Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1) Sotto-esposizione e sotto-sviluppo (- -)
2) Sotto-esposizione e sviluppo normale (- 0)
3) Sotto-esposizione e sovra-sviluppo (- +)
7) Sovra-esposizione e sotto-sviluppo (+ -)
8) Sovra-esposizione e sviluppo normale (+ 0)
9) Sovra-esposizione e sovra-sviluppo (+ +)
I casi meno critici, in caso di errori di esposizione sono quindi quelli in cui
lo sviluppo un po’ compensa, ovvero sovra-sviluppo in caso di sotto-
esposizione e sotto-sviluppo in caso di sovra-esposizione. Sempre che gli
errori non siano consistenti!
È importante a questo punto notare che le valutazioni sono sì tecniche, ma
allo stesso tempo soggettive e che abbiamo finalmente formato “la catena”
ovvero reso interdipendente ogni fase del processo, dalla scelta
dell’esposizione fino alla stampa.
Se le parti chiare sono troppo chiare vuol dire che il negativo ha contrasto
troppo alto, cioè è sovra-sviluppato e che dovrete usare un contrasto più
basso. Se le parti chiare sono troppo scure vuol dire che il negativo ha
contrasto troppo basso, cioè è sotto-sviluppato e che dovrete usare un
contrasto più alto.
Perché due termini diversi: registrare e stampare? Perché una scena ad alto
contrasto supera facilmente i limiti di registrazione della pellicola
(latitudine di posa) e/o del sistema di stampa se non si effettuano
correzioni riducendo il tempo di sviluppo, mentre viceversa una scena a
basso contrasto rientra sicuramente nelle possibilità di registrazione della
pellicola dato che rientra facilmente nella latitudine di posa, ma potrebbe
(raramente, perché in stampa c'è margine) produrre negativi troppo
morbidi per una stampa ottimale. E' quindi necessario non esagerare con lo
sviluppo, far sì che anche gli scatti ad alto contrasto rientrino abbastanza
bene nella latitudine del sistema (includendo la stampa). Questo perché in
stampa è molto più facile e da quasi sempre risultati migliori alzare un po'
il contrasto piuttosto che ridurlo, ovvero meglio avere negativi morbidi
invece che duri.
Lavorando sulle ombre non vanno associati i tempi di sviluppo agli ISO,
ma solo alla latitudine di posa, gli ISO saranno quelli della sensibilità
effettiva che non cambia cambiando lo sviluppo.
Se io uso un I.E. invece della sensibilità effettiva non posso sapere con
certezza come verranno resi i toni scuri e quindi non posso esporre per le
ombre, proprio perché l'I.E. è stabilito in base ad una grandezza variabile,
il grigio medio (che è l'unico tono "garantito"), mentre il dettaglio e la resa
dei toni scuri non dipendono da questa grandezza variabile, ma solo dalla
sensibilità effettiva.
L'I.E. è variabile perché variabile è il grigio medio in conseguenza dello
sviluppo e quindi si può scegliere (entro certi limiti), ma scegliendo un I.E.
si ha come conseguenza una una certa latitudine di posa che NON si può
scegliere (se non cambiando l'I.E.).
La sensibilità effettiva invece non si sceglie, è quella, ma usandola si può
scegliere la latitudine di posa variando lo sviluppo a piacere.
In altre parole invece che lavorare con tre riferimenti mobili (ombre, luci e
grigio medio) e non determinati in maniera certa si lavora con un estremo
fisso (le ombre) dovuto alla sensibilità effettiva e quindi "certo" ed uno
mobile (le luci) che cambiano con lo sviluppo e del grigio medio, che tanto
si può modificare in stampa a piacimento, non ci si cura affatto (o quasi).
Trovare i tempi di sviluppo (specifici per la nostra catena, per ottenere
diverse latitudini di posa e da accoppiare a scene a diverso contrasto) ed
Esporre (basandosi su S.E.) 3 o più soggetti a basso medio e alto contrasto
su 3 rulli facendo bracketing da +2 a -2
Svilupparli a circa 50% 75% 100% del tempo suggerito.
In genere le pellicole più sensibili hanno bisogno di variazioni di tempo
più consistenti di quelle a bassa sensibilità; le T-grain di solito reagiscono a
variazioni di tempo più brevi.
Stampare tenendo fisso il grado 2 e regolando l'esposizione per avere il
maggior dettaglio possibile nei toni scuri mantenendo
contemporaneamente un "buon nero".
Se i negativi più morbidi producono comunque stampe ancora dure nella
situazione di alto contrasto sarà necessario ridurre ancora il tempo di
sviluppo più breve, così come sarà necessario aumentare ancora il tempo
più lungo se il contrasto ottenuto dalle foto scattate in situazione di basso
contrasto non è sufficiente.
Un secondo set di stampe da fare è quello "degli errori" ovvero delle
correzioni che è necessario apportare stampando i negativi non ottimali per
rendere le stampe più simili possibile a quelle ottenute dai negativi che
hanno dato i risultati ottimali. Da questo lavorio si impara sicuramente a
giudicare i negativi.
Consigli pratici
Sviluppate la carta a fondo e agitate bene.
La carta deve poter essere bagnata in breve tempo e restare bene immersa.
Orientativamente un tempo medio di sviluppo è di circa 10 volte il tempo
di comparsa (chiaramente si può variare, diciamo tra 4 e 20 volte, sempre
orientativamente). Questo significa che dovreste sempre usare lo sviluppo
fattoriale cioè cronometrare tutte le volte il tempo che l’immagine impiega
per iniziare ad apparire e moltiplicarlo per 10 (od altro fattore adatto).
Alcune carte non producono buoni “neri” se non sviluppate molto a fondo,
altre danno “neri” adeguati già con 4 volte il tempo di comparsa per cui il
tempo di sviluppo risultante è assai variabile e relativo.
Di solito una sovra-esposizione leggera non è un errore che ha
conseguenze, in quanto risulta più facilmente recuperabile.
Con una sovra-esposizione invece non si riescono ad avere sufficienti
dettagli nei toni scuri ed un buon “nero” allo stesso tempo e/o l’estensione
delle aree scure è più vasta del desiderato.
Per valutare la stampa usate una luce adatta. La luce DEVE essere debole
ed assolutamente non diffusa. I vari neon, le lampade a basso consumo, le
lampade opaline NON vanno bene. L’ideale è una lampada a filamento di
bassissima potenza (20w max) che proietti sulla carta una luce radente. È
utile che abbia un dimmer. La stampa NON si osserva nella bacinella, ma
ben messa di fronte a voi e senza acqua e gocce sopra, l’acqua in eccesso
va rimossa con una racletta.
Una volta trovato il tempo di esposizione adatto ai toni scuri si presentano
tre casi:
1) Le parti chiare sono troppo chiare (vuol dire che il negativo é sovra-
sviluppato) e che dovrete usare un contrasto più basso. Usare un
contrasto più basso significa rifare provini scalari su contrasti via, via
più bassi finché non otterrete CON LO STESSO TEMPO DI
ESPOSIZIONE sia i giusti toni scuri che i giusti toni chiari.
Naturalmente, più il contrasto che userete é basso più è marcato il
sovra-sviluppo del negativo. Il sovra-sviluppo è un errore comune,
anche perché spessissimo i tempi di sviluppo suggeriti sono esagerati.
2) Le parti chiare sono troppo scure (vuol dire che il negativo é sotto-
sviluppato) e che dovrete usare un contrasto più alto. La procedura è la
stessa che al caso 1, cambia solo il contrasto.
Nota Bene
Mai scendere sotto 4'00'' di sviluppo.
Bagni brevi (influiscono negativamente sulla grana)
Il contrasto in stop
E’ usualmente definito normale un contrasto che vada da -2 a +2 stop (5
stop in totale) per le aree che si vogliano con pieno dettaglio (Gamma
superficiale - zone da III a VII). È stato chiamato "normale" perché NON
c'è differenza tra ciò che legge l'esposimetro e come verrà reso in stampa.
Quindi...
In fase di esposizione bisogna curarsi SOLO dei toni più scuri, per avere
dettagli nelle ombre fin dove i desidera.
Si imposta la sensibilità dell'esposimetro alla sensibilità effettiva e si
effettua la lettura esposimetrica sulla zona scura che vogliamo contenga il
minimo livello di dettagli nella stampa finale e quindi si fa in modo che
questa area/valore tonale risulti in zona II (esponendo 3 stop meno di
quanto indicato dalla lettura dell'esposimetro dato che questo è tarato sul
grigio medio/zona V), nel caso la scena contenga aree scure che vogliamo
tutte con un buon livello di dettaglio le metteremo in zona III
'sottoesponendo' solo 2 stop.
Per i toni chiari si prende (eventualmente) solo nota di quanto sono chiari e
si interviene successivamente in fase di sviluppo per regolare le luci (scelta
dell'energia e quindi della latitudine di posa) in base al contrasto che aveva
la scena (la differenza di luminosità tra le parti chiare e quelle scure di ciò
che fotografiamo), in modo da avere un negativo dal contrasto tale che lo
renda facilmente stampabile e adattabile alle proprie esigenze creative/
interpretative.