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ENDO 18 26/04/2018 Riepilogo sulle tecniche di otturazione canalare Strumenti ISO

sono standardizzati in acciaio con conicità 02. Gli strumenti Ni-ti hanno permesso di
introdurre una conicità aumentata. La differenza principale che sussiste tra Protaper e
Mtwo risiede nel tipo di strumentazione: crown down o step back sono le due scuole
principali di accesso al canale. Gli Mtwo apportano l’innovazione della tecnica
simultanea: dopo il 10.02 in acciaio in apice, si portano gli strumenti NiTi tutti alla
lunghezza di lavoro (10.04, 15.05, 20.06 e 25.06) e simultaneamente si ha una
svasatura del diametro coronale degli imbocchi, reso possibile dalla conicità
aumentata. Al contrario con i Protaper si usava la tecnica crown down per cui
bisognava allargare prima il terzo coronale con delle frese Largo, o altre frese di
grosso calibro, per poi lavorare sul terzo medio e infine sul terzo apicale. Studi
istologici hanno osservato che a 1mm e 2mm dall’apice molti denti hanno diametri
maggiori al 25.06 che è l’ ultimo strumento usato nella strumentazione del canale. Ciò
fa sì che si renda necessario un ulteriore passaggio in fase di preparazione del canale
per far sì che le pareti possano essere sigillate.: è possibile ricorrere o a strumenti di
diametro maggiore oppure a strumenti a maggiore conicità. Nota sull’anatomia: la
radice che sempre ha due canali è la mesiale del molare inferiore. Con gli Mtwo il
rilevatore apicale si usa in contemporanea con la strumentazione. Per capire dove
fermarsi con la strumentazione si fa il visual gauging. TECNICA VERTICALE L’obiettivo è
preparare il canale con una conicità continua: il cono di gutta che si usa per
l’otturazione deve avere la stessa conicità dell’ultimo strumento utilizzato. La tecnica
prevede di stampare una forma nel canale che può essere otturata dal cono:
successivamente si porta il calore (con il plugger) che arriva a 5mm dall’apice e,
attraverso un’onda continua, va a sciogliere il cono di guttaperca e lo spalma sulle
pareti. NON SI USANO CONI ACCESSORI. La chiusura si completa con la siringa
Obtura, che eroga guttaperca (simile a quella del microseal), per ottenere il back filing
del canale. In questa tecnica non si parla di compattazione. Il cemento viene usato
abbondantemente in questa tecnica poiché permettere alla gutta di scivolare meglio
nel canale: va considerato che la guttaperca si scioglie per effetto del portatore di
calore ma l’onda di calore non arriva a squagliare bene gli ultimi mm apicali del cono,
quindi ricorrere al cemento è fondamentale. Inoltre il portatore deve avere una punta
sottile per arrivare nel fondo del canale. Nei canali più larghi è più vantaggioso
chiudere con altre tecniche, come il microseal. THERMAFIL Il Thermafil va bene per i
canali lunghi e stretti: è una tecnica abbastanza semplice da usare perché prevede
un’anima in teflon, ricoperta da gutta, che viene scaldata e posizionata nel canale.
Anche qui si usa molto cemento per far scivolare la gutta nel canale. Ricordiamo che è
SEMPRE MEGLIO CHIUDERE CON LA GUTTA PIUTTOSTO CHE CON IL CEMENTO perché
il cemento è difficile da rimuovere in caso di necessità di ritrattamento, mentre la
gutta si squaglia facilmente, e perché il cemento si riassorbe più velocemente a
contatto con l’umidità (a differenza dell’MTA che è molto stabile anche a contatto con i
liquidi, ecco perché si usa in caso di perforazione). Il Thermafil si può collocare a metà
tra tecnica di otturazione verticale e orizzontale. TENICA LATERALE A FREDDO La
peculiarità di questo tipo di otturazione è che essa richiede di preparare l’ultimo mm
del canale: prima si faceva con gli strumenti manuali in acciaio, conicità 02, di
diametro pari a 25, 30, 35 e 40 tutti concentrati nell’ultimo millimetro. La tecnica era
piuttosto complessa e vi era il forte rischio di produrre non un box (140 gradi), ma un
gradino a 90 gradi, il quale comprometteva l’otturazione perché si rischiava di
chiudere corti di 1 mm. Essa prevede l’uso di gutta “a freddo” e di un cono master con
conicità 02: è piccolo e stretto, e non occupa tutto l’ingombro del canale. Viene scelto
il cono del diametro migliore che si ferma a 1 mm, ossia dove abbiamo creato il box:
lo spazio che residua viene poi colmato con i coni accessori. Dato che il cono master
non arriva in apice, se si scatta una RX sembra che sia corto di 1mm. La
compattazione del cono si esegue con uno spreader in NiTi che ha la stessa
morfologia del cono (25.02) e stira la gutta, creando lo spazio per gli altri coni.
Compattando a mano si lavora peggio che con lo spreader a 300 giri, poiché si crea un
minimo di calore che favorisce l’ammorbidimento della gutta. Il meccanismo di
compattazione prevede di usare uno spreader 25.04, con un cono master 25.02, in
modo che, una volta uscito dal canale, avrà creato uno spazio, per permetterci di
inserire gli altri coni. (sopra dice che lo spreader è della stessa dimensione del cono
master… non saprei). Dopo aver ottenuto un ciuffo di coni, si procede a squagliarli per
ottenere la compattazione. TECNICA MULTIPHASE E’ la prima tecnica che usa la
guttaperca termo-plasticizzata attraverso un fornelletto, e inizialmente non prevedeva
l’uso del cono, perché semplicemente con il PacMac si sparava la gutta del canale. Il
PacMac assomiglia ad un Hedstrom con le lame rovesciate, ruota in senso orario e
spinge la gutta nel canale; va posizionato a 2-3mm dall’apice e azionato a 20.000 giri.
Indurendosi la gutta si raffredda e resta nel punto dove è stata applicata.
Successivamente si è aggiunto il cono master, che non era presente nella tecnica
iniziale. MICROSEAL Nasce grazie all’introduzione di un cono master nella tecnica
multiphase perché si procede mettendo prima un cono nel canale (a 1mm dall’apice)
e poi si completa inserendo gutta calda, piuttosto che aggiungendo altri coni. Mc
Spadden è stato l’ideatore delle spreader: questo strumento nel momento in cui gira
frulla i coni e squaglia la gutta. Esso è usato anche nel microseal (spreader in NiTi) e
permette di compattare la gutta come nella tecnica a freddo, ma la differenza è che
qui lo spazio canale viene otturato sia con il cono master sia con la gutta calda che
fuoriesce dal Pac Mac, che sostituisce i coni accessori che si usano nella tecnica
laterale a freddo. La prima cosa da fare è scegliere e inserire il cono master a 1mm
dall’apice, che viene compattato dallo spreader in rotazione. Poi il Pac Mac viene
inserito nel canale fermo e attivato, e produce una spinta in senso coronale
contemporaneamente alla fuoriuscita della gutta. In questo modo il materiale inserito
nel canale si mescola con il cono master e si ottiene la consistenza adeguata a fare la
compattazione. Infine si ri-entra con la spreader nel canale ma non lo si fa ruotare, lo
si usa manualmente per spalmare la gutta in tutto il lume canalare. Il prof (che
afferma di utilizzare sempre la microseal) sottolinea che la tecnica verticale funziona,
ma il microseal è più efficace perché è più probabile che si otturi il canale con la
guttaperca piuttosto che con il cemento. Anche nel microseal si usa cemento ma solo
per sporcare la punta dell’apice (all’inizio si sporcavano gli imbocchi). La qualità del
cono deve essere la stessa della gutta preplasticizzata, ossia la gutta che si usa nel
thermafil. Per compattare il cono master si usa uno spreader NiTi (esattamente come
nella laterale a freddo) su micromotore a 250-300 giri, che arriva a 0,5-1 mm dall’apice
del cono master, ossia 2-3 mm dalla lunghezza di lavoro: questo favorisce lo
stiramento del cono che si prepara ad accogliere tutta l’onda di gutta che verrà
sparata dal Pac Mac (quest’ultimo gira intorno ad 8000 giri). Il fatto di portare gutta
calda a 2mm dall’apice ci dà una maggiore affidabilità sulla tecnica, rispetto ad una
tecnica verticale. Inoltre l’altro vantaggio che il microseal offre è la possibilità di
chiudere un canale ampio in apice. Attualmente c’è un problema di ordine
commerciale sul microseal perché il fornelletto necessario a sciogliere la gutta non
viene più prodotto dalla principale ditta produttrice (Sweden), probabilmente perché il
mercato non lo vuole. Ciò è dovuto molto al fatto che l’endodonzia attualmente è
spesso svalutata a favore dell’implantologia: infatti spesso il tentativo

Endodonzia in odontoiatria, Appunti di


Odontoiatria
Università degli Studi G. d'Annunzio Chieti - Pescara

Odontoiatria

ENDO 18 26/04/2018
Riepilogo sulle tecniche di
otturazione canalare
Strumenti ISO sono
standardizzati in acciaio con
conicità 02. Gli strumenti Ni-ti
hanno permesso di
introdurre una conicità
aumentata. La differenza
principale che sussiste tra
Protaper e Mtwo risiede
nel tipo di strumentazione:
crown down o step back sono le
due scuole principali di accesso
al
canale. Gli Mtwo apportano
l’innovazione della tecnica
simultanea: dopo il 10.02 in
acciaio in
apice, si portano gli strumenti
NiTi tutti alla lunghezza di
lavoro (10.04, 15.05, 20.06 e
25.06) e
simultaneamente si ha una
svasatura del diametro coronale
degli imbocchi, reso possibile
dalla
conicità aumentata. Al contrario
con i Protaper si usava la tecnica
crown down per cui bisognava
allargare prima il terzo coronale
con delle frese Largo, o altre
frese di grosso calibro, per poi
lavorare sul terzo medio e infine
sul terzo apicale.
Studi istologici hanno osservato
che a 1mm e 2mm dall’apice
molti denti hanno diametri
maggiori
al 25.06 che è l’ ultimo
strumento usato nella
strumentazione del canale. Ciò fa
sì che si renda
necessario un ulteriore passaggio
in fase di preparazione del canale
per far sì che le pareti possano
essere sigillate.: è possibile
ricorrere o a strumenti di
diametro maggiore oppure a
strumenti a
maggiore conicità.
Nota sull’anatomia: la radice che
sempre ha due canali è la mesiale
del molare inferiore.
Con gli Mtwo il rilevatore
apicale si usa in contemporanea
con la strumentazione.
Per capire dove fermarsi con la
strumentazione si fa il visual
gauging.
TECNICA VERTICALE
L’obiettivo è preparare il canale
con una conicità continua: il
cono di gutta che si usa per
l’otturazione deve avere la stessa
conicità dell’ultimo strumento
utilizzato. La tecnica prevede di
stampare una forma nel canale
che può essere otturata dal cono:
successivamente si porta il calore
(con il plugger) che arriva a
5mm dall’apice e, attraverso
un’onda continua, va a sciogliere
il cono
di guttaperca e lo spalma sulle
pareti. NON SI USANO CONI
ACCESSORI. La chiusura si
completa con la siringa Obtura,
che eroga guttaperca (simile a
quella del microseal), per
ottenere il
back filing del canale. In questa
tecnica non si parla di
compattazione. Il cemento viene
usato
abbondantemente in questa
tecnica poiché permettere alla
gutta di scivolare meglio nel
canale: va
considerato che la guttaperca si
scioglie per effetto del portatore
di calore ma l’onda di calore non
arriva a squagliare bene gli
ultimi mm apicali del cono,
quindi ricorrere al cemento è
fondamentale.
Inoltre il portatore deve avere
una punta sottile per arrivare nel
fondo del canale. Nei canali più
larghi è più vantaggioso chiudere
con altre tecniche, come il
microseal.
THERMAFIL
Il Thermafil va bene per i canali
lunghi e stretti: è una tecnica
abbastanza semplice da usare
perché
prevede un’anima in teflon,
ricoperta da gutta, che viene
scaldata e posizionata nel canale.
Anche
qui si usa molto cemento per far
scivolare la gutta nel canale.
Ricordiamo che è SEMPRE
MEGLIO CHIUDERE CON LA
GUTTA PIUTTOSTO CHE
CON IL
CEMENTO perché il cemento è
difficile da rimuovere in caso di
necessità di ritrattamento, mentre
la gutta si squaglia facilmente, e
perché il cemento si riassorbe
più velocemente a contatto con
l’umidità (a differenza dell’MTA
che è molto stabile anche a
contatto con i liquidi, ecco
perché si
usa in caso di perforazione).
Il Thermafil si può collocare a
metà tra tecnica di otturazione
verticale e orizzontale.
TENICA LATERALE A
FREDDO
La peculiarità di questo tipo di
otturazione è che essa richiede di
preparare l’ultimo mm del
canale:
prima si faceva con gli strumenti
manuali in acciaio, conicità 02,
di diametro pari a 25, 30, 35 e 40
tutti concentrati nell’ultimo
millimetro. La tecnica era
piuttosto complessa e vi era il
forte rischio di
produrre non un box (140 gradi),
ma un gradino a 90 gradi, il
quale comprometteva
l’otturazione
perché si rischiava di chiudere
corti di 1 mm.
Essa prevede l’uso di gutta “a
freddo” e di un cono master con
conicità 02: è piccolo e stretto, e
non
occupa tutto l’ingombro del
canale. Viene scelto il cono del
diametro migliore che si ferma a
1 mm,
ossia dove abbiamo creato il
box: lo spazio che residua viene
poi colmato con i coni accessori.
Dato
che il cono master non arriva in
apice, se si scatta una RX sembra
che sia corto di 1mm.
La compattazione del cono si
esegue con uno spreader in NiTi
che ha la stessa morfologia del
cono
(25.02) e stira la gutta, creando
lo spazio per gli altri coni.
Compattando a mano si lavora
peggio
che con lo spreader a 300 giri,
poiché si crea un minimo di
calore che favorisce
l’ammorbidimento
della gutta. Il meccanismo di
compattazione prevede di usare
uno spreader 25.04, con un cono
master 25.02, in modo che, una
volta uscito dal canale, avrà
creato uno spazio, per
permetterci di
inserire gli altri coni. (sopra dice
che lo spreader è della stessa
dimensione del cono master…
non
saprei). Dopo aver ottenuto un
ciuffo di coni, si procede a
squagliarli per ottenere la
compattazione.
TECNICA MULTIPHASE
E’ la prima tecnica che usa la
guttaperca termo-plasticizzata
attraverso un fornelletto, e
inizialmente
non prevedeva l’uso del cono,
perché semplicemente con il
PacMac si sparava la gutta del
canale. Il
PacMac assomiglia ad un
Hedstrom con le lame rovesciate,
ruota in senso orario e spinge la
gutta
nel canale; va posizionato a 2-
3mm dall’apice e azionato a
20.000 giri. Indurendosi la gutta
si
raffredda e resta nel punto dove è
stata applicata. Successivamente
si è aggiunto il cono master, che
non era presente nella tecnica
iniziale.
MICROSEAL
Nasce grazie all’introduzione di
un cono master nella tecnica
multiphase perché si procede
mettendo prima un cono nel
canale (a 1mm dall’apice) e poi
si completa inserendo gutta
calda,
piuttosto che aggiungendo altri
coni. Mc Spadden è stato
l’ideatore delle spreader: questo
strumento
nel momento in cui gira frulla i
coni e squaglia la gutta. Esso è
usato anche nel microseal
(spreader
in NiTi) e permette di
compattare la gutta come nella
tecnica a freddo, ma la differenza
è che qui lo
spazio canale viene otturato sia
con il cono master sia con la
gutta calda che fuoriesce dal Pac
Mac,
che sostituisce i coni accessori
che si usano nella tecnica laterale
a freddo. La prima cosa da fare è
scegliere e inserire il cono
master a 1mm dall’apice, che
viene compattato dallo spreader
in
rotazione. Poi il Pac Mac viene
inserito nel canale fermo e
attivato, e produce una spinta in
senso
coronale contemporaneamente
alla fuoriuscita della gutta. In
questo modo il materiale inserito
nel
canale si mescola con il cono
master e si ottiene la consistenza
adeguata a fare la compattazione.
Infine si ri-entra con la spreader
nel canale ma non lo si fa
ruotare, lo si usa manualmente
per
spalmare la gutta in tutto il lume
canalare. Il prof (che afferma di
utilizzare sempre la microseal)
sottolinea che la tecnica verticale
funziona, ma il microseal è più
efficace perché è più probabile
che
si otturi il canale con la
guttaperca piuttosto che con il
cemento. Anche nel microseal si
usa cemento
ma solo per sporcare la punta
dell’apice (all’inizio si
sporcavano gli imbocchi). La
qualità del cono
deve essere la stessa della gutta
preplasticizzata, ossia la gutta
che si usa nel thermafil. Per
compattare il cono master si usa
uno spreader NiTi (esattamente
come nella laterale a freddo) su
micromotore a 250-300 giri, che
arriva a 0,5-1 mm dall’apice del
cono master, ossia 2-3 mm dalla
lunghezza di lavoro: questo
favorisce lo stiramento del cono
che si prepara ad accogliere tutta
l’onda di gutta che verrà sparata
dal Pac Mac (quest’ultimo gira
intorno ad 8000 giri). Il fatto di
portare gutta calda a 2mm
dall’apice ci dà una maggiore
affidabilità sulla tecnica, rispetto
ad una
tecnica verticale. Inoltre l’altro
vantaggio che il microseal offre
è la possibilità di chiudere un
canale
ampio in apice. Attualmente c’è
un problema di ordine
commerciale sul microseal
perché il
fornelletto necessario a
sciogliere la gutta non viene più
prodotto dalla principale ditta
produttrice
(Sweden), probabilmente perché
il mercato non lo vuole. Ciò è
dovuto molto al fatto che
l’endodonzia attualmente è
spesso svalutata a favore
dell’implantologia: infatti spesso
il tentativo
tutti concentrati nell’ultimo
millimetro. La tecnica era
piuttosto complessa e vi era il
forte rischio di
produrre non un box (140 gradi),
ma un gradino a 90 gradi, il
quale comprometteva
l’otturazione
perché si rischiava di chiudere
corti di 1 mm.
Essa prevede l’uso di gutta “a
freddo” e di un cono master con
conicità 02: è piccolo e stretto, e
non
occupa tutto l’ingombro del
canale. Viene scelto il cono del
diametro migliore che si ferma a
1 mm,
ossia dove abbiamo creato il
box: lo spazio che residua viene
poi colmato con i coni accessori.
Dato
che il cono master non arriva in
apice, se si scatta una RX sembra
che sia corto di 1mm.
La compattazione del cono si
esegue con uno spreader in NiTi
che ha la stessa morfologia del
cono
(25.02) e stira la gutta, creando
lo spazio per gli altri coni.
Compattando a mano si lavora
peggio
che con lo spreader a 300 giri,
poiché si crea un minimo di
calore che favorisce
l’ammorbidimento
della gutta. Il meccanismo di
compattazione prevede di usare
uno spreader 25.04, con un cono
master 25.02, in modo che, una
volta uscito dal canale, avrà
creato uno spazio, per
permetterci di
inserire gli altri coni. (sopra dice
che lo spreader è della stessa
dimensione del cono master…
non
saprei). Dopo aver ottenuto un
ciuffo di coni, si procede a
squagliarli per ottenere la
compattazione.
TECNICA MULTIPHASE
E’ la prima tecnica che usa la
guttaperca termo-plasticizzata
attraverso un fornelletto, e
inizialmente
non prevedeva l’uso del cono,
perché semplicemente con il
PacMac si sparava la gutta del
canale. Il
PacMac assomiglia ad un
Hedstrom con le lame rovesciate,
ruota in senso orario e spinge la
gutta
nel canale; va posizionato a 2-
3mm dall’apice e azionato a
20.000 giri. Indurendosi la gutta
si
raffredda e resta nel punto dove è
stata applicata. Successivamente
si è aggiunto il cono master, che
non era presente nella tecnica
iniziale.
MICROSEAL
Nasce grazie all’introduzione di
un cono master nella tecnica
multiphase perché si procede
mettendo prima un cono nel
canale (a 1mm dall’apice) e poi
si completa inserendo gutta
calda,
piuttosto che aggiungendo altri
coni. Mc Spadden è stato
l’ideatore delle spreader: questo
strumento
nel momento in cui gira frulla i
coni e squaglia la gutta. Esso è
usato anche nel microseal
(spreader
in NiTi) e permette di
compattare la gutta come nella
tecnica a freddo, ma la differenza
è che qui lo
spazio canale viene otturato sia
con il cono master sia con la
gutta calda che fuoriesce dal Pac
Mac,
che sostituisce i coni accessori
che si usano nella tecnica laterale
a freddo. La prima cosa da fare è
scegliere e inserire il cono
master a 1mm dall’apice, che
viene compattato dallo spreader
in
rotazione. Poi il Pac Mac viene
inserito nel canale fermo e
attivato, e produce una spinta in
senso
coronale contemporaneamente
alla fuoriuscita della gutta. In
questo modo il materiale inserito
nel
canale si mescola con il cono
master e si ottiene la consistenza
adeguata a fare la compattazione.
Infine si ri-entra con la spreader
nel canale ma non lo si fa
ruotare, lo si usa manualmente
per
spalmare la gutta in tutto il lume
canalare. Il prof (che afferma di
utilizzare sempre la microseal)
sottolinea che la tecnica verticale
funziona, ma il microseal è più
efficace perché è più probabile
che
si otturi il canale con la
guttaperca piuttosto che con il
cemento. Anche nel microseal si
usa cemento
ma solo per sporcare la punta
dell’apice (all’inizio si
sporcavano gli imbocchi). La
qualità del cono
deve essere la stessa della gutta
preplasticizzata, ossia la gutta
che si usa nel thermafil. Per
compattare il cono master si usa
uno spreader NiTi (esattamente
come nella laterale a freddo) su
micromotore a 250-300 giri, che
arriva a 0,5-1 mm dall’apice del
cono master, ossia 2-3 mm dalla
lunghezza di lavoro: questo
favorisce lo stiramento del cono
che si prepara ad accogliere tutta
l’onda di gutta che verrà sparata
dal Pac Mac (quest’ultimo gira
intorno ad 8000 giri). Il fatto di
portare gutta calda a 2mm
dall’apice ci dà una maggiore
affidabilità sulla tecnica, rispetto
ad una
tecnica verticale. Inoltre l’altro
vantaggio che il microseal offre
è la possibilità di chiudere un
canale
ampio in apice. Attualmente c’è
un problema di ordine
commerciale sul microseal
perché il
fornelletto necessario a
sciogliere la gutta non viene più
prodotto dalla principale ditta
produttrice
(Sweden), probabilmente perché
il mercato non lo vuole. Ciò è
dovuto molto al fatto che
l’endodonzia attualmente è
spesso svalutata a favore
dell’implantologia: infatti spesso
il tentativo
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    Pino Ferri
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