316 luglio-agosto 2017

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PERSI E MAI RITROVATI RESTITUIRE LA SIM TEST

L’ODISSEA DI CHI DIMENTICA E FARSI RIMBORSARE H Gelato in vaschetta
QUALCOSA IN TRENO IL CREDITO: CHE TRAFILA H Smartphone
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Sommario
316 luglio-agosto 2017
06 Editoriale
La parola al direttore.
06 Dire fare cambiare
Dibattito, segnalazioni.
denunce. A 360°, da tutto
il mondo, per i nostri diritti.
INCHIESTE E ATTUALITÀ
12 L’oscuro destino
degli oggetti smarriti
Ce l’hanno segnalato alcuni
attori, spesso in treno per le
tourné: se perdi qualcosa non la
ritrovi più. Siamo saliti su Frecce
e regionali di Trenitalia per
provare. Un’odissea tra uffici.
16 Farmaci veterinari
Perché costano tre-quattro
volte di più di quelli destinati
all’uso umano?
19 Filtri per l’acqua:
le bugie dei venditori
La nostra inchiesta con camera
nascosta smaschera i venditori
degli impianti di depurazione
dell’acqua del rubinetto.
24 Disattivare la sim
Il calvario di chi vuole divorziare
dal proprio operatore telefonico.
28 Cyberbullismo
La legge contro il bullismo
online raccontata da Elena
Ferrara, la senatrice che
l’ha scritta.
APPROFONDISCI GLI ARGOMENTI SU
www.altroconsumo.it
06 Primo piano
Novità, consigli e aggiornamenti
sulle nostre attività.
34 A prima vista
Impressioni e giudizi sui prodotti
appena usciti sul mercato.
30 Gomma bucata
Come fare se si è in panne.
33 Obbligo
di vaccinazione?
L’approvazione della legge
riapre il dibattito. Sarebbe
stato meglio convincere,
non costringere.
28
www.altroconsumo.it
19
I venditori di filtri
e le loro “prove”
per cercare di dimostrare
che l’acqua è sporca
TEST
36 Gelati in vaschetta
Alla prova quelli del
supermercato. Ci sono anche
le migliori gelatiere.
42
42 Pulire il bagno
Test sui detergenti spray
per il bagno. E l’ambiente?
46 Per quei giorni
Test sugli assorbenti interni;
alla prova anche due coppette
mestruali.
49 Big smartphone 62 Adesso lo sai
Sotto torchio i top di gamma,
Combattere il jet lag -
quelli con schermi grandi.
Comporre il piatto della salute
- Noleggiare l’auto - Revisioni
56 Casse portatili auto: le novità
Test su 39 altoparlanti.
64 Lettere
59 Robot chef
Dall’esperienza dei soci che ce
Nove cuochi, due bocciati. l’hanno fatta, lo stimolo a non
cedere. Scriveteci.
luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 3
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 EDITORIALE PRIMO PIANO
Dire fare cambiare

Non ignoriamo
i babyminatori
in Congo
In pochi sanno che il cobalto,
elemento indispensabile
ROSANNA MASSARENTI per produrre le batterie dei
DIRETTORE cellulari, viene ottenuto
attraverso il lavoro inumano
(l’inalazione può causare

Il topo nel formaggio

malattie respiratorie anche
fatali) di bambini nelle miniere
della Repubblica democratica
del Congo (Rdc). L’Unicef
Spesso ci sono notizie e storie che indignano e impressionano tutti stima che i ragazzi minatori
noi, ma poi non si sa come vanno a finire. Ricordate la gigantesca frode siano 40mila. La mancanza di
regolamentazione consente
dei formaggi avariati? Una brutta storia di tonnellate di formaggi
alle aziende di non rendere
scaduti, coperti di muffa, in stato di avanzato deterioramento, tenuti conto delle proprie linee di
in condizioni disgustose, insieme a topi morti, escrementi, vermi, rifornimento di cobalto. Solo
inchiostri, pezzi di plastica, impastati e venduti come semilavorati per Apple si è mossa su questo
la preparazione di formaggi fusi, a fette e grattugiati a grandi aziende fronte. Ma servono misure
prese a livello mondiale, e non
italiane ed europee. Tutto vero, tutto documentato da raccapriccianti
certo volontarie.
foto per l’eccellente lavoro della Guardia di Finanza. A rappresentanza
dei cittadini, ma anche per non permettere che un tale orrore venisse
insabbiato, ci siamo costituiti parte civile nel processo che si è aperto
nel 2009 contro i responsabili di
questa frode commerciale, con Le frodi alimentari
risvolti sulla salute pubblica. E infatti
il tribunale di Cremona condanna i
vanno punite perché
mettono a rischio la
+100%
responsabili delle aziende coinvolte Tra 2016 e 2017 il prezzo alla
e i veterinari che li hanno appoggiati. salute delle persone tonnellata del cobalto è più che
raddoppiato (fonte: London Metal
Ma poi, dopo la conferma della Corte
Exchange)
d’appello di Brescia, eccoci alla recente sentenza della Cassazione
che ribalta tutto. Non ci resta che accettarla, ma un commento
è d’obbligo. Parlando del requisito della pericolosità l’estensore Trump
“avverte che la pericolosità concreta della lavorazione dei prodotti
alimentari è stata riferita dal giudice territoriale soltanto alla presenza e il clima
di filamenti plastici e di sostanze residue di composti azoici e che il Cosa significa l’addio del
relativo giudizio è stato desunto esclusivamente dalla consulenza presidente Trump agli accordi
tecnica dei professori Resmini e Cantoni” (i massimi esperti in di Parigi sul clima? Si rischia
di compromettere il risultato
materia ). La sentenza ritiene che non sarebbero pericolosi per la vincente di un processo
salute pubblica, perché “soltanto l’ingestione di notevoli quantitativi lungo e complicato che aveva
di prodotto contaminato da filamenti plastici da parte di bambini o di finalmente portato gli Stati
persone anziane nell’arco della giornata poteva ritenersi pericoloso”. Uniti ad aderire? «Dalla scelta
Idem per le altre sostanze. Soltanto?! Tralasciamo altri surreali di Trump mi aspetto un
impatto limitato sull’ambiente
passaggi della sentenza (ora sul nostro sito). Rattrista il pensiero – commenta Carlo Carraro,
del lavoro sprecato di chi scrupolosamente fa i controlli per la nostra vicepresidente del Gruppo
sicurezza, del tempo perso nei tribunali e della licenza a delinquere intergovernativo dell’Onu sul
per bande analoghe che una sentenza come questa lascia aperta. cambiamento climatico – In
questo settore le decisioni sono
Triste e solitario il finale della storia, che vi raccontiamo perché la
prese dagli Stati, molti dei quali
notizia non è apparsa su nessuno dei principali organi d’informazione. hanno già piani ambientali
autonomi e ambiziosi».

6 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017 www.altroconsumo.it

 Product name

Un’inchiesta
europea sul
caso Aspen

Ora si indaga anche in Europa:

la Commissione Europea ha
aperto un’inchiesta per abuso
di posizione dominante della
farmaceutica Aspen Pharma
in violazione delle norme
europee in materia di antitrust.
Questa nuova inchiesta
non riguarda l’Italia perché
l’Autorità per la concorrenza
SABRINA D’ALESSANDRO aveva già sanzionato Aspen
URPS - Ufficio Resurrezione Parole Smarrite per 5 milioni di euro. Tutto
è iniziato nel 2014, quando
Poiché fino al XVII secolo si mangiava per lo più con le mani e si beveva in semplici bicchieri, la chicchera Altroconsumo ha denunciato
(tazzina dotata di manico) era considerata un vezzo superfluo, al pari delle posate. Da qui l’espressione le anomalie nell’andamento
parlare in chicchera e cadere nel piattello, ovvero sforzarsi di esprimersi in modo ricercato, incorrendo dei prezzi di categorie di
in fatali strafalcioni. Parlare in chicchera equivale dunque a parlare in punta di forchetta, con in più il farmaci essenziali e salvavita,
senso del presagio: se lo si fa per camuffare la propria ignoranza, lo scivolone è ineluttabile. gli antitumorali.

L’omeopatia non è medicina, è altro Per questa pratica

Intervista di Simona Ovadia
Nell’ultimo periodo, dopo il caso del bambino
marchigiano morto per l’aggravarsi di un’otite
curata esclusivamente con l’omeopatia, si è
riacceso il dibattito sull’efficacia di questo me-
todo che si basa sul concetto del “simile che
cura il simile”, teorizzato più di due secoli fa da
Samuel Hahnemann, ma mai dimostrato da al-
cuna ricerca scientifica moderna.
Che cos’è esattamente l’omeopatia?
«L’omeopatia è nata in Germania tanti anni fa,
quando circolava una storiella: “Muoiono più
persone di cure che di malattia”. Tutto vero,
ma eravamo alla fine del ‘700. In quel clima di
mancanza di conoscenze scientifiche Samuel
Hahnemann si era convinto che una sostanza
che produce certi sintomi può essere usata
per curare malattie che danno gli stessi sinto-
mi, purché venga somministrata in piccolissi-
me quantità. Il principio attivo veniva diluito un
numero enorme di volte, così tanto da sparire. I
rimedi omeopatici, infatti, sono pillole del nulla,
perché non contengono niente. Per questi ri-
medi non ci sono dati di laboratorio che sugge-
riscano un meccanismo d’azione plausibile, né
dati sull’animale che indichino che funzionano
e nemmeno studi su volontari sani che dimo-
strino che non fanno male. Tutti requisiti, inve-
ce, che devono avere gli altri farmaci per poter
essere autorizzati».
Ma se i rimedi omeopatici non funzionano,
come mai così tante persone, circa otto
milioni di Italiani stando alle ultime stime, si
curano con questi preparati?
«Perché entra in gioco il cosiddetto “effetto
placebo”. Anche l’idea di prendere qualcosa
che fa star bene certe volte ti fa stare meglio.
L’omeopatia non cura, ma quelli che la prati-
cano dedicano tempo agli ammalati, li sanno
ascoltare più di quanto non facciano tanti me-
dici. Questa è la vera “medicina”. Ma i dottori,
come è stato scritto alcuni anni fa su un edito-
riale di una prestigiosa rivista scientifica, de-
vono avere il coraggio di dire chiaramente che
l’omeopatia non funziona».
Cosa pensa del fatto che questa medicina
alternativa venga in alcuni casi dispensata dal
Servizio sanitario nazionale (in Toscana, per
esempio)?
«Ammetterla come parte del Servizio sanita-
rio nazionale è un modo di ingannare gli am-
malati e rappresenta un pericolo, perché avalla
non ci sono prove
di efficacia degne di
essere considerate
Giuseppe Remuzzi
Istituto Mario Negri
Bergamo
una pratica che non ha evidenze di efficacia.
Senza contare che ha anche un costo non in-
differente, che toglie ulteriori risorse alle già
compromesse casse del nostro sistema».
Almeno non fa male...
«Certo, per l’omeopatia la sostanza da cui si
parte è diluita così tanto che il prodotto finale
non contiene nulla. Ma si tratta di un’idea ro-
mantica: con le cure non convenzionali si ri-
tarda spesso la diagnosi e di omeopatia chi è
davvero malato può anche morire, se incontra
qualcuno che lo convince ad abbandonare le
sue cure».

www.altroconsumo.it luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 7

 PRIMO PIANO
Notizie a cura di Beba Minna
AUTOMOBILI
Dieselgate, la nostra è la prima
class action in Europa
Gli automobilisti italiani dovranno essere risarciti, ma la vittoria
di Altroconsumo è soprattutto una battaglia per i diritti dei consumatori.
Intervista di Beba Minna
Dopo oltre un anno e mezzo, il Tribunale di Ve-
nezia ha giudicato ammissibile la nostra class
action contro Volkswagen per il caso Dieselgate,
lo scandalo legato alla presenza di un softwa-
re illegale installato su diversi motori diesel del
gruppo tedesco, trucco che ha permesso di fal-
sare le emissioni degli scarichi.
Le auto coinvolte in Italia sono 650mila, non
solo a marchio Volkswagen, ma anche Audi,
Skoda e Seat. Ora grazie alla class action gli au-
tomobilisti potranno essere risarciti, come già
è accaduto negli Stati Uniti. Paolo Martinello,
presidente della fondazione Altroconsumo, ha
guidato fin dall’inizio la class action italiana.
Un precedente storico, cosa ci aspetta adesso?
«La class action ha dimostrato di dare voce ai
consumatori: è questo il valore della decisione.
Il caso Volkswagen riguarda tutta Europa ep-
pure l’Italia è l’unico paese dove grazie alla no-
stra class action si è mosso qualcosa, insieme
a un intervento dell’Antitrust. La class action
ha l’obiettivo fondamentale di tutelare e risar-
cire i consumatori danneggiati. Fino ad oggi ha
mostrato i suoi limiti, ma nel caso dieselgate si
tratta di una vicenda talmente grossa che non
può essere trascurata. In America lo strumento
funziona e dove c’è maggior tutela l’azienda è
stata costretta a risarcire 500mila consumatori
americani. In Europa Volkswagen rischia meno».
Quanto è stato risarcito in America e quanto
prevediamo di restituire in Italia?
«I soldi per chi aderirà alla class action ci saran-
no. Negli States i consumatori hanno ottenuto
tra 5 e 10mila dollari ad auto, in Italia abbiamo
stimato tra 3 e 6mila euro. In più loro hanno ot-
tenuto l’impegno della casa automobilistica a
ritirare dal mercato le auto coinvolte. Una cosa
inimmaginabile in Europa. Inoltre il Dieselgate
negli Usa è stato anche un problema ambien-
tale, ma in Italia la class action non può essere
fatta per danni ambientali».
Insomma la class action funziona?
«La class action in Italia è ancora poco effica-
ce, ma è uno strumento di tutela collettiva che
8 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017
Paolo Martinello, presidente
della fondazione Altroconsumo
vent’anni fa ci sognavamo. Non è certamente
una Ferrari però è comunque un mezzo che
consente di tutelare i consumatori offrendo
loro la possibilità di ottenere un risarcimento.
Non l’hanno inventata a Berlino est o in Cina,
ma negli Stati Uniti, la patria del libero mercato.
Quando c’è un illecito, come il caso Dieselga-
te, non sono danneggiati solo i consumatori,
ma anche il mercato. La class action è uno
strumento nelle mani dei consumatori, che
consente loro di autotutelarsi. Il risarcimen-
il rimborso sul le emissioni
prezzo dell’auto
superavano i
valori dichiarati di
15% 40volte
Per aderire alla class action Volkswagen e chiedere il rimborso vai su altroconsumo.it/pretendigiustizia
to riequilibra il mercato: l’azienda che ha fatto
la furba è “punita” non solo dalle autorità, ma
anche da chi è danneggiato. È il cosiddetto po-
tere dal basso, quello che oggi i cittadini espri-
mono bene con la forza dei social network.
Dare voce ai cittadini è una cosa molto im-
portante, uno strumento che ha valore al di là
dell’esito del processo».
Eppure se ne parla poco in Italia...
«La class action dalle imprese è considerata
ancora una minaccia. Se ne parla poco, anche
perché nel caso Volkswagen stiamo toccando
il settore delle automobili dalla cui pubblicità i
giornali traggono grande profitto.
Il problema dei media è un grande problema. Del
fatto che è stata accolta la class action in Italia
non ne hanno dato notizia né le televisioni né i
principali giornali. La notizia invece è uscita sui
grandi quotidiani stranieri, come il Washington
Post e il New York Times. Tacere nel caso di un
evento epocale come questo significa che la
stampa in Italia è sempre meno libera. La class
action è l’occasione per ottenere un’economia
più democratica, ma uno strumento moderno
richiede un’economia moderna in una società
moderna. Mentre noi siamo ancora qui a discu-
tere su come fare i test di omologazione delle
auto, che per ora in pratica sono autogestiti da-
gli stessi produttori e sono molto lontani dalla
realtà. C’è ancora il problema dell’affidabilità dei
controlli: servirebbe quanto meno un organo
terzo che verifichi seriamente le prove. Sareb-
be già un passo avanti».
650mila
le auto
coinvolte
www.altroconsumo.it
 Multe notificate in ritardo
Il Tar Lombardia ha accolto il ricorso di Altroconsumo contro il Comune di Milano: le multe devono essere notificate
entro 90 giorni dall’infrazione e non dalla data di visione dei fotogrammi da parte degli agenti di Polizia.

RINCARI Salgono i prezzi per le vacanze LIBRI

Un’estate calda. Secondo i dati Istat i
prodotti e i servizi che riguardano le
vacanze hanno subito un aumento non
giustificato o almeno non in linea con i dati
dell’inflazione generale. Quest’ultima infatti
segna solo un aumento dell’1,4% rispetto
al 2016. Invece l’Istat ha rilevato aumenti
di prezzo ben più alti proprio dei mezzi di
trasporto che in molti utilizzeranno per
raggiungere i luoghi di vacanza. Abbiamo
fatto un confronto tra i prezzi di aerei,
treni e traghetti nel periodo aprile-marzo
2017 rispetto allo stesso periodo del 2016.
L’Istat ha registrato un aumento del 36,9%
del costo dei voli, del 12,4 % dei treni e
addirittura del 43,1 % dei traghetti. Gli
operatori giustificano gli aumenti dando la
colpa al costo dei carburanti; in realtà, la
benzina è aumentata “solo” dell’11,8% e il
gasolio del 14,9%. I conti non tornano.

I più recenti dati Istat rivelano consistenti aumenti dei costi dei trasporti
Giorgio Dobrilla
+37% +43% +12% +15% Cinquemila anni di effetto
placebo
I VOLI I TRAGHETTI I TRENI IL GASOLIO Edra
274 pagine - 19,90 €

Ne consigliamo la lettura
Con rigore scientifico
e capacità divulgativa
chiarisce anche al lettore
DIRITTI
non esperto i meccanismi
In passerella sfilano le regole dell’eleganza neurofisiologici e l’impatto
clinico dell’effetto placebo,
Salute, informazione, legalità e ambiente. Sono i diritti che Altroconsumo ha portato in passerella passando in rassegna
per sensibilizzare il mondo della moda a coniugare bellezza e diritti, etica ed estetica. Un’iniziativa le diverse questioni
che nasce dalla collaborazione tra la stilista Vanessa Foglia, che ha presentato a Roma a
maggio scorso la collezione primavera-estate “Sinestesia”, e il progetto #DirittiallaModa di
correlate al suo uso.
Altroconsumo. Il messaggio della sfilata è: non c’è niente di più glamour dei diritti.
Alla fine della lettura di
questo saggio di Giorgio
Dobrilla, medico e divulgatore
scientifico, sull’effetto placebo
avremo le idee più chiare. Ne
capiremo le potenzialità e i
rischi, come agisce - sia nella
medicina ufficiale sia nelle
pratiche cosiddette alternative
o complementari - e capiremo
anche che cosa può insegnarci
sui limiti della medicina attuale,
quando dimentica che la cura
passa anche e soprattutto
attraverso la relazione con
il medico. Perché l’effetto
placebo è legato a molti aspetti:
anche l’attenzione di chi ci cura,
un ambiente favorevole, l’aiuto
di un amico favoriscono la
guarigione. Un libro esaustivo,
ma di facile lettura, anche
grazie alla scansione in capitoli
brevi.
I diritti scelti da Altroconsumo
NATALIA MILAZZO
sfilano con gli abiti di Vanessa Foglia

www.altroconsumo.it luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 9

 FESTAMBIENTE,
LO STORICO
FESTIVAL GREEN
Si svolge dal 4
al 15 agosto 2017,
a Rispescia (Gr),
alle porte del
Parco regionale
della Maremma, il
festival nazionale
di Legambiente.
Da quasi 30 anni
uno dei maggiori
appuntamenti dedicati
ai temi ambientali.

RISPARMIO

A tutta energia
con le rinnovabili
Un tecnico a casa tua per ridurre
gli sprechi e risparmiare grazie
SALUTE all’energia rinnovabile.
“A tutta energia” è il nome del

Coca Cola paga per ripulirsi nuovo serviziodi Altroconsumo,

rivolto a tutti, che aiuta a

l’immagine poco salutista

scegliere soluzioni a fonte
rinnovabile adatte alle proprie
esigenze di consumo domestico.

Il colosso americano ha finanziato studi improbabili Ridurre i consumi

e campagne pubblicitarie sulla salubrità della bibita.
Il gigante della bibita zuccherata è ancora al
centro delle polemiche. Alcuni documenti
resi pubblici negli Usa hanno messo in luce
l’enorme investimento economico fatto
da Coca Cola per diffondere il messaggio
secondo il quale sarebbe la mancanza di
esercizio fisico e non il consumo di zucchero
il vero motivo dell’epidemia di obesità nel
mondo. Una strategia di marketing che punta
a riqualificare l’immagine dell’industria dei
soft drink, come Coca Cola. Il messaggio
che consumare questi prodotti molto
zuccherati non dia particolari problemi purché
Un lotto di Coca Cola è stato ritirato: su altroconsumo.it scopri se la confezione che hai a casa non è da bere
si faccia una vita sufficientemente attiva è
un’ancora di salvezza. Oltre alle numerose
campagne pubblicitarie legate allo sport, la
multinazionale ha occultamente finanziato
improbabili “organizzazioni scientifiche”
create ad hoc, con tanto di nutrizionisti legati
a prestigiose università, convegni, studi e
incontri con la stampa, per rafforzare questa
convinzione nell’opinione pubblica e nei
media. Un comportamento disonesto che
è stato denunciato anche sulle pagine del
British Medical Journal, prestigiosa rivista
scientifica.
Fino al 13 ottobre soci e non
soci potranno farsi fare un
sopralluogo gratuito da un
tecnico qualificato e ricevere
consigli su quale soluzione ad alta
efficienza energetica scegliere per
la propria casa: climatizzatori a
pompa di calore, scaldacqua a
pompa di calore, solare termico,
impianto fotovoltaico. Tutte le
soluzioni proposte sono testate da
Altroconsumo e sono offerte a un
prezzo conveniente, con vantaggi
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documento di riepilogo dei dati
rilevati durante la visita e della
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10 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017 www.altroconsumo.it

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CONTRATTI ECOREATI,
LA LEGGE
Luce e gas, Green Network STA FUNZIONANDO

condannata a risarcire Secondo i numeri

elaborati da
Ti hanno attivato un Legambiente
contratto che non volevi? sull’azione repressiva
Ora scatta il rimborso. svolta dalle forze
di Polizia e dalle
Abbiamo ricevuto oltre mille richieste di Capitanerie di porto,
aiuto in quasi due anni. Ora per i clienti di
Green Network, che si sono visti attivare una nel 2016 la legge
fornitura di energia senza averla richiesta, 68/2015 sugli ecoreati
è arrivato il momento del risarcimento.
Il Tribunale di Roma ha riconosciuto
ha consentito di
il comportamento ingannevole della sequestrare 133 beni
società, che per lungo tempo ha attivato
contratti fasulli. Tutto è partito dal ricorso di
per un valore di circa
Altroconsumo, a seguito del quale il giudice ha 15 milioni di euro e
sanzionato le pratiche commerciali scorrette
operate da Green Network che, all’insaputa dei
di sanzionare 574
clienti, attivava forniture di luce e gas illecite, ecoreati, più di uno e
anche con firme falsificate e registrazioni mezzo al giorno, dalla
telefoniche manipolate. Si presentavano
sotto falso nome come Enel, Acea Energia, pesca illegale agli
Autorità dell’energia elettrica o perfino scarichi abusivi.
come Altroconsumo. Ora i consumatori che
sono stati spostati forzatamente dal proprio La Campania è la
fornitore verso Green Network hanno il diritto prima regione per il
a essere rimborsati. Oltre a dover rimborsare
i danneggiati, Green Network dovrà anche numero (70) di ecoreati
provvedere a informarli tutti, via lettera, del contestati, la Sardegna
diritto a richiedere il rimborso delle bollette Il Tribunale di Roma ha accolto il ricorso
pagate ingiustamente. di Altroconsumo contro Green Network è la regione con il
maggior numero di
casi denunciati (126).

CYBERCRIME

“Wannacry era solo

una prova generale”
Giovanni Russo, procuratore aggiunto
della direzione nazionale antimafia, al
Cyber Security Summit che si è tenuto a
Milano a giugno ha spiegato che «l’attacco
informatico Wannacry di maggio scorso è
una prova generale della vulnerabilità dei
governi. Dovremo aspettarci altri attacchi
simili, ma più gravi». «Mafia e terrorismo
- continua - sono sempre più collegati e
hanno iniziato a infiltrarsi nell’attività
governativa agendo nell’Iot» (l’estensione
della rete al mondo degli oggetti, ndr).

www.altroconsumo.it luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 11

 INCHIESTA
Oggetti persi su Trenitalia

Smarriti
per sempre
Attori, sempre in viaggio, spesso alle prese con lo smarrimento
di oggetti sui mezzi di trasporto. E dalla loro esperienza scopriamo
che ritrovare una cosa persa su un treno è quasi impossibile.
di Stefania Villa

l
l titolo di questa tragicommedia potrebbe
essere: Lasciate ogni speranza, voi che...
smarrite qualcosa in treno. Regia di Treni-
talia. In scena su Frecciarossa, Regionali,
Intercity... Ispiratori del testo? Gli attori
stessi, in particolare quelli che vedete nella
foto a fianco. Sì, perché gli attori vanno in
tournée, viaggiano tanto, prendono treni,
bus, metropolitane, magari distratti tra co-
pioni, ripasso della parte e appunti di regia.
E intanto perdono. Perdono di tutto.
E se c’è qualcuno che nella sua vita ha perso
davvero di tutto e ha vissuto sulla sua pelle la
chiusura, ormai da diversi anni, degli uffici
oggetti smarriti di Trenitalia, questa persona
è Elio De Capitani: attore, regista teatrale,
con una carriera di quasi quarant'anni al
Teatro Elfo Puccini di Milano, noto anche
per l'interpretazione di Silvio Berlusconi
ne Il Caimano di Nanni Moretti. In un anno
può arrivare a prendere anche un centinaio
di treni, come nel 2012, quando fece 249
spettacoli in giro per l’Italia. Oggetti persi
nei vari trasferimenti nel corso della sua
carriera? Almeno una cinquantina, forse di
più: zainetti in quantità, libri con tutte le sue
annotazioni, un copione, appunti di regia,
trucchi di scena, un iPhone che secondo lui
è ancora lì, incastrato a lato del sedile (dice
di avere avuto, nel sonno, una «visione» del
telefono che cadeva dalla tasca e di avere
anche pensato «poi lo prendo»), computer,
schede di memoria, cavi e cavetti vari, ve-
stiti, biglietti aerei (non solo suoi, ma di un
gruppo di otto persone in vacanza); parados-
salmente, è riuscito a perdere in treno anche
dei biglietti del treno (costosissimi ticket per
attraversare la Manica), mazzi di chiavi (an-
che del teatro) e poi caricabatterie, ombrelli,
giacche, cappelli, guanti, ma «quelli neanche
Una foto da Morte di un commesso viaggiatore. Elio De Capitani (seduto) e, da sinistra, li considero». Una «vocazione personale», la
Angelo Di Genio, Cristina Crippa e Marco Bonadei. Foto di Laila Pozzo definisce, a cui si somma, con effetti diaboli-
ci, la statistica: più si viaggia e più si perde.

12 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017 www.altroconsumo.it


«Mi è capitato di perdere anche un testa-
mento - ride, divertito di sé –, poi però l’ho
ritrovato». Per fortuna quella volta, dentro lo
zaino che aveva lasciato scendendo di corsa
dalla metropolitana di Milano, c’era anche
l’iPad, registrato sull’app di Apple "Trova
il mio iPhone". Dal suo cellulare ha quindi
aperto l’applicazione e così ha potuto geo-
localizzare il tablet e saltare su un taxi per
un inseguimento fai-da-te attraverso la cit-
tà. «Vada a Lanza... no in via Legnano! Anzi
no, si è spostato, via Bramante»... finché lo
zaino non si arresta in un punto, alla ferma-
ta del tram, dove un signore distinto, alto,
cappotto cammello, sciarpa bianca glielo
restituisce: aveva fatto il giro di vari uffici
della metropolitana - risultava anche dal
tragitto sulla mappa dell'app - ma nessuno
aveva preso in consegna lo zaino e gli aveva-
no detto di andare a riconsegnarlo all'Ufficio
oggetti rinvenuti del Comune (ricordatevelo:
l'Ufficio oggetti rinvenuti del Comune).
Il percorso dell'attore... verso l'iPhone
Quello dell'app "Trova il mio iPhone" è un
espediente che ora Elio consiglia a tutti i
suoi colleghi e che gli ha permesso anche
di salvarne uno dalla perdita di un iPad da
800 euro. Marco Bonadei si era reso conto
quasi subito di avere lasciato il tablet su un
Frecciarossa che arrivava a Torino. Panico.
Risale sul treno, ma niente: l’iPad non c’è
più. Pensa a Elio e al suo metodo, gli telefo-
na e gli dà le password per accedere al suo
"Trova il mio iPhone". E così, in diretta, Elio
lo guida verso il tablet, che si muove tra le
banchine in modo stranamente veloce: «Mi
diceva binario 5 e io correvo al binario 5.
No, no: binario 11 e io correvo al binario 11»,
racconta Marco. A un certo punto sembra
che l’iPad sia su un treno in partenza. «Cosa
faccio: salgo, non salgo?», poi l’illuminazio-
ne; vede un addetto alle pulizie sfrecciare sul
suo camioncino, lo ferma e chiede: «Ha lei il
mio iPad?». Sì, era lì il suo iPad. E meno male
che non è salito su quel treno in partenza.
Il servizio cortesia? Nelle quinte
Chi, meglio di uno smarritore seriale come
Elio De Capitani, poteva guidarlo su quei
binari? Lui che ormai gira con portafogli,
chiavi e cellulare attaccati con catene e ca-
tenelle varie ai suoi vestiti: un tutt'uno con
il suo corpo, «non perché ho paura che mi
derubino, ma perché ho paura di me stes-
so». Negli anni di esperienza maturata ha
addirittura elaborato una sua teoria: «Tutte
le volte che ho perso qualcosa sul treno ave-
vo tre cose: una valigia, uno zaino e magari
un'altra borsa. Devo avere al massimo due
cose, invece. Se ne ho tre, una la perdo, è
matematico». Sarà. Chissà se di cose ne ave-
va tre quando ha perso quella «meraviglio-
www.altroconsumo.it
Per il Servizio Cortesia di Trenitalia bisogna andare all'assistenza clienti: contatterà il capotreno
per la ricerca in tempo reale dell'oggetto smarrito. Ma solo sulle Frecce, in otto città.
sa borsa» da appendere in camerino, «pre-
ziosissima», con dentro anche tutti i suoi
trucchi di scena. Ne soffre ancora quando
lo ricorda, si sente. «Ero arrivato a Trieste
per Morte di un commesso viaggiatore. Me ne
sono accorto subito, ma non c'è stato verso
di ritrovarla. In stazione ho chiesto se c’era
il Servizio Cortesia tramite cui contattare il
capotreno, ma non c’era» (ricordatelo anche
questo: il Servizio Cortesia di Trenitalia).
Personaggi fortunati e no
Nel frattempo, caso vuole che, sempre a
Trieste, rientrando dallo spettacolo al Tea-
tro Rossetti, un altro attore della compagnia,
Angelo Di Genio, perda il portafogli: «Questo
nostro arrivo a Trieste è stato all’insegna del-
lo smarrimento. Eravamo tutti e due molto
smarriti», scherza De Capitani. Angelo ha
anche lui esperienze di una certa portata
alle spalle: diversi anni fa a Torino, dove si
trovava per fare Alcesti, caricando l'auto ha
dimenticato una valigia in piazza e se ne è
andato via, facendo scattare il protocollo di
sicurezza, con tanto di artificieri e squarcio
dell'oggetto. A Trieste, invece, ritrova il suo
portafogli, non solo integro, ma anche con
tutto il suo denaro dentro. È stato possibile
solo grazie a qualcuno che l’aveva trovato ed
Trenitalia non ha più
Uffici oggetti smarriti
e così inizia il rimpallo
INCHIESTA
Oggetti persi su Trenitalia
era andato a riconsegnarlo subito all’Ufficio
oggetti rinvenuti triestino. Diciamocela tut-
ta: un caso raro, non solo perché avrebbero
potuto rubarlo, ma anche perché il “ritrova-
tore” poteva non riuscire a consegnarlo così
velocemente. Serve fortuna, l'impegno di
qualcuno, ma sarebbe utile anche qualcosa
in più: ad esempio un servizio che metta
cittadini e dipendenti dei mezzi di trasporto
nelle condizioni di ritrovare e riconsegnare
un oggetto facilmente. Una cosa che Treni-
talia sembra aver dimenticato, come ci rac-
conta la recente, catastrofica esperienza di
Elio: su un treno diretto a Torino perde uno
zaino zeppo di cose (pc, chiavi, chiavette,
un libro dell'Otello di Shakespeare, una fel-
pa...). Da Milano, dove si è fermato, non si
riesce a contattare il capotreno, prova con
l’assistenza clienti di Torino, ma anche con
loro non si riesce. Chiama la Polizia ferro-
viaria, che gli dice che quegli oggetti non li
portano a loro, ma all’ufficio oggetti smarriti
del Comune; chiama e scrive all’ufficio del
Comune e gli dicono di chiedere alla Polizia
ferroviaria. Insomma un rimpallo continuo.
Che abbiamo voluto provare anche noi.
Nella parte dello smarritore
Siamo su un Intercity di Trenitalia (omette-
remo le tratte per preservare l'identità delle
persone coinvolte); non è ancora estate, il
treno è pieno e qualche turista straniero è
già in giro per l’Italia. A una signora america-
na cade il portafoglio sotto il sedile, si spor-
ge per cercarlo, aiutata dai suoi vicini: «My
wallet, my wallet...»; chissà se lo ritroverà,
ci domandiamo, pensando con un sorriso al
telefono di Elio, ancora incastrato tra i sedili.
luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 13
 INCHIESTA
Oggetti persi su Trenitalia
Viaggio tutto sommato sereno, un'onesta
ventina di minuti di ritardo, probabilmente
la signora di fronte a noi e il suo bassotto
perderanno la coincidenza per Sondrio ma
il controllore la rassicura: «Forse recuperia-
mo». È tutto un perdere e tentare di recu-
perare, questa storia: scendendo di fretta
"dimentichiamo" sul sedile gli occhiali da
vista e l'agenda, piena di numeri, codici, ap-
puntamenti, fogli con appunti importanti. E
dopo qualche ora, chiamiamo il call center.
Protagonista il caro call center
Telefoniamo all'89 20 21, ascoltiamo il
messaggio registrato che ci informa delle
condizioni di privacy, dei costi e poi ci fa
navigare nel menù “Benvenuti in Trenitalia,
messaggio gratuito (…). Selezionare 1 per gli
acquisti, 2 per cambi prenotazioni e rimbor-
si, 3 per informazioni…”. Il percorso dura un
po' e alla fine: “Siamo spiacenti, tutti gli ope-
ratori sono impegnati (…) la preghiamo di
riprovare più tardi”. Lo facciamo per quattro
volte ogni 10 minuti, ma la risposta è sempre
quella finché, al quinto tentativo, cade la
linea: il credito del telefono è finito. Certo,
pensiamo ripetendo ormai a memoria: costo
massimo da rete mobile 16,8 centesimi alla
risposta e 1,28 centesimi al minuto.
Solo il messaggio registrato, prima di arri-
vare all'operatore, dura circa un minuto e
dieci. Ma poi, non era un messaggio gratu-
ito? Forse la voce si riferiva alle prime tre
parole "Benvenuti in Trenitalia". Facciamo
una ricarica e altre quattro telefonate, fin-
ché ci rispondono: «Signora, l’unico modo
è tornare alla stazione in cui è arrivata con
l'Intercity e rivolgersi all’ufficio oggetti smar-
riti, saranno loro a mettersi in contatto con
il treno. E se il controllore trova gli oggetti li
porta a sua volta nell’ufficio oggetti smarriti
(…). Prima va, meglio è». «Ah, quindi c'è un
ufficio oggetti smarriti di Trenitalia?», un po'
stupiti. «Sì, assolutamente». Bene, partiamo:
abbiamo speso circa 9 euro di telefonate, ma
almeno ora sappiamo cosa fare!
I riflettori si spostano sulla stazione
Per fare presto, come ci ha consigliato l’o-
peratore, prendiamo un taxi. Appena saliti
avvisiamo che avremo necessità di pagare
con bancomat, ma il giovane tassista ci fa
subito la controproposta: «Perché? Non può
in contanti? Sa, sarebbe già l’ottava o nona
cliente oggi e lavorare per pagare solo le tas-
se... E se trovassimo per strada una banca
in cui prelevare?». Perché no? Pagheremo
volentieri anche per il tassametro che in-
tanto va e per la commissione per prelevare
in una banca forse diversa dalla nostra. Lo
pensiamo, ma stiamo zitti, lui capisce e così
possiamo tornare a pensare all’unico nostro
obiettivo: l’Ufficio oggetti smarriti di Treni-
14 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017
Gli occhiali, l'agenda e i fogli di appunti lasciati
su un Intercity di Trenitalia e mai più ritrovati.
Vi aggiorneremo se dovessero arrivare
all'Ufficio oggetti rinvenuti del Comune.
3.500
Gli oggetti rinvenuti sui treni in
nove grandi città italiane nel
2008, quando gli uffici oggetti
smarriti di Trenitalia esistevano
ancora (Fonte: www.corriere.it)
500
I membri del gruppo Facebook
"Oggetti smarriti Trenitalia": si
cerca aiuto tramite post e foto
degli oggetti persi e ritrovati
50mila
Oggetti smarriti su FindMyLost,
una piattaforma social che mette in
contatto chi perde un oggetto con
chi lo ritrova (dato dichiarato, 2016)
talia. In stazione incrociamo un dipendente:
«Scusi, dov’è l’Ufficio oggetti smarriti?». «No,
signora non c’è più. Deve andare in bigliette-
ria». Un po' smarriti, anche noi, andiamo in
biglietteria; se ne occuperanno loro, eviden-
temente. Certo che non si vedono depositi
né oggetti accumulati. E noi che l’avevamo
immaginato come un emporio, una specie
di bazar dall’atmosfera d’altri tempi. È qui,
però, che cominciano a chiarirsi le cose.
«È questo l’Ufficio oggetti smarriti?», insistia-
mo. «Sì. Oddio… Dipende da che treno era»,
risponde l'assistente. «Un Intercity arrivato
qualche ora fa, ho dimenticato su agenda e
occhiali». «Allora è un po’ un problema - so-
spira -, perché ora rintracciare il capotreno…
a parte che noi non le faremmo neanche più
le ricerche sugli Intercity, perché da Roma
non vogliono, il Servizio cortesia è solo per
le Frecce».
Però, che "cortesia". E tutti gli altri? Il fun-
zionario invece è molto cortese e, dicendoci
che a volte si fa uno strappo, fa comunque
qualche telefonata ai depositi per rintraccia-
re il treno. Mentre recupera da un faldone
dei numeri, gli diciamo che è difficile che
qualcuno abbia avuto interesse a rubare
un'agenda e degli occhiali da vista e che
quindi abbiamo una forte speranza che qual-
cuno li abbia trovati e riconsegnati. «Ah sì?
E dove? - dice con sorrisino beffardo -. Il
problema è che non abbiamo più gli Uffici
oggetti smarriti (...), lascia stare quello che
ti dicono al call center, spendi solo soldi».
Mi dice che «se il treno è ancora in viaggio
quasi sempre ritroviamo tutto», che a volte
qualche collega che «si dispiace» prende in
carico gli oggetti, ma poi il problema è che,
se non si rintraccia il passeggero deve esse-
re il dipendente stesso ad andare all'Ufficio
oggetti smarriti del Comune a riconsegnarli.
Così come dovrebbe fare un passeggero: «Ma
chi ci va? - si lascia andare - Nessuno. Ieri a
un ragazzo che ha trovato un cellulare ab-
biamo detto di andare all'Ufficio comunale,
lui sai cosa ha detto? Sono andato alla Polizia
ferroviaria e non l'hanno preso e ho perso
tempo, sono venuto qua e ho perso tempo...
ora dovrei andare fin là? Ma io lo lascio da
qualche parte...».
Ma possibile che non esista un servizio orga-
nizzato di Trenitalia? Eppure chissà quanta
gente smarrirà cose sui treni. «Posso dirti la
verità? Molti», e mi guarda negli occhi fisso.
Alcuni suoi colleghi hanno ritrovato denaro
(tanto) e diamanti per migliaia di euro (que-
sta storia sta assumendo i contorni di una
favola), in un giorno sono stati ritrovati due
portafogli e, un'altra volta, addirittura l'abito
di una ballerina per una prima a teatro (deve
essere una maledizione quella dei teatri). Le
telefonate intanto vanno avanti: chiama un
primo deposito, ma niente, poi un secondo
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e ancora niente; al terzo tentativo si trova
il treno. Evviva! Ma il capo delle pulizie gli
dice che non è stato trovato nulla. L'ultima
spiaggia resta l'Ufficio oggetti smarriti del Co-
mune dove, per legge, chi trova un oggetto
smarrito lo deve riportare. Mi dà un pezzo di
carta con l'indirizzo, il numero di telefono e
di fax (sì, esiste ancora). E mi dice: «Però non
so quanto ti serve, ti dico la verità... ». Noi la
speranza non la perdiamo: se il personale li
ha trovati li riconsegnerà, visto che è ciò che
dovrebbe fare. Salutiamo e ce ne andiamo,
mentre una decina di persone in fila dietro
di noi ci falcia con lo sguardo.
La scena dell'Ufficio comunale
L'Ufficio oggetti rinvenuti del Comune è
uno stanzino con tre sportelli e un pannel-
lo all'ingresso, pieno di mazzi di chiavi che
aspettano il loro proprietario; il deposito
vero e proprio sembra essere nel retro.
Diciamo al funzionario quello che stiamo
cercando, ma senza successo: sono passati
alcuni giorni, ma agenda e occhiali non li ha
riportati nessuno. Chiediamo se abbiamo
qualche speranza e se solitamente ricevo-
no oggetti dai treni. «Guardi, dalla stazione
viene solo la Polizia ferroviaria, ma ci porta
documenti, carte di credito, a volte telefoni,
pc... mai altre cose, tipo indumenti, bagagli
o agende». E i dipendenti di Trenitalia? Non
vengono mai? «Trenitalia? Non si fa nean-
che vedere, eppure si ostinano a mandare
la gente qui». Magari qualcuno delle ditte
di pulizia? «Guardi, viene solo la Polizia fer-
roviaria». O magari un passeggero? «Nooo
signora. E chi è che dalla stazione viene fin
qui, mai visto nessuno farlo». In effetti, deve
essere una cosa rara. Ma possibile che un
passeggero non possa lasciare a nessuno sul
L'asta all'aeroporto Falcone-Borsellino (Palermo, maggio 2017): per l'alta affluenza (700
persone) si è tenuta all'esterno dell'ufficio. Venduti duemila pezzi tra stock di borse, abiti
ecc. probabilmente destinati anche al mercato dell'usato. Ricavato di 22mila euro all'erario.
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Ritrovi giacca e chiavi?
Nessuno in stazione
se ne prende carico
treno o in stazione un oggetto ritrovato e
che debba arrivare anche lui fino all'ufficio
del Comune? Magari di una città che non
conosce, in cui è di passaggio? Proviamo.
Nella parte del ritrovatore
Siamo sempre su un Intercity, ma questa vol-
ta siamo noi che, scendendo, "ritroviamo" su
un sedile una giacca con in tasca un mazzo
di chiavi. Un dipendente che sta scendendo
dal treno inseme a noi ci dice di chiedere al
capotreno, che incontriamo sulla banchina,
con il suo trolley (forse sta smontando dal
turno): «Scusi, ho trovato questa giacca».
«Sul treno? - risponde -. E la lasci lì, la lasci
lì. Noi di solito le lasciamo lì, perché magari
il proprietario torna». «Ah, ma se non viene
nessuno ci pensate voi poi?». «Tu lasciala lì,
che qualcuno torna». «Quindi devo torna-
re fino alla carrozza dove l’ho trovata? Ma
non posso lasciarla a lei, scusi?». «E se no
lasciala qui (nella carrozza di fronte a noi,
ndr)». «Ma come la ritroveranno mai così?».
«Allora riportala lì, riportala lì». Restiamo
un po' dubbiosi e poco dopo del capotreno
non c'è più ombra. Per sicurezza, decidiamo
di andare dalla Polizia ferroviaria: «Scusi,
ho trovato questa giacca con un mazzo di
chiavi». «Noi non possiamo prenderla. Non
se non ci sono documenti all'interno». Ah,
neanche voi? «Guarda, o la consegni in bi-
glietteria...». E così torniamo in biglietteria,
INCHIESTA
Oggetti persi su Trenitalia
al solito sportello dell'assistenza clienti. «No,
signora. Noi non possiamo trattenerla. Deve
andare all'Ufficio oggetti smarriti del Comu-
ne, questo è l'indirizzo». Mi ringrazia, con
un po' di senso di colpa, e mi dà il solito
pezzo di carta. L'ufficio è a 30-40 minuti. E
se avessimo un appuntamento e poi il treno
di ritorno? Tra Polfer e biglietteria, saremmo
già in ritardo per tutto. Impossibile farcela.
Ultimo atto
Ricapitoliamo: l'unico servizio per il ritrova-
mento degli oggetti smarriti è il Servizio Cor-
tesia, un'"attenzione commerciale" la chiama
Trenitalia, solo per le Frecce e solo in otto
grandi città. Se ci si presenta al più presto,
forse l'assistenza riesce a mettersi in contat-
to con il capotreno per cercare l'oggetto. Ma
bisogna farlo "tempestivamente" si legge sul
sito. E tutti gli altri che non si trovano in que-
sta fortunata congiuntura astrale o che non
prendono le costose Frecce? Il loro destino
probabilmente sarà non ritrovare mai più
nulla: gli uffici oggetti smarriti di Trenitalia
non ci sono più, ma soprattutto non c'è una
procedura interna per dipendenti e addet-
ti delle pulizie che faciliti il ritrovamento
o la consegna, così che l'oggetto smarrito
diventa una scocciatura da cui tenersi alla
larga. Alle nostre richieste di informazioni
Trenitalia scrive che ai sensi del Regolamen-
to Europeo 1371/2007 «spetta al viaggiatore
la sorveglianza dei colli a mano» e che il
Codice Civile «all’art. 927 prescrive che chi
trova un oggetto smarrito deve consegnarlo
al sindaco del luogo in cui l’ha trovato». Al
sindaco? Ci manca solo dover rintracciare
il sindaco. Insomma è tutto uno "spetta al
viaggiatore", "sta a chi ritrova"... In pratica,
eliminato il costo degli uffici, Trenitalia se
ne lava le mani, facendo riferimento alla
normativa esistente.
Anche se assicura di dare comunque assi-
stenza a tutti i clienti smemorati. Come?
Affidandosi al buon senso del personale,
formato per interessarsi degli oggetti smar-
riti tramite la Polfer o consegnandoli al Co-
mune. Quello che abbiamo ascoltato e visto,
però, è diverso. Sembra, piuttosto, che aver
scaricato la responsabilità su passeggeri e
lavoratori abbia prodotto soltanto una cosa:
il caos (aggiornate anche il call center, per
favore!). Per cui, in fondo, tutti devono fare
un po' tutto e nessuno alla fine fa più niente.
E, così, dalla tragicommedia al teatro dell'as-
surdo il passo è breve. E con un tocco di
magia: perché gli oggetti smarriti - intanto
- scompaiono (rubati? Eliminati? Chissà). Un
peccato: per i proprietari, ma anche perché
i proventi delle aste pubbliche di queste cose
mai reclamate potrebbero finire in altri ser-
vizi, beneficenza o nelle casse dell'erario. E
fare bene un po' a tutti.
luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 15
 INCHIESTA
Farmaci veterinari

S
e un amico a quattro zampe si amma-
la e ha bisogno di farmaci veterinari,
curarlo significa spendere molto.
Con alcune malattie c'è la possibilità
di risparmiare, ricorrendo a un medicinale
generico equivalente per uso umano, ma
i veterinari non lo possono prescrivere: la
legge li obbliga a dare il farmaco veterinario,
a meno che un farmaco per uso umano sia
l'unica soluzione esistente. In questo modo
a rimetterci sono le persone che possiedo-
no animali domestici, ma anche lo Stato,
che spende centinaia di milioni di euro per
curare gli animali nei canili e nei gattili.
Alzare la voce fa risparmiare
Movida, un cane meticcio, sta scendendo
le scale per andare a correre come tutte le
mattine, quando all'improvviso alza una
gamba e cade su un fianco, comincia a tre-
mare, ha la bava alla bocca, il collo tirato e
la vista se ne va. È un attacco epilettico, che

Curarli è un lusso
per tutti
I farmaci veterinari costano anche tre o quattro volte
di più rispetto a quelli per uso umano. Una spesa
insostenibile per i cittadini, ma anche per lo Stato.
Che però non interviene.
di Sonia Sartori

340
milioni
di euro
Spesa in farmaci nel 2016
per gli animali da compagnia
(fonte Assalco)

16 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017 www.altroconsumo.it


dura circa 30 secondi. Una malattia comune
a molti altri cani e gatti, e per affrontarla ci
vogliono farmaci, assunti quotidianamente
per tutta la vita. Finora, a Movida veniva
prescritto un farmaco per uso umano dal
prezzo molto basso, poi lo scorso febbraio
è uscito sul mercato il Soliphen, un farmaco
veterinario specifico per l'epilessia, distri-
buito dalla ditta Dechra e molto più caro.
Cosi, da un giorno all'altro, il medicinale
per uso umano usato fino a quel momento,
non è più stato prescrivibile. La protesta
si è immediatamente sollevata: veterinari,
associazioni animaliste, cittadini sensibili al
problema hanno contribuito con le loro de-
nunce a ripristinare la situazione preceden-
te, ottenendo la sospensione del Soliphen.
«Una vergogna» spiega indignata Giancarla
De Marco, che ha aperto un gruppo su Face-
book chiamato Cani, gatti ed epilessia. «Per
Movida affronto spese esorbitanti in esami di
ogni tipo. Quindi perché mi devono togliere
un farmaco per uso umano che funziona be-
nissimo e che costa poco? Lo Stato dovrebbe
proteggerci, per farci risparmiare. Invece
no, e per cambiare questo sistema, abbia-
mo lanciato una petizione su change.org».
Il farmaco che fa risparmiare, cui si riferisce
Giancarla De Marco, è il Gardenale per uso
umano (30 compresse da 50 mg costano
1,50 euro). A parità di dosi, con il Soliphen,
i cittadini avrebbero speso 13,40 euro invece
di 3. Quattro volte di più.
La legge non è dalla parte dei cittadini
La legge (art.10, D.lsg 193/2006) stabilisce
che se in commercio esistono un farmaco
veterinario e uno per uso umano, identici
nel principio attivo, il veterinario è obbligato
a prescrivere quello veterinario, anche se
costa molto di più. Se invece non esistono
proprio farmaci veterinari per una deter-
minata malattia, allora la legge consente di
prescrivere quello per uso umano, anche
un farmaco generico.
A fine maggio è uscito un testo unico di legge
della Commissione sanità che propone per
i farmaci generici veterinari un prezzo di
vendita inferiore del 20% rispetto al corri-
spondente medicinale di riferimento.
In Italia i generici veterinari ci sono, ma solo
per gli animali da allevamento, per quelli di
compagnia ce ne sono pochi e di solito ex
galenici (preparati del farmacista). «Proba-
bilmente qualche azienda uscirà con due o
tre principi attivi che chiameranno generico
veterinario» spiega Angelo Troi, segretario
nazionale del sindacato dei medici veteri-
nari liberi professionisti (Silvep) «e questo
toglierà ai cittadini la possibilità di accedere
a farmaci economici, come i generici per uso
umano. Come sindacato dei medici veterina-
ri continuiamo a chiedere allo Stato l’auto-
www.altroconsumo.it
INCHIESTA
Farmaci veterinari
rizzazione a prescrivere in base a scienza e
IN coscienza. Se io ho una molecola che viene
utilizzata sia nei farmaci per uso umano sia
CIFRE in quelli veterinari e uno dei due ha un costo
più basso, io come veterinario devo poter
scegliere». Massimo Mana, presidente della
Federazione nazionale dei titolari di farma-
22%
l'Iva sui farmaci e le prestazioni
cia (Federfarma) di Cuneo, puntualizza: «La
vera battaglia a mio parere sta nel prezzo:
quelli dei farmaci veterinari vanno abbassati.
veterinarie è quella che si applica Così alti come sono adesso sono ingiustifica-
ai beni di lusso (contro il 10%
ti». Anche l'Enpa (Ente Nazionale Protezione
per gli umani).
Animali) ha scritto al ministero della Salute:
«Prendersi cura di un animale non può esse-
re un costoso privilegio: azzeriamo l’enorme
49 euro
è la detrazione massima
differenza tra i prezzi dei farmaci veterina-
ri e il resto dei medicinali in commercio».
che si può ottenere Per cani, principi attivi 57 volte più cari
per la dichiarazione dei redditi Abbiamo confrontato i prezzi di alcuni far-
per le spese sanitarie sostenute. maci contenenti lo stesso principio attivo:
quello per uso veterinario costa molto di più
rispetto a quello per uso umano. In tabella
facciamo i conti, prendendo come esempio
over 65
il 39% vive con un animale
alcuni medicinali facilmente confrontabili
per tipo di formato e dosaggio. Il meloxi-
cam è un antinfiammatorio non steroideo:
domestico e la pensione se usato in un farmaco destinato agli animali
deve bastare per cibo, medicine
di compagnia costa fino a 57 volte di più
e visite veterinarie
rispetto al farmaco equivalente per uso uma-
no. In tabella la forbice di prezzo è evidente.
Lo stesso discorso vale per un altro prin-
cipio attivo, il prednisolone, per malattie
autoimmuni. Anche qui in tabella si vede
come il Dermipred per uso veterinario costa
tre volte di più dell'Idelt, il farmaco equiva-
lente per uso umano. Insomma, a parità di
www.altroconsumo.it/vita-privata-famiglia
Un servizio di consulenza legale principio attivo impiegato, il costo è tre o
per aiutarti a risolvere i problemi legati alla quattro volte superiore, nel caso del prin-
presenza di animali domestici cipio attivo meloxicam molto di più.
NOME FARMACO CASA FARMACEUTICA CONFEZIONE PREZZO PREZZO/MG TIPO DI FARMACO
Meloxicam (principio attivo antinfiammatorio non steroideo)
METACAM Boehringer Ingelheim 7 cp 2,5 mg 21,78 € 1,245 € veterinario
LOXICOM Norbrook laboratoire 10 cp,2,5 mg 29,40 € 1,176 € veterinario
MOBIC Boehringer Ingelheim 30 cp 7,5 mg 7,70 € 0,034 € umano
MELOXICAM Mylan e Teva 30 cp, 7,5 mg 4,90 € 0,022 € umano
Prednisolone (principio attivo per malattie autoimmuni)
DERMIPRED Ceva salute animale 16 cp, 10mg 10 € 0,063 € veterinario
PREDNICORTONENE Le vet beheer b.v. 30 cp, 5 mg 10,50 € 0,070 € veterinario
IDELT Bruno farmaceutici 20 cp, 10 mg 4,83 € 0,024 € umano
Non c'è bisogno della calcolatrice per notare che in questa tabella i farmaci per uso umano
con lo stesso principio attivo contenuto nei farmaci veterinari costano molto di meno.
luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 17
 INCHIESTA
Farmaci veterinari
Come molti altri, lei è
sceso in campo contro la
commercializzazione del
Soliphen, farmaco veterinario
antiepilettico.
«Partiamo dalla fine: la
ditta Dechra ha sospeso la
distribuzione del farmaco
Soliphen. Sono molto contento
di come è finita. La battaglia
non solo mia, ma di tanti
cittadini e associazioni che
si sono schierate contro la
commercializzazione di questo
farmaco, è stata vinta».
Come ha portato avanti la sua
battaglia?
«Ho chiamato la ditta
distributrice del farmaco,
la Dechra, e ho chiesto di
parlare con il responsabile del
marketing di questo prodotto.
Gli ho detto, senza mezzi
termini, che stavano facendo
una scorrettezza e che non
avrei mai più prescritto un solo
prodotto che portasse il loro
nome. Non si può vendere un
principio attivo con un prezzo
tre volte più alto del farmaco
per uso umano. Il responsabile
mi ha spiegato che avrei
dovuto invece essere contento
perchè avrei potuto prescrivere
un farmaco finalmente testato
sul cane. "Ma lei, mi sta
prendendo in giro" ho replicato
"e non solo me, ma tutta la
categoria dei veterinari". Da
23 anni svolgo la professione
di veterinario in un piccolo
paese in provincia di Varese
e non mi era mai successo di
imbattermi in una spiegazione
così campata in aria».
18 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017
IL CASO SOLIPHEN
ROBERTO
GRASSI
Veterinario e nostro socio
Che cosa è successo una volta
che il Soliphen è stato messo
in vendita?
«Un dramma per il veterinario:
il farmaco era indirizzato solo ai
cani con peso superiore ai sei
chili. Quindi fino a sei chili avrei
dovuto prescivere un farmaco
generico peruso umano, sopra
i sei chili sarei stato obbligato
a dare il Soliphen. Così la
situazione era molto difficile da
gestire, soprattutto con i cani
che pesano poco più di sei chili,
perché non era facile prendere
una decisione sulle dosi.
Per fortuna, le proteste diffuse
hanno portato l'azienda
rappresentata dalla Dechra a
sospendere il farmaco. Forse
hanno capito che creando una
serie di problemi ai veterinari
rischiavano un boicottaggio da
parte degli stessi medici».
Era necessario un farmaco
come il Soliphen?
«Certo che no: il principio
attivo del Gardenale, il farmaco
che i veterinari prescrivono
per curare l'epilessia nei
cani, è in commercio da 50
anni e funziona benissimo.
Nonostante ciò l'azienda di cui
la Dechra distribuisce i prodotti
ha preso lo stesso principio
attivo, lo ha confezionato e ha
chiesto al ministero della Salute
di esaminarlo, ottenendo così
tutte le autorizzazioni per
chiamarlo farmaco veterinario.
Poi lo ha immesso sul mercato
a un prezzo esorbitante: prima
a 16 euro e poi, dopo le prime
proteste, a 13,40 euro. Era
davvero assurdo».
Piovono proposte e proteste
Da anni sulla questione dei prezzi dei far-
maci veterinari sono state presentate pro-
poste di legge da parte di deputati sensibili
al problema e petizioni e lettere di protesta
da parte di cittadini e associazioni.
Paolo Cova, veterinario e deputato alla Ca-
mera per il Partito democratico, ha propo-
sto una modifica alla legge che «consenta ai
medici veterinari di poter usare farmaci per
uso umano similari a quelli veterinari per gli
animali da compagnia e di lasciare libertà
di scelta al medico in base alla patologia, al
tipo di animale e alla persona che si trova
davanti» ci spiega. «Non devono essere né
le aziende farmaceutiche a decidere né i far-
macisti, ma il medico veterinario, perché
ha davanti il singolo caso. Lo Stato italiano
dovrebbe capire questa situazione. Senza
pensare ad altro o ad altre logiche».
Anche lo Stato ci guadagnerebbe, in partico-
lare gli enti locali. «Il principale utilizzatore
di farmaci veterinari è lo Stato, perché siamo
il paese in Europa con il più alto numero
di canili, quindi curiamo con soldi pubblici
molti cani randagi» spiega ancora Angelo
Troi del Silvep. «Se non passa la possibilità
di usare il farmaco per uso umano, anche
generico, i primi a rimetterci sono i Comuni
che pagano per il mantenimento dei cani-
li». Lo Stato copre il costo dei farmaci per
uso umano (solo quelli con ricetta rossa),
contrattando prima il prezzo, per il farmaco
veterinario invece non interviene. Eppure,
secondo la Lav (Lega anti vivisezione), per
la cura dei cani nel 2015 lo Stato ha speso
circa 118 milioni di euro.
Per risparmiare, non vale tutto
«Il mio cane soffriva di tosse, il veterinario
mi ha prescitto un farmaco in gocce che
costava più di 25 euro. Non potevo permet-
termelo, allora ho preso uno sciroppo per
la tosse per uso umano » ci racconta la no-
stra lettrice Maria Pensotti. In tempi di crisi
economica è ciò che spesso accade, ma l'En-
pa avverte «Le persone danno di nascosto
i farmaci per uso umano al proprio cane o
gatto (spesso sbagliando i dosaggi): non si
dovrebbe mai fare. Un farmaco innocuo per
noi potrebbe essere molto pericoloso per il
nostro cane».
Per questo una nuova legge è urgente.
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dell'alimentazione dei nostri piccoli amici.
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Separiamo le acque
Sei stato agganciato in farmacia da venditori di impianti di depurazione
dell'acqua di rubinetto? Ecco cosa ti aspetta se li farai entrare in casa tua.
di Matteo Metta
IN SINTESI
L'inchiesta con
telecamera nascosta che
ha filmato inganni e bugie
di due rappresentanti
che vendono impianti di
depurazione dell'acqua
La verità sulle prove
con strumenti
e reagenti chimici
al centro della loro
strategia di vendita
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INCHIESTA
Filtri domestici
T
irare acqua al proprio mulino è uno
sport internazionale. Una specialità
che annovera molti atleti, ma i veri
campioni sono i venditori. Quelli
porta a porta sono insuperabili sia perché
si allenano duramente ogni giorno sia perché
la loro medaglia è lo stipendio: se non ven-
dono abbastanza, il loro guadagno è magro.
Ci sta che esagerino un po’, che aggiungano
colore ai loro argomenti e smalto alle qualità
del prodotto che devono piazzare, che per
definizione è sempre il numero uno. Come
perdoniamo alla pubblicità eccessi del tipo
“più bianco non si può” o “puliti dentro belli
fuori”, così possiamo perdonare ad agenti e
rappresentanti messaggi amplificati e l’uso
di slogan ad effetto. Del resto, slogan è una
parola che deriva da sluaghghairm, che in
antico gaelico significa «grido di guerra»: è
cioè una sorta di chiamata alle armi con cui
veniamo reclutati nell’esercito dei clienti.
Le sparano grosse
Ciò che invece non possiamo accettare,
sempre per restare alle metafore belliche,
è che nelle guerre commerciali si avveleni-
no i pozzi e si faccia terrorismo psicologico
sui potenziali clienti. Invece, sembra essere
proprio questa la strategia per vendere gli
impianti domestici di trattamento dell’acqua,
i cosiddetti “depuratori”. Gli agenti concen-
trano i loro sforzi non tanto nel presentare
il prodotto, che descrivono per sommi capi,
quanto nell’intorbidire le acque concorrenti,
quella del rubinetto e quella minerale, e nel
gettare ombre sull’operato delle istituzioni.
Uno di loro ci ha detto che l'acqua pubblica
è «potabile per decreto», mentre un altro
ha rincarato la dose: «Potabile vuol dire che
per legge può essere erogata. Anche le siga-
rette per legge possono essere vendute…».
E se gli si fa notare che il paragone è fuori
luogo e che la sigaretta "nuoce gravemente
alla salute", la spiegazione non tarda ad ar-
rivare: «Della sigaretta si può fare a meno, è
un vizio. L’acqua (potabile ndr) è un bene di
tutti. Quindi non glielo scrivono che fa male».
L’unica scelta a vantaggio per la salute – le
luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 19
 INCHIESTA
Filtri domestici

altre, a loro dire, rappresenterebbero un tuita e senza impegno. Abbiamo accettato,

Quella di associare la propria immagine
al mondo della sanità è una mania. Non si
limitano a usare il canale farmacia o a dire
(mentendo) che sono "dispositivi medici":
mettono croci verdi e rosse dappertutto.
rischio – è quella dell’impianto a osmosi in-
versa, che cercano di vendere usando armi di
persuasione non convenzionali. A comincia-
re dagli esperimenti con ampolle e provette, i
cui risultati sono usati non per evidenziare le
normali differenze di composizione tra le ac-
que, non rilevanti per la salute, ma per “pro-
vare” che l’acqua del rubinetto è «sporca».
E che berla o soltanto usarla per cucinare
sarebbe una scelta pericolosa. Come anche
lavare con l'acqua di casa le verdure in busta
già lavate (con acqua trattata), perché così
«le si inquina». Affermazioni assurde che,
accompagnate con prove da piccolo chimico
e documenti a volte autentici - ma datati,
sorpassati e fuori contesto - a volte addirit-
tura falsi, rischiano di diventare convincenti.
A seguito delle segnalazioni di diversi soci,
alcuni dei quali agganciati in farmacia, ab-
biamo voluto vederci chiaro.
Fingendoci interessati al depuratore, abbia-
mo chiamato i rappresentanti di due noti
marchi: Farmacqua e Moses+. Ci hanno
proposto un appuntamento direttamente
a casa nostra, per una dimostrazione gra-
accogliendoli in due diversi appartamenti,
in cucine dove erano state nascoste due te-
lecamere. Eccovi in dettaglio le loro panza-
ne, che sono incredibilmente combacianti,
come se avessero seguito lo stesso corso.
I "depuratori" sono dispositivi medici?
«Le dico una cosa, così tagliamo subito la
testa al toro» esordisce l'incaricato di Far-
macqua. «I nostri dispositivi, attraverso il
ministero della Sanità, sono classificati come
dispositivi medici». Invece l’agente di Moses+
non cita il Ministero, ma definisce il proprio
prodotto un «presidio medico». E quando
gli chiediamo cosa significhi, risponde che
è «a livello di una Tac, di una risonanza,
di un’ecografia». Precedentemente aveva
perfino detto: «Noi lavoriamo negli ospeda-
li, nel campo dell’emodialisi, tutti i giorni
praticamente». Idem l’agente di Farmacqua:
«Addirittura lavoriamo con gli ospedali per
dare i depuratori a osmosi per la dialisi». An-
che se fosse vero per altri dispositivi, non è
certo il caso di questi impianti. A sorpresa, a
rivelare che si tratta di una menzogna è pro-

DAI SOCI: DUBBI SU CALCARE E ARSENICO

Il mercato dei dispositivi per il trattamento dell'acqua di casa è un vero far west. Lo dimostrano
il numero e il tenore delle email che riceviamo dai soci su questo argomento. Ne abbiamo scelte due.

1 2
Che voi sappiate le caraffe filtranti possono purificare Poiché ho il problema
l'acqua dall'arsenico? A porci il quesito è il socio di Caserta del calcare nell'acqua,
Giandonato Napolitano che chiede anche «se il problema il mio idraulico mi ha
dell'arsenico nell'acqua potabile di Latina è stato risolto». Nei consigliato un
nostri test le caraffe filtranti hanno dimostrato di poter ridurre la dosatore di polifosfati: è una
concentrazione di arsenico nell’acqua, ma non possono risolvere in toto il buona soluzione? Ce lo chiede
problema: al massimo ne hanno ridotto la concentrazione del 44%. Tocca Alessandro Viani, di Vezzano
ai Comuni interessati dal fenomeno (soprattutto di Lazio e Toscana) Ligure (SP). Di solito il dosatore di
adottare adeguate tecnologie (o cambiare fonte) per porre rimedio a un polifosfati è proposto come
problema che, ricordiamo, è di soluzione anticalcare per gli
origine naturale. Infatti il metallo è apparecchi che riscaldano l’acqua
rilasciato dall'erosione delle rocce. e non per l’acqua di tutta la casa. Il
dosatore viene installato a monte
NIENTE DEROGHE In passato, gli dell’apparecchio che deve
stessi Comuni erogavano acqua proteggere dalle incrostazioni ed entra in funzione quando c’è un
con livelli alti di arsenico grazie a richiamo di acqua da parte dello stesso apparecchio.
particolari (e deprecabili) deroghe.
Da quando l'Unione europea ha PUREZZA ALIMENTARE Se invece il dosatore di polifosfati viene
vietato le deroghe, l'acqua con installato a monte di tutto l’impianto domestico, I polifosfati sarebbero
l'arsenico fuori norma, cioè oltre i aggiunti all’acqua fredda usata per gli scopi potabili e alimentari.
10 microgrammi /litro, non può Questo si traduce in un grande spreco economico, ma non vi sono rischi
essere più erogata. Nelle nostre per la salute, dal momento che i polifosfati utilizzati in questi dosatori
ultime analisi a Latina (nel 2015), hanno generalmente purezza di grado alimentare non causano
l'arsenico era a quota 8,7. problemi se l’acqua viene ingerita.

20 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017 www.altroconsumo.it


12 mg/l
È il valore dei nitrati, misurato in
milligrammi al litro, registrato in
media nelle 367 analisi dell'acqua
dei soci tra il 2015 e il 2017. Il
limite di legge è di 50 mg/l.
I nitrati indicano inquinamento,
soprattutto di natura agricola
440
È il residuo fisso medio rilevato
È il livello medio di conducibilità
elettrica, misurato in
microSiemens al centimetro
(µS/cm), nell'acqua dei soci. Il
limite di legge è 2.500 µS/cm
prio un documento che l’agente di Moses+
ci mostra per provare la corrispondenza tra
le membrane usate nell’impianto a osmosi
inversa e quelle usate nei dispositivi medici.
Nel certificato infatti si legge: «I codici citati
non sono dispositivi medici dal momento
che l’uso previsto (purificazione di acqua do-
mestica) è differente, ed anche perché non
vengono sottoposti a sterilizzazione come i
relativi dispositivi medici». Più chiaro di così.
I nitrati nell'acqua sono cancerogeni?
Singolare che entrambi i venditori mostrino
un falso documento fabbricato ad arte, una
fake news, che sfrutta il nome dell’Associa-
zione italiana per la ricerca sul cancro (Airc).
Nel testo si legge che «la presenza di rilevanti
quantità di nitrati nell’acqua è un preciso se-
gnale di inquinamento». Inoltre: «Recenti ri-
cerche sembrano avvalorare il sospetto che ci
sia un collegamento, nel lungo periodo, tra il
consumo di nitrati e il rischio di sviluppare un
tumore dello stomaco e, soprattutto, dell’in-
testino». Per sconfiggere i temibili nitrati, il
finto articolo mette in bocca all’associazione
il seguente consiglio: «Collocare un filtro sul
rubinetto, cosi è possibile depurare l’acqua
dalla gran parte dei nitrati eventualmente
presenti». Quali tra i tanti filtri in commercio?
«I filtri più indicati in questo senso sono quelli
a osmosi inversa o dotati di resine a scambio
ionico» continua il testo. Guarda caso quelli
che ci vogliono vendere i due rappresentanti.
Un falso che ha spinto l’Airc già nel 2013 a
fare chiarezza con un articolo online dal ti-
tolo È vero che i nitrati nell'acqua sono can-
cerogeni? «A oggi non ci sono dimostrazioni
che i nitrati, nelle basse concentrazioni pre-
senti nell'acqua, siano cancerogeni» spiega
www.altroconsumo.it
18°F
La durezza media in gradi
francesi (°F) registrata nelle
analisi dei nostri soci. I valori
consigliati per legge sono
tra i 15 e i 50 °F
278 mg/l
nell'acqua dei soci. Esprime il
grado di mineralizzazione
dell'acqua. Il valore massimo
consigliato dalla legge sulle
acque potabili è 1.500 mg/l
l'associazione. Che sottolinea come «l'acqua
dei rubinetti italiani è sicura». E per que-
sto «l'uso di filtri che eliminino, tra gli altri
sali, anche i nitrati, non è necessario». Al
contrario «alcuni filtri possono addirittura
aumentare il rischio di contaminazioni bat-
teriche se non sono sostituiti di frequente e
talvolta, se funzionano troppo bene, impo-
veriscono l’acqua dei minerali di cui il nostro
corpo ha bisogno». Esattamente quello che
Altroconsumo afferma da anni in ogni suo
articolo dedicato all'argomento.
L'Oms consiglia un limite per i nitrati
non superiore a 10 mg per litro?
Entrambi gli agenti mostrano articoli di stam-
pa, questa volta realmente pubblicati, da cui
si può leggere che l'Organizzazione mondiale
della sanità (Oms) suggerisce un limite per i
nitrati non superiore a 10 mg/l. Si tratta di
vecchi articoli basati su un errore di traduzio-
ne dall'inglese di un rapporto dell'Oms che,
riferendosi alla soglia di 50 mg/l di nitrati,
specifica che è equivalente a 10 mg/l di azoto
nitrico. Ecco da dove arriva il numero dieci:
un equivoco che è stato risolto, ma che chia-
ramente non cancella gli articoli già usciti,
che rimangono negli archivi dei giornali.
«Ecco, l'Oms dice che oltre 11 mg/l non va
Immancabile la prova
del tè: più scuro e meno
profumato quello fatto
con l'acqua potabile
per maggiori informazioni
www.altroconsumo.it/inchiesta-depuratori
bene, ma il limite della CEE è 50». E perché?
«Sennò non potrebbero erogare l'acqua. È
tutta sporca. Fanno queste soglie ampie così
consentono a tutti di poter erogare l'acqua»
ci spiega facendo ricorso a facili dietrologie
il rappresentante di Moses+.
Per i bambini da 1 a 3 anni i nitrati
dell'acqua potabile sono preoccupanti?
Un valore di nitrati inferiore a 10 mg/l è in-
vece consigliato per l'acqua destinata ai neo-
nati. E infatti le mamme per la diluizione del
latte in polvere usano giustamente l'acqua
minerale. Però quello che è un consiglio per
i lattanti, si trasforma nelle parole dei ven-
ditori di filtri in un problema per i bambini
di ogni età. «Dipende dall'acqua se oggi ci
sono tanti bambini che soffrono di asma»
sentenzia l'incaricato di Farmacqua.
Tutti e due gli agenti evocano con toni gravi
la "sindrome del bambino blu", che fa di-
ventare cianotici i bambini che assumono
molti nitrati: una malattia rara nei paesi
occidentali. Ma la causa principale non è
l'acqua. L'Autorità europea per la sicurez-
za alimentare la individua soprattutto nel
consumo di grandi quantità di spinaci con
elevati tenori di nitrato da parte dei bambini
di età compresa tra 1 e 3 anni.
Grande enfasi è anche posta al fatto che «il li-
mite per i nitrati nelle acque minerali è di 10
mg/l contro i 50 delle acque potabili». Invece
non è vero, perché il limite delle minerali è
45 mg/l. Il limite si ferma a 10 mg/l solo se
le minerali vogliono pubblicizzare la loro
acqua come destinata alla prima infanzia.
La bollitura dell'acqua concentra
la quantità di inquinanti?
È opinione diffusa che far bollire l'acqua del
rubinetto significhi sterilizzarla e quindi mi-
gliorarla. Non è così, dicono i due agenti,
perché la bollitura peggiora l'acqua: con-
centra i nitrati e tutte le altre sostanze inqui-
nanti. Questo assunto — vero — è purtroppo
diventato uno dei loro cavalli di battaglia.
La ragione è chiara, visto che così anche chi
è solito comprare acqua in bottiglia non è
al riparo dai rischi, perché usa comunque
quella del rubinetto per cucinare. «È un
problema che non si risolve comprando la
migliore acqua (minerale ndr), la numero
uno al mondo, in vetro. A meno che non la si
usi pure per cucinare. E chi spende una cifra
del genere?» dice a chiare lettere il venditore
dell'impianto Moses+. Invece, spendere più
di 3.000 euro per un depuratore sotto il
lavabo risolve a monte la questione, spiega-
no. Se il principio è corretto, nella pratica
non si possono dimenticare i numeri e cioè
che il limite di 50 mg/l è già cautelativo e
che maggiore concentrazione di inquinanti
per via della bollitura non significa molti-
luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 21
 INCHIESTA
Filtri domestici
IL NOSTRO ESPERTO
Claudia Chiozzotto
Acqua e ambiente
Dire che l'acqua è buona
ovunque è fare il gioco dei
venditori di filtri. Sarebbe
colpevole, quanto lo è da
parte loro dire che le criticità
sono generalizzate. I problemi
sono però confinati a precise
zone. Può trattarsi di cause
di origine naturale, come
l'arsenico in alcuni comuni
del Lazio o il vanadio nel
catanese. Oppure di cause
dovute all'inquinamento
umano, in particolare quello
industriale, come il cromo
esavalente e i Pfas in certe
zone di Lombardia e Veneto.
Dal nostro punto di vista, solo
in questi casi può rivelarsi
utile un impianto domestico di
filtraggio dell'acqua. Se però
siete comunque intenzionati a
comprarne uno, ecco un breve
vademecum da seguire.
1. Informatevi sui possibili
problemi della vostra acqua
È inquinata? Ha troppi nitrati?
Ci sono metalli pesanti? Per
ciascuno di questi contaminanti
chiedete al produttore
quali sono le prestazioni
dell’apparecchio che vuole
vendervi. Se l'acqua è solo dura,
è inutile abbassare troppo la
durezza per l’uso alimentare:
non c’è alcun vantaggio per la
salute, ma solo per il gusto.
2. Non sentite una sola azienda
Interpellate più di un produttore
e scegliete in base alle
informazioni che vi dà sugli
specifici problemi dell'acqua di
cui siete a conoscenza. Arrivate
preparati all'appuntamento
con il rappresentante, così
eviterete di farvi terrorizzare
dai suoi argomenti sui problemi
dell'acqua, che magari quella
del vostro rubinetto non ha.
22 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017
3. Le domande da porre
Fate quante più domande
possibili su come funziona
l’apparecchio e sulle parti da
cui è composto: filtri a carbone
attivo, membrana osmotica,
resine a scambio ionico…
Fatevi spiegare bene su quali
princìpi si basa l'impianto
proposto, quali sono le fasi
di depurazione, a cosa fare
attenzione, dal momento che
si tratta di apparecchi delicati.
Sono argomenti su cui di
solito i venditori preferiscono
mantenersi sul vago. Inoltre
chiedete quali accorgimenti
adottare riguardo alla
pressione dell’acqua in entrata
e cosa succede se l'impianto
rimane inattivo per un lungo
periodo, per esempio durante
le vacanze.
4. Chiedete garanzie
Ricordatevi di chiedere quali
garanzie l’apparecchio offre
contro possibili proliferazioni
batteriche: c’è un serbatoio
di accumulo dell’acqua? C’è
un sistema di disinfezione
dell’acqua depurata, per
esempio una lampada UV?
Cosa assicura che l' impianto
non avrà problemi di crescita
batterica? I venditori svelti
di lingua quando devono
sciorinare presunti problemi
dell'acqua di rete, diventano
stranamente laconici sui punti
deboli dei loro apparecchi.
5. Concedetevi tempo
Un depuratore non si acquista
d'impulso. È una strategia di
vendita molto comune fare
un'offerta "imperdibile" che
vale solo se se ne decide
l'acquisto sul momento. Non è
indice di serietà: quand'è così,
meglio lasciar perdere.
plicazione, ma aumento di qualche punto.
Inoltre, non dovrebbe tanto preoccupare
l'apporto di nitrati dell'acqua, quanto quel-
lo dato in quantità ben maggiori da salumi,
carne in scatola e verdure a foglia larga. In-
somma, i venditori di depuratori, quando
non inventano di sana pianta i problemi, li
ingigantiscono, trasformando un rigagnolo
in un fiume. In più barano sulle misurazio-
ni. L'agente di Farmacqua usa una cartina
"artigianale" per misurare i nitrati nell'acqua
di casa, che dà un valore di 50, mentre sap-
piamo che nell'appartamento in cui siamo,
a Milano, il valore è di circa 30 mg/l.
Una conducibilità elettrica alta
è segno di inquinamento?
Poiché leggi troppo permissive consentono
agli imbottigliatori di acque minerali di non
dichiarare in etichetta gli inquinanti (arse-
nico, manganese, piombo...), un modo per
smascherarli sarebbe quello di misurare la
conducibilità elettrica. Questo è un argomen-
to molto caro ai piazzisti di impianti di de-
purazione, che puntualmente si presentano
alle dimostrazioni con il conducimetro: uno
strumento che, una volta immerso in un bic-
chiere d'acqua, effettua la misurazione. Il ra-
gionamento è spiegato in maniera esemplare
dal venditore dell'impianto Moses+: «L’acqua
è un cattivo conduttore di elettricità. Quan-
do diventa buon conduttore? Quando sono
presenti sostanze che conducono elettrici-
tà, cioè i metalli, come ci hanno insegnato
a scuola. Quindi più è alta la conducibilità
elettrica dell’acqua più è ricca di queste so-
stanze che conducono. E che fanno male».
Ma non tutte le sostanze che aumentano la
conducibilità sono dannose, non lo sono per
esempio potassio, magnesio né altri sali. Leg-
ge poi le etichette delle acque minerali che
ha trovato in casa: «La conducibilità elettrica
della Sant’Anna è 25,4 microSiemens. Quella
di San Benedetto è 417. Capite la diversità? 25
e 417. Anche un bambino capirebbe che sono
acque diverse». Per lui, più è bassa la condu-
cibilità elettrica più l’acqua è pulita. Quella
della nostra acqua del rubinetto fa colorare di
rosso il display del conducimetro. Ecco il re-
sponso: «186 microSiemens. Quindi andando
a comprare la San Benedetto, prendi un’ac-
qua peggiore di quella del tuo rubinetto». E
invece sono solo acque diverse, tutte salubri.
È vero che il nostro corpo non assimila
i sali minerali contenuti nell'acqua?
Un mantra ripetuto all'infinito da entrambi
i venditori è quello secondo cui «i sali mi-
nerali contenuti nell'acqua sono inorgani-
ci. Il nostro corpo non li assimila. Il nostro
corpo ha bisogno di minerali, ma li prende
dalla frutta, dalla verdura, perché sono già
metabolizzati». Che fine fanno allora quelli
www.altroconsumo.it

che ingeriamo con l'acqua? «Si depositano
e provocano calcoli, cistiti, renelle, sabbioli-
ne». L'impianto a osmosi inversa è invece in
grado di abbattere la quantità di sali nell'ac-
qua. Così si evitano tutti i problemi dei mi-
nerali inorganici: questa è la tesi. La verità è
tutt'altra: l'acqua potabile e la maggior parte
di quelle minerali sono oligominerali, cioè
contengono pochi minerali, e soprattutto il
nostro organismo non fa affatto distinzione
tra quelli contenuti nell'acqua e quelli delle
verdure. Le acque leggere possono essere
più gradevoli al gusto, ma è un altro discor-
so, che con la salute non c'entra.
Il calcare nell'acqua fa venire i calcoli?
Per i venditori di filtri acqua leggera è sino-
nimo di purezza, mentre quella più dura è
definita addirittura «sporca». Prova sarebbe
che quando si fa bollire l'acqua nella pentola
restino residui di calcare, gli stessi che a loro
dire, depositandosi, provocano calcoli rena-
li. Sono pregiudizi infondati. Non ci stanche-
remo mai di ribadire che le acque più dure
della media non creano danni alle persone,
ma solo agli elettrodomestici (incrostazioni):
noi non siamo macchine. Le acque troppo
dolci per contro non danno l’apporto di mi-
nerali necessario alle funzioni vitali.
Per dimostrare quanto calcare c'è nell'acqua
di casa, il venditore del Moses+ si prodiga in
un altro esperimento: prende due provette,
in una mette acqua addolcita e nell'altra ac-
qua così come scorre dal rubinetto. In tutte
e due le provette fa cadere lo stesso numero
di gocce di due reagenti. «Uno è una base
di idrossido, l’altro è un chelante — spiega
—. Insieme cristallizzano il calcare e lo fan-
no precipitare giù. Simulano la bollitura».
Fa poi notare «com'è limpida e trasparente
l'acqua pulita con l'addolcitore, e com'è in-
vece torbida, come se stessimo facendo il li-
moncello, l'acqua del rubinetto (non trattata
ndr)». Alla fine fa vedere quanto residuo si è
depositato sul fondo di quest'ultima. «L'ac-
qua drena scorie e tossine» continua. Con
un'acqua così «il nostro corpo va in acidosi,
crea un'infiammazione e poi ci si ammala:
intolleranze, allergie e via dicendo».
A corroborare questa tesi c'è l'immancabile
prova del tè, eseguita da entrambi gli agen-
ti. Il tè fatto con l'acqua del rubinetto è più
scuro e meno limpido di quello ottenuto
con acqua trattata, che è invece più chiaro
e profumato. La differenza fa effettivamente
impressione, soprattutto se la maggiore in-
tensità del colore e la patina scura in super-
ficie vengono interpretate come «sporcizia».
La verità è che tutte le bevande che prevedo-
no un'infusione cambiano sapore e colore a
seconda dell'acqua, ma ciò non significa che
le più scure siano malsane. Certo il sapore
cambia, ma è questione di gusto.
www.altroconsumo.it
LA NOSTRA VIDEO-INCHIESTA
Vuoi vedere all'opera i rappresentanti dei filtri?
Guarda il servizio con telecamera nascosta
in due appartamenti milanesi
www.altroconsumo.it/inchiesta-depuratori
Dalle condutture piene di falle entrano
inquinanti che contaminano l'acqua?
«Le tubature sono rotte. Il 30% dell'acqua
si perde. La rete è un colabrodo. Lo spor-
co entra dentro l'acquedotto». Ecco l'allar-
mante dichiarazione del rappresentante
di Farmacqua, condivisa dall'altro agente
incontrato. Una tesi completamente erra-
ta: gli acquedotti infatti tengono l'acqua in
pressione nelle condutture perché arrivi ai
nostri rubinetti e questo evita possibili con-
taminazioni in entrata. Una sicurezza che
paghiamo a caro prezzo, perché la pressione
crea uno spreco d'acqua ancora maggiore.
La plastica delle bottiglie rilascia
sostanze nocive?
Per l'incaricato di Farmacqua «le acque
minerali nelle bottiglie di plastica vengono
inquinate dalla plastica, che è petrolio».
Chiarisce il concetto il venditore di Moses+:
«Acquistare l’acqua nella plastica vuol dire
che è già modificata a priori ed è deleterio
per i bambini. Perché uno dei problemi della
plastica è che cede all’acqua sostanze che
si chiamano ftalati. Sono degli interferenti
endocrini, tra cui il bisfenolo A. Quindi la
mamma che è attenta a prendere il biberon
in farmacia con scritto BPA free è la stessa
mamma che inconsapevolmente gli allunga il
latte con la minerale in bottiglie di plastica».
Un concentrato di bugie da far accapponare
la pelle. Le nostre analisi sulle acque mine-
rali non hanno mai evidenziato problemi di
migrazioni nell’acqua di sostanze costituenti
le bottiglie. La possibilità esiste in condizioni
di particolare stress termico. Le bottiglie in
PET sono sicure perfino se vengono esposte
a una temperatura di 40° per dieci giorni:
questo dicono gli studi. L'enorme problema
delle bottiglie, come sanno tutti, riguarda il
forte impatto che hanno sull’ambiente, in
particolare dovuto al trasporto e alla pro-
duzione di rifiuti da imballaggi. Un vero e
proprio mare di plastica.
INCHIESTA
Filtri domestici
LE ANALISI
IN 7 MOSSE
Se hai dubbi sulla qualità della
tua acqua di casa, non passare
subito all'acquisto di acqua
minerale o di un impianto di
depurazione. Informati presso
l'acquedotto e/o fai analizzare
la tua acqua in un laboratorio
indipendente di analisi chimico-
fisiche: lo stesso a cui si rivolge
Altroconsumo per realizzare le
inchieste sull'acqua.
1
RICHIEDI IL PREVENTIVO Sulla
pagina www.altroconsumo.it/
alimentazione/acqua/vantaggi/
analisi-dell-acqua accedi alla procedura
guidata per scegliere il tipo di analisi, cui
segue il preventivo sul costo.
2
PAGHI CON UN BONIFICO Se
confermi il preventivo, riceverai
un’email che contiene tutte le
istruzioni per effettuare il pagamento
delle analisi tramite bonifico.
3
RICEVI I CONTENITORI Entro
sette giorni dal pagamento, il
laboratorio, tramite corriere, ti
invia tutto ciò che occorre per effettuare
il campionamento dell’acqua.
4
PRELEVI IL CAMPIONE Preleva
l’acqua dal tuo rubinetto,
seguendo le istruzioni che trovi
nella scatola con i contenitori. Spedisci il
campione il giorno stesso del prelievo.
5
SPEDISCI CON CORRIERE
Chiama il corriere Tnt Global
Express per concordare il ritiro dei
campioni oppure portali in un Tnt Point.
Usa il bollettino prepagato che ti ha
inviato il laboratorio.
6
IL LABORATORIO ANALIZZA Il
campione arriva al laboratorio
dove saranno eseguite le analisi
da te richieste. Il certificato con i risultati
ti sarà spedito via email entro 15 giorni.
7
RICEVI IL CERTIFICATO Sul
certificato, accanto ai valori relativi
alla tua acqua, sono riportati i valori
di legge. In caso di dubbi scrivi a
analisiacqua@altroconsumo.it
luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 23
 INCHIESTA
Disattivare una sim
Un divorzio sofferto
Disattivare un numero di telefonia
mobile è un'impresa degna di un
eroe epico. E recuperare il credito
residuo ha costi ingiustificabili.
di Simona Ovadia
S
e Davide fosse vissuto ai nostri gior-
ni avrebbe le fattezze del cliente di
un operatore telefonico. Ma a dif-
ferenza del pastorello di cui narra
la Bibbia, il nostro agguerrito utente questa
volta non sarebbe riuscito a sconfiggere il gi-
gante Golia. Siamo al secondo capitolo della
saga: dopo avere raccontato poco più di un
anno fa (vedi AC 304, giugno 2016) il calvario
di chi vuole sottoscrivere un nuovo contratto
di telefonia mobile, ma vuole anche avere
informazioni chiare e precise sui termini
dell'accordo, ora raccontiamo lo strazio di
chi quel contratto decide di chiuderlo e vuo-
le farsi riaccreditare i soldi che sono avanzati
sulla sim. Una possibilità che sembra non
essere contemplata dagli operatori telefo-
24 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017
nici, i quali, alla semplice richiesta di voler
recedere dal contratto, cadono dal pero,
propongono soluzioni alternative, danno
informazioni discordanti, consegnano fiumi
di moduli da compilare, consigliano racco-
mandate da spedire... insomma una trafila in
grado di infliggere un colpo mortale anche al
cliente più saldo nei suoi intenti. Non basta: i
pochi utenti che riescono a svolgere diligen-
temente tutti i compiti richiesti, alla fine si
devono accontentare di un riaccredito che
non solo arriva dopo mesi, quando arriva,
ma è decurtato da non meglio specificate
"spese amministrative", che possono tocca-
re i 10 euro (compreso il denaro speso per
spedire la raccomandata). Alla faccia della
legge che vieta qualunque tipo di penale nel
IN SINTESI
Abbiamo richiesto
la disattivazione
di 10 sim di altrettanti
operatori
Verificata
la trasparenza
delle informazioni
Valutate procedura,
tempi per il
riaccredito dei soldi
residui , costi.
caso in cui il cliente decida di disdire un
contratto telefonico. Da Milano a Palermo,
ecco la nostra esperienza e la pagella alle
dieci compagnie telefoniche che abbiamo
coinvolto nell'inchiesta: sufficienze risicate
e quattro bocciature è il risultato poco con-
fortante che portiamo a casa. La compagnia
peggiore? Fastweb, che non prevede proprio
la possibilità di recuperare, neanche con fa-
tica, il credito residuo.
Fase 1: si tenga il numero
Dieci collaboratori di Altroconsumo in ve-
ste anonima, in sette città, hanno provato
a farsi disabilitare un numero di cellulare
da diverse compagnie telefoniche e a chie-
dere indietro il credito residuo presente al
www.altroconsumo.it

momento della disattivazione (si trattava
sempre di una scheda sim con un numero
ricaricabile). In prima battuta hanno telefo-
nato al numero dell'assistenza clienti dell'o-
peratore. Per valutare la concordanza delle
informazioni o, a seconda dei casi, per poter
avviare la procedura, sono quindi andati in
un negozio della compagnia. Come prima
cosa, hanno cercato di capire come fare, di
recuperare l'eventuale modulistica da com-
pilare e se fosse facile o meno effettuare il
recesso. «Senta, lo dico per lei, lasci perdere.
Lasci morire il suo numero di morte naturale
- se non lo usa per un anno il numero si bloc-
ca da solo - e trasferisca il credito su un altro
numero attivo, anche di un'altra compagnia.
Vedrà che fa prima e si risparmia un sacco
di burocrazia inutile», è stato il commento
- parola più parola meno - di molti addetti
dei negozi e del servizio clienti.
Al telefono e in negozio
non sempre si ottengono
le stesse informazioni
Il fatto di voler recedere dal contratto, quin-
di di rimettere nella disponibilità degli altri
utenti il numero in possesso, piuttosto che
lasciarlo diventare un fantasma, sembra es-
sere vissuta come la stravaganza di un utente
pignolo più che una necessità. «Sono pochis-
simi i clienti che ci chiedono di recedere. La
procedura è un po' complicata. Sa... con una
ricaricabile è più semplice abbandonare il
numero e non usarlo più. E se ha un credito
residuo lo consumi», è stata un'altra risposta
comune. Eppure c'è differenza: disattivare
la sim, ovvero giuridicamente recedere dal
contratto, permette di recuperare il credito
residuo sul proprio conto corrente. Soldi
veri, che si possono usare in altro modo.
Se poi si tratta di una ricaricabile con costi
periodici, magari pagati con carta di credito
o rid, recedere è l'unica soluzione praticabile
per non vedersi addebitati in un solo colpo
anche tutti i periodi di non utilizzo in caso
di futura riattivazione.
Il primo approccio, comunque, è stato piut-
tosto dissuasivo: evidentemente gli addetti
sanno che c'è un inghippo, che la procedura
è complessa e richiede pazienza, e suggeri-
scono scorciatoie più facili. E infatti...
Fase 2: carta, carta, carta
Convinti i commessi della necessità di rece-
dere definitivamente dal contratto, i nostri
collaboratori chiedono i moduli da compi-
lare. E qui comincia la navigazione a vista
tra le scartoffie. Per prima cosa, come re-
www.altroconsumo.it
Il decreto Bersani sancisce
il diritto a riavere il credito
residuo. Eppure non sempre
siamo riusciti a ottenerlo.
Come mai?
«Probabilmente perché non c’è
stato un adeguato controllo
dell’Agcom, l'Autorità per il
controllo delle
telecomunicazioni, un ente
indipendente deputato a
sanzionare le pratiche scorrette.
Probabilmente la stessa Agcom
non è mai venuta a conoscenza
di questo problema, dato che
opera e procede con i dovuti
accertamenti in seguito alle
denunce da parte di privati o
associazioni di consumatori.
Evidentemente le persone non
prendono l'iniziativa di reclamare
per importi bassi, immaginando
le difficoltà della procedura e il
tempo da perdere».
Alcuni operatori prevedono
nel contratto costi per ridare
indietro il credito. Ma sono
clausole legali?
«Su questa questione non c'è
alcuna normativa, né ci sono
tetti massimi di spesa stabiliti
dalla legge. Nel 2010 ci fu una
mera indicazione dell'Agcom
– priva di valore cogente – sui
costi massimi prevedibili da
parte dell’operatore. Il decreto
Bersani parla solo del divieto di
penali. Questi invece sono costi
specifici previsti dai contratti».
I tempi per la restituzione
del denaro sono generalmente
lunghissimi...
«Effettivamente i tempi per il
riaccredito sono piuttosto lunghi,
soprattutto quando si richiede
luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 25
INCHIESTA
Disattivare una sim
IL NOSTRO ESPERTO
STEFANIA ASTA
CONSULENZA LEGALE
Altroconsumo
un accredito sul conto corrente e
non uno spostamento del
credito residuo su un altro
numero della medesima
compagnia. Generalmente le
tempistiche sono indicate nel
contratto: si possono
denunciare eventuali lungaggini
soltanto se i giorni di attesa
superano quelli previsti dal
contratto. Il nostro consiglio è
quello di controllare sempre
questo genere di clausole prima
di firmare».
Le aziende di telefonia
sembrano sempre avere il
coltello dalla parte del manico.
Cosa possono fare gli utenti?
« Sicuramente possono
effettuare un reclamo e poi
chiedere un'eventuale
conciliazione per risolvere
velocemente la controversia.
Ovviamente c'è da chiedersi –
noi lo facciamo per primi –
quanti sono effettivamente i
clienti che reclamano e vanno
fino in fondo per far valere i
propri diritti e quanti invece
lasciano cadere la questione.
Portare avanti un reclamo può
essere davvero sfinente: per
pochi euro di credito residuo
spesso il consumatore non
insiste e rinuncia davanti alle
difficoltà».
Quale aiuto dà Altroconsumo
ai soci in caso di controversie?
«Supportiamo i nostri soci
attivando la procedura di
conciliazione con i principali
operatori telefonici che hanno
accettato di collaborare con noi.
In caso di problemi basta
segnalarceli».
 INCHIESTA
Disattivare una sim

UN RISULTATO
CHE NON BRILLA
Per ogni operatore indichiamo il servizio clienti servizio clienti servizio clienti servizio clienti
negozio dove ci siamo recati e il 3464441001 160 0645212322 155
numero del servizio clienti che
Carrefour Ufficio Postale Carrefour Mediaworld
abbiamo contattato. I risultati Strada Statale 35 via Latina 57 presso CC Milanofiori via Venezia 98
dell'inchiesta sono sintetizzati con Paderno Dugnano (Mi) Roma Assago (MI) Padova
un numero di stelle, che va da uno
(giudizio pessimo) a cinque COSTO COSTO COSTO COSTO
(giudizio ottimo). Abbiamo 6,50 euro 3 euro 5 euro 6 euro
valutato le informazioni ricevute
(se sono concordanti o discordanti, RISULTATI RISULTATI RISULTATI RISULTATI
complete o sommarie), la Informazioni ricevute Informazioni ricevute Informazioni ricevute Informazioni ricevute
procedura (se è semplice o B B D C
laboriosa) e il riaccredito (se i soldi Facilità dell'operazione Facilità dell'operazione Facilità dell'operazione Facilità dell'operazione
sono stati restituiti e in quanto C C B C
tempo). L'operatore telefonico con Riaccredito Riaccredito Riaccredito Riaccredito
cui è stato più facile e veloce A D C B
chiudere il contratto e riavere i soldi Tempo impiegato Tempo impiegato Tempo impiegato Tempo impiegato
è Uno Mobile. Il peggiore Fastweb, 10 giorni non pervenuto 60giorni 30 giorni
che ci ha negato la possibilità per i
clienti di ricevere indietro il credito
GIUDIZIO GLOBALE GIUDIZIO GLOBALE GIUDIZIO GLOBALE GIUDIZIO GLOBALE
residuo.
B C C C

Un mare di carta
Per effettuare il recesso e
ottenere il rimborso del credito
oltre a telefonare al servizio
clienti e andare di persona in
negozio, i nostri collaboratori
hanno dovuto compilare una
serie di moduli e spedire diverse
lettere raccomandate con
ricevuta di ritorno.

26 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017 www.altroconsumo.it

 per rivolgersi ai nostri legali
www.altroconsumo.it/reclamare

servizio clienti servizio clienti servizio clienti servizio clienti servizio clienti servizio clienti
188 133 190 130 119 146

Ipercoop 3Store Vodafone Tiscali Tim FastwebStore

via Casilina 1011 via Buridani 10 Venaria via Forlanini 1 via E. Alvino 56 via Sciuti 19/21 via Merliani 72
Roma Reale (To) Firenze Napoli Palermo Napoli

COSTO COSTO COSTO COSTO COSTO COSTO

gratis 10 euro 6 euro 10 euro 5 euro non disponibile

RISULTATI RISULTATI RISULTATI RISULTATI RISULTATI RISULTATI

Informazioni ricevute Informazioni ricevute Informazioni ricevute Informazioni ricevute Informazioni ricevute Informazioni ricevute
B C C C D C
Facilità dell'operazione Facilità dell'operazione Facilità dell'operazione Facilità dell'operazione Facilità dell'operazione Facilità dell'operazione
D C D D D C
Riaccredito Riaccredito Riaccredito Riaccredito Riaccredito Riaccredito
D D C D D E
Tempo impiegato Tempo impiegato Tempo impiegato Tempo del riaccredito Tempo impiegato Tempo impiegato
non pervenuto 60 giorni 60 giorni non pervenuto non pervenuto non disponibile

GIUDIZIO GLOBALE GIUDIZIO GLOBALE GIUDIZIO GLOBALE GIUDIZIO GLOBALE GIUDIZIO GLOBALE GIUDIZIO GLOBALE
C C D D D E

cuperare i moduli? Tim consiglia di recarsi

nel punto vendita. Peccato che, una volta
arrivato lì, il nostro collaboratore scopre che
viceversa il modulo di recesso è disponibile
online e deve essere stampato, compilato e
spedito (via fax, ma meglio via raccomanda-
ta A/R) dal cliente stesso. Una gita inutile.
Molti operatori non hanno un modulo pre-
stampato: la disdetta va fatta con una lettera
intestata alla compagnia, via raccomandata.
Va meglio con Coop Voce: dopo un inizio
titubante il commesso presenta il modulo al
cliente, ma si incarica lui stesso di inviarlo
alla sede. «Non servono altre operazioni, né
andare in posta per la raccomandata, faccia-
mo tutto noi. Verrà semplicemente richia-
mato per completare la procedura», avvisa
l'impiegato con solerzia. La telefonata non
è però mai arrivata: il nostro collaboratore
ha ripetuto la procedura in un altro punto
vendita e, dopo mesi, sta ancora aspettando
che si faccia vivo qualcuno.
Con Tre, incredibile, si può fare tutto al te-
lefono. Niente carta: peccato solo che la di-
sattivazione avvenga ben 30 giorni dopo la
richiesta e che se sono previsti costi periodici
li si continua a pagare. Anche Lycamobile per-
mette di fare tutto al telefono, chiedono solo
di inviare un fax per la richiesta del credito
residuo. In 24 ore il numero viene disattivato.
Decisamente più lunghi i tempi per il recu-
pero del credito, ma questa è un'altra storia.
Farsi rimborsare
un credito residuo sotto
i dieci euro rischia
di essere soltanto
un costo inutile
Fase 3: la lunga attesa
Moduli compilati, raccomandate spedite,
telefonate fatte... Non resta che aspettare
che disabilitino il numero e ci restituisca-
no il credito. Più facile a dirsi che a farsi.
Alcune sim, nel momento in cui scriviamo,
sono ancora attive, sebbene dalla domanda
di recesso siano passati quasi tre mesi. È il
caso, per esempio, di Tiscali, che ovviamen-
te non ha ancora rimborsato alcunché. Altre
invece, sebbene non più attive, non sono
ancora state rimborsate: stiamo aspettando
i bonifici da PosteMobile, CoopVoce e Tim.
Con Fastweb invece c'è da mettersi l'animo
in pace: ci è stato subito detto che "il rimbor-
so del credito residuo non è previsto". Ma
come? Siamo proprio sicuri che sia legale?
Nel dubbio che ci abbiano dato un'informa-
zione sbagliata, abbiamo comunque deciso
di bocciare senza appello questo operatore,
anche perché sono passati più di tre mesi
dalla nostra richiesta di delucidazioni e
nessuno ha bussato ancora alla nostra por-
ta. Per quanto riguarda gli altri operatori,
che invece hanno rimborsato il dovuto, c'è
comunque da farsi crescere la barba di Ma-
tusalemme: per ottenere le poche decine di
euro che erano rimaste caricate sulle diverse
sim ci sono voluti dai 30 ai 60 giorni. Il più
rapido? Uno Mobile: un operatore piccolo e
poco utilizzato, che ha però rimborsato tutto
in appena dieci giorni. Il migliore.
Ma non doveva essere gratis?
Tutto bene quel che finisce bene? Insom-
ma. Per riavere il credito residuo è stato
necessario mettere ancora una volta mano
al portafoglio per sostenere sia le spese
della raccomandata necessaria perché la
richiesta abbia valore legale (nel migliore
dei casi) sia non meglio specificate "spese
amministrative o di bonifico" imposte dagli
operatori. In media la procedura costa 10
euro, sebbene la legge Bersani abbia di fatto
reso illegittimi i costi di disattivazione dei
contratti telefonici. L'Autorità garante delle
telecomunicazioni (Agcom), interpellata in
merito, ci ha comunicato di aver ricevuto
già diverse segnalazioni. Ci assicurano che
stanno procedendo ad accertamenti. Sono
in arrivo multe milionarie? Non è dato sape-
re. Quel che è certo è che continueremo a
denunciare le pratiche scorrette.

www.altroconsumo.it luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 27

 ATTUALITÀ
Pericoli sul web

No al cyber IN
CIFRE
95%
dei minori possiede

bullismo
uno smartphone

F
inalmente c'è una legge che definisce
nero su bianco chi è un bullo; che dà
il nome giusto a un crimine (si chia-
I ragazzi avevano bisogno di un aiuto concreto. ma cyberbullismo, altro che "ragaz-
E lei gliel'ha dato. Intervista alla senatrice che in tre anni zate"); che prevede soluzioni immediate per
aiutare le vittime (la rimozione dei contenu-
ha scritto e depositato la legge contro il bullismo online. ti dannosi dalla Rete), provvedimenti per i
colpevoli (l'ammonimento del questore e
di Manuela Cervilli un procedimento rieducativo) e formazio-
ne per gli insegnanti e i ragazzi. E proprio
sulla formazione si fonda l'intera legge per
la "tutela dei minori per la prevenzione e il
contrasto del cyberbullismo", nata in nome
di Carolina Picchio, morta suicida a 14 anni
dopo aver vissuto sulla sua pelle l'angoscia e
il dolore che può infliggere il bullismo digi-
tale. «Le parole fanno più male delle botte»
ha scritto Carolina nella sua lettera d'addio:
queste parole sono state raccolte come un
testimone dal suo papà, che da quel momen-
to (era il 2013) non ha mai smesso di lottare
per avere una legge contro il cyberbullismo.
Instancabile Paolo Picchio gira per le scuole
per parlare con i ragazzi «mettendomi sulla
loro lunghezza d'onda - ci tiene a sottoline-
are - perché bisogna far capire che il web
Elena Ferrara, è bello, ma va gestito, che tutto quello che
senatrice viene postato non si cancella, che devono
della Repubblica parlarsi, tra di loro, con gli insegnanti e i
e prima firmataria genitori». E quando un ragazzino diventa
del disegno di legge una vittima? «Se si chiude in se stesso, non
per il contrasto esce di casa, rifiuta il cibo, c'è bisogno di un
al cyberbullismo aiuto specifico» continua Picchio. «A Milano
è stato creato il primo centro per la cura del
cyberbullismo: è la Casa Pediatrica del Fate-
benefratelli. Qui l'approccio è su più fronti: si
usa l'arte, la musica, la pet therapy e c'è an-
che una "palestra di autostima". Ho collabo-
rato con il primario Luca Bernardo: è stato
creato un modello di cura, che va portato in
altri centri, in tutta Italia». Speriamo il pri-
ma possibile, perché il bisogno è reale: sono
1.112 i minori curati nel 2016 alla Casa Pedia-
trica; l'80% dei casi per fenomeni legati alla
Rete, al web, deep web e ai social network.
Accanto a Paolo Picchio, a lavorare sulla leg-
ge contro il cyberbullismo c'è sempre stata
Elena Ferrara, senatrice ed ex insegnante di
musica di Carolina. L'abbiamo intervistata
prima che entrasse in Aula.

Il vostro lavoro è legge: è contenta?

«Sì, sono davvero contenta. Questa è una
legge che va a tutelare il diritto dei minori,

28 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2 017 www.altroconsumo.it


83% 17% 17% 12% 11%
dei minori conosce dei minori è sempre
un under 13 connesso
con profilo Facebook
che di solito non hanno voce. E me ne sono
resa conto personalmente in questi anni,
incontrandoli e scoprendo che le loro ri-
chieste d'aiuto rimanevano confinate nelle
aule e negli auditori, che io ho frequentato.
Finalmente gli adulti hanno raccolto queste
richieste e le hanno fatte arrivare al legisla-
tore. Molte leggi sui diritti - come quella per
esempio sulle unioni civili - vedono migliaia
di persone che si mobilitano, i minori non lo
fanno. Dobbiamo farlo noi per loro».
Che cosa ha pensato quando la legge
è stata approvata con l'unanimità?
«Era partita in commissione diritti umani e
in Senato con l'unanimità. Il fatto che si sia
chiusa così alla Camera è stato il momento
più emozionante: ho pensato che Carolina
era riuscita a entrare nelle corde di tutti».
La legge dà ai ragazzi la possibilità
di chiedere a un sito di rimuovere
i contenuti dannosi diffusi in Rete.
Possono fare la richiesta da soli?
«Sì, rendiamo più partecipi e quindi più re-
sponsabili i ragazzi, sia che si trovino nella
condizione di vittima sia di aggressore. Di
solito i minori sono quelli che hanno meno
potere di autotutela: non possono andare a
fare una denuncia da soli. Con questa legge
- su questi argomenti - lo possono fare: ab-
biamo dato loro uno strumento importante,
direi rivoluzionario».
In pratica, che cosa devono fare?
«Un ragazzo che vorrà fermare un conte-
nuto dannoso dovrà mettere un alert evi-
dente, indicando il contenuto, magari fo-
tografandolo, e richiedendo la rimozione
alla piattaforma o al gestore del sito. Tutto
senza bisogno di uscire dallo smartphone.
Verrà presto preparato un codice di co-re-
golamentazione: i colossi del web potranno
aderirvi, mettendo a disposizione dei ragazzi
i dispositivi per fare le segnalazioni. I siti
che parteciperanno a questo meccanismo
avranno una specie di marchio di qualità
e questo farà la differenza: la stessa che c'è
tra stare in una piazza dove la circolazione
è inibita e quindi i bambini possono giocare
tranquillamente oppure stare in un luogo
aperto al traffico. I colossi del web hanno
capito che questa è la strada e hanno dato
la loro disponibilità a collaborare. Tuttavia
www.altroconsumo.it
dei minori è connesso dei minori è vittima
tra le 5 e le 10 ore di cyberbullismo
al giorno
nel caso in cui rimanessero inerti di fronte
a una segnalazione è previsto l'intervento
del Garante della privacy».
Questa specie di cordone
di protezione, però, è riservato
solo ai minorenni.
«La discussione che ha attraversato le aule
ha valutato attentamente questo aspetto.
Abbiamo deciso di fare questo focus impor-
tante sui minori, attenendoci all'Ordinamen-
to del nostro diritto, perché è nella fascia
dei 14-18 che si sono verificati purtroppo i
casi più drammatici nell'ultimo periodo. Di
fatto molte piattaforme sono vietate a chi
ha meno di 13 anni, in alcuni casi anche 16
anni. Per gli ultradiciottenni invece non di-
mentichiamoci che possono andare a fare
una denuncia di persona; mentre i minori
non possono farlo. All'interno del grande
contesto della sicurezza in Rete, dunque, ci
siamo focalizzati sull'età minorile, proprio
perché sappiamo che lì ci sono i grandi rischi
e vogliamo dare risposte efficaci».
La legge definisce il cyberbullo, ma
di solito negli atti di bullismo sono
coinvolti anche altri soggetti passivi...
«La legge prevede un procedura di ammo-
nimento per il bullo: il questore convoca il
minore con il genitore per ammonirlo. Si
tratta di un provvedimento studiato per edu-
care e responsabilizzare i giovani, che anche
inconsapevolmente, si rendono responsabili
di comportamenti penalmente perseguibili.
Nella procedura di ammonimento si identi-
fica non solo il soggetto responsabile, ma si
contempla anche chi fa parte del "branco",
che va considerato anche se è un soggetto
gregario. Ma se è un soggetto gregario che
magari ha messo dei like o che ha rinforzato
i contenuti d'offesa, a maggior ragione deve
essere coinvolto nel percorso rieducativo.
A volte anche solo un like può rendere una
persona corresponsabile di reato. La proce-
dura di ammonimento è importante perché
mette subito un ragazzo o una ragazza di
fronte alla responsabilità e a un percorso
di risocializzazione: subito, senza aspettare
processi».
I 200mila euro stanziati bastano?
«Sì, per tre anni. Sono i soldi che verranno
dati alla polizia postale perché faccia una
INCHIESTA
Pericoli sul web
delle vittime di
Fonte:
indagine Skuola.net,
università di Firenze
cyberbullismo ha
e La Sapienza
pensato al suicidio di Roma
parte della formazione ai referenti scolastici.
Tutto il resto della formazione sarà a cura
del ministero dell'Istruzione, che all'interno
della sua agenda digitale ha molte risorse.
Non si può pensare di insegnare ai ragazzi
a smanettare online senza che abbiano la
consapevolezza di come farlo».
Cosa risponde a chi dice che la legge
si scontra con la libertà di espressione
online e con la neutralità delle rete?
«Devo dire che questa posizione faccio pro-
prio fatica a comprenderla. In Commissio-
ne Diritti umani nessuno ha mai pensato di
attivare processi di carattere censorio. Al
contrario, abbiamo pensato che servisse una
sorta di alleanza educativa perché i ragazzi
hanno bisogno di essere ascoltati. Le statisti-
che ci dicono che non parlano con i genitori,
né con gli insegnanti, a volte neanche con
gli amici. Addirittura a volte sono gli stessi
amici i primi traditori: si creano situazioni
di isolamento estremo, che portano i ragazzi
a pensare che la vita non abbia più senso.
Di fronte al reiterarsi di situazioni di questo
genere, che sfociano a volte nella depressio-
ne ma anche nel suicidio di adolescenti, è
ancora più importante che venga tutelata
la loro libertà, anche di espressione, ma
proprio attraverso un processo che deve
essere educativo. Quella della perdità della
libertà di espressione è un'eccessiva preoc-
cupazione: proprio la discussione in Aula
ha chiarito che questa è un'eccezione legata
alla minore età».
Lei è sempre in giro a incontrare
i ragazzi: che cosa le dicono?
«I ragazzi spesso mi aspettano dopo i dibat-
titi a scuola e mi espongono situazioni in cui
si trovano in difficoltà: quando per esempio
qualcuno cerca di carpire una loro foto inti-
ma, si confrontano con un grande disagio. Se
non dai la foto sai che sarai "tagliato fuori"; se
la dai sai che entrerai in un girone infernale.
Questo conflitto riguarda la loro esistenza e
la loro quotidianità: uno stress che noi non
abbiamo mai vissuto».
Grazie per il suo tempo, senatrice:
la lascio al suo lavoro, tra Aula
e incontri con i ragazzi.
«Sì, in effetti sono diventata una specie di
trottola, ma devo dire che ne vale la pena».
luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 29
 GUIDA PRATICA
Gomma bucata: come fare

Ruote a terra
Sostituire la gomma bucata, oppure tamponare con una soluzione
d'emergenza: tutti i rimedi all'imprevisto più comune che può capitare in auto.
di Elisa Gerardis

S
ei in autostrada e all’improvviso te
ne accorgi: la gomma dell’auto si è IN SINTESI
bucata. Innanzitutto, niente panico:
Pro e contro dei
le soluzioni ci sono. Per chi non ha metodi più utilizzati in
la manualità per cambiare la ruota, esistono caso di gomma bucata
pratici kit di riparazione per proseguire il Come funzionano
viaggio fino al meccanico più vicino. due tipi di kit di
In particolare, abbiamo verificato i pro e i riparazione
contro di due piccoli set da tenere in auto - Consigli per
sostituire una gomma
bomboletta e compressore con bomboletta in sicurezza
- e in generale di alcune tra le soluzioni più
diffuse per non rimanere con una gomma
fuori uso. Attenzione: si tratta pur sempre
di rimedi provvisori, utilizzabili solo per
un tempo limitato e per danni contenuti al
pneumatico. Per chi non è esperto, la cosa
migliore da fare è chiamare il Soccorso Au-
tostradale.
Bomboletta antiforatura
Anche se per legge non è obbligatorio tenere
a bordo dell’auto un sistema per rimediare a
una foratura, è comunque importante poter
avere una soluzione a portata di mano in

30 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017 www.altroconsumo.it

 GUIDA PRATICA
Gomma bucata: come fare

caso di buco alla ruota. I kit di riparazione

dei pneumatici sono costituiti sostanzial- COMPRESSORE: ISTRUZIONI PER L'USO
mente da uno spray sigillante, con o senza
la dotazione di un piccolo compressore.
In questa seconda categoria rientrano le Il compressore può essere usato per gonfiare la gomma
bombolette antiforatura (prima foto in bas-
so): la loro schiuma, da inserire nella ruota
o, con uno spray sigillante, per porre rimedio a una foratura.
attraverso la valvola, ostruisce il foro e, con Ecco come si utilizza.
il movimento dell’auto, mantiene costante la
pressione del pneumatico. Abbiamo provato
alcuni dei prodotti di questo tipo presenti
sul mercato e, in effetti, il metodo funziona.
Leggete sempre le istruzioni: generalmente
consigliano di sgonfiare completamente il
pneumatico prima di usare la bomboletta,
in modo da prevenire eventuali problemi di
pressione (a volte, in dotazione con l'auto,
ci sono dei piccoli strumenti che servono SOLO ARIA ARIA E SIGILLANTE
proprio per far fuoriuscire tutta l'aria dalla Se vuoi solo gonfiare Collega la bomboletta
gomma). Inoltre è molto importante rimet- la gomma, collega la pompa alla valvola del pneumatico,
tersi in moto subito dopo aver fatto la ripa- del compressore alla valvola quindi connettila anche
razione: solamente così la schiuma potrà del pneumatico al compressore
entrare in circolo in tutto il pneumatico.
L’uso della bomboletta richiede almeno 2-3

PULSANTE ACCENDISIGARI
DI ACCENSIONE Inserisci la presa di corrente
A questo punto, premi del compressore nel vano
il pulsante d' accensione dell'accendisigari,
del compressore dopo averlo rimosso

La schiuma sigillante contenuta nelle bombolette

spray copre il foro presente sulla gomma. Prima
dell'uso, generalmente viene consigliato di
rimuovere l'oggetto che ha causato la foratura

PRESSIONE
Gonfia il pneumatico fino
alla pressione desiderata:
puoi controllare tramite
il manometro del compressore
PARTENZA
Disconnetti il kit e guida
per circa 10 Km (a 80 km/h
al massimo) per permettere
la distribuzione del sigillante

Il kit composto da compressore e

bomboletta deve essere connesso alla presa
dell'accendisigari per poter funzionare

www.altroconsumo.it luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 31

 GUIDA PRATICA
Gomma bucata: come fare

minuti: un tempo potenzialmente perico-

LA SOSTITUZIONE DELLA GOMMA loso da trascorrere sulla strada o in corsia
d’emergenza, meglio scegliere un luogo più
Per il cambio della gomma è fondamentale innanzitutto sicuro. Il prezzo della bomboletta va dai 6
scegliere una posizione sicura: mai sostare in corsia di euro in su, decisamente più economico ri-
spetto al secondo tipo di kit di riparazione.
emergenza per sostituire la ruota sul lato sinistro dell'auto.
Sigillante e compressore
Il prezzo del kit composto da un piccolo
compressore e dal sigillante spray parte da
circa 30 euro, a cui sono da aggiungere i
costi della bomboletta di ricambio, intorno
ai 15 euro. In generale, si tratta di una solu-
zione un poco più sicura rispetto alla prima,
1 ma anche più impegnativa. In questo caso,
3 la bomboletta deve essere collegata sia alla
valvola del pneumatico da aggiustare, sia
4 al compressore, allacciato a sua volta alla
2 presa dell’accendisigari (vedi infografica a
pagina 31).

1
SBLOCCARE LA RUOTA
Allenta con la chiave i bulloni, in questo
ordine: primo, secondo, terzo e quarto
Tutta l’operazione dev’essere svolta con il
motore dell’auto acceso, in modo da garan-
tire una corrente a 12 volt. Con l’avvio del
compressore, il pneumatico si riempirà di
aria e di sigillante schiumogeno, che chiu-
derà il foro che aveva causato la perdita
di pressione. Un vantaggio di questo kit

2
(come nell'immagine).
sta nell'avere a bordo dell'auto un piccolo
compressore, utile anche per controllare
la pressione delle gomme e gonfiarle o per
qualsiasi altra evenienza. Dopo aver riparato
SOLLEVARE L'AUTO il pneumatico, è fondamentale mantenere
Posiziona il cric e gira la una velocità moderata per raggiungere co-
manovella in senso orario per munque il meccanico più vicino.

3
sollevare la ruota da terra.
RIMUOVERE LA GOMMA
Finisci di svitare i bulloni e poi
Il classico cambio della ruota
Oltre ai kit di riparazione, tra le soluzioni
d’emergenza non bisogna dimenticare an-
che la classica ruota di scorta che, al contra-
rio dei kit, consente di continuare il viaggio

4
rimuovi la gomma.
anche in caso di gravi danneggiamenti del
pneumatico da sostituire. Può avere le stes-
se dimensioni delle altre ruote o essere più
piccola, ma in quest'ultimo caso permette
MONTARE LA RUOTA di viaggiare al massimo a 80 km/h. Da tene-
DI SCORTA re presente che la sostituzione della ruota
Posiziona la ruota di scorta in sede e può richiedere una certa abilità e uno sforzo

5
avvita i bulloni senza stringerli.
Verifica che la ruota giri e che il
cerchione sia fissato.
TOGLIERE IL CRIC
Gira in senso antiorario il cric finché la
ruota non tocca completamente a
notevole. Inoltre, potrebbe rappresentare
anche un rischio per la sicurezza: bisogna
sempre usare il giubbotto catarifrangente
e posizionare il triangolo di segnalazione.
I pneumatici run-flat
Più cari rispetto alle gomme normali e dispo-

6
terra, così da sfilarlo agevolmente. nibili solo per alcune case automobilistiche,
i pneumatici run-flat, grazie a un particolare
rinforzo sui fianchi, consentono di continua-
re a viaggiare anche in caso di foratura per
SERRARE I BULLONI oltre 80 km (a velocità massima di 80 km/h).
Infine stringi bene i bulloni sempre Tuttavia, sono più pesanti dei tradizionali
procedendo “a croce”. Riposiziona pneumatici: maggiori consumi del carbu-
l'eventuale copricerchio. rante sono quindi da mettere in conto per
chi sceglie questa soluzione.

32 Altroconsumo 317 • luglio-agosto 2017 www.altroconsumo.it


Convincere,
non costringere
La reintroduzione del concetto di obbligo di vaccinazione è un passo indietro
che rischia di essere controproducente.
A
vevamo appena mandato in stampa
il numero di Test Salute (TS 128,
giugno 2017) in cui commentavamo
l’introduzione nei Livelli essenziali
di assistenza (Lea) dei vaccini inseriti nel
Nuovo piano nazionale, quando il Governo
ha annunciato il decreto (poi pubblicato
all'inizio di giugno) con cui sono stati resi
obbligatori altri otto vaccini oltre ai quattro
già obbligatori in Italia. In precedenza solo
quattro vaccinazioni erano obbligatorie in
Italia: quelle contro poliomielite, tetano, di-
fterite ed epatite B. La mancata vaccinazione
non veniva perseguita da anni, né ostacolava
l’accesso alle scuole. Questo perché, da un
lato, non si voleva punire il bambino per la
scelta dei genitori e dall’altro si voleva supe-
rare il concetto di obbligatorietà, per andare
verso un’adesione alle vaccinazioni consape-
vole, basata su informazioni corrette.
Emergenza morbillo
L’introduzione dell’obbligo è stata giustifi-
cata da parte delle autorità principalmente
da due circostanze: un’epidemia di morbillo
in corso nel nostro paese da gennaio 2017 e
la tendenza a un costante e preoccupante
calo dell’adesione alle vaccinazioni negli ul-
timi anni in Italia. La vaccinazione contro
il morbillo in questo momento è davvero
essenziale e la grande maggioranza delle
vaccinazioni dell'infanzia incluse nel Piano
nazionale sono consigliabili (vedi Test Salu-
te per un’analisi puntuale della questione).
L'introduzione dell’obbligo, tuttavia, è un
www.altroconsumo.it
di Natalia Milazzo
Discutere l'opportunità
dell'obbligo vaccinale
non significa affatto
essere "no vax"
provvedimento discutibile. In primo luogo
l’unica emergenza sanitaria in questo mo-
mento riguarda il morbillo: a prescindere
da altre considerazioni, la obbligatorietà
sarebbe quindi stata giustificata solo per il
vaccino contro questa malattia.
Gli studi, inoltre, non confermano che
l’obbligo di vaccinazione produca risultati
significativamente superiori a quelli che si
possono raggiungere attuando misure di in-
formazione corretta e accompagnamento dei
genitori in dubbio o contrari. Per mettere in
atto queste campagne servono ovviamente
risorse: personale, formazione, organizza-
zione. Scegliere una linea dura, che punisce
chi è contrario alle vaccinazioni e forza la
mano di chi ha dei dubbi, rischia di rafforzare
la sfiducia di chi non vuole vaccinare i figli e
le preoccupazioni di chi è titubante.
Infine, introdurre le sanzioni e la denuncia al
tribunale dei minori sembra un accanimento
inutile nei confronti di persone che comun-
que ritengono di fare il bene dei propri figli.
IL PUNTO
Vaccinazioni
Perché tanti vaccini?
L’estensione dell’obbligo a 12 vaccini non
risulta oggi appoggiata a solide evidenze
scientifiche. Non c’è nessuna emergenza
meningite da meningococco: perché ren-
dere obbligatori i vaccini contro meningo-
cocco C e B, in un paese come l’Italia, dove
l’incidenza di queste meningiti è bassissima?
Perché introdurre una vaccinazione, quella
anti-meningococco B, che riguarda un vacci-
no introdotto di recente, il cui rapporto tra
costo ed efficacia è ritenuto non favorevole
da diversi studi? Si rischia così di aumentare
la sfiducia e alimentare la diffidenza dei citta-
dini, ottenendo un effetto controproducente
(che in parte già si nota nel rinfocolarsi di
questi giorni delle polemiche, spesso scarsa-
mente supportate da dati scientifici).
Su un punto insistiamo: ogni vaccino deve
essere giudicato a sé, valutando il rappor-
to tra rischi e benefici. Deve restare lecito
discutere l’opportunità di proporre a tutta
la popolazione questo o quel singolo vac-
cino, così come parlare degli effetti inde-
siderati di questo o quel singolo vaccino, e
di poterlo fare senza essere assurdamente
etichettati come “no vax” o antiscientifici. I
vaccini, come tutti i farmaci, possono dare
effetti indesiderati, anche gravi. Mettere in
discussione una singola vaccinazione deve
poter essere legittimo quanto mettere in di-
scussione l’assunzione di qualsiasi altro far-
maco o qualunque altro intervento sanitario.
L’importante è che il confronto si fondi su
solide basi scientifiche e non ideologiche.
luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 33
 A PRIMA VISTA
A cura di Natalia Milazzo
Pagare con un tocco
di smartphone
APPLE Pay
Alle numerose app che consentono di pagare direttamente con lo
smartphone si è aggiunta quella per iPhone, iPad e Apple Watch.
Ma per ora sono ancora poche le carte abbinabili.
Da un paio di mesi è disponibile
anche in Italia Apple Pay, il
sistema di pagamento Apple
disponibile per iPhone (dal
modello 6 in poi), iPad, Apple
Watch. La novità, rispetto alle
App già esistenti, è la velocità:
è sufficiente abbinare al Wallet
dell’iPhone o dell’iWatch una
carta di pagamento o un conto
prepagato, inserire le proprie
Un giocattolo come tanti
FIDGET Spinner DA 5 €
Una sorta di trottolina, da far girare
velocemente. Il Fidget Spinner è
questo. La pubblicità ha puntato sulla
presunta capacità antistress o di aiutare
a mantenere la concentrazione e simili.
In realtà non c’è nulla di accertato e anzi
il giocattolo è stato proibito in alcune
classi perché causa di distrazione. Un
aspetto cui prestare attenzione, che
abbiamo già denunciato al ministero
dello Sviluppo Economico, è che sono
in vendita esemplari di Fidget Spinner
34 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017
Su www.altroconsumo.it
altre novità e più dettagli
credenziali sul dispositivo
e utilizzare il Touch ID per
autorizzare il pagamento.
IL NOSTRO PARERE Comoda e
sicura come una carta di debito o
MIND THE GUM
credito, ha però il limite che sono DA 2,50 €
ancora poche le carte abbinabili
al sistema: anche se il loro
numero dovrebbe aumentare già Un chewing gum che
entro quest’anno.
sostiene di migliorare
le prestazioni
mentali di chi studia.
Attenzione: è un
integratore alimentare
che contiene caffeina.
Occhio quindi a non
superare la dose
consigliata (tre gomme
al giorno) e a tenerlo
alla larga dai bambini.
non a norma potenzialmente pericolosi
(un esempio è quello di sinistra nella
foto qui a fianco): si riconoscono
per l’assenza del marchio CE e delle
indicazioni obbligatorie per legge, tra cui
nome e indirizzo del produttore ed età
minima prevista del bambino.
IL NOSTRO PARERE Un giocattolo che
in mano a un bambino piccolo non è
privo di rischi. Da evitare quelli non a
norma, che non danno garanzie.
www.altroconsumo.it
 Tonno Riomare bio? No, solo l’olio lo è
Si vanta sulla confezione di essere “linea bio”, ma una indicazione così in
evidenza non è prevista per pesce non allevato. A essere bio è solo l’olio.

Schermi: OLED vs LCD PROSSIMI

TEST
I tv con schermo OLED stanno
tornando a far parlare di sé, soprattutto LATTE
per l’ultimo arrivato in famiglia Sony: Abbiamo messo alla prova 30
Tv Bravia OLED 4K HDR A1. Ma marche di latte parzialmente
cos’hanno di così speciale? Sono scremato a lunga conservazione:
migliori rispetto agli schermi LCD? test di laboratorio e prova
Quale conviene comprare? Abbiamo di assaggio, per trovare
messo alla prova entrambi i tipi. La quello migliore.
qualità delle immagini degli OLED è al
pari dei migliori LCD, i vantaggi sono
due: uno è che l’immagine non varia al
cambiare dell’angolo dello schermo, LG OLED 55B6V
come invece avviene con i display a
cristalli liquidi; l’altro è che quando un
DA 1.499 €
pixel è nero è proprio “spento”, quindi
il contrasto è migliore. In pratica hanno
gli stessi pregi che avevano i vecchi
tubi catodici e i televisori al plasma,
ma sono molto più sottili. Un’incognita
degli OLED è il cosiddetto “burn in”: i
pixel si consumano con il tempo e con
l’uso, fenomeno più evidente quanto
GIACCHE DA PIOGGIA
più la luce è intensa. Gli schermi LCD
non hanno questo problema. Nel A confronto 11 modelli di giacche
complesso, comunque, i test non impermeabili per il tempo libero:
mostrano grandi differenze di qualità tra LG LCD 55UH850V alla prova protezione da acqua e
i due tipi di schermo. DA 1.099 € vento, resistenza e vestibilità.

IL NOSTRO PARERE A conti fatti, e risultati del test alla mano, è meglio comprare un LCD, che
costa fino a due-tre volte meno di un OLED e offre una qualità sostanzialmente equivalente.

Pelle liscia in fretta

VEET Sensitive Precision DA 24,99 €
Un minirasoio elettrico, dedicato alle zone più delicate: viso, ascelle
e zona bikini. Pratico e leggero, rispetto al rasoio a lametta elimina
il rischio di tagliarsi. E consente più precisione per le aree limitate.
ASCIUGATRICI
Test su 60 modelli a pompa di
Per eliminare peli sgraditi pettine per ottenere diverse calore, per trovare i più efficaci,
dalle parti delicate e limitate, lunghezze di rasatura. Piccolo quelli che consumano meno
Veet Sensitive Precision: e leggero, si può portare e quelli con il miglior rapporto
un apparecchio per radersi comodamente anche in tra qualità e prezzo.
elettrico, comodo e viaggio. Al contrario di un
maneggevole. rasoio a lama, non serve
È abbastanza versatile: si gel né schiuma. Non è però
può scegliere tra due testine adatto per le parti più estese
a seconda dalla parte da (per esempio le gambe).
depilare. Le testine hanno
diverse larghezze (20, 16 e 6 IL NOSTRO PARERE
mm), quella “di precisione” Comodo, consente molta
ha due larghezze diverse per precisione, anche se ci vuole
rifinire le soppracciglia. una certa manualità per
Alle testine si possono usarlo al meglio. È un RAEE,
abbinare due rifinitori a per funzionare servono le pile.

www.altroconsumo.it luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 35

 PANNA
SMONTATA
Dagli additivi ai grassi, dagli zuccheri all’igiene,
fino alla prova palato di esperti e no. Il nostro test
ha “scomposto” il gelato bianco.
COME TESTIAMO
Marche e modelli sono selezionati di Matteo Metta
in modo da coprire il più possibile il
mercato. Tutti i campioni sono
acquistati nei normali punti
IN SINTESI
vendita, inviati ai laboratori e
testati in forma anonima. Il test su 14 gelati
Svolgono le prove laboratori ed in vaschetta, al gusto
panna o fiordilatte
esperti indipendenti da qualsiasi
I consigli
tipo di interesse commerciale. dell’esperta gelatiera
per riconoscere
COME VALUTIAMO un cono di qualità
Le migliori gelatiere
La qualità è indicata con un numero domestiche
di stelle, da uno (pessimo) a cinque
(ottimo). La qualità globale è
espressa da una valutazione in
centesimi. Se un prodotto non
supera le nostre prove di sicurezza
o ha gravi problemi di conformità il
giudizio globale è sostituito da
questo simbolo:
Il colore blu nelle tabelle indica i
prodotti di qualità globale buona,
l’azzurro di qualità media, il grigio di
qualità insufficiente.

MIGLIORE DEL TEST

Migliore qualità globale del test,
a prescindere dal prezzo

MIGLIOR ACQUISTO
Qualità globale buona e il prezzo
o il costo d’uso più conveniente

MIGLIOR PREZZO
Qualità globale media e un prezzo
o costo d’uso particolarmente
conveniente

MEGLIO EVITARE
Il prodotto ha gravi problemi di
conformità o di sicurezza

Migliaia di prodotti e
aggiornamenti continui
su www.altroconsumo.it
www.altroconsumo.it

S
enza saperlo, abbiamo seguito sin
troppo alla lettera il suggerimento
dello scrittore americano tre
volte premio Pulitzer, Thornton
Wilder: «Il mio consiglio è di non chiedersi
perché o percome, ma di godersi il
gelato». Un’abilità in cui noi italiani siamo
imbattili. Non per nulla i nostri consumi
sono da brivido: ogni anno mangiamo 12
chili di gelato a testa, un record mondiale.
Numero tutt’altro che congelato, visto
che continua a crescere. Ma è vero anche
che in fatto di coni e coppette siamo poco
avvezzi a chiederci il perché e il percome.
Cono d’ombra
A torto ci fidiamo del nostro palato
anestetizzato da prodotti spesso scadenti,
che sedicenti «gelaterie artigianali»
spacciano come freschi e genuini. E che,
più spesso di quanto si possa immaginare,
sono invece un concentrato di additivi,
grassi vegetali, coloranti e aromi artificiali.
Ci lasciamo ingolosire dalle immagini delle
gemme gastronomiche che campeggiano
sui cartelli dietro il banco, dove la frutta
è immancabilmente fresca, la vaniglia
è in bacche, il cacao è in fave tostate, i
Gelati in vaschetta
F CARTE D’OR Panna (530 g)
F COOP Gelato alla panna (500 g)
LATTEBUSCHE Fiordipanna (500 g)
G7 BIO Panna gelato biologico (300 g)
SAMMONTANA Barattolino panna
(500 g)
MOTTA LA CREMERIA Fiordilatte
(500 g)
CONAD Panna I classici (500 g)
MOTTA LA CREMERIA Senza lattosio
fiordilatte nocciola (500 g)
CARREFOUR Panna (500 g)
AUCHAN Gelato panna (500 g)
EISMANN Gelato alla panna (1.000 g)
VIVI VERDE COOP Gelato alla panna
biologico (300 g)
VALSOIA Il gelato tutto bianco (300 g)
PENNYMARKET Gelato al fiordilatte
(500 g)
Risultati completi su www.altroconsumo.it/gelati
www.altroconsumo.it
TEST
Gelato in vaschetta
pistacchi sono di Bronte e le nocciole al mondo reale. In verità quello delle
arrivano dalle Langhe. Immagini che gelaterie può non discostarsi dal gelato
stridono con la realtà, che vede i veri dichiaratamente industriale, per esempio
gelatieri artigiani ridotti a una riserva venduto in vaschette, oggetto di questo
indiana, mentre imperversano quelli test. La comoda vaschetta ha contribuito a
per i quali il lavoro artigianale consiste sdoganare il gelato dal vecchio stereotipo
nell’arduo compito di versare in una dello street food, per consentire di
macchina il contenuto di un bustone già assaporarlo seduti a tavola. Il gelato è
pronto e un po’ d’acqua. anche passato da refrigerio nelle calde
Colpa di un buco normativo, che lascia giornate estive a dessert che non conosce
campo libero a chiunque di reclamizzare stagioni, da spuntino goloso a sostituto
come artigianale il proprio gelato. Ma del pasto. Anche se dal punto di vista
colpa anche nostra, che non vogliamo nutrizionale non è un alimento completo,
saperne di dedicare un po’ di attenzione come invece molti sostengono, perché
alla lettura del cartello con gli ingredienti il gelato è ricco di cremoso piacere, sì,
che le gelaterie sono obbligate a esporre. ma povero di fibre. Inoltre, i gusti alla
Alzi la mano chi l’ha mai fatto o chi si frutta sono privi di proteine, perché non
è accorto della sua esistenza. Va anche contengono né latte né uova. Quindi è
detto, a nostra parziale difesa, che la tutt’altro che un alimento equilibrato e
buona volontà non basta: quando il ben bilanciato.
cartello c’è, la sua ricerca può a volte In un settore con poche certezze, sono
rivelarsi una vera caccia al tesoro. in molti a chiedersi quali siano allora le
vere differenze tra gelato di gelateria (che
Quello industriale si dà molte arie non ci spingiamo a definire “artigianale”
Si crede che gelato artigianale e gelato tout court) e gelato in vaschetta (oppure
industriale più diversi non possano in coppette, stecchi, coni o biscotti).
essere. Purtroppo è una differenza che Quella forse più importante è fatta d’aria.
appartiene più all’immaginario che Sì, l’aria che l’impasto ingloba durante
PREZZI RISULTATI
Assaggio consumatori
QUALITÀ GLOBALE %
Quantità di grassi
Assaggio esperti
In euro min-max
Residuo secco
In euro al chilo
prezzo medio
Tipo di grassi
a confezione
(aprile 2017)
Ingredienti
Etichetta
Zuccheri
Igiene
2,68 - 3,79 5,89 B C A B B B B B C 67
2,09 - 2,39 4,78 B C A B B B B B C 66
2,99 5,98 C D A B B A A B C 65
3,39 11,30 C A A B A B C C D 62
2,35 - 3,35 6,70 B D A A A D B B C 62
2,46 - 3,69 7,38 B C A A B B A B D 61
1,79 - 1,79 3,58 C C A A B D B B C 61
2,99 - 3,99 7,98 B C A B C A A C D 61
1,99 - 2,39 4,78 B D A B C C B B C 60
1,9 - 2,2 4,40 B D A A A C B B D 60
7,8 - 7,8 7,80 B D A A B C B B D 59
2,9 - 2,99 9,82 C A A A A B C D D 58
2,27 - 3,49 9,25 C D A B C D B C C 51
1,59 - 1,59 3,18 B D A B B E A C E 47
qualità buona qualità media
luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 37
 TEST
Gelato in vaschetta
Si dice che spesso s’incontra
il proprio destino nella via che
s’era presa per evitarlo. Così è
stato per Chiara Soban. Decisa a
intraprendere un lavoro diverso
da quello dei genitori e dei due
fratelli - tutti gelatieri - si è
laureata in relazioni pubbliche
e pubblicità. È andata a vivere
a Londra. Ha fatto volontariato
come casco bianco nei Balcani.
Si è guadagnata una buona
posizione in una multinazionale
a Milano. Dopo un anno, la svolta.
Ha rinunciato al posto fisso e alla
carriera per seguire la sua vera
vocazione, che nel frattempo
è diventata chiara come il suo
nome: fare gelati. E farli alla
maniera dei Soban, cioè con
quella maestria che li ha portati
nell’olimpo dei migliori gelatieri
artigiani d’Italia. Nella guida che
il Gambero Rosso dedica alle
gelaterie, guadagnano infatti il
punteggio massimo (tre coni),
insieme ad altri 35 indirizzi. Un
gruppo di eccellenze davvero
sparuto se si pensa che in Italia
esistono ben 37.000 gelaterie.
Insomma, un destino segnato.
«I miei si sono conosciuti dietro
un banco di gelati, in Germania,
negli anni Settanta. Mio padre è
friulano, mia madre è originaria
della Val di Zoldo, la “Valle
dei Gelatieri”, nelle Dolomiti
bellunesi. Io e i miei due fratelli
siamo cresciuti a pane e gelato.
La mia famiglia ha quattro
gelaterie: tre in Piemonte
- quella storica, a Valenza, e
altre due ad Alessandria - e da
38 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017
INTERVISTA
CHIARA SOBAN
GELATIERA
«La lista degli ingredienti deve essere
corta e pulita. Colore, consistenza, sapore...
Ecco come riconoscere un buon gelato»
qualche giorno la mia, a Trieste,
dove mi sono trasferita per
amore».
Come si fa un buon gelato?
«Posso dire come lo facciamo
noi. Usiamo materie prime di alta
qualità, andandole a scegliere
direttamente dai produttori.
Rispettiamo la stagionalità dei
prodotti; per intenderci niente
gusto fragola a gennaio. La
nostra lista di ingredienti è corta
e pulita. Non usiamo “bustoni”
già pronti né alcun tipo di miscele
e nemmeno semilavorati
industriali, sebbene sul mercato
ce ne siano di buona qualità.
Per esempio per il gelato alla
nocciola usiamo pura pasta di
nocciola, raffinata e tostata per
noi da piccoli artigiani. A Trieste
la mia gelateria ha il laboratorio in
vetrina. Così i passanti possono
vedere cosa combino».
Una bella mossa di marketing.
Ecco come si mette a frutto una
laurea in pubblicità.
(ride) «Beh, diciamo che
posso permettermi di essere
trasparente. Mi piace che tutti
possano vedere che uso latte
fresco, che spacco cento uova
alla volta, dividendo il bianco dal
rosso, che sbuccio le pesche una
a una. Sono molto attiva anche
nella comunicazione attraverso
i social: posto continuamente
foto sia dei prodotti che uso
sia dei nuovi gusti. Nel locale
non mi limito ad avere il “libro
degli ingredienti”, lo tengo in
bell’evidenza sul banco. Tutti
dovrebbero esporlo, come
prevede la legge. Perché
consultarlo è l’unico modo per
capire cosa contiene il gelato».
Prima di arrivare al libro degli
ingredienti, c’è un modo più
immediato per stare alla larga
dal cattivo gelato?
«Bisogna diffidare dei gelati
che nel banco svettano come
l’Everest. Quelle montagne sono
lì a dirci che sono stati usati
addensanti non proprio naturali,
grassi diversi e determinati
tipi di zuccheri. Sono gelati che
resistono agli shock termici, per
questo fanno fatica a sciogliersi».
Quindi se il gelato si scioglie in
fretta è un buon segno?
«Non troppo in fretta, perché
altrimenti significa che il
bilanciamento, in particolare
quello degli zuccheri, non è stato
eseguito correttamente».
Altri elementi?
«Il colore. Quando è troppo
sgargiante, c’è qualcosa che non
va. Il pistacchio al naturale ha un
colore quasi nocciola o un verde
molto spento, a seconda della
varietà; mai un verde deciso o
fluo. Quando è così, significa
che all’interno ci sono coloranti
artificiali. Che dire poi del gusto
alla mela verde che non è giallino
ma verde come la buccia...».
E la prova palato?
«Un cattivo gelato fa venire
sete e lascia sulla bocca una
patina di grasso. Ciò dipende
dalla quantità e dalla qualità
degli zuccheri e dei grassi. Se
si usano grassi nobili (quelli del
latte, della panna o dei tuorli
d’uovo) oppure gli oli essenziali
delle nocciole o dei pistacchi,
questo tendenzialmente non
succede. Diverso il caso dei
grassi vegetali, idrogenati e no, o
comunque di derivazione meno
pregiata. Un gelato di questo
tipo è anche meno digeribile».
Perché il gelato tende a essere
simile tra le varie gelaterie?
«L’omologazione dipende
dall’uso delle basi già pronte.
Poiché in Italia non esiste ancora
una legge che tuteli il gelato di
qualità, tutti possono scrivere
“produzione propria” e “gelato
artigianale”. Si spaccia per
artigiano anche chi ha fatto
un corso di tre giorni e vende
gelato ottenuto aggiungendo
semplicemente acqua o latte alla
miscela industriale». M. M.
Chiara Soban nel 1985
sul carretto dei gelati di famiglia
www.altroconsumo.it

LA NOSTRA SCELTA: GELATI IN VASCHETTA
67 QUALITÀ
BUONA
CARTE D’OR Panna
2,68-3,79 € (530 grammi)
PRO Buona la quantità di panna. Se la cava bene in
tutte le prove di laboratorio ed è tra i gelati più
graditi all’assaggio dei consumatori.
CONTRO Non è tra i gelati con la lista degli
ingredienti più semplice. Il palato (severo) dei
nostri esperti non gli ha dato più di un sufficiente.
IL NOSTRO PARERE Il nostro Migliore del Test
ha un prezzo nella media ed è nel complesso
un gelato di buona qualità.
la preparazione e che ne determina
l’aumento di volume. Nel gelato venduto
in gelateria questo aumento in genere
non va oltre il 30%, dato che l’aria è
incorporata naturalmente nella fase di
mescolamento del preparato. Al contrario,
nei gelati industriali l’aria viene insufflata
artificialmente durante il congelamento
dell’impasto, cosa che può portare anche
al raddoppio del volume iniziale. Non si
pensi a una truffa sul peso, perché anche
se il gelato si gonfia, il peso non cambia. E
quello in vaschetta oggi è venduto a peso.
L’aria inglobata fa da isolante termico
e, di conseguenza, permette al gelato
di sciogliersi più lentamente e resistere
meglio agli sbalzi di temperatura nelle fasi
di trasporto, consegna, vendita, acquisto
e consumo.
Naturalmente, tutto questo ha effetti sulla
struttura del gelato. Quando contiene
troppa aria il gelato è meno freddo e
assomiglia più a una mousse: gli esperti
lo definiscono spregiativamente “schiuma
da barba”. I gelati in vaschetta del nostro
test hanno una quantità d’aria che va dal
43% (Auchan) al 114% (Pennymarket).
Nel caso di un gelato di gelateria a base
di latte, panna e uova (cioè con una
composizione paragonabile ai gusti
www.altroconsumo.it
TEST
Gelato in vaschetta
66 QUALITÀ
BUONA
COOP Gelato alla panna
2,09-2,39 € (500 grammi)
PRO È stato tra i più apprezzati nelle prove
di degustazione da parte dei consumatori.
Gli esperti assaggiatori hanno evidenziato
l’assenza di granulosità.
CONTRO Ingredienti da migliorare: figura nel
gruppo dei gelati del nostro test che contengono
sia additivi sia aromi.
IL NOSTRO PARERE Supera a testa alta le prove
del test e ha un ottimo rapporto qualità-prezzo.
panna o fiordilatte scelti per il nostro fiordipanna o semplicemente bianco
test), la quantità ideale d’aria si posiziona (come Valsoia). Tranne i gelati vegetali,
tra il 35 e il 40%. che non contengono né panna né latte
(Valsoia, appunto), gli altri gelati bianchi
Igiene: meglio le vaschette devono contenere almeno uno dei due.
Un’altra caratteristica che può distinguere Qual è allora la differenza tra gusto panna
il gelato di gelateria da quello industriale e fiordilatte? Siamo andati a controllare
è l’igiene. Quello che arriva da uno nel Codice di autodisciplina della gelateria
stabilimento è più controllato rispetto industriale; come si è detto una legge
a quello che proviene dal laboratorio non c’è. La prima differenza sta nella
di una bottega, dove i rischi legati alle percentuale di grassi, maggiore nel gelato
manipolazioni e alla conservazione sono
più alti. Infatti le analisi microbiologiche
sui gelati in vaschetta confermano questa
sicurezza: i valori sulla carica batterica
sono bassissimi, i microrganismi dannosi
assenti. Solo nel caso del gelato di
Pennymarket il laboratorio ha riscontrato
positività per le Enterobacteriaceae, ma
con valori veramente bassi e tali da non
costituire alcun problema.
Bianco latte... ma non fresco
Per questo test, ci siamo concentrati
sul gelato bianco, che normalmente è
la base per gli altri gusti alle creme, dal
vero e proprio gusto crema fino alla
nocciola. Il gelato bianco in vaschetta È un’abitudine verde riutilizzare la vaschetta
assume diversi nomi a seconda del per usi alimentari e no. Invece non va mai
produttore: fiordilatte, gelato alla panna, usata per scaldare i cibi nel microonde
luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 39
 TEST
Gelato in vaschetta

alla panna, anche se per entrambi si deve

trattare di grassi provenienti dal latte. Il
latte scremato reidratato in quasi tutti
i campioni è il primo ingrediente, ma

6,20€ 52,9%
È il prezzo medio di un chilo
di gelato in vaschetta. I prodotti
del test vanno da un minimo di
Il Sud consuma il 29,4% del gelato
3,18 euro (discount) a un
massimo di 11,30 euro (biologico)
È la percentuale di consumi di
gelato che detiene il Nord Italia
rispetto al totale nazionale.
italiano, il Centro il 17,6%
troviamo anche latte scremato in polvere,
burro, siero di latte in polvere. Il latte
fresco c’è solo nei due gelati bio (G7 bio
e Vivi Verde Coop). L’altra differenza sta
nell’ingrediente “panna”, che deve essere
presente nel gelato alla panna ma non nel
fiordilatte. Non è detto che il gelato alla
panna sia più buono quando contiene più
panna (vedi riquadro in basso a sinistra).
Il Codice di autodisciplina specifica che

20€ 12 kg
È il prezzo medio al chilo
del gelato acquistato in gelateria.
Un prezzo tre-quattro volte
superiore a quello
del gelato confezionato
MEGLIO TANTA PANNA? NON È DETTO
È la quantità di gelato
che ogni italiano consuma
in un anno. Il gelato alimenta
un giro d’affari di oltre 3 miliardi
le proteine e i grassi devono derivare
esclusivamente dal latte. Possono essere
di diverso tipo solo se contenute in altri
ingredienti caratterizzanti. Cosa c’entra
allora l’olio di cocco nel gelato fiordilatte
di Pennymarket? Anche in Valsoia è
presente, in quantità leggermente
inferiore, ma il discorso è diverso, dato
che si tratta di un gelato completamente
vegetale. Il laboratorio ha anche misurato
la percentuale di grassi saturi sul totale
dei grassi. Nella colonna “tipo di grassi”
abbiamo assegnato un giudizio ottimo
(cinque stelle) solo quando era inferiore
al 60%, visto che la percentuale di grassi
saturi normalmente presente nel latte e
nei suoi derivati è del 58%.

In teoria, in un gelato alla panna, più panna c’è meglio è. Non Il misterioso mondo degli additivi
è così: i prodotti più apprezzati all’assaggio non sono quelli Nella lista degli ingredienti abbiamo
che ne contengono di più. La virtù sta nel mezzo. trovato composti dai nomi misteriosi:
quasi sempre si tratta di additivi.
Troviamo sostanze dette emulsionanti
poiché consentono la formazione di una
%

miscela omogenea di due o più ingredienti

,5

,5
46

46

che non è possibile mescolare tra loro (per

esempio grasso e acqua): monogliceridi
e i digliceridi degli acidi grassi (E471). Ci
sono poi gli addensanti e gli stabilizzanti:
i primi servono a rendere il gelato più
denso e cremoso, i secondi servono a
conservare queste caratteristiche stabili
più a lungo. Due funzioni che nel gelato
%

%
21

21
%

sono spesso svolte dagli stessi additivi.

20
%

I più comuni sono: la farina di semi di

17

carrube (E410) o gomma di guar (E412),

%

%
12

12
%

entrambe ottenute da una particolare

10

10

lavorazione dei due semi; l’alginato di

sodio (E401) estratto da alghe brune; la
carragenina (E407), estratta dalle alghe
rosse. La presenza di questi additivi nel
gelato in vaschetta non deve destare
r

na

ad

o
ou

’O
ch

o
an

ha

bi
n
ta

Co

Co

particolari preoccupazioni, anche se

ed

G7
ef

us

Co
sm

c
on

Au
rr

e
rt
eb
Ei

rd

ovviamente meno ce n’è, meglio è.

m
Ca

Ca
tt

ve
m
La

Sa

vi
Vi

Se l’aroma è un artificio
Tra gli ingredienti incontriamo poi gli
aromi e gli aromi naturali. Nel primo caso,
anche se non viene specificato, si tratta

40 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017 www.altroconsumo.it


di aromi artificiali e possono essere di
due tipi: 1) prodotti in laboratorio e non
esistenti in natura 2) ottenuti in laboratorio
ma uguali a quelli naturali (“natural-
identici”). In altre parole si tratta sempre di
sostanze di sintesi, frutto di procedimenti
chimici: sul loro profilo di rischio si dibatte
molto. Sono sostanze che possiamo trovare
anche nel cosiddetto gelato artigianale.
Nella valutazione degli ingredienti abbiamo
tenuto conto della presenza e della natura
di tutti questi elementi. Il giudizio più alto
va ai due gelati che non hanno né additivi
né aromi artificiali.
Quanti zuccheri?
Un’altra domanda che ci si fa spesso è
quanto zucchero contiene il gelato. Non
poco. Però, si sa, il gelato è un dolce
peccato. I nostri campioni hanno dal 19% al
28,5% di zucchero, a seconda della marca,
percentuali inferiori rispetto a quelle
di una merendina (40% circa). Sarebbe
meglio parlare di zuccheri, perché il più
delle volte si tratta di un mix: saccarosio,
sciroppo di glucosio e in alcuni casi anche
lattosio. Abbiamo considerato ottimale
(cinque stelle) una percentuale di zuccheri
compresa tra il 22 e il 27%. Cosicché i
prodotti del test meritano tutti punteggi
tra il buono e l’ottimo. Non così sul residuo
secco, cioè la massa degli ingredienti solidi
presenti nel gelato, in pratica tutto ciò che
non è acqua. In un gelato alla crema di
latte la percentuale più vicina allo standard
ideale è 40-45%: raggiunta da meno di un
terzo dei nostri campioni.
Alla prova dei sensi
Ma al di là di calcoli e misurazioni, il gelato
è un piacere: se non è buono che piacere
è? Immancabile quindi la prova di assaggio.
Questa volta affidata sia a un gruppo di
quattro esperti sia a un gruppo di oltre
duecento consumatori. I campioni che
sono maggiormente piaciuti ai consumatori
sono i gelati Coop, Sammontana, Conad e
Carrefour, giudicati più gustosi, armonici
e genuini. Sul lato opposto, la Cremeria
senza lattosio, Pennymarket e Valsoia,
che, pur soddisfacendo meno, non sono
mai andati sotto la sufficienza. L’unica
insufficienza va a Viviverde Coop.
Più severo il giudizio dei quattro
degustatori esperti, che hanno bocciato
ben il 50% dei gelati e non ne hanno
promosso a pieni voti nessuno. I punteggi
più alti se li aggiudicano Carte d’Or, Coop,
Carrefour, Lattebusche e Conad, seguiti
a strettissimo giro da Sammontana e
Valsoia. Il gelato che è piaciuto meno è
Pennymarket: non emerge positivamente
per alcun parametro.
www.altroconsumo.it
Per maggiori informazioni
www.altroconsumo.it/gelatiere
PER CHI PREFERISCE IL FAI DA TE
Farsi il gelato con una di queste macchine consente di scegliere ingredienti
genuini e di risparmiare: per un chilo di gelato alla panna si spende 5,90
euro con una autorefrigerante e 3,30 euro con una non autorefrigerante.
Gelatiere autorefrigeranti
80 QUALITÀ
BUONA
DE’ LONGHI Il Gelataio ICK5000
215-269 €
PRO Poco rumorosa. Facile da usare e pulire: le parti
non elettriche sono lavabili in lavastoviglie.
CONTRO Tempi di preparazione lunghi (50 minuti). Ha
un recipiente piuttosto piccolo (per 600 grammi di
gelato). Non ha un prezzo abbordabile.
IL NOSTRO PARERE Eccellente nella produzione di
gelati e sorbetti. Migliore del Test e Miglior Acquisto.
75 QUALITÀ
BUONA
ARIETE Gran Gelato metal 693
188-249 €
PRO Rispetto alla macchina Migliore del Test, questa
è più rapida nella produzione (circa 40 minuti) e ha un
recipiente più capiente (circa 800 grammi).
CONTRO Non è molto semplice da pulire.
IL NOSTRO PARERE Il nostro secondo Miglior
Acquisto offre una qualità dei gelati all’altezza, ma è
risultata meno efficace nella produzione dei sorbetti.
Gelatiere non autorefrigeranti
70 QUALITÀ
BUONA
NEMOX Harlequin
54-55 €
PRO Facile da usare. La versione da 1,5 litri consente
di realizzare circa 900 grammi di gelato.
CONTRO Per essere una non autorefrigerante ha
tempi di preparazione un po’ lunghi (40 minuti).
IL NOSTRO PARERE La non autorefrigerante
Migliore del Test produce un ottimo gelato alla
vaniglia, mentre quello allo yogurt è accettabile.
69 QUALITÀ
BUONA
DE’ LONGHI Il Gelataio IC8500
31-58 €
PRO I tempi di preparazione sono fra i più rapidi in
assoluto: 30 minuti per il gelato alla vaniglia, escluso il
tempo di precongelamento del recipiente.
CONTRO Non è facile da pulire a fondo.
IL NOSTRO PARERE Ha un prezzo interessante e ha
superato con discreti risultati tutte le prove sia per la
preparazione dei gelati sia per quella dei sorbetti.
luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 41
 TEST
Detergenti bagno
I SANITARI SPLENDONO,
L’AMBIENTE UN PO’ MENO
I detergenti per il bagno non sono il massimo per l’ambiente,
neanche quelli che si definiscono “verdi”. Da usare con moderazione.
L
e piastrelle ringraziano. Non sono
mai state così splendenti. Anche
chi le deve pulire sarà felice di
constatare che bastano poche
spruzzate e una passata di spugna per
ottenere una pulizia degna anche del
severo controllo delle suocere. I prodotti
detergenti specifici per il bagno, in gradi
diversi di perfezione e velocità, eseguono
diligentemente il loro compito senza
essere aggressivi con le superfici, ma
non sono proprio un bagno di salute per
l’ecosistema. Inoltre, contenendo sostanze
irritanti, bisogna usarli con le dovute
precauzioni ed evitare che i bambini
possano riuscire a raggiungerli.
Ne abbiamo messi alla prova 14, tutti
spray, ormai molto più diffusi e amati dei
prodotti in crema o gel. Il Migliore del Test
e Miglior Acquisto è Dexal Scioglicalcare,
il marchio della catena discount Eurospin:
costa poco, è efficace e non contiene
ingredienti particolarmente inquinanti.
Vince il titolo di Migliore del Test anche
Amuchina spray bagno igienizzante -
anticalcare: è stato il prodotto con le
performance migliori sia sullo sporco
sia sul calcare. Purtroppo però, poiché
contiene un ingrediente igienizzante che
riteniamo inutile e nocivo per l’ambiente,
TUTTO SULLE PULIZIE
Questo manuale molto pratico, interamente dedicato
all’igiene domestica è uno dei più richiesti dai nostri soci.
Puoi richiederlo su www.altroconsumo.it/guidepratiche
42 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017
di Simona Ovadia
IN SINTESI lo consigliamo solo per le pulizie
straordinarie. Per tutti i giorni, meglio
Alla prova 14
detergenti per il bagno optare per un prodotto più sostenibile.
in versione spray
Pulire usando Le tre prove chiave
prodotti alternativi Da un detergente per il bagno ci si aspetta
più ecosostenibili non solo che rimuova lo sporco, ma che
Le precauzioni per riesca anche a togliere il calcare senza
usarli in sicurezza
danneggiare le superfici. E sono proprio
queste tre prove il cuore del nostro
test. Abbiamo verificato l’efficacia nella
rimozione dello sporco tipico del bagno,
quello che si forma quando un sapone
entra in contatto con acqua e calcare
sui vari elementi come piastrelle, piatti
doccia, vasche e portasapone. Amuchina
è il prodotto che dà i risultati migliori,
mentre Winni’s è il peggiore in questa
prova. Abbiamo poi valutato l’azione
anticalcare, immergendo alcune barrette
di calcare in un contenitore di vetro con
50 ml di prodotto. Dopo 30 minuti le
barrette sono state rimosse e pesate per
verificare quanto si erano sciolte. Ancora
una volta lo spray per il bagno Amuchina
è risultato il migliore. Winni’s, ancora
una volta, è stato il peggiore: poiché
non è acido, non è in grado di sciogliere
il calcare. Infine è stata verificata
l’aggressività sulle diverse superfici. Pur
nelle condizioni abbastanza severe del test
nessun prodotto ha dato problemi.
Verdi solo se certificati
Tra i prodotti che abbiamo analizzato,
due, Chante Clair Vert e Winni’s, si
propongono con un’immagine ecologica
e amica dell’ambiente. Abbiamo verificato
gli ingredienti: in effetti contengono
tensioattivi di origine naturale più
facilmente biodegradabili, ma anche
due conservanti (Methylisothiazolinone
e Benzisothiazolinone) che hanno un
pessimo impatto ambientale e che
www.altroconsumo.it
 TEST
Detergenti bagno

LA NOSTRA SCELTA: DETERGENTI BAGNO SPRAY

66 QUALITÀ
BUONA 66 QUALITÀ
BUONA

DEXAL (EUROSPIN) AMUCHINA Spray bagno

Scioglicalcare igienizzante anticalcare
1,19 € 2,47 - 3,49 €

PRO Buoni risultati sullo sporco PRO Indubbiamente il migliore, sia

tipico del bagno, ha un basso come semplice detergente contro
impatto ambientale. lo sporco, sia come disincrostante
CONTRO Non ce la fa sul calcare anticalcare.
incrostato. CONTRO Purtroppo la sua
IL NOSTRO PARERE Un prodotto efficacia si paga in termini di
conveniente, ottimo per le pulizie impatto ambientale e sicurezza.
ordinarie, ma meno quando serve IL NOSTRO PARERE Lo
potenza. Non è particolarmente consigliamo solo quando serve
inquinante. un’azione energica, ma non per le
pulizie ordinarie. Il fatto che
igienizzi è inutile.

PREZZI CARATTERISTICHE RISULTATI

Contenuto dichiarato
In euro medio al litro

QUALITÀ GLOBALE %
In euro a confezione

Efficacia anticalcare

Impatto ambientale
sporco del bagno
D= disinfettante

Rimozione dello
(maggio 2017)

sulle superfici
Aggressività
C= corrosivo
I= irritante,
Indicazioni
min - max

Sicurezza

Detergenti bagno
(ml)

F F DEXAL (EUROSPIN) Scioglicalcare 1,19 1,58 750 I C A B B C 66

F AMUCHINA Spray bagno - igienizzante anticalcare 2,47-3,49 3,93 750 C, D A A B D D 66
SMAC Express scioglicalcare - fresco profumo 2,15-2,59 3,66 650 I B C A B C 61
W5 (LIDL) Scioglicalcare 1,09-1,19 1,55 750 C C C A B C 60
BREF Brillante bagno 2,19-2,69 3,24 750 C, D C B A D C 56
CIF Ultra anticalcare bagno 2,14-2,89 3,37 750 C D C C B 51
CHANTE CLAIR Vert Bagno 1,88-2,98 4,6 500 D D C C A 47
AJAX Risciacquo facile - bagno 2,43-2,99 3,59 750 I D B C D C 47
AUCHAN Anti calcare - detergente spray 1,36-1,69 2,04 750 I B D A D C 46
LYSOFORM Azione bagno - disinfettante + anticalcare 2,79-3,19 3,92 750 I, D C D B C C 44
VIAKAL Anticalcare 2,15-3,05 3,37 750 I D D C C C 42
WINNI’S NATUREL Bagno 1,45-2,19 3,9 500 E E A C A 42
KH-7 Multiuso bagno 2,25-2,63 3,24 750 I E C B C C 41
QUASAR Bagno anticalcare 2,09-2,59 3,08 750 I E D B D C 39

Risultati completi su www.altroconsumo.it/pulizie qualità buona qualità media qualità insufficiente

www.altroconsumo.it luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 43

 TEST
Detergenti bagno
SE VUOI ESSERE 100% GREEN
Le spese per l’acquisto dei detersivi per la pulizia della casa
possono essere drasticamente ridotte sostituendo i prodotti
comunemente in commercio con alternative più rispettose
dell’ambiente.
Aceto
Di vino o di mele, l’aceto ha ottime proprietà
sgrassanti e disincrostanti del calcare. Può
sostituire buona parte dei detergenti in
commercio, se lo sporco non è particolarmente
ostinato. Si usa diluito (una parte di aceto in
quattro parti di acqua) per avere un detergente
di base per la pulizia di frigorifero, forno,
pavimenti (anche certi tipi di parquet manon
quello oliato), bagno, cucina e vetri. Puro, può
essere usato come anticalcare. Per la pulizia del
bagno, l’aceto offre buoni risultati, con il
vantaggio di essere decisamente più
ecosostenibile di un detergente classico. Il costo
va da 0,87 euro a 1,53 euro al litro.
Bicarbonato di sodio
Diluito in acqua, il bicarbonato di sodio è un
detergente multiuso semplice e pratico da usare,
con un leggero effetto abrasivo. Sgrassa le
superfici e assorbe gli odori. È utile per lo sporco
più ostinato: per pulire le superfici incrostate
basta impastarlo con poca acqua. Sulle piastrelle
del bagno si usa liquido sciogliendone uno-due
cucchiai in mezzo litro d’acqua e nebulizzandolo.
Il bicarbonato è leggermente basico (il suo pH è
circa 9), per cui non ha alcun effetto sul calcare.
Costa da 0,98 euro a 2,99 euro al chilo. Per un
litro di detergente, cioè dopo averlo diluito, si
spendono appena 10 centesimi.
Acido citrico
Si trova in commercio in forma di polvere o
granuli. Il citrico è un acido forte, che però ha un
impatto ambientale molto basso e che può
essere usato come sostituto del classico
anticalcare. Diluito in acqua è un buon
disincrostante, ma non ha alcun effetto sullo
sporco. Si trova nei consorzi agrari, nei negozi di
prodotti naturali, nelle farmacie, nelle
erboristerie o online. Sulla confezione riporta
l’indicazione “irritante”, perché puro va
maneggiato con cautela. Costa da un minimo di
3,10 euro a un massimo di 8,50 euro al chilo, ma
ne serve pochissimo: 75 grammi sciolti in mezzo
litro d’acqua.
44 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017
sono molto tossici per l’ambiente
acquatico. L’unico modo per assicurarsi
un prodotto davvero ecologico nella
sua intera formulazione è che abbia la
certificazione Ecolabel (i nostri prodotti
non ce l’avevano), il marchio di qualità
ecologica dell’Unione Europea raffigurato
da un fiorellino azzurro e verde i cui
dodici petali sono stelle. La sua presenza
è infatti l’unica vera garanzia di acquistare
un prodotto con un impatto ambientale
minimo durante tutte le fasi della sua
esistenza.
Questi prodotti non
vanno mai travasati
in bottiglie anonime
per non rischiare
incidenti
Igienizzare ha poco senso
Nelle nostre case la normale pulizia è
sufficiente, non c’è alcuna necessità di
igienizzare e disinfettare, anche perché
l’azione battericida dura molto poco.
Gli ingredienti igienizzanti hanno un
pessimo impatto sull’ambiente. Inoltre,
sembra che l’eccessiva pulizia casalinga,
insieme ad altri fattori ambientali, come
la vita sempre più asettica e lontana dalla
campagna e alcuni fattori genetici possano
essere la causa dell’aumento dei casi di
allergie e asma.
Per questo, nelle pulizie di tutti i giorni,
consigliamo di non usare prodotti
specificatamente igienizzanti: si
riconoscono perché in etichetta riportano
la scritta “presidio medico chirurgico
disinfettante”.
Usali con precauzione
La maggior parte dei detergenti per
la pulizia del bagno, a causa della
loro acidità, possono provocare gravi
lesioni oculari e irritazione della pelle. I
prodotti con questa caratteristica devono
sempre riportare i simboli di pericolo in
etichetta. Per una maggiore sicurezza è
meglio chiudere sempre l’erogatore, in
posizione “off ”, dopo ogni utilizzo, per
evitare eventuali spruzzi accidentali. È
anche buona abitudine usare sempre i
guanti, tenere le finestre aperte durante
l’uso e lavarsi comunque le mani una
volta completate le pulizie. Soprattutto,
mai miscelare questi prodotti con la
candeggina, perché potrebbero reagire.
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per l’utilizzo di un tampone: ne abbiamo messi alla prova nove.
di Elisa Gerardis

L’
IN SINTESI idea di fondo è di inserirlo e
Test su nove lasciare che faccia il suo dovere,
assorbenti interni con senza necessità di cambiarlo
o senza applicatore troppo spesso. Ma l’assorbente
Piccole accortezze interno è davvero così comodo e sicuro
da prendere per un al punto di potersene dimenticare? Sì,
utilizzo sicuro ma meglio non farlo: e in queste pagine
Alla prova anche due
marche di coppette spieghiamo perché.
mestruali Abbiamo sottoposto alle nostre prove
nove assorbenti interni: in generale, i
risultati si sono rivelati positivi sotto i
diversi aspetti considerati.

Troppo assorbenti? No, grazie

A differenza di quanto avviene per gli
assorbenti esterni, per un tampone
maggiore capacità di assorbimento
non equivale a migliore qualità. Infatti
un tampone capace di assorbire
un’elevata quantità di flusso porterebbe
automaticamente a non cambiarlo di
frequente: un errore, questo, che in certi
casi può favorire la sindrome da shock
tossico. Si tratta di una grave condizione
medica, causata da una sostanza tossica
prodotta da un batterio, lo Stafilococco
aureus. In caso di abrasione della
mucosa vaginale, che può essere causata
anche dall’inserimento non corretto
dell’assorbente, l’agente infettante può
raggiungere la circolazione sanguigna e,
nei casi più gravi, colpire anche organi
vitali. Qui l’igiene può giocare un ruolo
fondamentale: il batterio responsabile,
infatti, fa parte della “flora batterica
transitoria”, presente sulla nostra pelle,
che può essere rimossa con un’accurata
pulizia, in particolare delle mani
(vedi i nostri consigli a pagina 48). Il
suggerimento, dunque, è quello anzitutto
di scegliere tamponi con una capacità
di assorbimento media. Per riconoscerli
basta guardare sulla confezione: il grado

46 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017 www.altroconsumo.it

 TEST
Assorbenti interni

PREZZI CARATTERISTICHE RISULTATI

Capacità di assorbimento
Assorbenza dichiarata

Resistenza del cordino

Pezzi per confezione

QUALITÀ GLOBALE %
Costo annuo in euro

Impatto ambientale
(numero di gocce)
In euro min-max

Diametro (mm)
(maggio 2017)

Perdita di fibre

Prova pratica
Applicatore
Assorbenti interni
F TAMPAX Camomile normal 2,35 - 2,63 31 16 3 13 A B A A B 84
O.B. ProComfort normal 2,49 - 3,43 35 16 3 13 A B A A B 83
CARREFOUR Normal 3,16 19 32 3 13 A B A A B 82
O.B. Compact applicator normal 4,69 - 5,53 64 16 G 3 12 A B A A C 80
F SIEMPRE (LIDL) Normal 3,49 9 80 3 13 A B B C B 72
TAMPAX Compak regular 3,49 - 4,51 50 16 G 2 12 B B C A C 70
NATRACARE Cotton tampons regular 4,27 – 4.99 57 16 G 2 13 B C A B C 68
TAMPAX Blue Box regular 4,51 - 6,45 38 30 G 2 12 B C D A C 66
SAUGELLA Cotton touch regular 3,90 48 16 2 13 B B B A B 65

Risultati completi su www.altroconsumo.it/salute/curadellapersona qualità buona

LA NOSTRA SCELTA: ASSORBENTI INTERNI

84 QUALITÀ
BUONA 72 QUALITÀ
BUONA
TAMPAX Camomile normal SIEMPRE (LIDL) normal
2,50 € per 16 pezzi 3,59 € per 80 pezzi

PRO Ha superato brillantemente le prove di PRO Ottimi risultati nella prova di laboratorio per
laboratorio, oltre a essere stato apprezzato anche testare la capacità di assorbimento. Prezzo
nella prova pratica soprattutto per il comfort. decisamente basso.
CONTRO Non ha particolari punti deboli da CONTRO Alla prova pratica è stata espressa
segnalare. qualche perplessità sulla capacità di ritenzione.
IL NOSTRO PARERE Ottima capacità di IL NOSTRO PARERE Risparmio assicurato per
assorbimento a un prezzo non eccessivo (vale per chi ha un flusso non abbondante.
il nuovo prodotto senza applicatore).

www.altroconsumo.it luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 47

 TEST
Assorbenti interni

COPPETTA MESTRUALE
Le coppette possono essere una valida alternativa agli assorbenti: ne abbiamo messe alla prova due.

Capiente e flessibile, la Fleurcup ha superato le nostre prove sia per Durante i nostri test Mooncup ha dimostrato una maggiore rigidità, ma
capacità di raccolta sia per livello di controllo degli odori. anche una migliore facilità di inserimento. Le differenze con Fleurcup
Leggermente più complessa da inserire rispetto alla Mooncup. sono state quasi impercettibili. Ottima capacità di raccolta.

Consigli di assorbenza è indicato con un numero di

Lava accuratamente le mani con
acqua corrente e sapone prima di
inserire un assorbente interno o
la coppetta mestruale. L’igiene è
fondamentale per la sicurezza.
gocce (2 o 3 equivalgono a un’assorbenza
media). Inoltre è importante cambiare
il tampone ogni 4-6 ore, rimuovendolo
immediatamente in caso di sintomi quali
febbre alta, vomito o eruzioni cutanee
diffuse: in questi casi, è fondamentale
rivolgersi subito al pronto soccorso.
nell’inceneritore. I tempi di smaltimento
sono lunghi, anche se inferiori a quelli
previsti per gli assorbenti esterni (10 anni
contro i 100 previsti per un assorbente
esterno). In generale, meno materiale
c’è, meglio è per l’ambiente: la scelta
più ecologica sono quindi gli assorbenti
interni senza applicatore.

Cambia spesso il tampone, Risultati soddisfacenti Coppette mestruali: un’alternativa

almeno ogni 4-6 ore, a seconda
del tuo flusso mestruale. Meglio
non indossarlo per più di 8 ore
consecutive.
Preferisci i tamponi con minore
assorbenza, ovvero quelli
contrassegnati dal simbolo di 2 o
3 gocce sulla confezione. Leggi
attentamente le caratteristiche del
prodotto.
Prima di inserirne uno nuovo,
accertati di aver rimosso il
tampone precedente. Alla fine delle
mestruazioni, non dimenticare di
togliere l’ultimo.
Se durante il ciclo si presentano
sintomi come febbre alta
(39°C o più), vomito, diarrea o
eruzioni cutanee diffuse rimuovi
immediatamente il tampone e
rivolgiti subito al pronto soccorso.
Abbiamo testato alcuni dei principali
assorbenti interni sottoponendoli a
diverse prove. Innanzitutto, è stata
valutata la capacità di assorbimento per
misurare la quantità massima di liquido
trattenuto prima di eventuali perdite. È
stata quindi verificata la resistenza del
cordino da asciutto e da bagnato e anche
la quantità di fibre che il tampone perde
con l’immersione in un liquido. Infine,
abbiamo fatto provare gli assorbenti
interni a una giuria di nostre socie (la
cosiddetta “prova pratica”). I risultati
sono stati tutti soddisfacenti.
Più ecologici di quelli esterni
Rispetto a un assorbente esterno, il
tampone è sicuramente più rispettoso
dell’ambiente per la quantità e il tipo
di materie prime utilizzate. Ma pur
essendo più ecologici di quelli esterni,
gli assorbenti interni sono ancora
lontani dall’essere amici dell’ambiente:
a causa della loro natura “usa e getta”,
finiscono direttamente in discarica o
Cerchi un’alternativa ecologica ed
economica agli assorbenti? La coppetta
mestruale potrebbe fare al caso tuo: è un
piccolo contenitore in silicone, da inserire
all’interno della vagina per raccogliere
il sangue mestruale. La coppetta può
essere utilizzata anche quando si fa sport
o durante la notte; è disponibile in due
taglie, a seconda dell’abbondanza del
flusso, dell’età e dell’aver avuto o no parti
naturali. Ne abbiamo messe alla prova
due, Fleurcup e Mooncup, promuovendo
entrambe per capacità di raccolta e
controllo degli odori (vedi box qui sopra).
Dal momento che può essere sterilizzata
e riutilizzata fino a circa dieci anni, la
coppetta è decisamente un prodotto più
ecofriendly e anche più economico degli
assorbenti: parliamo di un costo di circa
tre euro all’anno, contro i 39 euro annui
dei tamponi. Unica nota dolente: alla
prova pratica, chi l’ha provata ha espresso
perplessità sulla rimozione e gestione se si
è fuori casa. Per usarla ci vuole una buona
familiarità con il proprio corpo.

48 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017 www.altroconsumo.it

 TEST
Cellulari

SMARTPHONE:
MANCA SOLO IL CAFFÈ
I telefoni top di gamma hanno funzioni futuristiche
e schermi giganti che fanno sognare gli appassionati.
I prezzi sono alti, ma comprarli con la tariffa abbinata non conviene.
di Manuela Cervilli

I
l caffè? I cellulari presto potrebbero
fare anche quello: a settembre sembra
che verrà lanciata sul mercato una
cover per il cellulare capace di erogare
un espresso in qualsiasi momento.
Mancava solo questo... realtà, scherzo o
trovata pubblicitaria, nel mondo degli
smartphone appare tutto come possibile.
Le ultime funzioni di alcuni prodotti, per
esempio, dalla rilevazione delle impronte
digitali agli assistenti virtuali, catapultano
gli utenti davvero nel futuro. Al di là
dell’interrogarsi su quante di queste siano
realmente utili, resta il fatto che sempre
più persone decidono di comprare un
nuovo cellulare non semplicemente per
sostituire il vecchio, ma per avere un
prodotto top di gamma, dalle funzioni
nuove e dal design accattivante. Lo dicono
i dati di mercato: il 2016 può essere
ricordato come l’anno in cui per la prima
volta il mercato degli smartphone ha
subìto una battuta d’arresto. Gli utenti -
soddisfatti dei prodotti che avevano tra le
mani - hanno rallentato gli acquisti e chi
ha cambiato il cellulare lo ha fatto proprio
per averne uno più cool o con lo schermo
più grande. Per questo motivo nel test
abbiamo preso in considerazione proprio
questi cellulari dalle grandi dimensioni e
dal prezzo altrettanto considerevole. Per
risparmiare però inutile comprarli a rate
abbinati a qualche tariffa proposta dai vari
operatori: alla lunga - e soprattutto in caso
IN SINTESI di recesso anticipato - costerebbero molto
Il test sugli di più (i dettagli a pag. 52 e 53).
smartphone di grandi
dimensioni e con Fotocamera in tasca
funzioni di tendenza Qual è il compito principale di un
La novità dei cellulari
telefono? Guardatevi intorno: sembra
impermeabili e le
soluzioni waterproof assurdo, ma la comunicazione verbale
Comprare il telefono non è più la funzione principale,
con la tariffa abbinata soppiantata ormai dalla messaggistica
conviene? istantanea, dall’utilizzo dei social
network, dalla navigazione in internet,

www.altroconsumo.it luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 49

 TEST
Cellulari
dalla visione dei filmati e dall’uso della
fotocamera. E se cambia il nostro modo
di usarli, è automatico che i produttori
adeguino i prodotti. Pensiamo per
esempio alla fotocamera: oggi il cellulare
viene usato in tutto e per tutto al posto
della vecchia macchina fotografica (non
per niente il mercato in questione è in
stallo). E i produttori si sono affannati per
presentare cellulari in grado di fare foto e
video di qualità sempre migliore.
Oltre a nuove lenti e a risoluzioni
maggiori, alcuni modelli - come l’iPhone
7 - offrono la possibilità di zoomare
(anche se le distanze sono ancora brevi)
oppure di avere immagini molto ampie
grazie al grandangolo (su Lg G6) o ancora
di ottenere foto in bianco e nero di alta
LE PROVE IN LABORATORIO
PER LA PIOGGIA Se un cellulare non è
resistente all’acqua, testiamo solo la sua
resistenza agli spruzzi.
CHEESE! La qualità della macchina
fotografica è stata testata fotografando
colori in contrasto e figure in movimento.
50 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017
- 4,7%
le vendite dei cellulari nel 2016
rispetto all’anno precedente.
È il primo anno in cui il mercato
non cresce.
284
euro è il prezzo medio di uno
smartphone in Italia nel 2016.
399 euro invece quello di uno
smartphone di grandi
dimensioni.
WATERPROOF I cellulari indicati come
impermeabili vengono tenuti per mezz’ora
sotto a un metro d’acqua.
QUANTO DURA? Con uno strumento che
simula l’uso quotidiano dello smartphone
abbiamo verificato la durata della batteria.
qualità (per esempio con Huawei P10).
Un’altra particolarità piuttosto recente è
la possibilità di fare video in slow motion
(la qualità però cambia davvero molto tra
i modelli) oppure di fare foto gestendo
la profondità di campo, con il soggetto
in primo piano contro uno sfondo
sfuocato. Uno degli aspetti che negli anni
è migliorato maggiormente è senza dubbi
la qualità delle foto fatte in condizioni di
poca luce: ora i nuovi modelli riescono a
ottenere immagini di alta qualità anche in
situazioni di forte oscurità.
Tutte le funzioni innovative che abbiamo
elencato sono legate alla fotocamera:
è il motivo per cui - nel nostro test - la
valutazione di questo aspetto ha un peso
piuttosto importante: in tabella abbiamo
separato i giudizi riferiti alla fotocamera
principale da quelli della fotocamera
anteriore, usata per i selfie. In generale,
va detto che la qualità della fotocamera
è piuttosto proporzionata al prezzo del
cellulare.
Schermo delle mie brame
Più grande è, meglio è. Gli smartphone
con schermi grandi sono in cima alle
nostre preferenze di acquisto (se ci
pensate qualche anno fa la tendenza era
proprio opposta e i cellulari dovevano
essere sempre più piccoli): in Italia il
71% dei telefoni venduti lo scorso anno
aveva uno schermo più grande di cinque
pollici. D’altra parte questo apparecchio
è usato sempre più come forma di
intrattenimento: si guardano foto, video,
a volte intere serie tv. Per farli sempre
più ampi stanno scomparendo anche
le cornici: il Samsung Galaxy S8 è un
esempio in cui l’esigenza di uno screen
maxi ha sposato la ricerca per il design.
Oltre che nella grandezza, gli schermi
sono migliorati in risoluzione.
Miglioramenti in corso
Non tutte le novità trovano il pieno favore
degli utenti. La possibilità per esempio
di controllare i telefonini semplicemente
impartendo loro ordini vocali spesso
non convince, probabilmente perché
interagire con una “macchina” può
sembrare a tratti bizzarro. Rispetto a
qualche anno fa invece ci sono due cose
da apprezzare: gli smartphone non si
scaldano più (due anni fa alcuni prodotti
top di gamma nel test erano diventati con
l’uso bollenti) e si ricaricano molto più
velocemente (in 15 minuti si recupera il
20% della carica, anche se poi la velocità
rallenta). Tra le ultime funzioni nate
ricordiamo, inoltre, quelle che rilevano
l’impronta digitale (presenti non solo nei
www.altroconsumo.it
 Per maggiori informazioni
www.altroconsumo.it/hi-tech

LA NOSTRA SCELTA SMARTPHONE

81 QUALITÀ
BUONA
71 QUALITÀ
BUONA
SAMSUNG HONOR 6X
GALAXY S8
610 - 830€ 165 - 299€
PRO Lo schermo e il design PRO La durata della batteria è
sono raffinati e di altissima davvero di tutto rispetto;
qualità: grandi dimensioni (5.8 è anche piuttosto solido.
pollici); ottima risoluzione
CONTRO La fotocamera
(1440 x 2960 pixel).
anteriore per i selfie può
CONTRO Se cade, c’è da decisamente migliorare.
incrociare le dita.
IL NOSTRO PARERE Prodotto
IL NOSTRO PARERE Si tratta di medio livello, adatto a chi non
di uno smartphone di alto livello vuole spendere un patrimonio
adatto a utilizzatori esperti che per un cellulare, ma cerca
possono apprezzarne le comunque la qualità.
molteplici funzioni.

PREZZI CARATTERISTICHE RISULTATI

Diagonale dello schermo

Qualità della fotocamera

Qualità della fotocamera

Velocità di navigazione

Qualità dello schermo

fotocamera principale

QUALITÀ GLOBALE %
Memoria dichiarata

Consumo batteria
In euro min - max

Risoluzione della

anteriore (selfie)
Impermeabilità
(giugno 2017)

Smartphone
in internet

Messaggi

principale

Solidità
grandi dimensioni
F SAMSUNG Galaxy S8 551 - 830 5,8” 64 12 G A A A B B C A 81
SAMSUNG Galaxy S8+ 635 - 930 6,2” 64 12 G A A A B B C A 80
APPLE iPhone 7 plus 649 - 1159 5,5” da 32 12 G A A A B B A B 79
LG G6 450 - 750 5,7” 32 13 G A A A B C A A 79
APPLE iPhone 6s Plus 609 - 909 5,5” da 32 12 A A A B C B B 78
SAMSUNG Galaxy S7 Edge 465 - 730 5,5” da 32 12 G A A A B B C A 78
HUAWEI Mate 9 Pro 663 - 1000 5,5” 128 20 A A A C C B A 77
BLACKBERRY DTEK60 403 - 599 5,5” 32 21 A B A C C A A 77
HUAWEI P10 Plus 578 - 830 5,5” 128 20 A A A C B A B 76
HUAWEI P9 Plus 460- 750 5,5” 64 12 A A A C C B A 76
HTC U Ultra 487 - 750 5,7” 64 12 A B A C C A C 76
LENOVO Moto Z 349 - 700 5,5” 32 13 A B A B C A B 74
F HONOR 6X 165 - 299 5,5” 32 12 A B B C D B A 71
LENOVO Moto Z Play 306 - 500 5,5” 32 16 A B A C C A A 70
ASUS Zenfone 3 Laser (ZC551KL) 155 - 200 5,5” 32 13 A A B C C B B 67
ASUS ZenFone Go (ZB551KL) 145 - 243 5,5” 16 13 A B C D D A A 62
ARCHOS 55 Diamond Selfie 155 - 250 5,5” 64 16 A B B D D A B 62
ZTE BLADE A610 Plus 190 - 270 5,5” 32 13 A B B C D B A 60
ALCATEL POP 4 Plus 98 - 160 5,5” 16 8 A B B D D B B 57
WIKO Robby 109 - 159 5,5” 16 8 C B B D D B C 55

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www.altroconsumo.it luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 51

 TEST
Cellulari

modelli di punta, ma anche in quelli di
costo medio) oppure il viso, fino a quelle
con la scansione della retina.
Resistenti, ma non al mare
Lo smartphone diventa impermeabile:
ecco una delle novità che si possono
definire più utili.
Nel nostro test sono cinque i modelli
che dichiarano di essere waterproof: li
abbiamo sottoposti a prove specifiche
(i dettagli nel riquadro a pag. 50). Gli
altri modelli, invece, sono stati testati
diversamente per verificare la loro
resistenza agli spruzzi d’acqua, simulando
l’esposizione alla pioggia. In ogni caso,
anche se si ha in mano un cellulare
impermeabile, meglio tenere presente
che si fa riferimento all’acqua dolce,
non a quella di mare. Un’alternativa
è quella di comprarsi una custodia
totalmente impermeabile (non quelle
solo antischizzo), che può essere immersa
anche a diverse profondità.
Aiuto! È caduto in acqua
Il cellulare si bagna accidentalmente e il
vostro non è un modello waterproof?
Non disperiamo: è possibile ancora
tentare qualche via prima di buttarlo.
Anzitutto bisogna essere tempestivi e
recuperarlo dall’acqua nel più breve
tempo possibile o asciugarlo subito
se si è rovesciato sopra del liquido.
Probabilmente, dopo essersi bagnato, il
cellulare si spegnerà: meglio non provare a
riaccenderlo perché si potrebbe innescare

IL CELLULARE CON IL PIANO TARIFFARIO NON CONVIENE

Conviene una proposta “tariffa + cellulare”? Qui sotto mettiamo a confronto l’acquisto dello smartphone Migliore del Test e la tariffa
più conveniente sul mercato con le proposte di quattro operatori per l’acquisto dello stesso cellulare in coppia con la loro tariffa.

SAMSUNG SAMSUNG GALAXY S8 SAMSUNG GALAXY S8

GALAXY S8 + TARIFFA TIM : + TARIFFA TRE :
Tim Special edition 30 Free Prime

TARIFFA PIÙ
+ CONVENIENTE:
All in 1 Plus
di Uno Mobile

10 euro 30 euro 30 euro

ogni 28 giorni ogni 30giorni ogni 30giorni
periodo minimo 30 mesi periodo minimo 30 mesi

minuti sms GB minuti sms GB minuti sms GB

500 100 3 6.000 0 6 400 0 8

610 euro = prezzo minimo cellulare 149 euro = contributo iniziale 100 euro = contributo iniziale
(maggio 2017) + 75 euro dopo il primo anno

QUANTO SPENDI QUANTO SPENDI IN PIÙ QUANTO SPENDI IN PIÙ

recedendo
680 euro
recedendo +43% recedendo +18%
dopo 6 mesi dopo 6 mesi 969 euro dopo 6 mesi 800 euro

recedendo
750 euro
recedendo +38% recedendo +16%
dopo 12 mesi dopo 12 mesi 1.035 euro dopo 12 mesi 873,20 euro

recedendo
880 euro
recedendo +17% recedendo +14%
dopo 2 anni dopo 2 anni 1.026 euro dopo 2 anni 1.026 euro

recedendo
1.010 euro
recedendo +13% recedendo +41%
dopo 3 anni dopo 3 anni 1.139 euro dopo 3 anni 1.424,60 euro

52 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017 www.altroconsumo.it

 Per maggiori informazioni
www.altroconsumo.it/hi-tech

un cortocircuito che danneggia qualche pazienza: bisogna aspettare almeno 24 ore

componente interno. La prima cosa da fare
è togliere la batteria, la sim e la scheda di
memoria e asciugare ogni componente con
un panno; infine lasciare che si asciughi
completamente all’aria. Si può anche
ricorrere a un vecchio trucco: immergere il
telefono e la batteria nel riso bianco crudo,
che assorbe benissimo l’umidità.
È sconsigliato invece usare l’asciugacapelli,
i ventilatori o i termosifoni. Seguite tutte
queste indicazioni non resta che avere
prima di rimontare il telefono e, se ancora
non funziona, aspettarne altre 24. Se tutto
si rivela inutile, non resta che portare il
telefono al servizio tecnico.
Ma bisogna dire la verità: se si spera di
poter usufruire della garanzia dicendo che
non si sa perché ha smesso di funzionare,
si avranno poche speranze perché
quasi tutti i telefoni hanno all’interno
un’etichetta adesiva che cambia colore
quando si bagna.

Con le proposte “Smartphone + tariffa”

bisogna stare attenti ai vincoli imposti
dagli operatori in caso di recesso
anticipato dal contratto. Durante
l’inchiesta abbiamo chiesto ai negozianti
SAMSUNG GALAXY S8 SAMSUNG GALAXY S8 una brochure che informasse sulle
+ TARIFFA VODAFONE : + TARIFFA WIND : clausole contrattuali: non era mai
Red Start Magnum 5 Giga disponibile. Le penali ci sono state
riassunte su bigliettini.

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ogni 28 giorni ogni 28 giorni
periodo minimo 30 mesi periodo minimo 30 mesi

minuti sms GB minuti sms GB

illimitati illimitati 4 illimitati 0 5

199,99 euro = contributo iniziale 199,99 euro = contributo iniziale

+ 5,12 euro di tassa concessione governativa

QUANTO SPENDI IN PIÙ QUANTO SPENDI IN PIÙ

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676,20 euro AL 100%”.
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sapere come ottenere il massimo dal
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dopo 12 mesi 917,43 euro dopo 12 mesi 892,50 euro elettronica, orientarsi grazie alle
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difendere i tuoi dati e la tua privacy.
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www.altroconsumo.it luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 53

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questo non è poco. impostare la partenza differita, comoda per
qualità, che facilitano CONTRO Fra i punti meno convincenti, l’angolo programmare il bucato all’ora desiderata.
la scelta dei prodotti di visione è appena accettabile per uno schermo CONTRO Capita spesso che le lavatrici non
che superano bene di queste dimensioni, ma almeno i riflessi sullo offrano buone prestazione nel risciacquo:
schermo non sono mai fastidiosi, da qualsiasi anche questo modello non fa eccezione.
le nostre prove, angolo si guardi la tv. IL NOSTRO PARERE Oltre a essere una
ottenendo il titolo IL NOSTRO PARERE Questo televisore lavatrice di buona qualità, offre consumi elettrici
Ultra-HD offre prestazioni convincenti e un piuttosto contenuti e un basso consumo
di Migliore del Test buon numero di funzionalità: lo abbiamo testato d’acqua. Il risparmio energetico, dunque, è tra i
e Miglior Acquisto. sia in alta definizione sia con il digitale terrestre e suoi punti di forza.
non ha mai deluso.
Da oggi cerca i Sigilli.

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Facile da utilizzare e da pulire, è un apparecchio
piuttosto compatto (per essere una macchina
manuale) e quindi facilmente collocabile in
cucina. Il costo annuo è contenuto, in particolare
rispetto ai modelli che funzionano con le capsule.
PRO In laboratorio ha dimostrato una buona
efficacia contro i raggi UVA e UVB: è conforme
ai requisiti previsti per il fattore di protezione
solare (SPF) 30. La giuria di consumatori che l’ha
testato nella prova d’uso ha apprezzato molto la
sua consistenza e la profumazione.
CONTRO Contiene un profumo: potrebbe non
essere indicato per chi ha la pelle molto delicata
e soffre di sensibilizzazioni e allergie .
IL NOSTRO PARERE È un prodotto da
supermercato, facilmente reperibile, dalla
qualità buona e con un prezzo tra i più contenuti:
è una crema solare, dunque, perfetta per tutta la
famiglia.
PRO Queste salviettine sono anzitutto senza
allergeni, ma anche senza perturbatori
endocrini, cioè sostanze considerate a rischio
per la salute dei più piccoli. Nella prova pratica
sono state apprezzate per la morbidezza e la
sensazione di idratazione che offrono.
CONTRO Sull’etichetta si propone di usarle per
tutte le occasioni, ma l’uso quotidiano andrebbe
invece evitato. Nella prova d’uso alcuni genitori
non hanno apprezzato la profumazione.
IL NOSTRO PARERE Anche se la formulazione è
buona e il prezzo competitivo, l’uso dei prodotti
di questo tipo deve essere solo occasionale:
meglio lavare solo con acqua e sapone.

“Il caffè viene erogato “Nella prova d’uso “È un buon prodotto,

velocemente, alla piacciono consistenza ma preferisci sempre
temperatura perfetta” e profumazione” acqua e sapone”
TRA GLI ALTRI PRODOTTI CONFRONTA TRA GLI ALTRI PRODOTTI CONFRONTA TRA GLI ALTRI PRODOTTI CONFRONTA

DE’ LONGHI Dedica EC 680 74 L’ORÉAL PARIS Sun sublime - Cellular 72 COOP Crescendo salviettine detergenti 73
Protect

DE’ LONGHI EC 201.CD 70 LA ROCHE POSAY Anthelios Lait 70 FRESH & CLEAN Bimbi Salviettine 64
confort umidificate

KITCHENAID Artisan 5KES2102 66 EUCERIN Sun lotion extra leggera 70 CONAD Baby Salviettine detergenti 63

ARIETE Konsuelo Cappuccino 1364 65 BIOTHERM Lait solaire hydratant 70 ESSELUNGA Baby Salviettine sensitive 62

ARIETE Cafè Retro 1388 65 AVÈNE Latte alta protezione 70 BENNET Salviettine baby umidificate 62

MIGLIAIA DI PRODOTTI A CONFRONTO www.altroconsumo.it/miglioracquisto

www.altroconsumo.it luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 55

 TEST
Altoparlanti acustici

SENTIRCI GLI ALTOPARLANTI:

LA NOSTRA SCELTA

BENE 76 QUALITÀ
BUONA

ULTIMATE EARS
UE Megaboom
Le casse portatili funzionano 188-240 €

bene, ma non sono tutte Cassa a forma cilindrica, che la rende

più facile da trasportare all’interno di

comode da trasportare. uno zaino. Tra le poche ad avere un

giudizio sulla qualità audio senza
riserve. Buona l’autonomia: comoda
di Beba Minna da usare fuori casa.

S
martphone e tablet possono
essere sfruttati anche per 74 QUALITÀ
BUONA
diffondere musica grazie alle DENON Envaya
casse acustiche bluetooth, che 140-195 €
funzionano senza fili. Possono essere
usate anche in viaggio, dato che sono Fra i migliori per qualità audio. Anche
provviste di una batteria interna, ma sono se è ben trasportabile, è più grande
certamente una buona soluzione per di altre. Questo fattore, unito a
migliorare la qualità del suono per chi non un’autonomia delle batterie
possiede un mini impianto hifi da camera. abbastanza bassa, suggerisce una
Esistono molte casse acustiche portatili, vocazione più casalinga.
i 39 modelli del test sono dotati di un
amplificatore integrato alimentato a
batteria. La connessione avviene tramite 72 QUALITÀ
BUONA
bluetooth in modo da lasciare liberi il ULTIMATE EARS Ue Boom 2
telefono o il tablet dalle casse. 116-209 €
Sono semplici da usare: basta accenderli
e, solo la prima volta che si collegano, Un gradino sotto al quasi omonimo
bisogna eseguire l’accoppiamento Migliore del Test, ma si tratta
bluetooth con il dispositivo. La gestione comunque di un buon prodotto, con
dell’audio avviene dal dispositivo che lo prestazioni di tutto rispetto.
produce, le casse si limitano a ricevere L’autonomia però è appena discreta.
via onde radio il segnale sonoro e a
riprodurlo.
Trasportabili, ma non tutte leggerissime:
la maggior parte ha un peso compreso
72 QUALITÀ
BUONA

JBL Charge 3
fra i due etti e il chilo e mezzo. Anche per
130-180 €
questo motivo diversi modelli mostrano
una buona qualità del suono: quelle più Altra cassa dalla caratteristica forma
grandi ottengono risultati mediamente cilindrica. La buona qualità audio,
migliori. Ovviamente non ci si può unita a un’autonomia in funzione di
aspettare un effetto stereo avvolgente, oltre 12 ore, la rendono un prodotto
ma le migliori del test riproducono un raccomandabile anche per chi si
audio equilibrato, dotato di sufficiente sposta di frequente.
spessore e privo dei difetti tipici dei piccoli
altoparlanti (frequenze alte stridule o
compresse, toni bassi spenti). C’è molta 71 QUALITÀ
BUONA
variabilità nella durata delle batterie e non SONY SRS-X55
è sempre detto che i dispositivi più grossi e 160-200 €
più pesanti siano anche quelli che durano
di più. Nei casi peggiori la batteria dura Una cassa acustica dall’aspetto
circa cinque ore, nei modelli migliori oltre tradizionale e discreta rispetto ad
il doppio: in questo caso è probabile che altre della prova. La durata della
si scarichi prima lo smartphone. Alcuni batteria non è fra le migliori: anche in
modelli però possono fornire energia allo questo caso si tratta di un prodotto
smartphone tramite una porta usb. adatto a un uso casalingo.

56 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017 www.altroconsumo.it

 TEST
Altoparlanti acustici

PREZZO CARATTERISTICHE RISULTATI

QUALITÀ GLOBALE %
Autonomia batteria
e dello smartphone

Indicatore batteria
Ricarica del tablet
In euro min-max

Giudizio su peso

Potenza sonora
(maggio 2017)

Qualità audio

Facilità d’uso
tramite usb

e ingombro
Peso (g)

scarica
Casse portatili
F ULTIMATE EARS Ue Megaboom 188 - 240 875 G B A A B B 76
MARSHALL Stockwell 186 - 280 1194 G B A A C A 75
F DENON Envaya 140 - 195 1239 G G B A B B D 74
JBL Pulse 2 161 - 200 764 G B B B C B 73
F ULTIMATE EARS Ue Boom 2 116 - 209 650 G A B B B C 72
F JBL Charge 3 130 - 180 775 G G B B A C A 72
F SONY SRS-X55 160 - 200 1109 G G B A B B D 71
MARSHALL Kilburn 199 - 280 2979 G D A A C A 70
PHILIPS P9XBLK/10 230 1212 G G B B B B B 70
SONY SRS-XB40 230 - 240 1453 G G C B A B A 69
BOSE Soundlink Mini II 172 - 249 663 G A B E B D 69
B&O PLAY Beoplay A2 295 - 399 1069 G G B A A C E 68
BOSE SoundLink Bluetooth III 279 1358 G B A A B B 67
JBL Xtreme 228 - 300 2132 G G D A A C B 67
B&O PLAY Beoplay A1 235 - 249 572 G A B B C D 66
HERCULES Wae Neo 119 - 130 2159 G D B C B A 63
JBL Flip 3 85 - 110 450 G A B D C C 60
JBL Flip 4 121 - 140 518 G A B A C B 60
JAM Heavy Metal 75 - 100 762 G A C B D D 59
BOWERS & WILKINS T7 302 - 339 959 B C C C B 58
ULTIMATE EARS Wonderboom 100 430 G A C B D C 57
SONY SRS-HG1 170 - 229 793 G A C A B B 57
BOSE Soundlink Color 130 - 140 537 G A C C B D 56
BEATS BY DRE Beats Pill+ 162 - 236 747 G G A C A C B 54
DENON Envaya Mini (DSB-100) 88 - 139 499 G A C D B E 51
SONY SRS-XB3 106 - 160 916 G G B C A B A 49
SONY SRS-XB2 79 - 109 470 G A C B B B 46
JABRA Solemate 75 - 124 614 G A C C B C 46
ULTIMATE EARS Roll 2 58 - 84 316 G A D B D B 43
PHILIPS BT2600B/00 42 - 47 205 G A D B B D 43
LG NP7550 70 - 123 715 G A C D B D 42
SONY SRS-X33 160 707 G A D D B C 42
PHILIPS SB300 40 - 50 238 G A D D C D 40
SONY SRS-X11 40 - 75 219 G A D E B C 40
FRESH N REBEL Rockbox Brick 40 - 60 414 G G A D B C C 35
HARMAN/KARDON Esquire Mini 128 - 170 236 G G A D E C D 35
JBL Go 24 - 36 141 G A D C C D 33
PHILIPS PixelPop BT110B 30 - 40 166 G A D B C D 33
JABRA Solemate Mini 49 - 100 279 A D D B C 27

Risultati completi su www.altroconsumo.it/hi-tech qualità buona qualità media qualità insufficiente

www.altroconsumo.it luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 57

SIGILLI DI QUALITÀ
ALTROCONSUMO.
SCEGLIERE BENE
È SEMPLICE.

Prodotto migliore Prodotto con

del test in base il miglior rapporto
alla qualità qualità/prezzo
complessiva del test

PER I SOCI DI ALTROCONSUMO LA QUALITÀ È A PORTATA DI MANO.

Dai test comparativi di Altroconsumo nascono i Sigilli di qualità, i segni concreti e differenzianti
che identificano i prodotti premiati per qualità e convenienza.
Come sempre li trovi pubblicati sulla rivista. Ma adesso sono a tua disposizione e ben visibili proprio
nel momento in cui stai facendo la tua scelta.

Così l’informazione su qualità e convenienza – in collaborazione con le aziende che possono usare
i Sigilli sui prodotti e in comunicazione – diventa più visibile per il consumatore, continuando a
conservare le sue caratteristiche di trasparenza e indipendenza così importanti per Altroconsumo
e per le persone come te che vogliono scegliere sempre in modo consapevole.
Da oggi con i Sigilli “Migliore del Test” e “Miglior Acquisto” riconoscere la qualità è più semplice.

Garantito da Altroconsumo.

Per saperne di più vai su

altroconsumo.it/sigilli

I ROBOT CHEF
CUCINANO PER TE
Sono un valido aiuto sia per chi cucina molto
sia per chi è alle prime armi. Due modelli,
però, non reggono il troppo lavoro.
di Simona Ovadia
D
ichiaro subito il mio conflitto
di interessi: faccio parte di
quel mondo un po’ a sé di
donne e uomini proprietari di
uno di questi robot che cucinano (un
vecchio modello, comprato usato, ma
ancora perfettamente funzionante).
La mia professione però mi impone
di essere obiettiva perché, se è vero
che non tornerei più indietro (il mio
robot è ormai uno status symbol della
casalinga moderna), è anche vero che
questo ingombrante inquilino della
mia cucina ha occupato di prepotenza
DAL SALATO AL DOLCE: ECCO COSA POSSONO FARE
MINESTRONE Questi robot tritano le
verdure, le soffriggono e poi cuociono
mescolando zuppe e minestroni.
www.altroconsumo.it
una bella fetta del prezioso piano di
lavoro e capita che giaccia silenzioso nei
frequenti periodi di scarsa inventiva ai
fornelli. Ma quando decido di lanciarmi
in qualche manicaretto che richiede
diverse preparazioni ho solo lui in
mente. E non mi delude mai, perché fa
praticamente tutto: pesa gli ingredienti,
trita, grattugia, omogeneizza, frulla,
emulsiona, monta, manteca, impasta,
soffrigge, e cuoce a diverse temperature e
a vapore. L’importante è seguire le “sue”
regole, decisamente diverse da quelle
che sono previste per eseguire la stessa
PESCE AL VAPORE La cottura a vapore
è un altro atout di questi apparecchi, che
hanno tutti l’accessorio adatto al compito.
TEST
Robot da cucina
IN SINTESI
Alla prova otto robot
da cucina con funzione
cottura
Quello che c’è
da considerare
prima di acquistare
Le alternative
migliori per chi vuole
altri tipi di apparecchi
ricetta con pentole e fornelli. Non si può
andare a occhio come generalmente
si fa quando si ha un minimo di
esperienza in cucina ma ci vuole
precisione assoluta nei dosaggi, negli
equilibri tra ingredienti solidi e liquidi,
nell’ordine con cui devono essere inseriti
nel boccale, nell’uso dell’accessorio
adatto alla preparazione desiderata,
nell’impostazione della velocità e della
temperatura corrette. Per questo, la
maggior parte dei robot che cucinano
sono venduti con il loro libro di ricette
e, nel caso del Bimby, si può decidere se
MERINGA SU CREMA INGLESE Abbiamo
messo alla prova i diversi modelli con un
classico dolce francese: la ”ile flottante”.
luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 59
 TEST
Robot da cucina

PREZZI CARATTERISTICHE RISULTATI

Funzione “tenere in caldo”

Dimensioni in cm (hxlxp)

Capacità del contenitore

Peso pronto all’uso (kg)

Riuscita delle ricette

QUALITÀ GLOBALE %
Impasto per torte
Cottura a vapore
In euro min-max
(maggio 2017)
Robot da cucina

Resistenza
con funzione cottura

Rumore
Bilancia
(litri)
F VORWERK Bimby TM5 1.199 33x33x33 7,9 2,2 G B B A B A 78

MOULINEX I-Companion HF9001 720 - 1153 33x32x39 6,7 2,5 G B B C B A 71

F MOULINEX Cuisine Companion HF800A10 573 - 723 33x32x40 6,3 2,5 B A C A B 70

F SILVERCREST Monsieur Cuisine Plus 300 31x47x22 6,5 2,3 G B A C E C 67

KENWOOD CCC200WH kCook 190 - 399 26x27x33 3,6 1,5 G B B B C C 61

IMETEC Cukò 182 - 300 30x25x32 3,1 1,1 B B C B B 59

KENWOOD kCook Multi CCL401WH 480 - 800 30x38x28 7,3 2,5 G C B A C E 34

KITCHENAID 5KCF0103EFP 890 - 999 35x33x38 8,5 2,5 G B C C A E 34

Risultati completi su www.altroconsumo.it/elettrodomestici qualità buona qualità media qualità insufficiente

LA NOSTRA SCELTA:
ROBOT DA CUCINA CON FUNZIONE COTTURA

78 QUALITÀ
BUONA 70 QUALITÀ
BUONA 67 QUALITÀ
BUONA
VORWERK Bimby TM5 MOULINEX Cuisine Companion HF800A10 SILVERCREST Monsieur Cuisine Plus
1.199 € 573 - 723 € 300 €

PRO Il Bimby rispetta la sua fama di gran
lavoratore, dando ottimi risultati in quasi tutte le
preparazioni, compresi gli omogeneizzati. Molto
resistente.
CONTRO Bisogna essere davvero sicuri di
sfruttarlo: il prezzo elevato è senza sconti.
IL NOSTRO PARERE Sarà un compagno affidabile
per molto tempo. Ma la spesa va ponderata.
PRO Leggero e silenzioso, ha un contenitore PRO Buone prestazioni in cottura, ottimo come
capiente e poco da invidiare al suo eccellente vaporiera. Emulsiona e monta senza sforzo.
competitore. Imbattibile nella cottura a vapore. CONTRO In vendita soltanto nel discount Lidl non
CONTRO Non brilla nel montare panna e albumi è sempre disponibile, ma soggetto a promozioni
d’uovo e nell’omogeneizzare creme e pappe. 2-3 volte l’anno. Rumoroso.
IL NOSTRO PARERE Lo consigliamo soprattutto IL NOSTRO PARERE Il prezzo è davvero
per chi vuole principalmente cucinare. Come robot allettante e le prestazioni sono nel complesso
tradizionale c’è di meglio. buone. Per chi ha tempo di aspettare l’offerta.

60 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017 www.altroconsumo.it

 Per maggiori informazioni
www.altroconsumo.it/robot-da-cucina

comprarlo solo dopo aver aver ricevuto
a domicilio un venditore-dimostratore
che ne illustra tutte le caratteristiche.
Alcuni robot sono addirittura in grado di
connettersi tramite wi-fi e di visualizzare
su un apposito display gli ingredienti e i
passaggi necessari per preparare la ricetta
desiderata e possono addirittura eseguire
i comandi trasmessi da remoto, grazie ad
alcune app scaricabili sul cellulare.
Alla prova ottos modelli
Il re indiscusso di questi robot da cucina
è sicuramente il Bimby, apparecchio
della casa tedesca Vorwerk (la stessa
che produce un altro costosissimo
elettrodomestico, l’aspirapolvere Folletto),
che si acquista attraverso la vendita diretta
(non si trova nei negozi). Il prezzo è fisso
e piuttosto elevato, il nuovo Bimby TM5
sfiora i 1.200 euro, ma rimane ancora
il miglior robot da cucina con funzione
cottura presente sul mercato. Esistono
tuttavia parecchi concorrenti che cercano
di strappargli scettro e corona. Alcuni
rappresentano un’ottima alternativa, dato
il prezzo decisamente più contenuto e la
buona qualità complessiva: è il caso dei
due apparecchi che abbiamo selezionato
come Miglior Acquisto, Moulinex Cuisine
Companion HF800A10 e Silvercrest
Monsieur Cuisine Plus, un robot non
sempre disponibile nell’assortimento
del discount Lidl, ma imbattibile per il
rapporto qualità prezzo. Altri, seppur
costosi, è meglio lasciarli perdere
perché non sono affidabili nel tempo. È
il caso degli ultimi classificati Kenwood
kCook Multi CCL401WH e Kitchenaid
5KCF0103EFP che non hanno retto
alla prova di durata e si sono arresi
stremati dal troppo lavoro (due giorni in
laboratorio in cui fanno 60 cicli di impasti
duri e 120 di impasti semiliquidi).
Le caratteristiche davvero importanti
Tutti i robot del test hanno la funzione
per impostare la temperatura, almeno
un cestello per la cottura a vapore e un
contenitore. Non tutti però, per esempio,
sono in grado di pesare gli ingredienti
cosa che invece è molto utile proprio
perché per cucinare con questi apparecchi
ci vuole una certa precisione nel dosare
e inserire i diversi alimenti necessari alla
riuscita della ricetta. Alcuni (li indichiamo
in tabella) hanno la possibilità di tenere in
caldo il cibo, una funzione utile quando
si cucina con un certo anticipo rispetto
al momento di andare in tavola ma non
sempre ideale per garantire le giuste
consistenze dei piatti. Un elemento da
considerare è sicuramente la capacità del
boccale: per una famiglia numerosa o per
chi è abituato ad avere ospiti Kenwood
CCC200WH kCook e Imetec Cukò sono un
po’ troppo piccoli, anche se economici.
Questi apparecchi sono piuttosto pesanti
e voluminosi ed è meglio trovare loro
una collocazione definitiva su un piano
d’appoggio comodo per cucinare e
possibilmente vicino a una presa di
corrente, per non dover usare prolunghe.
Altrimenti si rischia per pigrizia di
abbandonarli chiusi in un armadio.

IN ALTERNATIVA:
FRULLATORI A IMMERSIONE E ROBOT CLASSICI

88 QUALITÀ
BUONA 78 QUALITÀ
BUONA
BOSCH MSM 67170 KITCHENAID 5KFP1335
49 - 90 € 237 - 363 €

PRO Perfetto negli omogeneizzati e nei frullati, ha gli
accessori per tritare e grattugiare. Leggero,
maneggevole e poco ingombrante. Si può usare
direttamente in pentola.
CONTRO Va tenuto in mano e non si può fare altro
mentre si utilizza. Non cuoce.
IL NOSTRO PARERE Un valido aiuto in cucina
soprattutto per chi non ha molto spazio sui piani di lavoro.
PRO Se la cava bene nei compiti tradizionali: trita,
grattugia, impasta e prepara omogeneizzati. Facile da
usare e robusto.
CONTRO Non cuoce né cucina a vapore. Qualche difficoltà
nel montare panna e bianchi d’uovo.
IL NOSTRO PARERE Un robot da cucina classico,
resistente, per chi non vuole qualcuno che cucini al suo
posto, ma solo un valido aiuto nelle preprarazioni di base.

www.altroconsumo.it luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 61

 HELPDESK
ADESSO LO SAI
A cura di Manuela Cervilli
Con l’aiuto dei nostri esperti
rispondiamo a dubbi e domande. Scrivici.

Vacanze intercontinentali:
come combattere il jet lag
Lo sfasamento del ciclo sonno-veglia causato dai viaggi
Emanuela Bianchi a lungo raggio può causare insonnia. I consigli per il jet lag.
Alimentarista
Chi viaggia tutto l’anno per lavoro sa
conviverci. Per tutti gli altri, la stagione del
«La melatonina è un jet lag inizia con le vacanze estive. Come
ormone, prodotto dalla contrastare il mal di fuso?
ghiandola pineale, che • Bevi molto. Un corpo disidratato è meno
regola il ciclo sonno- capace di fronteggiare situazioni di stress
veglia: in caso di alterazioni come, appunto, il cambio di fuso orario,
(magari dovute a un perché avverte i sintomi come amplificati. In
viaggio in un paese con volo bevi molta acqua; evita caffè e alcolici.
fuso orario molto diverso) • Misurati a cena. Mangia piatti semplici e
l’organismo ha difficoltà a poco conditi, magari privilegiando alimenti
sintetizzarla. Esistono sia che conciliano il sonno (per esempio noci,
farmaci sia integratori a semi oleosi, riso, legumi).
base di melatonina». • A nanna presto. Se stai cascando dal
sonno, è lecito andare a dormire un po’
prima del solito. L’obiettivo è concedersi
una normale e ininterrotta notte di sonno,
per svegliarsi riposati la mattina successiva.
Meglio non pisolare, dunque, appena arrivati
a destinazione, ma aspettare che arrivi la
notte. A letto evitare smartphone o tablet: la
luce dei display retro-illuminati fa crollare la
produzione di melatonina.
• Stai alla luce. Per favorire il risveglio
nel luogo d’arrivo, lascia aperte le tende.
L’esposizione alla luce locale può resettare e
riprogrammare il nostro orologio interno.
• Viva la routine. Inizia ad abituarti al fuso
orario d’arrivo alcuni giorni prima della
partenza, avvicinando gradualmente gli orari
a quelli della destinazione.
• Niente sport di sera. L’esercizio fisico va
evitato entro le 4-6 ore precedenti il sonno
notturno. Di giorno invece aiuta a stare svegli.

A tavola, componi il piatto della salute

INIZIA CON AGGIUNGI METTI LE PROTEINE E PER FINIRE

LA VERDURA
Riempi più di un quarto del
piatto con la verdura, variando
la qualità. Un altro quarto
destinalo alla frutta.
I CEREALI
Pasta, riso o pane non devono
mai mancare: riempi un quarto
del piatto con un cereale,
meglio se integrale.
Destina meno di un quarto del
piatto a pesce o in alternativa
a carne bianca, legumi, uova,
formaggi. Limita la carne rossa
ed evita la carne trasformata.
CONDISCI
Per cucinare e condire usa
sempre l’olio extravergine di
oliva. Limita, invece, il burro e i
prodotti con grassi saturi.

1 Porzione ricca Con la

verdura si può abbondare: nel
piatto della salute devi metterne
o due prugne. Sia la verdura sia la
frutta vanno scelte di stagione e
variando i colori.
bastano 30 g di prodotti a base di
carboidrati (30 g di cereali o tre fette
biscottate o sei biscotti secchi).
la carne non terminare la cena con
un pezzo di formaggio.

almeno 200 g, che corrispondono

a due - tre pomodori, oppure
tre - quattro carote, o uno-due
zucchine. Se ti piace l’insalata ne
puoi mangiare anche 80 g, ma
stai attento a non abbondare con
i condimenti. La porzione di frutta
invece è circa 150 g. La scelta è
ampissima: due fette di melone
o una di anguria oppure una mela
2 Cereali, meglio
integrali Ogni volta che
ci sediamo a tavola dovremmo
mangiare una porzione di cereali:
significa 80 g di pasta o riso
integrali, kamut, orzo, farro. In
alternativa si possono scegliere
anche 50 g di pane o 200 g di
patate. Per la colazione, invece,
3 Solo una proteina Nel
piatto di salute va messa una
porzione di proteine, che sia carne
bianca (100 g), pesce (150g), un
uovo, una porzione di legumi secchi
(35g) o formaggio (50 g per quello
stagionato; 100 g se è fresco). Sono
tutte alternative che non vanno
mischiate fra loro: se hai mangiato
4 Occhio ai condimenti
Ogni cucchiaino di olio
extravergine di oliva (10 ml) fornisce
circa 90 calorie. Meglio dunque
non esagerare. Il burro ne ha di
meno (72 calorie per 10 g), ma è
un tipo di grasso meno salutare e
poco raccomandato. A colazione
occhio allo zucchero: ne basta un
cucchiaino (circa 5 g e 20 calorie).

62 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017 www.altroconsumo.it

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Noleggiare l’auto in estate:

occhio alle coperture assicurative
VUOI SAPERNE Più sono alti il valore dell’auto noleggiata e la durata del noleggio, più elevate
DI PIÙ? sono le franchigie e gli importi richiesti al cliente per la cauzione.

Quando si noleggia un’auto per le vacanze
Su Soldi & Diritti di luglio
estive ci sono alcuni elementi da non
Questo mese parliamo
sottovalutare - dal deposito cauzionale alle
di noleggio auto sulla
coperture assicurative - per non trovarsi poi
rivista Soldi & Diritti 155:
con spiacevoli sorprese per il portafoglio. Ecco i
l’inchiesta indaga sulle
nostri consigli per noleggiare sicuri.
assicurazioni proposte
• Fai più preventivi online e seleziona due/tre
da 16 società di noleggio
proposte, particolarmente vantaggiose.
auto, a cui ci siamo rivolti
• Individua in tutte i costi aggiuntivi. Ricorda:
online per un preventivo.
non è detto che la compagnia più conveniente in
fase iniziale lo sia anche dopo che si acquistano
le coperture aggiuntive che ti interessano.
Spesso i pacchetti di protezione che offrono
le società sono diversi e non perfettamente
sovrapponibili tra loro: investi qualche minuto
per capire cosa è compreso e cosa non lo è.
• Controlla l’ammontare del deposito cauzionale
e se è possibile abbassalo acquistando una
copertura aggiuntiva in modo da non avere
problemi con il massimale della carta di credito.
In alternativa devi aumentare il massimale della
carta di credito.
• Controlla le franchigie per la copertura che
copre i danni al veicolo e l’assicurazione sul furto
e incendio: prova a toglierle o ridurle. Controlla
anche le altre garanzie (per esempio quella sugli
infortuni del conducente) e se sono comprese
in eventuali pacchetti che potrebbero includere
anche la riduzione delle franchigie per i danni al
veicolo o il furto e incendio.
• Se, dopo aver fatto tutti questi controlli, hai
comunque dubbi sui costi e sulle coperture
contatta la società di noleggio: meglio farlo via
email, in modo da avere una risposta scritta.

Revisioni auto:
le novità in arrivo
dal ministero
IN VIGORE
DA MAGGIO 2018
Il tagliandino sempre
ll superamento dei controlli
di revisione continuerà
a essere certificato dal
tagliandino adesivo da
applicare alla carta di
circolazione.
Dopo 160 mila chilometri percorsi, sarà obbligatorio fare la prima verifica, anche se non
sono ancora passati quattro anni dall’immatricolazione. Per veicoli che hanno subìto
incidenti gravi la revisione sarà obbligatoria. Le tariffe restano però invariate.
Gli intervalli per la revisione rimangono i
medesimi: primo controllo dopo quattro
anni dalla prima immatricolazione e poi
ogni 24 mesi, ma - prima novità - sarà
necessario sostenere una revisione dopo i
primi 160mila chilometri percorsi se questi
sono stati raggiunti prima dei quattro anni
dall’immatricolazione. L’altra novità riguarda
i veicoli coinvolti in incidenti con gravi danni:
ora saranno obbligati a passare una revisione
dopo essere stati riparati. Nessuna modifica,
invece, alle tariffe: 45 euro se i controlli
vengono portati a termine nelle sedi provinciali
della Motorizzazione Civile; 66,88 euro se ci si
rivolge ai centri privati convenzionati. In ultimo
sarà rilasciato, alla persona che porterà il
veicolo al controllo, il Certificato di revisione, un
verbale contenente i risultati del controllo.

www.altroconsumo.it luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 63

LETTERE Condividi le tue esperienze
Le tue domande, i nostri consigli

IL NOSTRO Il prezzo in vetrina

ESPERTO
non può più cambiare
Un paio di scarpe Nike Air Max esposte in vetrina a 86 euro
una volta portate in cassa risultano costarne 131. Ma la legge
su questo punto parla chiaro: il prezzo esposto fa fede.
Emanuela Bianchi
Alimentazione Ci è voluto un po’, ma il negozio lo ha riconosciuto.

«In molti supermercati e negozi

Erano proprio le scarpe dei suoi sogni e il il prezzo esposto in vetrina e protesta con
specializzati la temperatura dei
budget c’era. Per Chiara quelle Nike Air Max raccomandata, rivolgendosi sia al servizio clienti
Thea Premium esposte in vetrina a 86 euro erano del sito della Nike, sia al negozio. Risultato? Dal
banchi surgelati oscilla intorno ai
proprio l’acquisto giusto. Peccato che una volta negozio silenzio, dal sito una gentile mail in cui
-18°, temperatura che non
scelte, provate, approvate e portate in cassa, dichiarano che sul modello di scarpe c’era un
consente a molti prodotti una
c’è la sgradita sorpresa: il prezzo si trasforma errore di prezzatura, ma di non potere intervenire
conservazione oltre un breve
in 131 euro “perché quello in vetrina era stato per acquisti non online. Chiara si rivolge a noi.
tempo. Quali sono gli obblighi del
messo per errore”. Ma Chiara, giustamente, non
venditore a riguardo?» ci chiede
ci sta. Dato che è una nostra lettrice, sa che il
Michele Evangelista, di Napoli. IN CONCLUSIONE
prezzo indicato in vetrina fa formalmente parte
La legge impone una temperatura
del contratto di compravendita tra negoziante Dopo il nostro sollecito, il negozio accetta di
di conservazione di -18°, che è
e acquirente e che non può essere modificato vendere le scarpe al prezzo indicato in vetrina.
adeguata per conservare per
(in caso contrario, d’altra parte, sarebbe troppo Purtroppo, però, nel frattempo quel modello
periodi anche molto lunghi i
comodo per i negozianti attirare i clienti con era finito. Ma Chiara ne ha trovato un altro
surgelati industriali. Questa
offerte-civetta che poi spariscono al momento paio che le piacevano, sulle quali a titolo di
temperatura - che dovrebbe
di pagare...). Chiara non perde tempo: fotografa risarcimento ha ottenuto uno sconto del 40%.
essere raggiunta anche dal freezer
di casa a 3 o 4 stelle - non è
sufficiente invece a congelare gli
alimenti freschi consentendone
una conservazione prolungata.

Per le tue domande

e segnalazioni
www.altroconsumo.it/contattaci
è il canale attraverso il quale
rispondiamo online. Per chi
preferisce chiamare, ecco i numeri
delle consulenze (rispondiamo dal
lunedì al venerdì h. 9/13 -14/18
salvo diversa indicazione)
Giuridica
02 69 61 550
Fiscale
02 69 61 570 (h. 14/18)
Economica
02 69 61 580 (h. 9/13)
Farmaci
02 69 61 555
“Miglior Acquisto”
02 69 61 560
Tariffe Rc auto e moto
02 69 61 566
Chiara Tradati di Milano
Tariffe telefoniche , poco più di vent’anni:
l’ha spuntata lei, perché
02 69 61 590 era ben informata

64 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017 www.altroconsumo.it


Quel biglietto MotoGp
smarrito per l’Italia
Marzia Martino non era riuscita in
alcun modo a modificare l’indirizz
La nostra socia Marzia Martino ha
ordinato attraverso il sito TicketOne
due biglietti per il MotoGp del
Mugello del 4 giugno, al prezzo
di 179,95 euro. Come modalità di
spedizione ha scelto il corriere
espresso. Subito dopo l’acquisto,
ha chiesto al servizio clienti di
TicketOne di poter modificare
l’indirizzo di spedizione, sia con una
telefonata (12,50 euro) al call center
di TicketOne, sia con l’apposito
form messo a disposizione sul sito
proprio per modificare l’indirizzo
di consegna. Ma TicketOne ha
comunque proseguito con la
spedizione all’indirizzo sbagliato,
rispondendo alla socia che
modificarlo sarebbe stato possibile
contattando direttamente il
corriere, non appena questi avesse
inviato la mail di presa in carico.
Arrivata la mail, la socia ha
provveduto tempestivamente a
comunicare la modifica di indirizzo
richiesta, sempre citando il
numero di tracking e facendo tutto
quanto le era stato indicato. Ma
purtroppo non c’è stato niente da
fare: tutti i tentativi di modificare
l’indirizzo - anche cercando e
contattando diverse filiali del
www.altroconsumo.it
o al consumo massimo) varia molto.
corriere - sono andati a vuoto,
finché a un certo punto i biglietti
sono risultati consegnati (così
appariva dal tracking del corriere),
ma all’indirizzo sbagliato. Dove,
comunque, non risultavano mai
essere comparsi.
Di fatto, a prescindere
dall’indirizzo di consegna, i
biglietti della socia risultavano
spariti.
A questo punto la nostra socia
ha chiesto che o le venissero
consegnati altri biglietti, oppure di
essere rimborsata. E si è rivolta a
noi. Che, a nostra volta, abbiamo
contattato TicketOne, responsabile
dell’invio di quanto acquistato.
IN CONCLUSIONE
TicketOne ha effettuato il
rimborso dei biglietti pagati
e mai consegnati. In linea
generale, quando si acquista
qualcosa online, il sito di vendita
è responsabile della consegna del
prodotto ed è tenuto a rimborsare
il cliente di tutte le spese se
quanto acquistato non arriva o se
arriva in cattive condizioni.
Condizionatore: capire
l’etichetta per scegliere
«Sui cataloghi dei condizionatori
leggo le seguenti caratteristiche:
capacità di raffrescamento;
capacità di riscaldamento;
potenza assorbita
raffrescamento nominale;
potenza assorbita riscaldamento
nominale. Ma mi ha stupito
notare che la capacità di
raffrescamento/riscaldamento è
superiore alla potenza assorbita.
Non è una contraddizione? Inoltre
vorrei sapere se la potenza
nominale è anche quella di picco,
per dimensionare il contatore».
È normale che la potenza
di raffrescamento o
riscaldamento indicata sia
superiore all’assorbimento
elettrico. La potenza indicata,
(in kW o Btu/h) serve a dare
un’indicazione sulle dimensioni del
locale che si può climatizzare con il
modello in questione. Per esempio
un apparecchio da 9.000 btu/h
(come quelli testati su AC 314,
maggio 2017, che potete confontare
sul nostro sito nella sezione sui
climatizzatori) è indicato per
un ambiente da circa 25 metri
quadrati, mentre un apparecchio da
Federico Guarneri: dubbi
sul condizionatore
luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 65
A cura di Natalia Milazzo
12.000 btu/h (testati sullo stesso
numero e presenti sul sito) sono
adatti a superfici intorno ai 35
metri quadrati. L’indicazione che
dice con quale efficienza il ciclo
termodinamico del climatizzatore
riesca a produrre fresco o caldo a
partire da un kW assorbito è data
invece dall’indice EER o SEER,
indicato sull’etichetta energetica
(da E, efficienza bassa, ad A+++,
efficenza molto alta). I climatizzatori
moderni hanno un’efficienza di
trasformazione del singolo kW
elettrico assorbito attorno alle 4-5
volte. Quanto alla potenza elettrica
assorbita, generalmente per un
modello da 9.000 Btu/h è inferiore
ai 500 W e neanche al picco (cioè
Ormai i modelli sono quasi sempre
inverter con regolazione elettronica:
solo in modalità “boost” (potenza
extraforte) si sale oltre un kW.
IN CONCLUSIONE
Per scegliere il condizionatore
più adatto, premiato dai nostri
test, si può consultare il
nostro sito: altroconsumo.it/
elettrodomestici/climatizzatori.
LETTERE
Le tue domande, i nostri consigli
Vale sempre
la pena
di insistere
Un socio che preferisce restare
anonimo ci ha chiesto di intervenire
presso Ryanair per ottenere il
rimborso di un biglietto aereo
Bari-Londra acquistato e mai
utilizzato per gravi motivi di salute.
Il nostro socio due giorni prima del
volo è infatti stato colpito da una
grave miocardiopatia virale, che ha
portato a un ricovero in ospedale e
all’impossibilità di spostarsi per 30
giorni. Benché il certificato medico
che attestava quanto accaduto
fosse stato spedito alla compagnia in
tempo utile, prima della data prevista
per la partenza, in prima battuta la
Ryanair ha rifiutato il rimborso. Il
nostro socio ci ha chiesto allora di
intervenire a suo sostegno.
Abbiamo ricordato a Ryanair le loro
stesse condizioni (art. 10.4) e l’art.
945 del codice della navigazione,
così come modificato dal decreto
legislativo 96/05 (“Se la partenza
del passeggero è impedita per causa
a lui non imputabile, il contratto
è risolto e il vettore restituisce il
prezzo di passaggio già pagato”),
che include il rimborso di un volo
annullato per gravi motivi di salute.
Dopo il nostro intervento, Ryanair
è passata a più miti consigli,
rimborsando l’intero prezzo del
biglietto, insieme a una gentile mail di
pronta guarigione. Un appunto: perché
non lo hanno fatto subito? Vale la pena
insistere, comunque.
SCRIVICI
Ti abbiamo aiutato e ti
piacerebbe raccontare la tua
storia? Vorresti condividere il
tuo caso? Quando scrivi
specifica che dai il tuo consenso
alla pubblicazione e che puoi
mandare una foto: ti
contatteremo comunque se il
tuo caso sarà selezionato.
66 Altroconsumo 316 • luglio-agosto 2017
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Per scriverci vai su
altroconsumo.it/contattaci
Tamoil non rimborsa
la benzina non erogata
Giancarlo Scoppa non ha ricevuto
quanto gli è dovuto e protesta
Se il sistema scelto dalla Tamoil per
rimborsare la benzina non erogata
funziona male e consente abusi, è
giusto che a rimetterci sia il cliente
ignaro, la cui unica colpa è avere
scelto la Tamoil? A nostro parere,
no. Eppure, finora la Tamoil si rifiuta
di riconoscere i diritti del nostro
socio Giancarlo Scoppa, di Milano.
I fatti: Giancarlo si ferma per fare
benzina presso il distributore
automatico Tamoil di Casei Gerola
(PV). Ma la benzina non viene
erogata, benché Giancarlo abbia già
pagato 40 euro. Non è la prima volta Ma questa volta il servizio clienti
che succede, ma addirittura la terza. della Tamoil si rifiuta di rimborsarlo,
Nelle due volte precedenti, peraltro, sostenendo che il suo credito è già
il nostro socio non è riuscito a farsi stato riscosso, probabilmente da
riaccreditare automaticamente un secondo utente che ha usato
quanto versato seguendo le un secondo codice per il rimborso,
istruzioni presenti al distributore, emesso automaticamente dal
ma ha dovuto prendere contatto sistema dopo il fallimento del primo
con il servizio clienti Tamoil, tentativo (circostanza di cui nelle
scaricare i moduli previsti, compilarli istruzioni però non si parla).
e reinviarli. Dopo questa trafila, il
riaccredito c’è stato, sotto forma di
IN CONCLUSIONE
buoni carburante elettronici.
Anche la terza volta il nostro socio Non è giusto che sia un cliente
procede dunque allo stesso modo: a rimetterci per un multiplo
tenta inutilmente il riaccredito malfunzionamento del sistema
automatico, non riesce neanche della Tamoil. Insistiamo perché la
questa volta, si rivolge alla Tamoil. Tamoil risarcisca il nostro socio.
www.altroconsumo.it

Fondazione
La Fondazione Altroconsumo, riconosciuta
nel 2012, ha lo scopo di promuovere
il consumerismo in Italia e a livello internazionale,
contribuendo allo sviluppo di una società più
equilibrata, equa, solidale e rispettosa dei diritti
e degli interessi dei cittadini. A tal fine, promuove
iniziative, pubblicazioni, ricerche e servizi rivolti
ai consumatori e agli utenti di beni e servizi
e contribuisce allo sviluppo di un movimento di
consumatori autorevole, duraturo e indipendente.
La Fondazione è socio unico della Altroconsumo
Edizioni srl.
Presidente: Paolo Martinello
Associazione
Altroconsumo è un’associazione senza fini di lucro
fondata a Milano nel 1973. In piena autonomia
e indipendenza, ha come scopo l’informazione,
la difesa e la rappresentanza dei consumatori.
È membro della CI (Consumers’ International),
di ICRT (International Consumers’ Research
and Testing) e del BEUC (Ufficio europeo delle
associazioni di consumatori). Altroconsumo
si finanzia esclusivamente attraverso le quote
associative.
Segretario Generale: Luisa Crisigiovanni
Vicesegretario: Franca Braga
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Indice
A
Acqua: filtri e depuratori 316 7/2017
Agromafie 314 5/2017
Antifurto per la casa 315 6/2017
Antizanzare 315 6/2017
App di chat 313 4/2017
Aspirapolvere 315 6/2017
Assorbenti interni 316 7/2017
Auto
> dieselgate 313 4/2017
> prezzi 312 3/2017
B
Bici
> elettriche: guida all’acquisto 314 5/2017
> in città: inchiesta 313 4/2017
C
Carta igienica 315 6/2017
Casse portatili 316 7/2017
Compagnie aeree 314 5/2017
Contratti telefonici, disdetta 316 7/2017
Climatizzatori
Criminalità del web
314
312
5/2017
3/2017
Cyberbullismo 316 7/2017
D
Detergenti
> bagno 316 7/2017
> bucato lavatrice 312 3/2017
Dichiarazione dei redditi, servizio online 314 5/2017
E
Energia, risparmio ed efficienza 314 5/2017
Epatite C 313 4/2017
Estrattori per succhi 315 6/2017
F
Farmaci veterinari 316 7/2017
Ferri da stiro 313 4/2017
Frigoriferi 312 3/2017
Forni a microonde 314 5/2017
Fotocamere avanzate 313 4/2017
G
Gelati in vaschetta 316 7/2017
Gelatiere 316 7/2017
Glifosato 315 6/2017
H
Hamburger 312 3/2017
I
Inquinanti negli imballaggi alimentari 312 3/2017
Idropulitrici 313 4/2017
L
Lavastoviglie 313 4/2017
Lavatrici 314 5/2017
M
Macchine sottovuoto 313 4/2017
N
Navigatori gps 314 5/2017
O
Oggetti per la casa connessi via internet 315 6/2017
P
Pane, prezzi e consumi 314 5/2017
Passate di pomodoro 313 4/2017
Planetarie 314 5/2017
Pneumatici
> cambiare o riparare una gomma 316 7/2017
> estivi 313 4/2017
Prodotti antiparassitari 313 4/2017
R
Robot da cucina 316 7/2017
S
Salute: sanità pubblica, ritardi e attese 315 6/2017
Seggiolini 315 6/2017
Sistema Pubblico di Identità Digitale 314 5/2017
Smartphone di grandi dimensioni 316 7/2017
Software per archiviare le foto 315 6/2017
T
Tariffe elettricità e gas 315 6/2017
Trenitalia: oggetti smarriti 316 7/2017
V
Vaccinazioni 316 7/2017
Vendere online 313 4/2017
Vino Prosecco 311 2/2017
Tutti gli articoli di Altroconsumo, Test Salute, Soldi&Diritti
e Hitest su www.altroconsumo.it/info/riviste
luglio-agosto 2017 • 316 Altroconsumo 67
 I TUOI PROBLEMI
DIVENTANO
LE NOSTRE BATTAGLIE.

Tu e Altroconsumo, insieme, più forti.

Altroconsumo ti mette al centro del suo impegno quotidiano. Ascolta la tua voce e l’amplifica. La fa diventare
la voce di mille e mille altre persone che la pensano come te. In questo modo abbiamo già vinto tante battaglie.
Tante altre ci aspettano. Il coraggio e gli strumenti non ci mancano.
Altroconsumo è sempre dalla tua parte. Contaci.

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