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ANALISI DEL TESTO L’INFINITO DI LEOPARDI

L’opera fa parte degli Idilli, piccoli quadretti di ispirazione greca. Leopardi stesso designò con il termine Idilli alcuni


componimenti scritti tra il 1819 e il 1821
L’infinito costituisce la rappresentazione di sensazioni massimamente poetiche in quanto capaci di suscitare
l’immaginazione, che permette di rappresentarsi nella mente quel piacere infinito che non esiste nella realtà.
La poesia può essere divisa in due parti: nella prima (vv. 1-8), l’immaginazione viene sollecitatada un ostacolo, ossia
dalla siepe che impedisce di guardare oltre l’orizzonte, quindi sollecita l’idea di un infinito spaziale, ossia di spazi senza
fine in cui regnano un silenzio e una calma così profondi da sembrare irreali. Nella seconda parte (vv. 8-15), invece, una
sensazione uditiva, ossia il rumore del vento tra le piante, suscita l’idea di un infinito temporale, l’”eterno”, poi il
passato e il presente.
L’infinito appartiene al genere dell’idillio. E’ una poesia di soli 15 versi, endecasillabi sciolti, senza strofe e senza rima
con il ritmo spezzato e dilatato da numerosi enjambements (che riguardano la maggior parte dei versi: vv. 2-3; vv. 4-5;
vv. 5-6; vv. 8-9; vv. 9-10; vv. 13-14;).Ci sono anche Allitterazioni 
della s ai vv. 5-6
della a per tutta la poesia.
Antitesi - vv. 2, 5 - questa siepe…/… di là da quella; vv. 9-10 - quello/ infinito silenzio a questa voce; vv. 12-13 - e le
morte stagioni, e la presente/ e viva; Leopardi quando scrisse questo breve idillio si trovava nei pressi del Monte Tabor
a Recanati, dove era solito andare e rimirare il cielo e l’infinito. Qui trova un'enorme siepe (bosco) che impedisce al
poeta di spaziare con lo sguardo fino all'orizzonte più lontano perché gliene nasconde una parte. Il poeta non sa cosa ci
sia dietro essa e questo ostacolo visivo lo spinge a creare un'immagine nella sua mente in cui ha modo di vedere spazi
senza limiti, silenzi assoluti e tantissima tranquillità. 

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