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/l
V
LA
NOVISSIMA
ICONOLOGIA
DEL SIC. CAVALIEK
CESARE RIPA-
.
DELLA Novissima
ICONOLOGIA
PERVGINO
DI CESARE RIPA
Caiialier de SS. Mauritio,& Lazzaro.
PARTE PRIMA.
Nella quale fi defctiuono diuerfe Liiagiiii di Virtù, VitijjAfFettijPafsionihu-
mane^Arti^DifciplincaHumori^Elementi, Corpi Celefti>Proiiincic d'I-
talia, Fiumi tutte le parti del iMondo, &
OPERA
Vùle ad Oratori , Predicatori y Poeti y
altre infinite materie.
littori ^ Scultori 3
Gjp,_ZaratinQ ( ^a flcl in
1 i R omana.
GIOSEF
PIGNATELLI
2)i V, S, JlluUnfs.
Humilifsimo Jemidore
DELLA NOVISSIMA
ICONO LOGIA
CAVALIEK CESARE
'DEL RIPA
Perugino
PROEMIO
Nel quale fidilcorre genericamente di varie forme
d'Imagini con le lor regole.
che fi vede con l'occhio , non hanno altra più certa i ne pia
vniuerfale regola , che l'imitatione delle memorie > che (i
mtioue la volontà-^ <Ù perche anco queHa guarda metafore delle cofcy che iìam9
le
fuori dell' hmmo^^ quelle) che con efio fono congiungentiì& che (i dicono efjentid'
li. Aìel primo modo furono trattate da molti antichi» fìngendo l'imagini delie Dei-
tàde quali non fono altro, che veli, òv esimenti da tenere ricoperta quella parte
di Filofofia, che riguarda lageaérati'Sne, &
la corruttione delle cofe naturali > o la
difpofitione de' Citlit o L'mjiuehZ,^ citile Helle, o la f€rme:{7^a della Terra , o altre
ftmìli cofe , le quali con va Ungo ftud!o ritroùarflno per auan':^re in que Ha co^
gnitione la Vlebe, 0- accìochenoa egualmente i dótti , & t'ignoranti potejjero iff-
(^ concetti dimandiamo fenT^ più fattile inueììigatione, tutto quello , che può effer
quella formano tartìfitìo loroquelli, che compongono l' Jmprefe.neìle quali con po-
chi corpi, ^
poche parole vnfol concetto s' accenna ^ quelli ancora., che fanno gli &
Emblemi, oue maggior concetto con più quantità di parole , di corpi ft mani fé- &
iìa. Con quefìa poiy» forma l'arte dell'altre Jmagini , le quali appartengono al no-
Sìro difcorfoyper la conformità, che Iranno con le definitioni , le quali folo abbrac-
ciano le virtù, edivitij, o tutte quelle cofe ,che hanno conutnieni^a con quefìi, o
con quelle, fen^a affermare, ò negare alcuna cofa, e per efìere ò fole priuationi,o ha^
hiiipuri , (i ffprimono con la figura humanaconuenientenicnte . Percioche, fi cerne
l'htiomo
.
me-
thuomotuttoè paYtkolare, qnafi come ladefinhiotìe è rnìjuva del definito, coft
efjer mt-
defmamente la ferma accidentale , cbeapparifce eneriomente d'eficpuò
qualunque ft pano , « dell'anima noHra jo-
fiira accidentale delle qualità definibili^
non può dimandare
UyO dituttoil compofto Munque vediamo , che Imagine
. fi
in pYOpofm noftro quella, che non ha la fama deWhuomo , & che è imagine mala-
corpo principale non fa in qualche modo l'offitio , chefd
mente d'ftinta , quando il
n§HadefinitioneiÌfMO genere.
iVe/ numero de W altre cofe da auuertire fono tutte le parti efjentiali della cofa
polo fotto nome d'Hilarità puhlica ^a figurata con le mani posìe all' orecchie, il Vo-
to publico con ambe lemanialT^ate al Cielo in atto dìfupplicare veggonft altre fir- ;
gurepur in medaglie con la mano alla bocca , altre fcdono col capo appoggiato al-
altre
la delira; altre fìanno inginocchiate; altre in piedi; altre difpofìe a caminare;
con vn piede alT^ato , e con altre varie difpofttioni defcritte da. Molfo Occone
Le qualità poi faranno J'efjere bianca,o nera; proportionata ,o fproportionatat
grafia, o magra, giouane, o vecchia, oftmili cofe, che non facilmente fi l/òffonofe-
parare dalla cofa, nella quale fono fondate , auuertendo, che tutte quefìe parti fac-
ciano infume vn*armoma talmente concorde, che nel dichiararla renda fodisfattio-
ne ilconofcere le conformità delle cofe , ed il buon giuditio di colui, che l'hafapu*
te ordinare infieme in modo, che ne rifuln vna cofa fola, ma perfetta,^ diletteuole.
Tali fono quaft vniuerfalmente lime quelle de gli y^ntichi , C^ quelle avcora
de' Moderni che non fi gouernanoa cafo. E perche la Fijoriomia , edicotorr fono
confideraii dagli nimichi, fi potrà ciafcuno guiaare in ciò conforme all' uuit orna di
^riHotele, il quale fi deue credere, fecondo l'opinione de' Dotti , che fapplfca folo
in ciò, come nel reUo a quel-, che molti ne dicorio: e fpcfio lafciaremo di dichiararle,
bajìando dire vna^ o due volte fra tante cofe poHe infiemequdio , che, fé fofjao di-
fìinte, bijognarebbemanifelìaìe in ciafcuna , majfimamente ihe pofjoìic gli fìudioft
ricorrere ad u^ìlefjandro d' j^leffandrò nel libro i. a cap. ig.oue in doiiu compendio
egli maniftfta molti fimbolnon fue dichiarationi attinenti à tutte le «t r/^iì^jC lo-
ro colori .
con nomi v[nati nelle Scuole-, di Af ateria, Efficiente y Forma ^ Fine^ dalla dìuerfttà
de' quali capì nafce la diuerfttày che tengono gli Ruttori molte volte in definire vnn
ruedefma cofa, eia diuerfità medefimamente di moke Imagìni fatte per fignificare
vna cofa fola. Il che ciafcuno per fé Hefj'o potrànotare in queHe iiìeffe >che noihah-
biamo da diuerft Antichi principalmente raccolte j e tutte quattro adoperate infte-
me per mofìrarevnafola cofajehene fi trouano in alcuni luoghi, con tuttociòtdO'
uendoft hauer riguardo principalmente ad'infegnare cofaocculta con modo non ordì-
tiOt per dilettare con l'ingegnofa inuentione , è lodeuole farlo con vnafola ypey
non generare ofcurità , e fafiidio in ordinare, fpiegare y & mandare a. memoriale
molte,
X<I elle co[e adunque ì nelle quali ft poffadimoHrareVvhima differenza, fé alcitna
perano le generali, come fono quefle , che pofie infieme moflrano quello ifieffo, che
conterebbe effa fola.
Dapoi,quando fappiamo per queflaftrada diftintamente le qualità, le cagioni, le
proprietà,^ gli accidenti d'pna cofa definibile, aecioche fé ne faccia l'imagine, bifo-
gna cercare la ftmilitudine, come habbiamo detto nelle eofe materiali, la quale tara
in luogo delle parole dell' Imagine, e definitione deXettori^di quelle , che confifìono
nelhgual proportìone ^che hannoduecofe difiintefrafefteffe ad vna fola diuerfa'da
Serue ancor ayoltre à queHa,vn' altra forte difimìlitudìne, che è quando due cofe
difìinte conuengono in vna fola differente da efie; come, fé-, per notare la magnani-
•mitày prendejjimo il Leone , nel quale efìa in gran parte fi fcuopre -, il qual modoè
meno lodeuole t ma più vfato perla maggior facilità della inuentione > (^ della di.
chiaratione3& fono quetie due forti di fmilivtdine il nertto , & lafor^^a della ima.
gìne
gine ben formata Jùn:(^A le quali, come effa non ha molta difficoltà , cefi rimane infi-
gliaccidenti e^eriori d'effo, &lo inclinano alle dette pajjioniyò a queHeyche hanno
con e/ie conformità. Come,fe douendo dipingere la Malineonia, il Penfiero,la Pe-
niten:^a, ed'altrefìmili, farà ben fatto il vijo afciutto,macilento,lc chiome rabbuf-
fatela barba incolta,(S le earni non molto gioueni li -ima bella, lafciua, frefcairubl
conda,& ridente. Si donerà far eyil Piacere, il Diletto, l" Allegre7:;^a , ed ogn altra,
cofafimileàquefle, &fe bene tal cogniiione non ha molto luogo nella numeratio-
. ne de' fimili, nondimeno è vfata affai , ^ quefia regola de gli accidenti , & de gli
.effetti già detti,non fempre feguitaràìComc nel dipingere la BeUe':^a,la quale è vna
cofa fuori della compreenfione de' predicabili, <&fe bene neli'huomo è vnapropor-
iione di linee, C^ di colori,non è per quefiohen efprefial'imagihe, che ftafouerchia-
mente bella, (^ proportionata: perche fanbbe vndicbiarare ukm per idem , ouero
vna cofa incognita fon vn'altra meno conofciuta , (^
pili tofto quaft vn volere con
ynacandtlafar vedere diflintamente il Solei& non bnuerebba la (imilitudinc, che
è l'anìma,ne potrebbe dilettare, per non bauere varietà in propofito di tanto mo-
mento '
il che principalmente ff guarda.
Però noi l'babbiamo dipiata àfuo luogo col capo fra le nuuole , con altre con' &
Mementi particolarità. Per bauere poi le fìmilitiidinì , atte,& conusneuoli in ogni
pYOpofito.è bene d'auuertire quel.che auuertifcono i Rettori -xioè, che per le cofe co-
noftibiU fi cercano cofe alte, per le lodabiliJplendide; per le vituperabUi,vilì,p£r le
jiOmmendabiU, magnifiche . Dalie quali cofe [entiràciafcuno germogliare tanta qua
tità di concerti nell'ingegno Juo.fe^non èpiù.che fìenle;che perfefitfi'ocon vna cofa,
che fi pròponga,! urà bafianteà dare guSio,& [odi sfattione all'appetito di molti, z^
diuerji ingi.^ni, dipingendone Vunagmein diuerje maniere, & fempre bene .
the
.
fesche occultauano in qucjìi Enigmite però tornato à cafa earico d^anni, e difapìenf
^a, meritò che doppò morte della fua cafa ftfacefie vn TempiOfConfacrato al meri»
to del fuof> pere. •
Trouafi ancora^che Platone gran parte della fua Dottrina cauò fuori delle fue^
fecrete^Xeinelle quali ancora i fanti Profeti Vafcofero . E Chriflo^ che fu l'adempì-
memo deUe Profetie , occultò gran parte de' fecreti diuini folto l'ofcurità delle fue
parabole
Eh adunque la fapien\a degli Eghtij comehuomo hortìdo^ e mal vefììto ador»
nato dai tempo per confeglio deli'efperienT^a , che moHrauaeffer mal celar gì' indi-
cij de' luoghi, nt' quali fono i Tefori^accioche tutte affaticandoft arriuinoper queflo
we';^o a qualche grado di felicità . QueHo vefiire fu il comporre i corpi dell'i"
Wagini dihinte di colori alle proportioni di molte varietà con belle attitudini j &
ton efquifitadrticarura,e dell'altrey ^- delle cofe iftcjfeidalle quali non è alcunOiChe
alla primavifia non fifènta muouere vn certo deftderiod'inuefìigare à che fine fieno
contale difpofittoneyed'ordini rapprefentate . Quffta curiofità viene ancora accre-
fciuta dal vedere i nomi delle coJefottofcritteall'iHejfe imagini . E mi par cofa dx
cfferuarft ilfottofcriuer ì nomi , eccetto quando deuono efiere in forma d'Enigma ;
perche fen:^a la cognitione del nome non fi può penetrare alla cognitione della cofa
ftgnificata j fé non fono Jmagini triuiali , che per l'vfo alla prima vi§ia da tutti
ordinariamente ft riconofcono; i'appoggia il mio parere al coHume de gli antichi*
i quali nelle medaglie loro imprimeuano anco i nomi delle Imagini rapprefentate,
onde leggiamo in tffcy Abundantia^ Concordia^ Fortitudo > Felicita!^ Pax, Proui-
dentiat Pietas, Salust SecutitaSf Vigoria, rir tu f, e mille altri nomi intorno alle
loro figure .
il medefimo fine, efkndo che ingrato, e vitiofo animo farebbe quello che non rifferi-
caa Dio tutto ciò che per me7^:^o di feconda caufa l'i^effo gli propone .
TA-
TAVOLA PRIMA
Deirimagini principali contenute in tut-
ta rÒpera^;.
A Bondanza a «r. i
11
Tauola Prima
Clcmenia lot Cofcienxa 140 DIfefteffo
Cognitionc 103 Cortefia 141 Dottrina 190
Combatimento della ra- Coftanta 141 Dubbio 191
gione con l'appetito loj Crapula 141
Comcdia 104 Crepufculo della matinai4J
Commertio della viti-.» Della fera 144
humana loy Credito 145- Economia 191
Comedia Vecchia 106 Crudeltà 1^6 Edifitioòfito ijt
Compafiìonc 107 Cupidità 147 Educatione ijt
Compiiutione 108 Curiofiii 147 Elemofina 19J
Compleffioni Cuftodia 148 Elementi vniti 194^9/
Collerico pe^;il fuoco 105 196 197
Sanguigno per l'aria io i D Fuoco 194
riegmatico per l'acqua iii 19; 19^ 19^
Malcncolicoper la terra iii DAnno 14X Aria 194 196 19^
Concordia 113 Dappocaggine 148 Acqua 194 196 1^6
Maritale 114 Datio 149 Terra 194 19/ 196 197
Militare iij Debito iji Eletione 198
Di Pace II j Decoro ij't Eloquenza 199
Infuperabile ii| Democratia x6t Emulationc tot
Confìrmatione iiy Delitiofo i6j Equità loj
Dell'Amicitia 116 Dcrifionc 163 Equalità lOf
Confeflionc Sacramenta- Defiderio verfoDio i6j Equinotio della Primauc
lo» 117 Defiderio 164 ra 10 j
Confidenza Li-i Detrattione 164 Dell 'Au tu no 104
Confufione 1X8 Dialetica 166 Errore 20^
Congiuntione delle cofe DifFefa contra nemici Ma Efperientia • iOj
Jiumane con le Diui- lefìci, Si Venefici 167 Eflercitio i©7
ne_' Ilo DifFefa contra pericoli ié8 Efilio lOj
Confcruatione 12.0 Digeftionc 169 Età in generale no
Confìderatione 11 Digiuno 169 Dell'Oro ii|
Configlio III Dignità 171 Dell'argento 11 j
Confuetudine iif Diletto 171 Del Rame 114
Contagione 117 Diligenza 176 Del Ferro 114
Conrento 119 Difcordia 178 Del Bronzo 114
Amorofo lìo Dikictione 178 Eternità iij
Conti neii7a I30 Diflegno iSo Etica 217
Militare 130 Difpreggio del Mondo 181 Euento buono tii
Contrarietà 150 DcllaVirtù ìBx
Contrafto 131 DiftrutioiVe de i piaceri >
Deirimagini principali.
Fauore
Febre
m Forze
D'amore
ijS
2y8
Gouerno della Repub. 284
Grammatica
i 2-
284
Fecondità 114 Forza minore da maggior Grandezza e robuftezza
,
Tauola Prima
tmpict.V,e violenxa Jio Vincitrice 344 Logica
Soccetta alla Gin- Felice, e rinafcente344
ria jii Riforgente 344
Impeto 3^1 Roma eterna 34J
Tnclinationc 311 Di Theo doro Irtìperat. jyi
Iirconlìciciationc . 315 Santa jjz
IiTCortanza 313 Liguria JJ5
Indulgenza 314 Tolcana 357
Indocilità 514 Vmbria 358
Induftria 315 Latio 361
Infamia 316 Campagna felice 36
Infeimità 317 Terra di lauoro 363
Infelicità 317 - Calabria 365'
Ilifaitimio 317 - l'uglia' 366
Ingegno 318 Abbruzzo 366
Inganno 519 Marca 368
Ingiuria jij» Romagna 370
Ingiuftitia 3.19 Lombardia 371
Ingordigia 310 Marca Tuiuigiana3 74
o Auidita 311 Piiuli 376
Ingratitudine 311 Coriica 377
Innimicitia ^zz - Sardegna 378
IniTimicitia mortale 3Z3 Sicilia 380
Iniquità 3Z4 Idea 38Z
Inquietudine 3Z4 Iconografia 386
d'animo 3Z4 Infpiràtione 3S'7,
Innocenza 314
ò purità 314
Inobedienza 3ZJ
Infidia 3ZJ-
Inftabilità ò inconftanza
d'amore 3 ij
Tnftabilicà 3zé
infìinto naturale 5Z6
Intelletto -
5Z8
'Intelligenza
'
319
IntrepidiràjC coftanza 330
Inaenrione 33
Inueftigatione 351
Inuerno 331
Imiidia 33 z
Iniiocationc 333
Tnterelle proprio- '- 334
Ira .'''"'•'' •.
33 r
'Irteflolutibne 3^6
'Inftitutione 337
Italia con Tue Prouincie ,
& parti delle Kble '537
Italia del Sig. CartellinÌ3 39
Ita ha, e Roria' 342
Roma Yutoriofa •
343
8
1
Deirimagini principali.
Mefi «n generale 41; Ninfe dell'Aria Pena j^j,
Mctafìfica 41; Iride 4(54 Penitenza ^-oj
Minaccie 41J Serenità del giorno -
Penfiero
' 504.
Miferia mondana 416 Ninfa dell'aria 4$!, Pentimento dj peccati 505-
M^fericordia 4x6 Strcnità della notte 461 Perdono J07
Mi fura 417 Pioggia ninfa dell'aria 46x Pericolo 50^
Modeftia 454 Rugiada ninfa dell'aria 463 Perfettioae J07
Mondo 4j6 Cometa ninfa dell'aria 463 Perfidia 50%
•'
Europa 437 Nobiltà 463 Perfecutionc jo2
•
Afia 440 Nocumento 464 Perfeueranza 50$
Africa 441 d'ogni cofa 464 Perfuafionc J08
America 441 Notte 46 j Pertinacia ;io
Morte 443 Perturbationc ilo
Moftri O Pcfte /IO
Scilla ) Phifica
Carridi 7 OBedienza 468 Piacere
Chimera_j f* 44J Verfo Dio 469 Honcfto
GriiFo 5 Obligo 469 Vano
Sfìnge ^ Obliuionc 469 Pietà 5^4
Mpic b D'amore 474' ,de figliuoli veiTo il Pa-
Hidra > 44^ Verfo li figliuoli 475 dre 5^5
Gforbcro j Qccafione 476 Pigri tia Si6
Mufìca 446 Odio capitale •476 Pittura ;i:é
MVSE 447 OlFerrajò oblationc 477 Planimetria 518
Clio Olfcfa 477 Poefia 518
p
Euterpe > 448 Opera vana 478 Poema Lirico ;zo
Talia ^ Operatione 479 Heroico
MeIpomene_> j
perfetta 479 Pa florale
Pblinnia y Opinione 480 Satirico
Elaro -7 Opulenza .480 Politica JiO
Terp/ìcorc_j ^ 4*9* Orario ne 481 Pouertà
Vraftia j Vfq; ade. 483 In vn di bello inge-
GaUiope ) Ordine drittone giufto •484 gno j-ii
Majiiagità 4;: Origine d'amore 48; Pratica jn
Mecanica 4^3 Vfq; ad e. 491 Precedenza , e preminen-
Mezo 4^3 OlTequio 491 za de titoli 514
Monarchia mondana 456 Oftinatione 491 Predeftinacione
CJ5à f -f ::.':': i. Otio, 49 z Preghiere
N à Dio
N 'Anita
^k•ccel^tà
Nauigationc
459
41
45 8
PAce 49J
Prelatura
Premio
Preuidenza
r-d
j5**;
'^nu'if-xl
J9
Beneficio deuc cfl'er lontano da intere ili 7 j Chi è degno della fapienza 591
Beneuolenza che fi a 70 Tuoi effètti 71 Cingolo di Veliere 694
Benignità compagna di giuftitia
'
76 Cielo ftcllaro 7^
Bifcift d'Azzone Viiconti 189 Citaredi coronati di quercia 4
Bologna come fu chiamata •
J^-^ CiafFo fegno di vanità, e di fupCrbia 43 y
Brefjghela fimile ad Itscha 'J'TIj
Codazinzola non è l'Igene 69S
Bor^fà veranoh è intereflata '
'gì CógnitionecoiTÌes'acquift'ì' '
'
10^
Bramirà de Settentrioni- '
70Ó Cognitione precede al contento iz?
BritaHicò auiiencnato perche Colori delle complelfioni iii
B^itta 144 Compaflìone in chi regna 178
Brindefi tra Greci' iió '
Cornparation del corpo humano à Pia
Btìggiardi dicono, qualche venta per neti èli
celar il falfo ^i Compartimento delle quattro ftagio-
Bugie hanno la coda nera 81 ni (^38
Compontione,e fuc conditioni 108
Concetti della mcuteinfiniti 479
Concetti varii comefimbolescia 619
CHaos 149 Concortira produtrice di che 11 +
Camaleonte il cangia in quelli Concordia ruma del mondo 178
colori à quali s'anuicina 4} Configliare opera di mifericordia ixj
Candidcéiàgrataà Dio ''•''^
514^51 Configlieri , p Prencipi non deuòno
Capelli biondi fcgno di buona-capacità 4^) dormir-tùtta la notte " '
ij.j
e^^itani illuftri moderni dàìSa Ro- Configliarli di cinque cole '^'^••"- -''-lii
Configli
.
Tauola delle
';.Coufigli di douncj e di patti iropeifet Dare più nobilesche riceticre $95 S07
to Dare con gl'occhi ferrati 40;
Confcienzajche cofa fia Danari tenuti in corni di bufalo I4tf
Cònfellai: la liberalità del benefattore Delitie mondane
dell'anima
fitità
99
Contenro non fi fente da chi non <o- Delfini fubitOjche toccano terra muo
nofce il bene 130 ione 41. loroftratagcmc 649
Contagione,che cofa fia 117 Democratia,che fia iCz
amorofa più facile a contiaher- Defcrittione della Fenice
fijC perche
! •
Defcrittione della bellezza 610
'Conucifionc conie dipinta Differenza tra occafione,e cagione 48(5
Conueifacione come fi rapprefentaj e Digiuni quali effetti cagioni 171
fiia deffinicione Digiuno come fi dipinge 170
Conuerfatione più all'huomo,che al- Digiunare in che età e tenuto l'huo-
la donna fi conuiene 131 "^° "
'
f ' . Siff
Coturni tragici fono ftiiialetti i;8 Diletto,che fia,e di quante (orici, ' '/ '•
'
mi
406.071 parola che fignificiii 17}
Corpo huniano non ha operation«_> degliambitiofi qual fia ly^f
fenza l'anima 138 Diligenza fouerchia,e nociua 177
Xorrettione] ricerca auttorità , e pru- Difcrettione come figurat4_j ^9&-S99
denza 136 Difcrettionefimbolcggiata aelCa- ,
fj
Corte, e fuoi Encomii 139 mello f93 179
Corografia che fia ^i7 Dyforia, che cofa fia 710
Cofniografia,che fia 159 Docilitàcome rapprefentata 18^
Coflancino Magno primo Imperato- come fi deftìnifce ibidem -j
.
Cpftantino'vide foprail Sole la Cro- Donne più dedicealla religione, che
cce gl'huomiui 6}
Coftumato ma!e;e fuo fimbolo l8i Donne più dedite alla vanagloria,
.Cornice del Palazzo Farncfiano in . che gl'hiiomini
, 6Si
Roma vale 60 milla feudi 347 Donne palefano i fecrcti J9Ó ^.jy
Claudio fecondo Imperatore mandò Donne per legc del Senato non entra-
àfildi fpada joo. milla Ghotti no in co nfiglio ixj
! & annegò in mare due milla na
. ,
Donne deuono l\ar in cafa loro 539
ui loro 347 Donne entrauano in Chicfa velate yjj
Crapulone coinè figurato 171 Dolce amaro da Greci glicipiero _
139
Cuore koperto à iutci 687 Dottmia madre d'eloquenza
,
15^
Cuore quando fi dice ardere 9; Dubio d'Euripide fé lia meglio la pro-
Cuore contrito Mi le, ola ftenlità .
645
Cuore è in mezzo il petto 4^5 Duca di Borbone morto da vna palla
Cuore ventre dell'anima d'artigliaria 348
Cuore fi dcue àDio 477 Due mòdi perconfeguir l'habitodcl-
rint-lletto pratico ,
jo
Due fanciuUidella notte hanno fatto
D errare tre auttori graui 467
hU-
j
Tauòla delle
Malignità inoidiofa della gloria al. Narcifo giouanctto piglia il nome da
trui 407 narce
fimile al Ragno 4;ì fiore genera ftupidità
Malignoje auaro 4;5 corona'dc morti
Jklaliuconiacome figurata 407 Nafcimento della Fenice 34;
Alancoua capo delle PrcfFetturej
Popoli di Tofcana
o Natura principio di motore dimuta-
572, tione 4; 8 .
Tauola delle
fia meglio della prole
Sterilità fc 64} Timone filofofoodiaua tttti
Stoicionde detti 5 Ti mone onde tolto 4; 8
5tiatagcma ferue à due cofe 648 Timore che cofa fia
IL FINE
TA-
1 1
Bocca ferrata 415:. aperta 18. 1^4.6^1. ben- Dito alzato 49. ii /.indice ftefo 163. all'o-
data 1 1 i._)-94.rpirante fumo 2.S9.CCC3- recchio 117. 414. groflb piegato 387
lantcfiioco482.conla fchiuma nell'- indice alla mammella 481
ira fecóda.Sigillata 594.convn'anello Dito dirtefo 1 6
3
5;?;. vomitare ^ io F
Braccio fopra l'altare
ftefo i7'53i-fporto innanzi é70.ftero
J14 F Accia gonfia nell'ira prima, velata 407.
alzata 481. Ji6.i8j. grande 660
con mano aperta 497.armato.4f 376 Facciedue 160546. 538.668
verfo il Detto 497. alto 10 74.15(8.210 Faccie tre 364
in atto c'abbracciare 74 Fronte carnofa,e grande i 8. torbida 60. feri
Braccia igniide 141. 149-3 30. j48.apert«LJ ta 5 16. quadra 3 94.grande 516.600 ,
190.416. 481, in croce 301.459 Faciata 50 ; 9-^11
C
CAmlnarc 96. in punta di'piedi ^3 GAmba di legno 81.501
Capo chino 99. II 1.290. t9j.5i6.afco Gambe fottili 5 16
fo 68.facciato 143. volto alcielo 181. Ignude 266.5ii.6i9.fcopcrte 606.
alato 118.164 410 (Jij. iniioltodi ne- Giacere '
6. 460
gro 376. inghirlandato 314. 717. di Ginocchia interra jo6 411.481
h-nera!dÌ7i6.raro 603. velato 190.^38 Guancie rofle 707
'j^apo di leone 209
Capelli fparfi 39-148. 398.516 6o3.confer Ngcnoechioni 18^.481
pi 5 3 i.mal comporti 491. biondi, e ri- I Inchinato 80
ci 41.170.6 7o.grofII, neri, rabbuifati
^98.516 d'oro ji i.vguali ricorti 516 LEggere z £1.110
rolli /SS.nuoIci insù 504.verfola fró Leprofo 515
te 476. irfuti,rparfi,canellati5i6. fer- Lingua 508. tf^eo. doppia 164. fuor della_^
yentiui 387,670, ftefi i49-j;j-fofchi bowa 319
465. Lingue 8t
.Carnagione iofca 465 Lotta 16%
Ociti M
ilUioma tir.iRte al biondo 41 MAmmelIefpiematc 75.^13.61?. fco-
€.hionu pro£uni4ta;C xictiut^Ae aijcl- pertc J07.63 i,afciute,pcndcnti 191
i" i8^.458;i8
Me.
Tauola delle parti del corpo humano.
Mano '577.appertai7 io.171
Mani allargate 19. porti all'orecchie 469. PAlpebrcTangttinofe 694
alzate 6 LI 41.1 7i.rf4-giótc 6J.412. Petto ignudo 2 1. ferito foT"
congionte iij.alte io8.i-j7- copre le Piedi in atto di precipitare ii. incatenaci
ginocchie 148. aliate jy^-afcofe, che 187. legati 676. nudi 14.1j.i40. corti
tirano in contrario 414. vna contro aliati io4.iHidi,eilabili 4.o.in rittodi
l'altra } KJ.che li lauano J14 occhili» fortez7a 4J7. zoppi yi|.vnfu l'altro
te 479.tentioni 641 5 16. nell'acqua 603- nudi aliati 693^.,
Mano dcftra copra la finiftra jtfi. foprail fopiak fpiiie 603. tremanti 111. ai-
petto Ì19. coperta 119. aperta con vn lati 169 i'calfi 464.603.
occhio in mczo j 15.5 y 5. al petto joi Piedi d'acquila i6o- dilapo z90.dico4e^
jji,f4j. dóS.allaboCca j3 j. in Ceno
Detto fcopcrto 131. bianco fcoperto fH.
Mano in atto di tenere 46. jè. 70 74. i iif pugno in atto di percotcte 1 3 r
y^Abia aperta
VJ Gagate
1^
Tauola d'Ordigni diuerfi.
O Remi 145-459
OMbra del Gnomone 194 Rete
Olia 114 Riga 136.114. 386. 609
Ouato 4«J.49j Roncietto 16.574^
Ouo diftruzzo 475 Roftri di nane J15. 374.715»
P Rottella 3 45-5 5 i
PAefe belliillmo }8l Rubino IJO
Paglia accefa 81 Rugiada 190
Palla di vetro 416 Rupe 15.18.358.51»
Palla 503. jjo.difegnata ckl core ce- Ruota da torteli 116
Icfte 410 Ruota 130.111.476.540.663,668.717
Palo i7.io.50 191 S
Pane 6J.ZI4 SAccoccia grorta 19
Paniere xjr Sacchetto pieno di monete 47.
Paragone 177 Sacchetto 303.561
Parazonio fpada 561.710 Saette 101.106. 158. 315. 576
Pafletto 640 SafTo in forma di piede 378
Patena, ò patera iSo.jt4 Scala i35.i3j>
Penne 105.305 jzj. ^14.441.446 Scarpello 50
pendio 50. 5 10.316 Scarpe di piombo 139
Penacchio 567 Settro 13. 88-IOI. 190.111.337.397-405-
Perle 184 417-456. 561. 700.
Perpendicolo 43 1.546.609 Scettro con mano, & occhio con 1 ettera Y.
Pianetta 586 3 96. con occhio 188.435
Pianetti 609 Simitara 319.555
Piede mifiua 431 Scoglio 54.I94-555-499
Piedeftallo Ì}-A99 578 Sco leggiate da grano no
Pietra quadra 55-4 ScudojO rottella 109. I68. 111.351
Pillo afta col ferro triangolida 365 Scudo di cnlìallo 88. 9 j
Piramide 115.191.149181 ScuiOjò acceta 47-98
Pietro ' 172. Sedia 117. 406. 480.517
Pomice 94 Sette colli 577
Precipiti) 340.50<S Sfera 117.131.519.449.534
Prigioni con corone in capo 456 Sferza 151.548.565
Priuilegij con figilli 376 Seggio fontuofb 47
Piocello IC3 Sigili ijòiìgnacoli 513.594
Prora 2'4 59. Siringa 3 1©
Pugnale i<?4. 181.671 Smiraldi 716
Socchi 104. 151.448
QVadra^òfquadro 43.431.479 Sole 77. i£)o. 190. 196. no. 149. 194. 198.
Quadrato come vn dado 151 413. 455-50i-53iéi9- 701. 7^1-719
""
Quadrato geometrico 13.174 Solfo 475
R Spada ignuda 109.13 1. 168. 180. 335. 618.
RAdio latino 13^.640 619. 669
Raggio 74. 191.190. Raggi 456 Spada 119.171.159.jio.387.389.415. ve-
Ralbio 476 di aocoperazonio
Rafpa 184 Specchio fette 17.4t.69. 1 19. 1 8o. 11 8.i8 !•
Raftello 184.114.3 34 489. 53 6- 538- 588. 590. S99' 6sS
Regno Papale 351.389 711
Regolo 111,511 Specchio vftotio '48y
Regolo lesbio i j^ Spelonca 36t
Spc»
Tauola d'Ordigni diuerfi.
perone 8j.U6.ioi Tefta di Medufa <fl8
Spino 7 di morto 16
Spoglie J47 Thiara 2.eo
Sponga 46 I Tibia,ò flauto 581587
Squadra }86 Timone tao.i^i.};/ 43J-4;8.y3F
5tafilc,ò sferza ij; Tirfo I9.91.52»
Stampa 658 Topazzio 540
Statuetta della vittoria ^41.567 Torcia accefa 105
Statua di Venere 6oj Torcia fpenta
Stelle 3 9-;4-j;.74. Ilo. 143.145.1 85.105. Torre 118 134
134. x9o.j37.44j.4éj.46;.6o9 Tre gratie 74-159
Stella };i Triangolo
Stendardi 456 Tridente 90
Stimolo, ò fpronc 619 Trofei 341
Stiualetti 40; Tromba lol. 118. 303. 406 4j6.5j9.680
Stocco 166.19J.407.J;; 69; Turbante
Stola ;86 Tribolo 306.440 .481,481,483
Striglia i6s
TAglia 4n \7Afi
Talari V Vafo con vite
Tamburo 90.456 Vafodichnftallo I»
Tauola dall'antica legge Vafo d'acqua 150.660
Tauola di figure Aitionomiche 55 di foco I0T.105 .130.142. 670
Tauola fìgnata d'alcune figure 410 Velo 39-97-i5>^.2.i6,26o. 192.382.411^
Tauole oue èdifegnata vna pianta.^ 476-55S-;3^
d'vn palazzo 386 Vela 196-1J6.4;8
Tauola con la figura d'vna 'fortez- Vela gonfia
za efagoaa 43 Verga 103.192,159
Tauola con numeri 46 Vetro 260,416
•
bianca 45 i Vezzo di perle Z84
Targa 543.368 Viola inftromcnto 447
Tazza iS. 114.116. 184. 515.560. 578. 606. Vittoria
643. Vncino 444
Tela d'aragno 478 Vomere 495
Tempo d'horologio J4-3i4.é'9.7i 1
Tempio 514
Tempio d'Vmkria 358 ZAffiro r^5
Tempi) d'honore,c virtù z88 Zappa li
16. 7
Tenaglia »
^9 Zodiaco l6.ioi.x8l
IL FINE.
T A«
TAVOLA
de gli Animali.
Chimera 445-7''»
AGnelIo 63.66.505.514.414-494 Chiocchi! gallina con pulcinj 114
Agnello pafqiule /Ji-J^J-jS; Cigno '
190-447 .510.701
Alcione 494.671, Cicogna 17.85.105. 183. 1S6 J U.3Ó6
Alicorno 93 ~ 8 • ^
4i3-5M-546-;^J
Animali di quattro Euangciifti 300 Cicala 447
Animali diuerli 497.498 Cinclo augelletto
Api I5.i_76.iij.x6i.5 16 Cinocefalo
Aquila 74-87-Jii<-Jj9-594.4'^;'+iJ Cignale 511. 317 60J.71Ì
4l6.j04.;;i,;76.;99 Cuietca 87-111 J'Ol. 656
Arpia 57.; 5 i Coda2Ìniola
Armelino 99-130.507. 538
^
Cocodnllo 403.476.508 649.650
Ariete 104 Colomba per Io Spirito Santo 390.554
Arione 591 Coniglio 7'f
Ardeolo 516 Colomba 7i.i84.54i.57<f 613.^17
Afino 7.175.110.507.491.516 Cornacchia 350.416. 51J, 656.71X
Afpido 5 1 5 Coturnice 404
Aiuolo 700 Corno 517.590
Augello di lungo roftro 34/ D
Auoltore
BAfilifco
Afilifco
•
B
107 599.601. 6oj
85. 117.110.117.406
D Onnoià
Drago 69.87.91.
167
C
j^^
19
Lotto
Lupini
Lupèri
701
O
£Dera
£nclo(i
Elee
x.X4.j4.9/.5ii.397.ji3.^é}
cannameli^
1^8.598
2.S0
O Lina
49J'494
1. II. 6s66.9i.ioi. ti^.jì.0.
Tauola de Piante^
Paleggio 1^9 Spino 7.108.140,177
Spighe itf.i7'to.8t.i49»i66.;5f
T
Q Vercia
719
Amo di noce
THimo
Tirfo
166
91
R 11^
Rofa 14- 18, 16.ee.8j.9M30.44j
586. 661.713
Tiglio
Trefoglio
Tiibou
15^
6-3
507
Kouo 3" V
Rubbia J70 Verrainaca 46^3
Vire i9i5-7i-r48-}éi-J^3'374j7*-378
Armonia 378 398.4;j.
S Scilla, ò fquilla Vua 38.1 ji
òelinotropio 661 Z
Senecio 6S7 ZAffarano 366
Sempre viuo Zucca é^i
Senape 114
IL FINE.
TA.
Tauola de Colori.
ARrgcnto ii 1.114.190
Azzurocciuleo;4-i39'i47.}74.404
Azzucio {Iellato Si.jig 40+
B
Bianco 1j.17.4t.80 96 9S.i8tf'iii
196.401 4fo ^o8.j9i.6oréij
Bianco macchiato Ycrdccroflb 519
BJancogiallo ip.ijijoS
Bigio rollò 4iJ
Bigio 41; pi
Bercttino x*,!»^ .119.; jy
Bcrcrtino negio tane 14-499
C
CAngiante 11.81.130X16.2.9^ i97'i-98
J04
Ccicfte 194
F
TU-"'''®
X7 Ferrugine
T A V O
degli Autori citati,
LA
ACrenc A 7;ì Athanafio ii?
Adagi j j.4.ji.i;7.i78-i40-3ii-4»; Atheueo 7. 10.1^.3 15.^77.471.474.486
Ne Itole
Nauaro
1.460
6 5
37
S
;i8. SjO. 540 ;S6. 590, ;9I, 61O' S, Agortino 12. 14.20.21.37.39. ;9-63'75"
81,83. i;6. 177' ^^9- 'ii' 138 153
3'40«^
Tauolà (de grAutcri citati -^
49 5.5ii.yoi.ySy.6oi.6 13660
Sidoiiio '
zoz
iigoiiio 1 69.671
Silio Italico z6z. z88. Z9y. 198, 300. 3y^
360.364. 391. 43 6.46 3. y 68. [6 Z3. 707
Siluio 73
i. Iucca 303.4Sz.y18
ò. Matteo 17y.194.19z.3z4. 408. 483. 604
636
imctio 10-i1.73.z7i.431.y68
Socra tei9. y6.136.140.414.490.y37.y4i
i
7J.5.718
V Merio MafTìmo
Valerio Fiacco
Vegetio
34X. 470.47)
Vi trini io
Vulpiano
Vngaro
43. 51.191.198. 611
478.677
IL FINE.
T .\.
. 1 11
8
IL FINE.
TA-
INSCRITTIONI ANTICHE,
citate nell'Opera.
col 1. v. 5 7. fine ofFcnfa 1. fine iurgio» fi- 239. col p v. 21. Phiiofophia 1. Philofo-
ne offcnfa phia docet
S^.col.i.v.y.Vu'cannfquel. Volcanufqiie col.p. V. 44. fi faccia 1. ci faccia
co fi vole Aldo Manutio 140 col.p. V. j. vanità 1. varietà
I
12 3. col. p.v. II. brtuitàl. granita, fi caflì 24icoI.p.v auintfèd. fi calli aitine
vlt.
A B O N D A N Z A.
«MMi
fronceA li veftimei\toai color vciJe,ricama- Bella,&; gratiofa fi debbe dipingere l' Abon-
to d'oio,coii la neiha mano tenga il corno del danza^fi come cola biiona,5: defiderata da cia-
la doiuna pieno di molti & diuèilì frutti,vuc,
rchedlino, quanto briifta,& abcmineuole è ri-
oliue,& aUrij & col finiiho braccio {hinga^s putata la careftia che di quella e contraria .
,
Vtì.fafcio di
(pighe di grancài maglio, pani- Ha la ghirlanda de' fiori, percioche fonoi
co, legumi. Si fomiglianti,
dal quale fi vede- fiori dei frutti che fanno l'Abondanza mella-
. . . . . .
delle Trasformationi,e manifefto legno deU'- nella man liniftrahauerà vna ghirlanda teifu-
abondaiiza, dicendo così . ta d'Alloro,Hedera,Mirto,dalla medefimiL.^
Naiadethoc pomis, z^fioris odore tepletHm mano,pendino vnpaio di pomi granati, fede-
Sacrarunt, diuesj; meo bona copia carni* efl. ra in vna fedia fregiata di fogliami , e frutti
Et pèrche l'Abon'danza fi dice Copia , per di Cedro,Cipreiro,e Quercia, tom'antarami
moftrarla la rapprefentiamp^ che con il brac- d'Oliua, in quella parte oue fi appoggia il
cio fìniftro habbia , come il deftVo la Tua cari- gombito,luogo più proffimo alla figura.Starà
ca,& d'auantaggio,ellendo che parte di quel. m mezzo d'vn cortile ombrofb , luogo bofca-
le fpighe fi fpargono per terra . reccio di villa con Platani intorno alli piedi
:
tomorum vario curuanfur pondere rami» dipinge d'età virile per la perfetta, e ma-
-Si
Ulano dalle bande di detta figura, & ècauata atque polit] perche, fi come con la lima,inftru
dalla medaglia di Antonino Pio, con lettere_> mento fabrile,limandofi il ferro, o altro (i po-
che dicono: ANNONA AVG. COS. IIII. llice, e leuandofi la ruggine diuiene lucido, e
& S.C. rifplendente , cofi nelì'Academia leuandofi le
'Abondanza Maritima . cofe fuperflue , & emendandofi li componi-
€011 k Ipighe dentrojcomc Takra di fopra . dio neliibr.pr.de Ponto, acciò fi emendino,e
polifchino .
nelU Poctidade i latinijche non poneiiano al tntte tre piante poctiche,per le varie fpeticdi
par de' Greci èurajC fatica>i« limare,e polire pocfìa, che nd'Academie fìorifcono, impcr-
l'opere loro . - - - '' ^"- ' -
ciochc Mirto e pertinente al Poeta melico
il
Nec virtuteforet clitrisi^^ potentina armis, aniorolb, che eoniiiauità , e piacere canta crii
Ghiàm lingua latium,Ji non ojfendcret vnum- iuoi anori , perche il Mirto , fecondo Pieno
€)uen^poetar»m lt*n& labor,& mora vos o Valerianojè iìmbolo del piacere, & Venere.^
tópiltM jangHts Carmen reprehendite,q»od no madre de gli amori, anzi ni erifce Nicandro ,
Multa dies , ó' multa litura coercuit che Venere fu prefence al gmditio di Paridt_>
Et il Petrarca Sonetto i8. incoronata di Mirto,tantogli era grato,e pe-
Ma trono pe/o non de le mie braccit^y rò Virgilio in Melibeo • ,•
Ne opra di polir con la mia lima . Populm Alcida grauijfima zìitK, laccho ,.'
Quindi è, che molto accortàrhente dicefì , Totmojd zirtu-s Veneri, fua laurea Phoebs .
«he ad vn'opera gli manca l'vlrima linT;L_»9, Et Gnidio nel principio del 4.1ib de Fafti »
Aliando non è a baitanza terfa e puh ta, regga- volédo cantar deilc feite d' Aprile^mefe di Ve
ne gli kàà^\].Limam addere V)^ quali hab- nercjinuoca Vcnere,laqualedicc,che gli toc-
biamo canato il motto, oue leggeTi, circa l'c- cò le tempie con il Mirto, acciò meglio potcf-
mendatione de l'opere Lima d^trahitur^atj^
. fé cantare cote attenenti a lei
txpolitur ,quod redundat, quodj, incultumeft, Venimui ad quartìi quo tt* celeberrima méfenit
(> limata dicttntur expolita La ghirlanda (I
. Et vatem, & menfe?n fcis Venta effe tuoi j
ttilc d' Alloro, Hedera, e Mirto , perche fouo M^ta Cythereeiefi^ Utiiter mtatcmpccrti Myrt9
A r
. éfntigif.
. . . ,, . .
Lauro cinge volens Melpomene comttm popoli. Sederà l'Academia perche glieflcr-
E lo giudicaattojche ne fuife coronato Pin- citij de gli Academici fi fanno hi ordinaifza
tra di loix),vi farà intagliato il Cedro nclJ.u.j
ilaro pur Lirico ne} 4.1ib.ocle 1.
Findaruiortj. fedia.per elTere il Cedro fimbolo dell'eternità.
Laurta, donandtu ApoUinari. Ante alisi enim arborts cedrus £rernitatis.hie-
Nondimeno l'hcdera particularmciuc era roglyph^cum e/?, Dice Pierio,poi che iton li pu-
di poeti clegiaJkgii, fi come nota il Merola trefa ne meno fi tarla,alla qual eternità deuo-
nell'elegia 'ó. de Triibbas^ouedice Ouidio. no hauere la mira gli Academici, procurando
Si quii hnifvs ne/Iris fimiles in imagine ttultus, di mandar fuora l'opere foro limate, e texle ,
Deme mcis hederiu Bacchica, /erta, com-s acciò fieno degne di Cedro , artcfo che Plinio
Isiii decent Utos fxUcia/igna poetati: lib. lé.cap. 59. dice , che vna materia bagnata
Temporibus non e fi etptu. corouit meis . di fucco, o vero vnta di oglio cedrino , non fi
E Propertio poeta Eligiaco rofica dalle tignuoIe,fi come nel capitolo,e li-
Enniiis hirf!if:i cingatjua dtcitt coron* bro i3.afFerma dei libri diNuma Pompilio
Mi foli ex hcdemporrige Bxcche tti^L-i.
il ritrouati dopò. 55 y.anni nel colle Gianicolo ;
E con la medcfima Ouidio aiuicrtilcc Ca- da Gneo Terentiofcriba, mentre riuaiigaua ,
ctillo,che vadi incontro a Tibullo Eligiaco . Se alFolVaua il fiio campo, onle, cedro digna lo-
Obuitis htiic ventcs hedera tuuenilia cinqui ,
cutus. dicefi d'vao, che habbia parlato, e coin-
Tempora cum Ciano dacie dttuUe tuo . poflo cofa degna di memòria , detto vfato da
Conuienfi anco a' poeti Dithuambicijcflcn Perlìone la prima Satira , vég^iafi Teofrafto
do li Dithirambi,vcrlìjche fi cantauauo in Uo- lib. J.e Diofcoridelib. i.cap.S^.e l'Adagio. D/-
noredi Bacco a curerà confacrata l'hedera. gna, cedro , per il che Horatio ne la poetic.i_«
Ouid. 5. Faft. dilTcj.
Hedera gr.ttijfimx Biccho . . ^eramtts carminafingi
Hoc qhtqne c»r it* fit dtcere nulla mor* efi Pojfe Unendo, cedro, Ó* letti feruanda cuprejjo .
^yjtades Nymphtu pnerum quArente nouercn E però ri Cx intaglierà anco il Ciprefib clfcii
Hunc frondem cunis appofmjje ferunt do incorruttibile, come il Cedro,epigliafi da
E nel 6. de Falli pierio per la perpetuiti, la Quercia parimen-
Bacche r*cem$feros hedera redimite capillos te fimbolo della diuturnità , àppreflb l'illelfo
'
Il Lauro poi e più conueniente a gli Epici, Pierio,e de la virtù,sì che anch'ellà vi sì con-
che cantauano fatti d'Imperatori , e de gli
1 u;;irà, tanto più che ne gli Agonali capitolini
Heroi li quali vincitori , d'Alloro fono flati
,
inilituitidaDomitiano Impcradoreli virtuo-
iJiccronati,e però Apollo nel primo delle Me- fi,che vinceuano in detti giuochi, fi coronaua-
tamorfolì lo dclibra per corona a glonciì , e 110 di Qiercia,come'gli Hillrioni,! Citharedi,
de Pccti , come pianta , che fi deue al più alto Aacapitolinam sJ>erAret, foUieqttercum ,
ftilc f»rata,clònoro, e per finire di ragionare, E Martial^'..
circadi quelle tre piante poetiche, balli à di- O cui Tarpeias licuit contingere qitercus .
re, che il Petrarca fa coronato in Roma di tre Diche più diffufamente Scaligero nel i.
corone, di Lauro, d'He.kra, e di iMirto,sì co- lib.cap. IO fopra Auibnio poeta L'Oliua per.
me rifcrifce d haucr vilio Senuccio Fiorenti- eiTere fempre verdeggiante poncfi pure per l'-
no,coetaneOj & amico del Petrarca eternità. de la quale l'iut.nella 1. qiieft.del j.
Li granati, Ibno tigura dcll'vnione ,
pomi Simoofiojcofi ne ragiona Oleam, LiurAm^ ac
ile gli'Acaderaici,pigliandoiìtaiporaida Pie- Otprejfum femper virentcm c^nf^ifit pingue-,
4-i©hU/4-p5tiiraboio d'vu popola collegio, e dOi& ((fhrjic/tt,& (deram\2oRcil poi nel più,
profllmo
.
Patte Prima.
(^roflìaioUibwoal corpo (lcirAcadcmia,come Sederà in mczod'vn cortile ombrofò , cut.
pianta dedicata da poeti a Pallade,Mineiu.i_j ro luogo bofcarecció di villa con platani intor
nata dal capo di Gioue,che per ciò è figurata no conforme alla delcrittione di Plinio lib. 1 1,
della naturaluà,& viuacità deiringcguo del- cap. i.per inemoria della prima, Academia_^,
la rapieiiza,e fcienzaifenzak quali acccflarie chefu pruicipiatain villada:>:n nobil perfo-
doti non il può eflere Academico, perche diì naggio chiamato Academo, nella cui amena
n'è pnuodicciì di lui, tratta, e parla QalÌ4_^ Villa, non lungi d'Atene fi radunauano i Plato-
Minerua,cioù groflblanamente da ignorante mei, con il lor diuin Platone, a dilc^rrcre de
fenza fcicnzaionde tra latini deriuafi, quel dct lUidij diletteuoli Platonici, li come narra Dio
to inni tu Minerua.più. volte vfato da M.Tul- gene Laertio, nella vita di Platone, onde Ho-
lio, e da Horario in quel vcrfo della poetica . ratio lib.x.cap. 1.
T» nthil innita, dicet facies/^ Mimma . Jty-tc inter f)luas Academi quétrere verum
Tu non dirai, ne farai niente in quello che E Carlo flefaiio Hiftorico dite, che tal villa,
ripugna la natura del- tuo ingegno , e'I fauor ofelua folle lontana d'Atene mille palli, sì che
immortai nome di r2t,gio Academico palcer- miniolì fumo detti fcguaci d'Antiftene Cini-
lì del frutto dell'Oliua , cioè affaticarli per
1'-
ci oueio perche haueuano per coltumcdi la-
,
acquifto della fcienza, e fapieuza con li nottur cerare l'opera, e la vita altrui condente cani-
ni ftudii,& vigilie, de quali e fimbolo l'Oliua, no , e mordace , onero perche à guifa de cani
onde tra ftudiofi fé ne forma quel detto f/af . non i\ vergogiiairero di vfar palel'amente,co-
elei quam
vini, cioè più indultria, e fatica di mci cam l'atto vener(!'0 , fi come di Crate, &
mente, che fpaflfi, crapule, e dclitie, ci vuoIe_j Hiparchia filoiofefi'a forella di Metrocle ci-
peròtténercie fcienze; e quell'altro detto O- nico, narra Laertio . Elegie continuo puella ,
de Tolio, e la fpcfa, il tempo , & l'opera chi hebbero per coflume difputare carni nandóida
,
manda il bone alla Ceroma vnguento compo- luoghi publici prefero il nome quelli, che fui
rlo d'olio, e di certa forte di terra, il che fi dice no nomati dalle Città Vt Eltenfe: Mc-garen- . ,.
laquale fi apprende con induftria,e fatica, fi- none lor Principe Ma da che detto Zenous_i
gnificata m
quefto luogo perii ramo d'oliua, per rcder ficuro da misfatti quel portico d'Ate
la cui frónde è afpra &: amara, com'anco il
, ne,doue fumo vccifi 14:0. cittadini comincio
Jtutto prima che ha colto, & maturato, che fé iui a difcorrcre Se adunare la fua lètta, fumo
diucnta dolce, e foaue,e fé ne cauafoaiiiflimo chiamati Stoici, perche [Stoa) fignirica il por-
,liquore, Geroglifico della fatica, &; ar.co dell'- tico, onde Stoici fumo quelli, che frequenta-
eternità, come quello, che conferua i corpi dal uano detto portico, clie fu poi ornato di belli!
la corruttioMe,e putrcfattioiie : cpli lalcienza fimc figure,da Polignoto,famófo pittore ;da_^
è afpia,& amara per la fatica, & iiuIultruL-^, perfone fono flati nomati i Socratici, gli Epi-
che fi ci mette per confeguùla; colta, e matu- cureij& altri da li loro maeftri, e come detto
rata che, 5'c, cioè confirguitaja fcicnzajfe jnc_j . habbiamo, quello ifteflo nome d'Acadcmia fi
fenteirutto, e contentò grandilliir.o con eter- deriua dal nome proprio di quello Hcroe pla-
nità del propri o nome,Ja .ghiaie ptl'ta in mcn- tonico, detto Academo, nella cui villa fi radu-
jed'vDo ihuiiofogli allcggejijic Ja fatica , fi nauano i Platonici, laquale adunanza fu l;i_^
come anco il frutto , e'I coHteii,to, che (pcr;i_>' prima, che fi chian.aife Academia, indi poi t"t
raccoiflierc dalle fcicnze^. ;, .i r te le adunanze de \ iitiicfi.for.oflatechiamate
/i } A.adtmic,
. ,
I D I A.,
penda vna cartella con vn motto, che dichi ; Vecchia dipìnge, perche ne gl'anni fenili
fi
Parte Prima.
non operando cofì. Ycruna> Induce pouercà. e difpiacerc che ne fentcc nella deftra
ftri il ma
niirtria>comc narra Salomone ne Prouerbij i no terràvn nibbio che rece .
porcje che rende l'huomo ihipido, & infenfa- Dicendo . Ahi che del ventre
,
tO>come narra Iftdoro ne' roliioquij lib. 2..Fer M'efcon l'interiora ^ e in gran periglio
torporern vires, (^ingeninm defluttnt. Mi fento (^ ella a lui
, ,
fica Accidia percioche li come quefto pclct.» Che'l tuo non perdi »ì; ma qttel d'altrui
^come dicono molti Scrittori, e particolarmen ACVTEZZA DE L'INGEGNO.
te Plinio lib. 3 i.cap.iAthcnco lib. 7.e Plutar-
co de folertia A>iimalium) per Ja natura, e prò
LA
Sfinge (come narra Pierio Valeriano
nel lib-vj. lòtto la punta della zagaglia di
prietàfua , chi Io tocca con le proprie mani, Pallade , il come (ì vedcua in quella ftatua di
tero con qual lì voglia iftrumeato, corda, re- Mmerua che Plinio dice eflcr anticamente-»
,
tc,o altro, lo rende talmente (tupido, che«on ftata drizzata iu Atene) ci può lignificare l'a-
.può operar cofa nifluna; così l'accidia hauen- cutezza dell'ingegno, percioche non é al mon
do ella l'iftefle male qualità, prendejfupera , docofasì coperta, e tanto nafcofta,che l'acu-
& vince > di maniera quelli chea quello vitio tezza dell'humano ingegno fcoprire, e diuul-
fi danno, che li rende
inh.''.bili,infenrati,e lon- gare non polla , sì come detto habbiamo in al-
tani da opera lodeuole,& virtuoia tro^luogo nella figura de l'ingegnQ,peròii po-
accidia . trà dipingere per tal dimoftracione Minerua
DONNA vecchia, brutta, che ftia à fede- in quella guifa , che lì llioie rapprefenrare_jj
ma che però lotto a la zagaglia vi lìa vna Sfin
re, con la deftra mano tenghi vna corda,
e con la finiftra vna lumaca , onero vna tarta- gè , come habbiamo detto .
ruca_^ ADOLESCENZA.
La corda denota, che l'Accidia lega, & vin-
ce gl'huomini, e li rende inhabili ad operare.
VN
giouinctto vellico pompofamcnte,con
la deftra mano fi apoggerà ad vn'arp-u^^
Hn la lumaca,© tartaruca , dimoftra la_^ da fonare, e con la finiftra terra vno fpecchio,
proprietà degl'accidiofi , che fono otiofi , e in capo vna ghirlanda di fiori, pofcrà vn piede
piari . Accidia. fopra d'vn'orologgio da poluere , che moftri
DONNA che ftia a giacere per terra, &a che" fia calata alquanto più poluere di quella
della puentia , & da l'altra parte vi fia vn pa-
canto ftarà vn alino lìmilmente a gia-
cere, il qual animale lì foleua adoperar da gì'- gone_j-
Egitti] per moftrare la lontananza del pcnlìe Adolefcenzn •
re dalle cofe facre,e rcligiofe, con occupatio- VE'ginelIadi bello afpetto > coronata di
ne continua nelle vilij& in penlìen biafìmcuo fiori, moftri rifo,& allegrezza, con la—s
li, come racconta Pierio Valeriano. vefte di varij colori ,
. rando vn grande fquarcio , a che riuolta mc- ftarc vigore ne fci.iì pc: cui dcfta laragioiìi^»
. .
fi tk l'Adottioncancoda quelli, che hano figli uere tale, quale lo delìdera. Vno che ha genera
uoli, Icir.plicemente cofi notra/ll definire. L'- tofiirliuoh bifocrna clic fé litensjhi nella ma-
Adottionc è vn legitimo atto per il quale vno nicrache nati gli iono, ancorché cattuii,e Ice-
fa figliolo, che non c,&: quafi imita la natura. lerati,mà vno che adotta, da più buoni (ì può
\larco Emilio Lepido padre di Lepido capar per figlio, il miglior di collumi, Sc-vir-
Triumuiro , vuicntc il figlio addotto Emilio tù Onde il Petrarca nelli fuoi dialoghi dif-
.
Paolo, che dopò l'adottione Paolo Emilio Le- fe Adoptto pedijfjiqua eji ncitura,illa nobiùor,
.
pido fi nomino Claudio Imper-uore lafsò Bri hAccitiittor,illafiie conjiiio iig/ic^.-tis cafu quo-
tannico fuo figliolo legitimo naturale in età dam,hic .Tdoptantis certe iuò.irio opn-^tu* • Se—
florida dice Dione & vigoioù-, fé ben patiua
, nero Imperadore fi vanraua di lallare dui fi-
di mal caduco per quanto fcriue 5-uetonio al gliuoli Antonini, Calliano e Geta generati da
quale per ragion naturale toccaua Plmpeno , lui,^ che in quello era di miglior condì rione
Se lafso vn figlio adottino, che fu Nerone il di Antonino Pio ,chelafsòdui figliuoliadot-
quai per ragion ciuile concorreua a parte del- tiui Vero, Se Marco Antonini- Ma l'amor pa-
J'Imperio,ma egli per imperar ficuramente_> terno lo accecaua,& lafpcrajiza lo gabbò, poi-
folo t'cce con vn boccone preparato da locufta che morto lui Badìano detto Caracalla,fii cru
a donna venefica venire d'improuifo a Britau delillimo fpargitordi fangue,ammazzò Geta
nico il mal caduco della morte fuo fratello con molti Senatori, & volfc far vc-
All'Adottione tribuirono i Romani mag- cidere Giulia madre di Geta , perche piange-
gior forza che non ha come che l'adottato
i uala morte difuo figliuolojvinto poi daliadi
jaiValVe la naturale fua confanguinità,& ch^_> lei belle7za,laprefe per moglie ancorché ma-
gii adottati hauetlero conlauguinicà coni fi- dregnagli fullefenza rifperto della memoria
gli di quello che adottaua. Claudio Impera paterna Geta anco nel tempo che vifie fu d'-
do; e nei giorno che fi incc figlio adottiuo Ne afpri coftumi,libidinofo,golofo,& emulo del-
roncjie lo fece anco genero, come narra Dio- li viti] del fratello,come in Dione fi vedejlib,
ne, ma fece prima adottare Claudia fua figlio y6,Ftlij Seucri Antoninttt , t^ Geta Plauttane
,
£ÌFOiOiParte Prima. n i
n
tunquxm pedagogo liberati y expere omnia prò Ejfe finentEt quando morì fi dóìfc dicendo»
.
coftumi ben conobbe Augufìo prima che lo ri- fe naturali di quella; ma fc la folica ha vn ciuf
terni , & quanto ciò diccfì'e di core lo teflifìca Arifìotele, Se ad altri piace, la confufione pro-
Seneca Ino Maeftro nel trattato de clementia; cede da varie caufe,vna è che molti augelli di
fé ben piouò nella propria vita, che riufci in- rapina vanno fbtto nome generico d'Aquilcj
clemente dopo cinque anni del fuo Imperio, Falconi, Sparauicri,Aftorri,Auoltori, maggio
de quali cinque anni difTe Traiano lodatifli- ri, e minori,màin'ifpctiefonodiuerfI; veggatì
mo Impcradore che niuno meglio di lui go-^ Ariftotele , Plinio , Alberto Magno , & Olao
uernò l'Imperio, fiante ciò farebbe rimafto Magno,& perche più augelli cadono fotfov-
ciafcuno aggabbato,& ogn'vno l'haucrebbi.^ no fteflò genere,auuiene che gli Auttori equi-
più che volentieri adottato , ma Claudio non uochino alle volte, e fcriuino vn nome per v-
hebbecuradi rimaner aggabbato perche l'a- n'altrojla rcccnda è chei Traduttori dapreco
dottò ad'mftanza d'Agrippina da lui amata : in latino fpeile volte non traducono il proptio
Se henbii'ogpui mangiare molti moggi di fale nome come auuertifce Adrian
e lignificante ,
prima che fi conofca vno , cfkndo difTicilcil Turncbo apunto fopra la Folica libr. ij'. cap.
concf'ccrc altri, tanto quanto il conofcer fc ftcf 13. oue dice. Exodiu^ a Cictrone lulica à ,
fb,nu]ladimeno fi è veduto che perl'ordina- , Marom Mergtii -vertitur. Se nel lib. 19. cap. zi.
)lo'grimperadori nelle adottioni hanno fatto quello che da Arato chiamafi Erodio, da Vir-
buona elettione: buona fiàTelettione di Cefa- giliofi traduceMergo,& da Cicerone Folica:
rcjche adottò Augufto, buona fu qlla di Ncr- ne èmerauiglia perche la Folica fecondo Al-
ua,che adottò Traiano, buona fu quella di Tra berto Magno è del genere de Merghi,o Smer-
lano, (fc ben no piace à Spartiano) che adottò ghi che dir vogliamo,*: Ariftotele la nomina
Adriano, bi:ona fu quella di Adriano,che adot in compagnia del Merg^o lib.S.cap.j. Gatueu^
tò Lucio Ceionio Commodo Vero , che fu di dlba (^ Fulicf ; Mergiis &> R»pexvi£ìttant a-
.
bello afpettOjregia prefenza, ornato di buone pudmare la terza è perche alcuni di qucfti
;
L'OlTifraga fpetie d'Aquila è ancor cfl"i_^ hercdi i loro Alunni, fi come apparifcein vn'-
bigia di color cineritio, figurata dal Mattiolo altra infcrittionetrouata già nella Picuc della
Ibpra Diofcoride Ariftotele libro S.cap. j.di-
. Brufada Villa di Faenza-.:
cq che è di color di cenere, che biancheggia, be
retili chiaro,& die è più grande dell'Aquila, MARIA I. POL
ma non però della Gnefia aquila della fel1:a_j MARIVS. PRIM
forte , la quale fecondo Ariftotele lib.. 9. cap. MARIA. M A
3 i.c maggior d'ogni altra Aquila, Se della_^ X I M N I A . AL
Onifr3ga,la quale da alcuni Auttori Greci,& V M N I. ET. H E R. P .
che neirOditl'ea terza d'Homero non lungi Adottiui con molto più ragione dt_«
I figli
dal fine Aquila li yaducc, volendo iiu fignifi- gli Alunni pigliauano il nome gentilitio della'
cgre la preftezza,con la quale ij partì Minerua calatagli coIoro,cheli adottauano,da quali in
parlato ch'hebb?_^. effa erano riceuuti: però la figura dell' Adot-
Sic certe tocuta abijt asijs oculi4 Minerua^ tione tiene la deftra al collo del giouane adot-
fei'vH AcjHile fimilts . tato, ellendo l'abbracciamento fegno d'acco-
Gli ofleruatori di lingua greca efpongono, glienza, & riceuimento. Dione lib. 46. ci auer-
che lì chiami anco la folica, & rOilìfrag.i_9 tifce,che chi era adottato,pigliaua nona nomi
con quefta voce <fìivn . natione da chi adottaua , ma riferuaua qual-
Il Cardinale S.Pietio Damiano, che qui in ch'vuode nomi, che prima portaua , formato
Faenza ripofa, vuole ancor elio nel lib. i.epift. alquanro ui altra maniera come Caio Otta- ;
18. che la folica da Greci lìa detta ^hch.& le_j uio che fu Augufto adottato da Caio Giulio
attribuifce la medema natura che da ^Plinio Cefare, il chiamò Caio Giulio Ottauiano , e
lib. io.cap-3.5i da Ariftotele lib 9. cap. 34. & Tiberio Claudio Nerone, adottato da Ottauia-
lib.6.c,é. viendata ali'Olfifraga , & è che ri- no lì chiamò Tiberio Giulio Claudiano , il
ceue con benignità il pollo fcacciato dall'A. quale fu anco per teftamento lallato figlio a-
quilacome fuo figlio adotciuo , & come fuo dotcuio & herede da Marco Gallio Senatore ;
naturale clementemente nutnfce trafuoi pro- m.i per quanto racconta Suetonio,s'aftennc..j
pri] parti Ethsc modo ^uem Aquila cruaelt-
.
d; pigliare il fuo nome perche Gallio fu della
ter patertiA fecit hAredttatts cxortem , ita fibi parte contraria d'AuguftojaJtrimenti d fareb-
quaft materntpietatis intuitufuis adoptauttfi- be nominato Tiberio Giulio Gallio Claudia-
lifs cohAredem Per tal pietofa natura la Foli-
.
nò Altri figli adottiui non fblo pigliauano
.
ca, ouero Oftìfraga èattillìmo fimbolodell'- il nome gentilitio di chi li adottaua, ma anco
Adottione,la quale apprefl'o gli Antichi Roma il prenome &: cognome I dui figliuoli mag- .
ni era molto invio, lì come anco l'alimentare giori di Paolo Emilio vno adottato da Fabio
figli d'altri, che ne meno erano in tuteJa,nc_> Malfallo, &:i'altioda Scipione Africano but-
in Adottione>ma erano tenuti come tìgli pro- torno il nomegentili:ÌQ,& cognome paterno,
pri), e dauano à quelli il medefimonome gen- Il primo lì chiamò Fabio Maliimo. Il Secon-
tiljtio della ca fata loro, come fi vede nelle in-, do Cornelio Scipione Marco Bruto adottato :
fcntrioni ftampate da Smetio , tra quali vi è da Quinto Cepioue chiamò Qiniito C tpio-
iÀ.
lo, li
..
che li adottauano , & riteneuano il loro natu- SpartianoalPadre d'Elio Cefare, a Vero Im-
tale anteponendo à quello l'adottino. A-!Bia peradore folaméte fi deuono idui vltimi,iK>n
Tcrentia madre d'Othone Imperatore della ad Elio Cefai'è, ne a fuo Padre L^ parole Ai
.
quale Suctoniocap. primo era figlia di Teten- Spartiano fono quelle ragionando d'Elio C&-
tip adotta, da Aibio nelle infcrittioni dello
; CàVft-Htiic l'ater Céioniui Comjnodus ffitt,a[uem
Smetio tronafi ; Cairn I»litu' Pómponitn Pté alijVerunty alij Luciutff jiur.eliuw, multi Ak.
era di cafa Pomponia pater-
der,i Seuertfi'ìtt^ , nitdtn prodiderunt Lucio Ceionio Commodo
.
na, adottato da vno di cafa Giulia, fu prefetto Vero {[ chiamò l'Auo,&: il Padre di Vero Im-
di Roma Vn'altro Prefetto di Rohià Marco
. peradore, & Vero iftefiò dalla natiiiità,ma ìiìh
Caffio Hortenfio Pàulino nato di cafa Hortèri no de Tuoi maggiori fù chi'am.atò'AureIìo,'tìc
fia,adottato da vnódi Cafà CafTia.Così Quiii- Annio, quali due nomi conuengono a lui iolò.
to CallÌQ Domitio Palombo nelli tèmpi di^A'- Aurelio perche fù adottato da Marco Antoni-
clriano Imperadore nito di cafa Domitia adot- no Pio di cafa Aurelia. Annio per<;he M. Aii-
tato da vno di cafa Gaflìa',8c Caio Ceionio Ru relio Filofijfo Imperadore di cafa Annid tenne
fio Volufiano Confole Tanno del Signore 5 14.' Vero Imperadore come figlio adottino Spar- .
fù di cafa Rufia adottato da vno di cafa Ceio- tiano poi fteflb lo chiama Lucio Ceionio Com-
nia . Altri metteuano il cognome del padrii.^ modo Vero figlio di Antonino,perche Antoni-
adoctiuo innanzi al fuo cognome laflando i no Imperadore lo fece fuo figlio adottiuo
nomi genriliti Marco Vlpio Traiano adot-
j
.
tonino fuo Padre adotti uo,& con altri che heh cordiamy & Ptetatem in antiquitdenar^s.pofi-
be ciò Ci raccoglie da, Giulio Capitolino che_» tcu effefApe animaduirtimus- PuuUut auttm Le-
lo chiama Elio Vero, perche fuo padre natura- pidw adoptattis a PafreM. Lepidi Triumuiri
le eflcndo Cefare , fi chiamò Elio , & Elio fi fmt,^ex Mmilio PauUo, PauUus ^miiius Le-
^j>
<;hiamò Antonino Piofuo^adreadottiuo-.fog. ^idtfs diUfii efi .
no terrà vn mantice cTaccendcre il fuoco , e dare gl'appetiti , & l'opinione altrui perciò-
:
AtltilaMonc, fecondo Cicerone nel i.lib.del come l'adulatore fi ftima perfetto nella fua.^
lequcftioni Tufculane , e vn peccato fatto da quando meglio conforma fé itef-
profelfionc,
vn rajrionamcro d'vna lode data ad alcuno con foad applauder per fuo intereflc à gli altrui
&
animo , intentione di compiacere oueró è ,
coftumi,ancorchehiafimeuoli. Dicefi ancora,
falfa perfuafìone, e bugiardo confentimento che pei effereil Camaleonte timidifilmo, ha-
che vfa il finto amico nella conucrfatione d'- uendo in fé ile flb pochi/Timo fangue, e quello
aIcuno,per farlo credere di fé fteflo,e delle co- intorno al cuore, ad ogni debole incontro te-
fe proprie «quello che non c,e fafllper piacere, me, e fi trafmuta,donde fi può vedere, che l'a-
ò per auaritia . dulatione e inditio di poco fpirito , e d'a imo
Veftcfi di cangiante , perche l'adulatore e baflbin chi reflercita,&in chi volentieri l'a-
faciliflìmo ad ogni occafione à cangiar volto, fcolta, dicendo Ariflotcle nel 4.deIi'Ethica_^.,
e parole,& dir: sì, è nò, fecondo il giifto di eia che, Omnes adulaforesfunt/cruiles, Qr* abieSit
fcunapcrfona, come dimoftra Terentio nell"- homines .
A D V L A X. .1 O N E.
nule ri:
. . ,
.Q?,jaP4fte
acccHt^ereil fuoco ,& ati ammorzare ilumi
Prima. M
Cataldi Romano iiiqucl fouetto •
acccfljfo.lo col vento, ci fa conofcercjche gl'a Nemico al vero , e dtUe cofc huf/taKt.'t
diilacon col vento delle parole vanc,ouero ac- Corruttor , cecità dell' intelletto ,
cendono il fuoco delle palfioui^in chi volon- Venenefa, beuanda, e cibo infuto ,
tierigl'afcolta, onero ammorzano il lume del Di gufli , e d'alme fobrie e menti fitne^- ,
la verità , che altrui manteneua per la cogni- Di lodi di lufi/ighe , e glorie vatjcj-
,
, rione di fc ftcflb .
Vnflo albergo , alto nido , ampio ricetto
La corda, che tiene con la fìniftra mano , D'opre di fietion , di vario aipeito ,
dìmoftra , come teftifica S. Agoftinò , fopra il sfinge , Camaleonte , e Circe immane^,
Salmo 5>.che l'AduIatione legagl'huonunine Can che luftnga morde, acuto Jìrali^',
, «
i peccati, dicendo: AduLìntinm lingMAligant Chenon piaga, e che induce à iìrane morti
homines in peccati!: dehiizt enim eafacere in .Lingua, che dolce appar mentre e piìtfelldi-j>
quibus nonjolum non mettiitur reprihenfor,fed In fommae piacer rio gioia mortale^. ,
piedi:cosìIa depinge Oro Apolline j e Pierio fe,e che fia vifibile,mà che fia rotta, & aperta
Valeriaaonel 7 lib-deifuoi Icroglifìci,efcri- da quella parte, oue lì congiungono ambe le_>
uono alcuni, che il ceruo di fua natura alletta- mani. Cicerone nel J.dcIUoffitij dice che nel
ro dal fuono del flauto,quafi il dimentica di fé principio di ciafcun ragionamento di qual fi
fteflb,efi lafcia pigliare.. In conformatione di voglia cofa , deue incominciarfi dalla dilini-
ciò è la prefentc immagine, nella quale fi di- tionc di ella , acciò fi fappia di quello , che fi
chiara la dolcezza delle parole conia melodia tratta. L'Adulterio èaduque vno illecito con-
del fuono, e la natura di chi volentieri fi fente cubito d'vn marito , oucro d'vna maritata , S.
adulare con l'infelice naturale inflinto del cer Toma.Co,Secuhda,/ecund<t ^/<<e/?. 154 art.S.^no
uo, il quale moftra ancora, che è timido,e d'- hibito già nel Lenitico al cap. io- aggiuntoni
animo debole , chi volentieri porge gli orec- pena di morte , come ancora nel Dentcrono-
chi à gl'adulatori mioal cap.ii.& è egualmente biafimeuole_',
Adulatione . è punito, fé dal manto vien commcfib, quan-
DOnn4 conl'altra
due faccie l'vna di
di vecchia
giouan€_> to dalla moglie, ancor che gl'huommi fi attri-
bella, e macilenteidal- buifcono ingiuftamente maggior licenza del-
Ic mani gl'efcono molte Api, che volino in di- le femine,e Santo Ambrogio regiftrato al cap.
uerfe parti, (ic à canto vi £a vn cane_j. Ncmo libi ji.c^.^. Nec viro licety^uedmi^Ue-
La faccia bella è indicio della prima appa- rincn licet-Ondc auuertifce Ariftctcle nel iib.
renza delle parole adulatiici & l'altra faccia dell'Economia, che il marito non faccia torto
;
brutta i-noflrai difetti dilTimulati , e mandati alla moglie,acciò ella non habbia a ricompen
dietro alle fpalle_j. farlo d'altretanta ingiuria. Giouane, e fom-
L'Api fecondo Euchcrio,fono proprio fìmu pofamente fi dipinge eflcndo che il giouane
lacro dell'adulatore, perche nella bocca por- fi dimoftra vago nell'apparenza , e dilpofto
tano il mele, è nell'occulto tengano il pungen più d'ogn'alti a età all'atto venereO)& a com-
te aculeo, coi qual feiifcono molte volte l'huc mettere adulteri) .
re à far il mcdeilmo clfctto dcU'otio, onde E- conia, e difpiacere, che chiude la via al cuore,
2cch. a 1 6. Sorores gula (>• ociofittK ejuafi duo
, perogni forte di conroiationc,e di dolcezza ,
Itgria i}3cetidunt ignem luxurtA Laqualfcn-
. e per dare ad intendere, che l'affanno è vn di-
tcnria comprende l'adulterio come comprefo fpiacere più intenlbdc gl'altri; vi fi dipingc_j
foctoil genere della lulkiria,&: il Petrarca nel l'afl'enrio per fegno d'amaritudine del dolore,
Trionfo della Caftitàjfopradi ciò cosìdicc_j. che per fignificare queft'iftcfl'o dille il Pc-
La gda-y il fanno e l otto/e piume^ , trarci-^.
Hanrio dai rrcndo ogniiirtù sbandita—/. Lagrimar fempre ì il mio fommo diletto
Di maniera che, volendo noi fuggir quefto Il rider doglia. , il cibo affentio, e tofco •
bellifiìmo documento di Santo Agoftino libr. detto veftimento farà ftracciato , Iblo per di-
de Vcrb.Dom-.Sermone ii che dice, Neoltra m.oftrare il difprcgio di fé fteftò, &: che quan-
il tnobiTognolatiaril ventre,perche ilfoprab- do vno è in trauagli dell'animo , non può at-
hondante,è caufa materiale di quello vitio, e tendere alla coltura del corpo; & il color ne-
sa ogn'vnOjche fenza la materia non fi produ- gro fìgnifìca l'vltima rouina,& le tenebre del-
ce cola niliuniL_i. la morte jalla quale conducono i rammarichi,
Tiene con ladeftra maro la Murena con- & i cordogli
giunta con ferpcjperche da quefto congiun-
il Il petto aperto,& il cuore dalle ferpi cinto,
gimento pare, che Balilio ne interpreti l'AduI- dinotano i faftidij, e trauagli mondani, chc-»
terio,cflèndoche àuuertifce gl'adulteri, che_j fempre mordendo il cuore infondono in noi
guardino à qual fiera li rendono limili, pofcia- fteflì veleno di, rabbia,e di rancore^.
fi pone in quel dito, che ha vna venajche arri- Giouane fi dipinge percioche elTendo la__s
ua infìno al cuore. Lap.allegatione j-7.num.4. giouentù ancor nuoua ne i diletti, e piaceri
doue allega il c.femin. 50. q. j-. dimoftrandoci mondani, grata, e piaceuole ogn'horfì dimo-
dalla più cara parte del corpojche è il cuore_j ftra . II velo, che la ricuopre.fignifìca chegl'-
s'impegna per l'olleruanza della fede promefl huomini affabili fono poco meno che nudi
fa, però tutti gi'ak. criori fi poltono ricorreg-
•
nelle parole, e nell'opere loro, e perciò ama-
gere , ma quefto iv ,: mai , come afferma Q. bili, e piaccuoli fi dimandano quelli, che \ luo
Curtio r.obilt'Unio l'ciittore, nel \ib.6. de gejtu go,e tempo, fecondo la propria conditione, e
Alexandri Mngnijjcd hhUìs mentis perfidi* l'altrui, quanto, e quando fi conuiene, fanno
mitigati pctefi giatiofamente ragionare fenza offendere al-
cuno, gentilmente, e con garbo f coprendo fe_>
AFFANNO. ftefll Si dimoftra ancorajche l'animo lì deue
.
A G R I C O L T V R A
Parte Frimai 17
".
nò,& altre bia<Ie,per effere tutte quefte cofe^* Agricoltura
ricchezze dell'aericoltura, fi come nfenfct_> DOnna veflita di giaIIo,con vna ghirlan-
Pcopertio lib. 5 -dicendo . da in capo di fpighe di grano, nella de-
ftra mano
terra vna falce , e nell'altra vn cor-
Telix agrejlum quondam parata iuuentttt , nucopia pieno di diuerfi frutti, fiori, e fronde
Diuitu quorum mejps, (^arbor erant • Il color giallo del veftimento fi pone per fi-
militudine del color delle biade, quando han-
Gli fi dà la lappa in fpalla,il roncio dall'al- no bilbgno che l'agricoltore le raccolga in prc
tra mano, & l'aratro da banda per efler quefti mio delle fue fatiche,che però gialla fi diman
ftromenti neceflarij all'Agricoliiira_^. da Cerere da gl'antichi Poeti
A I \ T O.
HV O M O&
bianco,
d'età virile , veftito di color
fopradi detto veftimento ha-
Sirapprefenta d'età virile percioche il
nane può operare fecondo la virtù, ma per la
gio-
ucrà vn manto di porpora, & dal Cielo Ci veda nouitaj& caldezza del fangue, è tutto intenta
TU chiariiììmo raggio che illumini detta fign- all'attioni fenllbili, & il vecchio (fecondo A-
ra,rarà coronata d'vna ghiilandad'01iu;L_^, rift.nel i,della Rettorica) all'auaritia,eflendo
hauerà al collo vna Catena d'oro , & per pen- che l'efperietia l'ha infegnato quanto fia diffi
dente vn core , ftarà con il braccio deflro fte- cile cofa l'acquiftare la robba, & quanto fia fa
fo,& conia mano apcrtaj& con la fìniftra ten- cik.a pderla.&r perciò va molto ritenuto in da
ghi vn palo fìtto in terra circondato da vn:u_j re aiuto altrui,hauendosépre come dui Cani a
verdeggiante , & fruttifera vitCjSc da la parte fiachi.L'vno la cupidità dell'hauere,& l'ahio
delira vi farà vna Cicogna la paura del perderJa:mà è ben vero che ilvcc
B chic
8 Delia nouifsi;na Iconologia
tjiio può dar conrigho per i'cfpcrienza delle fici,vna iìmilcimaginc èolleruata nclfimiila-
coi'c deltempo paliaco . cro della Dea Ope in alquante Medaglie,qua
Si verte di color Lianco percioclieqncft'at- fi ch'ella prometta a tutti voler porgere aiu.
tione delie ell'ere piua,& (incera, lontani^ & to, come quella che con l'aiuto diiuno foften-
d'ogni intcrefle, il quale riuolco all'Ycli pro- dà il vito vniuerfalca tutte le Creature
ta, &: ,
prio; lada di far opera nobile, virtiiofu-^.& com'anco le riceue nel fuo .grembo .
II Manto di Porpora, s'intende per fegno di Il palo fitto in terra il quale fòftenta_Ia_rf
carità la quale ha Tempre per oggetto d'aiuta- verdeggiante, & fruttifera vite lignifica l'-
re , & foucnirc alle miferie altrui , efl'endo in Aiuto coniugale , eflendo che la donna fenza
cfla vn diuino affetto puro,& ardente nell'ani- l'aiuto del marito, e come la vite fenza l'aiuto
jno verfo Dio,& vcrlo le creature»» . del palo, onde l'Ariofto nel Canto io.nelhi_j
^diMuareimbecillem tharitatis eH , nona Ottaua dicc_>.
di San Grcg.y.Mor. Sarefie come inculta vite in horto
Il chiarilllmo raggio. che difccndedal Cie- che non ha palo » oHe s' appoggi t piante^.
lo, & che
illumina detta ngura,ne denota l'a- Gli fi dipinge a canto la Cicogna, per eflc-
iuto diuinojil quale è fupremo di gran lunga re il vero lignificato della pietà, & dell'Aiuto^
a tutti gl'altri aiuti, onde fopra di ciò Home- efTendo che l*vno , fenza l'altro mal pofibno
io nell'Odiil'. 7. coli dici^. ftare feparati, Qu^indi è che con grandi orn.i-
Mortulis diuum auxilium defiderat omnis , menti in diuerfe Medaglie de Principi Ronfa-
& ne i Sacri Vficij dice_j. ni fi ritroua imprcffa quella nobili/Tima attio-
Diusin adiutorium meum intende^. ne con la natura di quello animale, il qualc_>
Domine ad aditiuandum mefefìifia ,
denota l'huomo verfo i parenti pietofo,& fa-
& in altro luoco , mofopcrgli oilitijdi porgere Aiuto, cflendo,
Auxilium meum a Domino % che ha gran cura de 1 fuoi Genitori quando
più & fon venuti nella vecchiezza, ne mai per «jual
Adiutor ^
fufceptormeus es tu fi voglia tempo gli abbandona , & non loia-
"Et in Ver bum ttium fuper ^erutti , mente mentre che fon venuti vecchi gli por-
L*Gliua per Corona del capo,iu più luochi ge aiuto, ma ogni volta che fia lor bifogno,fbn
delle diuine lettere per l'Olmo s'intende 1'- gouernati dell'induftria de i proprij figliuo-
huomo da bene , il quale fia particolarmente li. Onde r Alciato nelle itie Embleme . Così
copiofo de i frutti della mifericordia, la quale dicc_>. \
jnuoue a jietà a foccorrere, &: dare aiuto alli Aerio infignispietate Ciconia nido
peneri bifognoiìjDauid nel Salmo 51. In veJtespuUes pignora grata fouet
X.go autemficMt oliHa fftiilifera in domo Dei Taliaq; expeóiat fiéi-munera mutua reddi
Speraui il mifericordia Dei in £ternum , Auxiliohoc quotidics mater egebit onus :
Portala Collana,& per pendente il core ac- Nec piA ^emfobolesfcllittfidfejlaparitum
ciò s'intenda, che non Iblofideue con l'opere Corporafert humeris ,prAfìat&ore eibos .
della mifericordia porgere aiuto alle miferie
altrui, ma anco con l'aiuto del Coniglio (del
quale n'è fìmbolo il core] ridurre altrui nella ALLEGREZZA.
via della falute_>.
Dare fluito confilium charitatis eft , GIOVANETTA con fronte carnofa,
Dare fapientt oflentationis y Dare viro tepore lifcia, e grandt,farà veftita dì bianco, e
Grcg.in Mora.
feruerfitatisy fapientin, dice detto veftimento dipinto di verdi fronde, e fio
con il braccio deftro ftefoj &
Si rapprefenta ri roffi, e gialli, con vna ghirlanda in capo di
conia mano aperta,per fignificare l'Aiuto hu- vari] fiori, nella mano delira tenga vn vafo di
inano,efl'endo che l'Aiuto , in lingua Hebrca criflallo pieno di vino rubicondo,e nella flni-
fé dice Zeroha , che vuol dire il braccio con il flra vna gran tazza d'oro . Sia,tl'afpetto gra-
quale la potcnza,& fortezza dell'aiuto attuale tiofb,e bello, e prontamente mofln di ballare
confifte nel braccio , &
apprcllb gl'Antichi il in vn prato,pieno di fiori .
porgere la mano era fegno d'aiuto ogn'hor Allegrezza è paflìone d'animo volto al pia-
«he noi aggiunghiamo l'opera nofìra adiutri- cere di cofa che intrinfecamcnte contempli fb
ce a qualche negotio , &
per quanto narra_» pranaturalmente,ò che gli fiano portate efUin
Picao Yaleaauoueilib. j;.dc i Tuoi IciogU, lecaiueuccdairaifo per uatwapòjper accidctc^
Hauerà
. . . . .
Parte Prima l
}9
ALLEGREZZA.
zo ma iconologia
Jìanouifsin
lion, accennare cuicauoio:e la melodia di co- to circonda il capo douunquc ella celebra I*-
le giatc a gli oiecchi , come la MHlIca , ch'c allegrezz.^5.
cagione della letitia , la quale fa parte delle_j Allegrez3it da le Medaglie .
lue facoltà a chi n'c bifognofo , per arriiiare a DOnna in piedi,nella deftra mano tient-»
più perfetto grado di contentezza.^'. due fpighe.ouero vna picciola corona ,
Allegrex,z,z nella finiftia vn timone con parola LAETI-
VNa gioiiinetta con ghirlanda di fiori in
capo, perche li fanciulli ftanno Tempre
TIA. è Medaglia di Giulia Augufta moglie_>
di Seuero defcrittadaCcconcilc bene così an
allegri: e perche nelle ferte publiche antiche co èdefcrittala Tranquillità nella Medaglia
tutti fi coronauano, e loro, e le porte delle lo- di Antonino Pio,nè fia merauiglia, perche la
ro cafce tempij,'& animali, come fa mentio- tranquillità de popoli, è laverà Allegrezz>i_j
ne Tcrtul.nel lib.de corona Miliris,e con la_^ delle genti:dopò quefta mette Occone. Ab vr-
dertramano tiene vn ramo di Palma, & di O- be condita 903 .Vn'altra Medaglia nella quale
iiua , per memoria della Domenica delle Pal- fi efprimc l'Allegrezza con due figure togate,
me, e l'allegrezza conche fu riceuuto Chrifto vna tiene due fpighe con la deftra, l'altra vn
Noftro Signore con molti rami di Palm?_j, globo In vn'altra Medaglia pur della mede-
.
V
ghirlanda
Na hellifilma giouinetta veftita di ver-
de, porta in capo vna bella
di rore,& altri fiori,
,
con la dcitra_>9
& vagha_j
In vn'altra Medaglia di Adriano. ab vrbe con-
dita 874. con le parole HYLARITAS populi
Romani. Figurafi vna donna in piedi con am-
mano tcnghi vn ramo di Mirto in atto gratio- be le manipofte all'orecchie-^.
fo,e bello, mollrando di porgerlo altrui Bella .
la fua volta , del qual coftume Plutarco ne i L'Alterezza ha origine dalla Superbia, Se
fuoi Simpofiaci,cioc conuiti largamente n'ha non degenera troppo dalla fua natura,la qua-
difputato nella prima queftione in tal manie- le non nafce da altro, che da vna falla opinio-
ra. Deinde vniifc^uisque propriam cantiletiam ne d'ellere maggiore degl'altri, Onde S.Ago-
Accenta myrto,qMam ex eo Afxron appcllubunt ftino lib- I4.de Ciuit.Dei,dice,che la Superbia
quod cantar et is cui tradita ea tjjet , Hora- & non è altro che vn'appetito di pcruerfa»alte-
tiodiceche venendo la Primaucra nel qual rezza,& il fimile conferma Hugone, & Ifido-
tempo da ogni parte fi fa allegrezza Venere_> rolib.Ethim.com'anco S. Th. i.i. volendo di-
mentre che mena le liie dame, di verde Mir- fiuue la Superbia già ftabilita dice E/? tnor^
•
dinattti
&
daflico al lO.G^uiii fuperbis term,^ einis ? Pe- cipitare daeflapalla,efiendo l'Alterezza infta-
rò nel pollerò particolarmente, è di eftrema_^ bile , & fenza fondamento alcuno , che facil-
bruttezza l'cflerc altiero, & fuperbojCome di- mente cafca nel precipitio delle mirerie,& pe-
ce S. Agoft.in quefti , Superbia magis in paupe- rò ben Dante 19. del Paradifo
dille ,
'
re,(iuam in d tutte dahit a tur yT iene con il brac Principio del cader fu il maladetto
ciò defilo il Fanone per fet^no che lì come que Superhir di colui che tu •qedefìi
fto animale compiacendoli della dia piuma_^ Da tutti i peli del mondo co/ir etto .
efteriore non degna la compagnia de gl'altri fimiledice Euripide Poeta Greco parlan-
Il
vccclli,così l'altiero ^fliperbo fprezzajSc tie- dodelli altieri
ne avile c]ual fi voglia perfona , Superbia, odit ^hium videris infublime quempiam elatum ,
confortium, dice S.Agoft.in epift. izo.& Plu- Splendidi s gloriante opibui , ac genere ,
detta palla figura mobili dima la quale come Tamen curfuprecipttatur,Z^ quaji
dice il f ilofofo //?g// tnpunStojHc però non ha In nihilum rejoluttur ,
A L T I M E T a I A.
l^i?*-v n
ì<^
DONNA
. . . . .,
Parte. Prima ^3
DONNA giouanc, che con bella difpo-
fitioncjtcnghi con ambe le mani il qua-
d'honore ; laonde fi rapprefenta per vna don-
na veftita di verde, perche il cuore dell'huomo
drato geometrico in atto di pigliare l'altezza ambitiofo non fi pafce mai d'altro, che di fpc-
d'vn'alta Torre . ranza di grado d'honore, e però fi dipinge che
Altimetria,e qaclla che mifura l'altezza_^ fagliala rup?__>.
comed'vna torre, la fornita d'vn mcnte,d'vna I fregi dell'hellera ci fanno conoscere, che
piramide,& di qiial fi voglia Juogo,ò edificio come quefta pianta fempre va (alendo in alto,
per alto che fia_^. e rompe fpellb le mura, che la (bftcntanojcosì
Si fa giouanc per cflTere l'Altimetria figlio- l'ambitiofbnon perdona alla patria, ne a i pa-
la della Geometria, che non degenerando pun renti, ne alla religione, ne a chi gli porge aui-
to da la qualità della fua genetrice ofl"erua_j to,ò configlio,che non venga continuamente
con diligcatia tutte le mifure da lei infegnatc. tormentando con l'ingordo defiderio d'efler
Tiene come ho detto il quadrato Geometri- reputato fempre maggior degl'altri
co,eflendo che detto iilromento opera per Ic-» II Leone conia tefta alta dimoftra, che T-
diuilìoni in fé crrconfcritte mediante la mo- Ambitione non è mai fenza fuperbia Da Chri-
bilità del traguardo che fi pone alla drittura ftoforo Landino è pofto il Leone per l'Ambi-
delle fpecie, & a i termini che fono in elfe al- tione,percioche non fa empito contro chi non
tczzej& perche (opra di ciò fi potrcbbonodire gli refifte,cosìrambitiofo cerca d'efler fupe-
molte circoftanze , nondimeno per ellerc l'- riorc, & accetta chi cede, onde Plauto difl'<:_j:
Altimetria membro della Geometria come_j» Stiperhus minores deìpicit,maioribus inuidet,ic
ho detto, non mi eftenderò con giro di molte Boeno:Iraintemperantisfremif,vt Leonis ant-
paiole,rimettendomi a quanto ho detto nella mum gelare credant Et a qucfto propofito,
.
fagura della Geometria, parendomi a baftan- poiché l'ho alle mani, aggiungerò per fodis-
za ellendo quefta quella parte che ho detto fatioae de i Lettori vn ionetto di Marco An-
mifura lienale & però volendola mettere in tonio Cataldijche dice così .
PER l'amaritudine
vna donna
dipinge da alcuni
veftita di nero,
fi
nofcendofi tutte le qualità dalla cognitionc_j Tu dunque a l'onde Sttgie , al lago Auerno
del contrario , ail'hora fi può haueie perfetta Torna , che fenza te langue Plutone ,
fcienza della dolcezza quando fi cgultatav- l!alme non fenton duol , nulla e L'Inferno .
fpriilìma rupe, la quale in cima habbia alcuni art- 2.. è vn'appetito difordinato di farfi gran •
fcettri, ecoione di più iòni, & in fua compa- de, e di perueniica Gradi,itati, Signorie, Ma-
gnia vi fia vn leone con la tefta alt;i_^. giftrati,& Ofticij. perqual fi voglia giufta, ò
L'Ambitione, come ladefcriue Alcflandro ingiufta occafionc,virtuofo, ò vitiofo mczo .
Afrodifeo,e vn'appetitodi fignoria, onero co- onde aHuiene , che quello fi dica eflere ambi-
me dice 5. Toniafo, è vn'appetito inordiuato tiofo > come dice Ariftotcle nel quarto dell'E-
£ 4 thica
. .
no l'ali a gi'homeri, dimoflrandoanco, che_j Si dipinge con gl'occhi bendati, perche ella
appetifcono &: arditamente delìderano quelle ha quefto vitio,che non fa difcernere, come_>
cole, che non conuengonoloro, cioè volar.:_> dice Seneca nell'Epiftola 105. Tantus e[i am-
fopra gl'altri, «Se cileie fuperiorea tutti hitionis furor vt nemo tibi poft te videatHr . 5*
L'ha'oito fuccinto, &c i piedi nudi (ìgnifica- aliquis a» te te fuerit .
no le fatiche,! difagi,i danni, e le vc;gogne_', Le qualità delle corone dimoftrano, che I'-
che l'ambitiofofoftienc , per confeguir quelli Ambitione e vn difordinato appctitOjfecondo
honori che fieramente ama,poiche per ellio- il detto di Seneca nel i. de ir.i_^'.
gni cola ardifce di farc,& foitnre con patien- Non efl contenta honortbus annuì s,fi fieri pOm
za,'come bendimoftra Claudian.lib. i.inSti- teftvno nomine Vult fa/los occupare,^per om-
licon. laudcm . r^etn Orhem titulosdtlponere^-
Tr:idis aua ritiam, cHtiis fccdijfima nutrix- •Et a quefto propofìto non voglio lafciare di
uimùitio, quA veJìtòuUs, forihinij^potentum, fcriuere vii'jVnagrama fatto fopra la prefente
£xcfti>at,ó'prectjs (ommercifl ^ofcit honorum figura da Taddeo Doiiuola,che così dic^_^.
Ambttio.
. .
^I ^arte Prima-j ^f
•
Ambitio . Amo ubi .
.j- il mondo diftcfa eflendoche niun'altra codi
,
Crammaticam falfam quid rides?define^nam^ rende maggior fuono, che tuoni dell'aere, de
i
Ex vitto vitittm nil nifi colligitur . quali cìfce il folgore, onde per tal cagione icri-
Tu laude hinc hominestquos ambifio/acttpido, uono gl'Hiftorici eh' Appcllc Pittore eccelle n
Céctvifdementest ridici*losj;fitcft • tiirimOj,volendo dipingere l'effigie del Magno
mano il folgore, accio-
Alpfl'andro gli pou; in
AMPIEZZA BELLA GLORIA, che per quello hgnifìcaflc la chiarezza del Tuo
-'. ji:^: . -:
. i : nome , dalle cole da lui fatte in lontaili pac/i
dipinge per tale effetto la figura d' Alef- & celebre per eterna memoria. Diccfì
portata,
SI f andrò Magno con vn folgore in manoj e anco,chead Olimpia madre d'Aleflandro,ap-
con la coróna in capo . parue in fogno vn folgorc,iI quale gli daua_^
Gl'antichi Egitti] intendeuano per il folgo- inditio dell'ampiezza^e fama futura nel .figli-
re l'ampiezza della glmia^e la fama per tutto uolo . : .
DONNA
mente
vefl:ita di bianco
raoflriquafì lafiniftra fpalla
, ma rozza-
, &
nati intrecciati infieme
fcritto
, nella fronte vi farà
jcmplice candidezza dell'animo, onde il vero due cari amici nel j.lib.dc Ponto .
amore fi fcorge lontano da ogni forte di fintio- Ire iubet Pylades,earum~pertturus Oreflen
ni, Scdilifciartificiofi. Hi e negat, inqfte vicem pugnttt vterqtte mori.
Moftra la fpalla finiftra,& il petto ignudo^
additando il cuore col motto, Longe, &> propey Amiciti» .
perche il vero amico , ò prefentc , ò lontano
che fia dalla perfona amata, col cuore non fi
LE ignude , ad vna delle quali fi
tre gratie
vedrà le fpalle,& all'altre due il vifo con-"
feparagiàmai;&; benché i tempi, & la fortuna giungendofi con le braccia infieme. Vna d'elle
fimutino,egli èfempre il medefimo prepara- haueràinmano vna rofa,l'altra vn dado, e la
to a viuere,e morire per l'interefle dell'amici- terza vn mazzo di mirto,dalle imagini di que-
tia,equeftofignificail motto,che ha nel lem- lle tre gratie, fenza dubbio fi regolala buona, .
bo della vcftc,& quello della fronte. Ma fé è & perfetta amicitia , fecondo che gl'antichi
finta, ad vn minimo volgimento di fortuna—?, penfiiuano,imperochel'amicitianon ha altro
vcdefi fubitamente,quafì fcttifi/fima nebbia-^ per fiio fi né, che il giouare,& far beneficio al-
al 5(>le dileguare L'edere fcapigliata , & 1'-
. trui, & non lailarfi luperare in bcncuolenz'a,^
hauere ghirlanda di mirto con i fiori di po-
la come tre fono le gratie de gl'antichi, così trój»
inLgx\anati,iiioftra,che il frutto dell'amor con gradi i beiiCfiti tengono nell'anucitia-ji.
j
^ '
corde» & dell'vnione interna fparge fuori l'o- Il primo, è di dar le cofe Il fecondo di ri-
.
dor fuaue de gl'efempijj& dcll'honoreuoli at- ceuer l'altrui- Il terzo di render il contracànì^
lioiii, & ciò lenza vanità di pompofa apparen- bio. Et delle tre gratie l'vna ftimge la mano,
za,{bttQ la quale fi nafconde bene fpeflo l'Adu onero il braccio dell'altra, perche l'ordine di
lationencmita di quefta virtù, di ciò lì può ve far bcnefitio altrui è, che debbia pafl'are di ma-
dctc Democrito, cerne refeiifcc PierioVale- no in mauo,&: ritornare in vtilc di chi lo fece
liano lib. cinquantacinquefimo prima, &
in quefta maniera il nodo dell'ami-
Dipihgefi parimente fcalza,per dimoftrare citia tiene ftrettamentcgl'huomini vniti fra
foUecitutiiuc^oiiero prcftczzaj& che perlofer di loro .
uigiojdellj lamico non fi deuono prezzare gli Sirapprelentano queftc tre gratie ignude ,
fcommodii:f (cine dimoftra Oiiidio de Arttj perche gl'hucminiinlìemc l'vn l'altro debba-
amandi: Sfocia defuerit tu pede carpe viam , . no efler d'animo libero, &: fcioltoda ogni in-
Abbraccia finalmente vn Olmofccco circon- ganno vna (ola volge le fpalle,& due volgono
dato da vna Vite verde, accioche fi conofca_j>, il vifo , per moftrare, che fempre duplicato C\
rar fempre>&: ne i maggiori bifogni deue eller Si rapprefentano allegre nell'afpetto, per-
più che mai amicitia,ncordandofi, che non è che tale fi deue dimoftrare chi fa beneficio al-
mai amico tanto inutile, che non fappia trouar trui, & tali ancora coloro,cheloriceuono.Han
flradain qu;jilche modo di pagare gl'oblighi no l'apparenza virginale, perche ramicitia_i9
dell'amicitia non vuol efler contaminata dalla viltàd'alcu-
Atnicitia . no intcrefleparticolare-j».
mano vn mazzo di fiori , & fotto al piede de- namente de 1 bcnefitijjcome faxuio i dadi,quan
ftro vna tefta di morto do giuoca con e/fi
lì .
I capelli fparfi fono per le ragioni già det- Mirto;che è fempre verde, e fegnOjchc_>
11
'^'or^^ot::2àXtc Pnma.rfbri ±^
Etptr voce di lui ritrouail eallei non dcmefticando giàmai , & auuicinan-
fi
AMMAESTRA M -E N T O.
lodeuoli,per mezzo, ò di voce,ò difcrittura,& mente lodati come dichiara il motto mede-
fifa d'afpetto magnificojperche gl'animi no- fimo»
AMG R
. .
r'^T-
la virtù irte da è più nobile di ogn'altra cofa, io. finiftra mano, e con la delira moftri il pett©
AMOR
. . ,
Parte Prima. zp
AMORE VERSQ IDDIO.
fteflb non è altro, che vagheggiar/i tutto nel- Ninna cofa è più difficile, che fé fteflb co-
l'opere proprie con (bdisfattione , & con ap- nofcere. L'Oracolo Delfico,eflendoaddiman-
plaufb Et ciò è cofa infelice, e degna di rifb
. dato da vno,che via tener doueua, perarriua-
quanto infelice, &ridicolofa fu da' Poeti anti- re alla felicità gli rifpofe.fe conofcerai te ftcf-
chi finta la fauola di Narcifo,però dilTe i'Al- fo Comedifficil cofa fij , per ordine del pu-
:
C*n lodi amorfouerchio dife.JìeJJo , do cieco- fa che noi ftefll non ci conofciamo,
Xvanitade, e danno, e biafmo e^prcjfo & che ciafcuno fi reputi edere garbato, elegan
Amor di fé ReJJe . te,& fapiente.Varrone nella Mcnippea. Om-
DOnna incoronata di Vefìcaria , porti ad- nes videmur nobtseffe bellult, ^fefiiMÌ,^fa^
dollb vna faccoccia grofla,& ripien.i_.5, pere Socrate diceua che fé in vn Thcatro ,(i
.
ftrctta dinanzi dalia mano finiitra, con la^ua. comandafle che fi leuaflbro in piedi li Sar-
tori,
. .
zare gli altri nella virtù, neirhonell:à,& nelli qual'è in quelli, che sbiafima Giulio Lipfio ,
beni interni dell'animo. Tutto quello ftà be- &odiaual'Afiatico Itile, la vanità delle fen-
ne: il procurare d'auanzare gli altri nelle vir- tenze,l'apparatofuperbo delle parole ofcure,
tù fenza dubio ch'c lodabililIìmo.Mà ci è vna inaudite, & fetide, quali fononi Giulio Lip-
forte devirtuofì , e fapienti non troppo com- {yo-.genw eloquendi/ecutt^ e/i,Augu/iu^,elegas,
mendabili, quali accecati dall'Amorproprio
i (^ temperatum , vitatis fenteritiarum ineptijsf
arrogantemente, fi prcfumono fapere più dcj Atqtte inconcinnitdte , &
reconditorum verbo-
gli altri, iimahauoly cofèpropriejammirano rum foetortbu4 , dice Suetonio , & più abbafTo
io ftile,Ia fcicnza,& le opere loro, difprezza- C(ico\elos, ^
antiquarios yVt diuerfo genere vi-
110, & opprimono con paiole'indegne qucllt_j tiofos parifaRidio ifreutt-.ie. niuno,per dir co-
degli altri, & quanto ad altri fuor di ragione sì, è Cacozclo 3c antiquario certo che è Giu-
togliono di lodcjfuor di inerito afeattribuifco lio Lipfio imitatore di elocutioiie gonfia,an-
no perciò Thalete il primo fauio delia Gre-
: tica difmelfa, che cerca più torto d'edere te-
cia difle, cheniuna colà è più difficile che co- nuto in ammiratione, perii fuo inufitato, &
noftcre le fi:eflb,& ninna più facile, che ripren ofcuro iule,che intero con chiarezza,& puri-
dere altri:ilche fanno gli afftttionati di fé {ìqC~ tà Attica, maffimamènte nelle fue Centurie ,
fi , perche quello che riprende , & altri biafi- le quali come Epiftole chiarirtìme , e pure af-
ma , da ftgno d'ellerc innaniorato di le ftcilb, fario doucriano efl'ere , nel che à ragione fi
& d'efitreauaro di lode, fi come accenna Plu- può iiprenderejficome era M. Antonio ripre-
tarco nel trattato dell'adulatore, e dell'Amico fo da AuguRo, Mitrcum quidem Antontum,vt
dìctudo. Rcfrchen/io (^ amoremfui , (panimi injanum tncrepat, quafi ed fcriberjttm ,qu& mi.
illtberalitatem aliquam ar«uit Auaro di lo- . renturpctius homines, quam intelligant . Va-
de, & innamorato di fé ftellbin più luoghi fi glia a dire il vero,ii)giurto è colui che repu-
fcuopre Gnifìo Lipfio , liberale de biafimi, il ta foloben fatto quello che piace a fe,e Urani
quale non perdile il parer fuo, ma per difprez- fono coloro,che vorrebbero tutti fcriuelfcro,
zo delle altrui opere a bella pofta morde gra- & parlartelo come fcriuono,& parlano ertl,&
iiilllmi Autoii,fpetialmcnte il Bembo neii.i_^ che fbloil loro itile furte fegui tato, abbor re li-
feconda Centuria Epift. 6 i.nell a quale auili- do ogni altro ancor che con giuditio , con
fcc lo ftilc ce] Bembo che fé bene in qualche
, buona , & regolata lecita di parole comporto
particolare paflb fi come ogni altro può cflcre fia:sì chefalla,& erra chi ftiaia,& ama l'ope-
re, &
e . .
Ài fé ftclTo ha nell'huomo quefìo di più,chc_> Sed non videmus mantici quid in tergo, ejf.
«gli fi reputa più galante di ciafcuno della_j Ciò auuiene dall'Amor proprio che illenno
fua fpeticjSÌ che non vorrebbe efler altr'huo- ofFufca, talché innamorati di noi medefimi
inojche fé fteflb,ancorche delìderi la fortuna fcorgiamoli bene i mancamenti de gli altri
d'altri più potenti, & felici. per leggieri, che fieno,mà non conofciamolì
L'Amor di fé ilellb lorapprefentiamofot- noftri, ancorché grani, ilche ci dimoftrò Efo-
to figura feminile,pcrche è più radicato nelle po quando figurò ogni huomo con due fac-
,
Donne, attefo che ciafcuna quali per brutta, chi, vno auanti il petto, l'altro di dietro , in
fciocca che fia, bella, &faccentefi reputa:ol- quello dauanti poniamo i mancamenti d'ai,
tre ciò appreflb Greci palla fotto nome di fe- tri, in quello di dietro i noftri, perche dall'A-
inina pofto nella cartella , che anco da latini mor di noi medefimi non li vediamo, fi come
diccfle Philautia. vediamo quelli de gl'altri
L'incoroniamo con la Velìcaria della qua. Il Pauone figura l'Amor di fé ftellb,perchc
lePliniolib.x cap.3 i. in altro modo chiamafi è AugeIlo,che fi compiace della fua colorita ,
Trichno,Strichno,Periiro,Thriono,&Halica & occhiuta coda, la quale in giro fpiega,& ro-
cacabo, era in Egitto adoperata da quelli che tando intorno la rimira:ond*c quello Adagio,
faceuano le corone inuitati dalla lìmilitudine tanquam lauo circH^c^afis fe^ che fi fuol di-
del fiore d'Edera, ha gli acini che porporeg- re d'vno innamorato di fé fteflb , che fi pauo-
giano,la radice candida, lunga vn cubito, e'I neggia intorno,che fi diletta, e gufta della fua.
^iflo quattro, come defcriue Ruellio lib. j. e. perix)na,& che d'ogni fua cofa,& attiene fi co-
I IO la poniamo per fimbolo dell'Amor di fc piacc_j.
fte{ro,perche i Greci, fpetialmente Teofrafto Amore fcritto da Seneca nella Tragedia d*Ot-
lib.j.cap.ii, vogliono ch'vuadia«ima di u« tauiajC tralpoiUto iu lingua uolUa cosi.
L'etttt
, .
Si par che del fuo ingannofi diletti All'età, che affai può, ma
-vede poco
In zifla ajfai piaceuole ma rio , Lofio il nodnfce, e la lafciuia humanA^ ,
Ch^bbia à gì' ho meri l'ali La ria fortuna con fuoi graui danni ,
Le mani armate d'arco, e difaetttj, Spiegando i trifti vanni ,
£ in breue face afìrettcj £ la buoua, e felice fià prefente^
Porti lefiamme,che perl'vniuerfo Porgendo ciò che tien nel ricco fieno :
VA pti largendo sì, che del fuo ardortJ Màfie quefta vien meno
Refìa accefo ogni core , Onde il cieco defilo al mal eonfenttj
£ che dall' vfo human poco diuerfo Il fuoco, che arde pria tutto s'ammorx,^^
Di Volcan'e di Venere fla nato E tosto perde amor ognifuaforx.*
.
Parte Prima
33
fa face,che il tempo/&
ponertà : l'horolo-
la quo Cinclus prò paupere dtc'tttir.CttLtz Teban?
giO) che porta in mano è fìmbolo del tempo, Filofofo difle,che tre cofe domano l'amorc^jj,
li quale è moderatore d'ogni humano aiTctto la fame, il tempo, &: il laccio, cioè la difpera-
& d'ogni perturbalione d'animo^fpecial men- tione. Amorem fedat fames,fin minus tempus
te d'Aitiore,il cui fineefFendo pofì:oiij{i.iefide- non vales,loqueus, Et per tal có-
eis vero fi vti
rio di fruir l'amata, bellezza caducale frale è to potrebbe aggiiìgere vn laccio al collo di
il
fot:ia, che cangiata dal tempo la bellezza_j, Cupido, eflendo coflume de gli a màti per di-
fi cangi anco l'amore in altri penfieri Ulnm . fperatione defiderar la morte, che in effetto
amcibiim olitn, nttnc idm
cnraimpendet
alia, alcuni data fi fono; Fedra nell'Hippolito di
fecìon.\:)\\}^z Plauto ne l'EpidicOjSc l'iftedb ne Euripide non potendo fopportare il fiero[im-
laMuftcllaria. Stultaes piane, ^hAillumti- peto d' Amore, penfadarfi la morte.
hi £ternumpt4tas fare amicum, ^ l?eneuolètèy Ex quo me amor vulnerauit,cofideraham,vt
M6f?eo'ego te , defere: ili e &ta.te , &fatie(af€^. Commodi ffìmefcrrem eum,incepsitaq;
Et più a ballo moftra che celiata la cagione , Exinde reticerehunc, occultare morbum^
cedi anco l'amoiofo effetto, mutato dal tcpo Lingua, enim
nulla fides,qu& extrema quidetn
il bello giouenil colore F^/ ^tate hec caput
.
Confilia hominum corrigere nouit,
colorem commutauit^reliquit deferuitq; meui- Afeipfa vero plurima pofsidetmala
bi idem furrtrui». Cixdo foflc detto di Demo- Secundo amentiam bene ferre
ftene che l'amorofo fuoco dentro del petto ac Ipfa modesli a, vincere fiat ut.
cefo, non fi può fpegnere con la diligenza,^; Tertio cttm his effici non poffet
ma nella negligenza iftelTa per mezzo del te Ventrem vincere mori vfum efl mihl
pos'3nftipgue,&: fHiHolue.Ringrauail Cop Optimum. Nemo contradicat meo decreto.
petta,il tempo, che l'habbia fciolro da gli a-
Ma noi habbiamo rapprcfentato Amore do
morofi lacci in quelco Sonetto. maro fokmente dal tempo, & dalla poucrtà,
Cerche {aerar non f^ffo Altari, e Tempi, come cofe più ordinarie, &• habbiamo da par-
Alato voglio, à l'opre t^e il grandi, te iaflata la dif]ierationCiOccorrendo rare voi
Tu già le forze in quel bel vifo fpandi , te a gli Amanti darfi morte poiché ciafcuno
:
Che fé di noi fi dolorofifcempi. ama la vita propria & fé bene ruttigli Aman
Tu de la mia ve-r. detta i voti adempì ti riconono col penfiero alla morte
non per
L'alterezza, e l'orgoglio à terra mandi, quello fé la danno e però il Caualier Guari-
,
iic.quafi che quella àule fegnodi \'ita,& i Ro afcelb.La Caftrenfè era fatta nella cimaà gui
iriani folcuano dare la ghirlanda di quercia a fa d'vn baftione.La Natiale haueua per orna-
chi hancflc ingueaa difefoda morte vn Cit- menti i legni diroftri delle naui , e quefto è
tadino Romano.volcndo dare rinfegna della quanto bifognaua fcriuere in tal propoiuo
viuàchi eia altrui cagione di viuerc.Soleua per commodità di Pittori.
j-,Ì2v'-!onBs?ter,Pri«[ii9 fi XJlÙk 3S
canto uitrepidamente parentts t»i ius hahet . Da tale obligo,& affet-
4a pi-ecipitio,.d4>ral.tro
uihafta,e maima- to naturare hafce che ciafcuno ama la Patria
«©ticulchi fcimicaire, arine
ancorché' itiinirna; ne fa eccettioncda lo-
xpie^perche cor^ffonda a fimUicucoftanz^,,
fua;,
Quefto Amore della Pa- L'iftcflò replica Ouidio nel primo de Pon-
ra, brutta,& failofa .
maggior 4'ob-
"
DHcitjÓ^ imfzemores non finit ejj'efui:
tpne in Critone,;& Hierocle,è,
alla Patna,chcj. Ghiidmelius RotnAÌScythico quid [rigore peius}
lìao, &l'honoreche li deue
quale prende il no- Huctamen ix tlla Barbarus Vrbefugtt
^iTa Madre,&^l Padie,dal
G^inomen patru impofuit (Pi- Luciano ancora nello Encomio della Pa-
me la Patria .
I*Ìutarco ne li Morali •• At enim Patria, &vt Meo qutdem iudicio non reBe fapit
Cretenfmm more h^uarfì^titriaplHS in te, 2«4 Ghii f^refis P(ttrÌA tem finibus
Ci Alienam
,
'Àiteham IdudattÓ* morihui ^audet alieni s. danno marinigli a,& norma all'archirtctura
Anzi a mio giuditio molto più moftra Tape in erta fi gode la ampiezza delle flrade, incita
ic coluijche conofce la qualit^a de còftiimi,& vcdefi l'altezza de' fuperbi palazzi,obelifchi,.
la difFerenza , che ci e da vn luogo all'altro . colonne, archi, e trofei,in cfla conferuanfi fta-
Onde chi fi leuerà il velo della Patria afFet- tuc rare d'antichilfimi fcultori nominati da_rf
tionedauanti gl'occhi , che bendati tiene , & Pliniojla Niobe con i figli, il Laocoonte,Dir--
chi vorrà dire il vero-fenzapafTionc , confer- ce legata al toro,&: altre mólté,alle'quali s'ag
merà il parere d'Atheneo, ilquale ancorchc_> giungono opere moderne di Scoltura, e Pittu-
Crcco,& Gentile Autore nel primo librojchia ra , chehoggidì alla fama de gli antichi non
ma Roma Patria celcfte, Compcdio di tutto il c?de, oltre corfo confueto del Tebro Rè de*
il
Mondo . Celefte in vero non tanto per la bel- Fiumi, vi abondano copiofi aquidotti, e fcor-
lezza, & amenità del fito,& la foauità del Cie ronodiuerfi capi d'acque , &: fiorifconodcii-
lo, quanto perche in quella ha voluto fondare tiofigiardini per li fuperbi, e fpadofi collie Si?
la fua Santa Chiefa il Creator del Cielo, & ef- quello che importa più flanno in piedi infini^
<a è refidenza del Tuo Vicaiio,che tiene le chia ti monafterij, lòchi pij, Collegi), e Tém'pij ve-
Ili del Cielo.&vidifpenfalitéfori celefti, Có- ramente Diurni, e Sacrofanti. In quanto alla
pendio e poi del Mondojpoiche in quella non Corte di Roma alfimigliar fi può^lla Hieraf-
folamente concorrono »oltitudine di genti chia celefte, fi come Pio Secondo pratico nelJe
da Francia, e Spagna,mà anco vi fi veggono corti Regali, & Imperiali l'afiomiglia nellau^
Greci, Armeni, Germani, Inglefl , Olandefl, Apologia,che ferine a Martino . InRar C^le^^
Elueti|,Morcouiti,Martiniti,Perfìani, Africa- fiis HiirarchiA diceres Rt/manam curiam y^H-^
ni, Traci, Mori, Giaponefi, Indiani, Tranfilua- tuere, ^
circue Mundurft, perluRra l'rinei^ ^
ni, Vngari,& Sciti,appunto come dice il fudet pum atria,^ Regum aultu introipicito ,^/ì qu»
te Arheneo . §l»andoquidem in ea Vrbe gentes eR curia fimilis Apo/iolicA rèfer nobts.ln quaii-'
étiamtctA hubitant, vt Capadoces ,Scyth£,Fon- toanobiliffimi ingegni, che concinouamente
ti tjationcsj ^nlis. compltires^ quartini coacur- vi fiorifcono è fuperfluo il ragionarne; poiché
j'ui habitabtlis totius tem populus eR. In que- inefl"a,& nafconofelicifrimi,& venuti di fuori
lla guifa tutte le parti della terra vengono ad fi affinano, come l'oro nella fucina quindi è :
cfl'cre volontariamente tributarie del Tuo fa n- che molti giungono in Roma gonfij,& pieni
gue,de fuoi figli, & cittadini a Roma,come_j difuperbia,5c prefontione di fopra faperc,chc=
vapodel Mondo,perloche con molta ragione poi fi partono hnmiliati pieni di Ihipore, n^*
tuttauia chiamar {\ può Afilo, Teatro, Tem- mette lor conto il dimorarui,perche vi perdei
pio, Si. Compendio dell' Vniucrfo, & potiamo no il nome,comc lifiumi,che entrano nel ma-
coiifciniarc, quello che afferma il Petrarca_s re;Concetto di Pio Secondo nel libro Xl.delli
con tali paro le. Hoc affirmo,quod totit4shuma- Commentari) ^^emadmodum tem flu^
fuoi .
ì7* magnificentid Jv.prtmum domicilium Roma mina quantumuis àmpia profunda nomea , ^
ffì^, ncc cjì vUhs tam remotus terrarum artgu- amittunt ingrejfa m^ire.ita ^ doHores domi ci»
ius^quihoc negct .Et fé ilmedefimo Petrarca ri,Ó^inter fuosilluRres Romanam adeuntes cu.
jn alcuni Sonetti ne dice male ;emenda anco riam inter maiora lumina,nomen ,^ lucem a--
tale errore con Ibprabondante lodi nelle fue_j mittunt Taccia Giudo Lipfio,che nella pri-
.
Parte Prima ?
37
Crucehio, da Pietro Virtoiio, dalli Maniicci, ma dallo afTedior^ era il più nóbile,& hono-
da Fuluio Oifìui RoiTianOj& da alai Italiani rato premio, che dar fi poteflc ad
vn guerrie-
ollèruatori della Romana antichità, fpetial- conforme all'opera c\\e. maggiore non fi
ro ,
mente da AlelTandioab Alexandre. Ma come può fare perche chi gioua a tutto"]! corpo
del-
chiamare Italia incultadi fcritti^fe tutte la Patria , gioua a cizknn Cittadino
membro
f>uò
e altre regioni doppiamente di fcritti iupcraj della Patria. Dirò pi li, che chi da falutead'vn
I
poiché cabondante, &
eulta non folo nell'an- membro,da falute a tutto il corpo , e però chi
I
tica Tua lingua latina, ma anco nella materna gioua ad'vn Cittadino, gioua anco alla Patria
I
volgare,riccadi varii componimcti,& dipoe- pesche vtil cofa è alla Città , &: efpediente la,
I
& dilettcuoli al pari d'Antichi
ileterfe, cultc, ialiite d'vn'ottimo , & gioucuole
Cittadino,
Greci, & Latini, Si pcrnonandar^^gando per per tal cagione; dauafi ancor vn'altra Corona
lo tempo paflàto hoggidì in Ea^iriafola nel
; a chi haueile faluata la vita in battaglia
ad vu
Sacrofanto Romano fenato di Cardinali, vi Cittadino, & faceuafi di Quercia perche do,-,
fono Hiftorici, Oratori, Iunrconrulti,Fiio(bfi, quella più antichi il cibo prendeuano
i
in &
,
e Teologi tanto culti, &: copiolì di fcritti, eh e_^ vita fi manteneuano, come piace ad Aulo Gel-
tutte l'altre nationi di ferirti poflbno confon- lio,con tutto che nelle qucftioni Romane altre
dere, Bellarminio nella hlo fo/ìa, e Teologia, ragioni Plutarco arrechi; Si che l'Amor della
Mantica,e Tofcolìngojarifluni nella lcgge__:, Patria deuc pnmierair.ente in genere abbrac-
Afcanio Colonna nell'oratoria facilità di nati- ciare tutta la Patria, &• fecondanamente infpe
Uà facondia Romana, & il Ba.-onio nell'Hifto tie ogni Cittadino per maggior vtikjconfola-
ria, di cui (ì può dire, quello che del Romano tionc, &
quiete della Citta .
Varrone dille S.Agoftino lib.6.cap, i.delhi—s precipicio vicino alli piedi, con quali con
Il
Città di Dio Tatn multa legit , vt aliquid et
. culca intrepidamente le armi,fignifica, chc_^
fcribere vncaffe miretnur tam multufcrtpfit , , non C\ prez2a niun pericolo di vita per Amor
^uam multa, vix (juemquam Icgere potuijje cre- della Patria,comeAnchuro figlio di Mida Rè
damus. Se fi volcfle poi numerare altri Au- di Frigia,& Marco Curtio Romano,che fpon
tori Italiani , &: Romani che , al prefente per taneamente per dar falute alla Pania loro Ci
Roma Hanno nelle Religioni, nelli Collcgij , tolfeiodi vita precipitandofi nelJa pellifera
nelle Corti , & cafepriuate,
/cnza dubbio an- apertura della terra, & mill'altri che in gene-
daremo in infinito, &tantopiùfe voicfiìmo iole imprefe hanno fparfo il fanguc per la Pa-
vfcir di Roma^& dilatarci per tutta Italia, la- tria Neftore famofo Capitano nella i ;. Ilia-
.
«juale per ogni tempo è fiata ripiena d'huomi de d'Homero, volendo dar animo a Troiani
ni litteratij e valorolì, come in fpeticRoma.
fi per combattere centra Greci , propone che ii
Onde con molta rag'one il Petrarca {i tiene_> morire per la Patria e cofa belhi_^.
buono, d'edere Italiano, &; fi gloria d'efl'erc_j Pugnate cotrn nants frequètes qui autè vefirìi
Cittadino Romano, nella fudetta inuettiua_j. Vuineratus,vel percujfus mortem^&fatum fe-
Sum vero Italus Natione>& Romanus Ciuts ejje cutus fuerit .
gì eri or '^d e quo non modo Principes-^Muntiiq^Do- Moriatur , non enim indecorum pugnanti pto
àixit non haiemus htc manentem Ciuitatem , Onde Horatio nella i. Ode del j.lib.difTc.'.
Vrhem Romampatriam fuam facit Ma tor- Dulce, O" Uecorum ejl prò Patria mori
niamo alla figura, &: le l'Amor della Romana Et_ Luciano nell'Encomio della Patril.^
Patria lacerata da certi inuidiofi Autori oltra- fcriile , che nelle efiòrtationi militari vale af-
C J fo^tra.
. , . . . j
C^ dum videtió' cum obierit Ma per mio aui- • pieni di ncue,e ghiaccio. Il petto, i fianchi &
fo poco accrefcimcnto di gloria potè arrecare .
rolfi , &
adorni di varie fpighe di grano, le_>
Sterpfiadejalla memoria, &: nome di Tuo Zio, braccia verdi, &
piene di più forti di fiori, le_>
perche fenza comparatione alcuna, molto^mag colcie,& le gambe con gratia coperte di grap-
gior gloria è morir per Amor della Patria_^. pi, & fiondi d'vue .In vna mano terrà vn ll-rpe
che viuere nelli felteuoli combattimenti Ifth- riuolto in giro, che fi tenga la coda in bocca,
mij,Nemei, Pithij,&: Olimpici cantati da_j> & nell'altra hauerà vn chiodo .
ninno in fepolcri, fé non di quelli cprraggiofì L'Anno , fecondo l'vfo commune comincia
huomini,& donne,che fuflero honoratamen- di Gennaio, quando il ghiaccio, & le neui fo-
te in battaglia morti per la Patria? Saluo per- no grandiflime,& perciò gli fi pone la neue in
che riputaua efl'ère folamente degni di memo capo, & perche la Primauera è adorna d'ogni
iia quelli che fuflero gloriofamente morti per forte di fiori, e d'hcrbe, & le cofe in quel tem-
la Patria Turboflì alquanto Senofonte Filo-
. po fatte cominciano in vn certo modo a fue-
fofo Atheniefe, mentre faceua Sacrificio,quan gliarfi,& tutti fanno pili viuacementeleloro
do gli fu dato nuoua,che Grillo Tuo figliuolo operationi , & però ie gli adornano le braccia
era morto,&però leuofTì la corona ditefta_^', nel modo fopradetto
hauendo poi dimandato in che modo era mot L'Eftate per efler caldi grandi/lìmi, & le bia
tceflendoglirifpofto, che era morto animo- de tutte mature il rapprefenta col petto , & i
,
del figliuolo , che dolo re per la morte , e per- in circolo,che morde la coda è antichiflìma—
dita di elio , quado rifpofc a chi gli die la fu- figura dell'Anno, percioche l'Anno fi riuolge
nefta nona . DEOSprec(itusfum,vt mihi filtus in fé llefio,&: il principio di vn'Aniioconfuina
non ivìmortalis ac longeuus effet , cum incer-
: il fine dell'altrojfi come pur quel ferpe ridot-
Cittadino alle occorrenze pronto, & apparec- vn chiodo , 3: dal numero di quei chiodi poi
chiato di morire con l'arme in mano perla Tua numerauanogrannij& però fegno dell'Anno
Patria,opponendolì a qual fi voglia fuo publi- il potrà dire che fiano i chiodi
co nemico: & invero Ci come l'amico fi cono-
fce alli bifogni, così l'Amor della Patria non Anno .
lì fcorge meglio, che ne gli vrgenti bifogni HVomo,maturo,alato,pcr la ragione detta,
di guerra, ouc chi l'ama antepone la falute del federa, fopra vn carro con quatiroca-
la Patria.alla propria vita, Sclalute. Antico dif- ualli bianchi, guidato dalle quattro .Stagioni ,
fi, perche gli Antichi hanno datofingolare ef- che fono parte dell'Anno, le quali fi dipinge-
fempioin amar la Patria, e moftraco fcgni e- ranno cariche di frutti , fecondo la diuerlità
AJideutid'Ainore,comegU Horatij,liDecij de' tempi
ANIMA
.
Parte Primis- jp
ANIMA RAGIONEVOLE, E BEATA.
DONZELLA gratiofifTima, hall era il Tol- Il veflimento chiaro. Se lucente è per dino-
to coperto con vn fìni/Iìmo,e trafparéte tare la purità, &
perfettionc della Tua efl'enza.
veiojhauràil veftimeiuo chiaro, & lucente; a Se le pone la ftella fopra il capojcdendo che
gl'homeri vn paro d'ale, & nella cima del ca- gl'Egitti) fìgnilicarono con la lìella l'immor-
po Ynaftella—-). V talitàdell'Anima. come riferifcc Pierio Vale-
Béche l'Anima, comediceda Teologi,fìa
fi riane nel lib-44.de' (noi leroglifìci .
lim.fbftanza inuiflbilc agl'occhi humani , e trafparente velo coperta, come anco fcapigl la-
forma foftantiale del corpo,nel quale ella non ta, & il colore della carnagione di lionato fcu-
è euidentej'faluo che per certe attieni efleriori ro,& il velo di color negro *
»4:i3 Infcriio5^
s-\^oì( Parte Prima: 4'
Tnfernojcosl c!fci_j. faua toctìire coifle mani, e rpeflc volte portnia
Noi fé m venuti xl luogo, oh'io t'ho detto. fopra della fchiena tutti coloro,chc ci volcuj.
Che vederai le genti doloro fcj, no caualcare,tra gli altri Plauiano Proconfok-
Ch'hanno perduto il ben deW intelletto . dell'Africa egli proprio lo toccò , &
l'vnfc d'-
Il colore della carnagione, del velo che_> & vnguenti odoriferi , m.i dalla nouirà degli o-
circonda, (igniti ca la pru!atioi>e della luce, & dori fi ftordì , e flette fopra acqua, come mczò
gràtiadiuina Però di/le Dante nel cap. 5. par-
.
morto &• per molti mcfi s'aftenne dalla folita
,
lando della forma, & fìtodell'Inferno,che al- conuerfation'c dal che fi comprende , che iwa
la porta di quello vi (ìa fcritto . perinterefiedi cibarfi , i-nà lolo per piaceuole
Lijfute ogni ^eruma^ } voi ch'entrate conuerfatione gli guflaua trattare con gii Hip
ponefi Di pili nfcrifce Solino , & Plinio in-
.
tori del genere humano,non fono per gratitu- morfichivn piede, fignifica (come narra
dine de bencfitij riceuuti,&: che fia il veroleg Pierio Valeriano nel Iib.j9.) l'humanoappe-
gefi preflb altri Autori, che li Delfini hanno fat tito, il quale gl'affetti dell'animo ferifcono
&
to rifteflb,che narra Paufania con altri , da_^ impiagano , impercche i piedi , Se malfime il
quali non hanno mai riceuuto benefitio alcu calcagno fono gieroglifico ilellc ncftrc tene- *-
tato varie perfone indifferentemente, folo per- Greci ancora quando finfero, che Achille da
che e ili natura piaceuole, trattabile, & amo & fanciullo attuffato nell'acque della palude.»
reuole verfbl'huomo. Perii che d riferilce da Stigia, non patena in parte alcuna cffere feri-
Solino cap.iy.ouero ij.che nellito Africano to, fuor che ne i piedi , i quali non erano ftari
appr^flb Hippone DiarxhitOjVn Delfino lì laf- lauati , lo finfero per manifeftare che egli fa-
rebbe
. ,
vcjito òofFcfojche Vuol dire, mentre che fegui £t quello lignifica, che ella era fpogliata ,
taua la virtù, & l'immortalità fu di qualche-» e libera del timore della morte , che è vno af-
parte de fuoi affetti priiioj &
!yii:g.rcriue, che fetto lignificato per il p.ije,de fcalzx) •
A P P R E N S I V a;
DONNA
chioma
con
giouancjdi mediocre ftatura,
tirante al biondo, vefì:ita_^
mente l'huomo atto all'apprendere , & all'in-
tendere ogni, e qualunque cola apprenfibile_»,
d'h abito bianco, in piede, viuace, e pronta, in & intelligibile che però dille luuenale degli
,
propria della natura iagioneuole,eflendo fola Lirico Poeta iicilafua Poetica dicendo .
lormut
. . . . .
Parte Prima \
43
Ttrmat enim natura priusnos intus adontnes, te.tenga in vna mano l'archipendolo & il com
TortunArum habitus . paflb con vno fquadro, nell'altra tenga vna cai
HorfiWó^HWTtrfcóWef^effo- ta yttetielìatitìfegwata la- yianta d 'yn palazzo
Etapprefl'o
rifte(ro,mentre i|ntrociiice quel Phemio mlifì- con alcuni numeri attorno .
xitì. • :'/_• ' - '- -r.^ . memi d'Aritmerica, & Geometria, dalle qua-
Sì rapprefenta di mediocre ftatura , sì per- li, come ancor dille Daniel ne fuoi commen-
che come Platone, la mediocrità è otti-
din'e tari], ogn'artificio prende la fua nobiltà Per .
•main tutte le cofcisì ancora perche la mode- quefta cagione tiene la f(|uadra, & il compaf.
rata ftatina delle membra arguifce moderato lojiftromenti della Gcometiia,& i numeri,
temperamento de gli h umori, come ri ferifce^» che appartengono ali Aritmetica, fi fanno in-
il Porta ntl Tuo bellillìmo trattato della Fifiò- torno alla pianta d'Architettura, che elfa. tiene
nomia al lib. i.cap. i. e per conreguen7a buo- nell'altra mano L'archipendolo,ouero per-
.
tuainem, egregiam aftimorumfuùtilitatem, ^ mia Elfi dipinge d'età matura, per moftrarc
.
D O NNA
Ì2aude»6c con
di matura età con
la vefte di color canjjian-
le braccia_^ & vn badile, 11 fortificare non e flato trouato
per altro le non che pochi ILpoflbno difende-
i
re da
,
r:?«''*i
re da molti j com'anco per rafrenare i populi ti, quantola poilcione che fi connlenedi for-
& tenere il nemico lontano, & per quefto la—j^ mare fortezza,
!a &
e anco quella che prende
fortificatione è rtata tenuta non foloarte ; ma le piante dicfia fortificatione , La tauola con
fcienta , perche e quella che inueftiga tanto la figura fopradetta fopra la quale è la rondi-
nelle difcic , quanto neiroffcfe afTicuranclo il ne, lignifica che volendofi fabncare la fortez-
fìardel Prcncipe, &
i populi infìeme_j. za, iì deue efaminare bene il fito , torre la_^ &
Si rapprefenta d'età virile , perche in efla e pianta , & fopra di quella formare il difl'egno
la vera perfcttione del fapcrejoue confifte la_^ fecondo il bifogno di quanto s'afpetta ajl'ope-
difefa,& vtilc vniuerfale^j. radi tanta importanza, & imitare la rondine_>
L'habito nobile di varij colori denota l'in- perciòche come narra Pierio Valeriano ncJ
tclligcnza delle varie inuentioni che confifto- Zi. libro de fuoi leroglifici percflà vuole che
i
rio nella fabrica militare, Gli fi dà la collana figiii fichi vn'huomo che fiaftudiofij , &: dato
d'oro con il Diamante perciòche fi come Toro all'edificare, & che habbia fabricati grandi e-
fra i metalli è il più nobile. Così l'Architetu- deficij ; com'anco Cartelli, Città, & altre fa
ra m.ilirarefra le f'ibrichc è di maggior fViina, briched'arte,& d'ingegno. Gli iì mette a can-
iz valore, Com'anco il Diamante, il quale fra to la Zappa & il badile , perciòche fono 1: 1.
le gioie è la più dura, &; forte, così parimente primi Ibomcnri per foitincarc, come quelli
la fortezza, e la più nobil gioia del Prencipc , cl'.c principiano i foilì, &; li fondamenti, Cc-
come quella che l'aflìcuia da i colpi del nemi- m'anco per elpugnationi conduco no lotto alle
co; Tiene con la deiha mano la bulVula la qua- fortezze i nemici delle trinciere_^.
le è dii'tfa in 360. gradi con la fua Calamita AFFETTIONE,
per e ficr quella che opera tanto iccondoi vcn» Vedi Bcucuokuria .
ARDI RE
. .
A R D'I WM (•"n'
A ©W AT^I M<!y,^E'T G E NE roso;
..":! Jii:5iO
VN èiouan^di
vilò , hauerà
ftatura robufta,e fiera in
il deftro braccio armato
a cauallo in qualche mafchcrata,ò irialtro,{e
gli farà la lingua in mano^ & il Leone morto'
col quale. cacci per forza con gagliarda atti- fopra il cimiero
tudine la lingua ad vn gran Leone, che gli ftia Ardire "vltimo,^ ^eeejptrio
lotto le ginocchia II reftante del corpo farà
.
HVomo armato di tutte le armi,ò fia a ca-
difarmatOj& in molte parti ignudo- Il che al- uallojò a piedi con la fpada nella deftra
lude al generolb ardire di Lifimaco figliuolo manojintorno alla quale vi farà quefto motto.
d'A^atocle nobile di Macedonia, vn de fuc- & PER TELA PER HOSTES.
Ceflori d'Aleflandro Magno,che perhauer da Nella (ìniftra mano vno fcudo,oue ftia fcul
to il veleno al fiio Maeftro Calliftene Filofo- pito.ò depintovn Cauallierojchc corra a tut-
fojdimandatolida lui per leuarfl dalla mifcria ta briglia contro l'arme lanciate da i nimici
della prigionia, in cui l'haueua confinato Alef con animo ò di fcampare combattendp , òdi
fandrojfù dato a diuoraread vn Leone,mà co rcftar morto valorofamente fià i nemici.
l'ingegno fuperò la fiera & confidatofi nella
, Et intorno all'orlo di detto feudo vi farà
fiia forza, il deftro braccio,Ghe egli fegretamc fcritto quel verfo di Virgilio :
te s'era armato , cacciò in bocca al Leone , & Vnajklus viBiSynullam operare falutem
dalla gola li traile per forza la lingua, reftan- Quefto, che noi diciamo vltimo,& necelTa-
donela fiera fubitamente morta. Per Io qualc_> rio araircjè vna certa fpetie di fortezza impro
fatto fu da indi in poi nel mimerò de più cari pria cosi detta da Ariftotele, perche può efTe-
del Re Alcflandro,& ciò gli fu fcala per falire re,& fuol efl'ere pofto inopera ordinariamente
al gonerno de gli ftati,& all'eternità della glo ò per acquifto d'honore, ò per timore di male
ria . Volendo rapprefentare quefta figur<i_j> auueniie, ò per opera dell'ira, ò della fperan-
za, ò
,
manoten^a con bella gratia vna tauola piena lecofe;& Dio dal quale non procede cofa,ché
de numeri, & con l'indice della deftra moftri non fia giufta,il tutto fece in numero, in pe/b,
detti numeri .
&. mifura . Si fa d'età virile, perciòche fi co-"
'
nclqual confifte quclì;'arte,è da loro chiama- l'Aritmetica è perfetta nella qualità {Iia,L;L.i!>
'
to Arihmos .
— ditierfità de' colori dimoft-ia che qué{1:'arre_y>
cuni Filofofi credeuano che da elfi tinte le cofe alia Geomctria,&a tutte l'altre fimili; Gli,fi,
dà per
.
UOj II mot?o.ch'èauiire(ti"€mità della vertè-» uà nella miiEca, è ne' verfì de Poeti, La fecon-
P M
A R y,- &, l P A Ri .dicliiaia che cofa iìd_^ da Naturale che lì troua niella compolitione_>i
jjji^la.ciiedà tuttaTUdiiierruà de gli accideii- delle cofe,La terza Rationale^che h troua nel i
iik».queft'aittj& tiutede dimoftrationi. Tieae l'anima, & nelle fueparti , La quarta Diuina,
conia fuiiftia ;nano la taiiola fòpradetta Se , che fi troua in Dio,e ne gli Angioli, & quello
con l'xndke della deftra moftra i nunien fodet bafti intorno a quefta materia • Pernon-cfl'e»-
finiftra vna fcure. Arirocratia èilgouernod*- Il fudetto veftimento, & Io ftare a (eder»_t
kuoiiiini nobili guidato da loro con ordine v- in vn ticcho feggio con gran maeftà è rappre-
fcntare
. . ,
re vnita per mantenimento , & benefìcio pu- ììec domt44 nec Re^ublica-/Iar€ potefl,ftÌH ed'
blico> onde Euripide dice, Intefttnum oboriri »ec recìe faHis prtmia e/ient vUa, nec fupplicitl
éeUum/olet hominibu* inter ciuetfi ciuitas def- peccatisjSc Solone (bleua dire_j.
fenferit . Illam ciuitatem optine habitari, in qua vi-
Et Salluftio In beUo iugurtine, anc'cgli co- ros bonos h onori bui affici: contra aute^ imprP'
si dicft^ bos paenismos fuerit .
Concordia parué rei crefcunt dìfchdianni- Il raorioncjche tiene con I?finiftrajil baci-
xima dilahuntur le , & facco pieni di monete d'oro, con l'altre
&
Cicerone nell'Epift.ad Attico. ricchezze denotanojc4»«feHza le lor armi, &
Nihil viro bonoj quiete, ^ ^
bono dui ma~ danan , malamente fi conferiiàno le Republi-
gis conuenit , quam abejfe a ciuilibus contro- che,e moflra di profondere anco li danari,per'
uersijs che , per conferuarela libertà non fi deue ri-
Tiene la ghirlanda, di Lauro pcrdimoftra- fparmiare la robba', poiché come dice Ho-
rc premio che foleuano dare a quelli chlba-
il ratlo
euano oprato in beneficio della Repu^lica_^
Cowe
ARMONIA.
dip'mfa in Firenze ddl
Non bene prò tato liberta venditur aiiroVr'
VNA'
. .
Parte Prima. 49
VNA vaga,& bella donna, convna Lira
doppia di quindici corde in mano, in ca
HV o M o armato,d'afpctto tremendo, con
l'elmo in capo , con la deftra mano tie-
po hauerà vna Corona co» fette gioie uittt_> ne v« jcjiq ne p di lancia ppfatoalla cofcia', 8c
gualijilveftinicnto è di fette colori, giiarni- conlafiniftra vno fcudo,in mczo del quale ti
i'to d'orOr& di diuerfe gioie-». è dipinta vna tefta di lupo
A R M £. Eflendo qucfta figura Amile a quella ài
Ctme dipinte in firenz.e dal Grun Duca Marte fi potrà intendere per efla l'arme, come
Ferdinando • Dio d'eflc_*.
A R R O , Q N
D ARTE
,
pera nell'EfFetto. -
Donna di età confiftente/uccintamente-»
man fimftra L'habito poi dell'intelletto, e di
due forti ;
vercle,Ndla
veftita di color contemplatio-
l'habitofpeculatiuo , che è la
tenghi vn palo fitto in terra al quale vi fia le- quale per hora
cui fine è la ScientiaAl
gata vna pianta ancor nouella,3c teneraj& nel ne,il
non parliamo; L'altro e l'habito dell'uitellet-
la man vn penello,& vn fcarpello.
dritta conlegui-
^
to praticojil quale ha due Rrade per
L'Arte è vn habito delMntelletto.che ha ori pnmae 1 iiller
fuo fine che è l'Operaita
ginc daIl'vro,da|irecetti,ò da ragioni, che ge- re il
dal qual^
citio continuo nelle cofe fattibili ,
neralmente fi eftercità circa le cofe neceflane habile, &
all'vlb humano , Quella diffinitione e canata
nafce l'habito facendo Tintelletto
e la lui-
pronto nell'opeiatiom; L'altra parte
da Diomede,da Arift.nel é.del Ethica,&da_^ verità dell'opera, &
denza, la quale ordina la
S.Tomafo i. z.q. 37. ma per efplicarlaa par- ^lle fueattioni.
fa che l'Artefice fia regolato
te,dircmo che quello nome Arte può figmfica
hmilitudine Habbiamo detto^che ha origine dall'vlo^pic-
re tre cole, Prima il Concetto,o che queita
cetto^o ragione doue è d'auuertue
cioclaimaginata,& conceputa forma dellt-> duecofe^Pnma 1 e-
parola vfa puòfignificare
cole nella mente,& in quello pi'imo modo
di-
fperientia. Seconda l'eflercitatione del arteh-
ciamo cheè habito dell'Intelletto; Secondagli
lo dice il
Che l'efperientia fia neceflana ,
Magifterio,oArtjfitio con quei modi nel ope-
ce:
experten
Filofofo ìih.z.demo/irationum ex tpfa
ra eiprcflbjco quali era nell'intelletto l'arte
i
& Marn-
tur omnis artis,&fcientuprinctpta,
come habito,Terza rOpera,o l'ElFetto con r-
che diremo l'Arte efiere iloPoeta , r
Artifitio formato; Si •
(xperientia fectt
•
Parte Frimài fi
ixemplo moflr*nte vìam temparticutartum finalmente diciamo che (t
. Et iì Cardano nel i.lib.delle contradictioni eflcrcita circa le cofe neceflarieal viucre ha-
così dice . ^^ experimento prodit ars,cum ani- manoj& perche le cofe neceflarieal viuerhu-
fHafuerit confirmatum, Che l'vfofìgnifichi an mano fono molte,& varie,quindi è che le Ar
col'Eflercitio, &
che fia nell'Arte neceflario ti fono anco varie, Arift.'.ledilhnfe in tre forti
!o dice An{\iMh.i-M.cthaph.czf.i.Verumvfu mentre dilTe: Ars vtens v* nauigandi, peritia,
Mtiji exercitatiàìte hokninibus ars,& Scientirc^ operanti -vtquifecat ligna,^ iPhperantt 7 1 Ar-
compuratur , il che anco conferma Vegetio li- chittetura, Vintone, le diftinfein due cioè, quéi,
bro fecondo dere militari,Omnes artes omnia. faciunt opera, ^
qUA opéribus vtuMUf.
que opera, quotidiano vfo,^ iugi extrcitatione Ma per hora non voglio pigliamo altra di-
froficiunt
'
Sc'ofleruationi, & perqucfto dice, Diomede_> l'Arte fi dipinge di età virile, prima perche_>
che fi Alce , Ars qum ariiis prjtceptis, (^ regulis vn artefice giouane non può hauere efperien-
cuABa cohkludat :
•
tia di molte cole, per non hauere eflercitato
Che fi trouinò Arti che fi feruino delle ra- molto tempo il vecchio poi per la debolezza
;
gioni lo dice anco l'irtedb Aiiftotele con l'ef- delle forze non può mettere in efl'ecutione_>
lempio della Poefialib. i.Poct. Ars poetica, e fi quello che con la fua lunga fatica ha impara-
nrs fationalis, Se veramente, fé ben pare che_j to il che accade particularmcnte nelle Arti
,
tutte le Arti habbino per fondamento l'efpe- Mecaniche, & come dice Xenofonte in occo-
lientia comefopra habbiam detto, bifogna an- nomo (parlando delle Arti Mecaniche) Ener^
co che fianò accompagnate dalla ragion«_5, uatis labore memlris necejfe eft animos debilij
fenxa'della quale ninno artéfice potrà bene o- tari (^ quodammodo laborart^.
,
/
'
perare, Outle Triuerio nei;Ajk)phtegma li. Si verte di color verde per molte 'cagioni
dice_.'-
'
'Prima perche per mezzo delle Arti tutte l!i_»
^^anto fórtior dextra manti fini FlrcL^y cole necefiarie al 'viUer humano vengono à ri-
Tanto potior eft ratio tpfa experientia^, farfi dinuouo,quando per l'ingiuria dd tem-
Di quella ragione hanno bifogno le arti li- po vengono confumate a guifa che la Natura
'b€rali,& più nòbili, le quali fi ponno chiama- ogni annoriuerte la terra di nuoue herbettc_j,
re fcientiepraticht^ciò-è (Confermato da Ari- & li alberi di nuoue fiondi, Seconda perche l'-
ftotelé 6-^thìc.Ars efi habitus quidam facien- artefice d«uc fempre ftate con fperanza di ve-
di cumveraratione^ & al f.dclla Metaph.^rf nire a maggior perfettione delle fue opere, &
eji operis r<?//(?,il fimile pare chedica S.Toma- in ciò mettere ogni ftudio,& diligen7a,fe non
fo i.i.(i.37.art j.
'
' vogliamo anco dire,il che fignifichi la fperan-
^ '
jirs efi recla ratto faShibilium . za, del honore,vtile, & guadagno, che l'artefi-
Habbiamo detto che generalmente fi effer ce tiene di riportare delle fue fatiche, Terzii-^
cita per intendere l'habito dell'intelletto in
j per figflificare la frefchezza dell'inuentioni
potenza ad operare, & non l'atto cioè oper-a la viuacità dell'ingegno, Scie giouanili fati-
dell'Arte , da- quella più torto fi può chiama- che, che in vn buono-artefice (\ ricercano, oltre
re efpeirimento delì'Aì're effondo vnacofa-par che anco può fignifitare vna patientia , o vo-
ticu'lare. Se perquerto dilìc ilfilofofoàl loco gi-iàmO dir pertinaci'a, che ferrtpre fia fréfcajc
citato Ars ejì' imiHerJcflium^ experieftfm' au^
.'
Werdeneli'epérare & a quefto fignificaro pi-
;
- i i '-'
''-
D 1 fflia
. .
vtile «.juale dicemmo di fopra eflere jvna fpctie La fiamma del fuocofi poiì€,come iftrunic-
del bene, che è fine, e meta dell' Arti, QucA'- to principale delle cofeartificioferper che con-
Artc da Xenofonte fu chiamata tra tutte le al- folidando, ò mollificando le materie , le fa_v» j
tre preclariffima , dalla quale viene fommini- habili ad eflere adoperate dall'huomo in moj t
oggetti fenlìbili,/';^«r^ e/i omnium qua, viuen llra II copello dell'Api come dicemmo, cllai-
?«r /w«r«//odifl"e Xcnofonte,& Platone \\h.de do, che quelli animali fono il geroglifico del.
pvlcro,FiH.iTA opera tamquam v:ue/,tia extat l'Artificio , & della diligenza e pero ben diflt
La .Scoltura poi tutte le membra intiere_j Salomone-».
formando , non altrimenti di quello che la__5 Vade ad Apem &< difce ab ea quam labcrio/M
,
Natura palpabili le fa,non fblo l'occhio,mà il fit operatrtx E Virgilio anche egli elegante-
.
tatto ancora pienamente fatisfa. Onde quelle mente defcriue l'Artificio,& indullria dell' A,
dui nobiliflfime Aiti fi ponno forellc chiamare pi, nel primo dcll'Eneide^& più copiofamente
come nate davno ifteilb padre che e ildilfe- nel 4.della Georgica cominciando dal princi-
eno, & hanno vn ifteflb fine cioè va artificio- pio a cui rimetto al Lettore , perche anderei
ia immitation della Natura_s. troppo a lungo, balli dire,che volendo canta-
Arte. re de l'Artificio,& indullria naturale de l'Api
MATRONA con vna manouel]a,& vna_^ Virgilio inuita Mecenate ad vdire cantare di
lieua nella mano delira , & nella fini- tal materia, come di cofa grande, & mirabile.
flra con vna fiamma di fuoco. Hanc etiam M4.cenai afpice partem
Tutte l'arti che vfano irrftrumenti , & ma- Admiranda tibi leuium ipeéìacula rerum
chine (che fono molte) riducono la forza del •
Magnanimosq; duces totiu^qj ordine gentis
le ioroproue alla dimoiltationcdclciicoloj e Moro4jet/ÌHdia,0>Fopulos,& Prdia dicam^
ASTI-
»s*;-^
^^ '^1 '
Parte Prima- 5-3
A R T I F I e I o
DONNA, che con la deftra mano fi ferri Horatio nella Sat- i.lib-i.così dicendo.
la bocca & con l'altra moftri alcune_j»
, jiccipc nunc vtclus te/iuisyqu& quznt^ia^fecHm
viuande delicate' con vn motto^che dic-u^. Ajjerat tn primi s,vizleas bene^num variAres
Vt noceunthomini credm memor illius efcA
NON VTOR NE ABVTAIl. 'gluAfitnplex oltm tibi fcdeYÌt,ac fimiil ajjìs
Mifcueris elixafimul conchylia tu:dis:
Permoftrare, che il mangiare co(è delicate Dulciafein òilem vertent fìofnacoq; tumultH
fa fpeflb, & facilmente precipitare in qualche Lerjtiiferet pttHÌta, vides, vt pnllidus omnis
errore, come l'aftenerfcne fa la mente più atta Cina defurgat dubiaìquin corpus onufltitn
alla conttmplatione,8<: il corpo più pronto al Hefternis vitijs animum quoq; prAgraunt vnx
l'opere della virtù , &però dicefi eller l'Afti- Af% ^iJT-git hiimo diuiTìA particulam aursi
j
nenza vni regolata moderatione de' cibi,qua- Alter vbi dicìo citins ctirc.tzjopori
; to s'appartiene alla fanità , necefTìtà, qualità Membra dedit: vtgetusprAfcripta admunit-j
delle peifone,che porta ali'animo,cleuatione furgit .
D A SS I-
, .
VN le
A Vecchia, la quale tiene con ambc_j
mani vn tempo d'horologiOj& a can- to
Lo Scettro dimoftra,che le ftelle in vn cer-
modo hanno fpetie di dominio fcprali cor-
to vi è vn rcoglio circondato da vn ramo d' pi fubliinari, & con queflo rifpctto for.o confì-
cllera_j. dcrare dall' Aftrologo •
ASTROLOGIA. Afirologia .
DONNA veflita di color celefte con vna_.s DOnna veftita di color ceruleo , con l'A-
il com-
.
Parte Prima.» l
ry
il compafìfojper e/Ter proprio Tuo il miriirare_> menti , & le ali a gfhomeri fi pongono per U
i Cieli,& confiderare le mifure de' loro moni- ragione già (ietti-."».
che con la delira mano tenga vn'Aftiolabio, che rAftroncmia ( fecondo il parere di Ifido-
& con la finiftra vna tauolaoue fìanodiuerfe.^ ro,& d'alcun'altri) è molto differente da l'A-
figure alhonomiche Aftronomìa è regola,
. ftrologia, perciòche qiiafi come Theorica trac
che confiderà la grandezza, & i moti de i cor- ta del mondo in vniuerfale, Delle sfere, & de
pi fiiperiori cioè i Cicli, & tutte le ftelle . gli orbi in farticolarc,Del fito,-!elmoto,c dei
veflimento di colore pauonazzo tutto
Il corfodi quelli, Delle rtelle fiflc, & de gli afpet
{Iellato ne dinotala notte , nella quale fi veg- ti loro. Della Thcoiica, de i Pianeti,' De
ll^j
gono più facilmente le ftelIc,non ed'endo elle Eccliflì,Deirafie, De poli, de Cardini celefti.
rifled'e da raggi del Sole,& perciò fi viene al-
i Dei Climi, opiaggic degli Hemifperi,Ds_»
la dimoftracione più chiara del leuare, de] tia- Circuii diuerfi, De eccentrici, Di Concentrici,
mórarc,& dei modo di elle ftel!e. Tiene il vifo de epicicli, De retrogradationi,D'accefri,Di re
riiiolto al Ciclo efiendo che il fiigettodi que cefiìjDe rapti,& d'altri moti & cerchi de mo-
fla figura, fla Tempre con il pcficro elleuato in ti, con mill'altrecofe, pertinenti, a i Cieli, Se
alto per fapcre,& intendere le cofe cekfti alleftcUe.
Gli fi dà l'Aftiolabio perciòche con cfCofi ASTVTIA INGANNEVOLE.
viene eflatamentein cognitionc de le mifure
& diftanze di tutte le figure de Cieli i .
DONNA di carnagione
veftita di pelle di volpe,e farà
molto roda, tenendo vna
D 4 fimia
.
ATTIONEVIRTVOSA.
HV O M& O to ,
d'età virilejdi belli llìmoafpet
che le parti tutte del corpo lìano
magratia vnlibro , &fotto a vn de' piedi, al
Parte Prima.
57
f^pondeiitea tintele parti ceipo con pro- ad Che sacqtùfla ben pregio altre che d'arm?_j.
"portionata bellezza ne dimorira chclagiocon Tiene fotto il piede la tefta di morto per
di-
dita che appare neli'afpetto dciriuiomo bello, moflrare,cheI'Attion virtuofa Tempre vuic,&
fìa inditio nella beltà fimile a quello che fi ve- mentre dureranno i fecoli c^ k- fcritture viJrà
de di fuori; Cr attor efìpulcro veniensin corpvre eternamente: onde Plauto SOLA VIRTVS
\'virttit,àìct Vcr^ilio nel /.delle Eneide^Sc A-r EXPERS. SEPVICHRI.
'
liamentc ne fegue^chc anco l'nttioni fieno bel DONNA pallida,^ brutta con capelli
ne-
le, & virtupfc I chiari, & rifplendenti rajrgi gri, farà macilente , & in
habito di fer
che li circondano il capo , ne denotano, che fi
uà & legga in fronte la parola
le Ci
,
tk^to;
[ come il Sole rifplendc in tutte le parti, ouc eoli Cloe Pluto quale fu creduto DiodeJle ric-
il
f girà.così l'Action virtuofa fa che l'huomofla chezze Sarà cinta di vna catena d'oro,
trahen
[
chiaro &
rifp tendente, ouc la fama Tua vo1.l_^ dofene dietro per terra gran parte.Moftrer
\ Jc
confonora tromba , fed fam^m extendere^
la mammelle ignude piene di lattc,& hauerà va
faclis hoc virtutis c^itt. dice Vcrg.ne.l decimo
, finciullo quali di dietro, magro & di
ftracci ,
Eneidc.Si-ii cinge il capo con la ghirlanda d'- non a baftanza veltito che con la deftra
mo_ ,
Amaranto pcrciòche quello fiore noi) perde_> iìn di fcacciarlo,per non dargli i] latte
delle_,
[
mai il Tuo viuido, &
natiuo colore, & colto fi mammelle,alle quali hauerà la man finifha
m
conferuajSc non infracidifce mai, anzi quan- atto di tenerle flrette .
,'
tunque fecco bagnato con acqua riuiene nel Pallida fi dipinge , perche
l'impallidifce il
fno primiero ftato & fé ne fa ghirlande nell'- continuo penhero di accumular teforo
con ap
inuerno,Pliniolib.ii.cap.8.fimile è la natura petito infatiabile di fare fuo tutto
quello, che
dell'huomo virtuofo perciòche non (blo dcge- è d'altn,fenza hauer riouardo,(") a forza
di le?
nera,dallcbcllifnme qualità fue, màfeparata gì, o a conuenieiiza di lòrtc alcun.i_%
l'anima dal corpo, le fuc chiariiTìme attieni E,' ancora la pallidezza
eflfbtto di timore,
il
reftano , &: f\ conferuano a perpetua memoria quale lU fempre abondantilllmo
nelle vifccrc;
con quella faprcma bellezza , & gloriofb no- dell'huomo auaro, iion fi fidando
d'alcuno &
me, che fia polllbile maggiore.^. molte volte a pena di fé medefimo
perla ^do
Si rapprefenta armato, & con la deftra ma- fia,che ha Ai non perdere vna
minima pauicel
no tenghi l'haftr^ rotta , nella guifa, che hab- la di quello, che poflìede_j. •
biamo detto per dinotare , che il virtuofo con L'habito feruile,& fozzo,& la
catena d'oro
l'attioiufue èfempre conrrario,& combatte_> acconcia nella maniera,che dicemmo,c
fea„o
continuamente con il vitio fuo perpetuo nimi- manifello dell'ignobile, vii feruicù della- &
co , che per tal legno dimoflriamo lofpauen- uaro
teuole ferpente morto, <Sc pallato dall'haft;i_^; La fcritta della fronte,ci
dichiara,che l'huo
& però con tal dimoftratione facciamo chia- mo 'auaro in tutte le fue attioni
(i fcuopre per
ro,che non baila il volere alla peyfetcjone del- quello.che c,ne Ci sa celare in alcuna
cofa. Et
la virtù, fé non (\ mette in eflecutione, onde_j per oileruarfi queflo coflume negli
fchiaui, fi
Cicerone i.de off. tìommis virtus in aéfione^ moftra la conditionede gl'auari,
medefima-
eonfijìityjr' Seneca de Ben-Virtta nonrecipit/or mente fchiaui della ricchezza.
didum amatorem . La catena dell'oro,che Ci tira dietro,
ci mo-
Il manto detto paludamento d'oro fignifi- ftra,che i tefoii,&
gran facoltà,a chi ben có
le
ca,che l'Attione virtuofa è difficile operarfi da fidci-a,loiio pefo facicofilfimo,&
impaccio m©l
chi viue ad vfo d'Artefice, & a perfòne media to noiofo,& il fanciullo fcacciato
moftra, che
nich2_>. non e alcuno veramente auaro, che non
Ci.^^^
Tiene con la finiftra mano con belliflìma_^ infieme crudele Et e/fendo Ja Maeflà di Dio
.
Il lupo, come racconta Chriftoforo Ladino, fittm multiplicat qui cum ect , qu£ appetit a-
e animale auido, e vorace, iJ quale non fola- deptusfuertt,ad obtiìienda alia amplius anhe-
niente fa preda aperta dell'altrui, ma ancor.uj lat Et Seneca ancora :^««ro deefl,tam quod
.
con aguati, & infidie furtiuamente, & fc non habet,qi'-Àm quod non habet .
è fcopcrto da pallori ò da cani non cella fino
; La magrezza del lupo dinota l'infatiabilc_j
a tanto, che tutto il gregge rimanga morto , appetirò deirauaro,& l'inconueniéte tenacità
dubitando fcmpredi non hauere preda a ba- della robba,chc pollìedc. Onde Dante nel pri-
flanza,così l'auaro bora con fraude,& ingan- mo capitolo parlando dell' Inferno così dice :
no,hora con aperte rapine toglie l'altrui, ne_j Zt ha. natmmfi maina già , e ria ,
però può accumular tanto, che la voglia (I.l^-) Che mai non empie la bramefa voglia^
iati.i-^. Et dopipafìo hà^tufame rhepriruj.
Dipingefi a guifadeU'hidropico; perche, fi Sì fa con la borfa ferrata godendo più nel
,
come queftonon ammorza mai lafete per lo guardare i danari, come cola dipinta per dilet-
bere, ma l'accrefcejcosì l'auantia tanto crefce to,che in adoperali come vtile per necejhtà,&
neirhuomo,quanto crefcono i tefori,però dif- molto a propofito mi pare in quefta occafione
l'Zpi-
. .. . . .
.'
Parte Prima
S9
rEpigramma di Monfìjrnor Barberino Chie- me perfmorzarfi la fetcfecondo il detto d'Ho
rico di Camera, & hora nieritiflìmo Cardinale ratio .
di nobiltà, valore, fpecchio, ornamento al & Tantalus a labris fitiens fugientia captai ,
fecoJ iioftro Creato Pontefice con no me di
.
Pluminct-ì'^
Vrbano Vili, mentre fi riflaippaua queft.i_^ con quel che fegue , & fimilmcnte Petronio
:
opera alli ó.d'Agofto i6i}, Poeta, come riferifce Pierio Valerianoncl lib.
Vtpiircasoptùuitiéii,tjutdnonparcis a» vnqua, y. nella parola /)e<^fx cosi dice_>
3
Atigendi cefifus terminus z/nus erit ? Nec hibit tnter aquas, necpoma patPtia carpita
Befine dtuitieu fulno cumulare metallo . Tantalus infelix quemfua veta^remunt
Tarn tibi dee/ìyquod habes, quatn qHod hahere Diuitis hs.c magni facies erit omnia late ,
ncquis , 6^i tenet ^Jicco concoquit orefamem .
pia della terra, della quale Ci pafce, nondime- diabolica pcftc.che quello che l' Auaritia ruba
no Tempre teme,& fiaftiene da quella deflde- a gli altri,lo toglie anco a fé fteflà, onde nell'-
randone Tempre più . iftefl'a abbondanza rimane più pouero d'ogni
Confifle fecondariamente in acquiftare per mendico, perciò Horatio nel primo libro dei-
vie indirette più di quello che li conuiene,non l'Epiftoledics-^.
hauendo riguardo non folo a difagij,& incom Semper auarus eget
modi (ancor che grandilfimi fieno) màalla_i) L'eflcr magra, & pallida altro non dinota.^
propria vita,che però fi rapprefenta mal vefli- che la continua, &: infatiabil fanie,per laqua-
tajfcapigliata , & fcalza,onde il Petrarca nel le gl'infelici inclinati all'Auaritia continua-
Sonetto I jS.così dille_>: mente fono tormentati
Cornei' Juaro, che' n cercar te/oro La tenaglia, che tiene con la deftra mano
Con diletto l' affann dtfacerbcL-i. moftra, che fi come detto ifhomento ftringe ,
Vltimamente confifte in ritenere tcnacemé fcmpre a sé, così e la peruerfa natur<i_^
è tira
te le cofe fue , & perciò fi rapprefenta nell.u^ dell'empio auaro,ilquale non lafciamaiocca-
borfa ferrata,-?. non facci
fione,che il mcdefimo effetto, non
Auaritia . guardando ne flato , ne conditionedi qual fi
dipinge da gli Antichi Tantalo in vn fiu- voglia perfon.Lv-.
SI me coperto dall'acqua fino alla gola , al Gli fi dipinge a canto l'Arpia,efIendo il ve^
qual fopra la tefìa pende vn'albero carico di ro fimbolo delT'Auaiitia , perciòche Arpia in
frutti, in modo ch'egli non pofl'a arriuare con greco volgarmente fuona rapire_).
k mani a i frutti per fatiar la fame, ne al fiu- Il ferro, & la catena alla gamba nella gui,
fa , che
.
gurio, rcrctéchc l'hcrbe, quando verdejjiria- Pciu anoi Chriftiani non è lecito crede iv_j
no, premettono buona copia de frutti. alle vanità de gì Auguri j
.
j^i§DionParte Priniàn^'- H 6i
gnodi fc<;carfì, inrtìatìbtf^l-à vua riSuftcla, Se AuroraOceanufTj croceo velamiveful^ens Li.
per l'aria dalla liuiftra banda vi farà vna Cor- quit
na ce l^ii_^ •
Et Ouidio nel 3. lib. de arte amandi nota li
fif color del veftitò dimoftra, che il cattino colore incarnato dicendo .
Àiigutio fi ftima , che venga per la vicinanza Nec CAphiilus rofcA prèda pudenda Di t.
diqùalche mal lópraftante , come le foglie de Et il niedellmo Euftatio nel luogo fopradtt-
'
^'alberij^che perdon'il colore, quando il tron- todice, che ella va in lui caualJo Pegaftopcr
co pci.de le virtù, della muftela dille l'Alciato. la velocità, &
perche l'Aurora è molto amica
G^tcquidagis muffela tibifioccurratyomitte: de' Poeti , &
defta gli fpirki a capricii ingc-
Stgnu mala h*c /ortis i>eflta pratta gerir gnoli,& piaceuoli •
dille Virgilio nella Bucolica . Glouinetta alata perla velocità del fuo mo
S*pf fift^^ra. cauaprtdixit aè ilice cornix . to,che torto fparifce, di color incarnato
Si potria ancora porre in luogo di quella il con manto giallo, nel braccio finiftrovn ce-
JBarbagianne, quale fecondo Ouidio è vccello fteJlo pieno di vaiij fiori, & nella ftefla -mano
apparcnoieinogni luogo di trifti/fimo Au- tiene vna fìaccoletta acccfa,& con la defti.i-j>
(pargc fiori
; A V G V R I O.
Hella Medaglia d'Adriana , fecondo i Gentili.
VN
AVTTORITA', O POTESTÀ'.
A Matrona , che fedendo , fopra vna
incuruatadellaquale, così dice Gelilo al e. 8. nobil fedia,fia veftita d'hablto ricco. Se
del lib. f .Ii/««i efì virgo, breuis, in parte,qu<t-i fontuofo fregiato tutto di varie gioie di gran-
nhuRior eft incuruus,qtia Augures vtuntur . de ftima,con la dcftra mano alzata tenghi due
Et con elfo gl'Auguri fedenti deiìgnauano chiaui eleuatejcon la finiftra vn fcetro & d.L_^
ì tempi) a gl'vccelli, di cui Cicerone fa men vna banda vi fieno libri,& dall'altra diuerfc»
rione nel lib. x.deDiuinatione:^//^///««j/7?tf armi
vtffer, quod clarijfimttm efiinfigne auguratust Si rapprefenta
Matrona,perche l'età matu-
•èndevobif efìtraditus, nempe eh Romulus reli- ra ha in fé
propriamente auttoritàjonde Cice-
giones direxitytum cum Vrbem condidit,^c. rone nel libro de Scnedute dice Apex autcm :
L* vccello, che vola per aria di notte,come_^ SeneHutis e/i auéfortraf,8c poco dopò fogguui-
jgl'Auguri, & l'offitio dell'augurato appreflb i ge ; Habet fenecitn honorata prdfertim ta/ìtam
Romani nccucrno i nomi da i gefti de gl'vccel auSioritatem, vt eaplurtsfit , quam omnes vo-
^conciolìa cofa, che'dal canto,&geftineI vo- luptateSySc ciò principalmente per la pruden-
lar loro oHcruati hora in quefta,e hora in quel za,&mol:ofapere,che in ella h ritroua,diccn
l'altra parte da coloro,che erano deputati a co dola Sacra Scrittura inlob, alcap.ii./zj an-
tal faceidotio, erano foliti d'indouinare, cioè tiquis efì fapientiay^in multo tempore pruden
quelli, che fi preparauano ad alcuna cofa publi /<«,onde auuiene cìif.ad parendum iuuenes,ad
ca,ò di partire fuora della Città, onero, che_> imperandum fenes junt accommfidatifCQmtt di.
volellero eflercitare bene, & drittamente alcu ce Plut.in Poi.
magiilràto^ al quale e^ erano deputati • Si dipinge fedendo , perche il federe è pro-
prio de' Principi, è Magiftrati , per ilqual atto
A V R O R A . fi moftra Auttorità, &
infieme quiete , e tran-
VNa vn manto
con
fanciulla alata di color incarnato
giallo indoflb , haucrà in
quillità d'animo, perciòche le cofe,che ricer-
cano granita, non fi deuono trattare,fè no con
mano vna lucerna fatta all'antica accefa,ftarà matura fedìone , così auuiene ne' Giudici i ,
cerche tale e chi ha Póteftà fopra gl'altri nel al Ciclo, per dimofimre, che-.Omnis poteffas,^
confpetto de gl'huòmini, oltre che le véfti, e Deo e/7:Secondol'ApofloloSan Paoload Rò^'
pietre pretiofe per fé dimoftrano AuttoiitàV &;_ ftianos cap.13. Però gl'ammonifce j che: Ow-
honorein chi leporta_^*. ' ^is ani'mapóteftatibusfublimioribusfubditiifitm
Lechiaui denotano l'Auttorità , è Poteftà
'
nnimo, che non è quello de grhuomini,& an- Perla medcfima ragione detta di fopra_^,
.co più inclinato, a dar fx.'de aUa .dottrina della quefta figura fi farà fanciulla ancor'e'lla.
virtù infegnataci da N.S.& poco creduta d.L^ L'Agnello fignifìca purità , fcmplicità, &:
quelli, che lidandofi nella fapicnza mondana, manfuctudine, non folamente nelle profane.,»
non vogliano ammettere per virtù quelle,che lettere Egittie ma ancora nelle facre dell.i_^
:
non deriuano in qualche modo , almeno dalle Religione Chriftiana, & gl'Auguri gentili a-
quatro morali ( intefe, & conofciute ancora.^ doperauano l'Agnello ne" loro facrificij , fo-
da' Filoibfi) ò proprietà feminile piegarfi an- 4o per piaceuolezza del fuo puro,& manfueto
cora alle cofe , che vengono dette da altri , & animo . Ancora San Giouan Battifta,fingolar
che portano fecol'humiltà,& compallioncj, teftimoniode' fecretiC^^l^rti:) per manifeftarc
fenza mo^to apparato di fillogifmi fotto fèmplice velame la mafuetudine di Chri
5i fainhabito corto, per moftrare la poca_^ fto Signor Noftro,difl'e lui efier vn'Agnello,
pretenfìòne nelle cofe del mondo; perche la ve che placò a noi, con il proprio l'angue fàcrifì-
,fìe lunga , Tempre ha moftrato dignità , & fu- càto, l'ira di Dio .
preminenza a gl'altri, & perciò i Romani non Et il motto dichiara , che il premio di que-
voleuano,che i loro Cittadini velHifero di lun fta virtù farà d'hercditare la terra , non que-
go, finche queft'habiro per l'età non potefl'c-^ fta, che viuendo habbiamo con trauagli,&; fa-
far tcftimonio della virilità dell'animo, &de ftidij, ma quella di piomiffionejdoue farà per
pcnfieri atti a reggere la Rtpublica Et però . pctua quiete^.
con J'habito corto fi viene a moftrare , che i
poueri di fpirito tengono poco conto degl'ho-
nori,& delle grandezze mondane,le quali be-
Beatitudine Terz-a.
ne fpeflb attrauerfandofi al penfiero,comele_j
Vefti lunghe fbgliono intricarfifra le gambe,
£' il Pianto.
fono cagione che difficilmente fi puòcamina- Beati qui lugent quonìam
, ipft con-
re djetro à Chrifto, e/Jcndoci ntceflàrio eflerc
fpcditi/Iìmi dalle cofe dei mondo , per feguire
foUbuntur
la via del Cielo.'Si dice anco volgarmente, che
fnnt honores oneta.nò altro che pelo fi fente dal
Importa piangere i peccati propri; , &
quelli del proflìmo, con le nofhe,
le vèfti^che arriuano fino a terra a chi le porta.
Il veftimento tracciato, & la faccia curua-
-.
di loro miferie
ta,moftrano l'humiltà, che è propriamente il
itefTnijtoper la pouertà di fpirito, & è grado FAncinlla inginocchioni,con le mani giun-
oj'SFps-fro di quello , che dimandano humani- te, &che largamente pianga,'il motto di,
^)&. cortéfia i Morali ce così: tn/ensluBiis, Utttiam generatfempi^
j Kitp.ira il Cielo, per moftrare, che il premio
ternam,&c è tolto da S.Agoftino .
Illa folotia Dio Creator Noftro,che ha le vie_> che per la carità fi può pigliar da ciafcuno sì
Aie (come dice il Profeta) differenti dalle vie dclle;fue, come dell'altrui colpe, & danni an-
de grhuomini,& il gefto co'l motto fbttofcrit- cora. Et eflendo lo ftato d'vna fanciulla, quafi
to di S.Agoftino fignifìca queftofteflb. menocolpeuole , che poft'a eflere, non èdub-
biocche facilmente farà conofciuto per fegno
Beatitudine Seconda di quel che farebbe neccftario a dire a chi con
.
parole volejfe efprimcre il concetto di quefta
E la Manfueiudine. Beatitudine, nella quale co'l motto fi manife-
E la fame» & la fece della Giufticia ni; quanto il defiderio Ai vedere elleguito quel
lo,che s'afpetta da legitimi Tribunali, & così
Beatitqui efuriunty^ ptìunt Junitiam»
rmfegnaNoftro Signore, per virtù degna del
Ciocsche Cono molto defiderofi del vi- la Beatitudine eterna •
uere virtuoro , & del ben oprarcdi mi- Lebilancie notano per fé ftefife metaforica-
mente la Giuftitia,perchc,conieefl"eaggiufta-
niftrare Giuftitia a ciafcuno> facendo o-
no le cofe graui , & materiali, così cfla che è
pera,che gli empij (lane puniti, &c eflal- virtù, aggiufta i beni dell'animo, & pone rego-
liati i buoni la all'attioni dell'huomo
Nella donzella fi notano le qualità di quel-
B E A T I T
OUCj
.
. . .
Parte Prima
^s
©uCj& come bifogna. Il dianolo Ci figura per la peccati de gl'huomini per la pcnitenza_j„
i
il vitio che ci {limola coiuimiamente per far- Si dice mifericordiofo l'hucmo,ehe facilmen-
ci torcere dalla via della giiiftitia , ma facil- te fi piega a dolerfi delle miferic altrui , Se e
mente fcaccia con la tagliente fpada del Ze-
fi quafi lamedefima cofa con la pietà. Non li
lo diDio,&: il premio di quelli, fecondo che_> ellercitajfc non verfo perlbne bilognofcaffìit-
ci efprimcil niotto,è l'eflere fatiati di cibi che te, <J: diiperate per qualche gran dilgratia , ò
fono molto migliori delle viuande di quella per gl'errori commellìper propria colpa, del-
VÌt.l_5. li quali iì lenta dolore, & jcntunento.Tale
fu
Noiho Signore co'l ladrone, che era infedele,
& li diede il Cielo; con la donna Samaritar.a,
che era immerfa nelle lafciuiCiSi la fece caiUi
Beatitudine Quinta. con quella che eraadi!ltera,& gli refe l'hono-
E lamóndezza di cuore, cioè hauere il re; con Maddakna,che era peccatrice, &: l.u.-»
(^iiore libero dalle paffionij^ dalle fece Santa; con San Pietro, alquaicrinicfie il
'
.peccato d'hauerlo negato, & ancora gli diede
difordinate after tionì '.';'.. !
N.5.per i'inncct^nztVjla quale t mondez7a dei per colpa propria,© per fuo volere.;.
raiiin,aj&. lì dice cilli nel cuoie,quando elio Sono quatordici l'opere , &
effetti di quella
non occupato da mali perlìeri^ciiero da alFct
è virtù aficgnate dillintamente da i Teolot;i,del
ti contràri) alla virtù & fi mcftra che non
; j le qi-ali la principale è di fouucnire alla vita
poda inrcr.dere della mondezza cAeriorecon altrui col mangiare, &: col herc,& però il (a la
le lag! ime, le quali loiio la vera medicina del- donna, che tiene in mano il pane,& ne fa par-
rvkci t dell'anima, come fi ha per molti luo- te a i fanciulli perfefìeflì impotenti aprocu-
ghi della Sacra Scrittura . Ilpremio della_v) tarfelo per altra via,&: fecondo che dice il mot
mondezza del cuore farà vedere Dioinuifibi- '
to con quello mezzo facilillìmamentc il pla-
!e agli occhi corporali, li quali quando fono ca J'ua di Dio .
-o Beati MiferkoYdes
Cioè quelli > che hanno compallìone DOnna, che fotto a i piedi tenga alcuut^
fpadc,elmi, feudi, & altre aimi rotti_?,
alle miierie de' proemi , òn: po- con vna mano tiene vn ramo d'Oliuo col
tendo le folleuano m.otto ;
initapcr virtù propria, per ellcre tanto più me come tengono communemcnte i Sacri Thco-
ritcì'olc, & commendabiltLj. logi, nondimeno il Sigqor noftro Giefu Chri-
L'oliua fida in fegnodi pace, per vnitate- fto nel quinto di S.Matteo dille, le Beatitudi-
Beatit. ì guifa d'Emblema > Vergine , con quelle parole Orate prò denoto.
Del Reii.P.f 'Valerio Diodati d'^bruT^^o vuole ad efla Beatitudine difponerfi, &:prepa-
Minore Ofieruante . rarfijli fabilbgno efi'ere dinoto verfo le Sacro-
fante, èfpirituali cofe,il che cfegno manife-
QVantunque vna fia la Beatitudine , &: la ftodiveià religione è fede. Si dipinge gio-
felicità per oggetto ,'per eflerc vno lo uane per denotare, che dalla tenerezza de no-
Itato perfetto con l'aggregatione d'ogni bene ftri anni,douemo dar opera all'acquifto di det-
fecondo Boetio nel terzo delle confolationi > ta Bcatuudine,perche fi come li primi fiorifo-
no.
. ,
Parte Primaj. 67
ho quclli,che nella Piimauera odorano, dilet- Si rapprefenta con grocchilagrimanti , &
tanoj è piacciono agl'huomini, così le prime piangenti per dinotarci la triftezza è meftitia,
noftre vie fono quelle che più dilettano a Dio, fpiritua le, perche fi dice nel Vangelo. Beati
il motiuo fi prende da Gio. Battilla, che di tre qui lugent quoniam ipfi confolabufitur.^cidiv-
anni e mezzo nel deferto fi diede allcdiuinc_> ci, che quelli fi beatificheranno, che piangen-
cofe, come accenna Ambrofionel f.ioriinno do il tempo male fpcfo,li doni di Dio naturali,
fotto quelle parole. Antr a deferti Unerisfub e gratuiti, li frutti delle virtù morali lafl'ati, la
tinnì s^^c mal pallata vita,e peccati commefTì, median-
Si dipinge donzella perla purità interiore, te però il perfetto dolore detto centri tiuo,par-
& efteriore,cioè di mente & di corpo, non ef- tenecefl'anadi penitentia, fecondo vuole I.i-.»
fendo corrotta, è macchiata, ne da opre, né da commune catholica Scuola. Foenitentia eftpn-
cogitatioiii per fignificarci che chi vuol entra- terttamala piangere j^plangendaiterum non
re alla beata vita li £a bilogno politezza , & committere- Si dipinge ancora con gl'occhi la-
limpidezza d'ogni mortai dilFetto , come vuol grimanti , e piangenti perche ciò debba farfi
Gio. a. zi.deU'Àpocal lecondo quelle parole. per compallìone di Chrifìo Noftro patient2_>
ÌJon intrabit in ea,m alic^uoà loinquinattim, il compatendo al àolore.paflìone,&: atroce mor-
che anco conferma Elàia a 5 6. con qnell'altro te di hn,'che così ci infegna Hiercmia al épar
detto Non tranftbit per eam pollutus; Sì rap-
. laudo dcli'vnigenito di Dio con tal:parols_j>
prefenta comi veftimento corto,c vile, è lace- "Lu^u/m unigeniti fac tibiplancinm amarum .
rato per dinioftrare la poucrtà di (pirico , poi Si rapprefenta con il volto elì^enuato, e maci-
che cosi fi di ce Beati patiperes ipiritu , Et ciò lente per denotare il bifogno,e neccflìtà fpiri-
per dinotare che chi vuole confeguirla Bea- tuale negataci tal volta da peruerfi huomini ,
titudine gli fa bifogno fpogliarfi di tutti i fii- onde però fi dice. Beati qui efuriunt,^ fitiunt
comodi terreni, & lafciarfi volontaria-
perflui ad intendere, che chi vuol
x'«/?i/;^»?.Per darci
mente lacerare da ogni parte da bifi>gni ne dcuc fempre cercare quello che
elVere beato ,
propri] beni di fortuna, iV diccnotabilmente_j è vtile,è neceflario alla fàlute, & anco hauer
pouero di lpirito,è non folo di cofe, per dimo- fete, cioè animo pronto di rendere a ciafcuno
ftrarci & darci fpcranza, che anco i ricchi a quello che e tenuto. Si rapprefenta co'l cuore
,
quali pare che venga dal Signor difficultato ta humano che getta fuoco, e fiamma, e che rac-
le acquil>o,polfono,fe vogliono cófcguirla e(- coglie le proprie lagrime, per denotarci il
fendomfe regolati, èparchi, è ne ipoueri ma- cuor mondo, che però Benti mHvdo crrde. Per
guanimijè liberali facendo poco conto di fue; dirci che chi vuole in Cielo be;'tificato vedere
cofe,&: per li poueri ancora, che fenza fpargi- Iddio, deue hauere il cuore mondo,e lontano
mcnto di ricchezze in altri bifognofi polìoiio da ogni maligna palTione , e peruerfo effetto
acquiftarlo ci ;i la potenza della buona volon- mondano, che di quefto dille il Profeta Lnun-
tà, de ricchi ditcua Maria Efurtentes imple-
. miiii,ié^mnridiefiote Getta fuoco, e fiamma, .
uit bcnis^^diuites dir?ìiftt inanes. perche Ci come il fuoco purga, e monda l'oro,
Si dipinge con la faccia curua perdenotarci così la diuina gratia il contrito cuore, e come
rhumiltà,la quale fé bene, fi inchina verfb la l'acqua pulilce il vafb,cosìlc lagrime l'aiuma
terra s'erge, & efalta verfo il Cielo, ciò fìgnifi- dalle colpe mortali, onde ilSalmo dice Aifer-
cajche chi vuole beaciiicarfijdebbe fopponerfi ges me Domine hyjjopo , (3^ mundabor lauabis ;
to de danni nceuuti nei beni di fortuna , ho- fignificare la pacc,tranquillirà &. ferenità del
nore,e fama del mondo,che quello accenn aua cuore, onde però dice . Beati pacifici fj'f.Per
Dauit nel Salmo }6. Beati mttes qttoniatn ipfi dirci che per e fi ere beato u dt nono haueie le_>
hArtdttabunt terram tre paci, e tianquillicà fpirituali, cioè fupcrna
E 1 con
,
con il piofTimo , che qiicfto fec ndo nel lib. J. quella contentione fra i Aioi Apoftoli. Nifief-
dalla Cipienza, ci viene infegnL' ax, c^ de.
- ficiamini ficut paruuli,non intrabitis in Ktgrìu
Sìis Dei. Si dipinge con molti tanciulliui o(- Caelorum . Le due Palme incrociate giuntt_>,
fcri,vilipcfi,vcciri,& mal denotare
trattaci, per & annodate da vna corona telTuta di Cigli
leperfccutioni ingiiiftc de' tiranni, eperucrli Muti, e Rofeifopra il capo perimprefa^figni.
noftri inimici, & però fi dice Buati qutperfecu. ficanole tre virtù Teologiche , come Fede_»,
tiotiempatiiintur propttr iufìttiam, &c.Ciò ne Speranza, &
Carità, la Fede per il Giglio, \a-^->
debba rcn-
lignifica, che chi vuole elVcre beato Speranza per il Mirto, & la Rofa per la Cari-
dcrfi per atto di pacienza impotente, e debole^ tà , fcnza Icquali virtù nifTuno potrà giàmai
alla vendetta ancorché vendicar (i potefle_5j beatificarfi, & quefto bafti per hora intorno a
gionto al rimettere ogni lefione,& ofFera,pen tal inatcri.\_5.
landò che la perfccucione fcrue a buoni per ef-
BELL
,^^
fuor dello fplcndorc, con la qiink terrà vn gi- foricamente parlando) che vn fplendore, che
glio, fporgcndo con l'ultra mano vna palla &L deriua dalla luce della faccia di Dio, coms_>
vn compafTo. 6i dipinge Ja Bellezza con late- diffinifcono Platonici , eflendo la prima Bel-
i
fta afccia fra le niuiole,perclic non è cofa, del- lezza vna cofa concflb,laqualc poi communi-
la quale più difficilmente fi pcfla parlare con candofi in qualche modo l'Idea per benigni-
tà di
, . .
Parte Prima. 69
tàdi lui alle Tue Creato rCj è cagione,che elte_> E di ciò, ch'egli imapnando eSprcJfcj
intendano in qualche parte la Bcllezza:mà co Notefuron lejìelie, e carta, il Ctelo .
chioj fubito (I fcordanojcome difle San Giaco- TT^ O N N A igriòHajCon vna ghirlanda di G i
la Bellezza nella difpofitione delle Prouincie, quafi infenfibile , laqualepoi crefce a poco a
delle Città de Tempi j, delle Piazze, dcU'Huo- pocOj& penetrando molto dentro, e difficile a
mo,è di tutte le cofe (bgette all'occhio, come poterfi cauarcj& ci dimoftra, che comincian-
colori ben dilUnti,& con proportionata quan do alcuno ad amatela Bellezza delle donne,
tità,& mifura, &
con altre colè limili, col rem non fubito prona la ferita mortale, ma a poco
pò fi determinano l'armonie, i fuoni, le voci, a pococrefcendo la piagai/ente alla finejch?_j
l'orationi.gli abbatimcnti, & altre cofe, le qua per allentar d'arco non fan{»_j.
lì con mifura nggiullamlofi,dilettauQ,&: fono Lo Specchio dimoftra ellere la Bellezza fe-
meritamente chiamate belle Etcoineil Ci- . minile medefimamente vnofpecchio,nel qua-
glio per l'acutezzadell'odore muoueilfenlò, le yedendo ciafcuno fé ftefi^bm miglior perfet
& della gli fpiriti , così medefimamente ixs tione per l'amor della fpecie s'incita ad amarfi
Bellezza muoue,&: delta gl'animi ad aiTiare_^, in quella cofa,oue lì è veduto*piu perfetto, &
& defi derare di godere, (per dar perfettione a poi a defìderarfi, & fruirfi .
le fteflo) la cofa, che {\ conofce per la mclt.i—s II Drago moftra che non à da fidarfi, oue e
Bellezza degna di confiderationc, & diprcz Bellezza,perche vi è veleno dipaifione,& di
zojfopra di che vn nobile, e gentiliillmo fpiri- gelofia
tofece il prefente Sonetto . E ignuda , perche non vuol efler coperta i\
E luce la beltà , che dai primiero lifcio,comeancofipuò dir che fia fiale,& ca-
Splendor najcendo in mille rat fi partii, duca,& perciò vi fi pongono i liguftri nelLi_^
E fede fa mentre gli libra , e parte-> ghirlanda, conforme al detto di Virgilio nel-
'
Di quel che in Cielo splende eterno vero . l'Egloga feconda.
Varia color fouente, hor bianco hor r,ero , (J jormofe puer nimitim ne crede colori;
E luce in V7iamen, che in altrui partii jilba ligufìret cadunt ,vacinia nigra leguntUTf
Ne dotta mano di ntrarla tu carter Et Ouidio de arte amandi
Speriyji vince ogn opra, ogni penfiero. lorma bonum fragile ef}, quantumtjj aceedit
f^egli che'lnofìro, e l'altro Polo crefje ad annos
^afi tempij a lui facri,oue il profondo Jit minor i^ Ipntio carpiturillafuo.
Saper s'^dopri , e la potinza , e il zelo . Necfmper vio!&,nec fempe* lilia florenf ,
E 5 BENE-
70 DelLi nouifsimà Iconologia
BENEVOLENZA O AFFÉ T IONE.
1
, . . . , t
Parte Prima.) 71
Co l'hacmo maggior Beueuolenza &
in quefìo La dimoftrationc de afcendcre per la gamba
a lui ci rimettiamo come huomodi moka in- per rallire,& approlfimarfi alla più uobil par-
telligenza. Il Ragano iì sa per piiblica voce,& te della figurale per moftrarc quello che dice
fama che quefto animale è bencuole all'huo- il Filofofo nel 9. dell'Etica che la Beneuolcn-
mo, & è manifefto che lo difende da l'infidic zadi lungo tra due,diuiene finalmente vni-.»
de ferpi,s'auuiene che dorma alla campagna , vera,& perfetta amicitia_*».
BENEVOLENZA ET V N I O N E
Matrimoniale
l'Olmo, Catullo ne gli eflametri nuptiali Cioè à l'Olmo, fé bene fi potrebbe anco in-
Vt uìmh ir, tii4cio vttisquA nafcitur arno tendere, al pioppo, ò al frafTìnoa bori tutti a-
KtiiTKjuam fé extoUit mici alla vite come dice Columclla lib.X VI.
più à hadopoi dice • Vttem maxime popultts alit , detnde vlmus ,
Affi forte eadem ejl vinto coutHr.Ha m/trìio . dciKdefrtxi^tìSy
E 4 EtJ]
jz Della nouifsima Iconologia
Et di qiiefti arbori volfe intendere Horatio Re di Tracia, laquale amò cordialifTImamen-
uel ^.lib.Ode ;. chiamati vedoiiifenzala vite. te il onde l' Vngaro volendo mo-
fuo marito ,
S.t vitem 'viiiuiu ducit ad arberes , ftrare in Alceo vna Beneuoìenza , 8c vnion^_.»
Et nelle lodi della vita riiftica con efla li grande con Eurilla , fa che gli dica_^.
in.irita__^ , e filtra noi
uidulra vitlum Propxgine^ . Mentre fummo fanciulli
Altas mari taf populos . Sifuifcerato affetto
Da qucfti Poeti latini leggiadramente prefc Che tra figli di Leda ,hor chiare ffelle
Ma quando a l'Olmo ,ò al Pioppo alta s'appog- Amò tanto quefta Alcione il fuo marito,
Crefce feconda per Sole
e per pioggia , . che haueiKJo ili fogno veduto ch'egli in vn tur
Olle alcuni Tcfti più moderni leggono . bulento naufragio era morto, lì comeauuen-
2ilà quando a l'Olmo amico alta s'appoggine, nejbnttolTi dal dolore in mare,ondc Poeti fin i
Etdiqueft'Olmo.ci fìamo voluti fernire noi gono , che fufle trasformata in tale Augello
lafsado gl'altri per eirerepiù frequente in boc del fuo nome, & che fé volafl'e (òpra il morto
ca de Poeti, &: per non confondere con più di- cadauero del marito che era portato da l'on-' ,
iierfi rami la corona, che più gentile compari- de marine, & però fanno che quello Augello
rà fempliccmente la vite auuiticchiata con l'- (ì vada tutta vialamentando nei lieo del mare,
Olmo Aio marito, per fimbolo della Beneuo- come tra gli altri Bernardino Rota nell'E-
lcnza,& Vnione Matrimoniale, l'Alcione che gloga XIII.
tiene in mano è vn'augello poco piùgrand^_> Deh perche non fon io , come colei
d'vnpaflaro, quali tutto di color ceruleo, fe_j che vide in fonno 0' poi trouò lo fpofo
,
non che ha mcilicatc alcune'penne porporine, Sommcrfo in mare ^per fauor de Dei ,
e bianchc,hà il collo fottilc,& lungo, va luo- Hor piange augello il fuo fiato dogliofo .
lazzando , & ftridendo intorno allito del ma- E nell'ottauafeguenti_j.
re , con voce lamenteuole , oue anco fa il fuo ^^uanto t'inuidio ben coppia felice
,
nido,& vi coua fette giorni, quali per efl'ere_j i A cui ipoft, ò^ augelli '^« letto, vn nido
felici , chiamane Alcyoni) dies. Perche in tal Comunfìifempre, a cui cantando lice
rempo mare fta tutto tranquillo , come dice
il Inonda quetar, quando più batte il lido ,
Pliiio lib.decimocap.5 1 & Iliùoro lib. 1 1.&: il Et il Petrarca anch'egli cantò della Bene-
5annazaro cosi cantò nell'Egloga quint;uj). uoleaza,& Vnione di quefti felici conforti nel
^
Conttre , &
HalcjoKÌf nidttm mihi pellere^ fecondo Trionfo d' A more_5.
ve>: tos 0«f ; due che fece Amor compagni eterni
Dicitur, ^fiuof pelagi tnulcere, procellas Par i lor nidi a piufoaui verni
Toyfita» hic noRrosfedabitpe^ons éifius . Alcione , ó* Ceice , in riua al mare .
A
quello hebbe mirai' Vngaro nella prima Con molto giudicioOuidio nel lib. decimo
iScena del quarto atto d'AlceOjfupeiflua inve- delle Metamorfofi ha trasformato detta mo-
lo, ma gratiofa , fimile alla decima Eglog.i_>5 glie amante del fuo marito in Alcione, perche
del Rotiti. veramente quefto augello di fua^natura porta
Turbato elmar d'amor ma forfi vn giorno al Tuo marito tanta Beneuoìenza, che non per
Per me faranno l' Alcione il tiido. ifpatio di tempo, màpcrfempre cerca di ftare
cioè fpcro vn giorno d'hauere in amore tran- vnitacol manto, non per lafciuia,màperami
quillo ftato S>c Bernardin Rota più chiara-
, ca Beneuoìenza, che tener deue la moglie ver
nientcj. fo il marito,nc mai attri riceue,anzi fé per vec
Soaui zdir gli augei che per la rino-j , chic? za, egli diuentafiaccOjè tardo a feguitar
Cantar piangendo [e fi fon ar.co amici ) la nel volare, ella lo piglia fopra di fé, lo nu-
Lor fidi amori ,0* mentre al tempo rto trifcc, mai lo abandona, mai lo lalfa folo, ma
Prendon fui nido, in flebilxoce,^ viueuj pollofelofu gl'homeri.lo porta,logouern:u^,
uicqxetan l'onda, e fanno i Itti aprici •
& fta feco vinta per fino alla morte, fi come_>
CÌiamafi anco Alcioxicla moglie diCcicc^ xi[cni'c^ l'ìuuico^De/oUrtiaAnimaltum . la
cocal
. ,. .
f * ryr
,
j r'
Parte Prima.
73
cotal guifa parlando dell'Alcione Vhi autem
, D. M.
feneBus marem imbecillam , c^ ad feéìandum D. lunie primigenio
tardum eum fufcipiens gefiat at-
reddidit,ipfa , §^i vix ann. xxxv.
que nutrii, nunquam deflituens, numquam fo- lunia f alias .fecit
.
ni, &della Tua nobililfima Spola, il cui pregia- Vixit ann- xlv.fint vii a offenfn .
B N I I o.
VN fo
giouane di {ingoiar bellezza, con vi-
aIlegro,& ridente, Sarà ni'do,mà pe-
gionturadel braccio , & della mano vi fiano
vn par d'ale, tenendo con detta mano vna Ca-
rò ad'a. ma collo habbia vn drappo di color tena d'oro con dimoftratione di farne dono.
turchino tutto ftellato, il quale cuopri le parti Et per terra da la parte delira vi farà vn' Aqui-
più fcgrete lì vedrà dal Ciclo vn raggio il qua la, la quale hauendo fatto preda d'vna Icprc_>
le farà rifpiendcrc detta fgura, Terrà il brac- qual tenghifotto gl'arngli , lalfi cibare varij
cio deflK) alto,& con la palma della mano le_> vccclii di rapina differenti alla fua fpecie,Gio
tregratie nella guifa , che lì fcgliono rappre- nane lì dipinge , perche non dee inuecchiarlì
fentarcCioè vna ftà con le fpalle vcrfo noi,& mai la memoria dei benefici) nceuuti,che co-
due ci guardanojtcnendo le inani intrecciate sì dice Seneca libro primo de' benefìci] .
inguifa di chi balla,Starà con il braccio fmi- Si rapprcfentadi lìngolar bellezza, cflendo
ftro !n ateo di abbracciare altrui, & che nello-^" clic il Beneficio più d'ogn'altra cofa infinita-
mente
I
t:<
, ,, , .
Parte Prima.
7S
mente piace, & diletta ad ogn vuo . Sidimoftra che vna flia con le fpalle vcrfo
Si dimoftra con vifo allegro, & nc{ente,pcr- noi, &:dua ci guardano, perciòche fi conlìde-
ciòche tale fi ha da moftraie chi fa Benetìcio ra,chene_l ricambiare il bene fattoci, habbia,
altruijonde fopra di ciò Anguftino deDiffini- mo da eflerepiù liberali aliai, che quando fia-
tione così dice Benef.tium eflbeneuola, aóìto
, mo noi i primi a far beneficio altrui,?; e^^^tf*
triòuens ycaptansq; gaudiumjrihHendo\, idquo ztenda accipimu), maiori men/ura reddimus ,
agitjCom'anco potiamo dire che finiiledimo- quid benefitto prouocati facere debemmian non
fUationedcue fare chi riceue detto Beneiìcio, imitari agrosfertiles qui multo pluó adferunt
,
,
E^ ben vero, che il Benefìcio non è,nè può elle- quamaectperunt, dice Cicerone i. de off.
re Benetìcio quando li benefica gente turpe_j., Stanno con le braccia intrecciate a guifa_^
& infame , fopra di ciòpotre/Iìmo dire af-
&. di chi balla per dimoftrare che l'ordine de i
fai, ma taceremo per no fare arroHIre chuìque Bcneficij il quale pafla d'vna mano in vn'altra
fa beneficio a quelli , i quali fono indegni di ritorna vltimamente ad vtiledi colui che lo
viuere al mondo, &
ci riportamo a quelJo che fece prima_^'.
dice Focilide Poeta Greco, che in nollra lin- Il ilare con il braccio finiftio in atto di ab-
dam gloria induéìos , vt benefici videa» tur fa- & Publius Mimus
Bis dar, qut etto dat .
,
cete multili qu£ videnturmagis proficifici ab o- Porge la Catena d'oro con dimoftrationc.»
flentatione iquam a voluntatCi dice Cicerone_j di farne dono,pcrfignificare che il Beneficio
primo de oHìcij . lega,& incatena tutti quelli i quali fono dj_j
Potiamo anco dire , che chi riceue il Bene- lui beneficiati,
ficio non lo deuc nafcondere,mà farlo vedere Benefitium dignis vBi da$ »
ad ogn*vno,perciòche quefto è fegno di gra- Omnes obltgas. dice Publius Mimus . -
titudnie efl"endo,che quando non fi può ricam L'Aquila nella guifa ch'habbiamo detto di
biare con l'opere ilriceuuto Beneficio confef- quefto geroglifico ci riportiamo a queUo,che
fando almeno con parole , e fare che a tutti narra Pictio VaJeriano, libro 19.il quale dice
fia palefe la liberalità, del benefattore . che volendo gl'Egitti) iìgnificare vn'huomo
drappo turchino tutto ilcllato, ci fignifi-
Il benigno,benefico, & liberale, dipingeuano v,
"ca Cielo dal quale C\ riceue tutti i Benefici] ,
il n'Aquila laqualedaogn'aitro vccello lafcia
& tutte le grane , che perciò {i rapprefenta il pigliare il cibo della propria preda-v».
raggio, chefà rifplendere fi nobil foggetto
ferine 5an Giacomo Apoftolo al cap.i.Owwo
donum de furfum esì, defcendens a tatre lumi^ BENIGNITÀ'.
num Perfio nella prima Satira moftra que-
.
DONNA d'azzurro veftita ftellato d'oro
-fto colore cilere d'huomini che a cofe di gran- con ambe due le mani li prema le mam-
d'importanza afpiranoj Colui dunque che con melle dalle quali n'efca copia di latte chedi-
tempia le cofe celefti,& afpira a cofe grandi nerfi animali lo bcuono, alla finiftra banda vi
meritamente dì tal coloredeue efler veftito,& farà vn'Altare col fuoco accelb
il Petrarca nel Sonetto 83. dice_> La Benignità non è molto differente dall'-
Volo con l'ale de penfieri al Cielo . affabilità, clemenza,^: humanità,& principal
Tiene il braccio deliro a1to,&: con la Palma mente {i eflercita verfo i fudditi , & e compaf-
della mano le tre gratie,acciò s'intenda le tre fione hauuta con ragione, interpretando la kg
maniere dei benefici). Cioè di quelli, che gli gè fenza rigore , & è quafi quella che i Greci
danno, & di quelli che gli rendono,& quelli » dimandano, {ÌTmUeict} cioèpiaceuole iutcr^
che gli dannose rendono inficm««?. pretatione della ìe^^e
7à Della nouifsima Iconologia
B N I N I
Si Tefte d'azurro ftellato a fimilimdine cfe] nignìtatem , is profecio cor halct adam(t»tt-
CielojilquaJe quanto più è di ftellcilluftrato, numy aut ferro excuffum .
i:boljnP^i'te Prima. 77
BEN 1 G N I T A.
to, Se con la Benignità Aia, che opera meglio Tervocataaudis ademisq^ letho
che gl'altri con l'alterezza. Se ben lì può dire Di uà triformis •
di lei quel che Icriue Claudiano in Confulatu Et benigna fi può dire la Luna , perche ri-
JVlajilij . rplendendo nell'ofcurità delia notte, afficura >
Feragit tranquilla poteffas & inanimifce col Aio lume ipoueri viandantij
^^od vtolehta nequtf.mandatat^fortitts vrget & 1 pallori alla guardia delle loro mandre. Se
Imperiofa quics . perciò è ftata chiamata dagli Antichi fcorta,
Le tic Lune, che fono intorno al fregio del- & duce,&: gli Egitti) con ilgeroglifico del So
la Clamide, rapprefcntanorinfegna dcll'Illu- le, & della Luna s'immaginauano che quefti
ftrilTìmaCa(aitrozzi> nella quale fi contiene due pianeti folTero Elementi delle cofe, come
con molta ragione il (imbolo della Benignità, quelli che con la virtù propria generafl"ero,&
pcrciòchc,ccme il lume della Luna non cai- conferualì*ero,& pcrpetuallèro, tutte le ceCz^
no che l'iftello lume del iole^così la Benigni- inferiori , oltre a quefto la vua noftra efl'ere_>
tà non ha altra luce che quella dell'irtefl^u^ retta dal gouerno loro per ellere fofteutata dal
magnanimità, iole delle virtù, come habbia- l'iiumor dell'vno,& dal calor dell'altro.
mo moftrato,& però la forma del Sole lì fcuo Si fa detta figura di faccia lieta, & giocon-
pre in tefta della figura , cioè in luoco più da, ridente, di afpetto giouiale, leggiadro, &
Superiore, &: più nobile fede deirintelletto,on modefto, &
perche non è cofa più grataj& a-
de fi cauano le virtù intellettiue, & gl'organi mata della Benignità, onde dille lerentione
ftnfitiui, ne' quali fi fondano le morali . 2: li Adelfi.
IJ numero ternario delle Lune, fignifica la Re tpfa reperì
perfettione di quefta eminente virtù, perche Tacilitate nthtl effe homirti meliw neque cle-
il ternario fcmpre fignifica perfettione, come menti tì^.
mfegna A.iiil. nel primo del Cielo cap.i. &è Et per fignificare lo ftatofignorileche è ne
primo numero impare, & principio d'impari- cellario all'vlo di ella Benignità, fi fa veftita,
tà della quale diceuanoi Gentili fodisfarll & coronata d'oro .
Dio,came di cofa perfetta, onde Virgilio nel- drizzarfi in piedi,chinarfi,& aprir le brac
Il
l'Erloiia 8. due Numero Deus impare gandet . eia, fono fegni propri) nei Prencipi della lor
Lt 1 Pittagorici difleix) il 3. triplicato nel Benignità,lontani dall'alterezza dell'animo,
quale il contiene il dua, elfcre di potenia infi- &C dal rigorc_5.
nita, con quali concorda anco Plat-chc dice_j Tiene con la delira mano il ramo di Pino
nel Timeo,da quefto numero triplicato haue- eflendo detto arbore fimbolo della Benignità,
rc origine la perfettione dell'anima, & l'iltef- perche ij Pino ancorché fia alto,& faccia om-
la Luna il dimanda dai Poeti Triforme,come bra grandiflìma , non nuoce a ninna pianta_j)
fi vede inAnioni o nel libretto intitolato Gri- che vi fia lòtto, ma ciafcuna vi germoglia lie-
lO , nel quale deJl'ilìeflo numero ternario di- tamente, perche ella è benigna a tutte, come_>
fcorre,ne deuo lalciare di direjche dette Lune riferifceTheofrafto Filolbfo libr.j.cap. ij.de
lbi:o riuoltc a man dcftra , cioè verfo l'Orien- Plantis .
te, ilch e è fcgnojche la Luna ila in fuo crefci- Pinus qucqjbcnigna omnibus propterea ejfcj
mento feguitandoil
, Sole, & così l'illuftrifs. putatur, quod radice fimplici,altaq-,fit: Seritur
Cala Strozzi fcguicando gli fpleiidoridelhL_9 enim fub eam ^
Myrtus ^^ Laurus ,(^ alia pie
magnanimità, fi va continuamente auanzan- raq^nec quicquam prohibet radix , quomtnus
do nella gloria, & negli fplenoori della fama hi.c Ubere auge/cere valeant-.cx quo irtelligi pO'
conl'iAella Benignità, &: è la Luna detta Lu- tefi,radicen} plus infejìarequam vmbram:quip
cilia, per edere ella tenuta da gii Antichi ap- te cum hinus vnibram ampitfftmam reddat,^
portatrice della Iucca i nafcenti fanciulli, per reliquas qucq^paucis altisq-^nttentia radici-
tilt pori'cloro aiuto ad vfcire del ventredella bus adporticnem/ocietatemq-, non negai Oi;e .
madre, (^ per ellere ella benigna, & pianet;i_/) è da notare , che il Pino arbore nobililFimo di
lu;niido ametca tall'hora con il liioinflulloil radice alta,& fempUce raccoglie benignainen
parto fuccorrendo le donne ne i lor dolori, ren te lotto la ùiaombiale minoii p]ante,n come
nendcK più facile al parto rarcj come dille Ho fanno altri aiboii di alta ladice^che non nega-
no ri-
.
Parte Prima 79
noriccHere in compagnia loro altre piante , il loroeftrcmi bilogni Hanc fibi finemproponit
.
che ci feriie per fìgur.ajche vna perfona nobile honeftus Princeps yVt fubditos felices efficiaf I| .
d'alta radice, cioè di ftirpe,& origine fublime fine dell'honefto Principe è cfi f.ir felici i fud-
ricciie focto l'ombra della Tua protettione con Antipatro di più gli honefti, & be-
diti diJÌe :
ogni benignità altri di minor conditione , &: nigni Principi, & Signori, accorgendoli dief-
^oii portione li amette nell'amicitia,& compa fcrc maggiori temuti, & riueri ti, porgono ani-
gniafua,il che non faniìo gl'animi nati vilme mo a minori di parlare, & chiedere vdienzs_j,
icancorche per fortuna fublimati fieno, ch£_^ &{bccorlb,fì come hanno fatto gli ottimi Prin
per l'ordinario reftono rozzi, & come doppi j, Imperadori,chc hanno lalfato buon no
cipi,i?>:
e non flmplici viano verfo altri più torto ma- me di (eAleflandro Scuero di nome , & be-
.
tes naturaliter, benigni quod careant felle. Ma danno alle prime parole infaftiditidifcaccia-
noi diremo ch'egli fìa benigno non fblo, per- 110 da fé con ingiuria le perfone. Se le fpauenta
che fia priuo di fele (attefo che il Camello an- no con la loro leuera,&: brufca ciera;prendino
cora è priuo di fele , & nondimeno non arriua eflfempio da Tito figlio di Vcfpafiano Impe-
a quella gentile Benignità.che ha l'Elefante) radore,chefempre benigno fi moftrò al popò,
ma perche la natura lo ha dotato d'vn certo lo, onde per tal Benignità fu chiamato Amo-
lume d'intelletto prudente è fentimento quali re, &delitie del genere humano, mai licentiò
che humano. Plinio lib. 8. cap. i. -<4«i>»<»/*««» alcuno da fé fenza dargli buona fperanza, an -
maximum Eleph(is,proximum^ humanis [enft- auifatoda' famigliari, come ch'egli promet
2,i
èus&c. Querto Animale fé mai nelli deferti tede pili di quello chepotefl'e mantenere, fb-
incontra qualche perlbna ch'habbia fmarrica leuadire che bifognaua auertire cheniuno fi
la ftrada per non fpauemarla col fìio alpetto , partiflemerto,& difguftato dal parlare del
fi ritira in bel modo al quanto lontano, d.i_^ Principe. No« oportere^airqitemquam afermone
quella ,& per darli animo fé le moftra tutto Principis trOìem difcedere : So^eiunee Sueto-
cortefe , & manfuetOj & le precede alianti nel nio, che tratto il popolo in ogni occafionecon
camino, tanto, che a poco a poco lo rimette-» tanta piaceuolezza,& Benignità, che folca far
per la ftrada Si Elephxntcs hominum erran-
. preparare lefefte publiche de Gladiatori non
temfibiobttium viderint in foUtudine ,primo, a gufto fuo, ma d'arbitrio de gli fpettatori, &
ne impetu terrettnt ,aÌiquantulHm de via fefub mai negò niente a ninno che gli dimandalle,
trahttnt , &
tunc gradum figunt , (^paulatim anzi l'eflbrtaua dimandare dipiù:ZV.TOT neque
jpfumprAcedentes vium et oJìendMnf dice il , negauit quicquam petentibfa: &
-vt qus. vellent
medelimo Bartolomeo Anglico nel luogo ci- ^eterent, vitro adhortutus efl . Stando vna fera
:tato,& Plinio nelfudetto ìih.ca^.^-.Elephas ho- a cena gli venne in mente, che in quel giorno
mine obtùo fort e folttudine O'Jt^^pliciter ober-
, non haueua vfata la folita Benignità con nin-
.rante clemens , placidus^ etiam demonflrare-j no, di che pentendofì, mandò fuori quella me-
-viam traditur Atto veramente benigLO,mi-
. morabil yocc Amici diem perdidimus. Amici
rabile,in vno Animale, ch'habbia forza di nuo habbiamo perduta la giornata, riputò comi_»
cere,& non voglia, ma più toftodi giouare_>: Principe efiere debito fuo elVercitareognigiot
della nobile, e benigna conditione di quefto no l'officio della Benignità Non fu men be-
.
Animale fi pollone riputar partecipi quelli 'nigno quel buono Imperadore , dico Marco
Signori, i quali molli dalla loro innata beni- Aurelio di cui Herodiano f criuc, che a qual fi
gna natura rimettono i fudditi,ò feruitori nel voglia che vi andana auanti porgeua benigna
la via del felice contento , foccorrendoli né i mente la mano, è non comportana^che da lx_ji
da.
, . .
benigno, efl'endo , che non ci è chi più di lui nonpuòclìerfenon vile,appoggiahdofi maf.
clfei citi la Benignità per il bene, che ogni gior fime all'arido leeno della maltfiicenza_^.
no fa a tutte le lue crea ture lì che vn iignorej
^
&: la ragione gialla, &: retta, è non il fulmine, fce dalla bellezza, eflendo che la mente acqui
e'itridentejcome Icglionfarlì dipingere alcu- fta cognitionede' fenfi .
ili per parere tremendi, &: fiibJimi più che non Il vcltito dell'oro fignifica Bontà, per efl'er
fono difpiacciono a Dio quelli, che fanno c-
: l'oro ftipremamente buono fra tutti i metalli
nuilatione ccn li tuoni, fulmini, & iaggi,& fi Horatio dimanda aurea la mediocrità, dalla_.?
compiace di quelli, che imitano la fua virtù , quale deriua la Bontà ideila in tutte le cof(;_j.
fi rendono fimili a lui neIl'honeftà,hiimanità, L'Albero alla riua del fiume èconformeal
&c Benignità , & quefti più inalza facendoli le paiole di Dauid nel fuo i. Salmo, che dice :
partecipi della fua Equità, Giullitia , Verità l'hucmochefeguela legge di Dio cfler fimi-
,
Manfuetudine, & Benignità, mediante le qua le ad vn'albero piantato alla riua d'vn riifcel-
li virtù rifplcndono,comeiJ Sole^&i la Luna_^ lochiaio,belio,& corrente,e per non eller al-
non tanto apprelfo gl'hucmini, quanto apprcl- tro la Bontà, della quale parliamOjchc li con-
lo Iddio padre di ogni Benignità . formaifi con la volontà di Diojptrò fi dipinge
in tal modo,&il Pellicano medelìmamcnte-^,
BIASIMO VITIOSO. ilquale èvccello,che,ftcondo che raccontaiK>
molti autori, perfounenire i propri figliuoli j
."X Ecchio magro, pàllido, con bocca aper- polli in ncccllità , fucnail lUlIb col icibo, è
J
V ta, &. chinato vcifo la terra , laquale ei del proprio fangue li nodriice, come dice dif-
fufamejite
.'
Parte Prima 8i
B O N A\
& guafta tutta l'armonia di queft'oigano,che che racconta Pierio Valeriano mi lib.iS.quaii
fuona con l'armonia di tutte le virrù . do fi fenteprefa , manda fuori dalla coda va
B V G I A. certo huinore nero , nei quale fi naiconde, {li-
DONNA bito fuo
inuolta, & ricoperta ncll'ha-
quanto fia poflìbilcjil veftimen
mando con tale inganno fuggire dal pefcato-
re.Così il bugiardo ofcura le rtcflo con la fin-
te davna parte farà bianfo,& dall'altra nero, tione delle bugie , & non viene mai a luce di
ceirrà in capo vna gaza, & in mano vna Seppia buoualama_j'.
F BVGIA.
. , .
^
4^
DOnna giocane bruttarmà aicificiofamen da diuerfa apparenza diefrere_->
nel fauellare,
color cangiautejdipinto tut
te vcftitadi qui è nato il prouerbio che
a tutte le cofe>& di
te di mafcaredi più forti, & di inolte lingue , àìCf.Mendacem oportet ejfe mcmorem .
farà zoppa, cioè con vna gamba di kgno , te Il fafcetto della paglia accefa altro non fi-
nendo nella fimftra mano vn fafcctto di pa- gnifica,fe non che lì come il detto fuoco prefto
glia acc'-fa. Sant' Agoftino defciine la Bugia , s'appiccia, & prefto s'ammorza, cosila Bugia
dicendo, che è falfa fìgnifìcatione della voce piefto nafce,& prefto muore—'.
di coloro,che con mala intentione negano, o- L'elVer zoppa da notitia di quel che lì dice
iicro affermano vna cofa falfa triuialmenteiche la Bugia,hà le gambe corte.
Et però fi rapprefenta^ vna donna gioui-
ne,ma brutta, eflendo vitiofcruile, & fuggito B V I O.
fommamente nelle conuerfationide' nobili, GIOVANETTO moro,veftitod'azur
inmodo che evenuto invfo hoggidi,cheatte ro ftellato d'oro,& fopra il capo hauerà
ftandofi la fua nobiltà, come per giuramento vn Gufo , nella deftra mano vn velo nero , &
nel parlare ftima per cofa certa , che il ra-
fi con la (ìniftra terrà vn feudo di color d'oro,in
gionamento vero(la mezzo del quale vi fia dipinta vna targa con
Vcftefi artificiofamente, perche con l'arte_> motto che dice_j. AVDENDVM.
fua ella s'indultria di dare ad intendere 'le co.
iè.che non fono C A L A M I T A\
Laverte di cangiante dipinta di varie forti
mafcare,& di lingue dimoerà l'inconftan-
DONNA mefta,veftita di nero,& mal'-
in arnefe,moftrandofi debole lì regg.i_.5
«li
iadcl bugiardo,ilc^uakdiuulgandofi dal vero fopra vaa canna^ tenendo in mano vn mazza
di fpighe
.
Parte Prima. 83
a fpighedi grano rotte , è fiacaflate come_j cefo, &
con la dcftra prenda per i capcglì v**
quellcche vengono abbattute dalla tempefta- giouanetto nudo, & lo ftringa,il quale alzi le
Il Teftimento nero fignifìca malinconia.^, mani giontc al Cielo,& da vna parte vi farà vit
ch'è compagna perpetua della Calamità . Bafilifco .
S'appoggia alla canna , perche non fi troiia Dipingefi con vn vifo iracondo, perche è ca-
maggior Calamita,che quella di colui, chc_> gionata dall'iracondia, & dallo fdegno .
molte volte a defi,derare la morte per rime- èinJlmmento attilTimo ad accendere il fuoco
clio,& la cabina per edere vacua, & poco dén- delle difcordie,&.delle louine di tutti i Regni.
fa,facilmcnte fi fpczzaal foprauenimento del il giouinè ,chc ha le mani
Il tirarfi dietro
di quefto mondo, perche ogni forte di vento non è altro, che lacerare la fama de gl'Inno-
ancorché debole è ballante a mandare in rui- centi .
DONNA afciuta, tutta piena di lepr.i_^ fenz'ondepoterfi aiutare , non fapcndoil tor-
con pochiflìmi pannijche le cuoprono le to,perchegli vien fatto in abfenza come fi vc-
parti vcigo<5nore,& con alcuni cagnuoli, che 'de auuenire in molte corti. Se Herodoto fopra
liftiano lambendo le piaghe delle g3mbe,ter la Calunnia nel lib. 7. così dice CalHtnntator :
rà le manim atto di dimandare elcmofina_^. iniuriam facit Accttjato , non prAfentem accu»
/ans
Calamità, ó* Miferiii^.
DOnna mefta,ignuda,a federe fopra vn fa-
lcio di canne rotte, èfpezzate in molti
pezzi in mezzo a vn canneto. ^CAPRICCIO.
Si dipinge mcfta,pcrciòche la miféria ren-
de l'iiuomo mefto,& ancorché la Fortuna fe_j GIOVINETTO veftitodi vari) colori, in
gli moftri alquanto benigna, nondimeno non capo porterà vn cappelletto fimile al ve
fi rallegra mai , come dimoflra Seneca in ftimento.foprailquale vi faranno peimediuer
Thyeft^. fé, nella delira mano terrà vn mantice, & nella
Froprium hoc mi/eros feqMttur vitium finiftra vnfperone_?.
"Rideat felix Fortuna licet Capricciofi il dimandano quelli, che con'I-
Uumqtiijm rebus credere Utis dee dall'ordinarie degl'altri huaminidiuerfe
Tttmen affliHos gaudere piget . fanno prendcrele proprie attieni, ma con I.i-^
Sì fa a federe , per moftrarc, che le fue fpe- mobilia dali'vna all'altra pur del medcfimo
xanze fono andate a terra, & ella infieme con genere, & per modo d'Analogia fi dicono ca-
elle, perche dice S.Agoftino nellib.de fìn.ln-^ pricci le idee, che in pittura, ò in mufica, ò lu
mileria è abondanza ai tribulatione_j. altro modo fi manifeftano lontane dal modo
Le canne fracallate furono fempre pofte an- ordinario l'inconftanza ii dimoftra nell'età
:
ticamente per lignificare la Calamità, da chci fanciuUefca , la varietà nella diuerfitàde i co-
Romani pigliarono poi il nome di Calamità , lori.
dimandando calami, le canne_j. Il capello con le varie penne, mofha che__>
principalmente nella fantafia fono pofte que-
e A L V N N I A. fte diuerfità d'attioni nonordinaric_'.
Lo fperone, & il mantice moftrano il capric
O N N A,
D che moftri eflcre sdegnata ,
nella finiftramano tenga vn torccio ac-
ciofo pronto all'adular*- l'altrui virtù,ò al
gere i vitij.
F X CARRO
puu
, .
£i 'oi'of'Parte
porge loro aiuto, ad vfcire del ventre dell.i_j>
Primaf
dipingere due galli, per
i-i'-iH
la conuenienza,cht_>
H
maorcj. ha Mercurio Dio della facondia , 8c del par-
Moftra ancor il lume, che fa alli partorì , lare, coala vigilanza^ laquale: fì dinota con il
riceiiono commodità grande,elì"endo che lu__9 G6' il Caduceo Ci dice' che Mercurio, (feco is-
notteguardano i Tuoi armenti dall'inildie del- doi Gentili) fufeicafle » morti, come l'eloquea
le fiere_j. ;
.
•'.
f za fiifcita le memorie de gl'huomini .
Oltre ciò s'intende ancor per illumerhu- I Talari, e le pcne,moftrano la velocità del-
midità (ua,che prefta fauore alle pianrc,ch»_> le parole,le quali in vn tratto fparifcano,però
germinano foprala terraj& alle radici di lot- Hom. chiama quali le parole, veloci, alate, &
to dona aiuto • c'han penne, e chi vuol vedere più diffufa-
le
^a dipinfero gli-Antichi , come habbiamo mence quelle, e limili altre ragioni delle pen-
detto, con l'arco, &
con la fare tra, perche in- ne di Mercurio,& de gì 'altri fuoi portentL,po-
tendeuano la Luha eflere arciera de' fìjoi rag- tra leggere (oltre che molti ne fciiuone nella
gi, li quali fono alle volte nociui a i mortali, lingua Latina] il Boccaccio, che nella uoftra
perdimoftrare ancora le punture,che fentono non manca con diligenz.i_->.
le donne nel partorire,eflendo quella Dea fo-
pra il parto delle donnea. CARRO DI VENERE. ^
VENEREcon vna
dipinge giouane, ignuda
lì
cflì vi fa ranno penne parimente d'oro congiuu Fu Venere rappiefentàta nuda. per l'appeti-
teiniìcme, ouerovn cappelletto con ducalet- to de glilalciui abbracciamenti, ouero,perchc
ce,cioc vna per banda,in mano porterà il Ca- chi va dietro fempre alli lafciui piaceri rima-
duceo,& alli piedi i Talari, che così fi truoua ne fpellb fpogliato, & priuo d'ogni bene, per-
dipinto da i pittori , & dclcritto in molti libri ciòche le ricchezze fono dalle Jafciue donne
da' Poeti, & in particolare nelle trasformatio- diuorate, & lì debilità il corpo, &macchia_j)
ni d'Apuleio. l'anima di tal bruttura, che niente refta più di
Sarà detta Imaginefbpra d'vn carro , & vi bello.
faranno molti fàfli,per accennare il cortumc» II mirto, & le rofe fono confecrate a queftal
de gli Antichi , che quando palfauano vicino Dea , per la conformità , che hanno gl'odori
alle ftatue di Mercurio , ciafcunligittaua vn con Venere,& per l'incitamento, & vigor«_j,
fallo a 1 piedi di maniera, che ftmpre alli pie- che porge il mirto alla luiluria, che però Fu-
di della Itatua di Mercurio erano molti monti turio Poeta Comico mentre finge Digone me-
di.falTj.è CIÒ riferifce Formitonel libro della_9 retrice, cosi dice_>.
xiarura de gli Dei ji me porti del mirto aceto ch'io pojfrtj
6arà quello carro tirato da due Cicogne-^ Con ptù vigor di Venere oprar l'armi .
y
vccelli confeciatia Mercurio , perche quello La conca marina , che tiene in mano mo- ,
vGcello , ch'è chiamato Ibide, e vna fpetie di ftra, che Venere lìa nata del mare,come diffu-
Cicogna, laquale nafce in Egitto, come ferme famente lì racconta da molti - , .
Ariltotele nel libro delia natura de gl'aninia- Ilfuo carro lécondo Apuleo è tirato dalle
li , doue che Mercurio ( fecondo che narrano colombe, le quali (come li ferine) fono oltre_»
gl'Hiftonci) regnò, dando a quei popcli le_> modo lafciue , ne è tempo alcuno dell'anno ,
leggi, & infegnò loro le lettere, tome ftiiue._j nel quale non llieno inlìeme ne i lor gufti a-
Marco Tullio nei terzo librodella natura de morolì
gli Dei, & volfe , che la prima lettera dell'Al- Et Horatio,Ouidio,& Statio,dicono,che-^
fabeto forte ribi,fi come dice Plutarco nel li- Venere è tirata da i cigni, perdimollrare, che
brode Ilìde,& fu ide,& Ouid. nel fecódo li- i gulli de glamanti fono limili al canto del ci-
bro delle trasformationi ferine , che Mercu- gno, il quale è tanto più dolce, quanto quello
rio fuggendo inficme con gli altri Dei l'impe- animale è più vicino al morire, e cosi tanto
to di lipheo gigante li conuerfe in vna Ci- più gode l'innamorato quanto più pena ina-
cogniU^. inoti,-.
l'otrebbefì in luogo ancora delle Cicogne Per fare alquanto diiFcrente quella figura
F 3 il Ci-
.. . . .. . .
d'(jro,&: dietro glifono le tre gratic, con Ic-» giorno, perciòche Piroo , che è il primo fi di-,
braccia aiiuiticchiatt-?. pingc roflb , eflendo che nel principio dclla__»
llglobomortraclfcr Venere dominatrice, mattina,oftando i vapbri che Ci leuano dalli_j
e confcruatrice dell'vuiuerfo terra, il Sole nel leuarfi è rofibjEoOjche è il fe-
Li tre pomi fono in memoria del giuditio condo, fi dimoftra biacoperche,elfendofi fpar-
di Paride a lode della Tua fingular bellezza foil Sole, & hauendo cacciati i vapori è fpien-
Le gratie fono le damigelle di Venere , che dente,& chiarori terzo è Ethone, & fi rapprc-
allettano, & corrompono facilmente gl'animi fenta roftb infianimaco,tirando al giallo, per-
che il Sole { fermato nel terzo del Cielo) mo-
non bene {labiliti nella virtù
ftrapiù rifplendente (e^ftelioiL'vItimo è Phle
CARRO DE L SOLE. gone,& fi figura di color giallo, ma che porga
Sole douerà rapprefentare configura nero,per dimoftrare ladeclinatione d'eflb ver
IL fi
e in quefto mondo , tutto appanlce per la fua fpetto per dar terrore,& fpauentar i nimici
lucc,e da quello in gran parte è prodotto . I moftri,chc fono nell'armatura, moftrano
clTctti,chc nella terra oera la forza del Sole_^ vccello dedicato a Marte per l'acutezza del
afciugandolc fuperfiu.cà degl'humoti, &n- roftrcnefqual folo confida contro gl'altri a-
folucndo Iccorruttioni . nimali
Starà detta figura cox\ bella difpofitionc^j, L'hafta fignifica Impeno,perche tutti quel
fopra d'vn C^rro ,il quale da Ouidio nel fe- li, che attendono all'armi, vogliono efler fupc
J raffi foo che fan pin chiaro il giorno ciò fa mentione^il Boccaccio lib. ?• della Gc-
J^' argento , e gemme tn yn fottìi lanor» neologia de gli Dei
i tuti* infume sxgr^n lume porger Gli fi danno i lupi, per efter quefti animali
Ck^in del da ttrra il Carro non fi fcorge^. dedicati a Marte, & per moftrare l'infatiabile
Quefto Carro, com? racconta il Boccaccio ingordigia di quelli,che feguonogl eflerciti ,
UbiQ della Gencologxa de gli Per , h* chemainoufouQfatij.fimilia. iiupi. Et Ho-
«Iti V
. , . . . ,
de gli Dci,& de gli Re,furono fatte nude, per no il finiftro afpetto della ftella di Saturno, Se
moihare che la poflanza loro ad ogn'vno era la fua tardanza..!).
inaniftltA__-. Sporco fi dipinge,perche è proprio di Satur
•
I vari j fiori, fopra il panno fignificano l'al- no il concedere i coftumidishoncfti
4^rezza,& benignità di qucfto Pianeta, & d'- Si rapprcfenta con la falce in mano, perche
InU Virg.ncH'Egloga 4. così dicc_>.
fiori il tempo miete , e taglia tutte le cofe.comt-»
' ìp/a ttbi hl»»dosfundent cunahulafiores . anco potremo dire, che perla Falce s'intenda
Gii Antichi foleuano dare l'hafta per fegno lacoltiuationcde'campijch'egliinfegnoa gì*
di maggioianza,& perciò nell'imagine di Gio Italiani, che prima era incognita^^.
«e fignitìca queft'iftefio . Il fanciullo,cheej[rodiuora, dìmoftra,che
folgore nota caftigo, ma percffer quefto
Il il tempo diftrugge quei medefimi giorni de i
lanciarlo. Pompeo
. Il carro è tirato da due Aquile, non folo per Si può anco dire,chehauendo eflb infegna-
jnoftrare, come fono dedicate a Gioiiejmàan- to l'agricoltura per arare, & coltiuaie i cam-
*o per dinotare gl'alti.& nobili fuoi penfieii, pijiion potefle, fé non con fcommodità far
fi
& la liberalità, & finalmente ellere gioueuole lenza quefti animali,e però 1 boui fi pongono,
altrui, & perciò dal giouare diccfi che ei fu come inditiod'agricoltura_^..
chiamato Gioue_,->. Il Tritone fopra il carro cynlc cofe fepolte
Gli fi danno anco l'Aquile,per il buono au- fignifica,che l'hiftoriacomintiò ne i tempi di
gurio , che hebbe mencie andaua a far guerra Sàturno,& che da lui indietro tutte le cofe era
centra Saturno fuo Padre, della quale rimile no incerte, & ofcure,il che figniìficano le code
"vittoriolo.Come a^co,percheinterprctandofi di Tritone fitte,& nafcofte in teiira,perche in-
•Gioue per l'aria più pura d'onde nailono 1 fui nanzi al tempo non v'era materia d'hiftoria .
huomo faggio vede, & conofce le cofe, quan*' Boccaccio ntl luogo citato) interpretato ofcu
tunque fieno difficili,& occulte?. rojaffinche fi comprendi la pazza deliberato-
ne d'acquiftarequel che poco fa meftiero con
^CARRO DI PLVTONE. -;
"
la quale è guidato onero cacciato l'ingordo .
_, iì • 'i-i.
Ilfecondo è detto Alaftro, che fuona l'ifteiTo ,
HV G M O ignudò
con vna ghirlanda di cipreflb ih- capo ,
fpaupntofoift'VÌfta_j', che fa nero , acciòchc fi conofca il, merore di
quello,che difcorre,& latriftezza, & la paura
tiene in mano vn picciolo fcetrio,& vna chia- circa i pericoli.che quafi fempre vi ftanno ai-
ue,llando fopra vn carro da tre ruotc,& è tira- torno. Il terzo vien detto Nonio, ilquale vo-
to da tre ferociflìmi caualli,de i qtM.li ( fecon- gliano che fignifichi tepido, acciòche per lui
dcjchediccil Boccaccio lib.8. della (j^neolo- confidenamo , che per lo temere de' pericoli
gia delli Dei) vnò fi chiama Amatheo,il fecon alle volte il ferueniiifimo ardore di acquiftare
do Alaftro , & il terzo Nonio , & per far me- s'intepidifct_> .. . : ;:
glio, chefiaconofciuta quefta figura di Pluto- Gli mette a canto il Can Cerbero con tre
fi
ne, li mettlercmo»alli piedi Cerbero,nel modo, fauci, per eflere guardiano deirinferno,efl'en- .
eiene efl«re a quelli che hanno da caftiga- Con ipauen tetto l /nono
I4
. . .
Horridi da vedere
niidojbrutto , afFumicato, zoppo, con vn cap- Dindymus efi oculisJt>nilis tiri totus orfL.', , &
pello di color celefte in capo,& con vna mano Vtque tuHS coniux claudicai ipje pede :
tcnelTc vn martello , & con la iiniftra vna ta- Natus hic efto tuus jCAcum iam dejere nixtum
naglia_9. Efl claudtti CACO pule hrior i/le tuo .
Il Boccaccio nel libro della Geneologia_j> lo che faccia vn zoppo fenza baftone,le paro-
de gli Dei, dice, che il fuoco è di due forti , il le de l'autorencl difcorfodella faccia della_^
primo è l'elemento del fuoco, che non vede- Luna fono quefte . Mulciberum V'ulcanum di-
mo , & quello molte volte i Poeti chiamano cunt claudum ideo cognorninatum fuijfe , quod
Gioue,& Talrro è il fuoco elementato.del qua ignisfine Ugno non magts progreditur , quanx
le noi ci feruiamo in terra , &
per quefto s'in- claudptsfine fcipion e.
tende la figura di Vulcano Il pruno s'accen-
. Nudo, e con il cappello turchino fi dipin»
de nell'aere , per il velociffimo circolar motto gè, per dimoftrare,che il fuoco è puro,& fin-
delle nubi, & genera tuoni: per il fecondo è il ceroj più diftintamente efpone Eufebio nel-
fuoco che noi accendiamo di legne, &
altr«^ la preparatione Euangelica libro terzo cap. j.
co fé, che li abbruciano. la figura di Vulcano coperto col turbantc-j
Brutto fi dipinge,perciòche così nacque^», azurro per fimbolo della celefte reuolutio-
& dal Padre, il quale dicefi efl'er Gioue, la &ne,doue il fuoco Ci ritroua integroi però chc^
madre Giunone, fu da loro precipitato dal Cie quello che dal Cielo in terra difcende , valen-
lo,fi che andò a cadere nell'Ilbla di Lenno nel do poco , &
hauendo bifogno di materia fi di-
mare Egeo, che però fi dipinge a canto lafo- pinge zoppo .
pradctta irola,d4lla qual cafcata reftò zoppo", 11 martello,&: la tanaglia,che tiene conam
& fciancaio. Ond'egli viene beffeggiato d.t_^ bi le mani fignifica il ferro fatto con il fuoco .
gli Dei, nel Conuiuio, che finge Homero nei Glifi danno i cani,pcrciòche credeuau an-
fine della prima Iliade, oue dice in vno i- ticamente,che i cani, guardaifero il tempio di
diom.L_i?. Vulcano, che era in Mongibelio, &abbaiafle-
ImmenfHS autem ortm esì rifm beatis Difs. rofolamciìte agl'empi, & cattiui, & gli mor-
, ytviderunt Vulcannm
per domum minijiran- defiero,& facefiero fefta a quelli, che andaua-
^.^ lem no dcuotamentea vifitarlo .
Non per altro, fé non perche zoppicano.^, Gli fi mette a canto la gran fiamma di fuo-
impericctione ndicolofa in vna perlbna quan- co & l'armi dujerfe, che vi fono dentro, per le-
do fi maoue,è fa qualche attiene di eflercitio, gno della vittoria di quelli , che anticamente
con tutto ciò, da quefta iftclfa imperfettione , reftauano vincitori di qualche guerra, i quali
prefe vaga materia di lode Giouan Zaratino fokuano raccone l'arme de gl'inimici , & di
Cartellini, mio amico, veramente gentil huo- quelle farne vn monte,?: abbruciandole farne
mo d'ingegno, & di belle lettercjin quello fiio facrificio a Vulcano..
epigramm.i_-5.
i
.;„gARRO DELL'ARIA.
AdVenerem de Dindymo PaUore Claudo.
da Martiano Cappella, Giuno-
Erras non tusts eli natus Cyther&a Cupido
Stnlta tièi mutritnil^; patri ejlfimtlit,
FVne perlaiia,
dipinta
vna xnauona federe^
per a
fopra
. . . ,, . . ,
Il carro è tirato da due beliinìmi Pauoni teltx prole virum, q$*sUs Berecynthia mater
vccclli confecrati a quefta Dea, Se Ouidio nel Inuehitur curru Phrygias tHrrttaper Vrbes
primo de arce amandi cosi dice . E veftita d'vna verte ricamata di varie fo-
Laudatas ofìendtt auis lunoniapennas glie d'arbori, &di verdi herbe Se fiori, con la
Si tacitus ipecìcs, illa recondet opes . delira mano tiene vn fcetro, & con la finiftra
I vari j
colori, & l'altre cole
Ibpradettc fìgni vna chiaucj.
jficano le mutacioni dell'aria, per gl'accidenti Sta a federe fopra d'vn carro quadrato da_j
ch'appaiono in ella, come pioggia,rerenitàjim quattro ruote , & fopra del medcfimo carro vi
peto de' venti, nebbia, tempelta,neue, rugia- fono parecchie fedie vote, &
è tirato da due_>
cla,fol^ori, tuoni, &
quello lignifica il tambu- Leoni
rinojcnc tiene in mano,oltie ciò comete, iride, La corona in forma di torre dimoftra douer
vapori infiammati, baleni, & nuuoli cfler intefa per la terra,eflendo il circuito del-
la terra a guifa di Diadema ornato di Città >
CARRO DEL L' AC Q^ A Torri,Caltelli,& Vì11«l_5.
La vefte con i ricamijl'herbe,& i fiori, dino-
Da
Fornuto nel primo libro della natura—^ tano le felue,& infinite fpetie delle cofc,dellc
EVn de gli Dei dipinto Nettuno per l'Acqua-^.
vecchio con la barba,& i capelli del co-
quali la fuperficie della terra è copert.L_.r.
Lo icetro, che tiene con la delira mano, fi-
lore dell'acquamarina, & vn panno indoflb gnifica i Reami, le ricchezze, & lapocenza_>
del medcino colore, nella delira manotiene_> de' Signori del la terra.^.
vn Tridente, & ftà detta figura fopra d'vna_j Le chiaui, fecondo che racconta Ifidoro,fb-
conca manna con le rote tirata da doi balene, no per moflrare, che la terra al tempo dell'In-
onero da due caualli marini in mezzo il ma- uerno fi ferra , e fi nafconde il feme fopra lei
re, oue fi vedano diuerfi pefci ipar/b , quale germogliando vienfuora poi al
Fu Nettuno vno de i tre fratelli, al qualc_> tempo della Primauera , & all'hora fi dice a-
toccò per forte l'Acqua, & perciò fu detto prirlì la terra_^.
Dio del mare,& gl'Antichi lo folcuano dipinge I Leoni, che guidano il carro dimoftrano 1'-
re hora tranquillo, &
quieto,& hora turbato . vfanza della agricoltura nel feminar la terra,
Il color delia barba, delli capelli, come anco ficrchei Leoni (come dice Solino nel libro del
quello del panno, che porta indollb, fignifica e cofe marauigliofe ) Cono auezzi (e fanno il
{ ce me riferi fcc il fudetto Fornutoj il colorc_> lor viaggio per la poluere,con la coda guada-
elei inare_». no le velligie de i fuoi piedi, acciò che i caccia
Il Tridctedimoftra le tre nature dell'acqua, tori da quell'orme non pollino hauere inditio
perche quelle de i fonti, & fiumi fono dolci, le del fuo camino •
marine lòno falle, Se amare,e quelle de' laghi II che fanno anco gl'agricoltori, del terre-
«on fono amare, ne anco grate al gullo . no, i quali gettato che hanno in terra i femi
ere attribuito carro
per dnnortrarcil
il , fubito cuoprono i folchi,alfinchegrvcccllinó
fuo mouimento nella fuperhcie,ilquale fifa mangino le femente_j.
con vna riuolutione, & rumore, come proprio Le fedie,comedicemmo,altro no vogliono
fanno le ruote d'vii carro • inferire,che dimoiharci no folamente le calè,
L tirato detto carro da ferociflìmi Caualli ma anco le Città,che lòno llanze de gl'habi-
per dimortrare, che Nettuno è flato il ritroua- tatori,quali rimangono molte volte vacue per
tore d'elfi, come dicono iPoeti, percotendo la guerra,ò per pefte , onero che nella fuperficic
terra con il Tridente,ne fece >fcjre yn cauailo. della terra molte fediefianoYote^molti luoghi
disha-
. . .
dalBoccac ciò, nel primo libro dell* crudeltà de gl'ebnj perche il carico del vino
,
no il tutcojoucro perche il bere fuor de i termi biancheggiarejouero gli fi manda auanti vn'-
ni, conduce molto inpouertà, &
reflano ignu- Amore, che porti vna face, & vn'altrodopò ,
di, ò perche il bere fuor de i termini gcnera_<* checon Titoncj.
vn'altra fuegli
calidezza_>. vna fedia indorata»*,
Sia polla a federe con
Il Tufo circondato dall'hellera,dinota che foprad'vn carro tirato dal cauallo Pegafeo ,
quella pianta, fi come lega tutto quello,al che per cfler l'Auiora amica de i Poeti , & di tutti
s'appiglia,cosi il vino lega l'humane menti. gli ftudiofi onero da due caualii, l'v no de qua-
Il carro fignifica la volubilità de gli e- li farà di colore fplendente ili bianco,&: l'altro
bri|,pcrciòche il troppo vino fa fpeflb aggira- fplendente in rollo, il bianco (fecondo che_»
te il ceruello a gl'huominijcome s'aggirano le racconta il Boccaccio lib. 4. della Gencologia
ruote de' carri . degli Dei) denota che nafcendo l'Aurora dal
La pelle del lupo ccruiero, che porta ad'ar» Sole procede quella chiarezza del Cielo,che^
Vk«coUo > dimoltra che quell'animale è attri- fi chiama Aurora , & il cauallo rollo il prin-
cipia
. • . . , .
lijoucro
anco
il mezzo giorno, &
cfla corre auanti il Sole
mezza notte, che
,
VN Vecchio ignudò di venerando afpec-'
to,&: del colore dell'acqua marina,coil
la barba & capelli lunghi pieni d'alega , &
CARRO DEL GIORNO
,
H
gioni
VOMO ibpravn carro con quattro ca-
ualli bianchi guidati dalie quattro fta-
ne di tutti gli Dei .
Le fi danno Ji fopradetti animali, per dimo- QVattro defirier vie più, che neue bianchi
ftrare li torti folchi che fanno i buoi,inentrs_> Sopra vn Carro di fuoco vngxrx.on crttdo
arancia terra,che per tale s'intende Cerere_j, Con arco in mano, e confatite a i fianchi
onero per dinotare il fcacciato felpe da Euri- Contro del qual non vai elmo, ne feudo
lieo dcU'Ifola .Salamina,il quale laluatolì nel Sopragì' h omeri hanea fol di<egrand'aU
tempio di Cerere,iui fé ne Iktcc leniprc,coinc Di color mille, e tutto l'altro ignudo.
fuo muuftro,& fcruente
CAR.
. . .
Parte Prima.' P3
CARRO DELLA CASTITA\ Et Statio in Thebaide_> .
Come dipinto dal Petrarcf(-j. Mille modts Utht mi/eros, mors viafatig.-jt
VNa bella doinUj veftita di biancojfopra
d'vncairo tirato da due Leoncornijcon
Fey>'OtpeJle,fame,vi?tcUsi ardore, calore,
Mille modis miferos mors capit vna homines,
la deftra mano tiene vnramo di Palmaj& con CARRO DELLA FAMA.
lafìniftra vn feudo di chrirtallo , inmezo del Del Petrarca .
CARE
,
B^egumque Turres .
,;,• I A.
DONNA
5?4 Della nouifsima Iconologia
DONNAmano
macilente & mal ,
tenga vn ramodifalice.nel
dcrtra
veftita, nella veftiti
La
percareftiadi pane,
pietra pomice , & il
& di da nari.
falice pianta fonò
la llniflta vna pietra poniicej& a canto haiierà fterili &lafterilità è principal cagione della
,
vna vacca niac;x.i_^. careftia, ma nafce. alcune volte ancora per infa
DipÌ!:<;efì lacareftia magra, per dimoftrare tiabile cupidigia d'alcuni Mercanti, li quali (b
l'effetto nel mancamento delle cofe alla vita gliono { fraudando la natura ) affligerc la po-
hiimananeceflaiic, perche il danaro folito a uera gente con i lóro inganni •
fpenderfi largamente in più felici tempi, nelle Dipingefì appreflb la vacca magra', per fe-
Iterili ftagionij pocomenojche tuttofi rrasfe- gno di careftia,& quefto fignificato lo moftrò
rifce nel dominio di pochi, di modo, che facil- Giofeffo nelle facre lettere, ^quando dichiarò
mente i poueri rimangono macilenti, &mal il fogno di Faraone-*.
R I A\
DONNA
capo hahbia vna
veftitadirofTo, cheincimadel
f amma di fuoco arden
con Dio,
re,
& congl'huomini ci vnifce in amo-
& in affettioncjchc accrefcendo poi meri- i
re, terrà nel braccio {ìnift:o vn fanciullo, ai- tijcol tempo ci fa degni del Paradifo .
quale dia il latte & due alci gli ftarano Icher La vefte rofla fignifica Carità, per la ragio-
zandò a piedi, vno d'eflì terrà alla detta figura ne toccata di fopra: però la Spofa nella Canti-
abbracciata la dcftra mano ca am.aua quefto colore nel fuo diletto -
Senza Carità vn feguacc di Chrifto,e come La fiamma di fuoco per la viuacità fua c'-
vn'arraonia difonante d'vn Cimbalo'^ifcor- infegna, che la Carità non mai rimane d'ope-
cfc,^: vna fproportione, (come dice San Paolo) rare, fecondo il {olito fuo amando, ancora per
però la Carità fi dice efler cara vnità,perche_> la Carità volle, che s'interpretaffe il fuoco
Chrifto
. .
( : PartePdma^'' ':
•7
i
Pf
ChnftoNoIlroSi^ftorc in quelle parole: ^gnè Carità
.
v&ni mittere in terram, Ó* quid volo,nifi vt ar-
Jeat !
VN A Carità viddi al Sig. Ifidoro Riiber-
ti Auditor del Cardinal Saluiati, genci-
Opiu d'ogn' altro raro, epretiofo rignificare,che la Carità, & colui, che la vuol
Dono, che in noi vien da celejìe mUno , vfare deue toglier del nodrimcnto a fé per com
Cosihaunfs'io lo Rite alto,e foHrano ,
patirlo ad altri, è prima a più proflìmi,e poi a
Comefoy? di lodarti defiofa . più lontani Quell'hcrbctte credo figninchi-
•
fìis.mthi feciiìii .
diuerfi Poeti abbraccia & ftringe oiuinque_^
,
etfufione d'efib fi ftende la vera carità, fecoii- Mentem amore reuinciens , vt tenax
io il ceftiraoaio di 5, Paolo » Hellera hac,et ili(te arborem implicat errans
Tiene
.
gittij per la figura di qiiefti animali fignifica- lera appredo tanti Autori di confiderationc_i,
uano le carezze amatorie, elfendo che elle no Scaltri di bello ingegno, cofanota,e manife-
vengono alla copula venerea tra di loro , pri- fta,l'vno per i baci,&: l'altro per gli abbraccia-
ma, che infieme non fieno barciate,& perch menti, (il che tutto conuicne alle carezze ama
le colombe tra loro vfano allettamenti de i ba. corie) non folo mi eftenderò più oltre per aut-
ci molti, li Autori Greci hanno affermato el- torità , né per dichiaratione,che conuenghi a
icle a Venere dedicate, efrendo,che fpontanea detta figura,raà anco per non trattenere l'ani-
-mente fi ecciuno fra di loro all'atto venereo mo del lettore in cofe lafciue, & pericolofe.;.
Parte Prima.^ 97
Tentale la purità dell'animo , che manticne_j gran cura , che ha di non imbrattare la rua-.-»
quella virtù, & s'appoggia alla colonna, pci- bianchezza , fimile a quella d'vaa perfbna.^
ckenonc finto, & apparente, màdurabil«_>, caft.u^.
& vero . Ca/iifà .
& roaue,& nalcendo quell'albero nelle rupi La Caftità, come afferma S.Tomafo in i.i.
& nelle (pine, nioftra, che fra le fpine dell.t__9 qucft.iji. artici, è nome di virtù, detta dalla-
mortifìcatione di noi (lejli nafce la Caftità, &c caftigarione della carne; ò concupi(cenza,chc
particolarmente la verginale . rende rhuomo in tutto puro,& fenza alcun-L^»
L'anella fono inditio della Caftità Matri- macchia carnale.
monial<:_^. Glifi fàilvifo velato per effer proprio del
,11 ferpent^. è la
concupifcenzajChe continua cafto raffrenar gli occhi perciòche,come nar-
ipente ci icimola per mezo d'amorc-j. ra S.Gregorio nei Morali fi deuono reprime-
La
ruta ha proprietà di raffrenare la libidi- Otiafi tollas, periere cupidinis arcut
ne, per l'acutezzadcl fuo odore,,' ilq naie eflen- Le tortoli fono, come riferilce Pierio Valc-
do comporto di parti lottili perla ina calidicà riano nel lib i2.de gli fuoi GerogUfichi,il firn
rifolue la vento/ita, efpegnele fiamme di Ve- bolo della Caftità,perciòche la Tortora perdu
nere, come dice il Mactiolo nel 3-lib.de' Com- to che ha la compagnia, non fi congiunge mai
menti (opra Diofcorid.ii_^. più
. Tiene il ramo d'Alloro, perche queft'albero Lo fcetro fignifica
dominio,che ha fopra
il
pre con quella , che da principio s'elelle> per Che miferamente traboccare nel vitio delle
compagna • carnali concupifcenze ,
CASTIGO
X
pS Della nouifsima Iconologia
CASTIGO.
m
'«?A
Jcr concila feuerinìmamente dare vn Ibi col- Elianojfcntto da Eudomio, cioè, che vn Leo-
po , & a canto vi ila vn Leone in arto di sbra- ne, vn'Orfa, & vn Cane nutriti, & allenati da
nare vn'orr.i__?. vn certo maeftro ad'vna medefìma vita,vifl"e-
Non /blamente appreflb de Romani, mù an ro lungo tempo infieme pacificamente, fenza
Cora appreflo alcuni popoli della Greciajla__/) ofFcnderfì punto l'vn l'altro, come fuflero flati
fcurefu geroglificodi l'eucrillìmo caftigo fi , domeftici , & animali d'vna ftefla fpecic , ma
come fi può vedere nelle medaglie del popolo rOrfa molla da vn certo impeto , sbranato il
d) Tcnedo , del qual tratta Polluce , perche il cane, col quale haueua comune la ftanza,& il
Rè di Tcnedo haueua fatta quella legge, che vitto; il Leone comollo per lafcelleratczzad'-
chi fulle flato trouato m
adulterio, così ma hauer rotte le leggi del viuere lotto ad vn me-
fchic,come fcminajfufle decapitato con la fcu defimo tetto,corre addollbairOrfa,&: sbrana-
ic ,&: non hauendo egli perdonato al proprio tola parimente le fece per lo Cane pagare la
figliuolo , volfe ancor che ne fulle fatta me- meiitata pena_s.
moria come fi vede nelle Medaglie di Tenedo,
CECITA^
Parte Prima-) 1
pp
CECITÀ' DELLA MENTE.
G » ;ge^e.
.
DONNA
vn
che nella delira mano tietii^
folgore, come narra Pierio Valena-
tenga in mano il Sole .
VN A
to Iple
giouane ignuda, circondata di mol-
udore da Lutee le bande , & che_»
limilitudiue del Sole, che fa vifibile il tutto .
CIELO
.
SoIe,fu la flnilha la Luna , (ìa cinto con I.l^ jPrtmiemmetJte ingenero la, Terra,
Zona del Zodiaco, nella quale fi fcorgauo li Il Ciel di Stelle ernato
fuoi dodici fegni , porti in capo vna ricca co- Aceto Ia copra. tutt^L^,
rona piena di varie gemme, & nelli piedi li co- Zt perche fia delle beate menti
turni d*oro . Sempre ficura fedi^.
II Cielo da Bartolomeo Anglico lib. S.cap. Et per tal cagione gli habbiamo fatto il man
1. e dillimo in fette parti, Aereo,Eterio,Olim- to {Iellato turchino per clfcr colore ceruleo
po,Igneo, Firmamento, Aquco, &: Empireo, così detto dal Ciclo,& quando volemo dire__>
ma a noi non accade ripetere ciò che egli ha vn Ciel chiaro & fcreno, diciamo vn Ciel tur-
detto, di che rimetto al Lettore,& parimctecir chino. Regale poi, & conio Scettro in mano ,
ca li numero de Cieli,a Plutarco al Percrio nel per dinotare il dominio, che ha nelle ccfcin-
laGenefì j alClauio fopra la sfera del Sacro feriorijfi come vuol Arift nel i. lib. delle Me-
bofco,a!la Sintain dell'arte mirabile, alla Mar Apollodorofà che il primo
teore, tefto i.anzi
parità Filolofica, &
ad altri autori: a noi baili che habbia ottenuto il dominio di tutto il mó
G 3 do ,
I0£ Della nouifsiraa Iconologia
CIELO.
Egmij per
che gli porti li coturni d'oro^metallo ibpra tutti incor
libr. i.Cceli tefto lo.onde è
dtl oelo, che mai s'in- rutibile pei confermatione dell'incorruttibili-
dinotare la perpetuità
uecchia dipmgeuano vn core in mezo le
ham- tà fua_j.
piBoJignt-
DONNAmano vn
finiiira
fedendo fopra Leone, nella
tiene vn'hafìa, è nella de-
tetuitatem nur>qHiim Jenefait, corde
ardensfubitaus fit. Etpero gli ftra vnafactta , lagnale moilri di non lanciar-
ficant^cui focus
poilo nella fmiftra mano il
ludetto la: màdi gittarla via, così è fcolpitain vn;L_#
habbiamo
Medaglia
vafoconil core in mezo della fiamma, &
per- di Seuero Imperadore con quefteJ»
che in tutto il corpo celcfte non vedcmo lumi INDVLGENTIA AVG. IN CAR-
lettere.
co del medelìmo albero,dalqiiale pendano i JFa hficauauo quelli c'haueano o£Fefi gli Dij
fci confolari
La Clemenza non è altro, chevn'aftinenza
da correggere i rei col debito caftigo,& efl'en- COGNITIONE.
do vn temperamento della reuerità,vieneac5
porre vna perfetta maniera di giuftitia , & a
DONNAaccefa,&
che ftando a federe tenghi vna
torcia appielfo haurà vn libi»
quelli chegouernano,è molto nccedaria. aperto, che con il dito indice della deftra ma-
Appoggiarli al tronco dell'Oliuo, per mo- no l'accenni
ftrare,che non è altro la Clemenza, che incli- La torcia accefa,fignifica, che come a i no-
natione dell'animo alla mifericordia_j. ftri occhi corporali, fa bifogno della luce per
Porge il ramo-delia medelìma pianta per vedere,cosi all'occhio noftro interno, che e l'-
dar fegno di pace, e l'armi gittate per terra_^ intelletto per riceuere la cognitionc delle fpe-
co' falci confolari fofpefi,notail non volere_> tie intelligibili, fa meftiero neli'iftrumeiitoe-
G 4 corpo
& . ,,
,©
corpo così in altooc lontano dallo/guarào del mediocrità dello'iì:ile,'& delle perfonc, che s'-
Jc cole terrene, che i pi^'Ji, cioè gli affetti non introducono a negotiare-j".
prendano più dalla terra fomento alcuno,an2i La Comedia ha propofitioni facili, Scattio-
tntte le cupidità, &
gli affetti che della terra_^ & però fi dipinge in habito di cin-
ni difficili,
gara per eller quefta forte di gente larghiflì-
fon iìgluiohjal tutto vccid.L^'. ,
tleftra mano terrà vn cornetto da fonar di mu- leComcdiedegl'Antichij& notano l'vuo l'ar-
£ca,nellafiniftra vna mafchera , ne' piedi i & monia, & l'altro rimitatione_'.
Tocchi. La diuerfità de' colon,notale varie, I focchi fono calciamenti comici , com^j
diuerfe attioni, che s'cfprimono in quefta for- habbiamo detto
te di poefia, lacuale diletta all'occhio dell'in
meno che la varietà de' colori di
tellettOjiion Comedia .
lettiall'occhio corporeo, per efprimcre gl'ac-
cidenti dcU'Humana Vita, virtùjvitij,& con- DOnna d'età matura, d'afpetto nobile, in
ditioni mondane , in ogni flato , & qualità di mano terrà la Tibia , in piedi i focchi
genti, fuor,chc nei lUtorealerEtqueiìofi mo- nell'acconciatura della tefla vi faranno moiri
Ih-a con li focchi,i quali furono da gli Antichi
trauolgimenti,& con grande intrigo di nodi
adoperati in recitar Comcdic, per nioftraic la con quello aio eco: Deferito morahominum .
COM-
.
^'i«^
HV O M O deftra
che con il dito indice delhi_^
mano accenni ad'vna macine dop
pefo delle corna in breue tempo R
ne poflono reggere la tcfta quando
braccano ,
iniot.-no
pia^che gli ftà a canto; con la finiftra mano ten per marco per qualche aran fiume,&
però v
ghi vna Cicogna^ & alli piedi vn Cerno no appoggiai! capo foprala groppa
deli al-
dipinge in qiicfta giiifajperchc la macina
Si tro,& il primo quando e ftracco
pafla a dietio
ha fimbolo delIc-attioni^Sc Commerci della_^ j SI che in tal maniera queftì
animali fi danno
Humana Vita, pofciachele macine fono Tem- l'vn l'altro aiuto Così anco gli huomim fono .
pre duej& vna ha bifognodell'alcraj, & folz^ aftrem tra loroa valerfi dell'opra.
Se aiuto \i.
mai non poflono fare l'opera di macinare^così cendeuole, pt-rilche molto rettamente
è flato
anco vn'hiiomo per Te fteflb non può ogni co- detto qud Pronerbio tolto da Greci,
vna ma-
fa,Sc però le amicitie noftre fi chiamano necef no lana l'altra,Ai^»«j ma;?um
launt,r^ digitu's
iìtudini, perche ad c^gji'vno èneceflariohauere dtgitum,Homo hominem feruu, ciuitcìs
ciuìta.
qualche amico coiffl quale pofl'a conferire i ttm . Vn'huomo confcrua l'altro
, & vna Cic
Tuoi di iregnij& con fcambieuoli benefici) l'vn ta l'altra Città , & quello
fi fa non co« altrd
l'altro folleuarfi, & aiutarfi , come fanno Ie_' mezo,che coinmcitio,& però Arifì. tri le
col
Cicogne , le quali perche fono di collo alto , a cinque cofe per le quali fi fa configlio,mett^
loiigo andare (\ braccano nel volare, nò poflo- nel quarto luogo, D^-yj qtn importati tur, &>
ex
no Ibftenere la tefì-a,si che vna appoggia il col fortantur cioc di quelle cofe j che il portano
,
Io dietro l'altra , & la guida quando è ftracca dcntro,& fuora della Città nelle quali'due at-
pafla dietro l'vltima a cui efl'a s'appoggia, co- uoni confiftc il Commertio, perche faremo,
sidicePliniolib.io.cap.il. & Ifidororiferi- portare dentro la noftra Città di quelle coff:_..
fce YU fimilq coflmne de Ceiui > li quali per il che noi iiefiamoprmi; Si cheu'habr.i.imo Li-
foglio
. , . . ..
o-no:percheil Gian Maeftio di quello mondo foggetto che haueua alle mani, come perl«_»
molto faggiamente ha fatto, che non ha dato perione che faceuano così fatta rapprefcuta-
ceni cofaad vn luogo imperò che ha voluto tlonc,nonv'interuenendo,come nella Trage-
che tutta qucfta vniuerfità llcorrifponda con dia perfone Regali; né come nella Comcdia_*
proportione, che habbia bifogno dell'opra del togata , òpreteftata de' Romani Cittadini di
l'alno , & portai bifogno vna natione habbia conto .
occaflone di trattare, & accompagnarfi con l'- Per li vatij'colori del fuo veflimenco Ci di.
altra , onde n'è deriuata la pcrmutatione del moftra la diuerfita,&: incoflanza di più cofe,
vendere, & del comprare. Se s'è fatto tra tutti che poneua infìemein vna compofitione,& an
il Commertio della Vita Humana co il vario ftile , mcfchiando infieme diuerfì
generi di cofe.
CO M E D I A VECCHIA. La fimia che li porge la ceftelIa,moftra Ia_^
DONNA&grinze,
ridente, vecchiajmà con volto
fpuccuole,hauerà il capo ca-
fozza imitatione per mezo della quale faceua
palefili vitij, & le bruttezze altrui,chefl dimo
nuto,cfcarmigliato,Ic velli {tracciate, &rap* Ihano, per lifozzi,& venenofi animali, che_*
pezzate , &; di pili , con la man
colori variate ella con rifo,& fciochezza fcuopre al popolo,
delira, terrà alcune faette,ouero vna sferza—^, di che vnelfempioli può vedere nel Gurgu-
auanti a lei vi farà vna fimia,che li porge vna glione di Plauto •
ceftclla copertajla quale fcopiendo da vn can Tum tfìi GrAci palliati, capite operto qui atn-
to Ja detta clonna,'con la fìniftra mano faeciii-^ bulant ;;
moftradi. duierfi brutti, & vencnofi animali 6^«/ incedunt fHJfarcinati , cum liùris , cHpt
cioè, vipere, afpidi,ro{pi,& fimili .
Jportulis
Si dice, della Comcdia Vecchia a diftintidv Confi àt ,co nferttn t,fermenes in ter fé fé drapetA
ne della nuoua,laqualc fncceftè a lei in all'ai co Objiantiobfifiant, incedunt cum juts fententiji
fé d)fFereiue,perciòche liPoeti nelle fcuolc_> 'ilups femper bibètes videas ejjein Thermopolto
''<lelia Vecchia Comedia dilettauano il popolo Vbi quidfurripuere , operto e apitulo; calidufn
(apprelfo del quale all'hora era lafommadel bibant
gouerno) coi aire,& raccontare cofe facete.^, Triffes, atq; ebrioli incedunt
ridkoloic,acu ce, mordaci, in biafmo,& irrifio- - Le iaette nella deftra lignificano gl'acuti
ne dell'ingiullitiadei Giudici dell'auaritia , detti,&: l'afprcmaledicenze,conle quali licen
&: corruttela de' Pretori, de' cattiui coftumi,& tiofamente fenua,& vccideua lafamaj& ripu-
difgratie dei Cittadini, & fimili aj tre cofe, la_^ tatione de particolari huomini; onde Horatio
qua! licenza poi riformando, & le fciocchezze nella Poetica parlando della fpetie di poefla^,
del rifo,&: bufFonerie,a fatto togliendo la Co- viene a dire della Comedia vecchia in tal mo-
media nuoua richiedendo cosi altra fortuna
( do .
di flato, e di gouerno,& altra ingegnofa,& fa- Succeffit vetus hic com&dia, non fine multi*
uiainuctione de frl'huomini s'alhinfe a certe ) Laude fed tn vitium Itbertas excidit, & vim
leggij^: honefta più ciuili,per le quali il fug- Dignam chorusque
lege regi> lex eftuccepta, ,
2e,tra l'vna,e l'altra nella Poetica dello Scali- £upotis,atque CratinusjKrifìophane}^ Poeti
gero, nel primo libro detto l'Hiltoiia al cap. Atq; alif, quorum Com&dtaprifca vtrorume/l
7. L'officio dunque della vecchia Comedia_^, Si quts erat dtgnus defcrtbi , quod malnS}
cfltndodi mare li vitij , & attieni degl'huo- aut fur
mini in rifo,& Iciocchczzajperciò fi è fatta__j) ^htqd moechui foret , a.utficarius, ant nUoquin
lametta figura di tal vifo,& forma^ che fé an- lamofus multa cum liberiate notabant
€0M.
Parte Prima. '
'Ì07
COMPASSIONE.
m£
DON'NA checon
ghi vn nido dentro
lafiniftra mano
del quale vi fìa
ten-
vn
preda attento a quel folo penfiero di non lafcfa
re i figliuoli, & folamente piglia quelle
eofe^.
Auoltore, che pizzicadofi le colcie flia in atto che da preflb gli fi moftrano , & fé nuUa altro
Ai dare a fuggeie il proprio fangue a i fuoi fi- occorre, ò fisuuiene d'apparecchiare in
fu ci-
gliuolini, quali faranno anch'efli nel nido in o a i figliuoli , egli col becco pizzicandofi
le
atto di prendere il rangucj& con la deftra ma- cofcie cauail fanguej& quello dà a fiiggere__,
no ftcfa porga in atto di compafTione qualche alli figliuolini , tanto è l'amore col
quale ha
cpfapcr fouuenimento a*gl'altrui bifogni Si . cura, che per mancamento di cibo non crii
dipinge con l' Auohore nella guifa,che habbia manchino. Il porgere con la deftra manoÌii
mo detto.perciòche gli Egitti per lo Auolto-
j
atto pietofo qualche dono, dimoflra con
tale
re^quando col becco fi rompe le cofcie,rapprc affetto il vero legno dcll'huomo compallìone
fentauano la compaflìone, perche egli in quei uoJe,iIqualepcr carità foccorre con prontezza
cento e venti giorni, che dimora nell'allcuare ipoueri bifognofi con la propria facoltà.
i figliuoli,non mai troppo lontano vola alla_»>
COM-
1 o8 Della nouifsiraa Iconologia
COMPVNTIONE.
DONNA con
vcltita di cilicio, addolorata ,
bocca aperta in atto di parlare ,
la
do per l'ordinano dal timore della pcna,&r co-
nofcimento del male. Però fé slia22Ìuncr^_»
con gl'occhi riuolti al Cielo , che verfino co- la corona delle ipine al cuore , deiMDtando per
piofe lagrime con vna corona di pungenti fpi- quelValtra la vera compuntione del cuore_>,
ne in capo , tenendo con la finiftra manovn che nafce da quello immenso dolore, & cono-
cuore parimente coronato di fpinejterrà la de- icimcnto d'hauerofFefo Iddio fommobene &
fìra mano alta, & il dito indice dritto veiTo il perfala gracia rua,& perche la perfetta com-
Cielo . puntione deue hauere quattro condittoni,cioc
Si fa veflita di cilicio Se lagrimeuole, per-
, che habbia quel fbmmo dolore già detto, però
che dice S. Ciò. Grifoftomo, nel fiio libro de_j fi fa addolorata, e lagrimeuole_j .
compunct. cord. Sola compun£tiofacit horrere^ Secondo, che habbia fermo proposto di non
purpuram , defiderare ciltcium: amare lachri- commettere j ili peccato, che li dimoftra per l'-
maSyfngcre rtfum, ejì eriim materflitus . indice alzato dalla mano deftra_^.
Se li fanno due corone di fpine , perche per Terzo, che fìmilmcnte habbia faldo propo-
lafpiua nel Salmo 3 1. in quel vedcctojche di- nimento di confellarlcne, ilche vienfigniiica
cc-.Dum configttur ìptììa, vien denotata la col- to per la bocca Japert.i ?•
pa contratta dal peccato laqualc del continuo Vltimo,c'habbia a fodisfarc,comc parimen
mordej &, punge la confcienza lignificata per te fi promette per la deftia alta, è pronta in o-
la corona, che tiene incapo, & non baftaudo perare bene, conforme alla Tua buona, e fama,
quella ccmpuntioncjcomc infruttuofajnafcen refolutionsj.
COM.
, .
'H'giouanc magro di color gialliccio, & rubicondo mifto con bianco la complefllone.»
con fguardo fiero, che eflen>Ho quafi nu- fangiiigna,& perii fofco la malinconia,
fecoa
Jo tenghi conia deftra mano vnarpada nuda, do Galeno nel 4. de fanitate tiienda al cap.
7.
ftandocpn prontezza di voler combattere,.». & nel i.degli AfForifmi nel Commento 2.'
Da vnlato (cioè per terra farà vno feudo
) Sì dipinge con fiero rguardo.efllndo
ciò fuo
in mezQ^dcl quale fia dipinta vna gran fiam- proprio, come ben dimoftraOuidio nel lib.?.
ma d'i fuoco , & dall'altro lato vn feroce-» de arte amandi
LeonftJ!»'. Ora tument irayntgrefcimt fanguine venA
: Dipingefi magro, perche (come dice Gale- Lumina. GorgoneofiuiHs angue micant
'lìo nel 4. de gli AiForifmi nel Commento 6.) Et Pcrfio nella j.5ari:a_^.
in eflb predomina molto il calore, ilqual cflcn Nuncfacejtippcp:.^ feruefcit fanguisyé' ira
do cagione della ficcitàfirapprefentaconl.i_j Scintillant ocult, ^-c.
fiamma nello feudo . La fpada nuda,ela prontezza di voler cona
Il color gialliccio , fignifica , che il predo- battere,dinota non folo il collerico eflcr pron
minio dell'humore del corpo fpeflb fi viene a to alla riflarmà anco preftoa tutte l'altre ope-
manifcrtare nel color della pelle j d'onde na- rationi, come ancora fignifica la fopradett.i_j
fce,che per il color bianco fi dimoftra la flem- fiamma di fuoco , eflcndo fuo proprio di ri-
nu,per il palUdo^ouero flauo la collera, per il foluerii^.
Si di-
.
Gli fi dipinge il Leone a canto , per dimo- Hi leuiter difcMfit, multutn cometlfint , ci^
Arare Ja fierezza, & animofità dell'animo na- crefcunt ;
' '
. > '
- .
'
^i:.'^
^^•.
VN
. . ,
gl'occhi al Cielo, che gli piaccia il fuoco &: , il faiiguigno dedito a Venere, & a Baccoj
cfl'er
il canto ,da vna parte d'ella figura vi farà vn pei- Ventre s'intende la natura del Montone ,
montone, tenendo in bocca vn grappo d'vua , eflendo qucfto animale'aflai inclinato alla luf-
&L dall'altra banda vi farà vn libro di mufica furia, Picrio Valeriane lib. io. &
come narra
aperto per Bacco grappo d'vua; onde Ariftotelenel
il
& faceti, & amano i fuòni,& i canti Bumoresq^ nouos cupiunt audire frequenter .
L'elfer di corpo carnofo fecondo Galeno
, Hos Venus , ^Bacchus dtleéfat fercula rifus
nel i.lib. del temperamento al cap. 9. & Aui- Itfacit hos hilares,& dulciti verba loquétes .
cennanel lit>. i.fignifica, che dalla virtù a/fi- Omnibus hi fiudijs h(ibilesfunt.& magts apti
mulatina che ne ifanguigni è molto potente , G^alibet ex caufa non hos facile excttatira
nafce l'habito del corpo carnofo . Largus, amans,hilaris,ridens,rubei(j^ coloris
Dipingcfi rubicondo mirto con bianco,per Cautus, carnofuSjfatis audax,at^j benignus,
che f /ècondo Auicénna nel^ 1. xfeF I. ) q^ieftcT
FLEMMATICO PER L' A C Q^V A.
^
Galeno nel fecondo del temperamento al e. 6. Phlegma dabit vtres modtcof , latofque bre^
Si vefte di pelle di tallb^perchc fi come qiie uefqutj'
fio animale fonnacchiofo e pigro , così è il
è l'hlegmafxcitpinguetffanguis reddit medio-
•flemmatico per hauer egli pochi fpinti,& quel cres , ,
li opprelli da molta frigidità^ che in elfo pre- Otta nonftudio irAdunt,fed corporajotnno
domina, ondeaiuiiene ch'c anco poco attoa Senfus habet, tardos , motta pigrittafemnus
gli ftudi haiiendo l'ingegno ottiifo, & addor-
) Hic fcmnolentus .piger in ipHtAmine,plenu4
mentato,&: non habile a meditare quello che Ejl huic fenftis habet pinguis facte color albus.
HVOMO
,
^
-;
la ca'adità fa loc|uace,cosl per Io comratio la • ReRut adhuc tritiis cholen fubflnntia nigrs,
"^
frigidic5^£ cagione del filentio;'^ '>',''; "oi^^ ^eddttprftuos \
per trifìet panca, loquentci
Il libro aperto, «Se rattentionedel ftucKare ,
'
Hi vigilnnt JìttHij s;h€c meni ffi dedita fomno,
dimoiha il malinconico e ifer .dedito aJli'Hu- SeYumtpropofitilfibi.nilreputantforetutum
dij , & ili «iifi far piogreflb ; fuggendo l'altrui lnmdns,éf trifl^is ctipidus dextrdque tenacii
còituerlàttonc; onde iipraÙQjaeil' vltimà Epi- •Non expers frattflÌs,timidnt^uteic^He colorii.
CONGO
;
R D
Di Pier Leone
Fa/ M
Cafclla.
A R I T A L E
V
catena
N'hùomo
ambi
a
la d'oiQ incateni
man
veftiri di
dritta di
porpora
il
,
vna donna.^-,
& che vna fola
colla ad ambidue & ,
che
Mìo di
la detta
re,ilquale
catena habbia per pendente Vn cik-
venghi foftentato da vna mano p^r
detti huovr.o ,
donn.L^. ,, ,
, .,. .
M La
. .
D I A.
ma. tutte in'fìcme fono forti, & ^iire,oncle difTe Concordia Militttiri^.
Salamene. F««;V«/«i tripl ex, diffìcile rumpitur. DOnna armata, con le mani tenga vn gran
inezo atrhafta vii fono due mani giunte, come molte Medaglie di Fauftina Auguftafcolpita
quando iì da la fede, con lettere, che dicono. co'l motto : CONCORDIA , per l'eterna fe-
CONCOilDlA'EXERCITVM . deltà ch'vfa quefto animale con la f'uacom-
,
Le due mani nella guifa, che dicemmo di- pagnia,però dille l'Alciato •
I mortraiio la Concordia, l'inftgna, il rofìro & Cornicum mira interfe concordia vitAy
«gl'Ellercui Mutuaflatqj intemeratufidcs
illis
*
I
'
Concordia • I pomi granati piefio a gl'Antichi fignifica
DOnna coronata d'Olino , che tenga con nano Concordia,perche tali deuono elTere gl'-
animi concordi , & in tal vnione tra fé ftelll
la jT.an delira vn fafcio di /rezze, lega-
to con vna benda bianca, da vn capo d'elfa, & come fono le granella di quelli pomi, dalla_^
con vna rolla dall'altrajnella mano /ìniftra_^ quale vnioncauafce poi l;abbondanza,che èli
tenga vn Corr,ucopi<L_s. iieruo di viuere politico,& Concorde-».
Si corona d'01uio,per fegno dipacejClFetto
della Concordi i_^. Concordia tnfuperahile^,
Il falcio di frczze legato al
gnifica la moltitudine degl'animi vnitiinfìe-
modo detto, li-
PER Gerione
Concordia infuperabile firapprelèn
ta
la
huomo armato, con tre vifi »
&
me col vincolo della Carità, della fincerità, col capo cinto d'vna corona d'oro. fei braccia,
che difficilmente pofl'anofpezzarefommini
fi & altre tante gambe , che tenga in vna mano
il vigore, Se la gagliardcz
ftrandofi fra le ftefle deftra vna lancia, con l'altra vna fpada nuda ,
la, onde poi è la concordia produttrice di frut- & nella terza vno fcettro. Et l'altre tre ma-
ti piaccuoli , come dall'altra banda ladifcor- ni della parte lìmftra , fi pofano fopra d'vno
dia non sa fé non produrre fpine , & triboli di feudo
maledicenza , & lui che fturbanola compa-
, Dicefi, che Gerione fu Rè di Spagna, ilqua
gnia, &: l'amoreuole confortio degl'huomini le perche haueua tre Regni fii detto tricorpo-
nei viuerc politico, & ragioneuoi«;_j. re,cioè,che haueua tre corpi; fu ammazzato
da Hercole, altri dicano ell'ere ftatitre fratel-
Concorditi nella Medaglia di Pupieno . li, cosi concordi, che erano giudicati vnfblo.
H 1 CO.M-
1 1 6 Della nouifsiraa Iconologia
e ONFERM ATIpNE DE L L' A M.l.CITLA,
gio,& in atto gratiolb , & bello .- Statim autem Paireflum , allocktiis eff prop^j-
Tazrà piena di vino peiciòche le, Tazze, ò ca- Pi ù a ballo poi Aiace accenna ad Vlifl'e,chc
lici, che fcamblciioimcntc lì porgono aie i con-
faccia vn biiiKlifi ad Aciiille &: VURc gli- lo fa
Ulti , & in quelli inulti che lì fanno al bere , e in tal mchlo .
coftumecosi d'e noftri rempi,cora'anco è vfau Innuit Aiux Phaenici : intellexit aut,em neiu-
na Iliade d'Homero ordina a Patroclo intimo & qj.i,e,l(lo:,qhe fcguic4 t^qi^U brindili, n'è pie
Parte Prima. 1 17
CONFESSIONE SACRAMENTALE.
>'4i
manifcftarc gl'errori comefTì jeilcndo che il quefto animale come habbiamo detto in alfti
peccatore confeilandofljcor.uiene che lìa iute luoghi ) perciòche chi fi Confefla Sacramen-
grò , cioè che dica rutti i/uoi peccati a viio i- talmente conuiene eflere fedele in narrare tue
Iteilo CGnfefl"ore,& per non eflere tenuto cat- ti i Aioi peccati con le lor circoflanze, non ta-
tino ne dica vna parte ad'vno , & l'altra , a l'- cendo quello che ha fatto,& non dicédo quel
altro . lo che non ha fatto.
Ridipinge chcftia fopra d'vna bafe, per fe- Da l'altra parte vi
dipinge l'Agnello per
fi
gnodi coftanzaj & di fortezza, ch'èil vincer eflere queflo animale fignificatodel'humil
il
lortitudo efì Jìrmttas animi in fulìinendis folo per la piaceuolezza del puro humile , &: ,
Ò" rcpellendts his, in quiùus maxime ift difficile manlueto animo,del chedeue eflere il peniten
firmttatem habere propter benum virtutist dice te inginocchioni con la tefta nuda da qual {\.
Ò.Thom. i.i.q.2 3.art. 1. voglia ornamento, auanti al Sacerdote per fe-
5i rapprefenta in luogo remoto , & fecreto gno d'humiltà, riuerenza, &: fommifllone_j.
per mortrare che Confeflìone s'hà da fare,
la Vera humilitcn ejl , qui fé ad CulpAemenda~
con dire i Tuoi peccati fecrctamente , & non tionem offert, dice S. Ber. in i.Reg.
m publico , & che il Confelfore non riueli ad
altrui quello che saper via di Confeflìont»?,
ina tenghi tutto fecreto .
fbflt^tivna naut_-'.
cati . La Confidenza porta feco la cognitione del
l'udor e fi timor ÌHjì/tvituperatioais, qui affi l'imminente pericolo, & la falda credenza ài
iìus efì hone/liJfimus,dìce Arift. douerne (campare libero y & fenza qucfl^e due
Il verfare da gl'occhi copia di lagrime de- qualità variarebbe nome,&: cangiarebbe l'cfl'e
nota, che la ConftfTìonc ha da eflere lagrimo- re fuo Però fi dipinge con lanaue,che è fe-
.
fa con dolore , 5c difpiacer grande d'hauer of- gno di confidenza, con la nane i nauiganti ar-
fefo Iddio che perciò moltra di percuoterli il difcono di pratticare l'onde del marejle quali
petto con la deftra mano , renderfi in colpa & folo con la facilità del perpetuo moto,par che
de i peccati comelTi minaccino rouina, morte , & eflermiuioair-
LacryméipceniTtntiAfun t indices^dìcc Quin- huomOjche quando pafla la terra , efce fuora
to Curtio lib, 3.& Caflla.fuper Pfal- de (uoi confini . A quefl:o propofito difl'c Hc-
Fletus ctbus tft animarùyCorroboratio fenf»m, ratio nella 3. Ode del primo libro .
linguaggio de ifabricatoti, con fare, checia- Doueera e Cielo, e terra, e fuoco, emare_j.
fcuno di loro diuerfamente parlaHe, così anco La terra, e'I foco, e'I mare era nel Cielo
<©nfure la mente loro, facendo, che l'opra ri- Nel mar, nel fuoco , e nella terra il Cielo .
H CON-
.
dipiiio-crà vu'huomo inginocchioni con Creatore, &; erga al Cielo, ppò conuiene che_>
SIjrl'ccchl liuclci al Ciclone che humilmen ci confirmiamo con la volontà del Sig.Dioin
tetenc'hi con ambe le mani vna catena d'oro tutte le cofejè pregare fila Diuina Maelià,che
pendente da! CicJo,&: da vna Sedia. ne faccia deirni della fila fanthlima fTrati.t_'.
colui
po- DONNA veftita d'oro,con vna ghirlan-
da d'Olino in capo nella mano deltra_^
rci noftro non porcino falirci di >
ciré vuole fignificarc, chela mente Tua figo- terrà vn fafcio di miglio , &: nella finiftra vn
I,' V '
1 Parte Frimai izi
COKSERVATIONE
II cerchio^come quello^che nelle figure no to lecitamente, & pernon portare altre autto-
ha principio, ne fine, può lignificare la dura- rità,che polfinoinfaftidire, balli quella dell'-
cione delle co^fejche per mezo d'vna circolare Alciato , che dice in lingua noftra così
tialniutatione fi conferuano Fit'igora infegnò che l'httom douejje
CONS IDERATIONE. Confiderar con ogni fomma, chya^
DONNA
vn
che nella lìniftra
regolo, nella deftra vn coinpaflb
mano tiene_5
, &
I^ opera, ch'egli fatta ilgiorno haueffe
s'ella eccedeva il dritto, e la tnifuro-jy
ha a canto vna grue volante con vn faflbin va E quella, che da far pretertnetejfe .
\
. . , . , .
Jecundum vtilitatem ad quendam finem fpe- §)uare obedite, ó* t-'os: quia obedire melius .
dat, cMtusprudentia vera txiftimatrix eli Il . Et nella quarta Iliade fi ofFerifce di giouare
Configlio per quanto il medefimo Filofofoaf. ai Caualieri Greci col Gonfiglio, non poten-
ferifce non è fcienza^perche non fi cerca quel. do con le forze , eflcndo le proprie forze dc_5
lo che fi sa, non' è congiettura, perche la con- Giouani, fopra le quali efTì molto fi confidano.
gicttura con preftczza efenza difcorfo ,
fi fa Atri de vatde qutdem ego vellem, ipfe &
ma il Configlio fi fu con lunghezza di tempo Sic ejje vt quando diuum Creuthalionem in-
,
che quello che fi ha per opinione fi ha per de- Sed nonfimul omnia Dij dederunt hominibus.
terminato fcnza Configlio, vediamo dunque^» Si tunc iuueniifui , nunc rurfus me feneHm
piùdiftintamente che cofa fia-^r. premit :
blicojcirca cinque cofe fpetialmente Ci fa Con Quindi è che Plutarco afferma , che quella
&
figlio delli datij, entrate publiche, della_s Città è ficuramente falua che tiene il Confi-
guerra, & della pace, della guardia della pro- glio de vecchij& l'arme de giouanijperciòche
uincia, & della grafcia, & vettouaglia, che fi l'età giouenile è proportionaca ad obbedire_j,
ha da porta r dentro, & mandar fuori, delle leg & l'età fenile al modo
comandare, lodafioltra
gi,& fecondo l'inftruttioned'A-
Itactui, &: ciò quello di Homero nella i Iliade nella qnalc_>
riiìotele nei primo de la Retorica. Sunt autem Agamennone Imperadore fa radunare vn Con
quinque fere numero maxima ac precipua eo- , figlio della Nane di Neftore d'huomini pri-
rum,quA in confilijs agitari folent ,Agitur enim mieramente vecchi
de ve(ìigaltbHS,& redUitibitt puhlicis De beilo, , His vero prAconibus clamefis iujjìf
^ pace. De cufiodia regioriis. De ifS quA impor- Conuocare ad Conciltum comantes Achiues •
tati tur, ^
exportat2tUri& De legù confiitutione. Hi qutdem conuocarunt , illi frequente s affUim
Lo figuiiamo vecchio perche l'huomo vec- runt celeriter
chio dimoftra Configlio come dice S.Ambro- Coualtum autem primum valde potentium
fio in Hexameron Seneóìns eli irt confilijs vti-
. co7ìflttuit fenum
lior, perche l'età matura è quella che partori- Nefìoream apudnauemPylij Regis
fcelapcrfettione del fapere, & dell'intendere ^}nos hic cum coegifjetprudentemflruebat co»
per l'efperienza delle cofe che ha vedute, & fultationem
pratticate,non potendo nella giouentù efler2_> Gli Spartani dauano ai loro Rè vn magi-
per Io poco tempo maturità di giuditio, & pe- ftrato de vecchi nobili , i quali fono ftati chia-
rò igiouani fi deuono rimettere al Configlio mati da Licurgo Gerontes, cioè vecchi vene-
de vecchi. Il Configlielo di Agamenonn<i_^ randi, & il Senato de Romani fu detto Senato
Imperadorede' Greci viene da Homeroinper per li vecchi, che vi configliauano.Ouidio nel
fona di Nertore figurato vecchio di tre età nel 5. de Faft.
la I. ll;ade,oue Io fteflb Ncrtore elibrta i Gre- A^ fentbus nomen mite fenatus habtt .
L'iiabito lungo conuienlìal Configlio, poi- turno, va involta la notte a procacciarfi il ci-
che tanto ne gli Antichi tempi,quanto ne' mo- bo, & vede di notte, come fcriuono i naturali
derni ogni Senato per maggior breuitàs'c ad- fpetialmente Bartolomeo Anglico lib. lo.cap.
domato con la toga,& vefte lunga.Gli u da il ij.Dicitur noBua quafi de nocìe acute tuensjde
color roflojsì perche la porpora è degna de_^ noéìe autem videi la cui figura ci lapprefcnta
,
Senatori, &
i Senatori (bn degni di porpora-^, lo ftudio,& penfiero notturno della mente do-
sì perche qucfto colore fignifica carità, per la uendo vn Configliero, & vn Principe , che ha
quale Ci deue con ardente zelo muouere il fag- da Configliare, & proucdcre i popoli, penfare,
gio a configliare i dubbiofi,iiche è vna delle_> & trauagliare conlamente,meditandola not-
(ette opere della Mifericordia Spirituali Gli .
te, quello che ha da rifoluere il giorno, efl'en-
lì mette al collo il cuore perciòche,come nar- do l'imaginatiua dell'animo più pcrfpicace_j,
ra Pierio nel lib. 34. de i fuoi Geroglifici, gli & in maggior vigore nel filentio dell'ofcuri-
Egitti j metteuano per fimbolo del Configlio tà della notte di che né e Geroglifico la Ci-
;
il cuòre, efl'endo che il vero , e perfetto Confi- uetta, che difcerne meglio la notte, che ilgior-
gUo viene dal cuore , che puro e fincero efler no.Onde Homero nella feconda Iliade di'fle_j-
dcue in dare buon Configlio , come cofa facra Non oportet per totam ncéittn dormire Gonfia
\ipov ffVfx/SuMt dice Snida nella fua Hifto-
i'ì liarium
ria,cioè Res Sacra con^lium dcnua.fi do. greco Virum y cui Populifunt commljjì , &
tot curd,
quefto verfetto. Res efl profeto facrAconfulta- fuvt .
d'oro al collo pendente fopra il petto in forma ne,&: afFetto,attefò che per lo Configlio libero
di core. Pueris attrtèutum ,vt cordis figuram in d'ogni affetto fi vedano ancora le cofe quan-
hulln antepeSiui 4»»e^frf»/. dice Macrobio tunque difficili, & occulte,e leuato dall'animo
nel primo de Saturnali cap. vj. non tanto per- il tenebrofo velo delle menzogne,fi pencti•a_J^
che penfaflero d'efl'ere huomini, fé haueuano conia vifta dell'intelletto la verità. Con l'im-
core, detto Autore, quanto per fi-
come vuole pronto d'vna Ciuetta battuto ad honore di Do-
gnificare che quella età era da reggerfi col mitiano Imperadore,volfe il Senato Romano
Configlio altruijcome piace a Sefto Pompeo , fignificare,che il detto Impcradorefulfe Preii
perche la Bolla è detta dalla voce Greca. BbAi; cipe di ottimo ConfiglÌG,e fapienza, che ta]c_>
«che appreflb noi Configlio fignifica,oucro pcr fi moftrònel principio del fiio Imperio, fé bc
che la Bolla tocca quella parte dei corpo, cioC' ne degenerò poi da si bel principio, & dalhi__?
il petto nel quale ftà il naturai configlio . Vel mente del Ilio buon genitore, & fratello fiioi
quiapartem corporis bulla contingati td efì pe~ anteceflori nell'Imperio. In oltre la CiuettiU^
HuSyin quo naturale manet confilium. dice Se- che vede, & va inuelìigando cofe a fé neccfla-
fto Pompeo: non fia merauigliafe Horatio ri- rie neltempo della fcura notte porta fopra il li-
putafie Tibullo corpo con petto. Non tu cor- bro chiufo,può anco denotare, che il C òfio^Iio
pus eroifinepeBore, cioè ch'egli era huonio di inueftigato con ftudio notturno dcuerafli tene-
fapicnza e Configlio che nel petto rifiede; fo- re occulto, &
che non fi deuano palcfa: i fccre-
leuafi di più detta bolla d'oro conceduta a put che conlultano,&: regillrano nelli cc:ihgli
ti,
;
ti nobili, efler portata auanti il petto da Trion- & però li Romani antichi verfo il Circe maf~
fanti nelli Trionfi,come allaifce Macrobio > fimo alle radici del colle Palatino dcdic(>rno a
Coufo.
, .
pali tempi del pa(rato,delprerence,& del funi feUa ncnfunt abfqueprHdentia,V>\ffc San Ber-
ro, come efpone Macrobio nelli Saturnali lib. nardo nelle Epiftole , & Arinotele nel i. della
i.cap. io, perche la tcfta ài Lione porta in me- Rettorica diffinifce , che la prudenza è virtù
20, dimoftra ri tempo prefcntc , eflendo la na- della mente laquale fa che fi polfi configliate,
tura, &: conditione Aia gagliarda nell'attopre & deliberare bene delle cofe buone,& dcllc_>
lente, che è pollo tràil palVato, & l'anuenire, male, che appartengono alla beata, & felice_»
il capo di Lupo, denota il tempo paflatOjCome vita, fi che al Configlio oltre la fapienza figu-
animale di pochidlma memoria, laquale fi ri- rata con la ciuetta fopra il Iibro,èneceflaria la
ferifce alle cole pallate- La tefta di Cane figni- prudenza figurata con le tre tefte fopradette .
£ca il tempo auueniie,che ci fa carezze, & fe- La telta d'Orfo, &: il Delfino che tiene fotte
-llaper la fpeianzadi riceucrc qualche vtils_> ilpiede denota che nelli Configli deuefi por-
da noi , laqualfperanza
riguarda l'erapre \z^ re da parte l'ira, & la velocità atrefo che pedi-
cofeauenire. Ponemoquefte tre cefte figuni_^ ma cofa è correre in furia, & in collera a deli-
delli tre tempi in mano al Configlio perciie il berare , &: confultare vn partito : ma deuefi il
Confifrlio è di tre parti, altro Configlio piglia- Coiifiglio farefenz'iraj& fenza fretta, & velo-
li dal tempo paflato,alrio
dal futuro , éc altro cità, l'Orfo è fimbolo dell'ira, & dellarabbia,
dal prcfente ; auuertimcnto di Platone che in come animale iracondo, onde il Cardinale E-
DioiTcne Laertio cesi dice Conftlium tripar-
• gidio nelle lue ftanze difle^.
littum efi,rdiudquippe apr^terito.aUf/dafutu- Gli Orfi rabbiofi con feroci artigli ,
ro,aliud a prifcr. ti tempere fumwitur li u'm. . Tanno battaglie dti^tetute , d'tre & .
attende con la mente ciò che habbia patito L'Orfa rabbiefa per gli Qrfacchi fuoi
lì
qual fi voglia natione & perfona,& per qual
, M à di quefto fimbolo fé ne dirà al fuohio-
caoionetacciòche ce ne guardiamo, imperciò- go nella figura dell'Ira.Il Dclfino,come pe-
che dalli cafi altrui s'impara quello che fi ha ic^ al nuoto velociflìmo è figura dejla fretto-
"da fug«^ire,&: da gli accidenti pafiati fi caua_v. lofa velocità , deferti che nelli Configli tanto
norma, & regola di confultare bene le cofe pri- publici, quanto priuati fchifar (\ dcuono. Duo
to altri hanno operato con prudenza, acciòche fef inatto Àìiic Biante fauio della Grecia, & S.
li feauitiamo,& imitianio. li prefente ci ricer-
Gregorio nella Epiftola j.difie che il Confi- ,
ca a confiderare quello che per le mani habbia glio in cofe difficili non deue eflcre precipito-
mo,rifoluendo di pigliare non quel che piace, (o-i onfiltum in rebut arduis non debet effe pr&'
& diletta al fcnfo, ma quello che fecondo la_^ e ps. La ragione è in pronto, perche le fcellera-
rurrionegiudichiamone polla cagionare col tezze,con l'impeto, & con la furia acquiftano
tempo bene, &; non male Non tantum vide:i-. vigore, ma li buoni configli con la matura-^
dtim ctiid tn prAJtì.tia blandiatur , quam quid tardanza fecondo il parere di Tacito, nel pri-
deincepsfit e re futurum . Dille Demofthene : mo lib.delle Vh^i'^cnz-Scclera impetu,bona con-
onde il futuro ciperfuadedi antiuedcrc,clie_j filia mora -vaUfcere Si deue bene con celeri-
.
non fi cometta cola con temcrirA, ma con ma- tà. & preftezza, come dille Arirt. efieguircil
turo difcorfo, acciò non perdian.o poi la buo- Con(ìi^lio,mà con tardanza s'hà da rifohieie ,
na fama,& opinione di noi,& la gloria del no- acciò il polla prima fcieglierc con più fano
Ibo nome-O'-'ii^fli ^^^^ ^^ "'^ ^'^^^^ "^^ Cane,
^' giuditio il miglior partito , bcllilfimo è quel
Leone, &
Lirpbpiglianfi da Pieno perlìmbo- detto . Deliberandum efi diu, qucdfacicndum
lo della Prudcnza,"laquale rifguaida allitrc_> eftfmcl- Lungo tempo con Alitar fi deue, quel-
detti tempi , come li raccoglie da Seneca Filo- lo che vna volta fi ha da fare Patroclo Capi-
.
uno
.
£Ìvio!o^;
p^rté PrimaU-^ì ii(i ^^S
uno étk'nàogVi'dchS Ax Demetrio fuo Re, che le loda il Configlio delle donne fatto in vn
•
cola badaiu, $c a che s'indiigràua tanto ad at- lubiro. '
i ' ••
taccare la zuffa,& far impeto conerò rellerci*- -Molti Configli delle donne fono
todi Tolomeo fiio nimico, che era all'hor.uj MeHio improuifo, che apenfcirui vfciti ,
che e più vtile,&: efpedientCjnon ci è colapiù lib. della Politica ConfiUum mulifiris eft inua-
iìcura della tardala?' onde il può confiderare lid»m,ptteri vero eft tmperfeóìum.Ond'c qucUo
quanto ch'errino coloro, che commendano il di Teieiitio in Hecyia. MtcUeres fitnt fetme vt
parere deli' Ariofto in quella ottaua nella qua- pnerifleutfententii*. Il Senato Romano pvoht-
CONSVETVDINE.
^^
bì
f cj:
. ,
G I O N E.
O.
deraciooc
. , ,
,'^
K'2o!or Parte Prima. 117
deratione l'vfo nato dal confcnfo vniuerfale , allegnati da Arift. nel /. della Fifica cioè di
quafi clic fia irtipoflibile elici le cofe diiiorfe.^ corruttionc, di augmentatioucjdi alteratione,
da'quello, che elio approua. Peiò diflc Hora- & localcjnoncie motolocalc,perchc non fi ve
tio , che le buone parole del Poeta fi deuono de alcuna cofa che {\ muoua di loco, non ci e
prendere dairvro,& in fomma fi nota,& fiof- augmentatione perche niente (\ accrefcc,rcfta
fsnxi in tuttele cofe, acciòche non venga vio- dunque che ci fia alteratione,© corruttione,cf.
lato il decorò tanto neccll'ario nel corlo della fendo che l'alteranone precede tutte le corrut-
ciuile conuerTationc,». tioni, (y e detto da >/\\ corpo in vn altro perche
Etperò porterà ni fpallavn fafciod'inftro- bifognache ci Ita l'agente, & ilpatiente, cioè
menci artihtiali, fecondo il capriccio del Pitto quel che tocca, & quel che e toccato, l'agente
re, non ci curando noi dargli in querto altriL..» e quello dal quale fcaturifce il Contagio,^ il
legg«_^. patiente quello che lo riceue,& bifogna cht_»
nel patiente fi introduca vn affetto fimile a.
quello dell'agente , il contatto immediato e
CONTAGIONE. quello, che Ci fa tra due corpi , di modo chc_>
DONNA giouane,efl:enuata,& pallida,
veftita di veftimenti vili,&. ftracciatij &
non vi fia niente di mczo,comeinteruicne nel
la Lue Venerea il conta tifo mediato equello
:
fiano di color mefto , Con la man delira terrà che fi fa tra due corpi tramezzandofi qualche
vn ramo di noce , la finiftra,& terrà Ibpravn altro corpo, come per mezodcl aria due corpi
bafiliCco3 che vi farà a canto in atto fiero , & Ci toccano,di modo, che vn© tralmetta l'affetto
Iguardo atroce, Dall'altra banda vi farà vngio nel l'altro, perche prima patilcel'aria,la quale
liane, che inoliti eflere languido , & infermo poi communica la panìone,ad'altro c©rpo più
giacen'^9 per terra meto morto . lodo 5 A quella verità afpirando ilfi)pradcrto
Contagionc da' Latini fi dice Contagittm, & Mercuriale nel loco citato , dice che le infer-
viene a Co^'/«^« eflendo che in ella facci vn mità che a fanno per c©ntatto , fi fanno per
paflaggio di vn affetto da vn Corpo in vn altro. contati© fpiritale,o humorale, imperoche lt_>
1 1 Contagio fecondo Auerroe nel quinto del parti folide,è impoifibile che ptr il cótatto pof
la Fifìca nel Commento del tcfto 50» èdidue fin© contaminarfi,& quella è la cagione che_>
forti, Mattematieo,& Fifico;il primo non fifa laCon ragione amor©fa è la più facile a com-
Tempre tra diie corpi, ma circa Iegrandezzc_j traherfi,diucntando poi vna grandiflima pelle
de corpi, hon confiderando altro il Mattemati- come dice il Ficino nel argument©delconui-
c»,che le fuperficicjO altre mifure, il fecondo uio di Platone j Ma
come ha pofiibile , che vn
li fa fempretradue corpi che fiano in loco de fottìi raggio, vnleggieriffim© fpinto, vua_^
terminato altrimenti non fi dicono trouarfi. picci©la particella di fangue della perfona a-
naturalmcnte_>. mata,c©sj prell©,con tanta velocità,& gagliar
Ma volendo difinire il Contagio, diremo dia , così perniciofamente affligga l'auido a-
che è vna qualità morbofa,e cattiua,la quale mante ? La caufa non e altro che quel fpirital
©dall'aria, o da vn corpo in vn altro fi trasferi- vapore , quel fangue florido , quale ha quatro
fce & quella di finitionc la pone il Mercuriale conditioni , Chiaro, Sottile, Caldo,& Dolce ,
al libro dc/e^j-i^wj, cap.17.ma Gio.Battifta_j perche ecluaro corrifpondea gli occhi dela-
Montano nel Commento della feconda FEN > mante l'accarezza ,& alletta di modo che da
di Auiccnna nella lettione Jj.ne dà vn'altra_^ quelli è auidamente tirato , perche è Sottile.^
più perfetta, contenendo infela caulamate- prellifllm© fc ne vola nelle vifccre, &p£r le_>
riale, formale, & efficiente» dicendo che il Con vene, & arterie Ci diffonde per tutto il corpo ,
tagio è vn'affettoche trapafl'a da vn corpo in conia Calidità opra gagliardamente, & mouc
vn'altro per vn contatto mediato,© immedia- efficacemente l'amante, fin che nella fua na-
to per la conuenicnza della materia, & difcon- turalo conuertc , il che bemllimo tocca Lu-
uenienza dalla parte della forma mediante 1'- cretio
alteratione del calore,che indebitamente con- Htncin te primum Veneris dulcedinis in cor
coce l'humido /oggetto Stillnuit gutta,
ó' fuc cefit frigida cura,
Hora per elplicarla dico che eflendo vn af- Effendo che con la dolcezza pafce,& da gn-^
fetto, che trapallà da vn corpo in vn altro, bi- fi© alle vifceie, da queflo nafce chechìdi tal
fogna che fi facci per mezodi qualche moto, paffione è oppreflb lente infiemedolore,& pia
& fé ci e il moto bilogna che fia vn de i quatra cere , queflo per la chiarezza , & dolcezi^a di
quel
»
moti (acciò pollino transfenrc qualità catti-. inftrumento,qual è il calore, che facendo forp.;
ua,& morbofa) bifogua che habbino due qua- zanelhumido, & nel lecco , che Ibno qualità,
ciocche lleno nella fupcrficicdcl corpo , palliue , non le perfettiona affatto ,. ne <iebita-
lità,
raentele concoce,&per quello fi. dice che qua,
& che Ilaiio vifcoli, & tenaci fecondo Arili:. Se
Alcllandro al Problema 41 del fecondo libro, dp le qualità palUue vincoijol'awue all'hp.ra
fi fa la putrcdine,perche efl'endoqualghe voIt
& per quefta cagione la rogna,o fcabia per ha .
Ma in che modo dunque le infermità inter- all'hora fa vna coinquinationjs che cosi l.i_j (x.
del aria infpirata,& refpirata, qual ricc.uendo nei Et quello puoi occorrere in tutte due lefor
te de Cottioni, nell'elillJ,tione > •& nel alfatio-
nelle parti interne de Polmoni l'infetttone fa-,
cilmentepoi la communic3,al corpo vicino ne. Onde vediamo che ie cofe che hano calore
Non farà però da due che la pelle, la Con- & intenfo non i\ putrefano , ma fi eficcano,(3c n*-
tao-ionefia tutt'vna cofa , elfendo la pelle va habbiamo l'elfempio di quel che fi dice che nei
terzo Clima cioè nell'Arabia vi è certi luoghi
mal commuiie,onde li deueauertireche alcu-
vicino aLmare pieni di arene, per,li quali pafs a
ni mali chiamano Sporadici, cioè difperd, al-
li
chiamano Elidimi) dalli Greci, & da Latini l'humido,& di quelli Ci fa la mumia, che mai
InquiiinÌ9&: fono Communi, ma familiari ad'- fi putrefa, qual porta poi nelle nollre parti.
i\
vna forte di gente, Se più ad'vaa nistione che_> Anzi per il gran freddp le cpfe tal volta non 4
vn'altra,Li lecondi fi chiamano Epidemij, Se putref^nnojoilde vediamo che quelli che mp-
fono communi a tutti, & di quella forte è l-i— rono. iielli mpnti di S. Bernardo nella Eraneia
nelle, al tempo della quale per vn occulta for- ftaniK) molt'ai>ni fcn^3 put^efarfi,hora hauen
Tiene
r. ^-I::r: Parte Frimai 125?
I Tiene il ramo di noce efTendo detto al'ócio Il Bafilifcoè vna fpetiede ferpenti de' qua-
Contagiofo con la dia ombra, come dice Pli- li non folo il fiato , m.i il guardo, &
il fileno
nio nel libro ly.cap. iz- alla firaiiitudine del fono contagioll animali che fono morti
, & li
Tallo in Narbona , che fecondo Diolcoride e per la lor Ccntagione non fogliono edere toc-
tanto catciuo,che Ce vno vi dorme.ibcro,o che chi da ale li ammali ancor che voraciillmi , Se
Ce sforzati dalla fame H tocca , fubito
moroiio
vi lì afletti alia lua ombra, èofflTo graiic!n!.n-
te.come raccont.^ il' Fcrnelio lib.i-'de abditis ancor loTo,onde da tutti li altri animali ancor
rerum caufìs cap. 1 4 doue afferma l'irtello del- che vcnenoli è fuggito fiperandoli tutti, come
laNocc,&: Oiiidio ancor Iiiidice_j, narra Aetio Antiocheno, fermonc 13. cap. 3 3.
Miylata ne leda. qt4oni:tni fata ledere dicor & Plinio lib. 8. cap.ii.
Imus in extremo mttrgine frondus habet Il Gicaane pallido, languido, &
me7.o mor-
kauendo tanta potì'anza che offende anco le_j to vi fi po«e per tutte le ragioni iopradetti-^,
.piante vicine , &
pe.. qucfto li agricoltori \fi^ radcmorando anco il corpo partente che rice-
piantano nelle fiatte,o.nde Gnidio , ue la Contagionc dall'agente cioè da quei
che
Nnx ego iunitit via cifmjim fine (rimine vita lo trafmcttii-j.
, . ^ potuto f^xis pTiit^reunts petor, y
'
o N T N O.
mi
^1
éfi
r^
r>
VN oiour'.nc pompofamente
fpada a-lato'^-haùrà gioie ,
vc-fciro
&
,
peniie per
coir nodi monete, &
Il
gioi^_^.
contento , dal quale pende quél poco di
ornameiuod'JIa tefta, & nella deftramano v- felicità, che a g.ideinquefta v;ta,narce p:inci
nof^ecchio, & con Iafiniftra!vn bacile d'ar- palmenre dalla cogiiicione del bene pofleduto,
gento appoggiato alla cofciajilquale farà pie- perche chi non conoice il proprio b^ne (anco.-
I che
. . . .
contralto di ogni incontro, che Te gli rappre- do, & perciò quello,che opera l'vno, non può
fcnt.i_j> oprar l'altro, &
ftanno per quefto in continua
L'habito femplice,& la zona fignificano il contrarietà, difcordia, & guerra_!>.
riftri ngimento degli sfrenati appetiti Vi fi dipinge a e auto le due ruote nella gui-
candido armelinodimoftra efTeie il vero
Il fa,che habbiamo detto, perciòche narra Pierio
fimbolo della continenza, perciòche non fblo Valeriano nel lib.trigefimo primo, che confi-
mangia vna volta il giorno, ma ancora per no derata la natura de moti, che fono ne i circoli,
jmbrattarfi,più toflo confente d'efler prefb da fu cagione, che i matematici volendo fignifi-
i cacciatori,li quali per pigliare quefto anima care geroglificamente la contrarietà, defcriucf
letto,gli circondano la Aia tana con il fano-o. fero due circoli, che fi tocca(]ero,come vedia-
mo fare incerte machine, che perii girar del-
CONTINENZA MILITARE. l'vno l'altro fi 'volge con vn moto contrario ,
C»me fti rapprefentata, nella Pompa, fHneraltj onde per tal dimoftratione poffiamo dire, che
dtl Dnca dt Farma Alejjstndro Iiirnefz_>^ fi polli beiuffimo rapprefentare la Contrarietà.
in Roma-j.
CON-
Parte Prima .^
^3^
CON R T O.
Ilcontrafto,è vna forza di contrari jjde' qua la funftrabanda, co'l braccio finiftro ftefo al-
li vno cerca preualere all'altrOjC però fi dipin quanto in giù, & la mano aperta, gl'occhi pie-
gè armato,&: pretto a difenderli, & offendere-^ ni di lagrime, riuolti verfo il Cielo, confem-
il nemico . biante mefto, &: dolente.^.
color roflb ci dimoftra l'alterezza dell'a-
Il La Contritione,è il dolore grandilIìmo,chc
nimo,& il dominio delle paflìoni , che ftanno ha vn peccatore d'haueroffefo la diuina Mae-
in moto,&: muouono il fangue.^. Aà onde fopradi ciò l'auttorc de i feguenti
:
no tenga vn pugnale ignudo con fiero (guar- Che non opprimi ti cuor: ma l'alz,i a volo .
do, con vn'altro pugnale nella finiftra, tirando Nel tuo dolcelangfiir io mi confalo
la mano in dietrojin atto di voler ferire. Chtben f«i tu d'ogni gioir più carx^.
'i- .A — Sembri
,
Lite cariìin foggiati do al del ritorno . confcilarli, & di rodisfarciil nome iftcfl'o non
Cesi dcpf e Alle duro
sjincfò , e (ignifica.altro,come dice San Tomaio nell'ad-
J-'ratofifcorge di bei fiori adorno ,
ditione della terza parte della fua fommaal
Che rende ff anco pie liete, eficuro . priino articolo: che vna confrattionc, fmi- &
Et il Petrarca nel Sonetto 86. dici_>. nuzzamento d'ogni pretenfione,che ci poteflc
f za piangendo i wiei p^jjatt tempi . dare la rupcrbiajperqualche^benein^noicoRO-
*
Ccntntiontj. r jfcilìtO . _
lie, la quale farà ibacciata, & di colore berct- ita in atro di fpogliarfì de vcftiraenti ftrac-
tino , in atto dn ctc , & fupplichcuole, calchi _
ciati, perche^ la Ccntntione vna parte della
HVOMO
. .
nirtra mano vn caducco,mà in cambio dello fuggire edcndo ella abomineuolc ,& pernitio-
ferpe vi faranno con bellidlmi riuolgimcnti vn i'jiSi. perciò Arift.in Economia Kon debet homo
& vna gamba tirata in dietro in dimolUatione 11 ramo della mortella, Jc del pomograna-
di voler far rurèrenza , & il braccio déftro fte- to ambidue con bei riuolgimenti intrec-
fioriti
fo, aperto in acro di voler abbracciare, & rice- ciaci inlieme, fignilìcano che nella Coniicrlà-
iicrc altrui, & con la mano terrà
vna Cartella, tiOiie conuiene, che vi fia vnione, & vera ami-
nella quale vi/ra va motto chedichi» V li H citia, & che ambi le parti rendano di fc fcam-
S O L I . bieuolmentc bonillìmo odore & pigliare infie
Conuerfatiquie, è vfb domcftico tra gl'ami- medalle dette piante, ellendo che (come rac-
ci, & pcrfonethed conofcono, & amano per conta Pierio Valerianonel lib. cinquantacin-
cagioni honcl1?e & dilettcuoli. Se però dicciì
, quelimo) tra di loro lì amasio tanto, che quan-
che non t coià?;. iù grata & foaue alla vita, che tunque [oftì loatanetti l'vna dall'altra radi-
vna dolce Con^itrfatioiie f & però dice vn Sa- celi vaìinoa trouare,& l^auuiticcianoinfie-
mo, Cbnn^>rf.ìtii> ejì.hominum Jocietdt O» grata. , me a confu/Ione di chi fugge la Connerfatio-
confaùiilÀfioqna medìnnte intticem animi re- ne, i quali lì può dire che fieno della pcrtìHa_i9
crt Anturi \-'-_' natura di Timone Filolofo, il quale fu molto
ii dipinge ih perfona d'huomo , & non di celebre t)er l'odio che a tutti gl'h uomini por
Donna perciòche non folo conuicnlì più alP- tana, era fuo amico Apemanto della medclìma
hnomola Connerfatione che alla donna , ma natura, & ffando vna volta inlìeinea tauola ,
anco pe-felrcp^rticularmcnte all'etimologi a_s & dicendo Apemanto che quello era vn bel
della voce hudmo nella lingua Greca che di- cornuto, poiché era tra lor dua, rifpofe Timo-
ce homù^fecoado il parere di alcuni Dotti fcfit ne che farebbe If ato alfai più bello^ quado eiìb
tori lignifica infierae,&: però non lì può eflcre non vi folle ftato prefentc_-'.
vero huomo f qnra Conuerfarione,eflendo cke La lingua polla fbpra alle dette piantcjfigni
chi non conucrfa riónhd fpcrienza, ne giudi- fìca^chela natura ha dato la fauella all'huo'
tiOiiSi quali lì può dire fenza intelletto, & però mo non già perche feco medefìmo parli, ma
,
Arift. nel 1. della Rettonca dice che i giouani Il tenere la perfona alquanto china, & vna
fono più amatori de gramicij& de compagni delle gambe inguila di far riuerenza , & il
che alcuno di niiluna altra età , e perche fi di- braccio deliro ftefo, aperto, & in atto di voler
lettano di viuere inlìeme,encndoche non giu- abbracciare, & riccuerc altrui, e per dimoftra-
dicano cofa alcuna fecondo l'vtile,& penlano, re ch'alia Connerfatione conuiene q'.Tilità di
'•
che i loro amici fieno della medclìma natura. creanzej& buoni cofluini & con benignità, &
Si dimolUa allegro, &: ndentc,veftitodi co- cortena con ogni riuerenza abbracciare, & ri -
lor verde, perciòche il come nell'herbc,nc gl'- cenere chi è degno della vera,& virtuofa Con
j arbori, ne piati, nelle montagncjuon (i può ve- uerfarione_i.
dere cofa più lieta, ne più grata alla viAa di Il motto che tiene con la'deflra mano,che_j
quello colore, il quale per la vaghezza. & gio- dice VEH SOLI,
è detto di Salomone ne i
condità luamuoue lino gl'ycceiletti per alle- Prouerbij la dichiaratione del quale è chi_^
grezza a cantare più foauemente Così la_^ : guai a quello che e foloiS: però debbiamo con
Coirne rfatio ne con ogni affetto maggiore-» molta conlìdera rione cercare d'vnirlì dicendo
muouc gl'animi altrui all'allegrezze, & con- il Salmo 1 5 ^.EcceqMàm bonum , ^««to ;/<- ^
wengono all'vfo honcfto,& virruofo , che per cundum habit*refraires in t/nuvt
Mi lignificato habbiamo data la ghirianda_5
I ? CON-
.
VN A hellifllma Donna
ignudajmà da vn candido, & fbtilillimo
dì età virile, farà no da quello, & fi conuerte a Dio
Sì rapprefcnta d'età virile jjciòche
.
racconta
velo ricoperta > terrà ad arma collo vna Cinta Arift-nel i.lib. della Rett.che quefta età ha tue
dì color verde, nella quale vi Zia fcritro . tiquei benij che nella giouinezza,& nella vec-
IN TE DOMINE SPERAVI. chiezza rtanno reparati,& di tutti gl'ecceflì,&
& non fcio per terra faranno vefti di graudif- di tutti idefettij che fi ri trouano nell'altre e-
fimo pregio, & ftima. Collane d'oio^perle, & tà > in quefta di loro ci (i troua il mezzo , &
altre ricchezzfimà anco i biondi, & intreccia- conucneuole, fi che per quefta caufa potiamo
ti capelli, che dal capo fi è tagliatijfi che mo- dire, che in queft'età v'e la vera cognitione di
Uri d'efl'ere fcnza le treccie_'. fuggire il malc,& feguitarc il bene, Se a quello
Starà con il capo alto, & con li occhi riuolti propofito fi potrebbe applicare quel decto,che
al Cielo > nel quale vi fi veda vn chiaro , & ri- IN MEDIO CONSISTIT VIRTVS.
fplendcnte raggio, & verfando copiofinime_> Si dipinge ,nuda, ma però ricoperta
che fia
lagrime, tenglii le man', inciocciateil'vna nel- dal candido, & velo per dinioftra-
fiattilillìmo
l'altra, moftrando legno di grandiillmo dolo- re,che la Conuerfione ha da edere candid.i—j,
re , & Torto li piedi vi farà vn'Hidra con fieri puraj&fpogliata da tutti li affetti , & paflioni
riuolaimenti, &in atto di mettere per terra_^ mondane Il motto , che è la Cinta,chcdice
.
abomineuole chiftàin peccato mortale così , mo proponimento di non fi partire mai più da
all'incontro è di fiipreniabellezza^chìè louta lui per lo peccaco,& perciò fpera in lui nafcen
do tal
P
. . .. .
tatiper terra, per la dichiarationedicfle ce ne Et il fa giouancper elfere tale età più dedi-
feruiremo di quello perche dice Pierio Vale- ta allefcrte,& a' foJazzi,che l'altre non fono.
tiano lib. 3 z. nel quale narrai Capelli lignifi- Iconuiti fi fanno a fine di commune alle-
cai penlìeri, fi che chi fi conuerte,conuiene_>, grezza tra gl'amici, però fi dipinge bello , &
che fcacci,&r rimoua i penfiericattiui;i quali ridente con vna ghirlanda di fiori, che moftra
fé non fi rofano,òfuellino accecano la mente, relaflàtion d'animo in dclicature,per cagione
è qualche altro graue impedimento apporta- di conucrfare,& accrefcerel'amicitie.chefuo-
no alla buona intentioncdiconuertirfi , & fo- leil conuitogenerare__>.
pra di ciò CaHiod.fup.Pfal. così (i\cc,§luoctin- La face accefa Ci dipingeua da gl'Antichi in
que tempore non co^itauerit DeMm,pMta,te illud mano d'Hiineneo Dio delle nozze, perche tie-
temptii perdidtjje^- ne gl'animi, & gl'ingegni fuegliati, & allegri
Tiene il Capoalto,& rimira il Cielo, perciò il Conuito, & CI rende fplendidi , & magnani-
che conuicn prima a noi di volgerli al Signor mi in fapere egualmente fare, &: riceucre eoa
Dio con fede, per riceucre da fua Diuina Mae- gl'amici offitij di gratitudine.?.
ftà lagratia,fe bene l'vna,e l'altra egli dà per
fua mifcricordia,& non per li meriti noftri . CORDOGLIO.
Ttdes efì donam Deiyò.iccS.'9aoìo,&>tìratiam
f^glorium daòit. Dominus dice.il Salmo, il
cjual lignificato lo rapprefentamo con il chia-
HV O M O mefto, malinconiofo,& tutto
rabbuffato , con ambe le mani s'apre il
xo,& rifplendente raggio,corae habbiamo det petto, e i\ mirali cuore, circondato dadiuerfi
tedi lbprj-_!). ferpenti
Le copiolilfime lagrime che verfa da gl'oc- Saràveftito di berrettino vici:ioal nero , il
chi fignificano penitenza,& contritione come detto veftimento farà ftracciato,folo per dimo
narra Curtio lib. 3. Uchryms. poenttentiA funt ftrare il difpreggio di le ikllb, & che quando
indice:- Et le mani incrocciate l'vna, nell'altra vno è in trauagli dell animo non può atten-
,
con la demortratione del dolore , denotano il dere alla coltura del corpo,«Sc il colornegro fi-
dolorcmternoche fente l'huomo conuertito gnifica l'vltiifta rouina,& le tenebre delia mor
a Dio d'hauer ofFelo fua Diuina MaelU l'Hi- te , alla quale conducono 1 rammarichi , & i
dra che tiene lotto li piedi nella guifache di- cordogli
cemmo, ne dimoiìra che conuicnc fpiezzare , Il petto aperto, & il cuore dalla ferpe cinto,
& conculcare il peccato; il quale con grandif- dinotano i fallidij, & i trauagli mondani, che
iima difticultà {i vince, & mette a terra p^ici si- fempre mordendo il core infóndano 'n\ noi ikf
che fàgrandillima reùftenzaaquelli ,1 quali li veleno di raL)bia,& di rancore^-.
i
3 6 Della nouifsima Iconologia
CORRETTI O N E.
più facilmente, & con più bicuità di tcmpc,fi dall'anima, perciòche così fi dcfcriucrebbe va
piglia le parti minori, che le maggiori cadauero, ma fi bene il corpo all'anima coUe-
Tiene con la mandeltr^il Mcnicomctro gato,che ambedue fanno il compofitc dcll'huo
cflendo che con elio efl'attamente fi piglia tut- mo tutto, che per certa fignificatione Poetica
ti i limiti, (Se confim di ciarcun,dojninio,comc & aftrttttione mentale fi prefupponghino, co-
me fé
138 Della noiiifsima Iconologia
me fé ciafcunadi qnefte parti ftcfle per Te fola; è proprio del corpo,cioè l*amarc,& abbraccia,
lo rapprcfcntaretno dunque huomo coronato re i piaceri, &
delettationi fenfuali,fi come per
di fiori liguftri veftitopompofametitejterrà in lo contrario abborrireli difagi,arprezze,8c le
mano vna lanterna di tela, iliquclla^chc s'al- moleftie_?.
7af,& abbaflajfenza lume con quefto motto, A^ La lanterna ,nellaguira,chc dicemmo, di-
LVVINE VITA. tnoftra, che il corpo non ha operationi fenza
Si corona rli liguftri,per efler da grauì/Timì l'anima, (ì come la lanterna fcnzail lume non
huomini afTimigliata la vita ciell'liuomo , ri- fa l'offitio Tuo , come il motto molto bene di-
fpetto alla fragilità, &
caducità di quefto no- chiar4-^<
Ibo corpo alh f?ori,de' quali non so, che altra
cofa fia più fugace,onde il Salmifta cantò nel CORRVTTELLA NE* GIVDICI.
Salmo loi. DONNA, che Aia a ledere per trauerfo
Becordatiu efli^uoniam puluis: fumtu homo in Tribunale,con vn memoriale, & vna
ficut fcenunty dtiseitiitamqtiamfios agrtficef'. catena d'oro nella mano dritta, con vna volpe
florebit . a piedi, & farà veftitadi veide».'.
JEtncl Salmo 89. Dipingefi a federe in Tribunale nella guifa
Marieficut ierba travfeat', manifloreat , (^ che dicemmo, perche la Corruttela cade in
tranfeat;vespere Uecidat,induret, ^'are/cat . coloro,che fententiano in giuditio,eflendo cf-
Et fìmilmentc il patientifTimo lob- fa vno ftorzimento della volontà del giudice
^^afi fiOS egrcditur,0> conteritUr. a giudicare ingiurtameme perfoiza de' doni.
Il veftimento delitiofo,dimoftra qucllojche Il memoriale in mauo,& la collana fono in-
o M O R I A.
ditio.
. . , ..
particulare tcrreftre, ma ancora per tuttoil della Città, dell'elettioni de partiti, della Con-
globo del Cielo che fa il compollo di tutto il fèruatione delle fortune, & per dirla in vni_^
Mondo parola fola, di tutte le colè più honorate,&de.
Si dipinge vecchia perciòcheil Tuo princi- gne in tutta la fabricadel mondo, nel quale_»
pio hebbe origine da lacreationedel Mondo. fi fonda,& afferma ogni noftro oprare , & in-
grandezza fra vna ftella , & l'altra , & con il che G. moftra nelle ginocchia ignude,& vicine
Radio , che tiene con la finiftra l'operacioni , a moftrarele vei"gogne,& ne' ceppi, che loraf
che fi fanno in terr.r_j. frenano , l'impedifcono , onde l' Alciato nelli
Emblemi così dice,^.
CORTE. fuoi
Vanapaldtinos quos educai aula clientes
Dicitur auratis neóìere compedibus .
,
di varie forti di fiori, & con vna dv dette mani L'acconciatura della tefta maeftreuolmeu-
terrà anco de gli hami legati in filo di feta ver te fatta, è fegnodi delicatura,& dimoilratione
de, haueràapiedi vna ftatuetta di Mercurio, d*alti,& nobili penfieri
alla q^uale s'appoggierà alquanto,& dall'altra La vefte di cangisaircjriioftra che tale è la_»
banda vn paro di ceppi di oro , oucro i ferri Corte, dando è togliendo a fuo piacere in po-
co
^
. , .
& inuidia, con appetito d'altra perfonii-j. Ha di ipecchi , e Scopette vna reitlt-i
za, che li vede efler perpetua compagna del cor Sofìien con la man de/ira vna medaglia^
tigiano Oue fcultanel mez.0 è la^itrxnzx-i.
E da molte perfone in diuerfi modi di-
fiata Che fa Ben tarla mifera canaglia .
pinta, fecondo la varietà della Fortuna, che_> Seco il tempo perduto alberga , e /?««{/» ,
da lei riconofcono; fra gl'altri il Signor Cefa- che vede incanutir la promijftone
re Caporale Perugino, huomo di beliiflìmo in- Di fargli vn dì del ben [e gli n auanx,cLj^
gegno, di lettere, & di valore la dipinfc,come Voi nel rguerfcio v'e l'iidulatione^t
a può vedere nei feguenti fuoi ver(ì, che così che fa col vento de le sberrettate
o I N A.
Gl'anta
. , . . ,
ch'ha fu' l corpo vna macina da guato > jippar ^u\ gloria: ahi fecola ? ahi cofìume ?
o N A.
u
. . . .
le fuc fccrccezze, le quali folo a lui medefimo dio quel che l'huomo coftante è folito temere.
Ibno a viua forza palefi . Sono le braccia ignude, per moftraie con-
Sta con piedi ignudi nel luogo fopradctto, fidenza del proprio valore nel combatter col
per dimoftrare la buona, e cartina via,perlc_> toro , il quale eflendo moleftato diuiene fero-
tjuaU ciafcuno caminando , òcon le virtù, ò ciflimo,& ha bifogno,per refiftere folo dello
co' viri), è atto afcntire l'afpre punture del pec prone d'vna dilperata fortezza_-.>.
catOj come il luaue odore della virtù .
Cofcienx.a C R A P V L A.
DOnna di fembiantcbelliirimo, veftita
bianco, con la fopraucfte nera, nella de-
di DONNA
mal
grafia, brutta nell'afpctto
veflita, con tutto lo
,
ilomaco ignu-
&
ftra mano terrà vna lima di ferro, hauerà fco- do, hauerà capo fafciato fino a gl'occhi, nel-
il
perto il petto dalla parte del cuore, donde l;i_^ le mani vna tefla di Leone , che ftia con
terrà
morderà vn ferpc , onero vn verme , che fem- bocca aperta, & per terra vi faranno de gl'vc-
prc (limola, & rode l'anima del peccatore, pe- celli morti, & de' pafticci.ò fimili cofi_).
rò bene difle Lucano nel fettimo libro Si fa donna brutta , perche la Crapula non
Heu quantum mifer^oenA mens conscia, donaf . lafcia molto alzare l'huomo da'penfierifemi-
nili, & dall'opere di cucina_j).
poueramente , per molirare, che li
Si verte
COSTANZA. crapuloni, o per Io più fono huomini fprezza-
rodi volerfi abbrucciare la mano, & il brac- Lo (lomaco fcoperto moftra che la Crapu-
cio . la ha bifbgno di buona complelTìone,per fmal
Cofian ia . tire la varietà de' cibi,&:però fi fa con la tefta
DONNA
&
che tiene la deftra
conia finiftra vn'hafta , & fipofa co'
mano alta, fafciata, douei fumi afcendono, & l'off cndo-
no-La grafl'ezza è effetto prodotto dalla Cra-
piedi fopra vna bafe quadra—^. pula che non lafcia penfarea cofe faftidiolè,
,
da qual fi voglia banda (i pofi ftà falda,& con- Gl'vccelli morti, & i paAicci,fi pongono co
trapefata egualmente dalle fue parti , il che_» me cofe , intorno alle quali s'elfercita la cra-
fton hanno in tanta perfettione i corpi d'altra pul.i_^»
lìgur:i_^. Crapula .
L'hafta parimente è conforme al detto vol- DOnna mal veftita, e di color verde , farà
gare, che dice. Chi ben ii appoggia cade di ra- grafia di carnagione rofia,fi appoggierà
*do. con la man deftra fopra vno feudo, dentro del
EtefTer collante non è altro, che ftare appog quale vi farà dipinta vna taiiola apparecchia-
ciato, &; faldo nelle taglioni, che muouonol'- ta con diuerf'e vuiande con vn motto nella to-
intelletto a qualche col.uv'. uaglia,che dica-.Vera fettcifas^Vilzia mano la
Cciìnn^jt, &irìtrepidità. terrà fopra vn porco .
Parte Prima. M3
'^
«»uncmcnte regnare in pcrfonc ignoranti , & co la felicità di quefto mondo,come roleiia £.
non fanno penfarcofe, che
di grolfa pafta,che picuro .
della luce, & pereflagli E!^ittij,come rifcrifce La face Ila ardente riuolta nella giiifa, che di'
Pieno Valeriano nel libro 46. de (noi Gerogli- cemmo,nedimoftra,che il Crepufculodella_»
fici fi<Tnilicaiiano il Ciepulailò della mattina, mattina è meflaggieio del giorno .
& il Petrarca nel trionfo della Fama, volendo La rondinella tuoi cominciare a cantare ai
moflrarc , che quefta ftclla appare nel tempo uanti giorno nei Crepufculocome d)moiì:ra_j
del Crcpufculo così dice. .- Dante nel cap.ij.del ParadifoiCosì dicendo.
<^ual in fui giorno V umorofa iiellct Hell'hora che comincia itrifii lai
,
led'acqua, dimoftra, che nel tempp d'Eitati^ Et Anacréonté Poqta Greco, in quel fuo liricO>
C R E P V S C V L O DELLA SERA.
^ H^^
hLcn
. ,, .
MS
iieat firtpe/i s ad aures di volare airingìAverfo l'Occidente in capo
E fomnijs èeatis hauerà vna grande, & rilucente ft>.lla, con 1^-^
Mihi tapis Bithyllum. dcftra mano terrà vna frezxa, in atto di lanciai
Ilche fu imitato dal Signor Filippo Alberti la,3c fi veda per l'aria, che u'l?abbia g^^^^
dell'ai tre,& che cafchino all'ingiù. Se con la
in quelli fuoi quadcrnali
Perche io pit^ngx al tHo pianta finalra mano tcnghi vna nottola con l'ali a-
Rondinella importuna inan^t al die
Dx le dolceXJe mie^ II volare all'ingiiìverfo l'Occidente, dimo-
Tu pur Cintando mi richiimi al pianto . ftra per tale effetto edere il Crepufculo della
A' quefti li confanno que^rli altri ver/idi fer.L_/'f
Natta Pinario , citati da Seneca ncil' Epillola La itella che ha in cima del capo fi chiama
lii. Hcfpero, la quale apparifce nel tramontar del
Incipit ardentes Fhoelftis prodiieere fiammas Solc,appreiVo gli Egitti), come dice Pieno Va-
Spargere fedrubic:tnda dies,tatrtnis hirundo. Jcriano nel luogo citato di ropra,rignificau.i--»
Argutis redttura cibos immitterenidis il Crepufculo della ler.i_^o.
Incipit, Ó' '"olle partitos ore miniflrat Le frezzejncllaguifa, che dicemmo, figni-
fica i vapori della terra ti rati in alto dalla po-
R D I O.
17^ *^?s
. . , . ..
I
- .
R I O I A*
"ir\0 N NA
con veftimento rollo, & azur- mani alte, col capo che fporga in fuora,& farà
A_y ro , quale vi fiano fparfe molt'o-
fopr'il alata_^.
Kcchic,& rane,hau€rà i capelli dritti,conlcj laCuriofìtà è defìderio sfrenato di coloro^
K X che
. . . , . .
lìenie con carne di rolìgnuolo fanno l'hiiomo detto animale dannofiflìmo.impercche in qua
ticf:o , .Se fucgliato , dalche nafce l'efler cii- lunque luogo fparge i fuoi cfciementi,fuole_^
ricfo abbrucciare in ogni cofa , ne cola alcuna più
Tiene alte le mani, con la ccfìa in fuora_.«, nuoce alli prati, o alli fcminati,che quando in
perche il curicfo fempre lU dtfio &: viiiacc_5 quelli vanno l'oche a pafcere, anzi più che le_j
per lapcre , & intendere da tutte le bande le_> illorftcrco farà liquefatto con lafalamoia, &
nouita Ilche dimclhano ancora l'ali, & i ca-
.
poififpargerà fopra gl'herbaggi tutti fi gua-
pelli dritti , che fono i peuiicri vinati, & i eo~- ì\eranno,'&:fi corromperanno Il cadere dal .
iod del vcltimento lìgiu£cando delìderio di Cielo gran copia ài grandine, è tanto manife-
fapert_ji fto,il nocumento che fi riceue da quella sì nel
V., . -,
*,.
!•
C V 5 T O D I A. grano,come nel vino,& altri frutti che ben k)
sa quanto fia grande il danut) chi loproua, |c
N
A a^maca,che nella delha mano
DQ ;N
tenga vaa^^^ada ignkda,&acanto hau-
in particolare la poucrtà ,
là vn drago . '»,
DAPOCAGGINE. ;
Per lajiuona tTuftodia iue cofe ncceflarijf-
^ i.
I'
brutto il fuo vcftimento farà la via della lode, la quale confifte nel l'opera-
del colore del]aruggine,clie teughi con tione delle cofe difficili •
le mani dell) Topi,ò iorcijche dir vogliamo, La pecora molto ftolida , ne sa pigliare^»
è
che lìeno,viiibill per quanto li afpcttaalla gra partito in alcuno auuenimento.Però dille Dan
dczza loro , per terra vi Ila vn'oca in atto di re nel fuo Inferno .
pafce.c , & che dal Cielo pioua gran quaiiacà Httominiftate,ener}pt(or« tnatttj-
^DATIO,
.
di grano,rami d'Olino, è pampani d'vua,che communità, onde Marco Tullio Pro Pompeo
pendino farà sbracciato, è rcalzojcon braccia, dille Vejiigalia neruos ejfe Retp. femper duxt
.
-,
& gambe nude, & pulite per lino alla pianta-_3 mas Si efprime maggiormente quella lobu-'
.
del piede parimente mufculore , & nerbut&_^. ftczza conia corona del roucre,poiche l'etimo
Il Datio fu in Egitto primieramente importo logia della robuftczza lì deriua dalla voce la-
da Sefoftre Rè de Egitto fopra terrenità giiifa tina Ro^«r,che lignifica la Rouere,c Quercia;
di taglione continuo per quanto lì raccoglie,,» come arbore dunlfimo.gagliardo.forte, e du-
da Herodotolib.i.Nel primo lib.de gli Auer rabile,conuienfi di più tal corona al Datio,co-
fari) di Turnebo cap.j.habbiamo che anche-» mechc fia corona Ciuica,cosi chiamata da_->
Ji Romani. rifcoflero Dario, & decima de for- Aulp Celio, che dar fi folcuaachì faluatoha-
menti de i campi . Caligola poi fu inucntore uefle qualche Cittadino , ellendo che l'effetto
de Dati j.fordidi inauditi, & nuoui:impofe Ga- del Datio è di confcruarc,è mantenere tutti li
belle /opra qual fi voglia cofi damangiare_j Cittadini, & fi come la Quercia era confecrata
che lì portaua in Roma; Dalle Iiti,& giuditij a Gioue,perche nella fua tutela tennero i Gen-
volcua la quarantèiima parte; Da facchini 1'- tili fulfcro le Città , così deuafi dare al Datio,
otcaua parte delguadagno,chc faccu3noog;,i come quello che accrcfcc forza alli Principi iir
K p tutela
1
La tanaglia da tofar la lanaalle peccore al- dal bifogno.che il tempo, & roccafione arrc-
ca,conandanTiento,e difegno fchietto,e leale_*
lude a quello chcdiflc Tiberio Imperadore_j,
Imperio diifimulò 1'- di giouare non tanto a sé quanto al pubIico,&:
clic nel principio del fuo
moftrò alli popoli fuoi , 6c non per mera aua riti a_, &
;jmbitione, & rauaritia, nella quale fi
penlìero di proprio interefTe ne deuono com-
poicllerc totalmente fommerfo, volendo
egli :
fetondercpecuSynon deglHl>ere,Cioc che il buca & poco honefte,come fece Vefpafiano Impera
Paftoredeue telarle peccore, ma non fcorti- dorè, ilqualc auido del dannalo irapofe gabel-
uolo di TcIecro,ilqualc dimandato,in che mo Tito fuo primogenito figliuolo; & ancorchc_>
il padre gli rifpond elle, che li danari rifcofTì di;
do VM potè (le conferuarebene il Regno, rifpo-
fej fc non farà troppo conto
del guadagno. A- cotal Dario non puzzauano d'orina non refta
poftenuna Laconico di Plutarco. NelL'altra_9 però che l'animo fuo non rendelfe cattiuo od^
mano gli fi mettono le fpiche di grano , rami re di viltà , & fordidezza contraria all'animo^
d'OIiue,& pampini d'vHa,perche l'opra quefti d'vn Principe, che deue efiere generofo,e Ma-
tre frutti della terra, di grano,
farina, olio,& gnanimo;Mà l'intereire l'acciecò,& gli fecz.ji
vino s'impongono principalmente le Gabelkji, vfcirdimente gli ricordi che gli diede Apollo
principalmente dico,eirendo certo c.heibpiM-^ nio in Aleflandria per reggere bene l'Imperio,
molte altre cofe Da,tio. s'impone ; tra gl'altri tra quali era che non ilHmaflc le ricchezze de
"Vopifcofcriue che Aureliano Imperadore con tributi raccolti dalli folpni del popuio,fI come
le parole di Plinio lib. 1 9- cap. 4. al cui tempo qttsntijftmcqj confino inspiceretur nonagenaria
non fi fpendeua tanto in neue , quant'hora fi (enexan circ»mfecìus effet. Sopra di chefcher-.
fpende: poiché dal fuo parlare, nel luogo cita.- za Martiale contra Chrefb nel 7. libro,
to,& nel lib. j I cap.jnon fé ne feruiuano,.fe_y SedquA deSolymis venitperufìts,
non per rinfrefcare l'acqua, & alcuni la^coce- Damnatdm modo mentulamtribHtis..
uano prima fecondo l'inùcntioue. di Nerone_j qual tributo quanto fìa meriteuole di bia—
Il
per pigliare ficqramente il diletto del frefco fimo, e vergogna chiaramente fi comprende-^,,
fcnza li difetti della neue: Hora fé ne feruono poiché ogni galant'huomo ad arbitrio del prò-,
non foloper rinfrcfcar l'acqua, ma il vino,l'- curatore filcale poteua efiere accufato & in-, ,
lufalata gli frutti, & altre cofe d'eftate, & d'- colpato di fetta giudaica, &
aftretto a mofìrrf-
iaucrno;& quelli che fono alTuefatti a tal frc- re il preputio,quando fenza replica non hauef-
f^urarinfrefcano,quando fi purgano,i fìropipi, fe voluto pagare il Datio,e però dall'altro can'
& le medicine; t,anto che fé ne caua, fei miìla, to lodato viene il fuo fucceflbre Nerua Coc»?
feudi l'anno di Datio in Roni:i—'» ceioImperadore,cheleuòsì vituperofb tribù-'
Le biaj:ci'a,egambe nudce pulite,poicht_j ro,per il che fu battuta ad honor fuo,per decrcfi
«^>tefle membra "fono in. virtù delle mani, & de* to diel Senato Romano vna Medaglia d'argen-
j<iedi.miniftre delle opcrationi , & andamenti to, con il.fuo ritratto , e nome da vn canto, & !
D E B I T O
Del Sig. Gio» Zaratino CaftcUini
ll«F^
GIOVANEporterà
penforo,& mefto, d'habito
verde
laberetta inte-
E ftracciàto,percKe fprecatD che ha la Tua.^
robba,non trouando più credito, va come vn
rtraceiato,
ftajin ambidue li piedi, &
nel Collo vn legame pcTzente Porta la berretta verde intefta per
.
Sì dipinge giouane, pèrche li gieuani per Io ftc riferite da Aulo Gellio lib.zo.cap.i.
più fono trafcurati , & non hanno amore alla JEris ctnfejftiYtbusqj iure iudicatis tripnt't^
r»bba,& fé ninno è penroro,e mefto,cerco ed- dies iufiifunto^Pofl deinde mantisinieéìio effo,
itti è che hù da pagare i debiti in ifii iÌHCito,ni indie a rum facif,(itif qui ffeudo
K 4 e» in
,
iicre,comc dice nel medelìmo luogo Aulo Ge- pre per timidità, fi come il lepre pauéta d'ogni
lo Gclio . Tertijs autemnuTìdinis capitcpoenas lhepito,e teme delfer giunto da cani, cosi il
dabs>.}:t,a.ut Tranfi) berim peregre venum ibant.
debitore ha paura del fiacaflb delle citationi,
Itfe li creditori erano più , ad arbitrio loro lì intimationi,& mandati, & ogni giorno remc_>
t-igliaua a pezzi il debitore . NamfipLuresfo-
d'elìere prefo da birri, &: però, ìc è pratico , a
rmt quibiis rcus ejfit tudicatus,fecnrefi vellent guifa di lepre lì mette in f ug.i—j'.
atque pa.rtiri corpus addicìi fihi iominispermi-
Jcmnt: zerba ipl'z legis h&c junt. Tertijs nun- ,
giouanctto,e lo frullò eilendogli debitore,non re, & fregiare l'habito, che farà vn falò lungo
Jiaucndo egli voluto compiacere a gli appetiti
fino al ginocchio,nel piede dritto tenga vn co-
illeciti di Papi rio, per quanto iiarra'il Ttftore.
thurnojuel finiftro vn focco . ..
genere
Parte Primis l
^Si
P E C o R o.
gcneitjcosì ladifinifcono.II Decoro è quello, fce, da vna di quefte partii ò dal rlfguardo,
&
ilquale è così conueuiente alla natura, che in diligente ofleruanza del vero, ò dal mantene-
cfloappaiifca la moderationejè temperanza, re la Conuerfatione humana,&: il commcrtio
con vna certa maniera nobile, ciuile, e libera . dando il fuo a ciafcuno, fecondo la data fede ,
Si che il Decoro dilFiifamente fi dilata in ogni nelle cofe contrancò
dalia grandezza, & for-
cofa , che appartiene all'honcfto generalmen- tezza d'animo eccelfo,& inuitto in ogni cofa
,
te , & particolarmente in ogni forte di virtù ; the li fa, &: fidice conordine,& modo,nelqua
imperciòche d come la bellezza del corpo con levi è la modelìiajla temperanza, &oo-ni mi-
proportionata ccmpofitione de membri, allet- tigatione di peiturbatione di animo,nelle qua
ta, & miioue gli occhi, & per quello fteflb di- li cofe fi contiene
Decoro,la cui for2.a,c che
il
letta, perche fra 11" tutte le parti con vna certa non fi polli feparare
dall'honeilo,perche quel
gracia conuengono. Se corri/pondono così il
, lo,che è conucniente è honefto,& quello, che
Decoro, che nella vita riluce muouel'approba è honefìo è conueniente. Onde Marco Tullia
tione di coloro co' quali Ci viue con ordine, co- dille Hoc loco continetur
. id qtiod dici Utinej>
ftanza, & moderatione d'ogni detto. Se fatto : Decorum ^otejì.grice enim {TrpiTov] dicitMrhu.
dal che fi raccoglie , che il Decoro fi oiferu^L.^ iusvis e(ì,vt ab hone/lo non queat feparariinam
nel parlare,& operare honeflamente,&: confi- ^ quod decetiboneRum efl, &quod heneRum
derare ciò che (ì conuenga fcguire, & sfuggi- ejlydecet Più a bafib foggiunge I.tiu/èa om.
. .
la pelle di Icone per fimbolo del valore della trafto domefì;icamente;Mà ì'or/a vn giorno a-
virtù. Si foltezza d'animo , la quale aflbgnar diratafi lacerò il cane; Il leone veduta l'ingiu-
(deano a quelli, che haueflero ollcr nato il de- ria fatta alla compagnia, non puotè patire fi-
bito decoroj&: moftrati generofi, for-
fi fofl'ero mi le oltraggiojonde gli f(;ce impeto contrada
ti, & magnanimijperciòchc tutto quello che fi rorfa,la lacerò, & come giufto Rè a morte la
fa virilmente, &
con animo grande,quello pa- punì. Plinio riferifce, che è animale grato, &
redegno d'huomo che ofierui il Decoro, per il ricordeiiole de' beneficij , che è clemente , &
contrario priuodi Decoro è colui che viue ef- perdona a chi gli fi humilia,molì:ra femprt_>
feminatamente, fcnza coftanza,& grandezza nobiltà,& generofità d'animo, & fé mai e co-
d'animo Bacco tcnutoda Orfeo per fimbolo ftretro da moltitudine de cani , & cacciatori a
.
.deldiuinointelletto,in Ariftofane poitaaddof cedere, non fi mette fubitoauanti gli occhi lo-
fo la pelle del leone , Hercole il più virile , & ro in fuga, parendoli di rimetterci di reputa-
virtuufode gli Argonautici, va fempreinuol- tione, come cofa fuor d'ogni Decoro inconuc*
to nella pelle del Icone , Aiace primo Capitan niente ad vngenerofo Rè par fuo , ma in bel
di Greti, dopò Achille,prefe anch'egli per Tuo modo a palio a paflb fi ritira , & di quando n\
Decoro la pelle del leone , & dicono, che in quando per maatenerc il Decoro fiede in mezo
quella parte ch'era coperto di detta pcIle,non del campo s'arma contro moftra di loro , &
poteua efler ferico,douecra fcoperto poteua_^ fprezzarli fin tanto, che trouandoqualchc_>
efl'er ferito, al che fi può dare quefto bellilll- macchia non veduto da niuno con veloce fuga
iTio fignificato , che l'huomo in quelle attieni s'afcondej& s'imbofca altre voltCjComedifcrc
nelle quali fi porta cc'ii Decoro, non può eller to s'occulta non perche tema, ma per non met-
tocco da punaue di bialìmo,& ignominia, ma tere timore, e terix)re ad altri, & fommaof. m
nelle attieni nelle quali fenza Decoro (\ porta, ferua il Decoro da Principe,& Rè in ogni par-
patifce punture di biafimo,& ignominia,chs__> te; Et queflo fia detto circa il Decoro dell'ope-
per fino al cuore gli penetrano, come ad Aia- rare; venghiamo bora al Decoro del parlare_>.
te,il quale fin che ìi portò virilmente con De- Il quadrato col fegno di Mercurio fignificà
coro, nelle file imprcfe, non venne mai a lènti- la granita, ftabilità,& coftanza del parlare con
re biafmo alcuno, ma a riportar lode grande; forme al Decoro, & per tal conto Mercurio fu
faiafmo grandiflìmo poi gli fu dato , quando da Greci cognominato Tetragonos, cioè qua-
buttò giù la pelle del leone,cioè la forte zza_j drato lolo,ftabile, prudente, perche non fi deuc
dell'animo dandofi in preda alladirperatione eflere imprudente, vario, e mutabile,nel parlar
fenza Decoro Oltrediciò habbiamo inuolcoii fuor de termini del Decoio,ne fi deue con leg-
Decoro nella pelle di leone, perche (\ come que gierezza correre a mordere , e biafimare col
fio animale in quato al corpo è il più ben com parlare le perfone , & difprezzare ciò che e/fi
pofto,& perfetto de gli altri, così in quato all'- fcntono efiendo cofa da arrogante, & dilioluto
animo, no ci è chi oHèrui più il Decoro di lui, ma fi deue portare vna certa riuerenzaa cia-
perche è liberale magnanimo, amator di vitto fcuno,comen'ammonifce M. Tullio parlando
ria,manfueto, giufto, & amante di quelli con del Decoro circa la moderatione de fatti , &
quali conuerfa, fi come dice Arinotele nelLi__9 detti Adhibenda efl igitur quidAtn reuercntix
.
nlbgnomica cap.8.& nel lib. 9.cap. 44.de gl'- aduerfus homines, et optimi cuit4sj; reliquorum.
animali, dice che no è fofpettofo, ma piaceuo- Num negligere, quid de fé quisq;fenti»t non fo.
lc,fefteuolc,& amorcuolecon fuoi compagni, lum arrogantisefìfed etiamomnino dijfoluti .
& famigliari . Non s'adira mai con l'huomo Di modo che deuefi cflèrc confiderato nel ra-
Te non è ofFcfo, è ragioneuolc nel punire, ftì_^ gionare parlando honoratamente d'altri: per-
piglia vno che gli habbia dato noia leggiera , che chi parla bene & honoratamente d'altri è
,
per olleriiare il Decoro d'vnhiiomo fauio , la piombo,pcr lo parlai e di cola brutta, vile, & in
lingua noadeuecfrere più veloce della men-. fima,comeil piombo, tra metali,Tcggafi Lacr
te>,douendo/I penfare molto benej.come fi. hab- tio nella vita.di Diogene,ouc dice Vtdens de- .
bia a ragionare. Ir ^2^«4OT praire animo non per corum adolefcentem indecoreloqiientem,non ertt
mittendam Dille Chitone Laccdemoniere_j>
.
befcisait , ex^eburnea vagina plumbsum edu-
&: molto ben penfare ci fideue perch'il parla- cens gladium ì L'Amaranto,chc nella finiftra
re è indirlo dell'animo di ciafcuno, fecondo, mano porta,è fiore che d'ogni tempo fiorifce,
come parla con Decoro, & però da Greci fu mantiene il fuo Decoro della bellezza, con qii£
chiamato il parlare AvS'pòi ^etpeiKTnp Homi- ftoi Greci in Teflagliaincoronauano il fepol-
nis charaéìer.Mtico dell'huomojcome riferi- cro d'Achille vnico lor Decoro.per dimoftrare,
fce Picrio Vittorio nelle varie lettioni]ib.9.c, che fi come quel fiore mai penice, cosi la fua
^.perche fi come le belile fi conofcono dal mer fama farla per femprc durare , (\ comedict,^
co di qual razza fiano,cosi le perfone dal par- Antonio Thilefio , nel fuo trattato delle coro-
lare fi conofcono di qual natura, & con^ittio- ne Thejfali Achillii fui monumentum Ama-
.
lus tecum^tum alijs conuerfans, operam da «o che mai marcifcej& fé ne i tempi aipri del tuo:
in colloquia plebeia defcendas,fed,fiquidem fie- bolento inuerno alquanto viene mancando,
ri potè fi, orationem trèisfet ad aliquid.de corurrij. rinfrefcatQ con l'acqua baldanzolb torna nel
£tn minusfilentium age Cioè formati vn cer-^
. primiero llato,& vigore tanto, che di lui fé ne
tD modo
ò carattere da ofleruarlo reco fteifo
, può far corona, ancor d'inuerno, fi come dice
priuatamcnte,& in palefe conuerfando con gli Plinio libr. zo. cap.8.così l'iuiomo feda glia-
altrijprocura di non incorrere,in difcorfi ple- fpri,è turbolenti cafi di quello inftabil Mond»
bei, raà per quanto Ci può trasferifci il parlare otfcfo viene a mancar d'animo ^rinfrcfcatolì
in qualchecofach'habbiadelDecoro,altrimé- con l'acquadel Decoro,cioè nducendofi nella
tiftà più torto cheto Ofleruerafil dunque il
. mente quello, che C\ conuiene fare in tali acci-
ipecoro nef parlare col ragionare difcretamcn- denti riforge nel fiorito flato d'ammo di pri-
ted'altri,.col non vituperare alcuno,mà più to ma,& fa corone di lode, &
di honori uè torbi-
fio lodare, &; co! non taflare l'opere altrui maf di tempi afe ftello,mediante il Decoro,pcrò va
imamente in non fono della fua pro-
colè, che incoronato,. <Sc ricamato d'Amarato,& tiene il
che molti fanno de gl'vniuer-
feflìone, attefo motto intornoal fiore che dice, 5IC FLO-
,
fali,& inciafcunacofa vogliono interponere_^ RET DECORO DECV5. Cioè che l'hono-
il giuditio loroji quali poi nel parlare fi danno re per ildecoro fiorilce d'ogni tempo,come_»
a^conofccre per ignoranti con poco lor Deco- 1'Amaranto:perche l'huomo rende forte me i\.
ro, come il: Principe Megabizo,che volle ralla diante il D£coro,&: fi mantiene còdecentemei»
re alcune figure in cafa di Zeuxide,& difcorre te in ogni tempo:cht viue con Decoro ne i ceni
re con gU fcolan fuoi, dell'arce del dipingere,a, pibuo4jii& felici, non fi infupetbifce,nelli cac-
cui Zeiixide dille queiti giouani mentre tace- tiui,& infelicr non (\ perde vilmente d'animo».
ui ti ammirauano come Principe ornato di por. Dum fecunda fortuna arridctfuperbire noli,nd~.
pora,hora C\ ridono di te, che vuoi ragionare-^, uerfaperfirepente noli frangi . Dilfe. Cleobolo;
d'vna profelfionc, che nonfai:di più olVerue- Filofofo, mentre la profpera fortunati fauori»-
ralfi principalmente il Decoro nel parlare fe_> fce non ti volereLÌnlupcrbire, facendo fracallb.
dando bando a parole brutte, & dishonefte , (i la. peruerfa. fortuna,, non tr. volere sbigottire-^,,
ragionerà di cofehonefle,&honorace, il che Ci eromptre:mà ciò non può volere chìfigouer
conuiene malfimamente a' giouani di bello a-- na fenza;decoio,che fa l'huomo forte,& ma-
fpctto, perche alla bellezza loro del corpo de-, gnanimo come Scipione Africano, il quale_j
:
S. Agoftino lib.4.cap.9.de Ciuitate Dei,& Pli- a ballo diftenderemo quindi è che nelli tragi-
nioiccondo nel lib.Sdell'Epiftole ferine a Pa- ci fpettacoli s'adoperauano , attcfo che nelle.^
terno addolorato della morte de fuoi fìgliuo- tragedie v'interucngono perfonaggi grandi
lijouc non tiene per huomini grandi, & fauij Heroi,& Principi, per tal cagione da Poeti vie
qtielli, che li reputano d'eller làuij, & grandi ne ftimato degno d'EIeroi,&: Plutarco nel 5im
col riputare limili cali vn Jeggier danno, anzi pofio4.q.;.rifcrifce, che era portar odalli Pon'
jion li reputa huomini così dicendo '^hti ah . telici rìcbrei Prtmum er,im argtat hoc l'on-
.
magni fapichtesq; ftr.t nefciOfhomtni's 'non funt, ttfex Max. qui feflis dtebus mithratus i>tgredi-
htmtnts cft etììm affici dolore, fentire , r(Jìs7erc^ tur htnnuh pellem auro conteiìam indutus, tui.
ttimen,0> foUtia admittere, non folatijs non e- nicamqj adtalospertinentem geftans,ó' cothur-
gere E dunque cofa da huomo, dar luogo al
. nos,mult^ fiutem tinttnabitla dependent deve-
dolore, & all'allegrézza > ne cilia contranaia Ife,qudi inter ambfilanAftm firefitum edunt, vt
Cr'dpiid
. .
to gabbandoci Plutarco fi come anco Tacito timadice, Puniceo cothurno. colorgratoa Dia
fcioccameute arguifcc che fiifl'e faccrdote di na, fi cornea tutte le donne dice il Turnebo
,
tempo con niolto fuo Decoro. Bacco tenuto da Carloftefano leggere ^//^,in vecedi alte^ìrazn.
Poeti fìmbolodilnirito diuino, Prefidente an- ginandofi, che il cothurno fufie alto da terra,
cor efl'o del le Mule, & primo Heroe, ch'hab- (otto il piede, ma il cothurno è alto dal piede
bia trionfiito portar poteua infieme con I.i_j> per fine alla polpa della gamba però dice Vir-
Mazza, & pelìedi Leone l'Heroicocothurno, gilio alte furas vtncire cothurno, sì confcrmii.^
&i però in pocfie, è fcoltiire antiche viene col da Turnebo nel luogo fopra citato, confiderai!
cothurno figurato. Virgilio nelfccondo della do , che Diana efiendo cacciatrice andaua'fuc-
Gcorgica , inuita Bacco alle vcndcmie dicen- cintacon la verta alzata fopra il ginocchio,
dogli j che tinga feco le gambe nude nel mo- per lo che hauendo detto Virgilio che Veiterc
{io, leuatifi li cothurni haueua raccolta la verta fopra il ginocchio ,
Hitc pater o len&e "veni, nudataq^ muflo pensò Enea che fofle Diana cacciatrice,però le
Tinge r.ouo mccum^ direptis crura cothurnis. addimandò fé era forella di Febo An Phaebi .
fono certa fi^rte di calramcnti atti al cacciato- ginocchia portaua gli alti cothurni; acciò né»
re, perche con eilt anco le gambe circondano, fi vedertelo le gambe nude . Cnm nutemfuprtt-
& fortificano , la forma de quali fi vede nelle genua gerebut co-
ej]ttfubia.ta. vefits. ideo altos
Et qncfto dico perche molti Autrori dipez- rò li cothurni , che a fuo tempo fi vfauano , &
ra tengono cheil Cothurno folitoportarfida nelli Teatri., &
Cerchi, fpeflofi adoperauano
Keroi, Principi, & perfonaggi grandi nelle_> lapprefcntaiidogii atti publici di efquifite Tra
Tragedie fufle alto ,come hoggidì le pianelle gedie,& pure Virgilio non folamentc nomina
di legno da donna all'vfanza Romana , Spa- ilcothurno , ma lo defcriue nelli fudetti tre_>
gnuola, Venctiana,Napolitana,o d'altra natio luoghi, & chiaramente lo da alle cacciatrici,di
ne,mail!mamente d'Italia, come tiene Carlo- modo che non poteua eilere alto come le pia-
ftefano fopra Bai fio, de re veftiai-ia , ilquale_5 nelle di legnoda donnajmà come egli dice ve-
cita quelli verfi di Virgilio nel primo dell'E- fl:iua,& cingeua la gamba per fino alla polpa:
»ekle__>. che cothurno in forma di rtiualetto
ritirarteli
- VtrgintbusTyyijsmos eiì gejlare pharetram . pigliafene indino nell'Elegia fudetta,in morte
•
Furpureoq-y altefuras vincite cothurno . di Mecenate attribuita da alcuni a Caio Pedo-
Oue legger vorrebbeP«r/)«re^j^ Epiteto che ne, nella quale li cothurno di Bacco è chiama,
non conuienealla voce furas, polpe di gam-
Ci to Sandalio fatto ancor cflb a girifadi borzac-
ba roile per belle, pcrciòche in quefto luogo
, chino
non fi può pigliare in quelfentimento, che_j Argentata tucs etiatn fandalia talos
piglia Horatio nel lib.4. Ode prima tmpureis Vtnxerunt certe: nec puto,Bacche negas.
jtles oloribus Et il Poetadell'Licgia in morte
: Et E ilortrato nell'imagine 9. de gl'Amori
dìMecenaze. Brachia purputa candidioranitte. da a Cupido il Sandalio indorato in vece di co»
Perche l'intentione di Virgilio è di dare Pepi thurno L'Autore de gì Adagij in quel Pro-
.
fubito luegliato fi ftrogolaflela faccia co quel mentorum genera Venatari apta , quibus crtirK
li: sì che portandolo huomini , è donne tanto etiam muntuntur, cuius calciamenti iffigies ejl
dirfipotria. Socco verfattltor, ma. àiccfi Cothur infimuUcris Uberi, ó' Diana Et Seruio, che .
no ver/atilior,cioè ageuole più che vn cothur- nel primo dell'Eneide arferma,che fonoftiua-
no , s'accommoda per ogni verlb più che vno Ictti da caccia Cothurni/unt calciamenta ve-
.
ftiualctto, perche il cothurno come ftiualetto natoria .Ilche dichiara , che non fuflero alti
fi calza in ogni gamba,li volta, & fi riuoltaj& come le pianelle da donna,perche con fiiViile-*
li riuerfa agcuolinente,comc pianella da don- altezza non
può correre fopra colline luo-
fi ,
na non fi potila riucrfare nèaccommodare al ghi fairofi,&fpinofi. Con tutto ciò voglio che
piede dell'huomo, ma folo a quello della don- lo prouiamo con altre auttorità Da Plinio li- •
na, perche veggiamo che gli huomini non fan bro fettimo cap.io.fi comprende pure che non
no caminare conle pianelle alte da donn.L_5, fuflero alti come le pianelle da donna,oue egli
alle quali pianelle fi come non fé né può ap- racconta d'hauer veduto, Athanato Hiflnone
plicare quella yoct'Vtr/iitilior , Ancorché s'- huomo di cinquanta anni comparire in Scena
per
,
li cothiirni di si gran pefo fé fuflero flati giof to difficili, & nel voler eflè caminarc in fretta,
fi, & alti , come le donna fconcia-
pianelle da non che correre {\ lieuano le pianelle, ancor-
,
tacere caput,flrepente circum procaci tchoro. Si- cothurno in guifa di pianella quando fu inco-
mili Baccanti nC cothurni,veggonfincllimar ronato,come riferifced'hauer veduto Sennuc
mi Antichi di Roma, quali non haueriano po- ciò fuo amico ma chi ordinò quella trionfai
,
Tano cofabeniliìmo conofciuta da Virgilio, il- rimente da Cicerone vien biafimato, perchs_j
quale dice che li cothurni di Diana , erano di portaua le calzette rofie ch'a lui non lì conue-
xoflb colore, e tal colore anco è molto propor- niuano, come Senatore, elfendo quello colore
tionato a Tragici rapprefentamcnti, sì perche da giouani,a' quali perche fono in età pru fre
in efll vengono poftì iai:giiinoficaiì,sì perche fca, fenza alcun grado, è lecito portare vefti-
Vi s'introducono Imperadori, Rè, Principi, mentibelli,& colori allegri, & vaghi, ma pe-
pcrlbncfublimia' quali conuicne la porpora, rò anch'elfi non deuono trapalVarei termini
& però il cothurno èAato alTegnacoda Poeti, della modcllia,in pulirfi,alTimigliandoh, con
a perfonaggi grandi, sì come il focco a perfo- ricci, & ciuffi, & habici troppo lafcuu aferai-
nepoiìdue,cmili,&: di minor q.ualità . ne,douendoh ricordare , che fono di natura—»
La onde pervenir al fìgnifìcato della noftra più nobile. Diogene vedendo vn giouane dedi-
figura: portando il Decoro nella gamba drit- to a fimile vanita d'habiti delicati, & abbelli-
ta, il grane cothurno, denota che l'huomo più menti feminili, gli dille . Nonpudet deferitHj
potente,nobile, 8c ricco per Tuo Decoro dcue_j quam naturam ipf^m,de te ipfo fiatuerc Ss_> ì
andare couhabito nobile , conuencuole ad vn quella vanita d'habiti , vien riprefa in gioua-
par filo, portando nella hniftra il ftmplice foc- ni,in Gapitani,Principi,tanto più anco iàiau-
co, denota che l'huomo di minor forza & di , no riprefii Fiìofofijd: Dortonjche con habito
bada condicione dciic andare polìtiuamente,c conforme al Decoro della fapienza nonande-
non fpacciare del nobile,& del Principe, & eia ranno , aiìenendofi però dalla fiardidczza di
fcuno circa l'habiro dcue hauerrifguardo per Diogene Ginico,^: d'Epaminonda lordi Filo-
clferuanza del Decoro, all'età, & al grado, che fofi, che Icmpre portauano vna medefìnia ve-
tiene, fuggendo fcmpre l'eftremo tanto di quel fta,de quali non fu punto Socrate , che fcalzo
li che fprezzano il cilto della lor perfona , i fé n'andaua inuolto in vna veftadi tela, ò più
quali non fi curano d'cfier veduti con habiti torto facco, dentro del quale tal volta dormiua
vili, lordi, mal legati, quanto di quelli, che fe_) la notte nelle.rtrade per li banchi,© /opra qual
l'allacciano troppo, adoperando particoiar-_> che poggiuolo con poco Decoro.Nc folamcn-
luidio in pulirli, & vedere ogni di con ha
farfi te deueiiolfeiuare il Decoro,nell'andare fuo-
biti nuoui, & attillati Catone vticenfe diede ra, circa l'habito ma anco ciica il motto, fcr-
nel primo eftremo, che non ofièruò puntoli uendoll con bel modo dei cothurno, cioè della
Decoro da Senator Romano; poiché fen'anda granita, abhorendo l'crtrcma granita di colo-
uà troppo alla carlona caminando con <y[ì-a.- io,che portano la vita loro,alta,tefa,tirat4_^,
mici in publico fcalzato con vnafola velVe,, di tutta d'vn pezzo , che a pciia lì muouono , &
Topia mal cinta con vna cordella, si come dice paiono , a punto ch'habbmo la tcfta coniìcaw.
Iviarc'Antonio Sabellico,lib.fecondo,& Afco in vn palo,tanto che fenza Decoro muouoiu) a
nioPcdiano, &: Plutarco riferifce, che andana rifo chi li vede ne menoprendei fi deiiC 111 tue
perii foro cinto in vna toga da campacrna, & to il focco,cioè il palio di perfone balle vili,4a
in tal guila ienz'altra vcùa lòtto, tcneua ragio lachù,6: iufiere,mà fi deue ;-oitar vgualmeu-
ne in tribunale; Siila è anco riprefo. che elVen- te li lecco, &il cothnrno,cioc temj'craic li«.9
Go Imperadored'efierciti con poco Decoro del grauita col palio ordinario di perlbnc poliu-
fuo grado l^^aflcggiaua per Napoli co vn man ue Horatio nella Satira 3. del primo libro con
Cello, e in pianelle . Nell'altro eftremo diede- dente fatirico,mordc Ti^cllio Sardo, che non
ro CaligoJa, Nerone, & Heliogabalo Impera- haueua modo nei cammare, hora caminapiau
dori , liquali companuano con hal»iti figurati pianojcheparcua fulVe vn Sacerdote di Gìuuo
He,
. ->
}.)vedendo che Tullia fiiafigluioia caminaua ris Vlyjfis tiulatioin Sc)Ra: Vien notato pari-
vn poco più force che non fi cciiueniua al De- mente Homero da M. Tullio, perche attnbui-
coro d'vna donna, &: per lo contrario Piron?_> fca a' Dei attieni , che macchiarebbero anco
Tuo marito più lci't;.mentc che non fi conue- gii huomini ,come riffe, ire, diflcnfionijinui-
iiiua ad'vn huonio, tafsò ambedue con vn mc- clie,& dishonefti afFetti,di che ne vien anco bia
dtfimo motccjiicendo inprtfenzadi Pifone-j» fimato da Empedocle, & da Stnofane,neè ma
fuo genero alla hgliucla , ò così, caminad.i •> rauiglia,che tiaclito Filofofo giudicaffe Ho-
homo. AtJ.biiia. 1 .ir. Volendo inferire—-
/ mero degno d effcre fcacciato da' Teatri, &
che ella doueua cam'.nar piano da fcmina , & meriteucle , che gli fullèio dati de' pugni , &
Fifone più preflo da huomo • fchiaffì, come riferifce Laertio Hometum^ d:-
Oltre di ciò il cothurno , & il fbcco molto ccbp.tdignurn qui ex certamtntbu, eijcentHr y
bene fi conuiene alla figura àc\ Decoro , come colapi.nqjCiderttur. Non per aitiOjcheper lo
iìmbolo del Decoro Poetico,poiche li Poeti no mancan.entodel Decoro^che neirello è mira-
hanno con altri flromenti fatta diiiintione di bile pili d'ogn'aitio d'intelletto,£c d'eloquen-
vna forte di Poefia all'altra , che coi cotiuirno zaj Manca fimilmentc nel Decoro a miopare-
Ss. col focco, da vna gjaue ad'vna mcn grane: re Sofocle in Aiace , oue introduce Teucro fi-
attionc:perche il cothurno fi come habbiamo glio d'vna fchiaua fratello naturale d'Aiacc^
detto era da Tragici poemi , ne quali v'inter- a contendere con Menelao Re fratello germa
'
iicngono per fondamento principale, Principi, no d'Agamennone Imperadore fenza rifpetto
è pe.fbnaggi fiipremi, dico principale, perche e timore, rifpondendogii, come Ci dice.a tu per
v'interuengono anco ferui,fchiaui, baile, & Pe- tu , ben fa che Menelao partendo al fìnc_>
e fé
jlagoghi:tt il fbcco era de Comici Poemi, ne dica, che e bruttacofa adirfì, contendere con
canali v'interuengono perfbne priuate, &inlì- vno di parole, che ii poffa domar per forza_'.
nie, & perche in quein fi cractadicofe bafle__>, Ai) eo , nani turpe audttu fuerit
domefliche , & familiari con ftilc parimenti Verbts cum eortxari,q»emvi coercere pojjìs.
ballo, pigliali fbcco per lignificato di paria
il Non per queflo Ci sgrana di tal bruttezza_^
re baflb: Et in quelli perche Ci tratta d'auutni- perle molte ingiurie riceuute già dalfudetco
menti occorfi tra Heroi,&: Principi confìile_5 Teucro,malhiuameHCe che gli iifpofe co mag
più graue, pigliafi il cothurno per lo parlare_) gior arroganza dicendo, & a me è cofa bruttit-
fbnoro,perfctto,& fublime, onde chiamafida lima ad vctire vn'huomo flolido .
Poeti grande & alto Ouidio . • Apage te »am,f^miht tutptjftmum
efì audire
Alta meo fceptro decorc.Sy:iltO(jf cothurno . Hominem jìolidum manta verba effniientem .
Horatio nella Poetici-^. Nelle quali paiole non vi è Decoro, ne dal
- Htinc facci cóepere pedem,grandesq; cothurni. canto di Menelao Re a concendirrea liìgocoii
. Intendendo de Comici, &: Tragici, & \\ Pe- Teucro foldato priuato flnza grado alcuno i
trarca nel medefimo figniiìcato li piglia per ne dal canto ; di Teucro è verifimile , ch'egli
fublimi ingegni in quel verfb
balli, d: d'ordine ii'.fimo nella greca militia.fcmpliccj
Materici da cothurni-,
e non dafocchi . fagittar;io racccghe da fionitio , &
(come fi
v Di modo che li cothurni , & li focchi appli- dal medefimo Sofocle] priuo
di forze,& di fe-
candofi non tanto all'habito quanto alla figu- guito hauelle ardire di contraftare con vn Re
»dcl parlare , vengono ad clìere doppiamen- fratello deilTmptradore,e fufVe tanto sfaccia-
L to che
.
D M O R A.
po A^ns. ghirlanda de vite intrecciata con vn uono tutti gliordini,& deliberationi publiche
xamo d'oÌmo,che ftia in picdi,& che con la_^ fecondo il grado loro .
deftra mano tenghi vn pomo granato , & con Si fa di età virile , perciòche in ella s'opera
la finiftra vn mazzo di rerpe,& per terra vi fia con più giuditio, che nell'altre età.
^el grano,parte in terra, & parte ne i Tacchi. Si corodia di vite, & olmo infieme vniti,per l
gior conditione , che perciò la rapprefentia- è atto deforme, facendofi alla piefenza d'alai
tno,che ftia in piedi, & non a federe-^. no) è fcgno,cKe fé ne tiene poco conto.Sc però
Tiene con la deftra mano il pomo granato la natura l'infegnaa fare a' fanciulli in quello
gouerna fecondo la bafla qualità loro . sfidò & cauò fuori la lingua contro Tito Man
La dimoftrationc del mazzo delle ferpe fi- lio, il quale accettò la sfida, & domò l'infolen-
gnifica rvnionej& il gouerno plebeo,il quale Ta fua /idueifm Gallum fialide Utttm (^ {q»*-
non eflendo di confideratione, di vera gloria niam td quoque memori* dtgnum antiquts vi-
va fimileal ferpe per terra non potcndofi al- fum efì ) Itnguam etiam aè trrifu exer^ntem
,
V OLENDO tiolb,Io
dipingere vn'huomo Deli-
r3ppre/cnteremo,come narra_jr
monio Pierio Valeriane, & altri
prefo da Ezechiele,che diflè guai a quelli che rio , iaià alato per fignificarelapreftezza con
acconcierane il guanciale lòtto il cubito delia cui l'animo inferuciaco fubitamcnte vola a
mano, intendendo per quello quelli che slon- penficn celelli,dal petto gl'efca vna fiamm.i_.»
tanati davna vini fortezza, perle mollitic_> perche è quella fiammà,che Chrilto N.S.ven-
bell'animo , & del corpo bruttamente s'elFe- ne a portar'in terr.i_;.
minai.o Terrà la finiftra mano aIpetto,& il braccio
deliro dillefojil vilb riuolto haue- al C iclo, &
DERISIONE. ràacanto vn cerno, che beua l'acqua d'vnru-
DONNA con la lingua fuori della boc-
ca, vcllita di pelle d']ftrice,con biaccia,
fcello, fecondo ildettodiDauid nel Salmo 41.
doue aflbmigliò il Defiderio dell'anima fua_j>
& piedi Ignudi , col dito indice della mano verfo Iddio al Defiderio,che ha vn ceruoalTec
deftra ftelo, tenendo nella finiftia vn mazzo di tato d'auuicinarfi a qualche hmpida fontana
J
tenne di Pauone, appoggiando la detta mano La finiftra mancai
ilbiacciode-
petto, &
òpra vn afino, quale ftarà co'l capo alto in
il ftro diftefo,&L il è per di-
vifo ribolto ai i ielo
L X DESI-
I <^4 Della nouifsfma Iconologia
D E S ID E R IO VE R S O IDDIO.
DESIDERIO. di Defidèrij .
DONNA igmifla , che liabbia ad arma- L'ali notano la fua velocità , che in Tn fiibii
collo vn velo di vari) colorisfarà alata , to viene,c fparifce_«. :/;
I
& che mandi fuora dal cuore vna fiamma ar- la fiamma dimoftra il Dcfiderio efiere.*
ci
dente_'. vn fuoco del cuore & della mente, che quafi
,
Tpii itale d'animo, che non pofamaijfin chela tirando in fuori parte d'eflb. con la finiflrama \.
cofa a che lomuoue lainclinatione, vien con- no in modoche faccia ombra al vifo. Si. il re-
, i
rcguita,& agita Tempre intorno le cofe , chc_> ftanre del veftimento farà di colore della rug- jj
Riancano, & co'l poiteHb di quelle s'eftingue . gine, rotto in più luoghi, hauerà fotto a i piedi i
7J.an.4.
i6^
DE T R T T I O N E
7j.art.4..iIrro non e, che occulta malcdicenza nardo ne' fuoi fermoni . DeUraSlor diabolum
controia fama & reputatione altrui. p$rtf!t in linann .
DONNA a federe,
di
&
bruttiamo afpetto
tenghi
, che iHa
bocca apcitajin ca
la
l'otio è potentiflìma caufa della De trattieni.^,
& fi fuol dire.drc chi ben ficdt mal penfa.Ia,^
pò va panno nero in modo tale, che gli euopri, bocca aperta , &; le lingue Cimili a quelle del
& faccia ombra a parte del vifb,il vcftiménto ferpe fopra il veftimento dimoArano la pron-
farà rotto in pi ù luòghi , & del colore dellj_^ tezza del inai diccnte in dir mal di ciafcuno
,
ruggine tutto conteftddi lingue iìmile a quel- alludendo al detto del profeta, nel Salmo 159.
ledcJ ferpe , al collo terrà vna corda in cam- chc;dice Acucrttnt ttnguam fnut ferpentes-vr-
bio di collana, & per pendente vna ftregJia_^-, nentim afpidum fub labijs eorum,Ét S. Bernar-
con la deftra mano tenghi vn coltello in atro do ne ifuoi Sermoni narra che la lino-uadcl
di ferire, & con la finiftra vn topo , ò (brce che Detrattore è vna vipera, che facilmente infet
dir vogliamo; ma che fiagranie, &: vifihile_'. ta con vn fol fiato, & vna lancia accuti/Tima-^
Brutta fi dipinge percioche non folo è brut che penetra con vn fol colpo .
to il pellìmo vitio della Detrattione per eil'er Num quid non lipera efì lingua detraBoris
egli femprc pronto a i danni, &alla iouin.i_j Terocijfima ? piane nimiram, quA tam lethaliter
del pro/Tìmo, ma molto più brutti llìma cofus Inficiatfiiitu vno )iH77q:-<id non lancea e lin-
,
c'di quelliiquali fi fanno famigliari, & por- gua ìHh proficlo acuttjftma, qut trespenetratyi .
St/cuote, eprima a/e muou' a^ra guerrei-jy Il Topo,ò Sorze che dir vogliamo, che tie-
T al nell'Egeo crucio f% l'onda; e fpr£a ne con la finiftra mano Plau.in cap. Atto pri-
.
Altro non e la Dctrartione che vnaoccult.i—j ^luafi mures femper edimus alienum cibum .
malcdicenza contro la fama, &r€piitaciont_j Vbt resprelatA /unt Cum rus homines eunt
altrui, cora'auco l'effetto di efl'a è d'offufcare Simul prolatA/unt ttoRris denttbui .
Il vcftimento rotto in più luoghi, Sedei co- mezo fra rvna,& l'altra punta,terrà la finiftra
lore della ruggine ne dimoftra,che la Detrat- mano ferrata, facendo vn pugno di eflajftando
tione regna in huomini baiTì, & vili, tra quali in piedi con prontezza, & ardire_j.
vi fono di quegli che il più delle volte più to- L'Elmo fignifica vigor d'intelletto,quale_*
fìo dalla gcntile7za,& cortefia,di qualche Si- nella Dialettica particolarmente fi richiede.?.^
gnore, che dalla buona fortuna, ò altri mezi Le due penne moftrano,che così il vero, co-'
virtuofì,afcendonoa qualche grado, del che_j me il falfo con probabili ragioni quefta facol-
infupcrbiti , per non degenerar punto dalla_^ tà difende, e l'vno, e l'altro facilmente foUe-
loro mal creanza. Se federati collumi fono fi- ua,come facilmente il vento folleua le penne;
miii alla ruggine laqualc (ì com.e ella rode, & le ragioni, effetti d'intelletto gagliardo,fo-';
£c confuma il ferroso altri metalli^ cosi la fur- no come le penne mantenute su la durezza.^'
*
dell-
Parte Prima. i6y
dcU'elmOjCKe C\ moftranoc(ritte,e belle egual- Il mcdefimo dimoftra lo ftocco da due pun-
mente nell'occafione La Luna che porta per
. teria finiftra mano nella guifa che dicemo di-
cimiero fignifiea il medefimo pcrciòche (co-
, moftra che quando Zenone voleuamoftrarcj
me riferifce Pierio Valerianonel lib. 44. dc-» la Dialettica , fu /olito dipingere la mano con
fuoi Geroglifici) Clitomaco fimigliaua la Dia le dita riftrette nel pugno,volendo,per quefto
Icttica alla Luna, per la varietà delle formcj moftrarc i ftrctti luoghi , & la breuitàdegli
che piglia_v>. argomentiida quali ella è rett.i-^.
ro Squilla,a piede vi fia vna Donnola, che ten imperciòche la pietra Etite Aquilina è anco
ga in bocca vn ramo di ruta. DeirAmiante_j da Plinio chiamata Gagate nel decimo lib. e,
pietra limile a l'aliimefciffile, dice Ifìdoro li- 5 . Lapis Aetites , tjuem aliqui dixere Gagatem .
bro i6.cap.4.che è buono, & refifìe contro o- Nondimeno l'habbiamo porta perche l'Acha-
gni malia di maghi Del Gagate dice Bartol.
. teò Agatha , che dir vogliamo, vale contra il
Augi. lib. 16. cap. 49. che vale centrale fanta- veleno anco eira,& contra il morlbdelii fcor-
i'me <^ centra noéìurnas DemonHm vexationei'. pionij come dice Plinio lib. 5 7. capir, decimo-
L 4 Del
,
j malefiche, we/«jx(i«r/w
.iiirc,&: refiflc all'arti PitajTora riferifce.che la Scilla attaccata fopra
t^ptUitt^maleficts artthtt4ol>uiat.T>t\ Corallo non lada entrare alcnna malia Della
le pòrte .
tra diabolica,^ varia m»nftr<* va,let Ystìc con tutti li naturali , che le ne- prouede per ina di-
tra vari) & diabolici nioftri, dell'herba Scilla fcfa contro il Bafilifco , & ogni, yeknofo Ter-
Plinio lib. lo-cay.^.pythagor/n Sc)llam tn li- pcntc_^.
DONNAmano
delira
giouane, ainiata,tenga con la
vna fpada ignuda ,& col
vn'huomo che
coli, &
fia ficiiro dall'infidie, &: peri-
da tutti] cali di fortuna, iir.peròchc^
bracc-'O finiftro vna rotella in mezzo, della qua queftoanin ale tofto che fente l'odore d'ellc_^
dipinto vn riccio fpinofo Giouane_j
. fiere che lo cercone, ò il latrar de cani fi acco- i
le vi fìa
la gioucntù per Io vigore glie tutto in vn gruppo tondo , è ritiratofi il
fi dit'inc^t per edere
atta a dTlcndcrfi ad ogni incontroj'aimatura, mufo , & li piedi dalla parte di dentro a guifa
e la fpada,dimoftiano l'atcioni non folo difen- che fanno le tcftudiui, & tutta la fua fchiena_^>
fiue, nià anco d'orfcndcrc ahrui bifognando . a modo d'vna palla ridotta in vn globo riton-
Gli fi da la rotella per legno di Diftla,corae_5 dp,i: per Tua Difefa,& faluczza hauendo driz-
narra Pier.Valeriano lib.quadragefimoprimo, zate le fpine delle quali egli è da ogni partc^
'^s mettcuano per Gero- ripienOjE fc ne ftù ficuro rcndendofi formida-.
&: il ricciojgli Egitt')
glifico della Difefa , &
dimuiuauano per ciFo bile a qualunque toccar lo volclTe •
DICE.
goiorhParte Prima i^n^ CI
D GÈ S T I O N E.
fH^
DONNA
manoffa la
di lobufta compleffione
dritta fopra vno Struzzo,
, ten-
fia
lor bianco
di color verde,
, &
ad armacollo porterà vn
Haura la bocca cinta da
panno
vna_^
incoioJiata di paleggio, & porti nella mano fi- binda,&: il vifo nuolto al Cielo.
Terrà ij brac
niftra vnapiantadi Condì ilio .Senza dubbio ciò dcftro fjefo, & la palma delia
manoapcrtà
le comnIelTioni robufte fono più facili a dige- m
mezzo della quale vi fia vj, pcfce
detto Ce
rire, che le delicate, onde lo Struzzo perlafua falò con vn motto m
vna cartella con beliifli'
robiJÌlezza,& calidità digerifce anco il ferro mi gin raccolta che dichi
.
PAVCO.
Il pulcggio dice Santo Ifìdoro che da gJi In- se OR VE-
& fotto il braccio fìnift>o vnleprtJ
diani è più firmato del pepe , attef'o cherifcal- con gl'occhi apcrti,& in oltre con li
piedi con
da,,purga, & fi digerire 11 Condrillo è vna_^ culchera vn Cocodnllo che
tenghiJaboccL^
pianta che ha il fiifto minore d'vn piede, & le apcrt.ì-.".
foglie che paiono dentro rofìgate intorno , & Si dipinge dell'età fopradetta
pere/Tcre el-
ha la radice fìmilca'la faua,quefl:a valeall.j_j la in fomma perfettione per digiunare.
digeftione, fecondo riferifce Plinio, per autori- ciò dico o tutte Je fomme, che Ji
& per
gjouani fino
tà di Doroteo Poeta nel l;b. ii.cap zi. oue di- alli 2.i.anno,non fono
tenuti a dimimare tC
ce Do'otheus flemaco,^^ concoittonibtis xtilé , fendo che non fopportono così
facilmente il"
carminthusfuts pronuntiamt ^ . , Digiuno perche eglino hauendo
a(Tai calore
gh viene a confumare molto
alimento come
afterma Hi ppocrate. I A for. afoi
. j 4.
.
£t pc-t
1 70 Della noiiirsima Iconologia
D I G I V N o.
Et per far mentione dell'età fimile, habbia- color bianco per fignitìcare che il Digiuno per
mod'auuertire, che nonbafta d'efTer vecchio efl'ere in (bmma perfettione , conuiene che fia
pernonciigiunarcperciòche cflendo di buona candido, &; puro,& fenza macchia alcuna, per-
compleflìonejconuiene che la conrcienza ope- ciòche non (blo conuiene aftenerfi da cibi, ma
ri molto in lui, acciò non cafchi nel vitio del- da vitij ancora come beniflìmo ne fa fede Gri-
la <Tola,corne ne dimoftra bcniirimo il Nauar- foft.ruper GG.n.i.hom.si.IeiuniHmefl abjìinen
operationi , & gl'affetti propri] del Digiuno , verde figr.itica fperanza,la quale è proprio del
quali fono in tutto contrari alla Crapula, & al
j
Digiuno di fperare in Dio per lafalute,Come
la gola,che fanno l'huomo graflb,& corpulcn canta il Regio Profeta nel Salmo. 145'. Nolite
te, onde Galeno de/anitate tuendalih.i cap.i. confidere in prtnciptbtis , neq; tnfilijs hominum
fopra di ciò così dice_>. in quibttt non efi falus y &
ne i prouerbij i8.
Inedia duium/ircumcfue effécit corptu :
G^i iperat in domtno faluabitur. benda che
la
Ilveftimento all'antica ne dimoftra che il gli velala bocca, dimoftra chi digiuna, ouero
Digiuno cantichiilìmo perciòche fino nella
j
fa qualche altra opera buona, ccuienedi tace-
le<yo-e vecchia fi digiunaua co grandilfima arti re conforme all'Euangelio che per bocca del-
nenza,& per maggior confideratione il Signor la verità non può mentre che dice C«»» /f*«-
'
Dio che è fomm'a perfettioiie Digiunò anch'- ?7/is nel i tuba canere^.
cgli,comc chiaro fi Ugge nelle facre letcerc_'. Tiene il capo alto, &• rimira il Cielo per li-
Si lapprefcnta detto veflimento che fiadi gnificare gl'effetti , Si l'opcratioiu del Digiu-
no,
. .
D O NN A bell'ornata , ma c'habbia vn
gratìdilfimo fallo fopra le fpallc , ilqual
fallo(ìaornatodi molti frer' d'oro, edigem-
me:ftia con la tefta,c le fpaìle alquar.to curua
ce
. , j
vago,& belliilìmo afpctto, allegro, & ri- Et facondo P.iatonc nel libfo de Rcpublicà
dente, iaràvcftitodi habito di color verdc_j flue de lufto è di tre Torte, dill?ìiguendo il der-{^
con adornamento di vari) colori, & in capo ha to Filolofo l'anima noftra in tre parte cioè in'*
nera vna ghirlanda di rofe, & altri fiori odori- tre potenze Ratiocinatrrcejlrafcibilc, (ScCon--
feri, &: al collo vnaCollanad'oro,& per pen- cupifcibilè, alle quali corrifpondonotrc nor-
medi viiicre. Filolofica, Ambitiofa, & Auara
"
Terrà con la lìniflra mano vna lira appog- del denaro, fcruendo il denaro p^rcauarli pòi
giata al fianco finiliro,& la deftra alzata con tutte le voglie, la prima fiefl'ercita congiudi-
il plctro , & hauerà vna fpada cinta al fianco tio,erperientia, prudenza, ragione, & verità>
Da la parte deftra vi farà vn libro intitolato La feconda con lapotentia , vittoria , èc glo-
Arifìotiiis.&i vn libro di Mufìca aperto, dal & riai La terza qiial anco cìiiania Concupifcibi.-^
l'altra parte doi colombe ftando con l'ale al- le con i cinque fcntimenti del Corpo; Quindii
quanto aperte, in atto di baciarfi nafcc che Xeno fonte nel primo \\hxo de f^cìis,
Diletto iccondo ian Tomaio i. i. queft-9. &diciis Socratis mlegnando la ftrada del Di-
art. i.è Yua quiete coaoftiuca di cofe cóuenicu letto, Se del piacere mette per mezo li cinque
fenti-
,
rPafte Prima-» •
73
fcntimenti , come per quelli fltiabbino tutti li di,& i rufcelli,& fonti ornati di tenere herbe
l>eleBatio e/I voluttas (uauttatis Huditus, J'humor Crirtallino che ftà rinchiufo con 1'.
alieruw fenfuum antmum deltniers
V'-l . humor acqueo dentro la tunica detta vuea, ho
Ma
per erplicare la figura dico che fi rappre- detto che l'aria, e il mezo del vifo , perche fe-
fenta Giouanetto difcdcci anni perche iiique condo il Filofbfo .
fto numero gli Egiti notauanoil piacere,& il j Senfibile pofitum fupra fenforìum nonfacitfen^
Diletto come teftifica Pierio Valerparlando (ationem ,
Poet. /opra di ciò così dice.-'. onde Alcflandro Afrodifeo tra li altri dice nel
Comento 3. de Aiiiin>L_^.
i, E girfene cacciati do e Bar in villa , Il fenfo del vifo e tra tutti il più nobile , &
,, ^^eft'e qual cera a feguit^r il Z'itio pregiato, & per queflo
natura ha fatti li oc-
la
,, jffpro ir a quello
chi lo ripret. de, tardo chi in luoco eminente cioè in capo nella parte
y, Ch'v'tile apportay&preffo a quel che nuoce , anteriore verfo laquaiel'huomofi mone, li &
,, Prod-go del danar ,fuperéo (^ pieno , ha muniti per lor Scurezza di palpebre,Ciglia
,, Sempre di -voglie, duro, ^ofìinato olii attorno,& pelle cheji circonda , L'occhio
y, J ffguir ctò (he li diletta , e piacer. è comporto di tre humori Criftallino vitieo,&
aqueo, onero albugineo, ^i quatro tumche_>-
dipinge di vago,& di belli/Iìmo afpetto eC-
Si La prima eftenore,& {\ chianla adnata, onero
fc'.idoche Greci chiamano il Diletto terpfis,
i coniuntiua. La feconda Cornea, La terza_»
che fignifica vnaTcieltadi gufti,efl"endo il Di vuea, perche è fimilead'vn grano di vua,La-ji
Jetcovna cofa belliffima,ruaui/Tìma,& da tutti quarta Aracnoide. onero rcticulare, la quale_>
defiderata,Come per il contrario il dolore cofa immediatamente contiene li tre humori , Ma
nioIeftinìma,brurtiflìma, «Se da tutti odiata_^. più oltre la ftgace Natura acciò Cocchio po-
11 veftimento di color verde oltre che con- teile vedere o"ni cofa , & muouerfi per tutti i
uienc alla oiouentiì per la fpe anza che fihà verfi acciò fuilc fatto ad 'ogni vifione li ha for
di efla, fignifica ancola viuacità,& fermezza mato f( tte mufculi, cioè fette inflaimentiper
del Diletto fempre verde ne fuoi appetiti, onde vari) motti , li primi quatro mouonoin su in
ilPetrarca_s. giù, alla parte del nafo,& vetlb rorecchia,doi
Per far fempre mai verdi i miei defiri , altri obliquamente verib le palpebre , & vno li
Oltreché il verde fignifica la Primauera_^' dà il motto circuiate, come dice il Veflàlio,
/imbolo della Giouentu,per edere ancora li_j ilValleo , & prima di tutti Galeno lib io.de->
detta ftagione molto più atta a diuerfi diletti , vfu partium humanorurr; cap.g Queiti mufculi
ic piaceri . hano tutti il proprio nome dal fuo effetto qual
Vltimamcnteil color verde fignifica il (cn- per breuità tralafcio, Il fcnfo del odorato per
timcnto del vedere efl'endo che non fìa coCi^o lo quale fi prende grandiflimo Diletto lo rap-
più grata, & diktteuole alla vifta di quefto co- prtfentiamo con la ghirlanda di rofe , & altri
lore noneflendo cofa pili gioconda de ver-
, i fiori odoriferi , elTendo che la rofa tra gl'altri
di,& fix>riti prati, degli arbori coperti di fron- fiori è di fuauirtìmo odore qual peuctrahd®
ferls
.174 Della noaifsima Iconologia
per le narici per mczo del aria per dui cana- iimus,acJfvoluptattm affeUumq; litcriiixeri»
letti per Natura prodotti arfi-
tal eitctto dalla mus ejjtj'
ua alla parte anteriore del cerucUo , & così fi La lingua che « per pendente a detta colla»
fa rodorato,comc dice Lodouico Vafleo nelja na dinota il guflo > il quale hanno tutti li ani*
terza tauoia della fua Anotomia , & Galenq malijla lingua dell'huomo fé bene è vnita.^,
lih-S.dev/(4pan. & coHnexa,è però gemin4ta,& doppia, comc_»
Porta al collo la Collana d'oro per fignifi- tutti li altri inftromenti dei fenfl come dicc_>
care il Diletto grandiflfimo che porge qtiefto Galeno nel lib. r.dt v/uparttHm,8c ha tre forte
metallo il quale è defiderato da tutti)&: comc_J de mufculi > de quali alcuni s'alzano veifoii
diceil Poeta Auri/acra fumes, emendo ch& è il palato,aItri rabbaflano,& altri la giriuoltano
più nobile de tutti gli altri.onde li Antichi nel vcrfo ambi i iati> Ha anco due forti de nerui ,
lilorofacrifitij folcuano donare le corna alle vno che vien dalla fettima coniugatione dei
vittime pcnfando di fare cofa grata alli loro Ceruello , & dà il motto volontario alli detti
fallì Dei come dice Plinio lib. mufculi, L'altra dalla terza coniugatione qua
} 3 .cap. 3 eflendo
.
ildetto metallo naturalmente i^hiaro , lucen- li lì difpcigono per la prima tunica delia lin-
te, vi rtuofo, &
confortatiuojdi maniera che li gua per diftinguere i lapori che le fi oiferifco-
dàno nelle infermità del cuoi-e,& ajli
Jilìci lo no, & quelli nerui fono ilfenlbrio del gufto ,
moribondi per vigorale la virtù vitale per vn de quali ancora ne fonofparfi per il palato. Il
IbpranoaiutOjoltre che egli lapprefcnta il So- niezo poiché è neceflario in tutti i feiifi è la_j
le Luce nobiliifima fapendofi che non è cofa propria carne della lingua,& per tal effetto I'-
alcuna al mondo più grata, vaga , & dilette- ha prodotta la natura così fpoiigofa,& lafl'a_^
wolc della luccjPerò dice la Sacra Scrittura_-s acciò potcfl'e in fé riceuere tutti li fapori,i qua
che l'huomogiurto, e Santo laràaflbmigliato li fi producono nelle cofe comeflìbiii dalle pri
a l*oro,& alla lucc,oltra tutte qucfte preroga- me.& feconde qualità, che in elle fi ritrouano,
tiuene adduce anco altre Plinio nel loco cita- il che come fi facci per efi'ere dichiarato da-»
to, & fonilo che l'oro non fi confuma al fuoco Platone nel Timeo , tralafcio , ballami hauer
come li altri mctallj,anzi quanto più è dal fuo accennato che il guflo fi fa nella lingua con
co circondato più fi affina,& quefto e la prona quei neruetti che habbiamo detto,il chevolen
della bontà del oro, che in mezo al fuoco fia do anco Lattantio firmiano fenile islam quod .
d'vn ifteflb colore del fuoco,& perciò la Scrit- adfaporesatttnct capiendos fallitur quis quis
tura in perfona de i Giufti,& Martiri di Chri- hunc fenfum palato ineJfearbttratHr , lingua eft
fìodice igne KOS examinafit ftcut examinatur entm) qua (aporei Jenttuntur, ntc tamen fota^y
argentum,Q> aurunii Vn'altra caufa del ptez- nampartes etus, quAfttnt ab vtroq-^ laterA ttne-
70 di quefto metallo è che non fi logra così rioreifaporesfubtiltjjimusfin/ibustrahunt.
fàcilmente come li altri metani,& che fi ften- La Lira cfimtoIodeJ vdjto,efscdoche la Lira
dc, & fi diuide quafi in infinito non perdendo ha due buchi arcati che fignificano l'orecchia,
mai fuo valore, Hora fé l'oro è in tanto pre-
il & l'vdiie, pcrciòche come nella Lira tocche
fi
gio appo i mortali non farà merauiglia fc_> quelle corde, & quelli nerui l'aria vicina com-
con quello habbiamo rapprefentato il Diletto mofla rifponde a quei dui buchi, & ripercoten
dclli auari , oltre che le nchezze feruono per do nel concauo di cfl'a doue e anco rinchiuf.4_^
piocacciarfi quanto C\ può dcfideraic per tut- l'aria, manda fuora il fuono, così la voce mo-
te le forte dei Diletti , Onde Platone nel loco uendo l'aria fuor delle noflre orecchie (non
citato de Republica parlando della terza fpc- cfiendo altro la voce,o fuono che vna percofla
tie dei Diletto dict^> d'aria fecondo Arili. ) lafpinge ne 1 forami di
Tertiam vero propter varietatem vno non po- quelle, la quaje accollata ad'vna certa pelleci-
tuimtn proprio ifftffi vocaùulo nominar e,/ed ex na Uefa come vn tamburo doue fono di confen
eoquod injeconttntt maximum veheméntijft. fo di tutti li Anatomici due olfetti de quali raf-
mttm^ concuptfcibile appellauimut, propter ve- iembra vn ancudine,& l'altro vn martello,di-
hementiam tarum cupiditxttimque ad cibum batcendofi per la forza dell'aria ellerioremczw
fotutnq^ ^
venerea r«ptu?/t,0' ad ea^o^uA tfta^ zana del vdito percote,& ribomba in vna cer-
/equuntui-Mec nommarum cognominautmus ^ ta aria naturale, che Ha di dentro rinchuif.i—^
quoniampecutijs maxime huiu/modi res tx^len fin dal principio del noftro nafcere,6( per me-
tur Atcfifmofum hoc pecuniarum
.
, ^ lucri zo di vn netuetto della terza conuig> t^onc che
cupidnm nomtnemm recìc AdmoÀnma^pelU. va ai ceruello.douc.ilanno tutctkiacuitàam.-
inali^
. .
Parte Prima.'
7S
mali, fi fal'vdito.come tcftifica Galeno lib.i. ratilTìme,&in particolare il dito indice, pe- &
& i6.de vfu partium humanorum.Uvdito è vn rò none merauiglia le per ogni minimo eccer
fenfo nobilifllmo &
concorre con il vccfere,cn- fo di dette qualità Ci genera il dolore, Comi_>
trado per gl'occhi nel animo le imagini delle per il contrario toccando cofe grate al detto
cole , & per li orecchi i concetti altrui infleme knCo proportionate Ci genera gufto>& Diletto-
con le parole,dc quali due fentimenti tanto più li libro intitolato Anfloteln fignifica il gu-
giouano li orecchi quanto per edì padano lc_^ ftOjS: il Diletto del Filofofare, oratiocinare_*
lentcnzedell'vno all'animo deiraltro, & ouc ftado' fondato fopra l'imparare,!! che Ci eserci-
le cofe che fi apprendono per li occhi fono co- ta lecondo Platone con quei cinque mezzi che
me voci mute , così odono le orecchie le vo- ho detto di (c)pra,cioc Giudi tio,Efperienza_^,
ci viue & però diceua Xcrfe che l'animo ha-
, Prudenza, Ragione,& Verità; Et perche Arili,
bicaua nelle orecchie perche egli delle buo- ha nelle lue opere di ogni cofa appartenente
ne parole fi rallegraua , & delle cattine Ci do- alla Filofbfia trattato , meritamente le fi dà il
lca -i-^- detto titolo, onde dille il Petrarca-.».
Ec confiderando gli Antichi l'vtilc che ap- Ch^ altro Diletto eh'' imparar non trou9.
portauano l'orecchie al faperecredeuano che La fpada cinta al fianco fignifica il Diletto
fufleroconfacratealla Sapienza, &alla Pruden degl'ambitiofi , o irafcibili , quali hanno per
za. La onde qualunque volta veniuano loro in lor fcopo la Potentia,Gloria,& Vittoria,quali
contro i figliuoli lor dauano baci nelle orec- tutte cofe Ci acquiftano con l'armi »
la lira come dice Pierio Valeriano al libro 60. Muftca m^rentibus admtt m&rorem , hila.rtt
de i Geroglifici, ^iTendo anco la liraappreflb effetithilario^ei,amatorem calidiorem ,reltgio^
gli Antichi in gran veneratione, onde l'opra- fum ad Deum IftHdandumpxratiorem^eademqi.
uano a cantar dotciffime Pocfiefolo alta mente vnrijsmoribns accomodati animos atiditoruni
d'huomini grandi . Si dipinge la mano alta quocunq-y vult fenfim trahtt.
comi pletro come icetro per denotare il fenfb Et finalmente il Regio. Profeta dice .
D O NNA
no
veftita di roflbj che nella ma-
tenghi vno fpeione,& nella_-j
cicftra
finifira vn'horologio.
che il tempo e quello, che mifuia la Diligen-
za, & lo fpcrone quello che la (ci. nafcercjfi di-
pinge detta figura con quelle due cofc_^.
D I L I G E N
Del Sig. Gio: Zaiattino Capellini
DONNA
mano
di viuace afpctto, tenga nella
dcftra.vn ramo di Thimo,lbpr.i_^
nata dalla voce Lego,ouci:o Delego,in quel fen-
foche lignifica fceglierc! Marco Varrone nel
il qualelvoli vn ape, nella man finiftra tega vn quinto ddlalingua Latina Ji> legenda lejio,?^
tfonco di Amandolavinto con vn di Moro Cei dtligens,^ del>cì»s II medefimo afferma Mar
vn gallo che ruipi
fo, alli piedi flia La Di- . co Tullio nel fecondo Denat»ya Dcorum A
.
per fortuna, & a calo, Tenta rtiiciio indiiftriaj^: non fapeua Icuar la mano di tauola del dipin-
Dili'genzajlàcjualc vale molto inogni cola , e gere, onde la tioppo Diligenza è nociua,comc
nulla ci e che per lei non lì conrcguifcajattefo dice Plinio lib. 3 5cap,io. ragionando d'Apci-
«he da lei fola tutte le altre virtù '/i contengo- Ic Dixit enim omnia, fibt cum ilio paria, rjje ,
.
no ; come nel fecondo cleirOratorcaflerirc<u aut illi meliora, fcd vno [e pr&^are , qucd ma-
Cicerone. Diltgentia in omnibus rebus pluri- num ille de tabula, nefc ir et tollere ,memor abili
hiurn valet , hdc préicipue colenda rjì nobis hétc pnceptn nocere JApe nimiam dtligentiam
, Et .
più negrctto di fior nero: Plutarco nel trattato Aulo Gelilo lib. 10. cap. 1 1. Ad rem agend/im
della tranquillità dell'animo riferifce che è fimul adhibeatur,^ induJfrÌA celeritas, Di- ^
herba brufchiilnna,& aridillìma,& nondime- ligentiA tarditas . Qu^efta sì fatta Diligenza^.»
no da quella prendono l'Api il mele, l'applica la figurò Augufto col granchio,& la farfalla,
egli a eli huomini o-enerofi di cuore che dal- hauendofempre in bocca quel detto vulgato .
rauueriita ne cauano vtile Homints cordati . "Fcfttna, lète.Tito Vcfpafiano la figurò col Del
ficut Apibns mei pr&bet thymusyxctrritnx,^ a- fino auuolto intorno all'anchora. Paolo Ter-
ridijjtma herba, ita e rebus aduerftjftmis /Ape nu zo, con vn tardo CfimalcontcannelTo col velo-
mero conueniens altquid , commoAunt decer- ^ ce Dtllìno. Il Gran Duca Cofmo con vna Te-
fuht Ma
noi l'applichiamo a gl'hiiomini Di-
. ftudine,ò Tartaruca chedir vogliamo,coii v-
ligenti, che con Diligenza, Se induftria ne fio- na vela fbpra;& noi col tronco d'AiTiandola_j>
ro ncgotij traggono da cofc aride, e difficulto- Moro Cello: perche l'Aman-
vnito con vno di
fe quello che è più vtile, &
meglio per loio , dolo primo a fiorire Plinio Floret prima
è il .
come l'ape iiKÌuflriofa,& diligente, che dal Ti omnium Amigdala menfe lanuario , Si che è
mo brufco arido raccoglie dolce honore_-:
, &: più follecito de gli altri, come frettolofo, & &
del Timo
Apigrato > veggafi in più luo-
alle ftolto manda fuora i fiori nell'inuerno,onde—
ghi Plinio, e Theofrafto. La diligenza pigliafi toflo priuo ne rimane dall'afpentà del tempo,
anco per l'a{nduitàj& ibllecituainc ;come da & però bifogna vnire la foUecitadiligenz^ì—
San Tomafo in 1. i. queftione 54- art. i. Efì con la tardanza, della quale n'è fimbolo il Mo
autem Diligentia idem qued folic:tudo, ideo re- ro , perche più tardi de gl'altri fiorifce , e per
quiritur in omni vtrtute ,ficut etiam folicttu- quello è riputato il Moropiù fauiode gl'altri
do Et perche alcuni per voler cflere Diligen
. arbori. Plinio lib. if?. cap. 1;. Morus nouijfimè
ti,& folleciti, for.o troppo airidui,& frettololl vrbanorum germinat^pec nifi exaciofrigore, ob
vogliamo auuertire che la Diligenza foucr- $d diBa /apientijftma arborum-.CosìCAficntiRi-
chia è vitiofa, perche a gli huomini è necella- mo larà riputato colui che vnirà la preltezza
rioil ripofo,& la rclallàtione d'animo, laqua- con la tardanza tri k quali confìfte la Diligen
Ic rinforza le forze, &: rinuoua la fianca memo za Il gallo è animale follecito, & diligente,
.
ria . Ouidio nella quarta Epiflola . per le fteflo, in atto poi di rufpaic dimollra 1'-
Hac reparat vires ,fej}aq; membra, leu at attione della Diligeiiza,perche il Gallo tanto
Ann s,^ arma tus, ttbi fiint imitanda Dian^, rufpa per terra, finche tiouaquel che defide-
Si nunquam cejfes teKdere,mollis ertt ra, &: difcerne dagl'inutili grani della polue-
Ilqual ripofo negli ftudij , manunamente e rc gli vtili grani del fuo cibo Aulbnio Poe- .
necefiario,poicheIa fianca mente non può di- ta fcriuendoa Simmaco fopra il ternario mi-
fcernereil meglio per efl'ere confufa,e pertur- merojdifle come per Prouerbio il Gallo d'Eu-
bata. Protogene Pittore famofo di Rodi,fc_j elione , volendo fignificare vn'efatta Diligen-
M xa.
.. ,
li capelli faranno di più colori , & vi faranno JLa varietà de' colori fignifica la diuerfità
nicfcolati di molti fcrpi,luuicrà cinta la fonte de gl'animi , come s'è detto , però l'Ariofto
d'alcune bende infanijuinatc, nella dcltra ma- fcrilfi.».
no terra vn fucile d'accendere il fuoco, & vna L^ conobbe al vefìir di color cenato
pietra focaia, &
nella fìniiha vn fafcio di ferie Fatto a Itfìe ineguali, &
i/ìfìnite^t,
tiiie,(bpra le quali vi (lano fcritte citationi>era Chor la coprono, hor no, eh 't pajjt, e'I vento.
n^'ni, procure, & cofetali . Le giano aprendo ch'erano fd:>4fcit<ij.
,
& de' fen.'ì,chc nafce dalle varie operationi de E neri , e bigihauerpareano l tc-j
gl'iiuomini,&grinducea nimicitia:le caufe_> Altri in treccia, altri innaftro,eran ra,cfoUi
fono amlntioiie, (Ite d'hauere, di/Iìmiluudme Malti alle ^alle, alcuni al petto fcinìti .
di nature, ftati,profe/rioni,compIeiriQni,& na- il mantice, che tiene, con il vafo di fuoco ,
tioni. Ivarij colori della verte fono i varij moftrano, ch'ella deriuadai foffio delle malc_>
pareri de gli huomini , da' quali nafce la Di- iinguejSc dall'ira fomentata ne' petti humani.
fcordiacome non fi trouano due perfone del
, Difcordia . •
medcfimo parere in tutte le cofe, così neanche DOnna con il capo alto, le labbra liuide_j>
è luogo tanto folitario , ancorché da pochiflì- fmorte,gli occhi.biechi, guadi, pieni &
ma gente habitato,che in efib non lì ìzCci vede di lagrime,le mani i,n atto di muoueile di con
re la Djfcordia , però diflero alcuni Filofbfi , tinuo con vn coltello cacciato nel petto, con le
ch'cifa era vn principio di tutte le cofe natura- gambe, e piedi fottilij&inuoltain foltiffima^.»
li, chiara cofa èj, che fé fra glhuomini fofle_^ nebbia, che a guifa di retela circondi,& così la
Tn'inticra concordia, che gl'elementi feguif dipinfe ArilUdc-j.
fero ilmedefimo tenore, che faremmo pruii di
quanto ha di buono, e di bello ij mondo.e li_^ Difcordia
natura. Ma quella Difcordia, che tende alLL_s Come e defctitta da Petronio Arbitro Satirico
diftruttione, e non alla confcruatione del ben con li feguenti verfi .
il regolo lesbio dì piombo, & apprcflb vi farà loro ne quali trouano; Tiene con la defira»*
Ci
,
1 8o Della nouifsima Iconologia
') -naie l'ha omo che è ragioncuolcHeiie di- vitio,come benifTimo dice Ifidorolib. 6.de fi-
jtrctamente operar bene, perciòche tutto quel noà.^^id ^uid bont cum Di/erettone fecerisvir
jO che farà con Difcretionc è virtù, all'incori- tm Efl qui quid fin? dtfcntione gejfent vitium
xomrtocjucUo che farà fcn za Difcretionc è Efl, virtus enim indifcret» prò vitto dcpitttitMr
D G N O.
"^7 NGiouane d'afpctto nobili (Timo, vefti- Potrebbcfi anco far vecchio, & canuto come_j
' vago , & ricco drappo , che con
to d'vn padre della Pittura,Scoltura,& Architettura ,
la dcftramnno tenghi vn compairo,& co;iLl_^ com'anco perche non^ acquifta giàmai il Dif
/iiiiftravnrpccchio. fegno perfettamente fino all' viti mo dell'età ,
Dillegiìo fi può dire che eflb fia vna notitia & perche è l'honore di tutti gli artefici manua
proportionaledi tutte le cofevifibili,& termi- li, e l'honore alla vecchiezza di cheall'altre_>'
nate in grandezza con la potenza di porla in età di ragione pare che conuenga:Si fa ilDifl
Vfo- ?i fa giouane d'afpetto nobile, perche è il fegno veftito , perche pochi fono che lo veda--
neriiodi tutte le cofe fattibili, & piaceuoli per no ignudo , cioè che fappiano intieramente le
via di bellezza , perciòchc tutte le cofe fatte.^ fue ragioni, fé non quanto l'infegna l'efperien
dall'arte fi dicono più, & meno belle, fecondo za , quale è come vn drappo ventilato da i
la
che hanno pi ù,& meno Diflegno,& labellez- venti, perche fecondo diuerfeoperationij& di-
va della forma humana nella gioucntù fiori- uerfi coihimi di tempi, è luochi fi muoue It .
fte principalmente. Si può ancora fare d'età compaflo dimoftra che il Diflegno confille_>
virilcjcome età perfetta, quanto al Difcorfo , nelle mifure , le quali fono all'hora lodeuoii
che non precipita le cofe, come la giouentù, S( quando fra loro fono proportionali fecondo le
40Qle ueue^omcU Tccchic2z«i iurefolut?^. ragioni del doppio, niettà> terzone quarto, che
fona
.
Parte Prima. i8 i
fono commcnfurabili d'vno, due, tre, &: qtia- mente a gli huomini che pofnedonoii Dilìe-
tro, nel quale numeio l\ i-iiUingoiio cucce le_> gno lìiolc dar molta lodc,& l'iftelìa lode con
fi
pioporciouijcome fi dimoftia nell' Ancmctica, ueneuolmcnte fi cerca per quefta via, come aii
&: nella Mulìca , & per coiifcgucnza cucco il Cora perche la natura ha poche cofc perfette ,
Di fi eg no, onde confile neceUaiiamente in di- pochi fono quelli che arriuano a toccare il fe-
iicife linee di diueiTa grandezza, ò loncanan- gno in qucfla amplillìma profefIìone,che però
2.a. Lo fpecchio fìgnirica come il Dilìegno ap- torli nella nolha lingua vicn efpreffa con que-
partiene a quell'organo interiore dell'aninia , lla voce Dilfegno. Molte più cole fi pò aeb-
quale fancafìa fi dice , quaiì hioco dell'inuigi- bor.o di e, ma per tener la folita brcuità queflo
ni.pcrciòche nell'urimaguiatiua lì ferbono cut baiti, & chi vorrà vederne più, potrà leggere
te le forme delk col'e,& llcondo la iiiaappren il libro intitolato l'Eftafì del Sig. Fuluio Ma-
fione fi dicono belle, & non belle come hàdi- riotellijchefarà di giorno in gioì no alle ftam-
moftrato il Signor Fuluio A arioc. Hi in alcuni pc , opera veramente di grandiflìma confìde-
f uoi difcorfi , onde quello che vuole perfetca- ratione_'. DiJJtgho
mcntepofledcrc ilDillcgno , è neceflano ch'- L potrà dipingere il Dillcgno (per elfcrpa
1
U 3 HVOA'O
. .
nella deftia con vn'hafta , tenendo il capo ri- prefentatione di cofe piaceuoli a guftì loro,on
iiolto vello il Cielo farà colonato d'alloio , e de l'Apoftolo ben dille. Non corona,hiturniJì qui
calchi coni piedi vna corona d'oro con vno legitimj cert.%uerit .
ragione il (enib aiutato dalle potenze inferna- blemijda noi fpellb citato per la Diligenza del
li, e da gl'huomÌHÌfcelcrati lor miniftri , de' l'Autore, & per l'efquifitezza delle cole a no-
quali alfine rcftando vittoriofo meritamente ftro propofito fu vfanza preflb a gl'Egitti),
.
iì corona d'alloro,hauendo
lafciacoa dietro di quando voleuano rapprefentare vn mal coflu-
maro
. . . .
fc. Al che fi conforma la iacia Sciirtuia in no, ne hauer piùl'vfo retto, &
giullo,& perciò
molti luoghi ponendo le rofe & altri odori
j , fi rapprefenta col coltello nel petto.
me il detto albero tagliato nonriforge.òda vir ceri, & cattiui affetti, conuicne che fia d'ani-
gnltijcosì rhuomo datofiin preda alla Difpe- mo forte. Se virtuofo Gli fi dipinge la Cico-
.
ratione cftingue in fé ogni fcme di virtù, & di gna, come dicemo , eilendo ch'ella continua-
cperationi degne, & illuilri mente fa guerra con fcrpi,i quali animali fo-
1
Il Comi allò rotto ilquale è per terra , mo- no talmente terrcni^che fempie vanno col cor
le difprezza le dclitie del mondo, & che da_^ li raccolte, così l'huomodeue diftinguere col
fé rimuoue,& affatto toglie via idefiderij sfre- raftrello dell'intelletto il bene dal male, co &
nati, & gli aifetti terreni fignifiicati per li vene- l'ifteflb radunare a fé il bene, altramente fé.*
DONNA
grauc.confideftra mano
d'età virile , veftita con habito
terrà vncriuel Heu,
brem :
& retta dalla ragione , a diftinguerc il bene_j è feparerail'herba cattiuadel , fé non campo
dal male, che là giouentù,& la vecchiezza-^», metterai terrore a gli augelli, fc non leuerai P-
per eifere nell vna gli cccelfi delle feriienti con ombra,& non pregherai Dio perla pioggi.i_^«,
cupifcenzc, Se palìioni, &: nell'altta le delira- con tuodo'ore vedrai il mucchio della buona
tioni dell'intelletto. Atto ihomento è il criuel- raccolta di quell'altro che èftatodiligente_>,
lo, per dimollrarelaDiflintione del Bene , & & giuditiofo in farlo , mitigherai la fome_^ &
del Male, del ciiialc fc ne fcriie per tal fimbolo con ghiande, ilche noi potremo applicarci
le
r.itvtrumqne ? Chi è quello che diftingue_^, cherà da fé le male piante de cattiui,afrc'rti, &
diuide,ò refega l'vno,& l'altro; cioè il beuc_j defiderij,& col raftrello del giuditiono faprà
<!almale? come il Criuello,chediuidc,il buon difcernere il bene dal male, & fé non fcnrcic-
grano dal cattino l'ogliojè da l'vcilc vecci.u.", ràda fé con branate gl'vcccllacci de buffoni ,
uello per Geroglifico dell'huomo di perfetta leorationi con dolor fuo vedrà il buon pro-
,
fapienza, perche vn ftolto non è attoa fapere fitto d'altri, & C\pafcerà di ghiande cibo de por
<lifcernereilbene dal male,nc sàinucftigare^j ci, cioè refterà fozzo,^omacheuole, ignoran-
li fccreti della natura, Onde era qucfto
Prouer- te, vile, &: abietto, come vn porco .
\ialeferuiche,& ftoppie da prati, imperciòche habbia vna fiamma , chelTdiuida in tre fiam-
il rartro, & raft elllo è detto me vguali
a radendo, come .
ma partita in tre , per fign fopraalla tefta varij vccelli,& vna flelLi^j.
della natura con la diftintione delle perfone. Così la dipinfe Gio.Battifta Giraldi^pcrchc
11 color bianco è proprio della Diuinità, per Cicerone fa mentione di due maniere di Diiii.
che fi compofitiondi colori , come_>
fu lenza natione,viia della natura,l'altra dell'arte
Al- .
nelle cofc Diuine non vi è compofì rione di for la prima appartengono i fogni
, & la comm.o-
cupa la mano dritta, & la manca con elle, per tnbuitaad Apolline, perche il 5ole illuftra__^
che l'huomo ancora, per l'opere meritorie fat- -gli fpinti,& li fa atti a preuedere
le cofe futu-
te & peri meritidi Chrifto partecipa dell'eter- re con la contemplatione de gl'incorruttibili
>
nità c<.]cile_'. comeftimornoi gentili, pero noi Chriftiani
Et quefto bafti hauer detto lafciando luogo ci douemo con ogni diligenza guardare d:i_^
di più lungo difcorfo alle perlbne più dotce_j. quefte fuperltitioni
DIVINATIONE. D I V O T I O E,N
ONNA
D ONNA
Secondo i Gentili
con vn lituo in manojiftromen-
to proprio degl'auguri i le fi vedranno
D uolti al
inginocchione con gl'occhi ri-
€ielo, & che con la delira man©
tcnghi vn lume accefo .
dmo-
,
familiaiuà di Dio, con affetti, & opere, che pe- veftimento fcmplice, & bianco con la di-
11
lò vien ben moftratocol lume, e con le ginoc- moftratione piegheuoJe,& di chinarli altrui
chia in terra, & con gl'occhi riuolti al Ciclo. ne denota che la Docilità e facile ad apprende
re qual ii voglia materia e difciplina, fia litte-
D O C IL I T A\ rale, ò mechanica_^'.
DONNAbianco
te di
giouinetta vcftita fempliceinen
, ftarà con ambi le braccia
Tiene ambo le braccia in atto di abbraccia-
re qual fi voglia colà per fignificare la prontez
apcnc in atto di abbracciare qual fi voglia_-> za non folo di riceuere quello che gli vienc_*
cofa,che fc gli rapprcfenti auanti , con dimo- rapprefentato dall'intelletto, ma anco da chi
ftrationc picgheuole,& d'inchinar/ì altrui, & gli propone qual fi voglia coia. Porta al petto
al petto per gioiello harà vn fpecchioi Harà il lo(pecchio,perche fi come lo fpecchio riceue
cajo adorno da vaga, e bella acconciatura, fo- l'imagmi di tutte le cole; così il docile riceue
pra la qi:alc vi farà con bella gratia vn Taro- tutte le fcientie . Onde Argenterio nel luogo
chino fpetie di Papagalloj oucro vna Gazza , citato dice. Cerebrum non aliter fttfcipit ,quam
6c forco li piedi vn Porco. oculiu cclcres ,^ ipeculutn rtrnm imagints .
La Docilità come dice Leoniceno , fu detta La vaga acconciatura àt\ capo ne dimoftra
Anchenia , & altro none che vna celerità di & forza della memo
la bellezza dell 'inteil t eco,
mente, & vna pronta intelligentia delle cofe_j ria perche fecondo Quintiliano lib.i. ?«////«-
,
propoftoli, & Ariftotcle libro primo pofterio- tionum oratortarum cap. 4. li legni di Docilità,
lum cap.vltimo vuole, che fia vna facilità, & & d'ingegno fono due; la memoria, & l'imita-
prontezza della difcorfìuaj& da lui e chiama- tione ma la memoria ha due virtii fecondo 1'-
ta folertia,pcrfpicacità,&. Ibttigliezza d'inge- ifteiro,il facilmente apprendere,& il fortemen
gno, il qual ingegno cerne dice Galeno libro te riceuere, della prima parla Anilotele diccn
Artis medtcìnalis cap. i x. e caufato dal ceruel- do molla carne ad recipitridut?) aptifj n.t fur.t.
lo di fuiìantia tenue, fi come la groifezza d'in- Se della feconda quando dice ne Picblemi i
per caufa della natiua humidità, &: per quella ciò Àict Auiccnna lib. primo fen. primo xirttis
cagione dice Argenterio commento fecondo attratrix tr.diget humtditate , retentrix cui^m
liiperartem medicinalcm. Prompti,&factles fu citate^.
funt pucrt ad Utfcendum^inepti zero,ó-- difficiles Tiene in capo con bella gratia il Tuiochi-
/f/2£;,che auienc a punto come alle piante,che noouero Gazza,perche quelli vccellifono do-
quanto più fonogiouanette, meglio fi piega- cilillìmi nel imitare le parole, & la voct huma
no,& prendono qual lì Aoglia buona dritcura. na;ondcdel Tarochino Monfignor della Cafa
In oltre fi dipinge giouane perche la giouen- così dice .
anco perche è più atra al neccflàrio elTercitio Lt delle Gazze Plinio lib. io. dicC che faucl-
delle cofe imparate. Onde l'ifteflo Argenterio lano più Ipedito dilettandofi àtìlt parole, che
nel iuoco citato riduce Je caufe della Docilità imparano, & condiligcnza lì (Tilcrcitanoper
a quraro capii la prima èl'humidità, & molli- bene efprinierc la fauelia humdna.Et che que-
tic del ceruello come habbiamo detto, la fecon lla imitatione fia ncceifaria alla Docilità lo di-
da e la fìruttura e compofitione di elio. Onde ce chiaramente Quintiliano nel loco citato
Galeno àìcii,m ente Ufi fuK t , qui aut pamo/ufit, con quelle parole Is quequ-cen doctlts naturi
.
aut magno £^«/Vf;la terza, gi'ht]mori,&: gli fpi ficvt ea qtiA dtfcit (Jfì?7g(!t, Si. quel che flguita.
riti:& anco contìrmata da Arifìotelc i.depar- Tiene fotco li piedi il Porco per diniolliare
ttùus aKimalium cap-^. dicendo, eaetriimalia di cifpiegiare, & conculcare il fuo contrario .
junt jenji'iu^nobiliora^ qu&fangutne tenuieri , OndcPicrio Valer.nel lib 1 9. narra che gli Aii
Ó'jinceriori confiaht: la quarta e l'eiìercitio.F- tichi hanno voluto che il porco fia il Gerogli-
fmoptitntis dtfcendiydccendtq-^ magijicr dice 1^- iico dell'Indocilità;Ccmc anco apprelfo li fi-
iftclìb auttore. Oltre che Qdà.de tlncitisHipo- fionomiili la fróte di porcccioc breue,pelofa,
eoa
Parte Prima. 187
co gli capelli riuolti in su, e chiarilTimo fcgno detto animale più d'ogni altro ignorante,inclo
igegno , cflendo
d'Indocilità, &: groflezza d'ingegno cilcjSc infenfato .
D o o R
88 Della nouifsimalconologia
fuc disgratie al figliuolo . dolorato è fimilc ad vn torcio ammorzato di
Il corcio rpeino,mofì:ia,che l'anima (fccon fiefco quale non ha fiamma , ma folo tanto
il
do alcuni Filofofi) non è alno che fuoco,& ne caldo, che bafta a dai il fumo che puotcferuen
continui Dolori, & faftidij , ò s'ammorzi.^, dofi della vita l'addolorato, per nodrire il Dolo
ò non da tanto lume, che pofTa difcerneie l'\'- reiftello,& s'attribuifcerinuentionedi quella
tilc,& il bene ucH'attioni, e che l'hucmoad- ficruia a Zeufi antichiflirao dipintore^;
D O M I N I O.
HVOMO
hauerà
con nobile,&
capo da vn
cinto il
ricco veftimento,
ferpe, & con
egli ren7a hauergli fatta oitefa alcuna fé ii&_j
parà:ai!zipiù,che dormcdo Maflìmino ilgio-
la finiftra manotenghi vno Scettro, in cima_^ uanc, ilqualfù dal padre dichiarare infieme_>
del quale vi fia vn'occhio,&: il braccio, & il di- feco Imperadore,vn ferpe gli fi riuolfe intorno
to indice della deftramanodiftefo, come Co- al capo,dando fegno della Aia futura dignità,
glioTiO far quelli che hanno dominio , & co- LalVeremoquì di riportare gl'altri Antichi cf-
mandano fempij,che nell'iftello luogo Pierio racc5ta,&
Gli fi'cingc il'capo a guifa di corona con il in vece di quelli, ne produrremo vno di più fre
ferpe,perciòche) come narra Pierio Valeriane fca hirtoria elpofto dal Petrarca nelle opere_j
nel lib. 3 f.) è fegno notabile di Dominio.dicen latine del lib. 4. trattato 6- de Portenti cap. ij.
do con vna limile dimoftratione fu predetto oue narra, che Azone Vifcontegiouane vitto-
l'Imperio a Seuero-, fi comeaiferma Spartia- riofo,per comandamento del padre pafsò con
no,a cui cflendocgli in vn'albergo,cinlè il ca- l'elTercito l'Apennino , &: hauendo ottenuta-^
po vn fcrpe , &ellendo fucgliati,& gridando vna vittoria prcfio Altopaflo,con vguale ardi-
tutti i fuoi familiari, & amici che feco erano. ie,& for:uaa,fi riuoltò contra i Bolognefi; In
tal
Parte Prima! i8^
tal fpeditione.elfencle fcefo da eaiiallo per ripo- trarca , &più a baffo, Hine precipue , t^uod ipfe
farfi, Icuatofì la celata che vicino fé la pofe in prò figno bellico viperx vteretur. Il giouanetto
cerra, vi cntiò vna vipera fenza che ninno re_> poi,cheefcedi bocca del fcrpe.non e altro che
n'accorgerte.la quale, mertédofì Atonc di nuo- figura del giouinetto Azone,che fcampò dalla
uo in tefta la celata, con horribile, &
fiimofo bocca deila Vipera, che non lo mordè;mà tor-
ftiepito fé ne calò giù per le guancic dell'in- niamo alla nofìra figura. Lo Scettro con l'oc-
trepido, & vaio ofoCapitano.fenza alcuna fua chio in cima di eflb, che tiene con la finiftra ,
Icfioncrns voife però che fuife da ninno fcgui- & il geflo del braccio,& deftra mano, e fenz'aU
ta:mà inducendo ciò abuonoasgurio vsò per tra dichiaratione fcgno di Dominio come Q. ,
trarca d'hauere vdito dire in Bologna mentre alcuni molt'occhi come narra Plutarcodc_>
,
der fi deue cheal Petraca, che per relationt_j che vn Signore per reggere bene lo Scettro del
pDchianni doppoii cafofeguito nell'iftellb luo fuo Dominio,deue cllcr vigilante, 6c aprirci
go oue feguì lo Teppe <sl^,od cum BononU ado.
. bene l'occhio.
ilYOMO
. .
D O R I N A.
apti te,come volefle abbracciare altrui, con la Il cadere del Cielo gran quantità di rugia-
delira mano terrà vno fcettrojin cima del qua da, nota fecondo l'auttontà de gl'Egittij, co-
levi lìa vn Sole, haucràin grembo vn libro a- me racconta Oro Apolline , la Dottrina, per-
pertc, & li veda dal Ciclo lereno cadere gran che, come ella intenerilcele piante giouani,&:
quantità d) rii^iad.i_'). le vecchie indura, così la Dottrina gl'ingegni
L'età manna moflra , clic non fenza molto piegheuoli, conil proprio confenloarricchi-
tempo s'apprendono le Dottrine-,*. i'cc di fé Ikflà , & altri ignoranti di natura la-
infegna la ftrada all'anima, la viuirica,(3c non nuoui modi camina, è però fi dipinge col pie
perde la fua luce, in accendere altro fuoco . finiftro in fuora_j. Dubbio.
,
- D V B B I O.
,^ ,
.
HVomochc tenga vn lupo per l'orecchie ,
G-iÒVANETTO" fcnza barba,inmczo al- perciòchc gl'Antichi haueuanoin pro-
le tenebre ve}lito di cangiante, in vn.L_^ uerbio dire, di tener il lupo per l'orecchie qua
mano tenga vn ballone:, nell'altra vna lanter- do non fapeuanocomc fi rifoluere la qualche
o N O M 1 A.
coHi
. . . , . . .
Perche alla felicicà del viuerc Poli- comun potrà rapprefentarequefta figura per vn huo-
tico fi richiede l'vnione di molte famiglie, che mo che ccnghi in vna mano l'Archipendolo in
fbtto le medefime leggi viuino, per quelle & atto di adoprarlo con arte, &: con giuditio .
non torcianoil corfo delle virtù, nelle qi^ali lì E'ducatione,t infegnafe ladottrih3,5:-amae
dcuono allenare con ogni vigilanza,e ihidio . ftramenti dicoftumi,&: inftructionidi vita per
La ghirlanda dell'oliuo dimoiha,che il buo la via vniueifale,& particolare della virtù nel
no Economo deue necell'ariamente mantenere l'attioni mentali, & corporali, che fanno i pa-
la pace in cafa fu.t.^. dri, a 1 figliuoli, o i maeltri alli difcepoli
Il compallb infcgna quanto ciafcuno debba Si rapprelènta di età matura, perciòche l'E-
mifuraick fiicfor2C,&: fecondo quelle "^ouer ducatione per molto tempo efiercitata nelle.;»
iiarli tanto' ne.i«'lpendere,
ncll'alcre co- come lettere, e ne' buoni cofturnihà f;icoità d'in-
fe,pcr mantenimento della
famiglia, & per l'uà ftruirc~&: infegnarc la via per arnuàre alla ve-
pecuiù d^ quella, per me70 della mifura, che ra felicità •
perciò fi dipinge niaciona,quafi chea quell;i_ji Ilvcftimcnto d'oro denota il pregio, &la_»
età conuei.ga li gouerno della cafa, perl'cfpe- perfettionc di quefto nobililllmo fogetto .
Il raggio che dal Cielo rifplende , & che f»
ricnza,che ha delle cole del mondo, ciò fi può
vedere ilei fcguente Epigramma iatto da va rifplendere detta figura,dimoftia che alla Edtt
catioue
. . , ,
catione e neccflaiia la gràtia di Dio, onde San cofe diuiné,naturali, & neceflaric per le fue ve
Paolo I Cor. £^0 Plantaui Afoìlo rigauit Deus
. re caufc,& principi). dipinge che a canto
Si
incrementur àedit a detta figura vi lia*il palo qua-
fitto in terra al
Le mammelle piene di latte, & il petto fco- le e libatoli tenero, arborfcellomoftrando di
perto j figuificano vna parte principaliirima_j> volerlo abbracciare con il finiftro braccio, per-
delI'Ediicatione, quale ha da moftrare aperta- ciòcHc qui li dimoftra che l'Educatione nOa
mente la candidezza dell'animo llio,&: comu- folo fi eftende ad'infegnare le lettcre,mà anco
nicare le proprie virtù, 5i rapprel'enta che ftia li buoni, Scottimi cofTumi con fare ogn'opera
a federe pcrciòche l'Ediicatione e il fonda- d'indnzzare la pianta cioè la gioucntYi,la qua
mento di eleggere la virtù, &
fuggire il vitio'. le ècoiTie vn terreno fertile , che non efllnid»
Tiene Con mano
verga perche_j
la deftrà la coltinato, produce tanto più fpnic,& ortiche ,
la verga, &: la corretrione, cagiona ni noi Li-^ quantocglihàpiù virtù, &più humore,onde
Sapientia, come difl'e Salamone ne i Prouer- Dante dille nel terzo del Purgatorio ,
bi j. a 29. Ma tanto piti mfiltgno,(^piH Sduesìre
'Virga atque correBio trtbuit fa^ierìtiatn mal fcme von colto
Si fa il terren co'l
& di pi ù Seneca de ira lib. ] ^aitt'tgli hàptìi di buon uigor terrefltjt
Educatio,& difcipltnti mores faiiunt^ Di più Galeno de cura animi afftBi .
L'inlegnarca leggere conattentionc .il fan tuerorum educatio fimilis ejì culturi) c^ue in
ciullo denota chcfìa q-iiella parte dcmoftrati- Plantisvtimur
uà conia quale s'infcgna d'apprendere la fcien E L E MO SINA.
tia eflendo ella primo habito dell'intelletto
,
barlo,veftirio, vifitarlo, redimerlo, &feppe- dranno volare per l'Aria vari j vccelli , & a i
Oliua per corona del capo, dimoftra quella con il gomito finiftro fopra d'vn'vrna,& che.»
mifericordiajche muoue rhuomoa far Élemo da detta vrnaefca copia d'acqua , & varijpe-
fina, quando vede, che vnpoucro n'habbia bifo fcijin capo haueràvn ghirlanda di canne palli
gncperòdilTe Dauid nel Salmo $i.Sicut Oli. Ari, ma meglio {arà,che porti vna bella coro-
»a fruéìifeta in domo Domini. Et HefichiaGie na d'oro
jofolimitano, interpretando nel Leuitico:5«/>fr A^queft'elemento dell'Acqua fi dà Io fcet-
fu/um oleum,dice fignifìcare Elemofina tro, & la corona,perche non fi troua elemento
alla vita humana,e al compimento del mondo
fopra la qmle (ìa vn rifpkndente Sole , onero tione,chetemeuano giurare per quella & qua
jiifcambio della fenice il piralc,ehe è animale dogiurauano , erafegno come dice Virgilio (
con le penne, '1 quale (come fciiue Plinio , & nel 6. lib. dell'Eneide) d'infallibile giuramen-
riferifce il Thomai nella fua idea del Giardi- to,comc anco riferifce, & approua Tomaio To
no del Mondo al cap.^i. ) viue tanto, quanto mai nell'idea del Giardino del mondo,al e. 44,.
fuoco, & fpengendofi quello, vola poco
ftà nel
lontano,&: fu b ito fi muore_'. TERRA.
Della filamandra PUnio nel Iib.i0.cap.e7.
dice, che à animale fimilc alla lucertola, pieno
VN A Matrona a federe ,
di ftelle,il quale non vien mai,fc non a tempo mano tenghi vn globo, in capo vna ghirlanda
di lunghe picggie, 5c per ferenomanca_^. di fronde, fiori, e fruttij& de 1 medefimi ne fa-
Qucfto animale è tanto freddo , che fpegne rà pieno vn corno di douitia,il quale tiene con
il fuoco tocco non alnimenti , che farebbe il la deftra mano, & a canto vi farà vn Leonc,&
ghiaccio^ dicefi ancorché queft'ammale ftà. altri aniaiali cerreiUi
Si fa- .
. . . , > , . -
Et in altro luogo dei medefimo i.lib.difle_» pano in Ibmmo grado delle quatto prime qua
anco lità , & con tal nfpetto fi troiiano nell'huomo
Magv* p*rtns terra efi , lapidei^ in eorpcrtj quatto complelTioni, quatto virtù, quatto fcic-
Terrd , ze principali, quatto arti le più nobili nel mon
Offa reordici, tacere hes polì terga iubemur. do,quatro tempi, dell'anno, quatto fìti, quatto
Étl'ifteflbanco replicò nel i. lib. de Farti, venti quatto differenze locali, & quatto caufc,
,
come anco meglio lo dice Lucretiolib. t. di^ ò cagioni delle humane fcienze Et vetranno
.
Boccaccio nel lib. i. della Geneologia de gli ne, la tefla alzata in al to,& a foggia di treccie,
Dei, così dice della Tcrra_>. hauerà vna felna d'arbori, &: nelle fpalle fi ve-
O eterna madre d'huomtfìi^ e di Dei dranno come monili due piramidi, che rapprc
che generi le felue, i fiumi y e tutti ienti no Città, & tenendo lemammelle fuori
Del mondo ifemiygl'animali, e fiere del petto, getti fuora acqua, che fi raccoglia
Di Prometee le manti e infieme i fajfi fopra il lembo della vefte,& (òpra al detto ba-
Di Pirra, e quella fofìi, laqual diede ftone fi vedano pendere grappi d'vue& fpighc
Trima d'ogn altra, gl'elementi primis di grano,& tenga detta figura al collo vn mo-
I. gl'hfiomini cangtafii che camini , ^ nile di foglie d'oIiue_j.
£'l mare guidi, onde a te intorno fiede^ Cosi firapprefentano i tre frutti principali
della Terra, il deriuar che fa il male da i fon-
La quieta gente,de gl'armenti^ e l'ira—
Delle fiere, e'I ripofo de gl'vccelli ti, la ftabilità della terra librata dal proprio pe-
,
Et apprejfo del m«ndo , lafortez.Xji->- fo,& foftenuta per dir così, dalle lationi ceie-
Stabile, e fermayì del Ciel l'occidenti^. fli,moftrate nelle due ftelle, che fìgnificanoan
La machina veloce , e l'vno,e l'altro co i due Poli, il baftone moftra l'aflè del Cielo,
Carro circcnda te, che in aere voto i luoghi habit3ti,& filuelhi fono efpreffi nella
H 3
ACQVA
. . . , .
DÒ'NN
& color ceruleo,
di
A^gionanevcftita di
in modo che né tra-
veftefottili, chio con l'imaginc della Luna,per moftrart-»
che qiicfto fra gli elementi ha luogo fuperio-
/"^rifcanole carne ignude, con le pieghe,! lji re, tenga vn piede fofpefò inaria,per moftrarc
velie per Aitto imiti l'onda del mare , moftri la fua leggierezza,&: forco alle piante de i pie-
detta figura di foiìencr con fatica vna nane fo- di molirinoi venti, che foftìanofotto aili_^
Ci
ELEMENTI.
tridente in mano,di che fono fcritte l'interprc- F V O C O.
tat oui da gl'altri
Per l'ifleflb pigliauano ancora Dori , Gala- DONNA con la Fenice in capo, che s'ab-
tea Naiadi, Se altri nomi, fecondo che voleua- b ucci, & nella man deftra tenga il fui-
nofignificare,ò fiumc,òmare,&quefto,ò ch'- mine di Giouc,con le fcintillc tutte sfauillan
hauefle calmalo fortuna-*». ti,(Sc fia veftita di rollo .
ARIA. AERE.
DONNA fia
giouanctta,& di vago afpetto,
veftitadi color bianco, è trafparente
DONNA onero
che con ambe
l'Iride, habbia in
arcocelefte
le mani
, &.
renga__j
più dell'altro dell'Acqua , con ambe le mani capo vna calandra con l'ali diftcfc,& col becco
moftri difoftcntarc vn cerchio di nuuole, che aperto,e fia velHta detta figura di turchino af-
la circondi d'intorno alla verte, 5: fopra dette fai illuminato .
ijia. Poiti la tcfta calua, con vn fol fiocco di la Tcrra,faià unpolTibile darli tutte le fuc qua
luà
. . . ,. j
gi^anojiX vue bianche, e ncgrc,c il proprio ve- It Nefìis , lachrjmis hominum qu* lumina
itimento della terra, percioche, fecondo le fta- compiei .
L'acqua che ella tiene fotto i piedi coni fer Giunone intende per lo aere,&; in quefto mol
penti, fono l'acque fotterranee nelli meati del- to con concordano i Poeti, i quali fin-
elfo lui fi
la terra con i ferpenti, che fi rinchiudono nel- gono Giunone moglie,&: forella di elio Gio-
le cauerned'elì"ii_j. ue, attefoquafi l'iltcfta.qualità , ò pochifilma
La città che tiene in tefta, ne dinota coir.e_> diftcrenzadeirvno,& dell'altra,onde Home-
la terra ò forte ntamento noftro, 8c di tutte le^ ro nel fuo linguaggio dille .
Come dipiKta nella Medaglia di Commodo. chiamato Plutone, cioè Re, & signore ricco
della terra,perciòche,in ella fono riporti più
DOnua a giacere in terra , meza nuda, co-
da caua oro,argento,i^
i
me cofa ftabile , con vìi braccio appog- pretiofi tefori , S>i lei {\
'ìA
3
ogn".
, .
fto luogo tralafcinic vn'epigrainma di Gio. Perculit ificaufum crudeli zulnete Pluto,
ZaratinoCaftel lini, altre volte nominato, ncl- §h4itm Inno haud potuit fufìinuijfe dtu .
quale con fenfl miftici, rliEmpedocle, in for- In Uchrymm NeBis cecidtt moribunda propin-
ma di enigma efpone , come alla morte d'vii qui y .
menTc egli ftaua cantando in cima d'vn*allo- 'Extincl.im lento combuffit luppiter dfìu
ro,a pie del quale fcorreua vn riuo d'acqua_rf. la viuo tumulo fic tumulata, fuit
IONE
.
.^ì^
fitruravi faranno due rtradc, in vna a man de- li,&dubbiofe,per confeguire il fine che cihab
finì vi farà vn Arbore detto Elee, & nella fìni- biamo propofto. Si rapprefenta vecchia, & Ai
ftra vnbiuttilfimo ferpc . venerando afpetto iperciòche l'età matura, è
Terrà il braccio deftro alto moftrando col quella che per laperfettionedcl fapere,& per
dito indice il nominato Elee, &
con la finiftra l'efperientia delle cofe che ha vedute, S: prat^-
Tna cartella liuoltain bei giri , uclla quale vi cate,può fare la vera, & perfetta Elettione.^/
Si veflc
. ,
virtù & perciò di quella conuiene di farne E- diftìcultà mal volentieri vdite , Se poco intefc,
lettione, & in quella ftar fermo, &c coftante_> però adornandofi con parole, fi lafciano inten-
a fimilitudine.deU'Elce ilquale è albero in dere, &: partorifcono fpcfli; volte effetti di per-
guanto alia materia fodo, alla radice profon-' fuafioni, & &a
cosi fifouuiene alla capacità,
do,à rami,& alle foglie, ampio, & verdeggiai!
i gl'effetti dell'animo mal compollo, però fi ve-
te & quanto più vien recifb , più germoglia , de, che, ò per dichiarare le ragioni difficili , 8c
&. prende maggior forza, perciò fu. pofto d.i_^ dubbie, ò per fpionar l'animo al moto delle paf
gli Antichi per fimbolo della virtù>coinc quel fioni,ò per raffrenarlo, fono necefl'arij i vàrij,
la che è ferma, profonda, & verdeggiante , & &: artifitiofi giri di parole dell'oratore , fra i
di tal pianta in legno -della lor virtù ai valo- quali egli fappia celare il f'uo artifitio , & così
xafi Capitani di tal albero la corona, fi daua. potrà muoiicre,& incitare l'altierojouero fuc-
L'altra viadel ferpe,denotail vitio,il quale gliano ranimoaddormctato dell'huomo bal-
èfempre cótrario ad'ogn'honorata,& virtuofa fo,& pigro, con la verga della più baflà,&: com
imprefa. Il mollrare il duo indice della man mune maniera di parlare, ò con Jlafpada -della
delira il detto Elce,& con la finiftra la Cartel- mezzana & più capace d'ornamenti, ò final-
,
laouec (cntto virtutem eligo, perche altro no mente col folgore della fliblime, che ha forza
pare che moftri quefto nome Elettione fé non d'atterrire. Se di fpaucntare ciafcuno .
perche i Greci chiamauano l'Elettione 'arpoet- gl'animi humanijclfendo che,comc dice Plat.
f>i$}f,cìoè proercfisjche altro non fignificache in Poi. Oratoria dégni tas rum regia dignità te
Elcttione d'vna cofa innanzi all'altra, il chc-j coniunéìa e/l,dum quodiufìum eft,perfuadet,à'
non può farfi fé prima i'huomo non difcorre, cum illa Re^ublicas gubernat
& non fi configli feco ftelVo qual fia la miglio-
re, & qual nò . E L O QJ/ ENZA.
DOnnaveftitadi vari) colori, con ghirlan-
E L O Q_y ENZA. da in capo d'heiba chiamata Iride,nclla
GIOVANE behu, colpetto armato, & con mano delira tiene vn folgore, & nella finiftra
le braccia ignude,m capohauerà vn'EI- vn libro aperto- Il veftimento fopradettodimo
mo circondato di corona d'oro, al fianco ba- (Ira che fi come fono varij i colori , così l'O-
llerà io flocco, nella mano dcftra vna verga_^, rationedeue eflere veftita , & di più concetti
nella linilha vn fulmine, & farà veftita di por- ornata_f.
pora__9. La ghirlanda delia fopradetta herba fignifì-
Giouanc, bella, & armata fi dipinge,perciò- ca (come narra Pierio Valerianonel lib.éo.)
che l'Eloquenza non ha altro fine , ne altJo ellere fimbolo della Eloquenza, perciòche nar
intento,che perfuadere,& non potendo far ciò ra.Homero chegl'Oratori de Troiani, come
fenz'allettare,& «mouere,pcro fideerappre- quelli che erano cloqiicairuni,hauellero man-
N 4 giato
,
Per Io libro fi moftra che cofa fia Eloqucn- Quefta figuraconforme all'opinione Ai
è
&
vnhuomo facondo, fapientc, batte a terra_^ feruirà quanto fi è detto di fopra_^'.
pò foiomifurata l'oration.', da elfo riccuen- & za,come quella, che è figliuola d'Apollo, che
doi numeri, lo flile,la gratia, & parte dell'at- non è altro che la 5apienz^i_^.
titudine a perfuadcre—--. La Lira e l'arre del fauellare propriamente
Papagallo,c (imbolo deireloquente,pcr-
Il laquale lià fomiglianza della Lira, che va mo-
che rende marauigliolo con la lingua, & con
fi uendo gl'affetti col fuono hor acuto, hor gra-
le parole imitando l'huomo , nella cui lingua ue della Yoce,&: della pronunti.i—.-'.
folameiuc confiftcl'enercitio dell'Eloquéza . Le felue, & i monti, che fi muouono, altro
Et li dipinge il pnpagal'o fiiora della gabbia, non fono, che qucgl'huomini fiflì, &oftinati
perche l'Eloquenza non è riftretta a termine^ nelle loro opinioni, &" che con grandiffimadif
^
alcuncclfcndo l'ofntio Aio di faper dire proba ficulta fi lalciano vincere dalla fuauitàdeJle_*
bilnicnte di qual fi voglia materia propoftu^, vocijiSc dalla forza de! parlare, perche gl'albe-
come dice Cicerone nella Retcorica,e gl'altri, ri, che hanno le loro radici ferme, &: profonde
che hanno icritto prima, & dipoi. notano 2'''huomin),che fiflano nel centro dtl-
Il veftimer.to rollo dimoftra, che l'oratione l'oftiuatione le loro opimoni •
3 etto d'Horatio • gua, dalla loro infame vita, fcorrono fcnza ri-
Si vis me fiere, dolendftm e/i tegno alcuno fin'al mare,ch'è il pentimento ,
Frimttm tpfitiì?i' & l'amarezza. che Aiole venire fubito dietro a
Et quefta ailcrtionc coucitaw il dimoftra au- i piaceri carnali 1
Rende
. , . . . . . ,
fi,&: quefto dolore non nafce perche colui non E'I mendico al mendico muidiaportecj.
habbiaqucl bene, ma perche noi ancora vorref Onde n'è deriuato quel trito prouerbio.F;V«»
fimo hanerlo,& non l'habbiamo. Imfigulum odit Il vafaio odia il vafaio,quan-
•
Giouane fi dipinge, perciòche l'Emulatio- do fi fuol dire,chc vno artefice, ò virtucfo odia
nc regna in età giouenile,eflendo in quella l'- l'altro della medefima prcfe]Iione:però vedia
animo più ardito, e generofo. mo ogni giorno fìudiofi, che biafimano,& a.
I capelli biondi, & ricciuti, fono i penfieri uililcono le opere d'akii, perche odiano la_j
che incitano gl'emuli alla gloria—^. fama delli virtiiofi coetanei fiiox, non fenza_^
L'habito fuccinto, & di color verde, fignifi- fé bene fpeflo occori e che quello, che
inuidia,
ca la fpeianza di confeguire quello, che fi de inuidiamo viuojmorto poi lodiamo, come dif^
iìdera_j. fé Mimucimio
Le braccia, &, i piedi ignudi alati, e la dimo- Iffigr,! cutftatn xiroprer.i fumuscmr.es
ftratione del correre dinotano lapiontezzaj& hisndere vino mortuum auttm laudare^.
la velocità d'apparcggiare almeno, fé non tra- Mofl'o lo lUidiofo da vna certa ambitiofà__>
paflare le perfone,che fono adornate di virtuo inmdia d'hor.ore incitato dal [limolo della_j
lcj& lodtuoli condittioni gloriola fama, defiderofo d'cirereglifoio per
Gli fi dà lo iprone, come racconta il Caual- eccellenza nominato, e tenuto il primo, fa- &
cante nella fua Rettorica, nel libro 4. dicendo peiiore aglialtn,s'afFatfca,s'induflria,& s'in-
che l'Emulatione è vno fperonc,che foi temen gtgna di arriuare.anzi trapall'are i fegni della
te punge Se incita non già i maluaggi a defide pciftttionc„'.
lare, & operare contra il bene d'alnui comc_j Geroglifico della gloriofa fama n'è la tro-
jnuidiofi,mà i buoni, egenerofi a procacciare ba Sigriific<^ttubafamam,^celebritatem.Y)i-
.
no d'altra non fi deue intendere,perche nelle Certant in ter fé Galli Jìudio gloru. Dice il Te-
contcfedi Gioue Capitolino di quercia s'inco- ftore: Chrifippo con l'Emulationedei galli ci
ronauanoi vincitori aggiunge ftimolo alla fortezza Themiftoclc
.
EQVI-
.
guagliatore del giorno con la,'notte, & per fcre eguagliatore , che vuol dire eguale, cioè
quello, che ne moina ilSacrobofco nella Tua pari
sfera:equinottialc è vn circolo,che diuide la—rf Il color bianco fignifica il giorno , Se il ne-
sfera per mczo, cingendo il primo mobile,lo gro la notte, la metà per eguaglianza l'vn del-
diuide in due parti , & ilrailmeate i poli del l'altro il bianco dalla deftra , perche il giorno
mondo precede allanotte,per eflerpiu nobile .
Si dipinge giouane, perche venendo l'Equi La cintura di color celefte, nella quale fono
S6CCÌ9 nel principio delia Primauera^nel mefe alcune ftelle, ne rapprefentail circolo, che fa
detto
. .
all' Equicottio di
dimoftratione tiene con la finiltra mano il maz al li piedi l'ali, come diccmo
pie deliro, per la velocità del giorno, & il ne- duòquellcche figniiica l'elllredi cià virile,
perfct-
grò dalla liiulha perla iictte_'. dico dunqiie,che con ella fi dimoftrala
eflo molti
tionedi quello tempo,perciòchein
il mondo
EQVINOTTIO DELL'AVTVNNO. dicono, che il noftro Signore crcafle
di Settembre-»
HV O M O d'età virile veftito nella guifa
dell'altro, e cinto parimente dal cerchio
a noi bada fapere,che nel mefe
alli i3 fàrEquinottiOj&c
iieportarAutunno
R R O R E.
con ia
zoo Della nouifsima Iconologia
con la matuiità,e pcrfcttionc de i fruttij chc^ ftradaj& deuiare dalla linea come il non erra-
per talfignifìcato (i moflra,chc conia finiftra re è vn caminare per la via dritta fenza inciam
mano ne tciighi di più forte. pare dall'vna,ò dall'altra banda, tal che tutte
Lalibrn;ouero bilancia e vnode i dodici fe- l'opere, ò del corpo, ò dell'intelletto, noftro (l.
gnidel Zodiacojncl quale entra il Sole ilmefe potrà dire,che fiano ui viaggio,© pellegrinag
di Settembre & falli in qiieflo tempo l'Equi»
, giojdopò ilquale non ftorcendojfperiamo ar-
notno,cio<; s' vguaglia il giorno con la notte , riuare alla felicità.
dinioftrandofì con li due globi , metà bianchi Quefto moftrò Chrifto noftro Signorc_>>
ci
ti per ivgualità Meli' vlb del giorno con hi—s habito di pellegrino,& Iddio nel Lenitico co.
nott<i_j. mandando al popold'Ifrael, che nonvolefl"c_^,
caminando torcere da vna banda,ò dall'altra.
Perquefta cagione l'Errore fi douerà fare in
ERRORE. habito di pellegrino,ouero di viandante, non
HVOMO quafiin habito di viandante »
c'habbia bendato gl'occhi , & vada con
potendo elVere l'Errore fcnza il paflo delle no-
ftreattioni,òpenfieri,come fi è detto .
R I N A.
Uba.
. & . .
l'uù i'hiiomfi baffo ^al primo vero al\arft conduce nella via , & luogho di faluationc^.
QVO-
.
con termine, & non violent0,e|]c^doclieida_j latjoralé, & coltiijarc la terra, & le piants_j.
erto fé ne caiia vtilità j^randinìina,peiciòclie_j Onde mediante detto Eflcrcitio fi raccoglie_^
fi come che l'hiicmo (ia negligente ,
l'otio fa il genere humanojondcfopra ci»
viiiere perii
pigro, & che forze dell'animo iiifiemc con
le in Prouer. rz. '^i
operatur terrfim fuam,fnti»
il corpo venf^ono meno, così all'incontro l'Ef- b:turpanibu4 molto f\ potrebbe dire fopra di
;
fcrcitio moderato rende fortezza, &; fanità co- qnerto nobii (oggetto, cflendo che abbracci l^
me dice Arnaldo de Villa nona de regione fa- ma per non mettere confiifio-
infinite attioni,
nit.cap. 3 Exercitium temperatum Janitatem nein efrojlallcrcmo di dirne altro, parendoci
C(iMfat,&> cenferuat) calorenqj naturalet» con- d'hauer meflb tutte le cofe più principali.
piùimporu Ati^. ^ .lA^t.Z-
fortat Se quel che
HV O M O con la dcftra
in habito di Pellegrino, che_j
mano tiene \n bordone, &
to,
ò per
publico è quando l'huomo,ò per colpa ,
il
ET
;ì')b:J,
A ^I N GENERA LE;
lore delle fo"^lic quando hanno perduto il vi- L'Età fu da molti in varij modi diuifa,p4f-
gore, & che cadono in terra, Haurà ambe Ie_> che, altri differo che fono tre fole , altri qtra-
braccia alte con la deftra mano terrà vn Sole , trOjaltri cinque, altri fei, & altri fette ma fe_>
& con la fìniftra la Luna, auertendo, che il brac confideriamobenequefte cinque opinioni tro-
ciò deftro fia più alto del fìniftro, & per terra uarenjo che non difcordono altrimenti tra Jo-
da la parte dcftra vi (la vn bafalifco dritto, & ro,mà fono tutti di comun confenfo .
cleuatOjla figura del quale la mettiamo nel fi- Quelli che diflero che fono tre, fumo mol-
ne del noftr'o difcorfo, accio i! pittore poflli—;» ti Filofofi Antichi, quali cCiìderornoI'huomo
dipino^erlo nella guifa che lodefcriuono mol- come cofa naturale, la quale nel fuo motto ha
'
li auttori. .^ \
principio,mezzo,& fine, come dice Aiilì.i.de
L'Età fecondo, il'Conciliatore,diff.ié e vna coelet&'mundoiic peròpoferoper principiò T-
difpofitione del animale clic nafce dalla pro- adolefcentia,per mezzo lagioiicntù, &per fi-
pria compleflionc,attribuitaàlle cofc natura- ne la vecchiaia »
La
. , .
noftra figura , quale diftingué l'età k\ quatro Aquella età men defu fa giunge
parti, ciocadolefcentia, giouehtù, virilità, & Che fa l'huom piùprudente, e temperat» ,
eechiaia,Qnefte quatroetà così^fono definite A quella età che piti nell'huom t'aprez^a,
da Galeno nei Ubro delle deSnitioni medici- G^/efrà la gtouentute , e la vecchieic^a ,
nali.'
'
:. '
J n^ '....:.
^
.i . ì '
'
to è più di quelchcfi confuma , & per quefto Trahe con diffìcultà l'antico fianco
dice Ifidórolib.i.Ethilomogia,cheadolercen Al (in del corpo infermo, e de la mente
tia fi diccdal crefcdre, comeanica dal g^ne-: Cade. dd tutto, e muor: mane confortiti
rare_j.- '" '\- • Che'l nuouo tempo vn
'
quel chefi c'onfunia dal calore è vgualeaira- La terza opinione pone cinque Età, & oue-
iimento che lì piglia fta è di Fcrnelio lib.7.cap.lo.& iedirtingue_^
La vecchiaia' è quell'età nella quale l'huo- così, Adolefcentia, Giouentù, Virilità, Vec-
mo dimi!iuirce)& manca, perche mancano in chiaia, &: Decrepità, la quale opinione fé bène
cflb il <:aror,& U (angue, & crefce la frigidità', pare che ne crefca v,na, non apporta però altro
& ficcità,&. fi dice ili latino fenecfm afe'ifuum di nouo, ma lolameute dillinguel'vltima età
diminutione , Quefte quatroetà fono allomi- in vecchiaia, & decrepità, alla quale potremo
gliate fida Filofotòfi, come anco da Poeti alle rilpondcre,che Udecrepità, è Pvitima parte_>
quatto ila^ioni deiran.iio,rerchediceil fopra- della vecchiaia quale è più vicina ali a morte,
dctto Autore nel loco oxìto-.idolefcentes catti raà non per quello è vn'altra età di nouo.
dty^ humida temperatura f.int 'venfimtles qui Vi è ancora l'upinioiìe di Marco Terentio
flores itafis agunt ,c:i Itji'o if)^ ficco funt tempera- Yirvonclih.origine lingue litinAÀÌ quale dice
tnefitOy'junlis £Rs!S\M.et'uj frigidi, Ó'fic.ci qualis clic fono cinque , alia quale potiamo rifpon-
jÌHturnHns,/€H'es ffi(;ridi^^Ó*.hMmidtfi-!»tLeshii- dei-e come di .fopra dirtingueudp la prima età
mi Da
. Poeti poi, dice O uulro, nel lib. Quinto in più parti .
Ma come al Sole in Cancro apre le porte-} la vita dell'huomo diftinguerfi in fette età ,
E che' l giorno maggior da noi s'acquificL^ cioè Infantia, Pueritia, Adolefcentia, Giouen-
"Eperferbar le fpetie d'ot^ni forte tù, Virilità, Vecchiaia, &
Decrepità, di modo
Ogni htrbail feme giàforma,e l'arifi/t^\ che fi come fono fette li giorni ne quali d con-
Hanno vn giouane app.%r robulìo, e forre - -^
• ' ' tiene, & ferra tutto iltpmpo, così ancohabbi-
Al'^operattbne ,^a lavifie(_> OT» "ìI ,no da eflere fette l'Età,nelle'quali fi finifce tut
£7 culor naturai tanto l'^tnfiammrL^.' Af:ii'ì ta la vita nortra,feco«do anco che fono fette_>
Che tutto ne l'oprar e fuoco, tfiammsLÀf.':^ <jj .li Pianeti per il mezzo de quali fi fa la genera-
O i none j
. . , .
nadclmacftro, perche in quel tempo comin- La parte di color d'oro fignificà la perfcttio
cia a capite ogni virtù,efl'enclo come vna tauo- ne dell'età virile la quale è capace di cagione,
la rafa come elice il Filofofo 3. de anima 14. & & con efl'a opera in tuttelcattioniciuili,& me-
qiiefta età dura i4,anni canichc_^.
La terza Età,c dominata da Vcnerepianeta L'vltiraa parte del color delle foglie come
di diletti di quello mondo,di allegre22a,di go- habbiamo detto , diraollra che l'Età del vec-
la, & di lHflliria,però anco in quello modo pa- chio andando in declinacione fomiglia allc_;
re che l'huomolì difpongain quella Età, & il frondi delli alberi, le quali perdono la forza >
fuo dominio dura anni otto . & il vigore mediante il tempo dell'inuerno fo-
La quarta Età e regolata dal Sole per hauer migliante all'Età deivecchio,8c fopra quell»
lui il quarto loco nel mondo,& perche quello colore l' A riofto così dic(i_>
è Pianeta, più perfetto,& di maggior valore
il Era la fopra vefie del colorii
amatore dell'hone{là,6£ d'ogn'altra attion(i_> In che riman la foglia che s'imbianca
virtuora,& il fuo dominio dura 19. anni. militando dal ramo e tolta, che l'humortj ^
La quinta è dominata da Marte & quella ; Che facca vino l'arbore li maii e ^t^y
Etàjfi chiama Età di fuperbia,di magnanimi- Si dipinge con le braccia alte,& che con li_«
tà, & di rifle,& l'huomo in quella Età cerc:i_^ delira mano tenghi il Sole,& con la fini(lra_*
con ogni forya di acquiftare honore, & robba la Luna per più caule, &: prima perche volen-
in qual fi voglia modo ell'ercitando ogni opera do gli Egitti) (come narra Oro Apolliuc) fi-
ancor che difficile defiderofo di lafciar memo gnificare l'Età, dipingeuano il Sole, & la Liu
dadi lui, & dura in quella età anni 15. na eflendo detti Pianeti Elementi di effa,& per
La fella è dominata da Gioue,& in quel tc- che il Sole influifcc nel huomo il fenfo cht_* ,
po l'huomo è delìofodi pace, & di tranquili- fcnza quello no faria animale,& la Luna il ere
tà, pentendofìdelli errori c-omefll nelle prete- icere fenza del quale non H trouarebbe Ecàal-
rite Età, ricorrendo a Dio>& cercando ogni o- cunajin oltre perche il Sole, & la Luna reggo-
pera buona, &: dura anni li- no li tre membri principali, dalli quali proce-
Vltimamentc tòprauiene Saturno freddo,ac dono le tre virtù primejcioò animale, vitale»^,
fecco, Pianeta didQlore,dipenfiero,&di malin & naturale , edendo che il Sole regge il capo
conia, pieno di faticofa angullia, & difpone in douerifiede la virtù animale, & il core doue_j
tal maniera rhHomo,che li occorrono infirmi- rifiede la vitale, & la Luna poi regge lo ftoma
tà, &: altri incommodi, & dura lino alla mor- cho,& il fegato douerifiede la naturale, fenza
te, fl«<e efl vltimum terribtlium fecondo Arino- lequalirre virtù l'huomo non potrebbe viue-
tele, Quelle dunque fono tutte le opinioni cir- re,come narra Crinito lib. 11. cap.z.
ca le Età le quali ancor che llano di huomini Volendo poi figurare vn'Età permanente ,
celebri , & con gran fondamento, fi ponno be- & perfetta vi habbiamo pollo il bafalifco drit-
nifTìmo ridurre a quatro, come habbiamo det- to in piedi perche parimente gli Egitti) pone-
to di fopra e però è d'auertirc che l'Età non
,
uano per l'Età vn bafalifco & in detta lingua è
'fempie fi includono in numero certo di anni chiamato Vreon, che bafalifco nella noflia_j>
perche Atas non menfuratHr numero annorHm, rifuona il quale formato inoro poneuano in
,
fed temperamentOjCecondo Galeno Horaper capo alliDei , & per quellodicono dette genti
.
tornare all'efplicatione della nollra figuralo-, che tale animale dinota l'Età perciòche eflen-
diremo che làclamidetca di vari) colori, figni. do tre forti de ferpenti a tutti gli altri morir ,
fica l'Età delPadoIefcentia, denotando la volu gli conuiene reftandofene quello folo immor-
bilità,&: varietà di ella, come dice Pieno Va- tale, qual Iblamente col fiato ogn'altio anima-
leriano lib.40. de i fuoi Geroglifici le vccide, tal che parendo che.eflb habbiin fua
Il color cangiante ci rapprcfenta l'Età Gio facultà la vita,& la morte, lo poneuano in ca.
no ch'habbia vna macchia bianca nel capo, 8c lycHi ti grafo tcrrch liberamentCJ,
con vn certo fegnalato diadema d'onde egli ha E (ju/'le egli venia da Im produtto
nome reggio pctche l'altic foicidi feipi lo ri- Talfolgodea Infortunata gente.',
uerifcono,hài'ale,mà piccioIc,8(- muoiieil cor che fpreggiardo condir le lor viuandc_}
pò con alquante , n.à non molte pieghe , dal Mar.giauan corgne,e ttfre ,e fraghe ,e ghiande.
mezzo in ui camina dritto, & elcuato, ond^u Febo femprepiìtltctotl [no viaggio
jsjicandio di qucilò animale cosidic^;^. F.ìcea girando la fuprema fferix^ ,
e" Re de ili aninìAt , .hev*^ ferpcndo Econfeco'ìdo e temperato raggio
,
HalcMpo <igu\j:.i, e lut:go bea che dritto, N-'it'ia con aura tepida e hggier.t^
ETÀ' DELL'ARGENTO.
VN
ETÀ' D
A bella
E L O.
L'
giouanetta all'ombra d'vnfag
O R VN A gionane,mà non tanto
quella di fopra ftando apprefl'o d'viKi_9
bella, come
gio.ouer d'oli 110, in mezo del quale fi;i_^ capanna, farà veftita d'Argento, il quale vcfti-
vn fciamo d*api;c he habbiano fatto la fabrica, mento farà adorno con qualche bel ricamo, &
dalla quale fi veda ftillare copia di mele Ha . anco artificiofamentc acconcia Ja tefta con bel
uerà li capelli biondi com'oro,& fparfìgiii per li giri di perle; con ladeftra mano s'appogf'^ie
verità fu apertale manifeftaa tutti, & a quelto Poiché al più vecchio Dio, noiofo, e lento
propolìcoOuidionel libro prmio delle Meta- Dal fuo maggior figliuol fu tolto il Regno ,
morfofi tradotto dall' Anguillara così dice_>- Segui il fecondo fecol de l'arge'ito
Men buon del primo , e del terz,o piti deonfi
^l^elio vn fecola fu purgato enetto che fu quelviuer lieto in parte .ipento ,
D' ogii i maluaggio , e perfido peìifiero Che a l'huom conuenne vfar l'ariete l'ingegno,
Vn proceder le^l, libero, efchietto, Seruarìnodi,cofiu)7,i, e leggi nout^.
Scru.xndo agn'vn fé, dicendo il vere
la, Si come piacque alfuo Tiranno Gìoucj,
Non v'era ckìtemejfe ti fiero aspitto Egli quel dalie tempo, ch'era eterno
Del giudice implacabile, efeuero Fece parte dell'anno molto bnue^,
Ma giufit effendo all'horfempltci,e puri jiggtunge'/doui Efizte, Aatuniio,e VcrnOf
Viuean fenz.a altro giudici ftcuri . Fuoco emtìio, acuti morbi , e freddai neue .
Moiha lo ftar all'ombra del faggio , che in S'h bber gl'huom.'nt all' hor q'talche gouerno
quei tempi felici d'akrahabicationc non fi cu- Nel mangiar nei vefitr,hor graue,hor leue
,
rauano , ma Iblodi ftai fotco gl'arbori fi con- nodaron al vz^-iar del giorno
S' -'Cco
IlCornucopia pieno delle (òpradette cofe , L'aratro, le fpighe del grano, come anco la
& il fauo di mele, per dichiara- une d'elle co- capanna, moftrano la colauarione, che comin-
fe, ne (eiuiremodell'autoiità del nominatoaut cio nell'età dell'Argento, Scrhabititione, che
tote nel fopradetto libro che così dicc_v in quei tempi cominciornoa vfare , come ap.
Sen\^cJJer rutto , e lacerato tutto pare nella fopradetta auttorità nel libro pri>
Dal vomero,dal rafìro, e dal bidente^ ino, doiiedicc-J.
O } Già
, . .
Col crudo aratro, e poi ^J ^^irg ilfeme^. haiieià in capo vn'elmo con vna tcfta di lupo,
al coperto ogn'vn fi ferra
lucile grotte con la dcftra mano terrà vna fpada nuda in at-
Ouero arbori, e fra [che inteffe tnfitme_!, to di combattere, & conia finiftia vn feudo, in
"E quflOi eqtielfi fa capanna , o loggio-j mezo del quale vi fia dipinta la fraudc , cioè
Per fuggirfole, eri eue, eventi , e pioggia, con la faccia d'huomo giufto,& il refto del cor
podi fcrpentecon diuerfe macchie, & colori ,
ETÀ' DEL RAME. onero in luocodiqucfto moftro vi fi potrà di-
DONNA d'afpctto fiero, armata, e con la
\cfte fuccinta tutta ricamata in vari mo j
pingere vna -Sirena, & a canto della fopradctta
figiua VI faranno diuerfe armi,&:infegne,tam
di in capo porterà vn'elmo, che per cimiero vi buri,tiombe,&: .ìmili
fia vna tetta di Leone, &: in mano terrà vn'ha- 11 mofìio, &: la Sirena l'vno,e l'altro fon il
Ma fé ben v'era rifja, odio .erancore Darfi a' fttiti, alle forz,e,& agl'inganni,
Non v'era f.ilfità non v'era inganno
, > A^ gl'homtcìdij , ^a mill'atti indegni
Come fur nella quarta etàpitcdurrtm. Et a tante dell' huom rutrie , e danni ,
Che dal ferro pigliò nome, e natura-j. che per ofìare in parte a tar.ti mali
S'tntrodujfer le leggiy e i trtbunalt
VN A belli(Tìmagionanerta,veftità d'oro,
e con ftiualidelmcdefimo in vna mano
po , che per cimiero porta vna tefta di
Leone, la vefte è fuccinta, & fi l'armature, co-
porta vn fauodi mele , &: con l'altra vnramo me anco la vefte, fono del color del bronzo, in
-di quercia con ghiande^. vna mano tiene Tii'hafta , & ftà in atto fupcr-
bo,& altiero .
tc,come anco con gran vaghezza adorno il ca- deAra tiene vn'hafta con vna falce in cim.u.»
po,nelli piedi porta ftiualetti d'ArgcntOjC con d'ella , &; con l'altra vn raftcllo , ha i piedi &
Tpna delle mani vna c©ppia di pane.?, d'auokoio .
ETER-
. ò
Parte Prima.
ETERNI
Bcfcritta da Frane. Barberini Fiorentino nel fuo trattato d'A more
T A".
FRANCESCO Barberini Fiorentino nel flellato,ciafcuna delle quali cofe è molto a prò
fuo trattato, c'hà fatto di amore, quale fi pofito per denotare l'Eternità , poiché Ia_^
troua fcritto a penna in mano di Monfìgnor forma circolare non ha principio, ne fine .
Maffeo Barberini Cardinal diS.Chiera,& del L'oro è incorruttibile,e fra tutti li metalli il
l'iftefla famiglia , ha defcritto l'Eternità con pili perfetto, el'azurro ftellatoci rapprefcnta
inucntionc molto bella & hauendola io con
: il Ciclo,del quale ccfa non appare più lontana
fto alla finiftra parte, vanno circondando det- to, mutationc, e tempo fenza prima ò poi, fu,
ta donna fino ibpra alla tcfta,douefl vnifcono farà, fine, ò principio, però dille
il Petrarca_^
infìeme , ha due palle d'oro vna per mano al- defcriuendo le circoftanze dell'Eternità, nell'-
za te in su, & è vcftita tutto di azurro cclefte_> vltimo de' Trio:.iì •
O 4 Np»
. . ,
Il cìitoindicealzato è per fegno di {labil<_j dalla beneficenza del Prencipe, hanno contino
fermezza, che è iieirEreinirà.Iontanadaogni uamente l'animo volto a ricompenfar l'obligo
forte di rnutatione, cifendo limile atto folito a con la concordia, &c con la fedeltà , e però gli
farfi da coloro, che vogliono dar fegno d'ani- Annchidipinferoquefta duratione, e perpetui-
rao coftante,e dal già fatto proponimento non tà col Cornucopia pieno di frutti , nafce pari-
li mutano mente la lunga duratione de gli flati, dal man
Il cerchio è fimbolo dell'Eternità , per non tenere la^gaerra in piedi contro le nationi bar
haiiere principio, ne fine,uc per elVere pcrfetùf bare e ncmiche,&: per due cagioni, l'vna è che
lima fra tutte l'altre^. fi mantengono i popoli bellicoil & efperri,per
in capo vn velo chelecuopra le fpalle_j. dal fuo contrario, S; quello {\ è veduto,&; vede
Lo ftarin piedi fenza alcuna dimoftratione tuttauiain molte Città, & Regni, che fra loro
di mouimento,ci fa comprendere, che nell'E- tanto più fono diAinitii Cittadini, quanto me-
ternità non VI e moto, ne mutatione nel tem- .
no fono da gl'inimici crauagJiati , & fi molti-
po.ò delle cof: naturali, ò dell'intelligibili plicano le dilVentioni ci uili, con quiete. Se nCo''
Però ben difl'e il Petrarca del tempo dell'Eter- dell'inimico, però fi dipinge l'Eternità con i'-
nità . haftaj&: couTarmatur.'.^.
(J^.%1 merauiglia hehb'io, quando re/lare
Vidi in vn pie colui che mnit^on flette
, ,
ETERNITÀ'.
Ma difcorrcndo fuol
La ragione.pcrche quefla figura non
tutto cangiare^:
li fac-
DONNA
mano hauerà
delira
in habito diaTiationa,che nella
vnferpe in giro, che
cia a federe , tllendo il federe mditiodi mag- fi tenga la coda in bocca, e terrà detta imagi-
gior labilità, e che il federe fi fuol notare qua ne vn velo in tefta > che le ricuopra ambedue
li kmpre nella quietc,che è conelatiuadel mo le fpalle
ro,& lenza ilquale non fi può edb intenders_', Si cuopre perche il tempo paflato
le fpalle,
& non eflendo comprefa lotto quefto gencre_> nell'Eternità nonvedefi .
Tiene il mondo lu mano , perche il mondo però le n'è rinouata pochi aniM fono la memo-
produce il tcmpo,con lafiia mobilitàj& figni- ria,& l'occafione dell'infegna di Papa Grego
fìca,che l'Eternità è fiiora del mondo. rio XIII. & dell'Anno ritornato al fuo fefto
Il vclo,che ambidue gl'homeri le cuopre_>, per opera di lui , & ciò farà tellimonio degna
molila che quel tempo , che non è prefentt_> dell'Eternità del la fama di fi gran Prencipe_j:
ncll'Eteniicà , s'occulta , cifendouieminente- il'tutto fecondo l'intentione de Pitagorici,! qua
nicnce^. li diflero l'immagine dell'Eternità edere il té-
DONNA armata^ che nella delira mano fecondo Panegirico in laude di Stilicone.-<4w«a
tiene vn'hafta, & nella finiftravn Ccr. rumjcjualida water, immenfi IpelHHca dui,qH*
niicopiajc forco a i picài vn globo Per 1a detta tempora v^-Jìo . .
Supie-
I
.
DONNA giouane,veftitadi
moftrarc, nonch'ella
vercle,per di-
e fottopofta al ceni
vnamano con quefte lettere j€TER
ptfr
I A.
w
durare
,
, . . , ,
ra,che fia durabile, & perpetua ; nelle Meda- FALSITÀ' D' AMORE,
glie di Domitiano , èc di Traiano fi vede l'E- Onero inganno
tcuiicàj che con la deftra mano tiene Tn Scic ,
& con la lìniftra vna Luna,col Ycftimento cin-
DONmani
NA
le
fuperbamcnte veftita,tcrrà eoa
vna fc rena, eh e guardi in vn fpce
to, e largo. chic
Il falfo amante fotto la delicatura d'vna_»
leggiadra apparenza,& fotto la dolcezza delle
ETICA. finte parole, tiene per ingannare afcofe le parti
DONNAmanoriftromento
grane, di afjMTtto terrà con la fi- più deformi de fuoi penlìerimaluaggi , chc_>
per i piedi, & per l'eftremità, come habbiamo
niltra detto archipen
dolo, & dal lato deftrohauerà vn Leone im- detto altre volte,fi prendono. Se però gli Anti-
brigliato .
chi dipingeiiano la ferenain queftopropofito.
L'Etica fignifica dottrina di coftumi, con- Lo fpecchio è vero fimbolo di Falfità , per-
tenendoli con efla ilconcupifceuole, irafce- & che fé bene pare; che in elio fpecchio fiano tut-
uole appetito nella mediocrità , eftatodime- te quelle cofe, che li fono polle innanzi, e pe-
zojoue confifte la virtù, per confiftere negl'e- rò vna fola fimilitudine, che non ha realità-,&
iìremi il vitio , al quale detto appetito s'acco- quellojche gli fi apprcfenta alla finiftra viene-
fta,rutt4 wlta, che dall'vna, ò dall'altra parte alla deftra mano , & medefimamente quello
declina-^. che è dalla deftra viene alla finiftra ilche è tut-
Tiene apprefTo di fé il Leone,nobile,& fero to quello,che importa quefto nome di Falfità,
ce animale, imbrigliato, per lignificare, ch'ella come beni/fimo racconta il Pierio nel lib. j r.
raffrena cjuefta parte animale dell'huomo già
dctta_^. PAM 'a.
L'Archipendolo ne da per fimilitudine ad
intendere, che fi come all'hora vna cofa ellere
DONNA veftita
mezagamb:i_^,
d'vn velo
to a trauerfo, raccolto a
fottile fuccin
bene in piano fidi moftra , quando il filo pen- che moftri correre leggiermente, hautrà due
dente tra le due gami- e di detto ilhomcnto no grand'ali,farà tutta pennata,&: per tutto vi fa-
tranfgredirct verfo veruno de gl'eftremi , ma ranno tant'occhi , quante penne, tra quefti &
sagginila con la linea legnata nella parte Cu- vi faranno molte bocche & orecchie, nella de-
periore, ond'egli defcende; così quella dottri- lira mano terrà vna tromba, cosi la defcriue_*
na dell'Etica infegna rhuomo,che alla rettiti! Virgilio , & per più chiarezza fcriucremo le_*
dine, & vgiiaglianza della ragione ilfenfiiale fue parole medcfìme, tradotte in lingua noflra
appetito fi coni'orma,quando non pende a gl'- così .
cllremi,mà nel mezo il ritiene»^. La. Fama e vn mal, di cui non più veloccj
£" hfjjun altro, e dt volubtlt\i.a
EVENTO BVONO. Sol vme, ^
caminando acquifìa forze ,
GIOVANE lieto, & veftitoriccamente_j, Piccola ni timor primo, O'fois'tnal3ut
mano deftra haucrà vna tazza, nel
nella Tino alle fi elle , ^entranella terrai,
la lìniftra vn papauero, & vna fpicadi grano , É" tra i nuuoli ancora eflende ti capo
qutfto Buono Euento tencuano così fcolpito Et poco poi foggiunge .
bianco,notano la candidezza,
Oliua,haucrà al collo vna collana d'oro, alla- & la velocità della fama Buona.
qualc lia per pendente vn cuorc,&: haueià l'a-
li bianche a gi'homeri Fama eattiua di Claudiana .
Scrittura fi dice dell'olio, parlandoli di Chri- Sono l'imaginette notate per quei timori,
fto N. Signore in figura, O/^k»» ejfHfum nomen che fi accrcfcono nel creicerc la cartina fama.
/««OT.EtdeirOliua dice il Szìmo^OltHn fruBi L'ali nere moftrano l'ofcuntà dell'attieni •
fera tu domo Domini Et per quefta cagione.,»
. & la f"ordidczzti_5.
ibkuanogli Antichi coronar Gioue d'Óliua ,
so:
^
'1D.
YNA
. . .
Et il popolo Romano per honorare Dcmi- l'acconciatura delli capelli,eiTcndo queft 'ani-
tiano fece battere in \na Medaglia il Caualio male nato alla fatica, Se a portare pefirs'aggiun
Pegafeo fignificantc la Fama.cheptr il mondo geranno ancora alla detta acconciatura cluc_j
di lui s'era Iparfaj vedi Sebaftiano Erizzo. alidi Grue, &
in mano terrà i piedi del mede-
fimo vccello,ilquale lerueper memoria della
F A E. M fatica, perche è antica opinione, che i nerui del
& de
IA >/
Famcvien dcfcruta da Ouidio ncUi_j
Metan.oifcfi al lib-S.chein noftra lingua
l'ali,
no fopportarc rgni
i piedi di Grue portati adoflo, facci-
fatica agcuoI]rente,&. fcn
cosi dice. za alcun difpiacerejcomeaucrtifce Pierio Va-
Ogn' occhio infermo fuo fi fìà ftpoltOj leriano ai libro 17.
In vn'occulta &
cauernofafcjfa
, • Fatica LÌììua .
ifet le fecche cojcie par^onfiato . quefta età le forze del corpo più che in altra
la pcppa che a la co/ta appe/a pende vigorofe,&: anco più atte alle fatiche, come_>
Sen.iravnapalla a vento Jenya fiato . bene lo dimoftra Ouidio lib. 1 5. Metamorfofi
Veritrenel ventre fuo non fi compì ende titque valens iituenis , ncque enim robuflior
ì>là ti loco par che fia già ventre fiato *.tas
vn
dc,in terrà libro aperto, fcando ui a quelii che in tempo di gran caldo deuono
ilatto di koger]o,& a canto VI farà vn vitello, clllicitarfi alla fatica-^.
òoioutnco. La falce;& il fcorreggiato fono inftromen-
ti di
. .
•i:
'^ofr^r rParte Frima-^ 21 r
ti dìopere Ji molta fatica maflunc che fi fan- tanti ncgotij trapaflino, fecondando il motto
no nella ftagione ardenti filma dell'Eftate, nel- d'eflb,pcrò Ibpra il capo, come dominatuce_^
la quale ogni minima fatica e ^lauilTìma , & fi dipinge la ftclladettiu^'.
fopra-di CIÒ nefcruiremo del eletto di Virgi- Il Caduceo denota la poteftà del Fato.ouc-
lio nel 4 della Gcorgica,oiiedict_5« ro vn certo diuino fpirito, ò moto per lo quaJc
JEfiate laòorem experiuntur • non fòlamente lamente noftra, ma tutte le co-
. 11 bue , efìcndo pofto da molti per fimbolo fe create ancora diceuauo efiermoiic,& goucr
4.ella fati:Ca,farà maggiormente nota la noftra nate &
credeuano di più i gentili, che fufie vn
.figurA_j. certo vincoio,co'l quale noi venillimoobliga-
FATO. ti, e riilretti
neceflltàdi
con l'ifteflb Dio,
queftomcdefimo adunafle
& che con noi la
tuttc_j
.
,'^'
FATO. fignincare tre effetti d'elfo, cioè l'ali l'ardire ,
che fi ha dal Fauore per impiegarfi a grand-
HVomo veftito di panno di lino, per la ra- iniprcfe,Ia fiipcrbia,che toglie la virtùj& l.i_*'
conoicenza citile perfone men grandi, il che_>
gione fopra -letta, hauerà in capo Tn:L_j
fìella, nella mandeftrail Caduceo di Mercu- fi nota nella cecità, & il dominio della fortu-
rio, nella lìniftra vna Conocchia col fufo, ma na, che per lo più fi confeguifceper mezo de^»
che il filo lia tronco nel mezo fauori , & ciò per la ruota (\ manifella Però .
Le ragioni, che (\ afllguano alle dette cofe, quefto lì dice fecondo il volgo , non douendo
fonoquefte ptimierameare,perche il Fato fi tic noi attribuire dominio alcuno allafortun;t_5,
6e per diuolgata opinione de fauij della gen- dipendendo tutto dalla diuina prouidenza.Ec
tilità, checonfifte nella difpofitione delle ftel- in quefto s'hà dafeguitare la verità, infegna~
]c,& che tutti li noftri hiimani afFari,& impor taci da S. Tomaiì>c#»/r/»2^»;//fi.3.c.9i.
JAYORE
Z22 Della nouifsima Iconologia
FAVORE. dcuc efler fenza obligo , & fenxa danno di chi
D'Apcllc fecondo il GiraWi nel primo lo fa, ma con vtile, & honoredi chi loriceue,
fyntagma_^. lequali qualit.\ fi vedono efprefle nell'attioni
del Delfino , che fenza fuo fcomodo porta il
VN Giouanearmato,convnorcudo gran-
de poùto in terra , oue farà dipinto il
fonatore per l'acque, Se gli faina la vita .
Si dice ancora eller portato vno che è lolle-
mare con vn Delfino che porti fopra ildorfo
, &
uato da fauore, per mezo d'elfi facilmente^»
viigiouine , che foni la Lira , & con la mano viene a termine de fuoidefiderij . In cambio
dritta terrà vno fcetro abballato vcrfo la terra. del Delfino fi potrebbe ancora fare\na Nauc_»
... dipinge il Fauore armato per l'audacia di
Si in alto mare, con vn vento, clfe le fpiri in pop.
fcoprirfi vigorofo nelle imprefe di molta dif- pa,perdimoftrare, che il Fauore è l'aiuto che
fìcultà, alle quali fpeflbs'arrifchia,& n€cfci_j s'haperlo compimento, de defiderij .
facilmente Gónhonore_,'. ;• i
Lofcettio piegato verfo la terra è il fegno
Lo feudo è fegno, che i fauori fono difefà che dauaHoi Re di Perfia pdr fauorire i Vaffàl
della fama,&<lella robba,cot-ne ciVo è fatto per li, toccandogli la teftajperciò fi legge nell'Hi-
difcfa della vicacoipotalc_j. ftorie Saere,cheAlUiero,Arraferfe<lettodagli
Delfino nel mododetto,accenna la fauo-
Il fcrittori profani j per fauorire Efter fua rtio-
la d'Anone nobile
fonatore, ilquale perinui- glie, le toccò con lo fcettrola tefta_j.
dia d'alcuni tnarinari jClfendo gettato dall.t_^ Gli Antichi ancora, -dipingeuano il Fauor-c
iarca nell'acque fu da quefto pefce amoreuol col dito più grofio della mano piegato, di che
mente portato alla riua , liquaroffitio fi può fi può vedere la ragione apprelfo il Pieno, &
prendere in quefto propofito, perche il Fauore altri Scrittori .
' ^ •
F E B R E.
^
DONNA
&
. .
faràveftita di quatio colori, cioè dall'attacca- tener la bocca aperta fignifica la nccc/ììtà
Il
turadel collo fino alla cintura di color citrino, della refpiratione per euentameiuo,&: rifrefca
ò giallo dalla cintura fino all'ombelico farà mento del rinchiufo calore ; il fumo fpiricuo-
fo che da quella efce oltre che ci dimoftra la
bianco, tutto il rimanente .dalla verte farà
rof-,
fo. Se il lembo farà di negro, harà fopra il ca- Febre cphimcra , che come habbiamo detto e
po vna; Luna tonda, a piedi vi farà vn Lione a fondata fopra gli fpiriti , quali altro non fono
melaMcoiJÌco,& afflitto, terrà vna ma-
jriaccre
che la più pura,& fottile parte del fanguc,chc
no appoggiata al petto dalla banda del core , ordinariamente Ci rinchiude dentro le ventj
& con l'altra vna catena da fchraui, con il pulfatili, quali chiamiamo arterie; ci dimoftra
motto .
anco l'euacuatione delle fuligini putredinofc ,
MEMBRA CVNCTA FATISCVNT. che fempre Ci generano dalli putridi hiimori
Sarà cinta di fiamme di fuoco per dimoftra
La Febrcda Greci fu chiamata ,7ri/p cioè
Latini han prefo la fiiaethimologia_j. re la propria eflentia della Febre , che a guifa
fuoco, i
dell'Afor.nel 16. é"'» l.introduSlionis fine me- Li quatto colori della vcfte denotano la Fc
diciyàictfehris effmutatiù innati calorisin
i- bre putrida, caufata dalli quatto humorijperò
^neam naturam. cioè in vn eccelTo di calidita, il giallo fignifica l'humor colerico, quale cau-
ficcità,& qucfto occorre per cinque caufe.^ fa la Febre terzana , perche fé detto humore Ci
&
beni ffimo apportate da eflo nel primo Ub.^o putrefa nelle vene grandi, & vicino al core fi
diferentijs feérium cap. 5- la prima è il
moto fa la Febre terzana continua, fc nelle vene pic-
ò violente, la feconda è la putredine ciole.& lontani;fifàIlaintermittente,& peref-
fiipcrfluo,
terza è la vicinanza d'altro fere il detto humore il più leggiero & fottile_>
delli hiimori , la
calore, la quarta è il trattenimento dell'eucn- di tutti; fi è fatto la verte nelle parti di fopra_j
ib afferma Hippocrate ncIl'Aforifmo zo. del capo, dinota che il moto febrilc tutto dipende
3.1ibro,& Ferneliolib. 4-cap.i. la faccia maci- dalla Luna, perche fi comela Lunafimuoue_>
Ientc,& eftenuata, cidimoftra la Febre etica , in fette a fette giorni del nouilunio al prima
quale prima coiifuma la propria humiditàdel quauo i circi Greci chiamano aiyi tovsit. Se.
da elio
.
dice chiaramente, che la ragione de i giorni calore, che da Medici è chiamata fìftole, & Ai-
critici non depende altramente del numero de aflolc.qualc net tcmjo della Febre fi fàpiùfrc
giorni ma dalla Luna mentre dice. Ne^«^e«;m quente, eflcndo maggiore la neccffità di detta
Jeptimi vel quartinumertu crifis author efl;/ed eucntatione, & con quelì:o moto che ha origi-
quod Luna innoMante,^ terrena immutate itno- ne nel core, & fi confronta a vn'ifleflb tempo
tHum quc^ circuitui ad hos Principes numeros per tutte le arterie fi fa il poJfo,quale per eilere
venire contingat, merito in ipfts tancjuam Rata più euidente nella mano ordinariaméte e chia
Mlterationum tempora inueniuKt Inoltre non
: mato polfo l'arteria del braccio vicino alla ma
Colo il procede per il numero fettenario
critico no,& però l'habbiamo fatta fopra il core_>.
«omefì e detto, ma il quaternione ancora che Tiene la Catena con il detto motto, perche^
auanti il fettimo viene ad cflere il quarto,& a- veiamente la Febre liga , & affligge tutte le_>
uanti il 1 4. viene ad cflere l'vndecimo ci dimo parte del corpo per mezzo delle arterie che_>
ftra ancora quello che deue accadere in detti fìdiftoiidonoper tutte le membra, come bcnif-
giorni, come dice Hippocratenelli Aforifmi &c fimo efplica Àuicenna lib.3./e«. i.iraii.i, ci.
Ca.\.\.de die decre-torijs cap.^. Septenorus quar-
ttis efì index;&c di più Cum entm accurate acu-
^luartaiicjufiollii medios dum Cinthia vultus uà , dall'altro canto vna lepre con i fuoi parti
Diirahunt coelo mandati fuora di frcfco.La Fecondità è la mag
Si dipinge la Luna tonda perche nel pleniJu gior felicità , che polla hauere yna donna ma^
«io aucngono femprc mutationipiù che nelli ritata:roiche per ir.ezodi quella prodiìcei frut
altri tempi ti , da lei nel Matrimonio con defìdcrio afpcr-
Il Lione coleo, & malinconico ci fi dipinge tati:attcfochc per antico inflinto di.naturii_j
perche Picrio Valeriano nel 1. lib. dice che il cnccedària agli hucmini laprocreacione dc^
Lione continuamente habbi la febre 8c a lui i figliuoli ilche anco è coiamanifeAa nelli brìi
,
acconfcntifcono molti altri fcrittori, fé bene_> ti . Tutti gli animali naturalmente cerconodi
e da credere che l'habbia di quando in quando acquiftarii prole, & fiiccellìone, ancorché non
per la fua gran calidjtà, perche fé di continuo ne fperino vtilità alcuna ma che maggiorc_>
:
haueflc quel dilkmpcramento, non (1 potrebbe vtilità,che miglior ricchezza che li figliuoli.
chiamar Febre , ma farebbe la propria natura Hic e/l e Mater prjjcjfto pulcherrima ,
deJ Lioncjdi più tra i dodici fegni del Zodiaco Et potior ditùtij $ Jt cut ftnt liberi Ioni .
il fcgno del Lione di Ariete e fagittario fono da Dille Euripide in Mcleagro, felici fono ri-
tutti gli Aftroiogi nominati Orientali, Mafcu- putati quelli padri, <k quelle madri, che hanno
Ìini,& ignei cioè caldi,& fecchi,la quale cali- copia di molti buoni hgliuoli, òmafchi, òfc-
dita. Se liceità coftituifcel'eflenza della Febre mine,che fieno, come mantiene Ariflotele nel
come habbiamo detto di fopra,& p clfcr il Leo primo della Rettorica.Si come vn'huomo che
ne nel mezzo di quefti con ragione fi può giu- polficde moltitudine di amici , ha più poceflà
dicare il più efficace nelle dette qualicàjafter- di quello, che non ha niuno amico, così molto
mano di più tutti li afliologi che il Lione_j più può vn Cittadino, che habbia numercf.i_j>
babbi dGminio7&:afpettofoprail corc,quale_j prole, che quello, che non ha ninna oucro po-
e principale fede della Fcbrej& per quelì;o dif- ca Tra li rari ellèmpi di felicità humana_>»,
; j
fe Auicenna Fci>iis eji calor extraneus accenfuf racconta Plinio lib. T.cap. 44. di Cecilio Metel-
in cardia. lo Macedonico,chc hebbequatro figliuoli, v-
110
. .
.-^
Zlf
N D IT A
ti, & che tra Generi, e Nuore, tutti quelli chc_j Valerio Mafllmo nel lib.4.cap.4. fententio-
lo fakuauano in nome di padre arriuaronoa famcrstedice, chegrandiflimoornamenrofo--
17. Mette anco d'haucr trouatonegliatti de' noallc Matrone i figliuoli;& narra di Cornea
tempi d'Augii fto nel Tuo duodecimo confola- lia Madre de Gracchi, che 1 1 figlinoli fece fe-
cò,che Caio Crifpino Hiiarc da Ficfole,con Cet condó'Plinio , appreflb la quale eflendo alloo--
te figlinoli rnafchi, e due fcmrne, con 27. Ni- giata vna Matrona di Campagna , che le fece
poti mafchijnoue fcmine,& i^.ProncpotijCon pompofa moflrade' fuoil-elliUimi ornarncnri/
ordinata pompa iacrificòin Campidoglio Per che portaua , ella in ra'gionando la trarrene_>
vltirna felicita , &
maggior gloria vicn chia- tanto che toinafieroda Ichuolai figliuòli, qua'
mata Anicia Madre di ConfoUinquc
Falconia, \ì veduti di(Ve,6cquefti fono li miei ornamenti;
fta infcrittione ftampata malamente dallo ^me Feconda fi può dire anco quell'altra Cornelia
tio,con duedvfrichidipiù , li quali fono fopra della gente de Scipioni,chedi ("^i.anni partorì
n'altra infcrittione pur di Anicia FaItoni:i_3 Volnfìo iaturnino,chefù Confulccòn Domi-,
Proba,che'fi Tède' nel Palazzo del Cardinale-* tiano Imperadore dcH'Ottant'otto, &: del no^'
Cefis .
^ uantatre Quella felicità non è tanto priua*
.
AuicÌ£,Valtol2ÌA\ProhA , Amnios FineioSy Ani- ra quanto publica , elfendo felicità d'vna Pa*-
,
' ciosq^àtcorUnti tria abbondare di molte buone, Virtuofc,& va-
Ctnfulìfvxori, Confulisfiliéi, Conpilum Matti, lorcfcprolii però fecefì vn decreto in quc{la__^
ÀnictHi Ftobinus Città di Romaiche a quello fufledatoil primo-
P luogo
, .
ne tale, & di tanta grandezza, che è atta a forte rifentendofi forte quella poueretta, pregò Id-
nere gli augelli, che vi fi polano (opra. Della dio.cheper manifelUre la fuapudicitia, per-
fecondità ^ell'Acante ne ragiona Plinio libro mettelìeche la ContelTa già grauida,partorir,
lo.cap.éj.oue dice,cheogni animale, quanto fé tanti figliuoli, quantigiorni ha l'anno. Mar-
più è grande di corpo,tanto meno è fecondo, tino Cromerò vendico auttore nellafua Cro-
vn figlio alla volta partorifcono gli Elefanti nica fcriucj come l'anno iié^-vn'altra Mar-
li caffimelli , & le Cauallé , 1* Acante minimo gherita /moglie del Conte Virboslao partorì
Angelettone partorifce dodici- La gallina po- } 6. figliuoli in Cracouia.Della lepre fi
legge ì
ftaalli piedi da vn canto con l'vuoua , che na- che è tanto feconda, che mentre dà il latte par
fcono due pulcini per vuouo,dimoftra la fecon torifce , & pone fra l'vno è l'altro parto po-
dita diquefto domeftico vccelIo.Tali raccon- chiflìmointeruallo, & racconta Val. Mallìrao
ta il Pierio hauernc veduti in Padoua,& fi leg d'vn'Ifola , doue furono forzati a partirfi gl'-
gè negli fcritti d'Albcrto.chein vn certo luo- habitatori,pcr la gran copia,chc vi era molti-
go della Macedonia cenando vna gallina ii. plicata di quclH animali. Però non fono man-
vuoua nel nafcere fumo ritrouati 44. pulcini . cati alcuni, chehannodettOjche i mafchi con-
Adopcfauano ancora gli Antichi in quefto prò cepifcono, partorifcono, & nodrifcono i parti
pofito la pecora con due agnelli infiemc lega. propri j, come fanno le feminc fteffcj.
ti, perche le antiche Matrone, quando haue«
«ano partorito due figliuoli ad vn parto fole, F E C O N D I T A\
«ano facrificare vna pecora con due agnelli a Nella Medaglia di Mamea .
Giunone prefidente deiropulen2aj& de regni, DONNA, che con la finiftra tenga vn
Cornucopiaj& con la deflra meni per ma
& aiutatrice delle donne ne' parti, lequali non
folo due alla volta fpeflb partorifcono in più no vn fanciullo .
cro , nel quale fu fcnttoil parto di detta don- DIPINGEVANO gli Antichi Chriftiani
na Giulio Capitolino anco riferifce,che nel-
. la Fede Chriftiana Cattolica , vna Gio-
rimperio d'Antonino Pio , cinque putti in vn uane di volto ofcuro,& quafi coperto d'vn ve-
parto nacquero,& fc bene Ariftotclc tiene che lo intorno al petto, & le fpallc nude,con yna_^
<juefto numero fia fine della moltitudine in vn corona in tefì:adialloro,dipiù faceuano ch€_»
parto, & che non fi truonicirerfencinfiemc par hauefTe in mano vno fcettro, & fotto alli piedi
loriti piùjnoudimeno habbiamo nelle rclatio- due volpette , e che moftrafle ncll'attione &
ni del Boterò, che la ContcfTa Marghanta l'- nelgefto vna gran coftanza,& generofità. V-
Anno 1276- partorì 364. creature , che fumo interpretatione di quefta figura è data da vn
àaccezzace cucce focco 1 nomi di Giouanni>& di cerco Dottore Parifieiife chiamato per nomo
Holcoe
. . ,
Le volpette che tiene fotto i piedi fono gli fìino fopra S Matteoal cap.ii.Non enim/atts
Heretici, quali ella conuince, e prende, ma fé eli credere tied videndumefi, vt credatur.
vogliono reltare nella loro perfidia, calpefta, e Et perche due principali.capi d'efl'a Fed^_j,
deprime. Sono chiamate volpette, per la loro cotne dice San Paolo .fono credere in Chrifto
mahtia,perche cercano fempre con inganni,& Crocififlb,& nel Sacramento dell' Altare:però
aftutic di pigliare l'anime de fedeli, e ic ne van fi dipinge con la Croce, & col Calice..».
no fempre piouifti d'argomenti lottili, fofifti- Tede Chriftiana
ci,& fallaci. Onde molto a propofito San Ber-
nardo nel fermone 64.foprala Cantica efpone
VN A vergine con habito bianchiftìm.o
fopra vna pietra quadrata, con la deftra
quelle parole del cap. i.della Cantica. Capitcj terrà eleuata vna Croce, &
con efla vn libro a-
paruulus,qtid demoliuntur vineas,
rtobts vtilpes perto, guardandolo fiflamente,& col duo indi-
dice Capite , perche gl'Heretici non Ci deuono ce della finiftia, additerà toccando quafi l'orec
così fubito ammazzare, ma conuincerli con chio fuo;lafciando da parte l'efplicatione del-
gl'argomenti, & con la verità, & far chiari, & l'altre cofe già dette di fopra.
palefi al mondo loro inganni, come dice San
i Si rapprelenta col diro all'orccchio,& col li
k» Paolo nella prima de Corinti al cap. \ Bebent . bro aperto , perciòche due fono i mezi per ap"
fimprthcndi in afinti*/»* Laonde quefta.^ picndcrcla Fede Santa, vno è l'vdito,&quefto-
.
.
Pi èìl
. & &
TE DE CATTOLf C Ar IO
DONNA
capo,
veftita di
nella .mano
bianco ,
delira terrà
cQnl'cImo in,
vna caii-
Gregorio nell'Homilia lé-chc: Fides non
het mer'tttim , vbihumiinara.tio prAbet experi-^
h».
uoladelU legge vecchia infieme con vn libro Il libro con le tauole di Moife,fono il tefta-
aperto mento nuouo,S: vecchio indeme, come prin-
La Fcdc'come vna delle virtù Teologiche cipal fommadi ciò, che fi deue credere chs_j. ,
tiene in capo l'Elmo per dimoftrare , che per fono li commandamenti di Chrifto S .N.infie-
haucrelavera Fede (ì dcue mantenere l'inge- rae con quelli della vecchia legge, per confor-
gno ficuro da* colpi dell'armi nimiche, che fo- mità del detto fao,chedice:Non fono venuto a
no le ragioni naturali de' Filofofi, & le folifti- dilh'uggere la legge, ma adempirla.^.
chc ragioni de gl'Hcretici,&: mali Chriftiani, Il cuore in mano con la candela accefa mo,-
tenendo ferma la mente alla dottrina Euajige ftra riliuminacione deliamente nata per la_-d
lica, §; a_; fJiuitii commandamenci, dicendo S. Fedcjche difcagcia U tenebre dell'infedeltà,
dell'
. . . .
; min atto fid.es , Però per.auj:ica,ccieiaionia ucl ^^i in vno dejinq»it faci»s efi emnium reus
i
facrificio della Meda, & in alni atei Ecclefia- La mano, che tiene fiipra il perto ,moftr.i_^
'
ftici, fi vedel'vTode" lumij& dc:le toicicacce- che dentro nel cuore lì ripofa la vera , & viua
fejjdclchc diffalameiue ciacca icefano Duran- Fedc,&: di quella faremo premiati, della quale
tz,de rr'ff^.Zff /.lib. i.cap. io. dice San Giouani.i r.ell'Apocalillì al cap. i.E-
fio fidelis zftj-, ad moitenì,^' da ho tibi^dicit D»
DONNA mano
la delha
vcftita di bianco, che fi tenga
fopra il petto, &: con la_^
de' corpi
Nell'altra mano tiene il calicc,fimbolo del-
finiftra terrà va calice , & actcntamente lo laFedcjdoue fi fijftentano tutte le noftre fperan
guardi . ze,& il fine de' noftridefiderij.ell'endola Fede
Sonotiele vìitù infcgnateci nella noua,& Vna ferma credenza, fuori d'ogni dubbio con-
vltima legge data per bocca di Chrifto S. N fidata nel certo edere di Dio,& prouidcnza, &
come treanelJa cc'Iegate vn dentro all'altro :
potenza di quello .
della luce, quale è cofa efiftente,&:,pcrfett.u^ Tiene coperta la mano deftra, fecondo l'or-
di Tua natura, & il colornegro ci nioftra le tc- dine di Numa Pompilio Re de' Romani nel
nebre,che fi^no folo priuationed'cflarcosì dob fiicrificio da farfi alla Fede, per dare ad inten-
biamo noi credere, che chi h.i fede perfetcì », dere, che Ci ha da feiuare la Fede con ogni fin-
& formaca con la carità, habbia refil-re, & vi- cericà airamico,poiche:F/We,f (come dice Pira
ua,&chì diqucftafia priuo,s'auuicini,ò fi.u^ gora) Eft amoris fundamentum,quafu(?lata^,
in tutto proflimo alla priiiatione, alla mor- & tota amici tit lex.ius, vit,ac ratio peribit .
te eternail'vno ci diflè Chnfto N.i.in quelle_> Rapprefentafi canuta, e vecchia,perche così
parole 6^/ eredititi meittiamfe mortuui fue-
. la chiamò Virgilio, ilche dichiara vn'interprc
rtt.viuet-^Vìluo s'hà dal facro (imbolo di Saia rc,dicendo, che fi troua più Fede negl'huomi-
to Athanafio. Hac eli fide s CatholicayqHnm nifi ni, che hanno per moki anni maggiore efpe-
quifijuefideltter,firmi ferq; crediderttfulutu tjfe rienza; & aggiunge per moftrare.che non ba-
non poterit fta conferuare la Fede peralcun tempounàbi»
co]a* panni non fi dà con colori materiali; ma ftra mano con bianco velo,mà il capo ancor»,
fblo s'acquifla purificando il panno da gi'al- e quafi tutto il corpo, per dimoftrare la candi-
tri colori, cosi la fede quando è netta, l'anima dezza dell'animo,che deue cifer compagna_i'>
conia gratia,& carità in modo che non penda della Fede nell'amicitia—j»
troppo 3irinclinationi,che danno diletto, ric^
alle fcienze che fanno fupcrbo più efticace-
, ; FEDE MARITALE.
mente opera, &; ha la fua perfcttione. Not.L.?
ancora quefto colore, che facil colà è deuiar da
quefta ;anta vii tu, come è facile macchiare_>
DONNA vcftita di bianco, con le prime
due dita della deftra mano tiene vn'anel»
"Vn candidillimo vcllimento, però dille i'Avio- lo,cioc vna fede d'oro .
quello propofito.
'fto a
Non par che da gli yfntichi fi dipinga^ FEDE.
i« Santa Fevefìit^ in altro modo Nella Medaglia di Flautilla .
V Fede ftringcndofi
vm.t
la deftra
P 3
mano
FÉ-
la
. , ,
D ONNA mano
veftita Hi
ciene
bianco, con la dcftra
vna chiane, & alli piedi vn
Tito in pregione non fi partì mai da giaccr€_>
per quanto poteua vicino a lui,& efl'endo eo^li
finalmente come reo gittato dalle fcalegemo-
è indino di fccrecczza, che h de- nie fupplicioche fi vfaua in Roma, a quelli ,
La chiane
che erano condannati dalla giuftitia , itaua il
lie tenere delle cofe appartenenti alla Fedeltà
deiramicitia,ilche ancora per fingolare inftin cane intorno al corpo del già morto padrone
to di natura la Fedeltà (ì figiiifìca
per il cane_j, moftrandomoltiinmi eiFetti didolore, &
por-
tando tutto il cibojche gli daua,alla bocca_j»
come fi è detto in altie occafioni Ci
appreiro queftaimagine per l'aiitcorità di Pli- giorno nella Città alcuni giochi militari, oue
il Caualieredoueuainteruenirejvolle Ja curio-
nio nel libS. dclThillona naturale ,doue rac-
conra in particolare del cane di Tito Labieno fa dia moglie interuenirealla fcfta,& hauen-
veduto in Roma nel confolato d'Appio lunio do ferratoli fanciullo col cane in vna medcfi-
& Publio Siilo, ilqualc cflendo il fopradetto ma ilanza,conduce^do fcco putte le fue fetuc ,
fé ne
. .
FELICITA^ PVBLICA
Nella Medaglia di Giulia Mammea con quefte lettere.
FELICITAS PVBLICA.
DONNA
vn in
ghirlandata di fiori,
bel feggio regale,ncll a delira
che fledc
ma-
fiderabile , però fi dipinge a federe, col Cada,
ceo in fegnodi pace,&: di fapienza.
no tiene il Caduceo, 6c nella finiflrail Cornu- Il Cornucopia accenna il frutto confeguito
copia pieno di frutti>e fiori . delle fatiche , fenza Icquali è imponibile arri-
La Felicità è ripofo dell'animo iu vn bene_> uare alla Felicità, che per mezo d'eflc fi cono-
fommamcnte conofciuto, & dcfidcrato,ac dc- fcc,& fi dcfidera^'.
P 4 I fiori
. . .
tcrna non ha feco,fe non allegrezza perpetua, Chefia ogni tuo viger del tutto efìinto
fallita vera, bene incorrotto, & tutte le gratie_j
do fi Tiueua fenza contaminatele leggi gior parte de i gioiiani regna la caldezza del
Poni! a federe fopra il Cielo {Iellato, per di- làngue: la quale genera in loro l'ardire Ii_^ ,
moflrare, che la vera Felicità che foloiii Cie- prontezza,la brama d'auantaggiare tutti: on-
,
lo fi gode , non è foggctta al rapido corfodel- de fenza timore alcuno intraprendono quaifi
le {Ielle , & allo fcambieuole mouimento dc_> voglia cofa, quantunque ardua, e difficile fia:
tempi. e per metterla in eflccutione impieganoogni
La corona del lauro conia palma moftra , Aia forza viua, e fpintoi'a mente, la quale prò»
che non fi può andare alla Felicità del Ciclo, prietàdiedegli Tullio in Catone maggiore^
fc nonper molte tribulationi cHendo vero il c\ua.nàoàiiXc-lnJìrr?ìitfis puerorurr^jferecif^siu-
dcttoài S. Paolo, che dice. Non-coronabitnr ni' uenum,0'grauitas conjiantis aìiimi Ne l;i_^ .
& il mirar alto la conteinplatione di lui, per- O pr&ftans animnMuenis,qHantum ipfe feroci.
che in ambedue quelle parti confifte la beatitu Virtute exuperas , tantum me imperifius a-
dine, &: la compita Felicità . quum efl
Confnltrt,^c.
FELICITA' BREVE. L'arme poi, perche ne' foldati regna princi-
DONNA veftita di bianco, & giallo,chc
ten^Ta in capo vna corona d'oio,fia ciiua
palmente la Ferocità; Onde il principe de Poe-
ti Homcì:o,§lritnil moUtur inepte. Periodarlo
di varie ocmme; nella mano delira haueràvn con le paiole di Horatio non contentodi fare_i
fcettro, tenendo il braccio alto, alquaks'auui il fuo Achille tale , quale s'accenna in quei
Lo fece
.
Lofcócda niiiciullo alleuare da Chiront_^ crudeli, e feroci , e perche non fi piegano per
Centauro, ne monti di Tcflaglia, che combat- preghi, ò compallionc, gli dicono, chedaile_.
cena ogni giorno con Orli, Leoni, Cigniali.a- Tigre Flircane habbmo'hauuto il latte. Mi
inmali fieri, e fcrociuion per altro, fé non per contento del tefto di Virgilio nel quarto dell'-
farci credibile, che riguardando al maeftro, & Eneide-j.
Aio fuojal luogo doue fu allenato, a gl'efl'erci- Nec ttbt diu^ Parens, gentris , nec DardunHs
ti j , a' i quali attefejnon poteua non ellere do- aucìor
tato di gran ferocità militare, le cui pedars_?, Perfide.feddurisgenmt te cautibus horrens
fcguenclo Virgilio, fa allattare, e nutrire la (iia Caucafus , hyrcanaque (tdmorunt vber» Tv.
guerriera di latte di caualla indomita, la fua_j) gres.^
Clorinda il Tallo da vna Tigre . L'Ariofto il IlquallUggocon felicità traportando nei
Tuo Ruggieri di midolle d'Orli, e di Leoni, ne fuo poema il Tallo , in luogo di
Didone intro-
quali tutti animali apparc,e fpica la Perocità . duce Armida, che a PvinaIdodics_>.
Comiienc ancora dargli l'arme.perche non fo- i6. Canto
lamente è proprio del feroce l'offendere j ma Ne te So^^ prodMjffe: nefei nxto
pur (i moftra al pari quella pallone in difen- D; tAttto/angne tu te l'onda infanx^y
.
derfi , eflendo la Ferocità il fouerchio dell'au- Bel mar produjje o'I Caucafo gelato
:
,
dacia che rvno,ei'alcro abbraccii_j. E le mpimme allattar dt Tigre Hirian/L^
Tienela delira mano fopravua ferocifHmà II tenere con la lìniftramano i]
ballone , in
Tigre, perciòche molti Poeti per la narur;>_v>, attominaccieuole,è per lignificare la fierezza
e Ferocità di quefto animale, hanno prefo occa dell'animo: dicendo Tierio Valeiiano nellib.
fionc di mofliarc gi'aiùxni di qufcjli> che fono Ji -che non mancano Poeti di chiara fama_ji,
che
2 34 Della noiiifsima Iconologia
chedicanojChcgl'huomini feluaggi, feroci, e F E R M E Z Z A,
crudeli, prilli cfogni humanocoftumc,c genti- & grauità dcIl'Orationc_j.
lezza luimana, fieno nati di dura.qiiercia . AU
ludeiido all'ottano di Virgilio'. R VE Pierionel ^rimo libro deduci
SeGeroglifici,
I il
^e»sq; virum truncis , &
duro robore nnta-j. che quando Sacerdoti Egit-
i
rigore, ancorché fuH'e tanto attempata, che ii> nimo, &lamedefima cidifcaccia dall'animo
modo veruno li farebbe creduta dell'età no- come da gli occhi la caligine, acciò potiamo
ftra Era di ftarura ambigua , imperciòchc'
. vedere nitte le cofe luperiori»inferiori,prime>
hoia nella commune mifura de gli huominill vltime,& mezzani.».
conteneu3,tarhora poi pareuatoccafl'e il Cielo Edi color viuace ancorché attempata Ila ,
con la fommità del capo, che le più alto lo ha- & fu peri l'età noftra perche la fapienza fu
; (i
uell'e alzato nell'iftellb Cielo ancora pcnetra- dalla fomma , & Eterna Sapienza di Dio con-
ua, e ftancauala viftadegli huomini che la_^ ceduta all'huomofubito creato, cioè al primo
rifguardauano. Haucua le veftc di lottili llì- noftro VnAxQ^dedit Hit virtutem continendi om
mo filo Liuorate con raro artificio di materia »/^ dice la Sapienza al cap. io. della cui gran
indillblubile tellute per quanto ella dille di
, Sapienza maggior di quella di Salomone veg-
•
fua mano, le quali pareuano, come leimagini gafi il Pcreriofoprala Genefi. Ella da primi
affumicate, offufcate d'vna certa caligine di- fccoli e fcmpre llata maeftra di tutte le creatu-
fprezzata antichità , nell'eftremità della verte re, & è fempre viuace>& vigorofa,^& llàdi ccui
vi Ci leggeua vn fi. greco , nella Ibmmità vn tinuo in piedi fcacciando col fuo fplendorele
©. thita, tra l'vna , e l'altra lettera a guifa di tenebre dell'ignoranza dalla mente de morta-
fcala vi fifcorgeuano fcolpiti alcuni gradili , li:fi perche la làpienza è ftabile,& incorrutti-
per quali dall'vltima lettera fi afcendcuaalla bile, la'quale ad ogni perfona ancorché colma
prima ; la medefima vefta certi huomini vio- d'anni dona vigore, & forza contro ogni auer-
lenti {tracciarono, e toJfero via le particell<L^, fo, e turbolente calo , & vgualità di mente Ofl
che ciafcuno potè, con la mano delha tencua ogni motto,&: perturbatione d'animo, fi come
alcuni libri, con la finilha Io fcettro • nedifcorre S. Agoftino de Ciuic.DeiIib.9.cap.
E 'di venerando volto meritamente, perche J.&4. Non faremo in quefto luogo differenza
la Filofofia èdcgna d'honore , & riuerenza_> ò diftintione dalla Sapienza a la Filofofia pofta
grande, per eflcr'ella Madre di tutte l'Arti li- da Seneca epift.8<j. chela Sapienza fia vn per-
'
berali maeftra de coftumi , & d'ogni difcipli- fetto bene della mente humana; ma Ja Filofo-
'
na , legge della Vita & difpenfatnce della_^ , fia fia Amore, defiderio,&: ftudio di confeguirc
,, tranquillitàjDono particolar di Dio. Philo- quella Sapienza ciò è vero in quanto alla fi-
:
„ fophin bona-rum arttum nihil efi aliud , nifi gnificatione del nome, perche la Filofofia al-
"Vt Flato ait,don»m, &>inuentumDeorumAìct tro non fignitìca, che Amore di fapienza ,edi
Marco Tullio nel primo della fua Fjilorofia_^j Virtù;& Filofofo Amico,Amancc, & ftudiofo
detto riportato da S. Agoftino de ciuitate Dei di Virtù, e Sapienza; Ma fé (\ confiderà tutto il
lib.ti.cap.ix.così conclulo ragionandoui dei corpo della Filofofia fecondo l'inteiuione di
la Filofofia_5. Boerio, diremo che fia il medefimo, che i'iftef-
„ SicHt autttm hoCiZitfutentur nullum Diui- fa Sapienza, & però egli la chiama nella profa
,, vum maiui ejì donum ,fic a nullo Deo dari ,, terza del primo libro Omnium magisìro-j
.
Vero , & vno Dìo per tante eccellenti Tue con- ce d'ogni Virtù, apportatrice-del verolum?_>:
ditioni viene ad edere venerabile , & però Se- Flpithcti che li conuengono alla Sapienza_^i
,, neca moral Filofofonell'Epift. 14. dille. iV«« fi cornee veramente tutto il corpo della Filo-
j, quam in
tantHtn contttilefcet nccjttitia nun~ , lbfia, che
contiene in fé tre parti, l'attiua ch^j
_,, quiimfic cantra virtates co>ìiurabttHr,vt non compone l'animo ncUi buoni coftumi; la con-
y, l'hilofi>phiA.nomen Venerabile, facru^ ma. & templatiua , che inucftiga i fecreti della^natu-
neat Ha gli occhi fcintillanti,& la Virtù vi-
. ta,Ia rationalc in cui conflftela ragione,con la
fiua più acuta della potenza de gli huomini/ quale difputando fi difccrnerl vero dal falfo ,
perche mediante la coguitione di lci,con l'oc- Se quefta ricerca la firuttura, e proprietà delle
parole
.
parere contiene le tre parti della Filcfofiajla.^" • però dice Boetio che la Filolbfia alle volte»
Capienza èccnofccre le cofediuine eccola_» alzana tant'alto il capo , che penetrando nel
conteinplatiua,la quale non fole per Fifica in- Cielo la villa de riguardanti non era habilcj,
ucftiga le cofe naturali , dette dal Pererio nel &; fufficientcarifguardarla,c fcorgerla,atcefo
primo della Fifica cap.ii. effetti della diuina cheli Mifterij Diuini fonooccultij& l'cil'cuza
zncnte; ma anco per Metafìfica riputata da A- diuina iftefla,che nel Cielo rificde non può ef-
liftotelc diuinifTima contempla le intelligen- „ fere dall'huir.ano difcorfo comprcfa Deus .
ze foftanze aftratte &: la natura ftefl'a Iddio. ,, humana ratioKC comprehendt non potè fi dille
Conofce le hu mane, Ecco la morale atti uà, co- S. Gregorio Naziazeno nell'Oranone del San
fiofce le caufc d'ambedue, ecco la rationale di- to Rflttelìmo. che merauiglia' SeSimonide_>
fputatiua, mediante la quale fi viene in cogni- Gentil Poeta Greco addimandato da Gerionc
jicne delle cagioni delle cofe diuine,& huma- Tiranno che cola fofle Dio,doppohauer prefo
re; la Filofofìa dunque contenendo in sé la_j> vn giorno &c due di tempo a peiifarci,& iichie-
djffinitione della Sapienza, viene ad eflere vna dédo di più doppio termine rilpofe all'vltimo
iftcllacofa,che la fapicnza, maflìmamente in quanto più confiderò l'ellcnza di Dio tanto
vigore della Metafilica da lei contenuta , la_j ,, più mi pare ofcura cofa. G^anfo diutius con-
quale per au:torità d'Arifìotele merita il pro- ,yjid?ro Dcum tanto mtht res xidttur cbfiurior .
prio nome di Sapienza M. Tullio nel quinto; Rifcrifce Cicerone nel \. denatura rerum-
delle Tulculanc ragionando dell'antichità del La velia di fottiliillmo filo fignifica la fotti-
Ja Filofcfia dice ,che ella è antichiflima ma gliezza de gli argumenti nel dilputa:el;L_^
„ che il nome è frcfco. Antiqutjfimam cttm materia indillolubik per le m. atcrie Filofofi-
t, 'viàcamui , nomen tamcn effe confitemur re- chejchc fono per fé ilclìe leali, &: laide malll-
3, cens Et la reputa l'ifiefla che la Sapienza
, . menell'attiua,circa li boni coftumi. Telìute__>
Imperciòche dice egli chi può negare che la di fua mano; perche l'habito della Sapienz«i_^
Sapienza iicn fia antica di fatti, dinomt-»? & è indillolubi'e, immutabile, & faldo,di (ua_j
cioè la Filofofia.la quale per la cognitione del- cfl'en-a , & propria qualità , non per artificio
ie Diuine, & humane cofe, dclli principi) , & humano;Cosi è ofcuio inquanto all'inuclliga-
delle caufe apprcflo gli Antichi ottcneua que- tione delle ccfeocculte della natura, &: ciò par
fto belliffimo nome di Sapienza, & li fette Sa- comprefoda Tullio nel primo dcli'Oratore_>.
ui) della Grecia furono chiamati Sofi cioè la- ,, Vhilofophta in tres partes eff di/lriLuta,in na-
pienti , & molti fccoli auanti loro Licurgo .
, jj tura oOfcuritatem, in dijjerendi fuittiitatetn,
HomerOyVliJfe,^ Nefìcre, fumo tenuti per fa- ,, in Tttam atq; mores Et fé guardiamo al co-
.
pienti; Similmente Atlante Prom,ctheo,Cefeo, itume Filofohco,dircmo che l'habito fia ofFu-
per lacogjucione , che haueuano delle cofs_' fcato da vna caligine di negletta antichità per
Cclefli furono chiamati Sapienti; E tutu quel- che h Filolòfi le ne vanno per l'ordinario ne-
li, che poneuanoil iojoftudio nella contempla gletti, & difprezzati alla Filofofica, con panni
tio ne citile cofe furono femprc chiamati Sa- antichi vili,&: imbrattati roucra,&: nuda vai
.
pienti per finoal tempo di Pitagora, al qualt_j , Filoforia, non tanto pernccellìtà , quanto per
parendo titolo tioppoiuperbo d'efler chiama- volontà come Socrate, &: Apollonio chcanda-
to Sapientejfì fece chiamar Filcfofo Amico Ai uauo relbti di facco brutto,fcalzi,col cape fco-
Sapienza & la
lapicnza fu chiamata Fiiolo-
, perto , &c Diogene inr.olto in vna lofca fchia-
fia,ciot Amcie
Capienza talché la Fikltlìa
di uina,lordo,&lozzo dentro d'vna botte, ma ciò
e quella ifttlla che p:ù anticamente chiam.a- le bene è vero diciamo vna più vera ragions_«.
l'ali Sapienza ; ond'c ch'in Diogene Laettio Sono le velie dtJia Filoioha coperte d' vna an-
,, nella vita di Platone leggelì 1-iopric vero . tica caligine perche li Filofofihnda tempi an-
}ySnpieritnim,Q> thiUfophtam vocat appititio- tichi hanno hauuto cofcuir.c di addombrarla
,, nttn q»fìfifit<m, AC i fiiitrittm dtuimSupieìì' con fofillicarie ofcure Gli Egittij occulcaro-
.
licnce alia contemplatione delle cofe naturali, Nell'eftrcmità della Vefle leggeuafì intef-
& difputc dialettiche, & mandò in luce alcuni futo vn. n. greco dal quale per certi gradi
libri detti da lui Acroamatici,che contengono fcolpiti aguifa di fcala fi faliua alla fonimità
la recondita difciplina della Tua fjtta Peripa- nella quale era vn. 0. & non vn.T. contro l'in-
tetica, quali hauendo veduti Alellandro Ma
li tentione dell'Autore come hanno varij tefli
gno f.io mentre era nell'Afìa contro
feolare fcorretci molto malamentejperche alle yolti_»
Daiio,fi lamentò fece per lettere che hauc(l'?_i vi è differenzadoppiali per la qualità dell.i_*»
diuolgaticosì belli fecreti di natura, a cui A- lettera,che quetta è vn. T. femplicc & quella
rifcconlidcrando l'ofcurezza ne la quale li ha- è vnica con l'afpiratione, fi per lo fìgniticato
ucua inuolci &: dati fuora,rirpo(e, li ho dati in diuerfo. & al tutto contrario quanto la vit.i_^»
luce canto quanto non tenore
li;hauefli dati, il alla morte, perche ©appreii'o Greci, come
il.
di dette lettere regiftratc da Aulo Gellio nel il. C. apprellb i Latini dandoli i voti,o le forti
lo. lib.cap.+.non voglio mancare di repetere_» ne li guiditi], era nota di condannatione,& il.
in quefto luogo per maggior certezza a gufto T.come l'.A. appreflb Latini nota d'aflolutio-
de fludiolì .
.
ne il Delta poi era nota di dilatione di tcpo per
,, Alexander Arinoteli S*lutem veder ben lacaufa , come appreflb Latini N. i
,, Htttd reélefecifii qtiod Attfcultutorios l't- L.non liquere.cioè chcnonfolle lecito peral-
y,b'os edideris. in qua enim re tt cettris nos ite l'hora giudicare . Onde Santo Girolamo in S.
,,pr&Jlitbimusfi dtfcipliriA in quibus eruditi fu- Marco chiama il.T.legno della falute,& della
^,m»s omnium omnino ftnt cornmunei ì Equi Croce , perche in quella pendè l'ilkila vit u_j.
,,ddm m^li'» in rtrumvft optirnuritm quum in Chnfto Noilro Signore per dar falute,& vita
„ facultatiÙJis .znteire VaLc' al genere humano, & è femprc flato prefò per
,t AnHoteles Regi Alexandre Sdlutern fìaibolodella Vita per fino dagli Antichi E-
,, Scripfijii me de Itbris ctujcultatùrijs Inter a, r. gitti j,ii che fu da molti giudicaco al tempo di
,, cumiUos co.ìdiput^ns oportere fed tu eoSj^» Tcòdofìo imperadore quando per ordine flio
sditos,& minime editosjctto,cogncbtles e-
t,ejfe furono in Alellandria buttati a terra tutti li
f,»imijstsi.ntum eruntyqui nos eiudii'-int.Vale. Tempi] de gli ldoli,trà gUaltri quello di Sera
Q^fti libri detti Aufculcatori j,ne quali per pido,nele cui pietre > e fallì 4:rouaioiali fcolpiti
quanco riferilce Aulo Gellio fi conteneuano parecchi limili caratteri. T. fi come anco hoc-
i<)tuli,& ardue fpecularioni di natura Ibnogli gidi fi vede nella Guglia del Popolo piena di
ottOjOfcuri libri della Piilca intitolati Di? Phy- Geroglifici mallìiiiamcnte nella facciata ver-
fico yf«i/r«,dell'vdire, o aleoltare cofe tìfiche fo Occidente , nella quale fi vede vna Croce_>
di naturaocculce,noa peraltro fé non perche formata, più maggiore anco in quella di San-
•tiene Arift.per laloro ofcuricà che non fi pof- to Giouanni Lacerano verfbla fcala Santa, da
fino intendere , &
capire fé non fi odono espli- li cui Geroglifici Torquato Tallo cominciò
care dalla bocca del Maeftro. Apparilcedi qui al 'ordire il ìuo grane Dialogo dell'Imprefij.
che a bellapof^ali Filofòfì Antichi palliaua- Apparifce di più in vna ftatua Egittiaca di Se-
no la Filorofica difciplina, con ofcuri termini, rapide che nella mandritta tiene il Tau,il q^ua
volendo mòlUare alle genti che ellì intendeua le lì vede qui in Roma nel fiorito fludio del Si-
no ma non voleuano foile intefb da altri tutto gnor lacoino Bolìo , Hiftorico & del Signor
quello che publicauano , & nella mente loro Antonio filo Nipote Agente di Malta. Tal
teneuano, & alle volte diceuano cofe ofcure , carattere Luciano nel trattato del giudi tio del
& elU'auaganti per eiler teiuiti in maggior ere le vocali lo repputa nota de ladri,pcrche erano
pofU
238 Della nouifsima Iconologia
Porti in Croce quale è flmile alla lettera. T.
la catenella FilofòfiàdiBoetio;atte(bchcinqu€
ma come habbiamo detto eiTenciofi in quella fta figura il. IT.greco fignifica pratica, & il. 0.
ftatopoftoChrirto vera vita,& hauendo noi ri- Thcoricj^nclle quali due parti confifte la Filo
tenuto da quella l'eterna vita e fiata reputata fofiajcosi diuifada Boetio i^t^o in Porfirio.
ÌA lettera. T.fimilc alla Croce, geroglifico del ii'ER eniminquH Philofophia ginus fpeciesve-
]a vita, etiam auanti la venuta di Noftro Signo -,> re eius du*, vn» qut SiupuTiKH. dicitur alte-
j e fi come attefta Rufino, Suida > &
NiceforO ,, ra qué. 'frpttKTiKt). idefi ipeeulatiua, ^ aóìi.
più copiofamente di tutti lib. 11 càp. lé. nar- ,f uà . Però Theodorico Re
fcriucndoa Boc-
ra ndo la dcftruttionc del detto Tempio di Se- >, tio lo loda in tal guifa Didici/ii eftimqtm
.
,j rapide. §^i etitim Hieteglyphicarum litte- „profunditate cum fuis partibtti ^eculaiina co»
„ rarum interprettindarum periti , chdraHerem ,,gitetur,qUA ratione ASHua cum fua diuifiont
fjfub Crucis formttfV itum futuram fignifieare ,, di/cxtur . La quài diuifione fi conforma con
,. dixerunt. Fu anco figura il. T.dcIIa futura_s quella di Santo Agoftino de Ciuitlib.8.cap.4.
vita appreflbil Popolo d'Ifiaele quando Mosè iy ftudtum fapienttA in anione , (^ contempla-
fece alzare neldepofito quel fimolacro fimile t,tioneverfatHr,'v»de pars eiut afliua, aiterete
al Tau.col ("erpcnte di Bronxo.fopra ilquale_> „ conttmplatitta dicipotefì, contemplatiua «»-
lifguardato da quelli che erano punti dà vene yytem ad coaipiciendas natun caujas, ^fincs'
noufcrpcnti daua loro la vita, & Mosè ifteflb y,ripmarn veritatem Ne a quefte due parti
.
fin tanto che oiaua a Dio nel monte proftrato è diuerfa la tripartita diftintionc, che difopra
con le braccia aperte in croce lì PopoIod'Ifrae fatto habbiamo,non tanto perche la terza det-
le vittoriofo rimaneua in vita_/'. ta rationale che inueftiga le cagioni, aggiunta
Per lo contrario il. 0. è ftato fimbolo della per quanto dice Santo Agoftino di Platont-»,
morte perche è la prima lettera deila parola-^ fiafuperfiuacome vuol Seneca Epift- 1 9 nella
0ciyA7O{,chc fignifica morte, & pero gli An- ',, fudettadiffinitione della fapiènza '^»^/jw .
tichi per notare nell'Efemeridi loro i morti li y^ ita finierunt fapientia ejt no/ce diuind, {^ hu'
fegnauano con tal carattere. ©.quafi trafillb da y, maf3a;tizÌ3.({'a.iìO z[cnn\»& harum caufas^eC-
vn dardo: il che vcdefiin vna Bafe di marmo fendo la rationale difputatiua, circa le cagioni
dedicata dalla Tribù fuccuflana Giuniore alla communé parti d'ambidue deJlè" cofediuine,
pace eterna della Cafa di Vefpafiano Impera- & humane Quanto perche S. Agoftino nel
.
tore nel Palazzo dell' lllulh'immo Signor Car luogo citato afterma che non è contrari.i_?.
dinaie Farnefe, nella quale vi fono otto Cen- ,, Ideo hic tripartttio non tfl contraria UH dt-
turie col nome Ioro,& delli Centurioni, il ter- y, (Unzioni qu& intelligittir óinne
Rudium fapiì-
10 de quali chiamato Gneo Pompeo Pelale.^, ,, tiiin anione, &
contemplatione conftjìert. ne
ha il Thita,&: il fimile circa i i.in diuerfe cen- men la bipartita è contraria alla tripartita.
turie morti; per tal cagione Martialedaa que- In Tom ma la Filofofia confifte nella prati-
fìo carattere Epitheto di mortifero . ca, & nella Theorica, la pratica è Pattina mo-
,, Nojii morfiferum §^Afloris enfìricefignum rale; la Theorica èia contemplatiua,cheèfub
y, £/? operApretiutn dicereThcta nouum « lime, e tiene il primo grado in dignità, vltimo
Perfio nella Satira quarta . per la fua difficoltà in confeguirla , & però da
}, Etpotis ei nigrum vttio pr&figert Theta . Boetio è porta fopra la fcala & a pie della fcala
Negro lo chiama per l'ofcurità della morte la prattica, come più facile cominciandofi pri-
l'iftcflo che moitifero fecondo Budco. Si co- ma a mettere il piede in quella come più bafl'a
meilThita lettera funefta poneuafi auanti il per falire di grado in grado più ad alto, attefo
nome de morti, così il Tau auanti il nome dt^ che il principio del Filofofare come dice Ari-
foprauiuenti,Se ben quefto carattere. T- fin ho- primo della Metafificacap.i hebbc
ftotelc nel
ra ne marmi non ho veduto innanzi a nome_* origine dal merauigliarfi delle cofe minori
alcuno, fuorché in fignificationediTiro pre- che arreccauano dubbio , e dipoi paifando più
nometvi è r.ondiincno l'Autorità di Santo Ifi- oltre cominciò a dubbitarfi delle cofe maggio-
_,, doro nel primo dcli'Enniologic cap. lyde^ ri, & per lacognitione, che fi acquiftaua delle
j, nctis militartbtts Tau in^uit^notn tn capite
. cofe minori dalla pratica loro s'aprì l'intellet-
^tverfuult fuper/ittcm defignabat. ©.ad vnius- to ad afcendereapo^o, a poco allacognitionc
,, cutHsq-^defuT2Bi nomen adponebatur . Tutto delle maggiori attinenti alla fpeculatiua più
ciòfia detto per palcfarc & auertirc l'errore di difficile,perche nonapparifce a niun fenfo cor
molti tefti fcorrctti non che habbia talfignifi- porco^come l'attiua che opera attualmente^,
cvifi-
. . t
mo bene fenza il quale non fi può e/Ter beato : E' degno il Gefualdod'cflere inquefto luo-
la detta Filolòfia morale è l'attiuacioc pratti- go vedutcmà noi tralaflando ciò che egli dot-
ca la cui prima lettera è il. IT. fi come habbia- tamente dice, &
quel che replica il Cardinale
mo dettOjftando nella parte eftrema della fca- Egidio nelle flieftanzc, ad imitationc del Pe-
la fjgnifica, che per li gradi delle virtù mora- trarca, con maggior auttorità, contìrmaremo
li Giuftitia,Fortezza,Prudeuza,Temperan-
di le cofehonefte,& belle che qui giù prattichia-
za,Magnanimità, Magnificenza, Liberalità , mo eflerci fcala a Dio , fé bene fi confiderano
Benignità, Clemenza, & altre s'arriua alia_j folleuando l'intelletto alla contem piallone ài
fommità della fcala,cioèall'vltimofine, & al lui come Autore d'ogni bene,perchc ogni cofà
(bmmo bene, che è Dio noftro Creatore capo creata in quefto mondo per minima che fia_^a
di tutte le virtù, & nel lib. i8. capi 39. alferifccj manifcfta la maeftàda prouidcnza, & la foiji-
Sauto Agoftino che la Filolbfia fpeculatiux-.» ma bontà di Dio, fi come Mercurio Tumegi-
vai più per eflcrcitar gl'ingegni , che ad illu- ftro in Pimandro cap. y.
minare la mente di vera fapienza,come che 1'- ,, Deus fané totiusexpert inuidiiperfìngulai
attiua fia quella la quale per mezzo delli buo- ,, Mundi particulat vtique iplendet . E Theo-
ni coftumi fi faccia confeguire la vera fapien- ,, doreto ^.deAngelts.Ex vifìbiltbsts cogno-
lib-
za, & con ragione,perche la Theorica che èia jifcttur Deuiinuifibtlis , qui funtfanéLmentis
contemplatuia, & fpeculatiua, ellamina la ve- „ per terram pattuì perq; crefcentia germina aA
liti delle cofe ; mala prattica attiua morale_* ,, contemplandum tertd, ^rminum^[a£ìorem^
mette in opra la yerità,li buoni coftumi,& tut* ,ytanquamper qu&dam media perduc untttr^
te le virtù , che ci feruono per fcala da falire a Per concludere ciò compitamente cauiamo
Dio vltimo ripofb,fine,e termine della bcata_j) fuora quella gemma che fi conferuanel vafo
vita, come beni/limo lo reputa Boetionei Me- di Eletuone cap. i. a Romani , oue non fono
tro nono lib. 3. parlando a Dio . fcufati quelli ingiufti Gentili i quali conofceu
j. Tu requies tranquilla pijs te cernere finit . do folo fimulacri di legno , difaflb. Augelli»
4, frinctfiiùtReiìortDuXfJemita, terminui idi . Animali ùifiniù per loro Dei non hanno yo1u<.
vo hauec
,
no , 8i la fua fcmpiterna virtù, & diuinità • e perciò in vita prchibìjcheil gallo nou Ci do-
^«<* qt^od notum tfì Dei tnantfefit^m ejì in uelle vcciderejonde Luciano Filofofo ncldiai'
i>
y, illis,
Diusenim tllis mantfefiautt tnut^ibilid lego di Micillojintroducendo Pitagora in fori
,, enitn tffiuta creatura Mundi pn ea qusfa&a ma di Gallo 5 fàchedicad'cfTer ftato Afpafià
,, funt wtelleÉia confpiciuTttur ftmpiterna, quo- meretrice. Grate, Cinifco,Rc, pouer huorao ,
j, que eius virtus, (^ Dtuinitaf ita vtfintinex- 5atrape,Cauallo, Cornacchia, Rana,& altri a-
,,cufabiles . nimali infiniti,prima,che gallo. Nell'iltefla—»
Ha la Verta ftracciaca per mano di certi huo guifa la (traccio Empedocle imitatore di Pita«"
mini violenti , che fé neportorno via le parti- gora,(ì comeapparifcc in quel fuo verfo pofto
celle che poterono . Qiiefti fi come Boetio e- da Filoftratonel I. lib. " '-'.
jj
fplica nella profa terza del primo libro fono le Itpuer ipfefui.nec no» quandoq; Puella ; *' " " '
varie fette de Filofoli,che per la vanità delle_^ Socrate in vn colpo fquarciò la metà della
perucrfe opinioni , che cial'cuno tiene viene la veftapoicheletoKela contemplatiua, reputati
Filofofìa ad edere frappata e ftracciata iu va- ,, do llolto chi VI attendeua Imo vero ilLcs qui
.
rie parti eflendc per fé Ikfià leale,& certa. Pi- „ in huiufcemcdt cor.tenjplandis vacar t, floli-
tagora hebbe la lua parte nella fpecolatiiia_', yj doi (J]e moriftrabat dice \\ fi'o diletto Seno,
.
Socrate nell'attiua che fu il primo che intro- fonte nel primo de gli atti di Socrate, dal qua
duceile la moralità nelle Città, come dice-Tnl- le hebbe origine quel motto pofìorx gl'Ada-
liodc Oratorcj&nel j.delle Tul'culaneil che y,9\y '^luàjupra nosr.ihil ^d riòs- Non fìàrò a
conferma S.Agoftino de Ciiiit.lib.8. cap. j.fe_j cercale che egli ftrapafle la Filofcfia iie la mo-
bene l'i ftcfl'o Santo lib.i8.cap. 3 9. dice chela_^' rale iftcflàs'eia difpiezzàtorc della religione,
pilcfofia morale lifplcndei'.a viiiente Mercu- & leggi d'Athene,&. coiret:ore della Gioiicn-
rio Trimcgifto ,che horì molto temjoauanti tù, so bene che egli fu ci r!ofo di riguarur.rc ,
jjdi tutti iSauij della Grecia. Namauod at- & amare il bello vn joco troppo licenticfamcri
,. tiri et ad tiloJopamifjUAfe decere ahquidprofi- te fuor del feuero, &; grane coftumc Filo/bfi-
yyttnturvnde fiant hcmmes beati, circa tcmpo- coj nell'Amore d'Alcibiade dice Athenco lib".
^,ra Mercuri^ quim Trtr/ugiftum vicauerunt „ 1 j.che Socrate fcappòdel manico . Socrates
„ in illis Terrts huiufmoai fiudta claruerunt , thilo/op^us cum omnia dt^icaretur Alcibia-
,, longe quidetn ante japientes, quos I-hdofophos ,, dti tulchrttudtni fuit impar ^ id e/lab ea ca~
,, habuit Grecia. Platone poi fcolaredi Socra- ,, ptus, ^
de /olita ms'.gnitudtne covjiartiaqtte
te hebbe Pattina , & lacontcmplatiuainfiemc y,animi deteóìm Dana ben configlio ad altri
.
aggiungendola rationale di più, la eguale non che s'alkneflero delle conuerfationi bellc_j,
èaìtro che la Dialettica. Gnci entm rationem ,y Admonebat a pulchris phlìinere vthemer.ter^
dijjerendi Icgicam appellant qu& circa Oratio-
, yy non e'im ejje facile aiebat , cum tales homo
jiem ver/atur dice Plutarco deplacitis hhilofo- ,,tangat modefium ejje-ydìcc il fuo fcolare,Sc-
fhorum.Vti Platone nacquero molti capi di fet nofontejmà dall'altro canto nel J-lib.eflendo-
te contraric,ciafcunopermoftrared'eflèrd'in- gli propofto d'andare a vili tare Theodatabei-
gcgi.opiù fpeculatiuo, differiua dall'altre, & liflìma Cortigiana,vi andò più che volentieri,
bene fpello dal proprio Maeftro inuécando nuo e li,trattene feco a niotteggiare & inlcgnarlc_»
ueoppinioni ,& ragioni come Arili:. Peripate- modo da ritenere nella rete gli Amanti. Plato-
tico a cui fu contrario Senociate Academico
, ne la rtrappò ben bene in molte cofe, tenne an-
ambedui difccpoli di Platone, Se di Senocrate c'egli la trafmigratione dell'anime etiamdio
£ù fcolare Lconone Prencipe della fetta ftoica. nelle Bcftiej ma il fuo Porfirio Platonico ten-
Prencipe della Epicurea fu Epicuro, diedi ne cheli rinouallero Iblamente negli huomi-
anni Ili. capitò in Athcne mentre leggcuano ni,di che ne e retto ccnfore Santo Agofìinddc.
Arinotele in Calcide,& Senocrate neil' Acade- Ciuit lib- 10.cap.50.la Ihappò di pili tenendo,
mia , & molte altre infinite fette che luaccia. che l'anima fuUc coeterna con Dio fciucnz'd_rf
rono la Eilofofia violentcmente.la (iiacciò Pi. reprobata da S.Agoftino lib. io. cap.j i.deCi-
tagora con l'opinione chehaueua della ridico- uitate Dei. La lirappò nell'attiua con il (iioiU
la tranfmigratione dcll'anima,che eg]ifoll't_> lecito Amor Platonico fchernito , &: deteinato
ftatoEthalidcjEuforbo,HcnRo:imOi Pirro pe- da Diceaicho Fiiolòfo , & da Ciccione ancor-
ché
.
ftrappò nel quinto aella Tua (coftumaca Re^u- dishoneftà non è merauiglia che la Filofofia fi
blica,eflonando, che le donne {I e iferci tallero laméti con Boetio nella profa terza de gli Stoi
nelle publiche paleftre nude con gli huomini ci& Epicurei in particolare il capo de quali
impudiche, ftolto confìglio ribbutato da Ennio fraccaisò ladeftraalla Filofofia ponendo il fi-
Poeta in quel Tuo verfb . ne del fommo bene nel piacerc,& ripofo.comc
Ilagitìj principiutn eli nudare interciues cor- Arjftippo ancorché fcolaredi Socrate , pofe il
porata. fommo bene nel piacer del corpo; Anti(ìcne_'
Ariflotele fquarciò la "verte alla Filofofii-^ fuo condifcepolo nell'animo Ma Epicuro lo
.
foftencando cheil mondo folle ab eterno, che_j pofe nel piacer del corpo, & dell'animo comi_^
Iddio non habbia cura delle cofe del mondo, dice Seneca fé bene Epicuro fi lamentò che era
che egli non penfa ad altro, che a (e medefrao, malamente intefo da gl'ingnoranti dichiaran-
& che il bene ci nafce da alnoue, fi come fofì- dofi.che non intendcua del piacer dishonefto ,
fticamente mantiene nel ii. della Metafìfica , lafcuio, e luflìiriofo; ma della quiete del cor-
Se nelli morali de gli Eudemij lib. 7. cap. i^. po , & dell'animo libero d'ogni pertiirbationc
oue {traccia la Filofofia in inala maniera. De«f dotato d'vna fbbria ragione, fi come alFerm;i_^
^yprofua exeellentia nihil pr&ter feipfum cogi- Laertio nella fuavita, ma nonper quello rap-
,, tat, nohis autem bonum aliunde euenit.\\\^Q.~ pezzò la vefta.attefoche il fine fuo è imperfet-
lice Arirtotcle Felice Boetio, che ben conobbe to, Se pcirimo,nonefl'endo pofto nella virtii, &:
il Creator del Mondo , & la liiadiuina proui- bontà dell'animo per arriuareal fommo bene
dcnza nel Metro j del i.lib. Iddio vltimo noftro fine;màpofe il fine in bea
O Rellifericonditor or^is, caduco,'& tranfitorio, negando l'immortalità
§lui perpetuo ni xhs folio dell'anima, confermando anch'egli che Iddio
Rapido Ccelum turbine vertas non tiene cura delle cofe humane,fquarci brut
Omnia certo fine gubernas . ti, e deformi. Stracciarono di più gl'Epicurei
„fiabilis atq; in corrupta feruatur. Sentenze—» ,,cidit,nam eum locum , qui monitiones conti-
tutte dirette contro l'iniquo parere d'Arifto- jyKet fuRulit.&pAdagogi effe dixit, non thilo-
tele. Gli ftoici non men che gli altri laceror- ,,fophi tanquam qutcquam aliud fit fapiens
no la vefta Filofofica in più bande dicendo > ,, quam humani generis pAdagogus ; ma quefti
che il mondo fìa animale animato, rationale^ ritagli è fquarci fono
minori dalle pcr-
afl'ai
& intelligibile di foftanza animata fenfibile , uerfe opinioni circa il Mondo,il Cielo, l'ani-
che le dilcipline liberali Itano inutili , che gli ma, & Iddio noftro eterno bene apprelfo il qua
errori, e peccati fianovguali, che le nioglie_j ,, le Sauij di quefto Mondo fono iioìù.Sapten
i
deuenocller communi, ellendonedi ciò Auto- ,, teihuius mundi funt apud Deum fìulti-Ma-
ri Diogene Cinico,& Platone come riterifciì.^ ce a le fciocche , &
perfide loro opinioni, con
Laertio nella vitadi Zenone capo della fetta le quali hanno lacerata la vefta allafapienza,
ftoica , il qual in vero ftracciò la vefta affatto per lo che meritano nome non de fapienti,mà
nella Filofofiaattiua conia malaprattica de_^ di ftolti, così chiamati da S. Paolo nel primo
coftumi concedendo la libertà del -parlare.,', ,, capo a Romani. Euanuerunt in cogttationi-
chiamando tutte le cofe ancorché dishonefte_> ,, bus fuis^& obfcuratum eftinfipiens coreorum
con i lor propri) nomi , mandando anco fiiora , , dicentes en im fé effe fa.pientes,ff ulti faciifunt.
yentofità per ogni parte fenza rifguardo alcu- Lacuiftoltac fallace fapienza al fine rcft.i_^
i, no , come ferine Tullio a Papirio Feto teiìis difperfa,c confufa dalla vera fapienza, come_»
jjverbisea ad te fcripfi quA apertijfimis ugunt ferine Santo Girolamo a Paolino per fentenza
ì)St9ici,a(Hrìt fedilli ettam crepitus aiuNt ^qu* .„di Dioiii Abdia, & Ifaiacap i^. Pcrdam tn-
Q^ quit
s
., prudentfum rtprohaio , vtr» fxpienti^ptrdet i,fus librorum dìR'c Plutarco nella educationc
}, fAlftcm/Apientiam . de figliuoli, &
Ifidoro nel lib.j.del fommo be-
Tiene con la inano dcftia alcuni libri,con ne afferma, che ogni profitto procede dal leg-
la lìnillra lofcctt.'o,i libri lignificano lo Audio gere i libri, & dal meditare ciò che fi leggc_^.
che far delie quello che vuole acquiftare Li_^ ,, Omnisprofecius ex legione meditattone , ^
fapicnza,occupandofì in Tolgerci libri profìt- ,, procedit.qHi enim nifcimus lecìi$ne difctmus,
tcuoii tll'acquiftodi ella deftandofi dal foiino ,,quAdidtcimus meditatione conferuatnus, on^
della pigritia,& dcll'otio, che (bgliono indur- d'è che Iibnchiamanfi muti maeftri
1 •
le lafciui Amori, inuidic,& cattiui eifetti,chc Lo fcettro fignihca, che la fapienza, la qua-
chiudono la via per arriuarc alla fapienza & , le in quella opera di Boetio per la Filofofia fi
queflo e quello chcaucrtifce Horatio acll.L_j piglia, e regina di tutte le difcipliiie, &. arti li-
(cconda Epiftola del primo lib.C?*«» berali, &
che da ella vengono ordinate; Imper-
fofccs unte dietn Itbriim cum lumine\:finon ciòche hauendo la fapienza ic Filofofia noti-
lyittndes unim um fìndijs (^ rebus honefìis : tia delle cofe diuine,&: humanc, & coiitencn-
2/7Uidi*, vel Amore vigil torquebere^. dofi ella nella contemplatiua, & neirattiua_j
Il medtfmo Poeta nella Poetica fua , per ap- vengono da lei ordinate tutte le difcipline , &
picndertbcne la fapienza ci cflbrta a rimefti- arti, le quali o fono contemplatiue, oattiue, &
carc le carte 5ocratichc piene di Filofofia mo- come atciua s'ordina anco la legge ciuilc, 1a_^
iale_5. quale cade fotte l'Ethica Filofofia morale, co-
ifScribendi teBe falere $Ii, (^ Principium ^ me cthicain genere circa i coftumi , imparia-
fons : ino a dar legge a noi fteni,in fpecie con l'eco,
,, Uem ttbiStcratictpoteruntoflenderechartt. nomia, alla famiglia, & alla Caiajcon la Poli-
Perfio Poeta Satirico nella Satira terza tutto tica a i Popoli, & le la legge , tfi diuini c^ hu.
fdcgnato prorompe contro i fonnacchiofi, &li ,, mfiniiuris fcientta,\3. fapienza parimenti, c/f
fucglia, Sminuita allo ftudio della FiIorolìa_j. ,, diuinorum,ó> humeinorum fcien ti a, come di-
Kempehoc ajftdue idm clarum mane feneflras, ce Seneca Plutarco & il Pererio, Marco Tul-
IntTAt,^ nnguRits extendtt Ittmine rimns , lio, & Platone ne luoghi fopra citatij.nemara-
fìrctirrjHs & uiglia e cheil mcdciìmo Tullio dica alla Fi-
più a ballo ,, lofofia Tu muentrix Icnum tu magiffrx^
, ,
Stretis adhuc laxìtmef, caput compage folut» ,, morum,&> difciplina fu:fìi;&. Seneca nel E-
Ofcitateffernum dij]ntts vndiif; malts , pift.95.che cofa è altro'la Filofofia, che kgge_*
ì.ftaliqHÌd quo tendis,& in quod dirigis arcii ? della vita ? che fia Regina delle difcipline & ,
l'in qui efclama control pigri e negligenti arti liberali non è dubbio poiché da lei fono
;
nel procurare di fipere, poco,doppoli ellbrta j, prodotte. £// laudatarum aitium omniù prO'
alla cognitione delle raggioni delle cofe cioè ,, qUAdM
creatrix ^
quafi pnrtns ea quAdat;ì Fi.
alla Filofotìa naturale fpcculatiuiu-j. ,, Gr&ci vocant. difl'e Cic nel principio
lofofia
Dtfctteq-, mijert, c^ caufas ccgnofcite rerum , dell'Oratore, & nelle Tufculanela chiamai—».
nelli fcgucnti poi li efl'orta alla Filofolìa mo- ,, O vitA Philofophia dux,0 virtutis indagatrix,
SÌutd fumu} autqmd nam 'vi^Hrigignimur yyomnino vtta homirium fine te ejjfe potutjjet ?
E^ncceflluio dunque fcacciare il/bnno, & Proci di Penelope , 1 quali faceuano contro di
l'otio nemici,dclle difcipline,&: nociui all'ac- Melanthone , Se Polidora damigelle ,c non fi
^uiftodclla fapienzajche col volgere i libri fi curauano delle nozze di Penelope, ch^-cra Pa-
coiileguifcecflcado l'vibde i libnfttomeHr-o troni Signora & Regina d'Ithaca,lìmil cofu_^
*^
dille
& ,
Parte Prima. 43
diiflc Aiift. <l'Vlifl*e,che quando andò all'lnfer „ gnauano. ìpft regem ejfe dicebati/ed plusquam
no parlò a l'ombre internali fuorché a
tutte ,, R gnaremiht videb.Ttur cut liceret cenfuram
Prolerpina Regina il priinicio detto d'Anftip ,,agire Re'Tr7.t»tiumdicc Seneca Epirt. loS. di-
povien riptitaco da Plutarco nellaeducacione> remo di più che i Re conlìgliandoli conper
di Bione , ouc chiama la Filolufiafomina , & foiie fauie vengono a fare ciò che vien detta-"
yfi capt4t Ó^ fammi coniìttuendu efì Philofo- ua,non voleua che (ì tenelle portiera a fapicn-
„phtt*;l\: è degna d'edere conilituita fomm.!—» ,, u.Tunc Rex inqutt fitptentibtisiurisforcs fem
&capo delli aicn Itudij linceramente di tutti yypir patere volo.wdii^L Filolbato lib. y.cap. io.
loro chiamar li può Regina. & 1 i.non e dubbio, che il conliglio de fauij il
diuentallc accoal Goucino& al Rirgno. Onde ,, proditores iujia difc^rnunt Per mezzo mio
.
Anit.dille nel primo della RcttorKa,che il fa- Regnano li Re, oc li legislatori difccrnono il
pere e non so che cofa atta ad Impcir.re.5/?^f- giufto, & Hugone dilVe che la Filoibfia in. ^-
,
re eff q'odtm aptum ad imperanUnm Attalo gna giufta, è rettamente regnare. Conofcendo
maeltro di Seneca afFcrmaua che egli era Re , ciò Filippo Re di eftbrraua Akl-
Macedonia
ma a Seneca pareua che foiVe più che Re per- fandro il Magno fuo figliuolo ad apprendere
che poteua dai norma a Re per ben Regnare,
i la Filolbfia fotto la difciplina del Filoibfo di-
& gU era lecito far cenfura di quelli che Re- cendoU acciò che tu non ccmmetti molti errc-
Q^ 1 ri nei
e
& gagliardo deltricrc raffrenare il corfo , fe_* ,, riofijfimtM, requirens ad verum quid qui/qj de
non ha chi gli ropraftia,& chi lofrcnijcosidif ,, fé dtceret temenduns qui, bene reprehenfn vide
lìcil cofa è ad vn Prencipe allbliito che niun fu ,, rentur .Narra Giulio Capitolino,& l'ifteflb
pcriore conofce faperc regnare fé fteflb, & raf- apunto il Palatina di Eugenio quarto Tutti :
frenare l'impetuofocorfo de gli affetti fuoi, la queftifbno frutti della Filofofia, che regge_*
Filofofia nondimeno, & fapienza facilità tutto gl'animi e modera gli affetti,conlo fcettrodel
ciò, perche la Filofofia fecondo Anftippo & al la fapienza, col quale fi reggono gl'huomini
tri Filofofì doma gli affetti dell'animo. E' dif- prudenti in ogni auuenimento loro, e fignorcg
ficile ad vn Principe giouane cfl'ere continente giano i moti dell'animo, tanto nell'aucrfità
nondimeno Aleffandro Magno mediante la_^ quanto nella profperità , & fbpraftanno ad o-
Filofofia de buoni coftumi fu giouane conti- gni colpa di fortuna .
nentiflìmo, poiché portò rifpetto alla moglie yyOmnia quA cadere in hominem pojfant
Se alle figliuole di Dario j che di rara bellezza , , Subter fé habet eaq^ deificiens cajtis
erano dotate & non le tenne da fchiaue ma le ,, Contemnit humanos.àì& l'Oratore, Se Di©
honorò da madre, & forelle,& portò anco ri- gene Filofofo cflendoleaddimandato,che cofa
fpetto a Roffanna fuabellifTima fchiaua,che_j guadagnato hauefle dalla Filofbfia, fé non al-
la fposò per non farli tortOj& violenza, confu- tro rifpofe ho guadagnato quefìo che io fono
sone di quei Signori che non laf'ciano intatte-» apparecchiato ad ogni fortuna, «Se Dionifio
non dirò fchiaue, o fcruc,mà non la fparagna- Tiranno fcacciato dal Regno ad vnoche Ie_»
noa Vaffalle nobili &honorate.E' difficile ad difie,che cofa ti ha gicuato Platone, & la Filo-
ogn'vno perdonare anemici maflìmamente_j fofia; rifpofe ch'io poffi qnefla grane mutatio-
a Principi nondimeno Cefare Dittatore Infì- nedi fortuna ccm portare, perciòche non lì vc-
gnoritofi della Republica,& dell'Imperio me- cife fatto altri, ma flette faldo rcf
come hanno
diante lafua fapienza reflc gl'impeti dell'ira, ftello& imperò alle pafìioni dell'animo.
(t(e.
perdonòa tutti. Offendonogl'animi Jemaledi- Porta dunque lo fcettroper più cagioni per-
centie tanto che fi commouono ad odio m.or- che la Filofofia è Regina di tutte le difcipline,
tale contro a i detrattori & calunniatori, Non- & perche è neceflaria a Principi
arti liberali ,
dimeno Augufto , Vcipafìano, &. altri ottimi perbene regnare, & perche fa efler quelli che
lmperadon,non volfero fare di fentiméto con la poffeggono Pve,effendo che conia Filofofi-
no loro ne incrudelnfì per parole, o
libelli con ca libertà danno configlio,& commandano ad
tio gl'Autori, & con
prudenza, perche le voci altri che faccino,o non faccino vna cola:<S,' per
dei Popolo maldicente non hanno forza di de- che mediante la Filofofia & fapienza viuiamo
trahere la fama ad vn gran Principe, che con nel pacifico regno della tranquillità poiche__»
prudenza, fapienzaj& giuftitiagouerni, effen- potiamo in ogni tempOjC luogo, & mutationc
do che le buone attieni loro fanno per fé fteffe di fortuna imperare a gli appetiti, affetti, & per
mentire malcuoli,& però Pio fecondo Ponte-
i turbationi dell'animo , & noi medefmi regge-
fice conftantcmenre perdonò a chi I'haueffe_-> re, & gouernare con Prudenza, & fapienz-^-.--.
prouocatojcon ingiurie & detti mordaci, de_j Onde Zenone afferi che 1; fapienti Filofofi
quali non ne fece conto , & voleua che in vna non folo erano liberi ma Re .
Città libera come Roma liberamente fi parlaf-
,, fc come di lui dice il Palatina: Male de /e o- FILOSOFIA.
,ipinantes vii loqueritts cohercuit nuriquam li'
„ herc enim illtbera. Ctuitate loqui onmcs vole-
qual detto fii di Tiberio Imperadore
DONNA giouane,
gran penheri,
attod'hauer
con vn veftimen
e bella in
ricoperta
ri l^at.iì
niofhò anco di non eftiinare le pe/lime voci to ftracciato in diuerfe parti , talché n'appari-
liei volgo,quandoad viio che fi lamentauiu.., fca la carne ignuda in moki luoghi, conforme
ai ver-
. ,
dict-». Pouera, e nuda "jai Filofojìo-i. E anche mal veftita forlè^perche non auan
Moftrifalire vna Montagna molto nialage 7a tanto a' buffoni nelle corti <lc' Principi, che
uole,e raflbfa, tenendo vn libio ferrato lotto il féne pollano veftire Filolbfi , Se virtuolì, tal
i -
ne nafce l'amore d'elio, & il dtiiderio d'opera- moftrai fecicti della natura, chedirtìcilmente
fon)ma perfcttjonc cole Icdciioli , Si. vir-
re in fi fanno, e le loro cagioni, che difficilmente lì
tuofe, figlia , perche fé non è vn'animo, ben poira!:0 capire, fc c»i pcnficio non fi ftà confi-
compoftócon molte attieni lodcuoli, fondato derando,e contemplando minutamente la na.
nella virtù, non ùcleuimare la Filofofia,ne_^ tura de' corpi lodi, e liquidi, femplici,& com-
tenere in conto alcuno i fuoi fcgiiaci: ma per- porti oicuri,& opachi, rari, &c fpelll,le qualità
che paieiT,clt(^ ordinario, e naturale, chcliL_s elfcntiali,&; accidentali di tutte le cofe,dellc_>
virtù , hahito dalla volontà generi la fcienza piante, delle pietre, deirherbe, de' fiumi, deUc
che e liabr:© dell'intelletto (però eflendo mail mincrc,ne gi'effetci meteorologici, delladil]o
lime da Cicerone, & da Macrobio dipinto la_^9 fitionc de' Citli , della forma del moto, dcll*-
virtù d'età fenile, che caminando per via fallo oppofitioi:i,&: infiuenze,deli'anima humana ,
ia fpera alla fine ritrouarfi in luogo di ripolb) e fiio principio,del]a fua cllenza, e delle (iie.^
fidourà fare la Filofofia giouane, come figlia, parti, della fua nobiltà, e felicità, delle fueopq
fuor diftrada, &pcr}iiogo dishabitato,permo rationi,efentimenti, con altrcmoltiihnie'cofe
'ftrare participatione del gcnio,& dell'inclina- non dilTìmilida quefic medcfime_'.
' rione mater«)a_j. In diuerfe altre maniere fi potrebbe rappre-
dà poi ad intersdete^per la gicuentù,Ia_^
Si fciuarela Filofofia, a noi baftì hauerlafatt:L.i9
'curiofirà de' fuoi-(]uefici,c che e l'on men gra così per la facilità di chilegge,& per non ha-
'
ta a gl'intelletti de' virtrcfi, che fiaa^rl'occhi nere a confonderci con gli enigmi fuori della
de gl'efFcminati vna faccia molle, e lalcina_^, chiarezza di quelle cofe quali portano con-
le
ir.oìba ancora, che fc bene alletta molti l'età fufione ancoiaa gli de migliori Aurto-
fcritti
bella,efrcfca,li fa nondimeno rirare indietro ri, & pero molte con fncilita fé ne portano, «Se
]a difficultà della via , & la; poucrtà mendica fabricare, & dichiarare, comprendcndofi da_^
de' veftimenti. quefta fola, che la Filofofia è fcienza nobili Al-
Sta penfofa perche è folitaria ,folitaria per ma, che con l'intelletto tuttauia fi perfettioua
cercare le ftefla nella cjuiete fuggendo i traua- nell'huomo , che è poco ftimata dal volgo, &
gli,che trouaua nelle conucrfationi mondane. fprezzata da fignori ignoranti, s'elleixita in co
E' mal veftita, pèrche vn'huomo , che fuor fé difficili godendo al fine tranquillità di aicu
de' luoghi habitati attende a fel\eflb,poca cu- te,& quiete dell'iute lletto .
FIVMI ET PRIMA
E R E. >
vede Teucre rapprefcHtato in molti luo ne vn remo^hà la òarba, & i capelli lunghi, &
SIghi il
Itagiacendo, & fotto il bracci© deliro tiene_j Il Te«ere è fiume d' Italia , ilquale efce dal
,vna lupa, lotto la quale fi veggono duoi piccio deftro lato dell' Apenni no , & diuide la Tofca-
li faiiciullini,che con la bocca prendono il lat- na dall'Vmbria,e Campagna, come anco 1j_^
te da cfla. Sotto il medefimo braccio tiene vn'- Città di Rom3_^.
Yrna dalla quale cfce acqua in grandilTima.^ Si dipingono
i fiumi- giacendo,pcrdimoftra
copia, ha nella finiftra mano vn cornucopia rcjcheìa loro proprietà è l'andare per terra.
pieno di varij frutti, e, con la dcftr» roano tic- Iduepicciolifanciulli,che prendono il lat»
Q^j te dalla
. . . ,
òi corona detta figura in memoria delle vit Dicefi che altre volte Fiorentini fi elefler»
i
toric de' Romani, cheipet ciò fi vede il ritratto per loro infcgna fra tutti i fiori il giglio bian-
in alcuni luoghi, che-detta fig'ira fia coronata co in campo roiVo ma poi per alcune difcor,
:
non foto de' fiori, e frutti, ma di lauro . die nate tra di loro, come racconta Chriftofo-
II cornucopia con la diuerfità de' frutti , fi- ro Landini , eleflero ri Giglio roiroin campo
gnifica la fertilità del pacfe.doue pairi_^. bianco . .
Il remo dimoftiacllcr fiume nauigabile. Se Elelfcro parimente fra gl'animali |il Leone,
fi come Redi tutti gl'animali, e fra gl'huomi-
commodo alle mercantiti.
ni eccellenti perii lor maggior figlilo H er-
Come
TEVERE.
dipinto d* Virgilio nel 7. dell'Eneide-
cole.
Gli fida la ghirlanda del faggio per dino-
tare, che l'Arno, fecondo che racconta Strabo-
§Utando inripa del fiume il Padre Enex^ ne , efce dal lato deftrodel monte Appennino
del poff' a giacere
Sottol'aperto davn luogo chiamato Falterona, oue è gran
Diede allememùra al fin breue ripofo copia di faggi
It ecco ti Die del luogo, il Tebrofiejfo Scende quello fiume dal fopradetto luogo ,
Da gl'oppi folti tra le ipejfe fronde^ da principio,come vn lufcello d'acqua fra lira
JHarue ch'vfcife dal tranquillo fiumi ^ ni balzi, e fìraboecheuoli luoghi, &: valli verfb
Vefiito d'vnfottil ceruleo velo , l'Occidente, e poi enrrandoui molte forgiue_>
di frondofa canna cinto il crine ^
E d'acqua,torrentij&; fiumi fi ingrofl'a,& laflàn.
Ilvcftimcnto del colore ceruleo fifa perdi- do alla finillra Arezzo , entra nel Fiorentino
moftrare la Chiarezza dell'acque,cfiendo all'- & palfa a Firenze , & parnfce in due parti , &
hora più chiara.quando meglio riceiie il colo- quindi fcendendo a Pila parimente quelld_^
re del Cielo, & però fu dimandato il Teuere_j diuide , e poi corre alla manna, oue finifce il
Albula da principio,che poi da Tiberino Rc_j fuo corfo •
de «^l'Albani nel Tenere fommcrfojfù chiama Si può anco dipingere detta figura con il
to Tiberino fi come in molti Hiftorici, & poe- cornucopia,attefo,chedoueegli palla fono iuo
ti fi legge, & nella fcguentc lufcritione tioua- ehi fertili di Tofcan.i—j.
ta sùla ripa del Teucre non lungi da Horti Cit
tà di Tofcan.u^-. P o'.
Sex Atufius-Sex.fil fabit*
Rom.I'rifcHs.Luoc.jing.Primus
Omnium. Aram. Tiberino. Pofuit
DA diuerfij& in particolare da Probo è fta
to dipinto il Po,non folo che fi appoggi,
C^jjm. Caligatiti Vouerat. . come gl'altri fiumi all'vrna, e che habbia cin-
Potrafi anco far il velo di color flauo, perche to capo di ghirlanda di canne , ma c'habbia
il
cosilo dipinge Virgilio nel 7. dcU,'Eneidc_^. la faccia di toro con le coni i_j.
Zt multaflauus arena IDipiiigetì in quella guifa, perciòcke (come
Jybeìis Et Hoiatio.
. racconta :>erui_o,e Probo) il fuono che fa il cor
Vtdtmr,sft:UHm T^b^nm . fo di quello fiume è fimile al rugito del bue_j,
La ghirlanda di canna che gli da Virgilio , come anco le fue ripe fono incuruatc a guifa
conuicne a tutti i fiumi, perche fncilmence na- di corn;i_». _..
nicula , quando fi flruggono le neui , & è più . laGeneologia delli Dei, è fiume meridionale,
rapido per li campi, che per li nauilij, ma non che diuide l'Egitto dall'Etiopia, e fecondo la
però fi appropria nulla di quello che toglic_j, commune opinione nafce ne 1 monti di Mau-
& doue palla, quiui rimane più graflb , & di- ritania preflò all'Oceano .
Geneologia delli Dei , che d'intorno al Pò na- Metteuifianco il Coccodrillo , per efl'er'an-
fcono diucrfe fpecie di arbori per for^a del So- cor'cflo animale dell'Egitto,c per il più fedito
le, fcnza eiler piantati, onde circa il finedcll'- Ilare alla riua del Nilo.
Ziìate, mentre che il Sole comincia a declina- La gran quantità d'acqua, ch'cfce nel detto
ie,fudano vn certo humore giallo in motio di modo, moftra l'innondation del Nilo nella_^
lagrime,il quale fi raccoglie con artifitioj&: Ci regione d'Egitto ,e ne gl'altri paefi ,oue egli
compone in ambr.i_*". palfi_^.
Li fedici fanciulli fignificana fedici cubiti
A D I G E. di altezza dell'inondatione del Nilo, che è ila
tala maggiore che habbia fatto, e l'allegrez-
I
\V7 Npoggiato
vecchio,come gli
ad vn'Vrna
altri a giacere , ap-
dalla quale cfchi
za de i putti ni moftra l'vtile, che di tale inon-
datione cauanoleperfonedi quei luoghi, che
,
eepia d'acqua, farà coronato di vna ghirlanda fono aridi, e fecchi, per eiler fottopoiti alla_^
«li dinerfi fiori, & frutti, & conia delira mano gran forza del Sole, onde per tale inondatio-
tenghi vn temo . ne fifanno li terreni fertili, &: 1 paefi abbondan
""
L'Adige ha la fua fontana, dalla quale d'cc ti , che ciò fignifica il cornucopia , & la ghir-
nell'Alpi di Trento (fecondo Plinio) & mette landa_>5^-
il capo nel Mare Adriatico alli Folloni, oue è
^aflai bel porto
'
Gli fi dà la bella
.
majncl piano divri liio^o detto Elongorine,& /* veggio infino al p etto apparir fuort t.. , 1 .
girando in diiieriì luoghi con dicci bocche,cn- Che ornata di due come hauea lafronttc-v. si
tra nel mare Perfico . Di maeiìà ripiena, e di ^lendore o<rj ;-
•
Djccfi,c;hcbbe qucfto nóme
Tigre per la di lo riconobbi alle fiittex.x,e conte (.;^ kjr» ;(,.t}
velocità, come anco perche nel luogo, oue paf- ^ci, fé non che molto era maggiore f.\ '_>]
fajfi dice cHerui quantità di quefte fiere . Lucide hauea le carni, e criftalltne ,
D A N V B I O. E di corona, e canne ornato il crine .
Nella Medaglia di Traiano . Aci è fiume della Sicilia procedente dal mou
peua di certo l'origine del fuo nafcimentcon- QVefto fiume farà di color tanè ftiuto ,
dc Aufonio ntgl'Epigr-così dice.*: che getta per l' Vrua acqua, e rcna,p.er-
Dttnubi-Aspenttis c»pnt occultutus in oris cioche Virgilio nel libro io. dell'Eneide così
A C H E L O O. dicu_,;
dall'altra banda non vieflendo l'altro, fi veda Aefiuat, tttjue om'iem Cìcj ti crucl.it arenata.
ghirlandato di falce , oc ài
la rottura di eflb, e
cainie ; EtOuidio
nel luogo detto di fopra_ji COGITO.
così fa mentione, q^uando elfo fiume di fé ftcjf- fiume l ifernale.
fo dice doppo l'eflcrftato abbattuto da Hei. ncro,& che
SArà qucfto fiume di color tutto
col ;_"•. per l'vrna getti acqua del medefimo colo-
lom: trouni [cornato ,e fen^* moglie re, perche Virgilio nelfefto libro nell'Eneide,
Con doppia dtshanor, con doppio affjinae così dict_<>.
Ben c'hoggi con corone, e canne,e foglie Cocytusi^uefinu l.ibens circumfiitit atro.
Di falci a [conio a l» mi» fronte il danno
Tiene fotto all'vn de bracci, due vrnedav- S T I G E.
aa delle quali efce acqua, & dall'altra nò . Palude Inf. male
Achelooèfiume famofilfimo della Grecia,
e nafce nel monte Pindo, & diuidendo la Eto-
VN A Ninfa di color tanè ofcuro, & elio»
verficon l'Vrna acqua del medclimo
lia dall'Arcadia,, finalmente defcendc con il colore.^.
mare in Malii-^.
Secondo che fauolofamente dicono! Poeti : FLEGETONTE.
Oneopromife Dcianira dia figliuola , bellilfi- Vi urne Infernale .
nia giouane per moglie ad Hercole con que- color tutto rolfo, con l'Vrna in fpalla
lla
me
,
l'altra nò .
, e
DI graue,& giouenilc, con vn.i_»
afpetto
corona di fiori, & frutti in capo, appog-
AGI. giato da vna parte all' Vrna,& dall'altra vi fa-
EDefcrittoda Gnidio nel 30. libro delle Me- rà vn camello
tamorfofi^ & Ga lacca di lui Innamorata Indo è fiume grandifiìmo,!! quale riceue_^
cosi dice feflanta fiiinai;& più di cento torrenti
Si
. . .
Parte Prima. H9
Si corona di fiori, & di frutti in fegno cbij fiume, ilqualc da gli Hcrecnfi Arcadi mede-
il paefc rigato da lui è fertile oltre modo. Se i fimamente, fu rapprefentatoin forma fiuma-
fuoi habitanti viupiio politicamente na, i Cherroncfi che fono dalla parte di Guido
Glifi mette a canto il Camello come anima fimilmente loro ancora l'iftefib fiume Gli A- :
le molto pioprio dei pacfe oue ècjuefto fiume. theniefi poi riucriuano ilCefiflb,come huomo
cornuto , In Sicilia i
GANGE. Siracufani allimigliaua-
no l'Anopo ad vn'huomo, ma honorauano la
DI àfpctto rigido, con corona di palma in
tefta, s'appoggia da vna parte come gl'-
fonte Ciana come femina Gli Egiftei, onero
.
Gange gran fiume de gl'Indi nafce al fon- Gli Agrigentini al fiume cognominato dalla
tedal Paradifo. . _ lor Città gli facrificauano fingendolo infor-
Si rapprcfenta d'afpctto rigidojCiTendoifuoi ma di purtogiatiofo,i quali anco in Delfo con
^abitanti poco dediti alla culturajeperconfe- facrorno vnallatua d'auorio fcriuendogli (o'
quenza poco ciuili prail nome del fiume,&: fecero detta ftatua_»
Gli fi pone a canto l'animale fòpradetto , fimi le ad vn fanciullo,& per maggior vaghez
come animale del paefc , oue palla qucfto fiu- za di quefto noftro ragionamento non vogli»
ms_j- mancare di mettere in confiderationc il bello
GANGE FIVME. enigma del S-Giouani Zaratino Cartellini, nel
iCome dipinto neW ejfequie di Michel' Angel» quale fotto continue allegorie (\ defcriuono di.
BjtonarrHOti in Firenx.e .
uerfi effetti, & qualità del fiumc_>.
HVOMO
no
moro,con
alla tefla,
corona di raggi intor
s'appoggi all' Vrna, & da
Os ego non habeo, clamc^
Non nHllif-vitMtn'f mortttn
elingttis
alijs
ad attrai
tribno .
,
„
E
l'a.ucodc
ntbusflHuiorum Dice che la natura , &
•
Et può fignificarc la metàjò Tcopo di tutte_j fe che occorrono nel mondo, è il primo con/ì-
le cofe create j cioè vnoggcttOjVn'vlcimacau- deratoda coloro che farledeuono, quantun-
fa,alla quale tanto la Natura, quanto l'Arte.-'} que pofcia fìal'vltimo che fr efeguifca,& come
dmza le fiie operationi , dicendo Arift.nel i. egli ha nome di effetto perche quel terminc^-
della Metaf. ^^ioqut. non agit propter finem e condotto alqliaJe di condurlo hauea conce-
,
e/? ociofa, Nelli due primi fignilìcati , è intefo puto nell'animo chi a fare , o ad'operare fi era
ida Seneca nell'Epift- 1 x. mentre dando la defì- dato, così è egli cagione che muoue tutte l'al-
nitione del Pine,difle eflere il terminerò efter- tre a produrlo,iii effetto, &: viene ad'efierefer-
inii)io di tutte le cofe uito da tutte le tre altre caufe, cioè foripalc-?,
Nel terzo fenfo è intefo da Arift. nel i.d4_j materiale &: efficientejcfl'endo che tutte fi ado-
demoftratione al cap.i.tex.ii-dicendo il Fine prano folo per confeguire il Finc.^.
eflere il bene per caufa del quale fi fanno le_> Doue auertire conuiene che fé bene il Fine,
cofcjodalla Natura, o dall'Arte, foggiungendo & la caufa finale potrcbbonodirfì vn'iflen'i_?
che quello che fi fa a cafo,o per fortuna , non cofafonoperò tra loro diftinte, perche lacof^
il fa per niun Fine, ne per niun fcopojncj pri- fola, che è attualmente ac<^aiflata fi dice Finej
mo della Metafilica conferma il Fine,cirercLvJ> màauanti che fi riduca all'atto, fi chiama cau-
per cagione del quale fi fanno i moti,&: tutte-» fa finale, è a ciò è appropriata la diffinitionc->
l'attionijEcco dunque l'attioni rifpetto all'ar- del Filofofoal i. della Tifica, tex. 19. & al quin
ti, &: 1 moti rifj.-'ettoalla natura, & nel primo de to della Metaftcx.i. dicendo che è quello per
fartibus animaltum cap. i. dice che il Fine è cauAdcl quale fi fanno tutte le cofe, tal che_^
quello nel quale fi termina il moto,fcperò nò dircmvPcheil Fine per diuerfc fcntcnze di A-
hàimpedimencoalcunoiU fine in tutte le co- rift. & in .'Vetie nel terzo della Metaf cap. 3. è
quello
i^M^^l Parte Prima.
quello che non per altra cau(a:mà le altre co- Chriftiana denc drizzare lefueattìoni, ncde-
fe catte per Tua caijfa fi fanno, Onde Aiierrocj menticatodclla parte più nobile^viuere fecon-
interpretando tutte qiiefte cole difle nel i.del- do il fenfojperciòche ancor la pianta, & l'ani
la Metaf.al comentodeltext.8. &
efi manife male irragioneuolc fé capaci folfero di Elet-
fium c*Hfiimfin»lem ejjfe,perqnam vnumtjuod tionejoperarebbono centra natura e moftruo-
que fit entittm, ó* efl HM
cuìhs effe non e/l in famente, fé quella contentandoli dall'eflerc_ji
reprotter altam caufam in re ili» ,
fedomnes & quefto della vita rifiutaflcro il viuere,& fen-
funt propttr ifiamfcilicet
caufi. exifientes in, re tire maggior perfcttione_>.
loro
age>^is,ó* materia,& forma in habentibus ngens rapprefencail Fine, vecchio decrepito ef-
Si
ante miterinmy (^formam,&c.i fendo chequefta età fìa la più vicina alla mor-
Efl'cndo dunque che l'arti fieno diuerfe, bi- te, quale è Fine di li animali ,com'anco
tutti
fogna che li loro fini lìeno anco diuerfi, elTen- inuecchiandofi ,'& perii
tutte le cofe "create
do che dal Fine anco (ì diftinguono, perche al- tempo confumandofi fi vengono ad ertinguc*.
tre con l'animo folocoutéplano le core,& que rc,& annularfi ,onde il Petrarca
ile ftabilifcono il lor fine nella Cola contempla Ogni co/a mortai tempo interrompe^.
tione delle cofc naturali, dalli Greci chiamati Si rapprefcnta con i capelli ftefi, & barb.i
^iafetTf^aj. ideft Theoriticq & di quefto gene- canuta perche oltre che fignificanola vecchicT,
re è la Fihologia,il fine della quale èia conte za,dinotanoancocheeirendoil decrepito giù-
platione delle cofe naturali scza alcuna attiene to all'vltimo Fine dell'operationi, lalfa indi-
corporale; Altri ftabiliicono il lor Fine nell'o- fparte gl'adornamenti del corpo,non haueudo
prare, non lafciàdo-alcunaopra manuale, Ci & più penfieri che fi alzino alla contemplation«
chiama TpstKT/^yttt ideft Pradic9,& di qfto gè delle cofi:»».
nere è l'arce del fijnare, ballare, & fimiliialtri Si vcfte di color verde giallo per fignificatc
poi laflano doppo il lor operare qualche mani- lo ftato della vecchiaia fimigliance aU'inuer-
t"atura,& fi chiamano 'Tsro/;tT/;^a<'ideft,Pidic^j no , eflendo che quando il iole fi allontana da
ne fono anco alcun'akre, che non oprano alcu noi , &
che perciò rende breui i noftri giorni,,
na cofa fattitia,mà folaméte acquiftano come all'hora gl'arbori perii freddo, brine, non dan-
l'arte del pefcare , vccellaie, & cacciar fiere. no più tributo alle frondi, iiftringendoinf«_»
Si deue credere che tanto la natura quanto ftcflel'humore , ond'efie non hauendo quella
tutte learcifopradette nonintcndono altro,ne vitale humidità che le fofteneua in vita,U par-
hanno altro per fuo fine che la peifettione_j tono dall'amato tronco con il lor colore ver-,
quando non fiano impedite come
dice Arift. de giallo e fauno chiaro efl'erc al lor fine , Se
nel loco fopia citato; onde l'hiiomo eflendo priui d'ogni vigore , in guifa apunto che l'età
fra tutte le cole create perfettiftìmo, deue ha decrepità mancandoli l'hiimore nàtniaié,di-
queltapiai
llino , &
per quefto farà anco ncceftavio che_j Pierio Valeriano libro ji. pei fcgno della vec-
quelle potenze dell'anime , per lé quali fiamo chiezza eflendo che fempre fi vede intorno a
kuominijSc paitieipiamodi tutte le nature del gl'arbori, & agliedifitij per antichità confu-
Jc cofc che viHono , habbino i lor fini , obeni mati,oafaflì,che minacciano ruina,comean-
che dir vogiiamo,&: che quefti fini ofdinaria- co doue detta hellerafi attacca tirafidóa fé 1*-
nicnterifpondinoalle tre potenze, o facultà humiduà naturale, & con lefue folte ùutùèro-
delle anime, che in noi fouo,i quali beni fono fe,& da ogni intorno fparfe radici fmonendo»
J'vtile, che riguarda la potenza vegecatiua , il & conquaflandoli arbori priui di humori, ft
piaceuole che è della concupifcibilej& l'hone feccano,& le fabriche a poco,apoco minando
fto appiopriatoalla parte rationale, ilche co- vengono a cader per tcrra_r,
gnobbero i Filofofi Gentili i quali viflero per- Il ftare a federe, ne dimoftra di eflerc A^R-
ciò molto conforme all'iftinto della ragione ; co dal viaggio che ha fatto di moIt'anni,& che
jnà quefto non bafta al Chriftiano,il qualeol-. non potendofi reggerepiù inpiedi, cerca il ri-
tre il lume naturale viene illuftrato da mag- pofo per vltimo Fine del fuo paflaggio eflendo
gior lume, che è la fede per la quale conofcc^ vicino al ridurfi nella materia di che fu fer-
ii fuo nobilifllmo Fine,cfl'ere lacelefte beatitu- mato •
Uiwjoue anco per mezzo di vna perfettion?.» Yi fi dipinge che dalla parw finiftra fia yh
6ole
. .
raggi eflerc giunto all'occafo, perdimoftrarc la natura del quadrato rifiiltano al numcrd
fi clic il giorno fia finito , cora'anco
rhuomo che habbiamo detto che e perfcttiffimo
che haucndo finito il fuo coifo, giunga al Fine Si dice che fignifica il Fine,& perciò dimo-
di qiial fi veglia opera fiia . ftriamo anco che tcnghi con la finiftrjmano
Tiene con la deftra mano la Piramide fegna l'omega XI. greco eflendol'vltima nota dell*-
ta nella guifa che habbiamo detto,efleudo che alfabettoper mezzo del quale vengono ad'e/^
Pierio Valeriano nel lib. J9.dice che fignifica fere efplicate tutte le cofe create, & per quello
il Fine,o la perfcttionc dell'opera, 5: modocó- anco difle Dio benedetto nella Apccalifle al i.
piuto, percicche la Miriade la quale è il nu- cap. Egofum Alpha, & Omega, principio, &
mero di dieci millia , conftituifcc la metà , & Fine , & però ringratio il grande & Onnipo-
che quefto numero multiplicato dall'vnità è tente Dio che non mi ha abandonato in qucfta
grandiIIimoj& perfcttiflìmo, di maniera che opera fatta ad'honor fuo fino al Fine,onde non
prcfo il principio dell'Ypitàfinifca in Miriade poflo dire come fcrifleDauid nel ialino yj-
la bafe delia puamidc,& come fi legge nel Fi- Vt quid Deus repultfit tnfinem ma laudo Dio
',
lone fi termina con la lunghezza di cento pie- che è mio principio, è Fine .
FLAGELLO DI DIO.
HV O M O mano
veftito di color roflb, nclla_j
deftra tenga vna sferza , & nella
feflo
i
per lo vigore, & per la poflTanzafbpra-j
colpeuoli,& (celerati
^niftia vn fulmine, cflcndo l'aria torbida, & il II color rofib.fignifica ira, & vendetta, Ia_l»
terreno ,douc ftà pieno di locufte j fi prende il sferza è la pena a gli huoraini più degni di per
dono
Parte Prima. ^^3
Jon©,pcr corregerIi,&: rimenarli nella buona più fuperbamcntc fìcdono nonalcrimentc, che
Tiaifccondo il detto. folgora precipitoii , cafcano nelle miferie , &
§^os (iTno,arguo,i^ cafJigo calamita .
11 fulmine è fegno del callido di colorojche Per le locufte, che riempiono l'aere,& la ter
oftinatamente peiTeuerano nel peccaco,creden ra s'mtende l'vniuerfal caftigo,chc Iddio man
dofl alla fine della vita ageuolmente impetrare da alle volte fopra ai popoli, accenandofi l'hi-
da Dio pcidono . ftoria de flagelli d'Egitto, mandati per cagio-
Significa etiandio il fulmine la caduta d'al- ne della pertinacia , 5c oftinata voglia di Fa-
cuni, che per vie torte, & ingiufte fono ad altif- raoncj.
fimi gradi della gloria pcruenuti,oue quando
FORT A.
DONNA fé
armata, & veftita
lideue ofl'eruarc
di lionato,&
fifonomia, hauerà
la
uienc a tutte
la Fortezza
le virtù particolari ,
il corpo largo, la ftatura dritta, l'oda grandi, il do,e tutto il fuo intento è di fopportar ogni aa
petto carnofo,ii color della faccia fofco,i capei uenimento con animo inuitto , per amor della
li ricc!,& duri, l'occhio lucido, non molto aper virtù . Si fa donna, non per dichiarare, che a
co, nella deftra mano terrà vn'hafla,con vn ra coftumi feminili debba auuicinarfì l'huomo
modi rouere, & nel braccio fìniftro vno feu- fortc-.mà per accommodare la figura al modo
do, ili mczo del quale vi (la dipinto vn leone_i di parlare, oucro perche eilendo ogni virtù fpc
che s'azzuffi con vn cignale . ciedel vero,bello,& appetibile, ilquale fi go-
L'cliercitarfi intorno alle cofe difficili^con- de con rintelktto , (Se attiibuendofi volgar-
mente
, . .
uicne,a fine di i-jan fare cola brutta, & per far dice Fiercolc nelle fauole de' Poe ti, & molt'al-
cofa belliHìn.a, per amo; delI'honcAo, fono i tri in diuerfi luoghi, c'han combattiìto,& vin-
Tuoi eccelfi quelli, che la fan troppo audace—', Leoni ti i
come la diccuano pur hora,& la timidità la_^ L'hafta fignifica, che nonfolo lì deue oprar
quale,per mancamento di vere ragioni, non fi fotTa in ribattere danni, che pollone venire__>i
cura del male imincnte, per sfuggire quello , da altrijcome fi iTiortra con l'aimatura di dof-
che falfamentecredc,che lefiiaicprasS: cerne fo,e col feudo, màanco reprimendo la fuper-
non fi può dir forre, chi ad ogni pericolo indif bia,&: arroganza altrui con le proprie forze_-.
ferentcmcnte ha delìdciio,&: volontà d'appli- L'harta nota maggioianja.e fignoria,la anale
carli con pericolo, cesi ne anco quefto,che tut- vidi facilmente acquirtata per mezzo deila_^
ti li fugge per timore della vita corporale; per Fortezza. I legni di Fifoiiomia fon tratti dd^^>
iiioftrare che l'huomo forte , sa dominale alle Arirtotcle per non mancar di diligenza in quel
palìioni dell'animo, come anco vincere, & fu- che fi può fareJ^propofito .
pcrarc gli cpp;cllòri liei corpo, quando n'hab- Il Leone azzuffino con il cigniale, dice Pie-
biagiulla cagione , cfìcndo ambi fpettanti al- rio Valeriane lib.V-che fignifica la Forterza_3
la f<r li cita della vita politica iifàdoiina_5 dell'animo, e quella del corpo accompagnate,
.
armata col ramò di roucic in mano, perche l'- perciùchc il Leone va con modo, e con mifura
armatura nolira la fortezza riel corpo, & la_^ nelle attieni, & il cignale lenza altrimenti pen
rcuere quella dell'animo, pc; lehiler quell.i.^'» fare fi fa innanzi precipitofamenteadogniim-
al]efpade,& altre armi materiali, d; fodc;pre- prefj-^'.
Aaalfoftiar J;c' venti aerei, 3c fpiriruali,chc_> FORTEZZA.
fono i vie; j,à: difetti, che ci Itimolano a decli-
nar dalla virtLi , e fc ben molti alni alberi po-
DONNAqualarmata, &
to,
veftita di color lion«-
coler fignifica fortezza , per
il
trebbono lignificare quefto medtfimc , fscen- elVer fomigliante a quello del Leone, s'appeo--
doancor'elu rcfiltcìuagrandiflìiVia alla forza gia quella ooniia ad vna colonna, perche delle
de' temporali, londinieno li pene qucAo, cerne parti dell'edifitie,qucfta èia più forte, che l'-
più i;oto,&: adopeiatoda Poeti in tal piopofi- altre lòftiene,a ipiedi di ella figura vi giacerà
to, forfè anche per clR-r legno, che itiiltL gran- vn Leone animale da gli Egiti) adoperato in
dtmcnte aliaforja dell'acqua, feiue ^er tdifi- queftopropolico,come h legge molti feruti.
ti) , & refiltea' peli graui ì^c; iuugo tempo, & Fertf^z.»
niaggiormente perche da quello albero , da' DOnna che con vna mazza fimile a quel-
Laca.i detto robur, chiamiamo gl'hiicmin^for d'Hercolefiiifoghi vn gran Leone
la &
ti ClOtiUfti .
a' piedi vi iìa \à faretra con le faette,& arco j
li color della verte fimile alla pelle del Leo quefta figura ho canata da vna belliilima Mc-
«e , mcftra , che deue portarli uell'imprcfe l'- daglia,vedi Pieno nellib.i.
lor-
.
Parte Prima.
SS
TorfeZK.* tt/inim»,fìi' di corpo. corona di lauro con orointrecciata, con TU inyr
co per cunicrcclic dica: HIS FKVGIBVS.
DOnna annata di corazza, elmo, fpada, e
tenendo vno La fpada lignifica la fortezza, & valor del cor-
lancia, nel braccio finiftro,
feudo con vna tcftadi Leone dipintaui, fopra po, e la fcrpc la prudenza,*: virtù dciranimo,
allaqual ftà vnamazza,pcr quefto s'intender con lcc|uali due virtù fpcfle volte fi vedono fa-
con la fortezza del corpose per il capo di Lco- lire gl'huomini di vile conditione alla trion-
t0rte'{x,»,& vtilore del corpo congiunte con ItL^ fortel^{A del ctrpo congiuntA càaUgent-
pr»denx.a,& virtù dell'*nimo . rofitk dell'animo
PN Onna armata di corazza, elmo, & feudo DOnna armata, come s'è detto, nella dcftra
tenga la Claua d'Hercolc, in capo per
ignuda, intorno alla quale vi ila con bei giri elmo vna cella di Leone, lì come (ì vede nell^j
•mioho yn fcrpc, e fopra l'elmo habbia vn.i-»? fiatile ancichc-^.
o R N A.
^s^^sa
ìi^
r>ONNA
. . . . .
la verità e, che il tutto difpone la diuin.i_5 cornucopia, & la finiftra farà pofat;i_j
il
prouidenza,come infegna S.Tomafo Uh. ^. con fopra al capo di vn Cupido , che lefchcrzi d'-
t'agentes ca^.^i.chato di fopra. Glihuomini intorno alla vefte .
che ftanno incorno all'albero danno teftimo-
modi quel detto antico che dice Fortuna fux. : Fortuna pacifica ouero clemente.
,
^uisq;faher , perche fé bene alcuno potefle ef- Nella Medaglia di Antonino Fio .
S
. . .
Sii t
»0^0i Parte Prima^^. z^7
dell'Imperio di qnefto Piencipe gli fé.
'felicità lafiniflra mano s'appoggij .^d vn timone; fi-
fnoino' nel riuerfodcUaropiadctta medaglia, gnificando ch'ella fa trionfare chiunque vuo-
vnàbuoiiai&, ferena Fortuna pacifica . le, & la' dimoftratione di ciò fi rapprcfcnta con
*
Tortun&oOfeqHenti erd.
Cemens. votopro omnt fulttttj
VNa vn let-
bellilTima donna, che giace in
con vn timone alli piedi.
to fternio
CÌMÌum fufcepto Quella è quella Fortuna aure3,che in carne
Vedi Sebaftiano Erizzo ra de gl'Imperadori fi foleua ponerc mentre
„ Fortuna-^. viucuano , & che rcggeuano l'Imperio come
DOnna che con la delira maiio^enc yn per la loro Fortuna .
cornucopia,& vn ramo d'alloro,& con
FORZA sì nell'acqua ^
D'
come
AMOREin terra
ìitc temere tnanibus ¥lortni,delphinaq; traBat Amore può tanto che rompe la forza di Gio-
Ilio ttenim terris,'noc valet ipfe mari. ve ; & incende tutto il mondo , così è dipiutt)
F O Pv Z A. dall'Alciato iji vno Emblemacosi dicendo, •
£c3rc vn'hii omo forte lodimolhano conque- auttore defcriue Amore in vn carro tirato da
ft'animale , come fi legge in Oro Egittio nel Leonijcome fi vede nell'ifteflb luogo .
CVpido con l'ali alle fpalle,con l'arco,& le mali, & per i'etfetto delle loro pelli , perche
faette in mano & c©ii la faretra al fian-
, flando vicmè quelle clellaHìena guafta,& «or
m
rompe
.
DOnna armata di corazza, & elmo in capo Giuftitiaintcrpretata,& il Leone per la Forza,
con la deftra mano tenghi vna fpada i- lì come chiaramente fi vede efl'ereilfuo ver»
'
rORZA -SOTTO POSTA P R A G 1 L I T A\
all'eloquenza .
DONNA ch« in ciafcuna mano tenga del
Rr 1 F'-agilicÀ
zòo Della nouifsima Iconologia
Fragilità . mani molti di quei bamboli d'acqua a»ghiac
DOniu veftitad'vn fottilifTimo veIo.,nclU ciatajche pendono i\ verno da 'tetti delle ca(è,
dcftra tiene vn ramo'di tiqliOj &
mano li quali bamboli dice il Pierio Valeriano che ,
coii la finiftra vn gran vafo di vetro folpefo ad erano da gli Antichi Egitti) porti per la Fragi^
\n iìio-Il velo le coniiiene perche ageuolmen- Jità dcH'huniana vitatiion farebbe ancodilcoa
tc fi fqiiarcia.Il tiglio da Virgilio nel libro fe- ueniente fare, che queftaiigura mortrafle, per
condo della Geoigica è detto fi agile, &ilva- la giauezza de gl'anni d'andare molto china,
fo di verro fcfptfodal filonon. ha bifogno d'- appoggiandofi ad vna fieuole canna, per elici-
dichiarat'.onc , per elierc il vetro agcuol-
i?.!:ia le anch'eiì'a vere (ìmbolodellafiagilità,comc
nientc bello, 3c facile a fpezzarii, fi agile mede la vecchiezza, alla quale quando va huomo
finiamentc è il fcilb feminiJc,& fi deuedare,^ aniua facilmente fentcogni minima lefione,
ancora Ja corrifpondenza di <iuello . & facilmente ne rimane oppreflb Notarono
•
D Onna con
ftita
faccia macilcnte,& afflitta ve
poueiameiKc tenga con ambe Ic-^
qualche cofa,/nà tofto fparifcqnoj^i noufcuza
lagionc-j.
R V D E.
Usfi
D0NNA ne bella
con due faccif vna
l'altra di
di o-ioua
vecchia brutta, farà nu
par delle gambe, nella deftra mano terrà du^
cuori)& vna mafchera con la finiftra .' •
& con l'opre fotto diuerfi inganneuoli colori Ma na/condea ejuejiefa ttenzc pra uè
di bontà, & ciò li dimollra con lediie faccie_j. Con lur.go habito,e largo, e fotto quello
Ilgiallolinollgni'fìcatradimencojiuganiio, Attojficato haueafetnpre il coltdlo .
diucrfc macchie,è colori, e la fua coda ritirata d'habito leggiero, perche non deuc
Si vefte
in punta di Icorpione , ricoperta nell'onde di hauere cofa alcuna, che gli dia impedimento
CocitOjOuero in acqua torbida, e nera, cosi di- Si fa con la fchiena ruiolta, perche in- lati-
pinta ladimanda Gienone, e per la faccia d'- na locutione voltar la fchieni non vuol dir
,
religione, &
di carità , lono armati d'aitiitia, fotte il quale vi lìa vn grandilfimo fumo.
& cinti di macchie di Icelleraggine, talmente, Qiielto l'habbiamo per tal flgnificato à^~^
che ogni lorooperationeaila line lìfcuopre_^ grEgitcij,& fi vede per efoericnza , che l'api
piena di mortifero veleno, & lldiccellèr Ce- da nellud'altra cofa, più che dal fumo s'allon-
none , perche regnando colhii predo a l'Ifolc tanano, & confn.'amcnte fi mettono in fuga,
Balearijcon benigno volto, con parole carez come alle volte lì vede vn popolo foUeuarfi per
zcuoli, & con ogni familiaruà-, era vfo a rice- leggieriflìma,& picciolillima cagione.
uerei viandanti, e li amici , poi fotto color di
quella cortella, quando dormitiano gl'vccide- F V G A C I T A\
ua, come raccontano molti fcnttoii antichi, e Delle grandezze, & della gloria mondana
fra' moderni il Boccaccio nella geneologuL-.»
degli Dei DONNA
chiaro
alata, & veftita di color verde_»
quatì che al giallo , il cui vefli-
*''
Fraude meuco farà ricamato di perle , & alcre_>"
tutto
DOnna che tenga in mano vna canna con gioie di gran valore, in capo haurà vna corona
l'amo, col quale habbiaprefo vnpefce , d'oio,con la deftra mano terrà con bella gra-
& altri pefci lì vedano in vn vafogià morti, tia vn razo accefo,& sfauiliante,con vn motto
perciòche Fraude, ò inganno altro non è, che chedichi LGRLUIEN^ VT FVLGVR,
tìngere di fare vna cola buona, & fuori dell'o- & con lafìniftra vn mazzo di lofe riuolteal-
pinione altrui farne vna cartina, come fa il pe- l'ingiù, & parte di eife fi veda checadino per
Icatore , che porgendo mangiare a' pefci, gli terra languide, & fcoloritt_^.
prende, &animazzj_ji. Si lapprefenta che tìa alata , per fignificare
Fraudcy dell' Ariojio. la velocità del fugetto di detta imaginc.
Hauea vn piacettol vi/o, habito honeRo Si vefte di color verde chiaro,per dinotare,
Vn humtl volger d'occhi, vn'dndar gratis , che non tì deue porre fperanza nelle cofe mor-
Vn parlar s\ benigno, e si mcdy/ìo tali, perche prefto mancano,& malfime quan-
Cheparcfta Gahtelychc diceJ}'AH$ do rhuomoptù penfadi arriuarealfegno , Si.
Rr j però
. . . . , . .
Il PctiaicancI primo trionfo della mortt_>. ciprefTo in vna mano, nell'altra con vna trom.
Mifer chi fpeme in ce/a mortilpone ba,dalla quale efcc fiamma, & fumo nero, 5c
ic Silio Italico lib.7- vcl.Pun. fon finte da gli Antichi Poeti, donne deftina-
Sfes heufaliaces , ohlitatj^ cérdacaducum . te a tormentare nell'Inferno i'anime'^dc* mal-
Mortali cfuodc un q^datur fattori.
La Juierficà delle gioie fopra il veftimentò, F V R I E.
& la corona d'orojtie dimoftrano l'alterezza , Statio così ledi pingc_>.
&Iegrandezze con le quali la gloria monda- Cadendo giù fan ombra all'empio vifif
na il adornajl'accefb, &: sfaiiillante razo chc_* 1 minor ferpi del vipereo crine^
tiene conia delira njanocol motto fopradet- E gl'occhi fan fiotto
la trifìa fronte
to , le noftre grandezze, & 1'-
ne lignifica che Cacciati in due gran caue, onde vria lue.» >
humana gloria fia limile ad vn 'azo , che non Spauent uole vien, fimile a quella .:,
-
ii tolto accelb rparifcc, fcoppia, & more, onde Che tat'hor vinta da cantati verfi
a quella iìmiiitudine per molirare che l'hiio- §luafiipiena di {degno ^e di vergognit
mo non fi debba infuperbire giunto che fìa a M^flra la vaga Luna;di veleno
qualche grado non folo de ricchezze,mà d'ef- La pelle e iparfia^&vn color di foco
fcre fuperiorc a gl'altri, nella Creatione del Tinge la [cura faccia , dalla cjtiale
.Sommo deputati alianti di eil'o in
Pontefice, li L'arida fttet la vorace, fame^',
S.Pietro mettano fopra d'vn'hafta della ftoppa I trifli mali, e la spietata morte
la quale accendendola dicano ad alta voce . Sopra i mortali cade , e dalle fpalle
Sic tranfit gloriamundi Pater Ranfie. Scende vn'horrido panno, che nel petto
onde fopra di ciò mi pare che fìa molto a pro- Si firinge. alla crudel furia rinoua
pofito il detto del Petrarca. Spcffola ter^a delle treforellt^.
La vitJi ftigge,^ non fi arresia vtt'hora . Che la vita mortai con cui li fiami
Le rofe nella guila che habbiamo detto. Pie- Mtjurano, e Profierptna con lei ,
rio Valerianoncl lib. n-narra che queflo fiore ambe le man fcetendo in quejlft
JEt ella,
fìa Geroglifico dell'humana fragilità, & fegno La face porta con funeree fiamme ,
del ben fugace , & della bicuicà della vita no- In quella ha vn fiero fierpe onde percote ,
ilrajeflendoche in quello ifleflb giorno che e- Ilaria attrtfìando ouunque volge il piede .
Segui pur la ztrtù,che tanto vale E^ veilito di corto,per^he non guarda ne de-
Chtfàl'huomo immortale . cenza,ne decoro
F V R I E. Furore
DANTE nell'Inferno dipinge le Purie, omo d'afpettQ horribile, ilquale feden-
donne di bmuiiruno afpett© con . velli H\ do fopra vari) arnefi di guerra , moflri
di
. . . .
di fi-cmere,hanendo le mani legate dietro al- acccraj& nella finiftra la teftà di Medufa
con molte catene, & faccia forza di
le fpalle
romperle con l'impeto della fuga . furor e yé^ rabbia .
Si lega per dimol^rare , che il Furore è vna HVomo armato di corazza, & elmo, con
fpecie di pazzia laquale deue efler legata , e
, volto fiero.e finguinofo, con la
fpad;u^,
Tinta dalla raggione_^. nella delira mano, e nella finiftra vno feudo,
E' horribiic nell'afpetto, perch-r vn'huomo nel qual vi fia dipinto , ò fcolpito
vn Ltoiiz^,
Tacito di n. ftefl'o , per fubito impeto dell'ira , che per ira,& rabbia, vccida,fquarciando
li prò
piglia natirra,e fembianza di fiera, ò d'altra co }>ri figliuoli, e per cimiero
dell'elmo vi
j
fia rn
Ìa più fpduenteuol|C_;. lerpente vuiace, &
auuolto in molti giri
Il Leone nel modo fòpradetto fecondo gl'-
furore^' Egittij.è il vero, & ilproprio Geroglifico del
HVomohorribile, con capelli rabbuffati , Furore indomito, il fcrpcnte che vibra le cre_^
porti nella mau dcftxa vua gran torcia
.
lingue dalle fa«e lettere 'è teaytopcr impla-
cabile
5 .
V R O R POETICO
?
\^
GIOVANE viuace,& rubicondo con l'- lar gratia del Cielo, & Platone difTejche muofi
ali alla tcfta, coronato di lauro, & cinto uè lamente de' Poeti perdiuin Furore,coIqua
di hcdera,ftandoin atto di fcfinerc: ma con la le formano molte volte nell'idea imagirii di
faccia riuolta verfo il Cielo • cofe fopranaturali, le quali notate da loro in
L'ali fìgnificano, la preftezza, & la velocità carte, & dipoi a pena fono intefe, e cono-
rilette
dell'intelletto Poetico, che non s'immcrgeij; fciute,pcrò fi dimandanoi Poeti prellb a Gen-
nià fi nblima, portando feco nobilmente li)
( — tili, per antico colhime,Santi,generationc del
-iVri nel l'embianté Furore, & rabòia,Jàrà cinto fa; che habbiamo detto, per ciò chele facrc let-
con rotte catene, cli£ dalle braccra, &
dalle_> tere hanno efprelloil Furore Implacabile, per
gambe gli pendino , terrà con la delira mano vn lirpe piegato in molti gin, & che ha Li_ìj
VII llrpe detto Afpido,piegatoin molti girijco lingua fuori al vedere tripartita, & diceli, cht
la bocca aperta ch'habbia la ling.ua fuori tri- iiefliui Furore fi può comparare a quello del-
partita, & vedendoli per la perfona infinitove- rafpido,il quale fubito,che fi fcntc tocco,cosi
icno,molbi,3c llia in atto d'offendere altrui beftialmente s"infuria,che non fi fatia hn che
òi alli piedi di detta figura vi farà vn Cocodril non habbia auuelenato col morfo, chi l'ha of-
io,chc molìn di percuotere fé llelfo . fefo,ouero di rabbia non li muoia come dice_j
Si dipinge armato , & ferito in molte parti Euthimio^'.., .1 .
.iCj & rabbia, cllendo che il furore è pioprji_tf fojvoleuano gli Egitti) con tale animale nella
altevatione dell'animo nato , che conduce i'- guifu che s'è dettOjhgaiiicare il furore, per-
:huomp all'operare contro le lteifo,Dio,Natu- ciò che queftoammale quando è rimaflo gab-
ta,huomiiu,& cofe,& luoghi . bato delia preda, conerà fc fteifo s'acceudc di
Le rotte catene che dalle braccia, & dalle_j fuioi e,(Sc fdeguo .
gambe glipeud.onO,dinotano che il furore è in
^ F V R o.
iiijuy:ti
. . .
&
vcftito di pelle di
gambe nude j &
gno di molta
Le braccia,
efplicationc_j.
& gambe ignude dimoftfano la
con piedi alati, in raezod'vna notte, nella man deftrezza, & che con
l'alia' piedi la velocità,
finiftra tenga vna borra,& nella defti-a vn col- grande induftriafi procura dal ladro,pertimo
teUo, con vn grimaldello , l'orecchie faranno re de* meritati fupplicij
fimili a quelle del lepre, & l'apparenza molto
attonita_r.
•
: :i F V R T O-
IO VANE
Giouane fi dipinge il Furto, per notare l'im
prudenia,& la temerità, che è propria de' gio-
uani,&proprijflima de' ladri, i quali vedendo
G . vn capuccio &
, con
veftitod'habito fpedito
con le fcarpe di
in tefta,
feltro,ouero di pelle,in vna mano tenendo vna
ogni giorno infiniti fpettacoli di jliiccelfi infe- lanterna ferrata, & nell'altra vn grimaldello,
lici di chi toglie con infidie altrui la robb;i_^, & vna fcaladi corda, l'habito farà pieno di pee
non però s'emendano, per dare alla finenelle chiercòsi fi. vede dipinco in molti luoghi.
leti, ò pia tofto ne I lacci . Le J)ecchiefopxa il veftimento fi fanno,for-
La pallidezza del volto,& l'orecchie del le- fe,perchecfie vanno rubbandoa' fiori da tutte
pre, fignificano il contiiTOO fofpccto, & la per- le bande il dolce, per congregarlo poi tutto in-
petua paura,con la quale viue il ladro, temen- fieme nella propria cala, onero per accennare
clo fempre di non cflcr fcoperto, e però fugge, vna falfa forte d'api, dimandata Fuco da' Lati-
&odia la luce amico della notte, fauoreuole^ ni, che non fa fé non mangiar il mele fatto con
compagna delle fue dishonorate attioni la fatica dell'altre, come ladri, che confuma-
i
E' veftitodi pelle di lupo,perche il lupo vi- no la robba acquiftata con fudore , & con Icj»
wcfolo dell'altrui robba,& dì rapine, come il miferie a/truijne fa mentione Virg.nel primo
ladro> che per leggerezza di ceruello credc_> dell'Eneide dicendo :
conquefto medclimo penfierodi lbuiienirc_> jiut onera acciptunt venientum, aut agminij
a' fuoibifogni facia
Ilgrimaldelloj& il coltello non hanno bifo JgnaH»mfHcospecHi a pr&fepihta arcent.
DELLA NOVISSIMA
ICONOLOGIA
CESARE RIPA
DI PERVGINO
Caualier de SS. Mauritio, &c Lazzaro.
PARTE SECONDA.
Nella quale fi defcriuono diuerfclmagini di Virtù, Vicij, Affetti
, Pafsioni hu^
Vfile ad Oratori y
OPERA
d'Italia, Fiumi, tutte le parti del Mondo, &: altre infinite materie
<tA M
boli ciòche può cadere in penfiero humano.
,
Ma ancora arrichita d'altre Imagini , difcorfi , &; efquifita corretione dal S %'
nio! Znratino Caftellini Romano .
ZÓJ
DELLA NOVISSIMA ICONOLOGIA
DI CESARE RIPA PERVGINO»
Caualier de SS. Maurilio, e Lazzaro.
PARTE SECONDA.
GAGLIARDEZZA.
DONNA di maturo arpctto,màvago,di
vifta pioportionata,e fuelca^faràdi leg-
alcuni popoli detti Cirnei, nell'Ifola di Corfl-
ca, li quali viueuano lunghilTìmo tempo, per-
giadro habito veftita, coionàca di amaianto , che fi pafccuano di cibi dolci , e compofti à\
& tenga con ambe le mani vn ramo diclino co mele.Lt Dicfane, il quale fcrifle dell'AgricoI-
li Tuoi frutti , & fopra à detto l'atno vi fera vn tura>afFcrma, che il cibo di niele|vfato di con-
fàuo di mele con alcune api. '
tinuo, non folo fa giouamentograndilllmo al-
L'Amaranto è vna fpica perpetua, laquale_> la viuacità dell'intelletto: ma conferua anco-
fuor dell'vib de gl'altri fiorj , fìgnifca {labili- ra li fcnfl fanij& interi
tà, Gagliardezza, e confeiuationejper la parti-
colare qualità fua di nonimmaiciregiàmai,& G< lojta
di ftar lempre bella , & di verno quando fono DOnna veftita nel modo fopradetto nella
mancati gl'altri fiori, folo tenuta nell'acqua fi deftra mano terrà vna pianta di heli-
tinuerdilce,però li popoli di Teilaglia aftretti tropio
dall'oracolo Dodoneo a far ogn'annol'efpia- color del veftimcto è proprio fìgnifìcato
Il
&^
Gelo/o xmante, apro milVocchi,e miro , che c»me dice Arili: nel i. della Rertorica, che
l. tnill' orecchi, /id ognifuano intento • li Giouani hanno l'animo grande, & pcrògl'c
tura,& daogni vitiojmà d'Kancrìn fé raccolte tione di farne dono , e per lignificare che lu_^
tutte le virtù , che la rendano infinitamenrc-> Generoficà nel donare fi fpoglia d'ogni interef
belli/TSma •
Onde à quefto propofìto Plut. in fé, onde Agoftmode diffinitionedice, Itberali-
fertorio così dice . GenerofihomtHts efl\honeflis tas efl motti* quidem animi faciens , C^ appro-
r/itionìbni viclcria qHArere;titrfi[>ui,nefalutem ba.ns laygttudines fine Jpe retnbutiones,8c Hora
quidem . tio Ode 7. lib. 4, Cuii^iZ qu&dcderis amico a}2Ì-
Li Capelli biodij& vaghi, & ricciuti, & che mo dederis-ySi che qui fifcorge chiarilfimo che
alieno ammirationealli rifguardanti,fignifica- l'attioni di quefta nohililTìma virtù fono fanvo
no fhe la Generoficà ha penlìeri non vili,5i baf fc, per hauer ella l'aiumo grande, &: liberale,
/i,inà alti, &
gencroll per operar cofe confor- la cui liberalità s'efpiica con il fegno di far c^
me alla fublimità All^, no delle cofe fbpradette_j'
Il vclHmento d'oro denota nobiltà, che ciò Il tenere la fìniftra mano fopra la tefla del
confìfte in quefla gran virtù , perciòche fi co- Leone ne denota ( come nana Plinio lib. 8. 5c
mò l'oro per Aia natura, e Tempre nobile, così Picrio Valeriano lib primo) la natura dique-
la Gencrodtà non degenera punto, dalla gran ftoanimale edere tra quelli di quattro piedi
clezza,& nobiltà fua, & lo dice il FiioTcfo lib più degno di marauiglia per la grandezza , &
i.cap.i della Rettorica, & il medcflmo nell'- Geuerofìtà dell'animo fuo,cflendo che non te-
hiftoriaanimalium. Gentrofum tfì, quod àfua me qual fi voglia rincontro, anzi come inuit-
natura non degenerar . to,& generofu, ancorché aftrctto fìa di ritirar-
Il braccio deliro nudo.qual tiene alro,&: con fi,fempre moftra il vifo à chi cerca d'offendcf*-
la mano le fopradette ricchezze con dimoftra lOjBernardo in Epifl.
.
Ja rerum difficultate. ^
tù,&Talore di fc ftcflb, & non per altro.
Si che concludiamo che la Gcnerofità èvn
GENEROSITA\
CARLO EMANVELE
All'Altezza Sereniffima di
Duca ài Sauoia.
/fgfraqi prohitatis , &c Seneca epift. j -j.Nobtlt. Corpora magnanimo fatts efi pròjirafje Leoni,
tat animi generofitus tR /enfiti, nobilitas ho-& Pugna fuum finem cum iacit hoRtt habet
minis unimui, (^hoc optimum hti-
efi generofn4
At lupui, (^ thrpes inRant morientibut vrfi
het infe geaerofumnimtu quod cocitaturadho- Et quAcunque minor nobilitate fora eR .
dcnte,così la Generofità per fé ftella è tale, e fi e fatti eccelfi Ci in guerra , come in pace, fono
conferua, e nudrifce nella puia grandezza, fi noti al mondo, che dubitar non li può che-»
fua propria nobiltà non degenerando punto da all'Altezza fua Serenifllma fiiigularmente_»
quella, come teftitìcail Filofofo lib. z. dell.L_s non conuenghino le lodi di qual fi voglia che
Rctt.& l.l.de Hifto.animalium dicendo. fia ftato,&: che fia celebre d'immo.tal fama .
Generofità, e fortezza Tua mortrando reraprc_> Solaque culminibus ferali earmine Bube
fiero il vifoachi cerca d'offenderlo , & per il SApequeri , ^longas infletum ducere vocet.
contrario non facendo male alcuno , a chi gli Molti fono (1 racconta] i Genij, fecondo 1'-
(
cede, cosi rhuomogenerofo, benché combat applicationi dell'ingegni, de' quali fi prendo-
tuco.e trauagliatofcmprcr però {\ moftra inuit- no, ma a noi farebbe diligenza louerchiadipi»
lo,& forte ad ogni infortunio per la vircù fiia, gere alcuno oltre à quelli, che fijuo gli vniuer
pcrciòche come dice Cicerone 3. de fin. ^i fall per acconciar tatto il refto , che fé ne po-
magno animo atq; forti eli omnia qua. cadere
, trebbe dire à i luoghi conuenienti, fecondo l'-
in hominem poJft4nt,despicit,vt prò nthtlo putat: ordine, che habbiamo prefo
Prontamente all'incontro perdonado a chi l'Iì
chiede mercede , come ben elplicano a quefto
propofito quelli due verfi applicati già a Cela-
re Augufto che dicono
GENIO.
Come figurato dagli Antichi .
GENIO.
f^JÌ
Giraldi Syntagmatc i^.Farcmo noi parte d'v- NAMQVE HIS MORTALES VIVITIS
ra figura fcolpita in marmo di ballo rilicuo ET GENIO.
trouata già in Roma , nella quale era va Fan- Con la fpiga & col
, papauero nella man (ini-
ciullo di volto allegro:& ridente, incoronato ftra,& con la parera,nella delira, fii
anco efprcf
di papaueri^nclla man delira tencua fpighe di foil Bono euento in vna medaglia di Traia-
grano, nella finftra pampani d'vua con quelto no, come riferifce Occone,il quale delcnue il
epigramma a' piedi , il quale fu verfo Prati in Genio pur con le fpighe in altre medagliq^j
rna vigna nel tempo di Pio IV.diligentemcn- cliepiùabaflbfpecificaremo.Pigliauafi appref
perfona non fo gli Antichi Gentili per la tutela, &: conferua
te raccolto da Antonio Cartellini,
ranco nella fcienza delle leggi licterata, quan- tione dtile cole, però l'allegnauano alle Città,
OvYs TV LylTE PVER? GENIVS. Nelle mfcrittioni antiche più volte fi troiia
il Monartcrio di Santa Su fauna nel colle Qui- ne , cioè l'humor fuo era inclinato al male , e
rinale. E' vna bafcchc dal canto deftro ha il va non al benejalla inipictà,non alla religion;_j;
fo detto Vrceoj&dallìniftrola patera, fotcola alla deftruttione , non all'abbondanza motti :
quale è porto il Confolato di Marco Ciuica Bar fimili, mùfenz'ara vcggonfi ncIleMedaglie_3
baro , & non Barbato come fcorrettamente,^
, di Maftìmino, tra quali vi è imprefibil Ge-
flampafi in tutti i Falli lènza prenome , Se no- nio, che nella dcftra tiene vna Patera con vna
me di tal Confolato, che fu del i;8. ftellafopra, nella finiftra ij cornucopia, In più
lOVl CVSTODI, ET GENIO THE- modi anco appreflo il fudetto Occone Ci figli-
SAVRORVM
.
tic,chc ha vno ad vna cofa, & ellcrcitio-.f! può tatida Empedocle,per cfprimere gli alFetti.ed
figurare Fanciullo alato,(ìmbolo dcJpenfiero, inclinationi d'animo.
che femprc nella mente vola di ciò , che fi ha
gufto, e fantafìa: tenga in mano ftromcnti acci Hic inerantChthonix , ^ cernetis procttl He
a dichiarare quello, di che fi dilettaj fé vno ha Itopea^,
Genio alle lettcre,gli fi ponga in mano libri ;
Et v^rto H^rmonis vultit, Derifq; cruentx^,
fé a fuoni e canti, iiitauolaturedi mulìca,lire, JlefchreyCalliBaque.ThoofaqHi ^ Dyndequ'u
liuti, & altri ftiomenti;feadarmi,armije cosi Nemertes , é' ^mosn* , ntgro frucim^ue Af^
di mano in mano d'altre cofc,in fimili occafio phsicc^.
ni fi potrà incoronare di Platano tenuto dargli
braccia, come ferine Plinio lib. 1 1. cap. primo. contefa per la d]fturbatione,c quiete d'animo.
E Serfe Re s'inuaghì di quefta pianta genero- Brutta, e bella per la bruttezza,e bellezza d'a-
fa, alli cui rami (i:ce attaccare collane , ar- & nimo. VeIoce,e grane per la leggicicz2a,c gra
mille d'oro, nella guifa , che racconta Eliano uitàdell'aHimo. Nemertes per l'amabile , &
lib. i. cap. 13.fi può anco incoronare di fiori , amena verità. Afapheia per l'ofciirità dcll'ani-
come incorona TibuUolib.z.eleg. 1. Il Genio mo,chc produce frutti negri di tenebrofe ope-
4el Popolo Romano, come quello, ch'era fcm- rationi, contrarie alla chiarezza dejla verità.
tore diguerrcggiare,e trioufarcjin vna Meda- Sopra che non accade ftendcrfi più oltre, poten
gliadi Antonino Pio è figurato con vn ramo doli vedere cfib Plutarco in diuer(ì riattati
d'alloro, òd'oliua nella delira, e nella finiftra delli fuoi morali, il detco Cartari , e Lilio Gi-
•vn'hailajin vn'ahrail Cornucopia, per la (òpra raldi,la Mithologia di Nata] de' Conti,il Tiia
abondate ricchezza del iVlondojche poficdcua, quello foprai Geniali d'Alcflàndrolib. 6. cap.
al cuiacquillo era intento , oueio per lo gufto 4.E Adrian Turnebo ne glifiioi Auucifarij ia
dcli'abondanza, che ha communcmentc ogni più luoghi, fpetiaJmentc lib.xiij.cap xij. laflb
Sopolo . In altre due Medaglie di Traiano, e infiniti marmi,ne' quali fono fcolpitiGenij a-
i M. Aurelio Antonino Filolbfo', nella dcftra laci, nudi, che tengono auuellctc),ferre,ccftatcl
tienevna Patera, nella finiftra le Ipighe , per ti di fiori,cdifrutta,a(cuni anco,che dormo-
denotare , che quelli Imperadon premcuano no altri veftxti con vefte fuccinta fimilmcnte
nell'abbondanza, e nella loro religione, di cui alati, con palme^trofei,coro«ejfacelie,€d altie
o'c finaboig la pasciaun vua medaglia di Nero varie cofe iu maflo
GEO.
274 Della nouifsi ma Iconologia
GEOMETRIA. iica,la ruper(ìcie,& la profondità, nelle quali
|>o>e lagrauezza de' corpi:nel compafTo la li- compaiTotSc con la HniAra va triangolo.
G E O G RAFIA.
DONNA terra
vecchia, veftita del colore della
a pie delia quale vi vn globo
(la
do che Geografia è detta da Gca,chc in lingua
greca vuol dire terra, e dal verbo grapho, che
,
GIORNO
.
figjiificano le quattro fue parti, cioè il nafcere, de,fi come il giorno li dice da' Poeti aprirfi aii
e'I tramontare del Sole, il mezzo, giorno, & la cor cflb al leuar del Sole , e chiuderfi al tra-
mezza notte, quali tutti quattro giunti infie
li montare_^»
me fanno il giorno naturale , che e tutto quel Terrà in mano vn pauone con la coda bafià^
tempo, che confuma il Sole in girare vna vol- & chiufa di maniera,che cuopra gli occhi del-
ta fola tutto'l cielo , il che fi nota col circolo , le penne perciòche di giorno Ci nafcondonò
che la detta figura tiene in mano . tutte le ftellele quali vengono fignificate ne-
Giorno artijìctaje. gli occhi della coda del Pauone, per eflempio
Glouane di bello afpecto alato,per efler par de gli Antichi, liquali finfero Giunone fignifi-
te del tempo, tirato da due caualli fòfTì, cando,i'aria più pura, & più perfetta, eflercj
è guidato dall' Aurora,nelrefto è come quello, nel fuo Carro tirata dalli pauoni medefima-
di fopra_^. mcntc_»- Giorno artifijUAle^.
l due caualli roffi fonoi due crepufcolijche Glouane alato, che nella deftra mano ten-
fanno il giorno artificiale , che è tutto quel ga vn mazze di fiori, & nella finiftra ma
tempo,chc fi vede lume l'opra la terra, & fi di- uo vna torcia accefa •
G I O V N
'tf-'À
\m
. . . , . ,
ftimoaiodi Taurifio nel lib.yS.de' fuoi Gero- aperti, & vn'aquila,& dall'altra parte vn'hor*
glificijfe bene è cofaruperftitiora^Sc ridicola . logio,& vna pietra di paragone, eflendoui fb-
Giuditta giudo pra d'cfla vna moneta d'oro , & vna di rame_>
HVomo vellico d'habito longo, & grane , & dell'vna, come dell'altra apparifca il fegno
habbia ingnifa di monile, che gli penda del loro tocco
dal collo vn cuore humano, nelquale (la fcol- Giudice è detto da giudicare,reggere,& ef-
pitavnaimaginetta , che rapprefenti la Veri- feguirela Giufticia, & è nome attribuito ad
tàjegli llia con il capo chino , & con gli occhi huomini penti di efla Giuftitia, delle leggi &
balli a contemplare finamente il detto moni- porte da Principi, ò Republiche allaminiftra-
le.tcnga a piedi alcuni libri di Legge apertij il tionedi quelle_j.
che denota, che il vero,& perfetto giudice de- dipinge vecchio,redentc,& vcftito graue
Si
lie efl'crintegro,& non dcue maiperqual Ci vo mente , dicendo Anftotele nei terzo della To-
glia accidente rimuouere gli occhi dal giufto pica, che non fi debba eleggere Giudici gioua-
delle Sante Leggi, & dalla contemplatione__> ni, non ellendo nell'età giouenilc efpencnza,
della pura , & intera verità: vedi Pierio Vale- ne moderacioni d'aiFctti
riane nel lib.51. La bacchetta, che tiene nella man deftra_^,
G I V D I C E. ne fignificail dominio, ch'ha il Giudice fopra
HVOMO vecchio,redente,& veftitod'ha
bito graue, terrà con la deftra mano vna
i rei
La ferpejche intorno ad e/Ta fi riuolge,deno
bacchetta,intorno alla quale fia auuolta vn.i_» ta la Prudenza che Ci richiede negli huomini
,
I.(ìott
.
VN le
fanciullo
mani diftefe
nudo alato,con ambedue^
in alto,prendendo Yna_j)
fci
fto
confoIari,chc
mcdefimo .
fi portauano per fegno di <juc
I V S T I T I
Secondo che riferifce Aulo Gellio.
DONNA& vertitad'orOjche
forma
nata,
vergine,
in
con honerta
di bella coro-
le-
chi di acutilfima vifta, con
nclqualc fia vn'occhiofcolpito
vn monile al collo,
ueiità, fi mortri degna di riuerenza con gl'oc- Dice Platone,cJic la Ciuftitia vede il tutto,
& che
. , .
fione,fiche né pretiofi doni, né falfc lufinghe DOnna di bella faccia, & molt'adorna, la
né altra cofa li polla corromperc:mà fiano^al- quale con la mano finiftra fufFoghi vna
dI,nlaturi,graui,e puri, come l'oro,& cheaua vecchia brutta, percotendola con vn baftonc_j»
za gl'altri metalli in doppio pefo,& valore-». Quefta vecchia dice Paufania eft'er l'ingiu-
E perciò potiamo dire, che la Giuftitia fi.\-^ ftitia,la quale da giurti giudici, deuefjmprc-j
quelì'habitOjjfecondo il quale l'huomo o-iufto tenerfi opprelfa, acciòchenons'òcculti la ve-
per propria elettione,è operatore e difpcnfato- rità , & deueno
afcoltar patienteraente quel,
re,cosi del bene,come del male fra Cc,&c altri, che ciafcuno dice per difefa—».
ò fra altri,& altri fecondo le qualità, o di pro-
portione Geometrica , onero Aritm.etica, per Giujliti* Diuina
fin del bello, e dell'vtile accomodato alla feli- DOnna di fingolar bellezza : veftita d'oro
cità publica. con vna corona d'oro in tefta, fopra alla
Permoftrare la Giuftitia, & l'integrità del- qual vi fia vna colomba circondata di fplendo-
la mente gli antichi
foleuano rapprefentare_> re, hauerà i capelli fparfi fopra le rpa!Le,che_*
ancora vn boccale, vn bacile, & vna colonna ,. con gli occhi miri, come cola bafla il inondo ,
come fé ne vede elprefla teftimonianza in mol tenendo nella deftra la fpada nudaj(Sc nella finì
te fepolturedi marmo,iS' altre antichità, che_j ftra le bilancie_?>
fi trouano tutta via, però dille l'Alciato . Quefta figura ragioneuolmente fi dourebbe
Itti h AC forma monet difi'*mftne fordibus ejjic » figurare bellillima , perche quel lo j che èirr
Defunànm pHras atq; habuijje manus . Dio.è lamedefimaefl'enza conefìb (comefano'
beniflimo i Sacri Theologi ) il quale è tutto per
I G I V S T I T I A. fettione,& vnitàdibellezz.i_^.
" T*\Onna veftita di bianco, habbia gli occhi Si vefte d'oro , per moftrare <ox\ la nobiltà
'
A.J bendati nella deftra mano tenga vn fa-
; del|fuo metallo, e con il fuo fplendore l'eccel-
fcio di verghe, con vna fcure legata infiemcj lenza. Se fublimità della detta giuftitia .
conefle,nellafiniftravnafiamma di fuoco, & La corona d'oro è per moftrare , ch'el^hì
a canto hauerà vnoftruzzo>oucro tenga la fpa. potenza fopra tutte le potenze del mondo .
<la,& le bilancie_j. Lebilancie fignificano,che la Giuftitia diui
Quefta è quella forte di Giaftitia,che elTer- na da regola a tutte le attioni, e la fpada le pe-
citano ne' Tribunali i Giudici, & gli ellecuto- ne de' delinquenti -
ri fecolari La colomba moftra lo Spirito Santo terza_j
Si vefte di bianco,perche il giudice deu'elTe perlbnadella SantUTlma Trinità,3c vincolo d'-
re fenza macchia di proprio interellè.ò d'altra amore tra il Padre,&, il Figliuolo,per lo quale
pafrione,che podadeformar la Giuftitia il che fpirito la Diuina giuftitiaficoramunica a tutti
vien fatto tenendofi gli occhi bendati, cioè no i Prencipidel mondo •
guardando cofa alcuna dellaj quale s'adoprl Si fa la detta colomba bianca,e rilplenden-
per giudice il fenlò nemico della ragione^. te, perche fono quefte fra le qualità vifibili, e
tempo a maturare il giuditio nello iciorre del- EJfguarda come cola bafla il mondo', come
le verghe-?- iòggetto alei , non eflcndo niuiu cofa a lei fu-
l'altro la robba de gli hnomini con le quali ) lancic al modo detto E quefta figura dimo-
.
duc cofe l'honoie mondano fi folleua,& s'abbaf lba,che il giudice rigorofo non perdona ad al-
fa beiicfpcflb, che fi^nodati.e colti, quefta, & cuno fi)tcoqualfi voglia pretefto di fcufejchc.*
e quella per Giuftitia diuina, fecondo imcriti pofl'anoallegerir la pena,come la morte, che_»
de gli hiiomini,& conforme a'feuedflìmigiu ne ad età, ne a fello né a qualità di perfonehà
dici j di Dio . riguardo per dareeflecutioneal debito fuo.
GtMjlitia retta ,ehe non fipieghi per ami- Lavifta fpauentcuole di quella figura mo-
ne per odio
citiay . fìra, che fpauentcuole è ancora a' popoli quc-
DOnna con la fpada alta, coronata nel mez fta forte di Giiifl:itia,chenon fa in qualche oc-
zo di corona regale, & con la bilancia_>j cafione interpretare leggiermente la leggt_>,
da vnabada le farà vn cane fignificatiuo dell'a Giufìitia nelle Medaglie d' Adriano, d'Antoni-
niicitia,&: dell'altra vna fcrpe polla p l'odio. no Pio ó^ d' AleJlandro
,
La fpada alta nota, che la Giuftitia non (i de DOnnaa federe con vn biacciolare, e fcet-
uè piegare ad alcuna banda, né per amicitia , tro in mano, con l'altra tiene vna Patena.
ne per odio di qual fi voglia perlona,& all'ho- Siede fignificando la granita conuenicnte a
ra e lodeuoJe, ìc mantenimento dell'imperio . Sauij,& per quefto i Giudici hanno da fenten-
Per le bilancie ne feruirà quanto per dichia tiare fedendo .
ratione habbiamo detto nella quarta Beatitu- Lo fcetro fé le da per fegno di comandarti»,
dine__>. Giu/ìf eia rigore/a^. & gouernare mondo il .
VNo
no
Scheletrojcome
morte
che
vn manto
per la in
quelli fi dipingo
bianco, che
bracciolare fi piglia perla mifura,& la™*
Il
r ?r fi-^.n
Parte Seconda. 28 r
*
^
ONNA bcIUlftmajche habbia cinta la Giuliano nel Latio, doue non meno appare I3
fronte d'vn cerchio d'oro, concerto di di-
. magnificenza di queflo Principe in hauer cinl
«erfc gioie di grande ftitna. 1 capelli faranno ta quella Terra di muraglie, & rcfala ficura_^
ricciuti, ebioudi, (Ignificanoi magnanimi, dall'mcurfioni di rei huomini Onde bora da .
gloriòfìpéfu ri, che occupano le nienti de' l'icn molte parti vi.concorre gran gente ad habita-
c-ipi,nelropcre de* quali Sommamente rirplcn- re, tirata ancora dalla benignità, & dalla incor
de la gloria lpi«. Terrà conia finiftra mano rotta giuflitia, Se dalla fua vera pietà Chriftia-
vna Piram'idejaquaje (ignifica là chiara, & al- na fenipre riuolta al fouuenimento de* bifogno
CJ Gloria de' Prcncipi che con rnagnificenra fi Ha non pure nel fuo teflaniento ordinato,
.
l'anno fabriche (buti (•re,e grandi, con legnali che delle flie proprie facoltà non folo fi faccia
(ì molha èlìag'òiia.E Maiciakibenche ad al- da' fondamenti vn' Hofpedalc per le pouere,e
ro piopofìto puj landò, difl«_>. bifognofe donne in San Rocco,acciòche fiano
; : -y'ìjifii i^yramKÌtii?i {ileat miracula Memphis. nelle loio infermità gouernatedi tutto quel
: a fua imitatiohe il diuinfo Ariofio . che faccialoi bifognoimà ha ancora laftiato ,
cci^ (qualunque La mirabtl fette chencl fuo Caftello di Giuliano fianoogn'an-
Aioli drltnendo tr. tanta fcma mettc_: no maritate alcune pouere Ci celle, hauendo ai-
Et lìmilmente gli antichi'mctCetiano le Pi- fegnato perciò tanti luoghi di monti non vaca
ramidi per (imbolo della Gloria, che però s'al- biU. Haueuaanco cominciato da' fondamen-
zarono le grandi, & magnitiche Piramidi del- ti con belliflima architettura la Chiefadi i.
l'Egitto,dellc quali Tenue Plinio nel hb.jé.c. Maria in Acquiro,& l'haurcbbe condotta a fi-
II. che per farne vna fola Rettelo trecento fef- ne con quella prontezza,^ zelo, che folcua.^-»
fanta millaperfonc vent'anni.Cofe veramente l'opere dedicate al feruitio,e culto d'Iddiormà
degne:màdi più ftima,& di maggior g)oria_^i quafi nel cominciare detto Edi lìtio è fìato
chia
fono quelle che hannoaigiiarco all'honor ài
, mato a miglior vita, lafciando fuo Heredc i -
Dio, com'è il fabiicar Tempi j,Altari , Colle- Illuftri/Iimo 'Signor Lorenzo Saluiati,
Signo-
delprc-
gi) per influittionede' giouani, così nelle buo re non meno herede delle facultà,che
ne arti, come nella Religione. Di che habbia- tiofo,c liberale animo di cfib Caidinalc, che_>
momanifeltotirempio nelle Fabriche dell;i_^ però con grandiflima prontezza hàdifpollo di
buona memoria dell' Illuflrifllmo 5ig.,Cai di- tinirc a fua fpefa la detta Chitia,mof1:ràndolri
na! Saluiatijche ha edificato in Roma il bellil- fua gratitudine vello la memoria dddefontc,
fimo Tempio di S.Iacomo de gl'Incuiabili,& & la fua Chnfliana pietà in non lafciare im-
fi fant'opeia. Macon
nel medclìmo luogo ampli, & nobili/Timi cdi- perfetta queftaoccauo-
fiti) per commodo de
gl'Infermi, e loro mini- ne non deuo tralaiciare le lodi di tàatògcne-
flri Et per non eflerc ftato in fua Signoria 11-
. i-ofo Cardinale dette da più felici
penne della
luftriflìmà altro fine,che di fare opere lodeuo- mia,che fono le fo:cofcritte_-*.
li,Cvntuófe, cflendo egli fiato Protettore de_> tyramtdim dextratollerts ad /ydura palma.
gl'Orfani, ha di detti Orfani inftituito vn no- §^£ mtilter fidgens C&farts Arenitet ì
bil Collegio dal fuo nome detto laluiato, & co Clona qui. Rcgum comtnendat nomiti^ fima,
grandiffima liberalità dotatolo da poterui man Ghtt tnolis C£jis has Jìatuere lUgis .
detta Chiéfa, oltre altri edifitij da fua Signoria <S)Ucidrato latere &
tenuat/tm ruvide acuta r
Illulhinìma fatti per ornamento della Città > tyramtdem Virgo fert genero/a manu
'
&. habitatione della fua famiglia, come il nuo- Sic /e Cétfarec celari tujjit tn Are
uo palazzo 'che lì vcdt? nella piazza dell'Arco Glorta,quéi Reg»m nomina darà vigent
f-^r,7à mouumita
merent»-^
ài Camigliano , & l'altro nel fuo Caftello di Nempe operii it.n.à
T
:^''
«*'
^
§htìt Salutate DtotH monumenta locasi Aut laxas quas cendidit Aedes
Agréi tttrb*
Seu .jHiisifi Q-'rr-^o c^ffAdas i^irginis Aede, Aui grati Aonio tecta dicata Choro
Sen cjuod ft^nini&fìat regione vii Stuevbt Romuleus {peéì4uit Et^utria fanguit
bue *rts m^diz furgent eiV fbe [uferboi Virginis Athered nobilti Ara placet
Sute procul mitrts opptda, cincìn fiotiis Ponderibus tiimium fitantis dextn grauatur
uldJj esi^m hospitijs fedes magna AtriaVulgi Forte geres patrtos quos nouat tlle lares
Adde C> Pieno teiì^ dicati Choro . ^^utd/i cinéìa nouts dètur vetera oppid^ muris.
Son tamen h&c forfan maiori robore digna Non indigna tua fiht monumenta mxnu ,
Siiiìmet imbelli gloria vanamanu. G^icqutd Salutati fumes, illuftrius ift0
Impofuit faxo ,quod tibi CAfar^erit^
o R I A.
DONM A, che monftra fc mammelle, & le DONXA , con vna Corona d'oro in capo,
braccia i^nm^e, nella deftra mano tiene & nella deftra mano con vna troml^a .
vna fi^urctta hiccinmmenre vcftita,laqiiale in La Giona, come dice Cicerone, e vi>a fama
vna niano porta vna ghiilancia, & nell'altra v- di molti . & fegnalati benefiti j
fatti a' Tuoi , a
lia patnia nella {ìniftia poi della Gloria farà v- gli amici , alla Patria, & ad ogni forte di per-
gia Sfera ^^co^reffni del Zodiaco Et in qiicfti
. fonc-j.
modi fi vede in molte rnonccc,&
^!*at«o altre Et fi dipinge con la tromba in manojperche
•Ktwoùcde gU antichi.. con ella fi publicano a popoli i defiderij de*
Principi
. . . . .
G cr
tre aflai grande_j. chi ha polto il ibmmo bene nel ventre & io ,
La Gola, fecondo che narra S.Tomafo ì.ì. vuota per empirlo , &: l'empie per votarlo col
i.cvn difordinato appetito
queft. 148. Arric, fine della gicftornia, & del piacere del man-
delle cofe , che al gufto s'appartengono, & lì giarc_>. '
..
dipinge col collo così lungo , per la memoria L'babito del color fbpradetto, all'ignobiltà
di Fi.'oftene Ericinio, tanto golofo, chedeflde- dell'animo vinto, & foggiogatodaqueftobrut
raua d'haiiere il collo {ìmile allegriie,per più to vitio,& fpogliato di virtii, & come la rug-
lungamente godcredelcibo, mentre fccudeua gine diuora il ferro onde nafce , così il golofo
nel vcntr?_j. diijorale fuefbftanze,S: ricchezzc,per mezzo
T i -delle
. . . . . . .
DOnna a come
federe fopra vnPorco, perche!
racconta Pierio Valcrhno fi
Et il vaio dell'acqua è inditio, che con ella
fanno crefcere le piante ancor tenciellc de_5
porci,
iib.9. de i Tuoi Geroglifici, fono infinit^meiixe gl'ingegni mioui al Mondo, perche diano a'
l'Aiciaco . d'animo. .
DONNA
rncno
fimilc a Mii>eiua>neiradcftrÀL»--
'
-Sidipinge iii" quella gùifa, perciòché gU^E-
vn ramo d'oliuo.coi braccio gici j haueuano chiaramente comprefò,'niu1i.p
tiene
finilhovno feudo, &
nella medefìma manovn altro animale di quattro piedi haucr Imaggior
dardoj&. con vn morionein capo animo del Leone;& per niuna proprietà natu-
.
AìcoVlO-.Vox liirerata,^ artictiU!.r jdeé^ito modo dofi adolloil diafpro fLacquiftala gratia de-
froK linciata, Si. nella finiftra vna sfera,*: dalle gli huomuii
mammelle verferà molto latts_j. Quello medelìnio lignifica la rofa fenza fpi
breue fopradetto dichiara,& dcfìnifce l'ef
Il ne, Si le perle, lequali nfplendono, Se piaccio-
fere della Gì animatic.i_^r). no, perfìngolare, 8c occulto dono della natu-
La sferza dimoftra , che come principio s*- ra, come lagiatia,chc è negli huomini vna cer
infegna a* fanciulli le più volte adoprandolì ta venulla particolarc,che muoue, e rapifce_>
il calb'go, che li difpone, 55li rende capaci di gl'animi all'amore , Se genera occuitaiiiente_>
di fci pili).i_^. obligo , e bsucuolcuza .
che fparge acqua fopra vna tenera pianta . vn ramo d'oliuo con vnlibr0j& con la finillra
Giammatitaèprima tra le fette arti libera- vna tazza
li, & chiamali
regola. Se ragione del parlare a- Guarda il Ciclo , perche la gratia non vie»
pertO;£c corretto • Te non da Dio^U «juaie pcr;r.anjfeftauone fi di-
ce e liei:
.
tar ad vos .
prdclarus eft ,
liberalità di elio Iddio, & feiiza alcun nwrito mondane, & lenza alcun difturboda perfetta,
di quelle . & compita latietà ^ ,
GRATIA DI DIO.
VN A belliilìma e gratiofagiourtnctt^-.?,
ign'.'da,conbel!i(Tìma, & va^a acconcia
rà diuerfe cofeper l'vfo humanosi Ecclefìallf-
che, come anco d'alt a lo- tc,& nel Cielo, (ia_^
lura di capo. Li capelli faranno biondi, &: rie- vnraggio,il qual rifponda fino a terra—s.
ciuti, & faranno circondati da vn grande fplen
dorè, terrà con ambe le mani vn corno di doui G RAT I E.
tia che gli coprirà d'auanti , acciò che non T^ R E fanciullette coperte di fortiliflìmo
moftrile parti meno honefte,e con cflbverfe- X velo, fotto qua'', apparifcanoignude
il ,
T ? coli
a . .
prcflb Seneca de benefitijs lib. i. cap. 3. yien & in quel luogo medefimo, oue da elfi e fiato
dichi.irara la detta fìgiiia delle tre Gratie , co- nutrito,apparecchia loro il nido, gli fpogli.^,»
me anco noi nella figura dcll'Amicitia . delle penne inutili , e dà loro mangiare fino,
che fiano nate le buone, & che da fé ftellì pofla
GratÌLj. no trouarc ilcibo .però gli Egittij ornauano
gli fcettri con quefto animale, e lo teneuanoin
ALtre,& yaric figure d>elle 'Gratie fi reca-
no da molti Autori ma io non
ne dirò
, molta confideratione fcriue Plinio nel lib. 18.
altro hauendone trattato ditFulamente il Gi-
,
al cap. 14. che come il lupino, e la faua ingraf-
raldi Siiitammate xiiij..& da lui Vincenzo Car fano il campo, doue fono crefciute, così noi per
tarojdico bene, che le ne veggono ancofcolpi- debito di Gratitudine dobbiamo fempre du-
te in marmo in più luoghi di Roma le tre Gra plicare la buona fortuna a quelli, che a noi la
rie giouani,alJegre,nude, Se abbracciate tra di megliorano
Jo:o,vnahà la faccia volta in là da banda fini- il potrà fare ancora a canto a quefta figura
Ara l'Altre due dalla deftra guardano verfo
; vn'Elefante , il quale dal Plerio Valeriano nel
iioijqucfcedue fignificano^che quel che riceuc z.lib.vien pofto per la Gratitudine, & cortefia:
vna gratia , ò benefitio deue procurare di ren- Et Eliano fcnue d'vn'Eiefantc, che hebbe ani
dere al filo benefattore duplicata gratia, ricor- mo d'entrare a combattere per vn fuo Padro-
daiidofene (empie: Quella fola fìgnifica; che ne, il quale efi'endo finalmente dalla forza de
colui, che la fA,dcue fcordarfene nabito,& non gl'inimici fuperato , & morto, con la fua pro-
poner mente al benefitio fatto:Onde l'Orator bofcideloprefe,L''c lo portò alla fua ftalla, mo-
Greco in ùio linguaggio, dille nell'orations.,'. ftrandonegrandilllmo cordoglio , Se amaritu-
De Corona, E^uidem cefjfeo enm,qui heneficium dine-?.
accepit , oportere emni tempore mtminijfe , tum
«tttem ,(]Ut dedit continuo ebliMifct,2à imitatio G R A V I T A\
ne del quale l'Orator Latino anch'egli difl"e_^.
Mer/iinijfe dcbet is, in c^uem collatH?» e/l benefi-
DONNA
con vna
ra,
veftita nobilmente di
fcrittura figillata al collo in-
porpo-
dare l'vna all'altro. fcoltura,ò pittura fi potrà farea canto, & che_>
Sonogiouani perche non deue rrrai manca- col braccio finiftro fi pofi fopra d'efi'a per me-
re la gratitudine, ne perire la memoria dell.L_s moria delle gloriofeattioni, che fomentano la
Gratia,mà perpetuamente fiorire, 8c viuere_?. grauità •
iti.o allegre , perche tali dobbiamo ellere così Gli cechi di pallone Cono per fi^gno , che la
l»tl darejCome nel ricei:erc il beneficio. Quin- Grauità fomminiftrapompajeiiafce con l'am-
di è, che Imprima chiamafi Aglia dall'allegrez bi tionc-j».
ja la feconda Thalu dalla viridità , U terzu_ji La lucerna dimoftra, che gli luiominigra-
£ufroùna dalfa dilctcacioiic.^» ui fono la luccraa della plebe, & del volgo «
GrauitÀ
. . .
DOnna in habito di Matrona tenga con j tenere nelle Tue attioni fenza piegare a Icggie-
ambe le mani vngran faflb legato,& fo- rczxa, vanità, bufFoncric, òcofe umili, lequali
rpefo ad vna corda_^-. non fono atte a rimuouerc la feiierità dalla_^
L'habito di Matrona moftra , che allo ftato fronte, ò dal cuore come alle cofe grani per
;
dell'età matura fi conuicne più la Grauità,che alcuno acci riente non upuò leuar quella natu-
agli altri, perche più fi conofcc ineflb l'hono- ra airinclinatione , che le fa andare al luogo
re, e con maggiore anfietà fi procii ra con la_j conuenicntt_5-
Granita, e temperanza de' coftumi Grauitk dtltoratione
Il faiìb moftra , che la Granita ne' coftumi Vedi a Fermezza, e grauità dell Oration^.^.
JclJ'huomo fi dice fimilitudinc della Grauità
R A.
tra
vero geroglifico della gra/Tez-
i Poeti, & Hillorici , ma anco
i frutti fenza fronde , nella finiftra tenga vn nelle facre lettere , come in più 1 uoghi Ci può
granchio marino, quale è foggetto molto
il vedere, & l'Epiteto proprio dcU'oliuo, ò l'eflct
gralfezza
a! la , quando la Luna crefce , ò per graflb
particolar difpoficione tirata dalle qualità del-
la Luna, cue'o, perche quando e (fa èpicna,& G V A R D I A.
ON NA
lumii.cfa
più facilmente
gli da commodità di prccacciarfi
,
il cibo. '
D armata
con vna grue per ci-
,
Ja voce,& tale,che narra Tito Liuio,che ilol- no contro dall'vna parte, & dall'altra,& comia
dati Romani, dormendo nella guardia di Cam ciauano dipoi la battaglia col ferro .
G V E R R A. Guerratj.
DOnna fpauenteuolc in vifta,.^ armata__»
DONNA
da,con
armata di corazza,elmo,& fpa-
chiome /parfe, & infanguina-
le
con vna face accefa in mano in atto di
caminare.haueràapprcflbdi fé molti vafid'o-
te,come faranno ancora ambedue le inanì,fot- ro,ed'ar£ento,e gemine gittate confulamcn-
to all'armatura, haucrà vnatrauerfina rofla_^''> te per terrajfra le quali fia vn'imagine di Pla-
per rapprefentare l'ira, &: il furore, ftarà la det to, Dio delle ricchezze tutta rotta, per dime-
ta figura fopra vn cauallo armato; nella deftra ftrare,chc la Guerra diflìpa, ruina,&: confuma
inano tenendo vn'hafta in atto di lanciarla & tutte le ricchezze non pure,doue ella fi ferma>
nella finiftra vna facella accefa,con vna Colon màdoue caminajS: rrafcorrc-s.
Ma appreflb
Rapprefentafi quefta Donna col canal'oar- GVIDA 5ICVRA
maro, fecondo l'antico coftume Egittio,& la_j de' veri honori t
& perciò quefta figura tiene nella deftra ma- delle gratie, al quale è dedicato qucft'albero
no rhafta in atto di lanciarla preflb alla Colon ò per dir bene dairifteflb Dio fi potranno lia-
na fopradetta • Onde fopra di ciò Ouidio ne i uere tutti gli honori,& Je dignità mond3ne_<,
FaftidilTft^. con la fcoita, Se guida delle virtù, ilche infe-
i'roipictt a tergo jummum hnuis area eircHm gnano i due Tempi mifticamcnte da Marco
j
hsl tbi non l>aru£ parua cclumna not* . Marcello fabricati, perche l'vno dedicato aiP-
iiihc folet hafìa manu b(llt prAnuntia mitti Honore non haueua J'cntrai3,fe non per quel-
la Regetn, O^genum cHm^Ucet arma rapi , lo di cfTa Viitù
HERESIA.
. . . .
bro quarte delle rentenze,& altri Dottori è er- Le mammelle afciutte, & aliai pendenti di-
rore deirintt]letto,al quale la volontà oftina moftrano aridità di vigore, fenza flquale non
tamente adherifcc intorno à quello,chc fi deue li poflono nutrire opere^che llano degne
^ di vi-
credere , fecondo la Santa Chicfa Cattolica—^ ta eterna
Romana.^. libro fucchiufo con leferpi fignifica
II
la_^«
Si fa vecchia , per denotare l'vitimo grado falfa dottrina, & le fcntenze più
nocme,&; abo
di peruerfità inueteratadell'Heretico . mineuoli, che 1 più velenofi ferpenti
E di fpauenteuoleafpettOj percflcre priua Il fpargere le ferpi
denota Teffetto di femi-
della bellezza , & della luce chiaridlma della ilare £nlft: opinioni »
HIDRO-
.
DONNA aigeiuo il
vecchia veftita di colore dcU'-
compofto del quale immid
occafione della carta del nauigarc con il Tuo
compaflb, nella qual carta dimoftra tutti li yen
ti defcritti fecondo gli antichi autori, li quali
l'onde del mare', che fopia del capo vi fiano
moke ftellc, che con la deltra manotenghi la fcnza i'operationc della calamita non cono-
carta da naui5;aie,(3<: vn conipaflb, & con la_^' fciutadaloro figoucrnauano mediante le ftel-
(iniitra vna Nane & , per terra vi fia vna Buf- ]e,comc fa mentionc Polidoro Vergilio dicen
fohL^". do che i Fonici fumo quelli che trouorno 1'-
Si rapprefcnta vecchia per la ragione detta ofleruatione delle ftelle nel nauigarc,& per le
nella fìguia della Geografia, il colore &: il com torri à i liti del marCii fuochi che in eil'e torri
budula nauigatoria, nella quale per mcz70 Quello, che dille Chrifto Signor Noftro in
della calamita fi dimoftra coni Tuoi venti il 5an Matteo al cap.i^- baftaper l'intelligenza
ficuic viasgio ritrouato da i moderni con
1'- diqucfta imagiriC, perche volendo improue-
rare
Parte Seconda» 2yl
rare àgli Seribij&'Faiifeilaloio Hippocrcfia tore Pinto nel cap.49. di Ezechiclle Profeta)
dille che erano (Imili,a* repoIcri,clie fono bei- dcIi'Hippocrefia, perche nafcendo con abbon-
lidi fiiori,& di dentro pieni di'olfa d'hiiomini danza di foglie dritta, & bella non fa poi frut-,
morti, & di puzza; Adunque Hippocrcfia non to alcuno,fc non piuma, & dentro è vacualo.
farà aitro,chc vna fin rione di boncà,& fantità & piena di vento . Dell'ifteflb ( ancora dice il
in quelli, che fono maligni &
fcelcrati; però fi medefimo Auttore,) dare inditio il Cigno , il
dipinge donna leprofa, veflita di habito bian- quale ha le penne candide,^ la carne nera. Il
co, perche il color della verte fignifical'habi- lupo , che fi moftra fotto alla verte di pelle di-
to virtuoro,che artificiofamente ricuopre I.i_^ uerfa dalla fua,ètanto chiaro per le parole di
lepre del peccato, che ftà radicato nella carne, Chrifto nell'Euangelio, che 11011 ci bifogna_^
e neiranim.i_^% dirne altro .
I o R I A.
DONNA magra,&pallida,veftitad'ha-
bitodi mezza^lana, di color beretino,rot
ad vn pouero,hauerà
le al lupo .
le gambc,&lipicdi fimi.
ta in molti luoghi , con la tefta china verfo la Hippocrefia apprelTo S. Thomafo fccund*
fpallahnirtra,hauerà in capo vn vcIo,che lt__> fecundar, quxft.3. art.i. è vino che induce T-
cuopra quafi tutta la fronte; terrà con la fini- huomo. di fimulare,& fingere quel,chc»noa è
ftra mano vnagioila,&: lunga corona, &: vn'- in atti, parole, & opere crtcriori,coii ambinone
ortìnuolo,& con !a dertia mano, con il braccio vana di eflcre tenuto buono, efiaivlo trirto.
{coperto porgerà in atto public© viia moneta Magiare pallida fid:pinge,pcrciòche come
d.LCC
— - . .
IIveftimento, comedicemoelTendocompo H O N E S T A\
fìodi lino, &
di lana dimoftia ( come dice il
fopiadetto S.Ambrogio,neI cap. 8. de inorali)
DONNA con gli occhi badi, veftitan*-
bilmentCjCon vu velo in teda,chc le cuo
l'opera di coloro, i quali con parole, attiene & pra gli occhi
d'Hippocrifìa cuoprono la fottigliezxa della La granita dell'habito è inditi© he gli huo-
malitia interna, 8c inoftrano di fuori la fempli mini d'animo hone Ilo, & però fi hono;ano,&
citàdeU'innocenzajqueflofi moftra perfigni- li tengono in conto alcuni, che non fi conofco
ficato della lana,& la malitia per il lino. no perlo modo del vedire,edendo Jecofeede-
La teda china, con il velo, che le cuopre Li_^ liori dell'huomo tutte inditio delle interiori,
fronte, la corona, & l'offitiuolo dinotano, che che riguardano il compirne to dtii*anim.L_s.
l'Hippocritomoftra d'edere lontano dalle co- Gli occhi balfi fono inditio ai honedà, per-
fe mondane, e riuoltoalla contemplationedel che ne gli occhi fpirandola lafcuiia, come fi
l'opere aiuine_j. dice, Si andando l'amore per gli occhi al cuo-
Il porgere la moneta ad vu pouero,neIh\_^ re, fecondo il detto de' Poeti Abbaflàti verfb}
te,comene fa fede S.Matteo al 16. così dicen- co e moderno codume per ciler volontario
, ,
do. C«w ergo facis elemofynam noli tuba cane- impedimento al girar ifciuo de gli occhi
1
HV OMO
bruttilTimo armato, col manto
di color rollo, per cimiero portarà vna_ji
nome di
nimi
poiTeflione libera, e volontaria degl'a-
virtuofi, attribuita ali'huomo per pre-
cella di tigre, larà pallido, terrà con la finiftra mio d'ella virtù e certata col fine dell'hone-
,
mano per 1 capelli vna teda humana tronca dal do;& S.Tomafo i.z.q.ii9ar.4. dice,che, ^0-
bufl:o,& con la dclba v.na fpada ignuda infan- Rcr ejì cuimlibctvirtuttspnmiutn .
quali danno incitamento, & fpronaiio l'homi per mezzo delle molte fatiche arriuatoalla_*
ici';nza
, .
& maniglie medefìmamétie d'oro alle braccia, teua entrare fé non per lo Tempio della Vir-
,
nella mandèftra terni vn'hafta,& nella (ìniftra tù, s'imparajche quello folamence è vero Ho-
vno lcudo,nel quale (ìano dipinti due Tempi j nore, il quale nafce dalla Virtù .
L'harta,&: lo feudo furono infegna de gli an Giouane con vn'hafta nella deftra mano,
tiehi Re, in luogo della Corona, come narra_s col petto mez'io ignudo, & col Cornuco-
H O R O I A.
. .
il quale con i luci* raggi moftri l'ombra del Dico dunque , che l'here fono minilire del
Gnomone diretta all'hora corrente_ii; Solediuifein 14. & ciafcuna e guidatrice del
L'hore col numero di 24.delle quali ilgior timone del cario folare,pe^ il fuo fpatio, onde
no, e la notte fi vei^ono a comjpire
prcfeio il , Ouidionel z. delle Mctamorfoli,così dice__'.
nome loro (come afferma Macrobioj da Apol- uidcxtra lAu^.ej^dtes, Ó* tnenfis,^ annu^^
loj'cioèil iole, chie in lingua.egittia fi dice_> SAcnl(tq; ^pojits. ^atijs Aqualiius hor* •
no dal leuar del Sole lino aj tramontar di elfo, lungere cquos TitJin veloci Bs(6 imperai horis
ci feruircmo dell'iiiu^fìtionc de l'horologgio De&celeres per agunt:,ignemque vomentes
ItiJJa
folare ritróuato d^ AliaflTnieiie MiIeiio,& per Ambrofinfucio faturos prAjèptbmaltis
<|uclle della notte,'ccfò l'horologgio da polue- ^adrupedts ducunt,
adduntq-^ fon amia fnna.
rcanch'cgli ritróuato da fbblimi ingegni , li Et il Boccaccio nel libro quarto , della Ge-
che per venire alla'dichiaratione della prefenl neologia delli Dei , dice che l'hore fono figli-
te figura diremo che—!. uole del Sole, & di Crono, & quello da i Gjccì
5ifà giouane,ad'imitatioriedeirhore, elTcn vien detto il tempo perciòche per lo camino ,
do che di continuoi rinouano il.corfo , Se moto. del Sole con certo fpatio di tempo vengono a
cBt fanno fucceflìaamente vna doppo l'altra , formarli , & fucceiruiamentervna doppo l'al-
&- ciafaiuarella hell'cflcr fuo '^ tra,fanno. che la notte palla, & il giorno giun-
.
Chevolan l'tore, i giorni, gì' anni ye i mefi io , & dice che fono foprafìanti alle porte àc\
Il colore ctlclìe del vtftimento, (ìgriifìca il Cielo, & che ne hanno cura con quelli verlì .
Cicl fereno.il quale non impedito da nuuoli lì à.\j-TÒlJetiau cTg 'TTyhcu f/.VKov ttpAta àf Ino?
viene alla'^dimoftDatiouc<leH'^©fcmediante_> còpctV
corfo feriate—',
.'i
j
"
.
Gli fida il ccmi)aflo,riga,&: il dcclinatorio, Sporrtc'fcres patìiertint Cali ,<jti(is feruaiant htrA
'-ncn.-'o che con il cofiipalib theoricamcritc fi ^^ibdi cHrà 'éff magna Calttm, ^ Olympw.
Ilqual
. , .
Volendo noi dunaue dar ptincipio aquefta roìreggiare,che fanne Irtaggl aelSoIe in Cric
pittura, faremo che ta prima hóra fia nell'appa te quando cominciano a-Tpuiitarefopra il nò-
tir del Sol;_j. ftroemifpero, comedimoftri Virgilio nel frt-
timo dell'Eneide^.
,jf,- ;.titt. O R A PRIMA. lamqne rubefcehat rad^t mare , ^ Aihtfe «^
FAN G I V LLA
di capelli biondi com'oro fparfi al vento
bella, ridente, con ciufFo alto
Aurora in rofe'ti fùlgebat lutea htgìì
dalla parte d'auanti , quelli di dietro (lano & Et Ouidio nel 4. de'Fafti.
ftefi,& canuti. Ntf* vhi tranfierit ccelumq; rubefcere primo
Sarà vertita d'habito fuccinto,& di color in C&perit .
nanna tnrta fi rallegra, & gioi(ce,ridono i pia §luod fhcebtis rofeum diem
vtijs'aprono vaghi augelliibpra i
i fiori, &: i ver Curru prouehit aureo .
'li fan y ftifnmum pro^ictt Oetau » Atqué vbi nox depulfa polo primaque rubefcit
lam Cadm&is inclytn haccis tàw'pade Kepiunus .
vocantui-^ cottfJituufunf Oltie a qacfto chi . làprctnit afìra, dies humilisif', ex tt^uoreTitMK
voleflc maggiore efplicatione legga Tolomeo, Rorantes euoluit eques, dthere rmag^f^ ^
fc Thct>nc &: da certi verfi d'Ouidio fi racco-
,
Sublatum eurra pelafus cadit , -)/)
A.
.
.-i P
ciàfchedun'hora ha particolar fegno differen- FANCIVLLA anch'elia,con la forma dc_?
te da quelli de gli altri giorni, tiuiauia noi in 1 capelli già detti ma quelli d'auantifa- :
prima hora del giorno con il >ck: ccmequel- dal 'Oriente, la luce vicf» mag'giei.<:,e di q;ue- ;!
in att;o di volare , haiierài capelli di for- riolo fclare, l'ombra del qual deuemoftrar i"*-
ma, & colore come la prima:nià quelli dauan- hora j.I'inuentore per quanto fcriue Plinio nel
ti non {arauap.^tantp biondi, l'habito farà luc- lib. fecondo, fu AnaximcnelvLilefio difcepolo
cii.to, di'color d'oro , ma circondato d'alcuni di Ta]ete:di quefto horologio riferifcc Gcllio,
piccioli nui:o!ctti,.& nebbia, ellendo che inque che natta Plauto nella fauoladetta Bcotia :
fì'hora il Sole,tira a fé i vapori della terra, più, Vt :llutn Dij perdafìt,qut prtmus horas repperit,
o meno , fecondo l'humiditàdel tempo palfa- §htique aeieo ptimus fìatuit bic folp.rium ,
Ferq; nouem luces expers zndiq; cibique , dell'antecedente hora^ terrà convna delle ma-
Rare mero lacrimisquefuis ieiunta pauit
, - ni il fegno di Marte, & con l'altra vn ramo di
Nec/e moutt humo ,t*ntu>n (pecìabateuntis luperi,con li riuolgc al So
bacclli,attefo che lì
•
(um Sole qucttdie eircum»gitur hortu^ue ttgrico ticamentc il tempo agli Oratori, come bene-»
lif etiam nubtlo demonfìr^t. accenna Cicerone, nel j.dcorat.
Athunc no decUmator altqftis ad Clepfydram,
HOR^ OTTAVA. latrare docuerat .
bianco,& ranciatOjterrà il fegno del Sole, Septem Lìepfydras magnx tibi voeepetenti
& vn horiolo Solare: ma con gefto differente Arbiter inuifus , Ciciliane dedit
deil'hora tcr2a,non per fignificato:mà per rcn Et ancorché quefto horiolo non fia Tolar^j.
de e vario il gefto, e bella la pitturaj& che l'om nondimeno Scipione Nafica, l'anno 5-9 f. della
bra di cfto moftri eflcre quefta l'ottaua hora , edificatione di Roma,con l'acqua diuifc l'ho.,
eflcndo che anche la prima, ha il medefimo fé re egualmente della notte, e del giorno, eifen-
gno del Sole , denota anco detto horiolo la di- do che molte volte l'horiolo A)lare,quando era
ftintionedeirhore del giorno da quelle della nuuolo.non feruiua,come ne fa teftiraonianza
notte_>. Plinio lib.7.
Il color del veftimentojdimolira, che quan- L'inuentore di queft'horiolo,come dice Vi^
to più crefcono l'hore tanto piùil giorno va_j truuio lib.9de architettura fu Ctcfibio Aleflan
declinando, e va perdendo la Uice_j. drino figliuolo d'vn barbier?_j.
Et quello bafterà per dichiaratione de i co-
lon de' veftimentl, che mancano ali 'hore fe- HORA DVODECIMA.
guenti FANCIVLLA alata, veftita fuccintamen-
te, di color violato , e parimente con i ca-
HORA NONA.propnodel come habbiamo detto dcll'altrc-j.
pelli,
FANCIVLLA colore
alata , il Di queft'hoia difle Silio Italico lib.z
Tuo vcftimento farà giallo pagliato . lamq-y dtem ad metas defeffs Phoebus olympo
Terrà con ladeftra mano il fegno di Vene- Impellebat eqt4is,fu/cabat,(^hefperus vmbra.
re,& con l'altra vn ramo tti olino, perciòche_> fnulatim infnfaproperuntem ad Itttora currù^
quefta pianta riuolge le fiie foglie nel folftitio, Et nel libro decimo fefto ,
come fi è vifto per l'ofteruatione da molti , di Obfcuro iam veiper olympo
che ancora ne fa fede Plinio. Tundere tìò tquam trepidanti caper at vmbraTH.
Terrà con ladeftra mano il legno diSatur-
HORA DECIMA. no,& con l'altra vn ramo di falce efl'endo chc_>
FANCIVLLA alata, veftita di color giallo: la pioppa, rolin0,& il falce,riuolgono le foglie
ma che tiri alquanto al negro . nel Solftitiojcome ferme Plinio •
Cra^ ergo ad Citpfydr/tmiyitiaò che con quefte Terrà con la deftra mano il fegno di Gioue»
&.COU
. , . , . ., .
fera quando quefti animali cominciano a com con quefto patto , che ella non hauefiegudato
, come dottamente defcriue Gnidio 4.
parirc cofa alcuna in quel luogo, fubito Afcalafo dif-
Metam. nella fauola dcirifteflb animale , così fe, che gli haueua vifto mangiare delli grana-
dicendo. ti, & impedi la fua tornata, la onde adirata Ce-
Ixmqut dies exaéÌHt erMtytempu/quefutiBMt rere lo trafmutò in quello animale,il quale fuo
G^od tu nec tenebras, neepojfes Aie ere lucem le arrecare fempre male noueUc«>.
_ Sed cum luce tamen dubia confini* noUis . Repetet Fréferpina Coelum
Teila repente quitti pinguefq^ ardere videntur Lege tamen eerta,finullot centigit illie
L^mpades, ó^ rutilis collucent igntbus *d«s Orecibos,namftc Parcarumfoedere cautu eB.
Talfaquefiuarumfimulacravlularefer/trum, Vixerat.at Cereri eertum tft educere natam
Tumida iamdudum latitant per teSla [ororet Hon ita fatafinunt\queniam ieiunia Virgo
"Diuerf&que locis ignei ae lumtna vttant Soluerat, é* cultis dumfimplex errat in hortif
J>t*n7^pttunt tenebras faruos membrana per Funiceum curua decerpferat arbore pomum
artus Sumptaq; pallenti feptem de corticegrana
forrigiturtenutfqut includunt hrachia penne frejjeratere fucfolusque ex omnibus illud
Kec qua perdiderint veterem rationefiguram Afcalaphus vidit, quem quondam dtcitur Or-
Seirefinunt tenebra , non illas piuma leuauit phntj
Suftinuere tamen feperlucentibus alis Inter Auernales haud ignotijftma Nymphas
ConatAque loqui minimam prò cerpere vocem Ex Acheronte fuo furuispeperijfe fub antrit.
'
Emittunt peraguntque leui Rridore quArelas
, Vidit, &indtcforeditum crudelis ademit .
'
TeRa^nonfyluas celebranti lucemque perofA Ingemuit Regina Èrebi , teflemqueprofanuvt
Heiie velant Jeroque trahunt a Vedere nome . Fecit auem, iparfumque caput Fhltgetontidtj
lympbfC-i
HORASECONDA. In roftrum , ^plumas (^grandia luminai
,
Inuoluens vmbra magna terramq; polumqut Di quefto animale così dice Plinio, nel libro
Etnei terzo. decimo al capit.ii.
(^montes vmbrantur epaci,
Sol ruit interea, Bubo funebris,Ì3f maxime abominatuspubli
E queftobafterà per i fignificati de i colori cis prdcipue auSpictjs deferta incoltt,nec tantum
4elli vcftimenti dell'hore , che hanno da fuc- dejolata,fed dura etiam (^ inacceffa,no£Ìis mon
cedcre_^. firum nec cantu aliquo vocali, fed gemi tu .
tiri
color
al
ga la mano balla quanto più fi pao,moftrando negro
con tal atto, che il Sole fia tramontato, & con Con l'vna delle mani terrà il fegno di Mer
[
la finiftra vn bubone , ò barbagianni , vccello curio,& con l'altra vn mazzo di papauero,ef-
cotcurnoj la fauola del quale racconta Ouidio fendo che di quefta pianta fi corona la notte ,
V t come
. . .
no forma cWi d'vno, chi d'vn'altro animale ; bellagratia vn Ghiro, come animale fonnac-
fra quali la Luna fi cangio in gatta, come dice chiofo , della qual cofa ne fa teftimonianzi_^
Ouidio nellib.f.delle Mctamorfofi . Martiaie nel lib. 5. così dicendo.
leleforor Phoebi,nÌHen Saturni» v*cc« Somnieulofos ille porrigit gUres .
fi/ce Venus latuit . E nel lib.i5- parlando il Ghiro.
Perciò che la gatta è molto varia, rtic Ia_^ Tota mihi dormitur hietns, pinguior ilio ^
notte, e la luce de i fuoi occhi crefce , ò dimi- Tempore fum, quo me nil nifi fomnus alit .
nuifce, fecondo che caia,ò crefce il lume della
Luna_j. HORA NONA.
Statio lib.ii.Theb. di qucft'hora diflc-j. FANCIVLLA veftita dipauonazzo,& co-
modo nox magtsip/a tacebat me l'altre farà alata, & ftarà in atto di vo-
SelaqHt nigr^ntes laxab^nt afir» tenebras . lare. Terrà con vna mano il fegno di Martin,
Et nel libro fecondo. & vn Gulfo,come vccello proprio della notte.
jiiì vbi pro?7a dies longos fuper tquorafines
Exigit : Atqtée wgens medio n/ttat vmbra pro- HORA DECIMA.
fa» do . FANCIVLLA alata, & il color del vefti-
mento (ara alquanto più chiaro di quello
HORA SETTIMA. dcU'hora Ibpradetta .
FANCIVLLA alata,faràil fuo veftimento Terrà il fegno del Sole,nella guifa che hab-
di color cangiante, ceruleo,& negro, Ter biamo detto della prima hora della notte, per
rà con la deftra mano il fegno di Saturno,e con la medefima ragione, & con l'altra mano vn'-
il braccio finiftro vn Taflb, per moftrare, ch'- horiolo in forma di vn bel tempietto,conLi_*
cllendo qucft'hora nel profondo della notti.», sfera,che moftri l'hora decima,& {opra la cara
ad altro non fi dormi re,comc fa
atter.de,che a pana da fonare, l'hore, elTendo^che il fuonodi
queft'animale, il chedotamente defcriuono i fpone,e chiama ognuno al fuo cflercitio,come
Poeti .Vng,4.E;ie2d. dice Beroaldo Commentatore d'Apuleio, lib.
ì^ox erar, .^ plactdum cxrpebat fepi foporem 5.& malfime all'hora decima, cfTendo già paf.
Corpora , per terms fyluiij; 0> [ahz (j^ieranf fato il tempo di dormire-?.
^equora cum medio voluHnturfydern lapfu
Cum tacet omnis figer ,pecudefipiif£^ue ve- HORA VNDEC IMA.
Iticres ,
FANCIVLLA alata, farà veftita di turchi-
Sii luì. Uh, 8, no Terrà con
, la delira mano il fegno di
Venere
Parte Seconda. $ot
"VcnerciC COR l'altra mano vti'horiolo da pol- Edam curriculonlgrtim Hox rofcid* metum
!
nere, nel quale lì veda la diiiidonedcll'hoia , Protuler^t ,Jl*lfitqtie niteHS in limine prim$
con il fegno.iSc moftri,che la poliierc fia ginn Stringeb*t nec fé thxlamis Tithonia contHx
ca ali'hora vudecim.i_». Cumminus HTìurit noBem dcftjjeviator „
zéi Ocea I pe<fufus luctfer vnd* mattina, alianti che arriiii il Sole, il quale fa il
Extutit OS f.icrum cae'n^te'^ebmsj; refoluit. di fimile alla bianchezza del Cigno , quando
§lttem Venfisante altos ajirorum dtligit ignes . viene a noi, e partendoli, fa parimente la notte
Sil.lib.;. negrajcomc è il Como.
H O I I A.
Bella il dipinge, perciòche è di fuprcma bel dimoftra con la fàccia allegra, & ridente
Si
lezza l'opera dcll'Hofpitalità , &
è tanto cara con le braccia aperte,& con il Cornucopia nel
a Dio, che egli dice (come riferifce S.Giouan- laguifache habbiamo detto, perciòche l'Ho-
ni al decimorerzo) qui Accipit fi qttem mi/ero, fpite & il riceuer altrui, oltre che li bifogna di
me accipit,qui autem meaccipit, accipit ettrn, hauer commodità, acciò non manchi cola al.
qui mg m'ifit\, anzi di più è di tanta perfcttio- cuna, a chi da ricetto , male conuiene anco,
nc,chc per mezzo di cfTa fi viene alla cognitio- che lo riceuaoffitiofamentc;& volentieri come
Re di eflb Dio, come dice S.Agoftino fecundrt^ dice S. Ambrollo de off. Eftpublicn ^ecies hu^
qui I.UAKgel.Ho^it^litatis ojficio ad Chrifli co- manitatisjvf pellegrinus i» hofpitionoK egeeit
gnitianem venimus . Sufcipitur officiose, vtpateatiadue fi tenti lanua .
Il cerchio d'oro con le gioie, & i capelli nel- Il vcftimentodi color bianco, ne dimoftra,
la giuba che habbiamo detto fìgnificanoi ma- che all'hofpite li conuiene d'eiler puro, & fin-
gnanimità gencrofi pcnfieri.che fono in quc
i cero, & fenza macchia alcuna d'intcrefl'e, ma
fta nobiiiilìma vircù^la quale ad altro non pen il tutto £di.xtpr0pter amorem Dei,
H M L T A\
Gli
. . . . . . . . . ,
Parte Secondai 50
Gli Ci dipinge Tettoil manto roflb da man La Humiltà è quella virtti\deIl'anirao,on-
clefìra il poueio fanciullo nella guifa^chc hab- dc gli huomini fi filmano inferiori a gli altri,
biamo detto & dall'altra parte il Pellegrino , con pronta, &: difpofta volontà di vbbidire al-
erciòche grandi/lima e l'cpera deirHofpita- trui , con intentione di naicondere i doni di
ìxicàjcflendo chcpcr Carità, roiiuicnCj& aiuta_^ Diojche poffiedonojpcr non hauer cagione d'-
alia neceflìtà di che è per fé fìeflb impotente-» infuperbire .
a procacciarfi il vitto , Se altro che li lìa necef. Si dipinge donna vefli'ta di bianco> perchc-j
fario 5 come anco del Pellegrino cfl'endo fuo- fi conofca,che la candidezza, &: purità della_^
ri della fua Patriaj,& in bifogno dell'altrui aiu mente partorifce neH'huomoben difpofio , &
to,ond« fopra di ciò per dimoltrare c\ uanto fìa ordinato alla ragione , quella Humiltà che è
chiaro al N.S. l'opera dcll'Hofpitalità, chee- baflieuole a rendere l'attioni fuc piaccuoli a
glidice 'S^u^odvni ex minimis tneis feciffis,mi- Dio, che dalla gratia fua a grhumili,&: fa refi'
hifecinis ; a confusone di quelli che riceuano fìcnza alla volontà de' fuperbi.
nelle cafe !orofuntutofamente:i Ricchi, chej L'agnello è il vero ritratto dell'huomo man
non hanno bifogno, & altra gente indegna_j)j fueto,& humilc:per quefta cagione Chriflo Si
come dice San Giouanni al ^. j^idam Faupe- o-nor noftro è detto agnello in molti luoghi) e
res honos excUtdtmt fnngnos autem raptores , O* dali'Euangelioj& da' Profeti.
Miuites recipiuKt fiinttiofe^. Humiltà
DOnna,che nella fpalla delira porti vn fac
H V M I L T A\ chctto pieno, & con la fìniftra mano vn*
DONNA con
veftica di colore berettino
le braccia in croce al petto, tenendo con
, fporta di pane, farà veflitadi faccoj& calpefle-
ràdiuerfì veftimentidi valore.
l'vna delle mani vna palla, &; vna cinta al col- L'Humiltà deueelfere vna volontaria baf-
loca tcfta chinaj& fotto il piò deftro haiierà v- fezradi penfieri di fé fteflb per amor di Dio >
na corona d'oro difpreggiahdo gl'vtili,e gl'honori. Ciò llino-
Tutti fegni dell'interior cognitione della_^ flra con la prefente fìgura,che potendoli vcfìi-
baflezza de i propri) merini, nel checonfilì:t_> rc riccamente, s'elegge il faccorii pane è indi-
principalmente quella Yirtùjdcliaquale tratta tiojche fi procura miferamente il vitto fcnzi--»
5ant'Agoftino così dicendo Humilitas efi ex efquifìtezza di molte delicature per ripurarfì
intuitu preprÌA cegnitionis , &
fusi conditionis indegna dei commodi di quefta vita Il fac- .
H I o R I A.
Parte Seconda. 30
Si fa alata, eflendo ella vna memoria di co fte di bianco
fé feguire, degne di fapeiTi, laqualc fi diffonde le mette a canto Saturno perche l'Hifto-
Se
per le parti del mondo , Se Icorrc di tempo in riaèd<.ttada Mar- Tullio, teftimonianza de 1
tempoalli poderi tempi, maclha della vita, luce della memoria,
li volgere lo fguardo indietro moftra,chc_^ & fpirito dell'attioni .
è detto, perciòche l'Hiftone fcritte fono memo dipingere vna donna, che volgen-
SI dopotrà guardi dietro aJie fpalle &
ria de gli animi, &
le ftatue del corpo, onde il capoil , fi ,
r T N A.
D O N NA
di
di fuperba appai-enza,veftita_^'
penne di Pauone, nella liniftra mano
tenga vna tromba j
ari.uj.
& la de/lfa farà alzata
la
ira
Della nouifsima Iconologia
La lactanza^fecondo San Tomafb,c vitiodi prono fenzavtile, così i fuperbi fbmehtanol',
coloro, che troppo più di quclj che fono inal- Ambitione con le gratie particolari di Diojchc
zandofijouero che gl'huomini rteflì credono, pofiìedono fenza merito proprio , & come il
con le parole fi gloriano, &
però fi £nge don- Pauone fpicga la Tua fuperbia con le lodi al.
na con le penne di Pauone, perche la Iattanza triiijche gli danno incitamento, così la Iattan-
e compagna, ò come dicono alcuni Teologi , za con le lodi proprie, le ouali Ibnofignifìcate
figliuola della Superbia, lacuale fi dimoltra_^ nella tromba, che apprende fìato,& Tuono dal-
per lo Paiione,perche,come€llb fi reputa aflai, la lK»cca medefima.La mano alzata ancora di-
per k bella varietà deJIe penne , che* lo ricuo- moftia aflertiua teftimonianzA-:'.
I D O O . A T R I A.
"1p\ ONN A cicca, con le ginocchia in ter- fuo luogódell'orationcjfebenevi e anco la yc-
JL^ la, e dia incenfo con vn turribulo alla_» neratione de'Santijne pur quefta bafìa, fenza
flatua di vn loio di bronzo . la retta intentione,di dar gl'honori conuenie»
Idololatria, fecondo San Tomafo i. i.qua:ft. temente, & qucfta intentionc h dichiara col
j)4.art.ry? ctiltus De» debitus creaturccxhiluus. Turibolo, che manda fumi odoriferi , li quali
Le ginocchia in terra fono vn'etfctto, & fe- fignifìcano^chela buona intcntione dnttamea
gno di religione, col quale Ci confina lo ir. mi f- te piegata, manda odore di orationiferuenti ,
^one,& humiltà, in rifpetto alla grandezza di & accette Però ancora i nòlhi Sacerdoti per
.
Dio, il qualefblocpotcìitirnmoiii fc lUilo, & Santa iniìitutione , danno l'inccnfo nel Santif-
foloalui conuiene propriamente l'adoratio- fimo Sacrificio delia Mefla, pregando Dio, che
nc,per la ragione, che ne daiemo fcriuendo al come il fumoj & l'odore dcli'incenr© s'inalzaj
così
. . . . .
toro di metallo, fi prende per le cofe create, Se DOnna,come di fopra fi è detto, alla quale
fatte.ò dalla Natura, òdall'Artej alle quali la potrà aggiungere, chela verte fia con-
fi
cecità de i popoli lià dato molte volte ftolta- tefta di fcaglie di pefce , le quali fono il vero
mente qiiell'honorcjchc a Dio folo era obliga-- fìmbolo dell' Ignoranza,comc fi vede in Pierio
ta di conferuare dalche è natoli nome d'Ido-
, Valcriano Iib. 3 1.
lolatria , che vuol dire adoratione di falfa—s La ragione c,pei'chc "il pefce è di fua natu-
Deità ra ftolidojS: lontano da ogni capacità, eccetto
IGNORANZA. il Delfino, & alcuni altri , che raccontano per
DONNA
&
con faccia camola, difforme,
cieca^in capo hauerà vnaghirlanda_j
marauiglia , & come le fcaglie con facilita C\
leuano dal corpo de pefci , così con gli ftudij
di Papauero , carni nando fcalza , in vn campo delle lettere fi può kuare ali'huomo il velo del
pieno di Pruni, &
triboli, fuori di ftrada,vefti- r Ignoranza.^,
ta fontuofamentc d'oro, & di gemme, & a can-
tori farà per l'aria vn Pipiftrelio oucio Not- Ignoranza di tutte le cofe.
tola_-.!>.
^
La ghirlanda di papauero fignifica il mifeia da la Canna in mano per eflcre cofa fra-
Le fi
IGNORANZA
bile'fonno della mente ignorante.?.
O' ddfuperbia, che virtù corrompe quefta pittura voleuano occultamente fignifi-
A/i l'htiom , che sa per eh' egli e nate, « quefl» carc.che l'ignorante era di fcmplicc,& puerile
s'oppone , e vin citar felice vìucj. ingegno, nudo affatto d'ogni ornamento viri,
IGNORANZA. le.rctto dal fcnfo , che è più groflb, che non è
APPRESSO a Grani fi aipingeua l'I- vn Alino, cicco,&: fopra il tutto voto Hi ceraci»
gnoranza in forma d'vn Putto nudo a lo come vna cann:uj).
IMAGINATIONE.
IMITA TIONE.
i
dell*
. . . . . .
vuol dire lux,& (pativa luceo . re.che la mutatione,alla quale fono foggette_>
Li mirabili effetti della Imaginationc àfo- tutte le cofe create,per fé fteffa è forte,& fi con
no dimortrati,& raccontati, da Marcello Dona ferua fotto all'armature , cioè fotto al moui-
te Uo- i.de Medica hiftoria mirabili mentode' Cieli, cheeffendo didiuerfa, & più
falda materia di cffa fono cagione del fuo mo-
to, poi del calorcpoi della generatione,& cor.
IMI T A T I O N E. ruttione,che a vicenda procedono , fecondo la
DONNA,
vn mazzo
che nella mano deftra, tiene dottrina d'Ariftotelc , & laconfcruaji» inquc«
di pennelli, nella fìniftravna fto modo
inarcherà, & a' piedi vna fimi l_^. Il lino èpofto da Poeti per lo Tato, dandofi
L'Imitationefl vede in qual voglia attio- fi alle Parche, e gl'interpreti di Teocrito,rcnden
iic.ouero opera fatta ad alcun'altra fomiglian- done ragione, dicono,che come il lino nafcc
la
te,& però fi dipinge con vn mazzo di pennel- nella Terra,'& quindi a poco tempo vi fi cor-
li in manojcome iftromenti dell'arre, imitatri- rompe,così l'huomo della terra medefìraamea
ce de* colori, & delle figure dalla natura pro- te nato in effa per neceffità di natura fi rifoluc.
dottejò dall'arte ifteffa.^. Le mani , che, tirando in contrario luogo,
La marchera,& la fìmia ci dimoftrano l'Imi fquarciano il panno,fono le contrarie qualità,
tatioue dell'attieni humane; quefta per eflerc che in vigore del moto de' Cicli diftruggono,
animale atto per imitare l'huomo co'fuoige- & moltiplicano le cofe terrene: & fi nota la_^
fìi^e quella per imitar nelle Comedie,& fuori, moltiplicatione nelle due parti del panno .
rapparenza,& il portamento di diuerfi perfo-
naggi IMPASSIBILITA\
IMMORTALITA\ QV S T A è vna delle principali doti del
E
corpo glorificato, come feri nono i facri
DONNA
man
con
vn
alle fpalle,& nella_j
cerchio d'oro
deftra
l'ali Teologi. Però fi dipinge igmida,& bellajchc
ftia co' piedi cleuati fopra i quattro Elementi
L'ali lignificano la folleuacione daterra_j, fuori delle cofe corrottibili.
la quale non foftiene fé non cofe mortali
Il cerchio dell'oro rapprefenta l'Immorta- I MP ER PETTI ONE.
lità, per cfftic tra rutti i metalli il men corrot-
tibile,& per hauer la forma circolare, laquale
DONNA
ambedue
veftita di color giallolino
le mani tenga delle
;
Rane, con
in
iionhd termine doue fìnifca_>. vn'Orfa a canto, laquale con la lingua dia per
Immortalità . fcttione al fuo parto .
DOnnaveftita d'oro , la quale terrà con la Il color del giallolino fi fcuoprein moltt-*
deftra mano vna pianta d'Amaranto fio cole imperfette, al tempo, che s'incominciano
lita, e nella finiftra vna Fenice_>. a corrompere . Però fi prende inqueftofigni-
Già fi è detta la r^igionc dell'alloro, la pian ficato
ta dell' Amaranto figinfica immortalità, perciò Le Rane parimente,comcaniiTiaIi,che fi ge-
che ella non muta mai il colore, ne fi corrom- nerano di putredinc,fono da Oro Apolline per
pe, ne fi marcifce mai .
l'Imperfcttione aflcgnate. Imperfetto è anco,
La Fenicejpcr ritrouarfi dalle fucpropiie_> ra il parto dell'Orla , per efl'erefolo vn pezzo
ceneri abbrucciatc perpetuamente, come è co- di carne fenza forma d'animale, ma con la_»
mune opinione , è inditio dell'Immortalità lingua,per continua diligenza prende poi la_j
mcdefima , la quale è vna eternità colrifpctto fiia forma, così ogninolbaattione nel princi-
fole del tempo da venire-?. pio imperfetta, fé non manca la diligenza , in
virtù del buon principio Ci compifct_>.
IMM VTATIONE.
DONNA armata, veftita di cangiante , al I M P I E T A\
& ONNA
ainbcdue
fianco finiftio porta vna fpada
le mani i'quarcia vn panuo
,
di lino
con
D veftita del colere del verdcj
ranie,farà in yifta crudele; terrà nel brac
ciò
. . , . ,
Parte Seconda. 3n
CIO finiftro l'Hippopotamo, &
con la deftri_^ dal furor à^\ Tuo modo di viuerc grandemente
mano vnafacellaaccefa riiioltaingiù , con la hauere infaftidito i coftumidi tutti gl'altri ,
quale abbraccia vn Pellicano co' Tuoi figli: che perche quello così fecco, più prefto fi fpezza
larannoin teria_^. che punto piegarlo .
quale fi ritruoua in coloro , che drizzano lc> L'Hippopotamoè vno animalc,chc viue nel
proprie operationi a danno de' benefattori fiume NiIo,come dice Plinio lib-S.cap. ly.^hà
Nelfiniftro braccio tiene l'Hippopotamo , la fchiena,li crini, e'I nitrito,comc il cauallo y
perche come efl'o,quando ècrefciuto in età per ma ha l'vnghie sfele in due parti, come il bo-
defiderio di congiungerfi con la madre,vccide ne, e'I mufoelcuatoj& ha la coda.e li denti ri-
il proprio genitorcjche gli fa refiftcnzacosì l'- torti come il Cigniakjè di natura impio, poi-
empio per fecondare i Tuoi sfrenati appetiti , che per violare la madre,ammazzail padrc^.
condefcéde fcelleratamcntealla ruma dc'^fuoi La Cicogna per il contrario è di)giufta meu
maggiori, e benefattori te,pcrche ha pietà verfo i fuoi genitori , folle-
Tiene nella detira mano vna facella accefà, uandoli nella vecchiezza > come rifenfce San
abbruciando il Pellicano, perche l'operationi BafiIio,& Plinio lib. io. & 13. con quelle iftef-
dall'empio non fono volte altroue , che al di- fe ^zv9\c iGenitricum fenccìam tnutcemedH~
flruggimento della Carità, & Pietà, laquale_> cant. La natura duierfa di querti due animali a
adii btne perlo fignificatodel Pellicano,fi di- querto noflro propofito molto bene efprimt_^
chiara, come racconta il Rufcello nel fecondo Plutarco nel commentario, che fa , fé gli am-
libro delle fue imprefe,& noi diremo più dilFu mali terreftri ò gli aquatili lìano piiicalidi »
,
famente in altra occafio ne-', dice egli Si cum Ciconijs com^ares fiuuiaUs e-
:
& della virtù: la qualità fua e di mancare de i rai^tt^yéiv^ Artiìoteles ea^qu^de Ciconijsferan^
debiti vfficij alle cofe facre,a parenti.a' prolfi- tur, vera ejfe affirmat yidemq; facere etitun Aer»~
mi.alle leggi, &
alla patri.i_j). podiu. itaque infceptris fuperne. Ciconiam ejfin-
Le fi danno l'orco
bendano gli occhi, e le fi gunty inferne HtppopotantHmwt fignificent im.
chic dell'afillo, perche come narra HoratioRi pietatem, &
violentiftm fuhieÉìam. eJfe iuIìitiA .
^ naldi nel iib. delle fcienze & compendio delle N:im CicontA quidem iufie agttnfi^parentes
fé',
cofe, dice, che l'Impietà nafce talhora da igno- nio confeSìos tn alis geRant. Hippopotamus au^
ranza non foccorfa,& folleuata dalla grana di tem. animai ejl iniulìijftmum ..
quello animale monta la propria madre, & tal- uerà bendati gli 0cchi,e conl'aliaglibomerij,,
uolta fi moftra fiero,& crudele verfo il Padre; a canto vi farà vn Cignale,che ftia parimente
Siche done regna l'Impietà , conuiene anco , rabbuffato, con la baua alla bocca, ed'iu atto di
che vi fia la crudeltà , che per tal fignificato operarfi vnitamente con la figura a chiunque
quella figura tiene in mano ilpungentiirimo gli d metta auanti per offenderlo .
3
1 2 Della nouifsima Iconologia
alcun timore, ma prontezza, e audacia ad efpor ciò i giouani apprchendendo le cofe per buo"-
fi con impeto ad ogni incontro, che perciò ftà ne,inclinano grandemente in quelle, e non ha.
nell'atto Top radette, e conlafpada, comedi- nendo il recto ludicio di conol'ccrcjfe veramen
cemo. te aparte, rei, fianobuoneo male.e quert.u-*
Gli fi bencfano gli occhi, perche chi mettc_j è la caufa che troppo amano , e fimilmente-»
in efleciitione l'opere Tue con Impeto, e furore, odiano-
dimoftra d'eflerepriuo del lume dcll'intellet Il color del veftimentobianco,'& neio,figat
to, che è regoIa,e mifura delle opcratiomhu- fica il bene , & il male , onde concorre l'Incli-
iiian?_>. natione, denotando per il bianco la lucc,figni^
L'ale denotanola velocità, e la prertezza_>, ficante il bene,&: il nero le tenebre lapprefcn-
della quale fi ferue con poco giuditio l'impc- tanteil male e perciò vediamo che nelle facrc
tuofo giouane , e dall'Impeto fi lafla trafpor- carte bianco e fimbolo di luce di Diuinità ,
, il
faoprano fimi Iinente & la caufa di ciòepcr- De/uin teflimonia /««.conofcendo di quant.L_j>
the l'inclinationc, noii è alr;o che vn appetito importanza era la buona Inclinatione_j.
«aturale, cosi dice il Iiìofofo eff app£t:t;^s qui. Le fpine che tiene con la finiftra mano figni
(.ixmnaturahs velamor, e perche ogni appeti- ficano il contrario delle rofe efibndolero come
to non è fc non di cofa buora,o che fi iudica_^ dice Pierio Vaicriano nellib.jo.il fimbolo di
buona omnis appctit;^s non eji ntji boìtt, e per-
,
tutti ivitij & peiche tucti.i figììiiìcad che hab-
biamo
Parte Seconda. 3«3
bUmo Aito alla noftrà figura debbano vnirfi Hor dunque noi nella noftm figura ìntcii<
infieme nella medefima (^tialità diremo, che le Jiamo deirinciinatione intelletualc, e quefta
toCciSc le fpine dimoftrano che habbiiio corri- può edere e buonac cattiua, procedendo dalla
(poudenza di quanto habbiamo detto di fopra. volontà, la quale liberamente può efiere buo-
Gli fi fanno i piedi aliati, peiciòchc l'Incli- na & mala.eflcndo potenza libera, che di nani
nationc e moto fiibitcchcfà abhornrcodilet- ra fua'aquefto cl\cpo/tttt«niniffHt requtjltis ad
tare, fecondo la conuenienza che per nature agendum potè figgere , & non «gere
veUe , Ó*
,
per fangue pct coinplclTione , vfo & ftato fi ha nolle:8ccosi inconfequcza l'Inclinacione puoi
con le cofe. Ma e perciò da notare che fé bene efler buona,Je cattiua , vno inclinar al bene, Se
è comune a ogni natura.cosìl'haucrc qualche anco al male, ma non però in vno idcfTo tem-
Inclinacionc,ad ogni modo diuerfamente fi ri po ma fucceflìuamentetperche vorrebbe, & no
trouaindiucife mtair.fteutidum modum ettu, vorrebbe, che fono contrari , che non polfono
come dice S. Tomafo nella prima parte alla_j edere in eodem /ubieilo , O» tn e0dem tempere .
qua:rt. j 9. all'art. I. Nella Natura intellettuale,
u ritroua,l'Inclinatione naturale ma fecondo INCONSIDERATI ONE.
la Volontà, nella natura fcnfitina fecondo l'ap-
petito fcnfitiuo, nella natura priua di cognicio-
DONNA& fcinta,
veftita di
fcapigliata
verde chiaro, ma di»
, in cima del capo
nc,gli e l'Inclinationelòlo fecondo l'ordine_J con vna farfalla , fbtto il pie defilo hauià vn
della natura, & per quefto fi dice la pietra indi regolo, & vn compaflb,& con pie finiflro fi mo
nar al centro , il fuoco ad alto perche que(ìa«.» uerà fbpra vn precipitio.
Indi nationc gl'è naturale^. L'lnconfideratione>non è altro che vn diffct
I N C O S T A N Z A.
tOcfi
. .
3 1
4 Della nonifsima Iconologia
to if i giuditio Hi coloro, che rrà
non giudicano rettamente quello
le cofe diiierfe
clic conbuo
INDVLGENTIA.
Neil» Medaglia d' Antonino Pie,
jia,
Pero
& giufta deteimniationedouerebbono.
è figurata detta imagine con vna far-
VN A donna a federe, con vn baftonc nella
finiftra mano, il quale tiene lontano vn
h'ilain capo laquale inconfideratamente pio poco da Ce, Se nella dertra mano vna patera.ouc
cura a fé fteffa lamorce j aggiiando/ì intorno IO patena, che dir vogliamo diftcfa per porge»
al lum _-. re con cfl'a qualche cofa .
Vclled di verde chiaro, perche la virtù co- Tiene
il baftone lontano, perche l'Indulgen
nofciuta laqualc è nell'huoino per Tua natura tiaallontanali rigore della Giulbtia , e porge
difpoftaa riceuere & apprendere le cofe, co-
, auanti la patena , per la liberalità , che fa con
me fono, fi debilita per indifpol-uionco per ne poflanzaquafi Diuina .
moftra il piede che tiene forpefo nel principio. di non lanciarlo : ma di gittarlo via con lette-
re , che dicono INDVLGENTIA AVGV-
iTORVM .
INCOSTANZA. INDVLGENTIA.
DONNA, che con vn piede fopra_j pofi Nella Medaglia di Gordiano .
vn Granchiogrande,fatto
che dipinge nel Zodiaco j fia veftita di color
fi
come quello,
VN A donna in mezzodì vn Leone,
vn toro,percheriitdulgcnti4'addonìelti
& d'-
turchino, & in mano tenga la luna . ca gl'animalì,& gl'animr feroci, oucro, perche
Il Granchio è animale, che camina innan- rindulgentìa addolcifleil rigore •
zi, & in dietro, con eguale difpofitione,com<i_j
fanno quelli, che cflendo irrefolutijhorloilano INDITIO D'AMORE.
Ja contemplatione,hora l'attionejhora la guer Vedi a gìuditio d'Amore .
no : Qnefta foitedi huoraini è molto dannata ga per la briglia vn'afino, che habbia vn freno
da Giouanni Scholattico, anzi da Chrifto No. in bocca, fi appoggierà con il gomito del brac
ilro iignorejcon i'eflt-mpiodi qucl,chepone_j ciodeftro fbpia d'vn porco anch'egliproftrato
le mani all'aratro, & fi pcntifcc'. in terra, hauerà in capovn velo di color nero
Il velbmento turchino è poflo per la fimili- dipinge in terra, perche l'Indocilità non
Sì
tudine dell'onde marine, lequali ibnoincoftan è atta a caminare per la vìa della virtù , ma a
ti/rime,& di tempo in tempo patono ajteratio ftar fempre vilmente con l'ignoranza raoftra-
ne, come fi ved^_j>. ta per l'afii.OjCome anco per far mentione,ol-
La Luna mtdefirnamente è mutabililTìma , tre a ciò, che gli Egitti niettcuano l'afino con
j
per quanto ne giudii ano gl'occhi noAri^pcrò il freno in bocca per l' IndocilitàjCome anima
il dice, che lo ftolto fi cangia, come la Lun:i_5, le in tutto difadarto all'imparare , eperquefta.
che nonftamai vn'hora nel medcfimo modoj cagione i Matematici dicono, che quando. alcu
Vi fi può a.ncora dipingere vna Nottola, laqua no nafce fotto al ló. grado del Leone ,comt_>
le vola irrefolutiflima, borda vna banda, hor prefaghi della coftuì inattitudine all'impara-
dall'altra, come dice Bafilio de confì.monaft. re, fingono,che all'hora.uafca vn'afino con la
briglia in bocca_>.
I N C O S T A N Z A Si appoggia al porco,perciòchc,comc narra
Vedi inftabilità Pierio Yaleriano lib. ?. queflo animale è più
d'ogni
Parte Seconda.
3'S
INDOCILITA^.
cl'ogni altro inrenfato,& irKÌocilej& non come perlopiù nafce da'birogni,&dalle rcómodità.
l'altre beftie , che mentre viuono^hanno qual- Tien l'elmo in capo, perciòche la principal
che particolare incluftria_i.. parte Aia è l'ingegno, &
la prudenza, che la tic
Il velo nero, che le cuopre la tefta,dimoftra, ne fortificata; ftà conia fpada ignuda pronta-
che fi come qiiefto colore non prende mai al- mente per combattere; perche Induftria è ftar
tro colore, così chi è indocile^ non è arto, nc_> defto , faperfi difendere con auantao-ajo ne'
'^^
capace a riceueredifciplina j & dottrina alcu- duelli della Fortunu-!.
na, ne qual fi voglia rjmmaelhamento, che lo Il manto bianco dipinto a verdi frondi
è la
potrebbe follcuare dalle cofe vili , & bafie . fperanza fondata nella candidezza de' coftu-
mi,& della dritta intentione, non potendo effe
I N D V S T R I A. re Induftria lodeuole,fe non doue il fine dell'-
DONNA in capo ,
giouanc,& ignuda con l'elmo
Se hauendo intorno al braccio
efficacia, &' della fagacità humana
honefta & viituofa: fi conofcc ancora per que-
fia realri_>,
bo: PROPRIO MARTE ; nella mano deftia le co' pericoli; però gran vantaggio nella vita
terrà vna fpada ignuda, dimoftrandolì ardita, politica fi ftimano hauere coloro,chc per pro-
icpronta a combattere . pria virtù, con la cappa ,c con la fpada fi fono
L'Induftria èpartcdel valore; & però l'ima acquiftati la fama vniuerfale degli huomini ,
ginc Tua alla imagine di cflb fi alfomiglia .
& qualche commodità da mantenerfene in
Si dipinge ignuda,per dimoftrare , che ella pace.-".
- Ir, (ili-
.
; p: a vn argano di quelli, che s'adoperano per G^nmquam res noflrà. funt fater paupercult,
pnuouerei pcfì;fia fcalza^haucndoin capovoa Modics. , (> mtdejfdjtnelittt tjl tumtn itti vi~
llatuctta di Pliito Utrt_j
Il vcftimcntojo fciame danno >& l'argano tJdmvit Md pauptìtatem infsmiitj
aecejfit
facilmente cognitioncdi qiicfta figura, & Lu^ G rauior pnuperttis fit,fides (ubUHivr .
13 man©, & dello fcettro vi fon* due alette, fi- Le piume dcU'vcccllo fudctto moftrano.chc
mili a quelle del Caduceo .
l'Infamia nafce in gran parte dall'iacoftanza;
Lo fcettro è fegno di grandezza, & di pion- perche quefta è indino di pazzia, & (\ vede in
tezza;!a mano d'Iudulliia, &d'artificio,però quefto vccello,chc è inccvftannffi.mo,Però Mar
qucfta foiltncandofi fopra di queIlo,dà inditio, tiale dimandò Ardioio vno, che andaua da vna
ckeiFrip.-ipi, & quei, che dominano a gli ai- all'altra attione fenza far cofabuon.i_j.
tri,alzam da terra l'iudultna humana, quan- Il color giallo, & il verderame fi adoperano
do piace loro. pcrl'ing3niK>,& per l'infamia vniuerfalmentc
E^ opinione di Artemidoro , che le mani fì- & ancora l'vccello Ibis, il quale è fordidUn.-
gnifichino artificio, conforme all'vfo de gli E- mo, come fcriuono alcuni, & fiadopcrain fi-
gitcij, perche quafi tutte l'arti con l'aiuto delle mil propofito; e come \ì veftc diacciata infa-
mani fi mettono in opera. Onde Ariftotelechia mia gli huominiappieflb il volgo così i riti] ;
^7 Ell'imaginedi
tiene ^
Mercurio,chc nella dcftra
Caduceo, & con
il vn Fiau la finirtra to di fonare
ta, con l'ali ncrsjcoii capelli fparfi,in at-
vn corno,habbia fcritco nella fron
figli Antichi figurarono le due cagioni, chc_> te la parola TVRPE & , fi fcuepra vn fianco
generano l'Induftria,cioè l'vtile per fe,& il di- con vna mano .
letto per altrui, quello fi moftra nel Caduceo, La lepra nell'antico teftamento era figura
col quale fingono i Poeti, che Mercurio fu fci- del peccato,il quale genera principalmente 1'-
DONNA
mani
brutta, e mal vciìiiartcuga lc_>
l'vna contro l'altra , con il dito di
Infamia da tutti è meglio veduta, che da quel
li, che la portano adorfo, però volontariamente
mezzo d'ambedue le inani diflcfo,8c con gl'al- fifcuopreil fiancojfciogliendoilfrenoa' viti)
tri tutti ftretti,& raccolti •
fenza vedere, ò penfare il dannofo fuccclTo del
Brutta,cinai veftita fi dipinge, pciciòchc^ la propria liputauoiK-j.
IN-
VI
.
V.i»
Parte Seconda. \\r
K.S 317
... -,
I NP E JRA>. M I TCon quanto 'ft è détro,fi Himoftra il mai;».
DO ^NA con vn ramo mento dei beni della Natura, & della Fortu-;,
pallida, &;magra
d'Anemone in mano, & vna ghirlanda na,da i quali la quiete, & la cranquilitànoAr<^
della medefìma hcrbajpcrchefcriue Oro Egit- dipende-». 1 .
<
I Nr. G E . G N O.
X 3
me 2IÌ
. . . .
I N N N O.
HVOMO
. ,
«li ferpente: a canto haucrà vna Pantera , con veleno vero degli cfFctti nociui
la cefta ftà le gambe; Ingannare è farcofa fpia
ccuole ad alcuiìo lòtto contraria apparenza^»: I N G I V R I A .
DOnna, con vna mafchera di belliifima—» che amando i giouani l'ecceUcuza , vogliono
giouaae,& riccamente ornata, 5c fottofi fopraftarc « gli altri, nej modo, che poflbno,&
fcuopra parte del vifo di vecchia molto difFoi- però giouane l'Ingiuria fi rapprcfenu , col
Prende l'amante ciecta preprij danni , ciuili fouente dcriuano, bruttirtima fi deue fti-
iaare.^.
Jngann» . la fcimitara fignifica il giuditio toi te; Se il
INGIY^
'^ 2,0 Della nouifsinia Iconologia
INGORDIGIA.
'
'
'^ •
^ Ingordigia . fomiglia il filo corpo in gran parte a quello
DOnna Hi brutto afperto , veftita del color dell'Orata.
La Lampreda, come dice Oro Egittio, parto
della ruggine, eh e vomitili parto per la
bocca 5 tenga nella Heftra mano il pcfce detto rifceper bocca ,& fubito partorito, diuor.L_^
fcaio,& nella (Ini ftra mano vna lampreda, da quell'ifteiri fuoi figliuoli , fc non l'ono prciti a
Latini detta MuRcia malma, onero Hebrias fusrgire.
...
Il pefce Scaro a noi è incògnito; perche di- Ingordigia .
cono, che non fi troua fé non nel ^nare Carpa- DOnna col ventre groflo, il che fignific U-'
thio,& non c[cc quafi mai dal protìiontorio di Ingordi<5Ìa paralìtica. &
tenga in mano
Troadcjdalli Scrittori è tenuto perc^eingordif vn vafodi trafparente vetro, dentro alquale_»
fimo, perche folo (fecondo che nferifce-^rifto fiano molte fanguifiighe,ouero fanguattole__>,
caminare come
tele) tra' pefci offerua l'vfo di perche come la fanguifugha, pofta a forbire il
gli animali quadrupedii& fipafcedell'herbe , fangue altrui non li rtaccamai per fua natura,
& ancora perche con molta auiditù diiiora tut- fin che non crepajcosi gl'ingordi non celiano
tii pefci prccoli/che fé gli fanno incontro per mai, finche l'ingordigia ifteifa non gli affoga.
W.
VNA
ramo
donna, che habbia nella mano vn
di quercia pieno di ghiande con
;
filli verfo" la figura,
Habbiamo figurata l'Ingordigia contale
la deftra moftri d'hauernc buttata vna ad vn animale, che mangia vna ghiandaie guardi al
{
porco il quale la tenga in bocca in modo, che l'altre, perdici tanto ingordo, che mentre ne
fi vegga, e llu con la tclla alta, e con gli occhi tiene vna in bocca, defidera di pigliare l'altra
ingo-ido
, ,
Me piìiguim, ^nttidum l>ene ctiratx eutevifes tra femina , & il mafchio tenga la teda in boc-*
Ctifnridere voles Epicttri degrege porcum. ca della femina .
Doue fi cWama porco della greggia d'Epi- Ingratitudine è propria malignità nell'aui-
curo E porci furono chiamati i Coetij ne]l'-
: mo rozzo,&: vile, che róde l'huomo fconofceo
Arcadia,perche erano molto dediti alla Ingor te de' benefici) verfo Dio, e'I proffimo.ficht-»
digia: Leggefi ne gli Adagi j, Vita fiiilla«per v- fcordando il ben piefentc, brama femprc il fu-
ra vita ingordadaporco^ quelli, che.mcnano. turo con appetito difordinato .
fi bruttai e fozza vita, fono poi tenuti ftolidi , L'hedeia porta il fignificato dell'lngratìttt»
grofTì, e indocili fimilia gl'ingordi porci. Ma dine perche quel medefimo albero , o muro
,
Parte Seconda.
U,Sc in terra fiano vn cane. Se vna gatca,ch<i_> cuore, per appetito di vendetta, &
ìh
la malinco-
fi azzuffino iallemt_>.. nia è addinundata da medici Atra bilis,però
fi
Il vcrtimeiico nero con le fiamme fìgiiifica può fignificare nel color nero, & fa gli htio-
l'iramefcolata con lamalinconia,chc in(ìemc mini ncordeuoli dell'ingiurie.».
fanno 1 •Inim;citu durabile, la quale non è fo- L'anguilla, il cane, & la gatta dimoftrano il
lo quell'ira, che Uà nel profondodel cuorc,fac
mcdcfimo effetto eflendo quella folitad'andar
te le radice con appetito di Tendetta,in pregia
lontana da gU altn perci,pcr Inimicitia,come,
ditio del prolUmo che ciò fimoftii per lo
, Se diceOro Apolline, & quciti infiemc cflcnJoiH
fuoco, a, lo manifefta ladcfinitionc.oue fi di-. contnmo contrailo naturalmente^.
ce. Tua cflere vn feruor del (àngue intorno al
INIMICITIA MORTALE,
DONNA
tremendo,
armata, farà di afpetto ficro,&
veftita di color roflb, che con
Ilcolor rolfo del veftimento ne fignifica l'-
effetto proprio deirinimicitia, laquale gene-
off, diltgite inimico! veRros\ber.efiicite ifs, qui DONNA giouane vcftita di cangiante ;
cderUK't (^ orate prò prefcquentihuSy ^cx-
-vos ,
che tenga vna girella di cartajcomequet
lumniantibus voi. In oltre il medefimo Euan- la, che fogliono tenere i fanciulli,chegirano al
,'
gcliftaa iS.dice,Seperdonarcmoai noftri ini- vento, perche tali fono gl'huòmini inquieti
mici, ch'egli pcrdonaràa noi le noftre colpc_j. che non fi fermano mai in vn propofito con ùi
Sic pater meus caUJIìs faciet vobts,fi non remife- bilica, che perciò fi vefle anco di color cart-
ritisVKUsquis^jfratrt/uo de cindibus vefiris , giantc^.
qucfte fono parole del Signore Dio, del quale Inquietudine d'animo .
chi vuole ellere amico bifogna far quello, che DOnna niella, & in piedi, che nella delira
egli àicc.Vos amici mei e/lis ,fi feceritis qus. pn- mano tenga vn cuore, fopra del quale_j
ctpio vobis Iciin.i6-Vc\:ò conuiene per falute_j vi Ci3. vn tempo d'horologio & con la (iniflra ,
canne metterui le felci, fa il medefimo effetto, Con vna ghirlanda , & habito di Vergine Ci.
che fa la canna, tanto fono per natura mortal- dipinge, per elfcre^la mente dell'innocente in-
mente nemici Onde fopra di ciò Aleiìandro
: tatta, & immaculata:Però dicefi, che i'Innocen
Magno ancor cke gentile ) diede eficmpio
( ,
za e vna libera, e pura mente àcìì 'huomo,che_j
che fi deue perdonare , Se non perfeguitarc il ilnza ignoranza penfi, & operi in tutte le cole
Ilio inimico fino alla morte , perche hauendo con candidezza di fpirito , & fcnza puntura di
Bcflo Prefetto di Battria.doppohauer tre vol- cof'cicnza_.s.
te rotto Dario, com'anco fattolo prigione, così L'Agnello fignifica l'Innocenza perche'non
legato l'vccife , & per dimoftrare Aleiìandro ha né forza, ne intentione di nuocere ad alcu-
«guanto errore hauefle commeflb il detto Bello no, &: ofFcfo non s'adira, né s'accende a defide-
iidotto infua poteltà lo caftigò della fuaofti- rio di vendetta, ma tollera paticntemente fen-
nata perfccutione, & Inimicitia, che legati, & zarepugnanza, che gli fitolga, e la lana, e la
raggiunti per forza infieme due rami d'arbo- vita ; douendo così fare ciii delìderad'aifimi-
re, &: a ciaf^UH legata vna gamba di Beflbjfece gliarfi a Chrifto. 2^i coram fondente fé obmu-
fciorli d'infieme,e piccipitofamentc aprendofi r«<r.come fi dice nelle /acre lettere per cflere
lo sbranò per mezzo per memoria, & efi'empio nobilillima in lui l'idea deirinnocenza_j.
del fuo inimicheuole, &c pellìmo coftum»_j. Innocenza ,opurità .
^f
Parte Seconda.
SZf
ta,dalla quale (i fenciuano incolpaci, onero vo- ravn pugnai ignudo nella dcftrft, e nella fmi-
leuaao dimoftrare.chc non erano macchiati di vna fcrpe in terra fra l'her-
ftra tre dardi, larà
alcuna bruttura, foleuano nel cofpctco del po- be verdi, che porga in fuori alquanto la tetta.
polo lauaril le mani, manifeftando con la mon L'Infidia è vn'actione occulta fatta per of-
dezza di clic , & con la pn ri ti dell'acquala.^ fender pronìmo,c però s'arma,moftrando l'-
il
Di qui nacq»c,clie poi ne' Geroglifici furo- co' dardi, cioè lontano, e vicÌHo,hà per cimiero
no queftc due mani, cheli lauauano inùcmc, vna volpe, perche l'alìutie fono 1 fuoi principa-
vfatc dagli Antichi come racconta Pierio Va- li penficn.la nebbia e la fccrerczza, & gli oc-
Icriano neilib-trcntacinquedmo, S.Cipria- & culti andamenti, ch'afTicurano il palio all'In-
no neilibro de Liuore , ci elbrta a ricordarli fìdlvl_.».
fcmpre, perche chiami Chrilto la Tua Plebe, La fcrpe fomiglia l'infi liolo , fecondo queJ
nominili Tuo Popolo, adoperandoli nome di commun dcuoil^tef anguisin <»*r^/», interpre-
pecore, volendo così auuertirc, che l'Innocen- tato da tutti gli cfpolltori in tal propollto .
La Corona di Palma daS. Ambrogio in quel vno feudo, &icon la deiha vna rete, la_^
luogo, atatura tuxfttntlfs fiéid efì piirr»it^è in- quale da gli antichi fu tenuta per lignificata
terpretata per l'Inuocenza,e purità, che ci^do dell' Infidia
nata da Dio fubito fubito,che llamo rigenera- E
Pitcaco vnodc'fettc fauij della Grecia^»,
ti pel SantiPiìmo Batte/imo . douendo venir a battaglia con Frinonc huomo
d^igran for7,a,& Capitano de gli Acheniefi,poi-
INVBIDIENZA. to vna rete Tocco vno fcud©, la quale, quado crii
Il veftito roflb , e la mano alta conuengono Veneree, come dice Atheneolib.8.& j.nd Ve-
alla pertinacia, la quale è cagione d'Inubidien nerem conferuntpréuipuc Felypodes , per quello
za-.ilfreno dimoftia^chc l'amore dei le proprie forfè poneuafi al fimulacro di Venere,^come_»
padìoni conduce altrui a volontario difpregio anco per Geroglifico di fermezza , & Coftan-
delle leggi, & de comandamenti, a' quali jìa- za d'Amorcfecondo Pierio,perche quello pe-
mo tenuti obbedire pergiuftitia,& che però fi fce s'attacca tanto tenacemente a* falfi , ò fco-
dimandano metaforicamente, freno de' Po- gli,che più torto fi lafia leuarc a pezzi,che ftac
poli- carfi L'ifteflò pefce con figura però dell'oli,
.
lo chiama come tcftificaDauidnel Salmo 57. quando raettendofivn ramo d'olino nei mare
dicendo Furor illttficnndHmftmilttudiriem fer in quella parte,douc ftanno i Polipi, in brcue_j
fentts , fieni jiSpidtt fttrdd ,^oi>titra;itts aurei fenza niuna fatica fé ne tirano fuora attaccati al
ft4as,qt**nonexattdit vocem incAntuntmm , (^ ramo ,quanti fé ne vu ole . OLeam tUos appeterj
venefici inc*nta»tts fapienter hoc etia/n docu>ne>^tnm efì, quod eius ramumfi
INSIDIA. qiiis in mure dtmtttat zibi tolypi halitant ac
gliano diucrfi affetti, & pallìoiii,peril che l'a- di detto Inflinto, la propria forma delJa cofài
nimo loro flà fempre inltabile_i. Onde Fernelio nel loco citato apporta li (otto
Inflabtlità. verfi .
'
.
DOnna veftita di molti colorijcon la man Multa tegit Jacro inuolucrof2atHra,neq; vtlis
deftra s'appoggi a vna canna con le fo- Iits ejlfcire quiderh mortalibui omnia^ multai
glie,e lotto i piedi tenga vna palLi_ii. Admirdre modoynecnon venerare, neqtte illec^
Veftcfidivarij colon rinilabilità,per la fre InqHtres, q»A/»nt, Arcants proxima, namqne_j
quente mutatione di penfieri dell'huomo in- In manibMsquAfMnr,& nos vix/cire pHtaridum
ltabilc_j. Efl procul anobts adeo pmfentta veri .
Si appoggia ad vna fragil canna, fopra alla Et Ariftotele (Compara i' intelletto noflro al
palla, percioche none flato di conditione alcu Sole, & al fcnfo del vi/b, perche fi come l'oc-
na, doue la volubilmente fermandoiì fi afficu- chio non puòniirarela luce delSoiejCosì l'in-
ri,e doue non fi appigli conforme alle cofe piti telletto noflro non può comprendere tutti li
mobili, e menocert<i_>. fccreti della natura che fono cofe che dependo
Injìabtlitkiouero Incofian^jL^. no dalla prima forma, & fono così create da_^
DOnna vcllita di varij colori, per la ragio- Dio, che lì diffonde in Inftanti per tutto,& co-
ne già detta, ftia a cauallo fopra l'Hiena me dice quei P. Comico l'Iena louis omnitt .
miglior modo, che parrà a chi. lo vuole appre- Nudo lo rapprefentiamo l 'Inflinto natura-
fentare_j. le, perche opera per mezzo della propria for-
fi dimandano quei ch'in poco tem-
Inllabili ma, non aiutato da qualità alcuna elementare
po cangiano d'opinione lenza cagionejefen-
fi ne d.iqual [\ voglia artifìcio ellerno •
7a fondamento, & però fi dipinge con l'Hiena Ladimoftratione del correre lignifica l'in-
appi elio, animalejchc non mai Ila fermojefla- clinatione, & il moto che ha immediatamente
bile nel medefìmo eflcreimà bora è forte, bora in fé fteffo, che con velocità opera fenza alcun
e debole, hor audace, & hor timido, molte vol- impedimento Onde fi vede alcuni efiere tra-
•
te fi manifella per malchio,e talhora perfemi fportati adamare altrui, odiare, farli bene, &
na, talché fi può ragioncuolmente dire, chein male,& ancora alle volte fi vede inalcuni, che
elio lì truoui la vera Inllabiiità,come dice Oro quantunque commodi & ricchi hanno com- ,
GIOVANE con la faccia velata, farà nu- notare l'Inllinto naturale che ha di volgerli
do, & in atto di correre, con la dcftra_^ verfoil.Sole,enendo che di qui ne hàancopre
rni:no rcnghi vn Eliotropio, & per terra vi fia lo il nome elìendo che Tpòisoi fignifìchi il So-
ma Donnola , che forzatamente mefiti di en- le, & EMoiro^ìoverfus Solem come dice 1! Ma-
ranta
Jk.i ,, Parte Seconda.. ) j -.:
B2.7
rantade Methodo fimplicium \ih.i.ca.p.^.Cz^ fia di coi-po diafano > come farà il vetro molti,
"bene vi fono molte altre piante , che fanno il plica lelpeciedi detto colore di modo che fa
medcfimocome la pioppa.roluio , il falce , il parerele cofedi quel colore del vetro, cosi in-
Iupino;i fiori della cicoria, &
il fcorpiurojchc trauiene nclli fcnfi del corpo,perche vediamo,
tutte hanno ciò per Influito naturak,il quale chencl vifo, le fpccie dell'oggetto vifibilc fi
.non è folanicnte nelle piante, ma anco ne gli a- moltiplicano fino all'occhio, & cosi fi fàlavi-
(' . nìmalii& pietre come dimoftraremo di fotto , . fìa,& iiell'vdito le fpccie del fonno,fi moItipTis
Si. per quello vi habbiamomeifoil rofpo, con canofino al fenforio,&, così fifa rvdito,comc
i la bocca aperta, con la Donnola come Labbia- dice Aiift.z.de Anima non ci e altra diJteren-
mo detto, perche quefìo animale ha tal Inftin- tia,che quelle fpecie fono fiiggette alii detti fen
to,& tal pioprietà della Tua forma, che per vir fi ,(Se quelle della virtù: occulta all'intelletto
tu occulta tira a le la Donnola come la calami- folamente; Ma fé bene quelle fpecie fi ditfon-
tà il ferro,&: l'ambra la paglia. la quale attrat- dono,e moltiplicano dalla propria formg fino
yione fi fa per mezzo di quelle fpetie, le quali alla cola tir^itanon però quello balta,mà bifo-
prouengono dalla propria forma , &
fi molt'.- gna,che vi fia indetta cofa tirata vna certa at-
piic-ano nell'aria fino chearriuano afare-l'ef- titudine a quel moto,&: che habbia vna occul-
tetto dell'attrattione. Pigliamo l'efiempio del- ta qualità in modo pallluo.per la quale fia tira
la luce, la quale fimultiplica nell'aria, & ren- ta. come nel calo nollro 11 rofpo ha laquali-
-
de lucide, e chiare tutte le cole , eflendo virtù tà occulta fondata nella propria forma in mo-
-4clla forma del Solejonde vediamo che il iole doattiuodi tiur ladonuolaafe permezzo del
battendo fopra qualche cola colorita pur che le lopradctte fpecie; Se la Donnola ha i'attitu-
I N E O.
1^
. . .
318 Dellanouifsimalconologia
dine > & U qaalic^ oeculca in modo paffiuo di plicitàdell'elTer Tao , eflendo l'oro puriffìm*
elTcre tirata daltorpojcome anco accade nella fra gli altri metalli ,come s'è detto
calamita, & nell'ambra, perche come dice Ga- I capelli fon conforme alla vaghezza delle
na ghirlanda di fenapc , 1 Tuoi capelli faran (tdetationc di cofe terrcne,e balle non fi lafcia
biondi, e acconci con bell'anellature, dalla ci- fuiare
ma del capo gì' vfcirà vna fiamma di ruoco,nel II moftrar l'aquila co'ldito, fignifica l'atto
la delira mano terrà vno fcettro , e con la ii ni- dell'uitenderc , ellendo proprio dell'intelletto
ftra moftrerà vn'aquila.che gli fia ricina . L'- il ripiegar l'operacione la le fteflb, vincendo
Intelletto è per natura incorruttibile non, & l'aquila nel volo , iaq.iaic fupera tutti gli altri
tnuecchiagiamai,& però fi dipinge giouane . vcceili,& animali in qucito,come anco nel ve-
U Teftixneiico d'oro lignifica la puncà,5: firn dere»».
I N T E L L I N A.
La Scncpe
^ . ,
de d'vn lutreliecto purificato nel ceinpo , c1ì6;_> dc nella più nobii parte, & hàcarico di comaa
non roffiifcan le nebbie delle pa/fioui, ò le te- dare, & di dar legge ad vn popolo di pafTioni
nebre dell'ignoranza Vedi Picrioiib.yy.
.
che in noi fcnza elio farebbe tumulto , e tonti-
INTELLETTO. nouilblleuamenti .
de da ciò che ha pcr.faigii male, e cosi rifplen- Intelligenzadimandiamo noi quella vnio-
de m tutte le bellc,e lodeuoli opere, che egli fa, ne,Ghe fa la mente noftra con la cofa intcfa da
Guero perche in guerra, come in pace è necef- lei, & fi velie d'oro perche vuol'cflere lucida ,
larijflìiro . chiara, & rifplcndente.non triuiale,mà nobi-
Ha l'elmo dorato in teftaj perinoftiare,chc le,&: loiitana dal fapere dal volgo,e delle per-
l'Intelletto rende l'huomoroc!o,e fauio,elofà fone plebee , che tutto diftmgue nelle qualità
lodcLiolc^e piaceuole a gli altri, che lo conofco fingolan dell'oro
nodi prezzo, cornee di prezzo l'oro , e faldo, il potrebbe poco diuerfamente ancora mo-
com'è faldo l'acciaioi l'hafta lì pone,pcrche_j ftrare hi figura di quella Intelligenza , che^
INTREPIDITA^ E COSTANZA.
muouc
.
la mano finiftra la ferpe , & nella dertra, ch'è rà in atto d'attendere, e foftenere l'impeto d'-
più nobile, la sfera . vn Toro
La ghirlanda di fiori in capo,moftrainche Intrepidità è l'ecceflb della Fortezza.oppo-
parte del corpo fia collocata quella potenza.^, &
codardia, all'hora (v dice va'-
fto alla viltà, e
conia quale noi intendiamo, & i fiori moftra- huomo intrepidojquando per fine conforma-»
rojchedi fua natura l'intendere è perfettione alla dritta ragione non teme quello, che da ani !
dell'animce dà buon odore, per generar buo- mi ancor ficuri fi fuol temere_>.
na fama, e buon concetto di fé ftellb nella meu Sono le braccia ignude, per moftrare la con-
«e degli altri. fidenzadel proprio valore; e combatte col To-
Intelligenza » ro, il quale ellendo moleiì.atodiuiene feiocilfi-
I N V N TIGNE.
DONNA
.
Se non dipendere fé non dall'operationefu.i—» gail bracciodeftro.e il dito indice della mede
propria,come beuillìmo dimoftra il morto che lima mano alto.moftrando con eflb vna Grue,
hà-rvcl vefiimento, non a tinn de, \'AAon\iim&ìi- che voli per aria,e col dito indice della fìnifha,
co de 1 veli di varij colori, lignifica che l'Iiuien vn Cane, il quale ftia con la tefta bafl!a per ter-
tione non e vna fola,mà fono varie, & infinite, ra in atto di cercare la fiera .
),i
glijdefldera ilfolieuano arrouare,&inuentare'^ Diamo a quefta figura
veftimenfo piciio
il
tutto quello che da eflb gl'c propofto . di formiche, perchegli Egittij per efl'e fignifì-
Tiene con la finitura mano il iìmulacro del- cauano l'Inueftigatione,en'endo qucfti anima-
la Natura, per dimoihare ch'ella è inuentrice li diligentiftimi mueftigatori di quanto fa bi-
•
Inuentione,fenza metterla in luce, e cola che_j Moftra la Grue,che vola, perche gli Egitti]
nulla gioua, conforme a quel detto de Lcgilìii (come dice Pierioncl hb.diceflettefimo) vole-
che Propcfitum m mente retentum nihil opera- uanOjcheciò fofle dimoftra tione d'hiiomocu^
t!ir,8c di ciò non è marauiglia, perche come^di- nofoje inueftigatore delle cofe alte, e fublimi,
cono 1 pilofofi,//r/«j/« operatione cor/fijlit,on- e di quelle, che fono remote della terra, perciò
de rinuentione per meritar lode deue metterli che quefto vccello vola molto in alto con velo-
in opera, & inefecutione,perciò a detta figura cità, e fcorge molto da lontano .
le facciamo tenere il braccio deftro ftefb,&: al- Del lignificato del Cane,Sefto Pirhonefe Fi-
quanto alto con la mano aperta, efl'endo appref lofofonel primo lib.cap.l4. dice, che il canc_>
fo gl'Egitti] la mano dipinta, ò fcolpita, la di- nella guifa, che diccmo denota Inucftigatio-
,
moihatione deirhuomo Ihidiofo dell'edifica- ne,perciòche quando feguita vna fiera, &ar-
re come quella di cui aflaiflimoci fcruiamo
, riuatoad vn luogo, doue fono treftrade, e non
nell'opere per il beneficio di cui gl'artificij di hauendo veduto per qual via fia andata; eflb o-
tutte le cofc liritrouano,& leimagini de pen- dorata,ch'habbia la prima ftrada odora la fe- ,
lierinell'animo coucepute , fi fanno vilìbili a conda, e fé in nefluna dieflè fente, che fia an-
gl'occhi , & perciò habbiamo meflo il motto data, nonodora la terza, ma rifoluto corre ar-
nel braccio deftro che dice AD OPERAM
, le gomentawdo, che ncceflariamente fia andata
traccia ambidue nudi , & cinti dalle maniglie per cfl'a .
Y 1 IN-
, .
Inuidi'anon è altro, che allcgrarfi del male di efla virtù . Però ben difle il Petrarca in tn
altrni,& attriftarfi de! bene con vn tormento , Sonetto .
E tute» file amaro ti corr^ e'I petto . 8.che fentcndoflil cane morfoda qualche fcr-
La lingua èinfH/a,d'vn vene»,ch'vccidt pc, per non rcftar ofFcfo mangia vna certa hcr-
Ct,£he gli efce di becca e tutto infetta , ba infcgnacagli dalla natura, & per Inuidia nel
Auencna e rifiato, e mai tron rida prenderla guarda di non efleic vcdutp da gli
All'hor fifìrug^e,fitonfum,i, e penti. huomini '
;
-Si dipinge vecchia, perche, per dir pocO; ha L con la lingua di veleno armata
hauuca lunga, & antica inimiciua con la virtù. Morde ehiafma fempre ci'' che guata ,
Ha pieno il capò di ferpi in vece di capelli , Vìi pallido color tinge la faccia ,
per fignificacione de' n^ah pen/ìcri,cirendo el- Slual da del duci interno certo fegno
la Tempre in continua riuolutione de' danni £t il mtfero corpo dtuten tale
altiui , & apparecchiata Tempre afpargcre il Che par che fi dtfìrugga , efi disfaccia ;
Yclcno ne gU animi di coloro, co quali fcnzà i Ciò che vede gli pcrgf édto, edifdevno ,
mai quietale (i ripofa, diuorandofi il cuore da Pero fugge la luce, e tutto amale
femcdelìma , il che è propriapcna dell'Inui- Gli torna, e con eguale
dia . E però dille laconio Saunazzaro . Dispiacer fe hifa il ctbo,anoiit il bere
L'tnuidta fgltucl mtt fé sìfjja macerx^ Vnquà non dorme: mai non ha ripefo ,
Efi dilegua come agnel fer fafctno £ fempre il cor gli e rofo
Che non gli vale ombra dt certo, o d'acera~j, Da quell'inutda rabbia, qH*l hauere
Inutdta Hon può mai fnc,^ al cutgraue male
PAllido hai -volto ti corpo magro,/ afciutt» Rimedio alcun di Medico non vale^-
Gl'occhi fon biechi, e rugt'/ofo,c'ld(ntt^ Inutdia, dell' Alciato ,
Il petto arde a' amaro ftle, e b' ulte DOnna fquallida , e brutta .
Efempre aWaltrui mal vigila, e dejia . Edeuunque ella va,p ejft, o lontane
Inutdia •
Porta dardi ipinofi nella mano .
DOnna vecchia, mal vellica , del color di Che del fuo fangue tin^cj
ruggine, li teiiga vna mano alla hocc.i_^», In qUe/fo habito jirana ,
Bcl modo che Togliono le donne sfaccendate^ ''lutai forma l' Inuidia fi dipinge •
iìairimc,chc gli a'cono vna dalla bocca, e l'ai- l'hamo mofl:ra,chel'interefl"e sforra fpefl'evoi
uà dalla cima del capo, chedimoflrano la ve- te a far benefitio altrui ma con imentiondi
:
ra, e profìttcuole Imiocatioiie confiftere non Co giouaniento proprio , e non per la (bla virtù ,
lo Uv-Uavocc, ma anco nell'inteiitionedella_» che non può hauer fine meno nobile di fé ftef-
nicntcr,co» che chiedendo^ ccfa giufla,& ifpe fa, perche con la canna i pefcaton pongono il
dicuce dalla diuina benignità facilmenle s'iin- cibo al pefce,conintenoone dipreudcrlo.e ti-
pctia_j. rarlo fuori dell'acqu.!-^-.
INTERESSE PROPRIO. Qiiefto medefimo affetto di propria afFettio
prio comniodo,c fi iUnde a|mGlti,e diuerli ob- ri , così l'intereflaco ftà ftmpre fermo ne' fuoi
ietti fecondo gli appetiti de gì: huomini :ma vtili, e commodi,oltrc che l'interelle proprio
volgarmente airacqiii{lo,& conferiiationedel macchia, che da ciafcuna parte ofcma il biaa«
I R A.
co della
. . , ,, .
pittore, hiiomo di bello ingegno, oc di boniflì- E foribn/i CAcumqHe ntfot irAque ruhentes .
|*\ ONN A giouan<!,'di carnagione roffa , quando e adirato diuienc ferocifUmo però j
mia, haucf le fpalle grandi, la faccia goijfia,. Gli Egitti) quando voleuano rapprefentar
gli occhi4ofTi,la fronte rotonda, i] nafo acuito, l'Ira dipingeuano vn cinocefalo per efl'erpiù
& le narici aperte, fi potrà ofl'eruare ancor:i_j> d'ogn'altio animale iracondo. Vedi Pierio ya-
quello farà a rinatale per cimiero portata vna ler.lib.6.
j
'
^ ''
teda 'd*'órfb, dalla quale n'cfca fiamma, e fu- Cieca con la fcHiuma alla bocca fi rapprefea
mo; terrà nella delira mano vna fpada ignuda, tajpcrciòchcefl'endo l'huomo vinto dall'lrAj^
& nella funllra Kauerà y^a facella a^ccefa, &
perde il lume della ragione,e cerca con fattile
farà vcftiia di rollo . ,. , con parole offendere altrui,e però dicefi
Giouane li dipinge l'Ira, perciòche (come_^ Vn erudii meta violente e i'ir»
narra Ariftoteie nel fecondo libro della Retto, ch'in fcfca nube il tri/io animo vtlȓ. .'
xica) i giouani fono iracondi, & pronti ad adi- id'amarff bollore il eor circonda >' • ' •.'.:ì{
rarfì, & attivadclcguire l'impeto dell'iracon- Coprendo i labri d'arrabbiata ipumity '*
dia, & da cHà fono vinti il più delle volte ,& £ focojo defio nel petto accendi^
quefco interuif:ne., perche emendo -3018111011 Dt rouina dannofa, e di vendetta .ì.
La tefta dell'orfo (ì fa, perche quello è ani- Dall'alma vile, « la conduce a mortej
male all'Ira incliiiatulimo e però nacque il , Priua digratia,edifalute eterna .
Prouerbio: Fumantem vtft nafam ne tetigerts Etil Petrarca nel Sonetto 197.
quali cheli fumo,e'l fuoco, che fi dipinge ap- Ira e breue furor , e chi no' l frena
prellb, fignifichino Ira, e conturbationc dell'- E furor luKgo cheilfuo pofft^re
;
animo VediPierionellib.il.
.
Sptffo a vergogna , e a morte tal'hor mens.^y
La fpada ignuda fignifica, che
- l'Ira fubito
IRRE-
.
5i^^
DONNA
giante
vecchia a federe, teftita di can-
con rn panno nero auuolto alla
,
di cantare,
così gli
qual canto è fcmpre Cras, Cras
il
huomini
,
Irrefoluti difFerifcono digior
tefta, &icon ciafcuna delle mani tenga in cor- no in giorno,quanto debbono con ogni diJigen
00 in atto di cantarci. za operare come dice Martialc_^.
.
Irrcfoluti fi dicono gli hiiomini, che cono- CrM te viBurum, enu dicis Fofìhumt ftmftr
fcendola(iiiier(ìtà,& ladifficultà delle cofe^», Die mihi tra* ifiud Poflhume quando venit}
tion fi rifoluono a deliberare quello, che più giuàm lungi erMiRndy vbi tfi , aut vridepettn-
«onuenga, &
però A rapprefenta, che ftia a Ce- dum ;
in Querta età, che nell'altre, ragioncuolraent€_> fcurità, e la confufione dell'intelletto per la—»
fi dubita d'ogni cofa, & però non fi va nell'at- varietà de' penficri,i quali lo rendono irrefo-
tioni rifoluiamcntc come ingioucntù . luto .
Se le dÀ i Corui per «iafcuna mano ìb att»
ISTI-
Parte Secondai Ìi7
I S T I T V T I O N E.
DONNA,
vn
ehc con la dcftra mano tenga
paneietto, ò ceftello, chedir Toglia-
mo,che dentro vi fi Tcdano delle rondini. 'So- ITALIA CON LE SVE PROVINCIE,
no alcuni, iqualihauendo in alcune anticaglie & parti dell'Ifole .
offcruato vn caneftrello con delle rondini dcn Come rappre/entata ntOe Medaglie di Cemmo-
tro, vogliono, che quefto fia il Geroglifico del do, Tito , (^ jintonino.
riftitutione,& prendono di quefto l'argumen \7 N A bellifllma donna veftita d'habito
to da' beneficij di Ofinde » 8{ di Cerere dati a' ^ fomuofb , e ricco con vn manto /opra, e
mortali, però che da quelli habbiamo riceuii- fieda fopravn glob©,hà coronata la tefta di tor
ti, e leggi del ben viuerc , & i precetti di ben ri , muraglie , con la dcftra mano tien tb
e di
lauorare i campi ; imperò che i Poeti chiama- fcettro.ouero vn'hafta.che con l'vno, e con l'-
&
ndGcrcre legifera, appreflb Diodoro nellc_^ altra vicn dimoftrata nelle fopradettc Meda-
lettere de gli Egittiani Ofiri è detto , e tenuto glie,e con la finiftra mano vn Cornucopia pie
Gioue giufto Padre, Duce,c Confultore di tut- no di diuerfi frutti,c oltre ciò farenBo'anco,chc
to, le quali cofe,ò vogliate accomodarle alla_j habbia fopra la tefta vna belliffima ftell.u^-.
Iftitutione,ò alla vgguaglianza, tutte quadra- Italia è vna parte dell'Europa, & fu chiama
canue beniflImo,& faranno al propofito . ta prima Hcfpcria da Hcfpcro fratello d'Atr
lante,il quale cacciato dal fratello, die il no-
m.e,& alla Spagna, & all*Italia:ouero fu detta
Hefperia (fecondo Macrobiolib icap.i.) dal
la ftclU
3'5 8? Della nouifsima Iconologia
T A.
fa
la ftella di Venere, che la fera è chiamata He- habbia hauuto quefta nobili/fima parte di tut-
fpero.per elfcr l'Italia foctppofta all'occalo di to il mondo, fopia di ciò non dirò altro:mà fb-
quella (klla Si chiamò etiandio Oenotna, ò
.
lo con breuftà accenderò alla dichiarationc ({i
dalla bontà del vino, che vi nafce, pcrchc_5 quello, che appartiene all'habito e airaltre_>
,
e /yov, chiamano li Greci il vino, ò da Oeno- còle che fono nell'imagine fopradetta Dico
.
tcicchc fu Rè de' Sabini. Vltimamente fùdet dunque, che bella fi dipinge per la dignità, &
ta Italia da Italo Rè di Sicilia il quale infcguò grande eccellenza delle cofcle quali in efl*a_*
a gl'Italiani il modo di coltiuare la terra, & vi per addietro conrinuamelite ricrouate fi IbnO ,
diede anco le leggi , perci'òche egli venne^'a & alli tempi noffrf ancora (ì trouano , ond<_>
-quella partendone poi regnò Turno, & la chia il Pecrarca ritornando diFrancia,& auuicina-
mò cosi dal Tuo nome, come afferma Veigilio tofi all' Itili a, & vedendola, con grandifllma_a
'
lt:iliiim dixere, Ducis dì nomine gentem . E Veigilio nel x. della Georgica , anch'cgli
Hora noi la chiamiamo Italia dal nome di niarauigliato della Tua gran bellezza dicc_j'
colui, che vi rc^nò;mà Timeo, eVarione vo- Salite Magri* Parens frugum Saturni* tellus
gliono, che fìa detta così dai buoi , che in lin- Magna virum
gira greca anticamente fi chiamauaix) Itali, E' Strabene nel fefto libro della fua Geogra
peretrerucne quantità, e belli . fìa,& Dionifio Halicamaflco nel principio del
E per non cfl'trc io tediofo fopra i uomi,che l'hilloriadi Roma , ragionando d'Italia, mo-
li r«i no
. . . .
anco feluaggi per vfb de gli huomim,non tan Il Cornucopia pieno di varij frutti fif^nifica
toperla lor ncceflità.quanto anco per i piace- la fertilità maggiore di tutte l'altre Pròuincie
ri, e taftiiIJi loro . del mondo: ritrouandofi in efla tutte le buon»_^
Se le mette la bella ftella Topra il capo per qualità ellendo che hàifiioi terreni atti a pro-
la ragione detta di fbpra_rf. durre tutte le cofe, che fon nccelfarie all'huma
Si vertedhabito ricco, & (bntuo/b, eflèndo no vfojconie ben fi vede per Virgilio nei mede
che inqucfta nobiliilìma Prouincia fi veggono fimo libro .
molti fiumi, cupi, e laglii,dilcttcuoli fontane , Sed neque MedortémfyluAt ditifflma terra ,
vene di faluberrime acque tanto calde,quanto Net pttlcher Ganges .atqtte auto turbidtis Her-
frefche, piene di diuerfc virtù talmente prodot mes
te dalla Natura, così perii riftoro, e conferua- Lattdtbtis Itali* certent:non Bi5ìra,neq; Indi..
tione della fanitàdell'huomo , come anco per Tetaq-^thurtferis Panchaia pinguis arenis .
Vi fono ancora non fblo per maggior ric- moftrare.come Signora, & Regina di
l'Italia è
chezza, & fontuofità diueriè mineredi metal- tutto il Mondo,come hanno dimoftrato chiaro
li :mà etiandio vari|,& diuerfi marmi, & altre gli antichi Romani , & hpra più che mai il
F'etre fine, onde il detto Virgilio aJ Jiiogo no- Sommo Pontefice maggiore , & fupcriore a
minato narra, cosi legucndo , qual fi voglia Perfonaggio .
La corona di torri ,
,
Hicgenus acrevirttm Mar/os ,pubemque Sa- Vnitopoi tutto il corpo d'Italia col. fuo. capo-
bellam Roma conquillò l'Africa, l'Luropa, i'Afia_»j,
AffnetHmq\ male Jjgttrem Voljcofq-y verutos e finalmeiue tutto il Mondo in iftutio di du-.
censo,
.
fi fac'.uano
cniamare Aquile, e fulmini, fi co- tempo in poi, non mai fuernò legione in cam-
ree, nfcnfce f'iutarcoin Anltidc, Ond'è che i po doue non fulTe vn paio d'Aquile . Ma Gio-
Rom:iiù per mlegualoro più principale nella feffo libro 4.conftituifce, a ciafcuna legioni^
iniliria portauano Aquile confuliTiini tra gli vn'aquila , &c dal numerodelle aquile lì conta-
artig'if ù prima l'Aquilad'oro iiifegna di Gio uano'le legionijlì come Hirtio dice che l'elfcr
uè doppo ch'hcbbe vittoria contro i Ticani,da cito di Pompeo era conftituito di tredici A-
lui la prefero Cretefi.da Cretefì Candiotti paf
i quile. Dione ancora confegna ad ogni legione
so a Troiani Enea Troiano, per quantu nelli
, vn' Aquila, e defcriue nel I1b.40.talc infegna.^,
Genialioflerua Alen[andro,!a portò nel latio, nella forma che lì vede m ^6. Medaglieri Mar
doue 1 Romani in procellò di rciiipo l'alzorno c'Antonio,ftampate da Fuluio Orfìm.Stà l'A-
per imprefa loro i'enfa Giulio Lipfio (opra
. quila con aliftelè in alto fopra vn'hafta aguz-
Tacito che ne pigliaderoelfempio da Perfiani za in fine, come vn triangolo di fcirofciaaato
apprelfo quali l'Aquila fu regal fcgno Seno, : che fi rcftnnge in punta Qaelli che, la porta-
.
fonte condifcepolodi Platone nella Pedia iib. uano Aquilifcri chiamauanlì. Vn'AquiIiferodi
7. dice che il Rè Ciro per infegna fua faceu i_^ CralVtìjche voleua palfarc li lìuine Eufrate, nò
portare vn' Aquila d'oro (opra vna lancia , & potè fpiantare l'aquila, fc non per forza di mot
che fiadoperaua fìn'adi fuoida i Rèdi Perfìa. ti circollann come che non volclle andare_>
.
Aitaferfe ancora fratello di Ciro minore por- alla ftrage, che delie fueicgio-'ii,& del f.,o Ca-
tò la medema infegna Erra Alelfandro nclli
. pitano fu fatta dal potente edere. to de inatti
Geniali, & il Caftiglione dell'Arme, che dan- L' irte ilo occorfc a iuuo Camillo -.cribouio, il
no vn gallo d'oro in vece d'Aquiia all'infogna quale elfendo legato lu Daiai^tia fulleuò ,c lue
del Re Ciro ; è ben vero ch'Artaferfe concede legioni, & pigliò ie anni per amia, co.iuo
ad vn lbldatodaCanachepoita{Icinguerr.L_j Claudio Imperadore:mà ie Àquile non fi pote-
vn gallo d'oro fopra vna lancia auanti le altre rono fpuntare da terra, la cnae !i foldaii com-
il come narra Plutarco m Artafeifi^*
infegne, . u o.'ii a penti rnenxo vccifeioil ribello che Im-
Weglio pcnfa Giufto Liplìo nel quarto Ubio peraJore iì voiciia fare, e afo nanaco ila Paolo
della militia Romana^a-dire ctie Romani l.i_^ 1 Oroiìo: 6: riportato dal Cardinal baronio nel
ritrouaronoda fé ft(;lli,o dall'elìempio dcili primo de gì; annali. Erano ie halle fublimi,&
vicini. Ma da vicini più tolto fu introdotta le aquile piccioie d'argento , & molte di loro
l'Aquila in Roma, fc ben fuor d'infcgna miii haueuano fulmini d'oro nelle vngliie le Aqui-
tare , polciachc li Tofcani più di fcilanta anni le Pompeiane in If|iagiia auanti la guerru_j
prima di Ciro Redi Perii, ucU'vltima guerra Mundenlc sbattendo ie ali , come le volefl'ero
ch'hcbberocon Romani, vinti vicino alla Cit- volare a Cefare, gettarono i fulmini d'oro dal-
tàd'Ereto nel contado de Sabini portarono a li piedi, in cutal guifa nuncie furono di cattuio
Tarquinu) Prifco Re de Romani le infcgiie__> efico a Pompeo diche Dione lib. 43 La ragione
del Principato, con le quali clHi loro Rcaddor perche da principio v falle ro i Romani Aquile
nauano.vna corona d'oro, vna verte di porpo- d'Argento , come quelledi Bruto in Appiano
ra, con vnmantelio piirpurcodi più colon, v- Hiilonco , lìarreca da Plinio lib.53. cap. 5. di-
itafcdiad'auolio, &: vn l'ceitro d'auolio convn cendo che farg'eiito e più chiaro, &. limile al
Aquila in cima, ch'elio &: li fuoi fucceiroii por giorno, & per quello più familiare alle inllgne
taiono fempre,lì come Diomiìo Halicarnafco di guerra, e rilplen.le più da lungi coii mani-
nel terzo libro lafsò fcritto. Scacciatili Re, il fello cuore di coloro, quali vogliono che nel-
1
Senato Romano leuò dalli fuoi (cettri l'aqui- l'oro lia piaciuto colore di ltelle,Mà certo che
la, &; la pofe fopra le halle, preferita alle altre nel. 'oro vi è colore, & effetto limile di llcll«_j,
infegne militari nominate da Plinio lib. io. e. anzi di iole, perche fcmtilla, e hammeggi-t_^
4.allupo,al Minotauro, al Cauallo, Seal Cin- raggi come le ftelle,e'I Sole, con tale firaiglian
ghiale. Mano che da fanciullo ritieuò in cam- za Virgilio chiama le {Ielle d'oro nel fecondo
po vn nido d'Aquila con fette aquilini, inditio dell' Lneidt_j.
di fette fuoi Confolati , molto lì vaile di quella Vent attre^fyder* clamor.
iKlle infegne , & dedicò nel fecondo Ilio Con- & d'oro il Sole nel primo della Gcorgica .
Ptr
Parte Secónda. 34t
Ver duoilena rfgit Mundi Sol aitreus nfìrn . d'argento; a pocoja pocoandauano crcfcemle,
éi Valerio Fiacco da al Sole chioma d'oro: pe- cosi parimenti cominciarono con infegne d'.
rò Apollo fi figurò da Plomeio nella prim.L-j argento nella Republica » ma nell'Imperio fc-
Iliade confcettro d'oro, a cui era dedicato l'o- guitornoa militare con infegne d'Aquile d'o-
ro,/! come alla luna l'Argento,fegno che l'oro ro, come li Redi Perfia & d'orò la fpecifica_rf
vince di rpkudorc l'argento, come il .Soie l.i_^ Dione fecondo l'vfodi fuo tempo, che fioriua
Luna, l'oro è detto dall'aura, iccondo Kìdoro, nell'Imperio di Commodo, nonché Craflbdi
ripercoiVodall'aria più rifplendcj&c forma , cui ragiona d'oro l'haueffc Kora l'infcgna
.
to meno li donerebbe fcorgeie, perche vn colo- la legione duodecima fulminatrice fi che gli :
re porto appretl'ojouero fopra vn'altro coIurc_> attribuifcono per l'eccellenza del valor fuo 1'-
fimik,non fi vede.iie ìì diftingue,come bianco eftìgie d' Aquila,in vece di nome d'Aqpila dato
Ibpra bianco, argcAto fopra argento, ma l'oro già al Re Pirro da gli Epiroti doppo la Victo-
come giallo di corpo lucido poilo alla chiarez- ria che con impeto , e femore riportò contro
za, &' bianchezza ^ilel giorno rifplende molto Pantauco Generale Capitano di Demetrio Re
più,& e più vilìbile da lontano, che l'argentOj diMacedonia, fé ben'egli per modeftianonfì
anzi l'oro ibpra l'argétoirtellb indorato fpic- volle vfurpare tutta quella gloria per fé, ma
ca piùdi veduta , che l'argento medefimo in dimoftrò teneruiaparte l'cflcrcito fuo,quando
quella parte che nòii è indorato- L'oro dunque voltatofi a fuoi Ibldati dirtelo fonAquihper
all'aria cerne lampo accefo vince tutti li metal voi, che con le voftre armijcome con ali m'ha-
li di rplendore,là onde quando (i vuole efperi- uete portato in alto .
ITALIA,
. .
NELLAda Medaglia
Fuluio
pata
di Mutio Cordo Cam-
Oifini, fi come anco nel-
Medaglie di Roma, ftampate da Fuluio Ordi-
ni neUa Gente Calidia,Cloulia,Cecilia,Didia,
la Gente Fufia,vede(ìin vnmedenioiiuerfo I- Domitia, Fannia, Flaminia, Seruilia, e Tullia-,
talia,& Roma fniieme-j- la ferpe per la prudenza in confultare con ma-
_,
Italia dal canto deliro col caduceo dietro, turità le cofe;le ali per la preltezza in cffcgui-
per l'eloc]uéza;Pirciplina,&: buone artijche in re le cofeconfultate,& determinate^ nella gen-
ella fronfcono , Se col Cornucopia nel iìniftro te Cecilia vede vn'altro murione in tetta a
il
braccio per la fertilità,& douiti.<_9. Roma alato aguzzo, e ritorto con vn capo d'a-
Roma tonicata in habito luccinto tiene fot- quilain puntai vn'altro murione o celata con
,
toil pièdcftro vn globo, ncla man finiftra vn'- due fpighe, vn^ per banda, fì.niftra,e deftra in
hafta, Si porge la man dcftia alla deftra d'Ita- tcila di Roma nella Genqe Poblicia.Il capo d'-
lia, per l'vnione, & concordia, con la quale s'- Aquila per la Maeftà del Romano Imperio, le
impatronj del Mondo fpighe in tefta per l'abondante copia di virtuo-
Roma . fipenlìeri La lupa ch'allatta Romolo, & Re-
.
DOnna con vn morione alato tefta, nelm mo gemelli vedeli nella Medaglia incerta in
cimiero vna ferpcfcda ibpra le fpoglie , Fuluio Qrfinia carte 188. innanzi alji piedi del
irofei>& armi de ncmici,da vna mano vn balio la folita figura di Roma fedente fopia rotelle,
ncouero hafta,dairaltra vna statuetta delLj_^ & armijcli'eg 1 penfa ila Fauftolo Paftore ; Se
vittoria alata, cKe tiene vna corona di Lauro ; H due augelli volanti che la metteno in mezzo
innanzi alli piedi vna lupa con dui gcipelli Il piglia per.Pico,mà più tofto fono poftì per lo
L'elmo alato con ferpe foprA e ordinario nelle felice >auIpicio di Roma, La lupa fimilmentc
fta in
.
Parte Seconda.
H3
fta in vn rìueifò di Vefpadano, & di Domitia- Trocubuijfe lupatn gemlnoiq, httìe vher» cìrcut?*
no con li fbiiti gemelli, a quali molto ben con- Ltidere pendentes pueros, ^lamiere matrem
uengono i feguenti verft di Virgilio nell'Enei- Impsiiides^illam tereticeruice reflexam ,
de ottaiia__s, Mulcere alternos, ^ corpora fingere lingHiUt,
lecer at, & viridi faet/tm Mauorfisin antro ,
ROMA VITTORIOSA
RO M A di
a federe lòpra tre targlie,Ia targa
mezzo alzata per colta, che foftent:i-_5
Tu quoque ab Athereo prApes Vigoria tapftt *
Gli Egittii volendola dipingere, formaua-
la prima doue fede Roma,l'vltima ftaper terra no l'Aquila.perchefupera tutti gli altri augei
fpianata, con la mandeftra in alto s'appoggia li,& perche la Vittoria fiipera gli eflcrcui ne-
ad vn'hafta lungajdietro alla figura di Roma mici, fi figura alata come l'Aquila, (e bene gli
vi è la Vittoria alata in piedi, che con la deftra Atheniefi lafòrmoriiolenz'ale,perche non vo~
lemette in capo vna corona d'alloro, tal figu- lade via dalla Patria loroja fbrmaila con le_>
ra {\ vede nelle Medaglie della Gente Cecilia, ali.poteua edere d'auuilb a Romani, che la vit-
NoniajPoblicia, Portumia in Fuluio Orfini toria fu Ile fugace,volatiIe, & però attende/Te-»
Di Roma Vittoriofà è fuperfluo a ragionar- ro ogni di più con. valore ad opere egregie, ac-
ne De Romani plut quam dicitur . Dell t_>
. ciò la vittoria nonvolaflè viajdubbiofacofacj,
Vittoria che l'incorona dice Adriano Turne- che fi polla mantener (empie quello che eoa
bOjCheTAntichità dipinle la vittoria alaca-^,, Vittoria s'acquifta; quindi è che la Vittoria H
. come che voli dal Cielo a quelli ch'orna de_» figurò con piede nudo fo{pefa,così defciittadai.
fuoi fuccelfiiond'c quello d'Aufonio fo^ra Au- Prudentio Poeta , come che non fappia; fer-
gnilo , marfi ^
KOMA
- .
rc. Donna a l'edere, nella rteftra mano tiene vn fcros j & in molte altre dittioni ftampare nei
ramo d'alloro come vittoriofa, nella fìnillra v- gran volume di Martino Smecio, e Giufto Li-
n'hallacomebcllicora . Vn'altra pur d'Adria- pfio .Adolfo Occone pone di più nella deftra
no Donna a Tedere col miirione, nella dcftia
•
di qnefta Roma rinafcente vn globo conia fo-
vn fulmine, nella fmiftra vnbaftoneper fegno lita picciola Vittoria fbpra •
jiiftra tiene vn'hafta per trauerfo alzata con la mano a Roma inginocchiata Medaglie_> .
punta di ferro, che dietro leipalle auanza ib- battute a laude di detti Imperadori come che
pra il murione, conia dcftra tiene la Vittoria Roma rinafceflcje ril'org elle per il lor valore,
alata chccon Jafua delira alzata le porge fo-
, e buon goucrno ,
riGVRA
, ,
ferro triangolare in cima, nella deftra il globo diuolgata natura fono {lati da lei prclì bellilTi
fopia del quale vn'aiigcllo di lungo roftio, & mi concetti, e /imboli di rcnouatione,refurec-
vna rotella. Medaglia di Caio Giulio
alli piedi tionc,eternità:& a teir.pi nollri e ftata la Feni-
Emiliano Imperadore col titolo ROMAE ce imprefa di Papa Clemente Ottano fcnza_^''
AETERNAE pofta da Adolfo Occone fotto motto , che più volte l'habbiamo veduto nella
l'anno del Signore 1^4. fua fcdia Pontificale. L'Aquila pure tiene il
Cominciò Giulio Emiliano a guerreggiar medemo fìmbolo dell'eternità, perche fi rino-
da putto, fu Capitano di Decio Imperadore^ ua ancor ella All'Aquila inuccchiata fecondo
.
in Me(Ia,rcaccio gli Sciti, doppo la vittoria fu S.Girolamo, s'aggrauanole penne cerca l.i_^->
chiamato Imperadore dairellercito, fcrille al fontana, raccoglie in fé il calore,e fi bagna tre
Senato d 'elicere flato eletto Imperadore promi- volte, in cotal guifa ricupera la villa, & ritor-
fe di liberar la Tracia, la Meropotamia,di recu na alla giouentù ond'è nel Salmo Kenouabt- ,
perar l'Armenia, intanto i foldati Alpini elefl'e- tur^vt AquiUyiuuentuf tuci.nzì qual luogo San
ro Valerianojl'ellercito d'Emiliano vdiio ciò, to Agoilino dice ch'ali' Aquila ridutta in ellre-
per nondiftruggerd in guerra ciuile,ramma2 ma vecchiaia crefce tanto il roftro adunco, che
zò verfo Spoleti, imperò tre.o quattro meli. Del non può aprir la bocca, ne prender Cibo, laon-
Pilo ne tratta molto a lungo Giufto Lipfio nel- de sbatte il roftro alla pietra, rompe, e getta il
la militia Romana fbpra Polibio fecondo i fuperfluo, ritorna al cibo, così ricupera il prifti-
:
tempi,e luoghi variatoli troua,anoi bafta la_j no vigore,& fi ringiouenifce affatto; L'iftelfo
forma dil'egnatada Vegetio iib.i.cap.i j. Ra- repete Caflìodoro Senatore fopra 1 Salmi Il •
fia lunga di cinque piedi Si mezzo , con ferro Titolo di Roma Eterna è fchernito da Giulio
fbpra triangolato di none oncie. L'augello fo- Lipfionel primo libio della Coftanza cap.16.
pra il Globo è la fenice, onero l'Aquila ambe- ,,dicendo Illa ipfa rerum Gentiumque Domina,
due limbolo dell'eternità per la rinouation£_> ìi Ó*f^lfo Mterna VrbSyvbi efiìcbrutaydirutu ,
che fanno dell'indiuiduo loro La Fenice di- ,, incenfa, inundata,perijt non vno letOy& am.
•
cono che Ha fola al Mondojgrande quanto l'- ,, bitiofe hodie qu&riturnec inuenitur infuojo.
aquila, che intorno al collo è di color d'oro il lo. Ma egli fi come ha illuftrato,&; innalzato
,
retto è porporino,& la coda, la quale è verde , conefquifito ftudiole cofe di Roma £ntic.i_.',
è diftinta con penne di color di rofe, la faccia cosi ha cercato di abballare, & ofcurarcfe ben'-
Se il capo hàornato dicrefta,viuein Arabi.1-^. indarno.la grandezza, e lo Iplendore di Roma
éóo.anni, quando inuecchia lì fa vn nido di caf moderna anco altre volte nella céturia [uima
fìa,& d'incenfo,& riempielo d'odori, & polvi ,, epiftola.ii-^«if«)7<^f Romaefì; adeit\dfLj .
more (opra Dipoi delle ofl"a,e delle midolle_> ,, tamen non habttanda Confnfio enim ibij^»
. .
fue nafce prima come vn vermicelloje poi lì fa ,, ffuyyii&ifyaeris,^ morum hattd fura puritns
caia nella Citta del Sole . Plinio lib.io cap-i. ,, monumenta ac rudetn,^ Campos -jbi Troict-^
tiene per cofa fauolofa che fia fola al mondo , ,,f»it cumylujcrafiis faris, &venerarHS fueris ,
& Cornelio Tacito nel lib. quinto dice che fo- abi- Parmiqui bene di mucuere alquanto la
no cofe incertech'hanno del fauolofojmà che penna in difcfa di Roma mia natiua patri.»_^
quello vccello fenza dubbio è llato veduto alle capo , fplcndore dell' Vniuerfo come de Pia-
e
volte in Egitto Il Pereno fopra la Genefì lib.
• neti il Sole, che accadeua due, Confufto,^/yg-
1 1. con ragione filofofìca proua che non può chijis tanto è fygchifis quanto confuiione.Con-
,
rinafcere da fé lola:Pui Fenici molila che vi Ila fulione in Roma ? non già, che il Trono Pon-
no Antifane Greco in Ateneo lib. 14. dicendo tificale Romano e fi bene ordinato che Papa_»
Jn HeltopoU procreavi aiunt Pio Secondo, l'aflìmiglia alle Gieraichie Cele-
Athenis noéiuas, Cyprus habet
Fhoentces'j fli . Confufione in Babilonia. Confufione a lui,
i-'
Della noimsima Iconologia
l^rli infcimefi che ftettein Romadebbe lima- ,, tum vira [ibi g.xHdet prAfiàere virtutum. £1-3
iìcr confiifoja che propofito cica poi Vairone.^ pvue Theodonco barbaro Redi natione Go-
m quefto paflb? come che Vairone Romano, thica,che molte parti del Mondo vide guerree
nobile patritio dicefle Turùa turbHlenta, per
òs:
giando,& nondimeno affermaua,che nel Mon
Rowa pjftriitfH^;non lodifTenc per Roma, ne do non vi era cofa limile a Roma. Con molto
per alcuna Città, ne per alcuna perfonajmà per più ragione li può affermare adeffo, ch'è rino-
«knotare l'Analogia de nomi , a Roma Romn- uata,& abbellita, in modo che fupcra di bellez
,, ::tis,a Cipuanus,ci THrb^^ t'-trbulentas.
Cetpua. za quelli barbari tempi di Theodenico , & li
La Turba pigliad anco per vna moltitudine-^. può veramente chiamare matte d'ogni digni-
<;:ioea Ambalciator di Pirro a Romani riferi al tà , hor che niun barbaro ftraniero lignoreg.
Aio Re, che in Roma vi era vna moltitudine di gia in Roma,a cui s'inchina ogni fupremo Im-
Re inficme radunata Celio Rodigino lib. 1 8-
. perio, & Regno,hor cheilfommo Pontelìccj»,
C'piexs Pyrrhi Ligatns in vnum coxSi^tn mul- vi tiene con pacifica quiete Santa Sede,& vi
la
tttudiyiem Regum concipiehat animo. Hoggidì difpenfafcnza diihirbo le dignità di propri.i_^
e va Teatro di Principi recolari,&: Eccleiìalti- potcilà, & arbitrio, fecondo il fuo retto giudi-
ci.Rcfrali coiti fono quelle de Cardinali ch?_> rio, non vuol poi G iul>o Lipfio che vi s'habiti
a. Re lì fogliono equiparare lènza dubbio uel . o come è ftato vbidito dal.i J78. ch'egli diede
5acro Senato del Romano Conciftorovi fono perepiftola tal conlìglio, lì è vcrfo i Colli ac-
tanti Re, quanti Senatori Purpurati.TalTa Ro- crefciuta l'habitatione di Roma in grandezza,
ma d'impurità d'aria, & di coftumijC pure-jo. &; moltitudine di edifici), così a lungo, che la
anni fa Marfìlio Cagi:iati Filofufo, Fiflco & fua patria lì potrebbe con tenta re, fé tanto gran,
Eccclientillimo diede h\ luce vn trattato del de fullc, quanto e l'accrcfcimcnto nouo di Ro-
l'alubcrrimo aere di Roma; in quanto a coftu- ma, che perle continue fabriche viene ad effe-
mi.bafti a dire, che a tempi noiìri fono in Ro- re ogni dì Nafceiite Seguita Giufìo Lipfio .
.
gloria del fccol noflro per la purità de boni co- tichità degli edifici], delle lcatue,& delle pie-
itumi , Sv' bono ell'empio trentatre Gineuerini tre fcritte di Roma iideueattcntamer.ee ofìer-
ch'andornoa Roma del 1600. per veder l'an- uare,perche da quella molto imparano Archi-
no Santo vi rimafcro compunti e conuertiti. :,
tetti, fcultori, e litterati. Ma venerar non fi de-
habiti la Città celefte,oue è il pretiofo Teforo milia. j i.dice,Io potrei lodar Romadalla ma-
de beni fpirituali,DelitiofogiardinOj Paradilb gnificenza, dall'antichità, dalla bellezzajdalla
terreftre. Infiniti fcnttori lo conuincono. Caf- moltitudine, dalla potenza, dalla ricchezza, 8c
{ìodoio Senatore nelle Varie lib. 3. cap. il. di- dalle imprefe fortemente fatte in guerra . Ma
ce, ch'è fpetie di peccato, ftar fuori di Roma_ji tralaffate tutte quede cofe, per quello
Beata la
,, a chi vi può habitare HncuUgenus efi ab-
. predico, perche verfo 1 Romani San Paolo mei»
^ifetitem flit Romam diutius facete, ^hì in eA_j tre viffe fu beneuolo & quelli amò con ellì a
,
,, pnffu it co'iflitutis In- tbns habitare. nel primo bocca difcorfe, &all'vitimoappreffo loro finì
lib.cap.3 9-oltiemolti Encoraij di lei ailerifce, la vitajCoineanco S. Pietro, Pietra fopralaqua
che non lenza gratia reputa a chi e concedu-
fi le il Noltro Redentore volfe edificare la fua_^
jjtol'habitarc in Roma Natili fit inoraci Re-
. l'anta Chiefa fondata in Roma col pretiofo fan
f, ma,(jHéidici iionpctejl aliena., tlia eloquentiA gue di figloriofi Apoftoli ,ond'è quella Città
,,fccciir,da mtiter,tllit virtutum omnium aìttfft- fatta più fegnalata che da qual Ci voglia altra
j, tnum Templum fentiaturpl.ine quod clurum cofajcome corpo g rande,& lobufto ha dui oc-
j, efi non enimfir,e grati* cndlr.tr cui h-ibitat:o chi iiluftri , corpi di quelli due Santi ;
ciò è li
,y tnyit X pr &n attir .wz\\\^<i'ì\Q libro di Caifiodo- non così lifplende Cielo quando il Sol man-
il
ro IO. cap. iS. afferma Thcododco Re che nel da fuora I raggi fuoi, quanto la Città di Ro-
,,Mondonon vie cofa limile a Roma. ìios ma, che diffonde quelle due lampade per l'vni.
,, conuenit Romam defendere,
quam con fìat in ued'a terra Per quello celcbroquefta Città ,
.
.,MHfidoftmtlem mhil Ioabere Il medemo Re . non per la copia d'oro, non per le colonne , ma
nel primo lib.chiama Roma Madre d'ogni di- per quelle Colonne di Santa Chiefa Comc_» •
quelladi San Paolo fopra la Colonna d'Anto- antica:erano le ftrade di Roma vecchia ilrette^
nino Imperadore fi che in Roma venerar il de e l\orte, come ^\ caua da gli annali di Tacito ,
we non l'antichitàjnon i monumenti profani pili fané fecondo lui, e "Vuiuuio, ellcndo d'in
ma li Corpi de Santi Apoltoli,di tanti Marti- uCrno manco battute da vena nociui,&: d'efta-
ri, Vergini, & Confeflbri che vi fono,& i iacro te dall'ardore del Sole. Nerone doppo l'incen-
fanti Tempi) ripieni di Reliquie tra quali l.i_.j dio le fece rifare più larghe di maggior bellcz
£afilica di San Pietro edifitio nono, che adom- za, ma non però totalmente larghe, edrute_)i
bra l'antica fama del Tempio Efe(io,vno del- niuna ftrada vecchia (\ vede in Roma , che per
li fette miracoli del Mondo .Che vicn dir R«- lunga, che fia in molti palli non habbiaftorci-
.
,, dct* , (^ Campos vbt Troia futt le chiauiche menti Ma da Papa Giulio fecondo, da Paolo
•
folo lii Roma fuperauo la grandezza, & fubli^ terzo, da Pio Quatto, da Gregorio Xill. da Si-
mità d'altre Città . Sentafi Theodorico Re in fto.V-&da Paolo. 'V. fono ftate fatte ftrade af-
j, Calllodoro lib. yc&^.^o.propter iplendidas Ro fai più lavghe, & vede per diritto filo da vn
i\.
y, manACiuitiiis cloacas , quA tuntutn vifenti- capo all'altro tanto quanto con l'occhio da lua
„ ^-li i}/:fern -t i:Hporem,vt tiliurum Ciuttatum CTI guardar Ì\ può De Tempij la noua Roma
.
typojji'.'t mi'acul.zfuperare . Hinc Romuftngu- viiìce l'antica, ciò i\ difcerne dal Paiiteodi A-
magnitudo.
,, luris.qiiiintai'ì ti jit,potcft colligi grippa annouerato da Plinio tra li più mirabi-
„ ^A iram Vrbtuni Audeattuis culmi/nbus con ìi Tempij, che intiero pur fi vedefottonome_»
yyte/idere,qu^ndo >iec ima, tua poffunt fimilìtti di Rotonda , la cui sferica mole vien fuperata
yydinemrepmre ? Le raedeme chiauiche vi fo- dalla Cuppola di San Pietro d'altezza, foften-
no adelfo, ch'erano al tempo di Theodorico.e tata in alto da quattro archi,eflendo la Roton-
fopra terra vi fono aquedotti; fontane, ftrade, da'in terra, & diminorcircuito.il Tempio qua
giardini, palazzi, e tempi), che arrecano apun- drato della Pace di "Vefpafiano Imperadore fé
to ftapore,e marauiglia. Marauigliaprende_> non fi vede fano,fi vede però il fuo fito con vna
per l'ordinario la gente più di quello ch'ode-» parte in piedi, a cui non cede il Farnefiano Tem
di Roma anaca,che d i quello che vede nelLi-j pio de Padri Giefuiti . Alla maeftà poi dellcu*
moderna: ma non è in tutte le fudctte cofe Ro- JBafilichedi S.Gio: Laterano, & di San Paolo
ma nona inferiore alla vecchia, in alcune l'vg- fondate da Coftantino Magno Imperadore_>
guàglia,in altre anche la fupera. Cede Roma niun Tempio di Gentili vi e maiarriua^to , ne
noua nelle alte Colonne, e fmifurati marmi tampoco alla Bafilicadi Santa Maria Maggio-
che diNumidiad'Etiopia,d'Egitto,di Frigia, re fatta da Gionanni Patritio Romano, & da
& d'altre parti del Mondo
faceuano condurre Sifto Papa Terzorifattanellaquale vie, la Ca-
a Romajuon tanto peropere publiche, quanto pella di,Sifto Qinnto,& di Paolo Qiùnto Pon-
per le priuate a maggior pompa delle cafe lo- tefici Matlìmi che Ibprauanzano di magnifi-
ro,deicritte da Plinio; ma non intanto nume cenza, e fpiendore molti altri pro^fa.m Tempi j
ro, quanto dice Andrea Fuluio della cafa dc_> di Gentili;e qnefta non è l'vltimalode-, ma la
Gordiani con duceuto colonnejattefoche Giu: più fuprema,che Roma noua fuperi l'antic;i_9
lio Capitolino commenda per belli dima J<i_? nel vero culto Duiino,& nella moltitudine,
cafa de Gordiani, ma le ducento colonne le_> grandezza de luoghi facri. Non fi può dunqiKQ
mette nel clauftro della lor villa nella via Pre- dir di lei Vbi Trota futt
. Che fé bene è ftata
.
neilina. Nondimeno fenza tante colonne di più volte rouinata,arlà,& inondata; è, anco più
marmo peregrino fi veggono hoggidi lontuofi volte riforta,rinata,e riftorata dalli propri) ne-
palazzi d^arciiitettura pui vagadcli'anaca. Se mici, come da Totila, &
da altri Re de Goti, e
Cicerone Oratore, & Confoie Romano dice_* Printipi-ftranieri , liquali duienuti amanti di
ad Attico, che fu llimata la fuperhcie della fua lei, fono concorlì alla llia perpetuità più chc_>
cafa, iitcies feRertium y felfantamilla feudi fe- alla deftruttione Quelli che l'hanno con fer-
.
condo Aldo Manutio:(i fa conto che la corni- ro, e foco afialtataje contro leiconfpir3to,hau
ce fola del Palazzo Farnefiano vaglia U fcfi'an- no anco pagatoli fio della temerità loro. Clau-
ta milla feudi "Vedefianco nel Palazzo della
. dio Secondo Imperadore mandò trecento mi-
Cancellarla , &
deirUluftriffimo Borghefeil la Goti a filo di fpada^Sc annegò in mared^,^
cortile cinto da molte colonne di marmo fora mila loro nani . Aureliano fbggiogò Canobo
ftiero . D'aquedotti , fontane, & giardini può Re de Goti con cinque milla tagliati a pezzi
Z ì. Rada-
, . ,
ti, perche fi ricordauaben della rouina, ch'ha- ,, mis ac fuspii-ifs dedit.rogans, acpetens,vt di-
,,éfii Ciuitnf, (^Chrifli conferuxretur in Auum-
ucua Alarico riceuutadoppo l'hauer Taccheg-
giato Roma; intanto l'andò a trouare Pap.i_» „ auxilio,&* San^orum omnium, Angelorumq;
,, pr&fidio
ab vntucrfo inimicorum fecura , O*
Leone Primo il Magno, e Santo ad inftanza di
Valentiniano Imperadore e così bene operò ,, imperterrita perduraret incurfu . Sopra det-
con le fue Sante parole, ch'egli deliberò tornar te mura ridotte da altri Pontefici in forma di
fène a cafa fua , fpaurito da dui che lo minac- Baloardi fu Borbone vccifo, e da fuoinafcofto,
ciauano con le fpade nude in mano,re non obe- che mai non fi vide il fuo cadauero.Ne la paf-
diua al Papa e fi tiene che quelli fufiero San (brno manco fenza pena 1 fuoi foldati, che fc_j
Pietro, e San Paolo Apoftoli Protettori di Ro- bene fi trattennero a faccheggiar Roma, non-
ma: attefo che il Popolo Romano è fortificato dimeno sbandati fenza capo reftorno tutti mor
<Ja quefti dui corpi Santi, & fatto ficuro più che ti, e fepolti in Italia, ne vi fu tefta che di ritor-
da qual fi voglia torre, muri, e baftioni confor- no la potelVe raccontare a cafa fua.Caftigo con
me a San Gio:Grifoftomo,a cui corrifponde-^ degno di gè nte barbara, che non può compor-
Venantio nobil Poeta Chriftiano lib.j. tare l'eterna conferuatione di Roma, nella qua
iyAfucie hoftili dito propngnttcula pr&funt le dal facco di Borbone in qua (i fono eretti di
»y §5'^ fi'^^* Furres Vrbs caput Orbis hubet nono tanti belli edifici), che formarebbono v-
E San Gregorio Papa lib. 7. epiftola 33. così n'altra Città, a cui di grandezza molte non vi
ferine a Rufticiana Patricia pregandola venire arriuano . Ne alla fua bellezza da neo alcuna
3, a Roma . Si gladios ItuliAyÓ' bella formida. quel detto lipfiano, che Roma {\ cerca e non fi
tisfolicitedebetis alpicere,quanta Beati Petri ,i troua nel fuo terreno. HodtequAritu/ necin-
a,
Apofìolorum Principts in ha,c Vrbe proteBio ,,uenitur in fi*o folo:^icfo da. vn'epigiaaima_j
j,
, in qua fine
3, eji magnitudine Populi , Ó'/tncj di Giano Vitale_3.
j,adiutorifs militum,totannosintsr gladios il- G^i Ramam in media qu Aris notttM adueneLji-
„ Ufi Dea auRore feruamur Per li tempi dop-
.
Romt-j,
po ancora fi è veduto quanto poco guadagno Rami in Rom^ nilreperis media
Et .
habbino fatto altri Potenti a Roma infelli Ciò Ci può dire di tutte le Città del Mondo.
Henrico quarto, Ludouico Bauaro,e Federica Ninna Città C\ ritroua adefib con le iftelfe fac-
fecondo Però Ridolfo primo Imperadore__> ciate, con gli ftelTi edifici], coitumi, & lingua
addimandato perche nonandaua a Roma; ri- maternadidue milla trecento fettantacinque
Ipofe con quello Apologo del Leone ammala- anni fa, ne meno con la medema forma di mil
to>& vifitato da gli animali fuor che dalla Vol- le e cinquecento- affai è che fi ritroui adeffo
pe, che non vuolfe entrare nella tana, perche Roma nel fuo medemo fuolo più bella che_>
non vedeua pedate d'animali di ritorno;in que mai il più antico edificio che intiero fi vegga
;
fto mododiceua Ridolfo, ch'era auuenuto alla è il Paiiteo finito nel terzo confolatod' Agrip-
maggior parte de paflati Imperadori i quali pa, intagliato nel frontifpicio vinticinque an-
non erano più tornati d'Italia,o,ritornornoc5 iti auanti la Natiuitàdi Noftro Signore. Non
oioita perdita Ben lo prono il Duca di Bor- so fé al Mondo fia così vafto edificio cotanto
.
bone quandaalli 14. di Maggio del ij 17. vol- antico, è fta giufto come ombelico nel mezzo
le fallir la fcalaper entrare nel Borgo di Ro- dell'habitatodi Roma, doue che quel verfò è
ma, che vi cadde morto d'vna palla d'artiglie- ' fallace_j..
iia;acciò nonrimanelTe vna volta impuniti-^ ff Romiin Roma nil reperis mediai-*.
rni^uriafattaa quella Santa Città , fpetial- Sì ritrouano pur anche in varie bande altri
B^eiiteinqucl medemo fitodoueSan Leon«_^ minori tempi) di Gentili conuertiti in Sant<i_>
2apa QLvarto fondò le mura intorno a. San Pie Chiefe,& i\ veggono adeflb altiobelifchi vedui
ti. dat
, . , -
Leone Quarto, tato che Roma nona gira di cir ,, Orbis occiderit,&>, p-jv»,ejje coepertt, qnod (y-
.
culto quacordeci miglia, fcnza il Borgo che ne ,, bdlt fore aiunt^quis dubittt iamfinem rebut
gira due altre ,che fanno Tedici miglia, maggio ,,humanis, orbiq; Terrarumi Illa eff enim Ct-
re dell'antica, la quale nel Vefpafia- tempo ili ,,Uftas,qud adhuc fuRentat omn:a.0>c£t. ch^:^
no Imperadore abbiacciaua tredicimila, e du- Roma fia per efl'ere Eterna fino al giorno del
cente pafll, per quanto ferine Plinio lib.3.cap. Giudicioilì notifica ancoda San Gio:Griforto
y-efe mille pala fanno vn miglio non giraua mojche l'ammira, perche Roma vedrà riforgc-
più di tredici miglia, e ducento palli. D'vna_^ re San Paolo,e San Pietro,& li vedrà andare-»
Città che ftà in piedi con fi gran circuito non in contro al Signore . Nell'epiftola a Romani
fi può dire che fia morta, màrauuiuata,& fat- ,, Homelia 3 1. Htnc rapietur taulus, htnc te^
ta Eterna dalla Protettione de Santi Aportoli , ,} truscconjìderate,^ horrete,c}uale Speóìaculum
& dalle deuote preghiere de Santi Pontefici Vi- ,,vi/urajìt Roma; Pattlum videltcet repente ex
carij di Chrifto Rouinatc che furono Troia,
.
j,theca illa cum Vetro refurgètem tnOccurJum
Cartagine, Athcnej & altre Città non fono più ,,Domini furfum ferri ^lualem Rofam Chri .
•
ri/brte: ma Roma più volte da Barbari, & da fyRo mittat Roma'ì §^aliTus coronts duabus
infidelidefolata,è rinata & riforta più vigoro- ,, ornatur Vrbs ifia ? ^^ualibus catenis aureis
fa , & più gratiofa che mai per voler di Dio , ,, efìì^ales habet fontes Qual rofa_-»
cinéìa .
come Città da lui eletta per fondamento, e ca- mandarà Roma a Chrirto nel nouiihmo gior-
po della fua Santa Chiefa, fi che vedefi ch'ella no?poiche dalli facri iimini delli Santi Apofto
è prcfernata , & mantenuta come Eterna Il . li vedrà fimilmcnte Roma rilorgere con ciVo Io
qual Titolo in Roma hcbbe origine da libri 10 l'ifteffo San Gio: GrifoUomo , il cui Santo
fibiUini,& lafparfcro nelle Medaglie i Roma corpo fi ripofo nella facreftia della Bafilica di
nijonde Tibullo Poeta Romano dilVe nel libro San Pietro, di cui ne fu tanto denoto 111 vita .
., j, mo Vibxo.Vicìurc.m cum fàcults 'Roma.n<i\ de- mo pur veduto Ambafceriein Roma venute-»
; j, cimoquarto Vicìt^ram dum eiUKt ho7ntnes
. da lemotillìme Regioni da Egitto,da Etiopia,
,, Roma, &
altioue nel lib. iz. & z8. Claudio da Molcouia,adinchinarfi alli piedi del Roma
Rutilio Poeta tranzefc Prefetto di Roma libro no Pontefice Gregono XIII. & di treReinfie-
primo fieme in vn viaggio di tre anni dal Giappone
„ Porrtge viituras Romana infdcula leges , Regno inccgnuo all'antica Romana Potenza.
SolacjKt: fut^les non vereart (olus . 11 Gran 5oh Re di Perfia del i6oi.mandòa
Et nel li Icgiienti Papa Clemente Ottano per Ambafciatore Cu-
i> ^^*> e/it^ht nulli} obnoxia tempora metis chein Olii Beag lagar.o, che col turbante!"
Dum jìabmt terra. , dum Voius a/Ira feret tefìa dipinto fi vede nella fala Clcmcntinai"
Eterna non già, che ha per durare eternamcn- Vaticano, accomp.Tgna.odal Caualier Anto
tCifisà bene che ì\ confumarà inficine con tut- nio ScrleirsCatohi.( Ingitfecomcfecódo Am
Z J bafcia-
.
ti di Perlla all'iftenb Paolo V. mandò Ali Goli moria nomina Roma Eterna, ancorché in quel
Bek Mordar vecchio di 7 j. anni riceuuto fccon lo ifteflo tempo tentauano Goti d'opprimer-
i
do il folito con incenero di caualcata publica la. Claudio RutUio fudetto Poeta, che nelli fuoi
alli.zy- i'Agofto.iéo^.Iadate Mafamune Re_;) verfi talfa Stilicone d'incendiario d'i libri SibiI
<li Voxiodall'O ieiital clima del Giappon<:_j Imperio, perche hauerebbe
lini, e traditore all'
iTiandò a bacia: e i piedi a fuo nome al mede- potute (s'hauelfe voluto ) dutruggere 1 Goti
rno Paolo Papa- V. Filippo Francefco Faxrcu- prima che fulTero entrati in Roma ad oppri-
raRcruiemon Caualier di Chr;1:oruo Amba- merla; fu Prefeto di Roma fette anni doppo
fciatore che del léif- col Padre LodouicoSo- l'acerba retta data da Alarico Re de Gothi, &
telo Minorità oiìeruantcgiunfc: doppoduian- pure elle ancora non oilante l'afflitto e decli-
iii di viaggio nell'alma Città di Roma , verfo nato ftato, chiama nel maggior polfe de bar-
la quale mouendofj li Re,& Principi del Mon bari nemici. Il dominio de Romani Eterno , &
dea rendere vbidienza a fuoi Romani Ponte- Roma Eterna , figurata col Geroglifico dell'a-
fici noi indarno detto fu l'Imperio fuo eterno quita,o fenice fopra il globo del Mondo, Tito
dai Poet «_.» lo fin qui verace, veduto fopra le tre dette por-
Bis ego nec wtusrerumtitee tempora pono te da Alarico, & da Totila che in varie bande
Imperium fine fine dedi la rouinorno.e verace fperamo che fia per eilè-
& Claudio Rutilionel fuo itinerario libro fe- re fin che la diuina Clemenza fbftctara il Mon
condo do,efrendofi in Roma Santa confactata la Ro-
AiSùlic» JEterni fatHlia pignora Regni. mana fede col Martirio de Santi Apofl:oli,& iui
Si conuien dunque con debite ragioni a Roma da loro piantata la S. Chicfa , la quale lenza
titolo d'Eterna, che intagliato fi vede in Pietra dubbio farà Eterna , fi come afferma Papa Pio
teuertina fopra tre Porte di Roma. Sopra Por- fecondo nell'Apologia Chriftus Eccleftamvjqi
ta Portefein Trafteuere fopra Porta Gabiula
, adfinemfAcuU duraiuram infittuit .
terna Città di Roma fatta da Arcadie, & Ho- tempio belliflimo con dieci colonne. d'Antoni-
norio Imperadoria perfuafione di Steliconc_> no Pio fenza figure, col motto ROMAE
AE-
tutore , e focero d'Honorio Imperadore Con- TERNAE Altre Medaglie vi fono contite-
.
fole, & General Maeftro dcjrvna, & raltra_j lo di Roma Eterna d'Adriano , di Commodo,
militia-v». di Settimio Albino.di Settimio Seuero,d'Alefl
fandre Seuero,di Gordiano primo,fecondo, e
S' P o R terzojdi Licinio Giuniore,di Domitio Aurelia
IMPP. CvESS. DD. NN. INVICTISSIMIS nojdi Flauio Prifco Att3le,& di Marco Giulio
PRINCIPIB.ARCADIO ET HOmORIO Filippo Imperadore Roma che fede fopra vno
YICTORIB. AC TRIVMPHATORIB. fcudo,nella deftra della Vit-
la folita fìatuetta
ROMA
, -
ta vn circolo quafi ouato con vna /piga nel me chiamati Paftorij così nomina Homero l'Im-
lo di due ftell e la ftella con Roma, per lo fuo peradore Pafior Populorum Agamemnon.\ pa-
jplendoreal Mondo fparfo . ftori fi ferueno de Cani per guardia della greg-
La Croce fopra il globo perche Theodofìo gia. Màinquefta Medaglia Theodofio Im-
Imperadore hebbe femprecura di elfaltare, &. peradore Paftor de Popoli vien figurato fotto
dilatare per lo Mondo la Religione ChiiAìa" il firabolo del cane, perche era ficura guardia
Z 4 ^11'-
, .
Htq, defenforextmiits, nam -5» Hunnosy ^ Go- to del Capitano ; & quello fi può applicarci
tha, qui eam fub l^ Mente def:itigiijjent,diiferfis Theodofio come foldato,e campione di Chrifto
trdijs T ich . Il cane ruorefrcrc Giero^lifìco pronto a ftare all'obedienza de Pontefici; C\ co-
«bell'ardire militare,& preftezza nell'edaltare, me obediente fu in Milano a Sant'Ambrogio,
pertanto i Lacedemoni bcllicofi l'ofF-riiiano che gli prohibì l'ingreftb nella Chiefa. perche^»
à Martc:in vni medaglia della Gente Antcftia in Thclfalonica fece in vn tumulto folleuaco
vcdetì dietro la cella di Roma vn cane inatto contro i Miniftri Imperiali , vccidere da fuoi
di correre, fìmbolo della rolecitiidine,& celeri- foldati fctte|^mila perfone di quel Popolo, fenza
tà nelle imprcfc,negotij,& elpeditioni.per fer- far differenza da i colpeuoli , a quelli che non
!iitio della Republica , ad erfetto di confeguir ne haueuano colpa ; ond'cgli ftette otto mefi
Vittoria, fi come il cane corre per confeguir che non ardi andare al tempio fenza l'allblutio
la preda , eia fiera. Come gencrofo Principe ne ch'humilmente al Santo Vefcouo addiman»
Theodofio Imperadorc fu ardito, prefì:o,e ib- dò , nel che imitò la manfuetudine,& obediea.
lecito nel li maneggi della Republica, & molte za del cane verfo iifuo Signore^.
vittorie actjuiltò con celerità. Il cane dunque
farà qui fcgnod'animofo Defenfoie,&di fole
cito Principe di buona cuftodia; il collare eden ROMA SANTA.
do armatura difenfiua del cane da inditio che
l'Imperadoreftauaprouifto fempre, & pronto
DONNA Oro,
converte fbrto di porpora in
in piedi
per ci-
armata di corfalet»
aziuffarfi co lupi famelici fenza tema del mor miero fopra l'elmo porti quéfto carattere.»
foloio in difcfa della Romana, Chiefa, perche /y nella man deftra vn'hafta, fopra'l'hafta
fondauaogni , fperanza fua in Chrifto nollro ^l^vna corona di gemme dentro la quale_>
Saluatore , & all'eterno Padre deuotamente fi iì ponga il medemo carattere con'vna_j>
racc5mandaua,fi_come auanti la fudetrabatta- linea trauerlb .. poco più a ballo che for-,
j, glia contro Eugenio Tiranno così orò Om. . marà la Croce , (otto l'hafta vn ferpente nel-
,ynipotens Detti ,noftt qui/i in nomine Chrifìi la finiftra vna rotella dentro la quale vi fiano
,, Tilijtui vltionis iufte,vt pMtOypr/ilÌM. ifia fufce- due chiaui incrociate vna d'oro, & l'altra d'-
,-, pi fifccns in me vindice j fi vere cum caufm^ argento in campo rofcio , col Regno di trt_>
^y probabili , (^ in teconfifus,huc veni , porrige, corone Pontificale fopra dette chiaui La_j .
-, ùextram ticis, ne forte dicant gentes , Vbi efi porpora fu habito delli Re, Senatori, & Impc-
j, Deui eorum ? Latrato pio di fidelillìmo cane, radori Romani, fi come hoggi di Cardinali, Se
Oratione regiftratada Ruifino iib. ii. cap.3 j. Papi. La porpora in oro fu propriamente de
Tiene la bocca aperta per denotare che il Pren- Vittoriofi trionfanti- In Roma Santa non fono
cipe non dcue eflerc di quelli cani ftupidi, che ftati limaggiori vittoriofi trionfanti che quel-
non poflono abbaiare, ne mordere; ma comeca li,ch'hanno riportato la palma del Martirio,
ne accorto, & vigilante deue abbaiare con pru- di maniera che fi fono veftiti di porpora col
denza a tempi debiti contro gl'Infidcii, ribelli, proprio fangue, & d'oro con la perfettione del
infoienti , & mordere gl'infefti lupi nemici; la fede loro, per meriti de quali Roma Santa,
così aguifadi cane intrepido,ogni buon Prin- & facra vicn nominata , eflendoftato bagnato
cipe cullodifce,& difende la greggia lui com- il fuo terreno da torreHtijC fiumi di fangue de
ladroni doppo Imi, fi come in effetto auuenuc. C£S iì come lifcrifce Euiebio di propria boc^
.
cadi
Parte Seconda.
srs
R O M A S A N T A.
ca di Coftantino nella vita Tua libro fecondo in che l'Imperadore Coftantino fece mettere
in
alni reili,& nelle Medaglie fi ìtggc. Ho f/ìgno Roma fotto la fua ftatua, che con Ja deftra tene
zìiéior ens. Coftantino Imperadore non volfe „ uà la Croce,quefta infcrittione Hoc/aluta. .
più perinfegna il (olito labaro de Gcntilijmà „ rifigKo, vero fortitudini: indice Vrbem
vefirti
fece poncre /opra vn'harta luga coperta d'Oro „V Tyranni iugt ereptam in libertatem
vindi-
intorno con vna sbarra d'oro a traiierfo di fo- „ caHi.Sefiatumq; é» fopHlum Romunum inpri-
pra in forma di Croce, & in cimavna corona iyJitnHm fplendorem,dtgnttatemqg Itbtrum
rtfli
d'Oro, & di pietre pretiofe dentro la quale vi yy tui Con fi nobil tenore fignificò a Romani
erano le due prime lettere del nome di Chrifto ch'egli liberò Roma dal giogo del Tiranno,^
in carattere d'oro grecojcio è, Rho.P.inmezo che Senato & Popolo Romano il pri
reftituì al
aLX.il qual nome di Chrifto portò fempre in ftino fplendorc in virtù del falutifero
fcgao
oro fopra la fua celata dalla fndetta sbarra pen della Croce : per lo che Roma palefeaiente
co-
deua vn rcgal drappo ricamato di gemme & , minciò a riucrir la Croce,& il Nomedi^Chrifto,
d'oro, il quale nelle Medaglie non (ì vede, ma e tutta via fi vede in Roma nelle tribune Aeììc
fi bene il refto.Niceforo narra che due volts_^ Chiefe più antichc,nelJi fanti Cemitcrij dentro
Coftantino vide il fegno della Croce in Ciclo, le grotte,& fopra lucerne fepulcrali il fudetto
Tna volta in Bizantio, & l'altra in Roma -Col carattere nome di Chrifto, col quale,& col fuo
nome dunque di Chrifto, & con lo ftendardo Santo Segno di Croce Roma diuenuta foggio-
della Croce fuperò il Tiranno riportandone gò li ferpentc dell'Idolatria alzando per ogni
gloriofa vittoria S.Giouanni Daroafceno ci fa luogo &imprefa il fegno della Croce di che
,
Upeie atìkì kiìa Orauone fopra le imagini «e £à mcatioae Prudemio Poeta pio , & Cap*..
tano
3 f4 Della nouifsima Iconologia
«ano di Thcodofio Impcradore cotto Simmaco re pie chcin Roma Santa, rifpIcndcnoV
Agnofats Regtnx libens meafign/i neceffee/ì^ Porta nella rotella l'arme di Santa Chiefa,
In quttus ejfigies Crucis, Hut gemmata refulget le due chiaui fudette col Triregno di fopra,in
Aut longisfolidà ex auroprAferturin hafiis . fegno della dignità Pontificia chcin Roma ri-
& più a ballo de potenti* Crucis,
. fede, per cui Roma Santa gode la Santa Sede,
Chriflus purpureum gemmanti textus in aur» , &
per lei come Sacro Capo,& Santa Madre è
Signabatlabarum, Clypeoriiinfignia Chri/lut, riuerita dal Mondo , maflimamente la fua Ca-
Scripferatiardebatfummii Crux addita criflis, thedrale Bafilica Lateranenfe fopra il cui Por-
Hoggi dì in cima della Torre di Campidoglia tico intagliato fi legge quefto dittico .
VI è porta in piedi la flatua di Roma armata Dogmate Papali datur.^fìmullmperiali,
con la Croce nella deftra Trofeo,rcettro,arme, G^odfim cùSlarum Mater, Caput Ecclt/ìarumm
& in fegna più nobile.mifteriofa, & più poten- Per figlilo delle fue lodi come Santa, non gen-
te di tutte le altre per la quale ella è bafe fonda tile antica, finiremo col feguente Sonctco^paro
inento,&; Capo della S.Madre Chiefa che Ro- niraia di quello del Petrarca.-».
mana s'appella .
Fontana di pietà ch'eflingui egn'ira.
La corona di gemme prctiole ponefi non fij- Scola de Santi,esferxM d'heref$a,
lo per l'ornamento fatto da Coftantino Impe- Hor Roma fei, già Babilonia ria.
ladoremà permiftico fentimentOjpigliandod Per te tanto fi gode, efi re^irttj.
il diamate per la falda fede , lo fmiraldo per la O fucina de buoni a glt empi diricj
fperanza,il piropo per l'ardente Caritàjle perle Oue'l mal more, e'I ben fi nutre , e eritLJ
li topazi), & li zafiriper infinite rirtù, & ope- Di vitti specchio : e che mtraeolfix^
K A.
Se
. — .
Parte Seconda.
^rr
Se Chriffo teeonpìitefo occhio mira. ? Tiene con la finiUra mano il ramo della pai-
tonda tu in ca/iay &> humilpet*ertfiti~> nia,per dimo{lraie,che non poco honore nce-
Rompi a ntmicì fuoi l' alt tre corna : ue ogn'anno da quella pianta quella Prouin-
Spofafedel, che fol'hai po/io fpentj cia , poiché de i (uoi candidi rami il Sommo
Ucl tuo Spofo Giesu , ne le ben dattj Pontefice nella Quadragcfima benedifce,& di
Rtcchex.z.e Sante: hor te cotanto adorn/tj, lli'ibuifce con moka veneratione a tutti gl'Illn
Regina il Mondo dt fefteffo tentj. flriinmi Signori Cardinali, a Prelati» &ad al-
tri principali .
paefani,perraccorre qualche cofada viuere_>, ta gloria, & honorejfrà quali imprefe non ta-
zappare i loro fairofi,& afpri luoghi,anzi fpez- cerò quella vittoria, che Biagio Afareto hebbc
zare li faffi per accrefcere la coltiuatione Il . contro Alfonfo Re di Aragona, il quale ti refe
medefimo accenna. Cicerone in vu'orations_> prigione in mano di lacomo Gmllinianodellt
centra Rullo dicendo. Signori dell'llbladiScio, vno delli capi dell'-
Ijgures montani ^dttri. (^agrefies . Armata, ellèndo chiaaifima la fama del fuo
La velie col ricamo d'oro dinota la copia_» grande valore. Similmente in quellaglonofi_j
grande de' danari,oro,argento,e altre ricchez- Vittoria fu prefo Giouanni Redi Nauarrj^^
ze infinite, di che abbondano quelli Popoli , li & l'Infante Henrico fuo fratello, come per 1'-
quali con induflria , e valore hanno in diuerfi Hiftorie di Napoli fi vede,e nel Compendio di
tempi acquiilacc, e tutta via l'augiìentano m elle delCoUeniuiccionel lib.ó.fog.ng.
Giouan Maria Cataneo nelLu^
infinito, coiTie Tralafcierò didire mok'alcre maraiiio-liofc
fua Genoua ampiameuce ne fciiuc; imprefe, con ruiteruentodi tanti Caualieri. Se
Capitaiu
35"^ Della noiiifsima Iconologia
Opitanifamofi , che iniiiucrfi tempi foDofta- neti. Nicolò Spinola Generale dell'Armata Ai
ti, & hanno fatti glonoli acqmfti per i lor Si- Federigo II.Imperadore-Ànfaldodi Mare Gc,
gnori .
nerale dcirifteiro.Princifuake Ficfco Generale
Il timoncjche fé le dipinge a canto così nc^ Vicario dcll'Imperadore Greco; ch^hebbein
{igivUca. l'ottimo gouc! no della nobili/Iìma_j dono rifola di Mitilene .
fìo paefe marittimo con flngolar maeftria h c- cellente valor fuo fu General di Mare,e di Ter
l'crcita a diiierfi vfì.cosi di pace,come di guer- radi Coftantino Imperadore di'Coftantinopo-
ra, per hauer hauuti, & haucndo ancora hoggi li. Andrea Doria Generai di mare per il Papa
jhuominifamofiillmi li quali han comandato
, per il Re di Francia,per Carlo V. Imperadore,
iji mare,& comandano tutcauia . Già fu Ciiri- Se per Filippo Re di Spagna, & yltimamene,c_>
ftoforo Colombo , la chiara fama del quale_j Giouan'Andrca Doria per il detto Re di Spa-
perpetuamente viucrà, haucndo egli per vì<l_j gna. Ma doue ho.lafciato Heluio Pertinacc_>,
_
oella nauigatjone , con ftupor della Natur(t_^ ilquale (mercè delle virtù, & delle ottime qua
con animo muitto.cllngolar prudenza penetra lità fuc) afcefe all'Imp. Romano? M,à quello,
eoa luoghi inacellìbili , e trouati nuoui mon- che maggior gloria porca a quella prouincia,
di, ignoti a tanti iécoli paiìati.Franccfco Maria è l'hautre hauuti anco quanto al grado Ecclc-
Duca d' Vrbino , huomo di /ingoiare virtù, & lìaftico infinito numero di Prelati di S.Chiefa,
prudenza, il quale refl'e eferciti Papali , & V'e- Vefcoiii,CardHiali,&: Papi, come fono Innocen
o N A.
CI9
. . & ,
ca, l'habito di fotto al manto farà fimile ad vn &perefler feconda di pellegrini ingcgniino-
camicio bianco di lino fottiliflìmo, dalla parte gni artCjin ognifludio.e fcienza,così di guer-
finilha vi faranno diuerfc armi , e l'Arno fiu- ra, come di pace famofi
me , cioè vn vecchio con barba , e capelli lun- L'habito, e corona del Gran Ducato,e per de
ghi, & che giacendo fia pofato con vn gomito notare quefta celebre Prouincia con quella pre-
fòpra vn'vrna, dalla quale efca acqua, hauerà rogatiua.che più l'adorna, hauendo la .Sercnif-
il detto fiume cinto il capo di vna ghirlanda-* fima Cafa de' Medici noumeno con opere glo-
di faggio, & a canto vi farà a giacer vn Leone, riore,che con famofi titoli, & infieme oltre mo-
Se dalla deitra vi farà vn'ara all'antica, fopia.^» do illullrata la Tofcana perciòche a chi non
,
la quale vi farà il fuoco , & intorno a detta ara fono noti li nomi & attioni egregie, & heroi-
,
vi faranno fcolpiti l'Vrcco, la Patera, & il Li- che dei Lorenzi, de i Cofini,ede' lorodignidl-
tuo verga augurale, in mezzo fiano varij,e di- mi fucce fiori , per lo valore , e grandezza, de"
uerfi inllromenti facerdotali, fecondo il falfo, quali le più illuftri , e Regali cale del mondo
& antico vfo de' Gentili, econ la finiilramano hanno voluto hauer con elfi confanguinità , 8c
tenga con bella graria vn giglio rolTo , & vn affinità .
da Tirreno figliuolo di Atio,il quale per quan- Prouincia, è molto feconda d'huomi ni lettera-
to narra Strabone lib.j.diccjche dell'Idia man ti, & in tutte le fcienze, tenendo ella fola aperti
dò quiui habitatori,pcrciòche Atio vno difcen tre celebri Studij, cioè di Perugia, diSiea.L-^,
dente di Hercole, & di Omfale eflendo dalla , e PifLj.
fame,& carellia sforzato mandar
fuori part^_i L'habito bianco,cHe detta figura tiene fotte,
del fuoPopolojtratte le forti, S: dando a Tirre- fignifica la lealtà de' collumi, purità di mentej^
no la maggior parte delle genti il mandò fuo- fede fincera conforme a quanto da baffo fi di-
ri ,.ond'eglivenuto in quello paefe lo chiamò rà della Rcligiontj.
Tirrenia.Fù poi da' Romani, fecondo Dionifio Gli fi mette a canto l'Arno , come fiume_j
Alicarnalleo, chiamata Etruria dall'intelligen principale, che palla per mezzo Tofcana , e da
za,&efpexienzadel miniftrare il cuhodiuino, effo ne riceue molti commodi, &vtili, come fi;
nelquak vinceuano tutte l'altre nationi;onds_> potrà vedere nella delcrittione al fuo luogo di
quelli popoli erano perciò in tanta {lima appref detto fiumi_^.
fo li Romani, che (come diceDionillo infieme Le armi, che gli fono a lato, dimodrano, che
con Liuio) mandauano i loro figliuoli in que- nella Tofcana vi fbno,& fono flati fcmprc huo
lla prouinciaad imparare non folo lettere: ma mini nella profeffione dell'armi illuftri, e fa-
anco li coftumi,& la Religione. Al fine pigliò mofi, tra' quali non lafciarò di dire in partico-
il nome di Tufcia,o di Tofcana, (fecondo Fello lareide i Luchefi,come huomini valoro/lillmi,
Pompeo) da Tofco lor primo Re, figliuolo d'- & inuitti in tal profelllone. Onde in pai'ticola-
Hercolc & d' Araifa che venne quiui dalle par- re,&in vniuerfale in tutta la Prouincia di raag;
Se. delTaiiaije fu creato. Cofiro dalli Gianigc- gior lode fon degni, che della. mi>i—j.i.
L.'aia;
. , .
3
5*8 Della nouifsima Iconologia
L'aia all'antica coni! fuoco,& gli ibpradet- Del fommo
Pontefice CLEMENTE
VILI,
tìinfliiumenti e fcgno di quella falla Religio- ognun vide chiaro la mirabil pietà, & l'ottimo,
ne vetfo gli an-tichi Dei, tanto celebri nella To- egiuftogoueino&: ognunftimò, che per la_^
fcana, che fola ne teneua cathecira,&rcola,oue Santillìma mente di Sua Beatitudine, per 1'- &
iRomani con tutto il Latio veniuano ad impa- orationi fparfe di lagrime, che molto frequen-
rare lecciimor.ie, &
i liti, &i i dottori di efl'a_s temente fece,& per quelle, che di continuo fa-
erano in tarìto credito, &
veneratione,clieil Se ceua fare al Santifs.Sacraméto dal fuo popolo,
nato, e Popolo Romano nelle grani diffìcultà oltre infinite altre attioni di fingolar Carità, e
de' Publici maneggi , nell'euenti , & accidenti di raroellempio della Santità fua.ogni imprc-
delle cofc richiedcua il lor confìglio, & inter- fa gli fu fottoil fuofeliciflìmoPontificato fuc-
prctatione circa la legge de loro profani Dei ; cefl'aprofperamente, & fauorito da Dio a tran-
onde fi fa chiaro, che a tutti i tempi è ftata_j quillità, & pace vniuerfale del popolo Chriflia-
grande la pietà, & Religione di quefto popolo. no,ad augumentodel culto danno, & dello fla
Vcggiafianco nel tempo del vero culto di to Ecclefiaftico;ondc fono di tanto Pontefice^
Chrifto Noftro Signore, che è fiata quefta Pro- rimafte memorie gloriofifilme
uincia famora,& celebre per molti Santi, chc_>
vi fono Itati ; trentafei corpi de' quali nella fa-
mofa , 5i' antica Città di Lucca vifibilmente_>
hoggi fi vedono fenzagli altri, che di altre Cit- V M B R I A.
tà di detta Prouincia fi potrebbono racconta-
rcc fimilmente famofa per molti gran Prelati
VNA vecchia veflita all'antica, con elmo
in tefla, ftarà in mezzo alle radici di più
di Santa Chiefa, li quali non la falfa: ma l.i_^ monti altilfimi , che adombrino parte del fuo
vera Religione feguendo fono flati fpecchio corpo , con la deftramanoeleuata fofterrà vn
Se eilempio di carità, bontà, & di tutte l'altre^ tempio fuor dell'ombra con alquanti raggi >
,
virtù morali, e Chriflianc: & pure hoggi ve ne quello riguardando, & con la finillra ftarà ap.
fono tali, che di molto maggior lode fon de- poggiata ad vna rupe, dalla quale precipitofa-
gni, che non può dar loro la mia lingua, per- mcnte cada gian copia d'acquej &. fbpra di ef^
ciòchechi potrà mai dire abaftanzale lodi,& fa rupe farà vn'arco celefte , da vna banda poi
heroiche virtù dcirillullrillìrao Fiancefco Ma faranno i Gemini, che tengano vn Cornucopia
ria Cardinal del Montc,non meno da tutti am- picHO di fiori, &; frutti ,e dall'altra vngrande_j,
mirato , e riuerito per la Maellà del Cardi- & bianco toro,con varij colli, & fpatiofe pia-
nalato, che per le qualità Regie della fuaper- nure intorno •
fona,che ben lo dimoftrano difcefo, come egli Quefta Prouincia fu chiamata Vmbria (fe-
è da vna delle più nobili ftirpi del mondo. 'Ma condo alcuni) ab imbre , cioè dalla pioggia-^,
Hon folo qucfìanobil Prouincia hàinS Chie- perciòche hanno creduto! Greci,chegli habi-
fa hauuti membri principali, ma vi fono ftati i tatori d'efl'a rimanefiero falui dalle pioggie del
capi fteflldi valore, & bontà incomparabile_,>, diluuio vniuerfale,il che è mera fauola, perciò
come fu Lino che meritò di fuccedere imme- che la Sacra Genefi è in contrario Onde me- .
diatamente al Principe delli Apoftoli nelgo- glio dicono coloiOjche Vmbria foffe detta dal-
uerno di S. Chiefa, il quale fu huomo Tofca l'ombra,& che quella Regione fia ombrofa_^,
nojcdi Santa vita,chedredegrandifllmonome per l'altezza , 8c vicinanza delli monti Apen-
a q\[efta Rcgione_5. nini .
al nome, il coraggio , & autorità in lui molto Vecchia, & veftita all'antica fi dipinge, per-
ben corrifpofe , perciòche con la prcfenza, & ciòche gli Vmbri fono popoli antichiflimi d'I-
femplicc parola fpauentò,& raffrenò la rabbia talia, come attefta Plinio Iib. 3. cap.14.in tanto>
di quel Atilaguallatore d'Italia, detto a fua_> che per moftrare l'antichità grande di eflo al-
coHfulìoae flagello di Dio cuni hanno detto de gli Vmbn quello, che ere-,
de uà no
,,
9.minacciauano Roma, ancorché trionfanti, di ftata chiamata Vmbria , come fi è detto di Co-
fpoftì di volerla prendere, il che viene anco af- pra. L'altra ragione èper /ìgnificare,che que-
fermato da Giouanni Boterò nel primo libro fta Prouincia è nel mezzo d'Italia , la quale_j
delle fue Relationi vniuerfali dicendo, che gli effendo tramezzata tutta da' monti Apennini
Vmbri fono popoli de' più guerrieri d'Italia , fta in mezzo a tali monti, perciòche l' Vmbria
di ciò fa fede anco Virgilio nel 7 & Silio Ita- fichiama l'vmbilico d'Italia, come dicono M.
lico nel 4.& 8. libro de bello Punico, & il Maa- Varrone, Plinio, & altri. II che anco chiaro di-
touano, mentre dic^Lj- moftra Francefco Mauro da Spello nel primo
frifcis oriundìM ab Vmhris libro della fua opera intitolata Francìfctada
ouc
,
te,& d'Occidente, Re, Duchi, Principi, Conti , Monjlrantur,ruptoq; ingens Acheronte vorago^
Impera trici,Reine,DuchclVe,&: altre donnt_?, Pejliferas aperti fauces,queis condita Erinnys^
j)ernobiltà,dottrina,e Santa vita illufcri. L'al- InHifum numen terras coelumq; leuabat-
tro capo è il ierafico Padre S.Francefcod'Alll- Non fé nza ragione fé le conuiene il Cornu-
fi fondatore della Rcligion de' Frati minori copia, perche,come dice Strabone nel y.lib.del
cioède' Capuccini.de gli OlVeruanti, de' Con- la fua Geografia,F«/««r/« regis fertilijftma efi,
HCHtualijdel terzo ordine de' Riformati, de' della quale ancoPropertioneirEpigtamma_3
CordigerijemolB'altri,cheviiiono,e vuieranno ad Tullum de patria fua Hice_j.
fotto la regola, e protettionediSan Francefco, Freximafappofito contingens Vmbria campo
i quali il Signore Dio,per meriti di quello gran Me genuit terris fertilis vbertbus .
fcio da parte S. Chiara capo d'infinite Vergini, altri fcrittorijfì antichi, come moderni, & per-
chenelii clauftri feruonoall'altillimoDio , & che Stefano de Vrbibusdice, che nell'Vmbria
molti altri Santi, & Sante,de' quali n'è pieno il gli animali due volte l'anno partorifcono, &
Catalogo E che anticamente l'Vmbria fix^
. bene fpeffo gemelli,comeancole donne,& gli
fiata piena di Religione,lo accennò Propertio arbori duplicatamente producono & fiori , &
nel lib.4. frutti, come fi vede anco ne' tempi noftri Pe- .
lago Velino, liora detto Pie di luco, come cofa, mente Ci polla dire quel verfbdi Virgiliodeil*-
non folo in quefta Prouincia notabile: ma anco Itali.i_^'.
in tutta Italia,perchcc tale la quantità dell'ac Bis gy^Hid&pecudes, bispomis vtilis arbos .
qua, & il precipitio, nel qual impetuofamente ponevltiniamente il Toro bianco alato
Si
calca, che lo ftrepito,& percofla d'efla fi fente__> alla detta figuraj perche in quella prouincia na
rimbombando per fpatio di io. miglia , dando fcoao bellillimi tori,& per lo più gradi, & bian
a' riguardanti marauiglia,c fpauento,&: per la chi.i quali appreflb de' Romani erano in gran
continua eleuatione de' vapori cagionati dalla de ftima.perciòche di quelli fi feruiuano i trion
granconcuffion dell'acqua reflettendoll i rag- fanti nelli trionfi, <Scfacrificij,lauandoli prima
gi del Sole, vien a formarli vn'Arco celefte da' nell'acqua nel fiume Clitunno. Onde Vergilio
Latini chiamato Iris. Onde Plinio nel lib-z.c nella feconda Georgica dicc_>.
éi. così dice?. Hinc albi Clitumne greges , (S^ maxima Tatt'
Jn lacti Velino nullo non die apparere arcus .
rus
Come hojrgi anco fi vedere fé bene l'arco ce Vi^ima,féipe tuo perfufi flumine [acro
klle alle volte hgnmca pioggia nondimeno "Romanos ad tempia Deum duxere triumphos .
quefto,del qual fi parla, non può efll-rprcfo in E Siilo Italico ancora nel lib.de Bello Punico
di queflo
.
o.
'ta,c canuta, fedendo in vna grotta, tenendo in perio , non folo ù la più famofa parte dell Ira-
mano la falce,e {opra là detta grotta' fi rapprc- Iia:mà di tutto il mondo .
fenta vna dona a federe foptad'vn mucchio ài l?er lo Saturno nella grotta fi difcgna quefta
diuerfc armi , & armadure. Terrà in capo vn prGuinciajhauendoac^uifxatoil nome di Latio
celatone guarnito ih-cima di belle penne, &: nel daireircrnifì Saturno nafcoftojmcntre fuggiua
mano vna corona, ouerovn ramo di
Jafiniftra dal figliuolo Giou'e che l'haueua prinato del
,
UacOj& nella deftra il parazonioiil quale e fpa fuo Reame, come racconta Vergilio ncll'otta-
A a uo lib.
. .
tanti.d'Italia, e'I coltiuare de' campi, e di fare DIPINGISI querta f'elice Prouincia_>
iJraccolto del grano, e di tutte le biade Altri . in vn florido campo con la figura di Bac
diconojche quell'arme li fu data dalla madre, co,&: di Cerere, li quali ftiano in atto fiero jdi
quando fu contro del padre, & fi mofle alibe- fare alla lotta, &
che non fi difcerna auantag-
rare i fratelli di prigionia, & che con cffa ca- gio di forza più in vno, che.éeiraltra
flrò Cielo, come racconta Apollonio nclquai: Hauerà Bacco in capa vna ghirlanda di vi-
to lib.delli Argonauti .. te,con pampani,& vue,& Cerere parimente-?
Per la donna fedente fopra della grotta fi hauerà vna ghiilauda difpighe digiano.
moftra Roma,IaquaIe elTendo porta fui Latio, Dalla parte di Bacco faranno olmigrandiffi.
non folo come cola famofiUìma fingularmen- mi con verdeggianti viti, che falifcano fino al-
te dichiara quefto paefe, ma li fa communc_> la cima di effi arbori cariche di vue,& per più
tuttoU Aio fplendore, & la Tua gloria, oltrc_> vaghezza vi fi potrà anco mettere a canto vna
che peraltro vi ila bene la detta figura,perciò- tigre, come animale dedicato a Bacco, & dall'»
che Roma anticamente hebbe nome Saturnia, altro lato di Cerere vna canrpagna di alti , &
ilchedinjoftra Ouid- neH.lib. de' Falli intro- fpigati grani , &
vn gran fcrpe, anch'egli ani-
dicendo Giunoniche di fé parl.u^-. male di Cerere./»
Sigenuiaipicitur, Saturtittm prim* pArentem Felice veramente ii può chiamare qucfla_*
feci, Saturni feri ego prima fui . Prouincia, poiché ella abbonda di molti beni >
Jì patte iida meo quondam Saturnia Roma ffì & fpecialinentcdi quelli, che fono alla natura
[* H*c ilìi a ctelo proxima terra fuit^ humana neceffarij, come U panc,& il vino. E
Si therut in prttio eflydicor Matrona TanantiSt venendo in cognitioneGreci antichi della fe-
i
lunclaque Tarpeio funt mta Tempia loui . licità di quella fertiliffima Prouincia con ap-
Nella guifa, che fi fi rapprcfenta Ro
è detto propriata, & gioconda fauola finfcrojcome rac
ma, come hoggi di lei vede vna nobili ffima
fi conta Plinio nel lib. j. che quella campagna-^
ftatua di marmo antica ncgl'horii degli Ilhu fofle lo (leccata douc di continuo combattili©
ftriflìmi Signori Cefi nel Vaticano. Cerere, e Bacco alla lotta, per dimoflrare, che
Il del lauro> onero la corona del me-
ramo Cerere in produr grani non ceda alla fecondi-
defimo, oltre il fuo fignifìcato> che è vittorio- tà di Bacco in produr vini, & altrcfi Bacco,an-
ià,& trionfì>che per legno di ciò fi rapprefen- ch'egli non ceda all'abbondanza di Cerere,in
jafbpra l'armi già dette, denota anco la copia produr granijdoue che per quella rifla è tanta
di lami» di che abbonda quella Prouincia , 5c la fertilità dell'vna,c dell'altro,che dal tempft
de 'Greci
. . .
'^
tcfluta di varij fiorì > & con vefte di color ver- Fu anco nominata così queita Prouincia_^
icparimente dipinta a floridi diueifi colori. dalla fatica,laquale hebbero gli antichi a con-
Setto braccio deliro tenga vn fafciodifpi
il quiftaila,& poi a ritenerla fogge tta, come nar
ghe di grano, & con la fìniftra mano con bella ra Liuio
gratia vna verdeggiante vite, la qual moilri di Bella,gratiora,vc{lita nella guifa, che dice-
eflerefccondilTima del fiio frutto ,&: a canto mo, econ laghii.'aiidadi fiori fi du,Ì!-ae acciò
vi fìa vna fpelonca , dalla quale efca , fumo e che conofca,con-,e la Natura ha vciutomoftra
acqua_^. re quanto quefta Prouincia fìa amena, &: frut-
Fu da Plinio nel j.lib.nominata quefla Pro- tifera, &(iataoccafione a gli antichi come ri-
uìncia, Campagna felice, dalla felice produt- fcrifce Plinio nel libro terzo) di chiamare_»
lioncde' frutti,! quali d'effaablrondeuolmen- quelU Regione Campagna fcJice,poiche qii;-
Aa i ui è
3 64 Della nouifiima Iconologia
ni è aria cempcrata con tanta dolcezza , che^ di grano,& conla vcrdeggiante,c feconda vi J
molti Imperadori,& Senatori Romani infafti- te carica divnejonde Martiale nel primo libro
liiti del mondo vi il fono ri tirati a più tranquil de' Tuoi epigrammi fpecialmentc parlando del
la vita,&: ma/Time a Pòzzólo, Si a Bàia,& fimil monte Veumio luogo comprefbinquefta par-
mente fecero altii grandi huomini per occii- te, così dice_j.
parfi nelli ftudi j delle lettere, tra* quali fu Vir Hie eli pampineiSi viridisVefuuitn vmbris:
gilio eccellente Poeta, Tito Luiio, Horatio , trtfferat hic m.tÀiAos nobilisvua. Izchs .
'laudiano, & Francefco Petrarca molto ami- Hic ruga, qnàm Nifi coUcs plm B*cctn ammuit
co di Roberto Re di Napoli,oudefopradi ciò HocnuperSityn mo/iie dedere choYos-y
COSÌ dice iilio Italico . H&c Ventris ['.des,Licedt'no7ie gratior illi,
Nitr:c moUes,vrbi rittn,ittq\ hofpita Mujts Hic locia Herculeo nomine cla,ru4 erat :
:^
Oiia,& exemptttm curis gramortbtts ahut» . Cuniìit iacent ft:immis:^ trisii mer/afauill*
E non fbloquiiii è, come habbiamo detto ,
Nec [Hperi vellerit hoc licuijfefibi .
aria così pcrfetta:mà vi fi truoiiano tutte le de- La cauerna dalla quale efce, e fumo , &
ac-
litie per li piaceri, &
de gli huomini efl'cn
vtili qua, dimoftra i filubcrrimi bagni tanto nomi-
do che da ogr.i lato lì vede la d inerii tà de i frut natidiquefta Prouincia, quali fono molti, fé
i
ti, e qi;cllo,eiic maggiormente importa, copia bene vn folo fi rapprcrenta,& per la parte fi de-
grandi ilima di grani, e vini, e che per tal Ugni-. uè intendere il tutto .
B R I A,'
DOl^^A
Parte Seconda. yóf
Do N NA dì carnagione fofca rcftita di
color rofTojin capo haueràvnabellaghir
Le cofé buone , con copiofo arno.
Et in vero quelto pacfe è molto fruttifero «
lauda di fronde d'or nello fparfe di manna,con pieno di opportuni monti, d'aprichi colli , oc
ladeftra mano terrà vn Cornucopia pieno d'- ài ameniffime vallirmà quel, che piùimporra,
vuc di diuerfe fpccic bianche,e nere, con la fi- vi è aria perfcrtiffima , che rende grauirimi
aiftra mano tenga vnramo di gineftra carico quei beni, che la Natura producc_j-
a boccinoli di (eta,& vn ramo cfi bambagio co Il color fofco della carnagione, & l'habito
le foglicjC fnuto> e per cetra vi fia anco vn fa- rofib dinotano l'operationi del color del Sole,
ccio ai canne mcl«_j. che a lei è molto amico,il che fignifica Oratio
Il nome di Calabria, pare che /la voce Gre- nell'Ode j i del i. libro dandogli l'epiteto di
.
cia,efl*endo che in eflà fi troua il fonte di tutti na?& perche quella, che (\ ricoglie Top ra l'or-
i beili il che coferma Pietro Razzano,& Fran no è la migliore , & la più perfetta , perciò Ai
cefco Berlinghieri nella Tua Geografia ,Helli quefto albero le facciamo laghirlanda,& non
fuoi verfi, che cosi dicono . di altra piant.u-»-
Calabria e ditti «e/ preferite giorno , Con le diuerfe vue (1 dimoftra la copia de^
£jiini/ìca il nome, shepracLuetj generofi vini,che fi fanno in quefta P rouincia,
L 1 A.
Aa liquali
.
più fpeciali , per li cjuali Ci rapprcfenta mag- nare,di,& aotte,finche l'olFefo fia fauato, im-
giormente la Prouincia, faccndouid , come o- pcròchc il lungo fuono , &
i l lungo ballarti
gni Vii sa, grandiflìma quantità difeta.di barn (che perciò li rapprefènta quefta figura,ftia ia
batria, &di zuccaro. atto di ballare) prouocandoilfudore gagliar-
damente vince al fine la malignità deiveieno,
& ancorché li detti inftrumeuti per ogni parte
fi coftumino volontariamente per guito,& di-
ilMattiolo fopra Diofcoridc nel li b. i.) ladi- rucini,Prccutini> Veftini, Irpini,& altri nomi
uerfità del lor venenojperciòche mordendo ef fecondo i luoghi. Se le Città di ella Regiont-?:
{è alcuno ne fucccdono diuerfi , & ftrani acci- ma in generale trafle il nome de' Sanniti dal-
dentijalcuni cantano,aIcuni ridono, alcuni pia la Citta diSannicdalla quale anricamente ha
gono.chi grida,chi dorme, chi veglia, chi ul- riportato il nome tutta quefta PrcKinc!3,come
ta, chi trema, chi fuda, & chi patifce altri di- quella che di tutti quefti popoli fu capo,comc
uerfi accidenti, & fanno p3z2Ìe,comc fé folle- narra Strabene lib./.
rò (piritati,& ciòda altro non procede, fé non Fu pofcia chiamata Aprutio, in vece di Prc-
dalle diucrfe nature sì diqucfti animaIi,comc cutio,cioè da quella parte da' Prccucini, e ho-
ancora di quelli,che fijno daefli morficati. Se ra hàacquiftato il nome di Abrutio in vecc_>
anco fecondo giorni, e l*hore_>
i
di PrecutiojefTeudo corrotto il vocabulo di ma
Ladiwerfità degli inlìromcnci da foaare^di- nieia,chc quefta d<nominatioue fcambieuol-
meote
. .
mcntcè fucccfla aouella de' Sanniti, e fatcu^ quelli della razza del Re,del Prencipe di Biil_
TniuerfaIe,come ella a tutto il paeìe.,'. guano, & altri .
Si dipinge donna in luogo crto,& montuo- Sta anche bene il caualloa quefta Prouincia
fo, per cfTerequcfta Prouincia così fatt.t-^. perciòchc efleacio aiamaledi fiia natura gene
Si fa veftita di color vcrde,& di a(petto vi- ioCojSc fciuendo al fatto della guerra, (I attri-
ti! e, & robufto, pcrciòche, come djce Plinio builcc a' Sanniti huomini btllicofi^che (come
el libro terzo , huomini habitanti ne*
clic gli appreflb fi dirà ) fletterò a fronte più volte-»
monti fono vigorofi,robufti,& più forti di que con l'eflercito de' Romani
gli, che habitano luoghi piani, elìercitado più L'hafla, che tiencon la delira mano, è per
quelli il corpo,che non fanno quefti . fignifìcato del lor proprio nome , fìgnifìcan-
E perche produce quella Regione, grandif- do (come dice Felto ) la voce Greca a-Avyìa.
fima quantità di zaifaiano, del quale non fole hafta-rf.
BC participa tutta l'Italia, ma molti altri paefì Oltre di ciò Tbafta le fi conuiene in fegno
ancora, fi rapprerenta,chc porga la bella cefta della virtù,&: del grande valore Perciòche i .
in lega con elfo l«ro- La terza quando cercaro- mente ottennero d'elfer fatti partecipi di quel-
M R
forma di vna donna bella & Li fi mette per cimiero il pico arme di que-
SIdidipinge in ,
virile afpetto.che conia delira manoft fta Regione .eflcndo che il pico vccello di Mar
ma
targa attrauerfaca d'arme d'- te fudc gaidato,& andaffi auanti le legioni de*
appoggi ad
Sabini, e quelle nella Marca conducefle ad cf-
hafta,con l'elmo in capo,& per cimiero vn pi-
C0j& conlafiniftra mano tenga vn mazzo di fere colonia di quella Prouincia, Se per quello
fpighe di grano.in atto di poigerIe,& appreflb fu detto a tempo de' Romani la Marca , jiger
vn cans.-'- Picenn4, come ben defcriue aliai in vn brcne_>
a lei vi farà
perla vaghezza della-*
Si rapprefinra bella elogio il Signor Ifidoro Ruberto nella bellif-
Prouincia molto bene diftinta dalla natura in fima,& marauigliofa Galleria di Palazzo nel
valli,colIi,piani,riui,& fiumi, che per tutto l'- Vaticano Gregorio Papa XIIL di
fatta far da
irrigano , & la rendono oltre modo vaga , & fclicidìma memoria nella qual fu di
molto aia
toil Reuerendiffimo Padre Ignatio Danti Pe-
bclfa_v.
Si dipinge di virile afpctto
con >na mano rugino , & Vefcouod' Alatri, che n'hebbe fu-
appoggiata alla targa, & altre armi, per mo- prcma curadafua Beatitudine, & l'elogio fu
ilrare li buoni fbldati che d'effa Proiiineia c^
.
quello
A^ir FicetfttS)*gtr di&tts efiprcpter fertilim-
. ,^ .
JLomam * eéter/tfque Itali* » Iitropiqu* partet di ciò per dimoftrare, che in quefta Prouincia
iuuit . vi fono cani di gran ftimajC bontà>c di effi ne
Et certamente gli hiiomini di qticfta Prouin vanno per tutta l'Italia, e ritornando al vaio-
eia non folo hanno fouucnuta continuamente re,e fedeltà di quefti foldati, fi dimoftra da-*
di grano RomajC l'altre prouincic:mà ancora Velleio Patcrcolo quando dice , che Pompeo
hanno dato aiuto di fortiflìmifoldati, & infic- armò per la Republica numero grandi/fim»
ine fegni di notabil fedeltà, ne i maggiori bi- digente:mà chc_j,
fogni loro,& delia Chriftianità, contro i Tur- la Cohorte picena plurimum confidebat-
chi, e «^li Herctici,& a tempo de* Romani an- A' tempi più moderni, quando Papa Cle-
tichi Ipetialmeiiitc fecero, c|iiando congiuran- mente VII- fi trouaua a/I'ediato in Cartello San
do contro d'e/Ii gran parte delle Colonie d'Ita t' Angelo dalli Spagnuoli, & da i Tedefchi, i
lia gli moflTero guerra folo li Marchcgiani Marchcgiani quali popularmente s'inuiorno
de' quali i Fcrmani reflorno in fede,& combat alla volta di Roma , de i quali fpingendofi a-
terono in lor feruigio.onde quella Prouincia , uanti il Conte Nicolò Mauritio da Tolentino
& quefta Città ne acquiftò lode di fedele, & con alquanti caualli, e con cflb Tullio Rubcr-
per loro gloria ne i luoghi publici fi vedc_-> ti, fi riciouarono a canario di Caftelio^quando
R O M N A. t
DONNA
. . .
Hcbbe qiicfta Prouincia diuerli nomi , vno hauendo Plinio in molta ftima
il lino di Faen-
de' quali fu Flaminia, Sediceli, che habbiaotte za nel lib. 1 9. ponendolo nel terzo grado di fbt-
;nito qiieftonome dalia via falicata, raflet- & ngliczxa , & denfità , & nel fecondo grado di
tacada C.Flaminio Confole Romano, come_> bianchezza—.».
narra Scrabonc nel libro j.Sc T.Liiiio nel 9. del La rabbia vien molto Jodara quella di Ra.
le guerre de' Macedoni, dicendo,che Flaminio ucnna da DiofcondeiCome cofa notabile. Lt_»
hauendo foggiogati i Liguri, Se fatto pace co' pannocchie di miglio, &
di panico denotano
vicini popoli, non potendo patire, che vitto- 1 la fertilità del paeie , quanto a tutte le forti di
riofi foldati follerò otiofuvi.fece rilicare,e raf- biade, & legumi, & fpecialmente migli, pani-
fettare la via da Roma per Tofcana, & pcrl*- chi, faue,& fagiuoli .
Vmbria lino a Rimino. Fù poi detta Emili-L_> 11 ramo di pino conil frutto , che tiene
con
da M-Lepido Emilio, ilqual fece vna ftrada > la delira mano, è per dimoftrarc la nobiliflìm»
cheveniuada Piacenza a congiungerli conia feluadipini intorno a Rauenna, & CeruÌ4_9,
Flamiiiia.Fù prima chiamata Galìia Cifalpi- che è cofa tanto propria di quella Prouincia.^
na, per eflereftata habitata lungo tempo du^ in Italia, che ninna cofa la fa tanto differente
Galli, Boi), Infubri,Cenomani,& da altre fimi dall'altre, quanto ella Ondeòifto V. di Felice
ligenerationi (come dimoftra Polibio nel quar memoria in vna fua Bolla circa la conferuatio-
to libro) licendojche hauendo i detti Galli tia ne di quelle pinete, la chiama decoro d'Italia .
palfate l'alpi, fccfero in quello paefe, & fcac- Ma per non lallar di dire cola , che notabil
ciati i Tofcani , che quiui haueuano edifica- fia, SiC per dar occafione ad altri porgendo lo-
dana, &Trafpadana,per elTcre da gli Antichi Marnale di elfi cosi dice nel i j lib.
partita la Cifalpina in due parti, cioè, di qua , Molili in equorea qud cretttt iptn» RauennAmt
& di là dal Pò Fiume. Fù pofcia nominata Gal Nj« ertt incultis grattar Asfar agit
lia Togata, come fi raccoglie anco da Martiale Racconta anco l'abbondanza delle rane_>,
nel terzo libro,che ini lo compofc^. che i\ trouano quiui & di loro cosi fanelli.^.
,
o M B R D A.
non eflere tediofo.mà folo dirò,perche fi chia preminenza in giuftitia, & potenza Ibpra tut-
maflc Bi3nora,che fu il primo nome, che ella ti gli altri Re, ic Principi temporali del mon-
hauenfccomc anco, perche da. ftata uominata do, fi come l'oro di molto auanza tutti gli altri
Lombardia, cheèftato l'vltimonomc^. metalli. Ma meglio farà di mettere n«lla de-
Dico dunque , che traile primieramente il lira mino della LomSardiala corona Imperia
nome di Bianora da Ocno Bianoro valorolb le di ferro, non d'Argento: ei;ra la fudettaglo-
Capitano de Tofcani.il quale palTandol'Apen fa nellaClementina, veggafi Girolamo Vefco-
nino s'infiguorì di quello paefe,fecondo che ri- uo Balbo Gurccnfe nel trattato che fàdell'In-
ferifcc Catone nell'Origini, doue dicc_>. coronatione a Carlo V. Imperatore. v^»««/ Im^e
G.%Ui» Cfip^dantt, ohm Bianora a vtiìorij ratoremprimum argento coronari, diinde ferro
Ocno . in Long$bardta ohm G^Uia Ci/alpina. Il Corio
Fu finalmente detta Longobardia da i Lon- Milancfe nel primo libro dcU'Hilloria di Mi-
gobardi che longo tempo tennero la Signoria lano mantiene che nella fua Patria [i da la co-
di efla Regione, bora dicefi Lombardia , per rona di ferro Imperiale a gl'Imperatori-
«naggior dolcezza della pronuntia.- Le corone d'oro Ducali nobilitano anco,&
Bella,grafla,allegra, &
veftita di color ver- inalzano quella fopra tutte l'altre prouincit_»
de fi rapprefcnta,per edere gli huominidi que d' Italia, dimoHrando ch'ella abbraccia,& i n Ce
fta Promnciaaraorcuoli,conucrfeuoli,& mol- contiene più famofi Ducati, come di Milano.
to deditialli Iblazzi della vita,godendo vnpac Vi è anco rantico,& nobile Ducato di Tu-
fé quanto polla eflereameno,fcrtile,abbondan rino , doue haueuano il fuo feggio i Duchi de*
te di viuere,di dclitie, & di tutte le cofe, che Ci Longobardi (fecondo Paolo Diacono, Biondo,
richiedono al felice viuere degli habitatori & Sabellico ) & hoggi è pofl'eduto con otti»
oue fono molte Città grandi, famofe Terre, in- mo, Scgiufti/Iimogoucrno dall'Altezza Serc-
finiti Villaggi, &: fontuofi Cartelli, raagnificen nilfima di CARLO EMANVELE Duca.^
tilTimicdifitij publici,& priuati,dentro,& fuo di 5auoia> veramente Prencipe meriteuolcdi
ti della Città, fiumi celebri, fonti , & laghi di maggiore, & qual voglia flato,perefler egli
fi
MARCA TRIVISANA.
Il Cor-
. ,, .
niare Adriatico con tanta copia d'acqua, chc_> Si potrebbero anco aijiioucrarc gli Scalige-
{come dice Plinio nel lu^ogo citato ) fàfettt_> ri, che già per i tempi palfati furono Signori di
fa di Berecintia madre de gli Dei antichi, di co- altre Piouincie,qui gli tralafcicrò,fi come an-
rona turrita con otto torri d'intorno,& nel mez co i più moderni, che nelle guerre fatte, & fb-
ró vna più eminente dell'altre, farà veftita lot- ilenute dalla Signoria de' Venetiani in qucfta,
to di color azurro , hauerà vna foprauefte , ò & in altre Prouincie hanno dato manifelli fe«
manto di oro ricamato di fpighe, & fregiato di gni del lor valore, & del loro nome hanno la-
Terdeggianti,iS<: fruttifere viti iciato immortai memorl.i_tf.
Starà a federe fopra il dorfo di vn'alato Leo Quanto al fito.pofciache ella è rinchiufa__»
ne , terrà la delira mano appoggiata ad vna_j tra la Lombardia.ìa Romagna, & il mare Adria
quercia,dalla quale penda vn roftro di naue_3, tico,il Ducato del Friuli, &: l'alpi Treuifane»»,
o galea,& con la finiftra mano tenga con bel
di che dalla Germania lafeparano, ella è dalle_>
la gratia vn libro, & anco vn ramo d olino . parti del Settentrione montuofa:mà nel rima-
la Prouinciadi Venetia, che da Longobar- nente piana, le bene ripiena di vaghi, & ben col-
<li Marca Triuifanà fu detta, per haiier eglino ti colli, da quali fi cauano delicatilTimi vini,&
pollo il feggio del Marchcfàto nella Città di faporitilfimi frutti. Dal piano poi, che amplif.
TreuigiiC Prouincia nobiliflima al pari d'ogni fimo fi fcuopre nel Padouano , nel Treuifano >
altra.chefia nell'Italia, babitata già da gli Eu- nel Cenodcfe aliai più, che nel Veroncfe,& nel
ganei, pofcia da gli Eneu ,
doppo la
&
da Troiani chcj
rouina di Troia con Antenore in Ita-
Vicentino,che per la maggior parte fono terri-
torij montuofi , &c nel Bellunefe Feltrino , , &
I
lia paflb rivo- Tridentino,che fono polli tra monti alTai anga
Ella di prefente contiene in fé none Città ili,& riftretti , & però fonopiù feraci di vino ,
principali , le quali tutte hanno il loro Vcfco- che di grano
uato,oitre le molte Terre murate, & Cartella Si rapprefenta bella,& leggiadra con'tre fac
che vi fono , & oltre il gran numero di villag- cie,perciòche veramente è bellilfima quefta_^
gi, non folamente per la giallezza del terreno, Prouincia , come anco per alludere al nome di
jl quale è fertili/lìmo: ma in gran parte per lo Treuifi,ò Treuigiana Marca_v.
ritoamcniflìmo,{ì che fi può ragioneiiolmente può ancora dire, che per tale fimilitudine
Si
dire, che quella bellezza che nell'altre Regio- fia fomigliante all'imagine della Dea Pruden-
ri d'Italia fi vede per la dclitiofa colturadegli za, che così da gli Antichi era figurata , la cui
habitatorijin qucfta folamente li vegga per l'- virtù nei Senato Venetiano particolarmente»»
opera della gran maeftra Natura,che così l'ha riluce.^
voluta fabrlcarc^. La Corona Turrita nelmodol, che dicemo,
Le Città fono "Vinegia,la quale e capo,& Si- <limoftia per le otto torri le otto Città fi>gget-
gnora della Prouincia, Verona, Viccnza,Pado- te,& la Torre nei mezzo più eminente dell'al-
iia,Trcuigi,Ccncda, Belluno, EcItro,& Trento, tre rapprefenta la Città dominante_>.
che è coito alli confini di Germania nell'Alpi, Il colore azzurro del veftimento , denota l'-
delie quali Città in ogni tempo, in ogni età & intimo Golfo dell'Adriatico mare , che la ba-
liui'citi fono molti huomini illuftri in lettere gna, & clic da i medcfimi Signori è dominato .
& in arme^chc longo farebbe il farne qui mcn- La fopraucfte^ò manto d'oro ricamato difpi
ghe, &
i^i^OiOii' Parte Seconda. 37?
ghe,&! fregiato di verdeggianti, & fruttifere.^ hendone fempre di efla quanti gli Cono flati a
\iti dimoftra,chenel grano & nel vino, ciie^ baftauza per ogni grand'armatà 5 come anco
efl'a produce , ci fono accumulate gran ric- per ogni iorte di materia neccflaria perii fabri
chezze-'. care,& armeggiaae i legni.eflendoinefla Pro-
Siede fopra il dorfo dell'alato Leone per al- uincia molti bofchi d'arbori acotal fabrica be-
ludete airinfcgna della Republica di Vene- ne appropriati, &fpccialmentenel Trcuifapo,
tia_,j. doueh vede a gran commodo dtila Republica
Il mano appoggiata alla quer
tener la deftta il celebj:c,&: famofo bofco, dalla natura prodot
eia, dalla qualependa il roftrodi nane, oueio to,nc' colli del Moncello tutoo.di altiirin)e,grof
di galea dimoftra» che queftaPronincia è for- fe,& dure quercicjlung© dieci miglia, & fci làr
te, & potentillìma in Italia, & per terra,& pex go,da TrcuiC lontano dieci 'miglia,& dalie la-
mate mantiene in fé quella grandezza, che da gune di Venetia venti, ir come nel Bellunefc^
tutti Prencipi de! Chiiftiancfimo vien molto
i altri bofchi dì altifllrai,abet)i,lari(CÌi,t& faggiper
ftimata , & infieme temuta, &
rifpettata perii fabricare antenne, arbori, e rcraj,& nel Vero-
dominio, che ella hàdi quefta Prouincia,per- nefc. Vicentino, «Se nel Padouano graiidiiìlma
ciòcheneiraimate dimare,coM le quali elia_^ copia di canapi per far le vele, le gomcne,& o-
ha ottenuto vittorie fegnalatillìme in ogni tem gili altroiìeccflarioarmigio. i
pò per il numero grande de' naiiilij,& galee, Oltre che in quefta iftefla Regione ne i mon
che può fare & fi è fempre feruita di Prouin-
: ti di fopra, che ìbno nel Veronefe, nel Trenti-
ciàcosì d'huomini di battaglia per armarlcjtra no, & nel Bellunefefe ne catta il ferra in tanta
• ÒH^lì^i u^ <'
quantità.
. . .
DO N N.A
rio, con vn
veftita d'habito
cartello turrito in tefla^
rontuorOj& va-
fi co-
con nobiliflìmi pnuilegii,& djflmperatori An
tichij&: di Patriarchi d'Aquileia, ch'vn tempo
me fi figura Berecintia , hauerà il braccio de- ne furono padroni, & finalmente anco del do-
ftroarmato con vna lancia in mano, & che in- minio Venetojcb'hoia polffiede quafi tutta l;u_>
fieme tenga alcuni priuilegij co' figilli pen- Prouincia,e certo qucfta qualità è molto fingp
lar in lei, poiché fi numerano lìn'a fet,tanKicuie
'
iipnti .^ ,
. ,
v'ì Starà ^ppoggjat^a^ vnagrande , & feccui- giurisditnÌDni ,'icquali hanvoce inpàilamcn-
dà'vite ,y6Ìa ledcrfopra d^uetorni di douitÌ3__s, tOjchc.cvn vniuerple, il quale fi fa
ciiiifiglio
bóno con foiigo dirco'rio direttila con vna pie (^ahs Bertcynthia multar*: ». -^ :<*' '
cola figuiia in dileguo non mai bafteuolmenrc hiHehttttr curiu ^hìygÌAS-Ì^rTÌti* p^j^ès. ^i
cfpljcarei'perciòche nel circuito drdugcnt®,& Il che tanto più conuieirrfÌ,pcrche così fi vie
faxeo cotte , mantimo afflatu paucas ce :ientt^ Et per eflere opportuna alle cacciaggioni.le
amphoras, nec altud apttus medtcatnetitts indt- fi mettono per fuedimollrationi coturni, come
catur. Hoc effe ciedidertm quod Gr^ci celebran- quelli di Diana, e final mente, perche nella par^
tesmiris laudtbus PtHauon appeliauerMht.exA- te fua Auflrale ttrminan acque, e paludi, fc Itj
drtattcofinu . fìngono a' piedi le caniruccie, & i giunchi •
Non mi ellcnderò a far mcntione de' luoghi
in parncolaie:mà fblo dirò,che il vino del Vi-
paco non lontano da Goritia ha virtù di ren-
dere le donne atte alla generadone, onde nella Tr*\ ONNA
CORSICA'.
di afpetto 10220 fopra di crni-
vicina Germania, che tutto quafì ve l'aflbrbe À^ ncnte fallò circondato d'acqua in capo ,
chcjfe in altre regioni la terra produce più gra luogo, e quiui ferma to(ì volfe, che da lui fof-
no,hà bifogno poi di ripofarfijnc fuolc in quel- fé con quello nome addimandato, clfendo che
l'anno iftello d'altre biade caricar i granai del prima era detta Tcrapne , come narra Nicolò
padrone: ma querta con tutto che rade volte le Perotto
lì dia tregua, non fuole (ellendo debitamente—' Pcfcia fu dimandata Corfica da vna donna
lauorata) defraudare la fperanzadell'agricol- cosi chiamata, la quale era pafTata inquclt'lió
tor^^. la a cercare vn fuo vitello perduto , &. ritroua-
Gencra parimente tutte le forte de' frutti d'- tolo quiui, & aggradendole il luogo, vi fi fer-
albcri, & fi ad ogni artifìcio, che in qucfto gè- mò, e tanto piacquero gli fuoi coftumialli roz-
iiere vfar ti può, li ancora alle pianta ptregnne zi habitatori , che nominarono l'Ifbla dal fuo
fi prona per ellere molto arrcndeuole, incanto nome. Altri dicono,che ella fulTe così nomina-
che e per copia, &; per bontà fi può agguaglia- ta da Coifo, quiui fatto da Corfo valentillìmo
tea qualuiu]ue altra, & pur difòpra a molt'al- huomo,il quale lungo tempo tenne la Signoria
tre ancora, come ne rende teftimonio Athenco di quel pacfe,& fra molti, che fcriucno di qui-
nci lib.j. che parlando de' pomi, così dice. Ego ft'llol3,Dionifio dice, che ella acquillafle iluy
TjerOjVtri amici, maxime omnium ea mala,qf4t, ine di Corfica dalla crran nioltitudinc delle.*
'Rom& venduntur, Mufiana diéfa, fum admtra- cime de' monti: perciòche quello nome Corlb
tus,qu& ex cjuodampago in Alptbus Aquiletd con in Greco, & in Latino denota le tempie de' ca-
iiituto diportavi dtcuntur . pi , come fé diceflc l'Ifola delle tempie de'
Il libro, che tiene conladeftra niano,nc di- monti
B b Dipingefì
. .
378
CORSICA.Della nouifsima Iconologia
Dipingefi fópra l'eminente (àfló, perche que maggiori, & più feroci centra gli animali , li
fta l{o!a e molto mal difpofta a coltiuare , sì quali ne vanno in molti luoghi jfìimati aflai
per i faffi , come anco per eflerui altiffimi luo- per la boutàjfcrocitàjC bellezza loro
ghi jcome dice Rutilioncl J.lib.delfuo. Itine-
lario così ,
Incipit obfcuros offendere Corfica montes, SARDEGNA.
ì^ubiferumque caput concolor vmbra lenat ^
DONNA corpo iobufto,&
di
forma
liccio /opra
d'vn
di color gial-
Si rapprefcntadi afpetto rozto, perciòch5_> fartb in della pian
gli habitatori di qiiefta Ilolaper lo più fono di ta d'vn piede humanocircondato dall'acqua v
coftumi poco cimlijche così dice Scrabonc nel Haueràin capo vna ghirlanda d'oliuo. Sarà
Iib.y. veftita di color verde . Hauerà a canto vn'ani-
La ghirlanda di vite dimoftra,che qucfta_v) male chiamato Mufalo,ilquale,co{ne dice Fra
Ifola produce delicati vini, i quali inRoma_^-j Leandro Alberti nella defcrittionc , che fa di
le in molti altri luoghi d'Italia fono di molta quefl'Ifola ha la pelle, & i piedi come 1 cerai ,
meo, elle fafl'e chiamata la Sardegna Sandalio- nel quale fi vede fempre rona,& gro/ra,mà
più
ton dalia figura, & fomigIianza,che tiene del- douefi caua il grano , & altri frutti , che fono
la (cai pa,la quale da' Greci e detta Sandalion, luoghi piti baffi .
I I A.
VN A bclliifima
tuofo, &
donna veftita di habito fon
ricco che fieda fopra d'vn liioco fto)
LaSicilia fcome ferine Strabene nel lib.fè-
fu chiamata Trinacria, & il medefimo af-
in forma triangolarc,circondatodairacqua_^«, ferma Trogo da' tre promontori), che mirano
hauerà adornato il capod'vna bcUinìmaaccon a tre parti del mondo, che Covkì il PeIoro>il Pa-
ciaturadÌYaric,& ricche gemme, terrà con la chino.e'l Lilibeo.Onde lòpra di ciò Ouidio nei
Tnna.=
, . . .
fufl'c così dimandata dalli iicani antichiirimi quali Ouidio nel 4. de' Falli cosi dice.
tra'
habitatori di efla liquali dall'lfolari partirono Alta idcet vafttfuper era Typhoeos Aetno-j,
per lècontiinic ruine, che factuaiioi fuochi. Ctttui anhilatisignibus aidit hurrjus.
Alfine fu detta !>ici!'a come moftra Poli-
, lUic accendit gemtnaspro Umpade ptnas ,
bio, & Dionifio dalli Siculi aatichilfimij&niol Hinc Cerensfacrii nunc quoque fida datur .
rifola nella quale vi fono ricche. &: nobili Cit- Orafeiox Sicula UxaHÌt Mulciber AetlìCLj»
là:Terre, Ville, Ca(klla,& altri luoghi di ma- E -Silio nel 14.
rauigliayche ciò così dice Ouidio . Atnan Aquus amatTrinacria Mulciber antra
Crdta, domus Ceferi,nìHltfU ea fojftdet Vrhes Nam Ltpare vajiis fubter depaffa caminis
La bella acconciatura di capo con varie , & Sulphureum vomit exifo de vertice fumum.
ricche gemme fignificano,come li Siciliani fìa Ali Aetna cruciai tremef^éìis c^Mttbus ignes
no d'acuto ingegno, e nobile neJleinueiuioni. Inclufigemiiusypelagtq; imitata furorem
Tiene con la delira mano il caduceo,per mo Murmure per cacos tonai irrequieta fragores
hanno & che Nolte dieqjfimul, fonte e i'hlegetontts vi atro
tirare la facondia,che nel parlare,
con forza del loro ingegno fofl'cro inuento-
la Flamm^rum exundat torrens piceaque procelJo:
rijdell'arte oratoria, de' ver/I buccolici, paftora Semi ambufla rotat liquefacitsfaxa Cauernis.
molte altre cofc degne di memoria, & Sed quamquam largo flammarù ex&ftuat inius
li,&; di
Silio Italico nel ^4- lib. fbpia di ciò così dice. TurbineyO' ajfiduefub nafcens profluii Ignis
ììic Phaebodignum, &
Mufis venerabile Vatit Summo cana lago e ohi bei (mirabile diBù)
rigore
Ora excellentum, facras qui Carmine [yluMS ,
Vietnam flammis glnciem, ttcrnoq;
^h*}<ì'-> Syracofia refonaut Helicona Camatux^.
Ardentes horrtnt (copult.jUt vertice celfi
trompu gens lingHA , aiì eadem (tim bellx^ Collis hiems calidamq, nif4em tegitatrafa-
cicret tììUa^. ì
co,& i papaueri co' tarij fiori, che tiene con la ma fparfa fratte gambe, e tre fpighe, vna tra
finiftra mano , dimoftra la grandilfima fertili- ogni gambale tre gambe per li tre promonto-
le tre fpighe perla fertilità della Prouin-
tà, che è in queitafeliciflìma-Ifola,ilche affer- ri! ;
ma Strabonc nel fefto libro,diccndo,che non è cia,laquale era tutta dedicata a Cerere,per qui
punto inferiore a qual fi voglia altra Ifola,& tonfenfce Cicerone. Veggafi figuratain Firf-
Fcouincia d'Italia , producendo copiofilfima- uio Orfino nella quarta tauola della Gente Cor
fnente tutto quello , che Ì\ conuicne al viucre_> nella ; vn limile nuerlb dcfcriue Occone ,Sc
humanoEt Homero dille, che ogni cofa vi na- Goltz.in Augnilo.
fceua da fc fte{la,&: Claudiano l'afferma a qwc- Nella Medaglia di Lucio Allieno,ilqiule_^
fìo propolito così dicendo . nel/econdo Confolato di Cefare.46.ann1 auan-
f^Lue gratijftma Tellus ti la venuta di Noflro Signore fu Proconfols_>
G^nm nos prAtuLimus Coelo^tibi gaudi» nfiflri di quella Prouincia,vi è vna figura nuda chc_^
S(inguints,& caros vten commendo labore: . pofa il defiro piede fopra la prora d'vna nane ,
trénniadigna manent,rì»llos patiere Itgones con la deftra mano alzata tiene tre gambe con-
£r nallo rigidi verfabere vomens tifn giunte,& con la finiftra dietro ai fianco vn pan
Sponte tHiufiorebtt ager, celante iuuenco ; niccUo, la figura nuda e Nettuno per denotar
Dttiortblatos mirabttftr incela mejjes* Plmpexio del Marc che haucuain quel tempo
B b 5 dUciiO
,
iterarias imponit legi^nes Ary.e^ Ariudi che Cic. di Antonino Pio defcriue vn'altra Medaglia.^
a Ca/fio, Strabone, Appiano, e Dione, le tre_> di Sicilia figurata in piedi con TpigWe in tefta ,
gambe denotano il foluo fegnadì TrinacriiL_j, nella delira tiene vn ramo d'alloro, nella fini-
così detta Sicilia , quali gambe fono anco im- lira vii'alua'cofa che non fi conorce«».
I D E A.
fé l'artefice
fannoj Se
auanti
li ffìmo velo , che
tenghi in cima del capo che ponedèmanoalla fiia opera >non fino-eflc
fotti
nella fila imaginatione, quafi vn fpiritofo mo-
Tna fiamma viuace di fuocojhaurà cinta Iì-j
dellodell'opera,chepen(adi fare, non potreb-
fronte da vn cerchio d'oro contcfto di gioie_>
fpkndidifTìmOjTenà in braccio la ffgtua del- be arriuare alla fua intetione, &
in vano Ci sfor
zerebbc con atti elT:erion\ & corporali di met-
la Natiirajalla quale come
fanciulla dia il lat-
femplice, & vnico piincipio (che è l'Idea nella ordine determinato, così per laparticipationc
mente di Dio) quopojtto coniìituan/ur otnnia^, dell'Ideaogni cofa fi rende a lei fimile, ic fi ri-
0>/uilato inttreant , & per quefto dille Xeno- ducano alla fuafpecie,ordine,bellezza,&; vni-
tiitCildea ejì exemptar Aternum eortim, qus./e- tà , onde eflb Pythagora ci apporta quefta dif-
iun/inm naturam conJiflHnt,lA\ per efplicar la finitione, quale molto quadra a,gli effetti del-
figura f\ ha da dipingere bella come altrice di 1-Ide.u^.
quanto è di beilo nel mondo corporeo, oltre_> EJi ext enfio, atq'y aBus feminalium rationum,
che Platone libro 6. de Republica la chiamcL-s in vnitate regna»tium;Mà fcv accofinxfi più al
belli ifima così argomentando . la dichiarationc: Il fuoco che ha in cima del
lllMiiìgitHr,qHodverita,tem ilUs, <jH£Ìntelli- capo fignifica la prima tra le cofe fopra nomi-
gutur prdi>tf,& intelligenti viam, qui ad tntel- nate , che erano eterne fecondo la fentenza di
ligendumporrigit , boni Idear» efjedictto, feien- Platone, & quefta era il bene per il quale inten
titjCS" veritatis, quA per inttUeétutn perciptttir , deua Iddio creatore di tutte le cofe come dicem
eaufam Cum vero adeo puUhra duo h&c fint co- modi fijpra, della quale ftanno tutte le Idee_^,
;
^nitiofciliceti ac verttAs,fi bonum ipfum aliud, Onde per quefto diflè luftino filofofo, & Mar-
^unm tfta,^ pttlchrtMS efttmabis, recìe putabis. tire nel admonitione de Gentili che Piatone.^
Si che non fi potrà negare che nel Idea non intendeua che Iddio era in vna foftanza di fuo-
fia vna fonama bcllezza,ilche anco paruea Por co, forfi perche fi come il fuoco tra tutti gli E-
B 4 icmcnti
,
<rome dice Aiift.al4 della Meteora al ci. Così é^ omnia pertineat,'Et<:i\.\c?t.o iunìcnt p cife
fid
Dio e folo onnipotente , & a lui niente può re- re vicina a Dio, dal quale come da vnincifau-
ilfterc, le tutte le cofcda lui hanno pigliato 1'. fto fonte, riccue ninumerabiie Iuce,& perque-
effere Racconta Celiò Aureliano antiqH.ltH.
; fìo dilfe Platone Circa omnium Regem or/.mrt^
hb.?.cap.36.che Perii & altre genti teneuano
i funt, àonc èd'auertire,che Platone intende che
il fuoco per Dio , più oltre molti Filofì)fì anti- ci fiano due mondi vno Intelligibile, 5i l'altro
chi penfbrnoche il fuoco fufle Dio tia quali , Senfibile, quello ArchctipOjS: efl'emplare quc-
fu Hippafo Mctapontino,& Eraclio Efeiio co- fto Corporeo, & materiale, ma fopra di ciò per
jnc narra, Clcnientc Alclfandrino^in orat.^dh$r breuitàfolo apporterò l'efplicatione di Filone
ad GentesiSc alcuni Stoici diflero chc_j
estorta lib. de Mundi opificio dicendo Deus vbt prefua
Dio era Ignea come teftifica San
Ja natura di Dettate prAuidit itnttamentum pulchrum non
Gio:Dainafceno in lib-rf? HereJiéfus.Ma lafcia- pojfe abfq; exempiari pulchro exiflere nec fetfi- ,
ti li Etnici Fi lofofì : nella facra fcrittura fi in- btle quicquam circa exceptionem probari , quod
cende più volte fotte nome di fuocojIddio,On non Archetipo intelltgtbihs Idei re^ondeattpo^
'
de nel Deuteronom.cap.+.lì legge del Padre_j. quam decreuit vtjibtlem hunc mundum conder»\
'D$minus tuus ignis confumens efì &c S. Paulo , prius formauit ftmulacrum eiu. intelligibile, vf)
ad Hebrios cap. i i.nel fine parlando del figlio- ad excmpìar incorporei Deoq;ftmillimt corporeti
lo. Ignitum verifum tuum nimisx Se al fecondo abfoluerct Alundum^ totiAem cowplexurum fen.'
delli Atti della tcr^aperfona App^ruerunttlUs fibtlia genera, quot 1,1 illointelligibilta, & dop«'
dièpertit£ lingua tanquam ig.iis , & vspletifunt pò alcuni verfifoggiungendo. '
:
"
Spinta Però non è marauiglia coniti»
SaTiéìp , 6'; quts apertioribus verbts vti voluerit nihil a-
dice S.Giouanni Daniaiceno ncliuoco citato , liuda:xertt cjje mundum thtelligtbilem , quam^
Ignemin templis a^eruari yVt dimr.A Naturi Dei tamcreatis Verburn, nthil enimaliud Vrbs-
ijuaft fymbolum ejjet, ^propterea capit^ile fwjje ivtelligtbilti eft ,
quam ratio architeBt , iam in
fi facerdotes ignem in tetnpL-s extingMt permttte- Vrbfm mente cenceptum condere cogttantis. Tic;
rent, tamquam diuinitas ex eo loco »rceretur,ó* ncinbraccio la Natura, alla quale dala Zinia,
"weluti deleretur; A quelle auttorità fi aggionge per dinotare l'anima del mondo, che era la_^
alcune rag ioni, 6c prima perche il fuoco è fon- terza cofa tra le coeterne, quale dipende dalla
cé Azi calore per mezzo del quale tutte Jc cofe mente Diuina come il fplendorc della 1ucc_jì
create hanno forzaj& vita,& perquelì;o Varrò del che parlando Fernelio lib. 1. de abditis re-
ne dice che igms dicttur a gignendo ,t\{cnò.o che rum cati/tsaì ca.p-10. dice Non id fi fei te vtrtufis^
genera, &: gouerna ogni cola come dice Plaroiie fuàtnflexicnem retraxertt deficiente vita in mer
libro di fetenti nL^. tem corruent omnia, Hitc entm Dei vita, hac ti
Il cerchio d'oro che tiene in capo con le det- lius acìio,rem ad motiontspto fiua quanq; natu-
te gioie di gianlpleiidore,(ignifìca la pcifettio ra ctert,vitamq; omnibus infpir/ire;(^ tmmer-,
ne delia mente,eril-ndo più perfetta di quan-
la tal itati s quidem fetJiinibtis Lalum con/erit,ter
to fi li modelli eifem-
ritroua, per elfercin ella ram vero mutationum Imperò che il Mond©
.
plari di tutte le cofe, & fi come le forme fi na- che contiene in fé tu: ti quelli quatro principi ji,
turali, come artificiali più rilucano, &iIt>rifco- Se Elementi della natura, e vn certo corpo in fé
ro nel Pagete, che nell'opera, o lìcgPinftrumen vnuo, \ì parti del quale fono in fé riftrctte con
ti , così le forme del vniuerfo for.o molto più l'aiuto dei vuico fpiruo, & anima àt\ Mondo:
perfecte,a: yigorofe nel artefice, che nelle cau- poiché come dice Virgilio nel é.dcl Eneide_j»
fc finguIari,o nella matteria, & come dice To- Principio (.alum,Qr terrai camposq;liquentes ,
mafo Gianiiiiio ntl ìib-de protitdenfta al cap. 7. Lticentexnq; globum LunsTitaniaq, a/ira
Si Dei conccjJHiaut ronternplattonis munere^ Spirttus h.tus altt, totamq; infuja, per p.rtus
nimunàttm •.lìtdligibilem afcendtmus , in quo Mens agitHt molem,et magno fé corpore;mtfcet
lux fulget Ideartim .<j/lendidtjftmA,0* vera ejfea Et Cicerone in Tufc.Queft.diife Omnid vno
ti^renn» continetur,dt*bio procul hAc,qH*fenfi. dintncóf continuato iptntu contineri iiiceican
ius occurrttnt,faIja,i^ mentita agnofcemus^nos do,& fpargendofi quello fpirito per tutto l' Vni
vttA ht*iMs penitebtt,in quanimis credentes fen~ uerfo a guifa di vna vita del Mondo accompa-
fisiij a f'il/is rerum ima^nAtionibHs itl'idimnr, gua:o da Yiifidaeo e^lo.re^dal quale dependcj
Parte Seconda.' ^^$
HA foflanza pr«cicatricc,nutricc,augunìcnM- della gencrati«ne,conuttionc, angumcntatio -
tiice, Se confèruatrice, quale vediamo infon- ne, altcratione, &moto locale comprendend©
derfi in tutte k cofe create come apunto tutti Vi tutte le cofe naturali .
ammali per mezzo del latte yiuono,fi nutrifco Il pacfe con le cofe fopradcttcche la detta_^
nojcrclcono, & fi confcruono, & però il Poeta figura moftra di accennare, fignitìca il Mondo
Hcl luoco citato di (Te.,'. inferiore fenfibile,& materiale, che dal Ideale
,,lnde homtnHm, pecudumq, genHS, viUq ; vo- in tutto e per tutto dipende, ma percomprcn
lantHm dere molte cofe in poche parole, &
per farevu
,, Ef (^HA metrmorcAfert moiìrn [ub dqupre ptn- epilogo di ogni cofa Dico che il bene è vna_^
.
ICHONOGRAFIA.
^
TJ^W
xia.
.
lUa luce, Così per appunto in quefte quatto re- mifura che fé li dà nella finiftra mano , in di-
le cioè Mente, AiiimajNatura,& Coipo,chiun uerfi paefi viene diuifa oin bracci, o in palmi,
que contempia la loro conucnienza, & ama il o in piedi, & altre fimilidiuifioni , & è quello
diuiiìo fplendore per mezzo di c({o viene a mi- che viene a mifurare i lati cftrinfechi,& intrin
rare, amare , Se liufciic Iddio Creatore del fechi di dette fabriche,dalla quale poi fc ne fa
tutto Scala nella carta doue che fi prende le mifurc_j
ridotte dal grande in picciolo, &c quella con il
ICHONOG RAFIA. compaflò riduce il (ito già prefoinpioportionc
DONNA mezz'età,
Terrà con
uè,
di veftitad'habito gra
la deftramano, fquadra-^,
delincata_j>.
Gli fidalabulfula la quale è quella che ope
riga,& compafTo, Si in terra da la medefima
,
ra a pigliare (mediante la calamita, &: le fue di-
parte fia vna ballala da pigliare le piante,& con uifioni) ledcclinatiouide lati, & angoli de tat
la finiltra vna tauola ouc fia difegnata vn i_^ te le piante.
pianta <l'vn nobililTìmo palazzo,& co la mede Si fa di mezz'età, & veftita d'habito grauc »
lima mano vnacanadoue fia diuifo le mifurc. perciòchechi efl"crcitaqueftaprofeirione,dcuc
Iciiouografia altro non è che vn difegnodel mettere in carta con raii'ura &intelligentia. Se
le cofe , che fi vogliono fare in figura piana_j) congiuditio grandiifimo quanto s'ai]ietta alla
con linee , & figure geometriche con le quali verità di quell'arte di tanta confidcratione.
I I R TIGNE.
SI
. ,
iie{là,& che Uà immerfo nel peccato, non può ad vn baftone,e con la delira terrà vn vétaVlio»
hauere fé non penficri brutcij&: abhomineuoli, moftrando di farfi vento.
ondelbpradi ciò S.Gregorio fuper i.Rcg.dicc Per la languidezza.ò laffitudine (come hab-
Cogitationes turpeseutfarenonfote/iyqut hone- biamo detto) intendiamo quella debolezzci_j4
flatem non hubet » che efteriormentc accade al corpo, e che Pan-
& più il medefimo fuper Gcn.H0m.40. noìat_>..
Aftxilium dtuittumper bonamvitum conci' Si dice eftiua,per dimoftrarc non la langui-
liandum , dezza, ò Laffitudine cagionata da malitia,o d'-
Tiene il vifo riuolto al Cielo il quale mira altra cofarmà quella caulàta da ftagioue natu-
con molta artcncione, per dinotare che fenza_rf. ralmente calda,che è l'Eflatt_3.
la gratia, U Ifpiratione diuina non fi può folle Si dipinge magia,perche efalando la foflan.
tiare la mente,& l'intelletrojfc non a cofe fen- za del corpo per mezzo del calore,che la diflbU
fibili, & terren5_j- ue,viene necefiariamcnte a dimagiarfi.
Gratta facityVt peccatum nobif non dominetutt. L'habito,& il petto nudo fono legni così del
dice Aug.lib.de patien.cap.i. la flagione,vfandogrhuomini iaquella, velli-
La fpada con la punta fitta in terra,ne figni- menti affai leggieri perfèntiremen caldo che
ficache quella attiene fia opera dell' Ifpiratio- fia poffibile, come anco fon fcgnidcl calore,,,
ne diuina perche l'opera dell'hiiomo dedito che attualmente Ci troua indetta languidezza^
nel mal fare non riceue merito appreflb a Dio Con Pappoggiaifi, moftriamo hauer bifo-
{è non per fua gratia,, con la quale eflo , è lar- gno di follentauicnto , e chi ha bifognodi fo-
ghi/lìmo premiatore di tutte le buone operc_j, ftentainento,non ha forze fufficienti peilèltef
Grattitm, ^
glori am dabit Dominusy.dict il fo, il che e proprij (lì ino della noftra hgur.i^jj»
Salmo 84- che fi è detto clfcr debolezza dii forze del cor»
Sidjjnoflra che tenghi con la fiuidra mano pò fiumano <.
li vea-
.
L E A L T A\
Vi
^:.%
.?s^
^
DONNA veftita di rottililTima vcfteiin v-
na mano tenga vna lanterna accefa ncl-
della mcdthma
diile Chrifto
qualità. A* qOefto proposto
Noftro Signore, lia tale lavoftra
.la quale ammiri accciitamcnte, &
nell'altra v- luce prclVo a gli hiiomini che e/li ne rendano
K\a mafchera fpczzata in più luoghi, &
Zìa in at- gloria a Dio, che alla fama de meriti Toftri cor
to di sbatterla in qualche muro,ò (aflo . rifpondano l'opre—?.
La verte Tortile moftra che nelle parole del- La mafchera che getta per terra, e lpezza_^j
l'huomo reale fideue fcoprirc l'animo fìncero, moftra mcdcfìmamentc il difprcgio della fin-
& fcnza impedimento cdciido le parole a con- tione,c della doppiezza dell'animo, come fi è
cetti dell'animo no{Uo,comc la vefte ad vn cor moftrato in altri propoflti
pò ignudo .
penetra di fuori col vetro, fono le paroIe,& l'at- petto, moftri proprio core per cder'clla
il
loni ertcrion, & come la lanterna manda fuo- vna corrifpondcnza dell'animo, con le parole
i medciimo lumcjchc nafccdenti'odi lei,
cjutl ò con Tattioni, acciò le fia intieramente pretta
osi l'huomo leale deiie cflcr dentro , e fuori tafcdc-.^.
LEALTÀ'.
. . »
La man deftra fopra il petto, fignifica inte- fin dalli Re, che lotto lo fcettro del dominio lo-
grità dell'animo, & il cagnolino per la propria ro la fanno riucrire, &
ofl'eiuare da tutti li fuoi
inciiiiationc parimente fuleltà,e Lealtà . popoli.
Il libro denota la Legge fcritta,laquale traf-
LEGGE.
Del Signor Gtó: Zar atta» Cafitllmi
gredire non Ci deueclTeiido in ella pofta la falli
te delle Città . In legibus pofita eji Ciuitatisfa-
MATRONA attempata di venerando a- /«j, dille Principe de'Filofofi nel primo libro
il
habbia in tefta vna Diadema, tenga nella deftra che lega la sfrenata licenza, il mondo farebbe
mano vno fcectro, intorHo al quale lia yna car- totalmente didbluto, e ripieno d'inganni, d'in-
tella col motto. lul^et, et (>rohii>et.Sopì:i il ginoc giurie, di torti, d'oltraggi, edi mille misfatti ,
chio finiftro pongali vn libro dritto, & aperto, per ilqual (i turbarebbe l'vniuerfal quiete, e pe-
nel quale (ia l'cruto./^ legténts S.tlus Sopra il . rirebbe la falute d'ogni Città, però il medelìmo
libro appoggi la man linillra,con la quale ten- Filofofo nel terzo della Republica àict,Legtnt
gali Regno Papale, e la corona Imperiale». pTAeffe Ctmtati efioptabilz->.
Quella figura è fondata principalmente fo- Il Regno Papale, e la Corona Imperiale te-
pra quella defìnitione prela dal Greco. Lex nuti dalla man ìiiiiftra foprail libro fono fimbo
ejl/aniìto /ancia inbens honefta ,
prohi&ens ean^ lodell'vna e dell'altra Legge, Canonica,e Ci-
trarli—}. uik. Pontificia, e Cefarea, nelle quali i\ com-
La Legge lì alllniiglia ad'vna Matrona vene piende la fcienza della h^^g^ Duuna , & H\x-
rabile:(l come la Matrona gouerna.e conferua manì_j.
la famiglia, così la Legge goucrnajC conferua Le^ge della Gratia,nel fopradctto luogo.
la Republica .
Dònna abenedittionejfopra
federe, che conia mano dcftr.i—»
E' Matrona attempata per elìcr la Legge an- dà la la medcfim»_*!>
tichiirmia fatta nel bel principio del Mondo mano colomba dello Spiritofanto,la dee
vi è la
alli primi noitri parenti, a* quali fubito creaci. ta donna fiede fopra vngran vafo , dal quale»
Iddio victò,ciicnonmaiigiaireroil pomo: Se- efcc gran quantità d'acqua, e fopra il vafo fo-
fuitò poi la Legge Molaica data pur da Dio, e no più Cornucopie , nella Ibmmità delle qua-
Euangclica dettata dal ilio diletto lìgliuolo li fono figuratigli animali de' quattro Euangc
vero Dio, e rero Huomo Tralaftb l'antichità
. liftì , oltia ciò nella man finiftra tiene vn libro
della Legge importa daMinoea' C rete fi, d.L_j aperto fcrittoui àcnuo ^ In principio trat ver-
Dragone, e da Colone a gli Athenielì,da Ligur- bum ^C'
goa' Lacedemoniefi,da Numa Pompilio a' Ro Legge del Timore, nel fopradetto ÌHogo.
mani, e dalla Republica Romana nelle fue^xij. DOnna col vifoeleuato,e tiene con la ma»
Tauole prcfe dalla regolata Repub.Athenie/é. deftra le tauole dell'antica Legge , e coia
Siede in Tribunale, perche uelli Tribunali la lìniitra la fpada verfatile».
fedendo, fecondo le Leggi da' dotti leggifti giù Legge Cittile , nel fopradetta luogo
dicar fi deu<i_>. yNa donna che fiede, e tiene con la deftta
Ha ladiadema in tefta, per effer ella Santi-» mano vna bilancia, & vna fpada, e fopra
dcterminationeje con ragione Santa dir fi può vna parte di ella bilancia è pofto vn de' fafci
la Legge, perche è cagioncche [\ elTerciti il be- de' littori vfati da gli antichi; e fopral'alrr.i_>9
ne, & fi Aigga il male; laonde tiene Demofte- parte vna corona regale,e con la fiivftca mano
ne,che la Legge fia vn ritrouato,e dono di Dio, tiene vn libro aperto,fopra il quale è pofto vna
alla quale conuiene,che tutti gli huomini ob- corona Imperiale, & inelToè fcritto Imperato-
bedifcano Lex eli, cui omnes homims obtempe-
. riam rnaieiìatem non fol»m armis decor.zta/^ >
rare conuenitycum ob ali.i >»:iira,t»m v=:l eo ma- /ed eli^ìm legibus armatam eije oporttt .
L E G A.
Del Sig. Gin. Zaratino Capellini.
ccr.^ituifce la fede della pace, di che picnarK-ii gnc: ecgiafié l'altra, cui Cittadini rimanefleio
i
te tratta il Panuinio : De Ctuttate Rcfnana . vintiteli :«r pur quello accordo chiamafida Li-
Menalippo legato «lei Re Antioche aflcgna ino Eadui , dicendo egli . {•ritti ^uam dtmica.
rent
. , . .
viciJfeHf > is alferipepuh cum bona pace imperi- principio di parole AMICITIA E5TO.
tdret . diche n'è particolare Oflcruatore il Brifibnio
La forma vfata da' Romani di giurare fopra nel lib.4 delle Aie Formolc,dicendoZ<«/«f //^.
j H.ccmprobat Fctdus cum Antiocho in Ime
Voflèiuanza di tali patti d'amiftà,e confederan verba
za vedefi in Tito Liuio nella medefìma leg.U-* coa/criptum fuiJfe^Amicitia Regt A/itiocho cum
tra gli Albanie' Romai)i,&: e riportata dal Bio P.R.his legibus,^ condittonibus efio. Si che noi
do lilj.4.de Roma trionfante, dal Sigonio lib. cfprirncremovn altra forte di Lega, è quel- &
primo cap. primo </? antiquo ture Italia , e dal la, quandodue,ò più parti fanno Lcga,& accor
Eriflbnio nelle formole . Viio del collegio de' do di vnirfi contro vn loro commune nemico :
Sacerdoti feriali, che vinti erano, doppo molte tale fu la Lega di Pio Quinto col Re Cattoli-
cerimonie dicena. Se il popolo Romano per pu- co, e conia Rcpublica Veneriana contro il Tur
blico coniglio farà il primoa mancare da que- co,la quale fu detta Sacrum fcedus, 8c il monte
fti patti.c leggi Tu Gioiie cosi quefto Popò- . eretto in ùillìdio per tale imprcfa chiamafi tut-
Io,comeio fcrifco hoggi quefto Porco , e tanto tauia Moti s /acri foederis ,c vcdcfi la detta Lega
più fcrifcilo, quanto più puoi, detto quefto.per dipinta nella fala Regia in figura di tre donne
coteua vn Porco con vn felce ; la qual forma è abbracciacc,vna delle quali rapprcfentala San
da Claudio Paladino riftretta in quefto di- ta Chiefa,la feconda Spagna, la terza Vcnetia,
fticho . diftinte con le loro iblue imprcfe,& armi
Vtfcrofdvohii prAfentibus accidit ifli , Noi habbiamo figurate due donne armate ,
Sic mihi co> ttngatyfaltere fi hic cupiam . abbracciate, per denotare l'vnione
tSc accor- &
Leggefi altra forma vfata da Greci, appreflb do di aiutarli con l'armi contro il nemico
Homcio nella Terza Iliade, oue fi pattuifce_j; L'Ariona,G la Cornacchia fono fimboio del-
Lega &
amicitia rimettendo prima lafomma la Lega contro vno commune nemico, perche
della guerra nel finguiar duello tra Alefl'an- qucftì due augelli fono ncmicialla Volpe, la >
dro.e Menelao per amor d'Helenain qucftiL-j quale è ad'ambedue auuerfaria,onde e/li accor
iTianiera,ecoi]ditÌGne;chc]l Vincitore ottenga danfi d'afialtarc vnitamente inficine la Volpe,
le ricchezze, e le bellezze d'Helenaj'e gli altri e dilacerarla,e fpelarla col becco più, che pof-
leftino infermaconfederaca pace_j. fono, però habbiamo poftala Volpe ftefa (òtto
Alexander ,(3^^ bellicoft4s Menel.; hs , li piedi della Lege fimboio in quefto luogo del
Lc?7gts hafits pugnabunt prò muliere : commune nemico , che da collegati atterrar fi
ViBortmatitem mulier, opes fequentur, & cerca mediante la guerra, della quale è gero-
esteri ziero amicitiarrij fcederà firma fe- ^ glifico l'hafta, che ciafcuna delle due donnc_j
rientes tiene in mano Che l'Anone, eia Cornacchi»
.
Tutto ciò ftabilito in cotalguifà,pigliaua_^ pofti fopra l'hafte fieno amicijil dice Arift.lib.
l'Imperatore lauandofi prima le mani con l'- 9. cap. I. de gl'animali, ^»!i/V« Cornix,(^ Ardeo-
acqua vn coltcllo.efradicaua dal capo d'alcuni la; che facciano lega contro la Volpe Ci racco-
Agnelli 1 peli , Prin-
i quali fi diftribuiuano a' glie da Plinio lib.io.cap.7Z.C<»r»;*-,^ Ardeo-
cipi dell'vna,e l'altra parte,cfpOnendo poi i pat la centra vulpiumgenus communibus inimici-^
ti dello accordo, fcannanagli Agnelli poih in tìjS ^f
terra, e vi fpargeua fopra del vino,diccndo . O
Gioue,a quelli,che prima romperanno i patti,
il lor ceruello,come que-
così fcorra per terra LEGGE NATVRALE.
fto vino
iHpiter aHgufiijftme , maxime ^ immortales VN A belliflìma donna , farà
con capelli natiu ali gì ùftefi,& nonintree
mezza nuda
fiVhora tutte le core Tue belle, & perfette come LANCE) acciò fc Intendi la giuflczza del-
fci-ittonei Deuteronomio a^.^i-Deiperfecìa, la qual Giuftitia , quale confìfte fare ad altri ,
funt opera,h rapprefenta mezza nudajccn li ca- §luod flirt -vis fieri, i: non fare ad nitrì qued tibi
pelli naturali giù ftefì fecondo la natura,& no non vis fieri Mat.al 7.
.
intrecciati per arte perche quefta Legge e fem- L'ombra Ai fc ftcffa che moflra con l'indice
plicc come fatta da Dio (ìmplici/IImo Ha ve- . della (ìniftra manoTi fi mette , acciò meglio fi
lato le parte meno honeftc con la pelle dell'a- fcuopri la Legge Naturale iaquale opera di raa
gnello, perche nel flato dell'Innocentia l'huo- niera con il prolTìmo che lo fa limili a fc ftcf-
xnofoggiaceua alla Le!>gcdiuina, alla qHalc_> fo, &: perciò fin li Filofbfi han detto che Ami,
contradicendo, fi partì dal precetto. Indi forti cus efi alter idem .
Parte Seconda. 39
pictieftallo fopra della quale vi farà vn libro , fogno fenza timore, &
farlo forte nelle batta-
nel quale fu fcricco EVANGELIVM pofan- . glie fpirituali.Ad.Apofl.cap.8.
doLii fopradi eflola fuiillia mano & appicllb
, La pietra nella guifa che dicemmo (opra U
rifarà vn faHo con vn paro d'ali col motto che quale v'è il libro noatinato,polandoui fopra la
dichi ONVS LEVE, Giouane fi dipinge a di- mano fiiiuha,fà chiaro , che detta logge (ì po-
ferentia delia Legge vecchia. La fuprema bcl- {''3iySi. ha per fondamento Chrillo noltio Redcu
iciza. Se i chiari, & rifpkndenti raggi, che gU tore & li fioi Sacratiliìmi Euangclij , oiule S.
circondano la tcfta , il tutto dinioflia rhc 1 i__s Paolo ad Corinthios,'<'C^r<ry?fu er(it /'c/frt.il fai*
Legge nuouanfplcnde pert-ittoil Chrifliane- fo che gli Uà apprcflb come habbiamo detto
funo,anzi con la fuprema Maefìà fua atterr.L_j con il motto ONVS LEVE, ne fignifica lA_rf
& fpauenta gl'Eretici, Sifmatcci,u< tutti quelli piaceuclezza della Legge Nona, poiché Dio
clic ibnocontra la Santilììma fcdt: Chriftiana, benedetto di bocca fua propria dille Onm meum
poiché ncU'auueniniento dell'Alti fiìmo ifgnor Une, Matth.cap.ii.
iioftro Gicf; Chriflo.d fece chiaro quanto era
occulto, adempiendoli tutte le profetic.Il vefti LEGGE VECCHIA.
mento del candido. Se fottihdìmo panno lino, DONNA vecchia, veflita airhebrea,8<: det
ne lignifica, che li come il-panfio Imolauandoll vellimento
to farà di color turchino.chia
d imene candido, & puro, così il peccatore nel- ro, & rifplendente, ftarà alla radice d'vn'altif-
la legge nona mercè la fantUlima confeffio-
( fimo monte, & con la finillra mano terrà le ta-
nc) reità puro,&: netto da ogni macchia del pec uole della Vecchia Legge, oue fieno fcrittili
caro, facendo la penitentia chedal facerdot^ì_j IO. commandamenti, & con la delira vna ver-
gii farà impolla accompagnata con lacrime , gha di ferro , &: da vna parte vi farà vna gran
^ pentiment:),il che fa chiara, & pura l'anima palla di piombo con il motto che dichi POM-
nolha.onde Shcrn.Stv.^o.Cn^cr caiu. Lacrima DVS GRAVE.
}<xìitentiAfttntirìdiceSi & il Keggio Profeta_> Vecchia dipinge per rapprefcntare l'anti-
fi
Salmo loi.dice,
nel & potum meum cufufi'tH chità del nel quale fu data la Legge dal
tempo
mifcebum . Signor Dio, &. l'habito airhebrea,à chi fu data
Lo appoggiata alla Sanriilìma Croce_>
ftare detta legge. Il colore turchino di detto vefti-
ne denota che fi come nel monte Sinai, fu data mento chiaro,&: rifplendente, ne dimoftra, che
•
la legge, così all'incontro nella Legge noua_j Moife partito dal Monte Sinai, all'apparire,^',
per la paflìone , & morte, che (iìcq il Noftro Si- che fece a gli Hcbrei, l'aria che prima era fcu-
gnore in efla Croce fu la vera falutt,& la Re- ra, turbata, & tenebrofa, diuentò pura lucente,
dentione del genere hiimano-ll vcrfare la èhia & del color celeile_3.
rillima acqua, ci dimoftrajche fi come nella_!> Lo Ilare alla radice dell'altiflìmo monte , è'
dentore, & herede del Paradifo,& non folo (can Tiene con la delira mano la veigha di fer-
cella il peccato originale, con li quale tutti na- rojcome habbiamo detto, per lignificare il do-
fciamo.mà anco tutti gl'altri peccaci , & riem- minio che danno le leggi ibpra mortali, co- i
pie l'anima di gratia,òc di doni ipirituali, fi che m'anco la durezza ,& il cailigo di ella legge_',
è di tanta coniidcratione quello Santilllmo Sa- alludendofi alla Sacra Scrittura , la quale dice
cramento, che il Signore Dio dice,R fpondu le REGES EOS IN VIRGA FERREA
fui,Amen,Amentdtcetibtynifi qiits rey.atus fue- Gli fi mette à camola palla dipiombocol
rit ex aqua , {^ bptntu S^nlìq r.on pottiì introire morto PONDVS GRAVE, perdinotare, che
in regnum Dei Ioan.cap.3.
. è grane di ibpporcare le leggi, perciòche è pro-
L'haucie circondatala fronte dalla bcnd.u^ prio della nat«ra dimolharci d'efl'ere liberi, Se
<li colore bianco, ne figniHca la Crefim.ajla qua non (oggetti a qual {\ voglia pelo
le è Confirmatione dei iarnlTimo Eartcfimo,
le l'elTctto di quefro Sacramento dtUa Crefi- LEGGIEREZZA,
nia eraccrtfcim,entodel!agiatia, & della vir-
tù in fare la pcrfona collante, &: forte à Conftf
DONNA, homeii,
che habbia
&
mani a
piedi a glive-
l'ali alle
faie il nome di Giesù Chrillo quando folle bi- llita di piuma finiirim.i-^.
Cu LETI-
. . .
I B R I A\
DONNA la fronte
con occhi vn poco concaiii, con
quadrata, e col nafo aquilino,
di detta figura, per
non
moftrare che
confirte nell'atto cafualedi
clTa Liberalità
donare altrui
t'irà vcftita di bianco con vn'Aqiula incapo, e le cofe propriermj nell'habitOjCnelI'intentio-
nella deftra mano tenga m
compaflb,&: vn Cor nc della mente,come ancora tutte l'altre virtù.
nucopia alquanto pendente , col quale veifi Scriue Plinio, che l'aquilajfe fa preda di qual-
gioie, danari, collane, & altre cofe di prezzo, e che animale per propria indun;ria,non attende
nella (ìniftra hauerà vn'altio Cornucopia pie- tanto à fatiate l'appetito fuo,cbe non fi ricordi
no di frutti, e fiori fempre di lafciarne parte a gli altri vccclli, go-
La Liberalità e vna mediocrità nello fpen- dendo,e riputandofi d'ai]"ai,per vcder,chc l'ope
dcrc per habito virtuofo, &: moderato rafua (ola Cu ballante a maatenexk la vita di
iidipiiige con occhi concaui , e fronte qua- molti animali .
del Leone liberalillimo I due corni nel modo detto,dinotano, che l'-
dra , per funilitudine
fra wl'animali irragioneuoli,e col nafo aquili- abbondanza delie ricchezze è cóuencuol mez-
no p^rlalìmilitudine dell'Aquila liberalilfima zodì far venira luce la Liberalità , quando è
tra cucci gl'YCceili , la qual fi farà fopra la tclU accompagnato cpn la nobiltà dell'animo gc-
uciofo
. .
vile interefle .
Glouanettadi faccia allegra, 8^- riccamente
Il compafib ci dimoftra la Liberalità douerfi vcflita.con la finiltra mano tenga appog-
niifniare con le ricchezze, che fi pofTiedono, e giato al fuiiflro fianco vn bacile pieno di gem-
col meriro della perlona, con la quals*efl"ercita me, e di monete d'oro, delie quali con l'altra..^
qucfta virtù, nel che (fé è lecito a feruitore en- mano habbia prefo vn gran pugno, & le fparga
trar nelle lodi del fuo Signore) merica partico- ad alcuni puttini ridenti, & allegri, che da Ct->
lanilima memoria rillulhillìino Signor Car- fteififene adornino , & le portino in moftr.i_»
dinale Saluiati, patrone mio, il qual conforme per la gracitu.iine, & pcrTobligo, che fi deuc
al bifogno, & al merito di ciafcuno comparte alla liberalicà del benefattore ,ouero per mo-
le proprie facoltà con si giufta mifiira , Se con ftrarcche ancora il riceuere faHori,& ricchez-
animosi bcnigno,che facilità in vn'illedotem ze con debito modo è parte di Liberalità, fecort
pò per le la ftiada del Cielo e della gloria , e
, do l'opinione de' Morali;fcbene è pili nobil^,^
perieli altri quella della TÌtaprefente,edell-i_-» attione,c più beata, il donar altrui le cofe fuc .
virtù, con applaufo vniuerfale di fama (incera. Il Pierio Valerianoa(l*egna per antico gero-
Liberalità glifico di Liberalità, il bacile lolo,il quale noi
DOnna veflita di bianco, nella dcftra tiene accompagniamo con l'altre cofe per compi-
vn dado , e con la finiltra fparge gioie_>, mento della figura , Se pcrdichiarationedciU
e danari Liberalità figurata—.*.
LIBERO A R B I T R I O.
Gc t Huomo
^p6 Della nouifsima Iconologia
M O d'età
H "1
VO
(rio ili
gioiienilc con liabico
diuerfi colori
conladeftra mano tenga
iona d'oro coniaacirra
coionacloro
, habbia vna
in capo
icng: vnofcet
Rs- Sidipinge giouanerichiedendofì al Libero
Arbiciio l'vlo della difcretioae la quale tofto
,
ce.Et Arinotele nel 3. dell'Htlaca non è da tale s'è detto per diuerfi mezzi operar;;_>.
definitioncdifcordantc, dicendo edere vnafa- La lettera Gr^ca Y fi assiu^n^ allo fcettro
cultà di poterli eleggere diucrfe cofe per arri. per dinotare quella lententia di Pitagora Fuo-
Ilare al nne.pcrciòche non lià dubbio alcuno; fofofamofojchc con cifa dichiarò, che la vita
che da ciafcuno è voluto, e dc/iderato il fommo humana haueua due vie, come la fopradett i_-»
bene,cioè,la felicità eterna, la quale è l'vltimo lettera è duiila in due rami, del quale il delirò
finedi tutte l'attioni humane:ma fono gli huo- è come la via della virtù, che da principio è
mini molto perpleiri,& vari j,e diuerfi tra di Io angufl:aj8<: erta:nù nella fommità è fpatioi i-^>
ro circa l'clettione de modi, e vie d'arriuarc à $c agiata, & il ramo fiaiftro e come la ftrad u.»
I B R A\
cyi^j
nific
.. . . . .
..ri
•o Parte Seconda.-
nìfcc in»ngufUa, écptecipirij, fi come molto è detto di fopra,& fi vede così fcplpita nell*—»
Ixnc fpiegano i vcrfi,i quali h attribuifcono a Medaglia di Antonino Eliogabalo .
Virgilio. Libertà .
Perlaqual cofa attribuendo noi al Libero DOnna che nella mano deftra tenga tu
A rbittioqucfta lettera, ragioneuolmente figni cappello , & per terra vi farà vn giogo
£cano clTcre in mano fua eleggere la buona, la rotto
C&a,Ia ficura.ò mcn ficura via da potere pciue-
niie alla felicità propoftaci
Litterm tythflgort dijcnrnine teB» bicorni, LIBIDINE.
Humtine vitA tpeciem prjiferre videtur
U.tmuia ^irtutis dxtrum petit a^dua caìlent
DONNA groHì, ,&
&
biaHca
capelli
bella di
neri, ribuffati all'insù »
faccia, con r
Diffictler.^ 'i^ifim prtmum ^eBàttbdi offert , & folti nelle tempie, con occhi gralfi, lucenti ,
Scd requiem pr^b t Je^s invcticefnmmo. & lafciui;moftrano quelli fegni abbondanza-^
Molle ofieitat iter zia L*ita.,fed vltima met» di fangue.il cpiale in buona teitiperatura è ca-
Fr£cipttMt cctptos zoU '^yer ttrduafaxa, gione di Libidine, &
nafo riuolto insù, èfe-
il
^^isquis enim durvs c-iUts virtutis amorcj ^nodi qucftoiftcflbper fcgnodel becco anima
V'.certt illt lauden^q^decu qjpAreibit
fihi le mo Ito libidinofo, come difle Ariftotele dt_i
At qui dtjitii'rr. luxumqne fequetur inertem fifonomia al capitolo feflantanoue , hauerà in
Vumfugit o^fofitcs incanti* mente labores capo vna ghirlanda di hedcra,farà lafciuamcn
Turpi Sfincpsjijfirnul miferabilt tratifiget AUHm, te ornata , porterà a trauerfo vna pelle di par-
do , e per terra a canto vi farà vna Pantera te-
nendo la detta figura la finiftra mano fopra il
LIBERTA'. capo ,
DONNA
no vno tiene
vefticadi bianco, nella dtftra
fcettro, nella finiftra
ma
th cap-
L'Hedera
tirando
eia' Greci è chiamato
loro parole al noftiopropofito )
cifi!b,& ciflTa
re (
le
» peIlo,&in terra vi li vede vn gatto . fignifica eflere dato alla Libidine; però Eufra-
Lo fcettro fignifica l'auttoiità della Liber- tio dice, che fu data l'hederaa Bacco per fegno
tàj& l'imperio, che tiene dife medcfima,eflcn- di Libidine, cagionata dal vino.
do Libertà vnapofl'eflìoncafl'ohitad'animoj
la La pelle del Pardo, che porta a trauerfo a
& di corpo , & robba , che per duierii mezzi fi guifa di benda , come dice ancora Chriftoforo
muoiiono al bene; l'animo con la gratia di Dio Landino, parimente fignifica Libidine, efl'endo
il corpo con la virtùjla robba con la prudenza. a ciò il detto animale molto inclinato, mcfco-
Se le dà il cappello come diccmojpcrciòche landofi non (blamente con gli animali dellA_^
-quando volcuano i Romani dare libertà ad vn fnafpctic: ma ancora ( come rifciilce Plinio)
fcruo dopò d'hauergli rafo capelli gli faceua i col leone, e come la pelle del Pardo è macchia-
no portare il cappello , & fi faceua quella ceri- ta, così fimilmente è macchiata la mci<te dell'-
monia nel tempio di vna Dea creduta protet- huomo Ubidinofodi penfieri cattiui , & di vo-
trice di quelli, ch'acquiftauano la liberta, &: la glie, lequali tutte fono illecitc_j.
dimandauano Fcioniaperò fi dipinge ragione- E ancora proprio di auefto animale sfuggi-
uolmente col cappello. re quanto può di tilere veduto quando fi pafcc,
Il gatto ama molto la Libertà, &: perciò gli & pafcendo di fuggerfi il proprio {àngue, il che
Antichi Alani, i Borgognoni, & i Suciii, fecon- t proprijlfi mo della libidine. perche più d 'ogni
do che ferine Metodico lo portauano nelle loro altra cola le fu e voglie procura di pafcere na-
infcgnc dimoftrando,chc cerne il detto anima- fcoftamente,e che ninno d veda,& di fatiarfi e
le non può comportare di ellere iifciiato ncl- uacuandoil proprio langue, Se togliendofi le_>
l'.nltrui foria,co$ì cHI erano impatienti/Ilmi di
fcruitù . Pcrdichiaratione della Pantera il medefimo
Libertà Landino dice, che molti la fanno differente dal
DOnna,che nella finiftra mano tiene vna_*» Pardo folamente nel colore, pcrciòche quefto
mazza, come quella d'Hercolc & nella ha più bianco, & vogliono anco che fia la femi
tìcilra mano tiene vn cappello con lettere . na del Pardo,5: fé crediamo efler vera quella.^
LIBERTASAVGVSTI EX C. S. cofa,potemo comprtnvi(-re,che la Libidine prin
Il che fignifica libertadc acquiftata per prò cipalmcnte ,e con maggior violentia domina
prio valorc,& virtù conforme a quello^ che fi nelle femine, che ne' mafci^i^ (come fi crcd<L^
Ce j commu-
. . , .
B D N E.
r:.'.
,©, ìQ
è^
DOnna lafciuamente ornata, fedendo appog Et ancora perche fi dicono lulluriare le vi.-
^•riata foprail gomito fìniflro , nella man tijche crefcono gagliardamente, come gJi huo-
dcitia tcria. viio fcorpione, a canto vi lara vn mini accecati dalla Libidine che non quieta-
,
frutto Tuo molte volte fa fare molte cofe incon citia,ilqual effetto inuitano gl'animi difcotr
uenicnti,e difdiceuoli: & come li capelli, chc^ di,& litigiofi,che non quietano per fé fteffi,nc
non fono legati inilcme fcorròno libcramen- danno lipofoa gl'altri
o D E.
'''ì'ì
c'j / ,-ni'."ì'-' . ). iVi'..; f.i.: -•:i.
più fommamente diletta , & piaccia della Lo- filoda è magnifica Dio •
de,& più amano le i.oflrc orecchie, la melodia La humana dhe {\ loda, & efialta l'huomo ,
«Ielle parole, che la laudano, che qualunque.»
della Diuina ne fono piene tutte le Sacre carte
altro ani oniofo Canto, ò fuono-Si vefte con ha come Lf-fidate Dominum omnes genfes dicciA
bitodi color bia ICO, perche la vera,Loi!edeac Profeta SccLttudem nome» eius in timpano, (^
rilerpura^Sc lincerà, & non come l'adulationc, chor0,m vn altro loco laudit Hierufalem Domi^
che è 'ìimica al vero artificiofa ingannatrice , nurrìy^in m\\\Aoc)^.l,B^nedicam Domìnumin
omr?i tempore,femper laus eius in ore meo^rTii ài
e perciò fi deuc notare che la lode humani_j
idi due forte vera, e falfa,la vera Lode è quel- ce S.Agoftino^« f;«»V-D?/,che quefta lode noa
la, che fi lodano veramente, & realmente gli foloci viene predicata da Profeti, & altri huo-
sJhùomini virtuofijla lode fai fa è quella, ehe fi mini Santi, ma ancor ci viene rapprefcntata al
fcdiiiK) li huomini vitiofi della Lode vera,&: de vino da tutte le cofe create, (J»?««« tjuétcunqucj
buoni intendiamo noi, e perciò fi deue fapcre , fecit Deus laudani Do minum, non lo vediamo
che quelli, che realmente fono laudabili, deuo- al vino nellivccclletti (dice eflb] che mai cefi*»
no hauere in fc qualità tali , che meriti Lode nodi cantare , e laudare Dio in quel miglior
come bontà di vita, fchietezza d'animo, realtà, modo chepoflono.lalodola detto a punto a lau
dottrina, fapientia,& cimili cofc,mà principal- de non canta è-ioda fino alla morte il fuo Crea
mente timor di Dio,& carità con il profrimo,& tore,la Filomena nomata così da Philos,ch?_*
na purità di cuore, & perciò il Regal Profeta fignifica amore, & mene, che vuol dire deficio,
loda mic{[ìtl\i,laudaÌMntur cmnes reéìi eorde, in^iccOtqu.ifi deficiens pr& amore ad cantàdurn,
e fimilmentc neProuerbial z8.fi ledono i fide- (^ laudandum, pti che è di quefta natura,chc^
Mfidelisvir mtdtum laudabitur , nel Ecdc- & fempre canta, e giorno, e notte, e di verno, e di
fiaft .al cap.l'huomo fapiente, & dotto, ^<r
7. eftate fino che giunge alla morte:mà nonfolo
j
fnpiens impleùimr benedicìtpnibti^ (^ zidentes ,
gli Yccelli,&: altri animali lodano Dio, ma an-
iilum laudabunt , cosigli huomini liberali, & cor li Pianeti ;ei Cieli, come habbiamo chiara,
fcnza macchia di ^^<:cc3ito,beatuivir quiiuuen. mente in lob 3 S. zbi eras cum ine laudarentfi-
tm eftfi.ie macttla,^qui pofì aurum non abijt muleiftra matuttna ,^ ittbtlarent omnes filij
nec ìperauit in pecunia thefauris,quis efì hic,^ Dei;c fé quefto è vero come è veri/Timo che tut
laudabimiu cHm, & qucfto è quanto alla Lode te le creature del mondo lodono Dio,pcrche^
de buoni Sic mù della lode de cattiui nclìc fi- noH.'indremo noi con il Profeta Dauid, dicen-
ere carte ritrciiiimo tutto il contrario nel Lc- dOfCht omnM ^intus laudet Dominum , e que-
cl.al I ^.'Non tfl ^eciofj. Uus in 0repeccatorit,8c fta Lode Diuina ci rapprefenta con la Corona,
perciò fi deue fuggire, perche ancor da Filofo- ò ghirlanda di lofe come di fopra habbiamo
h gentili e fiata abhorrita , & dal Filolòfo il detto.
quale dice quefte parole// tibi tatn turpe Infida La dimoftratione di fijnare la tromba dalla
ria turpibfs,ac/i lauderu eb turpio-:. qualejnccfce grandi filmo fplendorc fignific-u.»
Il gioiello eoa il lafpide, fecondo che ferino la fama , & la chiarezza del nome di quelli , i
no i naturali , {\ pone per la gratia , dicono & quali fono veramente degnidi Lode,e perciò i
che quefta gemma, per occulta che in
la vittù Romani nella foni m ita del tempio di SatHrno,
cfla fi ritroua,chc chi la porrà acquifti lagratia collocauano i tritoni trombetti, con le code|oc-
altrui, &
per maggior chiarezza perche la Lo- culte, &: nafcofte volendo perciò fignificare_j,
de porti detta gioia ci confermeremo con la di chel'Hiftoria delle cofe fatte, nel tempio di Sa-
chiaratiane della rofa, pcrciòchc anch'clla ha. turno, fono all'età Hoftra nota, e chiara, & quafi
il medefimo geroglifico . di voce villa, & diuulgata,in modo che non pò-
principio,efine, cosila lode Diuina è eterna , ciòche Uus efljermo dtlucidans magnitudinem
lenza priun prò e finc.e però fi dc^e D<Jtarc>clj? virtHùtalicmHs,iiQÌi dice San Tomafo nell.i.^
.
At fulchrum eH digito monlìrtiri , Ó* dietro^ Il color bianco nel vcftimcnto fi pone per la
hic eft . fiaiiglianza delia verità, come s'è dctto,laqtu-
Et per maggior Hichiaratione il Filofbfo nel le e ricoperta da moire cofc verifimili.ouc niol
primo della Rettorica narra, che la Lode è vn ti fermando la vifta, fi fcordano d'cfl'a,che fot-
parlare, che dimoltra l'eccellenza , & la gran- to colori di efle ftà ricoperta, perche delle cole
dezza di virtù, però dicefi che più laude meri- verifimili tirate con debito modo , di grado in
tò Catone per haucre banditi 1 viti) di Roma, grado, ne nafcepoi finalmente la dimoftrario-
che Scipione per hauer fupcrati i Cartaginefi in ne, laquale è come vna calTa, oue fia riporta la
Affrica & qiierto è perche /<js« proprie reSpicit veritài& fi apre per mezo delle chiaui già det-
fiperA,così dice i'ifteflb filofbfo . te de' fiUogifmi probabili, liquali fi notano con
varij colori, che fé bene hanno qualche confor
LOGICA. mira conia luce, non n'hanno però tanta, qua»
DONNAbianco,tiene
giouane
ta di vno
& pronta viiiace,
flocco nella deftra
vefti- to il bianco, che è l'effetto più puro d'elfa
La corda doue fi ftringe il nodo, moftra che
.
Hìano,& nella finiftra quattro chiaui con elmo la conclufionc certa è quella che fta principal-
in capo,& per cimiero vn falcone pellegrino . mente tiell'intentione del Jogico,& dalla fimi-
> La Logica è vna fcientiajchc confiderà Ll-j litudine della corda fi dice illogico legare vn'-
lìatura,e proprietà dell'operationi deiJ'intellet huomo, che non fappia, che sì dire in contra-
tt>,onde fi viene ad acqmftare ia facilità di fc- rio alla verità moftratadalui,& lefue prouc_>
parare il vero dal falfo Adunque come quella
: fondate con la fua arte fono nodi indilfolubili
che confiderà fot' ilifiìmi, & varij modi d'inten ò per forza,ò per ingegno di qual fi voglia al-
dere, fidipinge cosilo flocco, ijquaie è fegno tra profelTìone, la ruuidezza della corda, mo-
d'acutezza d'ingegnoj& l'c-lino incapo moftra ftra la difficultà della materia.^.
ftabilità,e verità di fcienza,& come ii Falcone La canape per terra moftra , che non folo è
s'inalza a volo a fin di preda, così i] Jogico di- offitio della Logica fare il nodo delle corde fat
Iputa altamente per far preda dei di/corfo al- tejmà quelle medefimc corde ancora prouedc-
trui , che volentieri alle fiie ragioni fi fotto- re con l'arte fua propria feruendofi d'alcuni
niettc_j. principi) della natura, &infegnando dicono-
Le quattro chiaui fignificanoi quattro mo- fcere nomi,le propofitioni,& ogni altra parte,
i
di d'aprire la verità in ciafcuna figura fyllogi- ouero iftromento della dimoftratione il fuavc-
ftica, infcgnatc con moka diligenza da profell ro,6c reale iftromento .
Itn con gran forza delle mani di Itringere vn l'huomo il quale attende alla fpeculatioac del-
nodo in vna corda aliai ben grofl'a,& ruuida, vi le cofc intelligibili j luole ogni altra cofa la-
{La per terra della canape, ouero altra materia fciar da parte,c dimenticarfi della cuftodiadel
da far cordc-j- corpo .
La faccia velata di quefta figura moftra la I fiori fon fegno, che per induftria di quefta
difficoltà, & che e impolTibile a conofcerfial profcfTione fi vede il vero apparire,& il falfo ri-
filmo af^ctco,cojBe peafano akuidi^chc per far piiiuere oppreilb,come p opra della natiira,dal
i'hcr.
'f.
tijfTima aprofeflìoni , come a tutte l'altie non mata TcIenoraraatcriaj& inaceflìbilca ciùnoa
s'affaticando in altro, l'humana induftria,chc ha grande ingegno, & è amara a chi la gufta,
in dirtinguerc il vero dal fairo,& fecondo quel & mordc,& vccide quelli^ che con temerità le
o Q^ I A\
rà in cima del capo vna rondine, che fìa nel ni- vcftimento di colere cangiante, ne denota a » l
do in piedi in atto di cantare, &: con Iadclha_^ varietà de i concetti del loquace che non fono
,
mano vna Corna cchi.i-^. flabili,& reali, ma lontani dai difcorfì ragio-
Si dipinge d'età giouenilc, perciòcheil gio- neuoli & atti a perfuadere altrui con termini
,
nane non può fapereaflai, perche la prudenza probabili, & virtuofì,onde fopia di ciò Plut.dc"
ricerca la efpcrienza,la quale ha bifogno dc_> Curiof.così dice lequacittu eff refoluta hquendi
" 1
lunqo tempo, Arift nel lib. 6. dell'etica, lnuents fine ratione intemperantifL^.
nonpoteft ejJefitpienSyquiii prudenti ti requirit ex- Le Cicale che fono fopra vefliraento,?!©-
il
ferient Un) :,qui t empore indiget iS:!. perciò potia- perrio le prende per geroglifico della Loqua-
mo dire che il giouane non hauendoefpeiicn- cità , eflendo che da e/ìe deriua il tediofiflìmo
za, facilmente ricorre nell'imperfettione della parlare , &
offende infinitamente 1 orecchici
Lotjuacità . Si rappreienta con la bocca aperta dltrui>4ion altrimenti di quello che fa il garru->
lò,&
»
sì §c!o;^1>^rtc Seconda.
I
405
!•> & il loquace, come Éeniflìmo dimoftra Eix- fta virtù pare che guardi più la rperanxa,e'l be
ripideapua Stobóura. Mf4lttlotjMsum nonfolum ncjdie la paura, ò l'audacia, ò la malinconia ,
auditori molefium, -verutnsd perfuadendHm in- ma la patienia fbpporta limali , l'ingiiure , &
utile,prà^rtim vartjs curts occ»patis • l'auucrlìtù prefcnci a fine d'hauer poi bencj:
'
Le lingue che fono nel vcftimcntofignifìca- ma perche non bafta foffrire al prefcnte fola-
jpo là troppo Loquacità, onde Plutncl lib. ad- mente fi ha da fopportare per qual fi vogliii —
Uerfits garrulosydicc Garruli natur^m reprehen^ longhetza di tempo , & per quanto piacerà al
vnxm qaiiiem linguam, duas Jiutem
dHnt,(fiti)d Signor Iddio, che però fì^ipinge matrona at-
attrem haùeant iOnàc ne fcguita che il loquace tcmpata,& a federe fopra d'vn faffo .
dice molte bugie, come refcrifce,Salamon?_j Si dipinge con gl'occhi verfo il Cielo quella
ne i proiicrbij In multtloquia non deefi men-
. virtù, al quale s'appropria,, come coftanel Sal-
éacii^ìn... mo: Deus longanimis y &*multHm mifericors ,
, La Rondinella che tiene fopra iljcapo nella perii fine,, che fono li beni eterni piomeflici da
euifa ch'habbiamo detto ne dimoftra la noio- Dio.. .:.
&
^, importuna natura de loquaci, che eflen- i Si lapprefcnta con le m^ii alzate pcC la fpc-
4ofimile a'quelladcUa Rondine iniDcdifcono, ranza che accompagna, e fa parer breue l'afpct
& offendono gl'ani mi delle perfone quiete, & tare in qucfìo mondo .
.
£<r CtUtttn di buon configli ve e elio quali fono fouerchi ne i vezzi di amore cagio-
§^efla accetto Mineru^.(è h^'n conuenne) nato dal vino,che rifcalda,& da molte altre la-
^g^Mando la. Dea cacci j dal [unto oRello fciue commodità e.
molto tace\
bello
L V S S V R I A.
lojconle braccia aperte, & mani alzat;_^.
La Long3nimità,èannouerata dall'Apofto-
VNA& ti,
giouinc,chehabbiai capelli ricciu-
artifìtiofamente acconci, farà quafi
le al cap. j. de' Calati tra li dodici frutti dello ignuda, ma che il drappo, che coprirà le parti»,
Spinto SantOjS. Tornalo nella i.i q. 13 6. art. j. fiadi più colori, e renda vaghezza all'occhio,
è vna virtù, mediante laquale laperfbna ha in & che fedendo fopra, vn Cocodrillo, facci^ ca-
animo d'arriuare a qualche cofa affai ben difco rezze ad vna pernice, che tiene con vnamaHO.
fta, ancorché ciandaffe ogni longo tempo - Et Lufluria;èvn'ardcnte,e sfrenato appetito nel
5. Anfelmo fopra il detto c-y.a Calati , dice la la concupifcenza carnale fenza ollexuanza di
Longanimità efiere vna longhezza. d'animo, legge,dinatura,nerifpetto d'ordine, òdi feflb»
chetolera patientcmente le cofc contrarie , &. Si dipinge con li capelli ricciuti, & artifìtio-
che ftà longo tempo afpettando li premi eter- j famente acconci,e col drappo fudetto, pere htj>
ni, & fé ben pare,che fìa,l'ifteffa virtù, che Li_^: la Luffuria incita,& è via dell'Inferno; efcuo-
patieutia, tuttauia fono differenti tra loro, per la di fceieratczzc^^..
che come dicono li fudetci Autori , & Dionifio rapprcfenta quafì ignuda, perche è pro=
Si
Certofino fopra l'ifteHb cap. j.a Calati la Lon- prio della Luffuria il diflipare , e diftruggere.^
ganimità, è accompagnata dalla fpcranza, che non fbloi beni dell'animo che fono virtù, buo».
fa che ftiamo afpettando fino alla fine li beni na fama, lentia, libertà, eia gratia del corpo „,
gtoRieffici da Dio Npilro Signore, però quc- & che fono.belkzzajfbrtczza,deftrezza, e fanuà^,
ma. anco»
. . .
mi anco i beni di fortuiia,clieronoclanari,gio- libidine , che alle volte il ma/chio rompe IVo-
ie^pofTefTioni, e giumenti uà, che lafemina couajeffendoella nel couare
Siede fopra il Cocodril!o,pcrciòche gli Egit ritenuta, &
impedita dal congiungerfi fcco
tij diceuano, che il Cocodrillo era fegno della MACHINA DEL MONDO.
LulTuria, perche egli è fecondiflimo, e genera DONNA ch'habbia intorno
& in
al capo i giri
luogo di capelli fa-
molti figlinoli, e come narra Pierio Vaieriano de' fette 'pianeti,
nel lib. i^.è di cosi coiuagiofa libidine , che fi ranno fiamme di fuoco , il fuo vcftimento fari
crede, che della Tua dritta mafcella i denti lega compartito in tre parti, & di tre colori
ti al braccio dritto concitino, e commouano la Il primo che cuopre il petto,& parte del cor
Leggefi ancora ne gli fcrittoridi Magia, & Il fecondo ceruleo con onde d'acqua .
ancora apprcflb Diofcoridc , e Plinio , che fé il Il terzo fin'a piedi farà verde con monti j,
roftrodcl Cocodrillo icrrelh-e,il quale anima- città ,& cal^ella, terrà in vna mano la ferpe ri-
le è da alcuni detto Scinco, & i piedi fono porti uolta in circolo che fi tenga la coda in bocca ,
nel vin bianco, e così beuuri infiammano gran- il che fignifica.che il mondo da fé fte(ro,& per
ninna cofa è più conuenicnte, e più commoda to, 6: ordinato moto & il principio corre die-
,
per dimoftrarc YnaintemperatiiTìma libidine, tro al fine, & il il fuo fteflb princi-
fine ritorna
& vnashenatifTima Lu(luria,che lapernic;_i, pio per quello ancora vi fidipingonoi fetcCi,*
.
Nella Medaglia di Antonino Pio colo lenza neceflltà . Quefta figura verfa lc->
lo fcettro , Se in grembo dalla (ìniftra mano v- fire ad alcuna force di rimiineracione, e di qui
li'aquilx-^. nacque quel detto. Dal le cofe tue con occhi fer
Lofcctcrojla corona, & lo ftare a federe, li- rati, e con occhi aperti riceui l'altrui Il Doni .
gnificala Maeftà Rcgia,&: per l'aquila gl'Egit dipino-e quefta virtù poco diuerfamente,dicen
tij Sacerdoti dinotauano la potenza Regia/per do douerli fare donna bella, e coronata all'Im-
cièche Gioue a quella fola diede il Regno con periale, riccamente vcftica con lo fc jttro in ma
lafignoriafopra tutti gli vccelli.eflendofràtut no , «rintorno con palazzi nobili , Si. loggie di
ti di fortezza, &
di gagliardezza preftantiiri- bella profpettiua, fedendo fopra vn Leone con
ina,la quale ellcndo veramente iìata dotat<L_9 doi fanciulli à piedi abbracciati infieme, vno
dalla natura de' colhimi Regali , imica a fatto di quefte fparge molte Medaglie di oro, e di
iìi tutte le cofc la Rej^ia Maeftà . argento, l'altro ti-ene legiuftebilancie.e ladric
taìpada della giuftitiammano-Le loggie,e le
MAGNANIMITÀ'. fabriche di grandi fpefe molto più conuengo-
DONNA bella, con fronte quadrata. Se
nafo rotondo , veltita di oro con la coro-
no alla magnificenza ch'altra virtù heroica ,,
fer honorati da gl'huomini giuditiofi,e ftiman ferine, che combattendo non guarda il nimico
do i giuditij del volgo contrari) alla verità fpef per non lo fpauentare,& acciò che più animo-
fé volte, nò per troppo profpera fortuna s'inal- fo venp-a all'affronto nel fcontrarfi,poi con len
zano , né per contaria fi laiciano fotcomcttere to palio, ò con falto allegro (ìrinfelua, con fer-
in alcuna parte, ma ogni loro mutatione con mo oropofito di nonfar cofa indecente alla fua
cgual'animofoftengono, & aborrifcono far co nobiltà .
I
fa brutta oer non violar la legge dell'honeftà . I due fanciulli moftrano.chc con giufta mi-
Si rapprefenta quefta donna bella, con fron- furafideuon abbracciar tutte le difficoltà per
tequadrata, e nalbrotondoa fomiglianza del amor dell'hoiiefto, per la patria,perrhonore ,
Leone, fecondo il detto d'Ariftotele de filòn. al perii parenti, e per gl'amici magnanimamen-
cap?. te fpe udendo il denaro in tutte l'imprefe hono-
Veftell d'oro,pcrche quefta e la materia atta rats_>.
per mandar a effetto molti nobili penlicri d'vn Magnanimità .
animo & magnammo
liberale, .
DOnna , che per elmo portarà vna
tefta di
Porta in capo la corona, & in mano lo fcet- Leone fopra alla quale vi fieno dei pic-
,
tro,perche l'vnodimoiUa nobiltà di penfieri, cioli corni di douitia, con veli,& adornamenti
l'altro potenzad'elfeguirli, per notar chefen- d'oro, farà veltita in habito di guerriera, & 1.UJ
zaquelte due cofe èimpolHbile elle rei tare Ma- velie farà di color turchinOj& ne' piedi hauc-
gnanimità, elfendoògni habito effetto di mol- ràftiualetti d'oro
te attioni particolarididimoftra la Mjgnani-
Hiità efl'er vera dominatrice delle pallioni vili, MAGNIFICENZA.
clarga difpenfatrice delle facoltà per altrui
benctìtio,e non per vanità,& popolare applau-
DO N N A veftita,& coronata d'oro, haiic-
rà la fifonomia limile alla Magnanimi-
fo. Al Leone da* Poeti fono alloinigliati li ma- tà, terrà la finiftra mano fopra di vn'oaato, in
gnaBÌin),peichc non teme (^uelfanimalc le for niezo al eguale vi farà dipinta vna pianta di dm
tuo fa
. . .
tanza.conie habbiamo dcttOjC però farà vcftl- cilmente gli odij,S: la lingua ancorché humi.
ta d'oro da è moke volte inftromento d'accendere que-
L'Oliato, fupra il (|iial pofa la finiftra mano, fti fuochi ineftinguibiliberjefpeflb.
ci da d'intendere , che ^'effetto della Magnifi- La pungente pelle dell'istrice, cidinota,chc
cenza cTedificar tempi j, palazzi, & altre cofc è proprio della Malcdicenza il pungere non la
di marauiglia, e che riguardano ò l'vtile publi vita come quellarmà l'honore, & la ripatati»-
co,òJ'honor dello ftatOj deli'imperio,e molto ncjacquiftata con fatiche, & ftcnti
lejfanno foJo c5 cenni, comandando fenza mol fi sa quel che fia,fecondo alcuni Filosofi, & pur
to fatica , però appreffo fi dipinge la feggi.i_-.«, nuoce, & difpiace a tutti fencirfi ofFefo douo
che già fu il geroglifico dell'Imperio. fi fcuopra pur ^vn poco quello particolar in-
tcrelfc-j.
MALEDICENZA.
DONNA converderame, con gl'occhi concaui ,Ycftit.!_.9 M A L I G N
N A brutta,pallida,vcilita del color
I T A\5
del color del
mano tenga vna facella accefa,
vibrando fuori
ciafcan:i_^ DO'N
della ruggine & chetenghi vna cotur-
,
Ilcolore del vcn:imento,& gli occhi conca- maligno fono bruttillìmc., & fuggite da ogni
lli, figniiicano malignità, come fi legge nelfi-j» conueifatione politica, Se ciuilt_--.
Iilbnomia di Arinotele & il dir male delle_j
, La pallidezza fignifica, che quando fon'in-
buone attieni altrui non nafce fc non da mali- fctte d'humor maligno le parti interiori fi ma-
gnità, la quak fa defiderare l'altrui dishonore nifellano ne gli ciierioridel corpo.
fcuza alcun profitto per fc medcfimo, dando a 1 colori dei vtllimcnto.dimcftra che fi ccnac
credere che la gloria altrui reca alla propri.L-.» la ruggine continuamente confumaogni me-
tallo
. .
M I N O N I A.
tOjltarà a federe (opra vn fafl'o, con gomiti po- gui della meftitia.è del dolore_>.
fati fopra ginocchi , & ambe le mani fotto il
i Vecchia fi dipinge,perciòcheg['è ordinario
mento, & canto vn'albero fenza fron-
vi farà a de' giouani Ilare allegri, 8c i vecchi malenco.
de, & fra fallìi Fa la malinconia acll'huomo
. nici,però bcudifl'e Virg. nel 6.
quegli efl'etti ifte/lì che fa la forza del verno ne Falle» fes habiteint morbi y triftisque feneUtis .
gl'alberi, & nelle piante, liquali agitati da di- E mal veftita fenza ornamento,per la confor
uerfi venti, tormentati dal freddo. Se ricoperti mità degl'alberi fenza foglie, f & ma
frutti ,
dalle neui,apparifconofecchi,fterili,nudi,& di non alzando mai tanto l'animo il milenconi-
viliflimo prezzo ,
però non
alcuno che non e , co.che penfi a procurarfi le commodità per (la-
fugga, come cofadifpiaceuolela conuerfatione re in continua cura di sfuggire, ò proucdera
de gl'huomini malinconici , vanno efii fcropre mali, che s'imagini clTer vicini
11 faffo
. .
tiofa al tempo del fiio verno nell'attioni Politi- e lo fa tornar quieto, e tranquillo .
che, al tempo nondimeno dalia Primauera_v,
che fi fcuopre nelle neceflìtà de gl'hiiomini fa- MARAVIGLIA.
pienti , i malcnconiofi fono trouati
mentaci fapientiffin'ii,& giuditiofiffimi
, &e{peri-
VN A giouane che tenghiil braccio deftro
alquanto alto con la manoiipcrta,& il fi-
niftro ftelb a baflo con la mano panmciice aper
MANSVETVDINE. ta: ma che la palma di ella mano lìa rluolrata
verfo la terra, & con gamba piti indietro che l'-
D ONNA
tìr:i_
te
coronata d'oliuo,convn Elefan-
a canto, fopra del quale pofi la man de-
altra, ftarà con la telta alquanto china vcrlò del
la fpallafinillra, Se con gì occhi riuolti :n alto.
Marauiglia è vncertoflupore di animo,che
La Manfuctiidinc fecondo Ariftotele nell*- viene quando Ci rapprefenta cofa nuoua a fen- Ì
con vna ragione circa la pailione dell'ira in ammiraciuo.&: ftupido,che perciò fi dipinger
fuggirla principalmente, & in fcguirla ancora con il gello del capo,& delle braccia nella gui
in quelle cofe, con quelle perfone, come, &: qua fa che li è detto .
do, Se doue conuiene per amor del buono, & bel Giouane lì rapprefenta perciòche il maraui-
ro,e pacifico viuere_>. gliarfi è proprio delligiouani,noncllendo an-
L'Elefante nelle lettere de gl'Antichi Egit- cora in loro efpcrienz.i—j).
ti) perche ha per natura di non combatterci
con
,
caminando in mezo d'vn armento di Pecore—*, carni afperfe di iangue, haueràperle membra
che le vengono incontro fi tira Ha banda, acciò i legni delle ferite, le quali a guifa di prefiofif.
tando, che a Dio conuiene ciTerc largo donato- fede d'oro , & con la delira s'appoggi ad va
re delle gratie fae a' mortali, volgendofi con giotjo
benignità &: manluetudine a perdonare loroi
. Matrimonio e nome di quell'atto , che fi fa
commc/li peccati, &: dargli abbondanza di tut- nellaccoppiare l'huomo, & la donna in mari-
ti i beni a quello bel geroglifico pame che i Dei to, & moglie, legitimo, il quale apprcllo a noi
acconfentillcio fecondo che riferifce Herodoto Chriftiaiu è Sacramento ; vedi San Matteo
quando fumo pregati da gli Spedauricenfi a al 19.
torre la fterilità del pacfe loro, alche fu rifpo- La fede d'oro dimoftra la fedeltà , e puritài
ftojche la gratia farebbe ftguira quando hauef- dell'animo, chedcue elìcie tra il marito^ &la
fcro fabricato 1 fimulacri di Dainia , di Au- & moglie, & il primo \[o dell'anello fu, fecon- (
tf
V
Parte Seconda^ :
40P
fò particolare, &
fi faccua il dctix) anello, one- per legge, che fi debbano portar per fcgno di
ro ricordo di cofa molto vile; dapoi ctefcehdo Macnmoniojper ricordanza d'olleiuareiu per
l'iadartria, & l'ambitibutdi vana pretenfionc petuo ia fedepromcfla rna volta_^.
«li pompa, fi venne all'oro, Se alle gemme, por- Il giogo dimoftra che il Matrimonio doma
tate per ornamento delle mant.dairintentione gl'animi giouenili,e gli rende per Cc,Sc per l'ai
Ài quel pfimo vlo è nato poi , &-nceuuto come trui prolitteuoli
3r r"N gionanepompofamentc veftito,cdn vn dofi quefto carico per mantenimento' d'cfla, &
•
V giogo (bpra il collo, & con i ceppi a i pie per lo piacere di Venere, che lecitamente fé né
«li,con vil'anello onero vna fcded'oio m dito> gode, però fi fa con l'anello, il quale èfeghod'i
tenendo nella mcdefima mano vn cotogno , Se preminenza, & di grado honorato.
(òtto a' piedi hanerà vna viper.»_j>. Il cotogno,pcr commandamento di Solone,
Per lo giogo. & per li Ceppi fidimoftra, che fi prefentaua a gli fpofi in Athene, come dedi-
il Matrimou'o è pcfo alle forze dcU'liuomo , cato a Venere per la fecondità , & fi vede in
aflaigrauc,&è impedimento al caminare in molte Medaglie fcolpito in queft'illcflbpropo-
molte atrioni di libertà, eiìendo il maruarfi vn fito,perche fono inditio d'amore fcambicuolej
Tendere fé ftcflo. Se obligaifi a legge perpetua, Comediceil Pierio, gitraiidofì alle Donne no-
con tutto ciò è caro , & dcfiderabile per molti bili in alcuni luoghi , per effetto amoro-fb con
rifpetci , & particolarmente per lo acquifto de' baciamentodi manidall'vna, & dall'altra par-
fuccelVori nelle lìie quali fiano veri
facultà , li te ò pi ù torto , perche Ci dice l'huomo corre 11
,
heredi della robba,& della fama, per Thonore , frutto, quando viene a quel fine che fi conft?-
,
M H M A T :i:v;,^jQ::.rA.
li com-^
. .. . ,
Parte Seconda. 4»
Il compaflo è l'iftromento proprio , & pro- zo ,ò giardino , nel quale poi s'entra. nell'ami
portionatoHi qucfta profeflìonc,Ìc moftia che feguenti dell'età > fan anche m'iflromento da
ella cii tutte le cofe dà la proportione , la rego-^ fegnarencll'iiitelletto noftro, ch'è come carta
la, e la niifura_rf. bianca, ò tauola rafa, quafi tutte che ò le cofe,
nandoladal fuopiù yero> & nobil fiiicnondi- cipalmente i Greci quel tempoche noiconfu-
mcno ancora i' vfo è fine, fé non della fcienza , mamo a apprender lingue ftianierc , nell'età
almeno di chi la polllcde , eflendo necellario > puerile fciuendofì cllì della propria, e naturale
doppo l'acquifto dcll'habito i'elfa per gioua- l'adoperauauo nella Mathematica; ondcdifìi-
«nento d'altrui manifcftarla in qualche modo, cili fi ftimaiio hoggi molti di quelli efempij
e di qui fono nate l'inuentioni di mufiche , di ch'elfi danno per chiarerza delle doctiia:_>.
profpettiua.di Architettura, di Geometria, d'- I piedi nudi,& ftabili in terra, fo. io per dimo
Aritmetica, e d'altre profcffioni, che tutte date ftratione della fua euidenza , e ftabilità a coii-
alle Stampe, & cauace da' principi j di queft i_^ fermationc di quel che s'è detto
fcienza continuamente recano gufto alli ftu-
diofl con fodisfattionede gl'autori, i quali per
quefti mezzi , come per ampia fcala fagliono
alla fama, &c all'immortalità . MEDITATIONE.-,
Tali habbiamo molti de gl'antichi, non &
pochi. che yiuono a gloria dell'età no(Ua,fra i
quali hanno luogo Chriltoforo Clauio,Gio-
DONNA
modcfto
d'età matura\d'afpcttograuc, St
la quale pofta a federe fopra rn
uan Paolo Vcrnalione, Giouan Battilta Rai- munte di libri, fopra la mano del fìniftro brac-
mondo, Luca Valerio, Federico Merio, Pietro cio, piegato su la colla del lato detto ripod la
M.riliard!,Cefare Riiida, Camillo Agrippa & gota inatto di ftarc penfofa fopra il deftro&
molti che eoa efqui fi ta fcienza, & con fon
alti! ginocchio con l'altra mano vn libro fuchivifo ,
damento che viuamentc pollìcdono in premio haucndoui fra mezzo qualche dito
delle fatiche loro in dono in quella profcilìonc Efi'endo la Mcdicationema ferma con/ìtle-
al noftro fecolo fama fmarrita, mercè d'alcuni, rationc riguardante la femplice virtù delle co-
che per l'applaulb della fortuna infuperbiti vo fe, par che conuengono le fudette qualità , per-
gliono cfl'ci tenuti huomini di granfapere in che lo intelletto in quell'età è ateo a difcernerc
quefti ftudij,ftando fra la calce. & i falTì,non fa- ilvero
cendo eilljche la virtù tributari) ama,nor^fer
i Lagrauità,e modcftianon fi difcoftatialcon
uà della fortuna Coauiene adunque per non
. ueneuole dell'età, & dello ihidio.
deuiar molto dal noltro propofìto di ritornar a L'atto di foftcntare il volto, ne fignifìca l.i_*
quello che diceuamo. granita de i pcnfieri,che occupano la mente in
Il comparto al la Mathematica, & il fregio quelle cole, che fi hanno ad eiVeguire per ope-
'di triangolile d'altre figure intorno alla vclte, rare pci"fcttamcnte,& non a cafo, come ben dif
moftra che come fono nel lembo i fregi d'or-
, fé Aufonio de ludo feptem fapientum con que-
namento, e di foltezza, cosi nelle prouc Mathe fti verfi .
jnatiche quefte iftelle Cono principij, & fonda- Nihtl eft tquod ampliorem ctérsm pollulet
menti • yuam cogiture, quid gtrendHm/it , dehtnc in co»
La palla con la dcfcrittione della terra , Se gitantts fers non co/Jtlium regtt
con le zone Cclefti, danno inditio,chcla terra, Lo ftarc fedendo Ibpia i libri, ne può dinota-
nel mifurar delie quali li va fcambicuolmen re l'afTiduità della fua propria operatione fon-
te, non hauerebbono proue,fenondi poco mo- data nelle fcricturc, le quali contengono i pri-
mento,quaiulo non (i fòftentall'cro, &: difcndcf mi principij naturali , con li quali principal.
fero con le ragioni Matematiche . mente fi procede alla inueftigatione del vero.
IlfauciuilOjchcfofticnla tauola, &: attende II tener il libro fuchiufo è per accennarci,
per capir Icdimortratiue ragioni, c'infegnu_rf, ch'ella fa le retie/fioni fiapra la cognitionc dcl-
che non h deue differire la cognicionc di que- Jecofe , pcrfcrrpar l'opinioni buone,& perfet-
fti principi) a altra età, che nella puerile tper- te, dalle quali vien'honore,& anco bene, come
cheoltre che l'ingegni più rozzi, e men'atti,& fi dimoftra per il feguente Epigramma il qual
con qucAa s'apre come >na porta di bel palaz- dice,'.
Dd X Telix
.
m
,C),
i^
fcltK, (jui liti, iurttt exttt-i4 in*»*t , - tioue,& humiltà,chc ha lapcrfonajla qnal co»
Exercetmedit^ns nobile mentis opMi. cinoua, & vfa la Meditation Spirituale^?.
Hicpotutt certas vent»ris lirìcftiere fedet L'hauer chiufi gli occhi , dimoftra l'-opera-
Vnde hemines verum difcererite ^ueant, tione interna, alrratta dalle cofè vilìbih, il che
}ìHnc ergo merito t-terno dignatur honort^. fi nota col manto, che la cuopr?_j.
Et celebri cantu fuma per mfira vthie Il detto coprimentopuò fignifìcarcome chi'
DONNA
con
con ginocchia
man gionte,hanrà
le
porta le
occhi chiu- gli
in rerra ,
M£D1^
Parte Seconda.
u Die I N A
4 i i
Xiedico,preiupponcndo alia Tua complcflìone, fculapio, Dio della Medicina, come credettero
& con
il fugi^ire l'vno & fcguir l'altro potè He
, falfamcntei Gentili.
curar Ce ftcflo,pcrò il Medico vecchio con l'ar-
fe,e con rcfpericnzajconfcrua. lafanitàprcfcn DOnna che flia in atto di fcendcre vn gra-
re, & ricupera la perduta.^. do
di fcaluj farà vcili^ta di verde a foggia
Gli fi cinge il capo di vna gliirlanda di allo- di Sibilla, portata nelle mani alcuni fcmpiici
ro, perche qiicftoalberogioua a molte infermi- Medicinali, hauerà apprcìlo vn .Vole,& vna»^
ti, & foleuafi Kalende di Gennaro da' Ro- Cicogna , la quale tenga imbocca vn ramo d'-
alle
mani dare alli nuoui Magiftrati alcune foglie origano . ,
di lauro, in fcgno che hauclTcroda confcriiarfì E arte la medicina nata dairefperienza nel-
fani tutioranno,perche fàcrcdutoil ìaurocon l'altrui i)ifcrmità,& aiutata epa la fcicnza de '.-
Dd 5 le cole
4 4 i Della nouifsima Iconologia
le cofc naturali, lcc]uali fonooiTeruatc diligen- Dipiiigefi la Memoria di mezza età, perche
temente da* Medici per la Tanica dcll'huomo; (I Arinocele nel libro della Memoria & della ri-
fi che icencie Io fcalinoi perete tfcff!4''èontcirt- cordaiita dicfiìx:hé"grhùdtViitìi hanno più Me-
platione,che è cofl molto nobile, & molto alta moria nell'età pcrfettache non hanno nella.^
fcendc all'attionc della cura per mezzo di cofe vecchjaia.perla rcordaAz«^©ji\ella pucritia per
particulati . lìcMT liane r imparato. > ^
E'vcitita di veiiaeper lafperanzajchcrpotta- L'acconciatura del capo, nel modo che s't
fcco a gli infermi,^ per lo vigore che rende al,; detto, dunoftra che la Ivìenioria, è fidehlTima
la vita che andana mancartelo . ,
ritentricej&conferuatricedi tutte le cofe, che
Con l'origano laCicogtìa swuta la debdtizà le foDÙJTtappcefentate da ribftri fenfi, & dallu^
del proprio ftomaf:o,e però fa da gl'Egiti; a- . faataGf^jperò e addimgtfi'data Inarca delle fcica
doperata Bclmododettó,^ecgei;oglificodi Me .z.é,c d^^ tefori.deH'aiy'm.L^. I ,
diGJna.A' qucHo ptopofito.v/bi'no, ancora l'yc-;,:] Veft^j|t.n«ro, ifqual co1i)re fignifìca fer.
cello Ibijil quale come s'è detco altroue.cqTtcsI- "mezzK^ SSftabilicàt^er la ragwne detta altro-
fìro da Ce ftclìb fi tfarga il ventre,, «oin* il ter- ne, effelldo pi^rfo della Memoria ritener fer.
uo,il quale doppojche ha vccifo ibCamaleonte mamento le forme del fenfo Ixrome diceuamo
fmorza il. veleno |tiafticanvlo le fcQndi dell'ai- rapprefentate,&: AriJ^ot^lq l'alferma nel luogo
loro il che fa antera là colortiba per rifanarfi citato dì f4pr-i—>. ^ ,'
'
M E D r O 0- R, I T A\ ;
Ilcancinero fi poneperlabiedefimaragio-
V '°*.-\ ^^•:V^?^^ •! ncdel colore del.vcHintentodi dctta;figura_!>,
DON N A con la i|c^ra:«lènot^éiii^a'.>n
Leone ligató con vna. catena,& coti la fi-
comcapcopercKeil cane è animale ^igian
mpiia.il che ft vede per èrpefinza cpnjijiiua-^j
Me
ruitra vn'agnello ìig^to con vn d«,BQle,&/ottil che cQi\d<a^to,w jiè<ì^J|ji^^^ & lo*rtÌLio per >
po rifcntiinento. Se la troppo iolFcicnia, & te- difEcultà ntioua la ftrada. Dicefi anco che ri-
nendo detta donna il luogo di mczo , tra quc- tornando Vlifle in patria doppo venti anni nfa
fti eftrcmidi fierezza,e di manfu€tudine,per li fu altro, che vncane lafciato da lui alla pàrrèn
^uali veniamo in cognitione d'ogn'altiaeftre- lajchc lo riconofccfl"e,& accarezzane. Ondcl»
ino in ciafcun habito dell'animo, ci può elfer ve Socrate apprelTo Platone nel Fedro , giura ptr
IO geroglifico di Mediocritàja quale fideue_> lo cane, che Fedro haueua imparato a ment?_>
haucre in tutte l'attieni , acciòche meritino il tutta l'oratiotie che Lifia haueua comporta.
nDTOejfic la i ode di virili .
'
••
Mediocrità • '. Memoriit-).:
DOnna bella, & rifplendente,con l'ali aJlc_? DOnna-con due faccie , vefrita di nero , iSt
fpalle , con le quali fi foUeua da terra_>, che tenga nellamanodeftra tua penna ,
additando con vna mano la terra,& con l'altra & nella finirtravulibrò .
il Cielo, con vn motto fcritio, che dica JW»4>tf La memoria è vn dono particolare della na-
tmijjìmtti lèti . tura, & di molta confideratione abbracciandoci
jii^ •. ^" '• con efl'a tutte le cofe paffate per regola di Pru-
• I
'•
ifì
,;v M E M O R f 'Ai' ^ * denza in quelle che hanno a fucccdere per lo.
ONNA
di mez'etàjhauerà nell'acconcia auuenire,però fi fa con due faccie.
tuia della teda vn Gioillicro , ouéro vn Il libro, & lapenna,dirnofttano,comefiruo!
Uiigno pieno di varie gemmej& fòrà Tcftita__» Memoria con l'vfo fi perfcttiona, ii
dire, che la
di n'ero, con li due pruni diti della mano deftra quale vfo principalmente confifte>ò iiei legger
'' *''^'
'
4ìtxa la punta dell'orecchia dcftra,& con la fi- ic,ò nello fcriuerO.' '*
\
utftu tea àvn cajie nero.. ! mj-
MEMQ-
, e
^ Parte Seconda.
» 14.*-'**^
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"^.:±!*¥r;'^
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MORIA de'beneficij riceuuti.
G R A T A ;
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la fiera allegri, pareua, che l'vno (i congratulaf In quanto all'Aquila , Grate Pergafneno dr.
il di veder l'altro. :A q-R-fto fpettacolo così paefevicinoal fiume Caico nell'Afia, narra_j>,
mirabile il popolo mandò fuora voci grandiflì che l'edici mietitori afletati mandarono vno de'
me dimatauigliarpQrche Androdo fa caniot- loro compagni a pigliar dell'acqua, il qualt.»
jo auanti l'Impcradorc , il quale gli dimandò vicino al fon te,trouò vn'aquila, che era fbfTo-
iuqualmodo quel Leone così atroce fufTc ver- cata da vn lungo ferpeiKe, che intorno il collo»
fodi lui ma nfueto, Androdo rilpoTcche già l* convarij giri le s'era auuitichiato, hauendo c-
haueua conpfciuto in Africa, quando vi erj__* glifecolafua falce tagliò apczzi il detto fer-
Proconfole il fuo padrone, dal quale per le gra pente , clafciò volare libera l'aquila j EfTendo
bactiture,che da lui gli erano date, fé ne faggi poi ritornato col vafo pieno d'acqua, diede be-
per ftar nafcofto in lolitudini,e campi deferti, è re a tutti li compagni, e volendo anch'efìb be-
che fi ricourerò nella sferza del gran calor del uere in vn tratto l'aquila fopragionfe e con l'-
Sole invna fpelonca, ne flette molto che vi ar- ale gli sbattè dalla bocca il vafo in rcrra.il mie
riuò quel Leone aliai addoloraco.è pieno di la- titore mentre attribuifce ciò ad ingratitudine
menti al CUI afpetto Androdo temè, ma il Leo- dell'aquila da lui hberata, vede li fuoi compa-
ne con atto humile,quafì dimandafTe aiuro^^al- gni, che beuuto haucuano, cadere immantenei»
zà vn piede, e lo porfe verfo lui Androdo ve- • te morti:onde fubito, pensò, che l'acqua folle^
dendo li piede it;f<^iìguinato, comprefe , che vi auuelenata , e conobbe efTere in vita cisjiafta
hauefTe malesi chic gli pigliò il piedc,dalqua per grata ricompcnfa del bencfìtio fatto alL'a-
le traffe fuora vno acuto flecco.e gti nettò la-j quilt-^.
piaga,il Leone ronfolato del mcdicamerKO,gli Degno è anco.che fi racconti il caro,chc Pli
fece carezze, e ii liposò in fcno a lui , e da indi nioiiel cap.;.del io. lib.efponc,doue leggcfì ,
in poi Androdo per tre anni continui habitò nel che in Sello Città della Thracia vna Donzella
Ja mcdefima fpclor.ca col Leone, è vifle dellc«> nutrì vn'aquila, la quale per rendere gratia de
fiere, che il Leone pigliaua , dtUe quali la mi- glialimentijgli augelli, ch'ella pigliauali por-
ghor parte per mancamento di fuoco al Sol taua alla donzcllajaquale morta che fu, nella
gagliardo,cne in quelle parti di continuo arde, medema Pira di fuoco,douc ella ardeua,r Aqui
ìoleua cuocere, è di quelle così cotte fi nutriua; la fpontanea mente voiò,5c infìemc con la don-
ma col tempo eflendogli venuta in faftidio co- zella s'abbrugiò . Hora fé confideiiamo;che_^
sì, fìeraje filueflie vita, andato il Leone a pro- il Leone è Re de gli animali t|errcllri,e l'Aqui-
cacciare il folito vitto, Androdo lalsò la fpeloa laRegina de gli acrei. Concluderemo, chej
ca, & vfcì di quel deferto hauendo caminato
, quanto più vnapcrfbnaè nobile, magnanima,
per tre giorni continui , s'abbatè in vna fqua- e gencrofa; tanto più confcrua grata memori*
4ta di foldati^da' quali riconofciutOjfù manda de' benditi) riieuuti.
MERITO
. . .
Parte Seconda.
capo ornato d'vna ghirlanda d'alloro, terrà c6 fegnaiati doiiuci a gran meruo,& però S. Paolo
ladeftra manOj& braccio armato vn fcettro,& della corona così dict_>. '
'
con la man finiftra nuda vn libro. Non eBronabit:4r nifi qui legitime eertaueritl
Il Merito fecondo San Tomafo nella j .parte La dcftra m3no,& braccio armatOjiSc la fim-
delIarumnaa(jueftione4j.artic.6.è attiene vir ftracon il libro , dimoltrano due generi di me-
tuofa , alla quale fideue qualche cofa pregiata nto ciuile,l'vno dell'attione di gucrre,& l'altro
in recogniiioncj. dello ihidio &
opere delle lettere,per ciafcuno
Si dipinge (opra il detto luogo afpro , per la de" quali i'huomofi può far meritetiole dello
difficoltà, per mezo della quale i'huomo peiuie fcettro , lignificante la potcftà di comandare a
ne a meritare qualche cofa perciò (ì dicc,chc_> gli altri huomini, & anco alla corona d'alloro
Hercolc figurato, perrhuomoftudiofo di fa- premio non meno d'eccellente npUe lecct;r::_»,
nia,& di gloria lafciata la via piana, &
dilette- ched'inuitti Capitani la quale fignifica yerr^
«ole inteìa per quella de' piaceri, fi elegelTc l'- honore,& perpetua gloria.
altra diificilc,& alpellrcdel monte,cio(i quella Merito come dipinto nella Sala dellsu.*
della virtvijondc penante. Se così celebri fut^ CanceUnri» di Rom^ut.
fatiche meritò d'cflcr numerato fra più degni HVomoignudo,con vn manto regale,tie.ie
Heroi vna corona in capo ,& con ladeftra vno
Il ricco veftimento,figQÌfica ladirpo/ìtionc, fcettro
e l'habitodella virtù ; mercè del quale l'huo- Ma perche il merito è cofa che auanza le no
Cio fa l'attioni degne d'honore, &di lodc_». ftic parole, lafleremo che egli medefimo a mag
Hauendo il Melico rciacione a (gualche co. gior efficacia parli di fc ftcflb
MESI,
.. .
jnftra mano vna bella cazza piena di prugno- bell.^ céfteli-a pieiia di carciofi,q|cceIli,mandxjr
jijfparagi, & lupoli. '." ' ìc/relche,frUc^',(iCheneImefed•i^prile, comin-
Giouani dipingeremoi Mefi ^ercipche TT).- cianca vefiuo^r,
Icndo noi diuidcre M tempo in Horc, Giorni, e Ch'
Ai;cri,& Anni, faremo che l'hore fianpVncIla,^ rone,
puenuajii^iorno uell'adolefcenzajirmefé nel *
teira'ié fpa
ja.Gioiiénlu, l'anno nella Virilità, & il te^npo fttflìf ragione i (5i"eci f hiamorljb l'ifteflo mefè
...iga in cape _,
caco da Romolo a Marte Tuo genitore,C da qupl Aprilem mernor»nt uh aperto ftmpore diSfum
.^ —„ ,
lor tanècompollo cffdue parti iierc&jr^W^. V, fecoiiio gl'iAntichi a Venere ,m qucftomefe li-
Per k due parti litro ci viene a fignincattì^ déftà-^agliàrdamente l'amorCTelle piahtejCO-j
ilcolove^élla terrai|ÌBc la parte roflalavirtnj& .ine ne gl'animali . Etil Pctraca nel Sonetto!
'
Volano gl'anni,t mefy,i giorni y e l' hortJi ^ r' " eflecc iW«rde di fiia natura grato alla viltaL-,
'
..lì tenere con la deftra manoiJ fegno dell'A- malTimeiche tante, & cosi-varie forti di villi co-
iTete circondato da i fopradetti fiori , cid.imo- loriji quali fono i bei fiori dipinti, quafi gem-
fttai principi) della Pnmauera, ondel'Anoilo me rilucenti nel verde campo apparifconofcin
fopra di ciò, cosi dice . tillando , & fingular vaghe^-iagl^appoirant)
AJÀpot che ti Sol neWaifimal di/ereto " Onde il Petracha nel Sonetto 4i.cbsì dict_*
^JlLe porta tri^o illumino la sferiuj '' "' " 'ii'.-'~•-
'-'M .
' ' ' ' \
.J^Zéj^ratorn6(uaue, e lieto
-,':>
Ze^ro tornayeUheltemtoriOte^ài "-'^^}*^^J;'
^ rtmenary la dolce Primatier/Ljt •
[
"
>E i fiori, e l'herhe, /uà (folce fdmiglÌA-tì
''
Moilraancojchecomc l'Arietc/c vn'animale-'. i: gt^ir Propìe, eptangerTilomena ,
Tcrtate è più gagliardo, cioè più caldo. fegno del Tanro, che tiene con la man de- Il
'
I a tazza piena di prugnoli, iparagi, e lupo- i! Soleva caminando ftia,è per fignificare,ch'e
ii^-^ci da fcs^JM> :}uali liano i frutti didetto me- isqucrt* mefe per qucfto"fègnò,il quale intta-
fBijiV.i fi dclitiauuerurc, che i frutti così di q'Ue- aia piglia maggior forza li come il Toro', è ,
)? ^ MAGGIO.
. . . ,
.. .
GIO
matodiyarij
veftito di color verde rica,"
fiori,c»mc d'eiìfi, parimen-
fto
giallirc il grano, & anco diuerfe herbc^,.
te hauerà iu capo vna ghirlanda , terià coni la Il fegno del Granchio denaca,che arriuando.
dcftra mano i Gemini,! quali {àranno cu cond* il Sole a quefta fegno> incojuincia a tornare iu
GÌ; fv^àilyerde, & fioiito..veftimento, & la nacque , fé ben prima fu chiamato Qainciie_>
gKirlanda inceda di varij fiori, per moftrar.c«» dal numero cominciando da Marzo., eflendo
la bellezza,e yaghezzade i prati, colli,& cam- quinto ili ordine^. _ ;,i ,'';: i,'-!..' ; *
perdile gradi il Sole fL^Jeua dalja Eei;ra &.in, alato di fiero afpecto, veftito di
, GIOVANE
quefto mefe le cofc fi i:acidGppiauo,cio.c fimol. color fiammeggiancc fa^-ACoronacod'r- ,"
è;efcBÌ*-
,, .
Sole in quefto tempo non produce cofa alcUaa: li, che fon punti , così meHtreil Sol^in qifefeò
ma fole le prodotte matura,& perfettiona. feo-noper l'inequalità del tempo , apporta ma-
Per la cefta piena de' fopradetti frutti, e li_j laftie molto p^ricolofc,& per qudfto difle Hip-
ghirlanda di fiori (l dimoftra quello, che quc- pocrate i>c gl'àphorifmi , che l'inequalità del
ftò ir.efc produce-». : i
tempo partorì fcc infcitnità, mafllmc quàhdo
nciriftclfo giorno.hora regna il frcddo,& ho-
SETTEMBRE. ra caldo,il che rpeifoauuiene nell'autunno .
GIOVANE alato,allegr©, ridente, vcftito La ceftella fopradetta contiene i frutti, chc^
« fi'-.-'' ':< ^ ''i
di porpora, hauerà incapo vna ghirlanda porta feco eflb mefe_>. < ^
tcimpofti, & gli reftò il nome antico d'Otto- Horrido,& vcftitodi nero fi dipinge, perche
bre, per eflcr l'ottauo in ordinc_j. in quefto mele la terra è fogliata d'ogni fuo
Gli fi dailvcftimcnto di color incarnato, per adornamento,che perciò anco A rapprefenta.^
che declinandoli Sole nel Solftitio hiemalc_j fenza ghirlanda.^.
comincia a riftnngerfi l'humorc neMe piante , Per il capricorno fegno celefte , fi dimoftra
onde le loro foglie diuentano del detto colore . quefto mefe, nel quale il Sole camina per det-
Dipingefi con lo fcorpione, perche in quefto to fegno: è detto capricorno, perche, fi come il
mefe il Sole firitroua fotto detto fegno, & e capricorno Ci pafcc nelli precipiti] , & monti »1.
chiamato Scorpione dalla figura dalle ftelle, e tinìmijcosì in quefto mefe il Sole è inaltifitm»
da gl'cfFcttiiChc produce in qucftc parti,iropc- grado Ycrfo'l aiczo giorno •
fé gli
. . , ' . .
GIOVANE & alato, veftito di bianco.il Numa Pompilio chiamò queriomefc Febra-
quale ttr r'àconr ambe le mani il fegno d'- ro,ò dalle febii, leqciali all'hora facilTiienci:_j
acquario . vengono , onero da qiiefta paiola Latina Fe~
Qucfto mefe, 8c il fecondo furono aggiunti irHM , cioè pnrgationi febiue , che Tigni fica-
,
iall'annodi Romolo da Nnma Pompilio, & chia nano facrifici farri perii morti perche i Ro-
j ,
<tnato quefto da lano lanuario, perche (I come mani in qucfto mefe faceuano la memoria del.
lanofìfàcoudue faccio, cosi quello mefe quafl l'anime, & quelle intendeuano di purgare con
con vna guarda il pailato, & con l'altra ilprin- celebrare reilequie de' morti
cipio di quello, che ha da venire,fecondo che_j Si verte di berrettino, perche in qucfto mefe
dicono Moderni.
: regnano molto le pioggieonde per il più il Cis
•
Lodipingeuand con il veftimenfo bianco , lo è coperto di nuuoli,li quali rapprefentanoii
eerche in quefto mefe, per Tordinano la tena detto colorc_\
e coperta di neue, che li veggono le campagne Poica (ccmedicemo) il pefce, perche paffaa
lutted'vncolor'C--. doil5o!e per quefto legno Celcftc, ne dinot.i_j
's Tiene con arabe le mani il fegno d'acqua, quifto mefe, & fi come il pefce e animai acqua
ricperche fi faccia noto qucfto mele per il cor ti le , così quefto tempo perle molte pioggie è
fo del iole, il qual'c detto acquario, perche ab- all'ai humido oueio perche eflendofinfoluec i*-
nono per pGtare_j. grandi, era molto odiato, come fé per incanti
'
Si moftra,cheftia a canto ad vna ruota, per- egli haucfle tirate a fé le biade de i campi vici-
che conuicne hauere in quefto mefe (cflcndo e- ni- Per la qual cofa eflendo citato da Spurio A!
gli fecondo i moderni principio dell'anno) co- binio Edile Curule & accufato al PopolOj& per
ti, pie tre, ruote per arrotare , 8i aguzzare detti ciò temendo i-gli d'cfler condannato perciòchc
ferramenti fcitili ,& che taglino bcne>come_> bifognaua, che le Tribù mettclfcio il partito ,
dice Columclla lib.j-cap. i^.Duris tcnuipmis. comparue il giuditio, & portò qniui tutti i fuoi
q»e ferrame;. (ts cniue ofHsrHdicton extc^Hetidù. ferramenti, con quali egli lauoraua, Scmcnò
Moftra con la finiftra mano i detti ferramcn vna fua figliuola ben guarnita, & veftita, I fer-
li, perche fwnilmente indetto mefe, chi fa arte ramenti erano grani, &: grandi, 5c ben fatti zap-
di Campo deue mettete in ordine le gomerc_> pe grandi, non i piccoli vomeri, & boui ben na-
con li fuoi aratri, ricalzare vanghe, bidenti, zap fciuti,& dille . O' Cittadini Romani,quefti (o-
fooii £c ftltii fetuaìeuci ueccUaiij,f «i hauer. fìo i mici iucautefini , ma non vipoflb già,ca-
xne i»
. . .
to fu afl'oliuo Vn
contadino giouane, chcflia inmezod'-
vn campo pieno di verdura, & con ambe le ma.
F E B R A R O. ni tenghi vna falce fenata,& con bella difpofi.
tiene moftri di fcgare il fieno .
HVOMO
vigna
d'età vitile,che ftando in
moftri potar quella .
vna_^ Tagliali
che Columella
il fieno il
7. de re
mefe di Maggio,perciò-
ruftica,dice,chefìdeb-
5ono due tempi di potare : ma fecondo Ma- baifegarc prima che fi fecchi, perche non folo
gone fi pota prima che germini la vite, perche fé ne ha maggior copiar ma anco a gl'animali
cll'cndo piena d'humori piglia Icggier ferita,& è più grato il cibo , effendoche non è al tutto
vgualcne refifte al coltello . fecco,neverde,doue ftia nella fua perfettionc.
MA R Z O . G I V G N, O.
toÌ! le pecore. Dicefi anco,che in quefto tempo le vi farà vna paLa,vn raftello,& altri iftrumen
cia
potrà anco dipingerli a caino \rna chioc-
Si
con pulcini, attefo che poli, che nafcono
i i
ETmo perche l'olio è molto neceflario all'huo
j non folo per mangiare , ma anco per
di qucfto mele, fanno più voua all'ai de gli al- molti altri commodi,faremo che in qucfto me-
, uiii quali nafcono in altri meli fc , come narra Palladio lib. i2.de re rurtica li
; .; "
S E T T E M B R E. ;
molto nccellaiio,come vede in tutte le Icric-
fi
vue,lequali mortrandod'cfl'cr pefte>da elio tino Dunque dipingeremo vn'huomo, che tenghi
cfchi il mofto,& cntti in vn'altro vafo . con ladeftra mano vna sferza, & vadi dietro a
E pereflèr anco che in quello mcfe H fa il vn cauallo, il quale Ila attacatoad vna iuot;i_j>
mele non farà fuor di propplìrp. di,metterui ,a da molinojoue lì macina l'oline, & al lato di ef-
canto duc,ò tre copelie d'Api . fa vi fia vn monte d oliue , & vna pala , vn tor-
chio, fiefcoli,& quato farà bilbgno a tal'officio-
OTTOBRE.
HVomo pieno
che tenghi con man vn la finiftra DECEMBRE.
grano, & con ladeftra pi-
certo di
gliando elio grano moftri di fpaigerlo in terra, HVomo robuftojche con ambi le mani ten-
Se che venghi coperto da vno che ftimoli ibuoi, ghi vn'accetta,& con bella difpolìtione.»
i quali tirano vn'aratro > & ancorché , fecondo moftri di tagliar vn'arborc_>.
Hefiodoj ilqual fu il primo che fcriueiìe dell'- Secondo Palladio lib. 1 3 .de re ruftica, cllctt
Agricoltura (come narra Plinio lib. 1 8.) lì de- do Decembre principio deii'inuerno,& l'aria_^
ue feminare alli dicci di Nouembrc che in tal , fredda, la virtù de gPalbcri lì concentra in ef.
giorno tramontano le Veigilie,fette giorni di- fi , & fono più durabili li legnami per le fabri-
Ma per non confondere le nol^re pitture , & rami , & le fiepi verdi per far fuoco,fi taglio-
terminare cialcun mcfe l'officio fuo , faremo no ancora le pcrtiche,li gionchi perle vignc^
che inqueftolìfcminiil grano,come cofaprin &c anco d'clfe fé ne fanno le ceftc,&: molt'altrc
cipalc al viuerc humano ^ cofejche fono opportune all'vfo noftro
menti della Militia, & fi ritorna à gli citerei-. dipinge giouanetto con faccia bella, e la*
tij della guerra vigorofamente.
SI fciua,hà capelli ricciuti circondati da vni
i
4i fonare vna zampogna.. qiiafi. dal fonno deirinucrno già. mula (t (ìic^
. . » , .
L V G L I O. NOVEMBRE.
HVomo mezo nudo chinato, che con lade- HVOMO , che ftimola i buoi-i quali tirano
mano ftra vna tagliente faIce,con la
tiene vno aratto in mezo di vn campo
quale, caglia i couoni delle fpighedi grano, le Coftui, il quale con fatica s'appoggia all'a-
<juali egli raccoglie con la finiitra mano, tiene ratro, moftra la ftagion della pliade,leqivali, co
in capo vn capello largo , col quale moftra di me dice Euftachio, è molto atto a l'elkvciti»
difenderfi dall'accefo calor del Sole_j. dell'arar^_j.
Ilfignificato di quanto habbiamo dettodi
quefta imagine,& ch'efiendo i grani maturi Ci D E C E M È R E.
ibglion tagliar quando il Sole ha più vigore^.
Quefta '
gàoxiparte Seconda. 42,5'
t^iefta figni-a rrtoftra non 'p^r l'afprezza confiderà le cofe rupcriòri con la fola forza_p
:Il'liTUGrn<?<mtiilf^o&idadclì'ift*ii[rà vc-dcMei rfch'iìÌEélIeko, Hoh ditidnflódtl fdifó. ^ j
,•: ,. ,
,. , . • r-rf^o.: £ mano ftia in atto di accennare .' '
ii MESE I N G E N E RA L £ ;
-
Per la palla confiderà il mondò tutto, & l'I-»
cofccorruribilijche foggi-acciono, come' vili a
GIOVANE veftito di bianco.conduc cor- qnefta fcicnza,la quale s'inalza folo alle coC'tJ
&diuine. -
netti bianchi, volti vcrfo la terra,& terrà cclcflii
.la mano
ibpra vn vitello d'vn corno foloj&c fa-
-rà coronato di pai ni.i 5. M I N A C C 1 E.
Et il JTiefe da.Oifeo domandato Vitello di
tn corno folo perche in qiielio modo fi ha la ciatura di tefta che rapprefenti vn mo-
DONNA
bocca aperta, con accnrt- con la
,
,
defìnitionedcl Mele, il quale non è altro, che Itro fpaucnteuole, veftito dibigio ricamato di
ilcoifojchc fa k Luna per' li dodici Segni del roilb,S: nerojin vna niano cerr-a-r.ia fpada & ,
doro ,^da alci^ii altri fcrittori dimandac;L_»* fi Veftito, la rpadd,& il baftone '"- ',, .
La palma ogéi nuoua Luna manda: fuori va uentanoperla viftadilpiaceuole, come ancora
.nuoijò ramo, &• quando la Luna ha vcnt'otto la horribile acconciatura della Ina tefta_.'.
:giorni, cjla hài>ltima parte di fiiori ilUimi- Il veftito bigio per cilerquefto colore com-
.
platione,& con la finiftra tenga vn fccttro,per bee,che poco fannojyc conofcono delle cofe A.'*
che eilcndo ella Regina di tutte l'altre fcieii- houore ,
,: ;
Ee Mifertìt
.
giorni, che ftiamo fopra la terra^sà quanto va- lice continuo ftimolo ci conduccmo mifcra-
ni (ìano li noftri defidcrij , & corte le noftrcj mente alla iTiort5_'.
fperanze . La borfa, che ella verfa,moftra,che come_»
La tefta fi piglia per il pcnfiero> effetto del- volgarmente crede efTere fejice chi ha g-ati
fi
Ilvetromoftralavanità delle cofe monda- di chi ne è fenia,ii che facilmente può fuccc-
ne per la fragilità Tua, onero perche la miferia dcre a ciafcuno .
humana conlìfte iu vedere in qual parte l'huo- Mi/ericordia .
Oio fi volta alle cofe maggiori di quel che (6- Vedi le Beatitudini
MISERICORDIA.
:a
DONNA
occhi
di carnagione bianca,hauerà gli
groflì , & il nafo alquanto aquili-
con le braccia aperte, ma tenga con la defìra»^
mano vu ramo di cedro con il frutto , a cantai
uo> cou vna ghirlanda d'oliua in capo^ ftaiuio vi faràr?cccllo £ola,oucro cornacchia.^.
MiTc-
.
dentor noftro, ch'c la vera Mifcricordia , con Caio Mamilio Limetano, non fu altrimenu
prontezza c'afpetta fempreconle braccia aper mifuratore, ma vno de tre deputati fopra la_^»
ce,pcr abbracciar tutti, e fouuenir alle milèrie Zecca infleme con Publio Crepuflo , & Lucio
Boftre,& Dante nel canto 3. del Purgat.fopra_rf MartioCcnfbrino> che fu Confole con Caio
di ciò cosìdict_j. Caluifìo Sabino l'anno della Edifìcatione dì
Horribilfuron li peccati miei Roma.7i4.nelqual fiorì ancoC. Mamilio Li-
Ma la bontà infinita ha si gran traccia metano, fi come offerua il Sig. Fuluio Orlino
Che prende
ciò chefiriuolge a lei . Dcfamilifs Komanorum nella Cente Crepufìa,
Gli lì dipinge a canto l'vccellopola, perciò doue mette vna Medaglia , nel cui diritto le»-
cheapprcilogl'Egittij fignificaua mifericor- gefì dietro vna tefta. L.CENSOR.nel riueru>
dia,come fi può vedere in Oro Apollino. vna vittoria fopra vn carro tirato da due Caual
li in atto di correie,fotto li fono quelli
quali vi
E R I O Valeriane, tiene, che la mifura fo apparifce,che C. LIM ETÀ. non può ligni-
PI figurata fufTe in quella Medaglia d'argen ficare altro, che CaiuiLimetantD,:xii^Coc\it fa-
to di Caio Mamilio,che ha per riuerfb vn funu ria vnfpropofìto a mettere C.Limitibn4 metan
lacro pileato,con vna canna in mano (come_j dis.(otto duecaualli. la Medaglia di Caio Ma-
egli penfa) alli piedi del quale vn cane abbaia milio Limetano da Pierio nonconofciuta ve-
vcrfb di luijche Pieno lo piglia per fedeltà, la deli rapprefentata al vino in iftampa nella me»
^uale deuc hauere chi eflercita il fatto magi- defìma opera dell'Orlino, doue tratta del hL_j>
ftero,& la canna fpartita inpiù nodi, la piglia Gente Mamilia,& prona perauttoritàdi Salu
per fegno,& iftromento da mifurare. Ma è d'- ftiOjChe deiTO C.Mamilio fu anco Tribuno Atì
auuertire,che Picrio in quello luogo erra ali'- la Plebe, ini chiaramente fi viene in cognitio-
ingrotVo: poiché quel (ìmulacro non è con ha- ne , che quel Simolacro con habito palliato ,
bito Romano, ne meno tiene vna canna diftin- corto,& ioccinro,col cappelletto in tella, con
ta con nodi , (i come più abbaflb fi cfporrà il baflone in mano, & con il cane a piedi, chc_*
.
Ninno Autore là mcntione,che C-Mamilio fuf ha la tefta alzata, & bocca aperta verfo lui , è
fé mifuratore né meno lì croua in monumen- Vlifl'e.che doppo xx.anni fé ne ritornò a cafa_»
,
to, né inalcuiio fcrittore, che gl'Antichi vfaf- fua incognito lòtto mentito habito di mendi-
fero la canna per iftiomentoda mifurare, vfa- co,ricouofciuto per patrone da Argofìio cane,
oanobenela Dccempenda, che era mifura di la quale imagine fece imprimere Caio Mami-
X piedi, chiamata vna volta da Plinio nella x. lio Limetano per memoria,che la fua gentc_>
Epiftola del lib.S pcrticajBudeo ne tratta dif- Mamilia difcendeuada Mamilia figlia diTe«
fufamente nelle pAndette,ex l.vh-fi^MenJorfaU legono, che fu figliuolo di Vlifle nato di Cir-
fum modum f/<A:?r & l'Autore de gli Adagi in ce, & e quello,che edificò nel Latio Frafcati,co
j
quei Proueibio Vna pertica, oue la pertica-^ me ferine Sefto Pompeo, Plutarco, Acrone,
. &
ponefi in vece di Decenipeda, fi come hoggidl Porfirio Interprete d'Horatio,peròi più anti-
volgarmente pertica fi chiamarla (;agione dei- chi Marnili furono cognominati Tufculani f
j
E e X il prim9
,
glialloggixC pare uccie. Ottauio Mamilrio Tu- cembre, il detto Poeta nel i4i.apoforcto .
iijulano \islong€ l^nnceps, latini noptinis erJit D^m toga, per qttinaa gaudere quiefcere IticcSg
fifamA credimus,*h Vlijfe D^a^ Circe oriundw) Ho s pot.ris cultu} (temere iure tuo .
et MA'Htito filist>n nuitam d^f.'ìcii.cciaitQ àà\ Re Altretanti dì fenz« dubbio portauano il cap
«^o Tiare uiiiio Supcrbq doppo j-i-atini elico-,
,
pello, ne gli altri dì non lo portauano il ca.^~
lio ConfuU Lucio. Muukìo Carbeco , & Caio pellojmà, oandauano con la tetta Icoperta, ò
iNiUtip RuciliOjfù Lucie» MamilioTufculano fi copriuanj con.v,na parte delia toga,(i come
tatìo Cicudmo Romano, diche Liuio Decade nell'vno, Zc Palerò modo infinite ftatue dc.i^^'
cc.ni,fuor di guerra per habico confueto.i Thef nobiltà, 5: però che (1 daua ad Vlilfe nobile d'~,
lagli, i,Partlu,i Daci,gli ArmeiH)&: altri ftra- ogni canto paterno, S>c materno: fé ciò fulTe_> •
UK-ri, conic lì raccogUe dalle Zvicdaglie, e fta- vederebbonlì.aiicora col cappello AchillciAia- -.
tuci iPcrliani anco pei' auttontà di Celio Rho ce, &:altri nob.liìlimi'Grcci:màinqiierto non
digiuo Iib. xvj cap, x. portarono il cappello: i fi deue pa,imen,j:epi:cftar fedo al Pierio, fi per?
Romani noi tencuano per habico loro,lu b?.ii che.npn nerag^oaa Homero, fi peiclxe nonar* -
loro pexmeflb, & conceduto da Caligola Im- reca tertimpniu adcuno d-'Aato^-e Àntico:liab> ;
pciaioie di tenere il cappellp fatto ali' vTanza biamoben noiiafauor nortro PlinioIib-3 j. e
tU TheiJ,aglia nelli Thcairi ; per riparar l'ar^ yi.iNicomiichiiiptimtnVlyffiaddiittpileurrt.Sc.
dor dei SQlejCóme riferifce Dione, lcga.Q eh ?_» Nicomaco Pittore , chedipinfe Siila fi? il pri-.
fvioidi theitrp noi potcuaiio portare, ncjlej! mo,cheaggiung.elTe il cappello ad Vlifl'e,è fer
ri per attaccar riife , dalle quali bene {pcilo fé dir. pofl crepHjculum fiatim inferifce , che in-
ne partiua con la faccia ammaccata, & Jiuida, nanzi crepufculo non C\ portaua il cappello:
il
tomandofene a Palazzo tutto afflitto In tan- onde chiara cofa è, che non fi vfauain Roma ,
tum vitiorum Caianorumf Neronifinorumy & fuor di Theatro, fuor de* giorni Saturnali, fuor
AC VtteliitmorHmfuìJfe Amulttm ,.vt vagaretur di viaggio, &
di notte, peyò non fi conuiene a
noBeper tubernm, ac li4pa,iariiuoiteclo cupittj Caio Mamilio nobile Rotano
CucuUione vMg.%ri. viatorio, comm'tfcereiur ^ L'habito poi ibccinto, ^palliato ne meno è
gumtriconrl/M,&'fommit!eretrixaé-^citjftmulas da nobili. Romani, (\ sa, cne andauano togati
Mcflalina impudica moglie di Claudio Impe-- Cogne/co i tntnte tea^ y'^Ac iam intelligenti
'
daua fora la notte eoa vn cappello in tefta. Sed e^muj,tH (lutcfn poflea ajfdue due ,
£e 5 Da
L
, . . .
M I R A.
J
diede
.. .
Parte Seconda. 43 i
nella finiftra la Quadra conil cornpa{ro,rotto chiamato Sefoftre, da alcuni Sefijfe.difcefo dal
iipiedi la deceinpeda,cioè la pertica, che con- l'Arabia, Re d'Egitto, il quale diftribuì ad o-
tiene X. piedi , vicino alla pedana della vcfra il gni fuo vaflallo vna cgual portione di terra_^,
niucUo dintto col perpendicolo,piombo ftefo, & v'impofe vn datioda pagarfi ogni anno , &
che pende_j. fc aqualchuno gli fufle itatofminuito il terre-
ia M ifura è
ciò che col pefo,con la capaci, no dalle innondationi,il Re mandaua a mifu-
tàjcon lunghezza, altezza, &
animo fi tcrmi- rare il danno dato, acciò fecondo la tafia ii de-
Ba & finifcejcosì definita da Ifidoro, & da al- falcane, è fminuifle il datio, di qui la Geome-
qutdqtiidpondere, capa-
tri autori. Aie»y«r/» efì tria, & Mifura hebbe origine, la quale pafsò
la
fttateylorjgitudine,altttudine,animoq-jfinitur. poi nella Grecia Ab hoc Rege in omnes Aegy-
.
Varijinuentori dimifiirareda varij Autto» pttos dipartita foli quadrati Aquaportione viri-
ri nominati (i trouano,ciòauuiene (per quan- ttm per (ortem data: atq; hiric prouenttis inRi-
to giudica Polidoro, Virgilio) perche diuerfi ttttiimpofita certa penfiene quam ttli quotannis
in diuerfi paefi, ne fono flati primi inuentori folutrent'.quod fi cntus psrttonem allutitonefiu-
Eutropio nel libro de' Gefti de' Romani capi- men decurtaffet is adiens Regem, rei quA conti-
tolo tcrzo,dice che Sidoniofù inucntore del- gerat certtoretn faciebatxRex ad prAdtt4m in^'i'
Ji pefi,5c delle mifiire, mentre Procace tra gli ciendum mittehat, qui metirentur quanto dete-
albani, Aza nella Giudea, & Gieroboam in rius faUum effif.vt exrefiduo proportionetaxa-
cKefcolpici fi veggiono nelle antiche infcrit- haueua alloggiare, contumace, reo fi tcneui &
tioni de' Romani , & primieramente fé le dà colui, che kuato, ò murato hauefle alcuno di
«ella ma deftra il piede Romano principal mi- quei nomi-porti dalli Mifuratori fecondo la-i»
fiuajdalla quale tutte le altre fi deruiano, co- <onftitutione Imperiale I. prima de metatis C
jnc la fudetta Deccmpeda,F/»«jC«^//«OT, Gr- lib. Adriano Turnebo lib.14.cap. 16. nel fu©
1 1.
cya milui'a di (K:ì^ità\i& plethrum mifiira_>5 giornale riporta vn tertodi Maurilio autorcs
«il cento piedi, & altre, che nomina Budeo nel di militia Romana, che fa mentione di tali Mi
luogo citato,& cóquefte mifiire de piedi fi mi furatoli A>itec«Uores,cjUi anteagmen eunt, lo-
.
liuauano le miglia, li iugeri,& lo ftadio,chc_j ca^ cafìris metandis idonea deligunt ^vim ,
era di fei cento piedi , l'ottaua parte d'vn mi- qua duci exercitus commodepoJftt.videntMen-'
glìoj che è iij.pafll, &: ilpaflb contiene cin- foresqut loca tafirts mttandts metiunttir Et .
que, piedijil piede poi, fi come riferifce Deme- Vegetio Itb.i.cap.j.Metatores quiprtcedenta
trio Alabàldode Aif»/«rM,Hcrmolao Barbaro locHTì (ligunt caiìns. l'ifteflb a baflb Mtnft- .
in Plinio lib. jj-.cap. 14.& Bildco nella fudetta res,qui in cìfRris'dd podismum dimetiuntur lo-
legge era comporto di Tedici dita , la grandez- ca,qfiibtis milttti tentoriA figantyvel hoipittiLj
fici j con la decempeda,mà anco d'altre colè_», Soldati, & niuno meglio di lui feppe fciegliete
•di terreni, di fofll,di campi militari; porcauafi i luoghi, edifponerei prefidi j . ^iinilmenta_*
^.eòn altre mifure ne gli ellerciti per ordinaiii_> Proclc Cartaginefein Paufauialib. 4: Tuole-j
il campo, &diùegnare i luoghi per piantare^» che Pirro di fortuna fuife inferioie ad Alefl'an
i padiglioni; a quefto effetto andauanovn pcz dromà iu mettere in ordinanza vn'cilercito
^iù efpertodiiui,d€lia iiuclligciuft di Pirro m
aiilu-
. . . . f
Parte Seconda.'
435
inifurarcj& ordinare i campi militari ne tocca naturai giuftiriajnon farete,difi*e, cofa alcuna
Plutarco nella Tua vita Habbiamo poi in Ve
. iniqua nel pefo,& nella mifura Nonfdcietis .
gctio lib. 5.cap.}i.cheli Capitani, & Centurio- iniquum altqHidin iudicto,in reguU,in pondt'
ni con le proprie mani pigliauanola pertica , re,& menftira, Hatira iufta, é* £qutif$7,t,pon.
& mifuraiiano le da foldati intorno
fofle fatte dera;iu/tus modius.iquiuscjue fextarius . Sog-
•al campo per vedere s'erano larghe a baftan- giunge il Simanca Vefcouo conforme a San
23, perche haueuano ad eflcre, ò di noue , ò di Tomafo . Ergo reges pondera,^^ menfurtts trn.
vndicij òdi tredici, ò dicifctte piedi, fecondo deredebentpopultsfibi/Hbieaii vt nòie in com
fé
che vedeuano far bifcgno contro le for2c de' mtrtijs habear.t
nemici Opus hoc Centurtones dtcempedis me-
• La prefcnte figura può feruire non folo per
tiuntur^ve minus foderityHUt errauerit altcuius mifura materiale de fiti,campi, & edifici], ma
ignauia . Il Liuelloconil perpendicolo è in- anco per mifura morale, & moderatione di fé
tagliato nella infcrittione di Gnco Collutio in medefimo : & certo, che ottima cofa è faperfi
forma d'vn. A. grande dalla cui fommità cala mifurare, Ai^?2y«r^>w optimu ait CleobnlMs,Lyn'-
per io mezo , fine a baflb egualmente il piom- dtui in rc,Sc HeCiodo, Menfuram ferua , modus
bo attaccato ad vn filo,da latini diceiì libella , inrt eft optimus omni:n\ qual propofito fi pò db
cjuafì nome deriuato da bilancetta,fimbolo di no fimbologicamcnte applicare i medefimi i-
giuftitia,per la giuftez7a,chc deuc olIeruare_> flromenti.e fpetialmentc il piede, fi comel'a»
il mifuratore non tanto in mifurare manual-
, plico Sotade antichilfimo Poeta Greco .
mente gli edificij, quanto milHcamente par- Es modefius; hoc Dei munns pMt<K-j^
lando in diftribuire vgualmente il fuo ad o- Moderatig autem xera,tHnc erit ttbi
gn'vno nel mifurare i campi, & altre cofe , (i Si meri are te Pede, ac modulo tuo .
comegiuftamentefi portò Lucio Antonio lo- L'ifteflb poi fu da Horatio nf ll'vltimo del.
dato dall'Oratore nella decima terza Filippi- lafettima Epiftola,libro primo trasferito .
ca. C««f^«r etiamL^A.(Jtonio,qui fuerat iquif- Metirife quemque fuo modulo , ac Pede ve-,
fimus agrt priuati,& l>ui>lici Decempedatorda.- rum eh
qual giuftezza con equità mantener (ì deuein E giuflo, che ciafcuno fi mifuri con la pro-
ogni mifiiia di terreni, di campi, d'edifici j, & pria forma,& modello:conuiene mifurar be-
in altre mi(ure,3^:pefi attinenti alla grafcia_^, ne fé ftelTo, & le forze acciò la perfona noa
,
altrimenti il corr^rtio non va retto, tutte le & faccia dei grande,più che non è,& non (\ met-
cofc fi coiicurbanp, fc nelle mifure la fraud<i_> ta in impicfedifficile,da' quali non polla poi
corrompe l'inte^ità . Cailiodoro lib. i.cap.x. vfcirne con honore,mà poflà mandare ad cfFet
acmenfura probabtlis ,
Coiiflet populis p(>kdns, tOjciò che con giufta mifuria piglia, a fare
tuia cUBCìa turùJfntuy , fi integritas cum frau. La Decempeda,che dal piede fi forma^efien
èlibus mifcratur Acciòchefuflcronote a Po-
.-. do pertica. con la quale pertica fi mifura il ter-
poli le m!Ìuie,&;i pefi per la legge di Gratia- reno, & fi fa lofcandagliodi quanto vaglia_^i,
iio Impeiadore regiftrata nel Codice Theodo- come apparifccin quella Commedia dell'Ario
fiano libro ii.tirplo.é.fi pofcroin pubIicolc_> ilo,nella quale Torbido perticatore,dice.
mifure, & pcfi, -perche ciafcunolaper potefle
i Poiché to l'haurn mifurntay la Pertica^
il conto filo & non fi potelfe commetter frau- Mi dirà qua?, to ella vai, fino a in picciolo
«le. l77fingulisJtetionibus,&menfuréty(^pon- E' molto proportionata a denotar la mifura
derapublicì coUocentur,zffraudare cupiitibus, del proprio viuere,& a far iofcandaglio delie
fraudar.di adtmttntpote/ìatem & nel medefi- : fue facoltà, perche contenendofi molte mifure
mò librojtitolo fecondojla cura de' pefi,& del di pertiche nelli terrenijpofle(noni,& ville_>^
le mifure,acciòcheil PubJico nonpatifcadan- dalle quali fé ne caua il vitto fignificaràjin que
no fu conimcfl'a al Prefetto della Città San . fto luogo il làper mifurare le fpefe , aflenen-
Tomaio nel fecondo libro del Rcgimentode* dofi dalle fupei fluita, & gouernandofi confor-
Principi capirolo quattordici, dice che li pefi , me l'entrata fiia, & reudita, che danno le rac-
& le mifure fononeceflari j alla conleruatione colte de gli fiioi terreni
iella Rvpublica, perciòche con quelli il con- Ond'c quel detto di Perfio Poeta paflato in
ferua la fedeltà iiel contrattare: Onde l'Eter- Prouerbio . MeJJe tenus propria viue.Px le fpefe
no Padre Iddio nel Leuitico capitolo diecino- fecondo la tua raccolta, & le tue facoltà:meta-
ue, ordinando a ]||^è, che effortaire il Popolo fbra prefa da gli Agricoltori, che mifurano le
amiiatcuac la giijftUia, prop ofs iegok della Tpefe eoa l'eu;ia:e,che cauano dalle raccolte^
dclli
,
M O D STIA.
k: c*8Ì
. . • .
,
^l>tifua metttur pondera ferre potè fi . Modeftia, come fi può comprendere dal Salmo
Verlò degno di Valerio Marciatc.Deuedun EruStatitt in quel ter2etto,0,>»«i/ gloria, eiuffi-
^ue ciafcuno portar feco la mifura delia ragio lÌA Rugis tib intus inimbrijs attreis : Circum th-
àc per mifurare le fue operacioni, & regolarli mi£Ì* vnrietatiÈtus . Et l'Apoftolo dille hab-
in quelle con debiti modi,acciò polTa camina- biate i lombi voftri cinti di cintoli d'oro,il che
^cinqueftavitaper la via diritta,giufta,5ce- alcuni interpretano perla Modeftia,8£ finceri-
gualc fenza intoppo alcuno tà di cuore. con la quale fi raffrenano le parte
concupifcibili dell'animo fecondo Euthimio »
Sta con il capo china per fegno di Mode-
MODESTIA. ftia come fanno le honeiìe donz-clle, li Re- &
VN A giouaiietta,che tenga nella deftra_»
mano viio fcettro in cima del quale vi
,
ligioli amatori della Modeftia, che con
gno etiandio nel caminarc,& nelle ricreationi
tal fe-
(la Yii'occhio, vertali di bianco, &cinga(I con la dimoftrano per obedire interamente al pre-
vna ci ntad'oro,ftia con il capo chino, lenzi-» cetta di San Paolo
ciuffo, &fcnz'altro ornamento di tefta_j. Gnudete ; Moderi* vtfirafit nota, omnibus ho-^
moderare le operationi humane,8c per far ciò» fo , perche la Modeftia non ammette cofe fa»
bilògna collocare lo icopo della noftia inten- perflue, come habbiamo detto il ciuflbcerta-
tioue fuor d'ogni termine eftrcmo del manca- mente è fupcrfluo, & è fegno ài vna vana (a-
mento,& dell'ecceflbjtal che nelle noftre attio perbia,pci:ciòche contai paiefealc«:2ta,(i vie-
ni non ci teniamo al poco, ne al troppo, ma nel ne a manifeftare l'altezza, che nella ment^j»
la via di mezo regolata dalla modera tione_j, occulta riiiedc , légno mantfefto ne danno al-
della quale n'è /imbolo l'occhio in cima dello cuni animali che hanno ilciutfo,o,uero la ere-
fcettro, peciòche gl'antichi facerdoti volendo ftain tefta, 1 quali fono di natura nn-nodcfti ,
eoa geroglifico (igniftcare il moderatore, lo & però Plauto iit Captiuii con ragione piglia
leuanofare vn*occhio,& vno fcettro, cofe mol rVpupa,che èstacciata,& porta it cium> pet
tocoiuienienti alla Modeftia , perche chi ha vna meret;rice cosi anco il gallo in luogo di
Modeftia,hà occhio di noa cafcare in qualche ciuffo porta lacrefta,ò fempre arduo, perduta
mancamento,& chi li lalla reggere dallo fcet- lacrcfta diuiene humile, &
modcJto ,oadc i.Ì
tro della Modeftia,sà raffrenare li fuoi penfie- Petrarca conerà gallum,diflc,^/'er/^? nunc att
ri, acciò non incortino nel Coiisrchìo. Mode/i i^ remgMus^&' criittim tnfolentt» iimictut. Mot
entra (fecondo fciiue Vgone auttore cllempla ta imitato da PioSecondonelU Tuoi cómenta-
Ce) efi cultum, (^ motnm , (^ormiem noiìram. rij Ub. xj. ragionando d'vrt EilorofctiTheologoi
altiero
. .
Come
M O N DO.
dipinto dal Boccaccio nel primo libro della Geneologia
dcUi Dei , con le quaccro Tue parti
.^^^^\ r^^.
PER il Mondo dipinfe il Boccaccio nel lue Lieto dèlie fuefejle Pan dimenA-t
go citato, & ne commeirti Geroglifici di
i Lupicciol cod» , C^ ha di acuta pin»
Pieno Valeriane, Pan con la faccia caprinj_^, Le tempie cinte e dalla rubicondiK^
,
bicolore roflTo infocato con le corna nella_5 fronte efcsno due bretti corna , t fono
fronte, che guardano in Ciclo la barba lunga, Vhilpida barba fcende /opra il petto
& pendente vcrlb il petto, & ha in luogo di ve- D^l duro mento, e porta queflo Dio
fte vna pelle di pantera, che li cinge il petto , Sempre vna verga pafìorale in mano
& le fpallc, tiene coni 'vna delle mani vna bac Cui cinge i fianchi di timida Dama
chctta, lacinia della quale è nuolta in guifa La maculo/a pelle il petto e il dorfo
,
,
di paftorale,& con l'altra la fiftola irtromento Pan è voce Greca, & in noftra lingua frgnf-
<ii lette canne, dalmezo ingiù è in forma di fica l'vniuerfo.onde gl'antichi volendo figni-
capra pelolb,& ifpido ficareil Mondo per quella figura inrendeua-
Et iilio Italico Io dipinge aacor egli in quc no per li corni nella guifa che dicemo,il Sole»
^aguifa così dicendo & la Luna, & il Boccaccio nd fopradecto Iuo«
. i . .
i^i:^ofonPar te ^Siecìonda.
437
go vuole, che lideo^ corni riiiorltial CielD,mo auttonitàdi PorJ^rio dcfcriuctal fimolacro E,
fìrino i corpi celefti,& gl'effetctlorp iielle'coic gitti6' con li piedi intorciati, perche non mata
•'
liiquà giù . I
'
:. • . loco, con verte lunga, e varia per la natuia va-
La faccia roda & infocata, fìgnificaqucl
, ria delle rtcUc, &
con pilla d'oro , perche il
fuoco puro, ch'j ftà fbpragli'aitn elementi, i» •
Mondo fteiU>è.irotaiido: d'oro dircms noi, co-
«pafiac dclJc celerti sfcrcj. ,
me (imbolo della pcrfcttion(;,pcr la pcrfctt L_a
La bàr|>''a iu;i(^a,che va gii\ per lo petto, mo . aychitcttura che, è iidlla mtrahil fabricadcJl'-
llta cliir.KVi'^ Elementi fupcrjor.', cioè l'aria ,
'•
Vniucrfo fatta d»perfi^t;;o AijciiKctto Creatore
c'i fiìooo'ibnodi natura forza mifcliUe , &c
, e dei Cielo, -Si ddVa tei-r'-4j^. v. ;
a cui diedero le corna percaufa.del Sole ,& del Si rapprefenta ch'adopri il fuo corpo per ci-
"
la LunxL». bo querto fignirica tutte le cofe, le quali per
,
no\-il qiù! (ì ritorce in fé (leilb, nell'aJrta mà- Vàa delle parti principali del Mhiit»
Ho tiene !a fifìula delle fette canne, perche fu
Pan il primo, che trouafle il modo di compor-
re più can ic infìeme con cera ,& il primo che
DONNARegale
ricchifllmamènteveftitadi ha-
bito più di colori, con vna co-
la j!bnafleancora,come dice Virgilio nel i'tg lo rona in tcfìa, & che fieda ili mezo di due cor*
gai fecondii_j. - ;.-_:'; - ,: nucopia incrociatijr.vnopipno di oguiiòic<_f
'
rapprefenta dal mezo in giù in YormaJj'
Si 'difrutti,grànì,mÌgti,parììchi,riC,& lìmi li, e
di capra pcIofo,& ifpido Jjitendeudo/ì per ciò' l'alti-D.d'vuebianclie&c-negrcjCon la dertr a.«d
la terra, la qual't dura,aipra,& tutta difugua- mano tiene vn bellillìmo tempio,& con il;di-
k, coperta d'.arbori d'inllnice piantejfic di mol- to indice della lìniftra mano , mortri Regni,
t'herb^j-. Corone diuerfe,Scettri,ghirlande,& fimilico-
Come
MONDO.
dipiuto nel primo hbro de i Commenti
fe,che glj .ftarannoda ,vna pa^te , &'dall'altra
vi farà vn cauallo C9n trofei,fcudjj& più forte
d'atmijvi larà ancora vn libro, &lbpradieflb
V Geragltfiei di PteuoVaUriàno vnaciuetia^&a canto diucr/iiiirtrqmenti mu-
ficali,vuafquadra, alcuni fcarpe;ii,& vna tau©
V OMO
che tenghili piedi in attedi letta, la quale fogiiono adoperare pittori, coi?
•
>
^
foltezza, con vna verte longa di diuerfi
_, diuerfi colpri fopraj& vilarai^np a^cp alqUjUj-
cviuii, porta in capo vna gran palla, òglobo ti pennelli.. ;...-j;: l'i
sftlrico.dioro. , .
Europa èprima, & principaicpart'c ^érMo
Si dipinge cosi per moLftrai. la fortezza del- •do, come rifcnfce Plinio nei terzo libro al cai-
la terr.i_v. pi to lo p ri ino, &
querto nome da Europa
tolfe
La.veftedi diuerfi colori , dinota li quattro tigliuoladi Agcnoro Re
de' Phenici,rubbata
Elementi, & le cofe daelli generate > della va- & condotta nell'Ifòla di Candii da Giouc_?.
rietà de' quali la iena fi vefte_5.' •
;
.
Si verte riccamcte d'habito Reale, & di pili
La palla sferi ca d'oro lignifica il Ciclo', & colori^pcr la ricchezza, che è iu vlfad: per cf-
il Aio uiocQ «^icolaie . Veio è che Eufcbioper fcrc (conìc dice Sccabout: nel fccci)ciOfHpro][di
form»
. .
La corona che porta in tefta è per moft ra- to, doue ha luogo 1-a Santi filma, &Catholica
re , che l'Europa è ftara Tempre fuperiore > & Fede Chriftiana,laqualc per grati» del Signor
Regina di tutto il Mondo. Iddio, hoggi e peruenuta fin al nuouo modo .
che (ìeda in mcTo dì due corni Il cauallo,le più forti d'armi) la ciuetta fo-
Si dipinge ,
di douitia pieni d'ogni forte di frutti perciò, pra il libro, &,li diuerfi ftrumenti muficali.di-
,
che coinè difnoftia iirabonc nel luogo citato moftrano che è ftatafempre fuperiore a l'al-
di fopra , è quefta parte fopra tutte l'altre fe- tre parti del mondo, nell'armijneile letterc,&
condasse abondante di tutti quei beni, che la_* in tutte l'arti liberali
natura ha faputo produrre, come fi potrà ve- Le fquadre,i pennelli,8c i fcarpclli, fighifi-
dere da alcune fue parti da noi dcfcritte canohauerhauuti,& hauere huominiilluftri,
Si rapprefenta che tenghi con la deftra ma- & d'ingegni preftantìflìmi, side Greci, Lati-
no il tempio, per dinotarc^ch'in lei al prcfente ni,& altri eccellentirtìmi nella pittura, icoltu-
ci è la perfeita,&: vcrifTima Religione,& fupe ta,& architettura.^.
riorc a tutte l'altre.
Moftracol dito indice della finiftra mano EVROPA DA MEDAGLIE.
Regni, Corone, Scettri, Ghirlande, &alfre fi- Del Signor Oioì Z*r attuo CafltUini. s
ngili cofe jcffendo che neir Europa vi fono i EVROPA figlia d'Agenore Re di Feni-
lilguardi il luogo dor.de fi parcc,con ladcftra il corpo fimile lungo, & largo nel
dell'Alpe,
alzata tiene vn vMo,che le fa vela (òpra la te- principio, che fi vareftringendo nel finej I.l.^
fta , & la circondadi dietro fin fotto la cintu- coda biforcata figura delle due corna perii gof
ra, douc con la mano finìftra appoggiata alla fi lunati, Lencopetra capo delParniea ma drit
.Tellina tiene l'altra fommità del velo . Sotto il ta,& lacinia capo delle colonne a mano man
tor o tra le gambe vi è diftefa vna foglia vnita ca,vn corno rifguarda il mare Ionio,& l'altro
al Tuo tronco alquanto alto . il mar di Sicilia, la fpina che dal capo alla co-
Nelli Geroglifici aggiunti da Celio Augu- da va per mezo del Pefce, raflembra l'Apenni-
ro figpifica l'anima dell'hnomo portata dal no che dalle alpi paflà per mezo di tutta Ita-
colpo nel corfo di quella vita , o nei mare di lia; Pio Papa fecondo nelli Commentarij. A~
'
ouefto mondo , &
nondimeno efia la patria_^ penninus mons efi altijftmus,qui ab atptLus de~
cK'hà laiciato, cioè Dio Creatore , con auidi fcendens vniuerfam Italiam pereurrit.ciò fia_»
occhi rifguarda ^ Erqueftoè quel platonica detto per intiera dechiaratione di quella fo-
circolo dell'anima , & quel moto della ragio- glia polla tra le gambe del toro figura d'Ita-
ne, quando la mente noftrariuolta dalle cofe lia capo d'Europa_^-
diuine al penfare alle fiumane, & create, final- EVROPA nella Medaglia di Lucio Vale-
mente alla contemplatione di Dio ritorna rio» Donzella a lèdere fopra vn toro,chcper
.
La foglia col tronco alto fbtto il toro tra le terra di pafTo camina,la donzella fla con la fac
gambe,e figura d'Italia che fìanel fenod'Eu- eia verfo la tefta del toro , con la finiftra dirte-
» ropa,fondamento & ornamento principale di fa fopra il collo del medemogiumentOj& con
lei, la quale Italia prcfe il nome dalli tori,che vn velo , che le
la deftra alzata di dietra tiene
•
Itali chiamauano dall'antica Grecia fecon-
fi fa vela (òpra la tefia , &
dauantial contrari»
'
do Timeo i n Varrone,& in Sello Pompeo hab dell'altra - Il torofecondoaicnui è figurade/-
biamo che i Vitelli furono detti Itali- Vituli la nane ch'haueua per infegna vn toro bianco»
.enim Itali funt <^/^/,Plinio nel terzo libro cap. nella quale fu portata Europa inCàndia , &
/.dice che Italiafi aflimiglia molto alla foglia maritata con Gioue,o con Afterio,o Santo Re
di quercia ,più lunga aflfài che larga, fi come è come altri fciiueno , il velo gonfia in aria_j,
la foglia impreffa nella fudetta Medaglia- Il è fegno della vela di quella nane che port»
tronco alto è figura delle alpi, da quali comia Europa_ji.
cial'Italia Giulio Solino cap. Ottano. Italia
vniuerfa confurgit a lugif alpi»m.^ìi\ fotto.S/- ASIA.
I milis^ quernty felio fciticet proceritate *mptiory
quAtn latitudine. Tal figura dipinlè in verfi DONNA
in piedi, che nella finiftra tiene
Claudio Rruilio nel fuo itinerario lib.z. tre dardi in vna Medaglia di Adrianadi
Italiam rerum dominam, qui cingere vifu fcgnata daOccone ab Vrbe condita 876.yiett
Et tatara pariter cernere mertte velit y ancadifegnau nel l'ifteflò luogo .
Inueniet quern&fimilem procedere frtndi Donna in piedi, nella deftra vn ferpente,nel
Artatam laterum conuenienteftnu . la finiftra vn Timone» fotte i piedi vna Prora
Polibio noji tralafsò di lodare Italia dalPa- con la parola Afia.
bondanza di ghiande prodotte in diuerfi luo-
ghi da molti bofchi di querele per nutrimento
de porci ad vlb priuato , & a neceflario appa-
recchio perglierterciti.attefoche il numero de
ASIA,
gli huomini armati di tutta Italia infieme era
di lètteccnto milapedoni , & da fettanta mila
DONNA
ghtrlamla
cx)ronata di
di vaghi fiori,
vna
&
didiueru frut
beUiiIìrai-j.
ÌFoglie,&. frutti di ca/Tla,cii pepe, & garorani.le Ì>J e à' odorato, e Ittcid'OrieìiitJ
quanto aliadiuiiiojudcUa Cofmogtwiaè fo- lo gl'huouiuu; m.à le. donne ancora portano
lo la terza parte di eflb Mondo . ,, .
precioh ornamenti collancmaniglie, penden-
^E detta Afia da Afìa Ninfa figlia tÌì :Jhe£Ìs, ti, & vfano altri diuerfiabbiglia-mcnti . ,
& dell'Oceano, la
qual vogliono che tcnefli.^ Tien con la dcfira nìano i rami di diucrfi a-
l'rmperioysrdtU'Afia maggiore, come della_j romati, perciò è l'AfiadiGifì così feconda, clhC
jr!ÌHorc__5- , il!. liberamente gU diftri^ifcqa .tutte l'altre £€^
La ghirlanda di fiori, & frutti è per fignifi- giom- •
•
. '.f. . fi- -
. -;
, care che l'Afia-f come riienfc e Gici.' Bo^mp) fumigante iuGenfiero, <iimoftrali Toaui.,
IJ
È»
. .
R I A.
.©.
^^;
lo vn hlo di coralli, & di eflì all'orecchie due_> La tefta dell'Elefante fi pone perche cosi
,
pendenti, con la 4cftra mano tenga vn fcorpio- (Va fatta nella Medaglia dell'Imperadore A-
ne,& con la hniftra vn cornucopia pien di fpi- ÀvunOjeiTeudo quelli animali proprij dell'A-
ghe di grano; dajvn lato ap.prcflb di lei vi farà fiica^Quali mtnati da quei popoli inguerra_j>,
Tn ferocfdìmo Leone, & dall'altro vi faranno Àiederononfolomerauiglia; ma da principio
*••
alcnne vipere, & fé rp'efici ve nenofi . '
Africa, vna delle quattro parti del Mondo Li capelli neri, crelpi, coralli al collo, &o-
è detta Africa, quafi aprica, cioè vaga del So- recchic > fono ornamenti loro proprij nìo-
le, perche è pruia del freddo, onero e detta da refchi
Af-o vno de difccndcnti d'Abraham, come di- Ilfereci/Timo Leonc,iI fcorpione, &
gli al-
.'
ce Giofeffo tri veneiiofi ferpenti, dimoflrano, che nell'A-
Si rapprefenra mora, eflendo l'Africa fotto- fricadijtali animali ve n'è
molta copiaj&: fono
poftaalmezodij&partedi efl'a anco alla zona infinitamente venenofi,onde fepradi ciò, così
K)rrida;onde gli Africani vengono ad cflercj diiTc Ciaudiano
Ff ìiam<^'
44* Della ^oWfsijna Ifppologia
i
AFRICA.
^i- e quid de Lihycis-verritur arèis.
EcGio. Boemo anch'egli nella detta defcrit
DONNA
ne
che con la finiftra tiene
legato con vna fune. Medaglia di Sc-
vn Leo-
cioue,che fa de cortami, leggi, &vfanze di tut- ucio dcfc:.ri'tta da"Occoifc''ib Vrbe condita_j{
te le gentijdice che due volte l'anno gl'Africa 94S.& 96b.In Medaglia di Adriano tiene viro
ni mictotto le brade, hauendo medefimamente ficorpione nella deftra.à/Tijfk in terra, nella fini
due volte nell'anno l'eftate. Et Ouidio nel ftra vn cornucopia. L'Afrità con la probofcidc
quarto libro delle Metamorfolìanch'egh. in tcrta di élefaade vedafi ih Fuluio Orfini nel
Cumiiue ftiptr Libycas vicior penderei arenas la gente Ceftia.Eppia, Noxbana, & nella Me-
Gorgone» capitis gnttA cectdere cruenU daglia di Q.-^Cecilio Meteljo Pio •
M R . 'fl-^/C il A.*-,; ,
Pei-
.
QCiui cutù fcolpiti > la verte d'vn manto d'oro neri dello ftento , & dolorejfu la celiagli l^ce
Ff 1 vna
. .
rire, per qucfte cagioni ce la. fa defidefa^q,f| ti>e gorh Vi) vncino libila <Ìcfi:ra>pBri:Tvti.ibG<>a«:
perfuadctcijche vn bello morire tutt^iJ^^jui^^^, Ci^ft^a falce fi fega iliìeno^ j &. l'herbe lÌ3;fl'4_>p
Joauuolto convn ramo d'oliuo,perche non in dignità, & che ftanno con tutte le comma
fi (ti
puòauuicinar la pace :& il commodo monda- dita poffibili. Ondedipingendofi così la Mor-
no, che non s'auiji^ini ancojj.U morte> & la_j te, fi jerrài^ fig;ii6A»J;echeni filmo l'officio ftto,
morte pcx fé ftefla apporta pace , quiete , & & cheèdi non pcf3onàre nèagrandi,'nèa'pic-
chela fua è ferita di pace>& non di guerra_j> coli,nè a" ricchi, né a* poueri , né a porti in di-
non hauendo chi gli refifta_rf. gnità, etiam fuprerae, né a* vili,e perfone ab-
Le fa tenere vn bordone da peregrino in su niun valore, ma quelli con la falcc.^
iette, è di
lafpaUa,caricodi coronejdimitre,di cappelli, fegando per eflcre di maggior numero,& quel
di libri,ftriimeritimiificali,collaneda Caualie li con l'vncino piegando tutti alla firic vgual-
li, anella da maritaggio, & gioie , tutti iftro- mente manda a terra conforme alla memo-
jnenti dell'allegrezze mondanc,lequali fabri- rabil fcntenza d'Horatio óel primo lib- Q-
cano la Natura,& rArte,& ella emula di am- de 4.
bedue, va per tutto inquieta peregrinando, per Fmllida mors tqtto pulfatpede pauperum ta~
furare, & ritornare tutto quello, di che all'in- bernas ,
<lHftria,& ai fapere humano fecero donationc. RegHinq; turrcs ne la fparagna ad alcuno , si
:
DONNA ,
pallida, con gli occhi ferrati,
veftita diiicro, fecondo il parlar de Poe- MOiRMORATIONE^
ti , liquali per lo priuar del lume intendono il •
Vedi a Detratcions.^.
anonrc, come Virgilio in molti luoghi
condo lib.dell'Eue;d?_^.
, 5c fe-
MOSTRI.
Demi/ere neci^nunc caffHm lamine lugent. PERCHE molte volte occorre di rappr&.
Et Lucrtt'oucl 3i.libio. fentare duierfi MoflrijSÌ tcrreftri,come_>
Dulciti linq^^k'^nt l Amentii lumina vit* • acquatici, & acrei ho trouaco alcuni Poeti, ch&
Oucrojpeiche, ccmt il Pjnno è vna breue_» ne fanno mérioncionde mi pare apropofitodi
:{nortc,coSìì la msirtc è vn iongo fonno,& nelle mefitolarli iH.fieme,per chi ne hauerà. bifogno.
jfacre lettere fpeiJ'o fi prende per la Morteli fon
jFiomedefimo .
SCILLA.
Secondo Hemero neU'OdiJJefLj.
Morfe ^
Congiunte fon di lupo al fiero ventre Quello, che dirtelo fatioleggiando i Poeti
Didelfinportaal fin l'altere code_>. della Chimera fii fondata nell'hiftoria d'vn
Scilla , e Cariddi fono due fcogli pofti nel monte della Licia, dalla cima della quale con-
XfìZic di Siciliaj(Sc fono flati femprepcricolo- tinuamente efcono fiamme, & ha d'intorno
fillìmi alli nauiganti.però i Poeti antichi li die gran quantità di Leoni, efiendo poi pilla baflo
dero figura di mollri marini opprelfori di tut- verfo il mezo della fua altezza mok'abbondan
ti quelli, che paflaiio vicini ad eifi za d'arbori,e pafcoli
Grifo.
S C I L L A.
SI dipinge con la teila.con l'ali, e con l'arti-
Moflro mila Medaglia dt Sefio Pompeo . gli all'aquila fomiglianti, & con il roflo
Tiene il timone in atto minaccicuole,& no dotato dalla natura di tutti i beni, che fono ne-
ciuoper dinotare checlfendo òcilla vn pailb
, ceflarij all'vfo humano lecitamente v'habica-
molto pericolofo a' nauiganti, fuollpezzarcj rono dando principio allaprefcnte nobile, in»
le nauiiSi ammazzarci marinari uittaj& generofapiofpeiità.
Si dimortra per i cani lo flrepuo gride, che Sfirig^<.
Le man rapaci^e t'vgne incurue^e torte Mufica fcnfibile fi ripofa, & fonda nell'armo-
Grand' e fetido il ventre, e lunga coda. nia de i Cieli conofciurada Pittagorici , della
Come dt ferpe, che s aggirale fnodt-j quale ancora noi per virtit d'ellì partici pia-
furono l'Arpie dimandate cani di Gioiit_>, mo,& però volontieri porgerne gli orecchi al
perche fono rilkHe,che le furie pinte ncU'in- le conlbnanze armoniache,& muficali.Et è o-
fernocon faccia di canej come dille Virgilio pinione di molti antichi gentili,che fenza con.
nel fello dell'Eneide. ibnanze muficali non fipotcfl'e hauerc laper-
Vifdque cants vlulareper vmhram -
fettione del lume daritrouarele confonanze_>-
Diccfi.,che quelli vccelli hanno perpetua fa dell'anima & la fimmetria, come dicono i Grcr
me a firailitudine de gl'auari ci delle virtù -
lib.fi.Methamorf.hà più capi,& di lei Herco- ancora fanciulladella crudeltà di Saturno fucfc
le C05Ì difl-e quando combattè cou AcheloQ Padre, loconduflero in Candia,aeciò fi nudr-if^
trasformato in ferpente (fi,8( alleiiafl"e,& per la llrada andorno fonan-
Tu con vn capo fol c^m meco gioflri do fempre cimbali, & altri inll tomenti di ra-
L'hidra cento n'hauea,fjè la /limai me, interpretandofi Gioue moralmente per \<l
E per ogn^vn^ch'io ne troncai,di cent» bontà, &: fapienzaaequiftata , la quale non &
He viddi nafcer du-e di piùipauento. può allenare , ne crefcere in noi fenza l'aiuso.
Ci fono alcani,chc la pingouocou fette ga- dcll'ainio^ia rauficaledi tutte le cofe, le qua-
li, oc-
. . , . .
^ V
Parte Seconda.
li occnpàncjo ^'intorno l'anipia , non pedono rto vento parerà che le piume di cllì délceméu
fcnetrare ad han'ernoftia intelligeniagl'lii- te fi muouono perche,comc dice Eliano^qi^f-
biti contrari) alla virtù, che fono padri,per cf- fti vccelli non cantano m'ai, fé non quando {\)i
fer prima in noirinclinacionc al peccato, che ra Zefiro,come i Mufici,clie non fogliono vo-
a gii atti, li quali fono TÌrtuofì,& lodcuoli lontieri cantare fc non fpira qualche ycnt&
,
E Giouc (campato fano dalle mani di Satiir delle loro lodi,& apprellb perfone, che gaftì •
fto, qUella più pura parte del Cielo incorrutti- noia loro armonia .
'
forze il tempo diuoratorc di tutti gli Elemèn- DOnna,che fuoni la cetra, laquale habbia
fr,'& confumatori^i tutte le corapofitioni ma- vna corda rotta & in luogo della corda ,
teriali .
^ ': ^ VI fia vna capo habbiaVn rufio-miolo
cicala- In
Furono alcuni de' Gentili, che difleroi Dei vccello notilfimo, a' piedi vn gran vafo di ti-
cfler comporti di numerij, &: armonie comc_> no,& vna Lira col fuo arco .
fopra il Cielo . fonare fi ruppe vna corda, & fubito fopra quel-
Il libro <li mufica mdftra la regola vera da la cetra andò volando vna cicala, la quale col
far.par ticipar altrui l'armonie in quel modo , fuo canto fup pi uà al mancamento della cor-
i
cheli può per raezo de gl'occhi. dajCosr fu vincitore della concorrenza mufica
Le bilancie moftrano la giuftezza ricercar- le Onde per benefitio della cicala,di tal fatto
.
(ì nelle voci per giudici© de gl'orecchi , non il Greci j drizzorno vna flatua al detto Euno-
meno che nel pefopcr giuditio de gl'altrifcnfi. mio con vna cetra con la cicala fópi;a,& la po-
. L'incudine fi pone, perche fi fcriue,& crede fero per geroglifico della Muficx^i.
3uiudi hauerc hauuto origine queft'arte,& fi Il Rofignuoloera fimbolo della mufica per
ice che Auiccnna con quefto mczo venne in la varia, fuaue,& dilettabile.melodra della vo-
cognitione,& diedea fcruiere della conuenien cejpcrche auuertirono gli antichi nella voc2_>
2a,& mifi.ira de' tuoni muficali,& delle voci di quefto vccello tutta la perfetta fcienza del-
Se così vn leggiadro ornamento accrebbe al la mufica,eioèla voce horgraue,&: bora acu-
conIortio,& alla couerfatione degl'huomini. ta,con tutte le altre, che s'olferuano per dilet-
tarci.
Il vino fi pone,perche la Mufica fu ritroua-
DOnna, che con ambedue le mani tiene la ta per tener gli huomini allegri, come fa il Ti,-
lira di Appolline,& a* piedi ha vari j ftro'-
menti muficali .
no, &< ancora perche molto aiuto dà alla me-
Gli Egittij perla Mufica fingeuano vna lin lodia della voce il vino buono,&dclicato,pe-
gua con quattro denti , come ha raccolto Pie- rò dirtelo gli antichi fcrittori vadino in coni'
no Valcriano diligente ofl'ciuatore dell'anti- pagiiia di Bacco
chità •
Mufittt, •
M V S E.
DOnna con vna verte piena di Hiuerfi ftro- FVRONO rapprcfentate Mofe'da gli an- le
menti,& diuerfe cartelle, nelle quali fia- giouani,gratiofe,& Vergini,quali fi
tichi
no fegnate le note,e tutti tempi di clic Jn ca- i dichiarano nell'epigramma di Platone refer-
po terrà vna mano muficale, acconciata fra ca to da Diogene Laertioin quefta fé utenza .•>.
pelli, & in mano vna viola da gamba,ò altro in Hdc Venus ad Mujai , Venerem exhorrefcittj
ftromento muficale_>. NyrfìphA '
vn giouanetto con l'ali alle fpalle , con faccia Aliger httc ad nos non z-olat illepuer .
molle, & delicata, tenendo in capo vna ghirlan Et Eufebionel lib. della preparatione Eua'n
dadi fiori, il quale rappiefenta Zefiro in atto gelica dice efler chiamate le Miife dalla voce
di gonfiare le gotte, & /piegar vn leggiero ven Gr«ca y.vìr<),cì\c fignificainftii:ircdi honeft'^,
^o Ycrfo i detti cigni.per la riperculìion dique & buona difciplina;cnc{c Orfeo nellì fuoi hfn
i i 4 ni canta
. . , . . . .
GIOVANE T ghirlanda
T A bella,haaerà cinta_^
di varij fiori
dei4-Hb.i.
Cui licjuidam pater vocem cnm clthxxa. dediu
i. -.
la teftadivna ;
terrà con ambe le roani diuerli ftromenti da Si rapprefenta di afpetto, & di habito gra-
gioconda, S: dilctteuole, per il piacere, che fi ftorie, laqual granita gli viene attribuita da».»
piglia dalla buona eruditione,come dice Dio. Ouidio .
iloiolib.j.cap.i. dalli & Launi lì chiama Eu- Omne genus fcripti gmutlute Tragedia vincit»
terpe:5i'«e dtliclans . Le corone, & fcettri parte in mano,& parte
Alcuni vogliono, che quella Mufa fia fopra interra, & il pugnale nudo lignificano il cafo
la Dialettica, ma i più dicono, che lì diletta^.» della felicità, &: infelicità mondanadegl'huo-
delle tibie,& altri inftromenti da fìato,così di mini per contenere la Tragedia trapafl.b di fe-
cendo Orario nella prima Ode dei iib. i. licità a miferie,oaero il contrario da miferie a
i>i ncque tibms Euterpe cchibet felicità
Li coturni , che tiene ne i piedi fono iftrq.
Et Virg.in opufc.de Mufìs •
Se le da ghirlanda di fiori, perche gl'anti- Onde Horatio nella Poetica dice Efchila
chi dauano alle Mufe ghnlande di fiori , per liauergli dati tali inflrumcnti . /.
cfpnmcr la giocondità del proprio lignifica- rofì hunc perjoìiA, palUqHe repertor honefla, ,
fìamufa fopraftà (fecondo l'opinione d'alcu- lidi Gazza, & ftarà in atto gratiofo di bal-
ni ) a Rettoiici dicendo Virg. in Opui'c. de_j la r<i_^.
Mufìs Se le da la cetra per l'auttorità del Poeti-^,
SÌ7,na^ tU'-Ma ma7iHjoqHÌt'-ir Pelymniageflu. che nel detto opufcolo.dice
Et Oiud. nel 5 . de' Farti l'indice , che parli in Ttrpficore affeóÌHs citharis Mouet ^ imperai
quefta guif l_j. atiget.
Dtfjevjere Da^qUarum Polymnia cepit. Le fi da la ghirlanda,come fi è detto, fi per-
Le perle, & le gioie, che tiene attorno, Ic_> che foleuanogli Antichi tall'hora coronare le
chiome denotano le doti, & virtù fue Serucn- Mufe con penne di diuerfi colori , moftrando
dofl la Rettorica dell'inuentione della difpod- con erte il trofeo della vittoria, che hebbero le
tionc della memoria,& della pronunciatione, Mufe per hauer vinto le Sirene a cantare, co-
Vnailime efl'cndoil nomedi Polimniacompo- me fcriue Paufania nel nono lib. della Grecia,
ilo delle voci , ttoKo h (jlVìia , che fìgnificano & le noue figliuole di Pierio, &di Euippe, &
molta memoria conuerrite in Gazze, come dice Ouidio nel j.
L'habito bianco denota la purità,& finceri- libro delle trasformationi
tà cofe chefanno all'Oratore ficura fedeintor Significano anco le dette penne l'agilità, &
no aquelIo,che diftepiù dogn'altracofa . moto di detta mufa , eflèndo Terpficore fopia
Il volume, col motto 5uadere è per dichia-
'
iballi. : ;;:
.\
rare compitamente la fomma della Rettori- V R A' N I A.
ca, hauendo per vltirao fine il perfuaderc^.
HA V E R A' vna ghirlanda di lucenti ftel
le, farà veftita di azzurro , & hauerà in
E R A T O. mano vn globo rapprcfentante le sfere celefti
DONZELLA gi:atiofa,& fefteuole, harà La prefente Mufa è detta da Latini ceJefte^
cinte le tempie con vna corona di mirto, fignificando 0't//!at>'oV,che è l'iftcflb.che il Cie
& di rofe con la , flniftra mano terrà vna lira, lo Vogliono alcuni che ella fia cofi detta,per-
& con l'altra plettro, & il appreflb a lei farà che inalza al Cielo gl'huomini dotti.
vn'Amorino alato con vnafacclla in mano, Se le da la corona diftelle,& il veftimento
con l'arco, & la faretra—^. azurro in conformità del fuo fignificato , 5c
Erato, e detta dalla voce Greca '{poi fignifi- globo sferico dicendo coslVirg.inopufc.de_»
cante amore, il che moftra Ouidio nel i.de Ar Mufis •
fé le conuien a canto il Cupido il mirto,& ìa.^ niftro terrà molte ghirlande di lauro, conia &
rofa Eflendo che fono in tutela di Venere_>
. deftra mano tre libri, inciafcun de' quali appa
madre delli amori onde Ouidio 4- faft. così rirà il proprio titolo cioè in vn Odillea, nell'-
dicc_j. altro Iliade,& nel terzo Eneide-^.
Leuiter mea tempora myrto Calliope è detta dalla bella vocc,quafi etri
Fontano. T»f KAhif 5" àVos" donde anco Homcio la chia,
Beauit Veneris fapom mirtus . ma Deam elamantem.
Et Anacreonte nell'ode della roiadic^^. Se le cinge la ftoncc con il cerchia d'oro.pct
Rflfum am^riiftit dicatam • che fecondo Hefiodo e la più degnasse la pri„
I
, .. . .. . . . . &
Folinnintj,
M V S E. Con vn aria preflo alla bocca in fegno della-^
Canate da certe Medaglie antiche del Sig. Vin. Toce,& vna mano alzata per li gefti,de' quali
(cntio della Porta Eccellentijftmo fi ferue l'Oratore_j.
neW Antichità 1 Vrania.
Con vn globo cclefte
CLIO. CalUoptj.
TIENE
che
vna tromba,per moftrare
degli
le lodi, Con vn libro .
M V S
'
E.
per
ella fa rifonare li fatti huo
mini illuftri Come dipinte dall'Illuffripmo Cardinal di
Euterpe^. Ferrara a Monte Cauallo nel
Con due tibie. /u$ Giardino .
Talta.
Con vna mafchera, pcrciòchea detta Miifiu»» CLIO.
vogliono, che folle la Comedia dedicata,hàne
i piedi i Tocchi •
COn
con
tiene vna tromba, &
la deftra
la finifta
mano
vn volume, e dalla medefi-
Melpamene . ma banda vie vnputtino,che per ciafcunama
Con vn mafcherone,in feguo della Tragedia, no tiene vna facella accefa,& in capo vna ghir
ha ne i piedi i coturni landj 9. Euterpe .
TerpCicore .
COn ambe le mani
Talia
tiene vna mafchera_j.
Con il
altra..».
barbito da vna mano,& la penna dall'- COn dertrajmano
& con
la vna mafcheta.^,
vna tromba,Si per
la finiftra
tiene
terra
Vrania . VI e vn libro di mufica aperto
Con la fefta facendo vn cerbio: ma molto me- Terpficortj.
glio, che tenghi vna sfera poiché a lei fi attri.
COn la finiftra mano tiene Vnà lira, & co»
buifcei'Afttologi.i_j.
'
la deftra il plettro »
Callio^L^. Emto .
Con vn volume,pcr fcriuer i fatti de gl'hucmi Tiene con la deftra mane vn corno
di do-
TIen con la deftra mano vn legno fimilc_> TIen con la deftra mano vna tauola bianca,
advnamifura, &c con la finiftravnama- ^ppoggUu alla cofcia;& con la finiftra
fthera,& per terra vn'aratro vno fpecchio
M A L V i I A\
DONNA vecchiajmora,&dieftrema_j
bruttezza , veftita di color gialolino , il
fono di maligna natura,Ia Malignità ogni <o
fa ritira nel ^cggio,pfalitiojt quoq-, funt ,mHli-
qual veftimento farà tutto contefto de ragni > ti^ vero eflytnpeiorem eualiapartem /a^icariì
ma chcfìano vifìbili, &conofciuti per tali, & dice Arift.lib.i. Rctt.
in cambio de capeglihaurà circondato il capo Dipingeiì mora perciòche narra Pierio Va-
Ja vn denfo, & gran fumo . ledano lib.zS-deifuoi Geroglifici cheapprcf-
Terrà con la deftra mano vn coItello,con la io Romani il nerojouero fcuro,e prefb per gl'-
iìniftra vna borfa ftrettamente kgaca , per& infami , 8c dannofi coftumi, e quindi e aato ii
terra da la parte deftra vi farà vn Pauone, con diuulgato prouerbio.
la coda in ruota, & da la parte finiftra vn'orfb Nero e coftuì Roman dg, tuifi guarda »
aaoftrando d'elfere pien d'ira, &
di fdegno. Larapprefentiamo di eftrema bruttezza,^
Vecchia fi rapprefenu pcrciòche i vecchi ^ziQÌòc)xi,TnrpitHdo ejl deformitas alicuiuia.
Sìqk»
f ,
e tenuiUImOjCeirc certe reti inganneiiolialls_> mano ilcoltello per fignificare la natura del
mofclicche per la palTanorcosì fono granirai Maluagio edere iniqua ,& crudele perciò il
di maluagi,& fcellerati che s'occupano a ma principal fignificato del coltello geroglifica-
chinare con falfe,& vane opere loro alli quali mente era preiò per la crudeltà , eflendo foliti
fono dediti, Mulignitatem vttdnofìrAftmtUtit- gli Egitciani chiamare queifto nome Ocho I^e
do declxratyArxnenen animai debile ac tenui de Perdjil quale eflTendo ciiideliirìrhoropr.vL»
fimum , quod tranf'Untibus mufcts qHAdamre- tutti gl'altri, in ogni parte di Egitto doue egli
tia dolo fa contexit-.ficut animi tllorum,qui /ce- capitaua riempiuaogni cofadi amazzamcnti»
leratis opertbus dediti funtiinanibus ó* fttbdolts CIÒ narra Pieno Valeriauo lib. 41.de fuoi gc«
machinationibtés ociupatur , dice C^CCu. fuper roglifici .
ili itd anni eorttmficut Aranea. Tiene conia (ìniftra mano la borfaftretta-
lì denfoj &: il gran fumo che gl'efce dal ca- mcuce iigata,efl"endo che il maluagi'o non io-
. M E C A N I A.
%"-
& . .
^,?,-
!lBipte Secondai 4n
Io è crudele , ma anco aitarp regnando in lui Si vcftc d'habito fucinto, clTendo che all'o.
Jmmoderata capidità:,&: lete d'hanere,la qua- pcrationc Mecanica connicne d'eflere fcio'to
Je genera nell'hno»ac»»dek» f -ingoBno , di- daqual ftvog4i«impc<iimento per potere con
fcordia,ingratituàine,& tradimento, & lo to- l'ingegnò, & con l'induft-ria mettere in eflccu
glie in tutto da gàiltitia carità fede, e pietà, ,
rione quanto fi ifpetta a detta profelfione.Gli
d'ogni virtù morale, & Cliriftiana,Gli habbia fi pone in cima deJ capo il circulo fopradetto,
jnomeflb da vna parte il Pauone nella guifi_>» per dimoftrarc l'operationi Mecaniche,chc_j
che habbiamo detto, per dinotare la natur.i_^ per lo più deriuano dal moto citculart^.
del MaJuagió nella quale regna ancola fuper Gli fi da la Mannuella,& la Taglia, effendo
bia,la quale è vn gonfiamento, & vn'alterez- chela Manuella è ftromento compartito me-
zadi mente nella quale l'huomo prefumc o- diante la fua lunghezza, ad alzare , col moto
gnicofadel potefc proprio, ne ftima Dio,nc_j circuiate pefoalci comifarabile di ciò ne fa
prezzagl'huomiijijCofa in vero iniqua, & mal mentioncjArift.nel libro dcìt Mecaniche Se la
nagia & perche il peccato non va mai iole ,
,
Taglia è quella che ferue per Orizontc, & per
ma l'vho tira l'altro , Se permoftrare chela_j Verticale per tirare,& alzare ogni gran pefb.
Maluagità in fé ctontiene infiniti viti], gli met Tiene I4 vite eflendo che con maggior facilità
tiamo da l'altra parte l'or/b ponendofi detto a- delli fudetti ftromenti opera circularmentc_>
Mimale per l'ha, & però dicefi ad alzare medefimamente ogni pondcrofu^
V/i-crtidel moto violente e l'Ira machina, & anco per ftringere.& alzare con-
Chein fefca nnhc il trifl' animo vela ,
forme l'occafione,il Cuneo,c quello che facil-
•
-f cC nrff,aro bollare il cor circo/ida, mente, pcrcoflb da! colpo,apre,& sforza,& di-
Copr-inìfio i l.Tb ì U'armbiata ^uma j
UÌde,ogni folula durezza
'^£ defio rifl petto Mctende Gli fi dà l'Argano come ftromento,chedal
fé cefo
Di riùna dannijtt, e dt ver: detta ,
moto circulare raeflb fotto il luogo del centro,
Che Ipinge l'huom a furar empio,epri/ia cira,& alza pefi fopra naturali
Che- l'intelletto, in folle ardir accteca
I iF^>irat:or! rimuoHe
ogni diuifia
Da l'alma vile, e '-t coi^duce a morte
trina dt grafia, (^ di fallite eternaci M E Z O.
DONNA con vn
cinto
d'età virile,veftita d'habito fuc-
circulo in cima del capo
po vna ghirlanda di lauro, & che con la deftra
mano tenghi con bella gratia vn circulo diui-
,
dritto in alto, checon ladeftramano tenga v- fo|indue parti equalij&: con il dito indice del-
na Manuella,& la Taglia, & con la finiftra la la finiftra mano moftri il bellico,& fopra il ca
Yite,& il Caneo,& in terra l'Argano •
pò fia per diretto vn Sols_^.
Mccanica è arte che opeia manualmente^» Per il Mezo potiamo fignificare diiierfè co-
mediante la Theorica dalle fcienze Mathema fc, prima il Mezo fignifica vn'iltrumcnto per
tiche come Aritmetica, Geometria & mifurt-» mezo del quale Ciqualche cofa , come anco
fa
diucrfe & fignifica cofa fatta con artificio da nel moto locale confiderà tre cofe il termine
fi
circuloil punto di mc2o,ò vegliamo dire Cen reduto,non fi può da quello naturalméte lac-
tro,dal quale tutte le linee che tiiarete alla cir care, il che elega tifllmamente difle ManiliOo
conferenza faianno tra fé eguali come dict-j Necverg tihi Natura admiranda viieri
Euclide, effen io anco da Ariftoteie nel x. del- Pendentis terrA debetycum pendeat ipf<->
l'Ethica alcap.é. così definito. Mundus,^in nullo ponat ve/ligia fundo .
Rei medium appello id quod Aque aheff ab v~ ^iupdpatet ex ipfo motu,cttrfuqy voLtritit ,
traq; extremitiitc,<\L\z\ per ben figurare Cum fulpenfus eat Pheebus, curfumq; refleStat
Si dipinge di età virile, eflendo quefia il me HtiC,illuc,agiles ^feruet in Athere metas ,
20 non folo delli anni della vita noftra,mà an- Cumluna, è^ftelU volitent per inani» Mundi»
co emendo in efla il vigore di tutte le virtù fpet Terra quoq: aerias leges imitata pependit
tanti al corpo, & all'animo;al corpo per eflere Ifiigitur tellus mediam /ortita cauernam
in quel età il temperamento nel fuo vigore, & Aeris,f^ tota pariter fubùttaprofundi)
all'animo, perche all'hora l'huomo sa adopra- Nec patuUi difie»taplagas,fed condita in orbe
re tutte quelle quatro Virtù dalla ragione gui Vndiq; furgentem pariter, pariterif, eadtntem .
date,Cioè Tortezza, Prudenza, Temperantia, Ha efl natura facies. . . ma tutto quefto
.
remoto dal Cielo, quale hauédo viia voiu pof Centrum ^uidem punBus in mediofirmamtn
ti^errtè
.
£ »»> iv t .
P
~ arte Seconda.'
ti .Terra igiiurcumfit fummì gfauis AdpùUHm & Piata! c»p.4.cefcando Ce il mezo deUcorpo
illum naturaliter tendit- fia il core,o il bcllico,dicc che il core è il me-
Il manto d'or©,& la corona di lauro figni- zo del pctto,& il bellico il mezodi tutto il cor
fica la perfettione come più volte fi è c{etto,& pò. Si dipinge per linea retta il Solefopiail
il pregio della Virtù, la quale cojifìfte nel Mc- capo per rapprefcntare il mezo giorno del no-
zochc però difle Efìodo Ditnidittm plus to.
. flro Orizonte, perche quando il Sole pafl'a per
tOyW che conferma anco Platone libde Repub. quella linea Meridiana , fia l'huomodoue fi
perche nel Mezo oorrfrfte ta j>erfetttonc , non vuole,'?; in quaT fi v?)gpa i^mpo dell'anno, fi
nel tutto.che contiene anco gli eftremi, chc^ fa all'horail mezo gioi;^o,)diuidcndo la detta
qualche volta fonò vitio/ì.&danneuoli, final- linea iÌ,Cielo in due pairti / x
mente l'oro può anco (ìgnificarc il Mezo, t(-. Dirò di più che il Sole è bonidìmofimbolo
fendo che rguagliando il mondo grande con delMezo , eflendo in mezo di tutti i Pianeti ,
il Microcomio come dicono particularmente come conferma Ptolomeo Did. j. cap. ij.&
i Paiacelfifti l'argento è irceruello,& l'oro il Albategnioaljcap.^o. della (qa opera lo prona
core, il quale fecondo li Anatomici ftà in Me- con molte ragioni, & conclude che il Sole ftà
zo il petto deirhuOmo,dal quale come priììci fopralalufiaMercurip, & Venere ,&fotto a
pio di vita ne nafce ogni perfettione , & fim- Satntno Cìo{Và>,8c Marte, Il che non è fenza_9
mctria corporale, efl,cndo fecondo Aiiftotele , ragcionei perche fìando innjezo,e regola ,e
primum viuenfió* vltimum mori^s^ mmira dalli altri pianeti, ma' con ragion diuer
Tiene con la deftra mano il circulo diuifo in fe,p€rche Marte, Gioue, & Sa^-ano per caufa
due parti eguali per moftrare il cerchio Equi- del Epidico conuiencnel moto con il Sole. Ma
notciale dal Parabofco detto Coluro Equi» la Luna Mercurio,&: Venere con li fuoi circo-
nottiale il quale diuide la sferza in due parti
, li fi conformano nel moto con il Sole, & quc-
eguali pafl'ando per i poli del Mondo,& egual ftaè vna ragione perla quale il Sole ftà in me
mente difta dal Coluro del Solftitio, quando il I0,per accordare quefti due moti diucrfi,Vn*-
Sole paflando per il primo punto dei Cancro fi altra raggione è di Albumazar,dicendoche_->
accorta quanto più può al Zenit cioè al punto il Signor Dio non ha pofto il Sole fopra Sa-
del Cielo foprapofto al noftro capofàil folfti- turno,perche per la troppo difìanzanon haucs
tio,& toccando il principio del Caj)ricorno,fà rebbe potuto operare nelle cofe inferiori, & la
il folftitio dell'inuerno;fcoftandou da noi qua terra farebbe reftata fredda, & fé 'hauefle pò. l
topiù può; Così per appunto toccando il prin fto fopra la Luna ,fi farebbe mofl'o troppo tar-
cipio dell'Ariete fàl'Equinottio della prima- di dall'Oriente all'Occidente , &perlamolta
uera,& toccando la Libra, quel dell'Autunno, vicinanza alla terra fi farebbe brugiate tuttc_>
& per queflo è anco detto equatore perche» le cofe inferiori , & per quefto ftando in mezo
paflando il Sole perii detto Coluro, all'hora_» ha le fue attioni tcmp^^tatc , & per quefto noti
il giorno è di ii.hore,coin'anco la nottc.il che fcnia ragione appreflb Ouidioal 1. delle Me-
elegantemente fi raccoglie da queftiverfi . tamorfofi Fcboammonifce Fetonte che eia_»
J$éc duo/olnttium faciunt Cancer,Capricornu$ per falire fui Carro del Sole dicendo ,
Sed noUes equat Aries,^ Libra diebut jiltius egrejfus caehfliaftgtia cremabis \
•
E' anco detto Cingolo del primo Mobile^ Inferius terras'ì Medio tutijftmus eris
diuidendoloin due pani eguali a guifa d'vna Per quefte ragioni fi puoi dire che il Sole è
cintura. Tiene il dito indice della finillra ma- il Re, & quafi il core di tutti i Pianeti , & per
no inatto di molUarc il bellico, perche narra queito come Re in mezo del regno, & comt_>
Pierio Valeriano nel lib.}4. dei fuoi gerogli- core in mezo dell'animale e collocato , acciò
fici, che neH'huonio ancora il bellico, e fituato polla egualmente foccorrere a tutte le mcm-
in mezo di tutto il corpo ,o voglifituarlocon braj& fé ci è a quefto propofito lecito, fingere
le gambe laighe,o con le braccia alte, & aper- vna republica delli 7. pianeti diremo
che U So
te, o porlo in fitodi figura quadrata Ma ciò , le è il Re di tutti come è veri/lìmo;
Saturno
non e fenza ragione cflcndoanco da ruttili mi perla Vecchiaia fuo configlielo, Gioue per la
gliori Anatomici auuertitOjComc dice il Vaf. Magnanimità Giudice di tuttijMarte Capita-
feo neila fua prima tauola Anatomica, Pompo- nodi Militia, Venere a guifa di madre di fa-
nio Gaurico</f AfW/w/f S)n.'Ctria , Se Galeno miglia difpenfatrice di tutti li beni. Mercurio
(per lafl'ar li altri) lib i j.de v/upartium huma Secrctario,& Cancelliere, & la Luna,fìna]mcn
m corporis, cap.4. & nei Ubto de Piacitis Hip. te fa l'vfitio d'ambafciat.cre,& per quefto, e di
veloce
.
MONARCHIA MONDANA.
Starà a federe fopra d'vn Globo terrefte,& nel Zidclla Rettorica dice che è proprio de gio
che con la deftra mano tcnghi quattro Icettri) nani ell'erCambitiofiiaIticri,& fopraftarc a gl'«
& l'indice della ftniftra itefo in atto dicoman altri .
do, con viia cartella oue fia rcrittoO^,»/^«i v- Suferbta eil elffti» vitiofa,qu4. inftrhrtttì de^U
riHs, & da la parte dcftia vi (la vn ferociflìmo cier.s
capo, incatenati, & protrati in terra coli diiicr La dimortratione dell'afpctto altiero, e fvL-\
la.la quale accrefcc l'ardire a chi fopraftarc^ piunt Lydi,ducs zero fimuliolerare non pojjuntg
vuole con animo intrepido, &colìantc_j. n che perciò rapprefentiamo il fugetto di que-
Porta in mezo al petto il gioiello con il dia- fta figura, che ftia a federe fopra ilglobo tcrrc-
dellaindomita durezza, & infiipcrabil forza Gli fi danno i Coturni come calciamc^iti (b
facendo refTiftcnza alla lima, allo fcarpellojco lui aportar/ida Heioi, Principi, Scpcifonag,
m'anco alla violenza del fuoco,Così parimen- gi grandi, &per maggior fegno di fupetiori-
te il dominatore con l'infupcrabil durezza.^ tà,& preminenza glifi danno che fiaao d'oro,
dell'animo Aio, cerca di far refìilenza a qual lì & contcfti di varie gioie di gian fliina , e va-
voglia cofa a lui contraria lore . ,
. .
Porta in capo in cambio di corona li raggi Tiene conia deftra mano li 4.fcctrij,pcr di-
.)£mili!a quelli del Sole, per moftrare,che fico- notare il dominio delle quatroparti del Modo.
vitieil Sole, è folojCosì parimente lblocerca_j Il geftode l'indice della fmiftra, & la Car-
;<l*cirere colui.che prefuma d'elfere fopra gl'al- tella con il itiQ.tr.oOinnibw vnHi,% fegno di|p
, /^
N R A.
Gg minenza
45^ Della nouilsima Iconologia
IH inenza,& di comando . tacionc ,
per la quale it genera ogni cofa cor.
Gli fi mette a canto il ferociflìmo Leont_j ruccibile.^.
con il fcrpente di finilliratagraiìdcxia perciò ignuda, & diuidendoll quc
Si Farà do;inaj&:
che Pierio Valeviaiio libro ly.dc fuoi Gero- i fto principio inactiuo & pa/fiuo ,rattiuo di-
,
Anftotele nel x. della Fillca, principio in quel guardare con attentionc vn nibio,che vada_*
UcofajQue ella fi ritroua del xaoco,& della mu per l'aria volando;& di loutanoper mare fi vp.
N I A^.
4aYAa
Parte Seconda. 4f9
ia. vna nauCche fcorra à piena vela_>.
La vela le fané, il timone, & la naue fono co
VNA donna ignuda proftrata in tct«,^hc
habbia li capelli lunghiffinii , che fpar*
fé note per fé fte{le,& danno cognitione della gendoli per terra venghino fareondc, fimili a
figura tema, molta difficoltà . quelle del mare , tenendo con vna delle mani
Il nibbio vccello rapace, & ingordo fi pone VII remo,& cpnl'ahia la carta, ei bolTulo éa
ofl'eruando.che come quefto vccello per lo fpa Donna, che nella mane* deftra tiene nm'ar
tiofo campo deiraria,vahor qua, & liorlà,mo ielloj&nelia fìniftia vìi mazzo di chiodi.
uendo con gratia le penne delia coda, petdar Nccellìtà è vn elìere delia cola in modo, che
a fé fteflb aiuto nd volgere, & aggirar il cor- &
non polla ftare altrimenti, pone ouunquc_»
po,accompagnando il volto coiiT'ali.così mc- firitiouavn laccio m'diflblubile, & perciò fi
àefimamcnte fi poteua col timóne porto dietro raflbmiglia ad viio,che porta il, martello da_ j
alla naue, volgendo nel modo, che volgeua la vna mano, & dall'altra li chiodi, dicendofi voi
coda quell' vccello , con l'aiuto della vela fol- gannente quando non è più tempo da tcrmi-
caril mare, ancorché fufle turbato, hauen. & nai^e vna cola con configlio, eflcr fitto il chie-
do fatto di ciò prona di felice fuccclfo , volfe- do : intendendo la neccfiltà deil'eperationi -
''""1¥-;-£' <^ L I G E N Z A.
Gei DONNA
. . . . .
oer il pefo delia viltà dell'animo , che non la dipingeranno donne rozze, fenza alcun
lafcia yrcire dalla fua naturai fordideiza.
S[ ornamento di teda, anzi in vece di capelli
fi potrà far loro vna chioma di mufco arbo-,
NINFE IN COMMVNE. > reojQ langLiine.che fi vede pender intorno a i
D\tLiE fintioni de gl'antichi non è dub- rami degli arbori.
DÌo alcuno, che molte , diiierfe vilità & L'habito fia di verde ofcuro , li fliualetti di
fi polfono raccorre, dimoftrando la potenza , fcorza d'arbori , in ciafcuna mano terrano vn
Se prouidenzadiDio5 perche altri neinfegna- ramo d'albero filuellre col fuo frutto, cioè chi
iio precetti diReligione, moralità, & altri fi- di gineprojcUi 4i^ue£à^cbì di cedro,& altri
mili beneficij , fi come hora particolarmente fijnili. Vi
con l'allegoria delle Ninfe fi dinota l'opera Le Driadi,& Hamadria4iifòno Ninfe delle
«iella Natura , fignificandofi per effe Ninfe la felue,& delle querele Mncfimaco vuole, che
.
virtù vegctatiua confiftente nell'humor pre- fiano nominate Driadi , péixhc nelle querele
parato.per la quale fi fa la gcneratione,nutri- menano lor vita,& che fian4<iette Hamadria
tione , &
aumento delle cofe ; onde fi dice le di, perche infieme con le qi^rcie fon prodot-
Ninfe edere figliuole deU'Oceano.madre del te,ouero, come dice il Commentatore d' Apol
fiumc,nutricedi Bacco, fi dicono fruttiferc,& Ionio, & Ifacio,perche ellc^n le querele pe-
vaghe di fiori , che pafcono gli armenti, man- rifcono.
tengono la vita de mortali,&che in lor tute- Il miftcrio Filofofico contenuto fotto que-
la,& cura i monti, le valli,! prati, i borchi,& lle fintioni, fi è dichiarato di fopra,quando s'è
gl'alberi, & ciò non per altra cagione, che per detto delle Ninfe in commune .
2olc*Parte Seconda.
H :ìk.fSr ^6t
lì
;K- AIA Ut
Ninfe de j—f-
fiurpi
*n-y' «tt Si fa
motioni.
horridojC fpauentcHjxlc^r I^fuecoav
.Óy
f^:.' ;IT,« -'V -, ,. . : . . ^ _
'
.
'
Raptores Dnadum procul hinc di/cedifefauni,' color delle carni, e del velo di Theti di-
11
Iride.
VN A d'vn
fanciulla con
mezzo
Tali fpiegate in
cerchio, Icquali fieno di di-
forma
i
Il colore del veftimento farà turchinò,& ne
piedi haucrà li ftiualetci d'oro.
ordini, cioèdi porpora^paonazaoiazzut-
iierfi Così ha «fleruatoclTer dipinta la fcrenitA
ro, verde, &
ch&Ié chiome' fieno fparfe alianti del giorno in molti luoghijonie potiamo di-
il forma di nebbia,& goccio-
voi co, il petto in rc.che la bellezza, & gl'adornamenti di qaefta
le minute d'acqua,che cadono per la perfona, figura, fignificano quanto fia vago,& bello il
fra le quali fi, vedano varij colori mifchiati del giorno chiaro,8c fereno.il che dimoftra anòo
vcftimento.dal ginocchio in]giù da nuuoIe,& il color del veftimento,& il nfplendente Sole.
Multi color piBo per nubil» deuolat arca: dotempo da piouere , fa la tela lua con più
è
itpiù à ballò. frett3j& afllduità, che quado è fereno,feruen-
Nuncia litnonti vario decorata colore dofi del beneficio del tempo , eflendo all'hora
Atthira nubtficHm complt^ttiér trh deeoro. più opportuno per cagione dell'huomo à far
quell'-
, .
C G M E t' 'Kw N O B I L T A\
Ninfa dell'arili^: DONNAcapo,& con togata riccamente con vna_^
VN A gione,
g iouanetia d'afpetto
& veftimeiito rollo con chioma..^
fiero,di carna
La
ftella in vn fcettro in mano
lunga p'dloa' Romani non era ^
verte
fpaiTa,& parimente accefa,h3uerà in frontc_j lecito portarfi da ignobili ,
vna con vna mano terrà vn ramo d'allo-
ftella La ftella in capo pofta , & lo fcettro in ma-,
ro, & vnodi verminaca,& con l'altra vn pezzo nojmoftrano che è attione d'animo nobile pri
difolfo . ma inclinare a fé gli fplendori dell'animo, Ci~
Si dipinge di afpetto terribile", conlefiam- gnificati per la ftella, poi a commodi del cor-
mcggianti chiome, & col veftimcnto roflb, & po, fignificati nello fcettro, che la Nobiltà &
pcrciòche la Cometa èper
la ftella in fronte; nafce dalla virtù di vn'animo chiaro, fplen- &
feAeffa fpauenteuole , minacciando Tempre-» dentc.& Ci conferua facilmente per mezo del-
qualche hniftro , & grane accidente nel mon- le ricchezze mondane.^.
dojfi come fìgnifica Silio Italico nel primo li- Soiiltà
bro doue dilTe_j. DQnn'a'di matura età moftrandofi nella_*
Crine vt fiammifero teret fera regna Cemetts faccia alquanto robufta,& ben difpofta_j»
Sanguinestm ^argensignem, vomit atra i.rU. di corpO:farà veftita dincrohoneftamentii_>,
'
•
bentts " ' ':!':"'7 portali inma'no due jdorone'PVna d'oro , l'al-
Tax e celo radios , ^fdua lucè coritftum '
" tra d'argento . - 1 '
li piincipij di iiobil::à , nc-anche,rl fine, che Ci niinalc fignificauano,cioè vn^ peiTona danno
nocaiebbc conl'ccà knile,cioè qiieU'aucichi- fa,ertendo che tale animale infetta i corpi di
càdc'Cafati, che uon ritiene. altro, che il no- coIoro,che benone il fuo latte, & di lepra , &
me ft polTonodir?; veia Nobiltà, come nor.i_^ puzzolente rogna lì contaminano, anzi di più
l' Arnis^lio nelle ùie veglici! veftito
nero con- l'vfb frequente di mangiar la carne di porco
iiiene al nobile per molUare, che fenza fplen- ingroll'a l'ingegno- Oltre acciò, è ancora ani-
JGie de' vc^ftiwenti,è chiaro, illuftre per fé & male noceuole, perche fa non picciol danno a
medeilmo •,",.. i campi feminati,& alh pouertàjmentrele te-
Per Je ^ue jCorpne fi notano i beni dell'ani- nere biade nonfol mangia, ma bruttamente.^
vTìa, <Sc quelli del corpo, che infieme ne fanrio ancora calpefta, & con il grugno le fpiant.L_>.
la nobiltà L'hortiche, che tiene conia lìniftra mano
NOCV MENTO.
•
HVOMO
mano ftra
brutto, che tenghi pofatala dc-
fopra d'vn porco , che ftia in
perciòchea pena, che fi tocchi, punge,& li Icn
te da lei nocumento grandiifuno .
li :ci,iae polata lad.ellJ^ajiHano fopra il por- Del color della ruggine' iì^ più luoghi ij'hab
codimoftra q'^cllft, ,<ihe gli Ègictij contale a- biamoragionarojcòmc cofac}'/,- corilair,a tut-
to
. . &
.<juaIcKe male,&chc,conchiupquc ii ncroni., y, Deorurn Ipfn vtnbra terra foli officiens ao-
,
gl,i,a^p2)rtiqualche calami tà,&: dicefi, che la „ Sttm a cui s'aderifce Bartolomeo An-
effìctt'
jnatn w
diede ^1 là Salamandra nel nuocere can ,,glico De proprtetatibui rerum. Caufdtur ìiox
tafbrza,checorfuo veleno infetta tutti i frut- j, ab vmbra terrK,Cs 1 a Notte è cagionata dal-
ti di cjyaLli voglia albero, & coloro, che n^_> l'Ombra della ad cifere eifettodcl
terra, viene
mangioiiodi quei pomi infettati, per la fu.i_j> la terra . Ma fé
ha da penetrare nelle fotti •
fi
fi muoiono di veleno
-fredda, virtù non , altri- gliez-ze , ne produrremo alcunedal canto no-
mente che fia quello dell'aconito ftro .Primieramente diremo chel 'Ombra_*
lupo con la Jjocca aperta anch'cgli è ani-
.11 della terra non è caufa efficiente della Notte,
male, che diftrugge,qua(i tutti gii altri anima ma più tofto immediatamente il corpo opaco,
Jijlaflàndoperò in disparte Leor.i,orfi, tigri, &:denfo della terra , che ci toglie la viltà del
limili, & pur a quelli nocercbbe fé haueflc for Sole tramontato, però diflero coloro che L'uà
ledf poterlo farc^, Not,te è figlia della terra, fé fulfe effetto del-
l'Onìbra,laria figlia dell'Ombra , &c nipote-»
N O T T E. della terra. Secondariamente diremo che la
Da Poeti antichi & da Paufanii*.?,-
, Notte più tofto effetto dell'iftelfo Sole tra-
è
moarato,_il Sole con la venuta, & allìftenzj_j
Del signor Gio:Zaratino Ci^/ì filini . fua fa il giorno con la partenza, & priuatioae
con li piedi llorti y, tet quodcum Sol fit maior terntfacit vmbrd
La Notte nella Theogonia d'Hefiodo, è fi- y,conoidem Se il Sole fa ombra conoide, ns_j
.
dell'atto del vedere, perciòche occultai! colo- minata quantità cagionata in alcun corpo dal
re delle cole, delle quali l'occhio fi diletta Par rinterpolicionc di corpo opaco, che fi oppone
commune opinione che ì^. Notte altro non iia al corpo uuninpfo,ftante ciò, la Notte no può
che ombra della terra , di cui vien riputata fi- dirfioaioLa della terra, poiché contenendo eli ,
glia nella Genealogia del Boccaccio. Ex incer fentialmente l'ombra certaj& determinata fi-
to Patre d'cit faulu^ Nocìem Terr& futfftfiltà'. gura, che (i rapprefeiita ne! corpo ombreggia-
ne fenza ragione, perche l'interpolitione del- to , confifte. ella in buona pa^te in detta'figu-
ia cena toglie a noi li raggi folari, &impedi- ra;mà la Notte non include necefiariament^^j
fce alnoilro alpecto la viltà del Sole. Non pe- in fé lal figura, onde ancorché di Notte tempo
rò ogni ombiaiiTiàfolo quella della quale n'c la terra interpofta cagioni nell'aria ombr>i__^
cagione il Sole , quando e fotterra,in quanto acuta, & conica, nondimeno tal ombra, & figu-
appartiene all'Emifpero di quelli, apprtilbde ra è fuod dell'efienza della Notte attefoche ,
„r£,ner. qinlib:t teimen,fed eacuiiu Sol caufa Si figura, nientedimeno per la fcmplicc tene-
),efi, quando eli Jub terra, quantum aU eortitn bra,&pnuaaone del lume farebbe Notte. Ne
,, ErniJphArium atttaetyUpud quost:ex tjì ,quem meno può dirfi la Notte clFetro dell'cmbrj—^
,,^iidmodHtn,no!i qHif. qHalibet uoln^mta vtu- delia tcriajiijà più tofto caufa ,di tsl "ombro-v,
com<c
, , . . . . , .
e caufa d'altre caufe tal volta a cgnraremota, ,, Èrebo eféitta fufcu etiti ibut Kex te ihiéeeo J-
talvoltaa caufa profTima tal volta advn ter. Incoronafì di papauéri che inducono dolce-
mine, più che ad vn'altro Ma fìafì la Notte . mente' fòhno,ripofo, & quiete, effetto proprio
o effetto del Sole tramontato odel corpo opa delb notte Orfeo nell'Inno della notte
.
co della terra, o dell'ombra delia terra, o fi.i-^i ,, §^iete gaudevs, ^quiete multt fomni,UtM^
la Notte come priuationc di lume , effa rtcfla delegabili i './'"'
caufa dell'ombra, in ogni modo la Nottecòm ,, Obliuionitradens curititbonacf-^ laborurtt'qVft
bra , & dir fi può la Notte Ombra della' terra 'lemhxbens •. .
partialmente.perchc contiene vno de termini, Per canto Ouidio nel quarto de fatti incoro-
che concorreno a conitituirc l'ombra La_j> . na la fua placida fronte de papauéri
Notte da nocete vuol che fìa detta Catulo in ,, Ir.terea placidam redimita papauera frottf»
Varrone, perche tutte le cofefenzainrerucnto ,, Nex venit .
del iole fono bagnate dalla brina che noce_>. Ha grandi ale negre,afrai diftefe, perche^
,j Nox (t Catultif att) qucd omnia, ntfi iriter- con l'ombra fua abbraccia tutta la terra. Vcr-
'
,, uentatfolyprtiin/f obrigucrint^quod nccst nox. gilió nell'ottano.
Noce anco per mille infiliti, misfatti e federa „ Nox ruit,^ fufcts tellurem amplelfitHr alis •
fecrcta notte,per vfar le parole di Luciano nel ,, Et mentita dtem nigrcu rex contfahitalas.
li Amori diucrfi: E' la notte vna mafcara com A qilefti s'appoggia Torquato Taffo nell'»
mune, fottola quale perfine Modefti fidan- i ottauo canto del fuo Goffredo f\anza yy. ^
no in preda alla sfacciataggine, Tf«f^r« vere- Sorgea la nette intanto e /otto l'ali
cundfam </jw/««ir dice San BafJliorPerò da__j Rtcopriua del cielo i campi immenfì .
M
•
ti fotto l'ofcuro manto fuo , 8c moreno più di di negro la veflì Euripide accompagnata da
notte che di giorno . Irell-^..
Se ben la notte prende l'Ethimologia dal ,, huiutii nigyis vefìibtis c»rrum infilit
nocete, è nondimeno ancor ella gioueuole.j Nox,afìra fptrit deam fecuta protinus ,
moaeratrice delle noiofc cure, madre Si nutri- Le lì coiuuencla verte negra comeombruj-
dcUa
. . .. , . è
,,
.
Giunone va nella Circa di Toantc in Lennoia La Notte è madre del fonno, perche rhuKioì"
contro al^onno fratello della moiro-j. -
-
re della norteaccrefce vapori delLo'ftomacfe
li
L'.mntim peruenittn eiuitxtem d turni Thonutis che afcendena aifùfirpfcma pai'te de^ corbìi/li
Vói fcmro obuidtn venitfmtri monis . quali fatti piW' freddi dalla frigidità del ce©-
Trima di tutti Orfeo lo riconobbe per fratello nello calano più abairo,& generano il foftHdV
Clelia morte nell'inno del Tonno . il cjuak fecondo Arillorcle è più veloce niellc
O B D I N A.
la
giogo,col metto, che dica SV AVE
L'Obedienza e di fiia natura virtù, perchu
.
ne di bene , ilche non fi fa di leggiero da chi nel guardar lo fplendor del Cielo & il terzo
non écdell'honeilà ;
fente (limoli della lode , nella croceiche tiene in fpalla.*.
Però fi dipinge di faccia nobile.e (Tendo i nobi-
li più amatori dell'honefto, più amici del- & ObedienXji vtrfo Dio .
condefcendere alle preghiere Hoftre , ic all'a- facre lettere,doue dice,chejMosè col dito ti a
fi
animali alla femplice parola del padrone per E fidipinge con quattro braccia,e due tede
vdire,&obcdireal fuo cenno. Pero ìi potrà di- fignificandoù per quelle i penfieri dell'aniraó?
pingere in quedo propofito,& per la dichiara- fpartiti,& per quelle l'opcrationi diuerfc.
tione del corpo tutto badi quel poco , che Ci è
detto di (òpra OBLIVIONE.
Obedienx,x^* Di Gie: Zaratino C^fìeUini,
DOnna veditadi bianco, che caminando '\ ONNA vecchia incoronata di Mandra-
miri verfo il cielo nel qual firà vn rag- gora, con la dedra tenga legato va Lupa
gio di Iplendore, &
porterà la detta donna v- cciuieto, nella finidra vn ramodi Ginepro .
'
che
&
cKe fi riferirce da Plutarco nel 5impo(ìo nono ftigo merita colai , chefifcórdadell'honefto,
queftione fefta , che Nettuno vinto da Miner- & fommerge intemperantemente nelPvb-
lì
ua, foppoitò con equità d'animo la perdita, briachezza madre dell'Obliuione , figlia ap-
ch'hebbc vn tempio commune con lei nel qua punto di Bacco : circa detta ferza narra Euie-
le vi era dedicata l'Aia della Obliuione, figlia bio Preparatione che poneua-
lib. i.c. :. della
fecondo Higiniodell'Etherej & della Terra, nola ferza in mano a Bacco , perche beuendo
fecondo Hefiodo nella Tlieogonia della con- gl'huominiil vino fenz'acqua, venuti in furo-
rentione.Mà Plutarco nel y.Simpofloqueftio- re fi batteuano con pali di tal forte, che Ipelfo
ne quinta, reputa Bacco Padre dell'Obliuione, ne moriuano,&: però perfuafe loro,che in luo-
centra l'opinione de' più antichi, che riputaua go de pali vfaflero la ferza, temperato caftigo
no rObliuione madre di Bacco, alqualcera_» dell'intemperanza loro. L"'Obliuione in alcuni
dedicata l'Obliuionc, & la ferz3,per inditio , è per natura, come fu nel figlio d'Herode At-
che non fi debbia ricordare, & farriflelfiontL^ tico, che non poteua imparar l'Alfabeto, & in
di quel che li commette, &: pecca peramoirdel CorebojMargite, &
in Melitide,che non fcp-
vino,oucro che con leggicr pena, & pueriit_» pero numerare più auauti, che cinquc:iii aitri
caftigo ii dcuecorreggcrc; ragioni elpofte da per varij accidenti di paure, di cadute, di feri-
Plutarco nel principio del primo Simpofio:le te, Se botte nella teft.a,come quello Atheniefe
quali IO più tofto ritorcere vorrei, Se dire, che iitterato,che percGHo da vua, fallata, perde la
iafrrza,Sc l'Oiiliulonc a Bacco dedicata, (igni memoria delle lettere folamcnte ricordandoli
fica che il vino partonfce l'Obliuionc dell'liO- d'ogni altra cola, per quanto narra Valerio li-
ncftà,& della temperanza, & che però gran ca bro pnmo, capitolo ottauo, Se Plinio libro fet.
timo
. . .
Parte Seconda. 47 i
timojcap.tret'taqaattro. Per infirmiti Mela- zc non riconofcono gli amici tejiuti in bado
la Cornino Romano lì fcordò del Tuo pio^no ilato,pcrche di loro ricordar non fi vogliose;
nomc,& in Atheiieoccorie vna peftc ne' prin- ccito che la peggioroobliuione che vi fia, e ,
cipio (iella guerra Peloponcfle, per la qaali_> la volontaria obliuione, si come non ci è il pc:^
molti di quelli, che rcftarono in vita perderò gior fordo.che qucl!o,che non vuole vdir ....
HO talmente la memoria che non (I ricorda-
, cosi non f\ troua il peggiore riucmoratL),c:\ „ <
uano dclli parenti, ne di loro medemirPer vec quello , che ricordar non fi vuole, come fau-
lehiczza è cofa ordinariache l'Obliuione fo-
, no tra gli altri gl'ignoranti ingracijche non h
pragionge.Al tempo di M. Tullio Orbilio Pii vogliono ricordar^ delli riccuuti benefici j de
pillo da Beneucnto Illuflre Grammatico di- quali tre forte di pcrfone fono, che facilmen-
«enuto vecchio perde la memoria. Ma troua- te ne riceuono obliuione Putti, Vecchi, & Doii
fi eflereoccorfain altri l'Obliuione fenza al- ne, e fi fuoldire,che non i] deue far feruitio ne
cuno accidente, mentre che erano ben compo- a putti, né a vecchi, né a donne, perche preft<j
fti di fanità di corpo, &
di mente. Hermogene lì fcordano del benefitio,vero è che altri fecoa
fofifta Rethorico, (Icomc riferifce Suida , in do il piouerbio Diogeniano, dicono che a cin-
giouentù Tua d'anni ventiquattro fen za cagto que non fi deue far feruitio. ^tiq; non est
ue,& malattia alcuna, perde la memoria.onde bene f(icienditm,nec Puero^nec Seni,nec Multe-
vide poi tanto più abietto in vecchiezza quan ri,nec SttiltOynec Cani alieno,Ct bene in vcc<_*
to più per l'auanci (limato da tutti , etiandio di fluito legge /7r/r/»j«efl^,7?e connubtiili,gar
da Marco Antonino Impcradoie,che Io anda- rulo remigt
na a vdire.Caracalla figliuolo di Seuero Impc Habbiamo figurata l'obliuione più tollo in
vadore fece tanto progrelTo nella Filofbfi;i_3, pcrfonadi Donna vecchia, perche tale imagi-
che fu tra dotti conHumeiaco,nondimeno gli ne l'cfprime doppiamente come Donna. & co-
venne vna obliuione di Dottrina, come fé mai me vecchia , la vecchiaia fi sa che è obliuiofi
porteduta non l'hauelVe Alberto Magno di-
. più d'ogn'alcraccà: la donna poi viene ad eil'e
fcorrendoin cathedra Fu all'iiiiprouifo d.t_j re tanto più obliuiofa , quanto che e di menr^
vna Obliuione talmente oppreflb, che dillcj. men falda, & più leggiera-^.
l^on audtetts amplius AUjcrtum dijjerentem . ^l^tid LeMÌns flamm* tfmno ? quid moUius
Nafce anco l'obliuione dal tempo, che come vnda}
padie.di ella generar la fijolejnel y.lib.dellc.j Vlammayfitmoyvndaif'xminajed letiior
cofc varie di CalUodorocap.ii.Ieggcfi,, ch'c fimilea quell'altro
gran bencfitio non hauer difetto d'obliuione, liuiiis fumoìfultnen , quid fulmintj'ì
^lyd
& che veramente è vna certa (Imilitudine d?_> ocntus :
Celefti , hauer Tempre le cofe decorfe col tem- <3^id ventoìmuUey quid mettere} nihil
po, come prefenti . Magnum keneficium obli- Ella vuol eifcre a bella pofla obliuiofa, & vfa-
monis nefcire defeSium, &
quidam fimilttuio ci induiìrria , & arte mafiimamente nelle pro-
•bere cdUfìium efi , tempore decurfafemper h^- mefre,& pergiuri che fa a gl'amanti, di cii;_^
itrt prtfentia.lì tempo fa bene fpeifo , che ci duolfi Catullo
{cordiamo di molte cofe,che con ihidio impa- Nulli fé dicit mulier me» nti^eretnaUtj'
rate habbiamo.Il tempo fa fcordare tanto le_> mihiy nonfi (e luppiter ipft petAVy
G^iéjim
allegrezze, quanto le molefkie, le offefe, 1»^ Dieit, fed.malier cupido quod dicit ttmantis
promefly, gli Amori, Se tutti gli affetti dell'- In vent(^,Ó* rapida fendere oportet aqua.
Animo: & col tempo fi mandano in obiiuione Ma Xenarcho nelli cinque combattimenti
le amici tie, fé non fi frequentano in prefènza apprefTo Atheueo nel X. libro ferine li giiua-
con la conuerfatione,ò in abfcnza con la prat- menti della Donna,.non nell'acqua:inà nel vi-
tica delle lettere,comeiì'auuertifceAriftocile. no, che fomenta rObluùont-*.
Altri ci fono che volontariamente fanno gli
, Mulierisiufiurandum ego in vino fcribo >
©bliuiofi.come che fteflero nel bofco dell'Ora Plauto nel foldato i^ima la donna di tenace
colo Trofbnio , vicino all'Orchomenone fiu- memoria ntì inaJe,& in viifubito obliuiofa.^
me della BoetÌ3,di cui dicon Plinio, Se Paufa- delbent_j.
iiia,chcvi fono due fonti, vno de' quali arreca Si quid faciendum efimulieri m*let atittt^
memoria,& l'altro obliuione, & volellerogu- malitio/cj
ftare più torto di quella,che arreca obliuione, Eafiòiimmortalis memori tt efl, meminijfz^
alla ^uaic bcuono ^ucUi»<;hc foliù in graadc^ Ó>/er?^itern(!Lmtx
Si*
& ,
bcuanda genera obliuionc, balordaggine , & folutamente il ramo del Ginepero, per ramo
Tonno; sì che quelli, i quali reftano di far l'of- d'Obliuione.da Poeti latini, chiamato ramo Le
ficio, 6c il debito Ioio,& s'addormentano nelli theo,voee deriuatada Lethi,chefignillca Ob-
ncgoci),& come obluiiolì tralafcianodi fare_> liuione,ondcil fiume Lethe, fiume d'obliuio-
qualche cominciata imprcfa, pare ch'habbi- ne, con qucfto ramo Medea arrecò fonno , &
no beuuto la mandragora , Giuliano nell'J;- Qbliuione al vigilante Drago Ouidìo nel 7.
.
inc (imbolo appropriato alla tefta , perche il Qual fu (le quefta pianta di fugo obi iuiofo,
ino decotto condimento beuuto manda fumi, da ninno efpofltored'Ouidio viene fpecifica-
^v; vapori di lònnolcnza,&: lettargo alla tefta, ta, alcuni pcnfano che lìa il p3pauero,mà erra
ouc èlacclla della memoria , la quale dall'- no:poichela Sacerdoteffa de gli Hortì Hefpe
Obliuione vicn corrotta. Mcmortamentm cor ridi nel quarto dell'Eneide dà per cibo al Dra
rumpit obltuisAìcQ. Cafliodoro nel trattato de gonc guardiano vigilante de 1 Pomi d'oro ,
Amicitia_?. acciò lì mantenga , il papauere melcolato col
Il Lupo ceruicro è pollo legato nella deftra melcj.
deirObliuione, perche nóci è animale più di Hinc rnihi MaJfiUgentis monfìrutA facerdos»
lui obliuiolò ha egli la pelle di varie mac-
, Hesperidum templi ciififos,epulai^; Draconi
chie, come il mamfefta la fuaobliuio-
l'ardo; G^Adabat y^' facto s fertiabat in arbore ra^
ne, quàdo nel mangiare, per affamato che fia, mos ,
feaha la cefta,&; guarda altrouc, lì fcordadel Spargés humidit tr.ella foporiferumq; paptiuer.
cibo, & della preda, chcauanti poflìcdc, & fi Oue non è da marauigliarli fi deffe al Dra-
parte a cercarne vn'altra, di che Plinio lib.8. go deputato alla vigilanza il papauere, Spori-
cap. 12, &
l'Alciato nell'Emblema 66. Pierio fero a noi, ma non al Dragone , perche vna_^
per cjuanto egli penfa dice, che à Bacche era pianta non ha l'iftefla forza di nutrimento in
dedicata. L'oblmione, perche quello animale tutti gli Animali, come fi raccoglie da ieruio,
obliuiolb, chiamato anco Lince era Ilio fimo- tal pianta a gli huomini è pafto cattiuo,che_>'
lacro attcioche Bacchoera tirato in vn carro
: buono farà per le beiHe,il falice è amaro all'-
coperto di Pampani, borda Pantere, hor d.i_^ huoraojche alli boui,& alle capre è dolce,la_^
I Jgiijhor da Lupi cernieri, come rifcrifcc Li- cicuta,cli'c mortìfera a noi, è vitalealle capre,
lio Giraldi nel fintammate ottauo. & le ingraffa; onero l'olcaftro fecondo Lucre-
Il ginepro èdifopra confegnato per coro- tio libro. 6. dolce alle capre come ambrofia, e
na alia memoria de' benefìti j riceuuti,comc_> nettarc,amariffimoall'huomo.Mà Eliano lib.
dunque lo ponemo hora in mano all'obliuio- i.cap.i5.de animali dice che la cicuta nocc_*
iieìquefta contrarietà nonimpedifce, cKc non mortalmente all'huomo, fé ne bene al porco ;
catino, & humetta, però Virgilio difle, ipar. Drago fìail papauero, ma altra cola ftraordi-
gens hMmida mella & Plinio libro ventiduc_»
: nana, quale è il ramo di Gineperojchumaco
cap.i4.dice,che refrigera giiardori; onde gli da' poeti come per antonomalìa fenz^ nor*i-
Antichi lo poneuano a taiiola nel principiò, narlo,ramo letheo, dedi<fato all'infernale oli.
nel meto deconuiti Varrone de re riiftics__9 liuione,fi|come aderifce Gio. Battifta Pio net-
lib.j.cap. i6v Mei ad principia conùiut/ y z^in li fcgucnti verfi di Valerio placco . '
ficHttd'am mevfam admtntlfratur: non peral- Cantra^ lethii quajfare filentia rami
tro, che per mitigare i calidi vapori fomenta- Ferftat, (^ aduerfo lucìantia lumina cantu
ti dal cibo,^ dal vino,perche il mele tempera Obruit-^atq; omncm linguaq-, manuq; fatigat
i vapori del vino, fi comeattefta Pluearco nei Vim flygiam , arder,tes dontc fopor occupat
z.Simpofio queftio.y.dieendójchealciini Kde- iras .
' i
<tici per repiime^e l'vbriachezza danno a gli Ne' quali fono da Vaictio nell'ottduo
yctCì
vbriachi auanti vadino a dormire del pane_> dell'Argonautica cantati fimilmenté fopra_^
tinto nel mele , ilqualmeleappreifò i Poeti è Medea,che alletta il Dragone al fonno col ra-
folito cibo del cialido Dragone, Valerio nel ori mo dellobliuione detto Letheo; di quertoniCJ
modelI'Arg. defimo ramo volfeinferire Verg. nel fine del-
Et dabd't hefierno liuentia miSa veneno k y.Eneideoueil fònno fteflò tocca le tempie
Et nell'ottano '
a Palinuix) come il ramo deli'obliuione .
•
-_ nec talis hianti
Mtlta dak/tm ^^ '
'
Vtquèf0poratumBygia,fupervtfaqjquaJfat:
II papauero ptìi è frìgido in quarto ^rado' ;' Hora che la pianta di fugoLetheo, come_>
/ì come affermano iFiftci, e fimpliciftidatoa! dice Gnidio, Ramo lethcd come dice ValcilS
Diagone per alleggierirgli l'ardore,& rinfré- Fiacco, bagnato di rugiada letheajcomediceji
fcarlo,non pc-rfargli venire vnbreiie,& Icg- Veigilio, aggrauato da fopore di forza ftigia
gier fonno,acciò fi ripoiafl'e dalla continua vi- infernale, lìa il ramo di gineperojapertamen-
gilia, & rifuegliatapoi rirornade con più vigo te li raccoglie da- Apollonio Rhodio Grecò
re alia guardia, come vuole Turnebonel mo Poeta più antico dcHi fudetti Latinincl 4.clcl-
giornale lib. 2.9.cap.6.il che non app;ouo,noh l'Argonautica, il quale nell'incanto, che f\
cflendoneceflàrioper tal conto darglielo, per Medea ial Dragone per addormentarlo nelt'ob
che la vigilia ài Dragone, come naturale in liuione fpecificailramo di ginepero tenuto in
lui, non e contraria, uè può debilitarloine mano da Medea_^. '. > « >
cf-
iergli nociua., ma
più tofTo gli nocérebbe il H'Vé dpKivQo/O VèOV7iry.)lÓ7li dstAA».'"'
}J.IV
prouocato,& violente', fònno contro la Tua na- B«T7Bf, ì'K KVKtVVOf tìCKiipttTA (ftÙplAitH.' ÀOf-
tura;di più datocché il papauere haueni" for- J'ctlf '
, ^ ^
^
23 di addormentare il Dragone, ch'è vigijan- Pà.iyi KtìLT 6f^ct\(x^v tfipì 7' àlJ.<pi T« FW/JI-
..•ir '»
tillimojnofl è vciifimilcchegli defl'e tampoco 70{ òi'fAyi
per brcue Tonno , poiché li farebbe prcfèntara ^ApfJLAKOV V'JfVOvilSa.Kht •
''^.
anco potuto v^cc-idere , & legare il Dragone , Intingens ex potione Cyceone,ejfìcacia pharmft'
mi^nri'cra (oniiacchiolo,chcdi continuo vc»- ca carininibtti •''^1
giaf doneua, & a Medea non farebbe flato bi- Rorabatin oculos, circttmq; plitritnus odsr"-
H li Fharmaci
I
. . . . . , , , ,
jllrutto del ginepcro vale contro il veleno, il Leuis enim minime efl, aut ita facili»
fcmc fuo purga il corpo dal timore de fcrpen- Vt qui eius telis male habet , (o morbo flatim
ti, iquali temcno edì di quefta pianta acccfa , Liberetur.
come dice quanto all'obli-
Plinio. Si perche in Immo grauis fuprx modum quorfum ergo il.
iiionc, afonnolenza , l'ombra del gincpero è li pennd}
graue, & ofFufca la mente di chi fotto fi pofa Za res plana nuga tam elfi qui fpiam ita ejjfcj
non lenza balordaggine , & doglia di tefta_^, autitmet
fi come fanno gl'arboii d'ombra greue, de' AlclTide pur dice che traperfone.chc fanno
quali nel 6. hb. Lucrctio genericamente cosi vi è fpellb ragionamento ch'Amore non vola,
ne parla_v. ma quelli amano volano col penfiero per
che
Jlrbortbus primum certis grauis vmbra tri' l'incoftanza, & vaiij moti dell' Animo,& che
bttta eh nondimeno^ gl'ignoranti pittori lo figurano
Vfq; adeo capitis,faci(int,vt ftpe dolores. con le penne.
Si quii easfubter iacuit,proftrntHs in herbis. Creber fermo efl
Specificamente poi nomina Virgilio nel . Apudfophifias t non volare Denm
penultimo verfo dcU'vltima egloga ifginepro Amorem,fed tUos qui amàt: alta vero di cau
d'ombra grauc_->. fa alas affingi
Junipert grauis vmbret->. Fiiiores autem ignarot pennatum eum deli'
A'quefto fi tenne CaAoie Durante nel fuo neajftj.
Erbario Se a detti Poeti Greci non pareua ragiónc-
luniperi grauis vmbr/itAmtn,tapitique tno- uole,chc fi rapprefentafle Amore alato tenédo
una. e/I lo effi per faldo,& graucjcerto che con ragio-
Iflendo pianta d'ombra graue , e uatural- ne nelrObliuione d'Amore manifeftandofi
»ente atta a cagionare fonnolcnzaj& obliuio- leggiero, &mutabile alato fi figurata > tanto
nein quelli, che ^.imorano all'ombra fiia: per- più che partifi facilmente , ò difficilmente A-
ciò il ramo di Ginepro è da poeti reputato ra- Kiore,ò prcfto ò tardi baAa_,che alla fine vola,
mo d'obliuionc^'. & fé gli Amanti volano col penfiero per l'in-
coftanzaloroj fenza dubbio danno il volo ad
OBLIVIONE D'A M OR E Amore,ilquale da loro fcacciato fi parte,& da
Del Signor Gio: Zaratino CafìeUtni che per ifperienza fi vedeno molti amori an-
FANCIVLLO alato,feda,& dorma_j, dare in Obliuione, &
che gli amorofi penfieri
incornato di pap^ueri, apprcflo d'vna fon- volano fcuente fuor del petto degl' Amanti,pc.
te nella CUI bafc vi fia fcritto • JONS CYZI- rò figuramo l'Obliuione d'Amore con l'ale_y,'
CI. tenga vn mazzetto dorigano nella fini- Dorme l'Obliuion d'Amore , perche gli Am-
lira mano.dalja quale penda vn pefce Polipo : manti mandati via in Obliuione 1 loro Amori,
la deftra foftentarà il volto col cubito appog- fi ripofano con la mente e giorno e notte,ilche
giato fopra qualche fterpOjòfaflb . non poflono fare quando fi ritruouano sbatta-.,
11 fanciullo alato lo porremo per fimbolo ti dalla tempcfta d'Amore, & alfaliti da gl'im"
irimenri leggiero, & volatile, ma fopiamodo Sépeferes imbrem cdlefti nubi folutum , |
grane, attefo che non facilmente vola dal pet- frigidus in nudafipe iacebts hutno .
jOjdoue vna volta e ntrattOjOnd'è,che non in Vcrfi d'Ouidio nel 2. dell'arte d'Amore, il
tn fubitofi liberano le pcifone dalla incurabi- mcdefimo nel primo degl'amori elegia nona.
Jc malattia d'Amorc_,'. Militai omnis amans:0> habet fua cafira Cum-
.©«/j moìtulium prtwus quifo pinxit , fido
-Aut (etiìfi,.xtt a'.ntum Amoren/ì Attice (crede mihi) militat omnis Arnans^ -.
. . . ., , .
. .
poiché il papauere genera {bnno,& anco obli- ro Amori: fé ciòfufle vero,fi potrebbe pagare
li ione fé in gran copia s'adoperi, mallìmamen l'acqua del fiume felenno,&: della fonte Cizi-
te del largo, /<ir^i<»r»o«r, lethargum enim fa- ca afiài più d'vna libra d'oro l'oncia—».
cit, àict Gio.Ruellio //* Satura flirpium: fé il Il Pelce Polipo con l'Origano fecondo Pie^
kthargo fa rObliuione,la quale è fimiliflìma riolib./y. pigliauafi per Geroglifico d'vno ,
al fonno, nonfenza cagione l'Ariofto nel 14. che haueflle abbandonato la cofa amata: Ancor
Canto, defcriuendo la cafa & la fpelonca del
, che il Polipo Ihettamente s'attacchi, nondimc
fonno,mette nell'ingrcflb rObliuion€_j. no,fe fente l'odor dell'Origano,fubito fi fiac-
Setto la nera felua vna capace; ca dal loco, doue attaccato ftaua:di modo che
J.Spatiofa grotta entranti faffo ; pigliar fi può per fimbolo d'vn amore laflàto,c
D< cui la fronte l'Edera feguace fcordato:perchc non d dirà,ch*vno veramente
Tutta aggirapdo va con fi or topato , fia fiaccato dell'amore,ogni volta che fé ne ri-
Zo fmemorato oblio iìà sùlaporto-t. corda, & l'ha radicato nella mente , ancorché
Non lajja entrar ni riconejce alcuno sfuggala cofa amata:mà quello veramente è
Dalla conforme fimiglianzajche ha ilfopo fiacca to,e diftolto dall'amore, che in tutto
j è
re, e'I fonno con l'obliuionc, Euripide fa , che per tutto i'hà mandato in obliuionc.
Orette ripofatoli alquanto dal furore renda—»
gratie ad ambedue al òonuo,& a Lethe,ouero OBLIVION D' AMORE
Obliuioiie,che dir vogliamo. verfo i figliuoli
O^ dulce foinnileuamen remedium morbi i
G^uam fuauiter mihi aduenifìi in tempore^ Bel signor Gio: Zarattno CafttUini .
O" veneranda obliuio malorum quam
piens ,
, es fa- DONNA, che porti al collo vn vezzo di
galattite , nella deftra tenga vn'ouo di
E? mif ris optabilis Dea Struzzo , dal finiftro canto habbia prefTo lo
Il cui fcntimento quafi a parola così vol- flruzzo, ifleflo
tiamo. La galattite gemma bianca,come il latte_*»
o" dolce fonno, fé ben qualch'vna trouafi con vene rofl*e,man«
Chel irraue della vita fai leggitro dafi dal fiume AchcJoo,accrcfce latte alle don
'i^anto foaue ams giungevi a tempo ncjche la portano per nutrire i figliuoli, e la-j
O^ veneranda abliuten de mali medefima induce obliuione, togliendola me-
H h t moria
. . . .
Dellanoui/sima Iconologia
moria, per quanto narra Plinio lib.jT-cap. i.le Tt4 modo die quid agdtteàttm
, ìji quando vo-
mat-irijche fono crafcurate in allenar bene lo- i lani
ro tìgtiuoli,(btto figurato parUre,cliremo,che Hac manttfhanc retinens, quos ego praterif.
•portanoal collo Vii vezzo di galattice.cioè non Tu quoque dt*mrogitas idum percunclanio nh^
hanno m«moria,& che hanno mandato in ob- rarit ,
ODIO C A P T AL E;^"
.
quelle -'/^«/«r^^z/ ad'fiiios [hos, qitaji non fini vna canna con le foglie, & vn ramo di fclce_j.
fui. onde efclama lob. Strutto in terra relin- L'odio, fecondo S.Tomafo,è viia ripugnan-
auit oux/ha,^ ohliuifcit:*r>^Hbd per ea/it con- za, 5c alienacionc di volontà da quello , ck<: Gl
iitlcatUfUi* ftima cofa contraria, & nociu l^. -i
FIDIA antico, & nobililTimofcultórcdi- ira ne' giouaui.armati per difender fe^ ofFe-h
'
velo a trauerfo, chelecopriua le parti vergo- Gli vccelli del cimiero fi fanno per l'odio,
gnofè, & con li capelli fparfi per la fronte , ni che fra loro efIercicano,perche, come riferifce
iriodoehela uucha reftaua catta rcoperta,& Plucarcho negli opufculi,trattando della diffe
calua con piedi alati, pofandofi Ibpravna ruo renza,cheè fra l'odio, e l'inuidiajil fangued i
ta j & Bella deftra mano vn ralbio quelli animaletti non (I può mefcolare infie-
I capelli riuolci tutti verfo la fronte ci fan- me, &mefcolato tutto, fi fepara l'vnodall'al-
IK)conofcércche l'occafione ìi dcue preueni- tfOjCflercitando l'odio ancora doppomortc_» =
ré,arpettandolaal paflb,& non feguirla per pi La canna,& la felce dipinta nello feudo pi
gliarla quando ha volte le fpallei perche palla rimcnte fignificano odio capitale; perche l'c_^
velocemente > con piedi alaci pofalli ibprala fono piantate vicino l'vna aÙ'altra , l'vna ne-
xuoca, che perpccuamence rt gira. cefiariamente fi fecca , come racconta Picrio
Tiene il ralbioiiì nvano, perche dcue elferc Vaknanoiiellib.jS»
Albico a troncate ogni forte d'unpedimeiuo .
Onde Auibiiio Poeta fopra qaefta /Vacua di Fi- Odio capitale^.
dia, il anco quella della peni-
quale vi fcolpì HVomo vecchio , armato con arme da di-
tenza, come che'fpelle volte ci pentiamodclla fenierfi, & da ofFendere,ftia in mezof.à
ferduca occatìone,a dichiaratione dcU'vn3,& vnfcorpione mirino,& vn cocodrillo,che fia-
altra llatua fece quello bell'epigramma. np in a:to di azzufturfi a battagliarCosi dip iii-
Ctiiuéopm; fhididqiii fi^rmm Pall^iitf ì iius o-ewano l'odio gli Egitti), perche di quefti due
^^iquf Iditemfectt., petti» p^ilm* tgo [um , animali fubitOjche l'vno vedd'altiofpocanea
5«f» D:a,<]ua rarsi-.-^^pAHCti Uccafio notA. mene, s'incontrano infieme per anima zzarfi .
§)HÌd rotuU infijlts ? Jìare loco nequeo •
Ghiiiit.tlATÌ» habesì volacrisjHin , Mercuri»* OFFERTA, OVERO OBLATIONE.
' qua '' DONNA giouanetta veftica cucca di bian-
'-'
f^rtanetrt folti r»deo ego volui : : cnm haurà ambi k
co, braccia ignude,& con
Crine tegtsfitciemì cognofanolo.fed hetn ti* la finiftra mano terrà in ateo humilc vn Core,
Occipiti calu» esine tentar , fugiem. il quale con moka riuerenza facci manifelto
€)uA ttbi twiciit comesìditàtibit die rogo quAjts fco-nod'otferirlo ,tenendo vi(b, & gl'occhi
il
Si*m DfA, cui nomm ncc Cicero ipfe dedit ruiolti al Cielo, & qnello rimiri con moka at-
Sum Dea, qua (adi, non fa^iq; exigo pcenof : tione,& con la delira mano con gran proutez-
Hiiopeyt ^Ji.iiliAt,fu Mct.iUA/i vscor* la po'ghimonc^e d'crO;& d'argento .
Giona-
E Hi' ùoiparte Secotìdaili sG 477
Crouanertà,& vcftlca tutta di bianco Ci rap- ciò vedi al i.de Rd,cap.i«
prcientaper Himofttarc , che l'offerta coniiie- Tiene con la deftra mano ii cuore nella gui
iiCjche (ìa pura, 8c fcnza macchia alcuna come fache habbiamo detto, perciòche douemo co*
ben ne dimbflra nel Leuitico indicendo tut- mcobligati.nonfolole noftre facultà,mà noi
to quello nel qaale fia difetto, non offciitc_>, flcflì.il Cuor noflroofferiical Creatore, & Kf-
perche non vi farà accettabile, & in Malachia dcncore Noftro Giesù Chrilìo con ogni huHiil
al I.& nell'Elbdocap.iz.num.i.dice che Dio tà,&riucren7.a, & perciò nclJ'Efodo 15. Cosi
comandò a Moisècheciafcuno Ifraclita pren dice pigliaicte l'Offerta da ogni huomo, il
delle vn'Agnclio pei" imolarlo,& vn Capretto Cuor dei quale volontariamente offcrifce.
con quefta conditione, feirza macchia, & d'v La dimoftratione,& la prontezza d'offerire
n'anno,£r/> dutem Agriu^abj^ mafcula , ma- co la doflra mano monete n'oro, & d'argento^
fculustaaniculus iufta.qucm ritum tellnisq^Ó* e per dinotare come|cofa di molta cóflderacio-
hedum immolaòitqi sumvniuerfa , multitftdo ne non folamente l'offerte, che fi fanno alli pò
filiorum I/raelad (^efperav). eflendochencll'- neri bifognofi , ma quelle che molto più im-
horadel mezo giorno tutto il mondo è luci-
, porta è quello che s'offerifcc per l'anime, che
do, e chiaro, fi che di qui fi vede apertamente fono in luogo che per mezo dell'orationi , Se
,
per qnanto habbiamo detto, l'Offerta conuie- Elemofìne vanno in luogo di faluationc»&
e che fla Iucida,& chiara_r. con tal opera pia fi conteila il Purgatorio vedi
Si dipinge con le braccia ignude perdimo- Mac.alc.12..
(b^aie^che l'Offerta conuiene che fìa libcra>di
o A.
Hh } DONNA
478 Della nouifsima Iconologia
DONNA brutta,
farà fìraile alla
il color del vcftimento
ruggine, tuttocontefto
^ia, exacuemnt
intenderunt arcum rem
i-t gUdium lingutu fuat >
amaram , ^tfagittent
di lingue, &corteIli. in occtiltis immaetflatum .
Terrà con ambe le mani vn archibufo in at- Tiene con amboile mani l'archibafo in at-
to,&conatcentione di colpire, & per terra vi to, &
conattentione di tirare altrui, perciòchc
faranno due cani con dimoftratione di piglia, Offefa Ci deuc intendere quella con la qual<Lj
re vn riccio, il quale per l'OfFefa de cani Ci ì_j s'offende fpontaneamente,& non peraccideu
fatto inguifa d'vna palla con pungentilfim':.» te effendo,cheinfieme coiil'operatione ingiu-
fpine,conle quali offenda detti cani,vedcdoli fta.adopra la volontà, la quale riguarda il fine
ch'habbino infanguinata la bocca da le pon- con il far cofe brutte,& cattine per proprio vo
ture di dette fpine. OtFefa, onero ingiuria, leri_j.
è vn'attione ingiurta fatta con faputa , & con No» e/? conJiderandf*m,tjuid homo faciaf-,fed
ckttione a offefa di perfona la quale tollera quo animo, \é^voluìttate facìat, D. Aug.fupec
danno contro il fuo volere, dice Arift.lib.quin- epift. Loann homelia
•
7.
to'Ethicaoucro diremo che rOffefa non lla_^ La dimoftratione de l'Offefa de cani, con il
altroché nuocere altrui fpoutaneamence fuor riccio nella guifa che dicemmo, ne diraoftra ,
di quello che determina la Icggz^. che rOffefa che Ci fa per ira non è caufa &, >
'
Molte fono l'ofFefe con le quali Ci tralgredi- principio colui che opera, con ira , ma colui
fce a quanto fi afpetta alla giuftitia , ma noi che prima ad'ira lo prouocò,& però fopra di
intendiamo di parlare di quella che fi offende ciò fi può dirc_j
altrui con fatti,& con parole. Ledentes Uduntutt
Donna fi dipingeper rapprefentarc quelli
che offendono rhonoréaltrui,iI quale è fopra OPERA VANA.
qual fi voglia cofa di grandiffimo pregio ,
"^'' &
flimalzi ." '" •
brutteiza che agguagliar fi pofa all'Offefj_> che effa tiene con ambe
mani, per dinotare,
le
fatta contro il guiflo, Se ali'honef^o . che Ci come quefte tele fon teffute con gran
Turpitudo iniquitatis ejl prs.tnÌHm.AìcQ. Chrif. diligenza , & fabricate con fatica per lafotti-
(txtfX-^-fitper ^eptjì.ad Kcm. gliezza loro, nondimeno fono fottopofte ad o-
veftimento di colore della ruggine, nt.j
II gn! picciolo intoppo, perche ogni cofa le gua-
denota la mala, & penìmaintcntione dell'of- ita} come l'Opere Vane, non hauendo fonda»
fcnfijre , affomigliandofi alla ruggine chc_> ,
mento di vere, Se perfette ragioni per ogni "vi-
ouunque ella fi pofa offende, & confuma—j. le incontro diffipate vanno per terra.*.
Le lingue, &
li coltelli fopra il veftimento,
OPE-
. . *
1^1
mente fimile alla lucerna, che fa lume altrui, Oltre di quello innanzi che l'opera fi pofià
Scperfc ftedanon vede:mà all'occhio, che con ridurre a compimento, bifogna fapere le qua-
la fua luce adorna, & arrjcchifce fé ftellb, con lità efquifitamente, che a ciò far fono necelfa-
che fi molha, che l'operutioni ne per vannglo rie,il che fi nota col compairo,& conio fqua-
ria, né per alno fine meccanico lì dcuono clfer dro,che agguagliamo le fo. ze con la fpefa.^,
citarcmàlbloper beneficare tc,& altrui. l'opra con l'intcntione,& la cofà imaginato—
con la reale, fenza queftì (i cominciano l'ope-
re, ma non li riducono a line lodeuole, 8c
fono
..OPERATIONE PER FETTA. poi cagione, che molti ridono del pocogiu-
fi
Hh OPI.
4^ Della nouifsima Iconologia
OPERATIONE PERFETTA,
Parte Seconda. 4S1
caflc di gioie, le corone, &: gli fcettri fono co- bocca rofìcando il grano nafcemejlo fa crefcc
ic,che per cominodità, & nobiltà dell'hiiomo re. & pigliar vigore, & il Tuo flcrco ingrafla i
ron impetrano, fé nonlericchezzejpcrò come campi, & li fa fecondi, però gli Antichi ne con
effetto di elle, faranno conucnienti a darci co- feruauano gran quantità, & col numero di ef-
Cnitione dell'opulenza, precedendo nel cono- fe numerauano le ricchezze de gli huomini >
Icere dall'effetto alla caufajcome fi fu nel prin formandone il nome della pecunia:E per que-
cipiodi ogni noftra cognitionc-^. flo fi dice, che anticamente haueuano le peco-
Le pecore fono ancor efi'e inditio di opuien re lana d'oro, & Hercole riportando dalla vit
za, perche di tutto quello,chc in elle fi troua,(ì toria Africana gran quantità di pccore,fI dilfe
può caiiar denari, & ricchezzej perche la car- riportare ipomi dell'oro dal giardino dell'He
ne la pelle, il latte, & il pelo, fono flromenti bo fperide , come racconta Picrio nel decimo li-
niillmi peri conimodi aeli'huomo,anziiafua
Q R A T IONE.
bro dell 'opera fu4_^.
kH
terrà la faccia alzata, che miri vno fplendore. tenere la faccia alzataj& che miri lo fplcn
11
Si dipinge veftitadi bianco, perciòche, co- dorè, denota, come dice San Tomafoqueft. 8 j-
inè rifciifce 5. Ambrogio ncliib.<^e oj^c.i'Ora- art' I. che l'Oratioue è vna clcuacione di men-
te, 8c
rife'^
. .
cieti,e defideri j del Aio cuore_^. uono efler'appartenential Cielo, che cnoftra
L'incen/Icre fumicante, èli fimbolodell'O- patria,&non alla terra.oue fiamo peregrini. '
rationc,&: fopra di ciò il ProfetajCosì difle nel Per la fiamma, che l'efce di bocca,fi fignifi»
Salmo- 140. '. ca Tardéte affetto dell'Ora rione, che c'infiairi
Birigatur Domine oràtioTTìen ficuti incenfum ma la mente dell'amor di Dio . ^
'
Le Corone, che fono come catene all'incen- fegno.che l'Oratione fi deue far prima col cuo
{lere, vifi mettono perche con efle fi fa Ora-
re, poi con la bocca,& il picchiare alla portai
tione,&inene confirteil Pater nofter,& l'Aiic che l'huomo deue efler con l'Oratione impot
Maria Il Pater nofterfù comporto da Ch ri-
.
tuno , & con fperanza di confeguire l 'intentò
do Noftro Signore, &c infegnatoagli Aperto- con la pcrfeiieranza confidando n§lle parolc_j
li quando gli dimandarono, che infcgnallc lo- di Chrifto,chc àìi.ono]Pett(e)ó> daùitur vobis^
ro di orare; Et l'Aue Maria dall'Angelo. Ga» ^UArite, (sp inuenietis, tulj^ate, (^ atenei ur ^
briello, da .S.Elifabetta,& daS.Chief.i_.T.. come fi legge nel I i.cap.di 5.Luca^,
Sì dipinge vecchia, perciòche in tale età Ci
yolontieri Iddio ofFelb ii lafcia placare • Il Turibolo fi pone per l'Oratione, percìifc
•, Nella lingua latina le ginocchia fi diman- in quel medefimo luogo, che era apprellb Dio
dano Gcnuanome , che ha gran conformità nell'antico teftamento l'incenfo, fono ne]l.i_^
con le guancie, che pur fono dette Gena*: tal- nuoua legge le preghiere degli huomini
che ambe qucfte parti difpofte al mcdefimo ef giufti.
_
,
'
fanno liifieme tale armonia , che Iddio vinto d'offeriilo,nota che (come dille S. Ago/h'io)'
dalla pietà, facilmente condona quei fuppli- fé, non ora il cuorcj e vana ogni opera dell.i_j^
ORA.
.
DONNA
coperta da
vecchia, difembiante humil«_j,
capo, a piedi da vn manto di
ter tuus ,jui videt in ahfcondìto, reddet
ceS.Matth.al é.
ubi ' ci
'mw
V^'J-
HV O M O , che con
ghi l'archipendolo,
la deftra
& con
mano ten-
la finiftra la
gnificauanoj^erlo archipendolo, & per la_j
(quadra. Eflendo che l'archipendolo fcruc.»
fqviadra .
a quelle, cofcjche fi debbono drizzare, &
la_a
Volendo gli (come narra Pierio Va-
Egitti) fquadra alle cofe alte e piane , ma torte , in &
Jcrianolio.49. Jimoftrare, qualche cola drit-
)
viti mo a tutti i canti di ciafcun corpo , perii-'
tamente, & ordinatamente ellcre ftata fatta , quale fia da tirarfi la linea dritta
& ntrouare il giufto, &_il dncto di ella, lo li*
ORIGINE
.
,<-^'
'OR I G I N E D' A M O K E
Del Sig. Gio; Zaracino CaftcUini
DONNA cheten^ayno&
reate rotondo, gioflb,
rpcccliiotrafpa-
corpiilenco, in
feneltre de gl'occhi entra nel petto
sitaluolca
noftro,co
può enrrare per le feneftre dell?_,
concia all'occhiodel SoIe,ilqiiale con i luci orecchie, vdeudofì dcfcnuere le rare
bellezze
raggi trapadanJo per niezo dello fpccchio ac- d'alcuna Dama,- perla qiial defcritcio-ie
alle-
cenda vna facella porta nella mano finiftr.L_j, ta.todal Diacer di lei,fì può conceoir
ncirani-
dal manico dello Ipeccliio penda vna cartella, mo dedderio di quella^ il qual defldcrio di bel
nella quale fìa fcritto qiiefto motto . lezzanon è alrro,che Amore. Vale aliai l'Au-
5IC IN CORDE PACIT AMOR IN- torità de' due principali Amorofi
Toicaui li ,
ne Acheneo, che nel 13. libro dice. Mira»df*m & in quello debbe contemplare la bellezza-*
non tfl auditione tantum qucfdam anrjre captos della viua imagine . Onde non meramente^»
fuijjeioue narra rAmoredel Re Zariadrc, & dall'vdire, ma miftamentedal parer di veder
^ì Odare figlia d'Omartc Re , ambedui di sì auanti gli occhi l'vdita bellezza, s'innameror
fatra,&rcgiialata bellezza, che nati pareuano , no, però aflolutamentedir non fi può, che per
per fama,&: delle fattezze conte da altri reftò l'anima, perche derma mcdiataméte dall'ima
imprefla nell'Idea di ciafcu no di loiol'imagi- ginationedel vedere, & non immediatamente
iie dcrcritta,& per tale impreflìone l'imagine dairvdire,& che fia il vero,fe l'vdita bellezza
^i Zariadre in fogno apparue alla bella Oda no s'approua poi da gli occhi, quando fi vede;
te, & la imaginedi lei a Ornai t^_»
Zariadre : non fi radica l'Amore, ma fi bene prende le_»
volendo maritare Odatc , ordinò vn publico radici, quando vede che laprcfenza corrifpon
conuiro, & diede a fiia figlia 111 mano vn vafo de alla fama, però fi fuol dire fc non riefce la
d'oro,picno di vino, dicendogli guarda bene_» bellezza conforme alle relation! MinuitprA'
.
«orrc,gc fubito compariodiflejOdate fon qui, da gli occhi rettamente fi giudica. Per lefine-
fi come mi hai commandato, onde ella ricono ftre dell'orecchie fi gencrarà Amore dall'vdi-
fciutolo tutta lieta,&: ridente gli diede il vafo, re vna vocefoaue,&: angelica fcmplicemente,
& egli come fpofo da lei fra tanti eletto, la_^ ma per vdir narrare vna bellezza da vn terzo,
condulfe nel fuo Regiw fi genererà fecondo che la narrata bellezza ci
A" cercar la /uà mortcj. ia di vederla,& per tal parere. & imaginatione
Innamoratoli per fama della Contcfla di ci mouerà ad amarla, vedu ta poi veracemente
Tripoli doppo hauerla lungo tempo amata—?, a fatto s'innamorerà lì che rvdito,porge fi
& celebrata in Rima fenz'hauerla mai vedu- benoccafione d'amare, ma non però è cagione
tajaccefbdal dellderiodi vederla, nauigò ver- d'Amore , perche l'Amor di bellezia vdita fi
fo lei, & nella nauigatione grauemente s'am- forma nella imaginatione, & fi conferma poi
malò, giunto a Tripoli, fu dato auifo alla Con dal vedere effettualmente l'imaginata bellez-
tefla dell'infelice fua venuta; Ella fattolo con- za:onde l'Amor di vdita bellezza, non ha for-
durre nel fuo palazzo lo riceuè benignamente za fé detta bellezza non fi vede:che la cagione,
nelle braccia, &: egli rimirato ch'hebbe l'ori- & occafione fia difteréte comprendcfi da Mar
gine non men dell' Amor,che della morte fsa filio ricino fopra il conuito di Platone nella
icndutale gratia della pictofa accoglienza nel oratione fettima cap.x- oue proua , che l'oc-
l'Amato fenofpirò. chio è tutta la cagione della malattia amotofa
Ma è d'auuertire,che Ce bene daH'rdito pa- quando i mortali fpeflb,& fiflb drizzando l'oc
re ch'habbia prefb origine 1' Amor delli Tudet chio loro all'occhio d'altri coniungono i lu-
ti, nondimeno, non può l'afcoltateinuaghir
fi mi con lumi,emiferabilmente per quelli fibc
fi folamentepcr l'vditojfe nell'idea fua non s'- nono l'amore:la confonanza de gli altri mem
informa. Si. imprime l'imagine della narrata bri oltre a gli occhi , dice che non è propria
bellezza, in modo che paia ninanzi a gli occhi cagione, ma occafione di tal malattia perche ,
hauerla teftimonio ne fia Odate , che vide in tal compoficione inulta colui che di lungi ve-
fogno Zariadre, che mai veduto haueua,& nel de che più accorto vengaj&: perche di propin-
coiiuitolo riconobbe, come fé perfonalmente quo guarda lo tiene abbada m
tale a(petco,&
altre volte veduto i'haueilè, il die non haurcb- mentre ch'egli bada, e guarda fblo il rifcontro
be potuto fare, fé non hauelle conccputa nella de gli occhi è quello,che da la feiita.-così di-
mente fua l'imagine di lui figuratale da alcri: remo noi che per fentir defcriuere vna bella
Cosi Cianfrè Rudcl Signor di Balia; il quale bellezza, farà l'vdito occafione di mouerfi ad
amare
. . &
per lo fio circuito, & corfo fpande il lume,& Illa f»it me'itis prima rttitia me* ,
per lo lume le fue virtù diffonde in terra, così Et vidit Ó^perij, nec notis ii^ntbus arfi .
il cuor del corpo noftro per vn fuo perpetuo Ilmedelìnio nel terzo de gli Amori parlan-
luouiinento agitando il fangue a fc prollirao ; do all'innamoraca
da quello fpaiulc gli (pinti in tutco'l corp0j& PerqHc taos oculos, magni mihi nuwinis inflar
per quelli diifondc le fciutilk de raggi in tutti l'erq; tuoi oculos^ qui rapneremeos ,
Noto
, - .
^-Della tua luce altera, efinggitiurt^. Poi trouandol di dolce, e^ d! amar fiene , -
Con celata per coffa in fiamma viua Ter quelli efìremi duo contrari}., e mifli^, »
Del tuo bel guardo mio tiranno antico . Hor con voglie gelate, hor con accefé
crudo Arciere traditor nemico,
fJltial
mifera, (^ felice
Staffi cosi fra
In vn cogliendo fua virtù vifiua Piene fono le dolcezze d'Amore d'amaro
,
Colpi autntar ch'altri di vita priua
,
allentio,anzi di fele, & contentezze^fo-
le fue
Suol perfejjure occulte in peggio aprico. no le doglie , e i pianti de mifercUi Amanti .'^
Ben ferir mi poteui a campo aperto è amaro l'Am.ore perche qualuque ama muo-
Che'l mio cor trema, e l'alma più non re amando elfendo l'Amore volontaria mor-i
ofe^, ,
Al^ apparir del tuo fuperbo appetto . te, in quanto è morte è cofa amara, in quanto-'
Ma perche dolce morte haurei /offerto. volontaria e dolce. Muore amando qualun-
Non voltjìi crudele, e dtfdegnofa
que ama,percheilfuo penfiero dimenticando*'
Iirtrmt a faccia a faccia, apetto a petto.
fé fteflò nella peilbna amata fi riuolge fecou-]
Nò folamente 1 poeti, ma leggiadri Profaro dola ragione di Marfilio Ficmo Aggiungi-- .
lontano
. , , . , .
rimembranza del piacere della goduta lucc_>. libro veramente d'oro d'Apuleio così ragio-
I-n prefenza poidcU'aniata luce è amaro amo na, la cagione, & l'origiiie,di quello mio doli»
re; perche auanci lei l'Amante s'abbruccia, s'- re è ancor la medicina, & la (àlute mia le tu fé»
arde, e fiftruggej è dolce dall'alno canto, at lo, perche quelli tuoi occhi pergli micioccK?
tefoche fi confuma nel Tuo bel fuoco, &c nella pallatiin fino all'intimo del mio cuore nellc_^
fiamma a lui gradita irclla quale gli è piùdol medolle mie commoueno vn'acerbillìmo in-
ce il penare, elle fuor di quella gioirc:& è più cendio L'origine dunque d'Amore dall'oc-
.
dolce perche riuoigendoli nella peifona ama- chio nafce conforme a quel detto dcriuato dal
ta in quella paflà: e doppiamente imaro per- Greco
che more non potendo trapalfarejC trasformar Amor ex videndo nafcituv mortalihus .
(ì,t^.talmcnte in lei, &conella internamente Non farà vano quello difcorlb.mà profitta
vnirli:ciiendo impofllbilc che da fc itelfo total uole ogni volta, che conlìderando l'affetto d'-
niente diuida,& iì difunifca affatto, (i come
fi amore nafca dal vedere, e dal rifcontro di dua
vorrebbe pei lo grande amore: onde femprc.» begli occhi, per non entrar nel cieco laberinto
brama per maggior vnione d'aggirarli intor- d'Amore.chiudercmo gli occhi all'apparente
no all'amato lume . fplendore delle mortali lucirie il dimorar co»
Come ral'hor al caldo tempo /noie lo fguardoauanti vna fplendida bellezza,ci fi
Sempltcettti farfalla al lume aue^za : incorrere nella malaria d'Amore ; il fuo con-
Volar ne gli oc hi altrui per fua vaghezzx^:
f^
trario, ch'c di riuolger gli occhi altroue, ci lu
Onde auuten ch'ella more, altri Ji duole berarà da Q^t\\z.,Auerte oeulot tuos ne videant
Cesifempre to corro al fatai mio fole vanitatem iCaggio è quel confìglio dato in quc
Degli, occhi, onde mi vien tanta dolcex.\a , Ilo gratiofodiftico •
Che'lfren della ragion amor non prexiiouj^ G^utd facies,facies Venerisfi venerit anteì
Ma fi m'abhaglta Amor foauemente Refedeai,fed eas, nepereas per eas .
Cb'te piango l'altrui noia,e no'l mio danno > Non deue federe, & dimorare auanti va
lì
E cieca al fuo morir l'alma confente , bel volto,mà fuggir via dalla fua villa, & ha-
Per elVcr amor dolce amaro , gli amanti in uer cura che gli occhi nollri non fi rifcontri-
tnmedefimo punto, in dolcezza godono, e lì no con gli occhi altrui che belli fiano, per noti
ftruggono in amarezza per il fuo bel lòie,che cadere m detta noiofa infermità d'Amortjc le
cercaiió,e deliderano • caduti ci lìamojpernlbrgere da queila,rime-
Fer far lume alpenfier ttri>id»,t^fofco dio datoci tanto da Marliiio Ficino nel coiuii-
Cerco ti mio joli^i uio , quanto aal macllio d'Amore nel reme-
Nel qualprtua dolcex.'{t tante, e tali dio d'Ainore_'.
eh' Amor per fo! x.« a lui mi riconduce j Vtptne exttnSum cinerem^fifulphure tangas
Potjf ti'^ibbuglui, che'l fuggir m'è tardo. Vimt,& ex minimo maximus igntsertt :
tt chiederei a fcanipar,non arme, anx.i alt : Sic nifi vitaris quicqMidreuocabtt Amorem,
Ma ferir mi dal del per qnvjta luce Ilammare dardefcet,quA modo nulla futt,
Che da lungi mi sirnigo,'& da pr^fs'ardo Pericolofo è il piopolio fine dell'Amor Pia
Mi che ?a gli Amanti tanto è ]] dolce quan tonicojqual'è di fruir la bellezza co l'occhio,
to l'amaro: l'amaiogU e dolce & ìì dolce.»
; attelbche Amore ha compollo infìeme li gra-
amato dili del piacere (fecondo Luciano. )xVf^; e«<>»
Arda.o mora,o languifca vnpiu gentile fatis efìaipicere eum,quemamas,neq; exaduer
Stato del mio non e fotta la Luna , fi>fedentem,at^ue loquentem audinifid perin-
mio amaro la radice
6» dolce e del . de atque fcalts qutbusdam voluptatts campa-
Di quello miilo, dolce amaro di morte,, e ciisyAmor primum gradum vtfushabit.vt aipi-
irita,d'a]legrezza,& dolore, n'c fulamente ca«. ciat videlicet amatum Deinde vbi aipexerit,
.
gione il fol di due begli occhi, origine dell'. eupit adduUum ad propius,itiam coiìtit/gere.
fé
Amoie .
II primo fcalino lì è il vedere, (Se ripiirar la co-
Di qua fol nacque l'ulma luce altera^ fa amata, doppo quello il dclìdciio di toccare
Di que' begli occhi,ond'io ho guerra,e pace, quel che lì vede, il ttrzo il baccio, il quarto 1'-
I i atsu
4po Della nouifsi ma Iconologia
.Tto Venereo porto che s'c il piede nel primo po lui erano nell'ellercitoi più principali, per
fcalino del vedere difficii cofa è ritenerfi di
:, Ambafciadori ad Aminta Redi Macedonia,!
non-ralire al tatto, Se pafTare all'vltimo èpoi- quali ellendo flati liceuuti nobilmente, doppo-
cr e dal vedere fi commouono gli afFctci. Et il conuito , fecero inllanza di vederle bellt-»
ciò Socrate iftcnb oracolo de" Platonici ne- Dame di Macedonia, ne furono fatte venirs_',.
gar non puotc, veduta ch'hebbe la bella Theo- vedute, che l'hebbero i Perfiani s'accefero d'-
rlata nominata da Senofonte nel terzo libro Amore, e pregarono Aminta, che le facelle fe-
de fatti , e detti di Socrate , dicendo . l'ios
i dere auaiiti gli occhi loro) fi come raccout;i_#-
AUterUy & ect aH& vidimtts tangere cupitnus, ^ Erodotto) li compiacque il Re, & ellì comin-
abibimus amore dolentes ^
abfentesdefidera-
,
ciarono fubito lenza modeftiaa ftendcre 1<lj
bimus e quibus omnibus fiet,>TJt nos qitidem fer- mani Ibpra le poppe di quelle ciò ad Amai- :
dò per configlio, che non filli gli occhi in bel- trati nelle cartiere alfcgnate alli Perfiani, cre-
li oggetti, perche il fuoco abbrucia quelli che dendofi eilì fullero Donne, corf'ero ad abbrac-
lo toccano , mi i belli accendono anco quelli ciarli, ma li mefchini furono a furia di pugna
chi di lontan li guardano, tanto che per amor late vccifi:Mileria cagionata dal vedere, dal-
li ftruggono Neq; pulchroi intueor^nec etiam
. l'occhio, origine d'infiniti mali,Auttori di pre^
iibi confulo Araipus (inas in pulchris oculos ver cipitij,& di finillricafi Da chi hebbe princi-
.
fari quod ignis qnidem vrit homines tangentes > pio la perditione,& la commune calamità del
i>.cformofieosetiamaceendant,quifepr&culipe. Genere humano? dall'occhio,dal vedere label
(ìantyVtprc^ter umorem dfiuent Non lì tenne . lezza del pomo vietato. Vidtt mulier quod bo-
Arafpade al buon configlio , allicurandofi di num ejfet Irfiniim ad zte/cendum^ &* pulchrum
poter far refiftenza ad Amore,& di non pallar acutisjnfpeciaq-^ delccìa.bile . Perqual cagione
più oltre, che il primo fcalino dello Iguardo ; Iddio mandò dal Cielo larghi torrenti d'ac-
ina apocoapoco fi coucepiroaodcntroil fuo quea fommerger l'Vniuerfo?per la lafciui.i_j>
petto cosi ecccilìue fiamme per le bellezze di dell'occhio Vtdtntcs Ftltj Det filias hommtim
.
Pantheada luiamata , che dal dolor piange- quod ejjent pul chrA-Snixhnt Capitano cosi for-
iia,&: dalla vergogna fi confoiidcua, e temcua tCjda chi fu vinto J dal rifguardarlebellezztj
l'alpctto del Ilio Ke per le ingiuriofe minac- prima di Thamnatha Filiftea, di cui dille al
ele, ch'egli fece a queila Honefta Dama,che_> Padre chiedendola per conforte Placuitecu- .
jion Volle compiacere a fuoi Amori ; fi che l'- tis meis-.Et poi di Dalida meretrice, nel cui fe-
incauto Aralpade non pcnfando alla forza del no gli fu recifo il crine della fua fortezza , &
lo ("guardo , pofto ch'hebbe il piede nel primo cauati quegli occhi miniftri delfuo Aniore_j>
gradile del vedere, fpcnto dall'infoportabilcj della fua cecità, & morte Il Re ch'era cosi
.
dcfidcrio, tentò di giugncrea! tatto, & falirc_> giufto conforme al cuore di Dio, come fece a
ouegli perUiadeua l'Amoroloaifetto.-O quan diuentar adultero, ingiufto, &: horaicidal mi-
li dal rimirare,e veder cofa a loro grata,mollì rando incautamente da vna loggia le bellezze
«iallo llimolo della concupifcenza.come ingor di Berlabea Viditmftlieremjelauantemyerat
.
ii vof^liouo battere le mani in quello che ap- , autem mulier pulchra valde Se l'occhio ha • l
tjetifcanojin quello,che da ellì guardar fi do- fatto preuaricare Oauid così giufto jSanfonc_> fr
ueuano.comc dal fuoco. Megabi.'o gra Capi- così forte , ch'altro potremo dire, che la villa ;
tano di Dario, mandò fette Perfiaui, chcdop- dell'humana bellezza corrompa la Giuftitia , ,
&
. .
l'Animo d'Augiifto,mà egli tato più nel cuor la natura , sa che s'egli filTa lo fguardo ne gli
filo rodiaHa,&: ordinò a Prociileio,che vedel- occhi quelli , che fono oppilati , riceue infe_> I
(edi pigliarla, &cuftodirla viua, per condurla l'oppiUtionedi coloro, ond'egli voltafi eoa
in trionfo , il che haiiendo prefentito Cleopa- gli occhi ferrati, altrimenti refta dentro di fé ,
tra Regina, che con la Ina bclle77a vmlc tanti come da grane colpo ferito:cosi noi chiudere,
Principi, & valorofi Impcradori d'elfercitijde- mo gli occhi al rifcontro di due cocenti lumi
fperatah di non poter vincere anco Augufto , accio per gli occhi noftri non nccuianio lc_>
per non rcftar viua prigioniera nelle fue ma- fiamme loro nel cuore , ilquale altrimenti ri-
ni, fi fece dar morte dalle ponture d' vn arpe_j, mane opprcfl'o. Si. loffocatodall'opilatione a-
per Io che Auguflo non hauendo potuto con- inorofa,puntoda pungente ftralc,&: arfo d.i__»
fcguir il fuo intento, fece portar in trionfo 1*- folgori, & factte,ftionienti militari d'Amore,
imagine di lei: Et che moueua vn così grande col quale parlandoli Poera,dill::_j.
Imperadorc a bramare, che fi conduccfic in L'arme tue furon gli occhi-.onde l'accefe
trionfo vna Donna? trionfar d'vna Doun.)__>, Saett'vfciuan d'inuifibtl fuoco
certo la vittoria,che riportò di lei attefo chc_>
eglifolononfi lafsò vincere da quella chc_>
con gl'acuti dardi de £jli occhi fuoi vinfe Ce-
jare,M. Antonio, & molti Re ftranieri; quel- OSSE QJf I O.
la che fi vantaua di non hauer ad ellcre trion-
fata, dicendo, >?o?2 triumphabor. in memoria di
che Augufto fece battere vna Medaglia pofta
HV O M O
rta
d'età virile che fta con la te-
,
jiquarij Colonia Nemaufum. ina per eccetto .Si dipinge d'età virile , perciòche in erta ti
del Vzizàino Colligautt netno-.gìonanAoix che fi ritruoua i mezzi, &: il conueneuole,& non co
niun altro potè far refìftenza alla bellezza di me nella gicuentù, che ama,& ftimaaflai d'-
Cleopatra aa lui difprezzata , & vinta. Nefiii. efiere fuperiore ad'altri, come dice Ariftotile
no dunque ficuramente drizzi io fguardo in nella Rettorica-^-.
belli oggetti , ne vagheggi Dame di vago lu- La tefta (coperta alquanto china in atto hu-
me adorne, n^" ritardi auanti il lorconipttto : milcjdimoftrala fonimiftione di thì riueren-
perche chi ardirà mirare, vn bel Icmbi.'.i.ica- tcmcntc cerca con animo grato di farfi beneuo
fpro tormento de "li occhij&: del cuore, anch'- lo per l'acquifto degl'amici, ondefopradi ciò
eglial fine fi dorrà, & lamenterà, in coli que- Tcrcntio in Andria così dìct-Obfequium ami-
rule, 8: dolorofe notc_>. co sparit .
An\j del mio: che denta torcer gli occhi Obfequium tigresejj domat,tumidosqj leones-
Da troppo lum^: Ru/lica pitulatim taurus aratrajubtt
Ir i OSTI.
.
(é
nc ; pcithe non è duhio cfler cola da ihuio le- ra, Se con la me defima mano lì gratti il capo ì
i-ariidiopiiuo»e per efler talmente ordinato farà lonnacchiofb .
Siedo in vn'ofcura cauerna;pcrciòche l'huo hauea men'otio che mai, quando ne hauea_>f
irootiofo non è pronto ali 'honorcuoli, e glo- più abondanza; per dir che quanro meno era
riofe arcioni; onde conuicne menare la vit.t-» impiegato nell'attioni , tanto era più intento
ignobile, & tenebrofii-j. al contemplare , perche di qucftootio godono
appoggia ad vn Porco, perche l'oticfo nel
Si folo quelli che con la lettionc le molti libri
,
la conuerfatione de gli altn huomini,c Itmiic & con riiitcnderc cofc alce, & nobili, manten-
al porco, per la viità,e dapocagginc lua . gono f. i.za nulouere altro che la lingua, ò la
E opinione d'Anftotile, che qiiefto animale penna; la pietà, la religionc.il zelo di Dìo ,il
nella hlìonomia fia irpi" incapace diammae confortio degli huomini, & inlbmma quan*
fìramento di tutti gli altri animali; come l'o- to è bene fra le mifeiic di qiicfta vita mortale.
tiofo che non cura alcun lodtuolc cllcrcitio , Otio
sì rende inhabile ad apprendere qiial fi voglia HVomo vecchio, veftito di giallo dipinto
difciplina; & fi come cjueflo ifìcflb animale-^ Mafchare, & a trauerfo hauerà vna^-.
a
ad altro non attendetene a fbdisfarc l'appetito bai da berrettina con vn Fagiano per cimiero,
della gola,& di Ver.eie; così rhuomodall'o- nella deftia mano vna facclladi colorbigif»
tio deminato, fi dà tutto contentare fc ftcflb , fpenta,&: nella finiftia vn'ouato in campo d'o-
fodisfacendo a* propri) appetiti con perdita-^ ro, nel quale fia dipinto vnghirro col motto -
fé ree le pregiudicano airhonore,& alla fama. pingiamo per la cagione detta di (bpra,& cosi
Otio . lo fa l'Ariolto dicendo .
Gioitane graflbjSc corpolenio,farà a giace In que/io albergo -,11 graue fonno giace
re per terra , per veftimento portarà vna L'Otto d* corpolent\ e grafjo.
'vn carato
pelle di porco, & per terra vi farà vn vomero Lo feudoripieno Ai frezze , moftra che 1*-
uiftrumento di ferro da arare la tcrra,mà tut- huomootiofo fi lafcia venire adoflò tutte lc_»
to pieno di ruggint_>. calamità, prima che penfi a volerfi leuare dal-
Per dichiara rione della giouentù,& della_^ la poltronaria nel perdere il tempo, & fin che
graflezza, del giacere in terra, & del veftimen gli refta da viuere, ò fia con lode, ò con biafi»
io della pelle di porco , di quefta figura fcrui- mo,ò con honore,ò con vergogna, ò con dan*
rà ladechiaratione fatta della figura di fopra: no,ò con poco cura il tutto. Et perche ii
vtile
foIodiremo,che è fignificatiuodell'otioil vo- mal fuo non bifbgni guarirlo con lo
infiftolito
mere arrugginito.comede negotij,& dell'at- fminuire del fangue,& col tagliare delle vene,
tioni cjuefte mcdcfimo chiaro,& nctto.elfendo fi contenta venire mancando a poco a poco
il più importante negotio noftro far cofc ap- con fuavcrgogna:fartidio de gli amici, & vi-
partenenti al viuere,& come non adoprandofi tuperio della famigli<i_j.
il vomere viene rugguiofo;cosil'huomo, che Otio»
tralafcia il benopcrare, dandofi in preda all'-
otio lì cuopre, & empie d'infami e, e isH vitij ,
VN Giouane mal
capo chino , &
veftito,
fcoperto,
il quale ftia
I
. . .. .
la careftia fcnza la guerra, ne rabondanza_j fccndo per ella il danaro publico del quale fi ,
del vito fenza l'abondanza di paccjcome dice fabricano poi TeatriiTempij,&: altreopere di
il Salmo. magnificenza .
Itat pax in virtute tua , ^ aBundanti* in Si foftenta pò; con quella la fede,&; l'honor
turribus tuis di Dio; il che fi moflia col Calice_j.
Il ramo dell'vliuo dinota la micigatione de L'oliuo per non replicare molte volte l.i_j
gli animi a^lirati , come ft è detto più longa- medefima cofa ! lice eder ricrouato da Pàl-
,
Pace a z] '
Glouane bella con ghirlanda d'oliuo ihca DOnna, che nella dVftra mano tiene vni_->
pò , nella mano deftra terrà la figura di giù, & fotcòà quel
'faee acccfi riaolta ni
Piuto , Se nella (ìniftra vn fafcio di fpighedi la vi è vn mouLC di arme di più forte , & ap-
grano,come fi caua dalli feruti di Paufania . preffo vn Leone , & vn Agnello giacendo in-
La corona dell'olino, & le fpighe di grano, fieme_>-
fono fegno di pace , eHendo quefti frutti in a- Pace fi dice con àgguaglianzà diraolte vo-
bondanza foto, doue la pace arreca aglihuo- lontà moftrata con feghi cfte'riori'.il che fi'mc-
mini commodità di coltiuar la terra, la quale ftra nello ftareinfieirie il Leò'nc,éc la Pecora,
per la guerra rimane infeconda, & difutili_j . che per natura fono diuerfilfimi drco(tum«L>»
Qiierto volle efprimere quel Poeta , quan- &• fi prende da Vergi! io, il quale volenio au-
do panando del Bue dille, che l'opre della pa- gurare pace al tempo di Pollione difl'e chi_>
ce ci fono ftate infegnate-Ec iVIinerua vien lo- gli Agnelli, & i Leoni haurebbono infiemt^
data da Gioue nelle fauole 'come vero Parto habitato.
della fuatefta,per efjere ftatacllainuentric?_j Pactj.
dell'oliuojcome Nettuno inuentor del Caual- DOnna, laqual tenga in grembo l'vccello
loeflendol'vno perfiillidio della pace, &: l'al- chiamato Alcione, & in terra a canto d'-
tro per fortezza della guerra;perche il Preii- efl'a vi farà vn Caftoro in atto di ftrapparfì con
ilatuetta nella deftra mano, & la finiftra giorni Alcionij fi dimandauano da gli Anti-
iia pofata fopra vn piedeftaIlo,oue fia vn Cà-^ chi, ne' quali il Tribunale fi quietaua,& fi po-
lice, & condetra manofoftenga vn ranno d'- fauano li Litiganti :
"
'
'
La flatuetta moftra, che la pace è miniftra ri, come fcriuono alcuni, co' denti fi mozza i
degli artifici) humani,liquali non fi pofTono genitali, fapendo per quefti effer da loro fegai-
imparare fé non con la fpefa di molto tempo, tato, èinditiodigran defidcriodipaccj&am-
& lenza penfieri di guerra, li quali ordiharia- monitione a ferrar gl'occhi alla perdita di
inente fuianogli animi dall'acquiflo de gli ha qualche bene , & di qualche vtile per amor ,
biti virtuofi,& la forma efterioredell'huomo fuo. Et fi legge a quefto propofito vna lettera
dà occafionc di molti artifici j, li quali tutti fo di Sapore feruta a Collantino.la quale lo efor-
no effetti di pace_*. ,'. tà'alafciare vna parte del Regno dell'Afia-^
^
ParteSeconda. 49 S
enifwalc irragloneuole,il quale per priuarfìdi ,La Palma promette pkcemioamcriteiioli,!'-
fofpettojfi taglia quel mémbro,chc lo fa frarc hàfta minaccia caftigo a eie linqiieiui, c]ue- &
inquieto. fte due fpeianza , & timore mamcugono gli
caliiiominiin<jtiietei& in pa€e_'.
DOnna gioiianc a l'edere, con la deista ma- Pace.
no tiene legati infieme vn lupo.Sc vn A- Nella Mediiglia dt Sergio G.tll^i con nome
gnello fotto ad vin giogo medc(Imo,(Sc pel la fì- di pace fcoipitz
flà .
niftra porta vn ramo d'olino, v-
tenderei non è altro gliela concordanza db':' 'JL^/ Si olino , & con la lìnilka vn Cornotli
/enfi del corpojpon le-potenze dcll'anim.L^y dimfia—>. ' '-
.
D Qnna,che nella delira mano tiene vnra-
mo d'olinQ,& con la finilha vn'hafta_j.
Per quefta figura fi dipinge la paceacquiftata
"TTNa donna, che abballa il Caduceo vecjlb
.V la tetra doue è vn lèrpe con fieri ftrauol-
gimenti,moftrando la duierfitàde color;, il ve
.
per propria virtù, & yjilorc,& ciò denota l'ha leuo che tiene, & con l'altra mano fi cuopr<i_>
ita che tiene: in mano . gl'occhi con vn velo per non vedere il ferpe.^.
conqiiefte letterc_>.
Paet^. PAX ORB. TERR. AV G.
la vna Medaglia di Veipafiano fi Chiamaronogli Latini Caduceo, perche al
"vede itfflptto-j. fuo apparire faceua cauere tutte le difcordie
D
,
Onnacheda vna mano tiene vn ramo d' & fu per ciò l'infegna della pacc_^.
olu!0,dall'altiaadi;ceo,& in vn'altra
il C Il cuopnrfi gl'occhi col velo per non vede-
fivede con vn marzo di fpjghe di grano, &: col re il ferpe, dimoftra che la guerra rapprefenta
cornucopia, & con U.'tronte coronata d'oUuo. taper il velcnolb ferpe,fia noiofa,& d'infinito
danno. Onde Virgilio uel primo dell'Eneide
P'ce,- .
fopra di ciò così dille-'.
Nella Medaglia di Tito . Nulla falns bello,pacem te pofcimas omnes .
li PAR-
49^ Della noiiifsi ma Iconologia
P ARSIMONIA.
^^
DONNA remplice,&
Hi età virile, veftita ci'habito
ornamento alcuno, eoa
feiiza
nio,oucro quando s'acqui
ferua.òfi accrefcejò fi
fta la robba,ò fi co»
adopera prudentemen-
la dcftra manocciiglii vn compalTbj& nella fl- te; Certo che la Parfimonia prudentement c_j
vnaboiTa piena di danari legata, con 7
iiiftra adopra la robba, l'accrefce , & la conferua^»;
lu cartella riuolca in bei giri con vn motto > Efchine Filo rolb Socratico foleua auuertire ,
chcdichi IM MELIVS SERVAT. che da fé ite flb pigliatia ad'vfuracon lofmi-
PaiTimonia è vna delle due parti principali nuire la fpefa circa il vitto, conforme a quel
dclhi liberalità, che conliftenel ntcnerfi dalle detto, Magnum vefligal par/imonia, gran tri-
rpefejchc non fono conformi alla ragione, &c buto è la Parfimonia, poiché ottima ri(bIutio-
trargicdiTconoil mczo. Ma^iorem cenfu defme ne è per accrefcere l'entrata il reformarle fjja
ciiltum, dice Horatio Stat. 5 1. 2. cioè lada an- fe:&: però Ariilotile dà per configlio alle com,
dare le fperefiipcrflue maggiori dell'entrata -, munitàjche s'vfi la parfimoma,in quefta ma-
:1 che fi fa con la Parfunonia , laquale dellc_> niera fecondo la traduttione del Murerò Pn- .
t]!ìattr» parti della prudenza, che confìfteno mf*m quidem nojfe «porttt quantum exqtéaq; rts
iiuoino li beni di fortuna tre nepoffiede.N/iw» cimt»s capiaf-Sofi effe debent ftimptt*s,quos fa»
rirca banu*» prtidcntia q»*drttplieiter fé gerit cit ctféitiSyVt fi quis fuperuacaneus extoUatHr ,
camMit adipfcitur honn^aut t!*etur,n»t adau- fi qtiis iitflo
mmor minuatur . Opulentiores e-
gft.aut prudefifer vtituryht prudeatit (tliarum- nimftunt noìi tf modo , qui ad «pei aliquid ad~.
que virtutiim fn7%t cxnones; talmente che fé li dunt,fed ij quoque qui de fumpttbtéi detrahunf^
canoni della prudenia circa la facoltà fono ; Così li capi di famiglia dcuono pnmieramen.
di quattro roK-jiTecouio PJiuarcho ad' Apollo te conlidci'are i'eiJtx.uaichh3nnOi&: poi hauer
riguardo
. . .
torvialeruperfliie,& fminmre quelle, che fo- ^almo 37.Homel. l.dimoftra, che la bruttez-
no maggiori del douere.impcrciòchcdiuenta za della faccia, è figura del peccato difordina-
no più ricchi non folo coloro, che aggiungo- tamente commefToi&efrendola Partialità pcc
no alla robba qualche cofa, ma quelli ancora cato grauUrimo dell'ingiuftit:3,gli fi coniiie-
che fi leuano dalle fpefe, E in Seneca de Tran- nel'eirercbruttiflTima , & abomineuole ao o-
quiUttate cn^.^ a propollto della Parfìmonia gn'vno, & Cicerone in x.Tufcu. Nihilefl ma-
«jueft'akrabelli/fima fentenza, checosìdice, lnm,n<.fiquod turpe, aut vitio/nm eli.
Placeèil autem héic nobis maiìfurti,fipritii pur- II tenere la def\ra mano ferrata, & raccolta,
fimonia placHertt fine t^ti» nec vUtopesfujficiut: & la fìniflr3flef3,& aperta fìgnifica, che 1.l_.-
nec vUa fatispatent Partialità opera non fecondo la giuflitia,che_j.
Sì fa di età virile, perciòchcquefto flato 1'- con fomma perfettionc dà con ambe le mani
huomo e farro capace di ragione , & opera fe- a ciafcuno quanto gli fi conuenghi,mà guida
condo l'vtilc,& honore . tadall'interefle,ò altra pcruerfa caufa,diftri-
L'habito fcmplice, & fenza artifìcio, denota buifce ingiufìamente fcnza hauerc riguardo al
che la Parfìmonia è lontana da ogni fpcfava- giufto,& al ragioneuolei come beni/timo tefìi
ne,& fuperflua;ondefopra di ciòi'.Ambiofìo fica Innocentiolib-z. Di vtUitate conditionis
ad VcrccUen.così dicc.Nthtl tum necejfarium, humand Vos non attendttis merita caufurum ,
quam cognofrere qttodfit nectfj.irium . jed perfonarum ,non iura,fed muneraitton qnod
Il compaifojfìgnifìca l'ordine, mifura in & ratto di/iet,fed qitodvolunfas affecìet,non qtted
tutte le cofc perciòche fi come il compafTo
, fentiatyfedquod ment cufiaty non qnod liceat ,
non efce punto dalla fuacirconfercnza,cosi la fedquod lileat .
Parfìmonia non eccede il modo dell'hoheflo , Il tenere il viforiuolto dalla parte fìniflra,
& del ragioncuole. dimofìra che il partiale non ha l'animo retto,
La boria col motto/'» meìim feruat , d'imo- ne di volgere la mente al vero.mà più a vno,
fìra che è maggior indi.ifl:ria & honore il con che all'altro, come partialc,& nemico del bene
fcruar quello, che fìiia, che acquiftare quello operare; onde Arif^otile nel primo libro della
che manca, come dimolUa Claudiano lib.t.In Rcttorica a quefto propofìto, così dice Amor,
5tiIicon- (^ odium &> proprium commodum Jdpe facÌHnt
PliM efl feruajje repertum _ iudicem no» co^nofcere zierum .
colto vcrfo il petto, & il finiftro flefoconlama da di lauro,& con la deiha mano cacciali eoa 1
cklI'Odj 11. finge che la detta donna hatiendo Induerat Circe in zultus,ae terga ferarum .
dj'o à bere vn fuo liquore a i compagni di V- Il che dinotano idiuerlì animali & la mol-
lifl"c,toccatoUil capo tofì la verga, li trasfor- titudine de falli;!! che fi dcue confiderarc,che
maire in fìer<i__>. la fopradctia figura è vna efpreffionc della_^
Là ta7za è per dinotare quei fughi d'herbc, paflione d'AmorCjia quale prende dominio in
&. beiiandcco quali Ci dice, che iaceua vfcire
i quegli huomini, che fi lafcianootiofamente_»
gli huomini fuori di se, rendendoli a guift-j» pigliare colgufto di cofedilettcuoli,& piace-
eli fallì, & brutti animalirfopra di ciò ne ragie uolial fenfojcheofFufca l'intelletto^&lor to-
Ouidio xiii j.lib.Metamorf co quelli
ria verli. glie in tutto la ragione>rendendcgli quali brut
Nec mora^tnifceri tojii iubet ordeagrarjt ti animali di fpctie diuerfe conforme alla loro
Mellttq; vitnq; meri-^cum luSle coagula prefio, naturale inclinatione,con la natura di quefta,
'§luiq; fub hac latemtfurtim dulcedtnefuccos, & di quell'altra forte di animali , così gl'ira-
Adijcitf acc'tpimui fncra dcit* poculadextrd •
condi fi dicono diuentar Orli, & Leoni; 1 car-
l!tVergilio nel 7. nali Porci; gl'inuidiofi Canijigoiofi Lupi; &
Hinc ex.mdiri gemitus, inq; Leonum altri
Vincla recuJnntHmt^jerafHb noSle rudentU
I N A.
DONNA-
,
coli li piedi ignudi fopra vufafciodifpin-i^j. molti giorni rinchiufe nelle loro cocciole fin-
La Patienza (ì fcuopre nel fopportarei do- che Viene il tempo a propofjtp d' vfcir fuora_^,
lori del corpo &:;deiraniiTio:però fi dipinge la
prefcnte figura jn quelVatto .
k DOnna
vcftita di berrettino con le mani
Le fpine Tono quelle punture, che toccano legate da vn parodi m'^iette di ferro, &>'
ncU'honoicò nella robba,ò nella vita,le qua- a canto vi farà vno fcoglio ; dal quale efca ac-;
qua a goccia,a goccia, & cada fopra le manet-
"'
nel corfo degli aifctti terreni} nondimeno la- te di detta figura..^. >?
fciano libera la tefl:a,& le altre membra più no Per la quale fi moftra, che ad vn'huomo ,
bilijperche vi anima ben regolata, &: ben di- che faafpettare ogni cofa fuccede feliccmen-'^
fpoftalbp'ra al la riabilita delfa virtù, nonpro- tCi&c ancorché i principi) di fortuna fìanocat- j
ua'il dannò fondato nelle cofe terren«_>. tiui , aiutati poi da qualche fauore del Cielo ,
Il federe^ Ibpra il falfoi dimoftra clTer dura che non lafcia mai fenzà prejnio meriti del- i
cóla fapcv reggere .la Paticn7a con ànimo tran l'hucmo i"n vn puntò-nafcc quel bene, che niol
cjuillpjmà che facrimciite fi fupera.^'. ti anni (1 era in vano delìderato Di qucfta_^» ,
inrciTjbian^e mode fio & humil^_-. Cardinalato , & d'altrigradi importanti della
La Patienza conlìftej'n tollerare fortemen- Hierar<:hia Ecciefìaftica ^ o«c come Città fa-
te lecofeanuerIe^& è vno de principali effet- bricate nell'alte montagne,, fonoelpolli a gli
ti «iella fortczza.Ia quale lì {icnde fin'al fòfFrir. occhi ditutto il mondo, & hknnooccafìonc di
reil giogo.dellaferuitù, con l'animo intrepi- farli chiari perla virtù dell'animo, come fono
do, & coflante, quando la necellltà lo richie- celebri per la dignità. &: grandezza cfleriore ,
de . Péro fu da iauij notato Catone d'animo Ma quando bene non fliccedefle che alla_^
vile,perche volfe vccidere fé fteflo, più torto , Patienza folle guiderdone là libertà in quella
'
che viuere fottosU-gouerno del Tiranno vita.cqme. fi vede cosifpeffojchela forza del-
.
li veftimcnto del colore fudetto,fìgnific.ì_vi l'acqua confumi il ferro non dobbiamo però ;
patienza, per auuiciivariì molto al. nero, il qua perderci d'animo, parlando con quelli, cht^^
le nota m quefto propoluo,|nortificatione,ma drizzano la loroferuitù a buon fìne,& nan al"
la fodisfattionCi & dolore^ nondimeno perche l'ambitione, viuendo virtuofamence , fapenio
la virtù fra le auuerfìtà non fi fmorza a facto, le pronieffe fatteci per la bocca di Chrifto No-
fideue fare di colore berrettino, clve ritienc_> flro Signore, che confìftono in beni non corrot
.quella poca di viuacità che è la fpcranza di
,
tibili, dicendo Inpattentia vefira pojftdchitis a-
cambiare fortuna fra le miferie, & e vn'afpet- nimas ve^ras,Sc che è folito cafl:igare,&: cor-
lare all'occafo del Sole che di nuouo forga .la reggere in quefta.vita qucUi.che ama,e.defjdc
,
PAZZIA
j'oo
L>
i^,
VN'huomo ili età virile, veftito di lungo, buon concetto all'opinione d'altri nelle fuc_»
& di color nero, ftarà ridciuc,& a causi- attieni, accoftaifi. Quindi è, che nelli hono-
lo l'opravna canna,nclladeftra mano terrà v- ri vno {\.ftima felice: perche dal maggior nu-
na girella di carta iftromento piaceuole,& tra mero de gli huomini quefl:! fono ftimati gran
ftuUo de fanciulli, liqualicon granftudiolo parte della felicità, nella poucrtà fi giudica-*
fanno girare al vento • ciafcuno mefchino, perche da molti tale ^\ v&-
La pazzia li fa conuenicntemente nel me dc rcputatojEtdiqucfta pazzia, &:d' qucftA_j
do fopradetto ; perche non è altro l'eflcr paz- fauiezza, fi parla lempreda gl'hucmini non ,
zojfecondo il noftro modo di parlare , che far ballando l'ali del noftro fapcre.a conofcero»
le cofc fenza decoro, & fuor delcommune vfo quella , che è netta di quelH accidenti , & di
dcgi'huomìni per priuationedi difcorfo fen- quefte intentioni • Onde repntandofi fauiezza
za ragione vcirifimile.ò ftimolo di Religione. nella Città ad vn'huomo di età matura , trat-
Quindi è, che fi dice communemcnte cfl'er me tare de reggimenti della fameglia, & delhi_*»
friio esercitare la pazzia con molti , che efler Republica Pazzia fi dirà ragioneuolmentt-?
;
iàuio con pochijperche mifurandoli lanoftra alicnarfi da quefte attieni per eflercitarc gi-
,
fauiczza dalla noftra cognitione,& conofcen* uochi puerili, & di iitifun momento, tutto ciò
doli più ordinariamente in molti, che in po- fi confà col parere d'Horatio Satira. 3. lib.i.
chi, par che quelli. non quefti,fi debbano fegui ^dtjicare cafas,plojtflh admngere mures
t3rc:perciò che il più de gli huomini mifurati Ladere par tmpaY^equttare in arundine long»
do la bontà dell'actioni altrui con le fu e , au* Si quem diU ciaf barb-'tum, amenità vtrfet <
II rifo è facilmente indiciodi pazzia, fecou per non conofccre il bene di quella, & non pei'
io il detto di Salamone; però fi vede, che gli nne dicontemplationc, ò difprcgio del Mon-
huomini riputati fauij.pocoridono.Sc Chrillo do per amor di Dio j e ciò dico per rifpecto di
N.Sig. che fiì la vera lauiczza, & fapienza_^j quelli, ch'haucndo già domati gli affetti loro
nonIìlegge,che ndeile giamai per la conuerfatione , fi ritirano a vita folita-
ri.L_rf.
€omt
PAZZIA.
rapprefentata nell'lncoronatlone
Il color cangiante del veftimeutodenota_>
inftabilicà,chc regna nella pazzia_y.
del Petrarca . La pelle d'Oifo , fignifica che i pazzi per il
A O.
s-^^
.€,
GIOVANE
. .
lc,&: ftortejcintoa trauerfo da vr.a ferpe, con do legge appreflbdi coloro , che non fi douef-
VII verme, che penetrando il lato mancojgliro Te credere alSeruidore, che tellifìcaua in pre-
da il cuore_'. giuditio del Tuo proprio Padrone, dille loro in
Peccato fi dipinge giouanc Se cicco per
Il , giuditio, che fotto le tegole della Cala del fuo
l'imprudenza &: cecità di colui che lo coni-
, Padrone vi era grandillima quantità di Noe»
inette, non cflcndo il peccato per fc ftcll'o al- tole. Ilche elìendo intefo da gl'accorti Giù.
trojche vna trargrcITìone delle leggi, & mode dici, reintegrarno la Republica diqueldana-
uiardal bc.ne,com'anco diedi. ro lodando l'accortezza del ieruidoic,& di-
,
per l'incertezza della Morte, che lo tira nell' niente della barba, &: Halladeftra habbia ca- i
iriferno,fc non il aiuta con la pcuitentia,& col pelli longhilfimi.che gli pendaNO fopra le Ipal
dolore_j. le,&: limilmente la metà della barba loii?a,5c
E' circondato dal fcrperue, che il peccato è hufuta per imitare gli Egitti j , i quali in que-
vna ijfrnoria del Diauolo noftro nemico, il Ito mododipin^euanoil PclÌeonnae2Ìo,& la
quale cerca continuamente ingannarci con fin cagione che elle ndo Ori uide partito perl'-
f ii,
tc apparenze di bencfpcrandone femprc il llic efpeditione cótro li Giganti, in dieci anni che
e elio, che ne hebbe con la prima nofìra Mpdrc ftette lontano l'empre con gran Ihulio , colti-
infelice . uò la barba , & la tefta;pQi ritornato in Egit-
II vermeal cuore e il verme della confcien- to adoprò il raloio Gli Egitti volendo de-
. j
za,ò la conl'cienza ftella,chc dicono Thcolo i notare poi il fuo Pellegrinaggio col felice Tue
gi, la quale ftimola, &: rode l'anima ptccatri- celfo del ritorno, lo dipingeuano nei modo dee
«.e,&: l'empie Ita viuace, &: gagliardo, Hn che to,il che poi ancora fecero per elprimere o"-n;
nel peccato fcnte il polfo, & il l'angue, ondc_5 forte di l'elIcgr;n.iggio.
prende il vigorej&: li nodrifcc. Hauerà nella delha mano vn Bordone, fo-
pra del quale vi iarà vna rondine; perche quc
P E C V N I A. fto vccello , l'ccondo, che hanno ollèruato "li
."
Parte Seconda fo
pinge la fua figura brutta d'afpetto.in ateo di cono rhuomo al precfpftfo,&: al mcjrito degno
gridare per moilrare il defidcrio di far rcfi-
, dell'attioni federate, al quale fé bcmal volen-
flcnza ò per vendicarli perla violenza del giu- tierifi camina,& con guai, non fi perde aflpar-
PENI' N A.
DOnna con la velie di color berrettiix), la Theologi ; perche come e/Ta e mezofra {;l_*
quale farà tutta rotta, & fquarciata, rta- cofa,che Ci cuoce , & il fuoco. così la pcnitcn-
rà quella figura mefta, piangendo, con vn fa- tia è mezzana fra i dolori del peccatore, «d'-
fcetto di Ipine in vna mano,&: nell'altra con va amor di Dio^ilquale è motore di efll.
pefce, perche lapenitentiadeue cflcre condita Ha la penitentia tre parti principali, chc_*
col digiuno, e col ramarico. fono>contrittione, confezione, & lodisfattio,
Penitenza. ne,però Ct potrà dire, che la coutrittiones*ac>
DONNA eftenuatajSc macilente in vilò ,
con habito malenconico,e penero , rif-
cenni con l'afpetto malenconico e dolorolb; la
confedlone con la faccia riuolta al ciclo in lé-
guardi con molta attctioiic verfb il Cielo, e^ten gno di dimandare perdono, facendola però a*
ghi con ambi le mani vna Graticola, la quale Sacerdoti approuatii & la fodisfattione co Ix
fi pone per feguo delia vera peniteiuiadafacri craticola iitromeuco ^opoicicuato alla pena
tempo-
. . . .
tonte, & vedendoli già confumata dalla vec- Le fpine ci manifertano,che non altramen-
chiaia, piange il tempo pailato male fpelb, & te pungono, e tormentano i penlìeri l'animo;
lignificato per leibzzuie nella candida verte, che le Ipine tormentino, & affliggano il corpo
che èrinnocencia donateci per mezo del fa- dell'huomo, dandogli occafione di mali conia,
cro Battclinio, & contaminata per lanoftra_^ che fi nota nel color nero della vertt_>.
coIpa__s. Penfiero .
tacapcr lauarla nel fontcjlauandofì, e facen- Vecchio fi rapprefenta , per ellcr i penficri
doli candida l'anima per mczo della Peniten- più fcolpitije più potenti nell'età vecchia,che
za, la quale è facramento hauuto pcrnoid,i_j nella gioucnttt .
mera benignità di lui. Perù dille Dauid a Dio. E' pallido, magro, &
malcnconico,perche i
Signore tu milaucrai.e mi farò più bianco del péfieri,& malli ine quelli, che nafcono da qual
laneut_j. che difpiacerc, fono cagioni, che l'huomol'c«>
Illuogolblitario.figniiìca il fecretodcl cuo n'affligge, macera, e confuiTn_>.
re, nel quale ritirandoli, & dalle vanità mon- II veftimentodi cangiante, fignifica, chef
dane allontanandoli la mente.troualapacedi penlìeri fono diuerll,&da va'hora airaltra_s
Dio, Se col dolore de peccati torna in grati .i_j. ne forgono infiniti, come dice ii Petrarca neU
Penitenza, la canz.17.
DOnna macilente, & vertitadi cilicio, ter- A^ eia/cu» paffo na/cevn penfiernouo .
rà nella man deftra vna sferza, & nella Alatoli finge dal medefimo nel Sonetto 8j»
luurtra vna croce, nella quale riguardi fina- dicendo
mente^. \^olo con Cali de' penfieri ni Cielo
Il cilicio lignifica Penitente deuc me
che il Et il Signor Bernardo Talfo, fopra di ciò così
nar la rita lontana dalle delitie» & non acca- dice .
ficro, il quale quanto più s'aggira, tanto più HVomo veftito di nero.fodrato di tanè.ftt
percotcndofi con li—»
moltiplica, & fi fa maggiore, & alle volte s'in- ràinginocchione,
triga di modo , che fa perdere la fperanza_rf deftra mano il petto,col capo alquanto chino^
di ftrigarli, e crefce per nuocer a fc ftclVo con con gli occhi rmolti al cielo,piangendo diiot
ie proprie forxe;& è vero, che alle volte il pen tamente,hauerà vn Pellicano a canto
fiero dà rifolutione a' negotij & troua ftrada
,
Pentimento, è queldolore,e quella puntu-
da fuilupparfi de faftidij; il che ancora dimo- ra,che tormeuta,& affligge rhuomo,per Ia_^
fìra il filo, il quale fu guida a Thefeo,& è gui- bruttezza.dishonorc, e danno dell'error com-
da ancora a tutti gl'huomini prudenti perv- meflb,o-iudic.ato dalla confcienzajonde il Pro
fcta netsalmo 18. così dice. Non e pace
ncll*-
fcire da' Iaberinti,ehe porta fcco la vita noftra
mortale, & per moftrare la nobiltà del pende- ofla mie dalla faccia del peccato mio
rò, VI fi dipinge l'Aquila, vceellonobiIe,& di Ilcolor del veftimento , &
il pcrcoterh il
PERI COLO.
,
mirando
\
Cielo t
V vn aratro,in at(
atto di voler lauorare la ter- Lo ilare inginocchioni il
KK diiiian-
. .
djo nel lib.^.delle Mctamorf.nell'AlIcgona_j non vuole vccidere i nemicidi chi Io ticnt«>^
di Bibli rrafmutata in fonte, per eflempio,chc e tira_^.
fjuando ci vediamo giunti a pemtentia di qual Il caminare per via folta d'hcrbcttej& fiori
che noftro errore, debbiamo rifoluerci in lagri riceuendo dal calpeftrato fcrpente inaueduta-
mfjper fegno.chc fiamo veramente pentiti . mente afpra pontura,ne dimoftra, chel'huo-
mocarninado per la fiorita via delle caduche
piorperità di qucfto mondo, quando meno ci
PERICOLO. pen/a, viene oppicflb in ^'n momento all'im-
Quefta figura del pericolo in forma di Gio Il folgore nella guifa, che dicemo,ci dimo-
Mane morfato da ferpe in via fiorua,mi fa fou- ftra.chenon folo in terra, & nell'acque fiamo
iienire vn cafo fuccclìb a Bagnacauallo ad'vn fottopoftiad'infiniti pericoli,come habbiamOj
Giouane il quale andando per vno ameno cam detto; mi in oltre, ali'inclinatione de i Cieli, i :
pe con l'archibugio su la (palla vide vna fer- quali influifconoi loro effetti per quanto pof-
pe, pigliò la mira per vccidcrlarmà l'archibu- fono inclin3re,& Ci può dire, che il Signor Dio j
gio crepatoli vccife lui , & la ferpe fuggì il , alle volte permette , che noi fiamo caftigatij
?ual cafo vaio elfempio d'inopinato pencolo per i noftri demeriti con gl'accidenti , & dif-|
ù elegantemente efpolto nel feguente epi- giatie,checi auuengono,dicendo San Paolo , !
gramma dall'Intrepido Acadcmico Filopono. Heccatttm autem cum fiterit confumatum gene,
Ocì.i/ìtchon (j£ì*»io ThomAfinio rat tnortem;nc la potenza humana puòfarre-l
deùitam-yad memorinm eifts fiftenza alla grandezza, & poteftàdi chi diede
aeeri't^tmi ca/its KM' Dee emù 1 6 . ) j. Jegge,& termine al tutto: Nulla giouò ad £-
fchilo Poeta Tragico d'aiidare in campagna.-»!
in quinto lujiro luFfrans O^auius avHH, amena per fchifare il pericolo della morte prei
Infortì colubri c&r\tlx terga vide* . dettali,poiche vn' Aquila portando tra gli arti(
Ttmc glandem igniuowo irt Spirat cfim dirigit ali per aria vna. teftiiggine, la lafsò cadere fo-
arci* ,
'^
.ì;^ pia il capo caluo dell'infelice Poeta, credea-i
Ferrea VI fiamm/i fibula fcijja crepat > dofi folle vna pietra,& in tal guifa incorfe neJI
Siiill*t iUtq; fngit Jbomboperterritns anguit , }a morte in quel medefimo giorno, nel quale!
Scucimi Arcitentnt eiulat, atq-^ perii . temcua^dimorirc^come rifciifce Plinio Iib-x|^
Jerte finn potists lACVLOS : nntn fiummìfer cap.j.
éTCMS
PER.
. .
riuolta in terra, moftra di far forza,& in eifct- che fi ha nel perdonare a Dio noftro Signore
co di fpezzarla-^. il quale ci dice Dimittite,(^ etimirteturvoèis,
DONNA
mc»accompagnato
veftita del colore del verdera-
col color dellaruggi-
acqua ritorna viuo,& fa le ghirlande per l'in-
uerno,&: quella fua perfetta natura gli ha tro-
& nella finirtra ten- uato il nome deriuato dal non marcirfimai,
iie. allcfpalle porti l'ali,
& così la Perfeuisranza fi conferua , & mantiene
ohi vn'arcoftando in atto di voler colpire
nello ftato,& nell'elfer fuo. Abbraccia vn'Al-
hauerà a* piedi vh Cocodrillo.
loro. Albore il quale è pollo dal Rufcelli, co-
color del verderame,& della ruggine,(i-
Il
gnificail fine della Perfecutionejche è di con
me ancora dal Doni per la Perfeueranza , ri-
guardando l'effetto di mantenere le frondi, e
fumar altruijdanneggiando, ò nell'honore, ò
la fcorza fempre verdij.
nella robba—•.
L'ali, {ìgnificano,che la Perfecutione è fem Potrà ancora farfi detta figura veftita di tur
&
veloce almale altrui chino,per fimiglianza del color celeftc, il qua
prc prefta,
le non fitrafmuca mai per fé ftelTo •
Tiene l'arco per ferire etiandio di lontano
con parole malediche»».
Cocodrillo le fi dipinge appreflò, ftei^Ehe
Il
PERSEVERANZA.
pcrfeguita, e vuoi guerra folo con quelli, che
Com$ dipinta' nel Palalzo del C^rd. b» i»
a Pa/quino
Orf$no,
fuggono così la Perfecutione non fi può di-
,
inandarc con quefto modo> fé non è forza ef- DONNA , che con la deftra mano tiene.»
all'vtile proprio.
VN A Matrona in habito honefto , con
bella acconciatura di capo, fopra alla_*
quale vi fia vna lingua,& a" pie d'eiìfa lingua
N vn'occhio farà ftretta con molte corde , & li-
J> E R S E V E R A Z A-
gaccied'oro,terrà con ambi le mani vna cor-
VN , il quale con le mani fi fo-
fanciullo
ftengaad vn ramo di palma alzato affai da, allaquale fia legato vn'animale con trete-
ftcl'vnadi Cane, l'altra di Gatto, la terza di
da terra.
Perlafanciulleziajfimoftranoleprimeim Scimia_j.
La lingua per cfler il più principale, & più
piegature dell'animo iti bene tenendofi alla ,
Per moftrare poi VII parlare aiutato da mol- goin (e Itcìlb alla perfiiaiione;prima dciieer-
to eircrcitio,& da graiid'aitcjfaccuano vn'cc- tei fatto beneuolo, ilche (1 moltra con la fac-
chio alquanto fanguigno, perche conr^cil faii- cia di Canc,cheaccare7zaper fuo intereflc-j.
guc è larcdedeli'aniuiajkcondo il detto d'al- Delie a Jì cova far fi docile, cioè che fappia quel
cuni t"iloioti,così il parlare con arte è la fede lo che gh lì deuc pciliiadere.ciò ii dimoftrx.^
delle ine atooiu, e come l'occhio è finclUa_j, con la ^cimia,che-frà tutti gl'altri animali pa
onde ella VLvìejCosì il parlare è hneftra^ond'ò re che capifca meglio i concetti deglhuomi-
teduta da gl'altri . ni. Ancora li dcue far attento, e lì dimoftra ciò
KK j PER TI-
.
''
ftcolor del veftimento figmfica fermezza, La perturbatione nella vita dell'huomo, na-
Per quefta cagioncfi pone il dado di piom- giona, e fi conofce il confufb ordine delle per
^.incapo,il quale e grane, e difficile da muo- turbationi,non eflendo altro il difordine , che
tterri;& il piombo è inditio dell'ignaranza-^,
difunione , &
inequalità Dunque la pcrtur-,
.
come habbiamo detto al Tuo luogoi& fi ramen barione nafce dall'inequalitài il che fìmoflra
ta comemadre.e nudiice della
peninaci;i_^. col Mantice, che col vento fouerchio dcftala
L'Hedera abbarbicatale addoflb , fi fa per calidità del fuoco , e maggiormente l'accen-
dimoftrare, che l'opinioni de gli oftinati nt_> de, &oue non fono motiui contrarij non può
<Tl'animiloio,fanno l'effetto^che fa l'Hedera effer perturbatione;però la mcfcólanza de co-
nel fuo luogo oue fi tratta hauer buon fonda- lori moflra confufione delle pallìoni
D ONNA uerà
veftita di color tanè ofcuro,ha-
la faccia fmorta,& fpauenteuole_^,
la frou-
. . . .
j
care ad Apollo,fperando fouuenire al pericolo La Giouentù di quefta età è più di tutttt>
della pefte, il quale vedeua foprartare; Se fi sa l'altre dedita a piaceri, per efler come vn nuo
a tempo di pefte vederli per le campagne più uo, & mondo criftallo, per lo quale trafpari»
Lupi dell'ordinario . fcono belle, & chiare tutte le delitic mondane.
Per lo volto bello,e ridente fi dimoflra>chc
Pe^e,o ptf?ilentìit->. dalla bellezza derma il piacere.
Dolina vecchia, macilente, & fpauenteuo- Le rofe furono dedicate a Venere come_» ,
color macilente,fpiaceuole a vedere, così Lì_j perfetta mifura dell'obietto alla virtù del ve-
pefte per la brutta , e malenconica apparenza dere proportionata, che più conforta, e ralle-
vniuerfale èhorribile, e deteftabile; la carna- gra la viltà, che gl'altri colori non fanno, i qua
gione gialla dimoftra l'infettionide' corpi, ef- li s'auuicinano ali'eftremo.
fendo quefto colorfbloin quelli, che fono po- Gl'hamifonoivarij allettamenti, che nel-
chi fani della vita_j. le cofe piaceuoli del mondo fi ritrouano appc
I nuuoliimofttanojclie è proprio effetto del fi al verde filo della debole fperanza ; fenten-
Cielo,e dell'aria mal conditionata; Il color bi dofì al fine le ponture della confciencia, fenza
gio è il color, che apparifce nel Cielo in tem- chel'huomo fi fappia torre dal dolce inganno.
po di peftilentia-^. L'Iride è indino della bellezza appareiitc
Le molti animali fìgnitìcanomor-
pelli di delle cofe mortalijle quali quali nell'apparire
lalità, fentendo nocumento da qucfta infettio Iparil'cono.e li disfanno.
Ile d'aria non pur grhuomini,mà anchorlcl»
beftie,che nel viuere dipendono da effe..'.
II flagelIo,moftra,che egualmente batte, e
sfcrzacialcunojiiDn perdonando ne ad età, ne PIACERE.
a fello, ne a gradi,neadigiiità,ncaqual fi vo- GIOVANE , con la chioma di color d'o.
glia altra cofa,perjCui fiioit andarli ritenendo quale fi vedranno
ro,&: inanellata, ntlla
nel caftigo il rifpetro hutììabo . con ordine molti fiori, e faù circondata di per
FISICA. levnarghirlanda di mortella fiorita, ha da elle
DONNA atto di girare vn
che ftia con la deftra mano in
globo con- la terra in
•re nudo, e non veftito, & alato: le ali fuanno
PIACERE.
La chioma proftiraata, & ricciuta con arte, Gli ftiualctti d'oro,conuengono al piacere,
iono Tetani di i^elicatczza.ciilafciuia.ed'etFemi per molhare,che l'oro lo tiene in poco conto,
nati coftumi; Vi (onomoltilUmi elfempi j ap- iè non gli ferue per fòdisfarne gl'appetiti, oue
prcflb i Poeci , che per moftraie d'haiicr dato io perche pigliando^ i piedi molte volte per
bando a' piacerijdicono di no acconciarli i ca- l'incoftanzailecondo il Snìmo. Mei autem pene
pelliimàlafciarjTliandarnegletcij&fenza ar- moti/untpedeSyCi IcuoprCjche volentieri s'im
tej però al piacere ti faranno con artiticio ina- piega a nouità,&: non mai ftima molto vna co-
nellati . la medellma .
Parte Seconda. P$
Per fio-iiifìcarc il piacer honcAo, Venera»
K coiTaletto dipinto, moftia, che vn'liuomo vie chiamata da grAntichi Nera, iió per altri
dcdito.a'piaceriiOgnicofa impiega a cai iine-i
cagione, fecondo, che ferine Paiifània nell'Ar-
come chi porta il corfalctto, il quale foJo do- cadia, fé non perche alcuni piaceri da gl'hiio-
così di-
liciebbe feruire per difender la vita,&
mini fi fogliono pigliar copertamente , & ho-
pinto ferue per vaghezza, &
lafciuia;& COSI 1'-
neftamen'te di notte , a difFerenza de gl'altri
huomo di (olazzo, vonelVoe ch'ogni gran nc-
animali, che ad ogni tempo , e in ogni luogo
eotio terminane ne' piaceri, e nelle delicatez-
{ì fanno lecito il tutto.
ze del viuere- Dipingefi col cingolo, come è dcfcritta Ve-
La Sirena, moftra , che come ella inganna
l'appa- nere da Homcro in più luoghi dell'Iliade, per
col cato i Marinari, così il piacere con
moft rare, che Venere all'hora è honefta. e lode
rente dolcezza mondana, manda in ruma
i
fuoi feguaci .
ni
L'imprefa dipinta nello fcudojmoltra quel
uolc ,
quando fta riftretta dentro a gl'ordini
delle leggc.fìgnifìcatc da gli Antichi, per quel
cin"-olo;e dipoi fi dipinge il freno in mano, e
lo, che habbiamo detto cioè il
,
piacere cfler il
la mifura perche ancora dctroalli termini del-,
fine de gli huomini vani deuono edere moderati, e ri-
le leggiji piaceri
Tane ,
. . . .
adofrn'vno.e chi cercai piacer fuoi di Dio,bi- DOnna,la quale con n>ano tiene
la finiftra
per facrificart_-. -
PIETÀ'
, .
non di-
.
reiioli,che ingiuriano, &: battono il padre. Se notano l'infelice conditione della pigritia_,«,
Ja madre, da che vna cornacchia priua d'intel- mercè della quale l'huomo pigro per fé ftefib
letto, ha più dilcret'one di loro, & maggior è fempre pouero,vile,e di niiin prezzo quanto
pietà vcrlb li Tuoi genitori. all'anima, & quanto al corpo, perche non ac-
quifta virtù, ne ricchezze, né honorej come-»
r r E T A\ ben dice Elìodoin quella fentenz.!_'.
De' figliuoli verfo i Padri No» etiim piger zir implet domum
Del Signor GietZaratino Cafiellini- Ncque dtjferens Hudium fané opu4 auget
Semper differe^i vir dtmnis ludatur .
Parte Seconda l
S^?
fatte a cafo,qaahtmiqiic pcrfettiifime alla lo- Pittura non è i^ianteiiuta dalia nobiltà , facil-
de dell'Autore, altrimente, che Te non fulTero mente fi perde, & la mafchera moftra l'imita-
rue_>. tione conuenientealla Pitturo—».
Si dipinge quella imaginc molto bella , & Gli antichi dimandauano imitatione quel
che la bellezza noti nobiltà, fi vede, perche 1'- difcorfo,che,ancorche falfo fi faccua con l.t_»
vna,& l'altra è perfettione,& l'vna,& l'altra, guida di qualche verità fuccefra,& perche vo-
è degna d'imperio; & fecondo il detto di Ho- leuano che que' poeti, a quali mancaua quella
incro,ambcdue piacciono, & dilettano muouo parte, non follerò Poeti riputati, cosi non fono
no,& innamorano, ma l'vnajche è corporale, da riputarfi iPittori,che non l'hanno, efiendo
primieramente i fenfi, l'altra che è i;itelligibi- vero quel detto triuiale,chc la poefia tace nel-
le rintellctto;anzi non pure Cono Umili, ma 1'- la Pittura,& la Pittura nella poefia ragiona.^:
iftcfTa riputate da molti Filofofì,& volgarmen vero è che fono differenti Vel modo d'imita.
te fi fuol credere, che doue fono belle qualità re,procedendoperoppofitione, perche gli ac-
del corpo , vi fieno per lo più quelle dell'ani- cidenti vifibili, che il poeta con l'arte fua fi
ino,& doue e bellezza vi ha nobiltà . quali vedere con l'intelletto per mezo d'acci-
I capelli della tefta fi fanno neri, & groflì denti intelligibili,', fono prima confiderati dal
perche ftando il buon Pittore in penfieri con- pittore,per mezo delli quali fà,poiche la mcn
tinui dell'imitatione della natura,& dell'arte, te intende le cofe fignificate , & non è altro il
in quanto da profpettiua,& è oggetto dell'oc- piacere, che fi prende dal l'vna,& l'altra di que
chio , & per quefto bifognandoli quafi conti- fle profeflioni , fé non che a forza d'arte quafi
nuamente hauer per la tantafia tutti gli effetti con inganno della natura, fa l'vna intendere
ifibili della natura yicneper tal cagione a
, co' fenfi,& l'altra fcntire con l'intelletco H» .
prendere molta cu ra,& malinconia,che gene- bifogno dunque la Pittura della imitatione di
ra poi aduftionc, come dicono i Medici , dalla cofe reali.il che accenna la mafchera, che èri-
quale naturalmente negli huomini con mol- tratto della faccia dell'huomo
ti altri, queflo particolare accidete fi produce. La verte cangiante moftra , che la varietà
Saranno capelli hirruti,& fparfi in alto,&
i particolarmente diletta, come moftrano i pie-
in diuerfe parti conanellature, cheapparifca- di ricoperti, che quelle proportioni,le quali Co
no prodotte dalla negligenza, perche nafcono &
no fondamento della Pittura, che vanno no
quelli cfteriormente dalla tcfta,come interior tate nel dileguo auanti che diamano a' colori,
mente ne nafcono i penfieri, & fantafmi,chc i deuino ricuoprirfi,& celarfi nell'opera compi-
fono mezzi come alla fpeculatione, cosi anco- ta; & come è grand'arte preffoa gl'Oratori fa,
ra all'opere materiali per fingere di parlar fenz'arte } così preflo a i
Le ciglia inarcate, moftranomarauiglia.^, pittori faper dipingere inmodo,chenoa app»
& veramente il Dipintore fieftende a tanca.-» rifca l'arte, fé non a più intelligenti, e quell,u-»
fottile inueftigatione di cofe minime in fé flef lode,che fbl attende il pittore curiofo di fama^
fcper aiuto dell'arte fua, che facilmente n'ac- nata dalla virtù
quilla marauiglia,& malinconia-.».
La bocca ricoperta è inditio, che non è co- LA PITTVRA.
fa, che gioui quanto il filentio,& la folitudi- Sonetto del Signor Marfio Milejio,
ncj però fi riferrano i Pittori in luoghi fecre- £Mul* di Sutura, opra diuinn-i,
ti,non perche remino riprenfione dell'imper- Ch'i volti rioJlri,i noflri affetti ectimi
fetto lauorojCome volgarmente fi ftima__j. Salda conio flile imprimi
colori , e
Tiene la catena d'oro, onde prende la Ma- Ouunque opri man dotta, e pelegrimca.
fchera , per moftrare, che l'imitatione è con- Ogn'arte a te con gran ragion s'inchindcj,
gionta conia Pittura infeparabilmente . E fenx.% te non e chi quelle fiimt
Gli anelletti della catena, moitrano la con- O' di loro maefira, che fublimi
formità di vna cofa,con l'altra & la congiun- L'ingegno human, che a lortt'auuiciniLj,
tione.perche non ogni cofa,come dice Cicero- Dolci fai merauiglie, e dolci inganni
ne nella fuo Rettorica il Pittore impara dal, Apporti a chtti vede,onde a la mente*
Maeftro,mà con vna fola ne apprende molte, Rendi fìuporfopra ogn altro oprare
enendo perla conformità, fimìlitudin€_> & Che nata alhor perfetta, immantenente^
•ongiontcjic incatenate infiemc_j. lai cofe per durar molti, e molti anni ,
1^
Le qualità dell'oro dirooilra,che quando latte dal tempo viepiù illuHri, e chiartj.
PLAN£-
a
DONNA
Campagna,
invna vagha & belliirima.^
,
perficie tanto picciole, quanto grande che per ihomenti fi pcfaranno apprellb dieir-L-s.
ciò gli fi mette a canto l'Archipendolo . Pocfia, fecondo Platone, non è altro, ch'c-
Gli fi dà il bacolo di lacob , ellendo che il fpreflìoiic di cofe cimine eccitate nella mente
detto iftrumcjito opera per via de la traucrfa da |-urorc,& gratia celefte_j.
che corre innanzi, e in dietro con dui l'ole Ca- ili dipinge giouane,&: bella,percheogn'hua
moj
ti Parte Seconda.
POESIA. f^9
do continuamente la voce, per cltenuarfi Ia._^ ua,& foflenta fbpra la terra,con quella feJi-
fi
fi
•L 1 CLiac
.
R
Del Signor Fuluio Mariotelli
VESTA vacc Prattica fuona a noi 1'- Eflendo che come la Teorica vcrfa in-
ricìa.
ti : cioè l'vna Ibmmità l'altra fondamento di La faccia volta all'ingiii^moftra che la Prat
tutta la fabricadcll'humano difcorfb . tica mira in baflb folo quella parte di tutto 1'-
Dicefi Prattica,quafi pratticata, perche è co vniuerfo, che Ci calpeftaco'piediil che viene
mune a tutti gli huomini in qualche modo , ancora fignificato dal colore della vefte fer-
che haucndo elfi neccirario affetto della vit:i_j uile,importa vtile altrui, &
prattica non è al-
ragioneuolcjil motojuon pollbno non prende- tro che vfo,&vtiJe all'incontro della Teorica,
re nell'iftellb moto qualche habito & qucfto che non l'vfo cerca delle cofe.màlacogmtio-
habito fatto di frequentata efperienza fi dice ne nella quale come nobile fi quieta. Et que-
Prattica.Onde con la Prattica li ponno acqui- fto ftellb lìgniiicano le mani , che (opra due i-
flar l'Arte, &
Prudenza già dctti^mà non la
la ftrumenti da mifurarc, che fono il compalfo
fapicnzajC l'intelletto che ftanno nella cogni- & il regolojlbftentano tutto il pefb delia [tcfta
tionc de principi). Elfendo dunque come due e del corpo.
t;cftremità la Teorica, e la Prattica ii congiun- 11 compa/Ib,come dicemmo fignificala ra-
gono nondimeno infiemc in vn mczo.e punto
' gione,la quale e ncceflaria in tutte le cofe hu-
folo che è la cognitionedcl bene, vero, o non manejnà per la Teorica volge le punte inai-
vero; maggiore ò minore^fotto forma ò di bei lo per la Prattica in baflb,pcrche la Teorica.^
lo , ò di giuftoj ò d'ytile , ò d'honefto il qual dagli vniuerfali conclude! particolari , che è
punto non è fexnprc ben colto di mira da am- conclufione vera dimoftratiua. ma la Prattica
Dedue,benc quefto cofteggiando l'vna dall'al- da i particolari gli vniuerfali,che è conclufio-
t ra Onde è la verità de i pareri fra gli huo-
. ne fallace^cr lo più in feconda, e terza figura,
mini dotti ,& ignoxanii,nobili,& plebei, ferui, ò che a affermi, ò che fi neghi, & è come par-
e liberijricchijepoueri,vccchi,e giouani,huo- ticolare,la terra rifpetto al Cielo che la con-
mini.e donne -credcndofi da vna parte alleicn tiene.
tenze de fapiexiti j dall'altra a i prouerbij del 11 Regolo tocco da vna punta del compalTb
voIgO:,flante qnefta tcrminatione,& principal aperto ad angolo rotto, dimoftra che come la
mente che la Prattica dica cofa oppofta, in & Teoria fi regola dalle cofe del Cielo eterne, e
certo modo contraria alla Teorica, viene age- ftabili fèmpre ad vn modo, cosi la Prattica ha
uolmeate rapprcfentata con le co(b,fimilmen ilfuo fondamento nella terra e nelle cofe ter-
teoppofte fraloro.Onde facendoli la Thcori- rene, le quali variandofi,e corrompendofi han
ca giouane, veftita nobilmente di color cele- no bifognod'crt'ere ftabilite in qualche forma
fte,con la tefta,e mani in alto , con le punte di dall'huomola qual forma riceuuta vniuerfal-
vn comparto verfo il Ciclo,in cima d'vna fca- menteje pratticata come regola delle mifure,
la: fi potrà far la Prattica Vecchia con la tclìa regolo iiluol chianiar volgarmente al che fot
emani verlb la terra , veftita feruilmentc, di fehebberifguardo Protagora dimandando 1'-
colore tane, con vn compaflb grande aperto, huomo mifura di tutte lecoj(ÌL_>.
con vna punta fitta in terra, appoggiandofi co Et h dà alla Teoria vn folo ii\rumento,alla
l'vna delle mani fopra il detto comparto con Prattica fc ne danno due, chefono il compaf-
l'altra fopra vn regolo, in modo che vna punta foj&: il Regolo,per moftrare, che la Teoria e
del conipallb aperto tocchi li Ibmmità del re- vna fola ind mi ubile, come perfetta in fé fterta
golo,per rappiefcntarcniliemc la lettera gre- la Prattica è di due ibrti liberali e mecanica ,
ca n
con ia,quale erti foleuano iignihcar la_j» laliber^k fpetta l'vfo intorno alla conuerfatio
Pratrica,comc con la Teoxita. Et comc__> ne& vita Giulie , la cui lode nafce dalle virtù
dicemmo la giouentù lignificare agilità pre- dette naoiali, perche con l'vfo fiacquiftano,&;
fi: ezza,rullecuudine,animolità, va loie, vita_» qucfta vien fignificata nel comparto, fermato
lunga, fperanza, Amore, & ogni bene, cosi al- non ha propoitioni termina-
in tcira;.il quale
l'incontro potremo dire per la vecchiezza fi- te, nià la fila virtù è i'adattarfi alla quituà del
gmficarlì tardità, fonnoléza, pigritia.hacchez le cofe, cosi la_virtù muialc fion parchehab-
za, viltà, viu brcucjmorte,timorcr«dÌQ,liilpct- bia.lUiQ.t^iyiine'.che li coftiirac^e l'vfo' inucc-
ij l chiaro|.
>
);te cialpiiblico confentimcnto. quindi è il vea nella prattica molhino l'viu, e l'altra giufti-
dciCjC comprate a mi fura ftabjlita nella quau tiadeftributiua,& commiuatiua,Geometricai
ncà del dinaro, e della robba- E: perche hab- & Arifmetica l'vna dimortrata nel compaflb
,
faiamo detto che l'vfo della ragione ha perfi- che non ha raifura certa, l'altra nel regolo .
DONNA
Re de
digrane afpetto tenga in tefta il
con la mano de[>r:i_^
g!'?ccetli, e
eum laureo ramalo Pompeian* euri&fe inferen
tem,voli4cres varij generis ex proximo nemort^
s'opponghia.l vn' Aquila, che le ftarà a' piedi ibidem difcerpferunt
perfecuti. Nel qiial luo- .
ardita, & dritta, &: coniatela alca in atto di go narra Suetoiiio , che tra li prodigi dell ;i_j j
voler volare vcrfo il detto Re per toglierli il Congiura di Cefare occorfe che vn Re d'vcccf
luogo Il Re de gli Attgelli è da Latini detto
.
li il giorno auanti la morte di Celare , che fu
Trochilo.da Annotile Ofebbys c^uzCiRexy & alli 1 f.di Marzo .
tr&fei aHiumidia: Hermolao Barbaro ropr;i_v Volaiido eoa vn ramofcello di lanro verf j
Plinio lib. 8. cap.iy. come che ha Re, & capo il di Pompeo
Teatro che ftaua in campo di
,
degrAugelli,di che n'è rimbolo,come fi rac- Fiore, Olle addelloflà il Palazzo di Don Vir-
coglie da Sueronio in Cefare cap. 8one lo chia ginio Orlino, molte ibrti d'Augelli da vn bo-
ma per eiì'ere picciolo, Regaliolo Priiiie au.
• fco vicino Io perfeguitorifo,& lo sbranornoin
itm eafdem iiita M»rti(n Auern RegaholMm più parti » nel qua! Teatro fiì appunto vccilb
Cefaie
. . .
ilTrochilo vieii prefo per ^gura d'vn capo d'- lo,lignifica,che predeftinato infalibilmentc
il
Imperio, & d'vn Re,pcrcjic e chiamato Rc_j , camujcrà i peri mezzi appaiccchiatt da Dio
& vien picpofto a tutti gli altri, & dicefi, che nella Predeftinationcicome dice Chrifto bene-
l'Aquila fpeil'e volte contende con detto Tro- detto in S.Gio.io. &
non peribunt in dternum,
chilojCuroe riferifce Ariftotilc nell'hiftoria-^ &> nemo rapiet eas de manumea , intendendo
Slinius vocatur, Ó' ob idperpetuam illi eumA- Prcdcftinationc e cfficacillìma.non folo nella
•
qtiila difcordiàfn tunquam td&greferut . prcfcientia,m-i ancor ne mezzi, cotne habbia-
Si che l'Aquila; che fi conosce d'eflcre maggio mo in Ezechiel yù.Faciam vt in pfA'feptis meis
re di grandezza, & potenza, hA per male che_j ambuletis,& iudicta mea cuRodiattf,^ opere-
il Trochilo fi prepóghia lei dandofcgli titolo mini '
te meno honefte.farà con li occhi riuolti al Cie dubbiofo lì va a pregare, non hauendo certez-
!o,& tutta intenta a rimirar quello, terra la de za alcuna di ottenere quello,chc fi prega
ftra mano al petto,& con la fimftia vn candido Hanno poi la faccia mefta, perche le pre-
Armelhno. ghiere, fono e{fetti,che notano indiilgenza,&
Giouanetta fi dipinge la Predeftinatione_', mancamento di cole, che non fi hanno,ò tinto
Bella per cfl'er la mifura , & l'Idea d'ogni canza, &: genera meftitia, &c macilenza ne gli
bellezza, onde S. Tomafo , &: S.AgoIi.nel lib. huomini particolari, come il medefimo dic«u_»
de bono pcifcu.al c.i^.dìcov,o,pr£delìfn^tio ejì nel primo della Fific:^, & per tal cagione,ma.
praparatto grati* in prxfenti , & gloria in fu- cilente,& mefta fi delie fare la piefente Lgura.
turum. Sarà ancora guerda.per notare con ladiiier
Nuda per eflere quell'opera mezo denudi fìtà dello fguardo di due occhi la dmerfità del
Dio , ondfdice S-Agoft.nel lib.de lìdtad Pet. l'intenderè'di due intelletti,per eflere ordina-
cif.^ 'prddeHinatio e/i gratuita donattonis pn riamente di contraria opinione , quello che_>
puratio , prega altrui da quello che è piegato •
11 velo che la cuopre d'argento perche e mi li veftimento del color turchino, dimoftra
ivcrio occulto non fulo alli hi ouuiii, ma anco le preghiere doiier efler del color del Ciclo ,
Chieja, onde
alji i\iigcli,anziall'iitciraSai;ta cioè non mafcherate &
allifciateinon con fin-
S.Paulo efclama pili volte parlando di ciò j te ragioni abbellite, ma pure, chiare, & reali;
Aitando dtuitiarutn jquiiTn tKuefìtgabileift/nt acciòche fi polla ottenere quanto l'huomo vuo
vìa illius. le,& defidcra.
LI 3 PRE-
^z6 Della nouifsima Iconologia
'O le PREGHIERE A' DIO. Otatione forni gliante , hauendo il medefimo
oggetto, & fimililllmo finc_>.
Le ginocchia in terra , & le mani giuntt_>
DONNA inginocchionijConCielo,daila_^
mani giun
ie,con la tefta alta ytrfo il
le
infieme, moftrano l'effetto eftcriore dell'huo-
boccalc cfca vna fiamma di fuoco . mojla tefta riuoltaal Ciclo,& la fiamma^I'a^f-
R R A.
le ancorché fu lucidiffimo non è però riguar- monte pedes EHangtlizantu bona doue e/fi tras
dato da alcuno ,ic non quando s*eccHfla_ji: ferifconoy/f«f hora , v*l ficnt horelegium fuper
cosi il Prelato per ottimo che fia, pochi lo mi- montes.Vtz fignificarechci Prelati Ione horo-
rano per imitarlo e lodarlo ma quando s'ec-
; logi del Mondo.che feruono per mifiixa de tur
j
clirta & ofcura con qualche difetto,fubito gli ti i motti; e però bifogna che fiano regolatif-
occhi di tutti con ammitationc e fcandalo fi fimi e giuftiflimi ne' propri loro moti,c coftrf»
nvi
,
R M 1 O.
HV O M O vcftito di bianco
velo d'oro, tenendo nella tieftra mano v-
, cinto d'vn palma (ignifìcando quella
honorc—'.
l'vtile, &queftal*-
na palma con vn ramo di quercia,& nella fini- Il veftimento bi<3nco cinto col velo dell'o-
ftra corone, & ghirlande_j. ro, fJgnifica la verità accompagnata dalla vir>
Due fono le parti del premio principali tùjperche non è Prenuo quel bene, che fida al
cioè honore,& l'vtilejperò (1 dipinge in mano le perfonc fenza merito .
per coprirli conerà l'ardore de' la^gi del Sole, fcecalidità di ceruello perche come dicono i'
&. contra l'impeto de' venti, &
delle pìoggic_>, Filolblì calidi kR agitare,^ wowffe; rfiàiu qUC
preuedendo per iftinto naturatela mutatione fio ancora il color innato,^& i fpirici che pro-
del tempo . uengonodal cuore vi hanno la ftia forza, per-
Le due tefte,dimofì:rano, che per preuedere che fi come dall' agitatione, & calore de i fpi-
le cofe da venire, gioua all'ai la cognitione del- ritijfi fanno vari] moti del corpo, coslauco-
le còfe pallaiespcrò fircde che la efperienza-j rafi mutano leoperationi iTell'animo 5 la fta-
t:cagione della prudenza ne gli huomini,& v- biUtà dunque dell'opinione non occorre dubi-
ii'huomo prudente è facililTuno a preuedere j tare che fia caufàta dalla frigida temperatura
^
ellendo il preuedere, & il prouedere effetti prò del ceruello perche fecóndo la vera Filofolia-
prij della PrudenzajOiìdelì dice vtile alla vi- Trigidum eji immobili tAtis caufa. Onde ciò .
ta humana,la cognitione di molte hiflorie, & ci viene da Galeno confirmato nel libro dell'-
di cali fuccefTì di molti tempi , generando in arte medicinale cap. ii. Mobili tas ofinionum
noi prudenza per giudicare le cofe da venire > calidum cerebri Jab/lantiam indicat-yflabilitas
le quali feiiza quello line farebbono mera cu- autem frigidxm ; ma ancora la liceità vi ha la.
rioUtà, & perdimento di
tempo. Aia parte come dice Auicemlà fermone de vir
Il compairojmoftra, che per preuedere lc_> tutibus, perche per ritenere -Quello, che vna—j
tele, ti dcuono mifurarc le qualità, gli ordini volta habbiamb appigliato, ^i è di gran gio-
Icdifpofìtioni.i tempi, & tutti gli accidenti col uamcnto la fìccità,come anc^ la groflezza del
difcorfb difauio giuditio , &: di dil'crcto pen- li fpiritii& (i come quelli,ch'e hanno' il tempe
gnifica lamala natura di coloro, che mal im- Lo ftare in piedi (opra l'incudine dimoflra,
prelfionati mal volentier alcoltano l'altrui per che (ì come l'incudine fla ferma, & confìantc
fuafioni,c]uantunquevirtuore,& buone, onde ai colpi del martello , così chi è di prima ini-
dille il Regio Profeta Dauid nel Salmo 57. prellione fta fermo, & coniì;ante nell'opinione
Furor illtsfecundutnfim iUtudioem /erpenfis, ilia quantunque falfajche ila.
P R I N ( I I o.
.€).
dcftsa
. . ^
LiPrincipij interni delle cofe naturali fono fplendore 3ccefo,il ftfto la generatione del cai
diuerfi, altri che coftituifcono il corpo natuia- do vnita dalla flagrantia,& cosìilfp!endorc_*
lej& per quefto reftano in eflb corpo,& quefti mediante il calore, genera tutte le cofe corpo-
Tono dui, la materia,& la formajl'altro Princi ree Ma tutte quefte colè con efficacia mag-
.
pio che ferue nella trafmutatione, e la priua- giore, & co indicibile merauiglia fono in Dio;
tione Fifica,quale non è altro, che vna vacui- perche alla prima corrifponde i'vnità,alla fe-
tà, o carentiadi forma nel fubietto, o materia conda la bontàjalla terza vnà certa mente Di»
capace di quella forma , Se quefti fono i prin- uina,quafi vn lume che fcaturifce daHa luce,
cipi) fecondo Anft.ncl primo della Fifica dan che cóccpillc in (è (per cosi dnc) idee di varie
doli qucfta prerogatiua dicendo neltefto ii. forme non altrimenti che iu vn lume , da vu
Principia no» fiunt ex alijs, nec ex alterutris, raggio molti raggi di lucederiuaiio.
fed ex his fiunt omnia il che anco cognobbc_j
. Doppo quefto mondo Archetipo ne fegucl^
Ciccione i. Tufcul. dicendo Principi/ nulla tfi per la quarta l'anima del mondo Corporeo,
oTigo,nam ex principio omnia oriuntur . mondogià rationale generato dal Mondo in-
Et Platone nel luoco fopracitato Io confer- tellettuale, come il fplendore dal lume Per il ,
ma dicendo, Ow»i«to primo principium fit , ^ quinto fuccede la natura delle cofe. mondo fe-
inius,é^reliquorum cutusq; ac pofi principium minatio dal fopradetto refulcante, come il ca-
estera vfque ad finem omnia, tal che potiamo lore dal fplendore Per vltimo queftomondo
;
dire che il Plincipio e la più nobil. parte di tue corporeo dal precedente mondo lèminario co-
te le cofe cflendo che quel che non ha Prin-
, sì per appunto cauato, come la generatione.»
cipio,non polla ne anco hauer fine, onde non delle cofe dal calore, hàoriginc,& Principio,
lenza ragione fu da Platone laudato il buon come fparfamente,& più a lungo dice Marfi.
Principio delle cofe nel lib.<^« /(?^/^«f dicendo. lio Ficino nel compendio à*:ì Timeo de Plato-
Vrtnctpium dimidium tottus opens , Proinr- ne, cap. 8 i>. <?c IO.
hie dicitur-^atq; eum qui tene cacptt omnes lau. Il Ciel fttlljto lignifica la potenza de Pia-
damusì mihi auttm plus quam dimidium ejji^- neti nel &
mondo (otto lunare, iie i corpi a lo.
ro
. ,
che è vitale e penetrante, di più la chiama vna cipio il quale folo procede dalla grandezz'i-^»
Colonna rctt3,perche quafi per longo penetra boutà, & purità del Creatore i & come racco-
P R O D I C ; A L I T A\
. . .
cofe clTcndo la prima littcradel Alphabeto,&: Il braccio dritto ft"e(b, è indicio di promc^
la prima tra le vocali fenza delle quali non Ci tere alcuna cofa , con la finiftra al pettoC\ ma-
puòcfprimere parola, ne cfplicare alcun con- ftra di adìcurare altrui (òpra la fede propria_j
cettoj com'anco perche Dio nel Apocaliffc.^ col giuramento, per la conferuatione di sé ftef
difTc^ fola quale dal pettOje dal cuore dipende priii^
Egofum Alpha,f^ OwÉ'^^fjPrincipio & fine. cipalmente?.
PRONTEZZA.
PRQDIGALITA\ DONNA ignuda, & alata , nella minò
deftra tenga vna fiamma di fuoco, &: nel
DONNA con occhi velati, di faccia ri-
dente, tiene con ambi le mani vn Cornu-
vno Schirattolo.
la iiniiha
Ignuda fidipinge,perefler libera d'ogni iql
"^
copia, col quale fparge oro,& altre cofe di gran pedimento all'operare .
•
t3nj& conia finiltra piglia vna catena, laqualc deliramcnti Profpera vita non chiamerò io
.
ci<.e:& pende da vn iole, che gli ft.\ fopra^dal- quella di Caio Mecenate, il quale perpetua-
mente
Parte Secondai ^33
PROSPERITÀ^ DELLA VITA,
Del Signor Gio. Zaratino CaftcIIfni.
rt.'=?=a'
mente haueiia Iafebre,& ne gli virimi tre an- buona factiltà da mantenerfi in vita, fé non in
non poteua dormire pur vn'-
ni della vita fua, cofe foprabondanti, almeno in cofe neccHarie,
hora;che profpera vita fu quella di Heracli- che ben fi può contentare vno , che bà tanto*
to Filofofojche patiua d'hidropifiajquella d'- chegliball.i_^.
Ennio Poeta tormentato da morbo arterico?& Pauper enim non eflycm rerum fuppetit vfus.
che però ad AntipatreSidonio poeta di capa- Di/lc Horatio nel primo delle Epiftolt_>.
re molto vecchio,Ceogn'anno hauea nel dì che La facoltà nella nortra figurala rapprcfen-
nacque la febre ? dalla quale al fine fùcftin- tamo nell'habito ricco,& nel fudetto corno d*-
lo.Ce: to che la di coftoro vita,ancorche matu- Hercole coniraunemente detto della douitia ,
ra,& longa, profpera dir non fi può, fi corno ò d^ Amalthea non l'habbiamo figurato pieno
per il contrario profperamente naiino altri vif di frutti come il folito, fi per partirci dall'or-
Alto, ancorché poco tempo , come AlerTandro dinario, fi perche Palefato narra,che Herculc
Magno, Marcello nipotej& figlio adottino d*- in Tefpi Cartello della Boetia era fpeflo allog
Augufto,& altri Principi, chcgiouani in pro- giatoda vna garbata donna chiamata Amal-
fperità fono morti: ma non <bno flati al tutto thea, la quale tencuail fuo danaro in vn corno
profperi per la breuità della vita, iì che alla_j di bufalojonde i compagni di viaggio d'Her-
profperita della vita, bi/ògna, che vi concorri- colc cominciorno adire, che Hercole haueua
ne più cofe attinenti no» fòle alli beni del cor il corno d*Amalthea,dal quale ne riceuena^^'
pò, ma anco alli beni 3i fortuna. Vi iì ricerca.^ abbondantemente quanto gli bi/ògnaua per
la lunghezza della vicaria buona fanitàj&lo.^ fuo vfb,il che non poteua comportare loia ui ^
pow
. . »
Et però noi l'habbiamo empito di moneta, etus coloris habet,dicla eli robur,binc,& homi"
per funbolo della ùcolt.i, e doiiitia neceilaria nes valente!, & boni coloris robu/ìi dieuntur: &
a mantenerli in vita proiperamcnte,attelo che però Hercole, ch'era robufto,& forte portaua
vno che non ha robba da nantenerfijper l'ano, la fua mazza fatta di quercia, è anco lìmbolo
&: rcmperatOjclie ha non viuein pmlperità, li della diuturnità, & della vita lunga, perche tal
com'cncoproiperitàdi vita non ha colui, che arbore di quercia viueairai,& negli vJtimi an-
per nc£0 che (ìa viue indifpofto di fanità, tal- ni, te gli prolonga la vita, fé lì fotterra,& ma-
mente che la profperità della vita non compor cera con l'acqua , per qualche tempo, e però
ra,che vno ila aggrauato ne da bilbgno.ne da gli auguri all'Ano di Gaiba,a cui di mano gli
malealcuno: .vàia buona tacultàin quefta— inteftini della vittima fumo tolti da vn'Aqui-
prolpcrità t bci.f.^eftcrno, interno farà la buo- la,che li portò fopra vna quercia, augurorno ,
na fanità, che iiTiivrtapiù, perche la fanità è che il fommo imperio,mà tardi perlungo rem
ilmassior theforo, r.he lì pofl'a defiderart_>. pod'auuenire, fi come fucceircjaila fua fami-
Pirro Re de gli Epiroti nonpregaua Dio per glia toccar doueua .
'a che mi ferue la fortuna, la ricchezza, f<L-> ti di honoratc operationi . 5/ tnodo quodam co~
non mi è concedo di poterla godere ?conuiene latur;pur che fi conferuij& mantenga comc_j
dunque che quello, che la poniede,ftiabenedi fi deuc»&: non guaiti con li difordnu la iIi.l^
Vtlippum picfx tabiiU, fomenta podagram. Squadra vn Piombo pendente , & vno Spec-
,
ti qucfto è quello, clic volfc inferire (iimic chio, Se la finirtra due Libri con l'infcrittioni
n.ilc nella Satii.i X. .li fuori, ad vno ttolomei , ^ all'altro Vitellio
ni} ;
. .
Parte Seconda.
LI nr
'Rjjjncl'vcftimentocla piedi farà colore ofcu-il che elle mcdcfimc fanno noto quanto fopra.^
ro, & di mano in mano afcendendo laià più ciò fa mcfticro •
I
A: perche qucfta fcienza di luce retta, di ri- & Il timonecimoftra ancora nel mare ado-
,
j
per tanto in fcgno fi è porto Io Specchio, E quiftarnc ricchezze, & fama,& ben fpelfo ani-
I
rifedendo le fcienze nclli fcritti de famofi huo Cora folo per faluar la vita; Et la prouidcnza_>
mini, fi'Tono dati a quefta figura l'opere di regge il Timone di noi ikffi, & dà fperanz.t-j
due Auttori, che per hauer d'efla ottimamen- al vmer noftro,il quale quafi nane in alto Ma-
te trattatOjfonoper lei celebratijonde pergl'- rc è folleuato, & icoflò da tutte le bande du_j
Auttori tal Tcienza fi rende moUo ben maiii- venti della fortuu<u_».
fefta-^. V Jprouidenzeui-
Li coloii nelle VcfVi variati da ofcuro al chia
ro,rono per dimoftrarcjche l'operationi della
ET
nella Medaglia di TitOjfi vede vna Don
na con vn timone, & con vn globo,coiuc^»
Profpetiua fi f^inno col chiaro della luce , &
in vna di Floriano col globo,& con vn'haft^^
con l*ofi;uro dell'ombra con vna certa gradua
tione, fecondo le dillantic,& refleffi. Et in ve- Prouitienz/t^.
ro fi deuono render grane a Dio,che>& nel paf
fato fecolo,& nel prefentc non fiano mancati,
VN
-A Donna, che alza ambe le braccia rer
(o il Cielo,& fi volge quafi con le mani
ne manchino huomini in ogni forte di fcien- giunte vcrfo vna ftella , con lettere , P R O,-
7e,& arti celebri, come ne ancoin profeflìone VIDENTIA DEORVrM: laquale è
di Profpetiua, fra* quali è ftatoM. Giouaniii di Elio Pertinace,come racconta l'Erizzo
Alberti dal Borgo, il quale in che ftima fi do- Fra gl'huomini plebeijlaprouidenza,pa:-e,
uefTehauere, lo dimoftrano tante famofe ope- xhc immediatamente nafca dal Preiicipe , co-
re fue,& in fpetie quella di Pittura fatta nella me fra i Prencipi nafce immediatamente da_^
Sala del nuouo Palazzo nel Vaticano,detca_j Dio , ilqualei datore di tuttii beni>e conofci-
la Clcmentina,in compagnia di M-Chcrubino tore di tutte le cofe , fecondo il detto dell'Apo-
vero fuo fratello,Honmcno per natura, che-:» .ftolo . Omnis fuffìcientianoflra. ex Deo efl Sc •,
fila mano tiene vno Scettro, Snella finiftra_^ Quefta figura è fimile a quelle dcll'abbóri.
vn Cornucopia,con vn globo a' piedi, & fi mo danza defcritte nel principio dell'opera Pe- .
R D N Z -"'^'A;
(pecchio,nel quale mirandojcontempla fé flef prij fuoi difetti non conofcc , e corregge E .
la,& a' piedi vi farà vn Cerno di lunghe cor- quello incendeua Socratequando ^/^òitaua t
na, & che rumini. fuoi Scolari a riguardar fé medefim^ ogni mat
La Prudenza fecondo Ariftotile> è vn'habi- tina nello Tpccchio.
to attiuo con vera ragione circa cofe polfibili, Il Cerno, nel modo detto, il mcdcfimo mo-
per confeguiril bcne,& fuggir il male per fi- ftra che ildardo,&il pefce perche quanto le
;
ne della vita felice; &per la vita felice lì deuc lunge,& difpofte gambe l'incitano al coifo.tan
iirtendcre quella cheli afpetta dopò il pelle- to lo ritarda il grane pefo delle corna, & il pe-
grinaggio di quefta prefcnte,fecondo i Theo- ricolo d'impcdufi con efla fra le felue , e gli
logi,& feconclo vna parte di Filofofi quello-* fterpi E^a propofito ancora il ruminare di
. ,
che lì può hauere , & partecipare nel tempo quefto animale al difcorfo,che precede la ri ilo
dell'vnione dell'anima col.corpo , per li quali lutione de buoni penfieri , Ne m'increfcerà a
ambiduc fini, fi può , & Ci deue adoperare la_j quello propofito Icriuerc il Sonetto del genti'
Prudenza, come pare , che moftri Chrifto Si- le Sig.Gioiianni Buoude!móce,che dice così e
de fini, quandofienoinfieme ordinati, come è Edel tuo ben oprar fai gloria attendi
la felicità politica, con la quale ordinatamen- Tu luogo, e tempo accortamente prendi,
te viuendo, fi può fare fcala per falirealla fe- E dijlingui, rifoluiy e tocchiti fegno
licità preparataci in Cielo; la quale èpiù , & Del paffato difcorri, per tuoir.gegno.
(J3i>
giori fono i doni della natura, ò della gratia . Ordinata ragion, tu guida,^ duct^^
Per dichiaratione delli vifi , ballerà quello Di chìgouernafei, di chi configli A-»,
che fi è detto auanti E biafmo , e danno fai fchiuar fouenttjt
L'Elmo dorato,chc tiene in capo, fignifica Prudenza amata,(^ cara,alterafigltX->
l'ingegno dell'huomo prudente, & accorto.ar- Di Gioue, vn raggio almen della tua luce
mato di faggi configli, che facilmente fi difcn L'ignoranz.* disgombra alla mia mentii-,
de da ciò , che fia per fargli male , &
tutto ri- Etper fare alquanto diiFerente quella figu-
fplende nelle belle, & degne opere, che fa. ra potralTi in cambio di tener la frezza nella
;
e vna Coen itione vera,& certa, la quale ordi- molti giri,& ci dà ad intendere, che per la_j
na ciò che fi deuefare:&narce dalla confiderà virtù, che quafi il noftro capo,& la noftra perJ
rione delle corepa(rate,& delle future infieme. fcttione , debbiamo opporre a colpi di fortu-
L'eccellenza di quefta virtù, è tanto impor na, tutte l'altre noftre cofe, quantunque care y
tante , che per efla fi rammentano le cofe paf- & quefta è la vera prudenza. Però fi dice nel-
ordinano leprefenti, & fi preuedono le
fate,fi la (aera Scrittura : Eflote prudtntes ficnt fer-
future onde l'huomo , che n'è fenza non sa
; pentes .
D C I T I A.
Parte Seconda.
np
pcrciòche la donna piidicajdeue celare la bel- Chi defidera pili cofc intorno al velo, legga il
lezza della fiiaperronaj& leuàre l'occafione a trattato di Tertulliano de -velandis Virgintl>us'
gl'octhi.i quali (bno cagione il più dcjle vol- cheanoi aflai èquello che habbiamo detto
te di contaminare la pudicitia,8c a cjuclio pro- per confermatione della Pudicitia, che col ve-
poiìto Tertulliano chiama tal velo armatura lo figurata habbiamo
di timor d'infamia, & pudicitia.baftionedi mo Tiene con la deftra mano il giglio bianco
,
deftiaj muro del fedo fcminile, quale non è
il perciòchc interpreta S. Guolamo fcriucndo
fallato da gl'occhi d'altrui; il mcdtfimo Aut- controa Giouiniano, che il giglio è il fiore_>
tore determina il modo, al quale lì dcue diften della pudicitia, & verginità,'mentre nel Can-
dere la forma del fopraderco velo, dicedo quan tico de Cantici quella Ipofa cclefte canta i--*»-
to fon lunghi, & occupano capelli, quando
i /citur ir/ter Itlt., cioè tra ptrfone cafte, & pu.
fon diftefi, tanto deueeflere, &:occi»areil no- diche_j.
minato velo,talche arriui per fino alla cintura, Sotto al deftro piede tiene la telhiggine,pec
ad'imitationede' Romani Gentili, quali lìgu i dimoflrare, che le donne publiche dcuono Ila-
rarono la Dea Pudici tia con la faccia coperca, re alTui uè nelle cafe loro come fa la tarlar uca
come fi può vedere nella Medaglia di Sabina nella fiia cafa datale dalla natura, penfiero di
moglie di Adriano Imperadore,& inquell.i_^ Fidia in quella fua ftatua , perciò che'l nrme,
di Herennia , & di Mania OcacillaSeuera_^ & la perfona d'vna donna da bene non bifoo-na
con tal titolo, PVDICITI A A G. che elea delle mura dica/a. Sentenza di Tuci-
Le fpofe Romane per legno di pudicitia , e. dide ^yelVoVìmaicOide cutis Muliehnbus, Pro-
tiamdio nello Ikflb giorno, che andauano a bi multerts nome» ittdetn ac corpus domejìtcii
maiito fi velauano il capo. Onde in Sciio Pom pariettbus conttneri oportet .
Et nella Giudea riferifce Tertulliano dt_> mondi voi come io fon mondo,&. netto; Per
Coron .Militc\\cìe. donne vfauano di velarfi . quefìa cagione fi fa il vcftito bianco , & l'Ar-
Apud lud&os dice egli , Tamfoletnne eR femi- mellino il qual animale è tanto netto che ef- ,
Min 1 PVDL-
. .
Pueritix
L laverte rerde fignificarà,chc la pudicitia
hi
in
per fine la fperanza delle cofc promcflble
premio da Chrifto N. Sig.
VN fanciullo, che con la deftramano ran-
ghi vna girella di carta, che gira al ven-
to, con la finilìra vn'vccelIo,alla cintola la ia-
P V E R I T I A. coccia con libri & vn calamaio .poferà il pie-
,
N I O N E.
h
i^i
W
D ONN A rifpìendcitKjche ftà fopra vna
ruo;a in pie \'., c'-t-. vn Timone a canto ,
nella m^n^^dertra
furare, &
rt ncnio vn braccio
PYNI-
, .
P V N I T I O N E. pvrgatione.
Dell' ar$a fatta da Mercurio.
DONNA
deiha mano
ia
veftita di bianco, faràalata,nel-
terrà /a paflb , oueio le-
PE R la falubrità ricuperata apprcflbi Ta.
nagrei fi foleua dipingere Mercurio nel-
gno da mifiirarCj Se nclladcftra vn freno . la guifa che fi fuole rapprefentareda tutti li
,
Quella figura (ì rapprcA-iita per la Dea Ne- poeti, mache oltre ciò portalle vnmontone_j
mefi , onde (1 dice ellcr figliuola della Giulìi- /opra lefpalice dice Paufania.che (ì chiania-
tia,& fi velie di bianco per la ragione dett.'_^. ua erioforo, che vuol dire porta montone, &
dimoftianola velocità , &: lapreflez-
L'ali queftoera Geroglifico della falubrità racqui-
za.che li dcue adoprarej in punirei maluagi ftatajperciòche fi dice, che Mercurio rifanò il
& in premiare mcriteuoli
i • paefe dalla pcllilenza, che s'era diftefaperTa-
Il freno & il paflb da nufurare.figiiifìc.i—.», nagra con la purgatione del montone, ch'egli
che ella raffrenale lingue &: l'opre cattino,
,
haueua portato in collo d'attorno alla città .
miluranJo il modo, che né la pena, né la colpa Per memoria del qual fatto era vfanza nel
ecceda ((Hieichiameutejmà che ferbiuo infie- giorno della ruafefta,che vno de i più bei gio
jne conueniente inifura, & pioportione,il che nani di Tanagra portalfe fopra gl'homeri va
fioflerua nell'antica legge, pagando ciafcuno montone intorno alle mura,& tutta la nobiltà
in pena l'occhio» per l'occhio, il piede, per lo dei Cittadini pompofamente l'accompagna-
picdej& la vita,j)er la vit-L-j. uano in proccilioiie
PVRGATIONE DE PECCATI.
f/
le con lamentici doghamo delle cofe trifta- tà,& purità della vita,& col coloie.ch'eflh con
incnte,& bruttamente commeflejondepoi dal ogni delicatezza mantiene, & coi coftume na-
profondo del cuore proponendo vn pianto li turale , che è di godere con fiugolar purità il
macerila carne, 1 digiuni la indeboli(cano,& fiio compagno, fenz'altro dcfii1erare,ò voJere,
l'aftinenzala rtcnu],& confumi pei ottenere_j> per fine de naturali defiderij d'Amore»?.
con quefti mezzi perdono dal Signor Dio de i
commefn peccati-. P V R I T A\
Il ghirlanda dell'Hifopo dimo-
ramo,&: la Et [mcerità d'ar imo .
t^uel grado diuiiio,& quel viMcolo,ptr il qua- Il Gallo come rifcrifce Pieno Valeriane
,
le fiamo congionti con UiOj&: aimicinati a lui, lib.i4.apprefl'ogli Antichi, fignificauala pu>
& da peccati liamo pu gati &: perciò dille Va- rità & linckrrità dell'animo, onde Pitagora co-
nia. Asperges me domine Hyfopo. iS^manda^orf mandò a fuci Scolari che douellcronutri-re il
lnHubts me,& jufer niuem dealbttbor . Gallojcioè la purità, & lìnee uà de gli ammi
loro j Se jocrate appiello i'iacoiie quando era
P V R I T A\ per morire, lafciò nei fuo teftamento vn Gallo
Vedi Imiocenza_j. ad Efculapioj volendo in quel m; domollrarc
Purità il faggio Filofofo,che rendeua alla diuina bon
GIOV ANETTA , veftita di bianco con v- tà curatrice di tutti i mali.l'anima fua pur.i_^,
na Colomba in mano . & (incera come era prima. Onde Giulio Ca-
Giouanetta fi dipinge la purità, perche ftà millo nel fine della canzone in morte del Dei-
ne' cuori tencn.doue non ha ancora fatte lc_j fin di Francia, così dilf<u.
ladici la malitiaj& il veftimento bianco,etal Ma a te Efcttlapio adorno
^ifpofitione di mente conueneuole,come la-» Eifacroprin l'augel nnricio del giorno.
DELLA NOVISSIMA
ICONOLOGIA
CESARE RIPA
DI PERVGINO
Caualier deSS. Mauritio,6c Lazzaro.
PARTE TERZA.
Nella quale fi defcrinono diuerfc Imagini di V irtù, Vicij, Ajffetti , Passioni hu-
mane , Arci » Difcipline ,Humori Elementi Corpi Celefli Prouincic
, , ,
Vtile
d'Italia,
ad Oratori 3
Fiumi, tutte
OPERA
\c parti del Mondo, 6c altre infinite materie
<tA M
boli ciò, che può cadere in penfiero humano.
F L I A T A
In qHeHvltìma. Editione non filo da/lo Beffo Auttore di Trecento e cinqumtadm
ImAgtntyCon molti difiorfipieni di varia ernditioney^ con molti Indici copiofi.
Ma ancora arrichita d'altre Imagini, difcorfi & , efquifita corretione dal Sig.
Gio:Zaracino Cartellini Romano .
ftri Taltia mano efler morficatadafierij& ve- Con la mano moifìcata da feipenti', fi vuol
lenofi feipenti . denotare la querela hauere per ragioni l'ofFe-
La vohojdimoftra tjvial
nieftitia del fia l'af- fc,& l'ingiurie fìgnificate perii ferpcnti
fetto della querela^. Il velumento bianco, & la mano fu'l petto,
N u i di ino-
, .
loro, fi veftiuano di tal colore, hauerà in capo mondo; Con tutto ciò vn certo cefl'ar da nega-
vn Padaro folirario vcccllo,che ha il canto ma ti d'importanza per menare vita fenza pcnfie
)
ncrfi in quiete.ne pure gli elementi femplici , Ancora dimoflra che l'huomo, che attende
che non hanno compontione, anzi che fi gene alla propria quiete, èofcuroappreffo il Mon-
rano,S<: corrouipono per lo mantenimento de do, non rendendofifamofb nel fuperar le dif-
compofti,li quali mcdefimamente fi conipou- ficoltà della vita con vtile del prolfimo.
goiiOjS: riibhioiio di continuo, & ne' cieli che Per la Cicogna s'impara,che in vecchiezza
fono incorrottibili , vediamo chiarament..* va pruicipalmcnle.fideue procurare quella poca,
perpetuo motojquindì è, che non couofcciido quiete, che lì può trouare, quando fianchi, &
noi realmente la quiete.diciamo cllere il cel- fati) delle cofe terrene, &
caduchejcon piùar-
faredel moto, il quale non potendo giuftilìca- dore,& maggior fede fperiamo alle ccleftij, &.
recolfenfo, andiamo imagi nando con l'intel- per^etuc-Ju
letto Se perche della quiete noi parliamo iu
;
Parte Terza ^
tó,& ladiftinguc in ducfpecicjvnachefKlicc cioè non fono cofe materiali
pofllbilc, & agente; l'intelletto dunque
l'altra Si che la Ratiocinatione non è altro che vn
poflìbileèquello.che iiceuelefpccie,& le fan giuditio.S: vn difcorfoche fi £\ fopra le fanta
tafme delle cofe dalla imaginatione; l'agcute lrnc,& fpecie apportate dalla imaginatione. Il
è quello, che fa le cofc , cne Conopcto/tta in- quale imaginatione, come habbiamo detto al-
teUigtl>ilia aéìualiter tntelleiìa. Di più l'intel- la Illa hguia h fa nel primo ventricolo del ccr
letto poflìbilc hàtreftati.il primo è quando è nello, &; la R.itiocinaaone nel fecondo cioè in
folamentcm potentia cioè quando ancoi.i-^
;
quello di mezo , fi come anco la memoria nel
non ha niente delle cofc intcll;:;ibil;;mài"ola- tcrtio che è nella parte porterioje,ouero occi-
mcnte ha la Tua natura, & eflenti-i. Il iccoudo è pite, Come dice Galeno Vib.^.de v/a p*rtium,Si
quando già ha in vn certo modo le cole intel- lib.9.de anatomica adminiftrationc.& Andrea
ligibili ancor che noi operi, &' li chiama intel- VeJJulo de humunt cerports fahrica lib. 7. cap»
letto tn habttu;\\ tertJo è quando opera iuten ii.Sirappreientadietà virile, & fi veftedi co-
de,&: dircoric,&; fi chiama in aiìuX>A\c\\t ve- lore paonazzo per dimoiirare la granita di co*
diamo chiaro, che cofa fia ragione , cucio ra- ftumi.IlmottoIN PERFECTO QJ I E-
tiociuatione.la quale dipende dal imaginatio- S C I T dimoftra non folo perfettionc_>
, CI
ne,& come dice Anftotele nel loco ci tato, oc- della Ratiocinatione, ma anco chenontifiede
corre tra i'imaginatione,& la ratiocinatione, fé non ne Ili animali più perfetti, a differentia
comeoccorre tra li fenfibilij & il fcnfoeccet- della imaginatione che come habbiamo detto
to chelefantaAue.che porta la virtii imagina fi trouaanco nelli animali imprefetti , cflen*
R IONE.
N n j te 11 et-
. . &
parte dcU'iutelletto veloce,che adagio difcor ne vn'haila abbracciando vn'alloio con la fi-
,
ie,& confiderà le cofcj. niilra, dal quale penda vno Scudo con la tella
de Medufa depinta nel mezo d'elio ; haucrà
l'elmo in capo eoa vna fiamma per cimiero.
RAGIONE. Già fi è dctca la ragione del vellimento , &
VN A Giouane, armata con ,
vere,& legittime leggi a tutto i'huomo . virtù, la quale gl>-rende(lupidi, come la tella
Si dipinge giouane armata, perche è difefa, di Medufa, che faceua rimanere medefima-
& mantenuta dal vigore della fapienza, fi pi- mente llupidi quelli, che }aguardaaafto,& leg
glia molte volte prello gli Antichi, l'armatura giamo che Domitiauo Imperadore la portaua
cfteiiore.come nel fignificato diPallade,& in fempre fcolpita nclTarmatura , & nel (igillo,
altri propofiti a fine di moftrarfi vittoriofo »
La corona dell'oro, che tiene in teftal, mo- L'Elmo nota la fortezza, &: la fapienzadel»
ftra,che la ragione e fola ballante a far fcopri- la Ragione, eflendo ella quella prudenza nel-
re glihuominidi valore , &
dar loro fpleiido- l'anima intellettuale, che difcorrei fini dell t_>
re,famajprezzo,& chiarezza, né così (ingoia- cole,& quelli che giudica buoni fegucSc fug-
le l'oro fra metalli, ancorché fia il più pregia- ge i contrari).
to , che più (ingoiare non fia fra le potenzo La fiamma* moflra che è proprietà del]a_j
deiranima noftra quefta.che dimandiamo Ra ragione inalzarfi verfo il Cielo. & di farfi fimi
gione, laqualehàla fede fua nella più nobil lcaDio,dal quale deriua la noftra nobiltà.
ftro,No/z venipacem mittere in terramfed gla~ ftruofijli quali terrà legati con vn freno.
dium , perche tutta la fua dottrina, non fu ad La Pv.agione è virtù dell' Anima,conlaqua-
altro diretta , che a fare de vici)
la difiinione le reggono, & gouernano le potenze di eflàj»
fi
già inuecchiati nell'anima, dalla virtù.permc le quali per cagione del peccato originale,&
zo della ragione illuminata dalla fua gratia_^. del filo fomite,fono in noi corrotie,& mal in-
Il frcuoin boccadel Leone, ci nota il fcnfo clinatc_».
foggiogato, & IbttomelTo ad cfl'a,il quale per Dipingefi di color celefte il veftimento,per
»clteI]o,è ferocilTimo, & indomito. che la ragione dcue fempre conformarfi col
Le dote di Arithraetica fono polle, perche_> Cielo,& hauerefplendore,&: chiaiezza_s.
con quelle fi fanno le ragioni in detta artt«>, Il freno è indicio del difcorfo,& della Ra-
che prouano le cofe reali, come con la ragio- gione,conla qualetutti gliappetiti inferiori,
j»€,che ftà neiranima,fi proua, &ficonofct-j che fi rapprelcntano Totto figura di ferpenti j
perche
Parte Terza ^ r4P
perche mordono l'anima.incitandola al pecca prima iitipfcra fatta con A-
l'efFetto della lor
rei& tirando fpcrania della noftra ruina dal- damo.fono temiti a £reno,& domati.
RAGIONE DI STATO.
gore di Ragion di ftaro,& per nioftiarfi fcue- quale chi calpeftra vien poi ai fine punito dai
ri: ma di equità il principe dcue più torto farfi lagiurtitia di Dio
MMA
.
nes,molenoiqi prius tanqusm Ipinas e [egettbus Il che con più chiarezza dimortra il Serpe
aufer,^ res nousts moltentibHs terribile ti ofìen attaccato alla mammella, il quale come man-
de,nnntt,indo t^men magts ,quiim pttnie-ado. da freddi/fimo veleno al cuore, & ertingue il ca
Le fi mette a canto il Lcone,percircr di na- lore,che manteneua l'huomo viuojcosi querta
tura fimile a quelli , che per Ragion di rtato triftitia affligge l'anima, & IVccide, introdu-
cercano, eller di continuo ilipeiiori a tutti gl'- cendo il veleno per li fenfixhe in qualche mo-
altri, come anco per denotare vigilante cu- U do (entono altrui felicità,& però ancora fi di-
ftodia,ch,e d deuc hauerc con fortezza, per con pinge macilentc_>.
{eruationcdel Tuo rtato Il Nibbio ha tanto dolore del bene altrui >.
Il Ubro piopofto col motto I V S , dimo- che fi ftcnde fino all'odio de' propri j
figli, co--
flra,che taUioka li polpone la ragione ciuile , me (i è detto in altro luogo,&: però fi adopra^»
per caufa di regnare, quanto per la publica v- m qucfto propoù:o..
cilità , corae per cllcmpic può condonare tal- Vedi affanno
uolta il Pniicipe a molti la vita che per lor ,,
N
RAPINA.
..
Parte Terza. rr
truì,rapprcfenta la Rapina_j. to,&: inuiolabile Afilo, è rifugio tenuti, &: qiiin
Proferpina in mezo allo Scudo in braccio a dì è che appredo Virgilio Priamo di ogni al •
Plutone, ngnifìca quefto medefimccome anco tra fpcranza di falute priuo, fé ne fuggì all'»
R B LIONE.
HYOMO
. ,
^a nominarli che non potendofi Ibportare , & Vergilio quando dice, le^f^g^/wm, (^ mcent»
lefillere per la loro tirannica natura, che mera» poneticioc poiva. lelcggiagl'huomini, a le &
uiglia non c,cheil fuddito fi ribelli, fuole an- mura,imperòche quelli che obedifcanoallej
co molte volte auuenirc dalla caufadel detto leggi , pure per vna certa fimilitudine , ch«_>
fuddico,perciòche come fiipcrbo,& altiero per mettono il Collo fotto il g'ogo, e quelli che (i
non ftare {bttoall'obcdientia del Tuo Principe fottomettono all'arbitrio de Signori Potenti,
lo fprez23,& da elfo fi ribella, di queftointcu medefimamente pare che entrino fottoilgio-
ilo io di parlare & non d'altri, Pero lo dipinge go,ondeefleiìdo il Ribello di natura altiera,&
Giouanc,perciòclie quella età non confentc_> fuperba.fi dimoftrà contrario & fprezzatorc_>
«i'cilerefottopoAa per il vigore; & forza che delle legi^i , & non curandofi del viuere quie-
fente d'hauer per il calore del fangue che fi fa to,& politico, ricufa d'obedire al legittimo pa-
forte, & ardito, & non temere qual fi vogiia_>s trone, al filale per debito, & per legge è obli-
incontio,& perciò Arift.nel i. della Rettorica gato che perciò volendo noi dimoftrare la_-»
,
dicc,che il giouane è amatore della Vittoria , mala natura del ribello, rapprefentiamo,chc_>
& dell'Eccellentia-^'. quefta figura tcnghi con difpreggio la Corona
Si rapprefenta che fia armato,per dimoftra- per terra,& fotto alli piedi il giogo .
re di ftare pronto con l'arme per il continuo
ìojpettoche ha d'elfere oifefo, com'anco per RELIGIONE. :
offender potendo-
Porta fopra il cimiero il gatto pcrclòchc_5 MATRONA,
pannolino
venerabile^, d'afpetto
bianco; terrà l.i_»
quefto animale è Geroglifico di chi defidera veftica di
rli non Ilare roggetto,& efier libero , & perciò deftra mano aperta, & la finiftrafopra vn'alta-
gl'Antichi Alani, i Burgundi, &i Siieui(come re,nel quale arderà vna fiamma di fuoco
certifica Merodio foleuano vfare nelle loro
) fuoco fopra l'altare, è ftato in vfo di facri-
Il
bandiere quefto animale, quafi che impatien- ficio preflbamolte, & antichiflìme nationi fi-
ti filmi a guifadi gatti non voleuano foportare no alla venuta di Chrifto,il quale placò rira_É»
d'efiere fottopofti,la faldiglietta fottoal Cor- di Dio, non col fangue de Tori,ò degl'Agnel-
saletto del colore della ruggine ne dimoftrà li, ma con fé ftcfib , & con la fua propria car-
che fi come la ruggine vuole eflere fuperiorc ne, & col proprio fangue ,il quale miracolofa-
ouc ella fi pofa, così il ribello cerca di foprafta mente il cela per falute noftra fotto fpecie di
rc,& non edere foggetto; lo ftare inpiX)fpeti- Pane , &di Vino nel Santilfimo Sacramento
ua con la fchiena nella guifa che habbùmo dell'Euchareftia. Et fi vede quefta figura con
detto fignifica il ^.ifpreggio che fa il ribello al la mànoaperta, & con l'altare in Tna Meda-
Ilio fuperiore con intcntione d'cficrgli conti- glia antica di Elio Antonino .
luiamci.tccontrariojche perciò dimoftriamo, Veftefi Ai panno di lino bianco,per moftra-
che volti il yifo in dietro con guardatura fu- re la candidezza , che fi ricerca in materia di
perba,& jninaccieuolcj laipada, & l'arma d'> Religione , & però gl'Egittij non voleuano
che
. .
.'
R I o N E.
DONNA pra il
, vn fotcù velo ciio-
allaquaie
tenga nella cìeftra mano vu
vifo ,
tra'delibcratione, ci
diuino aiuto
volgiamo! chiamare il
Libro, & vna Croce, con la finiftravna fiamma Se le fa velato il vilò, perche la ReIigioue_j>
di fuoco , & apprelìb detta figura fia vn'Ele- ne gli huomini riguarda Dio,comc dice S.Pjot
lo per ^scitlum in Anigmare,c{ìcndo eo^lino le-
Secondo la diffinitioae di S. Tomafi> nella gati a querti fenfi corporei; & perche la Reli-
z. della 2. parte , alla qua;ft 72. & zit.y.Sc alla gione cftata femprefcgrcta, conferuandofi in
<]ucft.84.art. 2. & degl'altri Scclaftici, e virtù mifterijjche (ònofigme,riti,& cenmanic,co-
morale, per la qualel'huomo porta honore, & me fotto certi velami afcofd.
xluercnza interiormente nell'animo, & cfte- La Croce,ònc fignifichi Chrirto NS.Cro-
riormente col corpo al vero Dio. E anco negli , ò cola d'efio Ch-ifto, e gloriofii inlè-
cififlo
huomini talmente infesta da natura la Reli- gna della Religione Chrill;iana,àquaic i Chrì
gione, che come dice Arinotele per quella_j> ftiani portonofomma venerationc,ricono(ccrt
più, che per cll'ere ragioncuolcfono difierenti do per quella il fingolar benefìcio della reden-
da brutti animali, vedendoli ciò chiaramente_> tion loro .
d'ogn'altro animale, religiofo come fi dirà: tra riquadrata, che dinota Chrifto Signor no-
Narra Plinio nel lib. 8. al e i.chequefloanima ftro, il quale è la vera piemia angolare,che dif-
Jc è raioinbont^prudente.amator dell'equi fcilJProfetariprouata dagli Edificatori della
tàic hamano,perciòche incontrando l'hiiomo vecchia Legge, & è per efler pofta poi nel prin
a cafone'defertijche habbiafmarrito il cami- cipal cantone della fua fanta Chiefainon è al.
no, tutto amoreuolc,& manfueto gli mo{lra_^ cuno,che polla porui altro fondamcnto,comc
la via; è difcreto, perche come dice l'iftcflb Pli dille S. Paolo.
Ilio, occorrendo di pafTare fra armenti fi fcan- Ha quella figura da vna banda vn fanciul-
2a tanto deftramente , per non far lor malc_j, lo con Mosè, con alcune rofè, SC
le tauole di
che eglino medefimi non fé ne auuedouo . alcuni ramifecchì, per moftrare le pallate ce-
Ma quel clic fa più a nojftro propofito , è rimonie de facrificij antichi,& dall'altra ban-
queftoraro animale il Geroglifico della Reli- da farà vn'altro fanciullo,che foftiene il libro
gione; raccontando puiciTo Plinio al luogo ci- de Vangeli i , perche m Chrifto terminorono
tato , che egli ha in venera rione il Sole,& 1^^ tutte le profetie, &: le cerimonie della vecchia
5telle,& apparendola nuoua Luna, (uontanea leggc_,.
mente va a lauarfi in acqua di viuo iiume, Se Tiene ella nella finifrra mano la verga del
amalandofi chiama aiuto dal Cielo , buttando Sacerdote Aaron, 8i nella dcftra le chiaui del-
vcrfo il cielo deirheibc,comemezze,perinter la Poterti Ecck(ìaflica,pcr aprire, & ferrare.»
cedere gratia di fanità. il Cielo agli huomini conforme a' loro meri-
Il che tutto vicn conurmato da Pierio Vale- ti Dunque da qucfto vero,6i viuo ritratto è
.
iiano,& altri Auton,&: il Sannazaro nella fua nata la noftra Santa, &: vera Religione model-
Arcadia, così dice_j. lo di falute fabricato da Santi Dottori fopra_^
Dimmi qual fera y e sì di mente humàna. le pietre riguardate da quattro Euangelifti
Che s'inginocchia al raggio della Luna , Scrittori della Legge piena di Spirito fanto,di
I. per purgarfi fcende alla fontana > ReligionCjdi fuoco, d'amore, & canta.
a liiìmo efiempio rifpkndouo nella perfona d'- Dtliges Dominum Deum tuum ex toto corde
cflo Sig. Cardinale; in modo, che non pure l'- tt4o,& ex tota anima tua, &> tx omniòtu viri-
hanno degno del grado del Cardinalato,
refo bus t»is. Hoc efì primum,ó' maximum mandit
jiialo fanno anco dianulìnio di mageior ho- tmìt,iccundum nutemfimtl:. Rute Dtiiges prò*
nc'icjSc elaltatione,come vicncpcr iluoi gran xttnumj'cut teipfnm In his duobus mandatit
menti da tutto il mondo delìderato tota iix pendctiG» Pt^ophetx
Starà arpofTg'ata con la man finiftra in mo
Religione do che paia u ripoù (opra la banda dritta del
,
DOnna Ycfiita d'vn Camifcio, Stole, & Pi- tionco trauerfo della crocejix' dalla banda fini
iiia;e> Ùarà loprad'vna piena quadrata ftra del dettotronco, pende là vn freno, & cai*
coine habbiamo ;ictto inaine tìgmc delKi s cara con li piedi vna motte in terra quiui prò»
Religione, terrà conlafìnifua mano, con i-.cl- <hata, in modo, che iìa la Caluana di eflà al
ii gratia.vn bciii iUmo Tempio, & ]vr :ena \ i piede della Croce, Alla fignihcatione della det
l.a.a vna Cicogna con vna Serpe nei becco» ta u^ura,perche tuuiot'tuc,& cosi faciimen,
ce è
.
ReOigio fammi vera Patri s/oholes . ^l^id docet hoc frenum'ìmentii cohiòerefurprès,
CurveRes vilestpomptu centemno caducAS Curtibi mors prAmiturìrr.crs q^uizmortis egc^^
R LIGIO
§^is liber hic ? tatrts Ux veneranda mei .
r^
S
DONNA d
'arditOj&r coraggio-
vecchia,
armata di corfaletto all'-
Io affetto, farà
e di fouuenire vn pouero leprofo, che li
giac-
appreflbjtencndo anco nelladettamano vn li-
amica con oinamentt nobili, Hauerà io floc brOjNe i piedi hauerà i ccthurnid oro,ornati
co alato, & in capo vn'elmo cinto d'vna coro- di varie gioie ..
& fotte il pie fmiftro terrà vn
nad'oie, è per cimiero vna fiamma di fuoco , Turbantc>Scia.ita:re,AiGhijfaretre,&altr«LJ>
Le chiome faranno flcfe giù per gliiomeri > arme alia turchcfca in atto di conculcarli eoa
facendo moftra leggiadra,e bella, in mezo al dirpreggio>& col pie deftro parimente conciit
Bctto hauerà la Gran Croce dclli Santi Mau- chi Phcrefia» per la quale fi rapprefenta Don-
ritio,&: Lazaro . na di fpauenteuolc,afpetto, bruttillìma,edis.-
Sotto all'annatara porti vna vefle di drap- forrie,che ferita dall'hafta che detta Religio-
po rollo , & fopra habhia vn manto d'oro co'l ne tiene nella man defìra, fia caduta in terra »
^Hale eoa la uiauo liuillia nioflri di coprirti. giitando per bocca fiamma affumicata, Haue-
,
quefta Religione più antica di tutte l'altrc_5 mo Pontefice Gregorio nel detto anno 1572.
cHendoche quella Milicia de Caualieri di S. Vnila Militia di S. Lazaro a quella dfS.Mau-
Lazaro (fecondo che certifica Francefco San- ritio creando Gran Maeftro dell'vna,& l'altra
fouino nel Tuo trattato dell'Origine de Caua- l'iftcflo Sereni iTìino Emanuele Filiberto Duca
cipio fino al tempo di S.BafilioMagno,augu- li, Cartelli, Ville, Cafe, Polfertìoni, "Ragioni, e
mcntata & illuftrata dal Sommo Pontefice^
, benidiqualfi voglia forte di detta Religione,
Damafo Primo al tempo di Giuliano Apofta- e Milicia di S.Lazaro,Comepiù ampiamente
ta, & Valenti niano Imperadori ne tempi dc_^ appare in detta Bolla , Dat. RomA apud San-
quali detta Religione talmente riluceua , che cìum Petrum, Anno i ^ji.lndibus NoHembris,
per tutto il mondo s'era difFufamente fparfaje AntLO Primo Et vlciniamente Clemente Oc-
.
dilatataj& ciò fu ne gl'anni del Sign. 3 60. fu eano di Felice Memoria l'Anno 1603. per i
poi accrefciutadi moki Priuilegij , Gratic.,?, gran meriti del Sereni/fimo Gran Carlo JEma-
ì'rerogatiue da diuerfi Sommi Pontefici come nuele Duca di Sauoia cagionate in particularc
li legge nella detta Bolla, & in particolare A- dall'ardentiffimoZclodi Sua Altezza Serenif-
letVandro Quarto gli diede in perpetuo nonfo fima verfo la fede Catholica,e Religione Chri
Io la regoladi Sant'Agoftino , e Tuoi Priuile- rtiana non folo confirmò l'vnione delle Mili-
gij, ma anco gli confirmò tutti i beni, Poflef- tie de SS. Mauritio, & Lazaro , ma ancoragli
lioni, Scaltri luoghi che Federigo Primo Im- concefle noue,& diuerfc gratie, e dichiarò aU
pcradore nominaro Barbarofl'a gli hauea do- cuni indulti, e Priuilegij a fauore di Caualie-
nato in Sicilia, inCalabria, in Puglia, & in ter ri , vfando poco doppo il principio della fua_j>
gione di S. Lazaro era talmente mancata, che Carlo Emanuele, e^di fuoi Generofi Caualieri.
lì potea dir quafieftinta , Piacque
al Sommo Nos depr&mijfts omnibus ,^ /ngulis plenijfi-
Pontefice Pio Quarto di fufcitare quefta anti- me informati ) tam Carolum Emanuelem Dtt-
ca Militia, & perTnaamplifTima Bolla nciì'- cem^Ó'^^S'^'*^ Mstgifirum qui pr iter fui ge-
,
anno 1 yóy.Creò nuono Gran Maeftro di quei neris ex Clarijfimis Impemtoribus deduci iplett
la l'IUuftnilìmo Signor Giannotro Caftiglio- dovem,0' cxtmi& erga Lcclefiam,^ Sedem A-
r.c Milanefe della cui Cafa fu Papa Celcltino pofìolicam prkdióìam deuoticni s ,0" fidei feruo-
Quarto . Concedendo a detta Religione no- rem , non fine fumma animi piet.ìte, &> fortitu-
uc Gratie, Immunità, e Priuilegij, i quali fur- dinetac flagrantitnenda, &
propaganda Reli-
ilo poi moderati,&: dichiarati per vna Bolla di gionis CatholicA zelo gerere comprobatur, fiio-
Pio Quinto, & doppo la morte di detto Cafti- rumque progenitornm exemplo antiquam ilio-
o^lione nel tempo di Gregorio XIII. Il Sere- rum Afìimationem , acperpetuam virtutis , ^
luihmo Emanuele Filiberto Duca di Sauoia_>s gloria h&reditatem quafiper manus traditam ,
pcnlicro, e lo Creò Gran Macltro di qucil 4-_3 per i'habito acquirtato da quefta inuitta Mi-
e doppo la pcrfoua fua tutti i fuoi fucccllori litia,chc come degna Guerriera di Chrifto ha
Tempre
.
per mezo della SantilTìma Croce ci ha voluto Generofi Caualieri, '& altri quanto far debbo-
redimere co'l fuo pretio/ìflìmo fanguc.^. no ancor loro, che perciò piaccia al Grande,
La Corona che gli cinge l'elmo denota'non & Omnipotente Dio di confcruare eoa ogni
(blola fublime Grandezza diquefta Religio- felicità maggioie,Sua Altezza Sereni (lì m;i_^,
ne, ma anco la Nobiltà eccelfa della Regia_9 con lublime è rifplendente Pioli_>.
la fua
ftirpede Duchi di Sauoia Gran Maeftri, e ca- con la finiftra mano dimo
Il libro, che tiene
pi di tanta Militia , & per elTere che ne i Glo- ftra il Pfalterio abbrcuiato; che recitar foglio-
riofi SS. Mauritio,& Lazaro, com'anco nel ri. no tutti i Caualieri di quefta Religionc,e It^
fplendentidìmo Gran Maeftro della loro Re- Regole, & ordini della medefima , per inftrui-
ligione fi fono veduti fempre euidentifilmi re- re,&: ammaeftrare i fuoi fudditi, & altri fecon
gni d'amore,& di Carità quale è vn affetto pu do gl'oblighi di quella, onde anco Ci manifefta
ro,&: ardente nell'animo verfo Diojvcrfo lc_> no l'opere fpirituali, corporali, di detta Reli-
creature ,'perciò fi dimoftra che porti in cima gione e fuoi Caualieri
dell'elmo la fiamma del fuoco , Onde il Pa- danno licothurni nella guifa ch'hab-
Glifi
triarca Giuftiniano nei lib.de Ugno viu,cap.i, biamo detto comecalciamenti foiiti portarfi
,
aflbmigliòla Carità al fuoco, dicendo. da Hcroi, Principi, & altri perlbnaggi di gran
Merito igni comp(traturcharitas,tjuiaftcut i- dealFaie,& però nella Cantica al 7. fra le le-
gnis imperio/e ferrum quafi ignem effècit^ ita vt di dice_^.
charitas ignita reddit animam,qHà posfidct. G^nm pulchri funt grejius tui in calciamea-
Le belle , &
vaghi/fìmc chiome /parfe giù tisfibdprincipis .
per gl'homeri, altro non fignificano che i No- Tiene fotto pie finiftro vn turbante, con
il
bili iFimi penfieri , che fi raggirano nella can- altre arme turchefc|ie,perfignificare che que-
didillima mente di quefta Religione femprc_' fta inuitta, & infupérabile Militia ha più voi-
intenti.edifpoftiall'heroiche imprefc fenz.L_>» te con ogni ardire combattuto,e vinto lì fede-
difcoftarfi punto dal centro della vera virtù . rati Mahuniccanij& altri nimici di Dio.i qua
i» Lavefte di drappo roflb, e per fignificarc_j liper efterminarela Religione Chnftiana.^
non'folofla vefte rofiadell'habito proprio ch'- hanno fatto proue grandiflìme,onde per il be-
hanno tutti i Caualieri di queft'ordinc,mà an- nefitio grande che n'erifultato al Chriftiane-
co il defiderio ardente, e la prontezza de i me- fimo, ha quefta Religione meritato di riceue-
defimi di fpargere il proprio fàngue per hi_^ re molti fegiialati fauori , e Priuilcgij da di-
Santirfima Fede, ad imitatione del Cloriofo S. uerfi Sommi Pontefici, Impcradori
, Regi, &
Mauritio Martire, e fua Legione di foldati Te- altri Principi fi come
accennato
fi è .
bei, che nell'Anno 3oi.alli li.di Sectembrc_> Gli a dà l'hafta per fegno d'vn fommo ho-
volferopiù tofto morire per la fede di Chri- nore , la quale fi fblcua dare non folo a quelli
fto, cheobedire all'empio Imperadore Mafii- che s'erano portati bene in guerra , ma anco
miano in facrificare a ifalfi Dei . come narra Picrio Valeriane lib. 41. de i Tuoi
Il manto d'oro denota la perfettione di quc Geroglifici, appreftbigl'Antichi èftata in tan-
quale conpieta,e carità, e conti-
fìa Militia, la ta vcncratione,che era tenuta in luogo di dia-
nuamente prontifiìma in fouuenire,& aiutare dema per infcgna Reale_^,
i pouerijche perciò C\ rapprefenta che con effo Lo ftarecondimoftiatione,& con prontez-
manto cuopra il leprofo,fecondo il proprio in- za di combattere, & con maefteuole fierezzA_»
ftituto della Militia di S.Lazaro,come fi è^det moftra d'hauer ferita, & atterrata l'Herefia,la
toilche èoperadigniflìm3,epijfnma,e ditan quale fi fa di fpauenteuole afpctto,è per dino-
to maggior merito, quanto tal male della Le- tare l'vltimo grado di peruerfità inueterati_rf
pra eia,& è in maggior abominationc appref- dcll'heretico , onde Agoftino de difinitiotita
k
, . . . ,
Si rappiefenta brutti iTima , disfoime, per & Pregio d'Italia, hcnor di Marte,e flima ,
ciTere rncrcfia priua della bellezza, & flclla_-.s Chiaro fi nolo d'Heroi ,
perfettione della vnità Chriftiana, per il cui Ben a ragion tu puoi
mancamento l'huomo è più brutto dell'jfteflTu Doppia vita fperar doppo la prim<->'.
demonio, Se perciò Cipriano de I<?/>;,dice_j. Che fé la gloria, e'I ^elo
Diformii cfUis^ue /iHe Dei decsre , Il nome tn terra panno, e l'alma in Cielo
5nira per bocca fiamma affumicata perfì- ,
Immortali (erbur doppo la mcrt^<,
gnincarc l'empie perfuafioni & affetto prauo , E^ in te gloria, etn te conSant» ardore
di confumaie ogni cola a lei contiaria_j. Di \el fi arma il vaiarti.
Ha i crini rpai{!,& hirfuti.per dimolì:iare_j
Il rei penficri i quali fono Tempre pronti in fua De ordine Militari Sandorum Mauritij,
difer.i_^. & Lazan .
Ma perche la battezza del mio debol inge- §luAq; facros referun t cum pietate Patres
gno fublimarfì non può a tanta altezza fotto Te genusinuiBum bello , tiulU^fecundum
filcntio racchiuderò gran cofe a/Iìcuratc da«j Caroli proclamant, Relltgione Ducem :
^uel detto di Terentio . Es pius,Ttfortis; docet hoc Mauritius orda ,
Tacens fatis laudai e di Propertio. jOud c^ inuiiìa parta trophds manu ;
'§^od fi deficiant vires, audaci» certe Fortiaìtan^i agere indefefo laudis amorea
Laus erit, inmagnis (^voluijje fateR^ Et pia,folius Emrfianuelis ertt
In lode della Religione delli SS. Mauritio ,
& Lazaro .
.Q.
tiornamenti di veli, &c a''oro,iiclla dtftra ma- che fanno gì'hucminijcosì vokndoft moftra-
no ha Mui tazza :i'oio con vna fcrpe dentro . re in pittura la renninerationedi elle, necefla
Inanzi a Tono molti inginocchiati inatto
lei riamente conuerrcbbe che dinerfamcnte folle-
Ai ac{onrla,& aUuni ne fono morti per terra; rò rapprckntate,mà perche volendo noi dipiii
perche fallì mmaeftrimcnci dcgl'entmpij
i ; gere quella delle fatiche, &
della feriiitù vir-
alkttaiic con q.Jkiìc ap;.arenza di piacere, ò tuosa per cfìère più propria, Se conLcneiiole_j,
di finta commodità terrena, ma al fine prepa- dcll'vna, & dell'altra intendiamo di parlare ,
lanorinferno nell'altra vita , &c lecajamità &; lalfare indifparte quella che fi fa a gente a
nella pre!liue,che per Teoreti giuditijdi Dio, cui fi fa notte auante kra_\
Tengono in tempo non alpettato Diremo dunque che la Reraunerationc è vn
itto , & con attionc di liberalità con termine j
R E MVNERAT ON I E . ot miriira,& fi eftende ni doi capi principali 1'-
dilìima pi'otitezza di porgere altiui , con i_>» 1 la corona d'oro pcrcìic e cola da Principe
da
deiba maiìo vna ghirlaiirla di Lauio..&: vn.i_j remunerare altrui banche hcjrgidi pochiflì-
,
Collina d'oro ,&: con la fivirtra vn mazzo di mo 11 n:etra in opera, e"-: ciò fiadcrto lenza pre-
fpighe digrano,<S<: vua jo: (t p»f-na de danari . giiid'.tio di chi elèrcita fi nobile :(ttion;i^-.
il come fono diaerfè kfatiche,6c iertriutù Il vclìimcnro nobile, ricco,& (bntr.cro non
o O xhìo
,
tudine lo sbatta in vna pietra quadrale per ter li sbattuti fijpra la pietra, J9£;ir«i/y«t tenebit,^
sa ve ne fieno morti di quelli, che già fieno fta alltdet paruulos tuos ad petra^. Così dalle Pa-
ti pcrcolli indetta pietra .. rafrafi efpofto. Beato è chi (i terrà, ouero con-
Perche tutti i Theologi confentono
chi_> , tenera dalli viti) , &
romperai piccioli fuoi
Ciiriflo è pietra,fi.deu£ atcentamente auuerti- cioè primi moti alla pietra di Chrillo. , che è;
ftabUt
,, . . ,,
.
Parte Terza ^
S6i
itabiIefoftentamento>& bafc dell'anima no- ali al calor del Sole, e s'abbrugia; poi dalle fuc
fìia. Però noi tutti doucmo rompere li noftri ceneri ne nafce vn'oiio, &
da quefto ella rifor-
penfieri di cattiui afFetti mentre fono piccioli ge giouanca viucrc vn'altra volta, per farl'i-
alianti, che crerchino,& s'attacchino alJa deli- ftefiò alla vecchiaia, &: è molto bene quella at-
berationesbattendoIi,come habbiamo detto tione celebrata da Lattantio Firmiano.
nella pietra di Chrifto,cioè volgendo la men- ReJJurrettioncj.
te noftra c'I cor noftro verfo Chrifto.collocan- DOnna ignuda, che cfca fuora d'rna fepol-
^o in lui ogni noftro penfìero, &
qiiefto è pa turj_r.
rcrediEuchimio, cofache prima di lui detta
l'haueua Adamantio,Ouidio anch'egli ancor- RETTORICA.
ché poeta gentile ci dà configlio da Chriftia-
lio', quando nel primo libro de remedi j ci au-
uertifccjche facciamo refiftenza alli primi mo
DONNA bella.venita riccamente, coi»
nobile acconciatura iJi tefta,moftrandofi
ti in tal maniera—?. allegra,& piaceuole, terrà la deftra mano al-
Vum Ucef,& modici tangufjtpricordia motus. ta, & aperta, & nella finiftra vnofcettro, & vn
primo limine ftftepedem
Si piget in . libro portando nel lembo della verte fcrittc.»
Opprime dum nona funt /ubiti mala, feminx-t quefte ^aiiole.Ornatut per/ua/io: &
il color del
Nam mora dat vires ,teneras morapercoquit, Non è huomo sì ruftico,S: sì feluaggio,che
•vuas non fenza la dolcezza d'vn'artifìciofo ragion»
Zt validasfegetes, qui fast herba,facit. mento in bocca di perlbna faconda ,che fi sfor
G^Apnbet latas arèos Spaciantiiufvmbras. za perfuadere qualche cofa, però fi dipinger
§luo pofita efl primum tempore, virgafuit bella, nobile, &
pìaceuole,tiene la deftra ma-
Tuncpoterat manibusfumma tellure reuelli , no alta, & aperta, perciòche la Rettorìcadi-
Nunc fìat in immenfum viribus auBafuiS' fcorre perle vìe laighe,& dimoftrationi aper
dittale fit id quod amas celeri circunipice mète te,onde Zenone per le dita qua, & là fparfe,&
Et tua Ufuro fubtrahe colla iugo . per le mani allargate per tal gefto la Rettori-
Frincipiji obfìa,/ero medicina paratur , caìnterpretaua.Et Quintiliano riprende quel
Cum mala per longas conualuere moras . lì, che orando qualche caufa,tengono le ma
in
ni fotto il come che s'egli trattafle-
mantello,
RESTITVTIONE. lole cofe pigramente^.
DONNA,
man
conta danari con
fua,&
laqualc
deftra fopra la finiftra
la
a can-
Lo fcettro è fegno , che la Rettorìca è do-
minatrice degli animi, & gli fperonajrafFrcna>
to vi farà vna cafl'a,&c vn làcchetto di danari piega in quel modo che più gli piaccj.
11 contare i danari d'vna mano nell'altra Il libro dimoftra , che queft'arte s'impara
ci dimoftra.chc vno, che fa reltitutione della con lo ftudiojper non hauerfi da alcuno in per
robba non fua^non fi priua di cofa alcuna, an- fetJtione perdono di natura_5.
zi moltiplica in se IkUb le facoltà, difponen- Le paiole Ornatus, &
Per/uafio , infegnano
do così li Creditore ad ellcr liberale verfo di l'oflìtìo della Rettorìca, che è di inftruire al-
fci onero moftra chela reftitutione deue elfer trui a parlare conuenientemente per perfua-
libeia.Sc la deue fare ciafcuno da se fteflb,fen- dere-'.
x'altra mezzanità La Chimera, come è dipìnta al fuo luogo ,
La calla, oc il facchetto,ci danno fegnojche Nazìanzeno, e lo efpofitored'Hefiodo inten-
tanto il pcco,quanto l'aliai lì deue rcitituirt_» dono per quefto moftro le tre partì della Ret-
a' prcipnj Padioui. torìca, cioè la giudicìale per loLeone, per ca-
gione del terrore, che dà 1 rei, ladìmoftratìua
RESSVRRETTIONE. per la capra , perciòche in quel genere la fa-
DONNA conveio,&
v;)
ignuda, che a trauerfo habbia
lafiuiltra tenga vna Feni-
uellafuole andare molto lafciuamente va-
gando:& vltìmamente la Deliberatìua per lo
ce, ia quale per opinione d'alcuni Scrittori, è Dragone per cagione della varietà degl'argo-
Tccello,che lì tioua nell'Arabia, oue fé ne ftà menti, & perii alfai lunghi giri , & auuolgi-
fenza compagnia della fua fpetie,& quando è menti , de quali fa di meftiere per il perfua-
vecchio,per lunga ctà,acceudc il fuoco con l'- derc-j.
Oo z Rie-
. . . . . ,
perche per Io più fc ne va iu cafa d'huomini DOnnain habito regale ricamato con di»
Docomciiteuolija quali fs haued'e occhi, che uerfe gioie di gran ftima, che nella man
ic feruillcio , non fi auuicinarebbe giamai; o- delira tenga vua corona Imperiale,8c nella ll-
uero perche fa gli huomini cicchi alla cogni- niftravno Scettro, & vn valbjd'oroa' piedi
tioncdel bene, con vn finto riggio.che appre- Ricchezza è poflelTione d'oro , d'argento
(enta loro de commodi & de piaceri monda-
, gioiejStati,terreni,edifici j,
giumenti, fcrui, ve
ni, lenza lafciar loro veder la vera luce della—s ltimenti,&c.
virtù, fé per particoiar gratia non è fuperata la La corona in mano, Io Scettro, il vafo a' &
Tua inclinatione . piedi, moftranOjche la prima.Sc principal ric-
SA dipinge vccchia,perche inuecchia alcuni chezza, è pofledere la volontà de gli huomini^
colpcnfìero d'acquiftarla ; altri col timore di come fauno i Reila feconda è il denaro
iiou pcrderlajhaucndonc lì polTelTo
DONNA giouane,
ghirlaada d'hcrba
allegra, coronata d'vna
, chiamata Anacam-
drittavna coppa, con la finiftra tenga per ma-
no du« pargol&ta Amori
pferotci porti al collo vn bel iafirojnclla m^n La Riconciliatione è vna rinouationed'a-
m»re.
. , . , . ,
cofa amata; Imperciòche dall'amore tra gli a- gliano molto nel conciliare, & riconciliare l'-
tnanti nafcono continuamente fofpetti, ingiù amore, & mitigare gli animi fdegnati, & pia -
ric,a quali fuccedono lo Tdegno, l'ira, & l.i_j car l'ira delle perfbnc come dice Ouidio uc!
,
al tatto di erta ritornaficro gli amori , ancor- I prefenti dunque hanno gran forza di in*
ché con odio foflero deporti , fi come riferifce durre la cofa amata alla riconciliatione,tanto
Plinio Iib.x4.cap.i7.ncl fincj. fc e dama interefiata, quanto nobile, & libera-
Il Zaffiro di colore aiurro , fimile al Cielo le d'animo,perchc s'è interefrata,fimouerà al-
> fereno,feruirà per fimbolo della Riconciliatio la riconciliationepcr l'interefle diquelprefcu
ne , che arreca all'animo fcreno flato di tran- te, fé è nobile , Se liberale d'animo d mouerà
quilità, perche ha virtù riconci]iatiua,& mol- dalla gentil cortefia del donatore, efl'endo quel
to vale a riformare la pace per quanto attefìa donojcome inditio,e tributo dell'amor fuo.
Bartolomeo Anglico lib.xv j.cap. 8j. per aut- Li due pargoletti Amori fignificanoil dop-
torità di Diofcoride Saphirus ttttqjfecundum
. pio amore, che doppo l'ira fi genera,& fi rad-
Diofcoridtm habit virt'item dt/cordiartim re- doppia nella riconciliatione con maggior go-
conciliatÌMam,m/4ltum etiam valet,vt diciturt dimento, &: gufto de gli amanti.il tutto vien
adpacem reforma» dar» ma ciò fia pofto per
: deferi tto da Plauto nell'Anfitrionc_j.
curiodcà de' fcrittori,nó per efHcaccia,ch'hab Nam in hominf*m &tate multa etteniunt htt-
bial'herba Anacampferote, & la pietra del zaf iu/modi
tìro . Se bene può efibre che il zaffiro hab- Capittnt voluptateSimox rurfum tniferias -
Publio; e però Agachone poeta era vno di quel fané mihi dele^abiliut ac-
vid-: tur nihil illis
li , chedaua occafione a Paufania Tuo cordia- ctdeve pojje . Huius ergo voluptAtis perf^pe eum
JiflìiTioamicodiadirarfì , acciòche proualìs_j participem faciOffrequenter cum eo contendent,
doppio contenro nella Riconciliationejdi che Gnudium enim capit ,fi contentionem , cuvttù
ne fa mentione Elianolib. i.capii./«f««^<y" {ubinde dijjolunntt ^reconeiliem .
fimum amantii>us e fi reperio^fi ex contentione .
R I O R M A.
conia deftia mano terrà rn roncietto onero , Si velte d'habito femplice,& corto.pcr chft_>
vn par di forbice, & con la finiftra vn libro a- gli habiti riccamente guarniti, non folo fono
pertojjiel quale vi fìano icritte le feguenti pa. nota di fuperfluità,ma ancora alle volte ài li-
iole. centiofì coftumi, & ciò caufano la morbidez-
ptreuni diferimine nullo za, & gli agi di tali habiti nelle per/òne, chc_>
AmiffA legei . quelli vfano foprabondantemento.
Vecchia (ì dipinge, perciòche a queft'ctà Il roncietto ancora è chiara fìgnifìcationc
più canuiene &. è più atta a riformare,& reg di riforma, perciòche fi come gl'arbori, i rami
gere altrui, fecondo Platone nel V della Rep. de' quali fupcrfluamente crefciuti fono, con
onde per la riforma intendiamo i buoni vh eoa elfo fi riformano tagliando via quello, che fo-
fòrmi alle leggi, i quali (ìano tralafciati per li- prabonda , & che toglie all'albero il vigortj.
cemiofo abuib de gli huoniÌDÌjche poi fi ridu- Così la riforma Icua via gi'abufi di quegl'huo
jiiim
. . . . . -
huomini la virtù deiroflcruanza,&:lo ftatodi Onde la verga di ferro fi pone per l'afprex.
buon reggimento za del caftigo,ò di fatti, ò di patole.Perciò S.
EPIGRAMMA. Paolo minacciando a Colcflenfi, dimando fcj
^^es ratio mores docet,& Uxjpraunt abufm voleuano,che egliandafle a loro con lapiacc-
Deformatilonga ditninuitq; ditj uoiczza,ò pure con la verga di ferro,
Htncvelut arboribus late ramalia crefcunt Dipii;gefi apprefib lo Struzzo,per dimoftra
' Nec matura fuo tempore poma ferunt • re , che il Rigore è minillro della Giuftiti.i_>
ite vanaexurgunt vitisrum germina ^ C^ altfl punitiua,&che fuperaper fé ftefib qua! fi vo-
' Virtus humanoin peBorepreJfaiacet . glia contrailo
Noxia rerum igiturfortis cenfura recidat
RIFORMA.
Vt V it* redeat Splendida forma nou*. RIPARO da i tradimenti
MATRONA grane ma
vecchia, veftita d'habito
femplice fenz'alciin'orna-
HVOMO chetenghi
cogna, quale habbia
in braccio vna Ci-
, la in bocca vn rama
HientOjCon la deftra mano vna sferza, &
terrà Icellodi Platano •
con la finiftra vn libro aperto col n\ouo,Argue, La Cicogna ha naturale inimicitia conla_*
in vna facciata & O^yécr/i, nell'altra. ciuetta, e però la emetta le ordifit fpeflb infi-
Per la riforma intédiamo quelle ordinatio- dic , &
tradimenti :Cerca ài trouare li fuoi ni-
ni de' Superiori, con le quali a'buoni coftumi di per corre mpcrgli i'oua couandolceflfÌL-.»
tralafciati per licentiofo abufo de gli huomini medcfima,cofa molto nociua al parto della_»
fida nuoua,e miglior forma, conforme allc_> Cicogna , per l'odio inteftino che le porta_r,
leggi.e fi tornano di nuouo ad introdurre trai Antiuedendo la Cicogna quello, ciòche inter-
medcfimi, e quefto con quei due principali, e uenir Je potrebbe fipioueded'vnramodi Pla-
conuenienti mezzi , cioè con l'efortare dimo- tano , & lo mette nel nido, perche sa beni/TI-
ftrato per il;libro apertoje col riprendere,e ca- mo,che la ciuetta abboriifce tal pianta, & che
ftigare dimoftraco per la sferza^ambedue me- non s'accerta doue fente l'odore rei Platano
glio fignificato cóle due parole del motto ca- In tal riparo refta ficuradaliiiifidic , tradi- &
nate da i. Paolo nel cap.4.della t.a Timoteo, menti della ciuetra_j,
e del facro Conciliodi Trcntoalla fefl.i 5. nel
CI. della Riforma, ricordato a detti Superio- RIPRENSIONE.
ri, acciò che fi- ne feruanoin quefta materia ,
ita vn'occhio , porterà iucapo vna ghirlanda con ogni aifetto gioueuolein aiuto,& aiuto di
d'alTeiitio & della medefima herba ne terrà
. quelli, i quali hanno necefTuàjnon che bifogn»
con là (niift.ra mano. d'efier riprcfi .
tà,e non fuor de termini, acciòchcfia di prolit GIOVANE vago ,vcflito di vari j colori »
to, e gioucuole eifendo che taleoperatione fi
, in mezzo d'vn verde, &
fiorito prato ,.
può dircche fegno di vero amore, & atto di
fia in capo hauerà vna ghirlanda di rofé^ie quaU
carità. Nw^^M^w alieni peccati obiurgandi fti~ comincino aiaprirfi.
fcipiendttm efi nego:i»m , nificttm inttrnisco^ Il Rifo'è figliuolo dell'allegrezTa,& è vna
gitationibtis ex»fnÌ7J»ntet conftieaiiam liqHÌ» fpargimento di fpiriti fottili mofll nel diafram
donobis coram Deo reiponderimas dileSìione.j,. ma per cagione della raerauiglia,chc prendo-
S.Agofìino fupra epift.ad Galat.eficndo,chc_> no li fcnfi mezzani.
quando fi corregge,& riprende con animo ap- Si dipinge il Rifo giouane , perche all'età
pa{Iionato,& con impeto, e furore, non è diJer piv\giouenile,& più tenera.più facilmente fi
tione.e amorejC^uindi ibggiungc l'iftefib Ago tomporta il rifo, il quale nafcein gran partC;
ftino nel mcdedmo luogo citato Dtltge,&d!£ dal l'allegrezza j però fi dipinge giouane. Se
qttidvoles,Si fa a propofito quello, chcdictjt bello .
Grifoftomo in S.Matteo al cap.18. intorno al- I Prati, fi fuol dire, che ridono quando ver
iattua vita fi) auflero,. intorno a quella de gl'- deggiano,& i fiori quando fi aprono,pcròdm;
altri benigno, bcduc conucngono a quella figura.^.
ialiugujicja l'occhio fopra^ fignifica tu*
.
Parte Terza
'1
07
Ri/e R//é
di varie penne jle quali lignificano leggierez- ia, & biutta.percheil brutto,8c
l'indecente , e
za,& inllabilitàjonde fuol nafccre l'immode- fenza decoro, comedifTe Ariflotilc nella Poe-
rato tifo, fecondo il detto del Sauio tica,dà materia di rifo, & vi farà vn motto .
ROMA
Ri/us abuodat in ùreJÌHltorum . AMARA
G
RISV TE^!^ERA»
N A.
DONNA armata
acmi yCcnla man
a fèdere fòpra diucrfc
deftra(bftenga fcttc_->
niente Ti
combattè contro
Galli d'a Romani
le
vnita con effe Joro.
nationi,e Popoli nemici al
colli, in cima de quali vi fiala Vittoria, tenga nome Romano , tanto per gloria della Repii-
nella finiftra fioriti eambi di lino con vna co- blica quanto per l'accrelcimento dell'Imperio
rona di pino, a piedi vn bacile &boccale con Romano , che molto fauorì quefta Prouincia
altri vafi". figura fimile vedefi nei Palazzo di per lo Aio coraggio militare. Augusto ordinò
paenza_^. Tarmata Nauale di Rauenna Citta prolfima_^
Bellicofa perogni fccoloe fiata qticfta Pro- al lito Adriatico Metropoli della Romagna,
latncia. Con Tofcani fuoi primi habitatori com acciò guardiane il mare Adriatico fiiperiorc-j^
battè contro i Galli Tranfalpini lungo tempo, come narra Straboiie,& Suetonioin Auguro.
da quali fcac.cÌAii li Tofcani, & diuentaca la_j cap.49^.& Vegctionellib.4 cap.31. diccchc^.
Frouincia de Galli infinite battaglie & acerbe Tarmata de Rauennatiandaua in corlb per 1'-
xotce diede con i Galli a Romani^ viuci final. Epito,pe£ la Maccdonia,f er i'Achaia, per la
Pro-
. , .
v^
moke cohorri per terra; fi come notifica l'in- ne a Gothi,e Longobardiife ben non hebbela
fcrittione di Lucio Vicedio Prefente da Ra- Prouincia continue guerre come prima; nondi
iicnna della Tribii Camilla faldato a Canali© meno flette alle volte in arme, fpetialmentcj
della fèfta cohorto Ràuennate , la quale tro- al Tempo di Federico fecondo Imperadore il
iiaii in Ron-,n a S.Biagiodella Pagnotti.^. quale prefe Rauenna, indi nel i Z40.pofe l'aflc
DU. MANIBVS dio a Faenza Città di Romagna, e ftentò vn'an
FOS5I^. GNOM^ no prima che la potefl'e ridurre a renderfi,nc_>
L. VICEDIVS. L. F. CAM fu poca lode a Faentino di refi Aere vn'annoa
PRASENS. RAVEN fi potente Imperadore fulmine di guerra, indi-
tio Colonna Duca dì Zagarola Capo di tutti fi Pontificemac S^R-E. Hoc laudts mouumentum
publicano gli oflitiali della militia , e tra gli dedicauitapprobante S- P. ^
F attentino .
altri il Capitano Gioua Battifta SeneroIiFacn
Eflendoquefta Piouincia vifllira in conti-
tino per la molta efperienza militare , per lo nue battaglie>&'hauendo prcfo ad|ogni occor -
feguito,& per la prattica che haucua nelli con renza lea\mi con fua gloria & honore indi-
fini di Romagna & del Ducato di Ferrara fu
fefa di Roma, dalla quale ha meritato il no.
dechiarato Luogotenente di tutta la Caualle- medi Romagna per moto proprio di Carla
ria Fatte tutte le ncceflarie proui/ìoni d' Ar-
.
Magno Imper3dorc,& d'Adriano primo Pon-
me, & di Gente fi conchiu fé l'accordo tra l'Il- tefice , è ragioneuoleanco che pigli la forniA
luftrifTimo Cardinale Aldobrandino Legato della figura come Roma di Donna armatn_^
dell'Ellcrcitodel Papa , & la Sereni dì ma Si- a federe fopra le armi , con i fette colli nclla.^
gnora Lncretia da E (le DuchefTad'Vrbino fo delira, per la flima che ha fatto la Romagna^.»
{criuono,che la mafia, & l'accordo fi facefls_> quella Prouincia^ impcrciòche ella èi! fiore
ma più fede preftar Ci deue al- d'Italia , fermezza dell'Imperio , ornamentot
in altre partii
della dignità, tanto èil eoufen/b delli Munici^
l'infcrittione comporta dal Signor Giouanni
ZaratinoCaftellini, che vide in Faenza tutto pij,& delle Colonie, che pare confpirino tutti
l'apparecchio dell'eflercito , & delle armi , & a defendere l'auttoiità dell'ordine Senatorio ,
riduffe in brcue compendio tutta l'imprefa. Se & la Maeftàdel Popolo Romano. Come la pili
il fuccefio nel feguente elogio,diretto a Papa
pacifica, & vnita Gallia con Roma prcfe no-
Clemente Vili, di felici/lima memoria, che me di togata, &. l'habito della Romana toga^^
con folecita cura comandò l'imprefa—s. come nota Dione lib.46 & nel quadiagefimo-
fettimodice che riccuè la Cittadinanza (eco b~
CLEMENTI. Vili. PONT. MAX. do la formade gl'in.l.lituti,& leggi d'Italiajla
Principi Opttmo (^ clementifftmo ob 'Eerr». quale datale fu da Pompeo Strabene padcc_^
rienfem expedittonem ctleritate mirabili par a- di Pompeo Magno finita la guerra Maifica-.?
t/im,F*uentiam canuenientibus PETRO AL- l'anno del fuo Confolato.664.dall'edificationc
DOBRANDINO CARDINALE Pontifici di Roma, di che Onofrio Pannino nel libr®
"Fr/itris filit,ec clefiaflici Pxercims fupremo mo- dell'Imperio Romano fotto il capo delle P;a>
d&r/iure . OCTAVIQ MAUDlJtiQ Cardinale fet!;urcj& Giulio Lijf fio ugli'XI.de gli Auaaw
liidii
y7ó Della nouiTsima Iconologìa
)i di Tacito. Se bene il nome della Gallia_^ cro, fi come narra Giordano, antico Vefcouo
Togata diiicnnc communc alla Gallia Trafpa diRauenna nelle imprefe Getiche. Tran/aito
liana, a tutta laLombardia, manifcftafi que- Tado Amnc *(( Rauennam regiam Vrhsm c»-
ftodaGeraielib.viij.& da Hirtio quando feri fira compofìtttertio fere militarlo ah Vrbe,loc»,
Me cheCefaretrafcoife tutte le regioni della qui appellar :-ir Pineta . Altri Pi ni circondaua.
Gallia Togata,& che fece Prefetto di lei Tito no la campagna di Faenza- Silio Italico lib.g.
Labieno Dione parimente la chiama tutta_*»
. VKdij-ySolcrs Artta coronantem nutrire Fauen-
Gallia Togata, & Mela pone i Carni, & Vene- tia yinum .
ti nella Gallia Togata, Àiitoii che fanno con- Fin hoggidì ritiene vn campo di Faenza ver
tro Leandro Alberto , ilqual non vuole che (i fo San Lazaroil nome di Pigna. Nella bafedi
chiamafl'e Gallia Togata fé non la Romagna Vlpio Egnatio Augure Faentino defcritto da
Cifpadanajmà vedeu che fu nome communc Smetio, vi era in ogni lato vn pino come mi*
ancoalU Tranfpadana Nomi fuoi partico- niftiod'Ifide nell'Imperio di Valentinianoc
.
lari furono quelli che la Romagna pref.- da_^ Valente. La corona di Pinodauafialli vincite»
Caio Flaminio , & da Marco Emilio Lepido n Ifthmicijdifmefla che fu la corona d'Apio,
Confoli di Roma l'anno dalla fua edificatione della cui corona di Pino Plutarco in Timolcon
5 6. perche quefto laftricò la via da Rimini a
(5 te,& nel quarto Simpofiaco, Plinio lib. 19. e.
Eologna fecondo Strabone , fecondo altri per lo.Eliano lib.é.cap.i.dc Animali,e Statio nel
finca Piacenza.douefi ftefe la iurisdittione_> 5" delle felue nell'Epicedio al Padre .
tutto il corpo della Prouincia ma anco tre fue Per honorc di quella Prouincia è da fapere
Città prefero i! nome da Romani Senatori, il che il detto vero Imperadore traile origine-*
foro di Cornelio, il foro di Liuio, & il ferodi da Faenza di Romagna non folo da canto ma-
Pompilio. Per l'attettodunque,che ha dimo- teriio,come fctiue Giulio Capitolino, ma an-
ilrato la Romagna in pigliar l'habito,& li no coiada canto paterno.che da Tofcana loderi-
rà de Romani, per la lincerà fua fede, per la_^ ua detto Capitolino: e Spartiano dice che la_j
limilitudine del nonie , che ha con Roma fua nobiliflimafua Origine paterna vcniffe dall'-
compagna nelli fatti egregi) fi deue a lei cor- Etruria,ouerodaFaenza3cbeiiedice,perche«».
po,di figura flmile a quello di Roma . Faenza, era nell'Etruria,ne vi era in quelli au*
Nella finiftra tiene fioriti gambi di lino per tichi tempi,ladifi^crcnza,e varietà che fa Giù
la finezza de quello che in Faenza tuttauia_j lio Capitolino*! Auanti l'Imperio de Romani
fcrifce tanto quanto al tempo di Plinio. Il ba- la potenza de Tofcani fi ftcìideua oitra modo
cile, 3: il Loccale con altri vafi, per la delicata per mare,& per terra, dal mare lliperioreall'*
maiolica, e fignorili vafi di terra cottajche nel inferiore,! nomi ne danno manifelto fcgno,v-
la mtdema Città fi fanno, la cui Argilla, & no de quali Tofcano fi chiama,&: è il Tirreno
polito lauoro ha tolto il nome a gli antichi va- inferiore , nel quale entrai! Tenere di Roma
fi di Samo,& d'Arezzo di Tofcana tanto da_j alla bocca d'Oftia, l'altro Adriatico da Adria
varij Autori celebrati de quali vafi fé ne fa Colonia de Tofcani , & è il fuperiore quanto
parte a tutta Italia con laude di Faenza per fi dominò la più antica Tofcana in qnefte parti
vago artificiojpoiche l'ecor.do Plinio lib-j j.c. Adriatiche, r?vt»i^/?</«»<c, érCiSpadafì*, tanto
12. così anco fi nobilitalo i paefi. La corona-^ Ùi poi occupato dalla Gallia, nella quale lì
di Pino le le da per lo gran circuito della Pine compiendeua Padoua per auttorità di Dione
tachein quella Prouincia vicino a Rauenna libro quarantefiraoprimo, &c per autorità di
vcdcfi la quale verdcggiaua fin'al tempo di Cornelio Tacito ncJ primo delia fua hiftoria
Theodoiico Re de Gothi , che andò a Roma fi comprendeua Milano, Nouarra, e Vercelli
l'anno 500. del Signore & accampò il fiioef- nella Gallia Tranfpadana, doue anco Io mette
fcrcuoiiiquefta v:ifla Pineta contro Odoua- Plinio, il quale fa cominciare la riuiera della
Gallia
Parte Terza. i7i
Gallia Togata c!a Ancona,che e fbpra l'Adria dalle Alpi , ò per dir meglio Apenino & palTa
tico , mede ma liniera vede fi la Ciccàdi
nella perla Valle di Lamone fatta a guifad'vnlàb-
Rimiui,&di Ccfenaj io. miglia difcoftoda.^ da greco.A.il cui fupremo angolo aflai ftretco
Pacza edificata nella via Emilia dirittiuamen tocca l'Apenino,fi dilata poi tanto che tient^
te vcrfo Rolognajla qual Bologna era capo di di larghezza fei miglia . di lunghezza xviij.
Tofcana per hno al Rubicone fiume , termine confedici milla habitanci,capo della qual Val
già della primiera Italia che qucfti luoghi
j le è Brefighelia per relationc del Boterò fei ,
fuflfero de Tofcani habitat! fcacciati poi dd_^ miglia fopra Faenza,nclJa qual Valle da fuoi
Boij,Senoni, & da altri Galli, lo telHfica_j feroci habitatori vccifo Oddo figliolo di Brae
Polibio libro fecondo & Liuio libro j. & 37. ciò Montone che per Republica di Fioren-
la
& 39-qiiindi e che Plinio lib.j. cap. 15. ragio- za combatteua cótro i Capitani di Filippo Vi-
nando di quella ottaua regione chiama Bolo- fconte Duca di MiIano,dilfipato,& meflb in i-
gna Felfina capo d'Etruria; veggafi quanto no sbaraglioil fuo eflercito fu prefo Nicolo Pic-
tail Painiino nelle Colonie dell'Imperio Ro- cininojche Ioregg£ua,& condotto prigione.»
manoj& il Sigonio de Antiquo iure IfaltA lib. a Guido Antonio Manfredi Signor di Faen-
i.cap.z4 zf.ió. non cifparagnaremo di alle- za, Se Contedi Valle Lamone, i cui Fluomini
gare in quello paflb Porcio Catone citato da_^ fono dal Bembo de Re Veneta commendati
Gio: Battiita Pio nelli Tuoi annotamenti cap. per Brani foldati & riferua ( come dice An-
,
xy.dal Sigoiìio, & Caio Sempronio commen- nio) il valore de Tirreni antichi Tofcani, i
tati da Frate Annio Viterbefe, ancorché fie- quali non tan»o nella Gallia Cifpadana douc
no riputati per Apocrifi dal Volaterrano , & è Faenza , ma anco nella Gallia Tranfpadana
dal Pofleuino, poiché concordano in ciò con di là dal Pò prima de Galli dominorno,& mol
li fudctti Auttori.le parole di Porcio Catone-* te Città edihcorno, tra quali Verona nomina-
nel libro delle Origini ibr.o queftc, Gallia Ci- ta fecondo Caio Sempronio da Vera famiglia»
Spxd-ìna olim Bianorn et -vtcìore Ocno>poflea Fel de piti antichi Tofcani, & confermafi da Por-
ceflore Bono Tofcano Bononia fu chianiat.i_j) per adotiione fu della »Genre Giulia nella_^ ,
Caio Sempronio nella diuifione d'Italia piglia Paleftma Colonia Aelia da Adriano Impcra-
Flaminia per l'Emilia, fi come altri Autori e- dore che fu della Gente Elia, nella Gallia Bel
tiamdiode noftri tempi Flxminin a Borioni:*
. gica Colonia Augiifta Vluia , da Traiano che
ad Rubiconem amnem antea, ìelfind ti princi- fii della Gente Vlpia.Cosi nella Gallia Tran-
pe Hctruri&mì^ii Coloni^! Lamontl/us. Tua Fel- fpadana ode Cenomani, Verona da Vera Co-
fina Bologna & il Rubicone fiume non lungi lonia denominata dalla famiglia Tofcana Ve-
da Rimini, vi è nel mezo Faenza, & di più il ra, della quale fiì la Gente Ceioniaj&'fi riten
fiume di Faenza chiamafi Lamone, & da lui la ne fempre il cognome Vero per memoria del-
denominò Dante nel canto 27. dell'inferno . la famiglia Verad'Antico Tofcani,dalla qua-
£« Città di Lmnon, e di Santerno . le difcendeuano.Di loro trouafi nelli farti Con
Annio in detto luogo di Sempronio Dtirat folari Lucio Ccionio commodo Vero ConfoJe
hiiin4 regioìiis longitnUo a Bononitt t'f%posì A- di Roma l'anno del Signore 79. & vn'altro
riminum irt Rubicone flnentOyin q»am cntn He- Confole del 107. feguita poi Lucio Ceionio
tru/cis ,ctitim Lamoncs Colonias mtfit td eli , commodo Vero con titolo di Ce fare adottato
lietrufcp.s maritimi ob vicinum mare Madri» da Adriano Imperadore & hebbe per moglie
ticum Lamones enim funt Hefrufci maritimi
. Domitia Lucilla Augufla così nominata da-a
HerculeiDà quefti Lamoni Tofcani maritimi Adolfo Occone nelle Medaglie,& dal Panni-
Herculei è dettoli Lamone fiume che da Pli- no nel libro deRomani Prencipi , la quale fti
nio Ancmo s'appella, &da Pio fecondo nelli da Faenza figlia di Nigrino che d'ordine d'-
Commentarij lib. 3. Amon.il qual fiume forge Adri;ino pei cijiior della fua pctentia fu am.
mazzate
.
chefcrifTe del iizé.jiel quale anno tuttauia_* riufciua sùla piazza ddl'Annuntiata,fii ferra
fioriuano.il come egli telì:ificaj& narra quan- ta al tempo dell'afle<lio del ijig.Mà non vi è
do Luitprando Re de Gothi pofe l'afledio in- meglio per maggior certezza, che produrre il
corno a Faenza l'anno del Signore 740. chc_j teilo di Polibio, che fiorì nel tempo di Publio
gcnerofamente per la direfa della Patria, com Scipione Africano. 100. anni auanti la venu-
batterono, iiij. figlioli di Valentino reftando- ta di Noftro Signore Egli nel fecondo li-
.
nc morti tre di lorojdifcefi dall'Im.pcriale ftir- bro doue defcriue l'Italia,così dice. Le Cam-
pe degli Antonini, cognominati anco nel me- pagne , che fono in mezo tra l'Apenino, e'I
iicmo tempo di Camonitia, nome corrotto da mare Adriatico, fi diftendenofino alla Città
jUe itiam pAfrijs agmen cietOcnus ab Oris pianura vi è Faenza Teftiiìca l'ifteflb Poli-
.
^)«» mures^matrisq; dedittibi MantUM nomen bio nel rcrzo libro , che Piacenza fu edificata
& pili a bailo di qua dal Pò, &
che la pianura del Pòfinifce
Ipfd'c/iput PofHlii Tttfco de fjtnguine -vires . ad Arimini Città , ch'c sii la riua del mare A-
Doue Ser«io a(I"eriii<; , che Ocno figlio del habbiamoche da Arimini a
driatico,già detto
Teucre Tofcano edificò Mantoua che i To- , Piacenza diua la via Emilia di Romagna.^.
Dal
. a ,
Parte Terza.'
r7S
Dal Rubicone fiume vicino ad Arimini infìno niuna Diocefe , nondimeno riconofce nello
di
nella Lombardia era quella parte de To/cani> Rauenna Metropoli di Romagni
/pirituale
che occuppata da Galli fu detta de Boi come j ìc però molto bene il Platina lo chiama Ro-
afferma Fra Leandro, (& prima di lui il Bion- magnolo. Papa Honorio fecondo fé è del con-
doci fa fapere che i Boij non folo tennero do- tado d'Imola come piace al Platina, fenz4_»
mìnio per la Romagna, & per tutto il Bologne dubbio viene ad efler Romagnolo,^ chi lofi
(è,mà per quel di Modena ancOj& di Reggio, di Bologna non pregiudica nulla, perche Boia
non fuor di propofìto altri reputano Parma_^ gnaèpoftain Romagna da Fra Leandro Al-
fondata da Tofcani,& principefl'i d'alcuni Po- berto BoIognefe,& è nella parte di Romagna
poli Etrufchi , auanti che fufleio polfeduti da detta propriamente Emilia , Martiale lib. 6.
i Galli Boi j, che fcacciarono i Tofcanida que epig. 8;. nel quale piange la morte di Rufo
fte parti fi come ferine Tito Liuionel 57, lib. Bolognefe.
doue nomina Colonia Latina di Bologna_j.
la Ittnde tuo lachrymtis orbita Ssnonia. Rufo,
ufger captiti de Galli Botfs fueraf^GalUTu/cos
s. Etrefonet tot»\plan£lus in Aemilia .
detti Hillorici, Popoli diftinti,&: cofe narrate, dubioii Biondo, &: il Razzano lo fa Ronagno
fi viene in cognitione che il fìtodi Faenza_^, loda Toffignano fette miglia (opra Imola U .
era inTo(cana,nel mezodi quella parte chc_> Panuino nella Cronologia lofi da Rauenna*
fu occupata da Boij,& non fi troua che quelli &: nell'Epitome due volte Io mantiene, il Pe-
campi, & pianure hauefièio altro nome auan- ti"arca,il Volaterra(io,& altri lo fanno Roma-
ti Ir Galli, che di Tofcana,ne che vi habitafle- no tra quali Gio. Azorio,& ^ confondeno nel
ro altri che Tofcani. anzi li monti fopra Faen- numero del nome di detto Papa,& nelle fu!i_>
za (b no me flì in Tofcana dal Cardinale Adria dignità, poiché fu Arciuefcouo di Rauenna_»
no nel viaggio che fece con Papa Giulio fe- vn Papa Giouanni. Certo è che la Prouincia di
condo da Roma a Bologna,che pafsò per luo- Romagna hoggidì abondadi Perfonaggi iiift-
ghi alpeftri di Modigliana, & Maradi Dioce- gni?ncireccellenza dellearmi corrifponde_*
fe di Faenza ,& per TolTignano Diocefe d'Imo all'antica fama de fuoi maggiori il Marchefe
la, in quelli verfi Eflametri Malatefta al prefcnte Generale del Papa in A-
T.fì lociu extremis in monti htis afper hetrufcis lugnone.FiorifcoRoin Roma molti Prelati, &:
Hit>^c diBum perhihent a Tuffi Tuffinianum . principali Palatini da Rimini, & Monfignor
Ilqual Tollìgnano è ly.migliajfbpra Faéza. Maraldi da Cefena Datario, di Nof^ro Signo-
Vnaltra. fimilc equiuocacione in pregitnli- re. Sopra tuttco viucno ncIl'Apoftolico Srnata
tiodiquefta Pronincia occorre, & è che Papa di Santa Romana Chiefacre Cardinali riliu-
Pafcale fecondo fi tiene in certe Cronologie-» ftrilfiraoGininafio da Cartel Bolognefe crea-
per Tofcanoj l'Abbate Vurpergnefe,Pandolfo, tura di Papa Clemente OttauOj&dne creatu-
& il Ciacone di ìm^natui in Tufcia,alias Fla~ re diN.S.Papa Paolo. V. L'irinftrifllmo Tonti
r»i»/<r,ap-into come Spartiano di Vero Cefi re da Rimini , & l'Iliuftiiffimo Galamini detto
Maiorts cmnes nobiliffìmi^quorum origopleraq; Aracelida Brefighella patria firailealla fama
ex Hetrtiria fuityvel ex fauentia.Si come hab- Ci Ithaca di fi co, e copia difaggie, & valorole
biamo certificato che quefto Vero Cefare con Perfoneagli Heroi delgran Laerte non infe-.
Vcrofuo Imperadore fia ftato di Ro-
figliolo riori. Patria che ha mandato fuora Genera-
magna , anco certificaremo che Papa Pa-
cosi li d'efterciti,& Colonelliinuittivfciti dall'Ar-
fcale fecondo fia ftato ancor elfo della mcdem migera famiglia de Naldi Da Brefighelli,*»
.
Prouinciaractefoche nacque in Bieda contado partì Bobon Naldi che del 1494 fùGenerale:
di Galliada che nella fua Creationc l'anno dell'Artiglieria di Carlo Ottano Redi Fran-
i099.doueua efl'ere della Rejmblica di Fioren cia, col quale indetto Regno fé n'anHò, & dai
za, fi come hora è del Gran Duca di Tofcana, cui nacque Filiberto Naldi Bordigera, che fui
ssÀ e polla nella Prouincia di Romagna, & è Ambafciatore in Roma-d'HcuticoIì.tondo-,c>i
. . .
fu poi Chierico di Camera, & Nuncio iiiFrau Purpureis cinxit GALAMINI tempora i^irist
eia Confiderando il Signor Ciouauni Zara-
.
At^Art Cceli prà.pofmt Tttulo .
Mh
i^
. .. , .
l'^de Si' ATJE ma; or tempore ccfc t ìoonot . za fpinc, volendo fignificare, che lidilctteuoli
Gejlit ounKs Marriclafimul lubfigna Draconis, penlicTi amoro(ì,che ha in tefta vn riuale.noa
Exultat gradi bus fuptdn vndafuis fono fenza fpinc di Gclofia .
Anttquam Aemilia jieTitUo ia reddere nomen. Veftcfi pompofamentc, & moftradi porge-
Vlatnintcqjpottsreddere Flaminia : re la collana d'oro nella guifa , che fi è detto,
Eia age iOSTIFJCE a tAVLO noua nomi- pcrciòche rhuomo,che ama, & ha altri con-
na fume^, correntijvuol moltrare di non eflere inferiore
It iirauere vias, èxtulit ISTE VIKOS del fuo ruiale.màcon l'apparenza, & con l'o-
pere cerca di eflere fiiperiore , & fà a gara di
Iporgere liberalmente più pretiofi doni alla_^
R V A L I T A\
I cofa amata
N Agiouanetta coronata di rofe.porapo-
V famcnte vcftita , che con la deftra mano
Li due montoni, che con le corna fi
R M O R E.
,r
.
emBOBOBaBBai
Parte Terza .^
S77
tatina vale tani'oro corpi, &
che il principio de i venti deriua dal'
Tiene con vnamano lacolomba,pcrciòchc l'humore,& che l'innato calore degli anima'
(come narra Pierio Valeriane Jib.n) è geio- li ha di bifogno di refrigerio d'aura
fuau^
glifico dell'alia, & nel tempo peftilente,& con Onde per fìgnificare quelta falubrità, & tem-
tagiofo quelli, che altra carne non mangiano, peranza d'aria , habbiamo porto quel motto,
che di colombe, non fonmaidacontagionc_> iPI RAT LEVIS AVRÀ FAVONI,
alcuna era in vfo , che fé la pcfte co-
ofFefi, Se cioè, che doue è laliibntà d'aria, fpira la fua-
minciaua a offendere gl'huomini , non Ci pre- uc,&: delicata aura di Fauonio, che è l'ifteflb
paraua altro cibo a i Re, che la carne delle co- che Zeffiro, habbiamo figurato detto vento- fol
lombe, quantunque Diodoro affermi, che il vi- leuatoinalto dall'aria, per dinotare.che l'aria
tello , & rochafolamente folle li nutrimenti quanto più è lontana dalla terra , tanto più è
di quei Re . puia,& fimile alla purità celere, &perconfe-'
il vento ZefRroj che tiene in alto, gli fi dà, guenza più falubre:quanto poi è più vicina.^
perche fecondo alcuni Auccori venti nafcono i alla terra,tanto più è aria fredda, groffa li- &
da]raria,come attefta Ifidoro de natura rerum mile alla qualità di eifa , per conseguenza &
cap. 5 6.& l'aria vien purgata da venti benigni, meno falubrc.
e temperati,!! come da venti maligni,&: iutem L'Aquila,chevi alTifle, lignifica la falubri-
{terati vien corrotta , come dall'Auitro vento tà dell'aria,pcrcheeHaconofcc quando in va
detto, ab hauriendo,datrahere l'acqua, cht_j paefevi è l'aria infetta, donde ne fugge,& va--
fa l'aria, grolfa,nutrifce, & congregale nubi, a far ftanza,doue è l'aria falubre, & ciò natu-
& chiamafi Notho in Greco, perche corrom- ralmente fanno tutti gli augelli, ma bafti adi-
pe l'aria,lapefte che nafcc dalla corrottione_> moftrar ciò con l'Aquila, come regina di tut-
dell'aria per la diftemperanza delle pioggic , ti gl'altri augelli.
e della ficcità, foffiando l'Auftro vien trafpor-
tata in varij paelìjmà foffiando Zeffiro, che_> S A L V T E.
fignifìca portature di vitadifcaccia la pefte_>,
rende pura l'aria, & di/llpa le nubi, la naedefi-
DO NN A
a federe fopra vn'alto feggio,
con vna tazza in mano,& a canto vi fa-
ma virtù ha il vento Borea altrimente detto rà vn' Altare, fopra al quale fìa vna Serpe rac-
Aquilone, ma noi habbiamo eletto Zeiiìro, co- colta con la teita alta .
me vento più d'ogn'akro benigno , e grato a Qucfìa figura è formata fecondo la piu'an-
Poeti.Hom. padre di tutti gl'altri, volendo nel tica intelligenza , dalla quale s'impara facil-
la quarta Odilfeadefcriueie l'aria iàlubre,pu- mente, che in che conlìfta ; lade-
fia falute,&:
ra,e temperata dal campo Elifio,così dice_^ fcriue Lilio Giraldi nel primo fyntagma, e &
Sed te ad Elifum campum fines ferri prefa in parte da vna Medaglia di Neione_»,
IptmortaUs mittenti vbi flauus Kadatnanthus & di Marco Caflio Latieno.e totalmente d<i_^
_
e(l. vna di Probo Imperadore dcfcritta da Adol-
Vhivtique facilUma viuendi ratio eìì homi- fo Occone.Salus fella injidens, cui/mi fira inni-
nibtis titur.dextrapateratn fgrpeattex ara profilienti
ì^on ntxyfieq; hyems longa, neque vnquam im- porrigtt
btr , Primieramente l'Altare preflb gli Antichi, .
Sed femper Zephyri fuauiter ipirantes omnes era vltimo rifugio di quelli,che non haueita-
Oceanus emittit,ad refrigeréindumhomines. no altro modo per fcampar dall'ira dell'inimi
Cioè co;& fé adeffoalcuiio s'auuicinaua,non lì tro
Ma te ne li confini de la Terra uaua huomo tanto profbntuofo,ò ài sì poca__»
Al campo Llifio di celeftt numi religione, che l'offcndeffe ; &però Virgilio, .
One nette noa e, ne lungo verno fa folfe efbrtato a ftar vicino all'Altare, c6 fer
Ne pioggia mai màfol z.efiro ; FpirA ma credenza di conferuare la vita per mezo
Aura foaue che da l'Oceano, della religioiicj.
M^-i data, fora refrigerio apportA^. Adunque eilerfaluo , come di qui fi racco-
Ne quali verfi auuerti fce Plutarco fbpra_> glie, non è altro che elfere libero da grane pc-"
Homcro, ch'egli conobbe la temperanza del- ricolo fbpral1ante,per opra òdi sé, ò d'altri.
l'aria cflere falubrej& confarfi alla famtàdc-» Il feggio,& il f edcre,dimoftra,che la falutc
Pp t partu»
. . .
«10 iucrodutcore delle cerimonie facre m Ro- Fa N CvnaV L L A conche quale porgeman9
I , nella delira
na, volle che dappoi che il facriticio folli.»
,
tiene tazza, la a be-
compito. il Sacerdote fcdelTc. dando indicio del uere'ad vna Serpe, & nella (iniftra vna verga,
la ferma fede del popolo.per ottenimento, del col titolo, SALVS PVBLICA AVG.
le gratic dimandate nel ftcrificarcj.
La tazza dimoftia, che per mczo dei beuere S A L V T E .
fabricalfe vn Serpente di bronzo fu'l legno , to per elfer nati molti dall'acque co l'aiuto di
nel quale guardando ogn'vno che fi trouaua quello faluati, poiché nel tempio di Netunno,,-
ferito,riceueuafolo con lo fgiiardo la fanità . che era in Ifthmo fpeifo s'andaua a vedere fo-
Si notano adunque in queita figura quattro pra il Delfino Palemone fanciullo d'oro, & di
cagioni, onde nafce la falute, quali fono prima auorio fatto, il quale haueua confacrato Her-
Iddio, dal quale dipende principalmente ogni cole Atheniefejperciòche i aochieri per hanc
bene,& ii dimoftra con l'altarej Poi le medid- re ficura nauigacione fan riuerenza a Palemo-
r-e,& le cofe neceflarie alla vita per nutrimen ne, dunque per la SaUiezzafi potrà dipingere
to, &fi fignificano con la cazza l'altra l'cua- , Palemone fopra il Delfino.
cuatione degli humoii fouerchi molìrati nel S A I NT A\
Serpente, il qual fi fpoglia della propria pelle
per ringiouenire Il quarto è il calo acciden-
.
DONNA d'età matura , nella man de-
lira hauerà vn Gallo, & nella finiftra_^
tale nato fenz'opraj òpeuiimento alcuno, il vnbailone nodofo, al quale farà auuiticchiatx
che fi molba nel feder otiofo.come auucp.nc a intoriK) vna ferpe .
quello ,che fi tifano della pugnalata dell'ini- Il Gallo è conlècratoad Efculapio imica-
inico, che gli franfela cruda poftcm.L-.'. tore della niedicina, per la vigilanza, che deue
Et perche lìdiftingue lafalutkidcSacn Theo- hauere continuamente il buon medico Que- .
logi in faUue d'anima , 8c di corpo diremo , fto animale da gli Antichi era tenuto in tanca
quella dell'anima porilederfi, quando fi fpoglia venetatione,chegli faceuanofacrificio, come
l'huomo delle proprie pJifioni,& cerca in. tut- a Dio. Socrate, come fi legge prefio a Platone,
te le cofe conformai fi con la volontà di Dio, quando fi tioaaua vicino alla mortc,lafciò per
& quella del corpo quando fi ha commodità teftamento vn Gallo ad Efculapio, volendo fi-
da nodrirfi in quiete, & fenza fartidio. Il che fi gnificare , che come fàggio Fiìofofo rcndeua.
moftra nella :azza,& nella fcggia .. gratiealladiuina boiuà la quale medica facil-
mente tutte le noilre molellie,& però è intef»
vn'altra del , fi vede vnaDoa-
medcfimo per Efculapio la participatione della vita pre-
INna,la quale con finiftramano tiene vn'ha
la te ntc_>.
ila,&. con la dcftra via tazza dando da bere_> Il ferpe ikI modo detto è fegno di Saniti
vna Serpe inuolta ad vn picdeftallo . per eflèr fanilllmo, & molto pili de gli altri a-
L'halla , 6i il.piedeftallo, molhano la fer» liimali, che vanno per terraj & poitiinfiemeil
mezza, & Itabiluà ia luo^o della feggia dettai baflone,& laterpe>ehe lo circonda, fignifica-
di fopra, perche noa f\ può dimandare falute ,, no la fanità del corpo mantenuta per vigore,^
quando non fia ficura>& dabllc, ò che habbia, dell'animo,& de ^ìi fpiriii
pericolo di finiitro accidente, ò pur di cadere. Ec cosi fi dichiara ancora da alcuni » il fer-»
Dal che railìcural'halU,fopra alia quale H fo- pente di Mosc pollo meddìmainente fopra..j
ilkeQO .
SANI>
. ..
Parte Terza V9
N A^
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K^^
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DONNAche con di afpetto robufto,
mano
& di e^à ma- per molte medicine
Sanità
tura, la dcftia cenghi vna .
che chi mai tauro numero di piedi in quel luo La fuprema bellezza che diraoftra quella
go hauerebberagunato,fe quiui non foife fla- immagine, ne dinota che quanto la creatura è
to coftume lafciarek reliquie de'facriHcij? più preflb a Dio, più partecipa del fito bello ,
Il .Serpe anch'egli è fegno di falute & di
, £c però vn'anima beata, &: fanta rifplendendo
SanitÀ, perche ogn'anno fi rinuona,ring'!oua- conia beltà fua auantidell'altilfimo Dio,pafla
nifcejètenaciirimo della vita forte, & {ano,& I termini di ogni bellezza,& però il Dante nel
S A P 1 N A.
SAPIENZA HVMANA.
Pp 4 Mira
.
Sapiefi\jt .
fcrfapicntela contemplatione , ma vi era ne- uelTc tre terte per configliare altrui, intender
,
celTario il molto vro,& la pratica de negotij , per sé, & oprare virtuofamentejil che più chia
ficrnificara per le mani , & l'afcoltare i confi- ro fi comprende per l'armatura, & per l'hafta>
gli altrui, il che s'accenna per gli orecchi; così con le quali fi refiile ageuolraentealla forza
fortificandoli, &allettato dal Tuono delle pro- efteriore d'altrui, elfendo l'huomo fortificato
prie lodi, come dimoftra l'inilromento mufica in sé fteflo,& gioua a chi è debole, & impoten
le,con la faretra apprelfo s'acquifta, te ritiene te, come il è detto in altro propofito .
terra, mòlhando elfere aflbrta in Dio, fpo- & interpretano molti, che il ramo finto necefla-
gliata delle cole terrenc_j. rio da Virgilio all'andata di Enea a i campi
Nonèia Sapienza numerata fra gli habiti Elifij,non fia altro,che la fapienza, la qual con
virtuofi acquiftacicon vro,& efperienza; ma è duce, & riduce l'huomo a felice termine ia tilt
particolar dono dello Spirito Sauto, il quali_> tele difficoltà.
fpira doue gli piace/cnza accectatione di per- Alcuni la figurauano col cribro, onero cri-
lona.Egli Antichi che parlauano.&difcorre uello.per dimoftra re>che è effetto di Sapienza
nano non hauendo lume di cognicione di Chri faper diftingacne,& feparar il grano da j'o-
Ao Signor noftro vera Sapienza del Padre E- glio,& la buona, dalla cattiuafemcnzane' co-
tcrno , con tutto ciò ne ragionauano con gran iluaii,&: nell'attioni deirhuomo
religione, molto cautamente, & voleuano, che
il nome di fapiente non fi poteife dare ad
al-
giore di virtù>ò almeno virtù dalla quale l'al- PERCHE in altro luogo C\ è ragionato de!
cfiendo ella ab eterno la Sapienza profana lotto la figura di Pal-
frc virtù dcriuaflero,
*Tenerata,comedicc Salamone,inanzi alla tet- ladc, mi par quafi nccellàrio,che li formi vna
& inanzi al Cielo, godendo nel feno dell'e- figura, che rapprefcnti la Sapienza Diuina, la
ta,
terno Dio,& quindi fecondo i giufti giuditi j di quale farà in cotal guifa—.?.
«
Juijcommunicandofi particolarmente nel pct-
di pochi jwortali. Però ii dipinge
ekttata da
VN A donna di bellifrimo,& fantiftimoa.
fjjcttOjfopra vn quadraco,veftitadi tra-
ucrfa
Parte Terza. y^?
SAPIENZA DIVINA.
T>'Ac6to Dei honorabilii Sapicntia. Ndl'Ecdcfìcistìio alcM). I
'^•-^:
uerfa bianca armata nel petto di corra]cttOj& Salamene. 1>2 omr,i ttwpore.i,
jutt.eandid.'x^
dicimiero in teftajfopia del quale ftia vn ga! jint vejiimthta tua.
lordalle cui tempie tra lorecchie.el'elmecco In q-ianto niraimatur-hi Icttc.fono
arma
n'cfchino i rajTgi della Diuinicà nella man , turemilbchcdeUe quali Tiik-na Sapicnz:i_^
rieftra terrà vn feudo rotondo con lo Spirito d'Iddio s'armerà nel giorno Tuo, in
Sapienza
Santo in mezo,nella man fìniftra il libro del QZ^.'i.indnetpro ihoraceiufì,tiam,&>
acciplet
ia Sapicnzajdal quale pendano Tetre fegnaco prò galea iudicium cenum,
/umerfcMtum in-
li con l'Agnello Pafquale foprail libro- expMgnahtle dquttatem. U corfaletto da Lati-
Si pone fopia il quadrato per (ìgnificare,
, ni detto Thorax , fi poncua per feo-no
di nni-
che è fondata labilmente (opra ferma fede, nitione,& ficurezza^perchc difende tutte
lc_»
douc non può vacillare, ne ticr.bare da nii^no parti VI tali intorno al corpo,
&
pigi la fi per
Jato.Pierio Valerianolij. ;9 de quadrato bel fimbolodi virtu.chc no fi può rapire, perche
titolo della Sapienza. Si verte di bianco, per- lafpada,&il murione fi ponno battere à tei-
che tal colore pure, è grato à Dio, & l'hanno ra.c perdere, ma
l'armi della Sapienza del-
detto fino i Gentili. Ciceroue ìib. z-de legiius le quali vno farà cinto fono
ferme , e lìa.
Color autem albus precipue decorus Dea e/?. Et bili j imperciòche fi tiene , che il petto fia
i Sauii della PcrfiadiceuanoDf»^ ipfumnort la ftanza della Sajjienza , anzi alle volte pi-
ieletictreKiJi in albts veRib.il che Pierio Va- gi :afi il petto pei i'iftefia Sapienza.Onde Ho
Icriano lib.4 cicdo^che l'habbiiio prcfo da^ lacioad Albi© Tibulo.AV» tu C9ffui erasp,r.e
f 84 Della nouiflima Iconologia
peHore , cioè, non eri per fona fenzaSapien- che egli può infondere il perfetto lume , &
perfetta Sapienza a i Prencipi per gouerna-
Il Gallo per cimiero in tcfta il pigliare reil Mondo conforme alla Sapienza poiché
mo per l'intelligenza & Inmc ra:ionaIe,che , fi come detto habbiamo, Spirita s Deifapien^
.
che il gallo ha" molta intelligenza cono- riaRegum inueftigare fermonem impercioì :
fce le ftelle , &.conie animale Solate , rif> che appartiene all'honor d^l (ommo Giudii
guarda il Cielo, & confiderà il corfo del So- ce afcondere le ragioni de i Tuoi giudici ji di,
ie, &
dal fuo canto li comprendeva quantità ce il Cardinal Gaetano fopra le parabole d^
del giorno, Si la varietà de' tempi, per cai fa-. Salamene cap. xxv. occuitilllme ci fonolc_j«j
pere & intelligewza era dedicatoad Apollo,
, ragioni delli diurni giuditij, che fpcj(lb eiTer-lj
&à Mercurio
riputati fopra la Sapienza , & cita Tra Dio & 1 Re vi è difparità , alÈì*
. ,
intelligenza di varie fcicnzc , arti li- & Re ignominia celare la ragione de fuoij
è
berali Oltre che Dio di fua bocca dille a_^
. giuditij perche deuono manifeftare le ra*
,
lobnelcap. 28. finis dedit Gallo iiìtelligen- giorii perle quali giudica no,perche condan-
tiam , nel qual luogo da gli fcritton il gallo nino viio all'efiilio , onero alla morte ; 'nV-i
e interpretato pei^ il PredicatorCjSc Dottore^ l'honor di Dio appartiene occultai le ragio.»»'
Ecclefiaftico,che canta, & puhlica nella Chic ni dclH giudici) fuoi , perche non ha fupc-
fa Santa la Sapienza Diuina Nella rocca_^ . riore, ne vguale , perche il fuo dominio de-
d'Elide vi era vna*ftatiia d'oro, e d'auorio, di peilde folamentc dalla fua volontà , J-ctto &
Minerua con vn gallo fopra il murioné, non giuditio. ,
--
>
tanto per efler augello più d'ogn'altro beli- Secondariamente il libro figillato 'con fet-'
cofo , come penfa Paufania, quanto per clfer te figlili denota l'occultamente della diuina
più intelligente, conneneuoleà Mincru;L_j, fcienza rcfpetto alle cofe future , che è per
che per la Sapienza fi pigliaua. fare Dio finche le riueli, come efpone il Pe-
Le corna di raggio tra l'elmetto & l'o- , rerionell'Apocalifie cap. j'. difput 3. Septe-
recchie nelle tempie piglianfi per funbolo narìus numtrus figtlloy.um denotai liniuerfì.
della Sacrofanta dignità IndeMofes comibus tutem obfcurit.itÉ ,<é^dtffì:Hltatem lat^ntium
infignibusejfìngituv ,dìcz Pieribl.7.-& figura- in diuina pra.fcientìx f'itnrorum Nel me*
.
tocca il gouemo del mondo , conforme a_j cut Thefauros ejfoderis illa, lune intelliges ti.
tquclle graui,& fententiofe parole della Spien more Domini &>fcientiam Dei inuenies\. Sta
,
fum
.
cruendus malore fìudiofecie,inquiri, neUs. que pio noftro habbiamo vedute con ofcure note
ftione 5 3. così dice . Deus nofterficadftlutem Geroglificcnellebafe auanti il Pantheon. dee
anitnarum diuinos libros Spiritufitn^o modera- to la Rotonda,trasfentc per ordine di Siilo V.
tHs efi, vtnonfolum manifefìis pnfcere ,/ed e- alla fontana di Termine ; delle quali sfingi
ttam obfcuris exercere nos velici Degna è da
. Plutarco in I(ìde,& OCiridc- A/tte tempia Sphi»
ripoicaifìquella fuafentenzajche è nelle (tn- ges plernmque collocantes qua innuuntfitam
:
''"!^^
òìefCo diucrfi inftromenti faccrdotali (econio la,& praua natura , lo veftimo del Colore del
l'vfo Catholico, & Chiiftiano, che con la de- verderame come quello che fignifica molti Hu
fila manotcnghi vn calice d'oro , &
fotto il mori.& compleflloni malignc,da quali poi ne
braccio finiftìo vna pianeta, &ftola in ateo di fcguono li cattiui coflumi •
tenere celato quanto babbi tolto daTaltare.?, Natura praua bonos mores non nutrii, dicc_>
&i che fi veda che gli fìa cafcata in terra vna Aefbp.
mitria, tenendo il vifo riuolto da la parreop' Il tenere con la delira mano il Calice,& (oc
pofta del furto, dubbiofo di non cflere fcoper- to il braccio finiftro la pianeta, flola,& per ter
to,& a pie di detto altare vi farà vn porco.chc ra la mitria in atto di furto, & difpreggio, fo-
calpeftn delle rofc, con diucrfi bclliflìmi fiori. pradi ciò non miellenderò con giro di molte
Giouane fedipingc per elì'ere quella età di- parole per elTere quefta dimoftratione affai
fpolla più de l'altre a far quello, che gli pro- chiara per fé fleffa , folo dico che fecondo S.
pone il Icnfojil quale come nemico del bcne_J Thom. li- quefl.99. Sacrilegium eflfticrArei
oprare , fa che il giouar.e come inefperto , & violattohti vfurpmtto , & qucfla violatione fi-
imprudente, commetta molti errori gnifica qual fi voglia irriuerentia, & poco ri-
iHHCìitus prò fé iffn ad rutnam prccUuiSyàìcz fwetfo portato alle cofe^-.
Crifhom.ói. Si dipinge che tenghi il vilb riuolto da !a_3
.'
N D O O.
^
.Q,
^"^.ì
VN li
vecrhiojCon bocca aperta coni capei-
artifitiofamenre ricciuti, & barba bian fulo
cenere la bocca aperta
14
/Igniiica,che nor»
con fatti,ma con le parole
1
fuor de i ter
ca,d'habho vagOjSc con ricamo di grande fpc- m.mgiuft,,&ragioneuoli,fi da
grandemente
fa, terrà con la dtftra mano in atto publico vn ScadoJo,& il fa coneflc cadere
a^rtii inTal!
mazzo di carte da giocare , con la finiftra vn che mala operar]one,con danno,
& con mina
lcuto,&: alli piedi vi farà vn flauto, & vn libi© giandiifima, come ben dimt>ftia S.Tomafoin
di mufica aperto. i.2.qasft.4?.art primo dicendo,
che Scando-
Si dipinge vecchio lo Scandolo.perciòchc^ lo e detto,o fatto meno
dntco,che dà occaTio-
fono di maggior cÓ/ìderatione gli errori com- ne a graltn di rnin.L-^,,
mefU dal vecchio, che dal giouane, &: perciò I capelli ricciuti.la barba biaca
artificiofame
ben dift'e il Petrarca in vna fua Canzone, il pria te acc6cia,i-habitovago,& gliilromcti fopra
cipiodella quale_j. dettidimoftrano , che nel vecchio è di
molto
Ben mi crtdett paff»r,0>c. icadolo il metter in difparce le cofe
graui,& ar
Ch^ngUuanil fuliiTeJmtn vergegn/k x «cadere alle Iafciuie,couuKÌ,giaochi,fefte,cau
. , . . . , .
ti) della natura, perche come in vn'huomo at- Torrigit,^coUo brachi* nexa feri,.
to ad operare bene, che s'impiega al male.qnel Nil miram h&c fceleris fnnt arguffienta probrofi
male fi domanda vitio & fceleratezzaj perche G^o nil aSpecìuf^dim ejfepotef? •
pende dalla volontà per clettione male habi- Tale igitur monfìrum,dum fé mortalis iniquii
tuat.i_^«. Obflringit vitijs criminibusq-^refett
Così fi chiama vitio tutto quello,che non è
fecondo lafua proportionein vncorpo, che_>
perciò Ci dipinge la forma d'elfo, che habbia
vitij della natura , come al contrario fi fa per
lignificarla virtùjefiendo che fecondo il Ilio
SCIENZA.
fofojla proportione di belli lineamenti del cor
po,arguifce l'animo bello e bene operantc_>;
DONNA
mano
con l'ali al capo, nella deftr*
tenghi vno fpecchio,& con la fini-
lìimandofi , che come i panni s'acconciano al iba vna palla , fopra della quale fia vn trian-
dollo.così i lineamenti, e le qualità del corpo golo.
fi conformino con le perfettioni dell'anima j Scienza,è habito dell'intelletto fpeculatiuo
però Socrate fu anch'egli d'opinione, che \i^ di conofcere,& confiderar le cofe per le fuc«j
qualità del corpo, e dell'animajhabbino infie- caufe_>.
me conuenicnzA_^ Si dipinge con l'ali, perche non è fcien2a_j
Guercio, brutto, e di pelo roflb fi rapprefen- doue l'intelletto non s'alza alla contemplatio-
ta,perciòche qucfte qualità fono ftimate com ne delle cofejonde difle Lucretio nejlib.4.dcl
munemente vitiofe onde a quelto propofito dif la natura delle cofe_>.
fé Marciale xvj.de fuoi epigrammi Nam nihil egregim quam res difcernere a-
Crine rMÌ>er,niger ore,i>reuis pede, lumine Ufiés, pertas ,
Rem magnam pr&jias,ZoiLe,fi bonus es. At dubijs animi quas ab feprotinus abdit .
Parte Terza
5h
N
N A.
dorè, che venghi dal Cielo . La fcienza del bene,& del male che afpetta
Scienza e vn habito dell'Intelletorpecula- airhuomo fi chiama prudenza , la fcienz.'^^
lino, il quale conorcc,& corderà le coTt: diui- del diftribuireil bene, & il malea meriteuoli
ne, naturali, Si neccflarie per le Tue vere caule, di elfi, elagiuftitiai circa rofare,opauentare
& principi j.difiìnitione però brcuiirimanedà il benejo il male ò la fortezza, & la temperai!
bro incuoiato Leti^iofui, è vn.r vera ftrada, & vera ihada alla felicità lo dice l'iftcfib Diuino
Tborenza alla felicità. il che ne dimoiìrano quel Filofofo ìih^déVirtute' i^rudentm e/i vtrtus q:iA
il ere nomi della felicità alll-gnati dalli G i tci ad reii.tm ophiionem attinent
li^irK
antichi cioè Eudemonia, Eutichia; & Eufra. Hora trouandofi tre forte di felicità come
gialli primo lignifica lacognicione del bene , bibbia mo detto, bilbgna anco che neccclfaria
<c il fecoiido i'alfecutionc di elio , il terzo i' v- mente fi tiouino tre fotte di fcienzc: a quella
verità
.
Parte Terza
'.
191
Tctiùafpirandoiiropracitato Filorofolib. de netto, cioè temperato puro,& canc^ido, che co-
Regno dice Scientiitriafunt genera. primum fa dimanda Socrate, chelo faccia degno della
€OnfiJlittn cognofcendo^vt Arithtnetica, Geome- Sapienza, Chi dunque e degno della Sapien-
tria yfeeundum in imperando, vt Architeitttr»^ za?quello che e apparecchiato riccuere ii fuo
tertio corinfaciendo vtfabrilti , t^ alij mini- lume per mezo della coiitincnza, Temperan-
flri , Bifocriiapcrò che l'huomo auanti che ft za,& virtùdi vnanimo purgato, beI!o,& chia
Eofla dire Tiauer acquiftato la fcienza , che vi ro,& che habbia defideriodi acquiflarequc-
abbia fatto buon habironeirinielletto,& che fìa fapienza come vn thefbro di tutte le ric-
,
^n animam amat fuam in hoc mundoperdet 1tua ngolomoftra che fi come i tre lati faa
1
e.iw-,qt4Ì vero hic ram perdt4ertt, eandem in £~ no vna fola figura, così tre termini nelle pro-
terna vita recipit pofitione caufa la diniollratione,&: la fcienza.
La turchina fignifica la fcienza delle
vefi:e Il J^ggio , o fplendorecelefte fignifica che
co(e naturali , li fregi d'oro fignificanola Sa- faccia l' huomo quante fatiche vuole, & puole
pienza delle cofe diurne, & per queflo il nolho peracquiflare la fapienza non farà fatisfatto
lopracitato Filofofo nel lib- de pulchrttudintj lenza il diuino aiuto, &
per quello dice Plato-
introduce Socrate che prega li Dei iaquelta_^ ne nel fopradetto lib. Lttigtofus fapterit.a. non.
gui f.l_V'. tam humano fludio con.parari quam purgatis
O Amice Pan,atq', estera numina, date oh/e mentibus dininitu: infuri di falere , perche l'a-
trn,vt intns pulcher asciar , qu&cuvq; £> mihi nimo congiunto al corpo non fi rendè atto a
i xtrinfecus ndiacent tntrin fecis fint amica fa- fpeculare le cofe affatto dal corpo fcparate_' ,
1 '.entemfclum diuitemputem tar.tum zerohu- anzi come vna nottola pie na di caligine va
'.::s auri tradite-, quantum nec ferre nec ducerti , fuolazzando fotto il gran f'plendoi e delle cofe
a!, US c^itam vir temperatuj poJJìt,Lcco dunque diuine, Dice il Ficino nel fuo Argumcnto
SCIOCCHE
.
Qjl \-i:.e
^c^z Della aouifsima Iconologia
che Fauno voltjrc fanciulli al vento, con vna
i SCORNO.
mifla vii piombo in capo, alludendoli al detto
Ìjciuo, Plumùenrn increnÌHm perche come il ,
HV OM O con vn Gufo in capo , e con la
vcftemal compofta,difcinta.
piombo cgraue , & le ne ftà di Tua natura al Lo fcorno è vna fubita otFefa nell'honore ,
bailo, così ancora è lofciocco, che non alzL_3 & fi dipinge col Gufo, il quale vccello di cat-
siiai l'ingegno, ò la mente a termine di Hifcor- tino angario fecondo l'opinione fciocca de'-
,
ib, ouero perche , cornei] piom'jo acc[uifta lo Gentili,& notturno, perche fa impiegar glia-
rplcniore, e tofto !o peide, così lo fciocco fa- nuni facilmente a cattiui penfieri.
cilmente s'allontana da buoni propofiti.
Il ilio fenza occalìone , eetrctco di fcioc- SCI AG V RATAG CINE.
chezzajperòdilK; Salomone,mQltonfoabbon V.nI a donna bruttiflima , mal veftita , &
da nella bocca li l'ciocchi. fcapigliata, e che i capelli fieno difordi-
La girella, dimoftia, che come i fuoi penfie- natamente fparfi, terrà in braccio vna Simia »
ri.cosi l'opre foao dinelTau valore, & fi gira- ò Berta che dir vogliamo .
ftitadi drappo di vago colore,con ladeftr.u^ mali irrationali, i capelli nella guifa, che dice
mano fopra al capo di vna itatua di fallo nel. , mo fonoi peii fieri volti al male operare.
,
l'altiatcìighi vari] irtromeaci neceflarij per Tiene in braccio la iimia, perciòche è co*
l'eilercitio di queil'artCjCo' piedi pofati fopra ix volgatiirtina , & dal teftimonio deg^li fcrit-
vn ricco tappeto- cori di tutte l'età approuata , che per la Si-
dipinge la fcoltura di faccia piaceuole ,
Si mia, ò Berta s'mrenia vn'huomodagli altri
ma pocooruata, perche mentre con la fantada fp-rezzatilfimo , & tenuto per vn manigoldo »
l'hiiomo s'occupa in conformare le cofc dell'- & fciagurato ^fi come lo raoftrò Demoflcnc
arte con quelle della natura, facendo l'vna. Se nell'Orationu; che fece per Tclifbnte ; dicen-
ralxrafomigliante,nospuò iiupicgarù molto, do, che Efchine era vna Bertuccia tragica, mé-
nella cura dctle cofc del corpo. treei s'andaua in certo modo con granita di
Il ramo del lauro, che nella feucrità del ver paróle raafcheran lo , effendo egli tuttauia va
uo coufcrua la verdezza nelle fue frondi.dimo gran pezzo di tritio, e Dione hittorico, Io, di-
ft;a,che lafcoltara nell'opere fue, fi confcrua ce, non fò de miei maldicenti più ftima, che
i
bclUj&vuia contro alla malignità del tempo. li faccia, come fi fuoldipe>delle berte. Troua-
U veftito di drappo di vago colore, farà con rete ancora appreflo Cicerone nelle Epiltole >
forme alla fcoltura iftclla,laquale cllorcitu^ la berta non ellére polla fé non per huomo da.
perdiletta,&i (i mantiene per magni licenza. niente. Ne fciaccamente ò chiamata da Plau-
La mano Ibpra alUitatua, dimoftr.L_?, to la berta bora colà da nulla , hcwa fciagura-
che fé bene la fcoltura e principalmente og- tiffima, come fa nella Comedia del Milice,&
getto degl'occhi, puàclU-r medi.-liraameiUi_j del Seudolo & in q^uella del Rudente la inet-
,
ancoj: del tatto., perche la quantità foda, circa te per il ruiliano che dietro à fogni fi va lam-
la quale arcniciofamentecompoiladalla natu- biccando Concioiìa cofa , che non fi troni
,.
dettOjChe dalia magiiitìcenza vienfoilenut.i--» mani vucriiieilaò fetacciò , harà vna collana,
Ufc.ol:ura,(S; civcfcnzaclfa farebbe vile^èfor- dalla quale penda vacuorhumanoj& attacca
fe- Urtila . Q> Yiitoruelioi c«aii fiioco accefo ,
a
, .
Ilferopoloedctto Synterefis, che dal Greco Si dipinge magro, & macilente per eflerc_>
non fona altro che atténone,o conferuatione, tormentato,& confumato continuamente dal
& e quella parte dell'anima, che ha in odio il rimorfo della cofcienza come dice Ouidio de
VÌtio,& cerca Tempre tenerfì monda da colpa Ponto lib.l.
di peccato , & fé qualche fallo ha commefio Lt vt occulta "jitiata teredine nauis .
continuamente l'odia, & nefentedifpiacere.,?. Zqucreos fcopulos vt cauat vnda Solis.
S.Gieronimo lachiama corcien2a; S. Bafilio Proditur vt fcabra pofitum rubigine ferrum .
vuol che (ìf;nifìchi vn giuditio naturale che fa Conditus vt tinea carpitur ere liber.
l'huomo del benc,& del male.S.Gio.Damafce Sic mta perpttuos curarum f ecfora mor/at .
uo la chiama luce della noftra mente. Ludoui- Sine qutbus nuUos conficiantur habent .
co Viuts vna ccnfura della noftra mente, che Necpriushi menti m Rimuli , qua vita relin^
approua le virtù & fcaccia viti) mordendo
i , quent
continuamente latofcienza Sidiping^e vec-
. §^i% dolet;citiuSyquam dolor ipfecadet
chio perche li vecchi ponno molto più age-
, Sta inatto vtrgognofo efl'endo proprio del
uolmente giudicare del bene , & del male per colpeuolc hauer vergogna.
la loro erperienza,& perche cercano tenerci Si dipinge timorofo efl'endo cKe chi ha qual
la cofcienza più netta conofcendofi cfl'ere più che rimorfo di cofciéza fempre habbia timore
vicini alla de Cioueni; quali atten-
morte , i della giuftitiadi Dio , chenoi>lidia il conde-
dendo a piaceri alle voltCjBon penfanoalle of gno caftigo in qucfta vita, & nell'altra dicen»
fefc che fanno a Dio non elTendo altro la co-
, Ho anco Pithag(;:a che niuHo fi troua, tanto
,
fcienza fecondo Hugone che cordis fcientia ardito, che la mala cofcienza non lo faccia__»
€0r enim fé ttouit fn/tfcierHifi. timidilIìn.o, perche lon fta mai quieto d'ani-
. . .
Della nouiisiimiconologia
mo & ha
r paura fino del vento & Maiandro cipali che fervono all'arte fpagyrica, che non
Poeta Greco . vuol dir altro the feparatrice; non hauendo al-
Ghit a.liquidftbi c<mfciuiefi, etiamfifneri t nu- tro fineche feparareil puro dal impuro;a quel
date ijfimus . la guifaapuuto che il fcropolofo nel fornello
,
Confcter.ua tumeti faeit illum timidijpmuw^ del fuo cuore, con il fuoco del timore della_*
gc\n altro Poeta . cofcienza,con il vento delle buone ifpiiationi
§hitd yer.aprefens eonfcia menti f pauer ^ cerca mondar l'anima da ogni bruttura acciò
jirimuiq^ culpa plenusy &> fernet timens ^ ila atta ad offerirli a Dio
Il veftito bianco denota clic fi comecaden- SDEGNO.
do nel bianco qualche macchia anchor cht_>
leggiera fubitto Facilmente fi vcde,& conofce,. HV OMO armato, e veftito diroflb,con
alcune fiamme difuocojftarà con lebrac
& VI genera biutcezza, così il fcropolofo, che eia ignude , porterà ricoperte le gambe , con
Ila fattoqualche errore » fé ben fulle piccolo due peliiydi piedi di Leoni fatte a vfo di cal-
fiibito len e accorge,lo biafrna,& cerca di cor 2a.tenendoincapo vna teflad'Orfo, dalla qua
reggerlo > & pentendofi cerca ricorrere a Dio- le efca fiamma,? fumo.
come mifcricordiofo cercando di nuouo im- Il Ilio vifofarà roflb,e fdegnofb, e in mano
petrar la dia gratia , & per cj^ueftofla con gli porterà alcune catene rotte in pezzi
occhi verfo il Cielo - < Il veftimento ioffo,& le fiamme, moflrano
Tiene il criuelloeflcndo vniflrtrmenroche che lo fdegno i è vn viuace ribollimento del
fepara il biiono dal cattiuo>reparando dal gra -
fànguc-j.
no roglio>veccia,& altre cofe cattine, aguifa Lega«ibe,&Iebraccìa>neImododetto,dan
della iynterefi quale va cófiderando & elegen no indicio,che lofliegno può efler sì potente
do le attieni buone, & virtuofe, dalle cattine , nell'huomoper opradelle paftloni meno ncbi
& vitiolè.reflandole catiue nel ventilabro del lische renda fimile a gli animali brutti, & al
fi
quello pongono il principio di tutte le coféa- Le catene rotte mof!rano,che Io fdegno fu-
gibilij^ammaeflranioci il Signore che nel cuo- fcita la forza,& il vigore per fuperar tutte lt->
re confifte quello che macchia l'huomor & li ciifiEcultà -
DONNA mano
ladcftra
grane inhabito nero^che con
fi ponga vn'anello Jopia
da Gentiano in Clemente Alcflandrino Stro-
mate V. Nell'Edipo Coloneo di Sofocle tragi-
ia bocca in atro d'imprimerJaj& alli piedi da co,parla il coro inqueftaguifa.^.
anneirijfe ne vedono infiniti in Roma da ftu- Donne di natura loquaci, come le gazze, che_>
diofìraccohi Vfiualì anco dagli antichi fi- ridicono ciò, che odono dire, e fé bene la fecrc
.
CÌllar,come hoia,le lettere con anelli che fi , tczza, e taciturnità è femina, nondimeno li fe-
fiortauoindeto,acciònon (1 vedino,òpale(ìno cieti , che fono mafchi non poftono ftar rin-
i negotijjonde occoife vna volta che eflendo chiufi nel petto delle feminc. Perciò hebbe ra-
piefcntata vna lettera ad AlclTandro Magno gione Efopo di por quel ricordo. Multeri nun-
di Tua madre contra Antipatro in prclcnza di quam comtferis arcana.^ dicefi di Catone, ch'-
Efeftione Tuo caro amico, fenza fcoftarfi m^
ogni volta che conferiua qualche fccreto alla
ouardarfiidalui la lellermàfubito letta fi leuò moglie (empie fé ne trouaua pentito :anco fc_*
l'anello dal dito, col quale folca fegnare le fiie ne trono pentito Fnluio amico d' Augufto, il
lettere, e lo pofc in bocca ad Enfeflione,pcr ri- quale hauendo vn giorno fentito piangere 1'-
cordo di fecretezza, acciò nonrifcrifleil con- Imperadore , e lamentarfi della folitudine di
tenuto .Ne è marauiglia, che Augufto come cafa, e di due nepoti da canto di figlia tolti di
racconta Suetonioal cap.5.vfalfe ligillarele_> vita,& di Poftumio vnico rimafto , che in elll-
lettere con vno anello, nel cui impronto ttx^ Iio per calunnia di Liuia fua moglie viueua ;
vna Sfinge; perche la Sfinge è Geroglifico nel perche era sforzato lallare iì figliaftro fuccef-
l'occultarei fecreti, fecondo Pieriolib.é. Altri fore dell'L-nperio, con tuttoché haueflecom-
vfarono per impronto l'imagine d'Harpocra- pafiione del nipotejedefideralTedi richiamar-
te reputato dalla fuperftitiofa gè ntilità Dio del lo dall'edìlio , Fuluio riferì quefti lamenti a
5ilentio,perdaread intendere con tali fegnia fua moglie, la moglie a Liuia Imperatrice, di
chi fcriueuanoche fteilero cheti, & occultaf- che ella acerbamente fé ne lamentò con Augii
fero i fecreti • fto:e Fuluio andatofene la mattina, fecondo il
La Ranocchia fu imprcfadi Mecenate per coftume a falutare.e dare il buon giorno all*-
fimbolo della taciturnità:trouafi in Plinio lib. Imperadore gli rifpofe Augufto. Sanam men-
51. e 7. che vi è vna forte di Ranocchie nelli ter» Fttlui. óoèjDio ti dia buon fenno, dando-
canneti, e lìell'herba, mute, fenza voce, e fimi- gli ad intendere con tal motto, chehaueu-U*»
onde palla in prouerbio,Seriphia Rana, per v- dar morte, e meritamente rifpofe la moglic_>,
naperfona cheta e taciturna ,vegganfi gl'Ada eilendo ftato tanto tempo meco, non ti fei ac-
gij.e Snida nella parola Butruchos Senphios,
. corto della mia leggierezza,dallaquale guar-
oue dice Rana S^n^^ii^ dicitur de mittts ,quod dar ti doueui? màlaffa ch'io muoia prima di
ratiA SeriaphA in Scyrum periata, non vocifera- te e prcfo vn coltello s'vccife auanti il mari-
,
mute, e taciturne:-perche le Rane Serifie non fecreti con donneine meno laflarfi cauar nien
gndaiiano, ancorché follerò portate in Sciro , tedi bocca dalle lo :o, aflldue preghiere, poten
«uè le natine Rane gridauano:e però quelli di ti iufiiighe.e carezze, che bene fpelfo, comc»^
Sciro marauigliandofi delle Rane mute di Se- curiofe d'intendere i fatti altrui , a bella pofta
rifo folcano dire R.itrachos ech Sertphit , cioè fannormà in tali cafi bifbgna gabbarle per le-
RanaSerifia, laqual voce pafsò poi inprouer- uarfele dauanti con qualche artifitiofa inuen-.
bio .Si che non è fuor di propofito penfare_> tione.come fece Papuio preteftato giouanetto
(lì coire anco giudica il Paradino nelli fimbo accorto, che taciturno tenne occulti i fecreti
liheroici) che' Mecenate vfalll* nel luo anello del Senato, e alla Madre che coi» iftanza gran
la rana, per fimbolo della Taciturnità, e Secre de da lui ricercaua che cofa s'era confultato
lezza , mediante laquale era molto g,rato ad nel Senato,rifpofedoppo lunga refiftenza,che
Augufto Imperadore come narra Eutropio:fe s'era trattato s'era meglio per la Republica >
bene Suetonioalcap.66,dice che Augufto re- ch'vno huomo folohaueiVe due mogli, òvna
ftò difguftato di lui , perche
riferì vn fccreto donna due mariti, ciò fubiro intefo , lo riferi
due huomini, che vn huomoa due donne Il . a ninno la fecreta moglie partitofi jì marito
.
teruenire, come riferifce Macrobio ne' Satur- la Padrona , raccontò il tutto ad vn fuo aman-
nali lib. i.cap.é.non è inferiore la burla, chc-j tc,ramante ad vM'altro,& in breue fi fparfe per
narra Plutarco, nel trattato <^e Garrulitate, prò il foro Romano, douc perucnne all'orecchie»^
fitteuolein quefta materia, d'vn Serator Ro- dell'Auttore della nuoua, ilche tornatofenc a
mano,iIquale rtando molto penfiafo fopra vn cafa, dille alla moglie tu m'hai rouinato, già
,
configlio occulto del Senato,fù con mille fcon s'è faputo in piazzali fecreto, che t'ho detto ,
giuri pregato dalla moglie, che la facefl'e con- so che'l Senato fi lamenterà di me, bifogna_^
lapenole del fecreto, dandoli giuramento di ch'io muti paefe per la tua inconti nenza,& ef
non douerlo ridir mai ; il marito fingendo ef- fa rifpofe,non è vero,non ho detto niente, non
ferconuinto dalle fue preghiere , difle fappi lei tu il trecentefimo Senatore del Senato?per
«he è venuto auuifcch'vna lodola e volat.i_>!> che ha da efler data la colpa più a te ch'agi'-
armata con lancia, e celata d'oro:hora lliamo altri? come il trecentefimo? lifpofcil manto.
m^
queft*
.
de far proua della Iccretezza delle donne, che ne fi deue colpare vno, che non fi accompagna
per l'ordinario tutte cantano volentieri Me- . eoa vna parte in fare ingiuria, alienato da Cit
glio anco farà di andar cauto in ciò, e riferua- tadini, ma più toflo cittadino communeinda
tocon gl'huominije non confidac i Tuoi fecre re aiuto,ne fé gli porterà inuidia, perche non
ti con niuno,echi li confida, fé lì dimlgano, fiadiuentato partecipe della calamità, poiché
non fi lamenti d'altri, ma di feftello,che è fta- apparifce, che vgualmente fi duole della infe-
to il primo a dirli, perilche deuefio(lcruart_> lice forte di tutti, anzi tra le ciuile opere la_*
la continua taciturnità della RanaSerifia, la maggiore fi deue riputare il procurare chc_> ,
cjuale fé bene è prefa da gì' Adagij per vitiofa, non nafca niuna feditione,come Ci comprende
edifouerchia taciturnità in altre cofe; nulla- da Plutarco. E/i autem pruclarijftmum in id
dinieno è commcdabile in quefto particolare operam dare y nulla vtvnqMamoriatur feditioi
della fecretezza ; perche il fecreto deue elTer idqne artts qnaficÌMtlis: opus maximum efì-.Ó»
tenuto in bocca chiufo, e figiilato . piilcherrimum exifìimandum: Et però deus_>
vn'huomo ciuile interponeifi alle differenze,
ancorché priuate, ne i principi], acciò nonfor
SEDITIONE CIVILE. ghino feditioni tra cittadini; efTendo che , di
Del Signor Gio: Zuratino Cajlellini . priuate; molte volte diuentano publiche , im-
DONNA
no
armata con vn'hafta nella ma-
diritta, nella finiftravn ramo di Elee,
pcrciòche non fempre vn grande incendio pi-
glia origine da luoghi pubiichi, ma per lo più
alli piedi due Cani , che fi azzuffano, tuo in- vna picciola fcintilla,vna lucerna difprezzata
contro l'altro. in vna particolare cafa liiole attaccare gran
Le feditioni,leguerre,& le differenze Ciui- fiamma in danno publico.Et però fbggiunge
li niuna altra cela lecommuoue,che il corpo, Plutarco Ex officio ciuilis vir/uèiecìis rebm
.
& li fuoi appetiti, & cupidigia, tutte le guerre hoc vnurn ei refiat , quod nttUi alteri bona prA~
aafconodall'acquifto delle ricchezze, & le rie ilantiacedit t vt ciues /uos concordia , mutuat^
chezze ci sforzano d'acquilìiare perle commo amicitia iater fefe vti doceaty Ittes, difcordias ,
dita del corpo,aI quale cerchiamo feruire, & feditionesyinimicitias vfq; omnes abate at '
anco procuriamo di fatiare tutti gli appetiti Tiene vn ramo d'Elee nella mauofiniftra
noftri,& cacciarci tutte le cupidigie, & voglie, per fimbolo della Seditione ciuile,poiche que
che dal fenfo ci vengono fomentate , ò per v- fti arbori fé tra loro C\ sbattono & vrtano , fi,
tile dirobba,ò per amor di Dame ,ò per ambi- rompono Arilt.nel j. della Rcttoricapcr auc-
tione didoraiaare,& pretenfione di magioran toritàdi Pericle, che i Beoti j erano fimili a gli
za,non volendo cedere a gli altri, ma fuperar- Elei , imperciòche fi come quelli tra loro fi
li in ogni conto per quali rifpctti veugono i
: rompono, cosi li Beoti) tra Icuiocombatteua-
Cittadini a perturbare il tranquillo flato della no. f^rif/^^jjw^w;* lUeyBseotios tlicibus effe fimi
vr.tria,& {eminano per la Città diflènfioni, & les dixit , vtenim ilicesfeft vicijftm frAngunt »
li pongono in arme per le Scditioni fufcirate , ita Boeotios inter fé pr Altari i onde nederiuò 1*-
no.con ragione feruono per fimbolo della fedi lar potenza quando non ferua per Hn nobilc_j,
tione ciuilc, poiché fé bene fono animali dome & per efTercitiodiopcrationi lodcuolijtorna-^
ftici.e d'vna medefima fpetiejnondimenorono in danno, & in vituperio di chi l'adoprajEt for
foliti d'azzufFarfi per lo nutrimento del cor- fc aqucrto fine duro nell'Italia, & nell'Europa
po, per gl'intere iH loro venerei, & per irritare per molti anni, mentre duiorno le feditioni de'
tra loro, con l'abbaiare, &
ringhiare co' denti Vandali', che i Signori principali, i quali ha-
fcoperti , non volendo cedere l'vno all'altro, ueflero mancato di debito, ò con Dio , ò con
così anco gl'huomini, ancorché domeftici d'- gli huomini fi faccuano accecare, acciòche_>
vna medefima Città per gli ifteffi rifpctti di viueflcro in quella mileri.i.^-.
fopra toccaci vengono 'in contcfa , & partori- Si può ancora vicino a quefta imagine di-
fcono alla parria,& Città loro peruitioie turbu pingere il Lupo Ceruiero,da Latini dimanda-
lenze di fedi rioni ciuili,dimodo che fono, co- to Lincio, per l'acutezza del fuo vedere.
me tanti cani arrabbiati, famelici, & fitibondi
delfangue ciuile,riputati da gl'huomini
tutti V D I T O.
sfacciati, audaci, Se cattiui, fi come efclama_^ VOLENDO gli Egittij fignificar l'vdito,
eie ncll'Oiatione prò Seftio. Hi,(yaudaces , dipingeuano l'orecchia del Toro /per-
0>m ali y^ pernii iofi ciues puta}itur,qtii incitàt che quando la Vacca appctifce il coito (il che
.
f optili animos ad feditionem , è folo per termine di tre hore manda fuori ]
che guardinoli Sole,col motto che dica^ CO- perche meglio fi conofca quefta figura, fi po-
GNITIONIS VIA. trà dipingere detta imagine, che tenga con le
Lo fpecchio dimoAra,che quefta nobii qua mani l'orecchia d'vnToio .
occhio noftrojil quale è ril'plendente, come lo DOnna che fuoni vn Liuto,& a canto vi fa-
fpecchio, onero diafano come l'acqua dellt_» rà vna CerUiU^.
forme accidentali vifibili da' corpi natii ali i
, ODORATO.
& lericeueinsè non altrimenti, ciie le nceiie GIOVANETTO, che nella mano fi.
lo fpecchio,porgendole al fen(b commune, & tenga vn vafo , & nella deftra vri
niftra
quindi alla fantafia,le quali fanno l'apprenfio mazzo di fiori, con vn Bracco a' piedi , e farà
ne,febene molte volte falfa;& di qui nafcc-^ veftito di color verde dipinto dirofe , & altri
la difficoltà nelle fcienze , &
nelle cognitioni fiori
appartenenti alla varietà delle cofejda quefto vafo fignifica l'odore artificialej& il mas
II
Ariftotilc giudicò la nobiltà di queflo fenti- zodi fiori il naturale.
nientG,e che più agcuolmcnte de gli altri fac- Il Cane bracco fi pone perche la virtù di
,
cia fìradaagh occulti fecreti della natura fe- quefto fentimento,come in tutti i cani è dì mei
polti nelle foftanze delle cofe iikircj che fi ri- to vigore, co^i è di grandiflìmo ne' Bracchi
,
ducono poi alia luce con quefti mczzijdall'in- che col folo odorato ritrouano le fiere afcofe
jelletto. molte volte in luoghi fecretiftìmij & ali odo-
L'Aquila ha per coftume,comc raccontano re fi fono veduti fpefib fare allegfczza de Pa-
i diligenti Ofleruatori, di portare i fuoi figli droni vicini, che altramente non fi vedcuano.
noli vicino al Sole, per (bfpetto che non gli fia Si vefte di color verde, perche dalia verdura
no ftati cambiati, & Ce vede che ftanno immo- delle frondi , fi tolgono i fiori teneri , & odo-
bilijfopporcaudo io fpleiidoreji raccoglie, & riferi ,
GVSTO
. . ,
pra del quale tiene vn Falcone, che con de i fenfì, eguali di numero alli fudetti cinque
gl'artigli loflringe, 8c per terra vi farà vna_j> corpi, il tatto «Ila terra, perche refiite, il guflo
lefluginc-j. all'aqua , perche pigiianlì le qualità de fapori
per i'humidità della lingua fpongofa Se hu-
SENTIMENTI midail'vdito all'aria,Ia quale ripercoffa,sì fa
Del corpo . la voce e'I fono l'odorato di natura ignea al
j
"Del Signor Gio-.Zaratino Ca-Jlellini . fuoco,& l'ethere alla luce, perche l'occhio lu-
cido lliomento della vifta ha puro humore_»
VN'huomo,che tenga da vna mano legati chriftallino , & nel Timeo fi fa partecipe dei
con cinque cingoli alquanto larghi que- raggi & lumi Celefti Vifu^,fulgore, ither,0> •
fti animalijvno Sparauiero,vna Lepre, vn Ca- lux res cognati contemperantur ,fenfumq; con~
ne, vn falcone, & vna 5imia, nel primo cingo- cordi TKOtu percellu»t,dicc Plut.nel difcorfo d'-
lo in mezo lìa figurato vn'occhio,nel fecondo Ei.appreilo Delfi •
vna orecchia, nei terzo vn nafb, nel quarto v- L'vdito ha per fimbolo il lepre, che da gli
na lingua, nel quinto vna mano. egittij per l'vdito figurauafi. Plutaichonel
Cinque fono i fentìmenti,comeogn'vn sa, quarto lìmpofio queltione quarta, Celeritate^
Vifta,Vdito,Odorato,Gulìo, & Tatto: altret- exaudiendt lidetur alijs a)7tetre,cMÌHs admtrA
tanti fono gli inlhomenti,& organi fenfciij , ttone dicii Mgyptij i» fms facris litterts picìo le*
per liquali flriceuor.o detti (enfi dall'anima, pore audttumjtgntficant
i
quali ftromenti figurati habbiamo per ogni L'odorato fi dimoftraua da gli egittij col
cingolo . cane, il quale all'odore Icopre le cole nafcofte,
Non faremo lunghi in difcorrere l'opra cìè, conofce la venuta di gente incognita, & del Pa
potendoli ordinatamente vedere tal materia rronc, ancorché liigo tempo fia ftato lontano,
in Arili. in Galcno,in Auicena,&: inaltriFilì- e lente nella caccia doue fieno pallate le fiere
ci,& Iilofolìjcomeancoin Plinlibx. cap.69. &: le perfeguita fin che ic troua > onde lì luol
in Aulo Gelilo Iib>7.cap.6. i» Plutarco defla- dire come mproueibiojnaibda bracco, p vno
citis hhtlofophorym in Lattantio IFirtniafiO, in che habbia buono odorato.-della fagacità, &
Santo DamafcefiOyò' i» Celio Rodig/r^c-.haùi a. odorato de cani vepgafi quel va^o librettodel
noi leccare le ragioni, per le quali iiìolTi ci Cu. la Caccia di Senofonte iQueftì tre fenhchf fin
nu a figurarli con ii fudetti animali ^uiefplica^i habbiamo non fono communi ^ •
tutti
1
Parte Terza T 60
fiuti gli animali, poiché alcuni nafcono ciechi mo fimbolo dei gufto l'Hcrodio detto il Fal-
fcnz'occhi, altri fouh fenza orecchie, altri fcn cone augello di ottimo gufto, poiché per gran
za narici, & odorato, fé bene i pcfci ancorché fame ch'egli habbia , come narra San G rcgo~
non habbino membro,o forami di vdito,& o- rio, non vuol mangiare mai carni putride,mà
dorato,nondimenOj& odeno,& odoranordelli la comporta finche tioui pafto degno del filQ
duefeguenti fenfi ne fono, partecipi tutti gli purgato gufto.
animali pcrfettijcome piace ad Arift.nel j.lib. E nccelVario che ragioniamo alquanto fò-
de Anima cap.i j.& ncllib. del Tonno & della pra la lingua pofta nei cingolo del gufto, poi-
vigilia. Omnia animalta tacìam, & gu/lttm
'
che non tutti concedono il fentimcnto del oii-
habentpnterque animalta imperfeSìa l'huo- : fìo alla lingua, mù chi al palato folamciite_>,
mo auanza tutti gli al tri animali nelgufto,& chi alla lingua, & infieme al palato, &: chi alla
nel tatto, ne gli altri fenfì è auanzato egli d;i_j) lingua fola Marco Tullio nella natura dc"^li
.
altri, l'aquila vede più chiaramente di lui,Pli Dei moftra d'attribuirlo al Palato quando di-
Ilio dice che l'Auoltore ha più fagace odora- ce che Epicuro dedito alli gufti del palato,
to, la talpa, ode più licjuidamentc fé bene è co- cioè della gola, non hebbc rifguardoal Cie-
perta dalla Terra elemento denfb. dice il me- lo, il cui concauo,&: volto, da Ennio chiamafi
demo Plinio, che l'oftrica ha folamente il tat- Palato. Epicuruì dum l'alato quid fn optimum
to priua d'ogni altro fenfo, ma potiamo dire_j iudicat CceU palat!im,vt att Ennius,non fufpr,
che in vn certo modo habbia anco gufto poi- ATtV.Etnel libro intitolato, de finibus.Voluptas
che di rugiada fi pafce_>. quApalato ptrcipitur, quAatiribus, intendendo
Il Gufto è da credere , chefiain ogni Ani- del piacere del gufto, che f\ piglia col palato,
male, perche ogni Animale {i nutrifce di qual & del piacere dell'vditOjche C\ piglia con le-;-
che cibo & fapore; conforme al parere dell'i- orecchie Quintiliano lib. t. cap, z.. lamentan-
fìeflb Plinio . I.xijìimauerim omnibus, [enfum doli che putti s'inftituifcono piirna nelle di-
i
ii.el fine dell'India circa il fiume Gange nafce mit3& iam tgccum intelligit^ iam conchi Uum
certa gente detti Aftoni fcnza bocca, che non pofcit antepalatum eorum , quam os inHitut'
j
mangiano, ne beueno, ma viueno d'halito, & mus Horatio nel fecondo delle epift. facen-
.
di Odore che per le narici tirano, onde fempre do mentione di tre conuitati,che haueuano di-
portano in mano radiche, fiori, & pomi filue- uerfoguftojdice ch'erano di vario palato .
flri,nc i lunghi viaggi, acciò non gli manchi Tns mihi conuiuAprope dijjer.tire vtdentur
daodorare:mà quefti fono moftri di natura-^ J'ofccntes vario vultum diuerfapalato.
fenza bocca, pero fon priui del gufto. Il Porco Fauoiino appreflb Gelliolib. ij.cap.S. dice
ha o^ufto d'ogni cofa per fino del lutto & delle che quelli non hanno palato, cioè gufto ch^^
im'monditie,&; perche ciò è vino di gola l'hab mangiano la parte fuperiore de gli'augelli &: ,
biamo laflato da parte , fi come anco lafliamo de gii animali ingraflati Supertorcm partcm .
gli augelli di lungo collo come la grue, & p- autum atque altiltum, qui edwit^ ecs palatHm
Onocrotalo fimile al cigno, perche quefti fo- non k abere.;
no fimbolo della gola, attcfoche Filo xne figlio Altri l'attnbuifcono tanto alla lingua, quit-
d'Erixide fi lamentaua della natura che non to al palato, dicendo che il gufto fia vn fenfb,
gli hauelfe dato lungo collo come alla Grue_j che piglia fapori nella lingua, onero nel pa-
i
per poter più lugo tempo godere del gufto del- lato: Plinio nell'vndecimolib. cap. j7.1'attri-
li cibi, & delle beuande lì come anco MeJan-
, buifce ad ambedue Intelledus faporum efìcA.
•
thio del quale Atheneo nel primo libro Me- . teris in prima lingua, homini in palato^ &
laì'.thius voltiptatis defiderto captus auis cuius- Altri con li quali ci fiamo tenuti, l'attribui-
piam longam ceruicem darifihi pofìulaè^ty vt fcono folamente alla lingua, tra quali Lattan-
quam dinttjftme in volMptatisfenfu morareiur . tio Firmiano, chenell'opifitio di Dio cap. io.
Onde Martiale nel xj. libro . fpecificatamente aficgna il fapore non altri- ,
Turpe Rattennatis guttur Onocrotali . menti al palato, ma alla lingua, né a tutta Li ><
Et l'Alciato nell'emblema nouantefimo. lingua ma alle parti che fono da ogni canto
;
Curctilltone gruis tumida vir pingitur aluo , le quali comepiù tenneie ti ano, il fapore con i
qui furtt ab vtroji tatere tenertorts ; faporem no Il tatto ftà p rincipalmente nelle mani, con
fubttUjfimtifenfibus trahunt Aiiftotele nel l. . le quMi toccamo, & pigliamo nelle noftrc at-
Jib-dcU'hiftoria degli animali cap. xi. dicc_j tioni ogni ccfa,però l'habbiamo lapprefenta-
che la forza di quello giiAo l'ottiene fpetial- to con la figura della fimi a, la quale s'accorta
tncnte la parte anteriore rtL-lla lingua ci fono : alla fimilitudinedeirhuomo, principalmente
anco che pongoiìo l'organo, & l'origi-
Filofofi alle mani, alle dita,ali'vnghie,coo le quali toc
ne di quefto gufco in vna pcllctta fotto la lin- ca, piglia, palpeggia, & maneggia ogni cofa ,
gua & lòtto carne fpongola, Se porofa nell.Lj & imita li gefti, & leattioni humane, ondc_>
luperfìcie della lingua, & perche fanno che h- Minifco chiamò Callipide hiftrione fimia, 8c
mile pellctta fia anco nel palato, quindi è che Dcmoftene,Efchinc,per 1 loro fpeflì mouimeii
a pone da molti ligufto nella lingua, & nel ti,& gefti, che faceuano con le mani; gli fte/It
palato onde Ariftotdice che certi pcTciche
: atti con mano, fanno i Cinocefali , ò Gatti
non hanno lingua riceuono gufto dal pala- mammoni che dir vogliamo; ma noi lofigu»
to loro carnofo Anco la gola è partecipe del
; ramo con la fimia, eflendo la fua fimiglianza
gufto, anzi Cicer-dicC) che il Gufto habita_^ humana da Poeti celebrata;da Ennio primie»
nelle ùuci della gola GufÌAtus hubitnt in ea
. ramentt_^-
parte Orts,qua ojculentis pocuLentts tterna,- ^ Simia quam turpisfimillima heflianobis.
lHrd.patifecit;ra.3. non per qucfto (i hàdafar A fua imitatione Q^erenodifle .
fimbolodel gufto altro che la lingua, perche_> Stue homOffeufimilts turpijfima bejlia nobii .
iCjper la foauità dclli cibi che nel deltendcre Et Ouidio nella trasformatione de cercopt
toccano la gola;come lì raccoglie da Arift.ncl in Simie così cantò .
]ib.4.cap.xi. delle parti de gli animali;/<w^«^ In deforme viros arnmal mutauit zt ijdem
fenfum mouet jAporufn,cfciilentcrum iiutemom Dijfimiles homint.pajjent fimilesq; videri.
n ium voluttà f tìi dcfcetiUerrdo contingttyS<. più 5e bene li Cercopitheci fono propriamente
a bafto,/» denorando guld tacìionoftiauttus exi- i fudetti Gatti mammoni, fimie con la codd_^,
fltt,^ gratta'.pf^iò dice il medemo nel terzo a per la cui diftcreuza difle Martialc_j.
Nicomacho,cap.x che hloxeno erixio delide- Callidus emijjas eludere fimius haRas,
rauala gola più lunga del collo della grut^<, caudaforet Cercopithecus eram
Si niihi .
come che lì compaceilc del tatto dentio ìxs Habbiamorapprefentato li fentimenti del
gola. fi che la lingua dcfta il gufto, di cui fat- corpo legati tutti in vna iraagine,perche è ne-
tone partecipe il palato, giù pcf4ag(jla congu ceftarioj che trouino annefti tutti invn cor-
iìi
Ktbus fenfusvnus tntft cvmrrjuni: taCìus & è : nultimo capitolo del deci monono libro dicc_»»
diftuloper tutto il corpo, il quale per mezo che il tìnocchietroj è nobilitato dalli ferpi,per
della potenza del tatto riceue,& fente le poten che col fuo fugo H ricuperarlo la vifta , dalchc
tie del!'.; cole che fi toccano: l'oggetto del tat- fi è poi comprcfo che gioui alla caligine ds_>
to ibno le qualità prime, il freddo, l'humido, gli huomini FaenicuLum nvbtliture ferpentes
.
eft) vtomnes iiìus omnesq^ninuos , &fi-iirtis , leóìh.'n e/f , hcmt/ìem quct^ caliginem prAcipna
0» c^loris ejj'p;ilfusjc> tire po/fnnus : lono anco to /c«,^r/. All'vdicoaggiongafi vn ramodi Piop
le qualità i'cconde il mtìllc,il duro,lc cole gra pò bianco, oucro di Mirtoj perche il fugo cal-
do
. . . . .
c« )
Parte Terza ^ 60:^
Ho delle foglie del Pioppo bianco lena il dolo- frutti, con vn pennacchio, il quale moftii d'cf.
re dall'orecfhic , di che Plinio lib.14.cap. 8. il fcrmollbdal vento; nella finiftra mano haue.
mirto, perche l'oglio tratto dalle fue foglie , rà vna Cetera,ò Tibia.ouero Fiflula,& la de-
&: bacche ftillato nelle orecchie le purga All'- flra terrà nel guanto .
odorato aggioiigafi la rofa dalla quale fpira , Giouane f\ dipinge, per diinoflrare con que-
fòauifllmoodorcjpiù che da ogni altro fiore: fl'età lavolubilezza dei fznfi .
Al gufto vn pomo,che fé bene i pomi fono gio- Li varij colori del veftirnento , dinotano if
condi anco all'odorato & alla vifta.nondinrc- fenfodel vedere, di cui inficmccon la luce to-
no l'vltimo finloio èil gallo. no obietto; così i fiori l'odorato, & i frutti il <tu
Al tatto fi potrà aggiongcre nella finiftr;i_j fto,dimoflrano; & Pinftromento da fonare fi-
mano verfo il petto vn'Armellino, & vn Ric- gnifica quellodcll'vdito; riferendo Pierio Va-
cio, per denotare le feconde qualità diuerlc_> leriano nel j.lib. de fuoi Geroglifici gli E"-it-
del tatto, l'afpero, & il morbido^ quello al ta- tij hauer con alcuni de detti iìlromentifigni-
nelle riue vi fieno varie piante, da vna dellc^ fenfi facilmente f\ mutano , come fi rauoue il
quali elfo con la delira mano colga il frutto. pennacchio a picciol vento.
Se con tenga vn mazzo di fiori
la finiftra
Il fcnfo Ci dipinge ignudo, perche fa gl'huo PERrapprcfentare cinque
SENSI. i fcntimenri dei
miniandar nudi de' beni , dell'anima , &del corpo xw vnafolafigur.ijlì dipinge vn gio-
xorpo,mentre Hanno intenti al prelente piace- uane vtllito di bianco che incapo habbia vu
,
re, non fi prouedendo,ne fi preuedendo, per le ragnatelojS: chegli fieno apprellb vna Simia ,
il corpo,&: indebolrfce lemembra^ come con- Kos aper auditHylinx vifu.Stmia gufìo , \
fermano i Fifiognomici. VultHr odoratHjfnperéit Araneaiacieé
Sta co' piedi nell'acqua corrente, per dimo-
ftrare.chei piaceri del fcnfo, Ibno in continuo
moto,& corrono, &
menano via l'età fenza-^ S E R V I T V\
profitto>& fenza merito. Et è difficile il fofte-
nerfi,come pericolofo il caminar per elfi.
VNA Giouane
fcapigliacajvefiita d'habiro»
cortOjC fpcdito,di color biancOjChe tcn-
Si piglia alcune volte l'acqua per i peccati, ghi in fpalla vn giogo,ouero vn grofib, & pe-
&rhuomo,che vi flà per lo peccatore, fecon- rantcfaflbrHaucrà piedi nudi alati: & cami-
1
do il detto di Dauid: Intrauerunt aau* T^f^^'i ni per luogo difaftrofo,& pieno di fpinc, cilln-
animam meam Et in quello propofito, fi mo-
. doleacanto vna Gruc, che tenghivn fallo con
llra,chefcguitandol'huomo la vita del CciiCo, vn piede.
Uà in gran pericolo di non fommergerfi per Le li potrà anco mettere in capo vn^ cande-
mezo d'eflb, mortalmente cafcando .
la accefa, con vn motto, che dichi .*
I fiori, & i frutti, notano più particolarmen IO SERVO ALTRVI , E ME STESSO
te quattro effetti del fenfo,cioè il vedere, il gu CONSVMO.
Ao, l'odorato, 8c il tatto, 1 quali fi oprano ne* Seruitù non è altro ( come (i caua dal pri-
fiori, & ne' frutti,
fcoprendo l'altro dell'vdito mo libro deirinllituta ciuile, nel titolo de iu-
nel mormono,che facilmente fi può venire ia re perfbnarumjche vnilato della legge degl'-
cognitione, che faccia l'acqua corrente . huomini , col quale viene qualch'vno a ellec
Senji, comefi pojfono rapprefentare in. fotcopoflo all'altrui dominio non per natura, .
•vna figura, [ola, Giouane fi dipinge la feruitù,perciòche i:c-
GIouane,veftito di vari] colori , haiierà in fifle a gl'incommodi , a 1 dilaggi , & alle fa-
capo vna ghirlanda di diueifi fiori > & tichi^,
L'eJlej
.
ca, dicendo, che il feruo lìa iftiomcnto attillo fa(ro;perciòche veramente,c duro.,?c grauc_>>
nniiTiaro con ragione, tutto d'altri, & nulla di il fopportare il pefo della feruitù, comedicc_>
tf c!cu«regnare nel feruo, come dice San Mat- ficano.che conuiene alla feluitù la prontezza,
teo XXV. & velocità .
fimbolo della fcniitù, come narra Picrio Vale liei j.del Purgatorio così dict_>^
nano nel )ib.47.dc fuci Geroglifici, come an- Tuproueraift come sàdtfaltJ
co fa mcntione Seneca in Hcicole Furente^-) Lo panealiriiiyr^ cjUante e dUVo catte
doue dicc_j. lo [rendere t e'I [altre per i*alìrui [cale .
^ot ifteffinìulm trxdidit Reges ned La Cime con il faflb nel piede dice-, come
C t,r ego Regi feruti , ^ f>ati^r ingum ? mo,[ìgnifìca la vigilan7a, chciferuitori<leb-
J.t Plauto in milite baiio hauere per feruigio de i lor Padroni, co^
me il
.
DONNA
malza,e
capo raro,ma^ra, fcal-
con il
sforzaci •
fendo il fuopenfierooccupatoin fciorfi da' fa.
Si dipinge con il caporafb, perciòche ap- ftidi j importaucillìmi delle catene ,non arceii-
prelibi Greci, & Latini (come riferifce Picrio de a gl'ornamenti: Moiba ancora, che 1 penfic
Valerianolib 51. ne' Tuoi Geroglifici) era ma- ri fcruili fonoba(n,vili,& tcrreiri .
nifefto fcgno di Seruitù K' Icalza, perche non ha cofa alcuna, cht_>
L'ell'er magia, fcalza, & mal veftita, dimo- folleiii le fue fperanze, che ripari 1 f noi intop-
ftrain qucfta fpecie di Teruim la poueità del pi, &: che licuopra le ùic bruttezzs.^.
R I A.
EmagtaL
. . , .. .
de ivecchi d'cfler feueri , haucndo la Sene- kuiamente vertita , &; alzandofi i panni con
riti per oggetto di non rimuouerfì per cjiial Ci ambe le mani,fcuopra le gambe, & le cofcie_>
voglia cofa,& hacjcre perfine lagiauità& di ignude,apprell*o vi farà vna Simia,che moftri
non fi piegare a leggerezza,o vanità per qual le parti dishonefte
DONNA,
con
cheappoggia ad vn'hafta
fi
vna colonna , così fi vede in vna Medaglia di contadini vfallero d'empirne lorlctti.fi come
i
I R A*
mano pò
la deftra tiene vn'hafta, nella fìniftra
STa nella Medaglia d'Otone vnadormi.j,
{à la guancia e la terta, gomito del
tenendo il che nella deflra mano tiene la corona , &
braccio della mcdeiìma mano fopra vna co- nella finiftra vn'hafta, con lettere, 5ECVRI-
lonniu*»» 1"A5 P. Rv
Rr Siturìà
. . . .
a trauerfo, e tutto il corpo Tuo farà pieno d'oc- Che non deèòan venir cenna con mano.
chi, e d'orecchi- Silentio .
Quefto huomo fenza faccia, diraoftra, che HVOMO vecchio, il quale fi tenga vn di
con tutto il vifo fi parla,5f j»reftamente,con la to alle labbra della bocca, & apprefib vi
lingua, tacitamcnce-eon gli occhi, con la fron farà vn'Oca con vn faflb in bocca_j.
te,&con le ciglia;&però per dar ad intendere Perche l'età fenile peifiiade facilmente il
iUìIentio, Apuleio formò quefta imagine . filentio, come quella che confida più ne' me-
Il cappello fopraalla tefta, (ìgnifica la liber riti, e nella fama acquiftata,che nelle parole ,
tà,che l'huomo ha di parlare, Se di tacere, ma fi il filentio da alcuni di quefta età
fa •
fopra d'vna tefta fenza lingua dimoftra efler L'Oca,è molta dedita al continuo ftridere ,
ineglio il tacere, che il parlare, quando non fia & cingottire con molta garrulità, & fenza con
neceflkrio, perche gli occhi, e gli orecchi per fonanza,ò armonia alcuna^ però tenendo il laf
la vefte.auuertifcono, che molto fi deue vede- fo in bocca, c'infegna, che non ci trouando noi
re,& vdire, ma parlar
poco, come^ccenna la atti a poter parlare in modo, chenepoflìamo
pelle del Lupo, perche il Lupo, fé vede alcuno acquiftare lode,dobbiamo tacere più tofto;ac-
auanti,che ha veduto da lui, gli fa perdere fu- ciòche fé non fi crefce, almeno non fi Irninui-
bito la parola, in modo che con gran sforzo fca l'opinione del noftro faperejefiendo cht_>
quellojchc è veduto, a pena può mandar fuori il agguaglia più i più ignoranti, a più
filentio
"vn deboli Aimo fuono , e tacendo , a gran pafll dotti, & però diceua
vnfauio, che l'huomo s'-
quefto animale fé ne fugge conia preda rapi- aflòmigliaua alle pentole, le quali non {\ cono
ci. Però giudicorno gl'antichi, che fidouefl'c_j fcanofe fiano fané, ò rotte, le non fi fanno fo-
adoperare per memoria del iìlentio. nare Et Socrate douendo dar giuditio di vno
SUentio nuouo Scolare della fua fcuola, dille di voler-
gli aiFanni,li vince al fine facilmente,& ne go mide della forza loro, per non manifcftarfi
de poi vita lietaj& piaceuolt_>. con lo ftrepito naturale della bocca, prendono
Silentit . con ella vn faflb, & lo foftentano fino che efco
VN Giouanecto, che
alla bocca in atto di far
tenga il dito indice
fi
cenno,che fi tac-
no fuoradel pericolo.
Silentio
cia, &
che nella finiftra mano tcnghi vn perfi- FAnciullo,come fi e detto,col dito alla hoc
do con le foglie^'. ca,con l'ali alle fpalle di color nerojftà lè-
Fu il perfico dedicato ad ArpocrateDiodel dendo, & moftrando di non poterfi reggere in
filentio , perche ha le foglie fimili alla lingua piedi, per difetto della debolezza delle gambcj
humana,& frutto raflbmigjia al cuore, vol-
il tiene in mano vn corno di diuitia,& d'intorno
fero foife fignificare,che il tacere a fuoi tempi alcuni vafi pieni di lenticchie, & d'altri legu-
è virtù, però l'huomo prudente non dee confu mi, con le pcrfiche, che fono le primule, che al
mare il tempo in molte parole vane,& fenz;i_^ filentio per religione fi ofi^eiiuano.
frutto, ma
tacendo ha da confiderare le cofcj Glifi farà ancora apprtllb vn Cocodrillo ,
prima, che ne parli . ilquale nonhaucndo lingua da fare alcuna_j
Si fa giouane, perche ne giouani principal i forte di ftrepito , a ragione fi potrà dire Gero-
Sdente il ilUncio è legno di modeftia, & eifetto glifico del filentio
SIM-
.
re procurauano che i loro giouaiu aqueft.t_>» perche ragioneuolmente quello al quale non
deileio opera, com'auco all' Aritmetica, con le fi può ne aggiunger , ne diminuir alcuna co-
.mali due arti fi regolano quali tutte le cofc,» fa fi chiama bello, fi anco perche dice Platone
che accadono alla vita humana,& per mezo di i\c\T\mzo, Pulchrumfi'ie menfar^yó' fnodera-
qucfteelll Egitiij compoiicuano le difcordie tiancyelfe nonpotefì Ideoq; animai yquod ta-
.
che tra Cittadini narceuano per l'allagare del le futurum conuententt menfura moJer.Jta
ejl ,
Nilo, quale con il Tuo crefccrcguattaua con- i effe oportetfic. nel lib detto Phtltbeu^,Commen-
finide le pofl'elUoiii, onde per uiezo della mi- furatio pulchritudo piane ,^
virtus vbiq; fit,
fura (1 accordo, & pcrque-
merteuanopoi in perche fi come la bellezza del corpo per elTe-
fto difle Pithagora, Menfura omnium optima revna alta, & conueneuole difpofitione delle
come anco vcdemo che la Sapienza diiiin.L_» membra di foaue gratiadi diceuolc colore at-
tnNumero Fondere, , &
Menfuri* cunB.i dtfpo. tamente afperfa tira a fé gl'occhi altrui' con
/hit,come dice la Sapienza al z. Anzii'ifteflo marauiglia,così la virtù, & particularmenti_>
Dio dice per bocca di lob al 3 8. la Temperanza Simmetria dell'anima la qua
Vl^i eras quando ponebam fundamenta terrA le (come diceua Pithagora) è la regola di tut-
quis pofuit menfuras eius'> vel quistetendit fu- to quel che conuiene , fa che fieno de comun
peretta Itnea vt in debit*m menfumm exten- confcntiméto lodate le mifurate attioni di co-
derentur produóìa omni a,M3. di che altro par- loro lequali ella accompagna col fuo fplendo-
la la Sacra Scrittura, fé non della marauiglio- re,Anzi di più la bellezza del corpoapparec-
fa Simmetria che Dio ha vfato nella Crcatio. chia la via ad'entrare in cognitionc dell'ani-
iicdeH'vniuerfo ? perche fé pur anco conlide- mo.eflendo che l'efteriore dimoftra anco il più
riamo li quatro corpi flmpliciUimi vi trouare- delle volte lo rtato interno come vogliono
nio vna Antipariftad così tra di loro modera- molti & Galeno fop a di ciò n'habbi
Filofofi',,
ta, che per mezo delle qualità flmbole fi fa vu fcrittovn libro particulare intitolato,^.i></«-
concerto con le dilfimboli ancora, che tra lo- nimi mores fequantur corporis temperaturam .
ro di accordo non lì orfcndono punto, ondc_* Baftaperòa noi parlar della bellezza del
dille Boetio. corpo con la quale fi ha da delincare la noftra
,, Tu numeri} Elementi Ugts, vt frigora fiam- figura , fé bene la Natura poche volte racco-
mis i glie tutte le parti belle in vn fol corpo comc_*
^, Arida, eonueniant liquidi s, ne purior ignis dice il Petrarca_>s.
7, EHtlet,aut merfas fubducant pondere terrai Ghtefìonofiro caduco, e fr agii bene
Quefta e vna gran Simmetria, ma confide, Ch'è vento. &
ombra , ©• ha nome beltadtJ
riamo apprellb qual fi vogli-a comporto, chc_> Non fùgtà mai fé non in quefia et ade
vi trouaremo vna melodia fbauillìmament?_> Tutto in vn corpo^(^ciofuper mie pentj-
organizata ,& quanto più il comporto farà Se bene la bellezza li fuole variare fecondo
nobile, & pe: fetto, tanto maggior Simmetria liertercitij,l'età,li paefi, &il felfo perche farà
vi li trouerà,chc,più bcUaarmonia chela na- in vn foggetto bella vna cofa.in vn altro pari-
tura humana, che Protagora (come dice Pla- mente vn'altra,ondela bellezza di vna donna
tone lib. à^ Scienti» affermò che l'huomo è
] la quale viene a piopolito nella nortra figura
mifura di tutte le cofe
la .
cosi è dal Talfo nella fua Armida defcritta.
Si dipinge dunque di età virile per moftra- Argo non mai, non vide Cipro, Delo ,
re vn corpo ben complelTionato, quale i Gre- D'habitOfO di beltà forme fi care^
ci chiamono Eufarcon , clVendo che vn corpo D'auro ha le chiome, &
hor dal bianco veh
con Simmetria oigaaizato,non così facilmen Tritluce inuelta, hor difeoperta appare ,
te,& prcrto incorra nelle fenile calamità, anzi Cost qual harfi rafftrena il Cielo
più longo tempo dun^rofpero, & vigorofo, Hor da candida nube il Sol trainare
cHeiido che l'età nond confideri da numero Hor da la nube vfcendo i raggi intorno
ctclliauiu,màdal temperamento, come anco pix chiari ipiegaye ne raddoppia il giorni
fi dipinge di età virile perche all'hora è fi- Fa noue creipe l'aura al crin difciolto
nito di crcfcere il corpo nelle fue debite mifu Che natura per fé tincre^a in onde^^
ic,& propoitiom,eflcndoche il fanciullo non Staffi l^auaro fguardo info raccolto
vi fia ancor arriuato. Se il vecchio calando da E itefori d^Amar, e ifuot nafconde
«(Ti fi slontaua^. DtiUc colorii rofc inq^uel bel volto
Tra
. .
il Cielo nel moto, del qual fi troua vna armo- pofiea non nuli a animorum propenfiones extftut
nica propor rione di confenfode tutti li più/a- [nam (^ animum corpui,^ e orpm animum fo-
pienti > di più per il moto del Cielo fi mantie- il che ancor affermò Ptolomeo
letpermouere)
ne,& confema il temperamento delli Elemen nel i.lib.<^e ludtiijs cap.4.& 8.
dependono comporti, & per il fuo
ti>da quali i L'ifteffo conferma Cicerone i. de Diuinat,
molo lì trasfonde a noi la virtù delle rtellc_>, dicendo che fu anco antica opinione de Czl-
come conferma doppo liauerdifculìe molte o- dei, animorum mores ex corporum temperamen
pinioni di Aftrolcgiil R P. Alefl'andro de An to e Calo haufioputendos effe, aggiungendo
jfe/;j,ncl i.\à>.contra ARrologos cap.6. Cnm anni tempora,tempefIatumq; Coelt con-
Adh&c motu Ceeli ignts aerisa; caloremfo-
, uerfiones , commutationcsq; tanti fiant accejji4
Meri,at tonfiTUari^eaq-^ decaufanon in congrue f}ellarum,^recejfu,cunq; eavifolis efficiètur^
motu Cceli aerem,& tgnemcaUfieri, vitro
iiici qUA vidimus non]verefimile/olum /ed etiam
:
,
'
4amu^.Oe:nde Coelt motu dejferri,adnos afìro- verum effe cejjent. pertnde vtcunque temperatUg
rum effctentiam in conftreft,Ohvcc\ìt ciò an- fit aer, ita pueros orientes arnmari,atq\ firma.
co afferma AnàAìb-x.de Generat.tex. ^ 6. Se i. rt,ex eeq-y ingenia, mores, animum, corpus, aóli-ff
de C<»/o.tex.zo. num vitA, caJHS cuiusq; euentruq; fingi
Che diremo del Sole che con tanta bella_* Voglio per bora tralafciare quello che dice
Jiropor rione, & Simmetria ci diftingue il gior- Arift.nel lib. de Filìognomiaal i cap. baftarà
no, & la notte, CI apporta quatto differenti rta- l'accennare, che tutto quello che habbiamo
gioni con Simmetria diuife,Dui Equinotij,& detto de Pianeti, non così facilmente fucccde-
dui Solflitij come beni ffuno dice Cicerone^ rebbe fé con ordine, & Simmetria non fi mo-
lib. de Natura Deorum . iienero,& rotaffcrodi continuo,dal qualordi-
Solquiafirorum obtinet principatum ita mo- ne|ne nafce tutto il bene, come fé per il centra
Uetur,vt cum terrai larga luce compleuerit,eaf. tio nel moto non vi foffe ordine, ognicofa_^
tiem modo hit, modo illis partibusopacet, ipf'''-» andercbbe in ruina_j.
R r 3 Sì
.
mifurare la lunghezza, & larghezza de corpi, del fignoreggiare Giouc , con il caldo del A-
trouandofi anco con la riga tutti i piani, con il more Venere, & con la fottigliezza del con-
perpendicolo le lince che deuono cadere a pio templare Saturno & per tutte quelle ragioni
.
bo,& pcrMnoltc cagioni tiene con la deftra il diremo con Francefco Puteo , che a Gioue fl
compaflb.qualeiltrumento quanto (la necccf- attribuifce la beneuolenza , a Saturno la ftabi-
fario pcrproportionatamentcmifurare,nó ha lità, a Marte la potenza, a Mercurio la fagaci,
bifognodi prona, feruendo per trouare il me- tà, a "Venere le delitie, & al Sole, & alla Luna
^o (eflcndo chele mifure dependono dal pun- la Generatione,& Corruttione,piùoltrea quc
to,& tutti numeri dal vnità) per far tondi per
i
fto mirabile microcofmo potremo dire che»»
fetti,ouati,remicirculi,curuelinee, & altri in- raflembra tutti gli animali con la parte fenfi •
Moftra di mifurare la bellifTìma rtatua_9 premo fattore a tutte le forte di vegetabili da-
di 'Venere , prima perche come dice Vitru- to le radiche come certi fondamenti acciò co
uio dalle membra humane hanno hauuto ori- efle aguifa di piedi fi foftenefleio (come dice
gine le mifure, come dalla mano il palmo, dal Plinio) il tronco non lo raflembra il bullo, li ra
"Diutn* pulchritudtriis tma^o r,obis exifìiman- dipinge che mifuri la ftatua della Dea_j
Si
da^Sc fé bene ciò confi Jeriamo,tiouaremo che Venere,pnma perche non fi troua cofa nella_j
l'huomo Microcofmo chiamato contiene in fé quale vi fia più Simmetria , & nella quale fi
tutte le mifure , i pefi, qualità , & moti, che il fcopra maggior proportione, & commenfura-
Mondo grande contiene, & per qucftodilìc_> tionedel corpo humano,enendo harmonico,
Mercurio Trimegifto, Homoefì quoddamom- & diperfettilfima mifura, Primieramente dun
ne , &> cfuoddam totum in omne , & primiera- que bifogna penfare che la natura ci ha propo
mente fi come il Sole con Marte corrifponde_> fta, la faccia dell'huomo nel loco più alto dal
alfuocOjVenere con Gioue all'aria, Mercurio corpo acciò dalla proportione di efla tutte le
«on Saturno all'acqua, & la Luna alla terri-*, altre parti del corpo lì commenfuraflTero , Il
•MÌ l'huomo con Simmecria tifpondc eoa le vifo dunque firpactifccin tre mifure, o parti,
vna
JÀ
. . , . .
la guifa ch'habbiamo detto , per fignificare»» cafe loro con rendite de benefiti j,& perche Si-
che elfèndo la Santa Chiefa retta, goucrna- & mon mago cercò di comprare il dono dello
ladallo Spirito Santo , ne vengono da elVo ge- Spirito Santo con intentione diriuenderlo, e ^
neralmente tutti li beni ecclefiaftici , doni & guadagnarci foprajquindì è che queUi> chc^
fpiritnalijcome fcriue S.Giacomoal i.cap.O»» vendenole cofeTpiritualr fi conformano a Sa'
9ie donum perfecìnm difcurfum eJÌ,Onàt per far
monmagonell'intentione , inatto poi quelli
chiaro l'effetto della Simonia fi dipinge que- che le vogliono comprare. Ma quelli che in
fla figura che boifa fopra la colom-
ftia con la atto vendono imitano Giezo difcepolodi Eli-'
ba per dimoftrare l'atto del pagamento de dee feo Profeta,del qual Giezo leggifi nel quarto
doni fpirituali onde volendo Simon mago dclli Re e. j. che il fece pagare fpendendo fal-
ti ,
Comprare li doni dello Spirito Santo da S.Pie-- famente il nome d'Elifeo, dui talenti da Naa-
trocome habbiamo dctto,non poteua fare ciò man Re di Siria leprofo módato da Elifco fuo'
fenza dimoftratione di pagare con danari li macftro:laonde i venditori di cofe fpirituali fi
fopranominatidoni come fi vede chiaramente pollono chiamare non fblo Simoniaci,mà an-
nelfopradecto motto INTVITY PRETI!. co Gicziti fecondo S.Toìnalo.
E'pefcatrice la Simonia, perche i Simoniaci
SIMONIA.
Del Signor Gio: Z aratino Capellini .
hanno mira dipcfcareibencfitij,nonanimt_>
Si huomini, de quali fono veri p^fcatori i chia.-
mati da Dio ; e quefti fono alla Nauicella di-
GIOVANE pefcatricehauerà le mani le-
Piero falutiferi.Peftifera è la pefcagionc de_>
profe. tenga nella deftra vna verga d'oro
longa,& grofla.nella cui cima fia ligata vna_j Simoniaci. & le operationi loro fono leprofe > •
lenza, dalla quale penda vn'amod'oro,& vno maledittione data da Elifeo Profeta a Giezo ,.
d'argento; nella finiftra vna Cerafteferpe bian Se a tutta la fua pofterità: a cui brauò dicendo
ca,che ha quattro picciole come in teftajapic hai riceuuto argento, & oro, per comprare o-
di habbia quattro pefci , da vna banda la rana Jiueti, vigne, &, beftiami, ma la Jepra di Naa-
marina.Sc la fquatrua, dall^ltra il rhombc,& man s'attaccata a te,& a tutti i tuoi defccnden
tirlepi'a che piglia tanto quello che vende lc_»
la raggid_j.
dignità, e benefiti j,quànto quello cheli com-
La Simonia è vna ftudiofa volontà di com-
pra, e lepra ch'infetta l'anima, e fpeftc voltcj
prarlo di vendere qualche cofa fpiritualcoà
fpirituale annefla.pufta in efferto.opere rubfe-
tormenta il corpo con mille caftighi &
flagel-
li che manda Dio a lui,& afuoi pofteri,Ti>»<*
cutoPanormitano.eS.Th.i.i.q loo.art. io. .
ftoria ch'è ne gli atri de gli Apoftoli cap.otta- hi Balac plenam domum/nam argenti,^ auri^
uo, doue fi vede che la Simonia fcatorifce da Kon poterò immutare verbum Domini Dei mei.
dui eftremi viti), dall'ambitione, & dall'aua- Numeri. 2«i. & I4. con fimili degne parole fi
ambitiofo di far fegni mirabili, & di hauer po- zodi Simonia cercanole dignità. Abfint dam-
seftà di dare lo Spirito Santo. Date hanc mthi nofa compendia, illud tantum verepojfumus lu-
con ffum difere , ^uod (onflat Aimna ittdtcia non
fftefìtitemtdiiVegli con ambitionc,& fine
fHairt,
, . ,
quid accepit de Eeelefia lepra efì,^ rapina,ab- la Republica,pcrònon fi croua ch'elfi habbino
fit vt peccatum illi*«4 comedamtu . pofto più cura in eftinguerc altri difisrdini,
Con che pefca quella Pefcatrice^i Pefcatori che in toglier via così nocino abufi), pofèro in
(bgliono pefcare con canna ch'habbia neruo varij tempi contro ciò più di dieci leggi, tra le
ma fottile, perche quando è groffa dapefccdi altre perla legge Acilia de /lmbitu,h oiiinò,
natura fofpettoro fi fpaucnta dell'ombra della che chi fufie conuintodi far practiche non po-
cannacome dice Plutarco de/olertia Anima. tefie pigliar magiftrati , ne efter Senatore, &
iium . Ma quefta Pefcatrice pefca con vn u^ che fofle condannato in pena pecuniaria; Mar- ;
erga d'oro, che quanto è più grofla caro man co Tullio di più fu caufa ch« gli fi defle l'efi-
corpaucntarhpefccanzi gli da animo d'anda- lio per dieci anni, propolcro honcri a gli Accu
re alla volta fuaa pigliare i) boccone. Mi fbu- fatori,Caio Carbone che accusò Marco Cotta
uiene di quetta verga d'oio che mette Home- ancorché folamente Tribuno della
full'e ftato
ro neirOdirtea quinta i;i mano a Mercurio prc Plebe, fu per quella accufa fatto confole. Qma
fidaite del guadagno, & della negotiationc_>, to Scipione Socerodi Pompeo fu per tal con-
con laquale addoiMientaua , e fuegliaua dal to reo, Se QXoponio fu condannato nella pe-
fbnno gli occhi di chi voIeu:u_j. na delle pratcìche per hauer donato vn'aivfora
Coepit autcm vtrgam , qui virorum ùculos di- vafo da \^no ad vno, che gli delfe il voto nella
mulcet dimanda d'vn magiftrato prohibirono il pa-
;
G^orumcumj; vult» eos autem ipfos fopitos eX' tteggiare ,8c far conuiti pertal caufa di pratti-
citat che , veggafi Oionclib.3 6.3<). 41.54. altro- &
Jìatic in manihtts tenens delubitur forti: Mer. ue, Plutarco in Catone minore,& quanto radii
curius nato trouafi nelli Geniali d'Aleirandro& nel-
Et nella io. Odi^ez. Aurea z/irgivtens Mer. le antichità Romane del Rofinolib.S.cap.z^.
eurius-Così la Simonia nutrice del guadagno, de Ambitu . Polibio nel é.|lafsò feri tto che i
e fcaltra negotiatrice con quefta mcdema ver- Carthagineficon aperti doni ne reniuanoalli
ga d'oro procura di far chiudetegli occhi a Magiftrati ; ma che li Romani puniuano ciò
palfare indegni alle dignità, & fare aprir gli con pena capitalc_^.
occhi per admetterli a chi piti (èpolti nel fon- La Cerafte.per quanto Paufania ci fa fàpc-
noli tiene,e niente intendere ne vuole. Il pe- re, va carponi apunto nel modo che camina il
fcar con l'amo d'oro fu prouerbio d' Augufto granchio per obliquo e trauer/bjCosl il Simo-
pxonunciaro in opera che non mette conco,pcr niaco afpira, & camina per vie ftorte, & indi-
cheapefcar con l'amo d'oro è fuperfluo non rette a dignità, & gradi. Qucfto è quel ferpen-
mette conto , e porta pericolo che il pefce lo te che per fentierije ftrade occulte aflaltai via
fìrappi via, fi come alle volte fole auuenire, e danti, di cui la Genefi c.^^.fiat Dan cbluber in
ftrappafi particolarmente dalla Volpe mari- 'vinyCe.raRes in femita,rr)ordent vngulas equi ,
na. Ma la Simonia pefca fìcuramente con l'a- vt cadaj afjenffor eius retro.^Viano de anima..i»
mo d'oro, & d'argento, & fi contenta che lc_> lib.i-cap.j7 dice che è di color bianco, che &
Volpi marine fé Io portino feco laonde il bu5 hàduejcorne iiatefta Plinio lib.S.cap. 13 feri-
Poeta Dante così efclamò contro i Simoniaci ne che ne ha quattro , Nicandro poeta greco
nel i9-canto dell'inferno. nella, Teriaca riferifiie-che alcune ne hanno
O Simon mago, o mi/eri feguaci due,alcune quattro, & quattro afferma Ifido-
Che le co/e di Dio, che di bontnttj ro,& Bartolomeo Anglico, quali corna l'aftu-
Deon eQer i}ofe^ voi rapaci wccrafte , nafcondcndo tutto il refto del fuo
corpo
óió Della nouifsima Iconologia
•orpo fotto l'arena, (lircoperte la(ra.& le va mo palmcnte in terra di la da Campidoglio, e si
tiendo per allettare gli augeletti, li ^uaii pen- ruppe le gambe , & dallo fpafimo pochi gior-
faiidofi d'haucr troaato elea di riftoro, volano ni doppo morì alla Riccia , fi come narra Ni-
icrfo quelle , e quando ftringono per pigliar ceforo .
cibo.reftano elTi deuoratidal maliriofo ferpcn Ipcfci che ftannoa piedi della pefcatrict-»
te.Così al Cini Simoniaci afpirando afupreme Simonia hanno la medcma aftutia della Cera-
dignità nafcondcno ogni rigore , & adefcano fte, Plinio lib.9.cap.4i. dice che la rana marii
altri con quattro proiTielle,& offerte, arriuati na chiamata pcfcatrice intorbida prima l'ac>
poi all'intento loro, ottenuta la prctcla pote- qua, poi caua fora le corna chel'cfcono di fot-
rà, Tpeffe volte opprimcno quelli ftcffi che fo- to a gli occhi, allettando i pefciolini,! oKali le
»o calcati, & inclinati verfo loro, come fi può vanno appre(lb,& ella falta loroaddollo; Ìa.^
vedere ncH'hiftoria di Santo Antonino pai t.j. fquantina,& il rhombo afcofti moueno le pcn
Remigio pioientino faggiamente li difcorre_^ prio.però tiene la mafcara (opra il volto rico.
nelle Aie confiderationi ciuili. prendo il vero per far vedere il falfo, il che fi
Si può anco la Cerafte prendere per figura moiìra ancora per lo colore cangiante della_ji
«iell'antico ferpente nemico del genere huma vcftc_»«
no, che per mezo della Simonia diuora tutti i Tiene con ladeftra mano la pica , effendo »
Simoniaci adcfcati in quello mondo da beni che detto vccello fignifica fimuIatione,perciò
«erreni, e temporali. Qii^indi è che Dante pone che ha vnà parte della penna bianca,e l'altra
iSimoniaci nell'inferno dentro vn pozzo col nera_j.
capo ingiu,& con le gambe in su, Se con fiam- Il pomogranato, che tiene con la finiftra,
ma di fuoco fopra la pianta de picdi,penacon- Pierio Valenano lib. j4.narra che la maggior
ucniente dice il Landino,perche ellendo crea- parte degl'huomini più dell'apparenza , che
to l'huomo con la faccia in su leuaca al Cielo dell'effenza è ftudiofaje perche la mela grana
per contemplare Id<lio,elecore fuperne& ce- ta fopra tutti gl'altri pomi il compratore (b»
leri, Il Simomaco. il quale per l'aiiaritia ven- lennemente (chernifce,& al (aggio non corri-
compra le cofe fpirituali per oro & argen
de, e fpondc, allettando coloro.che k
guardano con
che (otterrà nafcejpreuertel'vtficio dell*-
to", porporino, roileggiante, e gradito colore, tóà
huomo contemplatiuo , perche fifommergi_j occorre ilpiù delle volte a quelli, che l'apro-
nelle cofe terrene, fcordatofi delle cclcfti,a qua no la muffa, con puzza, e marcia,quindi auuic
li tirano de calci, come figura il Poeta col fre- ne, che molti degl'antichi fcrillero la fimula-
quente motode piedi, li quali allegoricamen- ta bontà, per cotal pomo fignificarfi Laonde
.
te dinotano la cupidità delle cofe terrene,^ il quello fcolaftico maeiho della più fcuera dot-
veloce motode piedi molli da naturai dolore trina hcbbea dire, il fuperboellcreaguifa del
dimoflrano il molto affitto della cupidità che la melagrana, dentro puzzolente, &di fuori
li agita, & il fuoco l'ardore di tal cupidità- Po- ornata di marauigliol'a bcllczz.i_».
t^ anco li Poeta Dante ui quelle gambe fuor Qucfta (brted'huomini da Horatio notati
del pozzo haucr rilguardo alla vituperofa pe- con quelli verfi rradotti lii latino in volgare.
na, & morte deU'Auttorcdtlla Simonia , poi- Chi del nome dt buon fi rende degno ?
che Simon mago per farfi tener mirabile dal Chi de Fadri i decreti almt, e gradui
Volgo con aiuto de Demoni) prefc il volo in OlJ(rua,e ftà de la ragione al ftgno'i
alto ma vinto dalla prefenzadi Simon Pie-
: Per fentenxa dt chi mette, e gran liti
ti«}chcla foa Simonia deteft* > cadde puuci- Stfr0a(ano,«UcM$^r9me£(tòfede i
Difendi
Parte Terza. 6lj
Difende i pinti con htnefie liti : fimc fceJcratcztc_>.
JdÀ che} fé dtntropoi ctAfcuna il vede Le fi mette a canto la monna,perciòche gli
Diforme y e rio di fuor -ve fìtto tutto , Egitti), per dimortrarc vnaperfonadiflìmula-
Di beli» vefìe dalle Spalle alpiedcj. trice de fuoidifFctti,& ricopritricedelle pro-
i
Luciano agguaglia qucfti tali ad'alcuni li- prie lordure prendeuanoia Monna , che pi-
,
bri di tragedie con coperta, & ornamento d'o- fcia.pcr eiTer quella così fchifa,& vergognofa
ro, e di porpora, che con vna vaga legatura—», di natura,che votata, ch'eHa ha la vclfica nella
fanno di fiiora belliflìma vifta.mà dentro non maniera, clic vfail gatto di fare dell'altre fec-
contengono altro, che incerti, ftupri, furori, pa cic,cauando in terra n.ifcondc tal liiperliuità,
tricidij, franagli, pianti, rolline di famiglie, di òfopragittandouiqual fia altra cofala ricoG-
Cictà,& ogni forte di atrocifllme, & beftialif- pre tuct.i_^i.
S I N C E R 1 T A\
DONNA
mano
veftita d'oro, che conlad.ftra
tenghi vna Colomba bianca , &
pc che non haiiendo l'huomo fincero vitio al-
cuno di voloiuàiuon cela l'intrinfeco del cuor
con la finirtra porghi in attogratiofo,& bello fuo,mà lo fa palefe ^dogn'vno .
Vn cuorc_j.
E' la fincerità pura, &fenza finta apparen- Sincerità.
za , & artificio alcuno; peròfi rapprefcnta_j,
che tenghi
lo d'oro .
la bianca Colomba, & il veftimen- VNacom'oro,fparfigiù
di
bclIifTima giouanetta con capelli bi5
perle fpallcfeni*-
II porgere il cuore , dinou l'iategtiù fua * arcifitia aicuuotfarà veftita d'vu fottililTìmo ,
6i can-
6i 8 Della nouifsima Iconologia
& candido vclo,& clic con la dcftra mano rtlo- SOBRIETÀ';
ftri pcttOjmoflxando am-
d'haucrfi (coperto il
SOCCORSO
aiutare i debuli,& bifognofì, contro alla poten libro,ftando in luogo remoto, &
folitario ; &
za de gl'inimici, Se colramo di quercia carco però dicefì, che la fbiitudine è habitatione de
di ghiandcper aiutare nelle nece/Tità dell.uj gl'huomini in luogo ruftico, & remoto lungi
fame,hauendo anticamente foccorfo a sé ftclfi dalle conuerfationidel volgo,& dapublici,&
gli huomini in tempo di necellìtà per mezo di prillati maneggi della Patria, cflercitando re-
quefto frutto,che è dedicato a Gioue> il qual ligioni^ dotcnnc>ò qualche Yircuofa attione i
ic il
éà
,
*
Parte Terza 619
& il Petrarca nel Sonetto 18. Per la facella, ancora d dimoftra il defide*
Solo, e penfofo più deferti campi
i rio.& la follecitudine intenta,che ardendo nel
Vo mifurandoyUpAJft tardi,e lenti . cuore nonlafcia viiiere in pace, fin che non ft
Il coloi bianco del vertimento.fignifìca l'in è venuto a buon fini_>.
tentione di colui, ehe habita nella (òlicudine, Et la fiamma fignifica la follecitudine. per.
che è di mantenerli candido) 8c puro da ogni che con caldezza & preftezza fa l'opera fua ,
,
re volte fé ne trouano nel mcdefimocouilc-j, Il color rollo, è perla fomiglianza del fuo-
due ò quando ilanno vi>;uio, (tanno lontano l'- co, il quale fignifica follecitudine , per la già
vno dall'altio per (pano d'vna pezza di terra. detta ragioni^.
Il libro, ci Jimo{ha, cheil linedeH'huomo L'arco tefo , & lo ftrale apparecchiato per
fblitario, deuc edere lo (ìndio di fapienza , & faettare, è la continua intentione della mente,
di dottrina altrimente lafolitudine è cofa de- che drizza i penfieri all'opera, come a fuo fine.
gna d'infamia; peròdiife Arillocile nel primo Si dipinge il Gallocome animale (bllecito ,
lib. della Politica , che l'huomo folitario ò è il quale all'horc fue determinate, fi defta can-
Angelo,ò bertia,per Angelo intendendo quel, tando, perche non Jafcia la follecitudine fini-
che fatio delle cofe mondane fi riuolta alle_j fce li fonni intieri, conforme al detto di Ho-
contemplationi,& gode in sé Ideilo, ne gì' An- me ro .
di paura,come dille Cicerone nelprimolib.de ti fuori dall'onde manne , & in ambe le laaiù
fini:& a chi non ha religione è biafmeuolc, & vn horalogiada pohiere_*.
VÌtuperof.L_j. dipinge quefta figura bella, perche la (oì-
Si
lecitudu>e piglia per 1 capelli l'occafione,& la
DONNAmano
deftra
roflb,& verde, nella
veftita di
tenga vn ftimolo, onero fpc
feco.
L'ali fignifieano velocita , & il Gallo dili-
rone,& nella finirtra vna facellii.^. genza. Et per moftrare chedeiieeflere perfe»,
Il veftimento roflb,& verde, fignifica la fpe aerante la follecitudine, per effere commenda
ranzainfiemecol defiderio & i'amorc,onde fi bile, fi aggionge l'horologi), & il Sole>il qua-
genera la follecitudint_«. le nel fuo veloce corfo, è durabile , & perma»
Il ftimolo fignifica il defiderio efficace di nent«_j.
confeguire, ò di finire alcuna cofa ; però Teo- SfUeeitudintJ-
crito vfaua (pcflo di nominare la follecitudù DOnna con vn'Orologio
pone
in inano>
ne, amorofa f unta oueio {limolo d'amor;^* L'Orologio fi perii cejupo,il qua-
le è
.
le ètanto veloce,che propriamente l'andar Tuo te verfò terra, & il reftante,cìoèli trequarti di
fipuoi dire volo, & ammonifce noi altri, che fbpra, faranno luminofi: con l'ai tra mano ter-
nelle noftre anioni, fiamo prcfti, &folleciti, rà vn Granchio , & alli piedi hauerà quattro
per non e irer, tardando, oppreflì da lui, & prefì alette dal piede deftro due alette bianche,
, &
nelle infidie.chc tutta via ci ordifce. dalfiniftrovna bianca, e l'altra negra_.j.
Il Solftitio , e in quel tempo , che il Sole è
più vicino a noi , &
in quel tempo , che è più
SOLSTITIO ESTIVO. - lontano, & fi dimanda l'vnoeftiuo, & fafTialli
VN Giouane
eccetto
d'età di 15. anni, tutto nudo,
vcrgognofe, quali Taran
le parti
lidi Giugno, &
l'altro Hiemale, efa/Tiaiit
di Decerobre,& fi domanda Solftitio, cioè fta-
no coperte con vn velo di colore purpurino j to del Sole, perche il Sole non pafia più auan-
ftarà detta figura inatto di ritornare in die- ti,& in quefto fiio viaggio ne dcfcriue due cir-
tro, hauendo in capo vna ghirlanda di Tpighe coli , che terminano il Tuo corfo vno veifo il ,
Parte Terza.' 6 zi
SOLSTITIO ESTIVO.
fidice circolo del Solftitio eftiuo , doiie per & & tanto è il giorno del Solftitio eftiuo, quanto
ilpaflatofìauuicinauaanoi, perl'auuenire fi èia notte del Solftitio hicmale_j.
dilcofta, & allontana fino che arriua al punto Si dipinge giouanedietàdi ij.anni,perche
dei Capricorno, facendo l'altro vltimo circolo effendofi partito il Sole dal primo punto di A-
nel moto del firmamento dall'altre parti ver. riete, Scarriuatoal primo punto del Cancro,
fo il polo AntarticOj& è quello.che Ci dice cir- ha fatto la quarta parte del fiio corfb .
colo del Solftitio Hiemale,& doue prima fem Si fa nudo, & con il velo, comedicemo, di
ore fi allontanauada noi,perrainienire Ci vie- color purpurino, per fegno de' maggiori caldi
n'accoiì:ando,& l'offitio de i detti circoli, òdi dell'anno
diftinguere i Solftitij nelle maggiori declina- Sta in atto di ritornare indietro, perche il
tioiii del Sole, come Ci è detto nelli primiigra- Soletoccado il circolo equinottiale, non fi fer-
di del Cancro, e del Capricorno, e Ci dice eiliiio ma, ma ritorna indietro •
nel primo punto del Cancro , perche elVendo Il circolo con fegno del Cancro, & le no-
il
più vicino, che poflaeflere a noi,ne porta l'e- ne ftelle R domanda Tropico del Cancro, Se
ftate , & in tal tempo è il maggior giorno di vi Cono le none ftelle,per elTere le più notabi-
tutto l'anno, & la minor notte 8c nel primo
; li nel detto fegno,&; gli fi pone in cima del ca-
punto di Capricorno chiamafi Solftitio bru- po, perche il Sole in tal tempo e più vicino a
male, cioè dcU'Inuerno, & e quando il Sole fé noi,& toccando detto circolo, fa il Solftitio .
ne ftà più lontano da noi, che polla ellere, ap- Il Globo onero palla, lo deue tenere con la
portandoci r Inuei'no,& in tal tempo è la mag mano deftra , per eflere il Sole in quel tempo
della
il
. . . . .
SOLSTITIO H IEMALE.
Hauerà alli piedi il circolo con il fegno di 11 medellmo fa Statio nella 6 Thcbaide-
Capiicorno,&fe ii. ftclle,attefochc il Solc_> Et cornu fHgtebut Jomnus inarrt .
(iaarnuato douc ha potiìto arruiarc lontano D.il cerrio votone fuggiua ti fanno .
da noi , vcrlb il polo Antartico , & chiamali Nel qual luogo Lattantiogrammatiodìcc »
Tiene con la finiftra mano il globo onero , to difFufola nottc:impcrciòchecosì da' pitto-
palla limile ali'altre, eccetto, che dalia paitc_* ri lì rapprefentarà il fonnoin modo che paia
da bado li trequarti fono ofcuri,& il quarto di infonda, e verli dal corno il liquido fogno fo-
fopra luminoro,& per dimolhare.chc tal tem pra quelli, che dormono, però li potrà dipin-
DO ne porrà la notte più ionga,& il giorno più gere, che dal detto corno n'efca, come fumo,
breue • ilqualdiinoftra la cagione del fonnoeUerc t
Lo tiene con la mano llniftra, perche il So- vapori, i quali falendo alla tefta, lo cangiano ,
qucAo tempo h ritruoua
le in a man iiniltra_^ & per mezo di elfo li rifoluono .
HV OMO
corpolcnto,& graucjvcftito di
, Itando /opra
pelle di Tallo vn letto di
altra dichiaratione,per cUer ampia delcrittio-
ne poetica,iirata da gli effetti, che fi vedono,5c
papaueri , & vna vite carica d'vua maturagli fi trouano del fonno .
Come
SONNO.
dipinto da Ftlofìrote Greco neU'^
prelloii quali fono animali incluiatiiUmi a dor
mirc->.
imagine di Arifiariio.
HVOMO
habbia vna
di faccia languida, e
velie bianca fopra
molle, che
vna nera, SORTE.
quaa ciic giorno, e la notte, in mano
dinoti
tenga vn corno polito,e netto,daIquale man
il
DONNAmanodeftra
veftita di color
vna corona d'oro, &
tiene
mifchio,nella_>
da iogni vcri,perche il corno aflottighato per vua borfa piena, & nella fir.iltra vna corda-.».
la tanta traluce^di fogni>che fon veri, latina. La corona d'oro,& il lactio,fono fegno che
Sf per
, . .
»cr forte ad alcuno tocca la felicità,ad altri 1'- perche non feguitano il merito de gli huomi-
iufortviHÌOi& il difcorrerefe la Sorte {ìa,o che ni.anzi quali naturalmente ambedue attendo-
©pra da trattare in aItiaocca(ìoae^>
<o("a fiajè no a fauoriril merito di minor prezzo ; però
JBafta folo, che noi Sorte dimandiamo i rari diciamo, che l'età frefca, & gioueuile fuol cf^
auuenimenti delle cofe, che fono fuor dell'i n- fer madre de pochi meriti
tentionc dell'agente. U che fu efprelfo bcnifll- I venti>che gonfiano la veftc> dimofttano»
mo conforme a qucfta figura, in quei quattro che la Sorte viene aiutata dalle parole , & da!
Terfi tradotti d'Aufgnio ai Greco in <^uefta_-> fauoredegl'huomini ei?icaci,ouero dall'aura
gu iflu**. populare,& portali grembo pieno di gemme>
Jhefauro inuento , qui limina morfìs inibal perche ella fi eflercitain far abbondare gì 'bua
Liq»it oUAns laqueumyt^uo periturta erat. mini de beni non afpettati,& fi dice tal'hora_*
Jit, quii quod terrd, abdidevaty non repferit af*. Sorte ancora , il fucceflb de gli auuenimeati
rum, cattiui
$^em laqueHminuenityntxuit,f^ per^t^
Sorte-j.
SOSPIRI.
Del Signor GioxZaratin» Ca/lellini .
Glouanetacìeca.mà di frefca età. alla, qua- VARIE figure Ci polTono formare (opta ti
le foffiandada vna banda il vento, mothi fofpiri,perche varij fono gli affetti del-
«li gonfiare la vcfte , & porti nel grembo alcu- l'aiiimo.ele pallìoni.da quali fono fomentati.
ne gioie,& ornamenti di- nobiltà • Nafconoi fofpiri dalla racmoriadelle affliti
Poca dirtintionc fi dà fra la Sorte*& la for- tioni,& perco(l'ericeuute> dal pentimento de>
enna,& però l'vna, & l'altra fi dipinge cicca falli commejri> del tempo ^ & delle occafioni
fcr4.
. . . .
confuctudinejch'efler fuole in quelli che Tpef- Si che quella perfona,che penfando alli nc«
fo fofpirano, dalpenlare alli negotij , & a gli goti j, e ftudij, e che continuamente fofpiranda
ftudij loro, lì come fpeflb Virgilio fofpirar fo- ftà melanconico,per rimedio di efTo fi rapprc-
lca (per quanto narra il Sabellico lib.7.cap.4 ^ fentarà > che fia per la man finiflra congiunto
onde è quel faceto motto d'Augufto,il quale_> con la deftra di Bacco, che dall'altra mano hab
fedendo in mezo a Virgilio, che fofpiraua, & bia la fua folita tazza, perciòche altro tempe-
ad Horatio,che come Lippopatiua di lacrima ramento non ci è, che vn'allegria di cui n'è fim
tione d'occhi , fu addimandato da vn'amico , bolo Bacco da Poeti, & Filofofi tenuto per fi-
che cofa faceua,rifpofe,feggo tralelacrime,e gura di fpiritodiuino , & fublimc intelletto,
fofpiri. Se bene qui lifofpiri fono dalle lacri- Difiio Comico in Atheneolib.»- chiama Bac-
me feparati, nondimeno il pianto è fempre col co (che col fuo liquore rallegra il cuore ) fa»
fofpiro accompagnato, però con molta giatia pienti/lìmo fbaue.Amico a prudenti, & animo»,
gli amorofì Poeti fpeflb l'vnifcono. Il Monte- fi.il quale eccita l'animo de gli abietti, & vili,
Ogni fofpiro di qu^ forte fi fia, figurili ala- lo quando hautru.mo beuutc:all'horaimiocan
lo ntik tempie> & poni nella dcftra Tcifo il do BaccOjCuero Apollo ordinatamente canta-
S e i uaKò
. . . .
Al fofpiro finto delle Meretrici,^ delli fal- Soifir del pettOy?^ degli occhi efcon onde .
ali, nella finiftra vna face acccfa-j. Hic quos durus Amor crudeli taheperedit >
Leali fono figura della velocità del fofpi- Secreti eelant callesyó' myrthea circum
rojche per io pcnfiero,che nella mente toI.u^ Sylua tegit:Cur& non ipfa in morte relinquùt
penetrando nel cuore, da lui fubito fi Ipiccaa Ma che pena è quella? dar in felua di ver-
volo U Petrarca nella canzone
. • deggianti, e vaghi mirti fenza dubbio vuol in-
Se ilpenfitr che mi firugge ferire il Poeta l'inferno , che patifconogli A-
viene ad aflegnare il volo a fofpiii - manti per loftimolodel continuo penfiero»
Odi'l tu -erde riua della rimembranza, edefiderio de' loro Amo-
£prefìaà miei fo^ir fi largo volo . ri]. Poiché conl'occafionedi vedere il Mirto
Ilcuore,fecondoIfidoro è detto dalla cura, grato a Venere Madre d'Amore fi ricordanaj ,
perche ogni cura, e penfiero pafia nel cuore./, con acuta pena de' loro amorofi piaceri. Simi-
il quale nccucndo lo fpirito vitale dall'aere, le pena fi confcgna a Megapcnte nel fine del 1
tirato a fé,mediante l'ordinato moto del poi- Dialogo di Luciano intitolato Cataplo, ouet i
'
none , feda qualche accidente vienfoprapre- Tiranno,pcr inuentione di Cinifco Filofofo,il
fo,s*opprime l'alito, e'I fiato, onde lapcrfona quale configha Rhadamanto , che non li fac-
fa ogni sforzo di rompere quella opprelfione cia bere nel fiume Lethe d'Obliuione perche
con l'efaltationede' fofpiri,per riceuere refri- grauiffima, & raolellilfimapena è, a chi è ca-
gerio dall'aria temperata Ma ficoraefpeilb : duto in miferia,ricordarfi della potenza, e fe-
occorrer fuolcjche dall'aria troppo calda, per licità pallata. Così gl'Amanti priwi delle deli,
accrefcimcuto di caldo al natHral calure s'ag- tie, & gufti loro , e degli amati oggetti , per il
graua il cuore, non potendo etTere refrigeratoi defiderio che hanno di quelli , pcnfandoci di
sucefo che s'impcdifcoao i meati del fiato: e fi fiORÙRRo piangono , e fofpiiauo tra bofchi di
Mi»»
ili
. , . . ,
raorod; ne quali s'imbofcano, e per quali pian Di cocenti foipir l'aria accetidea.
gendo.e fofpirando. Tempre yengono a proua- Effetti della faced'Amore dalJa quale sfinii
rein quefta vita vn perpetuo infcrnotl'amoro- lane infocati fofpiri
(o penderò, che hanno in tefla Ibmmmiftra JB
10 m,3cefiadi fofpirare prefa da ogni minima SOSPITIONE.
cola, la iimembranza d'vn atto li tà conùmia-
re,&diftruggere .
§l»ì tutta humtle,0* qui la vidi altera ; turchino, & gialloinel dniftro braccio porterà
Hor aSpra, horptana,hor di^ietata,herpia
'
. vn Scudo,nel quale da dipinta vna Tigre, por-
Et quel che fegueper fin l'vltimo terzetto . gerà il detto braccio in fuori in attodi guar-
^«ì dtjf/e vna par ola, qui farrifé : & dia, & con ia delira terrà vna fpada ignuda in
'ilut cangiai vi/o. In quejli penfier laffo atto di ftfrirt-'. -;
Notte, <^ ditiemmi ti Signor noflro Amore . Vecchia d dipinge, per lunga efperienzaì la
Il veder luoghi, doue con diletto habbiano della quale ella è folua di nafcere , &: però fi
veduto vna volta la lor dama gli fa rofpirare : veggono! giouani edere pochillimi , Sci vec-
11 Petrarca rimirando l'amenità di Sorgale le chi moltiffimi fofpettod . , .
Tofe colei, che fola a me par Donna, ti del fopradetto, così dicc_j.
Gentil ramo , otte piacque^ Grida da merli , C^ tien leguardie deficj.
(Confofpir mi rimembra) Ne mai ripofa al Sol , ne al del ofcuro .
A lei dt far al bel fianca colonia. £ ferra fopra ferro, e ferro vefte ,
Doppo morte dell'amata fua fcorgendo da ^luanto ptìi s' arma, e tanto menficuro
alti colli la cafa di lei nanna piange, e fbfpira. Muta,c3*accrefce hor quelle co/e, horqueffe
flv ho pien di ftspir quefi'aer tutto Alle porte, al ferraglia, al foffa, al muro
D'acri celli mirando il dolce piano , fer darnf altrui monition , gli auanx.a ,
Oue nacque colei , ch'hauendo in mano I. non pare che mai ne habé>ia a bafian^a.
Mio cor, in fui fiorire, e'nfulfar frutto . Il Gallo nel cimiero, dimoftra ia vigilanza
Corone di Mirto, fimbolo del penderò amo- de fbfpettolì , eflendo il gallo come dice Ap-
rofo , parimente (bno i capelli tefliiti con per- piano , animale egualmente vigilante, & fe-
lai iìori verdi, & lecchi, & li fioretti di fctd-^'i Ipettofo
checon d portano inuol-
altri fauori di Dame La Tigre polVa nello Scudo,fecondo Arifto-
tinclla treccia, e nel velo del cappello in tefta, tile ncll'hiftoria degl'animali, dgnifica fofpet-
come trofei amoioli^ la memoria de' quali tra- tionci forfè perche il fofpettofo prende in Imi-
Sf 3 ftra
.
o N A.
DONNA mazzo
tiene vn
Teftitad'c^cnella dcftra mano
di fpiche di grano, & nel
da /j^mida in atto minaccieuolc, e con la fini-
ftia n^ano la tefta di Medufi , & alli piedi vn
lafìniftiaalciin' grappi d'vua.gcttando latto ferociffìmo, &
fpauenteuole Lcone_-,
4alle mammellt_>. Si rapprcfcnta di bruttiUìmo afpetto, & fi
LA Sottilità
za perche
ha fomiglianzacon lapruden
come il prudente'penetra tut-
cie,& l'opera_».
Le fi £à tenere la teAa di Medufa a fimilitu-
te lecofe.così ancola fbttilità : nel corpo de* dine di Domitiano,cheper imprefa fblea por-
Beati penetra tu. ti gli fpatijjPerò Ci dipinge_j tare vna Medufa, per il terrore, che cercau2_»
Donna,che trapaflì vna muraglia da vna parte metter di sé ne gl'animi dei populi:Gli fimec
all'altra, & fi dicono per metafora, fottilii pe» te acanto lo fpauentenole,& ferociflìmo Leo-
fieri alti, & difficili de' belli ingegni ne perciò che gli Egittij volendo dimoArarc_>
vn'huomo fpauenteuole,il quale con lo /guar-
do folo facefle tremare altrui, lo fignificau.ano
SPAVENTO. conquefto animale. Onde Agamennone per
VOMO moftrare d'eflerc fpauenteuole, & tremendo .»
H che con
di brutiiflTjmo afpetto, armato,
la deftra mano tenghi vna fpa- folca penare il Leone pei iufegna^cflcndo che
la na-
.
SPERANZA. SPERANZA
NELLA Medaglia Claudio di è dipinta T*\ O N N A vertita di verdc.con vna ghir-^
donna vcftiu di verde ) con vn giglio in JL/ landa di fiori, tenendo Amore in braccio,
SC ^ laquale
. . .
perche fcminando il grano con debito modo, zati al cielo, &: con le mani giunte, dicendo an
fi sàpcrefperienza paffata, che moltiplica, & cora il Profetaj è beato colui, che non ha fìfiì
volentieri fi gicta via il poco prcl'cnte,con 1.i_-j gli occhi alle vanità. Se. alle falfc pazzie , ma
Speranza del molto da venire Il che può an- . con la mente, & con l'intentionc nobilita fe_j
cora elTere impedito da molti accideiitijPerò fteiro,dc(ìderando, &fpcrando cofc incorrut-
difle Dante . tibili, non foggette alla mutatione de' tempi
Speranz.» evn certo mei mìflo ci' ii(Jer,tto , ne foctopolk a gl'accidenti della vita mortale.
Che hor dolce yhor afpro il tempo al gufìo porge Si fa anco giouanetta, perche deucelfere fa-
In cui nofìro defio s abbuffa,, <^ forge , na,& ben fondata, gagliarda,& piaceuole,non
Ttn cheli* morte al tutto ponfilentie . fi potendo fpc rare quel , che non il ama, ne a-
tiene con due dita della mano vn'herba di tre SPERANZA FALLAC E
foglio , & con l'altra mano s'alza la verte, & GIOVANETTA digrande ftatura , con
parche camini in punta de piedi . capelli diritti verfo ilciclo,con le mam-
Fanciiilla (ì rapprcfcnti la Speranza. perciò melle igiiude,con vn'occhiofoloin fronte, ha
cheella comincia come i fanciulli ,perchefi ucrà due grande ali a gl'homeri , nella delha
come di loro fi tiene fperanzajche faranno buo mano tenendo vna nuuola, & con la finiftra_j
ni, così quello, chcl'liuomo fpera, non lo gode vna nottola, & vnazucca_>5.
ancora perfettamente^?- Si dipinge giouanetta, perche fi come quel-
rejquel che delideriamoj che quello, che hab- Viene ancora alTìmigliata la Speranza moti
humof dana alla nottola, la quale più parte del terajo
vola neli'ofcuio, non hauendo lo fplendorcj
ddU
6^z Della nouifsirna Iconologia
della Iuce,che e Chrifto S.N-il fauorc della la La zucca, laqualc in pochi/limo tempo af*
cccbecilmcderimo Chrifto,& il fauore della fai crefce,& s'inalza, ma poi in vn fubito cafca
fuagratia.Pcrò fi dipinge con cfl'a,e fi dice ef» in terra, & fi fecca , dimoftra che quefta-Spe-
fer legnaci della Speranza, bugie, fogni, atti, ranza.che è mal fondata, quanto più fi vedc_>
aliaci, & mentite conietturc_^. in alto, tanto più di in pericolo d'annichilarfi
Dipingefi con le mammelle ignude, perche & d'andare in fumo .
volentieri ciafciino nodrifce col Aio lattc-^.
A.
vnbiac<:o,che ftia con il mnfo per terra, ©do- lafciodi nominarli: Dico bene chelarepublica
tando in atto di cercar la ficr.i_i. Romana non permifemai, che vn Senatore-»
Il vcftimento nobile dimoftra, che alla fpia potefle fare la fpia , come auertifce Afconio
conuiene hauer habito ricco, & nobile per po- Tediano nella Verrina detta diuinatione,ouc^
ter pratticare non folotrà la Plebe , ma anco dice. Netjue Senatoria perfonapotell indtetum
fri gli Huomini di conditione^ che altrimcn* profiterifalms /fg»^«<.Vergogna de noftri lem
pijchc
. . . . ,
. .
perto può di più fignificare, che gli fpioni nel trattò di fmiuuire loro il falario,- ma Tiberio
conuerfare vanno fempre copertamente , non non volfe,dicendo in fauor degli fpioni,chc_>
ifcopreno ilior core,&illor penfiero,mà l'oc- le leggi Ci fouerceriano , fé li ciiftodi di elle fi
cultano, moftrano vn volto per vn'altro, copre Icuallcro. lurafubuerti fi cufìodes legùamoue-
no la malignità con cera placida, & benigna, rentMr,8c Domitiano Imperadore, che nel pria
& con modeftia difcorrcno.per meglio fcalza- cipio dell'Imperio cercaua dar buon faggio di
rcaltrijefplorare l'intrinfico altrui, & leuar di fe,& di parer clemente per acquiftar la gratia
bocca qualche fecreto per riferirlo fubito , a i del Popolo volfe opprimere le calunnie tìfcali
loro Signori ne cefTa no mai da taleoifitiofti-
: delle /pie dicendo fpeflb. Princeps.qut delato-
molati dall'ambitione per infinuarfi ogni di resnon caRigat , irritai. Il Principe che non
pianella familiarità loro.fperandodi'ottenere caltiga le (pie, le fomenta, &
irrita a far l'offi-
per mezo della fpia fauori,& gradi:fimili co- tio della fpia.e lo fanno più alla peggio, que-
ftumiacconciamctedcfcriuerc l'I.itrepido A- relando altri a torto con falfe accufe colorite»*
cademico Filopono in quello fuo Anagrama. col verifimilejper efcluderli dalla gratia de_>
De Sipa Principi , &
Signori . In procefib poi di poco
Sipa. docetPMtriam-.pofì Pi, fi icta locatur tempo trafcojfo Dominiano in reprobo fcnfo
Italici nebis indtetit cffictum . diede tant'oltre l'orecchie a gli fpioni per far
Solus ìlPui/apif, SIP A quamplurtma ctrnit , rapina, & confifcarbeni de viui, &de morti,
Plurima ftpa netat, plurima fipa refert che uiuna cola era ad alcuno ficura, ne vno
Suiter ouis ipecie mitis verfatar tn Aula fpione dell'altro fi fidaua, ma ciafcunotemeua
Sipa fed intuttus, txtacjue Vulpis habet. l'altro > & in tanto fauore apprcllb l'Impera-
Virti4tem,&vitam altertus Ituore mormor dei. dorè erauc gii fpioni che li Procuratori, & al-
Pallenttq;fuo virus tn ore terit tri caufidici lailate le dauano all.i_^
caufe fi
Santonico ptleo maciem per cor/: pira vultus fpia: Vituperio di quelli Principi che tengono
CelatyVt inuifusyquos videt tr/ficiat aperte le orecchie a gli accuf-itori,& danno lo-
Arteyafiupetafoy ceu Nuncitfi tUe fufurro ro fubita credenza Ammiano Marcellino vi-
.
Adde alas pileo.non curi quia callida, fipA lationi de fpioni teneua per chiare , &: vere, &
Alasintus alit ,nonforis ambitio- baftaua folo , che vno folfe flato nominato , &
Gli occhi, & l'orecchie fignificano gli ftro- imputato da Sarimicho fpione. Quindi nafce,
mentijcon quali le fpie efl'ercitano tal arte per che difficilmente fi può sfuggire dalle mole-
compiacere a Signori, & Patroni, conforme a flie della Corte per innocente che fiavno,)tan,,
quello Adagio. Multi Return aures.atque octt- dofi adeitod'vna,ipia Giuliano Imperadore'.
.
li,iì qual prouerbio pigliafi per le fpie perche prudentemente per raffrenare la lingua ad v-
i Principi eoi mezo de gli occhi, & orecchie.» no fpione dilfe ^isinnotem ejfe poteritfiae-
.
cujajje
. . . .
Imperadore, che meritamente Piochiamolìi , con pace dimorare, perche quelli Principi, che
hcbbc per colhimedi condannare a morte gli volontieri danno orecchia alle falfe, 5(1 menda-
fpioni, quando non fi prouaua il delieto, & qua ci relationi, hanno tutti i lorominiltri empij,
<lo fi piouaua li pagana, fcacciandoli da sé co- & fceleratirciò non cdettomio,mà d'vn Prin-
me infami, & quelìo principalmente doueria- cipe Salomone al cap. 19. de fuoi Prouerbij
fìoiVeruare di caihgarc le fpie falfe.che a que- Princeps,qui Itbenter audit verb* tnendacij om-
fta cruifa molti galant'huomini non patireb- nes mttìi/iros habet impios
bonoperfecutionia torto. Pertinace Impera- La lanterna che tiene con la finiflra mano,
dore fé bene andò più piaceuolmente coligli fignitìca che non iolo [i fa la fpia di giorno,
fpioni, nondimeno comandò che fuflero lega- ma anco di notte:fc Diogene portaua la lanter
ti & puniti, ponédopena particolare a ciafche-
nadidiper cercare vn'huomo lo /pione cer- ,
duna dignità incorla nella (pia Setnmio Se- ca gli huomini di notte con la lanterna in ma-
ueroeflendo Proconfole in Sicilia fu accufa- no; & Luciano introduce nel dialogo intitola-
tod'hauer dimandato a Caldei, & indonnii,
s*-
to il Tiranno, la lanterna a far la fpia a Rada-
e<^li haueua da cllere Imperadore veduta ld_^ manto giudice dell'inferno, delli misfatti &
caula,fùa{lbluto,& l'Accufatore poflo in cro- fceleratezze di Megapante_'.
ce .Iheodorico Gotho Re d'Italia, ancorché I piedi alati dinocano.che alla fpia conuie-
barbaro come giufto Principe tenne gli fpioni ne edere diligente &: prefta,altrimente non fa-
per esecrabili , & volfeche lì abbruggiaflero rebbe proiittolc non folle follecita,& velocc_>
cH accufatori che nò prouauano il delitto. O- come Mercurio alatOjil quale, fecondo la fin-
dafi il fuo editto rcgiltrato da Cadiodoro Se- tionede Poeti, & di Lucino nel detto dialogo,
nac ore fuo Secretano. Isqut fub ^ecie -uttltta- conduceua l'anime dannate alle infernali pe-
tis pul>[ic£,itfic necejfartefactat
deUtor exi
, ne, cosi gli fpioni conducono li rei al fupplitio
fìat »os execrart omntno profite-
quem tamen mediante le parole Alata verba dicuntur ah
.
,
mur,queintu:s vel vera dtcens legibus prohtbea- Home 0, & però Mercurio referendario delli
tur audiri, tamen fi ea qM& ad aures fublicas
,
fauoloh Dei dipinge alato da gli Antichi.
li
detulerit,intcr cfcta, confi itutus non potuertt ad volucremper atra ferri fer~
Signtjìcart volentes
probare,flammis del-et abfumt monem , tdeoque &> Nuncius dtéiuf efi Merctt^
Le lingue dimoftiano l'oggetto, el'opera- rtus,quoniam per Jermonem omnia enunciatur,
tioni delle fpie, eflendoche non fi ton.o vdito, dice Lilio Giraldi
&: veduto ch'habbino ogni minima cofa, ancor Bracco, che (\à in atto di cercar la fiera,
II
che degna non fia di riprcnfione,per elfer egli vi póne per lignificare la (pia, il cui offitio
C\
no di pelTima natura, (libito iiferjfcono,& dan confilk in cercar, & inueftigare ogni giorno li
rorelatione il più delle volte empie, & ingiu- fatti & detti d'altri Plafone tn Parmenide cet»
fpcfle volte accade che danno orecchie alle bu altrui cofc con diligenza , &: fecreta follicitu*
eie de calunniatori, in tal ca(b,come indilcrc- dine, i\ come fanno le {]jie, dalle quali Dio cc
tia credere facilmente. Dipinfe Apellc vn Re ne guardi fempre .
'M
.Q
HVOMO proportionato,
alpecto, d'età virile
&:cii bellillìmo
veftito di broccato
tile nel i. della
V cucii
Rettorica
di broccato d'oro
•
, perche il primo
,
d'oro mifto di porpora,farà coronato d'vn.i_^ metallo,che moftra colore, è l'oroil quale
è il
ghirlanda di fiori, cioè di Giacinti rolli Porte più nobile di tutti gl'altri mecalli,coine
quel-
rà al collo vna collana d'orojcon la dcftra ma lo che naturalmente è chiaro,
luado,&virtuo
no li appoggici à ad vna Claiia,o dir vogliamo fo,&pciòpor:auafi daperfone,che haueuano
«azzad'Hercole & conia finiiìra terrà con
, acquirtato fplcndido nome in valorofe
imprc-
bella grana vna facella accefa. fe, quando trionfauano,fi comeportò
Tarqui-
Si dipinge proportionato ScdibellilTìmo nio Prifco,quinto Re de Romani
, che primo
>
I
•;
afpetto , pcrciòche la bellezza corporale ( fe- di tutti entrò in Roma Tnonfante,coine
dice
condo l'opinione Platonica) è argumento d'- Eutropio . Primmijuetriumphans Romamin-
Yn'animo virtuoroj&: Ariftotile.ancora nel pri trautt. Se Plinio lib 55. cap. 3. Tunica
aurea
mo dell'Etica dice, che la bellezza del corpo è triumphafe Tarquinium Prtfcum Verrim tra-
inditiojche l'animo , il quale
nafcofb den- ftà Alt. Lo facemo nufto, oucrVtcflutocon
la_^
trod'vn corpo tello , fia nella beltà fimilca porpora perciòche la verte trionfale fu
anco
quelIo,che fi vede di fuori dita] drappo Plinio lib
.
^cap.jé.ragionando
Si rapprefenta d'età virile,cflendo ch'elKu-^ della porpora.Owwf veSltmtntum iìluminat
i»
ha tutti quei beni, che nella giouentù,& nella triumphali mifcetur «»ro,cioè,che la porpora
vecchiezza ftannofepar3ti,& di tutti gl'ecc«f- illumina ogni verte , & fi mefchia con l'oro
£, che fi ritrouano nell'altre età >in quefta ci trionfale, le quali vcrti hanno origine dalla_j
fi croua il mezoA ilconueneuolcjdice Anno- verte chiamata pinta da diuerfi poeti, & Plinio
Hifto.
,
4em purpuree auro intextt erant,& nifitrium- quelli, che cercano la fama,& lo fplendore del
phalihtu viri: ex Capitolio, (^ P»Utio haud». nome, appoggiano alla virtù , &. laflano iu
fi
iitèr dari foltu . Ne folamente da Gentili da- difparre vitij di doue ne nafcanole tenebre,
i
il Giacinto era di roiTo coIore,come dice Oui- Tiene con la finiltramano con bella gratia
dio ragionando de" Giacinti nel X. delle Me. Jafacella accefa,dicendo S.Matt.cap.v.S/c/«-
t<imott'.Purpureti4 color hit, & Virg. Sunne ru- ceat luxveftra coram homintbt%s,vt videanto-
bens HyntintusSv che tal habito d'oro,& di por pera vefira bona,(^ glortficent patr^m vejìrum,
pora, eflendo cheèlblito darfi a generosi per- quiinCaelif eft Lt gl'antichi Ibno ftati foliti
.
(onaggi, molto ben fi conuiene a lo fplendore porre Geroglificamente il lume per fignifica.
del nome , ^i cotona de i fopradetci fiori, per- re quell'huomo,ilquale nelle forze dell'inge-
ci-òche Giacinto belliifimo gicuane fu (come gno, ò del corpo hauefle operato con fatti il-
canta Gnidio nel x. delle Metamor.) conuer- luftri, & preclari; & gl'interpreti efpongono
tito^d'Apclloinfior purpureo detto Giacinto; per talfignificato la Gloria,& lo fplendorc«>
& pereflère Apollo delle Mufe, dell'ingegno, del nomedegrhuominigiu{li,evirtuofi,liqua
& delle lettere protettore, dicefi che detto fio- li fempre per ogni pofterità rifplcnderanno ,
te fia Sinìbolo della Prudenza,& Sapienza»^-, fecondo la Sapienza al czp.y Fulgebunt iufìi,
dalla quale fpirano fuauiirimi odori , fi chc_» (^ tanquam ScintilU in arundineto difcurrsnti
non fuor di propofito conuiene detta ghirlan- & non folo in quefto caduco fuolo, ma nell'e-
da a quelli, liquali rifplendono,&: operano vir terno ancora. S.Mattheo nel i^.lujti fulgebung
tuofamcnte dando buono odore di loroftclli, ficutSolin Regno Fatris eorumOnd'io confide*
& però Apollo nel fudetto libro di Ouidio,co- randoi chiari lumij& lo Splendore grandifli-
si conclude nel calo di Giacinto ad'honore,& mo dell'immortal nome dell'Illuftriflìma Ca-
fplendore del Tuo nomc_>. fa Saluiati mi pare di dire fenza allontanarmi
Semper eris mecum memori^ hArehis in ortj punto dal vero,che sì nell'vniuerfale, come»»
Te Lyrapulfa manu , te carmina noSìraJo- particolarmente nell'Eccellenza Illuftrilfima
nabunt . del Sig- Marchefe Saluiati , rifplendano tutti
La collana d'oro fi daua per premio a valo- grhonori,& tutte le virtù, che pofl'ono fare di
rofi , & virtuofi huomini , al nome de' quali eterna fama. Se Gloria feliciirimol'huomoji
molte volte li Romani drizzauano infcnttio- cui molto f.cne fi può applicare per tal conto
ni, nelle quali faceuano mentionc delle colla- quelnobilverfodi Virg.nel 1. dell'Eneide.
ne, che a loro fi ilauanojcome fpecialmente ve Semper honos,nomtnquétuum laudtmque mn-
defi ne la nobile memoria di L. Sicinio Denta nebunt •
to, del che ne fa mctione Aulo Gelilo lib. i.c.
xj.antichiflìmo Scrittore celebrato da Sant'A- SOPRA LO SPLENDOR
gortino de €iuit.Dei li. 9. e. 4. Del nomc_j.
£. Siciniui DentatHi Trib. pi. Centies vicies NAC^lyZ da Raggi, oueil/embiantee^
pr^LlintHi ocìiet ex prouocattone vióìor^XLV, Cì- terna .
STABILITA'. STABILIMENTO.
DONNA
& ftra
veftita di nero,con
col dito indice alto, ftarà in piedi
la man rfe- VN'Huomo veftitocon vna Ciamarra lon.
ga da Filofofojche ftia a federe in mezo
fopia vna bafe quadrata, e con la finiftra lìap di due anchore incrocciate, che tenghi la de-
poggiala ad vn'hafta , laquale farà pofata Co- ftra mano pofata fopra l'anello dell'vna del-
pia vna ftatua di Satuino,che ftia per terra. l'anchore.e il fimik faccia con la finiftra
dal-
Veftefi di nero,, perche tal colore dimoftra l'altra parte_^.
ftabilità.concioila cofa che ogni altro fuor che Si vefte con detta Ciamarra da Filofòfo, fa
quefto colore puòelTere commutato > & con- come viene defcritto Socrate,e tal habito con-
uertito in qualunque altro colore fi vogli^L^', uienfi appunto allo Stabilimento.il quale fuo*
ma quefto in altro non può efTere trasferito, le effere in tali
perfone togate, e Filolòfiche»?;
«dunque dimoftra ftabilità,& coftanza . più che in altri d'habito fuccinto,& men gra-
Lo {lare in piedi (opra la bafe quadrata , ci ne dertogatQ,ilquale è graue,ftabile,& di cer-
dimoftra e(Tcrc la ftabilità coftante, & {àld.i_.^ uello.
apparenza delle cofe , laquale primieramente Soìeuano gl'Egitti j per fignificare lo ftabi-
iioiefperimentiamo & concfciamo ne' corpi
, limento dimoftrarlo con due anchore infìemc,
materiali , dalla ftabilità de* quali facciamo & faceuano di quefto comparatiwie alla na-
poi nafcere l'analogia delle cofe materiali , & ue,Jaquale all'hora ip rezza la furia de' venti*
diciamo ftabilità cfl'ere rìelI*intclIctto,neiropc e dell'acque da efll commolla, che con dac»
, & in Dio ifteilb , il quale
rationi del difcorfb anchore cfeimata,e diqueftacompaiation<t->
propria boccaj igo Deu^y &>non. mtttor.
dilfe di fi fcrue Aiiibde ne Panatenaici,& Pindaro nej
La mano deftra,& il dito alto fi fa per fimi- l'Ifthmia vlapcr denotare/crmczza,& ftabi-
flianzadel gcfto di coloro, che dimoftrano Umento,vn'anchora,dicendo l'anchora ha fcx
i voler ftar fermi nel lor proponimento . matopes la felicitala, cio^è ftabilitoinvita
L'hafta di legno moftra ftabilità, come la_j tianc^uiHa,& felico.
canna il contrario;per la debolezza fua,come
Le fi dà la ghirlanda di mortella, perciòche mezo del quale la fama s'inalza a volo,& con
Horatio libro piinio Ode 4. così dice la Ibnora tromba manifefta li varij componi-
Nunc decet attt viridi nittdum caput impedire menti de diucrfi litterati.ò quanto fi potrebbe
myrto dire fopra la grandezza della Stampa, & ancor
AiitfiorA,terr4. quem fernnt folutA. che 10 fia flato troppo ardito di mettermi a feri
I fiori, & gl'animali , che fcherzano fono
,
uere fopra fi nobile foggetto,mi dolgo infini-
conforme a quello , che dice Ouidio nel libro tamente, che l'ingegno mio non fia baftantc_»
primo de Falli a tiouare concetti che fiano atti a efprimere le
Omnia tunc florent,tunc efi nouatemporisAtas. grandidìme lodi che fé gli conuégono,fblo di-
Etnoua de grauido palmite gemma tumit rò chi fu il primo , che ritiouò la Stampa , il
Et modo formatis operiturfrendibui arbor , quale per quanto riferifce Polidoro Virgilio ,
Frodtt,Z3* m
fummum feminis herbafolum . fu Giouanni Cuthenberbo Todefco, Caualie-
Et tepidum volucres conceutibus aera mulcent, re , il quale del mille quattrocento quaranta-
Ludtt, ^inpratis, luxuriatqjpecus- due,ouero fecondo altri cinquant'vno, l'cdcr-
Tunc blundifoleSfignotaqjprocttt htrundo, citò la prima volta nella Città di Maguncia_j,
Et Ititeum celf^ijub tr^bi fingtt opus hauendoanco litrouato l'inchioflro, il quale
Tunc patitur cultus ager,^ rtnouatur aratro; infino a quello tempo vfino gli flampacori di
Htc anni nouitas lurevocariia fuit detta inuentione,& doppo nell'anno 14^'^. da
ii dipinge anco per'la Primauera Flora,co- vn'alciopur di na:ione germana detto Corra-
ronacadi fiori, de' quali ha anco piene le ma- do fu in Italia & in Roma prima portata, &
,
ni, & Ouidio poi deCcriuendo la Piimauer;U->, poidaaltric Hata marauigliofamente accre-
dice nel ilib.delk Mctamorfofi . fciuta,& iliullrata,roà il Giouio dice che non
tjli fìÀ dalla man detira vna donzella crii Alemanni ma che èmolco più antica ch'-
,
Nn mai Rà, che no't rtda,gtmchi,o bxUi altri iionpenfa , & di tal opinione fono anco
molti
&
m!^
jnolti con le ragioni the rendono delle Meda- con il motto SEM PER, denotala perpetuiti
glie antichiflime, doue fono impiefl'e Iitterc_> che apporta la ftampa.aflbmigliandofi a quc-
greche,&: latine laffando da parte /ìgilli,& al- fì'herba,la quale perproprio humore diira,&
tre antichità ancor loro con le medelìme fcrit- è femprc verde .
tori illuftrando l'opere loro in ogni loco . A guanti itìiqui timore, o freno
fei
Il fempreuiuo che tiene eoo l'altra mano A c^ur.nti gt^fii inettamente, e iprtmt,;
Tt Che
, ,
STEROMETRIA.
DONNA il
che con ambe le mani tenghi
il quale ftia in atto di mi-
paflettOjCon
l'operationi diuerfe, pcrciòchc fìandoinpiaS
noaliuello,inclinato insù,o ingiù /bfpefb a
fiuarecondiligentia vn corpo folidco ynfaf- piombo,mifura ogni altezza,larghe2za,alt€z»
io che dir vogliamo, che fia lungo , largo , & za,& profondità.
alto,& a canto di cfrofaràil Radio latino .
Sterometria è quella che mifura il lungo, il
largo, & il profondo, intendendo particiilar- ESTATE.
jnente,de i corpi folidi, quali hanno lunghez-
2aj&larghczza,& profondità , che perciò la_j
VN A Giouaned'afpetto robufto,corona-
ta di fpighe di grano veftita di color gial
rapprefentiamo che con il pafletco mifuri il lo , & che con la delha mano tenghi vna fa-
corpo foliJo nella guifa ch'habbiamo detto cella accefa_s.
ritrouando con arte tutte le parti conuenienti Giouanetta,& d'afpetto robufto fi dipinge
a detta mifura & per eflere anco quella che ri- perciòche l'Eftate fi chiama la giouentù del-
trouale diftanze,lc larghezze, l'altezzcSc le l'anno.per eflere il caldo della terra più forte,
profondità d'ogni forte di (ito, gli damo il Ra & robufto a maturare i fiori prodotti dalla Pri-
dio latino.il quale trapafla tutti gl'altri iftru- mauera, il qual tempo defcriuendo Ouid. nel
menti con la varietà delle fue operationi,atte. i^.lib.delle Metamorfcosì dict_>.
fo che con elfo s'opra aperto , ferrato del tut- Trttnfit in «.fiatempoft ver robuRior annui,
to, mczo fenato, & in qua] fi voglia modo fa litqHe valerli iuuems,neqi enim robuRior é*at
Vlla,
..
'
Parte Terza 6/^1
E.
Come
STAGIONI.
rapprefentate in Fiorenza da Frdìl'
Inde fenili! hyemt tremulo venithorrida p^/fu,
cefco Gran Duca diTefcanaitt
Aut fpoUcta fuos j RUi quos habst alba ca-
pillos .
vn bel lijftmo apparato,
L'habito Je panni, di pelle ,& tauola appa-
recchiata appreflb al fuoco,fìg«ificaj( comc_j
PRIMAVERA.
narra Pierio Valeria no ) perche il fieddo e la
quiete doppo i molti aauagli d'Eftate, &: lc_>
,
TR Fanciulle con bionde, &:crcfpctrcc-
E
eie, foprale quali vi erano belliflìmi a-
ricchezze dateci dalla terra , pare checiinui- dornamenti di perieSc altre gioie, ghirlanda-
tinoa viuere più lautamente di quello, che fi è te di vari j,& vaghi fiori , fi che elle treccie fa-
fatto delle ftagioni antecedcntij& Orario ncl-
cenano acconciatura, & bafa a i fegni celcfti,
i'Ode 9.1ib i.cosl dicc_;. & la prima rapprefentaua Marzo. & comc_»
Vides, vt alta flit niue candidum habbiamo detto,! n cima della tefta fra le gio-
Soracìe;nee iajnfuftineant onus ie, & fiorifera il fegno dell'Ariett-'.
ESTÀ-
. . . . , ,
^arte Ter2a
'.
«?45
E S t A T E. Dolorifica ret elt/!tfUfth»mó iiuet
La prima era Giugnò)& hauea fopra il ca- indubioquallia mcg'iola prole, ò la Sterili-
|>o il fegiio del Granctìio tà, & giudica iche (ia tanto m)l'eria.& infelici-
La feconda Lugiocon il Lcont_>. tà il rtJn hautr figliuoli, quanto l'hauerne.pcr
La terza Agollo, & portaua la Vergine 5 il che fé fi hanno cattiui ai recano citrcma cala-
'dolore del vcftimento era giallo > contclto di mità alla cafa , & dolore continuo ne gii ani-
gigli»& ne i piedi portauano lliualetti d'oro» mi del padre, & della madie loro : fc lì hanr»
buoni loro Ceniteli gii amano tanto che te- ,
gioie, &
ghirlandate di foghe di vite, &c cou DubtUi equtdem f»m ,He<j', dìjudietire pojfim,
vue,& altn frutti Vtrum meltHsfit prosigli Itbcros
L» prima era Sectembre>& p?j: il Ctgno ha- Mortaliù^i, atit Stertli vtta fruì .
La terza Nouembre, & hauea il òagittario; Ut contro, illos, qui prolem *enuerunt,nihih
ilcolore del vcftimento era di cangiante rof- feliciores .
(b, & turchino, fregiato delli medclìmi frutti Numfi mali fuerint extrema csUmitas ejl,
delle ghirIaade,coii fliualetti d'oro alli piedi< Ru'/tis fi probi euadant magnum parinnt
malum :
Tt } piai
. . .
& i poltroni paiono virtuoii , & forti è nelli Ubus nolìris yMulas peperi^efApe , verttm prodi,
Prouerbij . gij loco habitum Giulio Obfequentc nel con-
.
fi goda del figliuolo.ancorche cattiuo. La con- In ApHlia, muUpeperit Perche è cofa mfoli-
.
tentezza poi di hauere i figliuoli buoni fupe- ta ; quando fi vuole inferire ch'vna cofa non
rail timore, chcfi ha di loroche non patifco- farà,dicefi;c«A9 MMxpepererit Quando luj .
no qualche maie, dunque meglio è la prole, Milla partorirà Il che fu detto a Dario Re
.
dolore per lo continuo defìdcrio , che fi ha di Perfiani andateuene via, allhora ci pigliarete
hauernc-^. quando le Mule partoriranno, non molto dop-
L'Apio ha le foglie crefpejonde è quel pro- po occorfe, che vna Mula di Zopiro Amiciftl-
uerbio detto per le vecchie Criipiores Apio, del mo di Dario partori.perilche prefero animo di
la cui forma Plinio lib.io.cap. II. n'habbiamo pigliar Babilonia , & la pigliarono: vi e anco
incoronatala fterilità, perche nel gambo del- vn detto fimile in Suetonio Tranquillo nella
l' Apio nafcono alcuni vermicelli i quali man- vita di Galba Imperadore e. 4. quando al fuo
giati fanno diuentarefterili coloro che li man Auo facendo facrifitio vn' Aquila tolfe di ma-
giano tanto mafchi, quanto feminc. Plinio nel noie interiora della vittima , che fé ne fuggì
Tudetto luogo Caule vetmiculos gigni.ldeo^
. Ibpra vna fruttifera quercia, perloche efifendo-
ees qui ederint fierilefcere maret. feminasque^. gli augurato,che la fua famiglia otterrebbtj
L'habbiamo inuolto con l'herba Climene, la- col tempo l'Imperio ma tardi: egli rifpofc_>,
quale difleroi Greci cffer fimilealla piantagi- quando la mula partorirà Theofrafto dicc_> .
Parte Terza
'.
64S
ììtflerìhtxtetft ìnduetntthut, ^ conceptum » S T O L T I 1 I A.
dimentii/MS vterentur, prahibnerunt Eandem .
DONNA ignuda, e ridente, e gettata
modo
per
però, che
oh cauf/im multitudinis liberorum vtri^fexui terra in atto fconcio, in
pr*mia,0* flerilitatis poenam /iatuemnt Che . non flmoftrinole parti dishonefte, con vn.i_j
il Salice induca fterilità chiaramente l'affer- pecora vicino,perchc il pazzo palefa i fuoi di-
ma Dioicoride lib. 1 .e. 1 6.diccndo,che le fuc-» fetti ad ogn'vno ic il lauio cela,&: perciò fi di-
frondi,reme,coiteccia,& liquore hanno virtù pinge ignuda, & lenza vergogna .
coftrettiua ,le frondi trite , & beuute fole con La pecora da gl'antichi, fecondo che fegni
acqua non la(cianoingrauidarlcdonne;Ns_> il Pierio Valeriano,fù pofta molte volte-perla
nis dicunt hanc effe n(ttHriim,vtfi quii illud in cilmente le loro mutationi •
& vccide il venenofò, & mortifero lepre ma- contro all'Hidro animale aquatile fatto a gui
rino:facendo ciò per falute dell'hiionio alI.L_5 fa di ferpe , ilquale con la bocca aperta cerchi
Dea Cacciatrice,la cacciatrice Tiglia fi dcdi- dinotarla, appoggierà la man deftra al fianco
caua.Mà Apollodoro vuole,che per edere Dia con btauura , gli fèdera prelfo li piedi da va
na ftata detta fottò nome di Hecate Dea Tri- canto vn Leopardo arduo con la tefta alta, 8c
forme, la Triglia per fimilitudine del nome a fopra del Cimiero pongali vn Delfino .
lei fi facrifìcall'e:ondc in vi era vn luo-
Athene Quefta figura è totalmente conttaria al pa-
go detto Triglia, perche vcdeua la (ta-
fi vifi rere di Aleflandro Magno, Uquale abhorrì ol
tua di Hecate Trigìantina, di che Heraclitt-J tramodo Io Stratagcmma,& perciò ellendoe-
poeta nella catena diift,.', gli perfuafb da Parmenionejcne aliai tafl'eall-
Ohera Regine^ Recate Triuiorum prifes , imprcuilb li nemici di notte, rifpofe.cheer.i-j
Trifortnts ,trtpiici fxcie fpeiìabilis qUA Triglis ,
brutta cola ad vn Capitano rubbare la vitto-
propitians ria, e che ad vn Aleiffìconueniua vincere len-
Il qual pefce è anco detto da Poeti latini Bar za inganni Vt£ìoriam furari,inquit, turpi efl:
.
éatus Mutlusy i] come fu chiamato da Sofrone manifeìle,ac fine dolo Alexandrum -LÌncere 0-
greco. Ma noi non lo pigliamo per Hgura del- portet,nfei:ii'cc Arrianonon oftantc quefto al-
la 5tcrilic.i,come pefce dedicato alla CaftaDia tiero detto confiderando, che Alcllàndro Ma-
na,perla ftia honefta continenza ma perche : gno fu nelle attioni fue precipitoro,& hebbc_j
le vn'hiiomo bene il vino, nclquale fìa fl:at.i_^ per l'ordinario più temerità, &: ardue, che vir
iòlfucata la Triglia. diuenta impotente alli pia tu di fortezza , la quale vuole eflcie congiun-
ceri Venerei, & le lo bene vlia Donna, com?_> ta con la prudenza, & coIconfìgiio.Habbiamo
Aerile non concepirà, iJche conferma Ache- voluto formare la piclence figura dello Stra-
neo con r Auttorità di Terplìclenel libro del- gemma,come atto conuenicnte, anzi uccella
le cof'c Vencice. Vinum,in quo fuffoaitus Mul- rio ad vn Capitanio,al quale s'appartiene non
Itii ft4erit;/t vir bibat ad Ve^ierem tmpoterts erit, tanto con forza, &: brauura efpugnare li nenv-
Ji Adulter non concipietjzt refert Terp/ìcles Itbr» CÌ,qv!aiico airoccerrcnze per la falute propria
de Venereis Tt 4 l'.ella
é^ó Della nouifsima Iconologia
STRATAGEMMA MILITARE.
Z De/ Signor Gio: Aratino CaHellini,
Nel cartello fi ha da leggere. HE. AOAiì- HE. BIH*I.
della pania, & dcll'cflercitx» (Tio fuperarltcel' £orgruditio,e configgilo fcorgendoauantiil fi-
conlcgliccx: con l'ingegno, nel qua.ic confitte ne della battaglia Ci riporti la vittoria Opti- .
lo 5cra:agcjr!ma:perche lo Sn-uagenimanó è mum vere efl (dice egli lafl'ando il tcfto gre*
altro, che vn fatto egregio militare tratcaco co, per non arrecar tedio) In ipfa ade quiddtim
più col conrcgIio,& ingegno, che con il valo- tnachitìari , vt corifilia prAuenterite finem pnlif
re, e forze, imperciòche fortczya «fé alcuno viatoria puretur . llche pare ancora ne perAia,
con valore combattendo, li nemici vince:Con da Homero. che fpelfe volte dice, we S'ÓKo m
feglio pofcia oltre al combattere con arte , & $itì<f)h fon dolo,fcn vijcioè, econ inganno, ò
con aihitia eonfeguir la vittoria Fortitudo e~
. con forza, e quefto è il n->otto , che habbiamo
nime n,Jt^uis roboìepH-gnuntes hoftes deuinctt'. pofto fopra nel cimiero del nolho Stratagem-
Confilium vero txtraprdium urte atque dolo , ina,che parimente fi legge iaPolieno, da cui
vicioriam adtps/ci Dice Pclitno Macedonio
: detto fi deriuaquellodi Vergilio nel i dellc_j
uel proemio de gli fuoi ftratagemmi. Autore Eneide in perfona di Contho yMuterr.us Cly-
greco molto graue,&:antico,che fiori nel cera peos'.DantiurKque infignia fiobis Apttn.us dolus^.
pò di Antonino, & Vero ImpcradorL ioggian an virtus,qHis in hojie reqtiiratlquaCidìca. pro-
gè il medelìmo Autore, che la priucipal fapien curiamo pur noi di ccrnfcguir vittoria con tal
za de* fingulari Capitani, è certamente fenza Stratagemma, mutiamogli feudi, accommo,
periglio acquiAar la vittoria, ottima cofa è poi diauci gli elmi,& l'inlegne de' Greci,e chi poi,
iadacc ixnagiaando qualche cofa, atdòch^^ loirà andai cercando s'habbianio vinto cou,
ingauniA
t ^
huit,^captum de GrAcis exemplum- Anzi non bili alla militia, di che Seruio fopra Verg.nel
(blamente non è vergogna, ma è più tofto fom fine dell'Ottauo:onde Auguftodaua per pena
liialode,imperciòche l'ingcgno,& l'induftria ignominiofa a' foldati delinquenti, che flcflc-
preuale alla fòrza, & vno Stratagemma ordi- ro difcinti,fenza cinta militare, dif'arniati, co-
to prudentementejfupera gran copia di folda- me indegni di portare armi ma cafligati più
:
ti, dice Euripide in AnùoYC.Confiltum f»pten- f«ueramcntc erano quelli foldati, che volonta-
ter inithm mttltas manus vincit^imperitia ve- riamente perpigritia.òdapocaggine hauefl'c-
to cum multitudine deterius nmtum e/i , Se il ro laflatele aimi,ma(nmamentél4 fpada. Cor
medefimo in Eolo.Exiguum efi viri robur pr*. bulonc Capitanodi Claudio Imperadorc, fece
ttaleat autem animi induflria,femper enim vi- morire vn foldato, che fcnza fpada.& vn'altro-
r- rumimperitum &robujìum carpare mintuti-
, che col pugnale folamentc zappaua intorno
meOy<jHam imbecillem, verfutum ^ . ad vn Baftioiie. Cornelio Tacito lib.xj. Terur.t
Veggafi circa ciò il fermonc 54. di Stobeo, milttem qui a valium non accincìus, alium ^
doiic ci fono molte fentenzc in faiior dello Stra quia pugione tantum accinfiusfoderei, tnottc^
tagemma Quindi è , che Lifandio cflcndo-
. punitos.E fé bene l'iflefib Hiftorico non lo può
gli rinfacciato,che con inganni faccfl'e molte credere, parendogli troppa fciicrità nondime-
cofe indegne, rifpofe, che quando non baftaua no tdi)go,che Corbuloiie,ilqual prcmeuain ri-
Ja pelle del Leone, faceiia di meftiero cucirla formar la militia, pur troppo lo facclfc: r.c lo
conia pelle della Vulper Vbt Leonina pellts nò fece per feuerità di fuo capi iccÌG,mÀ per ri co-
fufjictt , ibi adfuenda. e/i y api" a, dice Plutarco re della dilciplina.e legge iiiilitarcjattefo che
negli Apoftcmmi. volendo inferire, che doue era debito de' foldati, quando efli zappanano >
non baftano le forze, dcuoiio fupplirc l'aftutie e faceuano folle per fortificare gli alloggia-
de lo .Stratagcma : Il primo che l'vfaflè tra menti del campo, tener la fpada al fianco dc-
Greci , rifctifcc Polieno fu .Sififo figliuolo di pofti giù gli feudi e lebagaglie loro lbpra_^
,
Eolo il fecondo Autolieo figliuolo di Mercu- i proprij fegni intorno alla mifura de' piedi
rio, il terzo Proteo,& ii quarto Vlille che Ho- alTcgnataa ciafcnna Centuria per fcouarl.L-^',.
tncvo chiamò poy lete f PS, cioè \afi:y, aftuto, & nella guifa che teftifica Giulio frontino, cho
di più fa ch'egli fteflb nella nona Odiffea s'a- fcriffc dell'aite militare, molti , e molti anni
uanti d'eflcre aftuto, &: fraudolente . inuerodoppo Tacito, ma conforme alli coliu-
Sum Vlyjfes ,Laertiades,q»i omnibus dolis mi de' maggiori tratti da diuerfi Hiftorici più
Hominibns cura fum, (^ mea gloria calum antichi r dice egli nel terzo lib.cap.8.S/-/J?««<»
atti» gì . autem ca/ìra A/ìate,vel hjemeyheile vicino,m/t^
VU/fe io /on del gran Laerte figlio ^ iore cura, ac labore /irmantibu4 . Nam fingula^
Che per gl'inganni miei, de' eguali abb»nio Centurie, diuidentibut campidu^oribus^prim
Di fiima fono a tutti gli mortali ,
cpibus,acciptunt pedaturas, (^/cutis,ac farci-
Eia mia gloria giunge infino al Cielo - ni$ fuis in orbem sirea propria fign a di ipsfitii
Aftutiffimo Capitano fu anco Anibalc Car- tinSt gladio fo/fam aperiunt oltreché cuila_»
:
faginefe,e molto lefto in ritiouar nuoui Stra- per leggi,che fi puuiuano capitalmente quel-,
tagemmi , e come ferine Emilio Probo nella Ìi,chehaueiTero alienata, venduta, perduta, o»
fua vita, quando non era eguale di forze, com iaflata la fpada Paolo Giurifeonfulto nel li-
.
batteua con l'ingegno, e con gl'inganni, e per bro delle pene de foldati, /. §^i cammeatut»
venire airefplicatione della nortra figura_-s. ff.de re militari it Modellino lib.4.delle pene^.
Rapprcfentiamo lo Stratagemma tutto ar- hb.^.ff.de re milttari.Ei.:xno anco cinti d'arme
mato con lo fiocco al fiancorperche fiafi il Ca- per fine quando pranzauanojquando poi ceixa
pitano inferiore,ofuperiore di forze; fiafi egli uano conl'Imperadore fciolti,edjfarmatijCo-
per combattere con forza , o con inganni , ifà me narra Giulio Capitolino nella vita di Saio-
meftiere , ch'^egU fia fempre prouifto } onde è nino GaJicuo Imperadore,alcuitempoi eoo.
che da latini cincìuti yacciniti ,^préicinti mili- uitati cominciarono a cenare con l'Impcrado-
ieiCono detti quelli valorofi,& vigilanti folda re cinti con le folite cinte foldatefche: poiché
1^ i ch« (toiiDO
emù con k ioi« axoii , €ÌÌèu(io eflcudo putto SaIoiiiflo>JSCAue ù iUua al cou:>
,
nella Corte Palatina trouar chi l'haueflepre- do poi la notte acccfi certi farmenti in fu k cor
fc,i (bldati<iuieti fi comportauano la perdita na di molti boni. gii inuiò vcrfo il móte,ilqua
ma di nuoiio inuitati non voleuano più fcio- le fpettacolo sbigottì di fòrte PelTercito Ro-
ler{! le c\ntc. Po/iea rogati ad c«nuiuium ctncìi mano, che non fu alcuno,ch'hauefre ardire d*-
itccubuerunt . Cnmqtte al> his quAreretur, cut con tal Stratagema trattenu-
vfcire de' ripari, e
non folHerent cingulum , re^ondijft dicitntur to il Campo nemico, fé ne fnggi fenza detri-
S/tlotiio deferimus ,atque hinc traBum morem , mento del fuo ellercito. Il fecondo effetto è ,
%t deinceps cutn Imperatore cincli difcumòerit. quando il Capitano ritrouandolì prouifto di
In quanto a gli animali fìguratijprinia ch'- forzc.mà pere con qualche difauantaggiopen
io venga alla loro efpofitione) metterò in con- fadifupplirctó l'ngegno.e conl'aftutieiudur
ftderatione , che il Capitano perdue effetti lì re l'inimico a qualche paifo non penfato, e di
leriic dello Stratagcnima.alle volte per Taluar girarlo in modo, che con fua llcurezza venga
Ce ftello (blamente, quando è pouero di forze, a fottometterlo per inalzar fé alla gloriofa vie
lenza curarfi difuperaie il nemico, riputando toria:Di tal natura e il fiero Leopardo, il qua-
all'ai guadagno di mantenerli in vita inlìeme lenon fidandoli nelle fue forze contro il leone,
col dio ellercito. Altre volte poi, quando è più cerca di metterfi al ficurocon sì fatta alhitia;
potente, le ne ferue per sbaragliare l'efl'ercito fa egli vna cauerna, ch'habbia due bocche_j ,
nemico conrifoluto penderò di rimanere vin- l'vna per entrare, l'ai tra per vfcire larghe am-
citore i due effetti fono rapprefentati
e quefti bedue, ma rtrette nel mezo, quando li vedcj
dalla natura degli animali propoftì e per ve- ; per feguitato dal 1 eone fugge nella cauern;i_;,
nire al primo. Racconta Eliano Hiftoriconel oueil leone dal deliderio di trionfar di lui fot-
primo lib.cap. i.che in Egitto la Rana e dota- tentra con tanto impeto, che per lagrolfczza
ta di particularprudenza impcrciòche le s'-, del fuo corpo s'incalza in modo nella ftrettu-
incontra nell'Hidro alunno del Nilo nemico ra di mezo, che non può andare auanti,ikhc_>
rucconofcédolì infenoie di forze, fubito pren- fapcndo il Leopardo, che per la fottigliezza_j
de vn pezzo di canna m
bocca, e la porta ftret- del fuo corpo palla veloce la buca fatta, ritorna
ta per trauerfo onde lHidro non la può in-
, dalla parte oppolìta détto la folfa, e con li den-
ghiottire, perche non ha tanto larga la tocca, ti, c'I vnghie lacera, e sbrana il leone dal canto
quanto fi ftende la Canna,& inquelta guifa la di dietro-£fy/c fs.be arte potitn , quam vinbw
ranocchia con la Tua aftutia fcampa dalla for- de leone obtinet vtcloriam leopardmAict Barto-
za deU'Hidro,il quale è ierpe di bella vilt.ì_j, lomeo Angelico , DeproprietAtibus rerum lib,
ma di atroceveneno, di cui Plinio I1b.t9.cap. l8.cap.65.
4. dice li! orbeterrurum pulcherrimum angutu Simili aflutie fono di quelli accorti guerrie-
oenui eR quod tn aqua viuit Hydri vocantur ,
,
ri, che fanno dare nelle fue imbolcatc le nemi-
niillius ferpciUiHTn mferieres veneri o-Aoito que- che fquadre, come fece Anibale a Tito Sem-
fìn cltetto cade quello Stratagemma de'Bntan prono Gracco , e Cefare a gli Hcluetij, o dir
ni,ò voghamo dire Ingleli,iqualiritiouadofi vogliamo Suizzcri, iquali guereggiandocon
inferiori di Ccfare tagliorno buona quantità
, lui entrarono ne i contini de i Francell , e de'
d'arbori, e attrauerfono molti fpellì in vna_tf
li Romani con numero intorno a ottanta milia,
fclua, per la quale pailar doueuo Ccfare, e ciò de' quali zo. milia poteuano portar l'armi; Ce
fecero per impedirgli l'ingreflb; Vn'altroStra fare fempie ritirandoli cedeua loro , vn gior-
ta geni ma vsò Pompeo in Brundulìo turbato no,i Barbari perciò maggior fiducia prenden-
dalla venuta, che intefe di Cefare, donde tofto do lo pcrfeguitauano , ma volendo elfi paffar
fi patti, e per ritardar l'impeto di Cefare, (zcc il fiume Rodano , Celare non molto innanzi
murar le porte , e fece fare folli a trauerlb It^ accampò.ondei Barbari hauendo pallate con
vicpiantandoui legni aguzzi coperti di terra . gran fatica l'impetuolb fiume, ma non tutti ,
Il luo figliuolo ancora ieiìo P')mpco inlfpa- volendone pallare ancora il giorno feguente ,
jjnaad Àtcgua temendo la venuta di Celare fe- jo.milia, quelli, che erano pallati llanchi ib-
ce attrauerfare carri per k iliade per natte pra la riua fi ripolauano, Celare la notte alla,
nere l'ellcrcito nimico,&: hauere più tempo di ìendoli, gli vccife quali tutti, elfendo loro in-
ritirarli, e fbrtiHcarfi in Cordona doue egli an- terrotta la facoltà di r;tornarfene per lo fiu-
dò; Anibak (ìmilmente vedendoli con dilàuan mc;altri Stratagemmi a quello propolìto re-
ca e
,e
Dellìno/opral'ElmOjfùimprcradi Vlif-
Il fce,che il Delfino vinco il fuo nemico mediaa
Stratagemmi , e fé bene Io por-
fe autore delli te l'aftutia , totalmente per via di Stratagcm-
taua nelloicudo per grata meraoria.ch'vn Del mascon ragione Io veniamo a figurare fimbo-
fino liberò Telemaco Tuo figliuolo dall'onde, lo deirifteflb Stratagemma nel cimiero in cc-
nelle quali era caduto,fecoodo la cagione cfpo fta,pcr dimoftrare la folIecitudine,& preftcz-
Ha da Plutarco per relatione delli zacinthei za.con la quale ne' cafì vrgenti fi deue col pcn
& per autorità di Critheo ; nondimeno potia- fiero imaginare lo Stratagemma, ed imagi na-
mo dire.che ftia bene ad Delfino ani-
Vlill'e il to con la mcdefima follecitudine, e prcllezza
male aftutOjC fcaltro.come fimbolo dello Stra- ponerlo ineflecutione : come i Delfini, fanno
tagemma,& aftutia conueniente ad vn Capita- quelli Capitani di giuditio,iquali informatifì
norperche il Delfino è capo,e Re degl'aquati- del fito,& dell'ordinanza del campo nemico,
li, veloce,pronto,ragace, & accolto; come de- l'afl'altano da quella banda, doue conofcono
ueeflereogni Re, Generale, e Capitano d'efler fia più debile, e facile a rompere, &: mctteriu
citi; fagace, & accorto in fapcr pigliar partiti in sbarraglioreffendo il Delfino minore di foi»
in ardue occafioni,veloceje pronto, in efi'cguir za,edi llatura del Crocodillo.che per l'ordina
li:Hà l'alluto Delfino molto conofcimentOje brazza di lunghezza, fupe-
rio palla ventiduc
confiderà quando è per combattere con il Cro randolo,e vincendolo,può feruire per fimboIo
codillo feroce è peftifera beflia , a cui egli e a quelli, che fono minori,di non temere i nemi
inferior di forza, ferirlo nella parte più debile ci maggiori di loro : però quelli che fono di
,
fcnza fuo periglio: Vuol egli dal Mare entrar più pollo, e di maggior nerbo, ftiano auuertiti
nel Nilo , il Cocodrillo non lo potendo com- di non andar tanto altieri per le forze loro ,
,
porta re, come fé gli occupa ile il ilio regno,cer che Iprezzino li minori , e con brauure, & or-
ca di cacciailo via; douc il Delfino non poten- goglio facciano loi"ooltraggio,perche non vi
do con la forza, lo vince con l'aftutia; elio ha e niuno,per grande, che fia, che con lo Stia ta-,
fui dolfo penne taglienti come coltelli, e per- gemma giunger non fi polfa da qual fi voglia
che la natura ha dato ad ogni animale, che no infima perfona ».
folo conofca le cofe a lui gioueuoli , ma anco A
cane non magno féipe tenetur aper .
le nociueal fuo nemico, sa il Delfino quanto Spejjo il Cignal da picciol can s'afferra.
vaglia il taglio delle fue penne, e quanto fia_j Picciolo e lo Scarabeo , & nondimeno con
tenera la panza del Cocodrillo; informato del aftutia, fi vendica deirAquila,neIIaguifa,che
tutto, non va il Delfino incontro al Cocodril- narra l' Alciato neirEmblcma,ccnto feflàiuot .
po,mà come accorto, e lefìo fingendo d'hauer creta fé ne fa corazza feccandofela al Sole, S^
paura fugge veloce fotto acqua, e va con lc_> contro l'Afpide combatte riparando con la_»
lue acute pene a ferirlo fotto il ventre, perche coda i colpi, finche con il capo obliquo rifguar
comprende, che in tal parte tenera, e molle, dando fi lancia dentro le fauci dclrAfpidc_'}
facile ad efler trapaflatoj Solino. Cr^ftf<//7ofy?« L'iftellb quando vede il Crocodillo con la_»
dio eliciuKt ad Katandum, demerjìj; afìufran- bocca aperta ( allettato dal Re d'vccelli detto
dolento tenerti ventrium fubternatantes fecunt ^ Trochilo) che glie la fa tenere aperta,grattart
&intertmunt: in quella aftutia fraudolente»» doglieladelicatamente,& beccandogli -le fan-
confìfVe lo Stratagemma, adoperato per lo più guifughe,come dice HerodotOjvi fegliauuea
da quelli, che fono difuguali di forze. Plinio la dentro , gli rode le interiora , e come acuto
lib.S.cap.zj. Delphini impares virihus ajlu in- dardo gli trapaflaii ventre , donde fé n'efcej
terimunt, callevt enim in ho( cuniìa animnlitt fuoiiU^t
L'Egì,
. .
per il cardello, della qual differenza Hcrmo- Guardati pur da ptH, s'vnfol non temi .
lao Barbaro fopra Plinio libro decimo capito- Ben lo prouò l'infijlentc Mafiìmino,ilqaa«
Io 5Z.51.& 74-nondimeno fimileaugellettofi le ripofandofiinhemecol figlio fui mezogior
sfoga contra T Afino, che tra li fpini doue l'E- no ail'alledio d' Aquilea nel Tuo padiglione.fù
githo, coua ftergolandofi, gli guaftail nido, da' foldati ammazzato col niedefimo figlio «
perciò gli falta con impeto addoflb,ecol bec- mandatene le terte d'ambedue a Roma; ne fo»
co gli punge gli occhi, & le piaghe,che tal voi lamente da moltitudine di perfbne, ma da vn
ta fiiole haucre fili collo & nella fchiena
, II .
minimo folo ogni alto perfonaggio può elfere
Delfino ancora vien fuperato da vn picciol pc- fuperato, c<5meil Crocodillo dal Delfino per
fcc che per Enigma io propone Bernardino
, via di itratagemma. Aod,nel terzo de' Giudi»
Rota nell'Egloga Xpifcatoria . ci, portando preienti ad Eglon Re de Moabi*
Dimmi qual picciot pefcetl mare accoglie^. ciifinfe d'hauergli a dir paiola di fecreto , en-
Che col Del/in combatte,^ vincer potè-'. trato folo dal Re Io percofie a morte nel ven-
Qualpicciol pefce fi voglia inferire, non so tre con vn coltello, che tagliaua d'ogni can-
di certo , mi lòuuicn bene che il Delfino è ne- to calo rinouato a tempi noftri nel 158?»
:
mico del Pompilo chiamato anco da alcuni da Fra Giacomo Clemente dell'Ordine de lie-
Nautilo pcfce picciolo,deI quale Atheneonel dicatonche focto colore di preferitale alcune
fettimo libro ne tratta diffufamente luogo mol lettere ad Henrico Terzo Re di Francia , nel
ro curiofo,oue tra le altre dice che fc il Delfi- porgerle chinandofi a fargli riuerenza ingi-
no lo mangia, non lo mangia fenza penajattc- nocchione. parimente con vn firaile_>
Io feri
fo che fubito mangiato,rimane addoIorato,ed coltello nel pcttigione fé bene il fuo efito fu
;
iiiqnicto, tanto che fianco & infermo vien ri- dillimile a quello d'Aod, poiché Aod fuggì fai
buttato dall'onde al lito, ouediuentaeflb pre- uo.ed egli fu fubito da circoltanti vccifo, auau
da, e cibo d'altri; ma fiafi che pcfce picciolo fi CI che Ipi ralle il Re.Salua fimil mente l'animo-
voglia. La conclufione è, che li maggiori pof- la vedoua Guidith alla Patria fua tornò con
Ibno edere fuperati dalli minori, qual fi vo- la tefta d'Holoferne Principe de gli Aflirij ,
glia per abietto, che fia , è da temerfi, Publio Paufaniagiouaue diniuno fofpetto (come di-
ne i mimi ce Giuftino ) elfendofi più volte querelato a
Inimicum quamuis humilem,do£le efi metuere.
Quelli dunque, che nelle forze loro fi con-
fidano,nelle prone di crudeltà, e misfatti com
Filippo Re di Macedonia de la violenza fatta-
gli da Attalo vedendo che il Re non lo puni*
ua,anzi fé ne rideua,& honoraua l'auucrfario»
J
melll, & fanno del brauaccio , fi aftcngano di lailatoilReo prefe vendetta dall'iniquo Giu-
fare ingiurie ad altrui , e credano pure , che_> dice ammazzandolo in vno ftretto paflb lon-
,
quelli fkdi infulti, ch'elfi hanno fatto ad altri, tano dalla fua guardia Vna vecchiarella ve-
.
poflbnoefler fatti a loro, e ìx ricordino , chc_j dendo da alto Ibpra vntetto,chefuo figlio era
chi non può elTcr vinto conegual forza, è vin alle ftrcttecol Re Puro, per liberare il figlino
to con aihicie , e Statagemmi; & chi non può lo dal pericolo,buttò addoflb a Pirro vna tego-
eilere fii^'cratoda vno,è fuperatoda piùjraot I vccife,per quanto narra Plutarco. Vn
la, che
to che fu detto in Greco a Maffimiiio Impe- Pcrfianoaftutamente con vn'hafta trafifie Giti
rador feroce, che per la fua robufttzza,& gran liano Aportata Imperadore Gio. Battifta E-
de llatura fi teneuainumcibile . guatio ferfii ( adepto Imperio ) btlLum indi'
.
g^< ah vno nò potè si oc ciclica multit ccciditur; xtt, vbi dum tnconfultius agtt , Perfit viri dolo
Elephasgrartdis e/i ,i^ occiditttr , in dejerta cftm exercttit ducìus , conto traieóiut
Letfortis, (^ ociiiittur , perift Stefano Procuratore , come fé fulfe in-
.
C^ne njultos, fi fingulos non times . fermo, comparuc col braccio finirtro infafcia-
1! fciilb de'qualiverfi porti da Giulio Capi- to anaci Doinitiano Imperadore, ilqualcmen*
tolino fu da Ludouico Dolce accoiiciamentt_* tre ftaua intento a leggere certi memoriali ,
tradotto, ma noi ialfato da parte ogni accon- che gli diede, fu da lui ferito nell'inguinaglia
cio, e pompa, alle parole folamente ci tencic- con vn coltello. con tale artutia vn Procurato-
nio re domò vn mcllro di crudeltà, formidabile a
Si^-l,che non ptijd.-i vn Jol ejfere vccifo. tutti per tanto làngue di nobili, eh 'egli fcce_^
fpargere
. , .
D I O
ftja mano terrà vn libro aperto,neI quale miri La penna,che tiene con la deftra mano,
fi*
attentamente, con la deftra vna penna da fcri- gnihca l'operatione. &
l'intentione di lafcia-
uere,& gli farà a canto vn lume accefo, & vn re.(cnuendo,memoria di se ftelToKome
dimo»
Gallo. Itra Perfio,Satira prima
.
Giouanc fi dipinge , perei òche il gioitane è Scire tuHnihil
efì,nifitefcir^ hoc fciat alter.
atto alle fatiche dello ftudio- Il lume acrefo,dimoft,a,
che gli ftudiofl
Pallido, perche quelle fogliono eOenuare , conlumano più olio,che vino.
& impedire il corpo,come dimoftra Giuuena- Il Gallo fi poneda
diuerfi per la follecitu-
le latira v. d'ne,& perla vigilanza,ambcdue
conuenien.
iunat impaltcfcere cartis
ji( te ncBurn'ts ti,&neceflarie allo ftudio.
Sì vcfte d*habito modefto,perciòche gli ftii
diofì Cogliono attendere alle cofe modeia:e,&
fode-.'. STVPIDITA\ OVERO StÒlIDITA\
Si dipinge, che a federe.dimoftrando la
ftia
bocca l'herba detta Erìngion; nella man fini- ciato,è temerario, & ardito in ogni luogo con
fìrahabbia vn fior di Narciro,& del medcfimo tro ogni cofa,& contro ogn'vno nel parlart_>,
ila incoronati-.*. & nell'operare,mà lo ftupido è freddo,e timi-
La ftupidi tà è vna tardanza di mente , ò di do tanto nel bene,quanto nel male,per la ftu-
animo tanto nel dire^quantonel fate qualche pidità del fuoanimo.c tardanza della fua men
cela, così definita da TheofrafVonelli caratte- te.La Stupidità nelle perfone, òpcr natura, ò
ri etici, la cui diffinitione, none difTimilc alla per accidente, per natura è tardo di mete quel-
dcTcrittione fatta da Arift.fuomaeftro fopra_» io, ch'è d'ingegno grofTojC d'animo timido i
lo ftupidonelli morali grandi lib primo cap. per accidente auuienein varij modi, ò per in-
17. in talforma di pare le. Stupidus ,feu aito- fermità. ò per marauiglia, e ftupefattione d'v-
tiitus,C^CHrMUi é'cunÉlos veritur tafn agen. nacDfàinfolita,che s'oda, fi vegga in altri, ò fi
do ,tam dicendo folertiA expers, tallì efi qui in proni in fé, onero dalla contempiatione de ftu
euntlis obfìupefcit. Lo ftupido, onero attonito di), ftando quelli che ftudiano per l'ordinario
impaurito d'igni cofa, & d'ogn'vno, tanto nel tanto intenti alle materie, che paiono ftupidi ,
faie,quanto nel dire>priuo d'indultria.e tale^ infenfiti, aftratti ; & però meteoria in Greco
che in t gni cofa refla ftupido; &: alerone nel!'- tanto lignifica fpeculatione di cole fublimi>
Ethicadice che lo ftolido fi trattiene anco do- quanto ftupidità , onero ftolidità . Suetonio
ue non occorre: fecondo l'autorità dclmcdelì- nella vita di Claudio cap. 5 9. volendo efprime-
mo Filofofo lo ftupido da vn canto è contrailo rc)che Claudio Inlperadore erafmemoratoa-
nel bene alla .iiligciiza, & induftriadairultro ftracco ftupido,& inconfideiatodiire./«/fr c4.
canto nel male alia sfaccia te zza,parche lo sfac fera m
ee mirati f»nt homintì, 0» ebliutonem ,
& in con-
. .
Parte Terza*
(^ineo»fideYanùiirn,vtl vt gtAce dicam (xziici gli mirandoli nella fonte, prefe tanto flupoie"
pictv, Ki a,'0hi<pia,v, idefìfìupiditatem, ó* i»- della fuaimagine,chelanguì,& ficonuertì in
€onfideranti»m 5uperafi la ftolidità,ò ftiipi-
. fiore,che induce llupore, & torto langiiifcc--:
dita naturale con l'efTercitio delle virtùjfi co- mentre fi ftupiua pareua vn finnilacrò di mar-
me con l'otio lì accrefce , poiché l'ingegno in mo,conie canta Ouid. nel j. delie Mctamorf.
quello lì marcifce,e diuiene più obtulo, & of- Acfluftt ipfefibi, vultuq; inmotui eodem
fufcato dalla caligine dell'ignoranza Zopiro H*ret, vt è parto formatum marmorefignum.
Fifonomico eflcndofcgli prelentatoauanti So- Plutarco nel terzo fimpolìoquellione pri-
crate Filofbfo da lui non conofciuto guardan- ma conferma, che il Narcifo fiore , è detto da
dolo in faccia diflc,cortui è di natura ftupido, Narce parola greca,perche ingenera ne i ncr-
baiordojli circoftanti,che Tape^ano la fapien- ui totpore,& grauezza llupida: perilche Sofo-
2adi SocrateiC che difcorxcua con accorto giù cle Io chiama antica corona de gli gran Dèi
dicio,& folleuacointelletto,fi inifero a ridere: Infernali.cioc de morti NarciJJum dixerunt,
.
ma Socrate rifpofejnon ve ne ridete, che Zopi- quia torporem {qui narce gr&cis efì ) neruts in-
ro dice il vero,& tale io eiOjfe non haueflì fu- cutiat.grauedinemque torpidam-.v^de,^ fopho
perata la mia vitiofa natura con lo ftudio della eles eum veterem magt$orum Beorum coronam
Filofofia.vi è vn dettoprefo da Galeno. No appellat, nimirum Maninm
Mercurtus ipfe qntdem cttm Mufis fantrit . Il
quale li dice verfo vno,che lìa oltia modoftu-
pido,& ignorante, volendo inferire^che è tan- SVBLIMITA^ DELLA GLORIA.
to ftolido,eftupido,che nonlofanarebbe Mer PONGASI vna (latua fopra vna gran co-
curio inuentore delle fcienze con tutte le mu- lonna fregiata di bellillìma fcoltura, ten-
fertalche lo eflcrcitio delle fcienze, e delle vir- ga con la man delira vna corona d'alloro, con
tù è atto ad aflbttigliare l'intellettOj e toglier- iafiniftra vn'halla.
ne via lalUipidità,& ftolidità . Soleuano i Romani efi!altare i loro più va-
La capra tenuta dalla man dritta e fimbolo lorofi Cittadini alla fublimità della gloria__tf
della ftolidità . Ariftot.ncl cap.x. della iìfono- drizzando llatue fopra colonne ad^onor loro;
nwadice che chi ha gli occhi limili al color di Onde Ennio parlando in lode di Scipione, co-
YinOjeftolido, perche tali occhi lì riferifcono sì dilfe
alla capra, ^tèus autem vino colore fimtles §^antam Hatuam faciet Populus 'Romanus.
funt ifiolidifunt referuntur ad capras Ilme- . ^^antam columnaiquA res tuasgf/ia loquaturì
defìmo Ariftotilelib.^cap. 3. d'animali, dice-» Volendo inferire, ch'era meritenole d'efle-
che fc dalla greggia delle capre fé ne piglia_9 re inalzato fopra glialtri afuperma Gloria, e
vna per li peli che gli pendano dal mento, chia per tal ragione le fi fabricauano dette llaiut-»
matoarunco, tutte le altre ftanno, come ftupi- fopra colonne, fi come dice Plinio I1b.54.cap.
de con gli occhi lìflì verfo quella: veggafì pa- (>,Columnarum ratto trat , attoli f»pra cetircs
limcte Plin.lib.S.c.jo.L'hcrba Eringion, che mortales Il primo , a cui fofie eretta vna
.
co-
tiene in bocca, ha il gambo alto vn cubito con lonna , chiamafi €aio Meuio , che fuperò o-li
li nodi,& le foglie fpinofe, della cui formu^^ antichi latinidel4i6.dall'edificationedt ifo-
veggalì più diftintamente nel Mattiolo, & in ma fecondo Plinio nel medcfimo libro cap.;.
Pliniolibzi.cap.i5.& lib.n. cap. 7. Plutarco Se bene Liuio nell'ottano libro non dice, die
nel trattato, che fi debbia difpiitare con Princi- gli falle erettavna colonna, ma rifenfcc, che
pi da vn Filolbfo, ri feri fce che fc vna capra pi- Memo trionfò inlieme con Furio Camillo nei
glia in bocca l'EnngiojelIa primieramente_3, confolato loro j che fu fecondo alcuni del 418.
& dapoi tutta la greggia ftupefatta lì ferma_.s, dall'ediUcatioue di Roma , per haucr fuperato
fin che accollandoli il Pallore gliela leui di iTiuoleli.i Vcllecrani, i Nettunclij& altre na-
bocci-^'. tioni dei Latio, & che il Senato pofc nel foro
me anco in capo è fiore, che aggraua & balor- Caio Duellioda altri detto Duilio, fu il primo
difce la tefta,& però chiamafi Narcifo,nonda ad afccndere alla gloriofa colonna rollrat.t_^ ,
Narcifo fauolofo giouanetto,come dice Plinio che primiero trionfò de iniprefa nauale con-
nellib.zi cap. 19. ma da Narce parola greca , tro il Cartaginefidcl 49 j. dalla foiidationedi
che figmfica torpore, e llupore anzi il finto : Roma, lècondo il Computo d'Onofrio Panui-
giouaactto pigUa il nome da Naice, perche c- uonelli falli, la quaUoiouua Rollrata.dice»?
Plinio,
.
Plinio, & Qu^i ntilianolib-i. cap. 7. Haiier ve- cfler'queliidue cccclfe Colonne, fopra lequali
duto nel foro Romano, ouc appunto è ftata.^ è fondata la Santa Romana|Chiefa. Intorno a
trouata fotto terra, a' tempi noftri vn fragmen tal materia di Colonne èftatue drizzate dal Se
to Hella bafc di detta colonna con l'infcrittio- nato Romano a gloria de* loro Cittadini , &
ne,ch'hoggidì fi vede nel Palazzo de' Confer anco Cittadine, veggafi Plinio ne i luoghi ci-
luitori in Campidoglio: in fauordi queftano- tati, & Andrea Fuluio nel4.1ib-dal cap.zé. fi-
itra figura due colonne al prefente fi veggono no al i9.&inel cap. 5 6. veggafi anco le antiche
in Roma vna di Traiano Imperadore, con la Romane infcrittioni ftampateda Aldo Manu-
Icala Lumaca, alta piedi iij. l'altra fatta den- tio, dallo Snietio,daGiufto Lipfio,& dal Gru
tro pura chiocciole, è Antonino Imperado-
di te rio . A tempi noftri
l'inclito Popolo Pvoma-
re alta piedi lyj. nella cui fommità fu porto nohàdi nuouopofta in i-focosi gloriola at-
vna ftatua nuda, che tiene vna Corona nelLi-j tione: & peròCampidoglio ù. vedono fta-
nel
man dcftra, nella finiftra vn'hai>a,come fi fcor tue drizzate fopra nobili bafi con loroinfcri.
gè nella Tua Medaglia che di lui d troua, le-
, rioni. A Papa Leone X a Paolo IILa Gregorio
gnali colonne fono di fuora ornate di eccel- XIII. a Sifto V. che iranno a lèdere in Pontifi-
k-nte fcoltiua, che rapprclcnta molte imprefc, cale. Vltimamentenonfolo a loro Pontefici
i
battaglie, vittorie, e trofei de nemici per glo- Mallìmi , ma anco a[cittadini di gloriofa vir-
ria di'q'.iefti inuitti Impcradori tù, & fama, hanno in vn'altra nobile Sala de_j
Horafopraqucfta di Antonino vi è vn San Conferuatori, erette in piedi ftatue, ad Aleflan
Paolo di bronzo indorato. Sopra quella di Tra- dro Farnefc Ducadi Parma, a M. Antonio Co-
ia: o vn S. P.'crro portoni per ordine di rap.T_^ lonna , & a Gio. Francefco Aldobrandini Ge-
Sifto V.a gloiiadciiidvic ianti Aportcli, per nerali di cdercici contra nemici di Sant.uj
Chicfa
y'^ '1^ Parte Terza* FÌhG
Ckiefa Romana con tali infcrittioni. Ponemo in vna mino la corohà d'alloro^
s'applicano rhafta dall'altra, perche tali cofe;
^ARMAE. ET. PLACENTIAE. DVX gloria per l'armi, quanto a quelli, che l'acqui-
III. MAXIMO. IN. IMPERIO. RES, fìano per le lettere : attefò che con corone dì
PRO. REP. CHRISTIANA. PRAE- làuro s'incoronauano li virtuofi poeti, e li va-
CLARE. GESSERIT. MORTEM.
lorofi Capitani Ouidioncl primo delle Me- .
. VIRTVTIST'SV AE. I N. 1 L L V M •
mani {li come vn'altra volta habbiamo dettò)
^VOLVNTATli . TESTIMONIVM. lanciauano vn'hafta verfo quella parte, con-
(1 :
tro la quale voleuanomuouer guerra, è Sim-
EX. S. C. P. bolo anco della Sapienza, e peropone(ì in ma-
CtEMENTlS. Vili PONT. "MAX. AN. no a Palladc riputata da' Gentili Dt-a dell.T_»
GABRIELE. C^SARINO. I. V.
II. Sapienza» mediante laquale , come anco me-
tf. lACOBO. R V BEO PAPI RIO. diante la eccellenza dellardifciplina militare,
!,ALBERO CO SS. CEL5Q. CELSO s'àrriua alla fublimità della Gloria.
? GAP. REG. PRIORE. y /
S V P E R B I A.
M. A N T O N'I O. COLVMNAE CV/V bella, &al^ra,veftita nobilmcw DONNA
CLARISSIMO. TRIVMPHALI. te di roflb.coronata d'oro, di, gemme in
DEBITVM. VIRTVTIS. PRAEMIVM. gran copia, nella deftra niano tiene vn pauonc,
VTILE. POSTERITATI. & nella finiftra vno fpecphiojnel qual miri,&
iXEMPLVM fiG R ATA. PATRIA. contempli fé ftefTi-^'.
posviT. ;•
,
La Sopérbia,come diccS. Bernardo,è vn'ap
EX. S. C. ANNO. M. D. XCV. fctito difotdinaro delia-propria cccellenz»,
IO. FRANCISCO. ALl50BRANDIN0. ,^ però Cuoi cadere per loìpiù ne gli animi.ga-
GIVI. ROMANO. gliardi.&c d'ingegno in{t|ibile, quindi e che fi
BELLI. AEQ\'E. AC. PACI5. ARTIBVS. dipinge bella,& altera, Se riccamente veftita.
INCLITO. Lo Ipecchiarfi dimortra , che il fuperbo fi
QVOD. MVLTIS. DOMI. PGRISQ. rapprelenta buono,& belio, a fedei^o vagheg-
PRAECLARE. GESTI S. REBVS. giando in quei bene, ch'if è in fe.col quale fo-
ITALICI. NOMINIS. GLORIAM- menta l'ardire feiiza volger giàmai gl'occhi
LONG E. LATEQ. PROTVLERIT.
•
all'imperfettione,chclopo(Ibnomoleitare,9e-
S. P. Q. R. rò fi allomiglia al pauone, il quale compiace»
VlRTvTlS. ER GO . MAIORVM. piuma tftcriore, non degna Jìlj.»
dofi della Tua
EXEMPLO. IN. CAPITOLIO. compagnia de gli alili vccelli ^ . ,
,1'
S.: V P E R S T I :fr- I O N E.
Bel Signor Gio: Zaratmo CaUcUinl,
pianeti , v«rlb le quali con afpetto timido ri- foprauiuano, & quelli chiamaua fuperftitiofi ,
guardi . i quali riucriuano la memoria, che fopraftaua
La Superftitioneè nata dalla Torcana,la_j de morti, onero quelli, che (bprauiflTuti al pa-
qnaleda Arnobiò Iib.7. chiamafi madre della dre, & alla madre teneuano, &c celebrauano le
Srperftitione- Neque genitrix,(^ mater fHper- imagini loro in cafa,come Dei penati: Imper-
iit 'i^.iis Hctruria àpinionem eius nouit aut fa. ciòche quelli, che pigliauano nuoui riti, o che
tnam%h nominata Supcrftitionc dalla voce fu- in luogo de' Dei honorauano i morti , erano
pcrllicelaùna^che fignifica roprauiuente^Oi). chiamati fuperftitiofi. Reiigiofipoi chiama-
uanfì
Parte Terza^ ^>
Dan fi quelli, che honorauano ì Piiblici,& anti- Ignuuus Bub9 dirum m»rtalibm omen ,
chi Dei j &
proua ciò Latcantio da quei reiTo Nel Confolato di Seruio Fiacco, & Q^Cal- ^
«li Virgilio nellib. 8. dell'Eneide^'. fornio,fù rdito cantare vn Gufo fopra il Cam
Vanet juperflttiOyveterHmqtieignar» Deorum . pidoglio, ic allhora appreflb N»mantia leco-
Meglio di cucci Senno, fopra il detto verfo , le de Romani andauano male,& perche era_*
dice che la Siiperftitionc è vn fuperfluo , & così abomineuolc concetto, narra Plinio, che
fciocco timore nominaca Superftitione dalle nel Confolaro di Sefto Palleio iflro , &
di Lu-
vecchie, e perche nioltc (bprauiflutc , dall'età cio Pcdiano, perche vn Gufo entrò nella cella
delirano, Se llolte fono, onde per tal cagione-» di Campidoglio, fu la Città in quell'anno pur
vecchia la dipingemo . gatacon facrifitio,pcnfieri tutti fuperftiriofi r
Et chiara co/a e , che le vecchie fono piti poiché Superftitione è quando fi crede, che t-
SupcrlHtiorc,perch e fono più timide Il Tira- . na cofa habbia da edere da qualche fegno , il
quello.nclle leggi Connubiali parc.9. diceche quale naturalmente non paia denotate fimil
le vecchie fono fpeDalmentc dedite alla Super cofa, dico naturalmente, perche ci fono anima
ftitione,& però Cicerone in più luoghi U chia li,da'quali naturalmente fi preuede vna cofa ,
ttià Amie riputandola cofa particulare da ree come la ficura tranquillità del mare dall'Al-
chia, quindi è che le donne fono dedice allt^ cione, il quale augello fa il nidod'lnucrno, &
ftregonarie,&alla magia,arti familiari alle_> mentre coua per fette giorni , ficuramcnte, i!
donne, come dice Apuleonel 9.1ib. delfuo A- Mare tianquillo,di che n'è teftiraonio Sai»
ftà
fino d'oro . to Ifidorolib. ii.cap.7. AlcyoK pclagi volucris
Le poncmo vna Ciuctta in certa , perche è di£ÌA qunfi ales Oceaaea,ee cjuod Hyttme in /?/»-
prefa dalle timide, e Superftitiofe perfone per gnis Oceani nidos facit,puUofqHe tducit, quuLj
animale di catcìuo axigurio, &: come notturno excabante fertur extento iquore pelagiu ftien~
è facto fimbolo delia morte nelli Geroglifici tibm ventis continua feptem dierum tranquil-
di Pieno Valeriano,il quale dice, che col can- Ittate mitefcere,^^ eiHsfcetibtu educandis obfe^
to fuo notturno fempre minaccia qualche in- quium rerum natura prabere-Lt perciò Plucar
fortunio, & narra l'infelice cafo di Pirro Rc_> co deSolertia Animaliurn dice, che ninno ani-
de gli Epiiotij.ilquale reputò per fegno cacti- male merita d'eflere più amato di qucfto. AU
00 della l'uà futura, e ignominiofa morce,quan cyont autem circa brumam parienti totum f»a~
domandando a efpugnare Argo,vidde ptr viag- re DeuifiuéÌMUm, (^pluuiarum "v^cuum , pr^
gio vnaCiuetta poncrh fopra l'haftafua; im- bety Tjt iam aliud animai fit nullum, quod ho-
perciòche ne feguì,. che giunto a dar l'allalto tnt?ies ita mento ameni : hutc tnim , acceptum ^
fu leggiermente ferito da vn figliuolo d'vna_^ referre debent , quod media Hyemefeptem die-
vecchiarella,la quale vedendo da alce, che Pir bwi tot idem qi noÉitbm abfquevlle perieulo na^
to perfeguicaua decco fuo figliuolo, gli buttò in uigant, iterque marin^m, tum terrefJre ttttius
telìa vna tegola con tutte due le mani, per il- habet. Così anco quando apparifce il Cigno è
qual colpo cade morto, Sequela èSilpcrftitio- fegno di bonaccia, onde il fuoafpctto e grato
ne a credere, che tal morcc di Pirro fuflcagura a Marinari Cygnus in atigurijs nautis gratijft~
la da quella Ciuctta Per il medcfimo nlpet-
. mus ales, Hunc optant femper , quia nuf/qnam
to fc le pone alli piedi il gufo, & cornacchia.^ mergitttr vndis Verfi addutci da Seruio nel
.
animali , che fogliono cHere tenuti di mali_j primo dell'Eneide (opra quelli iz. Cigni, che
augurio da iuperitiriofi ancor hoggi , dclhi_> doppo tante lurbulenze fumo di felice Aufpi-
Cornacchia Verg. Egloga pnnuu^. cioalla nauigatione d'Enea, & per lo contra-
Sipe finterà cau* pradixit ab ilice cornix . rio la tempefta è preueduta dal pcfce Efchine.
Et Plinio la tiene per augello d'infelice can Cheauanti venga fi cuopre con arena, & picco
lo,quanv.io nel x.li.c izdice dilei. le pietre p.?rftabilirfi nelle ondofe piocclie_j,
Ipfi Ales efì inan-picatA garruUitatn • il che vedendo li Marinari buttano l'anchore,
Del Gufo iieirittclfoloco,dice Plinio, che e & lì preparano per la futura remperta,ia quale
animale cii pcifimo prodigio. £'/^(7 fitnebriS)^ è anco prefeiitita da gli animali nominati da
ittiUXime abomtn^itu^,^ piùabaflo. Itaque tu Plinio lib. i8.cap.34.& del Polipo Plutar. nel-
i/réibm automrìtno tri luce x iju-'.^ dirum often- le queftioni nUinali num. 8-dicc, che prcue-
i
tttm eji ViàcÙo nfcrifce Ilìdoro arrecando li dcndo la tempefta corre verfo terra e cerc.L.^
fcguenci ver'id'Ouid.nel j. delle Metamorf. di abbracciare qiiilche fallo. Ne e maraui-
tmdaijHej'it volucrii xeutHri nHr;titi InUtay giia, perche quclti animali aquatili conofcono
Vu 1 lanata-
&
tirootiui.fi può predire fenia Siiperltitioncj (come dice Polidoro Virgilio nel dialogo del-
ia tempcfta,màda Ciuetta, Cornacchia, Gufo, la verità) non è altro , che vna importuna, 5c
& altri animali non fi può fenza Superftitione fciocca religione, non punto vera, & Santa_^^,
predire bene, o male alcuno, non hauendo c/Ti conciofiacofa che, come la religione adora, &
naturalità alcuna col bene, o col male, che ci honora Dio; cosi all'incontro l'offende U Su-
ha da venire, ma li fuperftitioiì timidi atten- perftitione, la quale è vitiofa eftrcmità della
dono a leggierezie (inuli,& moftranod'hauc religione, che la religione, come ogni virtù è
re il ccruello di Ciuetta, che intcftaalla Super pofta tra due viti), tra lafupcrftitionc>e tra 1'-
ftitionc habbiimo pofta.e d'efl'ere come infen impietà l'vnode' quali viti) pecca m troppo,
fate cornacchie,e come Gufi goffi, & fciocchi, l'altro in poco, il fiiperftitiofo teme più del do
che li ftannoiutornoalti piedi, poiché pongo- uere , l'empito non teme niente Concetto di :
no i loio ftudij , e' penficri fopra di quelU, Se Erancefco tonano lib.z. cap. i. Ljl ergo religio,
fondano fopra loro così vaneollciuationi.O»/- vtomnis virtù:, inter duo vitittpoJita,ii^ modus
éie Biédeo nelle Padette, àxctifroptereafaSìumy. quidam inte/nimittm, &parttum, nam fuper.
x/tSitperflitio prc inAnietiam ohfernaitione ponn Jlitiofus dicttur qui plus iufìa metuens ejì reli.
,
tur,^mentis ejì erùrn SHperffitione pr&ceptorHm gionis,ex quo metufalfos ftbi Deos imagtaatur,
contro, ndttéram chu/a trahi . Anzi Santo Ifi- quos veneretur,^ colai, negleSìo interim vniut
doro non folo tiene tale Superftitione infenfa- veri Dei hunore,^ cttltu.Impius autem e fi, qui
ta,Si vana,mà anco reputa cofa nefanda a cre- nuUos omnia» Deas ejfe credit Ilche Ci confor- .
dere, che Dio faccia partecipe de' fuoi difegni ma col detto di Seneca , citato dal Beroaldo
Iz Cornacchia rM-*s»t*»>aefeu eff credere vt fopra Suetonio nella vita d'Ottone cap. 4. S«-
Detis con/ìltafua cornicibHsmandet Porta al periiitio efì errar infanus, Superfìitio autem kì^
.
collo moki polizini. clfcndo cortame di perfo hil aliud e/l,quam falfi Dei cultus,C^JicHt reli-
neSuperftitiofe,timidedi male portare addof- fio colit Deum,ita fuperfiitio vtolat.
focaratteri,Iettcre,& parole per fanità, per ar- Tal cofa dciiefi tanto più abborrire da ogni
mi, per isfuggire pericoli, &pcraltre cofe a* Chriftiano, quanto che e coftume deriuato da
quali non poflbno recare giouamenco alcuno, fuperftitiofi Gentili , fi come confta appreflb
perche non hanno virtù, ne forza alcuna. Cara antichi Poeti Tibullo nella feconda elegia. •
Ic fuperfti rione, & coixlannoa morte chi por Ouidio nel 7. della Metamorfofi.
caua al collo polizini per rimedio di febbrii_> Multi fidniq^faces in fojja fanguinis atr» m
terzana, e quartana Ma piacelle a Dio,ch^_*
. Tingtt, & tnfeBiisgeminis accendit in aris . ~ fl
fimili fuperltitiofecofe fuflero cftinte con x_rf I Terque fcnem fiamma, ter aqua, ter/ulphurcj
gentilità ; poiché turtauia ne fono anco tra' purgai .
ChriAiani, ne mancano di quelli, che aggra- Et Luciano nel dialogo di Menippo. Medio
uanobene fpelloil peccato della Superftitione noBis ftlentto ad CignUem mefluutum duccns,
con fcruirfi in cofe, che non fi conuicne delle_> purgatiitfimulatqj ab^erfit,faceqj iùufìrauit .
^jjarolc della fcnttura facra, le quali fideuoiio Più a ballò.
portare femplicemcntc per deuotione, come fi Interim accenfam facem tenens , haud am~
auuertifcc nel Manuale del Nauarro.^^» coa- plius lam fummtffo munire, fed voce quam pote^
fuluntifingunt , Iti portunt cum ctrtaspe qui- rat maxima clamitans/imul omnes conuocat
dam nomina /cripti ad aliquid habendum,vel irynneSyHecaten noiìurnam,excelfamq; Frofet
fugitndutnpeccatmortaltttr^ quia talia nomi- finam Eflendogià la Gentilità fpenta dalla
.
na nuUam vim habent , nififimpUtifer portent celefte, Hxlutifera luce del noftro Saluatore_j»
"verba fcriptur* oh deHotionem,fimiliter, ^illi fpenganfianco in tutto, & per tutto da noi la
qHixiuunt fHperflitiofi in aBtontbus fuis , di Icipernitiofa, &infernal face della Super-
Tiene la candela accefa per dcnotarcl'ar- ftitione •
dente zelojche pcnfano d'haucre fupcrftitio- i La Religione honora, &oflèru3 il culto di-
fì,ripiuandofi d'cifcre timorati di Dio, & pie- uino, la Superftitione viola il culto di Dioi il
«i di Religione, come gli Hippocriti. Super/ii. Rcligiofo dal fuperftitiofo con queftadiftin-
$io etiam proximeaccedit ad hypò crifit»,ò.ìcz il tione difcernc , il fuperftitiofo ha paura di
'ìx
^Tiraq^ueilo > ma nou s'accorgono i mefchiiu ». DiQjinà il Religiofo lo teme con liuerenza-a
cooa€
& . .
dine,hut$*fmodt meticulot . Scrupulos nun e ap- gine dell'impictà:di modo che non pollono cf-
petUnt non inepto verko ,& mde fuper/liti(yJof fere altrimenti ardenti di zelo, di Religione»*
fcrupulofoSyinefl enim fem^er /iltqutd,qi4cdm» ancorché moftrino d'elTcìc infiammati nel cui
le eot habe^ttòf tznquaml»p!lh*s,tde/l fcrupu- to die(la,e(lendo la Superfticionc fcparata dal-
lus in enlceo tdefitidempuniittet ; Si che li fu- ia Religione, come proua Santo Agoltino de_>
pcrfticiofì per tal rpauenco,ch'haniio della po- Ciu.Dei-lib.4 cap.jo & a lungo ne difcorrc»
tenza diiiiiia li penfano d'eirercgiu(lamcnt^i_» per tutto il 6.1ib. impcrciòche la Religione^»
, & ardenti nella buona Reli-
timorati di Dio ortcrua li vero culto, & la Superrtitione il falfo,
gione,màs'nigannano, perche totalmente fo- dice Lattanti© Firmiano Ntmirum Religio vC'
no aggiacciati, & freddi nel culto diuino, co- ri Cultus eft tfuperfittto ftilfi Habbiamo po-
.
cupino in oratione, & altre Religiofe oper(:_j, timidi fuperftitiofi , quando s'incontrano per
non per quefto fono ardenti nella religione^», viaggio in vna lepre la fogliono pigliare per
fi come in appareni4,moftrano d'elfcicmà fo maleaugurio,& teneilo per finirtroincontrot
no più torto /penti, e morti , eflcndo priui del onde è quel verfogreco riportato da Suid.i_-».
zelante amore verfo Iddio.contioil quale per
timore commettono facrilegij benefpcflo,(er- Conipecìus lepus tnfelicts facit calles
uendofi di cofe facre,&. benedette in empio, L'incontro del lepre fa le ftrade infelici
maladetto vfo applicandole a loro fuperrtitio- Nella mandritta tiene vii circolo di ftelle>
fe imaginationi per fuggire quel che temeno, e di pianeti, verfo quali rifguarda con timo-
li
ò per ottenere quel che dcfiderano percommo re, perche, fecondo Lucretio la Superftitioncj
do,&; vtil lorom quertavita morcaJe; Oi)de_> è vu fupeifluo,e vano timore delle cole, che_>
con molta ragione ilTiraquello dice , che s'- ftanno (òpra di noi, cioè delle celcfti e dellc_»
accorta all'HippocrUia , anzi Budtoaneiifce diuinc, Autori tà allegata da Seruio nel luogo
nelle Pandette, che fi p'gli^ ancora per l'Here- fopra cuaioiSecundum Lucrettum Superfiitio eji
fia. Ponaretur ttiam » ducili jHperJtttto prò e» fHperJinotium rerur/j, tdeji Ldle/itum, (^ diui-
quntn hétrefim vocamus Plutarco nel trattato . naruWyqudfttper ?ios fiurit ina»ts, fuperjluut &
della .Siiperltitionc prona^chc per il dannofo', ttmor:è proprio cortume de' fuperftitiofi di ha-
vitiofo.ic fpauenccuole timore di Dio chiama- uerc rimore delle !>telle CoftcUationi , & fe-
,
to da Gicci Difidemonia, li fuperftitiolì lìciio gni del Cielo. & di regolarfi con li l^ianeti, &
nemici di Dio Nectjfe efl.qMcd/upi rjìttiofum,
. fare vna cola più rollo di Mercordi, e Giouc-
Ot^^'U* O€0i,^metuere,qt4td nt ttumtCHmnb dJ,cht di .Venerdì, & Sabbato,& più d'vn gior-
1t } nojcuc
& .
ìbnoa loro fare, ne bene, ne male,&dieno più La Temperanza è vna mediocrità detcrmi-
torto credenza a Dio padre della verirà, che a nata con vera ragione circa i piaceri,& di fpia-
gli Aftrologi figli della bugia,il quale in Gie- ceri dei corpo, per conto del gufto, & del tat-
remia cap.x.ci ammonifec che non li temia- , to , vfandolì come fi conuiene per amor dell'-
mo luxta vias gentium nclite difcere,^^ xft~
. honcfto.&dell'vtilejche fia mediocrità H mo-
gnis Cali noUte metuere,qu/i time»t gètes,q»ia ftra col veftimento di porpora comporto di due
iegespopulorum vamfuut, Se poco più abaflb . diuerfiftìmi colorici quali così porti iufiem<L_»
Halite ergo timereea,quieinec male pojjunt fli- fanno apparire vna diletteuolc, vaga com- &
cere yriec bene-.ic però San Gregorio nell'homi pofitione,come due eftremi guardati da vn fa-
lia X.din'e Keque enimpropterflellas homoyfed gace,& accorto intelletto,ne nafcc vn*idea_^>
ftelU propter hominem faóÌA funt . L'huomo & vn concetto di molta perfettione, laqualc_>
non è nato per ftar fottopofto alle influenze^ poi manifeftata nell'opere dimandiamo con
delle Stelle.mà k ftelle fono fatte per feruitio quefto nome di tempcranza,per moftrare,chc
del l'huomo. fia circa i piaceri.&difpiaceridel corpo .
i Dij.i lettifternij, che eraneakuni Ietti, qua i ranza principalmente adoperata nel gufto , &
li ftendeuano ne i tempi}, quando voleuaao nel tattOjl'vuo de' quali fblo (\ partecipa per la
p rcgaregli Dij,gli queftc^
follerò propitij, e bocca,& l'altro è ftefo per tutto il corpo.
j'upplicationi, & lettifternijfaceuano, ò per
fi Gli antichi col freno dipingeiiano Nemefis
allegrezza , ò per placare l'ira delli Dei , nel figliuola della Giuftitia, la quale con feuerità
«lual tempo gli Senatori con le mogli , & figli- cartigaua gli affetti intemperati de gli huomi-
uoli andauano a tempij, i & alli altari delli ni,& alcuni dipingono la temperanza con dui
Dci,& alcune volte fblcuano anco in tale occa vafi,che vno fi vcrfa neIl*aItro,per la fimilitu-
lìone andare i nobili fanciulli, & li libertini, dine dei temperamento, che fi fa di due liquo-
anco le vergini tutte coronate, portando \à-^ ri infieme,con quello, che fi fa di due eftremi
delliD€Ì,& fbleuano dimandare, &piegarc_j Si potrebbe ancora fare in vna mano vii'^ar-^
ronfacri verfila pacca quelli>e li ftendeuano co di tirar Frezze per moftrare la mezzanità
,
i lettifternij appreflo gli altari delli Dei con va fatta,& generata dalla temperatura nell'attiò-
rij ornamenti,& fpargeuano,come habbiamo ni, perche tirato con certa mifura.manda fuo-
(ietto verdi,& odorifere frondi, & fiori d'ogni ri le faette,con velocità, & non tirandola cor-
fortc,& le verbene au3nti,& dcfttro delli tcpi \. da,© tirandola troppo,o non vale, o fi fpezza .
Ttm-
. .
canto vi fia vn leone abbracciato con vn toro. Il Leone abbracciato col toro ò fiti\bo'I<C4^I
Il freno fi piglia perla modcrationc de gli l'hiiomo dato alla temperanza .
'
' CI.
TEMPERANZA. . ..1/
' TN O N N A , la quale con la delira mano ad vna certa quantità di cibo , non vuol mai
A>/ tiene vn freno, conia finiftra vn tempo palfareilfolito, prendendo fole tanto,quanto
dihorologio, & a canto vi tiene vn'Elefante. e fua vfanza per cibarfi; Et a quefto propofito
Dipingeficol freno in vna mano,& col tem Plurarco racconta , che in Siria hauendo vn
pò nell'altra , perdimoftrare l'oifitio della_j (èruidore ordine dal-fuo Signore di dare vna_^
temperanza, che è di raffrenare e moderarci mifura di biada al giorno ad vno Elefante, che
ffli appetiti dell'animo, fecondo tempi, figni-
i haueua,il feruidorc per molti giorni fece Ila-
^candofi anco per lo tempo la'mifura del mo- re detto animale folo con meza mifura, & ef-
'to. & della quiete, perche con la Temperanza fe ndoui vna volta il Padrone prefente gli die-
fi mifurano imouimenti dell'animo, & fidan- de il feruidr e tutta la mifura infìeme, di che
'no i temini dell'vna,& dall'altra banda, da' l'Elefante a ledutofi diuife indue parti l'or-
quali vfcendo la Temperanza, figuaftacome zo con la prc'Oorcide,&'lafciatane vna mangiò
i fiumi, che vanno fuori delle fponde loro . l'altra fecondo il fuo ordinario; dal che il Pa-
L'Elefante dal Pierio nel i. libro , è porto drone venne in cognitione facilmente di quel-
pei la Temperanza/ perche cffendo alfiicfatco lojch'era, prendendo fdegnodcIl*ingordigia_*
Tt 4 del
. . . .. . . . .
tojoue fia dipinto vn paio di certe con motto gue,&eftinguei mefi,gli anni, & l'età; terrà
chedica, VIRTVS INSTRVMENTVM vnfpecchioin mano, il quale cifà conofccre,
Temperane/* che del tempo folo ilprefentcfi vede, & ha 1'-
DOnna di bello afpetto, con cappelli lun-
nella deftra mano terrà v-
efl'ere,ilquale per ancora è tanto breue, 3c in-
certo, che non auanza la falfa imagine dello
ghi, & biondi,
na tanaglia con vn ferro infocato,& nella fini- fpecchio
ftra viì'vafo di acqua, nel quale tempera quel A canto hauerà vn fanciullo magro,& ma.
ferro ardente, & farà vcftita di velluto rolTo , cilente , da vna banda & dall "altro vn'aJtro
;
HVOMO
conia deftra
con habitograue , chc_>
veftito
mano
tenga vna pianta di
Appiedi farà vn libro grande nel quale due
altri fanciulli fcriuano,tenendo l'vno fignifi>
5oliflequa,cioè helitropio, e con la uniftra t- cato per lo giorno, il Sole in tclla,& l'altro per
n'alcra pianta detta, Luniflequa,altrimentc_* la notte,la Luna_>.
chiamata, Selinotropio Tempo .
il medefimo , ma non già più euidentemcntc HVomo vecchio quale tiene vn ccr
alato,il
di quefte duc,onde èdafapcre,chcgli Egittij mano
chio in & ftà in niczo d'vna mi-
:
teneu3no,ehc tutte le cofe haucilero vno ilìef na, ha la bocca aperta, ruoftrando i denti,li qàa
foordine,e modo, talché haueUlvo dipenden- li fieno del colore del ferro
za dalle Superiori, e con quelle follerò collc- Si fa alato, fecondo il detto Volatirreparn.
gate,vna per forza deirintelletto,vn'altia per hile t( mpttf i\\ cht e tanto chiaro per efperien-
forza della ragioiic,vn'altra della natura, vn'- za,che per non difacerbar le piaghe della no- •
altradel fenfo,e cosi ciafcuiia fcguilfeiaiua, ftra miferia,non occorre fami lungo difcorfo.
conia quale bcnifliflio fi confacclfe Il cerchio,èfcgno, cbeil tempofempregi- -
tempo ftrugge,guafta,coo
,
Parte Terza ^
66i
Tempo . che il tempo non hàfc non il preterito , &il
HVomo vecchio, alato col piede deftio fo- futuro, eflendo il prcfcntc vnniomento indi-
prad'vna iuota:& conleDilanciCj oueio uifibilc
col pcfo geometrico in mano . Le bilancie, onero pcfo Geometrico dimo>
Il pie dcftro fopia alla ruota; laq ualc con la ftrano,che il tempo, è quello, che agguaglia;
fua circonferenza non toccaife non in vn pun & aggiuila tutte k cole .
JENA
to,che non ftù mai fermo, ci fu comprendere,
I A\
indi nonapparifle legato in alcun modo, ne_j lojchc per fé fteflb ha poca forza,fe bcrje è p(v
in fatti ne pur col pen(iero,e per quefta cagio- tente ad hauerne affai, & ad accelerar l'opera^
ne non gli era pur lecito di portarne vn'anel- ò di corpo,ò di mente .
gioie, & denari, che Hanno per terra, & fi dipin fcia partecipare, & dalla verginità
, che perU
gerà in vna notte ; dietro lei fi vedrà vna vec- pócaefpericnza incauta facilmente fi lufingA,
chia brutta,& macilente & tira_>.
Alla gagliardezza delle tentationi molto La vecchia macilente, che vi ftà dieiro,è fi-
fa l'importanza delle cofe.che fi promettono, gura della perfona habituata nel vitio,che pec
ma molto più {limola la necellìtà, che l'hiio- fuade a malitiofi amori la conuerfatione de*
,
R R O R E.
animi, & gli guida a modo,ruo,8c i colori anco te apertura di quella Onde Lucrctio dice
. •
ra fignificano le varie partìoni.ajle quali impic §luod niftprorutnpit tamen impetu^ tpfe animai.
ga l'animo vn'huomo,chc dal terrore fi lafcia Et fera vis venti per creta foramina terr*.
Tpaucntare. Difpertitur vt horrortó* incuttt inde trtmofem.
Sono ancora quefte le tre cagioni, che attc-
rifcono gli huominij cioè gli afpetti formida-
bili,! fucceAì nocini, & le fiibitanee mutatio- T H E O R I A.
ni delle cofcil'vno è nel vifoiTaltro nella sfcr- Del Signor Fuluio Mariotclli
zajil terzo nella vefte di cangiante
Paufania finge,che Marte per commiflìone
.
Ti Terrore dipinto con la faccia di Leone, intelletto vnita,di lui foJo, primo, & infinito t
racconta Paufania, che fi vedeua fcolpito pref- potentiilìmo per fé ttelfo, &
cfficaciifima ca-
fo a gl'Elei nello Scudo di Agamennone , ma gione del noftro intendere . Talmente chc_»
che in molte altre occafioni fi dipingeua don- molto più repugnante all'eifere humano èl'-
na infuriata,& terribile, forfè per memoria_^ haner l'intelletto alieno dalla notitia di Dio»
di Medufa, la tetta della quale era daDomi- che non è l'hauer il fenfo lontano dalla noti-
tiano portata innanzi al petto nell'armatura, tiadel moto del caldo, del freddo, e d'ai tri fi-
per dar terrore, & fpaiientoa chi lomiraua_ji. mili accidenti perche come a quette cofe in.
TERREMOTO. tutte fenfibili fi crede fenz'alcun opera dell'in-
Terremoto Dio
ILfegno con figurapotrà rapprefentarein di-
fi
cinque habiti interiori pofti da Arift. nell'E- Il colore del veftimcnto dimoftra , che co.
tica. appartengano l'Arce, & la Prudenza alla me termine vltimo della noftra villa median-
Prattica,& alla Theoria la fapienza e l'intellet te la luce è qivefto colore , che apparifcc nel
to,& che da ambedue le parti la fcienza depen Cielo, così termine dell'intelletto, mediante il
dente, tenga il luogo di mezo per rhumana_j dircorfo.eriftefl'o Dio, di cui è luogo proprio
apprenfìone. Rifpetto aquefte circoftanze io e propria fede proportionata alla natura di lui,
giudico , che la Theoria fi polla conueniente- che e natura di tutte le cofcl'ifteflb Cielo .
fcendere dalla Sommità d'vna fcala con tutte be fuo circondato di fette pelicole.che rapprc-
queftccircoftanze llgniEcandofi einirienz.L_«», fciuano i fette orbi planetari del Cielo , iSc in
nobiltà, e ùiblimità la giouciicù (ìguifìca agi. mezo vn globetto duro, che prende il lume da
litàjfpcdirezza, ardore, vita, rpeiaaza, & alle- quei circoli maggiori, e nùnoricon diucrft_j
grezza, cofc al la Theoria conueiuenci, perche rcflcflìoni , adillimilitudinedella terra, peri
la notitiadeiro-rdinc delle cagioni, tien la mcn polfiamo dire, che nel l'intendere vi (ìa l'imita
te dctla.audacc.coiiniiciuc, lieta, pronta, prc- tio.ic di Dio,&. della Diuinità.mà tanto in an-
lka,nlbluta,&, clficacc . giifto,rapprcfentata, quanto tutto il Ciclo nel
giro
. e
per andar difcorrcndo di grado, in grado, dal- E per la commodità di quefto iflrumcnto ,
le cofc vicine, alle lontane, col tempo che è mi ancora viuc la memoria dcirinuentorc. che hi
fura del moto pit)greniuo,& di ogni moto,non Talo Atheniefe, nipote di Dedalo che fenz'elK)
potendo l'intelletto humano lenza tempo fer- difficilmcte fi potrebbono hauer le diftanzc co-
mare , & afficurare il difcorfo del più , e del sì della terra, come del Cielo anzi che ne deli'-
\ Le manie lebraccia che in circolo tengono p(fitioni fenza l'vfo del compaflo j come io ho
la tefta in mezo rapprefentano in qualche mo- dimoftrato nella mia nona Enciclopedia che ,
ào la lettera greca , con la quale lì foleua fi- preflo piacendo à Dio darò fuon:ondc per tut-
gnificareper bréuità l'irtell'a Theoria.sczafcri te qivefte ragioni viene il Compaflo alla Theo
aere l'altre. Etla politura delle mani fopra la ria bene applicato, con le punte in alto vcrfoil
tcfta dimoftra che la Theoria,& cognitionc del Cielojch'è di figura sferica, e circolare. Et ol-
le cagioni ha cleuate fopra l'efpenenza nella tre alle dette ragioni conuiene ancora all.i_j>
maggior altezza deli'huomo, & foflenute le o- Thcoria il Compaflo, perche lignifica il vero
perationi, le quali fonoirtrumentidifoftcuca- modo del noftro fapcre, perciòche il fapere_>
piento doue non è Thcoria. humano non è altro le non adattarfi con facul-
Il compailocon le punte riuolte all'insù di tàmifurarc, &: proportionar inficine le cofj^
moftra l'illcll'o rifguardo delle cofc fublimi co onde con quefto rifpetto.come tcftifica Dioge-
mela faccia. Et il compalTo fignifica per le ftel ne Laertio , i filufofi da principio Analogitici
fo quali fempre mifiira , perche è il più com- furono detti. Il compaflo e fatto di due come
modo ilì:ru mento che fia in vib,per milurar le membra in parte vguali, in parte ineguali, /-
cofe, per non hauer in fé legni, o termini fidi» guali quanto alla lunghezza, ma ineguali qua-
& poterci a.lattare a tutti i ll-gni,& termini a i to alla conuerfione , e participatione del me-
quali li ftende con le fue punte- E^ iftrumento zo perche l'vna parte e tocca dal mezo ch&_>
;
quindi è la difficoltà che hanno trouato fera mezo termine ftringc inficme ambi gli eftre-
pre,e trouano, ancora hcggi tutti Matemati- i mijonde vgualmente vniuerfali.o almeno non
ci nella quadratura, onero commi(uratione-> > notivgualmente tale è buono e giolito il com-
proportionalità del Circolo con le altre ligure. paflo per fare il circolo , e mifurar la quantità
Significa ancora il Compaflo infinità , éc per- buona e vera , fimilmentc_>
nelle cofe. tale è
che il fuo moto in circolo non ha termine , & la ragione per formarne la ragione dcmoftra-
perche ad infiniti termini, fi può adattare & , tione,ò lineare ò circolare- Et perche l'vfo del
perche operando Ita infieme in quiete & inmo laracrione ha per fine l'afleftar dell'attioni a
IO, è vno,& non vno, congiunto, e difgiunto ; quindi è che con metafora tolta dal compalla
^cuto,& ottufo,acutudoue (idifgiungc.ottufo dicono le attioni noftre giufte, & ingiufts_>
fi
doue lì vnifce limile alle gambe, &: a piedi del 1 fecondo che fi conformano conia ragione,
l'huomo co quali lì farma (mOuendofi a vi-
i con le leggi,la qual giuftitia legale per eflere
cenda l'vno mentre l'altro fi pofa) il palio on- il vincolo della vita Ciuile , allhora e intera-
d'è che noi diamo nome di compaflo, a quello mente rperfetta, quando fi forma della linea il
iftrumenrOida 1 latini detto rifpettoal girocir circolo cioè che la vita ferue a Dio, che l'ha
,
cino e da i greci fìmilmcnte <r/«t/S>;7Hf che è data che quefto è il tirar dalla linca,inrepreQ-
guanto compallo & fcUo e detto da noijonde e fibibn«ic airviiione del fuo principio, q«e-. &
ftoè
668 Della nouifsima Iconologia
ftoc foloj che (lai titoli di Tapicnza perche è fra gl'altri Platonici, lamblico, al oliale noa-
cofachefupera le forze hiimane, haucndobi- dimeno non arriuò la luce ferbata.lolo per ri-
fògno di forza fiiperiorc che purifichi in tut- uelarfi a i feguaci di Chrifto , fapienza eterna
tu l'anima dagl'affetti terreni, <iomcdimo{tra del Padre.
H O O, G I A.
DONNA
dando
con due faccie dirimili, guar-
con l'vna più giouane il Cielo, con
ftino a VoUifiano, tutta la
ta nel
Thcologia è fonda-
riguardare continuamente, & amare eoa
più vecchiaia terra , flaràa federe fo-
l'altra perfeueranza Dio,& il proflìmo,& per non fi
pra vn globo, onero vna palla turchina,picnà poter alzar l'vna, che l'altra con li abbafiì,di-
di ftelle, tenendo la delira mano al petto, fc la nioftra, che il Theologo, non bifogna, che_>
fuiifira fbefa vcrfo la terra, &
foftcncdo il lem mai tanto s'inalzi con l'ingegno, che non H
fco della verte , vicino alla quale fi vede vna_^ ricordi di eflere huomo , & che facilmente^
rliots , che è il proprio Geroglifico nelle facre può incorrere in molti errori, & però dcue_?
lettere della fcienza Theologica, perche come andare cauto, &
prouedere con auuertenz l_^
la ruota non tocca la terra, fé non con l'infima nel riuolgcrfi per la bocca il tellamctodi Dio.
parte della fiia circonferenza moUendofi, così Si /btniglia all'età giouenile quello , ch-i.j
il vero Thcologo fi deue leruire del fenfb nel- guarda il Cielo perche le cole altc.&: remote >
la f ,a fcienza, folo tanto, che l'aiuti a camina- fono curiofe,Sc piaceucli, come le cofe terre-
te manzi, e non per efFondaruifi dentro. ne, &: bafic per haucr feco faftidi j,&: moleftie>
Le due faccie, con le quali guarda il Ciclo, fono difpiaccuoli> & tediofe.
e laTerrajdimoftrano>che come dille S.Ago^ òtà a federe foprailCicldUclhtcperchej
la Theo»
. . . . . . . .
HVOMO vecchio
corpo curuojla
vcftito di giallolino, col
faccia alquanto pallida,
terrà vn giogo
Armataj& in piedi fi dipinge per dimoftra-
gli occhi, piccioli, & bianchi, le mani lunghe, rc la vigilanza, che è necelfana al tiranno per
&fottili,& 1 piedi alacijftarà mefto,& fotto il confcruare la grandezza dello ftato violento;
braccio (iniftio terrà v'n Lepore, fc bene fra il che però ftà fempre con l'animo, & con le for-
timore, &: la timidità vi è qualche poco di dif- ze apparecchiate alla difefa di fé ftcHb, & al-
ferenza, non però tanta, che non fi pollano ab- l'ofFefa d'altrui.
bracciare fotto vn'ifteiraimaginejonde dicia- E' pallida, per lo timore continuo, &; per I'-
ECCHIO,
TIMORE. motto, che dica,
CVNDIS.
REBVS ME SERVO S£.
fìmulando la giallezza dicflbper qualche.^ moftrare con le mani le fuc paflloni , & il fuo
Lhoii fine, & fon pefi deiranima,alla qiialc_> tormento
appartiene il ropportare,& tollerare per cagio
redi virtù gli fafticlij,&: le afflittioni, le qua- TRADIMENTO.
li fi dimoftraiio colfaflb.che per la grauità
nalce da maturità di configlio,laquale è dell'- vn vafo di fuoco, & nella fìniftra vn'altro vafo
età fenile in maggior parte de gl'huomini d'acqua; fporgendo il braccio inaanzi.
mantenuta, & adoperati-^. Il tradimento è vn vitio dell'animo di colo
Et il motto dj ad intendere il fine della to- ro,che macchinano male contr'alcuno , fbtto
lctanza,che è di quiete, & di ripufo, perche la preteftodi beneuolcnza,& d'affettione, o con
ipcranza fola di bene apparente fa tolerare,& fatti, o con paroIc;&; però la detta figura] ve-
5i fa d'afpetto di/piaceuole, perche quello donne ncirinferuo desinate a' tormenti al-
vitioc maccnia enorme, e deformità infame-» trui iSi. che fieno fempre inclinate alla ruinz
T R A G D I A.
Xx tamj
. - . . .
Tran qv i l l i t a\
TRAGEDIA. DONNA con allegro volto, tenga con
ambe mani le vn'Alcione,vccello,il qua
DONNA
mano
nero , nelladeftra_»
veftita di
tiene vn pugnale ignudo in/angui
le fli a dentro al fiio nido,
torno alla teftadi elfiuj-
& vn'altro ne voli ìii
nato, con gli ftiualctti ne' piedi, &
in terra die- Gli Alcioni fanno il nido alla ripa del ma.
'
tro alle fpallc vi farà vn veftimcnto d'oro,& di re con mirabile artifitio di onìcciuoli,& fpiné
iliuerfe gemme pretiofcj. di pefci affai piccioli & in tal modo iutefiuto,.
Veftefi la Tragedia di color nero, perefl'er & fortificato, che ficuro ancora da' colpi di
ral habito malinconico,& conucneude in que- fpada;hà forma fimileallaZucca,& non ha fc
lla forte di Poefia, non con tenendo e (fa altro, noa vn picciolo pertugio,per il quale a fatica
che calamità, §£ mine di Principi con moitc_> entra, & efce l'Alcione ifteflb, ilquale fu prefl
violenta ,& crudele; il che dimolìra'il pugnale foa gl'antichi Egitti) indicio di tranquillità,
~--'».**''»'^**- »'* pci' e&e^efep'er
infansiiinato . rn*ivi«s?^.i>- -<•
. i ianWSAc ifttnto cmaofce i tem-
E
fu quella foefia ntrouata da gli antichi pT,&^ d pone a faril nido,quando vede, che fia
per molte ragicùti, ma principalmente per ri- per continuare molti giorni tranquilli, quia &
creare,& confoftare gli animi de'cittadrni, li tijperò tirando di qui la metafora , dimanda-
quali hauelfero jptuto penfare per confidenxa uano Romani giorni Alcioni j, quei pochi dì,
i
de Ce fteflì.di dotìèr arriuare alla tirannide, & che non era lecito andare ili giuditio,& atten-
al reggimento d^ gli huomini, toglieiò loro dere alle
nel foro liti
]afpcranza^dibnonfiicccflò,conl'^eflVmpiojdcr 'Z'.,- Tranquilliti.
,';
l'infelicità de gliialtri, che a quelle ariuati ci DOnna bella d'afpetto, la quale ftando ap-
fono fabbricatejgrandifllme calamità w'. „- poggiata ad vna Nane, con la delira ma-
Dal che (ì conchiude, efier benecontehtarfì '
no tenga vn Cornucopia, & con la finiftra le_>
^ell'honefta forìuna,& lenza altra porópà yì- falde de' panni; per terra vi farà vn'anchor,^
uere allegramente,conquei pqchi commòdi, arrugginita, & in cima all'albero della naue_>
che partorifce la debole fortuna de* femplici a
vedrà vna fiamma di fuoco .
Cittadini. -
^ ;
Sì appoggiaalla naue,perdimoftrare la fer
Infegna ancora a* Prencipi,& Signori ,a nò mezza,& tranquillità.checonfifte nella quie-
violentar tantoii corfij della lòip grandezza te dell'onde, che non la fblleuando>fanno,che
col danno de' Cittadini che nonjffricordino , ficuramente la detta donna s'appoggi
chelalorofoniina,& la vita ftà fpefle Volte»» Il Cornucopia dimoftra, che la tranquillità
lipofta nelle mani de' Valfalli
-"
del CieIo,& del mare producono l'abbondan-
Il pugnale inftngainato dimoftra,chc nort za, l'vna con l'arte delle mercantie,raltra con
lemorti fimplrccmentc ma le morti violente
, la natura delle inAuenzt,».
de' Prcncipi ingiufti fono il fuggctto della Tra L'anchora è inftromento da mantenere la
gedia, & le bene dice Ariflotile nell'arte Poe» naue falda quando rmpetuofamente è molc-
,
?;ca,che pò (Tono elTère le Tragedie lenza aune , ftata dalle tempefte,gittandofi in mare,& pe-
nimcnto di morff,o fpargimcntodifangut_>, rò farà fègno di tranquillità,vedendofi appli-
con tutto ciò è tanto ben feguttare in quello .cata ad altro vfo, che a quellodi mare_^.
calòl'vfo dc'Pofti, chele haniia^ompoftc di La fiamma del fuoco ibpra alla naue dimo-
tcmpo,in temj.o,.quanto i^preccntij che ne dia ftra qucJla,che i jiauiganti dimandano luce di
t a filolbfo,ancorche dottifluno <S.£rmo« dalla quale t quando apparifce fbpu
l'albe.
. .
cempotranquiiIo>8c<]uieco* '
A,
Del Signor Ciò: Zarat'mo CAHeUim,
W^
VN A mczo
donna
del
,ftia in vna ifoletta , nel
mar
che
tranquillo a federe fopra
dierumyvel Inducidfunt beUiferi* . La tregua
è vna pace di pochi dì fatta nel campo , ouerd
vn fafcio d'armi in hafta legate, porti il petto la tregua è vna vacanza di guerra; lequali de-
armato, come Bellonaj habbia fopra il ginoc- finitioni ad Aulo Gellionel j.lib.cap i;.non
chio deftro il murione, e fopra il murionc teo- piaccno,& gli paiono più tofto breui,& giocon
oa pofato il pugno, e con eflb ftringa vna ver- dedefcrittionijche perfettedefinitionirinquan
ga, intorno laquale farà inuolto il pefce lupo , to alla feconda dice, ch'è più tofìo gratiofi_^«>
e il mugile,ò miiggincjche dir vogliamo vni- che apertamente definita, & che più lignificai!
ti infìeme ; con la finiftra tenga legati con vn temente è da Greci detta Ecechina.cioè, atti-
cingolo vncane,e vn gatto, che pacificamente nenza di menar lemauiiperche nel tempodcl-
fcdaiioal paro la tregua non è lecito combatterti.
' Marco Varrone definifce \^ tregua in duc^ In quanto alla prima dice > che non fi ptò
modi. InAHcUfunt ^ax cafìrenfi) ^aucorum chiamar pace,perche Uà anco in piedi la guer-
X X 2. ra,fe
, , , ,
itntes pucem petttHm Oratores K&mum mittùt, Laqual ttegua fu accettata da Agamenno-
agri p arte mult atti, in cer.tHtr. annos indneit da ne Iniperadore,&: giurò di mantenerla alzan-
tA. Nel fettimo libro racconta vna tregua da- do lofcettro al Ciclo .
taa Ceri pur di cento anni,eflendo la trcgua_» Sed de mortuis cremandis nihil inuide0 ,
per hore,giorni,mefi,& anni, dilungo, & brc- Ncque enim vfus quisqttam cadaueruni mer-
ue tempo, potremo dire, che la Tregua fia vna tuorum
conueijtione di rofpendere le armi, per vn cer- ER;poflquam occubuerim > igne erem aridi funi
to tempo detcrminato. Non è da tralafciarc ocius ;
la definitioue.ch'c nella prima legge cap- 1.0- Foederis autem effo tefiis luppittr aliifonans >
uefi comprende interamente la conditione_j maritw lunonis
della tregua, peiche in ella fi dà ficuiezza al- Sicfatus fceptTHmfulìulit omnibus D^s
le corc,& alle perfone, mentre che anco none Ne quali verfi affatto fi rapprefcnta la for-
finita la difcordia Tregua efìfecttritas pr£fti-
. ma delia tregua, ancorché vi fia la parola /or-
ta rebuiy&perfvnis dtfcordta nondnm finita )^ deris,coi\ polla inquanto che fcedus generica»
«juefto in quanto alla definitionc_>. mente parlando può fignifìcarc ogni patto,&
Inquanto Etimologia della voce lati-
alla accordo ftabtlito con giuramento tià nemici ,
na Ìndnti4.,\\ fudetto Gelilo,
pcnfa che fia vo- come è la tregua, tanto più, che nel teflo Gre-
ce comporta di tre parole indetv:i;iam. Cioè, co legcfi Horcia,chefignificagiuramentGimà
che iK)n fi combatti per fino al giorno determi infpetie la paiola/àe</<^^'i non lignifica altro più
natOjdaindiin poi fia lecito trattare^come già propriamente, che anìicuia,& pace,fi comc_»
fi foleua da nemici per via di guerra. Aurelio nella figura della lega habbiamo con auttori<,
Opiliola giudicò voce deriuata,^^ /«;>«, ^i>z tà prouaco,& più cert-zza ne danno gl'Hifto»
/roi/«, perche nel tempo della tregua li nemi- rici.chc fpefie volte pógonl'3micitia,& la pa»
ci foglicìuo hauer commertio inficine, & cia- ce fotto nome di /ae</«f, fi che propria, Acdiftin
fcuno può entrare nello flato dell'altro ficum- lamente parlando la tregua non h può dir far.
inentc_>. dus,ztK(b che vi è differenza grande aa iorOi,
L'inuentore della Tregua fecondo Plinio^ perche la tregua da latini detti inducié^ e pa.
lib.7.cap.56.fù Li<:z.noitìlndueia$ lycanor,fa ce temporale per vn certo fpatiodi cempo,&/óf
deraThefew Giudici tanto della Tregu;L_^,
. dus è patto d'amicitia, & pace perpetua , ne è
quanto della lega eraiK)i Feciali,perchc quc- marauiglia che i Romani a parecchi oratori *
che
.
Parte Terza 1 67 f
the dirt anelarono loro lej!;a,(ìie(lero più,cofto ptuió* mugilis ejUMWquumhlmiei funt capita»
treguajfi come ne
auuerrifce il Sigonio nel iv leSftamen fiato tempore congregantur: (bno iii-
ìih.deAHtitjtioiMreJtaliAcap. 1. Et fé la cra- uolti poi intorno alla verga, per dimoftrarc_'.
duttione Tudetta dice . FmJeris autem efìote^ che la conuentione della tregua aftringc lc_»
Lo dice per ifprimere, che Aga-
fiis lufypiter. parti a ftarc vnitefenza oftcndcrfi, imnclTcn-
me. inone Imperadorejinuocò Gioue per tefti- do lecito col dar nota &
moleftia, lompcre la
moniodel patto giurato ncll'accettar la tre- verga , cioè la legge della tregua, perche chi
gua: Dunque la piopoftd , che fi Fare Priamo rompe la tregua, fa violenza alla legge dellc_^
Re de Tioiant da Ideo fiionuntio a Greci,ef- genti, come fi ha da Liuiolib.40. riputandoli
feiido vna rofpcniìon d'arme.finche s'abbruci- fraudolenti quelli, che la rompeno.O/»»f/ por-
no Cadauvii.vicpc ad eflere tregua formata,
i tas concionabundus tpfe Imperator c$rcumift,(^
poiché tìiiitodi a'a'oruciare detti Cadaucri, di- quihufcurnqj trritatnentis poterat, irns mUttn^
ce di voler comóartere di iiuouo: ne più antica ncuehat, ntinc fraudem holìium incttfnns , qui
tregua di qiu Iti fi legge ,oiide potemo dirc_^, pace petti* , inducijs datis , per ipfum ivducta-
che l'viHicntorc tfelfatregaalia' ftato Prianft)' rttmtempus, centra iMsgcKtùfm, ad cafira op~
Re de' TrOijii i . pugnanda veni/fent.Ti:a.iìdo\eini furono i Car-
11 corpo della Poftfa figura ftà in vna ifo- taginefi,che violoronola tregua contro Ro-
letta nermczo d:l hiar tranquillo per'dimo- mani prima , che fpiralle il penultimo giorna
^rarfjche lo ftato della tregua, è come il ma- della tregua, come ri ferifce Liuio lib. 10. frau-
re tranquillo, mai non per Tempre, per che ai fi- dolenti furono i Longobardi , che nell'Impe-
nepvOfonipe in Qiirbolcnza,e temperta^efico- rio di Mauritio più voice foinpcionola tre-
tne celiata la ten\pefta dell'onvle fi può andare gua in italia . Fraudolenti furono i Thraci, i
ficuramentc nel «mezo del matediirante la_.» quali vièti dalli Dcotij allafcalude Copaide fc
tranquillità, cosi celiata lafem'pcfhitielle ar^ ne fuggirono in Hclicona,^ fecero tregua co
mi > per fin che dura il tranquillo tempo Hciìa i Beoti) per cinque giorni, (|ccndo cheriferi-
tregua lì può andare ficuramente nel mezo àcì fce Suida, pel qual tempo i iBeoti fatto confi-
j
lo Itato nemico, &: ciò cade fotto la fiidetta E- glio fi partirono allìcurati dalla Vittoria , &
timologia d'Aurelio Opilio j4é> tmtu,^ in-
. dalla tregua:& mentre chea Minerua Ironia,
trottu Perche nel tempo della tregua s*entr.i-j come dice Policno ahcichillìmo Auttore nel-
nel paefe de' nemici lenza pericolo . l'ottano lib.de gli Ihatagcnvmi.facrificauano,
Siede (opra vii fafi:io d'armi in balta lega- & conuiti celebrauano , fuit)no di notte dj_»
te perche le bene il tempo della tregua fi fo-
,
Thraci all'aitati, patte vccitt,& parte prefi vi-
no finito il tempo della tregua fi Iciolgonole della violata tregua, nf^oferoi Thraci, ch'cf-
armij& ritorna in piedi la guerra , come pri k fecero tregua peri giorni, e non per le not-
«ia,e ciò cade fotto le definitioni di Varrone , ti:con molta ragione fimili fraudolenti vengo
& fotto l'Etimologia di Gelilo di quelle tri_^ no meritamente vituperati da Ciccione nel pri
parole inde,vtt,i(im , mo de gli ofhtij, perche fotto vna malitiofa,&
Poita il petto armatOjCome Bellona, perche afìutainterpretationcdi legge fanno ingiuria,
nel tempo della tregua ftà nel petto de' Popo- come quello , che hauendo fatto col nemico
li la cura della guerra, ancorché fifaccivacan per trenta giorni tregua di notte faccheggia-
za delle armi ua i campi, volendo che la tregua pattuita fuf-
Tiene fedendo il murione fu'lgnocchio e , fe per li giorni, & non per le notti ^^t illequi
.
non in ttlla , per lignificare maggiormente il cHTn tngtnta dierum eJjenthoiìepaB<i. inductA ,
Tipofo.chc a prende nel tempo delia trcgua_^-, nodu populabatur agros,qHoddiermn ejfentpa.
& vi tiene la mano lòpra per mollrarc la pron éiAynon noÉtium inductA .
tc-Z7.adi ponerfelo in ccfta, finito il tempo del- Per meglio dimoftrare l'obligationedel pac
la aegu.i_^". to conuenuto nella tregua vengono dalla no-
Il pcfce Lupo vnito col Muggine, è fimbo- ftra figura tenuti legati vn cane, & vn gatto >
lo della tregua, poiché quellidue pelei, ancor- perche il pacco della tregua lega gli animi de'
ché fiaao capitali nemici, iiomlimcno ad vn nemici, &. fattinni contraiie,chc nel tempo del
cerco determinato tempo Ibgliono infiemc_j la tregua ripolano,e fìanno in pace,hiuca la^j
congregarli, per quanto, il i-.iofofo nella Hi- tregua tornano ad cllere come cani,& gatti,!
ftona d'Auimah iib.jcap.i.cosi narra. £»- quali alle volte ftaniio pacificamente inlieme,
Xx 5 ma in
.. .
E L A.
ti Glie fia fcritto COMPVTA, & fbprci_^ nella maniera che dcfcriue Oro Appollinc, l'-
di eliovn paro di bilancie,dalla (Iniftra banda altra più particolare notifTima a lurifconfulti
\i faràvn Gallo , & detta figuia ftarà in atro Jaquak Seruio Iurifconfulto,& Ki_^
diltìiiille
checon la deiìramano moltri di coprire con riferifcono Paolo nella prima legge del titolo
il lembo della vefte vn fanciullo che gli ft.L-» De Tutilis ne dtge/it,8c Giuftiniauo in(ìemt_>
dormendo, & in oltre appreflb di det
alti piedi nel titolo iftedo al paragrafo primo delle In-
vn Racanojò Ramano chc-j
•o fanciullo vi fia ftitucioni che e taler«?e//i eji vis at^potefìas
Jir vogliamo incitate ItUro ad tttendam eum qui propter
Atatem
M
. .
parati,& di tutti gl'ecceilì, & di tutti li difFcc di famiglia di teftare come voleua fopra la pe-
ti, che (ì trouano nell'altre età, in qucfta di lo cunia, e Tutela delle cofe fuc con tal forma di
ro così ti oua il mezo,& il conuenèuolc per ca- parole.
richi, offitij,& maneggi. Si velie di Rollò ef- Pater familias vti legajftt fuper pecunia.
fendo che nelle facre lettere detto colore (igni Tutelane rei fȣ,ita lUs efio.
fica la Virtù dell'amore, & della Caritàjchc_j Parerittbustutorum Itberis in poteFiate dan-
ciò mol to conuiene a quelli che hanno cura_j dorumius e/?o.Prouederonodi più le leggi del
de pupilli . le xij.tauole a pupilli depadn morti fenza_rf
Tiene co la (ìniftra mano il libro, oue è ferir teftaméto in Tutela de quali chiamauafi il più
to COMPVTA,& fopra del quale fono prollìmo parente della medema cafa paterna.
le bilancic, per fìgnilìcarecheil tutore cobli- \[^\a.ì]o.l.i.jf.deleg.tu, fé non vi era nefliino
gato amminiftrare con giuftitia la robbadc_j parente per kgitimotutore,ne tutore per tefta
pupilli, & infìeme renderne minuto conto. mento , la legge Attilia della quale Liuio lib,
Il Gallo che gli ila a canto, lignifica la Vi- 59. ordinò che fi dell'ero Tutori a pupilli che
gilanza che deuoiio hauere gl'huomini de.* non ne haueuano dal Pretore Vrbano,& dalla
iKgotij maggior parte de Tribuni, la qual legge il Si-
La dimoftratione di coprire con il lembo gonio giudica fuffe auanti il Cófolatodi Poft-
della verte il fanciullo che dorme dimoUra il humio Albino, & di Martio Filippo l'Anno
2elo,&:il buon gouernodclla Tutcla_-. di Rom.a.^éy.Onde è quel detto, di VerrePre
Il Ramano che gli ftà a canto è animale no tote in Cicerone. che pupilli,& ie pupille era
1
to,& è publica voct,& fama la protctrione, & no preda ficura de Pretori; la medema leggc_>
Tutela che fi dice hauerquciìo animale dell'- Attilia fecondo Vlpiano daua li Tutori a'nco
"huomo mentre dorme in campagna . alle Donne,le quali perdebilezza di configlio
fi teneuano in perpetua Tutela
preflb Roma-
T y T E L A. ni, fi cerne veder
può in M. Tullio nell'ora-
fi
mani, di c;ò quello n'è fegno, chefcli tutori, Deuefi amminftrare la Tur: la con finceri-
o pupilli cefl'uhano d'eficr Cittadini Romani tà, & pietà della '.]uale n'è fimboio la Colom-
fi toglicuala tutela A Padri è flato permcflo
. ba, che è kn-a feic,& nutrikei pollid'altd ,
di lalciar tutori per teflamentoa figliuoli, che vcggalìia Clofa fopra il primo della Caiitica
fiano in potcfìà loro, pecche fecondo lunatu- Octìlt ttit columbdritm. Con occhi di colomba
X X 4 fi (ictlC
.
Tutte le leggi gridano e minacciairo a chi In vna Medaglia di Nerua fotto il fuo fecon
opprime li Pupilli. Seueri/Tìmamente vuole Co do confclato l'anno dei Signore 37.fi figura .
flautino nel libro nono del Codice, titolo deci- Vna Donna con dui putti auanti Plmpera-
mo,^' molto più il Codice Theodefiano lib.no dorè che Cale TVTELA- ITALIi£.
no titolo ottano, che fi caftighino i Tutori jche Nel terzo confolato l'anno 98. Vna figura
coglicnoil fiore alle loro Pupille con- pena di con putti & con Nerua Imperadore fotto il
relcgatione,& confifcatione di tutti i i uoi be- medefioio anno Vu riuetfo con piiì Putti feu-
ni. 5/ tutor tuptllam fuum violata, caftitate fiu- z'altra figura ..
Cittadino Romano, commandò Galba, che_> ua il quale giurò che a ninno Senatore fareb-
,
fufll- afflilo in vna Croce imbiancata più alta be data violente mortc,per fuo commandame-
delle altre,acciòfullb da lontano più veduto.. to,rinìefle tutti quelli ch'erano itati ba uditi, e-
Con molto giiiditio il legislatore Atheniefe.^ ùini'e la malignità delpioni,e tra gli altri fece
Solone vieto che non poteiTe eB'ere Tutorc_> morire Sqra che fotto nlofofica verte meftica-
Cjucllo.al quale apparteneiia PLeredìtà doppo ua la Spia co la filofofia>& fece dare a poueri
la morte del Pupillo,perchc con mille manie- Cittadini vn cam pò di feicento milla feudi d'-
re occulte potrebbe eflcrminiftro della morte oro^hauendo commeflà la diuifionea Senatori
del Pupillo, al quale può anco aocere (blo con deputati, come narra Cione;& Sefto Aurelio
la poca cura, laHandolo eiTer tra fcu rato acciò riferifce cbefolleuò le afflitte Città, & com-
5'ammali,e moraperdif(:)rdiiìi,al qual perico- mando fi alimcntaflero per l'Italia putti , &
lo di vita non bafìa la figurtà di mantener fai zittlledi poucre famiglie àfpefe del publicc«
iia la robba dclli pupilli Chi fuffe ftato con-
. ^fflicias Ciuitates releuauitì puellas, puerosq-,
tiintod'haucr fraudato o rubbatoal Pupillo e- natos pare>ìtiht4i egefìofts fumptu publico per Ita
la notato d'infamia , & tenuto alla pena dd Ha opptda /)/< iuJft.La. onde il Senato Romana
doppio per decreto della legge delJe xij. tauo- fece imprimere le fudette medaglie ad honorc
le, di cui Trifonio i» Ltres tktoresf. de adm. di Nerua Imperadore con titolo di Tutela d'I-
^«/ lib.8. di^. Cicerone nclPoratione per Ce- talia: & certo che vn Principe buono èverfoi
einna,& per Quiitto Rofcio . fuoi Stati. &. Vaflalli come vubuon Tutore ver
Ma Tutore olne la robba deuc hauer cu-
il fo i fuoi pupilli, che tiene in protcttione,e de-
ra della perfona,& delja vita delli pupilli,dc- fende la vita è le facoltà loro.
Mc amare Pupilli figli d'altri come Pailèri
i i La medema lode di bona tutela diede il Se-
li figli delle Rpndiflc^i quali Te tronano i Ron nato al fudetto Velpafiaao Imperadore auaii-
ù lui
.
O R E.
HVOMOmano dcflra
di età virile, vcftito d'oro, nella
tiene vnaghirlanda d'Alio
uidia,o dalla Fortuna.
Gli fi fa lo fcetcro.perche al valore Ci deuo^
ro , &
vno Scettro, e con la finiftra accarezza no di ragione gouerni,lc fignorie.-& la coro-
i
rn Leone , il quale gli lì appoggia al fìiiiftro na dell'Alloro, clic femprc mantiene il verde
fianco . fenza impallidirfi,dimoftra l'officio dell'huo-
All'età virile fi appoggia il valore facilmeii mo valorofòjfecondoil detto d'Horatio nelle
te,pcrche fiiol per le fterfa portare la fortezza Epiftole
dell'animo, & larobuftezza r'el corpo veftefì Nil confcirefihi, nulla palefcere culpa. .
d*oro,perciòcìie, fi come l'oro nelle fiamme fi Perche Iapallidezza,è fcgno ne' pericoli cS
affina, così la pevfettionedell'huoniofi acqui- poco valore.
la nelle fiamme de gli odi j nod ri ti, 9 dall' In- Il Lcone,col quale fi accarezza dirooflra_j»
ckc è
» ,
prouocarli alla beneuolenza , fpogliandogli Difle Theocrito tra tuttii premi j della vir-
con particolar garbo de' cortami maligni, & tù amplifllmo è quello della gloria, che ricom
delle maniere fpiaccuoli. penfa la breuità delia'vita con la memoria del
la pofterità, &
fa die lontani, prefenti fiamo',
VA
dipingerà perii valore
L
d'Her-
O R E.
la figura
& morti, viuiamo Ma dall'altro canto fi deuc
.
quella del corpo fi dimortra nella fcrpcch'vc defiderio della lode, & della gloria, che per ef-
cide detta figura con le mani rapprefcntadofi fer tenutifopra gli altri più eminenti , vanno
l'innitta che fece Hercoie fanciullo
prona ,
mendicando la gloria con immoderata affetta
mentre luna m
culla vccife vna grandilfima
,
rione nel che fi dimortrano totalmente vani.
,
ierpe , Se per quella dell'animo le (pogUe del La vera gloria è d'occuparfi in opere bone,folo
Leone, & perciò gl'antichi figurarono il Va- per fine d'operar bene,& per confeguir l'eter-
lore nell'imagined'Hcrcole, e lo dimandaro- nagloria, difprezzando l'applaufo, &la glo-
no con nome di Virtù .
ria del Mondo quale anco dilpiaceno gli
, al
huomini vanagloriofi , con tutto che faccino
fcccco di fieno; i Tuoi pendenti làranno due fan Hammone , & per vn Dio , difpiacque Siila a
guifiighe, vna per orecchia; terrà nella dcftra Mario che fi molhafie ambitiofo , & troppo
vna tromba, nella finillra vn filo col quale fia immcrfo nelgullo della gloria, quando che_>
ligata vna Vefpe,chc fuolazzi in alto,finnle_> prefo Giugurta Re, ("colpi l'imagine di lui nel
alle Api, ma
più grolla con ale maggiori. fuo anello, però Io priuò della queftura, & lo
La vanagloria
è vn itioro inordinato del- fcacciò da fé, di che sdegnato Siila diede prin-
l'animo, col quale vncdefidcra la propria ec- cipio alle guerre ciuili acccfb per certo dalla
,
cellenza per eller più de gli altri honorato, co- vana gloria. Mario lUflòa cui difpiacque lj,_rf
sì è definita da S. Girolamo in vna epilb KjIo- vana gloria d'altri, hauendo fatto molte cofcj
riainanis eiì tn orditi.itm animi motM,quo a- egregiamente, per vn fol vanto di fé (l;e(ro da-
liquis propriam dejuierat excellentiam,vt alios toli, perde la fama della gloria, & perche pre-
hoKore prAcellat.La. glona veramente inciti — (umè afcriuerfi, quello che doucua riceuere.^
gli animi de gli huomini alla virtù, impcrciò- dall'altrui bocca, non meritò i voti della publi
che fé il corfodelli caualli fi eccita col fono ca commendationc; Difpiacque anco l'Orator
della tromba;fe ncllacaccia i veltri con la vo- Romano che fi glorialle tanto del fuo Confo-
ce , 8c grida degli huomini, prendeno animo
lato,&; della congiura di Catilina da lui cftin-
a confeguir la preda;fe non con loftrepito del ta, mailìmamenteinquel verfo.
le mani fi fa, che da gli animali muti fi appe- O fortunatam na,tnm me cotìfule Rcmum.
tifca la velocità, quanto crediamo noi, che fi Chi vuol confeguir gloria anco apprcHo il
accendino, e dcftinogli Ipiriti rationalide gli Mondo dilpiezzi la gloria quale ottenuta
, la
huomini, quali nati fono all'appetenza della
i difficile e a cuftodirfi, perche chi opera bcnf_j
lode,&: della gloria? Qu^ello che ficommoue folo per defio di gloria , al fin non sa celare il
dalla face, & dallo ftimolo della gloria ad ho- fuo vanagloriolb arfetto, per il che fatto pale-
norateimprtfc,non ti può dir (e nonché hab- fe perde la conquiftata gloiia. Giona in/tqum
fcia vnb'eiranimo,&: nobile iugegno:bellafo- tem fugit fugter.tem in/equitur Vana (cioc-
,
.
•
fa è conléguir bona fama per mezod'honora- chczzadell huomo, che s'applica al bene per
tc imprefe . amor di fiagil gloria. Se non ti accuigc chc_>
-^-(id AutempiilckriHs viro . quel bene ch'cIlercitajC male non eifendo fat-
to per
& . .
piauuenire, poiché la lunghezza, & mutatio- fcoìdere potiiity vel illam Garjgefn tranfnarcjì
ne de tempi,opprime la fama delle cofe pafla- quis in reliquis Orientts,aut obeuhtiifolts vlti-
tejmà che gufto fcnciranno ciTì d'elkr doppo mis,aut Aquilonis, Au/lriue fartium tuutn ng.
morte nominati? & in vita non fifente bent;_> tnenaudtetì qutèiHs amputatts, cer^is profecìo ,
fpeflb difgufto in fentir I acerare l'opere fue_j quantis in anguftis zteftra gloria fé dtlutMi ^e-
da inuidijda maligni, «S: dalla moltitudine, Itty vcggafi tutto iltefto cominciando più Co-
varietà de giuditij critici, nouandofi di quelli, pra,che certo è degno d'efier \ cduto in tal ma
fhe in vece di gloria danno biafimo? 01trc_j teria di vana gloria, & con elfo veggafi Macia
che diucrfc fono le ptofe/fioni. I Profefl'ori biocap.x.& Vocilo de Confolattoneìih- i.pro-
d'vna fcienza, &: arte per lo più non fi curano fafcfta, il :]HaIenel vcrfo eflbrta ideuderofi
de trattati d'vn'altra j trouandonii vn giorno della vanagloriaa rimirar la gloria del Cielo
in vn circolo honorato di letterate perfone fu immenfò, in talguifa, per vile terrà ciafcuna
citato ad vn'occorrenza Tito Liuio, dimandò la gloria del Mondo, & vergogncraiTì che il
vn Theoiogo Spagnuolo eccellente nella fua fuo nome non pofla impireil breue fp.itio dei-
difciplina chi era Tito Liuio , & di che tratta. la Te rra_>.
uà , tanto che apprefib di lui la gloria di quel Breuem^j replere non valentis ambitum
nobile Auttore, & de Romani de quali egli Pudcbitan£ii nominis
tratta era incognita;& pur Tito Limo (per qua Vergogninfi ben itrcglio quelle perlbne_^,
to narra Plinio, nella fua dedicatoria a Vel'pa- che prcndeno vanagloria da quel caduco, e
fiano Imperadorej fi gloriauadi haueracqui- fragilbene,ch'e vento, <Sc ombra, & hànomc_»
fìato tanta gloria , che non haueua bifogno di beltade.C<jnfondan/ì quelli ambitiofi, clic per
fcriucrpiùj nondimeno il fuo vanto, &: la fua gloriarfid'haucr amiltàde Prencipi, conpre-
gloria non è nota a tutti i letterati, tanto meno fenti,e fuperflue fpefe comprano l'amicitia lo
farà nota quella d'altri di minore auttorità : ro. Nafcondanfì quelli, che prillati Cittadini,
difficil cola è confcguirla gloria che fiappeti- che pereficr tenuti magnanimi, & ricchi al
fce appr elio ogn'vno,& in ogni luogo I Cor- par de Prencipi, pongono quanto hanno in fa-
tigiani, che ì\ gloriano d'hauere i pumi gradi, brichc,& edihtij fmifurati , e tal volta in fon-
& fauoii in vna Corte , di vana gloria gonfij À ar nuoui Camelli, gloiiandofi,che vi refti l'-
penfano,che non ci fianoaltri chVifi al Mon- arme, il nomt loro,& lafondationc col mille-
do, & che nomi loro fiano celebri, & noti dal
1 fimo, vanità che dolcemente impouerir li fa,
l'Indo al Maurojò quanto Ci aggabbano. chc_> gloria, che cara lor coftai fi come caro pagar
iapemonoi come fi chiami i Cortigiani prin- volfe fune Merctiice^la vana gloàa della fu»
memo.
- . . . .
^l^as vna lux vel dcdit,vel abjìaltt} torren tem deferti Onte il Regio Poeta Dauid
.
Orcum feH Pltttonem aflantet» non videtis veftrum,ego antem *nnuatiaba in faculumicaft
,
tem muUebre,ì[ medemo Santo nellc'epiftole_> Vires^ &> addts cornua Pauperi
ad Efc(ìj Homilia.xii). Hubent inquttmulter Polite neq-y iratos trementi
in fiquoddam VanA Gloria fiudium . Regum aptcesyneq^militum armx ,
La Vana Gloria è vna grande fpietata Be- Et nell'Epodo, Ode 6-
ù,ia.lmrnanis BeRia Vana Gloria.dille Filone CancyCaueynamq^ in malos afperrimus
Ebreo nella vita dclUuiomo ciuile.come gran Parata tallo cornua
Icfiia porta inteda le corna, le quali preHo al- Alzar le corna, & ergerli corno dicono! no
tri foiiolìmbolo della potenza, & dignità; ap- flri Poeti, laonde anco da loro pigi ianfi le cor-
predo noi in quefto luogo figurano la fuper- na per la fupcrbia. Torquato Tallo.
bia,che dalla dignità, potenza ,& facultà, di A ragion dicOyal tumido Gernando
qualche dote,&: virtù ch'vno conotc in (e per Fiacco le corua del fuperbo orgoglio .
i.agloriofo & fuperbo volle Iddio fulle rotto to fono i Vanagloriofi.che molli dalla Vana_^
il corno della fuafuperbii; e'i braccio dell l.^ Giona commetreno bene fpellobeiìialità gran
di ili me.
Parte Terza. óSi
<li(nme,& incredibili. Beflia fu Empedocle Fi- tello aflaltato,& in dui colpi di vitapriuoda,^
lofofo riparato a fuoi tempi di mente faggia , Francefco Rauallot Franzefe d'Angolcmme ,
& (incera, il quale per ambitioned'cirer tenu- induttofenzadubio dà liberalità di Vana Gio
co va Dio, come fé hifTe rparito,& afcefo ai Cic ria, poiché n'i tormenti li bnrlaua & rideua_*
lo, non rapendo fi noua di lui, da nafcollo sì get de Giudici gloriandofi di tanta enormità, vol-
tò nell'ardente voraggine del Monte Etna_^; fe morir oftinato & impotente: il fuo Braccia
ma la vèheméza del fuoco sbalzò in alto fuor facnlcgo percuflbrc fu (in al Cubito arfo & con
della voraggine la fua fcarpa di ferro che por- fumato dà feruido piombo gettatogli fopra_rf
tar fbleua,in talguifail fuoco palesò l'arden- a poco a poco , il reftante del corpo fu tena-
te fiamma della fua Vana Gloria. Beilie ibno gliato con infocati ferri, & pollo nelle piaghe
coloro, i quali non eflendo nati a fatti egregi), piombo,& folfaio liquefatto, gli furono fuel-
cercano diucntar famoli n'i misfatti j tale fu te le poppe medicate con l'ifteflò ardenré li-
Heroftrato che abbruggiò il tempio di Diana quore, finalmente fu da quattro caualli fpar-
Efefia.folo per farli nominare al Mondo,fi co titoinpiù pezzi,i quali dà furor di Popolo pri
me egli coniefsò , perilche p l'allibirono clic_> ma che fi riduce ffeio in cenere fecondo la fcn-
non fufl'e nominato, i'c ben il Tuo nome non fi tenza data furono ftrafcinati perla Città. Tut-
potè o()primcre come incendiario d'vnfi flu- te queftcfbno bertialità dettate dalla gran bc-
pexidoedilìtio annouerato tra le fette meraui- flia della Vana Gloria , per la quale 1 temera-
glic del Mondo. Beftie fono quelli che col fan ri), fuperbi, e Vanagloriofì alzano le corna, ma
gucde Prcncipi,&loioiniìeme fi fcriuenoncl rimangono fcherniti , efcornati con vilipen-
l'immortalità ò per dir meglio uiortalicà del- dio & Ignominia loro. Tralafso
qui la Beflia.
la Vana Gloria con cuidentc perdita della vi- lità de gl'Hipocriti, quali fi come riferifcc—'
i
ta*Girolamo Olgiati incitato all'ingordigi.L.* Caltor Durate vfaiio cambiar colore e farli pai
di Gloria dall'eloquenza di Cola Montano dio lidi col fumo di cimino, &:x:ftenuato la faccia
Maelho vccifein Chiefacon altri congiurati loro folo per Vana Gloria , commetteno an-
Galeazzo Sforza, non tanto per liberar Mila- ch'eilieccefli di beftialità.
uo patria fua dà tirannico dominio, quato per Il fieno intornoalle corna, pollo ne gli Ada
Vana Gloria, lìcome all'vltimo fupplitio nel gij furto quelle parole di Horatio lib. primo
fax animo a fé ftelfo manifellò così dicendo . Sat.4.
CoUigett Hieronyme, mors acerba,, fama perpe- Vocnum habetincornujengefuge.
tuittjiabtt vetHs memoria fa6li. A tempi noftri Pigliafi da Pieriopcr fimbolo della ferocità
F.lacomo Clemente anch'elio volfe immorta- non lontana della Vana Gloria, perche fi come
lare il fuonomc con la morte d'Henrico III. iTori per l'abbondanza Azi pafto ingraffati di-
Re di Francia, fé ben elio reftò morto prima_^ uengono più altieri, & infoienti, così leperfo-
del Re. Gio. ichatel Scolaro Parigino del ne del Mondo per l'abbondanza della commo
lj94.a' 17 di Decembre mollò anch'elfo dA_j dita, felicità , & potenza loro diuengono più
perfuafioni d'vn fuo Maeftro volfe dare vn cor fuperbi, & Vanagioriofijcon tutto ciò noi per
tello nella gola ad Henuco Qu^arto Re fucccf altro rifpetto ponemo intornoalle corna del-
fore del fudctto , ma fallò il coipo mentre il , la Vana Gloria il fieno ; per dimoftrare che le
Re s'inchino per render faluto ad vn principal grani corna dell'alterezze fi riducono in leg-
Monsùche fìpaitiua da lui, gli colfe pero in gicrezza di fieno,in vanità, in nientci& che li
bocca,cheloferi nel labro, & gli buttò vnden ruperbi,& altipcfieri, che ha in tellail Vana-
te: Il conUiltore finì la vita col laccio, & il gio gloriofo.reflano all'vltimo ofiTufcati davna_*
uane per premio della Aia Vana Gloria,ellcn- viltà abietta, & minima:poiche il penfiero del
dogli puma tagliata la mano , fu da quattro Vanagloriofb è apunto come il ficno,gli fiori
cauallidiuifo m
quattro parti, & abbruggiato fcc nellamente per vn poco, ma rollo fi rifbluc
miferamcte.-vifl'e l'inuitto Re fulmiuc ai guer inaridita di fieno, che in vn ameno prato bal-
radoppolo fchifato pericolo, ij. anni& cin- dauzofo verdeggia.mà in brcue fi fecca,e'i fio
que meli, in capo a detto tempo del 16 io. a' 14. re gli cafca.Efaia e 40. Omnis gloria eiuequafi
di Maggio dentro in Parigi fu le 11. hore ef- fLosagriytxiccatum efìfcenum y ^
cicidttflos .
fendo mCai rozza éhe fermar fece per rimira- concetto, che fi repete da San Pietro, & da S."
le vn Arco trionfale eletto ad honore dellx-* lacomo nella prima cpiftola. Glorieturautem'
Regina Maria fua moglie fii con dolore vni- frattr humilis in exattatione fu»^ diu^tauter»^
uciTàlc di tutta la Chaitiaiùtà pur cou va col< in hHmilitatejHat^HoniamfHHtfloifceni iram^^
. t
yna magnatta , che magna di continuo l'ani- da humili cofe,qHclii fteffi che eflbrtano il di»
Ifl3,&: fucchia la mente, che non fi fiacca /?_) fprezzo di lei, non la fprezzano>quando chc^
non alla morte, poiché gli huomini ancorché nelli medemi volumi, ne quali trattano del di.
fapcntiflìmi fin che viueno fono dentro di lo- fprezzo della gloria vi aggiongono auanti il
ro nel pcnficro tocchi dall'auidità della glo- nome loro. Tullio in Archia Poeta. Traiùmitr
ria , però dille Platone che la cupidigia della omnes laudis fiudto^ó'Opfifnus.quifque maxi»
gloriale l'vltima fpoglia di che fi Tpogli l'Ani- me gloria, ducttur , IpfitUt fhttefophi etiam m
ma. Cftpidinem gloriéi velut vliiman tunicam tUts libsllis , quos de contennenda gloria feri'
anima folet deponere.2i\c\\t rifguarda quello di bunt,nomen fuum mfcnbunttin quo pr^dicatié
Cornelio Tacito uell'Hiftorie lib. 4- fra»/ ^/. nem,& nobtltt^tem deipictunt , pradicArij^ ^
btcs appetentior far»* videretur , quando etiam nominari volunt Quanto ioauemeiue fucchi
.
diricche^ze.mantenitor del giufto intrepido con honoratc imprefe, 5c attioni hanno, ocntà»
e coftante , fé non che ad alcuni paruc troppo
co la vi:a loro , & dato materia a culti inge>>
auidodi fama, poiché anco ne gli huorauufa gni telTerne hiftoriejne hanno afpettato ch'al-
uij l'vltimo affetto che lilalfi è il defìderio di tri le fcriuano, come Cefare Dittatore che di
gloria; la quale fottilmentc entra, nià ingorda- fuo pugno compofe le fue generofe fattioni ..
mente deuora il bene clic fi /à,fenza che ce ne Adriano Imperadore fece libri della fua vita -^
fentiamo.S.Chiifollomo.6^<j inanis gloria in- Se li diede a liberti fuoi litterati,che li publicaf
gredtturyomnia quAintus [unt infenftbiliter au. fero fotto nome loro , tra quali i libri di Pie*
fertyonde con proportionaco nome S.Gio.Cli- gonte, dice Spartiano che fufl'crodi Adriano.
maco chiama la Vana Gloria fanguifuga , il Settimio Seueio li fece, publicare col propria
qual Santo per quanto rifcrifce il Granata in nome. Pio fecondo feri Ile di fua mano i Com.
vna predica del tomo i.dice che egli efpugna mentarij delle cofe occorfe nel fuo Pontificaj
uà l'auaritiacon la mifericordia, l'accidia con to,ne quali a palio, a paifo va difegnando fuc
la meditatione della mortC) & la Vana Gloria lodi con la propria penna veggafi in quefto
;
col farfi veder di rado,col parlar poco, con la particolare Fuigofiolib. 8 e. ij.
folitudine,& con la taciturnità, rimedi) vera- La Tromba chenella deftra tiene,è ordina
mente atti a fchifar quefta fanguifi-iga che Ci rio ftromento della Vana Giona che fa l'offi-
fortemente s'attacca, & congrandirficoltà da tio da fé ftefl'a della fama & fignifica quelli
,
gJi animi ftaccar fi può, le cui forze dice San- che nella Vana Gloria eccedono, Se che di prò
to Agoftino,che non le sa Te non chì<erca far pria bocca cantano di fé medemi, & inalzano
gii leGftenza , perche le ad alcuno e facile il con magnificenza di parole l<: cofe loro Se (e ,
con dcfidetar lode quando non fi porge, ditì- fannoqualche operatona, k fairnoin modo
cij cofa e a non. fc ne pigliar diletto quando che fi fappia,& acciò fi fappia bene la publica-
s'offcnfcc- §lu,as vires notendi habeat humanA noefiì.S.Chrifoftomo fopra S.Mattheo cap. ^z
frlorid amor non fentitinifiqui ei bellum indixe- in quel pafib. Cum facis eleemofynam noli tu-
Tttj quia elfi cuique facile ifi laudtm non cupe- ba canere ante ff ;dice,che la tromba e oi^ni at-
re dum negatHT , divede tamtn efì ea non dele- tione,ouer parola per la quale il vanto del Po-
daritum offertur>Mk quefta fanguifuga è tan- pera fi rapprefenta,& che il cantar con la trom
to giotta, che non ci lailaafpettare ch'altri ci ba èdefiderarla Pompa della Vana Gloria-^.
ofFerifca lode, ma fa che noi l'andiamo procac Tuba efìomnts aciui vel fermo, per quam ipft^
eiando>perclve itóturalmenteciarcuno ha den- vperis i acanti a deftgnatHr^ Tuba ergo tAnert^-',
Sominus laHxntiàm eiusy^ quod non fu lux- mutarebbc maniera didirc,& eoinponcrebbe_>
sa en virtui eitn . Ariftide Orator Greco tiene come efli compongono,taln3ente che il Petrat
che qnandai fatti corrifpondeno al vanto del- ca pigliarebbeclTempioda loro, ma io credo
le parole , che da conuenientc di lodar fé ftef- più tofto che Ci riderebbe di loro,& chiamarcb.
fo:per appoggiar la Aia opinione arreca le pa- be Jalor Poefia, Poefiade fpropofiti , quando
r-ole d'Acnille nel nono deiriliadt_ri Monte del Gicljtanadi llelle,ftai
leggefl"c,nel
^ Oppida ter quattuor capi nnualil^us armis , ledei Mare per fuperar Homero che pòle vna
Tetrenis vnttm atque decem circftm Vberti
•
fpeloncidecauallinel profondo del Mare A-
-'< TroU, nimata notte,pervna vedoua, Scaltri mille nv
Thefaurosquibusì eunUis muUosq; benosqi diculofi fpropofiti, tenuti da loro fpiriti di Poe
Eripuiatq; omnes Atridt munerafeci. fiardicono di più, che il Poema dell'Ariofto va
Soggiunge Ariftide.N«ii»<j Gr&corum indigna- terra, terra, & che quello del Taffo fa troppo
turcnr* quia congruunt fa^averbis.Mìi dica alte coruettej Ma che eflì hanno trouato la ve-
pur quel che fi voglia. Non ci è co/a che fmi- ra forte di ftile Heroico.Io per me vorrei che
niufca più la lode, che il vantar/ì, & gloriarli lo faceffeio per gloria dell'età nofìraimà non
delie fuc opere ancorché vere. Laitsin orepro- che lo dicellero per più riputatione lorojtil di-
prioforde/cif.'Non è degna d'^cflere approuata re è facil cola , difticolcà e fare di propria in-
tadifefa,chc fa- Ariftide, il quale hauendo Io- uentione colè nuoue fenza repeterc cofc diuoU
dato vna fua Orationelbpra Miuerua, perche gate da altri.da quelli medemi, che eifi biafi-
fa riprefo della lode datali da le medemo, nel mano,& arriuare predetti Poeti, non che paf-
i
Paraftegmate : Ibftiene che fece bene a glo- , farli:la verità è ch'cfli cercano opprimere cou
riai^fi con molti eflcmpif fptcialmente d'Ho- parole la gloria d'altri, per inalzar fé ftelfijmà
«>'«fO,chc fi attribuiua il Principato della Poe- CI vuole altro che parole di vanto, conle quali
fia,& che Hciiodo ancor egli lì glorio».».,-. &
moueno arifo le genti, per le quali fi rcnde-
- .-(
Mufarum laudes infert
n > ,'
no odiofi»& abomincuoli, & quando ben anco
<^ -^A quondam Hefiodum docuerunt carmin» hauedero i fatti , non per quello fariano bene
i ' pulcra . a gloriarfi;la lode che vien data da altri è foa-
Rifpondo cheall'eircmpio de Poeti in auan ue da vdirfi dice Senofonte) ma noiofa è da
(
tarfi è gloriarli non fi deuc poner mente, per- vdirfi quando vnoda fé fteflb fé la piglia^j tan-
thé è loro proprio vano coftume , elTèndo che to più poi è noiofaquando, che deroga alLi_>
«ifiappetilcono più la Gloria Vana, che le fo- gloria altrui per gloriar fé rteilb , eifendo cofa
ftanze , e le la danno benefpeiro con apparato fuor d'ogni \tb<ìnit2L,^equa<jMJim ciuilee/ì lai4
d'Hiperbole,& grande apertura di bocca, ntl di yó^ gloriti aliente^fe ip/»r?? opponerp. difle Plu-
che Poeti d'hoggidì auanzano quanti Poeti
1 tarco. Ma torniamo ad Ariftide. C he Hefio-
ftanomaiftari al Mondo, perche hofentitodi- do fi Iodi da fé ftell'o in quel verfo, n el princi-
leadalcunidiloro , che Virg.non è tanto mi- piodella Theogonia,a me non pare che tanto
xabile, quanto Mondo, come chc_>
(i tiene dal {ilodi,quanto chericunofcalalode, della fua
cflihabbino piùgiuditio di tutto il Mondo; Poefia dalle Mufc.Tolerabili fono coloro, che
che il loro ftile e più fonoro del fuo:altri che nel toccar qualche cofa di fé, non s'attribuifco
habbino più eulta, dolce, & foaue facondia di no il tutto, ma riconofconola virtù, il valore,
•Catullo, Tibullo, e Propcitio:aItri nella poefia & li talento loro da Dio, & quella è la quinta
Tolgare dicono; che lo ftile del Petrarca , non maniera, 5f cagione ch'arrechi Plutarco di
è da imitare, perche non fi vfa più,quafi chc_> poter lodar fé fteflb, quando, che le fue lodi fi
io ftilc ottimofia qualche braga alla Martin- trasferifcono in altri, come principalmente_>
galla, ò calzone alla fiuigliana>& che loftiic_> riccuendole dalla Diuina mano.Che Homercv
de capi principali non fia valido,perogni tem s'attnbuifca il Principato della Poefia confef-
po.ancorchc fi muti forma di lingua , fi come fb dinon hauer letto douejperò non poflb giil~
Icmpre farà degno d'elfer imitato più d'ogn*» dicare la fua vana gloria, fé l'ha fatto, non per
altro>lo ftile d'Homero.di Pindaro , di Virgi- quefto piglia conuenientc effcmpio da lui A-
lio^& d'Horatia nel genere loro.cosl nel fuo ia quale come Oratore non fi conuienc
riftidfe>al
ràqucllodel Petrarcaj fé iions'vfa; nons'vfa la libertàPoeuca,anzi al Poeta, ifteflb è biafì.
da chi non vuole, da chi nonpnò,& da chi no meuolcpafTar nelle fue lodi, fi cpme Plutarco
sa vfarlarperò taccino i noftri Poeti, ne dichi- nel trattato dilodar fc fteflb biafima Pindaro'»
no più »olw fé il l^traica xiceinairc in nuL^ che & vantaj& nonfamaifincdi magnificarla
lùa
& , &
,
dalle cofeauerfe conforme al parer di Plutar- dell'arrogance a due ad Agamennone fuo Im-
co, ma non ametto l'eflbrdio, & la forma del- peradore in prefenza de Greci. Tu non hai ho-
leparole,con le quali troppo s'inalza, mafll ma norato me, che fono il più forte de tutti i Gre-
mente rirrouandofi ali 'hora in ballo ftato, co- ci ;& dolendoli con Theti madre fua conferma
W^tjSc di Salomone infieme.la mia gloria per Haueua campo di moftrar le fue ragioni,
fin al Ciel fpande,ci metteriamoa ridere,
(i il corto fattogli da Agamennone fenza vancar-
logiudicariamo non fauio ma ftolto , tanto& ^\ più forte de Greci;certo che fimi
d'efl'ereil
più rideriamo fé lo fentilfimo dire ad vn me- \iparole lo fanno fuperbo &
immodello; cono
fchino forarti ere da noi non conofciuco: come fciuto per tale da Cicerone, dille nelle Tufcu-
arriua la fua fama, e gloria tanto alto, (e fi dà a ììnt.^tttd Achille homericofaedtus'ì^^iiìi. bene
conofcercad Alcinoo che non fapeua chi iì fuf con guilla maniera nel nono dell'Iliade, quan
fe?& chefiail vero nel fine dell'ottauo veden- doreciifadi non tornare a ieruire Agamenno-
do Alcinoo che VlilTe piangeua dirottamene ne, ad Vliile, Aiace, & Fenice fuoi Arabafciato
te,gli addimandò perehe piangeua, chi era_j, ri, dicendo loro, d'hauer fempre combattuto,
come fi chiamaua,&:da che liioco folle; Vlif & efpofta la vita fua perferuitiod'Agamenno
fé nel principio del nono gli rifponde Sum . ne, d'hauer prefo dodici Cictàper mare,per ter
r/yj^j,C^f. Alcinoo doppo haueilo vdito mol- ra vndcci,& d'hauer fatto molti boccini de The
to a lungo moftra di non conofcerlo ne men fori pretiolì, & datili tutti ad Agamennons_>,
per fama quando che nel mezodell'vndeci-
,
poiché tutto ciò non lo dice a iine di vantarfi
ma Odiflea, altro non teplica infoftanza , che delle fue imprefe ma
per far vedere i giulli
,
quelle parole. Dall'afpetco non poflb giudica- meriti della fua feruitù , &
l'ingiudo torto ri-
re che tu fia vn furbo, ne vn falfario , come_> ceuutoin ricompenfa dal fuo Imperadorcat-
molti huomini,che vanno vagabondi per la_^ tefocheil contar i fuoi fatti , per difefa fua, e
terra.a piantar paftocchie,canzone,& menzo- fcolpar fé {leflb,è la prima cagione che permet
gne dandoli vanto d'hauer fatto.e detto, per- taPlutarco in lodar le llcflb.Pcrò Arillide non
che hai bella maniera di dire, & buoni péficri. piglia vgual eilempio, perche ad Achilleera
Ma dato che anco Alcinoo Imperadore l'ha- necellano in tal cafo narrar le fue prodezze»
uefle conofciuto per fama non iilaua bene che veramente fatte tanto più che le narra fempli
Vliilc di fé fte(l"odicelìe.OT*«^/c>-/« Ctlum at- cernente fenza eirageratione di lode. Ma a lui
tir.gtt;i\ZA fua iraitatione
l'Enea di Veigilio . non era neceflario,ne conueniua lodare l'ora-
Sum pini Mntcu fxmx fuper Athera nctui . tione (iia: concedifi bene che fi difendi no l'o-
Può ben vno darfi aconofcerc ad vn'altro pere ia^y & mantenere d'hauerle fatte benc_,',
Con riputatione,& honor fuo,fenza inalzar la quando da alcn fono nprefe nià nonelfendo :
fama fua con elfagerationi di paiole, & fenza ilaca a lui daalcuno sbiùfimata,iion doucux-^
dare a fé ftclTo epitheti di lode . NeRore pari- egli prima lodarla, ne mantener poi ch'hauef-
mente fi gloria troppo; &
parlando con Aga- fe fatto bene ad ellcrfi lodato da fé llclfo,quaa
mennone Imperadore & con Achille Re , Se
, do fu riprefo ch'egli (iglonaua Il maggior .
Capitano più de gli altri Greci valorofo , nel Oratore di tutti 1 Greci io viene a conuiuce-
gloriarfi viene ad auuilirli dicendo a loro , io re , dicendo che ninna pcrlona di fodezza , &
ho practicato con perfone più forti di voi , da doccrina fegnalata non folo non duàcofa al-
jquaiifemprc fai (timato. cuna glonolamenice di fé ileilb, màs'arroirirà
anco
, . . .
no lontani dalla vera dottiira, che fiattiibui- Quelli che fanno moftra d'vn/òpraicritto cca
lcoro,& prcliimcno Laueila, per i.or fapcrc titolo di Molto lUuftre, e tal volta d'Uluftrif-
parolejnoio/iflìme ad vdjrfijdi rcftcfll profe- {ìmo,& dicono di riceuer continuamcntckttc
rifcono T/thtfim abtfì xUum iìltìurr,y qutj«-
. re hor da vn Prencipe, hor dall'altro, & s'ofFc-
lide dccit funtyquicquAm de fé glvricJiKs aicere, rifconodi fauóriti apprcffo quelli non cerno
•vtalioettam decente einipe/car/t §^t zetolcn. cffitiolìjmà come vanagloriofi, per darti ad in-
'^ium zeta, qur^ntfibizer.diceit.t, aciìrjKa ab- tendere , pcflono apprellb Prencipi , di
ch'i lìì
funt ,frcpter tr.fcitiam vetba mcLjlijfime au- cesi fatte hggiciezze (\ pafccrx? , &: fono in-
dienda di fé if/is froJerunt-Si che i)iui:o dcue fa utili per fc, non che vtili per altri, cflcndo tut-
re il ticmbctta delle fue lodijò vere ò non vere to il loro fìudio pofìo nella vanità, che (\ rifòl-
che fi a no . ue al finein vn rimbombo , che in Bieue fua-
La Vcfpe che fiioIa77a in alto', è di quella nifce; fi come ogni Pcmpa , & gloria de mor-
forte fìiniic all'Api n à } iù grolla , la quale-» tali in qucfio Mondo con fonoio rimbombo
perche manda fiioia vn iuoi.o che riboniba , peri fcc, conforme a quel Daui^i co terzetto,
dalatir.i'chianialì Bcmbylius , è irutilc a pro- terijt ecìhm tnirnoriti (ujn Jot.itu ,
collo, & gioielli in tcfìa^quelliche ognimini- il fuo cuore, & fuoi penfieri, perche è cofa_^,
i
nia cofa,che fanno, cercano di farla con vano, che non ha fine alcuno, & facilmente può nuo
& affettato apparecchio,tenendofene poi bo- cere fenza fperanza di giouamicnto, & però il
llo apprellb le genti che incontrano, fermano cuore fi dipinge apparente fopra alla tefta_j,
ciafcuno,danno conto dell'ordine tenuto, & vi
fanno i commenti fopra Quelli che con no-
. V B R I A C HE ZZA.
icfa cftcntatione celebrano la nobiltà de gli a-
ui loro, le ricchezze, & facoItà,conuitano al-
DONNA vecchia,iof]a,&ridente,veftfta
del color delle refe fecche,in mano ter-
tri a cafa i'oio r.on per cortcfìa.mà per vanità, ra vn vafo da beuere pieno di vino , & a canto
acciò fi vegga il loiofplcfidido addobbamen- VI farà vna Pantera-^.
to, &: la lorofuperflua politia,aquali no iì p-uò Rapprefentafi vecchia, perche il troppo vi-
far maggior difpeito,che non accettar i'inui- no fa, che gli huomini prefto inuecchiauo,fic
tx>,&: non rifguardare ciò ch'cfli reputano gra- diuentano deboli
dez7a loro Qiìelli che da tutti , & per tutto
. La Pantera moftra, che gli vbriachifonofa
pigliano la precedenza, la banda dritta. e'I pri riofi,dicoRumicrudeli,& feroci, come fono le
mo luogo. Quelli che lì compiaccno d'cHer Pantere,lcqualicome dice Ariflotile nella hi-
veduti a'pprello vn Prencipe , e lUnno più fu'l ftoria de gli animali, non fi dimefticano mai
grane che riltcfib Prencipe maflìmamentc_i Vecchiezza.
fuora in carrozza. Quelli che per parer d'ha- DOnna grinza ,_& canuta , veftita di nero
uergrsn iicgotij, maneggi, efecreti d'impor- femplicemcnte, con vn ramo di Senicio
tanza lì ritirano da banda per ogni poco di co- in mano perche i fiori di quella herba fono di
j
fe, & s'acconajio all'orecchie delle per/bnc_j, color pallido,& nella loro più alta parie diuo-
come che lagicuaircio d'occulte ipiprefe,iic^ uno come canuti^Sc cadono
.
per caderci.
quel colore delle foglie,quanclo hanno pcrdu
Si potrà ancora dipingere,cKé tenga in ma-
to il vigore, fenza ornamentò,tenendo nclla.^
man fmiftra vn horologioda poluere,ilquaIe no le fpine,ouero la pianta d'alcune rofe,!?-»
ftia nel fine , & vn
dell'hora paro d'occhiali quali fiano sfondiate in gran parte , lan- &
guidc->.
con l'altra appoggiandofi ad vn baftone, infe-
gncrà col dito il detto horologio & terrà vn Vecchiezza .
,_
piede ako,& fbrpefo fopra vna folla, moftran- VNamanto vecchia, magra, pallida, coperta d'vti
nero, & che fi appoggi ad vna_j
do il vicino pericolo
Crocciola e con la finiftra mano tenga vn ra-
Vecchiezza è quella età dell'huomo,che tie ,
ne da cinquanta fino a fettanta anni, nella qua mo feccho fenza foglie da vna parte vi fia vna
rhuomo,che va in declinatione per lafred- tartaruca,edall'altra vn horologio da poJuerc,
le
<lezzadel fanguejdiuieneinhabile allefatighe e che moftrijchela detta poluere fia al fint->.
«orporali,& eserciti) mentaliji quali per la_^
debolezza de' renfi,non puà fare fenza ditfic®!
Homero , Jone fi efprime vna gran velocità na.Sc il refto del corpo fi finge fimilea va Ca-
col Tolo dello Spamiero . uallo.
Velocità, Racconta Pierio Valeriane, che il termine
DOnna conhabito,con l'ali alle rpalle.por della noftra vita con veloce corfij fi^prauuic-
tando i {Talari , oucro ftiualetti fimiii a ne, & quefto , pcrciòche noi con vna maraui-
quelli di Mercurio, & nella deftra mano vna_» gliofa lubricità cadendo, fiamo dalla raorttj
faetta_'. rapiti •
te
Leone cflendo ferito ollcrua mirabiimcn
Il
pcrcuirorc,& non lafciamii occalìouc di
il
NI M di
F A bella di gratiofo alpetto veftita
cangiance,cinta,con vn cingolo, nel
vcnlicirlì.Oiideil Pierio racconta, che vn gio quale vi (iano ricamati incoino Cupido, le fa-
uaiie compagno di Giuba Re de" Mori, men- ci ardenti, & il caduceo di Mercurio, portila
tre il detto Reandaaa con l'Ellercito perii de teda vna corona di rofctenga nella dcrtta ma
fcrti dell'Africa per cagione diproiiedere alle no l'Helichrifo fiore giallo , 8c lucido com^j
fue cofejincontiandoli in vn Leone, io percol- l'oro , nella lìniftra l'augelietto chiamato da
fe con vn dardo & l'anno dapoi ripaflando il Greci linge
<fetto Regia fpedito per quel medefimo luogo, La Venullà è vna certa gratia,che arreco.^
comparue il detto Leone, & oileriiando il gio- perfetto condimento alla bellezza: perche non
uancjche l'hauciia ferito, andando con velocif ogni per-fona bella ha Venuftà.Suctonio deferì
fimocorfo fra iagran moltitudine de* Soldati, ucndo le fatezze di Clandio Nerone.fece diffe
miferabil niente lo lacerò, partendoli lenza of- lenza nel cap.yi. dalla bellezza alla VcnultV,
fendere alcun'altro; Iblo fodisfacendod d'ha- in quelle parole. F«jr vtdtn palerò m^^is,qu>iv»
uer vendicata la vecchia offefa Però gli Egic- venu^o.'£ìl di volto più tolto bello, che veniu
tij dipingeuauo ael detto modo il Leone per la fto,c gratiofo. Catullo facendo comparationc
ireudetc>>_j. di Q^mi^^con lafua diletta Lesbia, concede,
Vendetta . che Qjointia non però totalmente
falle bella,
bella, perche non haueua alcuna VenutU mi
DOana armata , con vna fiamma di fuoco proua,che Lesbia fua era tutta bella, perchc_>
ibpra all'elmo , hauerà mozza la finillra haueua ogni Vcnuftà ,
mano & tenendogli occhi fìlli al tronco del
, Ghùnti sformo/a e fi maltis mihi ca.ndidii,logit,
braccio dimoftri con l'afpetto turbato, malin- liccio ejl,h&c egofiffiagula confiteor
coma,& rabbiajdall'altra mano terrà il pugna Totitm tllud formo/a nego,n»Tn nnllit Venttjias»^
, farà velbtadi rollo ,
le in atto di voler ferire Nulla in /;»«» mugno e/i carpare micafulis .
& a canto hauerà vn Coruo,con vno Scorpio- Lesbixformof* eJl,quA cum pulcherrimn tota, efi.
ne in bocca, ilquale punga con la punta della Tur» ornnibus vna omnes furripttit Veneres ,
codi il Coruo nel collo . Dal quale Epigramma fi racoglie, che oltre
L'armatura dimoftra il vaIorc,& la fortez- alle fatezze d'vn corpo grande, e ben formato,
za del corpo elTeruecellario alla vendetta de* A'vn color candido,bifogna hauer anco Venu-
danni riccuuti. ftà, e quello lo dimolUa Catullo non tanto in
Il fuoco è inditio del moto,Sc del feruori_> quella fua voce Venusìas, quanto in quell.i__».
del fangue intorno al cuore, per ira,& per ap- Mica falis-cìohiCÌM Quintia erainfipida, non
petito di vendetta, a che co'rrifponde falpetto haueua niente di Venuità.e grana, (òpra di che
turbato . AlelVandro Guarino Atauodel Caualier Gua-
E guarda il tronco del
braccio, perche non è rinoautore del Partor fido, dice. §l^em.ìdmo'
cofa alcuna, che iHanimi maggiormente alla dum cihi fine [ale mÌTiime deleci.tnt, tta 'i^uin-
vendetta, che la memoria frelca de' danai ri- tia qttoaue,fcili( t longa, ó* candida effet.pne^
ccuuti. veniifiife non-videbat»y formo(.% .
fa del ritratto di Zeiixide Pittore, che per figa mulierit non ocÌ6fam,aui inuenujixmjed gra-
lareajrli Agrigentini in Sicilia Giunone La- tiofanti^ ndpromoHendum aptam, falfam vo-
cinia, fcielfe le più belle bellezze dalle più bel cctnt. Per quella cagione, dice egli la bellez-
Ie,egracio{è donzelle, cli'haiie{Iero:fì confer- za d'vnadonna.chenon fia otiofa, fciapita. Se
ma da Lucretio Poeta , che verfb il fine del 4. fenza Venuftà, ma che fia gratioia , 8c atta a
lib. chiama la gratia,mero fale . commoueregli animi, è chiamata falfa, cioè
PxrunU Pumilio, haritìia. tota, morti fui. faporita, &
gratiofa: & però Venere riputata
Volendo infcnicjche a tal amante accecato Dea delia bellezza fi finge nata dal Mare, che
dall'amore vna Dama picola.di bada rtatur.u^ è falTotlìchela Venuftà,chedicc Catullo, il Sa
da lui amata parerà vna delle Gratie, tutta fa- le,& le Veneri, altro non (bno.che la gratia ,
porira,e tuttagratiofa > impcrciòchs Chariton & la graria non èaltro,che la Venuftà, parola
i<» fono due parole in alcuni tefti malamcnt«_> deriuata da Venere àVenere enim (vt inquit
:
renUt Veneres [ecutM4 efì Volendo efprimc- . Venuftà,&: gratia, la quale il più delle volte d
rcp che Ifocratc hebbc nel dire ogni gratiofa deriua rpecia^Imenteda vno adornamento, & e.
maniera. Tutte le fudette parti della Venu..
. leganza di più coferSc è di uè forti. Primiera*
ftà Tengono confideratc più volte dal Petrar- mencc per l'ornamento di più virtù fi form*.
ca nel caro oggetto dell'amata Laurarconlide la gratia negli animi : fccondariamente per
rò il grato colore di gratia, 5i di dolcezza pie- la concordia,& proportionc de colori, & lince
no in quello quadcriulc_j. nafce nelli corpi la Venuftà,c la gratia ; terzo
Toflo che del mio flato fujft accorta , Venuftà, e gratia parimenti grandiflìma na-
A mi fi volfe.
in si nuoHo colarti, fce dalla confonanza della voce,e delladolcc
eh' hattrebbe * GioMe nel maggior furore armonia delle parole, fi che di tre/orii è la bel
Tolto l'arme di mano, f^ l'ira mortcL.^. iezza, dell'animo, del corpo,& della voce. La
In quel terzetto poi confiderò il candido co bellezza dell'animo fi gode con la mente,la-i»
lorq del voltola biondezza del.cappello,l.i_j bellezza del corpo con gli occhi , la bellezza
negrezza delle ciglia , Io rplendorc de ^li oc- della voce con le orecchie Onde l'ifteflò ri-
;
chi, la bianchezza dclli denti, & la roflezza_» cino in Platone de Pulcro,dice tulchrutt) ejje
delle labra ,co!ori che arrecano gratia, & Ve- gratiam quandam , qu£ animumper mentem ,
nuftà, quando con propoitionccompofti firi- iiifum,^ auAitum mouet,^ allicit, oue in fo-
trouano tutti in vn foggetto. ftanza concluder fi deue,che la bellezza confi-
Latefìa orfinp,^calda neueil volt», fte iavna certa gratia , &
Venuftà , che com-
Hebenoi cigli negl'occhi tran duefielle muoue,e tira l' animo me4i*"'c la mente l'oc-
Ond'Amor l'arco nontendtHa in fallo . chio.e l'vdito; tutte queftc tre forti ài bcllez-
ferle,(^ rofe vtrmiglitj. ia,nelle quali vnite infieme apparifce lagra-
Et quel che feguc»^. tia,& la Venuftà , fono dal Petrarca meditate
Confiderò il gratiofb moto,e rguardo,quan fpecialmence la.virtù , che forma la gratia ne
do difle . gli animijin quel Sonetto .
Che dolcemente ipiediyf gli occhi mmoHe-i' Od" ardente virtUyhonefta ,,e btllik
Et nel Sonetto in qual. parte del Cielo con- AljnA gentil .
die ne gli animi concilia la gratia. Bdletza, vdire auanti Pergole in piedi abocca apert:i
il
atto gentil; ceco la gratia del corpo. Dolci pa- fenza muouerfi mai , effetti della V'cnufìj U ,
rokjecco la gratia della voce. gratia, che incanta leperfbne, & rapifce gii ì-
ji i bti rami mknn giunto . nimi. Si come Panimo d'Alcibiade rettaua in
Olle foaiicmenie il cuor m'inucfca ; ceco la cantato dal parlar di Socrate con tutto eh :_•
ponfanra della gratia,chc inuefca, commuoue fbxzo Filofofo,& bruito full'c-pcrciòchc folea
alletta, e tira l'animo per mezo deliamente , dire Alcibiade, ch'egli rimancua più addolci-
l'occhio, e l'vdito to dalle parole di Socrate, che dalla foauc me •
cap.io.l'huomo fenza gratia:anzi la Venurtà, omnes Atatis gradus venufiiff^ma; di tal Vcnu-
& gratia rende l'huomo grato, e giocondo, an- flà per tutti i gradi d'età vienanco da Greci
corché brutto fia Vlifle era deforme, nondi- lodato Alcibiade M.Tullio ifteffo loda il vol-
.
meno con la Tua Venuilà > e dolce perfuafione tojchearreca dignità,& Vcnuftà infieme Vul-
s'acquii^aua gli animi di tutti i Greci, e con tus multum affert tttm dignitatem, tum Venu-
la Tua gratiofa facondia puotc anco fare inna- flattm . Talché la Veituflà in vn huomo clo-
morar di fé le Dee,comedi lui teftitìca Ouid- d*bilc,cconueneuole:Ncila donna nonne ra-
Kon formo/ut erat, federat facundus Vlyjjes . giono, poiché più tofto fi amerà vna men bel-
Et tamen aquortas torfit amore Dea*, la.che fia virtuofa,gentile, gratiofa nel cami-
Quinto Rofcio Comcdojcra gut icio,e brut nare,ragionare,& conucrfare.chc vna più bel
tod'af'petto, ond'egU per coprire la deformità la di volto, fenza Vcnufìà, fenza virtù alcuna,
fua fu il primo che vfalle comparire in Scena ruflica nel procedere , fciocca nelPaniare &; ,
vdirio lenza prendere dalla mattina alla fera Vt Marti s reuecetur amorxjHmmtq, ttnantii •
altro cibojche la fua facondia: & più di quac A te luio petnt Cfffum,^ ipfa Ve"us ,
V y 4 Outrto
. , . .
cano dice, che Mercurio rubò il cingolo a Ve- gione inuero,perche la rofa perla Venuftà fua
nere, dalla quale fu abbracciato per la vitto- e regina delli fiori, ornamento della terra_^-,
ria,che riportò mediante la fua gratia:ne fen- fplcndov delle piante, occhio de fiori, quefta_»
za cagione gli! Atheniefi pofero (per quanto amor fpira,& Venere concilia , & fopra tutti i
narra Paufania} nell'andito della rocca la fta- fiori porta il vanto,fi come più gratiofamente
tua di Mercurio infìeme con le gratie Si che . di ciafcuu Poeta de' noftri tempi col fuo dolce
il Caduccojcorae ftrumentodi Mercurio fcruc canto nella gara de' fiori definifceii Murtola.
per fimbolo della foaue eloque nza,e della gra Anacreonte PoetaGrcco la reputa honor del-
tìofa facondia del parlare : nel qual cingolo le gratie .
L'Helicrifojchc porta in mano, è vnfiorcj Perlo contrario inuenufto s'è detto vno ,
cosi nominato da Helicrifa Ninfa,che primie che fia disgratiato,alquale non fucccdono co-
ra lo colfe, per quanto fcrifle Theniiftagor.i_j fedefideiaterl'alcro Panfilo ncli'Andria Scena-
Efefio.mà io tengo,chc fia detto,perchc il fuo quinta, Atto primo parlando delle nozze, che
nome è comporto da Helia, ch.c fignifica Sole, non defideraua, di(l"e_;i.
e da Chr]fos,c\\e fignifica oro, attefoche l'om- Adeon'homintm ejfeinuenufluniy atitinfeli-
brella di quefta pianta piena di pendenti co- cem quemquam -ut egofumì'Eccì ninno huomo
rimbi che mai non fi putrefanno , quando è
,
così inuenuflo difgratiato,& infelice.comc fon
percoflada' raggi del Sole, rifplende coniti iojonde chi ha in fé gratiajchianiar /ì può Mi
fu (Te d'oro, laonde fi
cortumaua da' Gentili in- ce,perche trouaanco facilmente prtHb altri fa
coronarne crii Dei, ilche congrandirtlma dili- uon,& gratia, il che facciamo fimbolo IV e!:-
genza ortemò Tolomeo Re di Egitto,fi come crifio,il quale come fiore nobile, vaoo, &
<'ia-
narra Plin.lib.ii-cap.i;.ouedice,che ha fu- tiolo , può eflere d'ornamento , vau^hez/a,
i
&
fìi bianchi, e le
frondi biachiccie fimili a quel gratia a chi lo porta, non che veramente .luf.
dell'abrotano ; e più fopra nell'vndecimo ca- lìo fiore polla , come dicono i fudetti Autori
,
pitolo, dice, che l' Helicnfo ha
il fióre fimile-» fare acquiftar gratia, Bc fauorcjSi corneali In.
airoro,la foglia gemile,&: il gambo fottile->, diani fcioccamente teneuano , chela rolà pò -
màfodo:equefto fiadetto,perche fifappii.^-, tefle far conciliare gratia appredbi Prencipi
,
come s'habbia a figurarle per mortrare la fua ciò è ftolta vanità- Vanità fimilmente è dì ce-
forma eflere differente dal Chrifanthemo, e lorojche penfano la lepre faccia gratiofc quel
da!l'Amaranto,pcrciòche,fe bene con tali no- le perfonejche mangiano della fua carne,iie_>
mi anco chiamato rHelicrifo,come ri-
è flato poco marauigliomi di Pierio Auttore grane
,
ferifceDiofcoridelib.4.c.59.nódimeno la for che lo affermi, & s'afFatighi di perfuadere al-
ma è differente, come fi cóprende dalle figure tri a crederlo , corrompendo il tefto di Plinio
imprefledal Nlatthiolo fuo Efpofitore :Hab- nel iS.li.ca.i 9. oue dice Plinio. Somnofosfieri
biamodato querto fiore in mano alla Venu- lepore fumpto in cibis Cato arbitratur. Se Pie-
fta, perche è fior
che prende il nome
gratiofo, rio in vece di fomnio/«j,yuolpiù torto lego-ere
daÌroro,edalSole,fottolicui raggi,c vago.e formo/os . Plinio vuol dir fecondo Cafone, che
lucido come l'oro; né più gratiofa vna cofi_j la carne del lepre fa le genti fonnacchioic.&
dir fi può,che quando è rirplendente,e lucida, Pierio vuole , che faccia le genti gì aticfc , &
come l'oro ripercoflb dal Sole : di più hani\o belle,&foggiunf<i^i
Vulgo
,
ri;dccto picl'o da Plinio, ma non l'arreca leal- pre brutta, rà mentioneanco Pierio di AlefTaii
nienceintitio, perche Plinio lo mette per di- dio Seuero, ch'era gratiofo Imperadorcemaii
fpiczzo rigittandoui quanto a le, limile folle giaua fpeflò de' lepri, ma certo, che lagratia
i)pinion!i_'. non procedeua dal cibarli di lepre, ma dall.i_j
Vttlguì,:^ grati.ìm torpori infeptem dies fritto- gratiafua naturale:mangi vno,che non fiadi
lo qutdem loco . natura gratiofo, quanti lepri, che vuole, ch;j
Cioè,il vulgo cicdcj che a mangiare il lepre mai non farà acquifto di gratiaalcunarlagra
dia per fette giorni grana con il'clicrzo inuc- nac data ffr«r<f dalla Natura, ne fi può com-
ro fi iuolo:qu3Ù dica.che da vna baia; ma Pie prare, ne acquirtarc con rimedij , e cibi eondi-
no quali, che taleopin cne filile vera, fi , che ti Arreca oltraciò Pierio certi verfid'vn Poe-
.
il lepre ha verace limbolo della Venultà,& già ta, che fcherzò fopra il fudetto Imperadorc^,
ciajLaqualc non h deue, per l'antica, & fcioc- pigliando materia dal fuo gratiolo lepore , e
ca perfualìonedel voigo,chcfopra niuna certa dal lepre, che fpelfo mangiar folca , quafi che
caula,^- ragione li fonda, rapprefentare fotto il lepore,c la gratia dell' Imperadore procedcf
hgura del lepre, & fc m quelli medelìmi tem- fé da' lepri mangiati .
1 Pargoletti Amori , che fcheizauano con vn fulcrumt quod putas e/feveRrum ìLegem
lepre, ma ciò non ha, che fare con la Vcnuftà> Vulgari miferande de fabtll» ,
polche di huiili kherzi mille h veggiono in
, Si verumpMtas ejje, non ira/cor ,
ticgi porti nelle facciate di cafe.e Pa azzi, in Tantum tu comedas velim lepufculos ,
Giaidmi di Koma, pargoletti Amori, efanciul Vtjias animi mala repulfts ,
li.chcfchcrzano con ca^ac, martini, & altri a- fnlchettne inUideas Ituore mentis •
UlVcio ferir la lepre con dardi, ò faettejmà pi- ria, & opinione, ch'egli fulle bello, perche^
gliarla viua, come /bauillìma oAerta a Vene- mangialfe lepri. Se tu credi quefto. rifpondc-»
fcrittoa Gelila nel quarto libro . che già era di natura, ma perche egli gurtaua
$i quando leporem mittts, mtht Gtlli* dicis j il lepre, ch'egli ilelfo pigliaua nella cacci.i_v,
Sormofus feptem M*rce diebus erit : della quale molto li dilettaua come ferine La-
Si non dertdei:/f vernm Geltia narras pridio. p»eti habbiano fcherzato fopra
Chei
Edilii nunquum CitUia. tn Itporem . il lepre, &
leporejo hanno fatto per lo pron
il
Màm
quello Martialc li burla di Genia_j to billiccio.che fé ne forma S/ non vis edere le-
donna brutta,la quale gli mandò adonare vn porem^ ade leporem dille vn'altro poeta ad V-
,
lepre, condire fé mangialfe di quello egli fa- no,che lUua a tauola, né mangiaua del lepre,
reouc bello,e granulò per fette giorm : a cui che VI cra,acdiccu»MÌcmc:roà quella confor.
mità
Parte Terza. 697
mità di voce detta Annominatione, o Parono- dico forma virilis amai . Nafcondanfi quelh
mafia.iion bafta ad includere il fìmbolo del le- Cauaiitrijche per parer gratiofi pongono cu-
pore, e della gratia:perche il lepre non fi for- ra, & arte particolare di /pafieggiar fuoracou
ma dal leporine il lepore dal lepre, nià fi di- ciuffi, licci.e veftimenti lafciui, e profumati,
ce lepus,qtiafi fitleuipei , perche è leggiero di affettando tanto il portar della vita, igefli del
piedi, come tiene Lucio Elio preflb M. Varro- volto, con iftorcimcnti di tcfta.c ghigni sforza
ne lib.3. de re ruflica cap. li. ouero come più ti, il parlar melato con parole ftentate.c ftudia
tofto vuole Varrone è detto dall'antica vocc_> te,che in vece di gratiofi diuengono più tofto
Greca Eolie* , Itporin perche è fimo di nafb
,
con la loro afFettatione otiiofi, in vece di viri
LiporiSfOìxeraLiporis fignifica fimo, per quan- li,cfFeminati,morbidi,e delicati pcnfano d'e(^
to n'auuertifce Giofeppe Scaligero : ma il le- fere ftimati,c lodati, ma fono fprezzati.c biafi-
pore della giatia,e Venuftà non fi deriua da_» matiiSi come il Caualiero Mecenate , febcda
fimili vocijdiuerlcdi figiiificato: dunque per Poeti per la fua liberalità celebrato , da |Senc-
niuna via,nc per etimologia, ne per naturalc_> ca Filofofo perla fuaaffetrationc vilipclb nel-
intrinfeca virtù , ne per vaga cltrinfcca fem- la Epiftola ii4.oue dice , G^omoda Memnat
bianza, il lepre, clic più tofto brutto èipuòfer- vixerit%noTtus e/ì,qHftm zt r,arrartfjSt dtbeat,
uircper Geroglifico della VenulU, e gratia_Ji quomodo ambulasterit , ijtéam deticatusfuerif,
alla quale habbiamo dato noi la corona di ro- quam cupierit videri , quum vitia ftta latercj
fe,e l'Elichrifo fiori al tutto belli, vaghi, e Icg- noluerit . §^tdergoì non orati» ttMs àquefolu-
f;iadri,che fpirano tantalbauirà.cgratia, che tu eR^quam tpfe difcinHus ì riort tam tnftgnitm
lederò occalìonc a gh Antichi di pelare, che illiui verba furit^qHam vultus ,quam ccmita-
fulVcro atti allo acquifto della giatiaji quali, tus ,qt4am domus quam vxor ? E più a ballo.
come gratiofi fiori poflbno aiiecarc adonia- Mtrenas in cttltn fuo qutd purius amrie,filui.<é^
jnento,egratiaa chi li porta, perche la gtatia ripa comantibMSfVide vt alntum lintrihus arèt>
naturale viene accrefcitita da gli artifitiofi à- verjoqtte vado remitttint horrosquidfi quis f%-
dornamenti, però fingcfi conforme al verifi- mima cirro crtSp^t, &
lahrit columòaturf fono
jnilc da Libanio,chc il Murionc d'oro defle_> quefti affettati Caualieri fpiaccuoli a tutti
, c-
fcia il dì feguente adornata più modeftamen- menti delle adultere. In cuefta manierai Ca-
te,allhoiacgli abbracciandola difielcjo quau ualieri , che vogliono affettare la Venuftì , e
te è più lodcuole qiiefto habito in vna figlia gratia, con artifitiofi componimenti di pcifb-
d'Auguftojche quello di hieii:c{è bencefla_» na, d'habito, ^ di parole vengono fcherniti , e
rifpofe,hoggi mi fono adornata per gli occhi burlau per fìi/o dalli proprij amici , con gran
di mio Padre, e hieri pergli occhi di mio ma- perdita di nplitacione , e gratia apprefio ogni
rito, nondimeno iìconucrna più alle Damo perfona gratice prudente .
andare adorne in guifà ule, che hauert'eio da L'augell^ito, che nella finiftra mano nella
piacere più tofto a gli occhi de* padri , che a noftra Hgu/'a il tiene, da' Greci,e dal noftro Pli
gli occhi de gli huomini . ACanalicri poi iu nio chiarfiato Luige non è altrimenti la coda-
ncirunmodo conucngonfi gli artifitiofi ador- zinzola da' Latini detta Motacilla, fi come_>
namenti,(e non tanto,quantx) comporta la vi- malamente alcuni auttori hanno tradotto m
lUità caualleiefca, perche la bellezza virile^ Pindaro, ^n Suida, e 1 interprete di Theocrito
poco dcuc cllei colciuata-Oaidio. fine coli ma nella Faimaceutria,errando infieme con loro
molti
, ,
lor variujhà la lingua limile a quelladelle fer da gli Antichi Greci tenuta idonea agl'incan
pi, la caua fuora quattro dita,e di nuouo la ri- tameuti amorofi Theocrito nella Farmaceu-
.
tira dentro, torce il collo contro di fe,tenendo cria Edillo fecondo introduce Sineta Ninfa_j
ilrcfto del corpo quieto. Faucis quibufdam innamorata di Delfide Mindio, così citando.
iitrinque bini vt auicuU , quam Lyngem vo- Sicuthanc certtm ego , Dee adiuuante , Uque-
cant-.hAc pauLo maior frigilla elìycolore vario , facio
habet fibt propriatn digitorum ,qtiam modo di- Ita pr A amore flatim lique/cat Myndius Del'
'
xtdiffofitionem ; &
linguam ferpenttbmfimi- phis
Itm j quippe quam in longitudinem menfurx^ Vtquevoluiturhic Aneus orbisopì Veneriti
^Hutuor digi forum porrigat,rurfumqtte contra- Sic ille veluatur ante noftras fores ,
hat intra roRrumicoUum ettam circum agif in Ijnxtrahe tu illum meam addomum Virum»
a uetfum,reliquoquiefcente torpore modoferpen Ilquale vltimo verfo è intercalare nella dcC
tum: Equeflo è il tefto d'Anftotcle,alqualc_j ta Egloga. E perche finferoli poeti Grcci,che
aderifce Pliniolib.x).c.47. oue ('correttamen- in quefto augelletto fufle natiua forza d'amo-
tealcuni fcriuono Lynx, in vece di lynx.e Lin rofo incitamento, quindi èjche communemen
ce invece di Lingc. Lynx fola vtrtnque binos teappreflb i Greci per metafora, fi chiamano
habet eadem linguam Jerpentum [imilem in
: linges tutte legratiofe cofe,che incitano ad a-
tnagnam loiigitudinemporrtgit-.ctrcMm agit col more,e che fono atte a perfuadere, per vigore
lum in aduerfum fe,vngHcs ei grandts ceu Gra- della gratia,e Venuftà:Zezzc le parolegratio
(hulis.Cctto,chc Motacilla,oucrocodazin
la fc le chiama, Fer^orftW linges, perche le paro-
ttj ma tre dauanti,evno dietro, nediftcndela piegaifi,& d'Helena dicono i Greci, che haue
ÌMigua fuora in lungo quattro dita,negirain- uà così potente linge , cioè cosi potente gra-
louio il collo contro fé, lìando ferma nel refto, tia,e Venuftà.che'alletaua Priamo iftelìb. Re
come fa l'iingejpoiche quell'altra.come fquaf di Tioia,ancorche conofcelVejch'ellaera la_j
la coda muouc la coda; chiamali volgarmen- mina del fuo Regno, ne fi poteua con eflb lei
:c:riinenge in Roma Picce, perche picral'al- adirare, ma con paterno amore la chiamaua_»
ocro donde fa vfcire le formiche , il cui canto fio-lia:e Suida narra di Cleopatra.ch'ella pen-
pare ad Elianoche imiti Paulo ritorto, il cor- fauadi potcradcfcare,e tirar all'amor fuo Au-
netto, nel libro é.cap. 19.de Animali. ToV'S'Xia- guro Imperadore con la meHefima Iinge_;,
yiovii "iiiy^ <tv\óv. qual vcrfo non e della co- ciocgratia, e Venuftà crtìcacecon la qua le a-
dazinzo]a,mà dell'linge • defcò.e tirò Ccfare,e M.Antonio. Horajfe ri-
Fingefi da' fauoio^i Auttori,che ITinge fuf pigliamo il miftico parlar di Pindaro,che Ve-
fc vna Donna conucrfa in augello da Giuno- nere portalle dal Cielo l'Inge,fotto adombra-
ne , perche con certi incanti fece innamorar ta figura,chiaramente vedremo efpreflb, che
Gionefuo marito della figlia d'Inacho chia- laVenulU,egiatiac donoparticolardel.Cic-
mata, Io come rifcnfce Ztzze , & altri, fc ben lo,e della Nauiia,donatapoi a Giafone,che_>
l'uKcrprctc di Teocrito drcejch'clla fece quel fu bellone nobile CJiuaÌjcre,acciòchc potell?^
V
.
HAVÈI^DO io nella mia Iconologia_j gli faranno ftcfi,& marcompo/lì, Haurà l'o-
dipinto la figura della Nobiltà, mie par recchie d'afìno,& incima del capo vijfarà l'vc-
(6 di rapprefentare in quella vltima edditionc cello detto Affiolo.&.che ftando china,& mi-
la figura del Vulgo > onero Tlgnobilità a lei
rando la cerrà^> con ambe le mani tenghi vna
Contraria del che volendofenefar pittura , Ci
potrà, far Huomo, o Donna come più piacerà
fcopa in arto di fcopare, &
per terra vi fia viia
zappx.^.
a chi fé né vorrà fertile, Ma
che il vcftimen- Vulgo èdctto quell'ordine di gente nella
tQ ^ Cttr«o,& vile di coior giallolmo, i cape- Città, ciiefouQ difacili ai ConfifjUo, a Ma^i-
itrati;
.. , .
OMO
Gli fi dà l'habito curto, & vilcieflcndo che
la verte longa appreflb a i Romani non era_^ HV con vn manto regio, e Teftìt#
con l'ali a gli homeri, e capelli rabbuffa-
lecito porcarfi da ignobili, &
per più moftrare ti, cinti di vna corona, le guancie gonfie.e con
labaflczza diqiiefto fugetto, firapprefenta_j ambe le mani tenga in fiera attitudincTn
che fia veftitodi color giallolino, il c]ualc non freno.
fipuò come gl'altri colori applicare ad'alcu- Si dipinge, che porti la corona,& il freno •
na virtù nonnauendo in fé fondamento ftabi» perciòche i Poeti lo chiamano Re de* ftenti, e
Ie,& rcale,per ellerc la generauone Tua dcbo- per quanto rlferifceil Boccacio lib.xiij.có«ì«
le,&bafra. Venne in Eolia alla Città de' Venti »
I capegli ftcfi, &
mal comporti fignificano Oue con gran furor fon colmi i luoghi ,
penfìeri bafri,& plebei, i quali fecondo i'incli- D'Au/ìri irati , quinci in la gran cauxa
natione del Vulgo, non s'alzano a cofe degne Eolo preme i fattcofi venti ,
ài confiderationcjmà fcmpre al peggio,N<?^«- E,la fonante Tempii e come Rege.t
rapopulus lendet/idpeior 1 dice. FrancefcOjPe- Per hr legami y e glt raffrena chiufi ,
trarca inDial. Com'anco per fuggir la condì.- Ou effidtfdegnofi d'ogni interno t •
.
tione di eflb, in altro luoco difle , Eumano O' ^Ito ne rimbomba il montcj,
^i^ofe, mentre al volgo dietro vai , E Vergi lio ancor del'criuendolo nel prime
Et a l' opinion
f»4t cieca e dura. dell'Eneide così dicc_;.
Ejjer felice tu non puh giammai Talia fiammanti , fecum Dia corde volutans
Più Cicerone nel primo de;groffic.Non èda NimborUm in patriam ^làca foeta furentibtti
porre tragrand'huomini coÌui,che pende dal aufiris
Vulgo. Aeoliamvenit, hic vafJo Rex Aeolus antro ,
roi calido,& humido,& con il Tuo calore apre L'Aure fono tre,la prima è all'apparire del
la terra, & per lo più è auuez2o a moltiplicar giorno, la feconda a mczo giorno, & la terza
diodcfcnucndoU tutte quattro nel primolib. luiono pinte dalli Poeti fanciuIIe,piaccuo-
Jr«y?*V<OTeleg-i. cosi dice. li, l'eminatricidi fi^ri con l'occafonc di quei
Ntf w mode ; urfurco lires capii Inrui ah ettit- \euticcicli,the al tempo della Prunauera van
Sutic Zefkyus fero rdfere rKiJfta udefl . no dolccn-icntc fpaigcndo gli odoii de' fiori >
t\Uìu galtt.us ficca Borcas baccatur ab aióie: ccn-jC dice il retraca_in vna kftina,doue dice ,
Unnc ÌHotut adherja prilla fronte gerit- Là-ver Ìjìurcra,rhcft dolce l'^hra .
VN al
A
\
fancuilla ccn i capelli biondi. fparfi
ento,co*i bella acconciatura di varij
L'Aura Gentil che r^ferena ifegvi
,
gli hcmcn,porte-
llo 'tali che non Jifdicauo:a
o R I N
VN
. .
Parte Terza. 70 1
VN fancìnllodi fingolar bellezza di catnà
gione vermiglia, con chiome bionde Co-
t^m^; iugls fun$nni ptrgebat
Ducebatqui dtem ,
Ineifir Ida
m'oro.ftcfigiù per gl'homcn, (opra del capo Gli fi fa il vcftimentodi color rolTo.atttw»
haucri vna chiara Se bellUlìma {Iella Sarà
, . toche il Boccaccio lib.4. della GcncoIogiu_*
eftico d'habito vago,& di color rollo, & chc^ dcili Dei dice che la mattina oliando i vapori
d'ogni intorno di detto vcllimciuo, lia va fre- che lì iieuano dalla terra leuaudoti il Sole , è
tio di belle, &: liicidillimc perle: tt larà cinto di color rollo
Ivp.aZona, ò Cintola che dir vogiiamo.di Il ricamo delle belle, & lucidillìme perle di-
color turchino oue fia intorno per ordine il
, moerà che d'Oriente vengono le peiie,lequa
fegno di Ariete, Leone, & .Sagittario, Terrà il li per tutto il mondo fi tengono m grandilll-
braccio delbo alto,& il vifo riuoito dalla me- mopregio, <ima, per eiferc gemma di mol-
dcfiraa parte , Con laaeltra mano tenghi vu bianchezza, e valore^.
ta
bel mazzo dt fiori d'ogni coloicin itatodico- La cinta di color turchino oue è il fegno del
fHiaciarli ad aprire,&. d^lla medehma parttj l'Ariete, Li.onc&: Sagittario,fono fecondo gl'-
Arti ologi fegni Orientali, Tiene il braccio de-
fa terra li vedrà, e he lia vl'cito il iole co chia
ti, 6c nfplendcntilUau raggi che d'ogni intor- ftro alto per dimcftiare,che l'Oriente è all.L_»
no It veda vcrdeggui'e i'herbe.le piante, & deltradei mondo, &: però li dipinge che ten-
gl'augtlani conUlor fiiauilllmo canto, inlìe- ghi il vifo nucleo da quella parte , com'anco
me eoa altri ammali, diano fcgno d'allegrezza per dimofìrare che meritamente fi fuolc in
infinita^. quella tenere riuolto il vifo adorando , o pre-
Con la lìniftra mano tenghi vn vafo di bel- gando Iddio.
litfìma forma , &.chc moftri eflère vn profu- li bel mazzo di fiori de diuerfi colori in fta-
inicro>ou€ lia fuoco, & lì veda che da elio va- to de cominciarfi aprire che tiene con lade-
fo cfchidel fumo. Et che l'ombra delcompo- ftra maHo,5c il Sole nella guifa che habbiamo
fto di detta figura Ila più longa del corpo detto,ne dimoftrache nell'apparire de i chia-
Sitapprefenta che fia fanciullo, perche vo- rij& rifplendenti raggi del Sole in Oriente_^>
lendo Roi diuiderc il giorno in quattro parti> ridono 1 prati s'aprono i fiori , & ogn'vno li
,
M E 2 D r.
VNglonanemero , ricciuto di ftatnra più ro,& riccio, perciòche nelle parti Meridionali
torto picciola che grande . Haiirà in ci- ouc il Sole ha grandi/lìmo dominio, fa gl'huo
ma del capo vn Sole, che lo circondi tutto con mini mori,& ricciuti. Si dimoftra ch'habbi in
lifplendenti raggi . Sarà veftito di color rodo cima del capo il Sole che circondi tutta la figa
inhammatOjmà che però tiri al giallo. Haii- ra confulgentiiTimi raggi, perciòche cfl'endo
rà vna Cinta , o Zona che dir voglamo di co- il Sole inme7odel Cielo, la fua luce è fplen-
lor turchino, intorno allaquale vi fiail feo-no dente,& a tatti fi dimoftra più ardente,ondCi*
<lel Tauro, Vergine, & Capricorno. Terrà con Virgilio lib.8 dell'Eneide.,''.
la deftra mano ftrali & con la
, finiftra vn Ce- Sol medium Cali confcenderat igneui orhem .
spuglio di loto con fronde,& fiori, ilq naie (fe- Il veftimento di color rofib infiammato che
condo che riferifce Plinio lib.i j.al cap.17. & tira al giallo, ne fignifica lo ftato più chiaro,
18.) èfìmileallafaua, & è folca di gambi , & & potente del Sole come narra Marcello con
<li fogl'ie , ma più corte, & Tortili, fiori fono
i li leguenti verfi .
si»
Parte Terza. 70;
5j?ì
perciòchc nel mezo dì, il Sole con i
ftrali, lo verfo l'Occidente va caldo , così il loto va
SETTENTRIONE.
Zz » Si
. . .
zo giorno con poco fangue di ftatura picciola, Si rapprefenta,chc tenghi riuolta la facci»
d'atro colore, ricciuti, adufti, gracili, & parchi al Cielo con rimirare invn medefimo tempo
del fparger fangue preualendo nell'arte deli'- dueftelle, cioè l'orfa maggiore, & la minore,
alhiiie,& de gTauantaggi come ftelle fiflc nel Settentrione lequali no»
Si dipinge che fia armato d'arme bianche , tramontano mai, il Petrarca
in atto di cacciar mano alla l'pada della quale A i due turni, ch'hk fempre il noflro pel».
n'habbia già tratto fuori la maggior pa;.tt_^> Si m.oftra che il Cielo fia nubilofo,& fcur»»
per dimoltrarci iabrauuia e l'indomita fierez- & che da elfo cafchi ghiaccio, & neue gelate-»,
za della gente Stttentrionalc,bcilÌGofillìma_j perciòche il medefimo Petrarca parlandodcl
Hata fempre a i danni dell'Italia, 5c della roag Settentrione dicc_>. \
gior parte del Mondo , gente dico pronta all'- Vnci parte del mondo echefi giactj
arme per la copia grande del fangue di chc_j> Mai fempre in ghiaccia, ^in gelate nttti
abbonda, e dell'ira da che facilmente e conci- Tutta lontana dal camtn del Soli
tata j nemici naturalmente di pace , &: a cui il La fotta i giorni nibulofs, e breui »
O C C i D E N T E.
Hva»
.
Parte Terza 70
HV O M O vecchio veftito dì color pauo-
naziOjcintoda vna Zona turchina, oue
Tiene conia finiUra mano il mazzo di pap
panerò eflendo fimbolo del fonno come cof^.
fieno li Tegni di G emini, Libra,& Acquario. propria della notte , come dice Ouidio lib.4
Haurà cinta la bocca da vna bcnda^in cima Metamorfofi .
del capo haurà vna Stella; ftarà quafi che ri- Intereaplacidam redimita papauerefrontem
uolta con la (chiena, tenendo il braccio deliro Noxvenit, ^
fefumfomnia nigra trahit
ftefoabaflb verfo la terra, con il dito indice di Si dimoftra che l'aria fia bruna, nella quale
detta maiio,in atto di moftiare la parte d'Oc- {\ veda la volante nottola, o vefpertilione, che
cidente.ouc fia tramontato il Solc,& con la (i- dir vogliamo , così Actto a. vespertino tempo-,
niftra tenghi vn mazzo di Papauc!o:Sarà l'a- re, perciòche eflendo nel principio della fera
ria bruna oue fi veda che voli vna Nottola, ò
, s'imbruna , & quefto animale
l'aria fi vcd«_;',
Vefpertilione.che dir vogliamo^Sc l'ombra di Ouidio lib.4. Meta.
detta figura farà lunghiJlima . .. .peraguntq; leui flridore querelai
.
E^ cinto con la Zona,oue fono fcolpiti li tre Etfol crefcentet\ decederti duplicai vmhrus*^
fegni del Zodiaco, Gemini, Libra, & Acqua-
rio, eflendo (Tecondo gl'Ailrologi) fegni Oc-
cidentali.Si dipinge ch'habbia cinta la bocca
da vna benda, per dinotare , che venendo la_j VERGOGNA HONESTA.
notte ogni cofa flà in filentio,& quiete comt«>
benilTImodimoftra Ouidiolib. io. Metam.
Tempw eratyquo cunSlafilent ,
DONNA e gli occhi balli,
di graticfo afpetto.col volto ,
con la fòmmirà dell'o-
&Virgiliojib, 4. Eneide. recchie, & guancieafperfe di roflorcvellafidi
2Jox erat,(^placitium earpebant fejfct foporem roflb.habbiain capo vna tella d'Elefante por-
Corpora per terras,/ylu£^^ fitta quierant ti nella delira mano vn Falcone, nella finillra
Jlequsra quum medio volunutur fiderà lapfu, tenga vna cartella , nella quale vi fia fcritto
^^ùtacet omnis ager,pecudes ptóÌAq; volucret, quello motto DYSORIA PROCVL.
6)«£^ Incus late liquido!, qu£q; afpem dumis La Vergogna, ancorché non fia virtù, è Io-
Rum tenentffotnno pofitA fub noBe /denti data da Ariftotile, dellaquale ne ragiona fulfc
Lenibant curus,^ corda, oblitd laborum * guentcmentedoppole vncù,&c aguua di vir-
Tiene in cima del capo la {Iella detta F.fpe- tù è da lui polla tra due eftremi vitiofi, tra la
ro j perciòche ella apparifce nell'Occidente-» sfacciatezza , e la paura . Lo sfacciato non fi
nel principio della noìtc ,onde Silio Italico vergogna di cofa alcuna ; il paurolb ^\ vergo-
iib.xj. gna d'ogni cofa il veigognofi) è in mczo di
:
lamq; diem ad tnetas defejjìs Phebus olympo quello, che 'À Vergogna di quello, che vergo-
Impsllebift equis fufcabat & He^erta vmbrn gnar fide^ie:fopra che veggalì nel i. lib. cap.
taulatim in fufx pr opera» tem ad littora cuirit. 7.dell'Ethica a Nicomaclio,il medefimonelli
Lo Ilare quafi che riuolto con la fchina, te- morali grandi pone la Vergogna tra la sfaccia
nendo il braccio deliro ftefo abaflb verfo la-..'» rezza, e io iluporc, circa li fatti, e le parole.,'.
terra, & con il dito indice in attodimoftrare Verecundictinter impudentidmy^fìuportm me
la parte dell'Occidente , oue fia tramontato il dietas , in aólionibus colloquijsqui confiitut» .
Sole,è perdimoflrare che partendofi il giorno Zcnonedifle che la Vergogna è timore d'igno
ci volge le fpalle,& ci priua della fiia lucc_>, minia , conforme alla difinitione d'Ariflotelc
xnoftrandoci con il dito l'Occidente a difercn nell'Ethica lib.4.cap.vltimo,oue dice il Filo-
tia dell'Oriente,che tiene il braccio deliro dal fofOfVerecundia timor quidam ififamU definii
la parte Oriencal^^. tur; però da' Lacini , e detta verecundia Sive-
Zz J
rendo,
7o8 Della nouifsima Iconologia
VERGOGNA HONESTA.'
riK do ,da\ ihihìt^Tc.Sc haner paura di qualche me in Italiano Vergogna dicefì,ren7a fi com-
fiUced'effer riprefo nelle atcioni Tue: perche metta alcun fallo, vna certa modeftia,& hone
la Vergogna è vna moleftia,e perturbatione_j ftà lodabile, laquale fuGl'eflere nelle donzel-
d'animo, nata da quelli mal i , che pare ci ap- le , e ne' giouani modelli , che per honeftà lì
portino dishonorcjO dalle cofe prefenti.o paf- vergognano pa/l'are, e parlare doue è moltitu-
farcjO d'auuenire.così definita da A ri ft nel i. dine di gente e d'cfiere veduti da loro: il Pe-
,
della Ret-fecondo latiaduttione del Murerò. trarca mofìra l'honefta vergogna della fiuL-j
l'udor efì moleflia quéidam , ^pertuhatio ani- modella Dama,quado fu da lui veduta nuda .
mi ona exijs malis qui ignominiam inurere
, Steti a mirarla: ond'ella hebbt vergogna ,
vide»tur,auf pnfentibus :aut preteriti s, ctutfu. E nel Trionfo della Caftità celebra la di lei
turis. Alcuni hanno facto difFeren2a tra, P«. Vergogna—!?.
rfor.C^ Verecundia, dicendo , che Verecundia Hcnejlate.e Vergogna, a la fronte ertt
fiala Vcrgogna,ehe fi ha, & il timore di non Nobile par delle virtù diuine.
commettere qualche errore, che poi gli di.i_j Che fan cofìei /opra le donne altera .
infainiaj& ignominia, &: Pudor fia il roffore , Vergogna anco à'ictCx il ro fibre. dolore Inter
che fi/iccue doppo qualche errore commclTo; no, e pentimento , ch'habbiamo qualche cofa
Hìà trouafi prcflo gli auttori indifferentemen- malfatta. Il Petrarca vergognandofide' Tuoi
te prefa vna voce per l'altra, e Verecundia di. giouanili errori, così cantò tutto dolente-».
cefi tanto auanti, quanto doppo l'errore com- Ma ben veggio hoy,fi come alpopol t fitto
mCiTo & così rndotfari z>ellem , /ed me ptohi. Fattola fui gran tempo: ondefouenttj
het pudor, àìcQ. Alceo a Saifo,& quello è aunn- Di me medejms meco mi vergogno :
f roffimi,& accetta alli flranieri, in ogni iiio- blemi dice, che la Vergogna adduce ne gì: oc-
go>in ogni tempo porta feco vn gratOje faiio- chi infieme col timore certo freddo ,ondc il
rabilefembiante. S.Bernardo la chiama forel- caldo abbandona gli occhi, e partendofene vi
la della continenza, e Sant'Ambrogio compa- nella fonimi :à delle orecchie, luogo capace di
gna della pudicitia, perla cui compagnia l'i- fé, perche il reftante è come d'oflb
ftefla caflità è ficura_^. La veftiamo anco per tal cagione tutta di
L'altra Vergogna che nafce dall*errore_^
, roflbjeffendoqueftocolorejproprio della Ver-
commello e certamente lodabile , ma meno
, gogna, bclliUìmo in donzelle, & garzoni per
commendabile della primaj perche molto me inditio della modeftia loro. Pithia riglia d'A-
glio è non errare perla Vergogna che Vergo- riftotilejaddimandataqual colore, fulfc il più
gnarfiper l'errore>attefoche la Vergogna fc_j bello, rifpofe quello, che Ci diffonde nelle gen-
bene e fcgno di virtù, nondimeno quello, che tili, e nobili zitelle dalla Vergogna. Catone-»
E però molto più lodabile è il non far co- re,che perfone deuono eircrc di mente Ver-
le
fa, per la quale ci habbiamoa vergognare, che gognofa,come l'Elefante, il quale,per quanto
il vergognarci:pur tal vergogna ancor efla__s nferifce Pliniolib.S. capir- j. Concepifcein fc
non è fenza tintura di virtù, perche è bene vcr- notabile Vergogna, il perditore fi Vergogna
gognarh,dolerfi,pentirfi,& arrollirfi degli er- del vincitore,e fugge la fua vocermai non vfa
rori commelll. Diogene in Laertio dice, che il per Vergogna l'atto venereo in palefe,comi_>
roflbre è colore della virtù . Santo Ambrogio fanno lebeftie sfacciatejmà inocculto. Se be-.
vuole,che la colpa fi accrefca col difendere le ne rhuomo,come ilpiù{perfctto degli altri a-
cofe malfatte, & che fminuifca col roflbre , e .nimali deue non folo vergognarfi in palefej ,
conia Vergogna. Ma veniamo all'efpofitione ma anco in occulto . Pithagora moralilfimo
della figura. Filofofo,diede quello ottimo precetto Turpe .
E di gratiofo afpetto conforme al parere di qutppiam nunquam facies ynec cum alijSynecte~
San Bernardo foprala Cantica fermone 330- cum,fed omnium maxime te ipfum reucreartj.
ue tiene, che la Vergogna fomminilhi Vcnu- Non commettere cofadishoneftane con al-
ftà, & aggiungala grana. Verecundia venu. trui, ne datcfteffo,mà principalmente rifpec-
fiatem ingeriti^ gratiam auget . ta,e_riuerifci te lìelfo,fentéza molto conforme
(- Porta gliocchi balfi fecondo il coftume di a quella di Democrito . Ancorché iìj folo non
chi fi vergogna. Socrate hauendo a ragionare fare ne dire cofa che fia cartina, impara a riuc-
d'Amore, vergognandofene, come Filofofo at- rire più te ftciro,che gli altri San Girolamo .
tempato,fi copri gli occhi con vna benda: fi ri- più breuemente difie ^luicquid pudet dtce-
.
ferii ce a quello propollto vn verfo di Euri- re,pudeat,Ó' cogitare, ciò che è Vergogna a di
pidc_j. rcjfia anco Vergogna a penfare. lei configlio
Mea gnata in oeu'is nafcitur homiriu pudor. è di Theofrafto, babbi Vergogna di te ftellb ,
Figlia mia ne jjli occhi nafce la Vergogna fé non ti voi arrolfirc fra gli al tri . Ma pallia-
degli huomini Atheneo nel I1b.15.per auto- mo a confideraiephónelia Vergogna del fal-
xità d'AuAociie,dice;chc gli amanti non guar cone?.
- - Zz 4 II
» .
ao.rkiuale allegandaSan Gregorio dice che , habbiamo ardire guardare in faccia a ninno,
quello animofo augello , fé non piglia al pri- chiamafi Dyforia,alla quale chi facilmente.*
fi da in preda , moftra d'eflfei: d'animo troppo
jnojo fecondo impeto la preda, fi Vergogna-^
di comparire,e tornare nel pugnodichi lo por delicato,& effeminato i ne gli gioua di coprire
ta.edalla Vergogna rafuolazzando per l'aria la fua morbidezza d'animo conl'honefto no-
iontanodagliocchi de' cacciatori: imperciò. medi Vergogna.per laquale fono forzati.a ce-
che <^li pare di deo-enerare,a non riportar tncn dere a* più animofi.ne fifannorifoluereamec
fo di chi ha cercato conquidale dalla natura terfi imianzi , e fare niuna attione honeftà ia
ra,& con l'altra vn libro aperto, e vn ramo di zi egli èl'iftelTa verità; dicendo
Chrifto N.5,
Palma , e fotto al deliro piede il globo del Ego fum VinyVeritas, (^ Vita .
Mondo .
Il libro aperto accenna ,che ne' libri fi tro-
Verità è vn'habito dell'animo difpofto a no ua la Verità delle cofe , & perciò
è lo fludio
torcere la lingua dal dritto, & proprio edereu delle fcienz?_>.
delle cofcjdi che egli parla, e ferine, affcrman Il ramo della Palma ne
può fignificarela_^
do folo quello, che è & negando quello, ch(Lj faa for,za,perciòche,fi come è
noto,chela pal-
non è fenza mutar penfiero . ma non cede al pefQ,così la Verità non ceJe_j
Ignuda lì rapprerenta,pcr'dinotare,chc 1.l_v> alle cofe contrarie ; &
benché molti la impu-
/implicita le è naturale onde Euripide in
: gnino. nondimeoofi folieua,& crefce
inalto.
Thtnijps, dice efler femplice il parlare delL»_j Oltre a ciò lignifica la fortezza , & la Vit-
Verità, ne gli fa bifogno di vane interprctatio toria; Efebi ne poi contra Timarco
dice, la Ve-
ri;perciòche ella per le fola e opportuna Il . rità hauer tanta for2a,che fupera tutti i penfic
jnedefìmo dice Efchillo, & Seneca nell'Epifto ri humani .
tenebre , & a quefto alludeuano le parole di nido, che vi fia vna Rondine con i fuoi figlio»
Chrifto N-S.qiiando dille, quel, che vi dico nel lini,ai quali porgali cibo. ;
le tenebre, narrate nella luce, cioc,quel, chc_> Per le denota la retta, e vera giu-
bilancie lì
io dico inna.Tzi alla pianezza del tempo , che ftitia,che dà a ciafcuno quanto deue_j.
fìa(coperta la Verità delle profetie in me dite- Perla Rondine nel nido, come fopra, li Egit
lo voi, quando farò falitoal cielo, che farà ri- tij intendeuano vn'huomo quando a'fi^ioi fi-
iiolco, & aperto il tutto, i!c però egli ancora è gliuolivgualmente diflribuifcc l'heredità^. E^
dimandato, &lucej& Verità: ondèlo fplendo- parimente vn Principe, quando nel vitto,vefti
re di quella figura, & il veftito fi può dire_>, to, e conimodi propri) non voglia fupcrarc_>,
che fi conformino nel medcfìmo lignificato . ma vguagliarfi a quei de' fuor Cittadini. A
E lo fpccchio infegna,che la Verità all'ho- guifa della Rondine,che mai non raddoppia il
la è in fua perfettione, quando, come lì è det- Cibo a chilo habbia vna volta dato, ma vgual
to , l'intelletto li conferma con le cofe intelli- mente pafce,e nurrille con vgualità tutti i fuoi
gibili, come lo fpecchió è buono quando ren- rondinini
de la vera forma della cola, che vi rifplende , Di quella vgualità talmente ne fu ftudiolb
& e la bilancia inditio di quella egualità . Adriano Imperadore , che nel fuo famigliar
Verità . vitto volfe ollcruar quel coflume d'Homero,
FAnciulla igmida .con alcuni velibianchi che a ninno mancafie il medefimo ciboordi-
d'intorno, per dimollrarc, che eilàdeue.^ nando ben fpello , che alla fua Menfa fuifero
eller ricoperta, & adornata in modo con le pa- polli cibi communi, e proprij di pouereperfo-
role,che non fi leni l'apparenza del corpo ilio neperleuar ogni occafione a quei, che feco
bello,& delicato,e di fé llellb più, che d'ogn'- mangiauano di fuperbia,ò d'altro fimile, che
altra s'adorna, &: s'arrichilce_j. dalla delicatezza delle viuande hauefiTero po-
Verità tuto arguire regnare in lui Che fapeua mol-
.
IGnuda cerne fi è detto, nella delira mano il to bene, che per conciliarfi gl'animi de' Popoli
Sole, Ss. nella finiftra vn tempo d'horolog- niente più giouaua al Principe, che col decoro,
e Maellà de lo Scettro vnire, e far mollra con
II Solefi dà in mano , per l'iflefla ragio-
le tutti di fimil vgualità. Sendo la potenza di fua
ne, che detta di fopra dello fplendore;&; il
C\ è natura odiofa, che moderata come fopra fi fa
tempo nella man finillra figmfica, chea lun- amabile, e benigna. Per quello Falca Cartagi-
go andare la Verità ncceflariamCce li fcuoprc. nefe grandiilimo amatore deirvgualità ordi-
nòcche
Parte Terza. 7'3
V G A'.
tione moderandola con altro nome, e parole», ftodite per la vigilanza delle compagne,& ca-
come dice Tacito nel lib. 5. in propofito di Sii dendo, che non auuicne fé non nel dormire di
Iruio del la famiglia de' Inni j, che haueua com dette gu3rdie,che al rumore fi deftano,& fé ne
melVo adulterio con vna Aia Nipote, alqualc_j fuggono via .
non £zce altro, che farli intendere, che Io pri- La Lucerna dimoftra, che la vigilanza pro-
iiana della fua amicitia, per le quali parolc_i, priamente s'intende in quel tempo, ehe è più
e feparatione d'amiftà, intendendo Sillano cf- conueniente al ripofo, &al fonno, però fi di-
fcrli in vn certo modo accennato l'Efilio.fAri- mandauanoda gli Antichi Vigilie alcune bo-
lium [ibi dtmonftrari intellexit fenza metter t re della notte, ncllequali i Soldati erano obli-
indugio in mezo,lc'l prefe da fé medelìmo, ne gati a ftar vigilanti per ficurezza dell'eflerci-
prima, che forco l'Imperio di Tiberio fu refti- tio, e tutta la notte fi partiua in quattro vigi-
tuitoalla Patria. Molte cofe fi potrebbono di- lie, com e dice Cefare nel primo de' fuoi com-
re,^' molte auttoricà fi potrebbono addurre , mentari j .
di vno d'elll, il corpo fi mantiene fano, e per- E la Lucerna moftra quello medefimo,vfan
fetto nell'efièr fuo con la difcreta diftributio- dofidanoi, acci òche le tenebre non fia impe-
ne del /angue alle prolIimCj&alle più remote dimento all'attioni lodeuoli.
parti d'elfi E pelò li legge , che Deraoftene interroga-
to, co-
.
U^
^
to, come haucua fatto a diuentnre valente O- Vigilanza per iifenàe>fi,^ oppugnare altri.
ratore,rirpofedi haiiere vTato più dioiche vi-
no , intendendo con quello la vigilanza de [gli
DONNA,
vna rerpe,&
che nella dcft:a mano tiene
con la fmiftra vn dardo .
ncdeglierrori con la penitenza, allaqnale c'- Vile (ì domanda l'imomo, che fi fiima me-
inuita, chiamandoci al tempio, che corpi dal-
i no di qiiel, che valc,& non ardifce quello, che
le piazze, e dalle commodità del dormirti'. potrebbe confegiiire con fua lodcfcnza miio-
Il Leone fu prelfo a gli Egitti) inditi© di vi uerfia taleopinionc di fcftefio dalla credenza,
gilanza, perche, come racconta il Pierio, non che egli habbia di operare con virai, però fi &
apre mai intieramente bene gli occhi , fé non rapprefenta la viltà in vna donna, che giace_>
celiando fi addormenta • & però la fìgurauano per terra, & mal veftita, cfllndo ordinariamen
alle porte de' tempi j,moftrando, che in Chiefa te le donne più facili degli huomini a mancar
fi deue vegliare con l'animo nell'ora tioni,fe_> di animo ncll'attioni d'importanz;u_!.
-bene il corpo par, che dormaallc arcioni del 11 veftimento ftracciato nota, che in vn vile
fiondo • sou vi fia pcii!k:o di addobbare il corpo fuo
,
pei
. .
L'Vpupa fi dtfcruie da diuerfi auttori per fa di vn fanciullo debole, e fenza aiuto d'alcu-
vccello viliilimo,nutrcndofi di ftcrco & altre , na parte. Così diciamo e^ììj; violerò il moto del
fporcitie, per non hauer'ardi'C mttteifi a pro- la pietra gittata in alto contro al moto datole
cacciare il cbo con difficoltà . dalla natura del fìutne,che arcende,& anchc_*
Il tenere gli occhi badi dinota poco ardire, altre cofe fimili le quali in qucfti moti poco
,
R I N A'.
\y^\
VN A beIlilfimagiouanetta,veflitadi pan-
no lino bianco, con vija ghirlanda di fme
mani
na
fi cinga con bella gratiaTn cintolo dila-
bianca—^'',
raldi, che ie goroni il capo, e che con ambe le Lo rmeralJo , per quello, che narra Pierio
Vale
. , &
R I I k\
suendo
.
no,quefto animale non fi lafcia prende re, fc_> Si dipinge coh lo Scettro,iI Libro, il Leone»
Scettro,
ueriuogoia qualche modo ia virtù .
R V.
VNA
. . ,. , . . ,
A4» a VU«
. & .
dipiiige.perciòche concinuamen
SItuadi metallo indorata d'Ercole veftita- ,
te combatte col vitio. delia fpoglia del t.eone,con la ciana, & conia
Si rapprefenu d'afpctto virile, perche il {iio fiìiift a mano tif ne tre pomi
d'oro portati da*
nome viene (fecondo Tito Lino nel lib. 17. gli horti Efperidi.i quali fignificano le tre "vir-
Valerio Maflìmo lib. r.cap.i.) àziiìo zela vi- tù heroiche ad Ercole attribuite.^.
'
**4 VIR-
. .
1
£i^^\C: Parte Terza ,
721
ty.r^
]i.
R T V' H
E R O I C A. VI R T V' H E R o I e A.
'Come dipinti da gì-. Antichiye comefivedtt nel Nella Medaglia d'oro di Mafftmmo .
iJore,come fi e viflo in vn marmo antico, che La ciana fignifica larag!one, clvertoo-e, &
dic^.Vtrtfnnudo homine contenta fff\ domarappctito,perciòchèqu( fts virtii'c gran
d'eccellenza di Kercole, peiò gli è attribuita
Aaa z la eia-
. . . .
dere il lauro.come ia virtù non può edere offe ornano la vita noi\ra in vita,fic doppo la morte-
fi da qual fi Toglia ar cidcute
difordinato. la fanno gloriofa-^*.
^prcudc JiaegiorTÌgo,rc; a«a quaato{»iuè re l'atti»m con le mani lauate , cioè feu^ta in-
tere Ijlc*
.
Parte Terza: 7*
tercflcche imbrattano Tpc/Te volte la /ama,'& che Iddio così prorpera'i fucccfi delle noftre
Coniidenza^di buo n TuccciTo pcrjdiuina bontà* atcioni
I B R E.
m
[^\
DONNA ta di
d'afpetro gìoiianile incoiona-
varice verdi foglie , porti fcolpito
ce
re
ogni àrre,& ognìeruditione,tnà che fi muo
quando Ci comincia a conofcerle; a quefte_>
nel petto l'Hcmerobio picciolo animale vola- parole di Theofralo riportate da Cicerone^
tile , o per dir meglio , contefto tutto il vefti- nel terzo delle Tufculane ripugna Salaftio
ntento del detto animale nella man delira ten nel principio della guerra di Giugurta* ous_>
gà vn ramo di rofe con qiiefto verfo intorno. dice; A torto il genere hiimano Ci lainentadel
VNADIES APERIT, CONFICIT^VNA la (uà natura, che fia debile, ebreue.mi chs_>
DIES. Che fa già motto di Monlignor Fede- più torto alla nitura humana manca l'indu-
.ricò Cornaro Vefcoiio di PaJoiia nelle imprc rtria,chela forza,e*l tcmpo:volendo inferire»
fcd'cl Rufcelli: nella mano {iniftrail pefce.» chel'huoino ha pur trop^>o tempo afareac-
CalamarojO la Seppia_j. quifto delle virtù ogni vo ita,che voglia appli
E' tantpamico ì'huomo della vita ( fi come car ranimo.e l'iadartr ia Tua ad acquiftarle; il
ogn'altro animale) che bene fpeifo li duoli_j, che vicn confermato da Seneca nel lib.della_j
ch'ella (ìabreiie- Theofraftomoren^lo, fi la- vita . ^Wde rerum naturn quArimurìillafe
mentò della Natura.che haneHl-data liing.u^ benigne gefftt.Vit» fi fcias vttjenga efi.Mì non
&
ita a' Cerili], alle Cornacchie, a" quali non refta per quello, che la vita humana breuenó
importa uicntcja gli hiiomi.ii.che farebbe mol Torto fi bene habbiamo a lamentarcene.»,
fia.
to importato, haue le data così brene vitajl'e- perche douemo contentarci del term ine prefif
tà de' quali fé più lunga potefl'e eflerc,potrcb fo alla nortra vita dal fommo Creatore , che_j
he la vita dcU'huomo apprcudere perfetcanien per lo meglio delle fuc creature difpone,e prò.
Aaa j aede
. . .
Ntifliftirer tz}ita»on penuria lakoramHi,qua^/t le fòglie che in poco tempo languide.e fccchc
lempor'ts ,Re vera enìm breuii e fi vita.Eaes. Sll- diucntaiio. Alle foglie Simonide a/Umigliò la
uio Piccolomini, che fu Pio Secondo Pontefi- vita uolha in q uè' ver/I
ce ,aiTimiglia la vita breue deH'huomo ad vn ,, Vnamfententiam optime vir Chim profultt
fogno fugaccattcfocheaniiino ècertoilgior f, ^od hominumgeneratiotalisfit,
guaiti efi
no fcguentc, ne altro fiamo,che vento, & om- foliorum . .% \
bra . Vita treuis efì hominis quafi/omnium fu. fyHancpaucis hominesperceptam aurihtt€
gax,nulli $raftina dics certa elì,nihil enim ntfi „ In peSiore condunt, nec inteUigunt -
fua parente , a cui era morto il fratello , e per L'Hemerobio è vno animaletto volatile^
confolarla prefè materia da vno horologgio maggiore d'vnamofca:hà le ali, e quattro pie
dapo'uerc.chc le mandòdcntro vna cafla co- di,nafce (Ci comedice Plinio lib.xjcap.}6.)in
perta di lutto . Pontojnel fiume Hipane, che circa il Solftitio
^efìi,the^i tedio, onde la vitapiena , porta certe bacche di gufci teneri, dalle quali
Temprando va con dolce inganno ^^ arttjf n'efce l'HemerobiojChe può feruire per figura
Che l'hore irfieme e le fattghe parte
i «Iella breuità della vitarpoiche muore nel me»
Tacito si, ch'altri lefcorge apeniLj. «Icfimo giorno,chc nafce;e noi cominciamo*
Con la vefia conforme a l'alta pen<^. morire nello ftcflo giorno, che nafccmoj cfc_>
Che d'ogn'tn torno ha pie lagrime fpartt bene in quello non moriamo,nondimeno, per-
Sen vien'a voi per rallentare in parte che la vita noftra è breue j vita d'vn giorno fi
Il giufìo duol, ch'a lamentarvi menx-t^ chiama,cosi lochiamo Antifonte. r/r«y<»»i/«
Toi come in chiaro ipeglio, iri lui tal'hora efi carceri vnius diei,^tiitum vitdfpacium vni
Storger potrite l'inut/ibil velo dici iquale propemodum dixerim, perquemin-
Di quel, che pafia^ e mai non torna in dietrit. tuiti lucem pojìeris deinde vitam trademus»
Z come fia la vita nejira vnhorct^y Et il Petrarca nel trionfo del Tempo
E nelp0luere.& ombra, e /otto ti Polo £ auanto pojjo alfine m' apparecchio ,
i^gni humana fperanza vnfragil vetro, Penfando'l breue viuermio, nelqualcj
Vn fragilvetro apunto fono le fperanze hu Stamani era vn fanciullo, dS" horfon vecchit^
jnane e di ciò la vita breue ce ne fa accorti, e che più d'vn giorno e la vita mortale
ciammonifcc che non fabrichiamo profonda Nubile, breue,freddo, e pien di neitc^
jnente li noftri penfieri in bene così caduco, e Che pU'> bella parer , ma nullavaleì
inomentaneormiferia de gli huomini,che or- E perche la vita è così breue,e corta li Gre-
riifcono nella mente lorolunga tela di monda ci la parragonano al dito,al palmo,& al cubi.
BÌdefiderij,che imperfetta rimane per labre- to:da Mimnermo Colofonio,eda Giunone di
<HÌtà della vita, ne dicono infieme temput, da Diogeniano, VitApaU
co'l Pe- CQf\, cubitale
%rarca_^'. musyda Alceo Poeta gieco, Digitus efl die:,per
Mà'l tempo e breue, e noflra voglia \ lunga. fignificare la breuità della vita,laquale, quan-
« Lunga no/ira defideria increpat vita breuis , do anco a molti anni fi diftenda , nondimeno
ìncaffum multa fortantur,cHm iuxtaefi quoper al fine vna breue hora l'annulla, ciò viene mol
^itur-dice S.Gregorio, la vitabirue riprende i to bene confiderato in vna antica infcrittione ,
lunghi noftri deiìderij, in danno molte cofe fi che fi conferua nel Palazzo dei Cardinale Ce-
portano,poiche viciao èdoue ficamina, cioè fiscon tali yerfi.
. , . .
t.
Parte Terza. 72 y
D. M. che rccndendo l'illumina, tenendo la deftra_*
CéJìfH àjuidieus iam eentum eUu/erMt dnncs roano altane Aefa, la fiairtra bana>& fetraca.^»
Feliees annos tot tultt hera breuit con due piccole alette in capo .
P. P. Contemplatione è fruirc.c conofccrc Dio ,.
Atheneo \ih.i$ tìoutjfima rofapoR altosnafci- Sta con humiltà, perche Iddio refifte a* fu»
thr éademqueprtma deficit,^ con molta conuc- perbi,& fàgratiaagli humili.
nienza la vita noftra s'alllniiglia alla rofa,che L'vna mano ftefa,& alta,e l'altra ferrata,c
Yaga,& gratiola languifce tofto nel medcHnio ba{I"a,dimoftrano la rilailatione della mente_»
giorno, che nafce come fi efplicain quel mot- ne gli alti penfieridel Cielo, & la paicità iuCor
to,ch'habbian!0 porto intorno alla rola, che è no alle baflc voglie terrene^.
vcrfo di VergiliOjil quale della rofa così can-
tò circa la fua bellezza, e fragilità . VITA CONTEMPLATIVA.
,, Tot SpecieSitantoJ^ortus, varto/^neuatMs
„ V»a dies aperit, co7ificitvna dtes •
DONNA ignuda, che & con vna manoa-
perta verfo il tenga
Ciclo,
rteuda
l'altra
ffConquirtmur, natura, breUit qitod grattai vn libro, nel quale fia fcritto il motto tratto
fiomm tfi dal Salmo- Mtht tnhArere Dee bonum eli-
„ Ofttntata oculis illi co dona rapis . Michel'Angelo , come fi è detto della atti-
» ^l^^^ longa vna dtes , Atas tam longa rO' uajfà vna ftatua di Rachele,forella di Lia , dC
Jamm figliuola di Laban per la centcmplatiua, con
t»^^<M pubefcentes iunSta fentBapremit le mani giunte, con vn ginocchio piegato, &
Ben fu la rofa alli meli paifati fimbolo del- col volto par che rtia leuata in fpiruo, & am-
la breiie vita nel Pontificato d'Aleflandro Car- bedue quefte ftatue mettono in mezo il Moi-
diÌ3al de' Medici Papa Leone ^I. che perim- fé tanto famofo del già detto fepoicro •
tam ejje breitem ajjerit. mancando, è necellano, che iiihcme, e'I cal-
do, e'I corpo s'ertingua, «Se manciii Di qui è,
VITA CONTEMPLATIVA. che appreflb Euripide in molte delle ùic Tra-
LA vitacontemplatiua
antichi
fi dipingeuada gli
meiu lauwiità,& con vn raggio di fplcndore, luce,la quale opinione fcguitò Plutarco, dicen
Aaa 4 do,U
7Ì6 Della nouifsima Iconologia
^
V IT A* E LA N I M O:
. - . . . .
denti, nafcere più gagliardi , e farfi pieno il vita, che perla moltitudine, & nelle pennc_>,
faono della voce. Nel fecondo fettennario na- che fcriuono,e ne gl'intelletti ftefiì,che difcor
fcerc i peli nelle parti vergognofe, venire la__j tono,fanno confufione,parendo imponibilc_>
virtù di gencrare,& incamiuarfi alla robufter arriuare a tanti indiuidui, che con molti vni-
7a prima barba, e
virile. Nel terzo apparire la formi attioni pofiTono generar fcienza di fé ftef
farfi fine di crefcere.Nel quarto venire laro- fi; pur da tutti quelli fi raccoglie quafivn'epi-
buftezza.e la pienezza delle membra Nella . logo.che la vita è incerta, volubile, & però fi
quinta eirendo appieno crefciuto forze.qua- le moftrano nella Luna, e nel Sole le cagioni fu-
toaciafcunofono concedute è da Platone de- peiiori neceflàrie,e nella ruota gl'inferiori ac-
terminato il tempo accommodato alle nozze, cidentali; & fé bene la forte onero la fortuna
come fi vede nel fettimo libro delle leggi. La non ha cofa alcuna fuor de gli auuenimenti
feda conferua intiere ieacquiftate,&: raccolte ftelTi, che vengono di rado, & fuor dell'inten-
forze, & amminiftra copiofamenteil vigore_> tione di chi opera, con tutto ciò l'animo noftro
della prouidenza. La fettima ha diminutione per lo più troppo creduto in quello oue (\ tro-
delle forze, ma vn pieno accrefcimento dello uaintereirato,hà dato facilmente luogo di fi-
intelletto, e della ragione Onde vogliono i
. gnoria particolare in sé ftelfo a quefta imagi-
foldati in quefta età elTer liberati dalla militia, nata deità di quelle cofe,alkquali non sa afie-
con dar loro vna verga, che era detta Rude,& gnar la cagione, ne dà alla fortuna o la colpa,
effer mefll a configli , e gouerni delle cofc pu- o la lode,e diciamo, che la ruota fignifica gl'-
bliche, e di qui ferine Horatio a Mecenate.^, auuenimenti,che hanno cagione inferiore, e
che già eglihaueua riceuuta la Rude,perciò- accidentale, cioè di fortuna, la quale con la__rf
che haueua già compiti quattro vndici Decem ruota fi dipinge da gli antichi come colei, che
bri, come egli di fé ftefio fcriue,cominciaua_^ riuolgefic a fuo piacere li fiatile le gudezze
già a caminareper la fettima fettimana, nel-
l'ottano fettennario fi può vedere la perfettio- VITA IN Q^V I E T A
ne dell'intelletto,e della ragione,quale in al-
cuno polla fperarfi maggiore. Il nono apporta
LA vita de* mortali cfler foggetta
perpetua inquietudine,lo potrà fignifica.
ad vna
tione gli alimenti la nudrifcano, e {\ prendo- Il faifo è Io Ituclio, e la fatica, che ciafcuno
no per la bocca, onero per la parte fuperiore,e prende per poterui arriuare.
la difpofitione la fa durare , & deue efiere lu Sififo e (per quanto narra Gio-Battifta Rj.
tutK>il corpo,comc l'età tenera de faiiciaUi > naldi \yzi luci Tcaui ] fignificatorc dell'ani-
aa.
.
I O N G A.
,Q
VN A donna di vecchio
l'antica ,
afpettOjVeftita al-
che tenga la deftra mano fo-
e
cuni con li
così dic€,alta ceruis m conftjjo lor'ga-x foggiù- Vna candida Ctruafopra l'herba
gc,che doppo cento anni ne fono rtati pr eli al- ìiejfhn mi to<(hit al kel collo éìintorno
Uritt9
. , ..
vita de' ceiui.d come lunga èia vita della cor fer la vittoria fcnza tintura di biafimo d'alcu-
Bacchia, da molti autton latini cognominata na forte,con prudenza di faperla vfare dapoi,
Aiinofa, perche campa molc'anni, & però 1'- che fi farà confeguita,iIche ii moftra nel velli-
£t quater tgreditur Cornicis fatui» Ceruus . E qui fono le due forti di bene,che porta /e-
Vedia 5cekratezza_^. co la Vittoria, cioè la fama,ouero l'honorc, 8c
la ricchezza , e l'vna , e l'altra per ragione di
VITTORIA. gueira,fi toglie per forza di mano all'aùmicoo
DONNA
no tiene vn
veftita d'oro,nclla delira
pomogranato, &: nella fini-
ma-
VITTORIA.
Itra vn*elmo,così la defcnue Eliodoro . Nella Medaglia di Ottauio .
Perche due cofe fono neceflarie per confe- dipinge donna,alata, che fta fopra vna_j
guirc la vittoria, cioè la forza, & la cocordia ,
SI bafe in piedi, con la palma in vna mano,
quella per ritrouar la via. che le H nafconde & nell'altra con vna corona, e due ferpentidal
quella per aprirla eon animo corraggiofo; La l'vna, & dall'altra parte, e con vn'altiaferpc-»,
forza fi moftra nell'elmo, che refìfte a colpi chegiaccdo Ci auuolga intorno a gli altri due »
che vanno per offender la tefta,& l'ingegni v- con lettere ASIA RECEPTA,così fivedcnel
niti nel pomo granato, il quale è riftretto con la Medaglia di Augnilo .
VITTORIA DEGL'ANTICHI.
DONNA
Naue,nella
alata, in piedi fopra vn roflrodi
delira mano acne vna coro-
fta in vifta-j.
DONNA fopra m
globo.con l'ali aper-
_^.^iM •»•»••
—^—
te per volare , con vna corona di alloro
in vna mano , & nelPaltra il Labaro Infegna
VNIONE CIVILE. ma-
dell'Imperadorcche i Francefi hoggi dicono DONNA
no dritta
di lieto afpetto.tenga nella
vn ramo d'oliua , inuolto con
Cornetta, folita a portarfi innanzi al l'rencipe, tenga vn pe
ramo di mirto,nella mano finiftra
quando inperfona,fi troua alla guerra, come
moftrano le lettere,che fono intorno alla Me-
fce detto Scaio ,/-,/•
IMrERATOll CESAR L'vnionc è mtrice della Citta.attcfoche (e*
daglia Dio
condoS.Agoftino nel i.lib.della Città di
moltitu-
VITTORIA. cap.15.La Città non èaltro,che vna
vnita t dato
Come dipinta dagli Antichi • dine d'huomini concordemente
d'huomini fi dilmu-
che qucfta moltitudine
L'ANTICHI dipinfero la vittoria infoi-
dalla gagliarda forza del Sole, e lo difende-» eulum morfiÒMs Yttmpunt, ijfdemfuis in rete il-
dall'ingiuria del vento, acciò confeguifca la caudas tr/thunt, mordicm^ue tenentes a-
lapfis
fua tenera,& dolce maturità, fi come rifehfce lacrifer extrahunt . Con fimile fcamb!cu&le_j
Theofrafto nell'hiftoria delle piante ]it>. j. e. amore, & affetto deueno eflere gli animi ciuili
ij. Così li Cittadini deuenocon amicheiioli tra loro vniti, & pronti non a fommergcre al-
abbracciamenti d'amore e fraterna carità v- tri.mà alciiarli,& liberarli dalia tempefta del
nirfi , & procegerfi tra loro : in tal maniera fi le tribolationi , i quali pictofi offici; legano i
confcgiufce poi la dolce quiete , e profpcrità cuori de gli huomini , &
fi vnifcono maggior-
non tanto pnuata, quanto publica_^. mente animi:onde tutto il corpo della Cii-
gli
Lo Scaropefcejcieflbrtaanch'cdb all'ynio tà felicemente prende accrefcimento,& vigore
ncjallofcambieuole amore, &-alla prontezza mediante la Ciuile Vnionc de' fuoi Cittadini.
d'animo in porgere aiuto a gli altrijNuotano i
pefci Scari vniti infieme.e (e vno di lorodciio
iar.hamo,graltri Scari corrono fubitOja rom VOLONTÀ'.
pere con morfi la lenza , & a quelli, che fono
entrati nella rete, porgono loro la coda > alla-
VN A giouane mal
lo,hauerà l'ali
vcftita di to^o.Si già.'
alle rpalle,& a'piediifarà
-
quale efli co' denti s'appigliano , & fcapano cieca, (porgendo ambeiìiic le maniauanti vi:a
fuor della rete, de* quali ne tratta Plutarcoj De più dell'alerà in atto di volerfi app^gliarc ad
SoUrtia animnliMm in quefto modo.^///» f»nt, alcuna cofi.,^-.
^uibus cttm prudentia coìhtMm mutuits umor, La volontà fcriuono alcuni , cKe fia come >
Jocietntii(iMt findsHm decUrant-Scarus vii ha- Regina, la quale fedendo nella più nobif partr
dcli'huo;no, difpcnfi le leggi fue^fecondo gli
. .
fenfojò perfiiaHa la ragione:& quati- rio vicino'alla terra, ingagliardifce il fuo mo-
riporti il
ouaKì può ancora forfè dire miniftra dell'in- La cecità le conuiene , perche non vedendo
per fé flelfa cofa alcuna, va quafi tentone die-
tellctto a cui volentieri fi fotto mette per fug-
coLUumace ede' fentimcn- t oalfenfo,fc è debile, & ignobile,ò dietro al-
jrireilfofpettodi ,
poucro.fc bene Zenofonte:coiiformeall'aIaa con ambe le mani terrà vna palla di va-
cpinioncjla dipinfé molto ricca, ^comediiemo ri j
colori
poi •
VolontàjC poten7a,con laqualés'appetifco
II color rofro,& giallo, cagionati pieflo
al noie cofe conofciute buone ,|ò con verità , ò
5oIe pcri'abton(!an7a della Iiice,potrani.oin con apparenza, e per noneflèreinlei (labilità,
qucrtohugo, fecondo quella coinfpondenza tiene la palla di vari] colori , il veftimento di
fplcndoiedeirintelletto .
Volontà
Si dipiigccon l'ali, perche fi domanda col DOnna gi6uane,Jcoronata di corona rega-
èdetto,in vna mano
nome di volontà, & perche con vii perpetuo vo le, con l'ali come fi
lo difcorrciido inquieta) per fé iìefla cercar la terrà vn'Anteiinaconiavela gonfiata, & nel-
l'altra
. .
.
Parte Terza 7? 5
''altra vn fiore di Elitropio Icdiuora il feiro , con Lupoapprefib , 8c ccn
dipinge coronata di corona regale, per co
Si lo Struzzo.perchel'vno ingoia li pezzi di fer
fortuita di quello , che fi e detto. ro, l'altro quello, che ha tutto co nlinna in v. .^
La véla gonfiata mofl:ra,che i venti de' pen volta fenza penfarepcr la ncccfilca dei tctìip»
fieri noftri, quando lìimolano la volontà, fan- da venire. y^^
L' i •
Ciifc bene ^auuiene alle \folre,che ella s'ingan- to,& nella mano il boccale con alcune catene
ni , Se che fegua 'v,n finto bene in cambio del d'oro, & con l'altra mano fporgcndola in fuo-
reale, &_p/:rfe ero. • ri, nioflri di contare alcune monete piccoI(:_j,
*'
nelche fi accenna quel lo,in che confifte l'vTii-
- V O'L V T T A\ ra,cioè il prefto de denari con certezza di mag
^
• • t
' * giorguadagno.che conuiene,& fenza pericolo
"l^ONNA bellajelafciua, tcrràinraano di perdita;però tiene gli agerfti , che fono ài
-L/ conducali, & carni nando per'
vna'jpalìa molto prezzo flretti Torto al braccio, & pagat^
Tna ftradapiena di fiori, & duofejhauerà per con'poco prezzo, con prcgiuditio al proflimo
argine, come vn ptecipitio. dell'vtile, & a sèdcll'honore , efiendo quella'
Non so fi olla con vna Coh parola deliaci
\ Torte di gente, come in fame condennatad«.H{J
lingua noftia efprimcrc bene quello, che i la- leggi di Dio,5c da quelle de gl'huomiiii.
tini dicono con quello nome di voluttà , la—»
quale èvn piacere di poco momento, & cht^ V T I L I T A\
prefto pafla, perciò dipinge bella, & lafi:iua,
i'\
DONNA
con vna mano
veftita'del colore'dellà'rugine_^,
fa carezze ad vn Lupo,&
quali bifogni,que!lo,chc più
drifce con la carne;& con latte proprio. II me-
ci riuefte,S: ci no
l'altra tiene fopra d'vn Struzzo . defimo fi l'oro, che il tramuta per tutti gli v-
Le voracità nafce dal fouuerchio piacere , fi,& per ogni forte di vtilità,peròfi maniicfta
'"
cke fente il golofb nel mangiare efquifite vi- nel vcllimento :
tiande , & è priua di quello ftefl'o piacere, che Et perche grano è la più vtil cofà , ch?_*
il
da lei fi afpetta , perche attendendo Tempre a creaflc Iddio per l'huomo , delle (iic fpighe fi
nuouogufto di Taporite viuande , fi affretta a corona & il ramo di quercia con Tuoi frutti
, i
dare iTped'tione a quelle , che tiene in bocca , denota quefto medefimo , per hauer fcampati
fenza guftarle, & così Tempre faccndo,conTu- dalla fame gli huomini ne' primi tempi fecon
ma tutte le co Te, & nonneguftajpur vna, & fa do l'opinione de' Poeti, & piacelfeal Ciclo, clic
come il Cane.che per troppa voglia di far cac- non (ì potelle dire,chcgli fcampi negl'vltiuu
cia, fa caccia all'animali, & nonWc^ide. ^^ iióftrija tante calamità fiamo ridotti per colp«
Velò fi velie dei color della ruggine,la qua- de' hollri errori".
ZELO.
734 Della nouifllma Iconologia
z E L o.
IL FINE.
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