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Ìndice

Presentazione all’edizione italiana VII


Prefazione all’edizione americana IX

Parte prima
LE DOMANDE

1. Le domande di base 3
2. Quando comincia la vita umana? 7
3. La seconda domanda 9

Parte seconda
LA STORIA

4. Un passo indietro nel tempo 15


5. Due ignobili giornate negli USA 21

Parte terza
LO SVILUPPO FETALE

6. Lo sviluppo nell’utero 27
7. Il processo di crescita 39
8. La capacità di vivere 51
9. Il dolore fetale 59
10. La fecondazione in vitro 67
11. Aborti 73

III
Parte quarta
ABORTO PROCURATO

12. Come vengono eseguiti


gli aborti procurati 85
13. Complicazioni fisiche immediate 95
14. Complicazioni fisiche tardive per la madre 107
15. Complicazioni fisiche tardive
per il bambino 119
16. La salute mentale 125

Parte quinta
IMPLICAZIONI SOCIALI

17. Gravidanze non desiderate 141


18. Lo stupro e l’incesto 151
19. La civiltà occidentale sta morendo 161
20. Aborti illegali e finanziamento
dell’aborto procurato 167
21. Si tratta di una morale imposta? 175
22. Pena di morte, guerra e
armamenti nucleari 183

Parte sesta
LO SCENARIO MEDICO

23. Medici e infermieri 189


24. Sperimentazione sui feti e sui neonati 199
25. Aborto ed infanticidio 209
26. Eutanasia: quando il medico
uccide il paziente 223
27. Il programma tedesco sull’eutanasia 227
28. Il controllo delle nascite 231

IV
IN D IC E

Parte settima
L’IMPATTO SOCIALE

29. Parole - Parole - Parole 241


30. Adozione 247
Dove siamo arrivati oggi? Quali sono gli interrogativi da
affrontare? Quali sono le inform azioni di cui la gente ha bi-
sogno? È stata u n ’avventura entusiasmante. Abbiam o fatto
nostra ogni singola tem atica, attingendo alle nostre esperien-
ze ed ai nostri ricordi personali, rovistando in più di quaranta
cassetti d ’archivio pieni zeppi, per docum entare le nostre ri-
sposte. Il risultato è un nuovo titolo con l’aggiunta di para-
grafi e capitoli che trattano argomenti in precedenza non af-
frontati. A sostegno delle nostre risposte abbiam o utilizzato
articoli scientifici nuovi ed aggiornati, fatta eccezione per al-
cune parti irrinunciabili delle precedenti edizioni. Volevamo
un libro breve e sintetico, che nel contem po rispondesse e col-
masse le nuove esigenze: alla fine il libro è risultato più lungo
del previsto, m a anche, ne siamo convinti, più ricco ed utile.
O ffriam o questo nuovo libro come il nostro maggiore
sforzo per colmare le insistenti richieste di ogni uom o o don-
na che abbia degli interrogativi ed aspetti delle risposte.

Jack e B arbara Willke


Parte prima

LE DOMANDE
1. Le domande di base

Quando il prodotto del concepimento p u ò


essere considerato una vita umana?
Solo quando daremo risposta a questo quesi-
to potrem o discutere il conflitto tra i diritti del-
la donna ed i diritti del ,,bam bino”.

Cosa vuol dire “ Vivo” ?

“ Vivo” significa che l’essere in questione sta crescendo, si


sta sviluppando, m aturando e che sta sostituendo le proprie
cellule m orte. Significa non essere m orto.

Cosa vuol dire “ U m ano” ?

“ U m ano” è uno degli esseri biologici appartenente alla


specie H om o Sapiens. Tali esseri viventi sono unici rispetto a
tutti gli altri poiché hanno quarantasei cromosomi in ogni
cellula. Questi esseri viventi non appartengono né alla fami-
glia dei conigli, né a quella delle carote, ecc.

Come si può definire una “ Persona” ?

Questo term ine può essere definito almeno con una dozzi-
na di modi diversi, a seconda del campo o della disciplina nel-
l’am bito dei quali lo si considera. In am bito teologico, di soli-
to, lo si usa per indicare la presenza di u n ’anim a. In am bito
giuridico (almeno negli USA) la persona è tale dal momento
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

della nascita. In altri paesi ci sono leggi che definiscono Piiii-


zio in epoche diverse. Per la medicina e le scienze naturali, la
persona è rappresentata dall’essere vivente nella sua compie-
tezza. In filosofia questo concetto ha molti significati e sfu-
m ature. È opportuno com unque non usare il term ine “ perso-
n a” senza prim a definire in m odo preciso il significato che gli
si attribuisce; diversamente, qualsiasi discussione sulla per-
sonalità risulterà assurda.

È vita um ana questa?

È vita um ana questa? Questo è l’interrogativo, il problem a


che deve essere considerato, ponderato, discusso e finalmen-
te risolto prim a di ogni altra cosa. Non è possibile metterlo da
parte o ignorarlo. Deve essere affrontato e risolto in m odo
onesto. A questa risposta è legato l’intero problem a dell’a-
borto, in quanto ogni altra considerazione perde, valore al
suo confrónto. In un certo senso, null’altro im porta.
Se ciò che cresce e si sviluppa nella m adre non è vita urna-
na, ma semplicemente un pezzo di carne, un grumo di proto-
plasm a, allora non m erita alcun rispetto e considerazione;
l ’unica preoccupazione valida rimane la salute psicofisica
della m adre, il suo benessere sociale e persino la sua conve-
nienza. M a se questa è vita um ana, allora ci troviam o di fron-
te ad una seconda dom anda, rispondendo alla quale, potre-
mo risolvere l’intera questione sull’aborto con un “ sì” o un
“ no” .

Qual è questa seconda dom anda?

Essa è: “ dobbiam o garantire, per mezzo della legge, ad


ogni essere um ano una eguale tutela a partire dall’inizio della
sua vita fino alla m orte?”
Oppure: “ dobbiam o discriminare, sempre mediante la leg-
ge, tra intere classi di esseri um ani?”
Il Capitolo 2 intende rispondere a questa dom anda. Il Ca-
pitolo 3 valuterà il problem a della discriminazione, i Capitoli
4 e 5 esamineranno invece la questione della tutela della vita.
Da due millenni nella nostra cultura occidentale il valore
assoluto del rispetto e della difesa del diritto alla vita di ogni

4
LE DOM A N D E

essere um ano è scritto nelle nostre costituzioni, specificata-


mente protetto dalle nostre leggi e profondam ente radicato
nell’animo di tutti gli uomini, ed è avvertito come un diritto
inalienabile, inequivocabile.
Le uniche deroghe sono state quelle in cui si è reso necessa-
rio scegliere in talune circostanze tra due vite, o eseguire sen-
tenze di tribunali.
• M ai, nei tempi m oderni, salvo che ad opera di un ristretto
num ero di medici nella Germ ania Hitleriana o nella Russia
Staliniana, è stato fissato un valore di utilità economica e
sociale della vita um ana come prezzo per la sua continua-
zione.
• Mai, nei tempi m oderni, salvo che ad opera dei medici del-
la Germ ania H itleriana, un determ inato grado di perfezio-
ne fisica è stato richiesto come condizione necessaria per la
sopravvivenza.
• Mai, dall’epoca della legge rom ana del “ Pater Fam ilias” ,
una nazione im portante ha conferito al padre od alla ma-
dre il potere assoluto di vita o di m orte sui figli.
• M ai, nei tempi m oderni, uno stato ha conferito ai suoi cit-
tadini il diritto di uccidere, come soluzione di problemi
personali, economici o sociali.
O ra le nuove legislazioni permissive sull’aborto, in Ameri-
ca ed in altre nazioni, consentono tutto questo.
Esse costituiscono un totale capovolgimento, il rifiuto più
assoluto di uno dei massimi valori dell’uom o occidentale, 01-
tre che l’accettazione di una nuova etica in cui la vita ha un
valore soltanto relativo. Ogni essere um ano non ha più il di-
ritto assoluto alla vita, derivante semplicemente dal suo esi-
stere: l’uom o p o trà ora vivere soltanto se disporrà di un certo
grado di autonom ia, perfezione fisica o utilità per gli altri.
Questo è un cambiamento radicale, che colpisce la basi della
civiltà occidentale. Non fa alcuna differenza sostenere che la
vita è più um ana dopo il parto che prim a del parto. Il punto
critico è definire se sia o no vita um ana. Usando un metro di
maggiore o minore dignità dell’essenza um ana è possibile
giustificare facilmente e logicamente l’infanticidio e l’euta-
nasia.
Utilizzando come m etro l’utilità economica e /o sociale si
giunge alle orribili atrocità delle uccisioni di massa Hitleria-
ne. Non si può fare a meno di ricordare il commento ango-
sciato di un giudice nazista condannato, il quale, al termine
del processo di Norim berga, disse ad un giudice americano:
“ non avrei mai pensato che si sarebbe giunti a questo ” , al che
C H E N E SA I D E L L ’ABORTO?

il giudice americano rispose semplicemente: “ vi si è giunti la


prim a volta che un innocente è stato condannato” .
M editiamo bene le parole di George Santayana: “ coloro
che non ricordano il passato sono condannati a riviverlo” .
Wm. Shirer, The Rise and Fall o f thè Third Reich, Sim on & Schuster, 1959)

M a ritorniam o al nostro problem a di fondo. Questo essere


non nato, che cresce nel grembo m aterno, è una vita umana?
Valutiam o questa questione con la massima attenzione, rigo-
re scientifico ed onestà. Da questo può dipendere gran parte
della libertà fondam entale delPuomo negli anni futuri.
2. Quando comincia la vita umana?

Se c ’è un com pito fondam entale, tra tutti i


doveri di uno Stato, esso è sicuramente quello
di tutelare il bene p iù prezioso dei suoi cittadi-
ni: la loro vita. Per creare delle leggi cheproteg-
gano questa vita, è necessario stabilire il mo-
m ento in cui essa ha inizio.
Questa domanda merita una risposta.

Dove ha origine l’essere umano?

Si può rispondere alla dom anda in senso spirituale, filoso-


fico o biologico e m olta della confusione odierna deriva prò-
prio dall’aver mescolato queste discipline tra loro.

C os’è la “ Vita um ana” in senso spirituale?

L ’anim a rappresenta l’essenza della vita um ana e quindi è


con l’origine dell’anim a che inizia la vita. Il problem a qui sta
nel fatto che non tutti i credenti concordano sui tempi, cioè
sul m om ento in cui ha origine l’anim a, senza trascurare poi
quelle persone che, spesso in buona fede, non credono all’esi‫־‬
stenza dell’anima.
Nessuna legge può im porre delle regole basate su un credo
religioso, per cui non potrem o mai usare dei riferimenti reli-
giosi, concernenti la vita um ana ed il suo inizio, come sup-
porto per le leggi.
C H E N E SAI D E L L'A B O R TO ?

Come viene definita la “ Vita um ana” in senso filosofico?

In una miriade di modi. Facciamo un esempio: non c’è vita


um ana fino alla nascita oppure quando m anca un determina-
to grado di consapevolezza o di volontà; quando non c’è una
reciprocità di am ore, un certo livello di cultura, di autonom ia
oppure di sviluppo psicofisico, ecc.
Molte persone basano la propria definizione di “ vita urna-
n a ” facendo riferim ento, in assoluta buona fede, a questi pa-
ram etri di giudizio o ad altri ancora, ma non dobbiam o di-
m enticare che:
• pur essendo il risultato di un processo speculativo e quindi
razionale, le teorie filosofiche citate rim angono teorie;
• nessuna di esse ha una dimostrazione scientifica;
• ogni individuo ha il diritto di m antenere le proprie idee in
campo filosofico;
• le persone, in assoluta buona fede, possono avere idee con-
trastanti sulla correttezza dei credi filosofici sopra menzio-
nati.
Si tratta di teorie non dimostrabili e quindi dovrebbero es-
sere considerate alla stessa stregua delle credenze religiose.
Analogamente uno Stato non potrà im porre delle leggi, che si
basano su idee filosofiche.

Qual è la definizione biologica di “ Vita um ana” ?

Nel campo della biologia non troviam o più opinioni di-


scordi, m a dati di fatto, scientificamente dim ostrati. Le det-
tagliate inform azioni sullo sviluppo dell’essere um ano, a par-
tire dalla prim a cellula fino alla sua m orte, sono divenute ac-
quisizioni indiscutibili, al di sopra delle parti.
Ogni discussione sulla vita um ana deve partire dagli studi
scientifici sull’embrione e sul feto, per poter pervenire ad una
risposta sulla questione fondam entale: l’inizio della vita
um ana.
La terza parte di questo libro sullo sviluppo fetale appro-
fondirà specificatamente questo argomento, esponendo in
dettaglio gli eventi biologici che lo caratterizzano.

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3. La seconda domanda

Sono solo due le dom ande fondam entali per l’intera con-
troversia sull’aborto. Alla prim a “ è questa una vita urna-
n a?” abbiam o già dato, nel precedente Capitolo, una rispo-
sta afferm ativa (che sarà ulteriorm ente conferm ata nella ter-
za parte del libro) basandoci esclusivamente sulle conoscenze
medico-scientifiche. A ffronterem o ora la seconda dom anda,
che possiamo form ulare in questo modo: “ le leggi dello Stato
dovrebbero garantire eguale tutela a tutti gli esseri umani che
vivono in esso?” oppure: “ dovremmo permettere la discri-
minazione per intere classi di esseri viventi?”
Tali discriminazioni purtroppo sono già state attuate nel
passato, anche legalmente.

Discriminazione razziale

L ’olocausto nazista è stato un esempio terrificante di di-


scriminazione razziale legalizzata. Essa iniziò con l’elimina-
zione di quasi trecentom ila cittadini tedeschi ariani, che risul-
tavano essere “ im perfetti” e si concluse con lo sterminio di
sei milioni di esseri um ani appartenenti ad una razza (quella
ebrea), anch’essa definita “ im perfetta” (a questi si aggiun-
gano altri sei milioni di vittime, tra zingari, prigionieri di
guerra e persone di altre nazionalità, come per esempio i Po-
lacchi).
A ll’inizio, gli ebrei furono etichettati come “ subum ani”
con l’uso di epiteti come “ parassiti, spazzatura, esseri infe-
riori, rifiuti della società” , ecc. Nel 1936 la Corte Suprema
tedesca abolì il riconoscimento legale della loro personalità
giuridica. Successivamente iniziò lo sterminio.

9
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

Discriminazione in base al colore della pelle

Fin dal periodo coloniale, negli Stati Uniti, c’è stata una di-
scriminazione legalizzata, basata sul colore della pelle. Tre
anni prim a della elezione di A. Lincoln e dell’inizio della
G uerra Civile, precisamente nel 1857, la discriminazione raz-
ziale legalizzata ha raggiunto il suo apice con la “ Sentenza
Dred Scott’’ della Corte Suprema degli Stati Uniti. In pratica
questa sentenza conferm ava la m ancanza di diritti civili per la
gente di colore e la loro indiscussa appartenenza ai rispettivi
padroni. L ’analogia con l’aborto è immediata.

Discriminazione in base all’età

Se si viene concepiti in Francia, la vita è protetta legalmen-


te a partire dalla 10a settim ana di vita. In Danim arca lo è do-
po la 12a settimana. Nello Stato di W ashington prim a della
sentenza Roe contro W ade, la vita era protetta a partire dalla
16a settimana; in Svezia a partire dalla 20a settimana. A New
York erano 24 settimane; in Inghilterra sono 28 settimane;
attualm ente negli Stati Uniti la vita è protetta legalmente solo
dopo la nascita.
Il Prem io Nobel D ott. James W atson ha suggerito di por-
tare il termine a “ tre giorni dopo la nascita” .
A prim a vista si è portati a pensare che tutti gli Stati sopra
citati siano in disaccordo. M a a ben guardare, volendo rima-
nere strettam ente legati all’etica, alla logica ed ai principi, si
scopre che sono tutti d ’accordo: sono concordi sul fatto di
poter discriminare u n ’intera classe di esseri viventi in base al-
l’età. Semplicemente non sono d ’accordo sull’età da prende-
re come riferim ento.
Si faccia attenzione però che negli Stati Uniti, attualm ente,
ci sono 3,5 persone in grado di pagare le tasse per ogni pensio-
nato che attinga alla “ Social Security” o ad altri tipi di pen-
sionam ento. Le previsioni dicono che entro il 2040 ci sarà so-
lo una persona e mezza in grado di pagare le tasse, a sostegno
di ogni pensionato (dando per scontato che nel frattem po
non ci sia alcun incremento dell’attuale percentuale di nasci-
te).
Alcune nazioni (come altre) sono orm ai vicine alla banca-
rotta e lo si deve in parte all’attuazione di questi program mi,
che potrem m o definire inqualificabili. Questa che si prean-

10
LE DOMANDE

nuncia sarà una situazione economica assolutamente impos-


sibile. La soluzione potrebbe essere piuttosto facile ed imme-
diata: si potrebbe seguire l’etica, la logica ed i criteri dell’at-
tuale discriminazione basata sull’età, cambiando però i ter-
mini di riferim ento. Forse una Corte potrebbe varare una leg-
ge per la quale, chiunque abbia superato gli o ttan t’anni non
venga più riconosciuto come persona dal punto di vista lega-
le. O forse si dovrebbe abbassare il termine a settantacinque
anni, o addirittura a...?
Parte seconda

LA STORIA
4. Un passo indietro nel tempo

N e ll’antichità l ’aborto provocato non era


frequente, mentre veniva largamente praticato
l ’infanticidio.

Perché era così?

Perché l’aborto provocato risultava molto spesso fatale


anche per la m adre. Gli unici m etodi conosciuti erano questi:
som m inistrare dei veleni alla m adre, sperando che il feto mo-
risse; m a spesso moriva anche la m adre. Oppure danneggiare
fisicamente l’addom e m aterno, per indurre l’aborto, cosa
che risultava, talvolta, fatalmente lesiva anche per la donna.

E allora?

Quasi sempre il bam bino veniva fatto nascere e poi ucciso,


se non era desiderato. L ’aborto procurato era raro, l’infanti-
cidio frequente.

Quali erano le leggi?

La Chiesa C ristiana primitiva era molto ferm a in proposi-


to (vedi Cap. 21). Benché i suoi Padri discutessero se il corpo
fosse form ato o no, se esisteva già l’anim a, ecc., essi condan-
navano però in m odo assoluto l’aborto procurato e l’infanti-
cidio. La punizione per il peccato dell’aborto procurato era
di circa sette anni di penitenza pubblica.
(J. Connery, A bortio n , thè D evelopm ent o f thè R om an Catholic Perspective, Chicago:
L oyola University Press, 1977, pp. 65-87)

15
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

Queste punizioni erano più severe se si trattava di aborto


provocato dopo la com parsa dei primi movimenti fetali (allo-
ra il feto veniva definito come “ essere form ato” ), perché la
maggior parte delle persone era convinta che la vita iniziasse
solo con la com parsa dei movimenti fetali.

Che cosa si intende per com parsa dei movimenti fetali?

In origine significava “ quando l’essere era form ato” , cioè


quando, presumibilmente, era creata l’anim a. Più tardi di-
venne il m om ento in cui la m adre “ sentiva la vita” (che è an-
che il suo attuale significato).
Quando il diritto ecclesiastico fu sostituito dal diritto civi-
le, anche la legislazione pubblica inglese, come quella di altri
paesi, condannò ogni tipo di aborto, m a solo come delitto di
poco conto, se provocato prim a della com parsa dei movi-
menti fetali, come un crimine successivamente. Questo av-
venne perché gli studiosi di allora ‘‘pensavano” che il bambi-
no non era ancora vivo prim a di quel m om ento. Dopo la
com parsa dei primi movimenti fetali, o quando la madre
“ sentiva la vita” , “ si riteneva” che la vita era presente e
quindi severe punizioni venivano inflitte per questi aborti
provocati tardivam ente. Q uando “ la vita veniva al bambi-
no ” , “ il bam bino diveniva vivo” ; quando la m adre “ sentiva
la vita” , o “ sentiva il bam bino calciare” , allora la legge ga-
rantiva a quella vita completa ed assoluta protezione.

Quando pensavano che iniziasse la vita?

Anticam ente esistevano numerose teorie sul m odo in cui la


vita um ana avesse inizio e si sviluppasse. La maggior parte
degli studiosi “ sapeva” che era l’uom o a seminare il nuovo
essere nell’utero della moglie, che lo avrebbe nutrito. Da qui
sono derivati i termini tratti dall’agricoltura di “ seminare il
seme” , “ fertile” , “ sterile” , ecc.
Con l’invenzione del microscopio fu scoperto lo spermato-
zoo (da Ham m nel 1677). Ci si accorse che si trattava di qual-
cosa di simile ai germi, e non certo a “ piccoli uom ini” .
Ciò nonostante, i libri di quegli anni m ostravano i disegni
di un “ om ino” raggom itolato nella testa dello spermatozoo,
che venne così chiam ato “ H om unculus” .

16
LA STO RIA

Con il crescere del potere di risoluzione dei microscopi di-


venne sempre più evidente che doveva esserci u n ’altra spiega-
zione sull’inizio della vita. Forse anche la donna contribuiva
in qualche modo alla formazione di questo nuovo essere?

Ma pochi di coloro che praticavano l’aborto procurato furo-


no puniti, perché?

Per provare il crimine dell’aborto bisognava:

a - dim ostrare che la donna era incinta;


b - verificare che era stata quell’azione ad uccidere il barn-
bino.
Fino ai tempi più recenti, l’unica prova certa della gravi-
danza in atto è stata quella di sentire i movimenti fetali o il
battito del cuore fetale, eventi che si verificano a partire dal
4°-5° mese. Dopo l’aborto, la sola prova di gravidanza era
esibire il corpo del bam bino — “ corpus delieti” . Raramente
però queste prove erano disponibili. Di norm a il crimine non
poteva essere provato, proprio perché era impossibile dimo-
strare l’esistenza di una iniziale gravidanza.
(J. D ellapenna, The H istory o f A bortion: Technology, M orality, and Law, University
o f P ittsburg Law Review , 1979)

M a gli aborti erano frequenti nel XIX secolo!

Qualche tem po dopo il 1750, fu introdotta una nuova tee-


nica per l’induzione dell’aborto. E ra una im portante innova-
zione tecnologica che consisteva nell’introduzione di oggetti
nell’utero attraverso il canale cervicale, per dare inizio all’a-
borto. Anche questo m etodo com portava grossi rischi per la
m adre, m a era certamente ben più sicuro dei precedenti e finì
per sostituirli, così che l’infanticidio divenne raro.

Allora, vi fu un aum ento degli aborti nel XIX secolo?

Sì, notevole. In effetti gli aborti divennero molto frequen-


ti.
(J. M ohr, A b o rtio n in Am erica, O xford University Press, 1978)

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C H E N E SAI D EL L'A B O R TO ?

Poi nel 1827, Karl Ernst von Boar, postulò, su una rivista
scientifica, il duplice contributo maschile e femminile ad un
processo chiam ato concepimento. Fu la prim a accurata de-
scrizione di questo fenomeno biologico. Nel 1843 esso fu os-
servato direttam ente in un coniglio da M artin Berry, m a solo
molti anni più tardi lo fu nell’uom o.
A partire dal 1850 il m ondo scientifico e medico finì con
l’accettare com pletamente l’idea che uom o ς donna contri-
buissero, in parti uguali, alla creazione del nuovo essere urna-
no.
Questo evento fu chiam ato concepimento o fecondazione
e stimolò l’azione anti-abortista da parte dei medici.

Esisteva allora un movimento contro l’aborto?

M entre si diffondevano gli aborti provocati per via vagina-


le, le associazioni mediche di tutto il m ondo stavano acqui-
sendo coscienza del fatto che la vita um ana aveva inizio al
m om ento della fecondazione, in base alle nuove scoperte
scientifiche che erano state fatte. In relazione a ciò nel 1869 il
Parlam ento Inglese approvò il docum ento sulle offese contro
la persona, che spostava al momento del concepimento la pu-
nibilità del crimine dell’aborto procurato.
In quegli stessi anni i membri dell’Associazione Medica
Am ericana si presentarono ai legislatori per dare una relazio-
ne scientifica di questo evento.

“ Nel 1859 l’Associazione Medica Am ericana sollevò Po-


biezione che il sistema discriminante basato sui movimenti
fetali conferiva al feto diritti “ ai fini civili” , m a “ nessuna
protezione della vita” . L ’Associazione avviò una azione di
protesta contro questa “ ingiustificabile distruzione della vita
um ana “ chiedendo agli organi legislativi dei diversi Stati di
rivedere la legislazione esistente in m ateria di aborto provo-
cato e sollecitando le associazioni mediche statali ad “ esercì-
tare pressioni ed a pubblicizzare il problem a” .
(R oe v5. Wade, U.S. Suprem e Court, VI, 6, p . 26, 1973)

Dal 1871 la relazione dell’AM A sull’aborto procurato con-


eludeva: “ Noi abbiam o a che fare con una vita um ana” .
Q uando i legislatori appresero dalle nuove conoscenze scien-
tifiche che la vita um ana non inizia con i primi movimenti fe­

18
LA STO RIA

tali, m a al m om ento del concepimento, le leggi furono modi-


ficate. U na dopo l’altra ogni legge decretò che la vita um ana
avesse diritto ad una completa tutela non solo a partire dai
primi movimenti fetali, m a dal suo vero inizio, cioè dal mo-
m ento del concepimento.
5. Due ignobili giornate negli USA

Questo breve capitolo parla della storia degli


Stati Uniti. L ’analogia dei fa tti descritti è lo
strum ento didattico p iù efficace che esista.

Il 6 M arzo 1857 la Corte Suprema degli Stati Uniti prese fi-


nalmente una decisione su un problem a spinoso, che da anni
veniva dibattuto dai cittadini. Con il clamoroso provvedi-
mento Dred Scott la corte decretò, una volta per tutte, che i
negri non erano “ persone” agli effetti giuridici secondo la
Costituzione degli Stati Uniti.
Uno schiavo apparteneva al suo padrone, poteva essere
com prato e venduto, usato e perfino ucciso dal proprio pa-
drone. La sentenza era senza appello, perché decisa dalla più
alta Corte della nazione. Coloro che si opponevano alla
schiavitù protestarono, m a furono messi a tacere con queste
parole: “ Vi opponete alla schiavitù? Essa è contro i vostri
principi morali, etici e religiosi? Bene, non siete obbligati a
tenere uno schiavo, ma non dovete neppure im porre la vostra
m orale a chi li ha, perché ognuno ha il diritto di scegliere se
avere uno schiavo oppure no” . Queste sono le affermazioni
della Corte Suprema; la schiavitù è stata legalizzata. M a non
per m olto. Ci volle una sanguinosa guerra civile per mettere
fine alla schiavitù e ben tre emendamenti nella Costituzione,
il X III, XIV e XV per garantire libertà, diritti civili e di voto
alla popolazione negra.
D a un punto di vista socio-economico invece si sta ancora
lottando per una uguaglianza completa.

Il 22 gennaio 1973 la Corte Suprema degli Stati Uniti prese


finalmente una decisione su un problem a che da anni veniva
dibattuto dai cittadini. Con un clamoroso provvedimento la
Corte decretò una volta per tutte che gli esseri umani prim a

21
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

della nascita non erano “ persone” agli effetti giuridici per la


Costituzione degli Stati Uniti. Un feto apparteneva al suo pa-
drone (la madre) e poteva essere ucciso su sua richiesta per
salvaguardare la propria “ salute” (intesa come benessere so-
ciale). Ciò può avvenire in qualsiasi m om ento fino alla nasci-
ta. La sentenza, emessa dalla massima autorità giudiziaria
del paese, era definitiva. Coloro che erano contrari all’abor-
to protestarono, ma furono liquidati con una risposta che
sembrava l’eco di quella data ai tempi della schiavitù: “ siete
contrari all’aborto provocato? Esso contrasta con i vostri
principi m orali, etici e religiosi? Bene, non siete obbligati ad
abortire, ma non dovete neppure im porre la vostra m orale al-
la m adre che ha il diritto di scegliere se abortire o m eno” .
Così la C orte Suprema ha legalizzato l’aborto. Per quanto
ancora? Sono già trascorsi quasi vent’anni e non c’è stato al-
cun emendam ento costituzionale od annullam ento da parte
della Corte. Il movimento per la vita però continua a crescere
ed è attualm ente il più im portante e diffuso nella storia degli
Stati Uniti d ’America. Allora la discriminazione si basava sul
colore della pelle, oggi invece sull’età e sul luogo di residenza
(l’utero materno).
LA STORIA

SCHIAVITÙ ABORTO

Dred Scott 1857 Roe contro W ade 1973


Sentenza 7 a 2 Sentenza 7 a 2

II negro non è Il non nato non è


una persona una persona

P roprietà del padrone P roprietà della m adre

Si può com prare, vendere, Si può tenerlo od


uccidere ucciderlo

Gli abolizionisti non Gli antiabortisti non


dovrebbero im porre la dovrebbero im porre la
propria m orale ai proprietari propria morale
di schiavi alla m adre

La schiavitù è legale L’aborto è legale


Parte terza

LO SVILUPPO FETALE
LO SV IL U PPO FETA LE

6. Lo sviluppo nell’utero

Quando e dove avviene il concepimento?

Lo sperma entra nella vagina della donna, attraversa la ca-


vità uterina e poi percorre le tube di Falloppio.
O ccorrono circa cinque m inuti per passare dall’utero alle
tube, e altri quindici m inuti per raggiungere l’ovaio. L ’uovo,
dopo essere fuoriuscito dal follicolo, viene penetrato da uno
degli spermatozoi. Nel momento in cui un primo spermato-
zoo penetra nella cellula uovo, essa, “ in una frazione di se-
condo, reagisce attivando un meccanismo in grado di impedi-
re ad altri spermatozoi di penetrarla” . I 23 cromosomi dello
spermatozoo si uniscono con i 23 della cellula uovo per for-
m are una nuova cellula di 46 cromosomi. Successivamente,
all’interno della cellula uovo fecondata, inizia un complicato
processo che “ porta alla prim a divisione cellulare dopo circa
trenta ore dall’inseminazione” .
(Jones and Schraeder, “ The Process o f H um an Fertilization” , Fertility and Steri/ity,
voi. 48, n. 2, A ug. 1987, p. 191)

Q uando questo processo di inseminazione e di fertilizza-


zione si è com pletato, un nuovo essere um ano si è costituito.

M a allora si tratta solo di una singola cellula?

Sì. M a è u n ’unità cellulare davvero speciale. Questa singo-


la cellula può essere sia maschile che femminile.
L ’essere um ano è unico, vale a dire che questa stessa crea-
tu ra non è mai esistita in precedenza nella storia del m ondo e
mai ne esisterà in futuro una uguale. L ’essere è completo per-
ché, a partire dalla prim a divisione cellulare fino al momento
della m orte, nient’altro verrà aggiunto esclusi gli alimenti e
l’ossigeno. Questo essere è program m ato dal suo interno,

27
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

evolvendo per mezzo di un processo di crescita, di sviluppo e


di sostituzione delle proprie cellule degenerate.
Q uesta creatura dipende dalla propria m adre per l’alimen-
tazione e la protezione, m a è assolutamente indipendente,
unica, diversa e nuova in tutto il resto.

Come cresce?

Questo essere um ano è costituito da u n ’unica cellula che


ben presto va incontro ad una ulteriore divisione da cui origi-
nano due nuove cellule, ciascuna delle quali possiede lo stesso
messaggio genetico identico all’originale.
In seguito, mentre scendono lungo la tuba di Falloppio, le
due cellule diventano tre, poi quattro, otto, sedici, ecc.
Al termine dello sviluppo ogni corpo um ano contiene circa
trenta milioni di milioni di cellule.
Q uando il num ero delle cellule presenti è sufficiente, inizia
la formazione degli organi, la strutturazione del corpo e le
principali funzioni. Il raddoppiam ento del numero delle cel-
lule avviene solo quarantacinque volte.

D U PL IC A Z IO N E IN BASE A L L ’ETÀ PER C E N T U A LE


C ELLU LA R E

8 al m om ento dell’im pianto 18%


30 a sette settim ane 66%
41 alla nascita 91%
44 all’età dell’asilo 98%
45 all’età adulta 100%

(A .W . Liley, The Tiniest tìu m a n s, CA: Sassone Press, p. 14)

H o sentito dire che c’è un altro animale che ha 46 cromoso-


mi!

È vero, m a non si tratta di 46 cromosomi “ um ani” . Specie


diverse hanno tipi diversi di cromosomi.

28
LO SV IL U PPO FETA LE

M a come potrebbe essere definito un essere um ano con 47


cromosomi? Questo non smentisce la teoria sugli umani che
hanno tutti 46 cromosomi?

Certi esseri um ani hanno dodici dita del piede. Altri nasco-
no con un solo braccio. Sono umani? Lo sono certamente,
m a dobbiam o considerarli come esseri umani con delle anor-
malità. Chi è affetto dalla sindrome del “ triplo X ” o di
Down, ha un cromosom a in più. Possiamo considerarli urna-
ni? Sì, m a sono esseri umani con un num ero di cromosomi
atipico.

Questo minuscolo essere um ano scende lungo la tuba di Fai-


loppio?

Sì. A circa una settim ana di vita, allo stadio di blastocisti, è


costituito da un minimo di 128 cellule ad un massimo di 256,
ed ha la capacità di im piantarsi nella mucosa uterina.
Ed è qui che, solo tre giorni più tardi, questo minuscolo es-
sere inizia a trasm ettere un messaggio chimico-ormonale in
grado di ferm are il flusso mestruale della madre.

Così il nuovo essere controlla il corpo materno?

Sì, per sostenere la gravidanza. È proprio il feto che con la


sua crescita fa sviluppare il seno m aterno e lo prepara per l’al-
lattam ento, am m orbidendole anche le ossa pelviche in vista
del travaglio. Ed è sempre lui a determ inare la propria “ data
di nascita” .
(A. Liley, A Case A gainst A b o rtio n , Liberal Studies, W hitcom be & T om bs, 1971)

L’uovo fecondato è “ solo” un potenziale essere umano?

No. Non si tratta di un “ potenziale” essere umano: in reai-


tà è un essere um ano con enormi potenzialità. Si potrebbe di-
re che lo spermatozoo e la cellula uovo, prim a della loro unio-
ne, costituiscano di per sé un potenziale essere um ano.

29
C H E N E SAI D E L L ’A BORTO?

Cosa succede se la creatura muore poco dopo il concepì-


mento? Lo consideriamo già umano?

L a m orte dell’uom o può verificarsi in qualsiasi m om en-


to nel corso di quel lungo viaggio che è la vita. P otrebbe av-
venire pochi m inuti dopo il concepim ento oppure novanta-
cinque anni più tard i. La m orte è sem plicem ente la fine del-
la vita um ana. C ’è chi afferm a che circa il 20% dei concepì-
ti m uore entro la l a settim ana. Se fosse veram ente così,
vorrebbe dire che il tasso di m ortalità nella l a settim ana ri-
sulterebbe pari al 20% circa. M a questo non è rilevante ai
fini della dom anda se questa sia o m eno u n a vita um ana.
Significa solam ente che il tasso di m ortalità nella l a setti-
m ana può essere del 20% . Il 22% delle gravidanze precoci
term ina prim a di essere diagnosticate clinicam ente.
Il tasso com plessivo delle gravidanze perdute dopo l ’im-
pianto in u tero, inclusi gli aborti spontanei clinicam ente ri-
conosciuti, è alm eno del 31 % . Le tecniche diagnostiche at-
tuali sono in grado di riconoscere la gravidanza già a parti-
re dal 7°, 8° giorno dal concepim ento.
(W ilcox et al., “ Incidence o f E arly Loss o f P reg n an cy ” , N . E ngland J. M e d ., voi.
319, n. 4, July 28, 1988, p. 189)

U n m otivo per l ’apparente alta percentuale delle perdite


preced en ti od im m ed iatam ente successive a ll’im p ian to ,
potrebbe essere legato ai difetti crom osom ici.
(W ram sby et a l., “ C hrom osom e A nalysis o f H um an O o c y te s ...’‫״‬, N ew Eng. J.
M ed. voi. 316, n. 3, Jan . 15, 1987, p. 121)

L ’uovo fecondato è stato definito semplicemente come un


progetto. Cosa pensare di questo paragone?

Il progetto di una casa è sem plicem ente il suo schema.


D opo averlo utilizzato come foglio delle istruzioni per co-
struire la casa, si potrebbe gettare via il progetto poiché es-
so non è la casa. L ’ovocita fecondato invece non è il proget-
to, bensì corrisponde alla casa in m iniatura. Esso stesso, al
m om ento o p p o rtu n o , diventerà “ la casa” e lo è già in pra-
tica. In effetti la casa viene costruita pezzo dopo pezzo e so-
lo quando è com pletata la si può definire tale; il m inuscolo
essere um ano diventa adulto con lo sviluppo, m a le poten-
zialità per diventarlo sono già presenti a partire dal conce­

30
LO SV IL U PPO FETA LE

pim ento. T u tto ciò di cui ha bisogno per trasform arsi in


adulto è il n u trim ento, l ’ossigeno ed il tem po.

M a è così piccolo. Com e può essere già un essere um ano?

Se l ’unica tecnica scientifica utilizzata per giudicare è


l ’occhio nudo, allora è ovvio che la risposta sarà: “ non è
um ano finché non appare tale” . Oggi abbiam o a disposi-
zione m icroscopi, ecografi, stetoscopi elettronici e cono-
scenze genetiche che ci consentono di andare ben oltre le
conoscenze date dalla semplice vista. D ’altra parte non sa-
rebbe m olto razionale basare le proprie opinioni esclusiva-
m ente su ciò che si può vedere, piuttosto che su ciò che la
scienza è in grado di dim ostrarci.

Ma allora cosa pensare di una cellula, presa da una parte


del corpo di una persona, che può essere mantenuta in vita
ponendola in una coltura cellulare, anche se separata dal
corpo vivente, oppure mantenuta in vita dopo la morte del-
la persona stessa. Questo non sconvolge il concetto secon-
do il quale la cellula uovo fecondata è già una vita umana?

N o. Quelle cellule erano parte di un corpo um ano com-


pleto e come tali possono solam ente riprodurre se stesse, in
quanto corrispondono ad uno specifico tipo di cellula. La
cellula uovo fecondata non è p arte di un altro corpo, è essa
stessa un corpo com pleto. Essa non si riproduce semplice-
m ente, m a rappresenta un essere um ano che, se gli verrà
dato il tem po, diventerà adulto.
C iascuna delle centinaia di m ilioni o m iliardi di cellule
costituenti il corpo um ano può m orire, m a non per questo
direm o che l ’essere um ano è m orto. Al contrario quando
una singola cellula uovo fecondata m uore, è il nuovo essere
um ano che scom pare. L ’altra im portante differenza consi-
ste nel fatto che l’uovo fecondato, suddividendosi e molti-
plicandosi in m olte altre cellule, si orienta fin d all’inizio
verso parti specializzate e differenti, a loro volta organiz-
zate in un unico, com plesso essere. Invece le cellule prese
da parti di un corpo um ano adulto e m antenute in una col-
tu ra tessutale possono solam ente riprodurre se stesse, ma
non possono evolvere in differenti parti specializzate.

31
C H E N E SAI D EL L'A B O R TO ?

Se riuscissimo a fabbricare un clone umano, il precedente


ragionam ento perderebbe valore?

In prim o luogo non è mai esistito un clone um ano. L ’uo-


m o, la specie più progredita, non p o trà m ai essere clonato
con successo.
C om unque, anche am m ettendo tale possibilità, il clone,
a partire d all’inizio della sua esistenza, sarebbe una vita
u m ana com pleta ed in tatta.
In effetti il clone risulterebbe essere il gemello identico
dell’essere d o n ato re, solo di età diversa.
Dal pu n to di vista giuridico essendo un essere um ano
com pleto, gli deve essere g aran tita da parte della legge la
stessa protezione d ata all’essere um ano donatore.
R. M cKinnelly, professore di G enetica e di Biologia Cel-
lulare alPU niversità del M innesota e che si occupa della
clonazione delle cellule di rana, ha afferm ato: “ N on mi
aspetto di assistere alla creazione di essere um ani in fotoco-
pia. N on credo inoltre che il trap ian to del nucleo cellulare
allo scopo di rip ro d u rre l ’essere um ano p o trà mai diventa-
re u n ’operazione ro u tin aria” .
(R. M cK innelly, C lo n in g, U niversity o f M innesota P ress, 1979, p. 102)

Non potremmo considerare l ’embrione in via di sviluppo


come u na forma di vita anim ale o vegetale che diventa
umana solamente ad uno stadio di sviluppo più tardivo?

A ssolutam ente no! Il seme o l ’uovo fecondato di una


pianta, o di un anim ale oppure dell’uom o, al m om ento del
concepim ento e dell’inizio della crescita, è già, nel com-
plesso, la p ian ta, l’anim ale o l ’uom o. Noi ora sappiam o
che u n a pian ta può svilupparsi solo in ciò che è già, cioè
una pian ta e questo grazie alle attuali conoscenze scientifi-
che sulla stru ttu ra dei crom osom i e del gene nonché della
sua in tricata program m azione genetica.
A llo stesso m odo un anim ale, un cane, per esempio, può
evolvere solam ente in un cane, tuttalp iù in una specie parti-
colare di cane. Q uesto avviene perché è predeterm inato ed
esiste già nella sua com pletezza nel m om ento in cui avviene
il concepim ento. Lo stesso vale per l’essere um ano.

32
LO SV IL U PPO FE TA LE

A llora una ghianda si può già definire quercia?

Sarebbe come chiedere se un neonato si può definire


adulto. Sarebbe meglio chiedersi se si tra tta di due quercie
com plete perché in realtà lo sono; tu tto ciò di cui la ghian-
da ha bisogno per diventare u n a quercia è tem po e nutrì-
m ento.

E riguardo ai gemelli?

I gemelli non identici sono due individui separati, dati


d all’unione di due cellule uovo con due sperm atozoi. I ge-
melli identici, invece, si hanno quando una singola cellula
uovo fecondata (zigote) si divide apparentem ente a m età,
dopodiché ciascuna delle due parti separate cresce indipen-
dentem ente nello stesso identico m odo fino al com pleto
sviluppo ed alla m atu rità come farebbe l ’individuo. Di so-
lito questo avviene nel periodo com preso tra il concepì-
m ento e l’im pianto in utero; mai dopo che l’im pianto si è
com pletato.

A llora possiam o dire che un essere um ano vivente (zigote)


può dividersi in due esseri um ani viventi (gemelli identici)?

I pareri scientifici in proposito sono discordanti. U na


p rim a linea di pensiero afferm a che lo zigote um ano origi-
naie nel dividersi a m età (cosa avvenga esattam ente non si
sa) può essere già considerato il genitore del nuovo essere
um ano. Q uesta potrebbe venire considerata una form a di
partenogenesi, oppure di riproduzione asessuata.
Sappiam o che questo accade abitualm ente nella vita di
certi tipi di piante e di anim ali. Potrem m o postulare questo
tipo di processo per spiegare la creazione di gemelli identici
nella specie um ana.
L ’altro pensiero afferm a che l ’essere um ano esistente,
nel dividersi, m uoia, dando nuova vita a due esseri um ani
identici. Il pu n to cruciale per entram be le teorie è questo:
dal m om ento che esiste un essere um ano com pleto, esso de-
ve essere riconosciuto come tale e gli devono essere attri-
buiti tu tti i d iritti riservati agli altri esseri um ani.

33
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

M a lo sperm atozoo possiede la vita; la cellula uovo pure.


Allora perché non dovremmo considerarle vive anche dopo
che si sono riunite per costruire la cellula uovo fecondata?

Lo sperm atozoo è vivo, m a non ha u n a vita autonom a;


deve la sua sopravvivenza alla vitalità del corpo paterno e
viene identificato geneticam ente come una sua cellula.
Anche quando ha raggiunto la com pleta m aturazione es-
so non è in grado di rip rodursi, ed è destinato a fecondare
la cellula uovo oppure a m orire, non ha alternativa.
A nche la cellula uovo non ha una vita autonom a; deve
infatti la pro p ria sopravvivenza al corpo m aterno essendo
g en e tic am en te id e n tific a ta com e un suo c o m p o n e n te .
Q uando raggiunge la m aturazione com pleta non è com un-
que in grado di riprodursi, ed il suo destino è quello di veni-
re fecondata o di m orire. Non h a alternativa.
Nel m om ento in cui lo sperm atozoo e la cellula uovo si
uniscono, si crea un nuovo essere vivente che non è mai esi-
stito, e mai esisterà nuovam ente, nella storia del m ondo. Si
tra tta di un essere che non è alla fine della corsa, bensì al-
l’alba di una nuova esistenza; un essere assolutam ente in-
ta tto , che già racchiude in sé tu tto ciò che p o trà diventare
in fu tu ro . Q uesta creatura si evolve ordinatam ente con un
processo di crescita e m aturazione ed è destinata a vivere
all’interno del corpo m aterno per circa nove mesi e per de-
cenni al di fuori di esso.

È possibile avvalorare con autorevoli pareri scientifici la


tesi secondo la quale la vita umana inizia al momento del
concepimento?

Nel 1981 il Senato degli Stati U niti definì il suo progetto


di legge 158 come il “ P rogetto per la Vita U m ana” . Il Se-
natore Jo h n E ast organizzò prolungate udienze (durarono
otto giorni e vennero ascoltati 57 testim oni).
T estim oniarono au to rità nazionali ed internazionali.
C itiam o dal rap p o rto ufficiale del Senato, 97° Congres-
so, S-158: “ M edici, Biologi ed altri scienziati s o n o d ’accor-
do nelP afferm are che il concepim ento rappresenta l ’inizio
della vita di un essere um ano (essi definiscono inoltre che

34
LO SV IL U PPO FETA LE

fecondazione e concepim ento coincidono); che tale essere è


vivo ed è un m em bro della specie um ana. C ’è un accordo
totale su questo punto in innum erevoli pubblicazioni medi-
che, biologiche e scientifiche” .
(R eport, S ubcom m ittee on Sep aratio n o f Pow ers to Senate Ju d iciary C om m ittee
S-158, 97th C ongress, ls t Session 1981, p. 7)

Alle pagine 7 e 9 il rap p o rto elenca una piccola selezione di


tredici testi di m edicina, ciascuno dei quali afferm a catego-
ricam ente che la vita um ana inizia con il concepim ento.
P oi, alle pagine 9 e 10, il rap p o rto cita parecchie illustri au-
to rità che hanno testim oniato personalm ente:
• Il P rofessor J. Lejeune, di P arigi, scopritore dell’ano-
m alia c ro m o so m ic a re sp o n sa b ile della S in d ro m e di
Down: “ Ogni individuo h a senza dubbio origine al mo-
m ento del concepim ento” .
• Il P rofessor W . Bowes, dell’U niversità del C olorado:
“ Q u a n d ’è l’inizio della vita um ana? al m om ento del
concepim ento” .
• Il P rofessor H . G ordon, della Clinica M ayo: “ È orm ai
un dato di fa tto che la vita um ana inizia al m om ento del
concepim ento” .
® Il P rofessor M. M atthew s-R oth, dell’U niversità di H ar-
vard: “ È scientificam ente corretto dire che la vita del-
l ’individuo um ano inizia al m om ento del concepim en-
to ” .

Ci sono anche altre prove?

Vediam o o ra il P rim o Simposio Internazionale sull’A-


borto che concludeva:
“ Le trasform azioni che avvengono a p artire d all’im pianto
in u tero , e poi neH’em brione di sei settim ane, nel feto all’e-
tà di sei mesi, nel neonato di una settim ana oppure nell’a-
dulto, rappresentano sem plicem ente diversi stadi dello svi-
luppo e della m aturazione di un individuo.
A partire d all’attim o in cui lo sperm atozoo e la cellula
uovo si uniscono, o da quando si form a la blastocisti fino
alla nascita del neo n ato , il nostro gruppo non è riuscito a
trovare nessun m om ento in cui non sia corretto parlare di
vita u m an a” .
(W illk ean d W illke, H a n d b o o k on A b o rtio n , 1971, 1975, 1979 E d itio n s, C h. 3, Cin-
cinnati: H ayes P ublish in g C o.)

35
C H E N E SAI D EL L'A B O R TO ?

E se a questo punto qualcuno avesse ancora dei dubbi che


quella nell’utero non sia una vita um ana?

A nche se qualcuno dubitasse della presenza di u n a vita


um ana nell’utero in un preciso m om ento dello sviluppo,
quale sarebbe il com portam ento più um ano da tenere? For-
se una guida potrem m o tro v arla nell’atteggiam ento che co-
m unem ente abbiam o di fronte al sospetto che si tra tti reai-
m ente di una vita um ana. N on risolverem m o un dubbio a
favore della vita? Di solito non viene seppellito chi non è
certam ente m o rto . Si lavora freneticam ente per salvare mi-
n atori sepolti, un bam bino sperduto tra le m ontagne, op-
pure una persona im prigionata tra le m acerie di un edificio
crollato. Forse un cacciatore sparerebbe se avesse il sospet-
to che si tra tti di un uom o anziché di un cervo?
Secondo noi il vero m odo di pensare um ano è quello che
dà alla vita il beneficio del dubbio.

Ma il “ concepimento” non è diverso dalla “ fecondazio-


ne” ?

Fin dalla loro scoperta, avvenuta 150 anni fa, entram be


le parole sono state sem pre usate come sinonim i per indica-
re l ’unione tra sperm atozoo e cellula uovo. Negli anni ’60
la F ood and D rug A dm inistration e !’A m erican College di
O stetricia e G inecologia si accordarono per tentare di defi-
nire il “ concepim ento” come sinonim o di im pianto.
“ Il concepim ento rappresenta l’im pianto della blastoci-
sti. Non è il sinonim o del term ine fecondazione” .
(E. H ughes, e d ., O B a n d C Y N Term inology, P h ilad elp h ia: F .A . Davis 1972)

Q uesto artificio linguistico ha reso possibile chiam are un


dispositivo intrau terin o “ contraccettivo” anche se era in
realtà un mezzo abortivo (vedi C ap. 29).
Nel 1982 le lunghe sentenze del Senato degli Stati U niti e
il rap p o rto del T ra tta to per la Vita U m ana, costituito da
due volum i, hanno definito che il term ine “ concepim en-
to ” deve essere usato esclusivam ente per indicare il mo-
m ento in cui lo sperm atozoo e la cellula uovo si uniscono.
(H u m a n L ife BUI, U .S . S enate C om m on Ju d iciary , S ubcom m ittee o f S ep aratio n of
Pow ers, 97th C ongress, S-158, A p ril-Ju n e 1982, Serial N o. J-97-16)

Q uesta distorsione sem antica “ am ericana” non è accet­

36
LO SV IL U PPO FETA LE

ta ta in m olte nazioni dove “ concepim ento” e “ feconda-


zione” sono tu tt’ora intercam biabili.

“ P ro ven ite” da una cellula uovo fecondata?


N o, eravate una cellula uovo feco n d a ta che è cresciuta e
si è evoluta nel bam bino oppure n ell’adulto che siete oggi.
N iente è stato aggiunto a quella cellula uovo feco n d a ta che
eravate, se non un p o ’ di nutrim ento.
7. Il processo di crescita

Quando avviene l’im pianto nell’utero?

Il piccolo essere um ano si im pianta nella mucosa uterina


nella prim a settim ana di vita.

E poi?

Alla 10a giornata di vita questo minuscolo essere umano


dal sesso indeterm inato m anda un messaggio chemio-ormo-
naie al corpo m aterno in grado di bloccare il flusso mestrua-
le. Più tardi questo stesso piccolo “ ospite” fa sì che il seno
m aterno si modifichi per consentire l’allattam ento, ammor-
bidisce le ossa pelviche della madre così da prepararle per il
parto ed inoltre stabilisce il proprio giorno di nascita. La scel-
ta del giorno del parto spetta senz’altro al feto (vedi Gap. 6).

Quand’è che il cuore inizia a battere?

Al 18° giorno (quando la m adre ha solo quattro giorni di ri-


tardo del ciclo); al 21° sta già pom pando un tipo di sangue di-
verso da quello m aterno, attraverso un sistema circolatorio
chiuso.
(J.M . T anner, G .R . T aylor, and thè Editors o f Time-Life Books, G row th, New York,
Life Science Library, 1965, p. 64)

Quando inizia a funzionare il cervello?

Le prime onde cerebrali sono state registrate dall’elet-


troencefalogram m a (EEG) a partire dal 40° giorno di vita.
(H. H am lin, “ Life or D eath by E E G ” . ] A M A , Oct. 12, 1964, p. 120)

39
C H E N E SAI D EL L'A B O R TO ?

Solamente alcune generazioni fa, i medici usavano la cessa-


zione del respiro come param etro per dim ostrare la fine della
vita um ana. Da quando i respiratori artificiali sono diventati
di uso comune, questo m etro di giudizio non è più valido. So-
lo una generazione fa, i medici utilizzavano il blocco dell’atti-
vità cardiaca come param etro per stabilire la fine della vita
um ana. Anche questo non è più possibile, dal m om ento che
oggi il cuore può essere bloccato artificialmente nel corso di
molteplici operazioni chirurgiche, per poi venire riattivato.
A volte si riesce a indurne la ripresa anche se il blocco av-
viene nel corso di un infarto.
A ttualm ente il param etro definitivo per stabilire la fine
della vita um ana è la m orte cerebrale. Questa si verifica quan-
do avviene la cessazione irreversibile e totale della attività ce-
rebrale ed il param etro scientifico per stabilirlo è la dimostra-
zione della scom parsa perm anente delle onde cerebrali.
Dal m om ento che tutte le autorità accettano come pararne-
tro per stabilire la fine della vita di un individuo la sospensio-
ne della sua attività cerebrale (m isurata con l’EEG), non sa-
rebbe logico per loro accettare che anche l’inizio della vita
um ana sia dim ostrata dalla presenza (sull’EEG) di onde cere-
brali?

Quand’è che il bam bino in via di sviluppo fa i suoi primi mo-


vimenti?

T ra la 6a e la 7a settim ana di gestazione. Se stimoliamo dol-


cernente la zona periorale del feto, questo reagisce piegando
la parte superiore del corpo da un lato e facendo con gli arti
superiori un brusco movimento all’indietro. Questa è quella
che viene definita “ la risposta totale” in quanto coinvolge
tutto il corpo anziché una singola parte.
(L.B. Arey, D eveiopm ent A n a to m y - 6th ed. Philadelphia: W .B. Sanders C o ., 1954)

All’8a settim ana, “ se solletichiamo il naso del feto, questo


fletterà la testa allontanandosi così dallo stim olo” .
(A. H ellgers, M .D ., “ Fetal Deveiopm ent, 31” Theologicaf Studies, voi. 3, n. 7,1970, p.
26)

40
LO SV IL U PPO FETA LE

M a le gravide non “ avvertono i movimenti attività” se non


tra il quarto ed il quinto mese!

La superficie interna della parete dell’utero non ha sensibi-


lità. Il feto deve essere lungo almeno 30 centimetri e pesare
circa 450 grammi perché possa essere in grado di puntare un
braccio contro una delle pareti uterine e calciare con una for-
za tale la parete opposta da spingerla verso l’esterno. A que-
sto punto la m adre è in grado di sentirlo perché la superficie
esterna della parete dell’utero è rivestita da uno strato di peri-
toneo molto sensibile.

Da quante settimane è costituita una gravidanza e come si mi-


surano?

È costituita da 40 settimane. La durata della gravidanza si


misura a partire dal momento in cui la cellula uovo inizia a ere-
scere, cioè all’inizio del ciclo mestruale della donna. Dopo circa
due settimane di accrescimento la cellula uovo viene rilasciata
dall’ovaio. A questo punto potrebbe avvenire il concepimento,
a due settimane circa dall’inizio del ciclo successivo.
Nel m om ento in cui la donna si accorge del blocco del ciclo
sono già trascorse quattro delle 40 settimane di gestazione. Il
periodo gestazionale viene valutato a partire dal primo gior-
no dell’ultim a mestruazione. L ’età effettiva del bam bino si
valuta a partire dal concepimento.

Quando si form ano i denti?

Gli abbozzi em brionari di tutti e venti i denti da latte sono


presenti già a 6 settimane e mezzo.
(“ Life Before B irth” , L ife M agazine, A pr. 30, 1965, p. 10)

M a prim a di ciò, questa creatura ha un aspetto simile a quello


di un pesce

N on è così. “ II corpo del feto è m olto più complesso del


nostro. Prim a della nascita è dotato di alcune parti accessorie
di cui il feto ha bisogno fintanto che vive nell’utero m aterno.

41
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

Possiede la sua capsula spaziale, il sacco amniotico. Possiede


la sua linea di rifornim ento, il cordone ombelicale, ed ha an-
che un sistema di radici costituito dalla placenta. Tutte queste
strutture appartengono al feto e non alla m adre, in quanto si
sviluppano a partire dallo zigote originale” .
(Day and Liley, The Secret W orld 0f a Baby, R andom H ouse, 1968, p. 13)

In che cosa consiste lo sviluppo a partire dalla settima-ottava


settimana?

Lo stomaco del feto inizia a secernere il succo gastrico a


partire dall’8a settim ana di gestazione. Nel contem po si può
ascoltarne il battito cardiaco per mezzo di uno stetoscopio ad
ultrasuoni, orm ai comunemente presente negli am bulatori
medici; questi strum enti non vengono mai usati dove si prati-
ca l’aborto procurato per non far sentire alla donna il cuore
del bam bino.
I sostenitori dell’aborto sanno benissimo che se dicessero
alle donne che c’è già il battito cardiaco e sicuramente se glie-
lo facessero sentire, alcune di loro potrebbero cambiare idea.
I suoni provocati dal battito cardiaco di un feto di 6 settimane
sono disponibili su nastro prodotto dal M ovimento per il Di-
ritto alla Vita di Cincinnati.

Quand’è che tutti i sistemi del suo corpo sono presenti?

A ll’8a settim ana (secondo mese).


(H ooker and D avenport, The Prenotai Origin o f Behavior, University o f K ansas Press,
1952)

Il bam bino quando può iniziare a succhiarsi il pollice?

Lo si può vedere sui filmati delle riprese ecografiche a par-


tire dall’8a settimana.
La narrazione più dram m atica dei movimenti fetali primi-
tivi è stata registrata così:

“ Undici anni fa, m entre stavo som ministrando dell’ane-


stetico per una gravidanza tubarica al secondo mese in cui la

42
LO SV IL U PPO FETA LE

salpinge si era rotta, mi è capitato tra le mani quello che a tut-


t ’oggi considero il più piccolo essere um ano che abbia mai vi-
sto. Il sacco em brionario era intatto e trasparente. AH’inter-
no del sacco c’era un minuscolo (un terzo di pollice) omino
che nuotava con estremo vigore nel liquido amniotico, rima-
nendo ancorato alla parete per mezzo del cordone ombelica-
le. Questo minuscolo essere um ano era perfettam ente svilup-
pato, aveva mani con lunghe dita affusolate, piedi e dita dei
piedi. La sua pelle era quasi trasparente cosicché il reticolo
delicato di arterie e vene protundeva in corrispondenza della
punta della dita.
Il bam bino era estremamente vivo e faceva il giro dell’inte-
ro sacco circa una volta al secondo con una bracciata da vero
nuotatore. Questo minuscolo essere um ano non aveva nulla a
che fare con gli embrioni fotografati o disegnati che avevo vi-
sto in precedenza, e tanto meno con quei pochi embrioni che
ero riuscito ad osservare fino ad allora; ovviamente perché
questo era vivo.
Q uando è stato aperto il sacco, il minuscolo essere umano
ha perso la vita im mediatamente acquisendo così l’aspetto ti-
pico di un embrione al suo stadio di sviluppo (estremità smus-
sate, ecc.)” .
(P .E . Rockwell, M .D ., D irector o f A nesthesiology, Léonard H ospital, Troy, New
York, U .S. Supreme C o u rt., M arkle vs. Abele, 72-56, 72-730, p. 11, 1972)

T ra la 9a e la 10a settim ana il feto sa già chiudere gli occhi,


deglutire, muovere la lingua e se gli si tocca il palmo della ma-
no fa un piccolo pugno. A partire dalla 9a settim ana è anche
in grado di “ chiudere le dita su un oggetto posto sul palmo
della sua m ano” .
(Valman and Pearson, “ W hat thè Fetus Feels” . British M ed. Jour., Jan 26, 1980)

Il feto quando inizia a respirare?

A 11-12 settimane (3 mesi) egli aspira regolarmente il liqui-


do amniotico e continua così fino al momento della nascita,
quando inizia a respirare aria. Egli non soffoca respirando
tale liquido nel grembo m aterno, perché riceve l’ossigeno che
gli necessita attraverso il cordone ombelicale. Ciò gli consen-
te tuttavia di sviluppare l’apparato respiratorio.
(“ Life Before B irth” , L ifeM a g a zin e, A pr. 30, 1965, p. 13)

“ La frequenza respiratoria del feto si riduce del 20% se la


m adre fum a durante la gravidanza. A questo decremento

43
sem bra essere legata l’elevata frequenza, orm ai accertata, dei
parti prem aturi, della natim ortalità e della rallentata acquisi-
zione della capacità di lettura” .
(F. M anning, “ M eeting o f Royal College o f Physicians and Surgeons” , Fam ily Frac-
lice N ew s, M arch 15, 1976)

Questi sono i piedi di un minuscolo essere um ano alla decim a settim ana di sviluppo.

“ Le misurazioni dei movimenti respiratori del feto potran-


no presto rappresentare uno degli indici del benessere fetale,
con la stessa utilità della valutazione della frequenza cardia-
ca” .
“ Intorno all’ 1 l a settimana di gestazione il respiro fetale è
irregolare ed episodico. Col progredire della gravidanza gli
atti respiratori diventano sempre più vigorosi e frequenti” .
(C. Dawes, “ Fetal Breathing: Indication o f Well Being” , Fam ily PracticeN ew s, M ar
16, 1976, p. 6)

In alcuni feti sani sono stati osservati degli atti respiratori


già intorno alla 10a settim ana di gestazione.
(Conners et al., C ontrol o f Fetal B reathing in thè H um an Fetus, A m . J. O B -G Y N
A prii 1989, p. 932)

44
LO SV IL U PPO FETA LE

Q uando è in grado di deglutire?

A ll’l l 3 settimana.
(Valman and Pearson, British M ed. Jour., W hat thè Fetus Feels, 26 Jan. 1980, p. 233)

E per quanto riguarda lo sviluppo dei “ dettagli” , come per


esempio le unghie e le palpebre?

Le unghie si form ano tra 1Ί l a e la 12a settimana; le palpe-


bre invece entro la 16a settimana.
Le im pronte digitali si sviluppano completamente nel cor-
so del 4° mese di gestazione.
(H am ilton et al., H um an E m bryology, F ourth E d ., 1972, p. 567)

Q uand’è che tutti gli apparati sono in funzione?

Entro l’l l a settimana.


(“ Life Before B irth” , L ife M agazine, A pr. 30, 1965, p. 13)

Quand’è che il feto comincia ad incrementare il proprio pe-


so?

A 12 settimane (terzo mese) pesa circa 30 grammi; a 16 set-


tim ane pesa circa 170 gram m i; infine alla 20a settim ana
(quarto mese) pesa approssim ativam ente 450 grammi.

Quando compare il gusto?

“ Gli abbozzi em brionari delle papille gustative sono attivi


tra la 13a e la 15a settim ana di gestazione” (da 11 a 13 settima-
ne dal concepimento).
(M istretta and Bradley, Taste in U tero, 1977, p. 62)

E per quanto riguarda l’udito?

“ Il senso dell’udito è presente nel feto 24 settimane prim a


della nascita (14 settimane dopo il concepimento). Questo
coinvolge le funzioni cerebrali e la m em oria” .
(M . Clemens, “ 5th International Congress Psychosom atic” , O B a n d G Y N , R o m e:M e-
dical Tribune, M ar. 22, 1978, p. 7)

45
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

Anche se l’ambiente acquoso in cui vive il feto gli dà poche


possibilità per gridare, dato che per farlo è necessaria l’aria,
questo non vuol dire che il feto non sia in grado di farlo. Un
medico racconta: “ .. .dopo aver iniettato urta bolla d ’aria nel
sacco amniotico del bam bino gli sono state fatte delle radio-
grafie. In questo m odo si è potuto vedere come la bolla d ’aria
coprisse il volto del bam bino. L ’intera procedura però aveva
senza dubbio infastidito il feto, il quale, avendo a disposizio-
ne dell’aria da inspirare ed espirare, ha cominciato ad emette-
re un suono di protesta udibile anche attraverso l’utero. Più
tardi, quella stessa notte, la m adre aveva chiam ato il medico
per riferirgli che ogni volta che si coricava, la bolla d ’aria
spostandosi sul volto del feto lo faceva piangere così forte da
tenere sveglia sia lei che il m arito. Il medico allora le consigliò
di sostenersi con dei cuscini cosicché l’aria non potesse rag-
giungere la testa fetale posizionata, in quel m om ento, a livel-
lo della m età inferiore dell’u tero” .
(Day and Liley, M o d e m M otherhood, R andom H ouse, 1969, pp. 1969, pp. 50-51)

Il dottor Liley, il “ padre della fetologia” , credeva che quella


minuscola creatura fosse umana?

Il D ottor Liley, il primo ad eseguire una trasfusione di san-


gue fetale in utero, ha afferm ato che sette giorni dopo il con-
cepimento, “ ... il nuovo individuo si im pianta nella superfi-
eie interna dell’utero ed è in grado di sopprimere il ciclo me-
struale m aterno. Questa sarà la sua casa per i prossimi 270
giorni e per renderla vivibile l’embrione sviluppa la placenta
ed una capsula di fluido protettivo per se stesso. Da solo ri-
solve anche il problem a per il quale m adre e feto, nonostante
siano incompatibili dal punto di vista immunologico tanto da
non potersi scambiare né la pelle né il sangue, sono in grado
di vivere in parasimbiosi l’uno con l’altro per nove mesi.
Sappiamo che egli si muove con grazia nel suo m ondo ac-
quatico e che le posizioni che assume sono determ inate dalla
ricerca della massima c o m o d iti. È sensibile al tatto, al dolo-
re, al freddo, al suono ed anche alla luce. Beve il proprio li-
quido amniotico in grande quantità se è addolcito artificial-
mente, in piccole dosi se il gusto è reso sgradevole. Gli viene il

46
LO SV IL U PPO FETA LE

singhiozzo e si succhia il pollice. Si sveglia e si addorm enta. Si


annoia se gli vengono inviati dei segnati ripetitivi, ma gli si
può insegnare a riconoscere un prim o segnale che ne annun-
eia un secondo.
D a ultimo sceglie la propria data di nascita, dato che la de-
term inazione del giorno in cui espletare il parto è inequivoca-
bilmente una decisione fetale.
Ecco, questo è il feto che noi conosciamo, e che in verità
noi tutti siamo stati. Quello di cui l’ostetricia m oderna si
prende cura, è lo stesso bam bino per cui noi ci preoccupiamo,
sia prim a sia dopo la nascita, e che può ammalarsi ed avere
così bisogno di una diagnosi prenatale sicura e di un tratta-
m ento efficace come un qualsiasi paziente” .
(A. Liley, “ A Case A gainst A b o rtio n ” , Liberal Studies, W h itco m b ean d T o m b s, L td.,
1971)

Questo essere è vivo?

Sì. H a le caratteristiche della vita, cioè è in grado di ripro-


durre le proprie cellule e sa farle evolvere verso uno specifico
am bito m aturativo e di funzionalità.

Questo essere è um ano?

Sì. Questo essere è unico in quanto può essere distinto to-


talm ente da qualsiasi altro organismo vivente; è assoluta-
mente um ano in ogni sua caratteristica, compresa quella di
avere un assetto genetico costituito da 46 cromosomi, ed infi-
ne può evolvere solamente in un essere um ano completo.

Questo essere è completo?

Certam ente. A partire dal m om ento in cui la cellula uovo si


unisce allo spermatozoo nulla verrà più aggiunto fino alla
m orte dell’individuo adulto ad esclusione della crescita e del­

47
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

lo sviluppo di ciò che è già presente in origine. T utto ciò di cui


ha bisogno è il tem po per crescere e m aturare.

Il feto sogna?

Usando tecniche con ultrasuoni, si dim ostrò per prim a co-


sa che i REM (movimenti oculari rapidi), caratteristici della
fase del sogno attivo, erano presenti già a partire dalla 23a set-
tim ana.
(J. B irnhaltz, “ The Developm ent o f H um an Fetal Eye M ovement P attern s” , Science,
1981, voi. 213, pp. 679-681)

Fino ad ora i REM sono stati registrati a partire dalla 17a


settim ana dopo il concepimento.
(S. Levi, Brugman University o f Brussels, A m erican M edicai Association N ew s, Fé-
bruary I, 1983)

Dal momento che, dopo la nascita, i REM sono caratteri-


stici dello stato onirico, i ricercatori si chiedono se anche pri-
ma della nascita i bam bini siano in grado di sognare.

È in grado di pensare?

Nell’età adulta quando ci si propone di compiere un movi-


m ento fisico oppure u n ’attività dopo un periodo di riposo, la
frequenza cardiaca accelera di alcuni secondi prim a che que-
sta azione si compia. Allo stesso modo la frequenza cardiaca
fetale aum enta di sei-dieci battiti al secondo prim a di un mo-
vimento. Possiamo quindi parlare in termini di pensiero nel
progettare il movimento?
(N. Lauerson and H . H ochberg, “ Does thè Fetus T h in k ?” , J A M A , voi. 247, n. 23, Ju-
ly 18, 1982)

“ O ra noi sappiam o che il feto è un essere um ano consape-


vole e reattivo che a partire dal 6° mese in poi (e forse prima)
conduce una vita attiva e ricca di emozioni.
Il feto è anche in grado di im parare durante la sua perma-
nenza nell’utero, per lo meno a livelli di apprendim ento pri-
mitivi. Se nell’ultimo periodo egli è in grado di vedersi e, da
quel m om ento, agisce da persona felice o triste, aggressiva o
remissiva, sicura oppure ansiosa, dipende in parte dai mes-
saggi sul proprio conto che riceve attraverso l’utero” .
(T. Verney and J . Kelly, The Secret L ife o f thè Unborn C hild, D elta Books, 1981, p. 12)

48
LO SV IL U PPO FETA LE

“ All’8a settim ana di vita un colpetto sul sacco amniotico


determ ina dei movimenti dell’arto superiore; il cervello pri-
mitivo riceve lo stimolo, seleziona la risposta e la trasm ette
sotto form a di segnale al braccio” .
(M. Rosen, “ Leam ing Before B irth” , H arpersM agazine, A prii 1978)

Questo significa che le emozioni del feto possono venire in-


fluenzate?

Probabilm ente è così.

“ Sappiamo già che anche il tessuto nervoso embrionale è


“ aperto” alla comunicazione con la m adre per mezzo dei co-
siddetti “ neurotrasm ettitori” . M a questa scoperta com porta
im portanti implicazioni. Questo significa che lo stato emo-
zionale m aterno può influenzare il feto a partire dal concepì-
m ento in poi. Persino prim a che il bam bino sia in grado di
sentire, oppure di avere dei pensieri coscienti, egli riesce a
percepire l’astio tra i genitori. Se la m adre si trova in uno sta-
to di costante agitazione, anche l’ambiente in cui il feto vive
verrà contam inato dalla biochimica della paura e dell’ostili-
tà, dell’angoscia e della rabbia” .
(Shettles and V arick, R ites o f L ife, G rand Rapids: Z ondervan, 1983, pp. 87-89)

Al 4° mese e mezzo, una luce m olto intensa sull’addome


m aterno induce il bam bino a muovere lentamente la mano in
una posizione tale da proteggersi gli occhi. U na musica molto
forte lo indurrà a coprirsi le orecchie.
U na donna con un m atrim onio infelice ha il 237% di ri-
schio in più di partorire un figlio con problemi psichici e fisici
che una donna con una vita affettiva stabile.
(T. Verney and J. Kelly, The Secret L ife o f thè Unborn Child, D elta Books, 1981, p. 49)

In accordo con il D ottor Liley, il D ottor W. Freud (nipote


di Sigmund Freud) ha osservato 10.000 immagini ecografiche
e ne ha dedotto “ Sembra che il feto abbia m olta intenzionali-
tà ” . U na volta ha visto persino dei gemelli che lottavano fra
loro.
(Ist International Congress, P re and Peri N atal Psychology, T o ronto, July 8-10, 1983)

49
C H E N E SAI D EL L'A B O R TO ?

Che cos’è la nascita?

L a nascita è rappresentata dall’uscita del neonato dall’ute-


ro m aterno, dal taglio del cordone ombelicale e dall’inizio
dell’esistenza del bam bino fisicamente separato dal corpo
m aterno. L ’unico cambiamento che avviene alla nascita ri-
guarda il sistema di supporto della vita extrauterina del barn-
bino. Egli infatti non è diverso rispetto a prim a, se non per il
m odo con cui ora si alimenta e riceve l’ossigeno.
Prim a di nascere riceveva nutrim ento e ossigeno dalla ma-
dre attraverso il cordone ombelicale. Adesso che è nato riceve
l’ossigeno attraverso i polm oni e gli alimenti attraverso lo
stom aco, ammesso che abbia la m aturità sufficiente per nu-
trirsi in questo m odo. Infatti se il feto è molto prem aturo l’a-
limentazione può continuare con un sofisticatissimo sistema
di supporto per la vita extrauterina sotto form a di nutrimen-
to per via endovenosa, simile a quella fornita dal cordone
ombelicale.
LO SV IL U PPO FETA LE

8. La capacità di vivere

Che cosa si intende per capacità di vivere?

È quello stadio dello sviluppo fetale in cui il bambino risul-


ta “ potenzialm ente in grado di sopravvivere all’esterno del-
l’utero m aterno anche se con qualche aiuto artificiale” .
(Roe vs. W ade, U .S. Supreme C ourt, 1973, p. 45)

L a Corte Suprem a degli Stati Uniti ed organismi di altre na-


zioni hanno utilizzato la capacità di vivere come misura del-
l ’umanità del feto. Siete d’accordo con loro?

No. Questa posizione è assolutamente indifendibile. Per-


ché un tem po la capacità di vivere si riteneva essere raggiunta
alla 30a settimana? E perché adesso ci si è spostati alla 20a set-
tim ana? Un giorno sarà alla 10a settimana?
Un fatto è certo: i bam bini non sono cambiati. Sono cam-
biati i sistemi di supporto.
I medici e le infermiere di oggi sono più preparati e posso-
no usufruire di una strum entazione molto più avanzata.
La capacità di sopravvivenza è in rapporto alla sofistica-
zione dei sistemi di supporto per la vita del neonato; non è as-
solutam ente un param etro per stabilire l ’um anità o la non vi-
talità del bam bino stesso.

Alcune leggi definiscono legale l’aborto fino al momento in


cui il bambino può essere considerato “ vitale” . Questo cosa
significa?

La maggior parte delle persone definisce vitale “ ciò che è


in grado di condurre u n ’esistenza autonom a” . Siamo dell’i-
dea che questa definizione dovrebbe sparire dai libri di legge.

51
C H E N E SAI D E L L ’A BORTO?

In base a questa definizione perfino un neonato del peso di


3.500 grammi può non essere vitale.
Questo bam bino, anche se è a termine e sano, morirebbe
nel giro di pochi giorni se venisse abbandonato, perché non è
in grado di avere una vita autonom a e dipende totalm ente dal
supporto m aterno.

M a allora quand’è che un bam bino è in grado di condurre


u n ’esistenza autonom a?

Certam ente non prim a di aver raggiunto l’età per frequen-


tare la scuola. E nella maggior parte dei casi i bam bini non so-
no del tu tto autosufficienti fino all’adolescenza.

L a capacità di sopravvivenza non dovrebbe definire i diritti


legali?

L ’aspetto terrificante nell’uso della “ capacità di soprav-


vivenza” , come param etro per definire il diritto alla vita di
qualcuno, appare evidente nel m om ento in cui consideriamo,
in base a questo standard, che un neonato oppure un bambi-
no di qualsiasi età portatore di un handicap non è mai in gra-
do di condurre una vita autonom a. Sempre in base al suddet-
to criterio, l’anziano reso inabile da un infarto, la persona
psicolabile oppure il veterano di guerra tetraplegico non può
vivere autonom am ente. Alcune di queste persone non hanno
nemmeno una autonom ia mentale. Stabilire se un bam bino
non ancora nato abbia o meno il diritto di vivere nella nostra
società in base alle sue capacità mentali e fisiche piuttosto che
in base al fatto di essere vivo ed um ano, porta a stabilire il di-
ritto alla vita di un individuo secondo le sue capacità fisiche e
m entali o a qualsiasi altro param etro.

Come si valuta l’età più adatta per la sopravvivenza?

L ’età di un neonato prem aturo si m isura a partire dal pri-


mo giorno dell’ultim a mestruazione. Anche il peso può fun-
gere da misura nel caso in cui tale data sia incerta; per esem­

52
LO SV IL U PPO FETA LE

pio un feto tra la 20a e la 22a settim ana di gestazione ha un pe-


so di 500-600 grammi con variazioni “ norm ali” comprese tra
i 400 ed i 700 grammi. M a ci sono anche altri fattori che pos-
sono essere utilizzati per valutare il grado di maturazione.
Grazie all’enorme diffusione delle unità per le cure intensive
ai prem aturi, l ’età di sopravvivenza è dim inuita notevolmen-
te. Per fare un esempio, negli anni ’50, se un bam bino nasce-
va alla 30a settim ana di gestazione raram ente riusciva a so-
pravvivere. Al giorno d ’oggi la sopravvivenza è possibile an-
che per bambini nati alla 20a settimana. In futuro soprav-
viveranno persino quei bam bini che nasceranno in epoche ge-
stazionali più precoci.

Che cosa si intende per “ stima della sopravvivenza” ?

La stima della sopravvivenza è una misura della percentuale


delle possibilità di sopravvivenza presenti in una particolare
epoca gestazionale. Quanto più il bambino è prematuro, tanto
minore è la stima. All’Università della Pensilvania la percentua-
le di sopravvivenza negli anni 1944-1977 era del 40% perbambi-
ni con un peso alla nascita compreso tra i 750 e di 1000 grammi,
di cui solo il 6% aveva anomalie neurologiche gravi.
(Kuma et al., Pediatrics 66, voi. 3, Sept. 1980)

Presso l’Università di Vanderbilt del Tennessee, negli anni


1978-81 il 39% dei bambini nati con un peso tra i 500 ed i 750
grammi ed i 1.000 grammi era sopravvissuto.
(B arnett et al., “ Effect o f Type o f Delivery on N eonatal O utcom e” , J A M A , voi. 250,
n. 5, A ug. 5, 1983)

Presso il Bristol M aternity Hospital, in Inghilterra, nel


1980, il 29% dei bam bini nati vivi alla 22a-27a settim ana di ge-
stazione era sopravvissuto. Nel 1982 la percentuale era salita
al 43% . Nel 1984 aveva raggiunto il 72%.
(P .M . D unn, PreT erm L abour and its C onsequences, R oyalC ol. O B -G Y N , Feb. 1985)

A ll’Ospedale del Buon Sam aritano, C entro Regionale per


la Prenatalità di Cincinnati, nelPOhio (USA), il tasso di so-
pravvivenza era:

500-750 grammi 30%


750-1.000 grammi 75%
1.000-1.250 grammi 88%
1.250-1.500 grammi 100%
(K. W eddig, Com unicazione personale, Dee. 1984)

53
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

Solamente il 6% dei piccoli prematuri aveva delle anomalie


neurologiche nella casistica dell’Università della Pensilva-
nia?

Il D ottor F. Bennett dell’Università di W ashington a Seat-


tle ha riferito che i neonati con un peso alla nascita estrema-
mente basso hanno “ delle ottim e possibilità di sopravviven-
za” . Dei sedici neonati con un peso alla nascita di 800 gram-
mi o meno, solo uno aveva un handicap che “ avrebbe potuto
interferire con la sua capacità di scelta e di indipendenza” .
(F. B ennett, Fam ily Practice N ew s, June 1, 1982)

“ È rassicurante notare come il num ero dei bam bini con


anom alie congenite o con deficit di sviluppo di vario grado
sia dim inuito e come questi miglioramenti nella riduzione
della m ortalità non siano avvenuti a spese dell’incremento
dei bam bini con tali difetti” .
{Jour o f Pediatrics, voi. 72, 1983, pp. 408-415)

“ Sembra che i nati prem aturi con peso inferiore ai 1.000


grammi nei primi diciotto mesi di vita, non abbiano u n ’inci-
denza di anomalie di sviluppo più gravi rispetto ai bam bini
con peso compreso tra i 1.000 ed i 1.750 gram m i” .
(M. H offm an-W illiam son, A m er. Academ y for C erebral Palsy and D evelopm ental
M ed., C hicago, 1983)

Ne vale la pena?

Il prezzo è alto. Nel 1979 il D ottor T. M cCarthy di Denver


riferiva che il costo medio per i neonati sopravvissuti con pe-
so alla nascita compreso tra i 500 ed i 900 grammi era di
25.000$. Invece la spesa per i bam bini il cui peso alla nascita
variava tra i 2.000 ed i 2.499 grammi era solo di 5.000$.
(J.T . M cC arthy, et al., “ W ho Pays thè Bill for N eonatal Intensive C are?” , Jour. o fP e-
diatrics, voi. 95, 1979, p. 755)

Uno studio fatto a Chicago sui bam bini nati prim a della
34a settim ana di gestazione ha dim ostrato che il costo medio

54
LO SV IL U PPO FETA LE

per garantire loro la sopravvivenza am m ontava a 10.000 dol-


lari ciascuno se nascevano in un centro per l’assistenza peri-
natale e passava a 18.000 dollari se nascevano in un ospedale
di periferia.
(C .L . A nderson, “ A n Analysis o f M aternal T ransport within a S uburban M etropolitan
Region” , A m er. J. o f O B /G Y N , 1981)

Q uanto costa un by pass coronarico? Quanti soldi ci vo-


gliono per un trapianto di rene oppure per la sostituzione di
u n ’articolazione o per la cura di una neoplasia diffusa? Con-
frontate il costo totale di queste prestazioni e dividete il nu-
m ero degli anni di aspettativa di vita. Poi considerate il costo
per salvare il prem aturo, dividete per una aspettativa di vita
di circa 75 anni ed infine facendo un rapido rapporto costo-
beneficio otterrete un bel risultato. Se oggi la spesa per un
bam bino prem aturo fosse di 75.000 $ vorrebbe dire che per
ogni anno il costo sarebbe di 1.000 $.

E per quanto riguarda i bam bini molto prematuri?

Dal m om ento che i casi isolati non vengono riportati nelle


riviste specializzate, ci siamo rivolti ai quotidiani per avere
delle inform azioni a riguardo. Già dieci anni fa erano soprav-
vissuti alcuni neonati m olto prem aturi. Tra questi erano in-
elusi:
Alicia Ponce-24 settimane-644 grammi-Aprile ’74 (Asso-
ciated Press)
T asch a H udson-23 settim ane-580 gram m i-M arzo '74
(Brooke Arm y Hosp.)
Baby K enya King n a ta in F lo rid a alla 21a settim a n a (q u arto m ese e m ezzo) d al p rim o g iorno
d e ll'u ltim a m estruazione m ate rn a , pesava 510 g ram m i e poi è c a la ta fin o a 370 gram m i.
N ella fo to è con la m adre e pesa 2.270 gram m i (M iam i H e ra ld , P a m Sm ith p h o to ).

Tracy La Branch-22 settimane e 1 giorno-538 grami!


M arzo '72 (Battle Creek Enquirer)
Suzanne South-21 settimane e due giorni-644 grammi-L
glio ’71 (Bethesda Hosp. Cincinnati)
Kelly Thorman-21 settimane-596 grammi-M arzo *71 (!
Vincent H osp. Toledo)
M arcus Richardson-19 settimane e sei giorni-780 grami!
Gennaio ’72 (University Hosp. Cincinnati).
Di recente c’è stato un ulteriore incremento nei numeri
portati:
Sim m onne Jayette-23 settimane-595 gram m i-A prile ’
(M ontreal Jewish General Hospital)
Melissa Cameron-20 settimane-450 grammi-Dicembre ’
(Sault Ste. M arie H osp., Cincinnati Enquirer)
Ernestine Hudgins-22 settimane-484 gramm i-Febbraio ’
(San Diego, W ashington Post)
Mimi Faulkner-23 settimane-484 grammi-Novembre ’
(San Diego Boston Herald)
Melissa M urray-22 settim ane-510 gram m i-G iugno ’
(Victoria, Texas, H ouston Post)
Kenya King-21 settimane-510 grammi-Giugno ’85 (Mi
W orld News, Nov. 11, 1985, p. 119).

56
LO SV IL U PPO FETA LE

U na ricerca fatta nella città dell’A utore ha rivelato la na-


scita di due neonati prem aturi nello stesso ospedale, entram-
bi nati alla 24a settim ana e rispettivamente del peso di 580 e
608 grammi. Entram bi sono sopravvissuti senza apparenti
anomalie.
(H . Falciglia, P ro f, o f Pediatrics, University o fC in n . College o f M ed., Comunicazione
personale. A prile 1984 e Dicem bre 1984)

Però il peso e l’età gestazionale non sempre vanno di pari pas-


so

Esiste una certa variabilità, nei bam bini come negli adulti,
anche se nei primi è minima.
I bam bini possono essere piccoli per l’età gestazionale o
nani.
M a possono anche essere grossi per l’età, come per esem-
pio il M arcus Richardson della lista precedente, e ciò nono-
stante rientrare nel novantesimo percentile dei grafici.

Attualm ente qual è la dimensione minima che consente la so-


pravvivenza?

Ecco una lista di alcuni dei neonati prem aturi il cui peso al-
la nascita era inferiore ai 454 grammi:

Jam i e Baire-24 settimane-446 gramm i-Ottobre ’83 (Gar-


field Hospital, M onterey, CA)
Chaya Snyder-26 settimane-420 gramm i-Ottobre 79‫( ׳‬Al-
bert Einstein H ospital, NYC)
Melissa Cameron-20 settimane-450 grammi-Dicembre 83‫׳‬
(Sault Ste. M arie Hospital, Cincinnati Enquirer)
Russel Williams-26 settimane-450 grammi-Novembre '79
(Memorial Hospital, Long Beach, CA)
D arlene M onroe-27 settim ane-360 gram m i-M aggio ’86
(Medicai Post, Canada)
B randon William Spense-22 settimane-340 grammi Luglio
’86 (Cincinnati Enquirer).

57
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

L ’età di sopravvivenza scenderà mai al di sotto della 20" setti-


mana?

È solo questione di tempo e di tecnologia. Un giorno ci sa-


ranno placente artificiali e allora chissà a che grado di prema-
turità un neonato p o trà sopravvivere?
P er fare un esempio, si potrebbero salvare bam bini molto
prem aturi usando un liquido saturato con l’ossigeno anziché
l’aria.
(J. G reenspan et al., Liquid V entilation o f Preterm Baby, L a n cet, Nov. 4, 1989, n.
8671, 1095)
9. Il dolore fetale

“Il fe ti provano spesso dolore quando le loro


vite vengono soffocate, ed è un dolore lungo ed
agonizzante”.
(President R onald Reagan to N ational Religious Broadcasters, N ew York Times, Jan.
31, 1984)

La dichiarazione del Presidente Reagan fu sm entita da alcu-


ni!

C erto, m a successivamente fu conferm ata con u n ’accurata


e ben docum entata relazione da parte di un gruppo di profes-
sori, inclusi alcuni specialisti sul dolore e due ex presidenti del
Collegio Americano di Ostetricia e Ginecologia. Ecco il testo
della loro lettera:

13 Febbraio 1984

Al Presidente Ronald Reagan


Presso la Casa Bianca
W ashington

Signor Presidente,
in qualità di medici, noi sottoscritti siamo felici di associar-
ci con Lei nell’indirizzare l ’attenzione della popolazione sul-
l’um anità e sulla sensibilità dei bambini non ancora nati.
È un dato scientifico orm ai accertato che i feti, i prem aturi
e di neonati del genere um ano siano un organismo autonom o
altam ente complesso, funzionante e sensibile. Inoltre è sicu-
ro, oltre ogni ragionevole dubbio, che i feti ed i neonati sono
in grado di rispondere agli stimoli. La capacità di sentire il
dolore e di reagire non è un fenomeno che si acquisisce dopo
la nascita. Infatti la maggior parte delle procedure e delle pra-

59
C H E N E SA I D E L L ’ABORTO?

tiche ostetriche più moderne cercano di ridurre al minimo la


sofferenza del feto durante e dopo la nascita.
Negli ultimi diciotto anni l’ecografia, la fetoscopia, lo stu-
dio dell’elettroencefalogram m a e dell’elettrocardiogram m a
fetale hanno dim ostrato la notevole responsività del feto
um ano al dolore, al tatto e al suono.
Sir William Liley, il padre della fetologia, ha documenta-
to, con un lavoro pionieristico, che il feto risponde ai cambia-
m enti dell’intensità lum inosa attraverso le pareti uterine co-
me pure al caldo, al freddo e al gusto (alterando la natura chi-
m ica del liquido che il feto deglutisce). Osservazioni sull’elet-
trocardiogram m a e sull’incremento dei movimenti fetali, ne-
gli aborti procurati con soluzioni saline, indicano che le con-
dizioni fetali peggiorano progressivamente fino al decesso.
In realtà un medico che, come ha scritto il New York Times
“ pratica con coscienza” gli aborti con soluzioni saline, ha af-
ferm ato:
“ Q uando si inietta la soluzione salina spesso si assiste al-
l’incremento dei movimenti fetali, ed è orribile” .
Noi asseriamo categoricamente che nessuna scoperta della
m oderna fetologia è in grado di invalidare l’im portante con-
clusione cui è giunto, dopo una vita di ricerche, il Professor
A rnold Gesell dell’Università di Yale. Nel libro “L ’Embrio-
logia del com portam ento: l ’inizio della m ente um ana”
(1945, H arper Bros), il D ottor Gesell scriveva: “ e così dalle
fine del prim o trimestre il feto è un essere sensibile in grado di
muoversi. Non c’è bisogno di speculare sulla natura dei suoi
attributi fisici, m a possiamo asserire che l’organizzazione del
suo io psicosomatico è in via di form azione” .
Signor Presidente, nelPindirizzare l’attenzione dell’opi-
nione pubblica sulla capacità da parte del feto di sentire il do-
lore, lei punta sul sicuro.

60
LO SV IL U PPO FETA LE

Con rispetto,
Dr. Richard T.F. Schmidt Dr. Fred Hofmeister
Ex Presidente dell’A.C.O.G. Ex Presidente A.C.O.G.
Professore di Ost/Gin Professore di Osi/Gin
Università di Cincinnati Università del Wisconsin (Milwaukee)
Cincinnati, Ohio Dr. Matthew Bulfin F.A.C.O.G.
Dr. Vincent Collins Lauderdale by thè Sea, FI
Professore di Anestesiologia Dr. Jay Arena
Università di Northwestern Professore Emerito di Pediatrìa
Centro Medico dell'Università dell’Illinois Università di Duke
Dr. John G. Masterson Dr. Herbert Nakata
Professore di Clinica Ost/Gin Professore Assistente di Clinica Pediatrica
Università di Northwestern Università delle Hawaii
Dr. Bernard Nathanson, F.A.C.O.G. Dr. Robert Polley
Professore Associato di Clinica Ost/Gin Istruttore di Clinica Pediatrica
Università di Cornell Università di Washington (Seattle)
Dr. Denis Cavanaugh, F.A.C.O.G. Dr. David Foley
Professore di Ost/Gin Professore di Ost/Gin
Università della Florida del Sud Università del Wisconsin (Milwaukee)
Dr. Watson Bowes, F.A.C.O.G. Dr. Anne Bannon F.A.A.P.
Professore di Medicina Materiale e Fetale Primo Capo di Pediatria
Università del Nord Carolina City Hospital (St.Louis)
Dr. Byron Oberst Dr. John J. Brennan
Professore Associato della Clinica Pediatrica Professore di Ost/Gin
Università del Nebraska Medicai College del Wisconsin
Dr. Eugene Diamond (Milwaukee)
Professore di Pediatrìa Dr. Walter F.Watts
Strìct School of Medicine Professore Assistente di Ost/Gin
Chicago, IL Strici School of Medicine
Dr. Thomas Potter Chicago, IL
Professore associato di Clinica Pediatrica Dr. G.C.Tom Nabors
Medicai College del New Jersey Professore Assistente di Clinica Ost/Gin
Dr. Lawrence Dunegan Medica] College del Southwestern
Istruttore della Clinica Pediatrica Dallas.TX
Università di Pittsburgh Dr. Konald Prem
Dr. Melvin Thornton Professore di Ost/Gin
Professore di Clinica Pediatrica Università del Minnesota (Minneapolis)
Università del Texas (San Antonio) Dr. Alfred Derby, F.A.C.O.G.
Dr. Norman Vernig Spokane, WA
Professore Assistente di Pediatria Dr. Bemie Pisani, F.A.C.O.G.
Università del Minnesota (St. Paul) Presidente del NY State Medicai Society
Dr. Jerome Shen Professore di Ost/Gin
Professore di Clinica Pediatrica Università di New York
Università di St. Louis

Ma il bambino che non è ancora nato non può dirci se sente il


dolore

La sensazione dolorosa può essere avvertita nel momento


in cui i recettori per il dolore scaricano sul midollo spinale e
sul cervello gli impulsi elettrici. Questi a loro volta inviano
degli impulsi all’esterno, ordinando ai muscoli e al corpo di
reagire. Questo è ciò che possiamo valutare.
(M ountcastle, M edicaiP hysiology, St. Louis: C .V . M osby, pp. 391-427)

61
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

La prim a attività cerebrale che risulta distinguibile in ri-


sposta al dolore, prende origine a livello del talam o nel perio-
do compreso tra la 9a e la 10a settimana di gestazione.
(Reinis and G oldm an, The D evelopm ent o f thè Brain, Thom as Publishers, 1980, pp.
223-235)

“ Il nervo sensitivo della faccia, il nervo trigemino, è già


presente con tutte le sue tre branche nell’embrione di quattro
settim ane... A sette settimane l’embrione è in grado di allon-
tanare la testa da uno stimolo con lo stesso atteggiamento di-
fensivo presente in tutti gli stadi della vita” .
(E. Blechschmidt and W intrap, N a t’l R T L N ews, M ay 20, 1987)

I recettori cutanei della sensibilità com paiono a livello del-


la zona periorale alla T settim ana di gestazione.
(A n a n d e ta l., “ P a in a n d ItsE ffe c tso n thè H um an Fetus” , N . Eng. J. M ed , voi. 317, n.
21, p. 1322, Nov. 19, 1987)

Ma il dolore non è un fatto prevalentemente psicologico?

Esiste anche un dolore organico o fisiologico che provoca


una risposta neurologica al dolore.
(P. Lubeskind, “ Psychology and Physiology o f P a in ” ,/4m er. R eview Psychology, voi.
28, 1977, p. 42)

In parte può essere considerato un dolore riflesso?

Certam ente. Q uando pungiamo con una spilla da balia un


bam bino, questo protesta. Il suo iniziale riflesso di fuga è lo
stesso che si verifica nell’utero m aterno se stuzzichiamo il
bam bino con uno stimolo doloroso. I m utam enti della fre-
quenza cardiaca e dei movimenti fetali suggeriscono inoltre
che le manipolazioni intrauterine siano dolorose per il feto.
(Volman and Pearson, “ W ath thè Fetus Feels” , British M ed. J o u r., Jan . 26, 1980, pp.
233-234)

I legislatori come hanno reagito a questa nuova scoperta?

Sono stati presentati dei nuovi progetti di legge per costrin-


gere coloro che praticano l’aborto ad anestetizzare il feto pri-
ma di sopprimerlo.
(M. Siljander, Congressional Record, E609, Feb. 23, 1984)

62
LO SV IL U PPO FETA LE

U n primo dram m atico resoconto lo ha fornito il Dr. R.


Selzer dell’Università di Yale. E ra stato infilato un ago attra-
verso la parete addom inale della m adre fino a raggiungere il
sacco amniotico del feto di quattro mesi quando, improv-
visamente, come racconta il D ottor Selzer:
“ ...il cono dell’ago aveva sussultato. Prim a da una parte,
poi dall’altra. Si era mosso ancora, come una lenza stirata dal
pesce che ha abboccato. È così che il feto esprime la sua pau-
ra ” .
(R. Selzer, “ W hat I Saw in A b o rtio n ” , Esquire, pp. 66-67)

È possibile avere citazioni più specifiche?

“ ... Non appena il meccanismo del dolore è presente nel fe-


to - e questo è possibile a partire dalla 45a giornata ‫ ־‬le tecni-
che usate per praticare l’aborto gli provocano sofferenza.
Inoltre, quanto più l’aborto è tardivo, tanto più intenso e du-
raturo è il dolore. Ed è più profondo e duraturo se la tecnica
usata per procurare l’aborto è quella con soluzione salina ...
In questo modo i feti devono sopportare anche l’agonia della
propria m orte” .
(N oonan, “ The Experience o f P a in ” , In: N ew Perspectives on H um an A b o rtio n , Ale■
theia Books, 1981, p. 213)

E per quanto riguarda il video “ N athanson” ?

È possibile acquisire un film ato delle riprese ecografiche


fatte nel corso di un aborto eseguito alla 12a settim ana di ge-
stazione con la tecnica dell’isterosuzione, disponibile con il
titolo “ The Silent Scream” girato dal D ottor B. Nathanson,
uno dei primi medici favorevoli all’aborto.
Il video m ostra come il feto tenti di volta in volta di schiva-
re dram m aticam ente lo strum ento per la suzione, mentre la
sua frequenza cardiaca raddoppia.
Q uando viene finalmente catturato ed il suo corpo smem-
brato, il bam bino ha la bocca spalancata - da cui il titolo della
pellicola.

63
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

Qual è la posizione più agevole per il feto?

“ U na delle protuberanze m aterne più scomode per il feto è


la spina dorsale. Se gli capita di adagiarsi in modo tale che la
sua stessa spina dorsale sia posta trasversalmente rispetto a
quella m aterna (e questo accade quando la m adre è supina) il
feto si dim enerà finché non riuscirà a cambiare posizione” .
(M. Liley and B. D ay, M o d e m M o th erh o o d , R andom H ouse, 1969, p. 42)

Ci sono ulteriori testimonianze per dimostrare il dolore feta-


le?

“ A partire dalla 13a settim ana la risposta organica ad uno


stimolo doloroso avviene a tutti i livelli del sistema nervoso, a
partire dai recettori per gli stimoli dolorifici fino al talam o. A
questo punto la risposta organica al dolore risulta essere mol-
to più di una risposta riflessa, è un tentativo fisiologico di al-
lontanare lo stimolo doloroso” .
(W m. M atviuw, M .D ., D iplom ate, A m er. College o f OB and GYN)

“ Q uando i medici iniziarono a praticare l’aborto non po-


tevano immaginare che il feto reagisse al dolore proprio come
un bam bino. M a lo hanno im parato subito” .
(Dr. A . Liley, P ro f, o f Fetology, University o f A ukland, New Zealand)

“ La reazione labiale al tatto può essere evocata a partire


dalla fine della settima settimana. A ll’ 1 l a settim ana il viso e le
estremità sono sensibili al tatto. T ra la 13a settim ana e mezzo
e la 14a, tu tta la superficie corporea è sensibile al dolore, ad
eccezione della schiena e del vertice della testa” .
(S. Reinis and J . G oldm an, The D evelopm ent o f thè Brain)

“ Il feto ha bisogno di una sedazione massiccia. Le modifi-


cazioni della frequenza cardiaca e l’incremento dei movimen-
ti fetali suggeriscono che un certo tipo di stimolazione risulta
dolorosa per il feto. Certam ente non è piacevole per lui avere
un elettrodo infilato sotto il cuoio cappelluto, o sopportare
un prelievo di sangue in quella stessa zona oppure subire la
compressione della scatola cranica cosa che potrebbe av-
venire anche nel corso di un parto spontaneo. È sorprendente
notare come i bam bini nati con un parto difficile in cui è stato
usato il forcipe per l’estrazione, si com portano come se aves-
sero un forte mal di testa” .
(Valman and Pearson, “ W hat thè Fetus Feels” , British M ed. J o u r Jan . 26, 1980)

64
LO SV IL U PPO FE TA LE

“ T ra l’8a e la 10“ settim ana di gestazione il feto inizia ad


avere le prime esperienze dolorose che diventano via via sem-
pre più intense a partire dalla 13a settim ana e mezzo” .
(V. Collins, M .D ., D iplom ate and Fellow, A m er. B oard o f Anesthesiologists)

“ Con la dilatazione e l’evacuazione dell’utero, per esem-


pio, si provocherebbe sicuramente dolore al feto dal momen-
to che nel corso di tali manovre i tessuti fetali vengono prò-
gressivamente punti, lacerati e frantum ati. La sofferenza ri-
sulta anche maggiore se tali m anovre vengono eseguite dopo
la 13a settim ana quando il feto è sicuramente in grado di ri-
spondere agli stimoli dolorosi. L ’infusione stessa di una solu-
zione salina nel sacco amniotico è definita come stimolo do-
loroso dal m om ento che provoca la cauterizzazione dello
strato superficiale della cute fetale” .
(T. Sullivan, M .D ., F A A P, A m er. Academ y o f N eurosurgeons)
LO SV IL U PPO FETA LE

10. La fecondazione in vitro

Che cos’è la fecondazione in vitro?

Consiste nell’indurre per via farmacologica l’ovulazione;


successivamente con le tecniche laparoscopiche vengono prele-
vate dalle donne delle cellule uovo mature. A sua volta l’uomo
raccoglie lo sperma. Poi sperma e cellule uovo vengono uniti in
provetta; a questo punto può avvenire la fecondazione.
Il minuscolo embrione um ano (o gli embrioni) che ne risul-
ta viene posto nella cavità uterina della m adre con la speranza
che riesca ad im piantarsi e a crescere.

Qual è la percentuale di successi?

Le statistiche variano da 16% al 22% , quando vengono


im piantati da due a quattro embrioni ed uno solo ce la fa.
(D odson, “ Low I.V .F . R ate” , O B -G Y N N e w s, Oct. 15, 1986, p. 18)

Questi non sono ancora degli esseri um ani, non è vero?

Errore! Il successo delle tecniche per la fecondazione in vi-


tro ha fornito ulteriori prove che ogni essere um ano è vivo,
intatto, completo, um ano, con un sesso definito e che è in
grado di svilupparsi a partire da una singola cellula. Questo
minuscolo individuo è in realtà un essere um ano completo.
P er spiegare meglio, supponiam o che un minuscolo embrio-
ne di sesso maschile proveniente da genitori di colore, venga
im piantato nell’utero di una donna bianca. Il bam bino che
quest’ultim a partorirà, parecchi mesi dopo, sarà di colore co-
me i suoi veri genitori. La donna bianca avrà provveduto so­

67
C H E N E SAI D EL L'A B O R TO ?

lamente al suo nutrim ento e a fornirgli una “ casa” in cui ere-


scere e svilupparsi. La vita um ana, nella sua completezza, ini-
zia al m om ento del concepimento.

£ per quel che riguarda gli embrioni congelati?

La riflessione sui preliminari espone a qualunque tipo di


obiezione morale. Dal m om ento che la tecnologia m oderna
prevede la m orte del 50% degli embrioni congelati nel corso
del processo di scongelamento, merita di essere condannata.
(J. K ennan, U SA Today, O ctober 25, 1984, p. 7A)

Alcune statistiche più recenti m ostravano perdite solo del


30-40%.
“ La percentuale di gravidanze che si sono avviate nelle pa-
zienti che avevano ricevuto un em brione congelato era
dell’8% ” .
(T rounson, “ Preservation o f H um an Eggs and E m bryos” , Fertility a n d Sterility, voi.
46, η. 1, July 1986)

£ per quel che riguarda il trasferimento dell’embrione (dopo


concepimento naturale)?

Questa tecnica porta quasi inevitabilmente all’uccisione


diretta di alcuni degli embrioni um ani vivi che vengono tra-
sferiti. Una statistica riportava che solo due dei dodici em-
brioni trasferiti erano sopravvissuti (il 16%).
(Bustillo et al., “ Ovum Transfer in Infertile W om en” , J A M A , voi. 251, n. 9, M ar. 2,
1984)

U n’altra statistica dim ostrava un successo del 14%.


(M arshall and M erz, S to ck Breeding Technique A p p lied to H um an Fertility, J A M A ,
voi. 250, n. 10, Sept. 9, 1983, p. 1257)

Esistono delle tecniche di fecondazione simili che sono accet-


tate da tutte le Chiese?

Sì. Apparentem ente molte Chiese non fanno obiezioni al


trasferim ento dei gameti all’interno della tuba di Falloppio
(GIFT). La GIFT trasporta la cellula uovo e lo spermatozoo
prelevati dalla vagina dopo l’atto sessuale.

68
LO SV IL U PPO FETA LE

E per quanto riguarda gli esseri umani che risultano anorma-


li?

Anche se una di queste tecniche portasse al concepimento


ed alla crescita di neonati portatori di handicap, ciò non to-
glie che le loro vite debbano essere rispettate e protette prò-
prio come le vostre e le nostre vite.
L ’utilizzazione dell’amniocentesi o del prelievo dei villi co-
riali per identificare quei feti che non hanno avuto uno svi-
luppo perfetto (allo scopo di eliminarli) sono da condannare
nel modo più assoluto.

In che cosa consiste il prelievo dei villi coriali?

Questo prelievo, o biopsia, è un esame che consiste nell’in-


trodurre un piccolo strum ento attraverso il canale cervicale
uterino, nelle fasi più precoci della gravidanza, e nel preleva-
re un piccolissimo fram m ento dal margine del tessuto che cir-
conda il feto.
Dal m om ento che questo tessuto è una parte del corpo del
bam bino, esso ha lo stesso assetto genetico.
In futuro con queta nuova tecnica si otterranno le stesse in-
formazioni che attualm ente ci fornisce l’amniocentesi.

È un’operazione sicura?

C om porta dei rischi. Le prime statistiche indicano che dal


3,5% al 12% dei bambini esaminati con questa tecnica sono
stati abortiti spontaneam ente in conseguenza del prelievo.
Una statistica ha riferito una perdita del 5% in esami ese-
guiti “ da mani esperte” , ma ha anche fatto notare che “ la
questione della probabile alloimmunizzazione Rh, le m alfor-
mazioni, la prem aturità, il distacco di placenta e il ritardo di
crescita intrauterina potranno trovare una risposta con l’au-
m entare del numero dei bambini partoriti” .
(M. G olbus, “ Initial Chorionic Biopsy Problem s Being Resolved” , O B -G Y N News,
Nov. 15, 1984, p. 4)

U n’altra statistica riferisce una perdita fetale del 3% nel


corso di un prim o prelievo, del 7,8% nel secondo e del 14,3%
dopo il terzo.
(W alde and Y oung, Analysis o f Fetal Loss A fter Transcervical C horionic Villus Sam-
p\ìng, A m er. J. O B -G Y N , 1989, 161: 513-9)

69
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

Inoltre c’è uno studio che riporta un 3% di falsi positivi,


cioè il 3% di quei bam bini soppressi perché secondo il test
erano m alform ati, si sono rivelati del tutto normali.
(Br. M ed. J ., L .C . V an Prooijen-K negt, 1987 N . Y. Times, G. K olata, O ct. 9, 1987)

Perché viene eseguito il prelievo dei villi conati?

Lo scopo è quello di scovare ed identificare i bam bini por-


tatori di handicap, così da poterli sopprimere subito.
N essuna delle anom alie genetiche o m alattie note alla
scienza medica può essere trattata nei primi sei mesi di gravi-
danza.

Attualmente stanno prendendo piede gli esperimenti sull’em-


brione vivente?

Sì, anche se pochi centri lo am m ettono. In Inghilterra, il


Governo ha predisposto una commissione ufficiale per far
luce sulla questione. Il giudizio finale approva la sperimenta-
zione sugli embrioni umani viventi, m a impone che gli stessi
feti vengano soppressi entro e non oltre il 14° giorno di vita.
La reazione dell’opinione pubblica che ne è derivata, come
pure quella del Parlam ento Inglese, ha reso m olto im proba-
bile l’accettazione di questa proposta.
( “ W arnock” C om m ission o f Inquiry into H um an Ferlilization and E m bryology, N ew
York Times, Oct. 16, 1984)

Un esempio di tali esperimenti sull’embrione

Il D ottor R obert Edwards, inglese, ha parlato della possi-


bilità di fare degli esperimenti su alcuni prodotti del concepì-
m ento, che verrebbero successivamente scartati, e lo ha fatto
nel corso di un convegno internazionale di scienziati medici a
N orfolk nel 1983. Il Movimento per il Diritto alla Vita ha
condannato questa proposta.
(.H um an Reproduction a n d Extracorporeal Fertilization with E m bryo Transfer, Nor-
folk, VA, Sept. 12,1983)

70
LO SV IL U PPO FETA LE

Al convegno di N orfolk, il D ottor Edwards ha proposto un


esperimento in grado di dividere a metà, per mezzo della mi-
crochirurgia, un embrione um ano vivo costituito da due,
quattro oppure otto cellule. Se entram be le m età continuasse-
ro a vivere e a crescere, otterrem m o dei gemelli identici. A
questo punto il D ottor Edwards ne reimpianterebbe uno nel-
l’utero m aterno m entre l ’altro verrebbe fatto crescere artifi-
cialmente per poi essere ucciso allo scopo di eseguire lo studio
della sua m appa cromosomica. Se si dimostrasse che questo
bam bino è anormale, anche l’altro gemello verrebbe soppres-
so (per mezzo di un aborto provocato m olto precocemente).
11. Aborti

Quanti? Quando? Dove?

Quanti aborti vengono eseguiti?

Nel 1985, negli Stati Uniti, sono stati eseguiti 1.588.600


aborti, dei quali il 10% erano tardivi (eseguiti dopo la 12a set-
tim ana). Se si aggiungono gli aborti non denunciati la cifra di
1.800.000 con tu tta probabilità è più realistica. Le nascite
hanno oscillato attorno ai 3.600.000 per parecchi anni. Si de-
duce che in America quasi un bam bino su tre viene ucciso con
l’aborto. Negli Stati Uniti circa il 40% del totale sono aborti
ripetuti. In C anada, nel 1984, ci sono stati 62.291 aborti, che
corrispondono al 17,5% della percentuale delle nascite
(1’ 11% dei quali erano aborti tardivi).

È lo stesso in tutte le nazioni?

No. Gli aborti sono più numerosi in alcune regioni e sem-


pre maggiori nelle città rispetto ai centri rurali. In alcune città
gli aborti sono addirittura più numerosi delle nascite. Per
esempio, nel 1978, le città di A tlanta, Atlantic City, Charlot-
te, C olum bia (SC), Gainesville, H arrisburg, Iowa City, Ma-
dison (WI), M iami, Raleigh, Reno, Richmond (VA), San
Francisco, Seattle, T oronto e W ashington, hanno avuto più
aborti che nascite.

73
C H E N E SAI D EL L'A B O R TO ?

E qual era lo stadio delle gravidanze interrotte?

Nel 1985 ci furono 1.588.600 aborti.


{Family Planning Perspective, M arch 1987)

Di questi l’l% fu eseguito dopo la 21a settim ana di gesta-


zione.
(Center for Disease C ontrol, M W W R, Feb. 1987)

Questo vuol dire che annualm ente 15.886 aborti vengono


eseguiti dopo la 21a settimana.

Perfino al terzo trimestre?

Certo. Il D ottor Wm. Swartz ha fatto un resoconto dei


suoi tentativi di provocare, con l’inserzione della lam inaria,
l’aborto al terzo trim estre in 700 donne.
(Swartz, O B -G Y N N ew s, voi. 21, n. 11, p. 23, Jan 87‫)־‬

D a questi aborti non sono mai nati dei bambini vivi?

Sì! Ad A tlanta, c’erano stati dieci bambini nati vivi nel


1980; a M adison, erano quattro nel 1982; a New York, 38 tra
il 1970 ed il 1972; a W ilmington, erano due nel 1979; m a la li-
sta sarebbe più lunga.
“ Almeno una volta al giorno, da qualche parte negli Stati
Uniti, c’è qualcosa che va storto e da un aborto nasce un
bam bino che è ancora vivo. Dei 607 aborti praticati a metà
del 3° trim estre al M ount Sinai H ospital di H artford, tra il
1974 ed il 1976, 45 risultarono vivi al m om ento della nasci-
ta ” .
(“ Avoiding Tough A bortion Com plication, A Live B irth” , M edicai W orld N ews,
Nov. 14, 1977, p. 83)

Questi bambini sono riusciti a sopravvivere?

Sono m orti quasi tutti, anche perché coloro che praticano


l’aborto non si prendono cura di loro oppure li uccidono. Al-
cuni sono riusciti a sopravvivere, sono norm ali e sono stati

74
LO SV IL U PPO FE TA LE

adottati. Solo in un caso il bam bino ha riportato l’am puta-


zione del braccio sinistro a livello dell’omero e profonde lace-
razioni a livello del cuoio capelluto, procurategli da coloro
che hanno eseguito l’aborto. Le lesioni si sono cicatrizzate ed
il bam bino è riuscito a sopravvivere. Tempo dopo una rivista
medica pubblicò una foto della bam bina, scattata dal D ottor
R. Thom sen di W alla W alla.

Sono mai stati abortiti dei gemelli?

Sì! Con gli aborti precoci di solito vengono uccisi entram bi


i gemelli. M a, in Inghilterra, dopo che le era stato praticato
un aborto alla IO3 settim ana di gestazione e la sterilizzazione,
una paziente è “ rim asta incinta” e poi ha partorito il gemei-
lo, vivo, del feto abortito.
(T he S un, L ondon, July 11, 1974)

Se la gravidanza è ad uno stadio più avanzato, la soprav-


vivenza di uno dei gemelli può essere del tutto involontaria,
come è successo al Cornell Medicai Center di New York,
quando il D ottor F. Fuchs esecutore dell’aborto, iniettò la
soluzione salina solo in uno dei sacchi amniotici, non sapen-
do che si trattava di due gemelli. Uno dei bambini fu aborti-
to. Il suo gemello è nato vivo, m a era troppo piccolo per so-
pravvivere.
(N ew Y ork D aily N ew s, Sept. 11, 1970)

Negli ultimi tempi le più nuove e sofisticate tecnologie per


praticare l’aborto consentono di uccidere in modo selettivo
uno dei gemelli. Gli esami avevano dim ostrato che uno dei
gemelli era affetto dalla Sindrome di Down mentre l’altro ri-
sultava perfettam ente normale. Alla 20a settim ana di gesta-
zione il corpo ed il cuore del feto anorm ale vennero trapassati
con un ago aspirandone il sangue uccidendolo all’istante.
Più tardi la madre partorì il bam bino normale, ed il minu-
scolo corpo senza vita del fratellino.
(Kerenly and C hitkara, “ Selective Birth in Twin Pregnancy with Discordancy for
D ow n’s Syndrom e” , N ew England Jour. o f M edicine, voi. 304, n. 25, 1981, p. 1525)

Su cinque gemelli due furono uccisi, consentendo che solo


tre di essi nascessero.
(Brandes et al., “ R eduction o f Em bryos in M ultiple Pregnancy” , Fertility and Sterili-
ty, voi. 48, n. 3, Aug. 1987, p. 236)

75
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

E per quanto riguarda gli aborti procurati ripetuti?

La percentuale di aborti procurati ripetuti è maggiore in


quei paesi che da più tempo hanno legalizzato l’aborto. Nel
1970, di tutti gli aborti praticati a New York City, solamente
116% era ripetuto. Nel 1974 la cifra era salita al 21%; nel 1975
al 38%. Nel 1987, negli Stati Uniti, era salita al 43%.
(Powell-G rinter, “ Induced Term inations o f Pregnancy” , M o n th ly V italStatisticsR e-
p o ri, N a t’l. Center for H ealth Statistics, voi. 35, n. 3, July 14, 1986)

E per quanto riguarda il consenso informato?

Questo è uno degli abusi più tragici solitamente associati


all’“ industria dell’ab o rto ” . In tutti gli altri tipi di prestazio‫־‬
ne medica, il dottore è tenuto a spiegare nei minimi dettagli il
tipo di intervento che intende eseguire, le sue possibili com-
plicazioni, ecc. Solo dopo ciò, il paziente è in grado di dare un
consenso inform ato. L ’aborto procurato è un m ondo a par-
te, dal m om ento che si tratta di u n ’operazione potenzialmen-
te pericolosa per la madre, e che porta alla distruzione dell’es-
sere vivente che cresce in lei. Affinché la m adre possa dirsi
completam ente inform ata, le dovrebbero essere fornite tutte
le inform azioni riguardanti l’intervento, le possibili compii-
cazioni (sia quelle a breve che a lungo termine) ed inoltre tutti
i dettagli riguardanti il feto.
M a cosa si fa nella realtà? Di fatto vengono fornite pochis-
sime inform azioni, e quelle poche risultano spesso false. Le
complicazioni vengono del tutto ignorate oppure si cerca di
minimizzarle. Il feto viene definito come “ m ateriale gravidi-
co” che “ non è ancora vivo” , “ non è ancora un bam bino” ,
“ è solo un ammasso di cellule” . Questo genere di inform a-
zioni viene dato ad uno stadio dello sviluppo in cui il bambi-
no è già in grado di succhiarsi il pollice e di provare dolore, ed
in cui si può ascoltare il suo debole battito cardiaco con lo ste-
toscopio ad ultrasuoni.
Questo è un vero inganno perpetrato nei confronti della
m adre per farle seguire una strada a senso unico verso l ’abor-
to che si rende ancora più evidente quando il cosiddetto
“ consigliere” le chiede, “ Desidera che il suo ciclo mestruale
venga ristabilito? Se sì, deve solo firm are qui” . L ’aborto non
viene nemmeno m enzionato, come tutto ciò che riguarda il
bam bino. Non c’è esempio migliore di sfruttam ento della

76
LO SV IL U PPO FE TA LE

donna di questo inganno continuo, commercializzato e or-


mai universale.

Quali sono le altre differenze tra gli aborti?

Gli aborti sono unici rispetto alle altre procedure mediche.


L a tabella riportata qui sotto rispecchia la situazione nelle eli-
niche statunitensi che praticano l’aborto liberamente e che
coprono il 90% delle prestazioni. Più o meno in ogni nazione
le procedure per l’aborto vengono solitamente esonerate dal-
le regole sanitarie e professionali richieste alle altre prestazio-
ni mediche.

ABORTO CHIRURGIA NORMALE

Pagamento Immediato Successivo


Esame patologico Raro Abituale
Pubblicità Abituale Rara
Raccomandazioni Una farsa Fatte se necessarie
Consulto Non si fa mai Solo se necessario
Consenso informato Non richiesto legalmente Sempre necessario

Reazioni negative Occasionali Rarissime


Registrazione degli interventi Brani Completa
Accertamenti Spesso non vengono eseguiti Obbligatori e approfonditi
Pre-operatori Finché la paziente
non è sul tavolo operatorio
Accertamenti Nessuno Obbligatori e approfonditi
Post-operatori
Diagnosi esatte 11 10-15% viene eseguilo L’operatore viene punito se
su donne che non sono gravide esegue troppe operazioni sbagliate
Il consenso del coniuge Non è richiesto Richiesto coniuge
L'informazione del coniuge Non è necessaria È sempre richiesta
Consenso dei genitori Non è necessario Legalmente richiesto
in caso di minore

L'informazione dei genitori Raramente Legalmente richiesto


Eliminazione del Tra i rifiuti In modo umano e dignitoso
materiale abortivo
Sepoltura Tra i rifiuti Viene eseguita se il feto è
abbastanza grande
Tirocinio medico Non richiesto Assolutamente necessario
Indicazioni non-mediche 99Ve 19c circa
Pagamento in contanti Comune Proibito

L ’aborto viene praticato per fare una selezione del sesso?

Sì. E le bam bine sono quelle che vengono eliminate più


spesso. “ In un gruppo di 100 gestanti esaminate per stabilire
il sesso del nascituro, si dim ostrò che i feti di sesso femminile
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

erano 46. Di queste madri 29 scelsero l’aborto. Delle 53 il cui


feto risultò di sesso maschile solo una scelse di abortire’’.
(Me. W orld N ews, Dee. 1, 1945, p. 45)

A Bombay, in India, in seguito all’esecuzione di 8.000 am-


niocentesi, 7.999 feti di sesso femminile ed uno di sesso ma-
schile furono uccisi con l’aborto.

Serve anche per la selezione razziale?

C on uno studio basato su una percentuale della popolazio-


ne totale, si è notato che dal momento in cui l’aborto è stato
legalizzato sono stati uccisi per mezzo dell’aborto in media
due bam bini appartenenti alle razze m inoritarie per ogni
bam bino di razza bianca.
Questo sem bra essere in forte contrasto con tutte le statisti-
che che invece m ostrano una percentuale di oppositori all’a-
borto maggiore tra le razze m inoritarie rispetto a quella bian-
ca. Perché?
Michael N ovak, in un articolo sul W ashington Star, dimo-
strò che la perdita annuale dell’ 1,3% della popolazione totale
di razza nera negli USA avveniva per mezzo dell’aborto ed
espresse la sua sorpesa “ per come gli uomini politici di colore
non si preoccupino della percentuale di aborti provocati tra le
loro donne” .
(M. N ovak, “ H ow Placidly They Accept A borting So M any Black Babies” , Washing-
tori Star, Nov. 14, 1976)

Qui sotto vengono riportate delle statistiche più recenti sul-


la percentuale di aborti eseguiti negli anni 1978-1980 nella
razza nera e in quella bianca.
LO SV IL U PPO FE TA LE

PERCENTUALE DEGLI ABORTI PER 1.000 DONNE CON


ETÀ COMPRESA TRA 115 EDI 44 ANNI

I | BIANCHI ^ NON-BIANCHI

60

1980 19B7
MMWft, Cenler for Disease Conlrol
Report June, 1990

Questi dati sono conferm ati anche dalle statistiche sull’a-


borto fatte nello stato del Michigan. Nel 1982 il 67% degli
aborti finanziati dalle assicurazioni sociali fu eseguito su
donne non di colore, m entre solo il 35% dei neri di qualsiasi
età poteva usufruire delle predette assicurazioni.

Gli uomini politici di colore spesso sostengono l’aborto lega-


le

“ Gli uomini politici di colore reagiscono in m odo tradizio-


naie, con riflessi di spirito liberale nell’affrontare le questioni
politiche, m a nonostante ciò, i neri d ’America restano forte-
mente conservatori riguardo ad alcune questioni. Per esem-
pio il Black Caucus invoca il “ diritto” all’aborto procurato
mentre il 62% dei neri è contrario all’aborto (National Opi-
nion Research Center, 1984)” .
(J. Perkins, “ A re Black Leaders Listening to Black A m erica?” , Wall Street Journal,
O ct. 16, 1984, p. 28)

79
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

Qual è la percentuale di adolescenti tra tutte le donne che ri-


corrono all’aborto?

Circa un terzo. Un altro terzo è composto da donne di età


compresa tra i 20 ed i 24 anni ed un p o ’ più del terzo rimanen-
te ha più di 25 anni.
Tre quarti delle donne che ricorrono all’aborto non sono
sposate.

L’associazione per la pianificazione familiare afferma che


ogni anno un milione di adolescenti restano incinte. È vero?

Questa è la classica mezza verità. Più esattamente, tutte


quelle ragazze erano giovani e non sposate.
In realtà, delle adolescenti che restano incinte 280.000 so-
no sposate, 100.000 si sposano quando scoprono di essere in-
cinte e solo 620.000 non sono sposate, cioè un terzo in meno
rispetto alla cifra proposta dal Com itato per la Pianificazio-
ne Familiare.

Per quanto riguarda l’età di questo milione di adolescenti


gravide denunciate dall’Associazione per la Pianificazione
Fam iliare, meno di 250.000 avevano meno di 18 anni e non
erano sposate.
Bisogna anche ricordare che tra le quattordicenni ed i
gruppi con età inferiori ci furono 9.632 nascite.
(N ew York Times, A P W ashington, Nov. 7, 1984)

Non c’è di che essere orgogliosi per queste cifre, ma sono


com unque inferiori a quelle proposte dall’Associazione per
la Pianificazione Familiare. Per di più, negli ultimi anni non
c’è stato alcun incremento nella percentuale di adolescenti
che restano incinte.
Il Centro Nazionale per le Statistiche sulla Salute riferisce
che le nascite tra le donne di età inferiore ai 20 anni furono
537.024 nel 1981, il che corrisponde al 18% in meno rispetto
al 1970, anno in cui un num ero molto più piccolo di adole-
scenti diedero alla luce 656.460 bambini.

80
LO SV IL U PPO FETA LE

Pensiamo ai costi dell’assistenza di ciascuno di questi bambi-


ni nati da madri adolescenti

I dati forniti dall’Associazione per la Pianificazione Fami-


liare afferm ano che ci saranno dei costi aum entati di 13.900
dollari per ogni adolescente al prim o figlio (sposata o non
sposata che sia), e 8.400 dollari di spesa per ogni ragazza che
abbia dai venti anni in su e che sia alla prim a gravidanza.
Confrontiam o queste cifre con la media di circa 50.000
dollari che ognuna di loro pagherà di tasse da adulta.
(M. B urt, “ Public C ost o f Teen C hildbearing” , Fam ily Planning Perspectives, voi. 18,
n. 5, Sept. 1986)

Nel decennio degli anni ’70, mentre il num ero delle gravi-
danze si increm entava, gli aborti si erano più che raddoppia-
ti, cosicché il numero dei bambini nati da madri adolescenti
raggiunse il 23%.

81
Parte quarta

ABORTO PROCURATO
AB O R TO PR O C U R A TO

12. Come vengono eseguiti gli aborti


procurati

Gli aborti procurati sono fondam entalm ente di tre tipi:

• Quelli per i quali si penetra nell’utero dal basso.

• Quelli che utilizzano delle sostanze medicinali in grado di


uccidere il feto, per poi svuotare l’utero attraverso le vie
naturali.

• Quelli per i quali si penetra nell’utero dall’alto.

Che cos’è un aborto spontaneo?

Si parla di aborto spontaneo quando, per ragioni naturali,


l’utero espelle il feto prim a di 22 settimane complete di età ge-
stazionale (Società Italiana di Medicina Perinatale: Requisiti
e R accom andazioni per l ’A ssistenza P erinatale in Italia,
1990). Altre nazioni adottano limiti diversi.

Quando avviene la m orte del feto?

Non lo si sa sempre con certezza. Solitamente il feto muore


nell’utero a causa di anom alie proprie o della placenta; quan-
do ciò si verifica prim a dell’epoca sopra indicata, la madre ha
un aborto spontaneo.

85
C H E N E SA I D EL L'A B O R TO ?

È pericoloso?

U na parte degli aborti spontanei potrebbe tranquillam ente


avvenire anche a domicilio. Però, in presenza di emorragie
particolarm ente copiose o di uno svuotam ento incompleto
dell’utero, è necessario provvedere al ricovero della paziente
in ospedale. Q uando occorre procedere ad una revisione, il
rischio m aterno è minimo perché di solito il collo dell’utero si
ammorbidisce e si apre da solo. P ertanto, senza eseguire la
dilatazione del collo uterino, il chirurgo può procedere alla
rimozione dei resti della placenta dalle pareti della cavità ute-
rina, utilizzando, con delicatezza, uno strum ento apposito.
Rari sono i casi di infezione e soltanto poche volte vengono
trovate parti del feto.

E per quanto riguarda gli aborti procurati eseguiti “ dal bas-


so” ?

Ce ne sono di vari tipi:


• Estrazione mestruale: questo tipo di aborto procurato
viene eseguito per mezzo di u n ’aspirazione endouterina
praticata m olto precocemente, a volte prim a che il test di
gravidanza si positivizzi.
• Suzione-aspirazione: con questo m etodo, il chirurgo de-
ve prim a anestetizzare il collo uterino per poterlo dilata-
re artificialm ente dal m om ento che il collo è ancora ben
chiuso. Poi viene inserito nell’utero un sottile tubo di
plastica. La suzione riduce il corpo del bam bino in pezzi.
Successivamente viene staccata la placenta dalla parete
interna dell’utero ed i resti vengono aspirati in un conte-
nitore. La suzione è ventinove volte più intensa di quella
esercitata da un aspirapolvere domestico.
• Svuotam ento e revisione: è simile all’aspirazione con la
differenza che il medico introduce nell’utero una grossa
pinza ed un cucchiaio d ’acciaio foggiato ad ansa, con cui
taglia a pezzi ed estrae placenta e feto, che vanno a finire
in una bacinella. Le perdite di sangue sono talora molto
copiose.
• Dilatazione ed evacuazione: è la tecnica che viene esegui-
ta dopo la 12a settim ana. Si utilizza uno strum ento a pin-
za dal m om ento che sia le ossa che la scatola cranica del
feto sono calcificate. Non viene utilizzato alcun anesteti­

86
ABORTO PR O C U R A TO

co per il feto. Il medico inserisce lo strum ento all’interno


dell’utero, seziona una gam ba o u n ’altra parte del corpo
fetale e con un movimento di torsione lo stacca. Quest’a-
zione viene ripetuta più volte. La spina dorsale ed il era-
nio devono venire frantum ati per poter essere estratti. Il
compito della levatrice è quello di riunire le varie parti
del corpo per essere sicuri che l’estrazione sia completa.

Che cos’è “ l'eclissi della ragione” !

È il film ato di una fetoscopia e della successiva dilatazione


ed evacuazione eseguite su un feto alla 22a settimana. È prò-
dotto (ma non eseguito) dal D ottor N athanson, ed è distri-
buito dal Movimento per il Diritto Nazionale alla Vita.

M a tutto ciò non è pericoloso oltre che barbarico?

Entram be le cose. N onostante sia una pratica pericolosa,


in base ad un rapporto del Centro per il C ontrollo delle Ma-
lattie degli Stati Uniti, il Dipartim ento della Sanità, ha stabi-
lito che quest’ultimo m etodo è molto più sicuro per la madre
dell’avvelenamento fetale con soluzione salina o del metodo
con le prostaglandine.
(“ C om parative Risks o f Three M ethods o f M idtrim ester A b o rtio n ” , M orbidity and
M ortality W eekly R ep o rt, Center for Disease C ontrol, H EW , Nov. 26, 1976)

Nel 1980, per esempio, circa 100.000 donne hanno abortito


con il m etodo della “ Dilatazione ed evacuazione” nel perio-
do compreso tra la 13a e la 24a settim ana di gestazione. Di
queste, cinquecento hanno riportato gravi complicazioni.
Ciò nonostante si afferm a che questa tecnica abbia “ meno ri-
schi di m orbosità e di m ortalità rispetto alle procedure per in-
fusione” .
(M acKay et al., “ Safety o f Locai vs General Anesthesia for Second T rim ester D and E
A b ortions” O B -G Y N , voi. 66, n. 5, Nov. 1985, p. 661)

E per quanto riguarda gli aborti eseguiti per mezzo di sostan-


ze medicinali?

La prim a tecnica ad essere stata largamente impiegata fu


“ l’avvelenamento con soluzione salina” (amniocentesi sali-
na). Questo m etodo può essere utilizzato a partire dalla 16a

87
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

settim ana di gravidanza. Un lungo ago viene introdotto nel


sacco am niotico, passando attraverso la parete addom inale
della m adre. Nel liquido amniotico viene iniettata una solu-
zione salina concentrata, che il feto respira e inghiotte, ve-
nendone avvelenato. La creatura si dibatte e talvolta ha persi-
no delle convulsioni; spesso ci vuole più di u n ’ora per riuscire
a sopprimere il bam bino. Se tutto procede regolarmente, do-
po circa ventiquattro ore la m adre entra in travaglio ed espel-
le un bim bo m orto.

M a è veramente un avvelenamento ?

Certam ente. La m orte avviene per la com parsa di u n ’iper-


natriem ia acuta, o avvelenam ento salino, che determ ina
u n ’intensa vasodilatazione, edema, congestione, em orragia,
shock e morte.
(Galen et al., “ Fetal P athology and M echanism o f D eath in Saline A b o rtio n ” , A m er.
Jour. o fO B - G Y N , 1974, voi. 120, pp. 347-355)

Qualche medico parla dei bam bini avvelenati con soluzione


salina definendoli “ frutti canditi” . Perché?

L ’effetto corrosivo dei sali concentrati spesso brucia ed


asporta completamente l’intero strato esterno della pelle del
bam bino, m ettendo a nudo lo strato sottocutaneo, rosso vivo
e dall’aspetto glassato. Di conseguenza, la testa del bam bino
assume talvolta l’aspetto di un “ frutto candito” . Qualcuno
ha paragonato gli effetti di questo m etodo a quelli della bom-
ba al napalm . Probabilm ente è altrettanto doloroso.

Ci sono altri tipi di aborto eseguiti con sostanze medicinali?

Sì. Un altro m etodo diffusamente usato è quello dell’abor-


to con le prostaglandine. Il prim o tipo di prostaglandina
um ana immessa sul m ercato era la Prostin F2a, che veniva
iniettata nel sacco amniotico del bam bino. Il suo utilizzo ven-
ne approvato per la prim a volta (dall’U.S. Food and Drug
A dm inistration) per indurre l’aborto al secondo trimestre.
D a allora, la casa produttrice, la Compagnia U pjohn, ha
A BORTO PR O C U R A TO

messo in commercio degli ovuli vaginali, la Prostin E2, e una


fiala per iniezioni intram uscolo, la Prostin 15M. L ’effetto di
questo orm one è quello di indurre un travaglio ed un parto
forzato qualunque siano le dimensioni del bam bino. Se il
bam bino fosse grande abbastanza da superare il traum a del
travaglio, potrebbe nascere vivo, m a sovente è comunque
troppo piccolo per sopravvivere. In un articolo, tra le compii-
canze elencate, c’era anche quella di “ nascere vivo” .
La U pjohn è la prim a grande casa farm aceutica che è venu-
ta meno all’impegno etico di produrre soltanto farm aci desti-
nati a salvare la vita, in quanto ora ne fabbrica uno, il cui sco-
po dichiarato è quello di uccidere. Per questo motivo molti
antiabortisti non usano più i prodotti della U pjohn perché
non vogliono aiutare in alcun modo questa società. Nel 1985
la U pjohn annunciò che intendeva chiudere la sua unità di ri-
cerca sulle prostaglandine. Nel 1986 afferm ò di non voler im-
m ettere sul m ercato la nuova supposta per l’aborto “ fai da
te” . Nel 1987 ha ritirato dal m ercato la Prostin F2a, ma con-
tinua a commercializzare tutte le altre.

Quello delle prostaglandine è un m etodo sicuro per la madre?

“ ... il suo utilizzo è associato ad u n ’alta percentuale


(42,6%) di complicanze. NelPostetricia ci sono pochi rischi
certi come quelli che corre una donna che intende ricorre al-
l’aborto procurato dopo la 14a settim ana di gestazione” .
(D uenhoelter and G rant, “ Com plications Following P rostaglandin F-2 A lpha Induced
M id-trim ester A b o rtio n ” Jour. o f O B -G Y N , Sept. 1975)

Che cos’è l’RU-486?

È una sostanza medicinale che provoca l’aborto. Viene as-


sunta dopo che il ciclo mestruale m aterno si è bloccato. L ’ef-
fetto è quello di impedire l’uso di un orm one essenziale per il
nutrim ento da parte del feto che si è appena im piantato; di
conseguenza il feto m uore e poi viene espulso.
(C ouzinet et al., “ Term ination o f E arly Pregnancy By RU-486 (M ifepristone)” , N ew
Eng. J. o fM e d ., voi. 315, n. 25, Dee. 18, 1986)
(O. Y likorkala et al., O utpatient A b o rtio n W ith RU-486, O B -G Y N , voi. 74, n. 4, Oct.
1989)
(M. R odger et al., “ Blood Loss... A fter RU-486 and P ro stag lan d in ...” , Contracep-
tion, voi. 40, n. 4, O ct. 1989, Science M agazine, Sept. 1989)

89
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

M a I’RU-486 non è un contraccettivo?

No. Esso non impedisce il concepimento. Non può essere


usato per prevenire l’im pianto dell’embrione a una settimana
dal concepimento. Può essere usato solo dopo che la donna
ha avuto un ritardo del ciclo ed il bam bino ha, al massimo,
tre settimane di vita ed il suo cuore ha già iniziato a battere.
N on ha più effetto se usato dopo la 6a-8a settim ana dal conce-
pimento.

M a l’RU-486 è già disponibile sul mercato?

È in vendita solamente in Francia. In molti paesi gli studi


su questo farm aco continuano, nonostante il com itato per il
Diritto alla Vita e molti politici si stiano dando da fare per im-
pedire che venga immesso sul mercato. Se una casa farm a-
ceutica decidesse di commercializzarlo negli Stati Uniti, ci sa-
rebbe un boicottaggio nazionale immediato per qualsiasi al-
tro prodotto di quella casa farmaceutica.

P erché il m ovim ento per la vita si oppone all’uso dello


RU-486?

Per tre ragioni:


1. Perché uccide il feto in via di sviluppo dopo che il suo cuo-
re ha iniziato a battere. Il cuore fetale inizia a battere dopo
il quarto giorno di ritardo mestruale. La pillola viene som-
m inistrata sempre dopo quel periodo, anche sette settima-
ne dopo. Da sola la pillola uccide l’85% dei feti. Se la som-
m inistrazione è seguita da u n ’iniezione di prostaglandine
la percentuale sale al 95% o più.
2. Causerà la m orte di migliaia di donne nei paesi del Terzo
M ondo. L ’uso di questa sostanza provoca spesso delle
perdite abbondanti e prolungate. Uno studio più appro-
fondito ha dim ostrato che una donna su cento ricorre ad
una revisione della cavità uterina per fermare queste per-
dite. Questo è accaduto in uno studio clinico sotto stretto
controllo e in u n ’atm osfera m olto sofisticata. In un paese
del Terzo M ondo la pillola potrebbe venire prescritta da
un medico che poi lascerà il paese. In molte donne c’è uno

90
A BORTO PR O C U R A TO

stato di anemia preesistente che le perdite ematiche prò-


lungate possono aggravare. Le perdite di sangue possono
risultare anche più pericolose dal m om ento che in molte
regioni non ci sono ospedali, non ci sono possibilità per
bloccare chirurgicamente l’em orragia e non è possibile
trasfondere la paziente. Per queste ragioni molte donne
potrebbero sanguinare fino alla morte.
3. Può provocare delle deform ità gravi ai bam bini che rie-
scono a sopravvivere con due diversi meccanismi:
a) Priva il feto in via di sviluppo di un ormone fondamenta-
le per la sua sopravvivenza e per il suo nutrimento, il proge-
sterone, e lo fa proprio nel momento cruciale dell’organoge-
nesi, quando la struttura del corpo e degli organi si sta for-
mando. L’RU-486 è uno steroide artificiale molto velenoso,
che uccide la maggior parte dei feti, anche se non tutti. Quel-
li che sopravvivono hanno grosse probabilità di riportare dei
gravi difetti, comprese le deformità degli arti, simili a quelle
causate dalla Talidomide.
b) Questo tipo di sostanza potrebbe avere u n ’azione simi-
le a quella del DES, utilizzato negli anni ’60 per prevenire
l’aborto spontaneo e che si è scoperto essere una bom ba
ad orologeria. Anche lo RU-486 può reagire chimicamen-
te, a livello del nostro organismo, dando origine ad un ra-
dicale libero, che a sua volta può combinarsi con il DNA.
Con questo meccanismo le deform ità fetali vengono in-
dotte nella vita intrauterina, m a possono rendersi evidenti
anche venti o più anni dopo, sotto form a di m alformazio-
ne oppure come neoplasia, proprio come succedeva con il
DES. È anche possibile che il radicale libero si combini
con il DNA m aterno provocandole il cancro oppure mal-
formazioni fetali nelle gravidanze successive.

E per quanto riguarda gli aborti praticati “ dall’alto” ?

La tecnica più usata è l’isterotom ia: è u n ’operazione simile


al taglio cesareo. In questo caso l ’addom e e l’utero della ma-
dre vengono aperti chirurgicamente. Il feto viene estratto e
poi eliminato unitam ente alla placenta. Questo m etodo viene
generalmente impiegato a gravidanza avanzata. Un chirurgo
che aveva utilizzato questo m etodo, ha estratto un piccolissi-
mo bam bino che respirava, cercava di piangere e muoveva

91
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

braccia e gambe; allora, non ha saputo trovare altra soluzio-


ne che gettare la placenta sul neonato soffocandolo. U n’altra
soluzione a cui gli abortisti ricorrono per spegnere la vita del
bam bino è quella di immergere il piccolo in un secchio d ’ac-
qua. Altri tagliano il cordone ombelicale quando il bam bino
è ancora nell’utero m aterno. Questo lo priva dell’ossigeno e
dopo che il bam bino è m orto per soffocam ento, il chirurgo
estrae il “ prodotto della gravidanza” (come viene definito
quel minuscolo bambino).

Che cosa dire dell’aborto procurato eseguito per prevenire la


m orte della madre?

Si tratta di un vero e proprio aborto “ terapeutico” , le cui


indicazioni al giorno d ’oggi sono pressoché inesistenti. Se la
vita della m adre fosse veramente in pericolo, un medico co-
scienzioso cercherebbe di salvare entram bi. Nei rarissimi casi
in cui è veramente necessario prendere la decisione di procu-
rare un aborto terapeutico, il problem a sta nel m ettere sui
due piatti della bilancia le due vite in gioco (va rilevato che
tutte le altre ragioni addotte a favore dell’aborto sono tutte di
rilevanza inferiore alla vita um ana stessa).
In questi casi sarebbe appropriato dare alla famiglia ed alle
autorità mediche e religiose del luogo il diritto di prendere la
decisione che ritengono più giusta. Un medico credente cer-
cherebbe sicuramente di salvare entram be le vite, m a potreb-
be dover fare una scelta. Gli emendamenti proposti dal Movi-
m ento per il D iritto alla Vita concedono questa eccezione.

L ’intervento sulla gravidanza ectopica può essere considera-


to un aborto?

In effetti alcuni lo definiscono in questo m odo. Nel mo-


m ento in cui l’intervento viene eseguito, nella maggior parte
dei casi l’embrione è già m orto e spesso distrutto dall’emor-
ragia. In ogni caso l’intervento viene eseguito principalmente
per salvare la vita della m adre ed è pertanto u n ’azione medica
giustificata, perché per il bambino non vi è com unque alcuna
possibilità di sopravvivenza.
Anche se dalla tuba venisse rimosso un minuscolo bam bi­

92
ABORTO PR O C U R A TO

no ancora vivo, il M ovimento per il Diritto alla Vita lo con-


sentirebbe poiché senza questa procedura, sia la m adre che il
bam bino m orirebbero. Il bam bino non ha alcuna possibilità
di sopravvivenza però l’intervento salverebbe la vita della
madre.
Se le tecnologie mediche fossero così avanzate da consentire
il trapianto del bambino dalla sua posizione patologica all’ute-
ro, i moralisti consiglierebbero di fare così. Ma dal momento
che con l’attuale tecnologia non è possibile arrivare a tanto, il
minuscolo essere è comunque destinato a soccombere.

E quando si tratta di asportare o trattare farmacologicamen-


te un utero gravido traum atizzato, oppure affetto da neopla-
sia, o ancora, trattare altri organi mentre la m adre è incinta?

Valgono le stesse considerazioni. L ’intervento chirurgico è


volto a salvare la vita della madre. La m orte del bam bino è un
effetto secondario doloroso e non desiderato. Ove sia possi-
bile, il bam bino viene salvato.

Q u e sto è il ris u lta to di u n a m a ttin a ta di lav o ro in u n a clin ica u n iv e rs ita ria can a-
d e s e . Q u e s ti b a m b in i a v e v a n o r a g g iu n to e tà fe ta li di 18-24 s e ttim a n e (4-5 m esi)
p rim a di essere uccisi c on l ’a b o rto p ro c u ra to .

93
ABORTO PR O C U R A TO

13. Complicazioni fisiche immediate

L a maggior parte delle complicanze imme-


diate dell’aborto sono l ’infezione, l ’emorragia,
e la perforazione dell’utero.

Questi studi sono veramente attendibili?

C ’è un fatto im portante da valutare quando si prendono in


considerazione le statistiche riguardanti il danno fisico cau-
sato dall’aborto; tutti gli studi vengono eseguiti negli ospeda-
li universitari, da parte di medici molto esperti. M a gli aborti
eseguiti in questa sede rappresentano solo il 10% degli aborti
totali.
Infatti, negli Stati Uniti, più del 90% degli aborti vengono
eseguiti in cliniche private non sottoposte ad adeguati con-
trolli. Qui gli interventi vengono eseguiti senza le cure pre- e
post-operatorie necessarie, da parte di medici con scarsa
esperienza, utilizzando strum enti antiquati e personale para-
medico non competente, in più pretendendo il pagamento in
contanti.
È chiaro che in nessun caso la sicurezza degli aborti eseguiti
in tali cliniche può essere paragonata a quella delle cliniche
universitarie.
È probabile che, grazie a queste cliniche private, il numero
e la gravità delle complicanze fisiche conseguenti ad un abor-
to siano raddoppiati o triplicati rispetto ai dati riportati dagli
studi.

95
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

Con quale frequenza le donne si infettano in seguito ad un


aborto procurato?

Ecco cosa riporta uno studio eseguito in uno dei centri me-
dici più prestigiosi del m ondo, la John H opkins University:
“ Il verificarsi di u n ’infezione del tratto genitale in seguito al-
l’esecuzione di un aborto procurato è una delle complicanze
più frequenti” . Le percentuali riportate da questo studio so-
no intorno al 5,2% per gli aborti eseguiti nel primo trimestre
e salgono al 18,5% per quelli eseguiti a partire dal secondo
trimestre.
(B urkm an et al., “ C ulture an d Treatm ent Results in Endom etritis Following Elective
A b o rtio n ” , A m e r. Jour. O B /G Y N , voi. 128, n. 5, 1977, pp. 556-559)

Per gli aborti praticati nei piccoli centri, con una qualità
delle prestazioni inferiore, il num ero delle infezioni può risul-
tare anche raddoppiato rispetto ai centri medici universitari.
“ U na delle conseguenze dell’aborto può risultare fatale. Si
tratta dell’ascesso pelvico, quasi sempre conseguente alla
perforazione dell’utero e qualche volta anche dell’intestino”
afferm ano due professori dell’UCLA, in uno studio eseguito
su tali casi.
(C. Gassner and C. B allard, A m er. Jour. O B /G Y N , voi. 48, p. 716, as reported in
Em erg. M ed. A fte r A bortion-A bscess, voi. 19, n. 4, A pr. 1977)

Nei paesi sottosviluppati le complicanze sono molto più


frequenti e il trattam ento spesso o non è adeguato oppure
non è disponibile.

L ’infezione può causare dei danni?

Le infezioni a livello dell’utero o delle tube provocano


spesso danni perm anenti. Le tube di Falloppio sono organi
fragili, dei minuscoli tubicini. L ’infezione che le colpisce
spesso ne determ ina la chiusura. L ’infezione che più frequen-
tem ente costituisce la conseguenza di un aborto procurato
male eseguito è la M alattia Infiam m atoria Pelvica.
Le pazienti portatrici di u n ’infezione da Chlamydia Tra-
chomatis a livello del collo uterino (il 13% in questo studio) e
che subiscono un aborto procurato, hanno un rischio del
23% di sviluppare una M alattia Infiam m atoria Pelvica.
(E. Q uigstad et al., British Jour. o f VeneraiDisease, June 1982, p. 182)

“ La M alattia Infiam m atoria Pelvica è difficile da curare e


spesso p o rta all’infertilità, anche se la donna viene trattata

96
A BORTO PR O C U R A TO

adeguatam ente... Approssim ativam ente il 10% delle donne


sviluppa delle briglie aderenziali a livello tubarico tali da prò-
vocare l ’infertilità dopo un solo episodio di M alattia Infiam-
m atoria Pelvica, il 30% dopo due episodi e più del 60% dopo
tre episodi” .
(M. Spence, “ PID : D etection and T rea tm e n t", Sexually Transm ittedD isease Bulletin,
Jo h n H opkins U niv., voi. 3, η. 1, Feb. 1983)

“ U n ’infiammazione acuta si verifica nel 5% dei casi, men-


tre le complicazioni perm anenti come le infiammazioni ero-
niche dei genitali femminili, la sterilità e le gravidanze ec-
topiche (tubariche) si riscontrano nel 20-30% delle donne...
queste percentuali risultano ancora più alte se si tratta della
prim a gravidanza (cioè aborto procurato alla prim a gravi-
danza)” .
(A. K odasek, “ A rtificial Term ination o f Pregnancy in C zechoslovakia” , Internai*{
Jour. G Y N /O B , voi. 9, n. 3, 1971)

La M alattia Infiam m atoria Pelvica di solito è causata da


m alattie veneree quali la G onorrea o le infezioni da Chiami-
dia, e quando è presente aum enta notevolmente le complica-
zioni dell’aborto procurato.
“ La Chlam idia Trachom atis è stata isolata dal collo dell’u-
tero di 70 delle 557 donne sottoposte ad aborto terapeutico.
Di queste 70,22 hanno sviluppato una M alattia Infiam m ato-
ria Pelvica A cuta nella fase postoperatoria (corrispondente
al 4% del totale).
(E. Q uigstad et al., “ P ID A ssociated with C. Trachom atous Infection, A Prospective
S tudy” , British Jour, o f Venerai Disease, voi. 59, n. 3, 1982, pp. 189-192)

Un altro studio ha rilevato u n ’incidenza di infezioni post-


abortive da Chlam idia del 17%.
(Barbacci et al., “ Post A bortal Endom etritis and C hlam ydia” , O B /G Y N , 68:686,
1986)

In una ricerca inglese eseguita presso un ospedale universi-


tario, basata su u n ’esperienza di quattro anni, “ risultava una
percentuale di complicanze post infettive del 27% ” .
(J.A . Stallw orthy et al., “ Legai A bortion: A Criticai Assessment o f its Risks” , The
Lancet, Dee. 4, 1971)

E per quanto riguarda le perdite ematiche?

Le perdite ematiche sono m olto frequenti. Molte cessano


spontaneam ente in tempi brevi, m a alcune obbligano il medi-
co a ricorrere alle trasfusioni. Lo studio di Stallworthy (vedi

97
C H E NE SAI D EL L'A B O R TO ?

sopra) riportava che il 9,5% delle donne aveva avuto bisogno


di trasfusioni. Negli studi più recenti le percentuali sono più
basse.

Le trasfusioni di sangue sono causa di m orte negli aborti prò-


curati?

Sì, e questi decessi non vengono mai associati direttam ente


alla pratica dell’aborto e non sono riportati dalle statistiche
ad esso riferite. Ecco come funziona:
Prim a di tutto bisogna sapere quante donne necessitano
delle em otrasfusioni dopo l’introduzione dell’aborto. È mol-
to difficile ottenere questi dati. Gli unici studi sottoposti a
controlli accurati sono quelli provenienti dai centri medici
delle università, che costituiscono solo una piccola frazione
di tutti gli aborti eseguiti. Più del 90% degli aborti praticati
negli Stati Uniti, e una percentuale variabile di quelli praticati
in altri Stati, vengono eseguiti in cliniche private dove le cure
mediche hanno solo l’om bra della competenza dei centri uni-
versitari. Le donne che presentano u n ’em orragia come com-
plicanza degli aborti eseguiti in questi centri vengono manda-
te negli ospedali “ veri” per fare le trasfusioni e ricevere le cu-
re adeguate. Quindi, la percentuale di donne che necessitano
di u n ’em otrasfusione è solo approssim ativa dal momento
che non ci sono dati provenienti dai centri privati.
M a allora quanti casi sono? Volendo essere ottimisti diremo
che una donna su cento necessita di un’emotrasfusione. Se ogni
anno, negli USA, vengono praticati 1.600.000 aborti, significa
che l’l% di questi (cioè 16.000 donne) viene trasfuso.
L ’epatite virale viene trasmessa a più del 10% di tutte le pa-
zienti trasfuse. Il 10% di 16.000 è 1.600.
(A m er. Assn. Blood Banks and A m er. Red Cross, C ircular Inform ation, 1984, p. 6

L ’analisi eseguita su 300.000 casi di epatite virale ha dimo-


strato che la m orte dei pazienti affetti avveniva principal-
mente per tre cause: 322 casi per la form a acuta, 5.100 per cir-
rosi e 1.200 per cancro del fegato. La m ortalità globale è su-
periore al 2% .
(R. Voelker, H epatitìs B: Planned Standard, A m . M ed. News, Oct. 13, 1989, p. 2)

Il 2% di 1.600 donne vuol dire che di queste, 32 muoiono


ogni anno per l’epatite contratta dopo un aborto procurato.

98
ABORTO PRO C U R A TO

L ’AIDS è l’altra minaccia. Il 2°70 dei casi di AIDS è dovuto


alle trasfusioni di sangue infetto. Negli ultimi tempi questa
percentuale è scesa ulteriorm ente grazie a tecniche di accerta-
mento più sofisticate. Anche così, 200-400 persone all’anno,
nei paesi sviluppati, vengono contam inate per mezzo delle
trasfusioni di sangue.
(Noyes, “ Transfusions Risks D espite Screening” , Fam ily F radice N ew s, M ay 15,
1987)

Nei paesi sottosviluppati la minaccia dell’AIDS è molto


più frequente.

Le complicanze trom botiche sono ancora un problema?

I trom bi rappresentano una delle cause di m orte per le ma-


dri che partoriscono norm alm ente. M a sono anche una causa
di decesso nelle donne giovanissime sottoposte all’aborto.
L ’embolizzazione (corpuscoli che fluttuano nel sangue fi-
no a raggiungere i polmoni) è un altro grosso problem a. La
nascita di un bam bino è un processo naturale, ed il corpo ma-
terno è adeguatam ente preparato per la nascita del neonato e
per l’espulsione della placenta. L ’aborto procurato invece
non è un processo fisiologico, bensì strappa la placenta anco-
ra im m atura dalla parete uterina in cui essa affonda le prò-
prie radici. A volte questo intervento fa sì che il liquido am-
niotico, oppure fram m enti di tessuto del bam bino o coaguli
passino nella circolazione m aterna. Questi, a loro volta, viag-
giano verso i polmoni provocando dei danni o anche la mor-
te. Questa è una delle cause più frequenti di m orte m aterna
nell’aborto procurato con infusione salina endoamniotica.
Per fare un esempio, la trom boem bolia polm onare (coagu-
li di sangue nel parenchim a polmonare) risultò come causa di
m orte in otto m adri che avevano subito un aborto, come ri-
portato dal C entro per il C ontrollo delle M alattie degli Stati
Uniti.
(W . Cates et al., A m er. Jour. O B /G Y N , voi. 132, p. 169)

E questo può accadere soprattutto nelle m adri con età


uguale o inferiore ai 14 anni.
(Pediatrics, voi. 68, n. 4, Oct. 1971)

Anche gli emboli di liquido amniotico stanno “ emergendo


come una im portante causa di m orte negli aborti procurati le­

99
C H E NE SAI D EL L'A B O R TO ?

galmente. Nei 15 casi osservati il rischio sembra essere mag-


giore dopo il terzo mese. Il trattam ento non è efficace” .
(R. G uidotti et al., A m er. Jour. O B /G Y N , voi. 41, 1981, p. 257)

C ’è una m ortalità pari all’80%.


(S. C lark, A m n ìo tic F luid Em bolism , The Female P atien t, voi. 14, A ug. 1989, p. 50)

Esistono altri problemi legati al sangue?

Il più pericoloso è rappresentato dalla Coagulazione Intra-


vascolare Disseminata. Essa è data da un blocco improvviso
della capacità del sangue di coagulare che determ ina u n ’e-
m orragia massiva in grado di provocare la m orte della pa-
ziente. È classicamente associata all’aborto con soluzione sa-
lina ipertonica (avvelenamento salino) (vedi il riferimento
qui sotto).
(H . G lueck et al., “ H ypertonic Saline A bortion C orrelation with D .I.C .” , J A M A , voi.
225, n. 1, July 2, 1973, pp. 28-29)

“ L ’aborto indotto con soluzione salina è attualm ente la


prim a o la seconda causa dell’ipofibrinogenemia in am bito
ostetrico” (corrisponde al term ine D .I.C .).
(L. T albert, U niv. o f N C, “ D IC M ore C om m on T hreat with Use o f Saline A b o rtio n ”
F am ily Practice N ew s, voi. 5, n. 19, O ct. 1975)

Peraltro la DIC è stata scatenata anche dagli aborti indotti


con le prostaglandine e da quelli eseguiti con la tecnica della
dilatazione e della evacuazione.
(W hite et al., “ D .I.C . Following T hree M id-Trim ester A b o rtio n s” , Anaesthesiology,
voi. 58, 1983, pp. 99-100)

D a che cosa può essere provocata la perforazione dell’utero?

P uò essere determ inata dalla suzione, dalla tecnica della


dilatazione ed evacuazione oppure da quella dello svuota-
m ento e revisione di cavità con cui si eseguono gli aborti. An-
che gli aborti ottenuti con l’avvelenamento da soluzione sali-
na o con le prostaglandine possono provocare la perforazio-
ne dell’utero, m a in questo caso è meglio definirla come uno
“ scoppio” dell’utero.

100
ABORTO PR O C U R A TO

Con quale frequenza si verifica la perforazione dell’utero?

In caso di aborti precoci, la frequenza oscilla intorno


all’1%. Negli aborti tardivi è m olto più frequente.

Si dice che l’aborto ottenuto per mezzo delle prostaglandine


sia più sicuro di quello da avvelenamento fetale con soluzione
salina

Questo è sicuramente vero per quanto riguarda il bambi-


no, dal m om ento che, con questa tecnica, la maggior parte
dei bam bini nascono vivi (vedi Cap. 12).
Probabilm ente questo è valido anche per la madre. Ad
ogni m odo, tra le complicanze sono comprese la rottura del-
l’utero, le lacerazioni del collo uterino, le infezioni, la Coa-
gulazione Intravascolare Disseminata lieve e severa, le emor-
ragie, la m orte improvvisa, le convulsioni, l’arresto cardio-
respiratorio, la polm onite ab ingestis, l’infarto, l’insufficien-
za renale acuta, l ’embolia da liquido amniotico e la trom bosi.
Uno studio più approfondito condotto dall’Università del
Texas di Dallas, ha riportato:
“ ... u n ’altra percentuale delle complicanze (42,6%) è da
associare all’uso delle prostaglandine. Pochi rischi in ostetri-
eia sono più certi di quelli a cui va incontro una donna gravi-
da nel sottoporsi all’aborto dopo la 14a settim ana di gestazio-
ne” .
(D uenhoelter and G ran t, “ Com plications Following P rostaglandin F-2A Induced Mid-
trim ester A bortio n ” , A m er. Jour. O B /G Y N , voi. 46, n. 3, Sept. 1975, pp. 247-250)

Perché non approfondiam o il discorso riguardante questo


genere di complicazioni?

Il Direttore di un reparto di Ostetricia a Ft. Lauderdale ri-


ferisce: “ Nell’am bito delle prestazioni mediche private è sta-
to riscontrato un num ero estremamente elevato di compii-
canze. I dati relativi a questo genere di problemi sono però
difficili da raccogliere, dal momento che gran parte delle
donne che si rivolgono ai centri privati sono adolescenti che
raram ente ritornato dal medico A utore dell’aborto, nel mo-
m ento in cui le complicanze insorgono.

101
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

Egli ha parlato anche delle 54 adolescenti che si sono rivol-


te al suo studio medico privato (egli non pratica l’aborto) in
un periodo di sei anni, e di come abbia constatato che nessu-
na di queste ragazze aveva ricevuto inform azioni valide ri-
guardo ai possibili danni conseguenti all’aborto” .
(M. B ulfin, “ A New Problem in A dolescent Gynecology” , Southern M ed. J o u r., voi.
72, n. 8, A ug. 1979)

“ C ’è stata una specie di cospirazione del silenzio nell’e-


nunciare i rischi dell’aborto. Sfortunatam ente ai resoconti
accurati su tali complicanze, provenienti da paesi con una va-
sta esperienza in proposito, non viene dato sufficiente risalto
sia nelle pubblicazioni mediche sia in quelle profane proba-
bilmente a causa delle reazioni emotive che l’aborto legaliz-
zato suscita. Da un punto di vista medico tutto ciò è riprove-
vole, soprattutto perché conosciamo la sofferenza a cui le pa-
zienti vanno incontro.
È significativo il fatto che le complicanze più severe capiti-
no agli operatori più anziani e di maggiore esperienza.
Queste complicazioni vengono menzionate di rado da par-
te di coloro che afferm ano che l’aborto è sicuro...” .
(J.A . S tallw o th y etal., “ Legai A bortion: A Criticai A ssessm en to fitsR isk s” , T heL an-
cett Dee. 4, 1971)

Gli statistici ammettono che i loro dati possono essere impre-


cisi?

Sembrerà impossibile, m a lo fanno di rado. Se chiedete ad


un ufficiale sanitario qual è l’incidenza della gonorrea nella
sua contea, vi risponderà con i dati ufficiali. M a se gli chiede-
te qual è il num ero dei casi recenti, con tu tta probabilità vi ri-
sponderà che la percentuale più recente è piccola, m a che per
avere l’incidenza reale si deve moltiplicare per tre, per cinque
o anche più volte.
Dal m om ento che è più im portante nascondere un aborto
che un caso di m alattia sessualmente trasmessa, è ovvio che la
maggior parte dei decessi e delle complicanze conseguenti ad
un aborto o non vengono riportate come tali oppure non ven-
gono riportate affatto.
I casi riportati di gonorrea sono aum entati da 600.000 ad 1
milione nell’arco di cinque anni, e “ si stima che solo un terzo
dei casi vengano registrati” .
(S. G abbe, O B /G Y N N e w s , Oct. 1, 1983, p. 15)

102
ABORTO PR O C U R A TO

Ci sono degli studi universitari che riportano dei dati molto


più accurati?

Alcune relazioni sono esatte. Alcune delle relazioni incerte


invece sono scritte da noti abortisti che approfittano orribil-
mente di questa opportunità. Non esistono studi attendibili e
confrontabili fatti da medici antiabortisti. Inoltre, il livello
delle prestazioni in un ospedale universitario è molto più alto
di quello nei piccoli centri. Quelle che vengono definite come
“ cliniche autonom e” eseguono più del 90% degli aborti, ma
sono spesso m olto più piccole di centri che vengono legalizza-
ti, e le prestazioni post operatorie (e la capacità di raccogliere
i dati in modo accurato) di solito sono insufficienti.
La pretesa di raccogliere dei dati statistici di una certa im-
portanza dai luoghi in cui l’aborto viene praticato resta così
“ poco più che fantascienza” .
“ Le complicanze conseguenti agli aborti praticati nelle eli-
niche private rappresentano l’emergenza ginecologica più
frequente. Persino le complicanze che m ettono in pericolo la
vita della paziente vengono poste raram ente all’attenzione
del medico che ha eseguito l’aborto, a meno che il fatto non
porti ad una causa. Lo studio statistico presentato da Cates
dim ostra la riluttanza della donna a ritornare in una clinica
dove, secondo lei, non ha ricevuto un trattam ento adeguato,
fatto che generalmente non viene preso in considerazione
dalle ricerche statistiche” .
(L. Iffy, “ Second Trim este A b o rtio n s” , J A M A , voi. 249, n. 5, Feb. 4, 1983, p. 588)

Almeno i decessi vengono riportati accuratamente?

Naturalm ente tutti i decessi vengono registrati, m a non


tutte le m orti per aborto vengono registrate come tali. Se na-
scondere (e perciò non registrare) le malattie veneree è la re-
gola e non l’eccezione, figuriamoci a quali pressioni è sotto-
posto un medico, affinché non riveli che la complicanza o la
m orte è collegata ad un aborto procurato. Gli A utori di que-
sto libro hanno riportato dettagliatam ente molti esempi a ri-
guardo negli anni '70.
(W illke and W illke, “ M others Die from A bortions” , In: H a n d b o o k on A b o rtio n , Cin-
cinnati: Hayes P ub. C o ., 1971, 1975, 1979 Editions)

® Consideriamo che una m adre abbia avuto u n ’emorragia,

103
C H E N E SAI D E L L ’A BORTO?

che sia stata trasfusa, che abbia contratto l’epatite e che sia
m orta alcuni mesi più tardi. La causa di m orte ufficiale è
l’epatite. M a la causa vera è l’aborto.
• La perforazione dell’utero porta all’ascesso pelvico, alla
setticemia (avvelenamento del sangue) e alla m orte. I dati
ufficiali riguardanti la causa di m orte parleranno di asces-
so pelvico e di setticemia. L ’aborto non verrà sicuramente
m enzionato.
® L ’aborto provoca frequentem ente una patologia tubarica.
La paziente può m orire per una gravidanza extrauterina
com parsa anni dopo l’esecuzione dell’aborto. La causa del
decesso sarà la gravidanza ectopica. M a la causa reale è l’a-
borto procurato.
• Lo stato di profonda depressione e il forte senso di colpa
che seguono ad un aborto possono portare la paziente al
suicidio. Anche in questo caso la causa del decesso è il sui-
cidio. M a la causa vera rim ane l’aborto.
• Se, nonostante le cure post-operatorie che il medico aborti-
sta fornisce dopo un aborto, la paziente m uore, egli impu-
terà il decesso ad una causa diversa pur di non passare per
un macellaio.
« Di solito però, la paziente, che m uore in conseguenza di un
danno riportato nel corso dell’aborto provocato, si rivolge
ad un medico diverso, e sia lei che i familiari tendono a ne-
gare ferm am ente che ci sia stato un aborto. In questo mo-
do il legame tra l’aborto provocato ed il decesso non può
essere dim ostrato, e il nuovo medico, temendo una causa
per incom petenza oppure per diffam azione preferisce
menzionare una causa diversa. Il medico dal cuore tenero,
che non è riuscito a salvare la vita della paziente vittima
dell’aborto procurato, pensa che la punizione inflitta alla
donna e alla sua famiglia sia più che sufficiente. Non vuole
assolutam ente rovinare la reputazione di quella famiglia e
della vittim a di fronte alla com unità, e perciò dimentica di
menzionare l’aborto sul certificato di morte.

E per quanto riguarda i casi specifici più recenti?

In una sala per aborti, presso il Centro per la C ura delle


Donne, a Miami, FL. sono state “ uccise” quattro madri: R.
M ontero (7 agosto 1979), M. Morales (8 maggio 1981), M.
Baptise (18 dicembre 1982) e S. Payne (4 gennaio 1983).

104
ABORTO PR O C U R A TO

Il Chicago Sun Times, un quotidiano dichiaratam ente a fa-


vore dell’aborto, rischiò una denuncia m ultipla nel 1978. I
suoi giornalisti avevano scoperto che 12 madri m orte in se-
guito all’aborto, non erano state denunciate appropriata-
mente. Rivelavano inoltre l’applicazione delle pratiche abor-
tive su donne che non erano gravide da parte di personale me-
dico non qualificato ed in ambiente non sterile.
“ In realtà, ciò che la Corte Suprema ha legalizzato sono i
pericolosissimi aborti di secondo ordine praticati in alcune
cliniche private di Chicago” .
(Special R eprint, Chicago Sun Tim es, Field Enterprises, 1978)

Qualcuno sostiene che l’aborto sia più sicuro del parto stes-
so!

L ’analisi più professionale condotta a riguardo è quella del


Professor T. Hilgers, che dim ostra come tutto dipenda dalle
statistiche che vengono utilizzate.
(T. Hilgers, “ A bortion related M aternal M ortality” , N ew Perspectives on H um an
A b o r tio n , Univ. P ub. o f A m er., 1981, pp. 69-92)

Allora, quale dei due è più sicuro?

Probabilm ente la sicurezza non è un param etro di valuta-


zione. Le donne non scelgono di avere il bam bino oppure di
abortire per una questione di sicurezza. La m ortalità materna
legata al parto è solo del 10 per 100.000 parti.
U n’altra considerazione im portante da fare è che i sosteni-
tori dell’aborto procurato tendono a confrontare i dati ri-
guardanti la m ortalità m aterna totale (10 per 100.000) con
quelli della m ortalità negli aborti eseguiti nel primo trimestre
di gravidanza (1-2 per 100.000), om ettendo furbescamente i
dati relativi ai decessi negli aborti eseguiti nel secondo e nel
terzo trim estre (40-50 per 100.000).
Se gli antiabortisti usassero lo stesso stratagem m a statisti-
co, essi farebbero riferim ento solo ai decessi legati al parto
per via vaginale (1,1 per 100.000) omettendo invece quelli per
taglio cesareo (100 per 100.000).
(L anskaet al., “ M ortality from A bortion and C hildbirth” , J A M A , voi. 250, n. 3, July
15, 1983, pp. 361-362)

105
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

Qual è la morale?

La maggior parte delle donne abortiscono senza danni fisi-


ci significativi, m a m olte riportano dei danni e qualcuna
muore.
Molte di loro m antengono un senso di colpa e disturbi
emozionali anche quando dal punto di vista fisico tutto è an-
dato per il meglio.
ABORTO PR O C U R A TO

14. Complicazioni fisiche tardive per


la madre

La sterilità?

Il 45% dei 27 milioni di coppie presenti in America non so-


no in grado di avere dei figli, oppure hanno difficoltà per il
concepimento. Di queste persone, il 10% desidera avere figli,
m a sono state sterilizzate per ragioni mediche, il 19% si è fat-
to sterilizzare volontariam ente e solo il 15% non è in grado di
concepire.
(N ew York Tim es, Feb. 10, 1983, p. C9)

T ra le cause responsabili dell’incremento della sterilità so-


no da includere il triplicarsi dei casi di gonorrea nello scorso
decennio, l’uso degli IUD da parte delle donne come metodo
per il controllo delle nascite, che è aum entato di sei volte, il
notevole incremento delle infezioni da Chlam idia ed il note-
vole aum ento del num ero degli aborti provocati.

È possibile confermare tutto ciò facendo riferimento ad alcu-


ne ricerche condotte in proposito?

Certam ente. “ Il rischio relativo di infertilità secondaria


tra le donne che hanno subito almeno un aborto procurato e
nessun aborto spontaneo, è 3-4 volte maggiore rispetto alle
donne che non hanno mai abortito” .
(D. Trichopoulos et al., “ Induced A bortion and Secondary Infertility” , British Jour.
O B /G Y N , voi. 83, A ug. 1976, pp. 645-650)

Nel 1974 il D ottor Bohumil Stipai, ministro della Sanità

107
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

della Cecoslovacchia, afferm ava: “ Approssim ativam ente il


25% delle donne che hanno interrotto volontariam ente la lo-
ro prim a gravidanza sono rimaste sterili in m odo permanen-
te ” . In proposito, potete consultare il Capitolo riguardante
la M alattia Pelvica Infiam m atoria e la Sterilità.
Se la curetta (ferro chirurgico usato in ginecologia) del me-
dico che pratica l’aborto raschia troppo energicamente, si
form a una cicatrice che spesso riduce il lume dello sbocco del-
la tuba nell’utero. Se l’occlusione è totale, la donna è sterile.
Se invece l’occlusione è parziale, lo spermatozoo è ancora in
grado di risalire lungo la tuba per fecondare la cellula uovo
p rodotta dall’ovaio. Dopo che la fecondazione è avvenuta,
questo minuscolo essere umano, che risulta essere centinaia di
volte più grande dello spermatozoo, può non essere in grado di
attraversare, in senso contrario, la tuba che è parzialmente oc-
elusa. In questo caso l’embrione si annida nelle pareti della tu-
ba, provocando la cosiddetta gravidanza extrauterina.

Qual è la frequenza delle gravidanze extrauterine?

Da quando, negli Stati Uniti, l’aborto è stato legalizzato


c’è stato un incremento del 300% delle gravidanze extrauteri-
ne (soprattutto tubariche). Nel 1970 la frequenza era del 4,8
ogni 1.000 nati vivi. Nel 1980 era già del 14,5 ogni 1.000 nati.
(U.S. D ept. H .H .S ., M orbility a n d M o rta lìty W eekly R ep o rit voi. 33, n. 15, A prii 20,
1984)

È un male?

Sì. Le pareti della tuba sono troppi sottili per form are un
supporto per l ’embrione, e ben presto vanno incontro alla
rottura, provocando u n ’em orragia interna che rappresenta
u n ’emergenza medica acuta. Qualche volta la paziente muo-
re. Negli Stati U niti, ci sono stati 437 decessi negli ultimi nove
anni (il 13% di tutti i decessi m aterni per questa causa).
(M edicai Tribune, Jan . 26, 1983)

Nove di questi decessi si sono verificati dopo un aborto


procurato. Con l’intervento era stato “ svuotato” l’utero ma-
terno, mentre, in realtà, l’embrione era annidato nella tuba.
In seguito alla ro ttura della tuba le donne erano morte.
(R ubin et a l. , 4‘Fatai Ectopie Pregnancy A fter A tlem pted Induced A b o rtio n ” , J A M A ,
voi. 244, n. 15, Oct. 10, 1980)

108
A BORTO PR O C U R A TO

T ra le donne che avevano abortito volontariam ente alla lo-


ro prim a gravidanza, c’è stato un incremento delle gravidan-
ze extrauterine, dopo l’aborto procurato, pari al 500%.
(Chung et a l., “ Effects o f Induced A bortion C om plications on Subsequent Reproduc-
tive Function” U . o f H awaii, H onolulu, 1981)

Ad Atene, m età delle gravidanze extrauterine può essere


attribuita agli aborti procurati subiti in precedenza, con un
rischio medico aum entato di 10 volte.
(P anayotou et al., “ Induced A bortion and Ectopie P reg .” A m . J. O B /G Y N , 1972,
114:507)

Il rischio di una gravidanza tubarica aum enta del 30% do-


po un solo aborto, del 160% dopo due o più aborti procurati.
(A m . J. Public H ealth, 72: 253-6, 1982)

“ Particolarm ente sorprendente risulta un incremento del-


la frequenza delle gravidanze extrauterine” .
(A. K odasek, “ A rtificial Term ination o f Pregnancy in C zechoslovakia” , Internai*!
Jour. o f G Y N O B , voi. 9, n. 3, 1971)

Perché è così?

“ L ’au m en tata frequenza della m alattia infiam m atoria


pelvica (dovuta soprattutto alla Chlamidia) e dell’aborto in-
dotto sem bra giocare un ruolo predom inante nel dram m atico
incremento delle gravidanze extrauterine” .
(H. Barber, “ Ectopie Pregnancy, aD iagnosticC hallenge” , T h eF em aleP atient, voi. 9,
Sept. 1984, pp. 10-18)

Questo vale anche per le gravidanze successive?

“ Le 752 madri con uno o più aborti procurati precedenti


avevano più probabilità di avere delle perdite ematiche nel
corso del prim o trimestre della gravidanza in atto; avevano
meno probabilità di avere un parto normale, e spesso necessi-
tavano di una rimozione manuale della placenta o di altri in-
terventi durante il secondamento; la m ortalità neonatale pre-
coce era raddoppiata; quella tardiva era 3-4 volte maggiore;

109
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

la frequenza di neonati con basso peso alla nascita risultava


aum entata” .
(H arlap and Davies, “ Late Sequelae o f Induced A b o rtio n ...” A m . J. Epidem iology,
voi. 102, n. 3. p. 917, 1975)

I caratteri mestruali cambiano dopo un aborto procurato?

“ Le donne con precedenti aborti procurati riferivano co-


stantem ente un aum ento dell’intensità della sintomatologia
in tutti i gruppi d ’età” .
(L. R oth et al., “ Increased M enstrual Symptoms A m ong W om en W ho Used Induced
A b o rtio n ” , A m er. Jour. O B /G Y N , voi. 127, Feb. 15, 1977, p. 356)

E per quanto riguarda le sinechie?

“ La frequenza delle adesioni intrauterine (sinichie) risulta


particolarm ente elevata tra le pazienti che hanno subito due o
più revisioni della cavità uterina... Il D ottor J.G . Asherm an,
da cui la sindrome prende il nome, ha riscontrato aderenze
uterine in 44 donne, fra le 65 che avevano subito due o più re-
visioni di cavità.
(“ A bortion Risks: G etting thè Picture” , M edicai W orld N ew s, Oct. 20, 1972)

Gli aborti spontanei avvengono con maggiore frequenza do-


po gli aborti provocati?

Lo studio di un gruppo di Boston, che aveva praticato mol-


ti aborti procurati senza troppa delicatezza, negava il benché
m inim o increm ento degli aborti spontanei dopo un solo
aborto provocato, m a, dopo il terzo o il quarto, avevano no-
tato un incremento del rischio di aborti spontanei nel primo
trim estre pari a due o tre volte, come pure la com parsa di per-
dite fino alla 28a settim ana di una seguente gestazione” .
(Levin et al., “ A ssociation o f Induced A bortion w ith Subsequent Pregnancy Loss” ,
J A M A , voi. 243, n. 24, June 27, 1980, pp. 2495-2499)

In un gruppo di 52 donne che erano state sottoposte all’a-


borto indotto circa 10-15 anni prim a e che erano state seguite
attentam ente per tutto il periodo successivo all’intervento, si
scoprì che la m età (27) non aveva avuto problemi con le gravi­

110
A BORTO PR O C U R A TO

danze successive. C ’era stato solo un caso di gravidanza ex-


trauterina, otto parti oltre il termine e tre donne le cui tube ri-
sultavano occluse in m odo definitivo. T ra le 11 donne rima-
nenti ci furono 33 gravidanze, delle quali 14 caratterizzate da
aborto spontaneo nel prim o trimestre e 3 con m orte fetale nel
corso del terzo trimestre, 6 parti pretermine e solo 10 gravi-
danze a termine.
(Hilgers et al., “ Fertility Problem s Following an A borted First Pregnancy” . In: N ew
Perspeclives on H um an A b o rtio n , edited by S. Lembrych. University Publications o f
A m erica, 1981, pp. 128-134)

L ’incontinenza cervicale, conseguente all’aborto provoca-


to, ha aum entato la frequenza degli aborti spontanei del 30-
40%.
tA . K odasek, “ A rtificial Term ination o f Pregnancy in C zechoslovakia” , in te rn a ci
Jour. o f G Y N /O B , voi. 9, n. 3, 1971)

Le donne che hanno subito un aborto provocato presenta-


no una percentuale di aborti spontanei nelle gravidanze sue-
cessive del 17,5%, m entre quella delle donne che non hanno
mai subito un aborto provocato è intorno al 7,5% .
(R ichardson and D ickson, “ Effects o f Legai Term ination on Subsequent Pregnancy” ,
British M ed. Jour., voi. 1, 1976, pp. 1303-4)

Le donne che avevano portato a termine la loro prim a gra-


vidanza hanno avuto la migliore capacità riproduttiva nella
seconda. Quelle che avevano avuto un aborto spontaneo alla
prim a gravidanza “ hanno m ostrato una frequenza maggiore
di interruzioni precoci” nelle gravidanze successive. Infine,
quelle che avevano subito l’aborto procurato alla prim a gra-
vidanza m ostravano invece “ una più alta frequenza di aborti
spontanei tardivi e di parti prem aturi” .
(Koller and Eikham , “ L ateSequelae o f Induced A bortion in P rim agravida” , A età O B /
G Y N S c a n d , 56, 1977, p. 311)

E per quanto riguarda gli aborti spontanei del secondo trime-


stre?

C ’era una frequenza raddoppiata degli aborti spontanei


nel corso del secondo trimestre.
(H erlap, N ew E ngland Jour. o f M e d .t n. 301, 1979, pp. 677-681)

“ In una serie di 520 pazienti che avevano già abortito in


precedenza, l’8 ,l% lam entava un aborto spontaneo nel cor­

111
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

so del secondo trim estre (in riferim ento al 2,4% dei control-
li)” .
(G. R atter et al., “ Effects o f A bortion on M aturity o f Subsequent Pregnancy” , M ed.
Jour. o f Australia‫ ״‬June 1979, pp. 479-480)

“ Nelle gravidanze successive ad un aborto procurato c’era


un incremento di dieci volte del num ero di aborti spontanei
nel secondo trim estre” .
(W right et al., “ Second Trim ester A bortion after V aginalTerm ination o f Pregnancy” ,
The Lancet, June 10, 1972)

“ Concludendo si può afferm are che esiste una correlazio-


ne di causa-effetto tra un aborto procurato e l’aborto sponta-
neo al secondo trimestre della gravidanza successiva” . C ’era
anche un incremento di quattro volte dei casi di prem aturità.
(Puyenbeck and Stolte, R elationship Between Spontaneous and Induced A bortion, and
Second Trim ester A bortion Subsequently, E urop. J. O B /G Y N , R eprod. Biol. 14,
1983, 299-309)

E per quanto riguarda la placenta previa?

Si parla di placenta previa quando la placenta copre, in


parte o totalm ente, l’orifizio uterino interno, ossia l’apertura
dell’utero verso il canale del parto. È una condizione molto
grave e di solito richiede il taglio cesareo, a volte con la perdi-
ta del bam bino.
Il D ottor Barrett ha condotto uno studio alPUniversità
Vanderbilt nel quale sono stati presi in esame più di 5.000
parti e ha riscontrato che le donne con dei precedenti aborti
procurati al prim o trim estre della gravidanza avevano “ un
incremento da 7 a 15 volte della frequenza della placenta pre-
via” . Il fatto è stato ricondotto al danneggiamento della su-
perficie interna dell’utero provocato nel corso dell’aborto
per suzione o per svuotam ento e revisione, interventi che
“ predispongono all’im pianto anom alo della placenta e ad un
aum ento della superficie d ’im pianto della stessa’’. Fu riscon-
trato inoltre che tali cambiamenti nella parete uterina av-
venivano con il prim o aborto procurato ed erano permanen-
ti, non potendo essere modificati né dal tem po né dal numero
complessivo degli aborti procurati subiti.
(B arrett et al., “ Induced A bortion, A Risk Factor for Placenta Previa” , A m er. Jour.
O B /G Y N , Dee. 1981, pp. 769-772)

“ Si osservano ab b astanza frequentem ente com plicanze

112
A B O R TO PR O C U R A TO

quali sclerosi dell’orifizio uterino esterno, placenta adesa,


placenta acereta ed atonia uterina”
(A. Kodaseck, “ A rtificial T erm ination o f Pregnancy in Czechoslovakia, In tern a iΊ
Jour. o fG Y N /O B , voi. 9, n. 3, 1971)

“ Non si può escludere la possibilità che il vasto num ero di


aborti procurati giochi un ruolo fondamentale nel notevole
incremento della frequenza di placenta previa” .
(Z. B ognar, “ M ortality and M orbidity Associated with Legai A bortions in H ungary,
1961-1973” , A m er. Jour. Public H ealth, 1976, pp. 568-575)

Cosa dire della rottura del corpo uterino?

Questa evenienza si presenta durante il travaglio in almeno


1’ 1% dei casi per quelle donne che in precedenza hanno subi-
to degli aborti procurati all’inizio del primo trimestre di gra-
vidanza.
(D. Nemec et al., “ M edicai A b o rtio n C om plications” , O B /G Y N , voi. 51, n. 4, Aprii
1978, pp. 433-436)

Il 6% delle donne che restano incinte dopo un aborto prò-


curato per mezzo dell’isterotom ia vanno incontro a rottura
dell’utero.
Sostanzialmente il rischio di rottura venne dim ostrato nel
26% dei casi riferiti. I bambini nati successivamente risulta-
vano piccoli per la data.
(Clow and C rom pton, “ The W ounded U terus: Pregnancy after H ysterotom y” , British
M ed. Jou r., Feb. 10, 1973, p. 321)

La ro ttu ra dell’utero (1 %) è anche una delle complicazioni


più temibili, e spesso fatale, degli aborti eseguiti con l’uso
delle prostaglandine.
(D uenhalter and G ant, “ C om plications Following Prostaglandin M id-Trimester A bor-
tio n ” , O B /G Y N , voi. 46, n. 3, Sept. 1975, pp. 247-250)

E a proposito dell’incontinenza urinaria?

Lo studio più autorevole condotto a riguardo m ostra due


valori per l’incontinenza urinaria: uno pari al 23,7% , in se-
guito all’aborto procurato e uno pari al 12,6%, in seguito alla
gravidanza a termine.
(Slunsky, “ U rinary Incontinence in Pregnancy” , Z. G eburt. Perinatal 165: 329-35,
1966)

113
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

E per l’endometriosi?

Q uesta può svilupparsi lungo il trag itto percorso dall’a-


go usato per le am niocentesi eseguite nel secondo trim e-
stre.
(F errare et a l., “ A b d o m in al W all E ndom etriosis Follow ing Saline A b o rtio n ” , JA -
M A , voi. 238, η. 1, Ju ly 4, 1977, pp. 56-57)

Gli aborti procurati possono influenzare la sensibilizzazio-


ne Rh?

“ Persino negli aborti eseguiti con la suzione, anche se


questi sono m olto precoci, ad d irittu ra prim a dell’ottava
settim ana, l ’em orragia feto-m aterna che può verificarsi, è
in grado di sensibilizzare la d onna di gruppo Rh negativo ’’.
(M . Leong, “ R h T h erap y R ecom m ended in V ery Early A b o rtio n ” , O B /G Y N Ob-
server, June 1978)

Q uesto significa che nelle ulteriori gravidanze i bam bini


di queste m adri avranno problem i per la sensibilizzazione
Rh, avranno bisogno di trasfusioni ed in alcuni casi nasce-
ranno m orti oppure m oriranno subito dopo la nascita.
Q uesto può essere valutato prim a dell’ab o rto procurato e
può essere prevenuto som m inistrando alla m adre u n a tera-
pia m olto costosa chiam ata Rho GAM . Se questo non vie-
ne fa tto , il num ero delle donne sensibilizzate varia da un
m inim o del 3% ad un massim o del 17%. S fortunatam ente,
m olti degli am bulatori in cui si praticano gli aborti non
prendono tu tte queste precauzioni.
(J. Q ueenan, C ornell U niversity, M edicai W orld N ew s, A p rii 30, 1971, p. 36G)

E per l’ab o rto provocato in età adolescenziale ci sono delle


differenze?

D opo m olti anni di esperienza in fatto di aborti procurati


legalizzati, un professore della Clinica O stetrico-G inecolo-
gica dell’U niversità di New-Castle on Tyne, ab o rtista di-
chiarato, ha con d o tto uno studio in cui 50 m adri adole-
scenti, che avevano ab o rtito nella sua clinica, venivano se-
guite nel periodo successivo all’intervento per un tem po

114
A BORTO PR O C U R A TO

m inim o di due anni fino ad un massim o di 12. Egli constatò


che “ la cervice delle ragazzine, incinte per la prim a volta,
risultava im m ancabilm ente piccola e chiusa, particolar-
m ente esposta al danneggiam ento nella fase della dilatazio-
n e” . Ecco cosa rip o rta sui risultati, alquanto deludenti in
verità, riguardanti le successive 53 gravidanze delle giovani
m adri:
Sei ebbero un altro ab o rto indotto.
D iciannove ebbero degli aborti spontanei.
U na p arto rì un bam bino vivo al sesto mese.
Sei bam bini m orirono tra il m om ento della nascita e i
due anni.
V entuno bam bini sopravvissero.
(J. R ussel, “ Sexual A ctivity and Its C onsequences in thè T een ag er” , Clinics in O B /
G Y N , voi. 1, n. 3, Dee. 1974, pp. 683-698)

“ Il danno fisico e m orale conseguente all’aborto procu-


ra to è m aggiore nelle ragazze giovani. L ’aborto nelle ado-
lescenti è diverso da quello delle donne sessualm ente più
m ature e queste diversità sono responsabili dell’elevata
percentuale di stati patologici” .
Le giovanissime hanno u na cervice uterina im m atura e
“ corrono il rischio di avere una dilatazione difficoltosa e
trau m a tica” . L ’uso della lam anaria “ non m itiga in alcun
m odo il concetto attu ale sui problem i legali all’aborto prò-
c u ra to ” .
(C. Cow ell, P roblem s o f A d o lesc en t A b o rtio n , O rth o P anel 14, T o ro n to G eneral
H ospital)

“ Q uanto più la paziente è giovane, tan to più avanzata è


l ’età gestazionale (età del bam bino) alla quale viene procu-
rato l ’ab o rto , m aggiore è la percentuale delle com plican-
ze... A lcune delle com plicazioni più catastrofiche si verifi-
cano p roprio nelle adolescenti” .
“ Alm eno una volta q u est’anno, l ’87% dei 486 ostetrici e
ginecologi hanno dovuto ricoverare una paziente in seguito
all’insorgenza di com plicanze di un aborto p ro c u rato ” .
M . B ulfin, M .D ., O B /G Y N O bserver, O ct.-N ov. 1975)

P er le adolescenti anche la gravidanza presenta m olti più


rischi?

N on è esattam ente così. M olti anni or sono l ’opinione


generale era questa. Recentem ente è stato dim ostrato che

115
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

le m adri adolescenti non corrono rischi m aggiori nel corso


della gravidanza e del travaglio, e che i loro bam bini sono
saniquanto quelli delle p artorienti adulte, a p atto che rice-
vano delle buone cure nella fase prenatale.
“ A bbiam o scoperto che le m adri in età adolescenziale,
se seguite accuratam ente, hanno le m inori com plicazioni al
m om ento del p arto . Q uanto più la m adre è giovane, mi-
gliore è il p arto . Se ci sono più problem i, è la società che li
crea, non certo le leggi biologiche” .
(B. S utton-S m ith, Jour. o f Y o u th a n d A dolescence. A sre p o rte d in thè N ew Y o rk Ti-
m es, A prii 24, 1979)

“ N on è stata d im ostrata alcuna correlazione tra l ’accre-


scim ento fisico m aterno e un decorso problem atico della
gravidanza oppure un p arto d ifficoltoso” .
(S ukanich et a l., “ Physical M atu rity an d P regnancy O utcom e U nder 16 Y ears” , Pe-
d ia trics, voi. 78, η. 1, July 1986, p. 31)

Il D o tto r Jerom e Jo h nson dell’U niversità John H op-


kins, e il D o tto r Felix H eald, P rofessore della Clinica Pe-
diatrica dell’U niversità del M aryland, sono d ’accordo sul
fatto che le m adri adolescenti partoriscano spesso bam bini
di basso peso alla nascita, m a reputano che questo non sia
dovuto “ al destino biologico di u n ’adolescente gravida” .
Essi afferm ano che questo sia d a ricollegare alla m ancata
attuazione di u n ’adeguata cura prenatale.
“ Se venisse seguito attentam ente l’andam ento della gra-
vidanza di u n ’adolescente, essa potrebbe avere un ottim o
andam ento, p roprio come quella di una donna a d u lta” .
(F am ily Practice N ew s, D ee. 15, 1975)

“ L ’elevata frequenza di com plicazioni nel corso della


gravidanza tra le adolescenti dai 16 anni in poi, è m olto si-
mile a quella risco n trata tra le donne gravide di una certa
e tà ” .
(E. H opkins, “ Pregnancy C om plications N ot H igher in T een s” , O B /G Y N N ew s,
voi. 15, n. 10, M ay 1980)

“ I rischi ostetrici e neonatali tra le adolescenti di età su-


periore ai 15 anni non sono m aggiori di quelli tra le donne
di v en t’anni, a p atto che le adolescenti vengano seguite
adeguatam ente” .

116
ABORTO PR O C U R A TO

Si è n o tato che tra le ragazze di età com presa tra i 15 e i 17


anni, la gravidanza potrebbe persino essere più tranquilla
che tra le ragazze più grandi.
(E. M cA narney, “ Pregnancy M ay Be S a fe r” , O B /G Y N N e w s , Jan . 1978)
(Pediatrics, voi. 6, n. 2, Feb. 1978, p p . 199-205)
(F. A vey, C an ad a C ol. Fam ily Physicians, “ P reg n an t T e e n s ...” , Fam ily Practice
N ew s, Ja n . 1987, p. 14)
ABORTO PR O C U R A TO

15. Complicazioni fisiche tardive per


il bambino

C ’è stato un incremento nel numero delle nascite premature?

Nei primi anni dopo la legalizzazione dell’aborto provoca-


to ci fu un notevole aum ento delle nascite prem ature e delle
difficoltà conseguenti. Ecco le conclusioni a cui sono giunti i
più autorevoli studi in proposito:

• Dopo un solo aborto procurato l’incremento delle nascite


prem ature è del 14%; dopo due aborti, sale al 18% e dopo
il terzo è del 24% .
(Klinger, “ D em ographic C onsequences o f thè Legalization o f A bortion in Eastern Eu-
ro p e” , in te r n a v i Jour. G Y N /O B , voi. 8, Sept. 1971, p. 691)

• Le donne che non hanno mai subito un aborto procurato


hanno una percentuale di nascite prem ature pari al 5%;
per quelle con degli aborti provocati alle spalle la percen-
tuale sale al 14%.
(R. Slumsky, “ C ourse o f Delivery o f W omen Following Interruption o f Pregnancy” ,
Czechoslovakia G yn., voi. 29, n. 97, 1964)

• Le donne che hanno subito degli aborti provocati presenta-


no probabilità doppie di partorire un bam bino prem aturo
nelle gravidanze successive.
(G. Papaevangelou, U . H ospital, A thens, Greece, Jour. O B /G Y N B ritish C om m on-
wealth, voi. 80, 1973, pp. 418-422)

• In Cecoslovacchia i parti prem aturi conseguenti agli aborti


procurati sono così frequenti che una donna incinta, che
abbia avuto parecchi aborti provocati in passato, viene vi-
sitata e:

119
C H E N E SA I D E L L ’ABORTO?

“ Se il medico nota del tessuto cicatriziale, egli praticherà un


cerchiaggio cervicale intorno alla 12a-13a settim ana di gesta-
zione. Poi la paziente rim arrà in ospedale per tutto il tempo
necessario, il che vuol dire anche per mesi” .
(“ Czechs Tighten Reins on A b o rtio n ” , M edicai W orld N ew s, (106J, 1973)

Il D ottor Zedowsky ha riportato una percentuale di danni


cerebrali alla nascita più alta. C itando la sua relazione: ‘‘un
num ero crescente di bambini necessita di un insegnamento
speciale a causa dei deficit mentali conseguenti alla prem atu-
rità ” .

L ’Organizzazione M ondiale della Sanità ha condotto un am-


pissimo studio su 7.228 donne in otto paesi europei, che ha
dim ostrato come le donne che in precedenza avevano avuto
degli aborti indotti, fossero m olto più esposte agli aborti
spontanei del secondo trim estre, ai parti prem aturi e ad avere
bam bini di basso peso alla nascita.
(C ollaborative Study, Lancet 1979, Jan . 20, 1 (8108): 142-5)

Perché c’è questo incremento dei parti prematuri?

La pratica abortiva com porta lo stiram ento delle fibre del


collo dell’utero per far sì che l’orifizio uterino esterno venga
aperto ed il medico possa introdurre gli strum enti nell’utero.
La m uscolatura della cervice non viene danneggiata in caso di
aborto spontaneo in cui si ricorra alla tecnica dello “ svuota-
m ento e revisione” , poiché in questo caso la cervice è soffice
ed aperta. Il danno è minimo anche nei casi in cui si ricorre al-
la tecnica dello “ svuotam ento e revisione” in donne con me-
trorragia in atto. Com unque, è molto difficile strappare una
placenta ben inserita ed un feto che cresce norm alm ente at-
traverso un collo uterino ben chiuso. Per ridurre i conseguen-
ti danni alla capacità futura della donna di procreare, sono
stati fatti vari tentativi, compreso quello di utilizzare la lami-
naria.

Che cos’è la laminaria?

È un pezzettino di materiale disidratato che viene inserito


nel canale cervicale un giorno prim a dell’aborto. Esso assor-
be l’acqua aum entando così di molto il proprio volume e con­

120
ABORTO PR O C U R A TO

tribuisce alla dilatazione del collo uterino. Il suo impiego può


ridurre notevolmente i danni alla struttura della cervice prò-
vocati dalla dilatazione strum entale prim a di un aborto prò-
vocato.

Come si correla la dilatazione cervicale con le complicazioni


tardive?

Un travaglio che dura dalle dodici alle venti ore non è poi
così raro. Q uando l’ostetrica controlla la dilatazione del col-
lo uterino parla di “ due d ita” , “ quattro dita” e poi “ dilata-
zione com pleta” . Solo quando l’orifizio uterino esterno è
ben aperto il bam bino può iniziare la sua discesa attraverso il
canale del parto.
Prim a della nascita la natura fa sì che questa “ porta” si apra
molto lentamente. In un aborto spontaneo tutti quei crampi
agiscono allo stesso modo. Dopo che l’utero si è svuotato la cer-
vice si contrae e l’orifizio uterino esterno si richiude.
La parte inferiore dell’utero è la cervice e quando una don-
na incinta è in posizione eretta la testa del bam bino vi si ada-
già (in realtà ci sbatte contro per tu tta la gravidanza).
La struttura deve essere intatta per poter mantenere chiusa
la cervice. Se il collo dell’utero è debole oppure “ incontinen-
te” , non riesce a rim anere ben serrato e può andare incontro
ad u n ’apertura precoce e quindi ad un aborto spontaneo op-
pure ad un parto prem aturo.
Q uando si pratica un aborto procurato su una donna alla
prim a gravidanza, il medico deve dilatare (e m antenere aper-
ta) una cervice allungata, com patta ed acerba. In genere il
tutto si compie in 30-60 secondi. Questa apertura forzata
spesso stira a tal punto le fibre della parete da indebolire in
m odo permanente la cervice.
Il danno più grave si verifica nelle nullipare (donne alla lo-
ro prim a gravidanza). Nell’Europa dell’est la politica a favo-
re dell’aborto procurato è cam biata lentamente al punto che
adesso vengono fortemente scoraggiati gli aborti procurati
nelle nullipare.
In America tutte le autorità, persino i più fervidi sostenito-
ri dell’aborto legalizzato, sono d ’accordo sull’im portanza di
questa complicanza. Nella maggior parte degli am bulatori
privati in cui si praticano gli aborti legalizzati, la laminaria

121
C H E N E SAI D EL L'A B O R TO ?

non viene utilizzata dal m om ento che questo com porterebbe


una doppia visita per la paziente e minore guadagno econo-
mico per il medico.
Recentemente, studi condotti in alcuni ospedali università-
ri hanno riportato delle complicanze inferiori rispetto agli
studi precedenti. Alcuni di questi risultano però m olto so-
spetti dal m om ento che i fondi per la ricerca sono stati dati
solamente agli abortisti più agguerriti (ai ricercatori anti-
abortisti non sono stati assegnati dei fondi simili).
Uno degli A utori che più frequentemente viene citato, il
D ottor W illard Cates, ha pubblicato un articolo in cui sugge-
risce di commisurare su scala graduata l’onorario del medico
per gli aborti (scala basata sulla lunghezza del piede fetale...)
(W . C ates, “ For a G raduateci Scale o f Fees for A b o rtio n ” , Fam ily Planning Perspec-
tives, voi. 12, n. 4, July 1980)

In un altro lavoro, Cates riferiva come la gonorrea fosse la


m alattia venerea più comune, e che la “ seconda” , in ordine
di frequenza, fosse la gravidanza. Egli poi com parava le due
“ m alattie” in termini di “ frequenza” , “ periodo di incuba-
zione” , “ predisposizione fam iliare” e “ percentuale di rica-
dute” correlandole poi ai diversi gruppi di età, alle variazioni
stagionali, al tem po sottratto al lavoro, al tipo di “ trattam en-
to ” (aborto procurato), alle complicanze del “ trattam ento” ,
al costo relativo del “ trattam ento” , ecc., e concludeva:

“ Se l ’aborto legalizzato fosse visto come un trattam ento per


una condizione sessualmente trasmessa, non verrebbe più
considerato come una procedura elettiva o preventiva, cosa
che è inaccettabile per i program mi assicurativi. Se invece ve-
nisse considerato come un trattam ento terapeutico, divente-
rebbe remunerabile sia da parte dei program mi assicurativi
statali che privati” .
(Cates et al., “ A bortion as a Treatm ent o f U nw anted Pregnancies: The N um ber Two
Sexually T ransm itted D isease” . Paper presented at thè 14th A nnual M eeting, Planned
P arenthood Physicians, M iam i, Nov. 1976)

Gli studi più recenti riportano ancora le stesse complicanze?

“ Il rischio principale dell’aborto è... l’incontinenza cervi-


cale perm anente” .
(L. Iffy, “ Second-Trim ester A bortions” , J A M A , voi. 249, n. 5, Feb. 4, 1983, p. 588)

Spesso l’aborto spontaneo al secondo trimestre e il parto

122
A BORTO PR O C U R A TO

prematuro sono le conseguenze di precedenti aborti procurati.


(A. A rvay et al., “ R elation o f A bortion to Prem ature B irth” , R eview French G Y N /
O B , voi. 62, n. 81, 1967)
(Levin et al., J A M A , voi. 243, 1982, p. 2495)
(A. Jakobovits a n d L . Iffy, “ Perinatal Im plications o f T herapeutic A b o rtio n ” , Princi-
pa ls and Practice o f OB and Perinatalogy, New Y ork, J. Wiley and Sons, 1981, p. 603)
(C. M adore et al., “ E ffe ctso f Induced A bortion on Subsequent Pregnancy O utcom e” ,
A m er. Jour. O B /G Y N , voi. 139, 1981, pp. 516-521)

L ’uso della lam inaria riduce, m a non elimina, l’inconti-


nenza cervicale.
(S. H arlap et a l., “ Spontaneous Fetal Losses A fter Induced A b o rtio n s” , N ew E n g la n d
Jour. M e d ., voi. 301, 1979, pp. 677-681)

“ In una serie di 520 pazienti che avevano abortito in prece-


denza, l’8,6% ha avuto dei parti prem aturi, rispetto al 4,4%
delle pazienti appartenenti al gruppo di controllo (che non
avevano mai subito un aborto provocato)” .
(G. R atten et al., “ Effects o f A bortion on M aturity o f Subsequent Pregnancy” , M ed.
Jour. o f A ustralia, June 1979, pp. 479-480)

“ Il gruppo che aveva subito degli aborti procurati mostra-


va la più alta frequenza di aborti spontanei tardivi e di parti
prem aturi” .
(O. Kaller et al., “ Late Sequelae o f Induced A bortion in Prim igravidae” , A c ta O B /
G Y N Scandinavia, voi. 56, 1977, pp. 311-317)

Alcuni di questi bam bini prem aturi muoiono?

È stato fatto uno studio su 26.000 parti allo scopo di deter-


minare se gli aborti precedenti (ed i parti prematuri) abbiano
contribuito all’aum ento del num ero dei decessi tra i bambini
nati vivi. Si è scoperto che la percentuale dei decessi “ si era
più che triplicata” .
(S. Funderburk et a l., “ Suboptim al Pregnancy O utcom e with Prior A bortions and Pre-
m ature B irths” , A m er. Jour. O B /G Y N , Sept. 1, 1976, pp. 55-60)

Il fatto di aver subito un aborto provocato può compromet-


tere la donna che decide di sposarsi dopo l’aborto stesso?

L ’afferm azione più chiara in proposito è quella della Dot-


toressa M argaret W ynn, coautrice del R apporto Wynn. A
causa dei problemi fisici e dell’occasionale sterilità conse­

123
C H E NE SAI D EL L'A B O R TO ?

guente ad un aborto provocato, la dottoressa W ynn ha affer-


m ato che un uom o ha il diritto di sapere se la sua com pagna
ha avuto un aborto procurato in precedenza dal momento
che “ una ragazza nubile che abbia affrontato uno o più abor-
ti procurati è meno adatta alla m aternità, e perciò, al matri-
m onio” .
(W ynn and W ynn. “ Some Consequences o f Induced A bortion to Children Born Sub-
sequently” , British M ed. Jour., M ar. 3, 1973, p. 506)

Non ci sono studi più ampi riguardanti i parti prematuri?

Nello Stato di New York era stato condotto uno studio


prospettico tra gli anni 1975 e 1979, in cui venivano prese in
considerazione più di 40.000 donne, m età delle quali aveva
avuto un aborto procurato mentre l ’altra m età aveva partorì-
to un figlio vivo. L ’analisi della successiva storia riproduttiva
di queste donne dim ostrò un incremento delle complicanze in
quelle che avevano avuto degli aborti procurati.
(V. Logrillo et al., “ Effect o f Induced A bortion on Subsequent R eproductive Fune-
tio n s” . N .Y . State D ept. o f H ealth, C ontract l-HD-6-2802, 1975-78)
A BORTO PR O C U R A TO

16. La salute mentale

Si sta ancora discutendo per stabilire se la sa-


Iute mentale possa essere un m otivo p er ricorre-
re a ll’aborto procurato.

Il term ine “ salute m entale” , così come viene usato abituai-


m ente, è sinonim o, nella definizione delPO rganizzazione
Mondiale della Sanità (O .M .S.), di “ salute” , intesa come be-
nessere economico, sociale ed emotivo e che come tale viene
stabilito dal singolo individuo. Questa definizione è estrema-
mente am pia e si allontana molto e non può essere com parata
al concetto medico di “ salute m entale” .
Nel 1971, il D ottor Louis Hellm an, assistente del Diparti-
m ento della Salute, dell’Istruzione e del Benessere (HEW),
dichiaratam ente a favore dell’aborto, disse (al Columbia
W om en’s H ospital di W ashington) che la richiesta del per-
messo dello psichiatra per poter abortire era una ‘‘presa in gi-
ro ” .
(W ashington Post, Nov. 25, 1971)

Questa provocazione era stata lanciata a dispetto del fatto


che, su un totale di 14.717 aborti procurati eseguiti negli
ospedali della C alifornia (Nov. ’67-Set. ’69), il 90% erano
motivati dalla salvaguardia della salute mentale m aterna.
(C alifornia D ept. o f Public H ealth, Third A nnual R eport to C alifornia Legislature,
1970)

A New York, dove la legge non richiede tali sotterfugi, solo


il 2% di tutti gli aborti procurati registrati nel 1970 risultava-
no eseguiti per motivi di “ salute m entale” . Ogni Stato o Na-
zione che abbia legalizzato l’aborto per questioni di “ salute”
accetta l’aborto procurato su richiesta.

125
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

In passato veniva presa in considerazione solo la salute fisi-


ca?

Sì. M a ben prim a della legalizzazione quasi tutte le indica-


zioni mediche erano scomparse.
Già nel 1951, il D ottor R .J. H efferm an, dell’Università di
Tufts, afferm ava:

“ Chiunque pratichi un aborto terapeutico (per problemi


fisici) non conosce i metodi più moderni per trattare le com-
plicanze della gravidanza, oppure non vuole perdere tem po
ad applicarle’ ’.
(Congress o f A m erican College o f Surgeons, 1951)

Non c’è nessun motivo psichiatrico valido che possa giustifi-


care l’aborto procurato?

Il D ottor R. Sloan, un abortista, ha afferm ato:

“ N on esiste alcuna indicazione psichiatrica inequivocabile


per l’ab o rto ” .
(R. Sloan, N ew E ngland Jour. M ed ., M ay 29, 1969)

Più tardi, Frank Ayd, M .D ., psichiatra conosciuto ed Au-


tore di testi di medicina, ha afferm ato:
“ Orm ai le vere motivazioni psichiatriche per l’aborto prò-
curato sono praticam ente inesistenti. La m oderna terapia
psichiatrica ha reso possibile ad ogni donna psicopatica di
portare a term ine una gravidanza” .
(F. A yd, M edicai M oral Newsletter)

La “ malattia mentale” di solito è usata come scusa per abor-


tire?

P urtroppo sì!

126
AB O R TO PR O C U R A TO

Che cosa dire delle donne che sono realmente delle malate
mentali? Se l’aborto procurato non può esser loro d ’aiuto,
può danneggiarle?

Questo è un segreto che è stato tenuto nascosto a lungo. In


un trattato a favore dell’aborto procurato, si dichiarava che
“ le donne con una storia di disturbi psichiatrici erano tre voi-
te più esposte ad avere altre turbe psichiche’’ dopo un aborto
procurato di quelle che non avevano u n ’anamnesi positiva
per questo genere di problemi.
(E. G reenglass, “ A bortion and Psychiatric D isturbarne” , Canadian Psych. Assn.
Jo u r., voi. 21, n. 7, N ov. 1976, pp. 453-459)

Il D ottor Charles Ford ed i suoi assistenti dell’UCLA (Uni-


versità di Los Angeles) hanno riportato lo stesso risultato.

“ Q uanto più la diagnosi psichiatrica è grave, tantom eno


utile risulta l’aborto procurato” .
(C. F ord et a l., “ A bortion, Is It a T herapeutic Procedure in P sychiatry?” , J A M A , voi.
218, n. 8, N ov. 22, 1971, pp. 1173-1178)

“ Q uanto più grave è la paziente psichiatrica, tanto peggio-


ri saranno le sue condizioni mentali dopo l’aborto procura-
to ” .
(E. Sandberg, “ Psychology o f A b o rtio n ” . In: C om prehensive H a n d b o o k o f Psychia-
try, 3rd ed., K aplan & F riedm an Publishers, 1980)

T utte queste afferm azioni non fanno che conferm are la di-
chiarazione ufficiale dell’Organizzazione M ondiale della Sa-
nità del 1970:

“ I disturbi m entali gravi insorgono più frequentem ente


nelle donne che hanno già avuto in precedenza questo gene-
re di problem i. Perciò le donne per cui l ’ab o rto procurato
legale verrebbe giustificato sono proprio quelle che hanno
il m aggior rischio post-abortivo di avere dei disturbi psi-
chiatrici” .
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

E per quanto riguarda gli effetti negativi sulla donna che go-
de di una buona salute mentale?

“ Il traum a dell’aborto procurato può avere delle sequele


im portanti sul piano em otivo... Sono poche le prestazioni
mediche piene di forti implicazioni sociali, politiche, cultura-
li e morali come lo è l’aborto procurato” .
(C. H all and S. Zisook, “ Psychological Distress Following Therapeutic A b o rtio n ” ,
The Ferriate Patient^ voi. 8, M ar. 1983, pp. 34/47-34/48)

“ Q uando le pazienti si presentano con dei problemi emoti-


vi e hanno alle spalle una storia di aborto procurato, in que-
sto caso la sequela emotiva conseguente all’aborto procurato
dovrebbe venire considerata come l’evento che, fino a prova
contraria, danneggia più di ogni altro la vita delle pazienti.
P urtroppo le pazienti non fanno mai questo tipo di associa-
zione, dal m om ento che i conflitti più dannosi vengono se-
polti nell’inconscio” .
(R. M addock and R. Sexton, “ The Rising Cost o f A b o rtio n ” , M edicaiH ypnoanalysis,
Spring 1980, pp. 62-67)

M a la maggior parte delle pazienti dim ostra di avere pochi


problemi emozionali.

Certo, m a “ ciò che le donne sentono nel profondo riguar-


do all’aborto procurato è molto diverso da ciò che afferm ano
rispondendo ai questionari” .
Uno studio canadese è riuscito ad intervistare un gruppo di
donne che avevano precedentemente risposto alle dom ande
di un questionario e nel quale negavano di avere avuto dei
problemi dopo l’aborto procurato. *
Una m età di questo gruppo venne scelta, a caso, per essere
sottoposta ad una psicoterapia approfondita.

“ Quello che è emerso dalla psicoterapia era in netto con-


trasto (con i questionari), persino nei casi in cui la donna ave-
va considerato l’aborto procurato come un qualche cosa di
inevitabile, l’unica soluzione possibile al problem a” .
Si dim ostrava così che la decisione cosciente e razionale di
abortire può coesistere con il suo più totale rifiuto ai livelli
più profondi dell’inconscio. Nonostante le apparenze, l’a-
borto procurato lascia dietro di sé dei sentimenti m olto prò-

128
A BORTO PR O C U R A TO

fondi come “ un dolore intenso, un senso di perdita e di iden-


tificazione con il feto” .
(I. Kent et al., “ Em otional Sequelae o f Elective A b o rtio n ” , British College o f Med.
Jo u r., voi. 20, n. 4, A prii 1978)
(I. K ent, “ A bortion H as P ro fo u n d Im p act” , Fam ily Practice N ew s, June 1980, p. 80)

L ’aborto non porta mai la donna al suicidio?

Il suicidio è raro tra le gravide, m a è m olto frequente dopo


l’aborto procurato. Ovviamente non viene mai registrato tra
le cause di m ortalità m aterna conseguenti ad un aborto prò-
curato, anche se questo può esserne responsabile.

Il suicidio è raro finché la donna è gravida? È forse frequente


tra le donne a cui viene rifiutato l’aborto procurato?

Questo è un errore che si ripete spesso. Il suicidio tra le gra-


vide è estremamente raro. Alcune ricerche molto accurate lo
hanno dim ostrato definitivamente. Lo Stato dell’Ohio ha
avuto solamente due casi di gestanti suicidatesi negli anni
1955-1963.
( “ M aternal Deaths Involving Suicide” , O hio Siate M ed . Jour., Dee. 1966, p. 1294)

T ra il 1938 e il 1958 venne rifiutato l’aborto a più di 13.500


donne svedesi. Di queste solo tre si suicidarono.
(J. O ttosson, “ Legai A bortion in Sweden” , Jour. Biosocial Sciences, voi. 3, 1971, p.
173)

A Brisbane, in Australia, nessuna gravida si è mai suicida-


ta.
(F. W hitlock and J. Edw ards, “ Pregnancy and A ttem pted Suicide” , Com p. Psychia-
try, voi. 9, η. 1, 1968)

A Birmingham, in Inghilterra, in sette anni si sono suicida-


te 119 donne di età inferiore ai 50 anni, nessuna delle quali era
in stato interessante.
(M . Sim, “ A bortion and thè Psychiatrist” , British M ed . Jour., voi. 2, 1963, p. 145)

In un resconto dettagliato dell’esperienza fatta nel Minne-


sota negli anni 1950-65 intitolato “Decessi per aborti crimi-
nali, decessi per gravidanze illegittime e suicidi tra le gravi-
de” , venivano riferiti i seguenti fatti:

129
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

• Ci furono solamente 14 suicidi di donne gravide nello Stato


del M innesota in quei 15 anni, cioè circa uno ogni 93.000
nati vivi. Di queste, quattro erano primigravide e nessuna
aveva una gravidanza illegittima.

• Dieci di queste donne si sono suicidate dopo il parto, sola-


mente quattro lo hanno fatto mentre erano ancora incinte,
conferm ando il com m ento dell’A utore secondo il quale ‘‘il
feto nell’utero funziona da meccanismo protettivo, forse
perché le donne sono riluttanti a spegnere u n ’altra vita
quando decidono di farla finita con la propria” .

• Dodici delle 14 donne suicidatesi soffrivano di depressione


psicotica. Due erano schizofreniche. Solamente quattro
avevano consultato uno psichiatra.

• Negli anni presi in esame i suicidi tra i maschi raggiunsero il


num ero di 16 su una popolazione di 100.000.1 suicidi tra le
donne non gravide raggiunsero il valore di 3,5 ogni 100.000
e tra le gravide quello di 0,6 ogni 100.000.

• Gli A utori conclusero afferm ando che l’aborto terapeuti-


co per motivi psichiatrici “ rappresentava un approccio al-
la medicina tra i più confusi, meno obiettivi e scientifici.
Gli psichiatri otterrebbero sicuramente dei risultati miglio-
ri se applicassero le tecniche a disposizione della loro spe-
cialità per il trattam ento e la riabilitazione di questo tipo di
pazienti, anziché raccom andare la distruzione di una vita
innocente” .
(M innesota M aterna) M ortality Com m ittee, D ept. o f O B /G Y N , Univ. o f M inn.,
A m e r. Jour. o f O B /G Y N , voi. 6, η. 1, 1967)

Cosa dire del suicidio dopo l’aborto?

D a uno studio emerge che due madri adolescenti hanno


tentato il suicidio dopo un aborto procurato proprio nel gior-
no in cui i loro bam bini sarebbero dovuti nascere.
(C. Tishler, “ Adolescent Suicide A ttem pi: A nniversary R eaction” , Pediatrics, voi. 68,
1981, pp. 670-671)

Il suicidio dopo un aborto procurato sta diventando un fe-


nom eno alquanto preoccupante. I Suicidi Anonimi rappre-
sentano, in USA, u n ’associazione a livello nazionale sul ge­

130
A BORTO PR O C U R A TO

nere di quella degli Alcolisti Anonim i. Il suo scopo è quello di


tentare di aiutare coloro che hanno tentato il suicidio. A Cin-
cinnati, nell’Ohio, i Suicidi Anonimi in un periodo di 35 mesi
hanno registrato l’iscrizione di 5.620 membri. Queste perso-
ne venivano descritte come “ coloro che nel profondo soffro-
no di una forte depressione, ansia, stress e paura che non so-
no in grado di superare, coloro che hanno tentato il suicidio,
anche più volte, e hanno fallito e coloro che stanno prenden-
do in considerazione la possibilità di fare quell’ultimo pas-
so” . Di queste 5.620 persone:

• 4.000 erano donne. T ra queste


• 1.800 avevano avuto degli aborti provocati, delle quali
• 1.400 avevano u n ’età compresa tra i 15 ed i 24 anni
(M. U chtm an, O hio D irector o f Suicides A nonym ous R eport to thè Cincinnati City
C ouncil, Sept. 1, 1981)

Quali sono le psicodinamiche dei suicidi dopo un aborto prò-


vocato?

Nel suo studio, la Signora M. Uchtm an (Suicidi Anonimi),


lo ha riportato in m odo comprensibile ai più:

‘ ‘Dopo tutti gli anni in cui abbiam o ascoltato le loro storie


(quelli che avrebbero dovuto essere dei suicidi), sappiamo
che ci sono migliaia di probabili suicidi là fuori, che al mo-
m ento si com portano norm alm ente. M antenendo uno stretto
dominio sulle proprie sensazioni, essi ripongono tutte le emo-
zioni inespresse e le esperienze frustranti nel loro io più prò-
fondo dove continuano a crescere, come un grosso tum ore
fatto di dolore.
Di tutte le emozioni provate con l’aborto procurato, nessu-
na causa più dolore e disagio di quella che ora esse identifica-
no e percepiscono cinque, dieci volte più intensamente di
qualsiasi altro sentim ento” .
Queste donne ci raccontano sempre la stessa cosa: “ Oh,
mio Dio, sono malvagia. Devo esserlo per forza se sono riu-
scita a compiere u n ’azione tanto meschina ed ora mi sento
così sola ed abbandonata da tu tti” .

“ Dopo l’aborto procurato vengono prese dal panico e da


un senso di disagio, e questo perché perm ettono ai propri sen­

131
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

timenti di rimanere nebulosi come degli spettri, delle ombre


che volteggiano ai margini della loro coscienza” .
Di solito tendono a posticipare il m omento in cui la verità
verrà a galla il più a lungo possibile. M a nel m om ento in cui il
subconscio la libera, la mente di queste donne sem bra scende-
re all’inferno!
Il m om ento cruciale può arrivare anche all’età di 87 anni,
poiché si verifica quando la fredda realtà riesce a sopraffarle
ed intorpidisce il loro spirito, gettandole cosi in quelle buie
voragini che sono la disperazione ed il panico!
Si illudono che il “ tum ore” sparisca prim a o poi. M a non
può! Si arriva così ad un punto in cui i sentimenti non posso-
no più essere negati e repressi senza usare violenza a qualsiasi
altra parte del loro essere, e succede proprio così! È di vitale
im portanza che i genitori siano pronti!
Ecco due dom ande che ci fanno spesso:

• “ M a questo dolore non passerà m ai” ?


• “ Quanti anni ci vogliono per superarlo?”

Scrive M argaret Wold: “ Questa sofferenza rimane come


un contrappunto per il resto della loro vita, anche se il tempo
ne cambia l’intensità. Le donne che hanno affrontato un
aborto procurato ed hanno preso la decisione da sole, sono
costrette spesso ad affrontare l’aggressività intenzionale del-
le altre. Ogni donna subito dopo l ’aborto provocato offende,
anche se non intenzionalm ente, gli altri. Perché?
Perché cerca il perdono, ad ogni costo! È triste vero?”
“ M olte donne m antengono vivo il dolore di proposito non
riuscendo a perdonare il coniuge oppure il compagno dopo
aver preso quella decisione. Egli allora rifiuta la sua compa-
gna, lasciandola da sola ad affrontare la profonda depressio-
ne!
“ Diventano così sempre più spersonalizzate, superficiali e
false. In questo m om ento il suicidio per loro è preferibile ad
una vita basata sulle false apparenze e priva di speranze’’.

132
ABORTO PR O C U R A TO

E se una paziente psichiatrica gravida avesse bisogno dell’e-


lettroshock? Non sarebbe meglio farla abortire?

La gravidanza non esclude l’uso di quasi tutti i trattam enti


psichiatrici conosciuti compreso l’elettroshock.

Alcune donne con problemi di salute psichica hanno delle ri-


cadute dopo il parto?

Sì. La crisi nel puerpuerio è abbastanza frequente dopo il


parto. In ogni caso è assolutamente impossibile da prevedere,
dal m om ento che non è correlata in m odo assoluto al fatto
che la donna abbia avuto o meno problemi di salute mentale
nel corso della gravidanza. Inoltre queste crisi “ dopo che si è
avuto un bam bino” raram ente sono permanenti e di solito
non vanno incontro a ricadute. La terapia medica di solito
riesce a risolvere il problem a tempestivamente e senza conse-
guenze.

Esistono delle psicosi del periodo post abortivo?

Sì e se confrontate con i disturbi del post-partum risultano


essere molto più gravi, durano più a lungo e sono più esposte
alle ricadute. Di solito vengono considerati come i “ casi gra-
vi” , o quanto meno questa era l’esperienza prim a che l’abor-
to procurato diventasse legale.
(M . Sim. “ A bortion and thè Psychiatrist” , British M ed. Jour, voi. 2, 1963, pp. 145‫־‬
148)

D opo la legalizzazione dell’aborto procurato è stato con-


dotto un altro studio inerente lo stesso problema, m a con una
casistica più am pia, che ha portato allo stesso risultato.
Su 199 depressioni psicotiche nel post-partum , con due so-
le eccezioni, la prognosi era buona.
Dei 34 casi di psicosi post abortiva, 16 non hanno avuto
una buona prognosi.
(M. Sim, Instability A ssociated with Pregnancy, Univ. o f Birmingham Press)

“ Le pazienti stavano bene prim a dell’aborto procurato,


m a più tardi furono vittime della psicosi precipitata dal senso
di colpa conseguente all’interruzione della gravidanza” .
(J. Spaulding and J. C avernar, “ Psychosis Following T herapeutic A b o rtio n ” , A m er.
Jour. Psichiatry, voi. 135, n. 3, M arch 1978, p. 364)

133
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

L’avere un bambino può essere un aiuto per chi ha problemi


di tipo psichiatrico?

È sicuramente meglio averli che non averli, m a il fatto in sé


non allevia la sofferenza mentale e spirituale della donna.
È interessante notare come nelle gravidanze successive
“ otto delle 21 donne che avevano avuto un aborto procurato
precedentemente risultavano depresse ed ansiose, m entre tra
quelle che non avevano mai abortito solo otto su 98 lo era-
no” .
Inoltre le donne con degli aborti procurati alle spalle ave-
vano m olta paura per tutto ciò che riguardava la salute del lo-
ro bam bino perché erano convinte di m eritare una “ punizio-
ne” .
(R. K um ar and K. R obson, Psychol. M e d ., voi. 8, 1978, pp. 711-715)

Qualche esempio dalla cultura non cattolica?

In Giappone, dove l’aborto procurato è legalizzato ed ac-


cettato da trentacinque anni, si sta diffondendo l’usanza di
eseguire delle cerimonie religiose di Mizuyo Kuyo in onore
del Dio Jizo.
Q uesta divinità è il santo p ro tetto re dei bam bini che
m uoiono di stenti, o per aborto procurato o per infanticidio.
In suo onore vengono portate delle statuine raffiguranti
dei bambini e vestiti come tali.
Nel tempio buddista vengono praticati dei riti per l’espia-
zione del peccato e per la rinconciliazione.
Anche M adre Teresa di Calcutta visita questi luoghi e le
sue dichiarazioni per la protezione dei bam bini non ancora
nati incontrano u n ’approvazione eccezionale.

Ma allora il senso di colpa non è un’esclusiva di qualche ere-


do religioso?

Certam ente esistono sensi di colpa legati al credo religioso,


m a la maggior parte dei sensi di colpa che insorgono dopo un
aborto procurato hanno poco a che fare con la religione. L ’a­

134
ABORTO PR O C U R A TO

borto procurato viola qualche cosa di fondamentale nella na-


tu ra della donna, che di solito è dispensatrice di vita. La mag-
gior parte delle gravide è consapevole di avere un bam bino
che cresce in loro. Non potrò mai dimenticare una donna di
44 anni che non era mai riuscita ad avere figli durante il suo
m atrim onio.
La signora era di religione cattolica mentre il m arito era
ebreo e non erano mai riusciti nemmeno ad adottare un barn-
bino proprio a causa della diversità del loro credo religioso.
Lei desiderava m olto un figlio, m a una serie di indagini ave-
vano dim ostrato che le sue tube erano bloccate e che perciò
era sterile. Il loro era un m atrim onio riuscito ed entram bi i
coniugi si davano molto da fare con opere caritatevoli per il
bene della com unità. Un giorno, dopo l’esecuzione di alcuni
esami di controllo, comunicai alla paziente che, a causa della
formazione di un voluminoso fibrom a, sarebbe stato oppor-
tuno asportarle l’utero. Rimase a bocca aperta come se l’a-
vesserò percossa e cadde in uno stato di angoscia, completa-
mente fuori da qualsiasi controllo. Dopo un bel p o ’ di tem po,
grazie ai sedativi e al supporto psicologico, riuscii a farla par-
lare e così mi raccontò la sua vera storia.
Mi disse di come all’epoca del College fosse rim asta incinta
e mi parlò dell’aborto che le era stato praticato da un “ medi-
co illustre’’.
Di come per tu tta la durata del suo m atrim onio avesse con-
tinuato a sperare l’insperabile e cioè di riuscire a concepire
nuovamente. Nel m om ento in cui io le comunicavo che le sa-
rebbe stato asportato l’utero, anche l’ultim a speranza di po-
ter avere un figlio suo era svanita. Alla fine, con le lacrime
agli occhi e con una commozione che ancora oggi mi fa venire
un nodo alla gola solo a pensarci, mi disse: ‘‘H o ucciso l’uni-
co figlio che abbia mai concepito” .

Che cos’è la sindrome del periodo post-abortivo?

È il term ine medico usato per definire il disagio psichico ed


emotivo che molte donne provano dopo un aborto procura-
to. Era stato sospettato a lungo, m a la maggior parte degli
studi fatti in proposito trovarono pochi riscontri.
Adesso la ricerca sta dim ostrando che si tratta di una sin-
drom e simile allo stress post-traum atico provata dai veterani
del Vietnam e che ha colpito il 15% dei reduci.
(T. Keane, V ietnam V etsT rau m ad iso rd er levelat 15°7ù,Am. M ed. N ew s, L. A braham ,
Dee. 2, 1988, p. 2)

135
C H E N E SAI D EL L'A B O R TO ?

Le caratteristiche principali della sindrome post-abortiva


sono il rifiuto e la soppressione. Questo meccanismo di difesa
psicologico di solito funziona per qualche anno. Prim a o poi
(dopo 5-10 o più anni) molte donne non riescono più a con-
trollarlo e diventano progressivamente disabili dal punto di
vista emotivo.
Il rifiuto e la repressione sono centrali, come pure il ricor-
rere ad un atteggiamento di fuga. Il senso di colpa è una co-
stante, spesso unito alla vergogna, alla disistima di sé e alla
depressione. Ne fanno parte anche l’insonnia, la pena e la
m ancanza di speranza e così pure le reazioni emotive che ac-
com pagnano gli anniversari, i sogni, gli incubi e i risvegli. La
donna inizia così a prendere in considerazione il suicidio (ve-
di sopra) e spesso riferisce delle disfunzioni nell’attività ses-
suale, forse perché incapace di condurre una relazione in mo-
do stabile e talvolta cade vittim a della dipendenza fisica a
qualche sostanza chimica, ecc. Può essere che con il passare
degli anni il senso di colpa lasciato dall’aborto procurato
venga visto come un processo simile, dal punto di vista psico-
dinamico, a quello della perdita di una persona am ata.
Le ricerche in proposito m ettono in evidenza il bisogno
della donna di: a) ammettere che ha preso parte all’uccisione
del proprio figlio, b) affliggersi per la perdita, c) cercare ed
accettare il perdono di Dio e d) perdonare se stessa. In questi
studi P80°/b delle pazienti affette dalla sindrome post-aborti-
va erano state scomunicate e la maggior parte sapevano poco
o nulla sullo sviluppo fetale al momento dell’aborto. Può es-
sere significativo il fatto che la salvezza sembrava in parte
possibile grazie ad alcune forme di esperienza spirituale di
perdono.

Perché gli studi fatti non hanno evidenziato prim a il proble-


ma?

Forse doveva passare del tem po prim a che i casi raggiun-


gesserò un num ero sufficiente per attirare l’attenzione dei ri-
cercatori.
Quasi sicuramente la stragrande m aggioranza degli studi
che afferm ano che l’aborto procurato ha poche conseguenze

136
A BORTO PR O C U R A TO

a livello psicologico, sono inadeguati e sono giunti a conclu-


sioni non attendibili.
Il testo di riferim ento è quello di James Rogers, che ha esa-
m inato attentam ente più di 400 studi tra tutti quelli pubblica-
ti in proposito; egli sottolinea l’uso quasi universale di espres-
sioni del tipo “ metodologie e piani di ricerca inadeguati” ,
“ caratteristiche di indagine al di sotto della m edia” , ecc. Ne
ha concluso che: “ La questione riguardante le sequele psico-
logiche dell’aborto non è ancora chiusa” .
( J . Rogers et a l., ‘ ‘V alidity o f Existing C ontrolled Studies Exam ining thè Psychological
S equelaeof A b o rtio n ” , Perspectives on Science and Christian Faith, voi. 39, η. 1, M ar.
1987, pp. 20-29)

È p iù facile scacciare il bambino dalVutero materno,


che scacciare la memoria dalla m ente della madre
Parte quinta

IMPLICAZIONI SOCIALI
IM PL IC A Z IO N I SOCIA LI

17. Gravidanze non desiderate

Da q uand’è che il diritto alla vita di qualcuno


dipende dal desiderio che qualcun altro ha di
darglielo?

I bambini non dovrebbero essere tutti desiderati?

In apparenza sem bra essere così! “ Tutti i bambini devono ’


essere desiderati” è il famoso slogan del Com itato per la Pia-
nificazione Familiare ( = Planned Parenthood), e chi potreb-
be afferm are il contrario?
M a non conta il fatto di essere d ’accordo, ciò che im porta è
come raggiungere questo traguardo.
Noi siamo d ’accordo sul fatto che tutti i bam bini dovreb-
bero essere desiderati. Un m ondo in cui ogni figlio è voluto
dai genitori sarebbe un luogo idilliaco in cui vivere. Nessuno
può negare che si tratta di un traguardo ideale. Non sarebbe
forse un m ondo meraviglioso se non ci fossero più mogli non
desiderate dai propri m ariti, genitori non voluti dai propri fi-
gli, ebrei, neri, cattolici, ispanici non graditi, e se non ci fosse
più nessuno che, in qualche m om ento o da qualche parte, si
trovi ad essere indesiderato e perseguitato?
Tentiam o tutti di raggiungere questo ideale, m a ricordia-
moci anche che la gente ha i piedi d ’argilla e, tragicamente,
tra noi ci sarà sempre qualcuno che non è bene accetto.
U na seconda riflessione: le donne si sentono offese dal fat-
to che, a volte, il valore della donna venga valutato in base al
desiderio dell’uom o per lei.
A ncor’oggi le femministe più radicali insistono nell’affer-
mare che il valore di un bam bino non ancora nato è determi-
nato da quanto la m adre lo desidera.
L ’idea che qualcuno possa usare “ l’essere desiderato” co-
me misura per stabilire se un essere um ano ha diritto alla vita

141
C H E N E SA I D E L L ’ABORTO?

è semplicemente spaventosa. Il suo contrario ci autorizza a


pensare che i figli non desiderati possono essere eliminati.
Non dimentichiamoci che la Germ ania di Hitler proponeva
l’ideale della razza ariana (e perciò solo gli ariani erano desi-
derati).
Da quando il diritto alla vita di un individuo dipende dal
desiderio che un altro essere ha di lui?
La frase “ Tutti i bam bini devono essere desiderati” do-
vrebbe essere com pletata, per certe persone, con: “ e se non lo
sono, uccideteli!” perché è proprio quello il significato degli
slogan del Com itato per la Pianificazione Familiare. Così si
com pleta la frase e si rimuove la m aschera da questo slogan
rivelandolo in tu tta la sua m ostruosa cattiveria.

Ciò è sconcertante!

Sì, ed è di im portanza cruciale che ogni volta che sentiamo


questa frase aggiungiamo noi la soluzione del Com itato per
la Pianificazione Familiare, “ e se non sono desiderati, ucci-
deteli!” .
I genitori uccidono i figli adolescenti quando non li sop-
portano più, oppure lo zio Joe dopo un infarto oppure la
m am m a, ora che è un peso? Dite di no, vero?
Diamo il diritto legale ad una m adre di uccidere la figliolet-
ta di due anni perché per lei è diventata un peso? No! Allora
perché e come possiamo darle il diritto legale di uccidere la fi-
glia di due mesi che vive dentro di lei e che le è di peso?
I Parlam enti di molti paesi hanno consentito, per la prim a
volta nella storia m oderna, ad un cittadino (la madre) il dirit-
to legale assoluto di ucciderne un altro, se il primo non desi-
dera il secondo! Pensate alla logica ed inevitabile estensione
di questa libertà di uccidere. Potrem m o risolvere il problem a
della povertà uccidendo i poveri, oppure i gruppi religiosi e
politici antipatici, oppure quelli che sono troppo vecchi,
troppo di peso, e così via.

L ’etica è orribile, ma le gravidanze indesiderate portano a dei


bam bini indesiderati

No, perlomeno non con una percentuale maggiore delle


gravidanze desiderate. Pensate alle vostre gravidanze. Sono
state tutte program m ate, oppure qualcuna è stata una sorpre­

142
IM PL IC A Z IO N I SO C IA LI

sa? Eravate veramente felici ogni volta, nei primi due mesi?
Nelle prime settimane o nei primi mesi, le vostre gravidanze
erano veramente tutte volute?
M a adesso date uno sguardo ai vostri figli. Siete contente
di averli? Ne riportereste indietro qualcuno — ne uccidereste
qualcuno?
Se consentiamo l’aborto procurato perché la gravidanza
non è desiderata, consentiamo la distruzione di un grande nu-
mero di bambini che, in realtà, dal momento della nascita e
per tu tta l’infanzia, sarebbero stati desiderati ed am ati. Se il
giudizio dell’essere desiderati ad uno stadio iniziale della gra-
vidanza fosse un giudizio definitivo, e gli aborti provocati
fossero permessi liberamente, u n ’alta percentuale dei lettori
di questo libro non sarebbe mai nata.

Esistono studi scientifici in proposito?

Il D ottor Ferriera non ha trovato alcuna relazione tra le


gravidanze non program m ate ed il com portam ento deviante
del bam bino. In effetti c’erano molti più bambini devianti tra
le m adri che avevano pianificato la propria gravidanza che
tra quelle che non l’avevano fatto.
(A .J. Ferriera, “ The Pregnant W o m an 's Em otional A ttitude and Its Reflection in thè
N ew born” , A m er. Jour. O rthopsychiatry, voi. 30, 1960, p. 553)

“ È in atto una disputa sul fatto che i concepimenti non vo-


luti abbiano effetti indesiderati... l’evidenza diretta di questa
relazione m anca quasi del tu tto, ad eccezione di alcuni fram-
menti di evidenza retrospettiva. La speranza di questo artico-
lo era quella di trovare delle conferme in ricerche sistemati-
che più convincenti e di dare qualche idea sull’am m ontare
delle relazioni tra i concepimenti non voluti e gli effetti inde-
siderati sui bambini. Questa speranza è stata disattesa” .
(E. Pohlm an, “ U nw anted C onception, Research on U ndesirable Consequences” , Eu-
genics Q uarterly, voi. 14, 1967, p. 143)

“ A ppare chiaro come le m adri che inizialmente considera-


vano la loro gravidanza come “ la cosa peggiore che fosse lo-
ro mai capitata” siano giunte a provare lo stesso grado di af-
fetto per i loro bambini delle m adri che fin dall’inizio erano
state entusiaste della gravidanza.
La maggior parte delle donne che erano più dispiaciute per
la gravidanza ora dichiarano che, se potessero ricominciare,

143
C H E N E SA I D E L L ’ABORTO?

vorrebbero avere il bam bino di nuovo, (mentre) una m adre


su sei di quelle che inizialmente erano contente della gravi-
danza sceglierebbero di non avere il bam bino.
(C oncludendo)... i sentimenti iniziali sulla gravidanza so-
no predittivi di come una m adre si sentirà nei confronti del
bam bino, m a solo entro certi limiti” .
(P. C am eron et al., “ H ow M uch do M others Love Their C hildren” , R o c k y M i. Psy-
chological A ssn, M ay 12, 1972)

A ltri hanno dim ostrato in m odo conclusivo in un gruppo


di m adri prese in esame un cambiamento spontaneo che va
dal rifiuto nel periodo prim a del parto all ‫י‬accettazione dei lo-
ro bam bini subito dopo il parto.
(M. Zemlich and R. W atson, “ A ttitudes o f Acceptance and Rejection D uring and A fter
Pregnancy” , A m er. Jour. O rthopsychiatry, voi. 23, 1953, p. 570)

E per quanto riguarda gli altri paesi?

Il Giappone ha l’aborto su richiesta da più di 35 anni. È


usato come principale m etodo per il controllo delle nascite,
m a “ i casi di infanticidio si sono incrementati al punto che gli
operatori sociali sono costretti a fare alle madri giapponesi
degli appelli sui giornali e in televisione affinché non uccida-
no i loro bam bini” .
(The S unday Times, June 23, 1974)

® Q uando, nel 1966, la R om ania ha cambiato le sue leggi sul-


l ’aborto procurato, i medici afferm arono che non solo non
erano riusciti a superare il problem a dei bam bini non desi-
derati, m a che uno dei fattori che aveva indotto in alcuni il
desiderio di cambiare urgentemente la legge era il fatto che
c’era stato un notevole incremento del num ero di casi psi-
chiatrici tra i figli unici e i bambini nati da m adri affette da
patologie neurologiche.

• In Inghilterra un gruppo di lavoro del Collegio Reale degli


Ostetrici e Ginecologi ha stabilito che la maggioranza delle
gravidanze non program m ate portava a dei bam bini desi-
derati.

• Aberdeen, in Scozia, è una città unica poiché, per mezzo di


una legge atipica, da 20 anni vi si pratica l’abòrto procura-
to libero, e questo in una nazione che pratica l’aborto lega­

144
IM PL IC A Z IO N I SO C IA LI

le da poco più di sei anni. Se la possibilità di praticare l ’a-


borto avesse davvero rid o tta il num ero dei bambini non
desiderati, Aberdeen dovrebbe aver battuto il record in
G ran Bretagna.
In effetti, Aberdeen ha la cifra peggiore, con il 10,2 per
1.000 di bambini abbandonati, sfruttati e trascurati che
vengono sostenuti dalle agenzie pubbliche, da confrontare
con la percentuale regionale che è del 6,6.
(A nnual R eport, C hief M edicai H ealth Office!‫־‬, A berdeen, Scotland, 1972)

Alcuni studi non dim ostrano il contrario?

No! In tu tta la bibliografia m ondiale riguardante questo


argom ento, ci sono solo due studi che cercano di dim ostrare
che esiste un effetto negativo sui bambini che provengono da
gravidanze “ indesiderate” . Entram bi gli studi si sono dimo-
strati inattendibili.
Il prim o studio, dalla Svezia, concludeva che questi bambi-
ni ‘‘corrono il rischio di dover superare delle difficoltà sociali
e m entali maggiori rispetto ai propri sim ili...” .
(Forssm an and Thuw e, “ O ne H undred and Tw enty C hildren Born after A pplication
for T herapeutic A bortion R efused” , A c ta Psychiatrica Scandinavica, voi. 42, 1966,
pp. 71-88)

Il Professor Paul Cam eron ha dim ostrato chiaramente che


una valutazione delle m adri di questo studio m ostrava suffi-
cienti differenze con il gruppo di controllo, cosicché le con-
clusioni degli A utori erano una specie di analisi non valida;
inoltre, che semplicemente in base a queste diversità si poteva
predire se la gravidanza era desiderata o meno. In realtà, vi
erano ben poche differenze tra i bam bini del gruppo di studio
e quelli del gruppo di controllo.
(P. C am eron, “ The Sw edish-Children Born to W om en Denied A bortion Study: A Ra-
dical C riticism ” , Psychological R eports, voi. 39, 1976, pp. 391-394)

Il secondo studio concludeva che “ Il parto per obbligo ha


svariate e spesso sfortunate conseguenze sulla vita del bambi-
no” .
(D ytrych et al., “ C hildren B orn to W om en Denied A b o rtio n ” , Fam ily Planning Per-
spectives, voi. 7, n. 4, July-A ug. 1975)

Il Professor Samuel Nigro, psichiatra infantile all’Univer-


sita Case W estern Reserve, ha pubblicato un commento sar­

145
C H E N E SA I D E L L ’ABORTO?

castico su questo studio. Egli punta sul fatto che i dati trovati
e pubblicati nell’articolo “ rendono le conclusioni indifendi-
bili” . Egli espone minuziosamente “ le differenze sostanziali
tra le famiglie dei due gruppi di bam bini” (il gruppo di studio
aveva delle m adri e dei padri più instabili rispetto al gruppo di
controllo) e le indica come la causa più ovvia per le diversità
tra i bambini.

“ Le conclusioni sem brano essere scaturite da un abuso dei


metodi scientifici, deplorabile al punto da screditare sia i ri-
cercatori, sia l’Istituto che ha sponsorizzato la ricerca e da
mettere in discussione l’uso dei fondi pubblici per una tale
pubblicazione, che si prende la libertà di modificare i dati
scientifici a proprio piacim ento” .
(S. N igro, University H ospitals o f Cleveland, O pen L etter to Fam ily Planning Perspec-
tives, M arch 10, 1976)

Nel 1989, H enry David riportava, in una prosecuzione del-


lo studio menzionato qui sopra, l’esistenza di problem i quasi
catastrofici dal punto di vista psico-sociale tra i bam bini nati
da gravidanze non desiderate.
(R eport to A m erican Psychological Assn. M eeting, “ Born U nw anted ‫ ־‬Developm ental
Effects o f D enied A b o rtio n ” , H . David et al., Springer Co. 1988)

M olte delle gravidanze non desiderate portano a dei bambini


maltrattati, non è vero?

Non è sempre così. Lo studio di riferim ento in proposito


era stato fatto presso l’Università della Southern California.
Il Professor Edward Lenoski aveva preso in esame 674 barn-
bini m altrattati che erano stati portati più volte al Centro me-
dico dell’Università. Egli fu il prim o a rivolgersi ai genitori
dei piccoli per capire in quale misura essi avessero desiderato
e program m ato la gravidanza. Con sua grande sorpresa, sco-
prì che il 91 “70 delle gravidanze era stato program m ato e desi-
derato e confrontò questo dato con quello dei gruppi di con-
trollo valutati a livello nazionale, che era del 63%. Inoltre, le
m adri avevano iniziato a portare abiti premam an intorno al
114° giorno di gestazione, mentre quelle del gruppo di con-
trollo iniziarono a partire dal 171° giorno ed i padri chiama-
rono i maschietti come loro nel 24% dei casi, e solo nel 4%
nei gruppi di controllo.
(E. Lenoski, Heartbeat, voi. 3, n. 4, Dee. 1980)

146
IM PL IC A Z IO N I SO CIA LI

• Nell’80% dei casi, entram bi i genitori (o chi per loro) vive-


vano in casa. Due terzi delle m adri erano casalinghe e pre-
sumibilmente restavano in casa. Quasi tutte le m adri ap-
partenevano al gruppo di età compresa tra i 20 e i 30 anni, i
padri in quello tra i 25 ed i 35. Nessuna classe sociale, raz-
ziale o economica risultava predominante.
(Francis, “ Child Abuse, A N ationw ide S tudy” , A m er. H um ane A ssn. and C hild Wel-
fa re League, 1963)

• Di solito i genitori “ ... erano cresciuti in un ambiente osti-


le, ed erano stati essi stessi vittime della violenza. Q uando i
bam bini non riescono a soddisfare le loro irreali e nevroti-
che aspettative di perfezione e le loro necessità emozionali,
i genitori reagiscono con la stessa violenza che hanno prò-
vato da piccoli” .
(J. W alsh, IL D ept. o f Child and Fam ily Services, Newsweek, July 24, 1972)

Non è cambiato molto da queste prime ricerche. Ci sono


ancora molte cose che non sappiamo sulla psicologia m alata
che porta alla violenza sui minori. U na cosa è certa: non si
trattava di gravidanze non desiderate bensì di norm a erano
gravidanze intensam ente volute.

Il fatto di avere un aborto provocato nei casi di gravidanze


non desiderate fa sì che nascano più bambini desiderati e per-
ciò dovrebbero esserci meno bambini m altrattati

In realtà, è accaduto esattamente il contrario. A New York


negli anni ’60, il num ero dei bambini m altrattati aveva rag-
giunto circa 5.000 casi all’anno. L ’aborto procurato è stato
legalizzato nel 1970, ma nel 1975 vennero registrati più di
25.000 casi di abuso su minori.
Le statistiche dell’Ontario m ostrano gli stessi risultati:
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

A nno Aborti Abuso sui m inori

1971 16.172 422


1975 24.921 769
1978 38.782 1.762
(Child W elfare B ra n d i. M inistry 0 Γ H um an Resource, O n ta rio , C anada)

I casi di abuso su minori negli Stati Uniti nel 1973 sono stati
167.000.
(A. Jackson, N a t’l Center o f Child A buse and Neglect, U .S. Dept. o f H ealth and H u-
m an Services)

Dal 1979, i dati erano di 711.142 casi (secondo il Resoconto


del N a t’l Analysis o f Officiai Child Abuse and Neglect, 1978-
1979), mentre, nel 1982, il totale era di 929.000 casi.

Anno Num ero totale % di incremento

1973 167.000
1979 711.142 325%
1982 929.000 500%
1989 2.400.000 1.400%

Lo stato dell’Ohio riportava 27.248 casi nel 1981 e 65.965


nel 1985, con un incremento del 142% secondo u n ’indagine
condotta dalla Commissione dei Rappresentanti di Bambini,
Famiglia e Gioventù degli Stati Uniti; questo risulta essere il
più ampio incremento tra gli stati. Lo stesso studio riportava
un incremento a livello nazionale, tra gli anni 1981 -1985, pari
al 55%.
(v455 o c . Press, M arch 3, 1987)

Cosa accade se una m adre non desidera assolutamente il


bam bino?

Ci sono milioni di braccia aperte che desiderano adottare


ed am are un bam bino. La risposta è quella di sistemare il
bam bino in una famiglia adottiva sicura e piena d ’amore.

148
IM PL IC A Z IO N I SO C IA LI

E per quanto riguarda l’abuso fetale?

Secondo la situazione legale attuale, non può essere fatto


nulla di male finché il bam bino è ancora nell’utero materno.
U na ricerca più recente ha esplorato le possibilità che un
bam bino possa citare la propria m adre per m altrattam enti se
questa era alcolizzata durante la gravidanza.
(M achenzie et a l., “ A Case o f Fetal A buse” , A m er. Jour. O rthopsychiatry, voi. 52, n.
4, O ct. 1982, pp. 699-703)

Se alla m adre viene negato l’aborto provocato, oppure se


l’assistenza sociale non ne paga le spese, la donna lo farà co-
m unque, sia legalmente che illegalmente, non è vero?

Gli studi fatti in proposito parlano diversamente. Su un to-


tale di 6.298 donne, prese da sei studi diversi, solo il 13.2% si
è rivolto altrove per un aborto provocato. Le ricerche non
hanno m ostrato problemi o svantaggi con la gravidanza ed il
parto ed hanno evidenziato “ una buona accettazione del na-
scituro con svantaggi psicosociali minimi o moderati per il
bam bino’ ’.
(C. Del C am ps, Canadian M ed. A ssn. Jour., voi. 130, Feb. 15, 1984)

Che cos’è la sindrome del sopravvissuto?

I bam bini di solito sanno che la m adre è incinta. Sanno an-


che quando “ è rim asta incinta” . Questo può provocare la
sindrome del sopravvissuto, simile a quella degli ebrei che so-
pravvissero all’olocausto. Si tratta di un senso di colpa irra-
zionale m a reale che porta il paziente a chiedersi perché lui è
sopravvissuto mentre gli altri sono m orti. Il D ottor Ney (vedi
sopra) ha scritto m olto in proposito.
II D ottor Edward Sheridan, dell’Università di George-
town, ha osservato anche paura e sfiducia nei confronti della
m adre. In origine, un bam bino piccolo, quando percepisce il
nuovo arrivo, non lo accoglie con gioia. “ Q uando il bambino
sparisce improvvisamente, il fratellino spaventato può crede-
re erroneam ente di avere il potere di scacciare le persone. Op-
pure, se è conscio del fatto che la madre è responsabile della
scom parsa del fratellino, allora inizia a tem erla” . .‫ ׳‬ì ' o 'rT
(L. B ond, “ The Surviving Sibling” , N a t'l R T L N ew s, Sept. 25, 1986) /C \ λ -------
/‫■ לי‬
I? (
IM PL IC A Z IO N I SOCIA LI

18. Lo stupro e Γincesto

L a donna che è appena stata vittim a di uno stupratore,


benché sconvolta ed urlante, si rivolge al pronto soccorso del-
l’ospedale più vicino dove viene curata e vengono prese tutte
le precauzioni affinché non rim anga incinta.
U n ’altra donna nelle stesse condizioni, per la vergogna o
perché è troppo spaventata, se ne torna a casa a piangere.
Non chiede cure e raram ente resta incinta, m a spesso si pren-
de qualche m alattia venerea.
Le malattie veneree possono essere curate, m a la gravidan-
za? È giusto che questa donna innocente sia costretta a parto-
rire il figlio del suo stupratore? Cosa fareste se si trattasse di
vostra figlia? L ’aborto provocato non dovrebbe essere con-
sentito almeno in questi casi?

La gravidanza in seguito ad uno stupro è un’evenienza fre-


quente?

N o, è molto rara.

Perché?

Ci sono molte ragioni:

• Può darsi che la donna stia prendendo la pillola.

• Può darsi che lo stupro avvenga proprio durante i giorni


non fertili del ciclo.

• Lui o lei potrebbero essere sterili, sia per problemi congeni-


ti che in seguito a malattie o interventi medici.

151
C H E N E SAI D EL L'A B O R TO ?

• La donna potrebbe essere troppo giovane o troppo vecchia


per poter concepire.

• Può esserci un blocco del ciclo ovulatorio dovuto al grave


traum a emotivo.
(A. Helligers, U .S .C .C . A b. Conference, W ashington, D C, Oct. 1967)

• Uno studio ha dim ostrato che nel 58% dei casi c’è una ‘ ‘di-
sfunzione di tipo sessuale” alla base dello stupro (incapaci-
tà di penetrare, eiaculazione precoce o ritardata).
(Sexual M edicine Today, Jan . 1978, p. 16)

· U n altro studio ha dim ostrato che spesso non c’è sperma


depositato nella vagina.
(G roth and Burgess, N ew E ngland Jour. M e d ., voi. 297, 1977, pp. 764-766)

Si può docum entare che in questi casi la gravidanza è un’eve-


nienza rara?

Uno studio condotto su 1.000 vittime di stupro, che erano


state trattate dal punto di vista medico subito dopo lo stupro,
non riferiva alcuna gravidanza.
(L. K uchera, “ Postcoital C ontraception with D iethylstilbestrol” , J A M A , O ctober 25,
1971)

In un altro studio è risultato che il trattam ento medico, ap-


plicato a più di 1.000 donne, era efficace al 100%, in accordo
con quanto dichiarato dal D ottor B. Craver della Fondazione
Wilson.
(B. C raver, “ M orning A fter Pili Prevents Pregnancy in Victims o f R ape” , Family
Practice N ew s, M ar. 1972)

Cosa succede se la vittima dello stupro non viene curata?

Se ci si limita ai casi di stupro vero e proprio la percentuale


delle gravidanze è ancora m olto bassa. Se si considerano tutti
i casi di stupro registrati, incluso quello in cui la vittim a è
ubriaca (con un consenso discutibile), ecc., la percentuale è
più alta.
Esistono due vasti studi basati su tutti i casi di stupro de-
nunciati a W ashington negli anni 1965-69 e 1969-70. Questi

152
IM PL IC A Z IO N I SO CIA LI

riferiscono sulle vittime dello stupro viste da medici privati,


nelle cliniche e negli ospedali, senza specificare il tipo di cure
fornite. T ra le 2.190 donne facenti parte del primo studio e le
1.223 del secondo, ci furono un totale rispettivamente di 23 e
21 gravidanze, con una percentuale del 6 e del 17 per 1.000. Se
lo studio si fosse limitato ai casi di stupro vero e proprio e le
donne avessero ricevuto un trattam ento orm onale, la percen-
tuale di gravidanze sarebbe stata molto più bassa, forse intor-
no allo zero.
(H a y m a n an d Lanza, “ Sexual A ssau lto n W omen and G irls” , A m er. Jour. O B /G Y N ,
voi. 109, n. 3, Feb. 1971, pp. 480-486)
(H aym an et al., “ R a p e in th e D is tric t o f C olum bia” , A m er. Jour. O B /G Y N , v 01. 113,
η. 1, M ay 1972, pp. 9 1,97)

In u n ’altra serie di 117 vittime di stupro, delle quali solo 17


usufruirono del trattam ento orm onale dopo l’aggressione,
nessuna è rim asta incinta.
(Everett and Jim erson, “ The Rape Victim” , O B /G Y N , voi. 50, η. 1, July 1977, pp. 88-
90)

In u n ’altra serie ancora di 126 vittime di u n ’aggressione


violenta, di cui solo la m età di quelle esposte al maggior ri-
schio di restare incinte vennero trattate, nessuna restò gravi-
da.
(Evrard a nd Gold, “Epidem iology and M anagem ent o f Sexual A ssault Victim s”, O B /
G Y N , voi. 53, n. 3, M ar. 1979, pp. 381-387)

Il D ottor A lfred Kinsey riferisce che su 2.094 donne nubili


che avevano rapporti volontari circa 460.000 volte, la percen-
tuale delle gravidanze era di 1 su 1.000 esposizioni. Molte di
queste donne avevano usato un m etodo contraccettivo, mol-
te altre non l’avevano fatto, ma è anche vero che alcune delle
donne vittime di stupro sono portatrici di I.U .D . oppure as-
sumono la pillola.
(A. Kinsey, Sexual Behavior o f thè H um an Female, N. Saunders Publishers, 1953, p.
327)

E negli altri paesi?

In Cecoslovacchia, degli 86.000 aborti indotti praticati, so-


lo 22 erano conseguenti ad uno stupro.
In Inghilterra, nel 1938, al D ottor Aleck Bourne fu portata

153
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

una ragazzina di 14 anni che era stata violentata ed era rima-


sta incinta. Egli le procurò l’aborto e poi si consegnò alla po-
lizia. Venne processato e poi assolto in quanto egli aveva pra-
ticato l’aborto con lo scopo di salvare la salute della ragazza.
Ed è sul responso di questo processo che la legge inglese si è
basata, finché l’aborto non venne legalizzato in tutto il paese
nel 1967. Per molti anni è stata garantita la protezione ai me-
dici che usavano il loro giudizio medico nei “ casi difficili” .
Ultimamente com unque, questo ha aperto le porte all’aborto
procurato su richiesta.
È significativo notare come, nel 1967, lo stesso Aleck
Bourne, “ spaventato” dal modo in cui i risultati del suo caso
avessero aperto, negli ultimi tempi, la porta all’aborto procu-
rato su richiesta e a tutti gli abusi conseguenti, sia diventato
un m em bro fondatore della Società per la protezione dei
bam bini non ancora nati.

Q uante sono le gravidanze conseguenti allo stupro?

Nel 1987, negli Stati Uniti, vennero registrati 90.000 casi di


stupro. Ci sono circa 100.000.000 donne che, in base all’età,
sono a rischio. Questo significa che, approssimativamente,
una donna su 1.000 viene stuprata ogni anno.
(Statistical A bstract o f thè U .S ., 1989, Bureau o f thè Census, Table N o. 283, Forcible
Rape, p. 169)

Se utilizziamo i dati di uno stupro ogni 1.000 donne all’an-


no e contiam o una gravidanza ogni 500 stupri, troverem o cir-
ca 200 gravidanze. Se ragioniamo in termini di una gravidan-
za ogni 1.000 stupri, troveremo solo 100 gravidanze all’anno
in tutti gli Stati Uniti, oppure solo una gravidanza all’anno in
uno Stato di due milioni di abitanti. Se consideriamo che solo
la m età di tutte le aggressioni vengono denunciate e che ci so-
no 200.000 stupri ogni anno, e poi calcoliamo la percentuale
delle gravidanze di una su 500 e di una su 1.000, otteniam o ri-
spettivamente 400 e 200 gravidanze all’anno.
Se usiamo come dato di riferimento quello di uno stupro
ogni 1.500 donne ogni anno, avremo 60.000 vittime con un
massimo di 120 ed un minimo di 60 gravidanze. Questo è in
accordo con u n ’im portante ricerca che ha rilevato un totale
di 62.020 stupri in un anno.
(F .B .I., U .S. D ept. o f Justice, U nìform Crime Reports, 1977, pp. 15-18)

154
IM PL IC A Z IO N I SO C IA LI

Dal m om ento che solo la m età delle donne che sono rima-
ste incinte vogliono abortire, i dati finali potrebbero essere
compresi tra i 30 e i 500 aborti per gravidanze conseguenti al-
lo stupro all’anno, con cifre più probabili tra 50 e 100.
In C anada il num ero degli stupri era di 2.987 nel 1977,
2.987 nel 1981 e di 3.600 nel 1984.
(Statistics Canada)

M a non sono molti!

No! Usare la cifra di 1.600.000 aborti all’anno negli Stati


Uniti, vuol dire che ci saranno circa 25.000 aborti elettivi ese-
guiti negli USA per qualsiasi altro motivo per ogni aborto
praticato a causa di uno stupro.

E per quanto riguarda le prove che lo stupro è avvenuto?

Se la donna si reca direttam ente all’ospedale, la sua parola


viene creduta. M a, purtroppo, per paura o ignoranza potreb-
be non riferire l’accaduto e quindi tenersi in silenzio le prò-
prie paure.
Q uando le m estruazioni non arrivano, spera contro ogni
logica, che non si tratti di quello che teme.
Passa così un mese, ed un altro e finalmente, piangendo,
racconta tu tto alla m adre, o al dottore oppure a qualche altro
confidente. M a a questo punto è impossibile provare che si
tratta di stupro. L ’unica prova della violenza rimane un im-
probabile testimone che possa conferm are la storia: purtrop-
po il testimone non c’è quasi mai.

E se ci fosse una legge che consente l’aborto procurato solo


nei casi di stupro ed incesto?

U na legge di questo tipo interesserebbe poche donne, an-


che perché se la vittima va im mediatamente all’ospedale così
da poter essere curata, difficilmente rim arrà incinta; m a se
non lo fa e rimane incinta, non potrà più provare che è la con-
seguenza di uno stupro.

155
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

Quelli che fanno le leggi sono sempre stati d ’accordo nel


dire che “ basarsi sui casi più gravi porta all’approvazione di
leggi non adeguate” . Questo significa che le leggi devono at-
tenersi alle regole generali. I giudici hanno sempre consentito
alcune eccezioni alle leggi oppure a condanne severe nei casi
più tragici o difficili.

P u r essendo u n ’evenienza rara, alcune delle ragazze stuprate


rim angono incinte. Dovrebbero essere costrette ad accettare
un figlio indesiderato?

Senza dubbio molte vorrebbero pareggiare la violenza su-


bita uccidendo il bam bino. Ma, prim a di prendere questa de-
cisione, dovrebbero rendersi conto che il traum a più grosso
l’hanno già provato: sono state violentate. Questo traum a le
accompagnerà per tu tta la vita, tanto più se le ragazze non lo
rivelano, così da poter ricevere un aiuto.
Per intere settimane o mesi la ragazza non ha pensato ad al-
tro. Adesso finalmente è riuscita a chiedere aiuto, ha supera-
to lo stato confusionale e non è più sola.
Adesso la questione, dal punto di vista della madre, è se sia
meglio oppure no uccidere il bam bino che sta crescendo in
lei. M a in questo m om ento l’aborto procurato rappresenta
veramente la soluzione migliore per lei, oppure le provocherà
altre sofferenze?
Quello che è successo e le sue conseguenze è già passato. La
ragazza è grande abbastanza da sapere se ciò che sta crescen-
do in lei è un “ bam bino” oppure un “ ammasso di cellule” .
Sarà in grado di vivere in pace con se stessa sapendo di
“ aver ucciso il bam bino che si stava sviluppando in lei?” O
invece si dim ostrerà più m atura ed in pace con se stessa ripen-
sando al passato e così, anche se è rim asta incinta senza voler-
lo, ciò nondim eno riuscirà a risolvere il problem a senza esse-
re egoista, riuscendo a dare amore a quel bam bino innocente
che non ha chiesto di essere concepito e partorito, forse dan-
dolo in adozione, nel momento in cui decidesse che questa è
la soluzione più felice per il bam bino stesso.
C onfrontate questi ricordi con quelli della donna che ricor-
dando il passato può dire solo “ho ucciso il mio unico fi-
glio” .

156
IM PL IC A Z IO N I SO C IA LI

Dovrebbe portare a termine di gravidanza il figlio del suo stu-


pratore?

È vero, il bam bino è per m età suo. M a non dimentichiamo


che l’altra m età è della m adre, e che ci sono molte braccia
aperte pronte ad adottare il piccolo.

Non capisco come potrebbe riuscirci!

‘‘È interessante notare come il maggior rim pianto della vit-


tim a gravida non è tanto il fatto di essere incinta senza voler-
lo, bensì la tragicità dell’esperienza vissuta. Il m om ento più
critico è proprio questo. Spesso la tragedia fa sì che le fami-
glie diventino unite come mai prim a di allora.
A bbiam o notato che l’esperienza dello stupro spesso viene
dim enticata, sostituita dal ricordo dell’aborto, perché questo
è ciò che la donna ha fa tto ” .
(M. U chtm an, D irector, Suiciders A nonym ous, R eport to C incinnati City Councii,
Sept. 1, 1981)

“ Nella maggior parte di questi casi, i problemi della vitti-


m a incinta derivano più dallo stupro in sé che dalla gravidan-
za” .
(M ahkorn and D olan, “ Sexual A ssault and Pregnancy” . In N ew Perspectives on tìu -
m an A b o rtio n , University Publishers o f A m er., 1981, pp. 182-199)

“ Per quanto riguarda i fattori che rendono difficile alla


donna continuare la gravidanza, i più citati sono le opinioni,
gli atteggiamenti e le convinzioni di chi le sta attorno; in altre
parole il modo in cui viene trattata dalle persone che lei
am a” .
(M ahkorn, “ Pregnancy and Sexual A ssault” . In Psychologica! A spects o f A b o rtio n ,
University Publishers o f A m er., 1979, pp. 53-72)

P er una ragazza molto giovane non sarebbe più sicuro, dal


punto di vista fisico, farla abortire che farla partorire?

Esattam ente il contrario! Gli aborti in età adolescenziale


hanno molte più complicazioni di quelli eseguiti su donne più
m ature. I parti nelle adolescenti sono sicuri come quelli nelle
donne di età superiore, forse anche di più.

157
C H E N E SAI D E L L ’A BORTO?

La “ cura” dello stupro non è l’aborto?

Questo si spiega meglio raccontando due storie realmente


accadute. La donna “ A ” è stata violentata di sabato a mez-
zanotte ed è stata trattata con una cura orm onale in un pron-
to soccorso intorno alle tre del m attino della domenica. In
questo caso, era previsto che l’ovulazione avvenisse due gior-
ni più tardi, di lunedì. Se questo fosse successo e per caso lo
sperma dello stupratore fosse stato ancora attivo nella vagi-
na, la donna potrebbe essere stata fecondata due giorni dopo
l’aggressione, rim anendo così incinta. G ran parte dell’opi-
nione medica crede che la dose di farm aco som m inistrata sia
in grado di prevenire l’ovulazione, e che quindi la donna non
possa restare incinta. Il meccanismo con cui agisce è quello
della sterilizzazione tem poranea, oppure in termini più co-
m uni (anche se tecnicamente meno accurati) l’azione sarebbe
di tipo contraccettivo.
La donna “ B” rappresenta un caso diverso. In base ai cal-
coli avrebbe dovuto avere l’ovulazione alle ore 21 di sabato,
ed è stata violentata a m ezzanotte e anche lei ha ricevuto la te-
rapia alle 3 del m attino di domenica. Per sua stessa ammissio-
ne, la donna non è rim asta incinta. Infatti nel suo corpo è ac-
caduto qualche cosa di completamente diverso. Supponiamo
che questo sia uno di quei rari casi in cui si verifica il concepì-
m ento, e che sia avvenuto prim a della somministrazione del
farm aco. È iniziata la vita di un nuovo, minuscolo essere. Le
cellule di questo corpicino hanno già iniziato a dividersi, e
continuano a farlo, ma a distanza di una settimana, quando
dovrebbe avvenire l’im pianto nell’utero m aterno, questo mi-
nuscolo essere non riesce a farlo e muore. L ’effetto del far-
m aco, in questo caso, ha “ indurito” le pareti uterine così da
prevenire l’im pianto dell’embrione. L ’effetto finale è quello
di un m icroaborto alla prim a settim ana di vita.

Cosa c’è da dire dell’incesto?

Si parla di incesto quando il rapporto sessuale avviene tra


padre e figlia, tra zio e nipote, ecc. Di solito il responsabile è
un uom o malvagio oppure una madre crudele che spesso sa
esattam ente che cosa sta succedendo (anche se non lo ammet-
te consciamente) e un bam bino innocente che viene sfruttato.
Per fortuna la gravidanza non è molto frequente. Q uando si

158
IM PL IC A Z IO N I SO CIA LI

tratta di incesto, raram ente viene denunciato e se lo è, risulta


comunque difficile da dim ostrare.

La gravidanza non è frequente?

Esatto. “ Considerando la prevalenza delle gravidanze tra


le adolescenti in generale, i program mi per il trattam ento de-
gli incesti sorprendono per la bassa frequenza di gravidanze
co n se g u en ti a ll’in c e s to ” . M o lti re so c o n ti c o n c o rd a n o
sull’1% o meno.
(G. M aloof, “ The Consequences o f Incesi” , The Psychological A sp ects o f A b ortion,
University Publications o f A m er., 1979, p. 74)

Q uando c’è la gravidanza, spesso c’è un tentativo di inter-


rom pere la relazione. In qualche modo però il padre rappre-
senta l’oggetto dell’am ore. In uno studio, solo 3 delle 13 ma-
dri di bambini violentati m ostrava sentimenti negativi nei
confronti del coniuge.
(H. M aisch, Incesi, New York: Stein and day Publishers, 1972)

Come si sente la vittima dell’incesto sapendo di essere incin-


ta?

Per lei rappresenta un modo per ferm are l’incesto; un mo-


do per riunirsi alla madre; un m odo per andarsene di casa. La
maggior parte delle gravidanze conseguenti ad un rapporto
incestuoso, se non vengono fatte troppe pressioni, non giun-
gono mai all’aborto.
“ Dal m om ento che l’incesto e le gravidanze incestuose so-
no socialmente condannate, gli effetti nocivi dipendono in
gran parte dalle reazioni degli altri” .
(G. M aloof, “ The Consequences o f Incest” , The Psychological A sp ects o f A b o rtio n ,
University Publications o f A m er., 1979, p. 100)

La risposta?

Persino i più fervidi sostenitori dell’aborto provocato, se


affrontano professionalmente un caso di incesto, devono es-
sere assolutamente convinti prim a di consigliare l’aborto,

159
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

perché la giovane m adre, potrebbe benissimo essere incinta


con “ un oggetto d ’am ore” e l’aborto procurato potrebbe
non riuscire a risolvere il problem a originale.
È saggio suggerire di dare in adozione il bam bino.

Per concludere, sarebbe giusto fa r uccidere


un bambino innocente per il crimine
commesso dal padre?
IM PL IC A Z IO N I SOCIALI

19. La civiltà occidentale sta morendo

M a se la terra è sovrappopolata?

Non c’è affatto un sovrapopolam ento. Il problem a sta nel


fatto che il num ero dei nuovi nati diminuisce mentre aum enta
quello degli anziani.

In quali paesi?

In quasi tu tta l’E uropa occidentale, in C anada, e negli Sta-


ti Uniti, in Giappone, A ustralia e nella Nuova Zelanda.

Ma la popolazione è in crescita

Questo è vero. Il num ero complessivo delle persone che vi-


vono negli USA (e nel Canada) è ancora in aum ento. I dati
per il 1990 parlano di circa 250 milioni di persone. La percen-
tuale di accrescimento sta m arcatam ente rallentando.
M a questa continua crescita non è dovuta ad una percen-
tuale adeguata di nascite, dal momento che il numero dei
nuovi nati è molto più basso. È la conseguenza di altre ragio-
ni:

• Immigrazione; è responsabile della m età delPaccrescimen-


to.
(Assoc. Press, “ Pop u latio n Rises” , Wash. Times, A ug. 20, 1986)
• L ’allungamento della vita media degli anziani. Molti di
quelli che nel passato a quest’ora sarebbero già m orti, oggi

161
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

sono ancora vivi. Le aspettative di vita si sono allungate di


m olto e adesso la vita media è di 74,9 anni.

Quindi la percentuale di decessi è sorprendentem ente bassa?

Sì. L ’attuale percentuale di decessi negli Stati Uniti è di cir-


ca nove m orti per 1.000 all’anno.

E per quanto riguarda la percentuale delle nascite?

Ecco dov’è il trucco! L ’unico fattore che alla fin fine deter-
m ina l’aum ento o la diminuzione della popolazione è la per-
centuale delle nascite. Affinché una popolazione possa rige-
nerarsi — avendo una crescita di popolazione nulla — la don-
na media nel corso della sua fase riproduttiva dovrebbe avere
2,1 bam bini. Se la media è più alta, la nazione cresce. Se inve-
ce è più bassa la nazione invecchia e m uore progressivamen-
te.

Dove ci porterà tutto questo?

A ttualm ente negli Stati Uniti nascono più persone di quan-


te ne m uoiano. In futuro negli Stati Uniti se ne seppelliranno
più di quanti ne nascono. Il risultato chiaro ed evidente sarà
una nazione con sempre più vecchi e sempre meno giovani.
Poi, col tem po, la popolazione raggiungerà il limite oltre il
quale inizierà la discesa. Per fare un esempio, confrontando
il 1980 e il 1970, scopriamo che c’è stata una riduzione di
6.500.000 bam bini in età scolare cosicché 9.000 scuole eie-
m entari pubbliche sono state chiuse.
(.N ew sw eek, M er. 30, 1981)

C ’è la possibilità che entro il 2014 i decessi superino le na-


scite.
(Tim e, Feb. 23, 1987, p. 29)

162
IM PL IC A Z IO N I SO C IA LI

Come si può prevenire tutto ciò?

Potrebbe essere evitato consentendo una immigrazione


massiva. Sia gli Stati Uniti che il C anada sono contrari a far
entrare un ampio num ero di immigrati. Se la percentuale di
nascite rimane quella attuale, la razza inglese indigena (gli
antenati europei di razza bianca) è destinata a diventare una
m inoranza entro la m età del prossimo secolo. Se l’immigra-
zione è abbastanza consistente ed i nuovi immigrati hanno
bambini a sufficienza, la popolazione potrebbe persino au-
mentare, m a la composizione etnica sarebbe completamente
diversa da quella attuale.
La seconda possibilità richiederebbe un notevole incre-
mento della percentuale delle nascite nell’immediato futuro,
nell’am bito della popolazione attuale. E non c’è alcun segno
che questo stia accadendo. Inoltre l’incremento dovrebbe ve-
rificarsi al più presto affinché possa rigenerare la popolazio-
ne indigena. Se passano troppi anni prim a che si verifichi un
altro “ baby boom ” , anche se tutte le donne avessero il dop-
pio dei figli che hanno oggi, non sarebbe comunque possibile
recuperare il tem po perduto perché ci sarebbero solo pochis-
sime donne in età procreativa.

Qual è la situazione attuale negli altri paesi occidentali?

Gli altri paesi occidentali sono pressoché nella stessa situa-


zione. La Germ ania occidentale e l’Italia, entram be con indi-
ce di 1,35, sono gli stati che stanno m orendo più velocemente
al mondo. In C anada l’indice è di 1,8. Nel resto dell’Europa
occidentale solo uno stato è di molto al di sopra del limite di
ripopolazione ed è l’Irlanda, m entre il Giappone, l’Austra-
lia, la Nuova Zelanda e Singapore sono intorno all* 1,8.
“ Il Parlam ento Europeo è seriamente preoccupato per le
statistiche che m ostrano un rapido declino nell’indice di na-
talità nella Com unità Economica Europea, che è passata dal
valore di 2,79 del 1964 a quello di 1,68 del 1982” .
(European Parliam ent N ew s, n. 53, A p rii/M ay 1984)

Nel 1900 l’Occidente costituiva il 30% della popolazione


mondiale, nel 1950 il 22% . Oggi rappresenta il 15%. Entro il
2030 sarà il 9% e nel 2100 sarà circa il 4-5%.
(B. W attenberg, “ The Birth D earth ” , Pharos Books 1987)

163
C H E N E SAI D EL L'A B O R TO ?

A bbiam o già detto che la popolazione della Germ ania sta


m orendo più velocemente di qualsiasi altra nazione, con so-
lamente 1,2 bam bini per famiglia. Con una popolazione di 57
milioni di persone, ha circa 500.000 aborti all’anno. Se l’an-
dam ento delle nascite continua in questo m odo, il popolo te-
desco è “ destinato a scendere a 38 milioni nei prossimi 50 an-
ni” .
(W . D rozdiak “ W est G erm an Birthrate D ropping” , W ashington P ost, Jan . 10, 1984)

E il Terzo Mondo?

G ran parte del Terzo M ondo ha ancora una popolazione in


crescita, m a l’indice di accrescimento si è abbassato progres-
sivamente dal valore di 6,1 bambini per donna del 1970 a
quello di 4,1 del 1985, e sta ancora dim inuendo.
(U .S. N ew s and W orld R eport, June 22, 1987, p. 57)

Il resoconto che gli Stati Uniti hanno presentato alla Con-


ferenza sulla Popolazione delle Nazioni Unite, tenutasi a Cit-
tà del Messico nel 1984, parlava chiaro. Mise in evidenza che
la crescita economica di un paese e il miglioramento del suo
tenore di vita sono condizionati dalla riduzione del num ero
delle nascite. Venne inoltre dichiarato che il program m a di
aiuto da parte degli Stati Uniti non avrebbe sovvenzionato un
program m a di pianificazione familiare in cui fosse incluso
l’aborto procurato.
La Conferenza sulla Popolazione delle Nazioni Unite ac-
cettò una richiesta, senza controbattere, e cioè che l’aborto
procurato “ non sarebbe stato prom ulgato in alcun m odo”
come m etodo per la pianificazione familiare.
Persino John D. Rockefeller J r ., il più zelante patrocinato-
re del controllo della popolazione, ha infine ammesso, dopo
la Conferenza sulla Popolazione delle Nazioni Unite del 1974
a Bucarest, che nessun tipo di pianificazione familiare impo-
sta dall’esterno (aborto procurato, sterilizzazione, contrac-
cezione) ad una nazione sottosviluppata oppure a delle mino-
ranze di quella nazione non è mai stata veramente applicata.
La gente non vuole collaborare. Gli unici metodi che han-
no funzionato sono stati quelli che hanno portato ad un in-
nalzam ento del tenore di vita dei singoli gruppi, alla riduzio-
ne della m ortalità neonatale ed infantile e all’aum ento della
scolarizzazione. Se questi cambiamenti sono garantiti, la
gente limiterà volontariam ente il num ero dei propri figli, e

164
IM PL IC A Z IO N I SOCIALI

questo per due motivi: a) desiderano che ogni bam bino riceva
di più; b) si aspettano che i loro figli riescano a raggiungere
l’età adulta, così potranno occuparsi dei genitori quando sa-
ranno vecchi.
Ogni nazione fa un caso a sé. Il fatto che uno stato sia so-
vrapopolato non significa che un altro Stato, più sviluppato,
debba commettere il suicidio nazionale.

Qual è la percentuale di nascite in Russia?

La Russia è un caso speciale. In accordo con tutti i paesi


dell’est europeo, la Russia “ bianca” (la parte occidentale)
m ostra un indice di natalità sotto il livello di ripopolam ento.
La Russia orientale e le sue ampie aree mussulmane hanno in-
vece u n ’alta percentuale di nascite. La zona occidentale è di
lingua russa ed è più colta, mentre la zona orientale è di lin-
gua russa ed è più colta, mentre la zona orientale e il sud della
Russia non parlano il russo e sono meno istruiti. La Russia
“ bianca” presto rappresenterà meno del 50% della popola-
zione, e non si può nemmeno sperare nell’immigrazione, vi-
sto che sono molte le persone che se ne vogliono andare, ma
poche quelle che vogliono venirci.

Gli Stati Uniti non sfruttano gran parte delle risorse naturali
mondiali?

È un fatto che oggi ci siano molte più risorse a disposizione di


quante ce ne fossero uno o due decenni fa. In America un con-
tadino sfama altre 99 persone. In alcuni paesi un contadino non
riesce nemmeno a sfamare la sua famiglia. Qual è la soluzione?
Dovremmo incoraggiare i coltivatori e gli operai americani ad
uccidere i propri figli prima che nascano oppure dovrebbero
continuare ad avere figli e allo stesso tempo aiutare ad insegnare
agli altri contadini e operai ad essere più produttivi?

Quali sono le conseguenze di una popolazione vecchia?

Meno bambini vuol dire meno adolescenti, meno giovani,


e meno lavoratori in grado di pagare le tasse. E ntro il 2025 il
m ondo avrà il doppio dei nonni rispetto ai bambini.
(U .N . Conference, V ienna, W ashington Tim es, July 24, 1982)

165
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

Nel 1980, c’erano più di quattro persone in età da salario


per ogni adulto di età superiore ai 65 anni, nel 2020 ce ne sa-
ranno solo due.
Il m ondo occidentale, nella prim a m età del secolo ha soste-
nuto i suoi cittadini anziani o disabili con i fondi provenienti
dalle tasse con una generosità prim a sconosciuta. Ma, se non
ci sono abbastanza giovani lavoratori che pagano le tasse,
non sarà possibile m antenere questo tipo di agevolazioni per i
pensionati e i disabili.

Solamente una persona in grado di pagare le tasse, o una e


mezza, per sostenere ogni pensionato? Questa è una situazio-
ne insostenibile! Cosa accadrà?

L ’eutanasia!
Sì, questa potrebbe essere la risposta. Lo slogan di oggi
“ tutti i bam bini devono essere desiderati” dom ani potrebbe
diventare “ tutti i nonni devono essere desiderati” .
In quasi tutti i paesi sottosviluppati si sta verificando lo
stesso processo di invecchiamento della popolazione; l’unica
differenza è che queste nazioni sono partite da un indice di
natalità molto più alto e anche se si sta verificando una bru-
sca caduta, l’indice di fertilità è ancora ben al di sopra del li-
vello di ripopolam ento.
IM PL IC A Z IO N I SO C IA LI

20. Aborti illegali e finanziamento


deir aborto procurato

Se l’aborto procurato fosse nuovamente vietato, non si veri-


ficherebbe un ritorno agli aborti clandestini e quindi la morte
di migliaia di donne?

Prim a di rispondere dobbiam o dom andarci: “ quante don-


ne sono m orte in seguito ad aborti procurati clandestini?” .

Perché?

Perché ogni cifra sul num ero totale degli aborti procurati
illegali non è certa, dal m om ento che non esistono registra-
zioni: per definizione, un aborto illegale non viene denuncia-
to. L ’unico sistema per calcolare il num ero degli aborti illega-
li è quello di determ inare il numero di donne m orte in seguito
ad aborto (i decessi infatti sono denunciati), ipotizzare la per-
centuale di aborti che si sono conclusi con la m orte della ma-
dre e risalire quindi al numero totale di questi.

Quante donne sono morte?

I dati sulla m ortalità provenienti dal Dipartim ento degli


Stati Uniti di statistica dem ografica furono raccolti e presen-
tati al Senato nel giugno 1983, durante il dibattito sull’Emen-
dam ento Hatch-Eagleton. La statistica utilizzata compren-
deva la registrazione totale dei decessi dovuti agli aborti legali
e illegali.

167
C H E N E SAI D EL L'A B O R TO ?

Bisogna risalire all’epoca pre-penicillina per trovare una


registrazione annuale di più di 1.000 decessi per aborto negli
Stati Uniti. Verso la fine degli anni ’40 si è verificato un crollo
nel num ero dei decessi, grazie ai progressi avvenuti nell’am-
bito dei trattam enti sanitari. Nel 1966, anno precedente alla
legislazione sull’aborto nel prim o stato am ericano, solamen-
te 120 donne m orirono per aborto e nel 1972, anno preceden-
te alla legislazione sull’aborto in tutti gli Stati Uniti, ne mori-
rono soltanto 39.
(U .S. D ept. HSS, Center for Disease C ontrol, A b o rtio n Surveillance, Nov. 1980)

Con la legalizzazione dell’aborto è calato il num ero dei deces-


si?

La legalizzazione dell’aborto non ha com portato defles-


sioni significative sul numero di decessi registrati, mentre la
linea di tendenza ha m antenuto l’andam ento precedente di
lenta discesa. I dati del 1977 segnalano 21 decessi (17 legali, 4
illegali), quelli del 1981, 9 decessi (8 legali, 1 illegale).

Ho sentito molte volte che il num ero di donne morte annual-


mente per aborti illegali è compreso tra 5.000 e 10.000

Sì, queste erano le cifre divulgate. L’unico commento che


possiamo fare a riguardo è riportare la dichiarazione del Dot-
tor Bernard Nathanson, un cofondatore dell’Associazione
Nazionale per l’Abrogazione delle Leggi sull’aborto (Naral)
ed un medico che un tem po in Occidente si adoperò strenua-
mente a favore dell’aborto ed è oggi un sostenitore della vita.
Egli dichiarò:
“ Qual era il num ero dei decessi di cui discutevamo quando
l’aborto non era legalizzato? Nel N aral si enfatizzavano i dati
riguardanti il singolo caso, non le statistiche di massa, ma
quando si parlava di queste ultime, allora si trattava sempre
di “ 5.000-10.000 decessi annui” . Io sapevo che quelle cifre
erano assolutamente false e, come me, credo lo sapessero an-
che gli altri membri dell’associazione. False, m a utili all’in-
tento “ m orale” della nostra lotta ed accolte da ampi consen-
si, quindi che ragione c’era per sostituirle con statistiche veri-
tiere? L ’obiettivo prim ario era eliminare quelle leggi, quindi
ogni mezzo possibile diventava lecito” .
(B. N athanson, A b o rtin g Am erica, D oubleday, 1979, p. 193)

168
IM PL IC A Z IO N I SOCIA LI

Allora gli aborti illegali non furono così numerosi come molti
sostengono?

Esattam ente. La cifra di 1 m ilione/anno negli Stati Uniti


spesso citata, è chiaramente ridicola.

Quanti aborti illegali ci sono stati effettivamente?

U n’indagine del D ottor Hilgers dell’Università di Creigh-


ton, citata al Senato degli Stati Uniti, durante un dibattito,
dava una stima probabile di 100.000 aborti illegali/anno, pri-
m a della legalizzazione.

Ne esistono altre?

N on ce ne sono state molte negli ultimi anni. Le più nume-


rose sono state fatte in altre nazioni, confrontando i dati pre-
cedenti ed immediatam ente seguiti alla legalizzazione dell’a-
borto procurato. Nelle edizioni precedenti del nostro libro
abbiam o elencato indagini eseguite in Inghilterra (Brit.
Jour., May 1970, 1972 e Lancet, Mar. 1968); in Giappone
(Asahi Jour, Oct. 16, 1966); in Ungheria (Internat. Jour. of
OB/G Y N , M ay 1971) e negli Stati Uniti (Amer. Jour. o f Pu-
blic H ealth, 1967). Tutte dim ostravano che il num ero di
aborti illegali non era diminuito significativamente dopo la
legalizzazione.
(B. W illke & J . W illke, “ Reduce Illegal A bortions” , H a n d b o o k on A b o rtio n , Hayes
Publishing, C inn. 1979, p. 10)

Che cosa bisogna pensare?

È chiaro che sempre ci sono stati e sempre ci saranno aborti


illegali, ma le cifre attuali sono solo una minima parte di
quelle declamate dai sostenitori dell’aborto, oppure chi ese-
guiva questi aborti in passato era estremamente abile. In reai-

169
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

tà gli aborti legali sono aum entati vertiginosamente ed oggi


sono 10-20 volte più numerosi di quanto fossero quelli illega-
li.

Se vietassimo ancora l’aborto, alcune donne non perderebbe-


ro la vita?

Attualm ente il num ero dei decessi m aterni dovuti ad abor-


to legale ha sostituito quello precedente degli aborti illegali.
Se l’aborto fosse nuovam ente vietato, assisteremmo ad un
calo del num ero di aborti del 90% e probabilm ente ad una
analoga riduzione delle m orti causate da essi. Inoltre non si
tornerebbe più agli aborti clandestini.

Mai più aborti clandestini? Chi lo dice?

Il D ottor N athanson, che fu sostenitore e prom otore della


legalizzazione dell’aborto e si persuase poi di “ aver di fatto
presieduto a più di 60.000 esecuzioni di m orte” .
(B. N athanson, “ D eep erin to A b o rtio n ” ,N e w England Jour. M ed ., N ov. 28,1974, pp.
1189-1190)

Egli dichiarò:
“ Qualcuno potrebbe pensare che chiunque oggi sarebbe in
grado di praticare un aborto con un buon grado di sicurezza,
anche senza essere medico, qualora tornassim o agli aborti
clandestini. M a nessuna donna ha bisogno di rischiare la vita
se sceglie di abortire durante le prime dodici settimane di gra-
vidanza” .
(B. N athanson, “ A borting A m erica” , D oubleday, 1979, p. 193)

P rim a della legalizzazione, l’indagine del D ottor Kinsey


dim ostrò che “ meno dell’Ilo degli aborti illegali era autoin-
dotto. Gli altri erano stati eseguiti quasi tutti da medici” . La
D.ssa M ary Calderone, ex presidentessa dell’Associazione
per la Pianificazione Familiare, dichiarò nel 1960 che il 90%
degli aborti illegali era eseguito da medici.
(M. C alderone, “ Illegal A bortion as a Public H ealth P roblem ” , A m er. Jour. o f
H ealth, voi. 50, July 1960, p. 949)

170
IM PL IC A Z IO N I SO C IA LI

Allora c’è differenza tra gli aborti illegali e quelli clandestini?

Sì!, i medici che praticavano illegalmente l’aborto faceva-


no entrare la donna da una p orta di servizio, prendono i soldi
ed eseguivano l’aborto. Oggi gli stessi medici la fanno entrare
dalla porta principale, prendono i soldi ed eseguono l’aborto
nello stesso identico m odo. Gli aborti praticati da inesperti
macellai sono e saranno sempre più rari.

Niente più aborti eseguiti con gli uncini di filo di ferro degli
appendi-abito?

Per vent’anni abbiam o tenuto conferenze su questo argo-


mento in tutto il m ondo ed in ogni paese degli Stati Uniti, ma
non abbiam o mai sentito o letto di un solo caso docum entato
di aborto indotto con questo sistema. Dobbiam o quindi con-
eludere che si tratti di u n ’invenzione dei sostenitori dell’abor-
to.

C ’è anche un grande num ero di donne morte in seguito ad


aborto illegale 4n altre nazioni

La cifra denunciata in Portogallo era di 2.000 decessi. Nel-


lo stesso anno il num ero di donne di età compresa tra i 15 e i
46 anni, m orte in seguito a cause naturali, incidenti o malat-
tie, era di 2.016. Solo 97 erano dovute a “ complicazioni della
gravidanza” , di cui 12 per aborto, comprendente quello
spontaneo e quello indotto, legale e illegale.
(Portuguese A ttuario Estatistico, Tables 11, 16, 111)

In Italia il dato asserito prim a del referendum era di 20.000


ma nel gruppo di età compresa tra i 15 ed i 45 anni, erano solo
11.500 le donne m orte per ogni genere di causa.
(Prim um N on N ocere, voi. IV, η. 1, 1983)

Non è più economico far abortire le donne dei ceti sociali più
bassi, piuttosto che allevare i loro figli con i sussidi sociali?

Il Dottor Louis Hellma, del Dipartimento di Sanità degli Sta-


ti Uniti ha dichiarato: “ Un aborto costa al massimo 350 dollari,
m entre l ’assistenza prenatale fino al prim o anno di vita

171
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

richiede 2.200 dollari. Crescere un bam bino fino a 18 anni


com porta una spesa di circa 35.000 dollari” .
Il quotidiano W ashington Post decisamente favorevole al-
l’aborto ha dichiarato in risposta: “ Questo è un argomento
terribile. Le sue implicazioni sono m ostruose” .
( W ashington Post, June 2, 1977)

Pensiamo alle spese sociali aggiuntive per i figli di giovani


adolescenti

I dati dell’Associazione per la Pianificazione Familiare


prevedono un costo sociale di 13.900 dollari per ogni primo
figlio di u n ’adolescente, sia sposata che non sposata, mentre
la spesa è di 8.400 dollari se la donna ha vent’anni o più. Con-
frontiam o queste cifre con i 50.000 dollari che un adulto deve
pagare in media per le tasse.
(M. B uri, “ Public C ost o fT e e n C hildbearing’ ’, Fam ily Planning Perspective, voi. 18,
n. 5, Sept. 1986)

U na famiglia am ericana gode di un rim borso di spese so-


cio-sanitarie per 27 mesi in media, non per 18 anni. Prescin-
dendo da una facile retorica, quanto abbiam o esposto è una
cruda analisi costo-benefici, per risolvere il problem a della
povertà, uccidendo i figli dei poveri prim a che nascano. Que-
sto continua ad accadere. Nel 1972 ad esempio, nello stato
del Michigan, vi fu solo un 14,7% di aborti di donne che non
avevano diritto all’assistenza sanitaria (ossia erano ricche).
Questo è chiaram ente indice di una scelta dettata da necessi-
tà, se pensiamo che il ceto sociale povero è meno favorevole
all’aborto del ceto medio e della classe più ricca.

Rendere illegale l’aborto non servirà ad eliminarlo, quindi


perché non mantenerlo legale?

In media ogni anno negli Stati Uniti sono rubate più di un


milione di auto? Certam ente questo fenomeno non è elimina-
bile: quindi perché non legalizzare i furti di auto? Quante
banche sono state svaligiate? Si tratta di professioni pericolo-
se perché delle persone possono venire uccise rubando auto e
svaligiando banche, quindi perché non legalizzarle per salva-
re quelle vite umane?

172
IM PL IC A Z IO N I SO C IA LI

Da quando è possibile eliminare il male, rendendolo leci-


to?

N on sono ip o veri che vogliono l ’aborto procurato;


spesso sono i ricchi che vogliono
fa r abortire i poveri.
IM PL IC A Z IO N I SO C IA LI

21. Si tratta di una morale imposta?

L e vecchie leggi consentivano l ’aborto prò-


curato p er salvare almeno una vita, quando ne
sarebbero altrimenti andate perdute due. L e
nuove leggi invece perm ettono l ’aborto procu-
rato per sopprimere una vita quando potrebbe-
ro esservene naturalmente due.
Herbert Ratner

L ’aborto procurato era conosciuto e praticato nel m ondo


Greco e Rom ano fino all’arrivo del Cristianesimo. Il Giudai-
smo, avendo sviluppato u n ’alta considerazione per la fami-
glia, la donna e la vita della persona, aveva condannato l’a-
borto procurato, salvo alcune eccezioni. Il messaggio cristia-
no conferì una dignità ancora maggiore alla vita di ogni sin-
gola persona. L ’idea dell’anim a, unica e immortale, donata
da Dio a ogni essere um ano e destinata a ritornare a Lui per
l’eternità, trasform ò in due secoli l’Impero Rom ano. Il vaio-
re dell’essere um ano prim a della nascita fu strettam ente col-
legato a quello conferito a ogni persona vivente e m an mano
che il credo cristiano si definì negli scritti e nella tradizione, la
condanna dell’aborto procurato divenne “ quasi un valore
assoluto” come afferm a in un suo libro il Professor John
N oonan dell’Università della C alifornia di Berkeley.
(J. N oonan, The M oraìity o f A b o rtio n , H arv ard University Press, 1970, eh. 1)

In cosa consisteva precisamente l’insegnamento cristiano?

Il Vangelo insegnava che Gesù era stato concepito nel


grembo di M aria per opera dello Spirito Santo. Ciò che ere-
sceva nel suo grembo dal m om ento del concepimento non era

175
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

un piccolo aggregato di protoplasm a, m a la persona di Gesù,


l’Uom o-Dio. Insegnava inoltre che il piccolo Giovanni Batti-
sta “ aveva sussultato” nel grembo di Elisabetta. Questi pre-
cisi richiami alla vitalità ed identità personale delPembrione
um ano furono rafforzati dall’insegnamento dei Padri della
Chiesa. La Didaché (I-II sec. d.C ., piccola summa della fede
che raccoglie l’essenza di quanto un cristiano è chiam ato a
conoscere e vivere) afferm ava: “ Non ucciderai il bam bino
con l’ab o rto ” . Clemente di Alessandria condannava l’abor-
to procurato, come anche A tenagora che dichiarava: “ Colo-
ro che fanno uso di sostanze abortive com m ettono ornici-
dio” . Tertulliano afferm ava: “ La form a presente nell’utero
non può essere distrutta” .
Nel 314 il Concilio di Ancyra condannò le donne che “ uc-
cidevano il prodotto del concepim ento” . Nel 305 un altro
Concilio tenuto ad Alvira sancì la scomunica per le donne che
abortivano dopo adulterio, non revocabile nemmeno in pun-
to di m orte. Il tem a dibattuto da S. Gerolamo e S. Agostino
sul m om ento in cui Dio infondeva l’anim a nell’essere umano
non influenzò m inimamente la loro condanna m orale nei
confronti dell’aborto. Verso la fine del IV secolo, S. Basilio
scriveva: “ La pignola descrizione tra “ form ato” e “ non for-
m ato” non ci interessa. Chiunque pratica deliberatamente
un aborto è soggetto alla pena per omicidio” .
I primi Cristiani consideravano diverso e rivoluzionario il
loro atteggiamento nei confronti delle donne, dei bam bini e
del nucleo familiare. L ’Epistola a Dionisio del II secolo af-
ferm ava che i Cristiani “ si sposano ed hanno figli come tutti
gli altri, ma non si sbarazzano della loro prole” . Anche quan-
do le invasioni barbariche fecero scendere il sipario sulla glo-
ria di Rom a, l’insegnamento cristiano si era orm ai costituito
in un codice di norm e morali solide e sicure. L ’aborto fu con-
dannato dal credo cristiano senza discussioni.

Il Nuovo Testam ento è contrario all’aborto? Dove e in che


modo?

L ’argom ento più decisivo in proposito si trova nell’opu-


scolo “ M ary’s Pregnancy” sulla storia clinica della gravi-
danza di M aria e nel racconto stesso del Vangelo.
(“ M ary’s Pregnancy’’, Hayes Pub. C o ., Pam phlet, 1989)

176
IM PL IC A Z IO N I SO C IA LI

Quale fu l’opinione di Tommaso D ’Aquino?

Tom m aso condannò l’aborto in m aniera assoluta e senza


eccezioni. L ’Aquinate si interrogò sul m om ento in cui l’ani-
ma veniva creata ed espresse le convinzioni scientifiche del
suo tem po, secondo le quali un maschio non era sufficiente-
mente sviluppato per poter essere considerato un essere urna-
no (e quindi dotato di u n ’anima) fino al 40° giorno, m entre la
femmina doveva raggiungere l’86° giorno. Le sue riflessioni
teologiche e scientifiche rispecchiavano le conoscenze di allo-
ra, quando l’occhio um ano era il più preciso strum ento a di-
sposizione per riconoscere quando il feto acquisiva la form a
di un bam bino e poteva essere determ inato il suo sesso: solo
allora il feto era giudicato degno di possedere u n ’anim a im-
mortale.
Da allora il progresso ci ha fornito i microscopi elettronici,
gli stetoscopi a ultrasuoni, insieme ad una sempre più sofisti-
cata conoscenza di cromosomi e di geni. I nostri giudizi van-
no quindi riform ulati alla luce di queste nuove e più appro-
fondite conoscenze biologiche. Le conclusioni dell Aquinate
furono il meglio per quei tempi e conservano un valore stori-
co, m a sarebbero state diverse se gli uomini della sua epoca
avessero avuto le attuali cognizioni sullo sviluppo embriona-
le e fetale.

Allora non credevano che ci fosse vita prima della creazione


dell’anima?

Esattam ente. T uttavia essi vietavano l’aborto procurato in


maniera assoluta e le penitenze per il peccato di aborto erano
severe. Per undici secoli la legge punì la distruzione del feto, a
prescindere dal suo stadio di sviluppo.
(D. G ranfield, The A b o rtio n Decision, G arden City, NY D oubleday, 1969, p. 72)

L’insegnamento della Chiesa poi cambiò!

Il divieto morale contro l’aborto procurato non cambiò.


Dopo il X II secolo vi fu un orientam ento giuridico secondo il
quale l’anim a non era presente nel feto prim a che esso fosse
“ form ato” . Com unque il diritto Canonico condannava an-
cora l’aborto procurato. L ’uccisione di un feto “ form ato”

177
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

fu classificata come omicidio: questo fu l’unico cambiamen-


to.

Nelle penitenze del “ Canone H ibernensus” (A.D. 675), il


peccato di aborto procurato com portava sette anni di esclu-
sione dai sacramenti, insieme ad una pubblica penitenza a pa-
ne ed acqua, per la distruzione dell’“ embrione di un bambi-
no nell’utero m aterno” .
(J. Connery, “ A bortion, thè Developm ent o f thè R om an Chatolic Perspective” , Priva-
te Penance, Loyola Univ. Press, 1977, p. 68)

Il Concilio di Ancyra impose 10 anni di penitenza. I ma-


nuali penitenziari anglosassoni imposero penitenze più seve-
re per gli aborti eseguiti dopo il 40° giorno (quando veniva in-
fusa l’anima) e questa abitudine si diffuse anche nel conti-
nente. Il Concilio di Elvera sancì addirittura l’esclusione dai
sacramenti per tu tta la vita.

Q uando iniziò a modificarsi la rigida posizione cristiana?

Nel secolo precedente e seguente alla Riform a Protestante,


i pensatori cristiani com inciarono a discutere e in alcuni casi a
giustificare l’uso dell’aborto terapeutico, per salvare la vita
della m adre. In seguito si aggiunsero altri motivi, quali la pre-
senza di una gravidanza ectopica (tubarica) o di un cancro
nell’utero della m adre. In entram bi i casi l’intervento chirur-
gico com portava la m orte del feto, se questi era ancora vivo.
Lo scopo prim ario però non era quello di distruggere la vita
del bam bino, m a piuttosto di salvare quella della m adre. Nes-
sun’altra religione ha mai approvato l’aborto procurato per
ragioni meno im portanti di queste, fino alla m età del nostro
secolo.

È vero che la Chiesa Cattolica ha vietato l’aborto solo dopo il


1969?

Nel 1869 P apa IX eliminò dal diritto canonico la distinzio-


ne tra feto “ form ato” e “ non form ato” e sancì una pena co-
mune per tutti gli aborti, indipendentemente dal periodo di
gravidanza in cui erano eseguiti: la scomunica.

178
IM PL IC A Z IO N I SOCIALI

Le pene previste per il peccato di aborto procurato sono


cambiate, m a non l’insegnamento della Chiesa: l’aborto prò-
curato è sempre stato condannato.
“ Alcuni hanno pensato che la morale cattolica in m ateria
di aborto sia cam biata ad ogni modificazione del diritto ca-
nonico. È assolutam ente sbagliato: il diritto canonico ha
sempre considerato ogni tipo di aborto procurato come un
peccato grave e nei vari periodi della storia ha scelto prov-
vedimenti diversi proprio per dissuadere i cattolici dal com-
mettere quel peccato” .
(Grisez, A bo rtio n , thè M ythis, thè Realities and thè A rg u m en ts, New Y ork, Corpus
Books, 1970, pp. 180-181)

Il concetto di anima e corpo è solo una ipotesi. Non si può di-


mostrare!

È esatto: si tratta infatti di una verità di fede. U na persona


può credere che l’anim a venga creata al m om ento del conce-
pimento, qualcuno al terzo mese o alla nascita e c’è anche chi
non crede affatto all’esistenza dell’anima: ognuno ha il dirit-
to di credere ciò che vuole.
Se vinceranno le forze a favore della vita e l’aborto sarà
nuovamente condannato, anche gli altri valori a tutela della
famiglia saranno consolidati. M a non perdiamo la nostra
battaglia, ben pochi valori etici potranno sopravvivere per-
ché si permette alla donna, destinata dalla natura e da Dio a
proteggere un piccolo innocente ed indifeso, di uccidere parte
della sua stessa carne e del suo sangue, per “ risolvere” i prò-
pri problemi personali, sociali ed economici.

Alcuni ritengono la guerra nucleare una questione morale più


importante dell’aborto

Persone sicuramente a favore della vita hanno assunto po-


sizioni opposte sulla questione nucleare, ma entram be degne
di considerazione. Sull’im portanza e la gravità del problem a
esistono pareri diversi:

• Il disastro nucleare è ancora un pericolo reale, m a da 40 an-


ni, dopo che anche l’URSS ebbe la sua bom ba atom ica co­

179
C H E N E SAI D EL L'A B O R TO ?

me gli Stati Uniti, nessuno è m orto per una guerra nuclea-


re. L ’olocausto dell’aborto invece si sta verificando ai no-
stri giorni e solamente negli Stati Uniti si hanno più di un
milione e mezzo di m orti ogni anno.

• La guerra è u n ’iniziativa degli Stati e ogni cittadino dei


Paesi interessati può essere d ’accordo o no. La responsabi-
lità del singolo individuo è quindi indiretta e non assoluta,
mentre l’aborto è una scelta volontaria ed individuale di
cui si è responsabili in prim a persona.

• U na guerra, se è legittima come lo è quella di difesa, ha lo


scopo di rispondere ad un attacco. L ’aborto procurato in-
vece è u n ’aggressione diretta che causa la m orte di un inno-
cente. Con la guerra difendiamo la nostra vita, con l’abor-
to procurato provochiam o la m orte di altre vite.

Qual è l’influenza di una fede religiosa sul problema dell’a-


borto procurato?

La fede in Dio, Creatore degli uomini e Signore della vita,


nei Suoi Com andam enti e nella Sua giustizia e nel legame fra-
terno che ci unisce a chi deve ancora nascere è un forte mo-
vente, che ha spinto i credenti a lavorare per la tutela della vi-
ta um ana prim a della nascita. In sostanza il nostro credo reli-
gioso ci dà delle m otivazioni, ma non può mai diventare l’u-
nica legittima giustificazione per dem andare leggi che tuteli-
no i bambini non nati, gli handicappati ed i vecchi.

Con che diritto i gruppi religiosi possono imporre la loro mo-


rale ad una donna?

Se si trattasse del credo religioso di una setta, sarebbe giù-


sto protestare, m a in realtà non si tratta di una problem atica
religiosa, se non in senso lato, cioè in term ini di uguali diritti,
dignità e giustizia per ogni essere um ano.
Se un credo filosofico è stato im posto a una nazione, si
tratta certo dell’Umanesimo laico che la Corte Suprema degli
Stati Uniti ha definito come una religione. Il corpo direttivo
del movimento a favore dell’aborto procurato è composto

180
IM PL IC A Z IO N I SO C IA LI

quasi interam ente da “ um anisti laici” che hanno im posto il


loro credo al Paese.
10 ho il diritto di far roteare il mio pugno, ma il mio diritto
si ferm a prim a di arrivare al tuo naso, così una donna ha sicu-
ramente alcuni diritti (non tutti) sul proprio corpo, ma non su
quello di un altro essere um ano, anche se esso cresce nel suo
corpo.
I dieci Com andam enti hanno proibito di uccidere e di ru-
bare, così anche le leggi di ogni nazione civile, m a non per
questo riteniam o che gli ordinam enti giuridici abbiano impo-
sto una m orale religiosa.
11 problem a dell’aborto rientra nell’am bito dei diritti civili:
si tratta di stabilire se una intera categoria di esseri umani
possa essere privata del fondam entale diritto alla vita sulla
base dell’età e del luogo di residenza.
Forse dovremmo cambiare la dom anda:

Che diritto hanno la m adre e chi esegue l’aborto


di im porre la propria morale al feto, senza che esso
abbia via di scampo?
(B. N athanson, A b ortin g A m erica, D oubleday, 1979, p. 193)
IM PL IC A Z IO N I SO C IA LI

22. Pena dì morte, guerra e


armamenti nucleari

Accusa: i difensori della vita, sono spesso in-


coerenti. Sono tutti contrari all’aborto procu-
rato, ma favorevoli alla pena di m orte e alla
guerra.

I difensori della vita sono tutti favorevoli alla pena di morte?

Assolutam ente no! Gli A utori di questo libro ad esempio,


insieme a numerosi altri rappresentanti del movimento per la
vita sono contrari alla pena di m orte. Due terzi o più dell’opi-
nione pubblica, insieme a dei sinceri difensori della vita, la
approvano. Alcuni sono Cristiani e sono convinti che nella
Bibbia essa sia giustificata.

Qual è la posizione dei difensori dell’aborto?

Sono essi gli incoerenti. Tranne rare eccezioni sono contra-


ri alla pena di m orte, quindi risparmierebbero la vita di un
colpevole, m a perm ettono di uccidere un innocente.

Le donne che hanno abortito hanno minore considerazione


della vita um ana rispetto a quelle che non hanno abortito?

Il Dr. Paul Cam eron ha fatto una ricerca sull’opinione


femminile nei confronti della pena di m orte e la tabella che
segue m ostra i risultati:

183
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

Pena di Donne che Donne che


morte non hanno hanno
abortito abortito

Non andrebbe mai applicata 26*70 6*70


Sì, nel caso di un crimine atroce 54*70 83*70
Parteciperei come carnefice 8*70 22*70

Queste furono le sue conclusioni:

“ La nostra società ha cercato in molti modi di sbarazzarsi


delle persone: la pena di m orte è uno di questi. È logico che
per chi ha ucciso, la vita um ana abbia meno valore e sono
moltissime le persone che hanno preso parte alla soppressio-
ne della vita um ana in guerra e con l’aborto. Diventa un cir-
colo vizioso: chi uccide, sminuisce il valore della vita per giù-
stificare la sua azione e più si uccide, più la vita perde vaio-
re” .
(P. C am eron, “ Lethal T rend in thè U .S ., A bortion and C apital Punishm ent” , Psyco-
logy T oday, Nov. 1977, pp. 44-46)

Ma in entrambi i casi si uccide o no?

Certam ente, m a dobbiam o distinguere:

Pena di morte Aborto

Per una persona adulta Di un bambino non ancora nato

Punizione per un Nessuna punizione, nessun crimine


grave crimine

Per un individuo Nessuna colpevolezza,


giudicato colpevole nessun regolare processo
regolare processo

Individuo ucciso per Individuo ucciso per volontà


volere dello Stato di un privato cittadino

184
IM PL IC A Z IO N I SOCIA LI

Curiosam ente il Congresso degli Stati Uniti, ripristinando-


la pena di m orte per alcuni gravi crimini, votò all’unanim ità
di risparmiare la vita di donne in gravidanza, fino al parto,
perché il figlio non era colpevole del crimine commesso dalla
madre. Questo provvedimento è in evidente contrapposizio-
ne con la Sentenza della Corte Suprema, secondo cui il feto
non è una persona e non gode di alcun diritto prim a della na-
scita.
(U.S. State Bill 1401, 93rd Congress, 1973-74)

E a proposito della guerra?

L ’unica guerra che possiamo considerare legittima sarebbe


una guerra di autodifesa. Elenchiamo la differenza tra questa
e l’aborto.

Guerra Aborto
Autodifesa Aggressione

Non voluta, non programmata Voluto e programmato

Fatta dallo Stato Fatto da un cittadino privato

Contro un’altra nazione Contro un altro individuo

Esiste una vera differenza tra la sorte di un bam bino, la cui


pelle è stata bruciata dal napalm e quella della creatura con la
pelle bruciata dalla soluzione salina utilizzata per l’aborto?

L’aborto procurato è sempre un male, mentre la guerra e la


pena di m orte possono anche non esserlo!

Esattam ente: uccidere in una guerra di difesa, se è davvero


tale, può essere giustificato. Cosa sarebbe accaduto se Davi-
de non avesse ucciso Golia? Allo stesso modo dieci milioni di
Cristiani convinti credono che la Bibbia autorizzi la pena di
morte. A chi ritiene che una guerra di difesa e la pena di mor-
te siano sbagliate, spetta il compito di spiegarne i motivi. Co­

185
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

m unque l’aborto è sempre assolutamente un male, eccetto


quando si è costretti a scegliere tra la vita del feto e quella del-
la madre.

E a proposito della pena di morte per una donna in stato di


gravidanza?

Gli Stati che rim andano l’esecuzione della pena dopo il


parto per risparm iare la vita di un innocente sono: Alabam a,
A rizona, California, Florida, Georgia, Idaho, Kansas, Ken-
tuky, M aryland, M assachusetts, Mississipi, Missouri, Neva-
da, New Mexico, New Y ork, Oklahom a, South Carolina,
South D akota, U tah e Wyoming.
Parte sesta

LO SCENARIO MEDICO
LO SC EN A R IO M ED ICO

23. Medici e infermieri

Perché dei medici praticano l’aborto?

Raram ente un medico lo ritiene necessario per salvare la vi-


ta della madre.

M a esistono anche altri motivi?

Se da dom ani entrasse in vigore una legge che obbligasse ad


eseguire gratuitam ente tutti gli aborti, almeno il 98% dei me-
dici che lo praticano cesserebbero di farlo.

F ar abortire è così remunerativo?

Sì! Un medico abortista, lavorando solamente 20-30 ore la


settimana, senza straordinari, può guadagnare da 5 a 10 volte
di più di un chirurgo m oralm ente onesto. Considerando l’in-
flazione, i medici abortisti statunitensi possono guadagnare
oggi 400.000 dollari all’anno, lavorando solo 30 ore la setti-
m ana.

M a non ci sono medici che praticano aborti per motivi urna-


nitari?

Solamente alcuni e la maggior parte comunque ha finito


con il disilludersi: il Dr. Bernard N athanson ne è un esempio.
Un altro medico ha raccontato le proprie esperienze sul “ Me-
dical Econom ics” del 4 marzo 1985.

189
C H E N E SAI D EL L'A B O R TO ?

Alcuni praticano aborti per problemi di salute mentale?

Non esiste una sola m alattia psichiatrica nota che possa es-
sere curata grazie ad un aborto procurato. Inoltre si sa che il
disegno psicologico di un aborto può essere tollerato meglio
da donne mentalm ente sane (vedi Cap. 16).

I medici non fanno il giuram ento di Ippocrate?

Tutti i medici prestavano questo giuram ento con cui si im-


pegnavano a curare e non a uccidere con !,aborto o con qual-
siasi altro mezzo. Negli ultimi 5 anni, com unque, la parte che
si riferiva all’aborto procurato è stata tranquillam ente salta-
ta. Essa diceva:

‘‘N on somministrerò a nessuno un farm aco letale, anche


se mi fosse richiesto né consiglierò di usarlo e allo stesso mo-
do non darò a nessuna donna un pessario per procurare l’a-
b o rto ” .
(The O ath o f H ippocrates)

Oggi la parte riguardante l’aborto è stata sostituita con la


frase: “ Non farò nulla che sia illegale’’. Questo nuovo giura-
m ento sarebbe andato bene ai medici della Germania nazista,
che collaboravano alla sterminio degli Ebrei, senza fare nulla
di “ illegale” . Ippocrate, il padre dell’etica medica, attribuì al
medico il com pito esclusivo di curare, m entre nelle epoche
precedenti esso poteva curare, m a anche uccidere. Con Ippo-
crate iniziò una nuova era, oggi invece siamo tornati indietro
di parecchi millenni perché alcuni medici stanno assumendo
di nuovo il duplice ruolo di curare ed uccidere.

Vi sono altri giuramenti famosi?

Sì, un altro è il seguente:

“ Tu mi hai disegnato per prendermi cura della vita e della


m orte delle Tue creature” .
(G iuram ento di M aim onide, X II sec. a.C .)

Un altro giuram ento noto a molti è questo:

190
LO SC EN A R IO M ED ICO

“ N on darò ai miei pazienti nessun farm aco nocivo se me lo


dom andano, né consiglierò di prenderlo e non presterò il mio
servizio per un ab o rto ” .
(G iuram ento del M edico A rabo).

Il giuram ento più recente è il seguente:

“ Giuro solennemente di consacrare la m ia vita al servizio


dell’um anità. Avrò per i miei maestri il rispetto e la ricono-
scenza che sono loro dovuti; eserciterò con dignità e coscien-
za la m ia professione; terrò in considerazione prim a di tutto
la salute del mio paziente; conserverò i segreti che mi verran-
no confidati; cercherò sempre di essere degno dell’onore e
delle nobili tradizioni della professione medica; considererò i
miei colleghi come fratelli; non mi lascerò influenzare da mo-
tivazioni religiose o differenze di nazionalità, di razza, di ere-
do politico o di condizione sociale nell’esercizio della profes-
sione e nel rapporto con i pazienti; avrò il massimo rispetto
per la vita um ana dal m om ento del suo concepimento; anche
se minacciato, non farò uso delle mie conoscenze mediche
contro la vita um ana. Faccio queste solenni promesse libera-
mente e sul mio onore” .
(Declaration o f G eneva, The W orld M edicai A ssociation, Sept. 1948)

Legalizzare significa anche rendere moralm ente lecito?

“ In G erm ania nel 1944 un medico era giuridicamente legit-


tim ato a collaborare al genocidio degli Ebrei. In America lo
stesso medico sarebbe stato considerato un assassino. In
America nel 1977 un medico poteva praticare l’aborto legai-
mente, mentre in Germ ania sarebbe stato un assassino: la
m oralità è un orizzonte che si estende a 360 gradi” .
(M. Baten & W . Enos, “ Questione o f A uthenticity and Situational Ethics” , Cancer
Bulletin, voi. 29, n. 4, 1978)

191
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

L’Associazione M edica Am ericana in tem a di aborto


procurato: opposte dichiarazioni a confronto

Q uando inizia la vita umana?

1871 - “L’unica teoria che risulta Le dichiarazioni dell’AMA sull’a-


ragionevole o conforme ai principi botto del 1967 e del 1970 non con-
di fisiologia è quella che riconosce tengono il minimo accenno al dato
la vitalità dell’embrione dal momen- scientifico, che la vita umana inizia
to preciso del concepimento”. con il concepimento.

Che cos’è l’aborto procurato?


1859 - “Il massacro di innumere- 1967 - “L’interruzione della gravi-
voli bambini; una ingiustificabile danza; l ’interruzione provocata
distruzione di vite umane”. della gravidanza”.
1871 — “Un’opera devastatrice; il 1979 - “Un procedimento medico”.
genocidio di bambini non ancora nati”.
Q uale dovrebbe essere l ’etica d ell’aborto procurato?
1871 - “Non uccidere. Questo 1967 - “Si tratta di una valutazione
comandamento vale per tutti, senza personale e morale che deve in
eccezioni... ed indipendentemente ogni caso rispettare la libertà di
dallo stadio di sviluppo delle vitti- coscienza della paziente e del suo
me”. medico”.
C h i dovrebbe eseguire gli aborti?
1871 ‫“ ־‬Provocare l’aborto è una 1970 - “L’aborto dovrebbe essere
condotta illecita e antiprofessiona- eseguito solo da un medico specifi-
le, per ogni medico". camente autorizzato”.

C h i sono i medici abortisti?

1871 - “Uomini che gettano il sini; moderni Erode; carnefici”.


disonore su una nobile professione; 1967 - 1967 - “Scrupolosi profes-
falsi colleghi; professionisti assas- sionisti; medici coscienziosi”.

Cosa si dovrebbe fare ai medici abortisti?

1871 - “Questi uomini dovrebbero 1970 - “Dovrebbero avere il per-


essere segnati con il marchio di messo di eseguire aborti finché
C aino; essi dovrebbero essere non vengano assunti da un ospeda-
emarginati dalla società”. le ufficialmente riconosciuto”.

(W. Brennan, The Abortion Holocaust, Landmark Press. 1983, p. 191)

192
LO SC EN A R IO M ED IC O

Addirittura!

Sì, l’Associazione Medica Am ericana (AMA) ha modifica-


to completamente la sua posizione precedente, che risaliva a
100 anni fa ed era sempre stata ritenuta sacra. Il confronto
con quella attuale è davvero avvilente.

È stato fatto un collegamento tra gli abortisti dei nostri giorni


ed i medici nazisti?

Sì, perché nessuno dei due olocausti si sarebbe verificato


senza medici.

ALLORA OGGI
“ Un medico può interrompere una “ Un medico autorizzato può inter-
gravidanza quando essa mette in pe- rompere una gravidanza se ritiene
ricolo la vita o la salute della madre; che essa possa nuocere gravemente
un feto, che abbia la possibilità di alla salute fisica o mentale della ma-
presentare delle anomalie congenite dre o che il bambino possa nascere
e trasmissibili, può essere distrutto” con gravi malformazioni fisiche o
(Codice Penale Tedesco e Tribunale deficit mentali” (American Law In-
di Eugenetica di Amburgo, 1933). stitute Model Peal Code, 1962).

“ Solo le persone di ‘razza germani- “ Il termine ‘persona’ usato nel 14°


ca’ hanno diritto alla cittadinanza; emendamento non comprende i fe-
gli Ebrei sono esclusi” (Legge sulla ti” (U.S. Supreme Court, Roe vs.
Cittadinanza del Reich, 1935). Wade, 1973).
“ I medici sono autorizzati a conce- “ L ’aborto in tutti i suoi aspetti è
dere una morte pietosa alle persone una decisione specificatam ente e
incurabili” (Ordinamento di Hitler prioritariamente medica ed è al me-
sull’eutanasia, Sept. 1939). dico che spetta la responsabilità
fo n d a m e n ta le ” (U .S . Suprem e
Court, Roe vs. Wade, 1973).

Sottomissione all’Autorità
“ Gli imputati non hanno agito in “ Non ho fatto nulla di illecito, im-
modo sbagliato perché erano auto- morale o negativo in campo medico.
rizzati dalla legge [ed] agivano in Tutto ciò che ho fatto era conforme
conformità ad essa” (Hadmar Eu- alla legge (Dr. Kenneth C. Edelin,
tanasia Hospital Trial, 1945). 1975).
“ Il medico è un semplice strumento, “ Il medico è solo lo strumento ese-
un funzionario, che esegue un ordì- cutivo della decisione della donna”
ne” (Dr. Karl B randt, D octor’s (Dr. Bernard N. Nathanson, 1974).
Trial, 1947).
193
C H E N E SAI D E L L'A B O R TO ?

Livello di subumanità delle vittime

“ I Commissari ebrei-bolscevichi so- “ Per i primi quattro mesi e mezzo il


no un tipico e ripugnante esempio di feto non si può considerare ancora
‘sottospecie di umanità’” (Dr. Au- un essere umano, ma un pezzo di
gust Hirt, 1942). tessuto” (Amitai Etzioni, Ph. D.,
1976).

“ Erano una massa anonima, non ‘‘Ciò che viene abortito è una mas-
uomini. Raramente li ho considerati serella di protoplasma e non un vero
come singoli individui, si trattava essere vivente in via di sviluppo”
sem pre di una m assa in fo rm e” (Drs. Walter Char & John Me Der-
(Franz Stangl, ex comandante di mott, 1972).
Treblinka, 1943).

“ Quando gli Ebrei vengono abban- “ Un parassita può commettere un


donati a se stessi, provocano miseria omicidio, ma qual è la considerazio-
e corruzione. Sono solo dei parassi- ne che il pensiero cattolico o l’ordi-
ti” (Adolf Hitler, 1943). namento giuridico ha avuto per la
capacità del feto di uccidere sua ma-
dre?” (Dr. Natalie Shainess, 1968).

“ Rifiuto categoricamente di consi- “ È una questione assai dibattuta se i


derare un Ebreo come un essere neonati siano persone o no” (Dr.
u m a n o ” (D iscorso a n tise m ita , MichaelTooley, 1972).
Reichstag, 1895).
Il vocabolario della morte

“ Dal 31 luglio sono state evacuate “ L ’utero è stato evacuato” (Dr.


cinquantanovemila persone” (Var- David Edelman e Colleghi, 1974).
savia, Polonia, 1942).

“ Il ghetto del Barone de Hirsch do- “ La cavità uterina fu sv u o tata”


veva essere sgomberato” (Max Mer- (Dr. A.D. Mukerjee, 1973).
ten, 1943).

“ L ’eliminazione della componente “ Eliminare i prodotti del concepì-


ebraica” (Hans Frank, 1943). mento” (Dr. Thomas Dillon & Col-
leghi, 1974).

“ La cura fu praticata ai bambini “ L ’aborto come cura di quella ma-


dell’Istituto di Haar-Eglfing” (Dr. lattia sessualmente trasmessa, che è
Pfannmuller, 1945). una gravidanza non voluta” (Dr.
Willard Cates & Colleghi, 1976).

“ Il metodo di iniezione è assoluta- “ Il concepito viene asportato in 45


mente indolore” (Dr. Adolf Wahl- secondi, in maniera indolore” (Dr.
mann, 1945). Harvey Karma, 1972).

194
LO SC EN A R IO M ED IC O

Im piego nella sperimentazione

“ Se dovete uccidere tutte queste “ In caso di aborto le sperimentazio-


persone, asportate almeno il loro ni sul feto non possono comunque
cervello, perché può essere utilizza- ‘aiutarlo’ essendo egli fatalmente
to ” (Deposizione del Dr. Julius destinato a morire, ma forse la sua
Hallervordan, 1947). morte può essere nobilitata ... dalla
ricerca che abbia l’obiettivo di sai-
vare la vita ad altri feti desiderati o
di ridurre le anomalie fetali” (Drs.
W illard G aylin & M ark L appe,
1975).

“ Le vittime di questo esperimento “ Con le modifiche apportate alle


di Buchenwald non hanno sofferto leggi sull’aborto, sono in aumento i
inutilmente e non sono morte inva- feti disponibili come prezioso mate-
no ... delle persone sono state salva- riale di ricerca” (Dr. Leroy Jack-
te da queste sperimentazioni” (Dr. son, 1975).
Gebhard Rose Doctor’s Trial, 1947):
(Experted from The A b o rtio n H olocaust, W . Brennan, Landm ark Press, 1983)

Come è avvenuto il cambiamento?

“ Esso iniziò con l’accettazione di u n ’idea, fondamentale


per il movimento a favore dell’eutanasia, che esiste una vita
non degna di essere vissuta. Questa idea si riferiva iniziai-
mente solo ai m alati gravi e inguaribili, ma fu gradualmente
estesa alle persone socialmente im produttive, con ideologie o
di razza indesiderata ed infine a tutti coloro che non erano te-
deschi. È com unque im portante sottolineare che tutto partì
da quel prim o atteggiamento nei confronti dei m alati inguari-
bili” .
(L. A lexander, “ M edicai Science U nder D ictatorship” , N ew E ngland Jour. M ed ., voi.
241, July 14, 1949, pp. 39-47)

Questo è accaduto in Germ ania, ma in America?

Il prim o riconoscimento pubblico del nuovo indirizzo etico


apparve in un editoriale:

“ Il rispetto per la vita di ogni essere um ano è stato una


chiave di volta della medicina occidentale ed è il principio eti-
co che ha indotto i medici a cercare in tutti i modi di proteg-
gerla, curarla, prolungarla e m igliorarla. Poiché questa vec-

195
C H E N E SAI D EL L'A B O R TO ?

chia regola m orale non è stata ancora completamente abban-


donata, è stato necessario separare il concetto di aborto dal-
l’idea di omicidio, che rim ane socialmente ripugnante. Il ri-
sultato è stato un curioso misconoscimento del dato scientifi-
co, in realtà noto a tutti, che la vita um ana inizia dal momen-
to del concepimento e non c’è soluzione di continuità tra
quella intra- o extra-uterina, fino alla m orte. Le acrobazie
scientifiche necessarie per spiegare che l’aborto non è la sop-
pressione di una vita um ana sarebbero ridicole se non fossero
state divulgate con appoggi sociali ineccepibili. Secondo al-
cuni, questo stratagem m a di tipo schizofrenico si è reso ne-
cessarlo perché, m entre la nuova etica è già stata accettata, la
vecchia non è stata ancora del tutto abbandonata” .
(Editoria!, Jour. C A State M ed. A s s o c Sept. 1970)

I medici sanno che in realtà l’aborto uccide un essere um ano,


vero?

Forse non tutti. I medici sono specializzati in determinati


settori della medicina, quindi non è scontato che conoscano
l’evoluzione com pleta dello sviluppo fetale, così come i sa-
cerdoti non sono tutti eruditi in Sacra Scrittura e ben pochi
avvocati sono esperti in m ateria di diritti d ’A utore. Inoltre
poche persone si sofferm ano a pensare che il 99% degli aborti
sono praticati a donne in norm ali condizioni di salute, con il
preciso scopo di sopprimere dei bambini sani per motivi non
medici.

Quali sono i medici più favorevoli all’aborto?

Gli psichiatri.

E quelli più sfavorevoli?

I pediatri, i medici di famiglia e i neonatologi.

196
LO SC EN A R IO M ED ICO

Le infermiere collaborano agli aborti procurati?

La maggior parte di loro lo fa solo perché non trova altro


impiego ed ha bisogno di denaro. Ad esse spetta generalmen-
te il compito di seguire la fase finale dell’aborto, che è la più
sgradevole. Gli aborti procurati sono un fatto sconvolgente
per le infermiere.

Perché?

“ Vidi una culla fuori dalla stanza e dentro una neonata,


una piccola bam bina perfettam ente form ata che piangeva
perché era ustionata: quella creatura era stata abortita usan-
do una soluzione salina. Se fosse stata immersa in una pento-
la di acqua bollente il risultato sarebbe stato lo stesso. E non
c’era un medico né u n ’inferm iera né un genitore a soccorrere
quella creatura, lasciata sola a soffrire e a morire. Non potè-
va essere ammessa nel nido, ma non si erano neppure scorno-
dati a coprirla.
In quella notte mi vergognai della mia professione. È diffi-
cile credere che un fatto simile possa accadere nei nostri mo-
derni ospedali, m a è proprio così! E continua ad accadere.
Pensavo che l’ospedale fosse un luogo dove si curavano gli
ammalati e non dove si uccide.
Dom andai ad u n ’infermiera di un altro ospedale che cosa
facessero là con i feti abortiti mediante soluzione salina. A
differenza del mio ospedale dove li lasciavano tentare dispe-
ratam ente di respirare da soli, nel suo li m ettevano in un con-
tenitore con un coperchio sopra: li soffocavano, li facevano
morire per soffocamento!
U n’altra inferm iera dichiarò che aveva smesso di parteci-
pare agli aborti perché non riusciva più a vedere quelle picco-
le braccia e quelle gambine staccate dal resto del corpo che
uscivano dagli aborti per aspirazione” .
(D. C onklin, “ N urse to Senate: ‘A sham ed o f Profession’” , The M iam i Voice, M ay 25,
1979)

E a proposito della tensione emotiva cui sono sottoposte le


infermiere?

Con gli aborti eseguiti con soluzione salina o con le prosta-


glandine, gli abortisti se la cavano in fretta: fanno u n ’iniezio-
ne e se ne vanno. Più tardi la donna entra in travaglio e p arto­

197
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

risce (normalmente) una creatura m orta. Sono le infermiere


che hanno a che fare con il neonato, m orto, morente o vivo e
che devono assistere la m adre, la quale spesso ha una crisi
isterica quando si accorge che il “ prodotto di gravidanza”
abortito è in realtà una piccola creatura già form ata, il suo
bam bino o la sua bam bina.

Gli aborti con dilatazione ed evacuazione uterina chirurgi-


ca sono di recente introduzione. Il m etodo di dilatazione ed
evacuazione risparmia alla m adre il traum a emotivo di vede-
re con i propri occhi la piccola vittim a, m a il Dr. Cates, prò-
pagandista dell’aborto, confessa:

“ Le parti ossee, come la scatola cranica, devono spesso es-


sere frantum ate ed i fram menti vanno estratti con attenzione
per evitare lacerazioni al collo dell’utero. È necessario poi ri-
com porre le varie parti estratte per verificare la completezza
del procedim ento abortivo. Questo m etodo quindi trasferì-
sce la maggior parte del traum a psicologico che può derivare
dall’aborto sul medico e sul personale di assistenza” .
(J. Roaks & W. C ates, “ Em otional Im pact o f D&E vs. Instillation” , Family Planning
Persepctive, Dee. 1977, pp. 276-77)

W arren H ern, un aborista del Colorado, che ne ha eseguiti


molti di questo tipo, scrive:

“ ...Esiste un turbam ento emotivo che il procedim ento su-


scita inevitabilmente sui medici e sul personale di assisten-
za... Non è possibile negare che si tratta di un atto di distru-
zione... La sensazione di smembrare qualcosa passa attraver-
so la pinza come una scarica elettrica... Una parte del nostro
retaggio culturale e forse anche biologico si ribella alla distru-
zione di una form a simile alla n o stra ...” .
(W . H ern, “ M eeting o f Am er. A ssoc., Planned Paren th o o d Physicians” , O B -G Y N
N ew s, 1978)
(“ M eeting o f N at’l A bortion Federation, San Francisco” , O B -G Y N , N ew s, Dee. 1981)

198
LO SC EN A R IO M ED ICO

24. Sperimentazione sui feti e sui neo-


nati

Che cos’è la sperimentazione fetale?

La sperimentazione può essere attuata sul feto vivo quan-


do è ancora nell’utero m aterno oppure sul neonato dopo il
parto. Se la prova (ad esempio la sperimentazione di un nuo-
vo farm aco) viene fatta per un possibile vantaggio che può
derivare alla creatura stessa, allora è moralmente accettabile,
con il consenso dei genitori, m a se la sperimentazione viene
attuata con lo scopo di uccidere poi quell’essere um ano, in
m odo verificare gli effetti dell’indagine, allora si tratta di un
grave crimine contro i diritti dell’essere umano.

Ma se la madre ha il diritto di abortire, perché non può dare il


consenso ad una sperimentazione? Tanto il bambino non
può comunque sopravvivere

La Corte Suprema degli Stati Uniti nel 1973 e il parlam ento


di altre nazioni hanno discusso il problem a del rapporto che
intercorre tra m adre e figlio. Con la legalizzazione dell’abor-
to essi hanno accordato una priorità di diritti alla m adre che,
con l’intervento abortivo, può diventare “ non gravida” . Ma
dopo l’aborto, se il bam bino è ancora vivo, non esiste più
controversia sui diritti legali, perché si tratta di un essere
um ano vivo e separato dalla m adre, con gli stessi diritti di
ogni altro essere um ano.
Il fatto che una creatura sia condannata a m orire non auto-
rizza nessuno a disporne come meglio crede. Autorizzare

199
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

questo significherebbe ammettere in linea di principio che an-


che un adulto, condannato a m orte per un crimine, può di-
ventare oggetto di sperimentazioni; m a la maggior parte delle
persone lo considererebbe un fatto assolutamente inaccetta-
bile.
“ U na ricerca senza scopo terapeutico diretto e con rischio
calcolato non può essere eticamente im posta in una società
m oderna ai criminali condannati a m orte né ai bam bini desti-
nati a morire. La stessa cosa vale per i feti abortiti o destinati
ad esserlo” .
(D. Me Carthy, A . Moraczewski, “ An Ethical Evaluation o f Fetal Experimentation’’, Po-
p e John , M ed-Moral Research & Educational Center Publishers: St. Louis, 1976, p. 78)

Farlo, significherebbe tornare al tem po dei nazisti. Ricor-


diamo che i medici nazisti che avevano fatto proprio quello,
furono impiccati.

Ma la creatura abortita non è ancora capace di vita autono-


ma!

La capacità vitale del bam bino è in rapporto al grado di so-


fisticazione di sistemi di sostegno vitale esterni a lui, m a non è
la m isura del fatto che è un essere um ano vivente. Tutti i feti
sono dotati di capacità vitale quando sono lasciati nel loro
habitat naturale: l’utero m aterno (vedi Cap. 8).

In quali condizioni i genitori possono dare il loro consenso


per la sperimentazione sul figlio?

Q uando è in gioco la salute del figlio e c’è speranza che


quella prova possa giovargli. I genitori che lasciano uccidere
la loro creatura quando si trova ancora nell’utero non hanno
ovviamente questo interesse dettato dall’am ore per i propri
figli.
La tradizione giuridica del nostro Paese ha sempre vietato
ai genitori di nuocere ai figli o di permettere ad altri di farlo;
quindi se l’esperimento non viene condotto per salvaguarda-
re la vita o la salute del bam bino, i genitori non dovrebbero
avere alcun diritto di dare il loro assenso.

200
LO SC EN A R IO M ED ICO

Ai fini della sperimentazione, cosa si intende per “ parto vita-


le” ?

L ’Organizzazione M ondiale della Sanità definisce “ vita-


le” il parto di un neonato che presenta un battito cardiaco ri-
levabile, movimenti muscolari o un tentativo di attività respi-
ratoria autonom a.
(E. D iam ond, “ Redefining thè Issues in Fetal Experim entation” , J A M A , voi. 236, n.
3, July 19, 1976, p. 282)

Considerate moralm ente leciti gli esperimenti sul tessuto vi-


tale di un feto?

Si tratta di una questione completamente diversa: questo


tipo di sperimentazione può essere moralm ente lecita.
Q uando m oriam o alcuni tessuti del nostro organismo pos-
sono essere preservati dalla distruzione biologica e classifica-
ti come “ tessuti vitali” , m a gli esperimenti su tessuti umani
vitali non sono esperimenti su esseri umani vivi.

E a riguardo dell’utilizzo della placenta?

Q uando un bam bino è nato non necessita più della sua pia-
centa. D a molti anni ci sono ospedali che inviano le placente,
previamente congelate, a case farmaceutiche, per l’estrazio-
ne di orm oni e altre sostanze. Più recentemente sono state
utilizzate anche da ditte di cosmetica e questo può spiacere o
addirittura disgustare molte persone. Questo utilizzo non
rappresenta com unque un grave problem a morale.

Cosa significa “ fetus ex utero” ?

Si tratta di un bam bino vivo appena nato e questa termino-


logia è u n ’astuzia lessicale per dissimulare l’identità umana
del neonato ed ottenere il favore dell’opinione pubblica per la
sua sperimentazione ed uccissione. È anche una contraddi-
zione in term ini perché la definizione biologicamente corret-
ta dell’essere um ano nell’utero m aterno è “ feto” , ma quan-
do non è più nell’utero, allora si tratta di un “ neonato” .

201
C H E N E SAI D EL L'A B O R TO ?

Ma non è necessaria una sperimentazione sull’uomo? Non è


possibile acquisire tutte le conoscenze altrove?

“ Con un buon program m a, impegno e denaro, gli esperi-


menti sugli animali possono risolvere quasi tutti i problemi di
ricerca fetale. Non è stato necessario lanciare un uom o nudo
nelle spazio per conoscere i rischi di una vita non adeguata-
mente protetta nella stratosfera” .
(Eunice K ennedy Shriver, N a t’l Inst. Child H ealth and Developm ent, Washington
P o st, A prii 21, 1973)

Ci sono state sperimentazioni su feti nelle varie Nazioni?

L ’esperimento più raccapricciante è stato fatto nell’Uni-


versità di Helsinki, in Finlandia, dal Dr. Peter Adam , profes-
sore all’Università Case-Western Reserve di Cleveland.

“ Per ottenere quei dati i ricercatori hanno tagliato la testa


di 12 feti alla 12a-20a settimana, ottenuti mediante isteroto-
mia per via addom inale. Le teste furono poi perfuse attraver-
so le arterie carotidi interne, con una soluzione contenente
substrati m arcati, che faceva ricircolare Krebs Ringer bicar-
bonato e l’equilibrio era continuam ente m antenuto con una
miscela gassosa di ossigeno ed anidride carbonica. Il ritorno
venoso fu ottenuto con l’incisione del seno sagittale e la C02
m arcata con carbonio 14, che si era sviluppato dai substrati
m arcati, fu raccolta in una soluzione di idrossilam ina” (vedi
figura).
(“ Post-A bortion Fetal Study Stirs Storm ” , M edicai W orld N ew s, June 8, 1973, p. 21)
LO SC EN A R IO M ED IC O

I testicoli di un bam bino abortito al 6° mese furono tra-


piantati su un libanese di 28 anni con problemi di attività ses-
suale. L ’intervento riuscì benissimo, il bam bino donatore fu
ucciso.
(Reuters N ew s A gency, June 12, 1972)

I cuori ancora vivi e pulsanti di feti oltre la 15a settimana


furono asportati a scopo sperimentale nelPUniversità di Sze-
ged in Ungheria.
(Resch et al., “ C om parison o f Spontaneous C ontraction Rates o f In‫־‬Situ and Isolated
Fetal H earts in Early Pregnancy” , A m er. Jour. O B /G Y N , voi. 118, η. 1, Jan. 1, 1974)

203
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

Ci sono altre ricerche svolte in questo settore?

L ’indignazione comune, suscitata negli Stati Uniti e in al-


tre nazioni dalla pubblicazione degli studi sopra citati, ha
contribuito a ridurre o a non divulgare questo tipo di speri-
m entazioni. Per un elenco dettagliato dei primi esperimenti si
vedano gli articoli di J. H arrington (Parte I & II) in Marriage
and Family News, feb. 1972.

Si fanno ancora questi esperimenti negli Stati Uniti?

Nell’aprile del 1974 la Cam era dei Deputati degli Stati Uni-
ti votò contro (281 voti contrari e 58 a favore) la sperimenta-
zione sul feto um ano “ estratto dall’utero e con battito car-
diaco” . Il Senato votò alla stesso m odo, aggiungendo solo
che il divieto fosse riesaminato in seguito.
Successivamente una commissione speciale sollecitò l’abo-
lizione del divieto, m a m antenne sostanziali limitazioni.
Il Congresso degli Stati Uniti inoltre rifiutò alla Fondazio-
ne Nazionale di Scienze qualsiasi fondo “ per la ricerca negli
Stati Uniti o all’estero su feti um ani, estratti dall’utero e con
battito cardiaco, a meno che non avesse la scopo di garantire
la sopravvivenza di quei feti” .

E studi più recenti?

Fino al 1976 nell’Università di M anitoba in C anada sono


stati realizzati tre studi che hanno suscitato m olte critiche nel-
l’opinione pubblica. La prim a ricerca riguardava il parto di
bam bini vivi, norm ali, mediante isterotom ia (un mini taglio
cesareo) e richiese 54 feti, alcuni di 16 settimane e con una
lunghezza cefalo-caudale di 25,4 cm. Dopo il parto fu sezio-
nato il loro addom e ed esaminati il sesso e le ghiandole surre-
nali.
Il secondo studio coinvolse 79 feti, fino alla 26a settim ana
di gestazione, abortiti vivi mediante isterotom ia ed uccisi me-
diante puntura cardiaca.
Il terzo studio utilizzò 116 feti fino alla 22a settimana,
abortiti vivi mediante isterotom ia ed uccisi poi con puntura
cardiaca, sezione cranica e rimozione delle loro ipofisi.
(F. Reyes et al., “ Studies on H um an Sexual D evelopm ent” , Parti I, II, III, Jour. Clini-
cal Endecrinology & M etabolism , (I) voi. 37, η. 1, 1973, pp. 74-78 (II) voi. 38, n.4,
1974, p p .612-17 (III) vol.42, η. 1, 1976, pp. 9-19)

204
LO SC EN A R IO M ED ICO

Nel 1981 in A rizona la Casa Farm aceutica E.R. Squibb of-


fri gratuitam ente l’aborto a 14 donne in gravidanza a condi-
zione che assumessero un determ inato farm aco (Naldol) pri-
m a di abortire e permettessero di dosarlo nel sangue dei feti
uccisi. I medici furono pagati con 10.000 dollari.
' (R .Collins, A rizona R epublic, M ar. 26, 1981)

In E uropa nel 1983 un rapporto di A. Gherto al Consiglio


del Parlam ento Europeo fornì una descrizione dettagliata di
aborti praticati m ediante isterotom ia alla 12a-21a settimana
di gestazione e dei successivi esperimenti condotti su vari or-
gani. Il rapporto denunciava inoltre che alcuni dei resti fetali
erano stati congelati e inviati a industrie cosmetiche.
(C ork E xam iner, Ireland, A ug. 25, 1983)

Qual è l’opinione della m aggioranza dei medici in merito alla


sperimentazione sui feti vivi?

La stragrande m aggioranza considera rivoltante, disuma-


no e barbarico questo genere di attività e lo condanna catego-
ricamente. Tuttavia quando si dà il lasciapassare all’aborto
libero, fatti come quelli citati possono seguire a catena. La
perdita di rispetto per la vita um ana, a qualsiasi stadio di svi-
luppo si trovi, com porta queste conseguenze.

E a proposito deU’utilizzo di neonati privi di encefalo come


donatori di organi?

È possibile, m a solo dopo la loro m orte. Sono creature vive


e non devono essere uccise per usare i loro organi.
A ll’Università di Lom a Linda furono fatti esperimenti su
questi neonati, fino a quando fu stabilito che gli organi non
erano utilizzabili prim a della m orte cerebrale accertata (com-
presa quella del tronco cerebrale).

E a riguardo delle sperimentazioni su embrioni umani?

P urtroppo stiamo arrivando anche a queste. In Inghilterra


il rapporto di una commissione speciale di 16 membri, nomi-
nata dal Governo, suggerì di permettere qualsiasi tipo di spe­

205
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

rimentazione su un embrione um ano vivo solo fino al 14°


giorno di vita. Oltre era da considerare un atto criminale.
Fortunatam ente la Cam era dei Lord non accettò il suggerì-
mento e la Cam era dei Comuni diede voto contrario (238
contrari su 66 a favore) il 15 febbraio 1985.
(M. W arnock et al., England, July 18, 1984)

E per la chirurgia fetale?

I recenti progressi di chirurgia fetale in utero hanno sem-


plicemente conferm ato l’evidenza del fatto che ci troviam o di
fronte a due pazienti, la m adre e il suo bam bino. Un esempio
dram m atico di intervento su feto si è verificato nella King’s
College School di M edicina e O dontoiatria di Londra:

“ U na donna di 28 anni, in gravidanza, era tenuta sotto


stretta osservazione per una grave incom patibilità Rh, re-
sponsabile di 4 aborti precedenti per m orte fetale. Alla 18a
settim ana di gestazione u n ’indagine ecografica rivelò la pre-
senza nel feto di una tum efazione cranica (edema) e di liquido
nel sacco che avvolge il cuore (esteso versamento pericardico)
indice di un grave disturbo da incom patibilità Rh.
II feto fu trasfuso attraverso l’arteria del cordone ombeli-
cale con sangue fresco di gruppo O-Rh negativo alla 18a e 19a
settim ana. D urante la seconda trasfusione l’ecografia permi-
se di rilevare un rallentam ento del battito cardiaco fetale, se-
guito da un vero e proprio arresto cardiaco. La madre fu gira-
ta sul fianco sinistro e sotto guida ecografica il medico effet-
tuo con le dita della mano un messaggio cardiaco in corri-
spondenza del cuore fetale che dopo tre minuti riprese a bat-
tere.
II feto fu trasfuso nuovam ente alla 2 3 \ 26a e 29a settimana
e, alla 32a settim ana (a 7 mesi), la m adre partorì un neonato
norm ale’ ’.
(British M ed. Jour., voi. 288, 1984, p p .900-901)

E a proposito dei trapianti fetali?

Il trapianto di organi fetali nel corpo di u n ’altra persona


dovrebbe rispettare le stesse norm e etiche seguite per i tra-
pianti da persona a persona, che sono:

206
LO SC EN A R IO M ED ICO

• L ’autorizzazione dei genitori che hanno desiderato co-


m unque che la loro creatura potesse vivere e stare bene. Ma
se anche la m adre appartiene al num ero degli assassini allo-
ra perde qualsiasi diritto morale di dare quel tipo di auto-
rizzazione.
• Il feto deve essere m orto, prim a che gli organi possano es-
sere asportati (esistono norm e giuridiche che definiscono
lo stato di m orte nella maggior parte degli Stati).
• Nessuno è autorizzato ad uccidere un feto (dentro e fuori
dall’utero m aterno) per prelevare un organo.

“ Uno stato di assoluta debolezza richiede assoluta protezio-


ne” .
(H ans Jones, “ Philosophical Reflections on Experim enting with H um an Sub-
jects” , Daedalus X C V III, 1969, p. 240)
LO SC EN A R IO M ED ICO

25. Aborto ed infanticidio

Perché unire aborto ed infanticidio?

Basta un esempio: supponiam o che una donna si sottopon-


ga all’amniocentesi per essere sicura di non avere un figlio
con la sindrome di Down. Se la prova risultasse positiva, ella
deciderebbe di abortire (un certo num ero di donne ritiene le-
cito l ’aborto per questi “ casi difficili” ). In molti casi il test è
normale. Alla nascita però il bam bino risulta affetto da sin-
drome di Down: la prova era sbagliata. E adesso? Se la condi-
zione del bam bino fosse stata riconosciuta prim a della nasci-
ta, la donna avrebbe “ risolto” il problem a uccidendo con
l’aborto la sua piccola creatura. M a adesso il bam bino respi-
ra e la diagnosi è certa. La m adre non corre più nessun perico-
lo, quindi perché non uccidere il bam bino adesso?

Sarebbe un’azione orribile!

M a assolutamente logica! Quello che deve far paura è che


venga abortita una creatura portatrice di handicap. La di-
chiarazione più chiara in proposito è stata fatta dal premio
Nobel James W atson, l’uom o che riuscì a scindere il codice
genetico:
“ A causa dei limiti degli attuali metodi di ricerca, la mag-
gior parte dei difetti congeniti vengono riconosciuti solo alla
nascita.
Se un bam bino non fosse dichiarato vivo fino a tre giorni
dopo la nascita, allora i suoi genitori potrebbero scegliere...
ed il medico potrebbe lasciar m orire il bam bino se i genitori lo
volessero e risparmiare così inevitabili sofferenze ed infelici-
tà ” .
(“ C hildren from thè L ab o rato ry ” , J. W atson, A M A P rism , Ch. 3, p. 2, M ay 1973)

209
C H E N E SA I D E L L ’ABORTO?

Alcuni dei suoi colleghi non erano d ’accordo: tre giorni


erano troppo pochi, meglio trenta giorni dopo la nascita.

• Joseph Fletcher, un sostenitore dell’aborto, avrebbe utiliz-


zato la misurazione del quoziente intellettivo (QI) per di-
chiarare non-um ani i neonati con QI di 20 o forse anche di
40 (qualcuno lo porterà a 60?)

• “ La condizione di un bam bino appena nato è molto diver-


sa rispetto a quella dello stesso bam bino anche dopo poche
settimane. Alla nascita il bam bino è solo potenzialmente
un essere um ano e quindi è da considerare una atto di urna-
nità e di buon senso da parte del medico o dell’ostetrica
spegnere dolcemente la vita di ogni creatura nata con gravi
anomalie fisiche e mentali. Questa decisione non dovrebbe
essere dem andata alla fam iglia, perché em otivam ente
troppo coinvolta, anche se in certi casi limite la conoscenza
della situazione familiare da parte del medico è un fattore
da tenere in considerazione” .
(The Tim es. January 22, 1973)

È accaduto realmente qualcosa di simile?

Il caso più famoso è quello di Baby Doc di Bloomington,


Indiana, del 1982. E ra un neonato affetto da sindrome di
Down, nato con una comunicazione tra il condotto alimenta-
re e quello respiratorio (fistola tracheo-esofagea). Vi erano
numerosi chirurghi nel raggio di 50 miglia in grado di correg-
gere la seconda m alform azione che impediva al bam bino di
essere alim entato. A causa della sindrome di Down i genitori
non diedero il permesso di eseguire l’intervento chirurgico,
né di som m inistrare alimentazione per via endovenosa né di
eseguire qualsiasi altro tipo di trattam ento sul neonato. Que-
sta decisione fu appoggiata dalla Corte Suprema dell’Indiana
ed il bam bino fu lasciato m orire di fame.
Baby Jane Doe di New York nacque nel 1983 con una spina
bifida (la colonna vertebrale parzialmente aperta) ed un po-
tenziale idrocefalo (acqua nella testa). Un buon trattam ento
medico avrebbe com portato la chiusura chirurgica del difetto
spinale a la collocazione di una deviazione per prevenire l’i-
drocefalo. I genitori sembravano disposti a dare il permesso
di eseguire l’intervento, ma quando furono inform ati di un
po s­

210
LO SC EN A R IO M ED IC O

sibile o probabile ritardo mentale della creatura, lo rifiutaro-


no. Senza intervento a livello spinale la neonata era destinata
a m orire per meningiti ricorrenti e in effetti fu colpita da nu-
m erose infezioni che trovavano nella colonna vertebrale
aperta la via d ’accesso. Tre mesi più tardi la cute della bambi-
na, cresciuta spontaneam ente sul difetto spinale, chiuse l’a-
pertura. I genitori allora diedero il consenso per la colloca-
zione della deviazione. Prim a del loro consenso il governo fe-
derale ed un procuratore privato erano intervenuti per cerca-
re di dare l’autorizzazione legale all’intervento chirurgico
senza il consenso dei genitori. Un giudice federale comun-
que, sostenne che in realtà spettava ai genitori il diritto di de-
cidere se lasciare m orire lentamente la bam bina a causa di
quelle dolorose infezioni.

Quelli citati sono casi limite!

Sì, due casi tragici e simili: se non ci fosse stata l’ipotesi di


un deficit mentale, entram bi i neonati sarebbero stati sotto-
posti immediatam ente all’intervento di correzione chirurgi-
ca. M a in entram bi i casi, a causa del deficit mentale, indeter-
m inato (e indeterminabile), i genitori negarono il loro con-
senso, assicurando una m orte im mediata nel primo caso e do-
lorose infezioni nel secondo, anch’esse ad esito fatale, se non
fosse subentrata la chiusura spontanea del difetto spinale.
In entram bi i casi ai genitori fu riconosciuto il diritto di la-
sciar m orire le loro creature. A quei neonati fu negato il trat-
tam ento ordinario a causa del loro handicap, considerato un
fattore di discriminazione a loro svantaggio.

Ci sono state prese di posizione in merito?

Sì, uno im portante nel dicembre del 1983: un com unicato


congiunto dell’Accademia Americana di Pediatria e di otto
gruppi per i diritti dei disabili, il quale stabiliva che:
• È m oralm ente e legalmente insostenibile la discriminazio-
ne di qualunque persona disabile, indipendentemente dalla
gravità della sua menomazione.

• U na m alattia fisica o mentale non deve essere la causa di un


m ancato trattam ento.

211
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

• La previsione di limitazioni o m ancanza di finanziamenti


pubblici non deve avere un ruolo determ inante nella scelta
dei trattam enti medici.

• Lo stato di salute del singolo individuo dovrebbe essere l’u-


nico criterio guida per la decisione del medico.
(Pediatrics, voi. 73, n. 4, A prii 1984, p. 559)

E altri sviluppi in negativo?

Sì, su una pubblicazione precedente di Pediatrics, un certo


Peter Singer scrisse che bisognava demolire la concezione
della sacralità della vita, definita come una ‘‘superstizione re-
ligiosa” . “ I membri appartenenti alla specie H om o Sapiens
non hanno un valore morale superiore” . Se “ m ettiam o a
confronto un cane o un maiale con un neonato gravemente
m alform ato, scopriamo spesso che gli esseri non appartenen-
ti alla specie um ana sono dotati di capacità superiori” . Per
Singer la qualità di vita è l’unico criterio guida.
(P. Singer, “ Sanctity o f Life or Q uality o f Life? Pediatrics, voi. 73, η. 1, July 1983, pp.
128-129)

Nell’Università di O klahom a un gruppo di specialisti esa-


minò 69 neonati con spina bifida. Essi riconobbero che il di-
fetto poteva essere corretto, m a scelsero i bambini da sotto-
porre all’intervento in base alla loro “ qualità di vita” , cioè
alla stima del loro grado intellettivo ed al tipo di supporto fa-
miliare e sociale disponibile. Su questa base applicarono un
precoce ed energico trattam ento a 36 neonati, che risposero
tutti bene alla cura. Gli altri 24 neonati che avevano ottenuto
un basso punteggio, non furono trattati chirurgicamente,
non ricevettero antibiotici e neppure sedativi prim a di morire
(e tutti m orirono). Questo studio fu pubblicato su una impor-
tante rivista medica, con una fredda analisi costo-benefico
utilizzata per scegliere chi poteva vivere e chi doveva morire.
(R. G ross et a l., ‘‘Early M anagem ent and Decision M aking in M yelom eningocele’’, Pe-
dìatrics, voi. 72, n. 4 ., O ct. 4, 1983)

U n professore di Pediatria dell’Università del Wisconsin,


membro del Com itato Etico dell’Accademia Americana di
Pediatria, dichiarò con amarezza: “ È un fatto comune negli
Stati Uniti negare i trattam enti medici e chirurgici ordinari ai
neonati affetti dalla sindrome di Down, con la chiara inten-
zione di accelerarne la m orte” .
(N. Fost, A rchives o f Internai M ed ., Dee. 1982)

212
LO SC EN A R IO M ED ICO

Cosa si può replicare?

Il professor Jerom e Lejeune, scopritore della m appa ero-


m osomica della sindrome di Down, ci raccontò una volta una
storia che aveva sentito da un suo collega genetista.

“ Molti anni fa mio padre, ebreo, era medico a Braunau in


A ustria. Un giorno uno dei suoi colleghi assisti al parto di due
neonati: una era un bel bam bino, sano e strillante e i suoi ge-
nitori erano felicissimi e orgogliosi. L ’altra era una piccola
bam bina, m a i suoi genitori erano tristi perché era nata mon-
goloide. Li seguii entram bi per quasi 50 anni: la bam bina
crebbe vivendo in casa e alla fine fu lei a prendersi cura della
m adre, colpita da ictus cerebrale e ad assisterla per tu tta la
durata della sua lunga m alattia. Non ricordo il nome della ra-
gazza, m a quella del ragazzo sì: morì in un bunker a Berlino e
si chiam ava A dolf H itler” .

M a che cosa pensano i genitori di figli ritardati?

“ Non esiste una sola associazione di genitori con i figli


m entalmente ritardati che abbia mai approvato l’aborto. Noi
genitori di questi bam bini di cui ci siamo fatti carico, chiedia-
mo a voi legislatori il favore di sentire la nostra opinione sulla
possibile autorizzazione dell’aborto per le anomalie fetali,
prim a di parlare a nome nostro” .
(Mrs. Rosalie C raig, Testim ony before Ohio Legislature, 1971)

È un fatto degno di nota che uno straordinario num ero di


genitori naturali e adottivi di bam bini handicappati siano at-
tivisti di movimenti a favore della vita in tutti i Paesi.

Ma non è crudele far nascere un bambino handicappato per-


ché viva da infelice?

L ’assunto che le persone handicappate apprezzino meno la


vita di quelle “ norm ali” si è rivelato falso. U n’indagine ben
docum entata ha dim ostrato che non esiste differenza nella

213
C H E N E SAI D E L L ’A BORTO?

gioia di vivere, nel modo di vedere il futuro immediato e nella


vulnerabilità alle frustrazioni tra le persone handicappate e
quelle norm ali.
A 150 bam bini affetti da spina bifida e scelti a caso fu chie-
sto, quando furono più grandicelli, se valeva la pena di vivere
con quelle limitazioni o se fosse stato meglio m orire dopo la
nascita. La loro risposta fu unanime: essi volevano vivere,
naturalm ente! In realtà pensavano che la dom anda fosse ridi-
cola.
(W . Peacock, Pers. C om m . to D . Shewmon in “ Active V oluntary E u th an asia” , Issues
in L aw ά M edicine, 1987)

‘‘Anche se è opinione comune e di m oda ritenere che le per-


sone m enom ate apprezzino meno la vita di quelle norm ali,
m anca una dim ostrazione teorica e pratica di questo” .
(P. C am eron, Univ. o f Louisville, Van Hoeck et al., W ayne State U niv., “ H appiness
and Life Satisfaction o f thè M alform ed” , Proceedings, A m er. Psycologic Assn. Mee-
ting, 1971)

M a curare gli handicappati non sarebbe m olto costoso?

Quali sono i vostri principi etici? Pensate che una persona


am m alata o disabile debba essere curata, assistita ed am ata
oppure uccisa? M isurate in denaro il valore di una vita urna-
na? O in termini utilitaristici?

Qual è il rapporto costo-benefico per la cura di questi neona-


ti?

Il costo sociale per la cura di tutti gli handicappati fisici e


m entali è solo una minim a parte di quello che sarebbe richie-
sto per la cura delle persone psicologicamente menom ate. Il
Dr. M cLone e Colleghi fecero una relazione su un gruppo di
circa 1000 casi non selezionati di spina bifida che erano stati
trattati tempestivamente:
• 75% aveva una intelligenza normale
• 80% riusciva a camm inare dall’età scolare
• 90% aveva il controllo degli sfinteri dall’età scolare
• 99% dei genitori era soddisfatto del trattam ento.
(D. M cLone et al., C oncepts in thè M anagem ent o f “ Spina B ifida” , C onceptsin Pedici-
tric Neurosurgery 33 (1986): 359-370)

214
LO SC EN A R IO M ED IC O

E a proposito della sindrome di Down?

“ Oltre 1’80°70 dei bam bini Down nascono da giovani ma-


dri” sotto i 35 anni.
(Adams et al.» “ D ow n’s Syndrom e, Recent T rends” , J A M A , voi. 246, n. 7, Aug. 14,
1981, pp. 758-760)

Non è responsabile solo la madre. “ Nel 30% circa dei casi è


il padre responsabile del cromosom a 21 in più che si trova
nella sindrome di D ow n’’. La percentuale cresce proporzio-
nalm ente all’età del padre.
(R oberts et al., “ M idtrim ester A m niocentesis” , Jour. o f Repro. M ed ., voi. 28, n. 3,
M ar. 1983, p.168)

Proprio così:
• Q uando l’età m aterna è di 30 anni, il 99,9% dei neonati
non è affetto.
• Q uando l’età m aterna è di 36 anni, il 99,6% dei neonati
non è affetto.
• Q uando l’età m aterna è di 40 anni, il 99,1% dei neonati
non è affetto.
Speriamo ci siano buone notizie in arrivo a che si scopra
presto un trattam ento per questa patologia. Numerosi studi
hanno dim ostrato recentemente che l’assunzione di multivi-
taminici, compreso l’acido folico, prim a del concepimento e
nel prim o trim estre di gravidanza era associato con un nume-
ro di anom alie fetali inferiore al 50% rispetto al gruppo non
trattato .
(Perìconceptìonal Use o f M ultivilam ins and thè Occurence o f N eural Tube D efects, J.
M ulinare et al., JA M A , voi. 260, n. 21, p. 3141, Dee. 2, 1989)

È possibile “ purificare” i geni?

Tutti i discorsi sulla possibilità di eliminare la trasmissione


delle m alattie genetiche sono assurdi: i geni patologici infatti
sono trasmessi da portatori sani perché le persone gravemen-
te colpite dalla m alattia difficilmente si sposano ed hanno fi-
gli. Ad esempio ci sono 40 portatori per ogni persona affetta
da anemia mediterranea: se si eliminassero tutte la persone
colpite da questa m alattia, occorrerebbero 750 anni per ri-
durre a m età la sua incidenza; per eliminarla del tutto sareb-
bero necessari 200.000 aborti ogni 500.000 coppie. Dal mo-
m ento che ogni persona “ sana” è portatrice di tre o quattro

215
C H E N E SA I D E L L ’ABORTO?

geni “ m alati” , l’unico sistema per eliminare le m alattie gene-


tiche sarebbe la sterilizzazione o l’aborto di tutti concepiti.
(D r. H ym ie G ordon, Professor o f Genetics, M ayo Clinic)

Le radiazioni som m inistrate alla madre possono danneggiare


il bam bino?

‘‘L ’interruzione di gravidanza non è mai giustificata dal ri-


schio derivante all’embrione o al feto da una radiografia dia-
gnostica a raggi X, eseguita in regione addom inale o periferi-
ca” .
(Policy Statem ent, Am er. College o f Radiology, A M A N ew s, N ov. 1976, p. 12)

I genitori come affrontano emotivamente l’aborto di un fi-


glio handicappato?

Molto male: u n ’indagine ha riportato u n ’incidenza del


92% di depressione nella madre, dell’82% nel padre e più del
30% di separazioni coniugali dopo l’aborto.
(Blumberg et al., “ Psychiatric Sequelae o f A bortion for Genetic Indication” , A m er.
Jour. O B /G Y N , voi. 122, n. 7, A ug. 1975, pp. 780-799)

Come vengono riconosciuti i bambini handicappati prima


della nascita?

Il punto di forza di “ individuazione ed abbattim ento” è


l’amniocentesi. Un m etodo più recente è la biopsia dei villi
coriali, un altro è il dosaggio m aterno dell’alfa-fetoproteina
sierica.

Che cos’è l’amniocentesi?

È il prelievo di una piccola quantità di liquido amniotico


eseguito mediante un ago che viene introdotto nell’addom e
m aterno attraverso la parete uterina. Le cellule presenti nel li-
quido prelevato vengono coltivate ed esaminate ed inoltre
possono essere dosate alcune sostanze chimiche contenute
nel liquido stesso.

216
LO SC EN A R IO M ED IC O

Perché viene fatta?

Nel secondo trimestre viene fatta per diagnosticare alcune


m alattie, nel terzo trimestre invece per curare delle m alattie
del bam bino e della madre.

È !un’indagine priva di rischi?

I pareri sono discordi. Un vasto studio inglese, degno di


notevole considerazione, ha riscontrato 14 m orti fetali nel
gruppo di donne sottoposte ad amniocentesi, rispetto alle 5
del gruppo di controllo, 37 casi di grave em orragia m aterna
rispetto a 12 nel secondo gruppo, lo 0,5% di casi di rottura di
membrane, esclusivamente nel prim o gruppo, il 2,7% di
aborti spontanei successivi all’indagine, rispetto all’ 1,4% del
gruppo di controllo e la com parsa di anticorpi contro il fatto-
re Rh in 9 casi rispetto a 2 dell’altro gruppo. Gravi problemi
respiratori del post-partum si verificarono in 30 neonati del
primo gruppo rispetto a 9 nel secondo, con 24 casi di impor-
tanti anomalie ortopediche rispetto ad un solo caso nel grup-
po di controllo.
L ’aum ento di rischio globale per il bam bino era del 300% e
la somma di tutti fattori negativi per la m adre e per il figlio
dava un rischio globale aggiunto del 9,2% rispetto al 3,3%
del gruppo di controllo. Potrem m o includere anche i risultati
falsamente positivi o negativi del test, causa di ulteriori “ inu-
tili” aborti di creature sane.
(Royal College o f O B /G Y N , “ A n Assessment o f H azard o f Amniocentesis, British
Jour. O B /G Y N , voi. 85, Supplem ent n. 2, 1978)

O tto anni dopo, un altro grosso studio riscontrò che “ la


percentuale di aborto spontaneo nel gruppo sottoposto ad
amniocentesi era dell’1,7% e dello 0,7% nel gruppo di con-
trollo” .
(“ Random ized T rial o f Amniocentesis in 4606 Low Risk W om en” , L ancet, 1287, June
7, 1986)

Entram bi gli studi britannici citati hanno conferm ato che


l’amniocentesi uccide 1’ 1% dei bam bini esaminati. Strana-
mente la maggior parte degli studi americani ha riscontrato
m inori problem i, tutti com unque ne hanno trovato qualcu-
no.
(R oberts et al., “ M idtrim ester Amniocentesis’\ Jour. o f Repro. M e d .t voi. 28, n. 3,
M ar. 1983, p. 167-168)

217
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

Esistono delle malattie fetali che possono essere curate nel se-
condo trimestre?

No. L ’acidemia metilmalonica ed il deficit di biotina pos-


sono essere scoperte a m età gravidanza, m a nessuna delle due
si può trattare fino quasi al termine del terzo trimestre. L ’esa-
me non è necessario nel secondo trim estre, a meno che non si
voglia uccidere il bam bino prim a che sia troppo cresciuto.

A llora perché si fa l’amniocentesi?

Solo per fare diagnosi: se il bam bino ha un difetto geneti-


co, allora può essere ucciso con l’aborto.

Non c’è nessun altro motivo?

p e l’aborto fosse reso illegale, le amniocentesi del secon-


do trim estre cesserebbero perché m ancherebbe il loro princi­
pale supporto terapeutico” .
(G olbus, “ The C urrent Scope o f A ntenatal D iagnosis” , H ospitalPractice, A prii 1982)

E riguardo dell’amniocentesi del terzo trimestre?

È una questione com pletamente diversa: è meno rischiosa


ed inoltre viene fatta per curare e salvare la vita del bam bino e
della m adre in caso di m alattia da fattore Rh, diabete, imma-
turità polm onare del feto, ecc.

Ma un bambino con la malattia di Tay-Sacs non è destinato


sicuramente ad una morte lenta?

Quindi secondo 1’“ etica” m oderna bisognerebbe uccider-


lo presto e bene! Oppure non si tratta di uccisione perché è
piccolo e vive nell’utero m aterno? Ci sono molte malattie in-
curabili e alcune durano più di altre.

218
LO SC EN A R IO M ED ICO

Quali anomalie fetali provoca la rosolia?

I bam bini con anomalie acquisite a causa della rosolia con-


tratta dalla m adre nel corso della gravidanza sono il 16,9%.
Di questi:
• il 50% ha un difetto uditivo, per lo più correggibile con gli
appositi apparecchi
• il 50% ha difetti cardiaci, quasi tutti correggibili chirurgi-
camente
• il 30% ha la cataratta, spesso in un solo occhio. La mag-
gior p a rte vede bene; un rita rd o m entale è presente
nell'1,5% , rispetto
• all’ 1% della popolazione normale.
(Rendle-Short, L ancet, voi. 2, 1964, p. 373)

E se una donna viene vaccinata per la rosolia in gravidanza?

Non sono state individuate alterazioni significative nei


bambini nati dopo questa vaccinazione. Ad esempio “ nessu-
no dei bam bini nati vivi presentava u n ’evidenza sierologica o
clinica di rosolia congenita” .
(S. Wyall & K. H errm ann, “ Inadvertent Rubella V accination o f P regnant W om an” ,
Jour. A m er. M ed. A s s n ., voi. 255, 1973, p. 1472)

II vaccino per la rosolia non rappresenta probabilm ente al-


cun pericolo per i feti di m adri che sono state vaccinate nel pe-
riodo del concepimento. Tutti i neonati esaminati nel nostro
studio sono risultati normali.
(S. Sheppard, “ Rubella V accine” , Br. M ed. J 1986 ,292:727 ‫) ״‬

Il C entro Statunitense per il C ontrollo delle M alattie ed i


Servizi di Sanità Pubblica raccolsero, dal 1971 al 1982, 959
casi di donne vaccinate durante la gravidanza: non erano sta-
te rilevate anom alie prodotte dalla rosolia e le pochissime ri-
scontrate erano quasi tutte già “ previste” .
(M orbidity & M ortality Weekely R eport, voi. 32, n. 33, Aug. 26, 1983)

Cos’è il dosaggio dell’alfa-fetoproteina e perché si fa?

È u n ’indagine eseguita sul sangue m aterno e può rivelare la


probabile presenza di un feto con spina bifida o anencefalo.
Il prelievo deve essere fatto tra la 16a e la 18a settim ana di gra­

219
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

vidanza: su 1000 donne, 50 avranno un risultato positivo e


dovranno ripetere l’esame. Dopo questo controllo solo 30
avranno un risultato positivo e faranno quindi u n ’ecografia
che ne eliminerà 15. Le 15 madri positive rim aste dovranno
fare l’amniocentesi (che causa la m orte dell’ 1% dei feti) e do-
po le quattro settimane di attesa saranno individuati con pre-
cisione 1 0 2 feti m alform ati di 20-22 settimane e di 450-680
grammi di peso ciascuno.
N onostante tutte queste indagini com unque alcuni dei feti
abortiti saranno norm ali ed alcuni di quelli “ norm ali” nasce-
ranno con anomalie, perché l’esame non è sempre esatto.
T uttavia è u n ’indagine utilizzabile, usata ed in alcune zone
richiesta per legge.
Il problem a principale, anche per chi è favorevole all’abor-
to, è lo stato di ansia che si crea durante il processo di elimina-
zione. M olte donne poi, riconosciute come casi “ norm ali”
nei controlli successivi, non riescono a crederci ed abortisco-
no per paura che il risultato degli esami sia sbagliato.

Un altro rapporto ha riscontrato u n ’oscillazione dal 4% al


17,5% di risposte falsamente positive o negative.
(Bradley et al., N . Eng. J. M ed ., voi. 315, n. 3, p. 193, July 17, 1986)

Un bam bino può contrarre l’Aids prim a della nascita?

Sì, m a è una percentuale ridotta. Tutti i neonati risultano


positivi alla nascita se la m adre è sieropositiva, m a si tratta di
un trasporto passivo di anticorpi dalla m adre al feto. A ll’età
di 1 anno, solo il 25-40% è ancora positivo. Supponendo che
quei bam bini siano infetti, è probabile che la m età di essi o
meno sviluppi la m alattia conclam ata e m uoia, per lo più en-
tro due anni.
(J. M ason, Asst. U .S. Surgeon G eneral, “ Pers. C o m m .” , Center for Disease C ontrol,
M ar. 24, 1987)

220
LO SC EN A R IO M ED ICO

L’aborto non ha ridotto la m ortalità infantile?

Asssolutamente no! Come è possibile salvare la vita di un


bam bino uccidendone un altro? Naturalm ente se uccidiamo
1 milione e mezzo di bam bini prim a che nascano, ce ne saran-
no meno che corrono il rischio di m orire dopo.
Se uccidessimo tutte le persone dopo i 60 anni si verifiche-
rebbe un calo notevole nel num ero dei decessi per cancro. Il
vero motivo dell’attuale diminuzione della m ortalità infanti-
le è stata la creazione di unità di terapia intensiva neonatale
nei maggiori ospedali.
LO SC EN A R IO M ED IC O

26. Eutanasia: quando il medico uc-


cide il paziente

Vi sono diversi tipi di eutanasia: attiva e passiva, diretta e in-


diretta, volontaria e involontaria

Cerchiamo di m ettere ordine in questa confusione di carat-


tere semantico. Tutte queste classificazioni o sono il prodotto
di idee poco chiare o sono un tentativo diretto a cambiare il
significato del termine eutanasia in modo da renderlo accet-
tabile: si verifica eutanasia quando il medico uccide il pazien-
te.

Qualcuno dice: io non voglio che il medico mi mantenga in vi-


ta artificialmente. Perché non predisporre una legge che con-
senta una morte dignitosa?

Non sono necessarie nuove leggi. Negli Stati Uniti nessun


medico è mai stato condannato per aver consentito ad un pa-
ziente di m orire in m odo naturale. Q uando un paziente è si-
curamente vicino alla m orte, i medici possono e devono usare
il loro giudizio sul quando e sul se continuare o interrom pere
determ inati sforzi terapeutici che non sono riusciti a curare il
m alato, m a che possono soltanto servire a ritardare la morte.
In questi casi l’unico obbligo del medico consiste nel non far
soffrire il paziente e consentirgli una m orte tranquilla.
Il medico gode della fiducia del paziente ed ha fatto ogni
sforzo per curarlo. Se la nostra medicina entra nel regno della
medicina sterm inativa ed i medici cominciano ad uccidere, il
fattore fiducia, elemento essenziale nel rapporto medico-
paziente, viene distrutto.

223
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

In ogni caso la grande maggioranza di coloro che vengono


ricoverati in una unità di terapia intensiva, vi ritornerebbero,
anche se quel ricovero assicurasse loro solo un mese di so-
pravvivenza in più.
(M. D anis et al., “ Patients & Fam ily’s Preferences for M edicai Intensive C are” , JA -
M A , voi. 260 n. 6, A ug. 12, 88, p.797)

L ’eutanasia è legale in Olanda

Gli Olandesi hanno legalizzato l ’eutanasia con una norm a


del 1981 introdotta nel Codice Criminale di Rotterdam . I me-
dici iniziarono allora a sospendere l’alimentazione ad alcuni
pazienti, ma si accorsero presto che gli am m alati m orivano
lentam ente e tra le sofferenze, rappresentando un disagio psi-
cologico per la famiglia e per il personale sanitario, oltre che
un onere economico.
“ Perché torturarli? Li stiamo già facendo m orire e allora
perché non farlo in m aniera veloce e indolore?” Questo si do-
m andarono i medici olandesi e com inciarono cosi ad usare
delle iniezioni letali (e i giudici tollerarono questa pratica). I
dati riferiti sono variabili a causa delle ampie oscillazioni do-
vute alle dichiarazioni mancate, m a nel 1986 su un totale su-
periore a 120.000 decessi, i medici furono responsabili di
5.000-20.000 morti.

Gli olandesi sono favorevoli a questo?

Alcuni sì, altri no. Alcuni casi docum entati di eutanasia at-
tiva non richiesta sono stati riferiti da C .I. Dessaur, C .J.C .
R utenfrans, da me e da altri. K.F. Gunning pubblicò la sua
esperienza con degli specialisti i quali, quando ricevevano la
richiesta di ricovero in ospedale di pazienti anziani, consiglia-
vano i medici generici di fare invece u n ’iniezione letale. H. W.
Hilhorst nel suo ampio studio (finanziato dall’Accademia
Reale Olandese di Scienze) trovò che l’eutanasia attiva non
richiesta era praticata in otto ospedali.
“ L ’ansia sta aum entando tra le persone appartenenti a
gruppi a rischio. È stato reso noto che pazienti anziani hanno
rifiutato P ospedalizzazione e perfino di consultare il medico
per paura dell’eutanasia. U n ’indagine svolta tra m alati rico-
verati in ospedale ha rivelato che molti temevano che i loro

224
LO SC EN A R IO M ED ICO

familiari potessero richiedere l ’eutanasia senza consultarli.


L ’Associazione Olandese dei M alati ha fatto pubblicare un
avviso sulla stam pa nel quale si dichiarava che in molti ospe-
dali i pazienti vengono uccisi senza che lo vogliano o lo sap-
piano ed anche senza inform are i loro familiari. L ’associa-
zione sollecitava i m alati e le loro famiglie a seguire attenta-
mente ogni form a di trattam ento medico e, nel dubbio, di
consultare un medico di fiducia, esterno all’ospedale” .
(R.Fenigser, “ Involuntary E uthanasia in H olland” , Wall Street Journal, Sept. 30,
1987)
(J. W illke, “ H ow D octors Kill Patients in H olland” , N a t'l R ighi to L ife N ew s, M ay 23,
1989)
(J. B opp et al., “ E uthanasia in H olland” , Issuses in L a w and M edicine, voi. 4, n. 4,
Spring 1989, pp. 455-487)

Esiste un’alternativa all’eutanasia?

La vera alternativa è quella di offrire a chi deve m orire una


cura am orosa integrata da una competente professionalità.
In Inghilterra sono sorte delle istituzioni, chiamate “ hospi-
ces” , specializzate nell’assistenza qualificata e ricca di urna-
nità a chi è vicino alla m orte. Questa nuova idea si è diffusa
anche in C anada e negli Stati Uniti che l’hanno immediata-
mente fatta propria.

“ Q uando un m alato si sente benvoluto e non un peso per


gli altri e la sua sofferenza viene controllata, mentre gli altri
disturbi sono almeno ridotti entro un limite accettabile, allo-
ra il desiderio dell’eutanasia scompare. Non si tratta di stabi-
lire se l’eutanasia sia giusta o sbagliata, attraente o ripugnan-
te, fattibile o irrealizzabile: essa è semplicemente non perti-
nente. U n’assistenza specifica è l’alternativa ad essa e può di-
ventare universalmente disponibile non appena sia fornita
agli studenti di medicina u n ’istruzione adeguata nelle clini-
che universitarie. Se manchiamo a questo nostro dovere di
fornire cure, non abbiam o il diritto di rivolgerci ai politici
perché ci facciano uscire da questo vicolo cieco” .
(R. Lam erton, Care o f thè D ying, Priority Press L td., 1973, p. 99)

Perché parliamo di eutanasia in un libro sull’aborto?

Entram bi uccidono direttam ente esseri um ani, entram bi


vengono praticati per le stesse ragioni (vedi anche Cap. 27).

225
C H E NE SAI D E L L ’ABORTO?

R A G IO N I A BORTO EU TA NA SIA

U tilità peso socio-economico peso socio-economico

Voluto non voluto non voluto

G rado di perfezione non perfetto non perfetto

Età tro p p o giovane troppo vecchio

Intelligenza non ancora cosciente non più cosciente

Luogo di residenza utero ricovero per lungodegenti

“ Vita con significato” “ non ancora” . Sentenza “ non p iù ” . Progetti


Roe contro W ade di legge sull’eutanasia

Valore tro p p o povero tro p p o povero

Numeri troppi bambini troppi vecchi

Stato civile vedovo non sposato di solito


LO SC EN A R IO M ED IC O

27. Il programma tedesco


sull’eutanasia

Un breve sguardo alle analogie

Come è nata l’eutanasia?

L ’eutanasia come strum ento di un program m a volto a


“ render p u ra” la razza tedesca, fu originariamente u n ’inven-
zione dei medici, non di Hitler: egli semplicemente diede il
permesso di usare quei mezzi che altri avevano predisposto.
La prim a camera a gas fu studiata da professori di psichia-
tria, provenienti da 12 fra le maggiori università tedesche. Es-
si sceglievano i pazienti ed assistevano alla loro m orte. Con il
passare del tem po ridussero il livello discriminante fino a
vuotare quasi completam ente gli ospedali psichiatrici. A que-
sti psichiatri si aggiunsero ben presto i pediatri che nel 1939
cominciarono a “ vuotare” gli istituti per bambini deformi.
Nel 1945 questi medici erano arrivati ad uccidere quelli che
bagnavano il letto, i bam bini che avevano le orecchie malfor-
mate o delle difficoltà di apprendim ento.
(W ertham , The G erman Euthanasìa Program , Hayes Publishing C o ., Cinn, 1977, p.
47)

Un contributo fu poi dato dagli internisti che “ vuotaro-


n o ” le case per anziani. Successivamente alcuni medici co-
m inciarono ad attaccare le comunità: molti vecchi e molti
subnorm ali vennero prelevati dalle proprie abitazioni ed uc-
cisi. Entro il 1945 i medici avevano eliminato molti veterani
mutilati della prim a guerra mondiale.
Sono in pochi a sapere che i medici partecipavano volontà-
riam ente al program m a germanico di eutanasia.

227
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

Alcuni in realtà abbandonarono ben presto il program ma.


H itler approvava ed esercitava delle pressioni, m a chi opera-
va era la classe medica. Egli, prendendo spunto dai medici,
dopo l’eliminazione di quasi 300.000 tedeschi di razza ariana,
m a “ difettosi” , usò le camere a gas per liquidare anche le raz-
ze “ difettose” : distrusse u n ’intera razza di zingari, sei milio-
ni di Ebrei e probabilm ente altrettanti prigionieri polacchi,
russi e centro-europei.

Si tratta di un program m a partito dalla sterilizzazione?

È esatto: la prim a fondamentale modifica legislativa fu


rappresentata dalla legge per la prevenzione della discenden-
za portatrice di malattie ereditarie, prom ulgata da Hitler il 25
luglio del 1933. Era destinata ai tedeschi di razza ariana e vo-
leva essere un mezzo di “ purificazione” razziale mediante
l ’eliminazione degli individui probabilm ente affetti da ma-
lattie ereditarie. In sei anni questa legge fu responsabile di cir-
ca 375.000 sterilizzazioni involontarie.
(W . Deuel, People Under H itler, New Y ork, 1942, p. 221)

La medesima legge prevedeva anche l’aborto procurato le-


gale per le donne che dovevano essere sterilizzate. In seguito
questo “ diritto” fu esteso anche agli Ebrei, ai Polacchi, agli
Zingari e a tutte le minoranze etniche.

Sembrava che Hitler fosse contrario all’aborto

Hitler si oppose all’aborto solo nel caso di donne di pura


razza ariana, m a lo permise ed incoraggiò in tutti gli altri casi.
In u n ’ordinanza del 9 giugno 1943 diretta alle SS, SD e alla
polizia, il Reichskommisar Kaltenbrunner dava le seguenti
istruzioni: “ Operaie dell’Est in gravidanza possono abortire,
se lo desiderano” . Innanzi tutto deve essere eseguita una in-
dagine “ razziale” e poi “ se il risultato atteso era di valore dal
punto di vista razziale, allora l ’aborto doveva essere negato
. . . i n caso contrario andava accordato” . Dopo la guerra, il
Tribunale dei Crimini di Guerra accusò dieci com andanti na-
zisti per “ aver favorito l’aborto o aver costretto ad aborti-
re” , considerando tale fatto un “ crimine contro l’um anità” .
(“ Trials o f W ar C rim inals” , N urem berg M ilitary Tribunal, W ashington, DC: USG-
PO , voi. IV, p. 610)

228
LO SC EN A R IO M ED ICO

Nessun americano accetterebbe una cosa simile!

M argaret Sanger, illustre fondatrice del Planned Paren-


thood, invece era d ’accordo: voleva “ più figli di persone for-
ti e meno di persone deboli” .
(Birth C ontrolR eview , voi. 3, n. 5, M ay 1919, p. 2)

La sua afferm azione non era riferita esclusivamente al prò-


gram m a contraccettivo: in qualità di editrice pubblicò una
documentazione piuttosto approssim ativa in m ateria di eu-
genetica, nella quale approvava il program m a di sterilizza-
zione hitleriano (vedi Into thè Darkness, Nazi German To-
day, di L. Stoddard, p. 196).
Ella riteneva che “ i Negri e i Sud Europei avessero una in-
telligenza inferiore rispetto agli Am ericani” e considerava
quei popoli, gli Ebrei ed altri dei “ ritardati m entali” , “ erba
infestante” , “ una minaccia per la razza” . Nel 1933 la sua ri-
vista Birth C ontrol Review dedicò un intero num ero alla ste-
rilizzazione per motivi eugenici.
Il famoso “ Piano di P ace” della Sanger era ormai simile a
quello di H itler, arrivando addirittura a suggerire in sostanza
l’idea dei campi di concentram ento.

“ Q uando il m ondo comprese che la logica conseguenza del


program m a hitleriano era un regime di tipo totalitario, il mo-
vimento per il controllo delle nascite di M argaret Sanger do-
vette fare rapidam ente m arcia indietro dalle sue chiare di-
chiarazioni in m ateria” .
(H. D rogin, M argaret Sanger, Father o f M o d e m Society, CUL Publications, 1979, p.
28)

Ci sono segnali di questo modo di pensare distruttivo in Ame-


rica e in altri paesi anche ai nostri giorni?

Senza dubbio: nei due capitoli precedenti abbiam o parlato


di infanticidio per i neonati subnormali e dei primi evidenti
passi verso l’eutanasia dei vecchi e dei subnormali. Stiamo
scivolando lungo la medesima china, sviluppando ed alimen-
tando lo stesso m odo di pensare.

229
C H E N E SA I D E L L ’ABORTO?

“ Nell’affrontare i problemi sociali vi è una prevalenza del-


l’atteggiamento distruttivo rispetto a quello migliorativo. La
facilità con la quale la distruzione della vita viene invocata
per quanti sono considerati socialmente inutili o molesti, in-
vece di adottare misure educative e migliorative, può essere il
prim o segnale d ’allarme della perdita della libertà creativa
del pensiero che costituiva il fondam ento della società demo-
cratica.
Agli inizi, in Germ ania, si è trattato di un sottile sposta-
mento d ’accento nell’atteggiamento di base dei medici, co-
m inciato con l’accetazione del principio, basilare nel movi-
mento favorevole all’eutanasia, che esiste una vita che non
vale la pena di vivere.
Questo atteggiamento riguardava inizialmente solo i mala-
ti gravi e cronici. La sfera di applicazione è venuta successiva-
mente ampliandosi m an mano fino a comprendere i social-
mente im produttivi, gli ideologicamente e razzialmente non
desiderati ed infine tutti i non tedeschi.
Dall’allontanare i pazienti affetti da malattie croniche dai
centri in cui vengono praticate le migliori e più avanzate tera-
pie, all’inviare questi stessi pazienti a centri di eliminazione il
passo è sì lungo, m a logico” .
(Leo A lexander, “ M edicai Science U nder D ictatorship” , N ew E ngland Jour. M ed .,
Luglio 1949)

“ In Germ ania, nel 1944, un medico era giuridicamente le-


gittim ato a collaborare al genocidio. In America lo stesso me-
dico sarebbe stato considerato un assassino. In America, nel
1977 un medico poteva praticare l’aborto legalmente, mentre
in Germ ania sarebbe stato un assassino: la m oralità ha un
orizzonte che si estende a 360 gradi” .
(M. B ater& W . Enos, “ Q u estio n so f A u th e n tic ity an d S ilu atio n alE th ics” , CancerBul-
letin, voi. 29, n. 4)
LO SC EN A R IO M ED ICO

28. Il controllo delle nascite

Qual è la posizione del Movimento per il Diritto alla Vita ri-


guardo al controllo delle nascite?

Il Movimento per il D iritto alla Vita si limita alla protezio-


ne della vita dal concepimento sino alla m orte naturale. Non
prende alcuna posizione riguardo alle “ premesse” , perciò
non esprime alcuna opinione in merito alla contraccezione ed
alla sterilizzazione.

Qual è la differenza tra contraccezione, sterilizzazione ed


aborto?

La contraccezione impedisce l’inizio dalla vita um ana; Pa-


borto uccide direttam ente una vita um ana già iniziata.
La libertà dell’individuo di usare sistemi anticoncezionali è
stata legalmente riconosciuta dalla maggior parte dei governi
in questo secolo. Il riconoscimento di questa libertà d ’azione
individuale non rende di per sé questa azione m oralmente
giusta o ingiusta. Vi è evidentemente una diversità di posizio-
ni ispirate dalle varie religioni: ad esempio, la Chiesa cattoli-
ca rom ana proibisce l’uso di contraccettivi artificiali in base
al principio secondo il quale l’uom o non è maggiormente ar-
bitro del processo grazie al quale la vita um ana comincia, di
quanto non lo sia della vita um ana già iniziata.
Se due coniugi decidono di usare metodi anticoncezionali
per la pianificazione della propria famiglia, questa decisione
riguarda direttam ente loro e le loro funzioni fisiologiche.

231
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

La sterilizzazione è una form a di contraccezione perma-


nente: essa non può mai essere messa sullo stesso piano del-
l’aborto. Essa è la cessazione permanente di una delle funzio-
ni fisiologiche naturali ed impedisce l’inizio della vita um ana,
m a non uccide una vita già iniziata.
L ’aborto uccide un altro essere um ano e non può quindi
mai essere una questione privata della m adre o un problem a
legale di libertà di azione (come è stato invece sancito dalla
C orte Suprem a degli Stati Uniti). U na volta gravida, la don-
na è destinata ad avere un bam bino.
L ’unica scelta che le si pone è quella di far uccidere questa
sua creatura o di lasciare che si sviluppi e nasca. Dovrebbe es-
sere preoccupazione sociale di tutti i cittadini garantire u n ’u-
guale protezione giuridica a tutti i membri della società (com-
presi quelli non ancora nati).

Qual è l’azione della “ pillola” ?

Il m ercato offre più di 30 “ pillole contraccettive” , con mi-


nime differenze tra loro; queste “ im pediscono” la gravidan-
za agendo a tre livelli diversi:
1. Provocano un ispessimento del tappo mucoso cervicale.
Se questo è l’effetto principale, allora si tratta realmente di
u n ’azione contraccettiva, perché impedisce la penetrazione
dello sperma.
2. Sopprim ono l’ovulazione. Se l’effetto predom inante è
questo, allora si tratta di una tem poranea sterilizzazione.
3. Rendono molto difficile l’annidam ento delFembrione
nella mucosa uterina e questa è u n ’azione abortiva.
Le prime pillole ad alto contenuto di estrogeni sopprime-
vano principalm ente l’ovulazione, le più recenti invece, a
basso contenuto estrogenico, consentono una persistenza
dell’ovulazione con un tasso del 20% o più durante il periodo
di assunzione; in questo modo l’ovulo rilasciato ha una prò-
babilità del 10% di essere fecondato e gli embrioni, che si for-
mano nell’1-2% dei casi, non sopravvivono, perché non rie-
scono ad annidarsi nell’endom etrio (vedi al punto 3). Si trat-
ta di m icroaborti. La pillola quindi può avere effetto contrac-
cettivo, di tem poranea sterilizzazione (che è l’azione più co-
mune) oppure abortivo.
(W illke, “ The Physiologic Function o f C ertain Birth C ontrol M easures” , N a t'I R T L
N ew s, m arzo 9, 1981)

232
LO SC EN A R IO M ED ICO

Qual è l’effetto predominante in ogni fase del ciclo della don-


na?

Per la donna è impossibile saperlo.

Qual è l’effetto della “ pillola del giorno dopo” ?

Talvolta esplica un’azione sterilizzante. La dose massiva


som m inistrata agisce rapidam ente sull’ovaio, im pedendo la
prevista ovulazione (e fecondazione ad opera dello sperma
presente) che avrebbe potuto aver luogo da uno a tre giorni
dopo il rapporto sessuale. In questo caso il trattam ento (ad
esempio dopo uno stupro) evita la gravidanza (Cap. 18).
H a inoltre, come la pillola norm ale, un effetto antiannida-
m ento sull’endom etrio, che impedisce l ’insediam ento del
piccolo nuovo essere um ano (stadio blastocistico).
Questo effetto è indiscutibilmente abortivo. Allo stato at-
tuale della ricerca non è possibile stabilire quando sia vera-
mente avvenuta la fecondazione e conseguentemente quale
sia l’effetto della pillola in quel caso.

Che cos’è una spirale?

È un piccolo apparecchio di m ateria plastica o di metallo


che viene inserito nella cavità uterina per via vaginale con il
compito di “ im pedire” la gravidanza.

La spirale è un mezzo contraccettivo o abortivo?

Salvo poche eccezioni, la letteratura scientifica è generai-


mente concorde nell’afferm are che il suo effetto molte volte
consiste nell’impedire l’insediamento del piccolo nuovo esse­

233
C H E N E SAI D E L L'A B O R TO ?

re um ano (stadio blastocistico di sviluppo) nel tessuto nutriti-


vo dell’utero. Si tratta di un sistema chiaram ente abortivo.
La “ Food and Drug A dm inistration” degli Stati Uniti ha
dichiarato in un rapporto ufficiale che la sua efficacia è “ di-
rettam ente proporzionale alla intensità ed al tipo di reazione
infiam m atoria prodotta dai diversi modelli di spirale e che
tutti hanno un comune denom inatore: interferire in qualche
modo con l’im pianto della cellula uovo fecondata nella cavi-
tà uterina” .
(Second R eport on IUDs, Dicem bre 1978, U .S. D ept. o f H EW , Food and D rug Ad-
m inistration D ocum ent 017-012-00276-5)

U na relazione dettagliata apparsa nel 1989 su una pubbli-


cazione del Planned P arenthood ha comunque afferm ato che
la sua azione prevalente è quella di impedire la fecondazione.
(IUDs are C ontraceptives, not A bortifacientes: A C om m ent on Research and Belief, I.
Sivin, Studies in Family Planning, voi. 20, n. 6, Die. 1989)

Qual è il valore della pianificazione familiare naturale?

Q uesta non va confusa con il vecchio (e relativamente inef-


ficace) m etodo del ritm o mensile. Attraverso una conoscenza
approfondita delle funzioni fisiologiche della donna (produ-
zione di secrezioni mucose, tem peratura del corpo ed altri se-
gni e sintomi), questo m etodo aiuta la coppia ad individuare i
giorni fecondi e quelli non fecondi del mese. Senza usare pii-
loie o altri mezzi artificiali, le coppie program m ano le prò-
prie famiglie, avendo rapporti sessuali quando la donna non
è (o è) feconda. Il periodo di astinenza può durare anche solo
una settimana.

C os’è !’“ RU-486” ?

È un farm aco abortivo. Viene assunto dalla m adre quando


non iniziano le m estruazioni e l’embrione ha già almeno due
settimane di vita. Esso elimina il progesterone, che è un or-
mone nutritivo essenziale ed il piccolo essere um ano av-
vizzisce come una pianticella e muore. Si è provato ad usarlo

234
LO SC EN A R IO M ED ICO

una volta al mese come induttore delle m estruazioni, m a ha


causato disturbi del ciclo mensile e dei ritm i fisiologici fem-
minili, senza impedire la gravidanza, per cui è stato abbando-
nato.
(Santen & Haspels, “ Failure o f RU-486 as a M onthly C ontraceptive” , C ontraception,
voi. 35, no. 5, Maggio 1987, p. 433)
(U llm ann & H odges, “ RU-486 A bortifacient, N ot H om e C ontraceptive” , Contracep-
tive Technology Update, Die. 1986, p. 146)

Non sempre i metodi di pianificazione familiare funzionano. Che


cosa succede se una donna rimane incinta senza desiderarlo?

Secondo le statistiche, considerando l’arco di tem po della


vita, la maggior parte delle tecniche di pianificazione familia-
re funziona bene, m entre si registrano occasionali insuccessi
sul piano individuale.
Molte delle nostre lettrici nel corso della loro vita saranno
state sorprese da una gravidanza inattesa e non program ma-
ta. Nella maggior parte dei casi però, nel giro di nove mesi,
queste gravidanze non volute sono divenute desiderate ed
hanno portato alla nascita di bam bini m olto am ati e ben vo-
luti. Sebbene non sempre operante nel singolo caso indivi-
duale, sull’arco della durata media del m atrim onio, un cor-
retto sistema di pianificazione familiare è generalmente mol-
to efficace nel portare alla formazione di famiglie delle di-
mensioni desiderate dalle coppie. In nessun caso è tuttavia
possibile risolvere il “ problem a” uccidendo un bam bino.

Che cosa dire della sterilizzazione obbligatoria per quanti


hanno anomalie genetiche dominanti, suscettibili di essere
trasmesse ai figli?

È opportuno consigliare portatori di anomalie ereditarie di


non avere figli e piuttosto di adottarne uno, ove desiderino
avere una famiglia. La sterilizzazione obbligatoria per queste
ragioni è già stata introdotta in alcuni paesi, m a non sono
molti coloro che si dichiarano d ’accordo su questo genere di
provvedimento.

235
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

Si tratta com unque di una m isura m olto meno grave dell’a-


borto, cioè dell’eliminazione di una vita um ana dopo il con-
cepimento, coinvolgendo soltanto il corpo di una persona e
non anche la vita di un altro essere um ano, come avviene con
l’interruzione della gravidanza.

La spirale è innocua per la donna?

Non lo è: oltre a provocare l’aborto e le m alattie a livello


dell’apparato genitale, è considerata una delle principali cau-
se dell’aum ento del 140% di gravidanze ectopiche (tubari-
che) verificatosi negli ultimi dieci anni.
(H allatt, “ Ectopie Pregnancy Associated with thè IU D ” , A m er. Jour. O B /G Y N , voi.
125, p. 754)

La spirale provoca infezioni uterine e a livello delle tube di


Falloppio, co n ia frequente formazione di aderenze. Il Dr. R.
Burkeman del Johns H opkins, ad esempio, ha dichiarato che
“ la salpingite non gonococcica, u n ’affezione infiam m atoria
della pelvi, è quasi due volte più frequente (47% contro il
25%) nelle donne che utilizzano la spirale”
(R. Burkem an J r., “ JU D Prom otes P ID ” , voi. 243, n. 24, 27 Giugno 1980)

Il problem a di un provvedimento legislativo contro l’abor-


to, che vieti l’utilizzo della spirale, potrebbe rivelarsi super-
fluo perché con ogni probabilità un giorno saranno ritirate
tutte dal commercio, per i danni che provocano alla donna.

La spirale è causa di sterilità?

Due studi specifici hanno “ conferm ato ciò che i medici so-
spettavano da anni e cioè che la spirale aum enta il rischio di
infertilità” ; così dichiara il Dr. Brace Stadel, del National In-
stitute o f Child H eath and H um an Development” .
(N IC H H D N otes, N a t’I Inst. H ealth, US D ept. H H S, 10 A pr. 1985)

Le indagini avviate dal National Institute o f Child Health


and H um an Development hanno conferm ato la maggiore in­

236
LO SC EN A R IO M ED ICO

cidenza di PID (M alattia Infiam m atoria Pelvica) e conse-


guente sterilità nelle donne che usano la spirale, m a hanno
anche evidenziato che “ anche le donne senza segni di infiam-
mazione pelvica m a portatrici di spirale hanno un rischio più
elevato di diventare sterili, rispetto alle donne che non hanno
mai fatto uso di spirale” . I diversi tipi di spirale avevano un
rischio diverso: la più pericolosa era la “ Dalkon Shield” (che
com portava un aum ento del rischio di infertilità di 3-7 volte),
seguivano la “ Lippes L oop” e la “ Saf-T-Coil” (con un au-
m ento del rischio di 3 volte) ed infine le spirali di rame (con
un aum ento del rischio di 2 volte).
{,,T u b a iIn fertilìty a n d th e lU D ” , D . C ram er et ai., N . Eng. J. M e d ., voi. 312, n. 15,
pp. 941-947, 11 A pr. 1985)
(“ Prim ary T ubai Infertilìty in R elation to thè Use o f an IU D ” , J. Dailing et al., N . Eng.
J. o f M ed., voi. 312, n. 15, pp. 938, 940, 11 A pr. 1985)
Parte settima

L’IMPATTO SOCIALE
L’IM PA TT O SO C IA LE

29. Parole ‫ ־‬Parole ‫ ־‬Parole

Coloro che sostengono l’aborto procurato si sono impe-


gnati con un certo successo in una ginnastica linguistica: han-
no detto che noi siamo a favore della ‘‘gravido forzata’’ men-
tre essi sono per “ il diritto di scelta della donna” . H anno af-
ferm ato che “ l’interruzione della gravidanza” è “ facile co-
me l’estrazione di un dente” , essa com porta solo la delicata
asportazione dei “ prodotti della gravidanza” , cioè “ il feto”
o “ l’em brione” o “ l’unità feto-placentare” oppure ancora
“ il tessuto gravidico” e perm ette “ la ripresa del ciclo me-
struale della donna” . Ci accusano di volere “ im porre la no-
stra m orale” e sostengono che la donna ha “ il diritto di di-
sporre del proprio corpo e della libertà di riproduzione” .
La maggior parte dei sostenitori dell’aborto procurato in-
sistono nel dire che essi “ sono personalmente contrari all’a-
borto, m a ...” tem ono un ritorno agli aborti clandestini e
pongono l’accento sui problemi connessi con una gravidanza
“ indesiderata” e sui “ diritti della donna” , ignorando com-
pletamente la sua piccola creatura.
Il nostro movimento è denom inato “ Diritto alla Vita” e
questo è il suo nome migliore (all’inizio ne aveva un altro), da
usare sempre. Abbiam o anche afferm ato di essere “ a favore
della vita” e pure questo è un titolo eccellente, m a molte per-
sone hanno usato questo appellativo con altri significati, rife-
rendosi a coloro che lottano contro la povertà, la guerra, la
pena di m orte e le armi nucleari. Anche i sostenitori dell’a-
borto procurato hanno preteso talvolta di essere “ a favore
della vita” , ma non hanno mai adottato e mai adotteranno il
titolo di “ Diritto alla V ita” . Sosteniamo la tutela dei bambi-
ni non ancora nati, delle persone subnorm ali e dei vecchi. Se
possibile non accettate l’etichetta che ci viene data, di movi-
m ento “ anti-abortista” ; è una definizione al negativo, ma

241
C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

non c’è niente di negativo nell’essere a favore della vita. E la


“ loro” etichetta? “ A favore dell’aborto” è una definizione
accettabile, m a “ contro la vita” è ancora meglio: non usate
M AI la loro denom inazione di “ sostenitori della libertà di
scelta” , a meno che non specifichiate alla fine che si tratta
della scelta “ di uccidere” .
Che cosa cresce alPinterno dell’utero? “ Un bambino non
ancora n ato ” o forse meglio “ un bambino prim a della sua
nascita” . Anche la definizione di “ bam bino in via di svilup-
p o ” è scientificamente corretta. Evitate di usare il pronom e
impersonale; la piccola creatura è un “ lui” od una “ lei” .
Non usate i term ini “ feto” ed “ em brione” , perché suonano
all’orecchio come equivalenti di “ tessuto non um ano” . Se
proprio non potete farne a meno, specificate che si tratta di
un “ feto um ano vivo” .
Ricordate che lo stadio di “ uovo fecondato” dura meno di
24 ore, quindi ciò che si im pianta nell’utero una settimana
dopo non è più un uovo fecondato e neppure un “ pre-
em brione” (che non esiste), m a piuttosto un bam bino vivo
allo stadio embrionale.

Chi sono coloro che eseguono il procedim ento abortivo?


Sono “ abortisti” . Il termine “ abortisti” infatti ha un conte-
nuto di condanna e di crimine ed è quindi l’etichetta che si
m eritano.
L ’espressione “ interruzione di gravidanza” è un sistema di
propaganda abortista e maschera ciò che realmente rappre-
senta. Si riferisce esclusivamente alla condizione della ma-
dre, ignorando del tu tto la sua creatura ed inoltre non è speci-
fica per l’aborto procurato: chi di voi, nascendo, non ha “ in-
terro tto ” la gravidanza della propria madre?

Usate il verbo “ uccidere” : esso definisce in m odo impar-


ziale e biologicamente esatto ciò che avviene nell’aborto prò-
curato. Lo usiamo quando pestiamo con i piedi uno scarafag-
gio, quindi possiamo usarlo anche in questo caso. Il termine
“ assassinio” è m olto più forte: non si usa l’espressione “ as-
sassinare” per i cani o gli insetti, ma solo per gli esseri umani.
Chiam are assassino un abortista presuppone che egli sappia
che quell’essere vivente è una persona um ana e ciononostante
lo uccida, quindi è una parola da usare con cautela. Talvolta
può risultare controproducente, mentre l’espressione “ ucci-
dere” è com unque sempre corretta.

242
L ’IM PA TT O SO CIA LE

Chi è colei che porta la creatura nel suo grembo? U na “ ma-


dre” . I sostenitori dell’aborto odiano questo nome. Dire
“ donna incinta” è esatto, m a il term ine “ m adre” è decisa-
mente migliore.

Il term ine “ grem bo” è generalmente più bello della parola


“ utero” , perché contiene un messaggio di amore, calore e si-
curezza ed è strettam ente legato alla figura m aterna.

Diritto a disporre del proprio corpo? Si potrebbe doman-


dare scherzosamente: da quando non è stato a disposizione?
Inoltre si tratta di u n ’assurdità biologica: più della m età (il
52%) dei bam bini nati (o abortiti) sono di sesso maschile e
non si è mai sentito dire che il corpo di una donna disponga di
organi maschili ! Se questo diritto fosse contem plato tra i “ di-
ritti della donna” , come un credo femminista, allora esso po-
trebbe o dovrebbe servire a proteggere le quasi 800.000 picco-
le donne americane che vengono annualmente uccise dalle
proprie madri.
“ Il luogo di residenza” è una definizione precisa ed insi-
diosa per ricordare che in molti Paesi è lecito uccidere una
creatura, finché essa vive nel suo primo luogo di residenza,
cioè nell’utero m aterno. Si può parlare anche di discrimina-
zione basata sulla razza, sull’età, sulla presenza di menoma-
zioni fisiche o psichiche e sul luogo di residenza.
U na “ gravidanza per stupro” non è una definizione suffi-
cientemente precisa: bisogna sempre parlare di “ gravidanza
seguita ad un atto di violenza carnale” , che è un evento mol-
to, m olto raro.
La parola “ eutanasia” deriva dal greco e significa “ buona
m orte” e chi la sostiene ha usato questo termine solo perché
suonava bene. Analogamente la definizione di “ m orte digni-
tosa” non è stonata, m a a differenza dell’altra è più esplicita.
Noi desideriamo piuttosto che le persone vivano dignitosa-
mente fino al m om ento della loro m orte naturale.
“ Liberalizzare l’aborto procurato?” È una frase da abolì-
re perché per molti di noi essere “ liberali” signfica preoccu-
parsi di coloro che hanno maggiormente bisogno di aiuto. Si
parli piuttosto di leggi sull’aborto di tipo “ permissivo” o
“ radicale” .
I sostenitori dell’aborto procurato ci accusano di voler

243
C H E N E SAI D E L L ’A BORTO?

“ im porre la nostra m orale” alle donne, m a gli estremi del-


l’accusa possono essere anche capovolti: “ Per quanto tempo
ancora le nazioni perm etteranno alle m adri e agli abortisti di
im porre la propria morale a delle creature indifese, senza la-
sciar loro alcuna via di scam po?” .

Il loro m otto propagandistico è “ ogni figlio sia un figlio


desiderato” e si può concludere aggiungendo “ e se non è de-
siderato uccidilo!”

Va sempre usato il term ine di “ aborto eseguito con solu-


zione salina” e non “ aborto salino” o “ salificazione” : le ul-
time due sono definizioni dei sostenitori dell’aborto procura-
to e non rispecchiano la realtà dei fatti perché è proprio la so-
luzione salina che uccide il bam bino.

Il term ine “ interruzione di gravidanza” è assurdo e impre-


ciso: interrom pere il discorso di qualcuno significa fermarlo
tem poraneam ente e poi lasciarlo riprendere; l’aborto invece
è definito e permanente: uccide.

La “ curette” di chi pratica l’aborto non è uno strum ento a


form a di cucchiaio, m a “ un bisturi di acciaio a form a di an-
sa” . La curette non “ stacca” la placenta, m a la “ taglia via a
pezzi” .

Il termine “ persona” è definito sul dizionario in 12 modi


diversi: i sostenitori della vita preferiscono parlare di “ vita
um ana” .

“ C oncepim ento” ? Alcuni lo definiscono come l’im pianto


nell’utero m aterno alla prim a settimana di vita. Meglio usare
il termine di “ fecondazione” (Cap. 6).
La “ contraccezione” non è un problem a di cui si occupa il
Movimento per il D iritto alla Vita, m a la spirale è definita un
mezzo di contraccezione, mentre in realtà si tratta di un me-
todo abortivo, quindi ricordiamoci di usare i termini appro-
priati.

Forse è meglio definire una gravidanza “ indesiderata” co-


me “ inopportuna” o “ problem atica” .
Se noi siamo quelli della “ gravidanza forzata” , allora i so-
stenitori dell’aborto procurato sono quelli della “ morte a
tutti i costi” .

244
L ’IM PA TT O SO C IA LE

Essi pretendono la “ libertà riproduttiva” : la donna ha


questa libertà e se diventa m adre significa che ne ha usufruì-
to, l’unico problem a che si pone da quel momento è se ucci-
derà la sua creatura oppure no.

Il termine “ aborto terapeutico” è sempre stato usato per


definire un aborto necessario al fine di salvare la vita della
m adre. Oggi l’aggettivo “ terapeutico” equivale al termine
“ di elezione” .

Soffermatevi un p o ’ su queste frasi ed effetto:


• L ’aborto procurato è il primo abuso nei confronti di un
bam bino.
9 L ’aborto procurato equivale ad una violenza ed è necessa-
rio opporsi ad entram bi.
• Si tratta di uccidere una creatura in utero.
• Vita significativa? Per chi?
• Il percorso che parte dall’aborto procurato ed arriva all’in-
fanticidio e all’eutanasia è una china scivolosa.
Q ualità di vita? O eguale diritto a vivere?
‘ ‘Dal m om ento che gli uomini non possono restare gravidi,
non possono dire niente in merito all’aborto procurato” . Se
fosse vero, allora neppure i medici potrebbero curare una
m alattia se non l’hanno già contratta personalmente e nessu-
no potrebbe essere contrario alla schiavitù se non è a sua voi-
ta schiavo o schiavista. Com unque ogni bam bino ha un pa-
dre e il 529/0 dei bambini non ancora nati sono di sesso ma-
schile.
Vita “ potenziale” : no. Si tratta di una vita um ana con
enormi potenzialità.

“ Derivate” da u n ’adolescente, da una bam bina, da una


neonata, da un feto o da un uovo fecondato? Voi siete stata
u n ’adolescente, una bam bina, una neonata, un feto ed un
uovo fecondato, siete cam biata solo perché siete cresciuta,
m a eravate voi e nessun’altra in ogni fase della vostra vita.
“ Sovrappopolazione” ? Ricordiamo che gli Stati Uniti, il
C anada e la maggior parte del m ondo occidentale hanno regi-
strato un tasso di natalità ben al di sotto del livello di sostitu-
zione per più di dieci anni.
Se u na persona si dichiara “ personalm ente contraria,

245
C H E N E SAI D EL L'A B O R TO ?

m a ...” , significa che in realtà è favorevole all’aborto procu-


rato. Preferirem m o piuttosto un rappresentante politico che
pur am m ettendo di essere personalmente favorevole all’a-
borto procurato, votasse a favore dei diritti civili dei bambini
non ancora nati.

A bortire delle creature perché subnorm ali, significa “ ucci-


dere il paziente per curare la m alattia” . Prim a o dopo la na-
scita è sempre lo stesso paziente, con la stessa menomazione,
quindi l’aborto procurato, in questo caso, è una form a di eu-
tanasia prenatale.

“ D eform ità fetali?” “ D ifetto fetale?” . Perché usiamo


questi termini, mentre definiamo “ subnorm ale” lo stesso
bam bino dopo la nascita? Il termine “ deform ità” crea in noi
un senso di disgusto e la nostra cultura ci abitua a sbarazzarci
delle cose “ difettose” . Invece la parola “ subnorm ale” susci-
ta un sentimento di solidarietà. Usare i term ini “ deform ità 0
difetto fetale” significa facilitare l’uccisione di quelle creatu-
re, m entre se parliam o di un “ feto subnorm ale” si sollecita il
senso di solidarietà.

N on dim entichiamo che l’aborto procurato di una creatu-


ra concepita da un atto di violenza carnale è “ l ’uccisione di
un innocente per il crimine commesso da suo padre” .
L ’IM PA TT O SO CIA LE

30. Adozione

Qual è la percentuale di ragazze madri che fa adottare i propri


figli?

Più del 90% tiene i propri bambini: c’è stata una netta in-
versione di tendenza rispetto a 20 anni fa, quando la percen-
tuale, almeno in certe zone tra donne di razze bianca, era
quasi l’opposto.

Ci sono studi che dim ostrano che i figli adottati hanno più
problemi di quelli naturali?

Questa afferm azione è stata completamente ridimensiona-


ta da M arquis e Detweiler sul “ Journal of Personality and
Social Psychology” . Su sette argomenti specifici di un’inda-
gine, le persone adottate stimavano i loro genitori più dei figli
naturali.
“ Non esiste la benché minima presenza delle caratteristi-
che negative riferite in precedenza, quali la dipendenza, la ti-
midezza, l’ansia, l’ostilità, il senso di solitudine, l ’insicurez-
za, il disadattam ento, il senso di inferiorità, la disistima verso
se stessi o la m ancanza di confidenza’ ’.
Eventualm ente le persone adottate si distinguono per un
maggior ottimismo e una migliore capacità di adattam ento.
(M arquis & Detweiler, J . Personality and Social Psychology, abstract in N a t'l A dop-
tion R eport, M ay 1985)

Cosa sono le “ necessità particolari” ?

Sono rappresentate da bam bini con problemi di tipo medi-


co oppure da quelli che sono stati trascurati, m altrattati, gra-
vemente seviziati e ancora dai bam bini che hanno superato i 6

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C H E N E SAI D E L L ’ABORTO?

anni, spesso provenienti dalle minoranze razziali o di razza


mista.

Le persone non vogliono adottarli?

Non è proprio così: il problem a è più complesso, m a citere-


mo solo qualche aspetto.

• È m olto più difficile far adottare una creatura fisicamente


o mentalm ente subnorm ale, che non sia stata (imprudente-
mente) messa in adozione da neonata.

• E questo è tragico se pensiamo che “ molti potenziali geni-


tori adottivi sarebbero disposti ad accettare dei bambini [e
ci riferiam o a neonati] con possibili problemi di salute o
addirittura con precise anomalie, se fossero previamente
inform ati” .
(S. W olff, A rchives o f D isabled Children, 1974, pp. 49-165)

E a riguardo dei neonati appartenenti a minoranze razziali?

Attualm ente esiste un discreto numero di coppie che vo-


gliono adottare questi bambini, m a purtroppo essi non sem-
pre riescono ad essere adottati. Le ragioni sono diverse: la ri-
luttanza della m adre naturale a rinunciare legalmente al fi-
glio; dei requisiti particolari inutilmente richiesti ai genitori
disponibili per l’adozione di quei bam bini e la poca propen-
sione degli Enti a permettere la loro adozione da parte di cop-
pie di razza bianca.
(E. Lee, “ W hite C ouples’ O bstacles to A dopt N onw hites” , Wall Street Journal, Feb.
27, 1987)

Perché u n ’adozione precoce?

Negli ultimi anni abbiam o scoperto molte cose sul legame


iniziale tra i genitori ed il loro bam bino. Il padre in sala parto,
il bam bino in stanza con la mam m a, l’immediato inizio del-
l’allattam ento al seno, ecc., sono tutti elementi che contribuì-
scono a creare quel vincolo specialissimo ed indistruttibile
che unisce la piccola creatura ai suoi genitori.

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L ’IM PA TT O SO CIA LE

Il bam bino adottato perde necessariamente questi primi,


preziosi momenti con i suoi nuovi genitori, perché la sua ma-
dre naturale ha bisogno di alcuni giorni per poter prendere la
sua decisione. M a poi? C os’è meglio per quel bambino?
Senz’om bra di dubbio quella creatura dovrebbe trovarsi
tra le braccia dei suoi genitori adottivi il più presto possibile:
ogni giorno in più, ogni settim ana che passa sarebbe u n ’ulte-
riore perdita di quell’insostituibile primo legame. Quando
possibile il bam bino dovrebbe passare direttam ente dalPo-
spedale alle braccia dei suoi nuovi genitori.

M a se il bam bino è subnormale?

È un motivo in più a sostegno dell’adozione immediata. Se


dei genitori naturali avessero un figlio subnorm ale lo abban-
donerebbero? N aturalm ente no. E noi vorremmo tenere un
bam bino subnorm ale che deve essere adottato in un istituto,
finché siano risolti tutti i problemi medici o lo daremmo in af-
fido? È una crudeltà: più tardi forse non ci sarà una coppia
disposta ad adottarlo. Egli ha bisogno di genitori che si pren-
dano cura di lui fin dal principio e forse più di un bam bino
normale. Questi neonati dovrebbero essere adottati già quan-
do si trovano in ospedale: ci sono genitori che lo farebbero e
quando quel bam bino sarà diventato “ il loro bam bino” , ra-
ramente lo restituiranno.

Esistono confronti tra bam bini cresciuti in una fam iglia


adottiva e bam bini allevati senza papà?

I figli di ragazze m adri, che siano stati tenuti e cresciuti so-


lo dalla m adre, rivelano problemi educativi e psichiatrici “ di
gran lunga più num erosi” rispetto ai bam bini adottati, per-
ché sono comunemente esposti a tensioni sociali e familiari
più gravi. Al contrario i bam bini adottati sono considerati
dai genitori allo stesso m odo dei figli naturali, nell’ambito
dello stesso ceto sociale. I loro insegnanti solo talvolta rileva-
no uno stato “ intellettivo e psicologico lievemente inferiore
alla m edia” .
(S. W olff, A rchives o f D isabled C hildren, 1974, pp. 49-155)

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