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I risultati possono essere anche ana-

lizzati in relazione alla localizza-


zione sul territorio delle stazioni
delle specie con SC sfavorevole
(inadeguato-U1 e cattivo-U2), otte-
nendo una mappa della densità delle
specie che necessitano di maggiore
attenzione conservazionistica. La fi-
gura 2.29 rappresenta, infatti, la di-
stribuzione delle maglie 10x10 km
nelle quali ricadono le specie U1 e
U2 e la relativa concentrazione, ov-
vero il numero di taxa in ciascuna
maglia. Questo tipo di restituzione
permette di individuare le aree di
maggiore attenzione in termini
conservazionistici, sia per il nu-
mero di specie in pericolo di estin-
zione, almeno su scala locale (U2),
sia per il numero di quelle per le
quali è richiesto un cambiamento
delle politiche di gestione (U1).
Scorporando le 14 entità in SC cat-
tivo (U2), delle quali solo una
(Marsilea quadrifolia) è presente in
due bioregioni (continentale e me-
Figura 2.29 - Carta della distribuzione e della densità delle diterranea), si focalizza l’attenzione
specie vegetali di interesse comunitario in stato di conserva- sulla distribuzione dei casi che in
zione inadeguato (U1) e cattivo (U2). questo ciclo di reporting sono risul-
tati i più critici (Fig. 2.30). Per la
lista delle entità con le relative valutazioni si rimanda alla tabella finale allegata.
Analizzando i risultati in relazione ai gap di conoscenza, è apparsa particolarmente rilevante la
carenza di informazioni relativa alla consistenza numerica delle popolazioni espressa attraverso il
numero di individui: basti pensare che è stato possibile fornire tale dato solo per 29 entità, per le
quali esistono monitoraggi popolazionali e studi pubblicati. L’esigenza di monitoraggi adeguata-
mente progettati e di lungo periodo riguarda però non solo gli aspetti quantitativi delle popolazioni,
ma anche i trend e le caratteristiche degli habitat per le specie (estensione, qualità e prospettive
future). Emerge quindi in modo chiaro l’esigenza di far fronte alla mancanza da un lato di dati di
base e/o di dati omogenei, dall’altro di piani di monitoraggio specie-specifici, continui nel tempo
e orientati a dare risposte adeguate alle richieste del sistema europeo di reporting. Questi aspetti
vengono discussi anche in alcuni contributi tematici presenti nella sezione che segue (par. 2.3.).
In più punti del presente rapporto è stato inoltre evidenziato il ruolo insostituibile dell’esperto in
molte fasi del processo di valutazione, non solo per elaborare le più corrette sintesi dei dati, ma

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