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IL PROCESSO DI

CONOSCENZA del TERRITORIO:


Le indagini fisiche
LE INDAGINI TERRITORIALI

SISTEMA AMBIENTALE: INDAGINI FISICHE

SISTEMA INSEDIATIVO: INDAGINI STORICHE


INDAGINI SOCIALI

SISTEMA CINEMATICO: INDAGINI SOCIALI


SISTEMA TECNOLOGICO:

SISTEMA PRODUTTIVO: INDAGINI ECONOMICHE

Lezione 04 - Prof. Ing. Michela Tiboni


1. LE INDAGINI FISICHE

La trattazione della tematica fisica può essere


articolata in:
1.1 Corografia
1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici;
1.3 Aspetti climatici;
1.4 Aspetti eco-ambientali, comprendendo con
quest'ultimo termine gli aspetti paesistici,
biologici e di preservazione dagli inquinamenti.

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1.1 Corografia

COROGRAFIA
Riguarda l’inquadramento del territorio in esame in un
contesto più vasto

Fondamentale per eseguire tale inquadramento è


l’uso della cartografia, sia generale che tematica

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1.1 Corografia

INQUADRAMENTO
TERRITORIALE

Esempio:
Alto Garda Bresciano

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1.1 Corografia

Magasa
Limone
sul Garda

Tremosine
Valvestino

Tignale

Gargnano

Gardone Riviera

Toscolano Maderno

Salò

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

ASPETTI MORFOLOGICI
La morfologia, ovvero
la forma,
l'altimetria,
la clivometria,
l'esposizione
di un territorio possono imporre direttamente una serie di
limiti all'utilizzo del territorio o possono costituire un
fattore di attenuazione o di accentuazione delle sue
caratteristiche geolitologiche, geotecniche e idrologiche.

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

Altimetria
L’altimetria (quota s.l.m.) può imporre una serie di vincoli in
sede di progettazione urbanistica ed edilizia, di cui si terrà
debito conto soprattutto nel redigere le norme dei piani e i
regolamenti edilizi.

La rappresentazione dell' altimetria di un territorio montano


o collinoso usualmente avviene mediante una carta che
riporta le isoipse (curve congiungenti i punti di uguale
quota).

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

Le fasce altimetriche (porzioni di territorio comprese tra


due isoipse) possono essere individuate:
-in una rappresentazione in bianco e nero, mediante
tratteggi via via più fitti al crescere della quota,

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

-in una rappresentazione a colori, con tinte che, a partire


da colori chiari (pianura), e via via più scuri (per le quote
più elevate).

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

In pianura la rappresentazione avviene con un


piano quotato.

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

Una rappresentazione di sintesi dell'altimetria di un


territorio è data dal diagramma ipsometrico, che riporta in
ascissa la percentuale o la quantità di territorio posto al di
sopra della quota riportata in ordinata.

Diagramma ipsometrico del territorio italiano

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

Clivometria
La clivometria (pendenza dei terreni) è un elemento che
condiziona molteplici aspetti della pianificazione e della
gestione del territorio.
In funzione della natura geologica del suolo la pendenza
costituisce un fattore di stabilità dei versanti;
Anche se le più solide formazioni rocciose possono
sopportare pendenze superiori ai 90°, man mano che la
consistenza diminuisce diminuisce la pendenza limite di
stabilità.

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

La rappresentazione della clivometria, ricavata


misurando la distanza delle isoipse su una carta
topografica, può essere eseguita campendo le aree a
diversa pendenza.

Carta altimetrica Carta clivometrica Lezione 04 - Prof. Ing. Michela Tiboni


1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

ASPETTI GEOPEDOLOGICI
Nell'ambito degli studi urbanistici sono importanti le seguenti
analisi:
l'analisi pedologica: sarà prevalentemente mirata alla
valutazione della propensione all'uso agricolo dei suoli;
la pedologia è infatti la scienza che studia i terreni vegetali,
naturali e agrari;
l'analisi geotecnica: stimerà la resistenza dei terreni, con
particolare riguardo all'edificabilità;
la geotecnica è infatti la scienza che studia le proprietà
meccaniche delle rocce e dei terreni;

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

La geologia studia la storia della Terra, la composizione della


crosta terrestre, i processi di formazione delle rocce, i
movimenti e le deformazioni che le rocce e la crosta terrestre
subiscono.
L'analisi geologica, oltre che propedeutica alle precedenti,
potrà
-indirizzare la ricerca di risorse naturali, quali cave, miniere,
fonti geotermiche, depositi di idrocarburi, di combustibili fossili
e materiali fissili
-unitamente all'analisi idrogeologica, avrà l'importantissima
funzione di determinare la presenza di aree soggette a
pericolo
.
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Una carta geologica è la
rappresentazione, su una
mappa topografica, dei
differenti tipi di rocce che
affiorano sulla superficie
terrestre ed i contatti tra loro.

In una carta geologica si


raffigurano ugualmente le
strutture tettoniche (pieghe,
faglie, etc.), giacimenti di
fossili, sorgenti, risorse
minerarie, etc.

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Una sezione geologica è la
rappresentazione grafica, su
un piano verticale, della
struttura geologica del
sottosuolo.
E’ come se facessimo un
taglio alla terra per vedere
come è fatta al suo interno.

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

Aspetti idrografici e idrogeologici


L'analisi e i provvedimenti relativi a questi aspetti sono per la
massima parte di competenza di un livello territoriale
intermedio (provincia, comunità montana, comprensorio).
A livello urbano si possono dare prescrizioni nell' ambito delle
norme di piano o edilizie, finalizzate

• a preservare i corpi idrici dagli inquinamenti


• a mantenere drenante parte delle superfici ai fini di
attenuazione delle piene
• a garantire il ravvenamento delle falde.

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

D.Lgs. n. 152/99 (Testo unico sulle acque)


Dà indicazioni per il rilievo di massima dei principali
corpi idrici, distinguendo tra acque superficiali e
acque sotterranee.

Corpo idrico =
qualsiasi massa di acqua che, indipendentemente
dalla sua entità, presenti proprie caratteristiche
idrologiche, fisiche, chimiche, biologiche.

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

Acque superficiali
In prima approssimazione l'analisi idrografica e
idrologica delle acque superficiali, a livello
territoriale, può essere condotta sui dati disponibili e
sulle stazioni di rilevamento esistenti, mettendo in
evidenza, su una carta, le seguenti informazioni:

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

• il reticolo idrografico naturale


principale individuato dal
percorso dei corsi d'acqua
naturali con bacino, alla
confluenza o allo sbocco nei
laghi o nel mare, superiore ai l0
km2;

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

• il reticolo idrografico artificiale individuato dai canali con


portata di esercizio superiore o uguale a 3 m3/s;
• i laghi o serbatoi con superficie dello specchio liquido
superiore o uguale a 0,5 km2, nel periodo di massimo
invaso;

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

• l'ubicazione delle stazioni di rilevamento;


• l'ubicazione delle prese d'acqua esistenti, distinte per
utilizzazione;
• i limiti dei bacini idrografici dei corsi d'acqua naturali e
dei laghi naturali limitatamente a quelli considerati.

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

Per ciascun corpo idrico esaminato devono


essere compilate alcune schede contenenti una
serie di informazioni e di dati, distinte in:
notizie generali
LAGO O SERBATOIO

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

notizie generali
CORSO D'ACQUA NATURALE

CORSO D'ACQUA ARTIFICIALE

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

utilizzazioni prevalenti attuali

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

utilizzazioni prevalenti attuali (presa)

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

Acque sotterranee
La conoscenza delle acque sotterranee può fondarsi
su un inventario dei pozzi esistenti e delle
manifestazioni sorgentizie;
nelle indagini una particolare attenzione sarà data
•alla vulnerabilità rispetto agli inquinamenti diretti e
indiretti
•alla diffusione dei contaminanti
•alla capacità di autodepurazione della falda.

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

Notizie generali
•Individuazione del corpo sotterraneo e del relativo bacino
idrogeologico
•modalità e condizioni di alimentazione e di deflusso, sia
naturali, sia artificiali

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

Notizie generali
•proprietà idrogeologiche delle formazioni acquifere e loro
distribuzione spaziale (porosità, permeabilità, trasmissività)
•caratteristiche idrodinamiche (carico idraulico, velocità
media, portata)
•caratteristiche di qualità dell'acqua di falda (temperatura e
principali proprietà chimiche e batteriologiche)

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

Utilizzazioni, scarichi, alimentazione


La schedatura delle utilizzazioni prevalenti attuali
può configurarsi come un vero e proprio inventario
dei pozzi e delle sorgenti.
Parallelamente dovranno essere rilevati tutti gli
scarichi sul suolo e sul sottosuolo che ricadono nel
bacino idrogeologico
e le caratteristiche dei corpi idrici superficiali che
alimentano i corpi idrici sotterranei.

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1.2 Aspetti morfologici, geopedologici e idrologici

utilizzazioni prevalenti attuali (presa


sotterranea)

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1.3 Aspetti climatici

CLIMA
Le analisi climatologiche e meteorologiche, in urbanistica, devono
essere finalizzate allo studio di quei fenomeni che incidono
sull'uso del territorio, quali per esempio:
• le temperature che condizionano le coltivazioni e la
climatizzazione degli edifici,
• il regime pluviometrico che influenza l’approvvigionamento
idrico, il dimensionamento di fognature e impianti idroelettrici,
• il regime dei venti che determina la forma e le strutture portuali,
l'orientamento delle piste aeroportuali e talora anche delle reti
stradali urbane e può indurre ad assumere provvedimenti di
carattere agricolo e forestale (fasce frangivento)

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1.3 Aspetti climatici

Per questi fenomeni si devono ricercare alcuni indicatori


caratteristici che, almeno in prima approssimazione,
consentano di individuare il clima del territorio in esame.
L'Organizzazione Meteorologica Mondiale ha definito
valore medio meteorologico o valore normale = la media di
una serie di valori ricavati da rilevamenti svolti con continuità
per almeno un trentennio.

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1.3 Aspetti climatici

I periodi di rilevamento, considerati in


meteorologia, sono:
- il giorno;
- la decade (1-10, 11-20, 21-fine mese, anche quando non
siano dieci giorni);
- il mese solare;
- le stagioni meteorologiche (composte da mesi interi,
rispettivamente: Inverno = dicembre, gennaio, febbraio;
Primavera = marzo, aprile, maggio; Estate = giugno, luglio,
agosto; Autunno = settembre, ottobre, novembre),
- l'anno meteorologico (che inizia il l° dicembre dell'anno
solare precedente e termina il 30 novembre).

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1.3 Aspetti climatici
Temperature
La temperatura dell'aria, misurata in gradi centigradi,
nell'arco della giornata varia secondo questo
andamento:

disponendo di un rilevamento continuo - eseguibile con


un termografo - si possono conoscere la temperatura
minima, la massima e calcolare la temperatura media
giornaliera come media integrale

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1.3 Aspetti climatici

Si è però dimostrato che tale temperatura media si


discosta, in misura insignificante, dalla media di quattro
valori T8, T19, Tmax, Tmin,
Pertanto come temperatura media giornaliera [Tmd] si
assume il valore:

T8  T19  Tmax  Tmin


Tmd 
4

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1.3 Aspetti climatici
Una volta rilevate le temperature minime e massime
giornaliere e calcolate le medie giornaliere, si possono
calcolare per ciascun periodo meteorologico (mese,
stagione, anno ed eventualmente decade):

- le temperature massima e minima estreme,


rispettivamente il valore più elevato e più basso registrati
nel periodo considerato;
- le temperature media massima e media minima,
rispettivamente la media di tutte le temperature massime
e minime giornaliere registrate nel periodo considerato;
- la temperatura media (mensile, stagionale, annuale),
calcolata come media di tutte le temperature medie
giornaliere, calcolate nel periodo considerato.

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1.3 Aspetti climatici

Questi valori si possono trovare già elaborati, per ciascun


anno, negli Annuari di statistiche meteorologiche.
Calcolandone le medie relative ad un trentennio si otterranno i
valori normali.

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Regime pluviometrico

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Regime pluviometrico

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1.3 Aspetti climatici

Venti

Il regime dei venti viene individuato mediante la frequenza e


l'intensità con le quali il vento spira dalle diverse direzioni: le
quattro cardinali (N, E, S, O) e le quattro infracardinali (NE,
SE, SO, NO).
Nelle stazioni anemometriche italiane tre volte al giorno
vengono rilevate la direzione di provenienza e la velocità -
quest'ultima misurata in mls, ma trasformata e pubblicata in
nodi interi.
Quando la velocità risulti inferiore a 2 nodi, l'osservazione
viene classificata calma, quando la direzione muti nel corso
della rilevazione, variabile.

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1.3 Aspetti climatici

Venti
Gli indicatori più significativi sono:
- la frequenza annuale per ciascuna delle otto direzioni
di provenienza, misurata in numero di rilevamenti anno
- la velocità o intensità media per ogni direzione di
provenienza;
- la velocità o intensità massima per ogni direzione di
provenienza.
Dei primi due fenomeni vengono calcolate, per ogni
direzione, i valori annuali normali, cioè le medie trentennali.
Per il terzo viene individuato il valore massimo, durante il
periodo di osservazione.

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1.3 Aspetti climatici

Il regime dei venti viene comunemente rappresentato con


tabelle e con diagrammi polari, al cui centro si immagina
collocata la stazione di rilevamento,
mentre i raggi, proporzionali alla frequenza o all'intensità,
sono tracciati in corrispondenza della direzione di
provenienza.

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