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ETA’ COLONIALE

In seguito all’insediamento degli spagnoli, nella seconda parte del 1500 abbiamo l’inizio della così
detta età coloniale che durerà fino ai primi anni del 1800, in cui il ruolo dei conquistatori cambia:
intendono colonizzare e mutare l’organizzazione politica, economica e culturale che sino a quel
momento era presente in quei territori, per creare un mondo a loro immagine e somiglianza, per
fondare una loro identità sociale e culturale . Nasce così una società meticcia in cui gli spagnoli,
essendosi accasati con gli abitanti americani, posseggono dentro sé una doppia anima: quella
dell’eredità spagnola lasciata dai loro padri e quella americana, che li circonda e di cui ne sono
parte. Come già annunciato prima, gli spagnoli portano il modello organizzativo europeo
sradicando completamente quello vigente sino ad ora, introducendo così quattro istituzioni
fondamentali: Chiesa, pubblica amministrazione, esercito e magistratura. Per completare il
progetto di colonizzazione, istituiscono un sistema scolastico che partendo dall’asilo, sino
all’università dispensa insegnamenti circa la lingua e la cultura spagnola, includendo greco e latino,
essendo quest’ultima vista come importante strumento di dominio e andando così ad allontanare
le lingue amerinde e ad annullare, per quanto possibile, ogni eredità del passato. Inoltre, alle
ragazze, in particolare a Città del Messico viene insegnato il punto croce, il mezzo punto e quello
rinascimentale, insomma tutti quelli facenti parte della tradizione europea, dovendo così
dismettere le loro pratiche e i loro saperi circa il modo di ricamare di cui ne erano formidabili
esponenti, a favore della nuova cultura imposta loro. Con l’arrivo dei colonizzatori, in pochissimi
anni assistiamo anche a un grande crollo demografico nelle comunità amerindiane, le cui cause
sono varie: le violenze inflitte dagli spagnoli, la fame e la malnutrizione, l’emigrazione forzata in cui
si vedono obbligati a percorrere chilometri e chilometri a piedi per tutto il continente, il
cambiamento della loro dieta alimentare, la caduta della fertilità e i numerosi casi di suicidi e
infanticidi per sottrarsi al dominio spagnolo. Inoltre, la diffusione di gravi malattie dall’effetto
letale, come il vaiolo, il morbillo, la malaria, l’influenza e la febbre gialla, portate dagli europei,
contribuì drammaticamente alla decimazione delle comunità indigene.

Le principali correnti culturali che vengono importate nel nuovo continente sono il classicismo, il
manierismo e il barocco. Definiamo lo stile classico come un atteggiamento culturale che
attribuisce un valore esemplare ai valori dell’arte latina e greca, i cui ideali sono ispirati da
armonia, equilibrio e proporzione. Successivamente, verso la seconda metà del 1500, abbiamo
dapprima in Italia e in seguito in Europa, la diffusione del manierismo, una corrente in cui la
pittura, la scultura e l’architettura si orientano verso l’imitazione dei modelli classici, portando
all'esasperazione alcuni elementi presenti nell'opera dei grandi maestri rinascimentali;
allontanandosi dall’equilibrio e dalla perfezione, questo stile si caratterizza per la sua continua
ricerca di virtuosismo stilistico, prediligendo la drammaticità e la complessità. Per finire, con
barocco, definiamo quello stile artistico che predilige la linea curva, la ricerca del movimento,
dell'energia, accentuando l'effetto drammatico delle opere attraverso i forti contrasti di luce e
ombra sia nelle sculture che nelle pitture. Uno stile pregnante, ridondante carico di eccesso,
aggiunte ornamentali, dismisura ed enfasi che suscita nell’osservatore forti emozioni sensoriali.
Possiamo inoltre affermare, che gli stilemi del Barocco europeo trovano una speciale consonanza
con alcuni elementi dello stile pittorico amerindiano, già molto propenso allo spettacolo,
all’eccesso delle forme e dei colori e quindi, fondendosi con quest’ultimo, porterà all’esplosione e
alla massima diffusione di questa manifestazione artistica.

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