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Tra cronaca e storia - "Appunti sul restauro del Pianoforte di Beniamino Gigli"

di Daniele Mezzatesta
Tra tutti gli strumenti a tastiera prodotti in Europa agli inizi del novecento, il Pianoforte a coda Blüthner con
l'aliquot è stato sempre ritenuto uno degli standard di riferimento per quanto riguarda la risonanza di armonici, la
cantabilità e la capacità di produrre un tipo di suono particolarmente vicino alle vocali della voce umana: per tale
motivo viene considerato, dalla maggior parte dei cantanti lirici, lo strumento ideale per l'accompagnamento.
Nessuno vuole, evidentemente, mettere in discussione l'inequivocabile predominio che pianoforti di gran marca
esercitano nel campo della musica pianistica solistica, ma quando il discorso si restringe e diventa più specifico e
settoriale, allora il glorioso marchio di Lipsia torna alla ribalta, riscuotendo preferenze che sono giustificate dalla
somma e dalla qualità di sensazioni che tali strumenti sono in grado di trasmettere, comunicare e farci apprezzare.
Se poi fortunatamente, per quella sorta di caso che dirige imperscrutabilmente le attività umane, veniamo a
contatto con il Blüthner Serie Oro che storicamente appartenne al sommo ed indimenticabile Beniamino Gigli
questo non può fare a meno di comunicarci una serie di emozioni che, senza retorica, ci pervadono in qualità di
appassionati, musicisti e perché no, di melomani. (...)
Nell'estate del 1992 una equìpe di Tecnici diretta da Sergio Griffa, Presidente dell'A.I.A.R.P., (acronimo
dell'Associazione Italiana Accordatori e Riparatori Pianoforti) visionò, durante il secondo Corso di
perfezionamento per Tecnici del Pianoforte, lo strumento che il Comune di Recanati custodiva nell'Aula Magna e
che era appartenuto, per l'appunto, al grande Beniamino.
Spontanea sorse l'idea di far sì che il Pianoforte, fino ad allora completamente inutilizzato, nonostante un
precedente restauro, potesse di nuovo essere messo in condizione di esprimersi al meglio, tramite una revisione
mirata che ne portasse nuovamente alla luce il tocco, il suono e la dinamica originari.
Per chi desiderasse sapere qualcosa di più sulla storia dello strumento in questione, abbiamo a questo proposito
interpellato il nipote di Gigli, Prof. Luigi Vincenzoni figlio della sorella del Tenore, Ada, e presidente della locale
pro-loco il quale, in una amabile quanto informale intervista, ci ha detto:
<<....Il pianoforte fu comprato all'incirca nel 1935 al ritorno di mio zio Beniamino da una tournée in America; fu
scelto proprio questo modello (Serie Oro) perché era unanimamente riconosciuto come il più adatto per
l'accompagnamento dei cantanti, in quanto dotato della quarta corda di risonanza. Appena acquistato fu portato a
Roma nel villino stile liberty che Beniamino aveva in via Serchia. (...) Dopo un certo periodo di tempo, Rina
ritornò a Recanati e riportò quindi con sé il Pianoforte; (...) Negli anni recenti la figlia di Beniamino ha deciso,
con una generosità e magnanimità esemplari, di donare il suo Pianoforte al Comune di Recanati, che lo ha
sistemato dove attualmente si trova e cioè nell'Aula Magna del Comune; (...) Su questo Pianoforte ha anche
suonato Ernesto De Curtis l'autore di "Torna a Surriento", oltre ai Maestri Carnevale e Siviero....>>.
Questa breve, ma chiara, cronistoria ci fa capire che un tale strumento, con una simile storia dietro le spalle, non
poteva certo passare inosservato agli occhi dei Tecnici che ormai da vari anni confluiscono a Recanati, da ogni
parte d'Italia, nel mese di luglio.
Il restauro in oggetto, diretta conseguenza dei Corsi appena citati, ha richiamato infatti dal 12 al 16 luglio nella
cittadina marchigiana, ben 34 Tecnici che, pur non partecipando in prima persona ai lavori, hanno per 5 giorni
assistito al completo recupero funzionale del Blüthner Serie Oro con la matricola numero 125357. (...)
I lavori eseguiti si possono così riassumere: è stata perfezionata la messa a punto della pressione delle corde sui
ponticelli (carica) dando ad ogni comparto (bassi, centro, acuti) un valore precalcolato e definito ottimale per tale
strumento; si è poi provveduto alla sostituzione delle caviglie (sulle quali le singole corde sono avvolte), della
cordiera completa, della martelliera e delle aste dei martelli.
Si è poi intervenuto sulla registrazione della tastiera, sulla sua pesatura e sulla registrazione della meccanica,
operazione questa che ha richiesto la consueta notevole dose di lavoro, dato che comporta una continua e ripetitiva
serie di regolazioni e di microregolazioni sulle viti, mollette e misure fisse deputate ad un perfetto funzionamento
della ripetizione, del primo e del secondo scappamento (il famoso doposcatto o scalino), questo solo per citare i
particolari su cui la maggior parte dei Pianisti pone più frequentemente l'attenzione.
Quindi si è passati alla regolazione degli smorzi (che ogni tecnico conosce come essere una delle più lunghe e
laboriose) e della pedaliera; il Pianoforte è stato, a questo punto, intonato con pazienza e, poi, accordato più volte.
(...)
Subito dopo, presso l'Aula Magna del Comune in piazza Leopardi, c'è stata la cerimonia della consegna ufficiale
dello strumento restaurato (sul quale l'A.I.A.R.P. ha posto una targa d'argento) (...)
Tutti i veri appassionati musicali si augurano, ora, di sentir fluire altre nobili ed intense melodie da ciò che fino a
ieri era, solamente, il cimelio "senza vita e senza suono" del più grande Tenore del nostro secolo.

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