONE INTERVENTI
Sono un chiaro indice della direzione della fibratura • Se la fessura interessa più della metà della lar-
del legno. ghezza della sezione, si può ricorrere ad una pio-
Sono un fenomeno di origine fisiologica nel legno latura meccanica, previa opportuna verifica stati-
massiccio che si manifesta durante la stagionatura ca.
dello stesso. • Da evitare la stuccatura delle fessure, in quanto
Fino a che si estendono non oltre la metà dello spes- resa inefficace dai movimenti del legno stesso.
sore della sezione resistente, non sono pericolose. • Nessun intervento se le fessure sono protette
dall’azione dell’acqua.
CAUSE • Se la giacitura delle fessure è tale da costituire
Sono imputabili alla differenza fra il ritiro radiale e una trappola di umidità, è necessario valutare gli
quello tangenziale del legno che si ha durante la interventi descritti in Ristagni d’acqua – 4.7.
stagionatura.
Non sono stabili ma si aprono nei periodi secchi e si NOTE
chiudono nei periodi umidi. Indagini:
- misura della profondità delle fessure,
CORRELAZIONI - prove di carico – 1.1 e 1.2,
La localizzazione dell’elemento strutturale in zone - valutazione di densità mediante indagini microsi-
soggette all’azione dell’acqua, implica possibili Rista- smiche ed ultrasoniche – 8.1.
gni d’acqua – 4.7.
Riferimenti bibliografici: (9), (10), (17)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 150
Schede Difettologiche

FESSURAZIONI TRASVERSALI 4.6


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

5 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Si tratta di una vera e propria frattura delle fibre del • Rinforzo con placcaggio in materiali idonei (fibre
legno lungo una porzione di sezione trasversale. di carbonio, legno, ecc.).
Interrompono la continuità dei tessuti portando alla • Sconsigliabile l’uso di protesi in acciaio che, ri-
riduzione della sezione resistente. chiamando il formarsi di condense, favorirebbero
l’insorgere di accumulo di umidità.
CAUSE • Sostituzione.
• Ferite subite dall’albero ancora in piedi (p. es.
fratture da vento) e non necessariamente visibili NOTE
durante il taglio. Indagini:
• Rotture per eccessivo carico in opera. - misura dell’apertura della lesione utilizzando un
fessurimetro,
CORRELAZIONI - prove di carico – 1.1 e 1.2,
Da non confondere assolutamente con Fessurazioni - valutazione delle tensioni – 8.2.
elicoidali – 4.4 e Fessurazioni longitudinali – 4.5, non
trattandosi in questo caso di una situazione fisiologi- Riferimenti bibliografici: (9), (10), (17)
ca, ma di una patologia.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 151
Schede Difettologiche

RISTAGNI D’ACQUA (TRAPPOLE D’ACQUA) 4.7


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Estensione ~ 50% della ~ tutta la Oltre lo strato
5 limitata estensione estensione
Superficiale superficiale
Profonda

DESCRIZIONE INTERVENTI
Rappresentano tutte le situazioni in cui il legno rag- • Riprogettazione e rifacimento dei sistemi di smal-
giunge alti valori di umidità (superiore al 20%) non timento delle acque meteoriche.
per normale fenomeno igroscopico, bensì per imbi- • Protezione dall’ingresso di acqua delle zone a ri-
bizione. schio (scossaline di metallo, tavole di legno op-
portunamente posizionate, ecc.).
CAUSE • Intasamento a rifiuto delle fessure con prodotti
• Cattiva progettazione dei sistemi di smaltimento impregnanti, da ripetere ciclicamente.
delle acque meteoriche. • Da evitare la stuccatura delle fessure, in quanto
• Scorretta messa in opera degli elementi lignei, resa inefficace dai movimenti del legno stesso.
che non consente il libero defluire dell’acqua.
NOTE
CORRELAZIONI Indagini:
Il manifestarsi di questo difetto e la non correzione - valutazione di densità mediante indagini microsi-
dello stesso per specie legnose non naturalmente smiche ed ultrasoniche – 8.1,
durabili, può portare a gravi stati di degrado, vedi - misura dell’umidità mediante umidimetro o i-
Attacco di funghi – 4.2. grometro – 8.7.
La valenza G=5 si riferisce non alla possibile riduzione
della capacità portante allo stato attuale ma a quella Riferimenti bibliografici: (9), (17)
inevitabile se il ristagno non viene eliminato.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 152
Schede Difettologiche

DANNI DA URTO 4.8


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
<1/3 dello >1/3 dello
4 Localizzata Estesa Molto estesa Superficiale
spessore spessore

DESCRIZIONE INTERVENTI
Nel legno i danni sono normalmente localizzati in • Nel caso il danno sia superficiale è sufficiente
zone di ridotta estensione e profondità. proteggere il legno da infiltrazioni d’acqua piova-
Nei casi gravi, si può avere la compromissione di e- na.
lementi portanti o di collegamenti. • Riparazione o sostituzione dell’elemento o del
giunto se gravemente compromesso.
CAUSE
• Urto di veicoli leggeri o pesanti. NOTE
• Atti vandalici. Indagini:
- verifica visiva del danno locale,
CORRELAZIONI - prove di carico – 1.1 e 1.2.
Nel caso di mancati interventi di protezione o ripri-
stino, c’è la possibilità che si formino Ristagni Riferimenti bibliografici: (9), (17)
d’acqua – 4.7.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 153
Schede Difettologiche

BULLONI ALLENTATI 4.9


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

1 Sempre = 1 Sempre = 0,2

DESCRIZIONE INTERVENTI
I bulloni, nelle zone di collegamento tra elementi • Riserraggio dei bulloni per impedire che si formi-
strutturali, risultano allentati e le rondelle lasche. no vie per la formazione di trappole di umidità.
• Il fenomeno si può meglio contrastare solo utiliz-
CAUSE zando, in aggiunta a quelle usuali, rondelle elasti-
Il fenomeno è dovuto al movimento del legno con- che che compensino il movimento del legno.
seguente al ritiro e rigonfiamento causati dalle varia-
zioni termo-igrometriche ambientali. NOTE
Indagini:
CORRELAZIONI - verifica della coppia di serraggio di bulloni ad at-
Nel caso di mancati interventi di protezione o ripri- trito – 6.13,
stino, c’è la possibilità che si formino Ristagni - misura dell’umidità mediante igrometro – 8.7.
d’acqua – 4.7.
Riferimenti bibliografici: (9), (10),(17)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 154
Schede Difettologiche

DELAMINAZIONE (LEGNO LAMELLARE) 4.10


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
1 presente estensione estensione
< 1 cm 1 ÷ 3 cm > 3 cm

DESCRIZIONE INTERVENTI
A stretto rigore si tratta della rottura della linea • Nel caso di fessurazioni disposte con andamento
d’incollaggio fra le lamelle. discendente dall’esterno verso l’interno
In questo caso consideriamo anche le fessurazioni dell’elemento, diventando così delle trappole di
che si formano nello spessore delle lamelle stesse. umidità, è necessaria la protezione degli elementi
Non sono pericolose se interessano una porzione strutturali stessi.
limitata della larghezza della sezione resistente. • Intasamento a rifiuto delle fessure con prodotti
impregnanti, da ripetere ciclicamente.
CAUSE • Assolutamente da evitare la stuccatura delle fes-
Variazioni di umidità e temperatura del legno. sure, in quanto resa inefficace dai movimenti del
legno stesso.
CORRELAZIONI
Se le fessurazioni sono disposte con andamento di- NOTE
scendente dall’esterno verso l’interno dell’elemento, Indagini:
diventano delle trappole di umidità: vedi Ristagni - è necessario valutare l’andamento e la profondi-
d’acqua – 4.7. tà delle fessure: è sufficiente un righello metallico
di spessore sottile per procedere alla misurazio-
ne,
- misura dell’umidità mediante umidimetro o i-
grometro – 8.7.

Riferimenti bibliografici: (9), (17)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 155
Schede Difettologiche

CONNESSIONI DETERIORATE 4.11


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
< 20% delle 20 - 60% delle > 60% delle
5 connessioni dello
stesso tipo
connessioni dello
stesso tipo
connessioni dello
stesso tipo
Parziale Media Completa

DESCRIZIONE INTERVENTI
Si tratta di spaccatura o schiacciamento locale del • Riparazione, rinforzo o sostituzione degli elemen-
legno. ti di collegamento deteriorati.
È comunque sempre localizzato in corrispondenza di • Per cause derivanti dai difetti Attacco di funghi –
punti di unione di elementi diversi. 4.2, Attacco di insetti – 4.3, Ristagni d’acqua –
4.7, vanno innanzitutto effettuati gli interventi
CAUSE previsti nelle singole schede e quindi realizzate le
Eccessiva concentrazione di sforzi che può essere operazioni di riparazione, rinforzo o sostituzione
causata da: degli elementi di collegamento.
• cattiva progettazione o esecuzione del collega-
mento, NOTE
• degrado del materiale per cause diverse (funghi, Indagini:
insetti, umidità eccessiva, ecc.). - verifica visiva,
- prove di carico – 1.1 e 1.2,
CORRELAZIONI - valutazione delle tensioni – 8.2.
Possibilità di presenza contemporanea di Attacco di
funghi – 4.2, Attacco di insetti – 4.3, Ristagni d’acqua Riferimenti bibliografici: (9), (10), (17)
– 4.7.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 156
Schede Difettologiche

FUORI PIOMBO 5.1


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

5 Sempre = 1 2÷4% 4÷6% >6%

DESCRIZIONE INTERVENTI
Riguarda gli elementi strutturali in elevazione quali • Se il fuori piombo, allo stato attuale, è statica-
pile e spalle, qualunque sia il materiale costituente. mente inaccettabile, occorre intervenire sulle
Si presenta come la mancanza di verticalità, gene- fondazioni con idonei consolidamenti.
ralmente per tutta l'altezza. • Procedere alla sostituzione degli appoggi, previo
sollevamento degli impalcati.
CAUSE • Provvedere ai rinforzi o alle ricostruzioni neces-
Principalmente: sarie.
• movimenti a livello delle fondazioni, • Se il fuori piombo, allo stato attuale, è statica-
• coazione dovuta a mancato funzionamento degli mente accettabile, non occorrono interventi par-
appoggi, ticolari.
• casi eccezionali di urti,
• errata verticalità in fase di costruzione (disposi- NOTE
zione non corretta delle casseforme per le strut- Indagini:
ture in c.a., assemblaggio non preciso degli ele- - cedimenti assoluti con tazze livellometriche –
menti costituenti per le strutture in acciaio). 10.3
- rilievo tramite laser scanner - 11.2
CORRELAZIONI
E’ strettamente correlato con il difetto Scalzamento Riferimenti bibliografici: (4), (9), (13), (23), (31)
– 5.2.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 157
Schede Difettologiche

SCALZAMENTO 5.2
Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

5 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Abbassamento del fondo dell'alveo che, in periodo • Creazione di “isole di protezione” mediante infis-
di magra, evidenzia la scopertura in certe parti fin sione di palancole e getto di riempimento, even-
sotto la base delle fondazioni dirette e le palificate tualmente abbinate ad opere di sottofondazione.
delle fondazioni indirette. • Posizionamento intorno agli elementi interessati
di un idoneo “geotessuto” sul quale disporre
CAUSE massi collegati tra loro da una fune d’acciaio.
Principalmente: • Protezione con gabbioni e mantellate.
• imposta delle fondazioni non abbastanza pro- • Regolazione del corso fluviale con opere spondali
fonde per il fenomeno di scalzamento, o con soglie.
• l'erosione generale del letto e delle sponde, • Regolamentazione delle escavazioni in alveo.
• l'erosione del rilevato di approccio per cause
meteoriche, NOTE
• l'erosione localizzata del letto alla base degli e- Indagini:
lementi della struttura, - cedimenti assoluti con tazze livellometriche –
• l'abbassamento dell'alveo per cambiamento di 10.3
direzione della corrente, - rilievo tramite laser scanner - 11.2
• le escavazioni artificiali in alveo, - controllo idrografico dell’alveo
• forma e/o orientamento inadeguati delle pile.
Riferimenti bibliografici: (4), (9), (13), (23), (31)
CORRELAZIONI
E’ correlato con il difetto Dilavamento del rilevato di
approccio – 5.3.
Nei casi gravissimi, Fuori piombo – 5.1.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 158
Schede Difettologiche

DILAVAMENTO DEL RILEVATO DI APPROCCIO 5.3


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena In qualche Formato
1 presente zona
Ovunque Superficiale Primo strato
canale

DESCRIZIONE INTERVENTI
Dilavamento del materiale costituente il rilevato nei • Asportazione del materiale instabile e ricostru-
pressi delle spalle, delle pile-spalle oppure alle impo- zione della zona interessata, previa gradonatura,
ste dei ponti ad arco; può anche verificarsi al termi- con materiale idoneo.
ne dei muri andatori. • Nei casi più gravi si può fare ricorso alla “terra
armata” o a gabbionate.
CAUSE • Predisposizione dello smaltimento corretto delle
Principalmente: acque meteoriche.
• compattazione non adeguata,
• materiale inidoneo, NOTE
• errato smaltimento delle acque meteoriche, Indagini:
• errato convogliamento delle acque delle strade - indagini sui terreni - 9
di accesso. - cedimenti assoluti con tazze livellometriche –
10.3
CORRELAZIONI - rilievo tramite laser scanner - 11.2
Il più delle volte è associato al difetto Convogliamen- - controllo idrografico dell’alveo
to acque assente – 5.24.
Si può verificare la contemporanea presenza di Scal- Riferimenti bibliografici: (4), (9), (13), (23), (31)
zamento – 5.2.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 159
Schede Difettologiche

DISSESTO DEL RILEVATO DI APPROCCIO 5.4


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena In qualche Dissesto
2 presente zona
Ovunque Accennato Profondo
completo

DESCRIZIONE INTERVENTI
Rappresenta un aggravamento del difetto Dilava- • Asportazione del materiale instabile e ricostru-
mento del rilevato di approccio – 5.3, ed interessa zione della zona interessata, previa gradonatura,
principalmente il piede dei rilevati (coni) in corri- con materiale idoneo.
spondenza dei muri d’ala; il dissesto può essere esal- • Nei casi più gravi si può fare ricorso alla “terra
tato da scalzamento, in presenza di corsi d’acqua, o armata” o a gabbionate.
da forte ruscellamento dal piano stradale. • Regolazione dello smaltimento delle acque me-
teoriche.
CAUSE • Studio dell’ andamento del corso d’acqua even-
Principalmente: tualmente interessante il piede del rilevato.
• compattazione non adeguata,
• materiale inidoneo, NOTE
• insufficiente smaltimento delle acque meteori- Indagini:
che; - indagini sui terreni - 9
• scalzamento alla base, - cedimenti assoluti con tazze livellometriche –
• inefficienza di interventi protettivi precedente- 10.3
mente addottati. - rilievo tramite laser scanner - 11.2
- controllo idrografico dell’alveo
CORRELAZIONI
Il più delle volte è associato al difetto Convogliamen- Riferimenti bibliografici: (4), (9), (13), (23), (31)
to acque assente – 5.24.
Si può verificare la contemporanea presenza di Scal-
zamento – 5.2.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 160
Schede Difettologiche

DIFETTI APPARECCHI D’APPOGGIO IN NEOPRENE 5.5


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Come
4 Sempre = 1 Accennato Intenso
inesistente

DESCRIZIONE CORRELAZIONI
I difetti che si possono riscontrare negli apparecchi La perdita di funzionalità dell’apparecchio
di appoggio in neoprene semplice od armato (neo- d’appoggio può portare a Danni causati dagli appa-
arm) sono più comunemente i seguenti: recchi di appoggio – 1.30.
• invecchiamento del neoprene che si manifesta
con screpolature superficiali, lesioni, irregolarità INTERVENTI
della lastra, scoprimento perimetrale degli even- • Sostituzione degli apparecchi, previo solleva-
tuali lamierini di armatura, schiacciamento, mento dell'impalcato con l'uso di martinetti i-
• schiacciamento con diminuzione di spessore, ri- draulici, garantendogli l'uniformità e regolarizza-
fluimento, perdita di contatto, nelle zone meno zione delle superfici di appoggio in calcestruzzo
caricate, con l'intradosso della trave, con malte o betoncini opportunamente armati,
• scorrimento orizzontale eccessivo, utilizzando le tecniche descritte al difetto Distac-
• scollamento con i lamierini interni uniti al neo- co del copriferro – 1.5.
prene per vulcanizzazione.
NOTE
CAUSE Indagini:
Le cause principali sono le seguenti: - misura con calibro sui quattro lati dello spessore
• età degli apparecchi oppure invecchiamento - attento controllo del calcestruzzo sottostante per
precoce per cause termiche, rilevare eventuali distacchi di spigoli
• dimensionamento non corretto rispetto al cari- - verifica schiacciamento se il neoprene appoggia
co; su baggioli
• forze orizzontali superiori a quelle previste o at-
triti interni imprevedibili fra neoprene e lamierini Riferimenti bibliografici: (4), (23)
probabilmente ossidati,
• difetti di fabbricazione.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 161
Schede Difettologiche

DIFETTI PENDOLI (METALLICI O CLS) 5.6


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

4 Sempre = 1 Accennato Intenso Rilevante

DESCRIZIONE CORRELAZIONI:
I difetti che si possono riscontrare negli apparecchi La perdita di funzionalità dell’apparecchio
di appoggio metallici o in c.a. a pendolo sono più d’appoggio può portare a Danni causati dagli appa-
comunemente i seguenti: recchi di appoggio – 1.30.
• fuori piombo permanente dei pendoli (bloccag-
gio), INTERVENTI
• sgretolamento del calcestruzzo costituente i • Se derivano da problemi di manutenzione, prov-
pendoli, vedere adeguatamente. Negli altri casi è oppor-
• sgretolamento del calcestruzzo all'interno di tubi tuna la sostituzione degli apparecchi, previo sol-
metallici (rulli acciaio-calcestruzzo). levamento dell'impalcato con l'uso di martinetti
idraulici, garantendogli l'uniformità e regolariz-
CAUSE zazione delle superfici di appoggio in calcestruz-
Le cause principali sono le seguenti: zo con malte o betoncini autolivellanti opportu-
• dimensionamento non corretto, namente armati, utilizzando le tecniche descritte
• errato posizionamento iniziale, ritiro o fluage al difetto Distacco del copriferro – 1.5.
dell’impalcato superiore alle previsioni, accumu-
lo di materiale proveniente dai giunti, inadegua- NOTE
ta manutenzione, Indagini:
• riduzione di sezione delle armature di frettaggio - controlli di tipo visivo e misurazioni
per ossidazione, riduzione di sezione del calce- - attento controllo del calcestruzzo sottostante per
struzzo e successivo schiacciamento, rilevare eventuali distacchi di spigoli
• riduzione dello spessore del tubo per ossidazio-
ne, successivo schiacciamento del calcestruzzo, Riferimenti bibliografici: (4), (23)
• eccesso di azioni orizzontali (sisma, frenature).

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 162
Schede Difettologiche

DIFETTI CARRELLI (METALLICI) 5.7


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

4 Sempre = 1 Accennato Intenso Rilevante

DESCRIZIONE • eccesso di azioni orizzontali (sisma, frenature).


I difetti che si possono riscontrare negli apparecchi
di appoggio metallici a carrello sono più comune- CORRELAZIONI :
mente i seguenti: La perdita di funzionalità dell’apparecchio
• ovalizzazione dei rulli, d’appoggio può portare a Danni causati dagli appa-
• fuori sede dei rulli, recchi di appoggio – 1.30.
• tranciamento di bulloni nelle aste di collegamen-
to, INTERVENTI
• raggiungimento del fine corsa delle piastre, • Se trattasi di problemi manutentori, provvedere
• deformazione di piastre di ripartizione di piombo adeguatamente. Negli altri casi è opportuna la
sottostanti. sostituzione degli apparecchi, previo sollevamen-
to dell'impalcato con l'uso di martinetti idraulici,
CAUSE garantendogli l'uniformità e la regolarizzazione
Le cause principali sono le seguenti: delle superfici di appoggio in calcestruzzo con
• errato posizionamento iniziale, ritiro o fluage malte o betoncini opportunamente armati, utiliz-
dell’impalcato superiore alle previsioni, accumu- zando le tecniche descritte al difetto Distacco del
lo di materiale proveniente dai giunti, inadegua- copriferro – 1.5.
ta manutenzione,
• dimensionamento non corretto della giunzione, NOTE
ossidazione, fenomeni di fatica, Indagini:
• accumulo di materiale proveniente dai giunti, - controlli di tipo visivo e misurazioni
che impedisce il ritorno dopo la massima contra- - misura della corsa possibile nei due sensi
zione, - attento controllo del calcestruzzo sottostante per
• dimensionamento o posizionamento non corret- rilevare eventuali distacchi di spigoli
to,
Riferimenti bibliografici: (4), (23)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 163
Schede Difettologiche

DIFETTI APPARECCHI D’APPOGGIO GENERICI 5.8


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

4 Sempre = 1 Accennato Intenso Rilevante

DESCRIZIONE CORRELAZIONI
Comprende tutte le tipologie di appoggio non tratta- La perdita di funzionalità dell’apparecchio
te nelle schede 5.5, 5.6, 5.7. d’appoggio può portare a Danni causati dagli appa-
I difetti che si possono riscontrare in questa catego- recchi di appoggio – 1.30, da segnalare sempre se
ria sono più comunemente i seguenti: presente.
• ossidazione delle parti metalliche,
• distacco di grembialine protettive, INTERVENTI
• preregolazione errata, • Se trattasi di problemi manutentori, provvedere
• deterioramento del teflon: si intende con questo adeguatamente. Negli altri casi, qualora sia im-
difetto una serie di fenomeni che riducono la pedito il regolare movimento della campata, si
funzionalità degli apparecchi d'appoggio in accia- rende necessaria la sostituzione degli apparec-
io-teflon, tipici del teflon, quali: fuoriuscita, di- chi, previo sollevamento dell'impalcato con l'uso
stacco (quando incollato), schiacciamento, in- di martinetti idraulici, garantendogli l'uniformità
vecchiamento con perdita del potere lubrifican- e la regolarizzazione delle superfici di appoggio
te. in calcestruzzo con malte o betoncini opportu-
CAUSE namente armati, utilizzando le tecniche descritte
• Posizione soggetta all’eventuale stillicidio dai al difetto Distacco del copriferro – 1.5.
giunti.
• Usura e invecchiamento del materiale (di solito NOTE
plastico sostituibile). Indagini:
• Preregolazione errata in base alla temperatura - visive, misura della corsa possibile nei due sensi
del periodo di messa in opera. - controllo del calcestruzzo sottostante per rileva-
• Non idoneità del teflon impiegato; intrusione di re eventuali distacchi di spigoli o fenomeni di
polvere che ha deteriorato le stesse; funziona- schiacciamento
mento non corretto dell'apparecchio (carichi non
previsti, escursioni eccessive, montaggio mal e- Riferimenti bibliografici: (4), (23)
seguito ecc.).

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 164
Schede Difettologiche

DISLIVELLO GIUNTO-PAVIMENTAZIONE 5.9


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Appena ~ 50% della ~ tutta la
1 presente lunghezza lunghezza
<1 cm 1 ÷ 3 cm > 3 cm

DESCRIZIONE CORRELAZIONI
E’ rappresentato dalla differenza di quota tra La presenza del dislivello indica la probabile sussi-
l’estradosso della pavimentazione e quella stenza di uno o più dei difetti: Fuori piombo – 5.1,
dell’elemento di continuità del giunto. Scalzamento – 5.2, difetti agli apparecchi d’appoggio
E’ facilmente accompagnato dai difetti tipici degli (5.5 ÷ 5.8).
elementi di continuità, in particolare dei massetti.
INTERVENTI
CAUSE • In funzione delle cause più gravi si deve interve-
Il dislivello può derivare: nire sugli appoggi o sulle fondazioni o, comun-
• da dissesti degli appoggi (riscontrabili anche da que, rimuovendo e ricostruendo un tratto della
non allineamento dei cordoli), pavimentazione adiacente al giunto e sostituen-
• da ricariche della pavimentazione, do il giunto stesso, fissandolo con malta cemen-
• da un costipamento della pavimentazione, dopo tizia secondo quanto descritto al difetto Distacco
la posa in opera del giunto, maggiore del previ- del copriferro – 1.5.
sto,
• da cedimenti di fondazione (riscontrabili anche NOTE
da non allineamento dei cordoli). Indagini:
- visive, controllo degli appoggi.

Su viadotti a più campate è possibile la parziale sosti-


tuzione dei giunti tradizionali con solette duttili in
calcestruzzo ad elevata energia di frattura.

Riferimenti bibliografici: (4), (23)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 165
Schede Difettologiche

MASSETTI LESIONATI 5.10


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

2 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE CORRELAZIONI
Il difetto si presenta con lesioni trasversali rispetto Questo tipo di degrado non è indicativo di problemi
all’asse del giunto che compaiono sul primo o sul se- alle strutture del ponte come lo è per esempio il Di-
condo o in entrambi i massetti. stacco tampone – 5.11.
Si tratta generalmente di un difetto localizzato
CAUSE sull’elemento considerato.
Sono generalmente dovuti a:
• urti causati dal passaggio di veicoli, INTERVENTI
• cattiva scelta dei materiali, • Rimozione di tutta la parte deteriorata e getto di
• impropria messa in opera. nuovo massetto con betoncino fibrorinforzato a
Anche i normali fenomeni di ritiro delle malte pos- colare, a ritiro compensato, con resistenza a
sono condurre ad un primo distacco successivamen- compressione > 65 MPa, elevata durabilità, a-
te amplificato dal traffico. vente elevata adesione al supporto. Valutare e-
ventuale ponte di adesione con primer epossidi-
co.

NOTE
Indagini:
- controlli visivi.

Riferimenti bibliografici: (4), (23)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 166
Schede Difettologiche

DISTACCO TAMPONE 5.11


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

1 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Ci si riferisce a giunti “sottopavimentazione”, dove la • Data l’impossibilità di eliminazione della causa, la
continuità è realizzata con un tampone in asfalto o riparazione o sostituzione del tampone deve far
con materiali di caratteristiche simili. parte delle normali opere di manutenzione con
Si evidenzia attraverso una fessura di ampiezza pari l’utilizzo dei migliori materiali.
a qualche millimetro tra il tampone e la pavimenta-
zione. NOTE
Indagini:
CAUSE - controlli visivi.
L’origine del problema deriva dal movimento relati-
vo tra soletta e soletta in circostanze di poca elastici- Su viadotti a più campate è possibile la parziale sosti-
tà del materiale di riempimento. tuzione dei giunti tradizionali con solette duttili in
calcestruzzo ad elevata energia di frattura.
CORRELAZIONI
Da verificare se segnalare anche Deformazione tam- Riferimenti bibliografici: (4), (23)
pone – 5.12.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 167
Schede Difettologiche

DEFORMAZIONE TAMPONE 5.12


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

1 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Ci si riferisce a giunti ”sottopavimentazione”, dove la • Data l’impossibilità di eliminazione della causa, la
continuità è realizzata con un tampone in asfalto o riparazione o sostituzione del tampone deve far
altri materiali di caratteristiche simili. parte delle normali opere di manutenzione con
Si presenta con delle deformazioni o assenza di par- l’utilizzo dei migliori materiali.
te del tampone. Spesso si evidenziano sulla superfi-
cie degli avvallamenti o delle lesioni. NOTE
Indagini:
CAUSE - controlli visivi
L’origine del problema deriva dal movimento relati- - prove sulla qualità dei materiali dissestati
vo tra soletta e soletta in circostanze di poca elastici-
tà del materiale di riempimento e dalla normale usu- Riferimenti bibliografici: (4), (23)
ra da traffico.

CORRELAZIONI
Da verificare se segnalare anche Distacco tampone –
5.11.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 168
Schede Difettologiche

AMMALORAMENTO PROFILATI 5.13


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

2 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Si intende una serie di difetti che si evidenziano sui • Si deve intervenire rapidamente per evitare
profilati metallici che fanno parte dei giunti, tra i maggiori danni ed anche il pericolo conseguente
quali: corrosioni-ossidazioni, deformazioni, svergo- al passaggio di automezzi.
lamenti, rotture, distacchi, ecc. La riparazione deve avvenire con materiale ido-
neo o meglio ancora prevedere la sostituzione.
CAUSE In ogni caso va eliminata la causa.
In conseguenza del passaggio di mezzi pesanti ed in
situazione di dislivello giunto-rilevato, è facile che NOTE
avvenga il distacco. Indagini:
Altre cause: - visive,
• scarso spessore del materiale, - spessore e qualità degli acciai
• attacchi chimici derivanti dai prodotti antigelo,
• effetti del gelo-disgelo quando l’acqua riesce a Su viadotti a più campate è possibile la parziale sosti-
penetrare al di sotto del profilato, tuzione dei giunti tradizionali con solette duttili in
• normale usura. calcestruzzo ad elevata energia di frattura.

CORRELAZIONI Riferimenti bibliografici: (4), (23)


Il Dislivello giunto-pavimentazione – 5.9 è quasi
sempre contemporaneo.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 169
Schede Difettologiche

SCOSSALINA PERMEABILE o ASSENTE 5.14


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1
Difetto ~ 50% della Da
2 limitato lunghezza sostituire
Sempre = 1

DESCRIZIONE Macchie di umidità attiva – 1.2 sulle strutture sotto-


La scossalina è una membrana di vario materiale stanti è lo stato di degrado più evidente e immedia-
(neoprene, acciaio, ecc.) posta a cavallo tra le due to.
solette e destinata a raccogliere e convogliare le ac- Il non intervento di risistemazione può portare a sta-
que meteoriche. Il difetto descrive la rottura o ti di degrado più avanzati quali Cls dilava-
l’assenza ed il conseguente passaggio d’acqua dal to/ammalorato – 1.3, Distacco del copriferro – 1.5,
giunto. ecc..
Il difetto va inteso solamente nel caso siano presenti
i giunti all’estradosso. INTERVENTI
• Sostituzione dell’elemento con uno di dimensio-
CAUSE ne e materiale appropriato.
• Principalmente il normale logorio del materiale,
che perde l’elasticità, si lesiona e infine si strap-
pa. NOTE
• Movimenti dei giunti. Indagini:
• Posa in opera con poco gioco o un errato calcolo - visive,
dell’escursione. - prove di tenuta.

CORRELAZIONI Riferimenti bibliografici: (4), (23)


Nel caso non siano presenti giunti di collegamento
all’estradosso e l’acqua convogli al di sotto
dell’impalcato, utilizzare il difetto Convogliamento
acque assente – 5.24

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 170
Schede Difettologiche

DISLIVELLO TRA RILEVATO ED IMPALCATO 5.15


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

1 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE CORRELAZIONI
Si può riscontrare nella pavimentazione in corri- Tutti i difetti che presentano problemi sulle fonda-
spondenza della linea di passaggio tra il rilevato e zioni, quali Fuori piombo – 5.1, o anche problemi agli
l’impalcato del ponte. apparecchi d’appoggio, quali Difetti rulli-pendoli –
Il dislivello si può localizzare su entrambe le spalle 5.6, ecc..
così come solo in una ed avere proporzioni variabili.
Si considerano solo dislivelli superiori ai 2 cm. INTERVENTI
• Recupero dell’abbassamento della sede stradale
CAUSE (eventualmente con materiale di riporto) e nuo-
• Cattiva esecuzione della pavimentazione. va pavimentazione.
• Se il rilevato è più basso dell’impalcato, può trat- • Controllo dello stato delle fondazioni e degli ap-
tarsi di compattazione del terreno di riporto sot- parecchi d’appoggio. Verifica di eventuali cedi-
tostante. menti differenziali.
• Se è l’impalcato ad essere più basso del rilevato,
allora la causa è da ricercarsi in cedimenti ano- NOTE
mali delle fondazioni o degli apparecchi Indagini:
d’appoggio. - misura in sito
- indagini sui terreni - 9

Riferimenti bibliografici: (4), (23)

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 171
Schede Difettologiche

PRESENZA DI DOSSI 5.16


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

1 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE CORRELAZIONI
Descrive la non planarità dello strato d’usura della Sono spesso contemporaneamente presenti: Dislivel-
superficie stradale, che può presentare ondulazioni lo giunto pavimentazione – 5.9, Massetti lesionati –
od avvallamenti. 5.10, Distacco tampone – 5.11, Deformazione tam-
Si considerano solo dislivelli superiori ai 15 mm. pone – 5.12, ecc.
I dossi o gli avvallamenti riscontrabili in corrispon-
denza degli elementi di continuità non sono da INTERVENTI
evidenziare in questo difetto. • Ricostituzione della planarità della sede stradale
sull’impalcato.
CAUSE
• Compattazione o spostamento del materiale di NOTE
cui è composto lo strato d’usura. Indagini:
• Ricostruzione del manto d’usura dopo scavi per - misura in sito.
l’interro di tubazioni.
• Abbassamento in alcune zone del materiale di Riferimenti bibliografici: (4), (23)
riporto in ponti ad arco.
• Presenza di tombini o dossi artificiali.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 172
Schede Difettologiche

FESSURE / ANOMALIE PAVIMENTAZIONE 5.17


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

0,5 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE In questi casi si potrà verificare la contemporanea


Si tratta di tutte quelle fessurazioni nella pavimenta- presenza di difetti legati agli apparecchi d’appoggio,
zione, presenti soprattutto in corrispondenza degli quali Difetti pendoli – 5.6, Difetti carrelli – 5.7, ecc.
elementi di continuità (giunti sottopavimentazione), Correlazioni sono quindi possibili anche con Fuori
riconducibili spesso a normale ritiro del materiale piombo – 5.1 e altri difetti legati a movimenti ano-
costituente la pavimentazione. mali delle fondazioni.

CAUSE INTERVENTI
• Ritiro o degrado per vetustà del materiale costi- • Rifacimento della pavimentazione.
tuente la pavimentazione. • Ricostruzione o sostituzione degli elementi di
• Passaggio di traffico pesante. continuità danneggiati.
Da prestare attenzione che le anomalie non rientrino • Verifica dello stato delle fondazioni e di eventuali
nei casi tipo Dislivello giunto-pavimentazione – 5.9 o cedimenti anomali.
seguenti, altrimenti sono da valutare le cause: • Verifica degli apparecchi d’appoggio con eventu-
• deterioramento degli elementi di continuità, ale sostituzione o riparazione degli stessi.
• movimenti anomali delle fondazioni (cedimenti
differenziali del terreno), NOTE
• problemi agli apparecchi d’appoggio. Indagini:
- visive.
CORRELAZIONI
In corrispondenza degli elementi di continuità, vanno Riferimenti bibliografici: (4), (23)
citati anche, o solo, Dislivello giunto pavimentazione
– 5.9, Massetti lesionati – 5.10, Distacco tampone –
5.11, Deformazione tampone – 5.12, ecc.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 173
Schede Difettologiche

PARAPETTI ASSENTI 5.18


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

3 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Indica l’assenza o la mancanza di continuità di para- • Installazione di parapetti conformi alla normativa
petti con pregiudizio per la sicurezza del traffico vei- in vigore.
colare e pedonale sul ponte.
NOTE
CAUSE Indagini:
Le cause possono risalire a: - visive.
• non corretta disposizione dei parapetti che risul-
tano non completi su tutta l’estensione del pon-
te,
• urto da parte di veicoli,
• carenze manutentive.

CORRELAZIONI
Possibile la presenza contemporanea di Parapetti
non a norma – 5.19 e Parapetti danneggiati – 5.20.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 174
Schede Difettologiche

PARAPETTI NON A NORMA 5.19


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

2 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Si riferisce ai parapetti che per dimensione, colloca- • Sostituzione dei parapetti installandone di nuovi
mento o forma, non rispondono alle normative vi- che siano conformi alla normativa in vigore.
genti.
NOTE
CAUSE Indagini:
Le cause sono legate quasi esclusivamente alla vetu- - visive.
stà dell’opera considerata.

CORRELAZIONI
Possibile la presenza contemporanea di Parapetti
assenti – 5.18 e Parapetti danneggiati – 5.20.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 175
Schede Difettologiche

PARAPETTI DANNEGGIATI 5.20


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

2 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Si riferisce a parapetti che hanno perso l’integrità • Ripristino dell’integrità quando il danno, dovuto
strutturale e quindi la loro funzione di sicurezza o a vetustà ed all’azione degli agenti atmosferici, è
sono in condizioni di precario ancoraggio. recuperabile.
Da considerare anche lo stato del calcestruzzo nelle • Sostituzione dell’intera struttura, quando il dan-
zone di ancoraggio. no è irreversibile, con nuovi elementi, secondo la
normativa in vigore.
CAUSE
Sono dovute a: NOTE
• urti di veicoli quando il danno è evidente con rot- Indagini:
ture ed asportazione di parti intere del parapet- - visive.
to,
• vetustà degli elementi (sgretolamento del calce-
struzzo od ossidazione di montanti e correnti
metallici).

CORRELAZIONI
Possibile la presenza contemporanea di Parapetti
assenti – 5.18 e Parapetti non a norma – 5.19.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 176
Schede Difettologiche

GUARDRAIL DANNEGGIATI 5.21


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

1 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Riferito alle situazioni in cui i guardrail risultano • Immediata risistemazione o progettazione per
compromessi nella loro integrità, in seguito all’urto una nuova installazione.
di automezzi, o risultano mancanti lungo i bordi dei • Sarebbe comunque auspicabile la sostituzione
ponti. dei parapetti con nuovi elementi a norma, come
Il difetto non fa riferimento alla tipologia del sicurvi- previsto dall’attuale normativa in materia di pro-
a. gettazione e collaudo dei ponti.

CAUSE NOTE
• Urto da veicoli. Indagini:
• Assenti perché non previsti in progetto. - visive.

CORRELAZIONI
In strutture vetuste ci può essere contemporaneità
con Guardrail arrugginiti – 5.22.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 177
Schede Difettologiche

GUARDRAIL OSSIDATI 5.22


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

0,5 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Riferito alle situazioni in cui i guardrail sono presenti • Generalmente si procede alla sostituzione quan-
ma degradati per ossidazione o corrosione. do lo stato del degrado è piuttosto avanzato.
Il difetto non fa riferimento alla tipologia del sicurvi- • Nei casi di ossidazione lieve, è possibile interveni-
a. re con trattamenti protettivi (generalmente ver-
nici anticorrosive).

CAUSE NOTE
• Vetustà degli elementi. Indagini:
• Azioni degli agenti atmosferici e - visive.
dell’inquinamento.

CORRELAZIONI
In strutture vetuste ci può essere contemporaneità
con Guardrail danneggiati – 5.21.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 178
Schede Difettologiche

CORDOLI DEGRADATI 5.23


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

2 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE 1.5, Armatura ossidata – 1.6, ecc.


I cordoli sono quegli elementi lungo i bordi
dell’impalcato dove vengono installati i parapetti o i INTERVENTI
guard-rail e lungo i quali solitamente vengono posi- • Si rimanda alle schede della Parte 1: cls, dove per
zionati i sistemi di scarico dell’acqua. Il degrado si ogni singolo stato di degrado si propongono le
presenta con deterioramento del copriferro fino al modalità per un corretto intervento.
distacco degli elementi lapidei; il fenomeno è parti-
colarmente frequente in prossimità dei giunti. NOTE
Indagini:
CAUSE - visive
• La cattiva progettazione o confezionamento del - valutazione della resistenza del cls con sclerome-
cls costituente gli elementi può essere una causa tro – 5.5
di rapido degrado dei cordoli. - valutazione della profondità di carbonatazione –
• Non corretta disposizione dei percorsi per lo sca- 5.7
rico dell’acqua meteorica.
• Si può fare in ogni caso riferimento a tutte le Riferimenti bibliografici: (3), (11), (32).
cause di degrado per il cls (carbonatazione, ag-
gressione da cloruri, cicli gelo-disgelo, ecc.).

CORRELAZIONI
La presenza di questo difetto e la sua segnalazione
implica la probabile concomitanza del degrado
sull’elemento contiguo al cordolo (in genere
l’impalcato o la soletta), nelle forme tipo Cls dilava-
to/ammalorato – 1.3, Distacco del copriferro –

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 179
Schede Difettologiche

CONVOGLIAMENTO ACQUE ASSENTE 5.24


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

3 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE Da non confondere con Scossalina permeabile o as-


Si riferisce alla mancanza assoluta o ad un non cor- sente – 5.14.
retto sistema di canalizzazione e smaltimento delle
acque meteoriche, anche al di sotto dell’impalcato INTERVENTI
tra due solette affiancate in assenza di giunti • Risanamento delle parti di strutture eventual-
all’estradosso. mente deteriorate, con riferimento alle modalità
Il difetto si può riferire anche ad un cattivo funzio- riportate in ogni singola scheda difettologica.
namento degli scarichi. • Progettazione ed esecuzione di un nuovo siste-
ma di canalizzazione delle acque meteoriche se-
CAUSE condo la normativa vigente.
Risalgono principalmente a mancanze in sede pro-
gettuale. NOTE
Anche errori in fase esecutiva o una manutenzione Indagini:
insufficiente possono rendere vano e praticamente - visive
assente il convogliamento delle acque meteoriche.
Riferimenti bibliografici: (3).
CORRELAZIONI
Possono comparire tutti i difetti dovuti al passaggio
non controllato di acqua quali: Cls dilava-
to/ammalorato - 1.3, Distacco del copriferro – 1.5,
Armatura ossidata – 1.6, Staffe scoperte/ossidate –
1.20, ecc..
Riguarda comunque tutti i materiali considerati per i
ponti.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 180
Schede Difettologiche

POZZETTI INTASATI 5.25


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

1 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Riferito alle situazioni in cui esistono sistemi di scari- • Controllo sistematico del sistema di scarico per
co delle acque meteoriche ma non sono in grado di verificare che le acque non abbiano trovato nuo-
funzionare perché ostruiti. ve vie di fuga.
• Pulizia esterna dei pozzetti e controllo tramite
CAUSE sonda che il passaggio delle acque risulti libero.
Fondamentalmente si tratta di problemi legati a
sporcizia, piccoli detriti, fogliame o muffe: la man- NOTE
canza di una corretta manutenzione porta Indagini:
all’intasamento dei sistemi di scarico. - visive

CORRELAZIONI
L’impedimento al passaggio dell’acqua per lo scarico,
può provocare danni dovuti al ristagno.
Si dovrà verificare all’intradosso delle strutture se
sono visibili segni di infiltrazione di acqua quali Mac-
chie di umidità attiva – 1.2, ecc.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 181
Schede Difettologiche

SCARICHI CORTI 5.26


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

2 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Per scarico corto si intende il sistema di smaltimento • Rimozione dello scarico corto.
che si arresta subito dopo, se non addirittura prima, • Ripristino, con metodi adeguati, del materiale
dell’intradosso della struttura. deteriorato nell’immediata area circostante il fo-
Si presenta principalmente con macchie dovute ro.
all’acqua risalente o scolante. • Ricollocamento di un nuovo scarico di lunghezza
corretta (almeno 50 cm al di sotto
CAUSE dell’intradosso nel caso di solette o travi; fino al
• Non corretta progettazione-esecuzione degli sca- suolo nel caso di pile e spalle).
richi (che non fuoriescono sufficientemente dalle
strutture del ponte). NOTE
• Usura completa degli stessi. Indagini:
• Asportazione o caduta. - visive

CORRELAZIONI
L’acqua risalente lungo la struttura dalla quale do-
vrebbe fuoriuscire lo scarico, causa una serie di pro-
blemi che possono sfociare in Macchie di umidità
attiva – 1.2, Cls dilavato/ammalorato – 1.3, Distacco
del copriferro – 1.5, Corrosione – 3.9, Ossidazione –
3.10, Rigonfiamento – 4.7, ecc..

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 182
Schede Difettologiche

SCARICHI OSTRUITI 5.27


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

1 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Riferito alle situazioni in cui il libero defluire delle • Spurgo dei detriti con l’uso di sonde in pressione.
acque meteoriche risulta impedito dall’ostruzione • Verifica dello stato delle tubazioni di scarico ed
della parte terminale degli scarichi. eventuali interventi di riparazione o sostituzione.
• Ripristino delle zone deteriorate con metodi a-
CAUSE deguati.
L’accumulo di detriti è la causa principale del degra-
do, unita chiaramente a carenze manutentive. NOTE
Indagini:
CORRELAZIONI - visive
Tutti quei difetti derivanti dal non corretto deflusso
delle acque meteoriche che ristagnano all’interno
del materiale costituente la struttura, quali Macchie
di umidità attiva – 1.2, Distacco del copriferro – 1.5,
Ristagni d’acqua – 4.13, ecc..

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Schede Difettologiche

SCARICHI DANNEGGIATI 5.28


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

2 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Si riferisce alle situazioni in cui gli scarichi dei sistemi • Ripristino dei materiali deteriorati.
di canalizzazione delle acque meteoriche risultano • Sostituzione degli scarichi danneggiati.
danneggiati impedendo così lo smaltimento regolare
delle acque stesse. NOTE
Indagini:
CAUSE - visive
Le cause dipendono dal materiale e dalla localizza-
zione dello scarico.
Generalmente si tratta comunque di corrosione o
rottura.

CORRELAZIONI
Il non corretto deflusso delle acque porta ad una se-
rie di degradi quali per esempio Cls dilava-
to/ammalorato – 1.3, Distacco del copriferro – 1.5,
per il cls; Macchie di umidità attiva – 2.6, per la mu-
ratura; Corrosione – 3.9, Ossidazione – 3.10 per
l’acciaio; Rigonfiamento – 4.7 per il legno, ecc..

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CATTIVA PAVIMENTAZIONE MARCIAPIEDI 5.29


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

1 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE CORRELAZIONI
Si riferisce a tutti gli stati di degrado relativi alla pa- Il cattivo stato della pavimentazione risale ad una
vimentazione dei marciapiedi, con conseguente pe- non corretta manutenzione, cosa che può far preve-
ricolo per i pedoni. dere altri difetti sugli elementi accessori.

CAUSE INTERVENTI
• Vetustà. • Ripristino della pavimentazione, possibilmente in
• Azioni atmosferiche aggressive. asfalto colato.
• Inquinamento.
• Insufficiente smaltimento delle acque meteori- NOTE
che. Indagini:
• Rottura per carichi eccessivi (mezzi motorizzati). - visive

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Schede Difettologiche

PALI D’ILLUMINAZIONE MAL ANCORATI 5.30


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

2 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE CORRELAZIONI
Riferito alle situazioni in cui i sistemi di ancoraggio Probabile presenza di altri difetti per gli elementi ac-
dei pali d’illuminazione non sono ottimali. cessori, dovuti a mancanza di corretta manutenzio-
In particolare, il sistema di ancoraggio metallico po- ne.
trebbe essere arrugginito, mentre il calcestruzzo,
nella zona di ancoraggio stessa, potrebbe presentare INTERVENTI
delle fessure. • Sostituzione dei sistemi di ancoraggio.
• Risanamento della zona di ancoraggio utilizzando
CAUSE le tecniche indicate per Cls dilavato/ammalorato
• Vetustà degli ancoraggi. – 1.3, Distacco del copriferro – 1.5.
• Cattiva progettazione o esecuzione degli stessi.
NOTE
Indagini:
- visiva

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Schede Difettologiche

PALI D’ILLUMINAZIONE DANNEGGIATI 5.31


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

2 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE CORRELAZIONI
Riferito alle situazioni in cui il danno o il degrado ai Probabile presenza di altri difetti per gli elementi ac-
pali d’illuminazione non permette o sconsiglia il loro cessori, dovuti a mancanza di corretta manutenzione
recupero.
INTERVENTI
CAUSE • Sostituzione degli stessi.
• Vetustà.
• Azioni atmosferiche aggressive. NOTE
• Urti da parte di veicoli. Indagini:
• Mancanza di manutenzione. - visive

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 187
Schede Difettologiche

PALI D’ILLUMINAZIONE ARRUGGINITI 5.32


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

0,5 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE INTERVENTI
Riferito agli stati di degrado dei pali di illuminazione • Verificare se è conveniente il recupero.
metallici che, se non correttamente mantenuti, pre- • Accurata spazzolatura delle superfici ossidate.
sentano evidenti segnali di ossidazione per perdita • Trattamento con prodotti antiossidanti.
della vernice protettiva. • Riverniciatura.

CAUSE NOTE
• Azione aggressiva degli agenti atmosferici. Indagini:
• Inquinamento da gas di scarico. - visiva
• Mancanza di corretta manutenzione.

CORRELAZIONI
Probabile presenza di altri difetti per gli elementi ac-
cessori, dovuti a mancanza di corretta e/o tempesti-
va manutenzione.

Manuale – Valutazione dello stato dei Ponti Edizione CIAS 2011 pag. 188
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SOTTOSERVIZI MAL ANCORATI 5.33


Estensione K1 Intensità K2
G 0,2 0,5 1 0,2 0,5 1

2 Sempre = 1 Sempre = 1

DESCRIZIONE CORRELAZIONI
Riferito alle situazioni in cui i sottoservizi non risul- Probabile presenza di altri difetti per gli elementi ac-
tano adeguatamente ancorati alle strutture del pon- cessori, dovuti a mancanza di corretta manutenzio-
te. ne.
In particolare risulta screpolato o già saltato il calce-
struzzo attorno all’ancoraggio. INTERVENTI
• Controllo dell’integrità dei sottoservizi.
CAUSE • Eventuale ricollocamento degli stessi con nuovi
• Cattiva progettazione od esecuzione dei sistemi sistemi di ancoraggio.
di ancoraggio. • Eventuale ricostruzione del calcestruzzo agli an-
• Vetustà dell’installazione. coraggi secondo quanto indicato nelle schede Cls
• Corrosione delle staffe di ancoraggio (se metalli- dilavato/ammalorato – 1.3, Distacco del coprifer-
che). ro – 1.5

NOTE
Indagini:
- visiva

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