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ESERCIZIO 3
Il presente esercizio tratta la soluzione di un telaio piano incernierato alla base, con il metodo degli
spostamenti. Sulla base di ciò saranno poi effettuati i dimensionamenti e le verifiche degli elementi
strutturali in termini di resistenza e stabilità dei profili presso inflessi, ed il controllo degli
spostamenti orizzontali sulla base dei limiti consigliati dalle NTC2008.
Scopo
L’esempio comprende:
Figura 2: Soluzione del traverso nel sistema a nodi fissi (trave incastrata perfettamente)
Figura 3: Forrze
ze e momenti generati a seguito di uno spostamento unitario applicato al nodo
Figura 5: Forze e momenti nodali generati dall'applicazione della rotazione unitaria al nodo 2
Figura 7: Forze e momenti nodali generati dall'applicazione della rotazione unitaria al nodo 3
Figura 9: Forze e momenti nodali generati dall'applicazione della traslazione unitaria al nodo 2
Figura 11: Forze e momenti nodali generati dall'applicazione della traslazione unitaria al nodo 3
+V
+H
+M
k
0 = µ 0 + ∑ µk ⋅δk
i =1
dove:
µ0 generica sollecitazione nodale nel sistema a nodi fissi
µk generica sollecitazione nodale nel sistema a nodi spostabili
δk generico spostamento nodale nel sistema a nodi spostabili
q ⋅ L2 4 ⋅I 3 ⋅I 2 ⋅ E ⋅ IT 3 ⋅ E ⋅ IC
0 = − + E ⋅ T + C ⋅ϕ2 − ⋅ϕ3 − ⋅ ∆2
12 L H L H2
q ⋅ L2 2 ⋅ E ⋅ IT 4 ⋅I 3 ⋅I 3 ⋅ E ⋅ IC
0 = + ⋅ϕ2 − E ⋅ T + C ⋅ϕ3 − ⋅ ∆3
12 L L H H2
0 = F + 3 ⋅ E ⋅ IC ⋅ϕ − E ⋅ 3 ⋅ IC + A T ⋅ ∆ + E ⋅ A T ⋅ ∆
H2
2 H3 L
2 3
L
3 ⋅ E ⋅ IC E ⋅ AT 3 ⋅ IC A T
0 = − H2 ⋅ϕ3 + L ⋅ ∆ 2 − E ⋅ H3 + L ⋅ ∆ 3
[F ] = [Κ ] ⋅ [ δ ]
dove:
[F ] vettore delle forze e dei momenti applicati al nodo e dovuti alle azioni esterne
[K ] matrice delle rigidezze
[δ ] vettore degli spostamenti incogniti
4 ⋅ IT 3 ⋅ IC 2 ⋅ E ⋅ IT 3 ⋅ E ⋅ IC
E ⋅ L + H − −
H2
0
q ⋅L
2
L
2 ⋅ E ⋅ IT 4 ⋅I 3 ⋅I 3 ⋅ E ⋅ IC ϕ2
12 2 −E ⋅ T + C 0 −
q ⋅L
− =
L L H H2 ⋅ ϕ3
12 3 ⋅ E ⋅ IC ∆2
3 ⋅I A E ⋅ AT
0 −E ⋅ 3C + T
−F H 2
H L L ∆3
0
3 ⋅ E ⋅ IC E ⋅ AT 3 ⋅I A
0 − −E ⋅ 3C + T
2
H L H L
La soluzione del sistema, posto che la matrice [K ] sia invertibile, risulta per tanto: [ δ] = [Κ ] ⋅ [F]
−1
Carichi di progetto
DL = 4.0 kN m2
• Pesi propri e sovraccarichi permanenti (Dead Load):
G1 = 4.0 ⋅ 5.0 = 20 kN m
SL = 1.0 kN m2
• Sovraccarico dovuto alla neve (Snow Load):
Q1 = 1.0 ⋅ 5.0 = 5.0 kN m
WL = 1.50 kN m
2
H 10000
δmax = = = 33 mm
300 300
A C = 306.4 ⋅ 10 mm
2 2
• HE 700 B:
IC = 256900 ⋅ 10 mm
4 4
4 ⋅I 3 ⋅I
K1 = E ⋅ T + C = 5.23 ⋅1011 Nmm
L H
2 ⋅ E ⋅ IT
K2 = = 1.81⋅1011 Nmm
L
3 ⋅ E ⋅ IC
K3 = 2
= 1.62 ⋅107 N
H
3 ⋅I A
K 4 = E ⋅ 3C + T = 5.62 ⋅105 N mm
H L
E ⋅ AT
K5 = = 5.60 ⋅105 N mm
L
Il determinante Jacobiano della matrice di rigidezza è diverso da zero, ciò significa che la struttura
è staticamente determinata e la matrice di rigidezza “invertibile”.
ϕ2 +2.38 ⋅ 10−12 −5.38 ⋅ 10−13 −9.25 ⋅ 10−9 −9.21⋅ 10−9 +4.22 ⋅ 108
ϕ3 = +5.38 ⋅ 10 −2.38 ⋅ 10−12 +9.21⋅10−9 −9.25 ⋅ 10−9 −4.22 ⋅ 108
−13
⋅
∆ 2 +9.25 ⋅ 10−9 +9.21⋅ 10−9 −4.02 ⋅ 10−4 +4.01⋅ 10−4 −75000
∆ 3 +9.21⋅ 10 −9.25 ⋅10−9 +4.01⋅ 10−4 −4.02 ⋅ 10−4
−9
0
Risolvendo il prodotto tra la matrice inversa di rigidezza ed il vettore delle forze esterne si
determinano gli spostamenti nodali:
Le traslazioni dei nodi “2” e “3” sono entrambe inferiori del limite imposto da normativa.
Trave 2 – 3:
q ⋅ L 6 ⋅ E ⋅ IT
V2− 3 = − + 2 ⋅ ( ϕ2 − ϕ3 )
2 L
22.50 ⋅ 15000 6 ⋅ 210000 ⋅ 644700 ⋅ 104
V2 −3 =− + ⋅ ( 0.001927 − 0.000542 ) = −118.75 kN
2 150002
q ⋅ L 6 ⋅ E ⋅ IT
V3− 2 = − − 2 ⋅ ( ϕ2 − ϕ3 )
2 L
22.50 ⋅ 15000 6 ⋅ 210000 ⋅ 644700 ⋅ 104
V3 −2 =− − ⋅ ( 0.001927 − 0.000542 ) = −218.75 kN
2 150002
q ⋅ L2 2 ⋅ E ⋅ IT
M2 − 3 = − + ⋅ ( 2 ⋅ϕ2 − ϕ3 )
12 L
22.50 ⋅ 150002 2 ⋅ 210000 ⋅ 644700 ⋅ 104
M2 − 3 =− + ⋅ ( 2 ⋅ 0.001927 − 0.000542 ) = 176 kNm
12 15000
q ⋅ L2 2 ⋅ E ⋅ IT
M3 − 2 = + + ⋅ ( ϕ2 − 2 ⋅ϕ3 )
12 L
22.50 ⋅ 150002 2 ⋅ 210000 ⋅ 644700 ⋅ 104
M3 − 2 = + ⋅ ( 0.001927 − 2 ⋅ 0.000542 ) = 574 kNm
12 15000
Colonna 1 – 2:
Si noti che sommando N 2− 3 e V 2−1 si ottiene la reazione alla forza esterna F = 75 kN agente sul
nodo “2”.
3 ⋅ E ⋅ IC ∆ 3 ⋅ 210000 ⋅ 256900 ⋅ 10
4
30.1459
M2 −1 = ⋅ ϕ2 − 2 = ⋅ 0.001927 − = −176 kNm
H H 10000 10000
Colonna 4 – 3:
+V
+H
+M
Equilibrio del nodo “2”: (Determinazione della forza assiale agente sulla colonna 1 – 2 )
Equilibrio del nodo “3”: (Determinazione della forza assiale agente sulla colonna 4 – 3 )
Diagrammi di sollecitazione:
In assenza di opportune analisi di Buckling, il moltiplicatore dei carichi può essere stimato nel
seguente modo:
dove:
H altezza di interpiano
∆medio spostamento medio di interpiano
∑R Ed,orizzontali
somma delle azioni di taglio alla base delle colonne del piano considerato
∑R Ed,verticali
somma delle azioni verticali alla base colonne del piano considerato
La formula del moltiplicatore critico può essere utilizzata se e solo se la snellezza adimensionale
della trave (considerata incernierata alle estremità) soddisfa la seguente disuguaglianza:
A T ⋅ fyk A T ⋅ fyk
λT = ≤ 0.3 ⋅
NT,y,cr NT,Ed
Il moltiplicatore critico ottenuto con l’analisi di buckling risulta inferiore a quello determinato con la
formula approssimata:
Caratteristiche di Sollecitazione
Come si può notare gli spostamenti hanno valori leggermente differenti da quelli calcolati
manualmente in quanto lo schema statico risolto con il metodo delle deformazioni non tiene in
conto della rigidezza tagliante degli elementi costituenti il telaio; tuttavia le caratteristiche di
sollecitazione risultano perfettamente equivalenti.
Analisi di Buckling
L’analisi di buckling serve a determinare il più piccolo moltiplicatore critico dei carichi αcr ,FEM che
provoca instabilità globale o locale nella struttura.
La determinazione di αcr ,FEM consente sia di valutare l’effettiva suscettibilità della struttura agli
effetti del secondo ordine, sia l’esatta lunghezza critica dell’elemento maggiormente compresso:
π2 ⋅ E ⋅ A C π ⋅ E ⋅ IC,y
2
L cr ,y 19320
βy = = = 1.932 ≈ 2.00
H 10000
275
NRk,C = A C ⋅ fy = 306.4 ⋅102 ⋅ = 8426 kN
1000
NRk,C 8426
αult ,k = = = 38.52
NEd,max 218.75
A C ⋅ fy αult ,k 38.52
λy = = = = 0.7686
Ncr ,y α cr ,FEM 65.21