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Introduzione

Corso:
saṃnyāsavicāra!
L’ascetismo in India, dottrine e ordini

gianni.pellegrini@unito.it
• Gianni Pellegrini - Dipartimento di Studi Umanistici
(StudiUm) > gianni.pellegrini@unito.it

• Ricevimento: mar. 11-13; merc. 11-12 > se necessario


su appuntamento > sospensione in finestra esami.
• Palazzo Gorresio, via Giulia di Barolo 3-A.

• Appelli 2020: 3 e 17 feb., 20 apr., 15 giu., 6 lug., 1 e 21


sett.
Programma generale

• 1) introduzione generale sulle linee guida per orientarsi nel


panorama filosofico e religioso dell’India antica, classica e
medievale, attraverso l’esposizione di alcune dottrine
fondamentali;
• 2) introduzione alla letteratura filosofica, epica, religiosa e
mitologica in cui le sono trattate figure, divinità e dottrine
legate all’ascetismo;
• 3) introduzione filosofica sull’ascetismo, sul concetto di
rinuncia e di summum bonum;
• 4) presentazione dei vari ordini ascetici indiani, con
particolare attenzione ai rinuncianti dell’ordine śaṅkariano.
Bibliografia: testi obbligatori

• 1) Olivelle Patrick, The Āśrama System. The History and Hermeneutics of a


Religious Institution, New York-Oxford: Oxford University Press, 1993.

Oppure

• 2) Olivelle Patrick, Ascetics and Brahmins. Studies in Ideologies and


Institutions, Collected Essays vol. II, Firenze University Press, Firenze,
2008.
• 3) Alberto Pelissero, Hinduismo. Storia, tematiche, attualità, La Scuola, 2013.
• 4) Klostermaier, Klaus K. “Mokṣa”. In The Hindu World, edited by Sushil
Mittal & Gene Thursby, New York-London: Routledge, 2004, pp. 288-305.
• 5) Gianni Pellegrini, “L’uomo nei darsana ortodossi”, in: Il concetto di uomo
nelle società del Vicino Oriente e dell’Asia Meridionale, a cura di Gian Giuseppe
Filippi, Eurasiatica, n. 84, Cafoscarina Editrice, Venezia, 2011, pp. 105-123.
Testi Consigliati (non obbligatori)

1) Clark Matthew, The Daśanāmī-Saṃnyāsīs. The Integration of Ascetic Lineages into an


Order, Leiden-Boston: Brill, 2006.
2) Gavin Flood, L’induismo: temi, tradizioni, prospettive, Einaudi, Torino, 2006, pp. 100-138.
3) Madelaine Biardeau, L’induismo. Antropologia di una civiltà, Mondadori, Milano, 1999.
4) Stefano Piano, Sanatana-dharma. Un incontro con l’induismo, San Paolo, Cinisello
Balsamo, 2006.
5) Gianni Pellegrini, Pistillo di rinuncia, fuoco senza fiamma! Riflessioni intorno alla
simbologia del gelsomino notturno nel mondo indiano, Kervan. International of Afro-Asiatic
Studies, vol. 20, 2016, pp. 43-61.
6) Bhagavadgita (Il Canto del Glorioso Signore), a cura di Stefano Piano, San Paolo, Cinisello
Balsamo, 1996.
7) Olivelle, Patrick, Vāsudevāśrama yatidharmaprakāśa. A Treatise on World Renunciation,
Critically Edited with introduction, annotated translation and appedices, 2 Vols.
Vienna: Sammlung De Nobili, 1976-1977.
8) Olivelle, Patrick, The Saṃnyāsa Upaniṣads: Hindu Scriptures on Asceticism and
Renunciation, Oxford: Oxford University Press, 1992.
Indologici

1. Bronkhorst Johannes, The Two Traditions of Meditation in Ancient


India, Stuttgurt: Franz Steiner Verlag, 1986.
2. Bronkhorst Johannes, The Two Sources of Indian Asceticism, Delhi:
Motilal Banarsidass, 1998.
3. Calasso Roberto, L’ardore, Milano: Adelphi, 2010.
4. Chakrabarty Haripada, Asceticism in Ancient India, in Brahmanical,
Buddhist, Jaina and Ajibika Societies, Calcutta: Punthi Pustak, 1973.
5. Denton Lynn Teskey, Female Ascetics in Hinduism, Albany: State
University of New York Press, 2004.
6. Ghurye G.S., Indian Sadhus, Bombay: Popular Prakashan, 1995.
7. Gross Robert Lewis, The Sadhus of India. A Study of Hindu Asceticism,
Jaipur-New Delhi: Rawat Publications, 1992.
8. Jha Dhirendra, Ascetic Games: Sadhus, Akharas and the Making of the
Hindu Vote, Context: Chennai, 2019.
9. Hartsuiker Dolf, Sādhus, Holy Men of India, London: Thames and
Hudson, 1993.
10. Heesterman Jan, The Inner Conflict of Tradition. Essays in Indian
Ritual, Kinship, and Society, Chicago: The University of Chicago
Press, 1985.
11. Holck Frederick H., “Some Observations on the Motives and
Purposes of Asceticism in Ancient India”, Asiatische Studien/Etudes
Asiatique, n. 23.1-2, 1969, pp. 45-57.
12. Kaelber Walter O., Asceticism and Initiation in Vedic India,
Albany: State University of New York Press, 1989.
13. Olivelle Patrick, Renunciation in Hinduism. A Medieval Debate,
Vienna: Publications of the De Nobili Research Library, 2 vols.,
1986-1987.
14. Olson Carl, Indian Asceticism. Power, Violence and Play, New York-
Oxford: Oxford University Press, 2015.
15. Rigopoulos Antonio, Guru. Il fondamento della civiltà dell’India,
Roma: Carocci, 2009.
16. Rukmani T.S., Saṁnyāsin in the Hindu Tradition, Delhi: DK
Printworld, 2011.
17. Sarasvati Chandrasekharendra, The Guru Tradition, Mumbay:
Bharatiya Vidya Bhavan, 2008.
18. Sarkar Jadunath, A History of Dasnami Naga Sanyasis,
Allahabad: Sri Panchayati Akhara Mahanirvani, 1959.
19. Sinha Surajit, Sarasvati Baidyanath, Ascetics of Kashi,
Varanasi: NK Bose Memorial Foundation, 1978.
20. Tripathi B.D., Sadhus of India, Varanasi: Pilgrims Publishing,
2007.

Anche Upaniṣad, Bhagavadgītā e una storia della filosofia indiana.


Altri testi Generali

1. Alciati Roberto, Monaci d’Occidente, Roma: Carocci, 2018.


2. Chadwick Owen [Edited by], Western Asceticism, Louisville: SCM
Press, 2006
3. Finn Op Richard, Asceticism in the Greaco-Roman, Cambridge:
Cambridge University Press, 2009.
4. Clark Elizabeth A., Reading Renunciation. Asceticism and Scripture in
Early Christianity, Princeton: Princeton University Press, 1999.
5. Vaage Leif E., Wimbush Vincent L., Asceticism and the New
Testament, New York-London: Routledge, 1999.
6. Wimbush Vincent L., Valantatis Richard [Edited by], Asceticism,
New York: Oxford University Press, 1998.
«Metodologia»

• Argomento enorme > molti campi, concetti e


dottrine > tutti oceanici …
• Semplici suggestioni!
• Modalità > powerpoint di appoggio e letture testuali.
• Uso terminologia sanscrita > trampolino.
• Ergo > approccio testuale > non facile!
• Necessario alzare l’asticella della complessità.
• Bibliografia complementare > chiave di lettura sarà
la spiegazione.
• I fenomeni ascetici sud-asiatici sono stati
interpretati da innumerevoli prospettive!

• Però > pare che ottica tradizionale sia la sola invisa


agli studiosi > troppo partecipata, poco distaccata!

• Lascerò parlare testi e tradizioni commentariali


(scritte e orali).
• Il sottoscritto è un tramite > visione quasi-emica > quella che
gli antropologici chiamano osservazione partecipante o
osservazione attiva > «coinvolgimento non rappresentato».

• Obiettività? Nessuno è obiettivo > reale comprensione passa


per empatia con argomento.

• Per l’obiettività ci si affida alla metodologia > spesso


maschera dell’ideologia.

• Laddove necessario > terrò anche dimensione storica e


diacronica > prospettiva etica!
Il corso

• Dal generale al particolare > focus sempre più preciso


> come gioco di scatole cinesi, soffermandosi sulle
tradizioni ascetiche indiane.
• Primi incontri: propedeutici > generali ma orientati
al tema > nozioni utili per esercitare una minima
autonomia interpretativa.
• Corso magistrale > più specifico > difficoltà maggiore
> altri introduttivi.
18 lezioni da 2 ore (02-12 al 22-01-2020) > 23 dic.
recuperata il 27 gen.
1. Introduzione al corso.
2. Precisazioni necessarie.
3. Fonti dell’ascetismo I: śruti.
4. Fonti dell’ascetismo II: smṛti.
5. Concezioni cosmologiche: tempo e spazio (?).
6. L’uomo (puruṣa): metafisica, ontologica,
cosmologia e sociologia.
7. I fini dell’uomo (puruṣārtha): mokṣa, paramārtha.
8. Ascesi e ascetismo: introduzione per gli introdotti.
9. Assiologia ascetica: darśana e Sāṃkhya.
10. I pilastri del metodo yogico di Patañjali (ausilio al
saṃnyāsa).
11. Śaṅkara e il non-dualismo assoluto, Advaita Vedānta.
12. La ascetica vedāntica: abhyāsa e vairāgya nell’Advaita.
13. Modalità realizzative: cammini postumi dell’uomo e
liberazione differita.
14. Tipologie e loci ascetici.
15. I daśanāmī-saṃnyāsin: lettura e commento
del Maṭhāmnayānuśāsana.
16. L’iniziazione alla rinuncia (saṃnyāsadīkṣā).
17. Condotta del saṃnyāsin e liberazione in vita.
18. Chiarimenti finali.
Il tema

• Perché tra le tante tipicità dell’India, tra i suoi


eccessi, proprio l’ascetismo e la figura dell’asceta?

• È completamente antitetico al mondo.


• Egli punta con ogni suo atto e moto, ogni sua parola,
ogni silenzio, ogni pensiero e respiro, a un’unica
meta > summum bonum!
• Perché, forse il resto dell’esperienza religiosa non fa
lo stesso? Nessun altro vuole attingere il supremo?

• Ovviamente tutti vogliono raggiungere la vetta


(della propria via, della propria tradizione) …

• Ma allora qual è il marchio distintivo dell’asceta e


dell’ascetismo?
• L’ascetismo in sé, nella sua cerca, individua qualcosa
di estremo, severo, rigoroso, inflessibile e quasi
inaccessibile.

• Qualcosa che tutti nel profondo vorremmo, ma che


pochi sono in grado o hanno il coraggio di
intraprendere …

• Il marchio dell’ascesi e degli asceti è quasi


rivoluzionario > antinomico:
• Individui selvaggi, trasgressivi > pur rimanendo
nell’immanente si volgono al trascendente.

• Anzi > scorgono la trascendenza nell’immanenza (e


viceversa), attraverso un rovesciamento prospettico
rispetto ai parametri fenomenici > sociali, religiosi,
etici, normativi, cosmologici, rituali ed epistemici.
• L’asceta affascina perché è lontano eppur vicino!

• Ogni suo spasmo volto a ricercare la meta suprema


dell’esistenza (paramārtha), dedito a ciò che sfugge
allo sguardo empirico.

• Egli risponde al richiamo di Yajurveda 32.11 (anche


Atharvaveda 10.8.37, cfr. 7):
Trova l’oggetto centrale della tua cerca
dentro la tua anima.
A sufficienza hai vagato durante il
lungo periodo della tua cerca! (1)

Lunghe e faticose devono essere state le


età della tua indagine nell’ignoranza,
vagando a tentoni impotente (2).
 
Infine, quando volgerai il tuo sguardo
all’interno, subito realizzerai che la
luce splendente della certezza e della verità
stava brillando attorno a te (3).
Con una gioia immensa, tu scorgerai l’anima
dell’universo, l’eterno oggetto della
tua cerca (4).

Il tuo intelletto indagatore alla fine


troverà l’oggetto della cerca all’interno
del tuo cuore (5).

La tua visione interiore sarà rischiarata da questa


nuova realizzazione (6).
• L’asceta abbandona ogni sicurezza domestica > il
focolare e si volge all’ignoto ...

• Ergo > rompe le regole, spezza le catene dei vincoli


sociali e va oltre, oltre il Veda, oltre il dharma (“retta
norma fenomenica”), si volge alla sola liberazione
(mokṣa) > definitivo scioglimento da ogni cappio.
• Va da sé che per comprendere la controparte, bisogna
aver chiara la parte ...

• Per comprendere il volto trascendente delle vie


ascetiche e realizzative indiane, è necessario
individuare ciò che esse trascendono > il dominio
relativo/empirico > che caratterizza i piani della vita
di un uomo > dal più sottile al più grossolano.

• Ecco perché le nostre sezioni introduttive.


Argomento

• Parleremo stricto sensu dei saṃnyāsin, degli asceti


rinuncianti, monaci raminghi.

• Molti appellativi: sādhu, guru, yogin, bābā, bāpu,


svāmin, saṃnyāsin, tyāgin, tapasvin, parivrajya o
parivrājaka, vairāgin, yati, fakir, aulya, sant …

• 4-5 milioni di asceti di varie tradizioni, almeno una


cinquantina di sampradāya maggiori.
• Fenomeni ascetici e rinunciatari > hanno ruolo
centrale in molte culture > focale India.

• Molte fonti > testi, commenti, letterature di viaggio


di ogni epoca redatte da storici, accademici e
viaggiatori, dalla Grecia alla Cina, mondo arabo, fino
ai viaggiatori medievali e rinascimentali europei.
• Prima del nostro percorso generale > lettura
documento antico e molto suggestivo!

• Esposizione di idee rinunciatarie indiane modulate


dalla visione della nostra civiltà ellenistica.

• Dialogo di Alessandro Magno (e suo seguito >


intellettuali e artisti) coi bragmanes o bragmanoi,
meglio noti come gimnosofisti “filosofi nudi”.
• Enorme lavoro degli alessandrografi > Callistene,
Aristobulo di Pontidea, Onesicrito di Astipalea,
Strabone, Plutarco, Arriano, Anassarco, Pirrone
d’Elide, Eratostene di Cirene, Diogene Laerzio …

• Spedizione del Macedone 334-323 a.C. > 326 a.C.


giunge in India > Takṣaśilā.

• In città 2 contatti con saggi/brahmani indiani >


apparentemente dediti all’ascesi > godono fama di
maestri.
• Interesse stimolato da “fermezza” dei saggi barbari.
• Secondo contatto pervenutoci dettagliatamente >
figura di Calano/Kalano, l’indiano di maggior rilievo
di tutta la storia della spedizione.
• Ancora a Takṣaśilā Alessandro è informato di un
gruppo di asceti tenuto in alta stima dalla
popolazione locale.
• Invia Onesicrito a conferire con loro > perché sapeva
non si sarebbero mossi.
• Onesicrito trovò circa 15 persone intente nelle
austerità (tapas) sotto un sole intollerabile.
• Onesicrito si accosta rispettosamente a uno di loro >
che giace nudo sui sassi.

• Dice di essere mandato dal re per udire i suoi


insegnamenti.

• Per Plutarco > Sphives (= Śobhin o Sphira?) >


chiamato poi col soprannome Kalanos (=? Kalyāṇa >
suo saluto abituale).
• Se davvero vuole i suoi insegnamenti, Kalanos invita
il greco a spogliarsi e accomodarsi sul suo giaciglio
rovente.

• Interviene il più anziano asceta Mandanis (=


Maṇḍana?) da Strabone; oppure Dandamis (=
Daṇḍin) da Plutarco e Arriano >

• Rimprovera a Kalanos la durezza nei confronti


dell’ospite.
• Callistene (o Pseudo Callistene, 370-326 a.C., che
seguì Alessandro) ne La vita di Alessandro (Stoneman,
1, pp. 293-337).

• Resoconto leggermente diverso.

• Difficile tracciare linea diretta tra narrazioni greche


e pratiche/dottrine ascetiche descritte.

• Comunque uno dei resoconti più chiari e generosi


dell’incontro di Alessandro coi gimnosofisti > colmo
di spunti di riflessione:
E Alessandro,
Dizionario Treccani: ascesi e ascetismo

Ascesi: atteggiamento spirituale e dottrine miranti al raggiungimento di una


purificazione rituale e spirituale e alla conquista della perfezione religiosa. La parola
greca ἄσκησις indicava ogni tipo di esercizio, di educazione a una tecnica, per es.
l’allenamento degli atleti; in seguito, nella filosofia cinica e stoica, designò l’educazione
delle forze dello spirito per acquistare le virtù necessarie a dominare le passioni …
Attualmente si distingue tra ascesi e ascetismo, riservando quest’ultimo termine a
indicare quella che è detta anche ascesi esteriore, con gli atti di rinuncia, penitenza,
mortificazione e austerità (quindi digiuni, astinenza da cibi e bevande, veglie,
flagellazioni, cilici, ecc.), nonché la separazione assoluta dal mondo mediante
l’allontanamento da esso e prescrizioni particolari (silenzio, solitudine, ecc.): tutto
quello che è anche aspetto negativo nell’ascesi, mirante a eliminare dall’uomo il male e
il peccato.
L’ascesi fa invece riferimento più particolare all’aspetto ‘positivo’ dell’acquisto della
perfezione e ascensione verso Dio, e all’azione interiore volta a tale scopo, mediante
l’abnegazione e l’esercizio delle virtù (in partic. l’umiltà) e della preghiera, specie come
orazione mentale, meditazione, accompagnata dall’esame di coscienza, e tendente alla
contemplazione; e in genere mediante tutte le pratiche dirette a perfezionare e
arricchire la vita spirituale, sotto la guida di un direttore spirituale. Intesa in tal senso,
l’ascesi non presuppone necessariamente l’allontanamento materiale dal mondo,
sebbene implichi sempre il distacco da esso….
Ascetismo: deriva da ascesi e fu inizialmente legato alla concezione cristiana ma
poi usato nella storia delle religioni per indicare un fenomeno presente in
diverse aree e culture: quel modo di vita e quel complesso di pratiche rituali che
tendono a rendere possibile all’uomo una condizione diversa da quella
ordinaria, realizzando uno stato considerato superiore dal punto di vista dei
valori religiosi. Se nell’uso prevalente il termine indica un complesso di
pratiche negative (solitudine, mortificazioni, astinenze, digiuni, flagellazioni
ecc.), in connessione a una svalutazione della sfera del corporeo contrapposta
alla sfera dello spirituale... Atteggiamento costante è, comunque, il rifiuto di
una condizione di vita ordinaria per realizzare un’esistenza superiore, mediante
un atteggiamento negativo rispetto all’esistenza data, considerata come non-
valore rispetto al valore che si vuole realizzare. Quando questa autodisciplina
viene eletta da parte di singoli individui a norma assoluta del proprio
comportamento, si ha l’ascetismo come fenomeno religioso in senso proprio. 

• Definizioni generali > ci torneremo nello specifico > colorandole delle tinte
indiane.

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