16
Luca Bonardi
Università degli Studi
Premessa luce delle aree maggiormente interessate dal
fenomeno, delle tipologie produttive più rap-
di Milano
17
distanza dall’abitato. “Sul campo”, poi, alcune
situazioni più complesse tendono a sfumare
verso forme “spurie” di difficile collocazione.
La Lombardia costituisce un esempio para-
digmatico di integrazione dei tre modelli.
Accanto a un fulcro sub-regionale rappre-
Il paesaggio costruito
sentato dalla Valtellina, con migliaia di ettari
di terrazzamento relativamente compatto,
si dispongono numerose aree (per esempio:
Valcamonica, Val Brembana, Lario orientale)
interessate ciascuna da vari nuclei di terraz-
zamento locale di pochi, o poche decine di
ettari, poste in corrispondenza degli insedia-
menti di fondovalle o di mezzacosta (con
riferimento alle aree sopraccitate, i gruppi
presenti a Edolo, Branzi, Mandello). Un esem-
pio di sistema terrazzato sovra-comunale è
invece fornito dalla Valchiavenna, nel settore
compreso tra Mese, Chiavenna e Piuro, con
impianti vitati di alcune centinaia di ettari in
larghissima misura oggi abbandonati. Questa
banale osservazione degli aspetti dimensiona-
li permette di riconoscere il ruolo svolto dal-
le colture specializzate, in misura significativa
destinate a produzioni di mercato, nell’edifi-
cazione dei maggiori insiemi terrazzati; all’op-
posto, a produzioni dirette principalmente o
esclusivamente verso l’autoconsumo sotten-
de, di norma, la forma ben meno estesa del
terrazzamento comunale.
Fig. 1 – L’intensità del
sotto il profilo altitudinale, dai mille metri circa terrazzamento regionale
La coltura principe dei terrazzamenti di quota sino al livello del mare. Senza para- in Italia e i principali
sistemi terrazzati
italiani: la vite dossi, anzi, è proprio agli estremi geografici e subregionali legati alla
coltivazione della vite.
climatici di diffusione che essa produce alcuni Elaborazione di Luca
Per questa strada emerge limpidamente la dei suoi esiti vinicoli migliori, spesso proprio Bonardi
stretta relazione che lega gli impianti di tipo su terrazzamento. Ad eccezione di alcuni siti
sub-regionale alla coltura principe del terraz- marginali raggiunti sotto la spinta di pressanti
zamento italiano: la vite. Con poche incer- condizioni economico-demografiche5, buona
tezze, questa pianta può essere considerata parte del terrazzamento vitato della Penisola
il principale motore costruttivo dei terrazza- si concentra sui pendii orientati a meridione,
menti agrari presenti nel nostro Paese, non determinando vistose asimmetrie paesaggi-
diversamente da quanto accade in Svizzera, stiche laddove sono presenti condizioni di
Austria e Germania – dove essa non ha sof- esposizione opposte. Tale disposizione è ben
ferto la concorrenza significativa di altre col- visibile nelle valli alpine a sviluppo longitudi-
ture – e da quanto pure si verifica, in misura nale, in alcune isole minori contrassegnate dal
meno monopolistica, in altre regioni dell’Eu- medesimo andamento e in qualche più raro
ropa meridionale: Portogallo, Grecia e Midi contesto appenninico.
francese in testa. È dunque alla vite che dobbiamo i maggio-
Quali che ne siano le origini (monastiche, ari- ri paesaggi terrazzati della Penisola: quelli di
stocratiche, borghesi, della piccola proprietà Valtellina, Val d’Aosta, Alto Adige, Cinque Ter-
contadina), coerentemente con la grande re, Pantelleria. Se in alcuni casi, come quello
capacità di adattamento della vite, i vigneti valtellinese, al terrazzamento attiene la quasi
terrazzati sono diffusi dalle porzioni più set- totalità della produzione vitivinicola, in altri
tentrionali dell’arco alpino, italiano e non solo, (Alto Adige) questo suddivide le proprie re-
sino alle propaggini insulari più meridionali: sponsabilità con altri metodi di sistemazione
36 SLM
18
dei versanti (o con quote di produzione pro- mento vero e proprio (con muri in pietra a
venienti da aree pianeggianti). secco) presenta spesso alzate importanti e,
In termini materiali, i terrazzamenti vitati, so- conseguentemente, piani di coltura partico-
prattutto lungo l’arco alpino, mostrano una larmente ampi anche su pendenze contenu-
partizione piuttosto netta tra le aree di falda te, come se ne rinvengono estesamente nel
modestamente inclinate e site a contatto con bacino dell’Arno. Altrove, questa formula si
Il paesaggio costruito
19
Il paesaggio costruito
Fig. 3 – L’ulivo è il
principale responsabile
del terrazzamento
nel Garda orientale,
in provincia di Verona,
dove dà vita a sistemi
relativamente compatti
e di una certa ampiezza.
Foto di Luca Bonardi
un paesaggio di sottili fasce, lungo versanti di (spesso polivalenti) decisamente ampi (fig. 3).
ripidità a tratti estrema, tra i più arditi della Negli uliveti sono inoltre frequenti muri ad
Penisola. Idealmente, essi si collegano a quel- altezza e a sviluppo discontinuo, in rapporto
li che, dirimpetto, intagliano, in maniera però con le esigenze di specifiche unità arboree o
più discontinua, i versanti orientali della mon- con quelle delle altre coltivazioni a cui l’uli-
tagna messinese. Come per buona parte del- vo si associa (cereali). In qualche caso, anzi,
la Sicilia terrazzata (Peloritani, Nebrodi, area è possibile rinvenire strutture “monadiche”,
etnea, area iblea ecc.) è però difficile indivi- ossia microterrazzamenti completi di muri la-
duare su larga scala una destinazione produt- terali, con suoli costituiti in buona misura da
tiva nettamente prevalente. Nell’isola, come materiali di riporto, e destinati ad accogliere
nel resto del Mediterraneo italiano, a conten- una sola pianta: se ne osservano in Lazio me-
dere al vigneto lo spazio del terrazzamento, ridionale, Umbria, Toscana, Sicilia, Liguria, ecc.
“vitale” nei contesti morfo-pedologicamente
più difficili, sono l’agrumeto, parzialmente il
La coltivazione del castagno,
mandorleto e, soprattutto, l’uliveto.
dei cereali e del tabacco
In effetti, con limitatissime eccezioni, agrumeti
terrazzati trovano posto solo in alcuni set- Senza troppe differenze, se non quelle del
tori della Sicilia (soprattutto orientale), del- contesto climatico, ritroviamo altrove le me-
la Calabria ionica e, ben noti, della costiera desime forme destinate alla coltivazione del
amalfitana. Assai più ampio è lo spazio di ter- castagno. Necessità idriche, sviluppo dimen-
razzamento occupato dall’ulivo. Se in alcuni sionale della pianta, contenimento dell’ap-
casi a costituire la norma è, all’interno del me- parato radicale e degli arbusti invasivi sono
desimo versante, l’accostamento con la vite all’origine di questa singolare soluzione che
e/o altre colture arboree (es.: Liguria, Toscana, assume talvolta entità realmente minime (fig.
Sicilia, isole minori, costa campana), in altri 4). Fuori da tale espediente, ben più ampio
l’ulivo assume una presenza preponderante è il campo che il castagneto occupa nel pa-
o addirittura totalizzante (Garda veronese, norama dei terrazzamenti italiani. In questo
Ponente ligure, Gargano, Cilento, Sila Greca). senso, non mi riferisco tanto ai pur estesi
Solo raramente, però, esso dà vita a paesag- territori conquistati dal ceduo dopo l’abban-
gi “estremi”, limitandosi di norma a contesti dono di precedenti e più redditizie colture
più dolci, contraddistinti da piani di coltura terrazzate, quanto, più direttamente, al curato
36 SLM
20
teressa soprattutto le regioni settentrionali del
paese: buona parte dell’arco alpino (a ecce-
zione dei suoi a-terrazzati lembi più orientali)
e rare porzioni appenniniche (nord-occidentali
soprattutto). I terrazzamenti a seminativo pre-
sentano di norma superfici pianeggianti o qua-
Il paesaggio costruito
21
sporadico impianto presente nelle Murge e in Note
area abruzzese-molisana, il lato adriatico, sia lad- 1
In particolare: L. Bonardi, I versanti terrazzati dell’arco
dove il rilievo si affaccia alla costa sia dove se ne alpino: tecniche costruttive e modelli formali, in G. Scara-
discosta di qualche decina di chilometri, appare mellini, M. Varotto (a cura di), Paesaggi terrazzati dell’arco
sostanzialmente estraneo ai processi di terrazza- alpino. Atlante, Progetto Alpter, Marsilio, Venezia, 2008, pp.
28-37; L. Bonardi, Paesaggi terrazzati d’Italia, in «L’Univer-
mento. Analoga distanza rispetto a questa prati-
so», LXXXVIII (2008), n. 1, pp. 56-70.
Il paesaggio costruito
ca palesano buona parte dell’Appennino inter- 2
La “tassonomia” qui utilizzata non si sovrappone, né
no, la già citata Sardegna e il lembo più orientale quindi va confusa, con quelle proposte in G. Scaramellini,
dell’arco alpino. Per quanto genericamente cor- Paesaggi terrazzati e ricerca geografica. Un progetto di in-
retta, l’attribuzione di questi contrasti alle succi- dagine sistematica, in G. Scaramellini, D. Trischitta (a cura
di), Paesaggi terrazzati, in «Geotema», X (2006), n. 29, pp.
tate diversità dei processi storico-economici e 140-156; la mia tassonomia muove dalla comparazione
demografici e alle differenze ambientali appare degli aspetti prettamente dimensionali e di compattezza
scientificamente insoddisfacente. In cosa si so- spaziale del terrazzamento.
3
stanziano concretamente, e di volta in volta, tali Locale o “comunale”, intesi come unità di grandezza
e non come unità amministrativa. Alla stessa stregua va
distinzioni? E quale è stato il loro peso specifico inteso il sistema terrazzato sovra-comunale.
nella determinazione delle differenti propensio- 4
O anche di singoli comuni aventi superfici particolar-
ni verso il terrazzamento? Perché la Sicilia e la mente estese.
5
Liguria sì e le Marche e la Sardegna no? Quesiti Si veda in proposito l’altro mio contributo contenuto
in questo stesso numero di «SLM – Sopra il Livello del
per rispondere ai quali è indispensabile integrare Mare».
competenze diverse: questa appare, infatti, come 6
Il riferimento è al titolo di un pionieristico studio sui ter-
l’unica via in grado di compaginare le specificità razzamenti liguri di G. Rovereto, La storia delle “fasce” dei
locali dei vari paesaggi terrazzati con la comples- liguri, in «Le Vie d’Italia», XXX, maggio 1924, pp. 529-535.
7
Si veda il contributo dedicato a quest’area da parte di
sità di spiegazioni che, di volta in volta, chiamano
Mauro Varotto in questo stesso numero di «SLM – Sopra
in causa componenti geografiche, storiche, pe- il Livello del Mare».
dologiche, agronomiche, ecc. 8
L. Bonardi, I versanti terrazzati dell’arco alpino, cit.