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La conquista del suono

Il passaggio al nuovo millennio evidenzia la decadenza della vecchia società industriale


e l’affermarsi dell’emergente società dell’informazione, dominata da beni
immateriali come per l’appunto informazione, cultura, conoscenza, ecc.

in musica si traduce con: spostamento progressivo dalle


industrie di prodotti, come per esempio il disco, gli strumenti musicali elettronici,
ecc., alle industrie di servizi, come la musica in rete, i software audio e musicali,
i fornitori di aggregazione di contenuti. In altre parole c’è stata una netta
perdita di valore dei contenitori, a tutto vantaggio dei contenuti.

Indipendentemente dal genere musicale, oggi un singolo musicista dotato di


adeguate tecnologie e competenze è in grado di realizzare da solo un prodotto
professionale di notevole complessità, che in tempi non molto lontani avrebbe
richiesto il contributo operativo di molte persone. Anche quando sono richieste
competenze e apporti creativi specialistici, il gruppo di lavoro è numericamente
sempre molto ristretto e in molti casi i singoli possono essere localizzati in zone
anche molto lontane. Esistono comunque nella musica due mondi diversi che,
pur partendo da matrici comuni, si muovono con velocità e obiettivi anche molto
differenziati. Mi riferisco al mondo classico, che è vincolato a organici e prassi
esecutive ben definite, e a quello delle nuove tecnologie digitali che è più libero
nello sperimentare e nel rinnovare tecniche, estetiche e metodi produttivi. Negli
anni più recenti molti musicisti hanno sostituito il pianoforte, che è stato per
più di un secolo lo strumento musicale di riferimento, con il computer, che, come
è noto, può essere d’aiuto nello svolgimento della maggior parte delle azioni
musicali: dalla composizione all’esecuzione, dall’editoria alla didattica, dalla ricerca
musicologica alla produzione multimediale, ecc.

In questo contesto, anche il mondo della scuola non può restare indifferente alle
potenzialità musicali delle tecnologie digitali e questo libro testimonia la grande
capacità della scuola italiana di trovare al suo interno le forze per rinnovarsi e
per vivere il nostro tempo da protagonista.

ASCOLTO
L’educazione all’ascolto è una componente essenziale della didattica della musica,
e consiste nello sviluppare la capacità innata nel nostro sistema percettivo di
udire i suoni trasformando il sentire in ascolto.

Tramite l’educazione all’ascolto si sviluppa una sensibilità


nei confronti dei suoni musicali partendo dai parametri elementari di tempo,
altezza, dinamica, timbro e spazio. Imparare ad ascoltare, quindi, è il primo
passo che ci conduce all’interno del mondo della musica e l’ascolto è anche il
mezzo che ci consente di fare evolvere la musica stessa per esplorare nuovi mondi
sonori, scoprire nuove relazioni, inventare nuove forme musicali, far scattare
nuove fantasie e nuovi desideri di ascolto.
Poter fermare il suono per studiarlo con attenzione, per confrontarlo
con altri, per analizzarne differenze e relazioni è sempre stata un’esigenza
molto sentita. Prima dell’avvento della memoria sonora, bisognava basarsi sulla
propria memoria acustica, sulla capacità di darsi delle adeguate rappresentazioni
mentali dei suoni e sul saper cogliere le opportunità di ascolto.

La scrittura musicale si è sviluppata nel corso di diversi secoli evolvendosi


assieme al linguaggio musicale e alla esigenza dei compositori di notare eventi sonori
e forme musicali sempre nuovi. Nell’ultimo secolo questo desiderio di novità
continua e di esplorazione di mondi sonori finora inesplorati ha messo in evidenza
i limiti del linguaggio tradizionale di notazione e ha portato innumerevoli proposte
di rinnovamento e/o ampliamento del sistema di scrittura.

IL SUONO FISSATO
Nell’ultimo secolo, con lo sviluppo della memoria sonora e la possibilità di fissare
il suono su un supporto fisico (rullo, disco, nastro magnetico, ecc.), la didattica
della musica si è dotata di nuovi strumenti tecnologici molto importanti, adatti

sia al neofita che non è ancora in grado di leggere una partitura sia all’esperto che
vuole studiare in dettaglio la musica eseguita, come per esempio mettere a confronto
le raffinatezze di diverse scelte interpretative. Grazie alla memoria sonora
è quindi possibile registrare un’esecuzione musicale, riprodurla e ascoltarla senza
la presenza dell’esecutore, fermare e ripetere l’ascolto del brano in vari modi:

La nascita della memoria sonora si fa risalire al fonografo di Thomas Alva Edison


(1877), che nonostante non fosse stato ideato per la musica, trovò in essa
il campo applicativo più fecondo.

Spesso le registrazioni sono diventate un modello con carattere


normativo, e ciò ha talvolta portato a un appiattimento esecutivo, basato sulla
sola imitazione e alla nascita di fenomeni di feticismo degli esecutori o delle
esecuzioni. Si crea quindi uno spartiacque fra musica suonata e musica registrata
e nell’immediato secondo dopoguerra nascono nuove forme musicali come la
musica elettronica in cui il compositore diventa l’artefice dell’intera opera musicale
– non più definita attraverso la partitura e tradotta in suono dall’interprete
– che viene consegnata alla storia nella forma sonora definitiva del documento sonoro
realizzato interamente dal compositore stesso. La musica elettronica, quindi,
trasforma la musica da arte allografica ad arte autografica, provocando grosse
mutazioni sulla fruizione sociale della musica stessa.

didattica della musica non poteva restare indifferente


a questi cambiamenti e alle nuove possibilità offerte dalle tecnologie del suono
emergenti. L’esecutore può finalmente ascoltare se stesso e trovare più facilmente
errori o soluzioBni interpretative più efficaci. Il compositore può riascoltare
più volte la registrazione della sua musica per verificare all’ascolto ciò che era
stato ideato astrattamente nella partitura. Inoltre può anche comporre direttamente
con i suoni per arrivare fino alla composizione del suono stesso mediante
le tecnologie della musica elettronica.

Sul piano didattico, grazie alle tecnologie digitali, l’insegnante si trova a disposizione
uno strumento molto potente, tramite il quale può condurre gli allievi
all’interno del mondo sonoro, arricchendo l’ascolto con la visione analitica di
diverse rappresentazioni grafiche del suono stesso. Sentire il suono e nello stesso
tempo vedere la forma d’onda che nella realtà fisica colpisce il nostro apparato
auditivo è un’esperienza importante per l’allievo, soprattutto se sotto la guida
del docente impara a mettere in relazione la visione grafica con l’esperienza
d’ascolto.

Utilizzando un normale editor di suoni è possibile visualizzare la forma


d’onda con scale temporali diverse e, per esempio, condurre per mano l’allievo
all’interno del suono stesso, partendo dalla visione globale di un brano musicale
per scendere progressivamente a dettagli temporali sempre più minuti, fino a
raggiungere il microlivello di un singolo periodo del suono

Come sappiamo, la musica tradizionale viene insegnata


mediante il metodo di apprendimento per imitazione del maestro mentre fare
musica con le tecnologie digitali richiede l’apprendimento di precise competenze
tecniche che inevitabilmente devono passare attraverso il controllo della logica.

Gli aspetti fisici, psicoacustici, elettroacustici, matematici e informatici della materia


non possono essere imparati per imitazione, ma solo attraverso una didattica
di tipo tecnologico-scientifico. Inoltre, mentre l’insegnamento della musica
tradizionale si basa su linguaggi codificati e strumenti musicali immutati da se coli, la musica elettronica
vive e si sviluppa su un terreno in continua trasformazione.

Gesto

LA PRODUZIONE
MUSICALE NELL’ERA
DIGITALE

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