Indice
Saluti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . iii
REGOLAMENTI E CALENDARIO 1
EMBA Kick-Off . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10
Organizational Behavior . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11
1 Making Money . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
1 Financial Accounting and Non Financial Disclosure . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
2 Financial Analysis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
3 Management Accounting . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
4 Global Economic Prospects . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33
5 Financial Markets and Operative Finance . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39
6 Corporate Finance . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42
7 Strategy and Financial Planning . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49
i
Indice
ii
Saluti
Se da un lato è richiesta una continua specializzazione, dall’altro la capacità di avere una visione
a 360 gradi e la conoscenza di strumenti tecnici per risolvere problemi e proporre soluzioni, sono
ormai fondamentali.
L’Executive MBA si pone l’obiettivo di fornire gli strumenti up-to-date per colmare il gap delle co-
noscenze e sviluppare competenze in grado di affrontare le nuove sfide lavorative in un contesto
sempre più dinamico e competitivo.
Considerato che le PMI costituiscono il 99% delle imprese dell’UE, risulta di fondamentale impor-
tanza investire in ricerca e formazione mirata e professionalizzante.
I nostri migliori docenti sommati alla nostra tendenza all’innovazione ci hanno ripagato di un master
dalla particolare importanza che rappresenta un fiore all’occhiello del nostro Campus.
iii
Regolamenti
e
Calendario
1
1 Iscrizione all’EMBA – XVIII edizione
2. Liberatoria per la gestione dei dati personali e la relativa trasmissione, registrazione e pubbli-
cazione dei contenuti firmata.
3. Numero 1 fototessera.
La mancata regolarizzazione della contribuzione entro il 7 aprile 2020 implica la mancata iscrizione.
Il mancato versamento anche di una sola quota impedisce in maniera automatica il conseguimento
del titolo del Master.
2
1 Iscrizione all’EMBA – XVIII edizione
3
2 Regolamento Didattico dell’Executive Master in
Business Administration
Si intende per:
Il percorso di studio, che permette di acquisire il titolo di «Executive Master in Business Administra-
tion», si articola in un Kick-Off di introduzione al Master, quattro moduli core su cui si sviluppano le
competenze per la direzione delle imprese, ed una sessione conclusiva di Sharing Experience.
4
2 Regolamento Didattico dell’Executive Master in Business Administration
2.2 Frequenza
Le lezioni in aula, o in distance learning ove previsto, si svolgono una volta al mese generalmente
dal giovedì al sabato oppure dal venerdì al sabato secondo la pianificazione e gli orari forniti nel
Calendario Didattico dell’EMBA (v. pagina 8).
Per il corretto svolgimento delle attività didattica e nel rispetto di docenti e colleghi, i partecipanti
sono tenuti alla puntualità.
La frequenza degli insegnamenti e le presenze sono rilevate giornalmente dal tutor d’aula su un
apposito registro.
Per il conseguimento del titolo di Master EMBA è necessario aver frequentato almeno il 75% delle
lezioni di ciascun modulo e il 100% della sessione di Sharing Experience.
Eventuali deroghe alla percentuale di assenza saranno vagliate caso per caso da un’apposita
Commissione a ciò istituita.
La Direzione e i docenti prendono atto del notevole impegno personale profuso da ogni parteci-
pante del Master, ma si ritiene comunque necessario verificare il livello individuale di impegno e
rendimento mediante apposite prove di accertamento in itinere o alla fine di ogni insegnamento. Per
un dettaglio puntuale delle prove, si rimanda al Calendario Didattico dell’EMBA (v. pagina 8).
5
2 Regolamento Didattico dell’Executive Master in Business Administration
La valutazione terrà conto dell’esito delle prove di valutazione individuali e/o di gruppo, dell’impe-
gno e dell’interesse dimostrati, nonché della frequenza e della capacità di cooperare con i colleghi
nel raggiungimento dei risultati richiesti.
Per conseguire l’Executive Master in Business Administration è necessario superare tutti gli esami
previsti all’interno del percorso.
L’esame può essere scritto, orale o anche in entrambe le forme a discrezione del docente. I voti sono
espressi in trentesimi e ciascun esame si intende superato al raggiungimento del voto minimo di
18/30. L’assegnazione eventuale della lode è a discrezione del singolo docente.
In caso di mancato superamento della prova o di assenza sarà data agli studenti una seconda possi-
bilità (prova di recupero), decisa e organizzata esclusivamente dal Coordinamento EMBA, sentito il
parere dei docenti interessati. Nel caso di esito positivo al primo esame non è possibile risostenere
l’esame; l’esame non può essere rifiutato e non sono previste modalità per integrare il voto conse-
guito. Nel caso di non superamento dell’esame, il voto massimo ottenibile con la prova di recupero
è 18/30.
Qualora il candidato non si presenti né alla prima prova né alla prova di recupero, il voto massimo
ottenibile per il superamento della prova (in una sessione di recupero da concordare tra studente e
docente) è pari a 18/30.
La media degli esami degli insegnamenti all’interno di ciascun modulo costituirà il voto finale del singolo modulo.
Il voto conseguito nella sessione di Sharing Experience farà media con i voti degli insegnamenti del
Modulo Customer Centricity e considerato come un insegnamento di tale modulo.
L’esame finale consiste nella preparazione e nella discussione di una Tesi di Master relativa ad un
Project Work che dimostri l’attitudine del candidato ad applicare, ad una problematica concreta o ad
un argomento di particolare rilevanza manageriale, le conoscenze e i metodi studiati.
Il Project Work viene discusso e valutato preliminarmente all’interno del modulo di Sharing Experience
e presentato in una sessione in plenaria a fine Master in fase di discussione della Tesi di Master.
Il voto di Master è calcolato dalla media dei voti dei singoli moduli cui saranno sommati i punti della
Tesi di Master assegnati dalla Commissione. L’assegnazione della Lode e della Menzione sono a
discrezione della commissione all’unanimità con una votazione minima di 110/110.
Nel certificato finale, che verrà consegnato nel Graduation Day durante la proclamazione, non
comparirà il voto conseguito.
6
3 Associazione Alumni EMBA SAA
L’Associazione Alumni del Master Executive in Business Administration SAA, o in breve Asso-
ciazione Alumni EMBA SAA, è stata costituita in data 12 ottobre 2018 con sede in Torino, Via
Ventimiglia 115.
L’associazione non ha fini di lucro ed ha lo scopo di:
3. Rappresentare la collettività degli allievi presso i soggetti interessati allo sviluppo della SAA e
verso i terzi in genere.
4. Svolgere ogni altra attività necessaria per sostenere l’Associazione e le attività del Dipartimento
di Management dell’Università degli Studi di Torino e della SAA finalizzato allo sviluppo e
alla diffusione della cultura manageriale ed imprenditoriale.
Sono Soci ordinari di diritto dell’Associazione tutti gli allievi dei Master EMBA in corso di erogazione
della SAA e tutti gli ex-studenti del medesimo percorso che aderiscono all’Associazione.
7
4 Calendario Didattico dell’EMBA
8
Guida
agli
Insegnamenti
9
EMBA KICK-OFF
Obiettivo del Kick-Off del Master è rinforzare e sperimentare, attraverso un’esercitazione che coin-
volge tutta l’aula, l’utilizzo delle skill manageriali necessarie per lavorare con successo in team,
comunicare e parlare in pubblico.
Attraverso la simulazione si mettono in gioco le capacità operative con cui potere affrontare, in
maniera efficace, situazioni problematiche caratteristiche dei contesti lavorativi, con particolare
riferimento alla flessibilità, all’adattabilità e alla necessità di rispondere con creatività.
10
ORGANIZATIONAL BEHAVIOR
� Prerequisiti
Non è richiesta nessuna conoscenza pregressa.
� Obiettivi formativi
Obiettivo di questo insegnamento è di sviluppare, in una prospettiva manageriale, i fondamenti
utili per la comprensione del comportamento umano all’interno delle organizzazioni, di studiare
le azioni e le interazioni di individui e gruppi nelle organizzazioni, per comprendere e predire
le determinanti delle prestazioni individuali, di gruppo e dell’organizzazione, e per spiegarne il
funzionamento, individuando le possibili aree di miglioramento.
L’insegnamento si colloca all’apertura del Master e si pone l’obiettivo di presentare strumenti utili e
necessari per affrontare le sfide che pone il contesto competitivo, approfondendo le principali soft skill
che devono fare parte del bagaglio di conoscenze per chi deve raggiungere risultati lavorando in team.
Le attività in aula, cui saranno coinvolti i partecipanti, favorisce la conoscenza degli Alumni EMBA,
che iniziano il percorso del master mettendoli a diretto contatto con le tematiche sviluppate nell’inse-
gnamento.
11
Organizational Behavior
• Fornire le conoscenze legate alle interazioni tra gli individui e i sistemi in cui essi vivono e
lavorano, affrontando in particolare i temi legati ai comportamenti e alla motivazione delle
persone, al lavoro in team, alla creatività, alla risoluzione dei conflitti e al problem solving.
6. Il tempo.
Le soft skill sono presentate e immediatamente sperimentate attraverso un’esercitazione che attraver-
sa e lega tutte le giornate. Il modulo è caratterizzato dalla reale applicazione delle soft skill e dal
conseguente feedback dato dai docenti ai partecipanti.
• Sviluppare empatia tra i soggetti che fanno parte del team, empatia che è necessaria per avere
un team affiatato.
• Sviluppare la leadership.
• Educare al lavoro per obiettivi, ovvero individuando il problema e remando tutti nella stessa
direzione.
• Sviluppare le pratiche di delega, con una divisione del lavoro che sia consona e efficace.
12
Organizational Behavior
• Individuare le alternative al problema, attraverso una lista delle possibili soluzioni, valutando-
ne i pro e i contro.
• Promuovere la comprensione dei fattori che consentono di creare condizioni idonee alla
costruzione di accordi mutuamente vantaggiosi.
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
� Programma
1. Il nuovo ambiente con cui si confrontano le organizzazioni.
Il mondo del business è drasticamente cambiato, il mondo è sempre più VUCA (Volatility,
Uncertainty, Complexity, Ambiguity). I classici modelli di business e di leadership sono sempre
più obsoleti.
La principale sfida che si pone alle aziende per costruire un vantaggio competitivo sostenibile
nel tempo è quella di sviluppare una nuova cultura aziendale principalmente basata sull’im-
prenditorialità aziendale e un nuovo modello di leadership, su un nuovo modello di lavoro e su
dinamiche sempre più legate alla collaborazione e all’interdipendenza degli individui.
• Analisi dello scenario e collocazione delle organizzazioni nel contesto attuale: volatilità,
incertezza, complessità, ambiguità rendono difficile competere, raggiungere risultati e
creare valore.
• Da un ambiente volatile a un ambiente turbolento: il modello TUNA (Turbulent, Uncertain,
Novel, Ambiguous).
• L’individuo nelle organizzazioni.
13
Organizational Behavior
2. Team Building.
Il raggiungimento dei risultati è il criterio principale di successo per un’azienda e per rag-
giungere gli obbiettivi occorre costituire gruppi coesi: le persone hanno bisogno di lavorare in
modo coordinato e nella stessa direzione, il lavoro di gruppo dovrà assicurare che i risultati
globali sono migliori della somma degli sforzi individuali.
La collaborazione è fondamentale nel creare sinergie di gruppo per ottenere risultati deci-
samente superiori alla somma del contributi dei singoli componenti. Per far sì che questo
meccanismo si avveri occorre mettere in moto un efficace lavoro di costruzione del team (team
building). Il risultato finale sarà superiore alla somma dei risultati massimi che le persone
avrebbero potuto realizzare individualmente.
Lo scopo primario del team building è far sentire il gruppo una vera squadra e consentire ai
membri del gruppo di aumentare la fiducia nei propri colleghi, migliorare il livello di collabo-
razione, stimolare la creatività, favorire la comunicazione, riconoscere i reciproci momenti di
tensione e le singole capacità di azione/reazione.
• Il processo di team building.
• La collaborazione e l’integrazione.
• Fattori costitutivi dei team:
– Fattori organizzativi.
– Fattori relazionali.
• Principali caratteristiche dei gruppi di lavoro.
• L’efficacia dei gruppi di lavoro.
• I gruppi virtuali.
• Definizione degli obiettivi.
• Definire ruoli e responsabilità nel team.
• I processi decisionali all’interno dei team.
• Le competenze comunicative all’interno del team.
• L’ascolto e gli atteggiamenti.
• Gli stili relazionali.
• I feedback.
• La valorizzazione del singolo e del team.
3. Interdipendenza.
L’appartenere a un gruppo determina una interdipendenza fra elementi soggettivi e elementi
inter-soggettivi, elementi cioè che appartengono alla intimità di ogni individuo e altri appresi
invece a contatto con il gruppo. Le motivazioni, i comportamenti, gli atteggiamenti e le
14
Organizational Behavior
5. Problem Solving.
Il problem solving rappresenta una capacità che trova espressione in qualsivoglia ambito disci-
plinare. Chi possiede la competenza di problem solving si focalizza sugli aspetti positivi del
problema ed è in grado di pianificare obiettivi e trovare soluzioni, avendo già acquisito un
metodo valido nella raccolta delle informazioni. Questa capacità diviene rilevante proprio
perché l‘instabilità del lavoro degli ultimi anni richiede ai potenziali candidati di possedere
una maggiore autonomia progettuale e di saper gestire sempre più spesso incertezze e criticità.
• Il problem solving
– Obiettivo, processo, metodologie operative e strumenti di problem solving.
– Problema o opportunità? Definizione di problema e di problem solving.
– Perché non si vedono le soluzioni? Cosa fare e come fare.
– Anatomia del problema e principali strategie di risoluzione.
– Ostacoli alla soluzione dei problemi.
– Esistono problemi senza soluzione?
– Decidere nell’incertezza.
• Il problem solving e la creatività.
– Cosa è la creatività? Perché parlare di problem solving creativo?
– Cercare e trovare soluzioni: l’importanza della creatività.
– Tecniche creative di ricerca delle soluzioni.
15
Organizational Behavior
| Verifica dell’apprendimento
Partecipazione alle attività in aula.
2. Piergiorgio Argentero e Claudio G. Cortese (a cura di) (2018), Psicologia delle organizzazioni,
Raffaello Cortina, Milano
3. Timothy Baldwin et al. (2020), Organizational Behavior. Real Solutions to Real Challenges, 3a ed.,
McGraw-Hill Education, New York
4. Gaetano Carlotto (2018), Soft skills. Con-vincere con le competenze trasversali e raggiungere i propri
obiettivi, Franco Angeli, Milano
16
Organizational Behavior
6. Nik Chmiel et al. (a cura di) (2019), Introduzione alla psicologia delle organizzazioni, Il Mulino,
Bologna
7. Jason Colquitt et al. (2020), Organizational Behavior. Improving Performance and Commitment in
the Workplace, 7a ed., McGraw-Hill Education, New York
8. Edward De Bono (2017), Piccolo manuale di creatività. Il pensiero laterale per pensare fuori dal coro,
Rizzoli, Milano
9. Edward De Bono (2013), Sei cappelli per pensare. Manuale pratico per ragionare con creatività ed
efficacia, Rizzoli, Milano
10. Daniel Goleman (2011), Intelligenza emotiva. Cos’è e perché può renderci felici, Rizzoli, Milano
11. Daniel Goleman (2000), Lavorare con intelligenza emotiva. Come inventare un nuovo rapporto con il
lavoro, Rizzoli, Milano
12. Alexander S. Haslam (a cura di) (2015), Psicologia delle organizzazioni, Apogeo Education,
Milano
13. Steven McShane e Mary Ann Von Glinow (2020), Organizational Behavior. Emerging Knowledge.
Global Reality, 9a ed., McGraw-Hill Education, New York
14. Stephen P. Robbins e Timothy A. Judge (2019), Organizational Behavior. A Practical, Problem-
Solving Approach, 18a ed., Pearson, New York
15. Franco Tartaglia (2008), Gestire con le emozioni. La dimensione emotivo-affettiva nei processi di
gestione del personale, Franco Angeli, Milano
17
MAKING MONEY 1
insegnamenti del modulo
1 Financial Accounting and Non Financial Disclosure . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
2 Financial Analysis . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
3 Management Accounting . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
4 Global Economic Prospects . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33
5 Financial Markets and Operative Finance . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39
6 Corporate Finance . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42
7 Strategy and Financial Planning . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49
Obiettivo degli insegnamenti che compongono il modulo è l’analisi dei principali strumenti che le
imprese adottano per la valutazione consuntiva e prospettica del loro operato.
Il punto di partenza è il bilancio d’esercizio nel quale sono rappresentate le performance economiche,
finanziarie e patrimoniali dell’impresa. Lo scopo principale è, dopo aver compreso le logiche sotto-
stanti il bilancio d’esercizio, utilizzare i principali indicatori – ratio di bilancio – per la valutazione
dei risultati.
Successivamente si procede all’analisi delle tecniche di valutazione degli investimenti e delle imprese
oltre che a un approfondimento delle logiche che governano il controllo di gestione. Il modulo
fornisce competenze tecniche utili per comprendere il funzionamento dei mercati finanziari con
particolare riferimento agli aspetti operativi che interessano le esigenze gestionali delle imprese e
degli investitori.
Nel corso del modulo viene proposta una focalizzazione operativa sulla strategie di business e sulla
costruzione del business plan, sostenuta e rinforzata da un business game sulla creazione di valore. Al
termine dei corsi il partecipante avrà acquisito e rafforzato le sue conoscenze tecniche in merito agli
aspetti di lettura consuntiva e prospettica delle performance d’impresa utili per definire strategie di
business coerenti con gli obiettivi di sviluppo dell’organizzazione all’interno di un mercato sempre
più competitivo.
18
1 Making Money
� Obiettivi formativi
Per venire incontro alle necessità dei partecipanti del Master che non possiedono conoscenze pregresse
di Economia Aziendale, sono stati prodotti alcuni video, da parte dei docenti, distribuiti in modalità
distance learning.
Sono finalizzati a dotare ciascun partecipante di un linguaggio di base e acquisire alcune conoscenze
fondamentali per consentire una migliore fruizione dei contenuti degli insegnamenti del Master EMBA.
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
• comprendere i meccanismi di governo delle aziende e valutare i principali risultati dell’attività.
• conoscere le modalità di osservazione dei diversi (e principali) fatti amministrativi effettuati da
un’impresa nel corso di un esercizio con particolare riferimento alla individuazione e distinzione
tra aspetti finanziari ed economici.
� Programma
1. L’azienda e i diversi aspetti della sua gestione.
2. Lo Stato Patrimoniale.
3. Conto Economico, Rendiconto Finanziario e Nota Integrativa.
4. Dalla costituzione agli acquisti di beni strumentali.
5. Le operazioni di gestione.
6. Dalle operazioni di gestione alle operazioni di chiusura magazzino e ammortamenti.
7. La formazione del bilancio d’esercizio.
8. Esempi di lettura di bilancio d’esercizio.
| Verifica dell’apprendimento
Non è prevista alcuna prova di verifica.
19
1 Making Money
20
1 Making Money
� Obiettivi formativi
L’obiettivo dell’insegnamento è analizzare le regole di redazione del bilancio d’esercizio e consolidato
individuando:
2. I principali impatti delle valutazioni di bilancio, sia in ambito IFRS sia in ambito Codice Civile.
Ulteriore obiettivo è, infine, acquisire una adeguata conoscenza dei vari sistemi contabili.
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
� Programma
1. Finalità e principi del bilancio d’esercizio nella disciplina nazionale e internazionale.
• Il processo di armonizzazione contabile e il ruolo degli organismi internazionali.
• Gli organismi contabili internazionali e italiani.
• Evoluzione della normativa in materia di bilancio in Italia e in Europa.
3. La struttura e il contenuto degli schemi di bilancio secondo i Principi IAS/IFRS e Italian GAAP.
21
1 Making Money
• Lo stato patrimoniale.
• Il conto economico.
• Il rendiconto finanziario.
• Il prospetto delle variazioni di patrimonio netto.
• Il bilancio in forma abbreviata e il bilancio delle micro-imprese.
• La nota integrativa.
• La relazione sulla gestione e altri documenti di bilancio.
5. Il bilancio consolidato.
• Il concetto di controllo e il bilancio consolidato.
• I documenti che compongono il bilancio consolidato.
• Teorie e metodologie di consolidamento.
• Aggregazioni aziendali.
| Verifica dell’apprendimento
Prova scritta e/o orale, congiuntamente all’insegnamento Financial Analysis (v. pagina 24), con
modalità che saranno indicate dal docente in aula.
3. Sintesi IFRS: Paul Pacter (2017), Pocket Guide to IFRS® Standards: the global financial reporting
language, a cura di IFRS® Foundation, 3 mag. 2017, eprint: http://bit.ly/2SgkTtd.
2. Donatella Busso e Alain Devalle (2017a), Gli strumenti finanziari derivati in bilancio. Il nuovo
OIC 32, Eutekne, Milano
22
1 Making Money
3. Valter Cantino et al. (2018), Sistemi di rilevazione e misurazione delle performance aziendali. Dalla
redazione del bilancio di esercizio al controllo di gestione, 4a ed., Giappichelli, Torino
4. Flavio Dezzani et al. (a cura di) (2019), IAS/IFRS, 5a ed., Ipsoa, Milano
5. Simona Fiandrino (a cura di) (2019), Disclosure of Non-Financial Information. Evolutionary Paths
and Harmonisation to Mandatory Requirements, Giappichelli, Torino
6. Piero Pisoni et al. (2017), Il bilancio consolidato. Principi Italian GAAP e casi operativi, 3a ed.,
Giuffrè, Milano
23
1 Making Money
2 Financial Analysis
� Prerequisiti
Conoscenze acquisite nell’insegnamento Financial Accounting and Non Financial Disclosure (v.
pagina 21).
� Obiettivi formativi
Il corso, dopo aver illustrato la riclassificazione dei documenti di bilancio, si propone di approfondire
i temi dell’analisi finanziaria di bilancio attraverso l’utilizzo dei principali indicatori. L’analisi verrà
condotta attraverso l’utilizzo di casi di imprese nazionali ed internazionali al fine di valutare la
performance economico-finanziaria e patrimoniale dell’impresa.
Verranno infine forniti elementi fondamentali relativi alla tassazione delle imprese e delle società,
nonché dei gruppi societari e delle operazioni straordinarie per fornire una preparazione di base
che permetta allo studente di orientarsi nella materia della fiscalità d’impresa.
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
• Acquisire competenze tecniche in merito alle regole utilizzate per la valutazione del bilancio.
• Analizzare gli effetti della variazione di un indice di bilancio su altri indicatori e, in generale,
sulle condizioni di equilibrio aziendale.
� Programma
Nel corso sono approfonditi gli aspetti relativi alla struttura e ai principi di valutazione del bilancio
d’esercizio, nonché la riconciliazione tra norme civilistiche e fiscali, gli obiettivi delle analisi di
bilancio e il contesto di riferimento per il loro utilizzo. L’analisi sarà condotta sia per le imprese che
seguono i principi contabili nazionali sia per le imprese che seguono i principi contabili internazionali
IAS/IFRS.
24
1 Making Money
| Verifica dell’apprendimento
Prova scritta e/o orale, effettuata congiuntamente con l’insegnamento Financial Accounting and
Non Financial Disclosure (v. pagina 21), con modalità che saranno indicate dal docente in aula.
25
1 Making Money
2. Alain Devalle e Pietro Pisoni (2016), Analisi finanziaria, 2a ed., Giuffrè, Milano
3. Giovanni Ferrero et al. (2006), Analisi di bilancio e rendiconti finanziari, Giuffrè, Milano
26
1 Making Money
3 Management Accounting
� Prerequisiti
Conoscenze acquisite nei seguenti insegnamenti:
� Obiettivi formativi
Il management accounting è il processo volto ad identificare, misurare, accumulare, analizzare, pre-
parare, interpretare e comunicare informazioni che aiuta i manager a raggiungere gli obiettivi
organizzativi. Al contrario, il financial accounting produce informazioni per soggetti esterni, quali
azionisti, fornitori, banche e governo, enti regolatori.
L’insegnamento mira a far apprendere gli strumenti manageriali tipici del Management Accounting
quali i sistemi di misurazione dei costi di produzione extra-contabili e contabili, i sistemi di calcolo
dei costi e dei ricavi analitici a valori consuntivi o standard, il sistema delle informazioni economiche
a supporto delle decisioni operative e degli investimenti, il piano e il budget di impresa, l’analisi
degli scostamenti e il reporting economico finanziario per la misurazione dei risultati e la valutazione
delle prestazioni manageriali.
Comprendere e governare gli strumenti della pianificazione strategica e del controllo di gestione
consente, inoltre, di trasformare l’approccio dell’organizzazione da reattivo a proattivo. Ciò significa
che tramite l’osservazione puntuale e sistematica delle informazioni, si evita di subire passivamente
gli eventi, cercando di anticiparli attraverso una guida più incisiva che coinvolge l’intera struttura.
L’approccio utilizzato per affrontare le diverse problematiche è teorico-pratico: ogni lezione è infatti
strutturata in una parte frontale, completata da una parte applicativa, basata sullo svolgimento di
casi ed esercitazioni in piccoli gruppi, che vengono successivamente discussi in plenaria.
• Far comprendere quale sia il modello di funzionamento dei sistemi di controllo di gestione, con
particolare attenzione alle finalità, alla componente organizzativa, al processo e agli strumenti.
• Fornire gli strumenti per essere in grado di effettuare un’analisi dei costi di prodotto per il
controllo di gestione.
• Far comprendere le finalità e il processo di costruzione del budget globale aziendale, nelle sue
componenti economico-finanziario-patrimoniali.
27
1 Making Money
• Far comprendere le finalità e il processo di costruzione del reporting aziendale, con particolare
attenzione al monitoraggio degli indicatori economici.
• Far sviluppare competenze di decision making, analisi e risoluzione di problemi attraverso l’uso
di casi aziendali, sia a livello individuale, sia di gruppo.
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
� Programma
1. Introduzione alla pianificazione strategica e al controllo di gestione.
• Il sistema di pianificazione, programmazione e controllo e gli equilibri aziendali.
• La strategia e la pianificazione strategica.
• I modelli per la valutazione economico-finanziaria delle strategie.
• Controllo di gestione e tecnologie digitali.
• Il controllo di gestione tra digital profitability e cost management
28
1 Making Money
29
1 Making Money
30
1 Making Money
| Verifica dell’apprendimento
Prova scritta e/o orale, con modalità che saranno indicate dal docente in aula.
2. Robert N. Anthony, David Hawkins et al. (2016), Sistemi di controllo. Analisi economiche per le
decisioni aziendali, 14a ed., McGraw-Hill Education, Milano
3. Anna Maria Arcari (2019), Programmazione e controllo, 3a ed., McGraw-Hill Education, Milano
4. Stefano Baraldi et al. (a cura di) (2011), I sistemi di programmazione e controllo, Giappichelli,
Torino
5. Karen W. Braun e Wendy M. Tietz (2017), Managerial Accounting, 5a ed., Pearson, New York
10. Lino Cinquini et al. (2018), Cost Management, Giappichelli, Torino, vol. 2
11. Ray H. Garrison, Eric Noreen, Peter C. Brewer et al. (2012), Programmazione e controllo. Mana-
gerial accounting per le decisioni aziendali, 3a ed., McGraw-Hill Education, Milano
12. Ray H. Garrison, Eric Noreen e Peter C. Brewer (2020), Managerial Accounting, 17a ed., McGraw-
Hill Education, New York
13. Francesca Gasparini (2020), Pianificazione e controllo. Guida allo svolgimento di esercizi e problemi,
17a ed., Pearson, Milano
14. Ronald Hilton e David Platt (2019), Managerial Accounting. Creating Value in a Dynamic Business
Environment, 12a ed., McGraw-Hill Education, New York
15. Charles T. Horngren, Gary L. Sundem, David Burgstahler, Jeff Schatzberg et al. (2020),
Pianificazione e controllo, 17a ed., Pearson, Milano
16. Charles T. Horngren, Gary L. Sundem, David Burgstahler e Jeff Schatzberg (2013), Introduction
to Management Accounting (Global Edition), 16a ed., Pearson, New York
31
1 Making Money
17. Nicholas S. Katko (a cura di) (2016), Lean CFO. Il controllo di gestione snello, Guerini Next,
Milano
18. Francesco Manca (2016), Il controllo di gestione nelle aziende che producono su commessa, 3a ed.,
Ipsoa, Milano
20. Luciano Marchi et al. (a cura di) (2018), Controllo di gestione, Giappichelli, Torino
21. Brian Maskell et al. (2015), Lean Accounting. Misurare e gestire l’impresa lean, McGraw-Hill
Education, Milano
22. Brian Maskell et al. (2011), Practical Lean Accounting. A Proven System for Measuring and
Managing the Lean Enterprise, 2a ed., CRC Press, New York
23. Maryanne M. Mowen et al. (2017), Managerial Accounting. The Cornerstone of Business Decision-
Making, 7a ed., Cengage, Boston
24. Lucio Potito (a cura di) (2019), Pianificazione e controllo di gestione. Lineamenti teorici e strumenti
applicativi, Giappichelli, Torino
25. Angelo Riccaboni et al. (a cura di) (2018), Il controllo di gestione, Ipsoa, Milano
26. Alessandro Tullio (2018), Analisi dei costi e contabilità industriale. Teoria e pratica del controllo di
gestione, 4a ed., Ipsoa, Milano
27. Jerry J. Weygandt et al. (2017), Managerial Accounting. Tools for Business Decision Making, John
Wiley & Sons Inc, New York
32
1 Making Money
� Obiettivi formativi
L’insegnamento, erogato in modalità masterclass, si propone di arricchire la formazione economica
dei partecipanti dell’EMBA, fornendo gli strumenti per interpretare le problematiche più rilevanti
della realtà economica contemporanea, al fine di comprendere la dinamica degli attuali scenari
macroeconomici.
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
• Esercitare autonomia di giudizio su temi importanti quali quelli che riguardano le migrazioni
e le trasformazioni del mondo del lavoro.
� Programma
1. I confini dell’universo economico
• Che cosa è l’economia, a che cosa serve e a chi serve.
• I cicli lunghi dell’economia.
• Le dottrine economiche e le loro controversie. Schumpeter, von Hayek, Marx, Keynes,
Piketty.
• Il pianeta e i limiti di sviluppo. Esistono davvero?
2. La globalizzazione.
• La globalizzazione americana, i suoi cardini e i suoi limiti.
33
1 Making Money
4. L’economia europea.
• Unione doganale, Mercato comune, Mercato unico, Unione monetaria. Ma che differenza
c’è?
• Ragioni, limiti, elasticità e superamento dei vincoli fiscali.
• Crisi finanziarie (e bancarie): come si prevengono e come si aggiusteranno.
• Il cantiere delle riforme tra ipotesi tecniche e agende politiche.
• Brexit e la sirena della dissoluzione.
6. L’Italia e la ripresa?
• Le radici strutturali della crisi: demografia, produttività, piccole imprese, mercato, spesa
pubblica e tax expenditures.
• I punti di forza del sistema economico italiano: esportazioni, risparmio, famiglie.
• I settori di forza: i vantaggi comparati rivelati.
• Si può accelerare la ripresa italiana?
34
1 Making Money
7. Congiuntura.
• Quali sono le grandezze principali per osservare l’andamento di breve termine del sistema
economico.
• Tassi di variazione tendenziali, mensili (trimestrali) annualizzati, medi annuali: distin-
guerli e comprenderli.
• Valore segnaletico degli indicatori tradizionali (PIL, PMI, Leading-OECD, nowcasting).
8. Orizzonti.
• Reddito universale di base incondizionato: perché, per chi, esperimenti, alternative.
• L’Africa è una minaccia o un’opportunità?
• I big giants, con più soldi da investire degli Stati, che fine faranno?
• Siti web utili per l’economista d’azienda e in azienda (e perché).
| Verifica dell’apprendimento
Partecipazione alla discussione d’aula.
2. Richard Baldwin (2020), Rivoluzione globotica. Globalizzazione, robotica e futuro del lavoro, Il
Mulino, Bologna
3. Richard Baldwin e Charles Wyplosz (2019), The economics of european integration, 6a ed.,
McGraw-Hill Education, New York
4. Nicola Acocella (2019), L’unione economica e monetaria europea. Fondamenti, politiche, opzioni
attuali, Carocci, Roma
5. Nicola Acocella (2018), Politica economica e strategie aziendali, 6a ed., Carocci, Roma
7. Adalgiso Amendola et al. (2014), Economia della globalizzazione. Economia degli scambi e macroe-
conomia internazionale, Egea, Milano
9. Olivier J. Blanchard et al. (2016), Macroeconomia. Una prospettiva europea, Il Mulino, Bologna
10. The CORE Team (2018), L’economia. Comprendere il mondo che cambia, Il Mulino, Bologna, url:
https://www.core-econ.org/the-economy/
35
1 Making Money
11. Giuseppe De Arcangelis (2017), Economia internazionale, 4a ed., McGraw-Hill Education, Milano
12. Paul De Grauwe (2019), Economia dell’unione monetaria, 11a ed., Il Mulino, Bologna
13. Paul De Grauwe (2018), Economics of Monetary Union, 12a ed., OUP, Oxford
14. Paul R. Krugman, Maurice Obstfeld et al. (2019a), Economia internazionale. Teoria e politica del
commercio internazionale, 11a ed., Pearson, Milano, vol. 1
15. Paul R. Krugman, Maurice Obstfeld et al. (2019b), Economia internazionale. Economia monetaria
internazionale, 11a ed., Pearson, Milano, vol. 2
16. Paul R. Krugman, Maurice Obstfeld et al. (2018), International Economics. Theory and Policy,
11a ed., Pearson, New York
17. Paul R. Krugman e Robin Wells (2018), Economics, 5a ed., Worth Publishers, New York
18. Enrico Marelli e Marcello Signorelli (2019), Politica economica. Le politiche nel nuovo scenario
europeo e globale, Giappichelli, Torino
19. Mauro Milillo e Renato Loiero (2019), Finanza pubblica, politica e istituzioni. Un approccio moderno
alla scienza delle finanze. Un approccio moderno alla scienza delle finanze, Pearson, Milano
20. Fabio M. Parenti e Umberto Rosati (2016), Geofinanza e geopolitica, Egea, Milano
21. Dominick Salvatore (2018), Managerial Economics in a Global Economy, 9a ed., OUP, Oxford
22. Dominick Salvatore (2019), International Economics, 13a ed., John Wiley & Sons, New York
23. Dominick Salvatore (2016a), Economia internazionale. Commercio internazionale, 13a ed., Zani-
chelli, Bologna, vol. 1
24. Dominick Salvatore (2016b), Economia internazionale. Economia monetaria internazionale, 13a ed.,
Zanichelli, Bologna, vol. 2
25. Paul A. Samuelson et al. (2019), Economia, 21a ed., McGraw-Hill Education, Milano
26. Hermann Simon e Danilo Zatta (2019), I trend economici del futuro. Come cambieranno le imprese
nel prossimo decennio, Il Sole 24 Ore, Milano, vol. 2
27. Joseph E. Stiglitz (2018), La globalizzazione e i suoi oppositori. Antiglobalizzazione nell’era di Trump,
Einaudi, Torino
28. Vera Zamagni (2018), L’economia italiana nell’età della globalizzazione, Il Mulino, Bologna
36
1 Making Money
Corporate Governance
� Prerequisiti
Conoscenze acquisite nei seguenti insegnamenti:
• Financial Accounting and Non Financial Disclosure (v. pagina 21)
• Financial Analysis (v. pagina 24)
� Obiettivi formativi
La Corporate Governance costituisce un tema di primario rilievo in quanto risponde all’esigenza di iden-
tificare con chiarezza e precisione i punti cardine del sistema di governo di impresa per garantire il
conseguimento degli obiettivi da essa perseguiti in un’ottica ispirata ai principi di efficienza, trasparenza
e aderenza al paradigma normativo di riferimento.
L’insegnamento, erogato tramite alcuni video fruibili in modalità distance learning sulla piattaforma
Moodle, mira a dare una visione allargata della Corporate Governance in merito a differenti aspetti:
• relazioni tra gli assetti proprietari, gli assetti di governance e le strategie delle imprese;
• varie configurazioni di aziende, dalle aziende a controllo familiare alle aziende quotate;
• il governo etico dell’impresa e la comparazione internazionale.
Verranno illustrati i diversi modelli di corporate governance; chi governa, come e perché; i rapporti tra
proprietà e direzione; le diverse tipologie di proprietà azionaria e management; governo e organi sociali; i
conflitti di interesse. In particolare, verranno analizzati i rapporti che intercorrono tra corporate governance,
mercati finanziari e competitività delle imprese.
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di:
• Conoscere le principali forme di assetti proprietari delle imprese e dei gruppi di imprese.
• Progettare strutture di governance che contribuiscano alla creazione di valore dell’impresa ed equa
distribuzione dello stesso.
• Valutare la convenienza di investire o meno in un’azienda in funzione delle sue strutture e pratiche
di governance.
| Verifica dell’apprendimento
Non è prevista alcuna prova di verifica.
37
1 Making Money
� Programma
Saranno forniti alcuni video, a cura dei docenti, fruibili in modalità distance learning sui principali temi di:
• Principi di Corporate Governance.
• Assetti societari.
• Responsabilità etica dell’impresa.
• Strategie di crescita d’impresa.
| Verifica dell’apprendimento
Non è prevista alcuna prova di verifica.
38
1 Making Money
� Obiettivi formativi
L’insegnamento fornisce le conoscenze fondamentali che un manager che opera nell’ambito della
funzione finanziaria delle imprese, con l’obiettivo di affinare gli strumenti operativi a supporto
nell’ambito delle operazioni di finanza sia ordinaria sia straordinaria, deve possedere per poter
interagire con gli intermediari finanziari dediti a servire le imprese fornendo una visione integrata
dei mercati finanziari, delle loro funzioni, del loro funzionamento e del loro utilizzo.
L’insegnamento vuole fornire gli strumenti per progettare e per attuare le operazioni finanziarie
dotate di rilevanza strategica per l’impresa e per formulare le decisioni attraverso le quali la finanza
concorre all’attuazione della strategia aziendale.
Verranno inoltre forniti gli strumenti fondamentali della finanza operativa, ossia di quell’area della
finanza che permette all’impresa di operare nel quotidiano ed è legata al rapporto banca-impresa, al
cash management e alla gestione dei rischi finanziari.
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, lo studente sarà in grado di:
39
1 Making Money
• Comprendere le caratteristiche tecniche dei principali strumenti di gestione dei rischi finanziari.
• Compiere scelte di acquisizione del capitale scegliendo tra le diverse forme disponibili.
� Programma
1. Mercati finanziari, intermediari e azienda.
• Il sistema finanziario, le variabili di funzionamento e le fonti d’informazione relative.
• Mercati monetari e la determinazione del costo del denaro a livello globale.
• Mercato obbligazionario e gli effetti delle politiche monetarie.
• Mercato azionario e la globalizzazione delle piazze d’intermediazione.
• Mercato dei cambi e le dinamiche di funzionamento
40
1 Making Money
| Verifica dell’apprendimento
Prova scritta e/o orale, con modalità che saranno indicate dal docente in aula.
2. Jakob de Haan et al. (2020), Financial Markets and Institutions. A European Perspective, 4a ed.,
Cambridge University Press, Cambridge
3. Andrea Ferrari, Elisabetta Gualandri, Andrea Landi e Paola Vezzani (2018), Il sistema finanziario.
Funzioni, mercati e intermediari, 6a ed., Giappichelli, Torino
4. Andrea Ferrari, Elisabetta Gualandri, Andrea Landi, Valeria Venturelli et al. (2017), Strumenti
e prodotti finanziari. Bisogni di investimento, finanziamento, pagamento e gestione dei rischi, 2a ed.,
Giappichelli, Torino
5. Davide Giovanelli e Fabrizio Masinelli (2018), Tesoreria aziendale, 2a ed., Ipsoa, Milano
6. David Hillier et al. (2018), Corporate Finance, a cura di Alessandro Frova, 3a ed., McGraw-Hill
Education, Milano
7. Roberto Ippoliti e Leonardo Etro (2019), Private capital. Principi e pratiche di private equity e
private debt, Egea, Milano
8. Carmine Robert La Mura (2019), Guida al crowdfunding (eBook 2019). Funzionamento, casi
operativi, aspetti legali e tributari, Fisco e Tasse. Maggioli, Santarcangelo di Romagna
9. McKinley - Degregori & Partners (2015), Azioni, Obbligazioni e Titoli di Stato, Edizioni R.E.I., Le
Grau-du-Roi
10. Marco Muscettola (2019), Come finanziare l’impresa. Il calcolo del fabbisogno finanziario, Franco
Angeli, Milano
41
1 Making Money
6 Corporate Finance
� Prerequisiti
Conoscenze acquisite nei seguenti insegnamenti:
� Obiettivi formativi
L’insegnamento di Corporate Finance presenta i principi fondamentali della gestione finanziaria di
un’impresa, analizzando gli strumenti delle decisioni aziendali di investimento e di finanziamento
con il fine della creazione di valore per gli azionisti. In particolare, vengono illustrati i pilastri fonda-
mentali della finanza aziendale: le decisioni di investimento (capital budgeting), l’individuazione di
una corretta misura del costo del capitale, la scelta del grado di leva finanziaria (capital structure) e
la politica dei dividendi.
Verrà inoltre analizzato il concetto di valore d’impresa e i criteri di valutazione aziendale. La mi-
surazione del valore d’azienda è uno strumento indispensabile nelle scelte strategiche aziendali,
nelle operazioni di M&A (Mergers and Acquisitions), nella quotazione nei mercati finanziari (IPO -
Initial Public Offering), in operazioni di investimento nel capitale di rischio di società non quotate
(private equity e venture capital) e in operazioni di finanza straordinaria. L’obiettivo di un processo di
valutazione varia in relazione al contesto in cui si rende necessario definire il valore di un’azien-
da. Verranno quindi analizzati i principi fondamentali di valutazione delle aziende secondo i PIV
(Principi Internazionali di Valutazione), i principali metodi assoluti di stima (metodi reddituale,
finanziario, ecc.) e i principali metodi relativi (multipli di mercato).
2. Fornire elementi di riflessione per la stima e l’utilizzo del costo del capitale.
4. Fornire i principali elementi per la comprensione delle fonti di finanziamento, delle tecni-
che di valutazione e delle scelte finanziarie collegate, al fine di incrementare la conoscenza
dell’implementazione pratica della struttura finanziaria.
5. Fornire elementi di base per la comprensione delle principali forme di restituzione della
liquidità agli azionisti.
42
1 Making Money
2. Problematiche comuni alle diverse metodologie: il costo del capitale di rischio e il WACC
(Weighted Average Cost of Capital); il tasso di crescita g; la normalizzazione del reddito e dei
flussi di cassa attesi.
� Risultati attesi
Al termine della prima parte dell’insegnamento, il partecipante acquisisce le tematiche legate alle
decisioni d’investimento e finanziamento delle imprese, rispondendo alle domande fondamentali
nell’ambito della gestione di un’impresa:
In particolare saprà:
Alla fine della seconda parte, il partecipante acquisirà capacità di analisi critica di principi e metodo-
logie di valutazione delle aziende e delle principali tecniche di acquisizione e capacità di applicazione
dei principali metodi; in particolare saprà:
• Individuare gli approcci e metodi più appropriati per la valutazione, in funzione delle finalità
della stessa.
43
1 Making Money
� Programma
1. Corporate Finance e creazione di valore.
• Il valore temporale della moneta e la distribuzione dei flussi nel tempo.
• Struttura finanziaria e creazione di valore.
• I fattori chiave determinanti il valore.
• La nozione di rischio, remunerazione e costo del capitale e loro misura.
3. Le decisioni di finanziamento.
• Le scelte di struttura finanziaria: la teoria di Modigliani e Miller in assenza e in presenza
di imposte, la Trade-Off Theory e i costi di agenzia, la Pecking Order Theory.
• Il capitale di debito.
• Il capitale di rischio.
• Scelte di struttura ottimale.
4. La payout policy.
• Dividendi e total shareholder return.
• La politica dei dividendi.
• La politica di buyback.
• Effetti contabili e di valutazione della payout policy.
44
1 Making Money
| Verifica dell’apprendimento
Prova scritta e/o orale, con modalità che saranno indicate dal docente in aula.
45
1 Making Money
2. Daniele Balducci (a cura di) (2019a), La valutazione dell’azienda. Principi, metodi, fiscalità, 13a ed.,
Aedi, Milano
3. Daniele Balducci (a cura di) (2019b), Le valutazioni d’azienda nelle operazioni societarie e straordi-
narie. Valori di capitale economico nelle vicende d’impresa, 13a ed., Aedi, Milano
4. Elena Beccalli e Pascal Frantz (2013), Analisi e valutazione degli investimenti, Carocci, Roma
7. Jonathan Berk e Peter Demarzo (2019), Corporate Finance. Global Edition, 5a ed., Pearson, New
York
8. Jonathan Berk e Peter Demarzo (2018a), Finanza aziendale. Fondamenti, 4a ed., Pearson, Milano,
vol. 1
9. Jonathan Berk e Peter Demarzo (2018b), Finanza aziendale. Teoria e pratica della finanza moderna,
4a ed., Pearson, Milano, vol. 2
10. Richard A. Brealey, Stewart C. Myers, Franklin Allen e Sandro Sandri (2020), Principi di finanza
aziendale, 8a ed., McGraw-Hill Education, Milano
11. Richard A. Brealey, Stewart C. Myers e Franklin Allen (2019), Principles of corporate finance,
13a ed., McGraw-Hill Education, New York
12. Valter Conca (2010), Le acquisizioni. Valutare e gestire i processi di crescita, Egea, Milano
13. Maurizio Dallocchio e Antonio Salvi (2011a), Finanza aziendale. Finanza ordinaria, Egea, Milano,
vol. 1
14. Maurizio Dallocchio e Antonio Salvi (2011b), Finanza aziendale. Finanza straordinaria, Egea,
Milano, vol. 2
15. Aswath Damodaran (2018), The Dark Side of Valuation. Valuing Young, Distressed, and Complex
Businesses, 3a ed., John Wiley & Sons, New York
16. Aswath Damodaran e Oliviero Roggi (2016), Elementi di finanza aziendale e risk management. La
gestione d’impresa tra valore e rischio, Apogeo Education, Milano
17. Aswath Damodaran (2015), Applied Corporate Finance, 4a ed., John Wiley & Sons, New York
18. Aswath Damodaran e Oliviero Roggi (2015), Finanza aziendale. Applicazioni per il management,
4a ed., Apogeo Education, Milano
19. Aswath Damodaran (2014), Valutazione delle aziende, Apogeo Education, Milano
46
1 Making Money
20. Aswath Damodaran (2012), Investment Valuation. Tools and Techniques for Determining the Value
of Any Asset, 3a ed., John Wiley & Sons, New York
21. Aswath Damodaran (2011), The Little Book of Valuation. How to Value a Company, Pick a Stock
and Profit, John Wiley & Sons, New York
23. Stefano Fontana (a cura di) (2015), Le diverse metodologie per la stima del tasso di congrua
remunerazione. Un confronto tra i modelli basati su dati di mercato, Giappichelli, Torino
24. Emanuela Fusa (2017), Aspetti fiscali nella valutazione d’azienda, Ipsoa, Milano
25. Francesco Gangi (2011), Analisi degli investimenti aziendali. Strategie e casi, Egea, Milano
26. Luigi Guatri e Mauro Bini (2009), Nuovo trattato sulla valutazione delle aziende, Egea, Milano
27. Luigi Guatri e Mauro Bini (2007), La valutazione delle aziende, Egea, Milano
28. David Hillier et al. (2020), Corporate Finance, 4a ed., McGraw-Hill Education, New York
29. David Hillier et al. (2018), Corporate Finance, a cura di Alessandro Frova, 3a ed., McGraw-Hill
Education, Milano
30. Mario Massari, Gianfranco Gianfrate et al. (2016), Corporate Valuation. Measuring the Value of
Companies in Turbulent Times, John Wiley & Sons, New York
31. Mario Massari, Gianfranco Gianfrate et al. (2014), The Valuation of Financial Companies. Tools
and Techniques to Measure the Value of Banks, Insurance Companies and Other Financial Institutions,
John Wiley & Sons, New York
32. Mario Massari e Laura Zanetti (2008), Valutazione. Fondamenti teorici e best practice nel settore
industriale e finanziario, 2a ed., McGraw-Hill Education, Milano
33. McKinsey & Company Inc. et al. (2020), Valuation. Measuring and Managing the Value of
Companies, 7a ed., John Wiley & Sons, New York
34. Chris M. Mellen e Frank C. Evans (2018), Valuation for M&A. Building and Measuring Private
Company Value, John Wiley & Sons, New York, vol. 3
35. Organismo Italiano di Valutazione (2015), PIV. Principi Italiani di Valutazione 2015, Egea, Milano
36. Giovanni Palomba e Alessandro Gennaro (2016), Finanza aziendale. Analisi, valutazioni e decisioni
finanziarie, McGraw-Hill Education, Milano
37. Giuseppe Tardivo, Roberto Schiesari et al. (2014), Finanza aziendale, 2a ed., Isedi, Milano
38. Giuseppe Tardivo, Roberto Schiesari et al. (2012), Corporate finance, Isedi, Milano
39. Giuseppe Tardivo e Milena Viassone (2011), Finanza aziendale internazionale. La gestione
finanziaria dell’impresa multinazionale, Isedi, Milano
40. Giuseppe Tardivo, Marina Damilano et al. (2013), La gestione dei mercati finanziari internazionali,
Franco Angeli, Milano
47
1 Making Money
41. Giuseppe Tardivo e Giovanni Quaglia (2013a), La creazione di valore. La creazione di valore per
l’impresa, Franco Angeli, Milano, vol. 1
42. Giuseppe Tardivo e Giovanni Quaglia (2013b), La creazione di valore. La creazione di valore per il
territorio, Franco Angeli, Milano, vol. 2
43. Pierre Vernimmen et al. (2017), Corporate Finance. Theory and Practice, 5a ed., John Wiley &
Sons, New York
44. Gianfranco Zanda et al. (a cura di) (2013), La valutazione delle aziende, 6a ed., Giappichelli,
Torino
48
1 Making Money
� Obiettivi formativi
La prima parte dell’insegnamento si propone di approfondire i contenuti delle strategie di sviluppo e di
sopravvivenza dell’impresa e le problematiche centrali della formulazione della strategia d’impresa.
Particolare attenzione sarà dedicata alla valutazione ex ante ed ex post delle strategie, a partire dalla
comprensione delle relazioni intercorrenti tra creazione del valore e strategia d’impresa.
Verranno analizzate la corporate strategy che rappresenta un sistema di decisioni e azioni finalizzato
a costruire un vantaggio aziendale e a mantenerlo nel tempo (azienda multi-business), e la business
strategy che rappresenta un sistema di decisioni e azioni volto a costruire un vantaggio competitivo
sostenibile (azienda mono-business).
49
1 Making Money
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
• Iniziare a costruire uno schema di business plan, i cui elementi verranno illustrati nei vari
insegnamenti del Master EMBA.
Se negli insegnamenti precedenti, a fronte di bilanci già costruiti, il partecipante sapeva farne l’analisi
economico-finanziaria, ora, stabiliti alcuni parametri strategici quali la crescita, la struttura finan-
ziaria, gli investimenti da effettuare, ecc., il partecipante costruirà un piano economico-finanziario
pluriennale per raggiungere gli obiettivi dell’impresa.
� Programma
1. Strategic Management.
• Fondamenti di Strategia.
– Il piano strategico nei diversi contesti aziendale/ambientali di riferimento.
– Gli ingredienti della strategia: l’analisi strategica, la formulazione e la valutazione
strategica, l’execution e il controllo.
– Le logiche e le fasi dell’analisi strategica.
– Definizione del perimetro del/dei business dell’impresa.
• Il posizionamento strategico dell’impresa.
– La natura del vantaggio competitivo.
– L’analisi del macro-ambiente (PESTEL - Political, Economic, Social, Technological, Envi-
ronmental, Legal).
– L’analisi dell’industria (Modello delle forze di Porter).
– L’analisi interna (Analisi VRIO - Value, Rarity, Imitability, Organization).
• Le strategie a livello Business e a livello Corporate: strategie competitive, strategie di collabo-
razione, strategia di integrazione verticale e orizzontale, strategia di outsourcing, strategia
di diversificazione, strategia di internazionalizzazione, strategie di fusioni, acquisizioni e
alleanze strategiche.
• La funzione finanziaria e la valutazione economica delle strategie.
50
1 Making Money
3. Financial Planning.
• Dalla strategia alla pianificazione. economico-finanziaria: i key value driver come punto di
raccordo tra i piani di azione e i numeri.
• La valutazione economico finanziaria del business plan finanziario: le ipotesi, i numeri, le
valutazioni.
• La proiezione dei risultati: il modello di generazione dei ricavi e dei costi attraverso i
relativi driver.
• La costruzione del bilancio preventivo pluriennale: le proiezioni economico, patrimoniali
e dei flussi di cassa finanziari.
• Le aree e gli indicatori economico-finanziari di valutazione di creazione di valore e di
sostenibilità del business plan: la crescita, la redditività e l’efficienza, l’equilibrio finanziario
e la liquidità.
• Il valore dell’impresa: la determinazione del valore d’impresa sottostante le ipotesi del
business plan.
• L’analisi di sensitivity del piano: la sensibilità dei risultati alle variabili di rischio e lo stress
test del piano.
• La formulazione e il controllo del piano finanziario come sistema a supporto del processo
decisionale aziendale.
5. Business game competitivo: simulazione di gestione delle decisioni aziendali e del loro impatto
sui risultati economico-finanziari in un contesto in cui i partecipanti, organizzati in team, si
sfidano in un mercato competitivo.
| Verifica dell’apprendimento
Prova scritta e/o orale, con modalità che saranno indicate dal docente in aula.
51
1 Making Money
• Jack Alexander (2018), Financial Planning & Analysis and Performance Management, John Wiley
& Sons, New York
• Alessandro Arbore e Enrico Valdani (2014), Strategie e giochi competitivi. Gestire il presente,
immaginare il futuro, Egea, Milano
• David Bland e Alexander Osterwalder (2019b), Testing Business Ideas. You’re holding a field guide
for rapid experimentation. Use the 44 experiments inside to find your path to scale. Systematically win
big with small bets by…, John Wiley & Sons Inc, New York
• David Bland e Alexander Osterwalder (2019a), Testare le idee di business. Una ”guida sul campo”
per la sperimentazione rapida. 44 tipi di esperimenti per trovare la strada giusta. Grandi vittorie con
piccole scommesse…, LSWR, Milano
• Antonello E. Bove (2011), Strategic planning. Come definire, pianificare ed eseguire una strategia di
business vincente, Hoepli, Milano
• Kingsley A. Borello (2015), Excellent business plan. Come pianificare una startup, sviluppare
un’impresa e monitorare la performance, 6a ed., Hoepli, Milano
• Luigi Brusa (2016), Business plan. Guida per imprese sane, start-up e aziende in crisi, Egea, Milano
• David Dranove et al. (2017), Economics of Strategy, 7a ed., John Wiley & Sons, New York
• David Dranove et al. (2013), Economia dell’industria e strategie d’impresa, a cura di Aldo Enrietti
et al., 2a ed., Isedi, Torino
• D. J. Collis et al. (2012), Corporate Level Strategy. Generare valore condiviso nelle imprese multibusi-
ness, McGraw-Hill Education, Milano
• Maria Teresa Cuomo et al. (2016), Dalla strategia al piano. Elementi informativi e di supporto,
Giappichelli, Torino
• Claudio Demattè et al. (a cura di) (2013), Strategie di internazionalizzazione, 3a ed., Egea, Milano
• Jeffrey H. Dyer, Paul Godfrey, Robert Jensen e David Bryce (2020), Strategic Management.
Concepts and Cases, 3a ed., John Wiley & Sons, New York
• Jeffrey H. Dyer, Paul Godfrey, Robert Jensen, David Bryce e Alberto Pastore (2018), Strategic
Management. Principi e applicazioni, Isedi, Torino
• Antonio Ferrandina e Fabrizio Carriero (2020), Business plan in excel, 8a ed., Ipsoa, Milano
• Antonio Ferrandina (2017), Business plan. Casi pratici, 5a ed., Ipsoa, Milano
• Franco Fontana e Paolo Boccardelli (2015), Corporate Strategy. Una prospettiva organizzativa e
finanziaria per la crescita, Hoepli, Milano
52
1 Making Money
• Pietro Genco e Lara Penco (a cura di) (2017), La gestione strategica dell’impresa. Le strategie di
corporate, Giappichelli, Torino
• Pietro Genco e Adriana Calvelli (a cura di) (2018), Fondamenti di gestione strategica delle imprese.
Le strategie di corporate, Giappichelli, Torino
• Pankaj Ghemawat (2017), Strategy and the Business Landscape, 4a ed., CreateSpace Independent
Publishing Platform
• Robert M. Grant (2019), Contemporary Strategy Analysis. Text and cases, 10a ed., John Wiley &
Sons Inc, New York
• Robert M. Grant (2016), L’analisi strategica per le decisioni aziendali, 5a ed., Il Mulino, Bologna
• Charles W. L. Hill et al. (2019), Strategic Management. An Integrated Approach. Theory & Cases,
13a ed., Cengage, Boston
• Philippe Lasserre (2017), Global Strategic Management, 4a ed., Red Globe Press, New York
• Giovanna Mariani (2012), Conoscenza e creazione di valore. Il ruolo del business plan, Franco
Angeli, Milano
• Alexander Osterwalder e Yves Pigneur (2010), Business Model Generation. A Handbook for
Visionaries, Game Changers, and Challengers, John Wiley & Sons Inc, New York
• Alexander Osterwalder e Yves Pigneur (2019), Creare modelli di business. Un manuale pratico ed
efficace per ispirare chi deve creare o innovare un modello di business, LSWR, Milano
• Cinzia Parolini (2016), Business planning. Dall’idea al progetto imprenditoriale, Pearson, Milano
• Michael Samonas (2015), Financial Forecasting, Analysis, and Modelling. A Framework for Long-
Term Forecasting, John Wiley & Sons, New York
• Lucio Sicca (a cura di) (2011), Strategie competitive. Concetti e strumenti di analisi, CEDAM,
Padova
• Robert Simons (2013), Performance Measurement and Control Systems for Implementing Strategy.
Text and Cases, Pearson, New York
• Robert Simons (2004), Sistemi di controllo e misure di performance, a cura di Franco Amigoni,
Egea, Milano
• Alan Smith et al. (2014), Value Proposition Design. How to Create Products and Services Customers
Want, John Wiley & Sons Inc, New York
• Alan Smith et al. (2015), Value Proposition Design. Come creare prodotti e servizi che i clienti
desiderano, LSWR, Milano
• Giuseppe Volpato (2008), Concorrenza, impresa, strategie. Metodologia dell’analisi dei settori
industriali e della formulazione delle strategie, Il Mulino, Bologna
53
1 Making Money
• Thomas L. Wheelen et al. (2017), Strategic Management and Business Policy. Globalization,
Innovation and Sustainability (Global Edition), 15a ed., Pearson, New York
• Richard Whittington et al. (2019), Exploring Strategy. Texts and Cases, 12a ed., Pearson, New
York
54
TOWARD FRONTIER 5.0 2
insegnamenti del modulo
1 Project Management for Competitive Advantage . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56
2 Agile for the Digital Age . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 66
3 Digital Technologies Shaping the Future . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 71
4 Digital Transformation . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79
5 Strategic Marketing . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 87
6 Design Thinking and Creativity for Business Innovation . . . . . . . . . . . . . . . 92
7 Digital Marketing . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 97
8 Business Processes and Intelligent Process Automation . . . . . . . . . . . . . . . . 107
9 Operations and Supply Chain Management . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 116
Consiste nella trasformazione profonda delle organizzazioni, a partire dai processi e dai flussi
informativi, fino ai modelli di business per cogliere pienamente le opportunità offerte dalle nuove
tecnologie, dai nuovi media e canali di comunicazione.
Un radicale cambiamento che consiste nel ridisegnare i processi aziendali dell’intera organizzazione
e può essere affrontato soltanto attraverso un solido approccio, un metodo rigoroso e strumenti
applicativi adeguati, con una strategia a breve e lungo termine, fatta di tappe intermedie al fine di
raggiungere la piena digitalizzazione dell’azienda.
55
2 Toward Frontier 5.0
• Tiziano Villa (2019), Project Management 2.0. Verso un approccio ibrido alla gestione dei progetti,
28 ott. 2019, eprint: https://bit.ly/PM-2-0
� Obiettivi formativi
L’insegnamento si propone di fornire i principi fondamentali del Project Management, illustrarne i
legami con la Strategia d’impresa ed evidenziare come esso contribuisca alla realizzazione di un
vantaggio competitivo sostenibile per l’azienda.
Il vantaggio competitivo, che tutte le aziende puntano ad acquisire per riuscire a resistere nell’arena
competitiva, si esplica nella capacità di offrire prodotti e servizi a prezzi più bassi della concorrenza,
oppure nella capacità di offrire prodotti e servizi con benefici e caratteristiche uniche e distintive
rispetto alla concorrenza.
Il vantaggio competitivo nasce dal valore aggiunto che un’azienda è in grado di creare per i propri
clienti e la catena del valore è lo strumento per individuare quali sono le fonti che lo generano
o lo possono generare all’interno dell’azienda. L’efficacia operativa e la strategia sono la via per
conseguirlo e il Project Management rappresenta il modo con cui l’azienda esegue la strategia, conse-
gue l’efficacia operativa, massimizza il valore per il cliente, crea e consolida un vantaggio competitivo.
Il legame tra Strategia e Project Management è molto stretto, in quanto le scelte dei progetti da in-
traprendere rappresentano la strategia in azione e i progetti devono essere scelti e portati avanti
se sono all’interno della strategia aziendale, non solo di breve termine ma anche di lungo perio-
do (cfr. Michael Porter (2015), Aligning Strategy & Project Management, 4 feb. 2015, url: https:
//www.youtube.com/watch?v=CKcSzH1SvCk).
L’assetto organizzativo d’impresa gioca un ruolo determinante nell’esito dei progetti e conseguente-
mente nell’implementazione della strategia e della visione aziendale. Comprendere come raccordare
la visione e i progetti all’operatività risulta fondamentale per riuscire a coniugare l’efficacia del
progetto all’efficienza del processo.
56
2 Toward Frontier 5.0
• Decidere quale approccio di gestione del progetto adottare in funzione delle peculiarità del
progetto stesso.
• Esaminare e sperimentare modelli e tecniche di avvio del progetto con particolare riferimento
al project charter e al kick-off meeting.
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
• Comprendere le potenzialità del Project Management come elemento abilitante per l’innovazione
e il cambiamento.
• Applicare i principi fondamentali per la creazione di un project charter, una WBS, un piano di
progetto.
• Valorizzare i costi per un preventivo di progetto, realizzare l’earned value di un progetto con la
individuazione delle risorse tipo e dei tempi di esecuzione dell’opera, decidere l’organizzazione
del team di progetto, ecc.
• Raggiungere gli obiettivi del progetto restando all’interno del perimetro costituito dai limiti di
costo, tempo, scopo/qualità.
57
2 Toward Frontier 5.0
� Programma
1. Strategia, organizzazione e gestione dei progetti.
• Definizione di progetto.
• Le caratteristiche chiave di un progetto.
• Definizione di Project Management.
• Standard e metodologie di project management del PMI® (Project Management Institute).
• Lo shift dai processi ai principi del nuovo PMBOK® (Project Management Body of Knowled-
ge).
• Dalle aree di conoscenza ai performance domains.
• Strategia e Project Management.
– Il Value Delivery System.
– Strategy Execution e Project Management.
– Cultura organizzativa e Project Governance.
– Struttura Organizzativa e Project Management.
• Vantaggio Competitivo e Project Management.
• I progetto e le correlazioni con programma, portfolio e operazioni.
• Selezione dei progetti e Project Portfolio Management.
• Il project management come strumento di gestione dell’innovazione.
• Operations management e project management.
• Process management e project management.
• I diversi approcci di gestione del progetto: predittivo, iterativo, incrementale, adattivo,
ibrido.
• Valutare con quale approccio gestire il progetto.
• Profilo del progetto e modalità di gestione.
58
2 Toward Frontier 5.0
59
2 Toward Frontier 5.0
60
2 Toward Frontier 5.0
61
2 Toward Frontier 5.0
• What-if-analysis.
• La event tree analysis.
• La Risk Breakdown Structure (RBS).
• Tecniche di valutazione del project risk.
• La matrice «probabilità × impatto».
• Strategie di risposta al rischio.
| Verifica dell’apprendimento
Prova scritta e/o orale, congiuntamente con l’insegnamento Agile for the Digital Age (v. pagina 66),
con modalità che saranno indicate dal docente in aula.
2. Project Management Institute (a cura di) (2021), A Guide to the Project Management Body of
Knowledge. A PMBOK® Guide, 7a ed., PMI Publications, Newtown Square
2. Monique Aubry e Pascal Lievre (a cura di) (2016), Project Management in Extreme Situations. Les-
sons from Polar Expeditions, Military and Rescue Operations, and Wilderness Exploration, Auerbach
Publications, Boca Raton
4. Alfredo Biffi (a cura di) (2010), Project Based Enterprise. Pensare e agire per progetti, Egea, Milano
5. Alessandro Cagliesi et al. (2014), Professione Project Manager. Preparazione alla Certificazione
Internazionale IPMA, Franco Angeli, Milano
6. Marco Cantamessa et al. (2007), Il project management. Un approccio sistemico alla gestione dei
progetti, ISEDI, Torino
7. Ugo Forghieri e Giovanni Pisano anf Roberto Zavani (2019), Le competenze del project management,
Franco Angeli, Milano
8. Nikhil Gurjar (2016), A Forward Looking Approach to Project Management. Tools, Trends, and the
Impact of Disruptive Technologies, Springer, Berlin
9. International Institute of Business Analysis (a cura di) (2015), BABOK. A Guide to the Business
Analysis Body of Knowledge, 3a ed., IIBA, Toronto
10. International Institute of Business Analysis (a cura di) (2017b), The Business Analysis Compe-
tency Model v4, 4a ed., IIBA, Toronto
62
2 Toward Frontier 5.0
11. International Institute of Business Analysis (a cura di) (2018), Strategy to Execution Framework
v1.0. A Guide to Strategic Business Analysis for Enabling Business Transformation, 4a ed., IIBA,
Toronto
12. ISIPM e Enrico Mastrofini (a cura di) (2020), Guida alle conoscenze di gestione progetti. Griglia di
riferimento per i responsabili di progetto e per gli altri ruoli professionali di project management, 5a ed.,
Franco Angeli, Milano
13. ISIPM Enrico Mastrofini (a cura di) (2017), Guida ai temi ed ai processi di project management.
Conoscenze avanzate e abilità per la gestione dei progetti, Franco Angeli, Milano
14. Harold Kerzner (2018), Project Management Best Practices. Achieving Global Excellence, 4a ed.,
John Wiley & Sons, New York
15. Harold Kerzner (2017c), Project Management 2.0. Strumenti, metodologie e metriche per il successo
dei progetti, Hoepli, Milano
16. Harold Kerzner (2015), Project Management 2.0. Leveraging Tools, Distributed Collaboration, and
Metrics for Project Success, John Wiley & Sons, New York
17. Harold Kerzner (2017a), Project Management. A Systems Approach to Planning, Scheduling, and
Controlling, 12a ed., John Wiley & Sons, New York
18. Harold Kerzner (2017b), Project Management. Case Studies, 5a ed., John Wiley & Sons, New
York
19. Harold Kerzner (2017d), Project Management Metrics KPIs and Dashboards. A Guide To Measuring
And Monitoring Project Performance, 3a ed., John Wiley & Sons, New York
20. Erik W. Larson e Clifford F. Gray (2017), Project Management. The Managerial Process, 7a ed.,
McGraw-Hill Education, New York
21. Oliver F. Lehmann (2018), Project Business Management, Auerbach Publications, Boca Raton
22. Albert Lester (2017), Project Management, Planning and Control. Managing Engineering, Construc-
tion and Manufacturing Projects to PMI, APM and BSI Standards, 7a ed., Butterworth-Heinemann,
Oxford
23. Richard Luecke (2004), Managing Projects Large and Small. The Fundamental Skills for Delivering
on Budget and on Time, Harvard Business School Press, Boston
24. Alessandro Margherita et al. (2018), Project Management Canvas. Una guida operativa per gestire i
progetti con successo, Franco Angeli, Milano
25. Massimo Martinati e Andrea Caccamese (2018), Professione project manager. Guida all’esame di
certificazione PMP® e CAPM® . Nuova edizione aggiornata agli standard del PMBOK® Guide Sixth
Edition, 3a ed., Franco Angeli, Milano
26. Carlos Eduardo Martins Serra (2016), Benefits Realization Management. Strategic Value from
Portfolios, Programs, and Projects, Auerbach Publications, Boca Raton
27. Jack R. Meredith et al. (2019), Project Management. A Strategic Managerial Approach, 10a ed.,
John Wiley & Sons, New York
63
2 Toward Frontier 5.0
28. John M. Nicholas e Herman Steyn (2020), Project Management for Engineering, Business and
Technology, Routledge, London
29. Alfred Oswald et al. (2019), Project Management at the Edge of Chaos. Social Techniques for Complex
Systems, Springer, Berlin
30. Crispin Piney (2017), Earned Benefit Program Management. Aligning, Realizing, and Sustaining
Strategy, Auerbach Publications, Boca Raton
31. Jeffrey K. Pinto (2019), Project Management. Achieving Competitive Advantage, 5a ed., Pearson,
New York
32. Project Management Institute (a cura di) (2017c), Guida al Project Management Body of Knowledge.
Guida al PMBOK® , 6a ed., PMI Publications, Newtown Square
33. Project Management Institute (a cura di) (2020), The Standard for Earned Value Management,
PMI Publications, Newtown Square
34. Project Management Institute (a cura di) (2019b), Practice Standard for Project Estimating, PMI
Publications, Newtown Square
35. Project Management Institute (a cura di) (2009), Practice Standard for Project Risk Management,
PMI Publications, Newtown Square
36. Project Management Institute (a cura di) (2007), Practice Standard for Project Configuration
Management, PMI Publications, Newtown Square
37. Project Management Institute (a cura di) (2013a), Managing Change in Organizations. A Practice
Guide, PMI Publications, Newtown Square
38. Project Management Institute (a cura di) (2014), Navigating Complexity. A Practice Guide, PMI
Publications, Newtown Square
39. Project Management Institute (a cura di) (2017d), Project Manager Competency Development
Framework, 3a ed., PMI Publications, Newtown Square
40. Project Management Institute (a cura di) (2017a), A Guide to the Project Management Body of
Knowledge. A PMBOK® Guide, 6a ed., PMI Publications, Newtown Square
41. Project Management Institute (a cura di) (2019d), Practice Standard for Work Breakdown Structu-
res, 3a ed., PMI Publications, Newtown Square
42. Project Management Institute (a cura di) (2019e), The Standard for Risk Management in Portfolios,
Programs, and Projects, PMI Publications, Newtown Square
43. Project Management Institute (a cura di) (2019c), Practice Standard for Scheduling, 3a ed., PMI
Publications, Newtown Square
44. Project Management Institute (a cura di) (2017e), The PMI Guide to Business Analysis, 3a ed.,
PMI Publications, Newtown Square
45. Project Management Institute (a cura di) (2019a), Benefits Realization Management. A Practice
Guide, 9a ed., PMI Publications, Newtown Square
64
2 Toward Frontier 5.0
46. Project Management Institute (a cura di) (2018b), Lo Standard per il Program Management, 4a ed.,
PMI Publications, Newtown Square
47. Project Management Institute (a cura di) (2017f), The Standard for Program Management, 4a ed.,
PMI Publications, Newtown Square
48. Project Management Institute (a cura di) (2018d), The Standard for Organizational Project
Management. OPM, PMI Publications, Newtown Square
49. Project Management Institute (a cura di) (2018c), Q and A’s for the PMBOK® guide sixth edition,
6a ed., PMI Publications, Newtown Square
50. Project Management Institute (a cura di) (2018e), The Standard for Portfolio Management, 4a ed.,
PMI Publications, Newtown Square
51. Project Management Institute (a cura di) (2016a), Governance of Portfolios, Programs, and Projects.
A Practice Guide, PMI Publications, Newtown Square
52. Project Management Institute (a cura di) (2013a), Managing Change in Organizations. A Practice
Guide, PMI Publications, Newtown Square
53. Project Management Institute (a cura di) (2016b), Requirements Management. A Practice Guide,
PMI Publications, Newtown Square
54. Project Management Institute (a cura di) (2015), Business Analysis for Practitioners. A Practice
Guide, PMI Publications, Newtown Square
55. Michael Porter (2015), Aligning Strategy & Project Management, 4 feb. 2015, url: https://www.
youtube.com/watch?v=CKcSzH1SvCk
56. Roberto Pozza e Massimo Soriani Bellavista (2018), Projectmind. Come potenziare la propria mente
nella gestione dei progetti, Franco Angeli, Milano
57. Gary L. Richardson e Brad M. Jackson (2018), Project Management Theory and Practice, Auerbach
Publications, Boca Raton
58. Walter Romano (2019), Project manager oggi. Come realizzare progetti in tempi ridotti in un mondo
veloce e complesso, 2a ed., Franco Angeli, Milano
59. Marco Sampietro (2018), Project management. Un approccio integrato a metodologie e comportamenti,
Egea, Milano
60. Neil G. Siegel (2019), Engineering Project Management, John Wiley & Sons, New York
61. Cynthia Snyder Dionisio (2018), A Project Manager’s Book of Tools and Techniques. A Companion
to the PMBOK® Guide - Sixth Edition, John Wiley & Sons, New York
62. Tiziano Villa (2008), Management by projects. I progetti come leva strategica di business, Ipsoa,
Milano
63. Robert K. Wysocki (2019), Effective Project Management. Traditional, Agile, Extreme, Hybrid, John
Wiley & Sons, New York
64. Ofer Zwikael e John R. Smyrk (2019), Project Management. A Benefit Realisation Approach,
Springer, Berlin
65
2 Toward Frontier 5.0
• Kent Beck et al. (2001a), Manifesto for Agile Software Development, url: http://www.agilemanif
esto.org/
• Kent Beck et al. (2001b), Principles behind the Agile Manifesto, url: http://agilemanifesto.
org/principles.html
� Obiettivi formativi
Nato come metodologia per la gestione dei progetti di sviluppo software, l’Agile è oggi il punto di
riferimento per quanto riguarda la gestione dei progetti di trasformazione digitale, modificando le
consolidate pratiche di project management e introducendo nuovi concetti e approcci orientati alla
gestione del cambiamento.
La modalità tradizionale waterfall funziona bene quando sono molto chiare le specifiche e il contesto
non varia. Nel waterfall le attività sono sequenziali, le specifiche di dettaglio sono definite all’inizio e
sulla base di queste si stimano tempi e costi di progetto. Il cambiamento, tuttavia, è oggi la regola,
non l’eccezione, e quindi occorre imparare a gestirlo.
La metodologia Agile è una metodologia di Project Management che favorisce la flessibilità, specie
quando il tasso di innovazione è molto elevato, utilizzando cicli di sviluppo brevi e permettendo di
modificare le priorità di ogni fase in base agli obiettivi e alle esigenze del cliente, concentrandosi sul
miglioramento continuo nello sviluppo di un prodotto o servizio.
66
2 Toward Frontier 5.0
• Illustrare come le metodologie agili contribuiscano allo sviluppo del vantaggio competitivo.
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
• Gestire le risorse in modo dinamico e versatile in base alle mutevoli condizioni del progetto.
� Programma
1. Introduzione all’Agile.
• Waterfall e Agile a confronto: dallo scontro all’incontro.
• Verità e falsità sull’agile.
• Il mindset dell’agile rispetto all’approccio waterfall.
• Il concetto di Minimal Viable Product (MVP).
• Il Proof of Concept (PoC) e la prototipazione.
• L’approccio agile e l’agilità organizzativa.
• Una pietra miliare nella storia del movimento agile: i quattro valori e i dodici principi
dell’Agile Manifesto.
• La Declaration of Interdependence (DOI): i sei valori cardini e i dodici step.
67
2 Toward Frontier 5.0
3. Metodologie Agili.
• Adaptive (Agile) Development.
• Approcci agile team e approcci scaled.
• Principali tecniche agili: Scrum, XP, Kanban, ecc.
• L’approccio Scrum e i suoi pilastri: product backlog, user stories, planning poker, release e
iteration plan, sprint retrospective.
• L’approccio XP (eXtreme Programming): valori fondanti, attività chiave, pratiche.
• Il framework Kankan.
• Scrum vs Kanban.
• Lo Scrumban.
| Verifica dell’apprendimento
Prova scritta e/o orale, congiuntamente con l’insegnamento Project Management for Competitive
Advantage (v. pagina 56), con modalità che saranno indicate dal docente in aula.
68
2 Toward Frontier 5.0
2. Project Management Institute (a cura di) (2018a), Guida Pratica Agile, PMI Publications,
Newtown Square
2. David J. Anderson (2010), Kanban. Successful Evolutionary Change for Your Technology Business,
Blue Hole Press, Sequim
3. Barry W. Boehm e Richard Turner (2003), Balancing agility and discipline. A Guide for the
Perplexed, Addison-Wesley, Boston
4. Charles G. Cobb (2011), Making Sense of Agile Project Management. Balancing Control and Agility,
John Wiley & Sons, New York
5. Mike Cohn (2005), Agile Estimating and Planning, Prentice Hall, Upper Saddle River
6. David Corbucci (2015), Agile Project Management. Overview delle principali metodologie Agile
quali Scrum, XP, DSDM, Lean Software Development e guida all’esame di certificazione PMI-ACP® ,
Franco Angeli, Milano
7. Doug Decarlo (2004), Extreme Project Management. Using Leadership, Principles And Tools To
Deliver Value In The Face Of Volatility, Jossey-Bass, San Francisco
8. Jim Highsmith (2009), Agile Project Management. Creating Innovative Products, 2a ed., Addison-
Wesley, Boston
9. International Institute of Business Analysis (a cura di) (2017a), Agile Extension to the BABOK
Guide. Version 2, 2a ed., IIBA, Toronto
10. Harold Kerzner (2019), Innovation Project Management. Methods, Case Studies, and Tools for
Managing Innovation Projects, John Wiley & Sons, New York
11. Cynthia F. Kurtz e David J. Snowden (2003), «The new dynamics of strategy: Sense-making
in a complex and complicated world», IBM Systems Journal, 42, 3 (24 apr. 2003), p. 462-483,
doi: 10.1147/sj.423.0462, eprint: https://bit.ly/2xeODi0
12. Corey Ladas (2011), Scrumban. Essays on Kanban Systems for Lean Software Development, Modus
Cooperandi Press, Seattle
13. Craig Larman e Bas Vodde (2016), Large-Scale Scrum. More with LeSS, Addison-Wesley, Boston
14. Robert C. Martin (2019), Clean Agile. Guida per riscoprire i principi cardine dello sviluppo agile di
software, Apogeo Editore, Milano
15. Robert C. Martin (2018a), Clean architecture. Guida per diventare abili progettisti di architetture
software, Apogeo Editore, Milano
69
2 Toward Frontier 5.0
16. Robert C. Martin (2018b), Clean Code. Guida per diventare bravi artigiani nello sviluppo agile di
software, Apogeo Editore, Milano
17. Project Management Institute (a cura di) (2017b), Agile Practice Guide, PMI Publications,
Newtown Square
18. Project Management Institute (a cura di) (2013b), Software Extension to PMBOK® Guide – Fifth
Edition, 5a ed., PMI Publications, Newtown Square
19. Augustine Sanjiv (2005), Managing Agile Projects, Prentice Hall, Upper Saddle River
20. Ken Schwaber e Jeff Sutherland (2017), The Scrum Guide. The Definitive Guide to Scrum: The
Rules of the Game, nov. 2017, eprint: https://bit.ly/3bh4Emd
21. Shailesh Kumar Shivakumar (2018), Complete Guide to Digital Project Management. From Pre-Sales
to Post-Production, Apress, New York
22. Seweryn Spalek (2018), Data Analytics in Project Management, Auerbach Publications, Boca
Raton
23. Piero Tagliapietra (2019), Gestire progetti digitali. Gli strumenti a disposizione del Project Manager
24. Hirotaka Takeuchi e Ikujiro Nonaka (1986), «The new new product development game»,
Harvard Business Review, 64, 1 (gen.-feb. 1986), p. 137-146, eprint: https://bit.ly/3adhkub,
url: https://bit.ly/2vFagrh
25. Mario Vanhoucke (2018), The Data-Driven Project Manager. A Statistical Battle Against Project
Obstacles, Apress, New York
26. Terra Vanzant Stern (2020), Lean and Agile Project Management. How to Make Any Project Better,
Faster, and More Cost Effective, 2a ed., Productivity Press, New York
70
2 Toward Frontier 5.0
� Obiettivi formativi
La Digital Transformation offre crescenti opportunità alle imprese e alle strutture organizzative, ma
che richiedono l’adozione di tecnologie innovative. Elemento distintivo di tutti i progetti di tra-
sformazione digitale di successo è l’impiego di un elevato numero di soluzioni hi-tech fra cui cloud
computing, mobile, big data e analytics, internet of things, intelligenza artificiale e machine learning,
robotica, manufacturing additivo,…
L’obiettivo dell’insegnamento è di fornire una panoramica sulle principali tecnologie e sulle loro
applicazioni nel business. In particolare verranno affrontati i temi
• Cybersecurity e Blockchain.
Big Data e Data Analytics I Big Data e la Data Analytics sono temi prioritari per le imprese che
si devono porsi nella condizione di affrontarli sia in termini organizzativi sia sotto il profilo delle
piattaforme, ovvero nella analisi e nella identificazione di soluzioni espressamente dedicate alla
gestione e all’analisi di dati e allo sviluppo di azioni in grado di incidere sul business, sulla riduzione
dei costi, sulla gestione della relazione con i clienti o sullo sviluppo di nuovi e servizi.
Le tecniche di Data Analytics consentono infatti di trasformare i Big Data in informazioni utili al
business. La Data Analytics apre infinite possibilità e opportunità, ma richiede un approccio attento
e strutturato, soprattutto in considerazione del fatto che analisi e insight possono diventare driver
di innovazione e cambiamento se supportati da una corretta strategia e dalla giusta infrastruttura
tecnologica. Infine, concepire e attuare una strategia Data Driven significa anche ideare, individuare
e attuare nuove forme di monetizzazione dei dati. La Data Monetization è uno dei vettori di sviluppo
nelle aziende che dopo aver scelto un approccio di tipo data driven si organizzano per sviluppare
nuove forme di valore espressamente basate sui dati.
71
2 Toward Frontier 5.0
Artificial Intelligence, Machine Learning e Deep Learning L’intelligenza artificiale è una tecnologia
informatica che rivoluziona il modo con cui l’uomo interagisce con la macchina, e le macchine tra di
loro, fornisce ad un robot qualità di calcolo che gli permettono di compiere operazioni e ragionamenti
complessi, imparare dagli errori, e svolgere funzioni fino ad oggi esclusive dell’intelligenza umana.
Il Machine Learning e il Deep Learning possono essere considerati come insiemi di algoritmi e me-
todi di programmazione a servizio dell’AI: si tratta di algoritmi in grado di imparare dai propri errori.
IoT (Internet of Things) L’IoT (Internet of Things) sta introducendo nuovi modelli di business al-
l’interno di mercati esistenti permettendo di generare un impatto determinante nel futuro delle
aziende. Le opportunità di business ad esso legate, riguardano sia la connessione di dispositivi che
l’integrazione di servizi e dati provenienti da altre fonti. Ogni manager deve avere le competenze
di base per comprendere i punti chiave da considerare quando si decide di proporre o realizzare
un nuovo progetto IoT, per comprendere e immaginare gli scenari di applicazione e decidere dove
allocare le risorse tecniche e finanziarie.
72
2 Toward Frontier 5.0
• Un’analisi dei rischi e delle strategie (deterrenza, prevenzione, individuazione degli incidenti
e reazione) da mettere in campo per fronteggiare tali rischi.
• Un’analisi della cybersecurity con particolare riferimento al fattore umano, agli assetti organiz-
zativi e ai processi gestionali.
Blockchain Diventata famosa per via dei Bitcoin e delle criptovalute, la blockchain è in realtà un
innovativo paradigma per la gestione e certificazione dei dati che sta progressivamente diffondendosi
abilitando nuove modalità di gestione dei processi aziendali e di interazione con terzi. Il programma
mira a investigare gli impatti della adozione della Blockchain sulle dinamiche evolutive delle aziende
industriali dal punto di vista strategico e operativo e, in particolare, le opportunità abilitate sui
processi aziendali e sulle modalità di gestione dei rapporti con i diversi stakeholders (fornitori, clienti,
trasportatori, pianificatori,…).
• Fornire gli strumenti per omprendere gli scenari applicativi innovativi basati su blockchain.
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
73
2 Toward Frontier 5.0
5. Blockchain.
• Comprendere le logiche di funzionamento della blockchain, le caratteristiche funzionali,
punti di forza e di debolezza.
• Comprendere le opportunità di applicazione della blockchain nel mondo industriale.
� Programma
1. Big Data e Analytics.
• Le 5V dei Big Data (volume, velocità, varietà, veridicità, variabilità).
• La sesta V dei Big Data: il Valore.
• Big Data e tecnologie abilitanti.
• Data Integration: dal Data Warehouse al Data Lake.
• Data Management: come gestire dati sempre più complessi.
• Data Analysis e Real Time Analytics.
74
2 Toward Frontier 5.0
• Cenni alle principali tecnologie (ad es. il framework Apache Hadoop, il paradigma
MapReduce, il sistema Apache Spark,…).
• Le nuove competenze: Data Scientist e Data Analyst.
• Metodologie di Analytics (Descriptive, Predictive, Prescriptive e Automated).
• I progetti di Big Data Analytics.
75
2 Toward Frontier 5.0
| Verifica dell’apprendimento
Partecipazione alle attività in aula.
76
2 Toward Frontier 5.0
2. Roberto Baldoni e Rocco De Nicola (a cura di) (2015), Il futuro della Cybersecurity in Italia. Un
libro bianco per raccontare le principali sfide che il nostro Paese dovrà affrontare nei prossimi cinque
anni, CINI - Consorzio Interuniversitario Nazionale Informatica, eprint: http://bit.ly/libro-
bianco-2015
3. CLUSIT (a cura di) (2019a), Blockchain & Distributed Ledger. Aspetti di governance, security e
compliance, CLUSIT - Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, eprint: http://bit.
ly/3ax87N8
4. CLUSIT (a cura di) (2020), Rapporto Clusit 2020 sulla sicurezza ICT in Italia, CLUSIT - As-
sociazione Italiana per la Sicurezza Informatica, eprint: https : / / clusit . it / rapporto -
clusit/
5. CLUSIT (a cura di) (2019c), Rapporto Clusit 2019 sulla sicurezza ICT in Italia, CLUSIT - Associa-
zione Italiana per la Sicurezza Informatica, eprint: http://bit.ly/3cFDuqP
6. CLUSIT (a cura di) (2019b), Consapevolmente Cloud. Guida per l’azienda che deve affrontare
l’innovazione con le idee chiare, CLUSIT - Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica,
eprint: http://bit.ly/3cQRj5U
7. Task Force IA (a cura di) (2020), White Paper on Artificial Intelligence. A European approach to
excellence and trust, EU Commission, eprint: http://bit.ly/2Tzd5Ub
9. IEC (a cura di) (2018), Artificial intelligence across industries, IEC - International Electrotechnical
Commission, eprint: http://go.iec.ch/wpai
10. IEC (a cura di) (2017), Edge intelligence, IEC - International Electrotechnical Commission,
eprint: http://go.iec.ch/wpedgeintelligence
11. IEC (a cura di) (2014), Internet of Things. Wireless Sensor Networks, IEC - International Electro-
technical Commission, eprint: http://go.iec.ch/wpiotwsn
12. IEC (a cura di) (2016), IoT 2020. Smart and secure IoT platform, IEC - International Electrotech-
nical Commission, eprint: http://go.iec.ch/wpiotplatform
13. IEC (a cura di) (2015), Factory of the future, IEC - International Electrotechnical Commission,
eprint: http://go.iec.ch/wpfuturefactory
14. ROSI (a cura di) (2011), ROSI Return on Security Investments: un approccio pratico. Come ottenere
Commitment sulla Security, 2a ed., CLUSIT - Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica,
eprint: http://bit.ly/3cGNu2X
15. Stuart Russell e Norvig Peter (2016), Artificial Intelligence. A Modern Approach, 3a ed., Pearson,
New York
77
2 Toward Frontier 5.0
16. Lorenzo Schiavina e Giancarlo Butti (2017), Intelligenza artificiale e soft computing. Applicazioni
pratiche per aziende e professionisti, Franco Angeli, Milano
17. Task Force IA (a cura di) (2018), L’Intelligenza Artificiale al servizio del cittadino, AGID - Agenzia
per l’Italia Digitale, eprint: https://ia.italia.it/assets/librobianco.pdf
78
2 Toward Frontier 5.0
4 Digital Transformation
� Prerequisiti
Conoscenze acquisite nei seguenti insegnamenti:
� Obiettivi formativi
La Digital Transformation rappresenta una necessità imprescindibile per il continuo sviluppo delle
organizzazioni e dei Paesi. Essa porta però con sé grandi cambiamenti tecnologici, culturali, orga-
nizzativi che non solo impattano quotidianamente su utenti, imprese e pubbliche amministrazioni
nazionali e internazionali. Sviluppi tecnologici quali, per esempio, IoT, cloud, robotics, blockchain,
social, 5G, big data, AI, virtual reality, nanotechnology, digital manufacturing, sono alcuni dei temi emer-
genti con cui tutte le organizzazioni devono confrontarsi.
L’insegnamento di Digital Transformation è dedicato alla comprensione delle potenzialità offerte dagli
ambienti digitali, per implementare nuovi modelli di business e nuovi modelli di organizzazione
d’impresa, per migliorare la qualità delle relazioni con i clienti e i partner commerciali e per con-
sentire nuovi approcci allo sviluppo del prodotto implementando attività di open and collaborative
innovation.
Gli ambienti digitali e l’intelligenza artificiale abilitano nuovi modelli di business, creando enormi
opportunità ma anche sostanziali sfide per le imprese. Attraverso l’analisi di casi aziendali di suc-
cesso e di fallimento (disruptors e disrupted) saranno approfondite le strategie adottate da diversi
operatori e le motivazioni che hanno portato a conquistare o a perdere posizioni competitive.
Verranno analizzati quali i sono gli elementi di successo dei progetti aziendali di Digital Transforma-
tion, cercando di capire dove si sposta il valore, giacché l’elemento chiave non è la tecnologia in sé,
ma capire come la tecnologia può fornire nuovi strumenti per migliorare il lavoro, la produttività e
la creatività delle persone. La Digital Transformation è un viaggio, non una meta e per questo richiede
una nuova cultura orientata alla flessibilità, alla dinamicità e all’adattamento.
Nella nuova economia, diventa strategico non solo identificare, gestire e usare l’informazione e le
tecnologie informatiche più opportune per conseguire un solido vantaggio competitivo, ma anche
comprendere come definire la strategia e organizzare i Sistemi Informativi Aziendali per produrre le
informazioni necessarie per mantenere tale vantaggio. Il sistema informativo è costituito dall’insieme
delle informazioni utilizzate, prodotte e trasformate da un’azienda durante l’esecuzione dei processi
aziendali, dalle modalità in cui esse sono gestite e dalle risorse sia umane sia tecnologiche coinvolte.
I dati, strettamente interconnessi e interdipendenti tra di loro, sono il presupposto fondamentale
per supportare il processo decisionale, e il Sistema Informativo deve armonizzare la produzione
delle informazioni attraverso l’impiego di opportuni strumenti e metodologie.
79
2 Toward Frontier 5.0
Obiettivo dell’insegnamento è quello di formare manager che sappiano governare con successo
l’informazione e i Sistemi Informativi Aziendali avendo presente il forte legame tra le strategie
aziendali, l’organizzazione aziendale e i Sistemi Informativi:
• La strategia è determinante per la definizione dei compiti del sistema informativo ma è altret-
tanto vero che questi può essere determinante per la definizione delle strategie di impresa e
nell’innovazione di prodotto o di processo in termini di servizi e di efficienza con conseguente
riduzione dei costi.
• I Sistemi Informativi vengono creati, implementati, reingegnerizzati di pari passo con la proget-
tazione dell’organizzazione aziendale. I processi per funzionare in modo efficiente richiedono
un elevato livello di integrazione organizzativa (semplificazione e armonizzazione dei processi
di impresa) e informativa (disponibilità in tutta l’organizzazione di informazioni consistenti e
tempestive). La corretta digitalizzazione aziendale è lo strumento che deve mirare a rendere
possibile e agevolare, nel modo più razionale possibile, gli obiettivi dell’organizzazione azien-
dale offrendo sia soluzioni che leve per il continuo miglioramento attraverso l’implementazione
di sistemi informatici interconnessi.
La complessità aziendale dipende da diversi fattori, che rendono difficilmente anticipabili le sfide
che il management dovrà affrontare nel percorso di crescita dell’impresa. Il vero valore di un sistema
informativo risiede nella sua capacità intrinseca di rispondere a tali sfide.
Aspetto fondamentale per i manager aziendali è quello di governare le tematiche sulle diverse
tecnologie e applicazioni informatiche presenti in azienda. Verranno pertanto approfonditi i seguenti
punti:
• Il legame esistente tra tecnologie informatiche, organizzazione e strategia d’impresa.
• Gli aspetti etici connessi all’uso delle tecnologie informatiche in azienda.
• L’uso delle informazioni per aggiungere valore ai clienti, per realizzare una strategia dinamica,
per creare nuovi business e per innovare creando nuovi fonti di vantaggio competitivo.
Nell’insegnamento si esplorerà il management dei Sistemi Informativi come background manageriale
per realizzare e sostenere il vantaggio competitivo, focalizzandosi sulla necessità di adottare un ap-
proccio Business e Organizzativo all’adozione e uso delle tecnologie informatiche, per comprendere
come riprogettare l’azienda con i Sistemi Informativi e come comprendere il valore di business dei
Sistemi Informativi.
80
2 Toward Frontier 5.0
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
• Comprendere come sviluppare nuovi modelli di business e una proposizione di valore innova-
tiva facendo leva sul digitale.
• Implementare strategie di business bilanciando le risorse chiave dell’azienda con gli obiettivi
di lungo periodo del business aziendale.
• Riconoscere l’impatto dell’adozione e utilizzo dei principali software gestionali ai diversi livelli
e nelle diverse funzioni aziendali.
• Analizzare l’impatto delle scelte di diverse tipologie di Sistemi Informativi sulle diverse
funzioni e processi aziendali.
• Applicare metodologie appropriate nei processi decisionali relativi alla scelta di nuove tecno-
logie digitali nella prospettiva del conseguimento di un solido vantaggio competitivo.
• Quantificare i benefici economici connessi all’uso dei Sistemi Informativi nei processi operativi
aziendali.
� Programma
1. Digital Transformation.
• I principali trend di trasformazione e l’impatto sui business model.
• Digital Transformation come digital Mindset.
• La creazione di valore nell’ambiente digitale.
• Il modello della digital transformation.
• «Industria 4.0» ed economia dell’innovazione.
• Il ruolo delle piattaforme digitali e la platform economy.
• L’evoluzione dei modelli di business.
• Disruptive innovation nell’era digitale.
• Disruptors and Disrupted: introduzione, analisi e discussione di casi aziendali.
• Strategie di adozione dell’innovazione.
• Business Model e creazione di ecosistemi.
81
2 Toward Frontier 5.0
82
2 Toward Frontier 5.0
| Verifica dell’apprendimento
Prova scritta e/o orale, con modalità che saranno indicate dal docente in aula.
2. Youcef Baghdadi et al. (2020), ICT for an Inclusive World. Industry 4.0 – Towards the Smart
Enterprise, Springer, Berlin
4. David Bland e Alexander Osterwalder (2019b), Testing Business Ideas. You’re holding a field guide
for rapid experimentation. Use the 44 experiments inside to find your path to scale. Systematically win
big with small bets by…, John Wiley & Sons Inc, New York
5. David Bland e Alexander Osterwalder (2019a), Testare le idee di business. Una ”guida sul campo”
per la sperimentazione rapida. 44 tipi di esperimenti per trovare la strada giusta. Grandi vittorie con
piccole scommesse…, LSWR, Milano
6. Giorgio Bongiorno et al. (a cura di) (2019), CIOs and the Digital Transformation. A New Leadership
Role, Springer, Berlin
7. Massimiliano Costa (2019), Formatività e lavoro nella società delle macchine intelligenti. Il talento
tra robot, I.A. ed ecosistemi digitali del lavoro, Franco Angeli, Milano
8. Martin Curley e Bror Salmelin (2018), Open Innovation 2.0. The New Mode of Digital Innovation
for Prosperity and Sustainability, Springer, Berlin
9. Rodrigo Da Rosa Righi et al. (2020), Blockchain Technology for Industry 4.0. Secure, Decentralized,
Distributed and Trusted Industry Environment, Springer, Berlin
83
2 Toward Frontier 5.0
10. Deloitte Insights (a cura di) (2020), Tech Trends 2020. The 15 Providers That Matter Most And
How They Stack Up, 13 gen. 2020, eprint: http://bit.ly/2vY7cH9, url: http://bit.ly/2WfeBMW
11. Giulio Destri (2013), Sistemi informativi. Il pilastro digitale di servizi e organizzazioni, Franco
Angeli, Milano
12. Tessaleno Devezas et al. (a cura di) (2018), Industry 4.0. Entrepreneurship and Structural Change
in the New Digital Landscape, Springer, Berlin
13. Rolf Dornberger (2018), Business Information Systems and Technology 4.0. New Trends in the Age
of Digital Change, Springer, Berlin
14. Amany Elbanna e Mike Newman (2016), «Disrupt the disruptor: rethinking ’disruption’ in
digital innovation», in Tenth Mediterranean Conference on Information Systems (MCIS), Paphos,
Cyprus, September 2016, eprint: http://bit.ly/2Twa9aD
15. Forrester (a cura di) (s.d.), Predictions 2020, url: https: // go .forrester .com / research/
predictions/
16. Robert D. Galliers et al. (2020), Strategic Information Management. Theory and Practice, Routledge,
London
17. Klaus-Dieter Gronwald (2020), Integrated Business Information Systems. A Holistic View of the
Linked Business Process Chain ERP-SCM-CRM-BI-Big Data, 2a ed., Springer, Berlin
18. Sunil Gupta (2018), Driving Digital Strategy. A Guide to Reimagining Your Business, Harvard
Business School Press, Boston
19. Umit Hacioglu (2019), Digital Business Strategies in Blockchain Ecosystems. Transformational
Design and Future of Global Business, Springer, Berlin
20. Mark Kozak-Holland e Chris Procter (2019), Managing Transformation Projects. Tracing Lessons
from the Industrial to the Digital Revolution, Palgrave, London
21. KPMG (a cura di) (2019c), The top 10 technologies for business transformation. Insight on the
latest disruptive technologies for company executives and VC investors, mag. 2019, eprint: http:
//bit.ly/2QizuDb, url: http://bit.ly/38NNXNz
22. AA.VV. (2018–2020), Data-centric Business and Applications, 5 voll., Springer, Berlin
a) Natalia Kryvinska e Michal Greguš (2018), Data-centric Business and Applications. Evolve-
ments in Business Information Processing and Management, Springer, Berlin, vol. 1
b) Natalia Kryvinska e Michal Greguš (2019), Data-centric Business and Applications. Evolve-
ments in Business Information Processing and Management, Springer, Berlin, vol. 2
c) Dmytro Ageyev et al. (2020), Data-centric Business and Applications. Evolvements in Business
Information Processing and Management, Springer, Berlin, vol. 3
d) Aneta Poniszewska-Maranda et al. (2019), Data-centric Business and Applications. Towards
Software Development, Springer, Berlin, vol. 4
e) Tamara Radivilova et al. (2020), Data-centric Business and Applications. ICT Systems-theory,
Radio-electronics, Information Technologies and Cybersecurity, Springer, Berlin, vol. 5
84
2 Toward Frontier 5.0
23. Kenneth C. Laudon e Jane P. Laudon (2019), Management Information Systems. Managing the
Digital Firm, 16a ed., Pearson, New york
24. Arthur D. Little (2016), How to become Digital Leader. Study 2015 - Results, eprint: http://bit.
ly/336EEaw
25. Dominik T. Matt et al. (a cura di) (2019), Industry 4.0 for SME’s. Challenges, Opportunities and
Requirements, Palgrave, London
26. Severino Meregalli e Gianluca Salviotti (2015), Complessità aziendale e valore dei sistemi informativi,
Egea, Milano
27. Anand Nayyar e Akshi Kumar (a cura di) (2019), A Roadmap to Industry 4.0. Smart Production,
Sharp Business and Sustainable Development, Springer, Berlin
28. Alexander Osterwalder e Yves Pigneur (2010), Business Model Generation. A Handbook for
Visionaries, Game Changers, and Challengers, John Wiley & Sons Inc, New York
29. Alexander Osterwalder e Yves Pigneur (2019), Creare modelli di business. Un manuale pratico ed
efficace per ispirare chi deve creare o innovare un modello di business, LSWR, Milano
30. Geoffrey G. Parker et al. (2017), Platform Revolution. How Networked Markets Are Transforming
the Economy and How to Make Them Work for You, W. W. Norton & Company, New York
31. Keri E. Pearlson et al. (2019), Managing and Using Information Systems. A Strategic Approach,
7a ed., Pearson, New york
32. Maurizio Pighin e Anna Marzona (2018), Sistemi informativi aziendali. RP e sistemi di data
analysis, 3a ed., Pearson, Milano
33. Elena G. Popkova et al. (a cura di) (2019), Industry 4.0. Industrial Revolution of the 21st Century,
Springer, Berlin
34. Laure Claire Reillier e Benoit Reillier (2017), Platform Strategy. How to Unlock the Power of
Communities and Networks to Grow Your Business, Routledge, London
35. Marco Ronchi e Mariana Ciancia (2019), Digital transformation. Metodi e strumenti per guidare
l’evoluzione digitale delle imprese attraverso design, marketing e comunicazione, Franco Angeli,
Milano
36. Greg Satell (2019), Cascades. How to Create a Movement that Drives Transformational Change,
McGraw-Hill Education, New York
37. Klaus Schwab (2019a), Governare la quarta rivoluzione industriale, Franco Angeli, Milano
38. Klaus Schwab (2019b), La quarta rivoluzione industriale, Franco Angeli, Milano
39. Sudhi R. Sinha e Youngchoon Park (2018), Building an Effective IoT Ecosystem for Your Business,
Springer, Berlin
40. Alan Smith et al. (2014), Value Proposition Design. How to Create Products and Services Customers
Want, John Wiley & Sons Inc, New York
41. Alan Smith et al. (2015), Value Proposition Design. Come creare prodotti e servizi che i clienti
desiderano, LSWR, Milano
85
2 Toward Frontier 5.0
42. Kenneth J. Sousa e Effy Oz (2014), Management Information Systems, Cengage, Boston
43. P. K. Suri e Rajan Yadav (a cura di) (2019), Transforming Organizations Through Flexible Systems
Management. Transformational Design and Future of Global Business, Springer, Berlin
44. Hubert Tardieu et al. (2020), Deliberately Digital. Rewriting Enterprise DNA for Enduring Success,
Springer, Berlin
45. Joe Tidd (2019), Digital Disruptive Innovation. Integrating Technological, Market and Organizational
Change, 6a ed., World Scientific, New York
46. Joe Tidd e John R. Bessant (2018), Managing Innovation. Integrating Technological, Market and
Organizational Change, 6a ed., John Wiley & Sons, New York
47. Joseph Valacich, Christoph Schneider, Andrea Carignani, Vanessa Gemmo et al. (2019), Sistemi
informativi e trend digitali, Pearson, Milano
48. Joseph Valacich e Christoph Schneider (2017), Information Systems Today. Managing the Digital
World, Pearson, New York
49. Joseph Valacich, Christoph Schneider, Andrea Carignani, Anita Longo et al. (2015), Tecnologie
e innovazione nei mercati digitali. ICT e sistemi informativi, Pearson, Milano
50. Venkat Venkatraman (2017), The Digital Matrix. New Rules for Business Transformation Through
Technology, LifeTree Media Ltd.
51. George Westerman et al. (2014), Leading Digital. Turning Technology into Business Transformation,
Harvard Business School Press, Boston
52. Bernd W. Wirtz (2019), Digital Business Model. Concepts, Models, and the Alphabet Case Study,
Springer, Berlin
86
2 Toward Frontier 5.0
5 Strategic Marketing
� Prerequisiti
Conoscenze acquisite nei seguenti insegnamenti:
� Obiettivi formativi
Il marketing strategico è un processo attraverso il quale un’impresa o un’istituzione determina le
strategie di sviluppo sul mercato, più idonee al conseguimento dei propri obiettivi di medio-lungo
termine. Tale processo si concretizza in un percorso creativo, analitico e decisionale il quale, a partire
dalla comprensione e interpretazione dei bisogni/aspettative del sistema di stakeholder, effettivi o
prospettati, arrivi ad individuare le linee guida strategiche dell’impresa e le modalità distintive per
la loro attuazione.
Il marketing strategico, in altri termini, svolge la funzione di orientare le azioni dell’impresa verso
segmenti di mercato specifici in ragione del potenziale di crescita, soddisfazione della clientela
target e redditività che presentano, allo stesso tempo definisce i contenuti dell’offerta integrata e di
marketing mix da proporre al mercato.
L’insegnamento analizza il processo di gestione strategica del brand, finalizzato allo sviluppo nel
tempo del suo valore (brand equity), approfondendo le decisioni chiave per attivare, generare e
sviluppare questo fondamentale asset d’impresa.
• La generazione della brand equity implica la definizione del posizionamento e dei valori della
marca, nonché la costruzione delle sue componenti cognitive e identificative (brand identity,
brand awareness e brand image).
87
2 Toward Frontier 5.0
• Comprendere il valore del brand, la sua architettura e la sua importanza per l’azienda.
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
• Orientarsi nella complessità dell’attuale sistema integrato di marketing, con particolare atten-
zione all’agilità e alla creatività delle soluzioni richieste dal mercato.
• Sviluppare un piano di azioni di marketing a partire dagli obiettivi strategici del top management.
• Valutare modalità e strategie atte a definire ruoli dei brand in portfolio, categorie di estensione
potenziali, livelli gerarchici su cui far leva, rivitalizzazione o rafforzamento delle fonti del
valore.
� Programma
1. Market-driven Management e Marketing Processes.
• Interpretazioni, funzioni e innovazione del marketing nella prassi manageriale di oggi.
• Attività, processi, strumenti e organizzazione di marketing.
• Definizione di marketing strategico.
• Il marketing transazionale.
• Il marketing relazionale.
• Il marketing collaborativo.
• I fattori che agiscono sulle strategie di marketing.
• Definizione di domanda e il processo di segmentazione del mercato.
• Analisi della concorrenza.
88
2 Toward Frontier 5.0
4. Brand Management.
• Il Brand e la sua importanza.
• Brand assets, brand strength e brand value.
• Aspetti strategici della gestione del brand.
• Architettura del brand.
• Le dimensioni esperienziali del brand.
• Brand empowerment.
• Brand Equity Management.
| Verifica dell’apprendimento
Prova scritta e/o orale, congiuntamente con l’insegnamento Design Thinking and Creativity for
Business Innovation (v. pagina 92), con modalità che saranno indicate dal docente in aula.
2. Alessandro Arbore e Enrico Valdani (2014), Strategie e giochi competitivi. Gestire il presente,
immaginare il futuro, Egea, Milano
3. Giovanni Cavaliere (2018), Gestione del brand e della reputazione. Cura in modo efficace il tuo brand
e migliora la reputazione della tua azienda, Dario Flaccovio Editore, Palermo
4. Michel Chevalier e Gérald Mazzalovo (2012), Luxury brand management. A World of Privilege,
2a ed., John Wiley & Sons, New York
89
2 Toward Frontier 5.0
5. Michel Chevalier e Gérald Mazzalovo (2008), Luxury brand management. Una visione completa
sull’identità e la gestione del settore del lusso, Franco Angeli, Milano
6. Amedeo De Luca (2016), Modelli di marketing. Statistica per le analisi di mercato. Segmentazione,
posizionamento, comunicazione, innovazione, customer satisfaction, Franco Angeli, Milano
7. Mariano Diotto (2018), Brand positioning. Applica le 15 leggi di diamante per diventare leader del
tuo mercato, Dario Flaccovio Editore, Palermo
8. Graham Hooley et al. (2020), Marketing Strategy and Competitive Positioning, 7a ed., Pearson,
New York
10. Jean-Noël Kapferer (2012), The new strategic brand management. Advanced Insights and Strategic
Thinking, 5a ed., Kogane Page, London
11. Jean-Noël Kapferer et al. (a cura di) (2017), Advances in Luxury Brand Management, Journal of
Brand Management: Advanced Collections, Palgrave Macmillan, London
12. Kevin Lane Keller e Vanitha Swaminathan (2019), Strategic Brand Management. Building,
Measuring, and Managing Brand Equity, 5a ed., Pearson, New York
13. W. Chan Kim e Renée Mauborgne (2015), Strategia oceano blu. Vincere senza competere, 2a ed.,
Rizzoli Etas, Milano
14. W. Chan Kim e Renée Mauborgne (2017), Oceano blu: cambiare. Oltre la competizione. Cinque
passi vincenti per stimolare la fiducia e creare nuova crescita, Rizzoli, Milano
15. Philip Kotler, Kevin Keller, Fabio Ancarani et al. (2017), Marketing Management, 15a ed., Pearson,
Milano
16. Jean-Jacques Lambin (2016), Market-driven management. Marketing strategico e operativo, 7a ed.,
McGraw-Hill Education, Milano
17. Gary L. Lilien et al. (2017), Principles of Marketing Engineering and Analytics, 3a ed., DecisionPro,
State College
18. Iveta Merlinova (2015), Molecular Marketing. Market Leadership Creative Modeling, 2a ed.,
CINNAM, Milano
19. Fabrizio Mosca (2017), Strategie nei mercati del lusso. Marketing, digitalizzazione, sostenibilità,
Egea, Milano
20. Robert W. Palmatier e Shrihari Sridhar (2017), Marketing Strategy. Based on First Principles and
Data Analytics, Red Globe Press, London
22. Michael E. Porter (a cura di) (2011), Il vantaggio competitivo, Einaudi, Torino
23. Michael E. Porter (a cura di) (2004a), Competitive Advantage. Creating and Sustaining Superior
Performance, The Free Press, New York
90
2 Toward Frontier 5.0
24. Michael E. Porter (a cura di) (2004b), Competitive Strategy. Techniques for Analyzing Industries
and Competitors, Simon & Schuster, New York
25. Hermann Simon e Martin Fassnacht (2018), Price Management. Strategy, Analysis, Decision,
Implementation, 4a ed., Springer, Berlin
91
2 Toward Frontier 5.0
� Obiettivi formativi
L’innovazione rappresenta la competenza fondamentale di un’azienda per poter conquistare e soste-
nere un solido vantaggio competitivo nel tempo. Per far sì che ciò avvenga, le imprese e soprattutto
i manager devono saper identificare, creare e sfruttare le opportunità per innovare in maniera siste-
matica.
Il corso sviluppa le tematiche relative alle differenti tipologie di innovazione (efficiency innovation,
sustaining innovation, disruptive innovation, ecc.), per la comprensione della loro natura, per l’analisi
delle loro caratteristiche, per poter fornire gli strumenti adeguati alla costruzione e alla gestione
dei processi di innovazione. In particolare si cercherà di far comprendere come fare innovazione
sistematica, quali elementi deve possedere l’azienda per poterlo fare, quali capacità devono essere
sviluppate, quali attività devono essere portate avanti, come testare i prodotti e servizi che siano
centrati sul cliente. Tutti questi elementi e altri ancora sono determinanti per comprendere come
creare o guidare un’azienda di successo e con alta profittabilità, rendendo la competizione irrilevante.
Il Design Thinking è uno specifico approccio all’innovazione, sviluppando idee e soluzioni discon-
tinue, focalizzandosi sui bisogni e la user experience del cliente, per creare e co-creare soluzioni
innovative, concrete, fattibili. L’innovazione collaborativa è uno dei fattori abilitanti del successo
aziendale. Il Design Thinking, prima ancora che metodi e tecniche da usare, è un cambiamento
culturale nell’approccio all’innovazione. Attuare il cambiamento con innovazioni anche radicali e
disruptive è possibile tramite i framework del creative e Design Thinking creando una nuova esperienza
per il consumatore.
92
2 Toward Frontier 5.0
6. Descrivere le principali teorie e i concetti relativi alla generazione e selezione delle idee.
9. Discutere l’integrazione del marketing strategico con i processi di brand management, innovation
management, sustainability management, strategic planning, Design Thinking e creative thinking.
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
• Approfondire i processi di gestione dell’innovazione a livello del prodotto, del processo e del
modello di business, con il focus sulla sostenibilità nella sua interpretazione multidimensionale
(economica, ambientale, sociale).
• Acquisire le nozioni di base relative al Design Thinking e creative thinking e sperimentare, tramite
esercitazioni e business case, il potenziale del pensiero divergente nel marketing modeling.
� Programma
1. Innovation Management.
• L’innovazione e il ruolo strategico dell’innovazione.
• Innovation Management: processo, livelli di gestione, funzioni organizzative coinvolte.
• Innovation Personas: competenze complementari nel processo di innovazione.
– Learning Personas: Anthropologist, Experimenter, Cross-Pollinator.
– Organising Personas: Hurdler, Collaborator, Director.
– Building Personas: Experience Architect, Set Designer, Caregiver, Storyteller.
• Open Innovation: visione poliedrica e aspetti gestionali.
• Cross Pollination: innovazione del prodotto, delle piattaforme tecnologiche, dei processi,
dei modelli di business e del marketing mix.
93
2 Toward Frontier 5.0
| Verifica dell’apprendimento
Prova scritta e/o orale, congiuntamente con l’insegnamento Strategic Marketing (v. pagina 87), con
modalità che saranno indicate dal docente in aula.
2. Tim Brown e Barry Katz (2019), Change by Design. How Design Thinking Transforms Organizations
and Inspires Innovation, Harper Business, New York
3. Tony Buzan e Barry Buzan (1996), The Mind Map Book. How to Use Radiant Thinking to Maximize
Your Brain’s, Penguin, London
4. Henry W. Chesbrough (2013), Open Innovation. Modelli di business per l’innovazione, 2a ed.,
Egea, Milano
5. Henry W. Chesbrough (2006), Open Innovation. The New Imperative for Creating And Profiting
from Technology, Harvard Business School Press, Boston
6. Clayton M. Christensen (2016b), The Innovator’s Dilemma. When New Technologies Cause Great
Firms to Fail, Harvard Business School Press, Boston
94
2 Toward Frontier 5.0
8. Mihaly Csikszentmihalyi (1996), Creativity. Flow and the Psychology of Discovery and Invention,
Harper Collins, New York
9. Edward De Bono (2017), Piccolo manuale di creatività. Il pensiero laterale per pensare fuori dal coro,
Rizzoli, Milano
12. William Duggan (2014), Creative Strategy. A Guide for Innovation, Columbia Business School,
New York
13. Jeff Dyer et al. (2019), The Innovator’s DNA. Mastering the Five Skills of Disruptive Innovators,
Harvard Business School Press, Boston
14. Christoph Fuchs e Franziska Golenhofen (2018), Mastering Disruption and Innovation in Product
Management. Connecting the Dots, Springer, Berlin
15. Keith Goffin e Rick Mitchell (2016), Innovation management. Effective Strategy and Implementation,
3a ed., Red Globe Press, London
17. Larry Keeley (2015), Le 4 lenti dell’innovazione. Come potenziare il pensiero creativo, Edizioni
LSWR, Milano
18. Larry Keeley (2014), I dieci tipi di innovazione. L’arte di costruire svolte decisive, Edizioni LSWR,
Milano
19. Tom Kelley e Jonathan Littman (2016), The Ten Faces of Innovation. Strategies for Heightening
Creativity, Profile Books, London
20. Tom Kelley e Jonathan Littman (2005), The Ten Faces of Innovation. IDEO’s Strategies For Beating
The Devil’s Advocate & Driving Creativity Throughout Your Organization, Currency Doubleday,
New York
21. Stefan Klocek (2013), The 177 truths of innovation, 29 mar. 2013, url: http://bit.ly/3aMFE61
22. Jake Knapp (2016), Sprint. How to Solve Big Problems and Test New Ideas in Just 5 Days, Simon&
Schuster, New York
23. C.K. Prahalad e M.S. Krishnan (2017), The New Age of Innovation. Driving Co-created Value
Through Global Networks, McGraw-Hill Education, New York
24. Andrew Pressman (2018), Design Thinking. A Guide to Creative Problem Solving for Everyone,
Routledge, London
25. Melissa A. Schilling e Francesco Izzo (2017), Gestione dell’innovazione, 4a ed., McGraw-Hill
Education, Milano
26. Marc Stickdorn et al. (2018), This Is Service Design Methods. A Companion to This Is Service Design
Doing, Expanded Service Design Thinking Methods for Real Projects, O’Reilly Media, Sebastopol
95
2 Toward Frontier 5.0
27. MMarc Stickdorn et al. (2018), This Is Service Design Doing. Using Research and Customer Journey
Maps to Create Successful Services, O’Reilly Media, Sebastopol
28. Don Tapscott e Anthony D. Williams (2010), Wikinomics 2.0. La collaborazione di massa che sta
cambiando il mondo, Rizzoli, milano
29. Joe Tidd (2019), Digital Disruptive Innovation. Integrating Technological, Market and Organizational
Change, 6a ed., World Scientific, New York
30. Joe Tidd e John R. Bessant (2018), Managing Innovation. Integrating Technological, Market and
Organizational Change, 6a ed., John Wiley & Sons, New York
31. Paul Trott (2016), Innovation Management and New Product Development, 6a ed., Pearson, New
York
96
2 Toward Frontier 5.0
7 Digital Marketing
� Prerequisiti
Conoscenze acquisite nei seguenti insegnamenti:
• Design Thinking and Creativity for Business Innovation (v. pagina 92)
Per chi volesse avere una panoramica elementare del Digital Marketing si consiglia il seguente
corso online di Google Digital Training Concetti di base del marketing digitale raggiungibile al link
http://bit.ly/2uMdKbh.
� Obiettivi formativi
La principale sfida che oggi il marketing ha di fronte è saper gestire efficacemente la complessità
dei mercati in cui si deve competere, e nel contempo cooperare, con elevata specializzazione e
anche coordinamento. Il consumatore è oggi profondamente cambiato grazie all’uso delle tecno-
logie web e social che hanno fortemente impattato sulle sue relazioni con i pari e con le organizzazioni.
L’adozione di un approccio strategico al marketing digitale non appare più una opportunità per le
imprese, ma è ormai divenuta una necessità; ormai non si discute del «se» o del «quando», ma del
«come» affrontare le sfide e le opportunità degli strumenti digitali. Nell’attuale contesto competitivo
non può esservi un marketing efficace senza l’utilizzo di canali e di strumenti digitali; d’altro canto,
non può esservi un uso efficace di questi canali e strumenti senza solide competenze e conoscenze
di marketing. Per creare e mantenere un duraturo vantaggio competitivo, occorre saper integrare
nella strategia di marketing i canali e gli strumenti digitali e non, in modo sempre più sinergico.
97
2 Toward Frontier 5.0
L’insegnamento si propone completare la visione del marketing (che è unico all’interno di un’azienda)
integrando metodologie e strumenti di marketing tradizionale con quelli di marketing digitale. Verran-
no forniti gli strumenti metodologici per essere in grado di integrare il marketing e la comunicazione
con i canali digitali, metodologie e strumenti per definire una strategia di marketing e comunicazione
social, conoscenze per la progettazione e la gestione di campagne di Social Media Advertising, metriche
e strumenti operativi per l’analisi delle attività di Social Media Marketing.
Verranno esplorate nel dettaglio le decisioni strategiche che nel contesto digitale le organizzazioni
devono compiere per creare una proposizione di valore per il mercato.
Verranno illustrate le principali caratteristiche degli ambienti omnicanale e le proprietà che poten-
ziano la strategia e il marketing per le imprese, descrivendo le nuove tipologie di player che si stanno
affermando nell’ambito della sharing economy e i modelli di business emergenti.
• Fornire gli strumenti per la comprensione delle strategie di marketing specifiche dell’economia
digitale.
• Fornire conoscenze e tecniche per l’interpretazione dei dati provenienti dalle analisi di settore
e dal monitoraggio degli indicatori di performance, dei trend di mercato, degli insight derivanti
dall’attività digitale.
• Fornire conoscenze per condurre analisi di sentiment e reputation sui brand, elaborare e condurre
campagne di online advertising, gestendo e coordinando sia l’aspetto creativo che tecnologico,
operativo e di budget, per implementare la strategia di business.
� Risultati attesi
Alla fine del modulo i partecipanti sapranno progettare un piano di Digital and Social Media Strategy,
monitorare le metriche fondamentali per la performance di un business digitale, ottimizzare il modello
di business per i mercati digitali.
98
2 Toward Frontier 5.0
• Utilizzare i più recenti metodi e tecniche per le ricerche di mercato, oltre a saper interpretare il
comportamento del consumatore sui digital media.
• Individuare e definire i digital touchpoint che il cliente attraversa nei differenti canali e piattafor-
me.
• Predisporre il corretto marketing mix per il mercato online, come parte della formulazione della
strategia complessiva.
• Dettagliare strategie e tattiche che utilizzino Internet come strumento per creare e corroborare
strategie one-to-one con i clienti.
• Identificare i media digitali in considerazione gli aspetti ritenuti fondamentali nella comunica-
zione di dell’impresa, per lo sviluppo di una campagna online di successo.
• Selezionare tecniche di digital marketing (es. banner adv, co-branding, sponsorship, ecc.) e politiche
di marketing da avviare sui social network.
• Applicare gli strumenti concettuali e analitici delle discipline aziendali adattandoli alle esigenze
dei diversi settori e al contesto ambientale di riferimento, focalizzati alla gestione delle attività
di marketing sui canali digitali e tradizionali.
• Comprendere le modalità di utilizzo sia di strumenti digitali (tra cui piattaforme e relative
funzionalità) per supportare i processi e le logiche sottostanti l’analisi e la pianificazione
strategica di marketing, che sistemi per supportare il decision making e la misurazione delle
performance.
� Programma
1. Fundamentals of Digital Marketing.
• Dal marketing tradizionale al marketing digitale.
• Dalla digital revolution alla digital marketing transformation: i driver del cambiamento.
– I driver tecnologici.
– I driver socio-culturali.
• Gartner’s Digital Marketing Hype Cycle.
• Digital Media.
99
2 Toward Frontier 5.0
100
2 Toward Frontier 5.0
5. Posizionamento su web
• La progettazione del sito web tra user experience e obiettivi aziendali.
• Posizionamento strategico del sito web.
• Progettazione della struttura, della grafica e del contenuto del sito.
• Lo stato di flusso quale esperienza ottimale di navigazione del sito web.
• Dalla progettazione della user experience alla qualità del sito.
• Il sito web orientato ai mercati esteri tra standardizzazione e localizzazione.
• Visibilità online e Search Engine Marketing.
• Il ruolo dei motori di ricerca.
• I meccanismi di funzionamento dei motori di ricerca.
• Il Search Engine Marketing: finalità e attività.
• Visibilità naturale e Search Engine Optimization.
• Visibilità a pagamento e Search Engine Advertising.
• Conversion Rate Optimization.
6. Digital Advertising.
• Online Advertising: vecchie e nuove forme per la distribuzione dei contenuti.
• Display Advertising «tradizionali»: tipologie e criticità.
• Native Advertising: un formato «evoluto» di pubblicità online.
• Modalità di acquisto e modelli di pricing.
• La pubblicità tramite i social media.
101
2 Toward Frontier 5.0
8. E-commerce Management.
• Come progettare un e-commerce.
• Il ciclo di vita di un e-commerce.
• Pianificare il marketing mix.
• I punti chiave del funnel di acquisto online.
• Il traffico come driver di vendita.
• Le determinanti di successo di un e-commerce.
• La supply chain nel contesto digitale.
• Tecniche e pratiche di e-commerce UX.
• Creare un ecosistema digitale.
9. Marketing Analytics.
• Digital Marketing Analytics: metodologie e metriche per la misurazione della performance.
• L’importanza dell’analisi dei dati per la customer experience.
• La progettazione di un sistema di misurazione della performance delle attività online.
• I sistemi per il tracciamento dei dati sulla navigazione online.
• L’analisi della customer experience nel corporate web site.
• Le metriche dell’attività di social media marketing.
• L’analisi della performance delle campagne pubblicitarie online.
• Misurare i risultati di una campagna di e-mail marketing.
• Customer journey e digital analytics: una visione integrata delle metriche.
102
2 Toward Frontier 5.0
| Verifica dell’apprendimento
Prova scritta e/o orale, con modalità che saranno indicate dal docente in aula.
3. Lisa Arthur (2013), Big Data Marketing. Engage Your Customers More Effectively and Drive Value,
John Wiley & Sons, New York
4. Luca Barboni e Federico Simonetti (2017), Growth Hacking. Fai crescere la tua impresa online,
Dario Flaccovio Editore, Palermo
5. Daniel Birke (2013), Social Networks and Their Economics. Influencing Consumer Choice, John
Wiley & Sons, New York
6. David Bland e Alexander Osterwalder (2019a), Testare le idee di business. Una ”guida sul campo”
per la sperimentazione rapida. 44 tipi di esperimenti per trovare la strada giusta. Grandi vittorie con
piccole scommesse…, LSWR, Milano
103
2 Toward Frontier 5.0
7. David Bland e Alexander Osterwalder (2019b), Testing Business Ideas. You’re holding a field guide
for rapid experimentation. Use the 44 experiments inside to find your path to scale. Systematically win
big with small bets by…, John Wiley & Sons Inc, New York
9. Matteo Cantamesse et al. (a cura di) (2016), Digital marketing. Le sfide da vincere. Dalla
soddisfazione del cliente al ROI, Hoepli, Milano
10. Dave Chaffey e Fiona Ellis-Chadwick (2019), Digital marketing. Strategy, implementation and
practice, 7a ed., Pearson, New York
11. Dave Chaffey, Tanya Hemphill et al. (2019), Digital Business and E-Commerce Management, 7a ed.,
Pearson, New York
12. Dave Chaffey e PR Smith (2017), Digital Marketing Excellence. Planning, Optimizing and
Integrating Online Marketing, 5a ed., Routledge, New York
13. Alan Charlesworth (2018), Digital Marketing. A Practical Approach, 3a ed., Routledge, New York
14. Andrea Cioffi (a cura di) (2018), Digital strategy. Strategie per un efficace posizionamento sui canali
digitali, Hoepli, Milano
15. Patrick De Pelsmacker et al. (2017), Marketing Communications. A European Perspective, 6a ed.,
Pearson, New York
16. Ian Dodson (2016), The Art of Digital Marketing. The Definitive Guide to Creating Strategic, Targeted
and Measurable Online Campaigns, 3a ed., John Wiley & Sons, New York
17. Sean Ellis e Morgan Brown (2017b), Hacking Growth. How Today’s Fastest-Growing Companies
Drive Breakout Success, Currency, New York
18. Sean Ellis e Morgan Brown (2017a), Growth hacking marketing. La strategia di crescita rapida delle
aziende più innovative, ROI edizioni, Milano
19. Chris Fill e Sarah Turnbull (2019), Marketing Communications. Touchpoints, sharing and disruption,
8a ed., Pearson, New York
20. Gerardo Forliano (2019), Growth Hacking. Strategie e strumenti per far crescere startup e PMI,
Apogeo Editore, Milano
21. Christoph Fuchs e Franziska Golenhofen (2018), Mastering Disruption and Innovation in Product
Management. Connecting the Dots, Springer, Berlin
22. Peter Gentsch (2018), AI in Marketing, Sales and Service. How Marketers without a Data Science
Degree can use AI, Big Data and Bots, Palgrave Macmillan, New York
23. Annmarie Hanlon (2019), Digital Marketing. Strategic Planning & Integration, 2a ed., SAGE
Publications, London
24. Aleksej Heinze et al. (2020), Digital and Social Media Marketing. A Results-Driven Approach,
2a ed., Routledge, New York
104
2 Toward Frontier 5.0
25. Chuck Hemann e Ken Burbary (2018), Digital Marketing Analytics. Making Sense of Consumer
Data in a Digital World, 2a ed., Que Publishing, New York
26. Katie King (2019), Using Artificial Intelligence in Marketing. How to Harness Al and Maintain the
Competitive Edge, Kogan Page, London
27. Simon Kingsnorth (2019), Digital Marketing Strategy. An Integrated Approach to Online Marketing,
2a ed., Kogan Page, London
28. Milton Kotler et al. (2020), Marketing Strategy in the Digital Age, World Scientific, Singapore
29. Philip Kotler, Svend Hollensen et al. (2019), Social media marketing. Marketer nella rivoluzione
digitale, Hoepli, Milano
30. Kenneth C. Laudon e Carol Guercio Traver (2019), E-Commerce 2019. Business, Technology and
Society, 15a ed., Pearson, New York
31. John Lovett (2011), Social Media Metrics Secrets, Wiley Publishing, Inc., Indianapolis
32. Andreina Mandelli e Alessandro Arbore (2019), Marketing digitale, Egea, Milano
33. Andreina Mandelli (2018), Intelligenza artificiale e marketing. Agenti invisibili, esperienza, valore e
business, Egea, Milano
34. Andreina Mandelli (2017), Big data marketing. Creare valore nella platform economy con dati,
intelligenza artificiale e IoT, Egea, Milano
35. Andreina Mandelli e Cosimo Accoto (2014), Social mobile marketing. Il marketing nell’era
dell’ubiquitous internet, della sharing economy e dei big data, Egea, Milano
36. Francisco J. Martinez-Lopez e Steven D’Alessandro (a cura di) (2020), Advances in Digital
Marketing and eCommerce. First International Conference, 2020, Springer, Berlin
37. Alexander Osterwalder, Yves Pigneur, Alan Smith et al. (2020a), L’azienda invincibile. La guida
ai migliori modelli di business, Edizioni LSWR, Milano
38. Alexander Osterwalder, Yves Pigneur, Alan Smith et al. (2020b), The Invincible Company. How
to Constantly Reinvent Your Organization with Inspiration From the World’s Best Business Models,
John Wiley & Sons, New York
39. Alexander Osterwalder e Yves Pigneur (2019), Creare modelli di business. Un manuale pratico ed
efficace per ispirare chi deve creare o innovare un modello di business, LSWR, Milano
40. Alexander Osterwalder e Yves Pigneur (2010), Business Model Generation. A Handbook for
Visionaries, Game Changers, and Challengers, John Wiley & Sons Inc, New York
41. Robert W. Palmatier e Shrihari Sridhar (2017), Marketing Strategy. Based on First Principles and
Data Analytics, Red Globe Press, London
42. Robert W. Palmatier, Louis Stern et al. (2019), Marketing Channel Strategy. An Omni-Channel
Approach, 9a ed., Routledge, New York
43. Eric T. Peterson (2004), Web Analytics Demystified. A Marketer’s Guide to Understanding how Your
Web Site Affects Your Business, Celilo Group Media, Portland, eprint: http://bit.ly/2PIhnVB
105
2 Toward Frontier 5.0
44. Guy Powell et al. (2011), ROI of Social Media. How to Improve the Return on Your Social Marketing
Investment, John Wiley & Sons, Singapore
45. Nripendra P. Rana et al. (2019), Digital and Social Media Marketing. Emerging Applications and
Theoretical Development, Springer, Berlin
46. Damian Ryan (2016), Understanding Digital Marketing. Marketing strategies for engaging the digital
generation, 4a ed., Kogan Page, London
47. Bert Rosenbloom (2011), Marketing Channel. A Management View, 8a ed., Cengage, New York
48. Alessio Semoli (a cura di) (2017), Digital analytics. Prendi il controllo del tuo business online,
Hoepli, Milano
49. PR Smith (2019), SOSTAC® . Guide to your Perfect Digital Marketing Plan 2019, PR Smith
50. PR Smith e Ze Zook (2019), Marketing Communications. Integrating Online and Offline, Customer
Engagement and Digital Technologie, 7a ed., Kogan Page, London
51. Alan Smith et al. (2015), Value Proposition Design. Come creare prodotti e servizi che i clienti
desiderano, LSWR, Milano
52. Alan Smith et al. (2014), Value Proposition Design. How to Create Products and Services Customers
Want, John Wiley & Sons Inc, New York
53. L. Tracy Tuten e L. Michael Solomon (2017), Social media marketing, 3a ed., SAGE Publication,
London
54. L. Tracy Tuten e L. Michael Solomon (2014), Social media marketing. Post-consumo, innovazione
collaborativa e valore condiviso, Pearson, Milano
55. Marjolein Visser et al. (2018), Digital Marketing Fundamentals. From Strategy to ROI, Routledge,
New York
106
2 Toward Frontier 5.0
� Obiettivi formativi
La Digital Transformation produce un cambiamento del modello di business dell’azienda e pertanto
un cambiamento nell’offerta e un cambiamento nella catena del valore. La catena del valore rappre-
senta l’insieme delle attività dell’azienda per progettare, produrre, portare sul mercato, fornire e
supportare i suoi prodotti. Per eseguire la nuova catena del valore per produrre la nuova gamma di
prodotti e servizi per soddisfare il nuovo modello di business, è necessario che le organizzazioni
rivedano tutti i processi correnti per apportare le modifiche necessarie per ottenere la trasformazione
digitale.
L’insegnamento intende fornire agli studenti le conoscenze relative alle metodologie e gli strumen-
ti di analisi idonei a interpretare, sistematizzare, ingegnerizzare e re-ingegnerizzare le strutture,
i processi e i meccanicismi operativi presenti all’interno delle diverse organizzazioni. La gestio-
ne dei processi aziendali è la chiave per il successo della trasformazione digitale di un’organizzazione.
Il settore della gestione dei processi aziendali sta subendo un cambiamento epocale attorno alle
tecnologie digitali. Con l’avvento dell’automazione di processo e delle tecnologie di intelligenza arti-
ficiale, l’automazione di compiti aziendali ripetibili sta ottenendo maggiore attenzione e le soluzioni
emergenti sono preziose solo quando vengono utilizzate per favorire processi di lavoro migliori e
consentire agli utenti di svolgere il lavoro in modo più efficace.
L’insegnamento sarà dedicato allo sviluppo delle competenze in materia di progettazione e ripro-
gettazione dei processi organizzativi attraverso l’applicazione di modelli strumenti e tecniche di
progettazione, implementazione e gestione dei processi, sviluppando una visione organica e com-
pleta relativamente al tema della progettazione organizzativa sia a livello intra-organizzativo sia a
livello inter-organizzativo.
L’insegnamento fornirà inoltre le conoscenze fondamentali del Process Mining, la disciplina che con-
sente di trasformare e innovare l’azienda sulla base di misurazioni quantitative estratte dai processi
di business. Le tecniche di Process Mining consentono di effettuare un’analisi oggettiva, rapida e
mirata dei processi aziendali partendo da dati già in possesso delle organizzazioni identificando
attori e team coinvolti, tempi di attesa, modalità di gestione delle eccezioni, ed eventuali loop. Grazie
al Process Mining è possibile comprendere il funzionamento dei processi aziendali e ripensarli sulla
107
2 Toward Frontier 5.0
Dopo una panoramica generale delle tecnologie informatiche oggi a disposizione e della loro evolu-
zione, verranno analizzati in particolare il Business Process Management (BPM), la Robotic Process
Automation (RPA) e l’Intelligent Process Automation.
Il Business Process Management ha come obiettivo la progettazione e la modifica dei processi aziendali
per migliorare l’efficienza e la produttività, analizzando e riprogettando i processi critici, miglioran-
do l’efficienza e la reattività complessiva del processo, monitorando il flusso dei processi aziendali,
allineando il business con l’IT.
La Robotic Process Automation è l’insieme di tecnologie, prodotti e processi sviluppati per l’automa-
zione dei processi lavorativi. Mentre il focus del BPM è sui processi aziendali complessi e sulla
loro ottimizzazione, il focus della RPA è quello di ridurre al minimo le attività manuali, ripetitive e
basate su regole che non richiedono processi decisionali complessi e di far funzionare i processi più
velocemente sostituendo gli sforzi umani manuali. Se fatti lavorare insieme, RPA e BPM possono
aiutare a creare una potente piattaforma in grado di supportare la trasformazione digitale in tutta
l’organizzazione.
Oggi non si parla più solo di RPA, ma di Intelligent Process Automation, che comprende quelle ap-
plicazioni di automazione avanzata come l’apprendimento automatico e l’intelligenza artificiale
(AI). Grazie all’utilizzo di quest’ultima tali software sono capaci di apprendere attività di routine
e trasformarle in operazioni robotiche, adattandosi ai cambiamenti introdotti nell’ambiente in cui
operano. L’intelligent automation sta cambiando radicalmente il modo in cui le attività vengono svolte,
combinando la velocità e la potenza di un BPM con il machine learning e la RPA per ottimizzare
l’esperienza del cliente e distinguersi dal resto della concorrenza.
• Fornire una visione olistica dei processi aziendali per l’attuazione della trasformazione digitale.
• Fornire metodi e strumenti per l’identificazione, modellazione e l’analisi dei processi aziendali.
• Fornire gli strumenti per attuare la revisione dell’assegnazione delle risorse nei diversi compiti
dei processi aziendali, eliminando ciò che non aggiunge valore.
• Fornire gli strumenti per la revisione dei processi chiave per adattarsi ai nuovi modelli di
business.
• Far comprendere come ripensare strategicamente il business in base ai nuovi obiettivi digitali,
creando nuovi processi chiave necessari per nuove ridefinizioni del business.
• Fornire una visione dei processi come legame tra la struttura organizzativa, i sistemi informativi
e le operations.
108
2 Toward Frontier 5.0
• Fornire gli strumenti per identificare le inefficienze nei processi aziendali e formulare miglio-
ramenti a tali processi.
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
• Comprendere come gestire progetti di automazione dei processi aziendali per ottenere traccia-
bilità, riduzione dei costi, maggiore efficienza, produttività ed efficienza.
• Governare gli strumenti per gestire i processi in modo agile e dinamico, per governare i
cambiamenti, ridurre i costi, aumentare la produttività e minimizzare i rischi e istituire una
governance per un miglioramento continuo.
� Programma
1. Business Process Analysis.
• La definizione di processo.
• Il processo come strumento di pianificazione aziendale.
• Processo e progetto: analogie e differenze.
109
2 Toward Frontier 5.0
110
2 Toward Frontier 5.0
111
2 Toward Frontier 5.0
9. Processi e automazione.
• Analisi dei differenti framework (BPM, DPA, DCM, RPA, IPA, ecc.).
– Business Process Management (BPM) ed evoluzioni.
– Robotic Process Automation (RPA).
– Dalla RPA alla enhanced process automation e alla cognitive automation.
– Intelligent Process Automation (IPA).
112
2 Toward Frontier 5.0
| Verifica dell’apprendimento
Partecipazione alle attività in aula. Potranno essere effettuate attività di esercitazione tramite l’uso di
software free quali ProM, Bizagi Modeler, jBPM, Woped, ARIS Express, UiPath (Free Trial), Appian
(Free Trial), ecc.
2. Federico Berruti et al. (2017), Intelligent process automation. The engine at the core of the next-
generation operating model, a cura di McKinsey, 1 mar. 2017, eprint: https://mck.co/39PDq5S,
url: https://mck.co/3aTUs2W
3. Josep Carmona et al. (2018), Conformance Checking. Conformance Checking, Springer, Berlin
4. Michael Chui et al. (2016), Where machines could replace humans – and where they can’t (yet), a
cura di McKinsey, lug. 2016, eprint: https://mck.co/2wbM3sX, url: https://mck.co/2TSkVZ4
5. Deloitte Insights (a cura di) (2020), Tech Trends 2020. The 15 Providers That Matter Most And
How They Stack Up, 13 gen. 2020, eprint: http://bit.ly/2vY7cH9, url: http://bit.ly/2WfeBMW
6. Titus De Silva (2020a), Integrating Business Management Processes. Management and Core Processes,
Productivity Press, New York, vol. 1
7. Titus De Silva (2020b), Integrating Business Management Processes. Support and Assurance
Processes, Productivity Press, New York, vol. 2
8. Titus De Silva (2020c), Integrating Business Management Processes. Harmonising Quality, Food
Safety and Environmental Processes, Productivity Press, New York, vol. 3
9. Diogo R. Ferreira (2020), A Primer on Process Mining. Practical Skills With Python and Graphviz,
2a ed., Springer, Berlin
10. Peter Franz e Mathias Kirchmer (2014), Value-Driven Business Process Management. The Value-
Switch for Lasting Competitive Advantage, McGraw-Hill Education, New York
11. Alberto Gandolfi et al. (2017), Il process mapping in pratica. Descrivere i processi in modo intuitivo.
Individuare lacune, inefficienze, doppioni. Formalizzare le procedure, Franco Angeli, Milano
113
2 Toward Frontier 5.0
12. Paul Harmon (2019), Business Process Change. A Business Process Management Guide for Managers
and Process Professionals, Morgan Kaufmann, Burlington
13. Tahvo Hyötyläinen (2014), Steps to Improved Firm Performance with Business Process Management.
Adding Business Value with Business Process Management and its Systems, Springer Gabler, Ausburg
14. John Jeston (2018), Business Process Management. Practical Guidelines to Successful Implementa-
tions, 4a ed., Routledge, London
15. Vivek Kale (2018), Enterprise Process Management Systems. Engineering Process-Centric Enterprise
Systems using BPMN 2.0, CRC Press, Boca Raton
16. Sanjay Kaniyar et al. (2018), A CIO plan for becoming a leader in Intelligent Process Automation, a
cura di McKinsey, lug. 2018, eprint: https://mck.co/2wbRUhX, url: https://mck.co/39Zcq3S
17. KPMG (a cura di) (2019b), Easing the pressure points. The state of intelligent automation, mar.
2019, eprint: http://bit.ly/2W9XQ5L, url: http://kpmg.com/stateofIA
18. KPMG (a cura di) (2017), Capitalizing on robotics. Driving savings with digital labor, mar. 2017,
eprint: http://bit.ly/2vrRBzh, url: http://bit.ly/2Wjo9GL
20. Craig Le Clair (2019a), RPA, DPA, BPM, And DCM Platforms: The Differences You Need To Know.
Apply Forrester’s Automation Framework To Process Automation, a cura di Forrester Research, 1 mar.
2019, eprint: http://bit.ly/39RENkv
21. Craig Le Clair (2019b), The Forrester Wave™: Robotic Process Automation, Q4 2019. The 15
Providers That Matter Most And How They Stack Up, a cura di Forrester Research, 23 ott. 2019,
eprint: http://bit.ly/3d3mHhI
22. Carl F. Lehmann (2012), Strategy and Business Process Management. Techniques for Improving
Execution, Adaptability, and Consistency, Auerbach Publications, Boca Raton
23. James Manyika et al. (2017), Harnessing automation for a future that works, a cura di McKinsey,
gen. 2017, eprint: https://mck.co/39WxQ1I, url: https://mck.co/2IOjF2M
24. McKinsey (a cura di) (2019), Driving impact at scale from automation and AI, feb. 2019, eprint:
https://mck.co/2WfgYPQ, url: https://mck.co/2IK7C6A
25. Sanjay Mohapatra (2015), Business Process Reengineering. Automation Decision Points in Process
Reengineering, Springer, Berlin
26. Connie Moore et al. (2017), Digital Transformation with Business Process Management. BPM
Transformation and Real-World Execution, Future Strategies, Toronto
27. Jorge Munoz-Gama (2016), Conformance Checking and Diagnosis in Process Mining. Comparing
Observed and Modeled Processes, Springer, Berlin
28. Nathaniel Palmer, Roy Altman et al. (2019), Intelligent Automation. Rules, Relationships and
Robots, Future Strategies, Toronto
29. Nathaniel Palmer e Sandy Kemsley (2017), Intelligent Adaptability. Business Process Management,
Adaptive Case Management, Future Strategies, Toronto
114
2 Toward Frontier 5.0
30. Lars Reinkemeyer (2020), Process Mining in Action. Principles, Use Cases and Outlook, Springer,
Berlin
31. Federico Rotini et al. (2014), Re-engineering of Products and Processes. How to Achieve Global
Success in the Changing Marketplace, Springer, Berlin
32. Alessandro Sinibaldi (2018), La gestione dei processi in azienda. Introduzione al business process
management, Franco Angeli, Milano
33. Ralph F. Smith (2006), Business Process Management and The Balanced Scorecard. Focusing
Processes on Strategic Drivers, John Wiley & Sons, New York
34. Marek Szelągowski (2019), Dynamic Business Process Management in the Knowledge Economy.
Creating Value from Intellectual Capital, Springer, Berlin
35. Tom Taulli (2020), The Robotic Process Automation Handbook. A Guide to Implementing RPA
Systems, Apress, New York
36. Wil Van Der Aalst (2016), Process Mining. Data Science in Action, 2a ed., Springer, Berlin
37. Jan Vom Brocke e Jan Mendling (2018), Business Process Management Cases. Digital Innovation
and Business Transformation in Practice, Springer, Berlin
38. Jan vom Brocke e Michael Rosemann (a cura di) (2016a), Handbook on Business Process Manage-
ment. Introduction, Methods, and Information Systems, 2a ed., Springer, Berlin, vol. 1
39. Jan vom Brocke e Michael Rosemann (a cura di) (2016b), Handbook on Business Process
Management. Strategic Alignment, Governance, People and Culture, 2a ed., Springer, Berlin, vol. 1
40. Mathias Weske (2019), Business Process Management. Concepts, Languages, Architectures, 3a ed.,
Springer, Berlin
115
2 Toward Frontier 5.0
• Design Thinking and Creativity for Business Innovation (v. pagina 92)
Chi volesse, può valutare le proprie capacità manageriali con The Business Game (https://www.
umc2.it/), gioco di simulazione di un mercato concorrenziale B2B creato da The Business Game S.r.l.,
spin-off dell’Università degli studi di Udine.
� Obiettivi formativi
L’insegnamento ha l’obiettivo di fornire le competenze manageriali per lo sviluppo strategico del-
l’intera Value Chain con particolare focus sulle Operations (Sviluppo Prodotto e Produzione) e sulla
gestione integrata della Supply Chain (pianificazione e programmazione della catena di fornitura),
in ottica di miglioramento del valore per il cliente finale.
L’Operations Management, all’interno della Value Chain, fa riferimento all’insieme delle scelte, dei
processi, degli strumenti e delle informazioni che determinano quali prodotti lanciare sul mercato,
sviluppare, produrre, in quali quantità, secondo quali modalità ed entro quali tempi, con l’obiettivo
di ottimizzare le prestazioni tecniche ed economiche dell’intera Value Chain. Si tratta di un’attività
chiave per il miglioramento della produttività e per la creazione di vantaggi competitivi nelle impre-
se. I manager delle Operations hanno la responsabilità dell’uso efficiente di una parte importante del
patrimonio d’impresa (investimenti, impianti, tecnologie, macchinari, sistemi informativi, scorte di
materie prime, componenti e prodotti finiti) che determina la maggior parte dei costi variabili e fissi
dell’impresa stessa.
L’insegnamento, dopo aver inquadrato l’intera Value Chain delle aziende manifatturiere, si propone
di approfondire i processi di progettazione dei prodotti (a partire dalla definizione dei requisiti
esperienziali che i nuovi prodotti devono avere), di pianificazione della domanda e della logistica
operativa, evidenziando le interazioni con gli altri processi aziendali con particolare riferimento alla
produzione.
L’approfondimento toccherà il tema delle nuove tecnologie che, applicate ai processi in ambito,
abilitano due aree distinte di miglioramento per le Aziende. La prima è relativa ad una rapida
evoluzione dei processi interni, con un impatto sull’aumento delle produttività e riduzione dei costi.
116
2 Toward Frontier 5.0
La seconda è relativa alla creazione di nuovi modelli di business, con un impatto sul fatturato e
profittabilità.
I processi verranno spiegati attraverso l’ausilio di casi reali affrontati dal docente su aziende nazionali
e internazionali con l’obiettivo di fornire un panorama aggiornato di come oggi le aziende gestiscono
le loro Operations e la relativa Supply Chain in modo da fornire spunti di riflessione agli studenti per
applicazioni all’interno della loro attuale e futura attività professionale.
Dal punto di vista delle nuove tecnologie digitali (quelle messe a disposizione dal programma
«Industria 4.0»), i casi presentati evidenzieranno quali sono i cambiamenti e le principali opportunità
derivanti dalla loro adozione con particolare focus su: modelli digitali di rappresentazione del pro-
dotto (Digital Twin), IoT – Internet of Things (prodotti, macchine e operatori connessi), Intelligenza
Artificiale e Machine Learning, 3D printing.
• Fornire un quadro completo degli scenari e delle problematiche connesse alla gestione dei flussi
di materiali, con particolare riferimento agli aspetti legati alla pianificazione e programmazione
degli approvvigionamenti nell’ambito dell’intera filiera logistica.
• Fornire una visione sinergica sui sistemi informativi a supporto delle Operations e della Supply
Chain, considerando la trasformazione digitale in atto.
• Fornire gli strumenti per analizzare, progettare e governare i processi dello sviluppo del
prodotto, della pianificazione e produzione, in relazione all’adozione delle tecnologie digitali.
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
• Comprendere e analizzare il ruolo delle Operations nell’evoluzione degli scenari competitivi e
comprendere il valore competitivo della gestione e ottimizzazione dei processi della catena di
fornitura.
• Comprendere e descrivere le principali fasi del processo di sviluppo del prodotto, l’organiz-
zazione coinvolta, l’interazione con le altre funzioni aziendali e gli strumenti informatici a
supporto.
• Valutare il livello di ampiezza dell’offerta del prodotto, comprenderne l’impatto sia lato
incremento vendite, sia lato incremento costi (complessità) e distinguere tra complessità
positiva (aumento della profittabilità) e complessità negativa (erosione della profittabilità).
117
2 Toward Frontier 5.0
• Utilizzare gli strumenti per attivare un programma di riduzione della complessità negativa.
• Descrivere i diversi processi di pianificazione integrate: Demand Management (DM), Sales and
Operating Planning (S&OP), Production Planning (PP), Material Requirement Planning (MRP),
Plant Scheduling (PS) e gli strumenti IT a supporto.
• Comprendere le tecnologie in ambito al programma Industria 4.0 (sia nazionale sia interna-
zionale) e più in generale le nuove tecnologie digitali, in modo da evidenziare come queste
possono creare opportunità di cambiamento su tutte le aree della Value Chain all’interno delle
differenti tipologie di aziende.
� Programma
1. La Value Chain e il processo di sviluppo del prodotto.
• Il processo di sviluppo del prodotto.
– Le fasi principali.
– Gli obiettivi.
– L’organizzazione.
– Il modello di funzionamento (Stage and Gate vs Agile)
– Analisi economica dei progetti di sviluppo del prodotto.
• Il processo di sviluppo in alcuni settori: aspetti chiave e sfide.
– Il processo di sviluppo nell’Automotive.
– Il processo di sviluppo nel Consumer Package Goods (CPG).
– Il processo di sviluppo nel Fashion.
• Le tecnologie a supporto del processo di sviluppo del prodotto.
– Le tecnologie Computer Aided (CAx): CAD, CAM, CAE, CAPP.
– Il Product Lifecycle Management (PLM) e i principali player.
• Le nuove esigenze legate alla trasformazione digitale e ai prodotti connessi.
– Lo sviluppo del prodotto integrato hardware e software.
– La servitizzazione del prodotto.
– Il paradigma dello smart connected product.
– Il Digital Twin.
– L’Intelligenza Artificiale applicata al design.
118
2 Toward Frontier 5.0
• Semplicità e complessità.
• Il valore e i costi della complessità.
• Aumentare o ridurre la complessità?
• Complessità e prestazioni.
• Complessità «buona» e complessità «cattiva»
• La curva della complessità.
• Principali indicatori per valutare la dimensione dell’offerta ed esempi di calcolo.
• Modello di valutazione del costo della complessità.
• Metodologia di riduzione della complessità
• La modularità come soluzione strategica alla complessità.
• Metodologie di assessment della complessità.
119
2 Toward Frontier 5.0
120
2 Toward Frontier 5.0
– Il sistema kanban.
• Schedulazione e movimentazione della produzione in logica push.
• La schedulazione a capacità finita con ottimizzazione dei vincoli.
• Le tipologie di processo produttivo.
• Lean production.
– Valore e spreco nella lean production.
– I 7 sprechi di Taiichi Ohno.
– I fondamenti e le tecniche della lean production.
– Il sistema di produzione di Toyota e come altre aziende italiane lo hanno adottato.
– Come la lean production aiuta a ridurre il tempo di risposta al cliente (Order To Delivery)
121
2 Toward Frontier 5.0
| Verifica dell’apprendimento
Prova scritta e/o orale, con modalità che saranno indicate dal docente in aula.
Viene richiesta partecipazione attiva alla didattica; in particolare i partecipanti saranno coinvolte a
• partecipare al Beer Game (https://beergame.org) della Sloan School of Management del Mas-
sachusetts Institute of Technology,
La simulazione della pianificazione e gestione della catena logistica fatta tramite il Beer Game sarà
articolata in gruppi di lavoro. L’analisi dei risultati e la valutazione del gruppo che ha ottenuto il
miglior risultato della simulazione, in termini di minimizzazione dei costi e massimizzazione del
servizio al cliente, saranno discussi in aula dal docente.
2. CIMdata (a cura di) (2019), Market Analysis Reports Series, giu. 2019, url: https : / / www .
cimdata.com/en/online-store/market-analysis-reports
3. David Alan Collier e James R. Evans (2020), Operations and Supply Chain Management, 2a ed.,
Cengage, Boston
4. Robert Cooper (2017), Winning at New Products. Creating Value Through Innovation, 5a ed., Basic
Books, New York
5. Stefano Cortiglioni et al. (2020), Toyota Methods and Operating Models. Achieve Business Success
With the Toyota Way, Kogan Page, London
122
2 Toward Frontier 5.0
6. Samir Dani (2019), Strategic Supply Chain Management. Creating Competitive Advantage and Value
Through Effective Leadership, Kogan Page, London
8. Alberto Felice De Toni e Roberto Panizzolo (2017), Sistemi di gestione della produzione, 2a ed.,
ISEDI, Torino
9. Alberto Felice De Toni e Giovanni De Zan (2015), Il dilemma della complessità, Marsilio, Padova
10. Michael George e Stephen Wilson (2004), Conquering Complexity in Your Business. How Wal-
Mart, Toyota, and Other Top Companies Are Breaking Through the Ceiling on Profits and Growth,
McGraw-Hill Education, New York
11. Michael George, James Works et al. (2005), Fast Innovation. Achieving Superior Differentiation,
Speed to Market, and Increased Profitability, McGraw-Hill Education, New York
12. Jo Godsmark e Gwynne Richards (2019), The Logistics Outsourcing Handbook. A Step-by-Step
Guide from Strategy Through to Implementation, Kogan Page, London
13. Klaus-Dieter Gronwald (2020), Integrated Business Information Systems. A Holistic View of the
Linked Business Process Chain ERP-SCM-CRM-BI-Big Data, 2a ed., Springer, Berlin
14. Jay Heizer e Barry Render Chuck Munson (2019), Operations Management. Sustainability and
Supply Chain Management, 13a ed., Pearson, New York
15. Wallace J. Hopp e Mark L. Spearman (2011), Factory Physics, Waveland Press, Long Grove
16. Richard Horne e Kalani Kirk Hausman (2017), 3D Printing for Dummies, 2a ed., John Wiley &
Sons, New York
17. Dmitry Ivanov et al. (2019), Global Supply Chain and Operations Management. A Decision-Oriented
Introduction to the Creation of Value, 2a ed., Springer, Berlin
18. Robert F. Jacobs e Richard B. Chase (2020), Operations and Supply Chain Management, 16a ed.,
McGraw-Hill Education, New York
19. Robert F. Jacobs, Richard B. Chase et al. (2020), Operations management nella produzione e nei
servizi, 4a ed., McGraw-Hill Education, New York
21. Qeis Kamran e Rolf Neis (2020), Strategic Value Chain Management. Models for Competitive
Advantage, Kogan Page, London
22. Lee J. Krajewski et al. (2015), Supply chain management. Strategie, processi, performance, Pearson,
Milano
23. John Paul Mueller e Luca Massaron (2018), Artificial Intelligence For Dummies, 2a ed., John
Wiley & Sons, New York
24. John Paul Mueller e Luca Massaron (2016), Machine Learning For Dummies, 2a ed., John Wiley
& Sons, New York
123
2 Toward Frontier 5.0
25. Turan Paksoy et al. (a cura di) (2019), Lean and Green Supply Chain Management. Optimization
Models and Algorithms, Springer, Berlin
26. Maximilian Pasche (2008), «Product Complexity Reduction: Not Only a Strategy Issue» (20-
22 ago. 2008), eprint: http://bit.ly/3c5vH5n
27. C.K. Prahalad e Venkat Ramaswamy (2004), The Future of Competition. Co-Creating Unique
Value With Customers, Harvard Business School, Boston
28. Venkat Ramaswamy e Francis J. Gouillart (2010), The Power of Co-creation. Build It With Them to
Boost Growth, Productivity, and Profits, Free Press, New York
29. Pietro Romano e Pamela Danese (2010), Supply chain management. La gestione di processi di
fornitura e distribuzione, 2a ed., McGraw-Hill Education, Milano
30. Andrea Sianesi (2011), La gestione del sistema di produzione. Pianificazione, programmazione,
controllo, misura e miglioramento, Rizzoli, Milano
31. Amit Sinha et al. (2020), Digital Supply Networks. Transform Your Supply Chain and Gain
Competitive Advantage with New Technology and Processes, McGraw-Hill Education, New York
32. Marzieh Khakifirooz Jesús M. Velásquez-Bermúdez e Mahdi Fathi (2019), Large Scale Optimi-
zation in Supply Chains and Smart Manufacturing. Theory and Applications, Springer, Berlin
33. Roberto Vona e Nadia Di Paola (2018), Management della produzione e della logistica. 2a ed.,
CEDAM, Padova
34. Matthew A. Waller et al. (2019), Integrating Blockchain Into Supply Chain Management. A Toolkit
for Practical Implementation, Kogan Page, London
35. Richard Wilding (2019), Supply Chains in Action. A Case Study Collection in Supply Chain,
Logistics, Procurement and Operations Management, Kogan Page, London
36. Henk Zijm et al. (a cura di) (2016), Logistics and Supply Chain Innovation. Bridging the Gap
between Theory and Practice, Springer, Berlin
124
CUSTOMER CENTRICITY 3
insegnamenti del modulo
1 Strategic Customer Management . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 126
2 Customer Value Management . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 133
3 Trade Marketing . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 146
4 Sales Management . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 154
Gli insegnamenti, attraverso i quali si sviluppa il modulo, si pongono l’obiettivo di far apprendere
principi modelli e metriche che guidano l’elaborazione delle scelte strategiche di marketing dell’im-
presa e di valutazione delle esperienze che i clienti fanno acquistando ciò che l’impresa produce.
Il cliente viene portato al centro di ogni scelta aziendale e, attraverso l’ascolto del cliente, l’orga-
nizzazione impara a sviluppare il criterio della creazione di valore per sé e per il suo network di
clienti.
125
3 Customer Centricity
• Design Thinking and Creativity for Business Innovation (v. pagina 92)
� Obiettivi formativi
La rivoluzione digitale richiede che le imprese siano pronte a rispondere alla sfida di creare valore
con strategie e strumenti adeguati al nuovo contesto. L’impresa non ha più al centro i prodotti e i
servizi venduti, ma i clienti serviti; il marketing diventa sempre più quantitativo e le logiche della
user experience e del customer journey sono gli elementi fondanti di qualunque strategia di marketing.
L’analisi del consumatore rappresenta la premessa indispensabile per tutte le decisioni di marketing, i
quanto da essa dipende la capacità dell’impresa di alimentare con continuità il processo di creazione
di valore economico, e lo studio del comportamento d’acquisto rappresenta un dominio di rilevanza
strategica. Diviene obiettivo primario del marketing conoscere la psicologia del consumatore, per
instaurare relazioni durevoli, emotivamente coinvolgenti e costruire senso e valore che vadano al di
là di quello ottenibile dall’uso strumentale dei prodotti.
L’insegnamento intende fornire agli studenti gli strumenti fondamentali affrontare la centralità
dell’esperienza di consumo e per accrescere la customer centricity dell’impresa mediante una corretta
gestione del ciclo che collega il valore per il consumatore al valore per gli stakeholder.
126
3 Customer Centricity
esperienziale per comprendere come creare valore ponendo al centro centro della strategia l’espe-
rienza dei consumatori.
Dopo aver chiarito la centralità del consumatore per tutte le decisioni di marketing, viene analizzato
il percorso decisionale del consumatore (customer journey), con l’obiettivo di favorire una piena com-
prensione delle dinamiche sottostanti alla formazione delle percezioni di valore relative ai prodotti.
Vengono poi affrontate le tematiche di marketing esperienziale e relazionale, che rappresentano oggi
i principali strumenti per la creazione di valore per il cliente e per l’azienda.
• Mostrare la centralità del cliente nell’elaborazione delle strategie di mercato e nella gestione
del processo di vendita.
• Mostrare il ruolo delle nuove tecnologie nella modernizzazione delle attività di marketing
(CRM) e il ruolo dei social media (Social CRM).
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di:
• Riconoscere la centralità strategica del valore per il consumatore e le sue principali componenti.
127
3 Customer Centricity
• Sfruttare le opportunità create dai big data per comprendere in maniera sempre più puntuale i
singoli clienti e potenziale i processi di gestione della relazione con gli stessi.
• Elaborare una strategia di relazione con i diversi cluster di clienti dell’azienda che ottimizzi la
qualità della customer experience.
� Programma
1. Consumer Behavior.
• Analisi del comportamento del consumatore.
• La complessità del processo decisionale del consumatore.
• Quanto e cosa consumiamo e gli aspetti negativi del consumo.
• La dimensione individuale del comportamento del consumatore.
– Bisogno, motivazione e coinvolgimento.
– Esposizione, attenzione e comprensione.
– Conoscenza del prodotto, conoscenza di sé, catena mezzi-fini e memoria.
– I processi di apprendimento e i comportamenti di consumo.
– Gli atteggiamenti dei consumatori.
– Il rapporto tra atteggiamenti e comportamenti.
• Emozioni e soddisfazione dei bisogni latenti.
• Le neuroscienze per comprendere meglio la mente del consumatore.
• Le emozioni, che cosa sono e come agiscono.
• Il ruolo delle emozioni e il significato simbolico dei brand.
• Il processo decisionale del consumatore
– La ricognizione del problema.
– La ricerca e l’organizzazione delle informazioni sui prodotti.
– La valutazione e la scelta delle alternative.
– Scelte incoerenti e deviazioni dai principi della razionalità.
– Le interazioni fra i processi di scelta del prodotto e dei servizi commerciali.
– L’acquisto del prodotto.
128
3 Customer Centricity
2. Experiential Marketing.
• L’economia dell’esperienza.
• Il marketing esperienziale e l’identità del consumatore.
• I moduli strategici esperienziali: sense, feel, think, act, relate
• I tipi di esperienza
– Esperienza di intrattenimento.
– Esperienza educativa.
– Esperienza estetica.
– Esperienza di evasione.
• Customer Experience Excellence: i Six Pillars di KPMG.
• Le misurazioni e le metriche per la Customer Experience (CX).
• La Voice of Customers (VoC) nel miglioramento della Customer Experience (CX).
• Ottimizzare la CX facendo leva sul digitale e i big data.
• Customer Experience Design
– I principi per progettare progettare una customer experience di successo.
– Creare esperienze di consumo memorabili.
– I diversi contenuti esperienziali dei prodotti.
– Come trasformare un prodotto in un’esperienza.
– Come trasformare in esperienza le diverse fasi del processo d’acquisto e di consumo.
– L’esperienza per le strategie di differenziazione.
– Come progettare un’esperienza di consumo di successo.
– Coinvolgere il consumatore nella generazione e nello sviluppo dell’idea di prodotto.
– L’analisi della user experience e del customer journey.
• Emotional Marketing and Shpping Experience
– Il neuromarketing.
– Strumenti e metodologie del neuromarketing.
– Il ruolo delle emozioni nel marketing.
129
3 Customer Centricity
4. Relationship Marketing.
• Il marketing relazionale e la customer centricity.
• Fedeltà, fidelizzazione e soddisfazione del cliente.
• Il loyalty management.
• Le 4 categorie della customer loyalty.
• Risvolti organizzativi della gestione della relazione con il cliente.
130
3 Customer Centricity
| Verifica dell’apprendimento
Partecipazione attiva alle attività in aula.
2. Marco Bettucci et al. (2016), Omnicanalità. Assicurare continuità all’esperienza del cliente, Egea,
Milano
3. Francis Buttle e Stan Maklan (2019), Customer Relationship Management. Concepts and Technolo-
gies, 4a ed., Routledge, London
4. Daniele Dalli e Simona Romani (2011), Il comportamento del consumatore. Acquisti e consumi in
una prospettiva di marketing, 3a ed., Franco Angeli, Milano
5. Robert East et al. (2013), Comportamento del consumatore. Applicazioni per il marketing, Apogeo,
Milano
6. Mauro Ferraresi e Bernd H. Schmitt (2018), Marketing esperienziale. Come sviluppare l’esperienza
di consumo, 2a ed., Franco Angeli, Milano
8. James H. Gilmore e Joseph B. Pine (2009), Autenticità. Ciò che i consumatori vogliono davvero,
Franco Angeli, Milano
131
3 Customer Centricity
9. James H. Gilmore e Joseph B. Pine (2000), L’economia delle esperienze. Oltre il servizio, Rizzoli,
Milano
10. Evert Gummesson (2021), Total Relationship Marketing, 4a ed., Routledge, London
11. Joe Heapy et al. (2019), Customer experience design. Imparare a mettere i clienti al centro con il
design thinking, Apogeo Editore, Milano
12. Wayne D. Hoyer et al. (2018), Consumer Behaviour, 7a ed., Cengage, Boston
13. Alberto Maestri e Joseph Sassoon (2017), Customer Experience Design. Progettare esperienze di
marca memorabili sui media digitali, Franco Angeli, Milano
14. Harley Manning e Kerry Bodine (2012), Clienti al centro. Reinventare il business nell’era della
customer experience, Hoepli, Milano
15. McKinsey (a cura di) (2016b), The CEO guide to customer experience, ago. 2016, eprint: https:
//mck.co/2wY2fhw, url: https://mck.co/38QEXY1
16. David Mothersbaugh et al. (2019), Consumer Behaviour. Building Marketing Strategy, 14a ed.,
McGraw-Hill Education, New York
17. Nadia Olivero e Vincenzo Russo (2013), Psicologia dei consumi, 2a ed., McGraw-Hill Education,
Milano
18. Sathit Parniangtong (2018), Competitive Advantage of Customer Centricity, Springer, Berlin
19. Adrian Payne e Pennie Frow (2013), Strategic Customer Management. Integrating Relationship
Marketing and CRM, Cambridge University Press, Cambridge
20. Don Peppers e Martha Rogers (2016), Managing Customer Experience and Relationships. A
Strategic Framework, 3a ed., John Wiley & Sons, New York
21. Vincenzo Russo (2017), Psicologia della comunicazione e neuromarketing, Pearson, Milano
22. Leon G. Schiffman e Joseph L. Wisenblit (2019), Consumer Behaviour, 12a ed., Pearson, New
York
23. Michael R. Solomon (2019), Consumer Behaviour. Buying, Having, and Being, 13a ed., Pearson,
New York
24. Michael R. Solomon et al. (2019), Consumer Behaviour. A European Perspective, 7a ed., Pearson,
New York
25. Silvia Vianello e Antonio Ferrandina (2017), Il marketing omnicanale. Tecnologia e marketing a
supporto delle vendite, Franco Angeli, Milano
132
3 Customer Centricity
• Design Thinking and Creativity for Business Innovation (v. pagina 92)
� Obiettivi formativi
La capacità di analizzare e soddisfare il consumatore è alla base del vantaggio competitivo dell’im-
presa e alimenta il processo di creazione di valore economico. Il confronto competitivo si esercita
infatti sul terreno delle preferenze della domanda che, con le proprie scelte, determina l’esito delle
strategie di mercato.
L’analisi e la misurazione del valore percepito nelle offerte in concorrenza (dal quale dipendono le
scelte del consumatore) e della soddisfazione del consumatore (dalla quale dipendono la fiducia
relazionale e l’ampiezza e la qualità della base clienti) sono elementi imprescindibili per creare
strategie che generino valore reale e sostenibile per le imprese e i clienti.
Nell’insegnamento si mostrerà come il valore di un’impresa deve essere ricondotto al vero mercato,
al riconoscimento attuale e prospettico del valore che le è attribuito dal cliente in quanto acquista i
suoi prodotti e servizi.
Il cliente, sopportando un costo-sacrificio per acquisire beni o fruire dei servizi offerti da un’impresa,
genera con le sue preferenze e scelte d’acquisto un valore reale e sostenibile e in tale prospettiva,
il valore di un’impresa è pari all’attualizzazione dei flussi di cassa netti generati dalle relazioni di
scambio con la clientela attuale e futura.
Il valore generato dal cliente per l’impresa è frutto della capacità che ha l’azienda di proporre
selettivamente ai singoli clienti soluzioni migliori dei concorrenti. È su questo che si fonda la metrica
di misurazione del valore potenziale del cliente, attraverso la quale gestire il portafoglio dell’impresa
133
3 Customer Centricity
Per l’impresa è fondamentale non solo identificare dove generare il valore, ma anche come gestire
il valore del cliente e come gestire i propri clienti in funzione del loro valore attuale e prospettico.
Diviene cruciale comprendere da cosa scaturisce tale valore del cliente e quali sono le determinanti
su cui fondare le metriche per la sua misurazione, che non devono avere solo una prospettiva verso
l’interno dell’impresa, ma devono guardare fuori, ai concorrenti che gravitano sul cliente e alle
prospettive future del cliente.
Dopo aver chiarito la centralità del valore per il cliente alla luce dell’evoluzione del contesto compe-
titivo, si affronta il tema della misurazione del valore per il cliente, e ripercorrendo il ciclo evolutivo
della customer-based view, si evidenziano le principali implicazioni analitiche, strategiche e operative
per il management.
1. Esaminare le determinanti del valore per l’impresa e per il cliente e conoscere le implicazioni
manageriali e strategiche.
7. Esplorare i processi di analisi per lo sviluppo del mercato, della quota, della redditività e del
portafoglio di marche.
8. Analizzare i processi di analisi del valore percepito dai clienti nell’offerta aziendale.
9. Analizzare i processi di misurazione del valore generato per i clienti e dai clienti.
134
3 Customer Centricity
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
2. Applicare le strategie di sviluppo della contribuzione netta di marketing e dei modelli di analisi
del valore per il cliente.
3. Conoscere e utilizzare tali strategie e modelli per affrontare problemi aziendali concreti.
4. Applicare le tecniche di misurazione del valore per il cliente e la comprensione delle strategie
di gestione della customer satisfaction e delle relazioni con i clienti.
6. Applicare i principali approcci alla misurazione del valore per il cliente: vantaggio economico
per il cliente, approccio di composizione, approccio di scomposizione, approccio ibrido.
9. Riconoscere i nessi causali tra valore per il cliente, customer satisfaction, ampiezza e qualità
delle relazioni di mercato e valore d’impresa.
10. Sviluppare il sistema di metriche con cui misurare l’impatto delle strategie di marketing sulle
performance aziendali
11. Definire il legame tra valore per il consumatore e valore per l’impresa.
� Programma
1. Marketing e creazione di valore.
• Il valore quale misura della performance aziendale.
• Valore dell’impresa e contributo del marketing.
• La crescita della domanda primaria.
• Il miglioramento della redditività.
• Lo sviluppo del portafoglio di marche.
• Valore per il cliente e customer value management.
• Creare valore per il cliente e per l’impresa.
• Le fasi del processo di creazione del valore per il cliente.
135
3 Customer Centricity
– Analisi dell’industria.
– Analisi interna.
• Blue Ocean Strategy vs Red Ocean Strategy.
• Il paradigma della strategia competitiva PIMS (Profit Impact of Marketing Strategies)
• L’analisi SWOT e la matrice TOWS.
• L’Impact Analysis.
• Analisi della concorrenza e definizione del mercato.
– La mappa dei gruppi strategici.
– La matrice dei concorrenti.
– L’analisi dei fornitori.
– La matrice di Kraljic del portafoglio dei fornitori.
– Valutare le barriere.
∗ La barriera della differenziazione di prodotto.
∗ Le barriere economico-finanziarie.
∗ Curve di esperienza ed economie di scala.
– Competitive intelligence.
– Effettuare il Benchmarking.
– La matrice dei vantaggi competitivi.
– La matrice di valutazione della competitività di prezzo.
– Gap Analysis e Capabilities Level Chart.
– La misurazione devi vantaggi differenziali e concorrenziali.
– La matrice di variazione quota di mercato – prezzo relativo.
• Analisi della domanda e segmentazione.
– Definizione di domanda.
– Il processo di segmentazione del mercato.
– La segmentazione e la scelta dei target.
∗ Rilevanza della scelta dei mercati-obiettivo.
∗ I livelli di segmentazione.
∗ La scelta dei criteri per la segmentazione del mercato.
∗ Descrizione del profilo dei segmenti
∗ Valutazione dell’attrattività e praticabilità del segmento.
∗ Scelta del target e strategie di segmentazione
– Criteri per la formazione dei segmenti di mercato.
– Quota di mercato e redditività.
– Selezione dei segmenti di mercato.
– La segmentazione.
136
3 Customer Centricity
137
3 Customer Centricity
– Il gioco di imitazione.
– Il gioco di posizione.
5. Metriche e misurazioni
• Metriche finanziarie e metriche di marketing.
– Metriche interne ed esterne, prospettiche e retrospettive.
– La contribuzione netta di marketing.
– Metriche di profittabilità del marketing: Marketing ROI e Marketing ROS.
– L’impatto delle strategie di marketing sul profitto.
– L’analisi della varianza della top line.
– L’analisi della varianza della bottom line.
∗ L’analisi dello scostamento delle vendite, varianza della domanda e della market
share.
∗ L’analisi dello scostamento dei margini, varianza dei prezzi e dei costi.
∗ L’analisi dello scostamento degli investimenti di marketing.
• La misurazione della quota di mercato e del potenziale di mercato.
– Quota di mercato e redditività aziendale.
– La misurazione della quota di mercato.
– La scomposizione della quota di mercato.
138
3 Customer Centricity
139
3 Customer Centricity
140
3 Customer Centricity
141
3 Customer Centricity
• Dal valore potenziale alle strategie per la gestione del portafoglio clienti
• La Customer Profitability Analysis.
• Il Customer Lifetime Value.
• Customer Loyalty e Customer Lifetime Value.
• Il valore attuale e prospettico della clientela.
• Le strategie di gestione del cliente in funzione del Customer Lifetime Value.
• La Customer Equity.
• La gestione del portafoglio clienti sulla base del valore potenziale.
• L’implementazione dell’analisi dei clienti all’interno dell’organizzazione aziendale.
• Le scelte strategiche e allocative per la gestione dei clienti.
• Le performance ottenute dalla gestione dei clienti orientata al valore potenziale.
• Relazioni tra Customer Equity e Brand Equity.
| Verifica dell’apprendimento
Prova scritta e/o orale, con modalità che saranno indicate dal docente in aula.
2. Fabio Ancarani e Daniele Scarpi (2016), Marketing internazionale. Nuovi mercati per le eccellenze
globali, Pearson, Milano
3. Alessandro Arbore e Enrico Valdani (2015), Competitive Strategies. Managing the Present,
Imagining the Future, Egea, Milano
4. Alessandro Arbore e Enrico Valdani (2014), Strategie e giochi competitivi. Gestire il presente,
immaginare il futuro, Egea, Milano
5. Bernardo Balboni (2014), Customer Value Management. Valore, strategie e performance nella gestione
del portafoglio clienti, Franco Angeli, Milano
6. David Bejou et al. (2016), Customer Lifetime Value. Reshaping the Way We Manage to Maximize
Profits, Routledge, New York
7. Giuseppe Bertoli e Enrico Valdani (2018), Marketing internazionale, 2a ed., Egea, Milano
8. Roger J. Best (2012), Market-Based Management. Strategies for Growing Customer Value and
Profitability, 6a ed., Pearson, New York
9. David Bejou et al. (2016), Customer Lifetime Value. Reshaping the Way We Manage to Maximize
Profits, Routledge, New York
142
3 Customer Centricity
10. Robert C. Blattberg et al. (2009), Database Marketing. Analyzing and Managing Customers,
Springer, Berlin
11. Bruno Busacca e Giuseppe Bertoli (2017), Customer value. Soddisfazione, fedeltà, valore, 3a ed.,
Egea, Milano
12. Sandro Castaldo (a cura di) (2009), Marketing e fiducia, Il Mulino, Bologna
13. Amedeo De Luca (2016), Modelli di marketing. Statistica per le analisi di mercato. Segmentazione,
posizionamento, comunicazione, innovazione, customer satisfaction, Franco Angeli, Milano
14. C. Anthony Di Benedetto e Kyung Hoon Kim (2016), «Customer equity and value management
of global brands: Bridging theory and practice from financial and marketing perspectives:
Introduction to a Journal of Business Research Special Section», Journal of Business Research, 69, 9
(set. 2016), p. 3721-3724, doi: 10.1016/j.jbusres.2015.03.048, url: https://bit.ly/39yT4lh
15. Tymoteusz Doligalski (2016), Internet-Based Customer Value Management. Developing Customer
Relationships Online, Springer, Berlin
16. Giancarlo Ferrero (a cura di) (2018), Marketing e creazione del valore, 2a ed., Giappichelli, Torino
17. Renato Fiocca (2017), Impresa e valore. Rotte infinite verso un fine comune, Franco Angeli, Milano
18. Renato Fiocca e Roberta Sebastiani (2015), Politiche di marketing e valori d’impresa, McGraw-Hill
Education, Milano
19. Graham Hooley et al. (2020), Marketing Strategy and Competitive Positioning, 7a ed., Pearson,
New York
21. Erik Jannesson et al. (2013), Strategy, Control and Competitive Advantage. Case Study Evidence,
Springer, Berlin
22. W. Chan Kim e Renée Mauborgne (2015), Strategia oceano blu. Vincere senza competere, 2a ed.,
Rizzoli Etas, Milano
23. W. Chan Kim e Renée Mauborgne (2017), Oceano blu: cambiare. Oltre la competizione. Cinque
passi vincenti per stimolare la fiducia e creare nuova crescita, Rizzoli, Milano
24. Philip Kotler, Kevin Keller, Malcolm Goodman et al. (2019), Marketing Management. European
edition, 4a ed., Pearson, New York
25. Philip Kotler, Kevin Keller, Fabio Ancarani et al. (2017), Marketing Management, 15a ed., Pearson,
Milano
26. V. Kumar (2013), Profitable Customer Engagement. Concept, Metrics, and Strategies, SAGE Publica-
tion, London
27. V. Kumar e Werner Reinartz (2018), Customer Relationship Management. Concept, Strategy, and
Tools, 3a ed., Springer, Berlin
28. Jukka Laitamäki e Raymond Kordupleski (1997), «Building and deploying profitable growth
strategies based on the waterfall of customer value added», European Management Journal, 15, 2
(apr. 1997), p. 158-166, doi: 10.1016/S0263-2373(96)00085-0, url: https://bit.ly/2X0bf0H
143
3 Customer Centricity
29. Jean-Jacques Lambin (2016), Market-driven management. Marketing strategico e operativo, 7a ed.,
McGraw-Hill Education, Milano
30. Peter S. H. Leeflang et al. (a cura di) (2017), Advanced Methods for Modeling Markets, Springer,
Berlin
31. Peter S. H. Leeflang et al. (a cura di) (2014), Modeling Markets. Analyzing Marketing Phenomena
and Improving Marketing Decision Making, Springer, Berlin
32. Robert Leone et al. (2006), «Linking Brand Equity to Customer Equity», Journal of Service
Research, 9, 2 (nov. 2006), p. 125-138, doi: 10.1177/1094670506293563, eprint: https://bit.
ly/2R4pfCN
33. Gary L. Lilien et al. (2017), Principles of Marketing Engineering and Analytics, 3a ed., DecisionPro,
State College
34. Alberto Mattiacci e Alberto Pastore (2013), Marketing. Il management orientato al mercato, Hoepli,
Milano
35. McKinsey (a cura di) (2016a), Customer experience. Creating value through transforming customer
journeys, Compendium Number 1, eprint: https://mck.co/2xEHbNv, url: https://mck.co/
2WXv7kY
36. McKinsey (a cura di) (2017), Customer experience. New capabilities, new audiences, new oppor-
tunities, Compendium Number 2, giu. 2017, eprint: https://mck.co/3aL0d3v, url: https:
//mck.co/2WXv7kY
37. Luca Molteni e Gabriele Troilo (2012), Ricerche di marketing. Metodologie e tecniche per le decisioni
strategiche e operative di marketing, Egea, Milano
38. Robert W. Palmatier e Shrihari Sridhar (2017), Marketing Strategy. Based on First Principles and
Data Analytics, Red Globe Press, London
39. Sathit Parniangtong (2018), Competitive Advantage of Customer Centricity, Springer, Berlin
41. Hermann Simon e Martin Fassnacht (2016), Preismanagement. Strategie - Analyse - Entscheidung
- Umsetzung, 4a ed., Springer Gabler, Ausburg
42. Hermann Simon, Danilo Zatta e Martin Fassnacht (2012), Price management. Strategia, analisi e
determinazione del prezzo, Franco Angeli, Milano, vol. 1
43. Hermann Simon, Danilo Zatta e Martin Fassnacht (2013), Price management. Strumenti operativi
e applicazioni settoriali, Franco Angeli, Milano, vol. 2
44. Enrico Valdani e Fabio Ancarani (2009a), Marketing Strategico. L’analisi dell’ambiente competitivo,
Egea, Milano, vol. 1
45. Enrico Valdani e Fabio Ancarani (2009b), Marketing Strategico. Manovre e strategie di marketing,
Egea, Milano, vol. 2
46. Enrico Valdani e Fabio Ancarani (2009c), Marketing Strategico. I risultati delle strategie di
marketing, Egea, Milano, vol. 3
144
3 Customer Centricity
47. Enrico Valdani e Fabio Ancarani (2011), Marketing Metrics. Il marketing che conta, Egea, Milano
48. Klaus-Peter Wiedmann e Nadine Hennigs (a cura di) (2013), Luxury Marketing. A Challenge
for Theory and Practice, Springer Gabler, Ausburg
145
3 Customer Centricity
3 Trade Marketing
� Prerequisiti
Conoscenze acquisite negli insegnamenti seguenti:
� Obiettivi formativi
In contesti di mercato in cui le imprese di produzione sono sempre più costrette a competere non
solo sul mercato finale, quello dei consumatori, ma anche sul mercato intermedio, quello dei canali
di vendita, le politiche di Trade Marketing hanno assunto sempre di più una valenza strategica diven-
tando una fonte basilare del vantaggio competitivo aziendale.
Il trade marketing è l’insieme delle attività che puntano a conoscere, pianificare, organizzare e gestire
il processo distributivo in modo da massimizzare la redditività degli investimenti di marketing e
ottenere vantaggi competitivi. I canali distributivi rappresentano la fondamentale cinghia di collega-
mento fra la produzione e la domanda, in quanto permettono alle imprese industriali di trasferire le
merci, i servizi e i flussi di informazioni verso i mercati a valle.
Il mondo VUCA richiede lo sviluppo di nuovi paradigmi di analisi per valutare gli effetti, sui processi
di Marketing, dei fenomeni di discontinuità riguardanti i modelli di shopping dei consumatori, il
confronto competitivo tra i canali di vendita offline e online, il posizionamento delle marche negli as-
sortimenti commerciali, gli assetti competitivi dei gruppi distributivi, la configurazione dei rapporti
negoziali tra produttori e distributori, le strutture organizzative di interfaccia. La diffusione delle
tecnologie digitali mette a disposizione nuovi canali distributivi di tipo virtuale e sviluppa una nuova
funzione di info-mediazione, ovvero l’intermediazione non tanto di merci quanto di informazioni.
Il comportamento delle imprese commerciali e le politiche promozionali che queste decidono auto-
nomamente di adottare contribuiscono a determinare in modo decisivo la performance dell’impresa
industriale, che non dipende più solo dagli investimenti di consumer marketing, ma anche dalle
politiche di trade marketing, ovvero dagli investimenti relazionali rivolti al trade. Infatti se il prodotto
non è fisicamente disponibile presso le imprese della distribuzione in cui i clienti si recano per i
propri acquisti e non è da queste adeguatamente proposto e promosso è molto difficile che possa
avere successo sui mercati finali.
146
3 Customer Centricity
si pongono i presupposti per sviluppare approcci collaborativi fra industria e distribuzione, che
però al contempo sono sempre più impegnate a negoziare e a competere tra di loro per ottenere le
migliori condizioni d’acquisto. Si viene pertanto a creare una situazione quasi paradossale in cui
imprese che si confrontano in maniera competitiva sono anche indotte a collaborare per produrre
valore per il cliente. Le relazioni fra le imprese nel canale prevedono pertanto una coesistenza della
dimensione concorrenziale e di quella collaborativa (co-opetition), rendendo queste relazioni non
facili da interpretare. Se l’aspetto competitivo è caratterizzato da un gioco a somma zero (win-lose),
l’aspetto collaborativo (win-win) può portare a pay-off straordinariamente positivi per entrambe
le parti. La contemporanea presenza delle due dimensioni, che contemplano aspetti collaborativi
insieme a elementi competitivi, permette di cogliere la complessità delle relazioni di canale e la
difficoltà della loro gestione.
La reciprocità nei comportamenti e il fatto che questi si fondino su una consolidata relazione fidu-
ciaria costituiscono il fondamento delle partnership di canale. La fiducia funge, infatti, allo stesso
tempo da collante e lubrificante delle relazioni di canale, evitando di rendere necessari un’estenuante
negoziazione e complessi contratti per definire ogni aspetto della relazione di scambio. Tramite
la costituzione di relazioni forti fra imprese industriali e commerciali si crea, infatti, una capacità
potenziale di cooperare, permettendo ai soggetti coinvolti in una radicata relazione fiduciaria di
ampliare in futuro l’oggetto e la portata della loro relazione e di avviare l’esplorazione di nuove
dimensioni e di nuovi territori competitivi.
Il corso si propone di illustrare le scelte strategiche e operative connesse alla configurazione e gestio-
ne dei canali distributivi, in un contesto reso sempre più complesso dall’innovazione tecnologica
e dai cambiamenti nei modelli di consumo e di acquisto, affrontando il tema della gestione dei
canali distributivi e delle relazioni verticali tra industria e distribuzione, con particolare attenzione
al fenomeno della multicanalità, reso ancor più complesso dalla convergenza distributiva in atto e
dalla diffusione del commercio elettronico.
Il corso tratta delle politiche distributive delle imprese industriali, illustrando le modalità di gestione
e di interazione/ripartizione delle funzioni di marketing nei canali distributivi, on e off-line, sia in
termini strategici che operativi, e le logiche di pianificazione che guidano la definizione e ripartizio-
ne degli investimenti in Trade Marketing delle imprese industriali, con le conseguenti implicazioni
strategiche e organizzative, nell’ottica di una crescente affermazione di modelli di conduzione delle
relazioni verticali di partnership. Particolare attenzione sarà pertanto anche posta all’analisi delle
struttura e delle logiche strategiche e operative impiegate dai retailer (retail marketing). In particolare,
si analizza il ruolo economico del retail nell’ambito della catena del valore, si analizzano i fattori di
evoluzione degli scenari distributivi e si approfondiscono le principali scelte strategiche di marketing
e le leve di retailing-mix (assortimento, prezzo, promozione, comunicazione, etc.)
147
3 Customer Centricity
• Mostrare la complessità delle relazioni all’interno della catena del valore e le dinamiche
intrinseche di co-opetition.
• Illustrare i principi del trade marketing, del channel marketing e del retail marketing.
• Fornire gli strumenti di analisi per valutare le strategie implementate dall’industria per gestire
le relazioni con la clientela commerciale e conoscere le politiche di marketing delle imprese
distributive.
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
• Comprendere la dinamica evolutiva dei mercati, del commercio e dei canali distributivi.
• Selezionare gli aspetti essenziali per la gestione collaborativa dei canali distributivi e dei
rapporti industria-distribuzione.
• Cogliere le nuove frontiere innovative nella gestione delle imprese commerciali e i cambiamenti
apportati dalle tecnologie e dai canali digitali.
• Svolgere un’analisi del settore commerciale e delle esigenze dei clienti intermedi.
• Comprendere le specificità del settore commerciale e le principali aree del marketing distributi-
vo.
• Valutare la rilevanza delle funzioni svolte dalle imprese commerciali per i clienti finali.
• Selezionare gli aspetti essenziali per la gestione del marketing distributivo: dalla fase analitica
del retail marketing al retailing mix.
• Cogliere gli aspetti chiave nella gestione di marketing delle imprese commerciali e i cambiamenti
apportati dalle nuove tecnologie e dai canali digitali.
� Programma
1. Il settore commerciale.
• La struttura del settore commerciale.
• La classificazione delle imprese commerciali.
• Il marketing delle imprese commerciali
• L’importanza strategica dei servizi nell’impresa commerciale.
148
3 Customer Centricity
149
3 Customer Centricity
3. Channel Management.
• I canali distributivi
– La definizione di canale distributivo.
– Gli attori della distribuzione.
– Le funzioni distributive.
– L’economia dei canali: efficienza e specializzazione nelle funzioni distributive.
– I valori e i costi delle funzioni distributive.
– Le scelte distributive.
• Il posizionamento dei Gruppi Distributivi.
– La definizione dei Gruppi Strategici.
– Il modello di business della Grande Distribuzione.
– La trasformazione della Distribuzione Organizzata.
– L’internazionalizzazione della distribuzione.
• Il Channel Design.
– Come progettare l’articolazione dei canali.
– La struttura ottimale del canale.
– L’architettura dei canali distributivi.
– Canale diretto e canale indiretto.
– I livelli d’intermediazione dei canali indiretti: canale breve e canale lungo.
– La varietà dei canali distributivi.
– La varietà degli sbocchi distributivi.
– Il livello d’integrazione contrattuale dei canali distributivi.
• La gestione dei canali.
– La gestione della multicanalità.
– Il conflitto derivante dalla multicanalità.
– Le tipologie di multicanalità.
– Le politiche di differenziazione per il governo della multicanalità.
– La differenziazione di prodotto.
– La differenziazione del servizio commerciale.
– Il coordinamento centralizzato nei canali.
– La dimensione collaborativa delle relazioni distributive.
– La dimensione competitiva delle relazioni distributive.
– La gestione della multicanalità: dal conflitto alla co-opetition.
4. Il trade marketing.
• Il trade marketing.
• Le origini e le tendenze evolutive del trade marketing.
150
3 Customer Centricity
151
3 Customer Centricity
| Verifica dell’apprendimento
Prova scritta e/o orale, con modalità che saranno indicate dal docente in aula.
2. Barry R. Berman et al. (a cura di) (2017), Retail Management. A Strategic Approach, Pearson,
New York
3. Sandro Castaldo e Chiara Mauri (a cura di) (2017), Store management. Il punto vendita come
luogo di customer experience, Egea, Milano
5. Sandro Castaldo (a cura di) (2008), Retail & channel management, Egea, Milano
6. Sandro Castaldo, Monica Grosso et al. (a cura di) (2013), Retail & channel management, Edward
Elgar Pub, Cheltenham
7. Julian Dent e Michael White (2018), Sales and Marketing Channels. How to Build and Manage
Distribution Strategy, 3a ed., Kogane Page, London
8. Antonio Foglio (2014), Vendere alla grande distribuzione. La strategia di vendita e di trade marketing,
7a ed., Franco Angeli, Milano
9. Daniele Fornari, Sebastiano Grandi et al. (2019), #Retailvision. Gli scenari del marketing distribu-
tivo, Egea, Milano
152
3 Customer Centricity
10. Daniele Fornari (2018a), Multichannel retailing. Politiche di prezzo e promozioni, Egea, Milano
11. Daniele Fornari (2018b), Trade marketing & Sales Management. Le nuove sfide commerciali, Egea,
Milano
12. Daniele Fornari, Sebastiano Grandi et al. (2011), Il marketing della convenienza. Politiche di prezzo
e promozioni, Egea, Milano
13. Daniele Fornari (2009), Trade marketing. Relazioni di filiera e strategie commerciali, Egea, Milano
14. Robert W. Palmatier, Louis Stern et al. (2019), Marketing Channel Strategy. An Omni-Channel
Approach, 9a ed., Routledge, New York
15. Jesko Perrey e Dennis Spillecke (2017), Retail Marketing and Branding, 2a ed., John Wiley &
Sons, New York
16. Saibal Ray e Shuya Yin (a cura di) (2019), Channel Strategies and Marketing Mix in a Connected
World, Sringer, Berlin
153
3 Customer Centricity
4 Sales Management
� Prerequisiti
Conoscenze acquisite negli insegnamenti seguenti:
� Obiettivi formativi
Con l’insegnamento di Sales Management si chiude il ciclo di lezioni analizzando i processi e gli
strumenti che l’azienda mette in capo per la distribuzione del valore creato verso il consumatore
finale.
L’importanza delle vendite cresce in ogni settore e anche in ambito commerciale innovazione e
metodo si rivelano fattori critici di successo, soprattutto quando si tratti di aumentare la capacità
di gestire la complessità di aziende e mercati. Per eccellere i manager devono rafforzare le proprie
competenze e investire sulla propria professionalità. Alle vendite è infatti chiesto di essere sempre
meno arte e sempre più scienza: al talento naturale e alla destrutturazione associati al successo nei
ruoli commerciali, si affianca l’esigenza di solide fondamenta metodologiche per lo sviluppo di una
visione strategica, di una programmazione più efficace, di un più attento controllo delle attività.
Nella prima parte si affronteranno le tematiche di costruzione delle reti di vendita intese come
canali distributivi, analizzandone le caratteristiche, le scelte strutturali da compiere, la progettazione
dei canali, la capillarità e la distribuzione. Nella seconda parte dell’insegnamento si affronterà la
progettazione e la realizzazione di reti commerciali in cui i sales manager sono figure centrali nella
produzione di valore aggiunto per l’intero processo di distribuzione.
Il sales manager, concepita nel passato quale figura meramente operativa, è oggi una figura altamente
strategica nel processo sia di fornitura del valore sia di generazione dello stesso, giacché deve lavorare
a stretto contatto con chi gestisce i processi di marketing strategico e operativo ed è chiamato ad agire
come gestore e portatore di informazioni di inestimabile valore riguardo l’andamento dei prodotti
sul mercato e la percezione circa gli stessi da parte dei clienti intermedi (es. punti vendita e trade in
generale) e finali (i consumatori).
La gestione della forza vendita va intesa come un processo, dove una fase segue l’altra e tutte sono
integrate e determinanti sul risultato finale, partendo dalla selezione e dalla preparazione della Forza
vendita, passando per l’organizzazione del lavoro e la motivazione e remunerazione dei venditori,
154
3 Customer Centricity
• Mostrare che le relazioni tra vendite e resto dell’azienda siano di partnership e non conflittuali.
• Analizzare trasformare il ruolo del venditore come attore strategico per l’impresa?
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
• Coordinare le attività di vendita e i rapporti con i punti vendita per un determinato prodotto.
• Analizzare, rispettivamente, i flussi di vendita verso il punto vendita e dal punto vendita al
consumatore finale.
• Gestire i rapporti tra l’azienda e gli attori a valle, che possono includere distributori o venditori
al dettaglio.
� Programma
1. La gestione del canale di vendita e della filiera.
• L’importanza di gestire il canale di vendita e la filiera.
• I canali di vendita e la creazione del valore.
• La gestione del canale di vendita e gli altri aspetti del marketing.
• Progettare i canali di vendita.
• Canale di vendita diretto.
• Canale di vendita indiretto.
• Gestire il canale di vendita e la filiera.
• Gestire il canale di vendita e la filiera attraverso sistemi verticali.
• Gestire i canali di vendita e le relazioni strategiche.
• La circolazione delle informazioni nei canali di vendita.
• La circolazione delle merci nei canali di vendita.
• Centri di distribuzione e spedizione diretta ai negozi.
• Gestione delle scorte.
155
3 Customer Centricity
156
3 Customer Centricity
| Verifica dell’apprendimento
Partecipazione alle attività d’aula.
2. Daniela Corsaro (2018), Gestire la sales transformation. Tra human e digital, Franco angeli, Milano
3. David W. Cravens et al. (2013), The Oxford Handbook of Strategic Sales and Sales Management,
OUP, Oxford
4. Javier Marcos Cuevas et al. (2015), Sales Management. Strategy, Process and Practice, 4a ed., Red
Globe, London
5. Julian Dent e Michael White (2018), Sales and Marketing Channels. How to Build and Manage
Distribution Strategy, 3a ed., Kogane Page, London
6. Paolo Guenzi e Susi Geiger (2011), Sales Management. A multinational perspective, Red Globe,
London
7. Stefan Hase e Corinna Busch (2017), The Quintessence of Sales. What You Really Need to Know to
Be Successful in Sales, Springer, Berlin
8. Christian Homburg et al. (2012), Sales Excellence. Systematic Sales Management, Springer, Berlin
9. Thomas N. Ingram et al. (2019), Sales Management. Analysis and Decision Making, 10a ed.,
Routledge, New York
10. David Jobber e Geoff Lancaster Kenneth Le Meunier-FitzHugh (2019), Selling and Sales Mana-
gement, 11a ed., Pearson, New York
11. Mark W. Johnston e Greg W. Marshall (2018), The Routledge Companion to Selling and Sales
Management, Routledge, New York
12. Mark W. Johnston e Greg W. Marshall (2016), Sales Force Management. Leadership, Innovation,
Technology, 12a ed., Routledge, New York
13. Philip Kotler, Marian Dingena et al. (2015), Transformational Sales. Making a Difference With
Strategic Customers, Springer, Berlin
14. Nikala Lane (2015), Strategic Sales and Strategic Marketing, Routledge, New York
157
3 Customer Centricity
15. Chiara Mio (2013), Programmazione e controllo delle vendite. Una prospettiva di sostenibilità, Egea,
Milano
18. Christoph Preuss (2013), Retail Marketing and Sales Performance. A Defi nitive Guide to Optimizing
Service Quality and Sales Effectiveness, Springer, Berlin
19. Marco Aurelio Sisti et al. (2015), Gestire le vendite. L’eccellenza nel sales management, Egea, Milano
158
PEOPLE ENHANCEMENT 4
insegnamenti del modulo
1 Leading Organizations . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 160
2 People Evaluation and Management . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 165
3 Agile Organization . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 172
4 Business Histories of HRM . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 177
5 Business Communication . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 178
6 Professional Dream, Public Speaking and Functional Storytelling . . . . . . . . . . 183
Gli altri insegnamenti approfondiscono la gestione operativa delle risorse, forniscono un quadro
dei cambiamenti organizzativi e personali necessari per immaginare nuovi percorsi professionali,
mettono a fuoco come attivare una coerente e rispettosa valutazione delle competenze possedute
dai collaboratori e una gestione in sintonia con le politiche aziendali.
159
4 People Enhancement
1 Leading Organizations
� Prerequisiti
Conoscenze acquisite nei seguenti insegnamenti
• Design Thinking and Creativity for Business Innovation (v. pagina 92)
� Obiettivi formativi
L’insegnamento si colloca nella parte conclusiva del Master e si pone come obiettivo di fornire ai
partecipanti spunti e riferimenti utili per la guida delle persone, la presa in carico e la gestione
dei processi di cambiamento, la capacità di prendere decisioni difficili, comunicarle e mantenerle.
Queste tre attitudini sono necessarie per qualsiasi ruolo di guida e di gestione.
La leadership e il leader hanno e avranno ancora per molto tempo un ruolo e una posizione centrale
nello sviluppo di un’organizzazione. Sempre più nell’era digitale si ha bisogno di leader che sappiano
traghettare le aziende verso nuovi futuri, che sappiamo infondere visione e passione, che riconnet-
tano le esigenze del business, i valori dell’organizzazione e il valore delle persone, che sappiano
riporre la giusta attenzione non solo a quello che è legalmente possibile, ma anche moralmente
corretto, che rivalutino il lavoro e l’etica del lavoro ad essa associato.
La necessità di leadership aumenta quando le organizzazioni sono chiamate a misurarsi con cambia-
menti tumultuosi e incalzanti, quando le persone devono operare in condizioni di stress, quando il
futuro appare incerto e minaccioso.
Per cambiare, un’organizzazione deve essere capace di immaginare il futuro e accettare di verificare
la propria robustezza per prepararsi a gestire la turbolenza. Nell’incertezza è fondamentale trovarsi a
proprio agio nel disagio. Il cambiamento è un percorso pensato, comunicato, pianificato e governato
dal management. La chiarezza è necessaria per convincere e portare a bordo le persone che lo devono
accettare e poi portarlo a buon fine. Il percorso che porta al cambiamento è sempre finalizzato a
conseguire miglioramenti rilevanti e durevoli nel tempo che non possono avvenire senza un diffuso
processo di apprendimento, di condivisione e di collaborazione.
Le organizzazioni oggi sono grandi, complesse, difficili da realizzare, capire e ancora più difficili
da gestire. Per avere successo, i manager devono avere un forte conoscenza delle reti sociali che
collegano le persone nelle organizzazioni e come sfruttarle. Dovrebbero identificare dove risiedono
il vedo potere e l’influenza nell’organizzazione. Per attuare iniziative di successo, i manager hanno
bisogno per superare le barriere organizzative al cambiamento.
La leadership è la capacità di guida delle organizzazioni. È una dote, un talento che non tutti hanno.
Più le organizzazioni si rinforzano estendendo le loro matrici organizzative più c’è bisogno di leader-
ship. Le organizzazioni con strutture piatte «flat organisation» hanno bisogno di maggiore capacità di
160
4 People Enhancement
leadership di quelle strutturate. Mancanza di gerarchia non significa mancanza di leadership. Parados-
salmente le organizzazioni piatte richiedono una leadership più forte di quelle con forte gerarchia.
Fare bene il proprio lavoro non significa essere dei leader e quando si cambia incarico o posizione or-
ganizzativa è pericoloso valutare una persona su quanto bene hanno fatto nella posizione precedente.
La decisione, infine, è l’atto più importante del ruolo manageriale. Decidere (dal latino decīdĕre,
composto di de- e caedĕre «tagliare», propriamente «tagliar via») vuole dire scegliere, prendere una
direzione, mettere in atto un’azione scelta tra più alternative. Tutte le decisioni hanno il loro grado
di difficoltà e aleatorietà;per questo motivo, prendere una decisione è sempre insidioso, faticoso
e difficile. Per chi ha responsabilità della guida di persone e risultati gestionali da raggiungere e
mantenere nel tempo, il saper decidere è la «competenza madre» di tutte le competenze, al fine
di lavorare per produrre risultati, valore e redditività. Le decisioni possono essere individuali o
collettive. Le prime sono prese in solitudine le seconde prese con il contributo di altri e per questo
possono essere più ponderate ma nello stesso tempo molto più faticose e laboriose. Le decisioni
sono difficili perché in esse sono compresi aspetti cognitivi, emozionali e anche etici.
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento i partecipanti avranno avuto la possibilità di analizzare e sperimentare
attraverso l’analisi di casi e la partecipazione a esercitazioni, singole e in piccoli gruppi:
• la diversità e la spendibilità dei diversi modelli di leadership necessari per guidare e fare
crescere le persone;
• la capacità di preparare, comunicare, agire e mantenere con coerenza nel tempo una decisione
presa.
� Programma
1. Leading People.
• Guidare e fare crescere le persone in un contesto incerto e volatile.
• Le principali definizioni di leadership.
• Leadership vs Management.
• Leadership che funziona e leadership che dura nel tempo.
• I sei stili di leadership di Goleman basati sull’Intelligenza Emotiva.
161
4 People Enhancement
2. Leading Change.
• Cos’è il cambiamento.
• I falsi miti sul cambiamento.
• La non linearità del processo di cambiamento.
• Coalizioni e alleanze nel processo di cambiamento.
162
4 People Enhancement
3. Decision Making.
• Il processo decisionale.
• Prendere decisioni difficili e sostenerle.
• La trappola degli stereotipi e dei pregiudizi.
• Decisioni di tipo cognitivo, etico e emotivo.
• Il modello di scelta razionale.
• Il modello di scelta a razionalità limitata di Simon.
• Il modello retrospettivo di Soelberg.
• Il modello del «bidone della spazzatura».
• Processi decisionali e leadership distribuita.
• Comunicare e argomentare una decisione.
163
4 People Enhancement
| Verifica dell’apprendimento
Prova scritta e/o orale, con modalità che saranno indicate dal docente in aula.
2. Riccardo Magnone e Franco Tartaglia (2013), Cambiamento: una faticosa opportunità. Pensare e
realizzare il cambiamento, Giappichelli, Torino
4. Daniel Goleman et al. (2004), Essere leader. Guidare gli altri grazie all’intelligenza emotiva, Rizzoli,
Milano
5. Leandro Herrero (2008), Viral Change. The Alternative to Slow, Painful and Unsucessful Manage-
ment of Change in Organisations, 2a ed., Meetingminds Publishing, Beaconsfield
6. Paul Hersey e Kenneth Blanchard (1984), Leadership situazionale. Come valutare e migliorare le
capacità di gestione e degli uomini, Sperling & Kupfer, Milano
8. Nassim Nicholas Taleb (2013), Antifragile. Prosperare nel disordine, Il Saggiatore, Milano
9. Nassim Nicholas Taleb (2014), Il Cigno Nero. Come l’improbabile governa la nostra vita, Il
Saggiatore, Milano
164
4 People Enhancement
� Obiettivi formativi
La centralità delle persone è particolarmente importante in quest’epoca dominata dalla digital tran-
sformation che pervade tutte le aziende e la gestione delle risorse umane si pone al centro della
gestione d’impresa, in quanto essa è una fonte del vantaggio concorrenziale.
Lo Human Resource Management è l’insieme delle decisioni e delle azioni riguardanti il coerente
impiego degli individui nell’ambito del sistema organizzativo, che realizza l’allineamento tra aspet-
tative individuali e aspettative dell’organizzazione e l’armonizzazione tra componente sociale e la
strategia e la struttura dell’organizzazione.
L’insegnamento fornisce un quadro dei fattori significativi che influenzano il comportamento delle
persone nelle organizzazioni per valutarne l’impatto sulla gestione. Saranno analizzati i principali
strumenti di people management (di attraction, di retention e di engagement delle persone) intesi come
leva essenziale per svolgere la funzione manageriale di guida e motivazione di persone e gruppi.
Lo sviluppo del capitale umano in azienda, il processo e gli strumenti a disposizione per aumen-
tare qualità e quantità dei risultati aziendali utilizzando i talenti sono elementi fondamentali per
l’azienda. Occorre sapere cosa motiva davvero le persone, come fare per attrarre i migliori talenti e
trattenerli all’interno dell’organizzazione, come progettare un’efficace sistema di valutazione delle
prestazioni. L’importanza delle competenze, delle conoscenze e della capacità di apprendimento
continuo si è rivelata fondamentale per le imprese, che per trattenere le persone con maggior talento
devono guardare alle risorse con occhio strategico.
La valutazione delle risorse umane è un processo finalizzato ad esprimere un giudizio sul valore dei
contributi dei membri dell’organizzazione in rapporto ai fattori critici di successo dell’azienda al
fine di migliorare i risultati gestionali. Grazie ai sistemi di valutazione è infatti possibile definire
tutti quegli interventi (formazione, revisione delle politiche di compensation, riorganizzazione, ecc.)
necessari al raggiungimento degli obiettivi di medio e lungo termine previsti dalla strategia aziendale.
165
4 People Enhancement
• Conoscere il processo di Performance Management, gli obiettivi, i metodi e gli strumenti utilizza-
bili.
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante
• Comprenderà le problematiche relative alla gestione del personale all’interno della strategia
aziendale.
• Avrà migliorato le proprie capacità di valutare le persone con criteri e metodi più oggettivi.
� Programma
1. Strategia d’impresa, risorse umane e creazione di valore.
• Relazioni tra strategia e gestione delle risorse umane.
• Lo Strategic Human Resource Management e i framework di riferimento.
• Le competenze della funzione HR.
• I processi del HRM.
• Trend del HRM.
• Il ciclo del valore delle risorse umane.
• Cultura e comportamento organizzativo.
• Valori, atteggiamenti e soddisfazione lavorativa.
• Le sfide competitive che influenzano la gestione delle risorse umane.
166
4 People Enhancement
• Il job design.
• Job analysis, job description, job profile.
• Le variabili chiave nella progettazione del lavoro.
• Le nuove forme di organizzazione del lavoro.
• Pianificazione e ricerca del personale.
• Il recruiter digitale.
• L’evoluzione del processo di selezione.
• Social Recruiting: individuare candidati attraverso i Social Network.
• La valutazione dei candidati: i principali strumenti.
• L’assunzione e l’onboarding.
• Employer Branding
167
4 People Enhancement
168
4 People Enhancement
| Verifica dell’apprendimento
Prova scritta e/o orale, con modalità che saranno indicate dal docente in aula.
2. Talya Bauer et al. (2020), Fundamentals of Human Resource Management. People, Data, and
Analytics, SAGE Publications, London
4. Giuseppe Caliccia (2017), Guida pratica all’Employer Branding. Teoria, dati e casi, Franco Angeli,
Milano
5. Giovanni Costa e Martina Gianecchini (2019), Risorse umane. Persone, relazioni e valore, 3a ed.,
McGraw-Hill Education, Milano
7. Nik Chmiel et al. (a cura di) (2019), Introduzione alla psicologia delle organizzazioni, Il Mulino,
Bologna
8. Stefano Cirella (2015), Teoria e pratica del comportamento organizzativo, Carocci, Roma
9. Jason Colquitt et al. (2020), Organizational Behavior. Improving Performance and Commitment in
the Workplace, 7a ed., McGraw-Hill Education, New York
10. Jonathan Crawshaw et al. (2020), Human Resource Management. Strategic and International
Perspectives, 3a ed., SAGE Publication, London
11. Ananda Das Gupta (2020), Strategic Human Resource Management. Formulating and Implementing
HR Strategies for a Competitive Advantage, Routledge, New York
12. Gary Dessler (2019b), Human Resource Management. Global Edition, 16a ed., Pearson, New York
169
4 People Enhancement
13. Gary Dessler (2019a), Fundamentals of Human Resource Management. Global Edition, 5a ed.,
Pearson, New York
14. Gary Dessler (2017), Gestione delle risorse umane. Fondamenti, Pearson, Milano
15. Alessandro Donadio (2017), HRevolution. HR nell’epoca della social e digital trasformation, Franco
Angeli, Milano
16. Gabriele Gabrielli e Silvia Profili (2016), Organizzazione e gestione delle risorse umane, 2a ed.,
ISEDI, Torino
17. Angela Gallo e Maurizio Di Feo (2011), Parlami, capo. Il colloquio nella gestione dei collaboratori:
logiche, strumenti, metodi e tecniche di conduzione, Franco Angeli, Milano
18. Ricky W. Griffin et al. (2019), Organizational Behavior. Managing People and Organizations, 13a ed.,
Cengage, Boston
19. Alexander S. Haslam (a cura di) (2015), Psicologia delle organizzazioni, Apogeo Education,
Milano
20. James Hayton et al. (2019), Human Resource Management. A Frontline Manager’s Perspective,
Routledge, New York
22. Caroline Hook e Andrew Jenkins (2019), Introducing Human Resource Management, 8a ed.,
Pearson, New York
23. Manfred F. R. Kets de Vries (2000), L’organizzazione irrazionale. La dimensione nascosta dei
comportamenti organizzativi, Raffaello Cortina, Milano
24. Manfred F. R. Kets de Vries (1996), L’organizzazione nevrotica. Una diagnosi in profondità dei
disturbi e delle patologie del comportamento organizzativo, Raffaello Cortina, Milano
25. Angelo Kinicki e Mel Fugate (2020b), Organizational Behavior. A Practical, Problem-Solving
Approach, 3a ed., McGraw-Hill Education, New York
26. Angelo Kinicki e Mel Fugate (2020a), Comportamento organizzativo, 2a ed., Apogeo Education,
Milano
27. Robert Konopaske et al. (2017), Organizational Behavior and Management, 11a ed., McGraw-Hill
Education, New York
28. Doriano Marangon (2015), Il comportamento organizzativo nelle aziende. Individui, gruppi, leader,
Carocci, Roma
29. Steven McShane e Mary Ann Von Glinow (2020), Organizational Behavior. Emerging Knowledge.
Global Reality, 9a ed., McGraw-Hill Education, New York
30. Beatrice Manzoni e Martina Raffaglio (a cura di) (2014), HR Management. Far crescere le persone
per far crescere il business, Egea, Milano
31. Anna Martini e Silvia Zanella (2019), Digital recruiter. Social network, AI, gamification e strumenti
tech per i professionisti HR, Franco Angeli, Milano
170
4 People Enhancement
32. Raymond Noe et al. (2020), Human Resource Management. Gaining a competitive advantage,
12a ed., McGraw-Hill Education, New York
33. Raymond Noe et al. (2019a), Fundamentals of Human Resource Management, 8a ed., McGraw-Hill
Education, New York
34. Raymond Noe et al. (2019b), Gestione delle risorse umane, 3a ed., Apogeo Editore, Milano
35. Massimo Pilati e Henry L. Tosi (2017), Comportamento organizzativo. Individui, relazioni, organiz-
zazione, management, 3a ed., Egea, Milano
36. Stephen P. Robbins e Timothy A. Judge (2019), Organizational Behavior. A Practical, Problem-
Solving Approach, 18a ed., Pearson, New York
37. Stephen P. Robbins, Timothy A. Judge e Domenico Bodega (2016), Comportamento organizzativo.
Conoscere e sviluppare competenze organizzative, Pearson, Milano
38. Derek Torrington et al. (2020), Human Resource Management, Pearson, New York
39. Armin Trost (2019), Human Resources Strategies. Balancing Stability and Agility in Times of
Digitization, springer, Berlin
40. Andrea Vettori (2019), Talent e high performer display. Metodologie e strumenti per la visualizzazione
e la quantificazione dei talenti e delle risorse umane ad alto rendimento, Franco Angeli, Milano
41. Renato Votta (2012), HR Metrics. Misurare il valore aggiunto della Direzione Umane e della
Formazione ai tempi della crisi, Franco Angeli, Milano
171
4 People Enhancement
3 Agile Organization
� Prerequisiti
Conoscenze acquisite nei seguenti insegnamenti:
� Obiettivi formativi
L’insegnamento, dopo aver richiamato le basi della progettazione organizzativa, con focus sulle
soluzioni strutturali e strumentali all’implementazione delle strategie, mostrerà le nuove sfide che
l’ambiente VUCA/TUNA pone alle aziende e come affrontare la trasformazione organizzativa.
Il digital vortex attrae verso il proprio centro tutti i settori per trasformarli definitivamente. Secondo
legge di Martec, mentre la tecnologia evolve a un tasso esponenziale, le organizzazioni evolvono a un
tasso logaritmico, ovvero fanno sempre più fatica a cambiare. Più le organizzazioni sono strutturate
e grandi, più questa fatica aumenta. Cambiare è possibile, ma è molto faticoso, costoso e avviene in
tempi molto lenti.
Per poter rispondere alle nuove sfide competitive, occorre riprogettare non solo la struttura organiz-
zativa, ma l’intero mindset dell’organizzazione, la cultura organizzativa. Il punto di riferimento da
cui si prende spunto è la velocità e la reattività con cui le start-up riescono ad affrontare problemi
di mercato e dare risposte rapide. L’Agile consente, anche su scale più grandi, a mantenere quelle
stesse caratteristiche per rendere le aziende capaci di trasformare le possibili minacce che arrivano
dal contesto esterno in opportunità.
La Business Agility é basata sul paradigma di autonomia condivisa che supera il tradizionale para-
digma di predizione e controllo evolvendo verso un paradigma che produce maggiore efficienza,
efficacia, innovazione, profitti, crescita, engagement, motivazione, responsabilizzazione e minori costi
e sprechi.
172
4 People Enhancement
• Mostrare come progettare un’organizzazione agile per rispondere alla turbolenza del mercato.
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
� Programma
1. L’organizzazione tradizionale dell’impresa.
• Principali modelli organizzativi.
• Limiti dei modelli tradizionali.
173
4 People Enhancement
| Verifica dell’apprendimento
Partecipazione alle attività d’aula.
174
4 People Enhancement
2. Donald L. Anderson (2018), Organization Design. Creating Strategic & Agile Organizations, SAGE
Publications, London
3. Daniel Brosseau et al. (2019), The journey to an agile organization, a cura di McKinsey, mag. 2019,
eprint: https://mck.co/3chQz8u, url: https://mck.co/2K0WSl5
5. Neha Chatwani (a cura di) (2019), Organisational Agility. Exploring the Impact of Identity on
Knowledge Management, Palgrave, London
6. Giovanni Costa et al. (a cura di) (2016), Organizzazione aziendale. Mercati, gerarchie e convenzioni,
3a ed., McGraw-Hill Education, Milano
8. Aaron De Smet et al. (2018), Leading agile transformation. The new capabilities leaders need to build
21st-century organizations, a cura di McKinsey, ott. 2018, eprint: https://mck.co/3egfhrL, url:
https://mck.co/2yZ3GgL
9. Alessandro Donadio (2018), Smarting Up. La smart organization: una nuova relazione tra persona
e organizzazione, Franco Angeli, Milano
10. Linda Holbeche (2019), The Agile Organization. How to Build an Engaged, Innovative and Resilient
Business, 2a ed., Kogan Page, London
11. KPMG (a cura di) (2019a), Agile Transformation. From Agile experiments to operating model
transformation: How do you compare to others?, dic. 2019, eprint: https://bit.ly/3a5dFhn
12. Christian Kroll et al. (2017), Agile Organizations. An Approach for a successful journey towards
more agility in daily business, a cura di Capgemini, 8 mag. 2017, eprint: https://bit.ly/3b84XQF
13. Jay R. Galbraith (2014), Designing Organizations. Strategy, Structure, and Process at the Business
Unit and Enterprise Levels, 3a ed., Jossey-Bass, San Francisco
14. Emmanuel Gobillot (2008), The Connected Leader. Creating Agile Organizations for People,
Performance and Profits, Kogan Page, London
15. Salim Ismail et al. (2015), Exponential Organizations. Il futuro del business mondiale, Marsilio,
Venezia
16. Fabio Lisca (2019), Business agility. Che cosa è, come funziona e perché oggi è necessaria, Franco
Angeli, Milano
17. Fabio Lisca (2017), Il quinto paradigma. Come trasformare la propria azienda in un’organizzazione
agile, Franco Angeli, Milano
18. Matt LeMay (2019), Agile per tutti. Creare organizzazioni snelle, flessibili e centrate sul cliente,
Apogeo Editore, Milano
175
4 People Enhancement
19. mahadevan-agile-org
20. Management Solutions (a cura di) (2019), From agile delivery, to an agile organization, eprint:
https://bit.ly/3b7Czya
21. McKinsey (a cura di) (2018), Agile compendium, ott. 2018, eprint: https://mck.co/3eis6C2
22. Mario E. Moreira (2017), The Agile Enterprise. Building and Running Agile Organizations, Apress,
New York
23. Kris Oestergaard (2019), Transforming Legacy Organizations. Turn Your Established Business into
an Innovation Champion to Win the Future, John Wiley & Sons, New York
24. John Orvos (a cura di) (2018), Achieving Business Agility. Strategies for Becoming Pivot Ready in
a Digital World, Apress, New York
25. Francisco Palao et al. (2019), Exponential Transformation. Evolve Your Organization (and Change
the World) With a 10-week Exo Sprint, John Wiley & Sons, New York
26. Joseph Raynus (a cura di) (2018), Agilizing the Enterprise, Auerbach Publications, Boca Raton
27. Jeanne W. Ross (2019), Leading the Agile Organization. Webinar, a cura di Harvard Business
Review, 30 gen. 2019, url: https://bit.ly/3eoGSY7
28. Olli Salo (2017), How to create an agile organization, a cura di McKinsey, ott. 2017, eprint:
https://mck.co/3b7Atyi, url: https://mck.co/2K4isoJ
29. Severino Salvemini (a cura di) (2017), Organizzazione aziendale, Egea, Milano
30. Nico Spadoni (2019), #Agilità. La sfida alla complessità dei nuovi business, Franco Angeli, Milano
31. David Wiraeus e James Creelman (a cura di) (2018), Agile Strategy Management in the Digital Age.
How Dynamic Balanced Scorecards Transform Decision Making, Speed and Effectiveness, Palgrave,
London
176
4 People Enhancement
� Obiettivi formativi
Il tema portante dell’insegnamento è di sviluppare le competenze professionali necessarie per
intervenire all’interno delle organizzazioni e della gestione delle risorse umane, acquisendo le
competenze sui temi della leadership e del management.
Per venire a contatto con esempi reali di gestione, sono previste testimonianze aziendali di profes-
sionisti e manager nell’ambito della Gestione delle Risorse Umane, che permettano ai partecipanti di
conoscere i più recenti modelli di gestione del personale e gli strumenti maggiormente utilizzati
nelle medie e grandi imprese.
| Verifica dell’apprendimento
Partecipazione alle attività d’aula.
177
4 People Enhancement
5 Business Communication
� Prerequisiti
Conoscenze acquisite nei seguenti insegnamenti:
• Organizational Behavior (v. pagina 11)
� Obiettivi formativi
La comunicazione può definirsi come la modalità attraverso cui si instaurano, si strutturano, si svi-
luppano le relazioni sociali e si afferma il sé nel mondo come attori individuali e/o collettivi. Quindi
si parla di comunicazione quando si esprime se stessi e quando si trasmette qualcosa a qualcuno.
Oltre a cosa viene detto è allora importante come viene detto, specialmente nella comunicazione
persuasiva che ha lo scopo di orientare opinioni o scelte del destinatario facendo leva sulle tecniche
della (neo)retorica. Lo sviluppo dei metodi d’influenza efficaci permette di gestire efficacemente i
collaboratori, costruire relazioni di collaborazione e avere l’attenzione e l’impegno di soggetti esterni.
• Far riflettere sui meccanismi sociali che condizionano le relazioni interpersonali e le influenze
sulla comunicazione.
• Fornire gli elementi concettuali basilari per l’interpretazione dei processi comunicativi in
ambito business, con un particolare riferimento alla credibilità e all’autenticità.
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
• Utilizzare in modo autonomo i concetti fondamentali e il lessico specifico della teoria della
comunicazione, definendo gli elementi dell’atto comunicativo, gli elementi e le caratteristiche
della comunicazione verbale e di quella non verbale.
• Individuare in quale modo gli elementi della comunicazione verbale e non verbale concor-
rono all’efficacia della comunicazione in pubblico, alla costruzione della credibilità e della
persuasione.
• Saper convincere e orientare atteggiamenti e azioni dei propri interlocutori utilizzando argo-
mentazioni/modalità incisive di comunicazione, suscitando impatto emotivo, riformulando
l’argomento sotto prospettive che possano attivare e mantenere ascolto e interesse nel tempo.
178
4 People Enhancement
• Saper applicare e rimodulare diversi stili di influenza gestendo strategie di rapporto mirate in
relazione alla situazione e agli interlocutori, trasmettendo una positiva visione e percezione di
sé e dell’Azienda.
� Programma
1. Introduzione alla Comunicazione.
• La definizione di comunicazione.
• Il processo comunicativo.
• Le funzioni del processo comunicativo.
• La comunicazione verticale, orizzontale e circolare.
• Comunicazione interpersonale e comunicazione sociale.
179
4 People Enhancement
8. La retorica e l’argomentazione.
• Le regole di base per argomentare.
• Le cinque fasi dell’organizzazione del discorso oratorio (inventio, dispositio, elocutio,
memoria e actio).
• I tre «mezzi di persuasione» (èthos, pàthos, lògos).
• Le qualità specifiche del parlare (virtutes elocutionis: puritas, perspicuitas, ornatus, aptum).
180
4 People Enhancement
9. Storytelling.
• L’arte di raccontare nell’era digitale.
• Le regole fondamentali per uno storytelling efficace.
• Stile, personalità e autenticità nella narrazione.
• Il Data Storytelling.
| Verifica dell’apprendimento
Prova scritta e/o orale, congiuntamente all’insegnamento Professional Dream, Public Speaking and
Functional Storytelling (v. pagina 183), con modalità che saranno indicate dal docente in aula.
2. Luigi Anolli (a cura di) (2002), Psicologia della comunicazione, Il Mulino, Bologna
3. Mauro De Vincentiis (2020), La comunicazione interna. Teoria e tecniche. Come creare valore nelle
organizzazioni: strategie, strumenti e modelli gestionali, CDG Edizioni, Milano
4. Francesco Gavatorta e Riccardo Milanesi (2019), Transmedia experience. Dallo storytelling alla
narrazione totale, Franco Angeli, Milano
5. Andrea Granelli e Flavia Trupia (2019), La retorica è viva e gode di ottima salute. Convincere, capire,
vaccinarsi ai tempi del web, Franco Angeli, Milano
6. Andrea Granelli e Flavia Trupia (2014), Retorica e business. Intuire, ragionare, sedurre nell’era
digitale, Egea, Milano
7. Lorella Lotto e Rino Rumiati (a cura di) (2013), Introduzione alla psicologia della comunicazione,
2a ed., Il Mulino, Bologna
9. Cole Nussbaumer-Knaflic (2016), Data storytelling. Generare valore dalla rappresentazione delle
informazioni, Apogeo Editore, Milano
10. Alberto Pastore e Maria Vernuccio (2013), Impresa e comunicazione. Principi e strumenti per il
management, 2a ed., Apogeo Editore, Milano
11. Chaïm Perelman e Lucie Olbrechts-Tyteca (2013), Trattato dell’argomentazione. La nuova retorica,
Einaudi, Torino
181
4 People Enhancement
12. Fabio Piccigallo (2019), Data storytelling. Impara a trasformare le tue analisi in una narrazione
comprensibile da chiunque, Dario Flaccovio Editore, Palermo
14. Daniele Trevisani (a cura di) (2019), Ascolto attivo ed empatia. I segreti di una comunicazione
efficace, Franco Angeli, Milano
15. Flavia Trupia (2016), Discorsi potenti. Tecniche di persuasione per lasciare il segno, Franco Angeli,
Milano
16. Valeria Verrastro (a cura di) (2016), Psicologia della comunicazione. Un manuale aggiornato,
Franco Angeli, Milano
17. Paul Watzlawick et al. (1978), Pragmatica della comunicazione umana. Studio dei modelli interattivi,
delle patologie e dei paradossi, Astrolabio, Roma
182
4 People Enhancement
� Obiettivi formativi
L’obiettivo principale dell’insegnamento è di riflettere sulle proprie aspirazioni, progetti, potenzialità
professionali e migliorare la capacità di esprimerle in pubblico, influenzando l’audience, grazie
all’acquisizione di una maggiore consapevolezza dei propri desideri professionali e del proprio stile
di comunicazione, e al potenziamento delle proprie tecniche vocali e corporee per la strutturazione
di un discorso efficace.
Durante l’insegnamento, i partecipanti saranno chiamati a presentare i loro progetti con un coin-
volgimento attivo, mettendosi in gioco e confrontandosi in maniera pratica con le tematiche di
comunicazione efficace che potranno apprendere in un contesto stimolante e di apprendimento
reciproco.
• quanto la missione e visione del proprio progetto/sogno professionale sia per lui/lei chiara ed
efficacemente esprimibile e ingaggiante nei confronti dell’audience;
• quanto presta attenzione alla tecnica d’influenza e di impatto utilizzati, quali ad esempio:
modulare il tono della voce; dare enfasi, sia con la voce, sia con il non verbale, ai punti
importanti del discorso; fare domande aperte o finalizzate; cercare argomenti d’interesse
dell’interlocutore, ecc.;
• come lascia spazio di replica all’interlocutore e risponde puntualmente alle sue domande/os-
servazioni/obiezioni;
183
4 People Enhancement
� Risultati attesi
Al termine dell’insegnamento, il partecipante sarà in grado di
• Essere più consapevole delle proprie aspirazioni/sogni professionali nel contesto e settore di
business in cui opera, favorendo il cambiamento e il progresso.
• Affinare le capacità di parlare con uno stile incisivo ed efficace, gestire e superare l’ansia
del confronto con la platea, creare sintonia con gli interlocutori coinvolgendoli nelle proprie
argomentazioni.
� Programma
1. Essere consapevoli di ciò che si vuole comunicare.
• Che cos’è il Progetto/Sogno professionale.
• Esempi di «missione» e «visione» del proprio progetto professionale.
184
4 People Enhancement
3. Coinvolgere l’audience.
• Come informarsi sul pubblico.
• Spettacolarità e noiosità del relatore: gli elementi linguistici ed extra-linguistici implicati.
• L’uso dell’umorismo.
• Saper trasmettere visioni.
• Esprimere opinioni e accettare critiche.
• Atteggiamento conversazionale.
• Governare l’energia della sala e l’interazione col pubblico.
• La curva di attenzione della platea e la sua gestione in base alla durata del discorso.
185
4 People Enhancement
| Verifica dell’apprendimento
Prova scritta e/o orale, congiuntamente all’insegnamento Business Communication (v. pagina 178),
con modalità che saranno indicate dal docente in aula.
1. Claudio Cortese e Remigia Spagnolo (2014), «Una quieta rivoluzione. La facilitazione dei
sogni professionali delle persone», Personale e lavoro, 557 (giu. 2014), p. 16-22, eprint: http:
//bit.ly/2TREW0F
2. Remigia Spagnolo (2019), Appuntamento con il tuo sogno professionale. Una bussola per orientarsi
nella ricerca delle proprie potenzialità, Franco Angeli, Milano
3. Remigia Spagnolo (2017), Un ignoto promettente. Realizzare il proprio sogno professionale per un
destino ori-geniale, Giappichelli, Torino
5. Remigia Spagnolo (2014a), «Galles, qui le microimprese vanno in meta», VITA (mar. 2014)
1. Chris Anderson (2017), TED Talks. The official TED guide to public speaking, Headline, London
2. Chris Anderson (2013), «How to Give a Killer Presentation», Harvard Business Review, 91, 6
(giu. 2013), p. 121-125, url: http://bit.ly/336u3w4
5. Robert B. Dilts (2018), Come condurre una presentazione efficace. Tecniche di programmazione
neurolinguistica per strategie comunicative vincenti, Franco Angeli, Milano
6. Marino Bonaiuto e Fridanna Maricchiolo (2009), La comunicazione non verbale, 2a ed., Carocci,
Roma
186
4 People Enhancement
7. Renata Borgato et al. (2016), Le mele d’oro. Giochi ed esercitazioni per prepararsi a parlare in pubblico,
Franco angeli, Milano
8. Phillip E. Bozek (2016), Comunicare con efficacia. 50 regole pratiche per migliorare riunioni,
documenti, presentazioni, 5a ed., Franco Angeli, Milano
10. Dale Carnegie (2019b), Come parlare in pubblico e convincere gli altri, Bompiani, Milano
11. Dale Carnegie (2019a), Come diventare un comunicatore eccezionale, Bompiani, Milano
12. Robert B. Cialdini (2013), Le armi della persuasione. Come e perché si finisce col dire di sì, Giunti
Editore, Firenze
13. Enrico Cogno (2016), Il talento del comunicatore. Manuale per diventare communication manager di
successo, Framco Angeli, Milano
14. Stefano Faraoni (2019), Public speaking. L’arte di attirare l’attenzione, Hoepli, Milano
16. Max Formisano (2013), Public speaking per tutti. Se solo potessi…parlare in pubblico senza stress,
Rizzoli Etas, Milano
17. Michele Gotuzzo e Francesca Tassistro (2013), L’arte di presentare. Idee semplici e funzionali per
realizzare ed esporre presentazioni efficaci, FAG, Milano
18. Oren Klaff (2017), Pitch anything. La presentazione perfetta. Il metodo innovativo per comunicare,
convincere e farsi dire sempre di sì, ROI Edizioni, Macerata
19. Maurizio La Cava (2019), Lean presentation design. Creare la presentazione perfetta in un batter
d’occhio, 2a ed., Franco Angeli, Milano
20. Maurizio La Cava (2018), Startup pitch. Come presentare un’idea e convincere gli investitori a
finanziarla, Dario Flaccovio Editore, Palermo
21. Steve Mandel (2018), Parlare in pubblico sicuri, preparati e organizzati. Tecniche sperimentate per
presentazioni più motivanti, entusiasmanti e persuasive, 2a ed., Franco Angeli, Milano
22. Cole Nussbaumer-Knaflic (2016), Data storytelling. Generare valore dalla rappresentazione delle
informazioni, Apogeo Editore, Milano
23. Daniele Orzati (2019), Visual storytelling. Quando il racconto si fa immagine, Hoepli, Milano
24. Giuseppe Papotto (2016), Presentazioni conVincenti in PowerPoint. Consigli pratici per una
comunicazione efficace, Franco Angeli, Milano
25. Allan Pease e Barbara Pease (2020), The Definitive Book of Body Language. The Hidden Message
Behind People’s Gestures and Expressions, Bantam Dell Pub Group, New York
26. Allan Pease e Barbara Pease (2008), Perché mentiamo con gli occhi e ci vergognamo con i piedi?,
BUR Rizzoli, Milano
187
4 People Enhancement
27. Fabio Piccigallo (2019), Data storytelling. Impara a trasformare le tue analisi in una narrazione
comprensibile da chiunque, Dario Flaccovio Editore, Palermo
28. Eddo Rigotti e Sara Cigada (2013), La comunicazione verbale, 2a ed., Apogeo Editore, Milano
29. Cesare Sansavini (2018), L’arte del public speaking. Tecniche avanzate di comunicazione, 4a ed.,
Alpha Test, Milano
30. Cesare Sansavini e Alessandro Sansavini (2019), Parlare in pubblico. Farsi capire, farsi ascoltare,
persuadère il gruppo, Giunti Editore, Firenze
31. Martin Sykes et al. (2013), Storytelling & visual design. «Storie che spostano le montagne». Progettare
e realizzare presentazioni di successo, FAG, Milano
188
4 People Enhancement
Individual Coaching
All’interno del corso EMBA, è previsto per i partecipanti una sessione di Individual Coaching che permetta
allo studente di comprendere e misurare le proprie attitudini manageriali, individuando le proprie aree
di miglioramento e trasformandole in obiettivi di crescita.
In particolare verrà somministrato ai partecipanti un test, i cui risultati saranno discussi coi partecipanti
stessi.
Test 15FQ+
Il Master intende offrire, oltre a una formazione per un eccellente sviluppo delle capacità tecniche e
manageriali e di sviluppo della propria leadership, un percorso di acquisizione della consapevolezza da
parte del partecipante rispetto alle proprie potenzialità manageriali e aree di miglioramento, grazie alla
restituzione da parte di uno psicologo del lavoro di un feedback sugli esiti di un test di personalità (15
FQ+) che riporta le modalità di comportamento in situazioni di gruppo, di leadership, di collaborazione
con i superiori, di influenzamento o vendita, nonché le attitudini di pensiero e professionali.
Il 15FQ+ è uno strumento per la misura della personalità e delle differenze individuali. Il 15FQ+ si basa
sulla teoria dei tratti di Cattell e il relativo modello a 16 fattori (Cattell, 1946) e sulla teoria dei Big Five
(McCrae e Costa, 1987). Oltre alla valutazione dei 15 fattori di personalità proposti più di 50 anni fa da
Cattell, il 15FQ + realizza anche la misura dei Cinque Grandi Fattori di Personalità (Big Five Personality
Factor: Energia, Stabilità Emotiva o Nevroticismo, Coscienziosità, Apertura Mentale e Amicalità) ricavati
dalle 15 dimensioni principali.
Il rapporto Esteso è la relazione narrativa con il test 15FQ+ suddivisa in tre grandi raggruppamenti:
• Stili nelle relazioni interpersonali.
• Stile di pensiero.
• Adattabilità e Ansia.
Nel report si forniscono approfondimenti su
• Ruolo di gruppo
– Ruolo del Coordinatore.
– Ruolo del Trascinatore.
– Ruolo del Giudice-Critico.
– Ruolo del Realizzatore.
– Ruolo dell’Armonizzatore (o Team Builder).
– Ruolo del Ricerca Risorse.
– Ruolo del Rifinitore.
– Ruolo dell’Innovatore.
• Stile di Leadership.
– Leader Direttivo.
– Leader Delegante.
– Leader Partecipativo.
– Leader Consultivo.
– Leader Negoziale.
189
4 People Enhancement
190
SHARING EXPERIENCE
La sessione di Sharing Experience è un momento formativo a elevato apprendimento nel quale ciascun
partecipante del Master è protagonista, docente e relatore: 20 minuti per presentare ai colleghi e a
un team di docenti un proprio progetto, un sogno che vorrebbe sviluppare in futuro.
La Business Idea viene sviluppata nella seconda annualità del Master, a scelta tra:
1. lo sviluppo di un caso reale (una nuova iniziativa imprenditoriale, il lancio sul mercato di un
nuovo prodotto, un servizio destinato al consumatore finale o alle imprese);
L’attività conclude il percorso didattico del Master e serve a mettere in pratica le metodologie, gli
strumenti e gli insegnamenti che sono stati oggetto dei diversi moduli.
191