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Dispensa N 2° Esercizi Di Ilde Garda Per Zona Rossa
Dispensa N 2° Esercizi Di Ilde Garda Per Zona Rossa
org/
Trascrizione: Ilde Garda
Vi abbiamo lasciato, alla fine della prima dispensa, con la promessa di
approfondire meglio il mondo dei pensieri.
Tutta la saggezza, da qualunque dei quattro angoli del mondo essa
provenga, non fa che sottolineare l’importanza del controllo dei pensieri. Per
quanto se ne possa leggere, solo mettendo davvero in pratica i suggerimenti
che avremo letto qui e là, scremati dal nostro giusto discernimento, ci faranno
davvero comprendere la differenza fra qualcosa che conosciamo veramente
e qualcosa di cui abbiamo accumulato nozioni.
Secondo la Kabbalah, uno dei passi più fondamentali per ciascuno di noi è
quello di conoscere ed integrare tutte le Sefirot fino a padroneggiarle, allo
scopo di elevarci verso i Piani Spirituali più alti. Le varie Sefirot si distinguono
fra quelle legate a Beriya, il Mondo della Mente (Chochma, Bina e Da’at) e
quelle legate a Yetzira, il Mondo delle Emozioni (Hessed, Gevurah, Tif’eret,
Netzach, Hod, Yesod).
I pensieri, dunque, raggiungono la loro massima espressione nel mondo di
Beriya attraverso Seichel, cioè i tre flussi sefirotici della mente.
Solo lavorando in sinergia con le tre Sefirot di Seichel, possiamo davvero dire
di conoscere qualcosa, perché diventerà davvero nostro. Ma vediamo
velocemente cosa fanno queste tre Sefirot.
CHOCHMA è il flusso spirituale responsabile dell’ispirazione e della
creatività, agisce come catalizzatore per tirare fuori da ciascuno di noi le forze
della nostra anima dall’irregolarità del subconscio, per portarle nella
consapevolezza cosciente. Ogni pensiero nasce dalla scintilla di Chochma
che ha avviato il processo. Il suo apporto è prevalentemente di natura
maschile.
BINA feconda l’embrione che proviene da Chochma, che diversamente
sarebbe morto. Bina è di natura femminile, nutre la scintilla del pensiero e la
rende tangibile, dandole la direzione.
DA’AT fa da ponte di collegamento fra la mente e le emozioni, cioè ci
permette di “sapere”, perché ci spinge ad entrare in connessione profonda
con ciò che stiamo imparando.
Quando amiamo fare qualcosa, quando in ciò che facciamo infondiamo
passione, ecco che creiamo il collegamento fra il mondo della mente e quello
delle emozioni. Ogni volta che studieremo qualcosa con passione, il flusso di
Seichel ci permette di diventare un tutt’uno con la cosa che stiamo studiando.
Non esiste separazione in quello stato, noi e ciò che facciamo o ciò che
stiamo apprendendo ci fondiamo ed è davvero allora che possiamo dire di
conoscere qualcosa. Quando questa fusione non avviene, cioè quando non
c’è il collegamento fra ciò che facciamo e ciò che siamo noi nella nostra
natura emozionale e resta un qualcosa appreso solo a livello nozionistico,
sarà quasi certamente destinato a venir perso con il tempo e, anche se a
livello mentale ne avremo capito perfettamente i concetti, non li potremo
padroneggiare come chi li ha fatti intimamente suoi.
Abbiamo fin qui appreso dalla saggezza della Kabbalah come nascono, qual
è la loro natura energetica ed anche qual è la differenza fra nozionismo e
conoscenza vera, ma, per rendere davvero completa la nostra comprensione
sui pensieri, è necessario integrare la visuale con il loro aspetto magico.
Qualunque pensiero o sentimento un individuo proietti, genera di un
elementale. Tutto ciò che siamo oggi, la nostra personalità e le circostanze in
cui viviamo, sono la somma totale degli elementali che abbiamo creato da
quando siamo scesi in questo livello della Creazione. Noi creiamo moltissimi
elementali giorno e notte. Principalmente sono di due tipi: gli elementali creati
inconsciamente (elementali psichici) e quelli creati consciamente. Ogni
individuo ha una sua energia vibratoria che dipende dal suo proprio tipo di
pensieri e sentimenti, che a sua volta determina la qualità degli elementali
che crea. Quando vibra primariamente attraverso i sentimenti, la persona è
sotto l’influsso delle emozioni e dei desideri (sotto l’influsso di Middot, che
rappresenta i sette flussi sefirotici delle Emozioni) e il pensiero gioca un ruolo
secondario. Quando invece l’individuo è sotto l’influenza del pensiero (i flussi
di Seichel), costruisce elementali di sostanza spirituale, e diviene maestro
del potere delle immagini. Un ricercatore della verità dovrebbe addestrarsi a
costruire elementali potenti, ma buoni, costituiti da forti pensieri all’interno dei
quali il desiderio e il sentimento hanno un ruolo di sostegno. Tali elementali
durano a lungo, sono più potenti e tendono a realizzare in breve tempo lo
scopo per cui sono stati generati. I primi elementali sono propri delle persone
ordinarie, che non possiedono la comprensione della natura del pensiero e
del desiderio. Di conseguenza queste persone cadono preda delle loro
stesse creazioni. E’ così che si generano situazioni di autovampirismo,
perché è una legge inesorabile che l’elementale proiettato in esterno tende a
tornare al subconscio che lo ha generato, per acquisire nuova energia dal
doppio eterico dell’individuo e prolungare la propria esistenza. Ecco come si
formano le ossessioni come il fumo, l’alcool, il sesso, il denaro.
Ogni desiderio crea una forma-pensiero, la quale per vivere deve stimolare lo
stesso desiderio che l’ha creata. Così avviene che si genera un circuito
chiuso e un potenziamento dell’ossessione. La tendenza degli elementali a
tornare alla sorgente spiega la dinamica del karma, in quanto pensieri e
azioni tornano sempre a chi li ha compiuti. Le persone vengono possedute
dagli elementali che loro stesse creano, come risultato delle loro debolezze.
Sono rari i casi di possessioni di esseri che risiedono nel mondo eterico. La
maggioranza delle volte sono larve astrali o forme pensiero prodotte da noi e
che restano incollate al nostro campo eterico. Il sangue succhiato dai
cosiddetti vampiri di cui è piena una certa parte della letteratura oggi di nuovo
in auge, è in realtà materia eterica. La stessa cosa avviene quando entità
umane si comportano come fossero vampiri: ci succhiano energie dal doppio
eterico, per questo dopo il congedo da queste persone spesso ci capita di
sentirci stanchi e svuotati.
In poche parole, le ossessioni non sono altro che un elementale che abbiamo
creato e che continua ad alimentarsi richiamando in noi le stesse condizioni
dalle quali è stato creato. Ciò significa che ripenseremo sempre lo stesso
pensiero emaneremo sempre le stesse emozioni per mantenerlo in vita. Non
solo, nel tempo tendono a diventare più forti se non controllate.
Quando un elementale viene creato, la sua immagine appare alla radice del
naso, proprio all’altezza del chakra che si trova tra gli occhi. L’elementale poi
si sposta nei mondi psichici e crea un movimento ciclico la cui misura
dipende dalla forza del desiderio. Poi ritorna alla persona ed entra nel suo
corpo psichico, ma non dallo stesso punto dal quale è uscito. Si fa strada
attraverso la porta eterica che si trova dietro la nuca, che è la porta del nostro
subconscio e che noi abbiamo già opportunamente “lucchettato” con il
quadrato del Sator.
Ma per chi non avesse provveduto a chiudere questo varco e a metterlo in
protezione, facendo leva da quel punto, l’elementale spinge la persona a
rafforzare il desiderio, a generare energia o carica emotiva di una vibrazione
compatibile e pari a quella dell’elementale stesso. Come abbiamo spiegato
precedentemente, l’elementale trova così cibo per il suo sostentamento, in
modo assolutamente vampirico. Cioè, nel corpo psichico della persona si
generano vibrazioni analoghe, l’individuo le ricorda e il desiderio diviene più
forte. L’elementale si stacca ancora una volta e si muove lungo la sua
traiettoria ciclica. E così via. L’uomo ordinario non realizza quanto accade.
L’elementale tende a dominarlo e può diventare così potente da sfuggire al
suo controllo. In tal caso l’individuo diviene schiavo del suo desiderio, fino
all’ossessione.
Gli elementali creati così senza controllo ed alimentati con pensieri ripetitivi,
tipico in chi non controlla il chiacchiericcio della sua mente, non si possono
distruggere, ma solo disenergizzare.
L’unico modo per svuotarli di energia psichico-spirituale è fare uno sforzo
continuato nel non pensare al desiderio, dunque imparando ad ascoltare i
pensieri esercitando la presenza a se stessi, oppure attendere che col
tempo il desiderio cali, affamando l’elementale fino a metterlo in sonno.
Infatti, non è possibile combattere gli elementali direttamente. Intraprendere
una guerra aggressiva verso di loro significa dar loro ulteriore energia,
continuare ad alimentarli. Per citarne uno, l’elementale del sesso è uno dei
più potenti, se non il più potente. Combattere la pulsione sessuale non fa
che accrescere il desiderio. L’unico modo di neutralizzare questo circuito è
ignorare il pensiero-ossessione, ciò significa che non si deve lottare contro
questo pensiero, ma restare indifferenti, smettere di alimentarlo. Quindi non
lotta, ma indifferenza, il che non significa fuga, ma consapevolezza del
circuito predatorio che abbiamo creato con la nostra coscienza. Con
l’indifferenza non solo non si nutre più l’elementale specifico, ma addirittura
gli si sottrae forza e li si neutralizza. Facciamo un esempio pratico:
prendiamo il caso di una persona che voglia smettere di fumare. Ovviamente
il suo pensiero sarà costantemente rivolto al vincere questa battaglia, così il
suo pensiero non sarà che rivolto continuamente al fumo, fino a quando
soccomberà rischiando di diventare anche più accanito di quanto non fosse
prima di dare il via alla lotta. E’ chiaro che, confrontando un fumatore che
vuole smettere di fumare e un uomo che non ha proprio questo desiderio,
ovviamente starà di gran lunga meglio chi fra i due il desiderio proprio non
ce l’ha. Dunque, in questo caso è necessario inserire nuove abitudini per
spezzare le precedenti. Sostituitre il pensiero con un nuovo pensiero scelto
consapevolmente. Il fatto stesso di essere consapevoli che, sebbene nato
da noi, queste forme di dipendenze ossessione, dipendono da qualcosa di
esterno, ci aiuta a realizzare la dinamica e ad uscirne più facilmente.
Per gestire al meglio i problemi che possono procurare gli elementali creati
inconsciamente, occorre usare la mente in modo consapevole. Lo scopo
della meditazione è quello di diventare padroni della propria mente. Allo
stesso modo, occorre addestrarsi nella visualizzazione, che significa
emettere e proiettare forme pensiero viventi sotto il nostro comando. Gli
elementali che creiamo ogni giorno sono ai nostri ordini? O siamo noi ai loro
ordini e sotto la loro influenza?
Controllare il lavorio della mente diventa un imperativo assoluto al quale
nessuno, sia che intraprenda un percorso spirituale-magico, sia che
semplicemente voglia vivere serenamente la propria esistenza, deve
assolutamente sottrarsi.
Un elementale creato coscientemente si suppone realizzerà i nostri desideri.
Come abbiamo imparato già a fare, noi diamo loro un nome ed una forma,
uno scopo ed un tempo. Tutti i desideri e i voleri saranno soddisfatti, prima o
poi. Ma perché è importante dimenticarsi di loro? Molte volte ci capita di non
essere soddisfatti nel momento in cui noi vogliamo, perché non diamo agli
elementali il tempo di lavorare. Li proiettiamo, li riportiamo indietro, li
proiettiamo, li riportiamo indietro, ancora e ancora, e quando siamo stanchi
di farlo li abbandoniamo. E’ proprio lì che essi faranno ciò per cui sono stati
creati. Dunque se un desiderio non viene appagato nel momento un cui ce lo
aspettavamo, ma viene comunque realizzato in seguito, in un momento
diverso, dobbiamo riconoscere assolutamente la nostra interferenza ed
imparare ad assumerci questa responsabilità. Tutti i desideri ragionevoli
infatti vengono esauditi, ma dobbiamo costruire accuratamente l’elementale
con la visualizzazione. E’ importante, infatti, esercitare l’abilità nella
visualizzazione. Non si tratta di fantasia o immaginazione, ma di pensiero
creativo. Ciò che è fondamentale fare prima di creare un elementale è capire
se quanto chiediamo sia una cosa ragionevole, dopodiché presteremo
attenzione che non sia per noi una pietra d’inciampo, cioè che
quando verrà a noi non ci dispiaccia di aver costruito questo elementale,
perché se i desideri non vengono esauditi in tempo in questa esistenza o
incarnazione, essi saranno esauditi nella prossima o nella successiva.
Dunque dobbiamo tenere in considerazione anche questo quando
progettiamo un elementale!
Inspira. Prendi coscienza dei tuoi sensi. Percepisci le tue papille gustative
passando la lingua sui denti - quelli in alto e quelli in basso. Permetti che il
profumo della stanza penetri i tuoi sensi. Quali suoni stanno raggiungendo
la tua coscienza? Cosa stanno toccando le tue dite? Su che cosa si stanno
focalizzando i tuoi occhi? Chiudili. lascia che i tuoi pensieri scorrono, con
gentilezza e tranquillità. Non sollecitarli. Sei al sicuro. E’ molto buio.
Permetti all’occhio della tua mente di abituarsi. E’ un buio tranquillo e
sereno. Sei avvolto nella calma. Vedi un monitor televisivo che brilla e non
sembra solido. ha una qualità fluida. Concentrati sullo schermo. Fissa lo
sguardo sulla sua trasparenza brillante. Avvolgiti nell’incandescenza
tranquilla. Immagina dei colori che iniziano a lampeggiare dallo schermo,
verso l’esterno. Inizialmente potrebbero spaventarti un po’. Ma sii
consapevole di essere tu colui che controlla i colori. Senti la loro presenza
nella stanza. I primi colori sono il rosso, l’arancione e il giallo. Guarda come
brillano. Sono i colori del ritiro - colori causati dallo spavento. Ricordati: sei
tu che controlli i colori. Osservali con calma. Guardali mentre cambiano e
diventano tonalità verdi e poi blu. Alla fine, una volta che ti sei rilassato
completamente, diventano limpidi. Medita sul ‘colore che non ha colore’.
Pensa ad un evento che ti è accaduto oggi e che ti ha colpito. Dedicagli
alcuni momenti. Quali colori suscita in te quell’evento? Guarda lo schermo.
Osserva i colori che fluiscono da esso nella stanza. Se sono rossastri,
ripensa all’evento in modo distaccato ed oggettivo, come se fossi un
estraneo. Quali tre caratteristiche principali puoi identificare? come avevi
reagito? La reazione era appropriata? Potresti averlo gestito meglio?
Guarda di nuovo lo schermo. Forse vedrai i colori trasformarsi in tonalità
verdi e blu. Forse si schiariranno ulteriormente. Prendi coscienza del tuo
clima interiore. Si è calmato. Rifletti sulla tua Mente. Si è rallentata. Il
‘colore’ è limpido.
Ripeti questo esercizio tante volte quante ne occorrono per evocare tonalità
blu e poi limpide.