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Dott - Ssa Giuseppina Falciglia Neuropsichiatra Infantile
Dott - Ssa Giuseppina Falciglia Neuropsichiatra Infantile
Malattia
o Menomazione Disabilità Handicap
disturbo
Fondamenti dell’ ICF
Funzionamento Umano - non la sola disabilità
Funzioni Attività
& & Fattori
Strutture Partecipa- Ambientali
Corporee zione
Intera persona
Ambiente
DEFINIZIONE DELLO
STATO DI SALUTE
(livello fisico)
Disabilità= limitazione della persona nello
svolgimento di un’attività secondo i parametri
considerati normali per un essere umano
(livello psicologico)
Handicap= svantaggio che limita o
impedisce il raggiungimento di una
condizione sociale considerata
normale, in relazione all’età, al sesso
e ai fattori sociali e culturali.
Partecipazione
Fattori ambientali
Guardiamo con attenzione ICF
Funzionamento: come lo
vediamo nel corpo
Miglioramento
delle relazioni
Incremento della
Partecipazione
Handicap
svantaggio
Fattori contestuali
→ ambientali – personali
(facilitatori/barriere)
Condizione di salute
(disturbo o malattia)
8 Non specificato
9 Non applicabile
«funzionamento»
Modello bio-psico-sociale (ICF)
FUNZIONAMENTO
Condizione di salute
Famiglia
Persona
Ambiente - Famiglia
territorio
Persona
Famiglia
Territorio - servizi
Persona
Contesto
Facilitatore
Persona
•Esecuzione di un compito
o di un’azione da parte di
un individuo - limitazioni
•Coinvolgimento in una
Attività e situazione di vita -
Partecipazione restrizioni
Presenza attiva della
persona nelle scelte che
determinano la sua vita
(bisogni) e in relazione al
contesto (opportunità)
Concetti chiave:
Bisogni vitali (legati alla Persona)
Opportunità di soddisfazione
(dipendenti dall’ambiente)
Un intervento migliorativo sarà diretto:
- alla persona
- al contesto di vita
=> Opererà CONNESSIONI
CAPACITÀ: abilità di eseguire un compito o
un’azione (il più alto livello provabile di
funzionamento in un dato dominio in uno
specifico momento) in un ambiente
«standardizzato» (che abbia un impatto
uniforme)
Incremento della
Partecipazione
Proviamo a progettare
3. Dominare – dal bisogno al percorso
-Bisogni principali
-Barriere al soddisfacimento
-Limiti all’espressione
-Opportunità di ascolto
Inventare opportunità
Definire facilitazioni
Realizzare partecipazione
Il complesso di interventi valutativi,
diagnostici,terapeutici e altre procedure
finalizzate a portare il soggetto disabile a
muoversi, camminare, parlare, vestirsi,
mangiare e comunicare efficacemente e
soprattutto, farlo ritornare attivo nel proprio
ambiente familiare, lavorativo, scolastico e
sociale
Attività in Medicina
riabilitativa
…. quelle azioni e gli interventi finalizzati a
garantire al soggetto disabile la massima
partecipazione possibile alla vita sociale con la
minor restrizione possibile delle sue scelte
operative,indipendentemente dalla gravità
delle menomazioni e delle disabilità
irreversibili,al fine di contenere la condizione di
handicap
QUINDI
Presa in carico
Cosa à necessario per la realizzazione di un progetto
riabilitativo
Fisioterapia e Logopedia Servizi
riabilitazione volontariato Assistenza
motoria Sociale
Assistenza e
terapia Terapia
infermieristica
occupazionale
Psicologia
Assistenza
ortesica,
protesica e
Neuropsicologia ausili tecnici
clinica
Progetto riabilitativo
individuale
ELABORAZIONE DI UN TEAM RIABILITATIVO:
SULLE OPPORTUNITÀ
• DI ADATTAMENTO DELL’AMBIENTE
CON SISTEMI-AUSILI
Quando le barriere non sono solo di
accesso… P.P.
• 10 anni – sindrome dello spettro autistico
• Frequenta la classe quarta elementare – ha ripetuto la
seconda con cambio di scuola
• Sviluppo nella norma fino a due anni e mezzo – definito
«bambino prodigio» per la modalità spigliata nell’eloquio
• Il primo anno dell’asilo – arresto del linguaggio – subisce
anche un’aggressione da un bimbo – chiusura alla relazione
e condotte oppositorie con grandi urla
• A cinque anni – percorso educativo con tre interventi a
settimana: lavoro sulla relazione a partire da giochi di
movimento e contatto corporeo – dal «fammi ohp!» alla
«pioggia di colori!»
..si mette in discussione la diagnosi..
• Si definisce DSA con acronimo NAS (non altrimenti
specificato) – «il recupero è stato troppo stabile nel tempo
per essere un vero autismo!»
• Frequenta l’ultimo anno di scuola dell’infanzia in una scuola
pubblica con insegnante di sostegno: esperienza positiva
• I risultati sono talmente brillanti che non viene trattenuto,
ma iscritto in scuola primaria a 6 anni – viene introdotto
Assistente Domiciliare
• Le maestre per 2 anni non vogliono aiuti –
• Verso la fine del 2° anno, la situazione precipita: P.P. fa male
ad un compagno e viene definito come pericoloso
• A settembre: cambia scuola , ma ripete la seconda –
insegnante di sostegno valida – riprende anche intervento
educativo
…la ripresa: «la pioggia di colori» –
diventa «pioggia di parole»
• All’inizio P.P. sta male – utilizza tutte le strategie per farsi espellere
e a volte ci riesce, ma non è quello che vuole
• La grande fatica di elaborare la difficoltà ad accettarsi e la
possibilità di capirsi – all’inizio riprende il lavoro dal corporeo
• Alleata la palla, su cui salta e si scarica, entra nei suoi ambienti
per rassicuralo nei momenti di crisi
• C’è una ripresa, ma la situazione resta difficile – viene introdotto il
farmaco
• I primi mesi sono complicati nel picco di emozioni, poi va meglio
• Frequenta nuoto non solo per «scaricarsi» ma con buoni risultati
• Inizia percorso di musicoterapia e si introduce alla musica
• Impara ad allacciare le scarpe ed è autonomo nel bagno
La rivoluzione delle mappe concettuali
• P.P. usa supporti visivi all’espressione verbale
• Con le mappe visive e le foto riesce a:
• - scandire le attività,
• - comprendere meglio le novità
• - gestire i cambiamenti
• Mediato dal conduttore che verbalizza quanto
lui sta vivendo riesce ad elaborare le emozioni
Difficoltà
• Non tutto è anticipabile visivamente prima che accada!
• I contesti «abitati» lo destabilizzano
• La maggiore problematica resta la gestione degli stimoli e
delle proposte nuove
• La relazione fruttuosa è quasi solo nel rapporto uno-a-uno
• Le prassie finimotorie non sono ottimali (si pensava legato
al disturbo di attenzione)
• Legge, ma a livello molto elementare – la scrittura è lenta,
macrografica e il tratto pesante (il corsivo è solo avviato)
PIANIFICARE
E ATTUARE INTERVENTI
PER L’OGGI E PER IL DOMANI
• FORNIRE ADDESTRAMENTO
ALLA PERSONA CHE FORNISCE IL SUPPORTO
E AI FACILITATORI
Azione 2
Azione 3
Legenda:
0= obiettivo non raggiunto / nessuna partecipazione / coinvolgimento nullo
1= obiettivo toccato, avviato / partecipazione iniziale / coinvolgimento marginale
2= obiettivo in parte raggiunto / partecipazione minima / coinvolgimento breve
3= obiettivo sufficientemente raggiunto / partecipazione sollecitata / coinvolgimento
mantenuto se stimolato
4= obiettivo pienamente raggiunto / partecipazione attiva / coinvolgimento continuativo e
autonomo
P.P. SN (social network)
P.P. A&P (CAA)
P.P. A&P (CAA)
P.P. SN (social network)
Cosa è accaduto
VALUTARE L’EFFICACIA
DELL’INTERVENTO
È MIGLIORATO IL LIVELLO DI
PARTECIPAZIONE?
SÌ => FOLLOW-UP
NO => IDENTIFICARE LE BARRIERE ALLA
PARTECIPAZIONE
Dentro la Partecipazione
Partecipare da dentro