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J|v,
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DUKE
UNI VE RSITY
LIBRARY
Treasf/re
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2013
http://archive.org/details/leimaginideidegl01cart
^
,//'
LE IMAGINI
Degli Dei degli Antichi
el
Nouamenteriftampate
&c ricorette!
degli ^Antichi
li
Idoli
riti,
Con l'agiun ta
&
'
Ceremonie loro,
PKi
&
dt ctafcedttna
/ito ftgmjcato.
Meno
Eftratta
dall'i
fatti
eftrato da quefio
&
altri
Autori,
& prof
Poeti,
"effori
di belle lettere^.
gain
niiiiiyn" 1 """"
Wi/r^i Q&.
<
n'qso^o
ALL'ILLVSTRISSIMO
SIGNOR
IL
SIGNOR
FRANCESCO DRAGO,
Signor di Riofreddo
&c.
huommi
ghe
& pi care
la
va
io
vn
ho
ho volutole he porti
Jplendcre al libro
>
cospotesfi
asfcurarmi
della
mia offeruanz^a
ella affettuofa
>
'verfo di lei
fa
li
molti
quanto
altrettantofofiecorrispon
che io lc_j
'continuatifauori dalla
benignit rceuuti^
me parrebbe s gr
mi rejlafje pi da defi
derare^>. t^fa quando ancor non nefegua
altro effetto , giouerammi almeno di hauer
con talfegno qualunque fifa dichiarato
al mondo , che f io per la mia dcbolezi&a
non ho modo da corrtfpondere alle tantt^
tione
>
nuatofempre di favorirmi
non
per quello
>
Bo
che
io
an&a
da me
et.
da lei
continuamente fattimi, fono infiniti. Et con
c
-pregare il Signor Dio per la fua piena d
cita 3 le bacio con ogni riuerenXa la mano,
che per
li
benefit ij
*Di Padoua
T>i
>
il
Primo di Settembre
6 07.
S. llluilrisfima
H umili fimo f
s
obbligatifs. fernitore
CESARE MALFATTI
A Lettori.
Sfendo flato pi volte ftampato
il libro delle imagini delli Dei
del Signor Vincenzo Cartari Regiano, libro in vero vtiliffimo,&
opera molto gioueuole per venire in cognitione della vanit
gli
de-
&
uole poetiche,
molto anco alla
varie cofeiui defcritmoralit profiteuole, per molte
te ridotte a il viuer ciuile,con tutto ci da tutti non fta
&
ad vn
to ftampato
modo
ftione tratta
altri vi
hanno ftam
&
&
&
&
&
&
gnarefei nobiliffimi
chequi
li
vi
fi
le
pi principa-
fn'hora
neldifegno
&
&
la
dell'-
come
in
epilogo he-
&
&
&
&
&
delli
Anti-
da quefto
libri
quella
materia,fiche
altri
tratanti
fi pu dire
vn fomario di quefto libro & de la deit de
Degnatiue donquebenign;
gentili
lettori pigliar in buona parte la fa
con
la
eftrato
viuete
felici
ho pre
,
il
A LETTORI
FABIO MARRETTO
GENTIL'HVOMO
S
A N E
'A
E.
l e v n
fon di meraui-
glia cinti,
Che
qui
in tal
pinga , e ferina
maniera,
fi
De gli Dei
de'Gentil
l'I-
mago vera,
Che furon
falfi
edipotentia eftintij
Dei non
gi
gli
occhi di piet
di gioia tinti
Ch'indi paga
il
ben
&
<&kr<&f$^?&?&?
che
neli'
Opera fi contengono
^i
^^I^.CILIO
primo
facefje
LAlmone fiume.
Glabrione fu
che in
Hatue
il
Italia,
12.
Adargate Dio.
Adiante detto capeluenere.
Adonie feHe.
71
lo con
303
che.
507
411
reciden-
95
mefu
Aitar d'Hercole
te le fatHe t e tauole.
Ammonitone alle
donne.
w di Venere.
Amiamo
378
440
441
439
148
450
45
nelle fcole.
Amor Leteo.
t^Amori fon molti.
Alefjand.ro Seuero
513
nato di Vul-
daCioue.
Agenore cerca Europa.
Ag'aia,
196
in due modi.
Amori come
iccdiCioiie.
Athe
315
Amaltea nut
46" a
264 .Amore non vno
/^.ff
499 Amor con t'ali d'Amore*
449
507 Amore ftmile al Sole.
449
Afedite.
292
291
be,
K^dmbttftiatori pacifici.
363
323
158
264
Aletto.
568
248
248
270
197
dora-
te
Amata prima
difegant.
460
re lepri.
Amar
454
455
455
458
pi giouine de gli
altri
Dei
te
461
verone molle.
Amor
TAV
Xymor efcrit d
K^Amore
Amori
{Jtfofco
Archefilao
Amore
463
468
ifpofd
vinfe "Pan
470
470
43
480
469
478
440
Anteuorta
40
Anftrite moglie d
Animali di
Antipodi
Nettuno
CMarte*
233
378
2:
313
31
L A
Apollo Liceo
Apollo fi 'mut
'Anterote
451
452
6f
Api He Dio
\-ApU&
Ofiri
ilmedefimv
64
64
48
jo
me^o.
Anima dui Lumi
Ad
69
Apollo con
le
Cratie nella
d'oro, pofla
505
man de%oj
d Herode foprai
la
Aquila
di
150
Aquila porta
il
fulmine
a Goue
becco
nel
vccelli
5
50
243;
376
t^Arco di Diana
49
40
Arca di
me%o
f3
Arpocrate perche
60
6%
meta.
8ra-
la
in Pietra y citt
Aquila
Antoni
38 6
547
5>j
in corn
95
04
tempi]
de-
67
gli Egitti]
AKCOr
T A V
[Arcadi fi tenermo pi antichi di tutti
Grecite foli fi faluarono al
tempo
del DSluuio
jlrcaiia nel
me^p
al Veloponnefo
starnante diuentapasg?
2 &9
atropo
282
469
arcadi
Dea
jltefignifica calamit^
Cefare
121
il
M. Antonia
figliuolo di
il
90
OLA
22
%6y
3
natura
jluolioi tutti fon femine, e niun
312
K^irme d'Ercole
dirima/pi con vn fol occhio
Minerua
^Armatura di Marte
336
356
Jltti di
1
1
112
maEuro
12
*Auflro vento
244
378
264
foreUa di Saturno
fi
faceffero fi
vedeuano
fi
47
85
offerto ad apollo
^ifpetti varij della luna moftrati con
veHi bianche , e dorate , e con
tifino
la face accefa
&
con la cefia
fofche
07
1
3 94
4
41
1
tAfmo
Baci dati
49
106
1S6
298
383
yo di .Apollo
membro
tAti amato dalla gran
mia
K^Ati come nato
Jlti che [ignifi chi
411
Madre y efuafa
195
.196
196
Baciar la
137
43
106
107
ttfpetto della
3 5
n voleuanOyche
%AJjirij
mano
modUe quanti
corna
Mu f
e con le
387
388
38^
384
386
293.407.
Bacco
T A V OLA.
Sacco perche
na
Don
395
padre 391
393
397
397
la ferula,
parche
Dte
Bue
di metallo dedicato
itani,
e con le
eleufjne
con
405
cornate vei~ito da
le
femi-
387
ri!
ttj>e
I
411
ta
Bacco con
e col
Cina
Gratie y
It
membro
41 1
Aie t curia
ad Jlpollo^e
62& 64.
caro ad apollo
Bue
adorato
tij
33}
333
1
39
Bilancia di Givue
400
Bacn
Betona
Bello.fi diletta di [angue [parJo
Buoi^
no buoni per
effere
il
non era
Dio jlpi
6j
Bue
97
Gwue
facerdote di
il
la lu-
158
Bue fatto d*vn pomo per facrifcare
ad Hercole
330
Bue fu negli Hendardi Bimani 37$
Bue per la coltiuatione
64
6j
& 356
Bellona da'
Bona Dea
Dea.
odiaua
il fejje
te
Fauna Dea d
uola
Cambile
Borea venta
Belzeb idolo
gli
delle
temoni
225
343
mofche prefio a
253
rofjo a cui
,
alla
Dea
48
dato
57
da facerdoti di toenfi
cea
non potere
37
vn tempio
della giovent)
mafihile
Cappello
Cardina Dea
193
218
219
Bona y
Carna Dea
tinta
Bona
effere
>
66
lui dai
e di-
che alcun
Capo
di
Vulcano
66
76
ar
T A V
Capro
offerto
Carro
di
ad
OLA.
A'pollo
85
Capro
Febo
87
87
Febo
Cauaili al carro di
offerto
Canopo Dio
85'
ad Apollo
disfece
il
Tot
236
Iute
23$
Dio foco
96
98
99
136
99
136
Care Stia in
Carro di
C a rri perche da ti
Capra
gli Dei
celtfle
Capra
Luna
riueriia in Grecia
r ineriti
da gli
^37
voglia dire
Caualli appartenuti a blettuno
Caualli quattro gittati in
marea b[et
tuno
37
Carro dell'Oceano
Carro di Vlutone
CaJJteride
Calore di Timone
136
136
155
Callore
1 3 1
tgitij
CaHore t
& a Tolluce
122
172 16$
e Tolluce con capelli.
152
Carro di Giunone
Caftore
Cafore
e Tolluce
come fi difegnaua
131
no
75
Calore Caia^perche vfati a nominar(e ne matrimoni^
187
201
Caro di Cerere
209
213
223
buoi ad Her-
233
come di-
*33
Cancellieri de
240
262
262
262
282
Dei
27 3
286"
291
306
rio
30 7
tempi] di Her
Bjma
322
CapodiMedufa
3$ 3
Caual Ttgafeo
356
Cambif Bgfchemia
di
certi fimulacrh
Dei
Marte
361
361
3 63
Marte
Cafa di Marte
Cauallo fu ne gli
36
3^^-31%
sendardi Bimani
378
399
398
41
cane
T A V
Cane con
414
lari,
ne di
Cafa
Carro di Cenere
Carri dati a gli Dei
4 8$
4 8j
108
Cerbero
44 J
Cepi poHi
4i?
C arreni flauano)'otto alle Donne 497
Cerni grati a Diana
97
Cerua facrificata a Diana
97
Cerni al carro di Diana
97
Cena di Recate
1 06
1
Saturno
428
dell
tutti i figliuoli di
dell'invidia
Ceremonia pazga
ola:
adorar Gio1
16
quando
iale piange,
Ciclopi veeij
canta morendo
da Apollo
alle
6j
donne tot
376(56-
Cinico citt
04
1 o
Troferpina
J
Cembalo d 7l[ide che moHraffe 112
Ciembalo detto Siftro
1 20
ite
nelle
noige
Cerere in caualla
213
Cerimonie
della
Dea Bona
Cerimonie d'Himeneo
Cerimonie
di giurare
Cerimonie-ridiclofa;
Cefifo fiume
Cerbero cane
Cefifoto Scultore f la pace nel
213
214
185
145
380
246
258
Ciclopi
grem
Ciglia
262
boaTluto
neaTebo
neaCft'larte
31(316
moni
322
322
Cerimonie
122
Athenieft
-37$
ce
trifee
il
145
tri
,
148
Cipfello Tiranno
156
1 64
178
di Corinto
guardata da Giunone
97
233
T^ettuno
Ceremonie d'Opri
85
191
Chiane data alla gran CWadre 1 9
Cibeh monte in FrigiatOue fu nutricata Cibele
200
Cibele onde detta
200
Cibele
236
2^
2
Ci-
? A V OLA.
Cpreffo albero
223
triflo
della Licia
alla Concordia
2518
Corna de
3 04
3 04
3 3
Ciuette ad Atene
$$8
Cillenio
Mimma,
& accus
le figli-
Qecrope
itole di
338
volata a
60
370
Ciro port
con
l'ale
aperte fopra
vna lunga
baila
Ciffo
l'
Hedera
preffo a
noi attaccate
nel tempio di
i~j6
Greci
appefi in tutti
e de
Cerui
tempij di Diana
Auentino
97
Corna de Buoi fileno apponderft d
Diana neWAuentino
91
148
Corno di douitia
Corno di douitia non di capra
Bue fecondo
ma
di
,
148
155
Bimani
Corona
161
di Quercia prefio
123
novge
Conuerfwni di Gioue
Cornacchia chiamata
nelle
182
3?<5
Cifrare che fignifchi
$96
69
49
3
44
Cleomene,vn
Conocchia con
la
lana,& ilfufo,quan
184
Madre
193
Capitani d'Aleffan
dro Magno,ordina la caccia de' Co
193
Confuale fefla
236
2 3<>
Confo Dio
Corno di douitia leuato ad Acheloo
Claudia
de'
V e fi ale
252
257
197
282
Cornacchia in mano di Minerua 348
Corona
Corone
5 2
Cocito ftume_
3 5
Corno di Apollo
87
Cloto
delle
Mufe
Chitone Centauro
Colomba ju
Cotona
di
la [palla
Febo
d'Apollo
By
che ftgnifichi
Color di Tlutone
di
giouini
Tintone
258
270
3 ^
li
96
Coro-
T A V o
iorone delle
Conia
T arche
delia
28
Tace
295
295
296
299
308
puffo a Greci
Colonna bellica
335
Cornacchia (cacciata da
Mimma
man di Hinetu
Corata di Minerua
in
548
257
Corona
di
Gramigna honor
Como Dio de
Corni
t-fati
Conuiti
390
388
448
Bacco
le
donne auare
459
Cwca
473
473
come
offerto al Sole
37
da gli
57
68
139
Cr afide fiume
191
391
1 90
200
Cribro di Bacco
Cumina Dea
Cubo
Cupido Dio
Cupido
Cupido
5 5
443
444
cele(e
,
con Mercurio
le
e con
IHrco-
441
^6$
Dei dCGermani
84
Genij
379
3
16
Danao contende con Gelanore in Argo del "Principato della Citt>edific vn tempio ad Apollo Liceo
Dei preche
Dei
d'effigie
10
humana
di diuerft animali
di
Contra
d'\Ariadna
Corna
355
388
Coro
L a:
fatti
informa
ip
dihuomo edibeflia
y
Dei hanno
piedi di lana
introdtti
47
Dea
48
della giouent
6 aperfe
ma
71
d'ogn altro
Dea
delle
>
icchc^e
40
168
1
22
Delfini cari
a T^ettuno
z
5
x3%
235
per da chi
Dee bianche
Dito poggio onde
Decima parca
cofi
241
26$
chiamato 264
278
Dei
T A V
Dei con l'huomo nafcente
Demone
312
Dei
oracoli
deU'eJfercitio
350
351
Detto di Demoilene
Dei
Defiderij
Dea della
Immani
libidine
I\p'
95 96
04
Apollo
pino
1
01
Dipintura di Apelle
Dodeci Altari
Due
le
04
jmuUte acque
di
o<5
Dia na cacciatrice
Diana cangiata in Catto
120
Gioue
153
Diphtera
libro di
44
Hc-
e. malli
mero.
91
Donne fi fan
rofje
>
credendo diuenut
pi belle
Dom'duca cognome
di Giunone
\6i
181
209
Do
241
Donne
[cacciate
Donne fole
Giano
99
370
370
$86
408
420
Hercole
Ciocie Olimpio
Teti
tempio di
no^e di Teleo,e
98
1
Diana
323
305
Dio de Mercanti
Romani a Lacedemoni^
Diana imefa per la Luna
Diana
tire
48
ma
256
cato-
455
47 2
49
D ioni fio
Dite,eTlutone
nefori 372
quaft infiniti
178
fta
3 1
3 1
uernato a cafo
OLA
1 5.
Dei in fimilit udine de animali
Dijcordia fra Giunone , e Gioue qual
tempio
dalle ceremonie
di
322
in
d* Hercole
23
331
alla figli-
348
2 oS
fignfcafero
108
Due
mini da Dio
Imo
3 2
&
difegnauano
le
ftatue
de gli Dei
facramento di Bacco
155
Edi-
OLA
T A V
cljjl della
iiy
luna
&
129
cifo
Eebi teplicaua
Elei fette
in
vn
28.
Eono
oiitv Licinio
da
cifo
cugin
dt
figliuoli
d*
Ber cote ve
ttipocomte^
portico de gli
mite
355
14?
243
'
129
350
goucrnato
48
211
Eleufine
ro intereffe
3 o
35*.
Epidauri
'
8a
Efpofitione di
19*
Ope
3 1
2021
Eternix compagna a
Demogorgone
con gli Dei imi8. 19;
mortali
Etiopi fi
353
405
Eteoclt di Beotia fu
49
Eurinome
Encelado dipinto
240
mi munto
di Miner
ncche
fe >e
16 1
17 ty
&
Elmo
&
27.^31
Efpofitione diSaturno
d'Orco
24
11$
Ennne
decritta da B.oetio
258
222
il
le gratie fi
primo^cb ord*
'
Euro vento-
Eurinamo diuoratore
dt' corpi
241
244
moni
160
Eumenide
264
dell'eternit
dell'antro
p
24.
fittone
Ef
Euriale vna delle Gorgone
3 4#
T A V
Eutimo
[cacci
il
Genio de Temeft
OLA
Felicit
P elice
416
44$
446
43
499
FeHe eleufme
fufrofma
Muandro
come dfegnata
chi fta
*7
#'.489
211
3 24
495
Dea
Feronia
17 J
Figliuoli di Saturno
Fattola
28
di Saturno
mano a Diana
04
F*5/o Dio
fe*
146
Romani
ro
d'Home
1 j<
Figure pileate
pwa d fignficafe
173
203
1 1
FwwJ
dipinto
1 3 f
176
Fato
279
309
fauno Dio
fauno come
F antafo,miniftro
<>
12.9
de'fogni
246"
246
Fiumi dell'inferno
270
Figura quadra di Mercurio, perchcj
301
Fatiche d'tlercole
efjer
411
flammeo
ij
citi
364
40S
Fallofen
il
7f
Forcuto Dio
T aurica
96
regione
mon-
flora
40
440
182
do
84
Romano
Deo
i^j
1 80
244
20 f
26 7
244
273
196
flegetonte fiume
244
270
240
Feciate facerdote
et
375
379
1
Fondamenti dimettono
/oc/;/
241
For^a
del parlare
30J
Fo-
T A V
fohetove mrnftro
fottio.
$ 09
3 o
(le*fogni
d'^rment
Sbuomo najcente
TncbifJiwo
jijr'una con
320
OLA
dita con riuerenya in certo tempie
i 84
l}f
furie infernali
264
a ({orna
Dea
furina
fortune due
fortuna buona
414
423
copia gomma-
bumane
e ria
4 ?
426
1
da Pacarne
4
43
267
%6p
269
furie quattro
2J&
323
tempio d tiercole
3 64,
fortuna buona
!<>$
445
^47. 44 8.449.
fortuna come difegnata la. medeff ma
y<l->
ch'jfide.per la Luna,
494
Cileni
463*
frigia Dea,
4 6
350
192
fraude
430
fraudolenti
43,0
d' Amore'
foneTga -vera qualffai
for^a
151
r5
15
uj 2
57
Gatto vede di
Galatea onde
78
120
notte:
195
228'
cofi dettai
228
0 %
27 8
Giano chiamato in
daUafpofa.
38
torno'
Sj
effere if Cielo
4f
guerra
Giani furo detti glauchi trionfali
tutti i facrifjcfi
giano creduto
184
fa
48
Gallo di apollo
giano^it Sole
fuoco,
4$
4%
giouanetti Spartani
ti
il
t A V o
96
finamente
gioumett Verginella
Diana
Tatr
in
fatrifcati
Citt
ofe'/'
ficaia
L A.
capra
148
Luna
$9
nome di Lua-
giunone intefajotto
il
na
gioue creduto
il
uerfo,
&
Signor
ottimo
jo $
conferuator<Lj
I f
parturiente
Labradeo
dell' vni-
e \Jfrlaffimo
150
gnato daVolicleto
gioue cufode, Hatore
Jfr*
altri
Dei an-
j f
I f 8
fo a Sicionij
gioue in forma di Montone\Ammone
loto
il
ma
dtl
che gioui
gioite deferito
da Orfeo
fatto pri-
giano
le
137
37
come disegnato
alle
2f
gioue con due occhi nel tempio di Minerua prefo a gli jlrgiui co +.orec
chie,con
ve
14 2
occhi
mare
da
ha
tre
142
143
J\egm da guardare
43
146
Homo
informa di
&
160
in Egitto
gioue
.Ammone
in gretta
disegnato
roffo
gioue, e fu conuerfioni
60
16$
1
giunone con
belle braccia
64.
giunone
col
67
168
mano
pomo granato
e con lo feettro in
171
1 77
giunone fpofa fdtgnata con gioue 1 7 7
giunone
col
in Beotia
con Giunone^
178
giunone Febmale , fofpita adorata in
180
Lanuuio
giunone con vna forbice in mano,
trouatrice del matrimonio
le
ri*
giuga-
i3
T A V ola:
jgugatno Do.
185
i%
Cintia.
tutto.
238
flore e ToUuc<lj.
citt
porte delle-j
delle
240
delle cofe
419
426
Immane.
come difegnata
giudicij, quali
gmftitia
giunone Signora
gouerno
196
202
2
apparfo a Cajfio l
T emefi fcacciato
giufitia
20
Medea
da
85
giardini S emiliani.
vede
>
il
430
427
hanno da e (fere.
e calunnia dipinta da
pelle.
A433
giuoco
494
pi
172
3 I
ghirlande di Tluton<Lj.
80
263
264
gioue Hamonio
giunone commanda
157
69
alle furie.
giuramento dell'acque
&
269
2 69
figie inuiola-
26'p
bil<Lj.
3 2o
323
>
&
ifj>oHi.
SS 6.
223
minarli,
mano d'apollo,
J2.
greci facrificati a Diana nella regioni
Taurica
9$
169.
granmadre,
190
gran Dee_j
360
ma.
to in ftrpente.
nume doppio
di
388
^9
^dugufio
co'
9412.
genio del popolo I\pmano .
grifi con
Minerua
gorgone.
gorgone
3 51
i/ole,
418
196
232
331
354
379
501.^499
glumette
T A V O
H ore
Cratie quattro
te dell'
f enere,
due
&
Buco
e tre, con
Me.
turio.
apollo,
504
505.
tjiiortali infteme
Hi^yiUe
date
molte imagini de
a.
67.
occifo allafe-
poltura in jLtbenes.
167.
270.
mano*
d'olino in
292.
2 40.
Haja di UMinerua.
delle
donne
Harmonia moglie
3 50.
africa.
di
Cadmo,
351.
488.
Roma deFo
cefi.
Dea
lek
Corimbo a
48.
Hecates,
105.^107.
Hecatombe.
Hecate adorata
105.
ne* crocicchi delle vie
DeiinEgina.
106.
Demonio maligno padrona^
le-
261.
Bermi da
H arpie.
aff
Herebo padre
in
tr
Dea Ro~
2ip.
gato.
166
in batta-
glia.
toccate
178.
nel tempio della
167.
gli Dei,
Hafte adorate.
148.
Giunone.
Hebe molte
Hercole
H.
tebe
148.
nutrice di Gioue.
na.
509.
Habito
Hega
He lice
nutrice di Gioue.
1 y 5*
polita.
Hercole dopp Giunone, odiato da
509.
ramo
in.
uiercLj.
50?.
Colonna in Rap-
ina.
i
in cafa
gratie tengono
rei
mano ad apol-
lo.
grane efyoHe
L A.
de
delle
Varchi
2 So.
34
tutte
3 4 *
313.
315.
Mi315
nerua, e Mercurio.
nel dromo de
Lacedemone
316.
Hercoli quanti
Hercole LMelampigo.
hercole armato.
6.
7.
8.
bercole beuitore.
8.
hercole mangiatore.
8.
te.
lotempo.
bercole
& apollo
Tripode.
bermatbena*
alle
321.
mani per lo
325.
3 ? 8,
He-
T A V o
becuba
355.
head a con [aerata a Bacco
bedera->penbe data Buco.
,
396
396.
396
40 $
con UMercurio
e Cupido
457*
befpero ftella
500
quando cominci
biftoria
l a:
bimeneo
182
Dio
cbifofie,
84
Ito/e
de' Beati
2?f
Ifigenia nella
con
9$
lmagine
della
^3
36
62,
del
S~o'e.
delle
373
4000.
fcore
ftni
da/i Herodoto.
co Giunone*
^owore
fcorttf
Dm.
fowe defte
<fo
foro.
fiano
bore con
le
Tarthe
buomini marini
Dea Bona*
in Elefantino poli.
344
lmagine
347
40 j
140.
lmagine di tenere in Tafo de gli
Dr/ fen^ forma d'buomo altro ani
^01. 404.
40 1.404.
502
502
503
2
27
lmagine d'apollo
88.
82
Mufe*
7
171
402.404.
^oro.
27.
lmagine di Ciano.
della salute.
lmagine
lmagine
homero
tempi
lmagine
40
lmagine dell'anno.
lmagine
86
221
20
Dea Bona
litto-
efe ne fugge
lui.
cole
bierone
402
$%%
di
male.
94
.
157
no.
lmagine
169
deli* Concordia con la cor-
nacchia
182
186
lmagine
d' Himeneo
lmagine
di Saturno
lmagine
della
33
gran Madre
in
vna
meda-
r a v
200
medaglia di Fauflina.
Imagine
Nettuno in
di
certe
meda-
dello
23$
d*
Iftde
ti
Imagine
Imagine
di
Vulcano.
di
Marte
%6i
363
Imagine di Sileno
trottata in
vnfafio
in
guerra
$
.
109
cognome di Giunone.
Iter adone Dio.
Iterduca
18$
i$6
Incantataci di Tenaglia
Laona
Jnaco fiume.
Imballatori pacifici
246
291
375
fo che di diuino
Ignoranza.
420
re
Inuidia
414
Venati
de'
Inuentori de gl'arncft di
55
appare
388
rotto
21*
abrotano .
ciembalo in mano.
Iftde
349-
Imagine
lfide jopra le
Spauento da Corin-
glie.
Imagine
OLA
485.
conuerfa in
Lupa
j5
vero
n fogni
,
,
creduto affai
ha certa vir-
312
165
mena vna
270
dera fa foco
rumore .
Lauro dato
alla
abbruciato fa gran
59
Luna.
107
136
Lari Dei.
412
Larentia
290.
Ira ha maggior forila
Lamie.
Lamia innamorata di Gioue .
218
273
273
278
37%
furia
ad Hercole
'
&
in noi di molti,
altri afletti.
364
Lacbef.
231
uano vn
le(e b io
64
tefaper la terra
>
col corpo
in-
pien di
3*iLari Dei
41 2
lejiandro,
i4H
41.2
Lacci
T A V
Lacci de gli dimori
455
tenere Egittie
Leuana Dea
Leoni e
lor
i5>o
natura
Zeowi perche
ciati
1 5?
rf*
Legumi
C ibtl(Lj
fg*
9a
209
ffK<ye
2 6
231
diflnbuiti da Cerere
Isvcofia Sirena
vento
258
270
316
324
342
Lete fiume
LeucopigOjcbi ditto
Ltbtti
Lettera d "Pitagora
Lipre
fa
ji
cctfa
all'
e fuoi poderi
ornatijjimi di
12
Satue t puti.te
ad apollo
Lupo
Lupo ha buon occhio
Lupo di metallo dedicato ad
perche dai
lo in
Delfo feoperfe
il
S ?
5 J
o4 pol-
furto delle
fo
ff
62
100
vna
delle
47 6
del Leone
Libij non
alcuna iatua
Luculby
Lucina incoronala
gkato.-
cornac
465
le
384
Tanhe fecondo
Cruore% mangiato
la perjott a bt Ila
OLA
tempio
od alta-
re^
Limemino Do
Lira in mano di apollo
27
o
Liburna naue adorala da Germani
5
chi
di
Dittamo
00
103.
10&
formoL?
del
Bimani
8o
00
556
346
luperei,
lupercali fefle
per fide
Lgia Sii en a
113
lucerna di Minerua
231
lupo colfilentio
Lione
23 %
269
28
ad apollo
guerra
375;
378-'
alla
T arti
45? l
^Affili della
Francia adtvauano)
luno Dio de
287
Lingua confecrata a 'JMercurio
Licinio*
Eono cugin d'Henole
Lioni dati a Cullano
3
3
04
1
361
T A V
Marcello porta
Ratueda Cucia a
le
1\oma
Marcello biafmato
prima
fi
vantaua d'bauer
d'ugni altro
Bimani d'ammirar
dtmoHrato
le.
belle coje d el
la Grecia
vnatma de fimulacri
marco
lituo
marte
intejo
4f
Sole
marna
fi il
{{ornanti
parto
mi
o8
OLA
membri
I?2
genitali adorati in
148
megera
mtnippo Cinico,efua pa'Sgia
164
merageta Dio
282
290
290
290
290
mercurio nuncio di
Gwue
vfjicio
pello alato
299
mercurio lnuentor di
18
dipinto
dell' Injet
no
V enere
Marte,efna
dijpofitione,
36 j
come nacque
302
298
da
mercurio,
&
30$
305
con Ve ca*
309 310
lo Sole
gli
Egitti]
figliuola di tercole
440
Cy
2o
ti]
314.
medafa
chi f"offe y
vna
dalle gorgon^,
35*554
facerdottfje di Bacco
hiua.
membro
lc_j
diche fi ve-
no
293
virile
cjutn Trifco
41 %
amo*
mth
Piedag U de fantina
adorato
meni a
arti
le {eterei
eie leggi
ntacana
298
della-
/'
302
Mano
39
tutte
288
Marte con
264
20$
fo
grauidafent vcader
manie nee
Egtt
*p
mcuuYo^
447
tercole con
Cupido 45
CftUr- ...
T A V
Mercurio con
te
Gratie
Bacco
&
apollo.
500.
Minerua che fia fecondo Vorfirio. 6 7
^Mitridate affedi Ciuco.
1 o6
KMinaccie fatte a
tutti gli
Dei da gli
118
incantatoti
Minerua fruga
del fulmine
Pleflenij
1 g
ti fulmine >
due giouani,ft
re, e Volluce
cedemonij
Miracoli
50.&
/infero
Cado-
per ingannare
1 5
La
172
211
1 ?
Lfttincrua
fi
2
di
$6
OLA
Minerua con
la ciuetta
Magro
309
Miode Dio
delle
preffb a Greci
Miode Dio
mfche
323
delle
323
Minerua Dea della prudenza. 328
Minerua come fatta, armata , per gli
gteci contra
Mattea
329
329
e co Grifi
331.
Minerua detta Tallade
Minerua detta Tntonia
efef to
che differenti
diinos
la
rubano pofii
Bfdi trata
ite
354
356
infteme
356
le
37$
381
Mida
prefe
vn
389
408
391
vino.
la pina.
^Moltitudine
Modo
Slo
di
trouaio da
le
480
2
Dei
CMondo.
74
2 J
09
33
e Bellona in
conocchia
351
co^
332
onrfe
350
Mimfiri de*fogni,
3 3 <>
33?
356
Ho
Hercole in t{oma
3 23.
Marno Dio.
6$
43 $
Morfo
T A V OLA.
(JMorfo
4570
volte Sirene
che
53
al carro della
Luna.
99
98
animali nafea
di quali
mutino Dio.
302
mufe
col
tengono
fi
per mano.
mulo
mula
di
fanno
Hinfe.
20
305
me defi me con le
386.
tyflO /^
T^tttuno detto
del Sole
gli antichi
112
122
2 64
397
398
TS(aue d'Ifide.
Trarci/io fior grato morti
T^aue
di
come rapprefentata da
TSfatura
Bacco
156
191
gliEgittif.
2{atura de Lioni.
T^atura de Fraudolenti.
458
8+
472
Tfafcimento di
f enere.
T^ettuno in cavallo.
213
219
226
226
Tfereo.
428
428
T^emefi fendali
428
429
T^icagora port in Epidauro Efcula-
78
i6z
pio.
Tritone.
T^infe di Giunone
marine
l^ilo fiume
270
24
249
488
come difegnato.
Vomi
del Sole
15
80
TStouella d* Efculapio
184
T^pdod'Hercole.
TStouella della fatua di
T^icone
Teagene
<5
fondamenta
156
.
,
e de//e
della citt.
Dea.
Kecejftt madre
Heceffit
delle
Varche
l'buvmo nafeeme.
238
279
279
306
212
Wp'ZZ.e di Cerere
T^puella di Flora
213
T^oto vento.
244
280
282
deW Inferno
come difegnato
305
236.
T^ettuno detto Equeflre
T^ecflfit con
f{e.
'hjemefi thifofie.
Ts(infe
N4ue
p
358
358
T^uma non
darfi
volea
effigie
7{uma ordin
8.
eh' a
alcuna
in
Inumer pare,
Hpma
&
398
Dio potejje
la religione
diffare.
77
Eleuft
T A V OLA.
ne
slarfi in publico
ci
T^ume
Oracolo di Mercurio
Gwue
Oracolo dato a
Ch'io di Gioite
Oca
64
a Giunone^,
confecrata
nel
68
416
430
430
$]6
293
6
3 ?8
Opinione
<y
291
$8
8
altre
confa-
6
far fmulairi di Dei
Orette capit mila Taurica regione
Orbe
la
della
rnen che
flo-
Jofi
l.97}i
Ordine buono per giudicar /' anime
2s 8
Orco
O piouuto fopra
Tapauero
402
Indiani
263
4f
$6
Luna
107
Tan Dio
Vamco terrore
Tan creduto effere
125
1 26
fiato
il
primo che
Juonajje la Comhiglia,da
Tritoni
i:
portata
e*r
vccijo e
Tartenope
Cren
di fparuiere
partor Satur-
no
te materie
401
forma
d* hauer fatto
64
,
Greci
Ofiri in
Oro,argen[o r auorio t
3 5
Tifonda *Api
sbranato da Tifone
240
2 40
T
328 PyAtulcio Giano
Ope
Ope mottr a Saturno
vn Caualio, quando
dtt$
264
$16
mano
della
zi
occultato
*n
come meretri201
cantra
tr
Quarti in
Terfi
ne*
amto
impi
127
yator.'vj
Tan djnitto da
tori le
de*
Ma-
iorna,peuhe co
la
faccia ner
mac4oja I 27
Tan ptrcheconla ve ga paftoratt^y
peti he con la pelle
intejo
per
lo Sole ,
Tan
inte/o da Tlatone
nare
>
per
33
lo ragio-
chi
Tan
'
T A V
Tanvnde gli otto
l'Egitto
membro
fatti con
diritto
OL.
de' Fenici
palagio di
Marte
37 2,
papremo Citta
Tandem nipote di
Fidia
i
.
da Adriano
Tarole che
fi
Giunone
68
84
i8f
290
trimoni]
Txriunda Dea
Tautntia Dea
2 17
sine
Tan
tre
2$$
231
162
fa ritnope Sirena
pace ntl grembo a pluto
2~}6
franti
Turche preste a
feruitij d
dell'
adorato -JWarte
1J9
383
mare, prima a
F enere
vfeta del
lor fojfe
apparfa
che ad altri
plutontu
274
500
pafttea
1
non hebbero ne primi tempi
perfi
tempio
alcuna fatua,
od aita-
rci
perpetuit
1
pecore non Sacrificate da
92
T ebani
27
le
Sirene da gli
280
orbi celtJi
piombo
pace Dea
di
pace amica
di Cerere
paleflratrouata da
Mtr curio
196
gi
chi
f a UideT^a
adorata in
Hpma
3^5
pe^zp di ^en^adofu
Etmani
293
295
284
300
232
332
penitenza
221
S per-
penati Dei
par-
246
258
298
348
282
86
ch'io
di chi nate
di
i<So
Egitto
paahe
47 J
d di
Issatale
pxlemone Dio
parche
il
^l
pa tuia Dei
tra gliflendardi
37 f
4
420
430
1
pietra diuorata da
volle cedere a
47$
6
Gioue
29
Mufe a cantare
conuerje in piche
52
pieride sfidanono le
T'itone
T A V o
Tltone vccfo da apollo.
5 3
imagine del
Tietra de*
62
nome di
Sole.
Mgaiefi folto il
60
118
\^d pollo
Tco Dio .
Tilunno Dio,
136
in pino.
L a;
V>.i4to
4 6
36"
Tortane.
36
Vott torta
Toppa
Torco
Giunone
di
76
dagli Eghtij
[eterificato
44
Luna fola.
alla
105
4j
271
290
213
Tomona moglie
T iramidi cC Egitto.
T,
Totluce
275
UMer-
310
322
378
393
394
425
curio
Tua
data a Bacco
Tino per
la
frande
da gli
Tlutone
Elei.
delle riccheige
come
no
fegnuto.
Tluto
in
mano
alla
Tace,
235
248
248
278
Toro.
Torgere
altrui
fefjarft vinto
292
Tomi granati fegno di concordia. 298
.
Torta
308.
in
alla guerra.
375
Trometeo adorato.
dife-
258
262
258
258
Verfmno.
le Sole.
di
de morti.
Tlutone per
254
perche
496
I{e dell'inferno.
Tluton Dio
I{e
ma-
modi di
262
262
4
1
e d'hedera
386
fatte
Io
$6
Trouerbio
60
Cangifi pi cb'Empufa*
104.
11
Trouidcm^a.
Triapo
T A V
*Prxpo-,e
>
185
fi
258.^210,
gnijchi.
21
proferpina, di chinata.
proteo cujfrde
pa flore
delle beiiB
eletto f{ dell'Egitto
>
'
dell'
per-
240
258
prometeo
ito in Cielo
toltolo il fuo->
do
356
l'arti.
Sacrificio. 3
Toro.
388
il
medefimo
408
495
nato.
Romani
46
64
fletter
l'opere de
Greche.
Romani curioj in
l'arti
e pitture
11
a'
ne foglie di lauro
B^pmdo^e f{emo
Co
nutriti di'lupi.
di
98
citt quei
358
come diuentate
vermiglie di bianche.
47 8
ij>o
Romina Dea
t{ofe date a
Venere
Saturno riceuuto da
Giano parte
393
Venie dorata
Quercia molto vtildj.
7
178
Q^efito d'Amore.
460
3 3
16
lo
tempo.
in cauallo.
Sacerdotefja di Diana
vnfuo amante
na
in
nel
fi
2>5.
3$
giacque con
tempio di Dia-
$6
Tatra.
106
vi<L->*
dell'inferno
fi
3 f
Saturno per
Sacrifci}
.Adamanto giudice
quando
Saturno cangiato
*"*'
f}6
del regno
ra
40 8
408
priap
huomini
20.
marine
OLA
Rjligion perfettlon principale degli
sintomo
>
veduto da S.
135-
.'
Satiri
T A V O
da
Luciamole dafilojbato
Satiri non
3 5
fr
gni di
Satiri
come
dipinti
1 76
182
Giunon giugale
3 f
Madre
caftra-
L A
moftro marino rape molti de
compagni d Vliffe
24*
Scilla
255
marte folo
368
han careflia di legna grandifjma
cro a
Sciti
368
Seruch introduffe
il
culto de fimula-
cri
"
"
195
1 5?
Sagario fiume
95
non ftfaceuano
mai
205
296
Vulcano
de Sciti a marte
361
Sacrificio di
Sacrifcio
$68
9
59
j
58
marte folamente
Sca rauaggi fimil al Sole
Scettro po^a in
man
poHa
portata
tefo
EgittoJn
lo Sole in
71
per lodilo
80
Unti.
capo di fparuiere
Segno di nobilt
al Tileo,fegno di libert
1 3
Semirami da
chi partorita
Stuere Dee
/'
poeti
1 5
Scilla
Serpente di minerua
%
Set one T{e dell Egitto
innamorata di Glauco
Sennacherib
humano
#J
Seme
Sactificij di
(angue
64
162
233
209
1 q
24
261
2
Lidi
jpeffo
273
di libert
155
82.
diurnali
141
168
8"
Segno
mano ad
72;
de fu detto
Serapi intefo per
Semi
da
140*
vn fimulacfo di Gioue,
facerdo ? Jlpi
9
34
cantra i
66
58
in
6
del Creatore
gli Egitti]
Scure d'Hippolita
S erapido
29 1
351
,
e facerdote di
358
Vulcano
Bf
degli
Mabi
contrai
358
Ss-
T A V
Sleuco Hjcanore perche fatto con
le
3&
corna
$eero /fe /r
tf
43
figliuoli
Sfinge in Etbiopia,e
il
amo
445>
Gatto maimo-
ne come difegnata
2,7 f
%$
mo-
di
vn
tronco di pero
poHo
Argo
Simulacro in Aftria
che moflraua
6
il
6p
giunto infeme
fimulacri delle mufe in
Roma
5 3
6z
Apolio in Affina
Simulacro d*ftde
di leon
col
Siftro in
mano
120
faceuafi
perche d gli
134
Donne diparta*
fituano moleflaua le
firinga
*37
net
76
1^6
tiranno di Corinto
198
5>8
da
y erre ^e di Lue. in
Acaia
Sicil,
1
Simulacro
d' Hercole
01
98
di metallo
in
ftmulacro di Cerere
2.13
ftrene
10 i
neW
mento
106
&
e8
ftrene
209
Arcadi.zj
& 214
come fatte
fig
r;
"ole di
loOy e di Calliope
95
Ate140
gratiffima a Cerere
d'
monte in Frigia
Simulacro d'Efculapio
138
ficilia
74
vn
capo cinto di
fpilo
Tebe
ut
ferpente
69
ftmulacro d*
Bjma al tempo
Simulaci o di
OLA
antichi\crti
deliypiaceuoliylodano Vlifje
ftmulacro
a"
226
trei
325
ftmulacri di marte
fileno
Acbe-
2 1 9 <& 2 $ o
pedagogo
370
lungamente
Simulavo
marfi a
di
minerua
87
che batica
^o
Simulacro di legno
Da
fica
TAVOLA
Sica
mrfa, amata
da Bacco,
nota-
ta nel fico
396
4'7
in
4; 8
&itto.
celi fu ni
He cof create.
che
foli ,efttlle di
vn lue
con
il
45
nutnjcano.
5 5
dipinto
le
fi
cbetemfie
mani % cctiapo
di lea
adorato
20
la fepoltura
diSerapi.66
..
l'ale
fono prejjo
a\
306
egiouane.
imerij popoli in
infime.
82
fpauento
t^mmone
fonno con
178
ffifi tgati
ilei.
493*
fmulacro diCioue
ra.
jjvja
'
pi
jjija pajjaha.fopra
Lenno,
349:
da Tifato in Giudea;
bare
Giudei
Statua di Sevniawi
5?
met
he.
Statue battute in
gran
rj}etto,percbe
nude
%ate
fatta
Sa tue
16
predof, pafiate
dall'ics?fi a
in
3<>9
1 4 5
fofipoli adorato da gli Elei
foldati di Mario vecifi da vn Gorge-
->
3
fonetto artificiojo,cbe deferiue che
fa
[ta
timore
..
55
co.-
460
24
>
40
46
49
..
d'Oiof tfculapio..
Statua dilla
Dea
della giouent
45?'
ad *4-
polw
74.
Statua
ter doti
vn
5
1
68
otto*
176
a"'jl pollo
fatta da Truffitele
d'Rnaiein ^pctiincpoli.
Statue da ibi jpre^ate
jatua
..
84
i<?Oi
1$
1
{tatuai.
T A V O
/tatua d'IpJe in Egitto
fiatua di
Gwue
Elei molto
113
uentofa
4j
fiatut Jen-^occbhe fen^a mani in Tebe .
143
fiatua di Gioite d'auorio fatta da Fidia
ff>q
160.
L A.
fiatua di Seton
\e
nell'Egitto
372
emofiif
fiatile
palo.
fufpuione
7..
358
pnfio a Lace-
gara
..
410
420
in Ut484
jparuiere
r6&
fiatua di Giunone
fatta da Tolicltto
131
in Corinto.
TjLr quinio
ma
213
210..
210
fiatue de burn -
ce in
B^ma
di
Vertunno
23 2.
della
Tace
in
^4
tene
fiatua
293
fiatua di Uklercurio, guastata in JL..
302
tene.
fiatue di (^Mercurio
04
ftimula Dea.
346
/?ar&a di
$67;
Minerua con
vwa
e^//e
Gorgone.
nerua
35o
l'bafla*
Marco
3 5
14
mano rna
ve-
bella
1
84
pio di tutte
Tagliarfi
le cofe
240.
Fiumi
246..
1 o
Talari di Mercurio.
Tacer
neceffario
46
SaVulcano .
de'
351.
Teje due di ferro in Tergami)
favate a Bacco
Tempio
in
353
1 4
Tempio
dedicato in
certo
CMi-
mare
Tuliio y e perche
270;
il
fia
249,
firofade Ijole
T arquniofece affogare in
246
24 8
tempio della pa-
Bimani
farfimulacri di Dei.
23 8
Bpma*
con1
Boma
alla
Dea
iteli*
T A V OLA.
48
84
della giouent
bue [opra
il
Tetde bauea
il fole
Sole.
le
64
90
Tempio
mo.
Tette
mo-
tre
Flecate.
Tempio di
tutti
Dei
ejfere fiata la
19$
Tempio di Hercole in I\oma.
322
Tempio di Minerua in Corinto. 3 3 6
Tempio della virt dell' tionor e. 344
Terrore
548.349.
Terrore e
Fama
3 $ ?
Marte.
27
133
prima di
90
190
1
Hpma fatto d
Feronia.
Terra creduta
pace in
108
della
Vejpafiano,
103
1 2 y
Tempio di Tan Dio di I{oma
Tempio fatto a Tan nella felua TartenitLj
127
Tempio
Tempio
me
di
36$
Marte
faceuafi
re,
&
alle
368
Ho 386
all'
Donne troppo
licentiofs
48 S
aWbonett.
601
202
204
Tempio di Vetta
Tempi],& altari delle Sirene. 237
Tempio di T^ettuno in Corinto. 233
.
Terremoto da T^ettuno.
2^9
Tefiaglia afciugata da l^ettuno.} 3 9
Teti, efuoi partii e
cognomi
Ttbro cornuto
Tempio
240
240
246
2
60
'e
fifone furia
Tempio
di Giano
267
268
6
44
nel
me^o
alle
490
piagge
f 1
Tiberio fi cingeua
il
404
capo di lauro
per affku-
60
202
Tberiano
257
Ti fifone.
264
T'ideo ambafciatore
ad Eteocle per
ToliniuLj.
292
Timor
poflo da
perche
249
Lacedemoni] preffo
Titani
fi
fiordiuano mirando
49
Ega
352.
Ti-
T A V O
Tigri tlran
398
Carro di Bacco
il
Horo
40 5
Timagora fi dirup per ifdegno,e pie
to da
460
Topi hauuti
in
Tori perche
fi
veneratone
caflrino
00
alla
Luna ,
100
230
Topi
odiati da gli
Arabica gli
Etio-
&
L A.
Vacca negra
facrificarfi
ni
vagitano Dio
15*0
388
venere per
venere
la
giuntion de
li
col
roffi
mnio
lo
Cerere
Tridente di T^cttuno
61
mondo da
2
che ftgnifichi
225
ganti
gi-
216
Dei
8y
184
191 C? 202
l^uma
203
205
ogni altro
Dio in tutto
205
243
facrifcij
venti
anno
245*
257
280
vertuno Dio
veft delle
fpoft
ve Ha chiamata prima
tutti
90
42
primauera
Trionfanti
faceuano
137
Veniali introdutte da
fi
in Egit-
to
oracolo
8
Tre facete date ad Hecate d'Orfeo 1 07
Luna
106
da osceni
106
Luna
facrificata alla
Cinico
dell'
parche
281
292
308
309
338
338
veHidelJonno
Tripode che
Bacco
324
326
verit
Tritoni di palude
332
363
veneri due
478
Tripode
di
fa
il
fi
Bimani
di Febo
ferile
alla
Luna
5)4
3^0
y
Vacca
adorafte
timore incorna
V^yifi
74
facrificata
da
$8
come dipinta
Venere Dea
naturali
%e
na
ha
Giunone
e
Luna
que^
Vede tutto
il
Sole
de 'le wo^-
la cura
la
proferpi-
come nac-
478
60
ve-
tavola.
Venere come fatta
fo,
Venere adorata
& adorata in Va
48 o
monte della
in Erice
484
Saffon.
485
488
48 8
ta da Fidia
mata
come dipinta.
49 2
Vedere in vna medaglia di Faujina
prefo a Sicionij , come fatta, fatta
trice ,
da Tindaro copi
Venere adorata
496
nume commune a
calua
legati
barbata
tutte le
Donne
e col pettino
4.3.^414.
Venere
la
la
laL>ina.<\s>$
meta
della
Terra
499.
500
la fede de Cecropi
44 ?5
Dei
Vittoria con
iti
pldGglio
Dea commune
3 76
368
400
230
Bieco.
Vliffe
(p-e^a
le sirene
S$
16 $
morti.
42
Vulcano perche
intefo
Minema
357
358
358
Ipofi.
,8 4
199
Vniuerfo depinto
1 1
le
7 i
373
5
60
360
rete
Venere, e
362
camera de gli
34
Vulcano
80
:>
3 $
Mlnema
.120.
1
.7-
Virt mafchile
alla fucina
cofi fatta.
prima notte
in Scorna
Vulcano
Via detta
an
a*9
ganti.
congiungerft a
medesima che
Venere i(poHa
26
Violenta Dea
483
Sicilia.
ludtLj
Foche .
sligia
Zampogna di
9
iqi
pa-
Van.
Zefiro
vento,manto
IL
di Flora.
FINE.
f$j
244
244
LE IMAGINI DE
DEI
DE GLI ANTICHI,
I
Cefare
Malfatti
Padottano
I tutte le perfettioni
mana
esfrata
.
che Za maggiore ,
n pi propria all'huomo della Relialtra
non
>
Wigtm
&
per
&
di
i
di
Imagini de
humflmente
Dei
modo
j che fono tuttrefretti di religine, laquale fa amare, de temere Dio , che non fi pu fare per
fenza hauerne qualche cognitione . Adunque anchora innanzi
^Plutarco nel
dialogo
Grillo
detto
in quel
modo,conofce,& ri
hanno
ben voluto dire alcuni , che ha qualche cofa ragioneuole ma,
chi habbi dato loro lume alcuno di religione, non fi trouato
mai Et per quefta tutta,& folamentede gli huomini,& elfi
feorti da quefta hanno Iellato gli occhi al cielo & confederandola miracolofadifpofitione deJl'vnmeifo,hanno detto efferui
chi con infinito amore,&: potere,& con fomma prouidenza ordina tutte le cofe, legouerna,& ne ha continua cura. Etf quealdifcorfo della ragione, l'huomo, a certo
chiamato Dio,perche datore di tutti i beni, eterno,infinito,& inuifibile. Ma non fi attne per ogn'vno fempre quella verit , perche cominciando gli hnomini a confentire alla
x
dapocchezza fua,
dilettartene troppo ,non guardarono piar
oltre , che vedeffero con gli occhi del corpo ; & quindi prefero
occafone di credere, che le Stelle, il Sole, la Luna , &e il Cielo
fteffo foflero Dei,come fcriue Platone,che quelli furono i primi adorati cos da' Greci, come gi innanzi loro da molte nazioni barbare ; 8c vuole che dal continuo mouimento , chevedeuano loro fare,tirando il nome da certa voce Greca , gli chiamafTero Dei. Venne queflo inganno crefeendo dapoi in modo,
che molti huomini ancora furono giudicati Dei , de come Dei
furono adorate parimente alcune beftie , &c a tutti erano drizzati diuerf fmulacri , come fu anco fatto non folo alle virt ,
ma a gli viti) anchora , dando ciafeheduno di loro nome di
Dio ,
di Nume quelle perche foffero prefenti fempre, &c
llo
&
Moltitudine
<li
Dei*
&
.giouaflero
-,
quelli perche
non noceffero,
Ondefquaf
infinita la moltitudine
antichi; perche
de
Se fleflero lontani
fuo, Se
di tutte le cofe
infinito di altra
De
gli Antichi.
3
ne domandano alcuni
adorauano pur'anche ,
a tutti dauano oficij loro
Dei,altri Demoni , altri Heroi ,
appropriari,& luochi diftinci fi come era anco difiinto il rao
&
tra gente.che
&
Herodoto ferme ,
che quelli di Egitto nominarono dodici Dei folamte da prin
cipio;& paruero imitarli i Pitagorici,perche l legge,che i Gre
do
8c gli altri
Hcrodoto
Dei principali
dodeci.
&
Titagoric.
-,
-.
:
rQn fp
"
&
apprefso di
come
hanno
Se faceua da s
; Se Sene
oue difputa della natura del fulmine dice,che ve n' alcuno,
qual Gioue gittaua fopra de' mortali di fua teda , Se fenza il
configlio de gli altri Dd
Non habitarono poi vn luoco fo
lo tutti i Dei de gli antichi , ne Metter tutti in Cielo, ma , la
terra,
le acque de'fiumi , del mare l'inferno ne hebbero la
fua parte} ne tutti furono immortali , perche i Semidei marinano , di che fanno fede ( dice Paufania ) molte fepolture de'Sileni,le quali fi veggono Pergamo in Afia, Se le Ninfe pari- Taufania,
niente moriuano
Si che ve ne fu di ogni forte degli Dei appreso de gli antichi, come fi pu vedere appreflo di S. Ago 11.
folo
fcritto
ca,
&
Az
s.^fzoftino
nel
^^^pf^Ml^r
Slmaginc in aito de
adorare
ir
igrjitruinat)
a fi
De gli
Antichi
5
Vairo, li quali heb
ne.
fofle
wo " "*>*"
vn
'
*,
haurebbono
re
bue, edicauallo
anch'elfi fatti
come
gli
*"*
Ja opinione de gli Epicurei, I Giudei, che tra gli antichi fegui Giudei,
jarono la vera Religione,adoraronoynfoJoDjo,& quello rif r . ri '-uL
guardauano , non nelle (tatue, nelle imagini con gli occhi del
fimalacA
'
corpo-, ma nella diuinit fua col lume della m?nte,quanto per
-
J'humana natura
lo
comporta, Et come
riferifce
Cornelio
Ta
cito,riputarono empij tutti quelli,li quali fingeuano laimagila formauano in diuerfe materie alla fimiglianne di Dio,
&
&
&
perche
&
..
rttlld
'
Giofejfe 1
T
*
.'
Suida
Imaglni de
Dei
na
Licurgo
Lattantio.
nella citt
Il
fatti
doueflefare ftatoa
& che
Leggefi
di LicurgOjch'ei non voleua,che ad huomo, n ad alcuno altra
animale fi potefTero aflmigliare i Dei, &; che perci non f ne
no
Simulacri
n fmulacro
non voleua,che fi credefTe poterfi dare effigie alcuna Dio, come racconta Plutarco . Onde fletter i Romani da principia
cento fettanta anni fenza mai fare fmulacro alcuno de i loia
Dei, come che foffegraue errore tirare le cofe diuine,&: immor
Terpani.
Sciti
tali alla
mente
non
riebbero
altri,alli quali daUano nomiproprijialla lingua loro,non fecero per tempio,altare,n ftatoa ad altroch Marte,come Vedremo poi nella fua imagine, &pure facrificauana
Gli Iffedoni, gente medefima
tutti invn medefimo modo
Ifledoni .
mente della Scithia,non adorauano altro fmulacro, che vn teTefchhperft- fchio di morto,hauendo, Cotie recita il medefimo Herodoto
mulacrO
vn cofi fatto coftumefr loro,che cui moriua il padre porta uno tutti i parenti,& amici delle pecore, le quali ammazzauano
poi,& tagliauano tutte in pczzi,& il medefimo faceuano del cor
p del mortOjche lo mettetiano in pezzi,& di quefle carni tutte mefcolate infieme delle pecore, & del morto faceuano gran
lo,Marte,&:
&
conuito ,
f le mangiauano tutte indifferentemente . Dapoi
fcorticauano la tefla del morto guardata per quello, &c la purgauano ben dentro,& di fuori,fi che reflaua il tefchio folo tutto
&
De
gli
Antichi.
foreftiero
G iu-
Snida
e gli facrifica^
tagliandolo tutto in
minuti pezzi . Quelli di Marfilia nella Gallia Narbonefe adorauano ne i confecrati bofehi fenza firaulacro alcuno j f
non che talhora faceuano riuerenza gli alti tronchi , non altrimente che f in quelli haueflero creduto efTere i diuini Numi, come fcriue Lucano . Et ne i primi tempi dop il diluuio
gli huomini da bene, Se giuftihabitauano fotto lequercie , co*,
me fi legge appretto di Plinio , Se quelle haueuano in vece di
di facrati tempi; perche le quercie dauano loifanti Numi ,
Querele adero ghiande, onde viueuano , e gli copriuano dalle pioggie , Se
rate^ .
dalle altre ingiurie dei tempi. Defcriuendo Paulonia l'Acaia ,
&
-,
quadre fenza
Onde "potrebbe
Ma
que
&&
i Greci
ma
Roma, auuezzo
folamente a
trauagli del
dendo fouente il
ghe pitture per marauigliarfi de l'arre,
Tlutarco*
timo
Tertulliano
fece
Se de l'artificio di chi le
& foggiun^e
che Marcello
nondimeno fi gloriatla di effer flato il primo,che haueffe moftrato a'Romani di ammirare le belle cofe della Grecia 5 & in
nanzialui haueua fcritto Liuioil medefimo dicendo,chequin
di cominciarono i Romani di ammirare le opere delle arti Gre
che,& che perci raccolfero dapoi con molta licenza le fpoglie
eoli delle (acre cofe , come ddle profane . Tertulliano dicendo, che la religione in Roma fu ordinata da Numa con poixere cerimonie ,
fenza fimulacri , perche non vi erano anco
andati Greci,n Tofcani a farli , parue volere , che Tarquinio
&
Prifco foffe
il
primo,che,
mo intendente della
Romani di
fare
come
Greco,ch'egli era,
ma come cominciafTe in
Dd
Origine de
fitouUcri,
& beniil-
moflraffe
mezo de
fimulacri de
mo
&
riuc-
Ift
De
gli
Antichi.
9
,
che foleuano
Gentili con-
Ettfebh,
memoria delle pili degne pedone , moquel modo quanto era amato>& in quanto rifpetto
ftrando in
hauuto,chi operaua virtuofamente. Leggefi appreflo di Suida
che vn Seruch difeefo della razza di Iaffet figliuolo di No
,
,
Serucb
fil
&
&
Eufebio
rimediare
Statoci mira-
bile-
&
&
&
&
io
Bei perche di
buma-
effigie
na
Torfirto
Imaglnidei Dei.
gli
-,
&
&
addimandare,
che per ci
le
hauefe faputo
Trontetheo a-
come fcriue
dorato*
tem
&
TUintj
"
ma ta ^ or anco a
*
Cauallo.
pie,
Plato
<fy
chevederfu
la fera
il
De gli Antichi.
ix
&
fece Prometheo,
&
lui.
le quelli,
LttCretia,
*,
*j
/0HWC'*\
*pl\niol
&
&
non
"*
Imagni de
Dei
n cuenir alla
fi
pi*,
bella
ornamto
orne,volen
le
ftatoe,& ta-
PtYUUOc
efTer
grandi,&
m modo
Offeruarono poi
che poteuano ad ogni lor
fpatiofi.
,
Suetonio.
&
&
comand,che fof
*4leJ]andro
t/ifrodifeo.
me
giudea.
laquale ei
al
per
De
toer
gli
Antichi
13
Greci di fare
le
Statoe da chi
fpre%$ate~>.
illuftre haueffe meritato,che di lui fofle tenuta memoria. Ilche
non fu ofTeruato poifempre-, 8c molti furono date ftatoe per altro,che per lo proprio valore Onde Catone non ne
fece maicoto,j& chi gli domand vn d perche ei non hauef
feftatoa fra tanti nobili pari fuoi, rifpofe,come recita Marcel
forf
".
MamUwo
huomini da benedubitaftero
i Principi
,,
&
principalmente
fi
ma-
i&ava.*.
Sahflio*
Simolacv par-
modi
Fenici,
am
ImaginideiDei
14
Statoe di oecul
ro,
per
fatte
&
&
&
&
'
VderiixJltaf Valerio Maflmo , certo Marco Tullio, cui era (tato dato in
guardia il libro de i fecreti della religione, perche ne hCci tor
re copia a Petronio Sabino. Da che verr forfe,che rimanghi
talhora a dietro la ragione di qualche imagine, ch'io haur difegnata,percioche Herodoto,Paufania,Plutarco,& molti altri,
fimo
dalli quali
che
ne ho
tolto
il
la religione vieta
ritratto
loro dirla.
dicno
&
lattantio
che non vi
vno
tutto intieramente
& s ho fatto io pi
fi
che
n potuto Seguitando dunque perche fofTerofattii DeiindiUerfi modi, Eufebio referendo le parole di Porfirio dice, che gli
antichi per fare conofcerela diuerfit de 1 Dei , ne fecero alcuni mafchi,& alcuni femine,altrivergini,& altri accompagnati,
difordinatamente anchora perci veftirono le ftatoe loro.
^ C ^ r ote k dice, be gli antichi penfarono la vita de i Dei ef
fere fimile a quella de gli huomini , perche gli haueuano anco
^at "
effigie humana,& perci come e/l viueuano fotto R
coli diflro,che fra quelli ne era vno . Lattando pofeia che per
molti argomenti hprouato , che i Dei de gli antichi furono.
huo.
uriftotek
fpeffo,
De gli
Antichi
huomini,la memoria de i quali fu confecratadop morte,foggiunge,cheper ci furono di diuerfe et, chi fanciullo, chi gioche a ciafcheduno fu data certa, Se prouane,e chi vecchio ,
pria imagine,perche furono fatti i fmulacri loro,che rapprefn
taffero l'et,& l'habito che haueuano , quando morirono . Et
&
fi
pu dire,che fano
raccontano dei Dei de gii antichi,come a punto f fofTero huomini Et io ne dir qualch'vna , fecondo che
mi verr a propofto in difegnando le particolari imagini di
molti, nelle quali metter mano, pofeia che haur detto di che
materia fofTero fatte. Percioche Eufebio togliendolo pur'anche
da Porfirio dice,che efTendo Dio vha lucepuriflma , che non
le quali cos
fi
pu effere comprefa
Materia
de'fi-
mukeri
&
inferma,& in
di
ji.
\6
Imagini de
ligione
fi
Dei
gemme, Se
hache
rapprefentauano. Seguita poi Platone in quello modo Littor
rio cofa,che haueua l'anima prima,&: l h polla gi poi,& per
altre cofepreciofe,facendo di quelle le facre imagini,lequali
quelli^
:
ci
Tatijama
no
bua
Epidaurij
buono da
ed
legge appretto
all'Oracolo in Delfo
ftcrilitjck:
&
fi
il
modo
di rimediare ad
vna grandifsima
Damia
Auxefia(quefli erano
&
mani
"
De
gli
Anticn?.
17
Onde
.
mani, mentre
*
parole*
Lari
dice
Deidomeftici
chiamati
>
Tibullcparlando
che quello Tuonano in noftra lingua.
ette alla
2^ vergogna vi prenda
Tat
f ben fete^j
tronco
di [ecco
La fede ,
^Meglio
la pietade
perche
felici
,
tali
tempi
quando furo
e la giuftitia
Et come
Inanimi al
7*le la
citt
che
fletti
mi fu fempre grata
&
&
toe di ferro
ti
a vedere,
tea Bacco,!' vna di Lionc,l 'altra di Cinghiale. Coridone cantando con Tirfi appreflb di Vergilio promette a Diana far-
la
Vmndra
18
Seruio
Imagi ni de
la tutta di polito
nofpeflo
ino
li
alle flatoe
e plebei,
lo pi ne
marmo;
Une d'animali
Del
'.
il
il
Oltre di ci fecero quafi Tempre alcuni Dei viPriapo, 8c altri a lui limili , che ilauanoper
come
campi,&
allo feoperto, di
Dei in fimlitu
legno folamente
,
,
di ter-
come i
di materia pi degna.
erano
tutti
,.
Boccaccio,
habitaffe nel
mezo
la
Eternit flaua;
fempre con
Dei
alcuno di tempo non la pu mifurare bench fi pofl dimodo , che ella fia parimente tempo ,.ma che non b
Platone differo,
mai fncEr perci Triinegi{lo,i Pitagorici,
che era il tempo la imagine della Eternit ^perche quello in f.
rio
re a certo
TrimegiHo.
&
fleffo
Terpetuit
fla
bia
Qhx
fecondo Boetio
il
mondo non
vita infinita
-,
che
ne
fia
per hauer^
De gli Antichi.
IP
& del
l'anno
&
ferpeme
Hy
{ita
che
fi
morde
la coda,
lignificante
reuolutontu
SSS^
*Cv
%?%
63 09
C
p!
\Q
20
Imagini de
Dei
ingannano per quelli, liquali feguitando qaefta opinionelo chiamano cocterno Dio > perche dare ilfuo pr
prio nome alle cofe,hanno da dire,cenendo anco la opinione di
Platone , che Dio Eterno,
il mondo perpetuo
Defcriue dunque Boetio la Eternit, che fia vn pofieffo prefentaneo
di tutti i tempi , & quella propria di D i o , perche lui non
pafla , n viene il tempo, come tutte le cofe create j anchora
che qualch'vna foffe per non hauere mai fine . Ma non la cerchiamo per hora tanto minuto, come forf non la cercarono
gli antichi, quando differo eterni li fuoi Dei,volendo perci in
tendercene foffero immortali,& per non hauere mai fine ,
che la Eternit forf quefta infinit di tempo. Onde Claudiano , che largamente la deferiue nelle laudi di Stilicene , fa che
vn ferpente circonda l'antro , oue ella ft , in modo che il caccia la coda in bocca , che viene inoltrare l'effetto del tempo, ilquale in f ftefso fi va girando fempre , hauendone tolto
'efsempio da quelli di Egitto,liquali moftrauano l'anno parimente col ferpente, che fi mordeua la coda-, perche fono i tem
pi giunti infieme cos , che il fine dei paffato e quafi principio
di quel che ha da venire* Vedefi la Eternit in vna medaglia
di Faufiina fatta in quefiaguifa.St vna donna veftita da matrona in pie con vna palla nella deftra mano,& ha fopra'l capo
inai line
fi
&
&
Claudiana
Jmagine
ell'-
amo.
^Medaglia di
Faufiina
da noi lunge
fecreta
Qua
l'humana mente
7^ vi ponno anco
Vna
gir
fi
vieta
tjtfadre
d'infiniti
UWanda,
Quefta
il
e d'et pare ,
,
cb'vnqua non vien mene,
anni
,
e richiama
tempi all'ampio
few*
Vn ferpe
trotta
aridamente ftringe
Cam
De
la
Antichi.
gli
brame
ei tutto
ai
,
e finge
Onde part
*t
femprcs,
cheto ritorna
&
Da
le
membra
Siancon
ne la felonca immenfa
Vn vecchio ,
,
lei fino
il
mentre
eh' a difyorre
Con Vanmo
il
tutto penfa
al bell'ordine conuerjo p
e belle^l
Che
Come
Come
la
tofto
Luna
muti
il
giorno ,
bel lume fecondo
fi
nafeonda
Come partendo fa
il
tardo al ritorna
mum
li
ImaglnideiDei
Saturno horrido , metto
(guanto tenere bella
.
Errando vada
quando
& infecondo
mefjaggier de
il
e dopo lei
i
Dei
a l'antro s'auuicina
"Febo
ravs'nchinA
alti
e riuerente^j
Spelonca
veggono potente^
albor fi
pare ciafebedun di
affretti
lor tenerfi
Queslo
di ferro
onde fouente
eletti l
ferf
mondo
Vno ve ri
tutto
d'argento
che rff>knde
Ma
di rada tra
Di bont
di giuslitia
di
demen^Ls,
th' mortali
lAWbor
Febo
Ch aura
che qucsli a
Et farai che
La
dal
bella K^dslvea
di
Di riueder il mondo
Verr fen^a pi mai
>
fra
mi
partirne poi,
l&
De gli
Antichi
*$
Unm dell'Eternit
di Febo, della
9ft
'
no da Dio venir
fo,&la
il
tutto,& da quello
|sr\
il
tutto effer
Immane^
eompre-
p^v
j w
*M
Imagini de
34
Tpftnone
La
dell'antro dell*
che
Eternit
cir la
ge,
la
&
deferittione
vogliamo
&
il
Dei
come l'efpone
q fpeJone^
Boccaccio?
tempi, 8c perci ella di funincognita non folamente mortali* ma quali ancora
dire, ci rrtoftra
il
, cio a quelle beate anirneche fono sane i Cieli Et dal gran feno manda a la fpelonca i tempi, &c quefti richia
ma pur'anco al medefimo^perche in hi hanno hauuto gi pria
eipio, Se riuolgetidof in f flesf paiono vfeire da quella ^ritornare anco alla medefima . Etfas/I quefto tacitamente, per
r
che rionceneaunedendonoipan ail tempo comedinafeoftor
Alla porta , oue ita fa Natura , vanno volando molte anime in
torno> perche feendono nei corpi mortali, d*onde vfeendo poi
Deicelefti
>
Febo
quello s'inchina a
&
antichi pel
>
dire^ragionando del
la
La quale non
fta
Eternit.
lo
qualche tempo.
Saturno
aj
SATVRNO.
ti primo fa Saturno* che difeefo
Dall'alto Chi figgendo il figlio Giotto ,
Etforqt priuato de* fuoi regni*
Venne moHrar* gli huomin* cb'attbow
Come le fere andauano dijperfi
Ver gli ahi monti , il modo di ntecorfi
Infieme , e d'pbbidire certe leggi
Et il paefey oue a principio ei Rem
Latente
Topoli dando
lor ripofo
fuoi
e pace^t
and in Italia fcacciato di Grecia dal ngliuolo,& quefte habbino finto poich c^li era prima Signore del Cielo, & che Giouene Io {cacci , Se lo fece feendere al bado ; perche la Grecia
&
&
&
no
a riueririo
quelli
come Dio
&
arce
26
infingine d
eccettuati
li
quattro
fi
ftC
ehmemiVuo- R|
Girne
Giknone ,
diftwgono
De
gli
Antichi.
1J
&
vtiliflma-,
gi da principio in Italia
&
parlarono
alla Incido.
delquale dilTero
il
tempo
delle
fotto
il
buone
nome
arti
di
'
Oltre
Saturno
*
,
tempo , ma non gi al proposito noftro Et i Greci parimente Io chiamarono Crono , che viene dire tempo , & quello
.
che
lignifica
il
Dio j perche
le
ftito,
altra
nome
fu
mo (Irato
nella
imagine di quello
huomo
lmaP ne $&
turno
come che
cacciarli in gola,
li
fanciullini gli
'
,vr
il
mondo
cio
quando
Chaos
gli ele-
menti furono diltinti,& fu dato principio alla generatione delle cofe , cominciando alihora il Cielo ad aggirarfici intorno ,
dal mouimento delquale cominciarono parimente gli huomini di mifurare il tempo:
quindi fu,che le fauole apprefio dei
Greci difiero Saturno eflere fiato figliuolo di Vrano,che lignifica Cielo. Fu detto anco Saturno, Vitifatore,qua(i cultor delie viti,perche dicono , che eflendo pafiato nell'Italia, come s'
detto , 6r accettato da'Latini , ne hebbe della figlia di vno d'efli Enotria nominata , alcuni figliuoli , tra quali vien connumerato Giano a chi egli infegnil modo di piantar ,
coltiuar la vite,& di fare il vino; ilche hauendo efli operato, 6c guadagnatone per ci il nome di inuentori , auenne che vn gior-
&
&
no
2*
no
Imaglni de
Dei
&
fui tato
l*oraco
prima
Giano fuo figliuolo*
da che mofl i Romani gli edificarono vn tempio'fu'I
Monte
"* a r
Peio,& vi pofero Giano con quattro faccie dal numero
placar
per la morte di
-,
Hiftom quan
do cominri.
a ntichi porre su la
con la buccina alla bocca,
&
&
il
che quelle
meglio alla vec
chiezza di lui * ilquale haueua il capo nudo, perche in qne'pr
mi tempi, quando egli fu creduto gouernare tutto>& che cormanifefta a tutti,n6
reua la et dell*oro,la verit fu aperta4,
nafeofta , come fu dapoi fotto tante menzogne,& tanti ingaa
ni. Et per quello ancora gli antichi fcrificauano a Saturno
f lo copriuano in facrificando a gli altri
a capo icoperto
Dei. Moftra la falce in mano di Saturno, ehe*l tempo miete
e taglia tutte le cofe . Et quello, che ei fi mette alla bocca per
diuorarlo , che le cofe tutte nate in. tempo fono anco dal tempo diuorate,fopra di che finfcro gli antichi vna cos fatta fauola. Temendo Saturno di effere fcacciato di regno da vn fuo fi
gliuolo , come Fati gli haueuano predetto, comand ad Ope,
k^uale fu anco detta Rhea > fua moglie > che ogni volta*
che
nelle vefti,
moflrauano di
&
&
_
!
wm
..
'I
De gli Antichi
che
19
perche
non voleua
in
fi
alcun
fi-
figliuoli, pofcia
che
mala
gli
rigitt
haueua di-
&
&
&
&
&
nati
Ioiagifii
de
Dei
trifii effetti,
fignfica li
ta di Saturno
S;
De
gli
Antichi
31
&
xofa
intefa
&
po
ti
in fuori,che
tone^ Nettuno,ciofuoco,aria,
terra,
Fin-
&
il
la
di
bat-
ta fono tutte canute, & bench egli fia cos vecchio,pare nondimeno potere anco ritornare fanciullo Ilche fi pu dire e
fere il rinouamento,che fa il tempo di anno in anno & perci
il velo verde fopra la bianca chioma morir il principio dell'anno , quando nella primauera tutta la terra verdeggia , la.
jEfl>9[i&NP *
fi
fi
&
cosi
infieme
La .tardit
del paffo
fi
pu
riferire al
tardo riuol-
gimento,che fa la fperadi Sa.turno,iaquale delle fette de i Pianeti la maggiore, perche fopra a tutte le altre; Se per pi
.delle altre che in trenta anni, tarda a compire il fuo giro,Et perche da quello pianeta vengono trilli effetti , per lo pi >
Jo fecero vecchio, mcfto, fordido-,& col capo auolto, pigro,
lento per eiTer la natura fua fredda , fecca, e tutta maninconia, come fi pu vedere appreffo di chi fcriue di quelle cofe,..
:
Onde
il
medefimo Marnano
quando
nelle
nozze
di
Mercu-
$0
tfl>tarti(MQ.
Imaginl de
j*
9fc imgtie
di SaturnOiCheftgnifca
il
Dei
il
tal
t)egli Antichi.
3$
&
al
&
&
&
&
& ildifeorfo
'
la vita di
>
&
confideratione delle cofe del Cielo. Direi anchora, che Platone fpeflb lo metta per quella fuperna intelligenza ., laquale
&
vengo
&
Tintone
Imagini de
34
Imagine di Saturno
Dei
do
affrettando
di
efjer
fil
tar-
.'
De
gli
Antichi
$$
Saturno con
piedi legati
ni in quello
fretta
glie
dalla qu^'-
corrend^Cne v * a
ualL, dice > che
xf
sbrig in quel
Onde
Virgilio
modo
Onde
fatto cauallo
quando deferiue vn
la
moglie^
E fcuotendo
col
&
bel ca-
Ma
l'alte jpelonchc^f
Dei de gli antichi , che chi voglia difegnarne le Imagini , come faccio io per le lafcio n mi Tettando altro difegno da fare di Saturno , dir di Giano fuo comle fauole de'
pagno
rme
tauro
un "
Imagini de
l&
Dei
tutti
fa
Tcmpij
crifitjj
in
honor de Dei
i
icare quelli
rato, Se
come
tere ca*
me tAtti'i**
*
Dio
Se che ordinale
il
fu poi parimente
ritrouatore de
Onde egli
facrificauano
modo di
facri-
mai
gli antichi
Romani
qua!
,.
quuu
lmaglne di
Giano*
quando d luoco
,.
p^4
per Giano,
come
alla
fa
notte
Macrobio,
Chi dunque
lo dice
intenti,
hauere
la
jj ^ Q [ Q
guardia ^ e
le
ha bifogno
l'altra
vna chiaue j accioche per quella fi conofccfse che il Sogouerna , Se tempra il mondo , & per quella , che ei l'apre quando viene il d ad illuminarlo > Se lo. chiude quando?
partendo lafcia , che la notte l'adombri Ha u u anco dodici
altari fotto i piedi
che fignificauano. dodici colonie , che.
egli pofe , fecondo alcuni , che forze pi vero , i dodici meli dell'anno Da quello venne anco che Giano fu creSe
le
,,
Tortuno*
duto vn medefimo Nume con Portuno. , lqualc era {limato vn Dio guardiano , Se cuftede delle porte & perci ca*
:
De gli
s rnetteiiano gli antichi in
Antichi
37
mano ccilui vna chiane come
,
Nume de
C ardmi, o ganghe
ri, che vogliamo dirli, delle porte. Imperoche racconta Ouidio , che innamorato Giano di vna Ninfa delta Grane, tan-. Crane
to fece , he raccolfe gli amorofi frutti & in nccmpaifa le
d^n , che ella fofse fopra gangheri delle porte, & ne hauefse lo intero dominio , s che il apnfsero , ik. ferrafserf co
mepiacesfe lei . Et f don anco vna verga di fpino bianco detta la verga Gianale , con la quale cacciauanfi le Streghe da quelle cafe , oue erano i piccoli bambini in culla . Et
fu quella Ninfa chiamata dapoi la Dea Carna > ouero Car- Dea Cardi nea
dinea il cui potere oltre gangheri fi eflendeua anchora
le altre interiora deli'huomo .
fopra il cuore , il fegato ,
Et era coftume apprefso de' Romani di mangiar Calende
di Giugno in honore di quella Dea lardo di porco perche
penfafsero , che col fauore di lei giouaffe a conferuare l'huo
mo fano perche voleuano in quel modo rinouare la
memoria della parfimonia di que' buoni antichi , che fi OtildiOi
contentauano di iemplici viuande , come dice Ouidio .
A
coltei trouo bnej cheffattovn Tempio fu'l Monte Celio
in Roma da quel Bruto , che l fnie pazzo > fin che gli ven
ne la occafone di fcacciare l'empio R Tarquinio , come
che per lei gli fofse fuccefso felicemente il dissimulare quello , ch'egli haueua in cuore ; ma che ne ila flato fatto fmulacro "& quale eifoffe , nonhtrouato anchora. Per
Giano
E)a cui
venne vn'ultro
-,
&
ho raccontato
vno,habb
di che comporlo.
Heb
&
Imagni de
S*
SS
Dei
@ Ew SS-
De
Antichi.
gli
39
&
cie
di
Giano
giouane
il
tempo
Se quello
Facete d Gfa-
,
,
fgnif-
giore et
Romani
Se barbuta
Plinio ferme
Numa R
che
de'
Giano con le dita delle mani acconcie in modo , che moitrauano trecento fefTantacinque
acciochefi eonofcefle perci , che egli era il Dio dell'anno:
perche l'anno ha tanti d , quanti egli ne moftraua con le
mani
conciofla che gli antichi piegando le dita , ftendendole in diuerfimodi moftrafTero tutti i numeri , chevoleuano , come fi pu vedere apprefTo del Beato Beda , che ne fa
va libretto Et Suida parimente riferifee, die per moftra- Bedani
re Giano efTere il medefimo , che l'anno , gli pofero alcuni Suidtu *
fece
vna
ftatoa di
.,
mano
nella deftra
trecento
tempo
Se portinaio dell'anno
conoQuelli
anco lM.TuUQ*
Microbio*, penfarono , che Giano forf il mondo j Se perci
quando voleuano fare la fua imagine faceuano il ferpente >
che fi morde la coda , Se f la diuora ; perche il mondo di f
Iteffo fi nodrifee , Se va riuolgendofi tuttauia in f mede/imo , come il nafeimento delle cofe ci dimoftra , Se la loro
morte , Se il rinouarfi pur'anco poi le medefime . Delle due
facciedi Giano Plutarco dice , che moftrauano, ch'egli , Facete di Gito
di Fenicia
fofTe
Genio
del paefe
il
ouero
Tullio., Se lo riferifee
viuere rozzo
Se ferino in domeftico, Se
humana
Altri vogliono
che
le
"~
""
fichi
no
Tlutarco
Imagnidei Dei
Romani Antruorta
tieni
nit
dendo
lunarini f>lue
e/e
Dei *Ante
uort.)
Tofluor
ta>
e Pofluorta
>
compagne
quefta
il
delia
p.ifTtto
>
Diuiinren-
no & bifogno
al
Hanno anchora
detto alcuni
il
Chaos
&
che moltra
la bellezza
come Dio
cominciaaprendo
Vacete di Cct- quelli dell'intelletto conideriamo Vn poco la imagine di Giano nell'anima h^ con le due faccie nell'anima hiimana ben per pi breUemente s che fia pofsibile , ma in modo anco , che lo poffa in^Platonici
L'anima noflra , fecondo la opinione de*
tendere ogn'vno
Platonici , fubito che dalle mani di Dio vfeita ^ per certo
fuo naturale motiimento , a lui fi riuolge,quaf figliuola amo-*
reule- che pure defideri di riedere il padre * Et quello deto
Se
accendere fempre
ne
il
>
nafeimento, Se
Se naturale a lei
come
alla
principio fuo
Se perche
l,
il
fiamma di
donde Vie-
fuoco in ter-
&
Animabdu
lumi
&
I5e
magini
&
ielle quattro
gli
Antichi.
eserciti} di quelle
ti
jy3
li ejfet-
*->*
Ragiono
fej
*
^SSSSiSeSgSS 838*358^3
Imagini de
-41
s-do
-,
'altro
del quale
diuino
ella
fi
Dei
inalza al Cielo
con
la feorta
&
&
&
mojto bene ,,che chi la fece t toie Giano per l'anno ,ilquale-ha
faccie > perche quattro fono le ftagioni, che gli fanno
quattro
t
ratinare vifo,& a/petto ; Primauera, Eitate, Autunno,& Inuer
no | Lequali dipinfero parimente gli antichi con vifi,
habidifegna breuemente Ouidio , quando deferiwdiuerfijcomele
Quidio*
uqI feggio regale di Febo, dicendo che vi era x
&
Coronata di
fior la
Trimattera
l'inuemo agghiacciato
Sono anchora
quefto
modo
le
borrido
e triffo
alfe volte
,
Cerere per
per l'Autunno Bacco , e per l'Inuerno talhora Volfucina ardente , >c talhora i venti con Eolo
cano, che
quefti
fanno le tempefte,che nell'Inuerno fo-perche
R loro,
la Eftate
ft alla
ao pi
Furono anco
polli
t>e
Tempio
Antichi.
il
4*
di Giano
ferrato in
per
gli
&
Imagni de
44
Dei
Giano
5 per li quali erano intel i
dodici meli dell'anno; ouero i dodici fegni del Zodiaco trafcor
fi dal Sole in tutto l'anno. Et in Roma fu. vn tempio di cortili,.
fptto ipiedi di
dodici altari
&
W
m
Tatulcio
Torte
~i
Qlu-.
.,
,,
della,
guerra
&
>,
&
prire,l'altra ferrare*
Virgilio k
te della
guerra
Xi forte de-
t guerra
Co$l fur
% per
Tehgpn
Urne
che chiamate-}
gli antichi
religione
Qet fero
-.,
:.
,,
fona due
,,
per: ri]petto,
gi
[acre
,y.
e tremende
v
r.
''
3vn Confole
&
andaucb
aprendole fentire
il
graue
firidqrti
&
Quido*.
olferuato poi
rauanno fubito* JJche fu ordinato da Numai
Tempre con certa legge % comeferiue Plutarco* Ondefudet*
tohauere la pace ,,&. la guerra in fu& mano x come Quidio fa.
dire a lui medeiImo>quando gli domanda, la ragione delle fuefc
fefte perche il fuo tempio, aperto moltraua quella ,.& ferrato*
quella.
*"
hora, dichiamej
queiU.
"?
'
<|iie(ta
(clamente, che
Marco Tullio)
no
cauta
de i congiungimenti de
tioni
,.
,.
donde fiamo
che facciamo
pu mettere
>
de perci
fi
il
4J
gli afpetti,
inclinati
il
humane vengono
dal Cielo
mu-
fra le quali
fi
pace , oc
la
guerra
Tullio,
..
&
,,
'
&
*'
di ci erano,
anco*
fthiamati
G iani quelli
pompe de i
trionfi
Citt quattro faccie , alla fimilitudine del tempi,ch'ib disfi dalle quattro-
la
della fu-
SUt9Jlfa
namenti
trionfali*
Apollo
Imagini de
4<
Dei
-.^ii is^ljij
i
apo tiMrlu:
da loro pittima
tir d Gioite
miti
del
perwamcdef^of^jMefi
mondy& il loro potere effer congonto
jp*
$&
infieme^
De gli
Antichi
47
APOLLO. FEBO
IL SOLE.
E
RC H
E furono
^ e \ fa gH m *
tkhi-,
come ili"
come da
Poeti i
ce Ariiotele
mando Dei li
rie di quelle
Stelle,
,
uj
il
in osai luoco
& imulacri quzfi
a
altari,
....
che ben
,.
Ci
volta
a che
/-
..
gli Alsirij
fmula'cri quelli
modo , ma non
vedono ogni d : 8t
che leniamo gli occhi
fi
douea^fire de
veduti in altro
perche
le principali
mateEt
alcuni de
no
modo
in quefto
pi
,,
t-
li
Cielo
di
i-i-
Dei
gi al Sole
f e/l ftefl ci fi
al
non apprefTo
quali diceuano,
Luciano
Nondimeno Macrobio
riferifce,
che UW&fl^
,,
l0 *
dell' A-flria, ouefu creduto il Sole,& Gioche inoltra l'anima del mondo , effere vna mede/ima cofa,
era vn fmuLicro dorato fenza barba , ilquale ftando con il
mano vna
sferza in g ni fa di
il'fulmine , ,&: alcune fpiche,
auriga
&
le quali cofe
moitrauano
infeme giunto
il
"Sole
stri
il
Et perche pare
pi manifeitamente degli
fuoi
mo-
hanno vo-
luto alcuni
/blamente
t&t
-,
' -\'-.
Imagincki Dei
da quelli anchora, che erano d vn me
defima gente, come fi dir di alcuni,fecondo che verr in propolito b difegnando la Tua imagine. I Greci lo nomarono Apollo talhora che Vien detto da, a, particola priuauua, che l
pollo che vuol dire molti , eifendo ch'egli
gnifica fenza ,
talhora lo nominarono Febo , che tanto tra loro vuol
folo:
dire,quanto luce, & ulta, & cosi l'hanno dimandato anco i La
tini , non gli haendo dato altro nome nella lingua loro, che
Sole,come lo dimander io anchora. Quello Fecero gii antichi
onde volendo lAlciato ne'fuoi
giottne in vifo fenza barba
Emblemi porre la giouinezza,dipinfepollo,& Bacco, come
che a quefti due pi , che a gli altri fia tocco di flere gioant
femore, onde Tibullo dilTe,
-,
&
&
-,
XsiUat
Tibullo
the Bacco
folo
e Febo eternamente^
Giovani fono
K^imbi
&
di bella
hanno
il
chioma
Tiranno
capo ornalo
rifplen dentea
t>lonfw tri-
tanno*
quando dalla
&
il
-.
&
-,
toii
De gli Antichi.
_
534
della gouentu
o&
il fu*
ft
Imagtni de I T) et
5
jco. Velli di
diuerfi colon
&
con ghirlande di
belfiori in cai
JM[a cbe. foffe fatta
'da^Grecinon fapreldire: perche P'aufariia ferine, che neltern'pi dedicatole nel paefe di Corinto in certo bofeherro di cu
,
Dea Pomosa,
|>o,poco.4|Perente,4an
-prffi
^fcgti
Altri
ntfgrandi honori,
&
&
Im in mano
di
7*
f>iedi>
fi
apollo,
Tempio
i
.
ceppi quiui,
& gli ap
Haueua poi
Apollo-,
.fa -a
ciafeheduno di loro ,
la
perche que
lADollo taba
delle
tMufe *
'
da
tutti d legge
lui
&
, che nella noftra fignifieaiiano Meditatiojie,Memoria,&Canzone Ma Pierio 0*1 Macedonia, da cui heb
benome vn monte di quel paefe > ordin poi , come PaufamV
nella Grecaling.ua
&
* irae*
uole di
De
gli
Antichi
&
5*
&
Imagini
d'\Apoline,
&
arti) dinotanti
&
''"
Hagon,
lui
illuminar
&
&
JjK
-
Imaginidei Dei.
cia^c
Imagmi
delle
y'K
rirgliQ
molto
gli antichi
giouani di fac-
&
ra, fa
Corone delle
gtM r
t
Ut
*
&
mezo
&
deuono
',
giudicio nell'elegger
le
cofe
buone
de regittar le catiue
la
&
re,&
il
perfetto
te
De gli
te che cingeuano loro
u{c
per
le Pieride,
il
Antichi
5$
quelle
,10110
te irifieme,
la
danza in giro,
iume
dipingeuano
l'humano
ouero
che fla.ua loro nel mezo , Et dato il luoco di mezo ad Apoi
lo non folamente quiui, ma nell'vniuerfo anchora ,
perche
$gli diffonde per tutto la virt fiu i onde fu chiamato cuore
del Cielo ; &c per moftrare, ch'egli haueua porere quiui,
in
fuperiore
'
intelletto
> ft
"
'
&
&
terra anchora,
&
&
lo t
, chiamato Sole
Alcuni dicono , che fi chiama Apollo Dio d'Inferno , Se che
gli furono polle le faettein mano,perchefpeiTonuocono gran
demente a' mortali i troppo vehementi ardori del Sole, facendo peile,&: altre infermit j ma perche ci gioua poi anco il tern
ei
teneua
le
mano,come
flra: quali che afeiugando le humidit, che forgono dalla terra di continuo,egli renda l'aria purgata,& fana . Da che prefero occafione i Poeti di fingere,che Apollo hauefie vecifo cor
fuoi ftrali il gran ferpente Pithone,nato della terra fubito che Thhonc vecifurono celfatele acque del diluuio perche Pithone altro non fo da apollo,
vuol
:
Jmflgitii
Ifndgin d
de
& apollo
& ha U gratie in Mano che
Dio
cdno
dell' ndouinare,
il
ti che
!S
Dei
noi pemkncj
effer flato
fignif^
& la vt
iti-
De
lipuol dire, clic
putredine
Antichi
gli
,
la
55,
troppa humidita, fk fare.bjbe di grandinimi mali f non foCconfumata da i caldi raggi del Sole , che fono gli acuti ftra.La quale cola fu inoltrata parimente da chi a
Ji di Apollo
prin^tplo confecr ij L.upoa,que#o Dio.: perche co.meil.Lupo
rapifce, & diuora i greggi, cosi il Sole con fuoi raggi tira .a s ,
&: .confuma le numide efalationi della Terra, Etpercifu detSo anc'hora, che il S ole, la Luna , e tutte le altre .Stelle fi pafco-*
no,& no.drifcono delle humidit,che il mare, la terra manda
la
fe
Zm/>0 perche
</ato
spie, fi Stelle
&
loro,
m *ApQ
/<>,
di che fi nodr
te Filofofo,
di A*
'
natala le fece
Ouero perche
come era,
partor
A-
li
legge
&
ciascheduno dille cos bene le fue ragioni,che tettarono fofpeft i giudici,& fu /imefTa la co fa aldi feguente,nel quale di buon
mattino fu vifto vn Lupo afTalire vn groflb armento di buoi,
de i vacche,chepafceuano intorno alle mura,& che auucnta-
jofi al
ImagnideiDei
$6
to domestica
non haueua
fin'
alino-
&
al Toro
ra hauuta domefticchezza alctuia con gli Argiui
Gelanore, perche era ftato in quel paefe Tempre t perci fa:
llendo
il
jperiore,
Lupo amazzato
il
Toro
fu giudicato
doue
Danao
egli,
fu-
creden-
do, che Apollo hauefie mandato il Lupo, gli edific poi il tempio, ch'io dilli , Se chiamollo Liceo , cio Lupino , come ho
.
anco detto Et oltre alla ftatoa del Dio , che era nel Tempio *
fi vedeua vna gran bafe, nella quale erano fcolpiti il
Toro,& il Lupo, che pugnauano infieme , &c vna verginella ,
che getaua pietre contra il Toro,& diceuano , che era Diana .
Oltre al Lupo hebbe Apollo anco il coruo * Se Martiano dice
che fu per lo indouinare, di cui era creduto efiere egli il Dio,
conciona > cheil CorUo di fua natura indouina la pioggia , Se
la ferenit, Se a noi la predice con voce hora chiara,& ifpedita*
hora roca, Se interrotta, come fcrifife Virgilio , oue infegna di
conofeere quando habbi da mutarli il tempo Et fu creduto
.
di fuori vi
Corut di
follo
/f-
il
altre cofeafTai
8c predirle parj-
mente con diuerfe voci : onde gli antichi i'oflertiarono grandemente ne gli augurij Per maraiiiglia non , che fofle dato ad Apollo, di cui le fauole lo fecero anco miniftro *
ferui^ ore ' come racconta Ouidio * ilquale dice parimente , che Apollo fuggito con gli altri Dei in Egitto per afficurarfi dalle
mani di quel gran Tifone * che gli perfeguitaua tutti, fi mut
quiui in oruo. Con quello hanno poflo anco il Cigno per
.
&
Ouidio
&
Ckm d L^"
pollo
&
ha
De
$7
gli Antichi.'
Gatto d
K*d-
pollo.
Beotj
cantando publi
Et Ho mero fa, che lo Sparuiere gli fia paconfecraro,&:
rimente
lo chiama veloce nuncio di Apollo,qudo fcriue che Telemaco ritornato a cafa in Itaca vide vn Spar-> Sparuiere di
uiere in aria fquarciare vna Colomba onde egli prefe buono
i^dpollo.
augurio di douere liberare la cafa iua da gl'innamorati di fua
madre. Et in Egitto fdtt la imagine dello Sparuiere iiitendeuano fpeflo Onrii ei il; Sole, s perche di acuti Aimo vedere quello vcccli , s anco , perche nel volare velocilmo.
Et lo adorammo ali Egittij, come fcriue Diodoro, racconran- Diodor
-do delle beitie ,ene da quelli. rano come Pei guardate , oltre
alle altre cagioni. per quefta'anclpra , che gi ne' primi tempi
venendo vno^ Sparuiere ('hi fi. fepp d'onde ) port ih Thebe
Citt dello Egitto a i Sacerdoti vn libro, fcritt lettere rof-
fi
cala fua
vittoria;..
come , Se con
qual riuerenza
fi
doueuaado-
Dei . Da che nacque,che gli fcrittori delle facre cofe quiui portarono poi empre vn cappello rodo in capo con vna Capello roj]$
eia di Sparuiere Scriuendo Porfirio della attinenza de gli ancui dato .
tichi , dice , che di ftri buendq quelli di Egitto diuerfi animali Torfirio.
diuerfi Dei come loro propri j, diedero al Sole lo Sparuiere ,
lo Scarauaggio,il Montone,& il Crocodilo Et perci, come
riferifee Euiebio, i Theologi dello Egitto merteuano la indagine del Sole in vna naue,la quale faceuano portare da vn Cro- J^aue del Sfr
cedilo, volendo perla naue inoltrare il moto , che fi fa nello
/e_j,
humido allageneratione delle cofe, e per lo Crocodilo 'aqua
dolce, dalla quale il Sole lena ogni trilla qualit , Se la purga
con Tuoi temperati raggi Et Iamblico parlando de i mirtei ij lamblco
dello Egitto dice , che qiando pongono Dio su la naue , Se
al gouerno di quella , vo^licno intendere la prima caufa , che
gouerrare
58
&C- l^ake
531
&
da vn
Cocodrillo * cbeftgnifcA
&
>
Degli Antichi.
59
temone miioue
la natie
a fuo piacere
te -quando fa ,
che ella quiu vide Vha natie
,
dice
&
diuina luce , che per occulte vie Ci fparge nel mondo Dello
Scarafaggio fi legge appreilb di Eufebio, che quelli di Egitto Scarauaggh
lo riueriuano molto,credendo- limato affati
nefaceuano vn gran conto,
^'' "
loeflerela vera,&: viua imagine del Sole j perche gli Scrauag-
&
come ferine Eliano, & lo riferifee anco Suida > fono Sitano
mafehi, 8c non hanno femine fra loro . Onde era comanda- *#f
gi tutti,
m^
bifognaua haiere animo del tutto virile, Se non punto effeminato Riparano poi gli Scarauaggi la loro progenie in quello
modo Spargono il ieme nello fterco , -qual riuolgono pofei
co* piedi &c ne fanno pallottole , che vanno aggirando tutta*
tiia per ventiotto d , s che rfcaldate quanto fa loro di bifogno pigliano anma,& ne nafeono nuoui Scarauaggij& perci
fono limili al Sole , perche egli parimente fparge fopra la terra la virt feminale,& le fi volge intorno di continUo,& gira<lofi intorno al Cielo fa , che la Luna fi rinoua ogni mefe in
quanto tempo lo Scarauaggo rinuoua la fua prole Et perche
oltre a gli animali confecrarono anco gli Antichi arbori,
piante a gli Dei,fu dato il Lauro ad Apollo, c glie he facetia- Lauro alitino ghirlande, per la fauola, che fi racconta di Dafne da lui a- polio .
mutata in quello arbore , perche fu credute il Laumata,
ro hauere non so che di diurno in s, Se che per ci bruciandolo facci ftrepito moilrandolecofe a venire, delle quali faceua.
>
&
&
no
>
Ha
Itnagin?
<!e
Del
hedera fa fuoco
non
l'acciaio,&
perche
il
come
fi
il
con
che dunque il Lauro fu cos proprio di Apollo, ne furono poi Poeti lui tanto raccomandati, tk gli Imperadori parimente lo porrauano , forf parche dicono, che quefto
arbore non tocco mai dalla faeta del Cielo. Onde leggef di
Tiberio Impe- Tiberio Imperadorc,che ei fi cingeua il capo di Lauro Tempre
che vdiua tonare,per asficurarfi dal fulmine. Et Calende di
ratore.
Gennaio dauano i Romani nuoui magiftrati alcune foglie
di Lauro come che per quelle hauefsero da conferuarfi {ani
tutto l'anno , perche fu creduto il Lauro giouare afsai alla fa
nit,
della quale hebbe pur'ancocura Apollo, anzi k medicina
apollo padre
nacque
da lui, come vedremo nella imagine di E(culapio,con
della medicina
feia coronati
>
ciofia
chela temperie dell'aria conferuatrice de'corpi ImmaDel qual fi legge, che innanzi all'vfo del
dpoilocon
jmttro orecchici.
altre tante
mani,& dicono
vna volta
in quella
forf,
&
&
|he imposfibile
fia
fuor di modo
difficile fare
cofa
eoa
che
De
61
-v~j
prudenza,
SD
afcoltare
fica
gli Antichi
fS^Ji^r
debbia.
aflai,
il
cio
Imagini de
6l
non vggia
Jmagne del
il
Dei
la
che
il
/irriti-
&
me fcriue Herodoto,
diceuano perci , che quella era il vero fimulacro del Sole fatto diurnamente , non per arte humana Ne da quella doueui
efiere difimiledi forma , non so di colore ( perche Paufania
.
tAlejJandro
T^apolitano
Lattantio
&
ho
capo di Lione,& era veftita alla Perfiana co certo ornamento, che portauano in tefi:a le donne di Perfia, 6c teneua.
con ambe le mani a forza vii bile, o vacca ehefofie per le corna . Mo lira il capo del Lione , che il Sole ha maggiore forzi
nel fegno del Lione che in alcuno de gli altri del Zodiaco ;
ouer',ehtle- fra le ftelle il Sale, qUal' il Lione tra le fere *
Ei ita hell'ahtr , quando gli Ci mette dinanzi Ja Luna, s che
non vifto da noi al tempo della EccIiiTe * Et per le ragioni
che fi diranno poi nella Tua imagine > finta l Luna in-forma di Vacca , la quale il Sole laringe nelle crna,perche fpe fio
l sforza , cfiringendola a. ci anco la legge
le leua il lume,
della natura * fegui tarlo < Alcuni vogliono che quefto moftralTe pi tolto certo mifterio di quelle genti della Perfia, per
the rlon p teua alcuno efiere ammefib alle cofe facre di quel
Dio loro, f prima in certa fpelonca non daua manifefta prona della fortezza fua , de della fua patienZa * In Pietra Citt
dell'Achaia,come fcriue Paufania, fu Apollo di metallo tutto
nudo, f non che haueua i piedi veftiti , 6c ne teneua vno fu'I
telchio di vn bue il che dicono era , perche piacquero i buoi
ad Apollo, come canta Alceo in certo ninno , che fa Mercuad
omero an&: prima di lui lo difie
rio, il quale glieli rub
cora , mettendo che per certo premio Apollo guardane gli
ftatoa
il
',
&
"Bvoi cari
X^d pollo
Uomer,
Annienti di Laomedonte
>
da Nettuno
^flH
De
gli
Antichi
&
&
&
&
Imagmi de
Del
Quando
tu,-
Guardaui a
la
Febo
tale
fofle
guija di paHore
campagna
yagbi armenti
Taufani*
fcacciato'i Barbari,
la terra,
Se
Plutarco icriuendo, che Thefeo fece mettere il bue sii gli deBue perla ed nari del iu.tempo,ne rende alcuneragioni,frle quali quefta, che egli volle in quel modo ricordare a* fuoipopoli,&c eccitarli coltiuare l -terra . In Egitto adorarono vn bue in vecedi Ofiri, per cui intefero il Sole,perfuadcndon,che-ei folle apparfo loro in tale frma , dapoi che Tifone fuo fratello l'hebbe vecifo, inuidiofo de gli lionri , che gii faceuano quelli genti, adorandolo come Dio per le belle, e gin ueuoli arti.., che haC<fpi
ueua molliate lro ; 3c lo chiamarono Api , che vuole apunto
dire bue in lingua loro . Ma alcuni hanno detto, che fu adorato ii bue da gli; Egittij , perche Ofiri cos ordin con Ifide*
fua moglie , parendogli che quella beftk lo meritafTe per l'vtile grande > che ne anno i mortali alla coltiuatione della terra . N fi contentuano della effigie /olamente* ma voleuano
che la beilia foiTe vi a,alla quale non da uano per vita, f non
per alcuni pchi anni,&: pa fifa ti quelli la fommergeuano incer*
to loco, s che vi moriua. n Di c-hefaeeua il popolo poi vn corrotto il maggiore del mondo , piangendo ,
Itracciandci le
vefti, Se capelli; ne fi terteua'gmititia,frta che ne folle trouata vn'alrra, perche tuttn buoi, o vitelli (che vitello lo chiama.
Herodoto *
Herodoto ) non erano buoni per effereil Dio Api , ma brfognaua
, che quello folfe nato i vacca , la quale non hauclTe
Bue folennc-j
pi fatto , &c la fingcuano elTeri impregnata di certo fplendore, che le fo fie venuto fopra ; che eLfoile tutto negro , hauelfe
vna macchia bianca,& quadra in fronte,
s'l dofifo certo f*
-
&
&
gno
De eli Antichi.
turit
ali
>
fignifica
perche con
herbe
Sole
il
fuo
piante ,
il
mo-
& al
& j(?o
6tf
ftnagini de
gno di Aquila
Ti
hauefTe su
la
lingua
&
&
&
&
&
&
&
Citt
fi
Et cos fu
finita la f
6?
V arroto.
Santo Agoftino,che Api fu vn R de gli Argiui; il quale and
in Egitto,& fu cos caro a quelle genti , che dop morte l'adorarono, Se lo tennero per fuo Dio principale,chiamandolo Se
rapi , per innanzi , che glifaceiTero tempio alcuno, l'adorarono nell'arca, ouero fepoltura,ouelo pofero fubito,chefu morto, laquale da loro detta Soro,onde mettendo quelle due voci iniieme, l'vna dell'arca , l'altra del morto , fu fatto il nome
Sorapj,che mutata poi la prima lettera fu detto Serapi. Et Api
folamente fudettoilbue,percheeraviuo,& adorato fenz'arca,
fuori della fepoltura . Et hebbero gli Egitti) in tanta venera tionc coftui, che non voleuano , che Ci fapeiTe,ch'ei foffe flaOnde in
to riuomo , Se era pena la vita a chi MiaueiTe detto
tutti i fuoi tempij era il simulacro di Arpocrate , per auertire
le pcrfone,che taceflero,n ofafTero dire, che Api, Serapi foffe vaqua ftato huomo . Oltre al bue adorarono anco in Egitto il Becco,comc fi legge appretto di Giofeffo, oue fcriue con- Giofeffb,
tra Appione,& quella beilia, cheefll chiamauano Cinocefalo,
della quale fi dir nella imagine di Mercurio , Se il Crocodilo
anco,al quale fu quafi fatto vn limile fcherzo,che fece Cambif al bue Api, da Cleomene vno de i principali Capitani di A- ClcomcntLj
ita,
riFcrifce
'
&
lelfandro
Magno
E-
&
fo,chc
&
&
Pallore
Imagi de i Dei
&
le
<TJ
te, hanno
nota
il
&
Cf^
\A
he da
gli
il
mare
ti
(Ira le
Ccncioila che appreflo di cotloro erano certi prati, nelli quali fi trouaunno quafi fempre carni arroitite di ogni forte di animali,& vi andaua ogni vno a mangiarne a fuo piacerccredeii-
do
'(
bench
come
fcriue
Herodoto , ve
portafT^ro
le
'
;
;
magi-
& fccrctezza grande) the foiTero prodotte quiui dalla terra cos arrollite, & forf
flrati del
j<lj
jj ero doto
per virt del Sole , perche quel luoco era dimandato la mcnla del Sole , molto celebrata dagli antichi . Donde nacque il Menfa del SQ~
prouerbio , che fono dimandate menfe del Sole quelle cafe de i
/e_j
potenti, oue i poueri ponno andare a mangiare a loi
ricchi,
&
Oltre di ci inoltrano
A Ari j
il potere , che
che
egli
vif, , con va
4i il
iimulcro di Apollo , che haueua la barba lunga , 8c aguzzai Simulacro
con certa cofa lu'l capo limile ad vna celta Et fcriue Lucia.;, apollo.
no , che alcuni de gli Aflrij folamente fecero Apollo con la Luciano,
riprendeuano gli altri , che lofaceuano fenza , quafi
barba,
che l'elfere tanto gioitine, motri qualche itnperfettione,la quar
le nondeue elTere nelle flatoe dei Dei ; Se perci. bifogna farle
xo piacere
Sole in quello
mondo, &
gli
gli effetti,
di
&
in
al
&
..
4ellccofe,
le
Il
& fomenta.
'
..
Itnagint de
7^
Jmagini
fi
da
di
loro
Mad,
per
il
Del
Sole
la
& da raggi
fol ari
rht
del Sole
>
Degli Antichi.
71
che moikauano
mede/nji
Macrebio ,cojtv
chiamauano Adad %
xui faceuano
eflere foggetta la
eil
Dea Adargate
quefti
t/f</d
due riattati
jdiceuano.quelle genti,che vbbidiuano .tutte le cofc,& per quello intendeuano iljSole, Ja terra per quella
s
Adad haueua i
Onde
raggicene ^uardauano in gi
il
fimulacro
perche il Sole
iparge ixaggi Copra Ia.rerra ,/k quello di Adargate mandaua.i
iuoi all'ins, moftranda, che ci , che nafee in terra , vi nafee
acciochc meglio s'intendeffe la
,per virt de'fqperni lumi ,
.terra per quella Dea,le pofero fotto i Lioni,perche rtnfero quel
di
>
&
, che la madre de i Dei creduta da loro. edere la termenata da'Lioni,comei vedr poi jiella Tua imaginc
L'altre due donne,che a.quella di mezoiono a laro, jnoftran
la materia,onde ibno fatte le cofe ,&ia .natura che le fa; *
quali pare*che infieme feruano alla .tctxa. icendo XjLn<-oj>cr ornamento fuo II (erpensc, che le annoda ci d ad intendere la.
torta via che fa il Sole. Le Aquile perche velociffimamente volano , de in alto , lignificano L'altezza , .& la velocita del
Fu poi aggiunto alle (palle il panno con il capo di Me^
Sole
dufa, chee infegnajjropria diMinerua,perche(comedice.Porr
iAi Frigia
ra, fofTe
r<
&h
da
&
se*
Tmagfnidei Dei
*ji
te
ma per diuerfii
pu vedere
SoIe,& vna
ragione per
come
ft
che h*ueua
il
capelli
>
che voleua
ra alcuni ,che
la
mede/ma
il
quando
crefeeredi quella,
le radici.
Vogliono anco*
ella
come che
ia tagliato
li
quali
ta ritorna a crelcere
Jacri del Sole
6c
&
chiaro,e lucido,
quello chiamauano celcperche il Sole detto ftarein Cielo quanfegni del Zodiaco , che fanno il tempo della
Tte,qiiello infernale:
do
va per
gli lei
Eft,& fono chiamati fuperiori 8c lo dicono fcehdere in Inferno, quando comincia a caminareper gli altri Cei delMnuerno, detti inferiori ) 8c le penne che dauano a quelli finiliacti
erano per inoltrare la Velocit dei Sole j che Macrobio cos
-,
t-Jl-fattobi
l'efpone
Serapi
-,
mojche portaua
Suda
&
De g!
Antichi.
7J
363
re,& il
mai
deuiare.
fi*
&\
*VV
ImagnJ de
74
caua
tempo
il
u, che
il
pre
Et
il
Dei
&
fatti,
in.
il
na venkia a faiurare
il
Et in Thebc Cit,
parimente dell' Egitto* nel tempio pure di coftui ( come fcrifofeo , come
n *) ^u vna Hatoa di certo marto duro ,
il ferro, che fu creduta Mennone \ la quale ogni mattina tocca da' raggi del Sole, al fuo primo apparire faceua certo ilridore,
lieue mormorio, come volerle parlare A me pare che
t
ue
Plnia
&
&
Martiano meglio di
Capo di Voieano .
Rif di Gioue
Morte di
Sa-*
neue
..
Il
quarto
di lucido vetro,
{ifodi Goue*
turno*
fi
la terra,
Il
il
,
fuo
nome
di brina,
era
& di
& teneua in
Da
quelli
&
morte
Degli Antichi.
ti
vaftoue Hanno la
po
di
& produttore
tempi*
vita & morte* & de quattro
variet de beni & mali nominati caGioue,mor
Saturno, & poppa
aviatore
& de tutte
fui canonifo di
di Giunone,
di tutti
le cofe
da quali prouene
te di
il
tutto
li
Imagni de
7^
<
Dei
&
'
&
&
'
&
'
&
di quefto
Taufania
&
vn
ferpente
&
ceua
vn cane*
Di
tutto
,
tfr
Imagine
di Efculapo
t'officio del
Dio della
CMedkina
fstnit
li
animali
Medicina^
gata apportatrice di
w^S s
con
l'aria
&
pur-
Imagini de
78
TefloTopeO
Dei
cane
Se
il
.
E vi aggiunge elfo Fello ( che non nel 1da Paufania) che gli fecero gli antichi ghirlande di lauro , perche gioua quello arbore a molte infermit*
Fu fatto Efculapio per lo pi con barba lunga, come, morir
quello , ch'io difl di Dioniiio nel principio di quella: imaginie; ma trouai fenza anco alle volte, come lo mette Pietro Appiano nel libro delle anticaglie da lui raccolte ,
ha indofb
certa velie in foggia di camifeia con vn'altra veilicciuola di
f<j>pra fuccinta , nella quale tenendone il lembo con la inirlra
n|ano pare hauere certi frutti} &con la delira tiene due Galli,
perche il Gallo era confecrato a lui , per la vigilanza > che ha
da elfere nel buon medico onde anco gli lo facrificauano gli
antichi
Et per quello Socrate apprelTo di Platone, quando
per morire, lafcia nel fuo tellamento vn Gallo ad Efculapio ,
volendo in quel modo moilrare il Cangio Filofofo , che rem
d^ua alla diuina bont curatrice di tutti i mali ( intefa per Efcrilapio ) Se perci figlia della diuina prouidenza ( inoltrata
per Apollo dalla quale l'haueua pur anco hauuta) la luce del
d? , della quale il Gallo nuncio , cio il lume della prefente
vita * Et i Phliasij ancora nel paefe di Corinto l'hebbero fenza barba:
apprefFodei Sicionij parimente era tale,come feri
Ue pur'aneo Paufania,fatto tutto d*orc, Se di auorio, che teneu nella delira mano vno fcettro>& nell'altra vna Pigna , che
il frutto del Pino . Et diceuano quelle genti di hauerlo haUuto.in quella guifa che lo port loro da Epidauro lopra vn
carro tirato da due muli vna donna detta Nicagora, non per
fatto come era la fua llatoa , ma mutato in Serpente , come
l'hebbero i Romani anchora , quando per rimediare ad vna
graue pestilenza (fecondo che riferifee Valerio Mafinio)man~.
della medicina
rriulacro pollo
&
.',
Callo di Efitt'
kpi
,,
&
Serpente di
Efculapio
ra del
tempio,
ne and
Nume di
tre d
per la
Efculapio
la
citt piacere
quale vfei-
con grande,
&
De
Antichi.
Q%
fc&
gli
SBifi
*3jft
_^
Imagine di Efculapio Dio della medicina con li galli vcel// lui [aerati , fignificanti la vigilane necejfaria alti
$*
Medici,
<2j>
vita
fjf*
^g
'
ImaginideiDei
&
8o
&
me
rito,che portarono
.
Romani
infe-
Filofrato.
Jzim
il
'
leggere
%^
imprefa, voltatof
-
alla
buoniil ma guardia
cocon
lo vfeire
mai
fin
&
il
&
vna bifeia, la quale hauendo egli vecifo col baffone , cui flauaappoggiato, indi a poco, ne vide vn'altra venire , che concerherbacheportaua in bocca , hauendo toccatala tefla delmorta, la ritorn fubito viua Efculapio , che quello vide
pigli fubito queli'herba , Se fattone il medefmo intorno al
corpo morto di Glauco,ntornlui in vita, & se in libert. Et.
per quello volle , che'l ferpente foffe dapoi fempre auolto al
ta
la
barione
Serpenti fami
liari
lapio
flatoe,
ad Efcu- foffe
...
iono
,
i
ad Efculapio
t)e
gli
biaceuoli a gli
huomini ,
ma
8f
Antichi.
8c
&
come recita
Paufania.
Il
&
a Trofonio
^ntrodiTrOm
fottio
&
tro
&
JL
ichiac-
8z
Imaginidei Dei
&
> dapoi
ne ftaua quiui
perche era andato m-
&
&
to,che
non
fi
gio, che
fi
dimandaua
la fede della
Ma gli Sa-
lo riraetteiiano in
memria ,
vnfeg-
lo a quei Sacerdoti
&
&
&
Segno d fallita.
Jmagine
della
SaluttLj
&
dare
a'
De gli Antichi.
Imagine
*fel
X^
&|
$9 lignificante dalla
&
&
&4
Imagini de
vincitore,
torno
il
al
come fu poi,di
fegno
Dei
quella guerra.
Le
,le
medefimo,dicendo
le
lettere che
fono in-
Greche lignificano
me dice Paufania
oncia /tatoa
..
tara,
& polla Jk
'4*&
;
De
citt
fecero
gif
Antichi
9$
facrificare
Sole*
come fecero j
e cefs
pcftcSc perci mandarono poi ad offerire il Capro di metalL'altra fu d vno Alino per quella cagione,AC uerreggialo
tifino offerto
nano infieme gli. Ambraciot * Se. i Scionif tutti popoli della, ad 4 pollo
Grecia , Se hauendo quefti fatto vna imboicafa atjuelli , che
erano per vfeire della terra vna notte auenne^chevn* Afino
la
.-
guitare ragghiando
aiTai,che
il
pi forte del
il
Sca,
cominci
mondo 8$ caminndo
foniaro
il
che
il
m e che
fe-
pi
me
Ambraciot
fi
die-
mppero,& ratto dapoLvrtbellO' Afino di metallo lo mandarono ad offerire in. Delfo nel tempio di Apollo ,
per memoria del. beneficio >che pareua lbrohauere hauuto da
addolTo,&
gli
Se perche
voleuano pur*anco riconofeere quelRiferifce parimente AleiTandro Napolitano , che fu gi fatta a Napoli vna ftatoa di Apollo, lacuale oltre altre inlegne ,
ornamenti , che a quello Dio
il danno communemente , haueua vna colomba sii la fpalla ,
vi iUua vaa donna dammi, che la guardaua,& pareua adoquella beftia
la vittoria
da quel Dio
&
&
rarj*
sicionty jtffa
b ra(:jQtf,
ImaglniefeJIDei
>j>
cj
&
&
la velocit del
motofuo y
&
& fuo corpo
.
87
ne
campi Napolitani
Greci, pafTaredi
uano augurio
>
come
vno
e non-ne
i
dimandanano
alli
Dei
con/iglio
non nepiglia-
-,
men rione
tina,
rono poiti al fuo carro, quale Ouidio dice , che era tutto d'oro
ic non che i raggi delle ruote erano di argento, & che vi erano
con belIiHi rao ordine affi fli per tutto Crifoliti,& altre lucidhlime gemme, Je quai tocche dal lume di Febo xendeuano mirabile fplendore . Tutto quello , che Ouidio mette nel carro
li Febo, & altro dipi anchora pofe Martiano intoruo al corp ftelTo di lui,quando cos nefa ritratto Ha Febo vna Co-
Cam d fetta.
|uona in capo di dodici lucidifSme gemme , delle quali tre gli Corona d$&tanto riplendono,che abbagliano quaadorn ano la ftonte ,
fo #
Junque drizzi gli occhi verfo lui;&: fono quelle, Lichine, A Urite , e Cejrauno ; fei gliene danno da ambi i lati delle tempie 9
(tre per lato , che fono Smeraldo ^ Scythi, Dialpio , Giacinto ,
Dendrite, &c Helitropia , lequali certi tempi cosi dipingono
"a terra con fuoi colori,che tuttala fanno verdeggiare; & ere*
ed che la Primauera,e l'Autunno glie le habbino date , perda jei ritornando a fuoi tempi, f ne ferua . L'altre tre, chiama-
&
si
Itnsgin? de
Del
&
&
nella Luna,
che la luna nel fegno d'ariete*
humidiffima effendo conginta ton il Sole>che tutto illu-
lejlt 9
mina ,c^ da
vittLs,
&g3S33@33g33
Ce gli
te
Hydatide
>
Diamante,
Antichi.
e Crirtilo
|i
ma
La chio-
&
.Ma
&
me
la
interpreta
il
anchora , che difegna Claudiano nella verte di Proierpina, ouc era difegna ta anco la Luna fua forella, la imagine
ritratto
Iella
dunque Claudiano
dop quefta
il
Sole
Claudianol
e la forella
Gi di fembianti
ma non
conformi
piccioli
.,.,.
'
culla,
bambini lufwgando
&
Titan
Et
lem
al
/*
"
Cos dice
b no ftr a lingua.
guui ad vn parto
appoggia
>
foHiene
che di forT^j
........
Deboli*
...k
SO
Imagini de
Deboli
Epoco frmo
Dei
il
camino
emalficuro tenta .
Tale era finto il Sol ne gli anni primi ,
Sbando de* raggi le fiammelle anchora
l{on terna
CMa
al capo
e la corona ardente-
&
CU
Lafua
forella
da
poppa molle-
il
latte
E de l'almo
liquor
K^i Thetide
pietofa afeiuga
Si leuan gonfie
da
fugge.
lei le
il
pett9
tempie alquanto
na
&
&
&
&
'U
De
gli
St
Antichi
rifatta l dotto
&
il
Hudiart
>
&
&
la gloria the ne
n'rlao/tf
dei
I magin i
9%
3DeI
:tni
Taufama*
'
mia, ne fu
vna
dice per
che ne
lo*,
di terra in Attiene
diflfero
Poeti
mani colorite
le
Caualo
dell'
& la ve-
con
Et Ouidio , che apre
le,ro(Tegian ti porte piene tutte di bellifsime rofe , quando Fbo vuole vfeire dall'Oriente Alcuni oltre di ci le mettono
in mano vna accefa facella,&: fanno ch'ella habbia vn Carro ti
rato dalcauallo Pegafo , chehaueua l'ali j &c dicono ,che ella
l'impetr da Gioue , poi che ne fu caduto gi Bellejofonte
La qualcofa ci d forf ad intendere, che quella horadel matfte
..
commoda,
pi
&
tino
<
fia la
tutte l'altre,
cabaliino
Marner
fplendenti
*
rora
al
Mufe
Nondintno
Ho-
ma. due altri caualli le d, ambi heidi eriFingono ancora alcuni, che venga l'Au-
do per l'aria
colorita
fparjen-
oc vermiglie
Et
in
fomma la
deferi-
6c
rolfo,che fpar-
gono per
l'aria
primi raggi
,del Sole.
DIANA
&
fu anco tenuta
la
&
cajta
Jjg
ut
Itnaglni de
94
Del
A N Ai
Comandarono
Diana
gli antichi
la
Dea
dell*
uaFouente nele caccie, fuggendola conuerfatione de gli hnomini > per meglio guardare
la virginit .^
Imazlne di
Diana .
Claudiano
Ninfa
Et perci fu
mano
>
fatta in hatJit di
& con
la Faretra pe-
<**
Menfera
affai
piana era
.<- ->
'
*Paren di Fiho
Sol chi
foffe
-'.t
pai leggiadra
e bella
occhi* e le
lei gli
guami&J
fojplendoreftfeffo
trfi^ertohaUreme^j
hV
>
#<*j[i te le jpalle
Schermando fc n.giano
aJen$;
capei fciolti
la
fotti
r
<
Compagne di
Diana
deferitte
da Claudiano
in quefta guifa
la^
fi
conofctLj*
feto
De
S
elle
pan
gli
Antichi
P5
vagbcj
chiome^
Verginelle ardite
cbevan
>
il
eorno
ta a quefta
Se era
il
facrificio ia
punto , quando Diana moda a piet della giouane , la fece fubito fparire rimettendo vna cerua ih fuo luogo > con la quale
fecero i Greci l'ordinato facrificio,&: placarono la Dea. Et Ifigenia portata nella Taunca regione fu fatta quiu Sacerdote^fa di Diana, oue erano fcrificati i foreftieri,& maflmamente
Greci, che vicapitauano,dando loro di vna feure fu'l capo dop fatti alcuni preghi. Se il corpo era gittate da vn'alta rupe >
oue fu il tempio della Dea in mare , Se il capo reftaua quiui attaccato ad vn palo . Hauendo dunque Ifigenia la cura di queflo trifto fcrificio
era andato
m Coleo
fratello
& fu riconofeiuto da
come
gli altri
ma
lei,
il
quale
ammaz-
ne volle per
perche
la
gente
fc
ella
luu
Sacrifici} di
s%
gue hununOi
&$
fmagini de
Dei
&
uam
l'altare della
Dea
batteuano in modo,che i
gli
miferelli-
fparge-
te
i
contendeuano infieme, chi di loro foftenefle pi virilmeUjIn quefto- mezzo la SacerdotefTa andaua
te le agre battiture
Dea
Paufania
che
hauuro pi
dato
,.
Se fcriu$
l'officio di battere
rispetto allVrio
che
all'
giouv
,
altro
che ella
fi
nondimeno alcuni de
dilettaffe di
guehumano , come
Taufamaf
vedere fpargere su
fu fatto,fecondo che
il
fan-
medefimo Paufania, ancho in Patra Citt dell'Achaia , facrificandole ogni anno vn giouinetto , Se vna verginella,! pi beldella Citt per placare l'ira fua conceputa perla poca riuerenza hauutaleda vna fua Sacerdote/fa, la quale amorofamente flette pi volte con vn gioune fuo innamorato nel tempio
li
ftefTo della Dea , onde di l a poco morirono ambidue miferamente, Se ne feguit vna careftia, Se vna peftilcnza grandif.
fimaalla Citt , alla quale fu rimediato con il crudele facrif-
cio
ch'io difl
Ma
forf,
che
la
ci)
do
la fua crudelt,
molti
altri
Dei
come
alli
fi
mofatto
humane^
De
30
4r>cv
wa in
ce de
in
Antichi
&
97
&
zp.giorni,
do tolta per
gli
&
la
Z&
3^S
N
(j&
$8
Imaglnl de
humane
affai
Dei
__
erano grate, quando in luogo di Ifigenia rimette la cerua,dortde vogliono alcuni , che folTe introdotto di facrifixare la Cerua Diana^chef ofTeruato anco poi da* Romania certi tempi , de erano per ci appefe le corna de i Cerui in tutti i tempi;
di Diana
Fedi lluie,
quella,
..
&
Mimo
da
d'etto
gli indouini,
Dea
il
bue,& ne appic
Romano
fa-
la.
r
Simulacro
di
Duma ^
Paufnia ( one fceuano flenniffi mo fiucrifici a Dina,ilcui fimulcro era d'oro>:& diauori infera
ma di cacciatrice ) il' d innanzi Y che (i facrificafie andua im
lifrifee il medfi
volta
mo
ma pompa,
bellifll*-
a.
tutti era la
Be gli Anticfii.
Scende la Dea
Da
[che de la caccia
Et
dicefi
'jjjf
ha cura
il
tMare*
hore in circa
.
-,
luna
ifia
&
tirato
da Oualli,quando dice:
Za Luname^o il Cielo
CauaUi
roj]eggiajJ<Lj
Soccacio
Mulo
delia
al carr
Luna *
-,
&
W.
Ciouenchijcome Claudiano,quando
Tdufania
"prudentG*
Gouenchia
carro della
cercare
cercare
ti
Imagini de
la
perduta
figlia
Dei
piniidicendo:
nuggiorcj
Di quel
In
quatti'
Paolino
delirier fuolt
fhoi Giouenchi
bicorne Luna
Et Aufonio Gallo
*AiifinioGall.o.
feceil
diiTe i
Gi fea veder
la
Luna
Bei Guuenchi.
,.
8c pi commodi a coltiuare il
chenonponno poi pi generare. Oueramenfu dato quefto animale aliar Luna , per la fimiglianza ,.ehe
tori
per
pi mansueti
farli
>..
terreno, donde
te
:.
eonciofia
come ho
che
al
fimulacro di quella,che
due piccole cor-
detto, mettetiano
.
Et in Egitto era confecrato alla Luna quel
bue , che qui ai haueuano in. tanta riuerenza , ii quale bilognaua,che hauefTe vna macchia bianca nel deliro fianco, & le corna picciole, come fono quelle della Lima , quando comincia
a crefeere , fecondo che fi legge appreflb di Plinio . Et glie ne;
facrificauano vno anchora di (ci mefi , dicono alcuni , il fettim0 <^' ^ alcuni altri j1 decimo dap il parto, che era quando
con ^ e ^ oro Gcr ^ m nie metteuano il nome a' figliuoli nati . Et.
nette in capo
hma aiutali
partoriremo
faceuano gli antichi quello allhora alla Luna forf ringratiandola* quafi che per lei il maturo parto fofTe venuto in luce ,
perche dicono ,chc la Luna per eflere pianeta h umido afFreu
tail
Tolte
figliuoli
fu o influflo,
nelfettimo mefe
che
onde ne nafeono
alle
quafi fempre
no allhora
&
parto pi facile
la
chia^
Qfc
*y&
e -
Luna
ejjendo la
facilitante la
preHc^a
&
la
atto
&
Imagini<Jeiftei
io
&
&
-,
ragioner di loro.
Simulacri d
lucinn
donde veniffe quella Dea Lucina, dichamo de'fuo fimulacri > n quah erano tenuti fempre tutti coperti dagli Atheniefi
per folamente, come fcriue Paufania Onde appreso di cofioro la flatoa di Lucina poteua cos efTere
di
yn pezzo
di legno
co me formato
in.
don-
vii
Se
piedi erano di
marmo ,
Ff/ifo
De gli Antichi
Tmagnedi Diana
pardanela
io*
Itttagtni
104-
dei.Dei
&
Facelaiti
aperta. L'altri!
defimo con quella mano di Lucina diltefa ,
ma' por'tua Vna facella ardente, la quale moflraua , ouero che Io
.
no di Diana
donne al
le
flringoho
appiglia
-,
ouero
nascenti fanciul-
li,
;
Diana
M. TUUb
&
quella foggia; era lto,& grande, convelle, che lo copria tutto fin gi a piedi, giouanedi faccia , &: di virginale
afpetto , che nella delira mano portaua vna facella ardente , e
cilia,in
&
lucendo di notte fa
era chiamata
qumi Diana
luca
no
di Corinto.
Et hebbe
hebbe
iii'l
altri djuerfi
6c ducey
sxome
&
perci
in
Roma
poi
Cipfello Tran
la
feorta
'
'
.,
no Scolpite,
d'oro
,sfk di
auono
&
che fra quelle vi era Diana con leali a gli homeri,la qualepor
vn Lione con la finiftra f
geua conia delira mano vn Pardo,
de che non sa renderne alcuna ragione : onde io non mi vergogner di dire il medefimo , non hauendo trouato fin qui
chi ne habbi fcritto . Lafcio dunque , che la interpreti ogni >
vengo a dire,che Virgilio ha pollo trefac j
vno a modo fuo,
Diana tnfor* CJ e a u a Vergine Diana,
che ella fu perci chiamata Triform<L
Trigemina,
e Triuia : n Diana folament> ma Hecatc
me,
?\
Quidio
ancora fu cos detta , onde Ouidio fertile .
&
&
&
Vedi
De
Vedi
>
gli
Antichi.
joj
Tre vie
Bench fodero poi tutte vna medefima co fa , Se i nomi Gaiamente erano diuerfi , per inoltrare con quelli, come tante
volte ho gi detto le diuerfe potenze, Se qualit diuerfe , che
dauano gli antichi a* fuo Day Se i varij effetti, che da quelli
erano creduti venire . Et perci diflfero le fauole , che Hecate Hecatdj
nata di Gioue hebbe da lui autorit , e potere (opra tutti gli
clementi,& che fu cos nomata, perche appreifo de' Greci vna
limile voce viene a dire cento , che appo loro {perle volte tolto per numero infinito , come eh' ellafofTe di poffanza infini-
no gouernati
gli
-,
-,
-,
&
it>#
adorammo
Imagini de
Di
le
ma in tanto , che appreflauano il facrifcio, ne venne vna di mezo il mare tutta negra , come haucua da eflere, la."
quale nuotando per di fotto le naui di Mitridate pafs nella
Citt,& andatali a porre dinanzi all'altare della Dea,fu facrifcata daquelpopolo,cheprefepcr ci buona fperanza di douer*
elfere liberato dall' aflfedio , come fuj perche non molto dapoi
Mitridate per molti incommodi , che gli auennero, fusforza
crificarJa
Didones.
to di andartene
crifcio
che
Didone appreflb
que d'Auernoj
Enea, fparge
le
fimulate ac-
no
non
era, la
facrifici)
U ma-
re,
haueua da
facrificare, fu fouente in
del
Dio
cui
fi
poteua fare altro . Sleuano anco gli antichi baciare per diuotione gliconfecratifimulacri, come fi raccoglie da Cicerone, quando parla contra Verre, oue dice y che in Agrigento
H ercole
<Rrudtnt$.
&
&
Suida>
Degli Antichi.
107
quale dice anco,chela medefima fi moftraua talhora in forma horribile,&: fpauenteuole, che era di huomo mol-
Suida
, ,il
Ella fu detta
Se fatta trifor-
me
per guardare meglio quelle llrade , che lei eFano confettate, le quali venendoli congiungere iufieme faceuan o crocicchio
alcuni-,
ma
altri
hanno voluto
Se
-,
la
dimandano
Se Proferpina
perch'
ella
creduta feender
U nafcofla
Le quali
<
E chiamata Luna.Hecate
e Triforme per le vane,figure, eh' ella moiira nel corpo fuo r Hecate trfor*
.
fecondo che piu,o meno- il troua effere difcoflo dal Sole; calde *
fono parimente tre le virt fue . L'vna , quando comincia a
moftrare il lume a* mortali, porgendo con quello accrefeimen
t alle cofe > Se quello primo, Se nuouo afpetto era da gli antichi mollrato con vedi bianche , Se dorate , che metteuano intornoal fuo fimulacro, Se con la faceaccefa ,'che il mede/imo
haueua in mano . L'altra , quando ha gi la met di tutto il
lume , Se fu quella mo (Irata con la^ cella , nella quale portauanole fue cofe facre: perche >; mentre che va crelcendo il lume
della Luna, ogni di pi (i maturano i frutti, quali fi raccogliono poi con le cede . .La terza , nello intero lume mollrato
con vedi che hanno del fofeo . A collei dauano il lauro an- i atiro a fi a rchora , il quale e proprio di Apollo ? perch' ella riceue il lume
r
WO
m con ecYa
dal Sole
to
Et le dierono il
anime, le quali eranc> credute haBitare nel' fuo orbe , quali chequel folfevna gran Citt tutta piena-di numero fo popolo,concio/ia,cheil Papauero mollri, &: lignifichi le Citt, perche ha "papauero
cn
i capi cos intagliati in cima , come fono le mura di quelle , Se
furato allt
tiene in se raccolto vn numero grande di minuti granelli , coLuna .
megrannnmero diperfone Ila inficine vnito nelle Citt. Et
fu opinione di alcuni Filofofi , che cos fofic habitato col fiu
[orbe della Luna, come qua gi la terra , Se diceuano, che le;
5
Citt,
xo8
Imagini de
Dei
Imaglne
mo
Timone teina dell'Inferno ftgnificante l tre adella Luna ,& la poten"^a lunare nelle cofe eie-
glie di
fretti
mentali
W WW^3 few
WW
De
&
Antichi.
gli
iop
monti, che quiui fono ; fanno quelle macchie che ci par divedere n'elt" faccia diquella , ma Plinio vtioJe che fiano fitte per l'humidit, ch'ella tira dalla terra Senile Paufania,chein Egina Citt dei Corinthi, Hecateeraado- Taufanitt*
rata piti di tutti gli altri Dei
che quiui ella hebbevn iimulaciro di legno fatto da Mirone con vna faccia fola ,
il reit
del corpo era a guifa di tronco ; come che non foffe fatta fempr con tre facete , ma credefi, che Alcamene innanzi a tutti
Citt, le felue,
&
&
Atheniefi
,,
che hebbe il fimulacro di Hecate , l'vna la delira era di cadilo, l'altra di cane,& la terza che era nel mezo di huomo ruftico,& rozo,come dicono alcuni,o come altri vogliono, di cinghiaie, che forf meglio fi confa a quello, che l dice della Luna, percioche confidsrata quando fparge il lume fopra di" noi ,
cacciatrice, ilchefi^u intendere per
vien chiamata Diana,
lo Cinghiale, perche ft quella beltia nelle felue fempre,e ne i
bolchi s come la tefta del Cauallo animale veloce ci fa vedere, eh* ella circonda velocflmaraenteil Cielojck: quella del
cane ci dinota , che la medefima > quando a noi fi nafeonde [ fu creduta la Dea dello Infern,&; chiamata Profrpin
}>erche fi da il Cane al Dio dli* Inferno come Cerbero , dale fauole tanto celebrato , n fa fede . Et Prudentio ; fcriuendo la vanit de Gentili in difefa di Simmaco s dice in quefio
'
&
'
"~
'.'
Horful
Cafliga
Hor
per
le felue
le'
veloci
dame-*
E quindi
Con
tre diuerft
nomi
ella fi
mofra
la
vergine
quando in
figlia
di
Latonas
legge
....
Dune
ructen "
no
j^f
y)
"~
maginideiDei
&
& ottenebrato fatto riftlendentc dal Sole
ftgnificat dal
capo di Jfarakiercj
G&&i8%miBSmi8s
De gli
1
Antichi
1 1 1
tidtia
Seguita poi , che la verit , che quello vn tri/lo Demonio ilquale inganna i mortali , perfuadendo loro , che in tre
diuerfl Dei , in Cielo, in terra, e
dmer/i luoghi fiano molti ,
nell'Inferno . Porfirio , come riferifee Theodorito Vefcouo Tbeodorh$,
5
-,
&
Cirenfe, fcriuendo de' trilli Demoni) quello,chei"ene dir nelimagine di Plutone, mette , che Hecate fa padrona di quelli, de che gli tenga in tre elementi, nel!' aere, nell'acqua,6c nella
&
&
&
na ,
e tale altra
vn cane
Em-
ipetti
&
non
fi
ftrare
lfide.j>
ttt
Imaglni de
Dei
&
&
vitelli . O forf era anco > perche le fauole dicono , che ella
mutata gi in quella beflia da Gioite, pofeia, che hebbe goduto di lei , accioche Giunone non le ne aucdelTe ,
che hacoli la chiamano i Greci , &c la dileueua nome allhora Io,
guano parimente con le corna in capo , ma paffata poi in Egitto fu chiamata quiui Ifide,& teneua il fuo lmulacro certo cibalo nella delira mano,& nella finiilra haueua vn vafo.Onde,
fij
&
&
come dice
l'Egitto
lei
fi
vedeffe la
il
Genio del-
il ciembalo quel rumore,che fa il Nilo,quando creche affonda tutti i campi , &:il vafo i laghi , che quiui
inoltrando
fee, s
fono
Seruio
UW&
crobio
come ,
lettura..
, ouero dalla
perche fu rapprefentata etiandio
Natura
Et intendo, che
al tempo di
vn
Papa Lione decimo,& vederi quella medelma figura con tante poppe in vna medaglia antica di Adriano . In Egitto quando voleuano difegnar la Natura nelle loro facre figure, face-i
era la ragione di ci,dice Marcellino , peruano l'Auoltoio,
che tra gli Auoltoi non f ne troua alcuno di mafehio, ma tutti fono femine,come ferme Eliano anchora: & fu creduto, che
Euro vento di Leuante cos feruiife quelli vccelli in vece di
gli alberi
rnafchi , come pare , che Zefiro impregni la terra ,
Sono poi Man di quelli , Iiquali hanno pollo in
di Primauera
capo al fimulacrodi Ifide vna ghirlanda di Abrotano, 8c le han
no dato nella finiflra mano la medelma herba, &: nella delira
vna Nauicella , con la quale voleuano fori! inoltrare , che ella
pafs in Egitto > conciofia , chequiui foflc celebrata vna felli
la
Medaglia
Adriano
d'.
Roma
&
Eliano
&
Lattanti*.
come
Naue di
Ifide
perche
bene
it
Degli Antichi*
<ffi\
*vU
B6
per
benefici} riceuuti
?S!fc '*
nella
ff&
jS5s
1T4
Imaginidci Dei
&
ZuuaM 4
a* nauiganti
le
corfo
la facci
liide,
di conferuare li nauiganti
s parla della fua fefta
il
..
&
La mia.
religione comincier,
ra
felice
e.
fuo
M ercu-
domandare poi
Apuleio
Nume
col
dell' Inuerno,&;
fattoi!
gi,
dimane
mitigate le tempe-
to 5c nauigabile > i mki iacerdoti mi facrificheranno vna picciola nauicella a dimottratione del mio pa (faggio.. Alla quale co(a.
nia.,
li
come
riferifee Aleflfandro
della
&
ni,
.
ne
ouero
le fregate,,
Iide
, il
credehdjo
,,
Gnidio..
tufa
mano
,
O uidio, quando la fa
cosila dipinge
<fe i
Dei
>
il
haueua
medesimo legfi,
d parimente il ciemba^.
apparire in fogno a Thelele
mettendo con
lei
dello Egitto*.
tAnubi
,,
& ^ipi
Le perone
al'
>.
,,
amiche^*
e chi conforta
lei
"
berganti-.
& veloce
i
>
Germa-
Blue*
{$
t< J
clifii
cofe
lunari,&
dementali
alri effetfnoifi
t
la
&
dell' Egitto ,
CE- Lnelle
nelle acqui, come
(5&
Imagin de i De!
E
~
Voi da
Eie fono i
r
quei
Dei
Serpenti
ei Siftri accoSo
..-
&
gi
Martiano
tante volte ho gi
no minatile
Dia-
quale
ho detto gi,che haueua pur'anco le corna in capo,& vna Cet
u qua fi che tutte querce cofe infieme ,
ciafeheduna da .|>e
triforme
della
&
s fignificarTe la
r
Luna
Ma ritornando ad
Apuleio , ei dice ?
che dormendo li parue vedere quella Dea , la quale con riue
tenda faccia vfciua del Mare( perche firifero i Poetiche il So-
fe, la
Luna,
tuffar nel
tramontando fi andafielo a
al primo loro appar ire. }
& a poco a
poco moftr poi tutto il lucido corpo . E Ila .hacapo ornato dilunga , &c folta chioma lieuemen te ere-.
fpa ,
che per Io collo fi fpargeua , cinta da bella ghirlanda,
di diuerfi fiori,&: nel mezo della fronte portaua certa cofa ro-
ueua
il
&
tonda, fchiacciata,
dall'
vna parte,
poche fpiche
di
&
cida,
ti
flelle
nel
mezadel-
&
&
forte.
Portaua poi
la
Dea
nella deflra
mano
>
gonfio
j
ragion
B gii
Xgion haturaled
Antichi
fj
perche la Lu;
na fpefTo fi muta di colore j da che indiuinano molti la quali*
t del tempo , che poi ha da feguitare , perche la rolTezza in
lei lignifica, che faranno venti, il color fofco pioggie,& il lucido,
chiaro dimoflra che debba eflere l'aere fereno ; come
&
Virgilio
&
l'aer
nocchieri
negro
hauranno
La Luna
rojjeggia
apparir (cb'vnqua
e f nel quarto
altri
fiano afeiutti
e queti
petto pi volte,
in
li
ma-
quali
di
dato ad intendere al
ra
Onde
mondo
ancho-
cantati verfi
&
&
&
i8
e f
Torfino*
tnagni
eie i
!Dei
ano
tale fin
&
&
-,
&
&
&
lume puro
>
De
hat tanice
O gran
Dea de
lume
[cura bumida notte
Del ticU , de
Vero ornamento ,
la cui face
vtiwna
mondo
luce al
la
>
dona
Dea
trformoj
HectU
Degli
ttecate [anta.
porgi
%A l'opra cominciata
La
il*
Antichi.
il
tua
fum
,.
tua faccia
T^afconder* vnqua a
Di
Che
del notturno?
mentre-
e girne altero
.'.
Quello dice
>
perche
le
fauole finfero
chela,
Luna
s'in-
..
Enditttiontj*.
, che baci; fra loro* perche dicono alcuni * che ei ne hebbe cinquanta, figliuole.. Et legge/I anchora , che non per amore fola mente fece la Luna copia di se ad
Endimione ouero a Pan>Dio dell* Arcadia,come canta Virgilio , ma per hausre da lui vn gregge di belle pecore bianche
Et tutte fono fauole , ma che hanno per qualche fentim^nto
<li verit, perche Plinio fcriue,.che Endimione fu il primo, che
intendefl la natura: della.Luna,&: che perci fu finto , che foffero innamorati infieme.. Et AlefTandro Afrodifeo dice ne'- ^/tleffandrO)
fuoi problemi,, che Endimione fu hiiomo molto ftudiofo del- ^frodifeo,.
Je cole del Cielo .
che cerc con diligenza grande d'intendere il corfo delia Luna , 8c le cagioni de i diuerfi afpetti , che
,.
&
ella ci
moft'ra,,& perche
fu detto
,.
chela.
dormiua il d
Luna pigliaua
piacere di lui
..
Et cos
fi
po-
trebbe dire di quelli di Theflagfia anchora,che per haucre vol natura della Luna,fofle fiato finche l tirauano di cielo in terra , all'hora che'l
volgo cred'cua , che ella patifTeaflai,
fopportafTe grauifima
fatica*
&
& che quel'fuono,.rapprefentato
mano adi Ifide alleggeiifie molto la pena della violenta che le. era fatta , come cantano fouentei Poeti A' ne fcriue
lio in
stncoi
Itfagfnidb i Dei
anco Plinio,quaf che quel rumore non lafciafle paflare il mormorio de gl'incanti alle orecchie della Luna , & perci non
haueffero poi forza contra di lei
Onde Propertio dice, ct\e
gl'incanti tirerebbono la Luna giudei carro,fei rifonanti mta ^ u non vi rimedia ffero
Et dimenale parlando di certa femina loquaciflmadic che non accade pi fare romdrecoh
tfixs
Guttenalcj
Vafi di
fa tanto ftrepit
&
l'Eccli/I
no
fpecialmente
6c graffiuano
le
donnei
Oc le maritate
& le donzelle
fi
il
fcapigliaua-
pefce,& cauaolano ilfangtie , penfandod effe che la Luna alihora foffe ferita dal Sole per qualche difpiacere , che gj.i hauefle fatto . Altrihanno voluto , che il Ciembalo , chiamato
^ a 8 U antichi Siftro, in mano di Ifide , moftri il fuono, che fa
la Luna nel girare de gli Orbi celefti . Ne di rame folamcnt
lo faceuano, ma di argento anchora,& d'oro, come dice Apuleio, quando ragiona de i miftri] di Ifide,
( come riferifee
^ e ^ Calcagnino ) vi erano quattro raccie , che fi moueuano
"
SHr.
&
Celio Calcaun'ino
P e^
&
mondo ,
quattro,ch'io
di/l:
Nephthia,&
fi-
tiore intelligenza
Quelli erano
Uro
Su
De gli
in
Et dal vafo,che
ut
Antichidi Ifide
le
Se pofto fouentc
pu fiho
dalla
h
umida
gonfiate
nadelle
acque
mouimento
gnificare il
alcuni
il
voluto
che
hanno
,
che
Onde ,
tura della Luna
oltre a quello, che ne
gi detto,
fi
&
&
humana , rifguardiamo
, il
fi
dif-
fanno Et per quefto diceuano alcuni , che ^i antichi Romani di famiglia nobile portauano ne i piedi certe Lunette , per
.
che pi non vi pare elfere Per non didi quella vfanza de i Romani di portare le Lunette nelle fcarpe , perche alcuni altri la tirano da
gli Arcadi, dicendo , che quelli fra tutti i popoli della Grecia
perci pi nobili , perche von tenero di enferei pi antichi,
leuano edere (lati fino innanzi , che nafeeife , foflTe fatta la
Luna . Et a credere quefto fi erano indotti , perche l'Arcadia nel mezo per lo lungo del Peloponnefo , alta pi di tutti
gli altri paefi della Grecia , Se montilo fa , onde fu detto , che
nel tempo del diluuio gli Arcadi foli fi faluarono , ritirano"
alle fonimi t de i monti , fin che le acque furono abbaflate
vedendo la Luna, coOndeallhora vfcendodellecauerne,
me che quella , che era innanzi al Diluuio , fcife perita infieme con le altre cofe , Se folle quella vn'altra , la credettero efI fere (lata fatta , nata allhora (blamente > Se cos dopo loro ,
che
<-Q_
cos diuenta ofeura
chiamo pi di
lei
ma s
&
,<
i,
&
Imgini de
I2i
&
prefero
Romani
Dei
& quindi
f
:
della
Luna
Et da quello
come che
Arcadi nati innanzi alla Luna . Et
gli Athenieli parimente volendo moftrare che innanzi a loro non erano Itati altri huomini , ma che efl erano- nati
delia terra , portauano alcune cicale d'ero in capo
,.
gli
,,
MPP!
me
-,
riferifee
uendo
JS >
Snida
delle delitie
mette
che
co-,
Et Atheneo fcr
de gli Athenie..
faceflfero
ni
que-
gioua-
che pi delicatamente
a vo~
1
Giove
Degli Antichi.
.0
r**fc* **
123
$&TX&-
E-
*j
padre dal regno del Cielo , come raccontano le fattole ; che da tutti fu in grandi/lima riuerenza hauuto,6c creduto il maggiore di tutti gli altri Dei . Per la qual co(ilo
la
gli
chiamandolo
Re
&ne
& Signore
dell'
vniuerfo
Cme che
tut-
ancora Ottimo , e Maffimo , con ci folle che a tutti per la fua bont voleffe gioiare,&: far bene, e lo potelTe anco fare per la maggioranza
!ua , -che andaua fopra tutti gli altri Et dal giouare dicefi ,
to foffe in fuo potere
Et lo
difTero
che
ei
fu chiamato
te
del
Mondo
do
Et perci
& lo
che ha prodotto
rouhemente
da' Latini
Greci hebbe
ma
Gioue
pofero
lo
come
che da m venilTela
Platonici per l' ani-
men-
&
&
Egitto
cos elice
lawibliCQ.
come feparato da quelle > & focamina per di fu l'vniuerfo , Quelli di Egitto lo pofero a federe fopra il Loto arbore acquatico , volendo Gioite (edefoperci dare ad intendere che-la materia del mondo e foget- pra il Loto
ta lui , il quale la regge , de gouerna fenz toccarla , perche
il gouerno fuo tutto intellettuale , come lignifica il Loto, nel
quale le foglie , Se i frutti fono rotondi , perche la mente diurna fi nuolge in se fteffa, &c ad vn medefimo modo intendendo fempre gouerna Donde viene quel fommo principato , che regge il tutto, & feparato da tutte le cole del
niondo fa , che fi muouono tutte ftando lui in se tefTo quieto fempre , rpofato , & immobile ; Il che moftrauano gli
Egittij mettendolo (edere , come ho detto
Et <]ueito laniero gli antichi per quel gran Gioue R del Cielo , che ha- Clone tutto,
pra tutte le cofe
rifplende
lo tutto in se ftefTb
-,
dell'
vniuerfo
Q^
il
quale confiderato
rmagini de i Dei ?
SM
SO
*X\
celefli, l'altro
dio de
%a
y&
moto
Vvno
mondi
,.
De gli Antichi l
125
&
tariffe
&
&
&
&
&
pieno
&
vltim
primo,
tempi , che vnqua fono Itati ,
far dopo tutti quelli , che veranno ,
che tiene la pi
tocca la pi bafTa anchora ,
alta parte del Mondo ,
tutto in tutti i luoghi . Et facendone vna imagine poi > perche
ha detto gi , che in lui fono tutte le cofe , la Terra, l'Acqua*
la notte, lo dipinge in forma
l'Aria,
il Fuoco , il giorno ,
di tutto il Mondo , facendo, che'l capo con la dorata chioma
fia il lucido Cielo , ornato di rifplendenti ftelle , dal quale fi
veggono due corna vfeire parimente dorate , che lignificano ,
l'altro l'occidente
gli occhi fono il Sole
l'vno l'Oriente,
di tutte le cofe , fu innanzi a tutti
&
&
&
&
&
&
&
6c
la
Luna-, l'aria
il
largo petto
ali
li
&
fo
Tmagni de
ia
'TLs
io mi
tira
tra loro
Del
hanno
forma
preso quelli fu
il
&
&
Vi rgilto
Za
cura
ha Tan de greggi,
e de
pajor
greggi
"Panico
Tore-?
ter-
rumore nella guerra contra i Titani , che gli mife tutti in fuga fpauentati di modo , che non fapcuano doue fi andaffero T
come
fi
guerra , che hebbero guidati da firenno contra GreImperoche , hauendo hauuta il d vna gran rotta , la notte
feguente furono afialiti da quello Panico terrore , & parfe da
prima ad alcuni pochi, dapoi tutto il campo di vdirevn gran
cefi nella
ci.
calpeftio di caualli
(cos gli hauea tratti di fenparendo ad ogni vno , che tutti gli
altri i habito,& di lingua foifero Greci,cominciarono a combattere fra loro , Se fuggire chi qua , chi l di che auertiti
Greci furono loro adollo , de ne ammazzarono quanti vollero Quella forte dunque di paura pazza , che par' effere fenza
cagione
l'altro
De
gli
Antichf.
127
-,
,.
&
dimenai
picciol
coda
Le tempie
cinte
e da la rubiconda
La
e fono
mano *
in
Cui cinge
Dama
fianchi di timida
Et feguita poi
>jch' ei
dofo
rupi,
to vogliono ruinofe , de che nel correre velociffmo ,. fi come il Mondo parimente con fomma velocit fi gira , moftra-.
tirato
ito nella imagine di quello Dio , il cui nome greco ,
Seruio
dice
perci
lingua
fignifica
.
l'vniuerfo
Et
lianoftra
&
"
che
Siilo Italico
ImaginideiDe
-il 8
Boccaccio
&
&
(opra
re
clementi
ita in
mandano le
di natura Feminile
cuopre
il
&
il
celefti sfe-
inoltra che
due
Ci rapprefenta
confine delle
lo petto
la
due
, l'Ottaua Sfera tutta dipinta di fulquale parimente cuopre tutto quello , che ap-
petto, e le /palle
genti Stelle
la
mano ,
lignifica
&
&
tJWactobo.
Ecbo
&
-,
&
con grandifli moftudio d'intendere perche rifonauano le voci in quel modoj & non potendo talhora trouarlo , ne pigiiaua quel dispiacere , che fpeilb fi piglia chi non pu godere l'amata fua
Raccontano poi le fauole , come riferire
,
Ouidio>
De
Antichi.
gli
129
Ouidio
-,
&
appretto de
cate da
di
vn portico
gli Elei
Echo
Dea ,
perci
de chi
oue
fi
vdiuano
figliuola dell'aria
Onde Aufonio
inuifi bile.
cerca di dipingerla
le
voci repli-
Gallo fa
8c della lingua
,
ch'ella ripren-
che
jfu fotto
G Ai-
De
Varia
de
la
"tyafco
B^inouo
Seguo
e con le mie
,
,
che
van per
V altrui parole
l'aria
poi co
venti,
Il
chea
Monfignor Barbaro
Echo
figlia
de
Ignudo
bofch
jpirto
modo
,
eletto di
e de le valli ,
e voce errante
-,
e fciolta ,
13
Imagint de
Q>
S'jiwor
ti
che
Fuor
ti
tome 4 fttqji pi
e fole 9
d'amore
fempre
ella
Debbo fuggir
Chi dar fine
duras
T
hor<Lj
f
Dunque l'inganno ad amor piacer
g l* ra-
Che
pace
d"eJ]o
fin
chi pergiura
guerra
more^j*
dura
gran dolore
Com'h da vincer
wr&i
la forte
al
i^fmorcj.
men ftana
yiue
lieti falli ,
abbandonate
d'efe valli
Sciogli
Echo
Dei
piacer
pacchi l
Saffi
lei
richiedendo
^Montagne
Dica adunque
^fntrl 9 Herbe
& Tiagge
&
Fere
S elite , Fontane , ^ugelli ,
Satiri , Fauni ,
voi K(infe leggiadre
Odite per piet la pena mias Vdite come ^Amor mi mena tjtforte-j
Colli
&
Legato in duro
Voce odo
Deh
yA l'amaro
Tyirfa
f T^infa fei
che di queHa voce formi
fei
io
duolti
fuono
nome
mone pianger meco
piet
fono
Echo.
Deh mouati
me
il
il
porgimi orecchio
mio
fei forf d
Tu
$e
do
che ridondi
Tu
nodo
e indifiolubil
chi fei tu
piace-?.
amaramente >
del
doglio
mio cordoglio ?
profondo penfcr
in cui rnUnuoglio
voglio
,. .
Degli Antichi.
tjtfa che premio
fta'l
tuo
fe'l
ji
mio tormento
fi
a nuuia
Che mi
configli
chiedi.
Strugga 5
pena
e a
nulla
me
veggio
n'atteggio $
Amor mi chiamai
ama.
fiamma
Che fiamma
.,
in che
fi
mch
trabocchi
Dimmi
dotte
arde'l cor
Al
giogo
,
,
(i
ella
pafee
varo
ou
io
io
,
mia
Hia
toro
libert perdei
dei
fta affilino
e fianco
f pur talhoraj
il dolor mi far tremante infermo
che faro , s'egli coj mi flruggc- ,
io la
temprer
anco
ferui.
tenta.
poi.
fermo
}i diHempra
Jtmor non cefla
Com'
"pano.
dewo
e nulla gioua i
il pianto in vanno 2
Che far dunque acci al mio caflo ardire ,
Che m'arde , honeHo premio fi nferui
Credi* che l'Amor mio le far grato ^
Et eh' ella fia del mio feruir contenta
Ogni via tentar , f credi , ch'io
Ma
penjiero
farebbe forft
effer
m'accorciti
mi mio
bench
Hor qaal
Dimmi
petto*
.,
Coni
lenta
oue foggiorn/Lj
loco t'annida
Di faettarmi da
jf
la
ttr^a fperas
tempra
ffera
Dunque
ija
Indgini de
Dunque tynfa
E
Qual
Dei
,
la
mia
la vita
frena.
f fen^a f]>eme
Terrammi prefo Amor con mari accorta
fia
torta*.
?.
trifti*.
Uce
,,
Voi
'Pene
Ahi
eh'
mi gioua
Ma
Tema
chi
jk
la caufa fia
Deh dimmi
i'
fior quefto
dunque
tema *
dico*
il
pene.
tema l
vero
il
empio timore
ahi difeortefe
sita
.,
fperanno. >
turba
Tuommi
iMovte
?.
f dunque
Tal'hor
Come
pur
Credi.
teucra tutto
Lafio
Adunque
,.
'
l'alma
vuole
lo,
firugge^ x
piange, e fi
mare *
fi
,
,
fperai
f}sra*
fpeme forf
fola*
mi confuma ,
che
mi parte l
e'I cor
parte*.
Ma oltre Amore
feruitute
mau
fpeme %
fia l f
non
Amor >
Amor del vero Amor
gratta
Amor
arte.
efio*
ifieffo ?
Infegna dunque
Dimmi di
morte*
fi
lo fcaccier.
Che non
Tu
il
Jcoprir la
l'arte
dimofra
fiamma
moslra*
dfeopri l
fjeepri *
A sui
Degli Antichi
Za cui
debbo fcoprirla
bafler
ad ogrvn forf
Sapremo
foli tre
fta palese
fai corpo
dunque
il
mortale
*A
efftr colui
Trouerans' in jlmor
uno*
mio ardore
tjj
tale.
confoli h
folti
mio confido
fido,:
fedeli, amici,
s'io lo
fia fdel
perche lo troui
radol
,,
s come fi ricerca
cercai
lena.
forfi
ancor, altro ci
Terche fendale
\Alt ro ci vuol ancor
il
vuole
erri
vole
.,
certo.
'
forte *
Tnfomma
forte*
Boy
yerol
iefir
pace 1\infa
refta in
indarno, e forte
forte
viu
io ti ringratio
Hora
alpre
or
&
..
*,
l'ariai.
ImaginideiDe
34
fi
fignificaffe il
fig.
Virgilio
&
(limato Siluano da
ma de
gli antichi
lui
grandemente. Fu
felue
era creduto edere quella certa cofa graue, e pelante, qual pa-
S Sgottino*
rerne fi fenta talhora venire addofio chi dorme. Perche dunoue Siluano non andafTe a molellare le donne di parto, vfaua110 gli antichi, come fcriue Varrone,& lo riferifce Santo Agollino
De gli
ftio nella
cafa,
li
Citt di
Dio
di
Antichi
mandare
tr
135
giuani intorno
alla
intercidono
^q
&
Tilunrio
il terzo vi fcopaua, perche fcopancura haueua delpeiare-,
Deuerra
fi raccogliono le biade inleme , e chiamaua Deuerra Dea
dello fcopare , accioche Siluano f ne andalTe con quelli tr
do
Day
Satiri
&
cole
Imagn de Del
cofe a venire, moriuano per. Ma ritornando a
13 9
THtrodoto.
to: perche
come difl gi
Pan,HerocfoI|
i priml^
che n'erano flati altri otto||o
innanzi a quelli, e di quelli Pan tu vno, come ho detto , il cui
fimulacro era limile a quello , che ne faceunno Greci , non
perche non lo credefTero limile a gli altri Dei* Ma perche Io
facelTcro tale, foggiunge Herodoto , che vuole pi tolto tacere, che dirlo i donde fi vede quanto fi guardafTero allhora d
Dei
'(Jlslifterj te-
nuti occulti.
Captavi molto
filmati*
folfero dodici
ma difTero p 3,
chi, e
che
feguita poi
le
Capre
&
cui
che
Bec-
ma
morte il pae-
Ma
gione era fatto honore alla Capra , come recita Paufania dicendo , che all'apparire della Capra celefle, che fono alcune
flelle,lequali,eome dice Ouidio, cominciano a inoltrarli a Ca-
&
&
Lafciuia
Filojfene Eretrio,
gere
con
la
Lafciuia,
vali in
bere l'vn
come
fcriuc Plinio
mano beeuano
l'altro.
largamente,
&
li
quali
pareuanoinuitarfi-a
quello
ohe ieri
!ue
t>e
gli
Antichi.
&
&
la
louerno di tutte
le
cf^j
&
K'
i$8
imagini de
Dei
u Paufania di Sileno , il quale era parimente del numero tali Dei Silueflri,& , che nel tempio di coltili in Grecia
ppreil
Sileno.,
,.
Tan
no tam ora
dicono
ne detta.
e talhora facendogliene
ghirlande
le
Piti
La cagione
vna gioua-
da. lui
ringa ancora
la
^ r '>
Porfirio
Snida
Eufebio, S uida, e de
gli altri
anchora ,
imagine fua fu
la
,
la
quale regge
il
che Iddio
f\
manifefta alle diuine intelligenze r &c erano coper, perche non lo potiamo vedere nof >,
Mondo
corpo
vengono gli
il
membro
fpiriti,
principale
che poi l
Teneua vno,
che da quella par-.
Mondo ha la vita da Dio il quale: come Re la difpenPorgeua poi con la delira hora vn'"
fa,e gouerna a. modo fuo
cos
il
,.
come
egouernate
modo fuo Donde viene , che per
feacquillate,
f
..
io pi non fanno intendere gli huomini la caufa delle mutationi di quelle, ne del bene, e del male ,che fra mortali l canHOtntO:
t)e
Antichi.
gli
i$j>
&
riuoltaua a fuo
i bene, l'altro di male, li quali egli voltau ,
piacerei dapoi tiraua hor dell' vno, hor dell'altro quello, che
parcua lui, che meritaffe il Mondo , che gli foiTe mandato .
Etvn'altro Poeta molto antico diiTe , che Gioue fa difendete la bilancia hor d'vna, hor d'altra parte, fecondo che a quelli , a quelli gli piace di far bene ; Che fu pur'anco fittione
di
omero-, percioche egli fa , che Gioue tenendo la bilancia
'd'ora in mano,pefa i fatti de'Greci, 8c de'Troiani per vedere
a quali doueua dare la vittoria . Egli fu parimente in Pireo
porto de
gli
&
&
pofero
teuano, con alcune cerimonie , e condiuerfe ftatoe,
parimente lo fcettro in mano a quel Dio , oh'ef chiamarono
&
&
ignifica-il
Mondo,
Dio , che
& Volcano
quefcalor naturale, che in elio da vira alle cofe . Bench moftrauanoin Egitto il inondo con vn'altro fimulacro anchora >
&
-,
&
riferifee
S.
Eufebio
-^uale
il
140
Invagini de
delli
& mantenitore
del tutto,
Dei
.'
^Antichi lignificante
&
&k&m
De gli
^nale ferine pur^ anco che fu
Antichi
141
Egirto in quefta guifa . Faceuano due circoli l'vno fopra l'altro^ qneLi attrauerfiuanocon vn ferpente , che haueua il capo di Sparuiere. Moftrauano i circoli la grandezza, &c lafoiv
&
ina del
di tutto
Mondo
Se che
dendo che
1*
queiti,
non con
l'aiuto delle
membra
citeriori
co-
ti
di natura di
uiniLj
-,
Dei , cos lo deferiue - Egli ha in cavna corona regale tutta rifplendente , Se fiammeggiante
gli cuopre la nuca vn lucido v.eo tefluto gi per mano di Palladi, tutto veftito diiwanco, f nonch di fopra ha vn man-
a concilio
ruttigli altri
po
to,
mano
stra
tiene
due rotonde
nella de-
vna Lira con none cordelle fcarpe fono di vrde Smeraldo, Se fiede fopra vn panno fatto,e tefluto di penne di Pauone j e co' piedi calca vn tridente . Furono ancora fatte ftatoe Gioue in modo tale , che non folamente fignificauano chi ei foiTe, Se quel che potefle, ma da uno etiandio . conofeere quel , che gli huoinini danno da fare
tra loro,& mafimamente i Re, & 1 Principi verfo gli fudditi :
Se di argento j Se nella finiftra
tono
in Creta fu gi
vn fimulacro
di
Gioue,
il
quale
uernargli
ci
>
che
non haueua
Se
"Plutarco.
Gioue fenici
ha da goorecchie^
, ne pi
quefto
Imaglni de
142
Dei
&
l'altra
Taufania,
ilche
occhi
parta
non
&
il
&
Mineruafu vn fmulacroci Gioue, chehaueua due occhi, come li vede, che hanno gli huomini &c vn'altro poi ne haueua
\
mezo
Se dice poteri! penfare , che quefto fignificafTe,che Gioue ha tre regni da guardare : l'vno del Cielo >
perche communementeJo riputatia ciafcuno R del Cielo-:
l'altro dello Inferno, cio della Terra, perche la Terra, nauuomero perci G io
to rifpetto al Cielo, Inferno>& -chiamalo
ueinfernale ; il terzo del mare , perche lo chiama Efchilo R
nel
della fronte
-,
Efchilo.
& Marnano
piedi &
Mare
tridente fotto
&
-,
l'officio del
Signore,
fi
>
li
-,
figura
perche
R pu
affai
De
gli Antichi.
14^
ha d eflere vigilante al
Tempre in ogni fuo afgiufto
gouerno de'popoii, moftrandofi
ftata di Gioue folealla
Iato
fi
legge
anchoraVche
Et
fare
che'l R non facome
gi
quella
della
Giuftitia
porre
uano
>
Giuftitia non
dalia
che
doueffemai
maijnon
fare,
cofa,
cefTe
za-
che
ha fopra
fi
fofTe
accompagnata
&
-,
&
&
,.
,\
Et
tra quefte
ha da
il
efTere libero
vn 'altra ve
Signoresche a giu-
da ogni paffione, 8c
R, 8c i Principi, quanto gli ofriciali,& i magiftrati,non folamente per legge di natura , ma per loro proprio giuramento
anchora Et facendo altrimenti, & glivni , &c gli altri hanno
da afpettare di douerneeffer puniti da Gioue caftigatore dello
fpergiuro come nelle fue ftatoe moftrarono pur'anco gli antichi perche fi legge , che appretto degli Elei, gente della Grecia,ne fu vna,la quale era molto fpauenteuole>& temuta grandemente da gli h uomini perfidi, e fpergiuri Quella teneua
il fulmine con ambi le mani , quafi che fteffe prefta a punire
lo fpergiuro
Come di cert' acqua ancora racconta Ariftote-*
...
-,
in
Cap^
pador-
Imaglni de
Dei
tor
li
& diHrugitore di
&
quelli giurar*
ilfalfo,& de quel
Begli Antichi.
145;
c,&
la
bugia
gli
fi
&
piaceuole
ma
u {pergiuro.
lanciaua
alii
piedi
ma-
alle
&C
ma
Cerimonia di
gmrartLj
che faceuano ne' tanto celebrati giuochi Olimpici, oue conueniuano perfene da ogni
banda,chi a correre a pi,chi a fare correre caualli,chi alla lotchi ad altre cole; perche chi ne rperraua la vittoria era
ta ,
(rimato affai; onde bifognaua hauer ben mente , che non vi
,
&
&
di
Et quelli , li quali haueuano da giudigiurauano parimente di ncn torre dono alcuno da'giuocatori>n da' fuo,& di non fauorirepiu vno,che
vn' altro in modo alcuno, & di nonpalelare, perche a pprouafEt perche quefto
iero nprouaflbro pi qiitfto , che quello
co, a che erano venuti
'
era'
I4*
Imagini de
Dei
&
fedelt di Gio~
fc Imaginc del dio Fidio cufode della fede
castigatore di Ciotte
u detto Pelone cio noceuole
jjsf
&
della capra
il
latte
&
il fuo nume
Gioued'vno de
ra qua/I in
mangiare
sa , che
le
fi
T47
Degli Antichi^
facrifcio & ne' facrifici; era coftumc di
forma di
carni
le facrifcate
haueuano
fatto
il
ma,
fopra
la
fopra
foJenne giuramento,
che non
quache ben fa , che
(bggiunfe Paufania
mangiare
le
tefticoli del
li
ma
come
fi
ve-
Romani
HONOR;
&
DIVS
il
&
&
*,
-,
&
le,
M&
ImagmideiDi*
Amalthea,&
ftc Io
nudrirono di
V di latte di
Corno d
utia
frutti
&
Gioug
if quale l'hebbe
&
.
pfom
Deianira
che era
ftata
lo
^colfero,& empiutolo
diva-,
ricehiflma
che
, Se fra come, in fua mano di dare, Se i
no
Cornucopia*
alla
ci fu chiamato
-,
&
La copia dunque de
i fiori, & dei frutti ft nel comodi diurna , di capra r di bue
che ei foffe, perche le ricchezze, Se gli afoi beni mondani paiatorre le ricchezze
yenghino co^
me a quella piace Pottrebefi anco dire,che corno di douitia venifle dalla Capra che diede il latte G ione, perche da lui
.
Se
il
;'.j
De gli
20
Antichi
&
t&Q Q*y
28
J.**V
J50
Imaglni de
Del
ornamenti di Bacco c^
me recita Paufania,che Policleto ne fece vno in Arcadia, che
haueua gli coturni in pie , Se con l'vna mano teneua \ n vafo
da bere,
con l'altra vn Thirfo , al quale era vn' A q ili la in cima. Et doueuaefTere gouane quello parimente , come fi fa
Bacco & come fu il Gioue adorato Terracina , cui diedero
lamenti di
Bacio.
gli
&
'
fenza rafoio , perche erafenza barba, ne haueuano bifogno di limile coltello Poche fono poi
aquila di Ci
quelle Ita toc di Gioue, alle quali non fia aggiunta l'Aquila in.
qualche modo, fome vccello proprio d lui. Et perci dalle
Aquile tirato fempre il carro di Gioue, fia perche fecondo
che riferifee Lattando , ei figli buono augurio di vittoria
dall' Aquila , che gli apparue gi , mentre che andaua a certa
guerra ( &c dicono alcuni , che fu contra Saturno ) dalla quale ritorn vincitore, onde fu dapoi finto, che nella guerra contrai Giganti , l'Aquila miniftraua le arme a Gioue ,. & perci
Ja dipingono iouente con lui , che porta il fulmine con gli artiaquila Regi- gli, ouero perche fi legge, che di tutti gli vccelli l'Aquila fona de gli ~c~ la fi cura dalla faetta del Cielo , 8c che ella fola parimente afcelli .
fila gli occhi al Sole-, s che ragione ella detta la Regina
Trodegli vccelli ,
data ioUe Re parimente de i Dei
Ciotte in feguafi anchora Gioue (come lo fece Fidia gli Elei, &c lo de%10.
ferire Paufania ) d'oro, &diauorio, che fiede in bel feggio'
regale con vna corona in capo fatta foglie di Vlio , ha nella
nella finideftra mano vna vittoria coronata parimente,
fica vno feettro fatto di diuerii metalli , che nella cima ha vn'
,
&
&
&
&
&
&
me
&
Ciouftufcde.
Luuano
di cofti -felle
il
sii
due Tori.
De
iti .
Ma all'incontro
gli Antichi.
15
foldati
Romani^
vna volta
gi
&
&
&
Ne
della vittoria
del fulmine
bench
lo delTero
? Gioue
Romani, comelcriue
Plinio
al
il
quale era
il
l'armata de
&
Troia andauano in
HA
Italia
& abbruciar
le
naui loro
Da
Et
l'alte
io
Etdiceuano
nubi
il fulmine
di Girne-*
ere,
dei
fulmini fpiegati da
negri:
che
ma rollo
Dei che
'^nm ditti
dimandauano
gli altri
elfi
era quello
nula dalla
rio dice
&cre torri.
che ve-
Nerone-
fulmine ditte
forti
Miracoli dei
fulmine
darti(u *
Imagini de
De!
-,
&
mine tufulco, come che ferifea in tre modi Se dipinger! parimente con ere punte , Se tre furono i (Ciclopi , che lo fabncaliano, come fi dice nella imame di Volcano: in cui non trouo
per che felle dato mai , ne in ftatoa , ne in pitturai! fulmine , Se manco a Minerua bench f ne legga quefto che ne
-,
hferitto
quello
hora con
fcolpito, Se dipinto
mine,
apprdfo
modi Irato
Seneca dice , cheli dare a Gioue il fulfpauenta fruente il Mondo , fu finto da
coi becco
SttltM
ma
mano
per dimoftrare
gli artigli
Se
m altri v^rij
quaiarebbono dadlicentfolamente ad ogni forre di maluagit , fenon hauefTero temuto alcuno,che eccederle ogni nubiana forza . Per impaurire dunque quelli , li quali non fapeuano far bene f non per timore, fu detto , che Gioue fupremo
li fi
mata
dei fulmine
lere folamentc:
gli altri
Ne lo
ma come
,
dilli
ar-
come
la deitra
ti
mali
fi
, fi
era leggiero
Se
moftraiu
confi-
Degli Antichi.
JJ
che ferine
premia
le
anioni de mortali
<JC*
te eff'er iddio
yj
la
apparecbiato a caligare
prouidew^a diurna^
lidi ftgnfcan
li rfialfattori
Imagini de i Dei
Da quefto Seneca forma vn documento
bello dicendo che come G ione (uprem $ R
154
Documento
configlio celefte.,
rr|rle molto
di Deigioua& manda del bene ammortali fenza dimanda*:
ne l'altrui configlio de gli altri Dei ; cos fra noi i R > gli
altri Signori dourebbono prima >che far male altrui, *jif
caftigo , per quale altra h voglia cagione, penlarui molto fopra,& hauerne buon configlio > ricordando fi ,che Gioue nn
fi fida del filo giudicio fc>lo , quando ha da mandare qualche
graue male al mon4o >
che non per altro fu. detto > che de \
fulmem mandati da Gioue alcuni erano graui , 6c. perniciosi >
alcuni liui, & di poco male* f non per dare ad intenderei
cui tocca di caftigare gli humani errori > che non ha da fulminare contra tutti ad vn medefima modo n moftrarfi egualmente terribile ad ogni vno * Leggeri ancora che Gioue , por tana fu'lfiniftro braccio la pelle della. Capra , qhe 16
Egida portata nutr quando egli era anco bambino * detta Egida ,
chic
da Gquiljio.
con quella * (cuotendola, faceua le pioggie* s come con la de*
(tra (piegaua il fulmine x fecondo che nota Seruio appred,
Virgilio*
fo di Virgiho ^ oue ei dice y che gli Arcadi credettero di hai.
uere vifto gi da principio intorno $1 Monte Tarpio la
.*.-*"
fteflb, Gioue*
momlcj
>,
&
&
,.
&
'''-
w^vDiphtneraci
:
Et che
Dipbtera libro
di Gioue->.
nella
mede Urna
che
pelle
fi.
chiamata anco
per noi*
(cordare
to
nore
> il
y ne altra cofa
j
folamenicure
vna
ma
raccontando s che Hercoragione Plutarco
.._._
,.
ne
feettro
fc*a
,...
& ne rende la
r
j^
T)
le
gii
Afttcii ]
5 j
zoni,
don ad hfle
prtaua >tr
delle
lue
l'altre
Amaz-
arme
& la
R della
Lidia Vlarono poi di portarla^&cmcofalacra la guardauaQuella per mano di molti K vrme Candauie, che
.
no
randaut^j
"
&
>>
Gioite taira-
eo
&
mato Cario
Caria furono
ho
alla
8c fu riuerito affai
i
>
le
mettelTero
i
cimieri
sii gli
elmi
Et perche
bene
fpelfo
,
mollrano
come
fcriuen-
do ehabbn
fnte
Poeti
>
& erano
quiui
maggiore bisbiglio del mondo . Non racconto di Bacc> come Gioue lo portalfe vn tempoateaccato al fianco > infin'a tanto xhe venne l'hora del maturo parto , perche quelle fauole perletrasformationidi Ouimolte Dee
le
quali faceuano
il
gli fcultori
Je sa
&
Stra-
*
'
Imagini de i
i'5^
Strabene*}
Dd
&
&
,,
Hometo
'
\JMoHro
col grane
e merendo
il figlio di Saturno
il
cenw
fuo volere* r
Mouendo
&
fe
la ripa,
d'huomo
De gli Antichi t
lmagme dell'oracolo
unificante
>
di Gioite
bifogna riguardare
telletto
Hammonio de
ofcurit& vilt
&
delle cofe
Trogloditi fi'
che
mondane,
&
Trnagin? de Bei
come di Venere
d'huDmo,
d altro animale,
lane hebbevna
Sicionij
Paf
in
fi
il
&
i Fenici:
i Sicioni) gente de la Mrea hebbeio Giu fatto in gufi di Piramide come ferme Paufana Il che
creder che voglia lignificare quel medefimo , che fignifcli
facoa pur di doue ( della quale ho gi detto ) nuda dal hiezd
pretto de
in fu
ci
>
mondo > s
mane non potiamo
quefto
le quali
ftro
quando
ouefo
&
crpo ,
fi flotttmette gi l corSi leggiero f ne nuola godere
qumdo
*
Et perci , queft , od altro
che ne roife la cagione,fcru Quinto Curtio,che appretto de i
Trogloditi in Egitto,oue fu vn bofeo eohlecrato al Dio Ham
monio che era Gioue, nel mezb dd quale fofgeiia vii fonte
Q.
Curtio.
Ciane Bum-'
monto
fonte del Sole*
al
che,
no fredda,verfo
te
la fera
&
&
De gli
-
.
tufi
Imctgne d Goue
'
jW
%&
Antichi
* *^T\
Hammmo de gli
***! /
Arcadii
&
iK
viuere
$5
gr
&
delli Egttf ,
& mantenitore
del
Ham-
f[3>
ff*
4 $ m
Imagni de
ro
&
Herodoto
(Jttontone
ucrto
.
1
il
$c>non
Monl'ani*
Gi
',
&
:
1
&
<
gli
Arcadi ( come recita Paufania;) era fatto in forn^ quadraHermi^ftatoe di Mercurio , Se lueua in
capo
il
le
corna di
Montone
capodi Montone,
fpoft,
come il capo
del
Montone inuolto
Oltre di ci troua/I , come riferifee AJefTandro Napoliiano , che i Celti gente della Francia , metteuano per la imagtftatoa di Gioue vna altiflma Qurcia,& per lui l'adorane,
uario Yfotfe" perche fapetfa ilo, "che ff'glffbri la Quercia era
le
tAltffandro
T^apoUtanO
&
pelle*!* Montone :
l
fimulaci di.Giou in forma di
vna
di
&
"
Gioue, come quella , del frutto della quale viffehuomini gi nt* primi tempi, Se lui ftaua di pafeer,, Se
cnfecrata
ro
gli
nodrir quelli
mondo
li
& di hauern'vniuerfal
gli antichi
coronauano
di
. ,
Desi Antichi.
i6t
Vn Cittadino Romano
&
&
>
che
Vergilio dice
uano portare
quelli,
le
Seruio
le
&
-,
&
&
&
ro ancho
;
quali fole-
alle volte
file
&
incenfo
Paufania. Metteua-*
no
161
Imagin de
no vn poco di
tare di
Cerimnia
farro 6e di
Gioue > de
il
Dei
bue deftinata
al facrificio
accollandomi!
l'andaua a mangiare: allhora veniua vno dei Sacerdoti chiamato da'Greci per officio che haueua Bufono % che viene
&
&
m
fc
..
,.
,,
&
,,
I>
gli
Antichi^
tei
&
&
di Caifto
6c in altre ligure
aflai,tanto beftiali,quan
to
humane
mali io
non
delle
dir altro
perche non trouo, che gli antichi habb*
no tlto eflempiodaqueftema
per fare alcuna imagi*
nediGiouc
* *
Givnon
Imagini de
* <?4
G
Sorella di
Ch
Dei
V N ONE.
V E LL
li
nome di
quali diflero
che
il
diuerfi
&
,.
&
LMOglie
al
Giou^j,
Virgilio
perche vogliono, che da i corpi fuperiori cada in terra cer, che le d forza di produrre tutto quello,che
produce; come Spargendo il marito il feme nel ventre della
moglie la fa concipere quello, che partorifce poi al tempo fuo*
ue
ta v j rt {minale
Per
la
dille, 1
Et alcuni volendo porre quella Dea pi in aho,I'hanno fatvna medefima con la Luna, &c le hanno dati alcuni de
i cognomi di quella , come che la chiamarono Lucina , quali
che ella foffe, che aiutando le donne nel parto , delle la luce a
ta effere
Ciglia
te
nafeenti
figli
.,
guarda
da Giunone
]e
ciafeun
partendo
Dio
gli antichi
la parte fua
il
cor-
della qtia-
&
Homero
gli altri, fa
&
&
*Hchm*
ropoli
Degli Antichi.
&
?S
&
&
delle
ff,
p
>
l$
Imagini de
Del
ma
na
fola,
molte
cofa di Pallade
>
&
Lioni,
nell'vna mano teneua vno fcettro,& vn fufo nell'aitra,& in capo haueua alcuni raggi,& alcune altre cofe,ehe d
uerfe magini fono propriate
Onde viene inoltrare Lucia
no,ehela Dea Siria, cio Giunone,f vn Nume diuerfamenre
adorato lotto diuerfi nomi . Et perci none marauaglia f ella fu creduta Lucina anchora ,
la chiamauano le donne al
partorire in loro aiuto , come fa appretto di Terentio Gl'icria quando grida Giunone Lucina aiutami >
guardami ti
prego da morte
Et volendone fare ftatoe, vero dipingerla,
la fecero gli antichi , come fi vede nelle medaglie antiche di
.
3)ea Siria**
&
&
forma di donna di et gi perfetta , veftita guifa di matrona , che nella delira mano tiene vna tazza , 8c vn
nafta nella finiftra Et poche fono quelle imagini delli Dei >
alle quali non habbiano datele nafte gli antichi , come fi vede
Fauftin
>
in
nelle gi dette
-,
&
fi
La
&
Ma non fu per
Giunone Dea
fempre tale
pacifica
fi
moftfat molto terribile,
feroce> come quando tutte fue
forze voleua aiutare Greci contra lTroiani>
hebbe ardire
di andare in battaglia inficme con Mnerita , come conta Ho*
merojil quale cos dipinge il fuo Carro , perche que* tempi i
Capitani , &c le pi fegnalate perfonecmbatteuano in carro
Era di ferro quel Jegno,che a traiierfo lo fofteneua le ruote
quieta
&
&
Homero
-,
&
ro
che
&
f
parimente di oro erano gli ornamenti dei caualli , perbene altre volte fi faceua tirare Giunone da gli vccelli $
ullho-
De
Antichi.
gli
1^7
kUfiorale faceuano dibifognoi caualii . Et Virgilio medeiil'arme quando dice,ch'ella coinamente a coftei d il carro,
&
l'armi
Adunque non ha da
&
none anchora deflero gli antichi l'hafta n che io ragionando di lei dica perche fodero datele halle alle ftatoe dei Dei
,
-,
meno
memoria
Quando
An->-
&
pi di tutte
&
non
da
Onde non
toe
mcro
marauiglia,che
che lignifichi
talhorai
ma vuole il
Siche
l'hafta fu ftimata
fouente
Giunone
delcritto
da
Ho-
veggono
lei
le
rcchez
3&
cbtttfeLJ*
ImagnideiDet
i8
sse
regni
Come
pi;.
Et perci
fi
ella
promife di fare a
per
lei
intendiamo
la terra,
come
fcriu
, il
ii
&
&
Tauone dato
Giunone^*
&
eendo loro di
cofe
le
effere laudati
quali come al
tempo
&
&
&
&
'
tr
De gli
\6$
Antichi*
&
Cenfori principalmen-
te he haueuano la cura,& ne fu fatta vna di argento nel medefimo tempio di Giunone. "Et per moilrarfi ben grati i Romani a quella befha,che haueua fatto loro tanto feruitio , or<inaronO,che ogni anno a certo tpo fe,iTe portata in volta vna.
\pcaco moka ceteraonia fopra vn bello , '& bene adorato le&'ticciuolo i & che nel medefimo tpo fofife meflo in palo vn cane, elTendo il palo di Sambuco* per punirlo della mala guardia, che ei fece i Campidoglio difefo dalla Oca, come ho det-
'
ltre di ci dittero
Poeti
Iridcj
>
che moitra,fi
come le rie
ne
vediamo Iparire l'Iride. Quella dagli
antichi fu parimente detta Dea , & fatta in habito di donna
con velie di colori diuerfi,Sc talhora giall,tiitta- fucinta , per
vanno poi
come
feiocchi
le
toft
chele folle
comman-
dato dalla fua Dea,& con l'ali medefimamente di dhrer fi colori,come dice Virgilio,oue fa che Giunone la manda tagliare
il crin fatale a Didone . Hiteua poi quattordici Ninfe ancho- T^infe di Gufa
noncj*
ra Giunone a' Tuoi feruigij > come Virgilio, la fa dired Eolo
'
, fi
fi,che
mofrarono
gli varij
Quelle dice-
Venti, Pioggie,Neui,Lampi,Tuoni,Nebbie,&: altri CiLe quali cole moftra parimente Marnano quando fin- (JMartianol
ge,che Giunone (ii a federe fotto di Gioue, Se in queita guifa
Ella ha il capo coperto con vn certo velo lucido , Jmagine di
la defcriue
bianco, cui fopra vna corona ornata di pretiofe gemme,
Gqucj
Cornee il verde ScVthide, l'affocato Cerauno , & il biancheggiante Gi.icintcpoflaui da Iride* la faccia quali fempre riluce ,
& aliai fi aumiglia al fratello , f non ch'egli allegro fempre
n fi turba mai,ma Giunone fi muta in vifo,& moftra alle vol-
peto
mili
de-
&
te la faccia
nubilofa.La Yefle>che
ella
ha di fotto,pare di vetro
.
thia-
Indagini de
170
Dei
in-
C elette,
&
&$
20\
De eli
chiara delucida,
ma
il
Antichi.
manto
171
bea per
in
Dea nella
delira
nella liniftra
s
Statoa di Giti*
UQKLJ)
dirne altro, Se perci vengo a porre v na gran ftata di G maone, la quale forme Paufania, che fu nel paefe di Cormth ratta
&
&
che Gioue innamorato ^ia. di Giunone li cangi in quello vcella da fcherzo * come fanno le giovinette ^ io pigli
ceUo
onde egli hebbe commodit poi di giacerli con lei Era quello foggiugne Paufania, che , bench egli non creda corai cofe, ne delle altre limili , che Ci raccontano de 1 Dei , non penfa,
per che lano dafprezzarcqual vngha direi che fono mifte*
riofe, Se altro inoltrano, chequello, che fuoaano le parolejma
che (lenificato habbino non lo dice, onde 10 parimente non lo
dico, perche gi pi volte ho detto di non voler porre cola , del*
la quale non habbiano fentto gli antichi ; Se bench polla ef.,
&
-,
fere,che di quello habbia fcritto gi forf qualche vno,io nientedimeno non l'ho trouato ancora: ma poi Apuleio, quando fa- \^4puleQ .
rapprelcntare in feena il giudicio di Paride dice , che vici fuori vna giouine che fimigliaua Giunone, di faccia honella,con
il capo cinto di bianco diadema,c con io icettroin mano, accompagnata da Cailore,& da Polluce,li quali haueuano in ca- CaHore Telpo vn'eimo con cimiero di vna Stella Se cos fatti l veggono'
quelli in alcune medaglie antiche
Si legge > che furono figli-'
uoli di Gioue,cos inieme amoreuoli l'vn ali' altro , che , come fnfcrolefauole,partendola vira tra loro,viucuano,& mofiuano a vicenda,per il che meritarono di efiere polli in Ciclo,
Y 1
ouc
:
171
Imagni de
oue fanno
il
, li
Di
modo, chei
Lacedemoni) gi fecero Joro vn fmulacro,
fu in quella giucche pofero due legni egualmente difcofli l'vno da l'altro ,
attrauerfati parimente da due altri legni,come che quella foffcimagine,f confacele al pari amore delli due fratelli,de* qua-
&
li
furono
onde
CMino
Locreft
alle volte
to prigione
.
CrotoniatL
che in certa
Se difparuero fubito
dop
la vittoria
i Locref potudi
jhaueuano
mandato
to hauerloda' Lacedemoni)
loro aiuto
Polluce
moflrarono
Et comefofTero fatti Caflore,
ancora
,
due giouani Meffenij , fecondo che racconta Paufania , quando con afiuta fintione vollero ingannarci Lacedemoni) vnd,
che nel campo celebrauano folemiemeniela feda loro . Imperoche veflitif due toniche bianche con mantelli porporei di
fopra , Se con halle in mano su due belleffimi cauaUi, ti fecero
vedere d'improuifo . Penfarono i Lacedemoni) che fofTero
gli
Caflore,
Polluce, venuti alla fella celebrata per loro,
andarono incontra tutti difarmati, adorandogli Se pregandocene volefTero fermar/i fra loro con fuoreuole nume, quando idue giouani cacciatili tra loro , ferendo con le halle hor
<juefli,hor quelli, ne ammazzarono molti, Se fatta non picciola flrage de' nimici f ne ritornarono fenza efTer punto offefi
&
&
&
da loro
gli
capeL
De
hta
Antichi.
gli
in battaglia
co
epigramma
17$
i
capelli in tefta
gli
chiama
Et
fratelli
Pi-
in certo
"PaufitnitU*
vno
lafcier
&
di
prima
di foldari
& per
le
Prouincie ancora
rata da graue>
&
crudel ferui tu
modo
.
Et
fi
tarco
al trionfo di
rifeattati
da
Maccdonia,come,oltrc Plutarco 9
fcriue anco Liuio . Oltre di ci il cappello fu fegno di virt
di gran fapere,& per quello lo danno hoggidi ancora infiee col ucoKdel Dottore
del Maeflro . Et metteuano an-
&
&
co
li*
Imagini de i Del
74
K)
y&i
5
'
amo
protettori de camll{
corfo lor 9
fegtii del
Zodiaco
& di Ledete
detti
O&
Qf
De gli
Antichi
175
me rifrifce GelJio,
in tefra,co
non haueano
no poteuail c-
il
ca ppellojche
Co
&
no,&lo
riferifee
jnili,
con vette
fte in
mano,
Sida,giouanigran<ii,fenzabarba,tr loro
& in
vece delle
itelle,
EliatUI
'
il
na-
&
&
lon-
TmagJnt de
\j
fanno
nuuolij
le
nebbie *
Dei
oiie
facilmente
Ir
I
leqtlali
&
&
&
&
<
Degli Antichi.
177
&
di quiete
auttori di pace
difeordia,
viene
quali
-no,dalIi
pare
fi
parti eguali
il
fi
fenza che ne
il
&
&
fpofa il fuoco,& l'acqua,ouero per moftrarIe,che come il fuaco da s non pu produrre cola acuna,n nodrirla,per non hadi humidit,
do
fi
uare
generatione de
alla
generatione
& la donna
gli
&
tt-
re enta ^
H ua P f
&a
JfoJ&j.
werepunto
da, per il che bifogna che
di tutte le altre cofe
FwWO
humana
fi
fa di mefliere,
animali 8c
, 8c l'humi-
ouero per darle ad intendere col fuoco , che purpuro dal non puro,& co l'acqua,che laua le macil
parte
ga^
via le lordure; che ella ha da conferuarfi pudica ,
leua
chie , &c
guardarli da tutto quello, che pu^ macchiare
netta,
pura,
Le faceuano anco portare il fufo , 8c
matrimonio
del
le leggi
Scpaffare
pelle di pecora con tutta la
fopravna
conocchia
,
la
entraua
prima,volta,che
in
cafa
del marito,
vfauano
la
lana
affai
balli
hora
ceremonie
ma
per
quelle
poche
altre
di
delle
fi
come
habbi
da
far
Giunone
forma
vedere
in
d
dare
per
:
&
&
&
-,
fpofa,poi che
Varronenon
lo
nell' Ifola di
Samo.
Ma ritornando a quel
Giunone
in
Boe
tia fu
Z,
ponte,
Giunone $ofa*
Imagini de
17
Da l
&
il
>
>
che di nuouo
egli
noa foi*
Ci
hauefTe
&
&
tarco in quefto
non
modo
altro
che. lo
&
,.
,.
#sem* mot
to
vtiltL-
c^ e
re
ma
tichi
2$pfe di
%QtCj ,
Cm*
%
H
Quercia
"
,.
&
del tronco f ne fecero tetri A Giunone fecero gli anghirlande di bianchi gigli , li quali chiamauano le rofe
"^ racconta ^o
latte
le fauole
fc
Ma
fparfe per
modo
il
Cielo
quiui
che
,
Se
Degli Antichi.
flmagini di Giunone
odiatrice di
trite
delie cofe
air
dell'aria
di Hercole
laui-
patrona,
,
purga-
effetto dell'aria .
Imagni de
So
V\a
lilla
bianca
LDeL
,
che vi
fi
vede ncora
Ia-
&
il redante caddc[
quale ,chiamanogli A-ftrof ogi la via lattea,
gi Ei terra (opra i gigli , onde rimafero cos tinti di bianco ,
che poi nati fono fempre bianchi. Tertulliano fcnue s che in Argo Cittadella Grecia fu vii fimulacro di Giunone cinto con
lattea*
Tertulliano
rami
di vite,& che
pelle di
Lione,qua
odiato grandemente
come
di quella
-,
..
Tito Limo
Marco
Tullio
Giunone
Fe<-
hrual^j
WeSlo*.
'
&
,,
&
do
peli fa
corpi politi
&
Virgilio l
la
Che
>
tien del
nodo maritai la
w<u
L'hanno
De
gli
Antichi.
181
&
&
la fucejpone
pro-
\%t
Imagini de
Dei
-.
L'hanno
&
&
leggefi
anchora
&
nauano
Vele gittate
via.
gli
Se graui pericoli egli ottenne le desiderate nozze con femo faccetto Se lanouella tale . Himeneo fu vngioua-
licif
Quella
nteneo
di
Hi
-,
nettoin Athenc figliuolo di Apolline, Sedi Calliope vna delle nuoue Mufe , tanto bello,& di faccia cos delicata , che da
molti era {limato femina , il quale fi innamor ardentiffima*
mente
Degli Antichi.
i$V
&
n per
ali'
meo,prefa
tife tutti
ItitfTe
la
prima chealcun
di loro
h*
le
fuegliafl
&
ne gli Atheniefi di reftituir loro le gi perdute fgliuole,fe voleuxLno dare lui per moglie quella , che egli amaua ccranto .
gli
&
unque da coftui furono ricuperate quelli Vergini , de il mamonio, che fi defider tanto, hebbe felice fuccelfo, replicaano fouentc gli antichi il nomefuo nelle nozze per buono
igurio , come the defiderafTero a quelli, che fi maritauano
felicit d'Himencr.Et quefta fu cofa dei Grecasi come fu
i Romani di chiamare TalafTone per buono augurio pariente nelle nozze . Perche , come fcribe Liuio,quando furor
rapite dai Remani le donne Sabine , venne alle mani di
>
gliene
ore
>
molto
rifpetto
onde vdite
il
no-
me
t84
&
yarrones
nano
gli
ce nelle nozze
ne i fuoi prblemijrferendo pur anco quello,che ho detto poeodifopra, che la fpofa entrando in cafa del marito la prima
&
il
fufo
vi fedeua su,
8c paffaua fopra li
come ferme
Fefto; per-
che da quella fi trahea la lana,che fi acconcia poi ad vfo di filare,& diceua quefte parole j Oue tu Cei Caio,io fono Caia , che!
veniuano inoltrare , che tutto haueua da eflere commune
fra il marito,&la moglie,& che in cafa doueuano eflere egualmente padroni Et hanno voluto alcuni , che in tale cerimonia folte vfato quefto nome di Caia per rifpetto di Caia
Cecilia , che fu Tanaquille moglie di Tarquino Prifco Re de*
Romani,donna faggia , .& virtuofa,che gouern beniflmo la!
cafa fua.Onde Varrone fcriue,& lo riferifee Plinio,che in certo tempio fu guardato come cofa degna di riuerenza il fufo,&
la conocchia di cofteij 6c vi giungono alcuni anco le pianelle;
quindi dicono , che venne I'vfanza di portar (eco la fpofa la
conocchia con la lana , tk il fufo , per ricordar/i di imitare la
virt di quella gran donna,la quale fil, Se fece di.fua mano vna
bella verte regale Seruio Tullio fuo genero , che fucceffeal
marito nelregno,-Ia quale fu pofta poi nel tempio della FortuAndauaancO knuoua Ipofa cinto di certa fafcia di lana
na
.
'Nodo d'HercoI<lj
yirvinenfe
Dmj
fpofo
r *o di
la
doucre
H creole
fuo aiuto
chene laido
la
nodo d'Hercole,quale,
Dea
fettanta
lei
pigliandone augtt
Et quefto
ella era
fare
chiamaua
ir
creduta hauer cu
ra
De
i8j
gli Antichi-.
che
(lattano vergini
maritate
Et vfarono
tempo
il
>
erano
Santo Agofti-
antch,come riferifee
alcuni altri
ouedoueuano Ilare la prima notte inficine i nofpof,accioche con lo aiuto di quelli lo fpofo pi facilme-
nella camera,
uclli
teraccogliefleildefiderato fiore
fpofa
pofea che
fortauano ci
fi
vedetta tanti
Se
manco
conperche
nel quale
fuo officio
il
la
&
&
&
vno
fottomettelTe,
te: la
Dea Prema *
&
l'altra il lafciafTe
cheinduceuala fpofa a
lafciarfi
Et credo che ve ne
foller
ancho
altri,
particolari
chel'vnge-
re
le
porte
fia
delli quali
non ho
trouato
qualcu-
Aa
par- Tartftnda
degli
li
ite
Imagini de
&
^.
Del
\&
Begli Antichi.
de i gangheri era vdito,aprendofi> fei>
fi
rande fi le porte. Spargeua ancho per queito,come hanno detto alami > lo fpofo delle noci , accioche non fofle vdito altro
cheil rumore,che quelle faceuano cadendo in terra, Se lo flrefpofi,fe lo folclore
pito dei fanciulli, chele raccoglieuano>quando gridaua la fpodilli, perche alai, &doleuafi nello fciogierla fafeia, ch'io
na ve ne era, che fi fortemente gridaua , chefaceua alle volte
'
i
'
Altri
hanno detto
che Thuomo maritandofogono i fanciulfi lafciaua tutte le cofe fan ciuliefche, perche
ci fi
li giuocare fouente con le noci v Varronc ha voluto , che
i&cefle per tirare buono augurio da Gioue , oii le noci erano
che lo fpargere delle noci moftraua
Et Plinio parimente l'interpreta ad vn' altro itoquello , Se delle altre cerimonie vfete nelle nozze
Tttio
confecrat,.
!do.
Ma di
di quelle
&
vn
fimile velo
Se perche quefti
non
a*a concerto
come
gli altri
bhe fu come Dio adorato . Onde gli Atheniefi gli confecraroIro vn'altare,& appreflb de' Lacedemoni; gli fu fatto vn fimu-
Aa
noia
Imagini de
r3tf
De?
&
reftaflfe
fi
feco
p f vn fimulacro al Pudore,
, di con
doueua efTere fattradire al padre per non lafciare il marito ;
to in fimile foggia con la faccia coperta . Si che moftrandofi la vergogna in quefto modo 5 fi pu ben dire , che perci fi
copriua la nuoua fpofa col velo, qual diffi,che portaua H imeneo nella finiftra mano Et, ritornando a mettere quello, che
refta di lui , egli haueua due focchi gialli a piedi ; quelli erano
certa forte di lcarpe,che vfauano alle comedie , & le donne pa-.
rimente gli portauano . Et tutto il difegno, che ho fatto di co
&w decritto da Catullo in quefto modo ;
quiui, oue ella
coperfe
fi
il
vifo,
&
CatuHi
de l'alto HelicoruLs
Habitator felice^
d'Urania celefte-f
Lieto
e giocondo figlio
Cnge Himeneo
Di
De
belli
le
tempie
e vaghi fiori
l'odorata perfa
tenendo con
mano
Il colorito velo
iJMoue
lieto
per nei
Et adorno
fotti*
In
De
gli Antichi.
Jn quctto d giocondo
a* notti jpofi
allegre canzonette- -
Tu ,
La
lieta
portando ne la defra
,
efanta face
Tutto languido,
Di
& ebbro
mano
ma pria cingi
ambe le tempii
modo
Dagli
in.
Que-
occhi
vn foauijjmo fplendorc^
%
Efce
Spargon
e tenta
s'apprefento
La
Da
bella
chioma crefa ,
& indorato
'i
dei Dei
Indgini
LA GRAN MADRE*
A
&
la
&
mi le dierono
dorarono
8c ne fecero ftatoe
vari)
modi J'a-*
ttolmente fu dato
cognome
gli antichi
Terra perche
detta madre,
Leuana Dea.
>
ventre della
madre, in terra
Tauentiaj
Totn&j*
Edufa-a,
imperode
>
il
fanciullo
Nume, che
&
agitanti
materna riuerenza
madre S. tutti & Jenarnefo anco poi fubito, & hebbero perci
vna Dea chiamata Leuana * la quale credeuano che quello
folTe fopra, di fare col fuo
Cimino,
di
&
&
fe
da
& eflere
lei fo (tenute,
gione ella
Degli Antichi.
perche erano
vn tempo di
mortali
ri gli altri
le,
Rhea
flati
Et fu quella
Verta, Se Cerere
Terra
la
Se altre
.
91
come ne viuono
tut-
nomi
in
&
le
imagini loro
&
>
te le cofe
Tetra
Ora
chi
la
La quale Varrone,fecondo che riferifee Santo AgoftiJio nel libro della Citt di Dio, vuole, che fia chiamata Ope>
perche per l'opera fiumana diuenta migliore , Se quanto pi
?
colti-
1$%
Imagini de
Dei
f
<^j> magine della dea
SM
S
C^
f
$gj
Ope
la terra ,? li
madre de gli
alla
lei fa
& ogni
dimoiano che
Degli Antichi*
19}
& che fia nomata Proferpina per
lK>tiuata,tanto pi ferule
da hi vanno come ferpendo le biade , che ne nache fia detta Verta > perche di verdi herbe fi vefte.
scono ,
Oltre di ci la dipinge anch, S>c infieme efpone tutta la pittu
ra,il Boccacio , quando fcriue della progenie de i )ei , Se diceche ella ha in capo vna corona fatta torti,perche il circu- ^fbofitione del
to della terraguifa di corona tutto pieno di Citt, di Ca- fa i ma qi
fa
La velie teffuta di Verdi ^)p mJ ,
ftella, di Villaggi , di altri edifici)
herbe,& circondata da fronzuti rami,moitra gli arbor,lepian
Hlofcettro in mano
te,& le herbe,che cuoproho la terra
che fignifca,che in terra fono i regni tutti> Se tutte le ricchezze humane,& moftra la potenza nchora dei Signori terreni.
Per gli timpani , che ella parimente ha , fi intende la rotondit della terra partita in due meze sfere, delle quali l'vna chiamata l'Hemiipetofuperore,& quella che habitiamnoij Se
l'altra inferiore,oue fono gli Antipodi . Ha poi vn carro con
quattro ruote > petche le bene ella ft ferma Se e* immobile,
l'opere nohdimeno,che in quella fi fanno* fono con certo ordine variate per le quattro ftagini dell'anno, &: f ne Vanno uccedendo l'vna all'altra . Lo tirano i Lihi,ouero per inoltrare
quello,che fanno i Contadini feminand il grano , i quali fu-
'che vfcendo
&
bito Io ciloprono
preda
le afpera > Se
dura, the coltiuandolanon diuenti molle,& faci, pur' , per moftrare , mettendo fotto al gio-
le al produrre
Se che cosi
Signo ^^tura
hanno
ra
fi
iftucwjono,ella ft
ci
ok>
^Qn
^ #
Iniagihi de
94
Di
fi
tiene lo feettro in
iftdoro
mano y
Se veftita di
vn manto
tutto cari-,
|a
terra al
fopra
lei
Primauera, Se allhora detta la terra aprirfi, s come riferifeeancho Alefifandro Napolitano. Faceuano anchora gli
antichi ghirlande quella Dea talhora di quercia , perche cos viueuano gi i mortali delle ghiande prodotte da dx come
viuono hoggid del grano, Se de gli altri frutti, che la medefima produce Et di Pino talhora , che quello arbore a lei era
confecrato,, folTe per la gran copia de* Pini, che era nella Frigia, oue ella fu prima adora ta,& fu perci detta ancorala Dea
Frigia, come che quel paefe foffe fua propria patria , oue furono prima celebrate le fue facre cerimonie , onde da Berecinto
monte di quel paefe ella fu parimente chiamata Berecinthia $
della
Bea Fri$i<u
Berecintbia
Virgilio
Qual
Berecintbia
madre de
gli Dei
Sen va per
De
le citt
la diurna
fua,
il
carro
di Frigia altera
mie ,
onde lentQ
'
e gli Antichi.
t&j
la
\ie(Te
conferuarfi vergine
*p; w0
\a
fa t0 a fm
q mn <jj/ia.
^J
*
<
* ua
no "
tieUa->,
f di fare Se
&
Sacerdoti cairati
f magmi de
$6
De!
$\Ai* racconta poi vn'altra fauola del medefi mo , la quale e tanto faJ
uola apunto, che mi pare, che meriti diefler riferita , & , che
del feme fparfo in terra da Gioue , ( che fognaua di efferefor-.
f con qualche bella giouane ) nacque vn Genio
Demone,
che vogliamo dirlo,in forma di huomo ma che haueua per,
l'vno,& l'altro feflo,6c fu chiamato Agdifte Di che/pauentat~4gdift(Lj<.
ti gli altri Dei^come di cofa moftruof,gli furono fubito attor
Fattole
,.
j,
no,&
gli tagliarono, la
parte mafehile*
Di
il
grembo
per mangiarfeli
bambino,qual per vergogna nafeofe hx certa felua,. oue vna capra and fempre dargli il latte, s che non per ; ma fatto gi
grande funomato Ati , &era tanto bello ^ che pi tolto col.,
diuina, che humana pareua eifere: onde il Genio Agdifte ne
Auenne,ch.c il belgioua-.
fu ardentiflmamente innamorato
..
dei paefe.
fe.
ma
glie la figliuola; Se ^ik era tutto in- punto per celebrarli le noz,-.
ze,quando
Agdifte,.
che andaua
dietro, all'amato
giouane ,ar~
corpo
dell'
gm
&
De
io l naue
che la portaua
.taquafi tutta
Roma
IP7
gli Antichi.
,
alla
ad incontrarla
Claudia Fefa,
/e_j
,.
&
inoltrando
la
f penfare
per-,
bench
fi
vn carro,
fuoi Sacerdoti
j,
da due vacche,fu portata nella Citt con grande allegrezza del popolo, onde fu ofleruaxo di portarla pofei.
ogni anno con folenne pompa nelmedefjmojmodo,&al mede-*
fimo luoco a farla lauare da i fuoi Sacerdoti li quali lauauano se (lefll ancora,& le fue coltella * come, fi vede appretto d
Ouidio,,oucdic#t
Qudtil
tirato
r luoco
*i
i$8
ImaginictelDi
&
il carro do^
Simulacro della Dea Cbele, che la terra ,
u era condotto proceffionalmente tirato da due Vacche
la vtlit che da
dinotanti la fertilit della terra ,
&
fft
Degli Antichi.
ip$
-Ut a quella
dare dinanzi alla Madre de i Dei cofe , che le madri loro fi fariano vergognate di ascoltare . Et Herodiano fcriue , che andauano gridando allhora in quel modo non (blamente perfone vili,8c plebeie, ma molti nobili ancora , Se huomini di conto , li quali fi mutauano di habito per non eflere conofeiud
andauano poi dicendo,& facendo tutte le pi dishonefteco-
&
fe,che fapeuano
cerdoti,comediffi, a
lei
Ci
fuoi Sa-
tro u
non-
dimeno, che
le
fu faenficataanco
la
&
&
tano
&
&
coperti
>
Se
il
Tmagni de
Dei
__
^poi di
&
-,
&
&
-,
&
&
T)e
Antichi.
gli
tetta le ci tifer
alta,
20
perche ha parimente
Di corona
&
mitrale
il
^cretiol
ornar o
per moflrare
>
Impera- Corona muratore chi prima fo Afe montato per forza sii le mura de i ni- ** tut fi dotta.
mici Ha il carro medefimamente tirato da i Lioni, che mo
ftra , fecondo alcuni, chela terr ft nell'aria pendolon ,
foftenuta dalle ruote , perche le fi aggirano intorno le celefti
sfere del continuo , come moftrano i Leoni animali feroci, Se
La qual
forte d
dall'
&
impetuosi
perche tale
anche cos
ii
QueHa
legge
la
terra
onde appretto
che circonda
di Lucretio pur'
be- poetando
fcrijfero
Sopra vn carro
al cui giogo
di lei,
vanno infame
che dimoHra
Ver
lei fi
creda
Vinta
e fatta piaceuole
Onde vien
che
fi
& burnite
giungono humilmente
il
<
Da che non molto dilli mile quello * che ferule riftotec, ^rHotelc-s.
quale raccontando deUecofemiracolofe del mondo mette
:he in Sipilo
lunga,
monte
ceni-
fmagini de
2o
Dei
prima nimico quelli , & con empie mani gli hauefTe perPenfarono anchora alcuni , fecondo che riferisce Diodoro , che a Cibele foffero dati i Leoni , perche ella da quelli
fofle nodnta, Se alleuata gi. nel monte Cibelo , come l decfe
coli
Tlatoncj
Dei de gli antichi tanto intricati infieme, Se che vn medefimo Dio moflri fouente diuerfe cofe , Se
che diuerf nomi fgnifichino talhora vna medefma cofa j come Gioue,fe ben moflra per lo pi l'Elemento del fuoco, mo(Ira per quello dell'aria anch alle volte : Se Giunone parimente tolta per l'aria , ma non s per, che non moflri la terpura anco talhoraril Sole vn folo,& la Luna parimente^
re ciafeheduno di loro ha diuerf nomici' Acqua ancor ella hebbe molti Dei , Se la Terra ancora , dalla quale, per l'humido
che fugge del continuo , furgono efalationi , che ingroflatefi
nella pi bafTa parte dell' aria fanno le nuuolc , onde icendono>
poi le pioggie . Et per quello vuole Fornuto y che la Terta fi
dimandi Rhea , quaf che ella fa cagione , che la pioggia
feendaj ouero che non la Terra , ma fia che fi voglia y chiama egli Rhea la cagione delle pioggie , Se dice , che quella
Dea futono dati i timpani , i ciembali , le facelle Se le lamrauiglier di vedere gli
&
t\Jji]
padi , perche i tuoni, i folgori , Se i baleni fogliono andare innanzi alle pioggie, Se accompagnarle anco fouente . Alcuni
Vogliono che i timpani fgnifichino , che la Terra contiene j
se gli venti , Se cos l'intende AlefTandro , il quale dice che ft
Fcfiu *
._
dipinta
Degli
'feVrche
eli
la terra
Antichi."
come fcriue
che fiede
-,
20$
Plinio',
che la
&
bianchi fiori-,
l'aria
Ma
che
fia
.
elemento
che
,
pi
bianco
,
dal
data tutta
de
gli
appretto
antichi
Vette
furono
due
che
auertire,
egli da
&per l'vna, che fu madre di Saturno , inteferola terra , della
quale ditti pur m per l'altra , che fu figliuola del medefimo
il fuoco, cio quel viuifico calore, che fparfo per le vifeere delEt di queia terra d vita alle cofe tutte , che di lei nafeono
imagine,
perche
antichi
alcuna
credeuanoi
gli
fecero
lla non
che, come dice Ouidio, Vetta non fotte altro,chela pura fiamma de dittero per ci , che ella fu vergine fempre tutta pura ,
intatta , s come la fiamma non genera alcuna cofa di s,nc
per quefto le cofe fue fariceue bruttura, macchia alcuna:
cre non erano cuftodite , n maneggiate f non da purittme
verginelle chiamate per ci le vergini Vertali > 8c furono , coordinate da Numa
me fi raccoglie da Liuio , introdotte,
Gellio riferifee , che la prima , che entr al feruitio di Vetta ,
che perci tutte le altre dapoi furono
hebbe nome Amata ,
dette parimente Amate , &c erano prefe dal Sommo Sacerdote
non minori di (ei anni , n maggiori di dieci,& bifognaua che
non hauettero difetto alcuno di lingua, n di occhi, n di orecche n il padre,n la machie , ne di altra parte del corpo ,
dre fottero mai ftati ferui , ne hauettero ratto officio 5 meftiero fordido,& vile . Da principio furono quattro folamente ,
dapoi furouo fei , perche in (d parti era prima diuifa la citeraprohibito glihuominidi andare oue elle pofauano
t,
f non di notte . Quelle ftauano trenta anni obligate al feruitio in quefto modo , che ne i primi dieci imparauano le facre
f?.ce
&
&
&
*,
-,
&
&
&
Liuio
&
Gelilo
cimata prima
vergine
flaltLj
&
&
&
l'accefa
&
ma
da
Veldu
Ve-
^04
tmagini de
da
come
come
fi
DcJ
cne
uola>chc gittaua fuoco, qual raccoglieuano in certi vari di melo rimctteuano ai kioco del gi eftinto
,
ne gli altri
dieci anni faceuano elle l'officio , de nelli dieci y Itimi infognatallo
&
uanoallegiouani, che veniuno dinouo . Paffato quefto tempo poi erano in libert di maritare : ma pochifl me furono
quelle, che fi maritafep mai-, perche pareua, che maritandofi
;Nelli
interamente
impudica era porta viua fu'l cataletto , & portata nella guifa
che fono portati i morti alla fepoltura , V la feguitauanoli parenti , & gli amici piangendo fino appretta le mura della Citt , oue era vna gran caua in guifa di camera lotto terra , con
vn lettojk vna lucerna accefa,.& con certo poco pane,acqua,
latte che vi metteuano , aecioche non parefle^che vna vergine
confecrata forf fatta morire difame . Poi fatti quiui alcuni
fegrti preghi , il Pontefice man da u la infelice giuan gi
per vna (cala nella fotterraneacaua , riuolgendo la faccia adietro , &c quelli , chea ci erano deputati, vigitrauano fubito k.
terra fopra,& la fotterrauano quiui, oue la pouerella f ne moriua miferabilmente per hauerevioLualapromerTa carit;: &r
Ogni anno
fi
ioletia in
d via
vn giorno detcrminato
il
fuoco
sii
l'altare
di
,
tra
noi ne'
cerij paichali
l'altra
&
&
ineftui-
De gli
*2V,
Tempio
in
Hpma
VeSa dea
e
dil
no inuifxbile
'j^
della
fuoco,
perpetuo
&
VeUamadn
degli Dei,
nm fi
da vita
alle cofe,
eftingueffo
2Tf
& d
k^o
^?Q
(W
wfnJ ww
C*g
Dea
Antichi
tbl fuoco
'
Imagni de
io6
Dei
&
me vna palla
gura
, volle che il tempio fuo hauefle la medefima fiEt il tempio folo fu fouente la imagine di quella onde
:
&
Landino
modo come lo
&
&
braccio perche dlffero gli antichi, che Vefta inoVergine nodr Gioue, che il bambino . Oltre di
ci confecrarono gli antichi Vefta quel luocho nel primo
en t rare delle eafe, oue faceuano fuoco, qual era per ci, come
ha* creduto Ouidio , dimandato Veftibulo . Quiui mangiaua-
bambino in
ltrata per la
.'.-
VeRbtdo,
&
Lari
focolare
&
yefla in tutti
gli facrifcij
Di
De
fri
che
la
ragione fu
prime entrate
delle cafe
i7
gli Antichi.
oltre quella
oue da principio
fi
che
le
facrificaua fouen-
dice
&
N pareua
re
Se
il
chefofle
era fatto
mi particolari
che moftra
Oltre
alla
>
altri
le particolari
perche
Nu-
virt
come ha cantato
quemeglio il grano , ili quella gli arbori producono meglio*, in vna fono pi all'egri i fioriti prati, Se in vn'altra fono
jpi abondanti di herbofi pafehi : onde hebbero nome le Dee
Cerere, Se Proferpina, Se la Dea Bona, Flora, Pale , Se altre >
ideile quali fi dir poi Hora dichiamo di Cerere,chefu ftima- Cererai
Ita laprima,chemoftraiTe di feminare ilgrano>raccoglierlo,ma
^cinarlo,& farne pane a* mortali che per lo innanzi viueanodi
iberbe, Se di ghiande : Onde Virgilio dice :
Virgilio
Virgilio, Se che fcriuono gli auttori della Coltiuatione, in
fta viene
Cerere fu la prima
iA mortali
di
che moftraflL*
rompere il terreno
9m4h 4
le dure glebe ,
Sopra quelle
1 mortali
fu Cerere
che infteme
le
Jante leggi
hauere dato
le leg^i
innanzi
<a
filerei
percht
io8
Ifflginidelef
fruttifera^
la
tirato
& dea
delle biade,
da Draghi ftgnificante
(
t
la terra
# dinota ancora
li
De
gli
209
Antichi.
huomini
rozza,& quafi
fieme con
rina,
le
Citt
&
vitfero
infe-
pofeia ci-
&
&
\J[fconde
il
Dd%*
carro
e a le
materne cafe-j
Spejjo penuote
&
e Hi
a cui le membri
per le nubi
^Placidamente leccano
il freno
the molles
&
le lor
Taion
fquamme lunghe
< oro
rifplendendo
gettar fautlie
e fuoco
&
&
&
-,
le
Vo
Imagini de
molto
ferrile
& ne fu
Da
lire
ma
Dei
con Volcano
la
qual di lord
to grande,
come
rie
mot
la defera
colta.
flftO
roita
anco
per
alle volte
tempo dell'inuerno il fem ina to grano }.& Cerecon le ardenti faceile in mano , perche al
tempo della eftate, quando pi ardono raggi del Sole,i Contadini vanno cercando le mature biade, &c f raccogliono
Et
to terra tutto
il
re la va cercando por
quindi fu che
da
come
ferine Paufanra
la ftaroa di
Cerere fatta
mano
haueua le
Dea andauano parimente con le faceile accefe correndo , quando celebravano le fefte Eleufine , cos dette da Eleuii Citt- non molto
accefe faceile in
Et
Sacerdoti di quefta
lontana da thene
x oue furono prima ordina te: nelle quali alcune giouinette confecrate alla Dea porrauano caneftretti di
fiori per Iaprimauera,& di fpicheper la eftate
Et di queftefece mentioneancho Marco Tullio parlando contra Verre
Ec
erana parimente portate nelle medehme cerimonie le miagini di quelli Dei,come riferi fee E ufebio,deI Creatore , la quale portaua il Hierofante, che era il Sacerdote principale dei
Sole, porrata da colui, che portaua anco la face accefarchi fer.
. .
Se quella di
Mercu-
Theodrito fcriHe che quefta pompa folenne portauano anche per cofa degna di gran riuerenza il fello f minile , fi come portauano il
malchile nelle eeremonie di Bacco . Ma ali* incontro Sefoftri,
*i
facrifici;:&
antichillmo
fi
legge apprelTo di
Hero-
Imperoche
doto , l'vs per cofa vile , Se degna di diipregio
ne ipaefi > che ei foggiogaua con gran fatica , per difenderfi i
.
Degli Antichi.
itt
popoli gagliardamente, drizzaua alre,& belle colonne col nome fuo,&: delia patria , &: come egli hauefle vinto quel paefe :
ma
ouc non trouaua alcuno Te non poco contralto,drizzale medesime colonne con le medefime lettere , ma
vi aggiungeua di pi la natura feminile , volendo in tal modappocaggine di quelle genti Erano
do inoltrare la vilt ,
le facrecofedi Cerere con tanta religione
poi le ceremonie ,
cosi tenute fecrcte, che Tempre che erano celebraguardate
te ,il Sacerdote gridaua prima > Vadino via tutti gli huomini M'Herij Ektt
.uapur anco
&
&
&
profani
quelle,
git
vi poteua entrare f
non
& bifognaua
Onde
fi
chi era
che
legge di
ei
Nerone
che
ei
non os mai
& empio
di tro- Ts^erone^
uagio
fini
&
&
riofe cofe
&
&
vide in fogno le
, hauendo diuolgato quelle cofe ,
DeediEleufi itarfi come meretrici in luogo publieo , efpof e
qualunque di loro hauclfe voluto pigliarli piacere di che egli
eri mifterij
&
publieo
in
mano al
volgo
Et Paufania
fcriuc
212
ImagnI de
Dei
Et per
fu vna
ci
non ne
ftatoa di
Dee
Eteufine*
&
fania
erano quindeci piedi di grandezza . Dinanzi da quefte ftauano due verginelle con le velli lungue fin' a i piedi, che portaeruano fu'l capo caneftri di fiori , & i piedi di Cerere era
Ernui anco due Hore, Se
cole non pi grande di vn cubito
eraui Pan,che fonauala fi Itola, ck Apollo la cetra , come quelli
che erano due de i principali Dzi dell'Arcadia, fecondo che vi
era fcritto, 8c vi erano poi alcune Ninfe,delle quali vna Naiade haueua in braccio G io u piccolo fanriuliino , le altre erano
*r
*\
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^ 4^^ k
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P ercnc ^^ e data Cerere
faceila
vn'alcra te-
'
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*"
-;
per-
De
1>erche
c
>
fi
fcrificafTe
%i$
Antiche
gli
quello
&c quel
che va' altro , fu come ferme Seruio , tanto la contrarieche la conformit , la quale era creduta hauere la beftia co
Dio , cui era facrificata , Et per ci dicono , che fu dato Torco dato
porco Cerere , come chea quella piacefle di vederli moriCerere^
re dinanzi il fuo nimico , il quale non folam ente guada le gi
nafcitite biade , ma riuol'tando archora col grifo glifemmaquel
il
ti
la te|ra
&:
il
terrai de per Io
mente
.
Oltre d ci muVa' quella beftia
,onde era facrificata ncho talhdra a Ce-
*,
:i
perche
fi
legge
che fa
alle volte
ad vn
a venti porcelli'.* & trenta ne haueua fatto quelaporca,cheapparuead nea su la ripa del Tebroj <^me canta Virgilio . Vn' altro fimulaero di Cerere fu ancho nel!' Arcadia , il quale teneua con la delira mano vna facella &: acco>arto folo fin
i
che da
gliuola,
da gli Arcadi
Dea adorata pi
fi-
tertu
bench quello
&
te
i
&
&
vn Cauallo
2?4
ImaginideiDef
Sii
tita in cauatia
tt
ferma fatta grauida da 7s{ettuuo dio iti Oliare transformato in cauallo , della quale
ne nacque poi il cauallo >drione-j
in tal
Degli Antichi.
ode
dell'
amor Tao
quale
afa
tanto
aff
fi
nome
di Furia-
no ,
ti
gii
Dei
li
quali
per quei
tta
alla miferia
Maauenne, che
ella
liaua tutta
il
Se
me-
cito
modo
che ella deporta ogni meftitia, Se tutta placata vfc finalmente dell' antro , Se cominci allhora la
terra a produrre gh vfati frutti mediando infieme la pestilenza . Defla qual cofa, perche ne reftafTe memoria , le genti di
che pregarla in
con vna ftatoadi legno , che ftaua federe fopra vn falFo,& era donna in tutto il
reftojfe non che haueua capo,&: collo con crini di cauallo , in;orno al quale andauano icherzando alcuni lerpenri. Se altre
quel paefe confecrarono l'antro Cerere,
fere
la
Se nell'vna
mano teneua vn Delfino , Se vna Colomba nell'altra . TrouaS anchora,che in certa altra parte del medefimo paefe dell' Ar:adia erano dinanzi al tempio della Eleufina duo gran pietre
icconcie in
modo
^eniifimo infieme
enni
iacrifcij
& quando
fi congiungeuano
tempo di fare gli Co-
l'altra
veniua
il
leuauano l'vna di su l'altra, perchequiui troua, chedichiaraua tutto quello , che fi doueua
le
facre cerimonie
gentemente i facerdoti ,
dili-
rimet-
teuano
****** * Ct
sr<Lj *
Imagini de
Dei
&
&
foller
*v_J
fe, le
quali
re, che
Tn*f legume
mtp*ro
le
non
tali
Ma
perche
patrebbe forf
le
di-^
adopraiianoalle*'
&
&
Titxgoraj
O pure
.
mangiare le faue , volendo perci intendere, che bifogna lafciare da banda le cofe melle Se lugubri , le
quali Ariano la mente dalla confideratione delie virt, ideile
cofe dtuine ouero per ricordare a gli hltomini, che fi guardino da efler limili a' morti, mentre che fono anco in vita,per*
che al.ro f lo facelfe > bafta>ch*egli parimente (lim le fauelegiinedaguardarfene,come fecero anco Cerere, quando n6 voi
le diitribuirle inficine con gli altri legumi Ma perche > come
beftia,
come
vietaua Pitagora
il
gi
De gli
217
Antichi.
tefa fotto il
nome di
Pale,che fu perci
Dea
Vale Dea de
TaSlori*
fiori
rilia
perche ifuoi
facrifici)
fi
fi
'Palilicu
migi
fatti di
ma
Ci
&
dapoi purgauano i greggi col fumettendoui anco l*vliuo,la tediala fauina, il lauro>& il rofmarinorpoi faltand:> paflTauano psr m?zo la fiamma
iccefa con certo poco fieno,
indi offeriuano alla Dea latte >
formagio, fapa , alcuni vafetti pieni di miglio,
certe fchiacciate pur anco di miglio , cibi tutti vfati da Paftori,&: con fole
mo
del zolfo,
&
&
il
quello,che fu fatto
facriHcio
&
Pomona Dea
,
mo
O uidio la fa ha-
fp
nmn
Omdio
le
Vertuno , cui
d in mano vna
-,
rouella
Trottandoli vn d vn Sacerdote di
K ercole fpaflgEe
giare
flora
di
X
21
Imagini
giare nel
d'e i
Dei
&
,.
&
,.
>,
,.
nome Larentia,
re altrui,la ferr
la
neltempiocon HercolcSe
ta fola quella
Ta.ttAmti.0-.
pri,
..
Dea? Bona:
Torfirio
..
..
le
De gli
li p
Antichi.
tycome riferi/ce Eufebio, che quella virt della terraja quale abbraccia lo fparfo feme,& in s lo tiene,& nodrifce,foflfe in
lefa da gli antichi per la Dea fiona:& dice , che di ci fa fegno
la Tua ftatoa,la quale porge con mano alcune verdi piante,qua
fi pur m germogliate. Etla vittima ancora, che le facrificauano, qual' era vna porca pregna, moftraua, che gli antichi ntendcuano della terra per quella Dea j la quale fu chiamata
come ho
Bona
beni
infiniti
-,
gi detto
&c fu detta
&
&
lorifceall'
iel
Ha difendendoli,
Il
perche
egli
fi
&:
&
&
2.
more
220
Imaeini de
Dei
<?ft
pente
s<Sl
&
& ocba a
lor [aerati
S5SSS
Degli Antichi.
more fuo , ma con inganno cerc
221
&
&
&
&
te tutto in se riuolto
Se raggirato
padre partor vn figliuolo in forma di toro , onde cantano fistiente i Poeti le laudi del ferpente padre del toro . Leggefi anchora, che Prolrpina fignifica le biade, le quali nafeono del<pyQfap\na
la terra,che e Cerere, ma non lnza il temprato calore, che in
per lebjade*
quella infonde il Cielo, inoltrato per Gioue , Se fono rapite da
Plutone , onero perche talhora feminate non rinafeono , onde
ila terra pare attriftarfi , Se flarne mella, perche non fi vede adorna di quelle, hora verdi,& hora tutte biancheggianti, quan'do fono mature ; ouero perche il calor naturale rapifceil femi'nato grano , l'abbraccia , Se lo fomenta fino al maturire delle
Buone biade. Significa parimente la Luna alle volte, Se perci
'
k
\
Imaglni.de
^222
Troferpina co
pto! ocas.
Dei
He ne pu fare imagine in tutti quei modi , che gli antichi fecero la Luna,come credo di hauere detto gi,quando la difegnai,
Fall anchora alle volte Proferpina con vna Oca in mano, co-
me
te
la figliuola di
vfeire di
difpetto fuo
la
trou
8c prefela, le-
go
la ripa
del
quale era vn piccolo tempio con la ftar~*
di
lla Proferpina
figli-
uola di Cerere.
,
Nettvno
De gli
Antichi
2.2J
NETTVNO
v
rp^r-^r V Nettuno
al
3 itegli
Kg Enfili
j2 t$f?X*j
--
Dio
detto
chi
del
mare
m diuer/i modi
,.
quale toc-
8c perci fu
':
""
'
come
fi
moftra parimente
(1
il
mare fecondo
la
con
il
tridente in
mano
Et
&
vna gran conca, marina, la quale lui Za in vce di carro , tirato da caualli, che dal mezo indietro erano jpe
Tei, come fono deferirti da Statio, quando cos dice
dritto in pie in
Statio
Varcando
il
CMena
Che'l capo,
Ban
E
Et
il
l'hanno
vefliito
cileftre,
:~|\
come
dice Fornuto
che rappr-;
&
alle volte
il
collo
il
..
erano
i|:hi ,
fatti
{puma
del
mare
Onde Filoftrato dipingendo Glauco , che fu pari- FiloflratO*.
mente Dio marino, dice , che egli ha la barba bianca tutta ba- Glauco .
innata, e molle, &: le chiome medefimamente bagnate fi. fpargonc fopra gli homeri Je ciglia fonc fpdfe , folte , 2 raggiun:e inficme
& le braccia guifa di chi volendo nuotare con.
.
poco
fi
&
al
verde lanugine
vicn
mutando
nuotare
e di alga
in
modo
le fa facili
il
petto tutto
&
il ventre a poco
marina,
che il refto del corpo , le
,
colcie>,
Imagini de
224
Dei
ancora
mare&li
li effetti
il
colore
& ft>um-
/ani, dinota
acquea
Degli Antichi.
Cofcie,& le
gambe cimentano
^25
pefce
fi
dell* acqua
innamorata , come di pefcatore diuentafle Dio?
imarino,poi che vide il pefce da lui prefo non l tolto mefio sii
il'hcrba,che torn gittarfi in mare,onde lui hauendo parimen
da alzata fuor
re i Scilla Tua
te guftato di quella
petto
il
e l'ampie terga
& vidi
Eje
cofcie
e le
gambe
farfi pefce^
Iper lo
Xridente che
ftanificbi.
Itela
[fempre
1
fti
tra
pre
li ,
Dei
Onde
dicendo
del
mare ,
Statio fa
& accompagnano
Nettuno quali femche gliene vadino due a' freni de' caual-
ji
1 Titoni nuotando
K*A
/'
onde che
fi
de
,
quali
vanno
e fanno fegno
debbano quetartL^
Ti
dd
tritone
statiti
%i6
Imagini de
Imagini de Tritoni
rine fecondo
altri Antichi
Dei
di Gulatea
nereU
fft
p
sii
'v:
^^
il?
Degli Antichi!
pur dianzi
idei Cielo, venne vn Tritone con la Buccina > che
terribile,
e
tanto
Tuono
fece
vn
quella
con
&
trouara
,
hauea
fpauenteuole , che non lo potendo fopportare i Giganti, f
Et erano quelli anima luche mi pal'andarono in fuga tutti
chiamare Tritoni, che
ragioneuolmcnte
pi
cos
douerfi
t
di
Dei , ouero huomini,U met di fopra di forma humana ,
.
&
befee quella di
Chei primo
afpetto d'hitomo
Virgilio
>
e pefee
il
reHo
figniflcaiia la
oppia virt dell'acqui, perche quella gioua talhora,e talhonuoce. Ne f per cola in tutto finta da' Poeti quella de*
Huomini marini
&
me cofa
&
ff
no
22,8
Tmagtrii
no Aratele Nereide
Galateo^,
le
nomina
tutte
molte
eie i
Del
che Hefiodo
nondimeno
Je
conta cinquanta,
&
forf la
{puma
&
Tilolrato
&
no intorno alk
&
&
onde , Per lo eh
che lo prefero : ni
Vattfaniaju tratto
chei fu fuor delle acque, non camp guari. Paufi
Tritoni.
riia fcriuendo della Beotia cos dipinge i Tritoni . Hanno
chietine Umili all'apio paluftre di colore , come che non fi d
feerne l'vn capei dall'altro , ma fono confetti infemeagui
delle foglie del petrofello ,.& il corpo tutto coperto di mini
a fcaglia afpera ,
dura . Hanno le branche fotto le ore
chie , il nafo di huomo , la bocca piiarga affai della human
gli denti come quelli delle Panthere , e gli occhi di colore
deggiante, le dita delle mani , e le vgne fono come il gufeio
fopra delle gongole,
hanno nel petto , Se nel ventre , com
pigliatala, 8c fattale forza feco la traffe nelle
&
&
lirene-y
&
dalle h
alcune alette in vece di piedi . Da quefti,
reide non fono dirimili molto le Sirene,perche di loro racco
Delfini
tano le fauole
do del corpo
-
il vifo di donna,& il
non che dai mezoin gidmen
anchora
, f
peft
Degli Antichi*
HIP
le meretrici
del
di
quali
fignifcano
loro
li
lodatori,
&m%%mmm{g3
gli adulatori.
'$
pelei
Imaglni de
&
le
le ali
Del
e vi
aggiungono
gli piedi
di gallo
raujno
iia
if e
rompere in
mif*ri nauiganti
ouj-eile
il
habitmano
Ma
&: ai
che oio era conceflfo viuere (ino a tanto > che venirle , chi
non ottante illor canto , con che conduceuauo ciafeuno alla
morte li partifTe libero da loro 8c che perci alia partenza
ce,
-,
-,
Seruo
d'Vlilfe
il
moriffero
come
s'
detto
Seruio
non
pefee
ma
vccdlo le fa in quella parte, che non di donna, come fa Ouidio pur anche, quando racconta , che quelle erano compagne
di Proferpina, le quali , dopo ch'ella fu rapita da Plutone , fii
il petmutarono in cos fatti animali, che haueuano il vifo,
era vcello poi il rimanente . Suida parimene
to di donna,
te riferifee, che le fauole greche finfero , le Sirene efiere vcel*l
li con bella ficcia di donna, checantauano foauiffmamente.
Ma, che in vero furono certi fcogli , tra gli quali le onde del
mare faceuano vn cos foaue mormorio , che i nauiganti tratti dalla dolcezza del fuono volontieri palfauano per l,oue mfci
{bramente periuano poi E Plinio sparlando de gli vcelli fa*
uolof , dice , che furono creduti efTere in India gli vcelli SireS-'
ne , li quali con la foauit del canto addormcntauano altrui
poi lo diuorauano . Ma pefei , come diffi , vcelli che (o-\
fero le Sirene, baita, che fono cofi in tutto finta: onde voglio-
&
&
'Plinio
&
no
la lafciuia
anzi chefofTero le
alle
naui
gii
egli
iflefTe meretri-'
vecideflero poi
n.iuigan*;
perche
cos!
&
Sirent
i$i
tutti di offa di
pagna
lafciui
morti
come che
Virgilio gli fcogli delle Sirene fono parimente deferita co- Virgilio*
qua fi tutti di
molto pericolofi .
ti.|perti
ci.
le
olii di
Ma
morti
Se
Xenofonte
grandemente difLcili , Se
contrario ha volutecene XenofontCj
al
percioche, narran-
dilrhe egli
era
degno
di eflere lodato
'ornamento grande
ali
ii,&
ila
luofi-,
foaui accenti,
tutti
con
li
fommamente , perche
gli
era
incan-
huomini
vir-
maio,
te
& volontieri
vanno
mondo
come
Et
ma-
in certe Ifole
t-rfrijlotelcj,
.
:nte|
ScilcLsl
jrbe
jf|el
profondo, Se
le
regitta
Se le tira quali
Carddi
ImaginidiDef
AJ>
lmagini
delti
monHri C ariddi
gliifcccbe, eorjrit
rar
li
ij?
Degli Antichi,
&
lorata di
Glauco
, il
quale
>
per
la
Scilla-,
onde la
'
oiie la bel- 4
l'ho difegnata
&
j
|
lano lato duo Tritoni Nel mezo della, bafe , che foftehela il carro , era intagliato il marc>& Vena-celie nevfciuafuoi
accompagnata da
bclliilime
Nereidy
G g
prcilo
Imagini de
234
Dei
l~
%4
fc
&
J&
&
ai
^!3
De
1$ j
ntchi
gli
Greci quello.che chiamarono i Latini Portuno,Dio
de i porti , al quale facrificauano i nauiganti ritornati faluamento in porto perci va con Nettuno Dio vniuerfale del
mare Nel tempio del quale in Egitto fu anco adorato CaMeflfo de
flelle.
Canopo
La
&
&
cerdotedi
toi
, Se
con
vi
d'in
i
fori,che
erano
ben
bene
con
tutti
cera
hauendo turato
di
Canopo
d'acqua,
Se
poftoui
fopra
capo
,
la
empi
il
torno
>
la dipinfe , Se acconci in modo, chepareua eflereil fimulacro
di quel Dio,& cos lo pofealla proua col Dio Fuoco,nella qua
le hauendo il fuoco disfatto la cera , gli fori fi aperfero , Se
ne vfei l'acqua con" in abbondanza, che eftinfe il fuoco , Se per
ci il Dio Canopo reil vincitore del Dio de i Perfiani , come
riferifee Suida, Se fu poi fempre per quefto fatto il fuo fimulacro nella forma , che io dilli , Se come pu vedere in vna medaglia antica di Antonino Pio Leggeri ancho, che furono
cari i Delfini pi di tutti gli altri pefci Nettuno nde Higino fcriue > che tutte le fue itaroe ne metteuano vno in mano , ouero fotto vn piede , come ancho fi vede quella polla
su in cima lafcala, che va nel palagio Venetia al par di
quella di Marte, forf perche fecondo Eliano,cos fono i Delfini R de i pefei , come fono i Lioni delle fere, Se le aquile de
gli vccelli . Fa Marnano nelle nozze di Filologia , che vi fia
fmr Nettuno, Se lo deferiue nudo , tutto verdeggiante come
'acqua del mare , con vna corona bianca in capo , che rappre-,
fenta la fpuma > la qual fanno le agitate onde marine. E t quando Pallade temendo contende con Arachne apprelTo di Ouidio,
Se mette in tela la lite , che hebbe con Nettuno della Citt,
di Arhene dauanti dodici Dei
f quella hidria,
la
Gg
Fi
Delfini cari
T^ettuno
Eliano.
UUartiant..
^ m<* t0
Magmi de
aj^
U*
t>ei
altero
Onde vn
yirgirw*
ce
~
fajfo t
Virgilio parimente nel princpio della Aia agricoltura diterra col tridente ne fece vfc, che Nertuio percotendo la
re vn feroce
to
Cimilo
Il
Nettuno
to
il
Onde furono
Caflore,.
di
.
che
Za flato fin-
&
detti
frequente
caualli
& Polluce
hanno detto
Altri
il ri
veloce
ek
perche
che fu da,
perche animale ,
&c fpatiof , che fon be,
il medefmo
Seruio,oue
che Turno mtte fuori gli flendardi della guerra
centra Enea, dice, che i Romani parimente ne nietteuano fuori duo certi tempi, &: che l'vno era vermiglio della gente di
pij'altro ceruleo di quella da cauallo,perche quello il colore del mare,
che il Dio del mare fu il rtrouatore delcauaL
Virgilio fa
&
Jo
il
come
&
anco Paufania,6c dice,crrs perci H omero deferiuendo il giuoco del correre de i caualli introduce Menelao,che fa giurar pei N urne di Nettuno, che non
vi il vier fraude alcuno. Ecioggiunge , che il cognome di E,
fcriue
Dio pi
queflre in quello
perche
fu anco forf, che appref-
fo de'
fero celebrati in
honore
di
Nettuno, Se
la
do
come
fcriue
caualli
feda fi chiamaua
quella
&
forti di fiori,
fof-
Co
muli
che fu
i
, fecondo che rifenice Plutarhaueua gi trouato quiui fotto terra vn' altare, oue fu
vn ^ io Ramato Confo , perche foife creduto dare conliConto DO.
glio altrui ,ouero perche bifgna, che'l coniglio dei grandi
affari fa fecrero: ck occulto ; & perci non Ci apriua mai quello altare, f non alla fetta, che io dilli, deigiuochi Curcenii , il
co
egli
De gli
W,
Ima&ne
di
Nettuno
Antichi
appo
te le co f neceflarie al vitto
y
.
il
Net
ma>eondnrfi tut-
5=
*
Imagini de
$8
De!
che fece credere * che il Dio Confo forte Nettuno , del quafe
baller di hauere fatto quello poco, fchizzo perche non ne
htrouato anchora fmulacro alcuno. Ma,che icaualli appartenertelo Nettuno,lo mofira anchora quello, che fcriue Paufania,che in Grecia in certo luoco , oue correuano caualli, era
dall' vna delle bande del corfo vno altare tutto rotondo ,
oueadorauano Tarali ppo , cos detto dal mettere paura a i caualli i perche quelli arnuati quello altare fubito l fpauentauano cos forte , che faceuano le maggiori ftranezze del mondo, con grauiflmo danno di chi gli guidaua . Da che ne nacque , che andauano fempre , prima che l mettertero al corfo
a detto altare , &jpregauano quel Dio con certe cerimonie, e
voti,chevolerte eflerloro,& loro caualli benigno,
piaceSeguita poi Paufania , e recita molte opinioni di cofluif
uole
che ei forte: ma di tutte fi rifolue credere, che la pi vera fra
che quel Tarafppo forte cognome di Nettuno Equeflre, perche la origine prima de i caualli venne da lui j dal quale l legge ancho , che Giunone hebbe duo caualli in dono , donati
pofeia da lei parimente a Ca flore ,
Polluce. Et a tutto ci
accorda, che Ope moflraiTe Saturno i hauere fatto vn cauallino , quando partor Nettuno il che Feflo mette fra le ragioni, che ei rende,perche Nettuno forte detto Equeflre:&: dice , che per quello nella Illina di noue in noue anni gittauanp
quattro caualli in mare a Nettuno Et hanno anchora voluto
alcuni, che lcauallof confaccia a coftui, perche cos ci porta
il mare da ogni parte le cofe necefTarie,come fanno i caualli I
Onde Filoftrato dipingendo due Ifolette , le quali haueuano
vna piazza fola tra loro commune , oue l'vnaportaua quello ,
che coglieuada' coltiuati campi,l'altra quello , che andaua depredando per il mare dice, che quiui fu drizzata vna flatoa di
col carro, come dicoltiuatore di terNettuno con l'aratro,
ra ? volendo moftrare chi la fece , che da lui riconofceuano le
genti di quelle Ifole etiandio ci, che dalla terra viene^ ma per
che non parertb poi , che terreflre lo hauefTe fatto folamente
aggiunfe ali' aratro vna prora di naue, s che pareua che NetEt apprefTo degli Elei in G rcturio nauigando araife la terra
cia fu certa flatoa,come fcriue Paufaniajdi giouane fenza bar
ba,che.f teneual'vn piede fopra l'altro, e flaua con ambe le
,
&
&
filoftratO
&
mani
De
'23*
gli Antichi.
veftiuapoicerti tem-
&
&
&
duno
Qui
doue vedi
Hftti
Con
edifici
e disfatti in terra
vanno
miso ondeggia
fin' al
polite
Le mura
Le fttelle
e da* profondi
e la
e'I
Cielo
,
fumi
.
e abbatte
fondamenti
&
gliono
ImaginJeiDcf
gliono, che
&
(fa lai
Dea parimente,Ia
quale partor vn
numero grande
di
ti
Dei ma-
&
pu mettere colmarito che fu^ come rrvn carro tirato eia Balene
per l'ampio mare,& gli andauanoi Tritoni duanti con le bue
da,&
di tal afpetto
frifee
il
Boccaccio
C\
dipinto fopra
&
&
Tram*
lo feguitaua
Se d'intorno l'accompagna\iano molte Ninfe ,
poi vn numerofo gregge di beftie marine fotto la cuftedi
di Proteo > che ne era il pallore , de fu parimente vno de i Dei
&
tenerlo frretto
marso $ perche bifognaua legarlo ,
che foffe ritornato allafua prima figura, che allhora poi
rifpondeua di cicche era dimandato". Di coftui ferme Diodoro, che egli fu gi eletto Re ih Egitto, come il pi fauioy.che
gli d
fin
Doctero*
"Proteo perche
fi
le
quaH
ei
fi
le arti
>
con
in diuerfe for-
di
que
De
gli Antichi
241
&
op
yj?
SS
li?
gono di quelle^
^^^
3f~
Hh
2.4 z
que
Imagni de
Grcc,crie Protheo cos
Di
fi
&
Tzflore digre
g* marini.
cullodede
greggi dell'Oceano
fi-
Decreti.
Pudore.
feorrono tutto
il
gior parte.
&
le
acque
quelle
le quali
da
^i antichi
Mie
I
De gli Antichi.
& per coftui
24$
fi
loro
dd mare,oue
ef.
franti
(imoftrano meglio fori e,che in altro luoco le forze loro^ parmi che fa ragioneuole mettergli qui . Et bench n ancho fa-
rebbono
ftati
fa altro il vento, che aria mofcon impeto \ onde Eolo R de i venti cos rifpofe Giunone , quando ella lo preg appreffo di Virgilio , che turbafTe il
mare con grandiflma tempefta danno de' Troiani > che nauigauano in Italia
qualunque
l\
tu
E dn
J
fieri
mi
il
mio regno pa
rendi
te vien
venti
Virgilio ,
mi fai
,
fommo Gioue amico
il
nembi e
le
tempefes
Nondimeno nhora far fuori di proposto dirne quel poho trouato fcritto, hauendo gli antichi adorati que-
C,che ne
anchoracome Dei s 6c
fti
gi (lati,
&
il
E ben
Venti princi*
&
&
da vn iato dell'arca di Cipfello nel tempio di Giunone appreflo de gli Elei in Grecia , che
rapiua Orithia , co me fngono le fauole, ne dice, come ei foffe
fcriue Paufania, che era feoipito
fatto
Imagini de
244
Dei
l'altra di Zefiro,
mentre fojfiano %
topoHi al
che dimoHrano
& dominano
li effetti
nelle
de detti venti
flagwni (3 paeftfot-
lor foffiare-;
Kl^p fe^5
De
non che in vece
fatto, Te
gli Antichi.
di piedi
145
:
(
ma
perche ei fa col fuo Comare freddo grande,porta le neui,86 JnVali tutte coduriiceil ghiaccio , gli fi fa la barba, i capegli,
&
Noto,& Olir
$frj,
quello con
il
fcriue'Ouidio.
Ornilo
Spiega V
La
e tiene-j
il ciglio
Et de quattro he
affretto
&
fi
di-
&
la ftefla
ma
ti
dico
s*h
bafla
Pro~
14^
^g
\AOf
~fc
IffligimdeiDe!
lo
li
con
ogerifce
il
& dinotano
lor mormorio,
la natura
& tortmfo
cor/e
De gli Antichi
247
chi Tono
jrifce
Et
di Zefiro
po
vna ghirlanda di
ti,
ma ritorno
e fornati Dei
con
quali
hellij.e
Ita le ali
vaghi
fiori
da
fium.i,li quali
fi
& delicata,
Numi
folenni vati
non
J-iloftrato
fi
vperchcdicooo, che p
adorni la terra, quando fio
vn difegno tale . Egli gio,.
colori, de
gli
..bomerij& in ca
N pi dico<dei ver>.
furono parimene
gli antichi
cornei! vogliadire, de
facrifcio
gli
pregauano
eoa
Greci per antico coftome, come dice Eaufania , che Ci pu raccogliere da :H omero TaufanU
quando mette-, che Peleo fa voto al fiume Sperchio di tagliare FiloUrat,
i capegli, &c darli a lui, f Achille ritorna fino , j&faluo dalla
guerra di Troia. Et nel paefe di ,Athene appreso, a Cefifo fiume era certa ftatoa di vn .giouinecto , chea tagliaua i capegU
per dargli a quello Erano i fiumi fatti in forma di huomo co
lurba , e con capelli lunghi , che ftia giacendo , .& appoggiato
fopra I'vn braccio , come dice filoftrato , quando dipinge la
i
J>
Theffaglia., perche
non
fi
lieuano
il
fi
.,
Se
Ten$
do fa j
cheiid Enea,,
Tra
te
Gi vecchio
Di
homeri
cinto gli
verdeggiante velo
Choj>Hi e circonda
le
&
il
peti9
ombrofa canna
bagnate chiome^*
1$
Imagini de
248
T
Trcbo,
Del
in vn'altro'hio-
fiume
^ no tor te
come corna,
al
&
&
&
Mei fiume
Ouidio
&
Et
in altro
Se
>
>
maggior datura
Verdeggia
il
Vede/I per
Roma in
&
^?f*
'
la fertilit,
la fece ,
n
t>sfchd00.
l'vno
8c ha cinto
capo di verde canna,& con vn manto pur verde intorno , k non ha due corna come gli altri, ma vno folamente, perche l'altro gli fu rotto da Hercole
, fecondo le fauole,
il
il
fiori
Degli Antichi.
x^q
&
_Jf
tf,
cta dinotano
li
I3@!$ *2j^
& che
89 &9 ^S^j
li
li
Imagn de
i$6
ComodwU
"a
Dei
li
vi
fpargeua fopra
alle volte
quello
fiume con riuoltato ramo,fruttifera fopra modo. Et perci fono 1 fiumi deferirti diuerla mente da' Poeti , rifguardando elfi
talhora alla qualit delle acque,
la natura delpaefe,per lo quale
do Paufania
&
al corfo loro,
padano.
& talhora al
Onde , che
fcriuen
dell'Arcadia dice
clie * a h * ^ i
'
P ietra negra Et fqggiunge poi,che ragioneuolmente fu fatta la ftatoa del Nilo di pietra negra , perche
&
llie
come le capre,
da,
&
il
la
crine
come
di
coda fplenc
&
no dardi j& fu
gli
le
li
Vtrtunnd*
mutano
gli
Et alcuni
lo dillero
il
Di
dell'-
t)e
dell'anno
il
>
Antichi.
gli
quale fecondo
25
le
fcome fuo
&infiemelo deferiue
V
laiche
ti
K.
cos bene
2^
vedere
vn corpo ?
marauigli di
0.
X.
Tante forme in
f m'afcolti
Che fin Vertuno tu poti ai fapercLj*
dui
Tempi i con
Di che punto non
archi
perche affai
(Jii bala di veder il I{oman Foro ,
Et vnqua d'altri honor non mi curai
curo
Che
, e felice^
Suueffo al popol fuo volfe dar loco
>
E confecrato
Quafi che per
me
fotto
Vhumil
tetto
Vua che
E tutta di
,
di molta
porporeggia
e la
\
mia
tefta
dijpetto
nferitor m'ojferfe
che l'accorto
n di tutti
Hi
cu
Vropertio l
i]i
Imaginidei Dei.
Gli altri ti vo
Da
ijtta tu
la
non quel
>
Dime
ma
che
d'icori
peifone
le
Tommi
in carro
lo mi confacelo, a tutto
figure
ie
cavallo
Buom /ar
E faro
je
di fien
sA
fonte coronata.
la
b merita
quelle
buom
mi
E mi
dl'arme gi
Tir
Et
la
ybaur
yesilio
monde , e pure
toga mi fa data ,
feminil vest
e f tu cure~t
Dammi
>
fammi piedi
patena
4i gran valore %
lena
>
>
rofe
che gioconde
De
la
mitra
,
,
porta
cb' ei
Che pi Febo
Varco,
afomigli
e la cetra
>
,
&
e lieto tante
mi adorni
je tu
giurerai
tuoi giorni
mi dai
vngran cacciatori
mi crederai .
%JMi dir ogn' vno vago vcceUattore^
Simile a Fauno,cbe mi vtggia in mane
la lieue canna ; e che ? non mi d il cortLj
D mot ir armiti aucor mano mano
S'haur
le reti
P n dotto auriga
tu
inule a chi
Infomma non b
Mcum
il
termino
regger
mano
n legge
Q*i
De gli
Qurif
ben
Antichi
mai
ch'alcun
*53
noi corregge^
Come
la
Zucci
ti cauol <on
Giunchi legato
1 cocomeri
Et
ti
me
mah
itti
fon porti.
prati
tutto
ritorti
notano ancora
e infiora,
mi vien dato
PlVTO NB
Imaglni de
t$4
Dei
PLVTONL
ww
ENCHE
nella partigione
ro dell'vniuerfo
cale all'vno
lo delle
il
Acque
di
figliuoli
no
naccia
to ardire di turbare
alza il
; Se Plutone parimente
da che vien detto che GioUehil fulNettuno il tridente j la imagine di co-
il
Giudici
dW
6
Inferno.
te,
Se
il
terzo
fi
*Platone-j
morendo
chi
&
giudi-
De
gli
257
Antichi.
&
da Giudici pur anche villi neld medefimo, che doneuano morire} ondeauueniua , che
molti erano inguaila mente giudicati . La quale cofa intendendo Gioueda Plutone,&da quclli,che al goucrno ftauano delgiudicati gii buoni ini vuj ancora,
I fole
diflc",
&
ci
come buone
con
la
didezza delle ricchezze 5 n mancano loro teftimomj, quali dicano , che in tutta la loro vita furono fempre buoni, 8c giufti7
Onde
i Giudici veftiti parimente delle membra ter renelle quafono quali ofeuro velo intorno all'anima, non potino f non
marauigliarfi della bont di quelli &: giudicarli perci degni
di ogni bene . Bifogna dunque fare prima , che gli huomini
non (appiano, quando hanno da morire, come hora fanno(Et
cos fi fu comandato Prometheo, che doueflefare) Dapoi
che fpogliati di tutte le cole terrene ,
gi morti vadino di
jianzi gli Giudici s li quali fiano parimente nudi , &: morti,
s che veggiano con Inanimo folo gli animi .(blamente nudi,
li
&
&
aperti
far di loro . Per la qual cofa voglio, come gi tra me medefimo ho deliberato * che i miei figliuoli, due nati in Alia , cio
Minos.e Radamanto , Se vno di Europa, il quale Eaco , pfeia che faranno morti , Itando in certo prato( quello era chiamato il campo della verit)oue la ftrada in due parti l dmide,
fi
all'
fia-
no Giudici delle anime dei mortali Se giudicher Radamanto tutti gli Aliatici , & Eaco quelli , che vertano di Europa, &c
f qualche dubio vi far talhora toccher a Minos di conofcerlo, accioche fenza inganno alcuno fiano mandate le anime meritati luochi Quello fu l'ordine pofto da Gioue ,
perche le anime foller giuibm c nte giudicate. Il perche ftan\Xo Radamanto, & Eaco quando gmdicano,ciafcheduno di loxo con vna verga in mano j ,dc Minos feparato da quelli (ede
;
Ordine buono
iblo,
PadantantO*
g aco
(JWinot*
1$6
Imagini
cfe i
De!
&
&
Dantes
do
dice
&
Stami Mnos
horrihlmente erlnghia
Efamina
le colpe
ne Ventrata
tutta fi
confefla ,
Vede qual
UHnos
che
ftgmfichi
nuo lo trauagliajo accufa,fe non ad altri, alla confeienza propria^ li moftra il fupplicic,& lepene, di che lo fan meriteuole commell peccati. Et quindi viene,chefono, come difl, tre
i
per-
Rj de
mede-
t)egli Antichi.
ftie'defima ragione, cio,
perche da
lui
257
vengliino
le
ricchezze,
morti,perche trou
intorno a
&
de
Lo
e d'atra nebbia
Scettro rugginofo in
tutto
il
capo cinto ,
tene a,
man
rio,
il Regno di quello ball mondo , che cos l'efpone Porficome rifenfee Eufebio , & intende fotto nome di Plutone
Sole,detto
tempo
dell'
Re
dell'inferii o,perehe
inuerno
poco
fi
noftro-, balla,
il
Soie per
lui, credit*
il noftro
orizonte,& tiene fecola rapita Proferpina , che moftra la virt del feme , perche quello allhora U ferrato nel ventre
delia
il
K.
terra
m%
Tro[erp'
1 mag ini di
il
tjdj Trofcrpina intefa perla terrari cane per le tre co/e nece
[arie al feme,
il
nafcere, crefcere y
&
perfetionarf
|
>5&
De
ifj
glTAnticBI.
ha vn'elmo,come di(Te Homero* P!arotic>& Hij/no,perche la fommit del Sole a- noi occulta. E fecondo le role l'elmo di Plutone, di Occo,che Plutone fu detto anchora Orco,rendeua inurbile chiunque lo portaua in modo che
fedendo liu gli altri,ei non era punto veduto Etdicono>chc
perfeo l'bauea>quando tagli il- capo , Medufa,&: che con qu
o fi nalcofe dalie forelle di lei , che gli furono fubkO dietro^.
& lo hauerebbono trattato male,fc non era lo elmo di Orco ,
datogli da Minerai la quale appretto di Homtro fc ne feruti
parimente per non efTcre villa da Marce a combattere contra
TnianiV II cane Cerbero con tre capi,chegli ita a 'piedi, come
fcriie etiandio FuJgentio,ilqual chiama Plutone prefidey& cu(lode delia terra , Se loia eircdato diofeurc tenebre con vno
erra. Egli
Fulgenti^,
,.
W* WWv
nacauola
t
-eneui l'vna
ioggunge
>
perche
Chl ue
m Wa
limino pu- vlcire. Ilche diede occafiobe alle fauoie di hrWe,ci:.- Cerbero ftia
alla porta dello inferno,n latri f non a eh
r
:nta
1
1
partire/pauenlaado
quitti le
cene
che
hi
guardia
K&
:%
Ti
.'
*$&
Imagn de
il capo
Et
coda
la
et
collo
vn
ha
Drago
fero
UpoUodoro.
Datiti
&ei
,
fi
ilquala
dibatte^*
Et Pante
medenmo
, e diuerfc*
gole carinamente latrtu
la gente che quiui e [ommerfa
>
Con
tre
Soma
&
Hepodo
Hefiodo
Io fece
& ifauatra
difTe,che era
il
portinaio
m Plutone & che faceua carezze tutti quelli, che entra uan
,
Euri/tomo*
mofche ftar
federe svn;
auoltoio,& inoltrare gli denti Hanno anco voluo alcuni , che per Cerbero fi intenda quefto nofiro corpo,iIpaIe
fi moflra piaceuole chi entrain inferno , cio fi dona l i vi-
pelle di
tij ,
quando
vfcire,<io
leualTe contra
Enea arcante 1
, eh di lei
noie
re,
all'
che
Hefiodo, &:
gli altri,
tutti
medehma
16
&eg!i Antichi.
Va
gode contentando gli fuoi iafciui,c* difordinati appetiquando vede , cliei'huomo vuoltornarf in-
tace, Se
tami
grida poi
dietro,
&
Onde
chi
&
in inferno
&
tutto
fi
immerge ne'
brutti piaceri
& vitiofi
ma fra
.,,,,
ne muore. Hecateo fcrifTe,come riferifee Paufania , che non vi fu cane alcuno di inferno, ma che ci fu finto,perche in certa cauerna , per
pi ad operare virtuofamente,
quelli f
vn
terri-
&
bile ferpen te
diche,&
co pi per horajperche far pi a propo fi to metterlepoi in certa fcrittura,che ho gi difegnata dell'anima? ma ritorno a Plutone, del quale Seneca fa ritratro in quella guifa dicendo nella Seneca
tragedia di
H ercole furiofo.
Con maefl
terribile
e crudele^
,
in parte firmile
a fratelli
.
il
volto
Tat
tti
Imagini de
T'ar e/Sere
Sia
d'ejjb
Tltt'
De?
s
ci)
egli
e ofcuYo
che pi tremenda
Tauentaci,che
Carro d
di Gioue attbra
alti uifyauento
porgo .-
da quattro feroi
Orfneo a
nominati
,
Tone,Nitteo, Se Ala(tore,che tanti ne mette Claudia no,ben~
che'l carrc^
che dica il Boccacio-,. che erano tre (blamente,
iiv
moftrare
parimente non haueua pi di tre ruote , volendo
tirato
&
quello
modo chi lo
fece^quale
Dio
delle rie-
Za la
fatica,&
il
pericolo di co--
& la incertitudinedeMecofe
ven-
za
-,
Tinto.
imagine j perche Ari&ofane lo deferiue huomo cieco, & dice , che Gioitegli cau gli- occhi , accioche ei non poterle co-"
nofeere gli huomini da bene, dotti, &. mode(ti,perche mo(tra~
u fin da fanciullo di amargli tanto , che andaua dicendo per
Luciano* parimente-'
tutto di volere (tare fempre con quelli
lofanonfolo cieco , ma anco zoppo , k che vadicon lettica'^
di
*4#i8of(ine.
Luciano
&
Stolta
merit
De
gli
hticM.
1.63
che ad
quefta fua'fclicit
Ce-
..coltiuarlo
thuomo
acquifta ricchezze,,
fi
&
beni
.-Plutarco
icriue,che apprefib de
&
loflrato,
.di
il
quale dice
..
'
QWafQ*
le era difeefo dorato , perche oro fu la materia, in che egli appanie prima,. de con gli occhi perche venne dalla diuina prConciofia che .dica, chenelnafcimento di Minerua
inidenza.
ipiouue oro fopra glrRhodi),
ci fi legge apprelfa di Clau,;
&
Laqualcofa,fu'fecon- OropWUktV*
r
prefi
, L
come vn& volta taglia to,pf nonrigermoglia, ouero^rche, come diceVVarrone , circondauano Vanont.
|:idoperata } foire,perche
i
&
-,
&
Imagini de
^4
Dei
quanto farebbe a dire: Hors, potete andarueiie Et ai Aaiarro herba che volgarmente fi charma Capeluenere, fu inghirkndato anco alle volte Plutone. Et m fono flati di quelli
t| an dio, c hc gli hanno pollo intorno al capo di Narcifo, facen.
R
Ttymjo pere
'
ce Fornuto
&
nomi
tirauano
ne,e
Megera
Furono da
delle quali
gli antichi
mo
apunto
la
forza del
alle altre
cerimonie
le ofFeriuano ance
{pauento del
com^ fa,diuentaua
fu-
le
, che gli entra^Pb cuore tutto
&" perci non ui lafciauno andare per-
6c pareua
mondo
fona,come nota Paufania il quale deferiuendo I*Arcadia racconta anco , che in certa parte di quel paefe fu vn tempio , &
:
un campo confecrato
alle
Dee Manie,
&
fenno ,
diuent furiofo hauendo ammazzato la madre > &
che indi non molto lungi fu certo poggetto chiamato il Dito
perche iui fi uedeua un gran Dito tagliato in pietra per memo
ria, che Orefle forfennato fi mangi in quel luoco un dit<
della
mano
co
Degli Antichi.
265
co lontano, ouetrou rimedio al Tuo furore,&" in vn'altro tempio delle Furie, le quali* come ci le haueua vifte tutte nere gi ,
quando incominci ad impazzire , cos le vide allhora bianche , onde ritorn fubito ih Tuo fenno . Et fu perci ofTeruato poi dagli habitatori delpaefdifare facrificio alle Dee bian
che , 8c alle Grafie infiememente . Cicerone feri u, che i Romani parimente riebbero certo bofehetto confecrato alla Dea
Furina, ouecon folenniccrimonieadorauano le Furie , i fimulacri delle quali haueuano ferpenti fui capo in vece di capegli, che cos le finfe Efchilo innanzi tutti gli altri chel'han,
mo feguitato poi, come riferifee Paufana . Onde Seneca finiencca *
;ge, che Giunone cos dica , quando vuol far T che Hercoledinotiti fot fennato #
<
ferue di Tinto f
genite via con adirata mano
Capo
e guida di voi
In vece di capegli
La metta
4 ^Megera >
su
c'borrendi Serpi
h'auete
> letti
>
Di
lagrimofi affanni
e di
dolore^.
Dante*,
.Uante dice, che troundon" egli nel profondo infernale driz
ih gli occhi certa torre
:
Oue
in
vn punto
>
&
Serpentelli
Onde
e cerasle
le fiere
Ma quali elle
hautan per
crine
pu
da
vna
color fofeo, vediti con
'fi
raccoglier
di quelle
toniche
to
LI
ino-
ff imagini
tti
eletto
Tefifone,
male
&
Megera
tr furie inferna-
li
lipuntrici del
yt)
K\
M.
fcgnodimeftititL.
& con
&
Libi-
%>g
.06
le tortore
&.}
*>$rb
*4
De
i<T7
Anticfif.
gl'i
moftrano
fpeflo le
&
&
&
&
tatali
Voi Furie
ch mortai de
Catullo*
male opre
le
*A
quale
le
la trika
vipereo
il
fronte
Furie
le
et ine
cuopre
&
In s l'empio furor y
apre, e [cuopre
Vira arrabbiata , che dal petto viene
Qua
Quafi che
altri non-fofl
le
mie querele
empio , e crudele^
che meglio
Conciofia che
lo
p te lTe punire
dell'animo
fono in noi
fotto
il
nome
le
dritto
Se diuentano difordinati
Furie infernali
di quelle
Onde
menti immane
perche
tre
fono
che
ne alPoe-
di quelli inteieroi
le
gli affetti,
tr<Ls
ad 8
Imagini de
Del
mini a fare ogni male , fenza pnrehaucr alcun minimo ri/petro,n alia propria fama, ne alia famiglia, da che fi fccnde , n
alla propria vita j La Ira, che cerca vendetta j la Cupidigia, che
brama ricchezze ,
la Libidine,che il d in preda dis noneiti piaceri
Bench ci furono quelli affetti dati da Dio,perche
a ben viuere ci aiutaiTero , Se perci pofe loro la diuina prouidenza certi termini , oltre alli quali non pi ci giouano, ma ci
nuocono) perche mutano la natura loro, & di virt, che erano
prima, diuentano viti) Imperoche il defiderar di hauer fu aggiunto all'animo noitro , accioche fi procacciale ciafeheduno
&
e metterle freno a
quelli,li quali
..
la
ma f altrimentefanno,tutta
cela rurbano,&
ci travaglia-
quali
Stt'
T^pn ya pia
lieta altroue ,
pia veloce*
Fanno ombra
al volto
fyauemofa>& ria*
Torti
&
Tinta ha fa faccia di
ha
e caui
gli occhi
color fangmgno 3
prato*
De gli
Qval
>
269
Antichi
&
Che nonpurl'berba
7{ da
bruna ,
maligno
&
attofca->($ l'aria
mortai con
fame
fiera
&
s flrano
l'b abito
furtes
& morte,j
>
imbruna^
fpauentofo a/petto
cbe porta
differente^
&
atropo ,
Troferpina per diletto
La fogliono adornar s vagamente^*
D'Hidre
la deslra
man
ruota
vna sferra
Ouidio
la
ite di ferpenti,che le
na
il
fenno ad
Athaman
infieme
Ieuare
parimen
lofpauento.
Non feruiuano dunque Plutone folamente le Furie , bench
foriero di fua famiglia,ma Giunone ancora,6c a Gioue parimenterli quali paruero hauer che fare anco in nferno,onde fu
chiamato louente l'vno,
l'altro infernale,& Stigio dalla otigi Palude , che cinge l'inferno intorno intorno , come cantai
no i Poeti j dicendo anco , che giurauano fempre i Dei perle
acque di xmefta con pena qualunque di loro hauefTe giuraritorti,&:
tedi fangue,
che habbi in
& che
lei
fen ya di la
tema,
&
&
to
di
il
quel priuilegio alla Palude Stigia, che i Dei giuraflTero per lei
in conideratione della Vittoria fua figliuola, che fu con Gio-
into
c gioia
per quello
^^jjjj^
S70
Itnagini de
Dei
l ? inferno,perche
altroe nli
troua meittia maggiore ,
per ci vi fu anco il fiume Lete, Acheronte , Flegetonte, Cocito,& altri fiumi,che lignificano pianto, dolore ,triftzza, ramarico, 6c altri fi ili pa filo-
&
fi
Viatoria
Lete fiume.
Acheronte.
ni
&
&
Cocito
flegetonte
ltano*
&
t$(>\*
lignifica
Onde Euripidi
il f enno .
nge,che Iride comandata da Giunone menacoflei ad Herco
le,perche lo faccia diuentar furiofo,& arrabbiato. Ella ha il ca
p cinto di ferpenti , & porta vno flimolo, ouero vna ferza i
mano . Alle Furie potiamo aggiungere le Arpie , perche cee
deuano gli antichi,che mandaffero Dei quelle parimente tal
hora punirei mortali del loro maluagio operarcele quali fla
uano pure in inferno, quantunque Virgilio le facefl'c vna voi
ta habitare le Ifole Strofade nel mare Ionio
ma quiui, od
troue che fleflero > non importa me nel dipingerle , & men
chi
%*4rpic
a!;
De
gli
Anridhi
male,&
gnifcanti la fnta
meretrici,&
& appor
&
artifciofa
le
beler,
& alettamenti
5]^
delle
'Xjl
Wr
corpo, aWhonore,
Cf al
172
Imagini de
Dei
que la faccia
s le
fi
ma magra
affai S'ella*
&:
il
con adunchi
redo
del coi
artiglierie ce
tato,& qua fi
cAyqHo
donna
di
di Virgilio,e
pongo
cono dell'Arpie
Erano
ima
fette in
Volto
di
vna
fchiera e tutitu
donna hauean
pallide
efmoYtet
e afeiutte,
che la mortiti *
Grande
Come
e fetido
di Serpe
il
ventre
e lunga coda f
Dante
.",
Quiui
te brutte Jbtpie
Che
Con
tornidi fanno \
cacciar de le Strofade
Troiani
danno
Streghiti
Gnidio
Italie
erano
certi vccellacc
le Streghe , le quali'
grandi,fpauenteuoli>& auidTmi del fan
Han grande
il
capo
Delcommun
vfogrojji,
& eminenti
x^Adunco
il
& ia preda
roslro
intenti *
e di color canuto
di lo punenti*
r
AndaaaflO
Degli Antlchf.
Andauan
27J
Se cacciate/i nelle caf, oue fofTero teneri fanciulli fucchiauano lou il dolce fangue ,
Bnde ne ormano i miferelli.Statio le fa nate in inferno, Se con
,
donna
Se che
S tatto*
\\
Dea Carna,ouero
antichi quella
ili
la
nella itnaginedi
Tlinio
faie
animali, che
Ma Dione
haueumo
appetto di
donna ,
e piedi di caual-
modo
Dioneo.
, Se perche
ha detto pi di tutti gli altri , voglio riferire tutto quello
bhe egli ne ferme . Leggef dunque appreffo di coftui , che in
berti Juochi deferti della Libia fono alcune crudelifli me fere,
e quali hanno il vifo , Se il petto di donna bello in modo, che
rneglio non fi potrebbe dipingere, e fi vede loro nel!* afpetto ,
l ne gli occhi tanta gratia, Se vna vaghezza tale, che chi le mia, le giudica tutte maiifucte, Se piaceuoli . Il reflo del corpo
>oi copertodi dunfme fcagiie , & va dmenrando ferpente,
che
finifcein capo di ferpente terribile , Se fpauenteuole .
ST on hanno quelle beflie ali,n parlano ;Se non hanno altra voe, f nonch frfchiano,& fono canto velocitile non animae alcuno,che da loro polla fuggire,& fanno caccia degli huo.
hiflorico
le
deferiue in altro
;ie
niniiu quefto
modo.Moflrano
il
bel petto,
Mm
Gieremiaj.
*74
Imagini de
Dei
&
<t*
della
Itnagine della sfinge Thebana ftiperata da Edipo,
da
Beller9fonte,qualfwifnon
Chimera Licia [operata
>
rofonte ridotto
coltura,
& babitabil&j.
>
De
gli
A n tfcfi
27f
mia
PrdfelSX
artigli
non quando
chi
and a
lo-
uorano
le Sfinge,
le
Sfingi
ICJ
*4lo&ttQ
Ma
gn0
&
co-
fi"
&
&
fi
&
fi.
Mm
.->
^76
Invagini de
Dei
&
Chimera
&
&
ma
entrata dell'inferno
verit fu,che la
Ja Licia
mezo
cima
guifa di
Mongibello
&
Tarcke-i*
&
-,
Chudiano*
tempij,&
le Furie
&
^ Jce a ppreflodi
le
la notte
fiero rettore
eterno ,
-e
tali..
grande
il
te
fin
vtimo
e ilfemtLj*
Et
Degli Antichi.
W
fc
dcllequali diceuano
morte de
le quali
li
&
&
per tifato
& dettino
..
>
intefe anco
Imagin?
78
Et no
cfe
Dei
&
irne,
w*o
la
conocchia y-e'tirau
il
filo l'ajtra
ILachetf di
maggior
non
UKa
.,
perch: lei
y che: d i je.ntpe.ffaj r
tratta ancora lalcvnoccbia ,
T^nglibauea
'
&
cafenno
e compila.
cTolmntefopra
le
epfe
terrenfe,
terra f
col* fiano;det-
iu'riten<fe la
La
dinota il contrario di quelf,che la parola lignifica jquafi vglifio dire 1 che per ci hanno elfe quello nome, perche non per.
Ma Varrone vuole , come riferifee
che fano fiate dette dal partorire , cornea quelle ne
toccale la cura donde venne ,dice egli, chei Latini ne chiamarono vna Decima , l'altra Nona, perche il tempo del maturo parto quafi fempre l'vno di quelli duo meli, nono, e
decimo . Ma perche chi ci nafee ha pur anco da morire , fir
detta la terza delle Parche morta dalla morte , con Ja quale
Vanom-*
Gellio
Decima*
tJWoYtaj
Taufania
humamo
Et quefTa
dife-
griata
duto
"De
lwdgie
ctefla
Dm T^ec^ftJ, tf
<fe/
della T^eceffit
li
tre
te, venturo
.38
anticbL
& imagini
Tarche
nominate C
strepo Lacbefudeno- $\
"
tempi &
uerfante ti mondo*
Unti
ijf
gli Antictii.
delle tre
loto
figliuole
>
dinotano ancora
il
Imaginidei Dei
a8o
duco
de vi era tergo
quefta,come le
Morta vna delle Parche
moftrauano
vo-
fi
gliate
care
&
fatff
ajcuni
intefero
il
medefimo
lotto la
fic
tibne delle Parche,& chele fecero tre, perche ogni cofa eomin-r
eia
da vn principio
rriua al desinato
ma
feparatione
Se
fiore;
chefir fatta
pri
le Parche nate dell' Herebo,che fu il profondo,^ ojfcuro luoco della Terra,&: della No|t
te, volendo con la feurezza del; padre. &. della madre inoltra*
f , quanto fianq occulte le caiilb delle:cfe Platone le fa
le
T^cejJitaDea*
proprie caufe
Altri
hanno fatpo
mano
Ne*
celli ci
De
gli
Antichi.
2 Si
quale fu parimente detta De.V& fu dedicato vn tempio a ki,<k alla Dea Violenza come fcriue Paufaniaappreflo dei Corinchi , oue diceuano , che non enlecito
madre
ccfltloro
la
ad alcuno
che
di entrare
Hanno
hanno
cinto loro
il
capo di bian
aiH^
Je deferiue
Hanno
le
Che
Circondata di porpora
la
man fempre
In varvj modi
Viene
e cinge >
che lo
Rame
finge
e vafiene
vltima partita
ali'
Parche fono
le tfft<L^
Con
Homero
&
che hanno
&
la
humana
il
principio
6c fine della
te
r enere
,
r M i
fra le
i? a
Imagini de
principio
Dei
& variet
Kj
Degli Antichi.
& io
a8
habbi mefTe con lui per le ragioni , che ne ho detto . Onde fi troua , che in certa parte della Grecia fu vn' altare dedicato al Dio Meragete, che CMeYagctt
Dio .
viene adire Capo , Seduce delle Parche , Se dice Paufania ,
he fi ha da tener per certo , che quello folle cognome di
Gioue,perche egli foloh le Parchein Tuo potere,& fa egli foio quello , che ordinano i Fati . Da che venne anco forf, che
ilcuni le chiamarono cancellieri de i Dei , come che fofie loro Cancellieri de
te feruire a Plutone
jfficio
;o il
>oi
intendere
Senato
il
le
volere di
Gioue
Se le deliberationi di tilt-
(tendere al
terpretando
il
tempo di mandarle ad
nome
accioche
fi
Dei
poteitero
Fulgentio
nome gre-
co, nella
rte
Se
e,chefuol uenire fenza ordine, legge di forte alcuna . Ricorlomihauergi uifto nel libro dalle anticaglie raccolte da Piero Appiano le Parche difegnate in quella guifa , come egli di- Tietro *4pp4
no *
:e,che erano in certa lama di piombo , che fu trouata gi nella
Stiria nell'anno i f oo.Egli tirato un fegno in circolo,& denro di quello fiede fopra un piccolo poggetto un giouine nuha
lo, che con ambe le mani fi cuoprela faccia, e gli occhi,
critto fopra ilcapoClotOjifuoi piedi giace un fanciullo con
'ali, nudo pure , che tiene la mano delira fui deliro ginocchio f
ft col finiflro braccio appoggiato fopra un tefehio humaal fanciulSto,che tiene in bocca uno llincopcr Io trauerfo,
o era fcritto fopra Lachefi,& al tefehio A troppo . Pareua poi
fhe dalla delira del fanciullo poco lontano da lui folle una ar-
&
&
fiamma,
dente
ome fofie
uegghumo
Dio,come
fa
il
Dante
Na
fim
Dantzj
de
Iroaeirri
r*gi
i>0'
wo
Quelli
Tut
Maquefta
voleuano
a jjc
Dei
,..-*niu LOittj(^>
che muoiono
ne l'u di Do r
conuevgon qua d'ogni paefc_j
,
..
non faceuano
gli antichi
drftintionc
poltirma quelle
Ck&OtttCJ...
pa, C harem
Senu&**
Dimoniocon
gli
quando nella Tragedie di Hercolefuriofo,fa,che Thefeo racconta ad Anfitrione cicche egli ha vii
e descritto in quefta guifa,
ilo gi in inferno..
etrfa
ne l'habito, e da l'vna
Le guancie hi caue T e
Tutte piene
La
rabbuffata barba e
Che cuopre
^ r ^^ ^ a
il
mento- pende
negro panno
in parte
Raccoglie vn
JFtwtfol.
9.
di brutto fqualore-
BC
togfieffe
il
ritratto
l'aria nera*
ad Acheronte ci conduca^ r
laTalude >ch'ogn'bor pi s'annera
Diritto
E
E
K^4
l'entrar de
Staffi
l'
ho
ribile riuiet
> e
a*
duccj .
cjg.
Virgilio
De
gli Antichi*
&
f,
&
human*
Imagini de
2%$
Bianca
la
"pefta
la
barba
Dei
e pallido in afpettos
>
Legata vn nodo
di
lorder carca
/'
copia fcende
Boccaccio
Spofttione di
Charontcj
done
il
la
pi
parte del
baflfa
mondo,
pu dire a ragione , che noi fiamo in inferno Porta Charonte i mortali dall'vna ripa all' altra,perchejnati che fiamo, il tempo ne porta alla morte,& ci fa
pafTare il fiume Acheronte che vuole dire fenza allegrezza ,
come appunto ne auiene trafeorrendo quella vita frale, cadua loro, fi
Egli vecchio
ma
per ro bullo,
Tempo non
perde con gli armile fueforze-,& ha d'intorno vn panno negro, efordido, perche, mentre
noi fiamo (oggetti al tempo,poco curiamo akro,chele cole ter
rene,le quali proueremo vili, Se fordide, f vogliamo paragoSe feroce,ondeperil
narle
Degli Antichi^
harle a quelle del Cielo
difo intenti
Ma
287
aile quali
{>oi
circondati fempre
liquali ci
fi
mondo,& fi cac
,che
fi
mortali
cos
pu
efporre
corpi
Virgilio,quan
ciano ne
do dice de i mali, che ftanno alle porte dell'inferno , 1 cui ver/i
anime fcendono nell'inferno di quefto noftro
i
j.
tirati
Det
Sa
Sa
l'alma
Y babita
la
il
vecchiaia
in
da prefio
la
lei
Fame
languida la
La Touert
La UWorte
E
E
e con
pianto
il
petto
vn medefmo
paura
al furto
letto
amica
Ipeffo lo rislora*
fanno
triili
Col petto
e lo nutrica
che piente de la
CMorte
V*hauea luogo a
Il
lugubre manto
pie [offende
Con
il
ha feggio
la primiera entrata
bombii) quanto
e con le
S come quella
Spejfo foffopra
man
tinte di
fangue
Ungue->
",
le
tempie
lor
mille fcrpenti*
Sta
Vvtg\\\Q
Imaglni de
a88
Sta feco
La
Di
Dei
sul
cui pender
collo copia
fi
il
piede j
grande
ved^jt
2ye/
Vn
accolti tra
le foglie i folli
fpejj
fogni ,
'&&
Mbrcvrio
Degli Antichi.
~~
&
$2j
jftjj
fe
animali
\a
lui [aerati
del core
il
cadu-
dinotanti la induflria
& vigilan-
Oo
K
N
^*
Imagim de
%$<*
CVR IO.
Aueuano
Bei
loro
era
i tisi e
Mercurio Nuncio
di
Gioue,&
l'altra Iride
che feruiua a Giunone; > ma n per si che Gioue non le comandali";: ancora alle yoH? Bene, vero , che, d
quella egli non fi feruiua,fe non quando volerla* che foiTe an
Blindata ai mortali guerra, pe(W,,rame, qualche altro graa
male-,& per
le
parola lignifica
altri
le
cofe pi piaceuoii
*
DeiancKorafununcia
le
poimundiua Mercurio,che*
il
meffaggiero
fecond
ma" di.
le faiiD.-
Dei , efTendo'xhela
UfrfeYeuno
tik officio
et
db quelle
fpofitiotfi per
boia, veggiaroo
*
Manno me
gli
ha, cura
Nel
de
nlmetitcotice/a
i
tmffaggi
e del
e d'aia
guadagno
da Pietro Appiano
fJvefc
,.
Caduceo
..
|>lCjS.
Bc
jplce
don
ra,che
le
19
Antichi*
gli
verg,quanco
rubbate vacche
fi
rappacificorono infieme
Onde
H orner
;iell'hinno,cht canta i
la
fauo-
jla>gli
De
la felicit
de
k ricche^ %
ferpft
ttt perche
Serpenti
*&
legge
cli
hauendone
gi
&
noi la Dialettica
li
punt lignificano i due ferpi , che fi rifguarda[ino l*vno Con l'altro j eneramente pure per quello , che mette
tiPlinio,il q'Uale pofcia,che ha detto, Come fi annodano infieme
[liferpenti la estate, foggiunge Et quello, che moftra concordia
[poi che tanto
litra
crudeliflmi ferpi,par
Caduceo con
eflTere la
cagione
ferpenti intorno
per
la
perche
quale Arato
legge , che
furono ferie primi a farlo, lo fecero in quella
Iguifa. Stalla vna verga drirta, bacchetta, che vogliamo dirla $
con duo ferpi intorno, lVno mafehio, l'altro fmita,annodati
fenfiemenel meio, Se faceuano quafi vn^arco della parte di fo*
pra del corpo , si che veniano ad aggiungere le fere bocche
l'a cima della bacchettarle code fi auuoigeuano intorno afe
Illa medefima di ft'to , onde vfenano fuori due piccole ali
Et
lo chiamarono i Latini 'Caduceo perche al fuo apparire face-i
',
fatto
gli
il
Egitti], che
*,
fi
*?
ftta
& fu perci
la
che portaUano
Uafi
&
dro
.'
*#*
Imaginl Je
Del
abbruciarono poi
tutti infitme di
dinafeofto Scipione,portando in.
1**^
*jj
Virmin&C
.i
ccmmtm uoJere.fenefugs
le
parole di Appiano
non
bench
(i
la
Verbena.chjr
era adornato
il
Tergere herba.
th moSlru
&
&
di alcu.
j
&
'
ucha
Degli Antichi
29$
Roma
andatiano
mente
molti
per
vederla
ricco,che
s
Queito fu fatto da Vefpafiano > efiendo per gi principiato
da Claudio , Vdopo la vittoria hauuta della Giudea ui port
tutti gli ornamenti del tempio Hierofohmitano , & (i pu credere , che vi fo iTe anco qualche bel firn tifa ero della Pace , ma
non ho trouato per fin qui fittane mentione ad alcuno J
'
'
&
altroue
difegnata
_y
ho
Lltra volta
dett
fanciullo Pitico
il
Dio
,*i#
in
mano come
,
[che al
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G.
acquiftano,e
della guerra
j,
jjcosdice..
Tibullo*
la Tace fu
Fu
il
bel frutto d
Ter
Ch
Et
le
coltiuato
la
ella
pace
e l
onde
il terreno)
Onde
Claudia-
no finge , che Cerere non volle maritar la figliuola Proferpila Marte , n Febo , che ambi la di manda nano , perche i
/ehementi ardori del Sole, f troppo durano, cos nuocono
die biade
rolce
per
>
la
come
le
guerre
fi
Il
perche fecero
vn*
>
Ciffldiatttt
Imagittf de
3ei
&
Imagine
delia Tate,
de Geroglifici fegni che quella di
moflrno, cio il fanciullo Tinto che ha
mano dio del
gni di trionfo ,
&
di quiete^)
iP^f^i C^C^'^si
De
gli
Et
di bei frutti
mano
la (pica
in
pieno
bianco Jeno
il
fermento. E Ti-
%
.
Lauro *
con ghir&c ne fofTc-
landa di rofe
iro
fpica di
difTe.
^5
Anrichf;
ancora
fritte
Ma bench
jPace,
j;na,e l'altra
Jquieta
lanata
i nomi diuerf
nondimeno mi pare che U
vna mede/ima cofa,& furono l'v-
fano
d.uerfe magini
adorate da
gli antichi
de ripofata.
&
Hafniftra haueua
ea di
il
colei
Tregua
UWarte
man porgendo
Stringer
le
,
fanguinofe
e ripofo
(tco porta
il
guerre^?
le noiofe
alle
,
Seneca l
Et a
Icordia
Concordi* .
volte ancora fu
dal quale
:.
:\
ai,
tei
t
&
ciafeheduno iicuramentepoilede quel^chc fuoj.da cofono gouernate le Citt , fono fate , e conferuate le liete
tozze,
figliuoli poi
Fu mo-
Concordia qualche uolta ancora con due mani nfiee giunte-, il che fi uede in certa medaglia antica di Nerone :
vome faceuano eciandio delia Fede gli antichi, la quale teb-
irata la
;
>
fede Dea
Tmagni de
ip<5
$$Q
Italico
Del
&
&
O [anta
Ti
c&e innanzi al
Fotti creata
Ttr
modo -
fommo Cloue
e adorni
te lutte le cofe
buomini
han pace
Deh
&
cue
lei ,
Colore proprio
delia
&
&
Morao
cora,
K^inoto.
forza. Virgilio p
&
quali tutta laperfona a di moftratione della candidezza dell'animo , che ha da accompagnare fempre la Fede , il
la quale cofa dille l'Ariofto
Che vn
fol
la
pu far brutta*
DeglfAtitcM^
'
H3
magine
delia Concordia
la concordia, con
crete^a
laimagme
della fede*
Vede lignificanti
la f
jj
l'a- fui
j*
dia [aerati
cbt dinotano
l'ifteffi effetti
Pp'
Imagini de
tanoconfecra
t a alla
Fede.
Dei
di0
come
ella fu
&
&
&
GiofefiQ.
&
Baciare la
ma
no.
Tintore**
&
&
le
mania gli
al
"
baciaua
la
mano
&
-,
&
neo
nelle
nozze chiamare
~"v.~
la
'--:
per augurio
Cornacchia ancora
"
199
Degli Antichi.
concordia, che douefle dfere poi tra quelli
terare figliuoli fi conguhgeuano infieme.
li
quali per g-
Ma quello
era e-
Ctirnkivcefo
mo dellaCocordig,
deono
che
le
fono
raccontando,
Eliano,
medefimo
glie, come dice il
fi
di
che
fiano
che
due
modo
Cornacchie tra loro fedeli di
,
tacco mpagnate yna volta , morendone vna , l'altra fc ne ft ve
bua Tempre . Erano oltre di ci i pomi granati anchora f- *p om i panati
gno di Concordia appretto de gli antichi , come dicono gli perlaCmcor*(fcrittori de gli Hbrci, Se perci gli metteuano intorno alle ve* tffa
fti de i loro facerdoti. Ma gi tempo,che ritorniamo Mercurio difegnato con l'ali a i piedi , Se con la verga in mano da
Homero, quando Gioue lo manda a Calipfo, perche ella laici
partiredas Vliffe, & acortdurre Priamo nel campo de* Greci /^jyjTJfiV
bene imitaI per dimandare il corpo di Hettore > qua! fu cos
quafi
tradotto
lui
quella parVirgilio
da
in
da
poi,ehe.pare
to
te, quando egli fa parimente * che Mercurio comandato da
Gioue va ad Enea,mnti:e che fi trouaua appre/To di Didone^
:iandio per la Fede,che
(I
licosa
dicendo:
%Jtte) curie
2vj?
ad ohedbr
Vadre intent
il
I quai con
*Alto
il
ali
prette
ad ogni vento
I
pertan da terra
e [opra l'onde*
Et
altre vi ripone
l fonni
e dona
e toglie
modo
too
ad intendere quello,che da loro fu detto,il che non fa hodibifogno . Furono poi date le penne a Mercurio,come ho
glio
ra
decto
ficaua fc rfc
di
che
egli era
Tenne perche
che figni- date Menu*
ne volano per l'aria rio
il
Dio
pon
ma
>
altrime,
&
Pp
Che
ftriagrat
de
I>ei
della
mu fi-
& imagine di
vn ramo
di vliuo
ejkndo vfo de
J*8
rnn
filiti
ff&
pps
grembo
ff
&&
;De
gli Antichi
jof
in
capo;fi
penne
vede
appref
Che Mercurio haueffe Tempre le
Co di Plauto,quando per poco di facra,ch'ej fi traueft, non ne
volle effere fenza, bench dicerie di farloy perche gli fpettatori
conofeeffero
&
'
lui
fi
"Plauto*
era mutato,,
perche riconofeere
mi
poffono *>
"-
&
quello
Perche haueua Mercurio il cappello anchora ,
erano ancho attaccate l'alijquantunque Apuleio lo moitri feh- (Apuleio*
za, quando racconta il giudicio di Paride rapprefentato in fcp- .Ii3i facendo che per Mercurio comparifee vngiouane tutto
bello, e vago nell'afpetto, con biondi de crefpi crini, fra li quaIterano alcune dorate penne poco da quelle differenti , che in
forma d'ali fpuntauano fuori, haueua intorno vn panno fola
mente, che annodato al collo glipendeua gi dali'homero fiiftro,& il Caduceo in mano
Marriano lo deferiue giouine Mattianal
di bel corpo , grande , e fodo , cui comincino fpuntare alcuni
peluzzidalle pulite guancie,come dice ancho Lucianoj
mezo,nudo perche vna breue veflicciola gli copre gli homeri folamentej& non fa egli mentione d'ali, ne di Caduceo, ma ben '
&
&
mente quel!o,che
gi
>
figliuola di
fia.
Mercurio, perche
forte di cflercitio
,,
egli
fu
il
ritrouatore dique-
H erario
in certo* Havato
binne,
Jmagini de 1 Dei
301
tempo di fortuna,
J
n
ro ingiuria
veridico
>
&
li
fignificano ancora la
^\
jalde^a
del parlar
Degli Antichi.
ninno
ftra* mortali
il
30 J
& mo-
Mercurortra
ma
uatoredi tutte
>
le arti,
&
&
bche ei fu nomato da
&
ra in certa parte dell'Arcadia, fecondo che recita Pufania>ilrauale lo deferiuc fatto in guifa, che pareua veftirfi vn manto >
non hauea
&
>
il
qual cos ft
ucftoj per altro chefofTe, riferi fcc anco AlefTandro Napotttanojche i Greci faceuano fpeflb la ftatoa di Mercurio in for
5
con filiaa quadra col capo folo fenza alcun altro membroi
&
Ibili ftatoe
honorauano
fpeflb
grandi
& valorofi
Capitani
& ne
&
lequa-
Hcr Homi l
me
il
me
, per ornamnto
Acadmie Onde Cicerone rifpondendo
ad^ Attico chiama Henne ornamento co mm un e a tutte Je Academie.Etvn*altra volta rifponde al medefimoj che gi gli piac-J
ciono,fe bene non gli ha anco veduti, gli Herrni di marmo con
da'Greci,
'
nelle
Cicerone-).
feritole
&c nelle
metallo> ch'ei fcriue di hauergli comprati ; S lopreg raccoglierne quante pi n pu hauere , Se lo follecita
mandarle predo per adornarne la fua Academia , libraria ,
che la vogliamo dire Leggef, che gli Atheniefi furono i primi, che faceflTero limili flatoe . Et non folamente in quelle di
Mercurio > ma in quelle anco di molti altri Dei vfarono pari- 1
Hermidtt cui
gli altri Greci tale figura quadra; Se pi di tutti forf gip
mente
prima fatti.
Arcadi, come fcriue Paufania, perche appo loro eravn'altarededicato Gioite con vna ftatoa fatta in umile forma. Et ben-'
che molti fermano che Mercurio fu chiamato Cillenio di
.
Cittenfo
vn monte dell'Arcadia di quello nome , oue ei nacque nondimeno vi fono (lati anco di quelli , che hanno voluto , ch'e&i
foife cos cognominato da quelle imagini quadrerie quali li?
poteuano dire, tronche,e mOzze,non hauendo altro membro >
che il capo , perche i Greci chiamano CilH quelli, afli quali Za
par
For%<t del
mozzo alcun membro Se moflrauano la forza del parlare , il-'
lare .
quale non ha bifogno dell'aiuto delle mani , come fcriue Fello, per fare ciche vuole, ma quando beneordinato,&: fi &'
vdire conucneuoli tempi , tanto pu , che facilmente piegiJ
gli animi humani , come gli piace, Se fouente fa forza altrui '
Fuo piacere Onde Horatio canta di Mercurio,che egli da prin*
Borano*
.cipio perfuafe a' mortali di lafciare le felue , e i monti , per li
quali anrfauano in que' primi tempi difperfi,comc le fere,& vIlche tolfe egli forf da cernirr viuerc mieme ciuilmente
la
quale
racconta che Prometheo and
ta fauo-la dei Oreci
le tette di
II
modo
, Se oltre a
fio confecrarono gli antichi
li
il
di
"
curio
~
"
tutti
De
tatti gli altri facrificij
gli
}o$
Antichi.
, quefto era
lui
proprio,
& particolare
>
beendo certo poco vino , le lingue delle vittiMercurio il primo, che moftrafle il mocreduto
anco
Fu
me.
do di guadagnarci perci era Dio de'mercatanti Anzi dico- &od <JWeT~
ao,che folle detto Mercurio dalla cura , che egli ha delle mereanf
:ij onde Suida ferme , che per quefto metteuano vna borfa in
mano al Tuo fi mulacro Fulgentio vuolc,che l'aliapi di Merdi facrificargii
curio lignifichino
il
veloce
quelli,che trafficano,
li
li
moui mento di
vanno qua-
Ondeicriue Celare
adorauano Mercurio pi di
chei Francefi
c rar .
"
molti fimulacri ; perche, oltre che lo dicelTero effere ftato ritrouatore di quafi tutte le arti,credeuano, che particolarmente
si
quanto habbino da
Nelle quali
huomim
moitra il Gallo porto a canto quefto Dio,come dilli gi,ben:he vogliano alcuni , che lignifichi pi tofto la vigilanza , che
leono vfaregli h uomini (3.g^-> edotti, perche quelli bruto
fuor di
la-che
-,
j,
canto
^
curio,
&
flia-
loro
a mente,onde
Ifonnojcome moilranoi Filofofi Et Paufania fcriuendo del
>aefe di Corinto mette , che quiui era vn'altare , oue fi ficeua
no lungamente
fepolti
&
pen
Mufe,
al
Il
'Arca di Cipfelo
Iremina era
Q-9
g^
Imgini de
ffi\
compagnano la Tratte
ripoffoy
&
&
il
Sonno,
Dei
&
il
corno dinota
il
Degli Antichi.
,&
ffre
367
diflefe in guifi,
Terra , come diffe Virgilio . Ouidio le d vna ghiriaa;da di papauero , che le cings la fronte , ik mand.i con lei vna
gran compagnia di negri fogni . Gli altri Po-ti poi la rln^3j'no hauere vn carro da quattro ruote, che lignificano-, comedi
(effe la
le quattro parti della notte, cosi diuife da'f elnelle guardie bro
da'nocchien
Ella tutta di colore
idati,
intorno
vefte,cheh
rifplende
la
ma
qualche poco,
flfbfco,
rapprefenta
l'ornamento
dipinta,
che
del
Cielo . Tibullo
ijcos
te
il
Ouidio
Boccaccio,
&
&
fc,
fogni
quando
cos dice
f".o(
fue figliuole,
Hele di
vaga
Seguono
llde
Et
il
.'
Co
c'homai la notte
hi giunti infame
defitier
e viene
E le
Sonno,&
il
Tibullo
le Stelle
luce piene
carro de la
il
madre
quali
y lor
dietro
van
e vi
>
gl'incerti fogni
e pajji disuguali
neua
l'ali,
U che
fi
difle Statio
&
gtffy Italico
Sonno almo
ripiovo
De'mortali
del viuer
le
fatiche
de l'animo quiete
human
la miglior parte
>
CLq
de
Seneca
Imagimdei Dei
308
E
Chi*
infame mejci
E quel
il
vero
&
>
la
bugia
lido compagno
41 RJ
Ts^otte^
eh' alferuo
e de la
>
ma
,
ne
vieni egualmente
le
slanchewembra
quel
Gliauue^zJ s
eh'
imparano
il
mortali
morirci
.
1
ch'ei fa di
&
&
Torte de fu*
gni.
Toifim
finfe jche
due folTero
le
porte , per
Sopra
le
quali ci vengono
fogni
falfi
di
tamente,per
fta
fi
la
feurezza dell'
afibttiglia in
modo
humana naturamia
che l'occhio
dell'
animo
pure qu
pe
ci palli
dentro
fa
j,
s,
hk fiato ancao ra
deli'
inferno fia
De gH
rngnnde olmo
che fparga
Antichi.
gli
309
fronzuti rami
i
fogni vani Se
Se che fotco le
falfi
La quale Sogni
van*
prime da
antichi,
furono
detti ciechi
da gli
fallaci,ouero perche
dormire
lopregaua
del
Son
forma hu
dimanda Morfeo l'altroj detto Fobetore, che inoltra
|mana,{I
il
Minifri de
Sogni,
N pi
non inuecchia mai. Ma fanno ben pegh cominci dare fuori la prima lanugine , co-
o bello,uago, epuro,
I molti, che
de gi ho detto di
Marnano
Se
come
di
con
prima barba , che gli corn*nciauano
d apparire fu'l vifo. Ho mero parimente fa , che Viiile lo uede
|i!e,quando lui va, e gli porta quella herba con laquale ei fi
medefimo
ifefc
" omer^
Immagini de
j io
alla
Hatoa
(JHercurio
Dei
Tietre gittate
&
Snida
Mercurio con
tre capi,
tomero
,-
;'
"
"
ffiaufania
..'
."''
&
collo
Degli Antichi.
della elloquen^a, [corta depaffaggini, dio de pafori, intefo anco per la for^a del Sole ,
imagine del dio innubi dio della fagacit appo gli
&
Egitti]
6*
che vn
qui fignifca
re,&
S>
il
Sole
jleffo
&
la necejjt che
s^sa^
&
il
caduceo
?Z
$
fty
~S
la
c^ra
^s s^S <&&
jti
collo
Imagini de
Macrobio
Soles
il
medefimo Paufania
&
dell*-
offerta al
tem-
&
t0 >
vuole
Mercurio pel
Dei
A rcadia,come recita
,
che per
le fauole,
gare
quando
il
Oltre di ci le fii
d comincia a moftrarfi
Mercurio , che haueuano il capo folo , Se il
il
quadrate di
membro
natoredi
Mondo
chi
medefimamente
Mercurio
ouero
Se due
le
quattro
folftitij
ven-
niefi
fare parimente
lo riferifee
quel
modo per
volta
Caduceo fecon
Marco
la
voglia
chela vide
ftra tauola
76
car.3
che
come
fta guifa
gli
pu vedere
fi
il
oi.Accomniodafi poi
&
il Caduceo alnafei
medefimo Macrobio, in queEgitto. Sono con l'huomo, quando
dice
fecondo quelli di
il
ci
Se la Neceffit
De'quali
feruati lo fpirito
il
quefta detta
la
ca-lore
Se
Demone
Fortuna
il
cio
perche tutta
la
forza fua
fi
&
El
ftende
fopra
De
>pra
corpi
, li
g!
A ntictii
L'amore inoltrato da
giungono infieme, come che
enti
:fa
fi
due capi de
bafeino*,
,
i
& diuerfi
ferpenti
& la
, li
accid-
quali
Neceffit in-
incontra vna uerginecon una tauolain mano, nella quaintagliate queftecofe tutte dimoftratrici di Mercurio,
drano
mezo
Cicogna
un capo di beliiilma faccia , coperto di
Sotto ui era
n cappello , che hauea d'intorno due ferpenti
na bella uerga dorata nella cima , nel mezo verdeggiaua,
tuntaui negra nel calce. Dalla de/tra ni era una te tingine >
e uno fcorpione,& dalla finiftra un capro con certo uccello 5 \
Quefte cofequafi tutte fono tolte da i
Irte allo fparuiere
(initcrij de gli Egittj , appretto de i quali fi crede , che foflc
fiorato Mercurio fotto il nome di quel Dio che da loro fu
Liiamato Anubi . Perche lo faceuano con il Caduceo in mafc> , come lo defermc Apuleio , il quale raccontando di quelli ,
Iquali andauano con Ifide dice cos Eraui Anubi,qual di/Te- Lsfnubi,
hot dorata,alzal> elfer Mercurio, con la faccia hor negra,
iiil collodi cane , & nella finiftra portaua il Caduceo , oue
Ipn ladeftra fcuoteua un ramo d/ uerde palma . Fu fatto quello Dio in Egitto con capo di cane , per moftrare la fagacit ,
lieda Mercurio ci viene , concio fia che altro animale non fi
pure lofeceuano cosi, perlouiquafi pi fagacedei cane
iie, come recita Diodoro Siculo, fu Anubi figliuolo di Ofiri- DiodoYO Slotlei
ie
./chiamano ibis,
&
&
&
le,
li)
&
feguitando
il
padre in tutte
le
fu riuerito
lo
R
li
j:
colore
JTj
e^
Capitani 3
SS
&
delTefsercitio
&
&
confumati oratori.
&
t>egl! Antichi,
poWerofco
&
fcjf
rugofo
ueflit di v u a
nella delira ceti ella una mazza , & vn'pendeua vna faretra da gli horneri > Oc
laueua allo diremo del a Hngua attaccate molte carene di
di argento fortililTme , con le quali ei fi trancila d/c>fo>
ro perle Orecchie una moltitudine grande di gente > che lo
eguttaua per uolontier
Facile cola da uedere,che quella
magine lignifica la forza della eloquenza , la quale -dauano fifotfwW^a ?
quelle genti ad Hercole > perche , come dice il medeimo Lujm.fv'\i->*
ielle di
Lione, ckehe
*,
gli
&
pi gagliardo di
facevano ueccho , perche ne 1 uecchi la elojuenza pi perfetta affai , che ne* giouani, come
omero ci
moler per Neftore dalia cui bocca . quando parlaua, pareu
:he flillaffe dolciffmo mele. Et per quello hebbero aned
:iano
fu
Mercurio
&
lo
rfe quelli
commune nell'-
gii
Atheniefi
&
&
<
Lacedemoni) nel
Dromo
luoco oue fi effercitauapo giouani nelle correrie , fu vn'antichillmo fimulacro di Hercole , al Bei detl^Jfer
quale andauano a facrificare quelli , che erano gi di maggio*,
cito*
re et . Et in certa parte del paefe di Corinto diceuano quelle
Mercurio
la
lua
mazza cheera
,
ik dedicato
di uliuo laluatico
le
radici
Non
&
dico
la
quale fu
eflerecreftiuta
f fia (lato
&
di-
vn Hercole
folo,
molti} bencrT
quattro,
&
dice,
io fappi,che
che gi
tutti gli
-,
Rr
lui
Imagint de
fttfW/o
honori,che faceuano
numero de
gli altri
Dei;& qu
dedici
come
fcritu
Herodoto
Simulacro d*
Del
tutte ad vn folo ,che fu fatto Dio . Il cui firn ulacro era gran*
de per lo pi
che moflraua forza, & robuflezza, per la qua
Je viuendo fu cognominato Melampigo , che viene dire
dal negro culo ^perche cof chiamarono i Greci gli huemini forti, e robufli: Se ali* incontro diceuano Leucopigo , cio
che ha bianco culo , a chi era molle, Se effeminato Et queT^puela pia- ftopropofto leggcf vnacotal nouelleta > Furono due frate!
li maluagi ,e trilli quanto il poffa dire > nominati l'vno Pallafenoli
io , & l'altro Alcmone , ma erano detti Cercopi * Se furono fi.
gliuoli di Mennone quelli pi volte furono riprefi dalla ma
dre ,
pregati mutar vna cof peflma loro natura , ma pofeia che vide di non poterli ritirare dalle loro opere malua<
gie , li preg che fi guardafTero aimeno di non dare fra piedi
Melampigo . Hor'auenne , che eflendof vn di H ercole pollo
ripofar fotta vn'arbore,al quale haueua appoggiato l'arco,
la mazza, quefti gli fopragiunfero,& vedendolo dormire,dife
gnarono di farli qualche ftrano fcherzo , & erano gii in punto, quando Hrcole fi deft ; il quale leuatof non fece loro
altro male , f non che gli prefe , Se legatigli infeme per j pie-
&
&
&
di,
come fofTero
pofealle fpalle,
flati
le
lepri
modo ,
natiche negre
detto
go
Cercopi
f gli
mentre ftauano
H ercole haueua
il
culo
H ercole,
hauendo
mondo ,
andare , ma furono poi
CtTWpL
mazza
Diche
fciolli
videro che
attaccatigli alla
pendolon quel
Se
duo
intefo
il
tutto
prefe
il
trasformati in Gatti
magSe la-
Mammo-
come
riercole
ii
dilettaua de
Ce*-
De
gli
Antichi.
ij
Ccrcop. De' quale fece a ne ho menticne Herodoto , deferuendoii camino,che fece Xer f apata re con i'eflercito i monti della Grecia , &: dice ; che and a pattare il fiume Afopo per
certa via, che fu dimandata la fede de i Cercopi,cio de' malitiofi,oue era anco vii fallo, che fu detto Me'ampigo,. cio negro fon te, eh e quella voce tanto pu lignificare quello, quanto quello ch'io dilli di
ercole Al fimulacro del quale ritorno,che fu di huomo forte,& robulo,e fu parimente tutto nu-
do
&
Spalle
come ho
gi detto
Yn
limile tutto di
metallo alto
Olimpia cittadella Grecia da alcuni andati col figliuolo di Agenore a cercare Europa , come li
legge appretto di Paufania,il quale fcriue ancoracene 1 Lacedemoni riebbero vn fimulacro di Hercole, con pelle del Lione Hercole ar*
intorno, oc tutto armatola ragione di che attenne , perche ef- -filato
fendo gi andato Hercole per certi fuoi affari a Sparta citt
principale de' Lacedemoni j,haueua menato feco vn giouinetto
Tuo cugino nomato Eono, ouero Licinnio ( come dice Apollo- i^pollodOYO*
doro raccontando il medefimo fatto ) il quale andando tutto
chece cubiti fu dedicato in
*.
<ii
-,
floni,
&
l'vccifero
del:
morto cugino
&
gli
veniuano addotto:
ma poco
dapoi
Et per quello lo fecero armato i Lacedemoni E gli Arcadi fecero dapoi al fuo fimulacro vna cicatrice nella colcia per memoria della ferita,ch'io ditti per laqua EfculapiQ Co*
le,uanco che egli fu , dedic vu tempio ad E fculapio Co tiro couUq.
gnomeSe roin tutta quella cafa.
.
$ *$
gnome di
tmagJnicei De!
Coti!eo,perche Cotile appreso de'Greci e
cofcia,
lui fu (Te
il
medeU-
guarito deila
,
che
fe-
H ercole fu
&
Tlinio.
fpelonca
&
huomo
\4tento.
Scfo
vafo di
Hercole^.
fi
le
Butello, onde non vfarono poi altro vafo mai ne'fi;o: facrjfcij :& Virgilio parlando
Hercole betti- delle ceremonie di Hercole celebrate ad Eumdro* quando E-*
nea and a lui dice,<he il furo Scifo in *ombrauale mani ad
toro-9 .
elfo Euandro,che m. lira la grandezza di quello vafo,coI qua
le in mano fu fatto Hercole alle volte,per la fauola,ch'io dif.
l,ouero per moftrare, che Hercole fu gran beuitore, come recita Atheneo; il che vollero forf anco moftrare quelli, che nel
paefe di Corinto in certa (u cappella fecero vn giouinetto ,
che gli porgeua bere bench Paulania fcriuc, che^ Hercole cenando quiui appreflo di vnfuo fuoceio diede vn s fatto erica
Chtovccfoda su la teilaa Ciato giouinerto,che li daua bere, che l'vccile,parendogli , che non facetfe queil* vrhtio garbatamente , & che
Hercole^ .
per memoria di quello furono poi fatte quelle flatoe . Leggefi
ancora appreflo di Apollcdoro,di Atheneo, oc di altroch Her
tercole man- cole fu gran mangiatore, & vorace fuor di medo^s che mangiai fpelfo eglifolo vn bue tutto intiero ,
che per quello
giatQt-.
quello,chenoi
dichamo Schifo,ouero
&
gii
De gli
^TJ
Antichi
&
dell* altare
[aeratogli detto
[u grata na'ura
il
ra
& conjumtLj
il
tempo t che
dell'albe-
tutto ditto-
g>J
.Imagi ni de
J2
frceVo dHer
coltLJ
gli
fu confettato d
De?
detto Laro,& da' noftri Folica; petche , come fcriue anco Sui
da,cgli di Tua natura grandemente vorace ,
ingordo . Da
&
quella voracit d
ne'
Zattantio
H ercole nacquero
x^sfpoliodoYQ.
non
*,
&
^';
'
&
"
polito
non
feioc-
&
nefando quelIo,che ho detto nato parimente dal piacere,che prefe Hercole di vedercene alcuni Con
tadini , come riferifce Suida , per non ritardare il facrifcio apco,che
fi
o(fe trillo,
pretta to
* v
deftinata,al facrificio,alcuni fanciulli, ch'erano quiui, piantarono quattro finniche in loco de' piedi, de due per le corna in
-vn pomo, lo quale fingendo il moncone, che fi douea faenficare , fecero come per giuoco tutte le cerimonie , che vi andauano. La quale cola fu di fi gran piacere,e tanto cara ad Hetcora,
hfchc
II
De
gli
321
Antichi."
Dei
pii de
con
ftrozzafTe
\ no
gli altri
5c fatto
\
le
come
nelli
Tem-
Tra quefte fi vedeua che piccolo bambile mani duo ferpenti andatigli alla culla j
poi grande,tagliaire
le
>
qual' haUe-
*o/ej
ad vn terribile Lione,ouero l'afFogafTerche fterTe a vede> che mangiauano vn Re pofto loro dinanti j
|j:he fene portaflfe in collo vn fero cinghiale 3 cheferhTe con
certi vccellacci tanto grandi , che fendendo
file faette in aria
che menarle legato
l'ali toglieuano la luce del Sole al Mondo
livno fpauenteuoletoro, che fpiraua fuoco jche l ftringefTe fopra il petto vn gigante , e lo faceflfe morire , che ammazzale
vnfero drago , e lcualTe di certi horti gli pomi d'oro, che da
I
"celle
che metteffe
le paJle
foftenere
il
ce-
che ammazzafTe vn R, che haueua tre corpi,& ne menaff vn grofTo armento di buoi ; che occdeffe dinanzi ad vna.
fpelonca vn terribil ladrone che fpiraua fumo, Se fiamma dallo,
la
bocca
che
fi
Cerbero con
tralfe dietro
vtre tefte
da
lui
in-
ammazzale l'aquila che diuorafegato Prometheo legato ad vn"alto monte; Se che am-
catenato
>
u il
.mazzaffe parimente molti ladroni} Se molti tiranniche trop
a dire tutti gloriof fitti > che fi racconta
| p lungo farebbe
\i
i'no di coftui,&
J
iquali fu
pi brutti,
ri
de
fra mortali
la fortezza di
dell'animo,
Hercole fu
deli"
Se di virt
ne,che lignifica la
eYCO le
jj
fQY i^
animo.
prudenza
v^
lo dipinfero veftito di
fero
3-i
fero la
Imagni de i Del
mvjM nella delira, che mollra defiderio de prudenza
il?
fini lira
ei
x l'appetito fenfuale, & da quello liber le tre potenze dell'anima ornandole di virt, & di opere giufte, & honefte Macrobio,il quale come ho gi detto, pi volte d vna intelligen
.
Lftt&robio.
Hercole peti
Sok^j^
&
&
&
&
di fo
che toccaua le carni tutte bagnate, e molli di fudore ,
pra verfo l'aere infernale fofche ,
affumicate ,
che perci
egli volle dapoi,che tutte foEero fempre tali , Se a molle pofeia,
fempre , perche gli difefero il capo dal noiofo fumo delia cafa
infernale
Et quello , che Hercole folfe tolto pel tempo, li
confaceuano alcune cerimonie de*fuoi facrificij , le quali,okre
all' v(o olTeruato in quelle de gli altri Dei , erano celebrate a
capo feoperto , comeferiue Macrobio,& f ne pu rendere la
illel ragione,che fu detta nella imagine di Saturno, cui facrificauano parimente capo feoperto . Leggefi anchora appre
fo di Plinio , che non andauano cani,n mofchenel tempio di
Hercole, eh* era a Roma nel foro Boario: quelli, perehefenCerimonie d tiuano nafo la mazza , che flaiia appoggiata quiui di fuori
HtUQi>->
ouero perche furono da collui odiati per le caule , che fcriue
Plutarcojoue rende la ragione, perche nonandaflero i cani nel
fuo tempio Quelle , perche facrifcando vna volta Hercole
&
&
le
mo-
fche,
Degli Antichi.
modo,& per
fche,chc lonoiauanofuor di
32$
quefto
ammazzat-
igli
!
infieme
Giove [caccia*
Tore di mofche.
Miagro onero
Miode , Dio
delle mofibe.
K^dchoro
Belzeb
Donne
[caccia
te dalle
cerimo
niedi Hercole*
tralciato
informa
de
come
infieme
quando
vi vedeua,cheall-
hora era cieco, diiTe, parendogli di eiTre flato auuertito in fogno, che con vna fune de
|
capelli delle
donne
fi
potrebbe
tira-
fi
Sii
gomcn-
324
Imagini de
Dei
fjpas
lmagim d'ampolline,
mpoide,& diLatona y
Mimma
^g
-Yv-
fieme del
ir,
(fi
&
d^ polline per non batterne bautta rijpo X>
Ra&iitigata poi battendola bauuta &
tripoide \c- A
le con l'oracolo
il
De
gli Antichi.
$if
gomentod' viuere,quiui feruiuanoalnui,ofFerfero ipontaneamente , &; diedero gli loro , onde fu fatta la func,.con la quale
&
&
ci vollero
&
,,
d^pollojche tene u no ambe il Tripode,come che le lo vqleflero. torre l'vn l'altro , perche furono gi
per venirne alle mani ftranamente come fi
^ZZ C a PP reur di
Cicerone,ma che Latona,<5c Diana, che erano quiu: parimente,pareuano mitigare l'ira di Apollo,^ Minerua quella di Her
cole Fu quello cos finto,percne adirato Hercolegi vna voltagli' ei non puote ha nere certa rifpofta dall'Oracoto tolfe il
Tripode , Se f lo port via; ma tornato in buona poi lo rel
hebbe perci dall' Oracolo quello , che dimandaua Chia*
marono gli antichi Tripodi certi vafi di metallo da tre piedi
che erano a loro icome hoggi fono a noi i paiuoli Se altri vafi
da cucinagli quali H omero fa che iano di due forti s &: nechia
ma vna come diremo noi da fuocoj'aitra fenza fuoco, perche
HercolcSc
l'altra
,.
Hmole&\Apollo alle
ma
ni
,.
,.
&
..
Tripode: ebe
fta *
,.
,,
&alleperfone degne
ftima
donati
honorati doni
,.
e premij
,,
che
Enea apparecchia ne* giuochi da lui fatti in honore del padre
Anchife, 5c furono quelli forf, che gli haueua gi donati Helenoinfieme con altri prelnti di gran valore, quando part
da lui.'benche Virgilio gli chiami quiui Lebeticon voce Greca,,
et Seruiovoglia,che quelli foflero come bacini da dare acqua
alle mani, dicendo, che non pareua conueniente donare a tale
perfonaggio , quale era Enea, vafi da cucina
Ma Atheneo,
come
riferendo ia didintione de i Tripodi fatta da Homero
ho detto , dice, chel'vfo hottenuto,che frano chiamati Lebeti gli vni , e gli altri , Se vuole che quelli da fuoco folTero per
fcaldare acqua , e gli altri come tazze, Se altri valida vino.
Ma fjlTLr i come Ci volelf , che ci non ferue molto al proposto noftro , ma Ci bene che il Tripode era certa tauola confeciata,perche vi ledwfle su quella giouane, che da u gli facri ri
fra gli
fponfia
Letteti
16
Imagin de
Dei
> il
quale
&
perci vollero
leandaua cacciarein corpo per eli fotto
alcuni che'l Tripode fufle vno (canno pertugiato nel mezzo ,
accioche lo fpirito bauefl per doue entrare in corpo alla femina , che vi fedeua fopra E lo potremmo porre per legno
Vaiti,
y
di Verit y perche l Oracolo,che veniua da quello, era creduto
dire Tempre il vero . OnderiferiiceAtheneo,che diceuano gli
antichi parlare dal Tripode ogni vno , che diceffe cole vere
Tripode di
E che per quefto Bacco parimente hebbe il Tripode , che era
Bacco
come vna tazza , o altro vaio da vino , conciofa che il vino
fcuopra fouente la verit delle col non meno, che gli Oracoli de i Dei,pcrche quafl tutti i Dei hebbero Oracoli jciafcheduno il fuo r E ben che poteffe eflfere , eh* io fcriue/fi vn d di
tutti , nondimeno hora non lafcier di dire di vno , che fu di
Oracolo dMer
Mercurio , per finire con quefto la Tua imagine Scriue Pau
curio*
fania , che in certa parte dell' Achaianel mezzo di vna gran
piazza fu vn fimulacro di Mercurio tutto di Marmo , con la
barba leuato fopra vna quadrata bafe non molto grande , dinanzi dei quale ne era vn' altro della Dea Velia parimente di
che canto a quefto erano alcune lucernette di memarmo,
tallo , le quali accendeua chiandauaperconfiglio Mercurio,
hauendo prima abbruciato certo poco incenfo , indi ofFeriu su l'altare dalia delira parte certo denaro,che haueua allora
quella gente in commune vfo, e dimandato poi quello, che vote
&
leua> accoftauala orecchia al fimulacro di Mercurio , e Italia ad vdire per vnpoco,poileuatof quindi fi metteua
fubitoambe le mani alle orecchie, tenendole fi ben chiufe fin , che fofTe fuori
, che allhora le apriua, e la prima voce , chp
vdiua gli era in ve-
della piazza
ce della rifpofta
dell*
Ora-
colo
MINER.
De gli
imaginidi ^Mercurio
&
uentrke, dinotante
tt
prudenza
effer
Antichi
di
CMinema
prudenza,
infierite
humanzj
8&g?3gS$
delle arti
bone in-
&
la
f deuono giouare
le
effer necejjario la
congionte
3*7
elloquen^a
Imagtni de
Dei
MIN E R V Ai
CES
Dio
.
che fra
le
Natura humana
alla
'"
-
ua , che
fi
elTercita-
la
faccifi di faccia
quali virile
Occhi d Mi-
con occhi di color cileftre, che quello leda fempre Homero, come fuo proprio. Et Paufania doppo hauer fcritto di certo fimulacro di Minerua,cheera in Athene nel tempio di Vol-
mma
tano
to,
che
la fa fi-
gliuola
De
gli
Antichi.
$i<)
Nettuno , & che ella haueua gli cchi cileitr , perche tali erano anco quelli del padre ^* a Cicerone , oue parla della natura de i i3ei , dice , che gli occhi di Minerua erano
cefij , r cerulei quelli di Nettuno , che potrebbe dliuoftr^te
igliuok i
qualche differenza fra loro > ma non credo io per che fotte
molta, perche l'vma, e l'altra voce appreffode* Latini fignifca
vn colore verdiccio ben chiaro quale l vede ne gli occhi de
-,
gatti,
in
que^
<
(tallo ai
braccio,come
fegna da se
(tetti
quando lauora
di
mata
fi
di-
Ouidio
s con
Le quali
i
>
l'
hafta
e con
cago d'elmo
il
>
lo feudo
e di
e s'arma
corata tipetto*
Claudiano anchora,&
il
altri
ritratto
da
Homero *
il
Claudiano %
-,
tellectiua dell'
anima
Ita
nelceruello,
Ti
Altiffi*
Imagni de
33
Dei
Dio,& &ar
nel jj
ne non
efier
ne conftglio ne [aperta
Degli Antichi.
Altiflmo
non da quefte
cofe baffe
||if
e tefrn
inoltrate pt
Giunone. Et quella miglior difpofitionedi queliachclia fatto Marnano difprego delle donne , il quale perche non fu
forf troppo loro amico dice, fingerli Mincrua efTere nata feet
za madre , perche le donne non hanno coniglio ,n pruder*- Contro, le don forf, che diflTe cos per andare dietro ad Arido- cj.
|;2a alcuna
tele, il quale fcriue nelle fue morali , che le donne non hanno
Cui non ardifco gi di oppormi , ma.
Ij punto buon configlio
dico bene,che molte donne a tempi noftri fi moftrano cos pru
accorti , che lo fanno mentire
Et f non che il vadenti ,
lor loro , le fa affai note al mondo , mettendo gli nomi porrei
anco infiniti eflempi del fenno,& della prudenza loro,mollrai
I do quello , che altri forf non ha voluto vedere : 8c ,chc f be Donne <diff
I ne Minerua nacque fenza il feruitio della femina , nacque ella
r per femina , e vuole perci ildouere, che fi confacci pi alle
donne.che gli huomini . Oltre di ci coperfero coftei ii capo di elmo , per darci ad intendere che l'fmomo prudente n
II ifcuopre fempre tutto quello,chc s,non manifefta ad ognuno
il fuo configlio , ne parla fempre in modo , che fia intefo da
1 ognuno, ma da chi folamente limile lui, fecondo che gli affi fari lo ricercano! Ci che le fue parole gli altri poi paiono (i mi-,
&
'
Sfinge
Donde
fu forfe,che ni cer-
tempio di Minerua ,
1 che fu adorata quiui, e creduta Ifide , la Sfinge, bench fi legI ga anco , che ci fu fatto per inoltrare , che le cofe della reliI; gione hanno da ftarnafcoflefotto facri mifterij in modo , che
li non fiano intefe dal volgo , pi che fofTero inrefi gli entrami
Paufania fcriue, che in Athene fu vn fimulacro Sfinge con Mi
Ij della Sfinge
di Minerua, qual' haueua su l'elmo nel mezo, Come Ci direbbe
neritcU .
per cimiero la Sfnge,e di qua, cadila erano due Grifi , li qua- Grifi
J;
di quelle, e di
II li non fono beftie, ne vcccelli , ma participano
quelli , perche hanno il capo di Aquila, eie ali , Se fono Lioiii
Trouanfi quelli animali fieri-, e terribili ( fc pure f
nel retto
perche
Plinio gli crede fauolof ) nella Scithia , ode
troua
ne
,
j|
guardano le minere dell' oro , come fcriue Dionifio Afro, s
che gli Arimafpi gente di quel paefe che hanno vn'occhio fo- ^yirimafbi
ca parte dello Egitto pofero innanzi al
li
re
3$i
Imagini de
Dei
re quale guardia
> il che Paufania par credere > che fclTe perche il Gallo ardito , e feroce % come biiogna e (fere- nelle
guerre : ma aggiungiamo noi ancho a che ci inoltra u la vigilanza j che ha da edere ne' faggi , & valorofi Capitani . Imperoche credettero , che Minerua hauede la cura non mena
per la fecero armadelle arti della guerra , che della pace ,
ta , come dilli Et le fauole fin fero che ella vecidede di fua
&
mano
TaUade^)
,.
crollar l'hafta
Talladio
..
,.
&
Trtonia
..
,.
&
&
tia
Lafcio
le altre
ragioni
che
ter-
ribile , Se minaccieuole . Nondimeno quello vltimo viene aneiioraadai miopropofto > perche alcuni hanno, voluto , che
Minerua.
De
Mfnerua
te
Antichi.
gli
3$$
&
&
mdm
Con fanguinofa
Bellona regge
J feroci deicri
Et fparfa per
e batte
lo piiudi {ngue,
e sferT^u
onde
la
deicnue
&
va feorrendo
,
La gran BeUn&.per l'armate fquadrej'"*
di molto fangue
Sparfo
..
Nientedimeno $#ti<? d| pur ranco. la medefima forza a Minerua,& la &S^^j^^nienJtopJi^\>^ violenta di Bellona, quando mette che Tideo^re^nddl, cos dice^
Dea
De
le
Cui orna
il forte
il
&
fparfa
il
petto la Gorgona
de la qual maggiore^
vn vago honorem
capo con
elmo
Di fangue
silio Italie*
biondo crineJ>
e?7
anda-
Silio Italico la fa
n Bellona
accetta bor
il
mio voto ,
T^ume
dinoto,
&
affai
statio*
IttiaginideiDei
534
lmagine
te,
di Bellona
&defuoi
Sacerdoti, che
da f
del pino
lei facratOy'queSa vie intefa petVapportatrie delle vccifwni , rame , Hrage , effetti pioprij della guerra .
esj^s
De gli
Antichi
335
veder fpargere
aflai di
il
f.15
&
fangue
no, con
quale attaccaua
le fere
alla
battaglici talhora
bocca
come che
faceua-
la
deffe
il
fegno
mano
no
gli
con accefe
parte
glia.
faci in
& dall'altra
Di che
mano
,
mandare dauanti
le
quali
fi
gittauano contra
cominciuano poi
intefe Statio
la
dall' vna
fanguinofa batta-
al
cominciare di
-.
vn fatto d'arme Bellona fu fa prima,che moftrafle l'ardente faEt.Claudia.no parimente parl fecondo quella vfanza Claudtano*
cella
xiegli antichi dicendo ,
&
Imagmi de
33*
Dei
lungo
^J
^M
&J
&
emetta
teiere* cucirei
&
il configlio del prudente il gallo la vig'ian^a del {aggio*- l'ardire de faldati, vi anco l'ima
gine della verit .
3S*
fignifica
^&k ^S
Q*r)
i^FQ
?ffS>
gi <X
Degli Antichi.
337
difegno Apuleio mette (opra l'elmo vna ghiri n da di \ii, che quello arbore fu dato come proprio leidaglianrichf
erch'clla ne fu ritrouacrice,come la chiama anco Virgilio, Se
lei , 8c Nctiume fjerodotol
Herodotofcriucchefuil
10 Copra il pofTello di Attiene; oue
che
abali'hor.i
Se
Minerua
nafeere
fece
,
iefimo vliuo , che
yimo data
bruci infieme con la Citt abbruciata gi da' Perii , ma che
c^Minerua
lo fteffo d anco rigermogli,& crebbe all'altezza di due cubiti
Et dicono alcuni ,che fu cos finto , perche Mineruafu la
prima, che moilralfe il modo di Cpremere l'ogho dalle vlmc
fi
pu acquiflare
le
Onde fi
te fludio
Se lunghe vigilie
legge
tttterna di i{$
WttM
ta
Mi"
le fcrue col
ella era
fi
Hata
ueflero quello
premio
che
ie
quali
tjl4ne?lit Cli
ha-
la conocchia,
lei
Ceco
di
Dea (opra
la
ragione
tutte l'altre
che in Athene
come moiira
il
me
not
Mi
Imagini de
338
me,che
ella
Dei
buone arci
delle fciefi
che quiui fiorirono tutre gi gran tempo,fu copia grande di quelli vccelli . Onde nacque il prouerbio di portare ciuette ad Attiene per quelli , li quali vogliono
dare altrui quello,di che egli ha grande abondanza . Ma lefuoledicono.cheMinerua aniaua prima la Cornacchia, hauendola fatta duientare vccello di bella giouane,chefu prima, per
difenderla dalla forza di Nettuno,che innamorato di lei le correua dietro fui lito del mare,& la tenne al fuo feruitio fin , che
accus le figliuole di Cecrope perche fdegnata allhora la Dea
del trillo vfKcio fatto da co (tei, la fece fu bito di bianca, che fu
prima,diuentare negra,come hora,
difcacciolladas,
iti
fuo Iuoco tolfe la Ciuetta,onde fu poi fempre,& dura tuttauia
grauiilma nimift fra quefti duo vccelli. Et lignifica la Cize, e delle
&
&
uetta
Giuflino
fi
Civetta cbeftgnifich
Hieroncj
il
faggio
buon configlio
legge appreso di
G rullino
dell*
huomo
prudente
come
su
perche quella fl
n fi lafcia vedere ad ognuno : onde Democrito la pofe nel profondo di vn pozzo dicendo eh' ella quindi non vici
u mai, f il tempo , ouero Saturno fuo padre ( come dice Plutarco ) non ne la traheua fuori alle volte . Et Hippocrate crihlppotratcj.
uendo ad vn fuo amico difegna la Vcrir in forma di donna
.
Democrito.
occulta,
Verit
Opinionejt
Epifanio*
ma
flelle
&
&
De
gli
Antichi.
$$
chiflmi panni
Virt
Se in altro luogo la
>
La quale fu dagli
bian
della
Dea ,
Se flirta
me che
ta
quello (a il vero premio di quella , che fu perci fatcon dueali,conipfiachej'honore, cla gloria quafi legge-
Se le portino
pochi (tracci intorriiSc-riiolto malamente trattata dalla Fortuna,^ modo , che le era tolto di andare etiandio a farfi vedeEt dir quello poco pur* anche de' noftri tempi ,
re a Gioue
che alcuni hanno dipintala Virt in forma di Pellegrino', comech'ellanon trotii qui ltan2a,& perci f ne camini via. Ritrouafi ancorach gli antichi la fecero a guifa di matrona, che
&c in certa medaglia antica fi vefiede fopra vn fallo quadro
de la virt fatta in modo , che fi vede vna Donna appoggiata
col finiflro braccio ad vna colna,& che co la delira mano tie
ne vn ferpente . Fu poi la Virt mafchile,come vna medaglia PMUttiafcbu
*-*
di Gordiano Imperatore,formatacome huomo vecchio, barbuto, tutto nudo, appoggiato ad vna mazza ,& che ha la pelle Mtdaglia. di
GQtdtano,
dei Lione inuolta ali'vno delle braccia, cui fono lettereintorAlla virt di Auguilo
Et ha vna medaglia
che dicono
fio
V u 2.
ancoti
TMagini de
34
Dei.
V5
^ Magni
della
feolpiti in
&
Virt
fi
riguardano cofi
&
&
De gli Antichi
la virt in
telilo
con elmo
341
incora di Numeriano
la
&
VittliQ,
fcettro
&
&
&
&
&
piana
& facile, piena di verdi
& di coloriti fiori ma ftretta poi al fine fafTofa &
herbe
L'altra pi fuera
to , femplicemente veftita
moftraua prima ftretta,
nello afpet-
di hauer villo in
balba
che
con
& di
nome
gli
occhi guerci
re fpeditamente
fi
man mon-
la
colore fcialba
lui s
con fue
l'altra
34*
Tmaglni
Del
<3e
&
*tf$
3C4
Cupido,
della Dea Virt ftgnifranti che L'amore che portiamo alla virt ne inula al
camino d'abbraciar quella guidati
/corti dall'ho fiore*
5fc
&
& coronante
prmiante
d glo-
De
L'altra prendeva
ftendendo
Quel mi
gli Antichi.
345
dinanzi l'apriua
-Qf
drappi
e molrauami
fuegl col
pt*^o
il
ventre.
che n'vfciua
conranno molto bene alle vie de' piaceri viMa chi voleflein altro modo anchora
.
,
per
:r inoltrare quefte due vie potrebbe far la lettera di Pithago-
Le quali
tiofi
cofe
& della
fi
virt
humana,
li
La
lettera
Ttbagora gi data'
Terch'
De
la delira
la
vi
l'erta fatila
Difficile
principio
e mal gradita.
,'.""/'
Ida poi facile cbi la via non falle ,
Tercb* afeendendo giugne , otte s'oblia
La
&a
la fmiftra
va
pi larga via
Tacile , e piana
Que
fil pianto
ma
,
,
mena
/w
e pentimento
VtT%
VvtQM
Imagini de
la
vira
tionali
folo dati
ad ogni
-JW
Dei
--Y.
De gli Antichi.'
*Pcyq qualunque
il
van piacerei
lo lafcia fegufr il
Di
patir
Cui meno
fa foUere^<
cbe poi
pi,
j?
chiara
bi'fwo t>iue
fi gli
d'vna
e illuHre
Con
Che
.'
che fortuna
Et netien memoria
tJMa
I
ella douria-
Sua fama fa
alfiy pena
fermo volerai
difagi
|jj
ha cara %/
e quella yifaalfin^f
paru dolce
antichi
>
come
la
defcriucl'Alciato
di fanciullo veftito di
'
lida in faccia
na
to
piedi.
X%
Nel
Imagni de
Itf
Jmagine
eere
Dei
detta dea
&
delle
&
05
^ vna ima-
Begli Antichi.
Nel tempio
547
Angerona
^tfgerfld
fmprc aperto , accioche quella, che efTorraua tuthuomini a qualche degna opera foffe villa fempre
da ogni vno Di Angerona hanno anco detto alcuni , che ella fu cos nomata dallo Angore , ci affanno , Se trauaglio,
ch'ella leu via fubito, che a lei non meno , che a gli altri Dei
furono ordinate le facre ceremonie , facendone celiare il male
coflei flaua
tavia gli
&
de poi
vita lieta
quella
Dea fu
& piaceuole
,
.
vince quelli
Plinio
rolleanco
Numa far
conofecre
Cario*
come
Dea da lui nomata Tacita , fecondo che Plutarco fcritacere le cofe de i Dei Per la quale co fa adobifogna
che
ue,
rarono parimente quelli di Egitto il Dio del flentio,& loten
Il nome di colini
nero in compagnia de i loro Dei principali
appo loro fu Harpocrate, e Sigaleone apprefib dei Greci , Se HarpOCratCjl
Martiano , era di giouinetla Tua flatoa , fecondo Apuleio ,
to , che fi teneua il dito alla bocca , come fi fa quando fi inoltra altrui con cenno che taccia . Egli fu ancho talhor fatto
pel Dio del llentio vna figura fenza faccia con vn piccolo cappelletto in capo, Se con vna pelle di Lupo intorno,
era qua-
re certa
&
&
fi
&
vdire afn
ma
&
parlar poco
gli piace
tio
Xx
alcuna
Itnagim de
3^3
alcuna cofa
Dei
fti
il
core
come che
la
lingua rnanife-
fider
nerua
&
huomo
Staffo
a* fuoi
&
Terrore-i
&e
la
plebe crudel
Il
ha
intorno
Terror, e deHrier
lo
il
elegge
manda innanzi
fuo paregge.
%
yoci
, Cha
mal prefle ,
morivo borrendo
mani
fempre
al
infinite t
& ardite
ry*
De
Vna
non
fola
Che
fi
gli Antichi.
fempre
iJMa molte ,
la faccia
49
e tutte in variati
afpett
D'accordar quei co
Quali ne
cori
pauentofi detti
human
forte caccia 9
Le
citt
Crederan
E parr
lor quel
vn Solo >
che non
vedere
fi
fcuotan con
lei
le felue
infieme
&
Et vna cos
Corinthi
fatta
alli figliuoli
di
&
ti.
erano temuti
mo magillrato,
D'onde fu , che
&
vno
barba,
efii
tagliafie la
non
lo
che erano
(come dice
il
fom-
Ariftote-
da fir male perfona,& faceuano quegiouani ad vbidire anco nelle cofe leggiere
Oltre
ro fiero sforzati
Efori
entrati in vffcio,fubito
le)comandauano,
fi
gli
(tdO*
Imigini
S50
Fortezza vera.
c!e
Dei
Oltre di ci non credettero gli antichi , che forte vera forrezza il non temere di cofa alcuna , ma si l'hauere paura di jktire cofa indegna
8c
effere
tempre
pi ardito centra
gli
&
&
Tutto
Botti-
Ho,
&
re,
Dei fempre feco,& che non fcibbandonafTro mai Ma ritornando Minerua, ella moftra , mentre che crolla l'ha Ila , 3c
Mi- alza lo feudo con la compagnia , che le d Apuleio , le minac.
Scudo
mma
di
il corpo da ci , che fofle venuto per offenderlo , moflraua, che l'animo dell'huomo pru-
Mattianol
ch quello di Minerua fi veggia talhora fatto altrimenti. Marnano fcriffe , che lo feudo nel braccio di Minerua fignifcaua , che il Mondo , qual' parimente di forma rotonda , gouernato con fomma,
infinita prudenza, 8c non a cafo,come
vollero Democrito , Se l'Epicuro . E l'hafla vuol dire che
l'huomo prudente pu far male altrui etiandio di lontano
oUefo che la forza della prudenza tanta , che penetra ogni
durezza di tutte le pi difficili cofe , e fouentc fi leua tanto
aIto,che va fin' al Cielo . Onde Claudiano fece l'hafla di Minerua tanto lunga,& alta, che paffaua le nuuole . Et Hom
ro , forf per efprimere ancor meglio quello, fnge,che Minerua , volendo andare a Telemaco , per mettergli in animo , che
vadi a cercare VlifTe fuo padre , fi mette a' piedi gli dorati talari, di quella forte che nella imagine di Mercurio riabbia-
&
Uafia di
mrua
Mi
Claudiana.
Minerua
Talari
ce
mo
Degli Antichi.
55
come ho
&
&
&
l'hafta era
vn
ferpente.
Da
polo^
di
il
Serpente, 8c
il
Popolo:
fare affai
il
po-
ifo
Ma,comehgi
za
Onde in Roma dinanzi al gran fimulacro di Minerua
gi a' piedi ftaua il Serpente tutto in se riuolto , f non che alzaua la tefta su dietro allo fcudo,ch'ella teneua al braccio, co-
me dice
fi
do
Seruio
i due ferpenti, quali vene andarono dritto al tempio
cifero Laocoonte, e
figliuoli, f
H erodo to,che
ne di Africa
pelli,
ma
di
H abito di Minerua
vfauano fare quelle donne di Africa pariCapra , & perci lo chiamarono i Greci E- EgidiU
gida, perche Ega appo loro lignifica Capra , 5c quefto, che
noi riabbiamo detta corazza,che hebbe forf le fimbrie all'intorno di minuti ferpenti , come pare voIelTe intendere Herodoto, quando pofe la differenza,come ho detto, che fra il veftire delle donne d'Africa , & l'habito di Minerua Alla quale
fecero di p:u gli antichi nel petto la Gorgone> che fu il capo di Gorgone-i
fte, ilquaie farfetto
mente
di cuoio di
Medufa
Imaglni de iDci
35Z
Medufa
;
e glie-
pofero anco alle volte nello feudo , che fu pari mefite chiamato Egida da alcuni, perche Diodoro Tcriue, che Gioue lo co
perfe della pelle delia capra A maidica, e lo don poi Miner-
le
Diodoro
ua
Ega
figliuola
ini Soie
Jritgino
Ma pi fouente
per
la
Egida
fi
#.
Gioue
reftauano
Onde la
terra,pre
s dice di
quella
Souente s'arma
la
Gorgonea tetta
ch'anche tronca
K^ddattawno
Cordone
per
la
e fera
al petto de la Ditta
Degli Antichi.
3?/
qual volta fcuotendo il capo fi lcuaua dinanzi certo crine,che difendendo gi per la fronte, Iecopriua gli
Vccdeua altrui
occhi
'
'
'
nel tempio di
rifce Paufania,
che fra
le
molte,e diuerle
beffcie,
vi
fcruiuano a vicenda
m l'vna, m l'altra
fu perci in cer-
Imagnt de
,54
Pei
MU
ari-,
in.
Africa contra
..
Medufa
,.
giacque con
nel tempio
lei
&
adirata grandemente
di Minerua,. la quale perci fdegnata ,
fece cimentare Medufa di bella, e piaceuole ch'ella era prima,
,.
da vedere, tutta
terribile, e
fpauenreuole, cangiandole
dorati
mutato fu.bito in fa
pi
guardalTe
ma
chiunque
la
non
fa
,
potendo il mondo apportare cos Urano moltro,Perfeo l'vccife con l'aiuto,, ch'io dif
fi,e ne diede il capo a Minerua che lo port poi fempre nello,
fcudoj nel petto della corazza .Laqual H omero, quando fa,
c ^c cl ue ^:a ^ ea s arma P er andare contra gli Troiani dice, che
circondata di horribile fpauento , e che, oltre al capo di Me*
duia, vi e,dentro anchora l'animo lo ardire,, & la licura rortez~
,,
'
Corarra T
\a: JS
m*.. r
*,;
Trafilatila,.
z.a,&
le
le
guerre
..
ce, che gli Atheniefi glielo pofero nel petto infiemeco! capa
che apprett de gli Elei le ftaua acanto fenza.
di Medufa ,
inoltrano la forza del fapere , e. della pruLe
quali
cofe
ali
&
..
denza:perche quella, con l'opere marauigliofe,e co' faggi configli fa llupire altrui
,,
immobile di mara-
uiglia
ta lh.ora
manto, che
dal bel
le.
mac-
matrone di.
Ma perche
,,
me principale
Dea
il
Nu-
quapofferto
,.
ancora.
T>e
|
gli
Antichi.
355
Incora che Suida dica, che era non veft> ma la vela di cerca
naue,che quel tempo, che ho dcttoyera apprettata con belifl
mi ornamenti in honore di Minerua certe fue fede , Se vfaro
Ho anco gli antichi di Offerire il Peplo,quando in qualche gra
He pericolo Voleur.no impetrare il fauore delia Dea .Onde Ho HomerQmero fa,che H ecuba per con figlio di Helcno tuo figliuolo,&
indiuino,quando vede 1 Troiani effer cacciati da* Greci fin dea
tro le mura,mette in ordine con le Tue pia belle , Se pi pretio
{evefti vn grande Se ricco Peplo , Se accompagnata da tutte le pi nobili matrne lo "porta al tempio di Pallade , Se quiui lo fa offerire da Thana moglie di Antenore, femna all'ho
r fra le Troiane di grandisfima veneratione , e cucce infieme
pregano la Dea, che voglia efTere loro fauoreuole. La cofa fu
imitata da Virgilio,quando dipinge la guerra di Tria a Car* P'tffywjt
pagine nel tempio di Giunone,dicendo
Giumo
in
Le donne
Tallade
d'ilio al
&
>
Tortuano
CU
fparfk^
tempio dell'ingiujta
humilmente tutte
il
Tepfo
alla
Et in quefto foenn manto vfarono gli chenef di ref, qual altro fi foffe Gi^.
canee , che fu vecifo da Minera olere che alle Voice vi fecero
Ot&fflt*)
ancho
queli,li
quali erano
Itaci
lire
il
cielo.
Onde
Sudariferifcedi
infoiente, e crudclfur di
Hercole, Se
figliuolo di
Gioue
fi
Commodo
Yy
ghi,
Imagini de
3$
Spo(itone
d?
Giganti^
fopra
gli
le fpalle
horridi petti
&
Dei
con barba
Et intende!! per
huomini empij,
prolifla difcendenK*
io di fo tto di co (to-
Dio non fanno cone giufla, n honefla,ma tutto il con traperci ra ili migliano il Serpente , che non pu afzarfl
rio ,
da terra , ncaminareper lo dritto , ma bifogna che andando
tutto il torca . Et a quelli Minerua d la morte , perche danno
rtene
gli
e fprezzatori di
fa mai,chefia dritta,
&
(empre
no
gli
,-
-,
KJnimrmfrt
UOtfttC^
Pega fo do mo,.&:
commodo a
Co-
rinto,come fcriue Paufaniajhebbero vn flmulacro tutto di legno ( eccetto che la faccia,le mani,&" i piedi,ch rerano di bianco marmo )di Minerua , da loro chiamata Frenatrice , perchd
diceano , che ella fu la prima , che frenaffe il Cauallo Pegafo
lo defTe a Bellerofonte . Prometheo parimente con l'aiuto
dicofkci and in Cielo
muoio il fuoco del carro del Sole >
col quale diede poi le arti al mondo, che fono perci dette eCfer venute da Minerua , perche l'ingegno fiumano ha trouato>
ci , che tra noi fi fa e troua anco tutto di ,
fallo con il mezo del fuoco , concio fia che inflittele arti due co Ce faccino
dibifogno, L'vna l Tinduftria,& l'inuentione, l'altra il porre
in opera,&: far queIioche l'ingegno ha difegnato - Quella s'intende per Minerua,^ quello per Volcano,cio pel fuoco Per
che fotto il nome di Volcano intefo il fuoco, il quale ci inflrumenro a fare tutte le cofe, perche il fuoco fcalda e rifplende,& mancandola luee,& il calore,nulla fi pu fare. Egli ben
vero , che ion pu fempre l'arte porre in effetto tutto quello
che l'ingegno troua , perche quella ff legata al corpo > e non
pu da lui partire y n fare pi di quanto egli pu > ma quello
lo lafcia fouente, edifeorre a fuo piacere confiderando l'opere
della natura,& quello che fa Dio,& imagina talhora di fare an
ch'egli cofe limili, di che non fi vede per mai effetto alcuno ,
perche fono imaginationi vane . Onde fu fnto dalle fauole ,
che non potelfe mai Volcano congiunger fi a Minerua , bench ne faceiTe ogni fuo sforzo , fluendogliele concelTo G io-
&
&
&
falcano
;..
ne,
tje
Ma
non
De gli
Antichi
57
i
(i-
niulacri di
mente
&
s sii le
porte di quelle
come
sii
<JMinwn*
ftt
gli antichi
dipingere Minerua
&
ma torce, & dibatte di qu,e di l,perche non pu& leggiera, come le farebbe di bifogno per afeendere drit-
dritto,
ra,
fi
fi
&
ere-
Tmagini de
Dei
li
topira-
Degli
Antichi.
31$
,.
,,
&
dicefTeglijche aa
che lo confortale a (lare di buona voglia,
arditamente
gli
rumici
pure
contra
,
n
dubitaire di non
dafle
,,
,,
,.
..
,,
fempre niale,"perche Plutarco fcriue,che vecideuano tutti quelli , chepotcuan.Hauere , come faceuanogli Ethiopi anchora*
de i. Magi della Perfi,dicendo che'l roefccex che.fceuano que{li animaletti era troppo noiofo,&: molefto aJli Dei. N mi ricordo di hauere letto per quale ragione crede/fero gli antichi
in Egitto che Volcano hauefle mandato i Topi ma potrebbefi forf intendere per lui la ficcit della, (lagione,. 6c del pae*,,
,,
Topi diquando
i
ca y che quelli moltiplicano grandemente ne' campi
appanon
tempi vanno afeiutti, e fecchi,,onde che l'inuerno
iono poi pi,n Ci pu fapere, che diuenga di loro, perche noa
Le fauone. morti, n fopra , n. (otto terra
fi trouano viui
tutte
ponno Folcano gltts
Ci
molte
e
che
leggono
poi
Volcano
di
,,fono
,
le
darci argomento di farne dipinture in diuerfi modi, co min- to di Cielo,
>
perche
fi
legge,, che ei
nacque di
Giuno-
Imagini de i Dei
Imagine
di
Ciclopi
Dei
&
&
mal' igneo
la Jua fucina
Arali Cioue
l'ami
tolto
rale C? generatiuo
li
ali
lui [aerato,
come ani-
li
&
il
calore natu-
t)c
G mone &
onde
piccolo via,
gli
il
Io fdegn, e
Antichi.
$l
mi fero and
a cadere in
Lcnno
Ilola nel
mare Egeo,
ore zoppo
& caliginofa
Volcano
fatto
grande
fi
>
oilcro per
impe-
appreilaua di fare,malead
Her-
cole, fecondo
Je
su a federe, vi refl legata in modo, che pofne anco a tutti gli Dei del Cielo , di fcioglierIiela,onde effi cercarono di tirare lui col su difopra per liberare Giunone, cui rincrefceua troppo di Ilare cos legata, ma Giunone lega
taj
egli, che di niuno di loro l fdaua , non volle mai andarui .
Pure allVltimo fi fid d Bacco folo , che gli diede forf ben
da bere, Se con lui and in Cielo a liberare Giunone dall'artiCos riferi fee Paufania delie fauole de i Grefcio fo feggio
dice, che fra l'altre pitture, ch'erano apprefTo degli Aci,
theniefi, vi fu quella di Bacco, cherimenaua Volcano in Cielo fciogliere Giunone, de che appretto de i Lacedemoni nel
tempio di Minerua era Volcano parimente, che slegaua la ma- Folcano aU&
dre. Fall anco coftui in vna fpelonca grande > come ila con
fucina,
gli Ciclopi alla fucina a fabricare quando vna cofa
quando l'altra , perche ogni volta che i Dei haueuano bifogno di
qual f folfe forte d'arme per loro fle/Ti, per altri, andauano
lui i quaf al fabro loro j.c.ome vi and Thetide perle arme
che poflauifi
ibile
non
era
ella
,
&
&
&
cina di Volcano
Ltquali cofe
fi
ponno accommodare
a ci
R in Eguio
folcano
Ri
Imagini de
fS %
& fu
Dei
gicco.,
flimato
Terr da cui
prima
prato
aio.
te fottiliflma di acciaio
Venere
nerua,&
altre
fi
nuli cofe
contare, perche
Jmagine
le
di
to fono
Fabri
do, ne velli to
quali hora
non
fa
Mi
bifogno di rac-
Folcano
6c affumicato
era di
huo-
come apun-
Nudo lo fanno alcuni, & alcuni altri ne numa con certi pochi cenci folamente attorno
.
fi
lonidati d
Folcano .
Cani cuHodi
di Folcano.
Egitti)
Folcano,
come
,
fcriue Eliano
, i
Lioni
dentro temono affai quando veggono il fuoco , e fuggono Aleflandro Napolitano fcriue, che in Roma ftauano i Canial
tempio di Volcano come cuflodi , e guardiani , n Iatrauano
no
Sacrificio di
>
molto calda
&
Troteruia faorificio
fole-
&
Degli Antichi.
i'Sacerdot, e gli altri
ce
il
$6$
motto' contra certo Albidio,cui era brucciata la cafa veiixvn grolTo , 8c ricco patrimonio , che ei fi haucua.---
ta^li fola di
mangiato tutto
Tatto
facriflcio
il
Proteruia
con
gnata Venere
e moglie > perche la generatione delle cole inoltrata per Vene-, folcano,
re non fenza calorcquale non chi lignifichi meglio del fuo
co intefo per Volcano. Et per quefto anchora pofero Marte pa (-Marte con
Penercj
rimente con Venere , volendo intendere per lui l'ardor del So-
di nome,percioche
fu creduto
Marte
fono
feia
egli fu detto
la
Dea
de
il
Dio da
come
il
furori
che tJWartej*
che p
fngue,&:
gli /piritici
gii antichi
come Miherua ne fu
il
detta
moglie,
Perche dicono le fauofruitio della
fenza
lei,
come
&
per virt di
oue
la
modo
gente fuor di
terribile
& facile
alle
guerre
nacque^.
La quale cofa viene a mollrarcijche le guerre per lo pi nascono daldefidenodi hauere regni,& ricchezze inoltrate per Giti
none. Fu Marte fatto da gli antichi feroce, e terribile nell'afpetto
armato
tutto,
con
l'hafa in
*iano, e con
la
sferza,
Marce
Imagini de
3*4
Dei
Fama fua
mefligriera f anticipatrice
quello in effetto,
,
guerre,
il
& furori
vieti intefo
li
della
che pi dice di
queU'ardor
De
gli Antichi,
36$
&
&
&
antichi
la
veftita di
8c la dipinferoin
forma
di
donna
la
fua valocit,
le
aggiunfero
,comela deferiue
l'ali
e la
Virgilio ,ilquale
&
Fama doppia.
&
fuia
Claudiana*
Seneca
lr<u,
."
$66
QudQ
ta
il
&
rwroro
le
altro che
non
ira
quanto pu
fiammata
Lo
De gli
fori!
^^ S^ M
&
~K\
Antichi
dell'
lra,& de
SJfcr? fe:
fuo
mali
effetti,
che
&
(f
rore
perdendo
il
& nelTinu
furiofo
& iracondo
la
Tmagni de
$68
Lo dipingeuano
gii
Dei
antichi terribile
fanguinolente,che mofcri di fremere Mando a federe fopra corazze, elmi , feudi , fpade , Se altre arme con le mani legate alle
fpallecon falde catene: che lo deferirle cos Virgilio) Se lo finge effere dentro dalle porte della guerra , le quali erano quelle
Tetromo
*,
p e r roni0) oue cominci a fcriuere della guerra ciuile Ma ritornando Marte, pofer alcuni al fuo carro quattro Caualli
tanto
terribili,
fcriue Ifidoro,
&
'"
vittima
Ci
faceua fuoco di
il
Vlttm d
Mattea*
Marte
il
Se cuoceuaf
anco
fra. l'altre
quelle genti,
medefima,
le
beftie
in f
facrif-
che facrificauano
il
mi/fimamen-
mala tempeguaflauano preflo , rifaceuano ogni anno in quello modo RaccogJieuano infeme cento cinquanta carra di farmcnti , e ne faceuano come vn gran legnaio
in quanto, che da tre lati era alto,& il quarto veniua abballandoli in modo , che per l fi poteua co mmoda mente andare di
fopra, oue mecteuano eerto coltello da loro vfato>& detto A ci*
"
nace
te di
, il
"
Se la
De
gli
Antichi*
><?<>
00- magine del Tempio d tJMart dio dt ila guerra,cke era co rJC*
5^ J'fato a p h Scithi* della figura di Marte a\ quel ^r*
&
li
oc-
d'Arabia petrea
bum'tarici
lafor?*
L
Ti.
Aaa
>
3 jo
Stmukcvo di
Miii<~
Imagi ni
dfc
Dei
<juert:o
adorauano
& quefto
cij,che ad alcun'akro
Dio
Come
negra,&
uadra fenza altra figuratila <juartro,& larga duo piedi, che
a u su vna bafe d'oro perche l'haueuano perii vero fi mulaero di Marte,cbe da lo roera principafmente adorato. Defcri*
ucn<^ erario fa eaf di Martella finge eflere in Thracia
ouc
Marte
egli anco nacque, come ho detto , perche le genti di quel pae.
i;
,.
f ariano
.*
ijc retta
r"^-
.^
%u$wutfa\
e Siringe
afa
>_
come
la deferiue Virgilio ,
bendai L
biechi, guaiti
le pallide
gote
&
-,
non tiene
mouerle, porta vh
torte:
-,
..
faufama-
&
a se
le
mani mai
piedi rottili
& preftiflma al
& ha le gambe
,
^ yQ
tv
Degli Antichi
irt/5
~~
lmagine
mali
per
li
fuoi
alti i
noTge di Teleo Tetide genitori d'^icbile, acnon le tur b ajk pur le turb co'lget
tat del pomo d'oro fortificante, che alti macbtnanU non
mancano occafioni di difcordio
Dei
alle
*$&
338 3S& &m 33 &?J3Aaa
i
Imagini de
Sjz
Dei
:i
rr, quali
sa fare ritrae*
derni
bnifTimo
la
dipinge
quando
ei fa
mo-
ilquale
la
La
&
infinite-,
Le gieno aprendo
che
;'
i pafl> e'I
cbfzrano jfdnfcito
vento
neri
>
>
Ule^i
Molti a
le
fciolti
"Palagio d
Mart&j 4
'
'
Rifonaua poi
il
palagio di
Marte
tutto di minaccieui
&
Voci
Mo
con
il-vifo
nfanguinato
& era
su
gli altari
il
(angue fpa
Statoci d
Mar
teletta.
pei legati.
do lui anchora , s che da loro non par riffe mai ,*e gli hauel
da fare poi col fauor fuo vincitori in ogni guerra: &. il medi
mofecero molte altre nationi anchora, tk i Romani parim
te legauano alcuni fmulacri,& mafTmamcnte di que'Dei ,al
Imperoche di tanti De
li quali era raccomandata la Citt .
adorati da gli antichi vno,
-'.'"^
"
citt
che
De
gli .Antichi;
373
'
giho^noma
la
il
del
''.
ge
di giuftitia vii
.
nevano
roda
loro,
come recit^^ujhto
la Fenicia legarono
vno de i
cole
con catene
Dei
le facre leggi
.'acCyioche
non
fi
muiacr
come
te-
di
da ritenere
partirTe-
Hr-
'
ch'ei l'haufte
f d'hauerlo vifto in
andaua
via
Ya
fenrA
r'odoro
&
le dedicarono il tempio di Gioue Ottimo MafTimo , quando Gierone , dop la rotta , che
hebbero da' Carthaginefi a Canne , ne mand loro donare
vna tutto d'oro con altri doni di molto prezzo , li quali eifi ri-
&
antiche
VittorlfLs
ImagnidelDe
374
ma
li,
>&
&
di
il
lauro
buono augurio ,
& ne da parte
con
&
la
del vitto,
cofi
reila
il
il
palma
refi
vceU
head ognifor^a
immortale^
.'
Degli Antichi
antiche medaglie
fi
&
375
&
&
veggiamo con la
Palma . La fecero fouente i Romani col ramo del Lauro Lauro fegno di
in mano , perche riebbero anco quello folo per fegno di Vitlittoria +
toria , & lo metteuano con quelle lettere , che ne portauano
andale nouellc > e facendoli allegrezza di qualche Vittoria
grembo
di
Ottimo
alcune
foglie
nel
Gioue
uano a porne
trionfando fc ne faceuaMa Mimo ,
i pi degni Capitani
Quelli
di
loro
facre lettere mollraEgitto
nelle
corona.
no
uano la Vittoria con l'Aquila , perche quella vince di valore aquila fegna
Da che venne forf , che fra tutte l'ai- di Pittorici.
tutti gli altri vccelli
le
la
&
tre infegne
re
che
che portauano
l'Aquila fu la principale
fi
il
Impero-
Lupo , perche
mani.
era bercia
Marte
$ portauano il Minotauro, per inoltrare, che'l confiogni fuo difegno cosi ha da Ilare occulCapitano ,
to, come ftaUa quella beftia nel Labirinto;& il Porco portauano anchora perche fenza quello non Ci faceua mai tregua,n (i
fermauala pace , &c vi vfauano cosi fatta cerimonia Troua- Cerimonie del
di
&
glio del
&
&
te di coloro
&
&
&
&
cideua vn porco
feriua
&
&
Ma gli
ti
na
(leccati,
&
in battaglia,perchellimauano,comedice Giofeifo,
cheque-
ciofeffo
(la foire la
lo riferifee Giuflino
>
do
Tmaglni de De?
$76
do
Filadelfo
ilche racconta
che iiaueuno
fi
la
memoria
ogni pefo
come gli
Vittoria,
Dea perche
communcL^
il
che
altri
le
&C
come
de' pofteri
fi
la
dubiofo
Deacorhmune,come che
ella ila
nel
fu chiamata
mezo *
&
fi
la
Vittoria
accorti chi
Hanno
l'^lfer
vinto
legni,
Tmdenth *
a* vincitori
Di
le
coflei
& di
rio
e vero
Dio
Se di
fpogke , e gli
chi 1 -adoraUaj penfandb
fa beffe Prudentio Poe-
da Va!ere,fi
Chrifliano, oc dice che fi ha da cercare
mani infangtunare
le
la Vittoria dall'etef*
non
Degli
Antcli?.
&
eD
&
nome-.
tffy
Bbb
Imagni de i Dei
S?8
non da quella
Con biondi
crini bor
&
Che layefe
ardita
annodati
ficaio
^* manco <&
^e
il fotti
fi
hor [ciotti %
panno
CauaUo tacrL
,.
fcuopra
gli antichi
Romani^
che nel corfo folle flato vincitore, voleuano mofirare di riconofcere da lui la vittoria^heni
che dicano alcuni che quello fi fceua per punire la velocit, della quale altra cof non che meglio aiuti chi fugge , &
cauallo
>,
,.
..
%*dnmali d
tJMartt-j*.
il
&
,.
&
&
:.
'
,,
,,
..
habbia infegnato > che quelli fi mettono infeme per fare delle
vecifoni.. Anzi gli ha infegnato di pi anchora,ch.'ei sa,, come
^ fqriue. Plinio ,, di tre^ e di quattro
alcuni dicono di fette di
,,
&
jprmii
De
>rima,che
fi
gli
Antichi.
facca,oue ha da cflere
il
579
fatto
d'arme,& conofc-
&
di
-,
-,
dieronogliantichi,forfeperche>comelcriueil Boccaccio,
la
'ui
Boccaccio*
-,
-,
d'attorno
Ne mi
cofe appartenenti quelli, e gli altri 'miporte dei medefimo tempio con buone
facrificij, e l'altre
fi
metteuan
alle
Bbb
fton
terodoto
Fefta di
re-?.
Mar*
IrnaginiciiiDei.
$$<*
Cmwvih
yU
ttculojaj,
floiii
parimente
recchiato
in
vngran tabernacolo
il
d innanzi appa*
con den-
il
&
onde cominciauano
non volendo
zandoli
...
gli altri
E bench fi dettero di
gli vni,
ti
di loro
-,
:
-
"
JFela di Ai/-
tterutu
&
'n
menauano tutte all'intorno della palude , e tutte l'accompagnauano con folenne pompa. Etquelle , cherellauano morte in quella zuffa , perche fouente ve ne moriuano molte
etano credute non eilere Hate veramente vergini , & che Mi.
'
ti.
nerua
De gli
Antichi
381
&
rijt cij
di
per ni o (tra re
la
che
Verginit
non
Soggetta al giogo della
bidine
pura,
.
&
li"
tutta
&can,
dida.
Bacco
38i
gft
3fifl
y. ri
&
lai [aerati
^g
-^
&
n^
>
figliuoli di
Gioue di gloria
Gii
%&
^%
5&
Qf^
b*
De gli
Antichi
A c c h
NCHE
to
fo de gli antichi
,,
&
&
&
&
piti
.
ma di tenero
fanciullo
talhora di frocesgiouane
& talhora,
di debole
vecchio,nuda
alle
&
&
-,
di-
uerfe et,.
landa di hedera conte fue coccole morir , che egli Baccho
parimente
{puntino
che
dalle
cornette
tempie
due piccole
,
vna Pantera anchora , che gli fi metfanno il medefimo ,
Vino' ntefo
ta appreffo Le quali cofe per lo pi fono tirate dalla natura
perBacchfK
del vino , del quale intendono fpeffo i Poeti fotto il nome di
Baccho, perche, come dirli, ei ne fu creduto il rkrouatoreitnoftrando a' mortali gi da principio, come fi haueuano daraccoglier l'vue dalle viti , e fpremere il dolce fueco tanto grato ,
vtilc anchora chi temperatamente l'vfa , s come gli
il che moftradifordinati beui tori apporta grauifilmi danni
rono gli antichi nelle imagini di Baccho . Imperoche facenla vbriachezza fpefdolo nudo voleuano dire , che'l vino
fo f'cuopre quello , che tenuto fu prima occulto con non poca; diligenza : onde ne nacque il prouerbio . Che la verit ft
nel vino x come ha detto io anchora altra..volta gi parlando
dei
.
..
&
igini elei
Imagme
di
cantiche
^5
gliando
Como
Dei
ti
liftiriti
fo d'ingegno,
&
<&
li
debile di corpo
vJSfr
^^ ^^ S ^^ m
twy
De gli Antichi*
$$?
&
&
&
>,
&
&
&
Bacco per lo pi di giouine fenza barba, allegro, Se gioCui fi raflmiglia molto Como , che fu appreffo de gli
antichi il Dio de i conuiuij , percioche la imagine fua era parimente di giouane, cui cominci apparire la prima lanugine
come lo deferiuc Piloftrato in vna tauola, ch^ei fa folo per lui,
mettendolo alla porta di vria camera,oue era flato celebrato vn
lieto ,ebelconuiuioperdue fpof, liquali gi frauano in letto
ine di
condo
Cmo *
amoron
goderf gli
frutti
hafta,pareua cadere parimente, come pareuapoi, che dalla deifra gli cadefTe pur' anco vna facella ardente , ch'ei teneua con
la
gamba
f piegata
non
&
ne
fpenfierati
ifi,maa
conuiuij, oue
p conueniuano
pi arditi diuentano
&
pi lieti
Ccc
fono etiandio
'
mn"f
*t
*'*?'
S*'
anilc " i
386
Imagini
<te
Dei
&
Bacche capo
delle Mufe*
Onde
Nifa
Bacco
dalle
Mufe in
&
s'in-
Sileno,
VaufaniaLs
^ldaEJ.
feda.
Degli Antichi.
Qf
*K>.
5^7
4P
effe ndo
da
lui
per
gion dell'anno,
e er
li effetti
li
&at0 M primo
fu
Ha-
fignificanti lui
li
boui
<& il
'3S &m a^ gs
mm Cess m
ce
$8$
<
rmagfiu
fella a gli
Sileni
huomini yfecc
cfe
la caccia
Dei
va pezzo ad vno
mente fparfe in
di quelli
ch'egli larga-
i che a'fuoi
tempi ancora era moirrato per quello
E Plutarco riferifce,
che quel R intefe da Sileno , che meglio affai era all'huomo
f
morir preflo , che viuer lungamente. Halli appreffo diPlii^j.
?rnio , che nell'Ifola di Paro , donde veniua quel bellifllrao
marmo* bianco , fpezzandone alcuni vn gran pezzo , yi
trouarono dentro la imagine di Sileno . La qual facilmente
lpr come foffe fatta , chi oltre a quello , che ne ho detto hora, vedr quello, che difegnand la imagine di Pan > io dilli
gi de'Satiri: perche Pufania fcriue, che quelli erano detti Sileni, p feia. che erano vecchi y concio fia che inuecchiuano,&
,.',..
moriuano, f bene, erano (limati Dei. Leggefi apprefl di Dio
DlQdOrO:
{foro , che in due modi furono fatte le ftatoe di Baccho,
era,
l'vna aliai feuera con barba Unga,e l'altra bella, di faccia algiouine , intendendo per quella che'l vino
Baccho in due 'fegrajdlcata,
'beuuto
fuori
di
mifura
fa gli huomini; terribili , Se iracondi,e
modiper quella , che gli flieti , e giocondi beuuto temperatamente; lafciando hora d parte,, che non fia flato vn Baccho, folo,
ma due forf anco tre y perche ci farebbe pi to fio volerefcriuere hiflori di lui, che dipingerlo.
acro bio,ilqualeieomeho gi detto altre volte,vuole che per tutti i Dei fiano intefe le:
BZCC del Sola virt del Sole*. intendendo pur'nco il medefmo di Bacco, di'
cecche farla: fa imagine fatta alle volte di fanciullo, alle voli
te di giouine,hora di huomo con barba yehe fia giunto gi alla:
TlutMOo.
,.
&
&
,,
,,
&
eti
veggono nei
Sole;-
ra
di frza
Se fatto giouine
Se giunto,
al folflitio della efl allhora che non pi ponno crefeere i giornee hUomo di etinteraj& ha la barba ma perche
d indi in poi comincia la fua luce a venirci mancando , quali
con quella manchino le fue foze ancora , fatto pofeia come.
vecchio Eteifendcr alle ftatoe di Baccho aggiunto le corna.
ch'egli
,,
,.
??*
..
ancora
Soli-
ino,
De
Ilio
gli
AnticM.
$gg
&
Mufonio a quello propofto cos fcriue. Non fola mente furono date le corna Baccho, ma fu egli anchora da alcuni Poeti
chiamato Toro perche fin fero lefauole , che Gioue mutato
Catullo,
in ferpente giacefle
j
figliuola
laqual per-
perche
{JMfonio*
Baccho in forma, d
Toro*
gli antichi
fafi
di corno
perberzj.
Theopompo.
Lifimacho Bf..
corna,,
Statua di St~
lento*
}$a
Imagini de
Dei
&
Scnecal
le chiome
quando
cos dice
E traifi dietro
Ornata tutta
Choro di *4riadna
di barbarico oro.
me * ^
^iloftrato nella
gerne vada
lei
coronato di rofe
con
.
Tauola
bella vefte,
di
Ariadna
quando
lo dipin-
N bifognaua farlo
S>C
atto
te
Catullo.
Catullo.
lAndauano [cotendo
verdi Tbirfi
tAlcun'halcuni lefquarciate
membra
Tonando
celebrano,
bei miSeri,
le
1 rijonanti timpani
Di rame facea
aperte palmeti
,
con verghe
rimbombarci
Cm
De gli
39*
pompa, feHe,& cerimonie, bamenadi fue (eguacifignificante che li facrificij bachanali purgauan gl'animi
dalle colpe, come il vino li purga d a penfteri .
lmagini di Bacco,
cbanali,
9ft
&
Antichi
&
della
5g
5g
3$i
Imagini de
Con
Dei
vanii
canto.
&
sballo
Bitiofisfma
me non
Tolomeo
Filadelfo
perche
che di perdere temCribro di B(tC p . Vfarono anco di portare il cribro dato a Baccho, ^e potho
fio tra le fue cofe facre ; perche , come dice Seruio , credeano
gli antichi , che giouaflero molto i facramenti di Baccho alla
purgatione de gli animi ,
che per gli fuoi facri miflerij cosi
foller quelli purgati , come fi purga il grano col cribro. Et,.
Vbbnacbe"^- il Boccaccio riferifce, che credettero alcuni, che folle fatta quc
%a faci amento Ita purgatione negli huomini con la vbbriachezza, la quale
il Sacramento di Baccho, perche pattata , che fia poi quella
di Baccho.
il
riferirla
hor'a
feruirebbe altro
&
&
con
il
"che l'animo
.,
Lwero Taa
quando
fobrio.
Ma
fono flati altri , li quali hanno voluto, ch'ei foffe pi tofio chiamato cos dalla Libert , della quale fu creduto Dio,
perche , comeferiue Plutarco , ei combatt gi affai perquefla . Da che venne , che vfarono gli antichi , come dice Ser.
uio fopra Virgiho,di mettere nelle Citt libere, per fegno certo di libert ., il fimulacro di Marfia che fu vno de'Satiri mi-,
niftri di
'
'
Bacco
~-
E e tile^e
-'
appretto
di Plinio
'
che fu pollo
in
De
gli
Antichi.
jpj
da Minerua di che pianfero tanto le Ninfee gli altri Satiche fecero con le lagrime loro quel fiume , che dal nome di
lui fu detto Marfia . Ma la verit fu ,che quello era vn'eccel-
via
ri,
lente
mufico,
come
il
riferifee
quale,
SudA*
ietto
&
&
-,
iro
&
&
li
Ddd
&
Imagini
394
oc perci
la
Dei
pe
che tennero
Ctmdcm
cfe
Vkn
lui
Baccho allegro
D'Hedera
coronato
trionfai
e cnto
cui le
jpaUcj
ferma
Et
piante
Fnda data* to
Baccho .
le
qjieffo
altri della
Ferola
,,
Eufebio
D iodurow
&
le,
DiodorOo
ferola
nelle guerre
che Baccho
fi
arma
Trionfo ritro
fi legge, che dinanzi lui aleun'aitro
men
trionfo
N
bel
nato da Bacperci a Baccho
hauefTe trionfato mai delle vinte guerre,
cho.
&
&
fica data
Sauh,
come
ogniuno 3
& ad ogniuno
Degli Antichi.
&
&
Ep
K
^X
^^
9p
ti
T*'
<,<
vino
&
& ebriet
<:>
fiSfet^.r
effetti del
T~
Imagfnr de
ip
uno
era lecito
improuenre a
Def
gridando
gli
fi
luoco,
pfeia gli
di dire
Thirfo
no
CiJJt
,.
ue Eullachi che fu data la Hedera a Baccho per lgno di libidine, alla quale fon gli hiiommi incitati affai dai vino > onde
perprouerbio antiche, che nulla pu Venere fenza Baccho*
Quando rende Macrobio la ragione del Thirfo dato a Baccho,
qual'era vna nafta con vrio acuto ferro in cima- ,.attorniatadi
Hedera, dice, che moflraua la Hedera douere gli huomini co
8c 'i furori , onde fono tani
i lcci della- patienza legare l'ire
quella pianta cinge, e lega
perche
to facili a fare male altrui ,
Diodoro
, che chiamauano quelli di
euunque nafee- Scrie
Ofiride
di
, e gliele eoniecrarono coEgitto la Hedera pianta
,.
Diodoro,
me da lui ritrouata
to della
Hedera
e nelle facre
perche tutte
cerimonie faceuano pi
le
(lagioni
ha
cona-
le foglie verdi
&
..
&
amata
De
g! Antichi.
397
amato, che ciment poi Hedera, & di Staphile Ninfa, che me-.
de/Imamente fu cangiata in vite , quando egli i'amatia , onde
non marauiglia, f gli furono poicia grate tutte queife piante.cs: Ce voleua fpeflo hauerne ghirlande in capo: oltre che delle medefime gliadornauano gli antichi il carro Jo feudo* le hafte, e gli altari: &c gli fceuano anco poighirlandecol Narciflo
"
con molti altri diuerfi fiori, come lo defcriuono i Poeti; & Diodoro fcriue^che al tempo della pace ne
rgiorni folenni Baccho portaua belle velti, molli , delicate , e
alle
vo!te,&
alle volte
pu
cotiu'r
che phVgli ila proprio della vite.?
che altro d
il fuo carro coperto, e circonda*
cofa
Statio
finge
quale
Per la
Slatto
tutte dipinte a fiori
quando
Gi fauuicha
te
dice
materne mura
coperto di intt^t
l'
Di vtno
le "Pantere
'altro
van con
lu
aferfi le veloci
Tigri
&
della Sicilia,
li
la
in.
fi
alleggerirla.
Onde
Imagn de Dei
398
imagine
della
captori di bacco
misfatti
buomo
&
de corfari thireni
da quella tramutati in
ftgwficanti
virijy
delfini
per loro
la ragione-?.
r.F2im
Degli
Onde
$9$
Antichi.'
ci foffe en-
&
gli
vn di loro,per la gran
qua fotto coperta Quel-
ho hauuta,mi fono
tirato
ma
perdeuano tempo, f ne andarono,hauendo detto loro, che fi guardaflero all'auuenire di bere pi di quello , che haueffero bi fogno
Et i gouani ftupidi pur'anco i Vi ringratiaf mai potiamo vfeire di tanta fortuna , feguimo, dittero,
t vn di loro,& arriuare faluamento in porto, viporremo,po
feia che faremo ritornati alla patria, fra gli altri Dei del mare,
riconofeendo la falute no (tra da voi
Et dur la buona vbbriachezza molti d
onde quella cafa fu chiamata fempre la Cafa detta Ga
letu
Galea
Era tirato il carro di Baccho da Tigri, &c da Pantere,
gli
"Pantere
perche il vino fa
huomini feroci , e terribili, come la natuperFiloftrato dice, che vanno le Pantere con
che con Bacla, di quelli animali
Baccho, perche fono animali calidiflmi , 8c che leggiermente cho .
faltano, come faceuanole Bacche ,
come fono gli huomini
fouente rifcaldati dal vino pi affai, che non di lor natura .
Et defenue la Tua Naue,che haueffela prora in forma di Pan- 'H&ue di Bacvitto, che
&
&
tera,& che
ciembali
le
mezo
era piantato
cho
nel
&
no largamente rutti quelli che erano quiui Cos dipinge FiNaue di Baccho nella tauola ch'ei fa de' Corfali
,
loftrato la
&
lui
mentre che
lo
voleuano condurre
in
TloflratO.
4&
Ttnagrii
de
Dei
dimandaua
di andare, come
ne racconta Ouidio la faula interamente , dicendo che Bac
cho auuedutofi dell'inganno d coloro fece (libito fermare la
Naue,& veniua la Hedera in copia fi grande , erte leg tutti
,
remi,
&
fi
&
capo di verdi rami di vite con l'vue attacate , e tenendo il Thrfo in mano moftrotf accompagnato da Tigri
da Pantere,& da Liopardi, di che que'perfidi Corfali hebbero
s gran paura > che fi gittarono in mare, oue furono poi Delfini,comeh detto Vedefi tempi notri anchora quafi la medefima Naue Fatta belliffime figure di mofaico in Roma nel.
Ja Chiefa di Santa Agnefe , che fu gi tempio di Bacco . Hanno detto Je fauole anco di coftui , che quando egli era fanciullino , le Parche lo cinfero con ferocifsimi ferpenti , che fenza
offenderlo punto gli andauano per lo petto, e per la faccia.
D'onde venne poi , che le Bacche celebrando le fue cerimonie
se cinfe
il
maneggiauano
T utarto*
alcuna offefa
quando
-,
come
O.
parla di
medefimo Plutarco , perche fu vicamera . Della cerimonia.eh'io difl di maneggiarci Serpenti, intele Catullo, quando de i minftri, e feguaci di Bacca difle, che alcuni fi cingeua
ne
lt
vna gran
no con
il
ferpenti
come moftr
cinghiale*
turbare
le fi-
&
lo
furono intorno fubito tutte ,
fquarciarono in pezzi, li quali portarono poi in mano, mentre
che furiofa niente andarono feorendo liete della vendetta &
per memoria di qUefto foleuanole Bacche alle volte nelle fe-
ere cerimonie
onde
gli
Dio
(tracciare vn vitello
"
eportarfeneciafeheduna
La quale cofa
fi
De
g?
Antichi.
401
che raccontano le
compagni
di Ofiri, perche Opri,
coni
fece
Tifone
fauole , che
Baccho
appreflb
fu
de i Greci:on
Egitto
queKche
quefti era in
forte fatta per rapprefen tare quello
TC, che
<le
Tibullo a
lu
d tutto quello
> 'che
>
primo
-,
Oliti
Come
coin
che 'aratro
fu
il
vnqua facffejf
la terra a
colmar vbamffe*
(JWoftw
pur*anco, e quando
impararono gi da
dolci frutti
Vbuom rouajfej
co fini tutti
*4l palo
i tagliar que'rami
onde impedite
Come nfegn
te
Di
meSitia
penfter
Ma
>
e da te flan
triti, il piatito
Unge fempvt2
& ijofpiri.
tempre^
S tb'amor
..
Eee
401
Imagini'dei Dei-
Tu
La
&
hai
,
e dorata
ti
trahi*
Ofiri in forma
di jf>aruieremj+
TrouafI
ma di
fparuiere
[o/.q.
alle volte
, che vi vede benissimo,, e vola velociffi ma meiite,co me fa anco il Sojs, di cui egli. era imagine. Oi\
depili Co uente anco la fecero pur' in Egitto, comjefcriue Pitarco,in forma di huomo , che ha il membro naturale d litro
Se vn panno rollo intorno . Di che renderla- ragione poco
,
vccello
quando metter mano a Priapo, che fu parte, e membro di Ofiri. Perche di co dui- fi leggetene Tifone luo fratello,
hauendo fatto vna congiura di molti ctra di lui,I'vccile,c fattolo in molti pezzi, lo diflribu tutto fra' congiurati , dal
d fotto,
membro
Ofiri vecif<> , e
sbranato*.
fua moglie
, che f lo port uia > Ifide
addolorata per la perdita del marito, di cui non fjpeuache di~
uenuto foife y& l'haueiia cercato gi buona pezza , fubiro che
&
&
4iire,la
nie
Cerimonie di
di Ofiri.
come
cerimonia
lucano,
fla
tino.
ch'ei
non
fi
era cercato
il
De gli
$g]
j"
fone
Sis
cTOfm
5^ N
9JJ
Antichi.*
>
bench
il
40$
& di Horo
Cocodrillo t'aiutato
male,&ib
detto Ti
con l'Hippopota-
tente&refiflente al
il
virt cornba-
Uff
^pr
*
fty
fe
8$ gp g$ ^:^ $ 13
f
te
44
fmagini de
Dei
,.
&
Onde
Tfoncj.
ua
xe
del tempio di
Apollodoro >chye folle generato cjella Terra vendetta de'Giganti ammazza ti giada i Dei del Cielo ^ Egli era di due na.
Tlatones
&
&
&
,,
&
..
&
De
gli
Antichi.
405
nome
diuerfo,f pe
.
Onde in Hermipoli Citt dello l'Hipp
-potamo
con vno Sparuiere , che lo cgitto faceuano
batteua flandogli (opra, e per quello intendeuano Tifone] imaper quello la virginedi tutto il male>che_vienc dalla terra,
t che gli refi He , e rende vano ogni Tuo furiof impeto | mo-
il
&
fono perci
>. iper
le
quali
il
Sole,
come
fi
come
di Olri fu
tagli,
in^pezzi x cofidiiTero
medefimo di Baccho
il
nuouo poi
fc
ritornato infie
me,e tinto
di golfo
,.
ine'gran vali
non
fola niente di
legno
,.
ma di pietra, ancora
cuocono ancho aicuni,comeche coli pofeia fi conferui meglio-, & fono dop ribolle infieme le ilraccidte membra,perche la vite al tempo fuoriproduce le vue intere Oltre di ci, perche Baccho era anco
e lo
..
Herodoto, che
egli
fu
Nume
famigliare alle
Dee
Eleufi-
,.
&
nente
;li
altri
;on
che
gli
fimulacri
mano
vn'ardente face
..
Onde
Porfirio diceua
,,
fecondo
riferiice
Eufebio
,.
,.
,.
',
utti
giuri
*.
406
^\
TmagnI de
ancora
dell'i
'*jff?
per
il
Egitti]
Sole
con
il
Dei
&
Bieco A
, che Vrapo ,
*'
perla vut jemmale ,
&
il
Hi
ro-
&
^S^
*^
v,T
De gli
giungono
forf
;
infierne
che
le
mafchio
&c
la
407
femina
Da
che veniie
>
per moftrare
, che piglia fua forza dal
nelle altre cofe pr
nelle
piante,e
animali,come
negli
Solc,cos
dotte dalla terra . La quale cola fu anco intefa nella imagila
che
ile di Ofiri,
1
il
Antichi
io difegnai
poco
di fopra
inoltrando
il
pan
no roifo,chehaueua intorno
2a al
Priapo
to
il
Horo
la cui
come
nafce in quello
delira
mondo,
&
ch'ei fia
con
la finiftra
-,
&
&
&
&
le
donne
in volta certi
in
ne
honore
monie
le
gli Villaggi
su certi piccoli
innanzi cantando
le pitie
Baccho. Etil medefimo fecero poi ancho le donquello membro in volta con
, che portarono
pompa
(bienne
la
di
Romane
tempi per
Oc per lui
furono ordinate
leruono a disegnare
la
>
molte ceri-
di fanciul-
lo
TmP*
Tmagini de
408
Io grolTo,brutto,e
to turro
il
ma]
Dei
fi
grande quai
ila toe,
ch'io
diffi
-,
&
&
&
&
Tibullo
ornato a
tu
quanto pu
Ttynfeigi
bello
>
ti
&
toccarti
fi
il
Sole-?
nndocapfa
the ti volej
gran bene- *
riuertjce
e cole-i
De gli
Antichi.
e!
18
/agra
&
Prw^o
dell ajinoy
per
la
d'i
&
dio detti
mti
dr
&/ membro
vi tu [evincile gcheratiui,
virilo
eflendu intefo
,&
ti
ammali fono
Sfc
410
T
cos
De
tutte quelle
Wurono
mi
mie parole^,
mano
Lo vestirono
alle volte
Se portaua nel
grembo
ch'ef tei
frutti di o-
ne gli horti , alla guardia de' quali fi ftaua con vna lunga canna siila tefta per ifpauentare gli vccelli , s come minac'eiaua col gran Menchione , che teneua con mano , chi folli
andato per mudare alcuna di quelle cofe > che da lui erano
Horatio
guardate
Onde
fa dire di f
Vn
Vi
medefimo
>
cos lo
Terche
fiori
'svebe
farne
>
Teroche
La
e fi dijpenfa
Vopra fua ,
che
deslra
col
porgo
di voi nato
la
De
gli
fugge da
fa
Antichi.
hauer mifento
tetta
gli
41 r
&
qo%
1 magmi
de 1 Dei
&
forma
del
membro
di
poi
,-
ne
Iett
tempo
grauida di vn figliuolo
&
Zaw^r*.
ai ilio
fu. allettato-
..
che perci era detto- Larario , ou' erano anco delle altre imagi.
ni,come fr legge appreSb di. Lampridiojche Aleflandro Impeperadored-i Roma hebbe due Larari). Neli'vno,cheerail,maggiore>teneua Apollonio, Abramo,:&; Orfeo,&. haueua nell'ai*
tro,che era il minore,Gicerone,& Virgilio- Ne erano Lari cirftodi delle prillate cafe folamenre
chora,
T&mIo
& de
ma
di tutta la Gittade
an-j;
bullo,quando dice*
guatate
figure
offerte
&i Lari
v c'humil vi porgo
, e
facm*
intorno
De gli
Imagini
delti dei
Lari
Antichi
407
le particolari Citt ,
& inuettigatori
& del
de fatti immani
,
& bie-
Imaginf de
41
intorno
o da
gli antichi,
leanime noftre
perche alcuni
Del
veramente fu fatto oue^
,chei Lareran3
veniuano
altri diflero
, ous
Ma
per
b
che
i'vno,e
l'altro,
fi
Fefto
.
da
raccoglie
,
pi erano fhmati i Lari certi Demoni cuftodi priuati delle caerano perci fatti in forma di giouanetti vefliti con pelle
ie s
di cane,che habbino a' piedi pur anco il cane; volendo gli antichi inoltrare per quefto animale,ch'eglino erano fdeli,e dili-
ripolare
lAlt
&
Cane
co' Lari.
a'
domeftici,
riferifee
&
Tenari;
mo Plutarco , di andare cercando tutto quello, che faceua ciafcheduno,&: di fpiare con diligenza tutte le opere humane, accioche per loro foller poi ga (rigati gli empij,&: maluagihuominide' misfatti loro
A quelli Lari furono limili i Penati
.
almeno
Cicerone-3
buona cultodia:& alcuni vollero, che appreiTode' Romani foller Gioue, Giunone, e Miherua; altri dilfero , che furono Apollo ,e Nettuno, H,
quali fecero le mura Tjoia . Cicerone fcriiTe , che i Penati
nel guardare le citt,&: hauerne
erano
certi
priuate cale
Onde Demofonte
etiandio
f;
non meno de
& la imagineloro
& quindi
pitt
appretto di Teren-
Penati
fi
per ritorna-
come
fcriue
Timeo
Hillorico
furono
due verghe di ferro lunghe , & intorte, come quelle, che teneuano gl'indiuini in mano , quando pigliauano augurio , eoo
certo vaio di terra
facri
Dionifo,
mi iteri j
teneuano
gli antichi
Romano
Pilo
in
lettere,
che diceuano
Dei Penati?
De %u
'mpij
li
vedeuano
rnamento
militare, e
ned.iglie antiche.
vJume domeftico
ti,
veggonfene anco
Oltre di queft fu
di cos fatte in
il
8c
alcune
Dio
ii
natura
fi
4-1 y
di
che fofTe
della
l
Antichi.
imagini
Cimili
il
contrario
Horatio fcriuendo a
varij voleri
he di due
fratelli
:o di trauagliarfi
Safjelo
il
vno
diletter di ftare
Dio de
Genio
Che tempra
Di
fi
ciafeheduno
Hor
la
lettura
e l'accompagna
cangia fouente
fi
iempre-a piacere,l'al-
bianco t e bellot
onde
fi
fempre
>
mofra
,e
negro.
Cenforinfr
&
roleuano perci
&
&
:.
t,
Romani sii
&
fi
ville
il
Genio
di
Onde
doppio,
Imagni de J Dei
406
Qfc Imagini
v5?,
del
Genio buono
Citt
bumana
tm ss gs&s
delle loto
ofleruatori
fi
& delle
j&j*
anioni
Oo
m m% m &&
15e
gli
Amichi.
4fc9
Onde chi hauefle giurato il fallo per lo Genio 'del Principe Genio del Trti
farebbe ilato fubito punito, perche quello :ippreflb de gli an* eipcj .
chi era giuramento grauilfiro
Et
Ire
A nchife,appare v n
Il
cut
g ra n ferpcn te.
dovaej*
tergo "verdeggia d
Maubie
dipinto* e lo
fquammofo
dojfo
ajjii
color duerfi *
il Genio
del luoco , che
che viene, che alcuni hanno fatto il Genio iti
ma di ferpente,alcuni altri di fanciullo , altri di giouane , 8c
ridi vecchio, come Cebete nella fua tauola. Paiifania fcriue,
||lp gli Elei adorarono c?rto Dio fotro il nome di Sofipoli
ifcvicnea dire Saluatoie della Citt, come Genio loro pro-^
frodel paefe. Quefliera nelteanpiodi Lucina,egli facrircamo ogni anno con certecerimonie j d che fu la ragione , che
,bndo andati gi gli Arcadi addcfl a gli Elei per certa guerpj'era fra loro,vna femina,chchaueua vn piccolo fanciullifn braccio,che poppaua, dille a' Capitani tic gli EieirSignoWquelto mio figliuolo , <5<: quando io i< partor , the non
kmolto , mi fu comandato in iogno , che ve lo doueili dare
compagno
di guerra ,
perci ecccuelo , ch'io ve Io d .
"
ro folle
Da
&
Cgg
Gii
Softpoli
""
4! o
Tmagni de
Dei
Gli Elei
do fi
tolfero
il
toro eflreito
gli
>
ma
voltando
le fpalle,,
fi
diedero a fuggire,
li
il
che fu
si
riconoscendo
ferpente,
la
conCe
za loro
::&.
fu
la
ferpente,, come
magine drcoftui
bench' egli
fi
la flue:
cangiafle
ho detto,di
fanciullo
fecreto da'
voleuano
al Genio*
Tibullo
&
fi.
legge appref
De gli Antichi.
Hot
il
facciamo celebrando
le
chiome^
Venga
il
411
eh*
fuo bonore
nom^j.
lieto
Ma, perche ho detto gi , che due erano i Geni), come vuoEuclide Socratico,fecondo che riferifee Cenforkio, hora ve-
Euclide Socra,
<liamo l'altro,cio il rio, comefoffe Fatto, che il buono quelDi quefto non ho troualo che fin qui habbiamo difegnato
.
to
ma
che
ben
gli antichi
fi
legge
&
che ci hanno
alScriuono Plutarco, Appiano, Floro,
tri , che ritiratofi di notte Bruto in camera tutto folo, ma ben
col lume,a pefare tra s,come egli era vfato di fare,vide apparir
fi dauanti vna imagine di huomo tutta negra , Se fpauenteuole,Ia quale diffea lui,che gliene dimand, che era il Tuo mal G
nio , &c Cubito fparuepoi, Valerio Maftmo anchora fcriue ,
chc apparue parimente il trifto Genio -a certo Caffio parimente , qua! fu della fattione di Marco Antonio , pochi di prima,
che Ccfare gli faceffe tagliare la tefta, &c era quefto in forma di
huomo molto grande di colore fofeo con capelli lunghi, 8c
con barba horrida, inculta , e tutta rabbuffata
Etappreflb
de' Temefi gi popolo d'Italia nel!' Abruzzo,fu vn genio moltrar
feruato
come
le
fl lo
-,
&
hiftorie.
^Plutarco.
\^4ppiano
Gemo
cattiuo
%
Valerio ^iaf-
fimo.
to cattato
e trifto,
il
formidabile da vedere
veftito di
,
che
vna
come
pelle di
&ofcuro
Lupo,&
tutto
faceua
taccnta Paufania,
&
lo
ma
fltte nel
tempie
a riceuereil
Eutimo huomo
z
molto
Ggg
di
tri
"9
jc&cciato.
Imaglni de 1 l>el
41
mmttl valore,
tempo apunto
che
il
miferabile facrin
Cubito acfcefo di ardenti/lmo atr.ore,ck free percicefTare rur(0! di i-he {degnata quella befha crudele gli
citore
non
volle
hauerne
altro
>.
Se
nozze.
FORTTH
t)e
gli
Antichi
FORTVNA
QueHa
colei
Tur da
color
che
le
e mala vocila
413
Dante*
Cos dice Dante della Fortuna , da chehp voluto corninla Tua imagine, concio/la che coei danno i mortali colpa di tutto quello , che intrauiene fuori
eiloropcnfamento, recandoli a malefpelTo quello,che pi to-
iare,douendo gi proporre
io fon
d* altro poter
so far lieti
e triti in
reggo
e voluo
vn momento ;
:
Et quindi nafcono
Itto
il
gli infiniti
percioche pare
]:he f fa
bene
potere-*
&
il
fuo
nume
tutto
4M
Lattanto
M*
Dei
Imagini de
E
tutto
che vn nome vano , che dimo lira il poco fapere de glihuomini, accordando fi con Marco Tullio , il quale prima di lui haueua fcritto , che fu introdotto il nome della Fortuna per coprire la ignoranza humana , la quale d colpa a cortei di tutto
ci ch'ella non fa renderne ragione . Ma non meno fi ingannarono gli antichi in quella , che ne gli altri Dei ,
perci la
adorarono come Dea difpenfatnce di tutti i beni mondani, e
penfarono, che da lei venifTe anchora il male
Per la qual cofa
due erano credute le Fortune , vna buona , l'altra ria i da quella veniuano i beni ,
le felicit ,
da quella le defauenturc
Tullio.
&
fortune due*
&
Tndaro
&
e gli altri
&
polla difpenfire
di Lat-i
la
For-
tuna
De
gli
Antichi.
4J
Maghe
-
della
fortuna autrice,
na delle riche7ge&
cofe di
qua gi
beni humaniy
nelle quali
pu
dire babbi
^J>
alcuna pi di quello
J^J
*>fl/tlU'n.Y/it> *M/VftJ/ .
te nelle inSiabiV onde marine-)
invitilo
Croata
fi
delle
..
&$
V e
4 16
ImagJni de
Dei
&
&
&
&
come fi
Virgilio.
nano
in volgare.
chiami
Ksf
quefti
E pi
fempre
tu fai
mena meno
a chi
crudele
buoni
n*
degno
che conceda
e s dif'poni
rei
Triuando chi
Akk
maluagi
,
tu ne la verde etde
e alhorn
fa
.
Con
da' migliori
queft
fi
fragile , incerta
Ter
ti
,
ritenere
te patitai
fi
e fugace
leua
giace
Per le qual cofe i Thebani pofero Pluto , come io dilli nelimsgine , in mano della Fortuna , cuafi che quel Dio ,
la fua
defTe,
iJrfartMIIQ*
&
Eraui dice
egli
aflfai
di tutte
l'ar.'
De eli
Antichi.
4*7
SiSiSSS&gses&is*
lieta
ftV
9p
M*
nume li
$5
\eloro.
*l*7
o)
paflata,
j^
vftT
Hhh
fmagni de
4?
Dei
\
uanti tremolare la gonfiata verte . Era il fuo nome Sorte , fecondo alcuni >
alcuni la chiamauana Fortuna > alcuni altri Nemefi ,
portaua nell'ampio e largo grembo tutti gli ornamenti del mondo liquali ella porgeua ad alcuni con veloci/lima mano ad alcuni poi quafi fanciullescamente fcher 7 a (Te x fuelleua i capelli
ad alcuni altri
Stranamente percuoteua il capo con vna verga. Et quelli ftefl x alli quali ella fi era moftrata prima tanto piaceuole
#c amica , da u su. la terta dop, con la mano quali che di loro
fi ixf&fTe* Et creduta cosi fare apunto la Fortuna di noi
tre
ftar
&
&
&
quando lla. fi
fon aurrebbe
f di quello
,,
del noftro
UmattQc
..
'
O Cittadini
Cittadini [chiocchi
Fot**
9ta>
e,
tto*.
tia
%.
riaheige
a.
quelle
buona ^
che
&
..
le
la
no
deftramano,&
di dietro
appoggiata, alla
icde della
che
le
d S
,.
,,
&
,.
"
"7
'T
luna
tMJ
^J>
*if
cortefe,
premiati ice delle buone operationy tflendo tenuta la tono/anice de tutte figliuola della
nryi
tx)
furaefenno.
mUt anioni
^%
o&
fif
H hh
410
tuua,VOgiio
t^emefit
to
lire
Del
fi
de
Trttgini
unto che
le hanno
due mol-
me*
ma cofa, come da quello fi vede che pur dianzi ho riferito' di Marnano: nondimeno fu pure ad >rata ciafeheduna da,
de fi
s,
me
apparir p^r lo
Dea
la
gliitflebenea fare
Marcellino
Quefta
la
Ammiano
Oc
la
perbia,&
alla
yfanza fua
.
Macrocome vendicatrice delia fu-
iu
ne
Perciche'l
& fa Ipeffo
apparire
>
&
lo fplen-
rifplender.c-
&a
&
,.
AdraUia
Theoloparte della E-
la tira al
**. n~
lei.
ir't,
co-
Mactohio*
differenti
K^fmmian
.
mio difegno
&
Con
fieno
tjuefto
jo itemeli dimoer
Debba
foja
che frenare
eiajcun la lingua
je
pnnu
ben non
n
la
mai fare*9
mtjunu
Scriof
Degli Antichi.
Scriue Paufania
4 %
che Ncmtrfi fu vna Dea nimica c'tra moio a gli huomini infoienti , e tr*>p:>o fuherb
fcguiti cos
poi
E furono puniti gi dalla ira di colici i Barbari li quali
(prezzando gli Atheniefi ,c venuti ne' paefi loro, come che gi
,
TaufanfMS
&
gli
marmo
tno
trrio
perche
pi di uel
vi fecero
dop fuperbo
p?r farne
marmo
condurre vn
trofeo
Atheniefi
Neniefijdel quale fa
ma
fi
bellifl-
tutto fu
,
il
con-
e Phidia fece
mula ero
alla
Dea
fingendo che la
ftiu Dea dica eflere Mata fatta per fegno della vittoria de i
Greci, tk per ni olir re , eh* ella non lafci impunita la vana fuperbia de i Perfi
Haueua quello fimulacro vna corona in caa breui imagini della vittoria , etcneua
p (colpita cerni ,
,
KsfuJmUl
&
vii
ramo di
mano
non
,enella delira
(felle
quali cofe
vn
vafi
ce Paufa-
sa renderne alcuna
6c*i '.manco lo
so
_
e
J er
f!
<_
'
&
vendicatrice di tutte
meno
di quello
Ciuflitia
il
vedp
tutto.
cofe
celiio
re,
Tmagini de
magtne
De!
& punirne
&
e de
*y$?
V ingiuria
bieroglifico denotante detta gi titiat
quale deue efore apparere,
operare .
*f
&
&
tafiigame
&
S&
3SS33333e3339
Degli
Antichi.
42$
'f
Giudici quali
deono
&
per
la
ragioner:
fi
moftrinaa* rei,&
uenteuoli, ck a'bmni
no
poi poftjin
&
mano
benigm.Han-
alla Giuflitia
vano
innocenti piaceuoli,&
Romani. E
talhora fu la
della delira
>
altrui
Onde,
Paufania, che
ma
vi
fu vna he
la
con la Imiftra
con vn legno
che quella era la Giuftitia,& quefta lu Ingiuria . lmperochc
i giudi giudi.i deono tenere opp re fTa fempre la ingiuria , si
che non ria ratto mai torto ad alcuno , come hanno da vedc~e
bene,onde la verit non fia loro occulta mai>& cos hanno da
dietro,
mano v e con la
&
cufatori
&
non
che ciascuno dice fua diffa ,
per le parole (blamente de gli acnon vogliono edere fimiii quel giudice *
condannare
gli accufati
f
qualdipinfegi A pelle
liberato da
re
, il
ribel-
&
qual
JT
ejjere.
Titigini
de
Dei
TaueU
&
<t
s&^*ismg&tts$&
2^K2
De
gli
Antichi
425
Tempre Tuo fchiauo . Apelle dunque 5 Volendo dimotlrareil pericolo , che era (lato , dipinfe vna belliflma tauola , che fu chiamata poi la Calunnia di Apelle , in que* Dipintura di
Staua fedendo a guifa di Giudice vno > che hauefto modo
C/ipeUes*
come fi
u le orecchie lunghe limili quelle dell' Alino,
legge , che le hebbe il R Mida , cui due donne , vna per lato , moftrauano di dire non so che pian piano all'orecchie, era,
l'vna di quelle la Ignoranza , l'altra la Sofpitione , 8c porgeua
la mano alla Calunnia , che veniua a lui in forma di donna Calunnia^.
ornata ma che nello afpetto moftraua di elTere tutta
bella ,
hauea nella finillra mano vna fapiena di ira , e difdegno ,
cella accefa,& con la delira tiraua dietro per gli capelli vn giouine nudo , qual miferabiimete fi doleua alzando le giunte mani al Cielo. Andaua innanzi a co Ilei il Liuorq, cio la Inuidia, eh' era vn'huomo vccchio,magro, e pallido, come chi fia
dietro le veniuano due donne ,
(lato lungamente infermo ,
le quagli pareuano lusingarla facendo feda della bellezza fua ,
adornandola tuttauia il pi che poteuano , &c dimandauafi
torto >
(offe poi
'
&
&
&
&
&
I'vna Fraude,&
il
nome
Dietro a quelle
Tenitentfc.
&
&
dauanti Apelle,
quella vn morbo dell'animo humano il
peggiore , che polla elTere , perche non follmente fa male altrui
ma
Italico
gl'inuidi
mette tra
con ambe le
Horatio > che
Inuidia, che
ditte
llell
Siilo Italico,,
le pefti,e tra
2^0 feppero
&
HomQ
Tiranni di Sicilia
iit
Con*
Tmagini de i Dei
Imagine
dell' lnuda->
ptidiofo fi
20
t&t
y sdendo
Siruge vedendo
V orecchie l'altrui
esaltate
l altrui prof^erit
lodi,&
&
fi
ottura
il pejfimo de vitij.
($
la
De gli
Antichi.
Vn veneno
la
lnuidia
Sofpira
&
KjHoftrando
Chi
D'odio crudel
la
Vn
>
Ter fugge
la luce
Gli torna
e con vguale^j
il
E fempre
il
e disdegno
e tutto
male
cibo, annoia
Da
eftdfacci&j.
diuien tale
ifpiacer feifa
chel meni
freme
y'%
>
diuora
e he
417
Terche mentre
il
bere
mai non ha
ripofq
&
>
quathauere
graue male
l^pn pu mai fine ;
acun
Rimedio
di medico non valevi
Et Ouidio facendola
cemmo poco fa
mo
forma
di
donna
perche
come
cos la dei'criue
Tallido ha
in
al cui
il
huo-
volto
il
corpo
magro ,
e afeiutto
il
dentea
Hi
di-
y cleri
ouidio*
Imagini deiftei
4&3
&
guardando
il
Sole ne
il
giorno* foto,
te
tenebre
&
hofcurit
Q&
j&S
o&
lngua
429
n mai lente
tutto
l'altrui
, f non de
jtlbot vide la lnuidia , ch'attrimente
Si moSlra ogni hot addolorata , e metta
Tiacey alcun
vigile > e
ttefite >
Et defcriuendo prima la fua cafa trifta, fredda, Se caliginofa,haueua detto, ch'ella quiui f ne ftaua mangiando ferpentt
il gran BaPlutarco fcriffe affai lungamente della lnuidia ,
&
flio
do
le
guade ; coli
che diflmulano di vedere
efiere lodato,& a quello folo pon-
gli inuidion
gono mente,che
modo. Co-
UMomo
Momo
Sonno,e della Notte: n faceua egli cofa alcuna mai > ma girardaua quello , che gli altri Dei faceuano > e riprendeua liberabialmaua ci, che non era fatto modo fuo . Onmente,
de Efopo fcriffe, e lo riferifee Arinotele , che Momo biafima- Efo^i
rchi fece: il bue , dicendo che fu male auifato farli le cor*
fu'l capo , perche doueua fargliele su le fpalle > accioche con
forza maggiore poteffe ferire . Etdell'huomo diceua,comc
w racconta Luciano j che err grandemente chi lo fece a non,
nel petto, accioche fi poteffe ageuolmenjj irgli vna fineftretta
vedere ci, che egli hauefle in cuore . A Venere non trouc*
&
he dire, come Filoftrato fcriue , f non che le pianelle faceuatroppo rumore, quando ella ca-minaua . La imagine di co*
^ui deferitta da certi Epigrammi Greci informa di vecchia
tagro, e fecco, tutto pallido, con bocca aperta,e chinato verterra,la quale ei vpercotendo con vnbaftone,che ha in mao,forfe perche tutti i Dei de gli antichi furono detti figlinoli
io
&
Ila terra . Fra gli quali Momo Dio della ripren (ione ,
del'
per-ci
afimo faceua l'vffcio , che fanno alcuni fra noi ,
,0 parimente detti Momi
li quali nioffi foLo da vaghezza
&
di
Imaglni de i Dei
43
fft
&
Imagine
fraudolenti
cernii*
*JTj
& ingannatori
Dante
fotta il
modeSii^ amoreuoli
qml
manto
dinota che
li
fraude,
& inganna.
Q&
j
De gli
Anticfn
43
& fenza
i*
ragione alcuna
Jfcian'mano ci che veggono j il che viene per lo pi , come ho
gi detto, dalla Inuidia, qual', come diceua Euripide,& lori- Euripidea,
ferifee Eliano, cofa fuor di modo trifla,maluagia,& vergogno- Eliano .
,
fa
la
i
:
ne
ila
da
altri pefei
mai
&
|del
&
Ma
La
verme
in su
& arriu
la te ila
non
ritta
eHbuflo
traffe la
coda
d'huom guflo ,
Tanto benigna hauea di fuor la pelle,
d'
vn
doffo
fvno
jerpente
il
e l'altro fu/io.
petto
&
amendue
le coile
Con pi
color fornirnefie
e foprapofleij
',
La
lini
:
ingannatori
fi
che
la
in parole benigni,piaceuoIi,e
in Fatti poi
-/
che tutte
le
de^
fraudolenti.
mofirano
Per la quale cofa pofero gli anfibi il l'ino anchora alle volte volendo difegnare la Fraude:per Tino per la
perche
Fraudcj
loche quello arbore,& per l'altezza^ drittura Tua ,
impre verde, bellb,e vago a vedere,ma dannofo poi fouenSene di mortifero veleno.
&
chi ripofaall'
ombra
fua,
vi palla
fotta
Tmagini de
432
fotto,perche cadendo
mi 5 da
rami
gli alti
maturi , e perci
danno per
f gli
Bei
durifli-
rifpofe
& apprefTo de
&
dimandato perei*
ch'einon I'haueua mai veduta fta
Arare
Hovatio
V infialile
Fortuna
*A vn
crude l gioco
attendo
Muta le
Honor
-;<
cofe, e rende
queslo
pofeia
'*'
'
quelli
,
,
quali
Ed
mi/eri
e /contenti
*d l'vn d
Ter
l'altro toglie,
,
auerfe
le
fre voglie*
ringratio lei
Ma
non
T^on mi
ricordi e
ferma
De
gli
Antichi.
mio
Virt
che lo contenta
ficuro
maggior
ricchezza,
diede
V animo
,
43
ne riedes
e f
quella [old
,
non tenta
batter
Cebete in quella tauola , nella quale dipinfe tutta la vita no- tbtte~> .
fa la Fortuna ma donna cieca , & pazza , che ft con i
ipiedi fopra vn rotondo fallo . Et Artemidoro Mia polla alie \sivttmidovo*
la fa talhora bella
|volte a ledere fopra vna diftefa colonna ,
ornata , e talhora fozza, e mal veftita , Se che tenga la mano
a vn temone di nauc Et in quefta guifala vediamo fpelFo
su le medaglie antiche , & ne gli antichi marmi. Galeno pa- Galeno
rimente,quando cflorra i giouani allo ftudio delle lettere
cos
dice i cofei . Volendoci gli antichi porre dauanti gli occhi
con ftatoe Je maluagir della Fortuna, non bacon pitture ,
ilo loro farla in forma di femina , che quefto ben doueua clfereatai per moftrare, eh' ella foffe pazza , e rnaluagia , & che
non ideile in vn proposto mai : ra le aggienfero vna rotonda pilla (otto i piedi facendola fenza occhi , oc dandole poi vn
fenza prouidenza altemone in mano , come che alla cieca ,
cuna gouerni Je cofe del mondo . Difegnano ancora molto
bene la Fortuna , 8c efpongono parimente il filo difegno alcu- p^ W 9
ni vedi di Pacuuio , che fi leggono ne i libri della Retorica di
Cicerone,& in volgare cos fuonano
mina
&
-,
&
&
&
Valga
deca, e befiale
-,
Secondo che
la
>
ella
Fortuna *
hanno detto
Filofofi
>
che s'aggira
e volue
va ptefta
non sa doue
vede
({ita
Qual
delia
jta
pache non
e bestiale
conofee
buon, qual
KKK
rie
Oltre
Imagini de
Dei
*S<|
&
cerca fi pentifie^
&
T^e
Antichi.
gli
'43.5
fi
fempreinfieraecon
ma
la
eloquenza,
j$uona
tund
lei
ci
Se a glorioio
per
*,
bene, male
feire a
pi di
lei
e tira le
nitri riuolu
fepra
come pelata
rio^ era con
ia
Se a
lei
fronte
piedi
vna
altra
donna
tutta addolorata
K K K
lAicfla nel
lo
FoY-
Imagi ni
4J*
fft
?
3j$
*Jfc
tUS
cfe
Dei
& inflabiln
nette cofe
mondane
&
che bifogna
&
&
&
De gli
Antichi,
457
la
fi
mn ha poich pentirfi
tro
fta
uer irono
come Dca,fu
apprefenta in quii
,
oc lignarfi di s
fi
voglia cofa,al-
medefimo
Que-
&
Tpo opportuno,^
ri-
Occafone^f
per-
&
epigramma deferiuendo
Ivn*
&
&
Oltre di
la mano per pigliarli , che ella gi volata via
mano
mano
giunga
la
Fortuna
noi
con
bench
talhora
io
lonper mai ci lafcia pigliar le penne, eh' ella vi ha d'intorperche vuole poterfene riuolarea fuo piacere Et nuotarle lenza fare troppo indugio , perche non sa fermarli, v podurano le felicit , che vengono da lei . Onde fu, che alcu,.
.
i:efa
Imagini c!eil>ei
4$8
fortuna di V- ni gi
come
Napolitano , la fecero cf
fi (pezza ad ogni lieue mto
5
p, cos tolto vanno a terrai fatiori della Fortuna. Mani
VO*
perche
tro
ferine AleFindro
ma mente
lei
Principi
>
gli
Irt.peta
don
Spantano
figliuoli
flefTe coni
u ^em p re: ma non vi potendo attendere , perche troppo Paggrauaua il male , comand morendo , che a vicenda , folle
pollo il facrato fmulacro della Fortuna nella fecreta danza a
'
figliuoli
xArtonmOTio
Jmperadore
(t<j^
Pvndi
itone in
mano
co'l
,.
quale va battendo gi
frutti di quello
che fono feettridi R, mitre, borfe , naui, aratri, & altre cofe
Di fono p
che dinotano le dignit , & tutte le arti humane
fi vede a dare gran moltitudine di pcrfone,& d'ogni forte gra
do , quali allettano di cogli r il frutto che loro vien fopra.
Et fi vede che ad alcuno di ftitpe regale Toccando vn'aratro g|
bifognadi Principe, che era gi, diuenirepeuero agricoltore;
ouead vn contadino cadendo fopra vno feertro alcuna bor.
fa di uenta
fi
P'au [anta
in
egli
Principe,
buon loco,
&
&
ricco
si
che
bi fogna acconciar*
De
Imagine
gli Antichi.
della Fortuna, in
ottiene lo
lla
come
alcuna,
ST**
bramate defideno>
ma io crcdo>che fi
in que-
quelle fanno la
SS
439
ma
buona fortuna
nome imaginato
,
.
perche non
ci
fortuna
&
le mani >
i piedi, quali erano di marmo .
Et dice anco poi
di alcune altre flatoe della Fortuna fatte da^Greci in diuerl
&
Dio Cupido . Et fignificaua queiio , come lo interpreta Paufania , che poco vale a gKnnamorati eifere belli ,
vaghi , e gentili, quando non riabbiano la For ima con loro >
che pare voler dire, che bifogna in amore non meno, che neU
l'altre cofe hauer ventura, Oc buona fortere pur troppo lo vuo
dall'altro
il
che
la
in Hi mi
termini, in
modo
Contra
don-
.,.*>
Ci
mettiamo
ne op.ie
che
ic
i,cheper
amnij
Wo
f tra
buone
>
De
buon
gli A ntichi
mezzo della
ff >
441
Virt, concaio
&
quando
virt,
&
fi
e vitio
che
lo laudi
L'amore
Adunque quello, che fate per amonon turba l'animo confapeuole di ha-
i'auaritia.
Io sa
Ma quello
&
&
fta in impudica meretrice, il che non fia mai di chi per amore
compiaccia chi l'ama perche fole quelle, che fanno ci per
mercede fono dimandate meretrici. N fono i termini porti
alla honeft voftra cos riftretti , come penfano forf alcune
ti voi che vi fia vietato l'amore, anzi vi fi d come voftro pro>
me vi
no
amare,
fi
danno
&
par loco dando fi a molti, per hauere da molti , di potere meglio empire le loro auare , k ingorde voglie . Et perci di loro pu
fcilmente godere ognuno, ii quale habbia che dare . l J cr quei
dunque Amore
llo
mo lontane
toro
conto
&
.
in
pi
ometto
modo
Adunque
tale
,
di dire
,
vn
di tutti
&
& a quelle,che To-
beni del
mondo
di
ne faranno qualche
diicgni Tatti fin qui deila For-
oltre aili
le
L1
una
Itoagini de
44*
Dei
& dal
&
m&ga
quella
dettino [egutata
dinotante la velocit d
alcuna^
.
i
De
gli
Antichi.
441
ch^fa vela
tra le turbate onde jicunii'hanno polla su l'acuta cima d'vn'aU
to fallo, ouerodi vn monte, si che ogai pico di vento , che
-lpiri , la fa voltare . Et credo , che quelle lano Hate dipinture moderne , perche non ne trouo tt^. mmtione da gli anttchi , come tata quella pirimente,che riferirc il Giraldi (cri*
uendodei Gentili , oue cos dice: Hanno alcuni a' tempi noftriconalTai bella inuentione fattola Fortuna a cauallo e che
[Velociflmimeitcfe ne corre via, Se il Fato, ouero Dettino, co*
ina,tfOUO
>
ft
-me
ci
pare di dire
Saceido te della Dea : Hora tu fei fotto la cullodia della Fortuna, non di quella,che cieca,ma di quella che vede,& da luce ancora agii altri Dei con il (uo fplendore . E potiamo dire , eh' egli perci volelTe intendere della buona Fortuna
to
il
nome della
la
fot-
fortuna per la
luna,
morte
delle cofe ,
na/Te
quando
dille
che facilmente
gli
fi
ingan-
ro, che
la
quello della
buona Fortuna
Gioitane allegro
Lll
Ss
ben vefato
Imagini de
444
Wj
b|
bile, UeueyO
SP
ftingono*
ffi>
&
Dei
caduco dell'ttdulatione^
& accompagnano
dell' Inuidia^
detto fattore
&
the
imagine
corti nel
mondo
De
gli Antichi.
44f
che teneua nella delira vna tazza, e nella /ini/Ira vna fpica,
vn papaucro . Et con la Fortuna va anco il Fauore, che FauorcS.
fu adorato parimente da gli antiehijprchepareicbe da ici venga per lo piubcnche nafcecgli dalla bellezza ancora molte voi
te , e fouente dalla virt ,
in Toma da tutte quelle cofe , che
ci fanno grati altrui,
ci acquietano fauore, il quale ci fa fpeffo infuperbirej perche quanto pi fuccedono a gli huomini
le cofe felicemente , tanto pi fi inalzano ,
poggiando con
l'ali de fauore humano montano fopra gli altri , fin tanto che
Ja ruota giri , onde cadendo traboccheuolmente fono fprezzati pqi non meno , che fofTero riueriti prima
Per guardili
ognuno di fidarli troppo in quello frale , lieue Fauore > perche rollo palla , come la fua imagine ci dimoftra la quale era
di giouine con le ali : fia perche per le cofe profpere,& liete
fi leuainalto tanto, che non degna pi di guardare a baflo
onde perci fu anco dipinto cieco, perche pare, che gli huomi*
ni non guardino pi a perfona, ben poco , pofeia che a gran
di honori fono inalzati : ouero perche poco fi ferma con noi
perci ftaua co* piedi fopra vna ruota*
ma tofto pafla via
conciona eh* egli inuiu la Fortuna \
s come quella gira
cos ei gira parimente , e va fempre ouunque ella porta de' fuoi
beni,mo(lrandofi per tuttauia timido , perche vuole ogni ho- F<*M0lJf timid$
ra falire pi su, che non gli conuiene, fpmto dall' Aduiatione>
che l'accompagna fempre . Gli va dietro etiandio la Inuidia ,
ma con palli tardi , e lenti , la quale guarda fempre con occhio
torto l'altrui Felicit , ma ella s' beata ci lei punto non teme . Perche quella fu da gli antichi adorata parimente, ehia- %dtdr d
mata Macaria da' Greci , e fu , come fi raccoglie da Euripide
acquiilolfi
&cheriferifcePaufania, figliuola di Hercolc,
gli diuini honori, perche hauendo l'Oracolo rifpofto a gli A*
theniefi , che poteuano elTer vincitori di certa guerra molla lo(rito,
&
&
&
&
&
*,
&
&
&
&
to da'
Ladedemonij per
di quelli
gli figliuoli di
, fi
alli
tagli la
la
fi
,4
BO
H ercole
Dei
gola
la vittoria
qualchuno
dell'
Infer-
& fece di s
agli Athenie
itati
Felicit
vittoriofia
&
che quello
il
felici
nome
Latino,
&
Macaria il Grcco,co
me
^g
9
*-
jy
lmagine
della dea
cole con
il
Macaria
caduceo*
&
ftgnificante la virt
il
i^mmmmmm&m
De gli
tweho aetto,fu da
Antichi
antichi fatta
come
447
Ci
&
(uoidifagi,
la Felicit vna
donna, chefiede
di bellini mi
&
Cebete
all'
fQfi
vaghi
'
molta arte,
& coronata
andare ogr>*&no, ma non vi arriuano per f non quelli, ehe calcinano con la feorta della virt , lafciandofi alle Ipalle tutte
, come di molti altri
che la virt fola potefTe farei' huomo
lce Jl che dobbiamo noi dire anchora parlando chrifliaintendendo non della Felicit , che qui brama almente
la cieca ogniuno in quello mondo, perche non , f bene pare a
Felicit , ma di quella , che nelle celcfti fedi godono le anime
eterna . Alla quale ha da fperarc
>eate , vera , immutabile ,
l'altre
cofe
-,
anchora innanzi a
lui
&
&
, che (corto da' lucidinomi raggi della diurna bont camini tut-
to
il
viaggio di quello
mondo
do
l'arido
in
com-
calcan-
& Iterile
terreno co'
piedi
della
Carit.
Cupido
Imagini de i Dei
443
CVPI
O:
commune
il
pi bello
,
&
IdmortLj.
&
gioia
e d'infinito piacere
ro amori
Quello
godono
gli adi-
rati riduce
&
chora
onde le virt
antere non
quel
veniflero in noi
concio
t)e
gli
440
Antichi.
-,
-,
&
ie ne
ft in
Ito puro
>
Cielo
&
-,
perci
-,
&
tu e-
corpo
fail di
&
gli fi danno l'ali per niqual fanno gli animi humani m^ifi
-dallo amoroio defiderio ai Cielo ,
a quelle cofe > che quiui
latrare
il
riuolgimento
e bello
&
foni',
pra
come Tanno
le
quali Co-
pi
alta
e provocare
di tutta la bellezza
cofe tutte,perche
lei
la
-,
manda
le
fi
fi
qinle in diuerfi
inal,
che
modi
Strali diurno
c_,
nino , vede la purit di xjuefto nel lucido corpo di quello . Et \^ili d <_/per l'ali ( l>or}icio dede quali - alzare in alto > e portare per
mortai,
l'aria que' corpi > li quali per loro fte/Ii non fi potrebbono leuare di terra) vede il folleuamento che fa Amore d^gli animi noftri alle diurne bellezze Si come per le faette pu coln^ * tra " " l **w
.
prendere .gli raggi della diurna luce > la quale in mille medi ti
muaghiti della
Viene a ferire, perche ci riuoitiamo alci-,
bellezza fua, non pi ftimiamo lecofedi qua gi , che quantoelle ci fono fcala da laiireai Cielo, come ben dille Amore
rc"*5
&
di s rcflb
quando
in
lo
chiamali Petrarca
in giudicio
y^imar , e
qutfto quel
La vuUt jopia d
Ciel
&h banca
att ali
M mm
Per
Tetrarca
4JO
&
&
&
Et come il Sole rifcalda ouunque tocca cos Amoreaccende quelle anime alle quali fi accorta , onde con infiammato desiderio fi riuolgono alle cofe del Cielo * Il che ha fatto ,
che fia data alla imaginedi Amore l'accefa face ancora : per
dimcftrare l'ardente affetto , con che fguitiamo le col amate , trahendone piacere del continuo > parlando per folo delle diuine Nelle quali confideriamo della face di Amorcquel,
pmile puri
#( Jf/c? .
&
&
&
denteato.
fctrror de 'ciechi
"Per coprire
Finge
S par
,.
il
mifer mortale
(no Gioito e vati difia
cH^imor
,
In yifa
(in
Dio
piaceuok
>
fi diltte
ma. ria
T)e
Antichi.
gli
te mani armare
l'ale^
d'arco
e di faette
Torti
Va
fiamme
le
poi largendo
E che da
l'vfo
bum in
poco diuerfo
e di Ceneie fta nato
Di folcano ,
del del tenga il pi fubhme
K^/fmor
de la mense infana
vtio
Quando
l
4Jt
fi
Siato
he di piaceuol foco
L'animo [calda
\^4
l'et
Vtw
nodrifee
il
ch'aliai
pu
ma
vede poco
e la lafciuia
bumana*
triti
e felice
la
buona
Volgendo
il
Jl fuoco
Ha
prefentc^
meno
mal confente^
eh' at dea pria tutto s*ammor%4 t
quea vien
Xjltla f
0<tde
ci
vanni
cieco defr al
,
tqfio pe> de
quando
e*difTe
'
>
OuidTtT
Percoche noi amiamo in due modi, bene quando alle cobuone applichiamo l'animo, male, quando feguitiamo quelo, che rio
Et come quello fi dimanda amore dishonefto t
,
le
&
no, che di queft due nati di Venete vno (blamente fia Amote , lquaie accenda , & infiammi gli animi noftri a fegu tare
picuna cola , & l'aitro fi dimandi Amcrote, che noi potiamo ^interOtCJi
due contra amore perche faccia quello effetti tutti contrari
Minili 1
a quelJ
Imaginid
4 $f
Dei
molto
fu.
,
nome
.
Queft
Tmiagora
altero
non
meno
gora
fc
a quello
>,
Ma
>,
*.
,,
&
>,
tare le
amorofe^ne >
fi gitt.
gi:
cima della tocca,, e tutto, Irruppe: ,& cedo morto ; di che paruev-eherveniife poi piet fi grande aTimagora
quando l'intefe, non volendo forf la giufiria d'amre, che r
fafle la morte di Mlito inuediieata , che egli f n'and ratt
a gittarfidi l,,onde s/era gtttato Melito prima, e crudelmente ne mor * Et quiui perci fu pofto vn fimulacro di vn beL
Kflmo giouanetto'ttto nudo ; il quale haueua in mano due;
galli , e mola belli * de gittauafi a bailo coi capo allungai *
Quello dunque potiamo dire vche fette eaftjgo,. il quale ve-*
iiiile da Anterote , come pi apertamente dice Paufania , rac-^
contando qualril medefi'rao in quelito modo Era in Atlientf
vn'altareconfecratoad Anterote per voto,, come, dicono , de*
per cagione tale * Melete gtoUane Atheniefe
forestieri
niun conto facendoli di Timagora huomo freftiero % che l'a-|
raaua grandemente , gli diffe vn di tutto fdegnofetto x che gli
fi leuafle dattorno >& andateli a fiaccare il collo * Timago-i
fa non emendo pi di viure , & volendo in tutte le cole com-
"
'"
&
"
;
"'
noco dapoi fece il m eden mo fine * chei*amantefuo hauea fatto j onde fu. detto che Anterote haueua fatta la vendetta di
lima-
Degli Antichi.
4$$
$3 &&&&&
Jta*
& .Anterote
&
mare ouero l'amor
& imagine dell'amor
Letbeo che fa dipanare
& dimenticare perfona
fratelli
reciproco
,
amata-i
l'
la
figli-
il
ria-
Imaglni de
454
De!
lia
cos piccolino
me
vn fratello, accoche lo amore foffe tra loto fcamcheallhora Cupido crcperebbe quanto fofTedi bifo*
d
gno / Venere predando fede alle parole dell'Oracolo
indi a poco partor Anterote il quale non fu cos tfto nato
gnaua
fargli
bieuole
",,
che al par di Cupido cominci a crefeere > mettere l'ali, & caulinare gagliardamente',
di quelli due fiata poi la forte ta*'
f vede Cule, che di rado, non mai IVno fenza l'altro,
pido che Anterote crefea, e fi faccia grande, ei vuole moflrarf
maggiore, 8c f lo vedepiccolo , diueiita egli parimente picco-'
Io i bench quello faccia fpeffo a fuo difpetto v Adunque'
l'amore crefee, quando pollo in perfoii, che medefiiuamai-*
j tirate ami , & chi am^to dee parimente amare, & quello
rono gli antichi per Cupido, e per A nrerote* Per la quale co-fagli Elei, gente della Grcia > in certa parte dd.e ljro fcuole
5
&
&
tnetteuanol'vnoj Oc
di
non efiere
l'altro
aecioche
fi
ricordaff.j ro
>
ma
giouani"
ncambiaflero
<,
UW.
Tullio,
le
De
f cofe virtuofe>la
&
Antichi.
gli
455
&
imagine
Cupido
di
Ji le
lafciue
dishonefti piaceri
Cupido
&
&
>
f.
-,
li
del paefe
uola
mondo
&
Plinio fa
men-
Plinio
tione di certo fonte chiamato di Cupido appreflb de'Ciziceni % del quale chi heeua feordauafi fubito ogni amorofo affetto . Male Cupido altro non , chel'affettuofo defideno da
noi porto intorno
anzi molti,
mono
alle
cofe
come pongono
fpeffo le
1*
Amore non
far
vno
n due
&
Kj4mwe_j
45 ^
TroperttO %
con
l'ali
&
dettano loro in
mano
%JMentre che
'
.'.
, n so gi cerne , mi mena
Doue vno ituol mi vitri ad incontrare
Di fanciulli > che paion nati a pt /.tu*
la forte
Quanti
non so
foffer
7<(ot
che numerarci
^atd
ih* ul fatto
ch'ai covj
mio mi f pcnjaic^
affai
tjMoBrauan
tutti
Cos vaghi
nudi corpiccin
s belli
e ben fornati'l
le braccia fnelle
e /ciotte
Ut
De
Et alcuni
altri
tetri
KMoHraron
Ucci
sa
fui
diffe
che
>
Lo
conofcete pure
Mi
furo intorno
457
quali
tibiuer
'Pac' vn di lor
Vigliate coftui
Antichi*
gli
me
per
parole
Siate
legare
tali
fare
quelli pretto
man
retto
filoHrato,
&
&
mm
pendono pomi
&
Dai rami
gialli,
&
ane gialle,
i beili
uido
fi
fi
lucidi si,
&
fono
gettano
ma
vn medefimo colere ,
alcune di color
feditati
pomia
da
Et
cilcftre
gli altri
>
deili
alcune roiTe
di
al-
loro quattro!
quali due
gmo-
l'altro, e glialtri
due
faettano l'vnocon i'altro,non moftrandofi per in viio di ef:re punto adirati, anzi ciafeheduno di le io porge il nudopugli ftraliin vano , ma ferifeono l,
Le quali cofe moftrano il cominciamendelio Amore & la conferniationedcl medefimo, perche gli
ie, che giuocano coi pomi danno principio all' Amore;
lde fi vede > .chequefto baciailpomo,&. lo getta, e quello ft
Nnn
con
>
accioche
non vengano
3Ue fonomdrizzati
Irnagini de
4'5i8
Dei
con
mani
le
alte per
altrui'
La vaga
feti
Fra verdi
'
Gli
'.,.
.
altri
mi
Galatea
poi
due poi
falci
che
cominciato, qualche
fi
vn pomo*
getta
fugge
ma
pria
vuol pur
Y afeonda
veggia
eh' io la
flettano
che
confermano l'Amore
effi lo
Qm
&
&
,.
cv lo
gridano
de alcuni
ma
fi
l'animale
in agguato
lanciano
fi
qua fi
gli
vanno
Ci
orm
oue vno de
gli
Amori
lo vede vfeire,
Venere
ocnQ a k*
fi
mo al coito
confaccia
,
>
come che
perche dicono
,.
'1
Lepre mol
, e tuttauia fi impregna
s che parto
Lepre tutti i tempi, come ferme Plinio , n Ci conofee
mafehio dalla femina , ma fi crede , che in cucci fi* te me"
ma virt cos del malchio , come della femina Oltre di
dice il medefimo Plinio , che credettero alcuni * che la e
del Lepre facefle pi bello afilli, de pi gratiofo , che
fa
de
fee
era
prima
chi ne
mangiaua per
**
,.
il
lette d
vana,,
-
ma che
foggiunge ,
pu per peni I
fi
re*
De
gli
Antichi.
4JP
re, che vi fia pure qualche ragione > poi che tanto vniuerfalDa quello tolte argomento Martiale di iMartiaU^.
mente fi crede cos
motteggiare vna fua amica nomata Gellia fcriuendoie que.
Epigramma
llo
Se vero
Ver
anco, e
Giurare
mangiando diuenircLj*
vita mia
fi
cotesto
fora.
Lepre
il
Lam-
dleflandf
StltetQ
gridio
&
Vi flato ancho chi ha detto > che fia nella Lepre certo non so
che con il quale fi poffano fare de gl'incantefmi amorofi > la
quale cofa non dice gi Filoftrato, chela riferifee, che non fia
ma bene danna chi la fa , giudica non degni di effere amati quelli li quali vogliono farfi amare sforzatamente in quefla guifa,& qui fnifee la fua tauola . Nella quale mi pare , che
&
con
&
tutti
l'ali
mano
tra
con
di diuerfi colori
&
veggia
fi
fancmllini nudi
Amori
gli
accioche
hanno
che
& la fare-
Onde
Silio Ita-
tati
al
volgare fono
adornandola,
tali
&
verfi fuoi
I
Nnn
^illbora
...
..
SlltoItall9,
ImaginidciDci.
4^o
^
iAilrtra
il
bel Cupido
ch'affettato
Da gli
homeri
Sol per
lei
la vittoria
gli altri
Le fono
e la piccola faretra
accennandole
De
l'arco
ma
ne va di certa
dimori ve^ofetti
intorno
e lieti
e chi raccoglie
e Siringe
^Apuleio*
ta
li
In vaghi nodi
V&fieUa >ecbi
la cinge
oue ha bifogno
con
lefacelle in
ma-
no. Et, per inoltrare la moltitudine di quefti, dice in altro luoco, che vn popolo d'A mori accompagnaua Venere , perciochc
fonoquafi infiniti i defiderij fiumani, e quanto fi defidera,tan
to fi ama , di rado eonfiderando f bene fia > male, ma fola
mettendo mente contentare ogni noftro defiderio, bench
,
la
quale
fi
volge
fia difordinato,. e
fateti de
tAfflwi*
gli
centra
la
ragione
le
&
&
il
Egli e
''
poi
De gli Antichi
4^1
noi
molli,
mondo
in tutti
e ftail quiui
per habita
Quelle fo-
ma in
&
li
come
egli
ei non potrebbe ann entrarui di nafeofto, & vfeirne quando vuole . Oltre di ci Amore di corpo
beniflmo fatto,& in ognifua parte cosi bene comporto, che
la bellezza fua auanza tutte l'altre, per la quale tra la bruttezza^ lui difeordia grande, & ha in tutta la perfona vn colore cos bello e cos vago , che meglio non fi pu vedere , di
dare,
l'acqna
come
che in luochi
belli
floridi,
odorati , e
lieti
Molte
&
&
chioma
paiono
di
porpora
&
bei
o crefpi , pendono parte per gli hoparte fi fpargono fopra la bella faccia ,
rneri bianchitimi ,
e fono cos lucidi , e tanto rifplendono , che non lafciano apparire il lume della lucerna, che ft loro fopra a gli homcri
crini in varie guilc ritorti
&
ha
tra
4^i
*
'
..
..
Imagirii de
Dei
'
&
Tetrarca
ma
quando ferme
e dice
faretrato
veggio
il
di hauerlo vinto-
>
dofeo*
E Moico poeta Greco lo fa parimente con gli occhi lucidi^ infiammati, quando finge, che Venere lo vada cercando,
la
8c
Fu quefta
le
ba-
cola fatti
vn
ma me-
che habbia fatto M. Luigi Alamanni , voltandola in certi verri pari , che vanno a due a due &c
perci oltre, ch'io non haurei faputo, n ancho ho voluto pto\Amore fug- uare (jj fare meglio di lui , tk per fare peggio , mi fono feruit
'
;.
mi pare
gitiuo
luigi *Ala-
marni.
della,
fua tradottione
Mofco
dallo
Amore
Quello dunque
nome a*
fuoi vera*
>
fuggi tiuo di
fatti
volgari
Alamanni
Venere
il
figlio
Dono vn
Di
rhnenarlo
Ha
tal fegni
bacio in mercede
me
prometto
e a chi fi ardito
e giuro
Ci)'' al
7<{pn
il
fanciullo
e tali atnefi
pahfi
color
ma fembta
foco
mouenti
pien di gioco
ha bianco
il
>
*.
Dolce
De
Dolce voce ,
gli
e parlar
Antichi.
crudele
Mentkor
disleale
Furor
Traditor
fiamma
Sempre
in
/V/te
danno
efcher^a
e /ero
i7
po/f o
sferra
Acheronte
Ha
velato
il
penjier
il
in braccio Vluto
corpo nudo
'
<7e/Zo
e/
/ <pe//o
we^o de i cori
dritti
j/
vo/o
alloggia [oh
'
'
>
lo slral
Vna faretra
ma il
cui offende
d'oro a gli
ond'io talhora
Breue facella ha in
man
fa fempre peggio
,
slejjo
mena
E non hauer piet fe'l vedi in pena
Lagrimando reHar , pon mente fifo
Ch' et non ti fugga in quel, f moue rifoy
Se tu
Ma
il
tu lo siringi alhor
Fuggi
Son
perche
di tojco ripiene
le
s'ei diceffe
Fiamma,
toccar
il
rifiuta
il
vatten con
dono ,
efe
i
*
Hor' ?
> V?
^s$
/ /rof e
/;,i
cortLj
e s'ti s'adira
gar^oncel
Crinita eg/i
il
per
ImaginidciDci
j?T Ti tonfo
SM
(timore
& da diri
*dmoY<Lj
defcrhto da Filofrato
antichi
&
moderni
^2
8wr*
Degli
per tutto
kjuando
il
lo
Antichi.
4^5
corpo
Vidi vn
efommo duce
vittoriofo
Tur com' vn
d color
ebe'a Campidoglio
conduca
Con arco
Contra
le
mano
in
ne feudo:
Li
color mille
e tutto
jol
due grandmali
altro ignudo
Che
feriti
debb'io dir
>
da pungenti
in
vecift ,
il, ali .
al carro
Ei naque
d'oto
&di
lafiiuia
bumana
T^iidrito
Imagin de
fi$
Dei
Quale morto da
lui ;
& acerba
Che moftra
accompagnato
Quefito
l'ardente defiderio
dalla fperanza
de gl'innamorati ,
raccende
fi
il
quafe
e s'infiamma pi
fempre,
in vn Tuo quelito , ch'ei fa perche l'eftreme parti del corpo de gl'innamorati lno
fredde talhora, e talhora calde
vuole, che di tutto quello
fia cagione la tema , Se la fperanza
Perche eflendo il cuore
che
fia
-,
&
&
manda per tutto il corche gli danno forza , Se viuacit j ogni volta eh1
egli da qualche dolore oppreflo , non folamente non pu
mandare pi vigore alle parti lontani , ma riuoca etiandio a,
la fede,
po
gli fpiriti
il
gi
di
roche
ne gli
amanti.
Ma
quale
elTere
pi forte a foftenere
il
Onde non
dolore,che
>
che teme
8c perci
marauigiia
calde poi,
quando
ei
fpera di hauere ci
il
fi
il
le parti
J\pjsore
mandato per
l'opprime.
di
il
manda
t^tmor
De
K^dwor
vn non so che
Antichi.
gli
^6j
Ver
Quitti
fi
s slefio confufo
pafee
nodnjce altronde
fi
Viue non so
di che
"b{
Ferifce non sa
come
'hip ferita
fet ito
E'I
(i
in
no>i
/copre
rne^o
il
core
najcondcj
fi
o (angue
modo
in f
hor
,.
,
,
n fe%no
appare^
lingua fa parlare
tace dentro,
Hor
confonder
e altri
<&
chi sa queslo
pon
ftlentio fuor e
pa^p interpretare^
Cupido con tutti i Tuoi amen* fono cos inl doue Virgilio fa , che Venere lo prega
a. trasformare in Afcanio , quando ha da edere condotto a Di
done. Dipingef Amore fanciullo perche non altro che vn
pazzo deriderlo, mentreche alla libidine folamente inten to
Le
parti poi di
terpretate da Seruio,
-,
Spofitione di
%4more_j.
in
ragionare de
Ha
li
poi
nel
l'ali
meTg
[affa
per moftrare
a mutarli di volere
vedere
del dir
la
come
s'arrfltLa
nella
medefma Bidone
fi
pu
quale apprefTo di Virgilio pur' anche penfa di d.ire morte a colui, che prima annua cotanto* E Tcrentio benifsimo moftr la poca fermezza de g, 'innamorati , quando
,
la
micitie
tregua
fono
in
Amore,
Terentio
Onde
e diuer/ affetti
il
Petrarca
amoro/
conclude,
Ooo
cos
Tetrarca,
Imagini dei-Dei*
Injomm*
sa
come incorante
Timida
Che poco
Porti
veloci
,.
vaga*
nfempre vanno a
habbiamo
ferire
,.
Tno
mu~
dolce
de gli amanti ,
ardita vita
male.
volere
do folam-ente,renzaquafi
auerderenejrefta
che
gli
l'huomo talhora
tart
fuoco
fece
come ferine
Vn
Plinio
che
lo
&
Roma
le
diceuano alcuni
,.
more -
face
non
il
fulmine
>
vna
ardore >
eonciofia che
non
toflo
attaccherebbe
>
rompe,
e fpezza ci
opponga,^
fia
..
Tropertio,
Girolamo Be
niuiem
2^0
De gli Antichi
4*9
5g
&
potenza
?TJ imagini dimore fignificanti li varij effetti
d'amore , </<:/ e cuori nobili
gentili facilmente ha
&
M*
&
e-
luogo, ey
ffi\
-
'
lafciui
&
li
duri
ojinati
fi
jpe^a
Imaglni dei Di
47^
Le man di quel ,
Qualunque e' fofe
QueHi
la natura
Verdon
amanti
de* ciechi
Conobbe
lor
Terche
poo,
Son
csi
che giamj
'
fermare^.
-fon
.
"*
'
arcyfitoi incttru ,
Che
ila
le faette
'
'
hafnaie
Ond^^t ha jeMpte
>
fi
""
''
le
'f
Cufido con
orthna
la
SMpckeyVpfz
l vent fcojse
in
eh''alcun
mt^o ai
di lor s'accorga ,
<?
>
iiiOlra-
'
De
gli Antichi.
47 1
come
bench dicono alcuni,chelo laud non per questo , ma per la bella arre , e per lo gran giudicio , eh* ci moftr
nella fcultura , quando di vn folo pezzo di marmo fece vna
Leonza , con la quale fcherzauano i pargoletti Amori , de d
loro alcuni la teneuano legata , alcuni leporgeuano vn corno?
Sc voleuano, ch'ella vi beeffe dentro,e la sforzauano a farlo, Se
alcuni altri moftrauano di volerla calciare Tra tutti gli animali il Lione fericillmo > ma dicono poi chela Leonza
<i pi feroce animo ancora , e pi crudele affai ,
perci quefa fece Archefilao per efprimere meglio la forza de gli affetti amorof
Li quali furono molto bene ancho moftrati da'Poeti,quando fnfero Marte ftarfene follazzando in braccio
Venere la imagine della quale infeme con quella delle Gratile delle hore , che andauano con cortei fempre , aggiunger quella di Cupido , accioche non /la il figlio fenza la madre,thabbia la madre cos tra quefte mieimaginichel'accom
|>agni come hebbe appreflo de gli antichi
Adunque perche
tanto pu Amore, fu detto vincere tutto come che nullo alfcriue Plinio
&
che tirato
alle
Per
la dilettatione
cofe da s fatte
tano poi in cielo , quando fpogliatef in tutto l'amore terreno , l riuolconoad amare lecolecelcfti folamente Et perche
diilerogli confidcratori delle cole del Cielo ,che vi erano due
porte , per le quali paflauano le anime humane fccndendo di
.
cielo
Cupido vnci,
f QJ e
fi -pan
ImaginideiDet
47 4
de
gli
Dei, quella de
gli
huomini
lui
Amore
fenza
&
j,~~+~
^tmonormen
-
tato
d loro folfelegaroje
6 , porto come in.croce (opra vn'alto mirto,
,
r
v
e mentre che quelte li propongono ameni tormenti, viene Vele
di
mitigare
adirate
nere > la quale non iolamenre non cerca
alme contra fuo figlio , ma fi melra aduata rnch' ffa centra
,
..
<
firanamen
pregano
perdonar
te s,che moue quelle piet ,
lciogliono
lafcianeio
gli , & effe parimente gli perdonano ,
io:
ma
poi
che
tuthauereigi
fatta
dolo andare, cofa che non
f
ne
potepigliarono
altro
non
,
te erano donne quelle,che lo
Ua afpeftare . La cofa nel Latino , molto bella , non so che
di lui,e fatte alcune sferze di rcfe,e di fiori ir batte
quali
le
ria di lei
nel volgare
gua,echi n
fi
ma chi sa
Latino
Contenti di quelta
3^c
venga chi la
la
ch'io
ritiri
ho
lira
ridotta al volgare
in miglior
forma
&
infelici jpirti
EU
De gli
Bla memoria
del paffuto
Antichi.
47
tempo
Come
e perche
Ha la granfelua poca
mor
per tempo
cos
lucere bruna,
>
Che
Vaer
slretti
caliginofo
Che ne
Tfarciffo
chi
di s tanta
vagher,
e'I
bel Hacintd,
& appresa.
Dafdegno
Lafcia
fedone ,
il
s,
Da la madre d'amor fu
Et bora fatto
fior
Diporporeo
orna
il
terreno
Bjnouano con
quelli anco
lai,
dolori
E fanno
vita.
Ppp
Me
Imagini de
474
Dei
Compiaciuta
il
efier fiata
di
queUche
chiefe
Gioue
la
mano moue
rinoue^?
Di nuouo,e
ilfuo
amatore^
%
,
jLndarfa
l 'infelice\che fi
Chefifia pojo
il
duole
Ter le quali
Da
refl
morto
il
fratello
Uippolito hebbe
il
cor gi s inuaghito;
trarlo
afue voglie%
Et
^infelici
De
.'
gli
Antichi
^7j
petti,
&
la
Luna,
ch'ella fpefio
Ti
CheH lamentarft
Ecco che
vieri*
in parte
il
duol
riletta
inauedutamente
la felua
ombrofa
Varco, e
li
[irai
per
Lo riconofce nondimeno,
l'aria nebulofa 9
e foro
Ver
tenere
ilcommun nemico
lor*
Tur
di fuggir, e de
fi
nimici teme>
rinforza
Oue gi da Troferpina
legato
K^iqueflo
fmagini de
476
vi quefo vengon
Dei
tutte le j tuie*
E wefle dentice
Qual fanno a
L^Smore%
lor furore,
il
fi
penti
[ente
La
in
mano
a l'empia turba,
qual'incolpa lui de
propri errori*
*A
lui ciafeuna
improuera
dolori
dice,
Epenjano
ciafeuna affretta.
fi riconforte
Chi
Onda
del
forte*.
fera
Se
la vendetta
me flefja non
vieto*
Ch'Ernst
'Degli Antichi.
Ch\4mor
del fuo
KJMrba fsoprendo
la
..iorir
477
fu nuouo eflempio
matura prole
Ch
s ajpett<ifie morte,
da far vno
Spicciar fuor de
Il
fangue,cbe
le
membra
le rofe
delicate
hebbero infort<Lj
trifa
rat,
Ter
tmagini de
47*
Dei
Te r
N del dir
ft
contenta
ma
con atto
Di
il
proprio errore
In colui
le
vermiglie rofe
con le quali
la
La
bella
Che mal
madre
contra
l'ira
il
>
il
graue [degno
figlimi gi la diftofe.j
T$ pm
di lui sydiffe
mai parolai
Vener
De
Antichi.
gli
47
VENERE.
RIMA
r poi
le
me
ch'ella
rij, e gli
il
la
Fu dunque Venere
Dea della libidine e
chea
appetiti lalciui, e
defiderato
compimento
mortali
quelli
con
4
,
della Iafciuia
i
co-
Dea
l'aiuto fuo
fi
della Ubi
din,Cj
libidinosi defidc-
dette
Amore
di
mente
gli antichi
oltra
giungimento
figliuoli
re
s ch'ella
delle
noz
ze,percioche quelle
dei
&
Fu
fi
la bellezza
lei
Vene-
Ma fc-
, "le
quali fotto il nome di quefono in diuerfi modi lignificate , ella inoltra quella virt occulta , per laquale gli animali tutti fono tirati al
derderlo di generare . Onde quelli , li quali vogliono , che
l'anima humana di Cielo feenda ne l'corpi noflri, e pattando
di sfera in sfera tragga da ciafeheduna di quelle affetti particolari, dicono, che da Venere ella piglia l'appetita concupifcibile, che la moue alla libidine,& i lafciui defiderij, e firmo
ancora alcuni , tirando pure le fauole alle cote naturali , che
Venere, Giunone, la Luna,Proferpina, Diana, St alcuncaltrc
fano vna Dea fola , ma fiano tanti i nomi, e cos diuerfi, perche tante fono le diuerfe virt , che da quella vengono, come
fi vedr anchora per diuerfi difegni della lua imagine , comin-
condo
fta
le
Dea
eco *'
,
'
naturali
ci
ciando da quello, che riferifee il fuo primo nafcimcnto;pcrcioche raccontano le fauole, ch'ella nacque della (puma del ma- +j r
a c ; ntCnt0
,V
re, hauendoui Saturno gittato dentro i tetticoli, ch'ei tagli
L"J *
Celo fuo padre La qual cofa hanno cipolla molti,cpiu chiaramente forf di tutti Leone Hcbreo ne i fuoi dialoghi di A ino
.
re
Imagni de
Dei
QC\
f a lei jacrate, [imbolo della lafciuia,qualf anco tentita dea delle hotge
del matrimonio., inteja per il pia-
Yfdn
&
duce
la virt
&
Oo
ff
h&
06
Re
fre
.Volendo dunque
ta del
mare,
la
g!
Antichi.
481
jn vna gran conca rnarma,giouane, e bella, quanto era poflbile di farla, e tutta nuda, eia faceuano anchora ch'ella f n'anda-
Ua
Tuo diletto
lo qucfto U
nuotando
pel
Fa cos dire
hde
il
GhHisfimo
Onde
che tu
Ti fidi
n* regni miei
vno
Venere che forgendo del mare era raccolta da CuAlcuna volta poi fu per Venere fatta vna belliflma
donna con vna conca manna in mano , e con vna ghirlanda conca mirini
di rofe in capo , perche le rote fono proprie di quella Dea , ^ aia tenere
come dir poi rendendone la ragione , e la conca marina moftra femprc , che fia Venere nata del mare
in mano ch'ella l'habbia , o pure che vi fia dentro co i pie
Bench vogliono alcuni , che perche la conca marina nel coito tutta
s'apre, e tutta fi moftra , fia data Venere per dimoferarc
quello , che nei Venerei congiungimenti fi fa > e ne i piaceri
Alli quali , fia perche quella parte del Ciclo cui
amorofi
pido
di
.
>
foggetta
coli volefl
dita oitra
modo
,
,
o pure che
pareua che
natura de
l'Itola di
gli
habi-
Cipro
folfc de-
Papho
Citt di
quella Ilbla, che vfeendo Venere del mare app.iruc prima appreflb
Qjj
Imagini de J Dei
^8
Tempie di
&
da co
le tre
pomi
d'oro in
li
per generarci
il
nell'altra
tutto
il
dimoHra
naturai deside-
t)e
gli
'48$
Antichi.
prffo di loro
&
ro , che in quefto modo doueffero eftre pi riguardate affai da tutti , Se hauute in maggiore rifpctto , come ho detto
altroue. Egli fu poi dato parimente a Venere cornea gli ai-
Dei vn carro , fopra del quale oltre alla conca marina elandaua e per l'aria , e per lo mare , & ouunquc pareua
lei. Bench Claudiano , quando la fnge andare alle nozze
di Honorio e di Maria , fa che Tritone la porti fu la lubriE perche ciaca fchiena facendole ombra con l'alzata coda
fcun Dio ha animali a f propri) , e he tirano il fuo Carro, quel
di Venere tirato da candidiflime colombe come dice Apucri
la
Carri dati
Dei
alt
perche quefti vccelli pi di akun'aitro paiono eifere cona lei, e fono perci chiamati anchora gli vccclli di Venere , imperoche fono oltra modo lafciili ne tempo alcuno dell'anno , nel quale non illiano inleme e diecfi , che Colombe, *c-
leio
formi
non monta mai il colombo la colomba clic non la baci prima come apunto fanno 'gl'innamorati. Eie fauolc raccontano che full colombo tanto caro a Venere, perche l'criltc,
la,
QjJ q
in quello vcccl-
io
celli
di
Ve*
nertLs.
fattola di
riflera*
Ve-
484
MUal
lo
rano
a li
che in qu
, perche diceuano
Venere palTaua nella Libia * e perci, in tutto quel paef
non l vedeua allhora pure vna colomba come che tutte fot
fera andate ad accompagnare la Dea loro Da indi poi a no^tnacreontcj ne di f ne vedeua riuolare vna dal mare della Libia bellifl
ma enon fatta come l'altre , ma roda, come dice Anacreon*
te che Venere * oue ei la chiama porporea dietro quella ne veniuano poi le torme delle altre colombe Onde cclebrauano quelli del monte Erice allhora , per efere quelle
gi ritornate 3 li giorni del ritorno % facendo quelli che erano,
ricchi s belli % e copiofi conuiuij ; come riferifee Atheneo
Tirauano etiandio i Cigni il carro di Venere che HoraCigni dada.
o (a perche quella
tio x Quidio e Statio cos lo mettono
Venera*
mo
che
a
ninno
innocentini
male o la pure;
e
fa
vccello
,,
ili
,.
3.
,,
,,
&
Dea fatpiaceri
Fu
ro l
3
>.
Venete pente
3,
nudai
ti ,
e perche quelli
perche chi va
pnuo
veftiti
oliera
che
altro
hauefl
Praftea
quello
mentre
,
no * Onde
a
fece
quelli
Gnido
Venere
di
vna
tutfcultore
nobile
quel
le
bianchifmo
tanto
molti
bella
che
namarmo
di
>
nuda
ta
uigauano in Cipro tratti dal defderio folo di vedere quella Ila
gliatoj.e
di.
dalle lafciue
,.
>,
toa
della quale
legge
cheli
innamor vno
stAmmimco
s fattamen-.'
,.
,,
lofa*
&
'
'"-
dola*
De
gli
Antichi.
4$y
che
alle
giouani
Ci
fanno
fanno i dilegni loro . Leggefi nelle hiche quefta Dea appo loro ftaua dritta fo- Hiftone di
pra vn carro tirato da due Cigni , e da altrettante Colombe Safsonu
nuda, col capo cinto di mortine, Se haueua nel petto vna fafpeflb naufragi, che
de
ftorie
cella
Saflbni
ardente , nella
le
ftauano
palla
rotonda
iti
pomi d'oro ,
le
ammicchiate come
che quefta imagine ,o ftatoa lignifichi , non farebbe troppo
diffcile da dire ma poi che il Giraldo, che l riferiice o u feri Graldl
u de i Dei de' Gentili , nonne ha detto altro , io lafcio che
f la interpreti ognuno a modo fuo . Dir bene che fi leg~
*~M,vt dat<>
g del Mirto , che foffe dato a Venere , perche era creduto
t~J%
hauere in f forza di far nafeere amorefra leperfoue,e di conE Plutarco dice , che pianta fgnifcatricedi paferuarlo
ce , donde era , che appreffo de' Romani, quelli, li quali menauano certo piccolo trionfo , per hauer vinto i nemici con
pochiffimafaticha, e lenza vcciione , erano coronati di mirto , pianta propria di Venere, perche ella ha in odio grande:
mente
detto
la
Tmagini de
Dei
'
aiflmo tempo
e tolto langue
a*
riguardanti
come fanno
dura br6-
etiandio gli ~*
fyfe
colorite*
lande di quefte . Le quali non furono per fempre colorite ,anzi da principio erano tutte , bianche , ma furono tinte poi
del fangue di quefta Dea vna volta che ella correndo per
dare aiuto all' Amato Adone , volendolo vecidere Marte, che
n'era diuentato gelbfo , pofe i piedi fopra le acute fpinc delle
bienche rofe
che nevfc
e ne fu punta grauementc
fu cagione
,/
onde
fangue',
il
fta
men
belle natiche
le
quali e
fi
che
r"'
&
la
li
&
cos
due
fratelli tollero
per
il
mo-
g^e
De gli
Antichi
4*7
Jmagine di Venete dea de piaceri madre d'amore accompagnata da gl'amorini , dalle bore,
dalle tre grafie f~
gnificanti le dilitie amorofe
^J>
vM
&
&
il
?Z
"r~
m&%gm 3$&3333g%
Imagini de
4$
De!
glie le
,"
4)?*kg0i
;.-;
&
Ila
|;
bra, in
r/a
modo
bianco,
C.iel>
che
qua'fi pi/nli
appariua
Il
Sq fsot$l& velo
il
colore del
ma-
onde vici prima quefta DeaMlJmanzi gli andavano vezzofi Amri con ardente raclftte in mano,come era la vfanza de ,.lt aiitchi , che cinque fanciulli con le faci ccefe in
manondauano dinanzi alla nuuaTpbfa'la prima volta , che
alla cafa andaua dello fpofo , de dall' vn lato haueua le Gratie
dall' altro le belliflme Hore , le quali con belle ghirlande di
fiori in mille vaghi modi pareuono adornare la Dea de i piaceQuefto il ritratto , che fa Apuleio di Venere > alla quari
re,
le
Uoratio
*,
H\.me
compagna
la lakiuia
Onde
Tietro
De gli
Antichi.
489
SE
f]&
la gencratione
o&
&
figliuoli,
<&
il jletitio ifier
ne-
py5
O^
Rrr
4^
Dei
Indgini -dei
VENVS,
lo su la tefta ,
dinanzi del quale ne ft vn' altro
limile alni dritto in pie, e io guarda
tenendo con ambe le
mani diftefe in alto vna di due treccie, incapo alle quali
vn bel vifo di donna ornato di vn panno , che discende gi.
fin* al
mezzo
delle treccie
O C V S, e fopra
il
fanciullo,
CYPIDO. E co me che da
Ventre venghino non meno gli honftipenfieri , che le lafciue voglie, le votarono gii Romani pel configlio de i libri
VertUordA,
Verticordia poi , perche volt i cuori di quelle lafciue femine, come fcriuc Ouidio, a pi honefta vita. Et fu queftoil Tempio forf, che fece Marcello , pofciach'egli hebbe,vin~
ta la Sicilia
fteflTe
ogni
fuori d*
la fciuia
andauano
fatte
le
Roma
quali
lungi dalle
mura
di
vn miglio
accioche cosi
Roma
di ftracci, con le quali {ogliono fcherzaEt era quefta Venere de' Romani
che da' Greci fu chiamata Apoftrofia , che
diftucco
noi potiamo dire Auerfatrice, perche era contraria a' dishonefti defiderij ,
rimoueua dalle menti humane le libidinofe voglie
che cos la nom Harmonia moglie di Cadmo a*
Thebani , come ferme Faufania Appreftb di coftoro fuan-
&
,.
Ventvt Cele
chovna Venere
cero
corpi
puro ,e &n<*
che in tutto alieno dal congiungimento de f
coramune , che.
vn' altra ve ne fu detta popolare ,
Amore
:
&
celefte
fceua l'Amore
&
,.
d'onde viene
la
generatione
humana
;
.
& fu.
Ella,
&
t)e
v
&
gli
49 r
de la cala
che in vna Donna il tacere
:
Antichi.
Donne
ef moftrarealle
>
'Plutarco
\,
*s
&
nofi appetiti
non quando
matrimonio per
la
Gratie,
Amori
tk.
a gli
le
sforza a queft
fuccefone della
il
nuoua prole
fcriue Plutarco
debito del
Olrre alle
che foleuano
gli
Mercurio
&
Cenere con
Rrr
2.
a Ve-
p, */,
'4*4-.
fmginldeificil,
a Venere
tjtiegcwefi
&
&
Thefeo , come recita Paufani&^polcia ch'egli hebbc raccolteci yna Citt opz geniti* che ternano prima fparfeper gli
campi. Et. a aj'cjfi luochi ancora della Grecia furono tempi|
della
gli
Gnidio*
me dice Oaidio
loro
%*A%t*iu
mil-
,.
&
Diomede
& M
Zattmfoc
jionme
no andati ail*alFedk> . Ma non fuccefleloro il diftgno; Imperochc le donne Lacedemcnie che quello intefero armateli
tutte quelle,cbe a ci erano
ci
i-i
&
li
buone,
oc
andate contra
gli
mini-
tanto
ono
Degli Antichi
Ifc
Imagini di
re in
maritati
#
&
Ceppi dinotante
lore delle
& amanti
la
fermer
>ittricei
493
&
di
rene-
Witti
queHa imagine il va
Donne lactde.nome contro mecenei>cbe andaua
no fachegar la
\dinot'a ancora
><*
Iris gi ni
494
de
Di
tAufonio
che poteflero dare a quelle valorofe guerriere delle fatiche lodella bella imprefa
ro . Onde per memoria di quello fatto ,
fatta dalle donne polero vn tempoi Venere con vna fua fra*
toa armata, della quale fa Aufonio vn bello Epigramma , 8c
f]nge,che Pallade,vedendo Venere armata,come ella panmen
teandaua fempre, voglia di nuouo venire a contefa conleiecian
dio fotto il gtudicio di Pari,ma Venere la fchernifeeeometemeraria,hauendo ardire di prouocark hora,che la vede armatale da lei fu vinta gi mentre,che era nuda. Lo Epigramma
facto volgare tale.
&
bella
..
f<o
<
glia
Degli
Antichi.
49$
glia di
adormano
la
imagine, che
quelli di
gi detto-, Se
eh' ei fa de
Amorijche le Ninfe pofero vna ftatoaa Venere, perch'ella
le fece madri di cos bella prole,come^bno gli Amori,& le de.
dicarono vno fpecchio di argento,con alcuni adornamenti cja
i piedi dorati . In altro modo ancora fi vede Venere in vna Medaglia
medaglia antica di Fauftina Augufta , la quale con la finirtra Fauftina.
mano tiene vno feudo appoggiato in terra,che ha due piccole
fgurette fcolpite nel mezo,e con la dertra porge vna Vittoria,
ha le lettere intorno, che dicono, Venere Vittrice. Ricordomi di hauere veduta vn' altra medaglia ancora antica pure
di Fauftina, oue erano lettere, che diceuano, Venere, con vna
donna in pie veftita, la quale con la finirtra mano da vna parte teneua il lembo della vefte>& lo tiraua sjcon l'altra porge
u certo non so che, che pareua vn pomo , forf per memoria
di quello, che le fu dato da Pari, quando la Giudic pi bella
di Giunone, edi Pallade . Onde Paufania le mette parimen- Taufania
te vn pomo in mano>quando riferifee da certa rtatoa di Venere , la quale era appretto de i Sicionij in Grecia , dicendo , che
quiui era vn Tempio dedicato quefta Dea, nel quale non pteua entrare mai pi di due Donne & di quefte l'vna,che ne
haueua la guardia, ftaua carta fempre, ne giaceuacon il marito mai,mentreche era querto officio jl'altra bifognaua, che
n
foffe vergine perche maneggaua Iecofe de gli facrifici,
ftaua quefta cura pi di vn'anno . E tutti gli altroch a quefto tempio andauanoper pregare la Dea di alcuna cofa,ftauano fuori dinanzi alle porte La rtatoa Tua era d'oro^he ft.iua
a federe, & con l'vna mano teneua alcuni capi di Papauero, e
con l'altra vn pomo, &c haueua su la cima della tefta certa cofa, che rapprefenta vn polo , vogliamo dire ganghero . E
quella, che fu fatta da Tindareo,vi haueua certo velo,che vrfauanodi portare per adornamento le Donne di que* tempi
gli
&
Delia
di
49f
Imagini de
De!
medesimo Paufania dice che appreflo i tacedemoni; fopra il tempio di Venerearmata era,come diremo noi,
mm
L
rb
ye
vna ^PP6^* oue eu*a ^ aua a federe, chiamata quiui Morpho,
nere eoi t le
.
*
con certo velo in capo, comediff,c con Iacci,o ceppi che fotDella quale
'
il
me dicono alcuni
effere
Nume
come ch'ella
haueflc
lehemente
lezza^
la fua fella
pregandola
&
&
delle
delie loro
":''
tc
De
t la pregauano,&:
tempij
tri fuoi
che
muneamore,&
gli Antichi.
497
ma ancho
nuoua prole
Je faceflfe liete di
&
di bella fuc-
Si che fu
perche
da
i
le
donne
tirare le
tutte
fi
tagliarono
Romani attediati
alia
^ueira,*quanda
Campidoglio etano
ali'e-
co f ,
ftremo bifogno
dicarcno,ccme ninfee Lattantio,vn tempio Venere,ouela
di tutte le
dvfcriue Claudiano,diccndo:
:
tenere allho>a in bel dorato Jfgg o
Stando a campo, le vaghete bionde chiome
Hiuca
le
Sparge frvna
La
leviga
le
quali
di l^et'are fo.iu^>
V altra
l'i
burneo dente*
s s
cinti
59*
<Aj Imagini
^fift
di
Venere mafchio
femina
ffg
\Adone morto
niip
</(?
ftp/ir/t
la
morte
Qf
Wa
*f i?.
De
<uti
rinacquero
fe
gli
ma
fecero
la
barba
Antichi.
499
mano vn pettine
le
pofero
Et alla medefi-
mafehio, &di femina, come quella,che alla vniuerfal gneratione de gli animali era fopra,& perci dal mezzo in sii la face
dal redo in gi era di femina. Ne
uano in forma d mafehio,
di Venere {blamente dilfero quello gli antichi, ma di tutti gli
&
" e \ tH *!**"
y
iW* e emn
'
altri
&
&
5 00
Imagini de
io coprini tutto, 6v
Del-
&
&
Adone vecifo
lieta
ma
ch'ei f
tempo
&
li
moflra niella
quando
ne muoia alIhora,&
f lo
egli
&
inoltrano
Degli Antichi.
50
C
Et parlando natii tal mente pur* anche
Eufebio di Venere dice, che da lei viene la virt dei generare, Spofitonedl
eh' ella> che al leme d forza: & la fanno in forma di don Penere.
na,per mofltare, che la genera tione procede da lei sia fingono
bella, perche quella lteila,cliedi tuctel'altre,che fono in Cielo
pareelfere la pi bella, chiamata Helperola fera, come dice
Marco Tulli.?, & la mattina Lucifero; Cupido le fra a lato per (^M. Tullio*
fegno, che da lei nalce ogni laiciuo defiderio,&: ogni cupidit
libidinofa , ha le poppe , ex: membri genitali coperti perche
dentro da quelli ita rmchiufo il feme,& in quelle il nutrimento di chi del conceputo feme gi ila natoj& la dicono nata del
moftrano
tutti
mefti
&
& numida
Se
che fpello fi muoue,&: agitata forte fa di moka fpuma,le quali cole Iona tutte nel leme , perch' egli bianco parimente, &c
fpumofo,&: di natura fua humido,e caldo.Molte altre cofeanchora fi potrebbono dire di Venere per chi voleife ragionare
di lei comedi Pianeta, & de gli effetti, che vengono dalla lua
ilella,che adorna il terzo Cielo onde fi potrebbe etiandio conolcere per quale cagione fingeilero gli antichi , che Marte
Dio tanco terribile , ck feroce cos piaccuolmente f ne il effe
con ei t ma perche quello mi fuierebbe troppo dal mio proponimento di ragionare delle imagini de i Dei , non della natura
loro , pi non dir di lei , pofeia che non mi ricordo dihauer
Et poletto , che in altro modo l'habbiano fatta gli antichi
trebbe beneancho eiTercchel'hawerTero fatta, ma non lo sio>
nferiuendo fi pu mettere cos interamente tutto , che non
vi rimanga qualche cofa fempte, & bene il douere,accioche
ogn' vno habbia che dire . Baila che leggendo quello poco ,
-,
ch'io fcriuo
non mancher
affai
re, fcolpire gli Dei degli antichi chi lo vorr fare; & fapr
anchora perche faccia cesi . PalTer dunque a dire della compagnia di Venere, che fono le Gratie,& le Hore,comehproiitllo , mettendo prima per quello , che Martedice , mentre
in braccio, hauendoi di
lei
pigliato
amo
fi
to bcne,a uale,&
i
di
Vcntre:ondenonhaue-
ta
501
che
gli
amorofi
piaceri
fi
Quelle
Tu mi ti
Vnqua
puoi'
di
me
>
e ritenerci
Tu fola
quesa
e feti para.)
Le Gratis
De
gli Antichi.
5<>3
LE G R A T
Ofcia che riabbiamo difegnata Venere madre di Amore gi da noi ritratto parimente
hora
ben honefto , che diciamo delle Grafie^ delle H ore infieme, le quali con quella vanno {empre in compagnia , Percioche
come Venere , & Amore fono cagione , che
venga fuccendo tuttauia nuoua ptole, &: che perci fi conferui la humana generatone , cos le Gratie tengono i morta-
li
gli
no
Per
la
non
Ma la
&
come fiano
mi loro
fiate dipinte
&
gli
mortali
la
elle
vengono
prefte a
leu. .;l e
Imagini de
504
leuare le briglie
Dei
velociflnu deftrieri
ftralingna.
*4
Le
belle, e
vaghe
figlie di
^ereo
le
fatiche
Ne altro Tono le
Hore,chc
che
le
fanno
le
effere quattro
Eufibio
l\oxe quante
Jono*
QudiO,
&
vengono
Taufania
E Paufania ferme,
De
Imagini
gli
50*
Antichi.
&
di o</deUanno>que r>
io per
&
&
li
colpeuolt.
C^V
Imagni de
Dq,
&
-,
lo in alto
le belle braccia,hanno i biondi crini fparfi alle i palguancie colorite, come chi dal corfo gi fi fente rifcaldatoegh occhi lucenti, al mouerfi predi. Perche quelle d*uique fanno che la terr ci rende il feminto grano , e ^i altri
frutti con vfura grande,come ch'ella moftrandofi grata di quf I
lo, che diamo a lei,ci rimuneri in quello modo,fu detto,cht le 4
'
le, le
&
fratte
qttat-
&
&
terza di
:
vue,& pampani,i'vltima
t>i<xtoro.
elle:
ti
Gratie perche
compagne
Venera.
E
di vliua
man delira
.
liniero gii
ami*
di
le hauefle. nella
del corpo
non
ma che ricambino
fiano gli-huomini
core allegro
animo
gli
Per
la
gli enetti,che
l'altro
il
da quelle vengono
ricambiare
mede fimo
L'vn
jpaufiinia ,
<f
De
gli
Antichi.
507
&
grafia dee
delle tre grafie dee di Ha bellezza,
ancora della gratitudine $ del beneficio, nominate Eu-
lmagini
ss
frofma giucondit^glaia veuutla, Tbalia piaceuoleTga dee dilla conuer lattone, fociabilit,& amicitia,
&
di quella allegra
riuertLj
vitalbe
^^
W|
Ki
1$
te
*o8
Imagini de
Dei
Crattc frj.
in.
E>elo
non
fi
dee rendere
il
ma maggrore aliai,
'
'
ratione, perche
ro
hi quefto fa
v furaio pi to Ito
pu
efiere det-
S/
Tbulia
Talithea*
nome proprio,
:
flette
con
iui
&
mani
De gli
509
Antichi
S3&3 8S3&&
con
la beneficenza deue effer fatta
il
ragiono
con
meriteudt,fen7p(peran%i di premio,
t
occafione
con
deue
beneficiato
che il
lincer,
tempo^
animo
.
-.
dtril beneficio
&
& /e non infatti almen con
le
parola
^-,
Invagini de iDei
5 io
mani,&: piedi di bianco Auorio.L'vna di loro hauea vna rofo
in mano, l'altra certa cofa fatta come vn dado : la terza vn ra,
modi mirto Et di quelle cofe rendono quella ragione. La ro
/a,
il mirto fon di Venere , & perci furono date quelle
che per lo pi fono con lei ,
quella cofa quadra lignifica L
giuochi, che tra loro fanno le splici verginelle con piacer fuo,
ik di chi le vede il che non auuiene delle donne di maggiore
i
&
&
conuengono
le
Tut-
&
H a politalo,
*4riHo;el<Lj
verdi, ne
fi
&
fecchino mai
come quella pianta verde fempre. Et come riferifee AlefTandr Napolitano,^ lo fcrifle innanzi lui Ariitotele nelle Morali ,foeuano gli antichi fare il tempio delle Gratie nel mezer
delle piazze
il
cij
non
di
tfflacrobio
&
De
gli Antichi.
5 1
cendo,chequefl:efono tre, parche vna fa i! beneficio, !'a!tra lo
riceue,& la terza ne rende il cambio . Ouer > che vna fa , l'alf,& renderne vengono ad eflere tre manieStanno con le mani , & braccia inficine
.
giunte perche l'ordine del far bene altrui cheoaiT di mano
in nuno,e ritorni put'anchead vrile di eh? lo fece prima , & iti
tra rende, !a trza
re di fare beneficio
qu:fto
modo
il
nodo
gra'to
huomini
in*
feme giunti . Sono allcgre,& gioconde nello afpetto, perciche tale fi ha da moflrare chi fa beneficio altrui ,
tali fono
per Io pi quelli, che lo riceuono . Sono giouani, perche non
&
perch? tale ha da effere di dentro l'animo di chi, fa benefcio, quale fi moftra fuori nelle opere ;
perche chi riceue
fparenti-,
&
il
beneficio
non lo dnafcondere,ma
farlo vedere
il
riceuuto beneficio
da ogniuno
non fi pu ricam-
confeffarfo
almeno
cor*
Et qui
fattore.
lia finita la
li
Roma
Onde
Tutte
le
pu
tre
conojeere forele,
Thalia y
Con
&
le loro
le
,
& bellezza
in tutte tre
alle
[i
ved<L^
fonile volta
(u braccia
aggiugne
annoda
*A
la
Ur^a fonila
injieme auint(L->
Gioite
Imaginidi Dei
Ciouc
lor
CU
il
bel
Cupido
modo*
refi* vinto*
Catalogo
LO
C A T A
De cento pi famofi
loro natura ,
G O
Dei de gl'Antichi
& propriet
Per
C efare Malfatti.
Tornita dea della fempiternita,&della immortalit.
aprefso
ne del
li
Ailrij
& generatio-
tutto.
& del
firmamento.
Cibele ouer Ope detta la gran madre vniuerfale delli
Dei
de gl'huomini.
Saturno dio de poueri,& del tempo padre di gk>ue,giunone,plutone>& nettuno.
Gioue dio de gli Dei degl'antichi fulgurante tonan-
&
&
te
fopra
ofpitio.
&
fuuia.
Mercurio melTaggiero de Dei dio della clloquenza , de
tit reami.
ladri ,
&
& vir-
ginit.
&
&
trice bcllisilma
doppo Venere
dea de nauiganti.
Plutone dio de l'Inferno, de danati, de tormenti,& del-
le ricchezze.
Proferpina moglie di Plutone dea de l'inferno
& della
&
&
&
cariui.
Concordiadea
& multiplica-
Honore dio
della
fama
talit.
&
luoghi
inueftigatori
de fatti humani.
Penati dei familiari cuftodi delle Citt, cafe,& luoghi
come li lari.
-Pomino dio delle.porti,chiaue,&
fermigli.
Ppp
&pro
mifloni.
miftloni-
1'%,
fabricator
de fulgori gioue.
Ma tutta onero Aurora dea deH'alba,& dell'albore.
Eolo dio de venti,e delle tempefte.
Neceflir dea del fato, & del dettino.
Hebbe figliuola di giunone pincerna degli dei, dea del
la giouent,& della liberta.
Pallade dea della fapienza , inuentrke delle buone arti
dea anco della guerra.
Maia madre di mercurio dea derefponfi, &caitigatrice
delle battaglie
&de
tiranni.
none
Efculapio figlio d'ApoIine dio della medicina
Salute dea della fanit,liberatrice delle infermit
Iano dio bifronte dio della pace,ciuilt,protettore de g*
Italiani.'
&
&
del feme.
giardini,
der humani.
& de giar
Flora
ma vera.
Pane dio de paftori,& de greggi inuentore
del flauto.
&
fifolazzi,
&
&deltriompho.
femi,
te le cofe.
& ruine.
Cupidine amore dio dell'amare,diodelben vo!ere,&
della propagatione
Anterote fratello d'amore dio del riamare,& del recipr
co amore.
Grafie tre tufrofina fpra l'allegrezza,
giocondit Q.
&
il
beneftio.
et
venufta riceue
benc-
il
fitio.
&
goni.
Partenope.
Leucafia tre dee firene del mare alletatrici alla lafciuia
operationi, et
le
& l'armonia
aflegnat
al Sole.
Terficore fopra
il
fegnata marte.
& la
geometria affegnata
J:
tl
inuentrice
aflfe*
v-~
le aitre
Quefti fono
li
- a-pp gl'antichi.
:
E.
IN
PADOVA,
M.
Ad
inftantia di
C.
VII.
Pietro Paolo
Libraro in
Tozzi
Padova,
AllmfegnadclCIESV.