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Insegnare lingua con il cinema: una prospettiva alternativa

Italica, Spring, 2006 by Tania Convertini


Già nel 1959, su questa stessa rivista, John Driscoll, (1) allora professore di Lingua e Letteratura
Italiana all'università della California di Los Angeles, metteva in evidenza l'importanza dell'uso
dei mezzi audiovisivi nell'insegnamento della lingua, citando in modo particolare il cinema come
mezzo capace di stimolare e motivare gli studenti:

Probably the strongest practical visualization technique a language


instructor can bring to his class is the motion picture .... Motion
picture research indicates that learning takes place most
definitely when viewers are emotionally involved. (222, 223)

Più di cinquant'anni fa esisteva già quindi una sensibilità e un'attenzione nei confronti del cinema
come possibile mezzo per insegnare una lingua straniera. Molto è stato detto in proposito e molte
ricerche sono state effettuate, conducendo a risultati che hanno costantemente confermato l'utilità
del cinema come mezzo di insegnamento della lingua. Tuttavia, come ogni mezzo, da un punto
di vista puramente didattico, ciò che più conta è il modo in cui esso viene utilizzato.

Questo articolo si propone di indagare una prospettiva di utilizzo del mezzo "cinema"
nell'insegnamento della lingua che vada al di là del puro utilizzo verbale del suo apparato
linguistico. Si esaminerà come sia possibile utilizzare i numerosi linguaggi presenti in un film
per creare, in una lezione di lingua, situazioni comunicative funzionali all'apprendimento,
conservando l'integrità del film come opera d'arte.

Prima di entrare nel merito del perchè e come usare il cinema nell'insegnare una lingua straniera,
ci pare doveroso fare un breve accenno su come, da sempre, gli insegnanti di lingua si siano
appropriati di mezzi, per cosi dire impropri, ovvero non adeguatamente strutturati, per insegnare
una lingua straniera. L'obiezione di molti glottodidatti è che gli studenti necessitino di materiale
pensato e selezionato con scopi linguistici precisi, con obiettivi grammaticali graduali e
preordinati che facilitino un apprendimento della lingua in contesti comunicativi pensati ad usum
delphini. In nome di questa teoria, peraltro assolutamente giustificata e giustificabile è prolificato
negli anni, e continua a prolificare, un mercato di libri di testo e manuali che, se irrinunciabili per
certi aspetti, necessitano, per altri, di un grande intervento di integrazione. E qui entrano in gioco
gli insegnanti, da sempre in cerca di materiale "autentico," non strutturato, ovvero non
appositamente pensato: materiale rivolto ad un pubblico vero, di fruitori di una lingua viva,
libera, non incatenata nei meccanismi di funzione grammaticale o contesto/comunicativa.
Materiale che sia creazione di persone reali, impegnate in una reale comunicazione, e non di un
glottolinguista, senza nulla togliere al lavoro dei glottolinguisti, si intende.

Come dice Kasper, che si occupa di apprendimento dell'inglese come seconda lingua, "Film
provides students with a graphic illustration of relevant content information and expose them to
authentic natural language"(Kasper 52). E` proprio in nome di questa autenticità, che entrano in
scena il cinema, il teatro, l'opera, le canzoni dei cantautori. Parliamo appunto di materiali
linguistici non certo pensati per studenti di lingua, il cui modello linguistico è ben lontano quindi
da quel modello ad usum delphini precedentemente citato, con tutti i problemi e il fascino
comunicativo che, per nostra fortuna, ne conseguono.
Ora, detto questo, possiamo forse asserire che il cinema sia un mezzo improprio per insegnare
una lingua straniera? Se per improprio intendiamo dire che non è stato concepito con questo
intent, certamente sì, è improprio. Se invece ci chiediamo quale sia il suo potere di stimolo, di
interesse, quali i suoi possibili usi non solo sul piano linguistico ma sul piano culturale, sociale,
di valori, quali siano gli imprevedibili meccanismi comunicativi che la visione di un film con gli
studenti di lingua possa innescare, in questo caso, in tutti questi casi, le risposte che troveremo
dimostreranno che il mezzo è tutt'altro che improprio.

Sono molte le motivazioni psicopedagogiche che motivano la scelta di usare i film come
supporto all'insegnamento di una lingua straniera. Usiamo l'espressione "supporto" perche è
evidente che il film, come il giornale, l'opera, la canzone o qualunque altro materiale artistico
autentico, non strettamente pensato per studenti, non può essere l'unico mezzo di insegnamento
della lingua, sebbene molti autodidatti abbiano dimostrato che è possibile apprendere una lingua
anche in assenza di percorsi strutturati.

Il primo aspetto da prendere in considerazione, quando si parla dell'uso dei film in una classe di
lingua, è quello legato alla motivazione. Holden enfatizza il forte potenziale di stimolo e di
motivazione dei film nell'insegnamento della lingua e, in accordo con Templesky, ritiene che i
film debbano essere autentici e non video scolastici appositamente prodotti per gli studenti.
Anche Garza ci ricorda il valore profondamente culturale dell'autenticità dei film: "Materials
prepared for native speakers of a language are by virtue of their intended audience satured with
imbedded cultural references that depend on the shared prior text of that audience" (Garza, 3-4).
Templesky e Tomalin sottolineano che il film è un mezzo eccellente per comunicare valori
culturali, è estremamente efficace e porta il mondo esterno in classe fornendo elementi utili per
la comunicazione e la discussione (Garza, Introduzione). Grazie all'autenticità dei film, possiamo
entrare nella cultura di un paese, nel modo in cui la gente vive, si veste, mangia e entra in
relazione. Il film diventa così una finestra aperta sulla cultura, permettendoci di comprenderne i
valori.

Proseguiamo col dire che in un momento in cui si parla molto di intelligenze multiple, il film ne
è, di per se, la massima espressione. La visione di un film innesca infatti processi di pensiero,
reazioni fisiche, emotive, richiami nella memoria e nell'esperienza di un individuo, che molto
hanno a che vedere con il concetto di intelligenze multiple.

Come dice Marks-Tarlow, gli stili di apprendimento sono direttamente connessi ai diversi tipi di
intelligenze. Quelli che Marks-Tarlow distingue in "musical learners, interpersonal learners,
body-kinesthesic learners, spatial learners, linguistic learners" (Marks-Tarlow, 26), sono stili di
apprendimento che possono facilmente trovare una via di espressione attraverso lo stimolo della
visione di un film. La complessa sfera di risposte fornite dalla nostra intelligenza emotiva,
sociale e relazionale, trova canali espressivi che possono ricondurre alla parola come mezzo di
espressione, favorendo cosi un apprendimento della lingua veicolato da un'esigenza di
comunicazione che trascenda la banalità e l'ovvietà di schemi dai ruoli fissi e prestabiliti. Ogni
qual volta comunicare risponda ad una esigenza profonda, ad un bisogno interiore di trasmettere
emozioni, stati d'animo, idee, opinioni, ogni qual volta la natura e il bisogno della comunicazione
siano autentici e generati da ispirazione autentica, la lingua assume un reale significato nel
contesto.

Per Ward e Lepeintre la storia è infatti la chiave del potere di motivazione del film:
A teacher's purpose may be to teach language, but the purpose of
film in the language classroom should be to tell a story, so that
students can begin to use and explore language in a meaningful
way--is the first step. (Ward e lepeintre, 88)

Questa è la ragione fondamentale per cui un film è utile nell'insegnare lingua straniera. Non
perche sia "trend" inserire un paio di film nel syllabus o perche i più lo fanno o ancora perchè gli
studenti se lo aspettano e lo considerano una sorta di intrattenimento dovuto (tanto ci sono i
sottotitoli ... niente di più che andare al cinema il sabato sera), ma sostanzialmente perchè un film
ha il potere indiscusso di generare comunicazione e laddove si generi comunicazione si è
costretti ad usare la lingua, a comprenderla dapprima, ma soprattutto ad usarla per esprimersi,
perche zitti, dopo alcuni film (che vanno certo, accuratamente scelti) difficilmente si può stare.

Mi pare opportuno citare, a questo punto, parte di un'interessante conversazione avuta a


Middlebury con la studiosa di cinema e pedagogia Flavia Laviosa (2). Laviosa ritiene
sostanzialmente che i film siano usati impropriamente come mezzo didattico. C'è la falsa
percezione, dice Laviosa, che i film possano essere usati per insegnare l'italiano. Aggiunge che
un film non è mai realizzato per un pubblico di studenti stranieri, pertanto forzare un'opera di tale
valore artistico per insegnare una lingua o gli aspetti linguistici della sceneggiatura, è fortemente
riduttivo perchè l'opera ne esce impoverita e svuotata. Si può tuttavia, continua Laviosa,
riconoscere il valore artistico di un film e usarlo a piccole dosi come stimolo alla discussione
degli aspetti estetici dell'opera filmica sottolineando come questi illustrino contenuti culturali
dell'Italia.

Trovo molto interessante questa valutazione, che condivido peraltro pienamente, e la userò come
punto di partenza per osservare e analizzare brevemente gli usi che del cinema vengono
correntemente fatti nell'insegnamento della lingua straniera e per proporre, ovviamente, una
nuova prospettiva.

Cinema e audiovisivi in classe

Sebbene sotto la definizione di audiovisivi si raccolgano una vasta gamma di prodotti, dai filmati
educativi, ai documentari, ai programmi televisivi, ai cortometraggi, è necessario puntualizzare
che nel linguaggio settoriale educativo, quando si parla di audiovisivo, si allude ad un supporto
didattico che faccia uso di immagini e suono per catturare l'attenzione e rinforzare
l'apprendimento di un dato obiettivo didattico.

L'importanza degli audiovisivi viene messa in evidenza anche nel Framework del Consiglio
d'Europa (3), (paragrafo 4.4.2.3 ricezione audiovisiva di imput auditivo e visivo, paragrafo 4.6.1,
citati vari tipi di media). Sebbene tecnicamente i film facciano parte di questo gruppo di supporti
didattici, mi pare opportuno fare qui una distinzione. Un video di dieci minuti che documenta
come acquistare un biglietto alla stazione non può essere confuso con un film. Senza nulla
togliere all'importanza didattica di un mezzo di tal tipo, di per sè estremamente efficace, è
importante sottolineare come nulla, o quasi, abbia a che vedere con la visione di un film. Quando
Laviosa dice che c'e la falsa percezione che un film possa essere usato per insegnare l'italiano,
allude proprio al fatto che un film non può e non deve essere usato confondendolo con un
comune audiovisivo.
Ciò che frequentemente accade nelle classi di lingua è che venga proposta la visione di un film,
talvolta con esercizi di pre-visione per arricchire il lessico, e successivamente al film venga
chiesto agli studenti di lavorare linguisticamente sulla sceneggiatura. Ho osservato con
attenzione alcuni dei libri presenti sul mercato che si offrono come guida nel proporre attività
che anticipino e seguano la visione del film. Nella maggior parte dei casi le attività hanno una
valenza strettamente linguistica. Vi troviamo esercizi di vocabolario, risposte multiple sulla
comprensione della trama, esercizi di grammatica, esercizi di scrittura che poi verranno valutati
dall'insegnante, e via dicendo. Sebbene queste attivita abbiano una loro validità e coerenza
didattica e linguistica, sebbene si prestino ad un facile utilizzo in classe, hanno, per lo più
un'impostazione monocorde e sorda a tutti gli altri linguaggi filmici che non siano quello
strettamente verbale.

Non possiamo e dobbiamo dimenticare che un film e un'opera d'arte, e come tale dovrebbe essere
proposta e rispettata. Quando si mostra un film agli studenti di una classe di lingua, si propone
ben di piu che un puro apparato verbale da usare a scopo didattico. Attraverso la visione di un
film gli studenti incontrano la realtà del cinema italiano per comprendere il significato di una
realtà sociale e culturale differente dalla loro, diventano spettatori di situazioni, immagini,
linguaggi verbali e metaverbali, musicali, un intero mondo quindi che non può certo essere
ridotto a un apparato verbale sul quale fare esercizi grammaticali.

Film e multimedia

Un altro uso molto diffuso dei film nell'insegnamento della lingua è la trasformazione di un film
in un programma multimedia. Si tratta di una sorta di videogame a carattere didattico. Cito un
interessante esperimento in una scuola superione nello stato di New York. (4) A due gruppi di
studenti di lingua francese è stata proposta la visione del film in lingua originale, in un caso con
proiezione tradizionale, nell'altro con proiezione in multimedia, con la possibilità cioè di
interagire con il computer, fermare, tornare indietro, riascoltare, trovare esercizi di grammatica e
vocabulario durante il film ecc. Il gruppo di controllo che faceva uso del supporto multimedia,
pare aver ottenuto migliori risultati nei test grammaticali e lessicali e, interrogato sul gradimento
della visione del film in multimedia ha dichiarato di averlo apprezzato. Tale dichiarazione non
mi stupisce affatto. Il prodotto con cui questi ragazzi sono venuti in contatto è espressione
concreta della realtà virtuale che fa parte della loro esperienza quotidiana. Questa è una
generazione, per cosi dire, nata con il mouse e il telecomando in mano. E` stato offerto loro un
mezzo che ben conoscono, che sanno usare e di cui hanno il totale controllo. Certo, ci diranno
che hanno gradito il film. Ma la domanda è: abbiamo davvero mostrato loro un film? Non credo.
Cio che abbiamo mostrato loro è una trasformazione, una rivisitazione che del film ha perso la
magia, la globalità emotiva, quella sensazione di essere avvolti a trecentossessanta gradi, di
essere parte del film stesso. Abbiamo realizzato un bell'apparato didattico linguistico ma
avremmo potuto farlo usando qualunque storia, qualunque video. Non avevamo bisogno di
coinvolgere il lavoro artistico di un regista che, in quanto artista, merita un'attenzione e un
approccio differente.

L'alternativa

E` legittimo, a questo punto, chiedersi quale sia l'alternativa. Se è riduttivo proporre esercizi di
natura linguistica in relazione alla visione dei film, se l'uso dei multimedia, pur con tutto il
rispetto per la grande qualità tecnica di questi prodotti è comunque limitante e annulla le qualità
artistiche di un film, come si possono usare i film? Qual è l'alternativa? E soprattutto ce n'e una
che rispetti il film nella sua natura di opera d'arte, nella sua interezza, che non ne stravolga il
senso e che non lo riduca a solo strumento di tipo grammaticale-linguistico? Ritengo di si,
l'alternativa esiste.

Un film è un complesso apparato di messaggi visivi e sonori che in un'alchimia di diverse


inquadrature, racconta una storia. Gli studenti oggigiomo non sono piu abituati a fruire di un film
nella sua interezza; nella maggior parte dei casi guardano la televisione o utilizzano i
multimedia. Sono fruitori con il totale controllo della visione, pronti a interromperla e a cambiare
canale se necessario. E` dimostrato che questa generazione ha sviluppato livelli di labilità
attentiva preoccupanti. Chiedere agli studenti di guardare un intero film in lingua è quindi, di per
sè, gia una sfida.

Sono contraria alla pratica di mostrare i film in piu parti, per cosi dire “a puntate”. Alcuni
sceneggiati televisivi sono concepiti con questo formato, appositamente creati, così che alla fine
di ogni puntata si crei una situazione di attesa che preannuncia la puntata successiva. Ma non è
cosi per un film. Il film è stato pensato come opera intera, e come tale dovrebbe essere mostrato.
Certo, in fase di discussione, successivamente alla visione nella sua interezza, potrà essere utile
mostrarne alcuni fotogrammi, isolandone il particolare significato nel contesto. Anche Wood in
un articolo del 1999 afferma che e preferibile mostrare i film nella loro interezza per utilizzare al
massimo il loro potenziale comunicativo. (5)

Ma come l'insegnante di lingua puo usare la visione di un film? Il film, come abbiamo già detto
stimola le intelligenze multiple, da quella visiva a quella uditiva, a quella emozionale. Può essere
quindi il punto di partenza per una serie di attività che muovano da sfere non solo di carattere
verbale e cognitivo ma anche emozionale e fisico, della memoria e culturale. Un film genera
necessità di comunicazione e la comunicazione ci riconduce, ancora una volta, alla lingua che
costituisce il nostro interesse fonfdamentale in quanto insegnanti. I nostri studenti hanno un'eta
compresa tra i 18 e i 22 anni ed hanno capacità di pensiero critico e riflessione. Se la
comunicazione assume un senso profondo per loro, se si qualifica come un bisogno che nasce
spontaneo per esprimere sensazioni, punti di vista, idee, se muove da emozioni, e non è soltanto
una richiesta lessicale a scelta multipla, allora il film può essere usato come mezzo per indurre e
generare comunicazione.

Utilizzare un film da un punto di vista didattico, finalizzato all'insegnamento della lingua, non
stravolgendone il senso e il valore artistico, significa sostanzialmente utilizzare ogni tipo di
stimolo: musicale, visivo, narrativo, verbale, e da quello prendere spunto per muovere verso una
produzione linguistica intesa come laboratorio della lingua più che come mero esercizio
grammaticale o lessicale.

Qui di seguito si propongono alcuni possibili usi dei film in classe. Un film può essere utilizzato
come:

Stimolo alla discussione


Stimolo socio-culturale
Stimolo alla produzione linguistica attraverso un approccio
Emozionale, comunicativo e multisensoriale
Stimolo alla riflessione introspettiva
Stimolo alla produzione di un film
Stimolo alla discussione

In qualunque modo un film venga utilizzato, è evidente che l'uso della lingua ne risulta sempre
fortemente coinvolto. Una discussione coinvolge necessariamente la capacità di utilizzare la
lingua in maniera efficace per esprimere il proprio pensiero. Per fare in modo che tutti gli
studenti parlino si possono creare piccoli gruppi all'intemo dei quali avviare la discussione per
condividere successivamente le idee di ciascun gruppo con il resto della classe. La discussione
può essere avviata attraverso un brainstorming che permetta a tutti di intervenire. Un'altra
possibilità consiste nell’ individuare una serie di ipotesi e interpretazioni differenti del film e
chiedere ai diversi gruppi di preparare un breve discorso in sostegno e motivazione delle diverse
ipotesi individuate, in forma di dibattito.

I momenti di discussione in classe sono parte integrante di ogni attività legata alla visione di un
film. La necessità di scambio di idee, differenti opinioni e punti di vista, stimola un
atteggiamento pluralistico e un bisogno di comunicazione che, inevitabilmente, favorisce lo
scambio.

Stimolo socio-culturale

La visione di un film in lingua permette di far incontrare agli studenti il mondo del cinema
italiano per comprendere il significato della sua storia. Diventa un'importante occasione per
capire e conoscere una realtà socio-culturale e storica diversa dalla propria, e offre inoltre agli
studenti l'opportunità di diventare spettatori consapevoli, accrescendo la loro capacità critica in
un'ottica interculturale.

La visione di un film può diventare facilmente un'opportunità per mettere a confronto culture
diverse. Si possono proporre attività sugli stereotipi italiani e americani che, sempre
coinvolgendo la lingua come veicolo di comunicazione, conducano a contenuti comunicativi
sostanziali, che gli studenti potranno presentare alla classe, mettendo anche in atto capacità di
sintesi e presentazionali. Un'attività interessante potrebbe essere quella di dividere gli studenti in
gruppi chiedendo loro di disegnare una scena del film che indichi in modo particolare un
elemento della cultura italiana, oppure individuare una situazione del film, una frase o
un'immagine che, a loro parere, rappresenti fortemente la cultura italiana, e poi proporre i
risultati del lavoro alla classe motivando le ragioni della propria scelta.

Stimolo alla produzione linguistica attraverso un approccio emozionale, comunicativo e


multisensoriale

Un film può senza dubbio fungere da stimolo alla produzione linguistica, facendo leva sulla sfera
delle percezioni multisensoriali. Personalmente credo sia possible impostare le attività
linguistiche che traggono spunto dalla visione del film come un laboratorio creativo, in cui gli
studenti siano liberi di giocare con la lingua e di manipolarla. Penso, per esempio, ad attività in
cui si chieda agli studenti di entrare come un nuovo personaggio nel film facendo fare loro
ipotesi sul modo in cui il nuovo personaggio possa modificare la storia e interagire con gli altri
personaggi. Oppure attività in cui si proponga di mettere a confronto due film: personaggi di un
film incontrano personaggi dell'altro film: che cosa si dicono, come cambiano le storie ecc.

Un'altra interessante attività è quella in cui si chiede agli studenti di associare un personaggio
all'idea di un "se fosse." Ecco un esempio pratico: nel film L'ultimo bacio, alla richiesta se Carlo,
il protagonista, fosse un libro, una studentessa ha riposto: "sarebbe un libro che non finirei di
leggere." E evidente come in questa risposta, a parte l'uso delle strutture grammaticali, emergano
stati d'animo, bisogni di comunicazione e anche desiderio di condivisione con la classe, tutti
elementi chiave nel tipo di attività linguistica che ci prefiggiamo in classe.

Molte altre attività, che approdano alla produzione linguistica, sono veicolate attraverso sfere che
coinvolgono dapprima emozioni, ricordi visivi e sensazioni. Possiamo per esempio chiedere agli
studenti di portare in classe un oggetto che abbia una relazione con il film. Li lasceremo liberi di
identificare il tipo di relazione in funzione del loro vissuto personale e chiederemo poi di
motivare adeguatamente, e significativamente, la loro scelta alla classe. Le risposte a questo tipo
di attività sono tra le più svariate e creative: portare in classe oggetti quali libri citati nel film o
riproduzioni artistiche che erano inquadrate nel film, o ancora un maglioncino rosso perchè la
protagonista lo indossava nella tale scena, o una fotografia di una strada di Roma simile a quella
inquadrata nel film, o ancora qualcosa che ha colpito, in qualche modo limmaginario degli
studenti. Il coinvolgimento della lingua e del suo us creative, è qui facilmente intuibile. Gli
studenti sono sollecitati a spiegare, motivare, e fornire sufficienti ragioni delle loro scelte. A un
iniziale lavoro di ricerca che muove da una sfera personale di ricordi ed emozioni legati al film,
segue un'elaborazione linguistica e infine una presentazione in pubblico del proprio prodotto
comunicativo. Un'attività che in sè puo apparire semplice e banale coinvolge un numero non
indifferente di funzioni linguistiche e ciò avviene in una condizione in cui la comunicazione è
una necessità, un desiderio e non una consegna priva di contenuto.

Stimolo alla riflessione introspettiva

La visione di un film, inevitabilmente, ci mette in contatto con realtà e situazioni che, pur se altre
da noi, vanno a toccare e muovere sfere della nostra interiorità. Vedere un film permette quindi
ai nostri studenti di conoscersi meglio, di fare un lavoro introspettivo su se stessi, facendosi
domande sui propri desideri e sulle proprie aspettative, attingendo a quel bagaglio di esperienze
interiori che caratterizza ciascuno di loro e lo rende unico e diverso. Come la lingua entri in
questo processo ci pare evidente. Ancora una volta è il bisogno di comunicazione che gioca il
ruolo fondamentale. Giochi di gruppo introspettivi, legati a situazioni stimolo che prendano
spunto dal film, permetteranno a ciascuno studente di esprimere se stesso, le proprie emozioni e
visioni, attraverso una lingua che sia carica di forti aspetti motivazionali.

Il segreto, come vediamo, sta ancora e sempre nell'offrire motivazione e senso ad una
comunicazione linguistica che si muova e nasca da un reale bisogno. Parlare di se stessi, dei
propri sentimenti, delle proprie esperienze interiori attribuisce un valore e una forza tutta
particolare alla parola, non già vuoto esercizio di stile bensl mezzo concreto per esprimere stati
d'animo. E` questo un modo di concepire la lingua come funzione comunicativa strettamente
legata all'esperienza individuale e il film risulta essere uno dei mezzi migliori per suscitare
questa esperienza e questo bisogno di comunicazione.

Stimolo alla produzione di un film

Se è interessante e stimolante comunicare attraverso la lingua può diventarlo ancora di più farlo
attraverso lo stesso linguaggio filmico, che coinvolge sia l'uso delle immagini che quello delle
parole. Gli studenti amano in genere questo passaggio che li vede muovere da fruitori e semplici
spettatori a produttori e creatori di storie, immagini e infine di un film. Questo tipo di attività
coinvolge tutte le funzioni linguistiche che ci prefiggiamo i nostri studenti usino, nessuna
esclusa.

Un'attività che trovo particolarmente interessante, da me sperimentata in vari corsi è quella che
cito qui di seguito:

Dopo aver diviso la classe in gruppi, l'insegnante assegna il


compito di elaborare una breve sceneggiatura (circa 10 minuti) e di
girare un corto senza sonoro.

L'insegnante ritira film e sceneggiature. Ridistribuisce i files


con i film a gruppi diversi, cosi che ogni gruppo riceva un corto
senza sonoro. I componenti del gruppo hanno il compito di scrivere
un copione interpretando le immagini e doppiarndo poi il video con le
loro voci. I corti vengono poi mostrati alla classe e si apre
la discussione su come le storie iniziali siano state interpretate.
Se l'alchimia immagini-parole sia convincente e quale sia il potere
e il ruolo della parola e dell'immagine in un film.

Cinema e interdisciplinarietà

La visione di un film offre moltissime opportunità di collegamenti interdisciplinari. Ogni film


contiene una quantità di stimoli che ben si prestano ad essere utilizzati in relazione ad altre
discipline. Pensiamo per esempio al film Le fate ignoranti in cui viene citato il poeta Hickmet
Perchè non utilizzare le sue poesie come spunto di lavoro?

Si può, per esempio proporre agli student una poesia del poeta turco, chiedendo loro di
sceglierne alcuni versi e individuare una possibile relazione di questi con il film, motivando poi
la loro scelta. O ancora, perchè non chiedere ad un collega di Arte di fare una breve conferenza
su Magritte, autore del quadro dal cui il titolo del film prende ispirazione? Le possibilità sono
illimitate, nuove e diverse per ciascun film. Sta all'insegnante, di volta in volta, trovare lo stimolo
giusto che, portando apparentemente in una direzione differente dalla lingua, riconduca ancora
una volta alla lingua stessa, anche se per una strada differente. Si tratta di far leva su un pensiero
comunicativo di tipo divergente, che esca dagli schemi della prevedibilità. Si tratta di stupire, di
sorprendere, di non utilizzare mai i medesimi mezzi. Ed è per questo che i film sono uno
strumento cosi perfetto; per la loro varietà e diversità in termini di stile linguaggio e storie
narrate

Sottotitoli si o no

Questo è un altro grande argomento di discussione. Credo che i sottotitoli in inglese vadano
riservati ad un primo livello elementare per poi muovere gradatamente ai sottotitoli in italiano
per non udenti. Innanzitutto, spesso, la traduzione inglese che appare nei sottotitoli è una
traduzione "libera, interpretata," non sempre utile ad uno studente di lingua come mezzo di
comprensione e crescita linguistica. Secondariamente leggere i sottotitoli distrae immensamente
dall'immagine e non permette di percepire integralmente i movimenti della camera e le atmosfere
del film. I pareri su questo argomento sono, tuttavia, discordi. Garza sostiene che i sottotitoli in
lingua sono utilissimi e accrescono enormemente il livello di comprensione. La graduale
eliminazione dei sottotitoli fa parte, a mio parere, di una necessaria educazione alla fruizione del
film ed è parte irrinunciabile del processo di appropriazione di una lingua. Fruire di un film
essendo esposti a suono e immagini è di gran lunga piu affascinante che cercare di leggere I
dialoghi dei personaggi perdendo, inevitabilmente parte della magia sulo schermo.

Conclusioni

Cosa ci resta da dire sul perchè sia utile rendere un film parte attiva dell'insegnamento della
lingua? Sostanzialmente un'ultima cosa: che andare al cinema rappresenta da sempre la magia, il
piacere di abbandonarsi al sogno, la visione di un mondo immaginario e di una storia che il
regista ci regala.

Ora, è proprio questa idea di regalo che non dovremmo dimenticare; la gratuità della fruizione.
Se immediatamente dopo la visione di un film proponiamo allo studente un lungo elenco di
domande su chi erano i personaggi, cosa facevano, dove si trovavano, come si chiamavano, come
erano vestiti e quanto altro ancora, la gratuità andrà perduta per sempre.

Sarebbe come raccontare a un bambino la storia di Cappuccetto Rosso e quando lui se ne è


appropriato, l'ha interiorizzata, gli ha dato i colori e le dimensioni dei suoi sogni, iniziassimo a
bombardarlo di domande logico-narrative su Cappuccetto, sul lupo, sulla nonna, le loro azioni, le
sequenze logiche della storia ecc. La prossima volta che gli offriremo di raccontargli una storia
probabilmente dirà "no grazie!". E lo stesso accadrà con il nostro studente di lingua se ci
atterremo al diffuso approccio "guarda il film e rispondi alle domande."

Lasciamo, invece, che le attività sul film muovano dalle emozioni, dalle sensazioni e che ci
conducano alla parola per altre strade. Qualsiasi forma d'arte, sia essa pittura, arte o cinema, altro
non è che uno stimolo, un mezzo che ogni bravo insegnante saprà usare in modo adeguato,
secondo la sua sensibilità e quella dei suoi studenti, in quel perfetto gioco di alchimie e di
relazioni: una dinamica di classe in cui la parola sia il mezzo eletto di espressione.

WORKS CITED

Cardillo, Darlene. "Using a Foreign Film to Improve Second Language Acquisition."


www.albany.edu/it/martin/study/html, data di accesso: 25/7/05.

John, Driscoll. "Il cinema in classe." Italica 36.3 (1959).

Kasper, Loretta. "The Imagery of Rethoric: Film and Academic Writing in the Discipline-Based
ESL Course." http://lkasper.tripod.com/imagery.pdf, data di accesso 8/7/05.

Holden, William R. "Making the Most of Movies: Keeping Film Response Journals. Modern
English Teacher 9 (2000): 40-45.

Garza, T. J. "The Imagination and CD Rom: Multimedia Language and Culture Instruction."
Journal of the Imagination in Language Learning and Teaching 3 (1995-96).

Marks-Tarlow, Terry. Creativity Inside Out. Addison-Wesley, 1996.

Ward, Jim, and Suzanne Lepeintre. "The Creative Connection in Movies and TV." The Journal
of the Imagination in Language Learning and Teaching 3 (1995-96).
Templesky, Susan, and Barry Tomalin. Film. New York: Oxford UP, 2001.

TANIA CONVERTINI

Wesleyan University

NOTES

(1) Si veda l'articolo pubblicato su Italica 36.3 in cui l'autore cita anche cataloghi di titoli di film
italiani disponibili a dispozione degli insegnanti.

(2) Conversazione privata del 12 Luglio 2004 presso la Scuola Italiana estiva a Middlebury
College (Vermont). Flavia Laviosa è docente e esperta in Pedagogia delle Lingue Straniere
presso il Dipartimento di Italian Studies di Wellesley College.

(3) Si veda per maggiori informazioni sul Quadro di riferimento europeo delle Lingue:
http://www.coe.int/T/E/Cultural_Co-operation/ education/Languages/Language_Policy/.

(4) Si veda per maggiori dettagli l’articolo di Darlene Cardillo, "Using a Foreign Film to
Improve Second Language Proficiency: Video Vs Interactive Multimedia" at
www.albany.edu/it/martin/study/html.</P< a>> (5) Si veda l'articolo sul sito web:
http://www.jalt.org/video/vr-Woodi.htm.</P< a>>

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