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Filosofia indiana
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Nell'ambito della filosofia indiana sono comprese diverse tradizioni di pensiero originatesi
nel subcontinente indiano, tra cui l'Induismo, il Buddhismo e il Giainismo.
Indice
Il concetto di "filosofia indiana"
Tematiche
Periodi
Scuole
Scuole ortodosse
Scuole eterodosse
Filosofia politica
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti La scuola dell'Advaita Vedānta
Collegamenti esterni capeggiata da Śaṅkara (opera di
Raja Ravi Varma, 1848–1906).
Come equivalente del termine "filosofia", il trattato Artha Shastra utilizza l'espressione
«ānvīkṣikī vidya», traducibile come «scienza dell'investigazione»,[1] considerata un
atteggiamento che osserva e indaga sulle attività umane.
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Filosofia indiana - Wikipedia 24/01/22, 15:44
I rapporti della filosofia indiana con la civiltà occidentale, iniziati nel periodo romantico tra il
Settecento e l'Ottocento prevalentemente in Germania, Francia e Inghilterra, si sono
intensificati a partire dal secondo dopoguerra negli Stati Uniti.[2]
Tematiche
«Il gran valore dell'intelletto indiano è l'essersi elevato alla coscienza dell'altezza del
pensiero: alla separazione del soprasensibile dal sensibile, dell'universale dal moltiplice
empirico, naturale ed umano: alla concentrazione dello spirito in se stesso, mediante la
negazione di ogni esistenza finita e determinata. Questa potenza di astrazione e di
negazione, questo puro concentrarsi in se stesso, questa soggettività assoluta, è come
la forma universale dello spirito ariano.»
(Bertrando Spaventa, Prolusione e introduzione alle lezioni di filosofia nella Università di Napoli (http://www.
rmoa.unina.it/3979/1/Spaventa-Prolusione_introduzione_lezioni_filosofia.pdf), pag. 5, Stab. Tip. di Federico
Vitale, 1861[3])
La filosofia indiana spazia in tutte le tematiche tradizionali della speculazione filosofica in senso
lato, dall'epistemologia all'estetica, dalla filosofia della natura alla logica, dall'etica all'ontologia,
ma è pur vero che, almeno a livello teorico, ogni speculazione indiana viene fatta risalire dai
medesimi pensatori indiani a fini eminentemente pratici, vale a dire all'instradamento
dell'essere umano su un cammino che conduca ai fini dell'uomo, tra i quali il più alto è la
liberazione dalla sofferenza della condizione umana stessa. Per questo motivo, la interpretatio
vulgata rappresenta la filosofia indiana come una filosofia "pratica". Tuttavia, questo legame
con la pratica in campi come la logica o l'estetica diviene un legame solo formale, e per così dire
nominale.
I pensatori indiani vedevano la filosofia come una necessità pratica che doveva essere coltivata
per capire come la vita potesse essere vissuta al meglio. È diventato normale per gli scrittori
indiani spiegare come il loro lavoro filosofico possa servire i fini umani (puruṣārtha).
Periodi
La filosofia indiana classica può essere suddivisa in quattro periodi:
Scuole
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Motivo: c'è una grande confusione tra le sei scuole principali di filosofia indiana (6
darshana), che IMHO deve essere integrato qui, come nella en.wiki ed il Darshan
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Seguendo la suddivisione, tarda, e non corrispondente alla fluidità della storia delle idee delle
diverse tradizioni indiane, la filosofia dell'India viene suddivisa in scuole ortodosse e scuole
eterodosse. Per convenzione didattica, manteniamo tale suddivisione che si rivelerebbe però
inaffidabile ad uno studio più ravvicinato delle fonti originali.
Scuole ortodosse
Sāṃkhya, la scuola enumerativa
Nyāya, La scuola di logica
Vaisheshika, la scuola atomistica
Yoga, la scuola di Patanjali (che assume la metafisica di Sāṃkhya)
Mīmāṃsā (o Purva Mīmāṃsā), la tradizione dell'esegesi vedica, con enfasi sui rituali vedici
Vedānta (anche chiamata Uttara Mimamsa), la tradizione Upanishadica, con enfasi sulla
filosofia vedica.
Scuole eterodosse
Sono le scuole che non accettano l'autorità dei Veda.
Filosofia politica
L'Artha Shastra ("Trattato sull'utile"), di Kauţila, identificato con il ministro Maurya Chanakya,
è uno dei primi testi indiani che si dedicano alla filosofia politica. È datato tra il IV e il III secolo
a.C. ed è incentrato sull'arte del governo, la strategia militare e l'economia politica.
Note
1. ^ Raffaele Torella, Il pensiero dell'India, 2008, p. 14.
2. ^ Giovanni Filoramo, Filosofie orientali in Occidente, su treccani.it, V Appendice,
Enciclopedia Italiana, 1992.
3. ^ Riedito come La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea (https://books.
google.it/books?id=LbL2DwAAQBAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_
r&cad=0#v=onepage&q=%22indiano%20%C3%A8%20l'essersi%20elevato%20alla%20cos
cienza%20dell'altezza%20del%20pensiero%22%20concentrazione%20spirito%20stesso&f=
false), Bari, Laterza, 1905, pag. 13.
Bibliografia
https://it.wikipedia.org/wiki/Filosofia_indiana Pagina 3 di 5
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Voci correlate
Darshana
Idealismo
Pensiero di Schopenhauer
Altri progetti
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Collegamenti esterni
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