Sei sulla pagina 1di 3

studiocataldi.

it
http://www.studiocataldi.it/articoli/20653-la-rinuncia-al-decreto-ingiuntivo-quando-ancora-non-e-stata-proposta-opposizione-nonnecessita-di-accettazione.asp

La rinuncia al decreto ingiuntivo quando ancora non stata


proposta opposizione non necessita di accettazione
Nota alla sentenza della Corte di Cassazione n. 110 del 7 gennaio 2016

Avv. Paolo Accoti - Ai sensi dell'art. 306 c.p.c.: "ll processo si estingue per rinuncia agli atti del giudizio quando
questa accettata dalle parti costituite che potrebbero aver interesse alla prosecuzione. L'accettazione non
efficace se contiene riserve o condizioni. Le dichiarazioni di rinuncia e di accettazione sono fatte dalle parti o da loro
procuratori speciali, verbalmente all'udienza o con atti sottoscritti e notificati alle altre parti. ".
Nel caso dell'ingiunzione di pagamento, da una corretta lettura dell'art. 306 c.p.c., si evince che solo quando
l'opposizione risulta ritualmente proposta si determina la necessit dell'accettazione della rinuncia.
ADVERTISING
Al contrario, quando il soggetto destinatario della rinuncia non ha ancora assunto la qualit di parte - che nel giudizio
ordinario si acquisisce con la costituzione in giudizio - non vi un obbligo di accettazione, di talch questa risulter
efficace gi solo con la notifica alla controparte.
Nel procedimento monitorio, se l'opponente non ha ancora provveduto alla notificazione dell'opposizione e, nel
frattempo, intervenuta la rinuncia al decreto ingiuntivo, questa ha efficacia immediata, senza bisogno alcuno di
accettazione.
E' quanto di recente stabilito dalla Corte di Cassazione, II sezione, con la sentenza n. 110, del 7.01.2016.
L'occasione per affermare l'anzidetto principio viene fornita da due condmini i quali chiedevano ed ottenevano, dal
Tribunale di Napoli, ingiunzione di pagamento a carico di altri condmini, per vedersi riconosciuto, pro-quota, il
rimborso della somma di denaro da loro anticipata per dei lavori di riparazione della copertura dell'immobile in
condominio.
Il decreto ingiuntivo, emesso in data 20.05.2005, veniva notificato in data 14 luglio.

Nelle more, in data 28 luglio, i ricorrenti notificavano ad uno degli ingiunti atto di rinuncia al procedimento monitorio.
Nonostante ci, il condomino ingiunto propose opposizione, notificando atto di citazione in opposizione solo dopo
aver ricevuto la notifica della rinuncia.
I medesimi creditori, nel frattempo, chiedevano ed ottenevano, dal Giudice di pace di Napoli, ingiunzione di
pagamento nei confronti del solo condomino destinatario della precedente rinuncia agli atti e gi opponente nel
giudizio nel frattempo incardinatosi dinnanzi al Tribunale di Napoli.
A seguito di nuova opposizione dinnanzi al Giudice di pace di Napoli, il condomino opponente evidenziava di non
aver accettato la rinuncia al precedente decreto ingiuntivo, per il quale gi pendeva speculare opposizione dinnanzi
ad altro organo giudiziario, chiedeva, pertanto, che fosse dichiarata la litispendenza, ex art. 39 c.p.c., e che il giudizio
incardinato successivamente dinanzi al Giudice di pace di Napoli venisse dichiarato estinto.
L'eccezione veniva accolta dal Giudice di pace che, infatti, dichiarava la litispendenza con il giudizio preventivamente
incardinato presso il Tribunale di Napoli, disponeva la revoca del decreto ingiuntivo opposto e condannava gli
opposti al pagamento delle spese del giudizio di opposizione.
Interponevano appello gli opposti, respinto tuttavia dal Tribunale di Napoli, il quale osservava: " che la rinuncia al
ricorso innanzi al Tribunale doveva essere accettata al fine di determinare l'effetto estintivo del processo ai sensi
dell'art 306 cpc, dal momento che la parte raggiunta dalla notifica dell'ingiunzione (presso il Tribunale di Napoli) e
potenzialmente opponente, aveva il diritto di far valere, proponendo l'opposizione, profili di merito relativi alla pretesa
oggetto di ingiunzione - circostanza questa poi effettivamente verificatasi-: da ci sarebbe derivato che l'accettazione
non sarebbe stata necessaria solo se, scaduti i termini per l'opposizione, l'ingiunto non l'avesse proposta".
Gli opposti, evidentemente convinti di essere nel giusto, proponevano ricorso per cassazione, denunciando la
violazione e falsa applicazione dell'art. 306 c.p.c., ritenendo non necessaria l'accettazione alla rinuncia agli atti da
parte dell'opponente, in considerazione del fatto che la stessa sarebbe intervenuta prima della notifica dell'atto di
opposizione e che, pertanto, l'ingiunto, non avendo ancora assunto la qualit di "parte" nel giudizio, non avrebbe
dovuto accettare la rinuncia che si era gi cristallizzata, n poteva soccorrere il III comma dell'art. 643 c.p.c., per il
quale: "La notificazione determina la pendenza della lite ", non essendovi corrispondenza tra la mera pendenza della
lite e la qualit di parte, che richiede un ulteriore presupposto, quello appunto della notifica dell'opposizione.
La Corte di Cassazione, con la sentenza oggi in commento, condivide appieno il ragionamento dei ricorrenti.
Ritiene infatti che occorra: " valorizzare il chiaro dettato dell'art. 306 cpc che limita la necessit della accettazione
della rinuncia agli atti del giudizio - e tale si pone la rinuncia "al ricorso per decreto ingiuntivo" indicato nell'atto
notificato - alla sola parte costituita, a condizione che essa assuma di avere un interesse alla trattazione nel merito
della pretesa agita".
Tuttavia, la qualit di "parte costituita", con specifico riferimento al procedimento monitorio, si assume solo
quando la parte ha gi proposto opposizione.
Tanto vero che:" Il giudice successivamente adito, al fine di stabilire se sussista la litispendenza, deve fare
riferimento alla situazione processuale esistente al momento della sua pronuncia e deve respingere la relativa
eccezione allorquando a tale data il giudizio preventivamente instaurato non sia pi pendente per intervenuta
estinzione. Tale situazione si verifica nel caso in cui nel primo giudizio sia intervenuta rinuncia agli atti prima ancora
che la controparte si sia costituita, cos da determinare l'estinzione del giudizio medesimo - che, in quanto operante
di diritto ai sensi dell'art. 306 cod. proc. civ., pu essere incidentalmente accertata dal giudice - giacch, in siffatta
ipotesi, la rinuncia non condizionata dalla relativa accettazione" (Cass. civ., Sez. II, 01/12/2010, n. 24376).
Evidenzia l'attuale Collegio, con un ragionamento assolutamente condivisibile, come: " A medesime conclusioni deve
pervenirsi anche ponendo a mente la specialit del procedimento monitorio, in cui il contraddittorio con la parte
ingiunta solo eventuale: invero la facolt di proporre opposizione non fa assumere al destinatario della ingiunzione

la qualit di parte attuale, con la necessit di accettazione della -eventualmente notificatagli- rinuncia al agli atti del
giudizio; del resto appare un posi factum non conoscibile dall'ingiungente (al fine della necessit della notifica della
rinuncia prima del decorso del termine di efficacia del decreto) l'esistenza di una linea difensiva di controparte che
non si esplichi solo nella negazione del diritto oggetto di ingiunzione ma si estenda all'accertamento, con idoneit a
formare giudicato, della sua inesistenza (facendo dunque emergere un autonomo interesse alla instaurazione del
giudizio di opposizione): pretendere pertanto che parte ingiungente attenda, dopo aver notificato il decreto e l'atto di
rinuncia allo stesso, che controparte manifesti la sua intenzione di proporre opposizione, appare limitativo del diritto
di rinunciare ad una iniziativa giudiziaria mal diretta o, comunque, ritenuta non pi opportuna nei termini in
precedenza posti, atteso che sino allo scadere dei termini per proporre opposizione parte ingiungente non sarebbe in
grado di conoscere se il decreto fosse idoneo a divenire esecutivo (cos vanificando la sua volont di rinuncia)"
(Cass. civ., Sez. II, 7.01.2016, n. 110).
La Suprema Corte, infine, specifica come la pendenza della lite, che nell'ipotesi di procedimento monitorio, ex art.
643, III co. c.p.c., si realizza con la notifica del provvedimento monitorio, non fa di per s assumere la "qualit di parte
nel giudizio", che rende necessaria l'accettazione della rinuncia, per come imposto dall'art. 306 c.p.c.
Tanto vero che: "Le modalit operative della estinzione per rinuncia agli atti ex art 306 cpc, non sono influenzate
dalla portata del terzo comma dell'art 643 cpc, secondo la quale la pendenza della lite data dalla notifica del
provvedimento monitorio: invero nella interpretazione della Corte (vedi Cass. Sez. II n. 8118 del 1999), alla quale il
Collegio ritiene di adeguarsi, la seconda norma disciplina la costituzione del contraddittorio e gli effetti sostanziali e
processuali del ricorso (tra i quali l'interruzione della prescrizione o la prevenzione ai fini della individuazione del
giudice competente): dunque la sola "pendenza della lite" non determina l'assunzione della qualit di parte in capo al
soggetto ingiunto e, dunque, nemmeno il venir in essere di un diritto, da parte dello stesso, di condizionare la
rinuncia agli atti del giudizio monitorio con la propria accettazione".
In conclusione, pertanto, la necessit dell'accettazione della rinuncia agli atti, sorge solo quando la parte a cui
la rinuncia destinata, risulta regolarmente costituita, evenienza che nel procedimento monitorio si verifica
solo dopo la notifica dell'opposizione a decreto ingiuntivo .
Fino al quel momento la rinuncia agli atti produce immediatamente i suoi effetti senza necessit di accettazione.
Cass. civ., Sez. II, 07.01.2016, n. 110
Avv. Paolo Accoti - profilo e articoli
STUDIO LEGALE Viale della Libert n. 496 TREBISACCE (CS)
Tel. 0981.1987035 - Fax 0981.1987038 - Cell. 335.6630292
Mail: avv.paolo.accoti@gmail.com

(12/01/2016 - Avv. Paolo Accoti ) Commenti Ultimi commenti Cita nel tuo sito

Potrebbero piacerti anche