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la Biblioteca di via Senato


mensile, anno x Milano n. 10 – ottobre 2018

La filosofia ‘attiva’
di Julius Evola
di gianfranco de turris
«Dall’abisso più fondo,
la vetta più alta»
di michele ricciotti
L’immensa vertigine
della realtà originaria
di luca siniscalco
Evola: pensatore
della Tradizione
di giovanni sessa
Civiltà del tempo
e civiltà dello spazio
di stefano arcella
Il Barone Evola e
le dottrine orientali
di nuccio d ’anna
Le vicende editoriali
di «Ur» e «Krur»
di fabrizio giorgio
La parola oscura
era illuminante
di vitaldo conte
Julius Evola
promotore culturale
di gianfranco de turris
Costruire una nuova
civiltà tradizionale
di guido andrea pautasso
Il Barone all’insegna
del Pesce d’Oro
di andrea scarabelli
Evola nell’editoria
di Laterza
di stefano e. bona
Evola e Pound:

ISSN 2036-1394
un incontro impossibile
di andrea scarabelli

SPECIALE JULIUS EVOLA (1898–1974)


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la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato
mensile, anno viii Milano n. 6 – giugno 2016 mensile, anno viii Milano n. 7/8– luglio/agosto 2016 mensile, anno viii Milano n. 9 – settembre 2016 mensile, anno viii Milano n. 10 – ottobre 2016 mensile, anno viii Milano n. 11 – novembre 2016

SPECIALE RARITÀ
“ORLANDO FURIOSO” Benedetto Croce:
LIBRI E autobibliografia
Orlando furioso 2016: di massimo gatta V CENTENARIO
SPECIALE canto e disincanto NUMISMATICA UTOPIA (1516-2016)
di giuseppe sangirardi
Spiccioli sonanti BIBLIOFILIA
GUIDO GOZZANO Alla ricerca di quel Speciale “Biblioteca
Nel Cinquecento tutti di storia dell’arte
pazzi per Ariosto di luca piva che resta dei codici dell’Utopia”
Preziosi libri di una di giancarlo petrella di giancarlo petrella
breve esistenza La prestigiosa ‘Utopia’
di antonio castronuovo Senso e pazzia IL LIBRO DEL MESE I LIBRI DEL MESE
nell’Orlando furioso Ossa, cervelli, di via Senato
Percorsi alternativi La Collana “Biblioteca
Profumi, essenze di gianluca montinaro
mummie e capelli
e aromi in Gozzano al presente: archi, dell’Utopia” 1990-2012
di epifanio ajello
Ludovico Ariosto di antonio castronuovo
clave e razzi spaziali di massimo gatta
come Raffaello Sanzio di andrea scarabelli
di adolfo tura
Morte e nostalgia: BVS: BIBLIOFILIA L’utopia di Moro:
le maschere «D’ogni legge nemico NOVECENTO il percorso di un’idea
di Gozzano e d’ogni fede» Libri ritrovati
di marco cimmino di guido del giudice (anche in Antonio Beltramelli: Fra perfezione
il successo e l’oblio e libertà dell’uomo
Orlando e la metafora via Senato) di antonio castronuovo di gianluca montinaro
Xilografie in mostra della fragilità umana di giancarlo petrella
per il «bel Guido» di marco cimmino
di gianfranco schialvino PERSONAGGI Un viaggio
La dorata ottava nell’utopia:
dell’Orlando furioso BVS: FONDO Storie di un
Guido Gozzano 1990–2012
alla Biblioteca
di antonio castronuovo BORGES editore filologo Il catalogo della
di via Senato Ricchi scaffali Il rarissimo e di un libraio “Biblioteca dell’Utopia”
di gianluca montinaro ariosteschi a Ferrara “yogurt” di Borges antiquario di massimo gatta
di massimo gatta di massimo gatta di massimo gatta
Aspettando Ludovico MOVIMENTI
Ariosto a Ferrara LETTERATURA
di luca pietro nicoletti Morselli, la vacanza L’eterna vitalità
Ariosto alla Biblioteca di Cesare e i pirati del Futurismo
di via Senato di linda terziroli e i manifesti
di giancarlo petrella della Donna
di vitaldo conte
ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394

SPECIALE GUIDO GOZZANO SPECIALE V CENTENARIO “ORLANDO FURIOSO” (1516-2016) ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394 V CENTENARIO ‘UTOPIA’ (1516-2016) • SPECIALE “BIBLIOTECA DELL’UTOPIA”

la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato
mensile, anno viii Milano n. 12 – dicembre 2016 mensile, anno ix Milano n. 1 – gennaio 2017 mensile, anno ix Milano n. 2 – febbraio 2017 mensile, anno ix Milano n. 3 – marzo 2017 mensile, anno ix Milano n. 4 – aprile 2017

Nel cuore dell’uomo,


il senso dell’utopia BIBLIOFILIA NOVECENTO
di claudio bonvecchio
Avventure di libri: «Oggi, il Belli,
Moro: utopista, santo
e «parlamentarista» l’Ariosto Cavalieri è fuori tempo!»
di carlo gambescia di giancarlo petrella
di giancarlo petrella
L’utopia del possibile NOVECENTO BIBLIOFILIA MEMORIA
e dell’impossibile
di teodoro k. de la grange Le lettere della Librai e collezionisti Il bibliografo e
EDITORIA
Il regime del tempo Sarfatti a Panzini all’asta Brunschwig lo storico del libro Torchi letterari:
e l’idea dell’utopia di piero meldini di giancarlo petrella di giancarlo petrella i libri e la stampa
di diego fusaro di massimo gatta
Si nondum legisti LA RIFLESSIONE SUL NOLANO
fac requiras Le riforme
EDITORIA LIBRI
di giancarlo petrella
dell’istruzione e «Titano della tua “La memoria” e I Dictionnaires
L’Utopia di Luigi Firpo,
l’educazione mancata preziosa Nola» la «sirena dei libri» di un ‘collezionista’
bibliofilo illuminato di guido del giudice di massimo gatta
di massimo gatta di claudio bonvecchio di piero meldini
L’Utopia cattolica
di Jean Le Blond
di antonio castronuovo VOLUMI MISTERIOSI DANNUNZIANA LETTERATURA SUL NOLANO
Tommaso Moro: ‘Istruzioni letterarie’ Il vate, il libraio Doppia lesbo. Le due Una rara traduzione
l’eresia della coscienza sull’uso dell’ombra e lo stampatore Amiche di Verlaine dello Spaccio de
di guido del giudice di massimo gatta di antonio castronuovo
Fra Moro e Ariosto:
di massimo gatta la bestia trionfante
di guido del giudice
sogno e utopia
di gianluca montinaro LIBRO DEL MESE NOVECENTO LIBRI/ARCHEOLOGIA
Tommaso Moro L’iconologia del libro Copertine in giallo, Una dolorosa LA RIFLESSIONE
e la città ‘perfetta’
di silvio berlusconi nelle edizioni tra Parigi, Catania, vicenda: Pompei Il lavoro e
Il XX secolo e dei secoli XV e XVI Milano e Marradi risorta, Pompei la Costituzione
la morte dell’utopia di ugo rozzo di stefano drei saccheggiata della Repubblica
di gianfranco de turris
di luca piva di claudio bonvecchio
Senza libertà. LIBRI D’IMPRESA COLLEZIONISMO
Utopia e distopia Caffè meccanici, LETTERATURA
di antonio castronuovo Raffaello Salari STORIE DI STAMPA
Fra pagine e versi: ingranaggi ‘fiorentino’ Vittorio Alfieri, Un Gatto a
utopia e letteratura del gusto, e l’infinito amore elegante Napoli nella
di marco cimmino
leve del piacere per i libri e ‘privatissimo’ “Libreria del 900”
Additional Location di massimo gatta di massimo gatta
for More’s Utopia di massimo gatta tipografo
di giancarlo petrella
di massimo gatta
ISSN 2036-1394

SPECIALE V CENTENARIO ‘UTOPIA’ (1516-2016) ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394
ISSN 2036-1394

la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato
mensile, anno ix Milano n. 5 – maggio 2017 mensile, anno ix Milano n. 6 – giugno 2017 mensile, anno ix Milano n. 7/8 – luglio/agosto 2017 mensile, anno ix Milano n. 9 – settembre 2017 mensile, anno ix Milano n. 10 – ottobre 2017

RINASCIMENTO ESOTERICO
Speciale V centenario
“De arte cabalistica”
SPECIALE (1517-2017)
BIBLIOFILIA
150° BAUDELAIRE Gli intellettuali
Francesco
cristiani e la qabbalà BIBLIOFILIA
«L’orrore della vita Sansovino e Piero I libri della Crusca
ANTICHE EDIZIONI e l’estasi della vita»
di fabrizio lelli

La tortuosa storia di giuseppe scaraffia Reuchlin prima Calamandrei e le loro vicende


di Reuchlin di giancarlo petrella di giancarlo petrella
editoriale di Rabelais di giancarlo petrella
di antonio castronuovo Il grande poeta e
il raffinato bibliofilo I Reuchliniana LIBRI NOVECENTO
di massimo carloni di Amsterdam Un ‘volume’
LIBRI DI PREGIO di cis van heertum
La libreria
I cataloghi Il poeta bibliofilo tra Ravenna antiquaria
Il fondamento magico
di Alberto Tallone e i suoi rilegatori dell’universo e Uppsala di Umberto Saba
di massimo gatta di antonio castronuovo di massimo donà di antonio castronuovo di massimo gatta

Un’edizione ‘unica’ Cornelio Agrippa e


BIBLIOFILIA di Baudelaire la vanità delle scienze EDITORIA LETTERATURA
di massimo gatta di guido del giudice
Il catalogo dei tesori L’astrologia e
Achille Bertarelli Echi letterari di una
mantovani Baudelaire ovvero il ‘Diluvio Universale’ e l’ex libris italiano tragedia mineraria
di giancarlo petrella dell’ordine del caos di leandro cantamessa arpinati di massimo gatta di luca piva
di marco cimmino
Esoterismo e grafomania
di antonio castronuovo
IL LIBRO DEL MESE Il poeta, lo scrittore LIBRO DEL MESE IL LIBRO DEL MESE
Sistemi tachigrafici e il critico d’arte Il ‘Gruppo di Ur’ Comino Ventura:
di antonio castronuovo e la tradizione esoterica La biblioteca
dall’antichità di giovanni sessa perduta: un editore tra lettere
a Twitter Anatomia di La fantasia esoterica i libri di Leonardo e libri di lettere
di alessandro tedesco un’incomprensione di Gustav Meyrink di carlo vecce di roberta frigeni
di massimo carloni di gianfranco de turris
COLLEZIONISMO L’esoterica COLLEZIONISTI EDITORIA
Appunti culinari L’accusatore di Umberto Eco Yourcenar
e il pornografo di frans a. janssen
Piero Camporesi,
di Orazio Bagnasco di antonio castronuovo fra ricerca ‘multilingue’: fra
di massimo gatta Gli scaffali ermetici libri e traduzioni
del Professore bibliofila di antonio castronuovo
di massimo gatta e studi storici
Alla ricerca di Reuchlin di piero meldini
di giancarlo petrella
ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394

ISSN 2036-1394 SPECIALE 150° BAUDELAIRE RINASCIMENTO ESOTERICO • SPECIALE V CENTENARIO “DE ARTE CABALISTICA” ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394

la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato
mensile, anno ix Milano n. 11 – novembre 2017 mensile, anno ix Milano n. 12 – dicembre 2017 mensile, anno x Milano n. 1 – gennaio 2018 mensile, anno x Milano n. 2 – febbraio 2018 mensile, anno x Milano n. 3 – marzo 2018

Martin Lutero
tra forma ed evento
di giovanni puglisi BIBLIOFILIA
Requiem per Martin Lutero
EDITORIA BIBLIOFILIA
di claudio bonvecchio Il ‘futurlibro’ di Una ‘santa’ raccolta I Sermones di Michele
Martin Lutero e Fortunato Depero e il suo catalogo Durazzini da Empoli
la mistica medievale di massimo gatta di giancarlo petrella
di giancarlo petrella
di marco vannini
La pala di Wittenberg LIBRI ANTICHI PERSONAGGI
e la teologia luterana Il fascino di uno EDITORIA
di silvana nitti Incunaboli perduti. La sovraccoperta:
scrittore analfabeta
Martin Lutero Incunaboli ritrovati di antonio castronuovo un’opera d’artista!
e i Discorsi a tavola di giancarlo petrella di massimo gatta
di gianluca montinaro
SPECIALE LA RIFLESSIONE
BIBLIOTECA VIGANÒ Fichte lettore LEGATURE Europa: burocrazie NOVECENTO
della Riforma protestante Libri che
di diego fusaro e responsabilità Primo Levi e il gran
«Ne’ miei dolci Lutero e alcune ti levano la pelle della politica rifiuto di Einaudi
storie sociologiche di sandro montalto di claudio bonvecchio di sandro montalto
studi m’acqueto» di carlo gambescia
di giancarlo petrella Martin Lutero e
l’obbedienza al potere SCOPERTE NOVECENTO LIBRO DEL MESE
Una raccolta tra di teodoro klitsche de la grange Dino Campana al
Venezia dannunziana:
«L’Illustrazione.
passato e futuro ‘Edizioni contro’: Caffè Orfeo: un ‘piccolo’ Rivista del libro
fra Erasmo e Lutero
enigma svelato fuoco e cenere
di pierangelo goffi di antonio castronuovo di luca piva a stampa illustrato»
Esuli di religione: di stefano drei di giancarlo petrella
Olimpia Fulvia Morata
di lucia felici
LIBRO DEL MESE I LIBRI DEL MESE LA RIFLESSIONE
Lutero, Bruno
e Pomponio Algieri Due spiriti della terra: Gli Imperdonabili: Marcello Dell’Utri
di guido del giudice
Šestov e Fondane oltre il tramonto e la ‘Giustizia’:
El Summario de di luca siniscalco della Modernità un caso esemplare
la Sancta Scriptura di giovanni sessa di claudio bonvecchio
di ugo rozzo
LETTERATURA
Johann Eberlin
Zola e L’Argent. SUL NOLANO PERSONAGGI
polemista luterano Giordano Bruno: la
di lorenzo di lenardo Genesi di un Dino Buzzati, scrittore
La “Libreria Religiosa
vera storia dell’arresto fantastico e «doverista»
Guicciardini”
capolavoro di guido del giudice
di giuseppe scaraffia gianfranco de turris
di giancarlo petrella
LIBRI
ISSN 2036-1394

Giuseppe Rensi L’INEDITO


e Andrea Emo VICENDE La raccolta impossibile:
di giovanni sessa «Non s’odora altro collezionare Wystan H. Auden
La “Libreria Religiosa col naso che quello Pseudobiblia lettore de La caduta
ISSN 2036-1394
di via Senato”
che s’ha nella mente» di gianfranco de turris nel tempo di Cioran
di giancarlo petrella di luca orlandini
di piero meldini
SPECIALE BIBLIOTECA VIGANÒ S P E C I A L E V C E N T E N A R I O “ 9 5 T E S I ” ( 1 51 7 – 2 01 7 ) ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394

la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato
mensile, anno x Milano n. 4 – aprile 2018 mensile, anno x Milano n. 5 – maggio 2018 mensile, anno x Milano n. 6 – giugno 2018 mensile, anno x Milano n. 7/8 – luglio/agosto 2018 mensile, anno x Milano n. 9 – settembre 2018

PERSONAGGI
NOVECENTO «Scrivo la sera,
Viaggio fra i libri ILLUSTRAZIONE
a tempo perso» Max tra i mostri
della contestazione di massimo gatta
di piero meldini selvaggi di Sendak
GABRIELE di edoardo fontana
OTTOCENTO BIBLIOFILIA D’ANNUNZIO
William Beckford:
SCRITTORI La biblioteca Pasolini
Libri e articoli su Ottanta anni dopo BIBLIOFILIA DEL GUSTO
la letteratura e la vita al Vieusseux Benedetto Croce e la
di giuseppe scaraffia una vita studentesca di giancarlo petrella
di antonio castronuovo Contributi di Società dei Nove Musi
di massimo gatta
LA RIFLESSIONE Giordano Bruno Guerri
BIBLIOFILIA BIBLIOFILIA
Il cavalier L’esistenza dello Stato Annamaria Andreoli BIBLIOFILIA
Gli incunaboli della e la necessità Francesco Perfetti I bibliofili della
Buovo d’Antona Biblioteca Nazionale
di giancarlo petrella di sicurezza Giuseppe Scaraffia Bernardino Misinta
di giancarlo petrella di claudio bonvecchio di giancarlo petrella
Marcello Veneziani
BIBLIOFILIA DEL GUSTO Pietro Gibellini
BIBLIOFILIA DEL GUSTO GRAFICA Gianluca Montinaro LINGUA E IDENTITÀ
Ai tavoli di Bagutta, I canti di Faunus di L’«altissima tragedia»
Filippo Tommaso «ritrovo di Angelo Piero Cappello
Marinetti, cuciniere galantuomini» Beltramelli e Nonni di un’isola contesa
di edoardo fontana Maria Rosa Giacon di luca piva
di massimo gatta di massimo gatta Andrea Lombardinilo
Carlo Santoli
IL LIBRO DEL MESE IL LIBRO DEL MESE EDITORIA
LA RIFLESSIONE Luca Piva
In morte di una civiltà. Fra le carte dell’archivio I ‘librini imolesi’
La necessità di Giuseppe Martini Carlo Gambescia di Babbomorto Editore
Saggi quasi politici
delle élites e il bene di massimo carloni di giancarlo petrella Sandro Montalto di massimo gatta
della democrazia Antonio Castronuovo
IL LIBRO DEL MESE
di claudio bonvecchio GRAFICA E EDITORIA ANEDDOTICA Massimo Gatta
Vox Piscis: Oltre la realtà:
L’arte al servizio Lorenzo Braccesi le visioni di Céline
IL LIBRO DEL MESE dell’Idea: Mario Sironi il libro ingoiato
di luca siniscalco
Le epistole latine da un merluzzo Mario Bernardi Guardi
e il fascismo di antonio castronuovo Vitaldo Conte
di Giordano Bruno di mario bernardi guardi SCAFFALE
di gianluca montinaro Franco Di Tizio DEL BIBLIOFILO
SUL NOLANO BIBLIOFILIA DEL GUSTO
ISSN 2036-1394

Marino Parenti L’unicorno


PUBBLICAZIONI Il fascino ingannevole e Tullia d’Aragona
I colori della terra: al ristorante Sabatini
della dotta citazione di massimo gatta di giancarlo petrella
«La Piê» e la xilografia di guido del giudice
di antonio castronuovo

ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394


SPECIALE 80° GABRIELE D’ANNUNZIO (1863–1938) ISSN 2036-1394
In occasione del “Processo a Evola”,
organizzato da Ugo Mursia Editore
– nell’ambito di Bookcity Milano – nell’occorrenza
dell’uscita de Il Barone immaginario
(a c. di G. de Turris, Milano, Mursia, 2018),
la Fondazione Biblioteca di via Senato
ha il piacere di presentare
il fascicolo monografico di ottobre 2018 de
«la Biblioteca di via Senato»

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(1898
–1974
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Antonio Carioti
Gianfranco de Turris
Andrea Scarabelli
Gianluca Montinaro
Francesco Specchia

sabato 17 novembre 2018 – ore 16


Circolo Filologico Milanese
Sala delle Colonne, Via Clerici 10 – Milano
la Biblioteca di via Senato – Milano
MENSILE DI BIBLIOFILIA E STORIA DELLE IDEE
anno X – n.10/98 – Milano, ottobre 2018

Sommario S P E C I A L E J U L I U S E VO L A ( 1 8 9 8 - 1 9 7 4 )

6 LA FILOSOFIA ‘ATTIVA’ 32 IL BARONE EVOLA E 60 IL BARONE ALL’INSEGNA


DI JULIUS EVOLA LE DOTTRINE ORIENTALI DEL PESCE D’ORO
Bilancio a centoventi anni dalla nascita Ex Oriente lux Evola e Scheiwiller
di Gianfranco de Turris di Nuccio D’Anna di Andrea Scarabelli

12 «DALL’ABISSO PIÙ FONDO, 36 LE VICENDE EDITORIALI 64 EVOLA NELL’EDITORIA


LA VETTA PIÙ ALTA» DI «UR» E «KRUR» DI LATERZA
La filosofia di Evola Il fuoco dei Magi Il Barone e lo stampatore
di Michele Ricciotti di Fabrizio Giorgio di Stefano E. Bona

18 L’IMMENSA VERTIGINE 44 LA PAROLA OSCURA 68 EVOLA E POUND:


DELLA REALTÀ ORIGINARIA ERA ILLUMINANTE UN INCONTRO IMPOSSIBILE
Evola e la critica alla modernità Evola e la sua arte totale L’inedito
di Luca Siniscalco di Vitaldo Conte di Andrea Scarabelli

22 EVOLA: PENSATORE 50 JULIUS EVOLA 72 HANNO COLLABORATO


DELLA TRADIZIONE PROMOTORE CULTURALE A QUESTO NUMERO
Il Barone e la politica Evola curatore e traduttore
di Giovanni Sessa di Gianfranco de Turris

28 CIVILTA’ DEL TEMPO 54 COSTRUIRE UNA NUOVA


E CIVILTA’ DELLO SPAZIO CIVILTA’ TRADIZIONALE
Evola e la Tradizione Un percorso bibliografico
di Stefano Arcella di Guido Andrea Pautasso
Ringraziamo le Aziende che ci sostengono
con la loro comunicazione

Biblioteca di via Senato


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Direttore responsabile
Gianluca Montinaro
Coordinamento pubblicità
Margherita Savarese
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Elena Buffa
Servizi Generali
Gaudio Saracino
Fotolito e stampa
Galli Thierry, Milano
Immagine di copertina
Foto di Julius Evola su un collage di
copertine di sue opere

Stampato in Italia
© 2018 – Biblioteca di via Senato
Edizioni – Tutti i diritti riservati
Reg. Trib. di Milano n. 104 del
11/03/2009

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Tutti i contributi, prima di essere
pubblicati, sono rivisti in forma anonima.
«la Biblioteca di via Senato» è un mensile
che utilizza il metodo della valutazione tra
pari (peer review)
Editoriale

N
ella ricorrenza dei centoventi anni nome del Barone suscitava perlopiù repulsione,
dalla nascita (e a quarantaquattro oltre ad accuse, del tutto inconsistenti,
dalla morte) è opportuno iniziare a di filofascismo. Eppure, perché Evola è stato
riflettere, con serenità, sulla figura del barone condannato a questa sorte, anche da coloro
Julius Evola (1898-1974) e sul suo lascito che – ovvero la stragrande maggioranza – non
intellettuale. ne hanno mai letto un rigo ma che ne parlano
Pensatore dai molteplici interessi, Evola solo de relato? Che cosa spaventa così tanto di
ha percorso i sentieri dell’arte, della Evola? Le datate – e del tutto desuete – pagine
speculazione filosofica e dell’esoterismo magico, de Il mito del sangue (Milano, Hoepli, 1937
mai disgiunti, però, da una testimonianza e poi, riveduto e aggiornato, Milano, Hoepli,
attiva nella vita quotidiana. Di fronte a quel 1942) o, piuttosto, la vibrante prosa di Rivolta
nulla – ovvero la totale mancanza di idealità – contro il mondo moderno (Milano, Hoepli,
che Evola vedeva avanzare, e che di lì a poco 1934) e di Cavalcare la tigre (Milano,
avrebbe gettato l’Europa borghese nel baratro Scheiwiller, 1961)?
della guerra, per poi affondarla nel vortice Già perché l’impressione finale è che
distruttivo dello scontro fra comunismo e i ‘nemici’ di Evola non siano infastiditi
consumismo, le sue parole si levarono con forza, (nonostante lo attacchino su questo) dal suo –
indicando nella via tradizionale, l’unica strada presunto – fascismo razzista ma dalla sua
possibile per scuotere l’uomo. E riportarlo, visione del mondo: profondamente altra, e alta,
in senso cosmico, in un ordine – l’Ordine – che rispetto alla nostra mediocre quotidianità
fosse armonia. malata di consumismo nichilista.
Negli anni del dopoguerra, il solo evocare il Gianluca Montinaro
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 7

SPECIALE JULIUS EVOLA (1898-1974)


LA FILOSOFIA ‘ATTIVA’
DI JULIUS EVOLA
Bilancio a centoventi anni dalla nascita
tanista o un ciarlatano. C’è un pensatore che si in-
di GIANFRANCO DE TURRIS
serisce in modo radicale e originale nell’autorevo-

C’
è un artista che è stato il più significati- le filone dei critici della modernità fra le due guer-
vo rappresentante del dadaismo in Ita- re, non solo appunto criticandola ma proponen-
lia e un suo quadro è alla Galleria Na- done il superamento, che non è quasi mai preso in
zionale d’Arte Moderna di Roma, ma che viene seria considerazione. C’è uno studioso che pub-
regolarmente dimenticato o ridimensionato alla blicò il primo libro italiano sul Graal che viene
luce di certi suoi successivi interessi. C’è un auto- snobbato in quanto ‘afilologico’. C’è un teorico
re che scrisse la prima opera in Italia sul tantrismo dell’eros - che lo interpreta metafisicamente co-
che però viene ritenuto ‘non scientifico’. C’è un me «la più grande forza magica del mondo» e fissa
alpinista - che effettuava negli anni Trenta scalate le identità del ‘maschile’ e del ‘femminile’ - che
di quinto grado superiore e scriveva sulla «Rivista viene per questo etichettato come misogino e
del CAI» - che è messo sotto accusa, in quanto ‘maschilista’ e quindi mai citato. C’è un intellet-
non le intendeva come sport agonistico bensì co- tuale che ha tradotto Guénon, Meyrink, Bacho-
me una prova interiore, da parte degli storici ‘an- fen, Spengler, Jünger, la cui opera di promotore
tifascisti’ della montagna che giungono addirittu- culturale non è affatto riconosciuta, anzi viene
ra a rinfacciare a Reinhold Messner di aver detta- sminuita con l’accusa di aver piegato a suo uso e
to una frase elogiativa per la copertina del libro consumo, appunto traducendoli, questi autori.
che ne raccoglie gli scritti. C’è un filosofo che C’è un metapolitico che operò all’interno di fasci-
propose il superamento dell’idealismo e che è sta- smo e nazionalsocialismo cercando con la propria
to considerato da Franco Volpi, prematuramente influenza culturale di ‘rettificarli’ in senso rivolu-
scomparso, come uno dei tre maggiori pensatori zionario-conservatore e che, al contrario, viene
italiani del Novecento insieme a Croce e Gentile, tacciato di essere un incallito fascista e nazista.


di cui nessun libro di storia della filosofia ha in-
tenzione di occuparsi. C’è un esoterista che fondò
un gruppo ‘operativo’ fondamentale nella storia Si potrebbe continuare ancora per un bel pez-
della magia in Italia, che viene considerato un sa- zo a elencare queste ostilità superciliose della ‘in-
tellighenzia’ nostrana verso coloro i quali non en-
trano nei suoi schemi e nella sua griglia interpreta-
Nella pagina accanto: Julius Evola in un ritratto fotografico tiva. Ma si deve aggiungere almeno che c’è uno stu-
di Stanislao Nievo (1928-2006) dioso della razza - intesa dal punto di vista interiore
8 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

Sopra da sinistra in senso orario: il piccolo Giulio Cesare Evola; la famiglia Evola, da sinistra, Ettore Giuseppe, la madre
Concetta, Giulio Cesare e il padre Vincenzo; Monte Cimone (Asiago) agosto 1918: Evola, diciannovenne sottotenente di
complemento, comandante di sezione d’artiglieria; Evola in una foto forse scattata nel corso dell’esposizione dadaista presso
la Casa d’Arte Bragaglia, 15-30 aprile 1921; Evola militare nel 1917: nel gruppo di commilitoni è il primo a destra; Evola
(primo a destra) in montagna con alcuni amici verso la metà degli anni Venti. Nella pagina accanto: Julius Evola ritratto nel
suo studio nel 1971. Per tutte le immagini © Fondazione Julius Evola

e spirituale - che, benché si sia sempre limitato a poi, senza colpo ferire, nell’Italia antifascista - e non
teorizzarla in articoli e libri, che viene invece sem- è una barzelletta! - il primo presidente della demo-
pre e solo citato come il più bieco razzista italiano, il craticissima Corte Costituzionale. E la cosa finisce
peggiore di tutti, mentre, tanto per dire, il presiden- lì, senza strascichi o recriminazioni, con il suo busco
te del fascistissimo Tribunale della Razza che ema- che fa bella mostra di sé a Palazzo della Consulta.
nò sentenze, provvedimenti, condanne, divenne Ma quanti nemici ha la Repubblica Italiana, si
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 9

dirà. Contro quante persone poco culturalmente sa vita: da qui non solo le sue attività esoteriche e al-
raccomandabili si deve difendere, si penserà. Arti- pinistiche, ma anche i suoi viaggi in Italia e in Euro-
sti, alpinisti, erotologi, filosofi, politologi, razzisti, pa, alla ricerca di esperienze nuove e spesso estre-
studiosi di simboli e dottrine orientali, esoteristi e me; da qui il tentativo d’instaurare contatti cultura-
così via. Ma è un errore di prospettiva. Non di mol- li e politici con esponenti della aristocrazia e della
ti si tratta, bensì di una sola, ancorché poliedrica, rivoluzione conservatrice; da qui le sue incursioni
persona. Una sola. E chi mai? in ambienti ‘pericolosi’ come quelli delle SS e della


Guardia di Ferro. Non era dunque un pensatore li-
bresco, da scrivania o cattedra, soltanto un estenso-
Giulio Cesare Evola, più noto come Julius, re di monumentali e complicati trattati teoretici,
nato il 19 maggio 1898 e morto l’11 giugno 1974, e come molti suoi ‘colleghi’. Portati alle conseguen-
di cui quindi nel 2018 ricorrono i 120 anni dalla na- ze ultime arte ed esoterismo, non restava altro da
scita. Dopo tanto tempo, e dopo 44 anni dalla fare che gettarsi ne la melée.
scomparsa, sembra essere, come si è visto, ancora lo Come conseguenza di ciò, a differenza di altri
spauracchio, il tabù della politica, della cultura e pensatori tradizionalisti, ad esempio Guénon o
del giornalismo italiani, una specie di ‘nemico pub-
blico numero 1’ del Bel Paese, da mettere perenne-
mente sotto accusa o passare sotto silenzio. Il che
suona un po’ridicolo e molto grottesco, per la veri-
tà. Come può esserlo un personaggio così versatile
che ha lasciato tante importanti tracce in molti am-
biti del pensiero? Esserlo, o perlomeno avere, anzi
mantenere, per decenni questa pessima fama che
non si attenua nonostante alti e bassi? Perché?
Non è facile capirlo e forse solo uno psicanali-
sta potrebbe spiegarlo, dato che altri grandi nomi
della cosiddetta ‘cultura di destra’ accusati di essere
razzisti, fascisti o nazisti, da Pound a Céline, tanto
per citarne due famosissimi, non hanno subito a co-
sì lunga scadenza la sorte che tuttora accompagna
Evola. Forse ancora su Heidegger si polemizza con
una certa asprezza, ma sempre lo si pubblica senza
problemi e nessuno lo ‘tabuizza’ a priori e conside-
ra l’interessarsi verso le sue opere un’indelebile
‘colpa’. La spiegazione, forse, si trova in quel che
Julius Evola fu non solo come pensatore ma anche
come uomo, a differenza dei suoi ‘colleghi’.
Molti filosofi hanno sempre cercato di tradur-
re il proprio sistema di pensiero in prassi, ma sem-
pre attraverso la loro lezione, i loro libri. Evola fu
invece l’unico - ritengo - che provò a mutare le pro-
prie idee in azione a livello personale, nella sua stes-
10 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

In alto, da sinistra in senso orario: Julius Evola a Montestrutto nel 1932, ospite della tenuta di Sandra (al centro) e Liliana
Scalero. («Futuro presente», n. 6, primavera 1995); ritratto fotografico del giovane Evola eseguito da Anton Giulio
Bragaglia; Evola alla sua scrivania, in una fotografia scattata da Vittorio De Cecco nel settembre 1971. Per tutte le
immagini © Fondazione Julius Evola

Julius Evola: Roma, Atanòr, 1925; Roma, Edizioni • Fenomenologia dell’Individuo Asso-
bibliografia essenziale Mediterranee, 2006). luto (Torino, Bocca, 1930; Roma,
• Arte Astratta (Roma, Collection Da- • L’uomo come potenza (Todi-Roma, Edizioni Mediterranee, 2007).
da, Maglione e Strini, 1920; Roma, Atanòr, 1926; Roma, Edizioni Medi- • La tradizione ermetica (Bari, Laterza,
Fondazione Julius Evola, 1992; ora in terranee, 2011). 1931; Roma, Edizioni Mediterranee,
Julius Evola, Teoria e pratica dell’arte • L’Individuo e il divenire del mondo 1996).
d’avanguardia, Roma, Edizioni Me- (Roma, Libreria di Scienze e Lettere, • Maschera e volto dello spiritualismo
diterranee, 2018). 1926; Roma, Edizioni Mediterranee, contemporaneo (Torino, Bocca,
• La parole obscure du paysage inté- 2015). 1932; Roma, Edizioni Mediterranee,
rieur (Roma, Collection Dada, Ma- • Teoria dell’Individuo Assoluto (Tori- 2008).
glione e Strini, 1921; Fondazione Ju- no, Bocca, 1927; Roma, Edizioni Me- • Rivolta contro il mondo moderno
lius Evola, 1992; ora in Julius Evola, diterranee, 1998). (Milano, Hoepli, 1934; Roma, Edizio-
Teoria e pratica dell’arte d’avan- • Imperialismo pagano (Todi-Roma, ni Mediterranee, 1998).
guardia, cit.). Atanòr, 1928; Roma, Edizioni Medi- • Tre aspetti del problema ebraico (Ro-
• Saggi sull’idealismo magico (Todi- terranee, 2004). ma, Edizioni Mediterranee, 1936;
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 11

Schuon, Evola non è stato solo un pensatore astrat- capire che molte delle sue posizioni e teorizzazioni,
to, un filosofo avulso dalla realtà effettuale, ma è dalla montagna all’arte, dall’eros alla razza sino alla
sceso nel concreto, sia come persona sia con le sue vita quotidiana hanno come base interpretativa
idee (ha sempre scritto che l’impegno della sua vita proprio una Weltanschauung spirituale e non mate-
interiore fu costantemente quello di conciliare la rialista. Impossibile capirlo, impossibile accettarlo.
tendenza metafisica con la tendenza attiva). E quin- Viceversa un simile approccio, in un momento di
di le sue teorie esistenziali e metapolitiche, piutto- condizione generale e generalizzata come quella
sto che politiche, esposte in innumerevoli articoli e dell’Occidente e dell’Italia odierni, sarebbe utile
specifici libri, in quanto tali sono state fatte proprie per trovare vie d’uscite da quello che sembra un vi-
sin dal primissimo secondo dopoguerra da gruppi di colo cieco intellettuale, culturale e sociale.
giovani della destra radiale. E questo nessuno glielo Che l’Occidente, e quindi l’Italia, sia in una
ha mai perdonato dato che per i suoi avversari era, profondissima crisi nessuno osa negarlo, solo che
ed è ancora, impossibile capire come non vi possa non si è d’accordo sulle sue cause e su come se ne
essere una automatica conseguenza di causa/effetto debba uscire, contrapponendosi analisi e soluzioni
fra i suoi scritti teorici e le (alcune volte) maldestre opposte fra loro. Julius Evola è stato giustamente
applicazioni di certi suoi autoproclamati seguaci. definito un pensatore della ‘libertà’ e della ‘re-
Da qui la fama del ‘Barone Nero’ e del ‘Cattivo sponsabilità’. Due parole che da sole indicano di-
Maestro’. Ovviamente esagerazioni e falsità, ma ciò rezioni precise, e che unite a una visione del mon-
non toglie che ancora nel 2018 non gli si può toglier do spirituale, certo, ma calata nella realtà, potreb-
di dosso l’etichetta di ‘fascista’, ‘nazista’ e ‘razzista’, bero segnare un ‘nuovo inizio’ a tanti incerti, in-
aggettivi che ripete anche chi non ha di lui letto decisi, confusi, disorientati, condizionati e de-
mezzo rigo e parla per sentito dire, e che ricade ad- pressi. Il senso del pensiero e della attività di Julius
dirittura sulle sue attività che di politico non hanno Evola a 120 anni dalla nascita è probabilmente
assolutamente nulla. Anche perché è difficilissimo proprio questo.

Padova, Edizioni di Ar, 1994). • Lo yoga della potenza (Milano, Boc- ler, 1961; Roma, Edizioni Mediterra-
• Il Mistero del Graal (Bari, Laterza, ca, 1949; Roma, Edizioni Mediterra- nee, 1995).
1937; Roma, Edizioni Mediterranee, nee, 1994). • Il cammino del cinabro (Milano,
1997). • Orientamenti (Roma, «Imperium», Scheiwiller, 1963; Roma, Edizioni
• Il mito del sangue (Milano, Hoepli, 1950; Rimini, Il Cerchio, 2005). Mediterranee, 2014).
1937; Padova, Edizioni di Ar, 2009). • Gli uomini e le rovine (Roma, Edizioni • Il fascismo (Roma, Volpe, 1964; Ro-
• Sintesi di dottrina della razza (Mila- dell’Ascia, 1953; Roma, Edizioni Me- ma, Edizioni Mediterranee, 2001).
no, Hoepli, 1941; Padova, Edizioni di diterranee, 2001). • L’arco e la clava (Milano, Scheiwiller,
Ar, 2017). • Metafisica del sesso (Roma, Atanòr, 1968; Roma, Edizioni Mediterranee,
• Indirizzi per una educazione razziale 1958; Roma, Edizioni Mediterranee, 1995).
(Napoli, Conte, 1941; Padova, Edizio- 1994). • Râaga Blanda (Milano, Scheiwiller,
ni di Ar, 1994). • L’«Operaio» nel pensiero di Ernst Jün- 1969; ora in Julius Evola, Teoria e pra-
• La dottrina del risveglio (Bari, Later- ger (Roma, Armando, 1960; Roma, tica dell’arte d’avanguardia, cit.).
za, 1943; Roma, Edizioni Mediterra- Edizioni Mediterranee, 1998). • Ricognizioni, uomini e problemi (Ro-
nee, 1995). • Cavalcare la tigre (Milano, Scheiwil- ma, Edizioni Mediterranee, 1974).
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 13

SPECIALE JULIUS EVOLA (1898-1974)


«DALL’ABISSO PIÙ FONDO,
LA VETTA PIÙ ALTA»
La filosofia di Evola
lontà di dominio che la tradizione di pensiero che
di MICHELE RICCIOTTI
prende le mosse da Giambattista Vico e giunge fi-

N
onostante i lodevoli sforzi di numerosi no a Gentile nasconde sotto la più accomodante
studiosi in questa direzione, si è pur- maschera di un mero e ‘innocente’ sforzo gnoseo-
troppo ancora ben lungi dal cogliere logico.
l’autentica potenza speculativa della riflessione di Un confronto decisivo per Evola è proprio
Julius Evola. Le motivazioni dell’esclusione del quello con la filosofia di Giovanni Gentile, impe-
Barone dal canone della riflessione filosofica no- rante in Italia dopo aver scalzato, non senza fatica,
vecentesca vanno senz’altro ricondotte, oltre che la fragile ma agguerrita egemonia positivistica
al timore che la semplice pronuncia del nome di nella turbolenta fase di passaggio dal XIX al XX
Evola è ancora in grado di suscitare in taluni espo- secolo. Tale confronto polemico rappresenta sul
nenti della sedicente libera cultura neoillumini- piano teoretico uno snodo imprescindibile per
sta, in un tendenziale rifiuto di qualsiasi pensiero comprendere la proposta evoliana; d’altro canto,
forte, non disposto a rinunciare al proprio carat- va sottolineato che la sua dirompente ‘reazione’
tere metafisico pur nell’affermazione della intrin- all’attualismo non consente di liquidare quella di
seca insufficienza della filosofia. Evola come una semplice voce del pur importante
Se il richiamo a un’origine extrafilosofica del filone antidealista e antirazionalista del pensiero
pensiero, a un inizio prelinguistico del linguaggio novecentesco, pur spiegando, almeno in parte, i
e a un principio sovrarazionale di qualsivoglia lo- motivi della sua esclusione dalla cultura accade-
gos discorsivo, avvicina Evola ad alcuni tra i grandi mica ufficiale.


del ’900 (Martin Heidegger su tutti), allo stesso
modo la vera novitas del suo pensiero si compren-
de collocandolo nel contesto storico-culturale in Non è certamente operazione agevole indi-
cui egli scrive e agisce. L’idealismo magico di care in poche battute il cuore di un pensiero tanto
Evola si presenta come una radicale resa dei conti profondo quanto ricco di suggerimenti per la no-
con tutta la tradizione idealistica, come un vero e stra epoca quale quello evoliano anche perché, so-
proprio compimento e una realizzazione della vo- lo di recente, si è riconsiderato criticamente il
centro teoretico dell’opera evoliana, giustamente
Nella pagina accanto: l’ultimo ritratto del filosofo. Pastello indicato nella questione della libertà.1 Alla luce di
eseguito da Giuseppe A. Spadaro il 12 giugno 1974. ciò si possono ravvisare determinati nuclei teorici
(© Fondazione Julius Evola) e concettuali in relazione ai quali il Barone ha
14 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

maggiormente fatto valere il suo ancora troppo


ignorato ingegno filosofico.
Evola conduce il pensiero ai suoi limiti estre-
mi, ripensa l’Io senza ridurlo a mero soggetto della
nostra conoscenza (come ha fatto il canone filoso-
fico, da Cartesio a Gentile), facendone semmai un
fondamento infondato, pura volontà di potenza,
assoluto arbitrio affrancato da ogni legge esterna o
interna. Per Evola la libertà dell’Io non ne rappre-
senta un mero predicato o attributo, ma ne costi-
tuisce l’essenza stessa. L’esser assolutamente in-
condizionato richiede all’uomo una costante testi-
monianza di sé, lo sforzo di realizzare il mondo e
non solo di conoscerlo, la responsabilità di ‘fare’
attivamente la storia senza esserne sopraffatti, il
tentativo di superare l’orizzonte logico del signifi-
cato per abbracciare quello simbolico del senso. In
una delle pagine più alte della sua produzione filo-
sofica, Evola afferma: «il carattere della libertà è
precisamente questo: ‘di poter essere in contrad-
dizione con sé stessa’, perché questo ‘sé stessa’ è
un non-senso; libertà significa ‘possibilità’ e la
possibilità indeterminata non ha nulla da cui possa
esser contraddetta. Se la libertà non è il potere del
‘Sì’ come del ‘No’, essa è flatus vocis. Una libertà
schiava del principio di identità è la negazione del-
la libertà e presenta il carattere di una natura signa-
ta».2


Solo partendo dalla presa di coscienza del-
l’assoluta possibilità che gli si dispiega innanzi,
l’individuo può intraprendere il tragitto che lo
condurrà a farsi ‘assoluto’ e a lasciarsi alle spalle la
propria finitezza. La dottrina filosofica di Evola
Dall’alto: Giovanni Gentile (1875-1944), ritratto insieme a non intende dunque essere un vuoto esercizio re-
Benito Mussolini; Julius Evola (1898-1974), in una fotografia torico ma una pratica di vita fondata sulla riattiva-
della fine degli anni Trenta (tratta dal suo passaporto zione dell’energia ‘magica’ dell’Io. Tale attenzio-
dell’epoca). Nella pagina accanto in basso da sinistra: una ne per la dimensione ‘vitale’ (comunque non ri-
delle lettere di Evola a Giovanni Gentile (Roma, 30 luglio conducibile a un semplice vitalismo) può consen-
1929); copertina della prima edizione di Fenomenologia tire di interpretare la filosofia evoliana come il
dell’Individuo Assoluto di Julius Evola (Torino, Bocca, 1930) punto di emersione di una corrente carsica di pen-
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 15

siero che attraversando un certo romanticismo te- nichilistico cui ogni astratta teoria sembrerebbe
desco (basti ricordare che la stessa denominazione far cascare l’Io. Anche in questo frangente, però,
di ‘idealismo magico’ rappresenta una diretta ere- la riflessione evoliana non si arena nel terreno di
dità di Novalis) propone caratteri specifici del una mera giustapposizione di alternative contrap-
pensiero filosofico italiano,3 insieme rievocando il poste. Se il ’900 filosofico certamente non difetta
senso autentico del theorein greco, inteso come vi- di grandi teorici del nichilismo, d’altro canto co-
sione orientatrice della vita più che come ‘disinte- storo hanno spesso rintracciato nell’intero pro-
ressata’ contemplazione.4 cesso storico lo sviluppo di un originario ‘tradi-


mento’ della verità, incaricandosi della gravosa
pretesa di assumere un punto di vista decentrato
Oltre a ciò, vi è un tratto profondamente rispetto alla storia, bollata come ‘follia’ o, per l’ap-
‘moderno’ in Evola. Il cammino dell’Individuo punto, nichilismo (il riferimento è qui, oltre al già
Assoluto, dettagliatamente tracciato nelle due evocato Heidegger, al nostro Emanuele Severi-
opere ‘sistematiche’ del pensatore romano (Teoria no). Evola non cade in questa tentazione, ma deli-
e Fenomenologia dell’Individuo Assoluto, Roma, Boc- nea le tappe di un percorso sapienziale che attra-
ca, 1927 e 1930), si propone infatti come processo versi il nichilismo, che sprofondi nel suo abisso
in grado di dire la reale alterità rispetto al baratro senza alcuna garanzia di riemersione. L’Individuo
16 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

Da sinistra: copertina della prima edizione di Teoria dell’Individuo Assoluto, Torino, Bocca, 1927; il filosofo tedesco Martin
Heidegger (1889-1976), in una foto scattata dal figlio Hermann, a metà degli anni Cinquanta

Assoluto evoliano altro non è che la concreta indi- noscitivo i germi di un atto pratico volto a ricon-
vidualità resasi capace di affermare un rapporto di durre la totalità delle ‘determinazioni mondiali’ al
dominio sulla storia e sulla natura, non più intesa centro magico dell’Io.
come oggettività immediatamente data né come Questo così radicale impianto teoretico, uni-
prodotto dell’incessante attività di un soggetto to in feconda sintesi al giovanile impeto che segna
astrattamente gnoseologico. L’idealismo magico e contraddistingue tutto il periodo speculativo
rappresenta quindi il definitivo scacco mosso al- della vita del Barone, lo conduce all’affermazione
l’astratto dualismo di teoria e prassi - scacco an- pratica di un’inaudita idea di verità, intesa non co-
nunciato ma non realizzato dall’attualismo di me mera opposizione al falso, ma come niente più
Gentile - intravedendo nello stesso processo co- che «un errore intenso e potente».5

NOTE la, Padova, Edizioni di Ar, 1998. dato.


1 2 4
Cfr. M. Donà, Un pensiero della liber- J. Evola, Teoria dell’Individuo assolu- Cfr. J. Evola, Sfaldamento delle paro-
tà. Julius Evola: filosofia e magia al co- to, Roma, Edizioni Mediterranee, 1998, p. le, in Id., L’arco e la clava, Roma, Edizioni
spetto dell’impossibile, in J. Evola, Feno- 112. Mediterranee, 2000, p. 53.
3 5
menologia dell’individuo assoluto, Roma, Cfr. R. Esposito, Pensiero vivente. J. Evola, Saggi sull’idealismo magi-
Edizioni Mediterranee, 2007, pp. 13-33, Origine e attualità della filosofia italiana, co, Roma, Edizioni Mediterranee, 2006, p.
oltre al pionieristico lavoro di G. Damia- Torino, Einaudi, 2010, dove però il pensie- 53.
no, La filosofia della libertà in Julius Evo- ro di Evola non è preso in esame né ricor-
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 19

SPECIALE JULIUS EVOLA (1898-1974)


L’IMMENSA VERTIGINE
DELLA REALTÀ ORIGINARIA
Evola e la critica alla modernità
sione affatto reattiva, operando una trasvalutazio-
di LUCA SINISCALCO
ne che, utilizzando il linguaggio di Gilles Deleuze

E
vola antimoderno. Un assioma evidente a proposito di Nietzsche, «significa affermazione
per ogni suo attento lettore. Un’espressio- in luogo di negazione, anzi, negazione trasformata
ne che, tuttavia, per rendere merito alla in potenza di affermazione».


potenza ermeneutica e propositiva della posizione
evoliana, necessita di un chiarimento: se Evola fu
indubbiamente campione di una critica, acuta e L’antimodernismo evoliano fu indubbia-
serrata, alla modernità, lo fu essenzialmente in mente critica alla demonìa dell’economia, alla de-
quanto moderno, ossia come esponente di quel mocrazia, al pansessualismo, nonché dura pole-
Tradizionalismo integrale e perennialista la cui mica nei confronti del materialismo, di bolscevi-
stessa origine si colloca nello strappo metafisico smo e americanismo - due facce della stessa meda-
strutturale al tempo storico - quanto mai lontano glia - e delle forme degeneri delle ‘seconde reli-
dall’età del mito - che la tradizione indiana chiama giosità’. Ma a fianco, o meglio, al nucleo stesso di
kali yuga. Come altri esponenti della ‘letteratura questi rilievi - peraltro di estrema e inattuale at-
della crisi’, Evola muove una polemica penetrante tualità - vi è un antimodernismo raffinato e abissa-
alla sua contemporaneità, ravvisandone con effi- le, in cui i dualismi filosofici si stemperano nella
cacia le storture e degenerazioni, mettendone in nuda e concreta potenza del reale, cui solo si può
luce le contraddizioni e le intrinseche fallacie. In accedere tramite i domini del sacro, del mito e del
questa serrata ‘rivolta contro il mondo moderno’, simbolo. Il pensiero analogico e tradizionale evo-
Evola non può d’altra parte uscire dal proprio ‘es- liano diviene così ‘metodo’, come acutamente os-
serci’, storicamente gettato in quella stessa moder- servato da Walter Heinrich. Ossia assurge, al di là
nità da cui vorrebbe distaccarsi. Ma proprio facen- dei motivi specifici di rifiuto della modernità, a
dosi carico di questo portato moderno - a nostro preparazione - nel foro esteriore come in quello
parere con una profondità abissale, assente in mol- interiore, nel microcosmo inscindibile dal macro-
ti altri cosiddetti ‘antimoderni’ - assume una mis- cosmo - di quella trasfigurazione in cui storia e so-
vrastoria, visibile e invisibile, immanenza e tra-
scendenza, materia e spirito non sono più percepi-
Nella pagina accanto: Julius Evola in un ritratto ti nella ‘diabolica’ scissione della modernità.
fotografico di Stanislao Nievo (1928-2006) La prospettiva evoliana si assume così la re-
20 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

potenza fiammeggiante». Que-


ste parole, tratte da L’individuo e
il divenire del mondo (Roma, Li-
breria di scienze e lettere, 1926),
attraversano come un fil rouge
l’intera riflessione evoliana,
tracciando un periplo in cui
l’«agitazione arbitraria» del-
l’esperienza dadaista prepara,
oltre ogni forma di accelerazio-
ne nichilista e dissoluzione reat-
tiva, la risoluta affermazione
della possibilità di un orizzonte
altro: «Un classicismo nuovo, li-
berato dall’Io, fatto d’azione e
della volontà di “un realismo
sponsabilità del superamento della visione del sempre più reale”». È evidentemente un muta-
mondo analitica, colpevole di dissezionare e par- mento di ‘sguardo’: un’ambiziosa e radicale ‘meta-
cellizzare il reale, rivendicando la possibilità, sem- noia’ in cui la modernità e il suo tessuto progressi-
pre vigente nell’estatica potenza dell’attimo, di sta si trasfigurano in una temporalità sferica. Qui,
«strappare i veli con cui Apollo nasconde la realtà linea e cerchio si fondono nella perenne insistenza
originaria, osare di trascendere la forma per met- dell’Origine, che è eterna non in quanto Ewigkeit
tersi a contatto con la “atrocità” originaria di un (durata senza fine) ma Zeitlose (l’eterno al di fuori
mondo in cui bene e male, divino e umano, razio- del tempo): l’Unum che precede la distinzione del-
nale e irrazionale, giusto e ingiusto non hanno più le forme.
alcun senso essendo soltanto potenza, nuda, libera L’antimodernismo evoliano si configura dun-
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 21

que come un invito a recuperare la percezione del-


la qualità delle cose, ad ascoltare l’Abgrund, il fon-
do primordiale, e il suo richiamo incessante, rifiu-
tando i dogmi del modernismo senza però ignora-
re un confronto serrato con la modernità, inaliena-
bile condizione di partenza, premessa metafisica
alla stessa comprensione dialettica e non più intui-
tiva del reale. Evola prende così le mosse da una ‘fi-
losofia col martello’ diretta a sgretolare il moder-
no, a rilevarne l’inconsistenza confrontandosi con
le immagini che di quest’era oscura la Kulturcrisis
ci ha efficacemente trasmesso: epoca abitata da
quell’ospite ‘inquietante’ che è il nichilismo
(Nietzsche), segnata dal trionfo della Zivilisation
sulla Kultur (Spengler), «regno della quantità»
(Guénon), «saeculum dell’errore egoaltruistico»
(De Giorgio).
Alla pars destruens, ottimo compendio e ap-
profondimento delle istanze sopra citate, segue
sempre una pars construens: antimodernismo non
significa passatismo o sterile conservatorismo,
piuttosto iter iniziatico nelle fondamenta stesse
del moderno per tendere a quell’Origine di cui lo
sguardo simbolico - «stereoscopico», direbbe Nella pagina accanto, da sinistra in senso orario: Friedrich
Ernst Jünger - è via regia. La Tradizione è sempre Nietzsche (1844-1900); Mircea Eliade (1907-1986); Ernst
dinamica e processuale, è fiamma viva mai fissata, Jünger (1895-1998); Julius Evola, L’individuo e il divenire
è potenza decostruttiva e, insieme, propulsiva del- del mondo (Due conferenze), Roma, Libreria di Scienze e
l’incondizionato. La Tradizione ad-viene quando Lettere, 1926 (copertina della prima edizione); René
ci si abbevera al Principio, e l’ermeneutica mitico- Guénon (1886-1951), in un’immagine degli anni Quaranta.
simbolica che gli studi di Evola lasciano indivi- Qui sopra: Evola in uno scatto degli anni Sessanta
duare è primariamente una metodologia per ri- (© Fondazione Julius Evola)
trovare il Tutto nel frammento, lungo quel cam-
mino di coincidentia oppositorum che, da Cusano a giacché il divino, come spiega Roberto Calasso,
Mircea Eliade, è tema centrale della filosofia della «non è come una roccia, che tutti inevitabilmente
religione. vedono. Il divino deve essere riconosciuto. E il ri-


conoscimento è l’atto supremo verso il divino. At-
to sporadico, momentaneo, non trasponibile in
Simbolo e mito si rivelano essere le strutture uno stato. “Incessu patuit dea”, il divino è come il
fondanti di questo avvicinamento al divino, a quel- passo di una dea, che si fa avanti e subito va oltre».
la dimensione che, nella sua nuda potenza, sempre In un mondo di non vedenti, l’antimoderni-
di nuovo domanda un riconoscimento. Quel mu- smo evoliano realizza la visione dell’orma della dea
tamento di sguardo capace di vedere l’Uno nel due, nel friabile suolo della nostra modernità.
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 23

SPECIALE JULIUS EVOLA (1898-1974)


EVOLA: PENSATORE
DELLA TRADIZIONE
Il Barone e la politica
degli intellettuali guidati da Giovanni Gentile che
di GIOVANNI SESSA
diede vita al “Manifesto degli intellettuali fascisti”. Il

S
ono trascorsi centoventi anni dalla nascita di 1 maggio comparve, proprio su «Il Mondo», il “Ma-
Julius Evola. Le sue idee hanno mantenuto nifesto degli intellettuali antifascisti”, di cui era pri-
una straordinaria attualità, al contrario dei mo firmatario Benedetto Croce. Evola non firmò né
giudizi, sbrigativi e affrettati, che gli vengono affib- l’uno, né l’altro e, negli anni successivi, non si iscris-
biati da critici che, della sua vastissima produzione, se al PNF ma, come ricorda ne Il cammino del cinabro
hanno letto ben poco o quasi nulla. Il pensiero poli- (Milano, all’Insegna del Pesce d’Oro, 1963), il suo
tico evoliano potrebbe fornire oggi, a tante anime primo scritto politico fu pubblicato sul periodico di
inquiete e pensanti, soluzioni per uscire dall’impasse, Di Cesarò.2 Il testo consisteva in una ‘demolizione’
data la crisi della democrazia rappresentativa. Ciò della democrazia e dei suoi principi. Lo scritto del 15
non accade: le sue proposte sono state ridotte a una agosto 1925, intitolato Note critiche sulla dottrina de-
variabile interna dell’ideologia fascista. Tale accusa mocratica, chiarisce le ragioni della collaborazione
non regge alla prova dei fatti. evoliana ai periodici dell’antifascismo liberale ed
Marco Rossi ha rilevato che, negli anni Venti, esoterico: «Per carità! Non essere democratico ed
Evola, pur mostrando un certo interesse per il movi- esser fascista sono due cose diverse!»3.
mento facente capo a Mussolini, sviluppò nei suoi Un altro testo della metà degli anni Venti, Sta-
confronti una critica, non solo politica, ma spiritua- to, Potenza e Libertà, uscito sullo stesso quindicinale,
le, dalle pagine di due testate dell’antifascismo libe- illumina le posizioni del filosofo in merito al movi-
rale ed esoterico.1 «Il Mondo», il cui primo numero mento dei fasci. Nello scritto Evola «distruggeva le
comparve nel 1922, diretto da Giovanni Amendola, velleità di ‘Potenza’, in senso metafisico, spirituale e
membro della Società Teosofia e aderente alla mas- metapolitico, che il fascismo presumeva di possede-
soneria, e il quindicinale «Lo Stato Democratico», re»4, in quanto individuava in ogni forma di violen-
uscito per tutto il 1925, alla cui direzione era Gio- za il segno tangibile dell’assenza di ogni potere idea-
vanni Antonio Colonna di Cesarò, fondatore del le, spirituale, dall’alto. Egli riconosceva al fascismo
Partito Democratico Sociale e antroposofo. di aver saputo organizzare le energie provenienti
Il 21 aprile 1925 si tenne a Bologna il convegno dal basso, dalla massa, che erano state liberate dalla
guerra. Ma, in forza dell’antidemocratismo, si tro-
Nella pagina accanto: copertina della prima edizione vava costretto a sostenere una posizione ‘afascista’ e
de Gli uomini e le rovine di Julius Evola (Roma, Edizioni a riporre speranze in quegli ambienti dell’antifasci-
dell’Ascia, 1953) smo che si erano formati alla cultura esoterica. Altro
24 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

Da sinistra in alto, in senso orario: “Manifesto degli


intellettuali antifascisti”, apparso su «il Mondo», il 1°
maggio 1925; il filosofo Giovanni Gentile (primo a destra),
in uno scatto insieme a Benito Mussolini (al centro);
Giovanni Preziosi (1881-1945), in una foto degli anni
Trenta. Nella pagina accanto, da sinistra: copertina della
prima edizione di Il fascismo. Saggio di una analisi critica
dal punto di vista della Destra (Roma, Volpe, 1964);
copertina di uno degli ultimi numeri (anno XXI, n. 10 - 15
marzo 1943) di «Critica fascista», quindicinale fondato nel
1923 e chiuso nel 1943, diretto da Giuseppe Bottai

che pensatore ‘fascistissimo’! Il fuoco di fila aperto dal mondo cattolico con-
Nel 1926, comunque, l’incursione del pensato- tro Evola, ma anche da esponenti liberali che, di lì a
re nel mondo dell’antifascismo era ormai conclusa: poco, sarebbero divenuti fascisti, come il senatore
Evola aveva compreso che l’opposizione monarchi- Filippo Crispolti, mostrano come la proposta tradi-
ca e liberale stava per esaurire le proprie possibilità zionalista e pagana debba essere inquadrata, fin dagli
di influenza. Il regime si era stabilizzato, aveva supe- anni Trenta, tra le «possibilità inespresse» (la defini-
rato la crisi interna indotta dal delitto Matteotti. Bi- zione la si deve a Renzo De Felice) del fascismo. Il
sognava puntare a una sua ‘rettifica’ aristocratica, nel progetto politico evoliano fu marginalizzato dal fa-
senso di una destra di Tradizione. Nel 1928 uscì per scismo storico. Ciò non scoraggiò il filosofo. Al con-
l’editore Atanòr, con il titolo Imperialismo pagano, trario! Evola mise in atto un interventismo culturale
una silloge di articoli comparsi sui periodici «Vita a tutto campo. Nel 1929 pubblicò sulla «Nuova An-
Nova», «Critica Fascista» e «Il Lavoro d’Italia», tologia» un testo di grande rilievo, Americanismo e
mirati a lanciare un programma capace di modifica- Bolscevismo.5 Nelle sue pagine auspicò, all’interno di
re, nel profondo, il piano della visione fascista della una visione a largo respiro della civiltà, l’affermarsi
vita, che si spingeva ad affrontare il tema dell’incom- di un movimento di ricostruzione spirituale, capace
patibilità tra fascismo e cristianesimo, nel momento di superare la modernità politica. Il fascismo avreb-
in cui il regime si apprestava alla svolta guelfa dei be potuto svolgere un ruolo epocale, solo a condi-
Patti Lateranensi (1929). zione che si mostrasse all’altezza di un tale compito:
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 25

riaffermare i valori della Tradizione. Tesi che venne politico-ideologico della Tradizione europea, un’in-
sintetizzata sul primo numero de «La Torre», il 1° terpretazione tradizionalistica del fascismo e la for-
febbraio del 1930, in Carta d’identità: «Nella misura mulazione della dottrina della «razza spirituale».
in cui il fascismo segua e difenda tali principi (della L’alternativa politica al moderno è - a suo dire - da
Tradizione), in questa stessa misura noi possiamo individuarsi nell’Imperium. La tesi la si evince dal-
considerarci fascisti. E questo è tutto!».6 Inutile dire l’articolo Sulla caduta dell’idea di Stato (1934) e in lar-
che, a causa di tale esplicita posizione, Evola dovette ga parte della sua produzione libraria e giornalistica
patire, oltre alle aggressioni fisiche, la soppressione coeva e successiva, che sintetizza le ragioni delle sue
della testata. L’episodio mostra che egli non fu affat- critiche al fascismo, quanto il valore dell’idea impe-
to pensatore organico al fascismo. riale. Lo stato imperiale è qui definito «organismo
Dopo la chiusura della rivista, segno della im- spiritualizzato, tale da innalzare per gradi da una vita
permeabilità di molti ambienti di regime alle sue naturalistica […] a una vita supernaturale e super-
proposte, Evola continuò a perseguire il proprio personale attraverso un sistema di partecipazioni e
progetto: dapprima a fianco di Giovanni Preziosi, di subordinazioni atte a ricondurre costantemente
poi dalle colonne della pagina “Diorama filosofico” ogni classe di esseri e ogni forma di attività a un uni-
del quotidiano «Il Regime Fascista» di Roberto Fa- co asse centrale».7 Lo Stato tradizionale è, in quanto
rinacci. Su “Diorama”, avvalendosi di prestigiose risultato della «rivoluzione dall’alto», alternativa a
collaborazioni internazionali, presentò un mosaico tutte le forme moderne del politico, e anche allo Sta-
26 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

A sinistra: Julius Evola, Il cammino del cinabro, Milano,


Scheiwiller, 1972 (seconda edizione). Nella pagina accanto:
il quotidiano «Il Regime Fascista», diretto da Roberto
Farinacci (numero del 24 marzo 1939)

spirito, anima e corpo. In forma rinnovata, ripropo-


neva l’idea olistica delle comunità castali. Le diffe-
renze tra gli uomini, secondo Evola, non sono di ti-
po zoologico ma interiori e spirituali. Ha notato
Gian Franco Lami: «La dottrina razziale evoliana
non parla che di una razza filosofica»,8 ci dice del
‘cittadino’, inteso in senso classico, libero in quanto
appartenente a un passato e a un destino condiviso.
La razza non è un dato, tanto meno di natura biolo-
gica, ma un obiettivo cui tendere, in un percorso di
ascesi individuale e comunitario. Evola è, per l’in-
transigente rifiuto del biologismo, a dire di Alek-
sandr Dugin, punto di riferimento imprescindibile
della «quarta teoria politica».9
Nel dopoguerra il tradizionalista mantenne, ri-
to totalitario fascista. spetto al fascismo, il medesimo atteggiamento. Cri-
Appurato che Evola non fu, sic et simpliciter, fa- ticò il rischio di ‘mitologizzare’ il regime. Si legga,
scista, altrettanto illegittimo è presentarlo nei panni ne Il cammino del cinabro, la sintesi dell’Autodifesa,
di un volgare razzista. Le sue tesi sulla razza erano scritta in seguito al suo coinvolgimento nel processo
antitetiche alla visione biologista e materialista dei dei FAR (per il quale fu prosciolto): «Attribuirmi
nazisti, ma contrastavano anche con talune visioni idee fasciste era un assurdo. Non in quanto erano
maturate nel razzismo italiano e avallate da ambien- ‘fasciste’ ma solo in quanto rappresentavano, nel fa-
ti cattolici (Tacchi Venturi). La posizione evoliana scismo, la riapparizione di principi della grande tra-
colpì lo stesso Mussolini che vide in essa una valida dizione politica europea di destra».10 Fin dal 1950, in
alternativa al razzismo biologico, in quanto centrata «Orientamenti», opuscolo che accompagnò la rivi-
sulla tripartizione tradizionale dell’essere umano in sta «Imperium», egli si fece latore della necessità di

2
NOTE Cfr. J. Evola, Il cammino del cinabro, J. Evola, Il Mondo (1924-1925), Lo Stato
1
Cfr. M. Rossi, Lo Stato democrati- Roma, Mediterranee, 2018, p. 147. Democratico 81925), Il Sereno (1924), cit.,
3
co(1925) e l’antifascismo antidemocrati- J. Evola, Il Mondo(1924-1925), Lo p. 37.
5
co di J. Evola, in «Storia Contemporanea», Stato democratico (1925), Il Sereno J. Evola, Americanismo e Bolscevi-
anno XX, n. 1, 1989; cfr. anche J. Evola, Il (1924), cit., p 97. smo, in «Nuova Antologia», 1929, ora in J.
4
Mondo(1924-1925), Lo Stato Democrati- M. Rossi, L’antifascismo aristocrati- Evola, Il ciclo si chiude. Americanismo e
co(1925), Il Sereno(1924), a c. di M. Rossi, co di J. Evola negli anni Venti. Le ragioni bolscevismo 1929-1969, a c. di G. de Tur-
Roma, Pagine editore, 2013. profonde di uno scontro meta politico, in ris, Roma, Fondazione Evola, 1991.
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 27

rifondare una destra di orientamento tradizionale


«senza riferimenti unilaterali al fascismo e con una
precisa discriminazione, nel fascismo, dei lati positi-
vi da quelli negativi».11 I riferimenti evoliani del do-
poguerra prescindevano dal nostalgismo reducista,
che connotava la prassi politica del MSI.
Tra gli anni Cinquanta e i Sessanta, con la pub-
blicazione de Gli uomini e le rovine (Roma, Edizioni
dell’Ascia, 1953) e de Il fascismo. Saggio di una analisi
critica dal punto di vista della Destra (Roma, Volpe,
1964), Evola, sulla scorta del platonismo politico,
recuperò le vichiane ‘leggi naturali’ della repubbli-
ca eterna. Ribadì, in sintonia con le conclusioni cui
era pervenuta la Scuola organicista di Vienna di
Othmar Spann, che il fondamento di ogni vero Sta-
to va colto nella «trascendenza del suo principio».
La società è materia, in senso aristotelico, lo Stato è
la sua forma. Criticò, inoltre, ogni forma di «uma-
nesimo del lavoro» e le degenerazioni socialisteg-
gianti che connotarono l’effimera vita della Repub-
blica sociale. Di questa esperienza valorizzò il solo
tratto eroico. Per queste ragioni è riduttivo definir- renziato, l’uomo della Tradizione, si pone lungo
lo neo-fascista. un iter ascetico: si tratta di una soteriologia perso-
Il pensatore, nel dopoguerra, operò su un du- nale, di una filosofia dell’esistenza scandita in tap-
plice piano. Dava indicazioni pratico-politiche pe, votata all’alto, filosofia della liberazione dal
agli «uomini tra le rovine», mostrando come il fa- dato necessitante che pur ci costituisce.
scismo storico avesse in sé tratti ‘moderni’, ma for- L’evolismo politico nella realtà contempora-
niva, altresì, indicazioni dottrinarie, mirate a raf- nea, ci pare debba essere recepito lungo tale asse di
forzare la cittadella interiore, a quanti si sentivano riferimento. Oltre le proposte che guardano al
«uomini differenziati», nel momento in cui i pro- passato, quale strumento per propiziare un possi-
cessi di decadenza acceleravano il loro corso.12 bile Nuovo inizio europeo, in sintonia con l’opera
Questo il senso di Cavalcare la tigre. L’uomo diffe- di altri grandi inattuali.

6
J. Evola, La Torre. Foglio di espressio- della razza, tradizione e sovversione in del cinabro, cit., p. 353.
11
ni varie e di Tradizione una, Milano, Socie- una rivista corporativa, in J. Evola, Regi- J. Evola, Il cammino del cinabro, cit.,
tà Editrice Il Falco, 1977, p. 43. me Corporativo (1935-1940), Roma, Pa- p. 354.
7 12
J. Evola, Sulla caduta dell’idea di gine editore, 2011, p. 22. Sulla paideia evoliana del dopo-
9
Stato, in J. Evola, Lo Stato (1934-1943), a Cfr. A. Dugin, La quarta teoria politi- guerra, cfr. J. Evola, Mito e realtà del fasci-
c. di G. F. Lami, Roma, Fondazione Evola, ca, Milano, Novaeuropa, 2017. smo, a c. di G. de Turris, Roma, Pagine edi-
10
1995, p. 50. Cfr. «L’Eloquenza», n. 11-12, novem- tore, 2014.
8
G. F. Lami, Satira politica, problema bre-dicembre 1951; J. Evola, Il cammino
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 29

SPECIALE JULIUS EVOLA (1898-1974)


CIVILTA’ DEL TEMPO
E CIVILTA’ DELLO SPAZIO
Evola e la Tradizione
tive, più o meno complete, nelle varie epoche e
di STEFANO ARCELLA
nelle diverse civiltà. Questo metodo non esclude

V
i sono testi che hanno svolto un ruolo l’apertura al metodo scientifico moderno, basato
formativo decisivo negli anni giovanili e sulle fonti di cognizione (letterarie, filosofiche,
che, riletti oggi, possono essere compre- epigrafiche, ecc.), ma lo integra e lo inserisce in un
si in una luce diversa, con altra chiarezza, coglien- quadro molto più vasto e profondo. Evola, infatti,
do aspetti e sfumature che, a una prima lettura, in Rivolta, se dà rilievo prioritario alla dimensione
erano del tutto sfuggiti o, comunque, non adegua- mitico-simbolica, è attento, al tempo stesso, al-
tamente compresi nella loro portata. l’esame delle fonti antiche, sia occidentali che
È il caso di Rivolta contro il mondo moderno di orientali.2 Dietro quel metodo vi è tutto un retro-
Julius Evola, uscito in prima edizione presso l’au- terra, tutta un’elaborazione filosofica che viene da
torevole editore Hoepli nel 1934, e in particolare lontano, che parte da Giovan Battista Vico (che, a
dell’Introduzione che l’autore scrisse per chiarire i sua volta, si ricollega a tutta la tradizione che da
princìpi generali e l’impostazione metodologica Platone arriva al neoplatonismo di Plotino e ai
della sua opera. neoplatonici del Rinascimento) e che vede in
Il metodo di ricerca e di analisi che Evola defi- Schelling e in Bachofen i suoi esponenti moderni
nisce come «metodo tradizionale»1 privilegia l’at- più significativi.
tenzione per il mito e il simbolo, per cogliere intui- L’opposizione che Evola delinea in Rivolta fra
tivamente in profondità l’anima di una civiltà, la tempi storici e tempi «preistorici» o «mitologici»
sua visione del mondo, la sua sensibilità spirituale. non è quella propria a due parti omogenee di uno
Questo metodo non è neutro, ma strettamente stesso tempo, ma è qualitativa, sostanziale; trattasi
connesso all’idea stessa di Tradizione, come ‘tra- di tempi qualitativamente diversi, ossia esperienze
smissione delle pure essenze spirituali’ da un’epo- del tempo che sono di specie diversa. «L’uomo tra-
ca all’altra e quindi come dimensione metastorica dizionale - scrive Evola - non aveva la stessa espe-
(cioè al di là e al di sopra della storia e del tempo) rienza del tempo subentrata nell’uomo moderno:
che si manifesta, in forme più o meno approssima- egli aveva una sensazione sovratemporale della
temporalità e in questa sensazione egli viveva ogni
forma del suo mondo».3
Nella pagina accanto da sinistra: sopraccoperta e copertina Qui si può subito cogliere il nesso fra questo
della prima edizione di Rivolta contro il mondo moderno di tema e quello sviluppato nel saggio Civiltà dello
Julius Evola (Milano, Hoepli, 1934) spazio e Civiltà del tempo (apparso in origine sul
30 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

quotidiano «Il Regime fascista» del 20 aprile 1935,


più volte ripreso e modificato e infine confluito
nella sua opera L’arco e la clava, pubblicata in prima
edizione da Scheiwiller nel 1968) ove le vestigia
delle civiltà antiche e anche di quelle cosiddette
«preistoriche», rimaste miracolosamente intatte
nel tempo, assumono il valore di un simbolo, di un
adombramento dell’eternità.

L’opposizione fra le civiltà moderne e quelle tradi-


zionali può esprimersi come segue: le civiltà mo-
derne sono divoratrici dello spazio, le civiltà tradi-
zionali furono divoratrici del tempo. Le prime - le
civiltà moderne - sono vertiginose per la loro feb-
bre di moto e di conquista spaziale, generatrici di
un arsenale inesauribile di mezzi meccanici atti a
ridurre ogni distanza, ad abbreviare ogni interval-
lo, a contrarre in una sensazione di ubiquità tutto
quello che è sparso nella moltitudine dei luoghi;
orgasmo di un bisogno di possesso; angoscia oscu-
ra di fronte a tutto ciò che è distaccato, isolato,
profondo o lontano; impulso a espandersi, a circo-
lare, ad associarsi e a ritrovarsi in ogni luogo, fuor
che in sé stessi. Per contro le civiltà tradizionali fu-
rono vertiginose appunto nella loro stabilità, nella
loro identità, nel loro sussistere incrollabili e im-
mutabilmente in mezzo alla corrente del tempo e
della storia: sì che esse si resero capaci di esprimere
perfino in forme sensibili e tangibili un adombra-
mento dell’eternità.4

L’opposizione fra civiltà tradizionali e civiltà


moderne è, dunque, di carattere ideale e tipologi-
co, per cui il fatto che le civiltà tradizionali si collo-
chino nel passato ha un carattere accidentale; il lo-
ro collocarsi nel passato non esaurisce affatto, non
chiude nel tempo e nella storia il loro profondo
Dall’alto: il filosofo Giovan Battista Vico (1668-1744), contenuto e il loro respiro: «Mondo moderno e
in una vignetta del XVIII secolo; pagina del quindicinale mondo tradizionale possono venir considerati co-
«La Torre» (1930), con la rubrica evoliana “L’arco e la me due tipi universali, come due categorie apriori-
clava”, titolo che il filosofo romano utilizzerà in seguito che della civiltà».5 Il dualismo di civiltà si configura
per l’opera che pubblicherà da Scheiwiller nel 1968 pertanto non come un dualismo di carattere stori-
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 31

co, fra due epoche, ma come polarizzazione ideale zionale” che è orientato a rapportarsi col piano dei
e metafisica. Il richiamo a realtà, istituzioni, forme princìpi spirituali, sempre validi, dimensione ante-
non moderne è, pertanto, un richiamo ad adom- riore e superiore al tempo.
bramenti, a simboli, ad approssimazioni di ciò che È importante evidenziare che per Evola le
è anteriore e superiore al tempo e alla storia e che ‘categorie tradizionali’ vanno non solo riconosciu-
solo, secondo Evola, può suscitare «un rinnova- te, ma anche e soprattutto ‘volute’. Qui Evola fa
mento reale, una “vita nuova” e perenne in chi sia entrare in gioco l’elemento della Volontà che si
ancora capace di riceverla»6. È solo elevandosi in- esercita nell’azione intesa come azione interiore,
teriormente, riavvicinandosi, per quanto possibile, formatrice e trasformatrice di sé, cui è connesso in
alle origini spirituali che, secondo Evola, si posso- modo inscindibile lo stile di vita e di azione e quin-
no cogliere le ‘categorie tradizionali’, ovvero i di il piano dell’etica, della ‘tenuta’ etica complessi-
«princìpi normativi a priori», i princìpi fondamen- va. Lo spirito tradizionale non consiste nel ricono-
tali secondo i quali si manifesta la vita dell’uomo scimento di concetti astratti ma nel riconoscimen-
della Tradizione. to volitivo e attivo di princìpi normativi che devo-
Le realizzazioni storiche di tali princìpi sono no “determinare e informare la realtà”, quindi pla-
sempre approssimazioni, più o meno vicine al pia- smare l’interiorità e anche l’agire esteriore del-
no delle idee. E questi princìpi hanno «la stessa di- l’uomo. La concezione evoliana è quindi eminen-
gnità dei princìpi etici» e quindi valgono in sé, han- temente attiva; la filosofia evoliana è una filosofia
no un valore intrinseco a prescindere dal grado di dell’azione e della responsabilità, avendo cura di
realizzazione che possono avere in questa o quella distinguere nettamente l’azione dall’agitazione,
civiltà, in questa o quell’epoca. Essi vanno ricono- dalla frenesia attivistica; l’azione di cui parla Evola
sciuti e voluti; sono misure per l’uomo, per la sua è improntata all’eterno, al trascendente, al sacro ed
interiorità e per la sua vita. La Storia ha quindi un è compenetrata dalla calma interiore, dalla centra-
valore illustrativo ed evocatorio, ma non un valore tura interiore e da una ponderata determinazione.
assoluto. Ne discende che la Tradizione non è il Proprio per questo l’approccio all’opera di Evola
passato, non si riduce a esso e quindi non va confusa deve quindi essere attivo e creativo perché la Tra-
col passato. Non si tratta quindi di un vagheggia- dizione ha una sua perenne freschezza spirituale
mento romantico del passato, di un’idealizzazione che non può essere chiusa in forme sclerotizzate
di altre epoche della storia. Altro è quindi il roman- del passato. È questa la profonda differenza fra lo
ticismo dell’Ottocento che si caratterizzava per un ‘spirito tradizionale’ e l’approccio di un conserva-
richiamo al passato che rivalutava e idealizzava per torismo decadente che si aggrappa alle forme este-
reazione all’Illuminismo, altro è lo “spirito tradi- riori di altre epoche.

NOTE Controcorrente, 2002; G. Sessa, Itinerari derno, Roma, Mediterranee, Roma, 1969,
1
W. Heinrich, Sul metodo tradizionale, nel pensiero di tradizione. L’Origine e il p. 9.
4
a c. di S Arcella, Roma, Pagine Editore, sempre possibile, Chieti, Solfanelli, 2015; Idem, L’arco e la clava, Milano, Schei-
2017. Idem., A proposito della filosofia evoliana. willer, 1971, pp. 10-11.
2 5
Cfr. S. Arcella, Introduzione, in W. Considerazioni a margine della voce Evola Id., Rivolta contro il mondo moderno,
Heinrich, Sul metodo tradizionale, cit., dell’Enciclopedia filosofica Bompiani, in cit., p.10.
6
pp.9-32; S. Arcella, I Misteri del Sole. Il www.fondazionejuliusevola.it. Ivi, p.11.
3
culto di Mithra nell’Italia antica, Napoli, J. Evola, Rivolta contro il mondo mo-
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 33

SPECIALE JULIUS EVOLA (1898-1974)


IL BARONE EVOLA E
LE DOTTRINE ORIENTALI
Ex Oriente lux
conoscere in Occidente da Arthur Avalon (etero-
di NUCCIO D’ANNA
nimo iniziatico di John Woodroffe che lo utilizza-

L’
accostamento di Julius Evola alla dottrine va essenzialmente quando il suo lavoro veniva fat-
orientali comincia molto presto. È noto a to in armonia con i pandit e i guru tantrici), ma in-
tutti i suoi lettori l’interesse, già in gioven- staurò anche rapporti diretti con l’alto magistrato
tù, per i testi del buddhismo pâli che addirittura lo inglese fino al punto da riuscire ad aiutarlo nel-
aiutarono a uscire da un’ingarbugliata situazione l’interpretazione di alcuni passi testuali che risul-
interiore. Ma il giovane studioso fu anche il curato- tavano non facilmente decifrabili da un punto di
re di una edizione del Tao tê king in italiano (Lao- vista rituale. Il libro di Evola sui tantra (Lo yoga
Tze, Il libro della via e della virtù, Lanciano, Carab- della potenza, Milano, Fratelli Bocca, 1949) non è
ba, 1923) basata sulle traduzioni dei migliori spe- confinabile nella letteratura orientalistica accade-
cialisti del tempo. In quel periodo Evola stava ela- mica perché non si sofferma solo sulle dottrine,
borando il suo complesso sistema filosofico che de- ma intende presentare alcuni aspetti fondamenta-
terminò l’interpretazione del testo cinese, anche li dei rituali tantrici. Dopo l’apparizione degli
nei più piccoli particolari, secondo la prospettiva scritti di Arthur Avalon, è forse la prima volta che
del suo idealismo magico, spesso snaturandone la si tenta di indicare il complesso simbolismo di
realtà iniziatica e spirituale. questo movimento e il suo speciale status spiritua-
Più interessante e ben più importante il suo le non assimilabile in nulla a quanto avevano scrit-
approccio alle dottrine indiane. Nelle sue opere to alcuni autori di matrice occultistica. Evola in-
giovanili, non solo nei libri ma anche nei molti ar- tende fare affiorare essenzialmente le caratteristi-
ticoli che scriveva per un numero incredibile di che rituali e le forme meditative che giustificano
testate, affiora continuamente la menzione dei te- ogni pur minima attività operativa.
sti tantrici, della Baghavad Gîtâ e di alcune delle Ma è stata tutta la sterminata cultura indiana
Upanişad più antiche come, per esempio, la Bŗhad- a costituire per Evola uno degli elementi fonda-
āraņyaka e la Chāndogya. L’interesse per il tantri- mentali della sua costruzione dottrinale. La sua
smo fu molto precoce e profondo. Su sollecitazio- metafisica della storia, infatti, suppone proprio
ne dell’amico Decio Calvari, Evola non solo co- alcune delle forme spirituali più importanti che
minciò a leggere la vasta letteratura tantrica fatta arricchiscono le dottrine vediche. Si pensi, per
esempio, alla sua valorizzazione dei Rishi vedici
Nella pagina accanto: Julius Evola in un ritratto fotografico concepiti come coloro che hanno «visto e udito»
di Stanislao Nievo (1928-2006) il Veda e ne hanno «cantato» la dimensione spiri-
34 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

tuale vissuta e contemplata di- cinque matha sedi dei rispettivi


rettamente da questi straordina- Jagad Guru.
ri veggenti primordiali. Spiega Forse l’elemento innovativo
Evola: «Non si tratta di teorie o più importante nella sua inter-
teologie, ma di inni nei quali si pretazione del pensiero indù,
riflette e grandeggia una co- Evola lo ha dato quando ha dise-
scienza ancora legata al mondo e gnato una triplice successione di
alla realtà metafisica, sì che i vari stadi incentrati tutti non sugli
“dèi” dei Veda, più che immagi- astratti paradigmi culturali tanto
ni religiose, sono proiezioni del- cari agli orientalisti accademici
l’esperienza di significati di for- curvati su prospettive meramen-
ze percepite direttamente sia te cerebrali, quanto sulla reale e
nell’uomo, sia nella natura, sia di vissuta dimensione spirituale del-
là della natura, in un èmpito co- la tradizione indù. Perciò Evola
smico, eroico e “sacrificale”, in una vicenda libera- ha parlato di una antichissima «spiritualità cosmi-
ta e per di così trionfale». ca» dell’India che supponeva una identità perfetta
D’altronde, tutta l’interpretazione evoliana fra rta e satya, fra l’Ordine cosmico e la Verità divina
della storia mondiale come una continua lotta del- rivelatasi nell’immacolata manifestazione delle ori-
la luce contro le tenebre non può prescindere da gini, quando il cosmo si presentava come un’im-
questa condizione originaria. Il suo continuo ri- mensa teofania che veggenti, Kavi e Rshi vedici spe-
chiamo a figure di divinità arcaiche come Parashu rimentavano direttamente in un condizione trionfa-
Râma (Râma dalla doppia ascia) che per una lunga le e ‘vittoriale’. Poi affiora quella che Evola chiama
durata di secoli ha combattuto contro la casta dei «epoca eroica» - che vede lo scontro fra le potenze
guerrieri in rivolta contro l’autorità spirituale, si della luce e quelle delle tenebre - cantata nei testi dei
giustifica proprio nella prospettiva di questa lotta brahmana come ‘mito eroico’ a causa dello speciale
della luce contro le tenebre e della vittoria finale simbolismo guerriero assunto dai protagonisti dello
delle potenze celesti. Ma è tutta la cultura indù ad scontro vittorioso. Infine si è pervenuti alla «stadio
aver costituito per Evola un richiamo continuo. religioso» che, secondo Evola, ha visto il trionfo ne-
Certo, quante volte ha criticato questo o quel- cessario e provvidenziale dei sei dars´ana, i ‘punti di
l’aspetto del Vedānta non rendendosi conto che po- vista’ dottrinali nei quali si trova sistematizzata or-
teva condurre a intaccare il pilastro fondamentale ganicamente l’immensa eredità spirituale di origine
della spiritualità fiorita nel sub-continente. Molte ‘non-umana’ (aparusheya) trasmessa a partire dal-
critiche mossegli da personalità di tradizione indù l’aurora stessa della tradizione indù.
hanno fatto rilevare proprio questa sua difficoltà Evola aveva poi un legame particolare, che
rispetto alla metafisica del Vedānta, quel suo non conservò per tutta la vita, con la Bhagavad Gîtâ,
saper cogliere né il significato avatarico di Saňkara forse il testo più diffuso in tutto il sub-continente,
né quello dell’immane sua opera di ricostruzione recitato continuamente da innumerevoli schiere
dottrinale e rituale che ha comportato da un lato il di asceti e semplici pellegrini. Si dice persino che
superamento di molte forme spirituali arcaiche e lo conoscesse a memoria e che ne portasse copia da
‘quasi-sciamaniche’ sopravvissute dalla preistoria sfogliare nei momenti di riposo anche durante le
indiana e, dall’altro, la ristrutturazione dell’intera ascensioni alpinistiche. Secondo Evola, l’insegna-
tradizione su nuove basi istituzionali centrate sui mento della Bhagavad Gîtâ può essere considerato
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 35

una eredità dei primordi ‘solari’ che viene accolta


da Manu, il primo legislatore degli antichi vedici,
e poi custodita da una dinastia di re sacrali che si ri-
chiama proprio a una ascendenza solare. Evola ri-
tiene che la dottrina «dell’azione eroica» della
Bhagavad Gîtâ rientra nel contesto generale di
quella che viene considerata ‘la grande e la piccola
guerra santa’. La ‘piccola guerra santa’ è quella
fatta per ristabilire l’ordine sociale alterato e viene
condotta contro i nemici esteriori sui quali si ap-
poggia l’azione deviante delle forze del caos. La
‘grande guerra santa’, invece, è quella portata con-
tro il nemico interiore, contro l’azione pervertitri-
ce dell’ego, contro le forze disordinate che si anni-
dano nel cuore del combattente e lo tengono av-
vinghiato al mondo delle apparenze. Come si ve-
de, il punto di vista evoliano trascende le abituali e
superficiali categorie interpretative di molti acca-
demici contemporanei. Nella sua prospettiva tipi-
camente indiana, che non può affatto accettare la
modernità per le innumerevoli «strutture del ma-
le» organizzate per trascinare verso il basso tutto
quello che resta delle antiche forme di vita, il mon-
do non può essere considerato una realtà amorfa e
senza vita. Al contrario, è il teatro di una lotta spi-
rituale che si svolge principalmente a livello meta-
fisico e di cui i fatti e gli avvenimenti materiali so-
no solo il suo povero riflesso. È la lotta della luce
contro le tenebre, dell’ordine contro il disordine,
dell’ essere contro il divenire che tutto trasforma e
rende impossibile assicurare l’ordinato svolgersi
della vita spirituale.
Tutta la vita di Julius Evola documenta la sua
volontà di indicare ai suoi lettori questo significa-
to veritiero che sottende il mistero della vita.

A destra dall’alto: ritratto di Julius Evola; copertina e dorso


della prima edizione de Il libro della via e della virtù, curato
e tradotto da Julius Evola (Lanciano, Carabba, 1923).
Nella pagina accanto in alto: frontespizio della prima
edizione de Lo yoga della potenza di Julius Evola (Milano,
Fratelli Bocca, 1949)
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 37

SPECIALE JULIUS EVOLA (1898-1974)


LE VICENDE EDITORIALI
DI «UR» E «KRUR»
Il fuoco dei Magi
1925, n. 2029) portarono a una rapida conclusione
di FABRIZIO GIORGIO
anche di questa esperienza editoriale.

U
na pur succinta narrazione della vicenda A entrambe le iniziative editoriali di Reghini
editoriale delle riviste «Ur» e «Krur» diede il suo contributo Julius Evola, il quale affron-
non può prescindere dall’esame del con- tava, in quel periodo, il difficile passaggio che lo
testo politico e culturale nel quale esse nacquero e avrebbe portato ad abbandonare le giovanili spe-
dalla disamina delle attività coeve del loro princi- culazioni filosofiche per approdare al pensiero tra-
pale animatore, Julius Evola. dizionalista. Terminata, dunque, l’esperienza di
Bisogna, innanzitutto, sottolineare che il pri- «Ignis», Evola rafforzò i suoi legami con la Lega
mo ventennio del Novecento vide il proliferare di Teosofica Indipendente di Roma. Sin dal 1923 lo
riviste d’indirizzo spiritualista che suscitarono l’in- scrittore aveva iniziato a tenere periodicamente
teresse di un vasto pubblico. Segnatamente, le rivi- delle conferenze nell’ambito del corso di Cultura
ste d’ispirazione pitagorico-massonica «Atanòr» e spirituale, organizzato dalla stessa Lega Teosofica,
«Ignis» possono essere considerate, per i loro con- e a scrivere articoli per la rivista «Ultrà». Tuttavia,
tenuti, le dirette antecedenti della rivista «Ur». già dalla metà del 1926, un maggiore approfondi-
«Atanòr» fu fondata nel 1924 dal pitagorico e mento delle dottrine iniziatiche portò il pensatore
massone Arturo Reghini, il quale si avvalse della col- romano a distaccarsi nettamente dalle idee pro-
laborazione dell’editore tuderte Ciro Alvi e di un mulgate da questa associazione.
eterogeneo gruppo di esoteristi. Problemi insorti Tale allontanamento indusse Evola a trovare
con l’editore, indussero Reghini a porre fine al- un altro ambito nel quale poter diffondere le proprie
l’esperienza di «Atanòr» per fondare, all’inizio del idee ed è in questo contesto che va inquadrata l’atti-
1925 un nuovo periodico: «Ignis». Anche quest’ul- vità che il futuro direttore di «Ur» intraprese all’in-
tima rivista non ebbe vita lunga: le leggi sulla masso- terno dell’Associazione per il Progresso Morale e
neria varate dal regime fascista (Legge 26 novembre Religioso, diretta da Mario Puglisi. Nel medesimo
anno, la sezione romana dell’associazione organiz-
Nella pagina accanto: l’accordo amichevole del 6 dicembre zò una serie di conferenze tese all’approfondimento
1928, sottoscritto da Julius Evola, Giulio Parise e Arturo di tematiche spirituali e numerosi furono i nomi no-
Reghini, che sancisce la separazione dei tre, la fine di «Ur» ti dell’esoterismo del periodo che vi presero parte;
e in sostanza la nascita, nel gennaio 1929, di «Krur» molti di essi, successivamente, collaborarono alle
e «Ignis» (Roma, Archivio Centrale, Stampa Periodica, iniziative culturali ed esoteriche di Evola.
Fascicolo «UR». Immagine sinora mai pubblicata) Verosimilmente, già nella seconda metà del
38 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

1926 in questo contesto si costituì il gruppo esoteri-


co che in seguito diede vita alla rivista «Ur». È plau-
sibile, infatti, che le attività di catena del sodalizio
magico abbiano preceduto di qualche mese l’uscita
del primo fascicolo della rivista. Quest’ultima, infat-
ti, a differenza delle altre pubblicazioni esoteriche
dell’epoca, nelle quali l’aspetto dottrinario era pre-
ponderante, si presentava con un taglio marcata-
mente ‘operativo’.
Per lo più vi trovavano spazio istruzioni prati-
che fornite ai lettori o resoconti di operazioni ma-
giche compiute dagli stessi membri della redazio-
ne, il che induce ad affrontare un altro tema, ovvero
quello degli obbiettivi perseguiti dal cenacolo eso-
terico. Alcuni anni dopo la cessazione della rivista,
fu lo stesso Evola a renderli espliciti, affermando:
«Quanto alle finalità, quella più immediata era il
destare una forza superiore da servire d’ausilio al la-
voro individuale di ciascuno, forza di cui eventual-
mente ciascuno potesse far uso. Vi era però anche
un fine più ambizioso, cioè l’idea che su quella spe-
cie di corpo psichico che si voleva creare potesse in-
nestarsi, per evocazione, una vera influenza dall’al-
to. In tal caso non sarebbe stata esclusa la possibilità
di esercitare, da dietro le quinte, un’azione perfino
sulle forze predominanti nell’ambiente generale di
allora. Quanto alla direzione di tale azione, i punti
principali di riferimento sarebbero stati più o meno
quelli di Imperialismo Pagano e degli ideali ‘roma-
ni’ di Arturo Reghini» (J. Evola, Il cammino del cina-
bro, Milano, Scheiwiller, 1972, p. 83).
In altre parole, le attività di catena si prefigge-
vano di affinare le capacità interiori dei singoli ap-
partenenti al sodalizio, di evocare la discesa di forze
numeniche e, contemporaneamente, di agire sulla
realtà politica dell’epoca. È lecito pensare che su tali
basi la rivista, nelle intenzioni dei suoi fondatori, fos-
se funzionale alla creazione un eggregore psichico
che fungesse da supporto agli stessi operatori.
Con queste premesse apparve, nel gennaio
del 1927, il primo numero del nuovo periodico dal
titolo «Ur. Rivista di indirizzi per una scienza
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 39

Nella pagina accanto, dall’alto: altra immagine dell’accordo amichevole del 6 dicembre 1928, sottoscritto da Julius Evola,
Giulio Parise e Arturo Reghini (Roma, Archivio Centrale, Stampa Periodica, Fascicolo «UR». Immagine sinora mai
pubblicata); lettera di Julius Evola al poeta ed esoterista Arturo Onofri, su carta intestata della rivista «Ur» (5 maggio
1928). Qui sopra da sinistra: «La Torre», bozze dell’editoriale del primo numero, con correzioni di Julius Evola (1930)

dell’Io». Il nome della pubblicazione si ricollegava tono Mithra, a sottolineare l’indirizzo operativo e
alla radice arcaica ‘U-r’ presente nella lingua cal- iniziatico della nuova pubblicazione.
dea con il significato di fuoco e nel runico con il va- Gli articoli erano firmati dai membri della re-
lore di ‘toro’ o di ‘ariete’. Non si può escludere che dazione mediante pseudonimi, in osservanza al
a suggerire a Evola il nome «Ur» sia stato l’esoteri- principio iniziatico secondo il quale la persona non
sta eugubino Evelino Leonardi, anch’egli collabo- conta e quel che si può dire di valido non è frutto
ratore della rivista, il quale ritornò più volte, nel- delle speculazioni del singolo «ma - ricorda Evola
l’ambito dei suoi scritti, sul significato arcano della ne Il cammino del cinabro - riflette un insegnamento
parola, affermando: la «radice Ur è, si può dire, la superindividuale e oggettivo».
radice fondamentale del linguaggio e significa fuo- Ne deriva, dunque, una certa complessità nel-
co lucente» (E. Leonardi, Le Origini dell’uomo, Mi- l’individuazione sia di coloro che presero parte alle
lano, Corbaccio, 1937, p. 63). attività magiche sia di coloro che contribuirono
Come logo fu scelta l’immagine del dio tauroc- con loro scritti alla rivista. Come ha notato lo stu-
40 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

dioso Renato Del Ponte, non nimi di «Ea», «Agarda» e forse


tutti quelli che parteciparono al- quello di «Jagla» sarebbero da
le attività di catena pubblicarono attribuire a Evola stesso.
poi articoli sulla rivista; anzi, si Più complesso si presenta il
potrebbe sospettare che i più im- riconoscimento della personalità
portanti esponenti del sodalizio di colui che si celava dietro lo
esoterico non abbiano pubblica- pseudonimo di «Arvo»: per de
to nulla, diffidando nel lasciare Turris questo nome fittizio sa-
insegnamenti scritti, secondo rebbe da attribuire al duca Gio-
condotta propria di determinati vanni Antonio Colonna di Cesa-
ambienti iniziatici. rò; per Del Ponte esso era stato
Per l’accertamento del- adoperato sia dal nobiluomo ro-
l’identità di coloro che si celava- mano sia da Evola stesso. Più
no dietro gli pseudonimi si deve fondata, tuttavia, sembra una ter-
ricorrere, dunque, a ricostruzio- za ipotesi, formulata da un altro
ni e identificazioni compiute a posteriori. Molto studioso, Aurelio Perenne, sulla base di indicazioni
importanti, a tal proposito, sono le indicazioni for- raccolte da Giulio Parise, Aniceto Del Massa, Mo-
nite da Evola e raccolte da Gianfranco de Turris e retto Mori e Massimo Scaligero, secondo la quale
Renato Del Ponte. Sulla scorta di esse, gli pseudo- gli scritti di «Arvo» andrebbero tutti attribuiti a
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 41

Evola, mentre Colonna di Cesarò avrebbe scritto Molto probabilmente entrarono in conflitto
sotto gli pseudonimi di «Krur», prima, e di «Bren- l’attivismo politico/culturale di Evola, che diede al
no», poi. Restando nell’ambito dei collaboratori di direttore di «Ur» una notevole e inaspettata visibili-
«Ur» di indirizzo antroposofico, più immediata è tà (ad esempio con la pubblicazione del libro Impe-
l’assegnazione degli scritti siglati da «Leo» a Gio- rialismo Pagano a inizio 1928), e un segretissimo ten-
vanni Colazza. Dietro lo pseudonimo di «Oso» si tativo di ricostruzione massonica, intentato, tra la fi-
sarebbe celato, invece, il poeta Arturo Onofri, ne del 1927 e l’inizio del 1928, da Reghini con l’aval-
anch’egli seguace delle dottrine di Rudolf Steiner. lo, a quanto risulta, dei vertici del regime.
Passando ai collaboratori di «Ur» di indirizzo Sembra potersi inserire in tale contesto il tenta-
pitagorico, Arturo Reghini avrebbe adoperato il no- tivo operato da Reghini e Parise di estromettere
me fittizio di «Pietro Negri», mentre il suo discepo- Evola dalla direzione della rivista. Con l’espediente
lo Giulio Parise si sarebbe servito dello stesso pseu- di un finanziamento fatto giungere a Evola, tramite
donimo usato nella rivista «Ignis», ovvero «Luce». Parise, dall’ingegner Moretto Mori, si tentò di sot-
Aniceto Del Massa, infine, firmò un solo scritto con
il nome fittizio di «Sagittario». Per quanto concerne Nella pagina accanto, da sinistra in senso orario:
i collaboratori di «Ur» riconducibili all’ambiente «La Torre», frontespizio del primo fascicolo (1° febbraio 1930);
kremmerziano, Ercole Quadrelli firmò i suoi scritti «La Torre», immagine di una delle pagine interne (I, 1930);
con gli pseudonimi di «Abraxa» e «Tikaipos», men- Arturo Reghini (1878-1946), ritratto in divisa militare.
tre rimane problematica l’attribuzione dello ieroni- Qui sotto: Julius Evola (1898-1974) in un ritratto postumo
mo di «Ekatlos». Non riconducibili ad ambienti
esoterici definiti sono gli scritti firmati da «Havi-
smat», pseudonimo usato da Guido de Giorgio, da
«Taurulus», nome sotto il quale si celava Corallo
Reginelli, da «Rud», ovvero Domenico Rudatis, e
da «Gic», al secolo Girolamo Comi. Sembra accer-
tato, infine, che abbiano scritto sulla rivista esoterica
Evelino Leonardi («Primo Sole»), Roberto Pavese
(«Apro») ed Emilio Servadio («Es»).
Nel 1927 uscirono in tutto dieci fascicoli della
rivista «Ur», di cui due doppi.
Dal primo numero del 1928, la testata cambiò
il sottotitolo divenendo «Rivista di scienze esote-
riche». Al nome del direttore vennero affiancati,
come curatori della rivista, quelli di «P. Negri»
(Arturo Reghini) e «G. Parise».
Nella seconda metà del 1928 nacquero all’in-
terno del sodalizio esoterico dei dissidi che porta-
rono alla scissione del gruppo e alla cessazione del-
la pubblicazione della rivista. Le cause di questa
controversia, che vide contrapposti da una parte
Evola e dall’altra Reghini e Parise, restano in fon-
do oscure e la ricostruzione dei fatti solo ipotetica.
42 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

Sopra da sinistra: copertina di «Ur«, (n.1, 1927); copertina di «Atanor» (anno I, n. 1-2); copertina di «Ignis» (anno I, n. 4-5)

trarre al direttore anche la proprietà della rivista. re nei contenuti, dove ampio spazio veniva dato
La questione finì in tribunale: Reghini e Pari- all’elaborazione dottrinale. Tale cambiamento
se, nell’impossibilità di riportare la rivista ai loro può essere ricondotto al fatto che dietro alla nuova
scopi, tentarono d’impedirne la pubblicazione. pubblicazione non operava più, come era accaduto
Evola, dal canto suo presentò ampia documenta- ai tempi di «Ur», una catena magica.
zione che comprovava come solo a lui andasse ri- Vi è da dire inoltre che Evola, in questo perio-
condotta la proprietà e la direzione del periodico. do, si avvicinò sempre più alle fumose teorie di al-
Con l’intermediazione di due autorevoli eso- cuni pensatori nordici, abbandonando parzial-
teristi, Mario Puglisi e Aniceto Del Massa, si giun- mente le precedenti tesi sulla Tradizione romano-
se a un compromesso, sancito con un atto formale italica. Questo mutamento di prospettiva era rap-
sottoscritto dalle parti in data 6 dicembre 1928. presentato plasticamente anche dal nuovo emble-
Dal documento si evince che Evola s’impegnava a ma che ornava la copertina della rivista, l’uomo ri-
cessare, con il numero doppio di novembre-di- sorgente dalle acque.
cembre 1928, la pubblicazione di «Ur» e a dividere La redazione della nuova rivista fu composta,
equamente gli utili. Si convenne, inoltre, che oltre che dallo stesso Evola, da «Abraxa» (Ercole
ognuna delle parti fosse libera d’intraprendere Quadrelli), «Jagla», «Leo», «Tikaipos», «Oso»,
nuove iniziative pubblicistiche a patto che non ve- «Krur».
nisse utilizzata la testata «Ur». Del periodico «Krur» uscirono otto fascicoli
All’inizio l’accordo sembrò reggere: Evola di cui due erano doppi e uno triplo. Con il numero di
continuò la pubblicazione della sua rivista mutan- dicembre l’esperienza di «Krur» poteva dirsi con-
done però il nome, mentre Reghini e Parise riesu- clusa. Con un messaggio rivolto ai lettori, il diretto-
marono l’antica testata di «Ignis». re dichiarava esaurito il compito della rivista e di vo-
La nuova iniziativa editoriale evoliana, alla ler portare la battaglia per l’affermazione dei princi-
quale fu dato il nome di «Krur», presentava poche pi delle Tradizione su un altro piano, più visibile e
differenze grafiche rispetto alla precedente rivista ampio. Iniziava, in tal modo, per Evola l’esperienza
«Ur». Una discontinuità, semmai, la si può rileva- altrettanto travagliata del foglio «La Torre».
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crescere “Perché non bisognerebbe mai smettere di
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ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 45

SPECIALE JULIUS EVOLA (1898-1974)


LA PAROLA OSCURA
ERA ILLUMINANTE
Evola e la sua arte totale
sa pratica artistica. Le sue ‘rappresentazioni’ sono
di VITALDO CONTE
uno dei ‘gradi zero’ dell’astrazione del primo Nove-

L
e vicende e i transiti molto personali, tra fu- cento: con il suo lasciare il pensiero-immagine della
turismo e dadaismo, di Julius Evola nella pittura per dedicarsi alla filosofia, con il suo interve-
sua breve ma intensissima stagione artistica, nire nell’arte e con la sua indifferenza per il creare o
costituiscono un aspetto rilevante della sua com- non.
plessa e versatile personalità. La ‘creazione’ di Evola è sconfinante e richiede
Evola inizia a formulare un procedimento- esistenze differenti, nel suo svolgersi, per trovare la
percorso di pensiero - attraversando le immagini consapevolezza del proprio procedimento. L’idea di
(pittoriche e poetiche) di queste avanguardie radica- arte totale o sintesi delle arti è presente in diversi
li - muovendosi nella cultura del primo Novecento, aspetti delle avanguardie storiche che Evola ha at-
sensibile a quegli interessi esoterici che entrano, traversato: «Chi possiede un solo mezzo espressivo,
prepotentemente, nel percorso spirituale dell’astra- non è artista». L’autore stesso rifiuta di distinguere e
zione pittorica del Barone. Il suo ‘idealismo senso- separare i momenti più significativi del suo percorso
riale’ si sviluppa nella seconda metà degli anni Dieci, culturale. Ne rivendica il senso complessivo e la
a Roma (Evola fu incluso, infatti, nel futurismo ro- continuità fra l’espressione artistica e il percorso fi-
mano), città ove viveva e operava, e nella quale era losofico: «Nell’essenziale - dichiara Evola - sussiste
inserito con i suoi rapporti. Ed è proprio a Roma che una continuità attraverso tutte le varie fasi della mia
risulta importante, per la sua formazione artistico- attività».
culturale, la frequentazione dello studio-atelier di Evola, con gli scritti e la pittura, attraversa le
Giacomo Balla. contraddizioni dada fino alle conseguenze estreme
Ma già nel 1919 l’astrattismo mistico (di radice e imprevedibili. Ne condivide l’essenza radicale,
esoterica e alchemica) di Evola si configura come un oppositiva a ogni valore acquisito dell’arte e della
superamento della sensorialità e del dinamismo morale: il paradosso, l’arbitrio, il non-senso diven-
espressi nel movimento futurista. L’esperienza pit- tano posizione filosofica ‘tradotta’ in immagini. Il
torica e poetica di Evola nel movimento dada, pur suo scritto giovanile Arte Astratta (1920)1 è da consi-
breve nella temporalità, risulta intensa, anche negli derare la sua prima opera. È una raccolta di riflessio-
aspetti intellettuali, presenti e illuminanti nella stes- ni, composizioni poetiche, riproduzioni di quadri. Il
contributo teorico ‘abbozzato’ è significativo dello
Nella pagina accanto: Julius Evola, Paesaggio interiore, spessore intellettuale dell’autore.
apertura di diaframma, 1920 (collezione privata) La sua esperienza pittorica e poetica nel movi-
46 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

mento dada, di cui è stato in Italia il principale espo-


nente, presenta caratteristiche che lo qualificano un
po’ fuori-schema per il purismo del suo ‘astrattismo
mistico’. Ne La parola oscura (1921), collegabile nel
titolo al suo ‘poema a quattro voci’, c’è la possibile
continuità visiva del processo di trascendenza
espresso dal testo poetico. Questo astrattismo misti-
co, soprattutto nella fase dada, vuole esprimere
un’immagine che si edifica con il suo ideale ‘aumano’
di trascendimento e distacco: dalle emozioni, dal
mondo, dalla società.
Le immagini, che Evola ‘affida’ alla sua pittura
e poesia, non evocano solo una comunicazione sine-
stetica: risultano anche immagini-concetto. Queste
accompagnano, in maniera sotterranea, il suo proce-
dimento di pensiero. Le composizioni astratte dei
suoi Paesaggi interiori possono essere lette appunto
come un ‘pensare’, attraversante la visione di spazi
siderali. Le sue pitture e poesie sono testimonianze
di percorsi che parlano di mondi visionari che sem-
brano includere la presenza di un occhio invisibile.
Questi spazi, popolati d’immagini interiori e supe-
riori, sono guardati con distacco, oltre l’umano.
Ne Il cammino del cinabro (1963) termina lo
scritto, dedicato al suo passaggio dadaista, con «Non
scrissi poesie né dipinsi più dopo la fine del 1921».
L’autore non rinnega la parentesi artistica, successi-
vamente alla sua conclusione, anche se considera im-
personalmente il loro autore «scomparso». Ci ritor-
na, sporadicamente a distanza di tempo, con articoli
e considerazioni, ma anche, nell’ultimo decennio
dell’esistenza, attraverso ‘copie’ di ciò che aveva già
dipinto.
La sua pittura fu riscoperta, a quarant’anni dalla
conclusione, in una mostra del novembre 1963, a
Roma, alla Galleria La Medusa. I suoi quadri e dise-
gni furono venduti; critici d’arte e giornalisti comin-
Dall’alto: una delle tele di Julius Evola, Five o’clock tea (1917 ciarono a scrivere sul suo lavoro. Evola esprime, ne-
ca.), Brescia, Musei Civici; Paesaggio interiore, intervallo gli anni 1960-70, alcuni ‘nudi di donna’, che possono
(1960), Roma, Fondazione Evola. Nella pagina accanto essere letti come ‘manifesti visivi’ delle peculiarità
dall’alto: Julius Evola, Astrazione, 1921 (collezione privata); della donna nell’esperienza alchemica della Metafisi-
Composizione n. 19 (1960), Roma, Fondazione Evola ca del Sesso, titolo del suo significativo libro (1958).
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 47

Il suo passaggio nella poesia è espresso dai testi


che avrebbero formato la raccolta Râaga Blanda e dal
poemetto a quattro voci La parole obscure du paysage
intérieur (1921),2 che rappresenta il suo estremo ap-
prodo lirico. La produzione poetica di Evola è costi-
tuita da una trentina di testi: alcuni (scritti a partire
dal 1916) uscirono in pubblicazioni del tempo e die-
ci, che ai primi si aggiunsero nel 1920, furono stam-
pati in Arte Astratta. Tutti furono poi raccolti dal-
l’autore in Râaga Blanda.3
Le poesie di Evola evidenziano diversi elementi
di contatto con la letteratura italiana ed europea del
periodo, che corrispondono alle fasi della sua produ-
zione, definite poi dallo stesso autore. È visibile uno
sviluppo che, a parte alcune non rilevanti incidenze
futuriste, va dal decadentismo e dal simbolismo al-
l’analogismo fino alla composizione dadaista. In
quest’ultima fase viene seguita la tecnica della poesia
astratta e della cosiddetta ‘alchimia delle parole’:
queste ultime vengono usate da Evola non secondo il
loro contenuto oggettivo ma secondo le loro valenze
evocative, attraverso fonemi inarticolati, dissociati
dal senso reale, che sono accordati in vario modo. La
lirica non deve esprimere più nulla, perché è tutta
espressione pura, libertà incondizionata, dominio
dei mezzi d’espressione. Entra in un’atmosfera asso-
lutamente rarefatta, ossessionante di alogicità e or-
gasmo interiore. Lo spettatore deve porsi verso la
nuova arte con particolare predisposizione d’animo
per accoglierne la sinfonia: più che capire o vedere
un oggetto o un’idea, dovrà lasciarsi attraversare dai
ritmi e dagli accordi. Una speciale chiaroveggenza
ricrea l’alchimia lirica nella dimensione oscura del
simbolo. Le possibili ‘illuminazioni’ propongono un
mondo che dilata le possibilità sensoriali e percettive
della realtà, fino ai confini estremi del vivibile. Il suo
verso, edificandosi con immagini che richiamano
una musica interiore, si espande impalpabilmente in
coinvolgimenti plurisensoriali.
Il poemetto La parole obscure du paysage intérieur
è stato tradotto, dall’italiano in francese, dall’autore
insieme a Maria de Naglowska. Nel poema prendo-
48 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

Da sinistra: Julius Evola, La parole obscure (1921), disegno per la copertina del poema a quattro voci; prima pagina della rivista
«Bleu», n. 3, Mantova, 1921. L’articolo Note per gli amici è di Evola, mentre la xilografia Nudo di donna è di Ivo Pannaggi

no alternativamente la parola quattro voci, che sim- Evola, abbandonando l’attività artistica, sanci-
bolizzano i ‘quattro elementari’ della vita interiore. sce, sulla rivista «Bleu», ciò che aveva affermato:
Il tema fondamentale è quello dell’oscurità esisten- «Siamo fuori abbiamo esaurite tutte le esperienze,
ziale, dell’incessante gravitazione che sta al fondo spremute tutte le passioni. Non è pessimismo: si
della vita umana, in cui la distruzione e la rarefazione tratta di aver veduto io, sono al di fuori». Come scri-
intervengono nel presentimento di una superiore li- ve a Papini, siamo di fronte all’uomo «finito sul se-
bertà e per effetto di un diverso impulso. Raggiunge- rio»: da quel momento Evola si dedicherà esclusiva-
re la pienezza dell’astrazione può comportare il si- mente al pensiero filosofico. Il nuovo percorso coin-
lenzio della parola poetica: esperienza in cui ‘entra- cide con l’esaurimento di un periodo dell’arte italia-
rono’ altri dadaisti. na d’avanguardia.

NOTE ge intérieur, s.l., Collection Dada, 1921; il pubblicati in Arte Astratta del 1920 e in
1
J. Evola, Arte Astratta / posizione volumetto uscì in 99 copie numerate. fogli dell’epoca. Fu infine pubblicata da
3
teorica / 10 poemi / 4 composizioni, Roma, J. Evola, Râaga Blanda. Composizio- Vanni Scheiwiller (Milano, 1969).
P. Maglione e G. Strini, 1920. ni (1916-1922). La raccolta rimase inedita
2
J. Evola, La parole obscure du paysa- fino al 1969, anche se alcuni testi furono
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ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 51

SPECIALE JULIUS EVOLA (1898-1974)


JULIUS EVOLA
PROMOTORE CULTURALE
Evola curatore e traduttore

di GIANFRANCO DE TURRIS

C
ome Giuseppe Prezzolini negli anni Dieci
e Venti del Novecento fu un promotore
della cultura europea in Italia grazie alle
sue iniziative editoriali, specie attraverso la rivista
«La Voce», così anche Julius Evola lo fu negli anni
Trenta e Quaranta per un particolare tipo di cultura
europea, quasi del tutto sconosciuta nel nostro Pae-
se, quella esoterica, conservatrice e antimoderna.
Uno degli aspetti meno appariscenti, o che
non si vogliono riconoscere, al Barone è proprio
questo: l’aver introdotto su giornali e riviste, e tra-
ducendo libri, autori europei praticamente scono-
sciuti o ignorati nella Penisola.
Sempre, quando gli fu possibile, nelle testate
alle quali collaborava propose e tradusse scrittori
del genere suddetto; ad esempio, nell’autorevole
mensile «Lo Stato», diretto da Carlo Costamagna,
sponsorizzò nomi come Carl Schmitt, Walter
Heinrich, Wilhelm Stapel e Othmar Spann, addi-
rittura su «Regime Corporativo» fece ospitare Re-
né Guénon ed un saggio sul Graal di Otto Rahn. Ma
è soprattutto attraverso la pagina speciale dalla pe-
riodicità variabile del quotidiano «Il Regime fasci-

Nella pagina accanto: copertina della seconda edizione


italiana, curata da Evola, di Sesso e carattere di Otto
Weininger (Torino, Bocca, 1956).
Qui a destra: Julius Evola in un ritratto fotografico di
Stanislao Nievo (1928-2006)
52 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

sta» di Roberto Farinacci intitolata «Diorama filo- dica, Ludwig Ferdinand Clauss, Guido de Giorgio.
sofico» (della quale Evola fu il curatore dal 1934 al Quanto ai libri, è d’obbligo ricordare le sue
1943) che il Barone tentò una chiarissima operazio- traduzioni de La crisi del mondo moderno di René
ne culturale per cercare d’influenzare il fascismo Guénon (Milano, Hoepli, 1937), de La guerra occul-
ospitando firme come quelle di Karl Antom Rohan, ta di Malinsky e de Poncins (Milano, Hoepli, 1938),
Edmondo Dodsworth, Carlo Rossi di Lauriano, del Domenicano bianco (Milano, Bocca, 1944), della
Guido Cavallucci, René Guénon, Massimo Scalige- Notte di Valpurga (Milano, Bocca, 1944) e dell’Ange-
ro, Alberto Luchini, Domenico Rudatis, Aldo Mo- lo della finestra d’Occidente (Milano, Bocca, 1949) di
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 53

Gustav Meyrink (autore di cui, tra l’altro, aveva fat-


to pubblicare estratti sulle colonne della rivista
«Ur», alla fine degli anni Venti), nonché l’antologia
degli scritti di Johann Jacob Bachofen preparata ne-
gli anni Trenta e che poi uscì soltanto nel 1949 (Le
Madri e la virilità olimpica, Milano, Bocca).
Tradusse anche il fondamentale saggio di Ro-
bert Reininger Nietzsche e il senso della vita che, an-
ch’esso nel dopoguerra, propose a Laterza attra-
verso Benedetto Croce, ma che venne rifiutato
poiché Nietzsche sapeva troppo di ‘nazismo’ (ap-
parve poi da Volpe nel 1971). Per non parlare del
famosissimo saggio di Otto Weininger Sesso e ca-
rattere (Milano, Bocca, 1956) e dell’opera capitale
di Oswald Spengler, quel Tramonto dell’Occidente,
la cui prima traduzione effettuò per Longanesi e
che uscì nel 1957.
Dopo la guerra, nonostante i suoi problemi
fisici cercò contatti con gli amici e sodali degli an-
ni Trenta e Quaranta pensando di riprendere la
sua battaglia culturale, non sempre capito e ricam-
biato in queste sue intenzioni. Tradusse così Lo
sciamanesimo di Mircea Eliade (Milano, Bocca,
1954), ma non ottenne risposte alle richieste fatte
a Schmitt e Jünger, tanto che dovette effettuare
una silloge commentata di brani tratti dall’Operaio
di quest’ultimo, pubblicata con il titolo L’Operaio
nel pensiero di Ernst Jünger (Roma, Armando, Qui sopra: copertina della prima edizione italiana, curata da
1960) dato che non era riuscito ad ottenere i diritti Evola, de La notte di Valpurga di Gustav Meyrink (Milano,
dell’opera. Però, dello stesso autore tedesco tra- Bocca, 1944). Nella pagina accanto, da sinistra in alto in
dusse anche - questa volta con il noto pseudonimo senso orario: René Guénon, La crisi del mondo moderno,
di Carlo d’Altavilla - l’importante scritto Al muro traduzione e introduzione di J. Evola, Milano, Editore Ulrico
del tempo (Roma, Volpe, 1965). Hoepli, 1937 (con fascetta editoriale); copertina della prima
Tutto rientrava in un comune progetto, che si edizione italiana (con traduzione di Julius Evola) di Ernst
collegava alla sua stessa produzione giornalistica, Jünger, Al muro del tempo, Roma, Volpe, 1965; copertina della
saggistica e libraria, insieme alla necessità di apri- prima edizione italiana, tradotta da Evola, de Il Domenicano
re l’asfittica cultura italiana del tempo a correnti bianco di Gustav Meyrink (Milano, Bocca, 1944); copertina
europee eterodosse e non-conformiste. Altro che del mensile «Lo Stato», diretto da Carlo Costamagna
‘provinciale’, come sostenuto da certi critici in (anno XIII, febbraio 1935); Oswald Spengler (1880-1936),
malafede! Evola era un intellettuale e promotore in una foto dell’inizio degli anni Trenta; Oswald Spengler,
dal respiro profondamente europeo, e questa sua Il tramonto dell’Occidente, Milano, Longanesi, 1957 (prima
attività - di solito poco trattata - sta a dimostrarlo. edizione italiana, traduzione di Julius Evola)
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 55

SPECIALE JULIUS EVOLA (1898-1974)


COSTRUIRE UNA NUOVA
CIVILTA’ TRADIZIONALE
Un percorso bibliografico
flessioni sulla dimensione filosofica dell’esistenza: il
di GUIDO ANDREA PAUTASSO
suo primo intervento è costituito dalla traduzione-

D
opo l’abbandono del dadaismo con un di- interpretazione de Il libro della via e della virtù di Lao-
chiarato suicidio artistico e metafisico, in tze. Impreziosito dall’introduzione e dalla traduzio-
un lasso di tempo che oscilla tra l’inizio de- ne evoliana, condotta seguendo la versione in tede-
gli anni Venti e la metà circa degli anni Trenta, Ju- sco Die bahn und der Rechte Weg des Lao-tse di Ale-
lius Evola concentrò la propria attenzione nella rea- xander Ular (Leipzig, Insel-Verlag, 1920), il saggio
lizzazione di un progetto culturale, filosofico e poli- fu pubblicato nel 1923 a Lanciano dall’editore Gino
tico con una ricerca sconfinata in territori legati a Carabba. L’elegante piccolo libro, rilegato in tela
discipline di frontiera come l’occultismo, l’alchimia con fregi in oro e con la sopraccoperta decorata
e il tantrismo, e intervenne nel panorama culturale dall’incisione a colori del marchio editoriale (esiste
dell’epoca partecipando a conferenze, fondando o una seconda edizione pubblicata nel 1947 presso-
dirigendo riviste destinate a un pubblico iniziatico e ché identica alla prima ma scomparsa dal mercato
non, e scrivendo libri che a distanza di centoventi librario antiquario e per questo rarissima), fu inseri-
anni dalla nascita costituiscono un corpus ancora da to nella collana “Scrittori italiani e stranieri” e in-
indagare dal punto di vista bibliografico. quadrato nel settore “Filosofia” dietro suggerimen-
A partire dal 1922, Evola concentrò le sue ri- to di Giovanni Papini o più probabilmente del-

Nella pagina accanto, da sinistra in alto, prima fila: Julius Evola, Il libro della via e della virtù di Lao-tze. Traduzione di J. Evola,
collana “Scrittori italiani e stranieri”, settore “Filosofia”, Lanciano, Carabba Editore, 1923; copertina della rarissima seconda
edizione di Il libro della via e della virtù di Lao-tze. Traduzione di J. Evola, collana “Scrittori italiani e stranieri”, settore
“Filosofia”, Lanciano, Carabba Editore, 1947; Julius Evola, La tradizione ermetica nei suoi simboli, nella sua dottrina e nella sua
“Arte Regia”, Bari, Giuseppe Laterza & Figli, 1931. Seconda fila, da sinistra: Julius Evola, Imperialismo pagano. Il fascismo
dinnanzi al pericolo eurocristiano seguito da un’appendice polemica sulle Reazioni di parte guelfa, Todi-Roma, Edizioni Atanòr,
1928; copertina della prima edizione del Mito del sangue (Milano, Hoepli, 1937) di Julius Evola; Inchiesta sulla nuova
generazione, «Il Saggiatore», anno III, fasc. 19, n. 1, Roma, marzo 1932. Terza fila, da sinistra: Julius Evola, Maschera e volto
dello spiritualismo contemporaneo. Analisi critica delle principali correnti moderne verso il “soprannaturale”, collana “Piccola
Biblioteca di Scienze Moderne”, n. 395, Torino, Fratelli Bocca Editori, 1932; Die bahn und der Rechte Weg des Lao-tse. Der
chinesischen Urschrift nachgedacht von Alexander Ular, Lipsia, Insel-Verlag, 1920. Fu questa l’edizione che Evola utilizzò per il
suo Libro della via e della virtù; frontespizio del volume Die bahn und der Rechte Weg des Lao-tse. Der chinesischen Urschrift
nachgedacht von Alexander Ular, Lipsia, Insel-Verlag, 1920
56 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

l’orientalista Giuseppe Tucci, allora frequentatore Nel 1926, per la Libreria di Scienze e Lettere
come Evola della Lega Teosofica Indipendente e del di Roma fu pubblicato L’individuo e il divenire del
milieu esoterico romano. mondo (Due conferenze). La plaquette, stampata in po-
Nel 1925 le teorizzazioni evoliane presero cor- che copie, scarna dal punto di vista tipografico e pri-
po grazie alla casa editrice Atanòr di Ciro Alvi, che va dell’emblematico marchio editoriale costituito
pubblicò la prima raccolta delle sue investigazioni da due cavalli alati che si abbeverano alla fonte della
filosofiche intitolata Saggi sull’Idealismo Magico. Co- Sapienza, riportava i testi di due lezioni tenute nel
me si evince dalla nota editoriale posta a guisa di corso di Cultura spirituale al circolo Teosofico Indi-
conclusione a L’uomo come potenza. I Tantra nella loro pendente romano, già apparse sulla rivista esoterica
metafisica e nei loro metodi di autorealizzazione magica «Ultra» l’anno precedente (invece il testo di una di
stampato poi nel 1926 dallo stesso editore, a seguito esse, tradotto in francese, nel 1927 fu inserito in
della presunta vendita del primo migliaio di copie «900. Cahiers d’Italie et d’Europe» prestigiosa rivi-
dei Saggi sull’Idealismo Magico, venne preannunciata sta fondata da Massimo Bontempelli e da Curzio
una ristampa all’epoca però mai realizzata. Nono- Malaparte); mentre al colophon si annunciava la
stante Evola presentasse gli scritti teorico-filosofici pubblicazione de L’uomo come potenza. I Tantra nella
come «una preliminare presa di posizione, una anti- loro metafisica e nei loro metodi di autorealizzazione ma-
cipazione» articolata della Teoria dell’Individuo Asso- gica, la prima e rara opera sul tantrismo scritta da un
luto (studio a suo dire conclusivo poi pubblicato nel italiano e stampata in Italia alcuni mesi dopo sempre
1927), questi si presentano in un insieme dottrinario da Atanòr.
omogeneo con l’intenzione di dimostrare quanto L’anno seguente, con la casa editrice Fratelli
«l’agire pratico» fosse «l’unico e ovvio rimedio ai Bocca di Torino, Evola pubblicò nella collana “Pic-
difetti dell’idealismo», come ha scritto in Uomini del cola Biblioteca di Scienze Moderne” (n. 342) il pri-
Novecento (Milano, Adelphi, 1995) Geminello Alvi, mo di due volumi di studi filosofici, Teoria dell’Indi-
nipote dell’editore tuderte Ciro Alvi. viduo Assoluto, caratterizzato in copertina da un raffi-
nato disegno dal taglio ermetico realizzato dall’au-
In basso: l’esploratore e orientalista Giuseppe Tucci tore: il libro venne poi donato a Benedetto Croce e
(1894-1984), in una foto degli anni Venti ai filosofi Giovanni Gentile e Ugo Spirito, destando
la loro attenzione dal punto di vista critico e filologi-
co. Prima di dare alle stampe due anni dopo il secon-
do volume della raccolta di saggi filosofici, Fenome-
nologia dell’Individuo Assoluto, presso lo stesso edito-
re e nella stessa collana, il n. 378 della “Piccola Bi-
blioteca di Scienze Moderne” (con in copertina un
altro suo disegno ermetico), Evola cercò di trovare
attraverso la magia teurgica e la politica, la via per
mettere in pratica le sue teorizzazioni. Nel 1927,
Evola diresse il mensile di scienze esoteriche «Ur»
(poi diventato «Krur») e fondò il Gruppo di «Ur»,
circolo occultista dove si cercò di indirizzare opera-
tivamente forze magiche destinate al cambiamento
dell’uomo.
Un anno dopo, di nuovo con Atanòr, Evola
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 57

dette alle stampe Imperialismo pagano. Il fascismo din-


nanzi al pericolo eurocristiano seguito da un’appendice
polemica sulle Reazioni di parte guelfa: libro fonda-
mentale per la comprensione del pensiero politico
evoliano che metteva in rilevanza la sua Weltanscha-
uung reazionaria, conservatrice e basata sulla dottri-
na del tradizionalismo romano; il testo poi rivisto,
ampliato e tradotto in tedesco da Friedrich Bauer
venne pubblicato nel 1933 con il titolo Heidnischer
Imperialismus in una edizione della Armanen Verlag
di Lipsia, oggi difficilmente reperibile sul mercato
antiquario.
Il 1930 fu segnato dalla pubblicazione della ri-
vista «La Torre. Foglio di espressioni varie e di Tra-
dizione una», soppressa a causa degli strali evoliani
contro il regime fascista, e l’anno dopo grazie anche
ai buoni uffici di Benedetto Croce de La tradizione
ermetica nei suoi simboli, nella sua dottrina e nella sua
“Arte Regia”, primo libro di Evola pubblicato dal-
l’autorevole casa editrice Laterza con «una tiratura
di non oltre 2000 copie», delle quali un centinaio
destinate a omaggi e pubblicità. A questo, fece se-
guito, sei anni dopo, nel 1937, Il mistero del Graal e la
tradizione ghibellina dell’impero, stampato con una
«tiratura di non oltre 1100 copie» a causa della di- Julius Evola, Heidnischer Imperialismus, Lipsia, Armanen
minuzione delle vendite, come emerge nello scam- Verlag, 1933 (copertina della traduzione tedesca di
bio epistolare tra Giovanni Laterza e l’autore pub- Imperialismo pagano)
blicato in La biblioteca esoterica curato da Alessandro
Barbera (Roma, Fondazione Julius Evola, 1997). nostro visti da scrittori e pensatori italiani” accanto a
Nel 1932, Evola tornò a pubblicare con Bocca, opere di Benito Mussolini, di Alberto Consiglio, di
nella “Piccola Biblioteca di Scienze Moderne” (n. Gino Severini e di Hermann Keyserling (il libro
395), Maschera e volto dello spiritualismo contempora- venne tradotto in tedesco ancora da Bauer ma sta-
neo. Analisi critica delle principali correnti moderne ver- volta affiancato dalla supervisione del poeta Gott-
so il “soprannaturale”, indagine ispirata da L’erreur fried Benn, dato che Evola non era soddisfatto dal
spirite (1923) di René Guenon, che suscitò le ire de- lavoro del traduttore, e fu editato con il titolo Erhe-
gli esoteristi per la feroce disamina dell’ambiente bung wider die moderne Welt dalla Deutsche Verlags-
misteriosofico. Nel frattempo Evola lavorò alla Ansalt di Stoccarda nel 1935).
scrittura della sua summa teorica, Rivolta contro il Nel corso degli anni Trenta, a parte la pubbli-
mondo moderno: il saggio di quasi cinquecento pagi- cazione di due studi storici e scientifici sul razzismo
ne, stampato nel 1934 dall’editore milanese Ulrico (dei quali l’autore ritenne fuori luogo la ristampa nel
Hoepli con grande tiratura e una sopraccoperta a dopoguerra non concedendone il permesso), Tre
colori, fu inserito nella collana “Cultura e tempo aspetti del problema ebraico (Roma, Edizioni Mediter-
58 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

ranee, 1936) e Il mito del sangue (Milano, Hoepli, talizzare la spiritualità «tradizionale», sottraendola
1937) e la stesura dell’introduzione alla versione in ai «chierici traditori» che l’avevano ridotta «ad alo-
italiano de I “Protocolli” dei “Savi Anziani” di Sion ne mistico delle passioni e degli interessi dei singo-
(Roma, La Vita Italiana, 1937), il progetto culturale, li», e di realizzare un «nuovo Medioevo». Evola
filosofico e politico di Evola, come scrisse con nitore stesso, nell’introduzione al libro di René Guénon da
cristallino nella risposta alla Inchiesta sulla nuova ge- lui tradotto, La crisi del mondo moderno (Milano,
nerazione apparsa sulla rivista «Il Saggiatore. Rivista Hoepli, 1937), precisò che si trattava di lanciare, in
mensile di lettere» (anno III, fasc. 19, n. 1, Roma, particolare ai vertici politici fascisti, un appello in
marzo 1932), si indirizzò alla costruzione di una nome del «tradizionalismo integrale» contro la «ci-
«nuova civiltà tradizionale». Assodato che «tutto il viltà materialista, scientista, democratica» per pro-
mondo moderno - dalla Rinascenza in poi (per non vare a cambiare il senso e il destino di un mondo che
accennare a momenti ancor più lontani di moderni- altrimenti doveva essere distrutto. Il rinnovamento
smo, lo stesso cristianesimo sarebbe fra questi)» radicale delle nuove generazioni avrebbe dovuto
rappresentava il «distacco progressivo puramente portare in sé l’utopia politica, esistenziale e filosofi-
distruttivo, umanistico, antitradizionale» della ci- ca di Evola, considerato da Adriano Tilgher, «una
viltà attuale, alle giovani generazioni restava di rivi- delle più vigorose figure della cultura italiana».

VOLANTINO PUBBLICITARIO DELLA CASA EDITRICE Catalogo delle novità editoriali


TEDESCA CHE PUBBLICÒ “IMPERIALISMO PAGANO” della casa editrice Armanen
(Leipzig-Frankfurt am Main)

Barone J. Evola, tradotto da F. Bauer:


Imperialismo pagano, RM 3.60

La restaurazione di una spiritualità


pagana è la rivendicazione che qui viene
sollevata. Il Barone Evola, attraverso i
suoi strepitosi lavori scientifici e politici,
è in Italia il più noto promotore del movi-
mento orientato in senso nordico-nor-
manno.
Quanti affrontano le questioni del
nuovo ordine politico e religioso della
Germania e dell’Europa, si devono con-
frontare con lui.

NOTA
La sigla «RM» sta per Reichsmark, il marco tede-
sco, moneta ufficiale in Germania dal 1924 al
1948.
La qualità delle migliori nocciole e il cacao più buono
danno vita ad una consistenza
e ad un bouquet di sapori inimitabile.

Ferrero Rocher è quel dolce invito


che ti regala un momento prezioso,
perfetto da condividere
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 61

SPECIALE JULIUS EVOLA (1898-1974)


IL BARONE ALL’INSEGNA
DEL PESCE D’ORO
Evola e Scheiwiller
Com’è noto, tra le altre cose Evola è stato filo-
di ANDREA SCARABELLI
sofo, orientalista, morfologo della civiltà… e ora

I
l sodalizio intellettuale, editoriale e umano tra giungono tre studiosi, ognuno per conto proprio, a
Julius Evola e Vanni Scheiwiller si apre con tre chiedergli notizie su una fase della sua vita ormai su-
coincidenze significative. All’inizio del 1959, perata (fino a un certo punto, in realtà)! Vincendo lo
su suggerimento di Anton Giulio Bragaglia, Enrico scetticismo iniziale, le vicende dei tre ricercatori
Crispolti va a trovare Evola, chiedendogli informa- convergeranno in una retrospettiva del novembre
zioni sulle sue incursioni nel dadaismo degli anni del 1963 alla galleria d’arte romana La Medusa, ge-
Venti. Lo studioso di futurismo trova infatti il suo stita dallo stesso Claudio Bruni (originariamente
nome citato in molte opere straniere - assieme a doveva tenersi alla galleria torinese il Punto di Gian
Fiozzi, Cantarelli e Savinio, gli unici promotori del Enzo Sperone), al cui vernissage verrà distribuito un
‘microbo vergine’ di Tristan Tzara in Italia - ma opuscolo firmato da Enrico Crispolti e sarà presen-
non in quelle italiane, e si reca così dal diretto inte- tata la ristampa curata da Scheiwiller de La parole ob-
ressato in cerca di delucidazioni. Nemmeno un an- scure du paysage intérieur.
no dopo, la stessa richiesta viene avanzata dal critico Torniamo al 1960. Dopo aver preso contatto
d’arte Claudio Bruni, che lo va a trovare, scoprendo con Evola, Scheiwiller gli propone di ripubblicare
le opere evoliane nell’appartamento in Corso Vit- l’introvabile opuscolo Arte Astratta (1920). Richie-
torio Emanuele 197. La governante altoatesina di sta bocciata: il manifesto è datato e richiederebbe
Evola lo accompagna alla scoperta di quei tesori una contestualizzazione che non ha tempo di met-
sommersi, mentre la voce dell’autore, dallo studio, tere a punto. Ma rilancia, il 21 luglio 1960, propo-
gli descrive accuratamente le opere, come fosse ac- nendo all’editore milanese un libro pronto da quasi
canto a lui. Nell’estate del 1960 è invece Vanni un decennio. È Cavalcare la tigre, per cui non riesce
Scheiwiller, allora ventiseienne, a scrivergli, trami- a trovare un interlocutore adeguato. I suoi editori
te Boris de Rachewiltz, genero di Ezra Pound (di storici (Hoepli, Bocca, Laterza) sono falliti oppure
cui era editore). Il giovane studente, titolare della non sono più in contatto con lui. Quanto all’edito-
casa editrice All’Insegna del Pesce d’Oro, si sta lau- ria generalista, neanche per sogno, considerando il
reando su Alberto Savinio e il surrealismo all’Uni- clima generale di quegli anni.
versità Cattolica di Milano ed è anch’egli interessa- A onor del vero, in realtà Evola un editore per
to al dadaismo evoliano. Cavalcare l’aveva trovato: Atanòr, che gli aveva pub-
blicato Metafisica del sesso due anni prima. Il contrat-
Nella pagina accanto: frontespizio della raccolta poetica to era già pronto, e non era stato firmato solo per
Raâga Blanda (Milano, All’Insegna del Pesce d’Oro, 1969) una malattia del proprietario. Sennonché la casa
62 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

Da sinistra in senso orario: Vanni-Scheiwiller (1934-1999), in uno scatto di Maria Mulas; Henry Furst (1893-1967), in
uno scatto degli anni Cinquanta; copertina della prima edizione de L’arco e la clava di Julius Evola (Milano, Scheiwiller,
1968); copertina della prima edizione di Cavalcare la tigre di Julius Evola (Milano, Scheiwiller, 1961); copertina
dell’edizione Scheiwiller de La dottrina del risveglio di Julius Evola (Milano, 1965)

editrice di Ciro Alvi, molto specializzata, era ade- tronde previsto da Evola, seguito da un nutrito no-
guata per Metafisica del sesso ma non per Cavalcare, vero di lettori ma pressoché ignorato dalla ‘cultura
che affrontava argomenti di ampio respiro, richie- ufficiale’. E ciò nonostante avesse pubblicato presso
dendo una maggiore distribuzione e un pubblico Longanesi, appena tre anni prima, nel 1957, la pri-
più vasto. Scheiwiller temporeggia, ha il catalogo ma traduzione italiana de Il tramonto dell’Occidente di
pieno fino al 1963, e si propone di spedire Cavalcare Spengler.
al cugino di Pier Paolo Pasolini, Nico Naldini, suo Poco tempo prima, tra l’altro, era stato contat-
amico (nonché collaboratore di Longanesi), il quale tato da Henry Furst, che al tempo lavorava per le
legge con entusiasmo il dattiloscritto, provando a Edizioni del Borghese, sondando il suo interesse
passarlo ai ‘piani alti’ affinché sia inserito nella stori- nella pubblicazione di Cavalcare e chiedendogli di
ca collana “La fronda”. Insuccesso totale, come d’al- tradurre un libro dedicato a Freud. Aveva promesso
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 63

che si sarebbe prodigato per fargli avere una bozza da Hitler. Honni Soit».
di contratto. Idem come sopra. Silenzio stampa, for- Evola, dal canto suo, commentò in maniera
se a seguito di un’interdizione proveniente dall’alto. piuttosto disincantata lo scambio di articoli: d’al-
«Il Borghese» scoprirà il nome di Evola solo alla fi- tronde, quando ignoranza e partito preso si alleano
ne degli anni Sessanta, ospitando numerosi suoi ar- per emettere scomuniche, c’è ben poco da fare. Ma
ticoli dedicati alla ‘contestazione’. alle polemiche si risponde con il lavoro concreto: a Il
Scheiwiller ne ha abbastanza e per puro anti- cammino del cinabro seguì la ristampa de La dottrina
conformismo pubblica il libro, che viene stampato del risveglio (1965) e successivamente L’arco e la clava,
nel novembre del 1961 e distribuito in libreria il uscito nel caldissimo Sessantotto, la cui composi-
gennaio successivo. La prima tiratura, di millecin- zione nacque tra l’altro da un’idea di Scheiwiller,
quecento copie, ha una ricezione limitata ai soli let- amante delle antologie. La compilazione doveva
tori ‘di destra’. Con lo scoppio della ‘contestazione’ originariamente intitolarsi Controcorrente o anche
(le cui tematiche erano state anticipate nel libro) le Ricognizioni - titolo usato sei anni dopo per un’altra
cose cambiano, come è noto, e il libro viene ristam- raccolta di saggi, edita da Mediterranee - e infine
pato nel 1973. La sua prima apparizione genera una mutuò il titolo della rubrica evoliana tenuta nel
bufera tra i lettori e i collaboratori della casa editrice 1930 sulla sua rivista «La torre», la cui collezione
milanese. Molti librai lo ritirano dalle vetrine dopo completa venne donata a Scheiwiller da Evola stesso
le lamentele dei clienti e gli autori di Vanni protesta- (che ricevette dal filosofo romano, a un prezzo di fa-
no, facendo leva sul presunto ‘razzismo’ dell’autore. vore, anche parte del suo archivio dadaista, conte-
Ma Scheiwiller se ne infischia. Gli piace scandaliz- nente numeri unici e rari, tra cui gli esemplari di
zare. E scandalizzare è un diritto, oltreché un piace- «Noi», «Bleu» e i menabò di una rivista mai realiz-
re, come disse Pasolini. zata, «Malombra»).
Idee che il giovane editore ribadirà nel 1963 in La collaborazione tra Evola e Scheiwiller si
una Nota (caldeggiata da Evola) a Il cammino del cina- chiuse da dov’era partita: l’arte d’avanguardia. Nel
bro, che originariamente doveva chiamarsi Guida al- 1967 Vanni inserì suoi disegni e composizioni nel
la mie opere. Sempre nel 1963 si tenne la già citata secondo volume dei Poeti simbolisti e liberty in Italia,
mostra alla Medusa: il 27 novembre, sulle colonne curato da lui stesso assieme a Glauco Viazzi, e due
de «il Giorno», un anonimo A. B. stroncò l’iniziati- anni dopo pubblicò Râaga Blanda. Composizioni
va giocando sui soliti luoghi comuni. Intervenne 1916-1922. Una collaborazione all’insegna del-
personalmente Scheiwiller, sullo stesso quotidiano, l’elogio del dissenso, come amava ripetere Scheiwil-
sei giorni dopo: «Mi riferisco all’articoletto di A. B. ler, e del non-conformismo, che avrebbe portato un
Notevolissima delusione, che in parte mi riguarda. Co- giovane studente della Cattolica a diventare il primo
me editore giudico le idee di un autore una alla volta editore di Julius Evola negli anni Sessanta, inseren-
e non le accetto né le respingo in blocco: perciò pro- do nel suo catalogo le opere di un filosofo che, come
testo contro quel garbato articolista che fa del “raz- recita il necrologio suo e del fratello Silvano il 12
zismo” di Evola “la sua attività più caratteristica”.1 giugno 1974 e uscito sulle colonne del «Corriere
Quanto all’umorismo tragico con cui si chiude lo della Sera», «frainteso da amici e nemici, lottò da
scritto, contro la giovane avanguardia: gradus ad Bu- solo contro il mondo moderno».
chenwald, non starò a ricordare i dadaisti e surrealisti
francesi e gli espressionisti tedeschi, ma perfino gli NOTE
avanguardisti italiani come F. T. Marinetti e Pram- 1
Sulla questione del presunto razzismo di Evola si veda: R. De Felice, Storia
polini, che furono praticamente gli unici in Italia, al- degli ebrei in Italia sotto il fascismo, Torino, Einaudi, 1961, pp. 447-48 (la no-
lora, a difendere l’arte “degenerata” messa al bando ta è dello stesso Scheiwiller, inserita così nell’articolo apparso su «Il Giorno»)
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 65

SPECIALE JULIUS EVOLA (1898-1974)


EVOLA NELL’EDITORIA
DI LATERZA
Il Barone e lo stampatore
Tra lettere, cartoline, biglietti e appunti vari,
di STEFANO E. BONA
Alessandro Barbera ha raccolto centonovantun ele-

I
l rapporto tra un editore come Laterza e Julius menti (ne La Biblioteca esoterica. Evola - Croce - Later-
Evola, inafferrabile nella sua siderale unicità - za. carteggi editoriali 1925-1959, Roma, Pellicani
come poeta, alpinista, esoterista, filosofo e pit- Editore, Roma 1997) che testimoniano il rapporto
tore - ci offre importanti informazioni a tutto ton- fra Evola e la casa editrice barese, mediato spesso
do, coordinate per approfondire pieghe in ombra dal grande Benedetto Croce. Tra il 1931 e il 1949
del secolo passato. Sono le dinamiche nascoste di Evola pubblicò per Laterza La tradizione ermetica
una corrispondenza utile addirittura a dipanare an- (1931, poi 1948), Il Mistero del Graal e la tradizione
che la vicenda ospedaliera di Julius Evola, come ghibellina dell’Impero (1937), La dottrina del risveglio
messo in luce da Gianfranco de Turris in Julius Evo- (1943) e la seconda edizione di Maschera e volto dello
la: un filosofo in guerra 1943-1945, uscito di recente spiritualismo contemporaneo (1949). Nel 1932, inol-
per l’editore Mursia. tre, curò Il mondo magico de gli Heroi di Cesare della
Negli anni Venti, Laterza pubblicò un poeta Riviera. Rivolta contro il mondo moderno fu, invece, ri-
amico di Evola, Arturo Onofri, di cui diede alle fiutato, così come il Nietzsche di Reininger, ma lì
stampe quel manifesto teoretico steineriano che è non fu Evola il ‘nodo’, quanto Nietzsche di per sé -
Nuovo Rinascimento come Arte dell’Io. Anni pieni di respinto al mittente da Croce per una censura ideo-
contatti - oggi impensabili sul piano della diffusione logica, come ricorda lo stesso editore il 20 febbraio
culturale - come nel caso in questione: Laterza mo- 1950: «Ciò che fu ritenuto inopportuno fu che noi,
strò sempre una stima sottaciuta verso il Barone e, che dei frutti della filosofia di Nietzsche per ven-
nonostante i forti dissensi, mandò in stampa opere t’anni avevamo sofferto, continuassimo a occuparci
molto particolari, andando oltre anche la crisi del- di quel filosofo». La demonizzazione verso il pen-
l’editoria, accusata personalmente, e la difficoltà nel satore di Röcken sarebbe così continuata ancora per
procurarsi la carta nel periodo bellico, nonché sfi- trent’anni buoni.
dando pure le censure variopinte del Ministero del- Tolto questo caso, il passe-partout di Evola
la Cultura Popolare. presso Giovanni Laterza fu Croce, contattato per la
prima volta il 13 aprile 1925, con l’invio di Saggi
Nella pagina accanto: Cesare della Riviera, Il mondo magico de sull’idealismo magico (Roma-Todi, Atanòr, 1925) e il
gli Heroi, a cura di Julius Evola, Bari, Laterza, 1932; copertina sommario di Teoria dell’individuo assoluto, per i quali
della seconda edizione di Maschera e volto dello spiritualismo chiese intercessione. Dopo varie titubanze, l’edito-
contemporaneo di Julius Evola (Bari, Laterza, 1949) re barese rifiutò il libro, che uscì poi per Bocca nel
66 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

1927. Fin dalle prime lettere è evidente come Evola mondo magico de gli Heroi il 9 novembre 1931. Evola
sia spesso insistente nel proporsi, con la sfacciatag- invita Laterza a pronunciarsi, per mandargli even-
gine del giovane intellettuale che vuole emergere, tualmente una copia in visione: pian piano, l’opera
pressando talvolta anche per anni un editore pru- convince l’editore che, pur temendo la sua scarsa
dente, ma non chiuso a suggestioni. Un’altra co- commercialità, nota - per contro - che le vendite de
stante è la richiesta di testi per i propri studi e un cer- La tradizione ermetica non sono andate poi così male.
to puntiglio nel consigliare testi, così come nel- Con Il mondo magico de gli Heroi (la cui prima edizio-
l’avanzare (legittime) richieste di carattere econo- ne venne stampata a Mantova, da Francesco Osan-
mico. na, nel 1603) ci si trova davanti a una gemma, risco-
Il 23 luglio 1928 Evola si ripropone, inviando il perta e rimodernata (lavoro che Evola considerò
sunto di un’opera dedicata alle scuole ermetiche del molto faticoso e per cui chiese di esser pagato un po-
Medioevo e del Rinascimento. Laterza inizialmente co di più): si parla di un autore - Cesare della Riviera
declina, ma quando viene ricontattato dal filosofo, - perso tra le nebbie della cultura ufficiale (vissuto
che nel frattempo ha ottenuto l’appoggio di Croce, tra la seconda metà del ’500 e la prima del ’600) e che
stringe un patto, previo taglio sostanziale. Proprio viene considerato un ‘vero adepto’ nella ricerca del-
questo punto è fonte di grande rimpianto: l’edizione la pietra filosofale. Curioso che Laterza decise di
integrale del La tradizione ermetica è quindi perduta stampare un libro così di nicchia, mentre Rivolta, dal
per sempre, probabilmente mandata al macero nel raggio d’azione più ampio, non trovò spazio.
turbinio delle tipografie dell’epoca. Comunque sia, La corrispondenza subì una sospensione per
nel 1931, sei anni dopo i primi tentativi, Evola riesce quasi due anni, dal 1933 al 15 maggio 1935, quando
a entrare nel catalogo Laterza. Il 16 novembre dello Evola propose Il Mistero del Graal: «Esso concerne
stesso anno propone, come detto invano, Rivolta le leggende del Graal, in diretta connessione con
contro il mondo moderno. molte altre leggende medievali che riguardano l’Im-
«Era una cosa che in tempi di minor crisi si era pero, fino alla concezione dantesca del Veltro e del
pensato di fare con la casa Atanòr» scrive circa Il DVX». Evola sottolinea come il titolo possa essere
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 67

Sopra, da sinistra: in alto, in senso orario: Arturo Onofri, Nuovo Rinascimento come Arte dell’Io, Bari, Laterza, 1925
(prima edizione); Benedetto Croce (1866-1952), ritratto mentre interviene al congresso del partito liberale, nel 1946.
Nella pagina accanto, da sinistra: Benedetto Croce (1866-1952) in uno scatto che lo ritrae nella sua biblioteca; copertina
de La dottrina del risveglio di Julius Evola (Bari, Laterza, 1943); copertina de Il Mistero del Graal e la tradizione ghibellina
dell’Impero (Bari, Laterza, 1937)

interessante per tre motivi: lo zoccolo duro dei suoi degli eventi, il fratello Giuseppe era stato arrestato
lettori e degli ‘esoteristi’, coloro che ambiscono a per antifascismo e trattenuto nelle carceri di Bari
una prospettiva imperiale (dantesca) e i wagneriani. per cinquanta giorni, mentre il 21 agosto moriva il
Ci vollero due anni di tira e molla per farlo uscire, padre Giovanni.
con Evola molto pressante sugli accordi presi (tante Dopo la guerra, nel 1949, presso Bocca uscì un
volte unilateralmente). testo a suo tempo proposto a Laterza: Le madri e la
Fu poi la volta de La dottrina del risveglio (opera virilità olimpica di Bachofen. Anche in questo caso,
che indaga il ‘lato pratico’ e virile dell’insegnamento Evola chiese un parere a Croce, inizialmente bendi-
buddhista): ovvero il manuale per il ‘combattente sposto, ma dall’ulteriore scambio Croce-Laterza e
asceta’. Ma l’editore ancora una volta non è del tutto Laterza-Evola si comprende come la proposta fosse
convinto. Seguono, infatti, risposte meditate, sof- caduta nel vuoto principalmente per l’opposizione
ferte e infine repentine, su decisiva pressione di del filosofo di Pescasseroli. Se, da un lato, ciò causò
Evola. A fine gennaio ’43 Laterza afferma che lo il raffreddamento della relazione fra Evola e Croce,
manderà in stampa a febbraio. Sino ad aprile, il filo- dall’altro segnò l’avviò di un rapporto del tutto di-
sofo chiederà spiegazioni, visto che il volume sem- retto fra Evola e la casa editrice barese.
bra risucchiato in qualche voragine burocratica o ti- E fu proprio da questo canale che prese forma
pografico-surreale, vedendo in ultimo la luce nel fa- l’ultima pubblicazione evoliana nel catalogo Later-
tidico settembre 1943. za: la seconda edizione di Maschera e volto dello spiri-
Le ultime due lettere del periodo sono firmate tualismo contemporaneo, opera che in precedenza era
da Franco Laterza, figlio dell’editore: nel vortice uscita, nel 1932, a Torino, presso l’editore Bocca.
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 69

SPECIALE JULIUS EVOLA (1898-1974)


EVOLA E POUND:
UN INCONTRO IMPOSSIBILE
L’inedito
periodo ‘filosofico’ e quello ‘tradizionale’.
di ANDREA SCARABELLI
Dalla stampa, le notizie su un ipotetico rap-

J
ulius Evola ed Ezra Pound sono universi pa- porto tra i due s’inabissano nei carteggi. Il poeta
ralleli ed eretici, che misero sotto processo la americano, ad esempio, nel 1958 chiede a Vanni
modernità, secondo registri ben differenti. Scheiwiller, il suo coraggioso editore milanese,
Due universi, come spesso accade ai titani del notizie - in modo non troppo lusinghiero, a dire il
pensiero, inconciliabili, perfettamente indiffe- vero - su Evola, che nel dicembre dello stesso an-
renti l’uno nei confronti dell’altro. Con qualche no scrive all’egittologo Boris de Rachewiltz (ma-
eccezione, tuttavia. rito di Mary, figlia del poeta) di aver ricevuto una
Ad esempio, Pound fece pubblicare su «Il serie di volumetti poundiani dall’America, tra cui
Mare» di Rapallo, di cui dirigeva il «Supple- la sua versione di Confucio. E aggiunge: «La con-
mento Letterario», un monumentale studio de- tessa Baccelli, che si è recata a visitarlo, mi dice di
dicato al Barone a firma di Edmondo M. Rubini avergli lasciato in prestito una copia di Rivolta con-
Dodsworth (1877-1950), critico letterario ed tro il mondo moderno, per orizzontarsi ove abbia in-
esperto di esoterismo. Trascendenza e immanen- teresse a uno scambio di idee. Io stesso, per rin-
za dell’Idealismo Magico uscì nel 1933 in sei par- graziarlo dell’invio, gli ho scritto una lettera».
ti, sul «Supplemento» (n. XIII, 4 febbraio; n. Uno ‘scambio’ che, tuttavia, non avvenne.
XIV, 18 febbraio; n. XV, 4 marzo) e sulla «Pagi- Già editore di Pound, Scheiwiller comincia a
na letteraria» (1 aprile; 6 maggio; 3 giugno), pubblicare anche Evola. Per suo tramite Pound
che ospitò anche la poesia Evola (17 giugno riceve copie omaggio di Cavalcare la tigre (1961),
1933). Evola apprezzò molto il saggio del baro- Il cammino del cinabro (1963), L’arco e la clava
netto inglese (che, tra l’altro, partecipò anche a (1968), La dottrina del risveglio (1965), la ristampa
«Diorama filosofico», pagina speciale de «Il de La parole obscure du paysage intérieur (1963) e la
Regime Fascista» attiva tra il febbraio del 1934 raccolta di poesie Râaga Blanda (1969). Sempre
ed il luglio del 1943), citandolo ne Il cammino attraverso Scheiwiller, il filosofo romano riceve
del cinabro, a testimonianza del legame tra il suo invece Lavoro e usura (1954), gli scritti di Confu-
cio Studio integrale e l’asse che non vacilla (1955) e lo
Nella pagina accanto dall’alto: Ezra Pound, in una foto del studio di Ernest Fenollosa L’ideogramma cinese co-
1940 circa; fotogramma (per la prima volta pubblicato in me mezzo di poesia (1960), introdotto e annotato
Italia) tratto dall’intervista a Julius Evola (1971), della dal poeta.
quale qui riportiamo uno stralcio inedito Gli estratti che qui presentiamo - per la pri-
70 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

ma volta in Italia - sono tratti da un’intervista regi-


strata nel gennaio 1971 da una troupe della televi-
sione francese nell’appartamento in cui viveva il
filosofo, in Corso Vittorio Emanuele 197 - e ag-
giungono ulteriori dettagli sulla questione. In
questi lunghi colloqui, alla genesi delle sue opere
Evola aggiunge notizie sulla sua adesione al movi-
mento dadaista e lucidissime osservazioni sullo
stato attuale della nostra civiltà.
Prima di cedergli la parola, vale forse la pena
accennare ai contenuti dell’ultima risposta, riferi-
ta all’interessamento nei confronti dell’edizione
degli scritti politico-economici poundiani da par-
te di Evola. Il 10 marzo 1964 scrisse a Boris de Ra-
chewiltz che l’editore Giovanni Volpe sarebbe sta-
to «disposto a pubblicare un volumetto di ‘scritti
politici’, sempre di Pound: non so se esistano, a cui
si possa dare questo nome, se si prescinde da quei
saggi che hanno piuttosto un carattere economico
e che (sia detto tra di noi) sono lievemente mono-
maniaci, a mio parere, e di scarsa presa». L’egitto-
logo sondò una disponibilità in linea di massima
del poeta, e la trasmise telefonicamente a Evola.
Che aggiunse, il 10 aprile dello stesso anno: «Se-
condo l’accenno a carattere riservato, che peraltro
riflette soprattutto il mio punto di vista, bisogne-
rebbe solo evitare le considerazioni sull’economia
legate al noto complesso della “usura”». Un inte-
resse che purtroppo non ebbe un seguito, nono-
stante le intercessioni di Boris de Rachewiltz.
L’economista eretico e il morfologo delle civiltà, il
poeta e il ‘tradizionalista’, il discepolo di Confucio
e lo studioso di Lao-Tze continuarono a percorre-
re tragitti differenti, in viaggio verso la stessa me-
ta. Che la si chiami ‘asse che non vacilla’ o Tradi-
zione poco importa: avrebbero raggiunto entram-
bi la terra dei ‘classici’, di ciò che rimane e resiste
al passare del tempo.

Alcuni fotogrammi (per la prima volta pubblicati in Italia)


tratti dall’intervista a Julius Evola (1971), della quale qui
riportiamo uno stralcio inedito
ottobre 2018 – la Biblioteca di via Senato Milano 71

SU EZRA POUND. Intervista a Julius Evola economiche: l’abolizione del denaro, l’usura e cose
del genere. In linea diretta, tuttavia, devo confessare
Julius Evola, in Italia e all’estero lei è cono- di saperne molto poco. Solamente, a un certo punto,
sciuto soprattutto come autore di vari studi di Ezra Pound spedì ad alcuni personaggi italiani una
metafisica, scienze spirituali, orientalismo e lettera in cui esprimeva i suoi punti di vista sull’eco-
critica della civiltà. In Francia uno dei suoi libri nomia, contro l’usura, il denaro liquido, e via dicen-
più noti è Metafisica del sesso, e presto sarà pub- do. Fu allora che ebbe luogo l’unico scambio episto-
blicato anche Rivolta contro il mondo moderno. lare tra noi. Non fu nemmeno uno scambio, invero,
Credo che lei non abbia mai avuto rapporti con poiché io ricevetti la sua lettera - credo fosse stato
il poeta americano Ezra Pound, ma l’abbia solo Boris de Rachewiltz ad avergli fatto il mio nome - e
incontrato a Roma, durante la guerra. Vorrei gli risposi, ma la mia missiva non ebbe una replica.
sapere cosa pensa delle sue idee politiche… Mi Gli obiettavo che, come ha sottolineato Werner
scusi, economiche. Sombart, il noto sociologo tedesco, storico del capi-
Non posso dirle granché, in realtà… Lei ha talismo, l’homo oeconomicus, l’uomo puramente eco-
parlato di un incontro. Ed è di un solo incontro, in nomico, è un ‘mito’, non esiste in quanto tale. Vi è
senso letterale, che si è trattato. Mi trovavo all’Uffi- solo l’uomo ‘integrale’, ed è a partire dalla formazio-
cio della Razza, il Ministero del fascismo - il cui mi- ne interiore di questo uomo ‘integrale’ che prende
nistro di allora era Pavolini - e mi venne presentato forma una certa economia. Dunque, non vi è alcuna
Ezra Pound. Mi dissero: «È un poeta americano che ragione di portare questo problema alla periferia,
si batte per la nostra causa, collabora alle nostre tra- vale a dire sul piano economico. La vera quistione
smissioni radiofoniche in inglese, contro gli Alleati, sarebbe ricentralizzare l’uomo, favorire una riforma
attaccando il giudaismo, la forza segreta che anima la radicale dell’inclinazione umana, la cui conseguenza
coalizione contro l’Italia», e cose di questo tipo. Tra naturale sarebbe il cambiamento del sistema econo-
me e lui ci fu solo una stretta di mano; dopo cinque mico. A eccezione di ciò, non trovavo affatto la qui-
minuti, non lo vidi più. Fu l’inizio e la fine dei miei stione degna di interesse. Ecco ciò che gli esposi,
rapporti con Ezra Pound. Doveva essere all’incirca il senza ottenere una qualche risposta. Fu l’inizio e la
1942, il periodo della guerra, e quelle erano le attivi- fine dei miei rapporti con Ezra Pound.
tà per le quali sarebbe stato giudicato un traditore e
sarebbe stato sul punto di essere giustiziato, condan- Ma lei non inquadra Ezra Pound all’inter-
nato a morte. In seguito, non ho più saputo nulla di no di una certa cultura fascista?
lui, perché, come le ho già detto, non mi sono più in- Ma, allora, devo aggiungere un’altra cosa: con
teressato alle forme - comunemente intese - di arte e molta fatica, contattando anche sua figlia Mary, una
letteratura. Ho avuto tra le mani alcune raccolte di volta si fece il tentativo di pubblicare per l’editore
sue poesie, e devo dirle francamente di non capire Volpe di Roma, un mio amico, i testi degli articoli e
troppo bene perché sia considerato un grande poeta, delle radiotrasmissioni di Pound, che costituivano il
il migliore dei nostri giorni. Ma, lo ripeto, tutto ciò suo principale capo d’imputazione. Non fu possibi-
va a ricadere in un dominio che è al di fuori delle mie le ottenerli: peccato, li avremmo pubblicati molto
specifiche competenze. Dunque, lei ha sollevato la volentieri. In assenza di questi testi, è tuttavia im-
quistione economica… Ma quella di Ezra Pound era possibile farsi un’idea adeguata delle posizioni di
una posizione economica in forma quasi dadaista, Ezra Pound innanzi al fascismo, contro gli Alleati, il
nel senso francese, di Tristan Tzara: all’interno delle suo punto di vista contingente su ciò che concerne il
sue poesie vi sono continui riferimenti a quistioni giudaismo. A mancare del tutto è la base.
72 la Biblioteca di via Senato Milano – ottobre 2018

STEFANO ARCELLA STEFANO EUGENIO BONA VITALDO CONTE NUCCIO D’ANNA GIANFRANCO
Stefano Arcella è saggista e Stefano Eugenio Bona (Ge- Vitaldo Conte è docente di Nuccio D’Anna si occupa di DE TURRIS
studioso delle spiritualità nova, 1979) si è laureato in Storia dell’Arte Contempo- simbolismo, dottrine spiri- Ha lavorato in Rai dal 1983
misteriche nel mondo filosofia con una tesi su ranea all’Accademia di tuali e storia delle religioni. al 2009, come vice-capo-
greco-romano e del pen- Meister Eckhart. Ha all’at- Belle Arti di Roma. Ha scritto oltre duecento redattore dei servizi cultu-
siero tradizionale. tivo tre raccolte poetiche - Fra i suoi libri: l’antologia saggi fra libri, studi scienti- rali del Giornale Radio. Ha
Ha pubblicato: I Misteri del Peregrinazioni (2013), Nuovi Segnali (1983), Di- fici e articoli. È membro ideato e condotto la tra-
Sole. Il culto di Mithra nel- Carmi Ricorsivi (2015) e spersione (2000), Anomalie della Società Italiana degli smissione di approfondi-
l’Italia antica (2002); Un Rapsodie di Passaggio e Malie come Arte (2006), Storici delle Religioni e da mento culturale L'Argo-
culto della fecondità nei (2017) - ed una traduzione SottoMissione d’Amore cinque anni dirige la rivista nauta, con cui ha vinto nel
Quartieri Spagnoli di Napoli dal francese (Il cimitero di (2007), Pulsional Gender «Atrium». 2004 il Premio Saint-Vin-
(in Centralità Marginali. Amboise di Louis-Claude Art (2011). Alcuni dei suoi volumi più cent di giornalismo. Si oc-
Cinque saggi di antropolo- de Saint-Martin, 2015). Fra le mostre curate: Ante- recenti hanno studiato il cupa di politica culturale
gia urbana, 2010); Misteri Si occupa di poesia, critica prima XIV Quadriennale, mondo classico: Sapienza da un lato e di letteratura
Antichi e Pensiero Vivente letteraria ed esoterismo sul Julius Evola, Mistiche bian- sacra ed esperienze estati- dell'Immaginario dall'al-
(2016). Ha curato La Via suo sito (www.stefano- che, DonnaArte, Eros Pa- che. L’aurora della Grecia tro, scrivendo di questi ar-
della realizzazione di sé se- bona.it) e sul portale «Ere- rola d’Arte. Poeta (lineare, (2015); Le radici sacre della gomenti su quotidiani,
condo i Misteri di Mithra di ticaMente», cercando di verbo-visuale), artista e monetazione (2017). Ampie settimanali e mensili, non-
Julius Evola (2007). diffondere tematiche e au- performer con centinaia di anche le sue ricerche nel- ché su enciclopedie e di-
tori poco approfonditi. pubblicazioni, eventi, mo- l’ambito delle correnti mi- zionari, dirigendo riviste e
stre in Italia e all’estero. stico-estatiche medievali: Il collane, curando l'edizione
Segreto dei Trovatori (2005); e l'introduzione di centi-
Il Santo Graal (2009); Il Cri- naia fra romanzi e saggi, e
stianesimo celtico (2011); pubblicando una quindici-
Melkitsedek (2014); Gu- na di libri.
glielmo IX e l’esoterismo tro- È direttore responsabile
vadorico (2018). della rivista «Antares».

 HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO 


GUIDO A. PAUTASSO MICHELE RICCIOTTI ANDREA SCARABELLI GIOVANNI SESSA LUCA SINISCALCO
Guido A. Pautasso (Milano, Michele Ricciotti (Brescia, Andrea Scarabelli ha colla- Giovanni Sessa (1957) è do- Luca Siniscalco (1991), si è
1969) è membro del comi- 1995) è studente di Filoso- borato con la Cattedra di cente di filosofia e storia nei laureato in Scienze Filoso-
tato scientifico della Fon- fia del mondo contempora- Storia della Filosofia I (Uni- licei, già assistente presso la fiche con una tesi in Este-
dazione Julius Evola e neo presso l’Università versità di Milano) e la cattedra di Filosofia politica tica sulla rivista «Antaios»,
dell’Archivio Thayaht e Vita-Salute San Raffaele di Scuola Romana di Filosofia alla ‘Sapienza’ di Roma e già diretta da Ernst Jünger e
Ram. Ha collaborato a «Lin- Milano. Si è laureato in Fi- Politica. docente a contratto di Sto- Mircea Eliade.
gua e Letteratura»; «Il Se- losofia presso il medesimo Vicesegretario della Fonda- ria delle idee presso l’Uni- Attualmente collabora alla
colo d’Italia»; «L’Erasmo»; ateneo con una tesi sul zione Julius Evola, dirige il versità di Cassino. cattedra di Estetica del-
«Wuz»; «Charta»; «If. Inso- pensiero di Julius Evola (re- blog “Attuali e Inattuali” Collabora con diverse riviste, l’Università degli Studi di
lito fantastico»; «Studi Evo- latore Massimo Donà). Col- (www.ilGiornale.it) e la ru- tra le quali «Atrium», «Vie Milano.
liani»; «Dimensione labora con la Fondazione brica “Mattini dei maghi” della Tradizione» e «il Bor- È redattore di «Antarès -
cosmica»; «Intellettuale dis- Evola, la Scuola romana di su «Storia in Rete». ghese». È tra i curatori di Prospettive Antimoderne»
sidente». filosofia politica e la rivista Ha curato o co-curato «Studi Evoliani», annuario (edizioni Bietti) e collabora-
Ha pubblicato Epopea della online «Heliopolis». opere di Gustav Meyrink, della Fondazione Evola. tore di «Barbadillo», «L’In-
Cucina Futurista; Cucina Julius Evola, René Guénon Tra i suoi volumi si ricor- tellettuale Dissidente» e «La
Futurista. Manifesti teorici, e Jacques Bergier. Per Edi- dano: Oltre la persuasione. Tigre di Carta». Suoi articoli
menu e documenti; Piero zioni Bietti dirige la rivista Saggio su C. Michelstaedter e saggi sono apparsi su ri-
Manzoni. Divorare l’arte; «Antarès» e la collana “l’Ar- (Roma, 2008); La meraviglia viste e quotidiani, e in di-
Moda Futurista. Eleganza e cheometro”. Suoi saggi del nulla. Vita e filosofia di A. verse antologie.
seduzione; Versilia Futuri- sono apparsi su varie te- Emo (Milano, 2014); Itinerari
sta; Erotismo futurista. state e in diversi volumi nel pensiero di Tradizione.
Teoria e pratica; Il Vampiro collettanei. L’origine o il sempre possibile
Futurista. I futuristi e l’eso- (Chieti, 2015).
terismo. Su «Arteinworld»
cura la rubrica “Divora
l’arte!”.
1236_COVER MONTATA_ok_Liber/Librorum.qxd 05/10/18 15:52 Pagina 2

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mensile, anno viii Milano n. 6 – giugno 2016 mensile, anno viii Milano n. 7/8– luglio/agosto 2016 mensile, anno viii Milano n. 9 – settembre 2016 mensile, anno viii Milano n. 10 – ottobre 2016 mensile, anno viii Milano n. 11 – novembre 2016

SPECIALE RARITÀ
“ORLANDO FURIOSO” Benedetto Croce:
LIBRI E autobibliografia
Orlando furioso 2016: di massimo gatta V CENTENARIO
SPECIALE canto e disincanto NUMISMATICA UTOPIA (1516-2016)
di giuseppe sangirardi
Spiccioli sonanti BIBLIOFILIA
GUIDO GOZZANO Alla ricerca di quel Speciale “Biblioteca
Nel Cinquecento tutti di storia dell’arte
pazzi per Ariosto di luca piva che resta dei codici dell’Utopia”
Preziosi libri di una di giancarlo petrella di giancarlo petrella
breve esistenza La prestigiosa ‘Utopia’
di antonio castronuovo Senso e pazzia IL LIBRO DEL MESE I LIBRI DEL MESE
nell’Orlando furioso Ossa, cervelli, di via Senato
Percorsi alternativi La Collana “Biblioteca
Profumi, essenze di gianluca montinaro
mummie e capelli
e aromi in Gozzano al presente: archi, dell’Utopia” 1990-2012
di epifanio ajello
Ludovico Ariosto di antonio castronuovo
clave e razzi spaziali di massimo gatta
come Raffaello Sanzio di andrea scarabelli
di adolfo tura
Morte e nostalgia: BVS: BIBLIOFILIA L’utopia di Moro:
le maschere «D’ogni legge nemico NOVECENTO il percorso di un’idea
di Gozzano e d’ogni fede» Libri ritrovati
di marco cimmino di guido del giudice (anche in Antonio Beltramelli: Fra perfezione
il successo e l’oblio e libertà dell’uomo
Orlando e la metafora via Senato) di antonio castronuovo di gianluca montinaro
Xilografie in mostra della fragilità umana di giancarlo petrella
per il «bel Guido» di marco cimmino
di gianfranco schialvino PERSONAGGI Un viaggio
La dorata ottava nell’utopia:
dell’Orlando furioso BVS: FONDO Storie di un
Guido Gozzano 1990–2012
alla Biblioteca
di antonio castronuovo BORGES editore filologo Il catalogo della
di via Senato Ricchi scaffali Il rarissimo e di un libraio “Biblioteca dell’Utopia”
di gianluca montinaro ariosteschi a Ferrara “yogurt” di Borges antiquario di massimo gatta
di massimo gatta di massimo gatta di massimo gatta
Aspettando Ludovico MOVIMENTI
Ariosto a Ferrara LETTERATURA
di luca pietro nicoletti Morselli, la vacanza L’eterna vitalità
Ariosto alla Biblioteca di Cesare e i pirati del Futurismo
di via Senato di linda terziroli e i manifesti
di giancarlo petrella della Donna
di vitaldo conte
ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394

SPECIALE GUIDO GOZZANO SPECIALE V CENTENARIO “ORLANDO FURIOSO” (1516-2016) ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394 V CENTENARIO ‘UTOPIA’ (1516-2016) • SPECIALE “BIBLIOTECA DELL’UTOPIA”

la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato
mensile, anno viii Milano n. 12 – dicembre 2016 mensile, anno ix Milano n. 1 – gennaio 2017 mensile, anno ix Milano n. 2 – febbraio 2017 mensile, anno ix Milano n. 3 – marzo 2017 mensile, anno ix Milano n. 4 – aprile 2017

Nel cuore dell’uomo,


il senso dell’utopia BIBLIOFILIA NOVECENTO
di claudio bonvecchio
Avventure di libri: «Oggi, il Belli,
Moro: utopista, santo
e «parlamentarista» l’Ariosto Cavalieri è fuori tempo!»
di carlo gambescia di giancarlo petrella
di giancarlo petrella
L’utopia del possibile NOVECENTO BIBLIOFILIA MEMORIA
e dell’impossibile
di teodoro k. de la grange Le lettere della Librai e collezionisti Il bibliografo e
EDITORIA
Il regime del tempo Sarfatti a Panzini all’asta Brunschwig lo storico del libro Torchi letterari:
e l’idea dell’utopia di piero meldini di giancarlo petrella di giancarlo petrella i libri e la stampa
di diego fusaro di massimo gatta
Si nondum legisti LA RIFLESSIONE SUL NOLANO
fac requiras Le riforme
EDITORIA LIBRI
di giancarlo petrella
dell’istruzione e «Titano della tua “La memoria” e I Dictionnaires
L’Utopia di Luigi Firpo,
l’educazione mancata preziosa Nola» la «sirena dei libri» di un ‘collezionista’
bibliofilo illuminato di guido del giudice di massimo gatta
di massimo gatta di claudio bonvecchio di piero meldini
L’Utopia cattolica
di Jean Le Blond
di antonio castronuovo VOLUMI MISTERIOSI DANNUNZIANA LETTERATURA SUL NOLANO
Tommaso Moro: ‘Istruzioni letterarie’ Il vate, il libraio Doppia lesbo. Le due Una rara traduzione
l’eresia della coscienza sull’uso dell’ombra e lo stampatore Amiche di Verlaine dello Spaccio de
di guido del giudice di massimo gatta di antonio castronuovo
Fra Moro e Ariosto:
di massimo gatta la bestia trionfante
di guido del giudice
sogno e utopia
di gianluca montinaro LIBRO DEL MESE NOVECENTO LIBRI/ARCHEOLOGIA
Tommaso Moro L’iconologia del libro Copertine in giallo, Una dolorosa LA RIFLESSIONE
e la città ‘perfetta’
di silvio berlusconi nelle edizioni tra Parigi, Catania, vicenda: Pompei Il lavoro e
Il XX secolo e dei secoli XV e XVI Milano e Marradi risorta, Pompei la Costituzione
la morte dell’utopia di ugo rozzo di stefano drei saccheggiata della Repubblica
di gianfranco de turris
di luca piva di claudio bonvecchio
Senza libertà. LIBRI D’IMPRESA COLLEZIONISMO
Utopia e distopia Caffè meccanici, LETTERATURA
di antonio castronuovo Raffaello Salari STORIE DI STAMPA
Fra pagine e versi: ingranaggi ‘fiorentino’ Vittorio Alfieri, Un Gatto a
utopia e letteratura del gusto, e l’infinito amore elegante Napoli nella
di marco cimmino
leve del piacere per i libri e ‘privatissimo’ “Libreria del 900”
Additional Location di massimo gatta di massimo gatta
for More’s Utopia di massimo gatta tipografo
di giancarlo petrella
di massimo gatta
ISSN 2036-1394

SPECIALE V CENTENARIO ‘UTOPIA’ (1516-2016) ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394
ISSN 2036-1394

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mensile, anno ix Milano n. 5 – maggio 2017 mensile, anno ix Milano n. 6 – giugno 2017 mensile, anno ix Milano n. 7/8 – luglio/agosto 2017 mensile, anno ix Milano n. 9 – settembre 2017 mensile, anno ix Milano n. 10 – ottobre 2017

RINASCIMENTO ESOTERICO
Speciale V centenario
“De arte cabalistica”
SPECIALE (1517-2017)
BIBLIOFILIA
150° BAUDELAIRE Gli intellettuali
Francesco
cristiani e la qabbalà BIBLIOFILIA
«L’orrore della vita Sansovino e Piero I libri della Crusca
ANTICHE EDIZIONI e l’estasi della vita»
di fabrizio lelli

La tortuosa storia di giuseppe scaraffia Reuchlin prima Calamandrei e le loro vicende


di Reuchlin di giancarlo petrella di giancarlo petrella
editoriale di Rabelais di giancarlo petrella
di antonio castronuovo Il grande poeta e
il raffinato bibliofilo I Reuchliniana LIBRI NOVECENTO
di massimo carloni di Amsterdam Un ‘volume’
LIBRI DI PREGIO di cis van heertum
La libreria
I cataloghi Il poeta bibliofilo tra Ravenna antiquaria
Il fondamento magico
di Alberto Tallone e i suoi rilegatori dell’universo e Uppsala di Umberto Saba
di massimo gatta di antonio castronuovo di massimo donà di antonio castronuovo di massimo gatta

Un’edizione ‘unica’ Cornelio Agrippa e


BIBLIOFILIA di Baudelaire la vanità delle scienze EDITORIA LETTERATURA
di massimo gatta di guido del giudice
Il catalogo dei tesori L’astrologia e
Achille Bertarelli Echi letterari di una
mantovani Baudelaire ovvero il ‘Diluvio Universale’ e l’ex libris italiano tragedia mineraria
di giancarlo petrella dell’ordine del caos di leandro cantamessa arpinati di massimo gatta di luca piva
di marco cimmino
Esoterismo e grafomania
di antonio castronuovo
IL LIBRO DEL MESE Il poeta, lo scrittore LIBRO DEL MESE IL LIBRO DEL MESE
Sistemi tachigrafici e il critico d’arte Il ‘Gruppo di Ur’ Comino Ventura:
di antonio castronuovo e la tradizione esoterica La biblioteca
dall’antichità di giovanni sessa perduta: un editore tra lettere
a Twitter Anatomia di La fantasia esoterica i libri di Leonardo e libri di lettere
di alessandro tedesco un’incomprensione di Gustav Meyrink di carlo vecce di roberta frigeni
di massimo carloni di gianfranco de turris
COLLEZIONISMO L’esoterica COLLEZIONISTI EDITORIA
Appunti culinari L’accusatore di Umberto Eco Yourcenar
e il pornografo di frans a. janssen
Piero Camporesi,
di Orazio Bagnasco di antonio castronuovo fra ricerca ‘multilingue’: fra
di massimo gatta Gli scaffali ermetici libri e traduzioni
del Professore bibliofila di antonio castronuovo
di massimo gatta e studi storici
Alla ricerca di Reuchlin di piero meldini
di giancarlo petrella
ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394

ISSN 2036-1394 SPECIALE 150° BAUDELAIRE RINASCIMENTO ESOTERICO • SPECIALE V CENTENARIO “DE ARTE CABALISTICA” ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394

la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato la Biblioteca di via Senato
mensile, anno ix Milano n. 11 – novembre 2017 mensile, anno ix Milano n. 12 – dicembre 2017 mensile, anno x Milano n. 1 – gennaio 2018 mensile, anno x Milano n. 2 – febbraio 2018 mensile, anno x Milano n. 3 – marzo 2018

Martin Lutero
tra forma ed evento
di giovanni puglisi BIBLIOFILIA
Requiem per Martin Lutero
EDITORIA BIBLIOFILIA
di claudio bonvecchio Il ‘futurlibro’ di Una ‘santa’ raccolta I Sermones di Michele
Martin Lutero e Fortunato Depero e il suo catalogo Durazzini da Empoli
la mistica medievale di massimo gatta di giancarlo petrella
di giancarlo petrella
di marco vannini
La pala di Wittenberg LIBRI ANTICHI PERSONAGGI
e la teologia luterana Il fascino di uno EDITORIA
di silvana nitti Incunaboli perduti. La sovraccoperta:
scrittore analfabeta
Martin Lutero Incunaboli ritrovati di antonio castronuovo un’opera d’artista!
e i Discorsi a tavola di giancarlo petrella di massimo gatta
di gianluca montinaro
SPECIALE LA RIFLESSIONE
BIBLIOTECA VIGANÒ Fichte lettore LEGATURE Europa: burocrazie NOVECENTO
della Riforma protestante Libri che
di diego fusaro e responsabilità Primo Levi e il gran
«Ne’ miei dolci Lutero e alcune ti levano la pelle della politica rifiuto di Einaudi
storie sociologiche di sandro montalto di claudio bonvecchio di sandro montalto
studi m’acqueto» di carlo gambescia
di giancarlo petrella Martin Lutero e
l’obbedienza al potere SCOPERTE NOVECENTO LIBRO DEL MESE
Una raccolta tra di teodoro klitsche de la grange Dino Campana al
Venezia dannunziana:
«L’Illustrazione.
passato e futuro ‘Edizioni contro’: Caffè Orfeo: un ‘piccolo’ Rivista del libro
fra Erasmo e Lutero
enigma svelato fuoco e cenere
di pierangelo goffi di antonio castronuovo di luca piva a stampa illustrato»
Esuli di religione: di stefano drei di giancarlo petrella
Olimpia Fulvia Morata
di lucia felici
LIBRO DEL MESE I LIBRI DEL MESE LA RIFLESSIONE
Lutero, Bruno
e Pomponio Algieri Due spiriti della terra: Gli Imperdonabili: Marcello Dell’Utri
di guido del giudice
Šestov e Fondane oltre il tramonto e la ‘Giustizia’:
El Summario de di luca siniscalco della Modernità un caso esemplare
la Sancta Scriptura di giovanni sessa di claudio bonvecchio
di ugo rozzo
LETTERATURA
Johann Eberlin
Zola e L’Argent. SUL NOLANO PERSONAGGI
polemista luterano Giordano Bruno: la
di lorenzo di lenardo Genesi di un Dino Buzzati, scrittore
La “Libreria Religiosa
vera storia dell’arresto fantastico e «doverista»
Guicciardini”
capolavoro di guido del giudice
di giuseppe scaraffia gianfranco de turris
di giancarlo petrella
LIBRI
ISSN 2036-1394

Giuseppe Rensi L’INEDITO


e Andrea Emo VICENDE La raccolta impossibile:
di giovanni sessa «Non s’odora altro collezionare Wystan H. Auden
La “Libreria Religiosa col naso che quello Pseudobiblia lettore de La caduta
ISSN 2036-1394
di via Senato”
che s’ha nella mente» di gianfranco de turris nel tempo di Cioran
di giancarlo petrella di luca orlandini
di piero meldini
SPECIALE BIBLIOTECA VIGANÒ S P E C I A L E V C E N T E N A R I O “ 9 5 T E S I ” ( 1 51 7 – 2 01 7 ) ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394

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mensile, anno x Milano n. 4 – aprile 2018 mensile, anno x Milano n. 5 – maggio 2018 mensile, anno x Milano n. 6 – giugno 2018 mensile, anno x Milano n. 7/8 – luglio/agosto 2018 mensile, anno x Milano n. 9 – settembre 2018

PERSONAGGI
NOVECENTO «Scrivo la sera,
Viaggio fra i libri ILLUSTRAZIONE
a tempo perso» Max tra i mostri
della contestazione di massimo gatta
di piero meldini selvaggi di Sendak
GABRIELE di edoardo fontana
OTTOCENTO BIBLIOFILIA D’ANNUNZIO
William Beckford:
SCRITTORI La biblioteca Pasolini
Libri e articoli su Ottanta anni dopo BIBLIOFILIA DEL GUSTO
la letteratura e la vita al Vieusseux Benedetto Croce e la
di giuseppe scaraffia una vita studentesca di giancarlo petrella
di antonio castronuovo Contributi di Società dei Nove Musi
di massimo gatta
LA RIFLESSIONE Giordano Bruno Guerri
BIBLIOFILIA BIBLIOFILIA
Il cavalier L’esistenza dello Stato Annamaria Andreoli BIBLIOFILIA
Gli incunaboli della e la necessità Francesco Perfetti I bibliofili della
Buovo d’Antona Biblioteca Nazionale
di giancarlo petrella di sicurezza Giuseppe Scaraffia Bernardino Misinta
di giancarlo petrella di claudio bonvecchio di giancarlo petrella
Marcello Veneziani
BIBLIOFILIA DEL GUSTO Pietro Gibellini
BIBLIOFILIA DEL GUSTO GRAFICA Gianluca Montinaro LINGUA E IDENTITÀ
Ai tavoli di Bagutta, I canti di Faunus di L’«altissima tragedia»
Filippo Tommaso «ritrovo di Angelo Piero Cappello
Marinetti, cuciniere galantuomini» Beltramelli e Nonni di un’isola contesa
di edoardo fontana Maria Rosa Giacon di luca piva
di massimo gatta di massimo gatta Andrea Lombardinilo
Carlo Santoli
IL LIBRO DEL MESE IL LIBRO DEL MESE EDITORIA
LA RIFLESSIONE Luca Piva
In morte di una civiltà. Fra le carte dell’archivio I ‘librini imolesi’
La necessità di Giuseppe Martini Carlo Gambescia di Babbomorto Editore
Saggi quasi politici
delle élites e il bene di massimo carloni di giancarlo petrella Sandro Montalto di massimo gatta
della democrazia Antonio Castronuovo
IL LIBRO DEL MESE
di claudio bonvecchio GRAFICA E EDITORIA ANEDDOTICA Massimo Gatta
Vox Piscis: Oltre la realtà:
L’arte al servizio Lorenzo Braccesi le visioni di Céline
IL LIBRO DEL MESE dell’Idea: Mario Sironi il libro ingoiato
di luca siniscalco
Le epistole latine da un merluzzo Mario Bernardi Guardi
e il fascismo di antonio castronuovo Vitaldo Conte
di Giordano Bruno di mario bernardi guardi SCAFFALE
di gianluca montinaro Franco Di Tizio DEL BIBLIOFILO
SUL NOLANO BIBLIOFILIA DEL GUSTO
ISSN 2036-1394

Marino Parenti L’unicorno


PUBBLICAZIONI Il fascino ingannevole e Tullia d’Aragona
I colori della terra: al ristorante Sabatini
della dotta citazione di massimo gatta di giancarlo petrella
«La Piê» e la xilografia di guido del giudice
di antonio castronuovo

ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394 ISSN 2036-1394


SPECIALE 80° GABRIELE D’ANNUNZIO (1863–1938) ISSN 2036-1394
1236_COVER MONTATA_ok_Liber/Librorum.qxd 05/10/18 15:50 Pagina 1

la Biblioteca di via Senato


mensile, anno x Milano n. 10 – ottobre 2018

La filosofia ‘attiva’
di Julius Evola
di gianfranco de turris
«Dall’abisso più fondo,
la vetta più alta»
di michele ricciotti
L’immensa vertigine
della realtà originaria
di luca siniscalco
Evola: pensatore
della Tradizione
di giovanni sessa
Civiltà del tempo
e civiltà dello spazio
di stefano arcella
Il Barone Evola e
le dottrine orientali
di nuccio d ’anna
Le vicende editoriali
di «Ur» e «Krur»
di fabrizio giorgio
La parola oscura
era illuminante
di vitaldo conte
Julius Evola
promotore culturale
di gianfranco de turris
Costruire una nuova
civiltà tradizionale
di guido andrea pautasso
Il Barone all’insegna
del Pesce d’Oro
di andrea scarabelli
Evola nell’editoria
di Laterza
di stefano e. bona
Evola e Pound:

ISSN 2036-1394
un incontro impossibile
di andrea scarabelli

SPECIALE JULIUS EVOLA (1898–1974)

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