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TfURA DEL DON GIOVANNI DI


LE ~02;>._ll
88 . nni aggiungendo gaffe a gaffe.11 'l' 89
,-.'f'fO p}UMO
llerà Don Giova da Molière, il quale ne faceva nie Perso. Donna Elvira, secondo una divertente e spregiudicata de-
pe · ntato al nten-
naggio fu mve a fuggita d c?nvento per amore di it• ' zione dello scrittore russo Oulibischeff, è un esempla-
0 che una monac appare nell opera, piacerebbe i""~ on scrldi quella iattura
. che e'la donna-empiastro,
. dove m,attacco
n . Cos{ come d • b -·~ua . .:
GiovaOOI· . ane vedova, se otta e poi a band ~- re oio lo spauracchio ben noto agli uomini, «che la cono-
narla come una g1?vma nulla conferma tale ipotesi onlata rnuno da lunga data», quella che «nella vostra giovinezza vi
10
da Don G. vannI ' aggio , che e, di donna, se non rn ' so o il
hscoperseguitati. dappertutto, sotto forma d' un ,amante di cUI.
contegn0 del .person ta atura'
•aera stanchi, e che piu tardi è venuta, sotto i tratti piu te-
me
certa nte v1ssu . , un · altro aspetto della fe......
mn..i .. :1!
UJuutà ris""' · si
nubili ancora d' una legitt1ma
· . e virtuosa
. spo_s!! a d'isrui:b~-
Donna E1vira Se questa e, 1,.mcarnaz1one • della vendt"'tto
re ogni volt~, al m?~~nto b~ono, le vo~tre pm Innocenti ri-
D na Anna. e d. . etta
a on Elvira, qualunque cosa possa ire ne1 momenti di creazioni e i vo_str~ pm d~Ic1 passatemp_1 >~. Ma, a parte q~:-
Donna te interpretaziom spregmdicate e sqUisitamente maschili,
pe .
raz1one,
e' invece la donna-tenerezza. Donna An
nif. · d ll' .11 na
es~eds d tta· è una fiera perso icazione e onore·spa- l'Oulibisch~ff riconosce ~he in Donna ~lvira «il mus~cista
chi e ven e · . E • ha personificato la devozione assoluta, l amore che trionfa
gnolo Donna Elvira chiede amore. . . ntra m scena . tern""'·
I:''-"
dell'abbandono e dell'oblio, che sopravvive alle umiliazio-
stando. e fulmw ....•nando mille atroci minacce contro il «barba·
f d . ni agli oltraggi e perfino alla speranza».
'ha tradita. Vuole arne «orren o scempio» ,.1:
ro» che l . b. ( . • ISll 'va da sé che non condividiamo per niente l'interpretazio-
vuoe« 1 Cavare il com. Eppure l .sentiamo
,. su lto e'il di questi
. .
d PI. 0 secondi sensi, a musica e interprete pr1v egiata) · ne in cui concordano stranamente due personaggi cosi diver-
hop se' Don Giovanni 1e riaprisse· · 1e bracc1a, . 1e1. c1. cadrebbe si come Andrea Della Corte e Frédéric Goldbeck, l'uno un
de~tro e sarebbe la sua felicit~ .. Di ~onsegu~nz~, cosa acca. severo studioso, l'altro un mysico professionale, direttore
de? Donna Anna è una personif1caz1one tr~ca In certo sen- d'orchestra e brillante pubblidsta. Per Della Corte Elvira
so astratta. Essa non si mescola mai con altri personaggi. Se «primeggia» nell'opera, perché «è la piu energica fra le don-
mai è l' anti Don Giovanni: almeno, la sua antitesi terrena ne rotanti nella sfera di Don Giovanni» 1 • E per Goldbeck,
poicilé quella celeste è il Commendatore (che del resto è su~ «il solo personaggio valido come antagonista di Don Gio-
padre). Donna Anna è isolata, e anche uno scrittore che ne vanni» (oltre, naturalmente, al Commendatore) «è Elvira>/.
difende a spada tratta l'innocenza, come Io Hocquard, 1a Per il Goldbeck, Donna Anna sarebbe «convenzionale» co-
gratifica di paragoni con la Vittoria di Samotracia, di epiteti me il suo fidanzato Ottavio.
come «terribile Amazzone», e riconosce che ella.non è, co- Prima di esaminare la sua aria di sortita, ricercandovi ap-
me Donna Elvira, una donna che vive dell'amore e per l',a• punto questi significati psicologici, è necessario avanzare
more. ponna A?Da è tagliente e dura, «una figura di prua». un'osservazione formale di grande interesse. Nessuno stu-
Tutto il contrario la povera Elvira. Elvira è eminentemente dioso sottolinea a sufficienza il carattere straordinario di
~a. P~ciò: Donna Anna è isolata, sola, una astratta per- quest'aria, che è e non è un'aria. Tant'è vero che in alcune
~oru~ica~ione tragica, e non viene mai coinvolta nella rete edizioni (per esempio lo spartito per piano e canto edizione
egli altn personaggi. Donna Elvira è un essere sociale, ed è Ricordi) viene designata «terzetto». Di fatto, non c'è dub-
::~co:Ìi°lta nel giro _degli altri personaggi, in particola: bio: è un'aria, è l'aria di sortita, cioè di presentazione di
questo nuovo p'eTs61iaggìu. 'E tuttavia, a rigore, stando alla
stallo del~~ a1::~.
in rap~ e;, c~! buale mvece Donna Anna non entra mai
onna_ Anna non scende mai dal pi~de-
ra cosf patetica e tile tragico, e ;Donna Elvira, invece, f1gu-
lettera ed all'apparenza ester ri~q_.qJçr.?~tto.,. .pei:ché.Lepo=-.
relloebonG10vàn"ru,nascÒsti, inseriscono alcuni loro brevi
---~..,.~~,__..,,__ I TT ~•--•- rlll: . _......,.... ~ .-.--, _,. ., ~
la buffoneria tri ~~mmdi?vente, viene coinvolta piu volte nel- 1
A. DELLA CORTE, Tutte le opere di Mozart, p. 140 .
vi e Leporello. 2
F. GOLDBECK, Don Giovanni à travers la partition, p. 7.
J
....nrRA DEL DON GIOVANNI DI Mo
LE1LV ZA~l
90 . Iibe tini. Sulla linearità dell'aria di n A,TJ'O pR!MO 91
. 'baldi e r . , di t bL on.
commenti rt . influiscono pt~ qua~ o potre uero far h parla come un libro stampato. Secondo una giusta osser-
Elvira essi non . orchestrali: le voci di Leporello d~ c eione del Breydert, il canto di Donna Elvira presenta una
na . . t rmezzi ' e I
dei brevi tn e. . mportano esattamente come due st v:ia stabilità tonale: tonica e dominante, di li non si scappa
Don Giov . anni si co ru.
( nsiamo alla sfuggente cangiabilità tonale del terzetto con
menti. sta di Donna Elvira; per la quale v {/ nna Anna nell'introduzione)'. Donna Elvira quasi non
. d nque que . di . I . or.
Aria, u • denominazione «aria p unma» per . ~ta melodie: canta accordi spezzati, triadi perfette di mi
rre 1a . al d . I • r1.
remino proPo ali (presenza di tre ue voci o tre a queU ~a molle, o accordi di terza e sesta. E tuttavia sempre il
lev_ar?e l'anom a
d rsonaggio . ), e sottolineare l' an-a
che canta I' aria B:eydert nota giustament~ eh~ c'è una spe_cie di «eccess~
solisnca peh pervade il teatro di Mozart, specialmente a d'energia» nel furore tragico d1 Donna Elvira, qualcosa di
st· dial0 g1ca c e · d I sproporzionato. Del resto, che tutta questa furia sia superfi-
a . dall No.,ze di Figaro e anche a Ratto dal serraglio·
Parure e ·oè ""Mozart commcia · · ad attuare queI suo ideale · · ciale o piuttosto, simulata, di facciata, dovrebbe esserci
°,
daquand Cl '
al di teatro in musica, • h
e e eva e
d dall
e consuete cate- sugg~rito da un particolare strumentale: perJ.a ptiroa-nolta
ali~ane dell'opera seria e dell'opera cornicà, nell',~~• ~ estg.pezzo entrano i clarine.tti.._ll clarinetto:
gor1e 1t . I 'f e non . ac- fo"s'trumento prediletto di Mozart, lo strumento della tene-
t e no n in modesta m1sura e proposte
cetas il .n ormatrici di rezza e della malinconia, ben confacente all'anima gentile e
Gluck. Un teatro che deve conservare primato musicale
ddl'opera napoletana, e ne~? stesso te~po deve re~zzare, dolce di questa povera donnina abbandonata e indifesa.
entro di esso, il massimo di mters~ambio drammatico tra i La rigidezza di questo rimo tema dell'aria di Donna El-
vira esprùne orgo ·o e corruccio. Come scrive ilJouve: «c'è
personaggi.' ( ./J \J l\ T1 J.i., I\ , . .
Aria, dunque, quelia èii ~~a,..;....uon..un..aoa..tt.tpar.. molto di spagnolo in questa veemenza gelosa, un barocco ar-
-k titac0ilcìat'al5o~"~siuii'aria S;,_T-PE_S,_~~c~n
dente e freddo». Ma il vero essere di Donna Elvira non tar-
derà a farsi luce. Sotto le apparenze della passione profonda-
,: petizion"è."Non: 11 -'"B'':J\'.:,5ens1: A - A , a ove la ripresa, o
\ per meglio dire, la ripetizione (poiché in mezzo non c'è stato mente sconvolta, dell'orgoglio offeso, ben presto vien fuori
\ alcun diversivo) è abbastanza vistosamente amplificata in la malinconica verità: amore deluso. Donna Elvira strepita
.~ una coda virtuosistica. Le due sezioni stanno tra loro in un e inveisce; eppure noi sentiamo benissimo che se Don Gio-
rapporto sonatistico, poiché, essendo questa aria formata·di vanni le riaprisse le braccia, lei ci si butterebbe dentro feli-
)\J du~ te~ ben ~stinti, nella prima esposizione i due temi ap- ce. «Suo scopo - scrive l'Abert - non è la vendetta, ma la
ì)J paiono ~1Spett1vamente alla tonica (aj~ e) e alla domi- riconquista di Don Giovanni».
nante (s1~moll~); nella ripetizione sono unificati nel tono Lo smontamento della collera di Donna Elvira avviene
~- col secondo tema. Dal solenne tono di mi bemolle passiamo
fondam_ent e, come avverrebbe nella «ripresa» di una sona-
t~. Ve~amo brevemente gli elementi musicali di cui son fat- in quello, piu dimes-;; edÌscomvo, ai Sl bem'Olle;-la·cromi;:-'
nart't'è":"'((eh'e~cosa"'\l'o·glìoiì~élire ~-si'Clììécle tl']ouv~-= q~elle
I
.t, questi temi. ·
piccole fusette che l'orchestra fa scivolare sotto la voce? Fu-
Cl.~
pll pr~-ma., nel tono solenne di mi bemolle•.maggiore,
preserr.,, oonrr~tv:,,,.~ _,. •--.t~- · d · sette vivaci e gaie, questi riflessi urgenti d'un desiderio lon-
piu feroci ro .. v~a come uh a furia tragica, in pre a al tano disegnano, nella profondità dell'orchestra, come un se-
personagg,·p, pos1ti_d1 vendetta cruenta. L'agitazione del condo volto del personaggio, opposto a quello che noi vedia-
.
«piano» e o e sottolineat d . b h' . d' . . d'1
1f t a ai rusc i contrasti mamici mo». Si potrebbe dire, con orribile termine giornalistico,
contraccolpi dorI e». ' contrapposti· d'1 continuo,
• dag 1· · e
i urtl
e ritmo ' dalla frequente ampiezza degli m . ter· che nel secondo tema Donna Elvira viene «ridimensiona-
v_alli percorsi dall
gico di opera ser,·a vQoce, segno caratteristico dello stile tra· 1
PR . M . BREYDERT, Le génie créateur de Mozart, ed. Alsatia, Paris s.d., pp.
a. uest0 intende
·
....__
Leporello quando d"ira' 92 ·93, ·
LETTURA DEL DON GIOVANNI DI~

~--- ------,
. . oz~l A-'l'fO pR.IMO 93
92 . alette di biscro~! degli archi •
brevi seto su una dissonanza di seconda ·~ 8 s
ta ». Quelle . ___..-:-:- .
stlC 0
vocalizzo, che
Il per otto
, battuted percorre l'accordo per-
. mcopa ~ "--·- · . , on .
un evasivo se ei piccoll aemoru, m_ Clll _pers_iste il deside0 ~r f tto di mI bemo e maggiore, squa ernato su due ottave per
E:> il 0 uve co~. dubbiamente, una frne ironia settecen l'to. tu
etta J' ampiezza del suo registro vocale. Piccola concessione
. . . dll h
C'è in essi, m t nzierà nella prossima opera di h tesca all'ambizion~ v1rtuos1st1ca e _a cantante, ?1a anc e un mo-
,. . che sos a ' . . d' D Lv1ozart
(I ironia il personagg10 scettico i on Alfons ) , d per ribad1re la maschera d1 furore tragico che la povera
eost'fian tutte,f.me caricatura. deIla d. onna divtsa
. in . se sto , ehe D~nna Elvira si pone. Una maschera: non una vera sostanza
delinea una« .
. al ,
tro Don Giovanni, e m re ta ne è perd· ,
essa~ tragica, come hanno inteso il Della Corte e il Goldbeck.
che strepita con Uta.
ente innamorata. il Recitativo. (Don Giovanni, Leporello, Donna Elvira).
m if . . questo secondo tema, mentre canto di El .
D attl m • • • d' ( l . Vlra
moIup . lica 1-suoi balzi tragici. i ottava
. Le pro Ilungati ulterr·or. Un recitativo a tre, lungo, ma spiritoso, conduce alla
mente a una non~), pon Giovanni . po~e. o, na~c~sti, co.
11
prossima «aria del catalogo» di Leporello. Anche dal punto
. • a serrre i loro commenti libertini. «Udisti? qual.
mmc1ano m·
di vista musicale, tale recitativo non è interamente conven-
che bella Dal vago abban?onat~»,_ suss~~a a Leporello Don zionale né stereotipato. Tutto il passo delle rimostranze di
Giovanni, lontano le ,mille m1gli~ dall immaginare che il Donna Elvira («In casa mia Penetri furtivamente ... »), con
i
«vago» infedele~ per 1~PP?11to llll. f:~!!..a~9o}a dis~ o- la sua progressione incalzante potrebbe benissimo far parte
ne di Elvira~_32.~z l _a~ .,~!L~!9-Y!!!m.~e..esce in di un recitativo obbligato. Leporello ne riconosce a modo
e'5"
'
' -.> ipatrite'é'sclaP,aziç~JII'q m,~e;:a~mne,~ .Q3(.ertn~! pove- suo la qualità commentando: «Pare un libro stampato».
rinà!»«Cerdiiam ai consolare il suo tormento», egli 51 pro- Don Giovanni riconosce Donna Elvira e se la svigna, scari-
.;_'. pone, cantando quasi in stile di recitativo, su una nota piti cando sullo sprovveduto Leporello l'incarico di darle le spie-
ç;,I volte ripetuta. Mal' orchestra sottopone un commento illu- gazioni del caso, Leporello biascica alcune frasi senza senso
minante. I violini fanno sentire quello che il Jouve chiama all'indignata dama, prima di organizzare la sua grossolana
«un~ ~c:..;!iCiuivo~ »,_
rn
e.!~~~t una«dol- consolazione («Non siete voi, Non foste e non sarete Né la
i
ce melodia cullante», 'fatta semmk~ oscillaZiOne su prima né l'ultima») e, dopo avere sciorinato il libro-catalogo
due·nure, mrintredrlfflme-rl't?étilcace nell"à'Ilusione adun delle conquiste di Don Giovanni, che con abile lancio si sro-
i)iàifflr..e.f.G.t.iç.Q»~È un motivo di compassione e di conso- tolerà in una interminabile pergamena, attaccare la famosa
lazione; ma çQJ.np~~.!.mauiç,wJJiy,j.almente aria.
S~!J~e di Q i ~ ~ :Ji,,,ono, come dice l' Abert, «le
vecc~ oniadie arti ai seduzione» del cavaliere liberti- N. 4. Aria (Leporello). Allegro, 4/4, re maggiore. Andante con mo-
no: ma mascherate di ipocrita commiserazione. to, 4/4, re maggiore.
Dopo questo inserto delle voci maschili (Leporello com·
Nel mito di Don Giovanni l'invenzione d'una lista nume-
1!1e~ta ?uffonescamente: «Cosi ne consolò milleottocento»),
rica delle sue conquiste fu introdotta verso la metà del Sei-
aria riprende da capo, testuale in mi bemolle maggiore,
cento in un Convitato di pietra attribuito, pare erroneamen-
opa una pausa di mezza battuta'. Arrivati al secondo tema, te, al fiorentino Andrea Cicognini 1 • « Senza questo colpo di
questo app 1 ·.L'
il are ?e tono fondamentale di mi bemolle, anzi~ie genio locale- scrive Micheline Sauvage 2 - d'un imitatore e
precedente s1 be lie, e alia fme • ripetutosi
. • mmi
· · be"'ol-
le, 1,.lntervalio I b mo · , , '".
. .nnl drammaturgo di quart' ordine non avremmo una delle vette
Donn El . u ncamente consolatorio di Don Giovi:U.u~, dell'opera».
a vira eh ·, f' • di non
cantare v ' e gia tnora ci ha dato l'impressione
ere e pr · · delle 1
armonie fond opne melodie, ma piuttosto elementi . 2 Cfr. MACCI-IlA, op. cit. , pp. ro2-3 .
amentali , s1· abbandana a un esteso e- vir · wosl· LecasDonJuan,in«Obliques»cit., p. 2 2 .
LETTURA DEL DON GIOVA .
92 . . NN11)1~0
Quelle brevi scalette di b~scro~ degli archi Z>.,.~ /\'l"fO p}UMO 93
b :>~vasivo sincopa~o su _u~,a
il ouveessi indubb'1amente, una f'me ironia
e,, .
di s e c ~
)OU' come dei p1ccolìctemoru, m CUI persist il, SOn0h..
. se des1'dKl"'I
·co vocalizzo, che per ~tto battute percorre l'accordo per-
st1 di mi bemolle maggiore, squadernato su due ottave per
fetto l'ampiezza del suo registro vocale. Piccola concessione
tr,°
em , . , Il . ettece ~IIJ, tutta . . . deIla cantante, ma anche un mo-
(l'ironia che sostanziera, ~e a pr~ssima opera di llt~ , mbizione virtuosistica
e 'fian tutte il personaggio scettico di Don Alf Mozart a er ribadire la maschera di furore tragico che la povera
osz '. . della donna divisa ;... onso) , ché' ~a Elvira si pone. Una maschera: non una vera sostanza
delinea una «fme caricatura G' . . ..., sest 0
che strepita contro Don iovanru, e m realtà ne èPe~', trag1·ca , come hanno inteso il Della Corte e il Goldbeck.
mente innamorata. duta.
Recitativo. (Don Giovanni, Leporello, Donna Elvira).
Difatti in qu7sto s7con~o _te~a, mentre il canto di El .
moltiplica i suoi balzi trag~ci di o~tava (prolungati ulte:a Un recitativo a tre, lungo, ma spiritoso, conduce alla
mente a una nona), Don Giovanru e Leporello nasc . or. rossima «aria del catalogo» di Leporello. Anche dal punto
11
... 'lib .. , ostico.
minciano a msenre i 1oro commenti ertiru. «Udisti? ' vista musicale, tale recitativo non è interamente conven-
che bella Dal vago abban?onat~»,. suss~~a a Leporeilot~ zionale né stereotipato. Tutto il passo delle rimostranze di
Giovan?i, lonta~o le ,mille mtgli? dall immaginare che il Donna Elvira («In casa mia Penetri furtivamente ... »), con
1} l
«vago» infedele e per I appunto lUI. E~ uando la disPer . la sua progressione incalzante potrebbe benissimo far parte
ne di Elvira rag~~~ ~e.i,_c~ ~)22!tç,J2.Y!,iiùGe.n~~ di un recitativo obbligato. Leporello ne riconosce a modo
ipMit~ ~ , !2~~ Q!!t~J.aZ!.QQ.~o~erina! pove- suo la qualità commentando: «Pare un libro stampato».
rinà!» «Cèrciiiam cli consolare il suo tormento», egli si pro- Don Giovanni riconosce Donna Elvira e se la svigna, scari-
·-t- cando sullo sprovveduto Leporello l'incarico di darle le spie-
pone, cantando quasi in stile di recitativo, su una nota piu
ç;;I volte ripetuta. Ma l'orchestra sottopone un commento illu- gazioni del caso, Leporello biascica alcune frasi senza senso
j minante. I violini fanno sentire quello che ilJouve chiama all'indignata dama, prima di organizzare la sua grossolana
q consolazione («Non siete voi, Non foste e non sarete Né la
«UnJlli>~-~-n r~1:n~~!!.q~y?q~~-»?. una «dol-
ce melodia cuµante>~, 1atta Q!!na,.,;emfilJ~-oscifaZìone su prima né l'ultima») e, dopo avere sciorinato il libro-catalogo
i\
due'lffl't'e,·nta".tn~recliBffin'etffe efficace ne illusione adun delle conquiste di Don Giovanni, che con abile lancio si sro-
«@~~.ci.ç~. È un motivo di compassione e di conso- tolerà in una interminabile pergamena, attaccare la famosa
aria.
lazione; ma ~~.,!.IYSt.!kw.vl.almente
sensuale di Don Giovanni. Sono, come dice l' Abert, «le
N. 4. Aria (Leporello). Allegro, 4/4, re maggiore. Andante con mo-
v~~I;r'è''J~~~artldi;duzione » del cavaliere liberti- to, 4/4, re maggiore .
no: ma mascherate di ipocrita commiserazione.
Dopo questo inserto delle voci maschili (Leporello com· Nel mito di Don Giovanni l'invenzione d'una lista nume-
menta buffonescamente: «Cosi ne consolò milleottocento»), rica delle sue conquiste fu introdotta verso la metà del Sei-
l'aria riprende da capo, testuale, in mi bemolle maggiore, cento in un Convitato di pietra attribuito, pare erroneamen-
dopo una pausa di mezza battuta. Arrivati al secondo te_ma: te, al fiorentino Andrea Cicognini 1 . « Senza questo colpo di
9uest0 appare nel tono fondamentale di mi bemolle, anzichl genio locale- scrive Micheline Sauvage 2 -d'un imitatore e
i1 P ,~cedente si bemolle, e alla fine, ripetutosi, in~ be:· drammaturgo di quart' ordine non avremmo una delle vette
dell'opera» .
' intervallo lubricamente consolatorio di Don Giov, '
Donna Elvira, che già finora ci ha dato l'impressione di
cantar: vere e proprie melodie ma piuttosto elementi e
dli 1
Cfr. MACCHIA, op. cit., pp. 102-3.
2
armonie fondamentali, si abbandona ' a un esteso e· vir· tuost·
. Le cas Don Juan, in «Obliques» cit., p. 22.

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