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Il Carro del Sole e la Verit sollevata dal Tempo


di Domenichino in palazzo Patrizi Costaguti
nel contesto della polemica intorno
allUltima Comunione di san Gerolamo

Stefano Pierguidi

Nel 1934 Jacob Hess sugger che laffresco di Dome- preparatorio di Domenichino a Windsor Castle (fig.
nichino in palazzo Patrizi Costaguti fosse stato ese- 2), ha anche sottolineato come il tema del Tempo,
guito in due fasi distinte, datando intorno al 1614 il non semplicemente il Carro del Sole, fosse fin dalli-
Carro del Sole e intorno al 1621, al tempo in cui Ago- nizio il soggetto principale della decorazione3. In
stino Tassi eseguiva la quadratura, la Verit sollevata realt laffresco di palazzo Patrizi Costaguti com-
dal Tempo e i putti negli altri tre scomparti laterali positivamente e iconograficamente disomogeneo,
(fig. 1)1. Nel suo famoso saggio Veritas filia Tempo- poich il tema della Verit sollevata dal Tempo dovet-
ris del 1936 Fritz Saxl analizz laffresco di Domeni- te essere inserito dallartista in un secondo momen-
chino alla luce del concetto platonico del Sole come to, come risposta allaccusa di plagio mossa da Gio-
personificazione del Bene, sottolineandone quindi vanni Lanfranco alla pala daltare di Domenichino
lunitariet da un punto di vista iconografico2. Lin- con lUltima Comunione di san Gerolamo (1614;
terpretazione dello studioso stata unanimemente Roma, Pinacoteca Vaticana).
accolta, e Richard E. Spear, analizzando un disegno Nel disegno di Windsor Castle il Carro del Sole

1. Domenichino
e Agostino Tassi,
Il Carro del Sole
e la Verit sollevata
dal Tempo, Roma,
palazzo Costaguti
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2. Domenichino, preceduto da quello dellAurora e seguito dalle Ore nel giardino di Armida, raffigurato ad esempio in
I carri del Sole danzanti; in basso si riconoscono Titone e Cefalo. A dipinti assai celebri di Annibale Carracci (1601-
e dellAurora,
Windsor Castle, Spear si deve lindividuazione della principale fonte 1602 circa; Napoli, Gallerie Nazionali di Capodi-
Royal Collections iconografica dellinvenzione, il fregio di Baldassarre monte) e dello stesso Domenichino (1620-1621
Peruzzi alla Farnesina, che si affiancava naturalmen- circa; Parigi, Louvre)10. Il perch di tale scelta facil-
te alle decorazioni soffittali di Guido Reni e di Guer- mente intuibile: la relazione tra gli affreschi di
cino nei casini Borghese (oggi Pallavicini-Rospiglio- Domenichino e Guercino veniva sottolineata dalla
si; 1613-1614) e Ludovisi (1621)4. Domenichino raffigurazione dei carri, un motivo particolarmente
aveva ambiziosamente progettato un affresco che adatto alla decorazione di volte e soffitti.
costituisse una sintesi dei precedenti romani pi Una volta ricostruito il processo attraverso il quale
illustri nella tradizione iconografica dei carri cele- Patrizi arriv alla selezione dei soggetti degli affre-
sti5. probabile che fosse il committente stesso, schi commissionati a Domenichino e Guercino, la
Costanzo Patrizi, a suggerire quel tema. Nato nel lettura di Spear secondo cui il tema centrale del
1589 e nominato tesoriere generale da Paolo V nel disegno di Windsor sarebbe il Tempo stesso si rivela
1615, egli era stato riconfermato in quel ruolo da poco convincente, anche perch il Tempo non il
Gregorio XV nel 16216: non sorprende, quindi, che protagonista neanche della composizione finale,
egli si ispirasse ai due cicli pi noti commissionati dove al centro del discorso allegorico in effetti la
dai due cardinal nepoti di quei pontefici7. Anche Verit, condotta dal padre verso il Sole. Il cambia-
laccostamento del tema del Carro del Sole a quello mento fu quindi radicale: nessuno aveva mai raffi-
di Rinaldo e Armida deve essere stato suggerito dal gurato prima il tema della Veritas filia Temporis
casino Borghese. Nei due ambienti minori ai lati associato al carro del Sole, e nessuno lo avrebbe fatto
della sala con laffresco di Reni, Domenico Passigna- in seguito. Lo stesso Poussin, che pure cit esplicita-
no e Giovanni Baglione avevano infatti dipinto, mente il gruppo di Domenichino in un dipinto oggi
rispettivamente, La Battaglia di Rinaldo e Armida e al Louvre, omise il carro del Sole11. anche impro-
Armida incorona Rinaldo addormentato8. Sempre su babile che Domenichino abbia fatto riferimento alla
commissione di Patrizi, Guercino esegu lArmida concezione platonica del Sole come personificazio-
rapisce Rinaldo sul suo Carro sul soffitto di unaltra ne del Bene, come riteneva Saxl: egli era un pittore
sala del palazzo, raffigurando il momento immedia- colto per gli standard dellepoca12, ma certamente
tamente successivo a quello dellaffresco di Baglio- non si dilettava di filosofia, e i semplici criteri con
ne9: si trattava di un soggetto decisamente atipico, cui vennero selezionati i soggetti dei due affreschi di
rispetto al successivo, canonico episodio di Rinaldo Domenichino e Guercino porta a escludere lesi-
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stenza di un programma iconografico stilato da un 3. Verit,


letterato di professione. Per linserimento della Veri- da Cesare Ripa,
Iconologia,
t in un secondo tempo, Domenichino si rifece, Roma 1603
molto pi semplicemente, allIconologia di Cesare
Ripa (Roma 1593), dove la Verit ha come attributo
un Sole e una clessidra che

significa, che lungo andare la verit necessariamente si


scopre, et apparisce, et per dimandata figliuola del
tempo, et in lingua greca ha il significato di cosa, che non
st occulta13.

Da un lato, quindi, la Verit era figlia del Tempo, e


dallaltro si rivolgeva verso il Sole nella sua mano,
come si vede nellincisione della prima edizione illu-
strata del 1603 (fig. 3)14: poteva quindi essere inseri-
ta in un affresco in cui era gi stato previsto, al cen-
tro, il Carro del Sole.
Giambattista Passeri, nella versione autografa
manoscritta della sua vita di Domenichino, stesa
intorno al 1670 circa, descrisse con attenzione laf-
fresco di palazzo Patrizi Costaguti:

Rappresenta nel mezzo Apollo nella chiarezza del suo


splendore assiso sopra il suo carro dorato, tirato da suoi
quattro rapidi destrieri: la Verit gli si fa incontro tutta
lieta, e festosa per rendersi lucida alla vista de suoi fulgi-
di rai; e questa viene sostenuta dal Tempo, Vecchio alato e
volante, che tiene con la sinistra il circolo del serpe che si
morde la coda. Con questo ha voluto significare, che
quando il tempo sostiene la Verit, quella diviene chiara al luno con la lira, laltro col plettro nelle mani, come non
pari del Sole, et allhora prende vigore, e con lei si pu dar vi sia armonia pi soave ad unirsi che la Verit a gli animi
il giuditio delle cose, che sono nellesser proprio: e per nobili e prestanti, contro la sentenza di quel poeta che la
questo vi ha fatto alcuni putti [de quali] chi tiene la Clava Verit partorisce odio16.
e la pelle del Leone dErcole simbolo della Fortezza; e chi
il pomo doro di Paride per indicare il giuditio duna retta Il riferimento alla Verit degli attributi portati dagli
sentenza promossa dalla Verit fatta conoscere dal amorini in volo era pretestuoso, e non poteva
Tempo15. rispecchiare il pensiero di Domenichino: quello con
il bastone pastorale e il cane era gi stato raffigurato
Si trattava, per, di uninterpretazione iconografica nel disegno di Windsor, dove la figura della Verit
dellaffresco a posteriori, e lo stesso pu dirsi di non compare affatto17. Il significato degli attributi di
quella di Giovanni Pietro Bellori del 1672: Paride doveva quindi essere in relazione ai carri del
Sole e dellAurora18. Nello schema finale, elaborato
Continu il pittore ed accrebbe linvenzione e la poesia tenendo conto della quadratura di Tassi, della quale
con gli episodii, formativi alcuni putti, li quali alludono non c traccia nel disegno di Windsor, Domenichi-
ingegnosamente al soggetto. Due di loro portano la clava no inser una coppia di amorini con gli attributi di
di Ercole con la spoglia del leone, dovendo la Verit esse- Ercole e unaltra con la lira, il plettro e larco. Bello-
re difesa con eroica fortezza, comessa dogni altra cosa ri omise di menzionare questultimo per poter rife-
la pi forte. Un altro fanciullo mostra il pomo doro, e rire alla Verit il significato dei primi due, interpre-
tiene il bastone pastorale di Paride, seguitato dal cane, per tati come unallusione allarmonia. invece verosi-
insegnare che la Verit di tutte laltre cose ancora la pi mile che tutti e tre gli attributi, nelle intenzioni di
bella, e che a lei sola conviensi il pomo, albergando fra i Domenichino, fossero da associare allo stesso Apol-
semplici pastori. Oltre a questi fecevi due altri amoretti, lo-Sole: la lira e larco sono infatti gli attributi pi
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4. Gian Lorenzo Bernini (1646-1652; Roma, Galleria Borghese; fig.


Bernini, Verit, 4), lincompiuto gruppo marmoreo che avrebbe
Roma, Galleria
Borghese dovuto raffigurare la Verit svelata dal Tempo,
anchesso ispirato allillustrazione dellIconologia di
Ripa. Quellopera aveva rapidamente imposto la
soluzione, ideata gi a met Cinquecento da France-
sco Salviati23, del Tempo che svela la Verit. Fino alla
met del Seicento, per, la Verit era spesso solo
accompagnata o sollevata da terra dal Tempo, cos
come si vede in un dipinto di Annibale Carracci
(1585 circa; Londra, Hampton Court)24, in uno di
Gillis Coignet (1599; ubicazione sconosciuta)25, in
uno del Cavalier dArpino (1622-1627 circa; Roma,
Galleria Colonna; fig. 5)26, e in quello di Poussin gi
citato.
Bernini, secondo quanto riporta la biografia scritta
dal figlio Domenico, inizi a pensare al gruppo mar-
moreo subito dopo labbattimento del campanile
che egli aveva iniziato ad erigere accanto alla faccia-
ta della basilica di San Pietro, il primo grande smac-
co nella fortunatissima carriera dellartista27. Con
quella scultura Bernini proclamava di essere stato
vittima di calunnie, alimentate prima di tutto dal
suo nemico Francesco Borromini, ma che il suo
valore sarebbe stato riconosciuto col tempo, che
finisce sempre per scoprire la verit. Il tema della
verit salvata (non svelata) dal tempo era gi stato
impiegato da Federico Zuccari, con le stesse impli-
cazioni autobiografiche, in una cartouche della finta
cornice del disegno preparatorio (Hamburg, Kun-
comuni del dio. Anche gli attributi di Ercole non sthalle) per la sua Calunnia di Apelle (1569; lopera
potevano essere unallusione alla forza con cui si nota in due versioni: Londra, Hampton Court e
deve difendere la Verit, e si riferivano forse sia al Roma, palazzo Caetani); lartista riprese poi quel-
Sole che al Tempo19. linvenzione in altri disegni tradotti in unincisione
Sempre nelle sue Vite Passeri riferiva ad Agostino del 1575 di Peter Valck28. La Calunnia, il dipinto che
Tassi lornato di quella volta nella quale Domeni- Apelle aveva eseguito per discolparsi dallaccusa di
chino dipinse il Tempo che scuopre la Verit20. Seb- aver preso parte alla congiura di Tiro, era stata
bene al centro dellaffresco, in posizione predomi- descritta da Luciano in una notissima ekphrasis.
nante, fosse il carro del Sole, sembra che Passeri Larticolata composizione era chiusa a sinistra dalla
identificasse nel tema della Verit il soggetto princi- figura trionfante della Verit nuda; Zuccari la raffi-
pale della composizione, commettendo tra laltro un gur sollevata dal Tempo nella finta cornice del
errore nel parlare di uno svelamento che Domeni- disegno di Amburgo sullonda del grande successo
chino non aveva affatto raffigurato. Anche Bellori, riscosso dalla marca tipografica delleditore venezia-
pur descrivendo dettagliatamente laffresco, parten- no Francesco Marcolini Veritas filia Temporis
do giustamente dal carro del Sole al centro, intitol (1536)29. Prima di lui, nel 1525-1530 circa, anche
La Verit discoperta dal Tempo il paragrafo dedi- Lorenzo Leonbruno aveva dipinto una personale
cato a questopera21. Nelledizione del 1772 delle interpretazione della Calunnia di Apelle (Milano,
Vite di Passeri curata da Ludovico Bianconi, con Pinacoteca di Brera) dopo il suo allontamento dalla
note di Giovanni Bottari, laffresco infine indicato corte dei Gonzaga a seguito dellarrivo a Mantova di
semplicemente come il Tempo che scopre la Verit, Giulio Romano30. In seguito, nel 1660-1665 circa,
senza nessun accenno alla figura di Apollo-Sole22. Pier Francesco Mola si rifece alliconografia dellin-
Tutti gli autori, evidentemente, guardavano allaffre- compiuto gruppo berninano in una divertente cari-
sco attraverso la celeberrima Verit di Gian Lorenzo catura (Parigi, Louvre) eseguita dopo la terribile
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sconfitta nella causa che aveva intentato contro il 5. Cavalier


suo committente, il cardinale Camillo Pamphilj, che dArpino,
La Verit sollevata
aveva licenziato il pittore dal cantiere del palazzo di dal Tempo, Roma,
Valmontone e ne aveva fatto distruggere gli affreschi Galleria Colonna
fino ad allora eseguiti31. Esisteva quindi una lunga
tradizione nellimpiego, da parte degli artisti, del
tema della Verit insidiata dalla Calunnia e sollevata
o svelata dal Tempo come risposta alle critiche e agli
attacchi che venivano mossi contro di loro. Laffre-
sco di palazzo Patrizi Costaguti appartiene a questa
tradizione sebbene, a differenza delle opere di Leon-
bruno, Zuccari, Bernini e Mola, quella di Domeni-
chino fosse la commissione di un privato. Laffresco
non poteva essere trasformato in uno sfogo di natu-
ra autobiografica da parte dellautore, che dovette
quindi concordare con Patrizio Patrizi i cambia-
menti apportati allinvenzione originaria che cono-
sciamo attraverso il disegno di Windsor.
Bellori riporta che Lanfranco sarebbe riuscito a
strappare a Domenichino la commissione per gli
affreschi della cupola di SantAndrea della Valle in
virt della sua maggiore velocit esecutiva32. Secondo
il racconto di Passeri, invece, fin dallepoca dei dipin-
ti con Storie di Alessandro Magno eseguiti per lui da
Lanfranco, Domenichino, Antonio Carracci e altri, una sconfinata ammirazione per lartista bolognese,
ovvero fin dal 1615-1616 circa, il cardinale Alessan- e se le cose non si fossero realmente svolte in quel
dro Peretti Montalto avrebbe promesso a Lanfranco modo, egli non avrebbe avuto motivo di confeziona-
la commissione per gli affreschi della chiesa teatina di re una storia nella quale era Domenichino a sottrar-
cui egli aveva iniziato a finanziare la costruzione nel re slealmente una commissione a Lanfranco. Lattac-
1608. Nel 1621, quando rimaneva da voltare solo la co di questultimo allUltima Comunione di san Gero-
cupola, Ludovico Ludovisi, cardinal nepote del neoe- lamo diviene inoltre pi comprensibile se si pensa
letto Gregorio XV, avrebbe fatto pressioni sul Mon- che lartista si era sentito derubato di unimportante
talto affinch lesecuzione degli affreschi fosse affida- commissione gi promessa a lui. Proprio la vicenda
ta a Domenichino. Sempre secondo Passeri il Mon- degli affreschi di SantAndrea della Valle fu infatti
talto, prima di morire nel 1623, avrebbe deciso di allorigine dellaccesa polemica nata intorno alla pala
spartire il lavoro tra i due pittori, affidando gli affre- dellaltar maggiore di San Gerolamo della Carit che
schi della cupola a Lanfranco e quelli dei pennacchi e Domenichino aveva eseguito nel 1614. Lanfranco
del coro a Domenichino33. Questo secondo resocon- accus il rivale di aver rubato linvenzione dallUlti-
to sembra pi attendibile, per il riferimento, assolu- ma Comunione di san Gerolamo di Agostino Carrac-
tamente credibile, allappoggio del cardinale Ludovi- ci allora nella Certosa di Bologna (1592-1595 circa;
si al Domenichino. Nel corso del suo breve pontifica- Bologna, Pinacoteca Nazionale), diffondendo per
to (1621-1623), Gregorio XV favor dichiaratamente Roma una stampa di traduzione da quel dipinto del
Domenichino e Guercino. Lanfranco, che era stato suo allievo Franois Perrier (fig. 6).35 Le fonti non
uno dei pittori prediletti di Paolo V, si vide improvvi- aiutano a stabilire con precisione il momento della
samente messo da parte, tanto da non poter eseguire sua esecuzione, e la critica generalmente concorde
la decorazione della Loggia delle Benedizioni in San su una datazione intorno al 162436. Ma della giovi-
Pietro commissionatagli dal precedente pontefice. nezza di Perrier non sappiamo praticamente nulla:
Inoltre Lanfranco aveva eseguito due dipinti per il persino la sua data di nascita oscilla di ben dieci anni,
ciclo con Storie di Alessandro Magno, mentre Dome- tra il 1590 e il 1600. stato ipotizzato che parte della
nichino uno solo, a conferma della predilezione del sua formazione si fosse svolta a Lione, nella bottega
cardinale, almeno nel secondo decennio del Seicento, di Horace Le Blanc, e che nel 1623 egli fosse partito
per lartista parmense34. Passeri, che da giovane aveva alla volta di Roma37. Lincisione da Agostino Carrac-
lavorato come pittore accanto a Domenichino, aveva ci costituisce, per, la prima notizia certa in merito
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6. Franois Perrier nel 1621. Inoltre, nella biografia di Lanfranco, Bello-


(da Agostino ri riportava correttamente che i due affreschi del par-
Carracci), Ultima
Comunione
mense con Aci e Polifemo (perduto) e Ercole e Nesso
di san Gerolamo, nel medesimo palazzo erano stati commissionati dai
New York, Costaguti, non dai Patrizi40. Se quindi si rilegge
Metropolitan attentamente il passo in questione si capisce come
Museum of Art
Bellori abbia voluto sottolineare il rapporto di causa
ed effetto tra la polemica nata intorno alla pala dal-
tare di Domenichino e la scelta di raffigurare il tema
della Verit sollevata dal Tempo:

Ora, per tornare allopera [lUltima Comunione di San


Gerolamo ], non sapendo altri che notarvi, la condann di
furto, come tolta linvenzione da Agostino Carracci nella
Certosa di Bologna. Questa voce fu accresciuta da Gio-
vanni Lanfranco, per la grandissima emulazione contro
Domenichino; egli disegn e fece intagliare linvenzione
di Agostino da Francesco Perrier borgognone, suo disce-
polo, pratico allacqua forte, proclamando il furto. Ma
tanto sono differenti li moti, gli affetti e lazzioni delle
figure, che se pure vi qualche idea non merita nome di
furto... Dopo il quadro di San Girolamo, color Domeni-
chino la poesia della Verit scoperta dal Tempo, con occa-
sione che monsignor tesoriere Patrizio faceva dipingere il
suo palazzo a Piazza Giudea, ora del signor marchese
sia allopera che alla biografia stessa di Perrier: larti- Costaguti, dove nella distribuzione delle camere al Lan-
sta poteva in realt essere a Roma gi da qualche franco, al Guercino, a Gioseppino ed ad altri pittori, tocc
anno, e una datazione dellacquaforte al 1621-1622 a Domenico la maggior camera, riportandovi a fresco
verosimile. Lanfranco avrebbe quindi commissiona- nella volta una poetica invenzione41.
to allallievo quellincisione subito dopo essersi visto
sottrarre la commissione degli affreschi di SantAn- Dopo le critiche, quindi, nel racconto morale bello-
drea della Valle allindomani dellelezione di Grego- riano, arrivava il trionfo, e Domenichino veniva pre-
rio XV. Proprio in quel momento Domenichino ferito a tutti gli artisti, ivi compreso il suo acerrimo
lavorava allaffresco di palazzo Patrizi Costaguti, ese- nemico Lanfranco, nella decorazione di palazzo
guito sicuramente nel corso del 162238. La composi- Patrizi. Per sottolineare ancora di pi il trionfo di
zione venne quindi cambiata in corso dopera, come Domenichino, Bellori aggiungeva anche il nome di
aveva intuito Hess, sebbene laffresco fosse comun- Giuseppino, ovvero Giuseppe Cesari, che in realt
que eseguito in un lasso di tempo verosimilmente non aveva eseguito nessun affresco nel palazzo. Lau-
contenuto. Il risultato fu solo in parte soddisfacente: tore doveva per sapere che il Cavalier dArpino
il rapporto visivo tra il gruppo della Veritas filia Tem- aveva realizzato numerosi dipinti per Costanzo
poris e il Carro del Sole non perfettamente risolto, e Patrizi, tra i quali il pi importante era Un tondo
laccostamento del primo ai tre gruppi di amorini grande del Tempo che chiarisce la [Ve]rit con doi
del tutto asimmetrico. puttini, che rappresentano il giorno e la no[tte], sti-
La cronologia belloriana dellopera di Domenichino, mato ben 400 scudi dal suo stesso autore, chiamato
pur con qualche grave inesattezza, sostanzialmente a stilare linventario della collezione nel 162442. Lo-
affidabile39: sorprende quindi che egli abbia colloca- pera derivava evidentemente dallaffresco di Dome-
to la descrizione dellaffresco Patrizi subito dopo nichino, e vi si ritrovava infatti linsolita associazio-
quella dellUltima Comunione di san Gerolamo, cio ne della Verit sollevata dal Tempo con la tematica
intorno al 1615. Non si trattava, per, di un errore, squisitamente temporale del giorno e della notte. Il
poich egli affermava che laffresco era stato realizza- Cavaliere descrisse il suo dipinto come un Tempo
to contemporaneamente a quelli di Guercino e Lan- che chiarisce non scopre la Verit, e infatti anche
franco, e Bellori doveva sapere bene che il Barbieri nel dipinto gi citato della Galleria Corsini (fig. 5)
era giunto a Roma, chiamatovi da Gregorio XV, solo non raffigurato il motivo dello scoprimento.
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A questo punto si comprende ancora meglio perch 7. Giovanni Cesare


la descrizione belloriana dellaffresco di Domenichi- Testa, Ultima
Comunione
no sia intitolata semplicemente La Verit discoper- di san Gerolamo,
ta dal Tempo, a dispetto della centralit del Carro New York,
del Sole43. Le implicazioni di quel paragrafo non Metropolitan
sfuggirono a Carlo Cesare Malvasia, programmati- Museum of Art
camente ostile a Domenichino: nella Felsina pittrice
la morale dellepisodio infatti completamente
rovesciata. Lanfranco, denunciato il plagio di
Domenichino dallUltima Comunione di san Gerola-
mo di Agostino Carracci, sarebbe stato ingiusta-
mente accusato di calunnie:

Tassatone egli [Lanfranco] di maligno, anzi bugiardo, fu


necessitato per sua discolpa, e riputazione, diceva egli,
fatta intagliare la suddetta [pala] di Agostino dal Perier
Borgognone, divulgarla, dispensandone copie, che chia-
rissero la sua opposizione essersi retta sulla verit, non
intrusasi la calunnia44.

Malvasia, pur non descrivendo laffresco di palazzo


Patrizi Costaguti, chiamava in causa la verit pro-
prio per ribaltare quanto riportato da Bellori.
Intorno al 1650, circa dieci anni dopo la morte di
Domenichino, Franois Collignon pubblic uninci-
sione di Giovanni Cesare Testa dallUltima Comu-
nione di san Gerolamo dellartista (fig. 7) con la
seguente iscrizione:
in atto di ricevere il Santissimo Viatico negli estremi del
Opera in Roma del gran Domenichino, che per la forza di viver suo, lavorata da lui con la maggior perfezione del-
tutti i numeri dellArte, per lammirabile espressione larte. Questopera incontr forti opposizioni, le quali pro-
degli affetti, con dono specialissimo della natura si rende cedendo dallinvidia, non gli arrecarono alcuno svantag-
immortale e sforza, non che altri linvidia a meravigliarsi gio, poich in concorrenza del Lanfranco, del Guercino, di
e a tacere45. Giuseppino, e di altri, gli fu dato a colorire nel palazzo del
Tesoriere Patrizio, venuto dipoi in potere de Costaguti, la
Il tema dellinvidia, che avrebbe perseguitato Dome- Camera maggiore, nella quale figur capricciose invenzio-
nichino per tutta la vita, sarebbe tornato nella vita ni alludenti alla Verit scoperta dal tempo46.
del bolognese inclusa nella serie degli elogi degli
artisti illustri pubblicata Firenze tra il 1769 e il 1775. Domenichino si sent sempre in qualche modo per-
Il testo, steso da qualcuno dellentourage di Ignazio seguitato dallinvidia e dalle maldicenze, e forse que-
Enrico Hugford a partire dalle Vite di Bellori, espli- sto tema pass da lui a Poussin. Spear ha giusta-
citava quasi la connessione tra la polemica intorno mente sottolineato come alcuni elementi del dise-
allUltima Comunione di san Gerolamo e laffresco di gno di Windsor siano stati reimpiegati da Poussin
palazzo Costaguti: nelle sue opere degli anni trenta, in particolare la
cosiddetta Danza della Vita Umana dipinta per Giu-
Tali rarissimi pregi, che nelle sue opere [di Domenichino] lio Rospigliosi, in realt una Danza delle Stagioni
si ammirano, lungi non andarono dallinvidia, e dalla per- (1638-1640 circa; Londra, Wallace Collection)47 e
secuzione, la quale giunse a segno di posporlo a Guido, e dallaffresco di palazzo Patrizi Costaguti discende il
di fargli perdere dopo la morte di Annibale ogni lavoro, e tema stesso di unaltra delle poesie morali commis-
farlo finalmente risolvere a tornare alla patria. Avrebbe sionate dal futuro Clemente IX, la perduta Verit
ben presto posta in esecuzione una tal determinazione, se salvata dal Tempo nota attraverso unincisione di
non gli fosse stato dato a colorire nella Chiesa di San Gero- traduzione di Gaspard Dughet48. In questultima, la
lamo della carit un quadro rappresentante il detto Santo cui iconografia venne riproposta con qualche signi-
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ficativa variante dallo stesso Poussin nel grande probabile che lo stesso Bernini avesse deciso di
dipinto del 1641 eseguito per il cardinale Richelieu scolpire la Verit seguendo lesempio di Domenichi-
(Parigi, Louvre), scopertamente ispirato allaffresco no. Antoine Coypel affermava di aver sentito dire da
romano di Domenichino49, la Verit insidiata dalla Bernini che egli rimpiangeva di non aver lodato
Maldicenza e dallInvidia. Nelliconografia cinque- pubblicamente lUltima Comunione di san Gerolamo
centesca della Veritas filia Temporis solo la prima, di Domenichino allepoca delle polemiche per non
indicata come Bugia o come Calunnia, perseguitava contraddire un potente gentiluomo suo amico, da
la Verit50: linclusione dellInvidia potrebbe essere identificare forse con Scipione Borghese52. Poco
stata suggerita a Poussin dalle vicende che avevano prima di morire, quindi, lo scultore ricordava anco-
coinvolto e amareggiato Domenichino. Poussin, ra bene quellepisodio che aveva appassionato tutto
come noto, fu uno dei pi grandi estimatori del lambiente artistico romano dei primi anni venti. E,
bolognese e in particolare della sua pala in San avendo egli stesso subto pi tardi le calunnie dei
Gerolamo della Carit, che egli giudicava il pi suoi nemici a proposito del campanile di San Pietro,
grande dipinto di Roma insieme alla Trasfigurazione si pentiva di non aver difeso Domenichino dai suoi
di Raffaello51. Domenichino, da parte sua, non detrattori. Bernini doveva quindi conoscere anche
avrebbe potuto raffigurare lInvidia nellaffresco di laffresco di palazzo Patrizi Costaguti e il suo rap-
palazzo Patrizi Costaguti se non a rischio di com- porto con la polemica intorno allUltima Comunio-
promettere ulteriormente lomogeneit della com- ne di san Gerolamo. Non esiste in fondo nessun pre-
posizione e del significato dellinvenzione. cedente pi diretto e vicino per la Verit di Bernini.

Questo articolo stato scritto nel 2008 e la bibliografia da 1657 (catalogo della mostra), Roma 2001, p. 63. Come
considerarsi aggiornata a quella data. Non si quindi potuto noto, il Carro del Sole preceduto dallAurora di Reni era
tener conto del catalogo Innocente e calunniato: Federico accompagnato da quattro scene campestri allusive delle sta-
Zuccari (1539/40-1609) e le vendette dartista, a cura di C. gioni affrescate da Paul Bril, mentre in una sala adiacente a
Acidini e E. Capretti, Firenze 2009. quella affrescata da Guercino con il Carro dellAurora erano
quattro paesaggi di Domenichino, Viola, Bril e lo stesso
Guercino. Nel palazzo acquistato dalla famiglia Patrizi nel
1
J. Hess, Die Knstlerbiographien von Giovanni Battista Pas- 1598 si trovava gi un fregio con i Mesi che Francesca Cap-
seri, Leipzig 1934, pp. 38-39, nota 2. pelletti ha riferito alla bottega di Antonio Tempesta con una
2 F. Saxl, Veritas filia Temporis, in Philosophy and History. datazione intorno al 1576-1579, cfr. F. Cappelletti, Paul Bril e
Essays presented to Ernst Cassirer, Oxford 1936, pp. 213-214. la pittura di paesaggio a Roma, 1580-1630, Roma 2006, pp.
3 R.E. Spear, Domenichino, 2 voll., New Haven and London 17-18. Giovanni Baglione riferisce peraltro che: Molte opere
1982, I, p. 234; A. Mignosi Tantillo, in C. Strinati e A. Tantil- del suo [di Bernardino Cesari] stanno in fregi di stanze gi
lo (a cura di), Domenichino 1581-1641 (catalogo della de Signori Patritii, et hora de Signori Costaguti in piazza
mostra), Milano 1996, p. 495. Matthea, cfr. G. Baglione, Le vite de pittori, scultori et archi-
4 R.E. Spear, in Domenichino cit., p. 234. tetti: dal Pontificato di Gregorio XIII fino a tutto quello dUr-
5 Su questa tradizione cfr. S. Pierguidi, Le bore pi principa- bano VIII, Roma 1642, pp. 147-148; M. Minozzi, La famiglia
li del giorno: liconografia della Notte, dellAurora e del Gior- Patrizi cit., pp. 19-20; H. Rttgen, Il Cavalier Giuseppe Cesari
no, in Schifanoia, 22/23, 2002, pp. 121-144, con bibliografia dArpino: un grande pittore nello splendore della fama e nel-
precedente. lincostanza della fortuna, Roma 2002, pp. 522 e 562. Sulla
6 M. Minozzi, La famiglia Patrizi a Roma, in A.M. Pedrocchi tradizionale associazione del carro del Sole con le stagioni, i
(a cura di), Le Stanze del Tesoriere. La Quadreria Patrizi: cul- lavori nei campi o semplicemente con paesaggi campestri,
tura senese nella storia del collezionismo romano del Seicento, cfr. F. Cappelletti, Luso delle Metamorfosi di Ovidio nella
Milano 2000, p. 19. decorazione ad affresco della prima met del Cinquecento: il
7 Il rapporto tra il collezionismo di Patrizi e quello di Scipio- caso della Farnesina, in Die Rezeption der Metamorphosen
ne Borghese stato sottolineato da A.M. Pedrocchi, Costanzo des Ovid in der Neuzeit: der antike Mythos, in H. Walter, H.
Patrizi, Cassiano dal Pozzo ed altri amatori darte nella Roma Horn (a cura di), Text und Bild, Berlin 1995, pp. 115-128; S.
di Papa Borghese, in F. Solinas (a cura di), Segreti di un colle- Pierguidi, Le drame de la lumire et de lombre: la tradizione
zionista: le straordinarie raccolte di Cassiano dal Pozzo, 1588- iconografica della sequenza Notte-Aurora-Giorno, in Studi
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Romani, L, 2002, pp. 279-281; R. Ubl, Guido Renis Aurora: London 1986, pp. 149-150. Il rilievo, tra laltro, fu una delle
politische Funktion, Gattungspoetik und Selbstdarstellung der fonti iconografiche della cosiddetta Danza della Vita Umana
Malerei im Gartenkasino der Borghese am Quirinal, in Jahr- (in realt una Danza delle Stagioni) di Nicolas Poussin (Lon-
buch des Kunsthistorischen Museums Wien, I, 1999, pp. 213 dra, Wallace Collection), un dipinto che per altri versi si lega
e 220; F. Cappelletti, Paul Bril cit., pp. 276 e 302. al disegno di Domenichino di Windsor, cfr. R.E. Spear, in
8 Sul significato degli affreschi del casino Borghese cfr. R. Ubl, Domenichino cit., p. 235; R. Beresford, A Dance to the Music
Guido Renis Aurora cit., pp. 209-241; M. Beer, I sogni di Sci- of Time by Nicolas Poussin, London 1995, p. 43; M. Bull,
pione: visione, allegoria, letteratura nel Casino dellAurora di Poussin and Nonnos, in The Burlington Magazine, CXL,
Palazzo Rospigliosi-Pallavicini a Roma, in A. Guidotti, M. 1998, p. 736.
Rossi (a cura di), Percorsi tra parole e immagini (1400 - 1600), 19 possibile che Domenichino si rifacesse a unedizione

Lucca 2000, pp. 179-201. secentesca delle Immagini degli di di Vincenzo Cartari in cui
9 B. Sandstrm, Lenlvement de Renaud par Armide, un des- scritto che Ercole poteva significavare sia il Tempo che il Sole,
sin de Bnigne Gagneraux, in Gazette des Beaux Arts, CIII, cfr. V. Cartari, Le imagini de gli dei de gli antichi, Padova 1608,
1984, pp. 99-100. p. 322 (il passaggio era chiaramente indicato anche nellindice
10 D. Posner, Annibale Carracci. a study in the reform of Italian dellopera). Domenichino consult molto probabilmente una
painting around 1590, London 1971, II, p. 578; R.E. Spear, delle edizioni di primo Seicento del manuale di Cartari pub-
Domenichino cit., p. 221. Altrettanto inusuale il soggetto di blicate dal Tozzi, dalle cui illustrazioni egli trasse ispirazione
un dipinto di Poussin a Berlino, Gemldegalerie, che raffigu- per la posizione delle gambe dei cavalli del carro di Apollo-
ra il momento immediatamente precedente, in cui Armida fa Sole e per linserimento di Pegaso in quello dellAurora, cfr.
trasportare da alcuni amorini Rinaldo addormentato per Pierguidi, Le bore pi principali del giorno cit., p. 137.
portarlo via sul suo carro, cfr. H. Keazor, Coppies bien que 20
J. Hess, Die Knstlerbiographien cit., p. 121.
mal fettes: Nicolas Poussins Rinaldo and Armida re-exami- 21 G.P. Bellori, Le vite [ed. Borea cit.], pp. 324-325.

ned, in Gazette des Beaux Arts, CXXXVI, 2000, pp. 253-264 22 G.B. Passeri, Vite de pittori, scultori ed architetti, che anno

e S. Lavessire, in O. Bonfait e J.-C. Boyer, (a cura di), Intor- lavorato in Roma morti dal 1641 fino al 1673, Roma 1772, p. 26.
no a Poussin. Ideale classico e epopea barocca tra Parigi e Roma 23 S. Pierguidi, Dalla Veritas filia Temporis di Francesco Marco-

(catalogo della mostra), Roma 2000, pp. 66-71. lini allAllegoria di Londra del Bronzino: il contributo di Fran-
11 Su questo dipinto cfr. nota 49. cesco Salviati, in Artibus et historiae, 26, 2005, pp. 165-168.
12 R.E. Spear, in Domenichino cit., pp. 8-9, 27-28 e 153-155. 24 G. De Tervarent, Veritas and Justitia Triumphant, in Jour-

13 C. Ripa, Iconologia, Roma 1593, p. 285. nal of the Warburg and Courtauld Institutes, VII, 1944, pp.
14 C. Ripa, Iconologia, Roma 1603, p. 500. 95-96; D. Benati, in D. Benati, E. Riccomini (a cura di), Anni-
15 J. Hess, Die Knstlerbiographien cit., p. 38. bale Carracci (catalogo della mostra, Bologna), Milano 2006,
16 G.P. Bellori, Le vite de pittori, scultori e architetti moderni, pp. 164-165. Sulla provenienza del dipinto cfr. T. Montanari,
Roma 1672, pp. 21-22 (edizione a cura di E. Borea, Torino Francesco Barberini, lArianna di Guido Reni e altri doni per
1976, pp. 324-325). Anche per gli affreschi di Annibale Car- la Corona dInghilterra: lultimo atto, in Studi sul Barocco
racci della Galleria Farnese e per quelli di Agostino Carracci romano: scritti in onore di Maurizio Fagiolo dellArco, Milano
nel palazzo del Giardino di Parma, Bellori diede uninterpre- 2004, p. 84.
tazione distorta del loro significato, cfr. C. Dempsey, Et nos 25 S. Beguin, Quelques remarques propos des changes entre

cedamus amori: Observations on the Farnese Gallery, in The la Flandre, Rome, Fontainebleau et Paris, in N. Dacos (a cura
Art Bulletin, L, 1968, pp. 364-368; J. Anderson, The Sala di di), Fiamminghi a Roma 1508-1608 (atti del convegno inter-
Agostino Carracci in the Palazzo del Giardino, in Art Bulle- nazionale), Bollettino darte, 100, 1999, p. 242.
tin, LII, 1970, pp. 42-43; S. Pierguidi, SullAmor Omnia Vin- 26 Il dipinto citato in un inventario della collezione Colon-

cit del J. Paul Getty Museum e la fortuna delle allegorie da- na del 1714 come il Tempo che abbraccia una donna, e in
more a Roma intorno al 1600, in Bollettino darte, XCI/137- uno del 1783 come il Tempo che rapisce la Bellezza, cfr. E.A.
138, 2006, pp. 68-69. Bellori non comprese correttamente Safarik, Collezione dei dipinti Colonna: inventari 1611-1795,
neanche il soggetto della Caccia di Diana di Domenichino Munich 1996, II, pp. 478, no. 2092; 642, no. 393; H. Rttgen,
(Roma, Galleria Borghese), cfr. S. Pierguidi, La freccia in aria, Il Cavalier Giuseppe Cesari cit., p. 432. Lestensore dellinven-
ovvero la rappresentazione del tempo in pittura: La Caccia di tario del 1783 commise un errore simile a quello degli esten-
Diana di Domenichino e Le tre Parche di Simon Vouet, in Les sori degli inventari della collezione Spada del 1718 e 1759,
Cahiers dHistoire de lArt, 7, 2009, pp. 20-25. Su tutto il che indicarono quello stesso soggetto per il Ratto di Orithia
problema delle letture iconografiche di Bellori cfr. S. Piergui- di Francesco Solimena, cfr. R. Cannat, M.L. Vicini, La Galle-
di, E se noi riconosciamo bene la mente dellArtefice: Bellori ria di Palazzo Spada: genesi e storia di una collezione, Roma
e la nascita delliconologia come (fallace) scienza interpretati- 1992, pp. 149 e 174, n. 739.
va, in Cesare Ripa und die Begriffsbilder der Frhen Neuzeit 27 D. Bernini, Vita del cavalier Gio. Lorenzo Bernino, Roma

(atti del convegno, Universit di Heidelberg), in corso di 1713, pp. 80-81; Sulla Verit cfr. soprattutto H. Kauffmann,
pubblicazione. Giovanni Lorenzo Bernini: die figrlichen Kompositionen, Ber-
17 R.E. Spear, in Domenichino cit., pp. 234-235. lin 1970, pp. 194-221 e M. Winner, in A. Coliva e S. Schtze
18 Lassociazione di Paride al Carro del Sole poteva essere (a cura di), Bernini scultore. La nascita del Barocco in Casa
stata suggerita dal celeberrimo rilievo di villa Medici inciso Borghese (catalogo della mostra), Roma 1998, pp. 290-309.
da Marcantonio Raimondi, cfr. P.P. Bober, R. Rubinstein, 28 J.M. Massing, Du texte a limage: la Calomnie dApelle et son

Renaissance artists & antique sculpture: a handbook of sources, iconographie, Strasbourg 1990, pp. 157, 208, 210 e 356-364.
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29 Strinati (a cura di), Studi di storia dellarte in onore di Denis


J.M. Massing, Du texte a limage cit., p. 208; S. Pierguidi,
Dalla Veritas filia Temporis cit., pp. 159-162. Mahon, Milano 2000, pp. 195-197 e 201-202, nota 18; E.
30 Schleier, Lanfranco, Giovanni cit., p. 586.
J.M. Massing, Du texte a limage cit., pp. 157 e 321-322.
31 41 G.P. Bellori, Le vite [ed. Borea cit.], p. 324.
N. Turner, in Pier Francesco Mola 1612-1666 (catalogo della
42 A.M. Pedrocchi, Storia della collezione, in Le stanze del Teso-
mostra), Milano 1989, p. 284; B. Davis, Pier Francesco Molas
Autobiographical Caricatures: A Postscript, in Master Dra- riere cit., pp. 41 e 288; H. Rttgen, Il Cavalier Giuseppe Cesa-
wings, XXIX, 1991, p. 49. ri cit., pp. 170 e 506.
32 43 Passeri, meno sofisticato di Bellori, non collegava affatto la
G.P. Bellori, Le vite [ed. Borea cit.], p. 341.
33 polemica con Lanfranco allaffresco di palazzo Patrizi Costa-
J. Hess, Die Knstlerbiographien cit., pp. 142-143 e 148-149.
Sui due resoconti cfr. anche R.E. Spear, in Domenichino cit., guti. Lautore non faceva neanche riferimento allopera di
pp. 3-4 e 242. Guercino nello stesso cantiere, e collocava laffresco di
34 Domenichino dopo gli affreschi di Fano, erroneamente rife-
E. Schleier (a cura di), Giovanni Lanfranco: un pittore barocco
tra Parma, Roma e Napoli (catalogo della mostra), Milano riti al 1613-1614 circa, cfr. J. Hess, Die Knstlerbiographien
2001, pp. 128-129; E. Schleier, Lanfranco, Giovanni, in Diziona- cit., p. 38; R.E. Spear, in Domenichino cit., p. 233.
44 C.C. Malvasia, Felsina pittrice: vite de pittori bolognesi,
rio Biografico degli Italiani, 63, Roma 2004, pp. 583-584.
35 Bologna 1678, I, pp. 363 e 386 (edizione a cura di G. Zanot-
Su tutta la vicenda cfr. da ultimo E. Cropper, The Domeni-
chino affair: novelty, imitation, and theft in seventeenth-cen- ti, Bologna 1841, II, p. 224).
45 E. Cropper, The Domenichino affair cit., p. 157.
tury Rome, New Haven 2005, in particolare pp. 5-8.
36 46 Serie degli Uomini i pi illustri nella pittura, scultura, e
A.L. Clark, Franois Perrier: reflections on the earlier works
from Lanfranco to Vouet (catalogo della mostra), Paris 2001, architettura, Tomo IX, Firenze 1774, p. 74.
47
pp. 10 e 13-14. R.E. Spear, in Domenichino cit., pp. 234-235; cfr. anche nota 18.
37 48 F. Saxl, Veritas filia Temporis cit., p. 215, nota 2; E.
G. Chomer, Les Perrier Lyon: nouvelles donnes, in S. Loire
(a cura di), Simon Vouet: actes du colloque international, Paris Panofsky, Et in Arcadia Ego. On the Conception of Transiente
1992, pp. 509-510. in Poussin and Watteau, in Philosophy and History cit., pp.
38 252-254; M. Marini, La verit scoperta dal Tempo, un con-
E. Borea, Domenichino, Firenze 1965, p. 183; R.E. Spear, in
Domenichino cit., p. 233. Lintervento di Domenichino, cos tributo alliconografia poussiniana, in Strenna dei Romani-
come quello di Guercino, databile senzaltro al 1622 grazie sti, LII, 1991, pp. 313-318; M. Gianfranceschi, Giulio Rospi-
a una precisa testimonianza di Agostino Tassi, che esegu la gliosi, rapporti fra testi teatrali e collezionismo darte, in A. Fia-
quadratura del primo e progett quella del secondo, realizza- bane (a cura di), Giovani studiosi a confronto. Ricerche di sto-
ta poi con ogni probabilit da Filippo Franchini, cfr. P. ria dellarte dal XV al XX secolo, Roma 2004, pp. 105-107.
49 F. Saxl, Veritas filia Temporis cit., pp. 212-215. La compo-
Cavazzini, Palazzo Lancellotti ai Coronari: cantiere di Agosti-
no Tassi, Roma 1998, pp. 86-87. sizione e liconografia di questo celebre capolavoro, noto
39 attraverso due incisioni di traduzione, vennero replicati in
R.E. Spear, in Domenichino cit., pp. 134 e 196.
40 Inghilterra in un dipinto nel soffitto della Hall di Ven House
...nel palazzo del signor marchese Costaguti, color nella
volta duna camera Polifemo che distacca uno scoglio per (Somerset) e anche in un affresco sulla volta della camera da
tirarlo contro Aci, ed in unaltra camera Ercole che saetta letto della Queens House di Greenwich il cui soggetto gene-
Nesso centauro, cfr. G.P. Bellori, Le vite [ed. Borea cit.], p. ralmente indicato come Aurora disperde le tenebre della Notte,
388. Bellori dovrebbe aver completato le biografie di Dome- cfr. E. Croft Murray, Decorative Painting in England 1537-
nichino e Lanfranco pi o meno contemporaneamente, 1837, 2 voll, London 1962, I, pp. 223, 262 e 269; J. Bold, Green-
intorno al 1660, cfr. T. Montanari, Introduction, in G.P. Bel- wich. An Architectural History of the Royal Hospital for Seamen
lori, The lives of the modern painters, sculptors and architects, and the Queens House, New Haven and London 2000, p. 74.
50 C. Hope, Bronzinos Allegory in the National Gallery, in
traduzione di A. Sedgwick Wohl, note di H. Wohl, New York
2005, p. 16. Lintervento di Lanfranco, eseguito su commis- Journal of the Warburg and Courtauld Institutes, VL, 1982,
sione di Prospero Costaguti, databile ai primi anni trenta. pp. 241-242.
51 E. Cropper, The Domenichino affair cit., pp. 4 e 16-18.
Lartista aveva gi lavorato nel 1624-1625 nel medesimo
52 M.H. Loh, New and Improved: Repetition as Originality in
palazzo per conto di Giovanni Battista Costaguti, cfr. E.
Schleier, Lanfrancos Christ carrying the cross and a note on Italian Baroque Practice and Theory, in The Art Bulletin,
Cardinal Giovanni Battista Costaguti as a collector of paintings LXXXVI, 2004, pp. 495-496 e 502-503, nota 102; E. Cropper,
by Lanfranco, in M.G. Bernardini, S. Danesi Squarzina, C. The Domenichino affair cit., p. 5.

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