LE PRINCIPALI RIVISTE CULTURALI ITALIANE TRA LE DUE GUERRE
1. La Ronda (Roma, 1919-1922; un numero straordinario nel 1923); comitato di redazione:
Riccardo Bacchelli, Vincenzo Cardarelli, Emilio Cecchi, Bruno Barilli ecc. - programma: autonomia della letteratura e lassoluta preminenza dello stile sui contenuti; respinge il coinvolgimento dello scrittore sul piano politico-sociale (tipico delle scelte del primo 900); rifiuta lo sperimentalismo delle avanguardie. Al loro disordine viene opposto un ordine che si ispira alla tradizione, riprendendo il discorso letterario laddove lavevano interrotto i grandi dell800 (Manzoni per la prosa, Leopardi per la poesia); richiama ai principi (anche formali) della charisma e allordine lintellettuale rondista non d fastidio al fascismo, quindi non preoccupa il regime. 2. Il Selvaggio (1924-1943, princ. a Firenze); fondatore Mino Maccari (caricaturista); - rapporto diretto con la politica fascista, legato allapparizione stessa del regime; - taglio polemico e satirico, basato non solo sulla scrittura; - si ispira alla tradizione nazionale (litalianit): i valori del mondo contadino e della provincia, ritenuti gli unici autentici o vitali entusiasmo del regimeil concetto di Strapaese 3. 900 (Roma, 1926-1929); - fondatori: Massimo Bontempelli e Curzio Malaparte (Kurt Erich Suckert); inizialmente in francese, si chiamava Cahiers dItalie et dEurope ed aveva un comitato de redazione prestigioso: Ilja Erenburg e James Joyce; - programma: il realism magico bontempelliano; una cultura europea e moderna, rifiutando il provincialismo ottocentescopolemica con Il Selvaggio; - la rivista non raggiunge pienamente i suoi scopi, per dalle sue pagine sono apparsi autori quali Corrado Alvaro e Alberto Moravia. 4. Il Baretti (Torino, 1924-1928); fondatore Piero Gobetti (Torino, 1901-Parigi, 1926) [17 anni fonda la prima rivista, Energie nuove (1918-20); 1922 - fonda La rivoluzione liberale, organo di promozione di una nuova classe dirigente, che raggruppi operai e le forze pi aperte della borghesia capitalisticala rivista diventa subito un punto di riferimento dellantifascismo, che la sopprime nel 1925]; - non portendo pi occuparsi di politica, Gobetti sposta il suo interesse sulla letteratura (Il Baretti- dal nome del polemista Giuseppe Baretti, 1719-1789); - programma: di indipendenza e di opposizione, in cui i valori della tradizione illuministica si proponevano come ultimo tentativo di difesa della libert e della democrazia; ritorno alla ragione e alla seriet un tipo di letteratura subordinato a un programma etico-ideologico, condizionando fortemente i criteri di valutazione ed interpretazione. 5. La Solaria (Firenze, 1926-1936); fondatore: Alberto Carocci; -eclettismo destinato a riunire le forze pi importanti del momento, in un intento propulsivo ed innovativo; -linteresse per lo stile, esigenza di moralit, la specificit dei languaggi letterari, destinati ad essere esploatati attraverso strumenti tecnici specialistici e particolarmente affinati; la responsabilit storica dello scrittoreattira lattenzione sospettosa del regime; - numeri unici: Saba, Svevo, Tozzi; altri: Vittorini, Gadda, Moravia, Montale ecc.; - apertura alle letterature straniere: Valry, Gide, Malraux, Hemingway, Kafka, Proust; traduzioni di Rilke, Eliot, Joyceforte rinnovamento della cultura italiana.