Sei sulla pagina 1di 6

LEZIONI DI REGIA

Appunti (da S. M. Ejzenstejn)


LA SOLUZIONE REGISTICA
Si parla della messa in scena di un testo del "Père Goriot" di Balzac e di come gli studenti
interpretato il testo. La prima analisi è quella di un personaggio che si rivelerà un delinquente a
metà del testo, dopo un importante colpo di scena. Si analizzano gli elementi che gli studenti
hanno scelto per rappresentarlo e, mentre la maggior parte di loro tende a vestirlo con abiti chiari,
ben definiti ("nero su bianco"). Ejzenstejn fa notare che il personaggio per tutta la prima fase è
ambiguo, può sembrare pure buono, per questa ragione chiede di optare per colori più ambigui,
magari un abito scuro, sì, ma con accessori di colori stridenti. Si parla anche di un altro
personaggio, una signora che nel libro viene descritta con indosso un visiera. Tutti gli studenti
hanno rimosso la visiera nel loro progetto, perché spaventati dall'idea che possa mascherare le
espressioni. Ejzenstejn li fa riflettere sulle caratteristiche della donna e tutti sono concorsi che essa
possa essere rappresentata con un volatile o come un serpente. Per questa ragione poi, spiega che
l'indicazione del testo era ben chiara e va rispettata: un serpente muove soltanto la lingua, non
usa le espressioni degli occhi. La visiera è un modo ottimo per rappresentare questo concetto.

Si passa a parlare della scenografia, dove uno studente presenta un progetto di una grande
scenografia rappresentante una locanda che nel testo viene descritta come un carcere, per questa
ragione decide di inserire sullo sfondo una fila di gallerie a tre piani tutte collegate da una scala.
Per quanto il pensiero sia giusto, Ejzenstejn si oppone all'idea di una cosa così grande e spaziosa,
perché nonostante la rappresenti, non rende l'idea e la sensazione di prigione e chiede di puntare
l'attenzione, piuttosto, su piccoli dettagli: l'immobilità delle prigioni, il modo in cui il tempo non
sembra scorrere e come tutti fanno le cose con calma, la praticità delle prigioni (esempio della
stanza della sedia elettrica). Si parla poi del tavolo della locanda che tutti rappresentano come
tondo perché volto ad accomunare tutti i commensali oppure perché la forma tonda si unificava
bene con le scenografie. Ejzenstejn accusa tutti di formalismo (dare più importanza alla forma che
alla sostanza, in soldoni) poiché un tavolo tondo sa di familiare, di conviviale, quando in realtà le
persone presenti alla locanda si odiano e non fanno altro che lanciarsi frecciatine. Meglio un
tavolo lungo e rettangolare che possa indicare una gerarchia ben precisa e che possa ben indicare
la distanza tra i commensali. Dice anche che un tavolo rotondo potrebbe essere stata un'ottima
scelta nel caso contrario: se la scena rappresentata fosse di una commedia in cui tutti sono felici e
amichevoli ma, poi, uno dei commensali si rivela essere un carogna, allora il tavolo tondo avrebbe
contribuito a sottolineare la falsità delle apparenze.

Le lezioni continuarono e Ejzenstejn si impegnò molto a sensibilizzare gli studenti al pensiero


dell'autore.

LA MESSA IN SCENA
Spesso Ejzenstejn teneva lezioni con scenografi, attori, musicisti, ecc… perché credeva nella
necessità di sviluppare il soggetto nella maniera più completa possibile. La messa in scena nei film
ha un'importanza immensa. Nel teatro gli elementi della messa in scena vengono fissati durante le
1
prove e le repliche, Nel film essendo l'azione frammentata in inquadrature, la messa in scena è
fondamentale ed è necessario tenerla sempre ben chiara in mente. Secondo Ejzenstejn il dramma
si scopone in atti, gli atti in scene, le scene nella loro messa in scena; nel cinema la scomposizione
continua e la messa in scena si frantuma in nodi di montaggio e il nodo di montaggio nelle
inquadrature singole.

Prima di tutto la scena va impostata sul palcoscenico, poi, in seguito verrà impostato il montaggio
cinematografico. L'episodio affrontato durante le lezioni di Ejzenstejn fa riferimento al movimento
di liberazione dell'isola di Haiti del 1802. La vicenda narrata tratta di uno dei capi delle insurrezioni
che per essere messo a tacere prima viene promosso al grado di generale francese poi, non
essendo questo sufficiente a bloccare la sua insurrezione, viene architettata una deportazione.
Questa deportazione doveva avvenire durante una cena a casa di un prete francese sull'isola di
Haiti dove tutti i militari francesi erano presenti. Durante questa cena, Dessalines, il capo delle
rivolte, è sospettoso ma, sarà grazie all'avviso da parte di un schiava haitiana, che si trova al
banchetto con una bacinella per far lavare le mani, che il capo deciderà di fuggire saltando su un
tavolo e sfondando la finestra.

Come prima cosa si evidenziano gli attori che saranno quindi Dessalines, i militari, il prete e la
serva. Si cerca quindi di definire le dinamiche: perché Dessalines va da un prete, essendo ateo?
Perché va da solo? Perché era per mantenere buoni i rapporti, durante l'organizzazione
dell'insurrezione e si presenta da solo perché era una cena formale per soli uomini, sennò avrebbe
portato sua moglie. Lui è diffidente, ma non può conoscere il tranello. Il prete e la serva
rappresentano due personaggi opposti: uno è quello che lo trascina nel tranello, l'altra è quella
che lo libera.

Gli studenti decidono di cominciare a questo punto a pensare agli elementi dell'ambiente. Servono
quindi un tavolo e una finestra, poi serviranno in seguito le pareti e le porte da cui Dessalines
cercherà una via di uscita. La finestra sullo sfondo o sul lato non può andare perché rischieremmo
di rendere bidimensionale o nascosta la scena del capo sul tavolo. Invece un tavolo in diagonale
con la finestra subito in fondo sembra perfetto. Gli studenti propongono una stanza rotonda per
agevolare l'accerchiamento di Dessalines, ma è sbagliata, perché rende naturale l'accerchiamento
e non si crea nessun crescendo drammatico.

2
Vengono proposte anche alternative, ma questa sembra essere quella più funzionale. In una in
particolare l'attore avrebbe dovuto saltare da una finestra sul proscenio. Una scelta assurda, per
molte ragioni, ma Ejzenstejn si sofferma a sottolineare che niente è assurdo, se c'era bisogno di
una finestra su proscenio, allora così avrebbe dovuto essere. Non si devono accettare
compromessi durante la messa in scena.

Si decide quindi di inserire le porte, si opta per tre porte, così da lasciare più possibilità a
Dessalines di guardarsi intorno prima della decisione estrema.

Generiamo così almeno due luoghi di azione separati. A questo punto però ci sarà da definire le
azioni, così da essere in grado, poi di assegnare ad ogni luogo una precisa azione. Queste azioni
sono:

1. Attesa di Dessalines
2. Arrivo di Dessalines
3. Incontro con Dessalines e inizio accerchiamento
4. Avvertimento della schiava
5. Controllo dell'avvertimento e continuazione dell'accerchiamento
6. Fuga

Ejzenstejn decide di usare quello che lui definisce "Colpo Doppio": come nella Corazzata Potemkin
c'è la folla che scende giù dalla scala e poi viene inquadrata la carrozzella, nella carrozzella l'azione
si ripete però con un aggiunto valore drammatico. Allo stesso modo qua vanno ricreate due
situazioni analoghe in modo che la seconda arricchisca la prima ed aggiunga un nuovo livello di
tensione. Questi doppi colpi devono essere separati, però da una tregua, da un momento di
staticità.

Ogni parte della narrazione deve avere un proprio corrispettivo scenico. In questo caso, nella zona
I metteremo la congiura dei francesi, nella zona II l'inizio dell'accerchiamento, nella III la
rivelazione della schiava e nella IV (che comprende un po' tutta la scena) l'azione della fuga. C'è da
notare come, così, le azioni più importanti (rivelazione e fuga) siano al centro della scena ma su
livelli diversi.

3
Ora possiamo stabilire gli ingressi. Se Dessalines deve trovarsi nella zona II, allora converrà che
entri dalla porta A, così che possa generarsi del movimento al suo arrivo. I congiurati si dovranno
spostare verso la zona II e aprirsi per mostrare l'ingresso di Dessalines. Se invece Dessalines
entrasse dalla porta C, passerebbe in secondo luogo il suo ingresso, potrebbe essere anche non
visto. Si decide di far annunciare l'arrivo di Dessalines.

Nella parte dell'attesa non si fanno riferimenti al complotto? Sì e no. Deve intuirsi ma non
comprendersi a chiare lettere, quindi saranno gesti e sussurri, niente di più. E invece il
suggerimento della schiava? Come sarà articolato? E' meglio non seguire la logica ed evitare che,
partendo dalla pantomina, si passi alle frasi staccate per poi finire in un discorso articolato. Meglio
tornare indietro e spezzare questa sequenza facendo esprimere la schiava solo a gesti.

Si stabiliscono tutte le entrate lentamente, quindi si pensa all'informatore dell'arrivo, poi a


Dessalines, poi alla schiava. Tutto deve essere estremamente naturale, senza movimenti artificiosi.
Una delle soluzioni trovate è quella di inserire una scalinata davanti alla porta A, così che tutti
possano arrivare praticamente dal dietro della scena senza che una porta si apra accanto alla
finestra (che renderebbe inutile il salto dalla finestra). Inoltre questa scalinata è giustificata anche
dall'architettura: la sala dei banchetti, spesso, aveva ingressi con degli scalini perché si preferiva
interrare o, comunque ribassare la stanza rispetto al resto della casa per avere soffitti più ampi.
Tutte queste modifiche sono giuste e necessarie: non bisogna farci obbligare nelle scelte
dall'apparato scenico. Tutto può essere modificato fintantoché non viene costruito, dopo sarà
giustamente impedito. Inoltre un gruppo sulla scala darà un equilibrio compositivo dopo che
alcuni dei generali si saranno spostati da sinistra a destra all'arrivo di Dessalines. ( PICCOLA
ANNOTAZIONE: nel teatro italiano ci si riferisce a destra e sinistra indicando il palco come visto dal
pubblico; nel teatro anglosassone ci si riferisce invece a stage right e stage left in riferimento agli
attori; per usare le indicazioni italiane bisogna usare house right e house left).

La schiava entrerà dalla porta B che deve essere abbastanza ampia per poter interessare a
Dessalines come possibile via di fuga e per dare la possibilità alla fine della scena di far entrare i
ribelli da un'ipotetica veranda affacciata sul giardino.

Quando gli attori si muovono è giusto che facciano si parte di uno stesso gruppo, ma non che siano
dei soldatini (a parte nella parte in cui bloccano le uscite, allora lì devono essere coordinati).
4
Quindi qualcuno starà fermo, qualcun altro invece si muoverà, qualcuno passerà davanti, altri
dietro. Ognuno consapevole del proprio gruppo e ognuno consapevole del proprio personaggio. Il
primo prospetto di movimenti comincia a essere delineato.

Adesso va creata tensione nella prima parte, come? Cosa fa la schiava? "Arma Dessalines contro il
complotto", quindi prima dovrà avvenire un'azione contraria: Dessalines dovrà essere disarmato.
Verrà fatto in modo da sottolineare anche le caratteristiche del viscido informatore che acquisterà
importanza come personaggio e sarà proprio lui a disarmarlo chiedendogli la sciabola prima di
sedersi. Ancora Dessalines sarà sospettoso ma poco al corrente dell'intera situazione, mentre lo
spettatore deve essere in grado di gridare di non farlo, per questo dovremo aggiungere i
commenti prima velati degli ufficiali, poi sempre più intensi, ma alle spalle del protagonista.

Avremo il disarmo nella zona a destra della scena, dove Dessalines si sta intrattenendo con il
prete, a questo punto l'informatore dovrebbe logicamente uscire dalla porta C. SBAGLIATO! Se
esce dalla porta A, avrà modo di mostrare l'arma a tutti i generali e comunicare con soltanto un
gesto il fatto che l'ospite è stato disarmato. Lo schema dei movimenti sarà quindi questo:

Altra cosa importante da sottolineare è che Dessalines non guarda mai in faccia i generali francesi
per un giuramento fatto in precedenza, per sottolineare questa decisione, dovrà però guardare
negli occhi la schiava e, nel momento in cui lancerà la sua accusa salendo sul palco, dovrà
cominciare a scrutare di nuovo il volto dei generali.

Tornando all'ingresso della schiava, dovrà essere un ingresso prima defilato ed essa dovrà
chiedere il permesso per prendere il centro della scena. In che modo comunicherà con Dessalines?
Spostando continuamente la ciotola dell'acqua in cui Dessalines si sta lavando le mani. A quel
punto magari lei si chinerà e lui sarà costretto a chinarsi e a intercettare il suo sguardo. Volteranno
le spalle agli ufficiali e lei con le sole espressioni gli comunicherà il pericolo. Una volta capito il
pericolo Dessalines comincerà a cercare una via di uscita, senza però dare troppo nell'occhio,
quindi si avvicinerà per primo, all'ingresso più vicino.

5
Quello nello schema sopra sembra essere il movimento più coerente. In breve, quando si troverà
nel punto 5, ormai le sue intenzioni saranno chiare a tutti e sarà costretto alla mossa estrema del
salire sul tavolo. Una volta salito sul tavolo, però non correrà immediatamente verso la finestra.
No, lancerà le sue accuse e minaccerà con un candelabro e con qualcosa che faccia scudo. Cosa?
Un vassoio è troppo comico, per cui userà la tovaglia da arrotolare intorno al braccio come in
alcuni duelli. Ma se siamo a un pranzo, come giustificare il candelabro acceso? Cambiando la
sceneggiatura e facendolo diventare una cena, così che poi anche l'arrivo dei ribelli alla fine possa
essere accompagnato dalle fiaccole.

Appena salito sul tavolo dovrà gridare qualcosa e tra le molte frasi, la più adatta è "indietro",
perché è un ordine militare a cui tutti i presenti (a parte il prete) reagiranno in maniera
automatica. A questo punto comincerà a indietreggiare e a cercare l'uscita verso la porta A, cosa
impossibile perché bloccata, ma dovremo lasciare una sedia su cui lui faccia il gesto di scendere
per poi tornare sui suoi passi e lanciarsi verso la finestra. Il gesto ultimo e più grande, sarà quello
di lanciare il candelabro sulla tavola. In quel modo i francesi si avvicineranno alla tavola e la figura
dell'haitiano che spunterà dalla porta o dalla finestra con una fiaccola acquisterà ancor maggiore
importanza. La scena si potrà concludere con un sipario e solo la musica e le grida.

ALTRA ANNOTAZIONE: Questo capitolo, è secondo me, estremamente importante, non perché dia
chiare indicazioni su come eseguire una messa in scena, ma perché rende chiaro il modo di
ragionare di Ejzenstejn e il modo in cui alcune scelte vengono fatte a discapito di altre. Tutto è
ragionato e niente è lasciato al caso. Se si lascia qualcosa al caso si cade di nuovo nel formalismo,
cosa da evitare come la peste.

LA SCANSIONE FILMICA

Potrebbero piacerti anche