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Gallilei" Dolo
anno scolastico 2021/2022
Educazione Civica
Macroarea disciplinare per classi terze: bene comune e bene privato
Nome del gruppo: ZEB
Joel Prela
Comincerei questa ricerca proprio riportando cosa si dice della disciplina della proprietà in
generale nella nostra Costituzione, esattamente con ll'art.42:
"La proprietà è pubblica o privata. I beni economici appartengono allo Stato, ad enti o a privati.
La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto,
di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a
tutti.
La proprietà privata può essere, nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo, espropriata
per motivi d'interesse generale.
La legge stabilisce le norme ed i limiti della successione legittima e testamentaria e i diritti dello
Stato sulle eredità."
Come vediamo, il concetto di "bene comune" non figura in Costituzione: la proprietà è o privata
o pubblica, cioè intrinsecamente "comune" in quanto l'ente pubblico proprietario (a cominciare
dallo Stato, come ci dice il primo comma), è considerato normalmente, e per via di altri
fondamentali articoli della Costituzione, un'organizzazione comune "a fini generali",
rappresentativa di una vasta comunità (identificata per lingua e tradizione culturale comuni, in
relazione ad un determinato territorio ove ciò sia storicamente riscontrabile): vale a dire, lo
Stato è l'ente (comune) rappresentativo del popolo italiano detentore della sovranità, popolo
che la Costituzione si preoccupa di dichiarare "effettivamente" partecipante alla vita dello Stato,
impegnando le istituzioni di indirizzo politico, a loro volta necessariamente rappresentative, a
svolgere un'azione che ampli e garantisca nel tempo questa partecipazione effettiva.
Il bene comune non statale, o comunque non appartenente ad un ente pubblico territoriale
(esponenziale di una comunità che comunque si armonizza nel più ampio popolo sovrano,
articolandosi in funzione di certe realtà territoriali considerate "naturali" e come tali
riconosciute dalla Repubblica; cfr; art.5 Cost.), è dunque un bene privato.
Quella del bene comune è una logica che non ammette sostituibilità: non si può sacrificare il
bene di qualcuno – quale che ne sia la situazione di vita o la configurazione sociale – per
migliorare il bene di qualcun altro e ciò per la fondamentale ragione che quel qualcuno è pur
sempre un portatore di diritti umani fondamentali.
Il bene comune non riguarda la persona presa nella sua singolarità, ma in quanto è in relazione
con altre persone. Esso è dunque il bene della relazione stessa fra persone; è il bene proprio
della vita in comune. È comune ciò che non è solo proprio – così accade invece con il bene
privato – e ciò che non è di tutti indistintamente – così accade con il bene pubblico.
La chiave attorno alla quale ruota il discorso sulla legittimità etica è dunque la fraternità." In una
società sempre più multietnica e culturalmente polifonica, il patrimonio, portatore di segni
plurimi e complessi, caratterizzato da processi di contaminazione e di continue integrazioni, è
eccellente strumento per il riconoscimento e la comprensione critica dell’identità come della
diversità culturale, del mondo proprio e altrui, sollecitando il dialogo costruttivo e il confronto
tra individui e comunità interpreti di differenti istanze. Un approccio interculturale (nel
significato più ampio, attuale e originale del termine), relazionale e dialogico pone al centro il
tema dell’accessibilità fisica, economica, sensoriale, cognitiva, culturale.