Sei sulla pagina 1di 1

Hannah Arendt (1906-1975)

Prima donna che insegna filosofia politica, si colloca in momento storico piuttosto
particolare perché intorno agli anni '20 si comincia a parlare della questione dei
totalitarismi, nella prima parte del '900 i tre totalitarismi principali sono: nazismo, fascismo
e comunismo. Questi totalitarismi hanno lasciato molto spazio alla discussione,
(totalitarismo=potere accentrato nelle mani del dittatore o dello stato).

Altra opera che scrive è la banalità del male del 1963, è un'opera piuttosto criticata, Hannah
è una superstite del leagher. Questa opera si aggancia alla questione dei totalitarismi,
rappresenta una sorta di racconto giornalistico che lei fa di un evento che si compie in
quegli anni. Racconta del processo che viene celebrato in Israele ad Eichmann, un tenente-
colonnello tedesco il quale era stato condannato perché era stato uno degli esecutori delle
uccisioni degli ebrei.

Questo processo è il primo e l'unico che si svolge ad Israele. Questo racconto giornalistico
inizia nel 1961 e si concluderà nel 1962 perché dopo una serie di sedute Eichmann viene
condannato a morte. Eichmann viene rapito in una notte in Argentina (perché non ha
l'estradizione). Il male diventa banale perché non tengo in considerazione le conseguenze
che le mie azioni avventate producono; significa che il male lo può compiere chiunque e che
tutti siamo dei potenziali killer. La banalità non sta nello sminuire l'evento che è accaduto
ma nel non considerare le conseguenze delle azioni. Eichmann è vittima di questa banalità
perché per prima cosa non aveva un'ideologia e ha semplicemente eseguito degli ordini, dice
la Arendt che a lui gli era stato ordinato di sparare agli ebrei e lo avrebbe fatto anche se
fossero stati suo padre e sua madre questo perché per lui essere un soldato nazista
rappresentava uno status sociale più elevato di quello di cui faceva parte essendo un
meccanico della Merchedes.

Hannah Arendt racconta il primo processo contro i gerarchi nazisti svolto a Gerusalemme.
È stato la prima testimonianza trasmessa in tv in cui per la prima volta sono stati
testimoniati i crimini contro l’umanità. Parla di Eichmann, il braccio destro di Hitler e dice
che lui non ha nessuna colpa, ha ascoltato solo le direttive che gli venivano date da Hitler
stesso. Eichmann è quindi uomo comune e banale che nella sua banalità è riuscito ad essere
uno dei protagonisti che ha compiuto e partecipato all’orribile genocidio.
Ciò che gli mancava era la presenza del daimon socratico: mancava di pensiero e non aveva
spirito critico. La Arendt era presente al processo.
Intitola il suo libro “Banalità del male” proprio perchè partendo da individui banali e
comuni è stato commesso il genocidio più grande della storia, poiché loro si erano avvalsi
della facoltà di non pensare e seguire soltanto i comandi dei superiori.

Potrebbero piacerti anche