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Maurogiovanni
Metodo
intensivo
di
Ear
Training
Metodo
ragionato
per
l’allenamento
dell’orecchio,
ad
uso
di
ogni
categoria
di
musicista
VINCENZO MAUROGIOVANNI
Metodo intensivo
di Ear Training
Metodo ragionato per l’allenamento dell’orecchio,
ad uso di ogni categoria di musicista
Vincenzo “Viz” Maurogiovanni, nato a Bari nel
1976, è bassista, docente e compositore.
Si pone all’attenzione del panorama musicale con il
conseguimento del primo premio nel concorso inter-
nazionale “Euro Bass Day” a Verona e la successiva vit-
toria nel concorso “Bass Master” a Zagabria, in Croazia.
Un saluto ed un ringraziamento a tutti coloro che hanno scelto di acquistare il mio metodo di ear training.
In questa nota introduttiva spiegherò per sommi capi i princìpi che muovono il mio lavoro.
Una frase musicale - che sia essa di accompagnamento o solistica - o una progressione di accordi, devono
rispondere a criteri di logicità e coerenza, esattamente come accade nel linguaggio scritto e parlato.
Le note sono le lettere dell’alfabeto, le frasi gli insiemi di note.
È importante però che la frase non parta dalle “mani” ma dalla MENTE. La gestualità tipica di
taluni stru-menti deriva proprio dal fatto che le frasi sono preconfezionate, catalogate, canonizzate
e quindi via via perdono potere evocativo.
Un fraseggio che invece parte da un’elaborazione personale si carica di carattere proprio;; di qui la
necessità di allenare la mente ad elaborare nell’immediato frasi fluide, coerenti, dense di significato
e consapevoli, anziché “cercarle” sullo strumento o imitarle senza consapevolezza.
I miei corsi di ear training sono aperti ad ogni tipologia di musicista, cantanti compresi, in quanto
trattano una disciplina che esula dall’aspetto tecnico ed investe in quello mnemonico.
Si procede per gradi grazie a degli esercizi progressivi elaborati in virtù della mia capacità
rigorosamente testata di riconoscere note ed intervalli senza possibilità di errore: il cosiddetto
“ORECCHIO ASSOLUTO” che mi consente di procedere alla memorizzazione del “do fisso”
calibrato sul “la” a 440 hz, frequenza conven-zionale contemporanea.
È di mia invenzione un simpatico test a punti: “indovina la nota” che, fatto settimanalmente,
sortisce ottimi risultati a patto che ci si alleni costantemente. Si parte da un punteggio massimo di
100 punti ed ogni rispo-sta errata sottrae dieci punti al punteggio totale.
Lo studente segna il punteggio su di un’agenda nella quale vanno annotati tutti i test effettuati ogni setti-
mana con relativa data. Alla fine del corso, se il metodo viene svolto con la massima costanza, ripetendo per
più settimane lo stesso capitolo sino al conseguimento di evidenti progressi, si potrà constatare un miglio-
ramento della percezione delle note attraverso una minore incidenza di errori, finanche la totale assenza.
In base alle statistiche elaborate sui miei studenti ho sempre notato miglioramenti, a prescindere
dall’entità del progresso fatto. È da intendersi che gli esercizi necessitano di una grande costanza:
interrompere il ciclo di studi significa vanificare, specie nei primi mesi, il lavoro cominciato.
Tutti possono progredire con l’orecchio e con il mio metodo posso fornire un valido aiuto a chi senta la
necessità di far partire l’idea musicale dalla mente, anziché andare a tentoni sullo strumento.
Così facendo l’idea musicale prende forma ancor prima di toccare lo strumento e viene eseguita
con la massima naturalezza possibile.
Viz Maurogiovanni
INDICE GENERALE
CAPITOLO PRIMO
La valutazione dell’orecchio ............................................................................ 6
CAPITOLO SECONDO
Sintonizzioamoci sulla frequenza giusta! ........................................................ 7
CAPITOLO TERZO
Riconoscere gli intervalli di tono e semitono con la scala maggiore ............ 8
CAPITOLO QUARTO
Memorizzare le note cantando gli arpeggi sulla scala maggiore
(armonizzazione per tetradi) partendo dalle sole tetradi maggiori................ 11
CAPITOLO QUINTO
Cantiamo e suoniamo i rivolti di triadi e tetradi sul circolo delle quinte ........ 14
CAPITOLO SESTO
Cantiamo e suoniamo le scale ed i modi sul circolo delle quinte ................. 16
CAPITOLO SETTIMO
Cantiamo e suoniamo diatonicamente sul circolo delle quinte modulando
in tonalità non adiacenti (senza e con legame melodico) ............................. 19
CAPITOLO OTTAVO
Applichiamo gli esercizi alla scala minore melodica ed armonica ................ 20
CAPITOLO NONO
Cantiamo, suoniamo ed armonizziamo gli intervalli di quarta, quinta,
sesta e settima ............................................................................................... 23
CAPITOLO DECIMO
Cantiamo e suoniamo in sequenza tutti i modi, partendo dalla stessa
fondamentale, sulla scala maggiore e minore melodica ............................... 25
La valutazione dell’orecchio
Per potersi accostare all’allenamento dell’orecchio è necessario prima sottoporsi ad un test che ne
verifichi il grado di sviluppo.
Il test va eseguito verificando il grado di “orecchio attivo” (cantare una nota su richiesta di un’altra
per-sona, o software, senza punti di riferimento) ed “orecchio passivo” (riconoscimento di una nota
suonata da un’altra persona o software). In tal modo il test può essere fatto sia da soli che con la
collaborazione di altre persone;; l’importante nel test di orecchio passivo, naturalmente, è che non
si conoscano in precedenza le note da riprodurre.
6
CAPITOLO SECONDO
Una volta testato ed appurato il nostro grado di percezione del suono dobbiamo procedere alle
“correzioni di taratura” necessarie a sintonizzare, proprio come in una radio o in una tv, la nostra
“idea” della nota con il suono effettivo, per memorizzarlo attraverso il percorso che vi sarà indicato
e poi riprodurlo in maniera accurata e naturale.
Per far questo ci dobbiamo munire di un qualsiasi strumento.
Se digitale non ci sono problemi;; se acustico o elettrico e dunque soggetto a naturali imperfezioni
nell’intonazione (chitarra, basso, pianoforte), accertarsi della corretta accordatura ed intonazione
prima di cominciare la manovra di “sintonizzazione”.
Muniamoci del nostro accordatore, posizionandolo in modalità “microfono esterno”.
Detto questo, procediamo:
- Suonare una nota qualsiasi della scala naturale, cioè senza alterazioni (diesis o bemolle), che
sia co-moda anche da cantare (riferendosi all’altezza);;
- Cantare insieme alla nota suonata la stessa nota, verificando in tempo reale con l’accordatore
la dif-ferenza di frequenze (se possibile registrarlo e riascoltarlo, in modo da avere il riscontro
più fedele pos-sibile);;
- Prendere nota dei risultati, ripetendo il test ad intervalli di qualche minuto e procedendo alla
manovra del “lavaggio” (vedi capitolo primo);;
- Eseguire il test con tutte e sette le note naturali;;
- Prendere nota dei risultati e datarli costantemente, in modo da confrontare i progressi a fine corso;;
- Per rendere maggiormente efficace la manovra di sintonizzazione, occorre abituarsi ad ascoltare i “bat-
timenti”, ossia le piccole differenze di frequenza tra i suoni che producono un particolare effetto di
vibrazione, i quali potete per esempio ascoltare quando state accordando una chitarra e le note da ac-
cordare sono molto vicine tra loro come frequenza, ma non perfettamente identiche (per esempio due
mi, o due do quasi all’unisono, ma con una della due note non perfettamente accordate).
Suonare una nota con il proprio strumento, cantare simultaneamente la stessa nota sino a non
udire alcun battimento (suoni perfettamente uguali) e, gradualmente, salire e scendere quasi
impercettibilmente, in modo da udire l’effetto di vibrazione dei suoni sopra descritto, per poi
ritornare a cantare la nota identica proprio come si farebbe accordando uno strumento.
- E’ importante che lo strumento suonato e la nota cantata suonino alla stessa intensità in modo
che una non copra l’altra e si possano udire le minime differenze in termini di altezza;;
- Ripetere l’esercizio sino ad acquisire una maggiore sicurezza nella percezione dei battimenti,
con tutte le note naturali.
Passiamo ora ad un altro aspetto che determina in maniera sostanziale il livello di percezione dei suoni:
la capacità di riconoscere la distanza tra le note, cioè l’intervallo e, nello specifico di questo capitolo, gli
intervalli di tono e semitono. È più semplice riconoscere l’intervallo di tono, data la maggiore distanza
tra le due note. Partiremo perciò da una serie di esercizi per il riconoscimento dell’intervallo di tono.
Per far ciò ci serviremo inizialmente della scala maggiore in tonalità di DO, secondo la sua
progressione naturale:
Tono-tono –semitono-tono-tono-tono-semitono (do-re-mi-fa-sol-la-si-do)
- Cominciamo con il suonare sul nostro strumento (nel caso della sola voce, a cantare con un
accordatore in modalità microfono esterno) la scala diatonica di do, lentamente, ascoltando i
battimenti e verificandoli in tempo reale con l’accordatore;;
- Cercare di “ascoltare” la vibrazione che la nota cantata produce all’interno del nostro corpo,
affinchè il corpo la memorizzi, cantando a lungo la stessa nota;;
- Cantare la nota tappandosi le orecchie è utile al fine di captare maggiormente la vibrazione
interna del suono;;
- Dopo aver cantato con voce e strumento insieme, registrare a tempo di metronomo lento (ad
esempio 50 bpm) la scala maggiore cantata con la sola voce;;
- Mandare in play la registrazione vocale e suonare con lo strumento la stessa scala appena
cantata, verificando con l’accordatore le differenze in altezza dei suoni;;
- Ripetere l’esercizio in tutte le 12 tonalità della scala cromatica;;
- Compiere l’esercizio sia in senso ascendente che in senso discendente;;
- Compiere l’esercizio partendo da ciascuno dei sette gradi della scala, in modo da non bloccare
nella mente una progressione prestabilita. La mente deve rimanere elastica e reattiva ad ogni
tipo di sollecitazione.
8
Modo Ionio
Modo Dorico
Modo Frigio
Modo Lidio
Modo Misolidio
Modo Eolio
Modo Locrio
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CAPITOLO QUARTO
Questo capitolo tratta uno step successivo: la pratica del riconoscimento delle note attraverso il canto e
la memorizzazione della loro altezza tramite gli arpeggi, ossia delle note che caratterizzano l’accordo di
tetrade (quattro voci) nella sua essenza: la fondamentale, la terza, la quinta e la settima.
- Suonare e cantare l’arpeggio di do settima maggiore (C Maj7: DO-MI-SOL-SI) (fondamentale,
terza maggiore, quinta giusta, settima maggiore) molto lentamente ed insieme allo strumento,
in modo da as-coltare i battimenti prodotti dalla voce insieme allo strumento;;
- Eseguire lentamente e a tempo di metronomo tutti gli esercizi, partendo da un bpm agevole
(ad esempio 50 bpm);;
- Ripetere l’esercizio in tutte le tonalità (circolo delle quinte), armonizzandone le tetradi ottenute
sui relativi gradi della scala maggiore utilizzata.
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Annotare tutti i risultati, datandoli.
Una serie di utili esercizi, finalizzati alla memorizzazione dell’altezza delle note ed alla
conseguente fluidità nell’utilizzo delle loro combinazioni, consiste nell’esercitarsi nel canto e nel
memorizzare i rivolti degli arpeggi costruiti sul circolo delle quinte, rappresentato graficamente
nell’illustrazione precedente, il quale permette di visualizzare i rapporti tra le varie tonalità.
Triadi maggiori primo e secondo rivolto (fondamentale, terza, quinta) in senso orario (diesis) sul
circolo delle quinte:
Esempio:
...
Triadi maggiori primo e secondo rivolto in senso antiorario (bemolle), sul circolo delle quinte.
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Procediamo con la stessa metodologia, ma questa volta con i rivolti delle tetradi (primo, secondo e
terzo rivolto).
Esempio:
Ricordiamoci di datare tutti i test settimanali compiuti, registrando la voce e sovrapponendola alla parte
suonata;; oppure suonando e cantando la parte e, successivamente, cantandola muniti di accordatore.
Un fraseggio fluido presuppone un pensiero musicale libero da vincoli legati alla difficoltà di
memoria delle note. Così facendo ci si può concentrare direttamente sul senso globale dalla frase
e sulla sua espressività, anziché sul problema legato alle singole note.
Cantiamo e suoniamo le scale ed i modi sul circolo delle quinte
Una volta fatta pratica con gli arpeggi ed i rivolti sul circolo delle quinte, si procederà a cantare i
modi delle tonalità sul relativo circolo, in modo da padroneggiare le tonalità attraverso le
successioni diatoniche, trovando immediatamente la connessione tra le scale relative alle differenti
tonalità e rendendo più fluido il fraseggio.
Cominciamo con il cantare le scale maggiori partendo dalla fondamentale, prima nel senso dei
diesis, successivamente dei bemolle.
L’esercizio seguente consiste nello “sganciarsi” dalla fondamentale, per cantare i modi relativi alla
tonalità in questione, così da unire le varie tonalità in maniera diversa, allenando l’orecchio ad
elaborare e memoriz-zare differenti legami melodici, suonando gruppi di otto note per tonalità.
Cominciamo dal dorico delle tonalità in diesis e poi dei bemolle
Do maggiore
Sol maggiore
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Re maggiore
La maggiore
Mi maggiore
Si maggiore
Fa# maggiore
Do# maggiore
Fa maggiore
Sib maggiore
Lab maggiore
Reb maggiore
Solb maggiore
Stesso dicasi per tutti e sette i modi di ogni tonalità in ambedue i sensi (diesis e bemolle).
Ora svolgiamo gli esercizi sfruttando il legame melodico: suoniamo otto note per tonalità
agganciandoci alla tonalità seguente con la nota più vicina all’ultima suonata nella tonalità
precedente, in modo da creare un’unica frase di senso compiuto che attraversi le tonalità.
Esempio:
- Svolgiamo l’esercizio partendo dai sette gradi differenti della tonalità di partenza (do) in maniera da
arrivare sulla tonalità successiva utilizzando un modo della scala sempre differente;;
- Procedere con le stesse modalità degli esercizi precedenti: suonare e cantare insieme, cantare
sola-mente, registrare oppure verificare con accordatore. Se si è registrato (sempre a tempo di
metronomo) suonare insieme alla parte vocale registrata e constatare le differenze;;
- Ripetere la serie degli esercizi sino ad evidente miglioramento conseguito, effettuando il test
settima-nale di riconoscimento delle note e annotandone il risultato.
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CAPITOLO SETTIMO
Ora utilizziamo gli esercizi precedentemente svolti applicandoli a tonalità lontane fra loro, in modo da svin-
colarsi sempre più dai limiti legati alla vicinanza delle tonalità e sperimentare le varie possibilità melodiche.
Esempi senza legame melodico, utilizzando i modi:
Modo lidio utilizzando le tonalità del circolo delle quinte con legame melodico
Svolgere gli esercizi nei modi indicati indicati nel capitolo precedente.
Gli esercizi svolti con la voce vanno interpretati a seconda dell’estensione vocale posseduta,
cercando di salire e scendere al massimo concesso agevolmente dalle proprie capacità.
Cantiamo e suoniamo adesso le scale minore melodica ed armonica ed i loro relativi modi in tutte
e dodici le tonalità, svolgendo gli esercizi nel modo indicato nei precedenti capitoli, avendo cura
sempre di svolgere settimanalmente il test di verifica e di annotare i risultati.
La metodica dei test è sempre la stessa descritta nei capitoli precedenti.
Importante: gli esercizi sono da svolgersi in tutte e dodici le tonalità.
Esempio di esercizi sulla minore armonica (scala, arpeggi e relativi modi) da estendere a tutte le tonalità.
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Esercizi sulla minore melodica (scala, arpeggi e relativi modi).
Una volta impratichiti sull’uso dei modi sul circolo delle quinte, procederemo a cantare gli intervalli
di quarta, quinta, sesta e settima.
Preparazione:
- Suoniamo una nota (do ad esempio);;
- Suoniamo prima diatonicamente e poi cromaticamente il tratto di scala che separa la prima
nota dalla nota di arrivo (fa ad esempio).
- Proviamo a riprodurre vocalmente il tratto di scala che separa la prima nota dall’ultima
suonata, sia diatonicamente che cromaticamente;;
- Riproduciamo vocalmente solo la seconda nota, registrandola o monitorandola con accordatore;;
- Ripetiamo l’esercizio lentamente ed a tempo di metronomo ragionevolmente basso (ad
esempio 50 bpm), sino ad evidente miglioramento;;
- Pratichiamo l’esercizio sugli intervalli di quarta e quinta giusta, diminuita ed aumentata e di
sesta e settima maggiore, minore, diminuita ed aumentata.
Procediamo alla stessa maniera con gli intervalli di quarta diminuita ed aumentata.
Procediamo alla stessa maniera con gli intervalli di quinta giusta, diminuita ed aumentata.
Procediamo alla stesa maniera con gli intervalli di sesta e settima maggiore, minore, diminuita ed
aumentata.
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CAPITOLO DECIMO
Un altro esercizio di notevole importanza consiste nel riconoscere le successioni intervallari dei
vari modi ricavati da scale diverse. Per impratichirci nel suddetto riconoscimento e riproduzione
svolgeremo degli esercizi.
Sui vari modi ricavati dalle scale maggiori e minori melodiche, partendo dalla medesima nota di partenza:
Do
Do Ionio
Do Dorico
Do Frigio
Do Lidio
Do Misolidio
Do Eolio
Minore melodica
Ipoionio
Dorico 2b
Lidio aumentato
Lidio dominante
Misolidio b6
Locrio #2
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Superlocrio
L’esercizio naturalmente può essere esteso sulle scale simmetriche (diminuite, esatonali) e le
pentatoniche (maggiori e minori).
Scala esatonale
“Non importa quante corde utilizziamo, quale strumento suoniamo, o con quali tecniche lo
suoniamo: lo strumento è solo un mezzo per esprimere la nostra natura ed essenza vitale.
Ciò che lascia traccia duratura nel tempo è la musica, che rispecchia la profondità umana ed
artistica di chi la produce.
Il fine della musica è l’essere umano, senza limiti, preconcetti e pregiudizi.”
VizMaurogiovanni
Vincenzo Maurogiovanni
METODO INTENSIVO DI EAR TRAINING
www.musicacademybari.it - bari@maninternational.it
www.vizmaurogiovanni@alice.it
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cista
su
cinque
e
circa
un
essere
umano
su
diecimila
gode
di
questa
condizione.
Nonostan-‐
cervello.
Uno
dei
pregi
di
questo
libro,
grazie
al
metodo
intensivo
ideato
dall'Autore,
è
proprio
Viz
Maurogiovanni,
scrivendo
in
modo
semplice
e
chiaro,
ci
suggerisce
che
il
meraviglioso
mondo
della
musica
non
ha
porte
chiuse
per
chi
è
interessato
ad
entrarvi
e
a
capirne
con
Alfredo
Brancucci
Professore di Psicobiologia presso l’Università di Chieti-Pescara e musicista.