Settembre/Ottobre 2010
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di
Massimo Bandera
di
Antonio Ricchiari
Settembre/Ottobre 2010
>> In libreria
L
a storia di questo imponente le, le caratteristiche di vecchiaia della
esemplare di Quercus pubescens ri- corteccia e la presenza di alcuni rami già ben
sale ormai a circa 10 anni fa (Prima- posizionati e ben strutturati furono artefici
vera del 2000) quando un giorno in della decisione di procedere alla raccolta do-
giro per i monti Etnei mi imbattei in questo po aver ricevuto la necessaria autorizzazione
imponente esemplare. dal proprietario del fondo.
Difatti, proprio l'imponenza del materia- La raccolta non fu semplice in quanto
cresceva in un terreno misto di materiale orga- sa in perfetta salute dell'esemplare (foto 1, 2,
nico e grossi blocchi di pietra lavica che ne re- 3, 4)
sero difficoltoso e lungo l'espianto. Un giorno di primavera nel 2003 decisi
L'attecchimento avvenne senza grossi proble- di iniziare il percorso bonsaistico che dopo
mi e ne seguirono due anni di affrancamento uno studio del fronte e dell'inclinazione mi
dove mi dedicai solo alla coltivazione e rimes- portò a iniziare i lavori.
I lavori consistettero nella rifinitura dei zione (foto 8, 9, 10, 11).
monconi tagliati all'atto della raccolta (foto Probabilmente a causa delle lavorazio-
5,6,7) alla raphiatura del ramo apicale che do- ni troppo ravvicinate la pianta giustamente
veva essere piegato al fine di creare la necessa- stressata decise di scartare proprio il ramo api-
ria continuità e conicità di struttura per il cale!!!!
futuro design, alla posa del filo ed all'imposta- Ovviamente deluso dell'esito, quasi
scoraggiato, riposi l'esemplare in un angolo stupore mi resi conto che mi aveva perdonato
del giardino e continuai a dedicarmi ad altri la- ed aveva iniziato a ricacciare con moltissimo
vori per quasi 4 mesi. vigore proprio dove mi serviva il ramo che
Infatti proprio dopo circa 4 mesi andai avrebbe ricostruito l'apice (foto 12, 13).
a controllare lo stato in cui versava la mia rove- Questa volta, però, ci andai per gradi e
rella e con grande gioia e forse anche un pò di iniziai a seguirne quasi settimanalmente la
crescita e l'evoluzione dei nuovi rami fino al di raggiungere bei risultati (foto 14, 15).
giorno in cui decisi di ristilizzare nuovamente Oggi l'esemplare risiede nella Collezio-
l'esemplare. ne personale di Giacomo Pappalardo che sta
Ne seguì un lungo periodo di gestione continuando a seguirla amorevolmente e sa-
con potature, cimature dei nuovi germogli pientemente.
forti e defogliazioni parziali che mi permisero
© RIPRODUZIONE RISERVATA
MASSIMO BANDERA
- Premio Ministro della Cultura della Rep. Italiana -
LUCIANA QUEIROLO
- Premio BCI per il suiseki -
ALFREDO SALACCIONE
- Premio Presidente UBI -
FRACENSCO SANTINI
- Premio della cultura della Rep. di San Marino -
- Premio BCI per il bonsai -
>> Secret World
Secret
WorlD
...coming soon
LANTERNE
>> Dal mondo del Bonsai & Suiseki
1991 mi convinsero a lasciare il mio vecchio dell’arte bonsai e suiseki. Il corso prevede la
club e a diventare un loro socio, alla votazione trattazione delle tecniche basilari, quali potatu-
successiva del consiglio d’amministrazione ra, avvolgimento con filo metallico, trapianto e
venni eletto presidente, carica che tutt’ora rico- modellatura, oltre a cenni di fisiologia e fito-
pro. Nel 1993 tutto il consiglio direttivo vota a patologia delle piante.
favore la proposta di regolarizzare la posizione Inoltre, nel nostro programma annuale,
del club con uno statuto notarile richiestoci dal sono regolarmente inserite due mostre di
comune per poter essere inseriti nel registro bonsai e suiseki per promuovere tra i visitatori
delle associazioni e quindi usufruire dei fondi e l’interesse artistico e culturale di queste anti-
dei locali messi a disposizione per eventuali mo- che arti.
stre o dimostrazioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riassumendo in breve il nostro statuto
promuove incontri due volte al mese con un pro-
gramma annuale. Questi incontri hanno lo sco-
po di favorire la conoscenza, l’interesse e la
pratica dell’arte bonsai e del suiseki, delle erbe,
piante e fiori coltivati in vaso, migliorare la co-
noscenza storica, artistica e tecnica di tale arte,
con particolare attenzione alla flora autoctona.
L’associazione non ha scopi di lucro ed
esplica la sua azione all’infuori di ogni finalità
politica e religiosa. Attualmente il numero dei
soci e composto da 27 unità e ai nuovi iscritti si
propongono corsi brevi per un primo approccio
- Antonio Ricchiari - 39
>> Dal mondo del Bonsai & Suiseki
Q
uanto mi abbiano
influenzato i
giardini giappone-
si durante le visite
in Giappone è indubbio. Da
qui anche la scelta di un no-
me giapponese da dedicare
al mio giardino: SEI WA si-
gnifica serenità, BONSAI
EN vuol dire giardino
Bonsai e con l’aggiunta
della parola Museo si è
concretizzato ciò che era
nelle mie aspirazioni.
Il mio obiettivo è
stato felicemente raggiunto;
volevo ricreare un qualcosa
fuori dal comune, d’ina-
spettato, d’altri tempi…
E questo è stato pos-
sibile - pur con notevoli
difficoltà - proprio grazie
alla mia ubicazione; la mia
casa, con le pareti esterne
segnate dal tempo che ho
voluto conservare, è situata
nel piccolo centro storico
L’anno 2010 è già ini- uccelli annuncia la primavera cavati sulla collina, ma inglo-
ziato, e l’inverno se n’è e molti Bonsai sono in fiore. I bati nel verde quasi fossero
andato. Quest’anno sono già larici sono incantevoli con i lo- un tutt’uno, divengono così
trascorsi 47 anni da quando ini- ro ciuffetti verdini e com’è un luogo di riflessione, di me-
ziai ad occuparmi di Bonsai - emozionante il contrasto delle ditazione, di ricreazione e di
era la primavera del 1963 - gemme da fiore turchine; fra diletto.
senza peraltro conoscerne l’esi- breve si trasformeranno in I grossi ed aggrovi-
stenza; eppure ad ogni prima- tante piccole pignette! gliati rami si dipartono dal
vera si rinnova in me una I Bonsai, non semplice- possente tronco, raccontando
continua emozione os- mente esposti a fila sui banca- secolari vicissitudini tra le ru-
servando la vita che pulsa dai li o appoggiati su dei tronchi pi dolomitiche, mentre le
rami spogli. Il canto degli o negli spazi faticosamente ri- verdi fronde mosse dal vento
e-mail: armando.haina.dalcol@gmail.com
Tel. 0438 587265 - Cell. 349 370 8802
di Massimo Bandera
Q
uando in natura o nei miglioramento continuo della
capolavori bonsai si bellezza.
osservano le patine di shari In questa sequenza di
e jin, le parti di legna secca, immagini vi mostro gli interventi sui
vedendo screpolature, cubettature, Jin del mio Larice chiamato “Aurora
piccole crepe, spacchi, rotture e mille del giorno”.
dettagli d’una vecchia superficie, non Il 1988 fu un anno molto
si può fare a meno di pensare da importante per me dal punto di vista
quanto tempo si è seccato quel ramo. bonsai, erano i mitici anni ’80…
Talvolta si pensa a decenni o secoli, In quell’anno, nell’autunno,
ed in effetti ci vuole tempo per venne in Italia per la prima volta
ottenere una totale naturalezza, cioè Hotsumi Terakawa, promettente
la perdita dell’artificialità d’un legno giovane artista bonsai, e lavorò un
appena tagliato. Inoltre c’è poi tutto il grande Tasso a Torino; impiegò due
discorso dell’attesa del risultato per giorni, uno per la scultura sul legno,
l’esposizione, cioè il cammino del con utensili elettrici, ed uno per la
bonsai verso la naturalezza ed il legatura. Era la prima volta che si
48 - Massimo Bandera -
vedeva in Italia un lavoro di così alto
livello, ed il grande insegnamento era
proprio capire quanto lavoro c’è dietro un
capolavoro bonsai.
Tornato a casa lavorai poco dopo,
nel febbraio 1989 questo Larice, proprio
con gli utensili elettrici. Impiegai
venticinque ore in tre giorni, il 13, 14 e
15 febbraio. Era stato raccolto il 17
maggio 1988 in alta quota sulle Alpi
Cozie.
La prima foto mostra i jin appena
fatti, di legno ancor fresco, mentre la
prima foto di studio dell’agosto 1990, due
anni dopo, mostra ancora i jin un po’
artificiali.
Per me fu una grande esperienza,
perché era la mia prima scultura sui
bonsai, e ne ero orgoglioso anche se si
trattava di una piccola cosa. Oggi però mi
rendo conto che era già un lavoro nella
via perché è entrata nel percorso.
Ecco dunque che dopo 21 anni si
può apprezzare appieno la naturalezza di
questi jin, fatti però dall’uomo, che non
copia ma imita il processo creativo della
natura, il bonsai non si trova già fatto,
deve esser fatto dall’uomo durante un
- Massimo Bandera - 49
>> Bonsai-do: Pratica e sapere
percorso di tempo illimitato, e se se ne trovasse è il Fukinagashi “Battuto dal vento” appunto) e
una già fatto dalla natura… ebbene dal punto di poi è stato restaurato, intanto è cresciuto, una
vista zen non val nulla! Il materiale di partenza grossa radice si è seccata ed è diventata un
è importante solo nella misura in cui può altro jin, ed è diventato sempre più bello,
servire per il percorso artistico e creativo. sempre più naturale, sempre più vecchio. Bello
Nei 22 anni che ho curato questo bonsai era appena fatto anche se un po’ artificiale,
ci sono state molte esperienze: ha vinto premi, bello è oggi ed in futuro lo sarà sempre più.
è stato pubblicato nel mondo, si è rotto il suo Questo è un bonsai!
© RIPRODUZIONE RISERVATA
prezioso vaso in una notte di vento (il suo stile
XXIV Edizione
" Concorso
Città di Sacile"
di Marco Tarozzo
L
’occasione della partecipazione,
del nostro club “Bonsai Gymna-
sium”, alla mostra di Sacile mi ha
dato la possibilità d’intervistare il
presidente del club organizzatore, ”il giardi-
no della serenissima”, Renato Tavian, e di
scambiare alcune chiacchiere che riguarda-
no la manifestazione stessa, il loro club e di
raccogliere delle considerazioni a 360 gradi
sul mondo del bonsai e sulla realtà del Trive-
neto.
>> Mostre ed Eventi
54 - Marco Tarozzo -
un riscontro notevole, noi siamo sempre stati e ci sia un concorso diviso in ”tre categorie”?
sempre saremo umili, questo è un concetto R: è proprio figlio di queste considerazioni;
fondamentale che mi piace enfatizzare spesso con il Direttivo ci siamo detti ma perché non
anche ai nostri soci, predico l’umiltà e la co- incentiviamo la presenza degli appassionati,
stanza del “lavoro” sulle piante. Sai Marco, che spesso rifiutano il confronto con le piante
non sono sereno quando mi trovo di fronte a de- dei collezionisti? Abbiamo partorito l’idea, ma-
gli espositori che praticano il bonsai da quattro gari banale, di suddividere il concorso tra club,
o cinque anni e presentano piante che hanno appassionati e collezionisti così da coinvolgere
20, 30 o più anni di coltivazione; a me viene tutti e farli “gareggiare” tra di loro nelle giuste
da storcere un poco il naso. Vedi, quelle mie sessioni. Questo modo di fare sta avendo un
piante che hai appena fotografato hanno quasi enorme successo. La nostra finalità, come asso-
30 anni di vaso, ho iniziato a coltivarle che era- ciazione, è quella di far crescere il numero
no grosse meno di una sigaretta (!!); il bonsai, delle persone che si avvicinano a quest’arte
dal mio punto di vista, è fatto di costanza, lavo- senza creare distinzioni e barriere, comuni-
ro e tempo. I giovani di oggi vogliono bruciare cando che il bonsai è per tutti e ricordando che
i tempi e così ti trovi dei “ragazzi” che, a “la festa è il fare bonsai, e il premio è la giusta
fronte di una disponibilità economica rilevante, cornice al lavoro che si è fatto nel e con il
non impegnano tempo a crescere con le piante tempo”.
ma acquistano dei “capolavori” da esporre e M: che ne pensi degli Istruttori oggi? E voi,
avere una visibilità immediata. Questo, dal mio come club, vi avvalete della didattica di
punto di vista non fa bene al mondo del bonsai, qualche Istruttore riconosciuto?
si rischia di allontanare gente più che R: per prima cosa il nostro club non si avvale
coinvolgerla perché, ad esempio, chi non ha di un “Maestro” ma abbiamo la possibilità e
queste disponibilità economiche e si affida al l’onore di avere spesso tra di noi alcuni dei
proprio sudore impegnandosi nella coltivazio- bonsaisti più esperti; tra questi, oltre al Mae-
ne di piante che fa maturare con estrema passio- stro Dal Col, mi piace ricordare il bellissimo
ne e tempo, rinuncia a farle vedere perché si rapporto di amicizia che ci lega con il Maestro
sente “perdente” in partenza. Tanaka. Io credo che non debbano andare
M: quindi, il fatto che nella tua manifestazione perdute le esperienze di questi personaggi che
- Marco Tarozzo - 55
>> Mostre ed Eventi
hanno fatto la Storia del bonsai in Italia e ai già competizione e del primeggiare. Sono, però,
citati Dal Col e Tanaka, aggiungo gli Oddone, molto fiducioso e ho un ottimismo tale che
Genotti, Giorgi, Crespi e Franchi anche se immagino che si possa ritornare a quel valore
hanno intrapreso, in seguito, delle “carriere” di- che ha dato inizio all'associazionismo nel Tri-
verse. Il lavoro e le sperimentazioni di queste veneto.
persone sono stati fondamentali per noi oggi e Marco: che dire Renato, grazie della disponi-
le loro collezioni sono di un’attualità estrema; i bilità e della franchezza, un enorme “in bocca
loro giardini meritano che le visite siano in reli- al lupo” per il futuro.
gioso silenzio. Gli istruttori oggi dicevi? Ben
vengano, ma non si deve dimenticare “la dottri- Per concludere: ritengo che ci sia molto
na” del bonsai; quanti di essi la coltivano? materiale su cui riflettere nelle parole che Re-
Quanti di essi fanno didattica pura? Io non lo nato Tavian mi ha consegnato e mi preme co-
so e lascio aperti questi due punti interrogativi. municare che la manifestazione di Sacile, ogni
M: Renato che ne dici di andare un poco a vede- anno, è visitata da più di tremila persone nelle
re la realtà bonsaistica del nostro territorio, il giornate di sabato pomeriggio e domenica,
Veneto e il Triveneto. ogni altro commento sull’efficacia di que-
R: certo. L’Associazione del Triveneto era st’evento mi sembra superfluo.
nata con la finalità di aiutare i club piccoli e di
nuova costituzione che avevano difficoltà a rea-
lizzarsi nel proprio territorio e con poche dispo-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
nibilità, poi, con il tempo questa ottima
intenzione si è perduta e sono subentrate altre si-
tuazioni che hanno contribuito a modi-
ficare la finalità principale. Mi spiego:
in un mondo che va di corsa, troppo di
fretta, si è iniziato a correre anche in
questa rispettabile Associazione, e il
valore alto della cooperazione si è
spento per dare luogo al valore della
56 - Marco Tarozzo -
>> Mostre ed Eventi
di Aldo Altina
>> Mostre ed Eventi
N
ei giorni 10 e 11 aprile si è svolta, Principini, è
presso la Margaria del Parco del Ca- stato restaurato
stello di Racconigi, la manifestazio- conservando le
ne “Ritorno alle serre Reali” 2010, permanenze sto-
alla quale ha partecipato il club BONSAINSIE- riche riconduci-
ME di Carignano. bili al disegno
Bonsai dunque, ma anche fiori, erbe aro- di Giuseppe Ro-
matiche e medicinali, attrezzi e strumenti per da del 1889.
la coltivazione e la cura del giardino hanno tro- Il club
vato una splendida collocazione in questo este- BONSAINSIE-
so complesso agricolo in stile neogotico. ME, grazie al la-
Cornice dell’evento è stato infatti l’edifi- voro di molti
cio della cascina, progettato da Pelagio Pelagi soci, ha allestito
e realizzato tra il 1835 e il 1843, divenuto poi una quarantina
centro di attività produttive e di sperimentazio- di tokonoma
ne di tecniche botaniche. Quale fondale sceno- con esemplari
grafico della cascina gotica, tra il 1844 e il dei soci stessi.
1848 fu edificata la nuova serra la cui realizza- Durante la mani-
zione venne affidata all’architetto Carlo Sada. festazione il pro-
In pochi anni essa divenne nota in tutta Europa fessor Giovanni Genotti ha tenuto delle
per le collezioni di piante esotiche. Sul fianco dimostrazioni teorico-pratiche di prima impo-
est della Margaria e della serra l’antico giardi- stazione, sia su piante dei soci sia su piante del
no a fiori e frutta, detto in seguito giardino dei pubblico presente.
Ospite dell’evento il monaco zen
Beppe MokuZa Signoritti, appartenente
alla tradizione del Buddismo Zen Soto.
Da oltre 14 anni il monaco si interessa
di pitture ad inchiostro nero di china
(Sumi-e), approfondendo e sviluppando
le tematiche di questo metodo oltreché
della pratica spirituale in sé. Le sue ope-
re esposte e le dimostrazioni pratiche
hanno attirato un numero considerevole
di presenti, rivolgendosi a chiunque di-
mostrasse interesse e curiosità per que-
sto tipo di espressione artistica.
All’inaugurazione della mostra
erano presenti il Dott. Mario Turetta Di-
rettore Regionale Beni Culturali del Pie-
monte, l’Ing. Francesco Pernice
Sovraintendente Beni Artistici, l’Arc.
Luisa Papoti Sovrintendente Beni Arti-
stici della Provincia di Novara e il
Dott. Renato Balestrino Coordinatore
Attività Culturali Castello e Parco di
Racconigi, al quale va un particolare
ringraziamento per la disponibilità dimo-
strataci. Tutti hanno fortemente
apprezzato l’impegno del
BONSAINSIEME, augurandosi che
questa bella iniziativa possa ripetersi ne-
gli anni a venire.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
- Aldo Attina - 61
L
’associazione stato sociale ed età;
“BONSAINSIE- perciò agli scopi principa-
ME” viene co- li, di natura artistico-
stituita da un culturale, va aggiunto co-
gruppo di appassionati me corollario non trascu-
bonsaisti nel mese di apri- rabile il momento di
le del 1994. Essa nasce aggregazione e partecipa-
col solo scopo di favorire zione attiva che
la conoscenza, l’interesse coinvolge i partecipanti.
e la pratica dell’ arte A tale fine l’associazione
Bonsai, valorizzando in BONSAINSIEME si riu-
special modo le essenze nisce il 2°e 4° mercoledì
locali ed europee. La vo- di ogni mese presso la se-
lontà è quella di promuo- de in piazza Savoia a Ca-
vere e organizzare rignano. Qui si tengono
qualsiasi iniziativa di inte- lezioni, sia pratiche che
resse artistico e culturale teoriche, curate dal Prof.
inerente il bonsai, collabo- Giovanni Genotti
rando ad iniziative di Istruttore IBS, coadiu-
singoli o di Enti Pubblici vato dai soci con maggio-
o privati che tendano a re esperienza .
raggiungere gli scopi so- Il Prof. Giovanni Genotti
pra indicati. L’associazio- possiede una collezione
ne non ha scopo di lucro. tra le più complete ed
Fanno parte di essa perso- ammirate a livello nazio-
ne diverse per cultura, nale, composta da circa
400 esemplari. Le sue prime lezioni, ciascuna delle quali gli di chi ha esperienza.
esperienze risalgono al 1958. tratta un argomento specifico: BONSAINSIEME fa inoltre
Nel 1964 ottiene i primi ri- essenze,stili,potature, concima- parte del Coordinamento Pie-
sultati importanti e nel 1983 zioni, vasi,ecc… monte e Lombardia e
inizia la sua attività pubblica Alla parte teorica se- dell’Unione Bonsaisti Italia-
con un’esposizione di esempla- gue sempre una parte pratica, ni, partecipando alle mostre di
ri alla triennale di Milano, in durante la quale i soci posso- dette associazioni.
occasione delle settimane no applicare direttamente Ogni anno il club organizza
giapponesi. Si reca più volte sulle loro piante quanto appre- delle mostre; nelle ultime edi-
in Giappone, Cina, Singapore so poco prima. zioni sono state esposte piante
e USA per accrescere le se co- Durante l’anno, nei periodi di di notevole naturalezza e
noscenze sul bonsai. Per 8 maggior mutamento delle bellezza bonsaistica. Alcuni
anni segue i corsi del maestro piante,sono organizzati soci del club hanno anche avu-
giapponese Hideo Suzuki Workshop e Lavorazioni di to la possibilità di fare mostre
conseguendo il diploma pres- gruppo in campo all’aperto,co- personali con 15-20 esempla-
so la scuola di Hamano della sì da condividere i concetti ri.
N.B.A.(Nippon Bonsai Asso- principali della potatura,del Anche durante le mo-
ciation). Ha all’attivo molte rinvaso,dell’impostazione con stre si tengono lezioni didatti-
mostre personali ed ha scritto i fili, della defogliazione, che teoriche e pratiche,
diversi libri,tra i quali: 42 Albe- ecc… durante le quali i partecipanti
ri bonsai, L’arte di coltivare Periodicamente il club possono ottenere tutte le
gli alberi in miniatura, Bonsai organizza visite e gite presso i informazioni relative al
da interno, Il bosco in miniatu- giardini dei più importanti mae- bonsai.
ra, Il Bonsai in Italia, Il stri o nei principali centri L’associazione ha sede
grande libro del Bonsai. bonsai del Nord Italia, per vi- in Carignano, in Via S. Remi-
Ogni anno i soci redigo- sionare piante, accessori, conci- gio n°35 (Tel.011/9692136),
no un programma completo co- mi e perche no,per acquistare mentre gli incontri si svolgo-
sì da organizzare tutte le ciò che serve sfruttando i consi- no in Piazza Savoia n°1
CongreS il mio
di Laura Monni
a
Foto di Fabio Canneta, Carlo Scafuri
esso
SAN MARINO UBI
2
0
1
D
a quando ho scoperto l’importanza interessanti, ognuno di loro ha spiegato alla
di partecipare ai Congressi UBI ed platea come avrebbe proceduto con la lavora-
alle mostre in giro per l’Italia, orga- zione, le particolarità, i pregi ed anche i difetti.
nizzo il mio tempo libero anche In due giorni di quelle piante ne hanno fatto
con il calendario degli eventi bonsaisitici. esempi di bellezza e di precisione.
Lo scorso anno sono stata a Salerno e ho pas-
sato tre giorni col sorriso stampato in volto. La presentazione di Sandro Segneri è
Era tutto nuovo ed entusiasmante. Ho visto per stata interessantissima: era la prima volta che
la prima volta il nostro Presidente Mauro lo vedevo e l’ho trovato molto carismatico.
Stemberger, il segretario Luciano Granato e Una lezione di bonsaismo davvero utile, non
tanti altri. Ho voluto riprovare quelle emozioni per niente la sua scuola è una delle più famose
e, invece, il Congresso a San Marino ha supe- ed ambìte in Italia.
rato le mie aspettative. Tre giorni full Segneri, per quel poco che ho potuto
immersion nel mondo bonsai. capire, ha un metodo didattico particolare,
Un modo per sentirmi parte di un tende a semplificare i concetti ed a sche-
mondo che guardo sempre con stupore e passio- matizzare, magari con dei disegni, ciò che sta
ne. dicendo facendo in modo di fissare nella mente
Sono arrivata venerdì e subito mi sono dell’ascoltatore quel determinato concetto. Mi
trovata a guardare le dimostrazione dei talenti ha molto colpito quello che ha spiegato su co-
UBI delle passate edizioni: nomi importanti me evitare che l’attenzione dell’osservatore
ormai come Ivo Saporiti, Roberto Raspanti, Al- venga attratta di più da un ramo o da una curva
fredo Salaccioni, Matteo Caldiero, Mario Segne- del tronco, distogliendo lo sguardo dall’insie-
ri, etc. me del bonsai.
Le piante in lavorazione bellissime ed Inoltre il pubblico numeroso ha seguito
66 - Laura Monni -
sempre con attenzione e
si è sentito coinvolto dai
suoi discorsi, segnale
questo della sua innega-
bile professionalità (foto
1)
Altro momento
topico, l’intervento di
Luca Bragazzi. Ha
parlato in generale, di di-
fesa delle piante dai fito-
patogeni ed in
particolare si è dibattuto
- Laura Monni - 67
>> Mostre ed Eventi
68 - Laura Monni -
conservare nelle nostre librerie. Nel mio ri- Giorgi uno dei “padri” del bonsaismo italiano
cordo di questa esperienza: alcuni straordinari (foto4) .
bonsai che finora non avevo mai visto. Ho parte-
cipato alla visita guidata organizzata dell’UBI Alle 14.00 la dimostrazione di Marco
con una persona esperta e molto preparata Lo- Invernizzi, non me la potevo perdere, lo trovo
renzo Agnoletti: insieme abbiamo guardato con molto simpatico e decisamente preparato (fo-
attenzione le piante in mostra, cercando di capi- to5). Il suo libro “Mollo tutto e vado in Giappo-
re meglio le intenzioni del bonsaista e la capaci- ne sulla via del bonsai" (la mia copia ora ha la
tà di rendere la pianta più o meno vicino ai sua dedica!) l’ho letto in un momento di crisi
canoni giapponesi. del mio percorso bonsaistico e devo dire che
Per quanto riguarda i tokonoma tanti mi ha aiutato a capire un po’ meglio la mentali-
consigli e qualche critica a quelli presenti alla tà giapponese e rapportarla a quello che vorrei
mostra e lui, molto esperto in materia di esposi- fare io del mio futuro bonsaistico. Insomma la
zione e di gusto giapponese, mi ha insegnato ve- sua dimostrazione consisteva nella impostazio-
ramente molte cose. La mattina c’è stato il ne di un vecchio tasso, raccolto e in vaso già
concorso per il talento UBI 2010. Piccoli gine- da qualche anno con un nebari molto largo, ma
pri itoigawa che, secondo me, hanno messo a un tronco piatto e largo perché la pianta è cre-
dura prova l’esperienza dei partecipanti. Ne so- sciuta vicino ad un muro. Ci ha illustrato le ca-
no usciti dei piccoli capolavori ed ha vinto Anto- ratteristiche dell’essenza ed il modo da
nio Marino di Napoli, che rappresenterà l’Italia nascondere i difetti del tronco, cercando di rea-
al Congresso EBA a Zurigo. Sempre lui sarà lizzare un buon bonsai. Decisamente il ri-
presente anche alla XVII Mostra dell’Associa- sultato è stato eccellente. Mi è rimasto
zione Culturale Roma Bonsai che si terrà impresso il discorso sulla tecnica di imposta-
all'Orto Botanico di Roma l’ 8 e 9 Maggio zione coi tiranti (foto6).
2010, avrò così modo di conoscerlo meglio!
Si è svolta in contemporanea una tavola
Una illustre presenza: Gianfranco rotonda sul “Bonsai in forum”, erano rappre-
- Laura Monni - 69
sentati alcuni dei forum più re tantissime persone appas-
frequentati: Carlo Scafuri sionate a questa arte. E
del Napoli Bonsai Club fo- l’UBI infatti, per la prima
rum, Ignazio Giambrone del volta, riconosce ai forum un
Trinacria Bonsai forum, Ivo valore didattico e informati-
Saporiti di Bonsaiclub.it fo- vo. Tutti d’accordo che di-
rum, e Andrea Pintus del vulgare l’arte bonsai via
Bonsai Italia forum. internet non è la stessa cosa
Io ci tengo a dire la che leggere o seguire un
mia: leggere i forum non è fa- corso, ma serve per avvicina-
re bonsaismo, però sono re a questo mondo molte
convinta che sia un nuovo persone che, altrimenti, re-
modo di fare cultura. E’ un si- sterebbero isolate.
stema anche di aggregazione In conclusione si è
e mi ha consentito di conosce- giunti ad un accordo di colla-
borazione tra l’UBI e gli ammini-
stratori dei forum, l’UBI promette
maggiore spazio ai forum, in
cambio di una maggiore visibilità
sui forum stessi.
- Shimizu Akira - 73
>> Dalle pagine di Bonsai&News
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>> Dalle pagine di Bonsai&News
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>> Dalle pagine di Bonsai&News
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>> Dalle pagine di Bonsai&News
80 - Shimizu Akira -
In libreria <<
P
er chi si appassiona alle cose d’Oriente, al buddhismo, alla
civiltà orientale in generale, questo libro è una chicca.
Scritto da Giuseppe Coco, esperto in Medicina
Tradizionale tibetana e da Franco Battiato, noto ed
impegnato cantautore, compositore, interprete, regista
cinematografico e scrittore… e chi più ne ha più ne metta, ha un
titolo strano “Sowa Rigpa” che è non sinonimo di "Medicina
Tradizionale Tibetana".
Nella cultura tibetana si usano diverse parole per denominare
la scienza medica, poiché ognuna mette in luce e descrive alcuni dei
molteplici aspetti che fanno parte di questo sistema e lo
caratterizzano.
Il termine citato è composto da Sowa che significa
guarigione, cura, nutrizione, e Rigpa che vuol dire scienza,
conoscenza: quindi si traduce in "scienza della guarigione".
Praticare questa particolare sapienza medica, in virtù dei
principi su cui si basa, può diventare un'occasione di crescita
personale, sia dal punto di vista umano che spirituale, per chi è
medico o svolge una qualsiasi professione d'aiuto.
La Medicina Tibetana si avvale, in larga parte, di
provvedimenti da applicare alla vita quotidiana, che possiedono la
prerogativa di essere alla portata di tutti: si tratta di veri e propri
rimedi che permettono di curare un disturbo grazie all'introduzione
di buone abitudini. Offre inoltre ottimi consigli per prevenire
l'insorgenza di malattie, mantenendo un buon stato di salute fisica e
mentale.
La scienza della guarigione, o della salute, tiene in grande
considerazione l'alimentazione e la considera determinante per il
benessere della persona e il buon funzionamento dell'organismo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
-
- Antonio Ricchiari - 81
In libreria <<
S
arà in distribuzione a novembre la terza edizione de “Il
grande manuale del bonsai” di Antonio Ricchiari. Non cre-
do di dovere dire molto su quella che, senza esagerazioni,
è stata definita la nuova “bibbia del bonsai” e certamente
questa terza edizione ne conferma il successo.
L’Autore ha rivisto ed aggiornato alcuni argomenti e rivisi-
tato alcune parti per arricchirne i contenuti, aggiungendo nuove foto
e disegni. Il volume appare rivisitato soprattutto per quel che ri-
guarda le schede di coltivazione che sono state ulteriormente sinte-
tizzate ma soprattutto aggiornate alla luce di nuove esperienze.
Rimane invariato il prezzo malgrado, ahimè!, sappiamo tutti quanto
siano lievitati i prezzi per quel che riguarda l’editoria; visti i tempi
che corrono, è certamente da apprezzare lo sforzo dell’Editore che
ha voluto mantenere il prezzo delle precedenti edizioni malgrado gli
aumenti dei costi tipografici.
- Carlo Scafuri - 83
>> Bonsai 'cult'
Il Bonsai
Giovanni GENOTTI
L
'origine del bonsai è sicuramente ci- Con il bonkei, sul quale hanno grande
nese, dove la miniaturizzazione del influenza principi religiosi, si sviluppa il pen-
paesaggio nel bonkei, e dell'albero jing come albero in miniatura che rappresenta
nel penjing, furono dettate da quella l'equilibrio tra la vita e la morte sulla quale, pe-
teoria filosofica che poneva l'uomo al centro rò, l'anima della vita ha sempre ragione. Con il
dell'universo come essere superiore, per cui tempo alcune forme di penjing acquistarono
tutto quanto lo circondava doveva essere più valori concettuali più ampi ed anche di diffici-
piccolo ma allo stesso tempo mantenere tra gli le comprensione per la nostra cultura. Diventa-
elementi rappresentati rapporti simili a quelli rono ideogrammi, messaggi, rappresentazioni
esistenti in natura. In tal modo l'uomo poteva fa- di montagne sacre con significati religiosi e
cilmente godere con un solo sguardo dell'equili- non. Il penjing cinese, in qualsiasi sua forma,
brio nell'ambiente. racchiude sempre un qualcosa di drammatico,
84 - Giovanni Genotti -
di astratto; comunica una spiritualità particola- cessità di ottenere un risultato nel più breve
re, difficile da razionalizzare e da comprendere tempo possibile, si utilizzarono ed applicarono
con la nostra cultura. alcune tecniche adatte esclusivamente a pochi
Il penjing passa intorno al 1200 dalla Ci- tipi di essenze, interpretando l'arte non come in
na al Giappone, dove per la particolare natura Giappone, dove l'equilibrio e l'armonia è legata
del giapponese perde quell'alone di spiritualità, alla vita di ogni singola essenza, ma come
mistero e fantasia per diventare espressione ra- esclusivi rapporti di spazi pieni e vuoti, legati
zionale di capacità umana. Diventa un tangibile esclusivamente alle astratte regole del gusto
risultato di lavoro di generazioni che racchiude umano. Le regole proprie dell'architettura spes-
e rappresenta la tradizione come rispetto so sono imposte indipendentemente dalla natu-
dell'arte. ra dell'albero. L'aspetto del bonsai ottenuto è
Il penjing diventa bonsai e conservando equilibrato e perfetto, ma non rispecchia le
la miniaturizzazione acquista un concetto artisti- forme dell'essenza in natura e la sua vita è
co tutto particolare, dove l'arte è intesa come ri- sempre in precario equilibrio imposto. Il
sultato di un lavoro anche di più generazioni, bonsai diventa privo di vita, statico, senza
che nel tempo hanno eliminato il superfluo. I personalità propria ed espressione di dominio
giardinieri maestri di questa coltura realizzano del suo educatore. Infatti, ogni forma è imposta
con mini-alberi esemplari che rappresentano con tutori, spesso mantenuti sull'albero per
splendide piante riscontrabili normalmente in tutta la sua vita, dove anche la più piccola
pianura, in collina, in montagna. I minialberi so- espressione personale dell'essenza viene elimi-
no talmente belli da dettare regole per la loro nata.
realizzazione e per far si che copiandoli tutti li La forma del bonsai non fa più riferi-
possano realizzare. Le regole permettono di mento alle diverse espressioni naturali ma è
non realizzare bonsai poco credibili, ma di otte- sempre una sola, si usano quasi unicamente gi-
nere risultati accettabili anche da chi ha poco nepri che si possono facilmente modellare o
interesse e partecipazione. anche conifere raccolte in natura che come
I primi bonsai giunsero in Europa alla fi- punto focale hanno il possente e sofferto
ne del 1800 e destando solo curiosità. Dopo la tronco, con jin e shari, ma con le chiome equili-
II Guerra Mondiale, intorno al 1940, non nelle bratissime e perfette messe in contrasto con il
molte aziende vivaistiche, ma nella cultura eu- tronco reggente. Il bonsai europeo è più fa-
ropea vi fu un momento di grande attenzione. cilmente comprensibile a tutti, e poiché le
Essi rappresentano la capacità dell'uomo di edu- forme sono molto poche e richiamano per lo
care la natura, ed attraverso la continua attenzio- più l'eretto casuale, è, in sintesi, esclusiva appa-
ne, creare un rapporto particolare con il mondo renza privata di quel legame profondo che lega
vegetale come indispensabile momento di rifles- l'uomo alla natura.
sione nella frettolosa e turbolenta vita moderna. A mio avviso è un bonsai statico, privo
Nella realizzazione del bonsai europeo, di una futura crescita e legato esclusivamente
in un primo momento gli appassionati seguiro- alla moda che è apparenza di un essere vivente
no le indicazioni degli esperti giapponesi, ma a privo di contenuti.
poco a poco, per la diversa cultura e per le ne-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
- Giovanni Genotti - 85
VOCI PER L'OLIVO
D
a questo numero il Magazine si voce del Magazine; il bonsai, come vedete, non
arricchisce di una nuova sezione che è circoscritto solamente alla coltivazione delle
speriamo potere condurre per molti piante ma si estende alla Natura, al paesaggio,
numeri ancora. Perchè “Voci per l’oli- all’ecologia. La caparbia ostinazione con la qua-
vo”? Pensiamo di dare un contributo alla campa- le l’amico Picella porta avanti in tutta l’Italia
gna che Gianni Picella conduce da anni in difesa questa campagna ci ha particolarmente colpito e
ed a salvaguardi degli olivi: un patrimonio che ci ha coinvolto in qualcosa di estremamente nobi-
appartiene in particolare alla nostra terra. E lo fa- le e giusto, in una società nella quale, per certi
remo pubblicando scritti non solo di Picella ma versi, molti valori morali sono stati violentati. La
anche di quanti lo hanno fatto. Natura stessa appare oggi violata per indiffe-
L’olivo è anche un importante emblema renza, per sporchi interessi, per ignoranza.
culturale e perciò merita particolari e insistenti Ci consola sapere che alla campagna “Io
attenzioni allo scopo di mantenerne la forte va- difendo l’Olivo” hanno già aderito personalità
lenza simbolica. Picella sostiene una campagna della cultura, del cinema, dell’arte, della moda e
dal titolo “Io difendo l’olivo” e noi siamo anche del mondo bonsaistico.
convinti di dare il nostro contributo attraverso la
Voci per l'Olivo <<
I
l giardino degli Dei è un piccolo pianoro, in monta-
gna sul Pollino, ove svettano in tutta la loro maestosi-
tà, piante secolari di Pino loricato, vive e morte. Il
giardino dei mostri è il parco di sculture in pietra e
forme vegetali di Bomarzo, nel Lazio.
Il giardino degli Olivi è la Puglia. Fra mare e cielo,
olivi addomesticati navigano da millenni in questa regione
formando l’ossatura di un solenne giardino, amato e cu-
rato dall’uomo. Facciamo sì che questo non diventi un
giardino perduto.
>> Voci per l'Olivo
L
'ulivo è una pianta parsimoniosa. montagna il pastore denomina tutte le mucche
Ha bisogno di poca terra, di poca so- della sua mandria, secondo le capacità pro-
stanza per vivere e fruttificare. Ha duttive o il disegno e il colore del mantello
infatti una capacità di radicamento delle bestie. L'ho immaginato anche perché
formidabile, che le consente di succhiare le mi- un ulivo anziano e coltivato per tutta una vita
nime sostanze nutritive presenti nel suolo. Nel finisce con il diventare un amico, o un soste-
paese dove sono nato, nelle colline veronesi, gno psicologico per un coltivatore che sulla
ai tempi della mia giovinezza, un ulivo svetta- sua produzione ricava spesso una parte
va curiosamente sul campanile, gettando fuori importante delle sue risorse economiche. Del
la sua chioma dalla cella campanaria, dove ave- resto gli ulivi, anche se allineati e molteplici,
va messo radici nelle fessure dell'edificio prodi- quindi nient'altro che numeri, dentro il geome-
giosamente vivendo, si sarebbe detto, di aria e trismo degli uliveti (in Puglia così ordinati da
di luce più che di nutrimenti edafici. Sulle sembrare parchi), hanno una struttura, un
rocciose isole dalmate si vedono ulivi che portamento e delle capacità produttive di-
spuntano sui terreni rocciosi, poveri di suolo, verse, e quindi assumono una individualità
in maniera incredibile. che non hanno le altre piante. E poi sono tutti
Anche in Puglia — regione siccitosa co- diversi, uno dall'altro, diversa la forma dei lo-
me poche altre — gli splendidi ulivi che ro tronchi, diverso lo sviluppo dei rami che so-
danno un lustro e un carattere inconfondibile no sì il risultato delle potature, ossia
al paesaggio, crescono sugli esigui strati di dell'intervento dell'uomo, ma di un intervento
terreno accumulati nelle tasche delle depressio- che è sopratutto, e in prima istanza, dettato
ni carsiche o nelle piccole piane depressiona- dalle interne strutturazioni della pianta, dalla
rie del tavolato roccioso dove si trovano diversità del suolo da una parte all'altra.
poveri strati di suolo ferrettizzato dal disfaci- Altra caratteristica dell'ulivo,
mento calcareo. Eppure appaiono straordinaria- importante ai fini del rapporto che l'uomo sta-
mente sontuosi e di una bellezza che deriva bilisce con esso, è la sua longevità. Tra le
loro dalla potenza con cui si radicano al suolo, piante dell'ambiente mediterraneo è una delle
da una sorta di forza tranquilla, suggerita pro- più longeve. Si conoscono ulivi millenari al
babilmente dalla stessa dimensione dei loro dir di studiosi ed esperti. In ogni caso sopra-
tronchi secolari. Ed è proprio la loro antichità, vanzano di gran lunga l'uomo, e questo è il
la loro forza di resistere e sopravvivere per infi- motivo del rispetto profondo che viene
nite stagioni, nonostante la povertà dei suoli, a portato agli ulivi. Che sembrano custodire nel
dare quell'impressione confortante, come di loro legno, nel loro portamento, il segreto
organismi forti, resistenti, resi possenti dalla lo- delle storie, delle mille e lontane vicende a
ro stessa anzianità. cui in qualche modo hanno assistito da muti
L'antichità degli ulivi in Puglia, la loro spettatori. A sua volta il rispetto che viene
veneranda età, si vuol dire, è il portato della lo- portato loro le fa crescere ed invecchiare più
ro stessa parsimonia, della loro capacità di radi- di ogni altra pianta, causa ed effetto della loro
camento sui terreni poveri. La pianta si conformazione, dei tronchi possenti e ritorti,
ingrandisce e diventa preziosa proprio perché delle loro chiome spesso sfibrate ma sempre
ha quelle capacità straordinarie, godendo del ri- generose, anche dopo interminabili stagioni
spetto del coltivatore, nella cui passione sta nel corso delle quali hanno conosciuto di
probabilmente il segreto della sua magnifica tutto, dalle tempeste invernali, alle sfuriate dei
esistenza. Ho spesso immaginato, in Puglia, freddi venti di tramontana agli aliti arroventati
che i coltivatori non solo conoscano una ad dei venti da sud oltre che la mitezza felice
una le piante del loro uliveto, ma che le deno- delle primavere. Non c'è pianta che più sappia
minino in modo diverso, a seconda del porta- raccontare con il suo stesso aspetto le storie
mento o delle capacità produttive, come in vissute, pur con l'immobilità spaziale a cui è
88 - Gianni Picella -
condannata in quanto vegetale. In questo c'è re in terre o paesaggi diversi, come nei giardi-
la bellezza che è poi la bellezza, persin retori- ni del Nord Italia verso cui c'è un commercio
ca a suo modo, dell'ulivo, come di un essere vi- che ha qualcosa di repulsivo tanto da far
vente immutabile e silenzioso che non parla pensare al commercio degli schiavi. Infatti la
ma dice già con il suo modo di proporsi che co- bellezza dell’ulivo, una volta trapiantata in
sa sia il tempo ed il suo mistero. altri paesaggi, non è più tale, non è più
Questa bellezza è stata riconosciuta connaturale a quei paesaggi, dove l'ulivo tra-
all'ulivo sin dall'antichità e tra i tanti elogi piantato, spesso vecchio e venerando, fa
all'ulivo, alla sacralità che ad esso si connette, pensare all'emigrazione e al trapianto in terre
si ricorda soltanto quello di Sofocle nell'Edipo diverse di persone ormai anziane, che per
re: "C'è un albero non piantato dalla mano tutta la vita hanno respirato una certa aria, go-
dell'uomo, nato da sè medesimo, che infonde duto di un certo sole, assimilato certe abitudi-
terrore alle lame nemiche e verdeggia ni.
abbondantemente in questa terra, l'ulivo dalle Il rispetto per gli ulivi, come il rispetto
foglie glauche, alimento dei bambini, che mai per altre piante, è un fatto di civiltà: è il ri-
rapace, vecchio capo devastatore estirperebbe spetto per il paesaggio e per le specificità geo-
con le proprie mani, perché ad esso guardano grafiche che del paesaggio sono la proiezione.
gli Dei dagli occhi chiari". Dunque rispetto per le varietà del mondo che
Rispetto per la bellezza, la generosità, oggi, per la verità, tendono sempre più ad es-
la sacralità dell'albero. Che continua a pro- sere annullate in nome di una superiore orga-
durre, anche se vecchio e plurisecolare. Forse nizzazione globale. Ma la globalità non
le piante pugliesi non hanno la redditività che sottintende necessariamente distruzione delle
oggi si ottiene con gli impianti moderni, razio- diversità, caso mai dialogo rispettoso nei loro
nali, che si vanno diffondendo anche da noi al confronti. Nel caso nostro, rispetto per la ve-
posto dei vecchi eppur magici uliveti che sono neranda bellezza degli ulivi, come quelli che
così importanti nel dare un carattere particola- in Puglia celebrano l'antichità e il fascino me-
re alla terra pugliese. Questo pone un proble- diterraneo di una terra, non meno delle sue
ma non di poco conto. C'è di mezzo città bianche che, proprio fra gli uliveti, fanno
l’immagine stessa della regione, una regione capolino con i loro campanili e i loro splendi-
che più di ogni altra in Italia è stata consacrata di monumenti.
all'ulivicoltura ormai da secoli, quando gli oli
pugliesi alimentavano ricchi commerci desti-
nati ai mercati del Nord Adriatico ed oltre. Ci
si può oggi consentire di coltivare la bellezza
se non abbia una resa economica? In qualche
caso oggi la bellezza rende, ma non si può
mantenere una ulivicoltura che non sia anche
produttiva per quello che può dare in offerta
al mercato oleario. Forse si proporrà una piani-
ficazione che contemperi l'ulivicoltura che
renda in termini produttivi con l'ulivicoltura
che renda in termini di bellezza, di immagine. Il testo è di Eugenio Turri, già do-
Ciò significa che bisogna pianificare e sceglie- cente alla Facoltà di Architettura del
re gli uliveti che più di altri meritino di essere Politecnico di Milano e consulente
tutelati, in quanto consustanziali all'immagine per la pianificazione territoriale e pae-
del paesaggio pugliese. Farne dei piccoli sistica della Regione Lombardia,
parchi testimoniali. Infine occorre frenare pubblicato a cura della Mario Adda
l'esportazione degli ulivi centenari da trapianta- Editore, Bari.
- Gianni Picella - 89
>> La mia esperienza
90 - Sandra Guerra -
H
o acquistato questo tasso nell’au-
tunno 2009 dietro consiglio del mio
amico Marco, che me l’ha mollato in
mano con un “Tiè. Vediamo che rie-
sci a tirarci fuori”.
Ho partorito da allora un paio di idee non
molto soddisfacenti, così a fine marzo 2010
abbiamo affrontato assieme la prima impostazio-
ne su una sua idea.
Dopo aver tratteggiato un virtual del pro-
getto, abbiamo prima di tutto deciso l’inclinazio-
ne definitiva del tasso. Abbiamo iniziato quindi
l’attento lavoro di filatura a quattro mani,
partendo dal primo ramo a cui è stata data la vo-
luta inclinazione in semi-cascata. La parte di ra-
mificazione che avrebbe originato l’apice è stata
piegata dietro al secco e con l’ausilio di un paio
di tiranti è stata sistemata nella posizione voluta.
Infine tutta la ramificazione, anche la più fine, è
stata sottoposta a filatura, usando filo di rame di
dimensione decrescente ed è stata impostata
- Sandra Guerra - 91
>> La mia esperienza
allargandola e torcendola per creare i
palchi: la natura generosa del tasso ci ha
permesso di ridurre i getti alle dimensio-
ni ottimali.
In particolare parte della vegeta-
zione è stata curvata sia verso la parte po-
steriore, per creare profondità, sia attorno
all’apice secco. Al termine di questo pri-
mo step ho quindi posto la pianta
all’ombra e la nebulizzerò frequente-
mente per una ventina di giorni circa.
Infine con una attenta coltivazione punte-
rò ad infittire i palchi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
92 - Sandra Guerra -
>> La mia esperienza
- Ezio Corradin - 99
>> La mia esperienza
M
i chiamo Ezio Corradin e sono Questa per noi è una passione non un la-
un appassionato bonsaista da voro, per questo non dobbiamo necessaria-
più di quindici anni, gli ultimi mente perseguire il profitto e questo fa si che
di questi passati ad apprendere possiamo dedicare alla creazione dei tavoli
questa magnifica arte sotto la saggia guida di tutto il tempo necessario per farli belli, infatti
Sandro Segneri nella Bonsai Creativo School. quando creiamo l’unica strada che percorriamo
Negli ultimi anni, oltre alla passione per e quella della bellezza del prodotto e della
il bonsai, mi è scoppiata dentro la passione per soddisfazione personale di vederlo realizzato.
quello che riguarda il modo e il mondo Negli ultimi due anni siamo stati pre-
dell’esposizione del bonsai nel tokonoma e, sca- senti alla manifestazione di arco Bonsai con il
vando dentro a questa passione, ho percepito nostro stand e le soddisfazioni più grandi sono
che ero, e sono, molto attratto dai supporti per state quelle di non essere mai tornati a casa con
le piante, quelli che in maniera moto frettolosa il carico dei prodotti che abbiamo presentato e
definiamo “tavolini”. poi….vedere che piante meravigliose esposte
Con Luca, fino a poco tempo fa mio in mostra erano posizionate sopra dei tavoli co-
conpagno alla BCS, abbiamo deciso di immagi- struti da noi. Da poco abbiamo attivato anche
narci un modo “diverso” di lavorare i tavolini e un sito internet, www.bonsaiwood.it dove è
di farlo anche per chi, vista la situazione econo- possibile vedere alcune delle nostre realizzazio-
mica, non è in grado di spendere i 3/4 cento eu- ni.
ro e più per singolo pezzo; abbiamo dedicato Nelle foto che si succederanno ho volu-
molte ore, levate al sonno e al riposo, per poter to presentare la nascita di uno dei nostri lavori,
acquisire la manualità che serve e molte ne stia- step by step, così da poter far vedere che con la
mo dedicando per la scelta dei materiali più passione si possono fare cose che fino a ieri era
consoni ad un lavoro pregevole. impossibile immaginarsi.
L'importanza
del
PREMIO di Luciana Queirolo
Carlo ci invita a fare un piccolo, ma poi Sì: ho sempre sognato mostre di pietre
non tanto piccolo, esame di coscienza... la sua senza premi: mostre che siano punto di
domanda non è formulata per scivolare via in incontro e di scambio, prive di ogni risenti-
superficie. Carlo ha consapevolezza delle di mento bene o mal celato. Le ho sempre
lei potenzialità, atte ad indagare nel nostro pro- caldeggiate non per eliminare il “cattivo” spiri-
fondo, stimolandoci nel tentare di capire a che to di competizione, quello non sano; ma per
punto siamo, lungo la strada della conoscenza l’oggettiva difficoltà nello stabilire il valore
della pietra o del bonsai. Soprattutto, a quale li- intrinseco di un suiseki, “al di là” di una sua
vello ci stiamo rapportando, a che punto di estetica apparente.
comprensione. Più facile, nel Bonsai, avere esperti
Intanto, già la notevole differenza tra agronomi assolutamente addentro alle pecu-
l’intervento manuale umano su una pianta e liarità di una specie, ai suoi limiti di crescita,
quello su una pietra, dovrebbe diversificare delicatezza, struttura, esigenze etc…
enormemente le spinte emotive di una celebra- Generalizzando, c’è meno preparazione,
zione individuale. nel giudicare un suiseki: non sempre c’è una
approfondita conoscenza dei materiali. Rife-
Alchimista scrive: “A mio modestissi- rirsi alla scala Mohs delle durezze, non basta:
mo avviso il miglior premio è avere la consa- ignee, sedimentarie, metamorfiche… nella
pevolezza di essere nel giusto, di essere roccia vi sono, come nel legno, il “verso” di se-
impegnato in qualcosa che ti soddisfa e ti dimentazione, di rottura, di impasto; gli accadi-
gratifica e di dare il meglio di te stesso menti geologici che hanno assemblato
sempre ed in qualsiasi circostanza. Se a que- elementi differenti; il processo di meta-
sto si aggiunge la gratificazione di un pre- morfizzazione… le mille variabili di
mio, ben venga.” intervento degli agenti naturali... insomma:
quelle caratteristiche che diversificano il modo
Sandra: “- C'è quello che vuole impara- e la possibilità stessa di modellarsi.
una patina a gradazioni di intensità corposa e lu- mostrarla. La suggestione? …penso che quel
centezza differenziata. nome poetico, tirato fuori in un secondo per ne-
Dunque, sto riconoscendo in lei la va- cessità di cartellino, rispecchi ciò che di lei mi
lenza della rarità, come pietra italiana ed il valo- inteneriva, senza averne coscienza.
re della patina acquisita nell’attesa di “Il pianoro delle colline solitarie”…
www.bonsaicreativo.it
>> Noi... di Bonsai Creativo School
Q
uello che segue, potrebbe anche lizzata semplice ma ottima pomice, come terriccio
apparire come un racconto bana- di base. Quando la pianta venne in mio possesso,
le, in un periodo dove sembra l’impostazione con la quale era stata progettata,
che solo piante yamadori possa-
no avere una storia interessante da
raccontare; invece secondo me anche un
comune materiale da vivaio, con il tempo
e le giuste cure può acquisire quella vetu-
stà, e quella maturità cosi tanto
apprezzata da noi bonsaisti, in grado di re-
galarci molte soddisfazioni.
Questa è la cronistoria di un mio
albero che vorrei chiamare il ”torchiato
tasso“. Tale albero fu acquistato in un co-
mune vivaio e poi trasformato in un mate-
riale prebonsai da un noto bonsaista del
nord che lo preparò nel seguente modo.
Dapprima fu ricercato il piede, quindi fu-
rono eliminati i rami ritenuti inutili, rinva-
sato in un contenitore di plastica di medie
dimensioni e lasciato libero di vegetare
per tutta la stagione seguente. Fu uti-
C
on questa intervista diamo il via ad una serie di interviste dedicate ai
nuovi istruttori IBS, ovvero Marco Tarozzo, Rocco Cicciarello e
Franco Barbagallo. Il primo, nemmeno a farlo apposta è Marco
Tarozzo, si... proprio lui, il Tarmar del Napoli Bonsai Club Forum.
Come sempre, intervistare una persona con la quale si ha un rapporto, oserei dire
di amicizia, non è cosa semplice, si rischia di cadere nel banale, nel già detto o al
contrario di strafare. Mi auguro che nelle prossime pagine non ci sia nulla di
tutto questo. Quello che vorrei venisse fuori da questa intervista è il risultato di
una chiacchierata tra amici, senza formalità e senza ipocrisie. Dicevo che con
Marco c'è un rapporto che definirei di amicizia benchè lo abbia conosciuto di
persona solo pochi mesi fa in occasione del congresso UBI a S. Marino... ma
nonostante non ci fossimo mai incontrati è bastata una sola occhiata perchè
entrambi sapessimo chi fosse l'altro. Quello che mi ha più colpito di Marco è la
sua spontaneità unita ad una grande umanità. Ma vi ho già tediato abbastanza
con questa introduzione, perciò chiudo con un augurio di buona lettura e buon
bonsai a tutti!
Giuseppe Monteleone
rica, te la voglio fare ugualmente. sto momento ti trovi in una voluto esprimere: l’attuale scuola
Ora che sei Istruttore IBS, cambie- situazione un po’ particolare, da estetica di Avanguardia (che ha co-
rà qualcosa nel tuo approccio con una parte allievo con l’Accademia me massimo esponente Kimura)
gli allievi? della Bonsai Creativo School, da sta scavando un solco talmente
Beh sta cambiando molto: una parte Istruttore e quindi mae- profondo con il passato che chi
fino ad ora i miei allievi erano i nuo- stro. Non trovi anche tu che sia un non si avvicinerà a questo senso
vi entrati alla nostra associazione po’ singolare questa tua situazio- estetico, studiando e aggiornando-
la Bonsai Gymnasium, ai quali ne? Come riesci a destreggiarti? si costantemente, sarà obsoleto
fornivo le nozioni base per prepara- No assolutamente non mi di qui a non molto, è normale
si all’ingresso alla Bonsai School; trovo a disagio anzi credo che sa- quindi che chi si avvale del titolo
a gestire i corsi alla scuola, nella rà così per molto tempo! Sai di Istruttore o Maestro sappia
sessione di Padova, era il mio “ge- quando ho terminato l’esame e ho almeno che cosa sta accadendo
mello” Federico Springolo. Ora, do- potuto, più rilassato, discutere nel mondo del Bonsai moderno,
po l’esame, Sandro Segneri ha con i componenti della commissio- certo potrebbe non condividerlo e
dato dei compiti anche a me e ho ne di esame, ho chiesto loro se po- rimanere legato ai canoni classici,
fatto la mia prima lezione in auto- tevano valutare questa mia ma sapere che sta succedendo e
nomia il 30 Maggio. E’ andata be- proposta: riesaminare in continua- saperlo spiegare ai propri allievi
ne nessun allievo che dormiva e a zione i propri iscritti così da “obbli- questo, secondo me, è un obbligo
fine giornata erano tutti soddi- garli” a un costante studio e per lui.
sfatti e pure io. aggiornamento, questo a garanzia
degli allievi che ogni Istruttore ha. Detto da chi ti conosce bene, ma
Sempre a proposito della tua nuo- Per farmi capire meglio ti faccio credo che sia sotto gli occhi di
va condizione di Istruttore, in que- un esempio pratico di ciò che ho
I
l vento è arrogante, pensa di possedere gli
alberi, di avere fatto sua la Natura, ma è solo
un’illusione. Lo Stile Battuto dal Vento ri-
corda molto lo Stile Inclinato dal quale deriva,
ma forse risulta più interessante per la disposizione
dei rami. Due sono le varianti: il vento soffia
sull’albero e il risultato dell’azione del vento dopo
molti anni.
Considerato dal punto di vista estetico que-
sto bonsai può avere qualche difficoltà nella rea-
lizzazione perché bisogna mettere in atto tutta la
perizia nel dare equilibrio ad una forma inclinata,
con una ramificazione insolita, masse dunque che lo
stile ventoso rappresenta una versione molto parti-
colare della Natura dell'albero in condizioni climati-
che estreme. Per i giapponesi è lo stile che infrange
le leggi di gravità, lo stile fukinagashi.
La percezione più immediata è quella di un
albero che sia lì per lì sul punto di abbattersi, con
una condizione di instabilità considerata insolita per
un Bonsai e per il suo spirito. Quindi, nella forma-
zione della pianta è necessario usare alcuni accorgi-
menti che diano un controbilanciamento che viene
da radici robuste che facciano da contrafforte nella
parte opposta all’inclinazione oppure dall’inseri-
mento di una roccia. La visione è comunque
drammatica poiché in natura questi alberi hanno un
sito nelle scogliere o nei picchi montani fortemente
battuti dal vento, pericolosamente inclinati
nell’impari lotta di sopravvivenza contro gli ele-
menti.
La vegetazione è molto rada, senza rami sul
lato battuto dal vento, con ampie parti del legno
scortecciate (shari); il tronco quindi appare molto
contorto ed esprime visivamente una eccezionale
potenza anche se spesso non è eccezionalmente ro-
busto. La compensazione di una silhouette così sbi-
lanciata può essere ottenuta pure da un attento
dimensionamento dei pochi rami sul fronte. Biso-
gna considerare un fatto importantissimo: abbiamo
in questo caso una forte tensione visiva innescata
dalla linea fortemente inclinata del tronco
(drammaticamente instabile) e l’assetto delle radici,
dei rami e della vegetazione che devono trasmettere
stabilità e ordine estetico. In tutto questo
contraddittorio visivo, la struttura deve conservare
tutta la dinamicità e il contrasto di linee di forza che
Wisteria sinensis
di Elisabetta Ruo
Kiryu e
Lapillo
N
ella composizione di un substrato, tipo ferroso, utili alla fisiologia vegetale nel
bisogna tenere presente di tutti gli fabbisogno giornaliero, questi substrati rappre-
aspetti che caratterizzano ogni suo- sentano un importante stimolo all’attività radi-
lo, al fine di comporre una miscela cale in quanto incentivanti i processi di
quanto più idonea alle esigenze della specie, al allungamento. Questo accrescimento implica
grado di rifinitura estetico, alla posizione geo- anche un acceleramento dell’instaurazione di
grafica, ma soprattutto agli obiettivi da processi simbionti operati da micorrize, che
raggiungere nel breve periodo (2-3 anni succes- grazie ai microlementi trovano anch’esse una
sivi al rinvaso). Notoriamente contrario all’uti- spinta nei rapporti con le radici.
lizzo di un singolo suolo, in particolare Il kiryu e il Lapillo, caratterizzati da un
all’Akadama al 100%, le numerose prove ope- Ph tendenzialmente acido (6-6,5) e da una
rate con diverse componenti hanno confermato CSC pari rispettivamente a 27 e 25, conferisco-
le ipotesi di sinergie che i diversi substrati no alla miscela non più quella condizione di to-
svolgono nelle interazioni con le radici, ed anco- tale inerzia utile solo in alcuni casi di
ra più convincenti sono i risultati che negli ulti- coltivazione, ma una fonte di approviggiona-
mi mesi si stanno ottenendo tramite l’aumento mento costante di componenti ferrose che gra-
o la diminuizione delle % relative alle singole zie al pH leggermente basso, mantengono
componenti, raggiungendo così un grado di attivi i processi di assorbimento tipici delle
raffinatezza nei risultati secondi solo ai giappo- condizioni di quasi neutralità di Ph. Grazie
nesi. inoltre alla loro struttura selezionabile tramite
Già in articoli precedenti sui suoli, si so- setacciatura, sono utilizzabili su tutte le catego-
no potuti enunciare i diversi benefici che una rie bonsaistiche, dai Mame ai Dai. Il loro uti-
miscela può apportare all’apparato radicale. lizzo ad oggi non è più circoscritto alle sole
Tra i suoli, quelli di fondamentale importanza conifere, ma anche e soprattutto ad essenze
e di imprescindibile ruolo troviamo quelli di ori- della macchia mediterranea che hanno mo-
gine vulcanica: per l’esattezza Kiryu e Lapillo. strato segni di grande sviluppo dall’inseri-
Ricchissimi dei fondamentali microelementi di mento di % variabili al’interno del substrato.
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E' impossibile dare delle indicazioni assolute volta completamente rendendo saturo il
su questa particolare tecnica, che nell'arte terriccio. Questo assicura che il pane radicale
bonsai è senz'altro una delle più difficili. C'è venga bagnato completamente. Quando il pa-
un detto in Giappone, che ci vogliono minimo ne radicale non viene irrorato ad ogni
tre anni per imparare ad annaffiare corretta- annaffiatura si rischia la decomposizione e la
mente, molti probabilmente non crederanno a morte delle radici, con conseguente deteriora-
questa affermazione. Quasi certamente il 70% mento del fogliame corrispondente. Natu-
dei fallimenti dei principianti nei primi anni so- ralmente nell’irrigazione di qualità è
no dovuti a pratiche di innaffiamento imprescindibile l'uso di una tecnica manuale
scorrette. con tutte le difficoltà e la costanza che
"Bonsai ni ame ga ni do furimasu". Tradotto comporta.
letteralmente significa “Per bonsai piove due
volte” Il detto giapponese sopra menzionato CONSIGLI DI CORRETTA
ci ricorda che per innaffiare correttamente un ANNAFFIATURA.
bonsai bisogna bagnare completamente il Spesso, uno dei primi consigli che rice-
terriccio. Perché dovremmo innaffiare due viamo quando incominciamo a fare bonsai è
volte? Quando si bagna il terriccio di un “non annaffiare molto." La maggior parte dei
bonsai non rinvasato recentemente, l’acqua neofiti interpreta questo suggerimento nel
cercherà il percorso di incanalamento di mini- senso che dobbiamo bagnare poco il terriccio
ma resistenza che spesso non coinvolge tutto e non completamente. Questo è il primo degli
il substrato fuoriuscendo dai fori di drenaggio errori. Ogni volta che innaffiamo dobbiamo
senza che molte radici vengono bagnate e que- dare tanta acqua finché non fuoriesce dai fori
sto può causare danni al bonsai. Bisogna ba- di drenaggio. Quello che invece si intende per
gnare una prima volta il terriccio in minima “non annaffiare molto" è l’innaffiamento
quantità, in modo che il substrato accetti me- troppo frequente, il substrato non ha il tempo
glio l’acqua. Infine annaffiare una seconda di asciugarsi che viene di nuovo irrigato.
di Antonio Acampora
>> Tecniche bonsai
bonsai, concorrono ad indirizzare l'acqua
Questo impedisce all’ossigeno intrappo- verso il bordo dei vasi. Un sistema che evita
lato nel substrato di giungere alle radici, provo- l'inconveniente citato è l'annaffiatura per
cando asfissia radicale, prima e sviluppi di immersione, essa si seguirà con acqua al di so-
funghi e altri patogeni. Il tema del rapporto pra od al di sotto del bordo del vaso ed è un
tra acqua e terriccio è estremamente buon sistema di ricambio gassoso all'interno
importante per due motivazioni concrete: la della zolla. Di contro questa procedura è lenta
qualità delle micorrize e i marciumi radicali. ed onerosa, ha bisogno di tempi lunghi di co-
Le micorrize, sopratutto se esterne co- latura, impoverisce velocemente il terreno
me quelle delle conifere, non sopportano asportando notevoli quantità di sali solubili,
l'immersione in acqua prolungata, e si sviluppa- per collezioni con un notevole numero
no bene in un terreno drenato come avviene in d’esemplari deve eseguirsi a più riprese. Si
montagna. In linea di massima il bonsai deve può innaffiare per immersione ogni tanto
essere bagnato al massimo tre o quattro ore do- mentre la normale irrigazione conviene ese-
po essersi completamente asciugato, per evita- guirla ripassando non meno di tre volte ogni
re il colpo di secco, e questo comporta pianta in modo che l'acqua passi attraverso i
un'irrigazione quotidiana da maggio a fori di drenaggio rinnovando anche l'ossigeno
settembre, con i frequenti casi di due irrigazio- del substrato. L'annaffiatura in profondità evi-
ni giornaliere nei periodi più caldi e ventosi. terà la crescita delle radici in superficie e du-
Bisogna prestare attenzione a come rante l'estate eviterà altresì che le radici non
l’acqua si comporta quando incontra il trovino sufficiente umidità nel terreno. Per
terriccio. Se esce dalla superficie del quanto riguarda l'annaffiatura per immersione
substrato, andando fuori dal vaso, vuol dire si consiglia l'aggiunta di concime idroponico
che il terreno superficiale si è molto all'acqua, in questo caso si ridurranno i danni
compattato. La causa può essere stata la cresci- da dilavamento. Nel periodo estivo le
ta delle radici, o il fertilizzante organico che annaffiature vanno eseguite nei periodi più
spezzandosi è andato a chiudere la superficie freschi della giornata, si deve evitare di bagna-
del terriccio. Se è successo questo bisogna re i vasi caldi soprattutto se esposti al sole (
prendere un bastoncino e sgretolare la superfi- calore ed umidità sono le condizioni ideali per
cie del substrato verso il fondo per 2-3 cm. eli- la proliferazione dei patogeni e delle crittoga-
minandolo. Sostituendo poi questo strato con me ) L'acqua usata per le irrigazioni dovrà
terriccio nuovo ricoperto con del muschio sbri- inoltre essere sempre a temperatura ambiente.
ciolato. Questo permetterà all'acqua di penetra- E' bene innaffiare alla mattina in modo che
re meglio il terriccio e rendere saturo l’intero l'acqua fornita sia utilizzata durante il periodo
volume del substrato. Ricordiamo che l'irriga- più caldo della giornata. Nel periodo inverna-
zione è uno dei quattro elementi sul quale lavo- le le annaffiature vanno eseguite nelle
rare per una coltivazione programmata, giornate soleggiate possibilmente nel mezzo-
insieme a terriccio, concime ed esposizione. giorno, operando in questo modo la pianta
Il terreno dei vasi, in superficie, deve avrà tempo di assorbire l'acqua necessaria, eli-
sempre essere smosso, soprattutto in prossimi- minando per colatura quella in eccesso, que-
tà del fusto, ciò faciliterà l'annaffiatura del sto sistema eviterà che le eventuali gelate
ceppo. E' facile che alberi che s’innaffiano notturne danneggino i nostri bonsai. La vapo-
con i sistemi tradizionali: annaffiatoio, pompa rizzazione dei bonsai è poi una pratica da tene-
d’irrigazione, spruzzatore, irrigazione a re in seria considerazione, essa dovrebbe
pioggia e per gocciolamento mantengano ari- essere eseguita con acqua demineralizzata,
da la parte centrale della zolla, infatti, la su- infatti, le acque calcaree evaporando lasciano
perficie di separazione tra il contenitore ed il sulle foglie residui salini che possono
terreno, i fori di drenaggio ed il posiziona- danneggiare gli stomi delle medesime, la va-
mento sopraelevato del nebari dei nostri
Biancospino
C
ol nome di Bianco- materiale di partenza.
spino si intendono I vecchi soggetti sono in gene-
alcune varietà di re non facili da raccogliere in
Crataegus. Il Cratae- natura o da qualche siepe per
gus oxyacantha, con foglioline la tendenza, che il Biancospino
profondamente frastagliate e ha, di garantirsi l’acqua indi-
due o più semi in ogni frutto; il spensabile scendendo pro-
Crataegus monogina, con un fondo nel terreno, con qualche
unico seme; il Crataegus cu- grossa radice. D’altronde i gio-
neata, di origine orientale a fio- vani soggetti presi in vivaio
re rosso e poche altre cultivar, (per lo più monogina coltivati
variamente decorativa, proo- come portinnesti) si prestano a
dotte in vivaio per il giardino. lasciarsi manipolare solo
Questa essenza, come la finchè sono ancora sottili. Cre-
maggior parte delle piante spi- scono però molto rapidamente,
nose, produce numerosi getti tanto da potere ottenere del
ad ogni nodo, generalmente materiale con un buon po-
perpendicolari al ramo da cui tenziale, se li si coltiva in pie-
nascono, e ciò dà alla sua na terra o in grandi vasi per
struttura un aspetto intricato e qualche anno allo scopo di
spigoluto. Non è difficile ingrossare il diametro del
perciò trovare dei soggetti tronco e dei rami principali, e
spontanei che la forma del di renderne la superficie sca-
tronco renda interessanti come brosa a simulare una certa età.
Il Biancospino è un piccolo li divisi. Frutti rossi, delle siepi vive per eccellenza
albero spesso cespuglio. rosso-arancio, raramente gialla- e per la densità dei suoi rami
Appartiene al genere Cratae- stri, sub sferici o ovoidali, che e del fogliame esercita una
gus che comprende più di 200 superano raramente 1 cm, con protezione molto efficace
specie e rientra nella famiglia polpa generalmente farinosa, contro il vento, ma anche
delle Rosaceae. Comprende contenente 1-2 noccioli. contro l’intrusione degli ani-
piccoli alberi generalmente spi- Fioritura in aprile-maggio; mali. Il Biancospino si molti-
nosi, alti 2-5 m, con corteccia frutti in settembre, persistenti plica soprattutto per semi: è il
per lungo tempo liscia, tardiva- sui rami per una parte metodo più sicuro per ottene-
mente fessurata, grigio scuro. dell’inverno. re delle piante di dimensione
Foglie alterne, picciolate, gene- I Biancospini hanno una cresci- omogenee, di crescita sicura.
ralmente divise in 3-5 lobi, pro- ta molto lenta (generalmente Biancospino selvatico –
fondi, dentati, raramente di circa 30 cm nei primi 7-8 Crataegus oxyacantha L.
intere. Fiori bianchi, rara- anni) e possono raggiungere Arbusto, raramente albero,
mente rosati o rosa, con 5 peta- età avanzata. E’ l’arbusto alto fino a 5 metri con rami
glabri e spinosi di colore bru- ermafroditi con 5 petali triangolari. I fiori presentano
no rossastro. Le foglie sono bianchi e calice formato da 5 da 1 a 2 stili. I frutti hanno un
alterne, semplici anch’esse gla- lacinie triangolari. Vive princi- diametro di 2 cm e più, sono
bre e presentano un perimetro palmente nei boschi di caduci- di colore giallo bruno e hanno
ellittico oppure obovato con foglie su suolo ricco o anche un sapore simile a quello
una o due incisioni per lato po- degradato dal livello del mare delle nespole. Probabilmente
co profonde. Il margine è rego- ai 1200 m. è presente in tutta originario dell’isola di Creta,
larmente dentellato, la pagina Italia con esclusione delle Iso- è presente in Sicilia e sporadi-
superiore è di colore verde le maggiori. camente nell’Appennino Ligu-
brillante mentre quella inferio- Biancospino Lazzarolo – C. re ed Emiliano.
re è verde glauco ma glabra. I azzarolus L.
fiori compaiono da aprile a Pianta simile al Biancospino Antonio Ricchiari
maggio in infiorescenze co- comune con pelosità più
rimbose terminali con pedunco- densa e foglie con incisure po-
li glabri. I singoli fiori sono co profonde che formano lobi © RIPRODUZIONE RISERVATA
C
i sono alcuni libri che, seppure interessanti,
probabilmente non troveranno mai posto negli scaffali
delle più note librerie o sotto le luci della ribalta. Uno di
questi è, credo, Tōkyō di Rossella Marangoni (ed.
Unicopoli, pp. 151, € 10).
Ad un lettore distratto, il volume potrebbe apparire
l'ennesima raccolta di consigli per avventurarsi nella capitale
giapponese, ma già dalle prime pagine si respira un'aria ben diversa.
Innanzitutto, non si riscontra alcuna sfumatura didascalica: a parlare
è la stessa città, con i suoi quartieri, le sue ombre, i suoi vicoli. Ciò,
senza dubbio, è dovuto al fluire della scrittura, che non segue alcun
itinerario prestabilito, né è scandita dai ritmi svilenti tipici di alcune
guide turistiche; piuttosto, segue l'occhio curioso e mobile
dell'autrice, cerca di dipanare i fili della memoria ed accompagna il
lettore, senza presunzione, in questo viaggio sentimentale privo di
sentimentalismi. E così, ci s'imbatte in una continua scoperta delle
Tokyo nascoste in Tokyo: la città delle contraddizioni svela
inaspettatamente le sue armonie segrete, gli equilibri nascosti e la
folla di personaggi che l'hanno vissuta e plasmata con i loro desideri
e i loro bisogni.
Dietro questa «pittura dal vivo» vi sono mesi di studio e
attenta osservazione: ogni pagina cela una curiosità, un aneddoto,
un frammento di storia o di vita, e lo rivela con naturalezza; e così,
sotto gli occhi del lettore, si schiude un universo in cui si incontrano
e si fondono, in un incessante controcanto, voci presenti e passate,
reali e leggendarie. Un «viaggio da fermo» che continua, una volta
chiuso il libro, nell'animo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Antonio Ricchiari
I
giapponesi, compìti, impeccabili, ri-
spettosi, si presentano come gli eredi di
una civiltà che, per certi versi, non
sembra appartenere al nostro mondo ma
ad un altro, un altro mondo che ha già iniziato
ad illuminare il nostro. A partire dagli anni
’70 del Novecento, il Giappone ha inondato
l’Occidente con oggetti made in Japan e ora ci
seduce con tutta la sua estetica del quotidiano
e, perché no, anche con il fascino della sua
lingua. Oggi tutti parliamo giapponese: usia-
mo parole come samurai, termini come kami-
kaze, dopo la tragica cronaca degli attacchi
dei terroristi, sono parole entrate nel quotidia-
no. Inoltre è nell’uso comune: sushi, karaoke,
ikebana, bonsai, karate, zen, tamagochi, e chi
più ne ha, più ne metta.
Tutto ciò coinvolge ed affascina perché
probabilmente sa di leggerezza eclettica, un
gusto per la commistione dettato da una logi-
ca che non segue la linearità, e nemmeno la
dialettica della nostra logica classica ma,
piuttosto, si modella su canoni improbabili co-
me l’effimero, il piacere ed il gusto per la mi-
niaturizzazione, l’amore esasperato per tutta
>> IL Giappone visto da vicino
la Natura, la convinzione che il mondo artificia- Le ragioni di questa passione sono varie. In
le dei manufatti sia una forza da assecondare parte sono dovute alle limitate opportunità di
senza giudizi morali, perché gli oggetti sono spi- acquisto rispetto alla disponibilità di redditi
riti, kami, così come un suiseki ha il suo kami, elevati. La maggioranza dei giapponesi non ha
anche un computer lo possiede. E tutto questo la possibilità di accedere ad un’ampia gamma
per gli Occidentali, evidentemente, è di diffici- di divertimenti, quindi la moda e lo shopping
le metabolizzazione. in generale rappresentano uno sbocco necessa-
Il Giappone è un Paese dove la sua anti- rio per l’espressione personale e un modo per
chissima cultura ne ha facilitato la modernizza- affermare uno standard di vita migliore. Tutta-
zione, ha vissuto il periodo post-moderno via, dietro al consumo, si trova anche un pro-
prima che ciò avvenisse da noi e tuttavia non fondo rispetto per i protagonisti dell’industria
ha perduto la sua anima antica e sta imponendo della moda. Nel paese del Sol Levante, agli sti-
il proprio gusto estetico perché la sua estetica è listi, agli editori e persino ai buyer dei negozi
qualcosa di immenso, è uno stile di vita, è una talvolta viene attribuito uno status che in Euro-
nuova Via, è un Do. pa e negli Stati Uniti solitamente è riservato
Sono infatti perfetti gli stili e gli oggetti che il alle pop star. Non è affatto insolito trovare co-
Giappone oggi ci propone e che noi siamo ben de di giovani fanatici della moda dormire da-
felici di adottare, sedotti da un’estetica che na- vanti ai cancelli di un negozio dell’ultimo
sconde una morale, quel Do dove non vi è stilista di grido la notte prima del giorno di
nulla di improvvisato. apertura.
I giapponesi hanno una grande passione Questo atteggiamento risale a una tradi-
per il design e la moda. E’ nota la mania dei zione secolare di rispetto e amore per l’abilità
giapponesi per il consumo di prodotti moda. manuale e il design. Nonostante questi valori
L'organizzazione
shintoista di Axel Vigino
S
olitamente l’esposizione in pieno sole è una serra, in cui le strutture stesse della serra UV-
condizione indispensabile per una corretta schermanti ne hanno condizionato la resistenza. Gli
coltivazione, infatti, le ore di luce intese co- esemplari subito esposti al sole diretto, senza un perio-
me ore di esposizione ai raggi solari, sono do di acclimatamento di una settimana sotto
alla base per poter conferire maggior robustezza alla ombreggianti al 30%, hanno mostrato i danni provo-
struttura vegetale. Molte piante necessitano di un irra- cati da un’esposizione repentina a raggi UV. In queste
giamento solare intenso per po- condizioni gli UV hanno provocato necrosi cellulare li-
ter svolgere le loro funzioni mitate alle parti esposte al sole, le decolorazioni
vitali e di conseguenza alloca- tendenti al bianco indicano un danno limitato. Effetti
re biomassa. più gravi sono dettati da bruciature fogliari con relati-
Da questo ne deriva che il so- vi accartocciamenti. Tale effetto, è dovuto ad un feno-
le risulta essere la più meno chiamato di fotoinibizione. Questo, provoca una
importante fonte di energia riduzione dell’efficienza fotosintetica, dovuta ad
che interviene in processi vita- un’esposizione luminosa particolarmente intensa. Il ri-
li indispensabili come la foto- sultato è una degradazione dei pigmenti di clorofilla.
sintesi clorofilliana. Grazie al Molti dei problemi imputabili ad un irragia-
sole, le strutture vegetali in mento solare eccessivo, si riscontrano molto spesso in
via di formazione possono irro- piante coltivate in ombra o penombra per tempi pro-
bustirsi e formare resistenze meccaniche molto lungati, in cui i pigmenti schermanti la clorofilla non
importanti. hanno avuto la possibilità di formarsi, lasciando così
Esistono casi in cui l’esposizione al sole ri- la clorofilla particolarmente esposta alla luce. Uno
sulta essere però particolarmente dannosa, in quanto sguardo alla tonalità di verde degli esemplari esposti
l’intensità è elevata e le t° che si raggiungono in pieno sole può darci un’idea dell’effetto di fotoinibi-
all’interno della foglia sono particolarmente alte. zione. In particolare il genere Pinus è soggetto a tale fe-
Quando si è parlato di malattie non parassitarie in un nomeno. Il colore dei pini esposti in pieno sole è
numero precedente del Magazine, si è menzionato solitamente di un verde pallido, al contrario gli
appunto l’effetto inibente dei raggi UV e per esemplari esposti in penombra hanno un colore molto
l’esattezza: intenso.
Le lunghezze d’onda (λ nm) pericolose, sono La differenza non è solo nel colore, ma anche
raggruppate in tre categorie; UV-A (320-400 nm), UV- nella consistenza strutturale, ovvero i primi hanno una
B (280-320 nm) e la più pericolosa UV-C (200-280 robustezza degli aghi e rami maggiore ma una effi-
nm). cienza fotosintetica inferiore, i secondi, al contrario po-
I danni da radiazioni ultraviolette, provocano co spessi ma con un efficienza fotosintentica
un abbassamento dell’efficienza fotosintetica e quindi maggiore. Un giusto compromesso sarebbe quello di
una limitata produzione di energia utile per la pianta. schermare dagli UV nel periodo di mesi di Luglio e
Da osservazioni effettuate su numerosi esemplari colti- Agosto, in cui il sole è dannoso e non più proficuo.
vati nelle più diverse condizioni di luce, quelle più si-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
gnificative si sono riscontrate su esemplari coltivati in
MISSION STATEMENT
Bonsai Clubs International, a non-profit educational organi-
zation, advances the ancient and living art of Bonsai and related arts
through the global sharing of knowledge. We educate while promo-
ting world relationships through cooperation with individuals and
organizations whose purpose is consistent with ours..
>> BCI News
BCI has published a newsletter, and later, a magazine throughout its history.
Although the name of the publication has changed several times, its purpose has
remained to educate and expose people throughout the world to bonsai and related
arts.
Since 1965 BCI has co-sponsored a yearly convention with one of its member
clubs or associations. These conventions have been held in various locations
throughout the US and world. Sometimes they have been held in conjunction with
other bonsai groups such as the World Bonsai Friendship Foundation or the Ame-
rican Bonsai Society.
BCI maintains a web site to update and inform our members. On it can be found,
among other information, the popular Species Guide, widely used by many in
the bonsai world and a free Vendor Registry. www.bonsai-bci.com
y de una colección
En mis comienzos en el bonsai me senti ansio- de nuevos amigos,
so, desorientado e incluso hasta frustrado. Esto muchos de tierras le-
suele ocurrir cuando estamos en cualquier proce- janas con diferentes
so de aprendizaje, al menos muchos de noso- culturas pero todos
tros hemos pasado por eso. La persistencia es con un lenguaje en
necesaria para lograr el éxito en todo lo que común, bonsái. Comencé en la práctica del
nos proponemos y cuando practicamos bonsái bonsái en marzo de 1989. Unos meses después
esta es absolutamente esencial ya que ninguno Puerto Rico sufrió el embate del Huracán Hu-
de nosotros, aun los maestros, hemos podido go. Como resultado del paso de este fenómeno
evitar sentir ansiedad y frustración en uno que colecte mi primer bonsái que podía conside-
otro momento cuando hemos estado trabajando rarse con potencial de más “seriedad” el cual
con nuestros árboles. Al pasar el tiempo vamos aun conservo. Este árbol fue partido por los
superando estas emociones y el trabajo va ha- vientos del huracán pero su tronco estaba
ciéndose llevadero, agradable y nos proporcio- intacto. Esta experiencia aumento mi interés de
na una gran satisfacción personal. Si yo me continuar colectando árboles. Otro huracán pa-
hubiera dado por vencido cuando comence, só en 1998, Georges. Cuando esto ya tenia una
cuando no tenia suficientes conocimientos de gran cantidad de árboles acumulados. De he-
lo que hacia o las cosas no me resultaban como cho algunos de mis árboles fueron exhibidos
yo esperaba, yo nunca hubiera alcansado tener en la Convención de BCI celebrada en San
la satisfacción que tengo ahora de ver los Juan en esa fecha. Ustedes no imaginan el tra-
bonsái que he logrado crear. Yo comencé a ha- bajo que pase para proteger todos mis árboles
cer bonsai con 5 plantas muy sencillas. Estas de estos temporales.Todos los que cultivamos
fueron el comienzo de mi colección de bonsai bonsái pasamos por alguna adversidad fuera de
nuestro control. El artista de bonsái sabe que sus características, para lograr producir en el
cualquier dificultad que se presente en el cami- los mejores efectos, tiempo para podar,
no “es parte del paquete”, son cosas de las cua- alambrar, estilizar, para alimentarlos y re-
les debemos preservar nuestros árboles y no garlos. Si pensamos no tener tiempo para reali-
dejar que agoten nuestro ánimo. Es necesario zar todo lo que implica hacer y tener un bonsái
que superemos cualquier situación. Cultivar entonces estamos en el pasatiempo equivoca-
bonsái es muy parecido a nuestra vida porque do. El arte del bonsai depende del tiempo de
esta llena de situaciones y retos que debemos su- varias maneras. Aunque es cierto que podemos
perar sin desesperarnos. La perseverancia es desarrollar un bonsái relativamente en poco
una herramienta muy necesaria para poder conti- tiempo sus mejores características no se logran
nuar cultivando bonsái y para superar las situa- de inmediato. El tiempo efectuara el trabajo
ciones de las cuales no tenemos control. estético de madures y refinamiento junto a nue-
stro trabajo y dedicación. Muchos artistas cono-
cidos que trabajan en árboles viejos pueden
El famoso cantante de Tango argentino Carlos hacer un gran trabajo de diseño inicial en ellos
Gardel recitaba en una de sus famosas cancio- sobre una tarima, pero solo los años de segui-
nes que “20 años no son nada.” Hacer bonsái re- miento y refinamiento son los que logran
quiere tiempo. Tiempo para seleccionar el convertir ese árbol en una obra maestra. Hay
mejor material, para estudiar y aprender sobre