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Rivista di Scienze Preistoriche - LIX - 2009, 219-242

Enrico Giannitrapani (1)

Nuove considerazioni sulla diffusione del Bicchiere


Campaniforme in Sicilia

SUMMARY - Nuove considerazioni sulla diffusione del Bicchiere Campaniforme in Sicilia - Recent field-works carried out in
the southern Imera valley have exposed new evidence for the presence of Bell Beaker wares in Sicily. As a consequence, it
is possible to propose the existence of a third area placed in the central part of the island, alongside with the two already
defined in its North and South-western ends. New radiocarbon dates also allow a more accurate chronological framework
for the Sicilian Beakers, dated now between 2700-2300 cal. BC. Finally, new considerations about the social and economic
meaning of the Beaker presence in Sicily are advanced.

Parole chiave: Eneolitico, Sicilia, Campaniforme, insediamenti, cronologia, complessità sociale.


Key words: Copper Age, Sicily, Beaker, settlements, chronology, social complexity.

Il fenomeno del Bicchiere Campaniforme centro-occidentale, diffondendo nel continente,


insieme con il caratteristico bicchiere, anche la
Il titolo di questo contributo è evidentemen- prima metallurgia in rame nell’ambito di una
te riferito al primo lavoro organico proposto sul- società europea sempre più gerarchizzata social-
la presenza del Bicchiere Campaniforme in Sicilia mente.
(Bovio Marconi 1963). In realtà è più di un seco- Nel corso degli anni ’70, a tale modello demi-
lo che la comunità scientifica che si occupa della co di diffusione del Campaniforme è contrappo-
questione ”campaniforme” in Europa e nel Me- sto un modello alternativo, il c.d. ”Dutch model”,
diterraneo dibatte sostanzialmente su due princi- che non considera più tale complesso culturale in
pali temi: la questione dell’origine e delle moda- termini diffusionisti ma come un insieme di og-
lità di diffusione di tale complesso e il significato getti legati alla manifestazione di un particolare
sociale e culturale da attribuire a questa originale status sociale, utilizzati per concretizzare visual-
produzione che, per un lungo periodo, ha inte- mente l’acquisizione di un rango elevato (Ibid., p.
ressato buona parte del continente europeo. Fino 318). Nel quadro di tale modello interpretativo, il
agli anni ’70 del secolo scorso, il principale para- Bicchiere Campaniforme è quindi venuto ad as-
digma utilizzato per spiegare il ”fenomeno cam- sumere il valore di status symbol conteso tra èlites
paniforme”, proposto a partire dal lavoro di stu- sempre più in competizione tra loro per il con-
diosi come Childe, Bosch Gimpera e Sangmeister trollo delle risorse, a partire da quelle minerarie,
(Tusa 1997b, p. 317), ha interpretato tale insieme fino ad arrivare ad ipotizzare, già nel corso del III
di oggetti ed elementi tipologici come rappresen- millennio BC, la nascita di vere e proprie riparti-
tativo di un popolo, il ”Beaker folk” che, a partire zioni territoriali politiche sotto forma di chiefdoms
dalla penisola iberica, si è diffuso in tutta Europa, (Ibid., p. 331). Il processo attraverso cui il fenome-
spingendosi fino alla sua estremità orientale e, no campaniforme ha acquisito una tale valenza
verso Nord, in Danimarca e in Gran Bretagna, ol- ”sociale” ha probabilmente avuto inizio a partire
tre che raggiungere gran parte del Mediterraneo dal tipo ceramico originale, il bicchiere decora-
to nel c.d. stile ”internazionale”, per poi, in una
(1)
Università degli Studi ”Kore”, Cittadella Universitaria, Enna 94100;
fase successiva, cristallizzare intorno a sé gli altri
tel. 333/3643403, e-mail: e_giannitrapani@alice.it. elementi costitutivi del pacchetto campaniforme,
220 E. GIANNITRAPANI

inclusa la metallurgia, già praticata nell’Europa la storia di lunga durata della preistoria isolana,
centro-meridionale a partire dalle fasi finali del espresso e definito attraverso un complesso unita-
Neolitico (Guilaine 2009, p. 179). rio di elementi tipologici (Tusa 1993), il cosiddet-
Più recentemente è stato proposto un diffe- to ”pacchetto campaniforme”, in cui il Bicchiere
rente punto di vista per studiare tale fenomeno stesso, nelle sue diverse manifestazioni formali,
(Vander Linden 2006, 2007). Analizzandone la rappresenta l’elemento più evidente, a cui si asso-
distribuzione in Europa (fig. 1), è stato notato ciano il bottone con perforazione a V, elementi di
come questo complesso, nonostante un’appa- corredo personale e, in alcuni casi, specifiche tipo-
rente unitarietà culturale, non possiede una reale logie tombali.
continuità territoriale, ma è costituito invece da La presenza in Sicilia del Bicchiere Campa-
gruppi distinti più o meno estesi, spesso coin- niforme, segnalata sporadicamente nelle fasi
volti nella creazione e nella gestione di networks iniziali dell’età del rame (Tusa 1997b, p. 321), ha
di scambi a corto raggio (Gallay 2001), come inizio a partire dal Rame finale ed è attestata, fino
dimostrato recentemente da numerose analisi ad oggi, principalmente in due aree (fig. 2A). La
realizzate in varie regioni europee sulle argil- prima è situata nella valle del fiume Oreto, nel
le utilizzate per la produzione delle ceramiche Palermitano, e lungo la costa tirrenica fino al-
campaniformi. Un quadro simile emerge anche l’Imera settentrionale, dove i contesti che hanno
dall’analisi delle fonti d’approvvigionamento restituito tali evidenze, principalmente necropoli
di materie prime, sia litiche che minerarie. Per e grotte, sono caratterizzati dalla presenza di ce-
risolvere, quindi, il paradosso di una cultura ar- ramiche decorate a pointillè ed incise.
cheologica che presenta forti tratti unitari, sia da La seconda area è stata identificata nel Tra-
un punto di vista tipologico che ideologico, per panese tra i fiumi Modione e Belice: gli elementi
esempio nell’ambito degli usi funerari, ma che decorativi già presenti nel Palermitano si associa-
al tempo stesso non possiede una distribuzione no ora a vasi decorati con pointillè policromi (fig.
e una continuità territoriale omogenea, il Van- 2B), elemento sicuramente originale rispetto al
der Linden propone di utilizzare il concetto di quadro europeo (Guilaine 2009) e, nella necropoli
trasmissione culturale e di mobilità delle popo- di Marcita, a vasi polipodi (Tusa 1997a). Tali ma-
lazioni preistoriche a livello locale, prendendo teriali sono parte di corredi funerari rinvenuti in
spunto dall’antropologia strutturale di Claude necropoli con tombe a grotticella, spesso precedu-
Lévi-Strauss (Vander Linden 2007, p. 343), con te da veri e propri corridoi dolmenici, con un evi-
particolare riferimento alle regole di scambi ma- dente richiamo alle contemporanee allées couvertes
trimoniali tra le varie comunità. Un tale processo dell’Europa meridionale e alle tombe dolmeniche
doveva necessariamente coinvolgere la trasmis- note in Sardegna e in Puglia (Tusa 1997b, p. 322).
sione a breve distanza tra le singole comunità di In entrambe queste due aree, la presenza del
idee, tecnologie e materie prime accompagna- Bicchiere ha quindi dato vita ad un processo d’ac-
te da un costante movimento di piccoli gruppi quisizione di elementi tipologici da parte delle fa-
umani. In tale prospettiva, l’unitarietà del feno- cies ceramiche locali del tutto originale rispetto al
meno del Bicchiere Campaniforme riscontrabi- quadro europeo. Nell’area settentrionale tale pro-
le da un punto di vista archeologico, non può cesso ha portato alla costituzione dello stile della
quindi essere spiegata come un singolo processo Moarda, mentre in quella meridionale lo stile di
organico di diffusione culturale, ma come il ri- Naro-Partanna fa propri elementi decorativi tipici
sultato finale di una serie concatenata di scambi della produzione campaniforme, rendendoli però
locali che a loro volta implicano un’elevata com- nella caratteristica forma di motivi dipinti.
plessità sociale, economica e culturale. Secondo il Tusa, la presenza del Bicchiere
Campaniforme continua in Sicilia anche nel cor-
so del Bronzo antico: egli infatti interpreta l’evi-
Il Bicchiere Campaniforme in Sicilia: storia denza rappresentata dai vasi Naro-Partanna come
degli studi rappresentativa della versione occidentale della
ceramica di Castelluccio (Ibid., p. 323) e indica,
La presenza del Bicchiere Campaniforme in come prova per tale lunga durata, il ritrovamento
Sicilia è stata da tempo riconosciuta e studiata da di frammenti campaniformi nei siti castellucciani
un punto di vista della sua distribuzione territo- di Mezzebi (Privitera 1994) e Manfria (Orlandini
riale e delle sue valenze tipologiche, cronologiche 1962). Allo stesso modo, lo stile della Moarda è
e sociali (Barfield 1994; Bernabò Brea 1976-77; Bo- letto come un attardamento nel Bronzo antico del
vio Marconi 1963; Tusa 1992, 1993, 1997a-b, 2001; fenomeno campaniforme, in un’area in cui ancora
Guilaine et alii 2009). Il Bicchiere siciliano è stato interagivano la tradizione della facies della Conca
definito come un fenomeno congiunturale nel- d’Oro con quella di Rodì-Tindari (Tusa 1997a, p.
NUOVE CONSIDERAZIONI SULLA DIFFUSIONE DEL BICCHIERE CAMPANIFORME IN SICILIA 221

Fig 1 - Distribuzione del fenomeno del Bicchiere Campaniforme (da Vander Linden 2007).
Distribution of the Bell Beaker phenomenon (after Vander Linden 2007).
222 E. GIANNITRAPANI

Fig. 2 - A. Distribuzione degli insediamenti con Bicchiere Campaniforme (da Tusa 1993); B. Vasi del Bicchiere Campani-
forme dalla Sicilia occidentale: 1. Villafrati; 2. Moarda; 3. prov. sconosciuta; 4-9. Marcita (1-3 da Prima Sicilia II; 4-9 da Tusa
1997a).
A. Distribution of Bell Beakers sites (after Tusa 1993); B. Bell Beakers from western Sicily: 1. Villafrati; 2. Moarda; 3. unknown;
4-9. Marcita (1-3 after Prima Sicilia II; 4-9 after Tusa 1997a).
NUOVE CONSIDERAZIONI SULLA DIFFUSIONE DEL BICCHIERE CAMPANIFORME IN SICILIA 223

322). Tali considerazioni sono basate unicamente oggi, i materiali provenienti dalla valle dell’Ime-
su confronti tipologici: l’assenza di datazioni ra- ra permettono di proporre nuove considerazioni
diometriche ha in realtà impedito fino ad oggi di sul valore sociale, economico e ”politico” di tale
chiarire con maggiore precisione le dinamiche dia- fenomeno. Preliminarmente, tuttavia, si ritiene
croniche di tale fenomeno. necessario presentare le evidenze riguardanti la
Da un punto di vista sociale, l’integrazione presenza del Bicchiere Campaniforme nella Sici-
del Bicchiere Campaniforme con gli aspetti cul- lia centrale.
turali locali nella Sicilia occidentale della fine del L’insediamento di Tornambè (fig. 3A), nel ter-
III e inizio del II millennio BC è stata interpretata, ritorio di Pietraperzia, è costituito da una cresta
facendo riferimento al più ampio dibattito a livello calcarea che si affaccia sull’ampia valle dell’Imera
europeo, come la possibile acquisizione da parte meridionale. Sulla sommità di tale cresta l’occu-
di gruppi dominanti emergenti di elementi di sta- pazione umana ha inizio nel corso del Bronzo an-
tus necessari per il controllo dei flussi di materie tico e medio, per proseguire quindi in età arcaica
prime, con la comparsa di veri e propri chiefdoms (VII-V sec. a.C.). Lungo l’ampia sella che si apre
che si collegano fra loro imponendosi al resto del sul pendio orientale dell’insediamento, le campa-
territorio (Tusa 1993, p. 213). Lo stesso fenomeno gne di scavo 2007-2008 hanno invece permesso di
sarebbe avvenuto anche nel corso del Bronzo an- individuare un villaggio databile al Rame finale,
tico nel resto della Sicilia, in particolare nelle isole costituito da una serie di grandi strutture abitati-
Eolie e nelle cerchie castellucciane degli Iblei e del- ve a pianta circolare. In particolare, la Capanna 1
l’area etnea. Qui la presenza sporadica di elementi (fig. 3B) è costituita da una struttura circolare dal
campaniformi è stata interpretata come elemento diametro di quasi 8 m con il perimetro formato
assolutamente intrusivo rispetto agli aspetti propri da un doppio filare di grandi blocchi calcarei su
di questa parte dell’isola, aperta invece ad influs- cui probabilmente era impostato l’alzato costitui-
si culturali ed economici provenienti dal mondo to in parte da un muro a secco e in parte da una
egeo ed anatolico (Ibid., p. 208). struttura lignea intonacata con argilla. Lo scavo
Il quadro generale della presenza del Bicchiere ha permesso di individuare vari livelli di crollo
in Sicilia così consolidato oggi necessita, tuttavia, che coprono il battuto pavimentale, costituito an-
di una sostanziale revisione in seguito a ricerche ch’esso da un livello di argilla stesa. Lo spazio
e rinvenimenti effettuati in particolare nella Sici- è organizzato secondo uno schema segnato dalla
lia centrale lungo la valle dell’Imera meridionale presenza di una partizione interna vicino al pro-
(Giannitrapani cds; Giannitrapani e Iannì cds a), babile ingresso, da cui si diparte una banchina in
dove già nel corso degli anni ’90 erano state rinve- pietra. Sul lato apposto della banchina si trova il
nute evidenze della presenza del Bicchiere che si forno, di cui è stata messa in luce la copertura in
aggiungevano a quelle già note nella Sicilia meri- argilla. Sul battuto pavimentale sono state rinve-
dionale. Le recenti ricerche condotte nella provin- nute una serie di buche, dal diam. di circa 50 cm,
cia di Enna, in particolare nei siti di Tornambè e per l’alloggiamento dei pali che sorreggevano la
Case Bastione, infatti, permettono ora di proporre copertura lignea. Nei livelli di crollo e sul battuto
una nuova lettura dei dati relativi alla presenza pavimentale sono stati rinvenuti ceramiche attri-
del Bicchiere Campaniforme nella Sicilia centrale buibili allo stile di Malpasso-S. Ippolito, tra cui i
(Giannitrapani e Iannì cds b). classici bicchieri con ansa a piastra sopraelevata,
ciotole ingubbiate in rosso su basso piede e un
esemplare ricostruito del vaso globulare con bec-
Il Bicchiere Campaniforme nella Sicilia cen- cuccio di versamento tipo Pietrarossa (Procelli
trale 2001), diffuso nella Sicilia centro-orientale nella
versione dipinta di S. Ippolito, qui invece deco-
Le ricerche condotte nella media valle del- rato solo con la caratteristica ingubbiatura rossa.
l’Imera permettono di delineare più puntualmen- Sono presenti, inoltre, vari boccali semi-ovoidi
te il quadro delle conoscenze sul Campaniforme con colletto distinto e numerose coppe su basso
siciliano. Se il quadro tipologico relativo a tale piede cilindrico, decorate esternamente da fasce
fenomeno proposto fino ad oggi rimane sostan- di linee e internamente da motivi a croce campiti
zialmente immutato, i nuovi dati consentono di con graticcio e da teorie di triangoli pendenti o,
definire con maggiore precisione gli aspetti legati alternativamente, da trattini a frange impostate
alla distribuzione del Bicchiere e alla sua periodiz- sotto l’orlo (Giannitrapani e Iannì cds a). Il villag-
zazione nell’ambito della cronologia della Sicilia gio di Tornambè trova, quindi, significativi con-
preistorica. Per quanto riguarda il significato so- fronti, sia per gli aspetti relativi all’architettura
ciale di tale fenomeno, inoltre, pur considerando domestica che per quelli tipologici del repertorio
ancora valido il quadro generale proposto fino ad vascolare, con i coevi insediamenti di Mezzebì
224 E. GIANNITRAPANI

Fig. 3 - Il sito di Tornambè (Pietraperzia - EN): A. veduta del sito dalla valle del fiume Imera; B. la Capanna 1.
The site of Tornambè (Pietraperzia - EN): A. view from the Imera valley; B. Hut 1.

Fig. 4 - Ceramiche del Bicchiere Campaniforme: 1-6. da Tornambè; 7-8. da Marcita (1-6, disegni di F. Iannì; 7-8 da Tusa 1997a)
(1-6, 1:3; 7-8, s.s.).
Bell Beaker wares: 1-6 from Tornambè; 7-8 from Marcita (1-6, drawings by F. Iannì; 7-8 after Tusa 1997a) (1-6, 1:3; 7-8 out of
scale).

(Privitera 1994), La Muculufa (McConnell 1995) e Case Bastione, nel territorio di Villarosa,
Poggio dell’Aquila (Bernabò Brea 1961). posto a circa 35 km a N di Tornambè lungo la
Associati a tali materiali sono stati rinvenuti valle del fiume Morello, uno dei principali tri-
vari frammenti di ceramica grigia decorati con butari dell’Imera meridionale, è un ampio inse-
motivi a reticolo inciso (fig. 4.1-4). Tra i materiali diamento (fig. 5A) databile dal Neolitico finale
più significativi, è possibile segnalare la parte in- all’età del bronzo (Giannitrapani 2002), che si
feriore di una ciotola globulare decorata da una apre ai piedi di un ripido costone roccioso de-
fascia verticale con reticolo obliquo (fig. 4.6), si- limitante a sud l’area del lago Stelo, bonificato
mile ad un esemplare proveniente dalla necropo- negli anni ’30 del secolo scorso. Lungo le pareti
li di Marcita (Tusa 1997a, p. 38, MA 42, fig. 4.8), e di tale costone si conservano i resti di una ne-
un frammento di piede di vaso polipode decora- cropoli con tombe a grotticella, oggi impossibile
to con una serie di linee orizzontali parallele (fig. da raggiungere a causa dei crolli subiti dalla pa-
4.5), che pure trova confronti a Marcita (Ibid., p. rete, attribuibile probabilmente all’età del bron-
37, MA 35/78, fig. 4.7). Da segnalare, infine, la zo. La campagna di scavi condotta nel 2007 ha
presenza di un brassard in pietra simile a quello permesso di indagare i livelli di frequentazione
noto nella Collezione Veneroso a Sciacca (Guilai- del sito più recenti, interessati da un villaggio
ne et alii 2009, p. 133). databile al Bronzo antico. In uno dei settori del-
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Fig. 5 - Il sito di Case Bastione (Villarosa - EN): A. veduta del sito da Sud; B. l’area α-2007.
The site of Case Bastione (Villarosa - EN): A. view from the South; B. the area α-2007.

Fig. 6 - Ceramiche del Bicchiere Campaniforme: 1-7. da Case Bastione; 8-9. da Marcita (1-7, disegni di F. Iannì; 8-9 da Tusa
1997a) (1-7, 1:3; 8-9, s.s.).
Bell Beaker wares: 1-7. from Case Bastione; 8-9 from Marcita (1-7 drawings by F. Iannì; 8-9 after Tusa 1997a) (1-7, 1:3; 8-9, out
of scale).

lo scavo, tuttavia, è stato possibile indagare i li- tra cui vari frammenti del vaso globulare tipo
velli sottostanti, attribuibili al Rame finale, met- Pietrarossa, qui presente sia nella variante S.
tendo in luce parte di una struttura costituita da Ippolito dipinta in nero che in quella Malpas-
un battuto pavimentale in argilla segnato dalla so ingubbiata in rosso, provengono vari fram-
presenza di alcuni pozzetti intonacati (fig. 5B). Il menti decorati con motivi a reticolo inciso (fig.
battuto è delimitato a Sud dai resti di una strut- 6.1-5). Anche a Case Bastione è stato rinvenu-
tura muraria formata da un doppio paramento to il frammento di un piede di vaso polipodo
di grandi blocchi, del tutto simile a quella esplo- acromo (fig. 6.7) del tutto simile ad un altro
rata a Tornambè. Esternamente a tale struttura esemplare proveniente da Marcita (Tusa 1997a,
è stato poi messo in luce un complesso sistema p. 33, MA 17, fig. 6.9). Inoltre, è presente un
di fornaci utilizzate per la fusione dei metalli, frammento di ansa a piastra sopraelevata (fig.
come testimoniato anche dal ritrovamento di 6.6), pertinente ad un bicchiere con superficie
un frammento di matrice fittile utilizzata per la ingubbiata rossa attribuibile allo stile di Mal-
produzione di asce piatte. passo, che però reca internamente una deco-
Da tali livelli, in associazione con materia- razione dipinta in nero costituita da quattro
li attribuibili allo stile di Malpasso-S. Ippolito, cerchielli con punto centrale. Tale motivo, am-
226 E. GIANNITRAPANI

piamente diffuso in tutto il Mediterraneo, si ri- restituito materiali campaniformi (fig. 7). Nel sito
trova in Sicilia inciso sul pettine in avorio rin- di Cuti, non lontano da Case Bastione, è stato rin-
venuto sempre a Marcita (Ibid., p. 53, fig. 6.8). venuto, in una vasta area di frammentazione con
Alle significative evidenze provenienti da materiali databili all’età del rame, il frammento di
Tornambè e Case Bastione è possibile associare un vaso decorato con motivi incisi a zig-zag e trian-
i dati, già noti in letteratura e di seguito presen- goli decorati a pointillè (Vassallo 1990; fig. 8.1).
tati sinteticamente, relativi agli altri insediamenti Nel sito di Mezzebi, posto sul fiume Gallo
situati nella Sicilia centro-meridionale che hanno d’Oro, affluente del Platani, è stata rinvenuta

Fig. 7 - Carta di distribuzione dei siti con Bicchiere Campaniforme nella Sicilia centrale: 1. Cuti; 2. Case Bastione; 3. Tornambè;
4. Mezzebì; 5. Serraferlicchio; 6. Naro; 7. La Muculufa; 8. Manfria; 9. Settefarine; 10. Predio Iozza.
Distribution map of Bell Beaker sites from central Sicily: 1. Cuti; 2. Case Bastione; 3. Tornambè; 4. Mezzebì; 5. Serraferlicchio;
6. Naro; 7. La Muculufa; 8. Manfria; 9. Settefarine; 10. Predio Iozza.
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parte di una capanna circolare (Privitera 1994) e c.d. ”santuario”1. Nell’area del villaggio sono
frammenti ceramici attribuiti in un primo tempo stati rinvenuti numerosi frammenti di ceramica
al Bronzo antico: in una successiva riedizione di decorati con motivi incisi (fig. 9.3), tra cui fram-
tale lavoro (Id. 1997, p. 92), tuttavia, questi mate- menti pertinenti ad un piatto o bassa scodella
riali sono stati classificati più correttamente nel decorata a pointillè con un motivo a scacchiera
quadro dello stile di S. Ippolito. Nel sito sono (fig. 8.2-4), che trova significativi confronti con
stati rinvenuti numerosi frammenti ceramici la Sicilia sud-occidentale, e l’orlo di un bicchiere
decorati con motivi a reticolo inciso ed alcuni decorato da una serie di zig-zag orizzontali inci-
decorati a pointillè (fig. 9.1), tra cui l’orlo di un si che campiscono uno spazio metopale delimi-
bicchiere decorato con fasce orizzontali alterna- tato da linee verticali incise (fig. 9.4). Sono stati
te campite a pointillè e a zig-zag lisci (Id. 1994, p. rinvenuti anche alcuni frammenti con superficie
342; fig. 9.2). ingubbiata in rosso, attribuibili forse allo stile di
Il sito della Muculufa (Holloway et alii 1990; Malpasso, decorati tuttavia con motivi a reticolo
McConnell 1995) è posto lungo la valle dell’Ime- inciso (fig. 9.5).
ra meridionale, circa 30 km a S di Tornambè. In La Bovio Marconi nel suo già citato studio
entrambi questi siti l’insediamento del Rame (1963, pp. 102-104) dà notizia di una bassa coppa su
finale, costituito da capanne circolari con muri piede proveniente dallo scavo di una tomba a Naro
perimetrali in pietra, è situato lungo le pendici decorata con motivi incisi costituiti da linee, fasce
delle creste rocciose, la cui sommità è occupa- verticali e triangoli (fig. 9.6). Non sono disponibili
ta invece a partire dal Bronzo antico. Anche da ulteriori dati relativi al contesto di deposizione e de-
un punto di vista tipologico i materiali cerami- gli eventuali materiali di accompagnamento: l’Au-
ci rinvenuti nei due siti sono confrontabili per trice, tuttavia, indicava confronti per questa coppa
forme e decorazioni, in particolare per quello con materiali provenienti dalla Sicilia sud-occi-
che riguarda la ceramica dipinta, anche alla Mu- dentale.
culufa rappresentata da numerosi boccali semi- Dal sito eponimo di Serraferlicchio (Arias
ovoidi e coppe su basso piede: è possibile per-
tanto attribuire allo stile di S. Ippolito i materiali 1
Sulla sommità di Tornambè sono stati rinvenuti frammenti decorati
provenienti dal villaggio, e ad una fase antica nello stile del c.d. ”maestro della Muculufa”; materiali simili provengono
della facies di Castelluccio quelli provenienti dal anche dai livelli del Bronzo antico di Case Bastione.

Fig. 8 - Ceramiche del Bicchiere Campaniforme dalla Sicilia centrale: 1. Cuti; 2-4. La Muculufa; 5-6. Settefarine (1 da Vassallo
1990; 2-4 da McConnell 1995; 5-6, da Orsi 1911).
Bell Beakers wares from central Sicily: 1. Cuti; 2-4. La Muculufa; 5-6. Settefarine (1 after Vassallo 1990; 2-4 after McConnell
1995; 5-6 after Orsi 1911).
228 E. GIANNITRAPANI

Fig. 9 - Ceramiche del Bicchiere Campaniforme dalla Sicilia centrale: 1-2. Mezzebì; 3-5. La Muculufa; 6. Naro; 7. Serraferlicchio;
8. Manfria. (1-2 da Privitera 1994; 3-5 da McConnell 1995; 6 da Bovio Marconi 1963; 7 da Arias 1938; 8 da Orlandini 1962).
Bell Beaker wares from central Sicily: 1-2. Mezzebì; 3-5. La Muculufa; 6. Naro; 7. Serraferlicchio; 8. Manfria. (1-2 after Privitera
1994; 3-4-5 after McConnell 1995; 6 after Bovio Marconi 1963; 7 after Arias 1938; 8 after Orlandini 1962).

1938) proviene un frammento di bicchiere de- da uno scarico posto non lontano dal villaggio
corato a pointillè (fig. 9.7). Purtroppo anche in del Bronzo antico di Manfria proviene un fram-
questo caso non è chiaro il contesto di appar- mento di bicchiere decorato a pointillè (Orlandini
tenenza del frammento; tuttavia, nel sito sono 1962, fig. 9.8).
presenti, insieme con i ben noti vasi dipinti
dell’omonimo stile, anche numerosi materiali La distribuzione in Sicilia del Bicchiere Campa-
attribuibili agli stili di Malpasso e S. Ippolito. niforme
Gli ultimi siti presi in considerazione ricado-
no nell’area di Gela: dal villaggio di Settefarine La ricerca sulla preistoria della Sicilia
(Orsi 1911), in un contesto caratterizzato dalla centrale è ancora ad una fase iniziale del suo
presenza di ceramiche dello stile di S. Ippolito, sviluppo. Sono necessarie altre campagne di
provengono due frammenti ceramici decorati scavo nei due siti di Tornambè e Case Bastione
con motivi a graticcio inciso (fig. 8.5-6), mentre per meglio comprenderne il potenziale storico
NUOVE CONSIDERAZIONI SULLA DIFFUSIONE DEL BICCHIERE CAMPANIFORME IN SICILIA 229

e culturale. Sono necessarie, inoltre, ulteriori agli influssi mediterranei: ancora oggi le provin-
ricerche, sia di superficie che stratigrafiche, cie della Sicilia interna, come Enna e Caltanisset-
anche negli altri territori compresi in questa ta, sono spesso tra le ultime in tutte le graduato-
parte dell’isola (Giannitrapani cds)2. Tutta- rie che leggono lo sviluppo economico e sociale
via, alla luce delle evidenze prima presentate, dell’Italia.
è possibile già in questa fase proporre nuove Tuttavia, tale quadro nasconde e nega un
considerazioni sulla presenza del Bicchiere Cam- passato che invece ha avuto processi sociali e
paniforme in Sicilia, in particolare per quello che dinamiche ricche di storia e cultura, dinamiche
riguarda la sua distribuzione nell’isola ed una che hanno contribuito ad alimentare aspirazioni
sua collocazione cronologica più puntuale. nelle popolazioni rurali di queste terre non diffe-
Nel quadro degli studi condotti sulla presen- renti da quelle della Sicilia costiera (Pluciennik et
za del ”pacchetto campaniforme” in Sicilia, que- alii 2004). D’altra parte due tra i principali storici
sto è stato considerato per lungo tempo come un del Mediterraneo, Vidal de la Blache e Ferdinand
fenomeno che ha interessato quasi esclusivamen- Braudel, chiariscono come ”la zona originaria del-
te la Sicilia occidentale (Guilaine 2009). Il confine l’habitat umano intorno al Mediterraneo deve essersi
della sua penetrazione nell’isola è stato posto, collocata fra i 200 e 400 m” (Vidal de la Blache 1995,
infatti, lungo l’asse costituito dalle valli dei fiu- p. 51), vale a dire ”sulle colline e le montagne, dove
mi Imera settentrionale e Belice (Tusa 1997b, p. la vita contadina è sempre stata dura e precaria, ma al
327). I risultati delle ricerche realizzate nel corso riparo della nefasta malaria e dai pericoli troppo fre-
degli ultimi 15-20 anni nella Sicilia centrale dimo- quenti delle guerre” (Braudel 2002, p. 38).
strano invece come tale confine è oggi collocabile In realtà la Sicilia centrale ha potuto usu-
nell’ambito territoriale della valle dell’Imera me- fruire di un paesaggio disegnato dalle dolci
ridionale. colline del sistema gessoso-solfifero che ne
Tale fiume è il più lungo dell’isola: nasce ai caratterizza la struttura geologica, un territo-
piedi delle Madonie meridionali a Petralia Sotta- rio percorso, oltre che dall’Imera meridionale,
na e, dopo aver attraversato tutta l’isola in senso probabilmente navigabile nel passato per lun-
N-S, si getta nel Mediterraneo sulla costa meri- ghi tratti, anche da numerosi fiumi e torrenti,
dionale nei pressi di Licata. Storicamente que- nodo centrale del sistema di strade e vie di co-
st’area è stata spesso considerata come una vera municazione, sia naturali che antropiche, che
e propria frontiera, luogo d’incontro e di scontro hanno permesso a questa regione, lontana dal-
delle diverse culture che hanno permeato la sto- le coste mediterranee, di essere facilmente rag-
ria di lunga durata della Sicilia e che hanno per- giungibile sia dalla costa tirrenica, attraverso i
messo all’isola di svolgere per lungo tempo un numerosi varchi della Madonie e dei Nebrodi,
ruolo di primo piano nel Mediterraneo: l’Imera sia da quella ionica che da quella meridiona-
meridionale è stato di volta in volta confine tra le attraverso, appunto, le sue ampie vallate
Siculi e Sicani nell’età del ferro, luogo di scontro fluviali. Un territorio, quindi, ricco di acque
tra Cartaginesi e Greci e di intensi traffici tra le e terreni fertili, da sempre luogo privilegiato
diverse città greche, confine amministrativo tra di una economia basata sulla pastorizia e su
la Sicilia occidentale e quella orientale quando un’agricoltura altamente produttiva, ma anche
l’isola era provincia dell’impero romano, punto ricca di risorse naturali e materie prime, come
da cui partiva la suddivisione dell’isola nelle tre lo zolfo, il salgemma, il legname, i numerosi
valli di Val di Mazara, Val di Noto e Val Demone giacimenti d’argilla, risorse che nei vari secoli
in età medievale. hanno contribuito ad alimentare i mercati di
Nell’ambito della storiografia sulla Sicilia gran parte del Mediterraneo (Braudel 1986).
moderna e contemporanea, questa parte più in- È in questa regione, delimitata ad occidente
terna è letta prevalentemente come un territorio dal fiume Platani e dai suoi affluenti e ad oriente
socialmente ed economicamente poco sviluppa- dal corso del fiume Gela, con al centro la valle
to, dominato paesaggisticamente dalla monoto- dell’Imera meridionale, che oggi è possibile leg-
nia della monocultura cerealicola. In gran parte gere l’esistenza di una terza area di distribuzio-
tale visione è giustificata da una reale condizione ne di elementi del Bicchiere Campaniforme oltre
di arretratezza e scarsa dinamicità sociale rispet- alle due già definite in precedenza, l’area del Pa-
to alle più vivaci aree costiere, aperte ai contatti e lermitano e la Sicilia sud-occidentale (fig. 10). Ad

2
Nell’ambito del convegno ”Archeologia a Enna tra ricerca e delle ricerche di superficie condotte negli ultimi tredici anni nella
valorizzazione”, organizzato dalla Provincia regionale di Enna in media valle dell’Imera. Si resta in attesa della pubblicazione degli
collaborazione con la Soprintendenza BB.CC.AA. di Enna nel No- atti di tale convegno.
3
vembre 2007, è stato presentato dallo scrivente un primo bilancio Si ringrazia il dott. Orazio Palio per la segnalazione.
230 E. GIANNITRAPANI

E di quest’area la presenza campaniforme è anco- Bicchiere di Carini (Bovio Marconi 1944), forma
ra sporadica e poco significativa, da considerarsi, entrata a far parte in maniera integrante del com-
come già è stato affermato, elemento intrusivo plesso tipologico della facies di San Cono-Piano
rispetto ad un quadro culturale caratterizzato in- Notaro (Castellana 1995), in contesti attribuiti al
vece dagli influssi provenienti dal Mediterraneo Rame antico e medio, tuttavia, non è ancora oggi
orientale (Tusa 1993): frammenti del Bicchiere misurabile con precisione per la mancanza di da-
Campaniforme sono noti solo nel deposito della tazioni assolute.
grotta Palombara (Tiné 1960-61) e sono stati re- Più significativo sarebbe in questo senso
centemente segnalati nell’area degli Iblei3. l’associazione nella necropoli dell’Uditore di un
Come già è stato detto, l’evidenza prove- bottone con perforazione a V con elementi attri-
niente dalla Sicilia centrale non porta ad una buibili alla facies di Serraferlicchio (Cassano et
sostanziale modifica del quadro tipologico del alii 1975): anche in questo caso, tuttavia, riman-
complesso vascolare isolano del Bicchiere Cam- gano dubbi circa la collocazione cronologica di
paniforme così come definito nel corso degli ul- questo stile ceramico. Come giustamente notato,
timi 50 anni. È possibile notare, tuttavia, come in tale produzione, limitata a pochi centri e forse
quest’area sia predominante la decorazione inci- adibita ad usi particolari, non può costituire una
sa organizzata in bande e fasce tipica dello stile fase cronologica distinta, dato che sia nella Sicilia
della Moarda rispetto a quella a pointillè, comun- orientale che in quella centrale, questa è costan-
que presente nei vari insediamenti. D’altra par- temente associata a ceramiche sia della facies di
te, la mancanza fino ad oggi nella Sicilia centrale San Cono-Piano Notaro che a quelle di Malpasso
dei Bicchieri con decorazione dipinta policroma (Maniscalco 1994, pp. 327-328; 2007, p. 179).
sembrerebbe indicare proprio un diretto colle- Rispetto al tradizionale schema triparti-
gamento di questa con l’area del palermitano, to dell’età del rame siciliana, Robert Leighton
attraverso la valle dell’Imera settentrionale e le (1999, pp. 87-93) ha quindi proposto di divide-
Madonie meridionali. Tuttavia, il rinvenimento re tale periodo in due soli fasi: la prima sarebbe
a Tornambè, Case Bastione e alla Muculufa di ancora fortemente legata alle strutture sociali ed
materiali che presentano evidenti collegamenti economiche del Neolitico finale, mentre la secon-
tipologici con l’area sud-occidentale, quali i vasi da anticiperebbe in molti campi gli sviluppi del
polipodi, la ciotola tipo Marcita, la decorazione a successivo Bronzo antico. È durante questa se-
cerchielli, il piatto decorato a pointillè, suggerisce conda fase, caratterizzata dalle ceramiche degli
la possibilità di una via di diffusione del Campa- stili di Malpasso e S. Ippolito, considerate oramai
niforme anche attraverso una rotta meridionale. da molti autori come un complesso tipologico
L’assenza della decorazione policroma potrebbe unitario (Procelli 2001; Giannitrapani e Iannì cds
essere attribuita al fatto che questa è presente nel- a; Iannì cds), che è possibile notare l’arrivo consi-
l’area del Modione-Belice unicamente in contesti stente in Sicilia del ”pacchetto campaniforme”.
funerari, quindi con un particolare valore simbo- La prima area che ha ricevuto tali elementi è
lico (Tusa 1997a, p. 64), mentre nella Sicilia cen- stata, secondo il Tusa (1997a, p. 61), quella del Pa-
trale i materiali campaniformi sono al momento lermitano, dove sono presenti numerosi esemplari
attestati solo in contesti abitativi. La questione di Bicchiere insieme ad una larga diffusione dei ti-
relativa alla differente situazione dei contesti di pici schemi decorativi realizzati con la tecnica del
rinvenimento del Campaniforme nelle diverse pointillè e dello stile della Moarda. Dal Palermitano
area di distribuzione, sarà ripresa più avanti nel il Bicchiere Campaniforme si è quindi diffuso nel re-
quadro della discussione sul significato sociale di sto della Sicilia, penetrando in particolare nella sua
tale fenomeno. parte sud-occidentale, dove ha sviluppato un alto
livello di originalità e d’integrazione culturale con le
tradizioni locali (Ibid., p. 62) rappresentato, come già
Il Bicchiere Campaniforme in Sicilia: appunti di detto, dall’acquisizione della policromia da parte del
cronologia relativa complesso campaniforme. Sempre secondo il Tusa
(1997b), il Campaniforme siciliano si svilupperebbe
Per quanto riguarda la collocazione crono- diacronicamente anche nel corso del Bronzo antico.
logica del Bicchiere Campaniforme e il suo svi- Nel Palermitano lo stile della Moarda entrerebbe in
luppo diacronico nel quadro della preistoria si- contatto con le facies di Capo Graziano e di Rodì-Tin-
ciliana, la prima evidenza dell’arrivo di elementi dari. Inoltre, è stata notata una forte somiglianza tra
campaniformi nell’isola, in particolare nell’area i motivi decorativi dello stile siciliano con quelli che
della Conca d’Oro del Palermitano, è stata ipo- caratterizzano la facies maltese di Tarxien Cemetery
tizzata già a partire dal Rame medio. La larga (Guilaine 2009, p. 149), entrambi in stretto collega-
diffusione nella Sicilia nord-occidentale del c.d. mento con lo stile di Tanaccia di Brisighella che ca-
NUOVE CONSIDERAZIONI SULLA DIFFUSIONE DEL BICCHIERE CAMPANIFORME IN SICILIA 231

Fig. 10 - Aree di distribuzione del Bicchiere Campaniforme siciliano.


Distribution areas for the Sicilian Bell Beakers.

ratterizza le fasi finali del Campaniforme dell’Italia eponimo di Serraferlicchio proviene a sua volta
centro-settentrionale (Barfield 1994, pp. 442-443). da un contesto che, vista l’assenza di materiali
L’evidenza culturale e materiale proveniente di San Cono-Piano Notaro, è comunque attribui-
dagli insediamenti della Sicilia centrale offre un bile ad una fase avanzata dell’Eneolitico. Anche
quadro cronologico coerente con quanto propo- il frammento rinvenuto a Cuti proviene da un
sto fino ad oggi su tale questione, oltre a fornire contesto superficiale caratterizzato principal-
indicazioni più puntuali circa l’effettiva durata mente da ceramiche del Rame finale. Solo nel sito
del fenomeno, indicazioni basate su evidenze sia di Manfria il frammento di bicchiere decorato a
stratigrafiche che radiometriche. Dei dieci inse- pointillè è associabile a materiali del Bronzo an-
diamenti individuati come appartenenti a tale tico: tuttavia bisogna sottolineare il fatto che tale
area, sette sono stati interessati da campagne di singolo frammento non proviene dal villaggio
scavo: tre (Manfria, Serraferlicchio e Settefarine) della facies di Castelluccio, ma dallo scavo di uno
realizzate nella prima metà del secolo scorso e scarico individuato a poche centinaia di metri
quattro (Case Bastione, La Muculufa, Mezzebi dal villaggio stesso. Per quanto riguarda gli ulti-
e Tornambè) nel corso degli ultimi vent’anni. In mi due siti, Predio Iozza e Naro, la mancanza di
cinque di questi siti (Case Bastione, La Muculu- contesti certi non permette una valutazione più
fa, Mezzebi, Settefarine e Tornambè) i materiali puntuale sulla loro attribuzione cronologica. È
campaniformi e quelli dello stile della Moarda evidente, quindi, come sia possibile attribuire la
sono significativamente associati con materiali presenza del Bicchiere Campaniforme nella Sici-
dello stile di Malpasso-S. Ippolito. lia centrale al Rame finale, più specificatamente
Il frammento di bicchiere rinvenuto nel sito allo stile di Malpasso-S. Ippolito.
232 E. GIANNITRAPANI

Allo stesso periodo sono assegnabili anche campaniformi nei contesti attribuibili alla facies
l’evidenza della Grotta Palombara e il deposito di Rodì-Tindari, come nel caso del villaggio di
della Grotta della Chiusilla, nei pressi di Isnello Boccadifalco (Ead. 1964-65). La presenza a Villa-
nelle Madonie meridionali. Tale grotta, utilizzata frati e alla Moarda di materiali di Capo Graziano
a scopo funerario, è tra l’altro uno dei pochi siti (Bernabò Brea 1985) probabilmente indica un uso
dell’età del rame siciliana che ha restituito ogget- prolungato di queste due grotte durante il Bron-
ti in metallo (Giardino 1997, p. 406) e può, forse, zo antico, considerando anche la natura marinara
essere considerata come un punto di contatto e di tale facies e di quella contemporanea di Rodì-
di passaggio degli elementi campaniformi che, Tindari, in particolare nella sua versione ”isola-
sfruttando prima la valle dell’Imera settentrionale na”, come bene evidenziato nei contesti di Ustica
e poi l’alta valle dell’Imera meridionale, arrivano (Holloway e Lukesh 1995) e Pantelleria (Ardesia
nella Sicilia centrale dall’area del Palermitano. In et alii 2006). La mancanza nei due siti palermitani
tal senso possono ugualmente essere considerati di chiari elementi stratigrafici non permette quin-
i depositi delle grotte Geraci e Puleri, dove i ma- di di comprendere pienamente il rapporto crono-
teriali campaniformi sono anche qui associati a logico esistente tra i materiali eoliani e l’evidenza
ceramiche del Rame finale (Bovio Marconi 1963). campaniforme. In tal senso è invece significativa
Passando ad esaminare i dati relativi alla la presenza nei livelli attribuibili al Rame finale
cronologia dei contesti dell’area del Palermitano, di Case Bastione di un frammento di ciotola con
è da notare che questi sono di difficile interpreta- orlo distinto che trova confronti con esempla-
zione, dato che alcuni di questi sono stati inda- ri provenienti dal sito di Casa Lopez a Filicudi
gati all’inizio del ’900, senza accurate descrizioni (Bernabò Brea e Cavalier 1991, tav. IX.1-2), datati
dei contesti di rinvenimento e delle relative asso- alla fase antica di Capo Graziano. Tale evidenza è
ciazioni, come nel caso dei materiali provenienti confrontabile con il ritrovamento di materiali si-
da una necropoli rinvenuta nel territorio di Ca- mili anche nella necropoli di Marcita (Tusa 1997a,
rini (Ibid., pp. 104-105). Altri provengono da ri- p. 60). Ciò andrebbe a confermare la contempora-
trovamenti sporadici, come nel caso dei bicchieri neità del sito ennese con Marcita già evidenzia-
rinvenuti nella città di Palermo (Ead. 1944) e del ta dalla presenza del vaso polipode, noto anche
frammento rinvenuto nei pressi di Pizzo Pietra- nell’altro sito di Tornambè, e degli altri aspetti
lunga, nel territorio di Corleone, in un contesto tipologici prima indicati. Il rinvenimento di ma-
superficiale caratterizzato da ceramiche dell’età teriali di Capo Graziano I nei siti della Sicilia cen-
del rame e del Bronzo antico (Scuderi et alii 1997). tro-occidentale, inoltre, avvalora ulteriormente
Anche i due principali siti dell’area, la Grotta l’ipotesi avanzata per l’inizio di tale facies negli
Chiaristella di Villafrati e il Riparo della Moarda, ultimi secoli del III millennio BC, parallelamente
presentano depositi non stratificati. Nel primo al pieno sviluppo dello stile di Malpasso-S. Ippo-
sito, la Bovio Marconi (1963, pp. 115-119) riporta lito (Id. 1994a, p. 105).
la presenza, insieme ai vasi campaniformi, di ce- Più complessa appare la situazione nella Si-
ramiche delle facies della Conca d’Oro, di Piano cilia sud-occidentale. Come già detto, gli insedia-
Quartara e di S. Ippolito. Sono presenti inoltre menti che hanno restituito materiali campanifor-
due vasetti decorati con motivi incisi attribuibili mi sono costituiti da necropoli, spesso ritrovate
ad una fase avanzata della facies eoliana di Capo in seguito a scassi clandestini e quindi con i de-
Graziano. Nel sito eponimo della Moarda non positi e i corredi sconvolti. Molte di queste necro-
sono stati rinvenuti materiali decorati a pointil- poli sono composte da tombe a grotticella prece-
lè, ma vasi decorati ad incisione (Ead. 1944, pp. dute da lunghi dromoi, a volte monumentalizzati
84-88), tecnica che, come abbiamo visto, è ampia- da strutture dolmeniche (Id. 1997b, p. 324). In
mente diffusa in tutta la Sicilia centrale e che nella tali contesti i materiali campaniformi sono quasi
Sicilia occidentale si ritrova negli esemplari pro- sempre associati alle ceramiche di Naro-Partan-
venienti da Segesta (Ibid., pp. 71-74). Anche alla na, come a Torre Donzelle (Mannino 1994) e San
Moarda sono stati rinvenuti due vasetti attribui- Bartolo (De Miro 1968), anche se non mancano
bili a Capo Graziano (Ibid., tav. XII, 1-3). In sintesi associazioni con materiali più antichi tipo Con-
i pochi dati disponibili per quest’area sembrano ca d’Oro evoluto a Torrebigini (Bovio Marconi
indicare, anche in questo caso, una generale attri- 1963, pp. 109-111), Serrafelicchio a Manicalunga
buzione di gran parte dei materiali campanifor- (Ibid., pp. 111-112) e S. Ippolito a contrada Pergo-
mi all’età del rame. Tale datazione sarebbe con- la (Mannino 1971). Frequenti sono anche gli ele-
fermata sia dalla mancanza nei siti interessati di menti sia tipologici che decorativi riferibili alla
materiali attribuibili sicuramente al Bronzo anti- facies di Malpasso, come nel caso della necropoli
co, con l’eccezione dei pochi elementi tipo Capo di Marcita (Tusa 1997a). Nelle tombe di contrada
Graziano, che dalla totale assenza di materiali Pusellesi (Mannino 1981) e di S. Margherita Beli-
NUOVE CONSIDERAZIONI SULLA DIFFUSIONE DEL BICCHIERE CAMPANIFORME IN SICILIA 233

ce (Camerata Scovazzo 1978) sono stati rinvenuti attribuire ancora al Rame finale, per la presenza
solo vasi campaniformi. In alcuni casi, come a S. di boccali e coppe su basso piede, ma anche del
Martino (Mannino 1994), Cisternazza, Torre Cusa bicchiere tipo Malpasso e dei frammenti di Capo
e Gattolo (Tusa 1994a), si assiste ad una diminu- Graziano I. Altri complessi, come quelli di Con-
zione consistente dei materiali campaniformi e la trada Pergole e Torre Donzelle, sembrano essere
comparsa di una ceramica grigia che prefigura la più recenti, per la presenza di coppe su piede più
successiva produzione ceramica di Rodì-Tindari alti e di motivi decorativi di tipo Castellucciano,
(Ibid., p. 395). Sembrerebbe quindi che in questa quali la decorazione metopale. I materiali prove-
parte dell’isola ci sia un attardamento del feno- nienti da siti quali Cisternazza e Gattolo, con la
meno del Bicchiere Campaniforme durante i pri- diminuzione degli elementi campaniformi e la
mi secoli del Bronzo antico, anche se il Tusa chia- comparsa della ceramica grigia, che ancora non
risce come nella Sicilia sud-occidentale queste mostra le tipiche anse tipo Rodì-Tindari, sono da
due produzioni non sono contemporanee, con la attribuire ad un periodo ancora più recente, an-
facies di Naro-Partanna che probabilmente prece- che se sempre pertinente alle fasi antiche dell’età
de quella di Rodì-Tindari (Ibid.). La mancanza di del bronzo.
stratigrafie intatte nei siti del Trapanese non con-
sente quindi di chiarire la contemporaneità de-
gli elementi campaniformi con le ceramiche del Cronologia assoluta e datazioni C14 per l’età
Bronzo antico. Sicuramente anche in questo caso del rame in Sicilia
è ricorrente l’associazione degli elementi campa-
niformi con materiali attribuibili al Rame finale. La definizione cronologica dell’età del rame si-
In maniera significativa, negli unici due insedia- ciliana è stata a lungo affidata unicamente alla defi-
menti che hanno restituito una stratigrafia sicura, nizione tipologica delle diverse facies, in particolare
le grotte dell’Uzzo (Tusa 1976) e del Kronio (Tinè grazie all’instancabile e prezioso lavoro di Luigi Ber-
et alii 1994), i frammenti campaniformi sono com- nabò Brea. Il numero di datazioni assolute disponi-
presi nei livelli caratterizzati da ceramiche dello bili tuttavia per questo periodo per molto tempo è
stile di Malpasso-S. Ippolito. stato limitato a sole sei datazioni: due dai livelli del
Per quanto riguarda lo stile di Naro-Partan- Rame iniziale della Grotta del Cavallo a Trapani, tre
na, questo è stato definito da Bernabò Brea come dalla necropoli dello stesso periodo di Piano Vento4
uno stile di passaggio tra le ceramiche di S. Ippo- (Castellana 1995) e una dai livelli del Rame finale
lito e di Castelluccio (Bernabò Brea 1958). L’atten- della Grotta Zubbia ad Agrigento (Tusa 1994b). Le
ta analisi condotta su un complesso di vasi pro- ricerche condotte nella Sicilia centro-orientale negli
veniente da contesti ignoti dei territori di Naro ultimi anni, tuttavia, hanno permesso di ottenere
e Partanna (Tusa e Pacci 1990) ha in gran parte numerose datazioni riferibili alle fasi finali del pe-
confermato tale ipotesi. Oggi è possibile osserva- riodo, in particolare dai siti della Muculufa e di Case
re come il gruppo di vasi provenienti da Naro, Bastione. Nuove datazioni sono state inoltre ottenu-
che ha tratto spunto per i propri motivi formali te nei siti del Messinese di Camaro (Bacci Spigo e
e decorativi dalle ceramiche dipinte del Rame fi- Martinelli 2004) e Venetico (Martinelli cds). Oggi,
nale di Serraferlicchio e S. Ippolito, caratterizza quindi, disponiamo per questo periodo di un to-
anche la fase più antica di Castelluccio (Cultraro tale di 29 datazioni5.
1996; Iannì 2004), presentando forme più sinuose Dal sito della Muculufa sono note comples-
e coppe con piede più slanciato rispetto alle ce- sivamente 23 datazioni (Holloway et alii 1990, pp.
ramiche S. Ippolito, oltre che una maggiore com- 64-65; McConnell 1995, pp. 97-100): 17 provengono
plessità decorativa, come ben evidenziato nei siti dal c.d. ”santuario”, oggi databile al Bronzo antico,
di Grotta Ticchiara (Castellana 1997), dell’area e sei dal villaggio databile invece al Rame finale.
del c.d. ”santuario” della Muculufa (McConnell Di queste diciassette (14 dal santuario e 3 dal vil-
1994) e di Case Bastione. Il gruppo occidentale di laggio) hanno una deviazione standard superiore
Partanna, oltre a condividere molti elementi con a 100 anni, quindi di difficile interpretazione visto
il gruppo dell’Agrigentino, è caratterizzato dalla l’ampio range cronologico coperto dalle datazioni
presenza di un maggior numero di motivi origi- calibrate. Prendendo in considerazione solo le da-
nali, acquisiti anche grazie agli stimoli stilistici tazioni con deviazione inferiore a 100 anni, il Rame
e culturali portati dal Bicchiere Campaniforme,
come nel caso della decorazione a fasce orizzon- 4
L’Autore attribuisce due di tali datazioni (A-4472 e 4473) ai livelli del
tali dipinte. Anche in questo caso, tuttavia, è pos- Neolitico antico. A. Cazzella, invece, le attribuisce, insieme alla terza,
sibile leggere una sua evoluzione formale e deco- alle strutture funerarie del Rame iniziale (Cazzella 2000, p. 89).
5
Tutte le date citate nel testo sono state calibrate con il programma
rativa, con gli esemplari più antichi rappresen- OxCal 4.0 e la curva di calibrazione IntCal 04 (Bronk Ramsey 1995,
tati dal complesso di Marcita, probabilmente da 2001).
234 E. GIANNITRAPANI

Tab. I - Datazioni C14 per il Rame iniziale in Sicilia.

Data calibrata Data calibrata


Sito Cod. Lab. Data BP Contesto
1 sigma (68,2%) 2 sigma (95,4%)

Piano Vento A-4473 5040 ± 120 3956-3711 4225-3539 Tomba A9 - sett. A9


Camaro Rome-969 5020 ± 65 3938-3712 3959-3665 Focolare B
Grotta del Cavallo Rome-430 4925 ± 80 3792-3640 3946-3533 A/9
Camaro Rome-970 4860 ± 60 3708-3536 3782-3520 Fossa D
Piano Vento A-4472 4840 ± 200 3927-3371 4052-3027 Buca di palo - Sett. B10
Camaro Rome-2259 4805 ± 45 3646-3527 3694-3384 Fossa A – 2° livello
Grotta del Cavallo Rome-429 4755 ± 75 3638-3382 3656-3368 A/2-A/3
Camaro Rome-966 4620 ± 60 3518-3342 3629-3106 Piano concotto tg. 11
Camaro Rome-967 4490 ± 60 3338-3365 3365-2942 Piano concotto tg. 10
Camaro Rome-968 4380 ± 65 3091-2912 3331-2890 Fossa A - 4° livello
Piano Vento ?-? 3805 ± 90 2456-2136 2486-1978 Tomba 15

Tab. II - Datazioni C14 per il Rame finale in Sicilia10.

Data calibrata Data calibrata


Sito Cod. Lab. Data BP Contesto
1 sigma (68,2%) 2 sigma (95,4%)

Venetico LTL-3518A 4476 ± 50 3334-3038 3358-2944 ?


Venetico LTL-3517A 4330 ± 50 3012-2898 3091-2881 ?

Area α, US 1008, crollo del


Case Bastione LTL-3650A 4131 ± 50 2864-2622 2877-2577
muro esterno

Grotta Zubbia A-? 4010 ± 55 2618-2468 2852-2347 S89/2


La Muculufa A-6547 3990 ± 60 2620-2368 2837-2298 Battuto Capanna 3
La Muculufa A-6546 3960 ± 70 2572-2346 2835-2208 Livello superiore Capanna 3

Area α, US 1024, riempimento


Case Bastione LTL-3651A 3893 ±45 2463-2309 2480-2207
della fornace

Area α, US 1106, livello d’uso


Case Bastione Rome-2054 3830 ± 40 2391-2202 2460-2147
del battuto

Tornambè LTL-3639A 3798 ± 45 2298-2141 2457-2049 US 1003, crollo della Capanna 1


La Muculufa A-5283 3790 ±60 2338-2064 2459-2038 Nord Capanna 2
Area α, US 1045, livello
Case Bastione Rome-2058 3780 ± 40 2284-2140 2343-2041
d’abbandono
Case Bastione LTL-3649A 3765 ± 45 2281-2062 2337-2033 Area α, battuto US 1111

US 1014, livello di abbandono


Tornambè LTL-3641A 3732 ± 35 2198-2045 2277-2029
della Capanna 1

US 1017, livello di abbandono


Tornambè LTL-3643A 3709 ± 40 2191-2036 2271-1976
della Capanna 1

La Muculufa A-5284 3680 ± 100 2202-1926 2434-1772 F102, bd. -1,38 to -1,52
La Muculufa I-12.820 3630 ± 210 2294-1696 2580-1466 F25L60, B1+B2
La Muculufa I-12.819 3590 ± 210 2278-1684 2564-1450 F25L60, A1+A2
Mezzebi Rome-1842 3500 ± 50 1886-1756 1949-1691 ?
NUOVE CONSIDERAZIONI SULLA DIFFUSIONE DEL BICCHIERE CAMPANIFORME IN SICILIA 235

Fig. 11 - Cronologia assoluta per l’età del Rame in Sicilia (v. nota 6): A. il Rame iniziale; B. il Rame finale.
Absolute chronology for the Sicilian Copper Age (see note 6): A. Early Copper Age; B. Late Copper Age.

finale è quindi datato tra il 2600 e il 2300 cal. BC. in cui l’area del villaggio viene abbandonata e
Per quanto invece riguarda il Bronzo antico, tre l’insediamento del Bronzo antico si sposta sulla
date permettono di attribuire le fasi antiche della sommità della principale cresta rocciosa presente
facies di Castelluccio ad un periodo compreso tra il nel sito. Altre datazioni per questa fase proven-
2200 e il 1800 cal. BC. gono da Mezzebi, situato lungo la valle del Pla-
Il quadro cronologico così definito corri- tani (Privitera 1994, p. 340)7, e dall’insediamento
sponde a quello ricavato dalle datazioni prove- posto lungo la costa tirrenica del Messinese di
nienti da Case Bastione e Tornambè. Dal primo Venetico (Martinelli cds).
sito sono state ottenute 21 date: sedici di queste La calibrazione delle 11 datazioni attribui-
sono riferibili ai livelli del Bronzo antico, databile te al Rame iniziale (tab. I, fig. 11A), permettono
anche in questo caso tra il 2200 e il 1700 cal. BC di datare tale fase ad un periodo compreso tra il
(Giannitrapani cds)6. Le cinque datazioni ottenu- 3900 e il 2900 cal. BC8.
te dai livelli del Rame finale, coerentemente con Rispetto al quadro cronologico definito dalle
l’evidenza della Muculufa, datano tale periodo datazioni C14 calibrate, la presenza del Bicchiere
tra il 2700 e il 2300 cal. BC (tab. II, fig. 11B), range Campaniforme in Sicilia, attribuita prima al Rame
cronologico identico anche a quello ottenuto dal- finale, è oggi quindi databile ad un periodo com-
la calibrazione dell’unica data proveniente dalla preso tra il 2600 e il 2300 cal. BC9. È probabile che
Grotta Zubbia. Le tre datazioni provenienti da nella Sicilia sud-occidentale, elementi campanifor-
Tornambè sono state ottenute dai livelli di abban- mi continuino ad essere presenti anche nel corso dei
dono della Capanna 1 e, coerentemente, datano primi secoli dell’età del Bronzo, senza mai superare
questa fase tra il 2300 e il 2000 cal. BC, periodo comunque il limite del III millennio BC.

6 8
Tale range cronologico per la facies di Castelluccio è confermato anche Le datazioni da Piano Vento sono di difficile interpretazione, dato che
dalle due datazioni provenienti da Monte Grande ad Agrigento (A-5724: le prime due (A-4472 e A-4473) hanno una elevata deviazione standard,
3700 ± 65 BP, 2287-1921 cal. BC a 2 sigma; A-5722; 3495 ± 45 BP, 1937-1693 mentre la terza appare troppo recente per il contesto datato.
9
cal. BC a 2 sigma) Non si considerano qui le due date provenienti da Venetico, da conside-
7
Purtroppo la data è stata pubblicata in modo incompleto: fino ad oggi, rarsi troppo alte e in linea, invece, con la fine del Rame iniziale, e la data
pertanto, non era stato possibile procedere alla sua calibrazione. Ringra- di Mezzebi, che appare troppo recente per il contesto datato.
10
zio quindi il Prof. G. Calderoni, del Dipartimento di Scienze della Terra Le tre datazioni più recenti della Muculufa, A-5284, I-12.819, I-12.820,
dell'Università "La Sapienza" di Roma, per avermi fornito l'indicazione non sono state considerate nella discussione a causa della loro elevata
completa di tale data. deviazione standard.
236 E. GIANNITRAPANI

Una tale attribuzione cronologica è compa- definizione cronologica non chiarisce ancora del
tibile con la situazione nota anche nel resto del tutto le complesse modalità di acquisizione del
Mediterraneo e dell’Europa. In un recente stu- complesso campaniforme da parte delle comuni-
dio, sono state raccolte e calibrate 182 datazioni tà preistoriche siciliane, né il suo valore e signifi-
provenienti da contesti certi del Campaniforme cato sociale nell’ambito di tali società.
europeo (Müller e van Willigen 2001). Tale stu- Infine, in merito alla proposta di confronto
dio ha permesso di definire lo sviluppo del fe- tra i materiali siciliani dello stile della Moarda
nomeno campaniforme in un periodo compreso con quelli maltesi della facies di Tarxien Cemete-
tra il 2900 e il 2100 cal. BC. Inoltre, è stato pos- ry, confronto effettuato fino ad oggi unicamente
sibile verificare come le date più antiche siano su base tipologica, risulta utile la recente messa
concentrate nella parte centro-occidentale della a punto della cronologia assoluta della preisto-
penisola iberica, seguite poi da quelle prove- ria di Malta (Trump 1995-96). In tale lavoro sono
nienti dall’Andalusia, dalla Francia meridiona- presentate 27 datazioni che coprono un periodo
le e dall’Italia centro-settentrionale, mentre le che va dal Neolitico medio (fase di Ghar Dalam)
datazioni provenienti dall’Europa centro-set- al Bronzo antico.
tentrionale segnalano la comparsa del Bicchie- L’analisi di tali datazioni permette di attribui-
re solo a partire dal 2500 cal. BC. Infine, grazie re a tutto il IV millennio cal. BC le fasi Zebbug a
a tale studio è stato possibile verificare come i Ggantija, che risultano quindi contemporanee al
vari stili ceramici che contribuiscono a formare Rame iniziale siciliano: d’altra parte già è stata sot-
il fenomeno campaniforme, da quello Interna- tolineata la vicinanza tipologica delle ceramiche
zionale a quello Epi-Marittimo fino ai vari stili di Zebbug con quelle siciliane delle facies di San
regionali, non sembrano rappresentare più diffe- Cono-Piano Notaro e del Conzo (Evans 1971). La
renze cronologiche, come invece è stato ritenuto successiva fase di Tarxien è databile ora tra il 3000
per lungo tempo, ma costituiscono un insieme e il 2400 cal. BC, in parte, quindi, contemporanea-
di stili che invece spesso convivono nell’ambito mente al Rame finale siciliano. A tale proposito è
della stessa regione. Sottolineare l’importanza di significativo il ritrovamento, nei livelli di tale fase
questo studio non significa, tuttavia, sostenere del complesso funerario di Borchtorff Circle, di
nuovamente la tesi ”demica” che ha caratteriz- alcuni frammenti della facies di Piano Quartara
zato il dibattito sul fenomeno Campaniforme (Trump 1995-96, p. 176), versione eoliana dello sti-
nella prima parte del secolo scorso. Recenti studi le di Malpasso. La fase di Tarxien Cemetery, che
che utilizzano raffinati modelli di analisi basa- a Malta segna l’inizio dell’età del bronzo, è infine
ti sulla tipologia della ceramica campaniforme databile dal 2100 al 1500 cal. BC, confermando così
considerata insieme con la cosiddetta ”ceramica la sua contemporaneità con le facies siciliane di Ca-
d’accompagnamento” dimostrano, per esempio, stelluccio (Giannitrapani 1997) e Capo Graziano,
come le aree dove si manifestano per la prima condividendo con quest’ultima tipologia vascola-
volta i singoli elementi culturali del ”pacchetto re e decorativa (Bernabò Brea 1976-77).
campaniforme” siano da individuare nell’Eu- Il quadro cronologico così delineato rende
ropa centro-settentrionale e in quella orientale quindi difficile accettare la proposta di confronto
(Gallay 2001), in apparente contraddizione con tra gli stili della Moarda e di Tarxien Cemetery:
l’evidenza radiometrica prima discussa. È evi- d’altra parte, se esiste una certa somiglianza nei
dente, quindi, che per risolvere tale paradosso, principali motivi decorativi dei due stili, è anche
non sia più sufficiente utilizzare i modelli tradi- vero che questi sono utilizzati su tipi vascolari as-
zionali fino ad oggi proposti, ma sia sempre più solutamente diversi, oltre ad una sostanziale dif-
necessario sviluppare e proporre nuovi modelli ferenza rispetto ai contesti di rinvenimento e agli
e teorie interpretative che sappiano tenere conto aspetti culturali delle due facies. L’unica evidenza
dei singoli contesti e delle loro peculiarità stori- della presenza a Malta del Bicchiere Campanifor-
che, economiche, sociali e culturali. me potrebbe essere indicata dal rinvenimento in
Per quanto riguarda la Sicilia, il nuovo qua- vari contesti tombali, quali Borchtorff Circle, Ta
dro cronologico prima discusso permette di col- Trapna e Xemxija (Malone et alii 1995, p. 333), di
locare la presenza del Bicchiere Campaniforme bottoni perforati a V. Tuttavia, l’attribuzione di
nell’isola a partire dal 2600 cal. BC, come parte tali necropoli alla fase Zebbug, quindi con una
non secondaria di un fenomeno più ampio che ha datazione più antica rispetto alla diffusione cam-
la propria origine nell’ambito del Mediterraneo paniforme nel Mediterraneo, oltre alla mancanza
centro-occidentale in un momento antico della a Malta fino ad oggi di materiali ceramici di tale
sua espansione nell’Europa occidentale, per ter- aspetto culturale, fa ipotizzare per i bottoni a V
minare nel 2300 cal. BC (qualche secolo più tardi maltesi un origine diversa da quella connessa al
nella Sicilia sud-occidentale). Ovviamente tale ”pacchetto campaniforme” (Cazzella 2000, p. 90).
NUOVE CONSIDERAZIONI SULLA DIFFUSIONE DEL BICCHIERE CAMPANIFORME IN SICILIA 237

Modalità di acquisizione e significato sociale Tornando al tema iniziale, il modello del


del Bicchiere campaniforme in Sicilia Vander Linden è stato proposto per interpretare
la distribuzione sparsa, non continua, dei gruppi
È possibile infine utilizzare il quadro cultu- che utilizzano il Bicchiere. Tali gruppi rimango-
rale e cronologico definito fino a questo punto e no in collegamento tra loro grazie ad una rete di
relativo alla presenza del Bicchiere Campanifor- comunicazioni a breve raggio attraverso cui sono
me in Sicilia, arricchito ora dalle evidenze pro- scambiate tecnologie e idee, percorsa costante-
venienti dalla valle dell’Imera meridionale, per mente dal movimento di piccoli gruppi umani, se
proporre alcune considerazioni mirate sia alla non da singoli individui, come evidenziato dalle
definizione di ulteriori importanti aspetti di tale analisi degli isotopi stabili sui tessuti ossei otte-
fenomeno, quali le modalità di acquisizione e il nuti da vari campioni prelevati da sepolture cam-
suo significato sociale che, più in generale, ad paniformi (Vander Linden 2007). Tale modello
una nuova lettura delle dinamiche sociali e della consentirebbe di escludere l’esistenza di scambi e
complessità delle società siciliane del III millen- contatti a lungo raggio, nel caso della Sicilia, per
nio BC. Per affrontare tali aspetti è sicuramente esempio, con l’area tirrenica settentrionale o la pe-
necessario fare riferimento al quadro interpreta- nisola iberica, come sostenuto da vari autori (Bo-
tivo già proposto sul tema e richiamato più volte vio Marconi 1963; Barfield 1994; Guilaine 2009).
in questo contributo oltre, ovviamente, ad utiliz- È necessario, quindi, cercare in aree più vicine la
zare i numerosi stimoli provenienti dal più am- possibile origine del Campaniforme siciliano.
pio dibattito europeo, sinteticamente presentati Al momento è possibile escludere una pro-
nelle pagine iniziali. venienza di tali materiali dalla penisola italiana.
Iniziando a trattare tali aspetti, la prima que- Nella sua parte meridionale, infatti, la presenza
stione su cui soffermarsi è costituita dal tentativo di frammenti campaniformi è nota solo a livello
di individuare l’area d’origine degli influssi cul- indiziario. In Calabria i pochi frammenti cono-
turali e tipologici del Bicchiere siciliano, tenendo sciuti provengono dai siti di Capo Alfiere e Co-
a mente da un lato il modello interpretativo di razzo sulla costa ionica (Cocchi Genick 2004) e da
Vander Linden in precedenza già discusso e, dal- Passo Murato, sul promontorio di Tropea, lungo
l’altro, un’osservazione apparentemente banale la costa tirrenica (Lo Torto et alii 2001). Conside-
ma che non sempre è tenuta in considerazione rati gli stretti contatti culturali tra le due regioni
nella lettura della preistoria siciliana, cioè che la testimoniati durante il Neolitico e il Bronzo an-
Sicilia è un’isola. Ovviamente, tale definizione ha tico, è plausibile che i materiali della Calabria
un valore diverso rispetto a quello comunemente meridionale possono invece avere un’origine si-
inteso per le altre grandi isole del Mediterraneo, ciliana. Più a Nord materiali campaniformi sono
come la Sardegna, la Corsica, Creta o Cipro, per noti in Campania a Olevano sul Tusciano e nella
cui la propria condizione di insularità è vissuta, tomba 1 della necropoli presso il tempio di Cere-
da un punto di vista storico e archeologico, in re a Paestum (Cocchi Genick 1996, p. 641).
maniera sicuramente più ”estrema”. La Sicilia, Escludendo per il momento contatti tra la
rispetto alle altre isole mediterranee, usufruisce Sicilia e il Nord Africa per l’assoluta mancanza
in effetti di una maggiore vicinanza con la ter- di materiali campaniformi in Tunisia, l’unica area
raferma, ulteriormente rafforzata dalla presenza che rimane per individuare l’origine del Campa-
dei numerosi arcipelaghi di isole minori che la niforme siciliano è la Sardegna. Tale ipotesi è già
circondano. Tuttavia, la complessa struttura oro- stata avanzata da tempo in merito ad alcuni con-
grafica e geografica della Sicilia ha permesso la fronti tipologici relativi ai materiali provenienti
costituzione nel passato di società che hanno svi- dalla necropoli di Marcita (Tusa 1997a). In par-
luppato tratti culturali e aspetti tipologici spesso ticolare, i due vasi polipodi rinvenuti nella ne-
in modo differenziato tra le diverse parti dell’iso- cropoli siciliana trovano confronti con materiali
la, vero e proprio continente (Doumas 1997) for- simili rinvenuti nelle grotte delle Volpi e di S.
mato in realtà da tante diverse Sicilie, ciascuna Bartolomeo, nella Sardegna meridionale (Ibid., p.
aperta agli influssi culturali provenienti dalla 59), mentre la ciotola carenata a fondo concavo,
penisola italiana, dal Mediterraneo orientale o da sempre da Marcita, è simile per aspetto formale
quello occidentale. È evidente, quindi, che non e sintassi decorativa ad esemplari rinvenuti nella
sempre è possibile applicare in modo automatico tomba campaniforme di Marinaru a Sassari (Ibid.,
al contesto siciliano i modelli di trasmissione cul- p. 58). Bisogna inoltre aggiungere la presenza
turale delle società antiche avanzati per le regio- nelle due isole di oggetti d’ornamento persona-
ni continentali: questi invece vanno attentamente le simili, come le accettine-pendaglio, i dentalium
valutati e utilizzati a seconda del singolo conte- e le difese di cinghiale. A tali aspetti materiali è
sto storico studiato. possibile, inoltre, aggiungere il già menzionato
238 E. GIANNITRAPANI

caso dell’architettura funeraria. Molte delle tom- di tale periodo. Le uniche aree dove sono dispo-
be note nella Sicilia sud-occidentale (per es. Ci- nibili risorse minerarie con presenza di metalli
sternazza, Contrada Pergole, Marcita, S. Martino, sono i monti Peloritani e, probabilmente, alcune
Stretto), infatti, presentano corridoi d’accesso alle zone dei Nebrodi nella cuspide nord-orientale
camere sepolcrali costituite da tombe a grotticel- dell’isola (Giardino 1997), aree dove però non
la, secondo una tradizione ben affermata nella sono presenti evidenze campaniformi. Inoltre, i
Sicilia del Rame finale e del Bronzo antico (fig. pochi oggetti in rame conosciuti in Sicilia sono
12.A-C). Tali corridoi sono costituiti da notevo- distribuiti principalmente nella sua parte centra-
li murature dolmeniche formate da una serie di le e orientale, a Sciacca, a Malpasso, nelle grotte
ortostati posti a delimitare il percorso di accesso della Chiusilla e della Chiusazza, a Fiumidinisi
alla tomba (Id. 1997b, p. 324). Infine, va ricordata (Ibid.). A tali evidenze oggi è possibile aggiungere
la stretta somiglianza di natura antropometrica il ritrovamento delle fornaci di Case Bastione e di
esistente tra i tipi umani rinvenuti in diverse ne- alcune scorie di rame a Grangiara, lungo la costa
cropoli campaniformi sarde e in quelle siciliane tirrenica del Messinese (Cannizzaro e Martinelli
(Germanà 1994), oltre alla presenza nella tomba cds).
di Stretto di un cranio trapanato, pratica chirur- Un’ulteriore considerazione riguarda i di-
gica diffusa anche nella Sardegna e nell’Europa versi contesti delle tre aree in cui sono presenti
campaniforme (Germanà e Di Salvo 1994). Giu- i materiali campaniformi: nel Palermitano questi
stamente Tusa (1997b) ipotizza per la Sardegna il provengono principalmente da depositi in grotta,
ruolo di terminale di una serie di influssi e con- utilizzate anche a scopo funerario, come nel caso
tatti più ampi provenienti da due aree diverse: di Villafrati e della Moarda. Nella Sicilia sud-oc-
da un lato dal Mediterraneo occidentale e, attra- cidentale tali materiali provengono esclusiva-
verso il ponte costituito dalle isole Baleari, dalla mente da necropoli. In entrambe queste aree non
penisola iberica; dall’altro, per mezzo dell’arcipe- si conoscono insediamenti all’aperto attribuibili
lago toscano, dall’Italia settentrionale e dall’Eu- a tale periodo. Invece, l’evidenza proveniente
ropa centrale. Fino ad oggi, i confronti tipologici dalla Sicilia centrale riguarda unicamente rinve-
e culturali tra le due isole erano possibili solo per nimenti in abitato. Al contrario, in questa parte
quello che riguardava la Sicilia sud-occidentale: dell’isola, a parte il caso della necropoli eponima
il rinvenimento a Tornambè e Case Bastione di di Malpasso e dell’ipogeo di Calaforno (Guzzardi
frammenti di vasi polipodi identici a quelli di 1980), sono rare le sepolture attribuibili al Rame
Marcita aprono scenari interpretativi ancora tutti finale (fig. 12.D-E)11. Ovviamente esiste la concre-
da esplorare. ta possibilità del ritrovamento in futuro di nuove
La mancanza di analisi sui tessuti ossei, si- evidenze relative agli abitati nella Sicilia occiden-
mili a quelle utilizzate da Vander Linden nel suo tale o alle necropoli in quella centrale. Tuttavia,
studio, impedisce al momento una più completa entrambe queste aree sono da tempo oggetto di
comprensione dei meccanismi sociali e culturali approfondite indagini archeologiche, per cui tali
di trasmissione del fenomeno del Campaniforme differenze del contesto di rinvenimento è da rite-
tra le due isole del Mediterraneo centrale. La pre- nersi comunque attendibile.
senza del Bicchiere Campaniforme nell’isola, co- Un’ultima considerazione, infine, riguarda
munque, è utilizzabile per leggere le complesse l’aspetto più generale del popolamento e del-
dinamiche della società siciliana del III millennio la distribuzione degli insediamenti siciliani nel
BC. In tale senso, già è stato detto come questo corso dell’età del rame. Per lungo tempo è stato
complesso tipologico e culturale sia rappresen- ipotizzato che tale popolamento abbia interessa-
tativo dell’espressione di un elevato status da to in particolare la parte sud-orientale e le coste
parte di èlites emergenti, concentrate in partico- meridionali e occidentali dell’isola (Tiné 1960-61;
lare nella Sicilia sud-occidentale, impegnate nel Albanese Procelli 1988-89; Tusa 1992). Oggi in-
controllo del traffico di materie prime nel quadro vece sappiamo che anche la parte centrale della
della nascente metallurgia mediterranea. Alcuni Sicilia è stata intensamente abitata nel corso del-
elementi, tuttavia, impediscono di accettare in l’età del rame, con una particolare densità di tale
modo automatico tale lettura del dato siciliano, popolamento nei secoli finali del III millennio
ma richiedono un ulteriore sforzo per meglio
definire il quadro interpretativo, anche alla luce
delle ricerche effettuate nella Sicilia centrale. Un
primo elemento di discussione è costituito dalla 11
Nell’ambito delle ricerche condotte recentemente nel territorio di Pie-
traperzia sono state individuate alcune necropoli con tombe attribuibili,
totale mancanza nella Sicilia occidentale, e in gran
sulla base della loro complessa architettura funeraria, al Rame finale.
parte dell’isola, d’importanti giacimenti minerari In particolare tali necropoli sono situate a Tornambè, evidentemente
utilizzabili nell’ambito dei traffici mediterranei collegate con il coevo villaggio, e nella vicina località di Monte Cane.
NUOVE CONSIDERAZIONI SULLA DIFFUSIONE DEL BICCHIERE CAMPANIFORME IN SICILIA 239

Fig. 12 - Tombe ipogeiche dell’età del Rame: A. tombe A e B di Marcita; B. Contrada Pergole; C. Torre Donzelle; D. ipogeo
di Calaforno; E. Malpasso (A da Tusa 1997a; B da Mannino 1971; C da Mannino 1994; D da Guzzardi 1980; E da Albanese Procelli
1988-89).
Copper age rock-cut graves: A. Graves A and B from Marcita; B. Contrada Pergole; C. Torre Donzelle; D. Calaforno hypo-
geum; E. Malpasso (A after Tusa 1997a; B after Mannino 1971; C after Mannino 1994; D after Guzzardi 1980; E after Albanese
Procelli 1988-89).
240 E. GIANNITRAPANI

BC, per proseguire ed intensificarsi ulteriormen- istanze sociali rappresentate dai gruppi della Si-
te nel corso del successivo Bronzo antico (Mani- cilia occidentale e di quella orientale nel quadro
scalco 2007; Giannitrapani cds). A fronte di tale più ampio delle complesse relazioni tra il mondo
situazione, quindi, la quantità di rinvenimenti di egeo-anatolico e il Mediterraneo occidentale, che
materiali campaniformi in Sicilia è relativamente troverà il punto massimo di sviluppo nella suc-
bassa, concentrata in poche aree non contigue, cessiva età del bronzo.
fatto salvo, anche in questo caso, la possibilità Per meglio comprendere la portata e l’im-
della futura individuazione di nuove evidenze patto sociale della presenza del Bicchiere Cam-
che permettano di colmare tale gap. Il caso sicilia- paniforme in Sicilia sono, quindi, necessarie
no, quindi, risulta essere simile a quello noto nel ulteriori ricerche e più approfondite analisi che
resto d’Europa e ben rappresentato nel modello non riguardino solo gli aspetti puramente tipo-
proposto dal Vander Linden (2007). In tale conte- logici. Inoltre, poiché tale fenomeno non può es-
sto, pertanto, risulta difficile accettare la proposta sere considerato solo come un aspetto episodico
di identificare il fenomeno campaniforme sempli- nell’ambito della preistoria siciliana, ma avendo
cemente come status symbol, tenendo conto che, invece svolto un ruolo strutturale significativo
nel caso particolare della Sicilia sud-occidentale, nello sviluppo di quelle società, è necessario af-
i gruppi sociali emergenti che dovrebbero utiliz- frontare tale questione nel quadro di una nuova
zare tale simbolo di potere sono riferibili ad un lettura delle dinamiche di lungo periodo che in-
ambito culturale oggi privo di chiare evidenze teressano gli aspetti sociali, culturali ed economi-
relative all’utilizzo di materie prime e di signi- ci in un periodo compreso tra il Neolitico finale e
ficative attività produttive ed artigianali. Tali il Bronzo antico.
èlites dovrebbero inoltre emergere da un quadro
”politico” costituito dal più ampio contesto sici- Desidero ringraziare Beatrice Basile, Soprintendente BB.CC.
liano del Rame finale, dove invece convivono e si AA. di Enna, e Carmela Bonanno, dirigente del Servizio Beni
sviluppano comunità che presentano una sostan- Archeologici, per avermi consentito in questi anni di condurre
una intensa attività di ricerca nella valle dell’Imera, oltre che per
ziale omogeneità culturale che, pur non posse- il loro costante supporto scientifico. Ringrazio le Amministra-
dendo elementi del ”pacchetto” campaniforme, zioni comunali di Pietraperzia e Villarosa per l’indispensabile
non possono per questo essere considerate meno sostegno economico, logistico e culturale. Un ringraziamento
complesse dei gruppi dove questi sono presenti, particolare va a Mark Pluciennik, Filippo Iannì e Rossella Ni-
come ben dimostrato dalle intense relazioni so- coletti per avere condiviso con me la ricerca sul campo e per la
loro disponibilità a discutere in maniera approfondita sui temi
ciali e materiali instaurate tra la Sicilia orientale e
riguardanti la preistoria siciliana, e a Marc Vander Linden per
il Mediterraneo orientale. avere utilmente commentato il mio lavoro. Ringrazio inoltre
La ricerca sulla Sicilia preistorica condotta Daniela Cocchi Genick e l’anonimo revisore per avere contri-
negli ultimi anni, in particolare nella sua parte buito a migliorare, con i loro suggerimenti, la qualità di questo
centrale, apre invece nuovi spazi interpretativi contributo. Infine, a Francesca Valbruzzi, per avere avuto la
riguardanti la complessità delle antiche società pazienza di leggere e commentare criticamente quanto da me
scritto, un grazie di cuore.
siciliane che hanno bisogno, tuttavia, di ulterio-
ri approfondimenti. In tale quadro la presenza
del Bicchiere Campaniforme in aree che, come
detto, dispongono di importanti materie prime, Riferimenti bibliografici
quali lo zolfo e il salgemma, e da cui provengono
evidenze relative a complesse attività produtti- Albanese Procelli R. M. 1988-89, Le necropoli di Malpasso,
ve, come dimostrato dal rinvenimento dei forni Carcarella e Valle del Coniglio, NSc XLII-XLIII, pp.
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Ardesia V., Cattani M., Marazzi M., Nicoletti F., Secondo
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scavo (1992 e 1996) nell’insediamento neo-eneolitico di
posizione geografica e la ricchezza di risorse na- Camaro: notizia preliminare, in Grotta G., Scuderi A.,
turali hanno permesso a tali comunità di svolge- Tusa S., Vintaloro A. a cura di, Atti del I Congresso
re, per circa un millennio, un importante ruolo di internazionale di preistoria e protostoria siciliane,
filtro e di mediazione culturale e ”politica” tra le Corleone, pp. 329-342.
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