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OIKEIOS POLEMOS: LA GUERRA NELLA FAMIGLIA
Nicole Loraux
1
Plat., Menex. 243 e 2-244 a 3.
2 se
All'interno di un'orazione f?nebre, anche par?dica, la ripetizione, potemos... epolemethe, che
mira a presentare questa stasis come una guerra, ? un mezzo per cancellare lo scarto,
tra stasis e a
ideol?gicamente problem?tico, potemos; su questo scarto, cfr., precisamente
un coll?gue, in
proposito degli avvenimenti del 404/403, N. Loraux, Thucydide n'est pas
?Quaderni di storia?, 12, 1980, pp. 55-81, nota 63; Ead., L'invention d'Ath?nes. Histoire de
l'oraison fun?bre dans la ?cit? classique?, Paris-La Haye, 1981, p. 203.
6 NicoleLoraux
non spieghino
(xyngeneia)e l'appartenenza ad una stessa stirpe (homophylon)
il miracolo di questa guerra che ha forma di fraternizzazione. <(Si
mescolarono tra di loro)>:riconciliandosi, certo, come lascia intendere il
seguito del testo. Ma, se appena si voglia ricercare in oruvgtgstav un
commento alla frase precedente, come del resto invita a fare la particella
introduttiva y'ap(<(Lanostra guerra... fu condotta... In effetti...>>),bisogne
ra rassegnarsi a dare al verbo un senso assolutamente diverso, attestato
spesso nella lingua degli storici greci: <simescolarono tra di loro> vuol
dire allora <(ingaggiarono lo scontro>>,cioe <(leostilita?>.Certo, inmaniera
tutta familiare; resta il problema di dare un senso a questo modo familiare
di incontrarsi con le armi in pugno. Probabilmente siamo invitati a
e una guerra
scegliere la prima lettura, la lettura edificante: l'oikeiospolemos
solo di nome poiche - come dira ancora Platone nella Repubblica - e
condotta <<comeda gente destinata a riconciliarsi>>3.La guerra che si
conclude in una festa di famiglia e paradossale; tuttavia, grazie alla virtu'
dell'astuzia platonica, nulla impedisce di vedere nelle ostilita stesse una
manifestazione familiare.
Che la citta sia una famiglia, nel Menessenoe cosa sicura. Bisognerebbe
determinare ancora in quale momento questa famiglia manifesti la
propria essenza in modo piu completo: nell'istante in cui l'odio si
trasforma in riconciliazione oppure in quello della lotta senza tregua, che
mette contro parenti ai loro parenti. La <famiglia>> e latente nella citta ed e
solo rivelata dall'asprezza della stasis?Oppure, nella dimensione familiare
della citta, bisogna vedere un modello (un ideale, forse un sogno)
concepito per porre rimedio allamalattia che la guerra civile rappresenta?
Al di la della sua versione platonica, condensata per meglio esprimere
l'ambivalenza, questa alternativa merita di essere dispiegata per se stessa.
E quanto cercher6 di fare, in quello che vorrebbe essere un semplice
registro dei modi in cui si pensa la guerra nella famiglia, con perfetta
coscienza che qui ci sarebbe materia per una traversata esauriente delle
figure familiari dell'ideologia civica.
Aprendo questo studio con qualche riga del Menessenosu una stasische ha
fatto epoca nella memoria ateniese, intendevo insistere contemporanea
mente sulla rottura introdotta, nel tempo della citta, dall'anno 404-403 e
Con il progetto
sull'ambivalenza costitutiva della nozione di oikeiospolemos.
ben fermo di esaminare il problema a partire di qui, scegliendo di non
operare soluzioni tra due linee di esposizione entrambe ben tracciate.
La prima sarebbe diacronica. Si tratterebbe di registrare, dalla Grecia
arcaica all'Atene classica, le forme successive della rappresentazione
familiate della citta. Dalla poesia politica di un Alceo o di un Solone
(dove per la prima volta la guerra civile, indicata come stasis emphylos,si
3 a 4.
Plat., Resp. V 471
7 Oikeiospolemos
4
Plut., Mor. (SulFamore fraterno) 480 d (= Eur., frg. 975 Nauck, cit. anche da Arist., Pol. VII
1328 a).
5
Arist., Poet. 1453 b 19-22.
8 Nicole Loraux
(<<Nonho mai avuto dispute con lui?>,proclama fieramente)6. Ecco il
tragicomutato in quotidiano. Non affrettiamoci troppo a constatare che
Aristotele, poco preoccupato di pensiero metaforico, nello stesso periodo
fa derivare volentieri la stasis da processi di successione e da guerre
familiari ben radicate nella realta, ocome quella che avvenne ad Hestiaia,
dopo le guerre persiane, quando due fratelli si disputarono l'eredita
paterna>)7.Poiche questo stesso IV secolo vede la guerra dei fratelli, cosi
minacciosa per la citta, capovolgersi nel piu positivo dei rapporti: e
quanto avviene con gli sviluppi del Menessenosulla riconciliazione e, piu in
genere, con la speculazione platonica a proposito della fraternita che
fonda la pace civica, in base all'autoctonia8 o nel quadro della parentela
generalizzata che, nel V libro della Repubblica,unisce tra di loro i perfetti
cittadini. Che pensare poi quando la <<realta>>dei documenti epigrafici va
oltre la finzione filosofica; quando nel III secolo a.C., in un oscuro borgo
della Sicilia, la riconciliazione dei cittadini tra di loro passa attraverso una
cerimonia di ridistribuzione del corpo civico secondo il principio della
fraternita?9
Quando la metafora si incarna nella pratica sociale, chi potra distinguere
ancora in questo ambito di problemi il reale ed il figurato? Supponendo
che, dall'uno all'altro, la frontiera non sia sempre stata piu virtuale che ef
fettiva.
La citta come famiglia: un supporto per la rappresentazione del politico,
ma un supporto che si lascia comprendere solo su un terreno instabile. Al
massimo, si tentera di immobilizzare qualcuna delle figure, nuove o
ricorrenti, sotto le quali questo supporto si e imposto come lo strumento
migliore per pensare la stasis, nel breve tempo dell'azione o nella lunga
durata dei topoi. Cio significa che il percorso sara essenzialmente ateniese -
con il riferimento cruciale rappresentato dalla stasis della fine del V secolo
- e testuale, in quanto i topoi dell'eloquenza viva ci sono irrimediabilmente
inaccessibili.
6
Is., IX 30: oi)?67toxe ?i?upopo? eyevounv.
7
Arist., Pol. V 1303 b 31-37.
8
Plat., Menex 239 a 1-5.
9
Si tratta dell'iscrizione di Nakone, pubblicata da D. Asheri inMateriali e contributi per lo studio
13
Hes., frg. 190 Merkelbach-West, 2; Pind., Pyth 2, 32, (Issione); Oed. R. 1406 e Oed.
Soph.,
Col. 407 (Edipo); Plat., Resp. VIII 565 e 4 (il tiranno). Cfr. anche Apoll. Rhod, I 865 e IV
717.
14
Phonos: Theong., 151; cfr. anche Ephor., FGrHist, frg. 100. Mache: Ale, frg. 70 Lobel-Page,
11 (oltre a Theoc., XXII 200).
15
Sol., frg. 4 West [cit. da Demosth., Or. XIX (Ambasdata) 255], v. 19; cfr. Herod., VIII 3 e
Democr., frg. 249 Diels-Kranz.
16
Aesch., Eum. 863.
17
Se homophjlos e homophyes sono, come per esempio in Platone, termini quasi interscambiabi
li, dobbiamo credere lo stesso di emphylos e emphyes?
11 Oikeiospolemos
18
Od. XV 272-273 (dove ? necessario, contro la correzione di B?rard, mantenere emphylon);
Soph., Ant. 1264; Plat., Leg. IX 871 a 2.
19
Sui l?game di equivalenza tra polis e
phylon ophyle, cfr. G. Nagy, The Indo-European H?ritage of
Tribal Organization: Evidence from the Greek Polis, di imminente pubblicazione nei M?langes M.
Gimbutas.
20
Oltre all'iscrizione cit. a nota 12, ricordiamo
due eccezioni: Eur., Ion 1581 (fondazione
attiche: si notera come dalla parte dellaphyle e Soph.,
dellephylai emphylon compaia guerriera)
Oed. Col. 1385 (ma il termine compare nell'enunciato di uno scandalo: con la
conquistare
lancia la ge emphylios, la terra dove si ? nati, vuol dire confondere la guerra e la stasis).
21
Sulla chiusura del phylon, cfr. G. Nagy, The Indo-European Heritage, cit. L'opposizione
emphylos/othneios (Apoll. Rhod., IV 717) ripete Popposizione oikeios/othneios (a proposito della
quale, cfr. J.-P. Vernant, Ea guerre des cit?s, inMythe et soci?t? enGr?ce ancienne, Paris, 1974, p. 33).
22
Oltre ai termini gi? ricordati (haima, phonos, mache, stasis) emphylios pu? qualificare polemos,
12 Nicole Loraux
tarache, dichostasia, nike, kinesis, sphag?, thorybos, diaphora, kakon, miasma. In Appiano ta emphylia
le lotte civili. Si notera che per Eustazio il conflitto tra Achille e nel
designa Agamennone
libro I dell'Iliade ? una emphylios mache (ad toc).
23
Haima come assassinio: cfr. per esempio Aesch., 520, 650. Haima ? la
Choeph. 66-67,
parentela: //., XIX 111; Od. IV 611 e VIII 583; Pind., Nem. 6, 36; 11, 34; Aesch., Sept. 141;
Eum. 606; Soph., Aiax 1305; Oed. Col. 245; Arist., Pol. II 1262 all.
24
F. Bourriot, Recherches sur la nature du genos, Lille-Paris, 1976, p. 251, nota 42.
25
Cfr. F. H?ritier, Le sperme et le sang, in ?Nouvelle Revue de Psychanalyse?, 32, 1985, pp.
111-122.
26
Aesch., Sept. 694.
27
Eur., Phoen. 19-20; cfr. anche 1051 e 1292, oltre che 790.
28 se il ?sangue
Cfr. Eur., Or. 285 (che cita Aesch., Eum. 230, 261, 608, 653). Inversamente,
di una madre? ? l'assassinio di una madre, nelle Eumenidi, al v. 89, autadelphon haima (il vero
sangue fraterno) non che la parentela.
designa
13 Oikeiospolemos
29
Aesch., Choeph. 650.
30 in ?Glotta?,
Cfr. H. Koller, ?Aiua?, 15, 1967, pp. 149-155.
31
Eur., Suppl. 148.
32 ? evidente in
che la sovradeterminazione della parentela
Aesch., Suppl. 449. Si osserver?
verso: haima homaimon ? per il re il sangue dei suoi concittadini; per le Danaidi il
questo
sangue argivo; per gli Argivi, il sangue degli Egiptiadi.
33 e 934-940.
Aesch., Sept. 681
34
Aesch., Eum. 653, da cfr. con 210-212 e 605 (Passassinio di Agamennone da parte di
Clitennestra non era homaimos authentes phonos-, esse pertanto non Phanno
perseguito).
35 che per Apollo, Issione ? soltanto il primo
Pind., Pyth. 2, 32: haima emphylion. Si notera
a Issione).
omicida (Eum. 1\1 sg.; a 439-441 Atena ha paragonato Oreste
36 il dibattito si ? incentrato intorno al termine authentes: per
Tra gli storici del diritto greco
14 NicoleLoraux
ni da questa specificitA familiare dell'assassinio, ed i tragici probabilmente
si dedicano piui a presentare la famiglia come luogo privilegiato del sangue
versato che non a definire l'assassinio in se. Ma, piu che lo scarto tra
questi due pensieri, il loro incontro costituisce un fatto: la dimensione
familiare dell'assassinio e stata - e sempre - al centro di un vivace
dibattito tra storici del diritto greco; questo dovrebbe impedire che si
classifichi la riflessione tragica sul sangue, come assassinio e come
parentela, nella rubrica delle pure speculazioni letterarie.
Certo, la tragedia gioca sulla parola haima; piui esattamente, fiancheggiata o
no dal qualificativo homaimon, la parola gioca su se stessa. Tuttavia, vi si
vedra ben altro che una ricerca formale o un'arguzia barocca.
Con oikeiospolemos,eccoci finalmente, come sembra, in terreno sicuro:
molto usuale nella prosa classica a partire dalla fine del V secolo, il
sintagma caratterizzerebbe la stasis come guerra familiare nella maniera
piu' semplice e piu neutra.
Oikeiospolemos:la guerra nell'oikos, o tra oikeioi (tra parenti)37. Siamo in
terreno conosciuto. Tranne che, in questo sintagma, a giudicare dalla
maggioranza delle sue occorrenze, la famiglia sembra vista piu come luogo
di concordia che come origine di ogni dissensione. Cosi nel Menesseno,non
senza ironia, Platone concludeva dal carattere familiare della guerra alla
necessaria riconciliazione, che egli radicava - per fare buon peso - in una
consanguineita autentica (syngeneia)38. La definizione della stasis, data da
Platone nel quinto libro della Repubblica,corrobora, questa volta inmodo
serio, l'associazione dell'oikeion e del syngenes.Come per chiosare il
sintagma assente oikeiospolemos,vi si afferma che le ostilita, in quanto esse
si svolgono tra parenti (oikeioi), saranno condotte come tra opersone
destinate a riconciliarsi>>39:cio che evidentemente mira a far scomparire
dalla guerra familiare tutto quanto la nozione potrebbe comportare di
sinistro. Parlare di oikeiospolemos,piuttosto che di stasis, suggerirebbe che
nella citta la violenza non ha avvenire.
Ecco per l'oikeion.Passiamo ora dalla parte del polemos,dove si introduce
un'altra modalit'a. Designando la dissensione come una <(guerra)>, si evita
la parola stasis, dunque tutte le parole associate alla stasis (tra di esse, al
primo posto, c'e phonos,l'assassinio); e si compie soprattutto una fruttuosa
operazione ideologica, sostituendo all'opposizione irriducibile di stasis e
polemosla nozione di un affrontarsi che sarebbe solo una delle specie della
guerra, la specie familiare. Un processo, in ogni modo, che rileverebbe
ancora dalla categoria dell'ordine, categoria nel cui ambito la prosa greca
pensa polemos.
Trattandosi di questa operazione, il mio proposito sara chiarito da due
tappe della riflessione platonica. La prima, nella Repubblica,conserva tra
stasis e polemosuno scarto insuperabile: <<Misembra che, se ci sono due
parole che designano e la guerra e la discordia, vuol dire che ci sono
anche due cose, che si rapportano a due tipi di controversia>>;cio
corrisponde amettere in primo piano la parola oikeiosrimuovendopolemos,
come per preservare la rispettabilita di questo termine40:onnipresente
all'orizzonte del ragionamento, il sintagma oikeiospolemose tuttavia ancora
rifiutato. I1passo sara compiuto nelle Leggi, dove polemossi suddivide in
due tipi: la guerra dall'esterno e quella che avviene nella citta <<eche e
chiamata stasi.0)41. In tal modo, in una sola ed in una stessa opera, viene
inscritto il movimento, che puo essere svelato in tutta la letteratura
ateniese, in virtu' del quale un'opposizione, cardinale nei testi del V
secolo42, ha ceduto il passo, senza tuttavia scomparire completamente,
all'associazione in coppia di due nozioni43.Accade, quanto adAtene, che
il fenomeno possa datarsi con precisione estrema, a partire dagli anni neri
della fine del V secolo, quando si osa pensare la stasiscome una guerra,
poiche probabilmente l'esperienza di una lunga guerra aveva un po'
Ed ancora non e a cuore leggero
logorato il bagliore della parola polemos44.
che la guerra civile viene registrata nella categoria del polemos,benche
quest'ultimo fosse qualificato come ofamiliarew: lo attestano non solo le
reticenze di Platone nella Repubblica,ma anche l'impegno dispiegato da
Tucidide per parlare degli effetti della stasis sulla famiglia senza passare
attraverso la parola oikeios45.
Dunque, tutto sarebbe chiaro: da stasisemphylos a oikeiospolemos,
una duplice
sostituzione - da oikeios al dubbioso emphylos e da polemos a stasis - avrebbe
contribuito ad addomesticare la nozione di guerra nella famiglia. Potrebbe
darsi tuttavia che le cose non siano cosi semplici, come sembrano esserlo
quando si sceglie - come abbiamo fatto - un ingresso platonico per
40
Resp. V 471 a 1-2: ?tra parenti, essi penseranno che sia una stasis e non la chiameranno
guerra?.
?1
Leg. I 628 a-b.
42 e 976-987,
Oltre a Aesch., Eum. 858-869, 903-915 si ricorder? Herod. VIII 3.
43
Cfr. per esempio Lys, XII (Contro Eratostene), 55 e Isoc, XVIII (Contro Callimaco), 31.
44
Sulle metamorfosi di polemos nell'opera di Tucidide, cfr. N. Loraux, Thucydide et la s?dition
dans les mots, in ?Quaderni di storia?, 23, 1986, pp. 95-134, note 98-100. La svolta degli anni
404-403 nell'uso di polemos si pu? percepire in Xenoph., Hell. II 4, 22 (?la guerra che noi
conduciamo contro gli altri?) e Isoc, XVIII 45.
45 gli uni
A III 82, 6, Tucidide afferma che ?il l?game di parentela divenrie pi? estraneo
(allotrioteron) di quello fazioso?: un modo di ribaltare la frase ?il l?game fazioso divenne pi?
16 NicoleLoraux
58
Pind., Olymp. 2, 45 sg.
59 con quanto a III 81, 3.
Si confronti qui YAntigone di Sofocle descrive Tucidide
60
Cfr. Plut., Mor. (SulFamore fraterno) 488 a (vittoria cadmea); Aesch., Eum. 903 (nikes me
kakes); Democ, frg. 249.
61
Cfr. VIII 66, 3-4: rt\v ?Xkr\X(?v ?yvooa?av,... %.. ?yvcoxa... i\ yvc?piuov ?jtiaxov.
62
Gli oikeioi son? in una relazione di conoscenza: cfr. per esempio Is., XII 6 (e IX 30), oltre
a Plat., Eeg V 738 d-e.
63 o che non si
Cfr. Thuc, II, 515: che gli individui si awicinino gli uni agli altri (prosienai)
20 NicoleLoraux
meraviglia e che da questo punto di vista meritano bene di essere designati
come ((compagni?>(hetairo). Tuttavia, cio implica che l'intimita tra
compagni ha cambiato di segno: essa era positiva e costituiva una delle
basi della vita cittadina64,eccola divenuta una semplice associazione per la
morte. E vero che gia nella riflessione generale, consacrata nel terzo libro
al fenomeno sedizioso, Tucidide aveva constatato come ogni familiarita
fosse passata ormai dalla parte della fazione: dire che la stessa parentela di
sangue e divenuta piu <<estranea>> del legame fazioso, corri
(allotrioteron)
spondeva a suggerire chiaramente che, per tutti, adesso questo legame e
piui intimo di ogni relazione familiare65.
Quando la fazione prende il sopravvento sulla parentela, l'intimita
familiare si dissolve, e la guerra civile si installa nel seno stesso dell'oikos.
Ci6 che Tucidide esprime con concisione ma nettamente, sara trasformato
in toposdall'eloquenza politica del IV secolo, da Lisia fino a Demostene.
In talmodo per Demostene, imassacri di Elide si caratterizzano <<per una
tale follia e per un tale furore>> che gli abitanti di questo paese (<si
macchiano del sangue di parenti e di concittadini>> (cnryyevei; aurcov Kaai
noxita; stau(povetv). A sua volta, Lisia evocava la tirannide dei Trenta che
ha costretto gli ateniesi a <<fare la guerra ai loro fratelli, ai loro figli, ed ai
Kai t56i KcaiiroXitai;...iroXeiv... i6gXOV)66.
loro concittadini>>(&6X(poS;
I loro fratelli, i loro figli: in altri termini, in tempo di stasis, il fratello e
ucciso dal fratello ed il figlio dal padre. Chi volesse spingersi oltre, chi
desiderasse preparare, alla maniera romana, una nomenclatura esauriente
dei parenti che si sono uccisi tra di loro e dei rapporti familiari realmente
distrutti dalla guerra civile, di sicuro sarebbemolto deluso. Infatti, quando
fornisce cio che somiglia ad una lista succinta delle principali vittime della
stasis, il testo di Lisia si distingue da un corpus dove, come in Demostene,
Certo, la <lista>>
dominano le generalita sull'assassinio dei syngeneis. ha tutto
l'aspetto di un disegno a schema geometrico e si puo sospettare che la
realta fosse piu diversificata; comunque, per delineare la natura di questi
legami di parentela che secondo l'immaginario greco la stasis avrebbe la
proprieta di dissolvere in modo tutto particolare, bisogna rassegnarsi a
generalizzare partendo da Lisia. Ci si accorgera allora che l'oratore non e
il solo a nominare il fratello ed il figlio.
Torniamo a Tucidide; vi troveremo il padre che uccide il figlio, cio che lo
avvicinino, sono comunque e anche gli oikeioi hanno rinunciato a tutti i loro doveri;
perduti,
per il verbo prosienai, cfr. VIII 66,5 e Xenoph., Hell. II 4,19 (dove avvicinarsi gli uni agli altri
? il segno di un'attenuazione del dissenso).
64 accanto ai syngeneis e ai figli, del
A VI 30,2 gli hetairoi fanno parte, per ogni ateniese,
betatron e oikeion). SuH'efficacia
gruppo dei ?suoi propri? (spheterus auton); cfr. anche VII 75,4 (e
dei legami tra hetairoi nel libro VIII, cfr. 54, 4 e 65, 1.
65 in Isoc, IV (Paneg?rico) 111: ?essi
III 82, 6; cfr. sopra nota 45. Una versione drammatica
onoravano gli omicidi
e
gli assassini dei loro concittadini pi? che i lori genitori?.
66
Demosth., XIX (Ambasciata) 260; Lys., XII (Contro Eratostene) 92; cfr. anche Isoc, IV
(Paneg?rico) 174.
21 Oikeiospolemos
storico presenta come ilmassimo dell'orrore: al di la del disordine67.Da
Esiodo alla commedia antica, l'ordine greco del disordine vuole in effetti
che sia il figlio ad attaccare il padre, non viceversa68; la tragedia da parte
sua non smentisce questa legge, se si giudica dall'enumerazione aristotelica
degli assassinii familiari che costituiscono gli avvenimenti tragici: <<per
esempio, un fratello che uccide suo fratello [...], un figlio suo padre, una
madre suo figlio o un figlio sua madre))69;in questa enumerazione la sola
ad essere <(dimenticata)>e la figura del padre assassino del figlio. Proceden
do ad un capovolgimento cosi notevole, potrebbe darsi che Tucidide
intenda suggerire fino a che punto la stasissia contro natura: il padre, che
uccide il figlio, in lui non annienta solo la citta a venire - scopo al quale si
ritiene che aspiri solo il tiranno, quando uccide i giovani -; egli annienta
soprattutto la propria stirpe, annienta se stesso in questo assassinio in cui
il pensiero greco vede generalmente un crimine di donna70 (ed in effetti la
madre assassina trovava posto nell'enumerazione di Aristotele).
Nell'assassinio del figlio da parte del padre - a prescindere dalla realta
storica di un simile episodio in questa o in quella citta - dunque vedrei
volentieri qualcosa come un simbolo: il paradigma estremo di quell'abo
minio che e la stasis.Quanto al fratricidio, esso come tema potrebbe ben
rappresentare la guerra civile ordinaria. Su questo punto non si osserva
alcuna rottura significativa dalla tragedia ai generi in prosa71:e l'assassinio
del fratello da parte del fratello ad aprire la lista aristotelica degli
avvenimenti tragici e, nel novero dei crimini familiari, questo assassinio e
il solo che Platone dichiari virtualmente <<puro)>, a condizione che sia
compiuto nel corso di una stasis ed in stato di legittima difesa. Allora,
come se lo scontrarsi dei cittadini tra di loro trovasse nel fratricidio la sua
espressione piu compiuta, il testo passa senza transizione dall'assassinio
del fratello da parte del fratello a quello del cittadino da parte del cittadi
no72
I1 figlio, il fratello: come dire che ogni volta, nello scatenarsi dell'odio
civile, si uccide il piu prossimo dei propri parenti e, quasi che se si
misurassero le devastazioni della guerra civile dalla strettezza del cerchio
parentelare che essa colpisce, e la famiglia ristretta che la stasis dissolve,
dividendola. Famiglia reale nella citta74, famiglia come metafora della
citta: lacerando i legami di parentela, la guerra civile scalza una delle basi
essenziali della vita cittadina. La stasis e contro natura.
Tra la stasis innata e la sua forma contro natura, bisognerebbe ancora far
posto alla stasiscome effetto secondo dell'odio nella famiglia; la figura di
quest'ultima e evocata qua e la dai pensatori del IV secolo. Di nuovo,
come nella tragedia, la discordia ha luogo nell'oikos, tranne che essa non
prende tutta la sua ampiezza se non generalizzata a dimensione della citta
tutta intera.Da un disaccordo tra parenti alla divisione nel corpo civico:
questo modello all'occasione e aristotelico, ed il quinto libro della Politica
enumera una stasis derivata da un conflitto tra fratelli ed alcune guerre
civili causate dalla rottura di matrimoni. Da minacciata come essa era in
un Tucidide, la famiglia si e fatta minacciosa: ma, tra la discordia nella
famiglia e la dissensione civica, il relais essenziale - punto nevralgico
nell'ambito di questi problemi - e rappresentato allora dal tribunale: sono
processi che attizzano l'odio tra i cittadini, inAristotele75 come nel quinto
libro della Repubblica76;
nelle Leggi Platone rincara la dose affermando che
l'umanita dopo il diluvio ignorava sia le arti della guerra sia questi
conflitti, interni alla citta, cui si da il nome di <<processi e guerre civili>>
(dikai kai staseis)77.
Cosi nei teorici del IV secolo la famiglia ritorna in primo piano sulla
scena come fonte della guerra civile78. Si potrebbe epilogare su cio che
73
Leg. IX 869 c-d. Si notera che il legislature plat?nico, lungi dal pensare la stasis come una
guerra famili?re, ne fa al contrario la sola circostanza che consenta di dichiarare l'assassinio
di un parente puro e al sicuro da qualsiasi punizione; e la clausola in kathaper suggerisce che,
tutto, non ? assolutamente evidente considerare un fratello corne un nemico
malgrado pub
blico.
74
In un modo meno minaccioso per la sua integrit?, ma altrettanto distruttivo, la famiglia ?
coinvolta dalla stasis sotto il profilo ehe Glotz chiama della sua ?solidariet?
ugualmente
passiva? (La solidariet? de la famille dans le droit criminel en Gr?ce, Paris, 1904 [rist. New York,
1973], p. 456).
75 -
Arist., Pol. V 1303 b 31 1304 a 13 (e 1306 a 33-34). La lezione di questi episodi ? che ?le
dissensioni tra i notabili coinvolgono la partecipazione della citt? intera?.
76
Plat., Resp. V 464 d 7-e 2. Ma ? nella parentela generalizzata, che dissolve le p?rentele
ristrette, che Platone vede il mezzo di evitare le dikai generatrici di stasis.
77
Plat., Leg III 679 d.
78
II libro VIII della Repubblica potrebbe essere studiato in questa prospettiva: ? nel seno
della famiglia ristretta che si tesse il passaggio da una costituzione alPaltra.
23 Oikeiospolemos
questo ritorno suggerisce quanto alla vitalita delle rappresentazioni nere
del legame di parentela. Si puo anche tentare di interpretare questa figura
nel contesto preciso in cui essa e prodotta. Allora si leggeranno questi testi
con l'occhio rivolto a quello che le arringhe private, pronunciate in
occasione di processi effettivi, dicono con insistenza dell'odio nella fami
glia.
In questi discorsi, e doveroso deplorare la dura necessita che costringe a
giungere, nei confronti dei parenti, alla controversia ed alla lotta (np6q
oiFcious;&c(p9paiOat, 4y7vi6a0iat); tuttavia nessuna parte in causa nega
che, quando la parentela si e mutata in odio, si tratti veramente di una
guerra79. I1padre allora si rivela accanito contro il figlio; questi discorsi
pero parlano soprattutto dell'odio che aizza il fratello contro il fratello,
enumerandone tutte le varianti80. In tal modo i processi mettono in
discussione quegli stessi legami che, in Tucidide o in Lisia, erano dissolti
dalla guerra civile.
Trattandosi di retorica giudiziaria, bisogna sempre tener conto dell'ampli
ficazione: certo, le parti in causa, che attaccano in tribunale il proprio
fratello e si lamentano di esserne state costrette, rappresentano il piu'
logoro dei topoi.Tuttavia, non c'e toposche non esprima la verita di una
situazione e da tutte queste dichiarazioni risulta evidente, inmodo appena
paradossale, che, se la famiglia e il luogo dove l'odio e il piu' terribile, cio
avviene poiche bisogna vedere in essa la fonte di ogni valore. Cosi, un
certo cliente di Lisia intende commuovere i giudici affermando, quanto al
suo avversario, che o(grazie a lui, tutti i rapporti tra gli uomini divengono
talmente sospetti che, vivo o in punto di morte, si preferirebbe piuttosto
aver fiducia nei peggiori nemici che nei parenti piu' prossimi (toisoikeiota
tois)>1.
Mettere in evidenza l'odio familiare e ancora un modo, certo indiretto, di
proclamare il valore eminente della famiglia: si tratta, com'e probabile, di
una delle dimensioni di cio che si e soliti definire <la crisi del IV secolo>,
attraverso cui nella citta di Atene sorge la tentazione di dare alla famiglia
la precedenza sulla citta. Per misurare la forza di una simile tentazione,
abbandonando la prosa dell'eloquenza giudiziaria, bisognerebbe tornare di
nuovo a quella degli oratori politici. Vedremo un Demostene giustificare
la legge sull'adulterio - che autorizza ad uccidere l'amante colto in
79
Controversia, lotta: Lys., XXXII (Contro Diogiton?), 1; Is., I 6-7, 34; guerra (polemein): Lys.,
XXXII 22; Is., I, 15; IX 37. Odio: Is., I 9, 10, 33 (dove echthra si oppone a oikeiotes); II 29 (i
fratelli divenuti echthrot); V 30.
80
U padre contro i figli: Is., VI 18 e 22. I fratelli: ? il tema delle orazioni I (Successione di
Chirone: cfr. 9-10) II (Successione di Men?ele: cfr. 29, 40); l'orazione IX (Successione di Astifilo) tratta
di cugini contrapposti l'uno all'altro, ma rinvia ad un odio tra fratelli (16-17,20,23,31) anche
se, essendo uno di loro passato per adozione in un'altra il termine adelphos viene al
famiglia,
suo aecuratamente evitato; Podio tra zio e ?ip?te nell'orazione VII (Successione di
riguardo
Apollodoro) ? sempre una versione dell'odio tra fratelli.
81
Lys., XXXII 19.
24 NicoleLoraux
flagrante delitto - <<poichesono le stesse che ci proteggono contro gli
oltraggi e contro le violenze quando combattiamo il nemico, ed e per esse
che ci e permesso di uccidere addirittura gli amici...>. Demostene
aggiunge: <<Non si nasce amico o nemico (oi) -y7vo; F.ativ )
(pxkoIv icat
sono gli atti a determinare le due categorie>>82.
ncokXjikov): e un
L'<<amico>>
altro modo di nominare il concittadino: se ne dedurra che in nome della
famiglia tutto e permesso, addirittura di uccidere un altro ateniese.
Ancora piu' significativa e un'affermazione di Eschine, nel fuoco di un
processo politico rivolto contro Demostene. Costui infatti, alla morte di
Filippo, non ha avuto paura a fare un sacrificio di ringraziamento, benche
avesse appena perso una figlia; situazione che, all'indirizzo degli ateniesi,
ispira ad Eschine questo slancio indignato:
Colui che non ama gli esseri che gli sono piu cari e piu prossimi (td piXtcta Kcu
oiKsltkata Ybgata) non sapra mai apprezzarvi, voi che gli siete estranei (Toeu;0Xo
tpiou;)83.
((Voi che siete estranei: apparentemente Eschine si aspetta che sia
normale, per il suo auditorio come per lui, che questa sia la definizione
dei concittadini. Evidentemente, ogni valore si e rifugiato nella famiglia.
Com'e probabile, ci siamo allontanati un po' da quella stasis familiare, che
costituiva il nostro oggetto di studio. Ma era importante suggerire la
gravitA dell'accusa mossa instancabilmente contro la guerra civile, accusa
che le imputa di essere responsabile di distruggere la famiglia nella citta. I1
fenomeno emotivo si concentra certo sulla famiglia reale, e questo
contribui probabilmente a dissuadere gli oratori dallo spingersi oltre,
verso la figura che farebbe della famiglia una metafora della citta. Pero,
tutti gli elementi di questa riflessione piu teorica sono la, a portata di ma
no.
Dopo la stasis contro la famiglia, e venuto ilmomento di studiare la figura
inversa - la parentela contro la guerra civile - nell'ambito di un dossier
dove le rappresentazioni opposte sono sostenute con uguale convinzio
ne.
Allora, contro la guerra civile, la citta si trasformera in famiglia.
Contro la guerra civile, la parentela civica. Poiche la famiglia e una delle basi
essenziali della citta, contro la stasisnon potrebbe esserci arma ideologica
piu efficace del richiamo alla parentela. Secondo Senofonte, e appunto
questa la strategia che, nell'Atene del 403, presiedette alla riconciliazione
nel seno del corpo civico.
Al riguardo, e molto significativo un discorso - reale o fittizio -
pronunciato da un democratico alla fine della battaglia di Munichia, dove
82
Dem., XXIII (Contro Aristocrate), 55-56.
83
Aeschin., Ill (Contro Ctesifonte), 78.
25 Oikeiospolemos
per la prima volta i Trenta avevano subito una sanguinosa sconfitta ad
opera di coloro che avevano esiliato. Avanzandosi tra i due fronti di
cittadini, Cleocrito, araldo degli iniziati di Eleusi e combattente per la
democrazia, si rivolge allora alle truppe degli oligarchi. Dopo aver
elencato le attivita condivise che costituiscono la sociabilita ateniese,
l'oratore conclude con un appello ai legami di parentela, come se solo
questo tema potesse provocare nei cittadini il soprassalto salutare che
mettera fine alla stasis:
Nel nome degli dei del nostri padri e delle nostre madri, nel nome della parentela
attraverso il sangue, della parentela attraverso il matrimonio e dell'essere
compagni - poiche tutti questi legami uniscono molti tra di noi gli uni agli altri -,
[...] smettete di agire male nei confronti della patria, e non obbedite ai Trenta, i
piu empi degli uomini84.
96
Citazione da G. Glotz, La solidarit? de lafamille, cit., p. 90.
97
Isoc., IV (Paneg?rico), 120-125.
98 corne un modello
Sparta illustra storicamente quello che Isocrate ha svolto mitico
con una discordia al suo pi? alto grado (Isoc., ivi, 177); Yoikeiotes
tragico: tutto vi comincia
spartiata ? sia il rapporto di parentela che unisce i cittadini alla massa, sia l'espressione
28 Nicole Loraux
ir?nica di un rapporto di violenza (182); gli Spartiati son? dei criminali che osano uccidere i
loro fratelli e i loro hetairoi (184); essi hanno fatto molto maie ai loro parend (207,220).
99 a: rcavTe? ??etapoi...,
Plat., Resp. III 414d-415 uf|TT|p Kai xpocpo?.
too
per je reg0je d'iiso dei termini di parentela, Resp. V 461 d.
101
La base ling?istica di questa costruzione te?rica consiste nel togliere qualsiasi senso
all'uso ordinario e pronomi possessivi: cfr. Resp. 462 b-c, 463 e 3-5, 464 c-d. Si
degli aggettivi
tratta di evitare la situazione, drammatizzata da Sofocle ne\YAntigone, in cui l'enunciato di
?mi?? ? esclusivo di tutto il resto, a cominciare dalla citt? (cfr. per esempio il v. 48).
102
Resp V 464 d-e. Cfr. anche 459 e, 465 a-b.
29 Oikeiospolemos
Menesseno; una delle sue designazioni eraphilia homophylos,
ol'amicizia di una
Ad essa si aggiungeranno imatrimoni della Repubblica,
stessa stirpe>>"'3.
fondati di necessita poiche essi accoppiano uomini e donne il piu' che
possibile ((diuna stessa natura>>(homophyeis)104.Sempre in ambito platoni
co, bisognerebbe ancora evocare lo Zeus homophylos delle Leggi, testimone
del cippo dell'amicizia, il quale veglia a che nessun conflitto di vicinato
opponga gli oikeioipolitai,i concittadini che tutto riavvicina'05.Si potrebbe
addirittura fare un'incursione in Aristotele: Aristotele che, contro Plato
ne, non ha smesso di proclamare che non si fa una citta con cittadini che
siano simili, ma che, quando riflette sulle condizioni di sopravvivenza di
una citta, riconosce volentieri come, per evitare la stasis, si riveli efficace
l'appartenenza ad una stessa stirpe (to homophylon)106.
Tuttavia, ci soffermeremo piu a lungo sul modello dei fratelli, per il suo
ricorrere tanto dalla parte della famiglia unita quanto dalla parte della
famiglia dilaniata. Nel tempo in cui Eschilo fondava la storia degli Atridi
sulla rivalita di Tieste e di Atreo, Erodoto non si stupiva affatto che il
tradizionale disaccordo tra le due famiglie regali di Sparta traesse origine
dalla discordia iniziale di due fratelli107;pero, quando la politica e
immaginata sulmodello della parentela, e altrettanto ovvio che i cittadini
siano ((tutti fratelli>>(pantesade/phoi),come nella Repubblica.
Adelphoi sono i fratelli di sanguel08; e, di fatto, piu di una volta,
l'appellativo di syngeneissi specializza nella designazione di questi consan
guinei per eccellenza'09. Chi crede alla syngeneia di tutti i cittadini tra di
loro, li dichiarera dunque fratelli. Quando Lisia, evocando i democratici
ateniesi del 403, dice che quelli di loro che rientrarono in citta hanno
manifestato (<pianifratelli>>(OekX(pa-r&
PouXei1ata) agli atti di coloro che
sono morti nei combattimenti per la liberta, forse usa solo una metafora
molto logora, dalla quale non si potrebbe dedurre che il tema della
fraternitA fosse effettivamente al centro della restaurazione democrati
cal ". In Platone e esplicita, al contrario, la fraternita come figura
103
Menex. 244 a.
104
Resp. V 458 c,
con la sinonimia homophylos/-phyes, ricordata sopra, nota 17.
105
Eeg VIII 842 e - 843 a.
106
Arist., Pol. V 1303 a 25.
107 di adelphus eontas deve tra ?bench?
Herod., VI 52: si noti che la traduzione scegliere
e erano in disaccordo?, mentre il testo
fratelli, essi erano in disaccordo? ?perch? fratelli, essi
greco lascia aperte tutte le possibilit?.
*08 i
Cfr. E. Benveniste, Vocabulaire, cit., I, pp. 212-214; adelphos designa originariamente
fratelli in quanto usciti dalla stessa matrice, cosa che ha a lungo contribuito a la
collegare
discussione del termine alia questione del matriarcato: cfr. P. Kretschmer, Die Griechische
in ?Glotta?, 2, 1910, pp. 201-213 e J. Gonda, Gr. ??eAxpo?, in
Benennung des Bruders,
?Mnemosyne?, 15, 1962, pp. 390-392.
109 30 con le
Soph., Oed. Col. 1387-1388 e soprattutto Is., VIII (Successione di Chiron?),
osservazioni di F. Bourriot, Recherches sur la nature du g?nos, cit., p. 219.
110 tuttavia ad Antigone 192 (??etap? xc?v?e KnpC?a? ?x?),
Lys., II (Epitafio), 64. Da accostare
dove il significato ?fratello? ? tutto tranne che neutro.
30 Nicole Loraux
111
Plat., Menex. 238 d-239 a, da accostare a Ill 414 d-415 a.
Resp. Sull'opposizione
ancora Ant.
adelphos/dulos, cfr. 517.
112
Resp II 362 d [cfr. Dem., XIX (Ambasdata), 238]. L'idea risale almeno zlWd?ssea (XVI
95-96 e 115-116).
113
Leg. IX 880 b 5: il fratello posto al primo rango dei rapporti di parentela fittizi che
esprimono la cittadinanza.
114
Resp. V 414 d-415 a. Si notera che, nel Timeo (18 d 1-2), il riassunto della Repubblica mette
sorelle e fratelli in testa all'enumerazione
115 degli homogeneis.
Leg. I 627 d 9 (?quei fratelli di cui stavamo parlando?). Ma il termine ?fratello? non era
ancora stato forse era in filigrana nella definizione dei cittadini corne ?syngeneis
pronunciato;
nati dalla stessa citt??. Cfr. anche, per il passaggio dal fratello al cittadino, Leg. IX 869 c 7-d
2.
116
Ci sarebbe molto da dire su quell'idiotismo plat?nico che ? l'uso di adelphos in posizione
di aggettivo per denotare la parentela o l'affinit? delle due nozioni. Alcuni in una
esempi
lunga lista: Phaed. 108 b 6 (crimini fratelli); Phaedr. 238 b 4 (desideri tra loro fratelli); Resp. VI
511b (scienze sorelle), oltre a VII 530 d che sottolinea l'origine pitag?rica di una simile me
t?fora.
117
Secondo l'editore del testo, D. Asheri, questa procedura non troverebbe in
?analogie
31 Oikeiospolemos
procedura evidentemente lo e molto meno se viene riferita all'immagina
rio familiare e fraterno della citta, un immaginario di cui ci si e sforzati
qui di suggerire la coerenza.
Ecco dunque l1'affratellamento>> di Nakone. Dopo la pubblicazione delle
iscrizioni di Entella, sappiamo bene ora come si svolgessero le operazio
ni 18; ci si limitera a commentarne le modalita essenziali. C'e stata una
controversia (diaphora),che tutto autorizza ad assimilare ad una guerra
civile'19. Una volta tornata la calma, si tratta di organizzare la riconcilia
zione (dialysis).All'occorrenza, cio consiste nel suddividere per meglio
unire: nel distribuire la citta tutta intera in gruppi di cinque fratelli, una
procedura che ha lo scopo ultimo di riunificare il corpo civico grazie alla
sola forza della fraternita120
Cosi, per estrazione a sorte, sono costituiti gruppi di (<fratellielettivi>>
(ade/phoihairetoi)2. Di per se, un simile enunciato non manchera di
sorprendere lo storico delle istituzioni, abituato alla fortissima opposizio
ne che il pensiero politico greco segna appunto tra elezione ed estrazione a
sorte.Ma si tratta veramente di un problema di istituzioni? Certo, in un
simile contesto hanno significato tanto l'estrazione a sorte quanto il titolo
di fratelli elettivi: bisogna rimettersi al caso dell'estrazione a sorte per
evitare che, in ogni gruppo di fratelli, l'ostilita ideologica, che separa due
((avversari)>(hypenantiof), non si duplichi in un solido odio personale'22;
tuttavia, allo stesso tempo, bisogna suggerire ai cittadini, cosi designati,
che essi sono <<scelti>>, scelti gli uni per gli altri, nella prospettiva di una
fraternita indefettibile. Se comunque ci si continua a stupire che il
prodotto di un'estrazione a sorte prenda nome dall'elezione, per chiarire
1'espresioneadelphoihairetoi,ci si potra aiutare con un passo del Menesseno:
nessun'altra citt? di istituzioni di tipo greco?, cosa che spingerebbe a c?rcame i modelli
cit., p. 1035). Tuttavia Asheri ammette
altrove (Osservazioni storiche sui decreto di Nakone,
f?cilmente che Nakone si trovava in ?un creuset de cultures, toutes d?sormais en phases
les cit?s grecques: le d?cret de
diverses d'hell?nisation? (Formes et proc?dures de r?conciliation dans
Nakone, in Symposium 1982, Valence, 1985, p. 138).
118 n. III dei Materiali e contributi per... Entella, cit.
? l'iscrizione
119 in
Bisogna forse, corne prospetta I. Savalli (Alcune osservazioni sulla terza iscrizione da Entella,
Materiali e contributi, cit., pp. 1060 sg.) interpretare l'assenza del termine stasis come un segno
della portata ristretta della dissensione? Cos?, in Senofonte (Hell. VII 4, 15) diaphora designa
una stasis larvata. Credo pero, come lo stesso autore, che l'uso di diaphora consista forse in un
eufemismo in Menex. 243 d ma il termine anche funzionare come
(come 5); pu?
rappresentazione conglobante del conflitto (cfr. per esempio Resp. V 471 a).
12^ Costituzione di gruppi di cinque intorno ad un n?cleo di due avversari, poi ripartizione
di tutto il corpo c?vico secondo lo stesso principio: su queste due tappe, Asheri, Osservazioni
di cinque ? un simbolo di integrazione, in
storiche, cit., pp. 1038 sg. Si ricorder? che il numero
numer?se tradizioni come nella filos?fica dei greci, dove ? il
indo-europee speculazione
?numero nuziale?: Resp. VIII 546 b-d, oltre a Plut., Mor. 388 a-b (Sulla E di Delfi); 429 b-d
e Osiride).
(Sulla scomparsa degli oracoli); 374 a-b (hide
121 a sorte: linn. 15-17 e 22-27. Fratelli elettivi lin.: 20.
Estrazione
122
Come osserva D. Asheri, Osservazioni storiche, cit., pp. 1037 sg.
32 Nicole Loraux
qui Platone oppone un titolo elettivo (hairetos)a quello che si detiene fin
dalla nascita (ek genous)23. Ipotizziamo che, in questa opposizione ek
genous/hairetos,la nascita sia il termine sottolineato, e che infine la sola
funzione di hairetosconsista nel suggerire come ci sia stata una procedura
di designazione: in rapporto a genosche designa la natura, hairetosindica
solo un reclutamento di tipo politico, e dunque contrattuale. Se torniamo
ora ai nostri siciliani del III secolo, e sicuro che gli abitanti di Nakone,
decisamente platonici, con il titolo di fratelli elettivi senza dubbio
volevano solo opporre alla fratellanza naturale quella che associa tra di
loro cinque cittadini in virtu' di una decisione umana (direi: in virtu' di
una finzione?). I1problema dunque non e problema di istituzioni, ma di
rappresentazione della parentela (naturale o fittizia: quella degli adelphoie
fittizia e riconosciuta come tale). Cio ci invita a guardare piu da vicino
che cosa avvenga in questa iscrizione, della famiglia, reale o metaforica.
Nella sua forma codificata di parentela legale (anchisteia), la famiglia reale e
tenuta fuori. A due riprese, durante l'estrazione a sorte dei primi trenta
gruppi24, poi quando il resto della cittta e suddiviso secondo lo stesso
modello, si precisa che i cinque <<fratelli>>
non debbono intrattenere tra di
loro nessuno di quei rapporti di parentela che definiscono l'anchisteia,
esclusa in quanto tale da questa procedura straordinaria, nella legge
consuetudinaria esclusa dai tribunali125.Mentre separa gli adelphoicosi
radicalmente dalla loro parentela naturale, la comunita dei Nakonaioi
riconosce che la stasis passava di fatto attraverso le relazioni familiari126, e
mette al bando la famiglia per fondaremeglio la riconciliazione. Coglien
do la stessa occasione, afferma l'autonomia delle fratellanze assolutamente
nuove.
Adelphoi hairetoi:una parentela fittizia, integralmente civica, ma che in
nessun caso potrebbe costituire nella cittAuna struttura istituzionale127.Se
il decreto si preoccupa di organizzare il futuro in modo che, ogni anno
alla stessa data, i cittadini siano in festa <<secondo gli affratellamenti>> (kata
tas adelphothetias),
probabilmente bisogna intendere che i gruppi di fratelli
non hanno altra finalita se non quella festiva128:dunque simbolica, poiche
123
Plat., Menex. 238 d 4.
124
Sulla costituzione di questi primi trenta gruppi, estratti a sorte sulla base di due liste di
trenta avversari stilate dalle due parti avverse, cfr. linn. 13-19.
125 i di svolgere le
Vanchisteia definisce nella circostanza gradi di parentela che impediscono
funzioni di giudice in un processo: cfr. I Savalli, La terza iscrizione, cit., p. 1063 (con bibliogra
f?a).
126 a una fazione
Si aderisce sulla base delle relazioni familiari: cfr. per esempio Xenoph.,
Hell. V 3, 17 (Sia (piXiav fj ?i? oDyy?veiav tc?v cpuya?cov). A Nakone evitare che la
bisogna
ricostituzione di un n?cleo famili?re, anche ridotto al minimo, reintroduca le discordie.
127
Cfr. I. Savalli, La terza iscrizione, cit., p. 1064; diversamente S. Alessandri, Sulterzo decreto da
Entella, inMateriali e contributi, cit., pp. 1053 sg.
128
Si ricorder? la ?gioia? dei ritrovamenti nel Menex. 243 e l'evocazione della panegiria delle
anime in Resp. X 614 e.
33 Oikeiospolemos
il tessuto stesso della festa e costituito da questi legami di reciprocita che
uniscono tra di loro gli antichi nemici divenuti fratelli e mescolati agli
altri cittadini'29.
La parentela degli adelphoihairetoie tutta simbolica. Tuttavia, il paradosso
(e l'interesse) del decreto di Nakone e che essa sia pensata come
consanguinea, e non come semplicemente classificatoria: la procedura
infatti non istituisce phrateres130, ma appunto adelphoi.Adelphoi come gli
autoctoni del Menesseno,come i cittadini della Repubblica.Non sorprende
quindi che la cerimonia annua, istituita dal decreto, debba comportare un
sacrificio agli antenati ed allo stesso tempo alla Concordia: il culto di
Homonoia e politico131, il culto dei Genetoresraccoglie tutti imembri di
una stirpe nella celebrazione di uno stesso passato mitico.
I fratelli, dunque: una finzione, ma una finzione vera. La <<creazionedi
una consanguineita>>; una <<parentela artificiale)>132, la stessa che Platone
fondava su una menzogna convincente. Una consanguineita generica per
rimettere le relazioni familiari al loro giusto posto nella citta: in ogni caso,
fuori dal simbolico. Una fraternita civica per dimenticare la divisione.
Siamo molto lontani dalle fratellanze omeriche che si costituivano dalla
vendetta e per la vendetta133,molto piu vicini alle <(parentele>> ellenistiche
(penso a quelle comunita che si chiamano syngeneia e danno ai loro
membri il titolo di <<fratelli>>)134.
Ma soprattutto: siamo nel filo diritto di
un pensiero della citta sotto metafora familiare.
B tempo di mettere fine a questo percorso, gia molto lungo benche ci si
sia contentati di rinvenirvi qualche figura di una' combinazione a tre
termini tra stasis, famiglia e citta: anche se si e solo cercato di suscitare
129
Non credo, come D. Asheri, che la riconciliazione nazionale sia l'imitazione delle
cerimonie pr?vate di affratellamento (Formes etprocedures de r?conciliation, cit., p. 141): Kax? x??
??etapo?exia? (lin. 33) mi sembra rinviare alla procedura civica da poco istituita e non a un
passato di pratiche non mi sembrano
private; an?logamente gli adelphoi hairetoi destinati ad
altro che a un'attivit? simb?lica (diversamente D. Asheri, pp. 140 sg. il quale crede che i
fratelli votino a
maggioranza).
130
Se ne lamenta D. Asheri (Osservazioni storiche, cit., pp. 1043 sg.) perch? i phrateres
costituiscono sempre una parentela classificatoria (cfr. E. Benveniste, Vocabulaire, cit., I, pp.
212-214), cosa che gli sembrerebbe pi? appropriata alla creazione di fratelli elettivi. Ma
che non ha alcuna esistenza istituzionale, ? assente dalle costruzioni nei
phrater, ideologiche,
testi corne nelle pratiche dei cittadini di Nakone.
131
Corne quello di Demokratia, che secondo alcuni storici sarebbe stato istituito ad Atene a
135
Alcuni esempi, in numero certamente limitato: Lys., XII (Contro Eratostene), 34 e 92 (83,
dove sono enumerati fratelli? si spiega nella prospettiva della ?solidariet?
?padri, figli,
passiva? della famiglia, quando i tiranni vogliono uccidere i loro avversari insieme con la
loro discendenza); Isoc, IV (Paneg?rico), 121, 184; Plat., Resp. V 463 e 5; Tim. 18 d 1-2; Eeg IX
880 b 5.
136
Genos, dalla nascita al lignaggio: cfr. F. Bourriot, Recherches, cit., pp. 212-219.
137
Syngeneia o i rapporti orizzontali tra consaguinei per esprimere i legami che uniscono i
congeneri.
138
S?ll'?sotes come ideale del vincolo fraterno, di cui kratos ? la realt?, si rileggeranno le
Fenicie di Euripide.
35 Oikeiospolemos
che nasce effettivamente dall'interno del phylon, invece di essere importato
dall'esterno, come vuole una soluzione confortevole. Comincia l'intermi
nabile confronto di stasisemphylose di oikeiospolemos...
Bisogna tentare, con i greci, di pensare la guerra nella famiglia. Formulare
che la citta e un phylon:ne consegue che la stasis e il suo rivelatore. Fare
della citta un oikos:all'orizzonte di oikeiospolemossi profila una festa di
riconciliazione. Ed ammettere infine che la tensione tra queste due
operazioni non e di quelle che si risolvono.